XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di martedì 11 novembre 2008

TESTO AGGIORNATO AL 30 NOVEMBRE 2010

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanze urgenti (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
a seguito dell'alluvione del 29 e 30 maggio 2008, l'Amministrazione Provinciale di Cuneo, in attuazione delle indicazioni venute dalla Regione Piemonte e sulla base della normativa vigente, ha autorizzato lavori di ripristino di somma urgenza da eseguirsi con le apposite e specifiche procedure previste in occasioni di calamità naturali, per l'importo complessivo di circa 8.000.000,00 euro;
tali lavori sono stati pertanto immediatamente eseguiti dalle imprese, sulla base di apposite ordinanze emanate dall'Amministrazione Provinciale;
purtroppo ad oggi le imprese esecutrici di tali lavori non hanno ricevuto alcun pagamento;
questa situazione mette in gravissima difficoltà le imprese interessate, tenendo anche conto dell'attuale crisi finanziaria;
la Provincia di Cuneo è costantemente interpellata e sollecitata a provvedere alla liquidazione delle competenze spettanti alle varie imprese;
l'Amministrazione Provinciale di Cuneo ha più volte ribadito la sua impossibilità a pagare le imprese a causa della mancata disponibilità delle risorse finanziarie promesse dalla Regione Piemonte e dal Governo;
in particolare la Regione Piemonte ha più volte ribadito che la responsabilità di questa situazione farebbe totalmente carico allo Stato che a tutt'oggi non avrebbe reso disponibili le somme, largamente inadeguate alle necessità complessive delle comunità alluvionate e comunque già stanziate con vari provvedimenti;
le imprese soffrono analoghe gravi difficoltà da parte di altri enti pubblici territoriali, in primis i Comuni che, vincolati al Patto di Stabilità, non effettuano tempestivamente i pagamenti dovuti per lavori eseguiti, in base alle norme contrattuali stabilite -:
quali urgenti provvedimenti il Governo intenda assumere per far fronte a questa grave situazione il cui protrarsi potrebbe a breve determinare il rischio di fallimento di numerose imprese del settore.
(2-00217) «Delfino, Vietti».

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei Ministri, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
il piano di rilancio di Alitalia presentato da Cai declassa, di fatto, lo scalo aeroportuale di Palermo;
il piano di rilancio della compagnia di bandiera non cita nemmeno l'aeroporto Falcone e Borsellino;
l'Alitalia non investirà su Palermo e prevede, invece, un drastico taglio dei voli operati che si ridurrebbero a 21, con il conseguente esubero di personale e l'ipotizzato trasferimento di dipendenti a Catania;
è previsto inoltre un taglio di 160 posti di lavoro che andrebbe ad incidere su un organico di 174 dipendenti a tempo indeterminato, più 46 lavoratori precari. Rimarrebbero, pertanto, solo 60 lavoratori, oltre ad alcuni addetti al commerciale e i lavoratori addetti alla manutenzione con un'incidenza sull'indotto stimabile al doppio del numero dei tagli sul personale diretto;

è del tutto incerto il destino del call center Alicos, partecipato da Alitalia, anche se con quota di minoranza, e quindi quello del personale;
il piano di Cai quindi penalizza enormemente la città di Palermo e la Sicilia occidentale con importanti ricadute in termini economici e di sviluppo -:
se non intenda intervenire affinché Cai riveda immediatamente il suo piano di rilancio della compagnia che attua un ridimensionamento immotivato dello scalo palermitano e lascia nell'incertezza i lavoratori del call center Alicos, con ricadute negative sul piano dell'efficienza dei servizi, nonché in termini occupazionali.
(2-00219)
«Siragusa, Antonino Russo, Cardinale, Bachelet, Scarpetti, Sbrollini, Leoluca Orlando, Genovese, Ginefra, Sani, Vico, Damiano, Coscia, Rosato, Bossa, Lenzi, Tempestini, Vaccaro, Mastromauro, Messina, Razzi, Barbato, Porfidia, Gianni Farina, Mattesini, Mazzarella, Servodio, Madia, Picierno, Mosella, Motta, De Pasquale, Fioroni, Nicolais, Verini, Piccolo, Fadda, Pizzetti, Fluvi, Pedoto, De Biasi, Pes, D'Antoni, Berretta, Binetti, Samperi, Villecco Calipari, Zampa, Realacci».

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'interno. - Per sapere - Premesso che:
con legge 6 febbraio 1996, n. 52 e con successivo decreto legislativo di attuazione n. 197 del 12 aprile 1996, l'Italia ha recepito la direttiva 94/80/CE del Consiglio dell'Unione europea del 19 dicembre 1994, che fissa le norme che consentono ai cittadini comunitari che risiedono in uno Stato membro, di cui non hanno la cittadinanza, di chiedere l'iscrizione in apposite liste elettorali aggiunte istituite presso il Comune di residenza stessa e, in virtù di tale iscrizione di esercitare il diritto di voto in occasione delle elezioni amministrative ed europee;
secondo i dati Istat aggiornati al 31 dicembre 2007, senza perciò considerare coloro che si sono aggiunti dal 1o gennaio 2008 ad oggi, i cittadini dell'Unione europea, provenienti dai 26 paesi membri, che risiedono in Italia, sono 934.435 e precisamente: Romania 625.278, Polonia 90.218, Germania 40.163, Bulgaria 33.477, Francia 30.803, Regno Unito 26.448, Spagna 17.354, Paesi Bassi 8.165, Slovacchia 7.463, Grecia 7.063, Austria 6.609, Belgio 5.183, Rep. Ceca 5.499, Ungheria 5.467, Portogallo 4.842, Svezia 3.451, Slovenia 3.096, Lituania 3.006, Irlanda 2.735, Danimarca 2.186, Finlandia 1.723, Lettonia 1.559, Malta 803, Estonia 734, Lussemburgo 312 e Cipro 168;
il Ministero degli interni con la circolare n. 134 del 30 dicembre 2003 disciplinava il diritto di voto dei cittadini dei dieci paesi allora entranti predisponendo un modello di domanda che i cittadini dell'Ue potevano presentare ai Sindaci dei Comuni di residenza entro il novantesimo giorno anteriore a quello della votazione;
in occasione delle elezioni amministrative del 27 e 28 maggio 2007, il Partito dei Rumeni in Italia denunciò che in tantissimi Comuni la regolarizzazione per via anagrafica dei cittadini rumeni che presentavano la domanda ai Sindaci per poter votare, era sospesa da settimane per l'incapacità dichiarata dei Comuni stessi di applicare ed interpretare la relativa normativa; tali inadempimenti impedirono a decine di migliaia di cittadini rumeni di partecipare alle elezioni;
la carente conoscenza della normativa riguardante l'elettorato attivo e passivo dai cittadini comunitari da parte dei Comuni ha comportato in occasione delle ultime scadenze elettorali gravissime conseguenze negative sul rispetto degli obblighi comunitari oltre che sul piano dell'immagine dell'Italia in Europa;

in occasione delle prossime elezioni amministrative e di quelle per il rinnovo del Parlamento europeo quali iniziative siano state prese per applicare rigorosamente: la legge 6 febbraio 1996, n. 52 e successivo decreto legislativo di attuazione n. 197 del 12 aprile 1996; la Direttiva 93/109/CE del Consiglio del 6 dicembre 1993; il decreto-legge 24 giugno 1994, n. 408, convertito in legge, con modificazioni, dall'articolo 1 della legge 3 agosto 1994, n. 483, modificato dalla legge 24 aprile 1998, n. 128 -:
se non ritenga urgente promuovere campagne di informazione in diverse lingue rivolte ai cittadini comunitari residenti in Italia affinché possano conoscere il loro diritto di partecipazione al voto in Italia, chiedendo in primis ai mezzi radiotelevisivi del servizio pubblico di attivarsi in tempo utile;
se viste le esperienze passate sui mancati adempimenti di molti Comuni della legge su menzionata non ritenga necessario un intervento ad hoc volto a informare ed istruire i funzionari pubblici delle amministrazioni locali affinché, anche con un'apposita informativa da inviare al domicilio degli interessati, venga garantito il diritto di voto a chiunque dei cittadini comunitari ne faccia richiesta;
se non ritenga che agevolare una maggiore responsabilizzazione anche sul piano civico dei cittadini comunitari residenti in Italia sia uno dei migliori elementi di integrazione che lo strumento democratico offre a tutti i cittadini.
(2-00216)
«Bernardini, Soro, Touadi, Minniti, Maurizio Turco, Farina Coscioni, Mecacci, Zamparutti, Beltrandi, Burtone, Marrocu, Melis, Duilio».

Interrogazioni a risposta scritta:

CIRIELLI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nella trasmissione televisiva «Mi manda RAI 3» di venerdì 18 gennaio 2008 è stato ospitato il Dr. Vincenzo Coppola, medico di Salerno, già primario di Radiologia dell'«Azienda Ospedaliera OO.RR. San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona» di Salerno il quale, ha pubblicamente denunciato di essere stato vittima di emarginazione e persecuzioni per non aver voluto sottoscrivere contratti fraudolenti e avallare appalti orientati;
il dottor Coppola, all'epoca docente di Radiologia nell'Università di Napoli, fu costretto ad abbandonare quell'Ospedale a seguito di una procedura concorsuale i cui commissari sono stati penalmente condannati e che l'Assessore alla Sanità della Regione Campania, dopo 3 ispezioni, aveva segnalato dover ripetere. Il predetto medico, oltre ad altri danni di natura professionale, patrimoniale ed esistenziale, si è ammalato ed ha avuto il riconoscimento della malattia professionale da mobbing;
in particolare, secondo quanto si evince dagli organi di stampa e da varia documentazione, sembrerebbe che, nell'anno 1998, il dottor Vincenzo Coppola abbia segnalato alla Direzione generale della stessa Azienda ospedaliera alcune anomalie nella gestione amministrativa del Reparto di radiologia e le gravi incongruenze e discordanze tra il novero delle apparecchiature radiologiche effettivamente esistenti e utilizzate e quello delle apparecchiature per le quali veniva pagato il canone manutentivo;
con lettera prot. 20381 del 13 luglio 1998 il dottor Vincenzo Coppola richiedeva formalmente alla Direzione generale l'istituzione di una Commissione di inchiesta sull'attività di gestione della radiologia della predetta Azienda Ospedaliera salernitana;
la struttura sanitaria locale con delibera 692 del 15 luglio 1998, recante per oggetto «Contratti di manutenzione apparecchiature radiografiche. Provvedimenti», pubblicata in data 28 agosto 1998, istituiva

e rendeva operativa una Commissione di inchiesta interna volta ad accertare la regolarità o meno degli atti e dei comportamenti riferiti alla stipula dei contratti di manutenzione delle apparecchiature radiologiche nell'arco temporale 1995-1998;
il dottor Vincenzo Coppola veniva escluso dalla predetta Commissione nonostante fosse il responsabile del reparto e nonostante fosse stato il primo a segnalare con solerzia e tempestività l'esistenza di manutenzioni irregolari su macchinari non esistenti ovvero irreparabili nonché l'utilizzo di attrezzature al di fuori delle condizioni di sicurezza minime;
come si evince dall'esposto datato 21 gennaio 2004, sembrerebbe che il dottor Vincenzo Coppola, attesa la funzione rivestita quale primario del reparto dal settembre 1996 all'ottobre 1999, abbia segnalato alle autorità situazioni di incongruenza in ordine alla gestione del parco apparecchiature ed attrezzature esistenti presso il reparto «Radiologia ...» ed in particolare che:
a) presso l'Azienda ospedaliera «... gli elenchi delle apparecchiature effettivamente esistenti e funzionanti siano stati esclusi dalla redazione degli elenchi delle apparecchiature radiologiche da manutenere. Situazione identica di manutenzione non effettuata è da riferire alle sviluppatrici automatiche a servizio del reparto Radiologia ... All'uopo vi è da dire che vi è stata una omessa manutenzione periodica, attestata anche da tre responsabili tecnici, nonostante le specifiche previsioni contrattuali e l'inerzia dell'amministrazione ...»;
b) la predetta Commissione di inchiesta, istituita con delibera 692 del 15 luglio 1998, «... non si è mai riunita e nessun intervento o controllo è stato effettivamente condotto dal Direttore Generale dell'Azienda Ospedaliera, garante della complessiva correttezza dell'attività amministrativa e delle spese erariali...»;
c) «... il censimento delle apparecchiature venne effettuato da una ditta esterna, la Hospital Consulting, con esborso immotivato di danaro pubblico. Per di più tale ditta venne incaricata con atto deliberativo ancora prima della licitazione privata cui era stata chiamata a partecipare ...»;
d) da quanto affermato dal dottor Coppola sembrerebbe che, al fine di escludere il controllo da parte del dottor Coppola sulla manutenzione di apparecchiature inesistenti che durava da anni e giustificare l'elenco di apparecchiature redatto esclusivamente dal dirigente dell'altro servizio di radiologia, «... i vertici aziendali si sono dovuti «inventare» l'unificazione dei servizi di radiologia in capo ad un unico responsabile sin dal 3 giugno 1996. Al riguardo è sintomatico il successivo tentativo di eliminare ogni documento riguardante i due reparti anche dai certificati di servizio e dal mio fascicolo personale al fine di far apparire l'unificazione dei due reparti radiologici in capo ad un unico responsabile cancellando così la mia funzione di primario e responsabile del 2° reparto fin dall'anno 1996, giustificando così un unico elenco di inventario non rispondente al vero e sottoscritto da uno solo dei due responsabili ...»;
e) per quanto riguarda la manutenzione delle apparecchiature il dottor Coppola afferma ancora quanto segue: «... ho consegnato un'ulteriore integrazione relativa alla TAC, i cui contratti di manutenzione non sono mai stati avallati dal responsabile del reparto, nonostante nella relativa delibera si riporti espressamente ma falsamente l'esistenza della relazione del primario. Infine, ho segnalato di aver interessato l'Assessorato alla Sanità della Regione Campania, al vertice del quale vi era il dottor Salemme, che non ha effettivamente assunto alcuna iniziativa, e che l'ispezione regionale non ha potuto concretizzarsi perchè l'azienda non ha consegnato alcun documento né fornito nessuna informativa ...»;

