XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di martedì 16 dicembre 2008

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 16 dicembre 2008.

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Balocchi, Berlusconi, Bindi, Bocchino, Bonaiuti, Bongiorno, Boniver, Bossi, Brambilla, Brancher, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Buttiglione, Caparini, Carfagna, Casero, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cossiga, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, Donadi, Dozzo, Fallica, Gianni Farina, Fitto, Frattini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, Guzzanti, La Russa, Leone, Lo Monte, Lucà, Lupi, Malgieri, Mantovano, Maroni, Martini, Mazzocchi, Melchiorre, Meloni, Menia, Miccichè, Migliavacca, Mura, Palumbo, Pescante, Prestigiacomo, Rigoni, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Scajola, Soro, Stefani, Stucchi, Tremonti, Urso, Vegas, Vernetti, Vietti, Vitali, Vito, Zacchera.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Balocchi, Berlusconi, Bindi, Bocchino, Bonaiuti, Bongiorno, Bossi, Brambilla, Brancher, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Buttiglione, Caparini, Carfagna, Casero, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cossiga, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, Donadi, Dozzo, Fallica, Gianni Farina, Fitto, Frattini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, Guzzanti, La Russa, Leone, Lo Monte, Lupi, Lusetti, Malgieri, Mantovano, Maroni, Martini, Mazzocchi, Melchiorre, Meloni, Menia, Miccichè, Molgora, Mura, Pescante, Prestigiacomo, Ravetto, Rigoni, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Saglia, Scajola, Soro, Stefani, Stucchi, Tremonti, Urso, Vegas, Vernetti, Vietti, Vitali, Vito, Zacchera.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

V Commissione (Bilancio):
TOMMASO FOTI: «Modifica all'articolo 77-bis, comma 8, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, per l'inclusione delle risorse, derivanti dalla cessione di azioni o quote di società e dalla vendita del patrimonio immobiliare, nel computo del saldo finanziario rilevante ai fini del patto di stabilità interno per gli enti locali» (1641) Parere delle Commissioni I, VI e VIII.

VII Commissione (Cultura):
BERTOLINI: «Incentivi per l'adozione di un abbigliamento scolastico uniforme» (1617) Parere delle Commissioni I, V e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

XII Commissione (Affari sociali):
BERTOLINI ed altri: «Disposizione sull'esercizio del diritto all'obiezione di coscienzada parte dei farmacisti e dei loro ausiliari» (1739) Parere delle Commissioni I e II.

Cancellazione dall'ordine del giorno di un disegno di legge di conversione.

In data 12 dicembre 2008 il seguente disegno di legge è stato cancellato dall'ordine del giorno, essendo decorsi i termini di conversione del relativo decreto-legge di cui all'articolo 77 della Costituzione: «Conversione in legge del decreto-legge 13 ottobre 2008, n. 157, recante ulteriori misure urgenti per garantire la stabilità del sistema creditizio» (1774).

Annunzio di una domanda di autorizzazione a eseguire la misura cautelare degli arresti domiciliari.

Con lettera pervenuta il 16 dicembre 2008, il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Potenza ha trasmesso una domanda - avanzata dal giudice per le indagini preliminari del medesimo tribunale - di autorizzazione a eseguire la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del deputato Salvatore Margiotta, nell'ambito del procedimento penale n. 648/05 RGNR. La domanda è stata assegnata alla competente Giunta per le autorizzazioni.
Copia della domanda sarà stampata e distribuita (doc. IV, n. 3).

Trasmissione dalla Corte dei conti.

La Corte dei conti - sezione del controllo sugli enti - con lettera in data 12 dicembre 2008, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria della società di navigazione marittima esercenti linee di preminente interesse nazionale Tirrenia Spa e Adriatica Spa, per l'esercizio 2003, e Tirrenia Spa con l'incorporata Adriatica Spa, per gli esercizi dal 2004 al 2007. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 57).
Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla IX Commissione (Trasporti).

Annunzio di progetti di atti comunitari e dell'Unione europea.

La Commissione europea ha inviato progetti di atti comunitari e dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi relativi al periodo dal 1° al 15 dicembre 2008.

Tali atti sono stati trasmessi alle Commissioni competenti per materia.

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

DISEGNO DI LEGGE: CONVERSIONE IN LEGGE DEL DECRETO-LEGGE 6 NOVEMBRE 2008, N. 172, RECANTE MISURE STRAORDINARIE PER FRONTEGGIARE L'EMERGENZA NEL SETTORE DELLO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI NELLA REGIONE CAMPANIA, NONCHÉ MISURE URGENTI DI TUTELA AMBIENTALE (A.C. 1875-A)

A.C. 1875-A - Ordini del giorno

ORDINI DEL GIORNO

(Non sono compresi quelli ritirati)

La Camera,
premesso che:
il decreto in esame per la prima volta prevede l'arresto per l'illecito sversamento di rifiuti nelle aree dove vige lo stato di emergenza dichiarato ai sensi delle norme sulla protezione civile;
la misura è meritoria, ma insufficiente al recupero di tutte quelle aree nelle quali per anni si è proceduto all'abbandono di rifiuti di qualsiasi tipo;
l'area della Comunità montana degli Alburni, in provincia di Salerno, è devastata da innumerevoli discariche abusive, anche di rifiuti pericolosi e speciali, stante la vicinanza con le aree della regione Campania dichiarate in emergenza;
nessun intervento è previsto dalla legislazione speciale in favore del recupero di queste aree; viceversa nel Salernitano si è proceduto ad individuare siti idonei alla realizzazione di megadiscariche presso comuni che hanno tenuto comportamenti «virtuosi» in tema di raccolta differenziata e smaltimento di rifiuti,
impegna il Governo:
a prevedere particolari misure di compensazione ambientale per i comuni del Cilento individuati come sede di discariche di rifiuti solidi urbani provenienti dal resto della regione Campania;
a prevedere finanziamenti per il recupero dei siti inquinati da discariche abusive, nonché per la valorizzazione delle risorse ambientali, dell'area della Comunità montana degli Alburni.
9/1875/1. Mario Pepe (PdL).

La Camera,
premesso che:
il decreto in esame per la prima volta prevede l'arresto per l'illecito sversamento di rifiuti nelle aree dove vige lo stato di emergenza dichiarato ai sensi delle norme sulla protezione civile;
la misura è meritoria, ma insufficiente al recupero di tutte quelle aree nelle quali per anni si è proceduto all'abbandono di rifiuti di qualsiasi tipo;
l'area della Comunità montana degli Alburni, in provincia di Salerno, è devastata da innumerevoli discariche abusive, anche di rifiuti pericolosi e speciali, stante la vicinanza con le aree della regione Campania dichiarate in emergenza;
nessun intervento è previsto dalla legislazione speciale in favore del recuperodi queste aree; viceversa nel Salernitano si è proceduto ad individuare siti idonei alla realizzazione di megadiscariche presso comuni che hanno tenuto comportamenti «virtuosi» in tema di raccolta differenziata e smaltimento di rifiuti,
impegna il Governo:
a valutare l'opportunità di prevedere particolari misure di compensazione ambientale per i comuni del Cilento individuati come sede di discariche di rifiuti solidi urbani provenienti dal resto della regione Campania;
a valutare l'opportunità di prevedere finanziamenti per il recupero dei siti inquinati da discariche abusive, nonché per la valorizzazione delle risorse ambientali, dell'area della Comunità montana degli Alburni.
9/1875/1.(Testo modificato nel corso della seduta)Mario Pepe (PdL).

La Camera,
premesso che:
il 40 per cento del peso ed il 60 per cento del volume dei rifiuti urbani è costituito da imballaggi inerti trattenendo i quali si può ridurre drasticamente il quantitativo di rifiuti da smaltire in discarica;
per quanto riguarda l'emergenza rifiuti in Campania, si continua a non attivare il compostaggio dell'organico putrescente e lo si mischia ad imballaggi inerti con la conseguenza che si inquinano anche questi con l'effetto di mandare più rifiuti in discarica e agli inceneritori;
esistono in Campania 120 aree di insediamento produttivo che, per la sola Provincia di Napoli, costituiscono spazi di circa 320 ettari attrezzati ed immediatamente disponibili per lo stoccaggio provvisorio e successivamente per realizzare impianti di compostaggio, selezione differenziata e stoccaggio di rifiuti inertizzati,
impegna il Governo
a disporre, eventualmente anche attraverso un'ordinanza commissariale:
l'obbligo per i soggetti di cui all'articolo 11, comma 7, del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 123, di trattenere gli imballaggi delle merci e di conferirli alle zone di stoccaggio provvisorie da individuare prioritariamente nelle aree industriali libere appartenenti ai consorzi industriali o ai comuni;
il termine entro cui ciascun Presidente di Amministrazione provinciale individua i lotti disponibili delle singole aree dandone comunicazione al Sottosegretario di Stato incaricato per l'emergenza rifiuti perché possa verificare la realizzabilità di piattaforme ecologiche adeguate alle aree di influenza al fine di provvedere allo stoccaggio provvisorio e successivamente alla realizzazione di impianti di compostaggio, selezione differenziata e stoccaggio di rifiuti inertizzati;
il termine entro cui avviare una campagna di informazione e di comunicazione sulla raccolta differenziata e sul sistema sanzionatorio introdotto dal provvedimento in esame.
9/1875/2. Zamparutti, Bernardini, Maurizio Turco, Mecacci, Farina Coscioni, Beltrandi.

La Camera,
premesso che:
l'articolo 3 del decreto-legge in esame dispone la rimozione, con decreto del Ministro dell'interno, del sindaco, del presidente della provincia o dei componenti dei consigli e delle giunte nel caso di inosservanza della normativa in materia di gestione di rifiuti;
tale articolo aggiunge il comma 1-bis all'articolo 142 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, prevedendo una nuova ipotesi di rimozione e sospensione degli amministratorilocali, ulteriore rispetto a quelle disposte dal comma 1 dello stesso articolo 142 del decreto legislativo n. 267 del 2000;
la disposizione scaturisce dall'esigenza di responsabilizzare maggiormente gli enti locali nei territori per i quali sia stato dichiarato lo stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti ai sensi della legge 24 febbraio 1992, n. 225;
la disposizione in questione formula in termini generici i presupposti per l'emanazione del decreto relativo alla rimozione e scaturisce dall'esigenza di responsabilizzare maggiormente gli enti locali nei territori per i quali sia stato dichiarato lo stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti;
l'articolo 3 del decreto-legge in esame consente al Ministro dell'interno, in violazione dei principi costituzionali in materia di reciproca autonomia dei diversi livelli di Governo, di rimuovere i vertici politici degli enti locali, tra l'altro anche nel caso di mancata osservanza non di leggi ma di mere ordinanze di protezione civile;
l'articolo 11 del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 123, prevede che il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all'emergenza rifiuti in Campania verifichi il raggiungimento degli obiettivi, adottando le opportune misure sostitutive, anche mediante la nomina di commissari ad acta, nei confronti delle amministrazioni che non abbiano rispettato gli obiettivi;
l'introduzione di tale dispositivo denota un fallimento della politica nella risoluzione dei problemi del Paese e in particolar modo della regione Campania,

impegna il Governo

a monitorare gli effetti applicativi della disposizione richiamata in premessa, al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte a prevedere che la rimozione degli amministratori locali avvenga esclusivamente se il mancato adempimento in materia di gestione dei rifiuti si configuri con effetti particolarmente gravi per la compatibilità dell'ecosistema locale e sia più volte reiterato nel tempo, tutto ciò al fine di non determinare il rischio di un utilizzo arbitrario della norma.
9/1875/3. Borghesi.

La Camera,
premesso che:
l'articolo 3 del decreto-legge in esame dispone la rimozione, con decreto del Ministro dell'interno, del sindaco, del presidente della provincia o dei componenti dei consigli e delle giunte nel caso di inosservanza della normativa in materia di gestione di rifiuti;
tale articolo aggiunge il comma 1-bis all'articolo 142 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, prevedendo una nuova ipotesi di rimozione e sospensione degli amministratori locali, ulteriore rispetto a quelle disposte dal comma 1 dello stesso articolo 142 del decreto legislativo n. 267 del 2000;
la disposizione scaturisce dall'esigenza di responsabilizzare maggiormente gli enti locali nei territori per i quali sia stato dichiarato lo stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti ai sensi della legge 24 febbraio 1992, n. 225;
la disposizione in questione formula in termini generici i presupposti per l'emanazione del decreto relativo alla rimozione e scaturisce dall'esigenza di responsabilizzare maggiormente gli enti locali nei territori per i quali sia stato dichiarato lo stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti;
l'articolo 3 del decreto-legge in esame consente al Ministro dell'interno, in violazione dei principi costituzionali in materia di reciproca autonomia dei diversi livelli di Governo, di rimuovere i vertici politici degli enti locali, tra l'altro anchenel caso di mancata osservanza non di leggi ma di mere ordinanze di protezione civile;
l'articolo 11 del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 123, prevede che il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega all'emergenza rifiuti in Campania verifichi il raggiungimento degli obiettivi, adottando le opportune misure sostitutive, anche mediante la nomina di commissari ad acta, nei confronti delle amministrazioni che non abbiano rispettato gli obiettivi;
l'introduzione di tale dispositivo denota un fallimento della politica nella risoluzione dei problemi del Paese e in particolar modo della regione Campania,

impegna il Governo

a monitorare gli effetti applicativi della disposizione richiamata in premessa, al fine di valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative volte a prevedere che la rimozione degli amministratori locali avvenga esclusivamente se il mancato adempimento in materia di gestione dei rifiuti si configuri con effetti particolarmente gravi per la compatibilità dell'ecosistema locale e sia più volte reiterato nel tempo, tutto ciò al fine di non determinare il rischio di un utilizzo arbitrario della norma.
9/1875/3.(Testo modificato nel corso della seduta) Borghesi.

La Camera,
premesso che:
con il comma 3 dell'articolo 5 del decreto-legge in esame, attraverso una novella all'articolo 2, comma 7-bis, del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 123, vengono ampliate le competenze del personale militare delle Forze armate impiegato nello svolgimento di compiti di sorveglianza e vigilanza del territorio;
si assiste ad un'ulteriore estensione dei compiti delle Forze armate, manifestando così la preoccupazione che si attribuiscano al personale militare ulteriori funzioni al di fuori dei suoi compiti tipici;
in questo modo, il Governo equipara l'esercito alle Forze dell'ordine rischiando di affermare una concezione debole di democrazia e lo impone a presidio degli impianti di selezione e trattamento dei rifiuti, illudendo il Paese che il problema dei rifiuti campani si possa risolvere solo attraverso l'uso e della forza;
alle già previste attività di vigilanza e protezione, il suddetto comma aggiunge, altresì, la competenza in merito al controllo sulla corretta gestione del ciclo dei rifiuti, al fine di assicurare, come sottolinea la relazione al decreto, il tempestivo recapito dei rifiuti urbani nelle discariche autorizzate;
già l'articolo 2, comma 7, del citato decreto-legge n. 90 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 123 del 2008, ha previsto il coinvolgimento e il supporto delle Forze di polizia e delle Forze armate al fine di assicurare piena effettività agli interventi ed alle iniziative occorrenti per fronteggiare l'emergenza in atto nella regione Campania,
impegna il Governo
ad adottare le opportune iniziative volte a determinare che l'impiego dei militari rimanga circoscritto alle attribuzioni derivanti dal loro stato giuridico e che il ricorso all'operato del personale militare rimanga solo a carattere eccezionale.
9/1875/4. Evangelisti, Barbato.

