XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di mercoledì 26 novembre 2008

TESTO AGGIORNATO AL 21 LUGLIO 2010

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:

RUBINATO, FOGLIARDI, DE TORRE, DE PASQUALE, CAPITANIO SANTOLINI, GHIZZONI, LIBÈ, BRANDOLINI, GALLETTI, CAMBURSANO, VANNUCCI, REALACCI, BRAGA, GNECCHI, SIRAGUSA, FAVIA, STRIZZOLO, DAL MORO, LEVI, DI GIUSEPPE, SAMPERI, FARINONE, GRAZIANO, FRONER, FONTANELLI, DELFINO, MATTESINI, DE BIASI, LOVELLI, CASTAGNETTI, MOTTA, CECCUZZI, PEZZOTTA e LUCÀ. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il tragico incidente verificatosi lo scorso 22 novembre al liceo scientifico «Darwin» di Rivoli, in provincia di Torino, ove perdeva la vita uno studente di 18 anni ed altri 17 rimanevano gravemente feriti, ripropone drammaticamente il problema della sicurezza degli edifici scolastici nel nostro Paese;
secondo quanto riferito alla Camera dei Deputati il 25 novembre 2008 dal sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, dottor Guido Bertolaso, le sedi scolastiche nel nostro Paese sono circa 42 mila (con un totale di alunni di poco inferiore agli otto milioni), alle quali vanno aggiunti gli edifici universitari, le scuole delle regioni Valle d'Aosta e delle province autonome di Trento e Bolzano e le scuole private;
la messa in sicurezza (secondo le normative vigenti, ivi compresi i criteri anti-sismici) della complessità dei predetti 57 mila istituti, richiederebbe uno sforzo economico quantificato dal Sottosegretario Bertolaso in circa 13 miliardi di euro;
nel disegno di legge di bilancio 2009, il capitolo 7160 relativo a: «Investimenti per i piani dì edilizia scolastica» presenta una decurtazione pari a 22.751.971 milioni di euro per gli effetti dovuti ai tagli orizzontali e anche per la recente rimodulazione dei vari capitoli di bilancio dei Ministeri;
i predetti circa 22,8 milioni di euro costituiscono una parte rilevante dei 100 milioni di euro stanziati per il 2009 dalla finanziaria 2007 per il Patto per la sicurezza nelle scuole, siglato il 20 dicembre 2007, che prevede lo stanziamento, per il triennio 2007-2009, di 940 milioni di euro, grazie all'impegno congiunto dello Stato con i comuni, le province e le regioni, per la messa in sicurezza degli edifici scolastici in base ai parametri della legge n. 626 (impianti elettrici, piani d'evacuazione, antincendio, eccetera);
all'attuale perdurante inadeguatezza dei fondi del bilancio statale per la messa a norma dei 57 mila istituti scolastici italiani, si aggiungono i vincoli che il patto di stabilità interno impone alle regioni e agli enti locali (ai Comuni, per gli edifici delle scuole di infanzia, primarie e secondarie di primo grado, e alle Province per gli edifici scolastici di istruzione secondaria superiore), i quali ultimi debbono fare i conti con i pesanti limiti di spesa per la manutenzione ordinaria e straordinaria degli edifici scolastici insistenti sui propri territori -:
se la Presidenza del Consiglio dei Ministri e i Ministri interrogati intendano assumere con urgenza iniziative atte a modificare il patto di stabilità interno al fine di escludere dal conteggio per il saldo finanziario in termini di competenza mista, per la parte in conto capitale, le spese per opere ed interventi di messa in sicurezza e di adeguamento degli edifici scolastici;
se intendano assumere con urgenza iniziative normative per la modifica del patto di stabilità interno, al fine di escludere gli investimenti per la messa in sicurezza dell'edilizia scolastica dal divieto

di ricorso all'indebitamento per spese in conto capitale stabilito dall'articolo 77-bis comma 20 lettera b) del decreto-legge n. 112 del 25 giugno 2008 convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, quale nuova sanzione applicabile agli enti locali in caso di mancato rispetto del patto di stabilità interno relativo agli anni 2008-2011.
(4-01735)

BRIGANDÌ e STUCCHI. - Al Presidente del Consiglio dei Ministri. - Per sapere - premesso che:
Marco Travaglio, pur condannato in primo grado per diffamazione, continua a fare il giornalista -:
se siano state assunte iniziative disciplinari da parte degli ordini professionali competenti.
(4-01738)

LARATTA, VASSALLO, BRAGA, FARINONE, FERRARI e PICCOLO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
da notizie diffuse dalla stampa nazionale (vedi Corriere della Sera del 30 ottobre 2008), risulta agli interroganti che esiste un debito di 140 milioni di euro che lo Stato italiano deve pagare entro il 1o dicembre 2008;
i creditori sono Research control systems, Area e Sio, le tre società lombarde che gestiscono in Italia oltre il 70 per cento del mercato delle intercettazioni telefoniche e ambientali. Gli amministratori delegati delle tre aziende si sono recati nei giorni scorsi a Roma, al ministero della giustizia, per consegnare una lettera che spiega il «gravissimo dissesto finanziario» delle loro aziende e che promette la paralisi delle inchieste nella maggior parte delle procure d'Italia. «Permanendo questa situazione del blocco dei pagamenti - c'è scritto nella lettera - i nostri servizi non potranno più essere garantiti a partire dal 1o dicembre»;
questo, secondo le informazioni, comporterebbe il blocco delle intercettazioni per le indagini sul clan dei casalesi e quindi sugli uomini che hanno giurato vendetta contro lo scrittore Roberto Saviano;
ma sarà la fine delle intercettazioni per altre indagini relative a fatti molto gravi: quelle ordinate dai magistrati calabresi sulla 'ndrangheta del dopo-Duisburg; le inchieste siciliane sui grandi latitanti della mafia; quelle milanesi sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nell'economia lombarda; quelle volute dai magistrati di Firenze, Bologna, Torino, Milano sul terrorismo islamico;
di fatto si bloccherebbero le indagini telefoniche, ambientali, gps, video, di tre quarti delle Procure italiane e di quasi tutte le sedi di Direzione distrettuale antimafia. E per il momento niente fa pensare che la situazione potrebbe sbloccarsi;
le società Area, Research control systems e Sio sono aziende sane e la loro è una crisi di liquidità, lo Stato è debitore di 140 milioni di euro, Sio, Research control systems ed Area occupano trecento persone: ingegneri, esperti di informatica, elettronica e telecomunicazioni, teoricamente tutti posti di lavoro a rischio, nel settore si calcola siano un migliaio gli addetti e, contando i debiti accumulati dallo Stato anche con le altre aziende, si arriva alla quota record di 300 milioni di euro -:
quali misure urgenti intenda adottare per scongiurare il blocco del servizio garantito finora dalle citate società, che produrrebbe un danno gravissimo alle indagini più delicate di cui si stanno occupando diverse Procure italiane e diverse Direzioni distrettuali antimafia.
(4-01740)

AFFARI ESTERI

Interrogazione a risposta in Commissione:

MECACCI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
in 80 paesi del mondo l'omosessualità è considerata un reato; in 9 di questi è prevista la pena di morte, mentre in numerosi altri Stati le persone omosessuali sono oggetto di torture, persecuzioni, violenze e discriminazioni in ragione del loro orientamento sessuale;
la Francia, per iniziativa della Segretaria di Stato per gli affari esteri ed i diritti umani Rama Yade, ha lanciato una iniziativa diplomatica internazionale al fine di presentare all'Assemblea generale delle Nazioni Unite il prossimo dicembre a New York una dichiarazione sulla depenalizzazione universale dell'omosessualità;
tale iniziativa ha raccolto ad oggi il sostegno di più di 50 Stati - inclusi tutti gli Stati dell'Unione europea - di tutti i continenti;
la persecuzione degli omosessuali è in palese contrasto con i principi stabiliti dalla dichiarazione universale dei Diritti dell'Uomo, dalla Convenzione europea sui diritti umani e le libertà fondamentali, dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea ed è contro la cultura giuridica e scientifica contemporanea;
il Parlamento europeo e l'Assemblea Generale degli Stati americani hanno adottato risoluzioni chiedendo iniziative internazionali, anche a livello ONU, per assicurare il rispetto dei diritti umani delle persone omosessuali e la fine delle esecuzioni, persecuzioni, violenze e discriminazioni basate sull'orientamento sessuale;
sono sempre più numerosi i casi di persone extracomunitarie omosessuali, provenienti da paesi dove l'omosessualità è considerata reato, che chiedono lo status di rifugiato politico all'Italia ed all'Unione europea;
l'Organizzazione Mondiale della Sanità definisce l'omosessualità una variante naturale del comportamento umano e l'ha depennata sin dal 1990 dall'elenco delle malattie mentali -:
se sia a conoscenza quale supporto politico e diplomatico sta dando l'Italia all'iniziativa del Governo francese riguardo la richiesta di depenalizzazione universale dell'omosessualità da presentare all'Onu, e, in particolare al fine di raccogliere l'adesione di altri Stati con i quali l'Italia ha relazioni diplomatiche intense, quali la Turchia, l'Albania, San Marino, la Georgia, gli Stati del Mediterraneo, o gli Stati Uniti, il Canada, l'Australia, l'Africa del Sud;
quanti siano i casi di riconoscimento dello status di rifugiato politico che l'Italia ha concesso negli ultimi cinque anni alle persone fuggite dal loro paese di origine a causa delle persecuzioni di cui sono state vittime per il proprio orientamento sessuale;
se non ritenga urgente adoperarsi affinché in campo internazionale, con l'attivazione delle nostre sedi diplomatiche, vi siano interventi nei confronti di quei paesi che considerano l'omosessualità un reato e in particolare nei confronti di quei paesi che prevedono per gli omosessuali la pena di morte.
(5-00671)

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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

