XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di lunedì 1 dicembre 2008

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:

La IV Commissione,
considerato che:
l'amministrazione della difesa è stata interessata da una ristrutturazione in chiave fortemente riduttiva (legge 549/95 e decreto legislativo 265/97) che ha fissato la nuova dotazione organica del personale civile inquadrato nelle qualifiche funzionali in 43.000 unità con una conseguente riduzione di 7.250 unità (14,4 per cento) rispetto all'organico vigente nel 1997 (50.250 unità);
parallelamente a causa delle forti uscite per pensionamento (più di 1.200 unità l'anno), non compensate da corrispondenti assunzioni, risulta una carenza di addirittura 8.384 unità rispetto alle dotazioni organiche di regime;
tali carenze stanno progressivamente determinando gravi e diffuse inefficienze nei più importanti enti dell'amministrazione della difesa, oltre a gravi evidenti ripercussioni sulla funzionalità degli enti della difesa, ammesse anche dal Governo in sede parlamentare;
per far fronte alle suddette gravi carenze, che comunque continuano a incrementarsi con ritmo sostenuto a causa di ulteriori pensionamenti, vengono istituiti ed autorizzati nuovi concorsi pubblici indispensabili per sopperire alle più immediate esigenze di funzionamento degli enti;
al termine della fase concorsuale, a causa delle limitazioni alle assunzioni previste dalla normativa vigente, non segue però il relativo procedimento di assunzioni per compensare le riduzioni in organico;
questo fatto oltre che incidere negativamente nei confronti della già precaria situazione del personale, ha determinato un grave senso di frustrazione negli oltre 500 vincitori di concorso non assunti che vedono negata una legittima aspettativa;
la situazione diventa paradossale e, considerando gli impegni crescenti che l'amministrazione della difesa è chiamata a svolgere in campo nazionale e internazionale, addirittura controproducente,

impegna il Governo

ad assumere ogni iniziativa utile per garantire l'assunzione dei vincitori dei concorsi espletati dall'amministrazione della difesa.
(7-00091) «Rugghia».

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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
in data 11 ottobre 2007, il Sottosegretario alla giustizia, Luigi Scotti, nel rispondere all'interpellanza urgente n. 2-00766, relativa all'entrata in Italia - la mattina del 10 agosto 1980 - dell'ormai noto Thomas Kram e al suo arrivo a Bologna nelle ore precedenti la strage, ovvero nella notte tra il 1o e il 2 agosto, introduceva, nel corso del relativo dibattito parlamentare, inquietanti elementi relativi alla presunta distruzione del fascicolo personale del citato terrorista tedesco;
il Sottosegretario Scotti ha, infatti, dichiarato testualmente: «Ulteriori notizie non sono più reperibili (in ordine all'identificazione e alla perquisizione sotto il profilo doganale di Kram, operata dal personale del posto di polizia internazionale

di Ponte Chiasso, la mattina del 10 agosto 1980), in quanto il fascicolo relativo a Thomas Kram venne distrutto nel 1997, in seguito all'entrata in vigore dell'accordo di Schengen, considerandolo semplicemente uno straniero in Italia, ormai non più sottoposto a determinati vincoli di identificazione, in quanto cittadino dell'Unione europea»;
in data 8 novembre 2007, in una risposta ad una successiva interpellanza urgente (che si era resa necessaria a fronte di una serie di informazioni fornite dal Governo al Parlamento - la cui attendibilità era posta in dubbio dall'interpellante -, sempre in ordine alle modalità di arrivo di Kram e alla perquisizione da lui subita la mattina del 1o agosto 1980), il Sottosegretario alla giustizia, Luigi Li Gotti, aveva modo di tornare alla questione del fascicolo di Kram, affermando testuale: «Al riguardo, l'ufficio di frontiera di Ponte Chiasso ha riferito che il fascicolo intestato a Thomas Kram è stato distrutto nel 1997, in seguito all'entrata in vigore dell'accordo di Schengen»;
in base ad informazioni fornite dal Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen, la convenzione di applicazione dell'accordo di Schengen entrava in vigore (diventando operativo in sette Paesi: Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo, Olanda, Spagna e Portogallo) il 1o settembre 1993 e veniva messa in applicazione il 26 marzo 1995;
il nostro Paese, pur avendo ratificato già nel 1993 (legge 30 settembre 1993, n. 388) la convenzione, non poteva ancora far parte, a livello operativo, del sistema di Schengen (entrato in vigore il 26 marzo 1995), anche perché l'Italia - alla data di ratifica - non aveva ancora provveduto ad approvare la legge sulla protezione dei dati personali;
la seconda «omissione» italiana riguardava la partecipazione al Sistema di informazione Schengen (SIS). L'articolo 92 della convenzione d'applicazione dell'accordo di Schengen prevede, infatti, la creazione di un sistema comune d'informazione, costituito da una sezione nazionale, istituita presso ciascuno Stato ed incaricata di istituire e gestire un archivio di dati su base nazionale e da una unità di supporto tecnico con sede a Strasburgo, con il compito di gestire un archivio di dati con il quale garantire l'identità e, quindi, l'omogeneità degli archivi nazionali, mediante la trasmissione in linea delle informazioni;
lo sforzo compiuto dal nostro Paese al fine di adeguarsi alle condizioni imposte da Schengen veniva riconosciuto a Lisbona, nel corso della riunione del Comitato esecutivo del 24 giugno 1997, durante il quale fu confermata, come data per l'integrazione piena dell'Italia nel Sistema di informazione Schengen (SIS), quella del 26 ottobre 1997;
aderendo ad una richiesta degli altri Stati, l'Italia aveva acconsentito, nella riunione dello stesso Comitato esecutivo tenutasi a Lussemburgo nel dicembre 1996, ad integrarsi nel Sistema Schengen insieme ad Austria e Grecia. In quella occasione, fu, però, precisato, e successivamente confermato a Lisbona nell'aprile 1997, che l'Italia sarebbe entrata improrogabilmente nell'area Schengen il 26 ottobre 1997, anche in via prioritaria rispetto ad Austria e Grecia;
al fine di rispettare la scadenza prefissata (26 ottobre), il 17 luglio 1997 si teneva ad Innsbruck un vertice dei Capi di Governo di Italia, Germania e Austria per predisporre le modalità definitive dell'abolizione dei controlli di frontiera (non della distruzione delle informazioni);
nella riunione del 7 ottobre 1997, il Comitato esecutivo, prendendo atto degli ulteriori progressi compiuti, deliberava l'ingresso dell'Italia nello spazio Schengen per il 26 ottobre dello stesso anno;
la soppressione dei controlli alle frontiere terrestri e marittime, iniziata il 26 ottobre 1997, si concludeva il 31 marzo 1998, di comune accordo fra gli Stati confinanti interessati, a seguito di una fase iniziale di transizione;

