XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di martedì 13 gennaio 2009

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanze urgenti (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
con legge 6 febbraio 1996, n. 52 e con successivo decreto legislativo di attuazione n. 197 del 12 aprile 1996, l'Italia ha recepito la direttiva 94/80/CE del Consiglio dell'Unione europea del 19 dicembre 1994, che fissa le norme che consentono ai cittadini comunitari che risiedono in uno Stato membro, di cui non hanno la cittadinanza, di chiedere l'iscrizione in apposite liste elettorali aggiunte istituite presso il comune di residenza stessa e, in virtù di tale iscrizione di esercitare il diritto di voto in occasione delle elezioni amministrative ed europee;
secondo i dati Istat aggiornati al 31 dicembre 2007, senza perciò considerare coloro che si sono aggiunti dal 1o gennaio 2008 ad oggi, i cittadini dell'Unione europea, provenienti dai 26 paesi membri, che risiedono in Italia, sono 934.435 e precisamente: Romania 625.278, Polonia 90.218, Germania 40.163, Bulgaria 33.477, Francia 30.803, Regno Unito 26.448, Spagna 17.354, Paesi Bassi 8.165, Slovacchia 7.463, Grecia 7.063, Austria 6.609, Belgio 5.183, Rep. Ceca 5.499, Ungheria 5.467, Portogallo 4.842, Svezia 3.451, Slovenia 3.096, Lituania 3.006, Irlanda 2.735, Danimarca 2.186, Finlandia 1.723, Lettonia 1.559, Malta 803, Estonia 734, Lussemburgo 312 e Cipro 168;
il Ministero degli interni con la circolare n. 134 del 30 dicembre 2003 disciplinava il diritto di voto dei cittadini dei dieci paesi allora entranti predisponendo un modello di domanda che i cittadini dell'Ue potevano presentare ai sindaci dei comuni di residenza entro il novantesimo giorno anteriore a quello della votazione;
in occasione delle elezioni amministrative del 27 e 28 maggio 2007, il Partito dei Rumeni in Italia denunciò che in tantissimi comuni la regolarizzazione per via anagrafica dei cittadini rumeni che presentavano la domanda ai sindaci per poter votare, era sospesa da settimane per l'incapacità dichiarata dei comuni stessi di applicare ed interpretare la relativa normativa; tali inadempimenti impedirono a decine di migliaia di cittadini rumeni di partecipare alle elezioni;
la carente conoscenza della normativa riguardante l'elettorato attivo e passivo dai cittadini comunitari da parte dei comuni ha comportato in occasione delle ultime scadenze elettorali gravissime conseguenze negative sul rispetto degli obblighi comunitari oltre che sul piano dell'immagine dell'Italia in Europa;
in occasione delle prossime elezioni amministrative e di quelle per il rinnovo del Parlamento europeo quali iniziative siano state prese per applicare rigorosamente: la legge 6 febbraio 1996, n. 52 e successivo decreto legislativo di attuazione n. 197 del 12 aprile 1996; la Direttiva 93/109/CE del Consiglio del 6 dicembre 1993; il decreto-legge 24 giugno 1994, n. 408, convertito in legge, con modificazioni, dall'articolo 1 della legge 3 agosto 1994, n. 483, modificato dalla legge 24 aprile 1998, n. 128 -:
se non ritenga urgente promuovere campagne di informazione in diverse lingue rivolte ai cittadini comunitari residenti in Italia affinché possano conoscere il loro diritto di partecipazione al voto in Italia, chiedendo in primis ai mezzi radiotelevisivi del servizio pubblico di attivarsi in tempo utile;
se viste le esperienze passate sui mancati adempimenti di molti comuni della legge su menzionata non ritenga necessario un intervento ad hoc volto a informare ed istruire i funzionari pubblici delle amministrazioni locali affinché, an

che con un'apposita informativa da inviare al domicilio degli interessati, venga garantito il diritto di voto a chiunque dei cittadini comunitari ne faccia richiesta;
se non ritenga che agevolare una maggiore responsabilizzazione anche sul piano civico dei cittadini comunitari residenti in Italia sia uno dei migliori elementi di integrazione che lo strumento democratico offre a tutti i cittadini.
(2-00264)
«Bernardini, Soro, Touadi, Minniti, Maurizio Turco, Farina Coscioni, Mecacci, Zamparutti, Beltrandi, Burtone, Marrocu, Melis, Duilio».

