XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di lunedì 10 novembre 2008

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro per i rapporti con le regioni, per sapere - premesso che:
l'Italia assumerà nell'anno 2009 la Presidenza del G8, con rilevanti responsabilità organizzative in relazione alle dimensioni dell'evento, a cui parteciperanno le rappresentanze dei Paesi appartenenti al G8 - Stati Uniti, Giappone, Germania, Regno Unito, Francia, Italia, Canada e Russia;
l'attività relativa alla Presidenza italiana del G8 culminerà con il vertice che si terrà, nel mese di luglio 2009, nella regione Sardegna, nell'isola La Maddalena;
al vertice è prevista la partecipazione dei rappresentanti dei Governi dei Paesi membri del G8 che saranno accompagnati da delegazioni molto ampie e composite;
data la risonanza mondiale dell'evento, è prevista la presenza di migliaia di persone tra cui giornalisti, tecnici, operatori della sicurezza ed altri soggetti impiegati per il corretto svolgimento della manifestazione;
occorre portare a termine in tempi rapidi tutte le attività necessarie per l'ottimale organizzazione del grande evento e l'adeguata accoglienza delle rappresentanze dei paesi partecipanti e dei Capi di Governo, garantendo in particolare la logistica della mobilità nell'ambito del territorio interessato e l'attuazione delle iniziative commissariali; si prevede infatti l'arrivo alla Maddalena a luglio del 2009 di circa cinquemila rappresentanti al seguito delle delegazioni straniere e di 3.500 giornalisti; oltre agli incontri fissati degli otto grandi, si prevedono riunioni collaterali di altri 15 Paesi e dell'Unione europea; per garantire la sicurezza sono previsti 16 mila uomini delle forze dell'ordine;
la particolare complessità organizzativa dell'evento sotto il profilo della sicurezza, dell'ordine pubblico, della mobilità, della ricezione alberghiera e delle telecomunicazioni, richiede la realizzazione di interventi infrastrutturali, di nuove strutture ricettive adeguate o la riconversione delle strutture esistenti, anche ai fini dell'accoglienza e dell'assistenza sanitaria;
sono state adottate misure di carattere straordinario ed urgente per assicurare il regolare svolgimento del summit e tutte le manifestazioni e gli incontri ad esso connessi sono stati dichiarati «grande evento»;
con ordinanza firmata dal Presidente del Consiglio dei ministri del 27 agosto 2008, per consentire in termini di somma urgenza l'espletamento delle iniziative citate nel piano delle opere correlate alla realizzazione del grande evento relativo alla presidenza italiana del G8, e per favorire il rilancio turistico e socio-economico dell'arcipelago della Maddalena, sono state riservate risorse finanziarie per complessivi 834 milioni di euro;
tali risorse sono fondi già stanziati ed attribuiti alla regione Sardegna;
tra le opere correlate alla realizzazione del grande evento relativo alla Presidenza italiana del G8 figura la nuova «trasversale del Nord Sardegna» fra Sassari e Olbia, con le due «ramificazioni» verso Alghero, ad ovest, e verso Arzachena e Santa Teresa di Gallura, ad est;
si prevede l'ampliamento a quattro corsie della Sassari-Olbia, che rappresenta il principale collegamento trasversale del nord Sardegna; l'elevato tasso di incidentalità di tale tratta, per intensità di traffico e di mezzi pesanti, rende prioritario e urgente tale intervento;

l'attuale strada a due corsie, lunga 76 km, presenta velocità di percorrenza variabili tra 50 e 80 km/h con numerose intersezioni a raso, lunghi rettilinei con limitata sezione e curve inadeguate; per la nuova trasversale si prevede una carreggiata di 22 metri, tutte le intersezioni a livelli sfalsati, con velocità di progetto massima di 120 km/h;
la procedura accelerata prevista per la realizzazione delle opere correlate al grande evento ha consentito l'appalto dell'opera in tempi molto rapidi, 6 mesi dopo la presentazione nella pre-conferenza dei servizi di Sassari;
la regione Sardegna ha destinato alla realizzazione di tale collegamento oltre 470 milioni di euro;
una nuova ordinanza del Presidente del Consiglio prevede la nomina di un soggetto attuatore con funzioni vicarie di supervisione degli interventi da realizzare nell'isola della Maddalena e sul territorio nazionale, con il compito di verificare la tempestività delle procedure per l'affidamento delle progettazioni, dei lavori, dei servizi e delle forniture, per la stipula dei relativi contratti, nonché della funzionalità delle opere; allo stesso soggetto spetta il compito di monitorare l'impiego delle risorse finanziarie e, in generale, l'utilizzo delle somme comunque assegnate per la realizzazione del vertice G8;
la Sassari-Olbia, è un'opera interamente progettata dalla regione Sardegna inserita tra le priorità dei fondi previsti dal Quadro Strategico Nazionale 2007-2013;
con nota del 17 luglio 2008 il Ministro dello sviluppo economico ha comunicato la disponibilità ad imputare a carico del FAS la copertura finanziaria degli interventi programmati per l'organizzazione nel 2009 del summit del G8 nell'isola della Maddalena;
con nota del presidente della regione autonoma della Sardegna del 21 luglio 2008, è stato chiesto di adottare apposita ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri per disciplinare l'utilizzo delle complessive risorse da destinare al grande evento del G8; a tale nota ha fatto seguito l'intesa della regione autonoma della Sardegna con nota del 7 agosto 2008 per la realizzazione di tutte le iniziative necessarie;
con successiva ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3698 del 29 agosto 2008 sono state previste ulteriori disposizioni per lo svolgimento del grande evento relativo alla Presidenza italiana del G8, e, in particolare, per consentire con urgenza l'espletamento delle iniziative del Piano delle opere correlate alla realizzazione del grande evento relativo alla Presidenza italiana del G8, e di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 21 settembre 2007, e per favorire il rilancio turistico e socio-economico dell'arcipelago della Maddalena sono state riservate le risorse finanziarie, quanto a euro 18.266.397,68 dalle somme rivenienti dalle delibere CIPE 165/2006 e 179/2006, di applicazioni delle sanzioni sulle assegnazioni della regione ex delibere CIPE 36/2002 e 17/2003; quanto a euro 103.690.371,00 sulle assegnazioni della regione ex delibera CIPE 20/04, non impegnate nei termini prescritti dalla delibera 14/2006 (punto 5.1), di cui euro 9.840.000,00 relative alla quota di riserva per infrastrutture complementari ai contratti di localizzazione, e quanto a euro 93.800.000 relative ad un'ulteriore quota prevista ex punto 5.1 della delibera medesima; quanto a euro 522.000.000,00 quale anticipazione a valere sulle attribuzioni del Programma attuativo FAS 2007-2013 - regione Sardegna - di cui alla delibera CIPE 21 dicembre 2007, n. 166; quanto a euro 96.200.000,00 quale anticipazione a valere sul programma interregionale FAS 2007-2013 «Attrattori culturali, naturali e turismo» di cui alla delibera CIPE 21 dicembre 2007, n. 166 a carico delle risorse da destinare al territorio della regione Sardegna; tali risorse finanziarie sono state trasferite sull'apposita contabilità speciale prevista per lo svolgimento del vertice G8 di cui al comma 12 dell'articolo 8 dell'ordinanza del Presidente

