XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di giovedì 11 dicembre 2008

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta dell'11 dicembre 2008.

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Balocchi, Berlusconi, Bindi, Bonaiuti, Bongiorno, Bossi, Brambilla, Brancher, Bratti, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Caparini, Carfagna, Casero, Casini, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cossiga, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, Donadi, Fassino, Fitto, Gregorio Fontana, Frattini, Gibelli, Gibiino, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, Jannone, La Russa, Lamorte, Leone, Lo Monte, Lucà, Lupi, Mantovano, Maran, Maroni, Martini, Mazzocchi, Melchiorre, Meloni, Miccichè, Migliavacca, Milanato, Molgora, Mura, Pescante, Pianetta, Prestigiacomo, Ravetto, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Scajola, Soro, Stefani, Stucchi, Tremonti, Urso, Vegas, Vito, Volontè.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta)

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Balocchi, Berlusconi, Bindi, Bonaiuti, Bongiorno, Boniver, Bossi, Brambilla, Brancher, Bratti, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Caparini, Carfagna, Casero, Casini, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cossiga, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, Donadi, Fassino, Fitto, Gregorio Fontana, Frattini, Gibelli, Gibiino, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, Jannone, La Russa, Lamorte, Leone, Lo Monte, Lucà, Lupi, Mantovano, Maran, Maroni, Martini, Mazzocchi, Melchiorre, Meloni, Miccichè, Milanato, Molgora, Mura, Palumbo, Pescante, Pianetta, Prestigiacomo, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Scajola, Soro, Stefani, Stucchi, Tremonti, Urso, Vegas, Vito, Volontè.

Annunzio di proposte di legge.

In data 10 dicembre 2008 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
SALVINI: «Disposizioni in materia di indennizzo in favore degli esercenti attività economiche danneggiati dall'esecuzione di lavori di pubblica utilità» (1996);
TOGNI: «Distacco del comune di Carema dalla regione Piemonte e sua aggregazione alla regione Valle d'Aosta, ai sensi dell'articolo 132, secondo comma, della Costituzione» (1997);
GUIDO DUSSIN: «Modifiche al codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e altre disposizioni in materia di circolazione delle biciclette e di caratteristiche tecniche delle piste ciclabili» (1998);
RENATO FARINA: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno del terrorismo internazionale e sulle sue basi e connessioni in Italia» (1999);
VANNUCCI: «Istituzione della professione sanitaria di tecnico iperbarico» (2000);
CAVALLARO: «Norme in materia di difesa d'ufficio e di patrocinio a spese dello Stato nonché disposizioni per l'istituzione degli elenchi degli avvocati specialisti» (2001);
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE HOLZMANN e DE ANGELIS: «Modifica all'articolo 25 dello Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige, in materia di requisito della residenza per l'esercizio del diritto elettorale attivo» (2002).

Saranno stampate e distribuite.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sotto indicate Commissioni permanenti:
VII Commissione (Cultura):
ARACU ed altri: «Istituzione di borse di studio per studenti meritevoli vincitori di titoli europei, mondiali od olimpionici in discipline sportive riconosciute dal Comitato olimpico internazionale» (1574) Parere delle Commissioni I e V.
X Commissione (Attività produttive):
STUCCHI: «Istituzione di una casa da gioco a San Pellegrino Terme» (1544) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), IV, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), XI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
XI Commissione (Lavoro):
MIGLIORI: «Modifica all'articolo 5 della legge 12 marzo 1999, n. 68, in materia di esoneri dall'assunzione obbligatoria di lavoratori disabili» (1662) Parere delle Commissioni I, V, X e XII.

Annunzio di una proposta di modificazione al regolamento.

In data 11 dicembre 2008, è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di modificazione al regolamento d'iniziativa dei deputati:
RIA, PIZZETTI, BRESSA e ZACCARIA: «Capo XXII - Articoli 102, 102-bis, 103, 104, 105, 106: Disposizioni relative alla Commissione parlamentare per le questioni regionali» (doc. II n. 8).

Sarà stampata, distribuita e trasmessa alla Giunta per il regolamento.

Trasmissione dalla Corte dei conti.

La Corte dei conti - sezione del controllo sugli enti - con lettera in data 10 dicembre 2008, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria della Fondazione «Opera nazionale assistenza orfani sanitari italiani» (ONAOSI), per l'esercizio 2007. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 55).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla XII Commissione (Affari sociali).

Trasmissione dal ministro dell'interno.

Il ministro dell'interno, con lettere del 28 novembre 2008, ha trasmesso tre note relative all'attuazione data agli ordini del giorno GRAZIANO n. 9/1366/9, concernente la promozione di un «Patto per la sicurezza di Caserta e provincia», Luciano DUSSIN n. 9/1366/37, riguardante la rideterminazione dei parametri di reddito da considerare requisito necessario perl'ammissione al beneficio del ricongiungimento familiare, PIROVANO n. 9/1366/40, concernente iniziative per fronteggiare il problema dell'uso strumentale dei matrimoni al fine di sanare la situazione di clandestinità da parte di stranieri irregolari, accolti dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 16 luglio 2008.
Le suddette note sono a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare e sono trasmesse alla I Commissione (Affari costituzionali), competente per materia.

Trasmissione dal ministro degli affari esteri.

Il ministro degli affari esteri, con lettere del 28 novembre e del 5 dicembre 2008, ha trasmesso due note relative all'attuazione data all'ordine del giorno LA LOGGIA ed altri n. 9/1519/7, accolto dal Governo ed approvato dall'Assemblea nella seduta del 31 luglio 2008, riguardante iniziative volte ad inserire nei trattati europei un esplicito riferimento alle comuni radici cristiane dell'Europa e, per la parte di propria competenza, all'ordine del giorno DAL LAGO n. 9/1366/34, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 16 luglio 2008, concernente misure dì contrasto all'afflusso di migranti clandestini sulle coste italiane.
Le suddette note sono a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare e sono trasmesse alla III Commissione (Affari esteri), competente per materia.

Trasmissione dal ministro dell'economia e delle finanze.

Il ministro dell'economia e delle finanze, con lettera in data 9 dicembre 2008, ha trasmesso il documento concernente il «Budget dello Stato per l'anno 2009», predisposto dal dipartimento della Ragioneria generale dello Stato - Ispettorato generale per le politiche di bilancio (doc. CLVIII, n. 1).
Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio).

Annunzio di progetti di atti comunitari e dell'Unione europea.

Il ministro per le politiche europee, con lettere in data 28 novembre e 2, 5 e 9 dicembre 2008, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 3 e 19 della legge 4 febbraio 2005, n. 11, progetti di atti comunitari e dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.
Tali atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
Nell'ambito dei predetti documenti, il Governo ha richiamato l'attenzione sui seguenti atti e progetti di atti:
n. 16907/08 - Comunicazione della Commissione al Consiglio europeo «Un piano europeo di ripresa economica» (trasmesso il 28 novembre 2008), che è assegnato in sede primaria alle Commissioni riunite V (Bilancio) e VI (Finanze);
n. 16022/08 - Quadro giuridico e politiche relative ai giochi d'azzardo e alle scommesse negli Stati membri dell'Unione europea (trasmesso il 2 dicembre 2008), che è assegnato in sede primaria alle Commissioni riunite VI (Finanze) e X (Attività produttive).

Annunzio di un provvedimento concernente un'amministrazione locale.

Il Ministero dell'interno, con lettera in data 5 dicembre 2008, ha dato comunicazione,ai sensi dell'articolo 141, comma 6, del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, del decreto del Presidente della Repubblica di scioglimento del consiglio comunale di Villa Minozzo (Reggio Emilia).
Questa documentazione è depositata presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.

Trasmissione da un consiglio regionale.

Il presidente del consiglio regionale del Piemonte, con lettera in data 2 dicembre 2008, ha trasmesso il testo di un voto, approvato dal consiglio regionale stesso nella seduta del 25 novembre 2008, concernente «Fondi per l'alluvione di maggio 2008».
Questa documentazione è trasmessa alla VIII Commissione (Ambiente).

Comunicazioni di nomine ministeriali

Il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con lettera in data 1odicembre 2008, ha dato comunicazione, ai sensi dell'articolo 9 della legge 24 gennaio 1978, n. 14 della conferma del dottor Silvio Vetrano nell'incarico di commissario straordinario dell'Ente parco nazionale della Sila.
Tale comunicazione è trasmessa alla VIII Commissione (Ambiente).

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettere in data 9 e 10 dicembre 2008, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, le seguenti comunicazioni, relative al conferimento o alla revoca, ai sensi dei commi 4, 5-bis e 10 del medesimo articolo 19, di incarichi di livello dirigenziale generale, che sono trasmesse alla I Commissione (Affari costituzionali), nonché alle Commissioni sottoindicate:

la comunicazione concernente il seguente incarico nell'ambito della Presidenza del Consiglio dei ministri:
la revoca dell'incarico, conferito alla dottoressa Elena Zappalorti, di consulenza, studio e ricerca nell'ambito del dipartimento per i rapporti con il Parlamento;

alla VII Commissione (Cultura) la comunicazione concernente il conferimento del seguente incarico nell'ambito del Ministero per i beni e le attività culturali:
al dottor Luciano Scala, l'incarico dì direttore della direzione generale per gli archivi;

alla IX Commissione (Trasporti) la comunicazione concernente il conferimento del seguente incarico nell'ambito del Ministero delle sviluppo economico:
al dottor Michele Borrelli, l'incarico di direttore della direzione generale per la gestione delle risorse umane del soppresso Ministero delle comunicazioni;

alla X Commissione (Attività produttive) le comunicazioni concernenti il conferimento dei seguenti incarichi nell'ambito del Ministero dello sviluppo economico:
al dottor Antonio Lirosi, l'incarico di consulenza, studio e ricerca;
alla dottoressa Daniela Primicerio, l'incarico di consulenza, studio e ricerca nell'ambito del dipartimento per la regolazione del mercato;
al dottor Carlo Sappino, l'incarico di consulenza, studio e ricerca;
all'avvocato Amedeo Teti, l'incarico di reggente della direzione generale per l'internazionalizzazione;

alla XI Commissione (Lavoro) la comunicazione concernente il seguente incarico nell'ambito del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali:
la revoca dell'incarico, conferito alla dottoressa Vera Marincioni, di direttore della direzione generale del mercato del lavoro.

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

DISEGNO DI LEGGE: CONVERSIONE IN LEGGE DEL DECRETO-LEGGE 6 NOVEMBRE 2008, N. 172, RECANTE MISURE STRAORDINARIE PER FRONTEGGIARE L'EMERGENZA NEL SETTORE DELLO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI NELLA REGIONE CAMPANIA, NONCHÉ MISURE URGENTI DI TUTELA AMBIENTALE (A.C. 1875-A)

A.C. 1875-A - Parere della I Commissione

PARERE DELLA I COMMISSIONE SU UNA PROPOSTA EMENDATIVA PRESENTATA

NULLA OSTA

sull'emendamento 2.101 della Commissione.

A.C. 1875-A - Parere della V Commissione

PARERE DELLA V COMMISSIONE SU UNA PROPOSTA EMENDATIVA PRESENTATA

NULLA OSTA

sull'emendamento 9-bis.100 della Commissione nel presupposto che dall'attuazione dell'articolo 9-bis come modificato dall'eventuale approvazione dell'emendamento 9-bis.100 non derivino contenziosi in sede comunitaria suscettibili di determinare conseguenze finanziarie negative.

A.C. 1875-A - Articolo unico

ARTICOLO UNICO DEL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE

Art. 1.

1. Il decreto-legge 6 novembre 2008, n. 172, recante misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, nonché misure urgenti di tutela ambientale, è convertito in legge con le modificazioni riportate in allegato alla presente legge.
2. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

ARTICOLI DEL DECRETO-LEGGE NEL TESTO DEL GOVERNO

Art. 1.
(Misure per incentivare il conferimento di rifiuti ingombranti, di imballaggi usati e di rifiuti di imballaggio).

1. Per tutta la durata dello stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, al finedi incentivare la raccolta differenziata, sono autorizzati la raccolta e il trasporto occasionale o saltuario di singole tipologie di imballaggi usati e rifiuti di imballaggio, nella misura massima di 100 chilogrammi al giorno, per il relativo conferimento presso aree di raccolta attrezzate, gestite da soggetti pubblici o privati all'uopo autorizzati. Per tale attività al soggetto conferente il materiale spetta un indennizzo forfetario, a carico del Consorzio nazionale imballaggi (CONAI), parametrato a quello riconosciuto dallo stesso CONAI ai gestori del servizio di gestione integrata dei rifiuti, ai sensi del vigente accordo quadro stipulato con l'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI).
2. Fino alla cessazione dello stato di emergenza di cui al comma 1 ed in via sperimentale, chi provvede al conferimento dei rifiuti ingombranti a soggetti pubblici o privati, autorizzati a svolgere il servizio di raccolta a domicilio è esentato dal pagamento degli oneri di trasporto e di smaltimento. Tali oneri, fino alla concorrenza massima di due milioni di euro sono certificati e liquidati dall'amministrazione comunale a valere sulla disponibilità del Fondo di cui all'articolo 17 del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 123.
3. Con una o più ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri, sentito il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ai sensi dell'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225, e successive modificazioni, sono disciplinate le modalità attuative delle disposizioni di cui al presente articolo.

Art. 2.
(Rimozione di cumuli di rifiuti indifferenziati e pericolosi ed impianti di gestione dei rifiuti).