al termine dell'esposto il dottor Coppola avrebbe chiesto, in sintesi e testualmente, di esaminare quanto segue:
«... l'effettiva consistenza del parco macchine di radiologia dell'Azienda Ospedaliera;
i motivi dell'elenco di apparecchiature redatto da un solo responsabile di un solo di Radiologia e non anche dell'esponente responsabile dell'altro reparto;
i motivi della mancata convocazione della commissione di inchiesta nonostante il regolare atto deliberativo;
la mancata manutenzione delle sviluppatrici automatiche, nonostante l'espressa previsione contrattuale e gli obblighi di tutela della salute;
l'esistenza concreta della relazione primariale per autorizzare la manutenzione delle macchine come prevista in delibera;
la situazione dell'Hospital Consulting di Firenze, incaricata già prima della gara d'appalto;
la licitazione privata per il noleggio della TAC mobile di cui alla delibera n. 194 del 6 marzo 1998 della suddetta azienda ospedaliera;
la manutenzione delle TAC da cui derivò la sospensione delle attività»;
secondo quanto si evince dall'esposto datato 15 marzo 2004, il dottor Coppola, in ordine a quanto da lui stesso denunciato in data 21 gennaio 2004, ad ulteriore chiarimento dei fatti esposti nel verbale, avrebbe esibito la documentazione riguardante l'appalto di servizi per prestazioni di manutenzioni della società Ray Elmed S.n.c. - Elettronica medicale Salerno - su alcune apparecchiature radiogene a servizio dei reparti radiologia dell'Azienda ospedaliera di Salerno;
secondo quanto descritto nell'esposto datato 18 maggio 2004, il dottor Coppola, ad integrazione di quanto contenuto nei precedenti verbali, esibiva ulteriore documentazione riguardante gli atti presupposti all'atto deliberativo di affidamento e manutenzione di apparecchiature elettromedicali alla Ray Elmed negli anni 1997-1997 ed in particolare:
«... elenco delle attrezzature oggetto del contratto di manutenzione - reparto di radiologia - a firma del solo primario del primo servizio di radiologia;
lettera di trasmissione con allegato elenco delle apparecchiature radiogene inventariate ed esistenti presso il reparto di radiologia unificato dall'11 dicembre 1996 a firma del dottor Coppola Vincenzo;
elenco contenente aggiornamento apparecchiature radiogene al giugno 1997...»;
con riferimento alla predetta documentazione, il dottor Coppola avrebbe precisato che: «... diversamente da quanto ritenuto dall'Azienda Ospedaliera nell'elenco delle attrezzature a me trasmesso quale primario del reparto di radiologia, le apparecchiature effettivamente sottoposte a manutenzione da parte della Ray Elmed s.n.c., appaltatrice, non potevano essere tutte quelle indicate nell'elenco in quanto una parte di esse non erano mai esistite nel reparto, altre non erano riparabili e quindi non potevano essere oggetto di manutenzione, altre ancora erano fuori sicurezza e quindi andava inibito il loro funzionamento. Nonostante ciò tali apparecchiature continuavano ad essere prese a base dei contratti di manutenzione ...»;
nell'esposto il dottor Coppola avrebbe denunciato di aver fornito un elenco delle apparecchiature non esistenti o dimesse per motivi di sicurezza dal quale si evincerebbe che: «... ben 19 macchine continuavano ad essere oggetto del contratto stipulato con la Ray Elmed sebbene le stesse non potessero essere oggetto di manutenzione ...»;
il dottor Coppola avrebbe denunciato, inoltre, che: «... la mancanza e l'inesistenza delle predette apparecchiature dal reparto, a partire dal 1995 sarebbe stata più volte e con insistenza segnalata alla direzione generale ...»;

secondo quanto si evince dalla lettera inviata in data 10 novembre 2007 all'«Alto Commissariato per la prevenzione ed il contrasto della corruzione e delle altre forme di illecito nella pubblica amministrazione», il dottor Coppola avrebbe integrato le precedenti denuncie comunicando che sarebbe stato «... estromesso da ogni ambito decisionale per gli anni di funzione apicale ...» e pare che sarebbe stato, infine, «... sostituito nell'incarico dopo una simulata procedura concorsuale e costretto al trasferimento ...»;
nella stessa lettera il dottor Coppola ancora avrebbe denunciato che:
l'Assessorato alla Sanità della Regione Campania avrebbe dato seguito alle sue denunce disponendo due ispezioni ed in particolare affermava quanto segue: «... la prima, per false manutenzioni, non condotta ovvero non conclusa nonostante la mia conferma documentale degli illeciti già in fase istruttoria; la seconda sulla irregolare procedura selettiva che ha documentato una serie di reati - tra cui il falso e l'abuso di 2 commissari condannati in I e II grado dal Tribunale di Salerno. Per analoga situazione per altro commissario è stata confermata la condanna anche dalla Suprema Corte di Cassazione ...»;
l'Azienda Ospedaliera si sarebbe costituita parte civile e dopo aver annullato la predetta procedura selettiva, dopo aver annullato con DPGR la nomina di un Commissario incompatibile e deciso di ripetere la procedura avrebbe successivamente stabilito, a fronte di decisioni del giudice amministrativo e del Giudice penale, che non sussistessero incompatibilità non tenendo, peraltro, in considerazione le contravvenzioni riscontrate dai propri Ispettori;
attualmente, secondo quanto affermato dal dottor Coppola nella sua missiva, «... nonostante diversi interventi, compreso quello del Dipartimento della Funzione Pubblica e del Ministero della Sanità (cui non è mai stata data risposta !) e l'ufficiale interessamento di diversi uomini politici di tutti gli schieramenti, di Sindacati e di Magistrati, mi è stato detto chiaramente che non si intende intervenire perché non si può dopo tanti anni ammettere di aver sbagliato ...»;
da quanto testualmente affermato dal dottor Coppola nella lettera sembrerebbe che la Regione Campania non abbia ritenuto opportuno «... porre in essere la propria attività di vigilanza e coperto di fatto la situazione di corruttela ...» mentre con riferimento al presunto illecito concorso che sarebbe stato organizzato per estrometterlo non avrebbe inteso «... prendere atto delle risultanze delle 4 ispezioni da essa stessa disposte e che hanno riscontrato diversi reati oltre al falso e abuso di tutti e tre i commissari né in ogni caso prendere atto delle decisioni prese dalla Magistratura Penale ...»;
quanto esposto nella premessa della presente interrogazione è stato oggetto, nel corso degli anni, di molti articoli pubblicati dagli organi di stampa -:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se gli stessi corrispondano al vero;
se i fatti esposti in premessa corrispondano al vero, quando siano state avviate e quali risultati abbiano conseguito le ispezioni e gli interventi predisposti dal Dipartimento della funzione pubblica e dal Ministero della sanità così come denunciato dal dottor Coppola nei suoi esposti;
se i fatti esposti in premessa corrispondono al vero, ed accertata l'assenza di provvedimenti da parte delle autorità preposte, quali iniziative di propria competenza intenda adottare;
se non reputi di dover sollecitare l'INAIL all'azione di regresso, verificata la sussistenza di lesioni personali colpose gravissime e il conseguente indennizzo;
se non ritenga opportuno, acquisita la registrazione della trasmissione televisiva, far valutare, tra l'altro, l'operato dei Magistrati locali che hanno trattato le questioni pubblicamente denunciate.
(4-01576)

DIMA, BARBARO e LAURA MOLTENI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il Governo Prodi in data 3 maggio 2007 ha sostituito il Consiglio d'Amministrazione dell'istituto per il Credito Sportivo (ICS) nominato dal precedente Governo Berlusconi avvalendosi della Finanziaria 2007 (articolo 1, comma 1297, legge 27 dicembre 2006, n. 296 modificata dall'articolo 11-sexies del decreto legislativo 8 febbraio 2007, n. 8, convertito in legge 4 aprile 2007, n. 41 prevedendo una serie di interventi sull'assetto dell'ICS stesso;
in data 29 novembre 2007 la Presidenza del Consiglio dei ministri ha trasmesso al Presidente del Credito Sportivo, Andrea Cardinaletti, gli atti di indirizzo per l'attività dell'Istituto per il Credito Sportivo prevedendo che il Piano Industriale dell'Ente sarebbe stato approvato in tempi brevi con inizio operatività i primi dell'anno nuovo -:
come mai sia stata rinviata più volte l'approvazione definitiva dello stesso Piano Industriale fino ad arrivare ad una approvazione con delimitati margini di operatività finanziaria nel mese di maggio 2008, e se lo stesso sia attualmente in linea con l'operatività dell'Ente e se sia funzionale alla missione pubblica dell'Istituto che costituisce per il Paese e per il mondo dello sport un sicuro punto di riferimento.
(4-01577)

PISO, TRAVERSA e LAURA MOLTENI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il Governo Prodi ha sostituito in data 3 maggio 2007 il Consiglio d'Amministrazione dell'istituto per il credito sportivo (ICS) nominato dal precedente Governo Berlusconi avvalendosi della Finanziaria 2007 (articolo 1, comma 1297, legge 27 dicembre 2006, n. 296, modificata dall'articolo 11-sexies del decreto-legge 8 febbraio 2007, n. 8 convertito in legge 4 aprile 2007 n. 41) prevedendo una serie di interventi sull'assetto dell'ICS stesso;
in data 29 novembre 2007 la Presidenza del Consiglio dei ministri ha trasmesso al Presidente del Credito Sportivo, Rag. Andrea Cardinaletti, gli atti di indirizzo per l'attività dell'Istituto per il Credito Sportivo prevedendo che lo stesso Ente proponesse in sede legislativa modifiche o integrazioni alle normative di settore per sviluppare nuove politiche sull'impiantistica sportiva, rivolte a favorire anche l'imprenditoria sportiva mantenendo il giusto equilibrio tra pubblico ed privato -:
quali siano state le proposte che l'Istituto per il Credito Sportivo ha presentato per modificare o integrare le attuali normative di settore in sede legislativa e come l'Istituto abbia risposto alle dichiarazioni di recente rivolte dalla Federazione italiana imprenditori impianti sportivi sulla disparità di trattamento che proprio l'Istituto avrebbe attuato negli ultimi mesi non solo tra pubblico e privato ma anche tra gli stessi privati.
(4-01578)

MURGIA, LANDOLFI, LAMORTE e LAURA MOLTENI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il Governo Prodi ha sostituito in data 3 maggio 2007 il consiglio di Amministrazione dell'Istituto per il credito sportivo (ICS) nominato dal precedente Governo Berlusconi avvalendosi della Finanziaria 2007 (articolo 1 comma 1297 legge 27 dicembre 2006, num. 296, modificata dall'articolo 11-sexies del decreto-legge 8 febbraio n. 8 convertito in legge 4 aprile 2007 n. 41) prevedendo una serie di interventi sull'assetto dell'ICS stesso;
in data 29 novembre 2007 la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha trasmesso al Presidente del Credito Sportivo, Rag. Andrea Cardinaletti, gli atti di indirizzo per l'attività dell'Istituto per il Credito Sportivo, prevedendo che l'Istituto

doveva attivarsi anche nel campo dei finanziamenti di grandi eventi europei ed internazionali;
in tale ottica, il portafoglio prodotti dell'Istituto doveva essere integrato con tipologie di credito a breve termine;
per assicurare il necessario supporto agli imprenditori interessati ad operare nei settori dello Sport e della Cultura, l'Istituto doveva sviluppare nuovi prodotti bancari rivolti a tali soggetti ed i relativi servizi accessori come piani di fattibilità, consulenza specialistica e project financing -:
ad un anno di distanza dagli indirizzi avuti quali siano gli interventi messi in essere dal Credito Sportivo per il finanziamento di grandi eventi europei ed internazionali, con quali tipi di prodotti bancari rivolti a tali soggetti e con quali servizi accessori si sia dato supporto agli imprenditori interessati ad operare nei settori dello sport e della cultura.
(4-01579)

DE ANGELIS, BERNINI BOVICELLI, LEO e LAURA MOLTENI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il Governo Prodi in data 3 maggio 2007 ha sostituito il Consiglio di Amministrazione dell'Istituto per il Credito Sportivo (ICS) nominato dal precedente Governo Berlusconi avvalendosi della Finanziaria 2007 (articolo 1, comma 1297, legge 27 dicembre 2006, n. 296, modificata dall'articolo 11-sexies del decreto-legge 8 febbraio 2007, n. 8 convertito in legge 4 aprile 2007, n. 41) prevedendo una serie di interventi sull'assetto dell'ICS stesso;
in data 29 novembre 2007 la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha trasmesso al Presidente, Rag. Andrea Cardinaletti, gli atti di indirizzo per l'attività dell'Istituto per il Credito Sportivo;
in particolare gli atti di indirizzo prevedevano che il piano industriale per l'attività dell'Istituto nel prossimo triennio dovesse tenere conto dell'esigenza di remunerare il capitale proprio in un più generale quadro di coerenza con la missione pubblica dell'Istituto, che costituisce per il Paese e per il mondo dello sport un sicuro punto di riferimento;
il rapporto consolidato negli anni con le Regioni, gli Enti locali e l'associazionismo sportivo, lo stretto legame con il CONI e le sue rappresentanze territoriali e la grande esperienza maturata nel settore del finanziamento allo sport, dovevano rappresentare punti fermi per la futura attività dell'Istituto;
i ministeri vigilanti avevano indicato le linee di indirizzo, che dovevano essere osservate dai vertici del Credito Sportivo nell'elaborazione del piano industriale per il triennio 2008-2010, al fine di rendere l'Istituto una realtà in grado di offrire un valido supporto finanziario alle nuove iniziative di soggetti pubblici e privati, anche attraverso nuovi servizi e prodotti. Le sopracitate linee dovevano garantire piena operatività sul fronte della raccolta e degli impieghi, nel breve, medio e lungo termine ed efficienza nell'assistenza sul territorio al cliente -:
quali e quanti siano, ad un anno di distanza, i nuovi servizi e i nuovi prodotti, oltre il consolidato mutuo di scopo, offerti dall'Istituto;
se e come sia stata acquisita piena operatività diretta dall'Istituto sul fronte della raccolta e degli impieghi;
come sia migliorata l'assistenza al cliente sia pubblico che privato visto che l'Istituto non è presente in tutte le Regioni con propri uffici e referenti in distonia con il piano industriale che invece prevede una capillare presenza dell'Istituto su tutto il territorio nazionale.
(4-01580)

