XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di lunedì 5 gennaio 2009

TESTO AGGIORNATO AL 17 MARZO 2009

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:

RIVOLTA e NICOLA MOLTENI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
lo scorso 5 settembre è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il bando per l'ingaggio di 1.476 volontari da impiegare in progetti di servizio civile in Italia;
ben 1.422 posizioni riguardano l'accompagnamento di ciechi e grandi invalidi;
se si considera che una posizione di servizio civile costa alle casse dello Stato più d 7.000 euro all'anno, l'importo di tale bando straordinario è di circa 10 milioni di euro, solo per ciò che riguarda l'accompagnamento di ciechi e grandi invalidi;
il combinato disposto della legge n. 288 del 27 dicembre 2002, recante «provvidenze in favore dei grandi invalidi» e della legge n. 64 del 6 marzo 2001, recante «istituzione del servizio civile nazionale» stabilisce che il 2 per cento dei volontari in servizio civile deve essere impiegato come accompagnatori di ciechi e grandi invalidi;
con decreto del Ministro della solidarietà sociale datato 7 aprile 2008, la quota da destinare ai progetti concernenti l'accompagnamento dei grandi invalidi e ciechi civili è stata innalzata nel 2008 dal 2 per cento al 4 per cento;
l'articolo 40 della legge 27 dicembre 2002, n. 289, recante «disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2003)» stabilisce al comma 2 che possono presentare richiesta per avere un volontario in servizio civile come accompagnatore i ciechi che «svolgono attività lavorativa o sociale o abbiano la necessità di accompagnamento per motivi sanitari»;
il comma 3 dell'articolo 40 della legge n. 289 del 2002 stabilisce che la sussistenza delle condizioni di cui al comma 2 è certificata dal datore di lavoro per i lavoratori dipendenti, dagli ordini o albi professionali per i lavoratori autonomi, dal medico di famiglia per l'accompagnamento dovuto a motivi sanitari, dagli enti o associazioni per coloro che svolgono attività sociale;
i progetti di servizio civile nazionale inerenti l'accompagnamento di grandi invalidi e ciechi riportano i dati anagrafici, completi di indirizzo, dei cittadini che usufruiranno di tale servizio;
da alcune verifiche condotte dall'interrogante sugli allegati al bando e sui dati reperibili sul sito di Ufficio nazionale per il servizio civile (U.N.S.C.) risulta che oltre il 68 per cento delle posizioni di servizio civile relative all'accompagnamento di ciechi e grandi invalidi è concentrato nel Sud e nelle Isole. Segue il Centro con il 20,9 per cento (preponderante è la regione Lazio) e ultimo il Nord con il 10,8 per cento -:
quale sia il numero di ciechi che abbisognino di accompagnatore in servizio civile per ragioni di lavoro, suddivisi per regione;
quale sia il numero di ciechi che abbisognino di accompagnatore in servizio civile per motivi sanitari, suddivisi per regione;
quale sia il numero di ciechi che abbisognino di accompagnatore in servizio civile per lo svolgimento di attività sociali, suddivisi per regione e specificando percentualmente in quanti casi gli enti o le associazioni certificanti l'attività sociale coincidano con gli enti titolari del progetto di servizio civile nazionale;
quali e quante attività abbia posto in essere Ufficio nazionale per il servizio civile, nella fase di valutazione dei progetti di servizio civile nazionale presentati per l'accompagnamento di grandi invalidi e

ciechi, al fine di verificare la sussistenza delle condizioni stabilite dal comma 2, articolo 40 della legge n. 289 del 2002 al fine dell'assegnazione di un accompagnatore al singolo cittadino disabile.
(4-01965)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
da un articolo pubblicato su l'Espresso il 30 dicembre 2008 dal giornalista Fabrizio Gatti si evince quanto segue;
i criteri di selezione delle cinque imprese - chiamate senza pubbliche gare d'appalto - per la realizzazione dei lavori per il G8 sull'isola della Maddalena, così come i progetti, sono coperti dal segreto di Stato secondo quanto disposto da Romano Prodi e confermato da Silvio Berlusconi;
per le modalità in cui sono condotti i lavori nei cantieri sull'isola della Maddalena, vi sarebbero lavoratori di varia nazionalità senza contratto, sottoposti a minacce del caporalato e operai pagati con fondi neri; in particolare, nel suddetto articolo, si parla di 800 manovali che in totale violazione delle norme della buona amministrazione pubblica e privata, con quattro ore di straordinari a turno, produrrebbero un nero di 128 mila euro al giorno che, in base ad un sistema di pagamento di 11 euro l'ora di straordinario, frutterebbe ai caporali 92.800 euro al giorno, 649.000 euro a settimana e almeno 2 milioni e 600 mila euro al mese;
inoltre, le spese di realizzazione delle opere sarebbero gonfiate poiché, da notizie uscite dagli uffici della Regione Sardegna, per i 57 mila metri cubi il costo d'opera per trasformare l'ex ospedale militare nell'hotel che ospiterà i capi di Stato e affidato alla Gia.Fi, sarebbe salito da 59 a 73 milioni di euro con un costo di costruzione al metro quadro di 3.842 euro - escluso il valore dell'area - assolutamente sproporzionato rispetto al valore di costruzione per le case di lusso che, secondo un capomastro della Maddalena, non supera i 1.200 euro al metro;
risulterebbero inoltre polverizzati anche i valori di vendita pubblicati dal sito dell'Agenzia del territorio che prevedono un massimo di 3.100 euro al metro quadro per le ville e di 2.000-2.300 per le attività commerciali con la conseguenza che un ente dello Stato, la Protezione civile, sta finanziando un'opera ignorando le quotazioni pubblicate da un altro ente statale, l'Agenzia del territorio;
esisterebbe un legame d'affari tra la famiglia del coordinatore della struttura di missione della Protezione civile, Angelo Balducci, e l'impresa appaltatrice del centro conferenze che a fine lavori guadagnerà di più, vale a dire l'Anemone Costruzioni di Grottaferrata, con sede legale in via 4 novembre 32 dove ha sede anche la casa di produzioni cinematografica Erretifilm srl di cui Rosanna Thau, moglie di Angelo Balducci, è amministratore unico e socia - per percentuali diverse - con Vanessa Pascucci che è anche amministratore unico e socia a metà di un'altra impresa edile legata alla famiglia Anemone, la Redim 2002 di Grottaferrata; inoltre, attraverso la Redim 2002, Vanessa Pascucci è anche socia dell'Arsenale scarl, società costituita apposta per il cantiere nell'ex Arsenale della Maddalena;
365 quintali di amianto o macerie contaminate da amianto provenienti dalla demolizione delle strutture dell'Arsenale militare sull'isola della Maddalena sarebbero finiti nella discarica di Bolotana, in provincia di Nuoro, in una zona umida e ricca d'acqua, a poche centinaia di metri da un fiume, dopo che, su pressioni dell'imprenditore Francesco Cancellu, gestore della discarica, lo scorso mese di giugno, grazie ad una delibera della Regione Sardegna, è stata disposta l'estensione del bacino di raccolta oltre i 50 chilometri di raggio originariamente previsti in modo che possa ricevere i rifiuti speciali contaminati

da amianto in arrivo dalla demolizione delle strutture militari sull'isola -:
se quanto riferito nell'articolo corrisponda anche solo parzialmente alla realtà e quali provvedimenti gli interrogati intendano assumere per ricondurre la gestione dei lavori per il G8 ai criteri della buona amministrazione pubblica e privata e alla trasparenza pur nei limiti ragionevoli di segretezza;
come siano potute trapelare notizie che dovevano essere coperte da segreto di Stato e che senso abbia ora continuare a mantenerlo per fatti che sono ormai di pubblico dominio;
se corrisponda al vero che 365 quintali di amianto o macerie contaminate da amianto provenienti dalla demolizione delle strutture dell'Arsenale militare sull'isola della Maddalena sarebbero finiti nella discarica di Bolotana e quali provvedimenti intendano assumere per arrestare possibili disastri ambientali.
(4-01968)