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro degli affari esteri, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
dal 7 gennaio 2008 sono state completamente interrotte le forniture di gas metano russo dall'Ucraina verso i Paesi dell'Europa centro-orientale e i Paesi membri dell'Europa occidentale, creando una situazione di vera e propria emergenza nei Balcani e nei paesi più dipendenti dal gas russo ma creando gravi difficoltà anche in Italia;
il blocco di forniture di gas e il contenzioso sull'energia, che da alcuni anni si ripete puntualmente in occasione della stagione invernale, ha assunto proporzioni tali da costituire un pericolo per la sicurezza energetica di tutta l'Europa rilevato che un quarto del gas naturale necessario all'Ue viene importato dalla Russia, l'80 per cento del quale deve passare attraverso i gasdotti dell'Ucraina;
l'attuale crisi fra Ucraina e Russia, ad esempio, ha comportato che il ricorso alle scorte nazionali di gas sia cresciuto in un solo giorno del 57 per cento (passando in 24 ore dai 101,6 milioni di metri cubi a 159 milioni), spingendo il Ministero dello sviluppo economico all'adozione di un provvedimento per massimizzare gli approvvigionamenti dagli altri Paesi fornitori (Algeria, Libia, Norvegia, Olanda, Gran Bretagna), dal quale il Ministero si attende un incremento delle esportazioni extra-Russia per circa 20 milioni di metri cubi;
l'origine della recente crisi è da ricercare nella difficoltà a raggiungere tra Mosca e Kiev un nuovo accordo sulle forniture di gas, sia sotto il profilo del prezzo stesso della fornitura, fino ad oggi la metà di quello pagato dagli europei, sia sotto quello del pagamento del debito arretrato accumulato dall'Ucraina, Paese in forti difficoltà finanziarie, sia sotto il profilo della tariffa di transito in Ucraina del gas russo destinato all'Europa;
l'accordo di mediazione trovato in sede europea non supera la disputa bilaterale fra Mosca e Kiev sul prezzo del gas ma dovrebbe risolvere la questione delle forniture all'Europa prevedendo un'attività di monitoraggio (da parte di team costituiti da esperti europei, russi e ucraini) dei gasdotti su territorio ucraino per verificare la regolarità dei flussi di gas immessi da Gazprom nella rete, l'attraversamento della rete ucraina senza ostacoli e quindi il rispetto dei contratti;
la controversia fra Russia e Ucraina ha, ovviamente, un rilievo non solo commerciale ma geopolitico, inserendosi per molti analisti nella strategia russa volta ad utilizzare la rendita gas-petrolifera quale leva per aumentare la propria influenza, esercitare una vera e propria pressione e un condizionamento sui Paesi del vecchio blocco sovietico, quasi totalmente dipendenti da quelle forniture e comunque obbligate vie di transito per l'energia, e in fin dei conti sulla stessa Unione Europea, primo cliente del gas russo;
la vicenda si interseca nella complessa partita sulla costruzione di nuove grandi infrastrutture di trasporto del gas (da Nabucco a North e South Stream) che mobilitano investimenti strategici importanti per le aziende europee e russe del settore e che, attraversando il territorio di determinati Stati, ovvero terminando in una nazione piuttosto che in un'altra,

coinvolgono e incidono su una parte essenziale degli interessi degli Stati nazionali;
in questo senso la recente crisi russo-ucraina non è che un aspetto marginale di una questione più ampia che riguarda la politica e la sicurezza energetica internazionale tanto dell'Italia quanto dell'Europa, oramai consapevole di dover superare la propria dipendenza in materia di energia nei confronti di un partner strategico come la Russia, superando l'attuale insufficiente integrazione del proprio mercato del gas;
nonostante le avvisaglie sul blocco delle forniture di gas degli anni passati (già a partire dal braccio di ferro Russia-Ucraina del gennaio 2006) avessero già evidenziato una fragilità del sistema, contrassegnato dai «ricatti energetici» da parte della Russia nei confronti dei Paesi europei, poco sembra essere stato fatto, a tutt'oggi, per la costruzione di un mercato unico europeo del gas, in grado di affrancare l'Europa dalle fonti di approvvigionamento energetiche russe;
il Consiglio europeo ha approvato nel marzo 2007 e riesaminato nella primavera del 2008, il Piano d'azione per una politica energetica che intende fornire un quadro di riferimento comune per una strategia europea nel settore energetico, prevedendo un pacchetto integrato di misure volte a definire una nuova politica energetica per l'Europa, contrastare le conseguenze dei cambiamenti climatici, rafforzare la sicurezza energetica e la competitività dell'UE e nel quale si affronta il tema di un approccio comune alla politica energetica esterna, così da superare un approccio bilaterale con Mosca che riduce il peso negoziale dei singoli Stati europei;
è attualmente all'esame del Parlamento italiano il cosiddetto «Terzo pacchetto energia» che raccoglie le proposte avanzate dalla Commissione europea per implementare il Piano d'azione e di cui sarebbe opportuno sollecitare l'esame dei Parlamenti nazionali per addivenire a una rapida approvazione definitiva a livello comunitario;
non è chiara, invece, la strategia nazionale messa in campo per fronteggiare la questione dell'approvvigionamento del gas, affidata più ad annunci sporadici che ad azioni pianificate e coordinate -:
quale sia la valutazione del Governo e quali iniziative i Ministri interpellati abbiano assunto o intendano assumere, anche nelle sedi europee, circa un eventuale ricorso da parte della federazione russa alla sospensione delle forniture energetiche quale arma di pressione politica, tanto nei confronti dei Paesi dell'area ex sovietica quanto rispetto alla stessa Unione europea;
quale iniziativa politico-diplomatica il Governo sosterrà a livello di Unione europea perché nell'ambito della prossima rinegoziazione dell'accordo di partenariato strategico con Mosca vengano inserite le dovute garanzie sulla sicurezza e la continuità degli approvvigionamenti energetici, a partire dal rispetto dei principi già sanciti dal Trattato sulla Carta dell'Energia del 1994, sottoscritta da Mosca ma non ancora ratificata;
quale sia la valutazione dell'Italia sui differenti progetti di costruzione di nuovi gasdotti per il trasporto del gas dalla Russia e dall'Asia centrale, quali gli interessi delle grandi aziende italiane coinvolte e se vi sia un sostegno politico diplomatico alla realizzazione di alcuni dei progetti specifici di investimento (Nabucco, North Stream e South stream);
se non ritenga necessario farsi promotore, in sede comunitaria, di iniziative finalizzate alla accelerazione dell'approvazione di provvedimenti volti alla costruzione di un mercato unico europeo del gas, all'interconnessione delle reti europee di distribuzione, alla garanzia circa il loro controllo e al superamento della situazione di dipendenza dai rifornimenti di gas metano russo.
(2-00267)
«Maran, Barbi, Colombo, Corsini, Fedi, Mecacci, Narducci, Pistelli, Porta, Rigoni, Tempestini, Vernetti, Beltrandi,

Fioroni, Gaglione, Garofani, Giacomelli, La Forgia, Gozi, Farinone, Garavini, Laganà Fortugno, Migliavacca, Mogherini Rebesani, Recchia, Rosato, Rugghia, Sereni, Tocci, Villecco Calipari».

