XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di lunedì 9 febbraio 2009

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 9 febbraio 2009.

Albonetti, Angelino Alfano, Berlusconi, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Buonfiglio, Buttiglione, Carfagna, Casero, Cicchitto, Colucci, Cossiga, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, Donadi, Dozzo, Fitto, Frattini, Galati, Gelmini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giro, La Russa, Leone, Lupi, Mantini, Mantovano, Maroni, Martini, Meloni, Menia, Miccichè, Pini, Prestigiacomo, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Soro, Stefani, Stucchi, Tremonti, Urso, Vegas, Vito.

Annunzio di proposte di legge.

In data 5 febbraio 2009 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
MARCHI ed altri: «Agevolazioni e contributi per lo sviluppo della navigazione nelle acque interne» (2159);
D'IPPOLITO VITALE ed altri: «Legge quadro in materia di organismi a carattere di mutualità volontaria o di mutuo soccorso» (2160);
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE VITALI: «Modifiche agli articoli 107 e 110 della Costituzione, in materia di esercizio dell'azione disciplinare nei confronti dei magistrati» (2161);
VITALI: «Delega al Governo per il decentramento dei servizi della giustizia e per la riorganizzazione degli uffici giudiziari» (2162);
ZELLER e BRUGGER: «Modifiche al codice di procedura penale e alle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del medesimo codice, di cui al decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 271, in materia di revisione del processo a seguito di sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo» (2163);
OSVALDO NAPOLI: «Estensione della facoltà di esonero anticipato dal servizio, prevista dall'articolo 72 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, ai dipendenti delle comunità montane prossimi al raggiungimento dell'anzianità contributiva massima» (2164);
ANNA TERESA FORMISANO ed altri: «Disposizioni per la valorizzazione del patrimonio archivistico, librario, artistico e culturale dell'Abbazia di Montecassino e per il recupero e il restauro del Monastero di San Benedetto in Subiaco» (2165);
FORCOLIN ed altri: «Modifiche al testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, concernenti misure fiscali per fronteggiare la crisi del settore automobilistico» (2166);
PELINO e SBAI: «Modifica all'articolo 275 del codice di procedura penale, concernente la disciplina dei criteri di scelta delle misure cautelari da applicare nei procedimenti per reati di violenza sessuale» (2167).

In data 6 febbraio 2009 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa del sottoindicato deputato:
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE BACCINI: «Modifiche agli articoli 83, 85 e 86 della Costituzione. Riforma dell'elezione del Presidente della Repubblica» (2168).

Saranno stampate e distribuite.

Adesione di un deputato ad una proposta di legge.

La proposta di legge RAZZI ed altri: «Riforma delle istituzioni scolastiche italiane all'estero e interventi per la promozione della lingua e della cultura italiane all'estero» (1363) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Goisis.

Modifica dell'assegnazione di una proposta di legge a Commissioni in sede referente.

Su richiesta delle Commissioni III (Affari esteri) e XII (Affari sociali), la seguente proposta di legge - già assegnata alla III Commissione (Affari esteri) - è assegnata, in sede referente, alle Commissioni riunite III (Affari esteri) e XII (Affari sociali), per consentire di procedere all'abbinamento, ai sensi dell'articolo 77 del regolamento, con il disegno di legge n. 2121:
FARINA COSCIONI ed altri: «Ratifica ed esecuzione della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, con Protocollo opzionale, adottata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 13 dicembre 2006» (1311) - Parere delle Commissioni I, II, V, VII, VIII, IX e XI.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:
I Commissione (Affari costituzionali):
DI PIETRO ed altri: «Nuove disposizioni in materia di risoluzione dei conflitti di interessi, di incandidabilità e ineleggibilità alle cariche di deputato, di senatore, di sindaco nei comuni con popolazione superiore a quindicimila abitanti e di presidente della provincia, nonché di disciplina dello svolgimento delle campagne elettorali. Delega al Governo per l'emanazione di norme in materia di conflitti di interessi degli amministratori locali» (1915) Parere delle Commissioni II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VI, VII, IX, X, XI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;

PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA POPOLARE: «Modifiche alle norme per l'elezione della Camera dei deputati e reintroduzione del voto di preferenza» (2108).
II Commissione (Giustizia):
DE CORATO ed altri: «Introduzione dell'articolo 585-bis del codice penale, concernente il reato di omicidio volontario commesso a causa della guida in stato di ebbrezza o di alterazione psico-fisica, ovvero della guida senza patente» (1351) Parere delle Commissioni I, IX e XII;

GARAVINI ed altri: «Modifiche al codice civile in materia di cognome dei coniugi e dei figli» (1699) Parere delle Commissioni I e III.
IV Commissione (Difesa):
FAVA: «Delega al Governo per completare il riallineamento delle carriere dei marescialli delle Forze armate con quelle del personale del ruolo ispettori dell'Arma dei carabinieri» (2061) Parere delle Commissioni I e V.
V Commissione (Bilancio):
QUARTIANI ed altri: «Disposizioni in favore dei territori di montagna» (2007) Parere delle Commissioni I, II, III, IV, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, VIII, IX, X, XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale), XII, XIII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
VI Commissione (Finanze):
NACCARATO: «Disciplina per la promozione di agevolazioni economiche per la locazione o l'acquisto di un'abitazione in favore delle giovani coppie e delle famiglie monoparentali» (2052) Parere delle Commissioni I, II, V, VIII, XII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
VII Commissione (Cultura):
GRASSI ed altri: «Introduzione dell'insegnamento del primo soccorso nella scuola secondaria di primo grado e nella scuola secondaria superiore» (2020) Parere delle Commissioni I, V, XII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
VIII Commissione (Ambiente):
PALOMBA: «Modifica all'articolo 8 della legge 22 febbraio 2001, n. 36, in materia di competenze dei comuni per la tutela della salute pubblica dall'inquinamento elettromagnetico» (1983) Parere delle Commissioni I, V, IX, XII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
RONDINI ed altri: «Modifiche al testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327, concernenti l'espropriazione di aree industriali o destinate ad aziende agricole dismesse nonché di edifici di valore storico-artistico in stato di degrado o di abbandono» (2063) Parere delle Commissioni I, II, V, VII, XIII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
XII Commissione (Affari sociali):
LIVIA TURCO e VIOLA: «Disciplina del rapporto tra uomo e cane per la prevenzione delle morsicature e la gestione dei cani ad aggressività non controllata» (1589) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, X, XI, XIII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
LORENZIN ed altri: «Disposizioni per il riconoscimento della lingua italiana dei segni e l'istituzione della figura professionale dell'interprete della lingua medesima» (1967) Parere delle Commissioni I, II, III, V, VII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
LIVIA TURCO ed altri: «Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone affette da disabilità grave prive del sostegno familiare» (2024) Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria) e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
CICCIOLI ed altri: «Disposizioni in materia di assistenza psichiatrica» (2065) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento), V, VII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
Commissioni riunite II (Giustizia) e III (Affari esteri):
MINNITI e AMICI: «Adesione della Repubblica italiana al Trattato concluso il 27 maggio 2005 tra il Regno del Belgio, laRepubblica federale di Germania, il Regno di Spagna, la Repubblica francese, il Granducato di Lussemburgo, il Regno dei Paesi Bassi e la Repubblica d'Austria, relativo all'approfondimento della cooperazione transfrontaliera, in particolare allo scopo di contrastare il terrorismo, la criminalità transfrontaliera e la migrazione illegale (Trattato di Prum). Istituzione della banca dati nazionale del DNA e del laboratorio centrale per la banca dati nazionale del DNA. Delega al Governo per l'istituzione dei ruoli tecnici del Corpo di polizia penitenziaria» (2069) Parere delle Commissioni I, V, IX, XI, XII e XIV.

Annunzio di una proposta di modificazione al regolamento.

In data 9 febbraio 2009 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di modificazione al regolamento d'iniziativa dei deputati:
Lenzi, Livia Turco, Argentin, Binetti, Bossa, Bucchino, Burtone, Calgaro, D'Incecco, Farina Coscioni, Grassi, Miotto, Mosella, Murer, Pedoto, Sbrollini: «Articolo 22: Modifica della denominazione della XII Commissione permanente» (doc. II, n. 10).

Sarà stampata, distribuita e trasmessa alla Giunta per il regolamento.

Trasmissione dalla Corte dei conti.

La Corte dei conti - sezione di controllo per gli affari comunitari ed internazionali - con lettera in data 2 febbraio 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 6, della legge 14 gennaio 1994, n. 20, la delibera n. 3 del 2008, con la quale la sezione stessa ha approvato la programmazione dell'attività di controllo per l'anno 2009.

Questa documentazione è trasmessa alla V Commissione (Bilancio) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Trasmissione dal ministro della difesa.