del Consiglio dei ministri n. 3663 del 19 marzo 2008;
il decreto-legge 23 ottobre 2008, n. 162 dispone, tra l'altro, interventi urgenti per il finanziamento delle opere per il G8;
l'articolo 3 del citato decreto autorizza, in favore della regione Sardegna, la spesa di soli 233 milioni di euro per fare fronte alla realizzazione delle opere contenute nel piano del grande evento relativo alla Presidenza italiana del G8, di cui 18.266 milioni rivenienti dalle somme relative alle delibere CIPE 22 dicembre 2006, n. 165, e 22 dicembre 2006, n. 179, pubblicate, rispettivamente, nella Gazzetta Ufficiale n. 94 del 24 aprile 2007 e n. 118 del 23 maggio 2007, di applicazione delle sanzioni sulle assegnazioni alla regione Sardegna ex delibere CIPE 36/2002 e 17/2003; di cui 103,690 milioni derivanti dalle assegnazioni alla regione Sardegna ex delibera CIPE 20/2004, non impegnate nei termini prescritti dalla delibera CIPE 22 marzo 2006, n. 14, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 256 del 3 novembre 2006; 111,044 milioni nell'ambito delle risorse destinate alla regione Sardegna dalla delibera CIPE 21 dicembre 2007, n. 166, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 123 del 13 maggio 2008, per la realizzazione di programmi strategici di interesse regionale;
quanto ai 111,044 milioni di euro, si tratta di risorse destinate alla regione Sardegna dalla delibera CIPE 21 dicembre 2007, n. 166: nel decreto 162/2008 il Governo dispone pertanto unilateralmente delle risorse FAS della regione Sardegna per un importo di 111,044 milioni, autorizzando la spesa di tali risorse «in favore della regione Sardegna»; appare evidente che tali fondi sono destinati a finanziare tutte le attività connesse al «grande evento» del G8 che sono, ovviamente, di interesse nazionale;
nell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3698 del 29 agosto 2008, lo stanziamento, seppure di importo inferiore (96.043.000), gravava invece sui fondi statali del «programma interregionale FAS 2007-2013 "Attrattori Culturali"» di cui alla delibera CIPE 21 dicembre 2007, n. 166;
il decreto 123/2008 non dà seguito a quanto già disposto dall'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3698 del 29 agosto 2008: nello stesso decreto infatti non viene fatta menzione del finanziamento di 522 milioni di euro - previsto nell'ordinanza 3698 - da erogare a titolo di anticipazione a valere sulle risorse FAS Sardegna 2007-2013 di cui alla delibera CIPE 21 dicembre 2007, n. 166, per la realizzazione delle opere collaterali al G8 e, in particolare, della nuova «Sassari-Olbia», le cui procedure d'appalto sono già state avviate con la pubblicazione del bando di gara sulla GUCE;
tali risorse finanziarie - e l'intero stanziamento - sono state trasferite sulla apposita contabilità speciale prevista per lo svolgimento del vertice G8 di cui al comma 12 dell'articolo 8 dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3663 del 19 marzo 2008: appare necessario garantire che la Presidenza del Consiglio non destini tali risorse - essenzialmente in conto capitale e quindi, per loro natura, utilizzabili esclusivamente per la realizzazione di investimenti in infrastrutture e, quindi, in particolare, alle opere «collaterali» al G8 - anche alla realizzazione di tutte le iniziative connesse all'evento, quali pranzi ufficiali, celebrazioni eccetera, violando così la legislazione vigente in materia di contabilità di stato che vieta espressamente l'utilizzo di risorse in conto capitale per impieghi di natura corrente, stabilendo così il divieto di dar luogo a forme di «dequalificazione della spesa» -:
quali siano le ragioni per cui non sia stata disposta l'immediata autorizzazione di spesa per l'anticipazione di 522.000.000 di euro sui fondi FAS 2007-2013 della regione Sardegna, già disposta dall'Ordinanza n. 3698 del 29 agosto 2008 per la realizzazione delle opere collaterali al G8 e, in particolare del collegamento Sassari-Olbia,

pur avendo tale autorizzazione pienamente il requisito di necessità ed urgenza richiesto per le norme dei decreti-legge;
quali misure intenda il Governo assumere al fine di garantire il completamento del collegamento Olbia-Sassari nei tempi programmati, anzitutto provvedendo ad adottare le urgenti iniziative di competenza del governo medesimo in materia di finanziamento integrale dell'intervento.
(2-00215)
«Calvisi, Fadda, Marrocu, Melis, Arturo Mario Luigi Parisi, Pes, Touadi, Duilio, Rugghia, Pizzetti, Scarpetti, Bossa, Bellanova, Tocci, Sanga, Cardinale, Sani, Sbrollini, Strizzolo, Burtone, Zunino, Cesare Marini, Lulli, Vico, Baretta, Maurizio Turco, Servodio, Vannucci, Zucchi, Ria, Marchi, Cuperlo, Luongo, Bucchino, Fluvi, La Forgia, Santagata, Schirru, Tempestini, Rampi, Rossa».

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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazione a risposta orale:

CARLUCCI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
per il prossimo 13 novembre è stata organizzata dalle sigle sindacali SLC CGIL, Fistel CISL, Uilcom UIL una tavola rotonda dal titolo: «Ritorno al non futuro», incentrata sulla questione legata ai tagli al FUS, che si svolgerà nei locali del teatro Valle di Roma;
il teatro Valle rappresenta, accanto al teatro Duse di Bologna, la Pergola di Firenze ed il Quirino di Roma, uno dei più famosi teatri italiani la cui gestione è affidata all'Eti (Ente Teatrale Italiano);
la concessione da parte dell'Eti dei locali del teatro Valle per un convegno di chiara connotazione politica, organizzato dai sindacati, appare una evidente strumentalizzazione e configura un uso improprio di strutture gestite dall'Eti -:
se il Ministro interrogato non ritenga inopportuna la concessione da parte dell'Eti dei locali del teatro Valle di Roma alle sigle sindacali di cui in premessa per un'iniziativa di carattere chiaramente politico;
in che modo intenda intervenire, nell'ambito dei propri poteri, per evitare l'uso strumentale del teatro Valle, uno dei più importanti teatri del nostro Paese, che dovrebbe rappresentare esclusivamente un luogo deputato alla promozione ed alla diffusione della cultura e dell'arte teatrale.
(3-00225)

TESTO AGGIORNATO AL 15 LUGLIO 2010

...