Interrogazione a risposta orale:

MIGLIORI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
a seguito anche dei recenti tragici incidenti automobilistici registratisi in varie città italiane con una pesante perdita di giovani vite risulta particolarmente grave la dichiarazione dell'onorevole Carlo Giovanardi, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla droga, secondo il quale è dal 29 agosto 2008, che sono pubblicamente sperimentate, come dipartimento nazionale antidroga, strutture che consentano istantanei accertamenti chimico tossicologici e l'immediato ritiro della patente a chi risulta positivo;
da mesi, dunque, la Direzione del Dipartimento Antidroga ha posto a disposizione delle Regioni, senza aggravio di spesa, personale e strumentazione in grado di svolgere un efficace azione di contrasto e controllo delle situazioni a rischio;
risulterebbe ad esempio che la Regione Toscana sia totalmente inadempiente nei controlli antidroga con conseguenze tragiche stante la vera e propria strage di giovani nelle strade causate anche da alcool e droga -:
quali iniziative urgenti si intendano attivare onde realizzare il celere azionamento delle misure di controllo già sperimentate ed operative dallo scorso 29 agosto.
(3-00303)

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AFFARI ESTERI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri, per sapere - premesso che:
dal 27 dicembre scorso ha luogo l'offensiva israeliana contro Hamas nella Striscia di Gaza, provocando sanguinosi scontri e un numero sempre crescente di feriti e vittime civili; l'operazione, che ha il nome in codice «Piombo fuso» intende costringere i gruppi armati palestinesi a cessare totalmente il lancio di razzi «Qassam» che da mesi minacciano la popolazione israeliana;
Israele sta proseguendo con la linea dura, dicendo che continuerà a usare «il pugno di ferro» fino a quando proseguirà il lancio di razzi sul territorio palestinese, mentre Hamas promette dal canto suo «la vittoria finale»;
l'operazione Piombo Fuso è arrivata oggi al diciottesimo giorno mentre sale ancora il bilancio delle vittime: dall'inizio dell'offensiva, secondo le ultime stime diffuse da fonti mediche, risultano più di 900 morti e 4.100 feriti nel territorio palestinese; troppe vittime innocenti stanno pagando il prezzo di uno scontro che sta diventando sempre più sanguinoso e drammatico;
in base a fonti israeliane, l'operazione «Piombo Fuso», avrebbe già fortemente colpito Hamas, di cui almeno tre alti esponenti sarebbero stati uccisi. Dell'organizzazione sarebbe stata distrutta la struttura della dirigenza, colpiti membri e sottratte armi;
non sfuggono le responsabilità e le colpe di Hamas per la rottura della tregua, ma non si può non rimanere colpiti dalla sproporzionata reazione di Israele anche solo considerando il numero delle vittime

civili, tra cui vi sono troppi bambini, che purtroppo sembrano essere quasi un terzo del totale dei morti;
il responsabile per la Croce Rossa a Gaza, Pierre Kraehenbuehl, ha definito la situazione della popolazione civile della Striscia di Gaza una «crisi umanitaria totale», esprimendo preoccupazione non solo per il numero crescente di civili morti e feriti, ma anche per lo stato delle infrastrutture civili, tra cui ospedali, colpite dalle operazioni militari israeliane; e nonostante la dichiarata volontà delle autorità israeliane di facilitare i soccorsi umanitari, è del tutto evidente che non si riesce a farli arrivare alle vittime per l'intensità dei combattimenti;
numerosi sono stati gli appelli alla pace del Papa, Benedetto XVI, e di autorevoli esponenti del Vaticano, che hanno fortemente condannato la violenza degli scontri e l'alto numero di vittime e feriti, richiamando l'attenzione sull'importanza degli aiuti umanitari alla popolazione civile;
mai come in questi giorni appare evidente come da anni, soprattutto dopo gli attentati dell'11 settembre, manchi una forte iniziativa politica e diplomatica nella risoluzione di una questione drammatica come quella che stiamo rivivendo e che si trascina dal 1948. Piuttosto, si è data voce alle armi, ai bombardamenti aerei, alle occupazioni militari come se ciò avesse potuto rivelarsi risolutivo. Anche il tentativo dell'Onu di trovare un accordo anche solo per imporre una tregua, con l'obiettivo di fermare l'escalation e consentire l'ingresso degli aiuti umanitari, è risultato non essere sufficiente;
lo scorso 8 gennaio, infatti, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, con l'astensione degli Stati Uniti, aveva deciso di chiedere l'immediato stop alle armi. La risoluzione (n. 1860 del 2009), adottata con 14 voti a favore, chiedeva di metter fine ai combattimenti con un cessate il fuoco immediato, duraturo e pienamente rispettato, che conduca a un ritiro completo delle forze israeliane da Gaza. Veniva poi chiesto l'avvio di una fornitura senza ostacoli e la distribuzione su tutto il territorio della Striscia di aiuti umanitari, compresi cibo, medicine e carburante. Le due parti in causa hanno però deciso di respingere il documento;
Hamas ha fatto sapere, tramite una fonte del gruppo dirigente a Beirut, Raafat Morra, di non poter accettare la risoluzione dell'Onu per Gaza perchè, a giudizio del Movimento di resistenza islamico, non è nell'interesse del popolo palestinese e «non parla della fine dell'assedio e dell'apertura dei valichi». Il ministro degli Esteri israeliano, Tzipi Livni, ha invece spiegato che il suo Paese si regolerà esclusivamente sulla base del proprio interesse. Parole non dissimili, insomma, da quelle pronunciate dai radicali palestinesi. «Israele ha agito, sta agendo e agirà soltanto in armonia con le sue valutazioni, con le esigenze di sicurezza dei suoi cittadini e con il suo diritto all'auto-difesa», ha tagliato corto Livni in un comunicato, senza fare il minimo accenno alla tregua;
oltre all'intervento delle Nazioni Unite, sono in campo anche gli sforzi di mediazione dell'Egitto con Mubarak, che vedono la partecipazione attiva del Presidente francese Nicolas Sarkozy, per raggiungere un accordo sul cessate il fuoco tra Israele e Hamas,
sembra invece ancora incerta nell'azione diplomatica mobilitata per la pace l'Unione europea, che continua ad apparire ancora troppo divisa nelle operazioni di mediazione; la presidenza ceca di turno dell'Ue ha comunicato di avere uno «scenario di soluzione» del conflitto, con «l'obiettivo minimo» di arrivare a «far tacere i cannoni». Un piano, però, di cui non si conoscono i dettagli e destinato, a quanto si apprende, ad essere discusso con gli Stati Uniti -:
come il Governo intenda attivarsi in tutte le sedi internazionali e, in particolar modo, nell'Unione Europea, per promuovere una più forte ed incisiva azione diplomatica per il raggiungimento degli obiettivi di pace, utile a porre fine alla

