XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di martedì 28 ottobre 2008

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:

La XIII Commissione,
premesso che:
la spinta verso l'utilizzo delle bioenergie ha subito in questi anni fasi alterne, ma queste rappresentano senza alcun dubbio un'importante forma di energia alternativa che può aiutare il nostro Paese a svincolarsi dalla dipendenza verso i combustibili fossili e dare un ulteriore sbocco sul mercato ai prodotti agricoli, contribuendo a incrementare il reddito del settore primario;
riconoscere un incentivo maggiore all'energia elettrica prodotta a partire da Biomasse e biogas derivanti da attività agricola, allevamento e forestale, ivi inclusi i sottoprodotti, per impianti di taglia non superiore a 1 Mw è pertanto una necessità, che contribuirebbe a costituire certezze e a dare impulso al mercato;
tale sistema di incentivazione si rende necessario per coprire i maggiori costi derivanti dall'utilizzo di materia prima agricola per la produzione di energia elettrica;
l'utilizzo ai fini della produzione di energia elettrica in impianti di potenza elettrica non superiore ad 1 Mw, la cosiddetta generazione diffusa, di biomasse agricole, di allevamento e forestali, inoltre, costituisce la migliore soluzione per lo sviluppo delle aziende agricole e il loro coinvolgimento diretto rispetto ai benefici economici che ne derivano;
la ridotta dimensione degli impianti è un modo per incentivare un approvvigionamento circoscritto al mercato locale;
le dinamiche di mercato hanno dimostrato che creare l'opportunità per gli imprenditori di rendersi produttori di bioenergia, sfruttando le risorse locali, è il modo migliore per consentire in modo intelligente, flessibile e funzionale lo sviluppo dell'utilizzo di questa importante alternativa all'energia elettrica prodotta tramite i metodi tradizionali,

impegna il Governo

ad attribuire, con strumenti normativi e regolamentari di propria competenza, una quota onnicomprensiva di 30 centesimi di euro per ogni kilowatt prodotto in impianti di capacità minore o uguale ad un megawatt che utilizzino biomasse e biogas derivanti da attività agricola, allevamento e forestale, ivi inclusi i sottoprodotti.
(7-00068)
«Bellotti, Rosso, Gottardo, Nastri, Faenzi, Biava, Nola, D'Ippolito Vitale, De Camillis, Beccalossi».

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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta scritta:

MIGLIORI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il prossimo 30 e 31 ottobre, all'ospedale pediatrico Meyer di Firenze, si svolgerà un convegno organizzato con la collaborazione della Regione Toscana, del Comune di Firenze, al fine di sottolineare le buone ragioni della Carta di Firenze, documento nel quale dal 2006 alcuni neonatologi italiani (smentiti dalla Società

italiana di neonatologia, dal Comitato nazionale di bioetica, dal Consiglio superiore della sanità) intendevano individuare linnee teoriche di non intervento per quei bambini la cui qualità di vita futura fosse giudicata «non accettabile»;
a tale Convegno appare tra i relatori il medico olandese Eduard Verhagen, ideatore del protocollo di Groningen contenente le linee guida per l'eutanasia dei bambini «la cui futura qualità della vita sarà molto bassa e senza possibilità di miglioramento» -:
se non si reputi doveroso che né il Governo, nei suoi diretti o indiretti rappresentanti, patrocinino o siano presenti a tale iniziativa a favore della «soppressione di un futuro disabile».
(4-01459)

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AFFARI ESTERI

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

III Commissione:

EVANGELISTI e LEOLUCA ORLANDO. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
Carlo Parlanti, cittadino italiano, rientrato in Italia nell'agosto 2002 dopo aver vissuto 6 anni in California, viene fermato in Germania, il 5 luglio 2004 - senza essere a conoscenza di avere a suo carico una denuncia e un mandato di cattura internazionale, peraltro mai notificato in Italia - perché accusato di violenza nei confronti dell'ex convivente americana Rebecca White, per fatti accaduti nel luglio del 2002;
rimane per circa un anno nel carcere tedesco senza che l'Autorità giudiziaria italiana sia intervenuta per richiedere l'estradizione in Italia;
in occasione del processo negli USA, (ove si è sempre dichiarato innocente) rifiuta un patteggiamento, nel novembre 2005, che lo avrebbe fatto liberare nel giro di pochi mesi ribadendo la propria estraneità ai fatti contestatigli. Di conseguenza, veniva, nel dicembre 2005, condannato a ben nove anni di reclusione per due capi d'accusa: stupro, sequestro di persona;
il 15 febbraio 2007 si è svolto il processo d'appello il cui dibattimento ha lasciato un qualche dubbio di legittimità ed imparzialità e non risulterebbero essere stati garantiti all'imputato gli stessi standard di difesa di cui avrebbe beneficiato in Italia;
ad oggi, il Parlanti è detenuto nel carcere di Avenal, in cui si trovano circa 8000 prigionieri in «celle» di 400 detenuti ciascuna, in mezzo al deserto e in condizioni durissime e difficili da accettare per la cultura giuridica italiana;
inoltre, risulterebbe gravemente malato d'asma, piorrea ed epatite c senza che gli venga assicurata un'adeguata assistenza medica;
nonostante, la petizione sottoscritta da numerosi cittadini, gli appelli al Capo dello Stato e ai Ministri degli esteri e della giustizia, le iniziative parlamentari - in particolare anche le lettere al Ministro degli esteri, onorevole Franco Frattini - avviate per richiamare l'attenzione sul caso non risulta adeguato quanto finora fatto dalle istituzioni governative italiane per sostenere e tutelare un cittadino italiano -:
quale iniziative siano state intraprese fino ad oggi a seguito del processo d'appello e se il Ministero intenda intervenire e farsi portavoce nelle sedi opportune, nei confronti di chi non ha mezzi per chiarire e risolvere questa terribile vicenda giudiziaria e umana, nella tutela degli interessi del nostro concittadino e per produrre ogni azione di verifica a riguardo.
(5-00518)

MECACCI e MARAN. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il 30 agosto 2008 il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il Colonnello Muhammar Gheddafi hanno firmato nella città di Bengasi in Libia un Trattato di «amicizia, partenariato e cooperazione» tra Italia e Libia;
ad oggi non è dato conoscere quali saranno i tempi e i passaggi istituzionali per la necessaria ratifica da parte dei due rami del Parlamento;
secondo quanto riportato da varie agenzie di stampa, quotidiani e dal sito www.governo.it, al centro del trattato vi dovrebbe essere la corresponsione, sotto forma di investimenti in progetti infrastrutturali in Libia, di una cifra di 5 (cinque) miliardi di dollari, per un periodo di 25 (venticinque) o 20 (venti) anni come compensazione per i «danni inflitti alla Libia da parte dell'Italia durante il periodo coloniale» (corriere.it, 30 agosto 2008) per i quali, ha anche detto il Presidente del Consiglio, «A nome del popolo italiano, come capo del Governo, mi sento in dovere di porgere le scuse» (corriere.it, 30 agosto 2008);
la rilevanza economica di tale indennizzo, che impegnerebbe non solo l'attuale Governo ma anche quelli a venire, ed il «precedente» che ciò costituisce rispetto a situazioni analoghe della storia coloniale che coinvolge paesi della Unione europea, rendono ancora più incomprensibile la mancata informazione al Parlamento dei termini del trattato;
a seguito di dichiarazioni rilasciate a due giorni dalla firma del Trattato dal Colonnello Gheddafi, riportate dall'agenzia di stampa libica Jana, relative a un articolo dello stesso che prevederebbe che «l'Italia non userà né permetterà l'uso dei propri territori in qualsiasi atto ostile contro la Libia», il Governo italiano in una nota diffusa da Palazzo Chigi ha precisato che «l'accordo fa, come è ovvio, salvi tutti gli impegni assunti precedentemente dal nostro Paese, secondo i principi della legalità internazionale» (governo.it, 2 settembre 2008);
dal canto suo, l'ambasciatore libico in Italia Hafed Gaddur ha detto che «nessuno ha mai voluto cancellare i trattati internazionali» antecedenti l'accordo tra Italia e Libia, ma che Tripoli vuole «la garanzia» che non si ripeta quanto «successo in precedenza, quando è stata usata una base militare americana nel territorio italiano nell'aggressione del 1986». «Volevamo stare tranquilli che l'Italia non permetterà l'uso di queste basi» ha aggiunto l'ambasciatore (corriere.it, 3 settembre 2008);
l'articolo 8 del Trattato Nord-Atlantico del 1949, tra l'altro, prevede che ogni Stato parte «si impegna a non sottoscrivere nessun altro impegno internazionale che sia in conflitto con questo Trattato»;
in base alla Convenzione di Vienna su diritto dei Trattati il Trattato sottoscritto con la Libia lo scorso 30 agosto, il cui articolo 4 par. 2 secondo quanto riportato da quotidiani statuisce che «Nel rispetto dei principi della legalità internazionale l'Italia non userà, né permetterà l'uso dei propri territori in qualsiasi atto ostile contro la Libia e la Libia non userà né perrnetterà l'uso dei propri territori in qualsiasi atto ostile contro l'Italia», prevale rispetto agli impegni sottoscritti con la Nato, perchè sottoscritto successivamente, in caso di conflitto tra i due -:
se non ritenga politicamente inaccettabile e legalmente insufficiente, viste le ingenti dimensioni economiche e l'importanza politica degli impegni sottoscritti dal nostro Governo con il Trattato di «amicizia, partenariato e cooperazione» sottoscritto con la Libia, affidarsi, da un lato, a un generico rispetto della legalità internazionale per riaffermare il rispetto degli impegni sottoscritti con altri trattati internazionali (ad esempio la Nato), e dall'altro a un generico principio di risoluzione pacifica di eventuali controversie che potrebbero emergere nell'applicazione del trattato, senza aver previsto di potersi

rivolgere a tal fine a istituzioni indipendenti internazionali.
(5-00519)

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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta immediata:

COTA, LUCIANO DUSSIN, DAL LAGO, REGUZZONI, ALESSANDRI, ALLASIA, BITONCI, BONINO, BRAGANTINI, BRIGANDÌ, BUONANNO, CALLEGARI, CAPARINI, CHIAPPORI, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, D'AMICO, DOZZO, GUIDO DUSSIN, FAVA, FEDRIGA, FOGLIATO, FOLLEGOT, FORCOLIN, FUGATTI, GIBELLI, GIDONI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, LANZARIN, LUSSANA, MACCANTI, LAURA MOLTENI, NICOLA MOLTENI, MONTAGNOLI, MUNERATO, NEGRO, PAOLINI, PASTORE, PINI, PIROVANO, POLLEDRI, RAINIERI, RIVOLTA, RONDINI, SALVINI, SIMONETTI, STEFANI, STUCCHI, TOGNI, TORAZZI, VANALLI e VOLPI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
da notizie di stampa si apprende che oltre 600 tonnellate di rifiuti prodotti nella regione Campania verranno trasferiti entro la fine del 2008 a Isola della Scala, nella provincia di Verona, e, in particolare, negli stabilimenti Agrofert, un'industria di trattamento dei rifiuti per la produzione di fertilizzanti;
nella stessa azienda, dal mese di maggio 2008, vengono conferiti gli scarti organici prodotti nelle aree di Baronissi, Pompei e Gragnano, per un totale di circa 130 tonnellate di rifiuti;
secondo un'intervista rilasciata dall'amministratore dell'azienda, l'iniziativa ha avuto origine sulla base di una circolare del Consorzio italiano compostatori, che chiedeva la disponibilità di accogliere i rifiuti provenienti dalla Campania;
la sottoscrizione di un nuovo accordo anche con il comune di Ercolano permetterà di trasferire nello stabilimento 120 tonnellate di rifiuti ogni mese, per un periodo che durerà almeno fino all'autunno del 2009;
peraltro, il trasferimento dei rifiuti nell'azienda Agrofert per la produzione di fertilizzante sembra trasformarsi in un business finanziario, se si considera che la società campana Igiene urbana srl versa ad un'azienda intermediaria, che raccoglie i rifiuti e li spedisce nel veronese, la somma di 200 euro per tonnellata di rifiuti e la stessa azienda intermediaria versa ad Agrofert circa 77 euro per tonnellata di rifiuti. Inoltre, sembra che tale introito costituisca l'unica fonte di sostentamento dell'azienda Agrofert, in quanto il compost prodotto, per il momento, è sparso gratuitamente sui campi;
nonostante le assicurazioni dell'azienda sulla serietà della produzione e sul controllo dei prodotti in ingresso all'impianto, l'incremento dei volumi dell'attività sta mettendo in crisi la qualità ambientale del comune di Isola della Scala;
i cattivi odori che si sprigionano durante le fasi di lavorazione dei rifiuti rendono insostenibile la vita all'aria aperta;
nel mese di settembre 2008, il sindaco di Isola della Scala ha inviato ad Arpa Veneto una richiesta per sottoporre Agrofert a nuovi controlli, ma non si conoscono ancora i risultati delle eventuali indagini condotte;
fatto salvo il diritto dell'azienda privata di poter esercitare liberamente la propria attività, il trattamento dei rifiuti della Campania non deve in ogni caso danneggiare la qualità della vita dei cittadini;

lo sprigionarsi dei cattivi odori, che precedentemente erano assenti, rileva un malfunzionamento dell'impianto o l'assenza di controlli sui prodotti in ingresso;
i cittadini locali, secondo notizie di stampa, ritengono che nello stabilimento di Agrofert arrivino i rifiuti della Campania come «tal quale», da raccolta indifferenziata, e ciò sarebbe stato possibile solo se il Presidente della regione Veneto avesse dato la propria «intesa» ai fini del trasferimento nel territorio regionale dei rifiuti campani, ai sensi dell'articolo 5, comma 3, del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 dicembre 2006, n. 290;
il divieto di smaltire i rifiuti urbani della regione Campania in altre regioni, fino alla cessazione dello stato di emergenza, è stato ribadito anche dal decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, come modificato dalla legge di conversione n. 123 del 2008, e dall'articolo 4-octies del decreto-legge n. 97 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 129 del 2008;
ai sensi delle citate leggi, il trasferimento dei rifiuti dalla regione Campania deve in ogni caso avvenire nella «massima sicurezza ambientale e sanitaria», ma tali presupposti, secondo quanto risulta agli interroganti, non verrebbero controllati dalle autorità locali all'arrivo dei rifiuti -:
se il Ministro interrogato, nell'ambito della propria competenza di tutela dell'ambiente, intenda adottare le opportune iniziative con riferimento alla crisi ambientale che stanno vivendo i cittadini del comune di Isola della Scala ed eventualmente attivare lo svolgimento delle necessarie verifiche da parte degli organi competenti.
(3-00204)

Interrogazione a risposta in Commissione:

DI CAGNO ABBRESCIA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
la risposta ricevuta la scorsa legislatura dal Ministro interrogato a seguito dell'interrogazione n. 5-00311, sui criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica e della classificazione dei rifiuti contenenti idrocarburi, dimostra quanto sia complesso e farraginoso l'intero sistema normativo che regola la materia ambientale;
infatti il decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36, recante: «Attuazione della direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti» unitamente al decreto ministeriale del 3 agosto 2005 concernente: «Definizione dei criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica», individuano le norme principali in materia di gestione delle discariche sia per i rifiuti urbani, che industriali;
le predette disposizioni contengono specifiche norme per quanto riguarda i criteri di ammissibilità dei rifiuti nelle discariche, definendo nuove limitazioni che, se adottate in alcuni casi, come previsto, a partire dal prossimo 1o gennaio 2009, rischiano di rendere nel concreto inaccessibile lo smaltimento nelle discariche di rilevanti flussi di rifiuti quali ad esempio: fanghi biologici da depurazione, acque reflue urbane, scarti e i sovvalli del trattamento dei rifiuti urbani, per i quali tuttavia sino ad oggi le discariche hanno rappresentato la più importante soluzione dal punto di vista ambientale, più sicura e a costi adeguati;
con riferimento al predetto decreto legislativo, risulta conseguentemente importante porre in evidenza una serie di valutazioni che costituiscono dei profili di criticità, al fine di evitare l'insorgere di situazioni emergenziali;
infatti, sebbene la Direttiva europea 1999/31/CE, non stabilisca alcuna specifica restrizione, la lettera p) del comma 1 dell'articolo 6 del decreto legislativo n. 36 del 2003 prevede il divieto del conferimento in discarica per i rifiuti con PCI (Potere calorifico inferiore) >13.000 kJ/kg a partire dal 1o gennaio 2007, scadenza successivamente prorogata al 31 dicembre 2008, così come disposto dal comma 3 dell'articolo 6 del decreto-legge 28 dicembre

2006, n. 300, convertito in legge, con modificazioni, dall'articolo 1 della legge 26 febbraio 2007, n. 17;
il suddetto divieto trova giustificazione nella necessità italiana di potenziare il recupero energetico dei rifiuti, attraverso il coinvolgimento del processo dei termovalorizzatori (inceneritori);
infatti la carenza nazionale di strutture impiantistiche di termovalorizzazione adeguate nel gestire il consistente carico aggiuntivo dei rifiuti, nel caso si adottasse il limite suesposto, rischierebbe di creare una serie di evidenti problemi operativi rilevanti in materia ambientale;
risulta conseguentemente necessario valutare l'opportunità di prorogare la scadenza dell'introduzione del divieto in questione, di almeno cinque anni, in considerazione che tale disposizione rientra specificatamente nell'ordinamento nazionale e che appaiono certamente fondate le motivazioni predette con riferimento al numero esiguo di impianti di termovalorizzatori nel nostro Paese;
nell'ambito delle disposizioni previste dal suddetto decreto ministeriale 3 agosto 2005, i nuovi criteri di ammissibilità dei rifiuti in discarica, stabiliscono dei limiti molto restrittivi per il parametro DOC (Carbonio organico disciolto) così come disposto dalle Tabelle 2, 5, 6 del medesimo decreto ministeriale, nonché dall'articolo 6;
il predetto parametro analitico, sino ad oggi, non era previsto dalle specifiche tecniche per l'ammissione dei rifiuti in discarica ed inoltre, non sono state ancora indicate in modo definitivo le metodiche analitiche di riferimento per la sua determinazione;
quanto predetto rischia infatti di creare rilevanti difficoltà per lo smaltimento dei rifiuti che, da molti anni, trovano collocazione in discarica senza creare problemi quali ad esempio: i fanghi da depurazione acque reflue urbane (CER 190805) e fanghi da depurazione acque reflue industriali (CER 190814 e CER 060503); analogo problema è ravvisato per gli scarti (CER 191212) provenienti dalle attività di selezione meccanica dei rifiuti sia urbani, che speciali che peraltro, non troverebbero adeguata collocazione in altri impianti di trattamento o di smaltimento;
appare opportuno conseguentemente valutare la necessità di definire al più presto e comunque entro il 31 dicembre 2008, una lista positiva dei rifiuti non pericolosi ammissibili in discarica senza caratterizzazione analitica, in conformità con quanto previsto dalla lettera b) comma 1 dell'articolo 6 del medesimo decreto ministeriale del 2005;
in considerazione delle valutazioni suesposte l'applicazione dei nuovi criteri di ammissione dei rifiuti in discarica unitamente alle disposizioni che introducono la decorrenza delle scadenze, rischiano di generare notevoli difficoltà per gli imprenditori del settore, per lo smaltimento dei rifiuti, sia in termini di costi aggiuntivi che di logistica, con il rischio di creare rilevanti disparità operative e gestionali da Regione a Regione;
risulta conseguentemente necessario, a giudizio dell'interrogante, adottare adeguati interventi correttivi, ed in particolare conoscere con anticipo se l'applicazione del decreto ministeriale 3 agosto 2005, decorrerà effettivamente dal 1o gennaio 2009 oppure s'intende effettuare una nuova proroga;
emergono inoltre una serie di difficoltà tecniche e di carattere interpretativo, anche per quanto riguarda la classificazione dei rifiuti contenenti idrocarburi ed in particolare sulle informazioni relative alla provenienza o per il ciclo produttivo che ha originato rifiuti, che spesso sono incomplete o addirittura assenti, come ad esempio: i terreni da siti contaminati, i rifiuti prodotti da impianti di trattamento dei rifiuti, i rifiuti prodotti da impianti di trattamento delle acque reflue fuori sito;
le suddette difficoltà sono infatti confermate attualmente anche dai diversi organismi preposti al controllo quali: APAT, ISS,

Ministero dell'ambiente - Direzione per la qualità della vita (DMGA), Direzione generale della Commissione europea (DGCE), che concordano (seppure con diversi distinguo di carattere tecnico che certamente aumentano la confusione tra gli operatori del settore) in merito alla classificazione dei rifiuti contaminati da idrocarburi, come la normativa vigente oltre a non consentire di ottenere una risposta definitiva sull'argomento, contribuisce ad alimentare una serie di dubbi e perplessità in ordine operativo e di applicazione delle specifiche norme;
conseguentemente quanto predetto aumenta le già notevoli difficoltà a cui gli operatori del settore quotidianamente sono costretti a confrontarsi con le molteplici e confuse normative in materia ambientali, con innegabili influssi negativi sugli aspetti gestionali dei rifiuti e generando tra l'altro, disparità operative nell'ambito delle attività di smaltimento e recupero dei rifiuti sia a livello nazionale che europeo;
risulta importante pertanto intervenire urgentemente, al fine di pervenire quanto prima alla definizione di un provvedimento legislativo ad hoc, che chiarisca definitivamente la classificazione dei rifiuti contenenti idrocarburi, e soprattutto prevedere una verifica dello stato delle conoscenze scientifiche e delle evidenze sperimentali disponibili, coinvolgendo gli organismi tecnico-scientifici nazionali -:
quali urgenti iniziative intenda intraprendere con riferimento alle valutazioni esposte in premessa, in ordine ai profili di criticità e soprattutto se non ritenga altresì urgente ed opportuno confermare le proroghe suesposte, ai fine di consentire agli operatori del settore di adeguarsi alle scadenze previste con maggiore accuratezza e disporre conseguentemente un periodo di tempo sufficiente per organizzare al meglio il complesso sistema di procedure per lo smaltimento dei rifiuti e rispettare conseguentemente le disposizioni previste che definiscono i termini da rispettare.
(5-00517)

Interrogazione a risposta scritta:

REALACCI, VICO, MARIANI, BELLANOVA, BRATTI e MARGIOTTA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
sempre più spesso gli spaventosi dati relativi all'inquinamento di origine industriale che affligge la città di Taranto assurgono agli onori delle cronache. Studi e monitoraggi di soggetti pubblici, come l'Arpa Puglia, e di istituzioni scientifiche e universitarie danno un quadro sempre più allarmante dei livelli di inquinamento e dei loro effetti sulla salute dei cittadini;
Taranto ha due impianti, l'Ilva e la centrale elettrica ex-Edison, che si collocano al secondo e terzo posto nella «classifica» degli impianti industriali italiani che, con le loro emissioni di anidride carbonica, contribuiscono maggiormente all'aumento dell'effetto serra;
dati altrettanto abnormi riguardano le emissioni di inquinanti con dirette ricadute sull'ambiente e sulla salute a livello locale. La città ha infatti il primato italiano nelle emissioni in atmosfera di idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), di diossina, di piombo, di mercurio, di benzene, emissioni quasi tutte concentrate nell'impianto Ilva;
la questione dell'Ilva è stata sollevata anche dalla trasmissione televisiva de La7, Malpelo, nella puntata del 23 ottobre 2008, nella quale sono state sottolineate le gravi ripercussioni che gli inquinanti provenienti dalla fabbrica hanno sulla salute dei cittadini e, in particolare, su anziani e bambini;
come riportato in un articolo del quotidiano la Repubblica del 26 ottobre 2008, il neonominato presidente della Commissione Ippc, incontrando l'Ilva e la Regione avrebbe sostenuto che le emissioni dell'impianto sono in regola, con ciò contraddicendo le valutazioni dell'amministrazione regionale e dell'Arpa Puglia;

la Commissione Ippc entro marzo 2009 dovrà esprimersi sul rilascio dell'Autorizzazione integrata ambientale (Aia) allo stabilimento siderurgico di Taranto;
la Regione Puglia ha chiesto a più riprese al Governo di imporre all'Ilva limiti di emissioni altrettanto rigorosi di quelli previsti dalle normative europee, e in particolare ha chiesto che il limite alle concentrazioni di diossina nell'aria scenda al di sotto di 1 nanogrammo per metro cubo;
l'Ilva ha effettivamente speso 300 milioni di euro per modernizzare gli impianti, e ciò finora ha consentito di ridurre le concentrazioni di diossina da 7 a 3,5. Peraltro, l'Ilva ha presentato un piano di interventi anti-inquinamento in cui il limite di 3,5 nanogrammi scatterebbe solo un anno dopo il rilascio dell'Aia;
un caso di riferimento per l'emissione di inquinanti in atmosfera si può considerare quello della Ferriera di Servola di Trieste che è stata autorizza dalla Regione Friuli Venezia Giulia ad emettere un massimo 0,4 ng/mc di diossine;
la Regione Puglia ha fatto sapere che utilizzerà tutti gli strumenti a disposizione, compresa l'eventualità di varare una norma regionale ad hoc, per ottenere il rispetto del diritto alla salute di lavoratori e cittadini;
in un caso come questo, che mette in gioco la vita e la salute di migliaia di persone, è da respingere ogni tentativo di utilizzare il ricatto occupazionale per autorizzare l'Ilva a continuare impunemente ad avvelenare Taranto -:
se il Ministro interrogato non intenda avviare immediatamente una indagine sui reali livelli di inquinamento addebitabili all'Ilva, essendo questa una questione troppo seria, che riguarda la salute dei cittadini e la tutela dell'ambiente, per ammettere leggerezze o disattenzioni;
se non intenda immediatamente assumere iniziative normative volte ad equiparare i limiti italiani relativi all'inquinamento da diossina ai valori più restrittivi in vigore negli altri Paesi dell'Unione europea;
se, vista la condizione di sofferenza ambientale che da anni, colpisce la città di Taranto, non ritenga in ogni caso doveroso vincolare il rilascio dell'Aia al rispetto di tali più rigorosi limiti.
(4-01457)

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DIFESA

Interrogazione a risposta immediata:

CICCHITTO, BOCCHINO, CICU e FALLICA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il 4 novembre 2008 ricorre il 90o anniversario della fine della Prima guerra mondiale, ricorrenza di altissimo valore morale, civile e militare, nonché una delle più significative per la storia nazionale;
il 4 novembre è una ricorrenza riconosciuta come «Anniversario della Vittoria», come «Giorno dell'Unità nazionale» e come «Giornata delle Forze Armate»;
l'articolo 1, comma 4, della legge 7 marzo 2001, n. 78, prevede, in particolare, che nella citata ricorrenza sia promossa la riflessione storica sulla Prima guerra mondiale e sul suo significato;
rientra nei compiti del ministero della difesa quello di organizzare una serie di eventi, all'interno ed all'esterno delle strutture militari, con appositi programmi, iniziative e manifestazioni nelle principali città, mostre, altre attività culturali, nonché cerimonie militari nelle maggiori città e nei luoghi maggiormente significativi;
l'articolo 60, comma 8-bis, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, ha istituito un fondo per far fronte alle esigenze prioritarie del ministero della difesa;

l'ordine del giorno n. 9/1386/142 ha impegnato il Governo ad utilizzare il predetto fondo per provvedere agli oneri derivanti dallo svolgimento delle attività programmate dal ministero della difesa per le celebrazioni del 4 novembre e del 90o anniversario della fine della Prima guerra mondiale -:
quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare per dare concreta attuazione all'ordine del giorno citato, quale testimonianza del rilevante significato simbolico che assumono le predette celebrazioni del 4 novembre e del 90o anniversario della vittoriosa conclusione della Prima guerra mondiale.
(3-00202)

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

IV Commissione:

ASCIERTO e CICU. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
gli alloggi gestiti dalle Forze armate furono costruiti/acquisiti con fondi a ciò destinati dalla legge 18 agosto 1978;
tali alloggi rientrano fra quelli di Edilizia Residenziale Pubblica (ERP);
l'Esercito Italiano a differenza delle altre Forze Armate, ha riportato in catasto tali alloggi con la categoria A2 (abitazione di tipo civile) invece della corretta categoria A3 (abitazione di tipo economico);
tale differenza catastale comporta una maggiorazione del canone che l'utenza versa per l'occupazione dell'alloggio;
questo stato di cose, ove non modificato, darà sicuramente avvio a contenziosi con l'Amministrazione -:
quali iniziative intenda il Ministro interrogato avviare all'interno della propria Amministrazione per far modificare la categoria catastale degli alloggi dell'Esercito Italiano.
(5-00523)

GIDONI e FAVA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
nell'ambito dell'annunciata ristrutturazione delle Forze Armate, divenuta tanto più urgente in seguito ai profondi tagli subiti dal Bilancio della difesa, dovrebbe essere previsto anche lo spostamento a Sabaudia del Comando della Brigata artiglieria contraerea ospitato a Padova sin dalla sua costituzione, avvenuta appena sei anni or sono, il 1° gennaio 2002;
sarebbero già state emanate le prime disposizioni finalizzate all'effettuazione del trasferimento;
la recente crisi russo-georgiana ha reso più concreto, per la prima volta dal 1991, uno scenario di ritorno alla contrapposizione tra Alleanza Atlantica e Federazione Russa, restituendo significato strategico al presidio militare della frontiera nord-orientale italiana -:
quale sia l'opinione del Governo circa l'opportunità di procedere al trasferimento del Comando della brigata antiaerea da Padova a Sabaudia, se il movimento interessi anche il 4° reggimento «Peschiera» basato a Mantova ed il 5° reggimento «Pescara» avente sede a Rovigo, l'eventuale tempistica dello spostamento nonché se rispondano al vero le indiscrezioni relative all'emanazione dei primi ordini relativi al trasloco del Comando di Brigata.
(5-00524)