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta in Commissione:

BERNARDINI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
tra il 1994 ed il 1997 in Puglia vi furono quindici omicidi di donne anziane che vivevano da sole, per i quali vennero arrestate 7 persone, delle quali due sono ancora in carcere;
i suddetti omicidi avvennero tutti con le stesse modalità, tanto che anche i giornali dell'epoca formularono l'ipotesi del serial killer. Ipotesi non seguita dai magistrati inquirenti, che rinviarono a processo e condannarono molteplici imputati;
in particolare, per l'omicidio della signora Celeste Commesatti, avvenuto in Palagiano (Taranto) il 13 agosto 1995, furono condannati Giuseppe Tinelli, Davide Nardelli e Vincenzo Donvito;
Giuseppe Tinelli è recluso presso il carcere di Ivrea da 11 anni, Davide Nardelli ha scontato 7 anni di carcere e

Vincenzo Donvito in data 21 luglio 2005, si è tolto la vita all'interno del carcere di Castogno, nei pressi di Teramo, dopo aver scontato 7 anni di carcere. Donvito aveva sempre proclamato, inutilmente, la propria innocenza e si è determinato a togliersi la vita non potendo più reggere il peso di una ingiusta detenzione;
per l'omicidio della signora Pasqua Ludovico avvenuto a Castellaneta il 14 maggio 1997, sono stati condannati Vincenzo Faiuolo (che da 12 anni sconta la propria pena ed attualmente è ristretto presso il carcere di Volterra) e Francesco Orlandi (attualmente in regime di libertà vigilata, dopo aver scontato 11 anni di carcere);
per l'omicidio della signora Maria Valente, avvenuto a Palagiano in data 29 luglio 1997, sono stati condannati Giuseppe Tinelli, Arcangela Tinelli, Carmina Palmisano e Sebai Ezzadine Ben Mohamed;
in riferimento ai fatti narrati, in epoca successiva alle condanne, sono emerse nuove e decisive prove, volte a dimostrare l'erroneità delle condanne impartite e l'effettiva esistenza di un unico serial killer. Infatti, in data 10 febbraio 2006, Sebai Ezzadine Ben Mohamed, già condannato a quattro ergastoli perché ritenuto responsabile dell'uccisione di quattro donne anziane, rendeva la propria confessione davanti al Procuratore della Repubblica di Milano, dottor Alberto Nobili, ammettendo la propria responsabilità in ordine ai quindici omicidi, tra i quali anche quelli relativi alle signore Celeste Commesatti, Pasqua Ludovico e Maria Valente;
il Sebai si determinò a rendere tale confessione per liberarsi la coscienza a seguito del suicidio del Donvito, scagionando completamente le persone condannate per i fatti sopra menzionati. Il Sebai, infatti, ha così dichiarato: «è mia intenzione ammettere le mie responsabilità in ordine a quindici omicidi. Preciso che per quattro omicidi sono già stato condannato in ciascun caso alla pena dell'ergastolo nel mentre sono responsabile anche per altri undici omicidi. Per alcuni di questi omicidi so che sono state condannate persone innocenti e quindi voglio liberarmi la coscienza da questo peso»;
le sue dichiarazioni sono state molto dettagliate, precise e concordanti in quanto lo stesso ha fornito puntuali descrizioni non solo circa le modalità degli omicidi, ma anche con riferimento ai luoghi ed alla refurtiva. Tali descrizioni hanno trovato oggettivi riscontri. In particolare, per quanto riguarda la refurtiva sottratta alle vittime, è da sottolineare come le dichiarazioni del Sebai abbiano portato al ritrovamento di parte della stessa presso la sua abitazione e presso un ricettatore al quale il Sebai l'aveva venduta;
nella sua confessione Sebai Ezzadine Ben Mohamed narra della sua infanzia difficile, dei maltrattamenti che riceveva in famiglia e di come fosse dedito all'alcolismo sin da piccolo nonché delle rapine che ha iniziato a fare dall'età di 12 anni a danno prima dei suoi familiari e successivamente a danno di donne anziane sole, e di come agisse sempre sotto l'effetto dell'alcool;
in particolare, riguardo all'omicidio di Celeste Commesatti, per il quale sono stati ingiustamente condannati Giuseppe Tinelli, Davide Nardelli e Vincenzo Donvito, il Sebai narrò di come l'avesse uccisa strangolandola con le proprie mani fornendo una dettagliata descrizione dei luoghi;
in data 3 giugno 2006 il Sebai confermava la sua confessione in modo ancor più dettagliato, davanti alla dottoressa Pina Montanaro, PM di Taranto, e le sue dichiarazioni vennero verificate e confermate dagli inquirenti, tanto che si determinarono ad aprire a carico del Sebai un ulteriore procedimento penale, recante RG n. 386/06, relativo all'omicidio di Celeste Commesatti e di Pasqua Ludovico;
la prossima udienza per il processo de quo, dopo una serie di rinvii d'ufficio,