condizione drammatica in cui versa la popolazione della Striscia di Gaza, garantendo in primo luogo gli aiuti umanitari necessari ai civili e, nel contempo, la sicurezza di Israele.
(2-00266)
«Evangelisti, Donadi, Borghesi, Barbato, Cambursano, Cimadoro, Costantini, Di Giuseppe, Favia, Aniello Formisano, Giulietti, Messina, Misiti, Mura, Monai, Leoluca Orlando, Paladini, Palagiano, Palomba, Pisicchio, Porcino, Piffari, Razzi, Rota, Scilipoti, Zazzera».

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:

BOBBA, D'ANTONI e NARDUCCI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il crac islandese, verificatosi l'ottobre scorso, secondo le notizie di stampa, coinvolge circa 100.000 investitori italiani, tra i quali i clienti di istituti di credito e compagnie assicurative che in passato hanno acquistato polizze index linked, con sottostanti emissioni governative islandesi, e ad essi si aggiungono coloro che hanno azioni oppure obbligazioni della banca islandese Glitnir Banki Hf, ufficialmente in stato di default, dopo il mancato rimborso di un bond da 750 milioni di dollari;
molti cittadini italiani hanno investito i propri risparmi in tali obbligazioni in euro, emesse da dette banche islandesi e inserite nella lista dell'associazione bancaria italiana, ABI, «PattiChiari, obbligazioni a basso rischio e rendimento», in modo particolare la Glitnir Banki Hf;
questo tipo di obbligazioni, che evitano l'alea relativa agli investimenti, e assicurano il mantenimento del capitale per lo meno iniziale, rientravano, infatti, al momento dell'acquisto, in rating A, inserite nella lista «PattiChiari» formulata dalle banche, quindi erano proposte come investimenti sicuri a basso rischio e le polizze avevano il sottostante occulto, quasi sempre non dichiarato all'investitore;
di solito questo tipo di investimenti riguarda maggiormente famiglie e piccoli risparmiatori che le stipulano per far fronte ad eventuali imprevisti, quali problemi di salute, di menage quotidiano, di lavoro, o per permettere ai propri figli di continuare il percorso di studi;
l'Islanda, pur non essendo membro, mantiene stretti legami economici e commerciali con l'Unione Europea, grazie all'appartenenza allo Spazio Economico Europeo e, a giudizio delle principali agenzie di rating internazionali, era ritenuto un Paese a rischio di borsa minimo;
contrariamente ai principi teorici alla base dell'iniziativa, propri di «PattiChiari», né le importanti oscillazioni di prezzo, né le variazioni di rating, sino alle condizioni di default, sono state comunicate dalle Banche: la comunicazione dell'uscita dell'obbligazione dalla lista è stata, infatti, recapitata circa 10 giorni più tardi, ovvero a titolo già uscito dalle contrattazioni;
il possibile rischio di valuta, dato dalle oscillazioni della moneta locale, e il rischio paese, ovvero l'affidabilità dello stesso, non giustifica come possa ritenersi il non mantenere la promessa di rimborso, da parte di uno Stato, un problema di affidabilità, invece di configurare l'inadempimento contrattuale, a fortiori garantito da «PattiChiari»;
allo stato attuale, si tutelano e si salvano con soldi pubblici, le banche responsabili di aver venduto obbligazioni a rischio certificandole come sicure, mentre si lasciano al loro destino i risparmiatori e le loro famiglie;
il prossimo 6 febbraio ci sarà la riunione del comitato creditori della Glitnir Bank a Reykjavik e i piccoli risparmiatori,

non hanno la possibilità partecipare, prospettando la reale possibilità che solo le banche e i grossi fondi possano tutelare il proprio portfolio, lasciando i piccoli investitori in balia degli eventi;
secondo gli interroganti l'operazione «PattiChiari» con riferimento alla citata vicenda non è stata condotta in maniera trasparente e le banche dovrebbero pertanto essere considerate corresponsabili in relazione ai danni subìti dagli investitori -:
se il ministro in indirizzo ritenga possibile assumere ogni iniziativa presso il governo islandese, affinché il governo islandese si impegni pubblicamente, circa il rimborso delle obbligazioni emesse dalle sue banche ormai da tempo nazionalizzate e poste sotto controllo statale;
se non ritenga opportuno stipulare un'intesa con l'ABI al fine di istituire un Fondo per il rimborso delle vittime cui concorrano tutte le Banche del Consorzio «PattiChiari» in misura proporzionale alla capitalizzazione od altri criteri da determinarsi nelle sedi opportune, con peso addizionale per le Banche ove siano stati effettivamente acquistati prodotti non rispondenti alle caratteristiche ed in proporzione a tale ammontare nominale;
se nel quadro della citata intesa non si intraveda la necessità di assegnare alle banche l'onere di predisporre strategie di rimborso o rollover su altri prodotti finanziari con orizzonte temporale ragionevole e se il Ministro interrogato, ai fini di tali rimborsi, a compensazione di quanto potrà liquidarsi in seguito a realizzazione degli assets delle Banche Islandesi, non reputi opportuno che siano considerati sullo stesso piano i sottoscrittori di polizze e bonds.
(5-00834)