BOCCI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
alto 23 metri, per una superficie di circa 250 metri quadrati, il finestrone absidale della Chiesa di San Domenico a Perugia è il più maestoso in Italia assieme a quello del Duomo di Milano;

nel 1997, anno del terremoto che colpì l'Umbria, è iniziato il restauro dell'imponente vetrata. Un lento recupero, finanziato dal Ministero per i Beni Culturali, di cui si occupa la Soprintendenza per i Beni architettonici dell'Umbria, e in particolare la responsabile dei lavori Francesca Abbozzo;
ad oggi la vetrata - a fronte di una spesa calcolata dal 1997 al 2005 in 2.168.000 euro - non è ancora tornata al suo posto, nonostante che i vetri e i frammenti colorati che compongono i cicli decorativi della vetrata, composti con maestria da Mariotto di Nardo e Bartolomeo di Pietro nel 1411, sembra stiano chiusi in casse di legno in una stanza dietro la sagrestia. Sono stati riposti con la massima cura e aspettano solo di essere rimontati nelle loro sedi;
nell'aprile 2007 - in occasione della conclusione della prima parte dei lavori di restauro e consolidamento a dieci anni dal terremoto del 1997 (interventi che hanno riguardato tre parti della basilica: la scalinata, il portale in facciata e la sagrestia) - si è svolta una giornata di studio interamente dedicata alla Basilica e alle sue meraviglie. In quell'occasione l'ex direttrice regionale dei beni culturali, Vittoria Garibaldi, aveva parlato di un nuovo ingente stanziamento, circa un milione di euro, e aveva previsto che la vetrata sarebbe tornata al suo posto da lì ad un anno;
nell'aprile 2008 la responsabile dei lavori della vetrata, l'architetto Francesca Abbozzo, interpellata sull'andamento dei lavori, ha dichiarato che la vetrata tornerà al suo posto entro la fine dell'anno: stavano infatti in quei giorni iniziando i lavori per l'innalzamento della controvetrata, che servirà a proteggere dall'esterno la magnifica struttura composta da centinaia di lastre policrome;
in effetti la conclusione dei lavori di restauro è prevista per il 31 dicembre 2008, come riportano i cartelli affissi nel cantiere;
nel corso della trasmissione «Le Iene» del 21 ottobre 2008 è stato trasmesso un servizio su questa vicenda infinita e l'architetto Fabio Palombaro, intervistato dall'autore del servizio come responsabile dei lavori, ha dichiarato che la vetrata sarà pronta entro il 30 giugno 2009;
da oltre dieci anni i cittadini di Perugia e i turisti che, ignari, si recano a San Domenico aspettano di poter ammirare nuovamente una delle vetrate più belle del mondo -:
se il Ministro sia al corrente di questa incredibile vicenda e quali iniziative intenda adottare per riportare definitivamente la splendida vetrata al suo posto, ponendo fine a questo balletto di date: dopo oltre dieci anni la città di Perugia si merita di poter ammirare di nuovo la luce filtrata dalla vetrata gotica di San Domenico.
(5-00669)

Interrogazione a risposta scritta:

GHIZZONI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il Ministero per i beni e le attività culturali ha indetto due importanti gare di appalto di circa 8 milioni di euro. Una con scadenza il 17 novembre 2008, che ha come oggetto i «servizi di riordino e gestione informatizzata degli archivi degli istituti periferici del Ministero per i beni e le attività culturali» e l'altra, con scadenza il 19 novembre, che ha come oggetto «i servizi di promozione e di comunicazione del patrimonio culturale nazionale»;
le attività oggetto dei suddetti bandi si riferiscono ad interventi di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale tali da richiedere operatori in possesso di specifiche competenze e professionalità;
dai bandi, consultabili all'indirizzo del Ministero per i beni e le attività culturali, emerge che le imprese aggiudicatarie sono tenute ad assumere esclusivamente

persone appartenenti alla categoria degli ex Lavoratori Socialmente Utili, prefigurando un intervento dal carattere prevalentemente sociale anche se promosso dal Ministro per i beni e le attività culturali -:
se il ministro interrogato non consideri necessario verificare le motivazioni che hanno indotto a prevedere nei bandi citati in premessa l'esclusivo impiego di appartenenti alla categoria degli ex Lavoratori Socialmente Utili.
(4-01734)

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DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:

CHIAPPORI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 12 del decreto del Presidente della Repubblica 18 luglio 1986, n. 545 recante approvazione del regolamento di disciplina militare ai sensi dell'articolo 5, comma 1, della legge 11 luglio 1978, n. 382, ha reso apparentemente possibile il temporaneo richiamo in servizio, per ragioni di particolare merito, di ufficiali collocati in ausiliaria già preposti al comando di un reparto - in genere luogotenenti - e la contestuale elevazione al medesimo incarico e grado di militari precedentemente in subordine;
si sono determinate conseguentemente alcune situazioni paradossali nelle quali comandanti collocati in ausiliaria e richiamati in servizio sulla base di meriti particolari si sono visti sottrarre il comando in favore di loro precedenti subordinati, rimasti in servizio permanente effettivo, vanificando la ragione stessa del loro richiamo e generando comprensibili imbarazzi negli interessati-:
quali siano gli intendimenti del Governo circa le circostanze generalizzate nella premessa e circa l'opportunità di intervenire sulle norme vigenti per valorizzare più adeguatamente il personale richiamato in servizio per ragioni di particolare merito.
(4-01732)

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

V Commissione:

MARINELLO e GIOACCHINO ALFANO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 24 del decreto-legge n. 112 del 2008 ha abrogato migliaia di leggi i cui costi gravavano sul bilancio dello Stato; la voce 2990, inserita nell'elenco annesso al suddetto articolo ha soppresso la legge 4 agosto 1978, n. 464 relativa ai contributi per la ricostruzione della valle del Belice a seguita del terremoto del 1968;
sono state cancellate sia le norme procedurali per l'approvazione dei progetti, che quelle sostanziali riguardanti la quantificazione dei contributi; dal 22 dicembre 2008 verrà a mancare l'organo competente per le attività di ricostruzione;
il 15 ottobre 2008 i sindaci del Belice hanno espresso il loro malumore e la loro preoccupazione per questa soppressione, che rischia di fermare il completamento dell'attività di ricostruzione, con gravissime ripercussioni sociali ed economiche -:
quali provvedimenti intenda con urgenza adottare per assicurare che l'opera di ricostruzione dei comuni del Belice, a seguito del terremoto del 1968, sia sollecita e completa.
(5-00675)

COMMERCIO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria per l'anno 2007), all'articolo 1, commi da 830 a 833 recita: «830.

Al fine di addivenire al completo trasferimento della spesa sanitaria a carico del bilancio della Regione siciliana, la misura del concorso della Regione a tale spesa è pari al 44,85 per cento per l'anno 2007, al 47,05 per cento per l'anno 2008 e al 49,11 per cento per l'anno 2009. 831. L'applicazione delle disposizioni di cui al comma 830 resta sospesa fino al 30 aprile 2007. Entro tale data dovrà essere raggiunta l'intesa preliminare all'emanazione delle nuove norme di attuazione dello Statuto della Regione siciliana in materia sanitaria, già disciplinate dal decreto del Presidente della Repubblica 9 agosto 1956, n. 1111, e successive modificazioni. In caso di mancato raggiungimento dell'intesa entro tale data, il concorso della Regione siciliana di cui al comma 830 è determinato, per l'anno 2007, in misura pari al 44,09 per cento. 832. Nelle norme di attuazione di cui al comma 831, è riconosciuta la retrocessione alla Regione siciliana di una percentuale non inferiore al 20 e non superiore al 50 per cento del gettito delle accise sui prodotti petroliferi immessi in consumo nel territorio regionale; tale retrocessione aumenta simmetricamente, fino a concorrenza, la misura percentuale del concorso della Regione alla spesa sanitaria, come disposto dal comma 830. Alla determinazione dell'importo annuo della quota da retrocedere alla Regione si provvede con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, previo parere della Commissione paritetica prevista dall'articolo 43 dello Statuto della Regione siciliana, approvato con decreto legislativo 15 maggio 1946, n. 455, convertito in legge costituzionale dalla legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 2.833. A valere sul gettito delle accise sui prodotti petroliferi immessi in consumo nel territorio della Regione siciliana è retrocesso alla Regione un importo pari a 60 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009 a titolo di contributo di solidarietà nazionale, di cui all'articolo 38 dello Statuto regionale, dovuto per gli stessi anni 2008 e 2009 e ad integrazione, per l'anno 2008, dei finanziamenti attribuiti ai sensi dell'articolo 5, comma 3-ter, del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248. L'erogazione dei contributi è subordinata alla redazione di un piano economico finalizzato prevalentemente al risanamento ambientale dei luoghi di insediamento degli stabilimenti petroliferi, nonché ad investimenti infrastrutturali.»;
non è stata ancora raggiunta l'intesa preliminare di cui al predetto comma 831 in merito alla compartecipazione alla spesa sanitaria da parte della Regione Sicilia;
questo ha comportato che la Regione Sicilia compartecipa alle spese sanitarie per quasi il 50 per cento dei costi, senza che lo Stato retroceda la percentuale del gettito delle accise tra il 20 e il 50 per cento previsto dal comma 832;
il risultato comporta un pesantissimo ed insostenibile aggravio alle casse della regione, dovuto esclusivamente ad una mancata applicazione da parte dello Stato di una norma legislativa -:
se non ritenga che nelle more della definizione delle norme di attuazione di cui all'articolo 1, comma 831, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, vada riconosciuta la retrocessione alla Regione Sicilia di una percentuale non inferiore al 20 per cento del gettito delle accise sui prodotti petroliferi immessi in consumo nel territorio regionale, e quali iniziative il Ministro intenda intraprendere o abbia intrapreso per arrivare alla stipula dell'intesa di cui citato articolo.
(5-00676)

BITONCI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 151 del Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, approvato con il decreto legislativo n. 267 del 2000, fissa al 31 dicembre di ciascun

anno il termine per l'approvazione da parte degli enti locali del bilancio di previsione per l'anno successivo;
questo quadro normativo non risulta, alla luce di possibili interventi di modifica, compiutamente definito e risulta difficile per le amministrazioni degli enti locali completare la predisposizione dei bilanci di previsione;
il medesimo articolo 151 consente di differire il termine per l'approvazione dei bilanci di previsione con decreto del Ministro dell'interno, d'intesa con il Ministro dell'economia e delle finanze, sentita la Conferenza Stato-Città ed autonomie locali, in presenza di motivate esigenze;
a tale possibilità si è fatto ricorso in passato, e, da ultimo, con il decreto del Ministro dell'interno del 19 marzo 2007, emanato tra l'altro recependo una risoluzione approvata dalla Commissione bilancio, per fare fronte a difficoltà analoghe da parte degli enti locali -:
se il Governo non ritenga di provvedere, ai sensi dell'articolo 151 del Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, ad un differimento del termine di presentazione dei bilanci di previsione da parte degli enti locali.
(5-00678)