1. Allo scopo di fronteggiare il fenomeno dell'illecito abbandono dei rifiuti sul territorio della regione Campania, i soggetti pubblici competenti, con le risorse disponibili allo scopo e previste dalla legislazione vigente, dispongono la rimozione ed il trasporto di cumuli di rifiuti, anche pericolosi, presenti su aree pubbliche o private da parte di soggetti in possesso dei necessari titoli abilitativi, anche in deroga alle procedure vigenti, ivi comprese quelle sul prelievo ed il trasporto dei rifiuti pericolosi, con l'assistenza dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Campania per assicurare adeguate condizioni di igiene a tutela della salute pubblica e dell'ambiente, nonché anche in deroga alle procedure di cui all'articolo 242 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni; a tale fine, è consentito l'affidamento diretto del servizio a soggetti in possesso della necessaria idoneità tecnica ai sensi della normativa vigente. I soggetti pubblici competenti individuano, anche in deroga alla vigente normativa, nel rispetto dei princìpi generali in materia di tutela dei beni culturali, apposite aree attrezzate o da attrezzare quali siti di stoccaggio provvisorio per la salvaguardia dell'ambiente, presso cui conferire i rifiuti rimossi per il tempo necessario ad una prima selezione e caratterizzazione, nonché all'attribuzione dei codici CER ai fini dell'avvio delle successive fasi di gestione, garantendo adeguate condizioni di igiene e di tutela della salute pubblica e delle matrici ambientali.
2. I rifiuti provenienti dalle aree di cui al comma 1 sono destinati ad attività di recupero, ovvero di smaltimento secondo quanto previsto dalla parte IV e relativi allegati del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni.
3. Le autorità competenti autorizzano l'attivazione e la gestione dei siti di stoccaggio provvisorio e di smaltimento entro quindici giorni dalla richiesta. Decorso inutilmente tale termine, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare provvede in via sostitutiva, con oneri a carico dell'autorità inadempiente, su proposta del Sottosegretario di cui al decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 123.
4. All'articolo 8 del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 123, dopo il comma 1, è inserito il seguente:
«1-bis. Il Sottosegretario di Stato dispone la progettazione, la realizzazione e la gestione, con il sistema della finanza di progetto, di un impianto di recupero dei rifiuti già prodotti e stoccati per la produzione di energia mediante l'applicazione delle migliori tecnologie disponibili a salvaguardia della salute della popolazione e dell'ambiente; a tale fine il Sottosegretario di Stato individua un sito idoneo nel territorio della regione Campania».

Art. 3.
(Commissariamento di enti locali).

1. All'articolo 142 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, dopo il comma 1 è inserito il seguente:
«1-bis. Nei territori in cui vige lo stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti dichiarato ai sensi della legge 24 febbraio 1992, n. 225, in caso di mancata osservanza degli obblighi posti a carico delle province inerenti alla programmazione ed organizzazione del recupero e dello smaltimento dei rifiuti a livello provinciale ed alla individuazione delle zone idonee alla localizzazione degli impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti, ovvero in caso di inosservanza di specifici obblighi posti a carico dei comuni inerenti alla disciplina delle modalità del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani, della raccolta differenziata, della promozione del recupero delle diverse frazioni di rifiuti, della raccolta e trasporto dei rifiuti primari di imballaggio ai sensi degli articoli 197 e 198 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, anche come precisati dalle ordinanze di protezione civile, anche su segnalazione del soggetto delegato alla gestione dell'emergenza, con decreto del Ministro dell'interno possono essere rimossi il sindaco, il presidente della provincia o i componenti dei consigli e delle giunte».

Art. 4.
(Affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti nella provincia di Caserta).

1. Per la durata dello stato di emergenza e fino alla costituzione delle società provinciali di cui all'articolo 20 della legge della regione Campania 28 marzo 2007, n. 4, e successive modificazioni, i comuni della provincia di Caserta che si avvalgono del Consorzio unico di bacino della provincia di Napoli e di Caserta, entro sette giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, avviano le procedure per l'affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti urbani, ai sensi dell'articolo 18 del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 123, purché si tratti di bacino di utenza di almeno quindicimila abitanti. I bandi di gara contengono misure di assegnazione del personale dipendente dal Consorzio unico, in proporzione alle quote di partecipazione dei comuni ai consorzi di bacino costituiti in base alla legge della regione Campania 10 febbraio 1993, n. 10, e comunque utilizzato presso i medesimi comuni, agli affidatari del servizio, ai sensi del contratto collettivo nazionale di lavoro di categoria Federambiente, nonché criteri di preferenza per l'assorbimento del personale del Consorzio medesimo.
2. I comuni che si avvalgono del Consorzio unico di bacino delle province di Napoli e di Caserta limitatamente alla raccolta differenziata, con le procedure di cui al comma 1, affidano entro sette giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, il predetto servizio alle società che svolgono il servizio di raccolta dei rifiuti urbani, con il trasferimento del personale dipendente del Consorzio utilizzato presso i medesimi comuni ai gestori del servizio. Nel caso in cui il predettopersonale sia utilizzato in più comuni, la ripartizione del personale avviene in proporzione alle quote di partecipazione dei comuni ai consorzi di bacino costituiti in base alla legge della regione Campania 10 febbraio 1993, n. 10.
3. Le procedure di gara di cui ai commi 1 e 2 sono svolte sotto la vigilanza dei prefetti territorialmente competenti che nominano il presidente della Commissione di gara per l'affidamento del servizio. Qualora i comuni non provvedano entro il termine di cui ai commi 1 e 2, i prefetti competenti, previa diffida, nominano un commissario ad acta per i necessari adempimenti senza ulteriori oneri a carico del bilancio dello Stato.

Art. 5.
(Lavoro straordinario del personale militare).

1. Per remunerare il maggior impegno richiesto al personale militare assegnato alla struttura commissariale, per il periodo dal 16 gennaio 2008 al 9 giugno 2008, è previsto, in aggiunta al compenso di cui all'ordinanza del Commissario delegato per l'emergenza rifiuti nella regione Campania 26 febbraio 2008, n. 92, un ulteriore importo che corrisponde ad una autorizzazione di spesa complessiva massima di 660.000 euro. Il compenso è da considerarsi remunerativo anche del compenso forfettario di impiego, del compenso forfettario di guardia e dell'indennità di marcia riferiti al medesimo periodo.
2. Gli oneri di cui al presente articolo, valutati in 660.000 euro, sono posti a carico dei fondi di cui all'articolo 17 del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 123.
3. All'articolo 2, comma 7-bis, del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 123, dopo le parole: «comma 7» sono inserite le seguenti: «, nonché per il controllo della corretta gestione del ciclo dei rifiuti,».

Art. 6.
(Disciplina sanzionatoria).

1. Nei territori in cui vige lo stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti dichiarato ai sensi della legge 24 febbraio 1992, n. 225:
a) chiunque in modo incontrollato o presso siti non autorizzati abbandona, scarica, deposita sul suolo o nel sottosuolo o immette nelle acque superficiali o sotterranee rifiuti pericolosi, speciali ovvero rifiuti ingombranti domestici e non, di volume pari ad almeno 0.5 metri cubi e con almeno due delle dimensioni di altezza, lunghezza o larghezza superiori a cinquanta centimetri, è punito con la reclusione fino a tre anni e sei mesi; se l'abbandono, lo sversamento, il deposito o l'immissione nelle acque superficiali o sotterranee riguarda rifiuti diversi, si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da cento euro a seicento euro;
b) i titolari di imprese ed i responsabili di enti che abbandonano, scaricano o depositano sul suolo o nel sottosuolo in modo incontrollato e presso siti non autorizzati i rifiuti, ovvero li immettono nelle acque superficiali o sotterranee, sono puniti con la reclusione da tre mesi a quattro anni se si tratta di rifiuti non pericolosi e con la reclusione da sei mesi a cinque anni se si tratta di rifiuti pericolosi;
c) se i fatti di cui alla lettera b) sono posti in essere con colpa, il responsabile è punito con l'arresto da un mese ad otto mesi se si tratta di rifiuti non pericolosi e con l'arresto da sei mesi a un anno se si tratta di rifiuti pericolosi;
d) chiunque effettua una attività di raccolta, trasporto, recupero, smaltimento, commercio ed intermediazione di rifiuti in mancanza dell'autorizzazione, iscrizione o comunicazione prescritte dalla normativa vigente è punito:
1) con la pena della reclusione da sei mesi a quattro anni, nonché con lamulta da diecimila euro a trentamila euro se si tratta di rifiuti non pericolosi;
2) con la pena della reclusione da uno a sei anni e con la multa da quindicimila euro a cinquantamila euro se si tratta di rifiuti pericolosi;

e) chiunque realizza o gestisce una discarica non autorizzata è punito con la reclusione da un anno e sei mesi a cinque anni e con la multa da ventimila euro a sessantamila euro. Si applica la pena della reclusione da due a sette anni e della multa da cinquantamila euro a centomila euro se la discarica è destinata, anche in parte, allo smaltimento di rifiuti pericolosi; alla sentenza di condanna o alla sentenza pronunciata ai sensi dell'articolo 444 del codice di procedura penale consegue la confisca dell'area sulla quale è realizzata la discarica abusiva se di proprietà dell'autore del reato, fatti salvi gli obblighi di bonifica o di ripristino dello stato dei luoghi;
f) le pene di cui alle lettere b), c), d) ed e) sono ridotte della metà nelle ipotesi di inosservanza delle prescrizioni contenute o richiamate nelle autorizzazioni, nonché nelle ipotesi di carenza dei requisiti e delle condizioni richiesti per le iscrizioni o comunicazioni;
g) chiunque effettua attività di miscelazione di categorie diverse di rifiuti pericolosi di cui all'allegato G della parte IV del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, ovvero rifiuti pericolosi con rifiuti non pericolosi, è punito con la pena di cui alla lettera d), numero 2), o, se il fatto è commesso per colpa, con l'arresto da sei mesi a un anno;
h) chiunque effettua il deposito temporaneo presso il luogo di produzione di rifiuti sanitari pericolosi, con violazione delle disposizioni di cui al decreto del Presidente della Repubblica 15 luglio 2003, n. 254, è punito con la pena della reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da diecimila euro a quarantamila euro, ovvero con la pena dell'arresto da tre mesi a un anno se il fatto è commesso per colpa. Si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da duemilaseicento euro a quindicimilacinquecento euro per i quantitativi non superiori a duecento litri o quantità equivalenti.

Art. 7.
(Campagna informativa).

1. Al fine di sensibilizzare e responsabilizzare la popolazione sul sistema di raccolta differenziata dei rifiuti, si può far ricorso ad una campagna informativa e di comunicazione, anche sul sistema sanzionatorio introdotto dal presente decreto, mediante appositi comunicati o adeguati spazi all'interno della programmazione televisiva e radiofonica.
2. Nei programmi televisivi e radiofonici dedicati alla enogastronomia la concessionaria del servizio pubblico può garantire un congruo spazio di approfondimento avente contenuto educativo sulle tipologie e le corrette modalità di conferimento, smaltimento e recupero dei rifiuti.
3. Le iniziative di informazione sono attuate dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, anche in collaborazione con il Dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Alle relative attività si fa fronte con gli ordinari stanziamenti di bilancio delle amministrazioni coinvolte, allo scopo finalizzati e già previsti a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
4. Il Ministro dello sviluppo economico, senza oneri a carico della finanza pubblica, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, è autorizzato ad adeguare alle finalità di cui ai commi 1, 2 e 3 il contratto di servizio con la concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, prevedendo, tra l'altro, la realizzazione nelle reti radiofoniche, televisive analogiche, digitali, satellitari, nonché mediante la utilizzazione della piattaformaWEB, di adeguati spazi informativi all'interno dei programmi di intrattenimento, divulgativi, culturali e di fiction, con particolare riguardo a quelli realizzati presso la struttura di produzione RAI di Napoli.

Art. 8.
(Potenziamento delle strutture di contrasto al fenomeno degli incendi).

1. In relazione alle esigenze connesse all'emergenza rifiuti in Campania ed al fine di potenziare le capacità operative, anche per gli aspetti antincendi, sono assegnate in posizione di comando, al Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, un numero non inferiore a 35 unità di personale operativo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco per un periodo non superiore al termine di cui all'articolo 19 del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 123.
2. Il provvedimento di assegnazione, adottato ai sensi del presente articolo ed in coerenza con il decreto legislativo 13 ottobre 2005, n. 217, è rinnovato ogni novanta giorni con oneri a carico del fondo di cui all'articolo 17 del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 123.
3. Il Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile è autorizzato ad acquistare, anche in deroga alle procedure ordinarie ed in particolare di quelle di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, i mezzi e le dotazioni logistiche necessari per assicurare la piena capacità operativa del personale del Corpo nazionale assegnato al Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ai relativi oneri, pari a 2.160.000 euro, si provvede mediante utilizzo delle risorse iscritte sulla contabilità speciale del competente capo missione, che a tale fine sono versate all'entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate alla pertinente Missione e Programma del Ministero dell'interno.
4. Il personale e i mezzi di cui ai commi 1, 2 e 3 sono impiegati per compiti comunque rientranti nelle attività istituzionali del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, nelle località individuate dal Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dandone comunicazione, per i necessari raccordi operativi, al direttore regionale dei Vigili del fuoco della Campania.
5. All'articolo 177 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, nella rubrica dopo la parola: »antincendio« sono inserite le seguenti: «, di protezione civile ed al comma 1 dopo la parola: «antincendio» sono inserite le seguenti: «e di protezione civile come individuati dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti su proposta del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri».
6. Al fine dell'immediata identificazione durante le operazioni di emergenza degli aeromobili del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, le marche di immatricolazione da I-DPCA a I-DPCZ, qualora già assegnate ad aeromobili che siano stati cancellati dal Registro aeronautico nazionale, possono essere nuovamente assegnate dall'ENAC esclusivamente ad aeromobili del Dipartimento medesimo.

Art. 9.
(Incentivi per la realizzazione degli inceneritori).

1. All'articolo 2, comma 137, della legge 27 dicembre 2007, n. 244, come modificato dal comma 7 dell'articolo 4-bis del decreto-legge 3 giugno 2008, n. 97, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 agosto 2008, n. 129, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) dopo le parole: «per quelli in costruzione» sono inserite le seguenti: «oentrati in esercizio fino alla data del 31 dicembre 2008»;
b) le parole: «inderogabilmente entro il 31 dicembre 2008» sono sostituite dalle seguenti: «inderogabilmente entro il 31 dicembre 2009»;
c) dopo il primo periodo, è aggiunto, in fine, il seguente: «Sono comunque fatti salvi i finanziamenti e gli incentivi di cui al secondo periodo del comma 1117 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, per gli impianti, senza distinzione fra parte organica ed inorganica, ammessi ad accedere agli stessi per motivi connessi alla situazione di emergenza rifiuti che sia stata, prima della data di entrata in vigore della medesima legge, dichiarata con provvedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri».