VILLECCO CALIPARI, GAROFANI, ROSATO e RUGGHIA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
con la legge n. 104 del 5 febbraio 1992 all'articolo 33, comma 3, sono stati riconosciuti ai pubblici dipendenti tre giorni mensili di permesso retribuito per assistere familiari conviventi in condizioni di particolare disagio;
tale previsione include, giustamente, anche il personale militare avente diritto;
in fase di applicazione della suddetta normativa alcuni comandi hanno provveduto

al recupero dei giorni di permesso, concessi ai sensi dell'articolo 3, comma 3, della legge n. 104 del 1992, su quelli spettanti come licenza ordinaria;
questo comportamento che di fatto annulla gli effetti della legge n. 104 del 1992 è stato assunto sulla base di una errata interpretazione dell'articolo 34, comma 5, del decreto legislativo n. 151 del 26 marzo 2001, fornita dalla circolare n. 300001 emanata dalla Direzione generale del personale militare in data 17 gennaio 2003 -:
se il Ministro della difesa intenda adoperarsi per garantire al personale militare che ne ha diritto, la possibilità di assistere i familiari conviventi affetti di gravi patologie fruendo dei permessi retribuiti senza doverli restituire con giorni di licenza ordinaria.
(5-00525)

PORFIDIA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
i militari italiani in Afghanistan sono attualmente circa 2.400, ed il grosso del contingente è schierato nella parte ovest del paese, nei pressi di Herat;
dall'inizio della missione - nel 2004 - sono 13 finora i militari italiani morti. La maggioranza è rimasta vittima di attentati, altri sono morti in incidenti, mentre due sono deceduti per malori;
sul territorio si sono moltiplicati, negli ultimi mesi, gli attacchi contro i militari italiani e a più riprese si è sottolineato come a seguito di un intensificarsi delle azioni di guerra Talebane il clima sia particolarmente «caldo»;
l'attentato kamikaze del 18 ottobre ad Herat che ha causato il ferimento di sei militari italiani e il successivo attacco a colpi di arma da fuoco ad un convoglio composto anche da militari italiani testimonia l'innalzamento della qualità dello scontro e come ha specificato lo stesso ministro La Russa «l'elevazione del livello di organizzazione nel portare gli attacchi»;
in un'intervista apparsa sulla Repubblica del 20 ottobre il Ministro ha precisato che, «la guerriglia ha alzato il tiro e dobbiamo fare di tutto per migliorare la sicurezza dei nostri soldati [...] l'offensiva della guerriglia si è intensificata, i militari corrono maggiori pericoli»;
per la missione in Afghanistan il Governo ha previsto un incremento degli stanziamenti. Tale aumento è dovuto non solo ad un maggiore impiego di personale ma soprattutto all'utilizzo di nuovi mezzi come dimostra l'invio di quattro velivoli Tornado;
il Ministro ha affermato che «i Tornado non vanno per lanciare bombe ma per il controllo del territorio, per la prevenzione e la conoscenza del pericolo». Tuttavia sappiamo che i Tornado non sono velivoli da ricognizione, bensì cacciabombardieri, mezzi per l'offesa -:
se l'invio dei quattro Tornado e il maggiore impiego di personale non rientri in un cambiamento di strategia del governo sul ruolo della presenza militare italiana in Afghanistan, e, in caso affermativo, se non intenda esplicitarlo anche ai fini di una più approfondita discussione.
(5-00526)

Interrogazione a risposta scritta:

DIMA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il 2 giugno ricorre la Festa della Repubblica, Festa nazionale per eccellenza, ormai caratterizzata dalla numerosa partecipazione di cittadini alle tante manifestazioni organizzate per renderle omaggio, tra le quali spicca la tradizionale parata delle Forze armate;
durante le celebrazioni del 62o Anniversario della Repubblica Italiana, in occasione dell'appuntamento dei Fori Imperiali a Roma, ai tantissimi cittadini che hanno assistito alla parata, esprimendo in questo modo il proprio affetto nei confronti

dei nostri militari, sono stati consegnati alcuni gadget tra i quali un cappellino con visiera con la dicitura «Forze Armate Italiane», sicuramente commissionato dagli organizzatori della manifestazione;
sull'etichetta del prodotto, distribuito in occasione del 2 giugno, è purtroppo stampata la frase «Made in China»;
sembrerebbe paradossale, pur di fronte all'economia ed al mercato globale del nostro tempo, che in occasione di una manifestazione in cui si celebra la nascita della Repubblica Italiana e delle sue Istituzioni democratiche siano stati distribuiti gadget che non sono prodotti da aziende italiane ma estere, nella fattispecie cinesi;
questo Governo, nella sua azione politica, si sta distinguendo per il recupero e la valorizzazione dei simboli dell'unità nazionale rappresentati, anche e soprattutto, da importanti date storiche come quella del 4 novembre in cui si ricordano e si onorano i caduti di tutte le guerre e per la quale sono previste celebrazioni, promosse dal Ministero della difesa, nelle scuole e nelle città italiane -:
quali siano i motivi che hanno spinto gli organizzatori a distribuire un prodotto non italiano e se sia intenzione del Ministro della Difesa, in occasione delle prossime celebrazioni, ricorrere ad aziende produttrici italiane.
(4-01448)

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta immediata in Commissione:

VI Commissione:

MILO, ZELLER, BRUGGER e NICCO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la legge finanziaria per il 2008 (legge n. 244 del 2007), al comma 53 dell'articolo 1, ha fissato un limite massimo di utilizzo in compensazione del credito d'imposta in 250.000 euro annui, a decorrere dal 1o gennaio 2008, specificando che tali crediti dovessero essere evidenziati nel quadro RU del modello Unico di dichiarazione dei redditi;
sono stati esclusi da tale previsione i crediti d'imposta per le spese per investimenti in ricerca industriale e sviluppo precompetitivo di cui all'articolo 1, comma 280 della legge finanziaria per il 2007 (legge n. 296 del 2006), nonché i crediti d'imposta relativi all'acquisizione di beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate nelle aree del Mezzogiorno di cui all'articolo 1, comma 271, della medesima legge finanziaria per il 2007, ma per questi ultimi l'esclusione vale solo dal 1o gennaio 2010;
l'articolo 20 del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, ha previsto una riduzione del 20 per cento, a favore di associazioni di volontariato o ONLUS sul prezzo di vendita di mezzi antincendio e di autoambulanze utilizzati da vigili del fuoco volontari, stabilendo che tale riduzione sarà praticata dal venditore, il quale potrà poi recuperare tali somme in compensazione;
con la risoluzione n. 24 del 24 febbraio 2005 l'Agenzia delle Entrate ha specificato che la suddetta compensazione debba essere considerata un credito d'imposta concesso al venditore, da dichiarare nella quadro RU del modello Unico di dichiarazione dei redditi;
le nuove disposizioni sul limite annuo del credito d'imposto in vigore dal 1o gennaio 2008 comportano dunque che i fornitori dei mezzi antincendio e delle autoambulanze non possano incassare l'IVA dalle associazioni di volontariato, e non possono nemmeno usufruire della compensazione prevista dall'articolo 20 del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, poiché con la vendita di 5 mezzi superano già la soglia dei 250.000 euro -:
se intenda chiarire che le disposizioni introdotte dall'articolo 1, comma 53, della

legge 24 dicembre 2007, n. 244 non si applicano ai crediti d'imposta dei soggetti già sottostanti alle disposizioni previste dall'articolo 20 del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, per superare il paradosso secondo il quale il fornitore di mezzi antincendio e di autoambulanze sia obbligato, in virtù di un'agevolazione prevista per legge ai sensi dell'articolo 20 del decreto-legge n. 269 del 2003, a concedere una diminuzione del prezzo di vendita di tali mezzi alle associazioni di volontariato, senza poi poter recuperare attraverso il credito d'imposta le somme non percepite.
(5-00520)

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GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:

BERNARDINI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
in data 26 ottobre 2008, l'interrogante si recava in visita ispettiva presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) e riscontra la seguente situazione:
l'istituto di pena sorge su un terreno paludoso, a pochi metri da una discarica di rifiuti che emana esalazioni nauseabonde con le quali convivono agenti e detenuti;
a detta dei funzionari che hanno accompagnato l'interrogante nella visita, sarebbe auspicabile la disinfestazione frequente dell'area dove sorge l'istituto, per via delle numerose zanzare e mosche che tormentano la vita dei detenuti e di chi frequenta per lavoro l'istituto;
la struttura carceraria, presso la quale sono associati numerosi detenuti in regime di alta sorveglianza, non è dotata di intercinta muraria, essendo delimitata da una recinzione in rete di filo metallico che non offre adeguata sicurezza contro un eventuale tentativo di evasione;
l'approvvigionamento idrico dell'istituto avviene tramite lo sfruttamento di alcuni pozzi la cui acqua necessita di interventi continui di potabilizzazione, inoltre un recente monitoraggio delle falde acquifere della zona da parte del Comando militare della NATO ha evidenziato come in queste acque vi sia la presenza di una concentrazione 50 volte superiore alla norma di batteri coliformi e di coliformi fecali;
la struttura ospita 876 tra detenuti e detenute a fronte di una capienza regolamentare di 522 posti, ma, essendo stato chiuso un reparto per mancanza di personale, secondo il Comandante Luigi Mosca e l'Ispettore Capo Agostino Sepolvere, la capienza regolamentare disponibile sarebbe di 450 posti, con un esubero di 426 detenuti;
dei detenuti e detenute ospitati, il 70 per cento circa sono in attesa di processo, il 30 per cento circa sono gli stranieri. I detenuti sono ospitati in sette differenti reparti:
1) Volturno: presenza effettiva 253; reparto misto fra italiani e stranieri;
2) Tevere: presenza effettiva 270; reparto misto: tossicodipendenti, stranieri, Alta Sicurezza, 5 sieropositivi di cui uno in condizioni incompatibili con il regime carcerario;
3) Tamigi: presenza effettiva 200; reparto con detenuti in regime di Alta Sicurezza;
4) Senna: presenza effettiva 60; reparto femminile in regime di Alta Sicurezza;
5) Danubio: presenza effettiva 70; reparto dove si trovano detenuti con situazioni particolari per ragioni disciplinari o sanitarie oppure perché accusati di violenza carnale o per reati di pedofilia;
6) Degenza: presenza effettiva 16;

7) Transito: presenza effettiva 7;
326 detenuti su 876 si trovano in regime di Alta Sicurezza, molti di loro sono accusati o condannati per associazione a delinquere di stampo camorristico;
si registrano gravi carenze nel numero del personale impiegato all'interno dell'istituto e in particolare:
1) a fronte di un organico previsto di 521 agenti di Polizia penitenziaria, solo 400 sono quelli effettivamente assegnati;
2) per circa 900 ristretti (peraltro in condizioni di sovraffollamento) è in servizio un solo medico;
3) gli educatori in pianta organica sono 7, ma solo 1 è stato assegnato;
4) è presente un solo psicologo per un totale di 10 ore settimanali, mentre è stata interrotta la convenzione con uno psichiatra, che era presente all'interno dell'istituto anch'esso per 10 ore settimanali;
a causa della carenza di personale gli agenti sono costretti a turni di lavoro prolungati e a molte ore di lavoro straordinario, retribuite con un compenso di soli circa 7 euro l'ora;
tutti i detenuti e le detenute lamentano la cronica carenza di assistenza sanitaria, sia per l'insufficienza del personale medico, sia perché tutti i farmaci, tranne i salvavita, sono a spese dei detenuti;
l'11 agosto 2008, un detenuto è morto per un arresto cardiocircolatorio. Il 21 ottobre un altro di 32 anni si è tolto la vita impiccandosi;
solo un centinaio degli 876 detenuti e detenute ospitati svolgono una qualche attività lavorativa all'interno dell'istituto;
molti detenuti e detenute, soprattutto gli stranieri che non hanno mezzi economici per integrare il vitto, lamentano la scarsità delle porzioni di cibo e la scarsa disponibilità di cibi come riso e latte;
pur essendo a disposizione il prontuario dei diritti del detenuto - fatto di cui diamo atto ai dirigenti dell'istituto che ce ne hanno consegnata una copia in italiano, arabo e albanese - nella realtà dei fatti nessuno dei reclusi ne ha mai presa visione perché il prontuario viene consegnato solo a chi ne fa richiesta e nessuno dei detenuti da noi consultati era a conoscenza di questa opportunità -:
se il Ministro della giustizia non intenda disporre urgenti controlli al fine di verificare la situazione sopra descritta e la regolarità della gestione e del funzionamento della casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere;
se il Ministro della Giustizia non ritenga urgente e opportuno incrementare il numero degli agenti di Polizia penitenziaria e il numero degli educatori in servizio presso la struttura;
cosa si intenda fare per porre termine alla grave situazione di sovraffollamento della struttura, riportando il numero di detenuti e detenute ospitati entro il limite previsto dalla capienza regolamentare;
se il Ministro della giustizia sia a conoscenza del fatto che nella casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere vi sia detenuta una gran parte degli appartenenti a associazioni a delinquere di stampo camorristico e se non ritenga più prudente considerare una loro distribuzione in diversi istituti;
se il Ministro della giustizia non intenda disporre che ogni detenuto sia informato sul regolamento penitenziario e gli sia fornita copia del prontuario dei diritti del detenuto;
come sia stabilito l'ammontare delle razioni quotidiane del vitto, e l'assortimento del menù, e se questi siano soggetti a variazioni in funzione di esigenze metaboliche dell'individuo, preferenze o abitudini

alimentari anche dettate da motivazioni di ordine sanitario, culturale o religioso;
se i Ministri interrogati non intendano avviare urgenti misure volte alla riqualificazione ambientale del sito dove sorge l'istituto, provvedendo a una bonifica e messa in sicurezza della discarica di rifiuti attigua, alla disinfestazione periodica dei fondi circostanti e alla bonifica delle falde acquifere della zona;
se i Ministri ritengano sufficiente la dotazione di personale sanitario tra medici, psicologi e personale infermieristico prevista per l'istituto, e se non ritengano opportuno rivedere le convenzioni con le Regioni e le Aziende sanitarie locali per assicurare una più adeguata assistenza, e la gratuità dei farmaci a quei detenuti che non possono far fronte al loro acquisto.
(4-01453)

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta immediata:

NICCO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il 21 ottobre 2008, un pullman di tifosi juventini, tra cui molti emigrati che vivono e lavorano in territorio elvetico, diretti allo stadio Olimpico di Torino per assistere alla partita Juventus-Real Madrid, si è schiantato sulla strada statale n. 27 della Valle d'Aosta (direttrice internazionale del Gran San Bernardo), all'interno dell'abitato di Étroubles, con un tragico bilancio di 2 morti e 26 feriti,
già in passato nello stesso punto si sono verificati incidenti mortali;
la legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007), all'articolo 1, comma 1029, ha previsto che l'Anas inserisca nell'elenco delle opere infrastrutturali di nuova realizzazione «la costruzione di tunnel di sicurezza su galleria monotubo a carattere internazionale e la messa in sicurezza delle vie di accesso»;
l'allegato infrastrutture al documento di programmazione economico-finanziaria 2007-2009 prevede «l'eliminazione dell'attraversamento degli abitati di Étroubles e Saint-Oyen con la costruzione di un percorso in variante della lunghezza di 3,5 chilometri circa, il cui costo è stimabile in 128 milioni di euro», essendo l'attuale tracciato «caratterizzato da una carreggiata particolarmente stretta, incompatibile con la rilevante componente di traffico pesante che interessa l'arteria che adduce al traforo del Gran San Bernardo»;
sia il contratto di programma 2007 tra il ministero delle infrastrutture e l'Anas, sia il piano investimenti dell'Anas per il 2008 recano, per «le varianti agli abitati di Étroubles e Saint-Oyen (dal chilometro 15+180 al chilometro 18+700)», la somma di 128.069.175 euro;
la necessità di adeguare la progettazione alla direttiva 2004/54/CE, in particolare con l'ampliamento della sezione delle gallerie da 7,60 a 10,50 metri, ha determinato un incremento dei costi dell'opera;
l'Anas ha perciò deciso di suddividere l'opera in due lotti e di procedere all'appalto della sola variante di Saint-Oyen, su progetto definitivo approvato con delibera del consiglio di amministrazione dell'Anas n. 81 del 24 giugno 2008, con bando di gara del 9 luglio 2008 -:
quali azioni intenda porre in essere il Ministro interrogato per una rapida realizzazione dell'intera opera, compresa la variante di Étroubles, al fine di una definitiva messa in sicurezza della direttrice internazionale del Gran San Bernardo.
(3-00205)

BERSANI, ALBONETTI, MARTELLA, SERENI, BRESSA, QUARTIANI, GIACHETTI, MARIANI, BRANDOLINI e BRATTI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
durante la recente discussione in Parlamento del programma infrastrutture allegato al documento di programmazione economico-finanziaria 2009-2011, il Ministro interrogato impegnava il Governo a reperire nel disegno di legge finanziaria per il 2009 14 miliardi di euro, di cui 4 miliardi nel solo 2009, per proseguire il programma della cosiddetta «legge obiettivo»;
le previsioni di spesa previste nel disegno di legge finanziaria per il 2009 in discussione alla Camera dei deputati generano fondate preoccupazioni. Tagli consistenti per quanto riguarda il sistema infrastrutturale: l'Anas contava per il 2009, in base alla legge finanziaria per il 2008, su 1.560 miliardi, ora saranno 1.205. Una riduzione è prevista anche nel capitolo relativo alle somme da erogare all'Anas a titolo di corrispettivi dovuti per le attività ed i servizi resi: 269,8 milioni di euro (-126,7 milioni di euro rispetto al dato 2008). Per Rete ferroviaria italiana erano previsti 3.500 milioni, ora saranno invece 2.362;
i dati pubblicati recentemente dalla segreteria del Cipe fotografano una situazione economica allarmante. Dal monitoraggio sui fondi della cosiddetta «legge obiettivo» 2002-2008 emerge che su 15 miliardi di euro messi a disposizione dallo Stato solo 7,337, pari al 49 per cento del totale, sono stati attivati a favore dei soggetti beneficiari;
tale situazione rischia, tra le altre cose, di pregiudicare le intese quadro sottoscritte dal Governo e dalle regioni nei mesi scorsi. Tra queste quella firmata il 1o agosto 2008 dal Presidente del Consiglio dei ministri Berlusconi e quello della regione Emilia-Romagna Errani, la quale, tra le altre opere, prevede la realizzazione della Nuova Romea (tratto Ravenna-Mestre);
il completamento dell'itinerario autostradale adriatico è tema di analisi e di proposte almeno dagli anni '80. Risale al 1990 la redazione del primo progetto preliminare per il tracciato Ravenna-Venezia (Nuova Romea commerciale), sul quale sono state poi sviluppate numerose varianti;
l'autostrada, concepita quale asse destinato a collegarsi con la direttrice est-ovest del corridoio transeuropeo numero 5 all'altezza del nodo di Mestre, ha come obiettivo il potenziamento del sistema stradale lungo il corridoio adriatico. Tale arteria conosciuta come Romea risulta fortemente utilizzata per la viabilità locale, turistica e commerciale. Il traffico è cresciuto notevolmente negli ultimi anni con un'incidenza del 40 per cento del traffico pesante, il doppio rispetto al dato nazionale;
nel giugno 2003 diversi operatori economico-finanziari presentavano la proposta di realizzare l'opera in project financing, alcuni di loro prevedendo anche un unico corridoio autostradale senza soluzione di continuità da Mestre sino a Civitavecchia. Il costo complessivo del progetto prevedeva una spesa pari a 10 miliardi di euro, di cui il 45 per cento a carico dello Stato;
l'allora Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Lunari, in occasione di un intervento pubblico a Ravenna, dichiarava che i cantieri si sarebbero aperti entro il 2005;
l'11 novembre 2004 veniva sottoscritto a Roma dai rappresentanti delle 5 regioni interessate (Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria e Lazio) l'atto integrativo per la programmazione congiunta e la realizzazione del corridoio di viabilità autostradale Mestre-Orte-Civitavecchia. Il documento forniva un inquadramento di programmazione unitaria e certa all'intero corridoio in un contesto di cooperazione e coordinamento tra le amministrazioni statali e regionali interessate;
il 17 febbraio 2005 veniva presentato da un raggruppamento di operatori economico-finanziari

il progetto preliminare del nuovo collegamento infrastrutturale Mestre-Orte. La previsione del costo complessivo dell'opera, da realizzare in project financing, ammontava a 10,8 miliardi di euro;
il tratto autostradale compreso tra Venezia e Ravenna veniva individuato nell'allegato infrastrutture al documento di programmazione economico-finanziaria 2007-2011 tra le opere prioritarie;
il 17 dicembre 2007 veniva sottoscritto l'atto aggiuntivo all'intesa generale quadro tra Governo e regione Emilia-Romagna. Nello stesso veniva fissata al 29 dicembre 2008 la scadenza per l'inizio delle procedure per la realizzazione della tratta E55 (Nuova Romea) da Ravenna a Mestre, in modo da garantire i livelli di sicurezza e di funzionalità dell'attuale superstrada;
ogni giorno in Italia, secondo gli ultimi dati Istat, si verificano oltre 600 incidenti che causano la morte di circa 15 persone e il ferimento di 800. Nel complesso in media ogni anno sulle strade decedono circa 5 mila persone, mentre 300 mila subiscono traumi e lesioni di diversa gravità;
a questi drammatici dati deve aggiungersi il triste primato che la Romea detiene in materia di incidenti mortali. Il tasso di mortalità è di 97,22 morti ogni mille incidenti, l'indice di gravità è pari a 52,51 morti ogni mille infortunati. Negli ultimi cinque anni si contano 5950 feriti, 37 persone hanno perso la vita. 0,17 morti per chilometro: la strada più pericolosa d'Italia;
nei mesi di agosto e settembre 2008 sullo stesso tratto stradale si sono verificati diversi incidenti mortali -:
considerati gli impegni assunti, visti i ritardi oggettivi rispetto alla fase esecutiva dell'opera in oggetto, considerati i crescenti eventi luttuosi che costellano la percorrenza su quest'importante asse stradale, se il Governo non intenda adottare ogni iniziativa utile a reperire le risorse necessarie per il finanziamento della Nuova Romea.
(3-00206)

VIETTI, COMPAGNON, CICCANTI, VOLONTÈ, NARO, PIONATI, DRAGO, ANNA TERESA FORMISANO, PEZZOTTA e RUGGERI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il 28 ottobre 2008 è stata convocata alle ore 15,00 l'assemblea della Compagnia aerea italiana, per rendere operativa la società, deliberando l'aumento di capitale (ora pari a 160 mila euro) e la trasformazione da società a responsabilità limitata a società per azioni;
entro il 31 ottobre 2008, la società dovrebbe poi presentare l'offerta vincolante di acquisto al commissario Augusto Fantozzi, che ha sollecitato una stretta sui tempi di conclusione della procedura;
la Compagnia aerea italiana ha, tuttavia, puntualizzato che l'offerta sarà presentata solo nel caso in cui sarà perfezionato l'accordo con i sindacati sul nuovo contratto di lavoro;
a tale riguardo, sul piano illustrato dall'amministratore delegato Sabelli ai sindacati, vi sarebbe una condivisione di massima, ma restano ancora le distanze, soprattutto rispetto al capitolo piloti;
secondo il presidente della Sea, Giuseppe Bonomi, il piano Fenice costituisce «un progetto industriale elaborato in vitro, difficilmente implementabile ed attuabile e comunque inevitabilmente soggetto a profonde verifiche sotto il profilo tecnico, regolamentare ed economico»;
ad avviso del presidente della Sea, «è necessario che il Governo proceda con decisione a incrementare l'accessibilità diretta di lungo raggio del Paese attraverso una progressiva ma decisa opera di liberalizzazione dei diritti di traffico. Parlo in altri termini di un processo reale di liberalizzazione che abbandoni le politiche protezionistiche di tutela dell'ex compagnia di bandiera, che non hanno più

ragion d'essere perché limitano fortemente la mobilità dei cittadini e quindi lo sviluppo del Paese»;
proprio la scorsa settimana, un emendamento approvato in sede di comitato dei nove delle Commissioni riunite trasporti, poste e telecomunicazioni e attività produttive, commercio e turismo della Camera dei deputati, al decreto-legge n. 134 del 2008, «Ristrutturazione di grandi imprese in crisi», che tendeva ad una liberalizzazione degli slot di Malpensa, non è stato poi ricompreso nel testo su cui è stata posta la questione di fiducia;
dai quotidiani emergono ulteriori divergenze tra i soci della Compagnia aerea italiana rispetto alla realizzazione del piano Fenice, anche riguardo alla scelta del partner estero, per il quale sembra essere preferita Air France-Klm rispetto a Lufthansa;
qualora la Compagnia aerea italiana non perfezioni l'accordo e quindi non presenti la propria offerta vincolante, la situazione potrebbe precipitare, atteso che il commissario Fantozzi ha riferito di avere liquidità per arrivare al massimo fino a fine novembre 2008 -:
quali siano le valutazioni del Ministro interrogato rispetto ad una vicenda che, nonostante gli sforzi economici e le deroghe alla disciplina europea in materia di concorrenza adottate dal Governo, rischia di non avere successo e di avere ricadute economiche ed occupazionali ancor più rilevanti.
(3-00207)

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INTERNO

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
nel corso dell'ultima campagna elettorale per le elezioni amministrative del Comune di Latina si sono verificati numerosi episodi intimidatori e delinquenziali, sfociati in gravi atti di vandalismo a danno di candidati ed esponenti politici della coalizione di liste in appoggio alla candidatura del sindaco uscente, onorevole Vincenzo Zaccheo;
la campagna elettorale, al di là del corretto e democratico confronto tra i candidati e le rispettive forze politiche in campo, è stata contrassegnata da una virulenza inedita nelle forme con cui si è personalizzato lo scontro al solo fine di denigrare la figura degli amministratori locali, in primis del sindaco, con l'evidente obiettivo di invelenire il clima, lasciando suppore, visto anche il notevole e non giustificato impiego di mezzi propagandistici ed editoriali a tal fine utilizzati, una vera e propria regia politico-delinquenziale - la cui provenienza sarebbe ancora da accertare - con fini destabilizzanti;
la Digos, a seguito dei ripetuti episodi di violenza, ha aperto un'inchiesta di cui, a tutt'oggi, non si conoscono gli esiti;
tale clima e le circostanze fin qui evidenziate hanno trovato eco e riscontro nell'autorevole discorso pronunciato dal Vescovo, Mons. Giuseppe Petrocchi, in occasione della Giornata della Pace del gennaio scorso, nel quale, rivolgendosi ai politici, agli amministratori pubblici ed ai rappresentanti delle parti sociali, ha testualmente detto: «Permettetemi di confidarvi che nelle ultime tornate elettorali, davanti al proliferare abnorme di liste e di candidature effimere, ho avuto l'impressione di una sorta di corrida politica, contrassegnata da una diffusa improvvisazione. Mi è sembrato, infatti, che non pochi approdassero all'agone politico senza alcuna preparazione: né prossima, né remota. Alcune soggettività, poi, si sono rivelate meteore elettorali, non dando alcun segno di continuità nella militanza politica. Per cui mi veniva spontaneo domandarmi quali fossero le motivazioni trainanti e le strategie sottese che spiegavano

quegli ingaggi a tempo determinato. Se l'allargamento del raggio partecipativo, dunque, non può che essere salutato con viva soddisfazione, un debutto politico repentino, senza un tirocinio adeguato e circoscritto alla semplice tornata elettorale, non può che sollevare motivati dubbi e suscitare qualche ragionata inquietudine» -:
quali determinazioni il Ministro interpellato intenda assumere per evitare che episodi come quelli denunciati e riportati dalla stampa nazionale e locale non abbiano a ripetersi in futuro;
se le indagini condotte abbiano portato alla individuazione dei responsabili degli atti criminosi compiuti nel corso della campagna elettorale;
se non ritenga di avviare una analisi approfondita sui possibili intrecci tra politica e criminalità comune in un territorio nel quale si stanno concentrando non poche iniziative di sviluppo economico che rischierebbero, a fronte di una non auspicabile sottovalutazione da parte delle istituzioni, a ogni livello di responsabilità, di venir compromesse, vanificate o, peggio ancora, inquinate.
(2-00195)
«Moffa, Piso, Simeoni, Proietti Cosimi».