Il ministro della difesa, con lettera in data 31 gennaio 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 3, del decreto legislativo 28 novembre 1997, n. 464, come sostituito dall'articolo 4 del decreto legislativo 27 giugno 2000, n. 214, la relazione sullo stato di avanzamento dei provvedimenti di ristrutturazione delle Forze armate, riferita all'anno 2008 (doc. XXXVI-bis, n. 1).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla IV Commissione (Difesa).

Trasmissione dal ministro per le politiche europee.

Il ministro per le politiche europee, con lettera in data 4 febbraio 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 15-bis, comma 1, della legge 4 febbraio 2005, n. 11, introdotto dall'articolo 7, comma 1, della legge 6 febbraio 2007, n. 13, l'elenco delle procedure giurisdizionali e di precontenzioso comunitari riguardanti l'Italia, aggiornato al 31 dicembre 2008 (doc. LXXIII-bis, n. 2).
Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso a tutte le Commissioni permanenti e alla Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Trasmissione dal sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 4 febbraio 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7, comma 11, della legge 17 maggio 1999, n. 144, la relazione sull'attività svolta dall'Unità tecnica finanza di progetto, approvata dal CIPE nella riunione del 1o agosto 2008, riferita all'anno 2007 (doc. CLXXV, n. 1).
Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissione dal ministro della giustizia.

Il ministro della giustizia, con lettera in data 6 febbraio 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 10 della legge 1° luglio 1977, n. 404, la relazione sullo stato di attuazione del programma di edilizia penitenziaria per l'anno 2008 (doc. CXVI, n. 1).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla II Commissione (Giustizia).

Annunzio di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee.

Nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea del 10 gennaio 2009, C 6, sono state pubblicate le seguenti sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee, relative a cause in cui la Repubblica italiana è parte o adottate a seguito di domanda di pronuncia pregiudiziale proposta da un'autorità giurisdizionale italiana, che sono inviate, ai sensi dell'articolo 127-bis del regolamento, alle sottoindicate Commissioni competenti per materia, nonché alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
2009/C 6/05 - Causa C-46/07: Sentenza della Corte (Quarta sezione) 13 novembre 2008 - Commissione delle Comunità europee/Repubblica italiana (Inadempimento di uno Stato - Articolo 141 CE - Politica sociale - Parità di retribuzione tra lavoratori di sesso maschile e lavoratori di sesso femminile - Nozione di «retribuzione» - Regime pensionistico dei dipendenti pubblici) (doc. LXXXIX, n. 53) - alla XI Commissione (Lavoro);
2009/C 6/13 - Causa C-437/07: Sentenza della Corte (Terza sezione) 13 novembre 2008 - Commissione delle Comunità europee/Repubblica italiana (Inadempimento di uno Stato - Appalti pubblici - Progettazione e realizzazione di una tramvia municipale - Appalto pubblico di lavori - Attribuzione tramite una procedura diretta all'attribuzione di una concessione di lavori pubblici - Violazione della direttiva 93/37) (doc. LXXXIX, n. 54) - alla VIII Commissione (Ambiente).

Annunzio di provvedimenti concernenti amministrazioni locali.

Il Ministero dell'interno, con lettera in data 3 febbraio 2009, ha dato comunicazione, ai sensi dell'articolo 141, comma 6, del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, dei decreti del Presidente della Repubblica di scioglimento dei consigli comunali di Sant'Antonio Abate (Napoli), Motta Santa Lucia (Catanzaro), Mongrassano (Cosenza), Sondalo (Sondrio), Santa Margherita Ligure (Genova), Traves (Torino), Marcellinara (Catanzaro) e Assago (Milano).
Questa documentazione è depositata presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.

Trasmissione dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato.

Il presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, con lettera in data 5 febbraio 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 21 della legge 10 ottobre 1990, n. 287, una segnalazione in merito agli emendamenti n. 12.1 e 12.2 al disegno di legge recante disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia (atto Senato n. 1195), in materia di plurimandato e di validità pluriennale delle polizze assicurative.
Questa documentazione è trasmessa alla VI Commissione (Finanze) e alla X Commissione (Attività produttive).

Richieste di parere parlamentare su atti del Governo.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 5 febbraio 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 2 della legge 20 febbraio 2006, n. 92, e dell'articolo 1, comma 40, della legge 28 dicembre 1995, n. 549, la richiesta di parere parlamentare sullo schema dì decreto ministeriale concernente l'erogazione di contributi in favore delle associazioni combattentistiche vigilate dal Ministero dell'interno per l'anno 2008 (61).

Tale richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla I Commissione (Affari costituzionali), che dovrà esprimere il prescritto parere entro il 1o marzo 2009.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 9 febbraio 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1, commi 3, 4 e 5, e dell'articolo 22 della legge 25 gennaio 2006, n. 29, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo recante modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 22 giugno 2007, n. 109, concernente misure per prevenire, contrastare e reprimere il finanziamento del terrorismo e l'attività dei Paesi che minacciano la pace e la sicurezza internazionale, in attuazione della direttiva 2005/60/CE (62).

Tale richiesta é assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alle Commissioni riunite II (Giustizia) e VI (Finanze) nonché alla V Commissione (Bilancio). È altresì assegnata, ai sensi del comma 2 dell'articolo 126 del regolamento, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea). Tali Commissioni dovranno esprimere il prescritto parere entro il 21 marzo 2009.

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

ERRATA CORRIGE

Nell'Allegato A al resoconto della seduta del 3 febbraio 2009, alla pagina 4, prima colonna, ventinovesima e trentesima riga, dopo le parole «all'estero» e prima delle parole: «(doc. LXXX, n. 1)» deve intendersi aggiunto il seguente periodo: «, corredata dal rapporto della Commissione nazionale per la promozione della cultura italiana riferito alla medesima annualità».

MOZIONI LA LOGGIA ED ALTRI N. 1-00061, CAPODICASA ED ALTRI N. 1-00114, ROMANO ED ALTRI N. 1-00115 E MESSINA ED ALTRI N. 1-00116 IN MATERIA DI COMPARTECIPAZIONE DELLA REGIONE SICILIA AL GETTITO D'IMPOSTA SU REDDITI PRODOTTI NEL PROPRIO TERRITORIO

Mozioni

La Camera,
premesso che:
con decreto legislativo 3 novembre 2005, n. 241, recante «Norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione siciliana, recante attuazione dell'articolo 37 dello Statuto e simmetrico trasferimento di competenze», emanato, viste le determinazioni della Commissione paritetica prevista dell'articolo 43 dello Statuto della Regione siciliana, si dà finalmente attuazione all'articolo 37 dello Statuto speciale della Regione siciliana, che recita testualmente: «Per le imprese industriali e commerciali, che hanno la sede centrale fuori dal territorio della Regione, ma che in essa hanno stabilimenti ed impianti, nell'accertamento dei redditi viene determinata la quota di reddito da attribuire agli stabilimenti ed impianti medesimi. L'imposta relativa a detta quota compete alla Regione ed è riscossa dagli organi di riscossione della medesima»;
lo Statuto siciliano è stato approvato con regio decreto legislativo 15 maggio 1946, n. 455, ed è stato convertito in legge costituzionale dalla legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 2;
con sentenza della Corte costituzionale n. 145 del 2008 è stato chiarito, tra l'altro, con riferimento al comma 661 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria per il 2007), che con il «criterio di simmetria», in caso di trasferimento dallo Stato alla Regione del gettito di imposta, sono trasferite «simmetricamente» solo le competenze in ordine alla riscossione di tale imposta. «Infatti, l'articolo 1 del decreto legislativo n. 241 del 2005, nel dare attuazione all'articolo 37 dello Statuto, si limita a disporre che, con riferimento all'imposta relativa alle quote del reddito da attribuire agli stabilimenti ed impianti siti nel territorio della Regione siciliana di imprese industriali e commerciali aventi la sede centrale fuori da tale territorio, "sono trasferite alla Regione", "simmetricamente" al trasferimento del gettito di tale imposta, anche le "competenze" previste dallo Statuto sino ad ora esercitate dallo Stato, e, cioè esclusivamente le competenze in ordine alla riscossione di tale imposta»;
a distanza di tre anni dall'emanazione del predetto decreto legislativo non ne è stata data attuazione pratica, in quanto non è stato emanato il decreto dirigenziale del ministero dell'economia e delle finanze, che, d'intesa con l'assessorato regionale del bilancio e delle finanze della Regione siciliana, deve determinare le modalità applicative del provvedimento, come espressamente indicato nel comma 2 dell'articolo medesimo,

impegna il Governo

a procedere, in tempi brevi, alla definizione delle modalità applicative in conformità a quanto disposto dal decreto legislativo n. 241 del 2005, che rappresenta ilsoddisfacimento di un diritto della Regione siciliana, che per troppo tempo è stato disatteso.
(1-00061)
«La Loggia, Brugger, Commercio, Fallica, Catanoso, Cristaldi, Vincenzo Antonio Fontana, Garofalo, Germanà, Gibiino, Giammanco, Grimaldi, Lo Monte, Lo Presti, Lombardo, Antonio Martino, Marinello, Minardo, Misuraca, Pagano, Palumbo, Scalia, Scapagnini, Stagno D'Alcontres, Torrisi, Gioacchino Alfano, Belcastro, Bernini Bovicelli, Boniver, Calderisi, Castiello, Cicu, Corsaro, D'Ippolito Vitale, De Camillis, Dell'Elce, Di Caterina, Distaso, Di Virgilio, Dima, Faenzi, Formichella, Antonino Foti, Franzoso, Frassinetti, Fucci, Gottardo, Iannaccone, Laboccetta, Laffranco, Lamorte, Landolfi, Latteri, Lisi, Lorenzin, Marsilio, Mazzocchi, Milo, Mistrello Destro, Moffa, Moles, Mottola, Mussolini, Nastri, Nicolucci, Nizzi, Nola, Pianetta, Paniz, Pelino, Pescante, Picchi, Mariarosaria Rossi, Rosso, Santelli, Sardelli, Savino, Sbai, Scandroglio, Scelli, Sisto, Ventucci».
(14 novembre 2008)