Art. 10.
(Norma di interpretazione autentica).

1. Il comma 1 dell'articolo 12 del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 123, si interpreta nel senso che per creditori si intendono anche le società appartenenti al medesimo gruppo societario, ai sensi dell'articolo 2359 del codice civile, delle società originarie affidatarie del servizio di smaltimento dei rifiuti nella regione Campania di cui esse si sono comunque avvalse ai fini della realizzazione del termovalorizzatore di Acerra.

Art. 11.
(Entrata in vigore).

1. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.

A.C. 1875-A - Modificazioni

MODIFICAZIONI APPORTATE DALLA COMMISSIONE

All'articolo 1:

al comma 1, le parole: «Per tutta la durata dello stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania», sono sostitute dalle seguenti: «Fino al termine dello stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania di cui all'articolo 19 del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 123»;

al comma 2, le parole: «a valere sulla disponibilità del Fondo di cui all'articolo 17», sono sostituite dalle seguenti: «a valere sulle disponibilità iscritte sull'apposita contabilità speciale istituita ai sensi dell'articolo 17».

All'articolo 2:

al comma 1, primo periodo, sono premesse le seguenti parole: «Per tutta la durata dello stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania,» dopo le parole: «soggetti pubblici competenti» sono inserite le seguenti: «, informando le competenti strutture sanitarie» e le parole: «con le risorse disponibili allo scopo e previste dalla legislazione vigente» sono sostituite dalle seguenti: «con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili allo scopo a legislazione vigente»;

dopo il comma 2 è inserito il seguente:
«2-bis. Il Sottosegretario di cui al decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 123, in collaborazione con l'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Campania, nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziariedisponibili a legislazione vigente, avvia un progetto pilota per garantire la piena tracciabilità dei rifiuti, al fine di ottimizzare la gestione integrata dei rifiuti stessi»;

al comma 4, capoverso 1-bis, dopo la parola: «dispone» sono inserite le seguenti: «, previa motivata verifica di un'effettiva esigenza legata alla gestione del ciclo dei rifiuti nella regione Campania», dopo la parola: «individua» sono inserite le seguenti: «, sentiti gli enti locali competenti», ed è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «All'attuazione del presente comma si provvede nell'ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica».

All'articolo 3:
al comma 1, capoverso 1-bis, la parola: «segnalazione» è sostituita dalle seguenti: «proposta motivata».

All'articolo 4:
al comma 1, dopo le parole: «i comuni della provincia di Caserta» sono inserite le seguenti: «, anche in forma associata,» e le parole: «ai sensi dell'articolo 18» sono sostituite dalle seguenti: «anche avvalendosi delle deroghe al codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, previste dall'articolo 18».

al comma 3, le parole: «senza ulteriori oneri» sono sostituite dalle seguenti: «, con oneri a carico delle autorità inadempienti e senza nuovi o maggiori oneri».

All'articolo 5:
il comma 1 è sostituito dal seguente:
«1. Per remunerare il maggior impegno richiesto al personale militare assegnato alla struttura commissariale, per il periodo dal 16 gennaio 2008 al 9 giugno 2008, è autorizzata l'erogazione di un compenso ulteriore rispetto a quello di cui all'ordinanza del Commissario delegato per l'emergenza rifiuti nella regione Campania 26 febbraio 2008, n. 92. Il compenso è da considerarsi remunerativo anche del compenso forfettario di impiego, del compenso forfettario di guardia e dell'indennità di marcia riferiti al medesimo periodo. Per l'attuazione del presente comma è autorizzata la spesa massima di 660.000 euro per l'anno 2008. Al relativo onere si provvede a valere sulle disponibilità iscritte sull'apposita contabilità speciale istituita ai sensi dell'articolo 17 del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 123»;

il comma 2 è soppresso.

All'articolo 6:
dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:
«1-bis. Per tutte le fattispecie penali di cui al presente articolo, poste in essere con l'uso di un veicolo, si procede, nel corso delle indagini preliminari, al sequestro preventivo del medesimo veicolo. Alla sentenza di condanna consegue la confisca del veicolo».

All'articolo 7:

al comma 2 sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «, nonché sull'importanza, dal punto di vista economico, del recupero dei rifiuti attraverso la raccolta differenziata»;

al comma 4, le parole: «senza oneri» sono sostituite dalle seguenti: «senza nuovi o maggiori oneri»;

dopo il comma 4 è aggiunto il seguente:
«4-bis. Nell'ambito della relazione di cui all'articolo 19-bis del decreto-legge 23maggio 2008, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 123, il Governo, su proposta del Sottosegretario di cui al medesimo decreto-legge, informa il Parlamento circa lo stato di attuazione dell'articolo 6, comma 3, del decreto-legge 11 maggio 2007, n. 61, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 luglio 2007, n. 87, ovvero circa le ragioni della mancata revoca della dichiarazione dello stato d'emergenza per i singoli ambiti provinciali che presentano sufficiente dotazione impiantistica per assicurare in via ordinaria il ciclo dei rifiuti».

Dopo l'articolo 7 è inserito il seguente:

«Art. 7-bis. - (Formazione scolastica). - 1. Al fine di formare i giovani relativamente all'importanza della conservazione di un ambiente sano e al rispetto del territorio, nonché alla realizzazione di tutte le pratiche utili per l'attuazione del ciclo completo dei rifiuti, sono previste iniziative di formazione attraverso l'inserimento, nei programmi scolastici della scuola dell'obbligo, dell'educazione ambientale.
2. Con decreto del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sono definite le modalità attuative delle disposizioni di cui al presente articolo, nell'ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica».

All'articolo 8:

al comma 2, le parole da: «con oneri a carico del fondo» fino alla fine del comma sono soppresse;

dopo il comma 2 è inserito il seguente:
«2-bis. Per l'attuazione dei commi 1 e 2 è autorizzata la spesa di 980.000 euro. Al relativo onere si provvede a valere sulle disponibilità iscritte sull'apposita contabilità speciale istituita ai sensi dell'articolo 17 del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 123»;

al comma 3, al primo periodo, dopo le parole: «è autorizzato ad acquistare,» sono aggiunte le seguenti: «entro il termine dello stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania di cui all'articolo 19 del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 123,» e il secondo periodo è sostituito dal seguente: «Ai relativi oneri, pari a 2.160.000 euro, si provvede a valere sulle disponibilità iscritte sull'apposita contabilità speciale istituita ai sensi dell'articolo 17 del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 123, che a tale fine sono versate all'entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate alla missione e al programma pertinente del Ministero dell'interno».

All'articolo 9:
dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:
«1-bis. All'articolo 2, comma 143, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, sono aggiunti, in fine, i seguenti periodi: «Ai fini della definizione delle modalità di calcolo, il Gestore dei servizi elettrici (GSE), con il supporto tecnico e normativo del Comitato termotecnico italiano (CTI), ogni tre anni a decorrere dalla data di emanazione del decreto di cui al periodo precedente, sviluppa e sottopone all'approvazione del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, l'aggiornamento delle procedure e dei metodi per la determinazione della quota di produzione di energia elettrica imputabile alle fonti energetiche rinnovabili, anche quando realizzata in impianti che impiegano contestualmente fonti energetichenon rinnovabili; con il medesimo decreto, sono altresì identificate le tipologie dei rifiuti per le quali è predeterminata la quota fissa di produzione di energia elettrica riconosciuta ai fini dell'accesso ai meccanismi incentivanti. Nelle more della definizione delle modalità di calcolo di cui al periodo precedente, la quota di produzione di energia elettrica imputabile a fonti rinnovabili riconosciuta ai fini dell'accesso ai meccanismi incentivanti è pari al 51 per cento della produzione complessiva per tutta la durata degli incentivi nei seguenti casi:
a) impiego di rifiuti urbani a valle della raccolta differenziata;
b) impiego di combustibile da rifiuti ai sensi dell'articolo 183 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni, prodotto esclusivamente da rifiuti urbani».

Dopo l'articolo 9 sono inseriti i seguenti:
Art. 9-bis. - (Altre misure urgenti di tutela ambientale). - 1. Allo scopo di fronteggiare il fenomeno dell'illecito abbandono di rifiuti ed evitare l'espandersi dello stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti sul territorio nazionale, si applicano le seguenti disposizioni dirette a superare, nell'immediato, le difficoltà riscontrate dagli operatori del settore del recupero dei rifiuti nell'applicazione del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, come modificato dal decreto legislativo 16 gennaio 2008, n. 4:
a) fino alla data di entrata in vigore del decreto di cui all'articolo 181-bis, comma 2, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni, le caratteristiche dei materiali di cui al citato comma 2 possono essere altresì conformi alle autorizzazioni rilasciate ai sensi degli articoli 208, 209 e 210 del decreto legislativo n. 152 del 2006, e successive modificazioni, e del decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59;
b) fino alla data di entrata in vigore del decreto di cui all'articolo 195, comma 2, lettera s-bis), del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, gli accordi e i contratti di programma in materia di rifiuti stipulati tra le amministrazioni pubbliche e i soggetti economici interessati o le associazioni di categoria rappresentative dei settori interessati prima della soppressione del comma 4 dell'articolo 181 del citato decreto legislativo n. 152 del 2006, operata dal decreto legislativo 16 gennaio 2008, n. 4, continuano ad avere efficacia, con le semplificazioni ivi previste, anche in deroga alle disposizioni della parte IV del decreto legislativo n. 152 del 2006, e successive modificazioni, purché nel rispetto delle norme comunitarie.

Art. 9-ter. - (Piano nazionale degli impianti di incenerimento dei rifiuti urbani). - 1. Ai fini di prevenire le emergenze nel settore dello smaltimento dei rifiuti, di contribuire al raggiungimento degli obiettivi derivanti dal Protocollo di Kyoto, di incrementare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e di contribuire all'aumento dell'occupazione e degli investimenti, il Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, d'intesa con la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e successive modificazioni, e previo parere delle Commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari, nel rispetto delle attribuzioni delle regioni e della normativa europea sulla gestione dei rifiuti, adotta, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, il piano nazionale degli inceneritori dei rifiuti urbani residuati dalla raccolta differenziata.
2. Il piano nazionale di cui al comma 1 indica i finanziamenti pubblici, comunitarie privati disponibili a legislazione vigente ai fini della realizzazione degli interventi in esso previsti e individua i contributi compensativi a favore degli enti locali.
3. Al piano nazionale di cui al comma 1 non si applicano le disposizioni di cui alla lettera f) del comma 1 dell'articolo 195 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.

Art. 9-quater. - (Misure urgenti in materia di rifiuti). - 1. Ai fini di una maggiore sostenibilità economica e gestionale dello smaltimento della parte organica dei rifiuti solidi urbani sul territorio nazionale e di una riduzione quantitativa dei rifiuti da avviare allo smaltimento finale, il comma 3 dell'articolo 107 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, come modificato dal decreto legislativo 16 gennaio 2008, n. 4, è sostituito dal seguente:
"3. Non è ammesso lo smaltimento dei rifiuti, anche se triturati, in fognatura, ad eccezione di quelli organici provenienti dagli scarti dell'alimentazione trattati con apparecchi dissipatori di rifiuti alimentari che ne riducano la massa in particelle sottili, previo accertamento della compatibilità delle reti e dei sistemi di depurazione con le suddette apparecchiature da parte dell'ente gestore del servizio idrico integrato, che assicura adeguata informazione al pubblico anche in merito alla planimetria delle zone ritenute idonee. L'installazione delle apparecchiature è comunicata da parte del rivenditore al gestore del servizio idrico, che ne controlla la diffusione sul territorio".

2. Il comma 8-bis dell'articolo 2 del decreto legislativo 16 gennaio 2008, n. 4, è abrogato.
3. Il comma 19 dell'articolo 2 del decreto legislativo 16 gennaio 2008, n. 4, è sostituito dal seguente:
"19. All'articolo 182, il comma 8 è abrogato"».

A.C. 1875-A - Proposte emendative

PROPOSTE EMENDATIVE RIFERITE AGLI ARTICOLI DEL DECRETO-LEGGE
(Non sono comprese quelle ritirate, quelle dichiarate inammissibili e quelle votate)

ART. 2.
(Rimozione di cumuli di rifiuti indifferenziati e pericolosi ed impianti di gestione dei rifiuti).

Dopo il comma 2-bis, aggiungere il seguente:
2-ter. All'articolo 121, comma 4, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, dopo la lettera g), è aggiunta la seguente:
«g-bis) i dati in possesso delle Autorità ed Agenzie competenti rispetto al monitoraggio delle acque di falda delle aree interessate e delle acque potabili dei comuni interessati, rilevati e periodicamente aggiornati presso la rete di monitoraggio esistente, da pubblicare in modo da renderli disponibili ai cittadini».
2. 101. La Commissione.
(Approvato)

ART. 7.
(Campagna informativa).

Al comma 3, secondo periodo, dopo le parole: stanziamenti di bilancio delle aggiungere la seguente: suddette.
7. 30. De Biasi, Ginefra, Levi, Ghizzoni.
(Approvato)

Sostituire il comma 4 con il seguente:
4. È prevista, tra l'altro, la realizzazione nelle reti radiofoniche, televisiveanalogiche, digitali, satellitari, nonché mediante l'utilizzazione della piattaforma WEB, di adeguati spazi informativi.
7. 31. De Biasi, Ginefra, Levi, Ghizzoni.

Sostituire il comma 4 con il seguente:
4. È prevista, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, la realizzazione nelle reti radiofoniche, televisive analogiche, digitali, satellitari, nonché mediante l'utilizzazione della piattaforma WEB, di adeguati spazi informativi.
7. 31.(Testo modificato nel corso della seduta)De Biasi, Ginefra, Levi, Ghizzoni.
(Approvato)

ART. 7-bis.
(Formazione scolastica).

Al comma 1, sostituire le parole da:, nei programmi scolastici fino alla fine del comma con le seguenti: dell'educazione ambientale nell'ambito dell'area scientifica del primo ciclo di istruzione.
7-bis. 30. Siragusa, Ghizzoni, De Pasquale.