La Camera,
premesso che:
la gestione dei rifiuti è diventata sempre più un problema di rilevanza nazionaleche coinvolge tutti i cittadini, le amministrazioni locali, diverse realtà sociali, interessando sempre più la politica di gestione del territorio;
accertato che gli inceneritori basano il loro funzionamento sulla combustione dei rifiuti e che per questo producono quantità elevate di diossine e di altri inquinanti oltre a quantità elevate di scorie e ceneri che devono essere smaltite in discariche speciali, compito degli amministratori pubblici è quello di individuare soluzioni alternative al pericolo che deriva dall'incenerimento dei rifiuti;
recuperare energia bruciando i rifiuti, oltre ad essere dannoso per la salute, è anche uno spreco energetico ed economico; bruciare le plastiche che sono di derivazione petrolifera equivale a bruciare combustibili fossili, bruciare la carta e il cartone significa spreco di risorse (energia, acqua e foreste) che al contrario si possono risparmiare riciclando i diversi materiali cartacei. Il tutto senza contare che gli inceneritori, senza le sovvenzioni economiche della collettività, non sarebbero in grado di reggere economicamente i costi sempre più onerosi della loro gestione;
una diversa soluzione è possibile e già praticata in diverse parti d'Italia con risultati d'eccellenza, e si chiama riciclaggio e «raccolta differenziata» dei materiali. Se la raccolta differenziata porta a porta arriva anche solo al 70 per cento comporta un primo grande risultato che è quello di avere la stessa quantità di residuo prodotto dall'inceneritore senza l'aggravio delle problematiche legate a quel 30 per cento di rifiuti speciali da smaltire in apposite discariche che rischiano di produrre forti tensioni sociali con le comunità residenti nei pressi di tali discariche;
il processo di riciclaggio aprirebbe un nuovo mercato in cui nuove piccole e medie imprese «recuperano» i materiali riciclabili per rivenderli come materia prima o semilavorati alle imprese produttrici dei beni. Un mercato che si tradurrebbe anche in nuova occupazione;
al giorno d'oggi, a fronte dell'aumento della raccolta differenziata, in Italia non esiste un'industria e un mercato in grado di accogliere tutto questo prezioso materiale che, quindi, viene esportato;
grazie all'attività di recupero dei materiali di plastica si crea maggiore occupazione e al tempo stesso si favorisce la salvaguardia ambientale,
impegna il Governo
ad adottare misure volte a sostenere in particolare modo la raccolta differenziata, attraverso sovvenzionamenti statali al fine di creare maggiore occupazione e al tempo stesso favorire la salvaguardia ambientale.
9/1875/5. Rota.

La Camera,
premesso che:
la gestione dei rifiuti è diventata sempre più un problema di rilevanza nazionale che coinvolge tutti i cittadini, le amministrazioni locali, diverse realtà sociali, interessando sempre più la politica di gestione del territorio;
accertato che gli inceneritori basano il loro funzionamento sulla combustione dei rifiuti e che per questo producono quantità elevate di diossine e di altri inquinanti oltre a quantità elevate di scorie e ceneri che devono essere smaltite in discariche speciali, compito degli amministratori pubblici è quello di individuare soluzioni alternative al pericolo che deriva dall'incenerimento dei rifiuti;
recuperare energia bruciando i rifiuti, oltre ad essere dannoso per la salute, è anche uno spreco energetico ed economico; bruciare le plastiche che sono di derivazione petrolifera equivale a bruciare combustibili fossili, bruciare la carta e il cartone significa spreco di risorse (energia, acqua e foreste) che al contrario si possono risparmiare riciclando i diversi materiali cartacei. Il tutto senza contare che gli inceneritori, senza le sovvenzioni economiche della collettività, non sarebberoin grado di reggere economicamente i costi sempre più onerosi della loro gestione;
una diversa soluzione è possibile e già praticata in diverse parti d'Italia con risultati d'eccellenza, e si chiama riciclaggio e «raccolta differenziata» dei materiali. Se la raccolta differenziata porta a porta arriva anche solo al 70 per cento comporta un primo grande risultato che è quello di avere la stessa quantità di residuo prodotto dall'inceneritore senza l'aggravio delle problematiche legate a quel 30 per cento di rifiuti speciali da smaltire in apposite discariche che rischiano di produrre forti tensioni sociali con le comunità residenti nei pressi di tali discariche;
il processo di riciclaggio aprirebbe un nuovo mercato in cui nuove piccole e medie imprese «recuperano» i materiali riciclabili per rivenderli come materia prima o semilavorati alle imprese produttrici dei beni. Un mercato che si tradurrebbe anche in nuova occupazione;
al giorno d'oggi, a fronte dell'aumento della raccolta differenziata, in Italia non esiste un'industria e un mercato in grado di accogliere tutto questo prezioso materiale che, quindi, viene esportato;
grazie all'attività di recupero dei materiali di plastica si crea maggiore occupazione e al tempo stesso si favorisce la salvaguardia ambientale,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare misure volte a sostenere in particolare modo la raccolta differenziata, attraverso idonee misure al fine di creare maggiore occupazione e al tempo stesso favorire la salvaguardia ambientale.
9/1875/5.(Testo modificato nel corso della seduta) Rota.

La Camera,
premesso che:
l'articolo 9 del decreto in esame novella l'articolo 2, comma 137, della legge finanziaria 2008 (legge 27 dicembre 2007, n. 244 ) relativo alla procedura volta al riconoscimento ai termovalorizzatori del diritto agli incentivi per le fonti rinnovabili;
il comma 1117 dell'articolo 1 della legge n. 296 del 2006 (legge finanziaria 2007) prevede che i finanziamenti e gli incentivi pubblici di competenza statale finalizzati alla promozione delle fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica siano concedibili esclusivamente per la produzione di energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili, così come definite dall'articolo 2 della direttiva 2001/77/CE;
il medesimo comma ha fatto salvi i finanziamenti e gli incentivi concessi ai soli impianti già autorizzati e di cui sia stata avviata concretamente la realizzazione prima dell'entrata in vigore della disposizione stessa;
le lettere a) e b) del citato articolo 9 del decreto in esame modificano la procedura per il riconoscimento in deroga, prevista dall'articolo 2, comma 137, della legge n. 244 del 2007, al fine di includere, nel novero degli impianti per i quali deve essere attivata in via prioritaria la procedura, non solo quelli in costruzione, ma anche quelli entrati in esercizio fino alla data del 31 dicembre 2008, prorogando ulteriormente il termine per la conclusione della procedura stessa;
il decreto in esame intende estendere tali incentivi pubblici non solo a quelle regioni che erano in emergenza nel 2006, ma anche a quelle regioni che non hanno mai attivato la raccolta differenziata,
impegna il Governo
a monitorare gli effetti applicativi della disposizione richiamata in premessa, al fine di valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative volte a vincolare l'erogazione di incentivi pubblici, cosiddetti CIP6, solo per le regioni interessate dallo stato di emergenza nel settore dello smaltimento rifiuti dichiarato ai sensi della legge 24 febbraio 1992, n. 255.
9/1875/6. Cimadoro.

La Camera,
premesso che:
la gestione sostenibile dei rifiuti si fonda sul principio delle «quattro R» (riduzione, riuso, recupero da materia e solo dopo recupero di energia) secondo cui il recupero energetico può essere praticato solo dopo aver attuato politiche di riduzione dei rifiuti e massimizzato il recupero di materia da raccolta differenziata;
l'articolo 9, comma 1-bis, del decreto in esame prevede che, nelle more della definizione delle modalità di calcolo, la quota di produzione di energia elettrica imputabile a fonti rinnovabili riconosciuta ai fini dell'accesso ai meccanismi incentivanti sia pari al 51 per cento della produzione complessiva nei casi di impiego di rifiuti urbani a valle della raccolta e nei casi di impiego di combustibile da rifiuti ai sensi dell'articolo 183 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, prodotto esclusivamente da rifiuti urbani;
l'articolo 183 del decreto legislativo n. 152 del 2006, citato all'articolo 9, comma 1-bis del decreto in esame, definisce il combustibile da rifiuti (CDR) e il combustibile da rifiuti di qualità elevata (CDR-Q);
si è analizzato solo il rifiuto a valle della raccolta differenziata e non il CDR, né il CDR-Q (detto di qualità), per cui il 51 per cento si riferisce alla sola indagine fatta, che è quella relativa al rifiuto a valle della raccolta differenziata;
nessuna valutazione e/o studio è stato fatto per quantificare la quota biodegradabile nel CDR e nel CDR-Q; spesso chi produce il CDR dichiara la biodegradabilità, anche se non è controllabile;
c'è un sistema conosciuto ed è il C14, ovvero il carbonio proveniente dalle fonti rinnovabili: dalla lettura dei dati relativi ai fumi di combustione, si ricava la percentuale di C14, inoltre, con una semplice equazione, si risale alla percentuale di biodegradabilità del materiale prima della combustione,
impegna il Governo
ad adoperarsi per sperimentare attraverso un progetto pilota su almeno un inceneritore il C14 attraverso l'analisi dei fumi, al fine di verificare l'efficienza degli inceneritori sulla qualità dei rifiuti.
9/1875/7. Piffari.

La Camera,
premesso che:
la raccolta differenziata è un anello fondamentale per una corretta politica per la gestione dei rifiuti, non solo per una concreta opportunità di riduzione della quantità complessiva di rifiuti altrimenti destinati al conferimento in discarica o all'incenerimento, ma anche per ridurre le emissioni di gas serra e risparmiare considerevoli quantità di energia;
secondo recenti studi commissionati dagli operatori del settore, incrementando del 15 per cento la raccolta differenziata per il 2020 rispetto ai livelli attuali, si potrebbe ridurre del 18 per cento l'obiettivo nazionale di riduzione delle emissioni di CO2 e far scendere i consumi energetici di 5 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, pari al 32 per cento dell'obiettivo nazionale di efficienza energetica al 2020;
dagli studi è emerso che in Italia nel corso del 2007 sono state avviate a recupero e riciclo circa 52 milioni di tonnellate di rifiuti (una cifra pari al doppio della quantità di rifiuti urbani prodotti nel nostro Paese ogni anno) con evidenti vantaggi per l'ambiente derivanti dalla riduzione dell'uso di risorse (rinnovabili e non rinnovabili), dalla riduzione dei consumi energetici e idrici e dalla riduzione delle emissioni atmosferiche legate direttamente o indirettamente ai cicli produttivi;
gli studi hanno evidenziato inoltre che l'industria del riciclo nel 2007 è cresciuta a un ritmo pari al 17,2 per cento, in netta controtendenza rispetto agli altri comparti, e tra il 2000 e il 2005 le imprese del settore sono aumentate del 13 per cento - attualmente sono circa 2.500 - e gli occupati del 47 per cento;
il riciclaggio rappresenta pertanto anche un nuovo mercato in cui nuove piccole e medie imprese recuperano i materiali riciclabili per rivenderli come materia prima o semilavorati alle imprese produttrici dei beni: un mercato che si traduce pertanto in nuova occupazione e nuove attività;
analoghe valutazioni sono emerse a seguito dell'indagine conoscitiva sull'industria del riciclo e sulla complessa realtà dei processi produttivi di lavorazione di rifiuti svolta nella scorsa legislatura dalla Commissione Ambiente della Camera che ha permesso di giungere alla consapevolezza dell'importanza crescente dell'industria del riciclo in Italia e in Europa, ma, anche, della persistenza di un'Italia «a più velocità», con un Nord dove la raccolta differenziata è quasi il doppio del Centro e ben quattro volte il Sud;
l'attuale crisi economica e la conseguente forte riduzione dei prezzi e della domanda di materie prime determina il conseguente calo del valore di mercato e della domanda delle materie prime seconde (carta, plastica, legno, metalli, ricavati dai rifiuti) creando gravi problemi all'industria del riciclo: forti difficoltà a collocare i materiali raccolti in maniera differenziata, accumulo di materiali e difficoltà logistiche relative a siti di stoccaggio per materiali che richiedono tempi più lunghi per essere avviati al riciclo,