DI BIAGIO, LAFFRANCO, BIANCONI, NOLA e LAURA MOLTENI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il Governo Prodi in data 3 maggio 2007 ha sostituito il Consiglio di Amministrazione

dell'ICS (Istituto per il Credito Sportivo) nominato dal precedente Governo Berlusconi avvalendosi della finanziaria 2007 (articolo 1, comma 1297, legge 27 dicembre 2006, n. 296, modificato dall'articolo 11-sexies del decreto-legge 8 febbraio 2007, n. 8, convertito dalla legge 4 aprile 2007, n. 41) prevedendo una serie di interventi sull'assetto dell'ICS stesso;
in data 29 novembre 2007 la Presidenza del Consiglio dei ministri ha trasmesso al Presidente del Credito sportivo gli atti di indirizzo per l'attività dell'istituto stesso che nel particolare prevedevano che il rapporto con gli azionisti pubblici dovesse evolvere da un approccio di tipo statico ad un approccio dinamico e partecipativo, con il contributo e la partecipazione dell'Istituto anche alle fasi di studio e progettazione di nuove iniziative pubbliche;
l'Istituto doveva sviluppare idonee forme di compartecipazione di altri soggetti pubblici o privati per il reperimento delle risorse finanziarie necessarie per la realizzazione di nuove iniziative pubbliche;
l'attività dell'Istituto doveva favorire, ove possibile, la realizzazione da parte degli enti territoriali di infrastrutture polivalenti per accogliere manifestazioni sportive, spettacoli ed eventi, culturali ed espositivi -:
quale sia stato concretamente il contributo dell'ICS, ad un anno di distanza, al programma straordinario per l'impiantistica sportiva al tavolo di concertazione per la definizione del programma e l'individuazione delle possibili linee di intervento per l'impiantistica destinata allo sport professionistico;
quale sia stato concretamente il contributo dell'ICS, ad un anno di distanza, all'Osservatorio nazionale per l'impiantistica sportiva e quali strumenti siano stati creati per sostenere l'offerta di servizi adeguati all'evoluzione della domanda di sport, sia a livello professionistico che dilettantistico;
quale sia stato concretamente il contributo dell'ICS, ad un anno di distanza, al progetto impiantistica sportiva scolastica e quali siano i prodotti finanziari proposti per l'impiantistica sportiva scolastica finalizzati alla realizzazione di nuovi impianti e alla ristrutturazione di quelli esistenti, e se l'ICS abbia fornito, e se sì come, una consulenza finalizzata ad ottimizzare la gestione e la fruibilità di tali impianti;
quale sia stato concretamente il contributo dell'ICS, ad un anno di distanza, al progetto impiantistica sportiva di base e se l'Istituto abbia sviluppato una linea di prodotti finanziari per l'impiantistica sportiva diffusa sul territorio nazionale e destinata alla pratica sportiva dilettantistica al fine di favorire la realizzazione di nuovi impianti e alla ristrutturazione di quelli esistenti, e se abbia, e se sì come, fornito una consulenza finalizzata ad ottimizzare la gestione e la fruibilità di tali impianti.
(4-01583)

DE NICHILO RIZZOLI, PROIETTI COSIMI e LAURA MOLTENI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il Governo Prodi in data 3 maggio 2007 ha sostituito il consiglio di amministrazione dell'ICS (Istituto per il credito) nominato dal precedente Governo Berlusconi avvalendosi della finanziaria 2007 (articolo 1, comma 1297, legge 27 dicembre 2006, n. 296, modificato dall'articolo 11-sexies del decreto-legge 8 febbraio 2007, n. 8, convertito dalla legge 4 aprile 2007, n. 41) prevedendo una serie di interventi sull'assetto dell'ICS stesso, tra cui la fissazione di un termine per l'adeguamento dello statuto dell'ICS in giorni 45;
come mai lo Statuto dell'ICS alla data odierna, novembre 2008, non risulti ancora adeguato e quindi in piena distonia per molti di suoi articoli con la normativa vigente, particolarmente con quanto stabilito dall'articolo 1, comma 1297, della sopracitata legge 27 dicembre 2006, n. 296.
(4-01584)

BRIGUGLIO, BARBARO e LAURA MOLTENI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il Governo Prodi in data 3 maggio 2007 ha sostituito il Consiglio di amministrazione dell'Istituto per il Credito Sportivo (ICS) nominato dal precedente Governo Berlusconi avvalendosi della Finanziaria 2007 (articolo 1, comma 1297, legge 27 dicembre 2006, n. 296, modificato dall'articolo 11-sexies del decreto-legge 8 febbraio 2007, n. 8, convertito dalla legge 4 aprile 2007, n. 41) prevedendo una serie di interventi sull'assetto dell'ICS stesso;
in data 29 novembre 2007 la Presidenza del Consiglio dei ministri ha trasmesso al Presidente, Rag. Andrea Cardinaletti, gli atti di indirizzo per l'attività dell'Istituto per il Credito Sportivo;
nel particolare i suddetti atti prevedevano che:
a) l'Istituto dovesse ottimizzare il rapporto di partnership con il cliente, coniugando al tradizionale ruolo di ente finanziatore quello di partner nella creazione e realizzazione di progetti di elevato contenuto sociale;
b) l'Istituto dovesse mettere al centro della propria azione la clientela, sia pubblica che privata a tal fine dotandosi di una rete commerciale operativa in tutto il territorio nazionale;
c) l'Istituto dovesse rivolgere particolare attenzione alla semplificazione delle procedure amministrative e burocratiche per la concessione dei finanziamenti con abbreviazione dei tempi di istruttoria e di erogazione, anche attraverso l'utilizzo di nuove tecnologie di erogazione ed istruttoria via web -:
se, ad un anno di distanza, la rete commerciale del credito sportivo sia operativa su tutto il territorio nazionale e, se sì, come e dove;
quali siano ad un anno di distanza i progetti di elevato contenuto sociale di cui è stato partner l'ICS;
quali siano, ad un anno di distanza, le semplificazioni amministrative e tecnologiche delle procedure di finanziamento messe in atto dall'ICS;
se e di quanto siano diminuiti i tempi medi di concessione di un finanziamento.
(4-01585)

RAMPELLI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi presso l'hotel Ergife di Roma si è svolta la prova di idoneità per giornalisti professionisti;
a quanto si apprende, la presenza di computer non formattati, e in particolare l'utilizzo di chiavette elettroniche USB non funzionanti, necessarie per memorizzare il tema scritto e poi stamparlo, ha costretto molti concorrenti a rielaborare a penna una sintesi della propria prova e a rimanere in aula fino a tarda serata;
a trovarsi in difficoltà sarebbero stati un centinaio di candidati arrivati da tutta l'Italia, su 521 che si sono presentati all'esame;
sembrerebbe che a disposizione dei concorrenti ci fossero solo dieci tecnici per oltre cinquecento persone;
si può facilmente immaginare come questi gravi disservizi tecnici e gestionali abbiano generato non solo una grande confusione ma addirittura vere e proprie crisi di pianto tra i candidati costretti a lavorare in condizioni disperate;
il caos che ha contraddistinto la sessione di esame testimonia quanto sia ancora lontana la via dell'informatizzazione in Italia anche per quei settori che ne dovrebbero rappresentare la punta di diamante;
a giudizio dell'interrogante è da respingere qualsiasi ipotesi di annullamento della sessione perché in tal modo i candidati verrebbero penalizzati due volte;

è auspicabile che l'Ordine nazionale dei giornalisti sappia trovare le adeguate soluzioni -:
se non ritenga opportuno acquisire informazioni presso l'Ordine nazionale dei giornalisti in merito a quanto descritto in premessa;
se non intenda, in particolare, accertare come la Consip, la società che ha ricevuto l'appalto per la gestione informatizzata dell'esame, abbia organizzato l'appuntamento e per accertare eventuali responsabilità.
(4-01590)

GRANATA, FRASSINETTI, ARACRI e LAURA MOLTENI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il Governo Prodi ha sostituito in data 3 maggio 2007 il consiglio di amministrazione dell'ICS (Istituto per il credito sportivo) nominato dal precedente Governo Berlusconi avvalendosi della finanziaria 2007 (articolo 1, comma 1297, legge 27 dicembre 2006, n. 296, modificato dall'articolo 11-sexies del decreto-legge 8 febbraio 2007, n. 8, convertito dalla legge 4 aprile 2007, n. 41) prevedendo una serie di interventi sull'assetto dell'ICS stesso;
dal bilancio dell'Istituto al 31 dicembre 2007, si evince un forte trend negativo (-10,24 per cento) del margine di interesse rispetto allo stesso valore riferito al 31 dicembre 2006;
nel sostanziale equilibrio degli altri indicatori di bilancio tale perdita di valore del margine di interesse pari a circa euro 5.000.000 ha determinato una variazione negativa dell'utile netto 2007 rispetto alla stessa voce riferita al 2006 del - 20,50 per cento;
tale andamento economico risulta ancor più preoccupante se posto in diretta correlazione al forte decremento delle operazioni attive, al forte incremento dei costi di provvista, alla perdita del valore economico finanziario di remunerazione dei crediti, al decremento degli interessi attivi, dovuto alla progressiva estinzione, per fine ammortamento, dei mutui stipulati nel passato a tassi più elevati -:
quali siano, a fronte di un andamento economico dell'ente così preoccupante, i provvedimenti messi in essere dalla governance per invertire o contenere tale tendenza, quali siano i dati economici al 30 settembre del corrente anno e quali siano le previsioni per la chiusura al 31 dicembre 2008.
(4-01591)

MARINELLO, LABOCCETTA, TOCCAFONDI, GIRLANDA e GIOACCHINO ALFANO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nella raccolta e gestione dei rifiuti solidi urbani, un ruolo determinante spetta alle imprese private, che operano in circa la metà dei comuni italiani, ivi compreso il settore della raccolta differenziata;
l'attività viene data in appalto dai comuni, o dalle unioni di comuni, tramite contratti pluriennali di struttura tipica; gli oneri sono corrisposti periodicamente;
il meccanismo di aggiornamento è commisurato alla variazione dei costi sostenuti dalle imprese tenuto conto dei prezzi di mercato;
dal 2006 il codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture previsto dal decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, ha modificato il metodo di aggiornamento dei corrispettivi prevedendo (articolo 115) che la revisione viene operata sulla base di una istruttoria condotta dai dirigenti responsabili dell'acquisizione di beni e servizi sulla base dei dati in possesso dell'Osservatorio dei contratti, dati che sono di fonte ISTAT;
tuttavia, allo stato, i dati di mercato non sono mai stati presentati in quanto l'ISTAT non ha proceduto né alla rilevazione dei migliori prezzi di mercato di fatto, né alla costruzione dei prezzi medi

di mercato su base regionale; peraltro l'Osservatorio non è in grado di muoversi autonomamente;
grazie a ciò, gli enti locali non riconoscono nessun adeguamento dei corrispettivi, mancando gli strumenti per quantificarli, mentre le imprese di settore sono in agitazione in quanto la legge prevede l'adeguamento dei prezzi; tale situazione sta diventando drammatica in considerazione dei costi crescenti, in particolare quelli energetici; molte imprese sono prossime al collasso con gravi conseguenze occupazionali ed ambientali; va anche osservato che si è recentemente provveduto al rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro del settore -:
se non si intenda procedere con sollecitudine alla definizione degli adempimenti previsti dall'articolo 115 del decreto legislativo n. 163 del 2006, in materia di definizione del metodo di aggiornamento dei corrispettivi per i contratti di appalto relativi a lavori, servizi e forniture;
se non intenda dettare norme provvisorie di adeguamento dei corrispettivi, al fine di salvaguardare le imprese di settore tenuto anche conto che esse svolgono un servizio pubblico essenziale.
(4-01592)