Interrogazioni a risposta scritta:

GRAZIANO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
come è noto, l'articolo 8 della legge 18 dicembre 1973, n. 877, dispone che al lavoratore a domicilio spetti una percentuale sull'ammontare della retribuzione a lui dovuta a titolo di rimborso spese per l'uso di macchine, locali ed accessori;
è altresì noto che detta percentuale sarebbe dovuta essere determinata dai direttori degli uffici regionali del lavoro, ma, in assenza di tale determinazione, è stata fissata in sede contrattuale collettiva. In taluni casi, però, per quella parte del materiale accessorio che il lavoratore dovesse impiegare senza averlo ricevuto (come normalmente avviene) dal datore di lavoro, le parti possono fissare la percentuale in questione;
è evidente che la percentuale tende a coprire, sia pure in via forfettaria - con l'avallo però della contrattualistica collettiva - spese che il lavoratore sopporta normalmente e di fatto, in nome e per conto del datore di lavoro committente, e per il cui ristoro, come detto, anziché ricorrere al rimborso analitico - la cui praticabilità normalmente risulterebbe nei vari settori assai complicata - si è optato tra le controparti del rapporto di lavoro per un ristoro forfettizzato nella misura che l'esperienza dei singoli settori di produzione ha confermato mediamente come congrua;
il problema segnalato interessa anche il cosiddetto telelavoro, per il quale è evidente l'interesse generale a non ostacolarne o a renderne troppo onerosa la diffusione -:
se resti confermata la non imponibilità della percentuale richiamata in quanto carente di ogni contenuto di redditualità.
(4-02005)

GRAZIANO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
con risoluzione 14 novembre 2008, n. 445/E, l'Agenzia delle entrate ha assai opportunamente confermato che il datore

di lavoro, nella sua qualità di sostituto di imposta, può curare la gestione delle erogazioni operate dai propri dipendenti a favore delle onlus, rispettando le procedure precisate nella risoluzione;
nella stessa, però, si ammette solamente che, in sede di conguaglio di fine anno, il datore di lavoro potrà attribuire al dipendente interessato la detrazione di imposta del 19 per cento di cui all'articolo 15 del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917;
a seguito del decreto-legge n. 35 del 2005, il contribuente può usufruire, anziché della detrazione richiamata, anche della possibilità di dedurre dal proprio reddito complessivo l'erogazione effettuata, conseguendo con ciò un maggior beneficio fiscale -:
se quanto ammesso con la risoluzione sopra richiamata possa essere esteso anche al caso in cui il dipendente opti per la deduzione dal proprio reddito complessivo delle erogazioni operate per il tramite del proprio datore di lavoro alla onlus che avrà designato;
se tale possibilità possa essere estesa a quanti sono legati al sostituto di imposta da un rapporto di collaborazione ai sensi fiscali;
se la possibilità ammessa con la risoluzione sopra richiamata possa essere estesa, come logicamente sembra, anche alle erogazioni a favore dell'Istituto centrale per il sostentamento del clero e alle somme erogate ai sensi dell'articolo 10, comma 1, lettera g), del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917 alle (Organizzazioni non governative) ONG ivi considerate.
(4-02006)

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:

MARCHI e CASTAGNETTI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
in data 5 dicembre 2008, si è verificato, in provincia di Reggio Emilia, il cedimento completo della sede della strada statale 63, valico del Cerreto, nel comune di Collagna, per una lunghezza di circa 90 metri;
la distruzione della strada ha provocato l'isolamento delle frazioni di Cerreto Alpi e della stazione sciistica di Cerreto Laghi dal comune capoluogo di Collagna e dal restante territorio della provincia di Reggio Emilia, comportando disagi pesanti per la fruizione di servizi primari quali quello sanitario e scolastico;
il fenomeno franoso si è verificato all'interno di un dissesto molto più ampio che coinvolge l'intero versante su cui si colloca anche l'abitato di Piagneto e che si estende fino al sottostante torrente Biola;
il danno e la gravità della frana sono tali da non consentire un ripristino della strada statale 63 in tempi brevi;
per ripristinare i collegamenti si è reso necessario prevedere un percorso alternativo in corrispondenza di un vecchio tracciato attraverso un efficace intervento coordinato tra i Servizi difesa del suolo e protezione civile della provincia di Reggio Emilia e del dipartimento ANAS di Bologna e la costante presenza del comune di Collagna, insieme alla Comunità montana e all'Unione dei comuni;
il ripristino del tratto stradale comporta un consolidamento generale del versante essendo collocato in un'area classificata nella carta pai-inventario del dissesto, come frana attiva;
il non intervenire immediatamente sulla frana vorrebbe dire consentire l'ampliamento del movimento franoso, fino a coinvolgere l'area a monte del dissesto;
il non iniziare da subito il monitoraggio comporterebbe un prolungamento

dei tempi di intervento, con conseguente pregiudizio che andrebbe a danneggiare sia il tessuto sociale che le attività economiche del territorio;
l'asse viario interrotto ha valenza nazionale, rappresentando uno dei principali assi di collegamento viario tra la regione Emilia-Romagna e la regione Toscana -:
quali iniziative intendano adottare per consentire il consolidamento dell'area interessata dalla frana nei pressi del km 43 della strada statale 63 valico del Cerreto;
quali siano i tempi previsti per gli interventi di consolidamento della predetta frana e per il pieno ripristino della viabilità sulla strada statale 63 valico del Cerreto;
con quali risorse intendano provvedere ai predetti lavori di consolidamento della frana e alla riapertura della strada statale 63.
(5-00833)