impegna il Governo

ad adottare misure di sostegno all'industria del riciclo, sia valutando la necessità di individuare adeguate soluzioni al problema dello stoccaggio dei materiali prodotti, sia agendo in prima persona per dare piena attuazione alle disposizioni in materia di «acquisti verdi» da parte della pubblica amministrazione, che prevedono che almeno il 30 per cento dei prodotti acquistati provenga da materiale riciclato.
9/1875/9. Realacci, Mariani, Bocci, Braga, Bratti, Esposito, Ginoble, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Martella, Mastromauro, Morassut, Motta, Viola, Zamparutti.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,
impegna il Governo
ad orientare le proprie scelte in materia di gestione dei rifiuti in coerenza con il quadro normativo delineato in ambito comunitario.
9/1875/10. Esposito.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,
impegna il Governo
ad individuare meccanismi di controllo della produzione dei rifiuti attuando il principio di internalizzazione dei costi dei rifiuti stessi, il cui onere possa essere sostenuto dal produttore e non scaricato sulla collettività.
9/1875/11. Martella.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e lanormativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di individuare meccanismi di controllo della produzione dei rifiuti attuando il principio di internalizzazione dei costi dei rifiuti stessi, il cui onere possa essere sostenuto dal produttore e non scaricato sulla collettività.
9/1875/11.(Testo modificato nel corso della seduta) Martella.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,
impegna il Governo
a sostenere ed incentivare tutte le azioni utili per il conseguimento degli obiettivi posti dalle direttive comunitarie, nel rispetto della gerarchia delle modalità di gestione dalle stesse indicata, che tendono alla realizzazione di un sistema produttivo senza rifiuti.
9/1875/13. Bocci.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,
impegna il Governo
a sostenere ed incentivare tutte le azioni utili per il conseguimento degli obiettivi posti dalle direttive comunitarie, nel rispetto della gerarchia delle modalità di gestione dalle stesse indicata.
9/1875/13.(Testo modificato nel corso della seduta) Bocci.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,
impegna il Governo
ad individuare quei prodotti che non comportano alcuna produzione di rifiuti, cosiddetti «rifiuti zero», e a considerare l'opportunità di forme di detassazione per gli stessi.
9/1875/14. Ginoble.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di individuare quei prodotti che non comportano alcuna produzione di rifiuti, cosiddetti «rifiuti zero», e a considerare l'opportunità di forme di detassazione per gli stessi.
9/1875/14.(Testo modificato nel corso della seduta) Ginoble.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largorespiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,
impegna il Governo
a considerare prioritari gli interventi che conducano alla diminuzione della pericolosità dei rifiuti.
9/1875/15. Mosella.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,
impegna il Governo
a considerare prioritari gli interventi che conducano alla diminuzione della quantità dei rifiuti.
9/1875/16. Vico, Froner.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,
impegna il Governo
a valutare la possibilità di introdurre forme di cauzione per gli elettrodomestici ingombranti, al fine di incentivarne la riconsegna presso appositi centri di raccolta ed evitare così l'abbandono incontrollato nel territorio.
9/1875/17. Iannuzzi.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,
impegna il Governo
a promuovere campagne informative che puntino al cambiamento dello stile di vita in modo tale da poter ridurre in modo significativo la produzione di rifiuti, che rappresenta la via più semplice e più economica per affrontare il problema dei rifiuti.
9/1875/18. Marantelli.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,
impegna il Governo
a prevedere un meccanismo di etichettatura del prodotto finale, in modo da specificare la quota di rifiuti pericolosi e non pericolosi che il prodotto determina.
9/1875/19. Mastromauro.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largorespiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di introdurre nuovamente il principio «chi inquina paga», come previsto in principio dal «decreto Ronchi», attraverso la tariffazione della quantità di rifiuti prodotti e superando il meccanismo della tassazione forfetaria.
9/1875/20. Morassut.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di caratterestrutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,
impegna il Governo
ad implementare il meccanismo degli «acquisti verdi», attraverso la creazione di specifiche figure professionali all'interno delle amministrazioni pubbliche e delle aziende, incaricate esclusivamente della gestione dei rifiuti, affidando loro obiettivi di diminuzione dei rifiuti e di recupero di materia dagli stessi.
9/1875/21. Pompili.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,
impegna il Governo
ad implementare il meccanismo degli «acquisti verdi», anche eventualmente attraverso la creazione di specifiche figure professionali all'interno delle amministrazioni pubbliche e delle aziende, incaricate esclusivamente della gestione dei rifiuti, affidando loro obiettivi di diminuzione dei rifiuti e di recupero di materia dagli stessi.
9/1875/21.(Testo modificato nel corso della seduta) Pompili.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,
impegna il Governo
a promuovere le certificazioni di qualità gestionale, tra cui ISO 9000, ISO 14000 ed EMAS, o di prodotto come Ecolabel.
9/1875/22. Miotto.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,
impegna il Governo
a realizzare sistemi informativi territoriali applicati alla gestione dei rifiuti.
9/1875/23. Farinone.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di promuovere iniziative volte a realizzare sistemi informativi territoriali applicati alla gestione dei rifiuti.
9/1875/23.(Testo modificato nel corso della seduta) Farinone.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella dirifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,
impegna il Governo
ad implementare i procedimenti relativi all'autorizzazione ambientale integrata per quanto riguarda gli impianti legati alla filiera dei rifiuti, con particolare riguardo alle discariche, agli inceneritori ed ai termovalorizzatori.
9/1875/24. Garavini.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,
impegna il Governo
a promuovere l'introduzione della distribuzione di prodotti sfusi e la reintroduzione del vuoto a rendere per alcuni prodotti.
9/1875/25. Quartiani, Motta.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentualedi raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di avviare iniziative volte a promuovere l'introduzione della distribuzione di prodotti sfusi e la reintroduzione del vuoto a rendere per alcuni prodotti.
9/1875/25.(Testo modificato nel corso della seduta)Quartiani, Motta.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,
impegna il Governo
ad incentivare, anche attraverso forme di detassazione, la produzione di beni durevoli,per i quali potrà essere prevista una specifica certificazione.
9/1875/26. Viola.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di avviare iniziative volte ad incentivare, anche attraverso forme di detassazione, la produzione di beni durevoli, per i quali potrà essere prevista una specifica certificazione.
9/1875/26.(Testo modificato nel corso della seduta) Viola.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 percento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,
impegna il Governo
a promuovere forme di fornitura di servizi in alternativa all'acquisto di beni, consentendo così non solo di poter contare su economie di scala, ma anche di ridurre la produzione di numerose e meno efficienti apparecchiature a rapida obsolescenza.
9/1875/27. Luongo.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,
impegna il Governo
a rispettare le priorità individuate dal legislatore comunitario, che stabiliscono che l'eventuale ricorso a forme di recupero di energia dai rifiuti debba avvenire successivamente ed in subordine agli interventi di prevenzione e riduzione della produzione, di reimpiego e riciclaggio e di recupero di materia.
9/1875/28. Margiotta.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largorespiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,
impegna il Governo
a rendere più chiaro il quadro normativo e ad individuare meccanismi di trasparenza nella gestione dei certificati verdi e nella utilizzazione delle fonti energetiche assimilate alle rinnovabili.
9/1875/29. Braga, Froner.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressivariduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,
impegna il Governo
a prevedere forme di incentivazione alle amministrazioni comunali che avviino o abbiano avviato il sistema della raccolta differenziata porta a porta che, secondo le indicazioni fornite dagli operatori del settore, rappresenta il metodo più efficiente per raggiungere percentuali significative di raccolta differenziata.
9/1875/30. Marchignoli.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di prevedere forme di incentivazione alle amministrazioni comunali che avviino o abbiano avviato il sistema della raccolta differenziata porta a porta che, secondo le indicazioni fornite dagli operatori del settore, rappresenta il metodo più efficiente per raggiungere percentuali significative di raccolta differenziata.
9/1875/30.(Testo modificato nel corso della seduta) Marchignoli.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,
impegna il Governo
a promuovere la diffusione di attività artigiane per il riutilizzo di oggetti o loro parti per funzioni diverse da quelle di origine.
9/1875/31. Misiani.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di avviare iniziative volte a promuovere la diffusione di attività artigiane per il riutilizzo di oggetti o loro parti per funzioni diverse da quelle di origine.
9/1875/31.(Testo modificato nel corso della seduta) Misiani.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,
impegna il Governo
ad incentivare sistemi produttivi e di consumo che facciano leva sulla «filiera corta», tenendo conto che, al di là dei vantaggi in termini ambientali e di consumo di combustibili fossili, la riduzione delle distanze di spostamento delle merci rappresenta inevitabilmente anche una riduzione della quantità degli imballaggi, con positive ricadute sulla quantità di rifiuti prodotti.
9/1875/32. Ria.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese;
un ruolo fondamentale in questo processo è rivestito degli enti locali, i cui amministratori assumono una grande responsabilità per il raggiungimento degli obiettivi previsti dalla normativa,
impegna il Governo
ad adottare una politica di controllo dell'operato degli enti locali in materia di rifiuti che unisca il necessario rigore nel rispetto della normativa e nel raggiungimento degli obiettivi ad una non meno importante certezza del diritto, indicando in modo tassativo, attraverso l'adozione di ulteriori iniziative normative, le fattispecie per le quali è possibile procedere alla rimozione degli amministratori, eliminando ogni ipotesi di discrezionalità.
9/1875/33. Mazzarella.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,
impegna il Governo
a riferire in Parlamento in merito ai costi del sistema infrastrutturale legato allo smaltimento dei rifiuti, prevedendo una ripartizione analitica e territoriale degli stessi che consenta di stabilire se e quanto incida ogni singola opzione sul costo dello smaltimento dei rifiuti, in modo da consenire mutamenti di strategia qualora dall'analisi costi benefici emergano indicazioni in tal senso.
9/1875/34. Marchi.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,
impegna il Governo
ad orientare il sistema economico verso la fornitura di servizi a minore intensità di materiali, sviluppare settori di attività che comportino l'uso di basse quantità di materiali nonché criteri di valutazione dell'efficienza dell'uso delle risorse.
9/1875/35. Nicolais.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di avviare iniziative volte ad orientare il sistema economico verso la fornitura di servizi a minore intensità di materiali, sviluppare settori di attività che comportino l'uso di basse quantità di materiali nonché criteri di valutazione dell'efficienza dell'uso delle risorse.
9/1875/35.(Testo modificato nel corso della seduta) Nicolais.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,
impegna il Governo
ad avviare concretamente la valutazione del ciclo di vita (LCA, Life Cycle Assessment) dei prodotti, attraverso metodologie che analizzino i flussi ambientali e i potenziali impatti collegati ad ogni singolo prodotto o servizio lungo tutte le fasi del proprio ciclo di vita, dall'acquisizione delle materie prime fino allo smaltimento finale, includendo le fasi di trasformazione, distribuzione e uso, e a privilegiare merci e servizi che presentino valori sostenibili.
9/1875/36. Picierno.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di unproblema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di promuovere iniziative volte ad avviare concretamente la valutazione del ciclo di vita (LCA, Life Cycle Assessment) dei prodotti, attraverso metodologie che analizzino i flussi ambientali e i potenziali impatti collegati ad ogni singolo prodotto o servizio lungo tutte le fasi del proprio ciclo di vita, dall'acquisizione delle materie prime fino allo smaltimento finale, includendo le fasi di trasformazione, distribuzione e uso, e a privilegiare merci e servizi che presentino valori sostenibili.
9/1875/36.(Testo modificato nel corso della seduta) Picierno.

La Camera,
premesso che:
il ricorso alla decretazione d'urgenza pone in evidenza la gravità di un problema che è stato evidentemente sottovalutato e che, al di là degli interventi di carattere emergenziale che si sono resi necessari, merita un'azione di più largo respiro e basata su una precisa strategia di intervento da parte del decisore politico;
una delle principali opzioni per intervenire nella gestione dei rifiuti è il ricorso alla raccolta differenziata e la normativa vigente prevede che la percentuale di raccolta differenziata si dovrà attestare almeno al 65 per cento entro il 2008;
secondo i dati recentemente diffusi dall'ISTAT sui rifiuti urbani e speciali elaborati dall'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici (APAT) risulta che nell'anno 2006 sono stati prodotti 32,5 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari a 551,8 kg per abitante, mentre la raccolta differenziata si è attestata al 25,8 per cento del totale dei rifiuti urbani raccolti, con valori significativamente diversi tra le regioni del Nord, del Centro e del Sud;
sempre secondo i dati ISTAT la produzione di rifiuti speciali è stata pari a 61,7 milioni di tonnellate, di cui il 90,2 per cento di rifiuti speciali non pericolosi e il 9,6 per cento di rifiuti speciali pericolosi;
in particolare va evidenziato che negli ultimi cinque anni la produzione complessiva di rifiuti urbani in Italia è cresciuta di quasi due milioni di tonnellate e quella pro capite di oltre 30 kg, quella di rifiuti pericolosi è cresciuta del 30 per cento, mentre la produzione di rifiuti speciali è pressoché raddoppiata negli ultimi sette anni;
la frazione organica costituisce circa un quarto dei rifiuti urbani prodotti;
nel 2007 i compostatori italiani hanno trattato 3.500.000 tonnellate di rifiuti verdi, scarti organici e fanghi; se questi rifiuti fossero stati conferiti in discarica e non trattati, avrebbero emesso 7.000.000 di tonnellate di CO2 in atmosfera;
dai dati emerge con chiarezza la necessità di adottare misure di carattere strutturale che portino alla progressiva riduzione dei costi economici ed ambientali della gestione dei rifiuti nel nostro Paese,
impegna il Governo
a promuovere ed incentivare la raccolta separata dei rifiuti organici e le politiche di compostaggio, che permetterebbero una consistente riduzione della quantità di rifiuti e il rafforzamento di un comparto economico ad alta valenza ambientale.
9/1875/37. Boffa.

La Camera,
premesso che:
le modifiche alla disciplina penale dei rifiuti, apportate dall'articolo 6 del decreto-legge in esame, consistono sostanzialmente in un inasprimento sanzionatorio di comportamenti già sanzionati dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, ma solo se commessi «nei territori in cui vige lo stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti». L'aggravamento delle sanzioni opera, cioè, solo per quelle condotte che siano commesse in precisi ambiti geografici del territorio dello Stato, determinati da una dichiarazione dello stato di emergenza effettuata ai sensi dell'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225;
se si può, in linea di massima, condividere in generale l'inasprimento del trattamento sanzionatorio degli illeciti ambientali, non si può condividere: che ciò avvenga solo in alcuni ambiti del territorio italiano, attraverso un procedimento legislativo che è ancora una volta emergenziale; che non prevede efficaci strumenti di prevenzione e di repressione dei comportamenti che gravemente incidono sul bene ambiente e sul diritto alla salute di tutti i cittadini; che non costituisce un efficace contrasto alla criminalità organizzata che gestisce i rifiuti pericolosi attraverso «imprese» che certamente superano gli ambiti territoriali della regione Campania,
impegna il Governo
a sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge in esame, a fornire al Parlamento, e in particolare alle Commissioni competenti, una dettagliata relazione sugli effetti dell'attuazione delle nuove norme penali.
9/1875/38. Lovelli.

La Camera,
premesso che:
le modifiche alla disciplina penale dei rifiuti, apportate dall'articolo 6 del decreto-legge in esame, consistono sostanzialmente in un inasprimento sanzionatorio di comportamenti già sanzionati dal decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, ma solo se commessi «nei territori in cui vige lo stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti». L'aggravamento delle sanzioni opera, cioè, solo per quelle condotte che siano commesse in precisi ambiti geografici del territorio dello Stato, determinati da una dichiarazione dello stato di emergenza effettuata ai sensi dell'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225;
se si può, in linea di massima, condividere in generale l'inasprimento del trattamento sanzionatorio degli illeciti ambientali, non si può condividere: che ciò avvenga solo in alcuni ambiti del territorio italiano, attraverso un procedimento legislativo che è ancora una volta emergenziale; che non prevede efficaci strumenti di prevenzione e di repressione dei comportamenti che gravemente incidono sul bene ambiente e sul diritto alla salute di tutti i cittadini; che non costituisce un efficace contrasto alla criminalità organizzata che gestisce i rifiuti pericolosi attraverso «imprese» che certamente superano gli ambiti territoriali della regione Campania; che non vi sia alcun coordinamento dei limiti edittali all'interno degli articoli 255 e 256 del codice ambientale per realizzare un'effettiva protezione dell'ambiente su tutto il territorio nazionale,
impegna il Governo
a sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge in esame, a fornire al Parlamento, e in particolare alle Commissioni competenti, una dettagliata relazione sugli effetti dell'attuazione delle nuove norme penali anche al fine di valutare l'opportunità di inserire e coordinare tali norme con il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 per estendere tale normativa a tutto il territorio nazionale.
9/1875/39. Cardinale.

La Camera,
premesso che:
la gestione dei rifiuti è un processo complesso che interessa direttamente e indirettamente, oltre a coloro che operano negli impianti, amministrazioni locali e popolazioni residenti;
tali processi si caratterizzano per l'esistenza di forti interessi di natura contrapposta, al punto che la condivisione dei risultati e l'interpretazione degli studi epidemiologici assume una particolare rilevanza, specie per le popolazioni insediate che richiedono una maggiore trasparenza rispetto agli effetti determinati dalla presenza sul proprio territorio di impianti di trattamento dei rifiuti;
riguardo agli impianti di incenerimento dei rifiuti urbani, l'applicazione dell'IPPC (autorizzazione integrata ambientale) ha portato alla messa a punto di linee guida che consentono di uniformare le metodologie per il controllo delle aree interne agli impianti, mentre non trova supporto allo stato attuale la richiesta di standardizzare i sistemi di monitoraggio ambientale e sanitario nelle aree circostanti;
appare opportuno promuovere un sistema di monitoraggio e di valutazione ambientale nelle aree circostanti gli inceneritori di rifiuti urbani, al fine di fornire alle amministrazioni pubbliche le indicazioni utili per la programmazione del territorio e l'eventuale mitigazione dell'impatto degli impianti esistenti, agli organismi pubblici preposti le informazioni necessarie per rendere più efficace la loro attività di controllo e tutela della salute pubblica e per indirizzare la loro attività di espressione di pareri in sede di autorizzazione a nuovi impianti o alla loro modifica, ai cittadini le maggiori evidenze con cui confrontare le preoccupazioni generate dalla presenza degli impianti stessi,
impegna il Governo
ad avviare, in collaborazione con ARPAC, ISPRA, ISS e il sistema delle Agenzie ambientali, nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, un progetto pilota di sorveglianza ambientale e sanitaria riguardo al territorio e alle popolazioni residenti negli ambiti di attività degli impianti di incenerimento, anche al fine di rendere trasparente la conoscenza dell'impatto ambientale di tali impianti.
9/1875/40. Bratti, Mariani, Braga.