Interrogazioni a risposta scritta:

REALACCI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
da una notizia apparsa su L'Espresso risulta che Michelangelo Fournier, che ai tempi del G8 di Genova ricopriva la carica di vicequestore aggiunto del primo Reparto Mobile di Roma, sarebbe stato punito o addirittura retrocesso;
egli è noto come l'unico esponente delle forze di polizia ad aver ammesso, durante la sua deposizione al processo per i fatti del G8 di Genova, le violenze avvenute nella scuola Diaz nella notte tra il 21 e il 22 luglio 2001; definendole testualmente da «macelleria messicana»; notizia che appare paradossale a fronte delle promozioni che in questi anni hanno ricevuto molti dei suoi colleghi -:
se il Ministro dell'interno intenda verificare se la notizia riportata dal settimanale L'Espresso corrisponda a verità e, in tal caso, spiegare su quali basi tale provvedimento sia stato assunto e avviare tutte le azioni necessarie per evitare che venga punita l'unica persona che ha avuto il coraggio e l'onestà di raccontare la verità su una delle pagine più buie della nostra democrazia.
(4-01451)

FAVA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nel comune di Suzzara in provincia di Mantova, è stato ritrovato affisso nei locali commerciali frequentati da cittadini stranieri (phone center, macellerie islamiche eccetera) un volantino scritto in lingua araba siglato «Gruppo islamico Europa»;
il volantino in esame fissava per il giorno 26 ottobre 2008 una adunata generale presso la «moschea di Suzzara» di tutti i fedeli musulmani presenti nel territorio allo scopo di reclutare nuovi membri per l'organizzazione «Gruppo islamico Europa»;
la moschea di Suzzara sorge in un edificio comunale (ex sede dell'ufficio tecnico del comune) sito in via Gina Bianchi ristrutturato recentemente dalla amministrazione e assegnato ad alcune associazioni islamiche presenti nel territorio;
il centro islamico opera in forma abusiva in quanto nelle convenzioni stipulate tra il comune e le associazioni assegnatarie non si fa alcun riferimento all'utilizzo del locale quale luogo di culto (Moschea). All'interno dell'edificio vi sono, inoltre, dei locali destinati all'insegnamento del corano ai minori (scuola coranica-madrasa);
il volantino in oggetto firmato Islamic Forum Europe recita testualmente: «solo l'Islam è la salvezza dell'umanità. Dobbiamo salvare la nostra comunità e dobbiamo

salvare la società nella quale viviamo. Noi viviamo in un Paese, ambiente e società che non è favorevole all'Islam. Dobbiamo cercare la strada della soluzione in modo organizzato. C'è bisogno che costruiamo il vero musulmano. Il principale obiettivo dell'uomo è che deve sottostare e consegnare la vita soltanto a quello che Dio dice. Dio ha dato a noi la responsabilità della religione, in modo che possiamo osservarla nel modo giusto e, dopo la morte, ottenere il paradiso. Voi potete diventare membri dell'Islamic Forum Europe. Per questo vi invitiamo il 26 ottobre, dopo la preghiera del Magreb, alla moschea di Suzzara»;
il «Gruppo islamico europa» è un'organizzazione internazionale di matrice fondamentalista islamica con sede a Londra e legata alla Jamaat di Pakistan e Bangladesh;
la Jamaat di Pakistan e Bangladesh è stata al centro dell'attenzione mediatica negli ultimi tempi in quanto, si è resa responsabile: tre anni fa, dell'attentato all'ex premier Sheik Hasina Wajed e nello scorso aprile delle manifestazioni violente (con lancio di sassi e pietre contro la polizia) davanti al Parlamento del Bangladesh, poiché il Parlamento aveva approvato la norma che equiparava agli uomini i diritti all'eredità per le donne;
in Italia il fenomeno sociale della diffusione di centri islamici e moschee, in molti casi abusivi, sta subendo negli ultimi anni un allarmante crescita esponenziale. Nel giro di poco tempo sono sorte in tutta Italia: moschee di dimensioni enormi, centri culturali e religiosi, scuole coraniche e attività commerciali gestite direttamente dalle comunità musulmane (macellerie, phone center eccetera);
sempre più spesso, stando alle notizie pubblicate dagli organi d'informazione, ci troviamo dinnanzi a casi emblematici dove è facilmente riscontrabile da un lato il manifesto rifiuto da parte delle comunità musulmane presenti in Italia di rispettare le normative vigenti e di adeguarsi alla regole comportamentali e culturali del nostro Paese e dall'altro lato l'atteggiamento superficiale delle istituzioni che non comprendendone i rischi adottano semplicistiche soluzioni, mettendo conseguentemente in pericolo la sicurezza dei cittadini;
il mantenimento di questa costosissima rete di associazioni islamiche in italia è impensabile senza il sostegno e la solidarietà di moschee, centri universitari, donazioni, finanziamenti di Stati e banche che hanno come obiettivo la «diffusione della fede» (da'wa). È ipotizzabile, inoltre, che i finanziamenti di queste attività avvengano anche attraverso strutture parallele formate da commerci illeciti, riciclaggio di denaro, sfruttamento dell'immigrazione;
si stima che oggi l'ammontare di denaro utilizzabile dalle organizzazioni legate al fondamentalismo islamico ammonterebbe ad almeno 150 miliardi di euro;
è noto che questi centri culturali, oltre ad essere sede di attività religiosa, diventano anche centri della vita sociale e politica della comunità musulmana;
l'Islam si presenta fin dalle origini come un progetto globale che include tutti gli aspetti della vita. Include un modo di vivere, di comportarsi, di concepire il matrimonio, la famiglia, l'educazione dei figli, perfino l'alimentazione. In questo sistema di vita è compreso anche l'aspetto politico: come organizzare lo Stato, come agire con gli altri popoli, come rapportarsi in questioni di guerra e di pace, come relazionarsi agli stranieri, eccetera. Tutti questi aspetti sono stati codificati a partire dal Corano e dalla sunna e sono rimasti «congelati» nei secoli. La legge religiosa determina la legge civile e gestisce la vita privata e sociale di chiunque vive in un contesto musulmano, e se questa prospettiva è destinata a rimanere immutata come è accaduto finora, la convivenza con chi non appartiene alla comunità islamica non può che risultare difficile;
la legge islamica, rivolgendosi l'Islam a tutta l'umanità, è una legge personale e

non dipende in nessun modo dall'elemento territoriale. La stessa nazionalità non è collegata, come avviene nella tradizione occidentale, allo jus sanguinis e allo jus loci, ma allo jus religionis, cioè, alla appartenenza ad una comunità di credenti che non è legata all'esistenza di un entità statuale;
più volte l'interrogante ha denunciato le connivenze tra alcune associazioni islamiche presenti nel nostro Paese e le strutture internazionali legate alla rete del fondamentalismo islamico e di conseguenza i collegamenti tra le organizzazioni terroristiche e le attività che si svolgono all'interno delle moschee;
nel nostro Paese, le indagini sul terrorismo internazionale, hanno portato a numerosi arresti e hanno dimostrato, senza ombra di dubbio, la presenza in Italia di cellule eversive del terrorismo islamico legate al movimento di Al Qaeda;
è palesse ad avviso degli interroganti che anche in Italia all'interno delle comunità islamiche si annidi la presenza di gruppi eversivi (basti pensare, tornando indietro nel tempo, alle vicende giudiziarie che hanno investito il centro islamico di viale Jenner a Milano, la moschea di Cremona, le moschee di Torino di via Saluzzo e via Cottolengo, la moschea di Perugia);
non è dato dimenticare che, dopo gli attentati dell'11 settembre, l'italia è impegnata, come del resto tutto il mondo occidentale, in una lunga guerra al terrorismo internazionale di matrice islamica fondamentalista;
il terrorismo internazionale «Jihadista» ha messo sotto scacco l'Europa con gli attentati terroristici di Madrid dell'11 marzo 2004 e di Londra del 7 luglio 2005;
è necessario ricordare che nella rivendicazione degli attentati di Londra si faceva esplicito richiamo proprio all'Italia indicando il nostro Paese come prossimo obiettivo per una operazione di terrore se possibile ancora più eclatante di quelle di Madrid e Londra;
la sfida lanciata dal fondamentalismo islamico è particolarmente seria in quanto affonda il colpo in un Europa che rifiuta di riconoscere le proprie radici;
una politica buonista, superficiale e poco attenta alle vicende internazionali ha permesso il radicamento del fondamentalismo islamico anche nel nostro Paese -:
se il Ministro non ritenga opportuno predisporre controlli in tutti i centri islamici presenti sul territorio italiano, provvedendo alla chiusura di quelli che perseguono obiettivi volti al radicamento del fondamentalismo di matrice islamica nel nostro Paese.
(4-01461)

TESTO AGGIORNATO AL 25 NOVEMBRE 2008

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
da alcuni mezzi di stampa è emersa la notizia che ci sarebbe da parte del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca la volontà di abolire l'insegnamento del latino dai licei scientifici;
l'insegnamento del latino nei licei scientifici è importante sia per l'educazione alla disciplina mentale sia per il significato di alta formazione che questo tipo di scuola dovrebbe mantenere;
lo studio del latino andrebbe potenziato evitando che sia ridotto ad un insegnamento residuale, o introdotto, laddove non sia previsto, in tutte le scuole che, in base alla riforma Moratti, aspirano al titolo di liceo e dove, come nel liceo artistico, si formano anche i futuri operatori di beni culturali;
abolire l'insegnamento del latino per sostituirlo con quello di una lingua straniera

è una scelta sbagliata che nasce da valutazioni errate sull'importanza dell'apprendimento della lingua latina che invece andrebbe utilizzata, per la sua struttura linguistica rigorosissima, anche come base per facilitare l'acquisizione grammaticale delle lingue straniere -:
quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere per studiare forme di intervento adeguate per tutelare l'insegnamento del latino nel cosiddetto «sistema dei licei»;
quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere per promuovere in Italia un riequilibrio nell'insegnamento della lingua latina anche in considerazione del ruolo fondamentale che la stessa ha rivestito per la costruzione ed elaborazione della comune cultura europea nell'età cristiana, medioevale, umanistica e moderna.
(2-00194)
«Frassinetti, Centemero, Granata, Murgia, Caldoro, Ciccioli, Di Biagio, Berardi, Angeli, Tommaso Foti, Picchi, Ghiglia, Corsaro, Laffranco, Bianconi, Garagnani, Malgieri, Carlucci, Aracri, Scalia, Mazzuca, Castellani, Saltamartini, Faenzi, Beccalossi, Paolo Russo, Di Virgilio, Mancuso, De Corato, Palumbo, Minardo, Palmieri, Gibiino, Barbieri, Barbaro, Biava, De Angelis, Taglialatela, D'Ippolito Vitale, Simeoni, Scandroglio, Berruti».

Interrogazioni a risposta in Commissione:

MANCUSO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
si apprende da organi di informazione nazionali che il preside dell'I.T.I.S. Mario del Pozzo di Cuneo (Lazzaro Scaraffia) ha impedito l'accesso presso la scuola da lui diretta ad un esponente locale del Partito delle Libertà ad un'assemblea scolastica dedicata all'approfondimento della riforma della scuola;
l'accesso alla scuola dovrebbe essere vietato solo a persone che possono influenzare in modo negativo la formazione educativa degli studenti e, comunque, dovrebbe essere giustificato ed argomentato;
invece, esponenti sindacali hanno potuto partecipare all'assemblea con espressioni assolutamente critiche ed a senso unico contro l'impostazione della riforma, che com'è noto non è ancora legge, in quanto sta proseguendo l'iter parlamentare;
grande è stato lo sconcerto degli studenti e delle famiglie per la decisione che l'interrogante giudica assolutamente discriminatoria, adottata dal dirigente scolastico che, di fatto, ha impedito agli stessi di formarsi una opinione dopo avere ricevuto un'idonea, libera e dialettica informazione -:
se il Governo ritenga di inviare un'ispezione presso l'I.T.I.S. Mario del Pozzo al fine di accertare i fatti rappresentati in premessa ed eventualmente assumere le opportune iniziative disciplinari.
(5-00522)

LORENZIN e APREA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il 25 ottobre scorso alcuni consiglieri comunali di Bracciano (in provincia di Roma), su sollecitazione di diversi genitori, hanno presentato un esposto ai Carabinieri consegnandogli contestualmente il copione di una recita preparata dalla classe V B della scuola elementare «Tittoni» di Bracciano per verificare se fossero ravvisabili nello stesso alcuni illeciti penali a carico degli insegnanti;
secondo quanto denunciato dai consiglieri comunali la recita scolastica sarebbe consistita in una parodia in cui «protagonisti» erano il Presidente del

Consiglio Silvio Berlusconi, il Ministro dell'economia Giulio Tremonti e il Ministro dell'istruzione Mariastella Gelmini;
i componenti del Governo sono stati ridicolizzati con raffigurazioni canzonatorie - ad esempio facendo indossare all'alunno che rappresentava il Presidente del Consiglio un naso da Pinocchio, mentre il personaggio del Ministro dell'istruzione era con le forbici in mano mentre prepara i tagli alla scuola. Ai bambini, che recitavano a memoria il testo preparato dagli insegnanti, veniva fatta rappresentare una burla sui tagli alla scuola;
alla fine della recita gli alunni della scuola avrebbero anche recitato una filastrocca, così articolata: «Un, due, tre, Stella. Anzi, meglio Mariastella. E se questo è un bel gioco il suo ci piace poco. Col Brunetta e il Tremonti si saranno fatti i conti. Poi d'estate in gran segreto t'han sfornato 'sto decreto. Ma a noialtri della scuola non ci piace questa sola. Giù le mani dalla scuola»;
a tutti i bambini dell'Istituto sarebbe stato anche consegnato un volantino indirizzato ai genitori, contenente l'invito a partecipare ad un corteo per protestare contro la riforma della scuola;
l'episodio verificatosi alla scuola elementare di Bracciano non sarebbe l'unico del genere, difatti all'apertura delle scuole gli insegnanti di molte scuole si presentarono a far lezione agli alunni con un nastro nero al braccio in segno di lutto, ovvero il caso della maestra dell'istituto Boccaccio di Firenze che ha fatto scrivere sul diario dei suoi alunni un invito ai genitori a firmare un documento per chiedere il ritiro del decreto del Ministro Gelmini -:
se i fatti denunciati siano realmente accaduti e quali provvedimenti intenda adottare nei confronti di questi insegnanti che ad avviso degli interroganti hanno utilizzato i loro allievi per rivendicazioni politiche, all'insaputa delle famiglie, in modo avulso da qualsiasi percorso didattico e formativo;
se non ritenga tali comportamenti gravemente offensivi nei confronti delle Istituzioni.
(5-00527)

Interrogazioni a risposta scritta:

COSENZA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
da un indagine sull'assunzione di alcolici da parte di giovani e adolescenti, pubblicata dall'Istituto superiore di sanità ad aprile 2008, emergono numeri di un fenomeno preoccupante: il 67 per cento dei giovani al di sotto della maggiore età consuma bevande alcoliche e quasi il 50 per cento ne beve dai tre ai sei bicchieri fino a ubriacarsi;
a marzo 2008, il Ministero della salute ha reso noti risultati di uno studio condotto nel biennio 2005-2006 dai quali è emerso che il 25 per cento degli adolescenti tra i quindici e i diciannove anni fa uso di cannabis e il 5 per cento assume cocaina, con un trend in aumento;
il consumo di droghe di ogni genere e l'abuso di bevande alcoliche tra i giovani e gli adolescenti, sono diventati un problema sociale preoccupante che comporta costi per lo Stato divenuti insostenibili. Un fenomeno che coinvolge ragazzi di fasce di età sempre più basse e che vede oggi adolescenti già a dodici anni iniziare a stordirsi con cocktail di cannabis, pasticche e alcol;
i soli strumenti della deterrenza, consentiti dalla legislazione vigente, non sembrano sufficienti a contrastare efficacemente il fenomeno;
occorre mettere in campo ogni strumento utile per ottenere un cambiamento culturale profondo, un intervento sulle coscienze dei giovani, degli adolescenti per ribaltare quella cultura che vuole in quanti sono dediti allo sballo e vorrebbe emarginare invece quei giovani portatori dei veri valori condivisibili e appropriati per un'adolescenza serena;

per raggiungere questo obiettivo occorre un'efficace opera di prevenzione culturale che informi gli adolescenti sulle drammatiche conseguenze derivanti dall'uso di sostanze stupefacenti leggere o pesanti, dall'abuso di alcol, dalle dipendenze in genere;
la riforma del sistema scolastico avviata dal governo con il decreto-legge n. 112 del 2008, convertito dalla legge n. 133 del 2008 che prevede, tra l'altro, con ricorso alla regolamentazione, la ridefinizione dei curricoli nei diversi ordini di scuola, la rimodulazione dell'organizzazione didattica della scuola primaria e della formazione professionale dei docenti, è un'occasione da non perdere. È necessario introdurre nei percorsi formativi della scuola dell'obbligo iniziative idonee alla prevenzione del fenomeno del consumo di sostanze stupefacenti e di bevande alcoliche da parte dei giovani e degli adolescenti;
per affrontare la sfida di sovvertire quella cultura dello «sballo», ancora inneggiata dai brani di alcuni cantanti e in molti programmi televisivi è necessario partire dai processi educativi di tutte le classi della scuola dell'obbligo. È dalla scuola che deve partire la riscoperta dei valori e dell'autostima, baluardi indispensabili per dire basta allo sballo a tutti i costi alle trasgressioni e alle violenze del «branco» -:
se, nella riforma del sistema scolastico, e soprattutto con le norme regolamentari attuative, il Governo vorrà inserire e, in quali termini, nella didattica della scuola dell'obbligo, iniziative volte a favorire la formazione di una coscienza giovanile diffusa di contrasto a ogni forma di dipendenza attraverso la costruzione di un percorso formativo che favorisca l'acquisizione della consapevolezza dei danni psicofisici e sociali derivanti dall'assunzione di sostanze stupefacenti e di bevande alcoliche nonché della adeguata formazione e aggiornamento professionale del personale docente necessari per questa nuova lettura dei fenomeni delle dipendenze nell'età adolescenziale.
(4-01452)