BITONCI e STUCCHI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nel 1984 nel Comune di Cittadella (Padova) iniziarono le prime indagini conoscitive su incarico dell'allora Amministrazione Comunale per progetto restauro e valorizzazione della cinta muraria del XIII secolo e di altri edifici storici racchiusi al suo interno;
il 26 marzo 1986 - avvalendosi dell'articolo 15 della legge n. 41 del 1986 (Legge finanziaria 1987) - fu effettuata una richiesta di finanziamento;
il Progetto fu predisposto su incarico dell'amministrazione comunale da un gruppo di imprese riunite nel «Consorzio Cittadella»;
il 12 maggio 1988 - il C.I.P.E. con propria deliberazione ammette il progetto al finanziamento per L. 15.068.000.000. -, disponendo una prima assegnazione per L. 8.587.000.000, il titolare del finanziamento risulta la Regione Veneto (che ha avanzato formalmente la richiesta);
il 21 luglio 1988 con D.G.R. n. 4722 la Regione Veneto recepisce l'assegnazione del finanziamento;
il 20 gennaio 1989 il Sindaco di Cittadella pro tempore invia una lettera alla Regione Veneto per chiedere affidamento dei lavori;
il 7 marzo 1989 la giunta regionale del Veneto con D.G.R. n. 1312, modificata e integrata con D.G.R. n. 4178 del 19 luglio 1989, affida in concessione al Comune di Cittadella l'esecuzione dei lavori e nomina il proprio Ing. capo per i lavori di restauro;
il 4 aprile 1990 con convenzione rep n. 1755 il Comune di Cittadella affida la maggior parte delle opere al «Consorzio Cittadella» e si riserva di affidare le rimanenti con apposita gara;
il 9 luglio 1990 avviene il primo sopralluogo degli Ispettori FIO a Cittadella;
il 16 gennaio 1991 La Regione Veneto al Rep. n. 1240, stipula un'apposita convenzione con il Comune di Cittadella al fine di affidare l'esecuzione delle opere, ed imponendo concederla al «Consorzio Cittadella»;
nel frattempo è pervenuta la prima tranche del finanziamento e l'amministrazione comunale del tempo avvia i lavori;
ma durante l'esecuzione dei lavori emergono gravi inconvenienti, manchevolezze amministrative, progettuali e gestionali che comportano la proroga, per più volte, della data di ultimazione dei lavori;
viene effettuata una operazione di diserbo complessivo sulla cinta muraria, diserbo che, senza l'effettuazione dell'immediato

restauro, ha creato un ulteriore aggravamento e dissesto statico delle Mura Medioevali Cittadellesi;
nel 1993 gran parte dell'amministrazione comunale viene indagata dalla Procura di Padova per altre vicende come il caso «Futura tre», vicende tristemente note a tutta la polazione cittadina;
i gravi errori gestionali, la mancata esecuzione del «Progetto Mura», le indagini della Procura di Padova portarono l'allora Sindaco, Giovanni Paolo Parolin (ora consigliere comunale), nominato dal Consiglio Comunale il 06 novembre 1992, alle dimissioni il 26 luglio 1993; che nella relazione presentata dallo stesso al comune di Cittadella, il giorno 24 luglio 1993 prot. 16618, dichiara: «Evidentissimo, poi, il disagio provocato dalla raffica di avvisi di garanzia sul problema «Futura tre» che ha coinvolto metà Consiglio Comunale ed ha creato notevole scompiglio nella struttura burocratica dell'Ente, accellerando quel processo di deresponsabilizzazione rispetto ai problemi, che va nella direzione esattamente opposta rispetto ai problemi, che va nella direzione esattamente opposta rispetto a quella tracciata con le ultime normative»;
giunge così il primo Commissariamento nella storia del Comune di Cittadella;
il 13 aprile 1994 il C.I.P.E., con propria deliberazione revoca parzialmente il finanziamento relativo al progetto FIO n. 259 del 1986, la revoca viene motivata sulle risultanze delle verifiche effettuate a Cittadella dal nucleo ispettivo (grave ritardo e consistente aumento dei costi durante l'esercizio dell'amministrazione poi commissariata);
viene così revocato il finanziamento meno la parte immediatamente deliberata e concessa di L. 8.587.000.000;
la revoca parziale viene rettificata successivamente, adducendo il mero errore materiale, come revoca totale del finaziamento;
si conclama un grave danno per il Comune di Cittadella, le ditte esecutrici dei parziali lavori risultano impagate, e il restauro delle antiche e fatiscenti Mura Cittadellesi sono definitivamente bloccati;
l'8 agosto 1996 il Comune di Cittadella ottiene, con delibera C.I.P.E., la parziale riallocazione delle risorse resesi disponibili a seguito della revoca del progetto FIO n. 259 del 1986, riassegnazione alla Regione Veneto, e per essa al Comune di Cittadella, di L. 8.587.000.000;
risulta quindi definitivamente persa ed irrecuperabile la somma di L. 6.481.000.000, somma derivante dalla differenza dalla deliberazione di ammissione del progetto da parte del CIPE per L. 15.068.000.000 del 1988 e la riassegnazione del 1996 per L. 8.587.000.000;
va considerata l'ingente perdita e l'accertata responsabilità del Sindaco e degli amministratori del tempo dimessisi il 26 luglio 1993 -:
se la somma di L. 6.481.000.000 pari ad euro 3.347.157,00, possa essere riallocata e riassegnata a favore della Regione Veneto e del Comune di Cittadella, al fine di completare, il progetto di restauro delle antiche mura Medievali;
se dagli atti depositati risulti che il Sindaco e gli Amministratori del tempo, che hanno gestito il finanziamento Fio e precedenti al Commissariamento Prefettizio del 1993, abbiano reso al Ministero la rendicontazione relativa ai suddetti fondi statali e, in caso affermativo, se il Ministero competente abbia riscontrato eventuali irregolarità;
se siano spirati i termini, al fine di segnalare gli eventuali abusi agli organi competenti ed alla Corte dei conti al fine di un possibile recupero dei Fondi CIPE ammessi e poi revocati per le gravi e accertate inadempienze.
(4-01594)

BOBBA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE) con

deliberazione del 28 settembre 2007 ha stabilito i criteri di ripartizione delle misure compensative destinate ai Comuni e alle Province ospitanti gli impianti di cui all'articolo 4 comma 1 del decreto-legge 14 novembre 2003 n. 314;
in base ai suddetti criteri il CIPE ha determinato le quote di contributo spettanti ai Comuni e alle Province per gli anni 2004-2005-2006 e alla Provincia di Vercelli, annoverata tra i soggetti beneficiari di tali finanziamenti, viene destinato l'importo complessivo di euro 9.766.200,00 come da Tabella allegata alla delibera CIPE e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 277 del 28 novembre 2007;
con deliberazione del Consiglio Provinciale di Vercelli n. 309 del 10 aprile 2007 veniva individuato un primo programma di interventi da realizzarsi presso il Comune di Trino ed approvata una bozza di accordo di Programma per l'utilizzo delle risorse di cui alla legge n. 314 del 2003;
le finalità dell'accordo di programma adottato, tuttora valide, sono volte a dare impulso, attraverso risorse economiche eccezionali, a consentire una forte ripresa economico-produttiva di un territorio gravemente compromesso sia dai ripetuti eventi di esondazione alluvionale del fiume Po, sia dalla vulnerabilità dello stesso, causato dalla presenza di materiale radioattivo nella centrale nucleare Enrico Fermi, e si realizzano a diversi livelli sommariamente riconducibili ai settori: infrastrutturale, urbanistico, turistico-ricettivo, museale culturale istruzione, di alta formazione professionale, e di sviluppo produttivo della piccola impresa;
in forza di tale compensazione la Provincia di Vercelli ha provveduto alla variazione di bilancio di previsione 2008, destinando euro 1.310.000,00, quale fondo di dotazione alla Fondazione Terre d'Acqua (accordo di programma per riqualificazione ambientale e urbana della città di Trino);
al punto 3 dell'accordo di programma siglato dal Comune di Trino e la Provincia di Vercelli, sotto il titolo «Individuazione degli Interventi di promozione» veniva stabilito che «La Provincia di Vercelli e il Comune di Trino convengono di destinare la somma di euro 3.000.000,00, segnatamente per euro 2.000.000,00 la Provincia di Vercelli (1.310.000,00 + 690.000,00) ed euro 1.000.000,00 il Comune di Trino alla costituzione della Fondazione «Terre d'acqua» che avrà come scopo la promozione e la diffusione, anche ai fini della valorizzazione turistica, delle espressioni della cultura e dell'arte del territorio.»;
la società a responsabilità limitata «Terre d'acqua» è ad oggi una società cosiddetta in house, con capitale interamente pubblico, sulla quale le amministrazioni titolari del capitale esercitano un controllo analogo a quello esercitato su un proprio servizio e che realizzano la parte più importante della loro attività attraverso questi ultimi;
il capitale di detta società è per il 62,5 per cento della Provincia di Vercelli e per il 37,5 per cento del Comune di Trino;
ad oggi è in atto un percorso di trasformazione della società a responsabilità limitata «Terre d'acqua» in fondazione, non valutando che tale nuovo assetto comporterebbe nei successivi 3 anni un'erosione del capitale pari al 50 per cento, come indicato dal piano economico finanziario allegato ai documenti richiesti per la trasformazione, non potendosi prevedere altre forme di entrata, mentre se si considera un periodo pari a 6 anni, si potrebbe verificare l'estinzione del patrimonio della stessa costituenda fondazione;
l'ente fondazione, per le sue peculiarità costitutive, garantirebbe una natura partecipata, ma comporterebbe una sostanziale differenziazione di gestione a seconda dell'eventuale e successivo ingresso di altri enti pubblici, quali ad esempio il comune di Vercelli, in quanto gli apporti successivi alla fondazione non possono mai comportare una modifica dei

soggetti fondatori, in armonia con il dettato delle disposizioni del Codice Civile che tutelano, per quanto possibile, la volontà dei fondatori originari;
lo stato patrimoniale straordinario della società «Terre d'acqua s.r.l.» al 31 maggio 2008 evidenziava un patrimonio netto negativo di euro 46.394,00;
il 31 luglio 2008, il Segretario generale della Provincia di Vercelli segnalava che la documentazione allegata alla proposta di deliberazione (uscite di cassa non prorogabili, stato patrimoniale straordinario di Terre d'acqua al 31 maggio 2008, relazione di trasformazione ai sensi dell'articolo 2500 septies del codice civile, piano socio-economico e finanziario, relazione di dettaglio del direttore generale, promemoria) è priva di sottoscrizione ed in particolare evidenziava l'assenza della relazione del collegio dei revisori dei conti sugli aspetti economici e finanziari dell'operazione ex articolo 32 dello statuto provinciale (al riguardo, il direttore generale riferiva che lo acquisirà sulla proposta, prima della discussione in Consiglio Provinciale);
la situazione patrimoniale della costituenda fondazione appare non solo in passivo da diversi anni, e confermata anche dall'ultimo bilancio del 27 ottobre 2008, dove l'utile in perdita è pari a euro 105.269,00, ma i fogli di bilancio allegati non consentono una lettura trasparente dell'attività svolta precedentemente;
al 10 novembre 2008, data in cui si è svolto il Consiglio Provinciale di Vercelli, non era stata ancora trasmessa la relazione dei revisori richiesta per porre in essere l'iter di trasformazione della società a responsabilità limitata «Terre d'acqua»;
in data 2 novembre 2008, durante la trasmissione «Report», in onda su Rai Tre alle ore 21.30, la giornalista Milena Gabanelli faceva presente che a Saluggia dove c'è il 90 per cento di concentrazione di radioattività è arrivato solo il 30 per cento delle compensazioni, mentre a Trino, dove ce n'è 1 decimo, arriva più del 50 per cento, a Terre d'acqua, una futura fondazione che si occupa di promozione turistica, sono stati destinati qualche settimana fa 2 milioni e 300 mila euro, (reperibile su http://www.report.rai.it/R2-popup-articolofoglia/0,7246,243%25 5E-108073-6,00.html);
due consiglieri di amministrazione della società a responsabilità limitata «Terre d'acqua», risultano in palese situazione di incompatibilità, ai sensi dell'articolo 63 del TUEL, con le cariche elettive attualmente ricoperte;
lo stesso ufficio Diocesano della Curia Arcivescovile di Vercelli (vedere La Stampa del 12 ottobre 2008, pagina 56) «si rivolge alle componenti sociali, politiche ed imprenditoriali affinché, ritrovato il comune sentire per il bene del territorio, si adoperino per utilizzare al meglio il danaro proveniente dai compensi per la detenzione delle scorie nucleari»;
se non si ritenga opportuno introdurre il vincolo di destinazione delle somme date a titolo di compensazione ai sensi dell'articolo 4, comma 1, del decreto-legge 14 novembre 2003, n. 314, al fine di evitare che tali fondi siano utilizzati per scopi differenti dalla compensazione «dei disagi derivanti dall'effettiva esecuzione delle attività per la messa in sicurezza e lo smantellamento degli impianti dismessi e per lo stoccaggio dei rifiuti pregressi nonché dei rifiuti che verranno prodotti dallo smantellamento degli impianti nucleari» (delibera CIPE 28 settembre 2007);
se ritenga conforme alla delibera CIPE la destinazione delle somme in esame alla società a responsabilità limitata «Terre d'acqua» con finalità di promozione turistica, che nulla hanno a che vedere con i disagi derivanti dalla presenza di siti nucleari sul territorio e se non si ritenga piuttosto che l'utilizzo di tali fondi possa servire per aumentare il risparmio energetico sugli edifici pubblici;
se, alla luce dei fatti esposti, non si ritenga doveroso porre in essere quanto necessario al fine di verificare, eventuali

profili problematici nell'erogazione dei finanziamenti statali in esame alla «Terre d'acqua» e nel relativo impiego.
(4-01596)

...

AFFARI ESTERI

Interrogazione a risposta scritta:

PORTA, BUCCHINO, GIANNI FARINA, FEDI, GARAVINI e NARDUCCI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
la struttura del Consolato Generale di Curitiba (Brasile) da tempo si dimostra fortemente inadeguata a rispondere alla richiesta di servizi di una comunità di cittadini italiani, che negli ultimi anni è cresciuta fino alle attuali 37.000 unità ed è in via di ulteriore aumento per il consistente numero di richieste di cittadinanza giacenti e in arrivo;
la sistemazione logistica degli uffici mette a dura prova nella loro quotidiana presenza non solo gli utenti locali, ma soprattutto quelli di Paranà e Santa Catarina, che per servirsi dei servizi consolari debbono compiere un viaggio di 700 chilometri;
la sistemazione attuale è oggettivamente incompatibile con la prevista assunzione di nuovo personale diretto a costituire la cosiddetta task force chiamata a superare la drammatica situazione degli arretrati delle pratiche di cittadinanza;
la condizione del Consolato di Curitiba è stata pubblicamente sollevata da organi di informazione locali, come la rivista Insieme, che nel numero di ottobre ha titolato: «Sede in pericolo/Non si può più andare avanti così. Si perde la pazienza e l'immagine stessa dell'Italia che si deteriora ogni giorno di più»;
il Console Generale di Curitiba ha insistentemente rappresentato la precarietà della situazione e l'indifferibilità di una soluzione, indicando anche una possibile via d'uscita che, sia pure con un non superabile aumento del costo di affitto, consentirebbe di ottenere gli spazi e la funzionalità necessari, conservando per altro lo stesso indirizzo;
il Presidente del COMITES di Curitiba e il rappresentante locale del CGIE si sono a loro volta dichiarati d'accordo con le indicazioni alternative formulate dal Console Generale, sottolineando a loro volta l'urgenza di una soluzione -:
se non intenda disporre con urgenza, sia pure in una situazione di difficoltà finanziaria come quella attuale, un'immediata decisione amministrativa diretta a favorire una più adeguata sistemazione di una struttura consolare che, come quella di Curitiba, non può più rispondere alle sue funzioni istituzionali.
(4-01581)

...