La Camera,
premesso che:
l'articolo 9 del decreto in esame novella l'articolo 2, comma 137, della legge 27 dicembre 2007, n. 244, (legge finanziaria 2008) sulla procedura per il riconoscimento degli incentivi per le fonti rinnovabili alla costruzione di impianti di termovalorizzazione;
le lettere a) e b) del comma 1 del citato articolo 9 modificano la procedura per il riconoscimento in deroga al fine di includere, nel novero degli impianti anche quelli entrati in esercizio fino alla data del 31 dicembre 2008, prorogando ulteriormente il termine per la conclusione della procedura;
la lettera c) del comma 1, inoltre, estende la possibilità di incentivare la costruzione degli impianti senza distinzione tra parte organica ed inorganica anche in quelle regioni che sono state dichiarate in stato di emergenza con provvedimento del Presidente del Consiglio dei ministri prima della data del 2006;
pur condividendo la necessità di facilitare la costruzione di impianti di termovalorizzazione in altre aree del territorio che vivono una problematica situazione infrastrutturale con conseguenti ripercussioni sull'efficienza nella gestione integrata del ciclo dei rifiuti, appare di difficile attuazione il ricorso a strumenti di incentivazione che incidono direttamente sui costi della bolletta energetica e consequenzialmente sulle finanze dei cittadini,
impegna il Governo
a presentare al Parlamento, entro tre mesi dall'approvazione della legge di conversione del decreto in esame, una relazione dettagliata su quali siano effettivamente gli impianti che beneficeranno dell'incentivo e sull'ammontare delle quote da incentivare e delle somme ad essi relative.
9/1875/41. Libè, Compagnon.

La Camera,
premesso che:
l'articolo 2 del decreto in esame prevede che, nelle more del funzionamento a regime dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, sia autorizzato, per specifiche categorie di rifiuti classificati con relativo codice CER, lo stoccaggio e il relativo deposito presso qualsiasi area di deposito temporaneo relativamente ai rifiuti;
viene così esteso oltre i termini di legge il «deposito temporaneo» fattispecie particolare con funzione derogatoria che si pone eccezionalmente all'esterno dell'impianto autorizzatorio;
pur comprendendo la necessità dettata dall'intervento per facilitare lo smaltimento dei rifiuti accumulati, la norma pone grossi dubbi e perplessità in quanto è stata utilizzata nel passato per mascherare discariche abusive «autorizzate» e in particolar modo per la possibile interferenza della criminalità organizzata nel processo di gestione;
appare opportuno quindi organizzare sistemi di controllo e sorveglianza delle aree da destinare al deposito in questione,
impegna il Governo
a prevedere misure che garantiscano il controllo delle aree individuate da utilizzare per il deposito temporaneo dei rifiuti in attesa di smaltimento, avvalendosi anche dell'ausilio delle Forze armate già impegnate nel fronteggiare l'emergenza in atto nella regione Campania, ai sensi del comma 7 dell'articolo 2 del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 123.
9/1875/42. Cera, Libè.

La Camera,
premesso che:
l'articolo 2 del decreto in esame prevede che, nelle more del funzionamento a regime dello smaltimento deirifiuti nella regione Campania, sia autorizzato, per specifiche categorie di rifiuti classificati con relativo codice CER, lo stoccaggio e il relativo deposito presso qualsiasi area di deposito temporaneo relativamente ai rifiuti;
viene così esteso oltre i termini di legge il «deposito temporaneo» fattispecie particolare con funzione derogatoria che si pone eccezionalmente all'esterno dell'impianto autorizzatorio;
pur comprendendo la necessità dettata dall'intervento per facilitare lo smaltimento dei rifiuti accumulati, la norma pone grossi dubbi e perplessità in quanto è stata utilizzata nel passato per mascherare discariche abusive «autorizzate» e in particolar modo per la possibile interferenza della criminalità organizzata nel processo di gestione;
appare opportuno quindi organizzare sistemi di controllo e sorveglianza delle aree da destinare al deposito in questione,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di prevedere misure che garantiscano il controllo delle aree individuate da utilizzare per il deposito temporaneo dei rifiuti in attesa di smaltimento.
9/1875/42.(Testo modificato nel corso della seduta) Cera, Libè.

La Camera,
premesso che:
il decreto in esame autorizza il Sottosegretario di Stato per l'emergenza a disporre la progettazione, la realizzazione e la gestione di un impianto di termovalorizzazione per il recupero dei rifiuti già stoccati;
l'impianto si aggiungerebbe ai quattro già previsti nel piano di gestione del ciclo integrato dei rifiuti disposto dal decreto legge 23 maggio 2008, n. 90, convertito, con modificazione, dalla legge 14 luglio 2008, n. 123, e a quanto pare sarebbe destinato allo smaltimento delle «ecoballe»;
il citato decreto-legge n. 90, in vigore, stabilisce che per la realizzazione di un efficiente gestione del ciclo integrato della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, tale da consentire l'autosufficienza regionale a medio termine, vengano avviate le procedure per la costruzione di tre nuovi inceneritori rispettivamente a Napoli, Salerno e Santa Maria la Fossa e, inoltre, il completamento entro il 2008 dell'impianto di Acerra, già ad oggi in fase avanzata di costruzione;
il termovalorizzatore servirebbe a smaltire le cinque milioni di tonnellate accumulate negli anni dell'emergenza e tuttora giacenti in attesa di essere avviati alla combustione e sarà posizionato nella zona a Nord-Ovest della Campania, area dove è ubicata la maggior parte dei depositi di CDR;
pur rimanendo favorevoli a sostenere qualsiasi iniziativa che possa migliorare l'efficienza e la qualità del ciclo integrato dei rifiuti e favorire nel contempo la fuoriuscita dalle situazioni emergenziali nel minor tempo possibile, appare quanto meno di dubbia utilità la costruzione di un nuovo impianto di termovalorizzazione nel territorio campano al quale attribuire una destinazione d'uso già prevista per gli impianti inseriti nel recente piano predisposto dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla risoluzione dell'emergenza rifiuti nella regione Campania, e per la cui costruzione si impegnerebbero cospicue risorse finanziarie,
impegna il Governo
a presentare entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto una relazione dettagliata al Parlamento che comprenda l'analisi sul reale ammontare delle «ecoballe» da avviare allo smaltimento e sull'ammontare totale della capacità di utilizzo per gliimpianti previsti dal decreto legge 23 maggio 2008, n. 90, e conseguentemente se sussistano indispensabili condizioni per la messa in opera del nuovo impianto.
9/1875/43. Dionisi, Libè.

La Camera,
premesso che:
da ottobre 2007 è cessato lo stato emergenziale sul ciclo della raccolta e smaltimento dei rifiuti nella regione Calabria, come anche confermato dal Sottosegretario di Stato e Direttore del Dipartimento di protezione civile, Guido Bertolaso, recatosi nei mesi scorsi in visita a Catanzaro per verificarne lo stato;
malgrado le ingenti risorse sia umane che economiche impegnate nel tentativo di dare una reale risoluzione all'emergenza nel territorio calabrese, tuttavia sono stati scarsissimi i risultati ottenuti nell'ottenimento di una proficua ed efficiente gestione dell'intero ciclo integrato dei rifiuti;
nonostante l'impegno e l'attenzione profuso nelle ultime gestioni commissariali per evitare ulteriori guasti ad un territorio già fortemente gravato da una situazione problematica è necessario oggi assicurare una serie di controlli e un attento monitoraggio sull'intero processo di gestione integrata del ciclo dei rifiuti,
gli ultimi fatti di cronaca che hanno messo in luce poco chiare e limpide vicende di gestione e di illegalità diffusa nel processo sul ciclo integrato dei rifiuti nella città di Crotone evidenziano ancora di più come sia imprescindibile l'attuazione del passaggio dalla gestione emergenziale a quella ordinaria, in cui ognuno deve assumersi le proprie responsabilità e non nascondere dietro la fase emergenziale una copertura su gestioni poco «attente»,
impegna il Governo
al fine di assicurare il corretto passaggio dalla fase emergenziale a quella ordinaria, a valutare, nel rispetto delle prerogative locali, ogni opportuna iniziativa finalizzata all'attuazione di programmi di rilevazione dei dati sulla raccolta e sullo smaltimento del ciclo integrato dei rifiuti in Calabria.
9/1875/44. Tassone, Libè.

La Camera,
premesso che:
l'articolo 9 del decreto in esame novella l'articolo 2, comma 137, della legge 27 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria 2008), sulla procedura per il riconoscimento degli incentivi per le fonti rinnovabili alla costruzione di impianti di termovalorizzazione e alla lettera c) del comma 1 estende la possibilità di incentivare con i finanziamenti e gli incentivi pubblici previsti dalla deliberazione del Comitato interministeriale prezzi n. 6 del 29 aprile 1992, gli impianti senza distinzione tra parte organica ed inorganica anche in quelle regioni che sono state dichiarate in stato di emergenza con provvedimento del Presidente del Consiglio prima della data del 2006,
impegna il Governo
ad adottare ulteriori iniziative normative volte prevedere, nell'elaborazione dei bandi di gara per gli aggiudicatari delle gare per gli impianti che saranno interessati ai finanziamenti, meccanismi sanzionatori a valere sui citati contributi di cui alla delibera CIP6, in caso di ritardi nello stato di avanzamento dei lavori di realizzazione dei termovalorizzatori.
9/1875/45. Galletti, Libè.

La Camera,
premesso che:
l'articolo 9 del decreto in esame novella l'articolo 2, comma 137, della legge 27 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria 2008), sulla procedura per il riconoscimento degli incentivi per le fonti rinnovabili alla costruzione di impianti di termovalorizzazione e alla lettera c) delcomma 1 estende la possibilità di incentivare con i finanziamenti e gli incentivi pubblici previsti dalla deliberazione del Comitato interministeriale prezzi n. 6 del 29 aprile 1992, gli impianti senza distinzione tra parte organica ed inorganica anche in quelle regioni che sono state dichiarate in stato di emergenza con provvedimento del Presidente del Consiglio prima della data del 2006,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative volte prevedere, nell'elaborazione dei bandi di gara per gli aggiudicatari delle gare per gli impianti che saranno interessati ai finanziamenti, meccanismi sanzionatori, in caso di ritardi nello stato di avanzamento dei lavori di realizzazione dei termovalorizzatori.
9/1875/45.(Testo modificato nel corso della seduta) Galletti, Libè.

La Camera,
premesso che:
l'articolo 2 del decreto-legge in esame autorizza i soggetti pubblici competenti, informando le competenti strutture sanitarie, con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili allo scopo a legislazione vigente, a disporre la rimozione ed il trasporto di cumuli di rifiuti, anche pericolosi, presenti su aree pubbliche o private da parte di soggetti in possesso dei necessari titoli abilitativi, anche in deroga alle procedure vigenti, ivi comprese quelle sul prelievo ed il trasporto dei rifiuti pericolosi, con l'assistenza dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Campania per assicurare adeguate condizioni di igiene a tutela della salute pubblica e dell'ambiente;
l'ampiezza delle deroghe include la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, aspetto di particolare valenza alla luce della peculiare pericolosità delle operazioni richieste ai lavoratori impiegati, stante la situazione che si è venuta a determinare nelle aree oggetto del provvedimento in questione,
impegna il Governo
a valutare gli effetti applicativi della norma al fine di adottare ulteriori iniziative normative volte a garantire comunque la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, adottando ogni utile iniziativa in raccordo con ed il coinvolgimento dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali più rappresentative.
9/1875/46. Motta, Mariani, Realacci, Iannuzzi, Margiotta, Bocci, Braga, Martelli, Marantelli, Mastromauro, Ginoble, Morassut, Bratti, Esposito, Viola, Zamparutti, Pedoto.

La Camera,
premesso che:
l'articolo 2 del decreto-legge in esame autorizza i soggetti pubblici competenti, informando le competenti strutture sanitarie, con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili allo scopo a legislazione vigente, a disporre la rimozione ed il trasporto di cumuli di rifiuti, anche pericolosi, presenti su aree pubbliche o private da parte di soggetti in possesso dei necessari titoli abilitativi, anche in deroga alle procedure vigenti, ivi comprese quelle sul prelievo ed il trasporto dei rifiuti pericolosi, con l'assistenza dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Campania per assicurare adeguate condizioni di igiene a tutela della salute pubblica e dell'ambiente;
l'ampiezza delle deroghe include la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, aspetto di particolare valenza alla luce della peculiare pericolosità delle operazioni richieste ai lavoratori impiegati, stante la situazione che si è venuta a determinare nelle aree oggetto del provvedimento in questione,
impegna il Governo
a valutare gli effetti applicativi della norma verificando eventualmente l'opportunità di adottare ulteriori iniziative normative volte a garantire comunque la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro.
9/1875/46.(Testo modificato nel corso della seduta) Motta, Quartiani, Mariani, Realacci, Iannuzzi, Margiotta, Bocci, Braga, Martelli, Marantelli, Mastromauro, Ginoble, Morassut, Bratti, Esposito, Viola, Zamparutti.

La Camera,
premesso che:
non sono rari gli episodi di ritrovamento in vecchie cave di rifiuti solidi urbani e speciali provenienti dalla Campania;
una di queste è sita nel comune di Coreno Ausonio in provincia di Frosinone, sottoposta a sequestro dalle autorità giudiziarie a seguito di alcuni controlli che portarono alla luce l'utilizzo della cava come discarica abusiva di rifiuti solidi urbani e speciali provenienti dalla limitrofa Campania e contenenti, dopo i primi rilievi, sostanze tossiche e nocive per la salute del territorio e della popolazione residente nell'area interessata;
questi episodi costituiscono un fatto gravissimo e pongono un ulteriore elemento di forte preoccupazione sull'efficienza nel sistema dei controlli da effettuare sul trasporto dei rifiuti provenienti dalle regioni in cui è in atto l'emergenza,
impegna il Governo:
ad attivare tutte le iniziative in suo potere per scongiurare il ripetersi di tali fenomeni, prevedendo un adeguato sistema di monitoraggio e controllo sul trasporto dei rifiuti;
ad avviare le necessarie attività di bonifica nelle aree interessate in generale e quella del comune di di Coreno Ausonio, in particolare al fine di tranquillizzare la popolazione residente locale.
9/1875/47. Anna Teresa Formisano.