NACCARATO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
in queste ultime settimane, nei più importanti Atenei italiani, sono in corso azioni di protesta, che comprendono anche il blocco della didattica universitaria, promosse da docenti, ricercatori, studenti contro i tagli indiscriminati in questo settore decisi dal Governo con la cosiddetta manovra economica estiva, ora legge n. 133 del 2008;
rispetto allo stanziamento dei Fondi di Funzionamento Ordinario (ovvero i trasferimenti statali, di seguito FFO) del 2008 destinato agli Atenei italiani, la manovra economica estiva del Governo ha ridotto tali FFO del 19,7 per cento in cinque anni. Si tratta, quindi, di una riduzione di ben 1.441,5 milioni di euro e precisamente: 63,5 milioni nel 2009, 190 milioni nel 2010, 316 milioni nel 2011, 417 milioni nel 2012, 455 milioni nel 2013;
secondo quanto previsto dal Governo questi tagli di spesa graveranno indistintamente su tutte le Università italiane, senza alcun criterio oggettivo e trasparente per garantire le necessarie risorse economiche agli Atenei con bilanci in equilibrio che mantengono già oggi un rapporto virtuoso tra spese fisse ed erogazioni statali;
in particolare, la scelta del Governo di obbligare le Università ad assumere solo il 20 per cento del personale docente e tecnico-amministrativo rispetto alle cessazioni dell'anno precedente (il cosiddetto blocco del turn-over) rischia di avere gravi conseguenze sul funzionamento degli Atenei e sulla loro capacità di promuovere un'adeguata offerta formativa;
tale scelta ha come ulteriore conseguenza negativa il fatto che, in previsione dell'attuazione dei tagli di spesa decisi dal Governo, come forma di precauzione per poter continuare a svolgere la propria attività didattica e formativa, le Università italiane, tra aprile e giugno 2008, hanno bandito complessivamente 685 posti per

professore ordinario e 1.093 posti per professore ordinario. Nei prossimi anni si prevede perciò l'assunzione di circa 3.500 professori universitari che renderanno più difficile per i giovani accedere a ruoli universitari;
la convertibilità degli Atenei in Fondazioni di diritto privato (articolo 16 della legge n. 133 del 2008) colpisce fortemente il principio di autonomia dell'Università italiana ed il suo carattere di istituzione pubblica, al servizio di tutti i cittadini;
la ferma opposizione a questi provvedimenti del Governo in materia di istruzione e università è stata chiaramente affermata dai maggiori Atenei italiani, tra i quali anche l'Università degli Studi di Padova che, con una mozione del proprio Senato Accademico approvata all'unanimità il 20 ottobre scorso, ha esplicitamente chiesto al Ministro dell'istruzione e dell'università di reintrodurre, attraverso la Legge Finanziaria del 2009, i finanziamenti pubblici tagliati con la legge n. 133 del 2008 distribuendoli secondo parametri di qualità tra gli Atenei e - per le Università con bilanci economici in equilibrio - di poter assumere almeno un congruo numero di ricercatori -:
se il Ministro sia al corrente dei fatti sopra esposti;
cosa intenda fare il Ministro per venire incontro alle richieste formulate dagli Organi di governo dei principali Atenei italiani tra cui il Senato Accademico dell'Università degli Studi di Padova;
quali misure il Ministro voglia porre in essere per garantire adeguate risorse economiche al sistema universitario nazionale al fine di mantenere un alto livello di formazione superiore per gli studenti, nonché un'offerta formativa ed una qualità della ricerca universitaria pubblica competitive con quelle promosse dai più importanti Atenei esteri;
cosa intenda fare il Ministro per salvaguardare il carattere pubblico dell'intero sistema di formazione universitaria italiana chiaramente sancito nella Costituzione del nostro Paese.
(4-01460)

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LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta scritta:

BRANDOLINI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
in seguito ad una segnalazione dell'Adiconsum - riunita ad una precedente segnalazione del Ministero della salute che riguardava anche altri soggetti in seguito citati - l'Autorità garante della concorrenza e del mercato con provvedimento del 31 luglio 2008 ha condannato la FIMP (Federazione italiana medici pediatri) e il Gruppo Novelli srl al pagamento di sanzioni amministrative per la commercializzazione di uova «Ovito» pubblicizzate con un messaggio presente sulle confezioni che recitava «Ovito: l'unico uovo approvato dalla Federazione italiana medici pediatri»;
in data 27 dicembre 2007 la Direzione Generale sicurezza degli alimenti e nutrizione dell'allora Ministero della salute ha segnalato alla Authority la presunta scorrettezza della pratica commerciale posta in essere da alcune imprese operanti nel settore commerciale in quanto le diciture «Approvato dalla Federazione italiana medici pediatri», riportate sulle etichette dei rispettivi prodotti destinati al consumo alimentare, potrebbero indurre nel consumatore la convinzione dell'esistenza, negli stessi, di una qualità superiore rispetto agli altri della stessa categoria, quando in realtà si tratta di alimenti di uso corrente, che possono essere commercializzati senza alcuna preventiva approvazione da parte degli organismi istituzionali;

in data 9 gennaio 2008 l'Adiconsum ha segnalato alla Authority una presunta ipotesi di pubblicità ingannevole con riferimento ai messaggi relativi al prodotto «Ovito», nello specifico alle scritte presenti anche sulle confezioni «Ovito: L'unico uovo approvato dalla Federazione italiana medici pediatri» unitamente al logo «approvato dalla FIMP - Federazione italiana medici pediatri»;
dall'istruttoria dell'Antitrust è emersa la gravità del comportamento scorretto della FIMP che senza effettuare una doverosa attività di analisi e di ricerca medico-scientifica sui prodotti sui quali concedeva l'utilizzo commerciale del proprio logo;
dalla lettura integrale del dispositivo dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato emerge inoltre:
1) la Fimp nella vicenda Ovito ha agito contravvenendo ad un impegno assunto con il Ministero il quale in precedenza l'aveva «invitata» ad astenersi da simili iniziative di uso del proprio logo;
2) il Comitato etico della Fimp stessa aveva espresso forti perplessità in merito alla concessione del marchio per la commercializzazione di Ovito;
3) il Garante specifica con chiarezza che la Fimp ha agito con scopi puramente commerciali del tutto privi di qualunque valutazione scientifica: «invero gli elementi acquisiti dimostrano che la dicitura» Approvato dalla FIMP «evocata e racchiusa nel logo non sottende una attestazione di qualità derivante dal superamento di una specifica procedura di approvazione bensì un accordo di natura commerciale, a titolo oneroso, avente ad oggetto la sponsorizzazione in esclusiva di un prodotto da parte della Fimp, per un periodo a tempo determinato»;
4) il Garante accompagna la sentenza con un pesante giudizio di ordine morale: «La gravità si apprezza anche per il fatto che è stata posta in essere da un organismo rappresentativo dei professionisti specializzati in pediatria, proprio sulla base della consapevolezza di godere di un particolare credito da parte dei consumatori»;
nella stessa sentenza e per lo stesso motivo (pratica commerciale scorretta) unitamente alla Fimp ed alla Novelli vengono sanzionate anche le ditte Littlebit, Biersdorf e Siport;
la sanzione dell'Antitrust ha colpito solo la Fimp perché l'Adiconsum in quella occasione ha segnalato casi di «approvazioni» rilasciate dalla stessa Fimp. È ben noto che anche altre associazioni e società mediche forniscono garanzie analoghe per prodotti commerciali senza subire alcuna sanzione;
il problema è altresì aggravato dalla circostanza che tali «approvazioni» sovente sono utilizzate per reclamizzare i prodotti su quotidiani e riviste a diffusione nazionale e pensino sugli autobus, diventando di fatto uno strumento di pubblicità attraverso i media;
Consumers International (CI), l'organizzazione mondiale dei consumatori, ha proposto di adottare in sede OMS un codice internazionale di autoregolamentazione sulla pubblicità degli alimenti e delle bevande destinate ai più piccoli; infatti, si collocano proprio in questo ambito i prodotti pubblicizzati attraverso le operazioni sanzionate dal Garante -:
quali iniziative intenda porre in essere per superare una situazione che oltre a trarre in inganno i consumatori, senza produrre benefici per la salute, rischia di distorcere le finalità delle organizzazioni dei medici a fini meramente economici;
se non ritenga urgente proporre un provvedimento legislativo che preveda da subito un codice etico vincolante, o quanto meno un codice di autoregolamentazione, fondato su principi di trasparenza e indipendenza, che codifichi i rapporti delle associazioni, società e sindacati medici con le imprese industriali e commerciali, in particolar modo, ma non solo, relativamente alla partecipazione ad attività di educazione medica continua (EMC) e di ricerca.
(4-01455)

DIMA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il 23 settembre2008, presso la Commissione bicamerale per le questioni regionali, si è tenuta l'audizione del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali sulle linee programmatiche del Governo in materia sanitaria;
nel corso dell'audizione, il rappresentante del Governo si è soffermato, soprattutto, sull'esposizione finanziaria delle Regioni nel comparto sanità e sui piani di rientro che dovrebbero permettere alle Regioni, che si trovano in condizioni di grave disavanzo, di costruire percorsi di ragionevole rientro concordati con il Governo sulla base di alcune deterrenze;
queste deterrenze consistono nell'impossibilità di erogare il finanziamento aggiuntivo nel momento in cui non venga rispettato il percorso di rientro, nella necessità di incrementare la pressione fiscale e nel commissariamento della sanità regionale nella duplice forma dell'intervento specifico per deliberare quell'incremento di pressione fiscale che altrimenti non sarebbe deliberato o della nomina di un commissario che si sostituirebbe all'ordinaria gestione regionale dei servizi socio-sanitari;
nel corso dell'audizione, il Ministro della salute ha citato, tra gli altri, il caso della Calabria la cui posizione è stata definita dallo stesso molto preoccupante non solo per la dimensione del debito e del disavanzo ma anche per il trend di spesa molto accentuato che è passato dai 55 milioni del 2006 ai 127 milioni di euro del 2007;
la stampa regionale ha recentemente parlato di una concreta ipotesi di commissariamento della sanità calabrese da parte del Governo nazionale -:
quali iniziative, il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali intenda porre in essere per accompagnare l'opera di razionalizzazione della spesa sanitaria in Calabria e se risponda al vero la notizia di un commissariamento della sanità in Calabria.
(4-01458)

CICCANTI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
come si è appreso dagli organi di stampa, il fallimento della Lehman Brothers può impattare negativamente sui bilanci di alcune Casse di Previdenza italiane, in particolare ENASARCO, ENPACL ed EPPI (Articolo del Sole 24 Ore del 16 settembre 2008 «Enasarco esposta cerca un nuovo garante») che sono organismi di diritto privato che perseguono finalità di pubblico interesse nel settore della previdenza obbligatoria;
l'ENASARCO, ENPACL ed EPPI hanno comunicato sui rispettivi siti che detengono la stessa Nota «Antrhacite Rated Investment Limited» che gode di autonomia giuridica rispetto a Lehman Brothers e pertanto, i suoi attivi non possono essere inseriti nella massa fallimentare di Lehman;
questa Nota era garantita da Lehman Brothers;
il portafoglio sottostante «Anthracite Rated Investments Limeted» è costituito da Hedge Fund ben diversificati e che è il trustee ad amministrare i fondi e Hong kong Shangai Bank Corporation (HSBC);
le Casse interessate stanno valutando una controparte più solida, che subentri al posto di Lehman Brothers -:
a quanto ammonti l'investimento in Hedge Fund che le Casse hanno sottoscritto attraverso il sistema di copertura «Anthracite Rated Investments Limited»;
quali tipi di Hedge Fund siano inseriti all'interno delle Note, se siano negoziati e quale sia il loro valore attuale rispetto all'investimento iniziale;
perché le Casse non abbiano investito direttamente negli Hedge Fund sottostanti,

essendo ben diversificati come dicono, magari costituendo autonoma e separata garanzia;
se consta al Governo quale poteva essere l'interesse della Lehman Brothers nel proporre l'investimento, visto che si parla sempre solo della garanzia del capitale;
quanto sia costata la garanzia del capitale offerta da Lehman;
se le commissioni di gestione dei Hedge Fund sottostanti sono in linea con il mercato;
quale ruolo abbia avuto la Lehman Brothers nella scelta d'investimento e se abbia enunciato, al momento della presentazione della proposta a quali rischi si esponevano le Casse della Previdenza;
se consti al Governo se i responsabili della Lehman Brothers Italia abbiano usato tutte le accortezze necessarie affinché gli investitori potessero valutare la rischiosità dell'investimento e se i responsabili della Banca abbiano spiegato e scritto quali commissioni dirette ed indirette gravano sull'investimento;
perché queste Casse abbiano tutte le Note «Anthracite Rated Investments Limited», mentre non si è letto e sentito nulla su altri prodotti emessi, distribuiti o collocati da Lehman Brothers;
se risulti al Governo che vi sia stato un interesse specifico nel collocare solo le Note «Anthracite» da parte della Lehamn Brothers o dei suoi dipendenti;
se la Lehman Brothers abbia utilizzato la sua filiale italiana per il collocamento e se il personale era italiano o comunitario e se consti al Governo che lo stesso personale autorizzato al collocamento in Italia, abbia rispettato la normativa all'epoca vigente;
se non intenda proporre il commissariamento dell'ENASARCO, vista l'esposizione alla Nota «Anthracite Rated Investments Limited» che potrebbe comportare per l'Ente un dissesto finanziario;
se non intenda proporre un accertamento sull'operato dei relativi Consigli d'Amministrazione e relativi advisor finanziari utilizzati;
se consti al Governo se l'operato della Lehman Brothers e dei suoi dipendenti, sia stato pienamente rispettoso delle regole del settore.
(4-01462)

TESTO AGGIORNATO AL 6 NOVEMBRE 2008

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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, per sapere - premesso che:
l'annosa questione legata allo storico zuccherificio di Termoli è purtroppo lontana dall'essere risolta;
lo stabilimento, infatti, rischia di chiudere se non si ottiene la proroga della Commissione Europea per l'utilizzo del fondo di indennizzo e la rimodulazione degli aiuti al 2013;
l'azienda fra dipendenti diretti ed indotto dà lavoro a circa 400 persone;
tale chiusura avrebbe dunque pesanti ricadute economico occupazionali per il sud, per la Regione Molise ed anche per la produzione di barbabietola da zucchero della Capitanata;
il consiglio di amministrazione in questi giorni ha deciso di avviare la produzione di zucchero senza però fugare definitivamente il pericolo di chiusura dello stabilimento, decisione rimandata alla data del 7 dicembre 2008 -:
se non ritenga di convocare urgentemente un tavolo bieticolo nazionale, con il coinvolgimento dei soggetti interessati al fine di trovare uno sbocco positivo che possa evitare la chiusura dell'unico zuccherificio

del centrosud, mettendo fine, in tal modo, ad un silenzio e a una mancanza di confronto che mortifica non solo un settore produttivo di enorme importanza ma anche un intero territorio.
(2-00196) «Cera, Vietti, Adornato, Bosi, Buttiglione, Capitanio Santolini, Casini, Cesa, D'Alema, Mario Pepe (PD), Narducci, Piccolo, De Micheli, Sanga, Rosato, Beltrandi, De Pasquale, Zamparutti, Ciccanti, Ciocchetti, Compagnon, De Poli, Delfino, Dionisi, Drago, Anna Teresa Formisano, Galletti, Libè, Mannino, Naro, Occhiuto, Oppi, Pezzotta, Pisacane, Poli, Rao, Romano, Ruggeri, Ruvolo, Tabacci, Nunzio Francesco Testa, Zinzi, Di Giuseppe, Di Pietro».