è stata fissata per il giorno 22 novembre 2008, davanti al GUP dottor Ingenito;
l'avvocato del Sebai ha formulato istanza di rito abbreviato, anticipando che la sua richiesta sarà comunque di condanna in quanto sarà volta all'accertamento della parziale incapacità di intendere e di volere del Sebai, all'epoca dei fatti contestati, e non la sua incapacità totale;
per l'omicidio di Celeste Commesatti e Pasqua Ludovico, Faiuolo è ancora detenuto presso il carcere di Volterra, mentre Orlandi ha scontato la pena ed è stato scarcerato nel giugno di quest'anno, avendo ancora da scontare tre anni di libertà vigilata;
la procura di Taranto ha rinviato il Sebai a giudizio per l'omicidio della signora Celeste Commesatti e della signora Pasqua Ludovico, ma non per la signora Maria Valente, per il quale il Sebai era già stato condannato unitamente a Giuseppe Tinelli, Arcangela Tinelli e Carmina Palmisano, ritenendo impossibile processare nuovamente il Sebai per lo stesso omicidio, secondo il principio del ne bis in idem. Non ha però preso in considerazione il fatto che, in relazione a detto omicidio, sono stati condannati anche Giuseppe Tinelli (ad oggi ancora ristretto presso il carcere di Ivrea), Arcangela Tinelli e Carmina Palmisano;
a questo proposito preme sottolineare come la Procura generale di Taranto avrebbe potuto e, secondo gli interroganti, dovuto chiedere la revisione penale della sentenza che vedeva condannati ingiustamente, per l'omicidio della Valente, il Sebai unitamente agli altri tre summenzionati imputati, in quanto questi sono stati scagionati dalle dichiarazioni confessorie di Sebai Ezzadine Ben Mohamed, ed alcuni di loro stanno ancora scontando un'ingiusta pena;
a seguito delle dichiarazioni confessorie formulate da Sebai Ezzadine Ben Mohamed, in riferimento alla posizione di Giuseppe Tinelli l'avvocato Claudio Defilippi, difensore di quest'ultimo ha proposto istanza di revisione presso la Corte d'Appello di Potenza, presentata in data 2 settembre 2008, avverso la sentenza n. 05.1998 che lo riteneva colpevole, in concorso con Davide Nardelli e Vincenzo Donvito, dell'omicidio della signora Celestina Commesatti (omicidio avvenuto in Palagiano il 13 agosto 1995) ed una successiva istanza di revisione volta ad ottenere la revoca della sentenza n. 06 del 2002 che lo riteneva colpevole, in concorso col Sebai Ezzedine, in qualità di esecutori materiali dell'omicidio di Maria Valente (omicidio avvenuto in Palagiano il 29 luglio 1997);
la prima istanza di revisione è stata rigettata dalla Corte d'Appello di Potenza che ha ritenuto inesistente un contrasto di giudicati, non essendo ancora pervenuti ad una sentenza di condanna definitiva in ordine ai fatti dei quali si è autoaccusato il Sebai. Sulla seconda istanza di revisione non è ancora pervenuta alcuna decisione da parte della Corte d'Appello di Potenza;
anche in riferimento alle posizioni di Vincenzo Faiuolo e Francesco Orlandi l'avvocato Claudio Defilippi ha presentato due istanze di revisione davanti alla Corte d'Appello di Potenza, volte ad ottenere la revoca della sentenza che li ha ritenuti responsabili, in concorso tra loro, dell'omicidio di Pasqua Ludovico;
anche in riferimento all'istanza presentata per conto di Faiuolo non è ancora stata comunicata alcuna decisione, ma è stata rigettata la revisione proposta a favore di Orlandi per gli stessi fatti;
le dichiarazioni confessorie del Sebai Ezzadine Ben Mohamed, a seguito delle quali lo stesso è stato mandato a giudizio per gli stessi fatti, evidenziano la possibilità dell'esistenza di gravi errori giudiziari. Si tenga presente, a questo proposito, che sono già stati comminati a persone presumibilmente innocenti complessivi 100 anni di carcere, con il conseguente pericolo per lo Stato italiano di dover pagare

ingenti somme a titolo di risarcimento per detti errori giudiziari -:
se i tempi relativi al procedimento a carico di Sebai Ezzadine Ben Mohamed davanti al GUP dottor Ingenito, volto ad accertare le responsabilità dell'imputato per l'omicidio di Celestina Commesatti e Pasqua Ludovico, siano coerenti con i tempi medi di svolgimento dei giudizi nel medesimo tribunale e, nel caso in cui si rilevi l'abnormità della dilatazione dei medesimi, se non intenda disporre un'ispezione presso il citato tribunale di Taranto al fine dell'esercizio dei poteri di competenza;
se intenda inviare un'ispezione presso la procura generale presso la Corte di Appello di Taranto al fine di verificare i motivi per cui la stessa, alla luce delle dichiarazioni confessorie rilasciate da Sebai Ezzadine Ben Mohamed, non abbia ritenuto necessario formulare istanza di revisione delle sentenze che hanno visto condannati Giuseppe Tinelli (attualmente in carcere da 11 anni), Arcangela Tinelli e Carmina Palmisano in relazione all'omicidio di Maria Valente, omicidio per il quale era già stato condannato anche Sebai Ezzadine Ben Mohamed;
se intenda inviare un'ispezione presso la Corte d'Appello di Potenza per comprendere i motivi in base ai quali detta Corte non abbia concesso, pur avendone la facoltà la provvisoria scarcerazione di Vincenzo Faiuolo e di Giuseppe Tinelli, detenuti da oltre 11 anni, nonostante sussista il fumus relativo alla loro innocenza.
(5-00589)

Interrogazioni a risposta scritta:

SIMONETTI e STUCCHI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
l'organico dei magistrati in servizio presso la procura di Biella sembra aver raggiunto i minimi storici;
le gravissime carenze di organico erano state già oggetto di segnalazione da parte del Consiglio Superiore della Magistratura, che ha recentemente registrato come la carenza di personale del 66 per cento colloca la procura di Biella al terzo posto nelle carenze di organico esistenti presso gli uffici giudiziari del Paese, immediatamente dopo le carenze registrate presso le procure di Enna e Pavia;
da diverso tempo la Procura di Biella lamenta, giustificatamente, gravissime carenze in un organico che risulta assolutamente inadeguato rispetto al carico di lavoro gravante sull'ufficio;
appare francamente insostenibile una situazione nella quale la paralisi è stata evitata soltanto grazie al senso di responsabilità ed allo spirito di sacrificio di magistrati e del personale amministrativo;
negli ultimi mesi, tuttavia, la segnalata situazione sembra avere raggiunto livelli di insostenibilità e sicuro pregiudizio poiché, a fronte di una pianta organica che prevede la presenza di quattro magistrati, sono attualmente in servizio solamente due magistrati, compreso il Procuratore Capo;
la crisi della procura è resa ancora più grave dall'imminente trasferimento del Procuratore Capo, dottor Ugo Adinolfi, con la conseguenza che nelle prossime settimane sarà in servizio un solo magistrato, con ricadute immaginabili sulla mole di procedimenti gravanti sull'ufficio, tra i quali risultano inchieste importanti come quella sulla rapina alla sede della «Mondialpol» e quella relativa al «caso Sicer», oltre a molte altre;
la segnalata carenza di organico affligge anche il Tribunale di Biella, dove manca un magistrato sui dieci assegnati;
la situazione è drammatica al punto che le udienze davanti al gup verranno drasticamente ridotte ai soli procedimenti con imputati detenuti, mentre le altre slitteranno quantomeno a inizio 2009, ed una riduzione delle udienze è stata chiesta e subito concessa dal Tribunale anche per quei processi davanti al Collegio per i quali è necessaria la presenza di un pubblico ministero togato e non di un vice procuratore onorario;