Al comma 1, sostituire le parole: della scuola dell'obbligo con le seguenti: inerenti il periodo dell'obbligo di istruzione, come definito dall'articolo 1, comma 622, della legge 27 dicembre 2006, n. 296.
7-bis. 100. La Commissione.
(Approvato)

Al comma 2, sostituire le parole: di concerto con con la seguente: sentito.
7-bis. 31. Pes, Ghizzoni, Siragusa, Coscia.

Al comma 2, sostituire le parole: senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica con le seguenti: anche in deroga ai vincoli di bilancio di cui all'articolo 64, comma 8, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133.
7-bis. 32. Bachelet, Ghizzoni, Pes, Siragusa, Coscia.

ART. 8.
(Potenziamento delle strutture di contrasto al fenomeno degli incendi).

Al comma 1, sostituire le parole da: sono assegnate fino a: Corpo nazionale dei vigili del fuoco con le seguenti: il Corpo nazionale dei vigili del fuoco è autorizzato all'assunzione di 35 nuove unità di personale operativo, da assegnare, in posizione di comando, al Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri,
8. 1. Rosato, Mariani, Realacci, Braga, Bratti, Esposito, Ginoble, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Martella, Mastromauro, Morassut, Motta, Viola, Zamparutti.

Al comma 1, dopo le parole: vigili del fuoco aggiungere le seguenti: secondo specifico ruolo e specifiche qualifiche.
8. 30. Paladini, Piffari, Scilipoti.

ART. 9.
(Incentivi per la realizzazione degli inceneritori).

Sopprimerlo.
9. 3. Piffari, Scilipoti, Barbato.

Sopprimere il comma 1.
9. 39. Mariani, Realacci, Braga, Bratti, Ginoble, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Martella, Mastromauro, Morassut, Motta, Viola, Zamparutti, Quartiani.

Al comma 1, sopprimere la lettera a).
* 9. 4. Realacci, Mariani, Braga, Bratti, Ginoble, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Martella, Mastromauro, Morassut, Motta, Viola, Zamparutti.

Al comma 1, sopprimere la lettera a).
* 9. 5. Libè.

Al comma 1, lettera a), sopprimere le parole: o entrati in esercizio fino.

Conseguentemente, al medesimo comma:
dopo la lettera
a), aggiungere la seguente:
a-
bis) le parole: «con riferimento alla parte organica dei rifiuti» sono soppresse;
alla lettera b), sostituire le parole: 31 dicembre 2009 con le seguenti: 31 marzo 2009;
alla lettera c:
sostituire le parole:
è aggiunto, in fine, il seguente con le seguenti: sono aggiunti, in fine, i seguenti;
aggiungere, in fine, il seguente periodo:
«Sono, altresì, ammessi alla qualifica di impianti rinnovabili, ai soli fini di rilascio di certificati verdi, gli impianti, senza distinzione tra parte organica ed inorganica, entranti in esercizio entro il 31 dicembre 2008».
9. 40. Marchignoli, Esposito.

Al comma 1, sopprimere la lettera b).
* 9. 6. Mariani, Realacci, Braga, Bratti, Ginoble, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Martella, Mastromauro, Morassut, Motta, Viola, Zamparutti.

Al comma 1, sopprimere la lettera b).
* 9. 7. Libè.

Al comma 1, sopprimere la lettera c).
** 9. 10. Piffari, Scilipoti, Barbato.

Al comma 1, sopprimere la lettera c).
** 9. 11. Libè.

Al comma 1, lettera c), sopprimere le parole:, senza distinzione fra parte organica ed inorganica.
* 9. 13. Libè.

Al comma 1, lettera c), sopprimere le parole:, senza distinzione fra parte organica ed inorganica.
* 9. 14. Margiotta, Realacci, Mariani, Braga, Bratti, Ginoble, Iannuzzi, Marantelli, Martella, Mastromauro, Morassut, Motta, Viola, Zamparutti.

Al comma 1, lettera c), sostituire le parole: senza distinzione fra parte organica e inorganica con le seguenti: con riferimento alla parte organica dei rifiuti.
9. 15. Piffari, Scilipoti, Barbato.

Sopprimere il comma 1-bis.
* 9. 30. Piffari, Scilipoti.

Sopprimere il comma 1-bis.
* 9. 37. Libè.

Al comma 1-bis, primo periodo, sostituire le parole da: quota di produzione fino a: contestualmente con le seguenti: sola quota di produzione di energia elettrica imputabile alle fonti energetiche rinnovabili, realizzata in impianti che impiegano anche altre.
9. 31. Piffari, Scilipoti.

Al comma 1-bis, primo periodo, dopo le parole: tipologie dei rifiuti aggiungere la seguente: biodegradabili.
9. 32. Piffari, Scilipoti.

Al comma 1-bis, primo periodo, sostituire le parole: per le quali è predeterminata la quota fissa con le seguenti: biodegradabili e le modalità con le quali è determinata la quota.
9. 33. Piffari, Scilipoti.

Al comma 1-bis, primo periodo, sostituire le parole: per le quali è predeterminata la quota fissa con le seguenti: e le modalità con le quali è determinata la quota.
9. 34. Piffari, Scilipoti.

Al comma 1-bis, sopprimere il secondo periodo.
9. 35. Piffari, Scilipoti.

Al comma 1-bis, secondo periodo, sostituire le parole: nei seguenti casi: a) con le seguenti: nel caso di.

Conseguentemente, al medesimo periodo, sopprimere la lettera b).
9. 36. Piffari, Scilipoti.

Al comma 1-bis, secondo periodo, lettera a), aggiungere, in fine, le parole: purché siano stati rispettati gli obiettivi di cui all'articolo 206 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
9. 38. Mariani, Realacci, Braga, Bratti, Ginoble, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Martella, Mastromauro, Morassut, Motta, Viola, Zamparutti.

ART. 9-bis.
(Altre misure urgenti di tutela ambientale).

Al comma 1, lettera a), sostituire le parole: possono essere con le seguenti: si considerano.
9-bis. 100.La Commissione.
(Approvato)

Al comma 1, lettera b), sopprimere le parole:, anche in deroga alle disposizioni della parte IV del decreto legislativo n. 152 del 2006, e successive modificazioni.
9-bis. 30. Bratti.

ART. 9-ter.
(Piano nazionale degli impianti di incenerimento dei rifiuti urbani).

Sopprimerlo.
9-ter.30. Bratti, Mariani, Realacci, Braga, Ginoble, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Martella, Mastromauro, Morassut, Motta, Viola, Zamparutti.

Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:
1-bis. Gli inceneritori debbono garantire livelli di rendimento elettrico fissati con decreto del Ministro dello sviluppo economico di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare da emanarsi entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto nel rispetto della normativa europea.
9-ter. 31. Mario Pepe (PdL).

Al comma 2, dopo le parole: a legislazione vigente aggiungere le seguenti:, ad esclusione di misure che incidano sul sistema tariffario,
9-ter. 32. Mariani, Realacci, Braga, Bratti, Ginoble, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Martella, Mastromauro, Morassut, Motta, Viola, Zamparutti.

ART. 9-quater.
(Misure urgenti in materia di rifiuti).

Sopprimerlo.
9-quater. 30. Realacci, Mariani, Braga, Bratti, Ginoble, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Martella, Mastromauro, Morassut, Motta, Viola, Zamparutti.

Al comma 1, capoverso, primo periodo, sostituire le parole da: della compatibilità delle reti fino alla fine del periodo con le seguenti: dell'esistenza di un sistema di depurazione da parte dell'ente gestore del servizio idrico integrato, che assicura adeguata informazione al pubblico anche in merito alla planimetria delle zone servite da tali sistemi.
9-quater. 100. La Commissione.
(Approvato)

A.C. 1875-A - Ordini del giorno

ORDINI DEL GIORNO

La Camera,
premesso che:
il decreto in esame per la prima volta prevede l'arresto per l'illecito sversamento di rifiuti nelle aree dove vige lo stato di emergenza dichiarato ai sensi delle norme sulla protezione civile;
la misura è meritoria, ma insufficiente al recupero di tutte quelle aree nelle quali per anni si è proceduto all'abbandono di rifiuti di qualsiasi tipo;
l'area della Comunità montana degli Alburni, in provincia di Salerno, è devastata da innumerevoli discariche abusive, anche di rifiuti pericolosi e speciali, stante la vicinanza con le aree della regione Campania dichiarate in emergenza;
nessun intervento è previsto dalla legislazione speciale in favore del recupero di queste aree; viceversa nel Salernitano si è proceduto ad individuare siti idonei alla realizzazione di megadiscariche presso comuni che hanno tenuto comportamenti «virtuosi» in tema di raccolta differenziata e smaltimento di rifiuti,

impegna il Governo:

a prevedere particolari misure di compensazione ambientale per i comuni del Cilento individuati come sede di discariche di rifiuti solidi urbani provenienti dal resto della regione Campania;
a prevedere finanziamenti per il recupero dei siti inquinati da discariche abusive, nonché per la valorizzazione delle risorse ambientali, dell'area della Comunità montana degli Alburni.
9/1875/1. Mario Pepe (PdL)

La Camera,
premesso che:
il 40 per cento del peso ed il 60 per cento del volume dei rifiuti urbani è costituito da imballaggi inerti trattenendo i quali si può ridurre drasticamente il quantitativo di rifiuti da smaltire in discarica;
per quanto riguarda l'emergenza rifiuti in Campania, si continua a non attivare il compostaggio dell'organico putrescente e lo si mischia ad imballaggi inerti con la conseguenza che si inquinano anche questi con l'effetto di mandare più rifiuti in discarica e agli inceneritori;
esistono in Campania 120 aree di insediamento produttivo che, per la sola Provincia di Napoli, costituiscono spazi di circa 320 ettari attrezzati ed immediatamente disponibili per lo stoccaggio provvisorio e successivamente per realizzare impianti di compostaggio, selezione differenziata e stoccaggio di rifiuti inertizzati,

impegna il Governo

a disporre, eventualmente anche attraverso un'ordinanza commissariale:
l'obbligo per i soggetti di cui all'articolo 11, comma 7, del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 123, di trattenere gli imballaggi delle merci e di conferirli alle zone di stoccaggio provvisorie da individuare prioritariamente nelle aree industriali libere appartenenti ai consorzi industriali o ai comuni;
il termine entro cui ciascun Presidente di Amministrazione provinciale individua i lotti disponibili delle singole aree dandone comunicazione al Sottosegretario di Stato incaricato per l'emergenza rifiuti perché possa verificare la realizzabilità di piattaforme ecologiche adeguate alle aree di influenza al fine di provvedere allo stoccaggio provvisorio e successivamente alla realizzazione di impianti di compostaggio, selezione differenziata e stoccaggio di rifiuti inertizzati;
il termine entro cui avviare una campagna di informazione e di comunicazione sulla raccolta differenziata e sul sistema sanzionatorio introdotto dal provvedimento in esame.
9/1875/2. Zamparutti, Bernardini, Maurizio Turco, Mecacci, Farina Coscioni, Beltrandi.

La Camera,
premesso che:
l'articolo 3 del decreto-legge in esame dispone la rimozione, con decreto del Ministro dell'interno, del sindaco, del presidente della provincia o dei componenti dei consigli e delle giunte nel caso di inosservanza della normativa in materia di gestione di rifiuti;
tale articolo aggiunge il comma 1-bis all'articolo 142 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, prevedendo una nuova ipotesi di rimozione e sospensione degli amministratori locali, ulteriore rispetto a quelle disposte dal comma 1 dello stesso articolo 142 del decreto legislativo n. 267 del 2000;
la disposizione scaturisce dall'esigenza di responsabilizzare maggiormente gli enti locali nei territori per i quali sia stato dichiarato lo stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti ai sensi della legge 24 febbraio 1992, n. 225;
la disposizione in questione formula in termini generici i presupposti per l'emanazione del decreto relativo alla rimozione e scaturisce dall'esigenza di responsabilizzare maggiormente gli enti locali nei territori per i quali sia stato dichiarato lo stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti;
l'articolo 3 del decreto-legge in esame consente al Ministro dell'interno, in violazione dei principi costituzionali in materia di reciproca autonomia dei diversi livelli di Governo, di rimuovere i vertici politici degli enti locali, tra l'altro anchenel caso di mancata osservanza non di leggi ma di mere ordinanze di protezione civile;
l'articolo 11 del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 123, prevede che il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all'emergenza rifiuti in Campania verifichi il raggiungimento degli obiettivi, adottando le opportune misure sostitutive, anche mediante la nomina di commissari ad acta, nei confronti delle amministrazioni che non abbiano rispettato gli obiettivi;
l'introduzione di tale dispositivo denota un fallimento della politica nella risoluzione dei problemi del Paese e in particolar modo della regione Campania,

impegna il Governo

a monitorare gli effetti applicativi della disposizione richiamata in premessa, al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte a prevedere che la rimozione degli amministratori locali avvenga esclusivamente se il mancato adempimento in materia di gestione dei rifiuti si configuri con effetti particolarmente gravi per la compatibilità dell'ecosistema locale e sia più volte reiterato nel tempo, tutto ciò al fine di non determinare il rischio di un utilizzo arbitrario della norma.
9/1875/3. Borghesi.

La Camera,
premesso che:
con il comma 3 dell'articolo 5 del decreto-legge in esame, attraverso una novella all'articolo 2, comma 7-bis, del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 123, vengono ampliate le competenze del personale militare delle Forze armate impiegato nello svolgimento di compiti di sorveglianza e vigilanza del territorio;
si assiste ad un'ulteriore estensione dei compiti delle Forze armate, manifestando così la preoccupazione che si attribuiscano al personale militare ulteriori funzioni al di fuori dei suoi compiti tipici;
in questo modo, il Governo equipara l'esercito alle Forze dell'ordine rischiando di affermare una concezione debole di democrazia e lo impone a presidio degli impianti di selezione e trattamento dei rifiuti, illudendo il Paese che il problema dei rifiuti campani si possa risolvere solo attraverso l'uso e della forza;
alle già previste attività di vigilanza e protezione, il suddetto comma aggiunge, altresì, la competenza in merito al controllo sulla corretta gestione del ciclo dei rifiuti, al fine di assicurare, come sottolinea la relazione al decreto, il tempestivo recapito dei rifiuti urbani nelle discariche autorizzate;
già l'articolo 2, comma 7, del citato decreto-legge n. 90 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 123 del 2008, ha previsto il coinvolgimento e il supporto delle Forze di polizia e delle Forze armate al fine di assicurare piena effettività agli interventi ed alle iniziative occorrenti per fronteggiare l'emergenza in atto nella regione Campania,

impegna il Governo

ad adottare le opportune iniziative volte a determinare che l'impiego dei militari rimanga circoscritto alle attribuzioni derivanti dal loro stato giuridico e che il ricorso all'operato del personale militare rimanga solo a carattere eccezionale.
9/1875/4. Evangelisti, Barbato.