Interrogazione a risposta scritta:

CICCANTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
con il decreto-legge n. 112 del 25 giugno 2008 convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, articolo 72, comma 7 e comma 11, vengono introdotte forti restrizioni riguardo al trattenimento in servizio dei pubblici dipendenti;
la tendenza attuale nei Paesi dell'Unione europea è quella di prevedere un graduale aumento dell'età pensionabile sia in considerazione della crescente longevità di tutta la popolazione che della grossa difficoltà in cui versa l'attuale sistema previdenziale;
l'OCSE in particolare ha evidenziato in modo chiaro ed inequivocabile come la percentuale di popolazione attiva in Italia nella fascia di età compresa tra i 60 ed i 65 anni si ferma al 19 per cento rispetto alla media dei Paesi industrializzati che supera abbondantemente il 35 per cento;
il Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, in occasione del discorso d'apertura dell'anno finanziario ha commentato il dato dell'OCSE ribadendo la necessità di riformare il sistema previdenziale e la notizia è apparsa su tutti i maggiori quotidiani, tra i quali il Corriere della Sera dell'8 luglio 2008;
i tre Nobel per l'economia, Robert Mundell, James Heckman e Robert Solow hanno ribadito la necessità di innalzare l'età pensionabile, così motivando; «i costi del sistema attuale non sono più sostenibili. La gente vive oltre gli 80 anni e può continuare a lavorare anziché restare inattiva per 20 anni», in armonia con il pensiero dell'economista statunitense Franco Modigliani, che parlando di equità sociale si espresse in questi termini: «una spesa pensionistica eccessiva sottrae sicuramente risorse ad altri investimenti pubblici che maggiormente possono contribuire allo sviluppo del Paese»;
per effetto dell'applicazione delle norme in questione, nelle amministrazioni pubbliche ci saranno lavoratori di 65 anni che potranno restare in servizio fino a 67 anni e lavoratori di 57 anni costretti a lasciare il servizio per aver maturato 40 anni di contribuzione -:
se, per le parti di propria competenza, intendano assumere iniziative normative modificative della norma epigrafata al fine di evitare ingiustificati trattamenti di fine rapporto nell'ambito del personale afferente al medesimo comparto di contrattazione;
se non si intenda riproporre quanto disposto dall'articolo 1, comma 12, della

legge n. 243 del 23 agosto 2004 (legge Maroni) che favoriva il posticipo del pensionamento del personale che aveva maturato il diritto alla quiescenza attraverso bonus contributivi;
se non ritenga che la soluzione prospettata contribuisca alla riduzione della spesa previdenziale e concorra quindi al miglioramento dei saldi di finanza pubblica.
(4-01739)

TESTO AGGIORNATO AL 19 LUGLIO 2010

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GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:

MOSELLA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) soffre da tempo di un grave sottodimensionamento negli organici, sia nel ruolo dei magistrati giudicanti ed inquirenti sia per il personale amministrativo;
il circondario ha competenza su un'area vasta, con un bacino di popolazione di circa un milione di abitanti, che è caratterizzata da un'alta densità criminosa;
tali carenze sono inaccettabili per una sede giudiziaria di frontiera con un elevatissimo carico di lavoro dovuto ai procedimenti pendenti;
lo stato di precarietà è stato oggetto di un approfondito speciale dal titolo «A mani nude contro i Casalesi», trasmesso da RaiNews 24, in onda su Rai Tre il 20 novembre 2008, nel quale magistrati ed i vertici degli Uffici Giudiziari hanno rappresentato le loro preoccupazioni per le carenze di organico e di strutture nel circondario del Tribunale e delle sue sezioni distaccate;
è altissimo il rischio che dalle citate carenze, rispetto alle quali è stato lanciato l'allarme anche da parte dalla Procura Antimafia di Napoli, possano derivare ritardi nei tempi e nell'efficacia dell'amministrazione della giustizia, con grave nocumento per la tenuta dei presidi di legalità e per la tutela, costituzionalmente prevista, dei diritti degli individui;
il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere non è considerato sede disagiata secondo le norme dell'ordinamento giudiziario;
per il carico di lavoro e per assicurare un adeguato contrasto della criminalità organizzata urge un adeguamento del personale togato ed amministrativo a supporto delle funzioni del Tribunale e della Procura -:
quali iniziative intenda intraprendere per dichiarare il carattere di sede disagiata del circondario di Santa Maria Capua Vetere, se del caso provvedendo alle opportune modifiche regolamentari, e per l'effetto provvedere ad adeguare gli uffici del Tribunale e della Procura della Repubblica con i mezzi e gli organici necessari ad assolvere i carichi di lavoro pendente.
(4-01733)

MUNERATO, LUSSANA e STUCCHI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la triste vicenda giudiziaria che vede protagonista un comune cittadino, riportata da alcuni articoli di giornale (Il Resto del Carlino del 25 marzo 2008), sembra ancora una volta rappresentare un caso di denegata giustizia che si trascina da oltre dieci anni;
come si apprende dall'articolo di stampa, l'avventura di Roberto Pacchiele ha inizio nel 1990 con la sottoscrizione di un contratto preliminare per l'acquisto di una casa in costruzione, con relativo versamento dell'importo dovuto alla società edile di costruzione;
successivamente allo scioglimento del contratto per inadempimento della società venditrice, sia il Tribunale di Rovigo nel

1993 che la Corte d'Appello di Venezia nel 1997 riconoscono il diritto alla restituzione dell'importo anticipato;
a tutt'oggi non si è verificato il recupero del suddetto credito, anche perché il curatore della procedura fallimentare della società venditrice «La Pace s.r.l.», fallita nel 1998, ha inspiegabilmente escluso il signor Roberto Pacchiele dal Comitato dei Creditori, nonostante il suo credito fosse il più elevato tra quelli vantati nei confronti della società edile;
in aggiunta, nei confronti del signor Pacchiele è stata presentata una parcella di oltre 20 mila euro da parte di un legale del Foro di Rovigo, scelto per ottenere il risarcimento dei danni riguardanti la sua posizione creditoria nella procedura fallimentare della società edile, il cui amministratore nel frattempo aveva potuto iniziare nuove attività imprenditoriali;
secondo quanto riportato dall'articolo di giornale sembra che nel fallimento in questione siano «sparite diverse centinaia di milioni di vecchie lire, la parità tra i creditori sia stata ignorata e un titolo esecutivo consegnato alla magistratura non è stato più possibile avere notizia, per la segregazione che, di fatto, il magistrato delegato al fallimento ha posto sul fascicolo del fallimento stesso»;
la vicenda, nota anche ai parlamentari della provincia di Rovigo, dimostra quante insormontabili difficoltà debbano incontrare i cittadini affinché vedano riconosciuti i loro diritti;
la legge delega 2 agosto 2004, n. 210, ed il relativo decreto legislativo di attuazione 20 giugno 2005, n. 122, dettano disposizioni per la tutela dei diritti patrimoniali degli acquirenti di immobili da costruire o la cui costruzione non sia stata ancora ultimata, ponendo rimedio alle conseguenze di fallimenti immobiliari e colmando una lacuna nell'ordinamento italiano nel caso di insolvenza sopravvenuta del costruttore -:
come il Ministro valuti la vicenda descritta in premessa e se non intenda accertare l'eventuale sussistenza di presupposti ai fini dell'esercizio di tutti i poteri di sua competenza;
se non ritenga che la vicenda sia emblematica della necessità di adottare disposizioni modificative della disciplina di tutela dei diritti degli acquirenti di immobili da costruire, al fine di assicurare idonea tutela a tutte le differenti situazioni in cui sono pregiudicati i diritti degli acquirenti a seguito dell'insorgenza di crisi del costruttore.
(4-01742)

MARINELLO e GIOACCHINO ALFANO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
è nota la vicenda della battaglia ingaggiata del giudice Luigi Tosti contro la presenza dei crocifissi nelle aule di giustizia e in genere nei tribunali italiani;
esistono già pronunce giudiziali in merito e lo scorso 18 novembre la Cassazione ha rinviato a nuovo ruolo il processo a carico del magistrato anti-crocifisso che, il 23 maggio del 2007, è stato condannato dal Tribunale dell'Aquila a sette mesi di reclusione, oltre ad un anno di interdizione dai pubblici uffici, per essersi rifiutato di tenere udienza in un'aula in cui appunto c'era il crocifisso;
i documenti con i quali il magistrato si rivolge alle autorità giudiziarie e allo stesso Ministro della giustizia contengono delle affermazioni molto pesanti (secondo l'interrogante al limite del delirio) contro la religione cristiana, la Chiesa, le autorità dello Stato, la magistratura e i suoi stessi difensori -:
quali iniziative indenda adottare, nell'ambito delle sue competenze, e come valuti il Ministro interrogato la possibilità di prevedere l'introduzione di test psico-attitudinali cui sottoporre i magistrati, preliminarmente al loro ingresso nella magistratura e periodicamente nel corso degli anni, così come già previsto per piloti, militari poliziotti, professioni che richiedono precise doti e capacità soggettive,

come la capacità di valutare o di prendere decisioni che incidono direttamente sulla vita dei cittadini.
(4-01743)

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta immediata in Commissione:

IX Commissione:

MISITI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
si è avuta la contrazione della forza lavorativa di oltre il 50 per cento e la progressiva riduzione del 40 per cento delle attività nel settore di navigazione dello Stretto di Messina, dei mezzi e del personale di manovra Rfi con la conseguente riduzione della flotta da 7 a 3 navi in 10 anni che ha permesso la creazione di una situazione di «quasi monopolio» per le aziende private che operano nell'Area;
in dieci anni si è registrato un incremento superiore al 50 per cento del prezzo biglietti delle navi traghetto sullo Stretto di Messina non giustificabile con l'aumento del costo del gasolio;
l'eventualità di serie difficoltà nella «tenuta dell'ordine pubblico» precedentemente segnalata nell'interrogazione a risposta scritta che presentata dall'interrogante il 10 giugno 2008 si è realmente verificata con il blocco dell'aliscafo Tindari Jet dello scorso 1° ottobre a causa della disperazione dei pendolari, privati della possibilità di spostarsi liberamente da una sponda all'altra dello Stretto;
questo evento è solo l'ultimo atto di una serie di iniziative e appelli che il Comitato dei Pendolari, Dimensione Trasporti e la Lega Autonomia Locali hanno lanciato nella speranza di una soluzione efficace nella mobilità fra le due sponde;
si è appreso da Fs che i collegamenti veloci sulla rotta Messina-Reggio Calabria e viceversa non rientrano fra i servizi universali che Bluvia deve effettuare per garantire la continuità territoriale fra il Continente e l'Isola;
i servizi veloci nei collegamenti dello Stretto ipotizzati dalla Metropolitana del Mare di innovativa e prossima realizzazione potranno significare il recupero pieno del diritto di mobilità dei passeggeri;
se il Ministro non ritenga opportuno considerare l'urgenza e la necessaria priorità di adottare provvedimenti per sollecitare Rfi nel potenziare e non restringere i servizi offerti ai pendolari, agli studenti universitari e ai turisti che transitano nell'Area dello Stretto, contenendo i prezzi attraverso una reale concorrenza da parte di Rfi sulle aziende private, in attesa della futura realizzazione della Metropolitana del Mare della quale il Governo dovrà farsi garante della realizzazione.
(5-00685)