La Camera,
premesso che:
non sono rari gli episodi di ritrovamento in vecchie cave di rifiuti solidi urbani e speciali provenienti dalla Campania;
una di queste è sita nel comune di Coreno Ausonio in provincia di Frosinone, sottoposta a sequestro dalle autorità giudiziarie a seguito di alcuni controlli che portarono alla luce l'utilizzo della cava come discarica abusiva di rifiuti solidi urbani e speciali provenienti dalla limitrofa Campania e contenenti, dopo i primi rilievi, sostanze tossiche e nocive per la salute del territorio e della popolazione residente nell'area interessata;
questi episodi costituiscono un fatto gravissimo e pongono un ulteriore elemento di forte preoccupazione sull'efficienza nel sistema dei controlli da effettuare sul trasporto dei rifiuti provenienti dalle regioni in cui è in atto l'emergenza,
impegna il Governo
ad attivare tutte le iniziative in suo potere per scongiurare il ripetersi di tali fenomeni, prevedendo un adeguato sistema di monitoraggio e controllo sul trasporto dei rifiuti.
9/1875/47.(Testo modificato nel corso della seduta) Anna Teresa Formisano.

La Camera,
premesso che:
l'articolo 9, comma 1-bis, prevede che nelle more della definizione delle modalità di calcolo, la quota di produzione di energia elettrica imputabile a fonti rinnovabili riconosciuta ai fini dell'accesso ai meccanismi incentivanti ai termovalorizzatori è pari al 51 per cento nel caso di impiego di rifiuti urbani a valle della raccolta differenziata;
è necessario che il ciclo di rifiuti si completi con meccanismi di raccolta differenziata dei rifiuti medesimi,
impegna il Governo
a considerare vincolante il rispetto degli obiettivi di raccolta differenziata di cui all'articolo 205 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, ai fini del riconoscimento ai termovalorizzatori del diritto agli incentivi per le fonti rinnovabili.
9/1875/48. Mariani, Realacci, Bocci, Braga, Bratti, Ginoble, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Martella, Mastromauro, Morassut, Motta, Viola, Zamparutti, Libè, Piffari.

La Camera,
premesso che:
il fenomeno dell'abbandono occasionale di rifiuti, con la creazione diffusa di cumuli indifferenziati di rifiuti, pericolosi, speciali e urbani e la conseguente difficoltà di rimuovere gli stessi, con inevitabili ricadute in termini di aggressione all'integrità ambientale e alla salute pubblica, contribuisce a rendere oltremodo grave una situazione che, al di là dell'emergenza nella regione Campania, presenta anche in altre zone del Paese gravi difficoltà nel funzionamento del ciclo dei rifiuti;
opportunamente il decreto-legge in esame affronta tale fenomeno prevedendo un più rigoroso trattamento sanzionatorio per condotte già vietate nel nostro ordinamento,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di estendere il complesso delle misure sanzionatone previste per tutti i territori per i quali è stato decretato lo stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti, anche in tutti gli ambiti territoriali ottimali in cui non sia stata assicurata una raccolta differenziata dei rifiuti urbani pari alle percentuali minime di rifiuti prodotti previste dall'articolo 205 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e dal comma 1108 dell'articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296.
9/1875/49. Germanà, Gibiino, Bonciani, Stradella, Marinello.

DISEGNO DI LEGGE: S. 1152 - CONVERSIONE IN LEGGE, CON MODIFICAZIONI, DEL DECRETO-LEGGE 23 OTTOBRE 2008, N. 162, RECANTE INTERVENTI URGENTI IN MATERIA DI ADEGUAMENTO DEI PREZZI DI MATERIALI DA COSTRUZIONE, DI SOSTEGNO AI SETTORI DELL'AUTOTRASPORTO, DELL'AGRICOLTURA E DELLA PESCA PROFESSIONALE, NONCHÉ DI FINANZIAMENTO DELLE OPERE PER IL G8 E DEFINIZIONE DEGLI ADEMPIMENTI TRIBUTARI PER LE REGIONI MARCHE ED UMBRIA, COLPITE DAGLI EVENTI SISMICI DEL 1997 (APPROVATO DAL SENATO) (A.C. 1936)

A.C. 1936 - Parere della I Commissione

PARERE DELLA I COMMISSIONE SULLE PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

PARERE CONTRARIO

sull'emendamento 1.4. Misiti e, limitatamente al comma 5-quater, sugli emendamenti 3.12 e 3.13 Fiorio.

NULLA OSTA

sui restanti emendamenti ed articoli aggiuntivi contenuti nel fascicolo n. 1.

ULTERIORE PARERE DELLA I COMMISSIONE

NULLA OSTA

sugli emendamenti 1.100, 1.101, 2.100, 2-bis.100, 2-quinquies.100, 3-bis.100, nonché sugli emendamenti 1.102, 1.103 e 3.100 delle Commissioni.

A.C. 1936 - Parere della V Commissione

PARERE DELLA V COMMISSIONE SUL TESTO DEL PROVVEDIMENTO E SULLE PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

Sul testo del provvedimento:

PARERE FAVOREVOLE

con la seguente condizione, volta a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione:
all'articolo 3, comma 2, al secondo periodo sostituire le parole: 3 milioni di euro per l'anno 2009 con le seguenti: 10 milioni di euro per l'anno 2009 e le parole: 9 milioni di curo per l'anno 2009 con le seguenti: 10 milioni di euro per l'anno 2009.

Conseguentemente, al medesimo comma, terzo periodo, sostituire le parole: di 15 milioni di euro per l'anno 2009, di 18 milioni di euro per l'anno 2010 e di 3 milioni di euro per l'anno 2011 con le seguenti: di 8,3 milioni di euro per l'anno2009, di 18,3 milioni di euro per l'anno 2010 e di 3,3 milioni di euro per l'anno 2011;

sugli emendamenti trasmessi dall'Assemblea (fascicolo n. 1) non identici ad emendamenti già considerati inammissibili dalle Commissioni di merito:

PARERE CONTRARIO

sugli emendamenti 1.1, 1.3, 1.4, 1.5, 1.8, 1.9, 1.10. 1.11, 1.20, 1-bis.1, 1-bis.20, 2.4, 2.5, 2.10, 2.11, 3.2, 3.3, 3.4, 3.5, 3.6, 3.7, 3.8, 3.10, 3.11, 3.12, 3.13, 3.20, 3.21 in quanto suscettibili di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica privi di idonea quantificazione e copertura;

NULLA OSTA

sui restanti emendamenti.

ULTERIORE PARERE DELLA V COMMISSIONE

PARERE FAVOREVOLE

Sull'emendamento 3.100 con la seguente condizione, volta a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione:
Le parole da:
«Le disposizioni» fino a «integrazioni.» siano sostituite dalle seguenti: «Le disposizioni di cui al comma 2 si applicano ai soggetti privati e, in deroga all'articolo 6, comma 1-bis, del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 dicembre 2006, n. 290, limitatamente ai pagamenti relativi a contributi previdenziali, assistenziali e assicurativi, ai soggetti pubblici che hanno usufruito della sospensione prevista dall'articolo 13 dell'ordinanza del ministro dell'interno, delegato per il coordinamento della protezione civile n. 2668 del 28 settembre 1997 e successive proroghe ed integrazioni. Al relativo onere, pari a 2 milioni di euro per l'anno 2008 e a 3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009 e 2010 si provvede mediante riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 61, comma 1, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, relativa al Fondo per le aree sottoutilizzate, per un importo di 6 milioni di euro per l'anno 2008 e di 3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009 e 2010.

NULLA OSTA

sugli emendamenti 1.102, 1.103, 1.105, 1.106 e 2.101 delle Commissioni.

PARERE CONTRARIO

sul subemendamento Bocci 0.2.101.1.

A.C. 1936 - Articolo unico

ARTICOLO UNICO DEL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO APPROVATO DAL SENATO

ART. 1

1. Il decreto-legge 23 ottobre 2008, n. 162, recante interventi urgenti in materia di adeguamento dei prezzi di materiali da costruzione, di sostegno ai settori dell'autotrasporto, dell'agricoltura e della pesca professionale, nonché di finanziamento delle opere per il G8 e definizione degli adempimenti tributari per le regioni Marche ed Umbria, colpite dagli eventi sismici del 1997, è convertito in legge con le modificazioni riportate in allegato alla presente legge.
2. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

ARTICOLI DEL DECRETO-LEGGE NEL TESTO DEL GOVERNO

Art. 1.
(Disposizioni in materia di adeguamento dei prezzi).

1. Per fronteggiare gli aumenti repentini dei prezzi di alcuni materiali da costruzione verificatisi nell'anno 2008, in deroga a quanto previsto dall'articolo 133, commi 4, 5, 6 e 6-bis, del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e successive modificazioni, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti rileva entro il 31 gennaio 2009, con proprio decreto, le variazioni percentuali su base annuale, in aumento o in diminuzione, superiori all'otto per cento, relative all'anno 2008, dei singoli prezzi dei materiali da costruzione più significativi.
2. Per i materiali da costruzione di cui al comma 1, si fa luogo a compensazioni, in aumento o in diminuzione, nei limiti di cui ai commi 8, 9 e 10.
3. La compensazione è determinata applicando la percentuale di variazione che eccede l'otto per cento al prezzo dei singoli materiali da costruzione di cui al comma 1, impiegati nelle lavorazioni eseguite e contabilizzate nell'anno 2008, nelle quantità accertate dal direttore dei lavori.
4. Per variazioni in aumento, a pena di decadenza, l'appaltatore presenta alla stazione appaltante l'istanza di compensazione entro trenta giorni dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del decreto ministeriale di cui al comma 1. Per variazioni in diminuzione, la procedura è avviata d'ufficio dalla stazione appaltante, entro trenta giorni dalla predetta data; il responsabile del procedimento accetta con proprio provvedimento il credito della stazione appaltante e procede ad eventuali recuperi.
5. Per variazioni in aumento, le disposizioni di cui ai commi 2, 3 e 4 non si applicano qualora il responsabile del procedimento abbia accertato, rispetto al cronoprogramma, un ritardo nell'andamento dei lavori addebitabile all'appaltatore.
6. Le disposizioni dei commi da 2 a 5 non si applicano per i materiali da costruzione oggetto di pagamento ai sensi dell'articolo 133, comma 1-bis, del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e successive modificazioni.
7. Per le variazioni percentuali, in aumento o in diminuzione, dei singoli prezzi dei materiali da costruzione più significativi, precedenti all'anno 2008, già rilevate dai decreti ministeriali adottati ai sensi dell'articolo 133, comma 6, del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e successive modificazioni, continua ad applicarsi la disciplina di cui al medesimo articolo 133, commi 4 e 5.
8. Alle compensazioni si fa fronte nei limiti delle risorse e con le modalità indicate all'articolo 133, comma 7, del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e successive modificazioni.
9. In caso di insufficienza delle risorse di cui al comma 8, le compensazioni in aumento sono riconosciute dalle amministrazioni aggiudicatrici nei limiti della rimodulazione dei lavori e delle relative risorse presenti nell'elenco annuale di cui all'articolo 128 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e successive modificazioni. A tale fine le amministrazioni aggiudicatrici provvedono ad aggiornare gli elenchi annuali a decorrere dalla programmazione triennale 2009-2011.
10. Per i soggetti tenuti all'applicazione del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e successive modificazioni, ad esclusione dei soggetti di cui all'articolo 142, comma 4, del citato decreto legislativo n. 163 del 2006 per i lavori realizzati ovvero affidati dagli stessi, in caso di insufficienza delle risorse di cui ai commi 8 e 9, alla copertura degli oneri si provvede, fino alla concorrenza dell'importo di 300 milioni di euro, con le modalità di cui al comma 11.
11. Per le finalità di cui al comma 10, nello stato di previsione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti è istituitoun Fondo per l'adeguamento prezzi con una dotazione di 300 milioni di euro per l'anno 2009. Al relativo onere si provvede mediante riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 61, comma 1, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, relativa al Fondo per le aree sottoutilizzate, per un importo di 900 milioni di euro per l'anno 2009, al fine di compensare gli effetti sui saldi di finanza pubblica. Il fondo di cui all'articolo 6, comma 2, del decreto-legge 7 ottobre 2008, n. 154, è contestualmente incrementato, in termini di sola cassa, di 300 milioni di euro per ciascuno degli anni 2010 e 2011. Con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti sono stabilite le modalità di utilizzo del Fondo per l'adeguamento prezzi, garantendo la parità di accesso per la piccola, media e grande impresa di costruzione, nonché la proporzionalità, per gli aventi diritto, nell'assegnazione delle risorse.

Art. 2.
(Disposizioni in materia di agricoltura, pesca professionale e autotrasporto).

1. Il comma 2 dell'articolo 9 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, è sostituito dal seguente:
«2. Per fronteggiare la grave crisi dei settori dell'agricoltura, della pesca professionale e dell'autotrasporto, conseguente all'aumento dei prezzi dei prodotti petroliferi, sono disposte apposite misure di sostegno di natura patrimoniale e finanziaria nel rispetto dei vincoli posti dalla normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato, volte a consentire il mantenimento dei livelli di competitività, con decreti dei Ministri delle infrastrutture e dei trasporti e delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico e con il Ministro dell'economia e delle finanze, da adottarsi entro il 15 novembre 2008. Entro il successivo 30 novembre 2008 sono definite le procedure di attuazione delle misure di cui sopra, attraverso l'emanazione di appositi bandi. Agli oneri connessi all'attuazione di tali misure si provvede nel limite di 230 milioni di euro con le risorse dell'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa S.p.A., giacenti fuori dalla Tesoreria statale, che, a tale scopo e per tale importo, sono rese immediatamente indisponibili per essere successivamente versate all'entrata del bilancio dello Stato, per la conseguente riassegnazione alle pertinenti unità previsionali di base del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, per 200 milioni di euro, e del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, per l'importo di 30 milioni di euro, ed utilizzate entro il 31 dicembre 2008».
2. Il comma 3 dell'articolo 9 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, è abrogato.

Art. 3.
(Interventi in materia di protezione civile).

1. È autorizzata, in favore della regione Sardegna, la spesa di 233 milioni di euro per fare fronte alla realizzazione delle opere contenute nel piano del grande evento relativo alla Presidenza italiana del G8, di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in data 21 settembre 2007, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 222 del 24 settembre 2007, a valere sulle risorse del Fondo per le aree sottoutilizzate di cui all'articolo 61 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, di cui:
a) 18,266 milioni rivenienti dalle somme relative alle delibere CIPE 22 dicembre 2006, n. 165, e 22 dicembre 2006, n. 179, pubblicate, rispettivamente, nella Gazzetta Ufficiale n. 94 del 24 aprile 2007 e n. 118 del 23 maggio 2007, di applicazione delle sanzioni sulle assegnazioni alla regione Sardegna ex delibere CIPE 36/2002 e 17/2003;
b) 103,690 milioni derivanti dalle assegnazioni alla regione Sardegna ex delibera CIPE 20/2004, non impegnate nei termini prescritti dalla delibera CIPE 22 marzo 2006, n. 14, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 256 del 3 novembre 2006;
c) 111,044 milioni nell'ambito delle risorse destinate alla regione Sardegna dalla delibera CIPE 21 dicembre 2007, n. 166, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 123 del 13 maggio 2008, per la realizzazione di programmi strategici di interesse regionale.