si pone dunque la necessità e l'urgenza di assumere provvedimenti idonei a scongiurare il pericolo della paralisi dell'attività della Procura della Repubblica, provvedendo alla completa copertura della pianta organica, inattesa di rivedere la medesima alla luce dell'effettivo carico di lavoro -:
quali urgenti provvedimenti il Ministro in indirizzo intenda assumere per la copertura dell'organico in servizio sia presso il Tribunale Ordinario di Biella che presso la Procura della Repubblica anche richiedendo l'applicazione di magistrati ex articolo 110 del regio decreto n. 12 del 1941;
se il Ministro in indirizzo non ritenga inoltre necessario provvedere ad aumentare la pianta organica dei due presidi giudiziari, e in quali tempi intenda provvedere in merito, dato che le attuali unità stabilite risultano insufficienti in riferimento alla grande mole di lavoro derivante dal contenzioso, soprattutto civile, dovuto alla realtà socio-economica del territorio del comune di Biella.
(4-01570)

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la professione giornalistica è interamente disciplinata dalla legge 69 del 1963 a tutt'oggi in vigore;
la legge 69 del 1963 prevede che siano ammessi alla prova d'idoneità professionale per diventare giornalista professionista coloro i quali abbiano svolto un periodo di pratica giornalistica non inferiore ai diciotto mesi «presso un quotidiano, o presso il servizio giornalistico della radio o della televisione, o presso un'agenzia di stampa a diffusione nazionale e con almeno 4 giornalisti professionisti redattori ordinari, o presso un periodico a diffusione nazionale e con almeno 6 giornalisti professionisti redattori ordinari (...)» (articolo 34 della legge);
il regolamento d'attuazione della legge 69 del 1963 (Decreto del Presidente della Repubblica n. 115 del 1965) stabilisce all'articolo 41 (Pratica-decorrenza e durata) le modalità di svolgimento del praticantato: «La pratica, nell'ambito dei tre anni di iscrizione nel registro, deve essere continuativa ed effettiva: del periodo di interruzione dipendente da cause di forza maggiore non si tiene conto agli effetti della decorrenza del termine di cui all'articolo 34, ultimo comma, della legge;
decorso un triennio di iscrizione nel registro, il Consiglio regionale o interregionale, sentito l'interessato, delibera la cancellazione del praticante. La deliberazione è notificata entro 10 giorni all'interessato ed al direttore o ai direttori delle pubblicazioni o dei servizi giornalistici presso i quali è svolta la pratica;
la pratica giornalistica si effettua continuativamente ed attraverso un'effettiva attività nei quadri organici dei servizi redazionali centrali degli organismi giornalistici previsti dall'articolo 34 della legge;
il praticantato può svolgersi per un periodo non superiore ai 16 mesi anche presso la redazione distaccata di uno dei suddetti organismi giornalistici quando la responsabilità della redazione distaccata sia affidata ad un redattore professionista;
le modalità di svolgimento del praticantato, concordate ai fini della migliore formazione professionale degli aspiranti giornalisti fra gli organismi professionali e quelli editoriali, sono fissate dal Consiglio nazionale;
può essere ammesso a sostenere l'esame di idoneità professionale di cui all'articolo 32 della legge il cittadino italiano che abbia svolto la pratica giornalistica presso pubblicazioni italiane edite all'estero o pubblicazioni estere aventi caratteristiche analoghe alle pubblicazioni previste dall'articolo 34 della legge, e ciò anche se il praticantato sia stato svolto prima dell'acquisto della cittadinanza italiana;

nonostante la legge 69 del 1963 non lo preveda, il Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti consente l'ammissione all'esame di Stato anche di coloro che non hanno svolto il praticantato come prescritto dalle succitate norme, bensì presso le testate all'uopo costituite dai corsi universitari di giornalismo autorizzati dal Consiglio nazionale dell'Ordine stesso (oggi in Italia ci sono ben 21 corsi di giornalismo con praticantato incluso, soprattutto nelle università; recentemente ne è stato autorizzato uno anche a Sora, cittadina del Frusinate di 26mila abitanti);
si tratta di una forzatura della logica del combinato disposto legge-contratto di lavoro giornalistico che vuole veder corrispondere a ogni praticante un contrattualizzato, vale a dire un soggetto già inserito stabilmente nel mondo del lavoro;
stando ai dati riportati nel dossier «Giornalisti ieri, oggi. E domani?», scritto nel 2006 da un giornalista impegnato nel sindacato rimasto disoccupato per cinque anni, nel quinquennio 2001-2005, sono stati 5.325 gli idonei all'esame per l'abilitazione all'esercizio della professione giornalistica, meno della metà sono stati i nuovi contratti a tempo pieno e indeterminato rilevati nello stesso periodo dall'Inpgi, l'istituto di previdenza dei giornalisti italiani;
i corsi di giornalismo riconosciuti dall'Ordine sono in grado di consentire l'ammissione all'esame di Stato di 600 praticanti ogni biennio, vale a dire che circa il 30 per cento dei nuovi professionisti teoricamente sono già in partenza inoccupati;
la formula dello stage non retribuito, previsto per gli allievi delle scuole nei mesi estivi, vanifica strumenti per il riassorbimento dei giornalisti rimasti senza lavoro, come i contratti di sostituzione che, per contratto, «devono riguardare prioritariamente i giornalisti disoccupati» (articolo 3 del Contratto di lavoro giornalistico FIEG-FNSI), configurando così una sorta di concorrenza sleale tra lavoratori: i disoccupati sono poco desiderabili perché devono essere retribuiti, gli stagisti no;
le difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro non riguardano soltanto coloro che sono stati espulsi dal ciclo produttivo, ma interessano anche gli stessi allievi delle scuole che diventano professionisti senza avere già un contratto di lavoro, tanto che l'associazione degli allievi della scuola di giornalismo di Perugia ha chiesto alla Frisi, il sindacato dei giornalisti, di trattare con gli editori l'inserimento nel nuovo contratto di corsie preferenziali per l'inserimento nelle redazioni degli inoccupati provenienti dalle scuole;
dopo anni di proteste per il calo di contratti di sostituzione ferie ex articolo 3 del Contratto nazionale di lavoro giornalistico (CNLG), il Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti ha vietato, con il nuovo quadro d'indirizzi per le scuole del dicembre 2007, la possibilità di fare svolgere stage agli allievi dei corsi autorizzati nei mesi di luglio e agosto;
nonostante la pervicacia con cui l'Ordine dei giornalisti persegue una riforma dell'accesso così illiberale (peraltro ribadita nel Documento di indirizzo per la riforma dell'Ordine approvato a Positano dal Consiglio nazionale il 17 ottobre 2008), nessun provvedimento con forza di legge ha finora modificato la legge 69 del 1963 se non per aspetti marginali;
il 22 dicembre 2005 il Consiglio dei ministri approvò in prima lettura lo «Schema di regolamento governativo recante disciplina dei requisiti per l'ammissione all'esame di Stato per l'abilitazione all'esercizio professionale, delle prove relative e del loro svolgimento», volto a disciplinare l'esame di Stato di 21 professioni intellettuali, tra le quali la professione giornalistica per la quale il provvedimento prevedeva l'accesso soltanto attraverso la via universitaria;
tale provvedimento non superò l'esame del Consiglio di Stato (parere del 13 marzo 2006) che, tra l'altro, rilevò che «per alcune professioni, come quella di giornalista, il principio della libertà di accesso alla professione impatta anche su altri diritti costituzionalmente garantiti,