Interrogazione a risposta orale:

ANNA TERESA FORMISANO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
il mondo dell'ippica, che in Italia dà lavoro a ben 50 mila famiglie, è a rischio sopravvivenza;
la crisi, ha investito, in particolar modo il settore delle scommesse, settore che paga una disaffezione di pubblico ed una tassazione da parte dello Stato superiore a quella delle scommesse sportive, causando, così, una seria carenza di soldi per il montepremi delle corse da qui alla fine dell'anno;
ciò ha creato, e sta creando notevole preoccupazione in tutto l'ambiente che sta reagendo attraverso manifestazioni ed astensioni dalle corse;
il Ministro Zaia, in occasione di un incontro con le parti interessate, pur confermando la massima attenzione alla grave crisi del settore, non è stato in grado di garantire nell'immediato quelle risorse economiche necessarie alla definizione di un montepremi almeno decoroso fino alla fine del 2008 -:
se non ritenga opportuno prendere decisioni immediate nel tentativo di trovare una soluzione comune che permetta l'interruzione della protesta e di progettare linee di sviluppo condiviso.
(3-00201)

Interrogazione a risposta in Commissione:

BRANDOLINI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
il SAPAF - Sindacato Autonomo Polizia Ambientale Forestale - dell'Emilia-Romagna ha segnalato al Servizio prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro di varie Ausl della regione la mancata applicazione da parte della direzione del Corpo Forestale dello Stato per l'Emilia-Romagna di quanto previsto nel decreto legislativo n. 81 del 2008, in merito alle puliture dei luoghi di lavoro; l'obbligo di regolari e sistematiche puliture dei luoghi di lavoro - chiaramente previsto dal decreto legislativo n. 81 del 2008 - verrebbe svolto solo nelle strutture degli uffici «Comando Regionale» e «Comandi Provinciali», mentre nessuna pulitura sarebbe garantita, né lo sarebbe mai stata, per gli oltre ottanta «Comandi Stazione» dislocati nella varie province della regione, nonostante i numerosi solleciti fatti dal SAPAF -:
se non ritenga di intervenire nei confronti dell'amministrazione del Corpo Forestale dello Stato per verificare se corrisponda al vero quanto segnalato e, in caso affermativo, assicurare il rispetto delle predette norme al fine di salvaguardare i diritti alla tutela della sicurezza e alla salute di tutti i dipendenti del Corpo Forestale dello Stato della regione Emilia-Romagna.
(5-00521)

POLITICHE PER I GIOVANI

Interrogazione a risposta scritta:

RONDINI. - Al Ministro per le politiche per i giovani, al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 16 aprile 2008 «Assicurazione obbligatoria per gli sportivi» ha disciplinato la materia delle assicurazioni obbligatorie degli sportivi dilettanti tesserati con le federazioni sportive nazionali, le discipline sportive associate e gli enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI;
l'articolo 14 del sopraccitato decreto ha sensibilmente modificato le condizioni di stipula delle assicurazioni obbligatorie, disponendo che i soggetti obbligati (federazioni sportive nazionali, le discipline sportive associate e gli enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI) scelgano l'assicuratore attraverso una procedura competitiva alla quale devono essere invitati non meno di cinque concorrenti;
l'articolo 18 del sopraccitato decreto ha stabilito che i soggetti obbligati debbano adeguare i rapporti assicurativi in essere alla data di entrata in vigore del decreto stesso alle disposizioni in esso contenute entro il 31 marzo 2009;
la normale durata temporale della stagione sportiva dei soggetti di cui sopra va dal 1o settembre o 1o ottobre al 31 agosto o 30 settembre dell'anno successivo, e sulla base di questa calendarizzazione vengono effettuati il tesseramento degli atleti e la conseguente assicurazione dei tesserati;
questa discrepanza tra i calendari delle federazioni sportive nazionali, le discipline sportive associate e gli enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI e le scadenze del sopraccitato decreto possono causare difficoltà ai citati soggetti che sarebbero costretti a rivedere i rapporti contrattuali a stagione sportiva in corso -:
se sia intenzione del Governo rivedere la scadenza prevista dall'articolo 18 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 16 aprile 2008 «Assicurazione obbligatoria per gli sportivi», posticipandola in modo tale da consentire ai soggetti obbligati di provvedere al rinnovo delle stipule delle assicurazioni obbligatorie, secondo le nuove procedure di cui all'articolo 14, in tempistiche funzionali alla normale calendarizzazione della stagione sportiva.
(4-01449)

TESTO AGGIORNATO AL 29 OTTOBRE 2008

...

RAPPORTI CON IL PARLAMENTO

Interrogazione a risposta immediata:

DI PIETRO e PALAGIANO. - Al Ministro per i rapporti con il Parlamento. - Per sapere - premesso che:
recentemente l'autore del libro Gomorra, Roberto Saviano, ha annunciato l'intenzione di lasciare il nostro Paese per andare a vivere all'estero, una decisione presa per sfuggire alla pressione di una costante minaccia di morte;
immediatamente molti esponenti politici hanno espresso la loro solidarietà allo scrittore, che ha avuto il coraggio di denunciare lo strapotere dei clan camorristici;
contemporaneamente a tali manifestazioni di solidarietà, si è appreso da alcuni organi di stampa che ci sarebbero importanti membri del Governo collusi proprio con quei clan camorristici che costringono Saviano a lasciare il nostro Paese;
in particolare, il settimanale l'Espresso ha riportato una notizia a dir poco allarmante: secondo il settimanale, infatti, un pentito ex affiliato al clan dei

Casalesi, riferendosi ad un importante membro del Governo, avrebbe dichiarato che durante la sua latitanza si sarebbe incontrato molto spesso con il medesimo esponente governativo, nonché deputato della Repubblica;
il settimanale precisa che l'espressione utilizzata dal pentito, secondo cui il deputato era «a nostra disposizione», sarebbe da riferirsi al clan dei Casalesi;
sempre lo stesso settimanale riporta altre dichiarazioni del pentito: «L'onorevole aveva avuto espressamente il nostro aiuto per le sue elezioni, era a disposizione per qualunque cosa noi gli avessimo potuto domandare. Se gli avessimo chiesto un certo tipo di lavoro pubblico, non esisteva che potesse rifiutarsi»;
Dario De Simone è stato uno dei capi del clan, divenuto un «pentito» fondamentale, le cui rivelazioni sono state determinanti nel processo «Spartacus»;
dopo Dario De Simone, sempre secondo quanto riportato dal settimanale, altri quattro collaboratori di giustizia avrebbero chiamato in causa lo stesso politico;
tutti i verbali riportati dalla stampa riportano che i contatti con la mafia dell'esponente politico risalirebbero a tempi in cui ancora non era un rappresentante del Governo;
da tempo si denuncia con forza il pericolo che la mafia e la camorra siano in grado di garantire voti -:
se il Governo non ritenga necessario intervenire a difesa della rispettabilità delle istituzioni e in caso positivo in che modo.
(3-00203)

...

SVILUPPO ECONOMICO

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
l'azienda Alicos gestisce, con 1.600 lavoratori a Palermo, per conto di Alitalia il servizio di call center;
Alitalia rappresenta per Alicos il cliente più importante, da solo produce il 65 per cento del fatturato, l'azienda vanta nei confronti di Alitalia un ingente credito;
nel corso di una riunione dei vertici della azienda Alicos e del gruppo Almaviva con le segreterie nazionali delle organizzazioni sindacali, i vertici aziendali hanno evidenziato come il fallimento di Alitalia abbia comportato una considerevole riduzione della capacità economica di Alicos;
ad oggi l'azienda potrebbe garantire gli stipendi dei circa 1.600 lavoratori di Palermo, fino a metà novembre -:
quali iniziative intenda intraprendere nei confronti del Commissario straordinario di Alitalia, in relazione ai crediti vantati da Alicos verso Alitalia, al fine di garantire il pagamento degli stipendi per i lavoratori del call center;
quali iniziative intenda intraprendere presso la Compagnia Aerea Italiana, al fine di garantire, all'interno del nuovo piano industriale, il mantenimento del rapporto commerciale con Alicos e il mantenimento dei livelli occupazionali del servizio di call center che attualmente occupa a Palermo circa 1.600 lavoratori.
(2-00193)«Enzo Carra, Capodicasa».

Interrogazione a risposta orale:

TIDEI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
in fase di applicazione delle disposizioni di legge emanate dall'allora Presi- dente

del Consiglio dei ministri onorevole Massimo D'Alema relative al superamento del monopolio Enel, quale soggetto unico di produzione di energia elettrica e la promozione di una pluralità di soggetti nuovi aventi la stessa finalità, si è verificato in Civitavecchia che la centrale di Torre Valdaliga Sud sia stata acquisita dalla nuova società Tirreno Power (ex GeNCo) che ha provveduto ad una profonda trasformazione dell'apparato produttivo della vecchia centrale a decorrere dal gennaio 2003;
la centrale così rinnovata è stata inaugurata nell'ottobre 2006 alla presenza del Ministro per le attività produttive onorevole Bersani presentando ai numerosi convenuti da ogni parte d'Italia il nuovo sistema produttivo che risulta così articolato:
a) modulo n. 1800 Mgw ciclo combinato turbo gas naturale;
b) modulo n. 2400 Mgw ciclo combinato gas naturale;
c) Gruppo 4° 320 Mgw gruppo tradizionale di vecchia generazione a gas naturale;

la profonda trasformazione del sistema produttivo è stato il risultato di una impegnativa e incalzante battaglia alla quale hanno partecipato numerosi soggetti istituzionali sociali, a partire in primo luogo dall'Amministrazione comunale guidata in quella fase dal sottoscritto interrogante allora Sindaco di Civitavecchia e da uno schieramento vasto e articolato di cui facevano parte lavoratori, ecologisti, medici studenti ed altri ancora, mossi dall'obiettivo di ridurre gli inquinamenti in precedenza causati dai combustibili usati;
purtroppo, a fronte di questo rinnovamento che apriva il cuore dei cittadini alla speranza di un futuro e duraturo miglioramento, purtroppo poco più in là veniva autorizzata la conversione a carbone della vecchia Centrale Enel-Produzione di torre Valdaliga Nord, creando un'evidente contraddizione tra le due scelte e una lunga e combattiva reazione di quanti erano e sono tuttora contrari a questa nuova e pericolosa fonte di inquinamento per la salute e per l'ambiente;
a completamento delle trasformazioni realizzate dalla Tirreno Power era e resta indispensabile procedere alla stipula della prima Convenzione tra il Comune di Civitavecchia e la Società produttrice - che non risulta tuttora stipulata - al fine di regolare i rapporti tra le parti, con ricadute relative anche alla crescita imprenditoriale e occupazionale dell'area -:
se, in considerazione del rilevantissimo impatto che le strutture indicate in premessa hanno sul territorio, non intendano attivare tutti gli strumenti a loro disposizione per assicurare la piena funzionalità delle stesse strutture, valutando anche le ricadute ambientali, imprenditoriali e occupazionali sul territorio.
(3-00200)

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

X Commissione:

CIMADORO, MERLONI, FAVIA e SCILIPOTI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la liberalizzazione del mercato elettrico In Italia è stata avviata con il decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, noto come decreto Bersani. Tale decreto, con il quale sono state recepite le indicazioni contenute nella direttiva comunitaria n. 92 del 1996 sulla creazione del Mercato Unico dell'energia, ha segnato l'inizio del processo di liberalizzazione delle attività di produzione, importazione, esportazione, acquisto e vendita di energia elettrica;
la direttiva europea 2003/54/CE prevede l'adozione da parte degli Stati membri di misure di tutela a favore di clienti vulnerabili, tra i quali è opportuno ricomprendere non solo i clienti domestici in condizione di disagio economico, ma anche

quelli in gravi condizioni di salute che necessitano dell'utilizzo di apparecchiature medico-terapeutiche necessarie per la loro esistenza in vita ed alimentate da energia elettrica;
il decreto ministeriale 28 dicembre 2007 «Determinazione dei criteri per la definizione delle compensazioni della spesa sostenuta per la fornitura di energia elettrica per i clienti economicamente svantaggiati o per i clienti in gravi condizioni di salute», prevede all'articolo 3 «Criteri di compensazione per i clienti domestici utilizzatori di apparecchiature medico terapeutiche», comma 2 che «L'Autorità per l'energia elettrica e il gas, sottopone all'approvazione del Ministero dello sviluppo economico possibili modalità compensative, entro il 1o gennaio 2008, riferite sia al maggior impegno di potenza, sia al maggior consumo di energia elettrica connessi all'utilizzo delle apparecchiature medico-terapeutiche»;
l'Autorità per l'Energia Elettrica e il Gas, con la Deliberazione 6 agosto 2008 ARG/elt 117/08 «Modalità applicative del regime di compensazione della spesa per la fornitura di energia elettrica sostenuta dai clienti domestici disagiati, definite ai sensi del decreto, interministeriale 28 dicembre 2007» allegato A, all'articolo 4 comma 4.2 prevede un successivo provvedimento che disciplini le condizioni per l'ammissione alla compensazione dei clienti in condizioni di disagio fisico, all'articolo 13 comma 13.1 prevede un successivo provvedimento che fissi l'ammontare della compensazione per i clienti in stato di disagio fisico, all'articolo 14 comma 14.1 prevede un successivo provvedimento che disciplini le modalità di erogazione della compensazione per il disagio fisico;
la Deliberazione 6 agosto 2008 ARG/elt 117/08 allegato A articolo 4 comma 4.1 paragrafo c) prevede che la potenza contrattualmente impegnata nel punto di prelievo per il quale è richiesta la compensazione non può essere superiore a 3 kilowatt;
la potenza nel punto di prelievo, tale da soddisfare la richiesta energetica che proviene dai macchinari terapeutici e dagli altri elettrodomestici utili a soddisfare le esigenze di una comune abitazione ad uso civile, che necessita una famiglia con disagio fisico, è di 6 kilowatt -:
se il Ministro non intenda assumere iniziative in sede di approvazione della delibera dell'Autorità per l'energia elettrica ed il gas, concernente le modalità di compensazione per i clienti economicamente svantaggiati ed in gravi condizioni di salute affinché la compensazione stessa non sia assoggettata al limite di 3 kilowatt di potenza contrattuale e se abbia notizia dei tempi nei quali la materia sarà definita.
(5-00528)