2. Al fine di effettuare la definizione della propria posizione ai sensi dell'articolo 2, comma 109, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e dell'articolo 2, comma 1, del decreto-legge 8 aprile 2008, n. 61, convertito dalla legge 6 giugno 2008, n. 103, i soggetti interessati corrispondono l'ammontare dovuto per ciascun tributo o contributo, ovvero, per ciascun carico iscritto a ruolo, oggetto delle sospensioni ivi indicate, al netto dei versamenti già eseguiti, ridotto al quaranta per cento, in centoventi rate mensili di pari importo da versare entro il giorno 16 di ciascun mese a decorrere da gennaio 2009. Al relativo onere, pari a 15 milioni di euro per l'anno 2008, si provvede mediante riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 61, comma 1, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, relativa al Fondo per le aree sottoutilizzate, per un importo di 45 milioni di euro per l'anno 2008, al fine di compensare gli effetti sui saldi di finanza pubblica. Il fondo di cui all'articolo 6, comma 2, del decreto-legge 7 ottobre 2008, n. 154, è incrementato di 15 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009 e 2010 in termini di sola cassa.
3. I medesimi soggetti, entro la stessa data del 16 gennaio 2009, effettuano gli adempimenti tributari, diversi dai versamenti, non eseguiti per effetto delle sospensioni citate dalle disposizioni legislative indicate al comma 2, con le modalità stabilite con provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle entrate. I contribuenti che, ai sensi dell'articolo 14 dell'ordinanza del Ministro dell'interno n. 2668 del 28 settembre 1997, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 228 del 30 settembre 1997, hanno chiesto la sospensione della effettuazione delle ritenute alla fonte si avvalgono della definizione, effettuando direttamente il versamento dell'importo dovuto alle scadenze e con le modalità previste dal presente articolo.
4. Il mancato versamento delle somme dovute per la definizione, entro le scadenze previste dal comma 2, non determina l'inefficacia della definizione stessa. In tale caso si applicano le sanzioni e gli interessi previsti dalle vigenti disposizioni in materia di mancato o tardivo versamento delle imposte e dei contributi previdenziali, assistenziali ed assicurativi. Per il recupero delle somme non corrisposte alle prescritte scadenze si applicano le disposizioni dell'articolo 14 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602, e dell'articolo 24 del decreto legislativo 26 febbraio 1999, n. 46. Per le somme iscritte a ruolo, oggetto della sospensione, il mancato versamento alle prescritte scadenze comporta la riscossione coattiva delle rate non pagate.
5. I soggetti che si avvalgono della definizione tributaria comunicano, con apposito modello, da approvarsi con provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle entrate, le modalità ed i dati relativi alla definizione. Nel medesimo provvedimento è stabilito anche il termine di presentazione del modello.

Art. 4.
(Entrata in vigore).

1. Il presente decreto entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.

A.C. 1936 - Modificazioni

MODIFICAZIONI APPORTATE DAL SENATO

All'articolo 1:

al comma 1, le parole: «su base annuale» sono sostituite dalle seguenti: «su base semestrale»;
il comma 3 è sostituito dal seguente:
«3. La compensazione è determinata applicando alle quantità dei singoli materiali impiegati nelle lavorazioni eseguite e contabilizzate dal direttore dei lavori nell'anno 2008 le variazioni in aumento o in diminuzione dei relativi prezzi rilevate dal decreto ministeriale di cui al comma 1 con riferimento alla data dell'offerta, eccedenti l'8 per cento se riferite esclusivamente all'anno 2008 ed eccedenti il 10 per cento complessivo se riferite a più anni»;
il comma 5 è sostituito dal seguente:
«5. Per gli adeguamenti dei prezzi in aumento, qualora il collaudatore, in caso di collaudo in corso d'opera, ovvero il responsabile del procedimento, riscontri, rispetto al cronoprogramma, un ritardo nell'andamento dei lavori addebitabile all'impresa esecutrice, l'applicazione delle disposizioni di cui ai commi 2, 3 e 4 è subordinata alla costituzione, da parte dell'appaltatore, di garanzia fideiussoria bancaria o assicurativa pari all'importo dell'adeguamento. La garanzia è escussa nel caso di mancata restituzione delle somme indebitamente corrisposte, laddove l'imputabilità del ritardo all'impresa risulti definitivamente accertata dal collaudatore ovvero dal responsabile del procedimento»;
il comma 7 è sostituito dal seguente:
«7. Per le lavorazioni eseguite e contabilizzate negli anni precedenti l'anno 2008, restano ferme le variazioni rilevate dai decreti ministeriali adottati ai sensi dell'articolo 133, comma 6, del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e successive modificazioni»;
al comma 10, dopo le parole: «300 milioni di euro,» sono inserite le seguenti: «che costituisce tetto massimo di spesa,»;
dopo il comma 10 è inserito il seguente:
«10-bis. Ai fini della applicazione della disciplina di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, non rientrano negli elenchi degli organismi e delle categorie di organismi di diritto pubblico gli enti di cui al decreto legislativo 17 maggio 1999, n. 153, e gli enti trasformati in associazioni o in fondazioni, sotto la condizione di non usufruire di finanziamenti pubblici o altri ausili pubblici di carattere finanziario, di cui all'articolo 1 del decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, fatte salve le misure di pubblicità sugli appalti di lavori, servizi e forniture».

Dopo l'articolo 1 sono inseriti i seguenti:
«Art. 1-bis. - (Esigenze indifferibili). - 1. All'articolo 1, comma 1020, secondo periodo, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, dopo la parola: "destina" è inserita la seguente: "prioritariamente" e dopo la parola: "concessionari" sono inserite le seguenti: "fino alla concorrenza dei relativi costi, ivi compresa la corresponsione di contributi alle concessionarie,".
Art. 1-ter. - (Disposizioni in materia di arbitrati). - 1. I termini di cui all'articolo 15 del decreto-legge 31 dicembre 2007, n. 248, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2008, n. 31, già differiti dall'articolo 4-bis, comma 12, del decreto-legge 3 giugno 2008, n. 97, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 agosto 2008, n. 129, fino al 31 dicembre 2008, sono ulteriormente differiti al 30 marzo 2009».

All'articolo 2, dopo il comma 2 sono aggiunti i seguenti:
«2-bis. Per le inderogabili esigenze conseguenti all'attuazione del comma 1, nonchéal fine di potenziare l'azione di tutela e valorizzazione del sistema agroalimentare italiano, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali è autorizzato ad assumere, in deroga alla normativa vigente, i vincitori e gli idonei dei concorsi conclusi alla data del 31 dicembre 2006, per un numero complessivo massimo fino a 68 unità, nei limiti di un importo massimo fino a 100.000 euro per l'anno 2008 e di un importo massimo a regime di 3 milioni di euro a decorrere dall'anno 2009. Al relativo onere si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 5, comma 3-ter, del decreto-legge 1o ottobre 2005, n. 202, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 novembre 2005, n. 244. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con proprio decreto, le occorrenti variazioni di bilancio.
2-ter. Al fine di rafforzare la tutela e la competitività dei prodotti a denominazione protetta per fronteggiare la grave crisi del settore agricolo, con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, previa intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, sono stabiliti i criteri per la fissazione dell'importo del contributo di ammissione che i soggetti appartenenti alla categoria dei "produttori ed utilizzatori", al momento della loro immissione nel sistema di controllo, sono tenuti a versare ai consorzi di tutela delle singole produzioni DOP e IGP riconosciuti ai sensi dell'articolo 53 della legge 24 aprile 1998, n. 128, e successive modificazioni.
2-quater. Al fine di fronteggiare la crisi del settore agricolo, all'articolo 9 del decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 185, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 1 è premesso il seguente:
"01. Le agevolazioni di cui al presente capo sono concedibili su tutto il territorio nazionale nel rispetto di quanto previsto dalla normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato per il settore agricolo e per quello della trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli";
b) al comma 1, le parole: "al familiare" sono soppresse;
c) dopo il comma 2 è inserito il seguente:
"2-bis. Le società subentranti devono essere amministrate da un giovane imprenditore agricolo e devono essere prevalentemente composte da soggetti di età compresa tra i 18 e i 39 anni che abbiano la maggioranza assoluta numerica e delle quote di partecipazione"».

Dopo l'articolo 2 sono inseriti i seguenti:
«Art. 2-bis. - (Disposizioni relative al trasporto di veicoli). - 1. All'articolo 99 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, dopo il comma 1 sono inseriti i seguenti:
"1-bis. Alle fabbriche costruttrici di veicoli a motore e di rimorchi è consentito, direttamente o avvalendosi di altri soggetti abilitati, per il tramite di veicoli nuovi di categoria N o O provvisti del foglio di via e della targa provvisoria per recarsi ai transiti di confine per l'esportazione, il trasporto di altri veicoli nuovi di fabbrica destinati anch'essi alla medesima finalità.
1-ter. È consentito ai veicoli a motore e rimorchi di categoria N o O, muniti di foglio di via e targa provvisoria per partecipare a riviste prescritte dall'autorità militare, a mostre o a fiere autorizzate di veicoli nuovi ed usati, di trasportare altri veicoli o loro parti, anch'essi destinati alle medesime finalità".

2. Il comma 4-bis dell'articolo 98 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, è abrogato.
Art. 2-ter. - (Disposizioni in materia di trasporto ferroviario in concessione). - 1. Al fine di assicurare la continuità dell'erogazione del servizio pubblico di trasporto esercitato in regime di concessione, nell'allegato A del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133,recante "Disposizioni abrogate ex articolo 24", il numero 2071, relativo alla legge 3 febbraio 1965, n. 14, è abrogato.

Art. 2-quater. - (Modifiche al decreto legislativo 21 novembre 2005, n. 284). - 1. Al decreto legislativo 21 novembre 2005, n. 284, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all'articolo 6, la lettera h) del comma 1 e il comma 12 sono abrogati;
b) all'articolo 7, comma 2, nel primo periodo, le parole: "e per le sezioni regionali, anche al fine di assicurare il necessario coordinamento con i Comitati regionali per l'Albo degli autotrasportatori, di cui all'articolo 11" e l'ultimo periodo sono soppressi;
c) all'articolo 9, comma 2, la lettera b) è abrogata;
d) l'articolo 11 è abrogato;
e) all'articolo 12, comma 2, l'ultimo periodo è soppresso.

Art. 2-quinquies. - (Modifica all'articolo 83-bis del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112). - 1. All'articolo 83-bis, comma 8, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, le parole: "Qualora il contratto di trasporto sia stipulato in forma scritta, l'azione del vettore si prescrive in un anno ai sensi dell'articolo 2951 del codice civile" sono soppresse».

All'articolo 3:
al comma 1, lettera
a), le parole: «24 aprile» sono sostituite dalle seguenti: «23 aprile»;

al comma 1, lettera c), le parole: «nella Gazzetta Ufficiale n. 123» sono sostituite dalle seguenti: «nel supplemento ordinario n. 123 alla Gazzetta Ufficiale n. 111»;
al comma 2:
al primo periodo, le parole: «gennaio 2009» sono sostituite dalle seguenti: «giugno 2009»;
al secondo periodo, dopo le parole: «pari a 15 milioni di euro per l'anno 2008» sono inserite le seguenti: «e a 3 milioni di euro per l'anno 2009» e dopo le parole: «per un importo di 45 milioni di euro per l'anno 2008» sono inserite le seguenti: «e di 9 milioni di euro per l'anno 2009»;
al terzo periodo, le parole: «per ciascuno degli anni 2009 e 2010 in termini di sola cassa» sono sostituite dalle seguenti: «per l'anno 2009, di 18 milioni di euro per l'anno 2010 e di 3 milioni di euro per l'anno 2011 in termini di sola cassa».

Dopo l'articolo 3 sono inseriti i seguenti:
«Art. 3-bis. - (Disposizioni in tema di imprese in amministrazione straordinaria). - 1. All'articolo 56 del decreto legislativo 8 luglio 1999, n. 270, dopo il comma 3 è aggiunto il seguente:
"3-bis. Le operazioni di cui ai commi 1 e 2 effettuate in attuazione dell'articolo 27 non costituiscono comunque trasferimento di azienda, di ramo o di parti dell'azienda ai sensi dell'articolo 2112 del codice civile".

Art. 3-ter. - (Interpretazione autentica). - 1. Il secondo periodo dell'articolo 20, comma 4, della legge 9 gennaio 1991, n. 9, si interpreta nel senso che le forniture di energia elettrica ivi previste sono erogate, ai sensi dell'articolo 4 della legge 7 agosto 1982, n. 529, in misura decrescente nei sei anni successivi secondo decrementi annuali calcolati in progressione aritmetica».

A.C. 1936 - Proposte emendative

PROPOSTE EMENDATIVE RIFERITE AGLI ARTICOLI DEL DECRETO-LEGGE

ART. 1.
(Disposizioni in materia di adeguamento dei prezzi).

Sopprimerlo.
1. 1. Libè, Compagnon.

Al comma 1, dopo le parole: e dei trasporti aggiungere le seguenti:, previo parere dell'Autorità di vigilanza dei lavori pubblici,
1. 2. Margiotta, Mariani, Realacci, Bocci, Braga, Bratti, Esposito, Ginoble, Iannuzzi, Marantelli, Martella, Mastromauro, Morassut, Motta, Viola, Zamparutti.

Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:
1-bis. Le maggiori eventuali spese sostenute dagli enti locali a fronte dell'adeguamento dei prezzi in aumento, di cui al comma 1, non sono conteggiate, per gli anni del triennio 2009-2011 ai fini del calcolo del saldo finanziario di cui all'articolo 77-bis, comma 5, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008, n. 133.
1. 3. Montagnoli.

Dopo il comma 2, aggiungere il seguente:
2-bis. Con riferimento alle variazioni che eccedono l'8 per cento relativamente al solo anno 2008, e fino al limite massimo dell'1 per cento, la metà delle risorse delle compensazioni di cui ai commi 1 e 2 confluisce in un apposito Fondo istituito presso il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, finalizzato ad iniziative e interventi per la sicurezza nei luoghi di lavoro.
1. 4. Misiti, Piffari, Favia, Scilipoti.

Sopprimere i commi 10 e 11.
1. 5. Misiti, Piffari, Favia, Scilipoti.

Dopo il comma 10, aggiungere il seguente:
10.1. Nell'ambito delle risorse di cui al comma 10, entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, con decreto del ministro delle infrastrutture e dei trasporti di concerto con il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sono definite misure volte a compensare gli effetti derivanti dalla riduzione dei prezzi dei materiali da costruzione provenienti dal riciclo del legno e della plastica.
1. 105.Le Commissioni.
(Approvato)

Sopprimere il comma 10-bis.
1. 6. Misiti, Piffari, Favia, Scilipoti.