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta scritta:

RAMPELLI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
nell'ambito dell'operazione black mountains, nel settembre 2008, la Procura della Repubblica di Crotone ha posto sotto sequestro diciotto siti, tra cui case popolari ed istituti scolastici, a Crotone, Isola Capo Rizzuto e Cutro;
secondo l'accusa le opere pubbliche poste sotto sequestro sarebbero state realizzate riciclando i rifiuti tossici dell'ex Pertusola Sud (stabilimento del gruppo Eni dismesso nel 1993);
sostanze ad alto potenziale cancerogeno (arsenico, zinco, piombo, indio, germanio e mercurio) invece di essere smaltite in discariche speciali sarebbero state utilizzate nell'edilizia;

allo stato attuale i rifiuti tossici riciclati ammonterebbero ad oltre 350 tonnellate;
da recenti indagini epidemiologiche, svolte sul sito dell'ex Pertusola Sud, è emersa una crescente diffusione di patologie neoplastiche, respiratorie e cardiocircolatorie; uno studio, compiuto dall'Organizzazione mondiale della sanità, ha inoltre evidenziato un eccesso di mortalità nella stessa zona, a causa di patologie respiratorie e carcinoma;
nel 2004 la Procura di Crotone ha notificato alla Provincia, al Comune, al Prefetto e al Commissario per l'emergenza ambientale la presenza, nella città di Crotone e in altri siti della provincia, di scorie provenienti da Pertusola Sud;
il Commissario per l'emergenza ambientale ha elaborato un piano di accertamento, per scongiurare rischi alla salute umana, che dopo esser stato approvato dal Ministero dell'ambiente nel settembre 2004 non ha avuto alcun seguito;
nel 2005 la magistratura crotonese ha ricevuto una perizia del Direttore del Dipartimento di chimica dell'università della Calabria (Prof. Sindona) che parla di disastro ambientale, riguardante materiale recuperato dal sottosuolo dell'area attualmente inquisita;
la sottovalutazione del problema ha determinato un'emergenza rifiuti tossici a Crotone;
allo stato attuale la denuncia del disastro ambientale ha ricevuto risposta solo dalla magistratura -:
quali urgenti provvedimenti, per quanto di competenza del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, intenda adottare al fine di far cessare il permanente stato di emergenza ambientale;
se non ritenga opportuno, in particolare, procedere con urgenza alla bonifica, mediante le migliori tecnologie esistenti, di tutti i siti incriminati presenti sul territorio della provincia di Crotone o, nell'eventualità in cui ciò non fosse possibile, avviare le procedure di demolizione di tutti i manufatti (edifici scolastici, case popolari eccetera) realizzati utilizzando le scorie provenienti dall'ex Pertusola Sud;
quali urgenti provvedimenti, per quanto di competenza del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, intenda adottare al fine di scongiurare gravi rischi per la salute pubblica;
se non ritengano opportuno avviare un'indagine al fine di accertare eventuali responsabilità da parte dell'ENI nella gestione della vicenda in questione e, in caso affermativo, fare in modo che il medesimo gruppo si faccia carico delle spese per le analisi sanitarie di tutti i cittadini colpiti dall'emergenza.
(4-01582)

...

BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazione a risposta scritta:

MINARDO. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
nel 2002 i comuni di Caltagirone, Militello in Val di Catania, Catania, Modica, Noto, Palazzolo Acreide, Ragusa e Scicli nel territorio della Val di Noto sono entrati nella lista dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO per la presenza di edifici simbolo del tardo barocco siciliano;
nel marzo 2005 l'Assessorato alle attività culturali della regione Sicilia ha promosso un'iniziativa finalizzata a valorizzare la suddetta Val di Noto attraverso la sperimentazione del cosiddetto «Treno Barocco»;
il Treno Barocco, composto da tre carrozze d'epoca Cento - porte trainate dalla storica locomotiva 740.244, attraversava l'intera valle permettendo di ammirare con una prospettiva molto suggestiva i suddetti comuni della Val di Noto;

l'iniziativa, successivamente, non ebbe seguito fino a quando il treno museo Modica-Ragusa non venne inserito nel 2007 nei sette siti individuati da Maratonarte, progetto promosso dal Ministro per le attività culturali Rutelli nato con lo scopo di valorizzare il patrimonio storico-artistico del nostro Paese partendo proprio da luoghi meritevoli di promozione;
secondo il progetto di Maratonarte, progetto che coinvolgeva le Ferrovie dello Stato, la Sovraintendenza della Provincia di Ragusa e il Comune di Modica, finalizzato anche al recupero architettonico di alcuni edifici della stazione di Modica, uno degli impianti di maggiore importanza per posizione nel circuito turistico, dimensione e valore architettonico, l'inaugurazione del treno museo, che doveva accogliere al suo interno una carrozza con installazioni d'arte con tecnologie digitali e video installazioni, era prevista per il 2 marzo 2008;
il progetto, al quale in corso d'opera sono state apportate significative modifiche come l'utilizzo non più della locomotiva a vapore ma di una locomotiva diesel, attende ancor oggi la sua realizzazione -:
quali siano le ragioni che hanno bloccato l'avvio dell'iniziativa treno museo Modica-Ragusa promossa da Maratonarte;
se e quali iniziative il Ministro interrogato voglia intraprendere al fine di promuovere l'iniziativa Treno Barocco nella Val di Noto, occasione imperdibile al fine della promozione di un territorio dichiarato patrimonio dell'umanità dell'Unesco, meritevole di un'accurata opera di valorizzazione al fine dello sviluppo culturale e turistico della Sicilia.
(4-01574)

...

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta in Commissione:

PAOLINI, NICOLA MOLTENI, FOLLEGOT, RONDINI, TOGNI, FAVA, COMAROLI, GRIMOLDI, NEGRO, LUSSANA, BRIGANDÌ, LEHNER, FEDRIGA, RIVOLTA, MACCANTI e ALLASIA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
da fonti di stampa si è appreso che ad Arezzo avrebbe fatto perdere tracce di sè un detenuto rumeno accusato, in concorso, per una presunta violenza sessuale in danno di una giovane donna;
la vittima sarebbe stata dapprima attirata dall'imputato, con la complicità di due donne, anche esse di nazionalità rumena, in un appartamento. Qui avrebbe subito violenza sessuale da parte di due uomini, di cui uno minorenne. Un terzo uomo, che sarebbe stato presente, avrebbe avuto pietà della giovane e consentito che questa potesse fuggire e chiamare immediatamente i Carabinieri che, tempestivamente sopraggiunti, assicuravano alla giustizia, nella quasi immediatezza del fatto, i due stupratori;
gli inquirenti, avendo motivo di ritenere che uno dei due autori della violenza potesse aver compiuto altri crimini del medesimo genere, avevano richiesto e/o autorizzato la pubblicazione della fotografia dell'imputato, al fine di consentire ad altre possibili vittime di identificarlo;
mentre nulla si sa della sorte processuale del minore, risulterebbe invece che il maggiorenne sia stato trattenuto, fino al 2 settembre 2008, in regime di custodia cautelare in carcere;
successivamente a tale data, essendo decorsi i termini massimi di cui all'articolo 303 del codice di procedura penale, e non essendo nel frattempo intervenuto alcun provvedimento di citazione a giudizio - emesso invece solo nei giorni scorsi, con citazione per il 7 aprile 2009 - il detenuto sarebbe stato rimesso in libertà e avrebbe fatto perdere traccia di sé;
questo ulteriore episodio di cattivo funzionamento della macchina giudiziaria desta notevole allarme sociale e lascia estremamente perplessi non solo per la gravità ed odiosità del crimine che apparirebbe

configurabile alla luce dei dati conosciuti (violenza sessuale di gruppo in danno di persona sottoposta a limitazione della libertà personale) ma soprattutto per il fatto che non è agevole comprendere che cosa abbia ritardato o potuto ritardare, per oltre un anno, la chiusura di indagini preliminari ed il conseguente tempestivo rinvio a giudizio, essendosi in presenza di responsabili arrestati nella quasi immediatezza del fatto, su denunzia contestuale della stessa vittima -:
se il Ministro ritenga opportuno disporre iniziative ispettive per l'esercizio dei poteri di propria competenza, verificando in particolar modo se e quali misure siano state prese per scongiurare il rischio - purtroppo rivelatosi fondato - che l'imputato, una volta scarcerato, potesse sottrarsi alla giustizia;
se e quali misure urgenti intenda prendere il Governo per evitare che fatti del genere possano ripetersi.
(5-00595)

Interrogazione a risposta scritta:

ANGELA NAPOLI. - Al Ministro della giustizia - Per sapere - premesso che:
la cattura dei latitanti è una priorità per il contrasto alla criminalità organizzata;
dietro ogni cattura di un latitante ci sono impegni, professionalità, capacità investigative e sacrifici delle Forze dell'Ordine e della Magistratura, che, a volte, durano anche per anni;
il 4 novembre 2008, i Carabinieri di Crotone hanno catturato, dopo 14 mesi di latitanza, Silvio Farao, boss appartenente al clan Farao-Marincola di Cirò (Crotone);
dopo la cattura, per il Farao sono stati disposti gli arresti domiciliari per scontare il provvedimento restrittivo;
dopo solo una settimana dalla cattura, i Carabinieri durante un controllo, sono stati costretti a prendere atto della fuga del Farao dal suo domicilio;
è bene ricordare che sul boss Silvio Farao pende una condanna all'ergastolo, con sentenza di primo grado, per omicidio;
il Farao era già evaso, sempre dai domiciliari, nel mese di settembre dello scorso anno;
la rinnovata latitanza di Silvio Farao è davvero preoccupante essendo il clan omonimo uno dei più potenti della Calabria -:
se non ritenga necessario ed urgente modificare la normativa vigente al fine di prevedere il provvedimento restrittivo in carcere per i boss della criminalità organizzata, subito dopo la condanna in primo grado.
(4-01588)

TESTO AGGIORNATO AL 25 NOVEMBRE 2008

...

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:
la realizzazione del ponte sullo stretto di Messina è un'aspirazione storica da oltre duemila anni;
il secondo Governo Berlusconi nel 2005 ha svolto la gara per il Contraente Generale vinta da una cordata internazionale con capofila Impregilo S.p.A.;
l'attuale Governo, pure annunciando ripetutamente di voler realizzare il ponte ha utilizzato invece i fondi pubblici ex Fintecna, in precedenza destinati dal Governo Prodi-Di Pietro, ad opere indispensabili e propedeutiche nelle due regioni, per finanziare l'abrogazione dell'ICI;
è convinzione diffusa che la crisi finanziaria ed economica mondiale si può superare orientando grandi investimenti verso piani impegnativi di opere pubbliche in tutti i paesi sviluppati;
l'Italia, con la sua arretratezza infrastrutturale, paradossalmente è un paese in cui le opere pubbliche locali, regionali e nazionali saranno essenziali per lo sviluppo;
la quantificazione delle risorse necessarie per le opere previste nel DPEF 2009-2013 è di 46 miliardi di euro, nel bilancio dello Stato ne risultano disponibili soltanto 15;

negli anni in cui è stata operativa nel nostro Paese la cosiddetta legge obiettivo sono state messe in cantiere opere per 20 miliardi di euro; numeri che ci relegano molto indietro rispetto a diversi altri paesi europei;
sarebbero già pronte a quanto si apprende, da fonti di stampa, delibera C.I.P.E, per specifiche opere infrastrutturali;
il ricorso ai fondi C.I.P.E. non rappresenta una novità e non è certamente la chiave di volta per risolvere un ritardo infrastrutturale che nel nostro Paese ha radici molto più profonde, non solo di natura economica;
gli ostacoli burocratici restano un problema da risolvere, visto che la stessa legge obiettivo si è rivelata spesso di difficile attuazione e che, come voci autorevoli affermano, il sistema di governance in Italia sconsiglia gli investimenti privati in opere pubbliche;
il progetto dell'alta velocità ferroviaria è stato avviato nel 1994 ma non è ancora terminato mentre i suoi costi sono aumentati raggiungendo, secondo dati della Corte dei Conti, i 73 milioni di euro al chilometro;
siamo di fronte ad un sistema nel suo complesso farraginoso che meriterebbe regole più chiare e più precise e controlli adeguati;
per definire una gara servono mediamente, secondo i dati dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, da 600 a 1500 giorni;
interventi fondamentali come la metropolitana di Roma non hanno più confini temporali e per la loro spesa effettiva non pare possibile azzardare previsioni, a Torino secondo sempre quanto riportato dalla stampa a 20 mesi dalla fine delle olimpiadi erano state completate 55 delle 105 opere messe in cantiere;
siamo di fronte a sprechi, ritardi ed omissioni che non possiamo più permetterci;
davanti a tutto questo il Governo continua nella politica degli annunci di sole grandi opere, mentre definanzia gli investimenti per le strade provinciali, e fa ricorso ai fondi del C.I.P.E per mancanza di reali alternative economiche -:
quali siano i progetti concreti, le opere infrastrutturali che il Governo considera realisticamente necessarie per lo sviluppo del Paese e quali le risorse pubbliche impegnabili, e se non ritenga necessario intervenire per regolare in maniera più snella ed organica un settore che ha bisogno di regole certe e controlli costanti per il loro rispetto come sola condizione per attirare risorse provenienti dal risparmio privato.
(2-00220) «Donadi, Evangelisti, Borghesi, Barbato, Cambursano, Cimadoro, Costantini, Di Giuseppe, Di Pietro, Favia, Aniello Formisano, Giulietti, Messina, Misiti, Monai, Mura, Leoluca Orlando, Paladini, Palomba, Palagiano, Piffari, Pisicchio, Porcino, Porfidia, Razzi, Scilipoti, Rota, Zazzera».