ZAMPARUTTI, BERNARDINI, MAURIZIO TURCO, MECACCI, FARINA COSCIONI e BELTRANDI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la Commissione bicamerale d'inchiesta sui rifiuti nella sua relazione conclusiva del 28 febbraio 2008, in merito alla situazione dei rifiuti in Calabria affermava di aver audito l'ex Commissario delegato per l'emergenza ambientale in Calabria, prefetto Antonio Ruggiero, che ha denunciato «gravi carenze nelle modalità di funzionamento della struttura commissariale» in particolare sotto il profilo della trasparenza mancando «registrazioni contabili dotate di requisiti minimi di analiticità, pur a fronte di un flusso di risorse finanziarie di ingente entità, e l'esistenza di gravi ritardi nei pagamenti e nelle riscossioni di pertinenza» e che ha «dovuto constatare la mancanza presso gli uffici affidatigli di un archivio, con la conseguenza che la ricerca delle pratiche era per lo più affidata alla memoria dei singoli funzionari». Inoltre si legge dagli atti della Commissione che il prefetto Antonio Ruggiero aveva presentato «un rapporto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro per segnalare il caso di alcune ditte che erano risultate aggiudicatarie di una lunga serie di appalti con affidamento diretto o tramite gare aggiudicate anche sulla base di una sola offerta»;
il 18 dicembre 2007 il Consiglio dei Ministri ha dichiarato lo stato di emergenza in Calabria stante la situazione estremamente critica in materia di smaltimento dei rifiuti urbani, mentre nel decreto-legge sull'emergenza rifiuti in Campania, n. 172 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 210 del 2008, si dispone il diritto per gli impianti di incenerimento di Gioia Tauro ad accedere alla procedura di riconoscimento in deroga agli incentivi CIP6 che rappresentano un prelievo diretto dalle bollette degli utenti di somme che dovrebbero essere destinate al sostegno alla produzione di energia da fonti rinnovabili ed assimilate;
il 22 dicembre 2008 notizie stampa hanno riferito la notizia di un maxi sequestro nel porto di Gioia Tauro effettuato dal Nucleo operativo ecologico e relativo a ben 72 tonnellate di rifiuti pericolosi, tra cui scarti e rottami di batterie al piombo esauste ed apparecchiature elettroniche ed elettriche contaminate da oli e grassi, che erano contenuti in due container provenienti da Israele. Quattro persone sono state denunciate in stato di libertà con l'accusa di importazione illegale di rifiuti;
per quanto sopra esposto, gli interroganti ritengono che la mancanza di legalità e trasparenza nella gestione delle varie fasi del ciclo dei rifiuti e nel funzionamento della struttura commissariale è causa della grave criticità del settore rifiuti nella Regione Calabria -:
se e quali provvedimenti siano stati adottati per risolvere i problemi sollevati

dal prefetto Antonio Ruggiero in ordine all'assenza di trasparenza nella gestione dei rifiuti in Calabria ed in particolare:
a) se si sia provveduto alla realizzazione di un archivio commissariale;
b) quali siano attualmente le modalità per il reclutamento del personale preposto alla struttura commissariale;
c) se risulti quale esito abbia avuto il rapporto presentato dal prefetto Ruggiero alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro;
d) se risulti quale esito abbia avuto l'inchiesta cosiddetta «Poseidone» e avviata dalla Procura di Catanzaro, in merito alla gestione dell'emergenza ambientale da parte dell'allora commissario Giuseppe Chiaravalloti;
e) se si sia provveduto ad affidare gli appalti mediante gara o se invece prosegua la prassi dell'affidamento diretto o tramite gare aggiudicate anche sulla base di una sola offerta.
(4-01969)

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AFFARI ESTERI

Interrogazione a risposta orale:

ZAMPARUTTI, MECACCI, MAURIZIO TURCO, BERNARDINI, BELTRANDI e FARINA COSCIONI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
si apprende da notizie stampa che il 21 dicembre la polizia di Teheran ha chiuso l'ufficio dell'associazione del Nobel per la Pace Shirin Ebadi con un'operazione che sarebbe avvenuta senza alcun mandato;
la motivazione ufficiale dell'irruzione della polizia è che l'associazione «Circolo dei difensori dei diritti umani» agiva come un partito politico senza esserne autorizzato. Le ragioni dell'operazione, da quanto risulta da fonti stampa iraniane, sono da individuarsi nel fatto che il circolo «teneva contatti illegali con organizzazioni locali e straniere. Aveva organizzato conferenze stampa e seminari creando un'atmosfera di pubblicità negativa nei confronti delle istituzioni»;
l'irruzione della polizia nell'associazione della Ebadi è avvenuta poco prima l'inizio della celebrazione dell'anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani con la presenza di un oppositore liberato dopo 17 anni di prigioni. L'associazione aveva inoltre da poco diffuso i dati sull'aumento delle esecuzioni capitali, anche di minori, la riduzione dei diritti delle donne contenuti nel nuovo codice penale e quella della libertà di espressione durante la presidenza Ahmadinejad -:
se e come il Ministro intenda reagire a quanto accaduto nei confronti dell'associazione «Circolo dei difensori dei diritti umani»;
quali iniziative intenda assumere nei confronti del regime iraniano per chiedere il rispetto dei diritti fondamentali come riconosciuti dalle norme internazionali e sottoscritte dallo stesso regime ed in particolare per ottenere l'attuazione della risoluzione approvata lo scorso 18 dicembre per il secondo anno consecutivo dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite che chiede a tutti gli Stati mantenitori della pena di morte di rispettare una moratoria delle esecuzioni in vista dell'abolizione definitiva della pena capitale.
(3-00299)

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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere - premesso che:
il Po è il maggiore fiume italiano, con i suoi 652 km di lunghezza, e il suo bacino idrografico occupa un'area di circa 71.000

chilometri quadrati, da cui si deduce che ogni problema riguardante questo fiume diviene una questione ad interesse nazionale dato che coinvolge una delle aree più produttive del Paese;
non si tratta della prima volta che l'interpellante chiede notizie al Governo sul fiume Po, dato che, nonostante sembrerebbe ragionevole attivarsi per garantire una più efficiente gestione dello stesso, poco o nulla è stato fatto in troppi anni;
il Paese ha certamente problemi urgenti e le emergenze di questi giorni hanno spostato l'attenzione su altri bacini idrografici, permettendo che venisse trascurato ancora una volta il problema legato ad un fiume che ha causato negli anni molti disastri;
vale la pena, a tal fine, ricordare l'alluvione che colpì il Polesine nel 1951, devastando un'intera provincia, o la più recente alluvione del Piemonte nel 1994;
il rischio è quello che ci si ricordi delle problematiche legate al più lungo corso d'acqua italiano solo ove esso debba costituire una nuova minaccia e con le precipitazioni dei giorni scorsi quest'ipotesi non sembra poi così infondata;
non vale tanto la pena ricordare che non ci sono rischi imminenti sul Po: questo si può apprendere dall'assenza di notizie sulla stampa;
ciò che importa è se vi siano i presupposti perché, a fronte di precipitazioni straordinarie, non debbano esserci minacce in futuro;
il dissesto idrogeologico e fenomeni d'incuria e trascuratezza sono, spesso, la causa di gravi calamità e in molte zone del Paese, nell'ultimo decennio, avrebbero concorso allo straripamento di alcuni corsi d'acqua, con gravi danni per le realtà locali e per lo Stato;
il Po, pur essendo il maggior fiume italiano per lunghezza e per portata, non sarebbe stato sottoposto a sufficienti lavori di escavazione del suo letto dopo l'emersione di vaste zone in secca e l'accumulo di quantità significative di materiale alluvionale, specialmente nel territorio del Polesine, e per questa ragione avrebbe minacciato più volte, durante le piene invernali, di straripare, rievocando i tragici eventi collegati all'alluvione del 1951, oltre ad aver provocato il danneggiamento degli argini con forti spese per il loro ripristino;
la legge 18 maggio 1989, n. 183, nell'articolo 17, definisce il «piano di bacino» come uno «strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo» redatto su criteri e metodi fissati dal Presidente del Consiglio dei ministri, proposto dal Ministro dei lavori pubblici successivamente alla deliberazione del Comitato nazionale per la difesa del suolo, ed alla lettera l) del comma 3 inserisce nelle materie da esso contenute «la normativa e gli interventi rivolti a regolare l'estrazione dei materiali litoidi dal demanio fluviale»;
dalla suddetta legge 183 del 1989 risulterebbe, pertanto, la possibilità se non la necessità di operare previsioni riguardo all'estrazione di inerti alluvionali, che innalzano l'alveo di alcuni fiumi, non consentendo, nei periodi dell'anno in cui la piena risulta maggiormente abbondante, il normale deflusso delle acque;
le medesime previsioni sono ora state trasposte, senza modifiche sostanziali nell'articolo 65 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152;
il verificarsi di fenomeni di piena abbondante per un fiume come il Po non soltanto risulterebbe possibile, ma quantomeno probabile e prevedibile, visto che non è dato escludere il ripetersi, nei prossimi anni, se non addirittura in quello corrente, di forti precipitazioni atmosferiche;
tale situazione di incuria si ripercuote poi nei mesi estivi, ove, per contrasto, si verifica una carenza d'acqua, con il conseguente insorgere del fenomeno del cosiddetto cuneo salino, ossia dell'acqua del mare che risale dalla foce provocando gravi danni alle colture e portando alla scarsità di risorse idriche;