Interrogazioni a risposta in Commissione:

IANNUZZI e BOFFA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nel mese di gennaio 2007 è stato sottoscritto fra il gruppo Tirrenia e le organizzazioni sindacali un accordo con il quale è stato condiviso il piano industriale per il risanamento e lo sviluppo del Gruppo stesso, con conseguenti accordi di riduzione del costo del lavoro;
la legge finanziaria per il 2007, n. 296 del 2006, (articolo 1, commi 998 e 999) prevede che la concessione in favore del Gruppo, in scadenza il 31 dicembre 2008, sia prorogata fino al 2014, evitando così gravi conseguenze negative, sul piano economico, sociale ed occupazionali;
la nuova convenzione Stato-Tirrenia, pur già predisposta, non è stata ancora sottoscritta;
vanno stanziate le risorse finanziarie per il 2008 e 2009 necessarie per garantire

tutti i collegamenti, anche con le isole minori, assicurando il diritto alla mobilità dei cittadini e scongiurando la soppressione di linee non redditizie ma di forte valore sociale;
occorre approvare rapidamente il piano industriale del gruppo Tirrenia anche per incrementare il valore di mercato;
le società regionali controllate dalla Tirrenia andrebbero trasferite alle Regioni;
così potrà essere consentita la gestione di un processo importante per salvaguardare gli interessi del Paese, dei cittadini, delle aziende, degli oltre 3.000 lavoratori del gruppo in larga misura concentrati nel Mezzogiorno;
il progetto di privatizzazione del gruppo Tirrenia, con la dismissione delle partecipazioni detenute indirettamente nel capitale di Tirrenia di Navigazione Spa dal Ministero dell'economia e delle finanze, deve evitare inaccettabili e dannose svalutazioni del gruppo, ricorrendo, invece, ad una procedura competitiva, aperta, trasparente e concorrenziale. Il gruppo Tirrenia, infatti, conserva risorse professionali, tecnologiche e commerciali importanti in un settore vitale per il Paese come quello del cabotaggio marittimo;
significativa in questa direzione è la risoluzione 8-00911 approvata dalla IX Commissione nella seduta del 19 novembre 2008, nella quale si impegna il Governo, fra l'altro, a garantire «adeguate misure di salvaguardia dei livelli occupazionali e di tutela nei confronti dei dipendenti del Gruppo Tirrenia», nell'ambito del processo di privatizzazione -:
quali i iniziative intenda assumere il Governo per risolvere la complessa questione del gruppo Tirrenia in tutti i diversi aspetti sovraevidenziati.
(5-00666)

MARCO CARRA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il Comune di Marmirolo (Mantova) è attraversato da un'importante infrastruttura stradale che collega Mantova a Brescia;
tale via di comunicazione è percorsa quotidianamente da migliaia di automezzi leggeri e pesanti;
per rispondere alle esigenze delle comunità locali in materia di tutela della salute e di sicurezza stradale, è stato avviato, tempo fa, l'iter per definire la progettazione, il finanziamento e la realizzazione della «Tangenziale di Marmirolo»;
la necessità di realizzare la «Tangenziale al Marmirolo» è stata condivisa dall'Amministrazione Comunale di Marmirolo, dall'Amministrazione Provinciale di Mantova e dallo Stato;
l'iter per la realizzazione di quest'opera è in una fase molto avanzata in quanto la progettazione è stata effettuata, i finanziamenti, per lotti, sono stati individuati (1o lotto funzionale 9,8 milioni di euro a carico dell'Anas, 650.000 euro a carico della Provincia di Mantova e 150.000 euro a carico del Comune di Marmirolo) e ad oggi si sta procedendo con gli espropri dei terreni, sui quale la Tangenziale insisterà, per poi giungere all'espletamento della gara d'appalto per l'assegnazione dei lavori;
visti i parametri relativi al patto di stabilità contenuti nella Finanziaria 2009, la realizzazione di quest'opera viene messa pesantemente in discussione con gravi penalizzazioni per la Comunità di Marmirolo -:
se le condizioni per la realizzazione della «Tangenziale di Marmirolo» permangono favorevoli e quindi consentono la prosecuzione dell'iter amministrativo per raggiungere l'obiettivo, favorendo, in questo modo, una maggior tutela della salute dei cittadini, migliori condizioni di sicurezza stradale ed un importante investimento pubblico che avrà ripercussioni positive sul sistema economico locale.
(5-00670)

TULLO, LOVELLI, ANDREA ORLANDO, ROSSA e ZUNINO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
in questi giorni Alitalia ha deciso di disattivare quattro voli da Genova verso Roma e viceversa;
questa decisione, pur assunta a poche settimane dal passaggio operativo alla nuova società Compagnia aerea italiana, non si giustifica in quanto ha creato un immediato disagio ai passeggeri, oltre a generare una perdita economica per Aereoporto di Genova S.p.A;
inoltre i voli cancellati operano su una tratta caratterizzata da una domanda costantemente in crescita: nel 2007 ha consuntivato il 12 per cento in più rispetto al 2006 e nei primi dieci mesi del 2008 i passeggeri sono aumentati del 10 per cento rispetto allo stesso periodo del 2007, il tasso di occupazione dei voli da e per Roma da gennaio ad ottobre è stato del 70 per cento; e quindi questo trend, giustifica la richiesta di un ulteriore potenziamento dei collegamenti e non viceversa;
infine, peraltro, l'attuale incertezza generale ed il passaggio operativo alla nuova società CAI non permette alla società Aereoporto di Genova di portare a termine azioni commerciali verso altri vettori che hanno dimostrato interesse a operare sulla tratta per la capitale, per la mancanza di bande orarie (slot) disponibili a Fiumicino in quanto tuttora occupati dalla stessa Alitalia -:
se fosse a conoscenza delle decisioni assunte da Alitalia;
quali misure intenda assumere per far rientrare da subito questa decisione che determina un forte disagio per il collegamento tra la Liguria, l'area del Basso Piemonte e Roma nonché determina un danno economico alla società Aereoporto di Genova;
quali indicazioni nella fase di passaggio operativo tra le due società vorrà fornire per attuare un potenziamento della tratta Genova-Roma.
(5-00674)

META, FIANO, LOVELLI, TULLO, BONAVITACOLA, VELO, POMPILI, TIDEI, TRAPPOLINO, CARELLA e MARANTELLI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il 29 agosto 2008, dopo sessant'anni di attività, è stato dichiarato lo stato di insolvenza di Alitalia S.p.A., un triste primato per la compagnia di bandiera italiana, e il Governo ha nominato il dottor Augusto Fantozzi Commissario straordinario di Alitalia;
la vicenda Alitalia, l'offerta CAI per rilevare la parte produttiva della Compagnia, le agitazioni sindacali dei lavoratori dipendenti di Alitalia e dell'indotto, sono al centro dell'attenzione degli organi di informazione che riportano quotidianamente anche notizie sullo stato finanziario di Alitalia;
si apprende in tal modo che gli azionisti, visto che Alitalia non sarà più quotata in borsa, hanno ormai in mano titoli con un valore pari a zero e quindi decine di migliaia di azionisti perderanno quote più o meno consistenti;
i creditori di Alitalia, fornitori, gestori di servizi e soprattutto le società di gestione aeroportuali, vantano crediti per decine di milioni di euro da Alitalia e difficilmente potranno essere onorati, tanto che Assaeroporti ha lanciato ripetuti allarmi sulle conseguenze per la sopravvivenza delle stesse società. Anche l'Enac ha maturato un credito di 1,7 milioni di euro, i 17.500 dipendenti di Alitalia, nei prossimi giorni, verranno messi in mobilità e CAI avvierebbe le selezioni per l'assunzione di soli 10.150 lavoratori che entreranno nell'organico della Compagnia aerea italiana o «nuova Alitalia», con condizioni normative ed economiche inferiori a quelle godute alle dipendenze di

Alitalia e Air One e quindi con grandi sacrifici per loro e per le proprie famiglie;
mentre si assiste ad un insieme di primati negativi come il fallimento di Alitalia, la crisi delle società aeroportuali e dei creditori, il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro dei dipendenti Alitalia e Air One e dei lavoratori dell'indotto, consta agli interroganti che al Commissario straordinario sarebbe stato riconosciuto un contratto con un corrispettivo economico pari a circa 15 milioni di euro -:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti suesposti;
quali siano il contratto e il corrispettivo economico del Commissario straordinario di Alitalia.
(5-00679)

Interrogazione a risposta scritta:

BOBBA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
in data 22 luglio scorso si è tenuto un tavolo di confronto sull'andamento delle tariffe ferroviarie, durante il quale il Garante per la sorveglianza dei prezzi, Antonio Lirosi, ha affermato che «eventuali nuovi aumenti sulle tratte di media e lunga percorrenza aggraverebbero la dinamica inflazionistica» e ha invitato Trenitalia, fin dall'estate scorsa, a favorire gli utenti con tariffe promozionali e sconti in misura più intensiva ed efficace;
in quella sede il Garante ha rilevato l'urgenza della definizione di un assetto regolatorio, in grado di far fronte alla peculiare situazione di un settore in cui su alcune tratte nazionali vi è libertà tariffaria ma in presenza di una situazione monopolistica, mentre altre tratte sono soggette ad obblighi di servizio pubblico;
nel corso di un'audizione alla Camera, il Ministro in indirizzo, ha garantito che le tariffe ferroviarie sarebbero rimaste invariate, mentre oggi una parte consistente di pendolari piemontesi si trova ad affrontare aumenti pari a circa 100 euro mensili;
il comitato dei pendolari di Vercelli, attraverso una lettera aperta al Presidente della Provincia di Vercelli e al sindaco di Vercelli, evidenziava che «ad oggi, spendendo 67,40 euro al mese, è possibile prendere Regionali ed Intercity. Da metà dicembre, invece, chi viaggerà la mattina su un regionale e la sera alternerà IC a Regionali per poter fare lo stesso tragitto dovrà pagare due abbonamenti (59,40 + 108,00) oppure comprare di volta in volta, con relativa perdita di tempo, un cambio di servizio ad almeno 3 euro a corsa;
in Piemonte la situazione tariffaria è, dunque, incredibilmente peggiorata per gli utenti pendolari, i quali da 67,40 euro e libera scelta dei treni da prendere, secondo le nuove tariffe divulgate, si passerà a euro 108,00 solo per gli ESCity. Un aumento pari al 59,527 per cento, comprensivo di un servizio identico in termini di velocità, (54 minuti previsti oggi con l'IC, 54 minuti previsti poi con gli ESCity), in cambio di disservizi dovuti alla mancata possibilità di scelta della tipologia di treno, meno efficienza e più sacrificio per gli stessi pendolari, per lo più lavoratori e studenti;
il 14 novembre 2008 l'assessore ai trasporti della Regione Piemonte, dottor Daniele Borioli, scriveva al Ministro in indirizzo, relativamente agli aumenti verificatisi, a scapito soprattutto dei pendolari, sottolineando che «l'effetto prodotto è quello di un'ulteriore esasperazione dello stato d'animo degli utenti, una potenziale ricaduta sui bilanci familiari di oltre 1000 euro l'anno» e nella stessa denunciava «la possibilità che qualcuno dei pendolari colpiti decida di ritornare al mezzo di trasporto privato e molti altri decidano di riorientarsi versi i treni regionali, senza garanzia di poter trovare adeguata risposta ai propri bisogni, in un momento in cui le Regioni non sono ancora neppure certe di poter riportare a contratto con Trenitalia gli attuali pur malconci servizi.»;

in data 24 novembre scorso il Presidente del Consiglio, onorevole Silvio Berlusconi, ha delineato nel corso dell'incontro tra il governo e le parti sociali, a Palazzo Chigi, l'impianto dei provvedimenti ai quali il Consiglio dei ministri sta per varare, nei quali si prevede, per l'inizio del 2009, interventi di blocco delle tariffe autostradali, delle bollette di luce e gas e anche ferroviarie -:
se il Ministro non ritenga opportuno sospendere gli aumenti tariffari previsti, anche al fine di regolamentare in maniera uniforme il servizio del trasporto ferroviario;
se lo stesso Ministro, alla luce delle affermazioni fatte dal Presidente del Consiglio, non intenda correggere la manovra adottata a beneficio dei cittadini utenti, soprattutto nei confronti dei pendolari, i quali sono costretti a servirsi del trasporto ferroviario per necessità lavorative e di studio;
se non si ritenga necessario prevedere degli opportuni tavoli, volti alla definizione dei sistemi tariffari riguardanti apposite tipologie di convogli, includendo i referenti delle Regioni interessate, al fine di evitare che le stesse si trovino a subire i pregiudizi di decisioni prese senza il confronto con gli attori principali.
(4-01731)

TESTO AGGIORNATO AL 13 GENNAIO 2009

...

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta in Commissione:

CENTEMERO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
all'atto dell'immissione in ruolo e nel momento di «presa di servizio» per i docenti neoimmessi in ruolo viene richiesta la ricostruzione di carriera sia a fini pensionistici sia a fini retributivi;
nel corso dell'ultimo triennio sono stati immessi in ruolo un numero consistente di docenti. Per quanto riguarda la provincia di Novara nel 2007 e in alcuni casi 2006 viene segnalato il non adeguamento del trattamento economico a causa dell'impossibilità di effettuare la ricostruzione di carriera. Le motivazioni fornite dai servizi amministrativi degli istituti sono relative alla non disponibilità, ossia alla non apertura della piattaforma «SIDI» per la ricostruzione della carriera (per l'inserimento dei dati che consentirebbero di ricostruire per ciascun docente il proprio iter di servizio)-:
quali siano le motivazioni della mancata apertura della procedura per la ricostruzione della carriera per i docenti;
se intenda verificare la possibilità di mettere in atto percorsi o azioni tali da favorire l'adeguamento della posizione dei docenti immessi in ruolo al fine del trattamento economico e l'adeguamento del livello di anzianità da essi raggiunto.
(5-00668)

SIRAGUSA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
i modelli viventi che lavorano presso le Accademie e presso i Licei Artistici d'Italia, da anni vivono una condizione di precarietà;
la legge n. 124 del 3 maggio 1999, e la successiva ordinanza ministeriale n. 14 del 17 gennaio 2000 relativa al reclutamento dei modelli viventi, ha creato confusione e penalizzato di fatto coloro che si trovano nelle tre graduatorie attuali;
la legge 3 maggio 1999, n. 124 all'articolo 6, comma 11, ha stabilito che «I modelli viventi in possesso dei titoli di studio previsti dalla tabella I allegata al contratto collettivo nazionale del lavoro del Comparto Scuola pubblicato nel Supplemento Ordinario n. 109 alla Gazzetta Ufficiale n. 207 del 5 settembre 1995, per l'accesso rispettivamente alla III e IV qualifica

del Personale ATA, che alla data di entrata in vigore della presente legge, abbiano prestato 5 anni di servizio anche non continuativi nelle Accademie e nei Licei Artistici, sono inseriti, a domanda, sulla base dell'anzianità di servizio, in graduatorie ad esaurimento ai fini dell'assunzione in Ruolo sui posti annualmente disponibili. L'inserimento nella graduatoria per la III qualifica è comunque subordinato al superamento di una prova di idoneità all'espletamento delle funzioni dello specifico profilo»;
per i modelli che in quel momento hanno deciso di non passare di ruolo, l'ordinanza ministeriale del 17 gennaio 2000, n. 14 ha stabilito altresì che «il rapporto di lavoro individuale dei modelli viventi con le Accademie e con i Licei Artistici si costituisce:
a) mediante contratto individuale di lavoro a tempo determinato di durata annuale, per un numero compreso tra le dieci e le venti ore settimanali, per coloro che hanno un'anzianità di servizio, alla data di entrata in vigore della legge, pari a cinque anni o superiore prestato come modello vivente presso le Accademie di Belle Arti e presso i Licei Artistici dello Stato;
b) mediante contratto di prestazione d'opera, indipendentemente dal numero delle ore, per coloro che non hanno un'anzianità di servizio come modello vivente indicata alla precedente lettera a);
c) l'ulteriore fabbisogno di modelli viventi verrebbe soddisfatto mediante il ricorso a contratti di prestazione d'opera, inseriti in elenco a parte distinto dal precedente secondo l'ordine alfabetico e gli eventuali destinatari saranno individuati sulla base delle esigenze didattiche»;
in conseguenza a quanto sopra descritto, attualmente: coloro che hanno i contratti annuali (circa una trentina di persone) percepiscono, ai sensi dell'ordinanza ministeriale articolo 4.1 una retribuzione determinata su base oraria, corrispondente al trattamento economico previsto dal vigente CCNL-Comparto Scuola per la quarta qualifica funzionale del personale ATA non di ruolo della scuola, di conseguenza non hanno diritto a scatti di anzianità, nonostante abbiano alle spalle dai quindici ai trent'anni di servizio, con versamenti contributivi ridotti, senza alcuna sicurezza di una futura pensione. Inoltre l'ordinanza ministeriale in ottemperanza alle disposizioni della legge 124/99 stabilisce un «limite massimo» di venti ore settimanali riconoscendo a tali lavoratori la quarta qualifica del personale ATA non di ruolo; coloro che non possono vantare più di cinque anni di anzianità (una ventina di persone) sono stati tagliati fuori dalla possibilità di passare di ruolo come personale ATA e nonostante abbiano accumulato diversi contratti annuali, dopo il 1999 sono stati assunti con contratto di prestazione d'opera senza avere riconosciuta alcuna priorità nell'assegnazione delle ore rispetto ai nuovi aspiranti;
i nuovi aspiranti inseriti nell'elenco alfabetico a parte, distinto dal precedente, sono assunti con contratto di prestazione d'opera per un periodo compreso tra ottobre-giugno e non cumulano nessun diritto di anzianità né per l'assegnazione delle ore né come diritto di precedenza di assunzione rispetto a chi viene assunto in un secondo momento;
ciò produce frustrazione in tali lavoratori anche in considerazione del fatto che la prestazione d'opera può essere rescissa in qualsiasi momento. Inoltre, da quando questi lavoratori non sono più a diretto carico dello Stato si sono verificati diversi tagli: molti modelli non sono stati riconfermati o il loro utilizzo è previsto solo per poche ore e per poche classi (senza rispettare il prospetto di riferimento citato nell'ordinanza ministeriale gennaio 2000 per calcolare la consistenza numerica delle ore settimanali di posa dei modelli nelle classi);