La Camera,
premesso che:
l'articolo 37 dello Statuto della Regione siciliana dispone che: «Per le imprese industriali e commerciali, che hanno la sede centrale fuori del territorio della Regione, ma che in essa hanno stabilimenti ed impianti, nell'accertamento dei redditi viene determinata la quota del reddito da attribuire agli stabilimenti ed impianti medesimi. L'imposta relativa a detta quota compete alla Regione ed è riscossa dagli organi di riscossione della medesima»;
il decreto legislativo 3 novembre 2005, n. 241 («Norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione siciliana, recanti attuazione dell'articolo 37 dello Statuto e simmetrico trasferimento di competenze») ha stabilito che: «In base all'articolo 37 dello Statuto della Regione siciliana, le relative quote di competenza fiscale dello Stato sono trasferite alla Regione. Simmetricamente sono trasferite alla Regione competenze previste dallo Statuto fino ad ora esercitate dallo Stato», e che: «Con decreto dirigenziale del ministero dell'economia e delle finanze, d'intesa con l'assessorato regionale del bilancio e delle finanze, si provvede alla definizione delle modalità applicative»;
la Corte costituzionale, con sentenza 16 maggio 2008, n. 145, nel giudizio di legittimità costituzionale relativo all'articolo 1, comma 661, della legge finanziaria per il 2007 (legge 27 dicembre 2006, n. 296), nel giudicare infondata la questione sollevata dalla Regione siciliana, chiarisce tuttavia che le «competenze previste dallo Statuto sino ad ora esercitate dallo Stato» da trasferire «simmetricamente» alla Regione siciliana, quale condizione per la piena attuazione dell'articolo 37 dello Statuto, come previsto dal decreto legislativo 3 novembre 2005, n. 241, siano da intendersi esclusivamente «le competenze in ordine alla riscossione di tale imposta» e non altre competenze relative ad altre materie;
l'interpretazione contenuta nella citata sentenza, sia pure incidentalmente, fa giustizia di un tentativo perpetrato attraverso l'articolo 1 del decreto legislativo 3 novembre 2005, n. 241, volto ad annullare, attraverso una sorta di partita di giro, un diritto della Regione siciliana sancito dallo Statuto e più volte riconosciuto con sentenze della Corte costituzionale;
la conseguente controversia in merito all'interpretazione della disposizionecontenuta nel citato decreto legislativo è stata la causa del ritardo nel dare piena attuazione all'articolo 37 dello Statuto;
è necessario, pertanto, procedere alla definizione delle modalità applicative del citato decreto legislativo, mediante l'emanazione del decreto dirigenziale del ministero dell'economia e delle finanze ivi previsto,

impegna il Governo

a completare, in tempi brevi, la definizione delle modalità applicative in relazione a quanto disposto dal decreto legislativo 3 novembre 2005, n. 241.
(1-00114)
«Capodicasa, Berretta, Burtone, Cardinale, Enzo Carra, Causi, D'Antoni, Genovese, Levi, Pierdomenico Martino, Antonino Russo, Samperi, Siragusa».
(9 febbraio 2009)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).

La Camera,
premesso che:
l'articolo 37 dello Statuto speciale della Regione siciliana, approvato con regio decreto legislativo 15 maggio 1946, n. 455, e convertito in legge costituzionale dalla legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 2, dispone che l'accertamento dei redditi per le imprese industriali e commerciali, che hanno la sede centrale fuori dal territorio della Regione ma che in essa hanno stabilimenti e impianti, deve essere determinato in modo da evidenziare la quota di reddito da attribuire agli stabilimenti e impianti medesimi e l'imposta relativa a detta quota compete alla Regione ed è riscossa dagli organi di riscossione della stessa;
la procedura di riparto dei redditi è indicata dall'articolo 7 delle norme di attuazione, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 26 luglio 1965, n. 1074, che dispone che: «per le imprese industriali e commerciali private e pubbliche che hanno la sede centrale fuori del territorio della Regione, ma che in essa hanno stabilimenti ed impianti, l'ufficio competente ad eseguire l'accertamento procede, d'intesa con l'ufficio nel cui distretto si trovano gli stabilimenti ed impianti, al riparto dei redditi soggetti ad imposta di ricchezza mobile. Il riparto è comunicato agli uffici nei cui distretti l'impresa ha stabilimenti ed impianti, agli effetti della conseguente iscrizione a ruolo (...) Spettano, altresì, alla Regione i tributi sui redditi di lavoro dei dipendenti delle imprese industriali e commerciali di cui al comma precedente, che sono addetti agli stabilimenti situati nel suo territorio»;
scopo di tali interventi normativi è quello di garantire che alla Regione siciliana non venga sottratta la quota di imposta derivante da redditi prodotti all'interno della Regione medesima;
l'articolo 1 del decreto legislativo 3 novembre 2005, n. 241, in attuazione dell'articolo 37 dello Statuto, prevede che le quote di competenza fiscale dello Stato siano trasferite alla Regione simmetricamente alle competenze stabilite dallo Statuto e finora esercitate dallo Stato, demandando il compito di provvedere alla definizione delle modalità applicative del trasferimento ad un decreto dirigenziale del ministero dell'economia e finanze, adottato d'intesa con l'assessorato regionale del bilancio e delle finanze;
detta norma risulta diversa rispetto a quella già determinata dalla Commissione paritetica stessa in data 24 luglio 2005, che pure aveva avuto adesione dell'amministrazione statale competente e dall'amministrazione regionale, e tuttavia l'intervento normativo in questione può interpretarsi nel senso di una riaffermazione del diritto della Regione alla percezione dell'imposta sulla quota di reddito prodotta dagli stabilimenti e impianti siti nel territorio regionale, da imprese che abbiano la sede fuori dallo stesso;
ad oggi non si conosce ancora lo schema di provvedimento o la propostaministeriale da valutare da parte regionale, ai fini dell'attuazione pratica dell'articolo 37 dello Statuto;
il criterio proposto, con immediatezza, dalla Regione, per procedere alla regionalizzazione del reddito di impresa (cioè ricorrere al meccanismo, stabilito per l'irap, di cui all'articolo 4 del decreto legislativo n. 446 del 1997), è lo stesso criterio applicato, per la ripartizione regionale del gettito irpeg, dal gruppo di esperti costituito presso il dipartimento per le politiche fiscali, nel contesto della pubblicazione dal titolo «La regionalizzazione delle entrate erariali», datata ottobre 2003;
risulta apparire pretestuosa la richiesta rivolta dallo Stato alla Regione siciliana, nel mese di aprile 2006, con la quale è stato posto in evidenza che anche da parte della Regione si debbano avanzare proposte più puntuali rispetto a quelle formulate in senso generico con la nota del 6 dicembre 2005, dalle quali emergono le motivazioni della scelta adottata per l'attuazione dello stesso criterio legislativo, e che è stata esaminata l'opportunità di individuare meccanismi di calcolo che consentano di rendere ragionevolmente stabile nel tempo il gettito da attribuire alla Regione, considerata la variabilità del gettito ires e tenuto conto che simmetricamente dovranno essere trasferite alla stessa funzioni amministrative, i cui oneri hanno per natura carattere di stabilità;
relativamente al trasferimento delle funzioni, la Corte costituzionale, con la sentenza n. 145 del 2008, ha reso un'interpretazione dell'articolo 1, comma 1, del decreto legislativo 3 novembre 2005, n. 241, del tutto diversa da quella assunta dai rappresentanti ministeriali, espressamente affermando, al paragrafo 4.2 delle considerazioni in diritto, che il «criterio di simmetria», ivi previsto, «riguarda solo la specifica ipotesi di trasferimento, dallo Stato alla Regione delle funzioni di riscossione delle imposte in conseguenza della devoluzione di "quote di competenza fiscale dello Stato"» e non l'ipotesi del trasferimento di funzioni diverse da quelle della riscossione,

impegna il Governo

a provvedere al più presto alla definizione delle modalità applicative del trasferimento alla Regione siciliana delle quote di competenza fiscale spettanti ai sensi del decreto legislativo 3 novembre 2005, n. 241, in attuazione dell'articolo 37 dello Statuto, affinché la Regione non venga privata di un'importante entrata che ad essa legittimamente spetterebbe, considerato che il reddito su cui è calcolata l'imposta è prodotto da società operanti con stabilimenti insediati nel suo territorio, sebbene aventi sede sociale in altra regione italiana.
(1-00115)
«Romano, Drago, Mannino, Naro, Ruvolo, Vietti».
(9 febbraio 2009)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).