come la libertà di informazione e la libertà di manifestazione del pensiero con ogni mezzo di diffusione»;
il regolamento in parte riscritto fu approvato dal Consiglio dei ministri nel marzo 2006;
benché firmato dall'allora Presidente della Repubblica Ciampi, il regolamento non fu maipubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, quindi non è mai entrato in vigore;
come emerge chiaramente dal resoconto stenografico dei lavori preparatori della legge 69 del 1963, la possibilità di equiparare il praticantato nelle scuole al praticantato in una reale testata giornalistica fu scartata immediatamente;
il disegno di legge n. 1563 del 1959 dell'allora Ministro di grazia e giustizia Guido Gonella (presentato di concerto con il Ministro ad interim del tesoro Tambroni) teneva conto delle esigenze prospettate dalla categoria dei giornalisti e non prevedeva un esame di Stato per l'iscrizione all'Albo, bensì la pratica giornalistica che «deve svolgersi presso un quotidiano o un periodico di particolare importanza che, per la sua attrezzatura redazionale ed il suo carattere nazionale, dia garanzia di assicurare una seria preparazione professionale del praticante e che abbia almeno sei giornalisti professionisti alle sue dipendenze», come si legge all'articolo 33 del disegno di legge;
l'onorevole Mariano Pintus (DC) aveva presentato un altro disegno di legge che non conteneva significative divergenze da quello governativo, se non per un esame di abilitazione professionale più solenne di quello previsto dal disegno di Gonella e per il requisito della laurea, ma non la laurea in giornalismo, tanto meno al posto della pratica in redazione;
il relatore, il democristiano Uberto Breganze, nel corso della prima seduta dedicata alla legge sull'ordinamento della professione giornalistica (Commissione giustizia della Camera, giovedì 12 maggio 1960) ripercorse le tappe del riconoscimento della professione giornalistica in Italia e tentò di richiamare l'attenzione sul diploma di una scuola professionale per giornalisti;
«Con regio decreto del 21 ottobre n. 2291 - riferì Breganze in Commissione Giustizia - viene poi parificato alla pratica di 18 mesi (prevista dalla legge del 1928, ai fini dell'iscrizione all'Albo dei giornalisti) il conseguimento del diploma di una «scuola professionale» per giornalisti che sia riconosciuta. Questo è un punto su cui mi permetto di richiamare l'attenzione cortese dei colleghi, in quanto l'istituzione e la validità dei diplomi rilasciati da una scuola potranno poi tornare eventualmente in discussione come un elemento che possa differenziare coloro che sono muniti di titolo da quelli che acquisiscono soltanto una pratica per l'esercizio giornalistico. La scuola di cui ora ho fatto cenno è però durata soltanto quattro anni scolastici: a quanto pare per mancanza o scarsa possibilità di lavoro in dipendenza della situazione editoriale. Sono sorte anche altre scuole e istituti, pure di carattere universitario; ma il titolo dai medesimi rilasciati non appare efficace ed influente come sostitutivo della pratica ai sensi del citato decreto 21 ottobre 1929, n. 2291.»
nonostante le sollecitazioni del relatore, l'argomento non suscitò alcuna discussione, tutti furono d'accordo sul fatto che si diventasse giornalisti esclusivamente con la pratica in redazione;
sulle scuole di giornalismo, nate e subito tramontate decenni prima, si pronunciò soltanto il sostenitore del requisito della laurea e dell'esame d'abilitazione, l'onorevole Pintus: «L'ottimo relatore ha avanzato l'ipotesi di una laurea in giornalismo. Dichiaro subito che io sono nettamente contrario (...). Per quanto riguarda la preparazione tecnica specifica, non vi è università alcuna che possa insegnarla. Bene diceva il Presidente Einaudi, quando trattò questo argomento da giornalista del Giornale d'Italia quindici anni fa: l'unica scuola di giornalismo è sui banconi della tipografia e sui tavoli della