l'accordo di Schengen, così come concluso il 14 giugno 1984 da Francia, Germania e i tre Paesi del Benelux, per la creazione di uno spazio comune attraverso la progressiva eliminazione dei controlli, al passaggio delle loro frontiere comuni, sia delle merci che delle persone, in nessun caso e in nessuna sua parte prevede o peggio impone ai singoli Stati membri la distruzione di fascicoli personali intestati a persone ricercate o destinatarie di provvedimenti di cattura o arresto a fini estradizionali;
la convenzione, firmata il 19 giugno 1990, prevede la soppressione dei controlli alle frontiere interne e alla circolazione delle persone, la cooperazione tra polizie e cooperazione giudiziaria in materia penale e di estradizione, la creazione di un sistema di scambio di informazioni denominato SIS (Sistema informativo Schengen) e protezione di dati personali e il trasporto e circolazione di merci;
l'intervento dei singoli Paesi firmatari (quindi, anche l'Italia) nei settori menzionati nel precedente punto è richiesto dalla natura stessa dell'accordo di Schengen, in quanto è chiaro che la libera circolazione delle persone e delle merci non può basarsi solamente sulla soppressione dei controlli alle frontiere, che ancora oggi costituiscono un filtro efficace contro il traffico di droga, l'immigrazione illegale, la grande criminalità e il terrorismo. Il caso di Thomas Kram rientra proprio in quest'ultima fattispecie, essendo il tedesco non solo schedato dal 1979 come sospetto terrorista internazionale (appartenente all'organizzazione tedesca Cellule Rivoluzionarie), ma inoltre destinatario di provvedimenti di cattura a fini estradizionali;
in data 29 novembre 1995, l'allora Vice Capo della Polizia, dottor Gianni De Gennaro, Direttore centrale della Polizia criminale - in risposta ad una nota della Direzione centrale della Polizia di frontiera del 18 novembre 1995, inviata per conoscenza anche alla Direzione centrale della Polizia di prevenzione - precisava che Thomas Kram «risulta tuttora da ricercare». E concludeva testualmente: «Si prega, pertanto, di voler mantenere, nei confronti del predetto, il provvedimento di arresto», così come richiesto dalle autorità della Repubblica federale di Germania;
l'Interpol, in un dispaccio datato 6 febbraio 1998, a seguito di comunicazione ricevuta dall'Interpol tedesca, riferiva che Thomas Kram non era più da ricercare e, pertanto, solo a far data da quel momento (6 febbraio 1998) i competenti uffici avrebbero potuto provvedere alla revoca presso il Ced del nominativo del predetto Kram. Per cui, alla data di ingresso dell'Italia nello spazio Schengen (26 ottobre 1997), il nominativo di Thomas Kram figurava ancora nelle liste dei ricercati (o catturandi) in campo internazionale -:
quale fascicolo, intestato a Thomas Kram, sarebbe stato distrutto;
in che data tale distruzione sarebbe stata effettuata;
chi avrebbe, materialmente, provveduto alla distruzione;
su quale provvedimento interno degli uffici di pubblica sicurezza venne effettuata tale distruzione;
se venne stilato un verbale di distruzione da parte del personale incaricato dell'esecuzione del relativo provvedimento di distruzione;
chi dispose, sotto il profilo amministrativo e gerarchico, tale provvedimento di distruzione;
se tale provvedimento di distruzione venne emesso verbalmente o per iscritto, e sulla base di quale norma (o intesa fra Stati), stabilita o prevista nel quadro dell'accordo di Schengen, venne ordinata tale distruzione documentale;
se al Governo risulti, in base agli atti depositati, chi, a livello ministeriale, ebbe ad autorizzare tale distruzione;
di quali provvedimenti (di controllo, perquisizione sotto il profilo doganale, cattura o arresto a fini estradizionali) era

destinatario Thomas Kram alla data di distruzione del fascicolo a lui intestato;
se, sulla base di analoghe disposizioni amministrative e/o ministeriali, siano stati distrutti anche i fascicoli personali di altri soggetti sospettati di appartenenza ad organizzazioni terroristiche o di grande criminalità o, più in generale, colpiti da provvedimenti di cattura internazionali a fini estradizionali, oppure se si sia trattato di un provvedimento ad personam.
(2-00238)
«Raisi, Garagnani, Santelli, Scalia, Catanoso, Migliori, Mazzuca, Nola, Biava, Lamorte, Laffranco, Bianconi, Brigandì, De Angelis, Renato Farina, Saglia, Zacchera, Cirielli, Piso, Taglialatela, Martinelli, Lisi, Castiello, Porcu, Angela Napoli, Laboccetta, Minasso, Dima, Patarino, Castellani, Polidori».

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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

DE BIASI e GHIZZONI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
le attività culturali di spettacolo dal vivo, cinema, Fondazioni lirico-sinfoniche attraversano una fase di grave disagio dovuta ai tagli previsti dalla legge finanziaria 2009 e all'assenza di una normativa in grado di offrire regole efficaci per il loro riordino;
assemblee, mobilitazioni, scioperi hanno chiamato a raccolta tutto il mondo dello spettacolo fortemente preoccupato per i consistenti tagli al FUS (fondo unico per lo spettacolo);
il ripristino dei finanziamenti è indispensabile ma non sufficiente alla ristrutturazione dell'intero sistema;
in particolare, le Fondazioni lirico-sinfoniche per la loro complessità finanziaria, statutaria, occupazionale, artistica vivono una situazione di ulteriore sofferenza;
l'attuale Direttore generale dello spettacolo dal vivo presso il Ministero per i beni e le attività culturali ricopre altri onerosi incarichi in quanto nominato Commissario del Teatro San Carlo di Napoli con pieni poteri in assenza del Sovrintendente e del consiglio d'amministrazione, Commissario ministeriale del consiglio d'amministrazione dell'Arena di Verona, Capo di Gabinetto del Ministro -:
quali siano i motivi che hanno portato alla concentrazione degli incarichi su una stessa persona;
quali scelte intenda fare per dare stabilità e non straordinarietà agli organismi direttivi delle istituzioni commissariate.
(5-00703)

Interrogazione a risposta scritta:

LOSACCO e CERA. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il Teatro Petruzzelli, storico Teatro di Bari, chiuso in seguito dell'incendio del 1991, è stato ricostruito ed i lavori risultano oggi evidentemente conclusi;
le dotazioni di sicurezza del teatro sono state costantemente monitorate nel corso dei lavori anche a fronte di precise prescrizioni;
il 18 novembre 2008 gli organi competenti hanno effettuato il collaudo statico del Teatro dandone parere positivo;
il 21 novembre 2002 presso il Ministero per i beni e le attività culturali, alla presenza dell'allora Ministro Giuliano Urbani e del Sottosegretario Nicola Bono, fu sottoscritto un protocollo d'intesa tra la

famiglia proprietaria del Teatro ed il Comune, la Provincia di Bari e la Regione Puglia -:
quali iniziative intenda intraprendere, come successe in occasione della riapertura del Teatro La Fenice inaugurato il 14 dicembre 2003 e aperto al pubblico successivamente, affinché il Teatro Petruzzelli riapra il 6 dicembre 2008, data già concordata dall'allora Ministro dei beni culturali, On. Francesco Rutelli, con il Sindaco di Bari, Michele Emiliano, in considerazione del fatto che i cittadini aspettano da ormai troppo tempo questa storica riapertura in una data così importante per la città di Bari come la festa di San Nicola.
(4-01771)