La Camera,
premesso che:
la Corte costituzionale, con sentenza del 16 maggio 2008, n. 145, ha chiarito, con riferimento all'articolo 1, comma 661, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, che in caso di trasferimento dallo Stato alla Regione della quota di gettito di imposta da attribuire agli stabilimenti ed impianti siti in Sicilia di imprese industriali e commerciali che hanno la sede centrale fuori dal territorio della Regione siciliana, sono trasferite «simmetricamente» solo le competenze in ordine alla riscossione di tale imposta;
tale interpretazione si era resa necessaria in quanto:
a) l'articolo 37 dello Statuto speciale della Regione siciliana, approvato con regio decreto legislativo 15 maggio 1946, n. 455, e convertito in legge costituzionale dalla legge costituzionale 26 febbraio 1948,n. 2, recita: «Per le imprese industriali e commerciali, che hanno la sede centrale fuori dal territorio della Regione, ma che in essa hanno stabilimenti ed impianti, nell'accertamento dei redditi viene determinata la quota di reddito da attribuire agli stabilimenti ed impianti medesimi. L'imposta relativa a detta quota compete alla Regione ed è riscossa dagli organi di riscossione della medesima»;
b) il decreto legislativo 3 novembre 2005, n. 241, recante «Norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione siciliana, recanti attuazione dell'articolo 37 dello Statuto e simmetrico trasferimento di competenze», prevede che: «in base all'articolo 37 dello Statuto della Regione siciliana, le relative quote di competenza fiscale dello Stato sono trasferite alla Regione. Simmetricamente sono trasferite alla Regione competenze previste dallo Statuto fino ad ora esercitate dallo Stato»;
il citato decreto legislativo prevedeva, inoltre, che «con decreto dirigenziale del ministero dell'economia e delle finanze, d'intesa con l'assessorato regionale del bilancio e delle finanze, si provvede alla definizione delle modalità applicative»;
è all'esame della Camera dei deputati il disegno di legge n. 2105, già approvato dal Senato della Repubblica, «Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione», che ridisegna i rapporti finanziari Stato-regioni e che prevede, in particolare, all'articolo 25, il coordinamento della finanza delle regioni a statuto speciale e delle province autonome per il loro concorso al conseguimento degli obiettivi di perequazione e di solidarietà ed all'esercizio dei diritti e dei doveri da essi derivanti,

impegna il Governo

ad emanare in tempi brevi il decreto dirigenziale del ministero dell'economia e delle finanze, d'intesa con l'assessorato regionale del bilancio e delle finanze, previsto dal decreto legislativo 3 novembre 2005, n. 241, avuto anche riguardo alle esigenze di coordinamento di cui al disegno di legge di delega al Governo in materia di federalismo fiscale.
(1-00116)
«Messina, Leoluca Orlando, Scilipoti, Evangelisti».
(9 febbraio 2009)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).

MOZIONI REALACCI ED ALTRI N. 1-00110, PIFFARI ED ALTRI N. 1-00117, GHIGLIA ED ALTRI N. 1-00118 E LIBÈ ED ALTRI N. 1-00119 CONCERNENTI INIZIATIVE PER FAVORIRE UNO SVILUPPO AMBIENTALE SOSTENIBILE

Mozioni

La Camera,
premesso che:
la crisi economica e finanziaria che si è abbattuta sul sistema globale richiede un'assunzione forte di responsabilità circa le politiche da mettere in atto per difendere e rilanciare l'economia dei Paesi e, soprattutto, per individuare possibili misure su cui costruire solidi modelli di riferimento di carattere sociale, economico e finanziario, strettamente connessi alla vita reale ed all'ambiente che ci circonda;
è forte, invece, la convinzione che, per la natura della crisi, il miglior investimento che si può fare per contrastare la recessione e rilanciare lo sviluppo sia puntare sulla modernizzazione ecologica dell'economia;
si ritiene che sia necessaria la rottura dell'attuale paradigma tecnologico attraverso politiche di sistema che coinvolgono tre aree tra loro fortemente interconnesse:
a) la creazione di conoscenze adeguate e di un sistema di ricerca avanzato nelle tecnologie energetiche e ambientali;
b) la nascita e lo sviluppo di un tessuto industriale in grado di sostenerne e accelerarne la diffusione;
c) un quadro di regole stabili ed incentivi alla domanda come presupposto per il finanziamento del sistema e ulteriore stimolo all'introduzione di nuovi prodotti e processi;
nel programma della Commissione europea, come confermato dal recente voto del Parlamento europeo sulla politica integrata dell'Unione europea sui cambiamenti climatici, sono segnalate, in particolare, le seguenti priorità:
a) l'elaborazione e la promozione di politiche volte a contrastare i mutamenti climatici e a raggiungere gli obiettivi fissati dal Consiglio europeo nel marzo 2007, ove l'Unione europea si è impegnata a ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 20 per cento entro il 2020, soddisfare il 20 per cento del fabbisogno energetico, utilizzando energie rinnovabili, e migliorare del 20 per cento l'efficienza energetica;
b) l'elaborazione di una strategia per uno sviluppo sostenibile, che pone l'attenzione, in maniera particolare, su trasporti e logistica, turismo, agricoltura, foreste e pesca e che raccomanda azioni riguardo alla gestione delle risorse idriche, al trattamento dei rifiuti, alla tutela della salute, sottolineando il ruolo dell'innovazione anche per la crescita economica e l'occupazione;
si ritiene che per sviluppare una «via verde» sia necessario:
a) mettere in atto una strategia coordinata di investimenti pubblici e privati - sostenuta da politiche industriali efiscali che orientino le produzioni ed i consumi verso lo sviluppo ecologicamente sostenibile - al fine di creare nuove imprese e nuovi posti di lavoro;
b) prevedere misure di semplificazione e chiarezza amministrativa delle cosiddette «procedure verdi», volte a superare iter burocratici complessi, sia nei confronti dei cittadini che scelgono una riconversione ecologica nei consumi domestici, sia nei confronti delle aziende pubbliche e private, costrette a superare numerose barriere procedurali in ordine alla produzione di energia rinnovabile;
c) promuovere - anche attraverso un piano di ripartizione degli obiettivi con le regioni e gli enti locali, secondo un modello già adottato in altri Paesi dell'Unione europea - interventi che favoriscano la sostenibilità energetico-ambientale dei programmi edilizi;
d) sostenere lo sviluppo dei distretti agroenergetici, al fine di valorizzare sia le risorse disponibili sul territorio (solare, idrica, eolica), sia quelle direttamente producibili o ricavabili dalle proprie attività (biogas, biocarburanti, biomasse), sia da attività di forestazione e manutenzione dei boschi, con conseguenze vantaggiose sia sul piano della tutela ambientale e del territorio che per il reddito degli agricoltori,

impegna il Governo:

ad assumere una funzione di impulso e di stimolo a livello comunitario ed internazionale per il perseguimento degli obiettivi di Kyoto e per l'impostazione delle politiche del post Kyoto, fin dal prossimo G8 che si terrà in Italia;
a garantire che vi sia coerenza tra le misure anticrisi a breve termine e le strategie di lungo periodo, rafforzando il progetto «Industria 2015», promuovendo nuove industrie che producano impianti, tecnologie per lo sviluppo dell'efficienza energetica e delle fonti rinnovabili;
ad attivare un confronto nella conferenza Stato-regioni per verificare la congruenza dei piani energetici regionali rispetto agli obiettivi comunitari ed a coordinare gli enti tecnici di ricerca regionali e nazionali, semplificando le procedure autorizzative;
ad istituire un gruppo interministeriale e un fondo per la realizzazione sia del programma di interventi del Consiglio europeo per la lotta ai cambiamenti climatici e per la produzione di energia rinnovabile, sia per l'avvio di forme di collaborazione a livello internazionale;
a prevedere specifici interventi finalizzati a:
a) per quanto riguarda la mobilità:
1) aumentare la diffusione di veicoli elettrici e ibridi, promuovere l'applicazione di sistemi di mobilità alternativa, compresa la costruzione di infrastrutture idonee (tramvie, piste ciclabili), attuare le politiche di mobility management; avviare un piano per l'ammodernamento dei treni per i pendolari;
2) vincolare, in maniera permanente, gli aiuti ed incentivi alla rottamazione delle auto all'acquisto di veicoli a minimo impatto ambientale, per orientare ricerca ed innovazione su nuovi modelli a basse emissioni e bassi consumi, nuovi modi di propulsione, auto ecologiche;
3) incentivare il trasporto fluviale, con particolare riguardo alle merci attraverso infrastrutture idonee e connessioni con gli altri sistemi di trasporto;
b) per quanto riguarda l'edilizia:
1) aumentare l'efficienza energetica degli edifici pubblici, sia attraverso interventi di carattere strutturale, come l'installazione di pannelli solari, sia attraverso le «buone pratiche» di risparmio energetico;
2) intervenire nel settore dell'edilizia privata e pubblica a partire dal recupero del patrimonio edilizio esistente, riproponendo strumenti normativi per rendere obbligatoria la costruzione di nuove case a basso consumo energetico eper agevolare, attraverso misure fiscali, interventi di manutenzione straordinaria degli immobili esistenti finalizzati ad aumentare il rendimento energetico degli edifici; promuovere gruppi di acquisto di impianti per l'energia rinnovabile solare e fotovoltaica attraverso forme di incentivazione;
3) ripristinare la certificazione energetica degli edifici nella compravendita degli immobili, già prescritta dalla direttiva 76/93/CE;
4) individuare risorse per la manutenzione di infrastrutture pubbliche, quali: edilizia scolastica e sociale, ospedali, strade e ferrovie, anche attraverso meccanismi di autorizzazione di investimenti da parte di enti locali e regioni, cui attribuire competenze per l'immediato avvio di cantieri di piccole e medie dimensioni;
5) applicare la detrazione del 55 per cento anche agli interventi «energetici» realizzati sugli immobili esistenti, concessi in locazione;
6) promuovere i sistemi di certificazione ambientale, con particolare riferimento al sistema comunitario di ecogestione e audit (Emas), nell'edilizia pubblica integrata con quella energetica;
c) per quanto riguarda l'efficienza energetica:
1) predisporre incentivi per almeno 5 anni per l'acquisto di frigoriferi e congelatori a basso consumo e per prevedere l'ampliamento di questi a lavatrici e lavastoviglie ad alta efficienza energetica;
2) ridurre i consumi della pubblica illuminazione, attraverso una più diffusa utilizzazione delle lampade al sodio ad alta pressione, l'installazione di regolatori di flusso luminoso, diffusione dei led, efficientamento degli impianti;
d) per quanto riguarda le fonti rinnovabili:
1) introdurre uno sconto sull'addizionale A3 della tariffa elettrica per i residenti nei comuni che permettono l'installazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili;
2) rendere più semplici le procedure delle autorizzazioni per gli impianti che utilizzano fonti rinnovabili;
e) per quanto riguarda le politiche sostenibili:
1) promuovere il ricorso agli acquisti verdi da parte della pubblica amministrazione attraverso l'attuazione del piano d'azione nazionale previsto dalla legge finanziaria per il 2007;
2) tutelare e valorizzare le aree verdi urbane, prevedendo nuove piantumazioni di alberi, il rimboschimento e la salvaguardia delle aree agricole;
3) sostenere in agricoltura le produzioni di biogas prodotti dalla fermentazione anaerobica;
4) incentivare il riciclo dei rifiuti e l'industria ad esso collegata; a tal fine incrementare le percentuali di raccolta differenziata, superando, in particolare, le disomogeneità territoriali;
5) mettere a sistema il recupero ed il riciclo dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (raee), attraverso la pronta emanazione dei provvedimenti legislativi necessari;
6) promuovere l'ecodesign e l'industria ad esso collegata, al fine di diminuire la quantità di rifiuti di imballaggio;
7) attuare un piano straordinario per la salvaguardia della risorsa idrica, mediante anche il rifacimento delle condotte adduttrici e, soprattutto, delle reti idriche di distribuzione interna;
8) finanziare progetti finalizzati al riuso delle acque reflue urbane, opportunamente soggette a trattamento depurativo di tipo terziario in agricoltura;
9) investire adeguate risorse per la prevenzione del dissesto idrogeologico eper la tutela del territorio e del reticolo idrografico, con particolare riguardo alle regioni più vulnerabili;
10) sviluppare progetti di valenza nazionale in collaborazione con le regioni in aree strategiche per il Paese - quali, ad esempio, l'area delta pianura padana - che prevedano adeguati finanziamenti per sviluppare processi innovativi legati alla produzione e alla distribuzione energetica ad alta efficienza, al fine di migliorare la qualità ambientale, riducendo le emissioni inquinanti;
11) attuare interventi mirati a incrementare l'educazione ambientale nelle scuole attraverso progetti che prevedano anche la collaborazione con le categorie produttive;
12) realizzare campagne informative e comunicative sui temi ambientali, con particolare riferimento al risparmio e all'efficienza energetica;
13) investire risorse dedicate per costituire, in collaborazione con le regioni e le imprese, aree ecologiche attrezzate, partendo dalle zone più compromesse dal punto di vista ambientale;
14) favorire la certificazione ambientale delle imprese attraverso la fiscalità e la semplificazione dei processi autorizzativi.
(1-00110)
«Realacci, Mariani, Margiotta, Bratti, Bocci, Braga, Esposito, Ginoble, Iannuzzi, Marantelli, Martella, Mastromauro, Morassut, Motta, Viola, Zamparutti».
(5 febbraio 2009)