appare evidente che un tale contrasto deriva non tanto da fenomeni di tipo naturale, ma da una gestione del corso d'acqua che risente dei vincoli legislativi, che porta a seri problemi, anche in vista dei tanto paventati cambiamenti climatici;
pare, ormai, opinione condivisa e trasversale che il vincolo paesaggistico ed ambientale non può sopravanzare la necessità di garantire la sicurezza per la cittadinanza e per le realtà produttive delle aree del Polesine limitrofe al fiume Po, né può reggere al paradosso che un'eventuale danno portato da una piena eccessiva danneggerebbe l'ambiente ed il paesaggio ben più che i lavori volti a garantire maggior contenimento ad una portata delle acque superiore alla media -:
se non si ritenga necessario attivarsi affinché, secondo il criterio della somma urgenza, siano effettuati lavori di escavazione dell'alveo del fiume Po, in modo che l'emersione degli inerti sedimentati ne consenta la rimozione con maggiore facilità e rapidità, al fine di impedire il verificarsi di possibili situazioni di rischio, qualora le piogge, e con esse il livello del fiume, aumentino;
quali interventi determinati abbia intenzione il Governo di adottare per far fronte alla situazione sopra descritta, al fine di prevenire eventi che potrebbero comportare nuove situazioni problematiche nella gestione delle piene non soltanto con riferimento al fiume Po, ma anche agli altri corsi d'acqua a rischio.
(2-00259)
«Bellotti, Palumbo, D'Ippolito Vitale, Divella, Nastri, Lo Presti, Holzmann, Biava, Catanoso, Patarino, Scapagnini, Di Virgilio, Mancuso, Scandroglio, Saglia, Gottardo, Faenzi, Castellani, Bocciardo, Vignali, Proietti Cosimi, Zorzato, Migliori, Bianconi, Calderisi, Angela Napoli, Consolo, Saltamartini, Savino, Santelli, Mistrello Destro, Nola, Frassinetti, De Corato, Pelino, Milanato, Bertolini, Gava, Dell'Elce, Dima, Moffa, Taglialatela».

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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

GHIZZONI, MADIA e SAMPERI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
dopo anni d'attesa, il Ministero per i beni e le attività culturali ha bandito un concorso pubblico per la selezione di 397 posti di assistente alla vigilanza, sicurezza, accoglienza, comunicazione e servizi al pubblico, 3 posti di assistente tecnico calcografo, 30 posti di archeologo, 50 posti di architetto, 5 posti di archivista di Stato, 2 posti di bibliotecario, 5 posti di storico dell'arte e 8 posti di funzionario amministrativo economico finanziario (Gazzetta Ufficiale - 4a serie speciale - concorsi, n. 56 del 18 luglio 2008), come previsto dalla finanziaria 2008 del Governo Prodi;
in particolare, la distribuzione geografica dei trenta posti di archeologo messi a concorso su base regionale risulta fortemente squilibrata, disomogenea, non corrispondente né alle reali esigenze della tutela del patrimonio, né alla disposizione annunciata da una nota amministrativa (protocollo n. 17739 del 16 aprile 2008, 4.1) del 28 giugno 2008. Tale assegnazione esporrà nei prossimi anni diverse regioni a gravi lacune di personale scientifico, a causa dell'assenza di turn-over. Inoltre, la distribuzione disomogenea ha comportato un danno sia per gli archeologi delle regioni nelle quali non è stato bandito alcun posto (ad esempio la Campania, il Lazio eccetera), costretti a spostarsi in altre regioni, sia per gli archeologi delle regioni con maggiore disponibilità di posti a concorso (ad esempio l'Emilia-Romagna), che si sono visti travolti dalla «concorrenza» di migliaia di archeologi provenienti

da altre regioni d'Italia; a fronte dei ripetuti annunci del Ministro della funzione pubblica in merito alle politiche di trasparenza degli organici, il Ministero per i beni e le attività culturali non ha ancora reso nota la propria pianta organica, rendendo di fatto incomprensibili le scelte che hanno presieduto alla ripartizione dei posti messi a bando e impedendo di stabilire se esse siano realmente rispondenti alle esigenze di tutela del patrimonio culturale presente sull'intero territorio italiano;
i requisiti minimi per accedere al suddetto concorso per archeologi sono stati individuati, oltre che nel diploma di laurea, nel diploma di specializzazione e/o di dottorato di ricerca. Tuttavia è da segnalare che non è stata prevista alcuna valutazione di titoli curriculari, scientifici e professionali maturati nel corso degli anni dai candidati, nonché delle pubblicazioni scientifiche. Tale assenza è gravissima, in quanto la formazione dell'archeologo non si esaurisce con il conseguimento dei titoli di studio richiesti per accedere al concorso. Su tale questione, dirimente per la selezione di figure professionali specializzate, si è espressa ufficialmente anche l'Associazione nazionale archeologi, che aveva chiesto al Ministero per i beni e le attività culturali di adottare criteri di selezione oggettivi, che tenessero conto del curriculum formativo, scientifico e professionale dei candidabili. Purtroppo tali istanze sono state disattese;
secondo l'articolo 4 del bando di concorso è previsto che «Le commissioni esaminatrici del concorso verranno nominate con successivo decreto». Tale decreto, tuttavia, non risulta agli interroganti essere stato mai pubblicato. Ciononostante, il 19 novembre 2008 sul sito del Ministero è apparso l'avviso relativo alla costituzione delle Commissioni. In particolare, il documento relativo alla selezione della figura di archeologo riportava solo le commissioni della Calabria e delle Marche;
le procedure di preselezione mediante test a risposta multipla, previste nel bando, sono atte ad escludere di fatto circa il 95 per cento dei candidati, in quanto si ammetterà al prosieguo delle prove un numero di candidati pari solo a dieci volte il numero di posti messi a concorso. Si tratta di una percentuale eccessiva che trasforma quella che dovrebbe essere una semplice preselezione nella prova principale del concorso, pur essendo i test per nulla attinenti alle professionalità che dovranno essere vagliate;
i quesiti a risposta multipla relativi alla suddetta prova preselettiva sono stati resi noti anticipatamente dal Ministero per i beni e le attività culturali sul sito web: tale decisione può aver favorito la possibilità di irregolarità da parte di qualche concorrente che potrebbe aver portato con sé e consultato le risposte durante lo svolgimento della prova. Inoltre la scorretta formulazione dei quesiti e delle relative risposte ha comportato, nelle settimane precedenti il concorso, continue notifiche di errori. Dal 21 ottobre 2008, quasi quotidianamente, sono stati pubblicati sul sito web del Ministero liste di quesiti erronei sospesi o eliminati, con il rimando a successive correzioni;
nei giorni precedenti il concorso si sono inoltre susseguite continue rettifiche relative alle sedi, agli orari e all'organizzazione delle prove;
in particolare, si evidenzia che le prime prove preselettive - regione Marche -, si sono svolte in data 18 novembre 2008 e che in data 6 novembre 2008, ossia appena 11 giorni prima, non era stato ancora pubblicato l'elenco definitivo e corretto dei quesiti;
relativamente alla prova preselettiva per la terza area funzionale F1 si stigmatizza l'assoluta non aderenza dei quesiti alle competenze delle figure professionali da selezionare, di fatto mortificando la preparazione culturale e scientifica dei candidati, frutto di una formazione specifica di altissimo livello di durata almeno settennale;