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ECONOMIA E FINANZE

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro per le politiche europee, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
il POR (programma operativo regionale) rappresenta il documento di programmazione per l'utilizzo dei Fondi strutturali europei integrati da quelli del Ministero dell'economia e delle finanze e da quelli delle Regioni;
le finalità dei programmi operativi che riguardano i documenti approvati dalla Commissione europea ai fini dell'attuazione del Quadro comunitario di sostegno (QCS), sono principalmente rivolte alla realizzazione di iniziative volte a sostenere il decollo dell'economia locale e in particolare per le cosiddette aree svantaggiate del Paese;
la Regione Puglia anziché prevedere l'utilizzo dei predetti fondi, con lo scopo di valorizzare e sostenere iniziative socio-economiche o turistiche, volte ad incrementare l'attività produttiva regionale che negli ultimi mesi ha mostrato ulteriori segnali di rallentamento come dichiarato anche dalla Banca d'Italia, ha stabilito di destinare la ragguardevole cifra di circa sei milioni di euro dei fondi suesposti, per una faraonica manifestazione mondana denominata: «notte bianca regionale» prevista addirittura per tre giorni: ovvero dal prossimo 5 al 7 di dicembre;
appare agli interpellanti sconcertante la decisione assunta dalla Regione Puglia, in considerazione della gravissima crisi economica ed occupazionale internazionale in atto e in particolare dell'Italia, con il Mezzogiorno che continua ad arrancare dal punto di vista occupazionale e produttivo, si trova a fronteggiare una recessione preoccupante, dalle ricadute imprevedibili, nonostante gli apprezzabili interventi del Governo volti a fronteggiare l'attuale fase economica difficile;
tale scelta è stata inoltre fortemente criticata persino dalla CGIL che ha definito: «ignobile» quanto promosso dalla Regione Puglia, che avrebbe dovuto invece indirizzare la consistente somma prevista per rivitalizzare il turismo o altre iniziative certamente prioritarie per l'economia pugliese;
inoltre a giudizio degli interpellanti, il costo di tale manifestazione così come confermato dal quotidiano: Il Giornale in data 25 novembre 2008, rappresenta in assoluto, la cifra più alta per ogni altro spettacolo organizzato a livello nazionale, per tre giorni di ludiche kermesse nella Puglia tra l'altro realizzato in pieno inverno;
anche lo stesso presidente del Teatro pubblico pugliese, che gestirà l'intera somma prevista per l'evento, non ha negato l'enormità della cifra, giustificandosi che una consistente parte della somma complessiva, quasi 3 milioni di euro sarà destinata al pagamento degli artisti, mentre 1 milione di euro per i servizi di produzione e fitti e circa 180 mila euro per logistica e trasferimenti;
risulta tra l'altro incomprensibile come l'esibizione di artisti e l'utilizzo di

strutture di servizio, possano costituire un volano per un ritorno in termini economici per l'intera Regione così come auspicato dagli amministratori regionali;
appare inoltre stravagante quanto dichiarato dall'Assessore al turismo della Puglia, che anziché rivendicare l'utilizzo dei fondi POR, proprio per sostenere l'attività turistica regionale, ha espresso compiacimento per l'iniziativa della manifestazione, sostenendo che da un imprecisato studio in possesso, è emerso che per ogni euro speso dalla Regione, «torneranno» sul territorio 22 euro;
appare agli interpellanti inammissibile che in un momento in cui le politiche di sviluppo per il Mezzogiorno dovrebbero prevedere una riqualificazione complessiva della spesa pubblica, la Regione Puglia decida di utilizzare il denaro pubblico per uno spettacolo mondano che a parere degli interpellanti non comporterà alcun beneficio in termini socio-economici o turistici per l'intera regione -:
quali iniziative, nell'ambito delle proprie competenze intendano intraprendere, al fine di verificare il corretto utilizzo dei fondi POR esposti in premessa, da parte della Regione Puglia, tramite il comitato di sorveglianza, e se non ritengano opportuno valutare la revoca dei fondi integrativi previsti, in considerazione delle modalità secondo le quali essi sono stati utilizzati.
(2-00237)
«Distaso, Di Cagno Abbrescia, Sisto, Carlucci, Fucci, Divella, Lazzari, Franzoso, Vitali, Savino».

Interrogazione a risposta scritta:

GRAZIANO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
come noto, alcune Regioni sono intervenute con proprie leggi nel campo della previdenza complementare, adottando misure di sostegno a favore degli aderenti, residenti nel loro territorio, ai fondi pensione, quando si trovino in condizioni di obiettive difficoltà economico-sociali, ai fini del versamento delle contribuzioni a loro carico ai predetti fondi;
nel caso in cui tra i beneficiari degli interventi si annoverino lavoratori dipendenti in maternità, malattia, congedo parentale, mobilità, l'importo del contributo a loro carico viene versato direttamente dalle Regioni a nome del lavoratore interessato -:
se resti confermata la non imponibilità fiscale dell'importo in parola, ai sensi del disposto dell'articolo 34, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 601, recante «disciplina delle agevolazioni tributarie», con conseguente non concorso dello stesso alla formazione del contributo deducibile ai fini Irpef, ai sensi dell'articolo 10 del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, recante «approvazione del testo unico delle imposte sui redditi».
(4-01772)

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GIUSTIZIA

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
nella Città di Aulla è circolato recentemente un volantino anonimo con scritte e giudizi sentimental-politici verso il sindaco, alcuni consiglieri e assessori;
il fatto è certamente riprovevole e pur tuttavia, a giudizio di molti, non certamente «pesante» nelle affermazioni e comunque evidentemente satirico;
il sindaco di Aulla, Roberto Simoncini, e l'assessore, Gildo Bertoncini, si sono rivolti, nel loro diritto, ai Carabinieri per una denuncia per diffamazione contro

ignoti, non esentandosi tuttavia dal fare confidenzialmente alcuni nomi senza averne le prove;
venerdì 21 novembre alle ore 7 i Carabinieri e la Polizia postale con 10 agenti, numero sproporzionato per un simile reato, hanno voluto perquisire, su mandato di un PM, le abitazioni di due consiglieri di minoranza dal «Nuovo PSI verso la PDL», creando in questo modo estremo disagio non solo alle persone che si sono dichiarate estranee, cadendo letteralmente dalle nuvole, ma diffondendo pure l'idea di una specie di «indagine politicizzata»;
tuttavia quel che è veramente grave sta nel fatto che, durante la «esaltazione» perquisitoria, ad uno dei due consiglieri, noto pediatra, sono state sottratti anche tutti i file e le cartelle dei piccoli pazienti, oltre mille, nonostante il medico facesse rilevare l'enormità del fatto e del danno che in termini di sicurezza e di incolumità per la salute psicofisica e della privacy dei piccoli pazienti si andava facendo, ricevendo come risposta dai carabinieri: «chieda il dissequestro»;
in questo caso è parso di assistere ad una indagine di mafia verso pericolosi latitanti e non verso cittadini ignari e persone perbene;
l'episodio configura una evidente pericolosa sproporzione tra oggetto dell'indagine e il metodo usato per la conduzione della stessa;
per fatti ben più gravi e reati maggiori vengono utilizzati un numero di agenti inferiori a quelli utilizzati dalla Procura di Massa per una diffamazione contro ignoti, gettando allarmismo nelle famiglie dei bambini che si costituiranno parte civile verso quanto voluto e attuato dal PM -:
se non ritenga necessaria, improcrastinabile e doverosa l'adozione di attività ispettiva di propria competenza presso la Procura della Repubblica di Massa, al fine di poter assumere le eventuali necessarie determinazioni in materia disciplinare circa tutti i fatti descritti in premessa.
(2-00236)
«Barani, Bocciardo, De Angelis, Caldoro, Lehner, Girlanda, De Luca, De Nichilo Rizzoli, Scapagnini, Porcu, Luciano Rossi, Saltamartini, Di Virgilio, Murgia, Tortoli, Pizzolante, Palmieri, Massimo Parisi, Bonciani, De Corato, Patarino, Catone, Germanà, Mottola, Giammanco, Pelino, Berruti, Stradella, Di Biagio, Vincenzo Antonio Fontana, Berardi, Angeli, Garofalo, Ciccioli, Mussolini, Palumbo, Castellani, Mancuso, Fucci, Vessa, Iapicca».