La Camera,
premesso che:
nel corso del 2009 si svolgerà il vertice annuale del G8, ospitato e presieduto dall'Italia, che avrà una responsabilità centrale nella fissazione dell'agenda e delle priorità del summit, concorrendo così in maniera significativa alla ricerca di soluzioni e approcci condivisi ai temi della governance mondiale e delle grandi questioni globali;
particolare rilievo in seno al vertice rivestirà il tema della lotta ai cambiamenti climatici, sia a seguito del presumibile diverso approccio della nuova amministrazione americana, sia in conseguenza dell'approssimarsi di importanti scadenze politiche internazionali, quali il vertice di Copenhagen nel dicembre 2009 e la scadenza del trattato di Kyoto nel 2012, rispetto ai cui parametri e standard l'Italia vanta già un enorme ritardo, dovuto alla mancata adozione dei necessari provvedimenti per rispettare gli impegni assunti e rispetto ai quali si rischia di incorrere in pesanti sanzioni a livello internazionale;
il cambiamento climatico è una delle sfide più importanti che abbiamo davanti e che pone gravi minacce alla prosperità ed alla stabilità della nostra società: i più recenti rapporti elaborati dagli scienziati dell'Onu e dall'economista inglese Nicholas Stern forniscono dati allarmanti, sia sul futuro climatico, sia sulle conseguenze che l'effetto serra avrà sullo sviluppo economico delle nostre società;
gli stessi scienziati dell'Onu hanno anche presentato le nuove proiezioni sui cambiamenti climatici, che dicono che l'aumento probabile della temperatura sarà tra 1,8 e 4 gradi entro il 2100 e che l'aumento del livello degli oceani, dovuto al riscaldamento dell'atmosfera ed allo scioglimento dei ghiacci, sarà compreso tra un minimo di 18 centimetri ed un massimo di 58 centimetri, sempre per la stessa data, con conseguenze per decine di milioni di persone, che dovranno abbandonare le aree sommerse;
la concentrazione di anidride carbonica in atmosfera (380 parti per milione), secondo l'Intergovernmental panel on climate change (Ipcc), è la più alta mai registrata negli ultimi 650 mila anni e l'aumento dell'anidride carbonica è stato di oltre il 35 per cento negli ultimi 200 anni;
nello stesso tempo l'economista inglese Nicholas Stern ha valutato che bloccare il cambiamento climatico in atto costerebbe oggi il 2 per cento del prodotto interno lordo mondiale, ma se lo si facesse tra 10 o 20 anni i costi sarebbero tra il 5 e il 20 per cento del prodotto interno lordo, con risultati minori perché parte del cambiamento sarebbe irreversibile;
secondo il rapporto 2005 dell'Agenzia internazionale dell'energia, il consumo mondiale di energia da qui al 2030 aumenterà del 55 per cento, determinando un pari aumento delle emissioni globali di anidride carbonica, e a fare la parte del leone saranno proprio le economie emergenti: appunto Cina, India, Brasile, Sudafrica, Indonesia che contribuiranno ai due terzi dell'aumento dei consumi e delle relative emissioni;
mancano meno di quattro anni alla scadenza del protocollo di Kyoto: molti Paesi hanno cominciato un cammino responsabile, che non solo li ha avvicinati ai rispettivi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra, ma ha prodotto sensibili miglioramenti dell'efficienza energetica e un significativo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili;
questo scenario, insieme agli ultimi rapporti, sollecita, quindi, ad agire con maggiore risolutezza, ma occorre essere tutti consapevoli che se si vuole affrontare il problema climatico in maniera credibile e pragmatica si deve costruire oggi una prospettiva per il dopo Kyoto, che coinvolga il maggior numero possibile di Paesi;
la strategia europea si fonda sulla base delle energie rinnovabili (energia eolica e fotovoltaica, geotermica e idroelettrica) per aumentare l'efficienza e la sicurezza energetica del continente, diminuendo le emissioni che inquinano e contribuiscono a surriscaldare il pianeta;
uno dei tre principali obiettivi dell'Unione europea in materia di clima e energia (il cosiddetto pacchetto «20-20-20»), varato nel mese di gennaio 2009 dall'Unione europea per il periodo post Kyoto, riguarda le fonti rinnovabili. Entro il 2020 i 27 leader comunitari si sono impegnati a portare dall'attuale 8,5 per cento al 20 per cento la quota di energie rinnovabili utilizzate, oltre a impegnarsi a diminuire del 20 per cento le emissioni di anidride carbonica e ad aumentare del 20 per cento l'efficienza energetica. Per i singoli Paesi europei sono poi stati fissati 27 sotto-obiettivi, per ripartire equamente gli sforzi per aumentare l'utilizzo delle energie rinnovabili, e quello dell'Italia sarà del 17 per cento;
il settimo programma quadro (2007-2013) per le attività di ricerca e sviluppo tecnologico dell'Unione europea ha messo in atto politiche per incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili. Oggi le imprese ai primi posti in Europa in campo ecologico sono quelle tedesche: secondo un sondaggio realizzato da Tnt infratest, il 45 per cento delle società edili tedesche è impegnato nella costruzione di edifici ad alta efficienza energetica, che sfruttano fonti di energia pulita;
la crisi finanziaria internazionale sta producendo pesanti conseguenze sull'economia reale, con una caduta della domanda globale e conseguenti diminuzioni della produzione industriale: il miglior investimento per contrastare la recessione è rilanciare lo sviluppo, puntando sulla modernizzazione ecologica dell'economia;
lo sviluppo sostenibile è una vera e propria strategia che richiede un nuovo tipo di imprenditorialità e consente di conciliare risultato economico, responsabilità sociale e tutela esemplare dell'ambiente. Considerati da questa nuova prospettiva, gli investimenti legati ad uno sviluppo sostenibile offrono notevoli opportunità di investimento;
esistono consumi ed investimenti particolarmente positivi che andrebbero promossi e sostenuti perché anche eco-compatibili, capaci cioè di promuovere sia i consumi, sia la salvaguardia dell'ambiente, sia il contenimento delle emissioni dannose e il risparmio energetico;
investire in efficienza energetica consente di alleggerire, in tempi relativamente brevi, i costi energetici a carico delle famiglie e delle imprese; promuovere un maggiore sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili può avere, come ha già avuto in altri Paesi, conseguenze positive sul piano dell'occupazione, dell'innovazione tecnologica, dell'affermazione di nuovi settori industriali, al tempo stesso ad alto contenuto di tecnologia e ad elevata intensità di lavoro;
la mobilità rappresenta un essenziale diritto di cittadinanza, tutelato e promosso dalla Costituzione e dal diritto comunitario. Un sistema di mobilità pubblica moderna ed efficiente rappresenta un obiettivo strategico per la costruzione di politiche volte a promuovere sviluppo sostenibile, strategie di crescita economica e di progresso sociale, migliori condizioni di tutela della salute dei cittadini, nell'ottica e nel rispetto degli accordi del protocollo di Kyoto e del programma di riduzione di gas serra;
mobilità sostenibile significa, soprattutto, poter offrire un ventaglio di scelta fra soluzioni e strumenti innovativi in grado di ridurre significativamente la propensione all'uso dell'autovettura privata, privilegiando modi «sostenibili», quali il trasporto collettivo pubblico ed aziendale, il trasporto intermodale, con l'incentivazione dei mezzi a basso impatto ambientale, come i veicoli elettrici, ibridi o a gpl;
l'Agenzia europea dell'ambiente, con l'ultimo rapporto del 9 gennaio 2009, ha spiegato che i trasporti sono la seconda causa di inquinamento dell'aria, subito dopo l'emissione energetica, specificando la necessità di far fronte ai problemi legati allo spostamento di merci e persone, per arrivare agli obiettivi di riduzione delle emissioni entro il 2020. Questo equivale a ridurre le emissioni dei trasporti in ogni parte d'Europa: tentativo ambizioso, ma necessario, visto che solo in Italia incidono sull'inquinamento per il 24 per cento;
nel quadro della politica energetica, il settore della mobilità su gomma si contraddistingue per la sua potenziale capacità di ridurre l'emissione di gas serra e l'inquinamento, soprattutto nelle aree urbane, se adeguatamente razionalizzato, promuovendo così una mobilità «pulita» e sostenibile;
secondo le statistiche pubblicate dalla direzione energia e trasporti della Commissione europea, la mobilità delle persone su autovettura privata (espressa in passeggeri per chilometro) è aumentata in Italia del 214 per cento, rispetto alla media dell'Unione europea del 140 per cento;
dalla medesima fonte si evince che l'Italia risulta il Paese, fra i 15 dell'Unione europea, in cui il «consumo» di mobilità è maggiore (16.200 chilometri pro capite rispetto ai 13.800 della media dell'Unione europea), con conseguente incremento di uso delle automobili, aumentato nel nostro Paese di oltre il 235 per cento, a fronte della media europea stimata al 150 per cento;
il gas naturale conosce un sempre crescente successo anche come combustibile per gli autoveicoli. Oggi nel mondo circolano oltre un milione di vetture a gas naturale (370.000 circa in Italia) e le case automobilistiche investono sempre maggiori risorse nella progettazione di nuovi modelli con questo tipo di alimentazione. Per le sue qualità ecologiche, il metano è destinato a svolgere un ruolo sempre più importante nel mercato dei veicoli a minimo impatto ambientale, in particolare nelle grandi aree urbane afflitte dal problema dell'inquinamento atmosferico;
in Italia dal 2007 lo scenario che viene prospettato dalla ricerca delle nuove case automobilistiche in fatto di abbassamento delle emissioni è il più vario: attualmente un'auto a gpl permette un abbattimento del 50-60 per cento del monossido di carbonio e una riduzione del 20 per cento degli ossidi di azoto. Queste, però, riguardano auto nuove: un'auto trasformata a gpl permette riduzioni inferiori. Resta, però, sempre il problemadella rete di distribuzione, che sul territorio nazionale è insufficiente o mal dislocato a livello locale,

impegna il Governo:

ad intraprendere un'azione coordinata e mirata in campo ambientale, che da un lato metta al più presto l'Italia nelle condizioni di colmare i gravissimi ritardi fin qui accumulati rispetto alla piena attuazione dell'accordo di Kyoto, dall'altro faciliti il raggiungimento di un nuovo accordo globale, che impegni anche le economie emergenti ad una significativa riduzione dei gas ad effetto serra e che, promuovendo la competitività internazionale del sistema produttivo europeo, consenta, altresì, di inaugurare un nuovo corso anche in tema di trasferimento tecnologico per l'efficienza energetica e lo sviluppo di fonti di energia pulita;
a creare le condizioni necessarie affinché si possano potenziare le azioni che esortino la crescita delle energie rinnovabili, sia nelle applicazioni civili che in quelle industriali, unica risposta reale al sempre crescente bisogno di energia elettrica e ai gravi problemi del riscaldamento globale-effetto serra;
ad intraprendere adeguate ed efficaci politiche fiscali in grado di incentivare lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, anche alla luce degli effetti pubblici che lo sviluppo di queste nuove tecnologie hanno in tema occupazionale;
ad incrementare gli interventi di immediata messa in sicurezza degli edifici scolastici, anche costituendo un fondo rotativo presso la Cassa depositi e prestiti per investimenti degli enti locali finalizzati alla messa in sicurezza, la coibentazione e l'alimentazione con energie rinnovabili degli edifici scolastici, con prestiti a tasso zero, i cui interessi siano a carico dello Stato, ed escludendo tali investimenti dal calcolo dei saldi utili per il rispetto del patto di stabilità interno;
a mettere in atto iniziative di sostegno al settore automobilistico, con misure di politica fiscale e industriale, che non si traducano in aiuti «a pioggia», ma che siano in grado di incentivare la produzione di auto a basso impatto ambientale, l'utilizzo di tecnologie verdi e il sostegno a progetti di auto a idrogeno o elettriche;
ad intraprendere opportune iniziative, anche d'intesa con le regioni, volte al potenziamento della rete di distribuzione del metano per autotrazione ad uso pubblico e privato, prevedendo, altresì, incentivi ad enti pubblici e a società commerciali che intendano realizzare impianti di distribuzione di metano;
a valutare, qualora si prorogassero le misure fiscali per la rottamazione auto, che dette misure e incentivi vengano affettivamente previsti unicamente per autovetture che riducano in maniera più significativa l'impatto ambientale, con particolare riguardo alle autovetture che ricorrono all'alimentazione a gpl.
(1-00117)
«Piffari, Scilipoti, Donadi, Borghesi, Evangelisti, Cimadoro».
(9 febbraio 2009)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).

