XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di venerdì 20 febbraio 2009

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:

La XIII Commissione,
premesso che:
l'Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari, con una nota del 4 novembre 2008 ha ricordato agli organismi di controllo operanti nell'ambito dell'agricoltura biologica che, ai sensi dell'articolo 27, comma 5, lettera c), del regolamento CE 834/2007, dal 1o gennaio 2009 i suddetti OdC dovranno essere accreditati secondo la metodologia più recente pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea, serie C, della norma europea EN 45011 o della guida ISO 65 «Requisiti generali relativi agli organismi che gestiscono sistemi di certificazione dei prodotti»;
le parti interessate, almeno per quanto attiene il Ministero delle politiche agricole, gli organismi di controllo e gli enti controllati dallo Stato, dovrebbero dedicare una particolare attenzione all'attuazione della norma dato che, se non venisse seguita con la dovuta attenzione, potrebbe portare a problemi politico-istituzionali dall'esito nocivo per l'agricoltura biologica;
secondo una rigida applicazione della norma, infatti, gli organismi di controllo che al 31 dicembre 2008 non risultassero accreditati Sincert dovrebbero essere «sospesi» dall'attività di certificazione dei prodotti da agricoltura biologica;
gli organismi di controllo interessati sono 6 dei 15 autorizzati ad operare in Italia, vale a dire il 40 per cento del totale;
tali organismi rappresentano un'importante realtà che corre il rischio di «scomparire» con la conseguente perdita di professionalità e di posti di lavoro, oltre a creare una notevole problematica circa il ritorno d'immagine del settore;
se il Ministero delle politiche agricole si adoperasse nell'immediata attuazione del nuovo Regolamento dovrebbe necessariamente «ritirare l'autorizzazione» e/o sostituire in modo transitorio le autorizzazione a tutti gli organismi operanti ex Reg. CE 2092/91 e l'ente di certificazione e accreditamento (Sincert) dovrebbe, con decorrenza dal 31 dicembre 2008, «ritirare» tutti gli «accreditamenti» rilasciati agli organismi in quanto detti certificati non risulterebbero più conformi alla normativa europea;
va tuttavia considerato che le prescrizioni incluse nell'articolo 27 del novellato regolamento CE n. 834/07 davano per assodato che gli Stati membri avessero recepito il Regolamento precedente, emanando una normativa specifica che fornisse una disciplina al settore;
il nuovo Regolamento introduce peraltro importanti novità riguardanti etichettatura, certificazione degli operatori a marchio, tariffari, mezzi tecnici, controllo e certificazione dei piccoli produttori, gestione delle norme di trasformazione ed importazione;
senza una disciplina che permettesse una più fluida transizione dal vecchio al nuovo regolamento, si è creato un vuoto legislativo che portava gli operatori e gli organismi di controllo a basarsi ancora sul vecchio Reg. n. 2092/91;
a parte i problemi di incertezza in cui versano attualmente gli organismi operanti in Italia, fino a poco fa regolarmente accreditati, recepire supinamente il Regolamento in questione potrebbe portare gravi danni anche all'agricoltura biologica che già ora non gode un chiaro quadro normativo,

impegna il Governo

a predisporre strumenti normativi e regolamentari per favorire la transizione dal

vecchio al nuovo regime previsto dall'articolo 27 del Reg. CE n. 834/07 novellato in modo da fornire una certezza giuridica agli operatori dell'agricoltura biologica e in modo da permettere la prosecuzione delle attività svolte dagli organismi di controllo precedentemente accreditati ed autorizzati ad operare nel settore.
(7-00125)«Bellotti».

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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta scritta:

RENATO FARINA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
la relazione del COPASIR (Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica), sui «rischi per l'efficienza dei servizi di informazione» approvata il 12 febbraio scorso, non deve restringere il nostro angolo visuale al solo caso del vice questore aggiunto Gioacchino Genchi e al magistrato De Magistris, il quale, dopo tutto, gli ha conferito solo una parte dei numerosi incarichi;
le prime evidenze che si propongono con la relazione del Copasir investono infatti una quantità di aspetti che riverberano sulle competenze non solo del Ministro della giustizia, ma anche e con pari importanza quelle del Ministro della funzione pubblica e del ministro dell'interno e anche della Presidenza del Consiglio;
emerge ad avviso dell'interrogante proprio dalla relazione del Copasir, una «normalità eversiva» quando pezzi importanti dello Stato non solo eludono o violano le leggi, ma organizzano risorse dello Stato contro altre istituzioni dello Stato medesimo, con una disinvoltura e con un'assiduità che tradiscono quanto questa «normalità eversiva» sia irradiata entro una vasta parte dell'alta dirigenza burocratica, giudiziaria e politica del paese;
il Vicequestore Genchi entra nella polizia di Stato a dicembre del 1985. Nel 1988 è Reggente della zona di telecomunicazioni siciliana. Dal 1994 fino al collocamento in aspettativa, nel 2000, è dirigente del Centro elettronico interregionale di Palermo. Pertanto Gioacchino Genchi, funzionario del ministero dell'interno, laureato in legge, acquisisce a spese e per conto dello Stato una pregiata capacità tecnica nel campo delle telecomunicazioni, al punto da assumere delicate funzioni direttive. Nel 2000, dopo solo quindici anni di servizio, Genchi si mette in aspettativa sindacale senza stipendio. Genchi in questo frangente è nominato consulente, ma non una volta sola né solo dal dottor De Magistris;
i magistrati che nominano Genchi consulente reputano normale che egli sia retribuito come un privato - per adempiere un servizio di pubblica necessità - sebbene sia un membro della pubblica amministrazione. Questi magistrati, essendo Genchi in aspettativa sindacale, obietteranno che egli, non esercitando alcuna pubblica funzione, aveva titolo ad essere investito degli incarichi che poi ha effettivamente avuto. Il volume e la continuità degli incarichi in capo al dottor Genchi è tale da rendere legittimo supporre che la finalità dell'aspettativa non sia stata raggiunta, poiché l'interessato con tutto il lavoro privato che svolgeva non poteva avere il tempo di fare il sindacalista;
il comma 8 dell'articolo 53 del decreto legislativo n. 165 del 2001, recita: «Le pubbliche amministrazioni non possono conferire incarichi retribuiti a dipendenti di altre amministrazioni pubbliche

senza la previa autorizzazione dell'amministrazione di appartenenza dei dipendenti stessi. Salve le più gravi sanzioni, il conferimento dei predetti incarichi, senza la previa autorizzazione, costituisce in ogni caso infrazione disciplinare per il funzionario responsabile del procedimento; il relativo provvedimento è nullo di diritto. In tal caso l'importo previsto come corrispettivo dell'incarico, ove gravi su fondi in disponibilità dell'amministrazione conferente, è trasferito all'amministrazione di appartenenza del dipendente ad incremento del fondo di produttività o di fondi equivalenti»;
il successivo comma 9 del medesimo decreto legislativo, a sua volta recita: «Gli enti pubblici economici e i soggetti privati non possono conferire incarichi retribuiti a dipendenti pubblici senza la previa autorizzazione dell'amministrazione di appartenenza dei dipendenti stessi. In caso di inosservanza si applica la disposizione dell'articolo 6, comma 1, del decreto-legge 28 marzo 1997, n. 79, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 maggio 1997, n. 140, e successive modificazioni ed integrazioni. All'accertamento delle violazioni e all'irrogazione delle sanzioni provvede il Ministero delle finanze, avvalendosi della Guardia di finanza, secondo le disposizioni della legge 24 novembre 1981, n. 689, e successive modificazioni ed integrazioni. Le somme riscosse sono acquisite alle entrate del Ministero delle finanze». La condizione di «aspettativa» non interrompe il rapporto di impiego, bensì lo modifica nel senso che attenua i doveri in capo al soggetto in aspettativa. Pertanto, nello specifico caso del dottor Genchi, la condizione di «aspettativa senza assegni» è utile per evitare il reato di truffa ai danni dello Stato, che si materializzerebbe laddove egli percepisse lo stipendio da vice questore insieme agli emolumenti derivatigli dagli incarichi di consulenza svolti a tempo pieno;
l'aspettativa senza assegni tuttavia non è un'esimente per la necessaria autorizzazione che l'amministrazione della giustizia avrebbe dovuto chiedere a quella dell'interno al fine di impiegare il dottor Genchi. Questa autorizzazione non è un atto meramente formale, bensì è una garanzia di tutela dei preminenti interessi della pubblica amministrazione. Quando tale autorizzazione fosse stata richiesta dal ministero di giustizia a quello dell'interno, come sarebbe dovuto essere, l'amministrazione cedente avrebbe potuto valutare compiutamente una quantità di parametri che oggi si presentano in forma estremamente critica, come per esempio: la durata e il numero degli incarichi; la rispondenza di questi incarichi alle finalità dell'aspettativa sindacale; la congruità della situazione professionale, presente e passata del Genchi, rispetto agli incarichi che gli si voleva conferire;
i magistrati che hanno precettato Genchi secondo l'interrogante hanno inoltre violato la legge in forma ancora più grave di quelle additate sinora, quando hanno ignorato l'articolo 7 del decreto legislativo 165/2001, che consente le consulenze esterne solo quando non vi sia disponibilità nella amministrazione pubblica di quella particolare professionalità. Recita il comma 6 dell'articolo 7 del decreto legislativo 165/2001: «Per esigenze cui non possono far fronte con personale in servizio, le amministrazioni pubbliche possono conferire incarichi individuali, con contratti di lavoro autonomo, di natura occasionale o coordinata e continuativa, ad esperti di provata competenza, in presenza dei seguenti presupposti:
a) l'oggetto della prestazione deve corrispondere alle competenze attribuite dall'ordinamento all'amministrazione conferente e ad obiettivi e progetti specifici e determinati;
b) l'amministrazione deve avere preliminarmente accertato l'impossibilità oggettiva di utilizzare le risorse umane disponibili al suo interno;
c) la prestazione deve essere di natura temporanea e altamente qualificata;
d) devono essere preventivamente determinati durata, luogo, oggetto e compenso della collaborazione»;