Interrogazione a risposta orale:

VIETTI e RAO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
con decreto ministeriale del 27 febbraio 2008 è stato indetto un concorso a 500 posti per magistrato ordinario;
in data 19 novembre 2008 presso la Fiera di Rho di Milano è iniziato l'espletamento della prova scritta;
due giorni prima dell'inizio del concorso, la Commissione esaminatrice ha proceduto, come da regolamento, all'esame del materiale di cui i candidati hanno chiesto l'ammissione al concorso, ai fini di una consultazione durante le prove;
al momento della consegna di tale materiale la Commissione esaminatrice ha apposto il timbro del Ministero e i volumi ammessi sono rimasti nella disponibilità della vigilanza che avrebbe proceduto a metterli a disposizione dei candidati nella sede di svolgimento del concorso;
secondo quanto riportato da la Repubblica e da il Riformista, rispettivamente negli articoli del 21 e 28 novembre scorso, alcuni aspiranti magistrati avrebbero visto sui banchi di molti concorrenti codici commentati, enciclopedie giuridiche,

nonché interi manuali: ciò in violazione dell'articolo 7 del regio decreto n. 1860 del 1925;
i predetti volumi, secondo le testimonianze raccolte, avrebbero riportato il timbro tondo del Ministero della giustizia, il che lascia presumere che gli stessi non fossero stati introdotti di nascosto ma restituiti agli aspiranti magistrati dopo i controlli;
la Commissione d'esame, non ha sospeso il concorso ma ha deciso, dopo alcune espulsioni e previo ulteriore approssimativo controllo dei testi in possesso dei candidati, di dare inizio alla prova scritta -:
se i fatti riportati in premessa corrispondano al vero e conseguentemente se intenda avviare un'indagine amministrativa interna, al fine di fare massima chiarezza sull'accaduto;
quali urgenti ed incisivi provvedimenti il Ministro intenda assumere nei confronti di quanti avevano la responsabilità di vigilare sul corretto svolgimento della prova, al fine di assicurare la rigorosa trasparenza delle prove e la parità di trattamento fra i candidati;
quali misure intenda adottare, alla luce delle eventuali violazioni accertate, e se tra queste sia contemplato un provvedimento di annullamento del concorso.
(3-00257)

Interrogazione a risposta scritta:

MILO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
presso la sezione lavoro e previdenza del Tribunale di Nola, si è tenuta l'assemblea degli avvocati previdenzialisti e lavoristi del foro di Nola con all'ordine del giorno l'esame della situazione gravissima in cui versa la sezione stessa a causa dell'ormai cronica carenza di magistrati di ruolo;
l'assemblea ha posto l'attenzione sull'attuale situazione in cui versa il Tribunale di Nola, sez. lavoro e previdenza, dove prestano servizio n. 6 magistrati di ruolo a fronte di 27.315 procedimenti pendenti sul ruolo (circa 4.500 fascicoli per ogni magistrato) ed un bacino di utenza che comprende 34 comuni;
l'attività del Tribunale di Nola presenta, nel periodo 2003/2007, a fronte di 19.187 sentenze emesse, 24.778 giudizi transatti o cancellati. Ciò è dovuto al fatto che molti ricorrenti, date le difficoltà operative della sezione, muoiono nelle more del giudizio con la conseguenza che gli eredi rinunciano alle procedure oppure preferiscono optare per una transazione anziché affrontare un procedimento lungo ed estenuante;
a Nola non è mai stata creata una vera sezione previdenza e lavoro e tale omissione ha determinato l'assenza di un presidente di sezione che avrebbe potuto organizzare e coordinare l'attività della magistratura in ruolo e contestualmente sensibilizzare i competenti organi alla risoluzione delle difficoltà che di volta in volta si sono presentate;
nella sezione lavoro e previdenza di tale tribunale si assiste ad una periodica sospensione del corso della giustizia, determinata soprattutto dall'impossibilità di gestione di un carico di lavoro di tali proporzioni anche a carico del personale impiegatizio e dalla mancata sostituzione dei giudici assenti;
infatti dei sei giudici attualmente in ruolo, due sono in maternità e non sono state sostituite, di conseguenza le cause iscritte nel loro ruolo subiscono un rinvio di oltre un anno; due hanno inoltrato domanda di trasferimento ed in tal senso non si ha notizia da parte del Ministero di un'eventuale sostituzione del ruolo. Se ciò avvenisse i giudici in ruolo rischierebbero di rimanere in quattro con un carico di lavoro che si aggira intorno alle 7.000 cause ciascuno;
per le ragioni esposte i processi subiscono rinvii a volte sino a due anni,

inoltre gli stessi magistrati, operando in stato di emergenza, appena possono fanno richiesta di trasferimento, il che determina ulteriori difficoltà operative che inevitabilmente si ripercuotono sui cittadini che attendono la definizione dei procedimenti giudiziari;
le stesse istanze di scardinamento e di anticipazione delle udienze per i casi più gravi, vengono costantemente rigettate con la motivazione de «il carico del ruolo» -:
quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare al fine di dotare la sezione lavoro e previdenza del Tribunale di Nola di un numero di magistrati in grado di assicurare un normale svolgimento dei processi e quali iniziative intenda assumere per istituire la sezione lavoro e previdenza presso il suddetto tribunale dotandola del relativo presidente, del personale e delle risorse per operare.
(4-01769)

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

MISITI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che -:
in occasione del cambio orario di Trenitalia previsto per il prossimo 13 dicembre per il trasporto della Divisione passeggeri Calabria è prevista la cancellazione di alcuni treni a lunga percorrenza in modo particolare dei n. 1930 e n. 1931 per e da Venezia, dei 1940 e 1941 per e da Genova/Torino e, dove previsti, dei relativi collegamenti per la fascia ionica;
questi tagli nei servizi andranno ad aggravare la già scarsa offerta di Trenitalia e andranno a colpire proprio i collegamenti ferroviari meridionali che notoriamente sono, già allo stato attuale, inefficienti e non garantiscono pienamente il diritto alla mobilità dei cittadini calabresi e siciliani;
inoltre, Trenitalia avrebbe predisposto di far operare in tutti i treni denominati Euro Star che transitano per la Calabria solo personale campano, eliminando il 30-40 per cento del trasporto nazionale dalla gestione calabrese -:
se il Ministro non ritenga opportuno intervenire per non tagliare ma potenziare il servizio ferroviario meridionale e mantenere a bordo dei treni in transito nella regione Calabria la gestione del personale locale.
(5-00709)

CENTEMERO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la linea Monza-Molteno-Oggiono costituisce l'unico servizio di trasporto ferroviario che collega alcuni centri della Brianza con Monza, e dunque Milano, e con Lecco;
la sopraddetta linea è utilizzata soprattutto da studenti e da lavoratori, come mezzo di trasporto per recarsi negli istituti scolastici della Brianza, in particolare di Besana Brianza, e dai pendolari per raggiungere il posto di lavoro;
la soppressione della corsa che parte da Lecco alle 7,45 e della corsa che parte da Monza alle ore 7,07 costringerà gli utenti ad avvalersi di treni che partono un'ora prima da Monza, creando gravi disagi per le famiglie -:
se e per quale motivo Trenitalia intenda sopprimere, con l'entrata in vigore dell'orario invernale, dal 14 dicembre 2008, la corsa che parte da Lecco alle 7,45 e la corsa che parte da Monza alle ore 7,07.
(5-00710)