La Camera,
premesso che:
la tutela della qualità ambientale costituisce obiettivo prioritario nell'ambito di un patto generazionale che coniughi sviluppo e qualità della vita nel quadro di un piano di sviluppo sostenibile, inteso come «uno sviluppo che risponde alle esigenze del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie»;
gli obblighi assunti dal nostro Paese in sede internazionale impongono la realizzazione di obiettivi di tutela ambientale che determinano la necessità di politiche coerenti in quattro settori di intervento prioritario e precisamente: cambiamenti climatici ed inquinamento atmosferico,natura e biodiversità, ambiente e salute, gestione delle risorse naturali e dei rifiuti;
la realizzazione di politiche ambientali e l'investimento nell'innovazione ecologica costituiscono strumenti in grado di coniugare obiettivi di rilancio di settori industriali ad alto livello occupazionale e di risparmio di future spese per il ripristino dei coefficienti ambientali imposti dalla normativa nazionale ed internazionale;
l'attuale sfavorevole andamento congiunturale dell'economia internazionale impone di integrare la politica ambientale nell'ambito di strategie di tutela dell'occupazione e di prevenzione di fenomeni di degrado sociale e di rallentamento della crescita, in modo che le tre componenti fondamentali dello sviluppo sostenibile (economica, sociale e ambientale) possano essere affrontate in maniera equilibrata a livello politico come pure richiesto;
la definizione di obiettivi di politica ambientale volti all'adempimento degli obblighi internazionali assunti dal nostro Paese è in grado di stimolare l'economia se integrata nell'ambito di una chiara strategia di investimento, che impegni le risorse pubbliche e private in un quadro condiviso e stabile di interventi mirati;
una chiara strategia di investimento per lo sviluppo sostenibile impone la definizione di un quadro normativo omogeneo, tale da assicurare certezza di tempi nel rilascio dei necessari provvedimenti abilitativi e garanzia di omogeneità dell'intervento pubblico, in modo da evitare distorsione della concorrenza nel mercato;
qualsiasi politica ambientale è in grado di realizzare gli obiettivi fissati solo in presenza di una condivisione sociale dei valori e ciò implica la realizzazione di adeguate campagne di sensibilizzazione dei cittadini e di educazione ambientale dei giovani e degli studenti;
la protezione dell'ambiente costituisce un tema fondamentale del prossimo G8 e questo può costituire la sede per la ridefinizione a livello internazionale degli obiettivi di tutela ambientale, nel quadro del nuovo scenario determinato dalla crisi economica che sta attraversando le economie occidentali,

impegna il Governo:

ad assicurare adeguate risorse finanziarie e organizzative per la definizione di una strategia di investimento per lo sviluppo sostenibile che sia volta alla realizzazione degli obiettivi fissati in sede internazionale e che, al tempo stesso, si ponga quale volano di una crescita occupazionale dei settori industriali e commerciali coinvolti;
a realizzare politiche volte al miglioramento della qualità dell'aria e alla riduzione dei gas serra attraverso la definizione di obiettivi di mobilità sostenibile e di incentivazione della produzione di energie rinnovabili;
a realizzare politiche volte a proteggere la biodiversità e combattere l'estinzione delle specie animali e vegetali;
a realizzare politiche volte alla tutela del suolo dai fenomeni di erosione, perdita di materiale organico, smottamenti e contaminazioni, in modo da prevenire eventi catastrofici quali quelli verificatisi nelle ultime settimane;
a realizzare politiche volte alla riduzione della produzione dei rifiuti e alla definizione di soluzioni, economicamente ed ecologicamente compatibili, per il loro riciclaggio;
a ridefinire il quadro normativo in materia ambientale, in modo da assicurare certezza e flessibilità alle imprese che intendono investire nelle produzioni eco-compatibili e sostenere, anche attraverso forme di incentivazione all'acquisto, la domanda di consumi di tali produzioni;
a definire un quadro di interventi di sensibilizzazione della popolazione sulla natura strategica delle politiche ambientali e sull'essenziale importanza dei comportamenti virtuosi individuali;
a definire un quadro di interventi in materia di educazione ambientale che miri alle scuole anche attraverso il coinvolgimento delle imprese e delle associazioni ambientaliste.
(1-00118)
«Ghiglia, Guido Dussin, Iannaccone, Alessandri, Baldelli, Tortoli».
(9 febbraio 2009)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).