La Camera,
premesso che:
la gestione dei rifiuti è diventata sempre più un problema di rilevanza nazionale che coinvolge tutti i cittadini, leamministrazioni locali, diverse realtà sociali, interessando sempre più la politica di gestione del territorio;
accertato che gli inceneritori basano il loro funzionamento sulla combustione dei rifiuti e che per questo producono quantità elevate di diossine e di altri inquinanti oltre a quantità elevate di scorie e ceneri che devono essere smaltite in discariche speciali, compito degli amministratori pubblici è quello di individuare soluzioni alternative al pericolo che deriva dall'incenerimento dei rifiuti;
recuperare energia bruciando i rifiuti, oltre ad essere dannoso per la salute, è anche uno spreco energetico ed economico; bruciare le plastiche che sono di derivazione petrolifera equivale a bruciare combustibili fossili, bruciare la carta e il cartone significa spreco di risorse (energia, acqua e foreste) che al contrario si possono risparmiare riciclando i diversi materiali cartacei. Il tutto senza contare che gli inceneritori, senza le sovvenzioni economiche della collettività, non sarebbero in grado di reggere economicamente i costi sempre più onerosi della loro gestione;
una diversa soluzione è possibile e già praticata in diverse parti d'Italia con risultati d'eccellenza, e si chiama riciclaggio e «raccolta differenziata» dei materiali. Se la raccolta differenziata porta a porta arriva anche solo al 70 per cento comporta un primo grande risultato che è quello di avere la stessa quantità di residuo prodotto dall'inceneritore senza l'aggravio delle problematiche legate a quel 30 per cento di rifiuti speciali da smaltire in apposite discariche che rischiano di produrre forti tensioni sociali con le comunità residenti nei pressi di tali discariche;
il processo di riciclaggio aprirebbe un nuovo mercato in cui nuove piccole e medie imprese «recuperano» i materiali riciclabili per rivenderli come materia prima o semilavorati alle imprese produttrici dei beni. Un mercato che si tradurrebbe anche in nuova occupazione;
al giorno d'oggi, a fronte dell'aumento della raccolta differenziata, in Italia non esiste un'industria e un mercato in grado di accogliere tutto questo prezioso materiale che, quindi, viene esportato;
grazie all'attività di recupero dei materiali di plastica si crea maggiore occupazione e al tempo stesso si favorisce la salvaguardia ambientale,

impegna il Governo

ad adottare misure volte a sostenere in particolare modo la raccolta differenziata, attraverso sovvenzionamenti statali al fine di creare maggiore occupazione e al tempo stesso favorire la salvaguardia ambientale.
9/1875/5. Rota.

La Camera,
premesso che:
l'articolo 9 del decreto in esame novella l'articolo 2, comma 137, della legge finanziaria 2008 (legge 27 dicembre 2007, n. 244) relativo alla procedura volta al riconoscimento ai termovalorizzatori del diritto agli incentivi per le fonti rinnovabili;
il comma 1117 dell'articolo 1 della legge n. 296 del 2006 (legge finanziaria 2007) prevede che i finanziamenti e gli incentivi pubblici di competenza statale finalizzati alla promozione delle fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica siano concedibili esclusivamente per la produzione di energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili, così come definite dall'articolo 2 della direttiva 2001/77/CE;
il medesimo comma ha fatto salvi i finanziamenti e gli incentivi concessi ai soli impianti già autorizzati e di cui sia stata avviata concretamente la realizzazione prima dell'entrata in vigore della disposizione stessa;
le lettere a) e b) del citato articolo 9 del decreto in esame modificano la procedura per il riconoscimento in deroga, prevista dall'articolo 2, comma 137, dellalegge n. 244 del 2007, al fine di includere, nel novero degli impianti per i quali deve essere attivata in via prioritaria la procedura, non solo quelli in costruzione, ma anche quelli entrati in esercizio fino alla data del 31 dicembre 2008, prorogando ulteriormente il termine per la conclusione della procedura stessa;
il decreto in esame intende estendere tali incentivi pubblici non solo a quelle regioni che erano in emergenza nel 2006, ma anche a quelle regioni che non hanno mai attivato la raccolta differenziata,

impegna il Governo

a monitorare gli effetti applicativi della disposizione richiamata in premessa, al fine di valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative volte a vincolare l'erogazione di incentivi pubblici, cosiddetti CIP6, solo per le regioni interessate dallo stato di emergenza nel settore dello smaltimento rifiuti dichiarato ai sensi della legge 24 febbraio 1992, n. 255.
9/1875/6. Cimadoro.

La Camera,
premesso che:
la gestione sostenibile dei rifiuti si fonda sul principio delle «quattro R» (riduzione, riuso, recupero da materia e solo dopo recupero di energia) secondo cui il recupero energetico può essere praticato solo dopo aver attuato politiche di riduzione dei rifiuti e massimizzato il recupero di materia da raccolta differenziata;
l'articolo 9, comma 1-bis, del decreto in esame prevede che, nelle more della definizione delle modalità di calcolo, la quota di produzione di energia elettrica imputabile a fonti rinnovabili riconosciuta ai fini dell'accesso ai meccanismi incentivanti sia pari al 51 per cento della produzione complessiva nei casi di impiego di rifiuti urbani a valle della raccolta e nei casi di impiego di combustibile da rifiuti ai sensi dell'articolo 183 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, prodotto esclusivamente da rifiuti urbani;
l'articolo 183 del decreto legislativo n. 152 del 2006, citato all'articolo 9, comma 1-bis del decreto in esame, definisce il combustibile da rifiuti (CDR) e il combustibile da rifiuti di qualità elevata (CDR-Q);
si è analizzato solo il rifiuto a valle della raccolta differenziata e non il CDR, né il CDR-Q (detto di qualità), per cui il 51 per cento si riferisce alla sola indagine fatta, che è quella relativa al rifiuto a valle della raccolta differenziata;
nessuna valutazione e/o studio è stato fatto per quantificare la quota biodegradabile nel CDR e nel CDR-Q; spesso chi produce il CDR dichiara la biodegradabilità, anche se non è controllabile;
c'è un sistema conosciuto ed è il C14, ovvero il carbonio proveniente dalle fonti rinnovabili: dalla lettura dei dati relativi ai fumi di combustione, si ricava la percentuale di C14, inoltre, con una semplice equazione, si risale alla percentuale di biodegradabilità del materiale prima della combustione,

impegna il Governo

ad adoperarsi per sperimentare attraverso un progetto pilota su almeno un inceneritore il C14 attraverso l'analisi dei fumi, al fine di verificare l'efficienza degli inceneritori sulla qualità dei rifiuti.
9/1875/7. Piffari.

La Camera,
premesso che:
per effetto del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, è stato avviato un processo di razionalizzazione e riduzione degli organici del personale degli Enti parco partecipati da regioni ed enti locali che comporta problemidi varia natura per tali enti tra cui un contenzioso con il personale, che si sta evolvendo in senso negativo per gli Enti parco,

impegna il Governo

a) ad affrontare il problema illustrato in premessa, anche in altro provvedimento, prevedendo che il personale in servizio negli Enti parco partecipati da regioni ed enti locali, impiegato per far fronte ai fabbisogni di tali enti, venga inquadrato esclusivamente nelle categorie per le quali è in possesso del relativo titolo di studio. A tal fine il trattamento economico assegnato ad personam dovrà essere assorbito con i successivi miglioramenti contrattuali e dovrà essere fatto salvo esclusivamente in caso di mobilità presso gli enti partecipanti;
b) a far sì che le dotazioni organiche degli Enti parco, ferma restando l'applicazione dell'articolo 74 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, possano essere rideterminate in funzione delle necessità degli enti e degli organismi costituenti e partecipanti esclusivamente nei limiti delle risorse da questi previste a tal fine nei bilanci di previsione.
9/1875/8. Germanà.

La Camera,
premesso che:
la raccolta differenziata è un anello fondamentale per una corretta politica per la gestione dei rifiuti, non solo per una concreta opportunità di riduzione della quantità complessiva di rifiuti altrimenti destinati al conferimento in discarica o all'incenerimento, ma anche per ridurre le emissioni di gas serra e risparmiare considerevoli quantità di energia;
secondo recenti studi commissionati dagli operatori del settore, incrementando del 15 per cento la raccolta differenziata per il 2020 rispetto ai livelli attuali, si potrebbe ridurre del 18 per cento l'obiettivo nazionale di riduzione delle emissioni di CO2 e far scendere i consumi energetici di 5 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, pari al 32 per cento dell'obiettivo nazionale di efficienza energetica al 2020;
dagli studi è emerso che in Italia nel corso del 2007 sono state avviate a recupero e riciclo circa 52 milioni di tonnellate di rifiuti (una cifra pari al doppio della quantità di rifiuti urbani prodotti nel nostro Paese ogni anno) con evidenti vantaggi per l'ambiente derivanti dalla riduzione dell'uso di risorse (rinnovabili e non rinnovabili), dalla riduzione dei consumi energetici e idrici e dalla riduzione delle emissioni atmosferiche legate direttamente o indirettamente ai cicli produttivi;
gli studi hanno evidenziato inoltre che l'industria del riciclo nel 2007 è cresciuta a un ritmo pari al 17,2 per cento, in netta controtendenza rispetto agli altri comparti, e tra il 2000 e il 2005 le imprese del settore sono aumentate del 13 per cento - attualmente sono circa 2.500 - e gli occupati del 47 per cento;
il riciclaggio rappresenta pertanto anche un nuovo mercato in cui nuove piccole e medie imprese recuperano i materiali riciclabili per rivenderli come materia prima o semilavorati alle imprese produttrici dei beni: un mercato che si traduce pertanto in nuova occupazione e nuove attività;
analoghe valutazioni sono emerse a seguito dell'indagine conoscitiva sull'industria del riciclo e sulla complessa realtà dei processi produttivi di lavorazione di rifiuti svolta nella scorsa legislatura dalla Commissione Ambiente della Camera che ha permesso di giungere alla consapevolezza dell'importanza crescente dell'industria del riciclo in Italia e in Europa, ma, anche, della persistenza di un'Italia «a più velocità», con un Nord dove la raccolta differenziata è quasi il doppio del Centro e ben quattro volte il Sud;
l'attuale crisi economica e la conseguente forte riduzione dei prezzi e della domanda di materie prime determina il conseguente calo del valore di mercato e della domanda delle materie prime seconde (carta, plastica, legno, metalli, ricavati dai rifiuti) creando gravi problemi all'industria del riciclo: forti difficoltà a collocare i materiali raccolti in maniera differenziata, accumulo di materiali e difficoltà logistiche relative a siti di stoccaggio per materiali che richiedono tempi più lunghi per essere avviati al riciclo,

impegna il Governo

ad adottare misure di sostegno all'industria del riciclo, sia valutando la necessità di individuare adeguate soluzioni al problema dello stoccaggio dei materiali prodotti, sia agendo in prima persona per dare piena attuazione alle disposizioni in materia di «acquisti verdi» da parte della pubblica amministrazione, che prevedono che almeno il 30 per cento dei prodotti acquistati provenga da materiale riciclato.
9/1875/9. Realacci, Mariani, Bocci, Braga, Bratti, Esposito, Ginoble, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Martella, Mastromauro, Morassut, Motta, Viola, Zamparutti.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,

impegna il Governo

ad orientare le proprie scelte in materia di gestione dei rifiuti in coerenza con il quadro normativo delineato in ambito comunitario.
9/1875/10. Esposito.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resinecessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,

impegna il Governo

ad individuare meccanismi di controllo della produzione dei rifiuti attuando il principio di internalizzazione dei costi dei rifiuti stessi, il cui onere possa essere sostenuto dal produttore e non scaricato sulla collettività.
9/1875/11. Martella.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 percento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,

impegna il Governo

a prevedere un meccanismo di etichettatura del prodotto finale, in cui indicare la quantità di emissioni di CO2 necessaria alla realizzazione del prodotto, distinguendo la parte relativa all'imballaggio.
9/1875/12. Mariani.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,

impegna il Governo

a sostenere ed incentivare tutte le azioni utili per il conseguimento degli obiettivi posti dalle direttive comunitarie, nel rispetto della gerarchia delle modalità di gestione dalle stesse indicata, che tendono alla realizzazione di un sistema produttivo senza rifiuti.
9/1875/13. Bocci.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è ilricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,

impegna il Governo

ad individuare quei prodotti che non comportano alcuna produzione di rifiuti, cosiddetti «rifiuti zero», e a considerare l'opportunità di forme di detassazione per gli stessi.
9/1875/14. Ginoble.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressivariduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,

impegna il Governo

a considerare prioritari gli interventi che conducano alla diminuzione della pericolosità dei rifiuti.
9/1875/15. Mosella.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,

impegna il Governo

a considerare prioritari gli interventi che conducano alla diminuzione della quantità dei rifiuti.
9/1875/16. Vico, Froner.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totaledei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,

impegna il Governo

a valutare la possibilità di introdurre forme di cauzione per gli elettrodomestici ingombranti, al fine di incentivarne la riconsegna presso appositi centri di raccolta ed evitare così l'abbandono incontrollato nel territorio.
9/1875/17. Iannuzzi.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,

impegna il Governo

a promuovere campagne informative che puntino al cambiamento dello stile di vita in modo tale da poter ridurre in modo significativo la produzione di rifiuti, che rappresenta la via più semplice e più economica per affrontare il problema dei rifiuti.
9/1875/18. Marantelli.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,