dall'indagine svolta dal Comparto ALAI della CISL di Bologna su quasi tutti i Licei e le Accademie d'Italia si evince che molti Direttori, Presidi o Segretari disattendono la normativa prevista:
a) molte scuole non rispettano né espongono la graduatoria;
b) i contratti prevedono una subordinazione alla didattica, con vincoli di orari e di assegnazione ai corsi. In particolare spesso la prestazione è legata alla presenza del docente. La sua assenza comporta l'impossibilità di svolgere il proprio lavoro con evidente danno economico data la difficoltà di recuperare le ore perse. In alcuni casi il recupero è consentito solo su richiesta e firma del docente. I giorni di lavoro, invece, che coincidono con i giorni festivi non è mai possibile recuperarli, né anticipando né posticipando la prestazione. A molti di coloro che prestano l'attività con contratti annuali viene detto di non aver diritto a maturare ferie e in caso di assenza sono costretti a recuperare le ore;
c) a molti modelli il contratto viene fatto firmare poco prima della fine del periodo lavorativo stabilito; ad altri, invece, non viene comunicato il numero di ore settimanali da svolgere, ragion per cui il rapporto può subire variazioni senza poter rivendicare alcun diritto;
d) molte scuole non versano i contributi INAIL e i modelli quindi non sono tutelati per gli infortuni sul lavoro;
e) i pagamenti, rispetto alle prestazioni svolte, avvengono frequentemente con ritardi dai tre ai sei mesi;
f) molti modelli vengono fotografati da docenti o alunni senza alcuna tutela della privacy;
g) in molti Istituti le condizioni igienico-sanitarie sono «precarissime»: i modelli lavorano in ambienti insalubri, umidi e sporchi, non idonei all'attività di nudo; non ci sono le temperature adeguate (in molti casi i modelli portano le stufe da casa), né le attrezzature (carta monouso, spogliatoio, pedana di posa eccetera), né la costante presenza del docente in aula o di un custode, né la presenza di collaboratori scolastici ai piani degli Istituti, spesso desolati e abbandonati;
h) attualmente i modelli lavorano anche in corsi non autorizzati e resi insostenibili dal perpetuarsi di interminabili pose (ad esempio: Anatomia Artistica dove spesso si rimane in posizione eretta anche per quattro ore consecutive);
le lacune della normativa sull'attività di posa dei modelli, espongono questi lavoratori a situazioni di incertezza;
sarebbe opportuno effettuare un riconoscimento all'interno dei CCNL del modello vivente che tutelerebbe da possibili abusi di potere o da possibili molestie, in qualità di Assistente di laboratorio -:
se non si intenda dare applicazione alla direttiva 30 aprile 2007 - in materia di stabilizzazione e proroga dei contratti a tempo determinato ai sensi dei commi 519, 520, 529 e 940 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge Finanziaria per l'anno 2007) - per tutti i modelli che hanno cumulato servizio con contratto annuale e di prestazione d'opera;
se non si ritenga opportuno creare uno statuto speciale per i modelli viventi, al fine di garantire loro sicurezza sul lavoro e prestando attenzione alla specificità della prestazione;
se non ritenga infine necessario riconoscere a tali lavoratori gli anni di servizio prestati con contratto di prestazione d'opera ai fini della valutazione del punteggio per i futuri concorsi.
(5-00680)

FRASSINETTI e CENTEMERO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
la legge n. 40 del 2007 ha confermato il sistema dei Licei, previsto dal decreto legislativo n. 226 del 2005, che prevede sei tipologie di Licei che dovranno trovare attuazione dall'anno scolastico 2009/2010,

tra le quali il Liceo artistico, strutturato con soli tre indirizzi: arti figurative, architettura design ambiente, audiovisivo multimedia scenografia, con un monte ore settimanale di 34 ore nel biennio e di 35 ore nel triennio, delle quali due ore destinate all'insegnamento della seconda lingua straniera;
l'istruzione artistica nelle sue articolazioni di Licei e Istituti d'arte ha costituito ed ancora oggi rappresenta una risorsa insostituibile ed unica nel panorama della formazione scolastica superiore, svolgendo un ruolo sociale e culturale rilevante nel nostro Paese, detentore di un patrimonio artistico e paesaggistico di valore inestimabile, in considerazione delle particolari esigenze didattiche di questo percorso formativo -:
se il Ministro interrogato non ritenga opportuno rivalutare un monte ore non inferiore a 36/38 ore settimanali, rispetto alle attuali 40 ore e l'opportunità di inserire una seconda lingua straniera a scapito di ore da destinare alle materie caratterizzanti l'indirizzo;
se non ritenga inoltre opportuno riconoscere il mantenimento dei quattro attuali indirizzi di studio: figurativo, architettura e design, grafico visivo, conservazione dei beni culturali, seppure adeguandone i percorsi formativi;
se intenda, nel rispetto dell'autonomia e in risposta alle esigenze territoriali di questo settore dell'istruzione, incrementare al 25 per cento l'area della flessibilità interna nell'organizzazione delle discipline (decreto ministeriale n. 47 del 13 giugno 2006).
(5-00681)

CENTEMERO. - AI Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il decreto-legge n. 137 del 2008, convertito dalla legge n. 169 del 30 ottobre 2008, prevede norme relative al sistema scolastico del primo e secondo ciclo, in termini di educazione alla cittadinanza, valutazione, voto di condotta, maestro unico;
il piano programmatico prevede specifici interventi in materia di revisione degli ordinamenti, dei curricoli, dell'accorpamento delle classi di concorso;
le scuole italiane all'estero, statali, che fanno capo al Ministero degli affari esteri, si attengono alla normativa in vigore per le istituzioni scolastiche italiane e si avvalgono di personale italiano proveniente dai ruoli del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca -:
se ed in che modo le disposizioni della predetta legge n. 169 e del piano programmatico saranno recepite ed attuate nelle scuole italiane all'estero, statali, paritarie o in cui si invia personale proveniente dai ruoli italiani.
(5-00686)

Interrogazioni a risposta scritta:

CATANOSO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
è di pochi giorni la notizia del crollo del tetto del Liceo Scientifico «C. Darwin» di Torino che ha causato un morto ed un ferito tra i ragazzi che frequentano l'Istituto;
l'accaduto ha richiamato l'attenzione del Governo e delle istituzioni tutte verso il grave problema della sicurezza negli edifici scolastici, che diventa di drammatica attualità ogni qualvolta si verifica un evento calamitoso che li coinvolge;
la Confsal-Vigili del Fuoco, a giudizio dell'interrogante meritoriamente, con l'intenzione di avviare un'opera di sensibilizzazione presso la popolazione scolastica, in grado di evitare o almeno limitare i danni derivanti da eventi calamitosi, ha proposto al ministro interrogato di mettere a punto un opuscolo divulgativo, denominato «Progetto scuola sicura», che illustri i comportamenti da tenere in caso di terremoti, incendi ed altre calamità;

l'opuscolo in questione, che potrebbe essere distribuito agevolmente presso tutti gli edifici scolastici nazionali, prende spunto dal documento di riferimento sul miglioramento della sensibilizzazione ai rischi professionali e sulla prevenzione dei rischi fatto proprio dalla Commissione europea, nel quale si prevede una sinergia fra la formazione scolastica e l'insegnamento della prevenzione delle calamità naturali e degli incendi;
a conferma della bontà del progetto si è, infatti, verificato in molti casi che i bambini che avevano assistito alle lezioni dimostrative dei Vigili del Fuoco sono stati successivamente in grado di prestare un valido aiuto ai familiari coinvolti in grandi e piccole emergenze;
l'intento dei Vigili del Fuoco di portare la prevenzione a scuola va visto come un investimento per il futuro e, a giudizio dell'interrogante, si rende opportuno avviare una fattiva collaborazione fra il Ministero dell'istruzione ed il Dipartimento nazionale dei Vigili del Fuoco, gli unici professionisti e deputati per legge alla verifica della rispondenza ai criteri della prevenzione incendi, rilevatori incendi, estintori, idranti, uscite di sicurezza e scale di emergenza. Gli unici in grado di avviare una gestione della sicurezza attraverso una verifica puntuale delle attrezzature e delle uscite di sicurezza, pianificando inoltre 2 volte l'anno presso gli istituti scolastici le prove di evacuazione con gli studenti coinvolti in caso di pericolo;
compito dei Vigili del Fuoco è quello della verifica delle condizioni attuali delle strutture delle scuole attraverso controlli di stabilità e verifiche statiche;
non a caso i Vigili del Fuoco, con gli oltre 1.000 ingegneri, che rappresentano la più grande società di ingegneria al mondo, e gli oltre 26.000 pompieri disponibili ogni giorno per la sicurezza del cittadino sarebbero in grado di garantire la sicurezza nelle scuole;
ciò si rende necessario poiché le scuole italiane, laboratori di formazione della futura classe dirigente, dove bambini e ragazzi trascorrono la maggior parte del proprio tempo, sono tra i luoghi più insicuri del Paese. Non solo, dalle elementari al liceo, nel percorso formativo degli studenti manca completamente uno spazio dedicato all'informazione sui rischi e alla formazione per un corretto comportamento in caso di pericolo imminente (incendio, crollo di soffitti, alluvioni, terremoti) che potrebbe salvare molte vite;
i «numeri» che fotografano lo stato dell'insicurezza degli edifici scolastici contenuti nei rapporti sull'edilizia scolastica relativi ai dati pari a 10.000 scuole, parlano chiaro e dovrebbero far sobbalzare chiunque sia dotato di un minimo di buon senso;
il 60 per cento delle scuole italiane non è dotato di certificati di agibilità statica ed igienico-sanitaria; il 75 per cento nemmeno di quello di prevenzione incendi;
tale condizione è stata causata dal fatto che la messa in sicurezza degli edifici scolastici, prevista per legge, è stata sempre prorogata di anno in anno e le Finanziarie succedutesi non hanno prodotto concreti investimenti destinati alla sicurezza degli edifici scolastici e per milioni di alunni ogni giorno è un rischio -:
quali provvedimenti intenda adottare il Ministro interrogato per dare corso a quanto riferito in premessa.
(4-01736)

GERMANÀ e GAROFALO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
ogni qualvolta la stampa o la Rai parlano di Messina e quindi dei messinesi dedicano molto spazio, dipingendola molto negativamente e come città in mano alla «mafia», per cui opere come il ponte dello stretto non andrebbero realizzate in quanto potrebbero foraggiare le casse della delinquenza;
la città di Messina e quindi i messinesi nonostante la carenza di infrastrutture

e di industrie non inquinanti spesso cercano i loro sbocchi lavorativi, impegnandosi in modo particolare in attività che richiedono la laurea;
anche le recenti notizie che coinvolgono l'attuale gestione dell'ateneo, potrebbero ingenerare incertezze e sfiducia nei nostri giovani studenti che rappresentano la risorsa principale del territorio e con sacrifici anche economici, tentano di conquistarsi una meritata laurea -:
se non ritenga opportuno predisporre un'indagine ispettiva al fine di chiarire quali siano e quali siano state le caratteristiche delle ultime gestioni, anche in considerazione dell'esigenza di restituire fiducia ai nostri giovani, dignità al buon nome della città ed in modo particolare alla nostra storica università che ha sempre vantato nomi illustri.
(4-01737)