La Camera,
premesso che:
la società in cui viviamo ed i nostri stili di vita sono caratterizzati da elevati consumi in campo energetico, oltre che da relazioni con l'ambiente tali da compromettere l'equilibrio sostenibile tra necessità di sviluppo ed il contesto biologico globale;
i combustibili fossili (petrolio, gas e carbone) coprono oltre l'80 per cento dei consumi energetici del pianeta, ma al loro consumo è tuttavia collegato una parte del problema dell'emissione di anidride carbonica, la cui concentrazione in atmosfera è considerata la causa principale dei cambiamenti climatici;
come sottolineato dall'economista Herman Daly, solo «se riusciremo ad arrivare ad una economia da equilibrio sostenibile, le future generazioni potranno avere almeno le stesse opportunità che la nostra generazione ha avuto»;
dopo una lunga fase di espansione, con ritmi di crescita economica senza precedenti, che hanno interessato anche quei Paesi che oggi sono definiti emergenti, ci si trova di fronte ad una recessione altrettanto unica, che rischia di bloccare i processi di sviluppo del commercio e delle produzioni globali;
per fronteggiare la crisi e creare le condizioni per una rapida ripresa delle economie mondiali, i Paesi stanno adottando piani volti a sostenere la domanda e gli investimenti, declinando misure diversificate a seconda delle necessità e delle emergenze dei singoli Paesi;
gli Stati Uniti d'America stanno orientando le strategie per il rilancio della loro economia verso il business eco-sostenibile: si tratta di un programma di 150 miliardi di dollari, incentrato sulle politiche per lo sviluppo delle energie rinnovabili e su incentivi economici per sostenere la transizione energetica degli Usa verso un'economia a basso contenuto di anidride carbonica, con l'obiettivo dichiarato di creare migliaia di nuovi posti di lavoro;
a seguito dell'approvazione del pacchetto europeo su clima ed energia, i 27 Paesi comunitari si sono impegnati a portare dall'attuale 8,5 per cento al 20 per cento la quota di energie rinnovabili utilizzate entro il 2020, oltre a impegnarsi a diminuire del 20 per cento l'emissione di anidride carbonica ed a aumentare del 20 per cento l'efficienza energetica;
per ripartire equamente gli sforzi diretti all'incremento dell'utilizzo delle energie rinnovabili sono stati, tuttavia, previsti degli obiettivi intermedi, che, su richiesta dell'Italia, non saranno vincolanti e comunque da sottoporre a revisione nel 2014;
il settimo programma quadro 2007-2013 per le attività di ricerca e sviluppo tecnologico dell'Unione europea ha messo in atto politiche per incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili;
in un periodo di crisi come quello che si sta attraversando è fondamentale cogliere l'opportunità storica di trasformare e rendere meno energivore le nostre società, prevedendo un massiccio intervento che agevoli investimenti in campo ambientale: dall'infrastruttura energetica ai contatori di elettricità intelligenti, dall'isolamento delle abitazioni agli elettrodomestici che consumano meno elettricità;
nel 2008 sono stati installati in Italia circa 18.000 impianti fotovoltaici, pari a 237 megawatt di potenza, che, sommati a quelli censiti al 9 gennaio 2008,portano a 24.367 gli impianti esistenti, pari a 300 megawatt di potenza installata, ma occorre sottolineare che, nonostante un trend di crescita positivo, c'è ancora un enorme gap nei confronti degli altri Paesi europei: infatti, rispetto ai 35 metri quadri di fotovoltaico per abitanti in Europa, in Italia siamo ancora a 9 metri quadri per abitante;
il contributo decisivo che può arrivare dal nucleare al contenimento delle emissioni dei gas serra è stato più volte sottolineato nel dialogo tra i Paesi maggiormente industrializzati: inoltre, l'Italia è l'unico Paese del G8 che non utilizza l'energia nucleare. È necessario, quindi, procedere, in un arco temporale coerente con le grandi urgenze e con i tempi tecnici necessari, all'adozione di opzioni sicure, evitando continui rinvii, in attesa di soluzioni futuristiche, come la fusione nucleare, o che si rinvii ogni concreta decisione in previsione dell'avvento di una nuova generazione di reattori (la cosiddetta Generation IV), i cui primi impianti su scala industriale non entreranno in funzione prima di venti o, più probabilmente, trenta anni;
la generazione distribuita e, nello specifico, la microgenerazione avranno un ruolo di crescente importanza all'interno dei sistemi energetici nazionali e locali: tuttavia, affinché la microgenerazione possa realmente rappresentare una valida alternativa ai tradizionali sistemi di produzione di energia elettrica, è necessario investire nella ricerca, al fine di rendere disponibili macchine ad alto rendimento, come le microturbine di piccola taglia, in grado di utilizzare un ampio spettro di combustibili e, quindi, consentire l'impiego di quote crescenti di fonti rinnovabili;
strettamente legato allo sfruttamento delle energie da fonte rinnovabile (dal solare attivo, come il fotovoltaico ed il termico, agli impianti a biomassa, dai sistemi geotermici alle tecnologie della microgenerazione, fino ai più futuribili sistemi che utilizzano l'idrogeno) è il settore dell'edilizia: dai criteri base che regolano i comportamenti fisici dell'edificio alle principali metodiche della disciplina bioclimatica, come l'influenza della forma, dallo sfruttamento dei sistemi passivi all'uso dell'illuminazione naturale ai fini del risparmio energetico;
si stima che il settore edilizio sia anche responsabile di circa il 40 per cento dei rifiuti prodotti nei Paesi europei e di un elevato inquinamento, per cui è necessario prevedere provvedimenti opportuni anche da questo punto di vista;
uno studio dell'Istituto ambiente Italia, redatto per conto di Kyoto club, stima che il riciclo abbia garantito nel 2007 un risparmio per l'Italia di 15 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e di 55 milioni di tonnellate equivalenti di anidride carbonica, che altrimenti sarebbero finite nell'atmosfera: basterebbe aumentare il livello di riciclo dal 48 per cento attuale al 55,2 per cento per riuscire entro il 2020, a tagliare le emissioni di oltre 8 milioni di tonnellate;
diversi impianti sperimentali stanno verificando una possibile soluzione al problema dell'effetto serra, attraverso la cattura e lo stoccaggio dell'anidride carbonica sotto forma liquida: l'Istituto di geofisica e vulcanologia è ricco di competenze in questo campo, soprattutto per l'elevata sismicità della penisola e la presenza nel suo sottosuolo di numerosi giacimenti naturali di anidride carbonica. Le obiezioni al sequestro di anidride carbonica sembrano essere più dettate da motivi ideologici e dal fatto che esso potrebbe perpetuare il consumo di combustibili fossili o che la tecnologia della cattura e sequestro possa sottrarre risorse alle energie rinnovabili, ma resta il fatto che potrebbe essere uno strumento utile al fine di ridurre le emissioni nell'atmosfera e che non si tratta di una fonte di energia, per cui nel lungo periodo è necessario puntare su fonti alternative e rinnovabili;
nel settore della cattura, trasporto e sequestro geologico dell'anidride carbonica l'Italia è all'avanguardia con l'Eni e l'Enel, che hanno unito le forze per realizzareil primo progetto italiano. Enel costruirà un impianto di cattura e liquefazione dell'anidride carbonica a Brindisi, mentre Eni inietterà l'anidride carbonica all'interno del giacimento esaurito di Stogit di Cortemaggiore (Piacenza);
investire solo nelle energie rinnovabili non basta se si vuole risolvere il problema dell'anidride carbonica, poiché il settore dei trasporti, per esempio, da solo contribuisce per più del 30 per cento alle emissioni di anidride carbonica. Secondo il dipartimento tecnologie per l'energia dell'Enea, per una mobilità sostenibile occorre mettere in atto interventi strutturali, quali: un'efficace pianificazione della domanda di mobilità e dell'uso del territorio; politiche integrate per l'effettiva riduzione dell'utilizzazione del veicolo privato (sistemi logistici, teleservizi, riorganizzazione degli orari ed altro); investimenti per la realizzazione di infrastrutture di trasporto collettivo su ferro e di parcheggi di scambio; decisa incentivazione dell'uso, almeno in ambito urbano, di veicoli a bassissimo consumo e a emissioni zero;
lo stoccaggio dell'energia in combinazione con impianti fotovoltaici decentralizzati potrebbe aumentare l'efficienza energetica e ridurre i consumi di fonti fossili, con conseguenti minori emissioni e con l'ulteriore vantaggio che l'eccesso di elettricità solare da conservare potrebbe poi essere erogato in modo programmato, in modo da renderlo disponibile all'utente in base alla domanda, massimizzando così l'elettricità prodotta localmente;
i circa due miliardi di euro di incentivi contenuti nel pacchetto di misure varate dal Governo per sostenere e rilanciare l'economia interessano, soprattutto, i settori dell'industria automobilistica e dei motocicli e della produzione di elettrodomestici: si tratta di incentivi per l'acquisto di auto «euro 4» ed «euro 5» e per l'acquisto di auto ecologiche senza rottamazione, mentre per l'acquisto degli elettrodomestici è previsto uno sconto irpef, ma solo se effettuati nell'ambito di una ristrutturazione dell'immobile,

impegna il Governo:

a considerare la cosiddetta green economy un'occasione da cogliere sia per far transitare l'Italia da Paese dipendente da combustibili fossili ad un Paese energicamente sostenibile, che per rilanciare la nostra economia;
a sollecitare gli attori interessati ad una maggiore attenzione alle possibilità offerte dal settimo quadro strategico nazionale 2007-2013, in tema di incentivi per lo sviluppo delle risorse rinnovabili, intervenendo su quelli che operano nel Mezzogiorno, in cui sono presenti grandi opportunità di sviluppo connesse all'innovazione tecnologica nell'uso delle risorse ambientali;
a prevedere ulteriori interventi legislativi per estendere la possibilità di usufruire delle agevolazioni previste in caso di acquisto di elettrodomestici a basso consumo di energia elettrica e a valutare l'opportunità di estendere le agevolazioni già previste per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici;
a predisporre, d'intesa con gli enti locali interessati, un programma di mobilità urbana sostenibile che preveda non solo un nuovo sistema di infrastrutture più adeguate ed efficienti, di tariffe o della diffusione di veicoli a basso impatto, ma che ridefinisca anche le funzioni urbane e veda affermarsi una «nuova cultura» del vivere nella città;
a predisporre iniziative atte ad incoraggiare la sostenibilità in edilizia e favorire uno sviluppo dell'urbanizzazione eco-compatibile, anche attraverso un rigido sistema di certificazione, tenuto conto degli stretti legami che il settore vanta in tema di eco-sostenibilità, come citato in premessa;
ad investire nella ricerca di sistemi volti ad aumentare l'efficienza energetica e ridurre i consumi di fonti fossili, con conseguenti minori emissioni, come, per esempio, quello dello stoccaggio dell'energia in combinazione con impianti fotovoltaici decentralizzati;
a sviluppare ogni utile iniziativa volta ad incrementare e sostenere la raccolta ed il riciclo di rifiuti, al fine di prevenire la dispersione di materiali potenzialmente utili, ma anche nocivi se abbandonati, e di ridurre il consumo di materie prime e l'utilizzo di energia;
a valutare l'opportunità di sviluppare programmi di investimento nella microgenerazione e nell'efficienza energetica, attraverso interventi sostenibili, se si pensa all'abbassamento, nel caso della microgenerazione, dei costi di trasmissione e distribuzione;
a colmare i deficit infrastrutturali che impediscono, o rallentano pesantemente, le connessioni alla rete di distribuzione da parte di impianti di generazione di energia elettrica, soprattutto da fonti rinnovabili, in quanto tali problemi riguardano connessioni di bassa, media ed alta tensione, pur vigendo, per legge, una priorità di connessione per impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, alla quale le imprese distributrici devono attenersi;
a sostenere i programmi e gli studi condotti da istituti di ricerca italiani nel campo del sequestro e dello stoccaggio di anidride carbonica quale strumento alternativo e aggiuntivo alla lotta alla limitazione delle emissioni di anidride carbonica;
a ripercorrere la strada del nucleare senza pregiudizi, adoperandosi per una maggiore integrazione del nostro Paese a livello europeo sul fronte tecnologico;
a supportare la ricerca condotta da università, centri di ricerca ed imprese di piccole, medie e grandi dimensioni, finalizzata alla riduzione dei costi di produzione degli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, al fine di sostenere il raggiungimento della massa critica necessaria alle nostre imprese per competere nel mercato domestico ed internazionale.
(1-00119)
«Libè, Vietti, Dionisi, Cera, Volontè, Compagnon, Ciccanti, Naro, Galletti, Occhiuto».
(9 febbraio 2009)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).