redazione. Nessuna laurea potrà dare il temperamento giornalistico che è pregiudiziale, né la capacità tecnica; però la laurea può e deve dare quel livello culturale che è indispensabile al pari delle altre due qualità di cui ho parlato. (...) E allora qualsiasi laurea è sufficiente, perché pur non essendo io feticista della laurea, pur sapendo che uomini senza laurea sono stati al di sopra dei laureati, come Croce, Marconi e tanti altri; tuttavia dobbiamo riconoscere che le leggi non sono fatte per Marconi, per Croce e per questi altri, ma per la media dei cittadini che si accingono ad esercitare una professione. (...) D'altra parte penso che anche una laurea in giornalismo non servirebbe ad altro che a creare dei disoccupati, tra questi aspiranti giornalisti (...)»;
nel corso della discussione «il giudizio generale di merito» e «l'accertamento generale d'idoneità» da parte del Consiglio regionale o interregionale dell'Ordine, previsto dal disegno di legge a conclusione dei diciotto mesi di praticantato, si trasformarono nella «prova d'idoneità professionale» davanti a una commissione composta da cinque giornalisti professionisti, con almeno dieci anni d'anzianità d'iscrizione all'Albo, e due magistrati;
il legislatore volle escludere l'obbligo di passare per l'università, attraverso percorsi di formazione giornalistica o per ottenere una qualsiasi laurea, per diventare giornalista;
la legge n. 69 del 1963 attribuisce all'Ordine dei giornalisti la cura dell'osservanza della legge stessa e di tutte le altre disposizioni in materia, il controllo dei requisiti per l'iscrizione all'Albo, la tenuta degli elenchi, la disciplina degli iscritti, la vigilanza per la tutela del titolo di giornalista e ogni attività diretta alla repressione dell'esercizio abusivo della professione;
la legge certo non autorizza l'Ordine a prescrivere requisiti diversi per l'accesso, come il possesso della laurea o l'aver svolto uno pseudopraticantato presso testate all'uopo costituite dai corsi di giornalismo;
a parere degli interroganti è evidente che l'Ordine dei giornalisti sta tentando di affermare surrettiziamente una modalità d'accesso alla professione non conforme alla legge, modalità peraltro simile solo a quelle partorite dalle dittature della Repubblica democratica tedesca e della Spagna di Franco;
è evidente che l'Ordine dei giornalisti, ad avviso degli interroganti, si è reso in sostanza responsabile di una grave violazione di legge -:
se il Ministro, al quale la legge n. 69 del 1963 attribuisce l'alta vigilanza sui consigli dell'Ordine, sia a conoscenza del fatto che sono ammessi all'esame di Stato per l'abilitazione alla professione giornalistica soggetti privi del requisito previsto dall'articolo 34 della legge stessa, vale a dire l'aver svolto un periodo di 18 mesi di praticantato in una redazione giornalistica autentica;
quali provvedimenti intenda adottare il Ministro per ripristinare il rispetto di una legge approvata dal Parlamento repubblicano e violata dall'ordine dei giornalisti;
se non intenda commissariare i consigli dell'Ordine responsabili di quanto segnalato in premessa;
se il Ministro non ritenga opportuno porre in atto gli interventi necessari affinché siano revocate tutte le convenzioni stipulate tra Ordine dei giornalisti e istituti di formazione al giornalismo e università che autorizzano l'ammissione all'esame per l'abilitazione all'esercizio della professione giornalistica a chi è privo dei requisiti previsti dall'articolo 34 della legge n. 69 del 1963, ovvero gli allievi dei corsi di giornalismo riconosciuti.
(4-01573)

INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:

SIRAGUSA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
Medici senza frontiere dal 2002 ha garantito gratuitamente cure mediche d'emergenza ai migranti che sbarcavano sull'isola di Lampedusa attraverso l'ausilio di una clinica mobile e strumentazioni adeguate a garantire un primo soccorso sanitario;
dal 2005 fino ad oggi il team di Msf ha visitato 4.550 migranti, 1.420 solo fra gennaio e ottobre di quest'anno;
Msf è la più grande organizzazione medico-umanitaria al mondo, insignita nel 1999 del Premio Nobel per la Pace. Opera in 60 paesi portando assistenza alle vittime di guerre, catastrofi ed epidemie;
Msf non riceve finanziamenti dai Governi: il 99 per cento delle risorse economiche reperite da Msf in Italia provengono da donazioni private;
il 31 ottobre 2008, le agenzie di stampa hanno battuto la notizia secondo cui Medici senza frontiere avrebbe chiuso il progetto di assistenza di immigrati a Lampedusa in quanto il Ministero dell'interno avrebbe deciso di non firmare un nuovo Protocollo d'Intesa, necessario per la definizione degli ambiti di responsabilità e di azione, e di non rilasciare le autorizzazioni necessarie perché Msf continui ad operare;
il 4 novembre 2008 il capo del dipartimento immigrazione del Ministero dell'interno, Prefetto Mario Morcone, attraverso una dichiarazione alle agenzie di stampa comunica che «quello che dice Medici senza frontiere su Lampedusa non è vero. Noi non neghiamo niente a nessuno, semplicemente non vedo perché dovremmo firmare il rinnovo di un protocollo d'intesa quando non ci serve e non è più utile» e ancora «c'è anche un problema di risorse da considerare... oggi la situazione del centro di Lampedusa va bene e dunque il lavoro di Msf dovrebbe essere indirizzato altrove»;
secondo quanto si legge nel comunicato che Msf ha diramato il 5 novembre «MSF era l'unica organizzazione indipendente di soccorso medico presente sul molo con un'équipe composta da medici, infermieri e mediatori culturali. Secondo il Protocollo d'Intesa, MSF era responsabile delle attività mediche sul molo: visitava quindi i pazienti e ne autorizzava il trasferimento nel centro di prima accoglienza, e nei casi più gravi nel poliambulatorio di Lampedusa. Inoltre MSF era autorizzata a seguire i migranti che presentavano complicazioni direttamente nel centro di prima di accoglienza. Il protocollo prevedeva altresì il coinvolgimento della ASL Palermo 6 che avrebbe dovuto in questi anni prendere in consegna l'accoglienza sanitaria sul molo»;
il sindaco dell'Isola di Lampedusa ha chiesto pubblicamente che il Viminale rinnovi il Protocollo d'Intesa a Msf ritenendo il lavoro svolto dall'organizzazione «ancora indispensabile»;
a Lampedusa il flusso di immigrati continua in maniera incessante. Arrivano dall'Eritrea, dalla Somalia, dall'Etiopia, dalla Nigeria. Solo nel 2008 sono sbarcate circa 25 mila persone. Sono cambiate le tipologie degli arrivi, con più donne, spesso in stato di gravidanza (151 solo da gennaio a ottobre), e più bambini;
solo nella giornata del 4 novembre scorso, 240 immigrati che erano a bordo di un barcone sono stati soccorsi dalla nave «Vega» della Marina militare a 40 miglia a sud di Lampedusa. Nel gruppo erano presenti 28 donne, una delle quali incinta, e sei minori. Viaggiavano su un vecchio peschereccio di circa 15 metri, segnalato in difficoltà nel Canale di Sicilia da una nave mercantile;
gli sbarchi sull'isola di Lampedusa sono un fenomeno strutturale che annualmente si ripete. Per tale ragione è necessario predisporre un intervento altrettanto

strutturale attraverso la presa in carico delle operazioni di primo soccorso sanitario sul molo della ASL6 di Palermo, competente per il territorio di Lampedusa, con strumentazione medica adeguata -:
se il Ministro condivida quanto affermato dal capo dipartimento Morcone il 4 novembre scorso cioè che non sia più necessario un servizio di prima accoglienza sul molo di Lampedusa;
chi, nel caso in cui il Ministro ritenga invece che tale servizio sia necessario, allo stato attuale chi se ne stia occupando, con quali modalità sia garantita sul molo una presenza medica, se questa sia permanente o temporanea e con quali competenze e strumentazione sanitaria venga operata;
quali motivazioni abbiano sotteso al mancato rinnovo del protocollo d'intesa con Msf;
se risponda a verità che il protocollo d'intesa fra Msf e il Ministero dell'interno prevedesse la cessazione del rapporto al subentro della ASL6 di Palermo;
se non ritenga necessario, alla luce del flusso incessante di migranti che giungono a Lampedusa, rinnovare il protocollo d'intesa con Msf sino al passaggio di consegne con la ASL6 Palermo.
(5-00588)

...

LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta scritta:

COTA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
una serie di inchieste giornalistiche svolte dal bisettimanale di Novara Tribuna Novarese sulla situazione che sta attraversando l'azienda ospedaliero-universitaria «Maggiore della Carità» di Novara ha fatto emergere il profondo disagio della componente ospedaliera dell'azienda, di fronte ai ripetuti tentativi della componente universitaria di occupare spazi e di acquistare potere per proprie finalità e non per migliorare la qualità dell'assistenza;
sulla base degli accordi tra l'università torinese e la regione si sancisce una sostanziale sudditanza del direttore generale agli interessi universitari stante la necessità dell'intesa con il rettore per la nomina del direttore stesso da parte dell'assessorato regionale alla sanità;
tale sudditanza si esprime sovente anche nella nomina dei primari, sia in particolare per i direttori delle strutture a direzione universitaria, sia per quelli a direzione ospedaliera, sulle quali pure la «lobby» universitaria riesce nei fatti ad esercitare pesanti influenze;
il riflesso di tale situazione è la totale assenza di collegamento tra gli illustri cattedratici che dirigono le strutture dell'ospedale e la comunità novarese al cui servizio la struttura è principalmente indirizzata e che resta nei fatti estranea alle principali scelte strategiche che coinvolgono la struttura ospedaliera in questione;
ormai da molti anni si discute sull'esigenza di promuovere entro tempi certi e rapidi una riforma delle strutture che svolgono contemporaneamente attività di assistenza ospedaliera rivolta al paziente e attività di didattica e ricerca universitaria, al fine di superare l'attuale molteplicità di schemi giuridici-organizzativi e di ridare slancio ad un settore di importanza cruciale per il funzionamento del SSN;
a seguito della riforma del Titolo V della Costituzione, secondo quanto riconosciuto dalla stessa Corte costituzionale, non assumono più natura vincolante per le regioni le linee guida statali sulla stipula dei Protocolli d'intesa tra la regione e l'università per l'individuazione degli obiettivi comuni di integrazione, di leale collaborazione, di partecipazione dell'Università alla programmazione sanitaria regionale, nonché di individuazione dei criteri

e parametri gestionali e dei criteri generali per l'adozione dell'atto aziendale da parte del direttore generale;
permane tuttavia l'esigenza di un riordino dell'intero settore, finalizzato a ridefinire i rapporti tra l'università e il Servizio sanitario nazionale, al fine di evitare che l'integrazione di questi due settori complementari possa comportare disservizi a danno del cittadino utente -:
se il Ministro non ritenga di assumere iniziative dirette alla revisione delle norme generali che stanno alla base del rapporto ospedali-università, al fine di ovviare all'attuale situazione di profonda disomogeneità organizzativa e di diffusa inefficienza gestionale.
(4-01572)

...

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E INNOVAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:

EVANGELISTI. - Al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
il Ministro della funzione pubblica Brunetta si vanta di aver fatto calare la percentuale di assenteismo negli uffici pubblici italiani e di aver ridotto gli sprechi;
si tratterebbe di un'opera commendevole se fosse vera, ma non lo è;
riferisce l'Espresso che a Venezia, ricompresa nella circoscrizione elettorale dove il Ministro è eletto deputato, egli ha chiesto alla prefettura di individuare e di allestire un sontuoso ufficio per il suo collegio;
si tratta di un ufficio vasto e confortevole sito in un luogo in cui il valore immobiliare è superiore ai 10 mila euro a metro quadro che sarebbe preparato e restaurato a spese del contribuente - e non per le attività meritorie del Ministro in quanto tale, ma per le sue attività da deputato;
sulla Repubblica poi si riferisce che lo staff del ministro è pieno zeppo di persone - anche qualificate sia chiaro - ma che sommano emolumenti di decine e decine di migliaia di euro all'anno per il solo fatto di far parte dello staff, senza tornelli, senza misurazione del merito che non sia il personale apprezzamento del Ministro, senza riduzione di doppie voci di compenso e senza ulteriori controlli che egli invoca a carico di tutti gli altri cosiddetti fannulloni nella pubblica amministrazione;
più al fondo, il Ministro Brunetta ha difficoltà a rispettare egli stesso le regole di rigore e sobrietà che vuole imporre ma ne ha peggiori a farle rispettare nel governo di cui fa parte: la sottosegretaria Brambilla non ha dato sinora prova di oculata gestione dell'ENIT: riferisce sempre l'Espresso che l'agenzia pubblica del turismo (che dovrebbe promuovere l'Italia) preferisce le berline tedesche alle nostrane Alfa e ha stanziato 130 mila euro per noleggiare queste Classe E fiammanti con tanto di conducente pronto a servire con priorità il presidente Matteo Marzotto e il direttore generale Eugenio Magnani. L'ultimo lusso di un periodo pieno di spese discutibili: 600 mila euro per la fiera religiosa del Vaticano, 197 mila euro per le Olimpiadi di Pechino e 230 mila per l'imperdibile rivista dell'Enit. Per non parlare di altre quisquilie come un pranzo da 850 euro offerto dal direttore Magnani a otto dirigenti e spesato per errore come incontro con i tour operator. E poi ancora vini e piccoli regali pagati con il fondo «pubbliche relazioni». A via Marghera si largheggia mentre il turismo vive la sua crisi più nera: il Paese è precipitato in pochi anni dal terzo all'ottavo posto. Le immagini della Campania coperta dai rifiuti

hanno lasciato il segno e il Sud registra un calo del 17 per cento -:
se creda giusto e legittimo che i funzionari dello Stato e i magistrati amministrativi che collaborano con il Ministro debbano percepire un doppio stipendio per il fatto di fare un lavoro unico ma presso di lui;
in caso positivo, se questa facoltà non debba essere concessa anche agli altri dipendenti della pubblica amministrazione senza che questi debbano continuamente essere dileggiati con l'appellativo di «fannulloni»;
se - al netto della ristrutturazione del suo ufficio a Venezia e dei compensi dei suoi collaboratori - sia in grado di quantificare i risparmi ottenuti dalla sua opera di lotta ai «fannulloni».
(4-01571)

...

Apposizione di firme a mozioni.

La mozione Volonté e altri n. 1-00037, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 18 settembre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Ricardo Antonio Merlo, Compagnon.

La mozione Bertolini e altri n. 1-00052, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 10 ottobre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Ruben.