le suddette prove di preselezione si sono svolte in condizioni disagiate in Emilia-Romagna, Friuli, Toscana, Piemonte e Veneto. In tali regioni le prove si sono svolte in Palazzetti dello sport e strutture analoghe. I candidati hanno pertanto dovuto accomodarsi sulle gradinate degli spalti. Per poggiare i fogli delle domande e delle risposte e tenere in mostra il documento d'identità durante lo svolgimento della prova, in conformità con quanto previsto dal regolamento di svolgimento della prova, i candidati hanno ricevuto una tavoletta di cartoncino/plastica di formato A4, del tutto inadeguata a svolgere la funzione di piano d'appoggio. In pratica, i candidati sono stati costretti a scrivere sulle proprie gambe;
l'utilizzo di un foglio per le risposte sul quale il candidato doveva apporre un adesivo con codice a barre identico ad un altro che doveva applicare sulla propria scheda anagrafica, può aver facilitato lo scambio dei fogli delle risposte, essendo sufficiente apporre il proprio adesivo sulla scheda di un altro candidato;
i fogli delle risposte erano semplici fotocopie, né firmate, né numerate, né vidimate in altro modo;
la condizione di affollamento, dovuta anche alla scelta di utilizzare solo una piccola parte dello spazio a disposizione delle strutture utilizzate, ha comportato una vicinanza dei candidati tale da facilitare la possibilità di copiare;
in diverse sedi concorsuali i candidati hanno segnalato di non aver potuto assistere al sorteggio delle buste delle domande;
lo svolgimento delle prove di preselezione rischia di vanificare la qualità di un concorso finalizzato a selezionare giovani di elevata qualità professionale di cui la pubblica amministrazione ha assoluto bisogno per rinnovarsi e innovare;
in ragione delle evidenti incongruenze contenute nel bando e delle anomalie emerse nel corso dello svolgimento del concorso centinaia di archeologi, storici dell'arte ed altre categorie interessate stanno promuovendo ricorsi in sede giudiziaria -:
se il Ministro interrogato non consideri necessario includere nei titoli valutabili il curriculum formativo, scientifico e professionale dei candidati, nonché delle pubblicazioni;
se il Ministro interrogato non ritenga di avviare le procedure per bandire un nuovo concorso per l'assunzione di figure tecnico-scientifiche nelle regioni ingiustificatamente escluse dall'attuale bando;
se ritenga che le molte anomalie registrate nello svolgimento delle prove di preselezione abbiano arrecato pregiudizio alla selezione dei candidati più preparati;
se, a fronte di probabili ricorsi presso il Tar, i vincitori del concorso saranno impiegati effettivamente dal Ministero, anche alla luce dei recenti tagli previsti dalla legge finanziaria 2009.
(5-00815)

GHIZZONI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
a seguito delle dimissioni di Ennio Morricone dal consiglio di amministrazione del Teatro dell'Opera di Roma, il Ministero per i beni e le attività culturali ha nominato quale suo rappresentante il dottor Bruno Vespa -:
quali criteri abbiano orientato il ministro a nominare il dottor Bruno Vespa quale rappresentante del Ministero per i beni e le attività culturali nel consiglio di amministrazione della Fondazione Teatro dell'Opera di Roma.
(5-00818)

Interrogazione a risposta scritta:

MIGLIORI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
si apprende che, su proposta del Ministro interrogato, sarà la Val d'Orcia

(Siena) il territorio-pilota per la candidatura a patrimonio mondiale dell'Unesco della «via francigena», l'antica strada che portava i pellegrini «romei», con un percorso di 800 chilometri, dal Gran San Bernardo fino a Roma;
qualora tale candidatura fosse accolta, la Val d'Orcia diventerebbe l'unico territorio, a livello mondiale, con tre siti dell'Unesco al suo interno, considerati il centro storico di Pienza e il Parco artistico naturale e culturale della Val d'Orcia, su cui insiste uno dei tratti più significativi della via francigena;
ciò costituirebbe un ulteriore elemento di promozione economico-turistico-culturale per il territorio senese -:
quale sia l'iter stabilito al fine del raggiungimento dell'obiettivo in esame;
quali iniziative intenda concretamente organizzare, eventualmente di concerto con altri Ministeri, onde ottenere dall'Unesco l'approvazione della suddetta candidatura.
(4-01959)

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta scritta:

MISIANI, MARCHI, VANNUCCI, GIOVANELLI, DE MICHELI e FONTANELLI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 10 dicembre 2008 il Ministero dell'economia e delle finanze, di concerto con la Ragioneria generale e con il Ministero dell'interno, ha emanato un decreto per dare attuazione a diverse norme riguardanti la necessità di trasmissione dei dati relativi ai versamenti dell'Ici da parte dei soggetti preposti alle attività di riscossione;
il decreto di cui sopra è pubblicato sul sito del Ministero dell'economia e delle finanze «in attesa di pubblicazione» in Gazzetta Ufficiale;
il decreto è stato emanato «sentita l'Associazione Nazionale Comuni Italiani» ma, dopo una fase di concertazione con Anci e Ifel, svoltasi a fine novembre, la stessa è stata del tutto disattesa nella stesura definitiva del provvedimento;
le informazioni in questione dovrebbero costituire uno degli elementi di riferimento e riscontro per la determinazione del rimborso statale dovuto a seguito dell'abolizione dell'Ici sull'abitazione principale ai sensi del decreto-legge n. 93 del 2008 convertito dalla legge n. 126 del 2008;
la trasmissione dei dati relativi al 2008 è stata anticipata al 28 febbraio 2009, termine in cui nessuna attività di rendicontazione, neppure con riferimento ai pagamenti intervenuti attraverso il modello F24, può dirsi conclusa con la sicurezza necessaria per non trasmettere dati incompleti o errati e quindi il dato relativo ai pagamenti dell'Ici per il 2008 risulterebbe pesantemente sottostimato per la mancata tempestiva trasmissione da parte di molti comuni;
il termine per la trasmissione dei dati relativi ai versamenti relativi al 2007 viene fissato al 31 dicembre 2008, richiedendo lo stesso formato previsto per i dati a regime con la conseguenza che i soggetti chiamati all'adempimento in questione sarebbero costretti ad uno sforzo straordinario da condursi di fatto in 7 giorni lavorativi, comprensivi del 24 e del 31 dicembre, considerando anche la necessità di attivare il collegamento telematico disponibile dal 17 dicembre;
le informazioni pervenute non avrebbero le necessarie caratteristiche di dato ufficiale e certificato e quindi riconosciuto da tutti i soggetti istituzionali impegnati nella difficile gestione delle norme relative alle compensazioni dei minori gettiti Ici verificatisi per effetto della legislazione

nazionale tra il 2007 e il 2009 e - più in generale - nel rispetto dei parametri del patto di stabilità interno che vede già fortemente penalizzati i comuni;
il permanere dei suddetti termini impedisce tecnicamente ai comuni di certificare il reale minor gettito Ici prima casa contrastando il principio del ristoro totale confermato dal Governo in tutte le sedi istituzionali -:
se non ritengono opportuno ritirare il decreto in questione, allo scopo di evitare le problematiche sopra richiamate.
(4-01961)

DE POLI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
per i cittadini che ne fanno domanda e che hanno i requisiti di legge (legge n. 133 del 2008) è disponibile una carta acquisti utilizzabile per il sostegno della spesa alimentare e dell'onere per le bollette della luce e del gas;
la carta acquisti è completamente gratuita e funziona come una normale carta di pagamento elettronica, uguale a quelle che sono già in circolazione e ampiamente diffuse nel nostro Paese. Con la principale differenza che con la carta acquisti le spese, invece che essere addebitate al titolare della carta, sono addebitate e saldate direttamente dallo Stato;
la carta acquisti vale 40 euro al mese. Per le domande presentate prima del 31 dicembre, sarà inizialmente caricata dal Ministero dell'economia con 120 euro, relativi ai mesi di ottobre, novembre e dicembre 2008. Successivamente, nel corso del 2009, la Carta sarà caricata ogni due mesi con 80 euro (40 eurox2=80 euro) sulla base degli stanziamenti via via disponibili;
la carta potrà essere utilizzata per effettuare i propri acquisti in tutti i negozi alimentari abilitati al circuito Mastercard. Con la carta si potranno anche avere sconti nei negozi convenzionati che sostengono il programma carta acquisti, si potrà accedere alla tariffa elettrica agevolata e si potranno ottenere altri benefici e agevolazioni che sono in corso di studio;
la carta acquisti viene concessa agli anziani di età superiore o uguale ai 65 anni o ai bambini di età inferiore ai 3 anni (in questo caso il titolare della carta è il genitore) che siano in possesso di particolari requisiti -:
in che modo il Ministero dell'economia e delle finanze intenda risolvere i problemi burocratici che si stanno riscontrando;
quali saranno gli interventi e le direttive atti a risolvere i problemi di molti anziani e persone aventi diritto che hanno ricevuto la social card, ma impossibilitati ad usarla (mancanza pin o tempi ristretti...).
(4-01967)