impegna il Governo

a prevedere un meccanismo di etichettatura del prodotto finale, in modo da specificare la quota di rifiuti pericolosi e non pericolosi che il prodotto determina.
9/1875/19. Mastromauro.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di introdurre nuovamente il principio «chi inquina paga», come previsto in principio dal «decreto Ronchi», attraverso la tariffazione della quantità di rifiuti prodotti e superando il meccanismo della tassazione forfetaria.
9/1875/20. Morassut.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,

impegna il Governo

ad implementare il meccanismo degli «acquisti verdi», attraverso la creazione di specifiche figure professionali all'interno delle amministrazioni pubbliche e delle aziende, incaricate esclusivamente della gestione dei rifiuti, affidando loro obiettivi di diminuzione dei rifiuti e di recupero di materia dagli stessi.
9/1875/21. Pompili.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largorespiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,

impegna il Governo

a promuovere le certificazioni di qualità gestionale, tra cui ISO 9000, ISO 14000 ed EMAS, o di prodotto come Ecolabel.
9/1875/22. Miotto.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressivariduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,

impegna il Governo

a realizzare sistemi informativi territoriali applicati alla gestione dei rifiuti.
9/1875/23. Farinone.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,

impegna il Governo

ad implementare i procedimenti relativi all'autorizzazione ambientale integrata per quanto riguarda gli impianti legati alla filiera dei rifiuti, con particolare riguardo alle discariche, agli inceneritori ed ai termovalorizzatori.
9/1875/24. Garavini.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziatasi è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,

impegna il Governo

a promuovere l'introduzione della distribuzione di prodotti sfusi e la reintroduzione del vuoto a rendere per alcuni prodotti.
9/1875/25. Quartiani, Motta.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,

impegna il Governo

ad incentivare, anche attraverso forme di detassazione, la produzione di beni durevoli, per i quali potrà essere prevista una specifica certificazione.
9/1875/26. Viola.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,

impegna il Governo

a promuovere forme di fornitura di servizi in alternativa all'acquisto di beni, consentendo così non solo di poter contare su economie di scala, ma anche di ridurre la produzione di numerose e meno efficienti apparecchiature a rapida obsolescenza.
9/1875/27. Luongo.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,

impegna il Governo

a rispettare le priorità individuate dal legislatore comunitario, che stabiliscono che l'eventuale ricorso a forme di recupero di energia dai rifiuti debba avvenire successivamente ed in subordine agli interventi di prevenzione e riduzione della produzione, di reimpiego e riciclaggio e di recupero di materia.
9/1875/28. Margiotta.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,

impegna il Governo

a rendere più chiaro il quadro normativo e ad individuare meccanismi di trasparenza nella gestione dei certificati verdi e nella utilizzazione delle fonti energetiche assimilate alle rinnovabili.
9/1875/29. Braga, Froner.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largorespiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,

impegna il Governo

a prevedere forme di incentivazione alle amministrazioni comunali che avviino o abbiano avviato il sistema della raccolta differenziata porta a porta che, secondo le indicazioni fornite dagli operatori del settore, rappresenta il metodo più efficiente per raggiungere percentuali significative di raccolta differenziata.
9/1875/30. Marchignoli.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 percento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,

impegna il Governo

a promuovere la diffusione di attività artigiane per il riutilizzo di oggetti o loro parti per funzioni diverse da quelle di origine.
9/1875/31. Misiani.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,

impegna il Governo

ad incentivare sistemi produttivi e di consumo che facciano leva sulla «filiera corta», tenendo conto che, al di là dei vantaggi in termini ambientali e di consumo di combustibili fossili, la riduzione delle distanze di spostamento delle merci rappresenta inevitabilmente anche una riduzione della quantità degli imballaggi, con positive ricadute sulla quantità di rifiuti prodotti.
9/1875/32. Ria.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e lanormativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese;
un ruolo fondamentale in questo processo è rivestito degli enti locali, i cui amministratori assumono una grande responsabilità per il raggiungimento degli obiettivi previsti dalla normativa,

impegna il Governo

ad adottare una politica di controllo dell'operato degli enti locali in materia di rifiuti che unisca il necessario rigore nel rispetto della normativa e nel raggiungimento degli obiettivi ad una non meno importante certezza del diritto, indicando in modo tassativo, attraverso l'adozione di ulteriori iniziative normative, le fattispecie per le quali è possibile procedere alla rimozione degli amministratori, eliminando ogni ipotesi di discrezionalità.
9/1875/33. Mazzarella.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella dirifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,

impegna il Governo

a riferire in Parlamento in merito ai costi del sistema infrastrutturale legato allo smaltimento dei rifiuti, prevedendo una ripartizione analitica e territoriale degli stessi che consenta di stabilire se e quanto incida ogni singola opzione sul costo dello smaltimento dei rifiuti, in modo da consenire mutamenti di strategia qualora dall'analisi costi benefici emergano indicazioni in tal senso.
9/1875/34. Marchi.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,

impegna il Governo

ad orientare il sistema economico verso la fornitura di servizi a minore intensità di materiali, sviluppare settori di attività che comportino l'uso di basse quantità di materiali nonché criteri di valutazione dell'efficienza dell'uso delle risorse.
9/1875/35. Nicolais.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,

impegna il Governo

ad avviare concretamente la valutazione del ciclo di vita (LCA, Life Cycle Assessment) dei prodotti, attraverso metodologie che analizzino i flussi ambientali e i potenziali impatti collegati ad ogni singolo prodotto o servizio lungo tutte le fasi del proprio ciclo di vita, dall'acquisizione delle materie prime fino allo smaltimento finale, includendo le fasi di trasformazione, distribuzione e uso, e a privilegiare merci e servizi che presentino valori sostenibili.
9/1875/36. Picierno.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 percento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
la frazione organica costituisce circa un quarto dei rifiuti urbani prodotti;
nel 2007 i compostatori italiani hanno trattato 3.500.000 tonnellate di rifiuti verdi, scarti organici e fanghi; se questi rifiuti fossero stati conferiti in discarica e non trattati, avrebbero emesso 7.000.000 di tonnellate di CO2 in atmosfera;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,

impegna il Governo

a promuovere ed incentivare la raccolta separata dei rifiuti organici e le politiche di compostaggio, che permetterebbero una consistente riduzione della quantità di rifiuti e il rafforzamento di un comparto economico ad alta valenza ambientale.
9/1875/37. Boffa.

La Camera,
premesso che:
le modifiche alla disciplina penale dei rifiuti, apportate dall'articolo 6 del decreto-legge in esame, consistono sostanzialmente in un inasprimento sanzionatorio di comportamenti già sanzionati dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, ma solo se commessi «nei territori in cui vige lo stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti». L'aggravamento delle sanzioni opera, cioè, solo per quelle condotte che siano commesse in precisi ambiti geografici del territorio dello Stato, determinati da una dichiarazione dello stato di emergenza effettuata ai sensi dell'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225;
se si può, in linea di massima, condividere in generale l'inasprimento del trattamento sanzionatorio degli illeciti ambientali, non si può condividere: che ciò avvenga solo in alcuni ambiti del territorio italiano, attraverso un procedimento legislativo che è ancora una volta emergenziale; che non prevede efficaci strumenti di prevenzione e di repressione dei comportamenti che gravemente incidono sul bene ambiente e sul diritto alla salute di tutti i cittadini; che non costituisce un efficace contrasto alla criminalità organizzata che gestisce i rifiuti pericolosi attraverso «imprese» che certamente superano gli ambiti territoriali della regione Campania,

impegna il Governo

a sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge in esame, a fornire al Parlamento, e in particolare alle Commissioni competenti, una dettagliata relazione sugli effetti dell'attuazione delle nuove norme penali.
9/1875/38. Lovelli.

La Camera,
premesso che:
le modifiche alla disciplina penale dei rifiuti, apportate dall'articolo 6 del decreto-legge in esame, consistono sostanzialmente in un inasprimento sanzionatorio di comportamenti già sanzionati dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, ma solo se commessi «nei territori in cui vige lo stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti». L'aggravamento delle sanzioni opera, cioè, solo per quelle condotte che siano commesse in precisi ambiti geografici del territorio dello Stato, determinati da una dichiarazione dello stato di emergenza effettuata ai sensi dell'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225;
se si può, in linea di massima, condividere in generale l'inasprimento del trattamento sanzionatorio degli illeciti ambientali,non si può condividere: che ciò avvenga solo in alcuni ambiti del territorio italiano, attraverso un procedimento legislativo che è ancora una volta emergenziale; che non prevede efficaci strumenti di prevenzione e di repressione dei comportamenti che gravemente incidono sul bene ambiente e sul diritto alla salute di tutti i cittadini; che non costituisce un efficace contrasto alla criminalità organizzata che gestisce i rifiuti pericolosi attraverso «imprese» che certamente superano gli ambiti territoriali della regione Campania; che non vi sia alcun coordinamento dei limiti edittali all'interno degli articoli 255 e 256 del codice ambientale per realizzare un'effettiva protezione dell'ambiente su tutto il territorio nazionale,

impegna il Governo

a sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge in esame, a fornire al Parlamento, e in particolare alle Commissioni competenti, una dettagliata relazione sugli effetti dell'attuazione delle nuove norme penali anche al fine di valutare l'opportunità di inserire e coordinare tali norme con il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 per estendere tale normativa a tutto il territorio nazionale.
9/1875/39. Cardinale.

La Camera,
premesso che:
la gestione dei rifiuti è un processo complesso che interessa direttamente e indirettamente, oltre a coloro che operano negli impianti, amministrazioni locali e popolazioni residenti;
tali processi si caratterizzano per l'esistenza di forti interessi di natura contrapposta, al punto che la condivisione dei risultati e l'interpretazione degli studi epidemiologici assume una particolare rilevanza, specie per le popolazioni insediate che richiedono una maggiore trasparenza rispetto agli effetti determinati dalla presenza sul proprio territorio di impianti di trattamento dei rifiuti;
riguardo agli impianti di incenerimento dei rifiuti urbani, l'applicazione dell'IPPC (autorizzazione integrata ambientale) ha portato alla messa a punto di linee guida che consentono di uniformare le metodologie per il controllo delle aree interne agli impianti, mentre non trova supporto allo stato attuale la richiesta di standardizzare i sistemi di monitoraggio ambientale e sanitario nelle aree circostanti;
appare opportuno promuovere un sistema di monitoraggio e di valutazione ambientale nelle aree circostanti gli inceneritori di rifiuti urbani, al fine di fornire alle amministrazioni pubbliche le indicazioni utili per la programmazione del territorio e l'eventuale mitigazione dell'impatto degli impianti esistenti, agli organismi pubblici preposti le informazioni necessarie per rendere più efficace la loro attività di controllo e tutela della salute pubblica e per indirizzare la loro attività di espressione di pareri in sede di autorizzazione a nuovi impianti o alla loro modifica, ai cittadini le maggiori evidenze con cui confrontare le preoccupazioni generate dalla presenza degli impianti stessi,

impegna il Governo

ad avviare, in collaborazione con ARPAC, ISPRA, ISS e il sistema delle Agenzie ambientali, nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, un progetto pilota di sorveglianza ambientale e sanitaria riguardo al territorio e alle popolazioni residenti negli ambiti di attività degli impianti di incenerimento, anche al fine di rendere trasparente la conoscenza dell'impatto ambientale di tali impianti.
9/1875/40. Bratti, Mariani, Braga.

La Camera,
premesso che
l'articolo 9 del decreto in esame novella l'articolo 2, comma 137 della legge 244 del 27 dicembre 2007 (Legge finanziaria 2008) sulla procedura per il riconoscimento degli incentivi per le fonti rinnovabili alla costruzione di impianti di termovalorizzazione;
le lettere a) e b) dell'articolo modificano la procedura per il riconoscimento in deroga al fine di includere, nel novero degli impianti anche quelli entrati in esercizio fino alla data del 31 dicembre 2008, prorogando ulteriormente il termine per la conclusione della procedura;
la lettera c) inoltre estende la possibilità di incentivare la costruzione degli impianti senza distinzione tra parte organica ed inorganica anche in quelle regioni che sono state dichiarate in stato di emergenza con provvedimento del Presidente del Consiglio prima della data del 2006;
pur condividendo la necessità di facilitare la costruzione di impianti di termovalorizzazione in altre aree del territorio che vivono una problematica situazione infrastrutturale con conseguenti ripercussioni sull'efficienza nella gestione integrata del ciclo dei rifiuti, appare di difficile attuazione il ricorso a strumenti di incentivazione che incidono direttamente sui costi della bolletta energetica e consequenzialmente sulle finanze dei cittadini,

impegna il Governo

a presentare al Parlamento entro 3 mesi dall'approvazione della legge una relazione dettagliata su quali siano effettivamente gli impianti che beneficeranno dell'incentivo e sull'ammontare delle quote da incentivare e delle somme ad essi relative.
9/1875/41. Libè, Compagnon.

La Camera,
premesso che:
l'articolo 2-bis del decreto in esame prevede che nelle more del funzionamento a regime dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, viene autorizzato per specifiche categorie di rifiuti classificati con relativo codice CER, lo stoccaggio e il relativo deposito presso qualsiasi area di deposito temporaneo relativamente ai rifiuti;
viene così esteso oltre i termini di legge il «deposito temporaneo» fattispecie particolare con funzione derogatoria che si pone eccezionalmente all'esterno dell'impianto autorizzatorio;
pur comprendendo la necessità dettata dall'intervento per facilitare lo smaltimento dei rifiuti accumulati la norma pone grossi dubbi e perplessità in quanto è stata utilizzata nel passato per mascherare discariche abusive «autorizzate» e in particolar modo per la possibile interferenza della criminalità organizzata nel processo di gestione;
appare opportuno quindi organizzare sistemi di controllo e sorveglianza delle aree da destinare al deposito in questione,

impegna il Governo

a prevedere misure che garantiscano il controllo delle aree individuate da utilizzare per il deposito temporaneo dei rifiuti in attesa di smaltimento, avvalendosi anche dell'ausilio delle Forze armate già impegnate nel fronteggiare l'emergenza in atto nella regione Campania, ai sensi del comma 7 dell'articolo 2 del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 123.
9/1875/42. Libè, Cera.