Interrogazione a risposta orale:

RUGGHIA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
dal 2001 ad oggi, il traffico di passeggeri nell'aeroporto di Ciampino «G. B. Pastine» è cresciuto del 700 per cento, dovuto per lo più all'attivazione dei voli low cost di compagnie come Ryanair. Tale incremento, come è noto, è avvenuto senza il rispetto della normativa vigente, per quanto concerne il controllo del rumore aeroportuale, nonché per la valutazione di impatto ambientale;
alla fine del 2007 la Regione Lazio ha attivato il sistema di monitoraggio «Cristal» per la misura del rumore aeroportuale, e venerdì 7 novembre sono stati presentati alla stampa i dati ufficiali del primo anno di monitoraggio, che confermano

che la situazione ha raggiunto livelli non più sostenibili dalla popolazione residente:
tutte le misure indicano il costante sforamento, giorno e notte, dei limiti massimi di rumore ammessi per le aree residenziali;
i livelli di rumore misurati superano anche i valori fissati dall'OMS che indicano rischio per la salute umana;
particolarmente gravi sono i livelli di rumore riscontrati in prossimità delle aree sensibili e protette, come scuole e asili;
la dimensione dell'area dell'intorno aeroportuale con rumore oltre i limiti è intollerabilmente vasta, e si estende sino ad ampi territori del X Municipio di Roma e del Comune di Marino;
in queste aree, quasi 5000 persone vivono soggette ad un inquinamento acustico tale da mettere a rischio la stessa salute;
questi dati ufficiali impongono un intervento urgente del Ministro dei trasporti;
come se non bastasse, lunedì 10 novembre un aereo Ryanair è stato costretto ad un atterraggio di emergenza, che solo per un miracolo non si è risolto in tragedia, visto che l'aereo ha fermato la sua corsa a pochi passi dalla trafficata via dei Laghi;
questo incidente testimonia la gravità della situazione e l'inadeguatezza dell'aeroporto Pastine a sopportare traffico di voli di linea;
l'aeroporto Pastine è sito in mezzo alle case di Ciampino, con abitazioni a soli 150 m dalla pista e costringe gli aerei in atterraggio a sorvolare l'intera città di Roma a bassa quota, con evidenti e serissimi rischi per la sicurezza -:
se non ritenga necessario, vista la grave situazione, ormai conclamata, di inquinamento ambientale a livelli tali da pregiudicare la salute delle persone, nonché l'evidente pericolosità dell'infrastruttura per la sicurezza dei cittadini e dei passeggeri, provvedere con un decreto d'urgenza che comporti il trasferimento dei voli civili a Fiumicino, posto che tale decreto può essere emanato ai sensi del Regolamento europeo 2048/92, che all'articolo 8 consente allo Stato membro la ridistribuzione dei voli all'interno di uno stesso sistema aeroportuale, qual è il caso di Ciampino e Fiumicino.
(3-00226)

Interrogazione a risposta in Commissione:

IANNUZZI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
dal 1o novembre 2008, il costo dell'abbonamento Eurostar Alta Velocità, nella tratta da Salerno a Roma, ha subito un forte aumento raggiungendo i 340 euro mensili, senza che, peraltro, l'abbonato acquisti il diritto a disporre di un posto a sedere;
fino al 31 ottobre 2008, invece, l'abbonamento Intercity costava 161 euro mensili, cui si aggiungevano tre euro per la prenotazione di ogni viaggio con i treni Eurostar/Alta Velocità;
ne discende una situazione fortemente penalizzante per gli utenti, che sono costretti a sostenere una spesa nettamente più elevata, senza nemmeno acquisire nel contempo il posto a sedere;
in particolare, i tanti pendolari, che ogni giorno per ragioni di lavoro raggiungono Roma da Salerno, sono fortemente colpiti;
appare opportuno, in questo contesto, sollecitare l'intervento di Trenitalia per verificare ed individuare soluzioni più idonee e meno onerose, tali da alleviare il disagio economico di tanti pendolari e di tante famiglie -:
quali iniziative il Ministro intenda assumere per favorire un approfondito esame della questione, al fine di individuare soluzioni più equilibrate, ragionevoli e meno dispendiose per i tanti cittadini interessati.
(5-00594)

INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:

CONTENTO. - Al Ministro dell'interno, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
da una proiezione di stima pubblicata dai patronati del Nord Est e ampiamente ripresa dalla stampa locale, risulterebbe che dei 170 mila nuovi ingressi di stranieri previsti per il 2009 sull'intero territorio nazionale, circa 30 mila riguarderebbero il Friuli-Venezia Giulia e il Veneto;
in realtà, si rischia di superare abbondantemente la quota delle 60 mila unità se si tiene conto delle pratiche di ricongiungimento familiare attualmente in fase di esame;
a tale flusso di nuovi extracomunitari (25 mila in Veneto e i restanti in Friuli-Venezia Giulia) fa da contraltare il pressante invito degli industriali affinché il Governo riduca le quote di flusso, atteso che le prospettive occupazionali del Nord Est non richiedono, allo stato, un così consistente numero di nuovi assunti ma, anzi, inducono ad un sostanziale pessimismo per il futuro;
alcuni Comuni del Nord Est, già colpiti da episodi di criminalità straniera così efferati e brutali da aver conquistato le cronache internazionali, hanno sollecitato il Governo a ridurre i nuovi ingressi del 2009, temendo problemi di convivenza e fenomeni di disagio sociale qualora dovessero aumentare i licenziamenti di lavoratori in esubero e dismissioni di produttività da parte delle aziende locali -:
se le stime indicate in premessa e relative ai nuovi ingressi di lavoratori extracomunitari nel corso del 2009 corrispondano al vero;
in caso di risposta affermativa al precedente quesito, quali risposte intendano dare agli industriali, agli enti locali e agli stessi patronati del Nord Est che, alla luce dei sicuri tagli occupazionali da adottare nel corso dell'anno venturo, sollecitano da tempo una drastica riduzione dei nuovi ingressi di lavoratori stranieri.
(5-00590)

Interrogazione a risposta scritta:

LABOCCETTA. - Al Ministro dell'interno, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
a seguito di un recente intervento effettuato dalla polizia municipale di Napoli è stato accertato, in maniera tangibile, che all'interno del Museo Madre (Museo d'Arte contemporanea Donna Regina), soggetti di cui al verbale di polizia organizzavano feste private, mascherate da eventi culturali;
queste attività sono avvenute con il consenso tacito, o quanto meno omissivo, della direzione del Museo, nominata dall'amministrazione Comunale;
nel Museo sono conservate rilevanti opere di Bianchi, Clemente, Fabro, Kounellis, Lewitt, Paladino, Serra e altri artisti dotati di elevate quotazioni nel mercato d'arte;
le feste in oggetto si sono trasformate in vere e proprie attività da discoteca tali da mettere a rischio l'integrità delle opere e prive delle prescritte autorizzazioni di sicurezza;
secondo il verbale di polizia veniva addirittura pagato un biglietto di ingresso di 10 euro, di cui non si conoscono i destinatari finali;
da notizie di stampa parrebbe che tali attività si svolgano in assenza dell'autorizzazione della SIAE, dei vigili del fuoco e con somministrazione di bevande alcoliche;

l'amministrazione comunale era già stata messa in guardia circa queste attività, illegittime e poco consone al luogo -:
quali accertamenti, secondo le rispettive competenze, ed eventualmente quali provvedimenti si intendano porre in essere al riguardo, e se il Ministro per i beni e le attività culturali non intenda assumere iniziative per accertare eventuali danni a beni esposti.
(4-01595)

...

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta orale:

GINEFRA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il Provveditore agli studi di Bari, Giovanni Lacoppola, lo scorso 5 novembre ha rilasciato un'intervista al Quotidiano Regionale Puglia nella quale ha esternato una serie di dubbi secondo l'interrogante immotivati e valutazioni opinabili, gravi ed assolutamente contestabili rispetto alla scuola, ai docenti, al personale ATA e agli studenti;
ha dichiarato, tra le altre cose, che la scuola così com'è non va perché si studia poco e male, colpa anche della passata contestazione sessantottina, episodio di quarant'anni fa, che ha fatto dell'attuale scuola un porto franco di fannulloni, somari e bulli e che la scuola è un gran caos, con le solite, nobili, eccezioni e in essa non c'è disciplina, non c'è controllo, non c'è ordine;
a proposito della riduzione e dell'accorpamento degli istituti scolastici con un numero di studenti non adeguato secondo il Provveditore non si vuole fare altro che rispettare i parametri definiti dal decreto del Presidente della Repubblica n. 233 del 1998, ossia il regolamento per il dimensionamento ottimale delle Istituzioni scolastiche e la definizione degli organici funzionali dei singoli Istituti, a norma dell'articolo 21 della legge Bassanini n. 59 del 1997, ed è questo il motivo per cui la sinistra è scesa in piazza sfruttando e strumentalizzando gli studenti, irritando alti esponenti della stessa sinistra quali gli ex ministri Franco Bassanini e Luigi Berlinguer;
Lacoppola, continuando nella sua intervista, afferma di augurarsi che il «Centrodestra» tenga duro e che non decida, così come si paventa, di lasciar libera ogni scuola, in nome del federalismo e dell'autonomia scolastica, di fare come vuole;
sempre secondo il suo pensiero se questa decisione sarà varata, allora si potrà decretare il definitivo sfacelo della scuola pubblica, lasciata senza guida, senza una organica gestione e termina augurandosi che queste circostanze non si verifichino mai;
dopo tali esternazioni i dirigenti, i docenti ed il personale ATA hanno espresso la loro preoccupazione telefonando in maniera massiccia a tutte le Organizzazioni Sindacali, esterrefatti per il fatto che chi coordina le diverse realtà scolastiche della provincia di Bari, si è inopinatamente scagliato non solo contro il personale della scuola, ma anche contro gli studenti che mostrano di essere giustamente preoccupati per il loro futuro;
inoltre, proprio dopo poche ore un incontro nel quale il Provveditore si era impegnato con tutte le componenti scolastiche a praticare maggior prudenza nelle esternazioni pubbliche delle sue comunicazioni, ci si è ritrovati con ben due missive, dal contenuto politico peraltro secondo l'interrogante discutibilissimo, inviate proprio agli organi di stampa;
tali dichiarazioni possono facilmente essere interpretate come forme velate d'ammonimento poiché dietro le «libere» associazioni mentali di tali dichiarazioni si nasconde, di fatto, un preciso progetto

politico che si traduce in richiesta di ordine e disciplina da praticare con spirito soldatesco e militaresco, prima ancora che scolastico;
se, fino a ieri, sembrava di poter cogliere negli interventi del Provveditore sfumature di risentimento verso un corpo docente inteso come casta di fannulloni, oggi le sfumature sono diventate veri e proprie accuse dalle quali fa discendere affermazioni sconcertanti che non fanno certo onore a chi dichiara: «tutta colpa del sessantotto!»;
fa seguito, naturalmente la preoccupazione perché è essenziale salvaguardare la neutralità delle pubbliche istituzioni dalla competizione politica cui il sistema dello spoil-system le ha destinate;
quando un dirigente dello Stato scende nell'agone politico mediatico con esternazioni del tipo «la sinistra sfrutta e strumentalizza gli studenti» oppure «mi auguro che il centrodestra tenga duro e non decida di lasciar libera ogni scuola in nome del federalismo e dell'autonomia scolastica» allora il ruolo istituzionale di quel dirigente dello Stato è già gravemente inficiato;
tale dirigente, nell'interesse di tutti, farebbe bene a prendere atto dell'incompatibilità assoluta tra ruolo politico, testimoniato per giunta dalle recenti esternazioni pubblicate sui giornali, e ruolo istituzionale da lui ricoperto per risolvere in modo chiaro e definitivo l'ambiguità entro cui si è volontariamente collocato;
l'interrogante aveva già rappresentato preoccupazioni in merito alla sollevazione di alcuni dirigenti scolastici della Puglia mediante l'interrogazione 5-00433, presentata al Ministro in data 9 ottobre 2008 -:
come il Ministro intenda risolvere una situazione evidentemente insostenibile rispetto al comportamento di una figura istituzionale che dovrebbe essere super partes e rappresentare tutte le compenti scolastiche senza alcuna distinzione.
(3-00227)

Interrogazione a risposta in Commissione:

GHIZZONI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
l'ottavo rapporto annuale del Comitato nazionale di valutazione sul sistema universitario dedica un paragrafo, l'1.7, ai cosiddetti «laureati precoci»; a quei soggetti, cioè, che conseguono il titolo in un numero di anni inferiore alla durata statutaria del corso;
il loro numero, oltre 7.500 studenti, ha rappresentato nel 2006, secondo l'indagine del comitato, il 2,5 per cento del totale dei laureati ma ben il 4,9 per cento di quelli triennali;
il fenomeno, pur diffuso in modo differenziato nelle diverse facoltà e sedi accademiche, si incentra soprattutto nelle università telematiche, che in due casi raggiungono addirittura il 100 per cento del rapporto tra questi laureati precoci e i laureati totali, e in tre atenei statali che hanno una percentuale superiore al 40 per cento; due di essi superano il 46 per cento;
i risultati di questa indagine, che pone in evidenza una deprimente patologia nel sistema universitario nazionale, hanno recentemente suscitato l'attenzione stupita e giustamente critica anche della stampa nazionale, ingenerando nella percezione dei lettori, la sensazione di un deteriore generalizzato sistema di lassismo con ulteriore discredito dell'intero mondo universitario quando invece i comportamenti rilevati sono circoscritti soltanto ad alcune tipologie di università e a casi specifici ben individuati;
è opportuno restituire all'opinione pubblica una valida assicurazione sulla serietà degli studi e dei percorsi formativi in tutte le istituzioni che, comunque, rilasciano titoli con valore legale e assicurare che, tutte, pongano in essere metodi rigorosi per una seria valutazione del merito degli studenti e del loro impegno

impedendo che, su questi temi, prevalgano considerazioni di ordine economico e finanziario -:
se il Ministro interrogato non ritenga opportuno intervenire con determinazione su queste situazioni, proseguendo in tal modo l'azione di moralizzazione, già avviata e perseguita con successo nella passata legislatura e quali provvedimenti censori nell'ambito delle proprie prerogative si proponga di attuare nei confronti degli atenei che, in misura e in modo tanto palesi, abbiano tradito il loro ruolo istituzionale, offuscando anche il prestigio di tutte quelle sedi che, diversamente, accompagnano il progressivo percorso curriculare dei giovani con scrupolo, attenzione e partecipazione.
(5-00591)

TESTO AGGIORNATO AL 13 NOVEMBRE 2008

...

LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
la Regione Campania in data 1o ottobre 2008 ha adottato, con delibera di Giunta, il Piano di Riqualificazione Ospedaliera a seguito dell'accordo intercorso con il Ministero della salute in materia di rientro e di contenimento della spesa sanitaria;
tale Piano risulta fortemente penalizzante per la Provincia di Benevento per la riduzione generalizzata dei posti letto che si realizza sull'intero sistema territoriale compresa l'Azienda Ospedaliera di Alta Specialità «G. Rummo» ed in particolare con la soppressione del Presidio Ospedaliero di Cerreto Sannita che svolge funzioni importanti nella rete territoriale delle emergenze servendo un territorio vasto, con una popolazione di circa 60.000 abitanti, attraversato da un'importante strada di raccordo tra Puglia, Campania e Lazio ad alta incidentalità;
è forte e diffusa la contestazione delle realtà locali, in particolare dell'area del Cerretese, organizzate in comitati civici che hanno prodotto numerose manifestazioni di protesta e indotto i rappresentanti delle istituzioni del territorio (in particolare tutti i Sindaci del comprensorio) ad assumere posizioni estreme fino alla remissione dei rispettivi mandati elettivi se il Piano dovesse essere approvato senza più prevedere attivo il Presidio di Cerreto Sannita;
è, quindi, necessario per il corretto ed efficace funzionamento del sistema ospedaliero del Sannio: 1) mantenere attivo il Presidio Ospedaliero di Cerreto perché svolge funzioni di tutela sanitaria molto importanti la cui soppressione arrecherebbe certo nocumento alle popolazioni locali; 2) rafforzare l'Azienda ad Alta Specialità «G. Rummo»; 3) affidare al Presidio Ospedaliero di Sant'Agata dei Goti precise funzioni di Ospedale del II livello della rete delle emergenze; 4) rafforzare l'Ospedale territoriale di San Bartolomeo in Galdo -:
quale sia l'intendimento del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali ai fini dell'accordo che dovrà essere formalizzato sul predetto piano di riqualificazione ospedaliero della Regione Campania, con particolare riferimento al sistema sanitario sannita e alla sua rete ospedaliera.
(2-00221) «De Girolamo, Mario Pepe (PD), Formichella, Mazzarella, Giorgio Merlo, Gianni Farina, Barbato, Ascierto, Cirielli, Servodio, Mussolini, Distaso, La Loggia, Petrenga, Lo Presti, Bernini Bovicelli, Bruno, Polidori, Bianconi, Laffranco, Calderisi, Gioacchino Alfano, Vessa, Soglia, Antonio Pepe, Iapicca, Cuomo, Milanese, Stasi, Zacchera, Oliverio, Graziano, Cambursano, Pugliese, Pecorella, Ginoble, Vanalli, Mazzuca, Speciale, Mazzoni, Aracu, Laboccetta, Ventucci, Sbai, Scelli, Mario Pepe (PdL), Tassone, Nunzio Francesco Testa, Zinzi, Malgieri».

Interrogazioni a risposta scritta:

RAMPELLI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la Commissione di Vigilanza sul doping si trova in una situazione di totale stallo in quanto il Presidente, dottor Zotta, da alcuni mesi è stato nominato Capo Dipartimento del Ministero del lavoro e non ha più la possibilità di occuparsi della Commissione;
il segretario, dottor Canale, è stato a sua volta trasferito alle dirette dipendenze del dottor Zotta; di conseguenza manca anche chi possa convocare la Commissione e firmare gli atti di ordinaria amministrazione;
la paralisi operativa della Commissione di Vigilanza sul doping rischia di vanificare tutto il lavoro fin qui svolto su un tema di primaria rilevanza sociale e sanitaria -:
se non intenda provvedere alla nomina del nuovo Presidente e del nuovo Segretario della Commissione di Vigilanza sul doping al fine di consentire il funzionamento di tale organismo.
(4-01586)

ANTONINO FOTI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'Azienda ospedaliera «San Camillo-Forlanini» di Roma che è un IRCCS (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico), con bando di gara a procedura aperta pubblicato sulla G.U.R.I. 16 novembre 2007, n. 134, ha indetto una gara per la «Progettazione esecutiva e la ristrutturazione del Padiglione Busi dell'Ospedale San Camillo» in Roma, di importo complessivo pari a euro 8.880.000,00 di cui 380.000,00 per oneri di attuazione per la sicurezza non soggetti a ribasso, da aggiudicare con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa;
il predetto criterio, individuato ai sensi dell'articolo 83, comma 1, del decreto legislativo 163/2006, prevedeva:
a) prezzo punti 40;
b) valore tecnico/estetico punti 55, suddivisi in:
b1) progetto punti 30;
b2) soluzioni tecnologiche punti 15;
b3) caratteristiche tecniche e funzionali punti 10;
b4) costo d'utilizzazione e manutenzione punti 5;
al formale invito pubblico, rispondevano due ATI ed in particolare: ATI/CME ed ATI/BURLANDI, e, sulla base di una applicazione quantomeno erronea, del criterio di aggiudicazione prescelto è risultata infine aggiudicataria la ATI/CME;
l'Azienda ospedaliera «San Camillo-Forlanini» di Roma, in data 11 gennaio 2008, riceveva da ASSISTAL - Associazione Nazionale Costruttori di Impianti - una formale e motivata comunicazione/intimazione motivata che invitava l'Azienda Ospedaliera a riformare, in via di autotutela, la formula di cui al punto 1.5 del Capitolato Speciale d'Appalto, applicativa del criterio di aggiudicazione prescelto, in quanto essa, per come veniva erroneamente sviluppata, determinava la inidoneità e l'assoluta arbitrarietà del prescelto criterio ai fini dell'aggiudicazione;
l'Azienda Ospedaliera rispondeva con lettera del 21 gennaio 2008, dunque prima della scadenza del termine del 31 gennaio 2008, fissato per la presentazione delle offerte, preannunciando che sul sito aziendale sarebbe stato a breve diffuso un «avviso integrativo» relativo alla scelta del

criterio di aggiudicazione tramite il metodo aggregativo compensatore di cui all'allegato B del decreto del Presidente della Repubblica n. 554/99 per la valutazione dell'offerta economicamente più vantaggiosa, avviso poi inviato nella G.U.C.E. il 17 gennaio 2008 ed effettivamente pubblicato sulla G.U.R.I. 23 gennaio 2008, n. 10;
l'Azienda Ospedaliera, nella risposta fornita ad ASSISTAL, non ribadiva la formula proposta ma neppure provvedeva a modificarla;
l'Azienda Ospedaliera, con verbale n. 7, seduta pubblica del 29 maggio 2008, aggiudicava l'appalto all'ATI/CME applicando l'erronea formula, malgrado la contestuale osservazione dell'errore - riportata a verbale - fatta dall'ATI/BURLANDI;
inoltre l'Azienda Ospedaliera, in seguito ad un ricorso al TAR del Lazio promosso dalla Burlandi Franco S.r.l., redigeva i verbali n. 8 del 4 luglio 2008 e n. 9 del 14 luglio 2008, nei quali faceva esplicitamente riferimento al metodo aggregativo compensatore di cui all'allegato B del decreto del Presidente della Repubblica n. 554/99, che in particolare al punto b) precisa come i coefficienti di valutazione devono essere pari a zero per gli elementi posti a base di gara e pari a uno per gli elementi più convenienti per la stazione appaltante;
inoltre, l'Azienda Ospedaliera, anche con l'utilizzazione del predetto metodo aggregativo compensatore, ha continuato ad applicare l'erronea formula, tramite la quale l'elemento offerta economica posta a base di gara non è uguale a zero (come richiesto dalla citata norma) bensì uguale a 0,763, alterando così i valori non tra zero e uno ma tra 0,763 ed 1;
numerose pronunce del complesso TAR/Consiglio di Stato, in modo inequivoco, censurano le distorsioni derivanti dall'erronea, nonché surrettizia, applicazione del criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, alimentando le ragioni a sostegno della sfiducia tra gli operatori imprenditoriali rispetto alla correttezza ed alla trasparenza delle operazioni di aggiudicazione delle gare pubbliche -:
se il Ministro interrogato non intenda esercitare le proprie funzioni di vigilanza sull'IRCCS «San Camillo-Forlanini» onde acquisire elementi più approfonditi circa le vicende descritte in premessa ed attivarsi affinché eventuali profili di illegittimità siano rimossi dalla procedura di appalto menzionata.
(4-01593)

...

POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
XIII Commissione:

RUVOLO, CICCANTI e CERA. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
è in atto una insensata distruzione di 14 zuccherifici italiani, ciò in forza del nuovo regolamento comunitario che impone la totale rottamazione, con demolizione anche dei fabbricati, per poter accedere al contributo di 730 euro a tonnellata di quota di produzione di zucchero dismessa;
anche la sorte dei 5 che rimangono in essere per la campagna di produzione 2008 è quanto mai incerta;
si distrugge un patrimonio impiantistico di grande valore (costruire oggi uno zuccherificio costerebbe non meno di 400 milioni di euro);
gli zuccherifici italiani erano stati ammodernati ed aggiornati, non avendo nulla da invidiare a quelli degli altri partner europei, anzi, in certi casi si ponevano in posizione più avanzata;
la dismissione della produzione di zucchero, come già avvenuto per l'acciaio, per la chimica, per il nucleare, rende

sempre più l'Italia dipendente da importazioni, con la conseguenza di un sempre maggiore aggravio della nostra bilancia commerciale;
l'Italia non avrà più strutture di produzione di questa importante derrata alimentare, quando le mutate condizioni del mercato mondiale (in forza dei crescenti consumi dei Paesi in via di sviluppo Cina, eccetera) faranno aumentare i prezzi e daranno possibilità all'Europa di incrementare ancora la produzione;
le auspicate promesse di riconversione, soprattutto quelle attinenti alla produzione di energia elettrica da biomasse non decollano, ciò a più di due anni dall'adozione della nuova O.C.M. zucchero;
non si è voluto prendere in esame la possibilità di produrre bioetanolo da barbabietola, per un rifiuto di parte industriale e una insipienza di parte agricola, il tutto supportato da uno studio errato e strumentalmente fuorviante (si consideri che il consumo energetico della produzione di alcool da bietole è coperto per oltre il 70 per cento da fonti rinnovabili provenienti dalla stessa materia prima);
se si fosse seriamente presa in esame la produzione di bioetanolo da barbabietola (la Francia, ad esempio, ne produce 800 milioni di litri all'anno), gli zuccherifici si sarebbero potuti utilizzare per gran parte e, comunque, anche nell'ipotesi di bioetanolo da cereali, l'impianto saccarifero era già dotato di infrastrutture utilizzabili;
si è distrutta una filiera che rappresentava una risorsa, per occupazione diretta ed indotta, valutabile in 77.000 unità;
col bioetanolo da barbabietola si sarebbe potuto salvare, almeno in parte, occupazione diretta ed indotto, mentre, con la sola produzione energetica da biomasse, il contributo all'occupazione è minimo -:
quale giustificazione dia all'attuazione di un tale sperpero di risorse impiantistiche ed umane, senza che ancora si intravedano alternative concrete e se non ritenga necessario scongiurare la chiusura degli stabilimenti, contrattando con la Ue una moratoria, in attesa che si concretizzino alternative colturali concrete per il mondo agricolo e riconversioni produttive apportatrici di vera occupazione.
(5-00592)

OLIVERIO, CUOMO e ZUCCHI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
si sono verificati alcuni casi di malattia vescicolare suina in alcuni allevamenti della zona del Melandro-Marmo in Basilicata;
suddetta malattia non presenta pericoli per l'uomo ma impone per gli allevatori una serie di vincoli e di blocchi nella commercializzazione;
la zona territoriale in questione ed in particolare il comune di Picerno (Potenza) hanno al centro della propria economia gli allevamenti e la trasformazione delle carni suine;
in questo comprensorio si concentra oltre il 60 per cento della produzione di salumi dell'intera regione con diversi salumifici e centinaia di addetti tra diretti e indotto;
si è in attesa del riconoscimento di marchi di qualità (IGP, DOP) per i salumi di Picerno, con la Camera di Commercio di Potenza che ha predisposto una serie di disciplinari;
il rinvenimento della malattia vescicolare costituisce per il settore un grave danno economico con possibili ripercussioni anche in campo occupazionale -:
se e quali iniziative intenda adottare, oltre all'applicazione delle normative previste, per sostenere i produttori del comprensorio picernese al fine di scongiurare

una crisi devastante del settore e di sostenere adeguatamente la qualità delle produzioni che rappresentano un simbolo per l'intera Lucania.
(5-00593)

...