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GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:

BERNARDINI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il signor Domenico Capriati, detenuto in regime di 41-bis presso la Base Circondariale di Novara, da due anni e mezzo è di fatto privato della possibilità di incontrare i suoi tre figlioli di tenera età in quanto sua moglie, signora L.C. oltre ad essere agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Bari è anche affetta da una rara patologia che la costringe a continui controlli in ospedale;
a causa della situazione sopra descritta - pur avendo la signora C. la possibilità con un permesso speciale del giudice di sorveglianza di effettuare colloqui con suo marito portando con sé i suoi tre figlioli - di fatto, non potendosi allontanare dalla struttura ospedaliera barese, non è nelle condizioni di incontrare

suo marito e, cosa ancora più grave, gli stessi bambini sono privati del contatto diretto con il padre;
in questi due anni e mezzo il rapporto fra Domenico Capriati e suoi tre figlioli si è perciò limitato a comunicazioni epistolari, mezzo sicuramente inadeguato da solo a consentire lo scambio affettivo importante e necessario fra genitori e figli;
l'impossibilità del signor Domenico Capriati di poter abbracciare almeno una volta i suoi figli contrasta - ad avviso degli interroganti - non solo con i principi costituzionali posti a tutela e presidio della conservazione dei legami familiari, ma anche con la Dichiarazione dei diritti del fanciullo adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1959 (Principio n. 6: «Il bambino, per lo sviluppo pieno e armonico della sua personalità, necessita di amore e comprensione. Egli deve, se possibile, crescere nelle cure e sotto la responsabilità dei suoi genitori e, in ogni caso, in un'atmosfera di affetti e di sicurezza morale e materiale»); e con la Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo adottata dall'ONU a New York il 20 novembre 1989 (articolo 9, comma 3: «Gli Stati parti debbono rispettare il diritto del fanciullo separato da entrambi i genitori o da uno di essi di mantenere relazioni personali e contatti diretti in modo regolare con entrambi i genitori, salvo quando ciò sia contrario all'interesse superiore del fanciullo»);
sempre ad avviso degli interroganti, proprio considerando il quadro complessivo della condizione di detenzione del signor Domenico Capriati, non dovrebbe essere troppo difficile consentire un incontro fra lui e i suoi figli magari attraverso l'aiuto di assistenti sociali accreditati che accompagnino i bambini dalla loro dimora di Bari al carcere di Novara dove è detenuto il padre -:
se il Ministro interrogato non ritenga opportuno assumere con la massima tempestività tutte le possibili iniziative affinché al detenuto Domenico Capriati, alla luce delle considerazioni finora svolte, sia garantita la tutela effettiva dei propri diritti alla conservazione dei legami familiari in particolar modo con i suoi tre figli che non vede da quasi mille giorni.
(4-01957)

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:

GHIZZONI e MARCO CARRA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
come segnalato da precedenti atti di sindacato ispettivo, da specifiche iniziative delle amministrazioni locali interessate, dalle proteste di associazioni di consumatori e utenti così come da semplici passeggeri la qualità dei servizi ferroviari sulla linea Mantova-Carpi-Modena è negli anni progressivamente peggiorata, in particolare per quanto riguarda la cadenza delle corse, la loro puntualità e la loro cancellazione improvvisa, nonché la soppressione definitiva dei collegamenti intercity per Roma;
con l'entrata in vigore del nuovo orario ferroviario, a decorrere dal 14 dicembre in concomitanza con l'avvio del servizio ad alta velocità, si sono registrati ulteriori disagi nei servizi regionali e ordinari;
in particolare, per quanto concerne la citata linea, nella direttrice da Modena per Mantova e Verona i tempi di percorrenza subiranno allungamenti tra i cinque e i dieci minuti, mentre nella direzione opposta i tempi si allungano per alcune corse fino a 18 minuti a causa dell'impiego di materiale rotabile vecchio di trent'anni (locomotrici Ale801, che tuttavia precedentemente hanno rispettato tempi di percorrenza ben più ristretti); delle tre coppie di nuovi treni diretti Carpi-Modena-Bologna che erano state promesse ne è stata resa

operativa una sola; per le «corsette» tra Modena e Carpi sono state ripristinate le vecchie automotrici diesel; è stata confermata la soppressione dei collegamenti intercity con Roma. In altre parole, sono state disattese tutte le richieste avanzate dagli utenti, a conferma che si sta portando avanti una politica poco lungimirante sulle potenzialità del servizio ferroviario;
a fronte di queste decisioni negative si sottolinea che da settembre gli utenti, la gran parte dei quali è pendolare poiché si avvale del servizio ferroviario per raggiungere quotidianamente i luoghi di lavoro o di studio, hanno subito un nuovo e consistente incremento delle tariffe;
il sostegno del trasporto ferroviario locale ad uso dei pendolari deve rappresentare un obiettivo strategico di tutto il Paese, per un più equilibrato sviluppo del territorio, per il decongestionamento del traffico su strada, per la riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di gas serra -:
quali provvedimenti, dopo l'entrata in esercizio delle nuove tracce dell'alta velocità, si intenda assumere per garantire ai pendolari della tratta Mantova-Carpi-Modena un servizio efficiente, puntuale e diffuso.
(5-00814)

Interrogazioni a risposta scritta:

BELLOTTI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la sicurezza stradale è un principio irrinunciabile da perseguire con la massima fermezza, soprattutto considerando l'altissimo numero di morti che si registrano sull'asfalto;
i numeri sono impressionanti e ammontano a diverse migliaia ogni anno, al punto che lo Stato stesso non riesce a contarle con esattezza (6.000-7.000-8.000) e soprattutto non dispone di dati in tempo reale, per poter intervenire a fini di prevenzione;
ciò che è intollerabile, stando a rilevazioni statistiche in tempo reale condotte in alcune province da comitati e associazioni di volontariato che, in questo, da anni si sostituiscono alle istituzioni preposte, è che il 40 per cento degli incidenti avvengono e sono aggravati, con conseguenze tragiche per i malcapitati e le loro famiglie, per cause che non sono legate all'imperizia o ad errori del conducente, ma anche alla scarsa manutenzione e a problemi infrastrutturali e logistici riscontrabili sulle arterie di comunicazione;
a seguito di una missiva dell'associazione no profit - Comitato per la sicurezza stradale «F. Paglierini» con sede nella provincia di Ferrara e tra i firmatari italiani della Carta europea per la sicurezza stradale, l'interrogante è stato sensibilizzato circa le problematiche legate ad una via che risulta, ormai inconfutabilmente, essere la prima per numero di morti in Italia per chilometro, la SS 309 Romea;
i problemi riscontrabili su questa strada sarebbero molteplici e molti erano già noti al sottoscritto interrogante e a chiunque abitasse nella zona interessata dal passaggio della SS 309;
con l'approssimarsi della stagione invernale è quanto mai urgente procedere a celeri miglioramenti e a garantire tempi certi per il rafforzamento dell'arteria con la realizzazione della cosiddetta Romea commerciale, di cui si parla da anni, che vedrà peggiorare la propria situazione con la conclusione dei lavori del passante di Mestre e, per questo, vedrà riversarsi su di essa una quantità enorme di tir provenienti dall'Est europeo che la sceglieranno per assenza di pedaggio; situazione che sconta, per mancata programmazione e lungimiranza nei decenni passati, assenza assoluta di alternative viarie come non si riscontrano sull'intera fascia adriatica, da S. Maria di Leuca a Trieste;

