XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di giovedì 30 ottobre 2008

TESTO AGGIORNATO AL 7 NOVEMBRE 2008

ATTI DI CONTROLLO

AFFARI ESTERI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri, per sapere - premesso che:
secondo quanto testimoniato dal vescovo cattolico di Erbil, monsignore Rabban al-Qas, «dodicimila cristiani sono in fuga dai villaggi intorno a Mosul» nel Kurdistan iracheno «dove sono cacciati, rapiti, uccisi, obbligati ad abbandonare le loro case» dai fondamentalisti di Al Qaeda;
negli ultimi giorni almeno quattordici cattolici caldei sono stati assassinati durante una vera e propria pulizia etnica;
le autorità civili e lo stesso premier Nouri al-Maliki sono passivi e si limitano a constatare il fenomeno senza intervenire;
le forze militari americane e i responsabili dell'Onu mostrano indifferenza e inerzia dinanzi a questi soprusi;
il Santo Padre Benedetto XVI ha fatto propri questi appelli contro l'ondata di violenza anticristiana in Iraq -:
se questi fatti corrispondano al vero e si abbiano notizie che completino o contraddicano il quadro della situazione appena esposto;
se e come l'Italia intenda intervenire per sensibilizzare il legittimo governo dell'Iraq, le autorità americane e i rappresentanti dell'Onu;
quali passi intenda compiere perché i valori della democrazia e della effettiva libertà di religione, per cui anche soldati e civili italiani hanno versato il sangue, siano affermati in quel contesto e nei Paesi dove le nostre truppe sono state inviate per promuovere pace e diritti umani.
(2-00197)
«Renato Farina, Bruno, Consolo, Speciale, Polidori, Mazzuca, Rainieri, Moles, Mazzoni, Pagano, Dal Lago, Toccafondi, Vignali, Gibelli, Galati, Mario Pepe (PdL), Zacchera, Centemero, Di Centa, Mussolini, Polledri, Vanalli, Comaroli, De Girolamo, Distaso, Capitanio Santolini, Binetti, Volontè, Lainati, Malgieri, Vitali, Oliverio, Marinello, Zorzato, Gioacchino Alfano, Lehner, Sbai, Lunardi, Rivolta, Goisis, Santelli, Moroni, Dell'Elce, Porcu, Dima, Gottardo, Orsini, Munerato».

Interrogazioni a risposta scritta:

MIGLIORI. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro per le politiche europee. - Per sapere - premesso che:
il regime dittatoriale della Birmania minaccia di genocidio la minoranza etnica dei Karen, ubicata nella regione di Dooplaya, e alla quale fin dal 1947 era stata promessa l'autonomia attraverso un trattato internazionale (Trattato di Panglong);
il popolo Karen, costituito da 5 milioni di persone, viene perseguitato da 60 anni, subendo violenze, deportazioni, lavori forzati, stupri, distruzioni di villaggi e raccolti;
va sottolineato come, per le sue caratteristiche etico-sociali, il popolo Karen costituisca un elemento di ordine e sviluppo civile nello scacchiere sud-est-asiatico, dal momento che si oppone alla produzione e al commercio di stupefacenti, protegge l'infanzia dallo sfruttamento sessuale, tutela l'ambiente naturale, impedendo il taglio indiscriminato delle foreste, e rappresenta un modello di pacifica

coesistenza interreligiosa, fra i suoi membri di fede cristiana, buddista e animista;
in quest'ultimo periodo, il governo birmano ha acuito la sua spinta offensiva contro le zone abitate da detta minoranza, coinvolgendo anche alcune strutture della onlus italiana «Comunità Solidarista Popoli», attiva nell'area dal 2001, attraverso opere di assistenza sanitaria e didattica, fra cui la clinica medica «Carlo Terracciano», attaccata militarmente, con conseguente fuga da parte di malati e personale ospedaliero -:
quali iniziative e pressioni politiche e diplomatiche, autonome o in concerto con l'Unione europea e la comunità internazionale, intenda assumere, onde ottenere dal regime birmano il rispetto dei diritti umani, civili e politici, per il popolo Karen.
(4-01488)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
Gratian Gruia, un bambino di origini rumene nato il 21 marzo 2005, il 25 maggio 2007 è stato trovato in condizioni terribili dalla squadra mobile di Roma, perché seviziato dal padre e abbandonato dalla madre;
Gratian Gruia è stato collocato nella casa famiglia «La Valle dei fiori» di via di Valle Aurelia a Roma e il caso assegnato alla dottoressa Simonetta Matone come Pubblico Ministero del Tribunale dei Minori, che il 28 maggio 2008 ha chiesto la decadenza dalla potestà genitoriale di padre e madre (Procedimento numero 1839 del 2007 A.C.). In effetti, entrambi sono stati dichiarati decaduti dalla potestà genitoriale per i gravi maltrattamenti commessi;
è stato poi aperto su richiesta del Pubblico Ministero dinanzi al Tribunale per i minorenni di Roma il procedimento per la declaratoria dello stato di abbandono del piccolo Gratian;
nel corso del giudizio dinanzi al Tribunale di Roma si è costituita la Romania, chiedendo la riconsegna del piccolo. La dottoressa Matone, come pubblico ministero, ha espresso parere contrario, ma ha dovuto abbandonare il caso a causa del suo trasferimento;
l'8 luglio 2008, il Tribunale dei Minori ha accolto la richiesta di rimpatrio e, con una sentenza che, agli interroganti appare non adeguatamente motivata, disposto «la consegna del minore alle autorità rumene per il rimpatrio assistito del minore»;
il 27 ottobre 2008, il piccolo Gratian, disperato dal giorno prima e dopo aver vomitato tutta la notte implorando di essere lasciato nella casa famiglia «La Valle dei fiori» dove è cresciuto, è stato portato in Ambasciata ed è partito per la Romania con dei funzionari rumeni e con un'operatrice della casa famiglia;
solo l'intervento in extremis del capo della segreteria del sindaco di Roma Gianni Alemanno ha consentito il pagamento del biglietto aereo per l'operatrice italiana, pagamento precedentemente rifiutato dal direttore del V Dipartimento del Comune di Roma;
arrivato a Bucarest, il piccolo Gratian sarebbe stato portato via da una persona di sesso maschile, che non parlava italiano, nonostante piangesse a dirotto e si attaccasse con tutte le sue forze alla donna italiana, la quale è stata lasciata sola in aeroporto, non le è stata fornita alcuna assistenza e dopo la notte trascorsa lì ha fatto rientro in Italia;
il bambino non conosce una parola di rumeno ed è attaccatissimo alle persone della Casa Famiglia, con cui è cresciuto;
la sentenza del tribunale dei minori di Roma dell'8 luglio 2008 fa riferimento solo alla richiesta del governo rumeno ed agli accordi bilaterali tra i due Stati, nulla motivando in ordine allo stato di abbandono del minore oggetto del procedimento;