La Camera,
premesso che:
il decreto autorizza il sottosegretario di Stato per l'emergenza a disporre la progettazione, la realizzazione e la gestione di un impianto di termovalorizzazione per il recupero dei rifiuti già stoccati;
l'impianto si aggiungerebbe ai 4 già previsti nel piano di gestione del ciclo integrato dei rifiuti disposto dal decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90 come convertito dalla legge 14 luglio 2008, n. 123 e a quanto pare sarebbe destinato allo smaltimento delle ecoballe;
il decreto-legge 123 del 14 luglio 2008 in vigore stabilisce che per la realizzazione di un efficiente gestione del ciclo integrato della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, tale da consentire l'autosufficienza regionale a medio termine, vengano avviate le procedure per la costruzione di 3 nuovi inceneritori rispettivamente a Napoli, Salerno e Santa Maria la Fossa e, inoltre, al completamento entro il 2008 dell'impianto di Acerra, già ad oggi in fase avanzata di costruzione;
il termovalorizzatore servirebbe a smaltire le cinque milioni di tonnellate accumulate negli anni dell'emergenza e tuttora giacenti in attesa di essere avviati alla combustione e sarà posizionato nella zona a nord-ovest della Campania, area dove sono ubicati la maggior parte dei depositi di CDR;
pur rimanendo favorevoli a sostenere qualsiasi iniziativa che possa migliorare l'efficienza e la qualità del ciclo integrato dei rifiuti e favorire nel contempo la fuoriuscita dalle situazioni emergenziali nel minor tempo possibile, appare quanto meno di dubbia utilità la costruzione di un nuovo impianto di termovalorizzazione nel territorio campano al quale attribuire una destinazione d'uso già prevista per gli impianti inseriti nel recente piano predisposto dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla risoluzione dell'emergenza rifiuti nella regione Campania, e per la cui costruzione si impegnerebbero cospicue risorse finanziarie,

impegna il Governo

a presentare entro 3 mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto una relazione dettagliata al Parlamento che comprenda l'analisi sul reale ammontare delle ecoballe da avviare allo smaltimento, l'ammontare totale della capacità di utilizzo per gli impianti previsti dal decreto-legge 23 maggio 2008 n. 90 e conseguentemente se sussistano indispensabili condizioni per la messa in opera del nuovo impianto.
9/1875/43. Dionisi, Libè.

La Camera,
premesso che:
da ottobre 2007 è cessato lo stato emergenziale sul ciclo della raccolta e smaltimento dei rifiuti nella regione Calabria, come anche confermato dal sottosegretario di Stato e direttore del dipartimento di protezione civile, Guido Bertolaso, recatosi nei mesi scorsi in visita a Catanzaro per verificarne lo stato;
malgrado le ingenti risorse sia umane che economiche impegnate nel tentativo di dare una reale risoluzione all'emergenza nel territorio calabrese, tuttavia sono stati scarsissimi i risultati ottenuti nell'ottenimento di una proficua ed efficiente gestione dell'intero ciclo integrato dei rifiuti;
nonostante l'impegno e l'attenzione profuso nelle ultime gestioni commissariali per evitare ulteriori guasti ad un territorio già fortemente gravato da una situazione problematica è necessario oggi assicurare una serie di controlli e un attento monitoraggio sull'intero processo di gestione integrata del ciclo dei rifiuti;
gli ultimi fatti di cronaca che hanno messo alla luce poco chiare e limpide vicende di gestione e di illegalità diffusa nel processo sul ciclo integrato dei rifiutinella città di Crotone evidenziano ancora di più come sia imprescindibile l'attuazione del passaggio dalla gestione emergenziale a quella ordinaria, in cui ognuno deve assumersi le proprie responsabilità e non nascondere dietro la fase emergenziale una copertura su gestioni poco «attente»,

impegna il Governo

al fine di assicurare il corretto passaggio dalla fase emergenziale a quella ordinaria a valutare nel rispetto delle prerogative locali ogni opportuna iniziativa finalizzata all'attuazione di programmi di rilevazione dei dati sulla raccolta e sullo smaltimento del ciclo integrato dei rifiuti in Calabria.
9/1875/44. Tassone, Libè.

La Camera,
premesso che:
l'articolo 9 del decreto in esame novella l'articolo 2, comma 137 della legge 244 del 27 dicembre 2007 (Legge finanziaria 2008) sulla procedura per il riconoscimento degli incentivi per le fonti rinnovabili alla costruzione di impianti di termovalorizzazione e alla lettera c) estende la possibilità di incentivare con i finanziamenti e gli incentivi pubblici previsti dalla deliberazione del Comitato interministeriale prezzi n. 6 del 29 aprile 1992, gli impianti senza distinzione tra parte organica ed inorganica anche in quelle regioni che sono state dichiarate in stato di emergenza con provvedimento del Presidente del Consiglio prima della data del 2006,

impegna il Governo

ad adottare ulteriori iniziative normative volte a prevedere nella elaborazione dei bandi di gara per gli aggiudicatari delle gare per gli impianti che saranno interessati ai finanziamenti, meccanismi sanzionatori a valere sui citati contributi di cui alla delibera Cip6, in caso di ritardi nello stato di avanzamento dei lavori di realizzazione dei termovalorizzatori.
9/1875/45. Galletti, Libè.

La Camera,
premesso che:
l'articolo 2 del decreto-legge in esame autorizza i soggetti pubblici competenti, informando le competenti strutture sanitarie, con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili allo scopo a legislazione vigente, dispongono la rimozione ed il trasporto di cumuli di rifiuti, anche pericolosi, presenti su aree pubbliche o private da parte di soggetti in possesso dei necessari titoli abilitativi, anche in deroga alle procedure vigenti, ivi comprese quelle sul prelievo ed il trasporto dei rifiuti pericolosi, con l'assistenza dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Campania per assicurare adeguate condizioni di igiene a tutela della salute pubblica e dell'ambiente;
l'ampiezza delle deroghe include la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, aspetto di particolare valenza alla luce della peculiare pericolosità delle operazioni richieste ai lavoratori impiegati, stante la situazione che si è venuta a determinare nelle aree oggetto del provvedimento in questione,

impegna il Governo

a valutare gli effetti applicativi della norma al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte a garantire comunque la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, adottando ogni utile iniziativa in raccordo con ed il coinvolgimento dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali più rappresentative.
9/1875/46. Quartiani, Motta, Mariani, Realacci, Iannuzzi, Margiotta, Bocci, Braga, Martella, Marantelli, Mastromauro, Ginoble, Morassut, Bratti, Esposito, Viola, Zamparutti, Pedoto.

La Camera,
premesso che:
non sono rari gli episodi di ritrovamento in vecchie cave di rifiuti solidi urbani e speciali provenienti dalla Campania;
una di queste è sita nel comune di Coreno Ausonio in provincia di Frosinone, sottoposta a sequestro dalle autorità giudiziarie a seguito di alcuni controlli che portarono alla luce l'utilizzo della cava come discarica abusiva di rifiuti solidi urbani e speciali provenienti dalla limitrofa Campania e contenenti, dopo i primi rilievi, sostanze tossiche e nocive per la salute del territorio e della popolazione residente nell'area interessata;
questi episodi costituiscono un fatto gravissimo e pongono un ulteriore elemento di forte preoccupazione sull'efficienza nel sistema dei controlli da effettuare sul trasporto dei rifiuti provenienti dalle regioni in cui è in atto l'emergenza,

impegna il Governo:

ad attivare tutte le iniziative in suo potere per scongiurare il ripetersi di tali fenomeni, prevedendo un adeguato sistema di monitoraggio e controllo sul trasporto dei rifiuti;
ad avviare le necessarie attività di bonifica nell'aree interessate in generale e quella del comune di Coreno Ausonio in particolare al fine di tranquillizzare la popolazione residente locale.
9/1875/47.Anna Teresa Formisano.

La Camera,
premesso che:
l'articolo 9, comma 1-bis, prevede che nelle more della definizione delle modalità di calcolo, la quota di produzione di energia elettrica imputabile a fonti rinnovabili riconosciuta ai fini dell'accesso ai meccanismi incentivanti ai termovalorizzatori è pari al 51 per cento nel caso di impiego di rifiuti urbani a valle della raccolta differenziata;
è necessario che il ciclo di rifiuti si completi con meccanismi di raccolta differenziata dei rifiuti medesimi,

impegna il Governo

a considerare vincolante il rispetto degli obiettivi di raccolta differenziata di cui all'articolo 205 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, ai fini del riconoscimento ai termovalorizzatori del diritto agli incentivi per le fonti rinnovabili.
9/1875/48.Mariani, Realacci, Bocci, Braga, Bratti, Ginoble, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Martella, Mastromauro, Morassut, Motta, Viola, Zamparutti, Libè, Piffari.

La Camera,
premesso che:
il fenomeno dell'abbandono occasionale di rifiuti, con la creazione diffusa di cumuli indifferenziati di rifiuti, pericolosi, speciali e urbani e la conseguente difficoltà di rimuovere gli stessi, con inevitabili ricadute in termini di aggressione all'integrità ambientale e alla salute pubblica, contribuisce a rendere oltremodo grave una situazione che, al di là dell'emergenza nella regione Campania, presenta anche in altre zone del Paese gravi difficoltà nel funzionamento del ciclo dei rifiuti;
opportunamente, il decreto-legge n. 172 del 2008 affronta tale fenomeno prevedendo un più rigoroso trattamento sanzionatorio per condotte già vietate nel nostro ordinamento,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di estendere il complesso delle misure sanzionatorie previste per tutti i territori per i quali è statodecretato lo stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti, anche in tutti gli ambiti territoriali ottimali in cui non sia stata assicurata una raccolta differenziata dei rifiuti urbani pari alle percentuali minime di rifiuti prodotti previste dall'articolo 205 del decreto legislativo n. 152 del 2006 e dal comma 1108 dell'articolo 1 della legge n. 296 del 2006.
9/1875/49.Germanà, Gibiino, Bonciani, Stradella, Marinello.

INTERPELLANZE URGENTI

A)

Iniziative di competenza in relazione a provvedimenti di perquisizione e sequestro nei confronti di magistrati del distretto della Corte d'appello di Catanzaro disposti dalla procura della Repubblica di Salerno - n. 2-00245

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
è giunta notizia del fatto che la procura della Repubblica di Salerno ha emesso ed eseguito alcuni provvedimenti di perquisizione e sequestro nei confronti di magistrati del distretto della corte d'appello di Catanzaro;
in particolare, risulta agli interpellanti che i provvedimenti de quibus hanno raggiunto il procuratore generale, dottor Vincenzo Iannelli, i suoi sostituti, dottori Alfredo Garbati e Domenico De Lorenzo, il dottor Salvatore Murone, procuratore aggiunto ed il dottor Salvatore Curcio, sostituto delegato alla prosecuzione del procedimento denominato Poseidone dopo l'esautorazione del dottor Luigi De Magistris, originario assegnatario, allontanato da Catanzaro con provvedimento definitivo del Consiglio superiore della magistratura in ragione di una serie di illeciti, con ipotesi anche di rilevanza penale, consumati nell'esercizio della sua attività inquirente;
i magistrati salernitani ipotizzano una serie di condotte poste in essere dai magistrati di Catanzaro in violazione di legge ed in attuazione di un vero e proprio «complotto» ordito ai danni del De Magistris al fine di allontanare il magistrato dalla gestione di delicate indagini;
il provvedimento di perquisizione e sequestro, che agli interpellanti appare non sorretto in sostanza da alcuna reale motivazione, appare tendere alla delegittimazione dell'operato della procura generale di Catanzaro che dopo le contestazioni operate nei confronti del dottor De Magistris anche dopo il coinvolgimento dell'allora Presidente del Consiglio dei ministri Romano Prodi e dell'allora Ministro della giustizia Mastella, entrambi successivamente riconosciuti estranei ai fatti, aveva avuto il coraggio di operare un'avocazione delle indagini, confortata ex post, secondo gli interpellanti, dalla decisione del Consiglio superiore della magistratura che aveva verificato l'incompatibilità ambientale dell'inquirente, attesa la pendenza di un contestuale procedimento disciplinare, a carico del predetto De Magistris, proprio in dipendenza di riscontrate anomalie nella gestione delle posizioni procedimentali dei due politici ricordati;
nella sostanza, non può non sorgere il dubbio, secondo gli interpellanti, che l'effetto di un provvedimento di perquisizione di tal genere, peraltro di ben 1.500 pagine, risulti essere quello della indiscriminata delegittimazione dell'intera magistratura catanzarese e, soprattutto del Consiglio superiore della magistratura e dell'Ispettorato generale del ministero della giustizia al fine, mal celato, di attrarre tutte le indagini condotte dal De Magistris alla competenza di Salerno;
il fatto appare inaccettabile e profila uno scontro senza precedenti tra magistratidi diversi distretti con gravissimo turbamento del sereno svolgimento del «servizio giustizia» e con grave compromissione dell'affidabilità complessiva dell'ordine magistratuale -:
se corrispondano al vero le gravissime circostanze sopra richiamate e quali iniziative, nell'ambito della sua competenza, intenda assumere con urgenza al fine di recuperare il prestigio, il decoro e la credibilità di una magistratura, ad avviso degli interpellanti, sempre meno affidabile.
(2-00245)
«Laboccetta, Cicchitto, Papa, Ventucci, Lehner, Calderisi, Formichella, Mario Pepe (PdL), Iapicca, Taglialatela, Brigandì, Goisis».