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INTERNO

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
oramai da alcuni anni la stampa sportiva e quella nazionale ospitano notizie, articoli ed interviste poco chiari sui presunti tafferugli del dopo-partita che hanno visto protagoniste le squadre della «Catania Calcio» e della «A.S. Roma», rischiando così di invelenire ed esagitare il clima che dovrebbe, invece, normalmente respirarsi attorno ad una competizione sportiva;
i fatti, più volte tornati alla ribalta giornalistica, concernono una serie di episodi accaduti negli ultimi anni tra i quali quello del 19 novembre 2006, in occasione dell'incontro Roma-Catania, quello del 18 maggio 2008 prima dell'inizio della partita Catania-Roma svoltasi nello stadio «Massimino», e quello, ultimo in ordine di tempo, accaduto il 21 dicembre 2008, a conclusione dell'incontro Catania-Roma, nel corso del quale, secondo quanto riportato da organi di informazione, al termine della gara, centinaia di sostenitori della squadra catanese avrebbero invaso il terreno di giuoco e gli spogliatoi, ed insieme ad alcuni stewards, avrebbero rivolto espressioni ingiuriose nei confronti dei dirigenti e dei calciatori della squadra avversaria;
con riferimento a quest'ultimo episodio, il 23 dicembre 2008, il giudice sportivo ha inflitto con diffida alla società catanese un'ammenda pari a 15 mila euro alla quale ha fatto seguito l'avvio di un'indagine conoscitiva da parte del procuratore federale Stefano Palazzi che dovrà accertare nello specifico come sia stato organizzato nello stadio «Massimino» di Catania il servizio d'ordine degli steward e come sia stato gestito l'accesso delle persone al recinto di gioco. Nello stesso contesto di indagine, la società catanese è stata deferita in relazione ai fatti del 18 maggio 2008, e per i quali verranno giudicate le condotte poste in essere da parte dei sostenitori della società catanese nonché degli stewards nei confronti di giornalisti e di tesserati della Roma;
l'evolversi e la dinamica di tutti i fatti sopra esposti sono a tutt'oggi oggetto di forum e di vari blog che abitano la rete internet e che non contribuiscono purtroppo a sedare la rivalità tra le due tifoserie;
risulta all'interrogante che con riferimento agli episodi avvenuti nel dopopartita di Catania-Roma del 21 dicembre 2008, non si sia evidenziato da parte di quanti hanno diretto l'ordine pubblico alcun episodio di violenza o intolleranza proveniente dalla tifoseria catanese -:
quali siano alla luce delle suddette premesse, anche al fine di sedare tutte le

eventuali e future turbative generate dalla scarsa conoscenza dei fatti, gli elementi e gli eventuali esiti di indagine in possesso del Ministro interpellato atti ad accertare la precisa dinamica dei fatti verificatisi prima, durante e dopo l'incontro del 18 maggio 2008 nelle aree di competenza della società «Catania Calcio»;
che cosa risulti al Ministro interpellato essere accaduto la domenica del 21 dicembre 2008 prima, durante e dopo il confronto Catania-Roma, e di quali elementi certi lo stesso disponga anche al fine di fare piena luce su eventuali responsabilità dirette o indirette rispetto all'evento.
(2-00265)«Commercio, Brugger».

Interrogazioni a risposta scritta:

ALESSANDRI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
su la Padania del 7 gennaio 2009, è riportato un articolo che ha ad oggetto una polemica riguardante l'imposizione del nome «Jihad» ad un bambino nato a Mirandola la notte di Capodanno da genitori marocchini residenti a Finale Emilia in Provincia di Modena;
il caso è segnalato e sviluppato dal consigliere Emiliano della Lega Nord Emilia, Mauro Manfredini che tra le numerose problematicità che segnala in ordine al mancato buon senso adottato nell'imporre un tale nome al bambino, fa anche notare come in lingua araba il termine «Jihad» ha il significato, ormai fondamentalista, di «Guerra Santa» per derivazione dal Corano;
il consigliere, correttamente, fa osservare che un tale nome, in un paese come l'Italia in cui vige una cultura prettamente cattolica e tesa alla convivenza democratica e solidale, potrebbe arrecare gravi conseguenze al ragazzo al momento della crescita e soprattutto nella sua vita civile, quando cercherà il significato semantico del suo nome e scoprirà che esso evoca un'accezione di violenza, ben indirizzata verso determinate etnie religiose;
sempre il predetto consigliere leghista, ricorrendo ad un efficace paradosso, fa osservare che questa vicenda potrebbe essere paragonata ad un caso in cui ad un bambino nato in Israele da genitori stranieri venisse imposto il nome di Hitler. Certamente una provocazione, ma di sicura pregnanza;
in effetti, il caso merita una speciale attenzione, sia per lo sviluppo equilibrato ed emotivamente appagante del bambino, sia per il recondito significato violento e ad ogni modo scabroso che tale nome ha rispetto alla cultura e all'ambiente integrante che vige in Italia;
a riguardo va segnalato che ai sensi dell'articolo 34 del regolamento per la revisione e la semplificazione dell'ordinamento dello stato civile di cui al decreto del Presidente della Repubblica 3 novembre 2000 n. 396, n. 396, nel nostro ordinamento sono previsti i casi in cui risultano vietate determinate imposizioni di nomi ai figli e tra queste potrebbero essere latamente ricomprese le circostanze di cui trattasi;
in effetti, consapevole delle norme sui limiti all'attribuzione del nome e tenendo conto della tutela dei diritti dei fanciulli, al momento della registrazione del nome, l'ufficiale dello stato civile avrebbe dovuto richiamare l'attenzione dei genitori e nel riscontrare i predetti profili problematici, avrebbe dovuto avvertire il dichiarante e, se questo avesse insistito nella sua determinazione, nel ricevere la dichiarazione e nel formare l'atto di nascita, avrebbe dovuto dare tale notizia al procuratore della Repubblica ai fini dell'eventuale promovimento di un giudizio di rettificazione;
in presenza di continue circostanze e di fenomeni culturali sempre più disomogenei rispetto alla cultura ed alle tradizioni sociali ma anche religiose italiane, allo scopo messi in atto nell'ambito dell'espandersi della presenza di cittadini stranieri residenti in Italia, apparirebbe opportuno, sia per la tutela dei diritti dei bambini che formeranno le nuove generazioni