la suddetta sentenza, infatti, non fa riferimento al contesto familiare del piccolo Gratian, la cui nonna è stata arrestata due volte, nel marzo 2007 ad Ancona ed il 25 maggio 2007 a Roma, per le sevizie inflitte al piccolo per farlo piangere ed impietosire i passanti, mentre chiedeva l'elemosina. II primo processo si è concluso con il rinvio a giudizio, il secondo con il patteggiamento e quindi con l'accertamento della responsabilità della stessa. Imponenti sono le testimonianze raccolte dal Capo della squadra mobile di Roma, all'epoca dottor Intini, che verbalizzò i passanti testimoni del fatto;
la sentenza non tiene poi in alcun conto la consulenza tecnica del Centro provinciale Giorgio Fregosi «Tetto Azzurro» (struttura pubblica) che evidenzia come nel bambino siano presenti «importanti segni di disagio psico affettivo caratterizzati da paura, ansia, congelamento ed inibizione massiccia, che riflettono un'evidente condizione post traumatica». Si sottolineava pertanto la necessità «di garantire al minore la stabilità e la continuità delle relazioni con le figure adulte di riferimento, di garantire al minore la stabilità e continuità delle relazioni con i pari, di limitare l'esposizione ad ulteriori fonti di stress». Nella sentenza del tribunale dei minori non una parola vi è in ordine a come vadano affrontate e superate tali gravi e complesse problematiche. La sentenza, come già detto, fa riferimento all'Accordo tra il Governo italiano ed il Governo della Romania, firmato a Roma il 9 giugno 2008, sulla cooperazione per la protezione dei minori romeni non accompagnati presenti sul territorio nazionale, nel quale è espressamente previsto all'articolo 3 che l'Organismo centrale di raccordo per la tutela dei minori comunitari non accompagnati di cui all'articolo 5 deve fornire alla parte romena i dati in suo possesso riguardanti i minori. Viceversa, in base all'accordo, la parte romena porta a conoscenza della parte italiana i risultati degli accertamenti svolti e trasmette alla parte italiana i dati e le informazioni utili in vista del rimpatrio, ove possibile;
ebbene, tale accurata procedura manca completamente nel caso di Gratian Gruia, non vi è menzione in nessun atto del procedimento di tale fondamentale passaggio, che appare essere stato bypassato;
in base all'articolo 3 della Convenzione Onu sui Diritti del Fanciullo, «In tutte le decisioni relative ai fanciulli, di competenza sia delle istituzioni pubbliche o private di assistenza sociale, dei tribunali, delle autorità amministrative o degli organi legislativi, l'interesse superiore del fanciullo deve essere una considerazione preminente» -:
se corrisponda al vero quanto esposto in premessa;
se il rimpatrio di Gratian Gruia sia avvenuto nel rispetto di tutte le Convenzioni Internazionali a difesa dei minori e dei diritti umani e dello stesso Accordo tra il Governo italiano ed il Governo della Romania, firmato a Roma il 9 giugno 2008, sulla cooperazione per la protezione dei minori romeni non accompagni presenti in Italia;
in particolare, se sia stata seguita e rispettata l'accurata procedura prevista dall'Accordo bilaterale che, per quanto riguarda la parte italiana, prevede che l'organismo centrale di raccordo per la tutela dei minori comunitari non accompagnati fornisca la parte romena i dati in suo possesso riguardanti i minori da rimpatriare e, viceversa, alla parte romena di trasmettere alla parte italiana i risultati degli accertamenti svolti e i dati utili in vista del rimpatrio;
per quale motivo non sia stato, consentito agli operatori della casa famiglia di accompagnare Gratian in Romania e di aiutarlo ad «acclimatarsi» nel nuovo ambiente, come accade in tutti i paesi civili del mondo quando si procede ad un'adozione internazionale, cioè non strappando mai un bambino dal suo ambiente, ma procedendo per gradi e favorendo, attraverso il soggiorno delle coppie adottive nel paese di residenza, la conoscenza da parte del bambino del nuovo ambiente in cui si troverà a vivere;
in quali condizioni si trovi attualmente il minore - in particolare, a chi sia stato affidato, in quale struttura è accolto e quale tipo di cura o trattamento gli è assicurata - e se tali condizioni corrispondano pienamente al sistema di tutele stabilite dalla Convenzione Onu sui Diritti del Fanciullo, in particolare quelle volte a consentire il suo sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale e sociale;
cosa intenda fare in caso contrario e, in tal caso, se non sia opportuno chiedere alle Autorità romene la riconsegna del piccolo Gratian perché sia riaffidato alla casa famiglia dove è cresciuto, tenuto conto anche di eventuali violazioni delle garanzie e delle procedure previste nei casi di espatrio dall'Accordo bilateria Itali-Romania sulla cooperazione per la protezione dei minori romeni non accompagnati presenti sul territorio razionale;
se il Ministro intenda assumere le opportune iniziative ispettive presso il tribunale dei minori di Roma anche per accertare se si siano verificati casi analoghi a quello del piccolo Gratian e cosa intenda fare per assicurare che l'espatrio di minori avvenga nel più rigoroso rispetto delle garazie e delle procedure stabilite dalle Convenzioni internazionali e dai patti bilaterali.
(4-01499)

...

BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

REALACCI, FONTANELLI, VENTURA, NACCARATO, GIACOMELLI, MIOTTO, GHIZZONI, MARIANI, GATTI, FRONER e TOCCI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
nel 2009 ricorre il quarto centenario delle prime osservazioni astronomiche con un cannocchiale, che consentirono a Galileo Galilei di verificare, attraverso fondamentali scoperte scientifiche (quali la natura montuosa della Luna, i quattro satelliti di Giove e stelle prima sconosciute), la validità del sistema copernicano;
raccogliendo anche le sollecitazioni delle istituzioni culturali e scientifiche italiane e l'appello rivolto dall'Unione astronomica internazionale al nostro Paese, il 2009 è stato scelto come anno dedicato alla celebrazione degli studi della vita e delle opere dello studioso pisano che ha inciso in maniera decisiva sul cambiamento del pensiero e della vita degli uomini, come scienziato, ma anche come filosofo e letterato;
Galileo Galilei è considerato da molti il padre del pensiero scientifico moderno, un personaggio al quale la cultura scientifica deve moltissimo. Per la sua modernità, la sua grandezza e la straordinaria importanza delle sue scoperte Galilei è uno degli italiani più noti e celebrati al mondo;
la vita di Galileo Galilei si è snodata fra tre importantissime città d'arte e di cultura: Pisa, Firenze e Padova, che sono individuate quali sedi principali delle iniziative legate all'anno di Galileo;

con decreto ministeriale del 27 aprile 2006 è stato istituito il «Comitato Nazionale per le celebrazioni del IV centenario dell'invenzione del cannocchiale di Galileo Galilei», presieduto dal professor Edoardo Vesentini, al quale è affidato il compito di individuare e di organizzare tutti gli eventi dell'anno galileiano che avrà formalmente inizio nel gennaio del 2009;
si deve considerare, altresì, che le celebrazioni per l'anno galileiano oltre ad essere un fondamentale tributo ad uno dei maggiori personaggi della cultura e della scienza italiana, potranno rappresentare un'importante occasione per sviluppare eventi di interesse internazionale ed il relativo indotto sia di carattere culturale e scientifico sia di promozione turistica;
nella seduta della Camera del 15 dicembre 2007 il Governo ha accolto come raccomandazione un o.d.g. che impegnava l'esecutivo a individuare un «contributo straordinario volto a sostenere le iniziative dell'anniversario» -:
quali azioni il Ministro per i beni e le attività culturali, vista l'imminenza della scadenza, abbia già intrapreso o intenda intraprendere per coordinare, promuovere e organizzare gli eventi legati all'anno galileiano, interessando anche il Comitato preposto, le Regioni e le istituzioni locali coinvolte, i Ministeri interessati dall'evento e quali fondi abbia disposto per gestire le attività connesse.
(5-00545)

...

DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:

BORDO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
la produzione agricola della provincia di Foggia è pari a quella dell'intero Molise o dell'intera Basilicata, e la stessa area è leader nazionale per la produzione di grano duro, pomodoro da industria e alcune varietà di ortofrutta;
nell'area industriale di Foggia è allocato il più importante pastificio del Gruppo Barilla, dopo quello storico di Parma, mentre sono in fase di ultimazione i lavori di costruzione del più grande impianto di trasformazione di pomodoro del Sud dell'Italia;
l'articolo 11 del decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248 (cosiddetto «Milleproroghe») prevede che, a decorrere dal 15 gennaio 2008, sia istituita l'Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare, con sede in Foggia;
l'accresciuta sensibilità sociale verso il tema della sicurezza elementare determina una più ampia e costante azione dello Stato in difesa dei diritti consumatori e degli interessi delle imprese rispettose delle normative nazionali e comunitarie -:
se il Governo ritiene opportuno istituire nella provincia di Foggia una sezione dei Nuclei Antisofisticazione dell'Arma dei Carabinieri, sopperendo, in tal modo, alle difficoltà logistiche e operative determinate dalla distanza della centrale operativa di Bari.
(4-01491)

...

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta scritta:

PAOLO RUSSO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il signor Marotta Nicola, nato a Nola il 10 giugno 1970 affetto da sindrome di Pickwick è stato riconosciuto invalido con totale e permanente inabilità lavorativa al 100 per cento (codice 04 - 100 per cento) con decreto n. 1599 del 2005 della II Commissione del Distretto 73 ASL Napoli

4, riconoscimento confermato dalla Commissione medica provinciale di verifica del Ministero dell'economia e delle finanze (pratica 004934/1 dell'11 gennaio 2007);
di conseguenza il predetto risulta titolare di un assegno mensile di euro 243,00 che corrisponde all'importo che viene riconosciuto anche a chi risulta invalido al 75 per cento, il quale invece può ancora in qualche modo lavorare;
allo stesso signor Marotta, comunque, nonostante l'invalidità al 100 per cento e la conseguente inabilità al lavoro è preclusa la possibilità di percepire sia gli assegni familiari sia l'indennità di accompagnamento poiché per il tipo di malattia risulta che possa compiere «gli atti quotidiani della vita» -:
se non ritenga opportuno intervenire per modificare la normativa di riferimento in modo da differenziare l'assegno di invalidità in progressione col livello d'invalidità e d'inabilità e riconoscere gli assegni familiari a chi è inabile al 100 per cento;
quali ulteriori provvedimenti intenda adottare, nello specifico, per consentire ai soggetti affetti da sindrome di Pickwick e che risultano invalidi al 100 per cento di beneficiare anche dell'indennità di accompagnamento.
(4-01490)

...

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta orale:

VIETTI e RAO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
secondo quanto denunciato il 23 ottobre 2008 dal Corriere della Sera, nei penitenziari di Busto Arsizio, Varese, Monza e Milano-San Vittore sono state riscontrate dalla Asl situazioni di particolare criticità, collegate sia all'ampio superamento della capienza tollerabile che alle pessime condizioni igieniche;
a Monza le frequenti infiltrazioni d'acqua, e più ancora la presenza di scarafaggi nelle celle (dove un detenuto su tre dorme su materassi direttamente adagiati sul pavimento) rendono fisicamente e psicologicamente insostenibile l'espiazione della pena, nonostante l'indiscusso impegno del personale;
il secondo e quarto reparto di San Vittore sono chiusi senza prospettive d'inizio dei lavori, né come date né come finanziamenti deliberati: di conseguenza, il sovraffollamento si scarica soprattutto sul sesto raggio, prevalentemente occupato da extracomunitari, con celle di tre metri per due con doppi letti a castello, quindi con sei detenuti che non riescono a stare tutti in piedi contemporaneamente;
inoltre, sempre in base alla documentazione fornita dai rapporti dell'Asl, espressamente richiesti dal neopresidente del Tribunale di Sorveglianza di Milano, posti alla valutazione anche della Regione Lombardia e del Ministero della salute, i servizi igienici sono inadeguati e del tutto assenti risultano gli spazi destinati alla socialità;
non certo migliori sono le condizioni del carcere delle Vallette di Torino che, potendo ospitare un massimo di 920 detenuti, ne conta invece 1.445, vale a dire 525 più della possibile capienza (più del 50 per cento);
secondo quanto riportato il 21 ottobre 2008 dal quotidiano La Stampa, il penitenziario sarebbe ridotto nelle stesse condizioni di sovraffollamento, se non peggiori, di prima dell'ultimo provvedimento di indulto;
da diversi giorni, infatti, cinquanta detenuti si dividerebbero addirittura quattro stanze. Quaranta di loro - italiani e stranieri - dormirebbero per terra in tre camere di sicurezza, destinate ai nuovi arrivati e utilizzate per le operazioni di matricola e casellario, mentre gli altri dieci, stranieri, sarebbero ospiti fissi dell'infermeria;

le condizioni suddette sono in gran parte addebitabili alla mancanza di organico: ci sono almeno 250 agenti di polizia penitenziaria in meno rispetto a quelli che servono a coprire i servizi tra le mura carcerarie (circa 1.000);
quanto denunciato costituisce una palese violazione dei principi della Carta costituzionale, in particolare dell'articolo 32 che tutela la salute come «fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività» e dell'articolo 27 secondo il quale «le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato»;
lo stesso ordinamento penitenziario del 1975 stabilisce (articolo 69) che tra le competenze del magistrato di sorveglianza vi sia anche quella di «prospettare al Ministro le esigenze dei vari servizi, con particolare riguardo all'attuazione del trattamento rieducativo» -:
quali incisive ed urgenti strategie di intervento intenda adottare, non solo ai fini di un rapido decongestionamento delle strutture menzionate, ma anche per migliorare le precarie condizioni igienico-sanitarie segnalate e valorizzare l'apporto degli agenti e del personale specializzato preposto al funzionamento degli istituti penitenziari e al rapporto con i detenuti.
(3-00208)

Interrogazione a risposta scritta:

LEHNER. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi la Procura della Repubblica di Torino ha chiesto ed ottenuto dal Gip l'emissione di quattro ordinanze di custodia cautelare (tre in carcere, una ai domiciliari) nell'ambito di un'inchiesta relativa alle vicende dell'azienda Amiat che si occupa della raccolta dei rifiuti nella città di Torino;
è successivamente emerso che il reato contestato agli arrestati - istigazione alla corruzione - non prevede la custodia cautelare. Ciò ha determinato la precipitosa retromarcia dei giudici che hanno scarcerato dopo una dozzina di ore gli indagati;
il clamoroso errore giudiziario - che ha cagionato un'oggettiva ingiusta detenzione di quattro persone - è stato ammesso dal Pubblico Ministero e dal Gip -:
quali iniziative di competenza intenda intraprendere il Ministro a fronte dei fatti esposti in premessa.
(4-01496)

...