FAVIA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
a febbraio 2009 scade il mandato quadriennale del Presidente dell'Autorità portuale di Ancona, dott. Giovanni Montanari;
come previsto dall'articolo 8 della legge n. 84 del 1994, il Ministero ha invitato gli Enti interessati a proporre le designazioni;
il Comune e la Provincia di Ancona hanno indicato l'ingegner Sauro Serini, il Comune di Falconara Marittima ha indicato l'avvocato Luciano Canepa, la Camera di Commercio di Ancona il signor Giorgio Cataldi, già designato quattro anni fa dalla stessa Camera di Commercio e sul cui nome non è stata raggiunta la prescritta intesa tra il Ministro e la Regione Marche;
la vicenda è stata, ed è tuttora in tutta evidenza sulla stampa locale;
il Ministro avrebbe affermato, nel corso di un incontro tecnico, prima che la giunta di Falconara definisse la candidatura, che per il Porto di Ancona, in caso di nomina dell'Avvocato Canepa, si aprirebbe un'autostrada di attenzioni, finanziamenti e appalti. Familiarmente il Ministro avrebbe detto: «è come se alla presidenza dell'Autorità portuale ci fossi io stesso in prima persona»;
l'articolo 8 della legge n. 84 del 1994, come modificato dall'articolo 6 della legge n. 186 del 2004 prevede per la nomina dei Presidenti delle Autorità portuali: 1. All'articolo 8 della legge 28 gennaio 1994, n. 84, dopo il comma 1 è inserito il seguente: 1-bis. Esperite le procedure di cui al comma 1, qualora entro trenta giorni non si raggiunga l'intesa con la regione interessata, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti indica il prescelto nell'ambito di una terna formulata a tal fine dal Presidente della Giunta regionale, tenendo conto anche delle indicazioni degli enti locali e delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura interessati. Ove il Presidente della Giunta regionale non provveda alla indicazione della terna entro trenta giorni dalla richiesta allo scopo indirizzatagli dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, questi chiede al Presidente del Consiglio dei ministri di sottoporre la questione al Consiglio dei ministri, che provvede con deliberazione motivata»;
la Corte costituzionale è intervenuta con reiterate sentenze sulla necessità di salvaguardare lo spirito di leale collaborazione tra lo Stato, le Regioni e gli Enti locali e ha dichiarato incostituzionale l'articolo 6, del decreto-legge n. 136 del 2004, mentre ha ritenuto conforme l'articolato approvato dal Parlamento con legge n. 186 del 2004;
la legge vigente prevede precisi passaggi istituzionali valorizzando l'intesa tra il Ministro, le Regioni e gli Enti locali, senza neanche citare l'ipotesi commissariale che, quando è inevitabile per motivi imponderabili (ad esempio dimissioni, impossibilità, scioglimento del Comitato Portuale) deve comunque essere definita d'intesa con le Regioni interessate, come ribadito dalla Corte costituzionale;
la nomina di un Presidente dell'Autorità Portuale esclude ogni promessa di finanziamenti, appalti, gratificazione per il Ministro per la designazione di propri «vecchi amici»;
se il Ministro interpellato avesse detto: «è come se alla Presidenza dell'Autorità Portuale ci fossi io stesso in prima persona» ciò rappresenterebbe una palese violazione della legge, in quanto il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti è Ministro vigilante delle Autorità Portuali, tanto che la carica Ministeriale è incompatibile con quella di Presidente di Autorità Portuale, né la legge prevede l'incarico in qualità di prestanome del Ministro stesso;
sul Corriere Adriatico del 13 novembre 2008, il Presidente della Giunta della Regione Marche, Gian Mario Spacca, dichiara tra l'altro: «Con il Ministro ci siamo detti nessuna pregiudiziale sui nomi. E nessuna interferenza nelle candidature. Da parte mia non c'è stata alcuna

pressione. Credo anche da parte del Ministro, sulla base delle cose che ci siamo detti. Il Presidente mette le mani avanti e richiama Matteoli agli impegni presi telefonicamente sulla nomina per l'Autorità Portuale». Inoltre «Il Presidente e il Ministro si sono parlati prima della terna»;
sul Messaggero Ancona del 14 novembre 2008, dal titolo «Canepa "disegna" il nuovo porto. Merci e collegamenti, le priorità di Canepa. Autorità portuale, l'avvocato ha indicato i settori dove intervenire subito» si legge che: «il 65enne giurista toscano e conterraneo di Matteoli già prepianifica per lo scalo dorico un futuro di accelerazione economica basata soprattutto su due fattori: nuovi ampi spazi logistici per lo sbarco e la movimentazione delle merci; un rafforzatissimo asse di collegamento ferroviario capace di rilanciare lungo le rotte di mercato via terra». Ad avviso degli interroganti, l'Avvocato Canepa si è reso responsabile di una grave scorrettezza istituzionale posto che non si erano compiuti gli atti procedurali necessari per la sua nomina. Ed ancora più avanti: «una settimana fa l'ho incontrato a Roma - spiega il Sindaco di Falconara Goffredo Brandoni - ricordando quando su suggerimento del Ministro e di altra personalità lo ha inserito nella terna dei papabili alla successione di Giovanni Montanari». Frasi che dimostrano, da un lato una scarsa sensibilità istituzionale nei confronti della Regione con cui il Ministro dovrebbe raggiungere l'intesa ma ancor più una scarsa conoscenza della legge che prevede precise procedure di nomina e il parere, sul decreto del Ministro, delle competenti Commissioni Parlamentari;
dalla stampa locale risultano dichiarazioni del Sindaco di Falconara Marittima, Brandoni, in base alle quali egli avrebbe indicato, come candidato, l'Avvocato Canepa previa preventiva indicazione e gradimento del Ministro -:
se rispondano al vero le dichiarazioni del Sindaco di Falconara Marittima circa il ruolo del Ministro;
se risponda al vero che il Ministro abbia affermato nel corso di un incontro tecnico, prima della definizione della candidatura, che: «per il Porto di Ancona si aprirebbe un'autostrada di attenzioni, finanziamenti e appalti» e ancora se avrebbe detto: «è come se alla presidenza dell'Autorità Portuale ci fossi io stesso in prima persona»;
se sia vero che in caso di cedimento della Regione Marche ai desiderata del Ministro, ci sarebbe un ritorno utile alla Regione sulla Fano-Grosseto, sulla viabilità del Piceno, attenzioni, finanziamenti e appalti per il Porto di Ancona e l'accoglimento di altre richieste della Regione come ad esempio, il raddoppio della linea ferroviaria Orte-Falconara, definanziato dal precedente Governo Berlusconi, o il raddoppio della variante alla SS16, tra Falconara e Pontelungo (Ancona), definanziato dal precedente Governo Berlusconi, e il raccordo ferroviario tra il porto di Ancona e la rete ferroviaria italiana, già finanziato nel 2007 da RFI e definanziato dal giugno 2008, tanto che per circa 500 metri di binari il porto internazionale di Ancona risulterà scollegato dalla linea ferroviaria nord-sud d'Italia;
se in mancanza di accordo sul nome dell'Avv. Canepa, tali indispensabili opere non verrebbero finanziate;
se e come intenda procedere, nel rispetto della legge, per la nomina del Presidente dell'Autorità Portuale di Ancona e se non ritenga opportuno assicurare fin d'ora (stante quanto di increscioso accaduto che coinvolge l'Avv. Canepa e il Ministro) che l'Avv. Canepa venga escluso dalla nominabilità.
(5-00711)

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INTERNO

Interrogazione a risposta orale:

LOLLI, D'INCECCO, GINOBLE e LIVIA TURCO. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
in questi giorni il candidato del centrodestra alla presidenza della Regione

Abruzzo Gianni Chiodi ha lanciato una iniziativa denominata «tutti i giovani del Presidente»;
l'iniziativa prevede dei banchetti presenti in varie città della regione denominati «Bancarelle di Gianni»;
in questi banchetti i giovani sono invitati a compilare un questionario dove si devono indicare nome, cognome, titolo di studio, attività svolta, aspirazioni lavorative, attitudini al lavoro di equipe, curriculum, dati residenza e-mail, firma per la liberatoria sulla privacy;
nello spot pubblicato su youtube e poi ritirato dal candidato lo stesso Chiodi afferma di avere «un invito al censimento della formazione e dell'imprenditorialità ... iscriviti al tuo futuro»;
nello stesso spot Gianni Chiodi afferma «Con questo atto non esprimi una preferenza politica ma stai prenotando un incontro di selezione di formazione e avviamento al lavoro imprenditoriale. Entro il 31 gennaio 2009 sarai convocato per la selezione e per il programma di formazione»;
il video dello spot è ora facilmente scaricabile dal sito www.abruzzo24ore.tv ed è anche presente in tantissimi siti e blog della rete;
il senso dell'iniziativa non è esposto solo in questo video ma anche in un comunicato stampa dove vengono indicati tutti i luoghi dove sono previste le «bancarelle di Gianni» e viene esplicitamente scritto: «tutti i giovani della Regione potranno recarsi negli appositi stand per firmare sul proprio futuro, infatti i ragazzi potranno lasciare i loro curriculum e i propri dati per partecipare ad una iniziativa volta alla selezione, alla formazione e all'avviamento dei giovani al lavoro imprenditoriale. Iniziativa che prenderà il via dal prossimo gennaio;
a parere degli interroganti, il grave turbamento della campagna elettorale in atto configurerebbe all'evidenza una vera e propria proposta di voto di scambio, come tale penalmente rilevante -:
se siano state avviate indagini circa i fatti indicati in premessa.
(3-00258)