B)

Intendimenti del Governo in merito all'esposizione universale che si svolgerà a Milano nel 2015 - n. 2-00242

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
il 31 marzo 2008 il Bureau international des expositions ha designato Milano quale sede per l'esposizione universale del 2015;
l'articolo 14 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, «disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria», reca disposizioni riguardanti «Expo Milano 2015»;
il comma 2 dell'articolo 14 del citato decreto-legge prevede la nomina del sindaco di Milano pro tempore, senza oneri aggiuntivi a carico del bilancio dello Stato, a commissario straordinario del Governo per l'attività preparatoria urgente;
successivamente il citato comma 2 prevede che entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto-legge, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, sentito il Presidente della regione Lombardia e sentiti i rappresentanti degli enti locali interessati, sono istituiti gli organismi per la gestione delle attività, compresa la previsione di un tavolo istituzionale per il governo complessivo degli interventi regionali e sovraregionali presieduto dal Presidente della regione Lombardia pro tempore, e sono stabiliti i criteri di ripartizione e le modalità di erogazione dei finanziamenti;
nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana n. 221 del 20 settembre 2008, è stata pubblicata una ordinanza, la n. 3704, emanata dal Presidente del Consiglio dei ministri, recante «Disposizioni urgenti di protezione civile» nella quale si cita il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 30 agosto 2007, concernente la dichiarazione dell'Expo universale 2015 quale «grande evento»;
il 22 ottobre 2008 il Presidente del Consiglio dei ministri ha firmato il proprio decreto con il quale si procede all'istituzione degli organismi per la gestione delle attività connesse allo svolgimento di Expo Milano 2015, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del 26 novembre 2008;
il dossier di candidatura, documento strategico e di riferimento, prevede che per arrivare al compimento delle infrastrutture per il sito di Expo 2015 e per quelle connesse servono circa 15 miliardi di euro;
tra le infrastrutture per Expo 2015 è previsto il potenziamento di Malpensa attraverso il raccordo tra le linee Rfi e Fnm per la connessione ferroviaria diretta tra la stazione Rfi di Rho-Pero e l'aeroporto di Malpensa e il collegamento nord Malpensa con il Sempione e Gallarate che dovrebbe essere completata nell'aprile 2015;
Il Corriere della Sera e La Stampa hanno pubblicato, il 15 settembre 2008, due articoli nei quali vengono riportateindiscrezioni sul lavoro della procura di Busto Arsizio (Varese) che ha aperto tempo fa un fascicolo, destinato a essere trasferito alla Procura distrettuale antimafia di Milano, sull'ipotesi d'infiltrazione mafiosa su Expo 2015;
secondo i giornalisti, in mano alla polizia ci sono intercettazioni e resoconti di riunioni «informali» che portano ai nomi di imprenditori e, soprattutto, di due esponenti di Forza Italia: quelli di Vincenzo Giudice, consigliere comunale a Milano e presidente della società Zincar, e di Massimilano Carioni, consigliere provinciale a Varese;
l'ipotesi investigativa è che i due amministratori fossero in contatto con Giovanni Cinque, imprenditore ritenuto legato alla cosca Arena di Isola di Capo Rizzuto, secondo quanto riportato nell'articolo la squadra mobile è arrivata a Cinque durante un'indagine sul traffico di droga nella provincia di Varese, dalla quale è nato il nuovo filone d'inchiesta tenuto finora sotto traccia: l'uomo avrebbe addirittura orientato il voto della comunità calabrese di Somma Lombardo allo scopo di far eleggere Carioni alla provincia, ad aprile 2008, elezione poi avvenuta;
sia Giudice sia Carioni negano ci sia stata alcuna attività collusiva;
a seguito degli articoli apparsi sulla stampa, agenti della Guardia di finanza su disposizione della procura di Busto Arsizio, hanno effettuato perquisizioni nelle abitazioni e negli uffici dei giornalisti Guido Ruotolo e Fiorenza Sarzanini;
secondo quanto riportato dalla stampa, il rischio infiltrazione mafiosa per la gestione, il controllo degli appalti e i contratti di Expo 2015 pare abbastanza concreto;
in data 22 luglio 2008 il Governo ha accolto come raccomandazione un ordine del giorno con il quale s'impegna a valutare l'opportunità di prevedere, già nella legge finanziaria per il 2009, maggiori finanziamenti per Milano Expo 2015 in particolar modo per l'avvio, da subito, di tutte le infrastrutture necessarie;
l'11 novembre 2008 è apparsa sulla stampa la dichiarazione del Sottosegretario Castelli che annuncia la mancanza di tre miliardi per le opere dell'Expo 2015;
il 12 novembre 2008 sulle pagine milanesi di un quotidiano nazionale è apparsa la notizia che voci che riguardano l'Expo dicono che: «L'Italia potrebbe rinunciare a ospitare l'Esposizione Universale del 2015»;
mercoledì 19 novembre 2008 presso la Commissione attività produttive della Camera dei deputati si è svolta l'audizione del Sottosegretario con delega al turismo Michela Vittoria Brambilla che alla domanda sull'Expo 2015, occasione importante dal punto di vista turistico e in considerazione del fatto che nell'audizione precedente il Sottosegretario indicava l'Expo come uno dei grandi eventi per imprimere slancio al turismo, non ha formulato nessuna risposta -:
quali siano gli intendimenti del Governo per il raggiungimento dell'obiettivo Expo 2015;
quale sia la programmazione triennale delle infrastrutture per Expo 2015 e con quale impegno finanziario e organizzativo intende svilupparle;
quali iniziative intendano attivare affinché il sistema aeroportuale di Milano, nodo importante per la Lombardia e per Milano, sia collegato pienamente in tempi rapidi, e quali iniziative intendano intraprendere per dare impulso allo sviluppo del sistema;
quale sia il ruolo della protezione civile, vista la citata ordinanza, per il raggiungimento di Expo 2015 e se sia intenzione del Governo operare in deroga alla legislazione vigente;
quali siano le risorse reali per la realizzazione di Expo 2015 e come intenda reperire ulteriori fondi alla luce delle dichiarazioni del Sottosegretario Castelli ese consideri necessario prevedere maggiori finanziamenti in particolar modo per l'avvio, da subito, di tutte le infrastrutture necessarie;
quali iniziative intenda intraprendere affinché si scongiuri la possibilità d'infiltrazione da parte di organizzazioni mafiose anche attraverso un organismo di controllo che vigili sugli appalti e i contratti di Expo 2015;
come il Governo intenda permettere al nostro Paese di sfruttare al meglio l'opportunità dell'Expo 2015 per dare slancio al turismo e quale sia il calendario degli impegni anche dal punto di vista degli investimenti infrastrutturali per il turismo.
(2-00242)
«Peluffo, Fiano, Marantelli, Binetti, Braga, Marco Carra, Codurelli, Colaninno, Colombo, Corsini, De Biasi, Duilio, Farinone, Ferrari, Lanzillotta, Letta, Lusetti, Mantini, Misiani, Mosca, Pizzetti, Pollastrini, Sanga, Maurizio Turco, Zucchi, Zaccaria, Ginefra, Pierdomenico Martino, Rossa, Rampi, Tullo».

C)

Criteri e modalità di assegnazione della cosiddetta social card - n. 2-00248

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
dopo diversi mesi di propaganda e ripetuti annunci, il 1o ottobre 2008 hanno preso il via le operazioni necessarie per ottenere la cosiddetta social card, una carta prepagata che viene ricaricata nella misura di 40 euro al mese ed è spendibile nei supermercati convenzionati (che praticheranno sconti del 10/20 per cento);
a quanto si apprende, essa potrà essere usata anche per pagare le bollette energetiche con sconti anche in questo caso del 20 per cento. È destinata a pensionati con reddito isee (indicatore della situazione economica equivalente) inferiore ai 6 mila euro (8 mila per gli over 70) e alle famiglie con reddito inferiore ai 6 mila euro e un bambino che abbia meno di tre anni;
la social card non è assegnata, però, solo in base al reddito: il richiedente deve dichiarare anche di non avere depositi bancari superiori a 15 mila euro. Inoltre, in caso si possegga anche una piccola proprietà, come un garage attiguo all'abitazione o un casolare per il deposito degli attrezzi in campagna, si può essere esclusi. Esistono, dunque, criteri particolarmente restrittivi per la sua assegnazione e le modalità di attribuzione a detta dello stesso Ministro dell'economia e delle finanze sono un po' complicate; anche se, secondo lo stesso Ministro dell'economia e delle finanze non c'erano modi diversi per attribuirla a chi ne avesse bisogno;
è fondamentale che una misura del genere operi con la massima discrezione: il sostegno nei confronti di chi ne ha bisogno deve avvenire con il totale rispetto per la dignità di ogni singolo cittadino richiedente. In uno stato sociale avanzato non può esserci spazio per l'affermazione di una cultura compassionevole di stampo «padronale», improntata alla manifestazione pubblica e pubblicizzata «delle elemosine». Uno Stato liberale avanzato, democratico e civile non può permettere la messa alla berlina del bisogno, utilizzandolo magari come strumento di propaganda. In uno Stato civile i Governi non distribuiscono ai cittadini prebende ed elemosine, ma riconoscono e sostengono politiche attive di welfare;
le modalità di assegnazione della social card sembrano, invece, contraddire il principio del rispetto e del riserbo, infatti, in tutta Italia, come detto, gli aventi diritto dovranno provare - tramite modello isee (indicatore della situazione economicaequivalente o «riccometro») - le proprie condizioni di reddito, e, proprio la compilazione del modello isee, ha scatenato la corsa nelle sedi di patronati dei caf (centri di assistenza fiscale) e dei sindacati;
nel recente passato un altro Governo Berlusconi aveva proceduto a far sì che si materializzassero in tutto il Paese, in quel caso, davanti agli uffici postali, le code di immigrati per il permesso di soggiorno, ora le file dei «poveri», mentre poco tempo fa molte famiglie italiane ricevevano la comunicazione, sempre a firma del Presidente del Consiglio dei ministri, di un bonus bebè, che però la maggioranza di loro non avrebbe potuto ottenere;
appare manifestarsi, in questo modo, nel nostro Paese una cultura di Governo improntata al «paternalismo compassionevole» ed alla bontà del «principe», un'impostazione, questa, totalmente estranea ai principi delle democrazie moderne, del liberalismo occidentale e di ogni Stato sociale contemporaneo. Si rischia l'affermazione di una cultura che tende a confondere ruolo pubblico e poteri privati in una commistione che non permette di distinguere gli uni dagli altri, assecondando anche in questo modo la formazione di una concezione di democrazia debole, neocorporativa, paternalistica ed assistenzialistica;
la social card, sempre secondo quanto dichiarato dal Ministro dell'economia e delle finanze, costerà «a regime 450 milioni di euro» l'anno e riguarderà «1.300.000 soggetti». Stiamo parlando delle fasce più deboli della popolazione, secondo quanto riportano diversi organi di stampa molti di loro sono in evidente difficoltà. Gli anziani in particolare sono smarriti. La maggioranza pensa che tutto si possa risolvere presso gli uffici postali. Dove però si deve tornare solo dopo aver ritirato il modello isee. «Ma passa l'esame solo chi ha un Isee familiare che non superi i 6.000 euro l'anno. Per i pensionati questo significa che bisogna avere la minima (circa 550 euro al mese), al massimo un modesto alloggio di proprietà (sta più sul sicuro chi è in affitto) e il conto bancario ridotto all'osso». «L'anziano solo che risiede in una casa intestata a un parente e vive con una pensione di 530 euro netti al mese non ha diritto a nulla»;
per quasi tutte le famiglie la misura della social card appare poi, sinceramente, solo un atto di propaganda, sono davvero poche quelle che possono pensare di vedersela riconosciuta: «Per quanto riguarda le famiglie con bimbi, la social card potrebbe andare anche agli evasori. Se papà, mamma e un figlio vivono con meno di 12.500 euro l'anno di reddito Isee, vuol dire che sono alla fame», come hanno sottolineato alcuni esponenti sindacali. Mentre proprio i sindacati potrebbero anche decidere di ricorrere agli avvocati perché «La carta sembrerebbe garantita solo se i piccoli sono cittadini italiani. Ciò discrimina i figli degli stranieri, ma anche questi sono bambini. Che fanno la fame, proprio come gli altri»;
agli sportelli dei centri di assistenza fiscale delle acli in tutta Italia, si stano registrando tantissime telefonate e 1.600 pratiche isee sono state avanzate nella sola giornata di giovedì 4 dicembre 2008, con un aumento del 40 per cento rispetto ai numeri del giorno precedente;
il 60 per cento dei moduli isee compilati soddisfa il requisito del reddito (rimane cioè sotto la soglia dei 6.000 euro) ma oltre la metà di questi (52 per cento) resta comunque fuori dalla partita della social card perché non soddisfa i requisiti dell'età: o i richiedenti hanno meno di 65 anni o hanno figli con più di tre anni;
la delusione è tanta, gli operatori di sportello dei centri di assistenza fiscale delle acli, in particolare nelle sedi più periferiche, raccontano la «delusione» degli anziani che erano convinti di potere accedere al sussidio e la «rassegnazione» degli stranieri regolarmente residenti che scoprono di non poter chiedere la «carta» perché non italiani;
in alcune città la social card rischia poi di essere sostanzialmente inutilizzabile, come ad esempio a Palermo. In questa città la richiesta della carta sociale ha portato a vere e proprie resse alle poste e nei centri autorizzati di assistenza fiscale dei sindacati, ma probabilmente si potrà utilizzare solo nelle catene della grande distribuzione, in qualche negozio di alimentari e quasi in nessun panificio. Infatti, la gran parte dei panifici della città non ha il bancomat e quindi non è possibile registrare pagamenti con la social card. Secondo alcuni esponenti sindacali del capoluogo siciliano: «Si tratta di una beffa, non solo per il numero esiguo di destinatari della carta, ma anche per le limitazioni all'utilizzo»;
di fronte ad una situazione che appare particolarmente confusa e rischia di diventare causa di ulteriori discriminazioni sociali nonché di un diffuso sentimento di frustrazione e delusione appare necessario intervenire al più presto riparando gli effetti di promesse che si stanno rivelando evidentemente illusorie -:
quali iniziative intenda assumere per evitare che la social card, oltre a non avere alcun effetto reale di sostegno alle fasce più deboli del Paese come pare manifestarsi, non diventi anche una sorta di strumento di discriminazione sociale;
se non ritenga necessario intervenire per rendere effettivamente utilizzabile l'importo economico previsto e se non ritenga altresì necessario chiarire meglio i criteri e le modalità di assegnazione, valutando, inoltre, l'opportunità di allargare la platea dei destinatari.
(2-00248)
«Donadi, Di Pietro, Borghesi, Evangelisti, Barbato, Cambursano, Cimadoro, Costantini, Di Giuseppe, Favia, Aniello Formisano, Giulietti, Messina, Misiti, Mura, Monai, Leoluca Orlando, Paladini, Palagiano, Palomba, Pisicchio, Porcino, Piffari, Porfidia, Razzi, Rota, Scilipoti, Zazzera».