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta scritta:

GALLETTI e RUGGERI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
è trascorso, ormai, un anno dalla conversione in legge del decreto 31 gennaio 2007, n. 7 (cosiddetto decreto Bersani), convertito, nella legge n. 40 del 2 aprile 2007, che liberalizzava anche il settore delle autoscuole;
molteplici sono state le difficoltà che si sono generate dopo la divulgazione della suddetta legge, e che continuano a far soffrire il settore autoscuole, sia per la mancanza di personale da avviare all'attività di istruttori di scuola guida, sia per la perdita di posti di lavoro da parte di giovani che intendono avviarsi verso questa professione;
sempre nella suddetta legge, all'articolo 10, comma 5-septies, si annunciava che sarebbe stato emesso un decreto entro novanta giorni, che provvedeva a fissare le nuove regole per l'esame di abilitazione per insegnanti e istruttori di scuola guida;
inoltre, sempre all'articolo 10, comma 5-novies, entro sei mesi si sarebbe

dovuta emanare una o più direttive che avrebbero regolamentato l'attività dell'esercizio di autoscuola;
infine, all'articolo 10, comma 5-decies, si prevedeva, sempre, entro novanta giorni, un decreto che avrebbe stabilito un modello unificato di tariffe trasparenti;
pertanto la legge n. 40 ha liberalizzato il settore, permettendo nuove aperture di autoscuole in regime di DIA, ma non lo ha regolamentato, di fatto bloccando l'accesso alla professione di istruttore di scuola guida -:
se il Ministro interrogato intenda, in tempi brevi, emanare gli atti in cui premessa per evitare di mettere ancora di più in crisi questa categoria già fortemente penalizzata.
(4-01492)

...

INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:

BORDO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 31 ottobre del 2002, una vasta area al confine tra il Molise e la Puglia veniva colpita da un terremoto che provocò lutti e distruzioni;
a distanza di 6 anni, i sindaci dei Comuni pugliesi, dove sono stati registrati i danni più ingenti, denunciano i ritardi con cui procedono i programmi di ricostruzione del patrimonio pubblico e privato a causa della incerta disponibilità dei fondi stanziati dal Governo negli anni precedenti; al punto che, ad oggi, lamentano di non aver ancora ricevuto il contributo previsto per il 2008;
gli stessi Comuni denunciano il trasferimento solo parziale delle risorse assegnate a compensazione dei tributi locali non versati dai residenti, così come stabilito con ordinanza dalla Presidenza del Consiglio dei ministri nell'immediatezza degli eventi;
a seguito della conversione in legge del decreto legge n. 112 del 25 giugno 2008, al 30 giugno 2008 è stata anticipata la sospensione dei termini per gli adempimenti degli obblighi tributari, provocando difficoltà di natura finanziaria alle piccole imprese locali, comprese quelle impegnate nella ricostruzione -:
come e se il Governo intenda agire per:
a) garantire un ordinato e razionale flusso di cassa in favore dei Comuni colpiti dal sisma del 31 ottobre 2002;
b) adottare misure di intervento straordinario in favore delle piccole e piccolissime imprese locali, anche stanziando un apposito fondo;
c) assumere iniziative normative dirette a disciplinare la ricostruzione mediante una legge ordinaria, e con carattere di prevedibilità e di continuità, piuttosto che mediante provvedimenti aventi cadenza annuale.
(5-00552)

Interrogazione a risposta scritta:

BOCCIARDO e BARANI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella seduta del consiglio comunale di Vanzago tenutasi il 30 giugno 2008 il Sindaco aveva posto all'ordine del giorno una deliberazione riguardante il progetto definitivo dell'opera stradale denominata «completamento della strada provinciale n. 172 Baggio-Nerviano» ed avente ad oggetto: 1) la presa d'atto della documentazione tecnica; 2) la presa d'atto della necessità di una ulteriore variante di P.R.G.; 3) la delega dei poteri del Consiglio Comunale al Sindaco per procedere alla partecipazione di una convocanda conferenza di servizi e porre in essere gli atti necessari;

alcuni consiglieri comunali hanno sollevato una giusta questione di legittimità laddove hanno rilevato che essendo i poteri del Consiglio Comunale di ordine generale e di indirizzo gli stessi non potevano essere oggetto di delega ad altri organi;
il vigente testo unico degli Enti Locali (legge 267/00) all'articolo 42, definisce le materie riservate al consiglio Comunale e al comma 4 specifica che in tali materie non possono agire «in via di urgenza» altri organi, fatta salva l'ipotesi delle variazioni di bilancio;
lo stesso regolamento del Consiglio comunale di Vanzago, all'articolo 65 comma 3 conferma la previsione di legge che riconosce come unica eccezione alla surroga di altri organi del Consiglio Comunale, quella delle variazioni di bilancio;
all'articolo 34 comma 5 del testo unico degli Enti Locali, che tratta di accordi di programma stabilisce chiaramente che «ove l'accordo comporti variazioni degli strumenti urbanistici, l'adesione del sindaco allo stesso deve essere ratificata dal consiglio comunale entro trenta giorni a pena di decadenza»;
il Sindaco interpellato sulla questione, sentito anche il Segretario Comunale, ha risposto che il Comune di Vanzago stava seguendo pedissequamente le direttive impartite dalla Provincia di Milano (altro Ente che insieme ai comuni di Vanzago, Pregnana e Rho, pongono in essere l'accordo di programma) e che pertanto la procedura «doveva ritenersi legalmente corretta»;
nonostante le questioni sollevate da alcuni consiglieri sulla illegittimità della delibera 32/08 del Consiglio Comunale di Vanzago, la maggioranza dei consiglieri approvava la delibera, munendola altresì di immediata esecutività;
i sottoscrittori della presente interrogazione ritengono che la delibera consiliare mostri evidenti profili di illegittimità con l'aggravante che se dovesse passare il principio della delegabilità dei poteri del consiglio comunale ad altri organi, si assisterebbe alla caduta del sistema democratico -:
se e quali iniziative il Governo intenda adottare per porre immediato rimedio a tale situazione in ordine all'esistenza di motivazioni che consentano al Prefetto di Milano l'immediata attivazione della procedura ex articolo 138 del Testo unico degli enti locali per il grave caso del Comune di Vanzago.
(4-01498)

...

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
da notizie apparse sulla stampa, il figlio Renzo del Ministro delle riforme e Segretario federale della Lega Nord Padania, onorevole Umberto Bossi, dopo essere stato bocciato per ben due volte come privatista, all'esame di maturità presso il Collegio Bentivoglio di Tradate (Varese), ha proposto ricorso al TAR della Lombardia contro il giudizio negativo della Commissione d'esami;
prima e a prescindere da qualunque decisione da parte dell'organo giurisdizionale, il Ministero della pubblica istruzione ha deciso di riconvocare d'ufficio gli insegnanti della Commissione esaminatrice per il 13 ottobre 2008 al fine di riesaminare l'esame del predetto studente Renzo Bossi; la riunione è stata aggiornata a fine novembre per l'assenza giustificata di uno dei Commissari;
il predetto intervento del Ministero è antecedente ad ogni pronunzia del TAR e pare in netta contrapposizione con la prassi consolidata in casi analoghi secondo lo stesso Dirigente scolastico del collegio Bentivoglio, don Gaetano Caracciolo, che

ha pubblicamente commentato che «è un caso che, almeno da noi, non si era mai verificato»;
stridente è la contraddizione tra l'apparente trattamento di favore applicato al caso Bossi rispetto alla politica scolastica di rigore, anche riferita ai tagli alle risorse destinate al settore scolastico, attuata dal Ministro della pubblica istruzione quanto al voto in condotta, al maestro unico e all'insegnamento dell'educazione civica, che trova un pilastro ineludibile nel diritto di uguaglianza dei cittadini -:
se il Ministro interrogato non ritenga opportuno revocare la riconvocazione della predetta Commissione d'esami, presso il Collegio Bentivoglio di Tradate (Varese), in attesa della pronuncia giurisdizionale e se non ritenga più opportuno per ragioni di merito, di rispetto del ruolo della Magistratura, di trasparenza e di imparzialità della Pubblica Amministrazione, conformarsi al futuro pronunciamento del TAR della Lombardia già adito con il ricorso giurisdizionale proposto.
(2-00198)
«Monai, Piffari, Rota, Cambursano, Cimadoro, Borghesi, Paladini».