Interrogazioni a risposta scritta:

REALACCI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la Commissione d'accesso agli atti del Comune di Fondi, incaricata di prelevare i documenti necessari a verificare se l'attività amministrativa sia stata inquinata da infiltrazioni malavitose, insediatasi l'11 febbraio scorso, ha concluso i lavori il 9 luglio scorso;
dagli organi di stampa si apprende che lo scorso 8 settembre 2008, il Prefetto di Latina, Dottor Bruno Frattasi, ha avviato il procedimento per lo scioglimento del consiglio comunale di Fondi per fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso, con la consegna al Ministro dell'interno di un approfondito dossier;
dalla relazione, accompagnata da nove faldoni di documenti, risulterebbe che vi siano state numerose infiltrazioni di clan camorristici, in particolare quello dei Casalesi, nell'amministrazione cittadina ed emergerebbe che «il figlio di un boss che sarebbe stato "accreditato" dal sindaco presso il consiglio, per favorirlo in alcuni appalti, e che l'ufficio urbanistico del Comune avrebbe "oggettivamente" agevolato "imprese edili vicine ai clan", delineando numerosi gravissimi casi di cattiva amministrazione, tutti accomunati dal carattere di sistematicità»;
la stessa amministrazione comunale di Fondi ha avanzato un singolare ricorso al Tar di Latina avanzando dubbi sulla procedura utilizzata nella nomina della commissione;
ai sensi del decreto-legge 31 Maggio 1991, n. 164, lo scioglimento è disposto con decreto del Presidente della Repubblica,

su proposta del Ministro dell'interno, previa deliberazione del Consiglio dei ministri -:
quale sia lo stato del procedimento, avviato l'8 settembre 2008 dal Prefetto di Latina, in merito allo scioglimento del Comune di Fondi per infiltrazioni mafiose.
(4-01768)

CATANOSO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
con la Gazzetta Ufficiale 4a serie speciale n. 94, del 12 dicembre 2006 era stato bandito un concorso pubblico per titoli ed esami per il reclutamento di n. 1507 allievi agenti della Polizia di Stato riservato, ai sensi dell'articolo 16 della legge 23 agosto 2004, n, 226, ai volontari in ferma prefissata di un anno ovvero in rafferma annuale in servizio o in congedo;
l'articolo 16, comma 4, della legge 23 agosto 2004, n. 226, richiamato nel citato bando di concorso, prevede che «dei concorrenti giudicati idonei e utilmente collocati nella graduatoria, di cui al comma 3, il cinquantacinque per cento è immesso direttamente nelle carriere iniziali del ruolo degli agenti ed assistenti della Polizia di Stato e che il restante quarantacinque per cento è immesso nel medesimo ruolo dopo aver prestato servizio nelle Forze Armate in qualità di volontario in ferma quadriennale»;
l'articolo 13 del bando di concorso, alla voce «Nomina vincitori» recita: «che dei concorrenti giudicati idonei ed utilmente collocati nella graduatoria: a) n. 976 saranno nominati allievi agente della Polizia di Stato ed ammessi direttamente alla frequenza del prescritto corso di formazione; b) n. 531 saranno nominati allievi agente della Polizia di Stato ed ammessi alla frequenza del prescritto corso di formazione dopo aver prestato servizio nelle Forze Armate in qualità di volontario in ferma prefissata quadriennale»;
il 1o ottobre 2008, presso la Scuola di Polizia di Trieste, sono stati avviati al previsto corso di formazione i primi 327 allievi agenti in graduatoria;
il 20 ottobre 2008, presso le scuole di Polizia di Campobasso e Brescia, sono stati avviati al previsto corso di formazione altri 307 allievi agenti;
dei 1.507 vincitori di questo concorso 650 sono stati già avviati ai corsi di formazione per allievo Agente, 342 sono in attesa di chiamata, mentre i rimanenti 540 dovranno effettuare 4 anni da Volontari in Ferma Prefissata (VFP) presso le Forze Armate e solo dopo averli effettuati, permanendo i requisiti, potranno entrare in Polizia;
sarebbe cosa utilissima, per l'ordine pubblico in Italia, se i 342 venissero avviati, in tempi brevi, ai corsi di formazione per allievo agente della Polizia di Stato e che i 540 venissero chiamati nel più breve tempo possibile dal Ministero della Difesa per effettuare i previsti 4 anni di ferma e poi essere immessi nelle fila della Polizia di Stato;
anziché assumere i 540 vincitori del concorso del 2006, lo Stato Maggiore Esercito ha, invece, bandito con Gazzetta Ufficiale 4a Serie Speciale, n. 70 del 9 settembre 2008, un concorso pubblico per il reclutamento di n. 5.083 volontari in ferma prefissata quadriennale (VFP4) -:
quali provvedimenti intenda adottare il ministro interrogato al fine di dare immediata esecuzione all'incorporamento nelle Forze Armate di coloro che sono stati dichiarati vincitori del concorso di cui in premessa.
(4-01773)

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta in Commissione:

CENTEMERO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il piano programmatico, di interventi volti alla razionalizzazione dell'utilizzo delle risorse umane e strumentali del sistema scolastico, ha lo scopo di dare attuazione alle disposizioni contenute nell'articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008 convertito dalla legge n. 133 del 2008 e riguarda la razionalizzazione dei servizi scolastici, individuando un quadro organico di interventi e di misure per la razionalizzazione della spesa e l'ammodernamento e lo sviluppo del sistema nazionale di istruzione;
l'articolo 64 citato prevede interventi di ridefinizione degli ordinamenti scolastici, dei curricoli vigenti e razionalizzazione dei piani di studio e relativi quadri orario, secondo i principi di essenzialità, coerenza e continuità dei contenuti dei curricoli e dei piani di studio;
il piano programmatico prevede la definizione ed il riordino del sistema di istruzione secondario, di primo grado, di secondo grado e del sistema di istruzione professionale corrispondente alle attese ed ai bisogni della collettività e della revisione dell'offerta formativa del territorio, che elimini duplicazioni di indirizzi;
il piano programmatico nel prevedere una riorganizzazione degli ordinamenti scolastici che riveda l'attuale sistema vuole fornire alle famiglie una offerta formativa più attuale ed in linea con le esigenze formative della società e la riorganizzazione della rete scolastica;
il piano programmatico prevede che il sistema dei licei e degli istituti tecnici e professionali, di cui alla legge n. 226 del 2005 e n. 40 del 2007, verrà riesaminato con l'intento di ridurre il carico orario a 30 ore settimanali per i licei e 32 per gli istituti e, di conseguenza, verrà ridefinito il monte ore annuale e settimanale di ciascuna disciplina;
i licei e gli istituti tecnici stanno già svolgendo, a partire dal mese di ottobre e di novembre, Open Day, ossia giornate in cui le scuole presentano la propria offerta formativa alle famiglie e agli studenti che intendono iscrivere i loro figli alla scuola secondaria di secondo grado o all'istruzione professionale;
le scuole superiori di primo grado, scuole medie, stanno svolgendo giornate di orientamento per i loro studenti di terza media indicando i piani di studio delle istituzioni di secondo grado e per orientarli nella scelta della scuola superiore -:
se il Ministro interrogato intenda procedere alla revisione degli ordinamenti della scuola superiore di secondo grado - licei, istituti tecnici e professionali - in mododa non creare disagi per le famiglie che stanno già valutando l'offerta normativa del territorio per indirizzare l'iscrizione dei loro figli e con tempistiche che permetta alle scuole di elaborare il piano dell'offerta formativa da sottoporre alle famiglie per effettuare la loro scelta.
(5-00704)