Al comma 10-bis, dopo le parole: di cui all'articolo l del decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, aggiungere le seguenti: e di cui al decreto legislativo 10 febbraio 1996, n. 103,
1. 100. Le Commissioni.
(Approvato)

Dopo il comma 10-bis, aggiungere il seguente:
10-ter. Allo scopo di fronteggiare la crisi nel settore delle opere pubbliche e al fine di incentivare la progettualità delle amministrazioni aggiudicatrici, sono adottate le seguenti misure:
a) all'articolo 92, comma 5, del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e successive modificazioni, il quarto periodo è sostituito dal seguente: «La corresponsione dell'incentivo è disposta dal dirigente preposto alla struttura competente, previo accertamento positivo delle specifiche attività svolte dai predetti dipendenti; le quote parti dell'incentivo corrispondenti a prestazioni non svolte dai medesimi dipendenti, in quanto affidate a personale esterno all'organico dell'amministrazione medesima, ovvero prive del predetto accertamento, costituiscono economie»;
b) il comma 8 dell'articolo 61 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, è abrogato.
1. 102. Le Commissioni.
(Inammissibile)

Dopo il comma 10-bis, aggiungere il seguente:
10-ter. Allo scopo di fronteggiare la crisi nel settore delle opere pubbliche e al fine di incentivare la progettualità delle amministrazioni aggiudicatrici, sono adottate le seguenti misure:
a) all'articolo 92, comma 5, del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e successive modificazioni, il quarto periodo è sostituito dal seguente: «La corresponsione dell'incentivo è disposta dal dirigente preposto alla struttura competente, previo accertamento positivo delle specifiche attività svolte dai predetti dipendenti; limitatamente alle attività di progettazione, l'incentivo corrisposto al singolo dipendente non può superare l'importo del rispettivo trattamento economico complessivo annuo lordo; le quote parti dell'incentivo corrispondenti a prestazioni non svolte dal medesimi dipendenti, in quanto affidate a personale esterno all'organico dell'amministrazione medesima, ovvero prive del predetto accertamento, costituiscono economie»;
b) il comma 8 dell'articolo 61 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, è abrogato.
1. 106.Le Commissioni.
(Approvato)

Dopo il comma 10-bis, aggiungere il seguente:
10-ter. Allo scopo di fronteggiare la crisi nel settore delle opere pubbliche e al fine di semplificare le procedure d'appalto per i lavori sottosoglia, all'articolo 122 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e successive modificazioni, dopo il comma 7 è inserito il seguente:
«7-bis. I lavori di importo complessivo pari o superiore a 100.000 euro e inferiore a 500.000 euro possono essere affidati dalle stazioni appaltanti, a cura del responsabile del procedimento, nel rispetto dei principi di non discriminazione, parità di trattamento, proporzionalità e trasparenza, e secondo la procedura prevista dall'articolo 57, comma 6; l'invito è rivolto ad almeno cinque soggetti, se sussistono in tale numero aspiranti idonei».
1. 103. Le Commissioni.
(Approvato)

Al comma 11, primo periodo, sostituire le parole da: nello stato di previsione fino alla fine del comma con le seguenti: per l'anno 2009, l'aliquota del 5,5 per cento di cui al comma 16 dell'articolo 81 decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, è aumentata al 6,5 per cento.
1. 20. Misiti, Piffari, Favia, Scilipoti.

Al comma 11, sostituire il secondo e il terzo periodo con i seguenti: Alla copertura degli oneri di cui al primo periodo si provvede attraverso corrispondente riduzione, in maniera lineare, degli stanziamenti di parte corrente relativi alle autorizzazioni di spesa come determinate dalla Tabella C della legge 24 dicembre 2007, n 244, per l'anno 2008, per un importo pari a 300 milioni di euro. Il Ministro dell'economia è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
1. 8. Lo Monte, Belcastro, Commercio, Iannacone, Latteri, Lombardo, Milo, Sardelli.

Al comma 11, secondo periodo, sostituire le parole: riduzione dell'autorizzazione dispesa di cui all'articolo 61, comma 1, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, relativa al Fondo per le aree sottoutilizzate con le seguenti: corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2009-2011, nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2009.
1. 9. Margiotta, Iannuzzi.

Al comma 11, sopprimere il terzo periodo.
1. 10. Misiti, Piffari, Favia, Scilipoti.

Al comma 11, terzo periodo, sostituire le parole: di cui all'articolo 6, comma 2, del decreto-legge 7 ottobre 2008, n. 154, con le seguenti: di cui all'articolo 1, comma 511, della legge 27 dicembre 2006, n. 296,
1. 11. Misiti, Piffari, Favia, Scilipoti.

Aggiungere, in fine, il seguente comma:

11-bis. Le disposizioni dei commi da l a 6, da 8 a 10 e 11 si applicano anche ai contratti di lavori affidati nei settori speciali di cui alla parte III del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, e successive modificazioni, ad esclusione degli affidamenti per i quali sia già previsto contrattualmente un meccanismo di adeguamento dei prezzi. Per le lavorazioni eseguite e contabilizzate negli anni precedenti l'anno 2008, resta fermo quanto contrattualmente previsto.
1. 101. Le Commissioni.
(Approvato)

ART. 1-bis.
(Esigenze indifferibili).

Al comma 1, aggiungere, in fine le parole:; le rimanenti somme sono destinate dall'ANAS ad interventi infrastrutturali da realizzare nei territori interessati dall'autostrada di riferimento.
1-bis. 1. Montagnoli, Guido Dussin, Lanzarin, Togni.

Al comma 1, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Al medesimo comma 1020, dopo il secondo periodo, è aggiunto il seguente: «Le risorse non utilizzate per le finalità di cui al precedente periodo sono utilizzate per investimenti destinati alla manutenzione e alla sicurezza stradale».
1-bis. 20. Misiti, Piffari, Favia, Scilipoti.

ART. 1-ter.
(Disposizioni in materia di arbitrati).

Sopprimerlo.
*1-ter. 1. Misiti, Piffari, Favia, Scilipoti.

Sopprimerlo.
*1-ter. 2. Mariani, Realacci, Bocci, Braga, Bratti, Esposito, Ginoble, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Martella, Mastromauro, Morassut, Motta, Viola, Zamparutti.

Dopo l'articolo 1-ter, aggiungere il seguente:
Art. 1-quater. - (Disposizioni in materia di appalti). - 1. Allo scopo di fronteggiare la crisi nel settore delle opere pubbliche e semplificare le procedure d'appalto per i lavori sottosoglia, all'articolo 122 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, come modificato dal decreto legislativo 11 settembre 2008, n. 152, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) il comma 7 è sostituito dal seguente:
«7. La procedura negoziata è ammessa, oltre che nei casi di cui agli articoli 56 e57, anche per i lavori di importo complessivo non superiore a 500.000 euro, con invito rivolto ad almeno 5 soggetti, ovvero di importo complessivo non superiore a 750.000 euro, con invito rivolto ad almeno 10 soggetti»;
b) il comma 8 è sostituito dal seguente:
«8. Le disposizioni di cui all'articolo 32, comma 1, lettera g), non si applicano alle opere di urbanizzazione, di valore inferiore alla soglia di cui all'articolo 28, comma l, lettera c), previste all'interno di piani attuativi.»

2. Allo scopo di incentivare la progettualità degli enti locali, il comma 8 dell'articolo 61 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, è soppresso.
1-ter. 02. Guido Dussin, Lanzarin, Togni.
(Inammissibile)

ART. 2.
(Disposizioni in materia di agricoltura, pesca professionale e autotrasporto).

Al comma 1, capoverso, primo periodo, sostituire le parole da: di natura patrimoniale fino alla fine del capoverso con le seguenti: al credito ed agli investimenti nel rispetto dei vincoli posti dalla normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato, volte a consentire il mantenimento dei livelli di competitività, con decreti dei Ministri delle infrastrutture e dei trasporti e delle politiche agricole alimentari e forestali, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico e con il Ministro dell'economia e delle finanze, da adottare entro il 15 gennaio 2009. Entro il 31 gennaio 2009 sono definite le procedure di attuazione delle misure di cui sopra, attraverso l'emanazione di appositi bandi. Agli oneri connessi all'attuazione di tali misure si provvede nel limite di 230 milioni di euro con le risorse dell'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa S.p.A., giacenti fuori dalla Tesoreria statale, che, a tale scopo e per tale importo, sono rese immediatamente indisponibili per essere versate, nell'anno 2009, entro il 15 gennaio, all'entrata del bilancio dello Stato, per la conseguente riassegnazione alle pertinenti unità previsionali di base del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, per 200 milioni di euro, di cui 15 milioni destinati al completamento degli interventi di cui all'articolo 2, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 27 settembre 2007, n. 227, e del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, per l'importo di 30 milioni di euro, ed utilizzate entro e non oltre il 31 marzo 2009.
2. 100. Le Commissioni.
(Approvato)

Al comma 1, capoverso, primo periodo, sostituire le parole: 15 novembre 2008 con le seguenti: 15 dicembre 2008.

Conseguentemente, al medesimo capoverso, secondo periodo, sostituire le parole: 30 novembre 2008 con le seguenti: 31 dicembre 2008.
2. 2. Zucchi, Oliverio, Agostini, Sani, Brandolini, Marco Carra, Cenni, Cuomo, Dal Moro, Fiorio, Lusetti, Marrocu, Mario Pepe (PD), Servodio, Trappolino.

Al comma 1, capoverso, ultimo periodo, sostituire le parole: 200 milioni di euro con le seguenti: 180 milioni di euro.
2. 3. Ruvolo, Naro, Libè, Compagnon.

Al comma 1, capoverso, ultimo periodo, sostituire le parole: 30 milioni di euro con le seguenti: 50 milioni di euro.
2. 4. Ruvolo, Naro, Libè, Compagnon.

Al comma 1, capoverso, ultimo periodo, sostituire le parole: 31 dicembre 2008 con le seguenti: 30 giugno 2009.
2. 5. Ruvolo, Naro, Libè, Compagnon.

Dopo il comma 1, aggiungere i seguenti:
1-bis. Al fine di favorire l'integrazione di filiera del sistema ittico e il rafforzamento dei distretti di pesca nelle aree sottoutilizzate, il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, nel rispetto della programmazione regionale, promuove, nel limite finanziario complessivo fissato con deliberazione del CIPE in attuazione della legge 27 dicembre 2002, n. 289, contratti di filiera e di distretto a rilevanza nazionale con gli operatori delle filiere, ivi comprese le forme associate, finalizzati alla realizzazione di programmi di investimenti aventi carattere interprofessionale, in coerenza con gli orientamenti comunitari in materia di aiuti di Stato nel settore della pesca.
1-ter. I criteri, le modalità e le procedure per l'attuazione delle iniziative di cui al comma 1 sono definiti con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto.
2. 6. Oliverio, Zucchi, Agostini, Sani, Brandolini, Marco Carra, Cenni, Cuomo, Dal Moro, Fiorio, Lusetti, Marrocu, Mario Pepe (PD), Servodio, Trappolino.
(Inammissibile)

Dopo il comma 1, aggiungere i seguenti:
1-bis. All'articolo 10, comma 1-bis, del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 226, le parole: «anno 2004» sono sostituite dalle seguenti: «anno 2009».
1-ter. Destinatari dell'intervento sono i soggetti di cui al comma 3, articolo 4, del decreto legislativo 26 maggio 2004 n. 154, per la realizzazione di programmi finalizzati al raggiungimento degli obiettivi di cui ai punti d), e), g) e h) del comma 1 del medesimo articolo.
2. 7. Zucchi, Oliverio, Agostini, Sani, Brandolini, Marco Carra, Cenni, Cuomo, Dal Moro, Fiorio, Lusetti, Marrocu, Mario Pepe (PD), Servodio, Trappolino.
(Inammissibile)

Al comma 2-bis, primo periodo, sostituire le parole da: per un numero complessivo fino a: 3 milioni di euro con le seguenti: nei limiti di un importo massimo fino a 150.000 euro per l'anno 2008 e di un importo massimo a regime di 4 milioni di euro.
2. 10. Ruvolo, Naro, Libè, Compagnon.

Al comma 2-ter, aggiungere, in fine, il seguente periodo: Tale contributo per gli anni 2009 e 2010 è a totale carico dello Stato.
2. 11. Ruvolo, Naro, Libè, Compagnon.

Al comma 2-quater, lettera c), capoverso, sostituire le parole: la maggioranza assoluta numerica e delle quote di partecipazione con le seguenti: anche la maggioranza relativa del pacchetto azionario.
2. 13. Ruvolo, Naro, Libè, Compagnon.

All'emendamento 2.101 delle Commissioni, primo periodo, sostituire le parole: fino al 31 marzo 2009 con le seguenti: fino al 31 dicembre 2009.
0.2.101.1. Bocci, Servodio, Olivieri, Zucchi, Quartiani.

Aggiungere, infine, il seguente comma:
2-quinquies. Le agevolazioni contributive previste dall'articolo 9, commi 5, 5-bis e 5-ter della legge 11 marzo 1988, n. 67, e successive modificazioni, si applicano, fino al 31 marzo 2009, nei territori montani particolarmente svantaggiati e nelle zone agricole svantaggiate, nelle misure determinate dall'articolo 01, comma 2, del decreto-legge 10 gennaio 2006, n. 2, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 marzo 2006, n. 81. All'onere derivante dalla presente disposizione pari a 51,5 milioni di euro per l'anno 2009, si provvede mediante corrispondente riduzione delle seguenti autorizzazioni di spesa recate dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296: articolo 1, comma 289, quanto a 7,6 milioni di euro; articolo 1, comma 936, quanto a 23,9 milioni di euro; articolo 1, comma 1075, quanto a 20 milioni di euro.
2. 101.Le Commissioni.

ART. 2-bis.
(Disposizioni relative al trasporto di veicoli).

Al comma 1, premettere il seguente:
01. Al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma l dell'articolo 57 è aggiunto in fine il seguente periodo: «È consentito l'uso delle macchine agricole nelle operazioni di manutenzione e tutela del territorio»;
b) al comma l dell'articolo 59, le parole: «negli articoli dal 52 al 58» sono sostituite dalle seguenti: «nel presente capo»;
c) al comma 2, lettera a), dell'articolo 59, le parole: «nei suddetti articoli» sono sostituite dalle seguenti: «nel presente capo»;
d) all'articolo 98, il comma 4-bis è abrogato.

Conseguentemente:
sopprimere il comma 2;
alla rubrica, dopo le parole: al trasporto aggiungere le seguenti: e alla circolazione.
2-bis. 100. Le Commissioni.
(Approvato)

ART. 2-quater.
(Modifiche al decreto legislativo 21 novembre 2005, n. 284).

Sopprimerlo.
2-quater. 1. Compagnon, Libè.

ART. 2-quinquies.
(Modifica all'articolo 83-bis del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112).

Sostituire l'articolo 2-quinquies con il seguente:
Art. 2-quinquies. - (Modifiche all'articolo 83-bis del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112). - 1. All'articolo 83-bis del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) il comma 4 è sostituito dal seguente:
«4. Qualora il contratto di trasporto sia stipulato in forma scritta, ai sensi dell'articolo 6 del decreto legislativo 21 novembre 2005, n. 286, anche in attuazione di accordi volontari di settore stipulati nel rispetto della disciplina comunitaria della concorrenza, prezzi e condizioni sono rimessi alla autonomia negoziale delle parti. Il contratto scritto, ovvero la fattura emessa dal vettore per le prestazioni ivi previste, evidenzia, ai soli fini civilistici e amministrativi, la parte del corrispettivo dovuto dal mittente, corrispondente al costodel carburante sostenuto dal vettore per l'esecuzione délle prestazioni contrattuali. Tale importo deve corrispondere al prodotto dell'ammontare del costo chilometrico determinato ai sensi del comma 1, nel mese precedente a quello dell'esecuzione del trasporto, moltiplicato per il numero dei chilometri corrispondenti alla prestazione indicata nel contratto o nella fattura.»;
b) al comma 8, le parole: «Qualora il contratto di trasporto sia stipulato in forma scritta, l'azione del vettore si prescrive in un anno ai sensi dell'articolo 2951 del codice civile» sono soppresse;
c) al comma 10, le parole: «l'importo dell'adeguamento automatico del corrispettivo dovuto dal committente per l'incremento dei costi del carburante sostenuto dal vettore è calcolato» sono sostituite dalle seguenti: «l'importo dell'adeguamento automatico del corrispettivo dovuto dal committente per la variazione dei costi del carburante è calcolato»;
d) al comma 11, le parole: «agli aumenti intervenuti nel costo del gasolio a decorrere dal 1o luglio 2008 o dall'ultimo adeguamento effettuato» sono sostituite dalle seguenti: «alle variazioni intervenute nel costo del gasolio a decorrere dal 1o gennaio 2009 o dall'ultimo adeguamento effettuato a partire da tale data»;
e) al comma 15, sono aggiunte, in fine, le parole: «, individuata con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, con il Ministro della giustizia e con il Ministro dello sviluppo economico, da emanare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto»;
f) il comma 24 è abrogato.