nate da questi cittadini, sia per una concreta e sana integrazione tra diverse culture, che il Governo approfondisse casi analoghi a quelli trattati dall'esponente leghista Mauro Manfredini e se del caso provvedesse ad emanare confacenti disposizioni alle autorità pubbliche territorialmente competenti, affinché tali fatti non si ripetano o ad ogni modo possano essere correttamente gestiti ed affrontati -:
se in considerazione di quanto esposto in premessa non intenda avviare un esame atto a valutare la portata di fatti riguardanti casi della stessa natura o analoghi e riconducibili alla fattispecie sopra esposta e corrispondentemente provvedere ad emanare i conseguenti indirizzi di corretto comportamento alle istituzioni pubbliche allo scopo competenti, e nello specifico intervenire nella vicenda di cui trattasi.
(4-02004)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, ZAMPARUTTI e FARINA COSCIONI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il 5 gennaio 2008 il signor Francesco Peloso di Modena si è recato con la sua fidanzata in visita turistica a Milano; tra i luoghi da visitare v'era anche il Duomo dove il signor Peloso si è recato nel pomeriggio;
dopo essere entrati nel Duomo, il cui ingresso era sorvegliato dalle forze dell'ordine, un signore ha intimato al Peloso di togliersi il cappello che egli non aveva tolto a causa della temperatura molto rigida, che sfiorava lo zero;
del resto anche alcuni bambini avevano il cappello e i genitori non glielo avevano tolto a causa del freddo;
a seguito del diniego opposto dal signor Peloso, l'addetto alla sicurezza, con fare concitato, si recava verso l'uscita per chiamare alcuni militari fuori di guardia che sono subito entrati in Duomo; i militari erano in tenuta mimetica e con berretto colore bordeaux;
con gentilezza, i militari, che non avevano tolto il cappello dentro il Duomo, chiedevano al signor Peloso di seguirlo all'uscita -:
se tra i compiti dei militari in tuta mimetica che operano al fine di garantire la sicurezza dei cittadini vi sia quello di entrare nelle chiese italiane per far uscire coloro che non tolgono il cappello quando la temperatura è pari allo zero;
fatto salvo il rispetto che ciascuno deve avere nei luoghi di culto riguardo l'abbigliamento, per quale motivo il militare non si sia tolto il cappello quando è entrato nel Duomo e perché ai bambini che indossavano il cappello non sia stata fatta la stessa richiesta.
(4-02007)

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta in Commissione:

ZAMPA e LENZI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
lo scorso mese di luglio una studentessa della Facoltà di Lettere e filosofia dell'Università degli studi della Basilicata, presso la sede di Matera, querela, per molestie sessuali, il Prof. Emanuele Giordano, docente di Storia della Letteratura Italiana;
il Gip di Matera, Angelo Onorati ordina l'arresto del docente, nell'ambito dell'operazione della Squadra Mobile della Questura di Matera denominata Privè, con l'accusa di concussione sessuale e falsificazione di atti e registri;
dalle indagini emerge che altre studentesse hanno subito abusi sessuali in cambio di voti alti;
agli arresti domiciliari dal 9 luglio scorso, il prof. Giordano ha, in questi giorni, patteggiato una condanna a due

anni e sei mesi di reclusione nell'udienza davanti al gup del Tribunale di Matera -:
se disponga di elementi in ordine ad eventuali iniziative assunte dal Rettore con riferimento ai gravissimi fatti sopra riportati, con particolare riguardo a iniziative o sanzioni disciplinari.
(5-00836)

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SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta in Commissione:

CENNI, CECCUZZI e LULLI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
secondo le ultime indagini, relative all'anno 2005, il parco circolante degli autocaravan ha raggiunto in Italia le 200.000 unità in virtù di una crescita del numero di immatricolazioni che non si è mai interrotta negli ultimi 10 anni;
per circa 20 anni il settore della camperistica in Italia ed in Europa ha registrato una lunga ed ininterrotta crescita di mercato con significativi incrementi di volumi di pezzi prodotti, di fatturati e di occupati per le imprese della filiera;
secondo quanto emerge da fonti di informazione, negli ultimi mesi, si è verificata invece una netta inversione di tendenza che ha fatto registrare un calo delle vendite di camper, sul territorio nazionale, del 20 per cento;
il mercato della camperistica risente in parte della crisi generalizzata economica e dei consumi anche se va rimarcata la perdurante carenza di politiche fiscali ed infrastrutturali a sostegno del settore. La tassazione sui veicoli costituisce infatti la quinta voce di gettito erariale governativo e manca sul territorio nazionale, a differenza di altri paesi europei, una efficace e moderna rete di strutture per elevare la fruibilità del turismo all'aria aperta a partire da aree di sosta attrezzate;
secondo quanto emerge da alcuni studi per rilanciare il settore della camperistica sarebbe inoltre fondamentale, in linea con la normativa già adottata da altri paesi europei, modificare l'articolo 116 del decreto legislativo numero 285 del 30 aprile 1992 per introdurre l'innalzamento della guidabilità, per la patente «B», dei camper da 3,5 a 3,7 tonnellate. Con questa modifica, infatti, i camper potranno essere dotati di dispositivi ed accessori capaci di elevare i livelli di sicurezza e di confort elevando al tempo stesso la platea di potenziali clienti;
nella zona della Valdelsa, che si estende tra le province di Siena e di Firenze, è presente un distretto industriale della camperistica dove viene attualmente realizzato l'80 per cento della produzione nazionale del comparto;
tale distretto, direttamente ed attraverso l'indotto, presenta oltre 80 aziende, occupa circa 4000 addetti e rappresenta il 35 per cento dell'economia della zona per un fatturato annuo superiore a 600 milioni di euro;
gli effetti della crisi del settore della camperistica si stanno già ripercuotendo sui livelli occupazionali locali. Dopo che alcune imprese, nei mesi scorsi, avevano annunciato esuberi e tagli al personale, dal primo settembre 2008 la Triganò, una delle aziende leader del comparto, ha messo in cassa integrazione 330 dipendenti (su circa 500) dello stabilimento industriale della zona di Cusona, nel comune di Poggibonsi (provincia di Siena);
si ha inoltre notizia, in conseguenza del piano presentato dall'azienda nello scorso dicembre, di provvedimenti di mobilità per 50 dipendenti e di cassa integrazione per 340 dipendenti fra Toscana e Lombardia del gruppo Sea;
secondo quando reso noto dalle organizzazioni sindacali locali la cassa integrazione potrebbe, nei prossimi giorni, riguardare altre aziende ed interessare altri stabilimenti del territorio;

in questi anni le istituzioni locali hanno seguito con attenzione lo sviluppo e le problematiche del settore della camperistica intervenendo tempestivamente con politiche adeguate in grado di promuovere la qualità del prodotto, la crescita dei livelli occupazionali e la programmazione di infrastrutture logistiche sul territorio;
nello specifico, nel mese di luglio 2007 è stato sottoscritto un protocollo d'intesa fra la Regione Toscana, la Provincia di Siena, la Provincia di Firenze, gli otto Comuni del territorio interessato, le associazioni imprenditoriali e sindacali. Le linee guida dell'accordo di programma prevedono la riqualificazione della zona produttiva locale e la nascita di una filiera del camper attraverso finanziamenti in settori strategici di intervento come le infrastrutture, la logistica, la ricerca e la formazione. Tale accordo predispone inoltre l'attivazione di una fase di concertazione e confronto con le organizzazioni sindacali, economiche e di categoria e la definizione, con il Ministero per lo sviluppo economico, di strumenti di finanziamento e leggi specifiche finalizzate alla crescita del comparto;
in questa direzione, nelle scorse settimane, sono state avviate le procedure per realizzare uno snodo ferroviario della Valdelsa, in località Zambra: una infrastruttura logistica, che comporta di un investimento di 1,2 milioni di euro, necessaria per supportare l'attività delle industrie della zona;
la Regione Toscana ha avviato da tempo politiche mirate per il rilancio del distretto della camperistica investendo risorse economiche a sostegno del settore e stanziando finanziamenti mirati per le aziende che promuovono la ricerca e l'innovazione;
per far fronte alla crisi della camperistica nelle scorse settimane è stato inoltre convocato un tavolo istituzionale che ha coinvolto gli enti locali, la Regione Toscana, le organizzazioni sindacali ed imprenditoriali;
gli enti locali stanno quindi seguendo e monitorando attentamente la crisi del settore e la sua evoluzione -:
se sia a conoscenza della grave situazione che interessa il comparto italiano della camperistica dal momento che nella zona della Valdelsa viene realizzato attualmente l'80 per cento della produzione nazionale del settore;
quali iniziative urgenti intenda intraprendere per salvaguardare i livelli occupazionali locali dal momento che il comparto della camperistica presenta oltre 80 aziende, occupa circa 4000 addetti e rappresenta il 35 per cento dell'economia del territorio;
quali iniziative urgenti intenda intraprendere per evitare possibili rischi di delocalizzazione dal momento che la proprietà di alcune delle maggiori aziende presenti sul territorio (Triganò e Sea) fanno riferimento a società straniere o sono partecipate da fondi azionari internazionali, e salvaguardare conseguentemente gli investimenti delle istituzioni e delle imprese locali;
quali iniziative urgenti intenda intraprendere, di concerto con gli altri ministeri competenti, per promuovere il turismo all'aria aperta e l'utilizzo del camper a partire dalla realizzazione di una rete infrastrutturale adeguata all'accoglienza, dall'introduzione di politiche fiscali mirate, dall'innalzamento della guidabilità, per la patente «B», dei camper da 3,5 a 3,7 tonnellate, in linea con gli altri paesi europei e dall'introduzione di forme di agevolazione su carburante e pedaggi autostradali.
(5-00835)

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Apposizione di firme ad interrogazioni.

L'interrogazione a risposta in Commissione Siragusa n. 5-00607, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 13 novembre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Antonino Russo.

L'interrogazione a risposta in Commissione Frassinetti n. 5-00681, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 26 novembre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Centemero.

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore:
interrogazione a risposta scritta Commercio n. 4-01982 dell'8 gennaio 2009.

Trasformazione di documenti del sindacato ispettivo.

I seguenti documenti sono stati così trasformati su richiesta dei presentatori:
interpellanza Bernardini e altri n. 2-00216 dell'11 novembre 2008 in interpellanza urgente n. 2-00264;
interrogazione a risposta scritta Marchi e Castagnetti n. 4-01981 dell'8 gennaio 2009 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-00833.