ANTONINO RUSSO, SIRAGUSA e GHIZZONI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il 26 luglio 2008 il Ministro Gelmini ha presentato il progetto «più scuole meno mafia», un programma che assegna a reti di scuole, in seguito ad un accordo Miur-Demanio, più di 200 beni confiscati in tutta italia ai boss della mafia, della camorra, della ndrangheta e della banda della magliana;
in base a tale accordo, a breve 230 beni confiscati alla criminalità in tutta Italia avrebbero dovuto essere stati assegnati alle scuole per l'avvio di progetti educativi e di formazione professionale;

per rendere operativa l'intesa, doveva essere adottato il protocollo nazionale dei beni confiscati proposto dal Commissario straordinario per la confisca dei beni della mafia;
l'accordo prevedeva anche l'istituzione di un tavolo tecnico di confronto tra il Ministero dell'Istruzione e l'Agenzia del Demanio per coordinare le attività per la realizzazione del progetto;
dei 230 immobili 120 sono abitazioni, 41 locali, 40 fabbricati e 29 capannoni;
la maggior parte dei beni confiscati avrebbe dovuto essere utilizzata da istituti professionali, soprattutto da quelli di indirizzo alberghiero, ma era allo studio anche una possibilità per le scuole medie inferiori -:
quale sia, in dettaglio, lo stato di attuazione di questo importante progetto destinato a mettere a disposizione delle scuole notevoli risorse materiali faticosamente acquisite nel corso degli ultimi anni.
(5-00705)

GHIZZONI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il precedente Governo ha stanziato per l'attivazione dei piani di edilizia scolastica, con la legge finanziaria 2007, all'articolo 1, comma 625, 50 milioni di euro per l'anno 2007 e 100 milioni di euro per gli anni 2008 e 2009;
i suddetti 250 milioni statali, per il triennio 2007-2008-2009, sono stati compartecipati in uguale misura dalle Regioni e dagli enti titolari delle costruzioni, Comuni o Province, e la loro assegnazione è stata già preannunciata dal MIUR con riferimento a tutto il triennio in questione;
il bilancio di previsione per il triennio 2009/2011 registra, invece, una riduzione di 22,8 milioni di euro relativo agli investimenti per i piani di edilizia scolastica;
tale riduzione sui 100 disponibili nel fondo statale destinato al patto per l'edilizia scolastica, siglato tra Stato, enti locali e Regioni per compartecipare alla realizzazione di nuovi edifici scolastici e alla messa in sicurezza di quelli esistenti, rischia di far saltare interamente gli interventi già previsti -:
se il Ministro interrogato non consideri necessario verificare l'avvio dei piani in via di definizione e di realizzazione;
se non intenda, inoltre, assumere iniziative volte a fronteggiare le conseguenze derivanti dalla riduzione di una quota di questo cofinanziamento.
(5-00707)

DE PASQUALE e GHIZZONI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
i precari storici della scuola che da anni insegnano e attendono la stipula del contratto a tempo indeterminato, oggi, considerati gli ormai noti cambiamenti, i tagli al settore e la soppressione del piano di assunzioni, vivono drammaticamente il loro stato di incertezza.
secondo quanto risultante da un'analisi effettuata dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca lo scorso gennaio 2008, i precari del comparto scuola sono ben 342.000 unità e alcuni risultano essere assunti a tempo determinato anche da più di 20 anni;
il problema del precariato della scuola mortifica il ruolo degli insegnanti, impedisce la continuità del lavoro della scuola, la sua capacità progettuale e di ricerca e mette seriamente in discussione la qualità della didattica, oltre a rappresentare un danno per il futuro lavorativo di tanti giovani;
la legge 30 ottobre 2008, n. 169 ha previsto l'inserimento nelle graduatorie ad esaurimento, di cui all'articolo 1, comma 605, lettera e), della legge finanziaria 2007, n. 296, dei docenti che hanno frequentato

i corsi di specializzazione del IX ciclo attivato nell'anno accademico 2007-2008;
l'aggiornamento delle suddette graduatorie è prevista tra il mese di marzo ed aprile;
per molti il corso di abilitazione può anche terminare alla fine di maggio, un mese dopo dall'aggiornamento delle graduatorie -:
se e quali misure urgenti il Ministro interrogato ritenga opportuno adottare al fine di risolvere l'annoso problema del precariato nel comparto scuola;
se non consideri opportuno dare attuazione al programma di assunzioni a tempo indeterminato stabilito ed avviato dal precedente Governo;
se il Ministro interrogato, in considerazione degli interventi in premessa, non consideri opportuno aggiornare le stesse graduatorie considerando in tale aggiornamento anche il punteggio relativo agli anni di servizio ed i titoli post-laurea acquisito dai docenti in attesa della stipula del contratto a tempo indeterminato, ma conseguito successivamente alla data del primo inserimento;
se, ed eventualmente in che forma, intenda, inoltre, inserire i futuri docenti che al momento dell'apertura delle graduatorie ad esaurimento non abbiano ancora concluso il corso di specializzazione, al fine di non rendere vano l'impegno profuso per il raggiungimento del titolo abilitante.
(5-00708)

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LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

MIGLIOLI, BOCCUZZI e GATTI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
da un articolo pubblicato il 25 novembre sul quotidiano Italia Oggi, si apprende che, l'attività degli ispettori del lavoro presso il Ministero del Lavoro per il 2009 potrebbe essere fortemente ridimensionata a causa dei tagli operati sia dall'articolo 60 del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 113, che dall'articolo 1, comma 16, del decreto legge 16 maggio 2008, n. 85, convertito con modificazioni dalla legge 14 luglio 2008, n. 121;
la legge finanziaria 2007 all'articolo 1, comma 544, aveva disposto l'immissione in servizio fino a 300 unità di personale idoneo del concorso pubblico per complessivi 795 posti di ispettore del lavoro, area funzionale C per gli uffici del Ministero del lavoro e della previdenza sociale, ubicati nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria, Veneto, Campania, Molise e Sicilia, al fine di attivare una più efficace politica di contrasto del lavoro sommerso e di prevenzione degli incidenti sul lavoro e del fenomeno delle morti bianche;
l'attività svolta dagli ispettori del lavoro, come è noto, è fondamentale la fine di controllare la regolarità del mercato del lavoro, operare per far emergere il lavoro sommerso e recuperare l'evasione contributiva, assicurare la tutela delle condizioni di lavoro anche con riferimento alla sicurezza sui luoghi di lavoro;
la possibilità che tale attività possa subire una notevole contrazione, come si evince dall'articolo citato, avrebbe delle gravi conseguenze, soprattutto a fronte di una contrazione delle risorse indiscriminata, come quella operata dai provvedimenti citati -:
se corrisponda al vero che l'attività degli ispettori del lavoro, subirà una limitazione a fronte delle diminuite risorse finanziarie operate dai provvedimenti citati in premessa e, nell'eventualità, in che misura e quali di tali attività saranno oggetto delle limitazioni citate;

quali urgenti iniziative intenda adottare al fine di mantenere e potenziare le attività degli ispettori medesimi per assicurare la corretta regolarità del mercato del lavoro e la tutela dei lavoratori.
(5-00706)

Interrogazione a risposta scritta:

MAZZOCCHI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
in relazione al riconoscimento dei benefici previdenziali previsti per i lavoratori esposti all'amianto, l'articolo 13, comma 8, della legge 27 marzo 1992, nel testo modificato dall'articolo 1, comma 1, della legge 4 agosto 1993 n. 271, prevede per i lavoratori che siano stati esposti all'amianto per un periodo di tempo superiore a dieci anni, che l'intero periodo soggetto all'assicurazione delle malattie gestito dall'INAIL sia moltiplicato, ai fini delle prestazioni pensionistiche, per il coefficiente 1,5;
l'articolo 47 del decreto-legge 30 settembre 2003 n. 269 come modificato in sede di conversione nella legge n. 326 del 24 novembre 2003, modifica la disciplina dettata dalla legge n. 257 del 1992 estendendo, ai lavoratori non coperti da assicurazione obbligatoria gestita dall'INAIL, il beneficio della rivalutazione dei periodi pensionistici fissando un termine di decadenza per la presentazione all'INAIL della domanda di rilascio della certificazione di esposizione all'amianto;
il decreto interministeriale (lavoro/economia e finanze del 27 ottobre 2004) di attuazione dell'articolo 47 citato determina, per i lavoratori esposti per un periodo non inferiore a dieci anni in concentrazione media annua non inferiore a 100 fibre/litro (0,1 fibre per metro cubo) per una media giornaliera di otto ore ovvero, per un periodo equivalente alla durata media giornaliera prevista dalla contrattazione collettiva di settore, che l'intero periodo di esposizione sia moltiplicato, unicamente ai fini della determinazione dell'importo della prestazione pensionistica, per il coefficiente 1,25;
considerato che la sussistenza e la durata dell'esposizione all'amianto sono certificate dall'INAIL e che le controversie relative al rilascio ed al contenuto dei curricula, sono di competenza delle direzioni provinciali del lavoro, la domanda di certificazione dell'esposizione all'amianto, deve essere presentata all'INAIL;
a tal riguardo, il datore di lavoro, è tenuto a fornire all'INAIL tutte le notizie e i documenti utili all'Istituto stesso. L'INAIL esegue i sopralluoghi ed effettua gli incontri tecnici per l'acquisizione di elementi di valutazione avvalendosi anche di dati delle indagini mirate di igiene industriale, di quelle di letteratura scientifica, di informazioni tecniche ricavabili anche da situazioni di lavoro con caratteristiche analoghe formulando un giudizio sull'esposizione all'amianto fondato su criteri di ragionevole verosimiglianza;
il lavoratore, in possesso della certificazione rilasciata dall'INAIL, presenta dunque domanda all'ente previdenziale di appartenenza che provvede a liquidare il trattamento pensionistico con i benefici previsti;
in considerazione della procedura testè prospettata, risulterebbe che, presso l'azienda Trambus S.p.a, a capitale interamente pubblico, nonchè affidataria del servizio di trasporto pubblico di superficie nella città di Roma, i criteri e le procedure per il riconoscimento dei diritti di cui in premessa, siano stati messi in atto attraverso un iter a parere dello scrivente anomalo;
risulterebbe infatti che le organizzazioni sindacali cosiddette «maggiormente rappresentative», la dirigenza aziendale e la direzione INAIL Lazio abbiano stabilito, con valutazioni presumibilmente non corrette, i settori (ovvero le mansioni) che, a loro parere, erano entrati in contatto con le fibre di amianto;

una volta individuate le mansioni a rischio, risulterebbe esser stata fornita, all'indirizzo dei «potenziali beneficiari» l'indicazione di richiedere il riconoscimento dei benefici attraverso il rilascio, da parte aziendale, dei curricula indicanti l'avvenuta esposizione;
la selezione delle mansioni effettuata risulterebbe non aver incluso i lavoratori con la qualifica di «gommista» e «manovale» che, in virtù delle specificità mansionarie, sono state, a parere dello scrivente, senza ombra di dubbio a contatto con fibre di amianto mentre, al contrario, i benefici risulterebbero stranamente esser stati riconosciuti a dipendenti con minori esposizioni sia quantitative sia temporali;
nel mese di luglio 2007, da parte dei lavoratori esclusi, risulterebbe esser stato presentato, presso la Procura della Repubblica, un esposto contro ignoti, a mezzo del quale si sarebbe denunciata l'ipotesi di reato di abuso di ufficio ex articolo 323 del codice penale;
il PM sembrerebbe aver richiesto l'archiviazione sulla errata convinzione che si trattasse di una rivendicazione sindacale e, per questo, non adatta al penale;
il GIP, a seguito dell'impugnazione da parte dei lavoratori dell'archiviazione, avrebbe ordinato al PM di procedere agli approfondimenti d'indagine ex articoli 409 comma 4 e 415 comma 2 del codice di procedura penale
nel mese di agosto 2008, la Guardia di Finanza, su disposizione del PM, risulterebbe aver avviato le 'indagini; risulterebbero ipotizzabili i reati di abuso di ufficio e truffa ai danni dello Stato ex articoli 323 e 640 del codice penale -:
a se i fatti corrispondono al vero, si richiede al Ministro interrogando, in primo luogo, quali siano le motivazioni sulla base delle quali l'INAIL regionale Lazio abbia escluso dai benefici i lavoratori gommisti e manovali della Trambus S.p.A., in secondo luogo quali procedure la suddetta direzione regionale dell'INAIL abbia intrapreso nel verificare le esposizioni all'amianto di coloro che hanno ottenuto i benefici e, da ultimo, quali iniziative ritenga opportuno adottare affinchè la stessa INAIL riapra l'istruttoria onde accertare e sanare le irregolarità commesse.
(4-01774)

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E INNOVAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:

CIOCCHETTI. - Al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
il 30 marzo dell'anno 2005, all'Hotel Plaza in Via del Corso, a Roma, la DIRSTAT (Sindacato nazionale dei funzionari direttivi, dirigenti e delle alte professionalità della pubblica amministrazione) sollecitata dal giornalista parlamentare Mieli, organizzò un convegno sul pubblico impiego, a cui parteciparono, tra l'altro, l'attuale Ministro Brunetta, allora consigliere economico del Presidente Berlusconi, il Sottosegretario Saporito e altri esponenti politici di vari partiti;
in tale convegno, l'attuale Ministro Brunetta fece presente come la Lombardia fosse la regione italiana con il maggior numero di dipendenti pubblici e quindi occorreva sfatare il mito del «ventre molle» dell'amministrazione romana;
sempre in tale convegno, l'attuale Ministro promise trasparenza e indipendenza per le carriere dirigenziali e affermò testualmente: «altro problema trascurato è la questione della vicedirigenza cui vogliamo dare immediata attuazione»;
in altra occasione, il Ministro Brunetta affermò che il blocco delle pensioni

medio-nette avrebbe infittito in avvenire, le pensioni di annata, con grave danno per l'economia generale del Paese e che occorreva comunque dare soluzione al problema delle pensioni con un nuovo «paniere» per il calcolo dell'inflazione;
da allora, sia sulla dirigenza sia sul problema dei pensionati è calato il silenzio, mentre per la vicedirigenza il Ministro Brunetta ha presentato addirittura un emendamento soppressivo -:
se alle determinazioni espresse dal Ministro interrogato, in occasione di quel convegno, non si debba dare logico, consequenziale e urgente seguito attraverso l'adozione di adeguati provvedimenti da parte sua e del suo ministero, ovvero se debbano intendersi soltanto come illusorie «promesse elettorali» sue e del partito a cui appartiene.
(4-01770)

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Apposizione di firme ad una interrogazione.

L'interrogazione a risposta scritta Rubinato e altri n. 4-01735, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 26 novembre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Ceccuzzi, Pezzotta.

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ERRATA CORRIGE

Risoluzione in Commissione Bernardini e Mecacci n. 7-00087 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta n. 94 del 27 novembre 2008, alla pagina 3105, prima colonna, alla riga tredicesima, deve leggersi: «(7-00087) «Bernardini, Mecacci», e non «(7-00087) «Mecacci, Bernardini», come stampato.