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E INNOVAZIONE

Interrogazioni a risposta scritta:

LAMORTE. - Al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
il 5 settembre 2008 è stata emanata la direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri per la disciplina del conferimento, mutamento e revoca degli incarichi dirigenziali conferiti ai sensi del decreto legislativo n. 165 del 2001;
la predetta direttiva trova applicazione soltanto nell'ambito delle strutture generali della Presidenza del Consiglio dei Ministri;
con la direttiva in questione si afferma giustamente il principio che l'istituto dell'interpello è lo strumento attraverso il quale si opera, «in via orizzontale», il reclutamento dei dirigenti di ruolo di prima e seconda fascia, ogni qualvolta risultino vacanti posti dirigenziali all'interno delle strutture amministrative della Presidenza del Consiglio dei ministri;
sarebbe opportuno che tale istituto, da applicarsi a tutte le amministrazioni di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo n. 165 del 2001, venisse ad essere disciplinato direttamente da norme di rango primario, così da costituire un limite invalicabile per ogni tentativo di fare ricorso a personale estraneo alla pubblica amministrazione;
in tempi di necessaria razionalizzazione delle strutture delle amministrazioni non solo centrali dello Stato, è impellente limitare il ricorso all'applicazione dell'articolo 19, comma 6, del decreto legislativo n. 165 del 2001 e successive modificazioni;
non appare neanche sufficiente limitarsi alla riduzione delle percentuali dei posti dirigenziali di prima e seconda fascia da conferire a soggetti che non sono pubblici dipendenti;
i ruoli dirigenziali di tutte le amministrazioni pubbliche sono, in linea generale, saturi e, in molte di queste amministrazioni, i dirigenti sono posti in posizione sopranumeraria;
urge incentivare anche le procedure di mobilità per coprire i posti dirigenziali vacanti, così da consentire il risparmio della spesa pubblica per il funzionamento degli uffici -:
se il Ministro interrogato non intenda attivarsi per abrogare esplicitamente la normativa contenuta nell'articolo 19, comma 6, del decreto legislativo n. 165 del 2001, e successive modificazioni, la cui costante applicazione ha urtato ed urta la suscettibilità professionale della classe dirigente di ruolo, vincitrice di concorso, non più disposta a subire prevaricazioni di ordine politico in sede di conferimento di incarichi dirigenziali a soggetti estranei alla pubblica amministrazione.
(4-01575)

FUCCI. - Al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 71 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito in legge con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, prevede che, per i periodi di assenza per malattia dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni, nei primi dieci giorni venga corrisposto il trattamento economico fondamentale con esclusione di ogni indennità o emolumento con carattere fisso e continuativo, nonché di ogni altro trattamento accessorio;
questa previsione è coerente con l'impegno di prevenire il fenomeno delle finte malattie tra i dipendenti delle pubbliche amministrazioni;

tuttavia a parere dell'interrogante ci sono alcuni casi in cui essa rischia di penalizzare in modo eccessivo, alla luce della particolare struttura retributiva ad esse riconosciuta, alcune specifiche categorie, come avviene in particolare per il personale medico del Servizio sanitario nazionale che, avendo una complessa struttura retributiva frazionata anche in numerosissime voci di trattamento accessorio, in caso di giustificata assenza per malattia dal luogo di lavoro subirebbe trattenute che decurterebbero il suo stipendio mensile fino al 40 per cento -:
se ritengano opportune e compatibili con i vincoli di bilancio eventuali iniziative normative o regolamentari sulla portata dell'articolo 71 del decreto-legge n. 112 del 2008 in modo da evitare eccessive conseguenze negative sul trattamento economico delle fasce di personale delle pubbliche amministrazioni che registrano la maggiore incidenza di voci accessorie rispetto al loro trattamento economico complessivo.
(4-01587)

...

SVILUPPO ECONOMICO

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere - premesso che:
nell'area industriale di Porto Torres (Nord Sardegna) la Polimeri europa ha di recente bloccato, nominalmente per un intero anno ma in realtà per un periodo che si annuncia più lungo e indeterminato due degli impianti più moderni dell'intera fabbrica, quali le linee per la produzione del cumene e del fenolo, mandando a casa di conseguenza quasi 200 lavoratori; e ciò dopo che la stessa Polimeri europa aveva annunciato più volte la «promozione» di Porto Torres con ripetute promesse di nuovi investimenti;
fermare la produzione del fenolo e del cumene, direttamente legate con il cracking, cuore dello stabilimento, settori su cui l'Eni e quindi la collettività aveva speso recentemente decine di miliardi di lire per sostituire le celle a mercurio con gli attuali, innovativi e più sicuri impianti a membrana non inquinanti, significa arrivare in pochi mesi a mettere in grave difficoltà l'intera fabbrica, con conseguenze devastanti sui livelli occupativi già seriamente compromessi dell'intera area industriale e ripercussioni gravi sul piano sociale nel territorio;
sono in atto a Porto Torres scioperi e agitazioni dei lavoratori promossi unitariamente da tutte le organizzazioni sindacali contro questa gravissima situazione che potrebbe preludere alla crisi definitiva e al collasso della chimica (settore strategico per il Paese, secondo le parole dello stesso Ministro Scajola) in tutto il Nord Sardegna;
è urgente - come hanno chiesto la Giunta Regionale della Sardegna, le organizzazioni sindacali e in particolare e la Cgil-Chimici - giungere rapidamente a quello che viene definito come l'«allineamento istituzionale», cioè mettere insieme, allo stesso tavolo, tutti i soggetti che a suo tempo firmarono l'importantissimo Accordo di programma della chimica, seguendo anche in Sardegna l'esempio positivo del Veneto-Porto Maghera;
occorre altresì accellerare le procedure inerenti alla bonifica dell'intera area industriale di Porto Torres, finalizzate alla riqualificazione e al riutilizzo industriale. E ciò anche in ragione della presenza di serie, urgenti prospettive di investimento quali quelle, per esempio, che sono maturate nel settore della cantieristica navale (prospettive oggi a rischio di vanificarsi per la mancata bonifica della zona);
infine il giorno 6 novembre 2008 il presidente della Regione sarda Renato

Soru ha ancora una volta sollecitato il Ministro dello sviluppo economico perché si realizzi un confronto a breve termine sulla presenza dell'ENI in Sardegna, così da verificare le strategie relative alla filiera del cloro-soda (filiera fondamentale per l'intero comparto chimico nazionale) -:
quali iniziative il Ministro intenda assumere tempestivamente per scongiurare le prevedibili conseguenze negative del blocco dei due impianti della Polimeri europa e per la difesa dei livelli produttivi ed occupazionali dell'intera area industriale di Porto Torres;
quali iniziative il Governo intenda inoltre assumere per accelerare la stipula degli accordi di programma finalizzati alla bonifica dell'area, mettendo a disposizione a tal fine le risorse che il precedente Governo aveva accantonato, nella prospettiva di un rapido riutilizzo industriale dell'area stessa;
più in particolare, cosa intenda fare il Governo per sbloccare i 3 milioni 700 mila euro messi a disposizione dal precedente Governo con la legge finanziaria 2007 e non spesi perché bloccati dalle incertezze nel loro utilizzo soprattutto del Ministero dell'ambiente considerato che si tratta di un sito di bonifica di interesse nazionale.
(2-00218)
«Melis, Soro, Pes, Calvisi, Schirru, Touadi, Mazzarella, Marrocu, Bellanova, Fadda, Ciriello, Cavallaro, Minniti, Vaccaro, Tidei, Amici, Bernardini, Mecacci, Zamparutti, Ferranti, Laganà Fortugno, Cesare Marini, Picierno, Benamati, Losacco, Giorgio Merlo, Garofani, Giacomelli, Argentin, Gianni Farina, Beltrandi, Damiano, Mosca, Codurelli, Farina Coscioni, Maurizio Turco, Cesario, Trappolino, Bonavitacola, Pierdomenico Martino, Levi, Lucà, Miglioli, Bressa, Concia, Corsini, Palomba, Ghizzoni, Grassi, Mantini, Marchioni, Federico Testa».

Interrogazione a risposta scritta:

NICOLA MOLTENI. - Al Ministro per lo sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il servizio di recapito di raccomandate e assicurate di Poste Italiane sino ad oggi è stato svolto da società ex concessionarie di Poste Italiane, sulla base di contratti di appalto in regime di proroga, prescelti dall'intero ordinamento come strumento adatto a consentire una graduale transizione dal sistema delle concessioni alla integrale liberalizzazione del mercato postale, salvaguardando l'integrità delle aziende esistenti;
nella città di Como, che conta circa 83.000 abitanti, il servizio di recapito di cui sopra è stato svolto per più di trent'anni dalla società Recapito Espressi n.1 s.r.l., che conta 20 dipendenti ed è iscritta nel registro delle imprese artigiane ed associata al Cna, con consegne giornaliere di circa 2.500 per un totale di circa 5 milioni di raccomandate e assicurate dall'inizio del secolo;
il presidente e amministratore della società Recapito Espressi n.1 è Renè Godio, presente da molti anni sulla scena imprenditoriale in questa area territoriale e detentore della concessione ministeriale dei recapiti di corrispondenza speciale nella città di Como ancora prima della privatizzazione delle Poste Italiane;
in data 6 marzo 2008, preferendo non prorogare gli accordi in essere con operatori privati già titolari di concessioni, così come previsto dall'articolo 2, comma 303, della legge n. 244 del 2007, al fine di migliorare il servizio postale, Poste Italiane ha indetto procedura con chiamata da Albo, di cui all'articolo 232 del decreto legislativo n. 163 del 2006 per l'aggiudicazione di accordi quadro ai sensi dell'articolo 222 del decreto legislativo n. 163 del 2006 aventi ad oggetto il servizio di distribuzione e raccolta di corrispondenza e posta non indirizzata ed espletamento di servizi ausiliari, suddivisa in lotti, estendendo

la chiamata anche a soggetti ulteriori e diversi rispetto agli operatori già concessionari;
la lettera d'invito relativa alla procedura di cui sopra, è stata ritenuta illegittima da parte delle società ex concessionarie a causa dell'indeterminatezza dell'oggetto contrattuale, dell'inidonea remuneratività dei costi di servizio, del contrasto con la normativa comunitaria e per questo il provvedimento di indizione della procedura è stato impugnato davanti al T.A.R. per il Lazio;
la procedura indetta da Poste Italiane, che sembra reiterare un comportamento già assunto nel 2007 e debitamente censurato dall'Autorità garante per la concorrenza, si orienta verso la liberalizzazione del mercato postale anziché verso la proroga dei contratti in essere, così come invece era stato indicato dal Parlamento con la risoluzione n. 7-00062 del 28 novembre 2006 in attesa di un tavolo di concertazione fra le parti interessate e l'indicazione di un percorso esplicito di definizione della strategia industriale di Poste Italiane, definita allora carente sia nei rapporti con le aziende sia in rapporto alla liberalizzazione;
per la città di Como la gara è stata vinta dalla cooperativa Act di contrada Colle delle Api di Campobasso, costituita il 30 ottobre 2006 nell'ambito delle attività svolte dall'imprenditore Carlo D'Angelo;
il titolare della cooperativa di cui sopra è il Signor Carlo D'Angelo, che dal 1990 svolge attività imprenditoriali relative alle pulizie, all'autotrasporto merci per conto terzi, alla disinfezione e derattizzazione, alla raccolta e smaltimento rifiuti, contando 125 dipendenti e una lunga serie di esperienze e competenze, alle quali si è aggiunta, a partire dal 30 ottobre 2006, quella di distribuzione, raccolta e recapito di corrispondenza e posta non indirizzata;
questa attività relativa al servizio postale da parte della cooperativa di Carlo D'Angelo è un'attività libera non assoggettata a licenza, a differenza di quanto avviene per la posta registrata e non è menzionata nell'oggetto sociale della ditta aggiudicataria del lotto relativo all'area di Como;
la società Recapito Espressi n. 1 lamenta i criteri di aggiudicazione della gara d'appalto, che sono stati orientati verso le offerte ad elevato ribasso più che alla professionalità e all'esperienza nel settore, prediligendo di fatto le aziende di maggiori dimensioni ed estromettendo le piccole ex concessionarie e denuncia l'abuso di posizione dominante da parte di Poste Italiane attraverso un ricorso straordinario al Capo dello Stato;
nello stesso ricorso, la società Recapito Espressi n.1 chiede la sospensione dei provvedimenti conseguenti alla gara d'appalto indetta da Poste Italiane spiegando l'importanza della formazione offerta ai propri dipendenti e il know how dell'azienda;
la Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa ha inviato, in data 22 luglio 2008, una lettera al Sottosegretario Paolo Romani esprimendo preoccupazione per il settore del recapito postale e sollecitando la riapertura di un tavolo di concertazione già iniziato nella scorsa legislatura ed interrotto a causa dell'evoluzione politica -:
se i Ministri siano a conoscenza di quanto esposto in premessa e se non ritengano opportuno indire un tavolo di concertazione fra le parti interessate al fine di trovare un accordo e migliorare i servizi resi alla cittadinanza, nell'ottica di una progressiva liberalizzazione del mercato postale;
se i Ministri siano a conoscenza di accertamenti in atto sui requisiti, anche professionali, delle società vincitrici della procedura con chiamata da Albo indetta dalla società Poste Italiane nei diversi comuni italiani e in particolare nella provincia di Como;
se non ritengano doveroso effettuare delle verifiche, per constatare la regolarità della gara.
(4-01589)

Apposizione di firme ad interrogazioni.

L'interrogazione a risposta scritta Froner n. 4-00540, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 3 luglio 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Marco Carra.

L'interrogazione a risposta in Commissione Caparini e altri n. 5-00340, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 17 settembre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Fava.

L'interrogazione a risposta in Commissione Allasia n. 5-00436, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 10 ottobre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Fava.

L'interrogazione a risposta scritta Villecco Calipari n. 4-01559, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 7 novembre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Codurelli, Motta.

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interpellanza Delfino n. 2-00208 del 6 novembre 2008.