LAZZARI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa S.p.A., già Sviluppo Italia, impegnata per accrescere la competitività del Paese, in particolare del Mezzogiorno possiede attualmente il controllo societario di tre complessi turistici situati in Puglia, ed esattamente nei Comuni di Otranto e di Santa Cesarea Terme, entrambi in Provincia di Lecce;
le strutture turistiche denominate: Country Club, Serra degli Alimini ed Hotel Mediterraneo, rientrano infatti tra le diverse finalità che l'Agenzia intende promuovere, ovvero la valorizzazione dell'offerta di aree ad alto potenziale turistico come ad esempio il Salento, proponendosi come master developer di sistemi integrati da realizzare in location che possano presentare un significativo potenziale intrinseco per una più valida attrattività turistica, nonché un interlocutore privilegiato degli Enti locali;
recentemente la predetta Agenzia ha provveduto a nominare un nuovo management all'interno delle strutture alberghiere suesposte, con lo scopo di accrescere

i livelli di competitività e di valorizzazione del sistema turistico dell'area interessata;
la Regione Puglia inoltre, ha stanziato un ingente finanziamento a favore dei complessi turistici suesposti, ed in particolare per valorizzare maggiormente i complessi termali di Santa Cesarea Terme, in considerazione che il turismo costituisce un cardine fondamentale dell'intera economia regionale -:
quali siano i nuovi soggetti nominati dall'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa SpA (già Sviluppo Italia), in virtù di quali contratti e per quale durata siano stati affidati i complessi citati in premessa e se nel breve termine saranno previsti ulteriori investimenti a favore delle strutture alberghiere indicate in premessa o si intenda avviare un programma di dismissione.
(5-00529)

ALLASIA, TORAZZI, FAVA e POLLEDRI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la SOGIN SpA, Società Gestione Impianti Nucleari, interamente partecipata dal Ministero dell'economia e delle finanze e sottoposta agli indirizzi emanati dal Ministero dello sviluppo economico, è finanziata con denaro pubblico proveniente dalla tariffa elettrica;
la medesima società è incaricata di compiti particolarmente delicati, quali il mantenimento in sicurezza e lo smantellamento degli impianti nucleari italiani, che coinvolgono la sicurezza dei lavoratori e delle popolazioni residenti nelle aree circostanti gli impianti stessi;
La SOGIN SpA controlla la Nucleo SpA, società interamente pubblica specializzata nel trattamento dei rifiuti radioattivi e che gestisce, su incarico dell'ENEA, il Servizio nazionale di raccolta e gestione delle sorgenti radioattive per usi industriali e medico-sanitari;
il nuovo consiglio di amministrazione della SOGIN SpA, nominato dall'Azionista unico in data 31 gennaio 2007, ha attribuito in data 14 febbraio 2007, i pieni poteri di gestione, in qualità di amministratore delegato, al signor Massimo Romano;
il signor Massimo Romano non risulta possedere i requisiti di professionalità e di competenza richiesti espressamente dall'articolo 14 dello statuto della Società e ancor più dalla delicatezza del mandato operativo ad essa affidato;
nell'ambito dei pieni poteri a lui affidati dal CDA, il signor Massimo Romano è tuttora responsabile della gestione in sicurezza di quattro centrali nucleari, di un impianto di fabbricazione di combustibile nucleare e di cinque impianti di ricerca sul ritrattamento del combustibile nucleare irraggiato;
nonostante la apparente mancanza di professionalità specifica, con deliberazione n. 30 dell'8 novembre 2007, il Consiglio di amministrazione della SOGIN SpA ha conferito all'Amministratore delegato anche l'incarico di Direttore generale, stabilendo un rapporto di lavoro dirigenziale a tempo determinato con decorrenza 12 novembre 2007 e scadenza 30 giugno 2010;
il cumulo delle cariche di Amministratore delegato e Direttore generale stabilisce un evidente conflitto fra le funzioni di amministratore e quelle di vertice della struttura operativa, ponendo una persona priva di professionalità specifica in grado di condizionare delicate decisioni delle strutture tecniche della Società;
oltre ai compensi attribuiti come Amministratore delegato, a fronte dell'incarico di Direttore generale il Consiglio di amministrazione ha riconosciuto al signor Massimo Romano e un compenso che si compone di un entry bonus, di un compenso annuo e di un exit bonus;
con determinazione n. 21 del 31 marzo 2008, la Corte dei conti ha sollevato rilievi circa l'attribuzione all'Amministratore delegato e Direttore generale di un

compenso cumulativo, che la stessa Corte ha valutato in 892 mila euro, pari a tre volte il limite massimo indicato dall'articolo 3 comma 44 della legge finanziaria per il 2008, limite precisato in circa 290 mila euro con circolare n. 1/2008 del Ministero per le riforme e le innovazioni;
nell'ambito dei pieni poteri a lui attribuiti, il signor Massimo Romano ha imposto una ristrutturazione interna della SOGIN SpA che si è protratta per un anno e mezzo, nonostante seguisse di pochi mesi l'ultima ristrutturazione compiuta nel 2006, ed è tuttora incompiuta;
la ristrutturazione della SOGIN SpA ha portato ad una organizzazione fortemente accentrata sulla persona dell'amministratore delegato, all'esautorazione e all'allontanamento di dirigenti e quadri interni dotati di elevata capacità ed esperienza e all'attribuzione di responsabilità di struttura a dirigenti neoassunti che sembrano privi della necessaria esperienza e competenza in campo nucleare ma ugualmente gratificati di stipendi insolitamente elevati;
al fine di perfezionare tale ristrutturazione l'amministratore delegato della SOGIN SpA, con l'avvallo del responsabile per le risorse umane, appositamente assunto, e avvalendosi della costosissima consulenza di un affermato studio legale, ha costretto all'«esodo incentivato» circa un terzo dei dirigenti della Società, privandola in tal modo di tecnici altamente qualificati nelle diverse fasi di gestione degli impianti nucleari;
la ristrutturazione imposta dall'amministratore delegato non trova giustificazioni sul piano della razionalizzazione economica, avendo portato a un aggravio dei costi di gestione della Società (in particolare, i costi del personale) oltre a un sensibile e immotivato aggravio di spesa per gli Enti previdenziali e per l'Erario;
pur avendo una struttura aziendale rinnovata nella sua composizione e nelle sue competenze nel corso dell'anno 2007 sono stati affidati incarichi esterni per una valore totale di euro 3.449.880,00 mentre nel solo primo semestre del 2008 si è già arrivati a euro 130.00,00 a cui vanno aggiunti euro 1.138.500,00 per il 2007 e euro 1.225.350 per il 2008 per incarichi alla società Bain & Company;
in considerazione del fatto che le responsabilità di struttura degli impianti nucleari sono disciplinate dall'articolo 46 del decreto legislativo n. 230 del 1995, e avendo la violazione di detta norma carattere penale, con lettera prot. n. 34431 del 5 novembre 2007, l'APAT oggi ISPRE, nella propria veste di autorità di controllo nucleare, ha dichiarato la non legittimità della struttura operativa delle centrali nucleari definita dall'amministratore delegato e ne ha revocato l'operatività -:
se il Ministro interrogato essendo a conoscenza della situazione non ravvisi negli atti dell'amministratore delegato della SOGIN SpA un operato che possa aver violato sia regole di condotta sia regole operative creando un danno economico e di immagine alla società da egli amministrata, che comporti la presa in considerazione dell'ipotesi di cambiamenti nei vertici societari.
(5-00530)

Interrogazioni a risposta scritta:

MUSSOLINI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
con la legge finanziaria 2007 il Governo Prodi stabiliva la dismissione delle partecipazioni di Sviluppo Italia s.p.a. (ora Invitalia) nelle società regionali tra le quali Sviluppo Italia Calabria disponendo che l'Agenzia promuovesse la cessione alle Amministrazioni regionali delle partecipazioni nelle società regionali, potendo tuttavia garantire attraverso contratti pluriennali alle società regionali cedute, lo svolgimento dei servizi svolti sino al momento della cessione, «individuando le più opportune forme atte ad assicurare la continuità nella qualità dei predetti servizi

[...] (e la) salvaguardia dei livelli occupazionali e valorizzazione delle risorse professionali esistenti»;
nonostante la legge tutelasse i lavoratori i maggiori azionisti, Sviluppo Italia s.p.a. (ora Invitalia) per il 78 per cento del capitale circa e Regione Calabria 18 per cento del capitale sociale, hanno deciso di porre in liquidazione la società regionale calabrese riservando agli stessi dipendenti un trattamento discriminatorio rispetto ai colleghi delle altre società regionali;
successivamente le trattative tra Regione Calabria, e Sviluppo Italia s.p.a., hanno portato alla sottoscrizione di un verbale di accordo in data 13 novembre 2007 con cui le parti concordavano, alla presenza delle rappresentanze sindacali, la salvaguardia dei livelli occupazionali;
il 22 luglio 2008 presso la sede della capogruppo, l'Agenzia, nella persona dell'amministratore delegato Arcuri, ha assunto l'impegno di modulare la procedura di liquidazione in modo da non interrompere le attività svolte sulla base della volontà della Regione Calabria, espressa dall'assessore Maiolo, di recepire funzioni, risorse e personale di Sviluppo Italia Calabria afferente alle attività di cui al decreto legislativo 185/2000. In tale contesto si ribadiva ancora una volta la salvaguardia della totalità dei livelli occupazionali;
il 10 settembre 2008 presso il Ministero dello Sviluppo Economico, la Regione Calabria, nella persona dell'assessore Maiolo, ha ribadito la volontà già manifestata precedentemente vincolandola al rifinanziamento delle misure previste dal decreto legislativo 185/2000 ed al conseguente trasferimento delle deleghe alla Regione;
inspiegabilmente secondo l'interrogante il collegio dei commissari liquidatori, in data 15 settembre 2008, ha comunicato alle organizzazioni sindacali l'avvio della procedura ex lege 223/91 ponendo in mobilità i 140 dipendenti e contravvenendo a tutti gli accordi precedentemente stilati e sottoscritti dalle parti. Si concretizza quindi per i dipendenti di Sviluppo Italia Calabria lo spettro del licenziamento al contrario dei dirigenti, che sedevano nel consiglio di amministrazione della società regionale e che sono stati assorbiti dalla società capogruppo -:
quali iniziative intenda assumere il Ministro interrogato, per garantire che i livelli occupazionali di Sviluppo Italia Calabria vengano salvaguardati, tenendo presente che dal 2003 al 2007 l'attività di Sviluppo Italia è stata determinante per la creazione in Calabria di 11.000 Nuove Imprese e 20.000 nuovi posti di lavorio, numeri che assumono un'importanza ancora maggiore in una Regione ove l'occupazione rappresenta anche un valido strumento al contrasto della criminalità organizzata.
(4-01450)

LAMORTE e POLIDORI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il sistema delle piccole e medie imprese sta attraversando, in Italia, un momento particolarmente critico soprattutto per le crescenti difficoltà di accesso al credito finanziario;
in particolare, le piccole e medie imprese che operano nella Regione Basilicata sono quasi tutte sottocapitalizzate e molte di esse hanno la necessità di una adeguata ed immediata ristrutturazione finanziaria al fine di garantire la sopravvivenza economica della stessa Regione;
l'applicazione della legge n. 108 del 1996, a favore «delle piccole e medie aziende ad elevato rischio finanziario», ha subìto notevoli restrizioni con riferimento «ai finanziamenti a medio termine e all'incremento di linee di credito a breve termine»;
il sistema bancario, convenzionato con i Consorzi di garanzia per le piccole e medie imprese che operano nel territorio lucano, ha più volte manifestato la disponibilità

a concedere crediti a medio/lungo termine con garanzie a valere anche sulle leggi regionali -:
quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere al fine di rilanciare il settore delle piccole e medie imprese nella Regione Basilicata che, alla luce di quanto esposto, riveste una connotazione del tutto peculiare ed urgente.
(4-01454)

SPECIALE e LUCIANO ROSSI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
l'agricoltura umbra ha necessità assoluta di rafforzare le strutture associative che le sono necessarie per valorizzare le proprie produzioni e nel contempo, per essere competitiva, ha bisogno di fornitura di mezzi tecnici e costi i più bassi possibile;
i due consorzi agrari, di Perugia e Terni, non risulta stiano svolgendo sul mercato le funzioni richieste, che sono, tra l'altro, contemperate negli statuti, ma applicano, a volte, sui mezzi tecnici, prezzi meno convenienti dei commercianti privati, e per nulla incidono sulla valorizzazione delle produzioni;
pur essendoci normative regionali che promuovono anche le aggregazioni dei consorzi agrari con relativi finanziamenti, i due consorzi oltre a non aver sviluppato nessun tipo di integrazione, oggi, con notevole spreco di risorse, si stanno facendo una spietata concorrenza danneggiando, ovviamente, i produttori. C'è di più. Il consorzio di Terni e Rieti, non sapendo per quale ragione, ha ceduto a privati alcune attività che invece gli sono proprie -:
se, alla luce delle questioni elencate, non si ritenga intanto necessario ed urgente provvedere quantomeno alla immediata rimozione degli attuali commissari, per nominare soggetti che possano garantire il rafforzamento e l'accorpamento delle due strutture, in modo che i produttori agricoli umbri possano, quanto prima possibile, contare su di una struttura in grado di difendere efficacemente gli interessi delle loro attività.
(4-01456)

...

Apposizione di una firma ad una risoluzione.

La risoluzione in commissione Martella e altri n. 7-00065, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 23 ottobre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Libè.

Apposizione di firme ad interrogazioni.

La interrogazione a risposta in commissione Ghizzoni n. 5-00381, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 30 settembre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato De Torre.

La interrogazione a risposta in commissione Marco Carra n. 5-00501, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 23 ottobre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Fava.

La interrogazione a risposta in commissione Mariani e altri n. 5-00514, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 27 ottobre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Zamparutti.

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta in Commissione Evangelisti n. 5-00503 del 23 ottobre 2008.

Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore: interpellanza Frassinetti e altri n. 2-00186 del 23 ottobre 2008 in interpellanza urgente n. 2-00194.