2. A valere sulle risorse di cui al comma 29 dell'articolo 83-bis del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, resesi disponibili a seguito dell'abrogazione del comma 24 del medesimo articolo, è autorizzata un'ulteriore spesa di 30 milioni di euro per l'anno 2008 per gli interventi previsti dall'articolo 2, comma 3, del decreto-legge 28 dicembre 1998, n. 451, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 febbraio 1999, n. 40, come prorogati dall'articolo 45, comma 1, lettera c), della legge 23 dicembre 1999, n. 488.
2-quinquies. 100. Le Commissioni.
(Approvato)

ART. 3.
(Interventi in materia di protezione civile).

Sopprimere il comma 1.
3. 1. Libè, Compagnon, Oppi, Ruvolo.

Al comma 1, alinea, sopprimere le parole da:, a valere sulle risorse fino alla fine del comma.

Conseguentemente, dopo il comma 1, aggiungere il seguente:
1-bis. All'onere derivante dall'attuazione del presente articolo, determinato nella misura di 233 milioni di euro per l'anno 2009, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2009-2011, nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2009.
3. 3. Margiotta, Iannuzzi.

Al comma 1, alinea, sopprimere le parole da:, a valere sulle risorse fino alla fine del comma.

Conseguentemente, dopo il comma 1, aggiungere il seguente:
1-bis. Alla copertura degli oneri di cui al comma 1 si provvede attraverso corrispondente riduzione, in maniera lineare, degli stanziamenti di parte corrente relativi alle autorizzazioni di spesa come determinate dalla Tabella C della legge 24 dicembre 2007, n 244, per l'anno 2008, per un importo pari a 233 milioni di euro. Il Ministro dell'economia è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
3. 2. Lo Monte, Belcastro, Commercio, Iannaccone, Latteri, Lombardo, Milo, Sardelli.

Al comma 1, alinea, sopprimere le parole da:, a valere sulle risorse fino alla fine del comma.

Conseguentemente, dopo il comma 1, aggiungere il seguente:
1-bis. Per le finalità di cui al comma 1, per l'anno 2009, l'aliquota del 5,5 per cento di cui al comma 16 dell'articolo 81 decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, è aumentata al 6,5 per cento.
3. 21. Misiti, Piffari, Favia, Scilipoti.

Al comma 2, primo periodo, sostituire la parola: interessati con le seguenti: pubblici e privati che hanno usufruito della sospensione dei termini dei versamenti tributari e dei pagamenti dei contributi previdenziali, assistenziali ed assicurativi previsti dagli articoli 13 e 14 dell'ordinanza del Ministro dell'interno, delegato per il coordinamento della protezione civile, n. 2668 del 28 settembre 1997, e successive proroghe ed integrazioni,

Conseguentemente, dopo il comma 2, aggiungere il seguente:
2-bis. All'articolo 81, comma 16, alinea, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, le parole: «5,5 punti» sono sostituite dalle seguenti: «di 5,6 punti».
3. 4. Bocci.

Al comma 2, primo periodo, sostituire le parole: quaranta per cento con le seguenti: dieci per cento.

Conseguentemente, al medesimo comma, secondo periodo, sostituire le parole da: pari a 15 milioni di euro per l'anno 2008 fino a: 9 milioni di euro per l'anno 2009 con le seguenti: pari a 26,25 milioni di euro per l'anno 2008 e a 5,25 milioni di euro per l'anno 2009, si provvede mediante riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 61, comma 1, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, relativa al Fondo per le aree sottoutilizzate, per un importo di 78,75 milioni di euro per l'anno 2008 e di 15,75 milioni di euro per l'anno 2009.
3. 5. Ciccanti, Libè, Compagnon.

Al comma 2, primo periodo, sostituire le parole: giugno 2009 con le seguenti: giugno 2011.

Conseguentemente, al medesimo comma, secondo periodo, sostituire le parole da: per l'anno 2008 e a 3 milioni fino a: 9 milioni di euro per l'anno 2009 con le seguenti: per ciascuno degli anni 2008-2011, si provvede mediante riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 61, comma 1, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, relativa al Fondo per le aree sottoutilizzate, per un importo di 45 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008-2011.
3. 6. Ciccanti, Libè, Compagnon.

Al comma 2, sopprimere il secondo e terzo periodo.

Conseguentemente, dopo il comma 2, aggiungere il seguente:
2-bis. Il comma 3-quater dell'articolo 13 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, è abrogato.
3. 7. Misiti, Piffari, Favia, Scilipoti.

Al comma 2, secondo periodo, sostituire le parole: 3 milioni di euro per l'anno 2009 con le seguenti: 10 milioni di euro per l'anno 2009.

Conseguentemente:
al medesimo periodo, sostituire le parole:
9 milioni di euro per l'anno 2009 con le seguenti: 10 milioni di euro per l'anno 2009;
al terzo periodo, sostituire le parole da: 15 milioni fino a: per l'anno 2011 con le seguenti: 8,3 milioni di euro per l'anno 2009, di 18,3 milioni di euro per l'anno 2010 e di 3,3 milioni di euro per l'anno 2011.
3. 300. (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del regolamento).
(Approvato)

Al comma 2, secondo periodo, sostituire le parole: riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 61, comma l, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, relativa al Fondo per le aree sottoutilizzate con le seguenti: riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2009-2011, nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2009.
3. 8. Margiotta, Iannuzzi.

Al comma 2, terzo periodo, sostituire le parole: di cui all'articolo 6, comma 2, del decreto-legge 7 ottobre 2008, n. 154, con le seguenti: di cui all'articolo 1, comma 511, della legge 27 dicembre 2006, n. 296,
3. 10. Misiti, Piffari, Favia, Scilipoti.

Dopo il comma 2, aggiungere i seguenti:
2-bis. Le disposizioni di cui al comma 2 si applicano anche ai soggetti privati residenti o aventi domicilio nei territori maggiormente colpiti dagli eventi sismici del 31 ottobre 2002 e individuati con i decreti del Ministro dell'economia e delle finanze del 14 e 15 novembre 2002 e del 9 gennaio 2003.
2-ter. Ai fini della copertura degli oneri derivanti dall'attuazione del comma 2-bis, valutati in 100 milioni di euro, a decorrere dal 1o gennaio 2009, la tassa sui superalcolici, di cui all'Allegato I del decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, è aumentata del 20 per cento.
3. 11. Misiti, Di Giuseppe, Piffari, Favia, Scilipoti, De Camillis.

Dopo il comma 2, aggiungere il seguente:
2-bis. Le modalità di corresponsione degli importi di cui al comma 2 si applicano a tutti i soggetti residenti nelle aree interessate che hanno usufruito delle sospensioni dei termini dei versamenti tributari, sia dipendenti pubblici che privati ed indipendentemente dall'ubicazione della sede legale dei propri datori di lavoro.
3. 20. Cavallaro.

All'emendamento 3.100 delle Commissioni, sostituire le parole da: pubblici fino alla fine dell'emendamento con le seguenti: privati e, in deroga all'articolo 6, comma 1-bis, del decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 dicembre 2006, n. 290, limitatamente ai pagamenti relativi a contributiprevidenziali, assistenziali e assicurativi, ai soggetti pubblici che hanno usufruito della sospensione prevista dall'articolo 13 dell'ordinanza del ministro dell'interno, delegato per il coordinamento della protezione civile n. 2668 del 28 settembre 1997 e successive proroghe ed integrazioni. Al relativo onere, pari a 2 milioni di euro per l'anno 2008 e a 3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009 e 2010, si provvede mediante riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 61, comma 1, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, relativa al Fondo per le aree sottoutilizzate, per un importo di 6 milioni di curo per l'anno 2008 e di 3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009 e 2010.
0. 3. 100. 100. Le Commissioni.
(Approvato)

Dopo il comma 2, aggiungere il seguente:
2-bis. Le disposizioni di cui al comma 2 si applicano ai soggetti pubblici e privati che hanno usufruito della sospensione dei termini di versamenti tributari e dei pagamenti dei contributi previdenziali, assistenziali ed assicurativi prevista dagli articoli 13 e 14 dell'ordinanza del Ministro dell'interno, delegato per il coordinamento della protezione civile, n. 2668 del 28 settembre 1997 e successive proroghe ed integrazioni.
3. 100. Le Commissioni.
(Approvato)

Aggiungere, in fine, i seguenti commi:
5-bis. Le regioni in cui sono ubicati i territori di cui all'articolo 1 del decreto-legge 19 dicembre 1994, n. 691, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 febbraio 1995, n. 35, e successive modificazioni, possono realizzare opere e progetti per la prevenzione di eventi alluvionali, la messa in sicurezza dei siti a rischio di dissesto idrogeologico e la differenziazione dei sistemi di comunicazione, con particolare riferimento alle reti wireless magliate (mesh) autoconfiguranti e totalmente automatiche e sistemi di comunicazione utilizzabili in caso di eventi calamitosi.
5-ter. Per le finalità di cui al comma 5-bis è autorizzato lo stanziamento di 120 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010, a valere sulle risorse derivanti dalle misure tributarie di cui all'articolo 11, comma 5, del decreto-legge 19 dicembre 1994, n. 691, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 febbraio 1995, n. 35, e successive modificazioni, da destinarsi almeno per il 20 per cento alla differenziazione dei sistemi di comunicazione.
5-quater. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato a ripartire, con propri decreti, i fondi iscritti nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per gli anni finanziari considerati in attuazione del disposto dei commi 5-bis e 5-ter.
3. 12. Fiorio, Lovelli, Esposito, Damiano, Lucà, Rampi, Rossomando.

Aggiungere, in fine, i seguenti commi:
5-bis. Le regioni in cui sono ubicati i territori di cui all'articolo 1 del decreto-legge 19 dicembre 1994, n. 691, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 febbraio 1995, n. 35, e successive modificazioni, possono realizzare opere e progetti per la prevenzione di eventi alluvionali, la messa in sicurezza dei siti a rischio di dissesto idrogeologico e la differenziazione dei sistemi di comunicazione, con particolare riferimento alle reti wireless magliate (mesh) autoconfiguranti e totalmente automatiche e sistemi di comunicazione utilizzabili in caso di eventi calamitosi.
5-ter. Per il finanziamento delle opere e dei progetti di cui al comma 5-bis si provvede a valere sulle risorse derivanti dalle misure tributarie di cui all'articolo 11, comma 5, del decreto-legge 19 dicembre 1994, n. 691, convertito, con modificazioni, dalla legge 16 febbraio 1995, n. 35, e successive modificazioni.
5-quater. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato a ripartire, con propri decreti, i fondi iscritti nello stato diprevisione del Ministero dell'economia e delle finanze per gli anni finanziari considerati in attuazione del disposto dei commi 5-bis e 5-ter.
3. 13. Fiorio, Lovelli, Esposito, Damiano, Lucà, Rampi, Rossomando.

Aggiungere, in fine, il seguente comma:
5-bis. All'allegato A all'articolo 24 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, le voci n. 2990 e 3309 sono soppresse.
3. 17. Marinello.
(Inammissibile)

ART. 3-bis.
(Disposizioni in tema di imprese in amministrazione straordinaria).

Sopprimerlo.
*3-bis. 1. Misiti, Piffari, Favia, Scilipoti, Paladini.
(Approvato)

Sopprimerlo.
*3-bis. 2. Damiano, Berretta, Bellanova, Bobba, Boccuzzi, Codurelli, Gatti, Gnecchi, Letta, Madia, Mattesini, Miglioli, Mosca, Rampi, Santagata, Schirru.
(Approvato)

Sopprimerlo.
*3-bis. 100. Le Commissioni.
(Approvato)

Sostituirlo con il seguente:
Art. 3-bis. - (Deroghe in materia di imprese in amministrazione straordinaria) - 1. Con riferimento al completamento delle procedure di cessione di Alitalia - Linee aeree italiane S.p.A., le operazioni adottate ai sensi dei commi 1 e 2 dell'articolo 56 del decreto legislativo 8 luglio 1999, n. 270, effettuate in attuazione dell'articolo 27 del medesimo decreto legislativo, non costituiscono trasferimento di azienda, di ramo o di parti dell'azienda ai sensi dell'articolo 2112 del codice civile.
3-bis. 3. Damiano, Berretta, Bellanova, Bobba, Boccuzzi, Codurelli, Gatti, Gnecchi, Letta, Madia, Mattesini, Miglioli, Mosca, Rampi, Santagata, Schirru.

ART. 3-ter.
(Interpretazione autentica).

Al comma 1, sostituire le parole: sei anni con le seguenti: tre anni.
3-ter. 1. Montagnoli.

Dopo l'articolo 3-ter, aggiungere il seguente:
Art. 3-quater. - (Messa in sicurezza degli edifici scolastici). - 1. Al fine di realizzare un monitoraggio sul livello di sicurezza di tutti gli edifici scolastici e per avviare un piano straordinario di messa in sicurezza del patrimonio edilizio scolastico è istituito un Fondo per la messa in sicurezza delle scuole con una dotazione di 200 milioni di euro a decorrere dall'anno 2009.
2. All'onere derivante dall'attuazione del presente articolo, determinato nella misura di 200 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2009, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2009-2011, nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2009.
3. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
3-ter. 01. Margiotta, Mariani, Realacci, Bocci, Braga, Bratti, Esposito, Ginoble, Iannuzzi, Marantelli, Martella, Mastromauro, Morassut, Motta, Viola, Zamparutti.
(Inammissibile)

Dopo l'articolo 3-ter, aggiungere il seguente:
Art. 3-quater. - 1. Al fine di accedere al finanziamento da parte della Banca europea per gli investimenti (BEI) delle opere di cui al comma 2, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti predispone ed adotta forme adeguate di collaborazione con la citata banca.
2. La collaborazione di cui al comma 1 dovrà riguardare gli interventi relativi alla realizzazione, prioritariamente nei territori ricadenti nelle aree individuate dal Regolamento CE n. 1083 dell'11 luglio 2006 (Obiettivo «Convergenza») di opere infrastrutturali, e viarie nonché di ammodernamento e sviluppo delle reti idriche.
3. Ai sensi del comma 2 il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, sentite le competenti Commissioni parlamentari, comunica, con cadenza annuale, alla Banca europea per gli investimenti la lista dei progetti e delle opere per le quali è richiesto il finanziamento da parte della citata banca.
3-ter. 03. Lo Monte, Belcastro, Commercio, Iannaccone, Latteri, Lombardo, Milo, Sardelli.
(Inammissibile)