è tuttavia imperativo cominciare già da ora a mettere mano ad interventi che non comporterebbero un'eccessiva spesa ma che potrebbero ridurre la mortalità sulla Romea;
tra gli interventi suggeriti dalla lettera dell'Associazione no profit - Comitato per la sicurezza stradale «F. Paglierini», vi sono quelli di adeguare e, per quanto possibile, rendere omogenei i limiti di velocità, in modo che la continua variazione degli stessi non porti ad ignorarli;
sarebbe inoltre indispensabile provvedere ad opere di mantenimento, che dovrebbero essere scontate: dalla cura del verde all'eliminazione dei dislivelli di asfalto, dalla sostituzione e revisione dei guard rail al controllo dei numerosi tir di provenienza straniera che solcano quotidianamente e in gran numero l'arteria;
sarebbe opportuno inoltre realizzare rotonde e cavalcavia negli incroci più critici, eliminando la possibilità della svolta a sinistra, operazione che è forse una delle prime cause di incidenti sulla strada in questione;
guardando alla tabella redatta dalla stessa associazione no profit - Comitato per la sicurezza stradale non è possibile fare a meno di rilevare che nella sola provincia di Ferrara, per il periodo del 2008 che va dal suo inizio ad oggi, si sarebbe registrato il numero più alto di deceduti da 4 anni a questa parte: il numero complessivo di morti risalirebbe a 9;
è evidente che la SS 309 Romea versa in uno stato che l'interrogante non stenta a definire di emergenza tanto che la missiva in esame propone addirittura il blocco totale dell'arteria ad opera dei sindaci del territorio interessato dal suo passaggio -:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali misure di propria competenza il Governo intenda adottare per limitare il numero di incidenti sulla SS 309 Romea;
se sia intenzione del Ministero delle infrastrutture procedere alla messa in sicurezza della suddetta arteria adottando alcuni dei suggerimenti esposti in premessa, quali la realizzazione di cavalcavia, rotatorie, adeguamento dei limiti, manutenzione del fondo stradale, cura del verde a bordo strada, revisione o sostituzione dei guard-rail;
a che stato sia la realizzazione della cosiddetta Romea commerciale;
se non s'intenda avvalersi del contributo e dell'esperienza di associazioni di volontariato, come il Comitato per la sicurezza stradale «F. Paglierini» e di altre associazioni analoghe, operanti a livello nazionale e autoriunitisi nel CNOSS (Coordinamento nazionale organismi sicurezza stradale) per esaminare e affrontare in un'ottica diversa rispetto al passato la grave problematica della sicurezza stradale, che rappresenta la prima emergenza in assoluto dell'Italia e sulla quale si rischia, concretamente, di disattendere l'obiettivo europeo della riduzione del 50 per cento delle vittime stradali entro il prossimo 2010.
(4-01958)

BORGHESI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nel comune di Padova è stato realizzato il servizio di metro-tram (Translohr), la cui soluzione tecnica, del tutto innovativa, prevede il ricorso ad una monorotaia;
fin dall'inizio dei lavori avviati da qualche anno, si sono evidenziati numerosi disagi per i cittadini in quanto il suo attraversamento in particolare con biciclette e motorini ha generato numerose cadute di ciclisti ed anche motociclisti con lesioni rilevanti per gli infortunati;
in base ad evidenze empiriche risulterebbero 269 incidenti, che hanno comportato il ricovero, quanto meno in pronto

soccorso delle persone coinvolte e purtroppo anche di un decesso avvenuto il 5 giugno 2008;
risulta altresì che almeno in 65 casi i danneggiati abbiano presentato una richiesta di risarcimento danni al comune di Padova;
numerosi articoli dei giornali locali a partire dal 2004 hanno segnalato il problema qui presentato che sembra essere legato alla larghezza delle fosse laterali di destra o sinistra della rotaia, pari a cm. 4,5;
la soluzione tecnica scelta per la tramvia è di tipo assolutamente innovativo e finora ancora in fase di sperimentazione;
sembra che non esista omologazione del mezzo da parte del Ministero ma solo due pareri favorevoli, uno rilasciato da una commissione formatasi a Padova ed uno relativo alla città di Latina, sottoscritta dall'ingegnere Immacolata Paola Ventola e dall'ingegnere Elena Molinaro del Ministero dei trasporti per altro non riguardanti in modo specifico né il mezzo di trasporto in questione né la monorotaia che ne costituisce il supporto;
in data 24 marzo 2007 è stato inaugurato in blocco tutto il sistema Translohr;
non risulta esistere né l'omologazione della monorotaia (causa dei numerosi incidenti), né la relativa certificazione di un ente tipo C.E.R.T. o SINCERT UNI ISO 2000 -:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti sopra riportati e se il Ministro confermi la mancanza di omologazione da parte del Ministero sia del mezzo che della monorotaia;
se non ritenga che in carenza di omologazione deva essere sospeso l'esercizio del mezzo in via cautelativa, anche a salvaguardia della sicurezza pubblica.
(4-01962)

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INTERNO

Interrogazione a risposta scritta:

AMICI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella notte tra il 20 e 21 dicembre sono stati dati alle fiamme i magazzini della ditta di famiglia del presidente del consiglio comunale di Fondi (Latina), Giorgio Fiore;
è solo l'ultimo di una serie di episodi delittuosi che si sono verificati nella città di Fondi;
il degrado del tessuto sociale, economico e politico che sta emergendo a Fondi come in altri comuni del basso Lazio, anche grazie alle fruttuose indagini dell'operazione Damasco condotta egregiamente dalla questura di Latina, esige una rapida risposta da parte del Ministero dell'interno per intensificare l'azione di prevenzione, controllo e contrasto alla criminalità e rassicurare la collettività;
sono passati più di tre mesi da quando la Commissione ispettiva di accesso agli atti ha terminato i propri lavori e a Fondi proseguono le inchieste su personaggi di spicco del mondo politico e dell'economia locale, legati ad esponenti della criminalità organizzata, come la 'ndrangheta, che hanno portato a sequestri di ingenti patrimoni immobiliari e finanziari. L'ultimo riguarda patrimoni per un valore complessivo di 28 milioni di euro che la divisione anticrimine della questura ha sequestrato all'imprenditore del mercato ortofrutticolo di Fondi, Vincenzo Garruzzo -:
se il Ministro intenda assumere al più resto una decisione sul comune di Fondi alla luce della relazione consegnata l'8 settembre dal Prefetto di Latina a chiusura dei lavori della commissione di accesso.
(4-01963)

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta in Commissione:

GHIZZONI, DE BIASI e FIANO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
l'ex campo di concentramento di Fossoli (nel territorio comunale di Carpi) è luogo della memoria nazionale, in quanto testimonianza tangibile della deportazione razziale e politica avvenuta nel nostro Paese durante la II Guerra Mondiale;
dal dicembre 1943 all'agosto 1944, il campo funzionò principalmente come campo nazionale di concentramento e smistamento di prigionieri ebrei e politici (tra i quali Primo Levi e Odorado Focherini, medaglia d'oro al valor civile alla memoria) avviati poi alla deportazione nei lager nazisti come Auschwitz-Birkenau, Buchenwald, Bergen-Belsen, Mauthausen, Ravensbruck, dove la grandissima maggioranza fu uccisa. Si stima che siano passati da Fossoli circa 5.000 deportati, di cui la metà ebrei. Sull'area dell'ex campo sono tuttora presenti le baracche dei prigionieri. Una di queste è stata recuperata, è utilizzata per scopi culturali e didattici e ospita una mostra permanente;
la «Fondazione ex Campo di Fossoli», costituita nel 1996, ha come precipua finalità la diffusione della memoria storica mediante la conservazione, il recupero e la valorizzazione dell'ex campo di concentramento di Fossoli; la promozione della ricerca storico-documentaria sul campo nelle sue diverse fasi di utilizzo; la progettazione e l'attivazione di iniziative a carattere divulgativo, didattico e scientifico sui temi della deportazione e più in generale della Seconda Guerra Mondiale, nonché dei diritti umani e dell'educazione interculturale;
dal 2005, in occasione della «Giornata della Memoria», la «Fondazione Fossoli» in collaborazione con molte istituzioni pubbliche promuove e organizza il progetto «Un treno per Auschwitz»;
l'iniziativa, rivolta principalmente agli studenti delle scuole medie superiori, consiste in una visita di studio al campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Alla tragica meta si giunge dopo un lungo viaggio in treno, con partenza dalla stazione ferroviaria di Carpi: lo stesso mezzo e lo stesso percorso conosciuto dai prigionieri che, dal campo di Fossoli, subirono l'allontanamento coatto dal proprio Paese per essere deportati nei lager nazisti;
«Un Treno per Auschwitz» non è semplicemente un tradizionale viaggio della memoria, è soprattutto un «contenitore» di proposte didattiche per studenti e insegnanti. Il lungo viaggio e la visita rappresentano il momento più significativo di un lungo percorso di studio, conoscenza e formazione, che si sviluppa lungo l'intero anno scolastico in stretta collaborazione con le autonomie scolastiche;
insieme ai ragazzi viaggiano testimoni, musicisti, scrittori, giornalisti e ricercatori, che con la loro presenza arricchiscono e valorizzano ulteriormente il progetto, soprattutto in funzione della cosiddetta «restituzione dell'esperienza», la fase successiva al viaggio;
nel corso delle precedenti edizioni sono stati coinvolti circa 600 studenti ogni viaggio, la maggioranza dei quali provenienti da scuole della Provincia di Modena; anche quest'anno, la mattina del prossimo 25 gennaio 2009 seicento alunni, di trenta istituti superiori, partiranno dalla stazione di Carpi diretti ad Auschwitz-Birkenau;
dal 2006 e per il 2009, a suggello del suo valore, l'iniziativa si svolge sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, dal 2007 ha il Patrocinio dei Presidenti di Senato e Camera;
negli anni 2007 e 2008 il «Treno per Auschwitz» ha ottenuto anche il Patrocinio del Ministero della pubblica istruzione: conseguentemente anche per l'edizione