CIOCCHETTI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
da un esposto della Federazione Gillda degli Insegnanti di Trieste si evince che nell'Istituto tecnico nautico «Tomaso di Savoia duca di Genova» di Trieste e nell'annesso omonimo Istituto professionale sono da tempo in atto, secondo il parere dell'organizzazione sindacale, situazioni illegittime rispetto alle disposizioni ministeriali e alle norme contrattuali che regolano l'attività scolastica;
tali irregolarità riguarderebbero innanzitutto il funzionamento di alcune classi, in particolare la classe terza Costruttori navali dell'Istituto tecnico nautico, la classe quarta di Operatore tecnico del mare e le due classi quinte - corso diurno e corso serale - di Operatore tecnico del mare dell'annesso Istituto professionale;
la costituzione di tali classi non è mai stata autorizzata dall'Ufficio scolastico regionale (U.S.R.), né nell'organico di diritto né nell'organico di fatto, ma di ciò il Dirigente scolastico non avrebbe informato le famiglie e gli allievi, i quali perciò figurano tra gli iscritti e tra i regolari frequentanti le lezioni, tenute tra l'altro da docenti dello stesso Istituto. Tre classi dunque non esistono, ma «funzionano», come risulta dall'orario delle lezioni sottoscritto dallo stesso Dirigente scolastico;
per avviare il corso biennale di post-qualifica nell'annesso omonimo Istituto professionale, un decreto del Dirigente scolastico del 29 giugno 2007 ha costituito e fatto funzionare regolarmente, nello scorso anno scolastico, la classe quarta di Operatore tecnico del mare, ma non risulta che detto corso sia mai stato messo in organico, né per l'anno passato né tantomeno per l'anno attuale. Per questo motivo è già stata avanzata alla Corte dei conti di competenza l'ipotesi di danno erariale;
nel caso dell'Istituto tecnico nautico, le classi quarte e quinte risultano abbinate nell'organico di diritto, ma il Dirigente scolastico non avrebbe richiesto, nell'organico di fatto, le cattedre orarie indispensabili per l'abbinamento. La dotazione dell'organico dei docenti risulta dunque insufficiente o distolta per incarichi su classi inesistenti, e ciò ha comportato orari settimanali provvisori e decurtati, nonché la mancanza di lezioni per discipline considerate obbligatorie in diversi corsi;
nel caso dell'annesso omonimo Istituto professionale, le due classi quinte, diurna e serale, di Operatore tecnico del mare sono mantenute «funzionanti» utilizzando insegnanti sia dell'Istituto tecnico sia di quello professionale, distogliendo il personale dagli impegni istituzionali e creando un danno erariale aggiuntivo. La mancata autorizzazione alla costituzione di un organico proprio dell'Istituto professionale non è dovuta al numero di studenti iscritti, ma ad una originale richiesta considerata quest'anno dall'USP come «non ricevibile»;
vi è una accertata difficoltà di accesso agli atti amministrativi dei due Istituti, come testimoniano gli stessi docenti che fanno parte degli organi collegiali dei

rispettivi Istituti, i quali pur avendone fatto richiesta scritta si son visti negare la possibilità di controllarli. Pertanto il numero degli studenti iscritti e di quelli frequentanti risulta aleatorio anche in corso d'anno e non si può accertare se esistano errori materiali di doppie iscrizioni o di altro genere;
molte altre inadempienze e decisioni arbitrarie rendono pesante il clima all'interno dei due Istituti, sia per il personale docente sia soprattutto per gli studenti e le loro famiglie, come si evince anche dalla lettura di alcuni quotidiani locali, che in più occasioni hanno raccolto il loro malcontento e la loro esasperazione -:
quale sia il motivo del mancato intervento, a tutt'oggi, del MIUR e di tutti gli altri organi competenti, pur informati dei fatti, in particolare del Direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale, in questa delicata situazione venutasi a creare nei due predetti Istituti di Trieste, che vede tra l'altro un'ipotesi di danno erariale, già avanzata alla competente Corte dei conti;
se, considerati tutti i fatti su esposti, non si ravvisi la necessità di un'urgente visita ispettiva che chiarisca gli aspetti oscuri di questa vicenda, anche con la prospettiva di un intervento che abbia il potere decisionale di trovare soluzioni rapide, per ripristinare un regolare servizio scolastico e sanare un presumibile danno erariale, altrimenti destinato a perpetuarsi.
(4-01741)

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LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XII Commissione:

LIVIA TURCO, MIOTTO, MARCO CARRA, ARGENTIN, BINETTI, BOSSA, BURTONE, CALGARO, D'INCECCO, GRASSI, LENZI, MOSELLA, MURER, PEDOTO e SBROLLINI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
è in corso da anni, dopo il disastro di Cernobyl una miriade di iniziative organizzate da associazioni, comitati e Comuni per organizzare soggiorni di risanamento in Italia per migliaia di bambini bielorussi, con oneri a carico delle famiglie italiane;
il Comitato minori stranieri senza alcuna comunicazione ufficiale preventiva alle associazioni e agli enti ha assunto l'orientamento di limitare tassativamente a 90 giorni il periodo massimo per la permanenza in Italia dei bambini, pur essendo consentito il ricorso alla deroga fino a 150 giorni, come peraltro è sempre avvenuto;
tale restrizione comporterebbe l'impossibilità di venire in Italia per moltissimi bambini inclusi nei progetti di soggiorno programmati per le imminenti festività natalizie;
è del tutto ingiustificato tale orientamento restrittivo, che di fatto interrompe la più grande operazione di solidarietà internazionale promossa dalle famiglie italiane;
ricorrono le condizioni di urgenza per modificare tale orientamento in quanto gli adempimenti amministrativi ed organizzativi da predisporre sono particolarmente complessi ed ogni giorno perduto rischia di mettere a repentaglio l'arrivo dei bambini per le festività natalizie;
la sospensione dei soggiorni di risanamento già programmati ha un impatto devastante sui bambini e le famiglie ospitanti -:
quali siano i motivi degli orientamenti assunti in ordine alla limitazione tassativamente a 90 giorni dei soggiorni di risanamento dei bambini bielorussi in Italia e sulle determinazioni per applicare la deroga a tale termine al fine di consentire, come sempre avvenuto finora, la possibilità di estendere fino a 150 giorni la durata dei soggiorni.
(5-00682)

PALAGIANO e BORGHESI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 2043 del codice civile configura come illecito civile anche il danno individuale che sia imputabile a comportamenti colposi attinenti alle modalità di attuazione del trattamento, indipendentemente dalla ricorrenza di un danno patrimoniale specifico;
appellandosi a tale articolo del codice civile, molti soggetti, danneggiati da trasfusioni o emoderivati infetti, hanno attivato procedure giudiziarie contro lo Stato;
per le transazioni da stipulare con soggetti talassemici, affetti da altre emoglobinopatie o da anemie ereditarie, emofilici ed emotrasfusi occasionali danneggiati da trasfusione con sangue infetto o da somministrazione di emoderivati infetti e con soggetti danneggiati da vaccinazioni obbligatorie che hanno instaurato azioni di risarcimento danni, il comma 361 dell'articolo 2 della legge 24 dicembre 2007, n. 244, ha autorizzato la spesa di 180 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2008;
il comma 362 della medesima legge dispone che con decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, sono fissati i criteri in base ai quali sono definite, nell'ambito di un piano pluriennale, le transazioni di cui al comma 361;
unita a quanto già a disposizione, la somma destinabile per il 2008 a quanto sopra ammontava a 330 milioni di euro;
essendo arrivati a metà novembre senza che il decreto in questione sia stato emanato vi è ora la preoccupazione degli interessati e delle loro famiglie che le somme in questione non siano impegnate in tempo utile -:
se vi sia la volontà politica di impegnare in tempo utile le somme destinate per il 2008 ai danneggiati da trasfusione o emoderivati infetti e che cosa intenda fare per rispettare i tempi ed evitare che persone così gravemente colpite e le loro famiglie non trovino parziale alleggerimento alle loro sofferenze.
(5-00683)

BARANI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
oggi si è persa memoria del concetto di prevenzione vaccinale e le «armi» di cui disponiamo sono spesso sottoutilizzate, laddove più ampie campagne di immunizzazione, come provato per tante malattie, non solo aumentano il benessere della popolazione, primo motore di sviluppo delle società, per ammissione della stessa Banca Mondiale, ma aiutano la sostenibilità dei sistemi sanitari;
i vaccini costituiscono strumenti importantissimi di prevenzione e di lotta contro le malattie infettive e grazie alle vaccinazioni è possibile prevenire, se non debellare, in modo efficace e sicuro malattie gravi, cui non di rado sono associate importanti complicanze che possono causare invalidità e, talvolta, anche la morte del malato;
nel corso del ventesimo secolo questo strumento ha permesso di debellare terribili malattie quali il vaiolo che causò oltre due milioni di morti l'anno fino agli anni sessanta e fu debellato nel 1979 dopo una massiccia campagna immunitaria a livello mondiale;
gli esperti definiscono una politica vaccinale di questo tipo «solidarietà intergenerazionale», proprio perché puntando alla prevenzione nei più giovani si garantisce una immunità di «branco», che si estende cioè ad altre categorie di persone, in particolare gli anziani più deboli e facilmente contagiabili;
il costo di un caso di morbillo equivale a 23 volte il costo della dose di vaccino contro la malattia infettiva per un bambino e la differenza sale a 24 volte per difterite, tetano e pertosse;
sul fronte della ricerca si registrano continui progressi e in Italia la gestione

delle politiche vaccinali presenta non pochi «nei», ciò è riconducibile a una serie di fattori che vanno dalla disomogeneità regionale ai ritardi nell'introduzione di nuovi vaccini, fino ad alcune imbarazzanti differenze nelle politiche vaccinali che non trovano spiegazioni scientifiche ma solo motivazioni economiche, ideologiche e a volte anche solo organizzative;
il federalismo «vaccinale» che si è diffuso negli ultimi anni rischia di indebolire il principio di equità nel diritto alla salute minando i valori di giustizia sociale, solidarietà ed uguaglianza che dovrebbero invece caratterizzare l'assistenza sanitaria di un Paese come l'Italia con un Servizio Sanitario Razionale pubblico e con una Costituzione (articolo 32) che tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività-:
quali misure il Ministro interrogato intenda adottare per tutelare, nell'ambito delle proprie competenze, la salute dei cittadini in particolare per quanto riguarda l'implementazione del Piano nazionale della prevenzione e, contestualmente ad esso, come andrà avanti la preparazione del Piano nazionale vaccini per evitare una frammentazione delle vaccinazioni, che minerebbe i diritti della salute.
(5-00684)