Interrogazioni a risposta in Commissione:

MARCO CARRA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il 22 ottobre 2008 si è tenuta, presso la Regione Lombardia, una riunione del «Tavolo Tecnico», alla sola presenza di funzionari della Regione stessa e delle Province lombarde, per avviare il percorso di attuazione del decreto-legge n. 112 del 2008 convertito con modificazioni dalla legge n. 133 del 2008;
in quella sede, i funzionari della Regione hanno comunicato gli orientamenti assunti relativamente alle ipotesi di chiusura di strutture scolastiche in provincia di Mantova;
le strutture scolastiche a rischio di chiusura sono gli istituti superiori Itis di Castelgoffredo ed Ipsia di Sermide e le scuole primarie di Mariana Mantovana, Cesole di Marcaria, Pozzolo di Marmirolo, Pieve di Coriano, Quingentole, Felonica, Breda Cisoni di Sabbioneta, Casaletto di Viadana, San Giovanni del Dosso e Schivenoglia;
tali orientamenti stanno suscitando una unanime preoccupazione non solo nelle comunità oggetto di queste ipotesi di chiusura, ma anche nell'insieme del territorio provinciale -:
se il Ministro sia a conoscenza dei criteri e dei presupposti normativi in base ai quali la regione Lombardia sta ipotizzando la chiusura di tali strutture scolastiche.
(5-00547)

CAVALLARO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
intervenendo ad una conferenza stampa tenutasi a Palazzo Chigi in data 22 ottobre 2008, riportata da molte agenzie di stampa (AGI, DIRE, APC, Velino) e conseguentemente da molti organi di stampa nazionali e locali, fra cui le cronache locali della provincia di Macerata e delle Marche nei giorni successivi dei quotidiani Il Corriere Adriatico, Il Messaggero, Il Resto del Carlino il Ministro della pubblica istruzione nel difendere la necessità della riforma del sistema universitario in corso di discussione in Parlamento risulta abbia citato negativamente il caso dell'università di Camerino e specificamente, secondo la citazione apparentemente testuale ad esempio dell'agenzia AGI, simile a quella di tutte le altre agenzia di stampa, avrebbe dichiarato che cinque importanti università hanno buchi di bilancio enormi (Siena, Firenze, Pisa, Camerino, Urbino) «che avrebbero portato, se fossero state aziende, al licenziamento in tronco di chi le ha gestite per tanti anni»;
in realtà, come risulta inequivocabilmente dai dati diffusi dopo tali dichiarazioni

dall'Università di Camerino, si tratta almeno di un evidente e grossolano equivoco, trattandosi di uno dei due atenei italiani che adottano la contabilità economica e non quella finanziaria, e pertanto in grado di offrire un quadro più dettagliato ed analitico della condizione economico-finanziaria dell'Ateneo;
da tali dati non solo non risulta alcun disavanzo o deficit, ma anzi l'Università di Camerino presenta un avanzo di amministrazione nel consuntivo 2007 per euro 5.437.024 e tutti gli altri parametri attestano un buono stato di salute dell'Università, mentre fanno piuttosto rilevare come l'Università di Camerino abbia necessità, per l'eccellenza della ricerca scientifica che svolge in molti campi e per la qualità della didattica e dei servizi del diritto allo studio universitario che eroga, di maggiori risorse finanziarie rispetto a quelle ora trasferite dal Ministero e che non rappresentano un giusto equilibrio anche con riferimento ad altri atenei italiani e stranieri -:
se le dichiarazioni riferite dai mezzi di comunicazione corrispondano a quanto effettivamente affermato dal Ministro;
in caso di corrispondenza, su quali elementi e su quali dati si sia basato il Ministro nell'esprimere un giudizio tanto pesantemente negativo;
se alla luce delle premesse e dei dati effettivi il Ministro non intenda piuttosto prendere atto della situazione dell'Università di Camerino, ben diversa da quanto prospettato e, tenuto conto anche del grave danno che le dichiarazioni rese hanno causato e sono suscettibili ancora di causare, quali iniziative intenda assumere al fine di ristabilire la verità e di sostenere adeguatamente il meritorio impegno scientifico e didattico dell'Università di Camerino.
(5-00548)

VANNUCCI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
gli organi di stampa nei giorni scorsi hanno dato conto di dichiarazioni del Ministro della pubblica istruzione riferite al sistema universitario nazionale;
in particolare il Ministro nel difendere la necessità di una riforma del sistema Universitario sembra abbia citato negativamente il caso di cinque atenei italiani fra i quali Urbino che avrebbero conti in disordine e poca chiarezza nei bilanci;
l'Università degli Studi di Urbino «Carlo Bo» che ha festeggiato i 500 anni di attività nell'anno 2006 è entrata nel novero delle università statali il 22 giugno 2007, data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto ministeriale 22 dicembre 2006;
la statalizzazione era subordinata alla sottoscrizione di un'intesa programmatica (sottoscritta il 16 aprile 2007) e all'approvazione del piano programmatico per il risanamento economico-finanziario (avvenuta con decreto interministeriale 1o marzo 2007);
tale piano esponeva il disavanzo di amministrazione accumulato negli anni precedenti e disegnava un percorso per il riequilibrio di bilancio;
il percorso viene puntualmente seguito ed i risultati ottenuti sono migliori delle previsioni;
il bilancio consuntivo 2007, si è chiuso con un utile d'esercizio finanziario di 5,7 milioni di euro, riducendo il disavanzo di amministrazione di oltre 8 milioni di euro in un solo anno e portandolo a 13 milioni contro i previsti 18,7;
a seguito del citato piano economico si è svolta una politica di rigoroso contenimento della spesa che ha portato in più esercizi a una riduzione di 59 unità di personale docente e di 62 unità di personale tecnico-amministrativo -:
se le dichiarazioni riferite corrispondano alle cose realmente dette dal Ministro in caso di corrispondenza su quali elementi si sia basato il giudizio del Ministro;

se alla luce delle premesse il Ministro intenda confermare e sostenere il percorso di risanamento in corso per l'Università di Urbino a seguito del Decreto di statalizzazione.
(5-00549)

Interrogazioni a risposta scritta:

MUSSOLINI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per conoscere - premesso che:
nei giorni scorsi, in Roma presso il liceo classico statale «Augusto», in prossimità delle elezioni periodiche degli istituti superiori, è stata bocciata l'ammissione della lista facente riferimento alla organizzazione giovanile denominata AIR - Area Identitaria Romana;
tale circostanza ha generato le legittime proteste dei rappresentanti della lista, i quali hanno denunciato un pregiudizio nei loro confronti da parte della preside dell'istituto nonché palesi irregolarità nel procedimento di ammissione delle liste;
a ciò si sarebbe aggiunto il grave comportamento che avrebbe portato la preside a denunciare per diffamazione i rappresentanti della lista;
qualora le circostanze e i fatti così ricostruiti e riportati anche dagli organi di informazione corrispondessero al vero ci troveremmo di fronte ad un comportamento molto grave da parte della preside dell'istituto -:
quali iniziative intenda intraprendere il ministro interrogato per verificare quanto realmente accaduto presso il liceo classico statale «Augusto» di Roma in relazione ai fatti sopra descritti.
(4-01489)

GARAGNANI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il disegno di legge di conversione del decreto-legge di riforma della scuola è stato approvato in via definitiva ma a Bologna ed in genere in Emilia Romagna vi è un clima irriducibile di ideologizzazione e di contestazione radicale delle riforme da parte della sinistra in genere e di settori del corpo docente;
è conseguenza di un clima generalizzato di pressione ideologica «diretta ed indiretta» nei confronti di famiglie e docenti non schierati contro la riforma anche una comunicazione diramata dal dirigente scolastico di un istituto comprensivo di Bologna in cui si ravvisano, a parere dell'interrogante, forme di pressione indiretta nei confronti di chi non aderisce alla manifestazione di sciopero indetta per il 30 ottobre dichiarando la chiusura dei plessi scolastici per «adesione massima del personale» -:
quali iniziative intenda intraprendere per garantire, nel corso dei prossimi mesi, l'ordinato svolgimento delle lezioni ed una corretta attuazione della riforma che entrerà in vigore il prossimo anno scolastico responsabilizzando maggiormente il ruolo delle direzioni scolastiche regionale e provinciali dell'Emilia Romagna ed utilizzando lo strumento delle ispezioni.
(4-01497)

...

LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

CODURELLI e MATTESINI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
in Italia, secondo i dati forniti dall'Ipasvi (Federazione Nazionale Collegi Infermieri), mancano 40 mila infermieri. Carenza confermata anche dai parametri dell'OCSE, che definiscono il rapporto ottimale tra infermieri e abitanti in 7 ogni 1000, mentre in Italia il rapporto infermieri-abitanti è di 5,4 ogni 1000, e in Europa è di 8,2;

in Lombardia gli infermieri iscritti all'Albo sono 51.600, cioè circa 5 ogni 1000 abitanti, per raggiungere il parametro stabilito dall'OCSE mancano all'appello ben 12.800 figure con questa professionalità ed in particolare, nella provincia di Lecco si registra un'allarmante carenza di infermieri, come più volte dichiarato dalla Direzione generale dell'Azienda ospedaliera territoriale e, nel principale ospedale della provincia di Lecco si è fatto addirittura ricorso, appaltando un intero reparto, a personale infermieristico «esterno», ossia proveniente da Paesi esteri (Europa dell'Est o Nord-Africa), non senza suscitare polemiche e resistenze da parte degli utenti, nonché limiti nella piena funzionalità organizzativa, dovuti alla difficoltà di comprensione della lingua e della omogeneità delle esperienze;
si tratta, ad ogni modo, di un'emergenza comune a quasi tutte le regioni italiane, ragion per cui quei flussi di personale specializzato che partono dal Sud non riescono ad arrivare nelle province del Nord Italia perché assorbite dalle regioni del Centro;
rispetto al passato la professione dell'infermiere è diventata meno-attraente e non esiste più quel riconoscimento sociale che un tempo gratificava tali operatori, a ciò, si deve poi aggiungere il fatto che le retribuzioni sono piuttosto basse e si verificano casi di emigrazione verso altri paesi confinanti, come la Svizzera dove, tale professione è sicuramente meglio retribuita;
l'infermiere, oggi, è un professionista che consegue il proprio titolo dopo una laurea triennale e per l'esercizio della stessa deve essere iscritto all'albo;
nonostante la carenza di infermieri, si è registrato negli ultimi 5 anni un aumento del 31,4 per cento nelle immatricolazioni ai corsi di laurea infermieristica anche se i posti messi a disposizione, per tali corsi di laurea a numero chiuso, sono di gran lunga inferiori alle richieste di iscrizioni ed i 7 mila laureati all'anno non riescono a coprire il turn-over fisiologico tra chi entra nel mondo del lavoro e chi va in pensione, si stima, infatti, che ogni anno vadano in pensione 2800 infermieri;
nella regione Lombardia, dove maggiormente vi è questa carenza di personale infermieristico, ogni anno la Regione stessa, il Collegio degli infermieri e i Presidi dei corsi di laurea per infermieri e personale sanitario non medico si riuniscono per stabilire il numero dei corsi da tenere in tutta la regione e da questo tavolo emerge un fabbisogno di questa figura professionale che non trova mai una corrispondenza numerica nei corsi che vengono programmati nelle università, adducendo il pretesto che non sia opportuno investire in una specialità non molto frequentata. Di conseguenza nei sette atenei lombardi sono messi a disposizione solo 1800 posti a fronte di una reale necessità di circa 13.000 infermieri negli ospedali della Regione -:
se - ferme restando le competenze delle regioni - non si ritenga necessario provvedere a questa grave carenza favorendo una politica d'incremento delle assunzioni di personale infermieristico stanziando a livello nazionale risorse finanziarie adeguate affinché i livelli contrattuali per tale personale del settore pubblico siano soddisfacenti e in grado di competere con l'offerta delle strutture private;
se non si ritenga opportuno promuovere con determinazione al tavolo Stato- Regioni un protocollo sulla appropriatezza delle prestazioni sanitarie col quale il ricorso alle prestazioni esterne in situazioni d'emergenza, deve avvenire in casi straordinari e senza scomporre in tempi rapidi interi reparti ospedalieri, bensì prevedendo che l'inserimento di figure professionali interinali avvenga in organici composti prevalentemente da dipendenti e con una modalità totalmente funzionali all'esistente organizzazione del presidio.
(5-00551)

MANCUSO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
con la riorganizzazione degli enti agricoli (L.R. Sardegna 13/2006) l'Assessorato Regionale dell'Agricoltura ha ritenuto necessario di affidare all'agenzia Laore Sardegna il compito di coordinare le attività dell'A.R.A. Sardegna;
in questo ambito all'A.R.A. Sardegna è affidato il compito di attivare il programma operativo di Assistenza Tecnica, mirato ad apportare miglioramenti nella principale filiera produttiva sarda per raggiungere il duplice scopo di consentire la produzione di formaggi di alta qualità, nonché di retribuire adeguatamente i produttori per i costi da sopportare per produrre ad alti livelli;
per garantire lo svolgimento di questo programma operativo vengono utilizzati fondi pubblici che consentono solo agli allevatori associati all'A.R.A. Sardegna di ricevere alcune prestazioni professionali medico-veterinario gratuite ed altre vengono garantite a fronte del pagamento di un ticket;
si tratta di una grave distorsione del mercato e della libera professione medico- veterinaria, che da anni ha portato alla mortificazione ed all'imbarbarimento della professione stessa, nell'isola non può esistere una medicina-veterinaria «sarda», che di fatto taglia fuori i liberi professionisti non convenzionati con A.R.A. Sardegna;
assurdamente, tra i «servizi a pagamento», viene elencata la voce «prescrizione e registrazione farmacologia» che ovviamente non può esser disgiunta da una visita clinica e da una diagnosi -:
quali misure il Governo intenda adottare - anche attivandosi presso la Federazione nazionale ordini veterinari italiani - perché sia ripristinata in Sardegna una normale interazione tra allevatori e medici veterinari libero professionisti, basata sulla qualità delle prestazioni che attivi una dinamica virtuosa che consenta di eliminare una evidente distorsione del mercato ed un conseguente imbarbarimento e mortificazione della professione medico-veterinaria;
quali misure intenda adottare il Governo affinché le A.P.A. e l'A.R.A. della Sardegna rispettino quanto previsto all'articolo 12 della legge n. 136 del 1991;
se non intenda richiedere all'autorità antitrust lo svolgimento di una indagine conoscitiva ai sensi dell'articolo 12 della legge n. 287 del 1990.
(5-00553)

Interrogazione a risposta scritta:

ANGELA NAPOLI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'intero settore della Sanità calabrese versa in una pesantissima situazione di degrado economico-finanziario, che rende difficile garantire l'effettivo diritto alla salute per tutti i cittadini;
ad avviso dell'interrogante si renderebbe indispensabile inviare ispezioni ai sensi dell'articolo 28 della Finanziaria per il 1999 e dell'articolo 28 della Finanziaria per il 2003, in particolare presso le ASP di Crotone e Vibo Valentia per accertare le cause e le responsabilità del degrado citato, riscontrabili sia sotto l'aspetto delle strutture, della sicurezza e salubrità delle stesse, e nonché sulla validità dei titoli e dei requisiti del personale che svolge la propria opera all'interno;
ad esempio l'ASP di Crotone, al 31 dicembre 2006, registrava una perdita di quasi 34 milioni di euro, per la quale il collegio sindacale nell'esprimere un giudizio negativo ha richiesto l'attenzione e l'intervento della Giunta Regionale;
la perdita del 2006, accomunata con quella degli anni precedenti, ammonta a circa 200 milioni di euro;

peraltro dalle documentazioni si evidenziano grosse discrasie tra le perdite individuate dalla Corte dei Conti regionale e quelle trasmesse nel conto economico alla Regione;
naturalmente l'esosità della perdita in carico all'ASP di Crotone è frutto, ad avviso dell'interrogante, di una mancata oculata gestione amministrativa, supportata da un mancato controllo nel merito da parte della Regione Calabria sull'attuazione del piano per il rientro del disavanzo;
nonostante la deficitaria situazione la ex ASL n. 5, oggi divenuta ASP di Crotone, ha indetto ed espletato alcuni concorsi interni riservati per titoli ed esami, per complessivi 14 posti di dirigenti (n. 10 dirigente amministrativo, n. 3 di dirigente avvocato e n. 1 di dirigente architetto) ed ha, altresì nominato i vincitori;
l'Ispettorato generale per gli ordinamenti del personale, Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, del Ministero dell'Economia e delle Finanze, con nota prot. n. 114424 del 3 ottobre 2008, indirizzata al Collegio sindacale dell'ASP di Crotone, ha evidenziato perplessità sul citato concorso a causa della mancanza dei requisiti (a norma dell'articolo 70 del decreto del Presidente della Repubblica n. 483 del 1997» di ammissione al bando da parte dei concorrenti, alcuni dei quali risultano vincitori;
il segretario provinciale Cisal Sanità di Crotone ha altresì segnalato che nell'ASP in questione «è divenuta quasi prassi costante, in contrasto con le normative vigenti, che il personale facente parte dell'ASP di Crotone accumula ferie maturate negli anni e mai godute per far si che al momento del collocamento a riposo detti giorni di ferie maturati vengano contabilizzati e liquidati, senza che le leggi in materia lo consentano» -:
se non ritenga necessario ed urgente monitorare, attraverso un'adeguata indagine ispettiva e contabile, la gravità della situazione esistente nell'ASP di Crotone;
quali iniziative i Ministri interrogati intendano assumere per accompagnare l'opera di razionalizzazione della spesa sanitaria in Calabria e in particolare quali urgenti iniziative intendano assumere con riferimento alla pesante situazione che grava sull'ASP di Crotone.
(4-01494)

...

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazioni a risposta in Commissione:

ALLASIA. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la situazione della «Carrozzeria Bertone» è sempre più critica e, ad oggi, appare priva di un reale sbocco produttivo;
gli eventi in atto presso l'azienda piemontese stanno mettendo in stato di forte agitazione i lavoratori, circa 1.177 dipendenti che potrebbero subire un ridimensionamento, soprattutto nel settore manifatturiero;
prima che la situazione evolva inesorabilmente verso esiti ancor più drammatici è necessario mettere in campo ogni azione utile ad evitare che si dissolva un patrimonio di eccellenze nel settore del design dell'auto;
in questi anni non è mancato un reale interesse da parte di operatori nazionali per l'acquisizione dell'azienda, ma i veti connessi ad intrecci proprietari e di controllo hanno di fatto impedito di tradurre tale interesse in concrete prospettive di rilancio o di riconversione dell'azienda;
in un contesto, quindi, sempre più prossimo al collasso è opinione che non si possano e non si debbano lasciar cadere le ultime prospettive rappresentate dalle dichiarazioni di interesse di operatori, anche stranieri, particolarmente qualificati nel settore dell'auto;

poche aziende possono vantare un'attività così lunga ed eccellente come la «Carrozzeria Bertone» a cui si attribuisce la capacità di avere segnato la storia di una città come Torino, rappresentando, poi, un importante bacino di occupazione per l'intera Provincia -:
se il Ministro voglia convocare un tavolo di lavoro esteso a tutte le parti in causa, istituzioni, parti sociali, commissari straordinari e proprietà della Bertone SpA, affinché venga definito un nuovo piano di rilancio dell'azienda, in grado di fornire serie prospettive ai dipendenti, evitando che la suddetta vicenda abbia un impatto negativo sull'intero territorio provinciale.
(5-00546)

BENAMATI e PORTAS. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il problema energetico in Italia è divenuto negli ultimi anni prioritario sotto l'aspetto economico, ambientale e della sicurezza. La crisi energetica in atto minaccia di compromettere irrimediabilmente la salute ed il benessere delle generazioni future;
per sopperire a tale crisi, tutti gli esperti ritengono sia urgente iniziare una graduale transizione dall'uso dei combustibili fossili a quello di altre fonti energetiche;
il consumo lordo totale di energia nel 2006 è stato pari a circa 200 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (tep), di cui l'87 per cento costituito da combustibili fossili (soprattutto petrolio e gas naturale, ed in minor misura carbone), il 6 per cento da energia elettrica importata, e il 7 per cento da fonti non convenzionali o rinnovabili di energia;
tra le fonti non convenzionali, la frazione geotermica è stata lo 0,6 per cento del consumo lordo totale di energia, consistente per oltre quattro quinti nella produzione di elettricità e per il resto negli usi diretti del calore naturale (balneologia, riscaldamento di ambienti, agricoltura, e altri);
a fronte di un contributo poco rilevante il potenziale geotermico italiano è ragguardevole, con risorse di alta temperatura (> 150 oC) concentrate nella fascia pre-appenninica tosco-laziale-campana e in alcune isole vulcaniche del Tirreno, e con risorse di media e bassa temperatura (< 150 oC) ubicate su vaste aree del territorio nazionale. In base alle sue caratteristiche geologiche, dunque, l'Italia è un Paese a forte vocazione geotermica, per cui il suo potenziale potrebbe essere valorizzato molto maggiormente di quanto fino ad ora fatto;
le risorse di alta temperatura si prestano sia per la produzione di energia elettrica che per usi diretti, mentre quelle di media e bassa temperatura possono essere utilizzate prevalentemente in forma di calore;
le risorse geotermiche presentano il vantaggio di essere sempre sostenibili, spesso rinnovabili, ovunque compatibili con l'ambiente, ed anche convenienti sulpiano economico;
tenendo quindi presente il probabile ulteriore aumento dei prezzi delle fonti tradizionali di energia nei prossimi anni, per le due forme di utilizzazione delle risorse geotermiche si possono prevedere gli obiettivi seguenti:
per l'energia elettrica, a fronte degli 810,5 MWe installati e dei 5,5 miliardi di kWh prodotti nel 2006 (corrispondenti ad 1,1 milioni di tep), la potenza installata nel 2020 può giungere a 1.500 MWe, con una generazione di 10 miliardi di kWh/anno, pari al fabbisogno elettrico di 9 milioni di abitanti. Ciò rappresenta il raddoppio della produzione del 2006, e corrisponde ad un risparmio di oltre 2 milioni di tep; per gli usi diretti, a fronte dei 650 MWt installati e di una produzione corrispondente ad oltre 190.000 tep nel 2006, la potenza installata (senza nulla sottrarre alla generazione di energia geotermoelettrica)