2009 è stata inoltrata analoga richiesta per conseguire il sostegno, non oneroso, del Ministero;
il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha purtroppo espresso l'avviso che fosse l'ufficio scolastico regionale per l'Emilia-Romagna a concedere il proprio patrocinio «dato il carattere locale dell'iniziativa» -:
quali siano le motivazioni che hanno indotto il Ministro a negare il proprio patrocinio ad una iniziativa che ha ottenuto l'esplicito riconoscimento delle Alte cariche della Repubblica;
se il Ministro interrogato, in considerazione del valore etico, delle ricadute didattiche e delle valenze formative dell'iniziativa, non intenda rivedere la posizione espressa e concedere - come in passato - il proprio patrocinio al progetto «Un treno per Auschwitz».
(5-00816)

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LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

MOSCA e VACCARO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'Italia aderisce, in quanto membro dell'UE, a Europass, il sistema di certificazione della propria formazione utile a garantire la circolazione dei professionisti nell'area della Comunità Europea, varato con la decisione n. 2241/2004/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 15 dicembre 2004;
secondo il suddetto programma, tutti gli Stati sono tenuti a rilasciare - entro la scadenza del 2012 - i propri titoli secondo gli standard comunitari;
in un'economia globalizzata, la libera circolazione dei professionisti costituisce un valore aggiunto per la crescita economica e sociale;
secondo un articolo pubblicato da Il Sole 24 Ore in data 15 dicembre 2008, solo l'1,4 per cento degli italiani si sposta oltreconfine e molti lamentano che tra i molti problemi che i professionisti si trovano ad affrontare, ci sia proprio la difficoltà di vedersi riconoscere il percorso formativo ultimato nel nostro paese -:
quali misure siano state adottate, o si intendano adottare, al fine di conseguire l'obiettivo di un coordinamento del sistema della formazione professionale, oggi affidato all'autonomia delle regioni, per garantire la rispondenza tra i sistemi organizzativi adottati e le misure fissate dall'Unione Europa, ed in tale contesto, a che punto sia l'applicazione del sistema di certificazione denominato Europass.
(5-00812)

BERRETTA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
a seguito dell'interpello del Ministero del lavoro n. 15/2007 del 12 marzo 2007 viene preclusa alle cooperative agricole di servizio l'assunzione di operai a tempo determinato, con qualifica di braccianti agricoli, da impiegare, anche in via esclusiva, nei fondi agricoli di proprietà dei soci;
si tratta di cooperative di raccolta, lavorazione, trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli utilizzano, per lo svolgimento dell'attività di cui all'articolo 2135 del codice civile, i prodotti conferiti prevalentemente dai soci;
si tratta di cooperative che, prive di fondi agricoli e particolarmente diffuse nel settore agrumicolo ed olivicoltura, sono istituite fra produttori agricoli con lo scopo di integrare l'attività della loro impresa con particolari servizi, che nessun agricoltore socio sarebbe da solo in grado

di realizzare, stanti le oggettive difficoltà tecniche ed organizzative e gli alti costi da sopportare;
tali cooperative, al fine di soddisfare lo scopo mutualistico, per cui sono state create, oltre a lavorare il prodotto dei soci assicurano loro tutti i servizi necessari alla cura e allo sviluppo del ciclo biologico: la raccolta, la potatura, l'utilizzo di mezzi meccanici ed assumono, soprattutto per la raccolta, operai a tempo determinato con la qualifica di braccianti agricoli per distaccarle nei fondi dei soci;
la conseguenza dell'interpello consiste nel mettere a rischio la capacità produttiva di tante aziende piccole e piccolissime, che grazie all'adesione alle cooperative riescono a mantenere adeguati livelli di meccanizzazione, competitività ed innovazione;
inoltre, tale provvedimento rischia, nell'attuale momento di grave crisi, di provocare la perdita di decine di migliaia di addetti del settore agricolo ovvero il ricorso a pratiche illecite di reclutamento -:
se non si ritenga opportuno intervenire con urgenza per modificare il succitato interpello e fornendo, al tempo stesso, delle indicazioni chiare al fine di consentire alle cooperative agricole di servizi il distacco di operai a tempo determinato anche in via esclusiva, presso le singole aziende agricole dei soci.
(5-00813)

Interrogazione a risposta scritta:

OSVALDO NAPOLI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
con Direttiva del 18 settembre 2008 il Ministero del lavoro ha fissato le linee guida cui i soggetti con compiti di verifica in materia di lavoro devono attenersi;
detta Direttiva precisa inequivocabilmente che i contenuti della circolare n. 4 del 2008 sono da ritenersi complessivamente non coerenti con l'impianto e le finalità della legge Biagi ed in contrasto con il consolidato orientamento della Suprema Corte di cassazione secondo cui «ogni attività umana suscettibile di valutazione economica può essere resa in forma autonoma o subordinata, mentre decisivo, ai fini della applicazione della disciplina inderogabile del diritto del lavoro, è il requisito essenziale della subordinazione»; pertanto gli organi ispettivi sono tenuti a disapplicare i contenuti della circolare 4 del 2008;
tra gli obiettivi dichiarati della richiamata Direttiva vi è quello di rilanciare la filosofia preventiva e soprattutto promozionale di cui al decreto legislativo n. 124 del 2004, sostanzialmente disapplicato - ancorché non abrogato - nella precedente legislatura;
nel settore dell'home care e dei servizi assistenziali alla persona operano agenzie - per lo più costituite in forma di cooperativa sociale - che selezionano e formano operatori di comprovata professionalità in grado pertanto di fornire in modo autonomo servizi qualificati alle famiglie dei soggetti in stato di bisogno (si tratta di anziani non autosufficienti o parzialmente tali, di pazienti allettati a causa di patologie o di interventi, di soggetti diversamente abili eccetera) direttamente al domicilio del richiedente;
le agenzie garantiscono tramite la propria struttura la continuità dell'assistenza e la professionalità dell'operatore, circostanze che le distinguono rispetto alle agenzie di somministrazione da un lato e dalle cosiddette assistenti familiari (nel gergo comune badanti) dall'altro;
queste agenzie hanno una importante valenza sociale;
le modalità tipiche con cui si svolgono i rapporti tra operatori ed agenzie portano queste ultime a fare ampio ricorso a forme contrattuali di natura autonoma, in genere contratti di collaborazione coordinata e continuativa, posto che la prestazione sia resa al domicilio del richiedente; le modalità sono stabilite dall'operatore