Interrogazione a risposta in Commissione:

LO PRESTI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la Omnia Network Service Srl gestisce in Palermo un servizio di call center per conto di Wind, presso il quale sono occupati circa 100 lavoratori;
di recente la Omnia ha preannunciato la volontà di procedere al licenziamento di tutto il personale, in seguito al fatto che la Wind non ha confermato il contratto e ha conferito l'appalto ad altra società: la Performance Srl con sede nella regione Calabria;
la Omnia Network avrebbe beneficiato, negli ultimi quattro anni di sgravi fiscali e previdenziali connessi alla assunzione dei dipendenti oggi minacciati di licenziamento -:
quali iniziative intenda assumere per garantire ai lavoratori della Omnia Network Service il posto di lavoro.
(5-00673)

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E INNOVAZIONE

Interrogazione a risposta in Commissione:

LANZILLOTTA. - Al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, al Ministro per la semplificazione normativa. - Per sapere - premesso che:
il comma 636 dell'articolo 2 della legge finanziaria 2007 approvato nella scorsa legislatura, aveva stabilito che entro 180 giorni dall'entrata in vigore di quella legge, e quindi entro il 30 giugno 2008, sarebbero stati soppressi 11 enti (indicati in un elenco allegato comprendente, tra gli altri, l'unione italiana tiro a segno, l'ente opere laiche palatine pugliese, il pio istituto elemosiniere, l'opera nazionale figli degli aviatori, ecc.) nel caso in cui entro quella data non si fosse proceduto al loro riordino;
non essendo intervenuto il riordino quegli enti sarebbero già dovuti essere stati soppressi ma ciò non è avvenuto in quanto nella nuova legislatura Governo e maggioranza con il comma 1 dell'articolo 26 decreto-legge n. 112 del 2008 convertito con modificazioni, con legge n. 133 del 2008 hanno stabilito che entro il 20 novembre 2008 sono soppressi di diritto tutti gli enti con dotazione organica inferiore alle 50 unità salvo quelli eventualmente confermati con decreti dei ministri della pubblica amministrazione e della semplificazione

mentre per quelli con dotazione organica superiore il termine è fissato al 31 marzo 2009;
la crisi economica e finanziaria impone di procedere con urgenza a tagliare la spesa pubblica improduttiva;
il termine del 20 novembre è ormai scaduto -:
quali enti risultino soppressi ai sensi della citata legge e quali risultino invece essere stati confermati con decreto interministeriale.
(5-00672)

Interrogazione a risposta scritta:

ROSATO, MARAN e STRIZZOLO. - Al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
alla stregua dei Paesi più avanzati dell'Unione Europea e in armonia con l'accresciuta mobilità che caratterizza l'epoca contemporanea, anche l'Italia ha visto notevolmente aumentare nel corso degli ultimi anni l'ingresso, il soggiorno e, spesso, l'acquisizione della cittadinanza italiana, da parte di cittadini provenienti sia dall'area Schengen sia extra-UE, i quali utilizzano alfabeti latini comprendenti lettere recanti segni diacritici;
la problematica è riscontrabile anche per i cittadini italiani appartenenti alle minoranze linguistiche riconosciute dalla legge 15 dicembre, n. 482, che utilizzino alfabeti comprendenti lettere con segni diacritici;
non di rado accade che tali lettere con segni diacritici vengano a cadere all'interno dei nomi e dei cognomi, non solo di persone che hanno acquisito la cittadinanza italiana o di stranieri regolarmente soggiornanti, ma anche all'interno dei nomi e cognomi di cittadini italiani appartenenti alla minoranza slovena;
nel corso della precedente legislatura è stato emanato il decreto del Presidente della Repubblica del 12 settembre 2007, che ha approvato la tabella dei comuni del Friuli Venezia Giulia nei quali si applicano le misure di tutela della minoranza linguistica slovena previste dall'articolo 4 della legge del 23 febbraio 2001, n. 38, circoscrivendo a un bacino di comuni delle Province di Trieste, Gorizia e Udine l'ambito territoriale in cui trova attuazione la normativa citata;
ai sensi di tale normativa i cittadini residenti nei territori interessati hanno diritto a richiedere carta d'identità, cartacea ed elettronica, e certificati anagrafici nella lingua slovena, il cui alfabeto comprende lettere con segni diacritici;
connessa all'attuazione delle «Norme a tutela della minoranza linguistica slovena della Regione Friuli Venezia Giulia» (legge 23 febbraio 2001, n. 38), con l'adozione dello standard XML e della codifica internazionale UTF-8, è stata introdotta una nuova funzionalità di traslitterazione e gestione dei caratteri diacritici da parte del sistema INA-SAIA, che garantisce una rappresentazione univoca dei caratteri diacritici;
le funzionalità introdotte dal nuovo sistema, la cui realizzazione e applicazione è stata resa possibile durante la passata legislatura da un coordinamento tra Ministero dell'interno ed enti locali con l'assistenza tecnica dell'Università di Tor Vergata, riguardano la possibilità di gestire in maniera uniforme e sull'intero territorio nazionale il contenuto informativo che presenta caratteri diacritici;
in data 22 gennaio 2008 la Direzione centrale dei servizi demografici ha diramato la circolare n. 1/2008 relativa alle regole tecniche di traslitterazione da utilizzare durante l'aggiornamento dell'indice nazionale delle anagrafi, rilevando come il sistema INA/SAIA sia attualmente pronto a recepire i caratteri speciali non ricompresi nell'alfabeto latino e, pertanto, invitando i Comuni ad utilizzarli nella fase di aggiornamento dell'INA;
attualmente, le varie amministrazioni interessate si avvalgono di codifiche diverse

per la rappresentazione dei segni diacritici, laddove solo alcune utilizzano la codifica internazionale UTF8, cosicché si ravvisano difficoltà nel corretto scambio dei dati;
in coerenza con il principio della circolarità dei dati anagrafici, la tematica interessa potenzialmente tutti i soggetti utilizzatori del sistema INA-SAIA, nello specifico Comuni, software house, enti centrali collegati (Agenzia delle entrate, Inps, Mctc) ed in fase di collegamento-:
se il Ministro per le Riforme e l'innovazione nella pubblica amministrazione, estendendo le funzionalità di traslitterazione e gestione dei caratteri diacritici da parte del sistema INA-SAIA sperimentate con successo relativamente alla minoranza slovena, intenda promuovere l'emanazione di un decreto interministeriale che uniformi le modalità con cui le amministrazioni si scambiano i dati anagrafici di cittadini italiani e/o soggiornanti stranieri.
(4-01730)

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SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta immediata in Commissione:

V Commissione:

VANNUCCI e TEMPESTINI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la missione dell'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo dell'impresa S.p.A. è quella di «sostenere lo sviluppo della competitività del sistema paese, attraendo qualificati investimenti esteri, favorendo la creazione e lo sviluppo d'impresa anzitutto nei settori strategici ed agevolando lo sviluppo del territorio e della sua competitività»;
l'Agenzia, già denominata Sviluppo Italia S.p.A., è stata oggetto di una forte azione di riforma in forza dell'articolo 1, commi 460 e 461, della legge 27 dicembre 2006, n. 296;
in particolare, con le norme sopra richiamate, oltre che cambiare denominazione, si imponeva alla società di adottare un piano di riordino e di dismissione delle partecipazioni societarie nei settori non strategici di attività; si imponeva inoltre che le società controllate non fossero, a regime, più di tre, oltre alla cessione di tutte le partecipazioni di minoranza;
tale riassetto era stato imposto dall'enorme espansione che la società Sviluppo Italia aveva avuto ben oltre i confini dell'originaria missione. Si contavano infatti 32 società controllate, 25 società subcontrollate e 124 partecipazioni di minoranza;
il totale dei membri degli organi societari assommava a 492 per un costo annuo di circa 6 milioni di euro;
il piano di riordino e dismissione è in corso, così come il rientro per la società nello scopo prioritario della propria missione;
l'articolo 43 del decreto-legge n. 112 del 2008 ha affidato all'Agenzia in parola nuovi compiti -:
se il Governo intenda confermare e accompagnare con convinzione il piano di riordino e di dismissione delle partecipazioni societarie non strategiche dell'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa S.p.A. (già Sviluppo Italia) e quali effetti abbia ad oggi prodotto l'azione di riordino e dismissione, in particolare quanti siano allo stato attuale le società controllate, subcontrollate e partecipate e quanti siano i membri di organi societari complessivi riconducibili al complesso di società dell'Agenzia stessa.
(5-00677)

Interrogazione a risposta in Commissione:

FERRARI, FIANO, LOVELLI e CORSINI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
notizie di stampa del gennaio 2008, riferivano di quintali di corrispondenza inevasa e abbandonata a cielo aperto nei centri di smistamento di Milano e di Brescia;
gli interroganti hanno raccolto le segnalazioni di numerosi utenti del servizio postale che lamentano il mancato recapito della corrispondenza, soprattutto in occasione delle recenti vacanze agostane;
se siano stati presi contatti con la Direzione di Poste Italiane per ottenere chiarimenti in merito ai palesi disservizi segnalati da più parti;
quali siano le iniziative assunte dal Governo per assicurarsi, a tutela degli interessi dei cittadini, che tali disservizi non si ripetano in occasione delle prossime festività natalizie.
(5-00667)

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Apposizione di firme ad una mozione.

La mozione Pollastrini e altri n. 1-00070, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 25 novembre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Mattesini, Mastromauro.

Apposizione di firme ad una risoluzione.

La risoluzione in Commissione Mosca e altri n. 7-00075, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 13 novembre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Damiano, Miglioli, Madia.

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

L'interrogazione a risposta orale Sanga e altri n. 3-00249, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 25 novembre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Benamati.

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ERRATA CORRIGE

Interrogazione a risposta scritta Ciccanti n. 4-01624 pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 85 del 13 novembre 2008. Alla pagina n. 2817, seconda colonna, alla riga trentesima, deve leggersi: «se la Direzione centrale dell'Agenzia del territorio» e non «se la Direzione centrale dell'Agenzia», come stampato.

Interpellanza urgente Farinone e altri n. 2-00232 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta n. 91 del 24 novembre 2008. Alla pagina n. 3018, prima colonna, alla riga quattordicesima, dopo le parole «politiche sociali» deve leggersi: «al Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso» e non «politiche sociali, per sapere - premesso», come stampato.