può giungere a 6.000 MWt nel 2020, con una produzione equivalente ad 1.800.000 tep, idonea per riscaldare 800.000 appartamenti;
considerati nell'insieme, gli usi elettrici e non elettrici del calore terrestre possono quindi passare dagli 1,3 milioni di tep del 2006 a quasi 4 milioni di tep del 2020, corrispondenti ad oltre 1,2 per cento del consumo totale lordo di energia del Paese in quell'anno. Si tratta di un contributo che può sembrare modesto in termini percentuali, ma che non lo è affatto in termini economici se raffrontato al costo del combustibile fossile sostituito;
tale obiettivo potrebbe essere considerato un punto di partenza per traguardi ancora più ambiziosi. Infatti, le risorse di calore naturale sfruttabili per applicazioni dirette sono almeno 100 volte superiori a quelle citate e non mancano in Italia le competenze tecnico-scientifiche per valorizzarle, al fine di consentire al nostro Paese di limitare la dipendenza dalle fonti energetiche importate, ridurre il deficit della bilancia dei pagamenti, diminuire l'impatto sull'ambiente dei gas effetto serra (la prevista crescita della geotermia nel 2020 consentirebbe di evitare di scaricare nell'atmosfera circa 10 milioni di tonnellate di C02 all'anno);
a titolo esemplificativo basti considerare che attualmente in Toscana, la geotermia copre il 25 per cento del fabbisogno energetico. Il centro nevralgico dello sfruttamento. Le centrali geotermiche della zona boracifera di Larderello producono circa 5 miliardi di kWh di energia elettrica pari al fabbisogno energetico di circa 2 milioni di famiglie italiane. In questo modo vengono risparmiate 1.100.000 tonnellate equivalenti di petrolio ed è possibile evitare l'emissione di 3,8 milioni di tonnellate di anidride carbonica;
il significato strategico dello sviluppo della geotermia, quindi, va colto con urgenza per evitare che l'Italia si trovi in uno stato di deficit energetico e rischi di pregiudicare gli obiettivi di risanamento ambientale posti dagli accordi di Kyoto;
a differenza di quanto accade purtroppo in Italia, inoltre, molti Paesi con potenziale geotermico ben inferiore al nostro hanno già riconosciuto le possibilità offerte da un sostenuto sviluppo del calore naturale per alleviare la condizione di dipendenza energetica dalle fonti importate, ed i rispettivi Governi hanno varato da anni misure atte a favorire lo sviluppo della geotermia;
allo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica sul significato strategico che lo sviluppo del calore naturale ha per colmare le carenze energetiche del nostro Paese, circa un anno fa, è stato pubblicato dall'UGI (Unione Geotermica Italiana) dal CNG (Consiglio Nazionale dei Geologi) e dall'ATI (Associazione Termotecnica Italiana) un «Manifesto della Geotermia»;
un tale quadro di riferimento impone una precisa presa di coscienza delle forze politiche e della società civile tutta -:
se il Ministro competente intenda attivarsi, considerando la precaria situazione energetica del Paese, creando sollecitamente nuove e specifiche forme di incentivazione per la produzione di energia geotemica sia sotto forma di calore che di elettricità, capaci di favorire il rapido sviluppo di tutte le possibili forme di uso del calore terrestre;
se ritenga opportuno intervenire affinché le Regioni d'Italia si dotino nei propri piani energeticidi obiettivi e linee guida specifiche volte a stimolare e facilitare l'accelerato sviluppo delle utilizzazioni del calore naturale in tutte le sue possibili forme di applicazione;
se ritenga utile impostare e condurre una campagna nazionale di informazione pubblica volta a far maturare una diffusa presa di coscienza sulle possibilità offerte dalla geotermia di ridurre lo scarico in atmosfera di gas ad effetto serra dannosi alla salute, nonché di contribuire a diminuire il deficit della bilancia dei pagamenti nel comparto energetico.
(5-00550)

Interrogazioni a risposta scritta:

SAVINO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
da alcuni giorni numerosi quotidiani di informazione denunciano una serie di aumenti dei prezzi, spesso ingiustificati ed inaspettati, collegati al mercato dei prodotti agroalimentari;
secondo uno studio rilevato dalla società Altroconsumo per il quotidiano il Corriere della Sera, nei principali supermercati il prezzo di mezzo chilo di pasta è passato dai 75 centesimi di gennaio, agli 85 centesimi del mese di aprile, fino ai 92 centesimi di oggi;
il predetto studio ha evidenziato inoltre che l'incremento medio dei prezzi è stato del 20 per cento da gennaio ad ottobre, mentre quello tra aprile ed ottobre è stato del 9 per cento;
l'aspetto più rilevante e paradossale, prosegue il rapporto di Altroconsumo, è che l'incidenza reale della materia prima costituita dal grano è nel complesso diminuita durante l'anno in corso;
a giudizio della medesima società, appare pertanto irragionevole ed inspiegabile che vi siano aumenti da parte delle industrie del settore, nel momento in cui proprio i prezzi della materia prima stanno scendendo;
nella scorsa legislatura l'articolo 2, commi 196-203, della legge Finanziaria per il 2008 del Governo Prodi istituì il Garante per la sorveglianza dei prezzi, il cosiddetto Mr. Prezzi;
questa nuova figura avrebbe dovuto scrutare e segnalare gli andamenti anomali dei prezzi, a seguito delle accese polemiche sui numerosi rincari «non giustificati», tra i quali quelli precedentemente esposti;
in considerazione di quanto sta avvenendo, appare evidente come tale figura si stia dimostrando inadeguata, se non inutile, in quanto, nonostante i continui ed ingiustificati aumenti dei prezzi soprattutto nel settore agroalimentare, il suddetto Garante non sembra svolgere il ruolo di un valido e credibile soggetto istituzionale, nato per garantire il rispetto dei livelli dei prezzi in maniera adeguata e rigorosa e con il fine di tutelare i consumatori finali -:
con riferimento alle valutazioni esposte in premessa, quali iniziative intenda intraprendere in ordine ai profili di criticità indicati e, soprattutto, se non ritenga urgente valutare l'opportunità di sopprimere la figura del Garante, in considerazione degli scarsi risultati che sta ottenendo per fronteggiare gli aumenti che colpiscono ingiustamente il consumatore finale.
(4-01493)

PICCHI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
dalla stampa del 30 ottobre 2008, si apprende che il governo libico, o alcune società finanziarie ad esso legate sarebbero interessate a rilevare una partecipazione nella società Terna;
Terna è la società proprietaria della rete di trasmissione nazionale ad alta tensione ed è quindi da considerare un asset sensibile e strategico per il paese;
il tema della proprietà di asset strategici è molto delicato ed investe la sicurezza nazionale richiedendo una normativa speciale per regolarne gli effetti -:
cosa intenda fare per verificare i fatti in premessa;
se intenda adottare iniziative legislative specifiche al fine di garantire la sicurezza nazionale legata alla proprietà di risorse e/o asset strategici.
(4-01495)

Apposizione di firme ad una mozione.

La mozione Bertolini e altri n. 1-00052, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 10 ottobre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Catone, Ciccioli.

Apposizione di una firma ad una risoluzione.

La risoluzione in Commissione Rubinato e altri n. 7-00066, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 23 ottobre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Ceccuzzi.

Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore: interrogazione a risposta scritta Realacci e altri n. 4-01168 del 29 settembre 2008 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-00545.