di comune accordo con l'assistito o la famiglia di quest'ultimo e pertanto l'agenzia è nella materiale impossibilità di esercitare i poteri tipici del datore di lavoro (direttivo, organizzativo e disciplinare);
per questo una tipologia contrattuale di natura autonoma appare di per sé stessa ben più aderente alle modalità con cui si svolge il rapporto tra operatore ed agenzia;
nonostante ciò, il personale di vigilanza dell'Istituto nazionale della previdenza sociale prosegue ad intraprendere iniziative ispettive di dubbia legittimità proprio perché completamente estranee ed incoerenti rispetto ai principi richiamati;
queste iniziative portano tutte ugualmente ad una indiscriminata riqualificazione dei rapporti di natura autonoma di cui sono parte le Agenzie. Gli ispettori motivano i provvedimenti in modo assai generico, semplicemente richiamando taluni pretestuosi asseriti indici di subordinazione nonché principi del tutto similari a quelli che ispirarono la circolare 4 del 2008, violando così - ancora una volta ed in modo palese - le direttive ministeriali;
infine, nelle more dell'esito dei giudizi e dei ricorsi proposti dalle agenzie, l'Inps provvede inopinatamente alla cartolarizzazione del credito aggiungendo un ulteriore, grave pregiudizio;
in tali circostanze, per evitare responsabilità in capo ai rappresentanti legali, le agenzie sono costrette a cessare l'attività ben prima di conoscere l'esito delle controversie pendenti, con palese lesione di un principio cardine dello Stato di diritto. La prima conseguenza di un tale agire sta nel fatto che ampie porzioni di un settore in forte crescita è divenuto preda dell'irregolarità diffusa con connesso grave danno erariale e pregiudizio per la sicurezza dei cittadini -:
se il Governo intenda emanare tempestivamente i provvedimenti indispensabili al fine di uniformare il comportamento dei soggetti addetti alla vigilanza in materia di lavoro e di chiarire il quadro normativo in materia di utilizzo di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa nel settore dell'assistenza domiciliare ed ospedaliera.
(4-01966)

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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta scritta:

LEOLUCA ORLANDO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
ai sensi dell'articolo 10, comma 2, della legge n. 353 del 2000 è previsto il censimento, tramite apposito catasto, dei soprassuoli già percorsi dal fuoco nell'ultimo quinquennio;
il comitato «Addioincendio» ha chiesto formalmente il 12 dicembre a 82 comuni della provincia di Palermo, e per conoscenza ha informato la Prefettura del capoluogo siciliano e le procure della Repubblica di Palermo e di Termini Imerese, di comunicare con solerzia, entro e non oltre 30 giorni dalla ricezione della richiesta, la data della delibera di Consiglio comunale istitutiva del catasto di cui sopra e la data di costituzione dello stesso, nonché gli elenchi definitivi e le relative perimetrazioni dei soprassuoli già percorsi dal fuoco nell'ultimo quinquennio;
da anni molte associazioni lavorano per tenere alta l'attenzione su questo nuovo fronte di criminalità che vuole distruggere con gli incendi le attività agricole, turistiche, culturali ed ambientali di tutta l'Isola;
la Sicilia, nel processo di cambiamento climatico, è posta in una prospettiva di desertificazione accelerato dagli incendi;

i cittadini riuniti nel suddetto Comitato sono i destinatari e beneficiari della legge menzionata e gli stessi, a tutela dei loro diritti lesi, possono denunciare le mancate risposte come omissioni amministrative ai sensi dell'articolo 328 del codice penale -:
come i Ministri intendano, ciascuno secondo la rispettiva competenza, sollecitare i Comuni siciliani e palermitani, in particolare per procedere al necessario censimento dei terreni bruciati al fine di prevenire futuri incendi.
(4-01964)

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RAPPORTI CON LE REGIONI

Interrogazione a risposta scritta:

ANTONINO RUSSO. - Al Ministro per i rapporti con le regioni, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la legge finanziaria dello scorso anno ha destinato 55 milioni di euro per la stabilizzazione a 24 ore di circa 3000 e su precari in servizio presso il comune di Palermo;
in occasione dell'approvazione della legge finanziaria per il 2009 il governo ha accolto l'ordine del giorno a firma Siragusa-Russo 9/1185/124 volto a trovare la copertura per la stabilizzazione full time dei suddetti lavoratori che andrebbero ad integrare e completare la pianta organica del comune di Palermo;
per la figura di vigile urbano nel comune di Palermo sono state previste 350 unità di personale da selezionare e sui 527 candidati 109 non hanno i requisiti previsti;
l'Amministrazione comunale di Palermo continua ad ignorare i vincitori di un concorso pubblico che prevede l'assunzione di 38 vigili urbani, a seguito dell'ultimo scorrimento della graduatoria relativa al concorso per titoli di 400 posti di polizia municipale bandito in esecuzione della determinazione sindacale n. 73 del 13 marzo 1999 pubblicato nella Gazzetta ufficiale della Regione siciliana - Serie speciale Concorsi n. 4 del 27 marzo 1999 e n. 6 del 30 aprile 1999;
l'amministrazione comunale di Palermo non ha ancora inserito nel bilancio 2008 le somme necessarie così come previsto dal relativo piano triennale per l'assunzione dei candidati risultati idonei;
i 38 vigili urbani in attesa di essere assunti dal comune di Palermo dal 2006 nonostante il superamento delle prove di idoneità psico-fisica e il decreto prefettizio di attribuzione della qualifica di Agente di Pubblica sicurezza necessario per l'assunzione risultano ad oggi ancora privi di contratto;
nella definizione dei ruoli e delle funzioni, il comune di Palermo rischia di perpetuare una situazione di illegittimità e che ciò rischia di verificarsi con il concorso inconsapevole dello Stato -:
quali misure di propria competenza il Governo intenda assumere per garantire il diritto dei vincitori di un concorso vinto da persone che oltre al danno non possono subire anche la beffa di vedersi scalzati da un posto di lavoro conquistato da tempo con sacrificio tutto ciò ovviamente anche al fine di evitare possibili contenziosi che potrebbero avere risvolti parecchio problematici.
(4-01960)

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SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta in Commissione:

CAPARINI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 1, comma 485, della legge n. 266 del 2005 (finanziaria 2006) ha previsto la proroga di dieci anni delle grandi concessioni di derivazione idroelettrica, ed il successivo comma 486 del medesimo articolo ha disposto a decorrere dall'annualità

2006 il versamento, a carico dei titolari delle grandi concessioni di derivazione idroelettrica, di un canone aggiuntivo, un quinto del quale va a favore dei comuni interessati;
la Corte costituzionale, con sentenza n. 1 del 14 gennaio 2008, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale, fra l'altro, del comma 486 citato;
a seguito della pronuncia di illegittimità, i titolari delle concessioni hanno chiesto a numerosi piccoli comuni montani, beneficiari di un quinto del canone aggiuntivo di cui sopra, la restituzione dei canoni già versati per gli anni 2006 e 2007 con aggravio degli interessi legali;
il tavolo tecnico presso l'Unificata, che ha già svolto diverse sedute con la partecipazione attiva dell'UNCEM, ha rappresentato l'ineludibile esigenza di una soluzione normativa che consenta la non restituzione da parte dei comuni interessati delle somme già introitate prima della citata sentenza della Corte costituzionale e al contempo disciplini per il futuro la materia senza penalizzare le aspettative dei comuni stessi, attraverso la compensazione erariale delle future minori entrate -:
se intenda valutare l'opportunità di trovare un'adeguata soluzione a favore dei comuni individuati dalla legge n. 266 del 2005 come beneficiari del canone aggiuntivo.
(5-00817)

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Apposizione di firme ad una mozione.

La mozione Cicchitto e altri n. 1-00085, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta dell'11 dicembre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Scalera, Catanoso, Barbaro.

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

L'interrogazione a risposta scritta Zamparutti e altri n. 4-01921, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 18 dicembre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Giulietti.

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ERRATA CORRIGE

Interrogazione a risposta in commissione Siragusa n. 5-00652 pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 91 del 24 novembre 2008. Alla pagina 3003, seconda colonna, dalla riga venticinquesima alla riga ventisettesima, deve leggersi: «alcune fotografie scattate il 12 agosto 2008 documentano l'escavazione e il trasporto», e non «l'interrogante allega alla presente 7 fotografie scattate il 12 agosto 2008 che documentano l'escavazione e il trasporto», come stampato.