è ben chiaro che in questo dettato legislativo è imperioso il principio di sussidiarietà;
la pubblica amministrazione, quando non dispone in proprio delle risorse necessarie per fronteggiare una determinata esigenza, si avvale del sussidio della società civile, ma per un tempo strettamente limitato e dopo aver preso tutte le cautele per assumere decisioni congrue ed economicamente vantaggiose. Nel campo delle intercettazioni la pubblica amministrazione italiana dispone di una quantità praticamente illimitata di risorse. Basti pensare a Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di finanza. All'interno di queste strutture - di oltre 300 mila uomini - di riconosciuta ed efficace professionalità, vi sono poderose aree di eccellenza, con comprovata competenza nel capo delle telecomunicazioni, costituite dalla Polizia postale, dai Ros dei carabinieri, dal Gat della Guardia di finanza. Abbiamo anche le risorse di almeno tre agenzie di servizi di informazione - DIS - AISE - AISI - che invece di essere utilizzati per quello che possono dare di meglio, vengono spiati immotivatamente e compromettendo informazioni sensibili per la sicurezza nazionale. Se il Parlamento statuisce organismi di polizia e agenzie specializzate, dedicando risorse ingenti a tali organismi, il loro impiego non può essere eluso a piacer proprio. Un organo sovrano, come il Parlamento, non può accettare che si affermino procedure e modus operandi, sotto il mantello dell'autonomia della magistratura;
le spese fuori controllo per le intercettazioni, il ricorso alle ditte private esterne - oltre 160 per 25 distretti di Corte d'appello - evocano scenari ai quali nessuna legge di riforma può porre rimedio se non si abbia prima una esatta cognizione di che cosa, sia accaduto e che cosa stia tuttora accadendo. Sono significativi i tentativi di minimizzare sulle intercettazioni e, allo stesso tempo, spargere veleni asserendo che la giustizia si bloccherà, sul presupposto, ad avviso dell'interrogante errato, che il Parlamento sapesse in quale direzione si muove la giustizia italiana;
mentre affioravano le storture di Genchi, la trasmissione televisiva Annozero, di Michele Santoro, dava voce al vice questore in aspettativa, per far passare, col dubbio circa la necessità di una legge che disciplinasse il settore, la rassicurazione per il telespettatore che Genchi non aveva fatto alcuna intercettazione, semmai aveva solo i tabulati con la serie di tutte le chiamate, in entrata e in uscita, di un numero di utenze tuttora imprecisato e comunque dell'ordine di centinaia di migliaia. Si finge di dimenticare che la Cassazione attribuisce ai tabulati la medesima riservatezza delle intercettazioni, non per capriccio. I tabulati in mano a chiunque, consentono a questo chiunque di introdursi nella vita privata di un cittadino. Ma non basta. Se questo chiunque fornisce le sue informazioni a una unità di intercettazione dotata di un apparecchiatura mobile relativamente poco costosa (a partire da 500 mila euro), questi ulteriori malfattori potranno appostarsi in prossimità delle utenze così individuate, registrando le conversazioni senza lasciare alcuna traccia. Dopo di che queste conversazioni saranno immagazzinate chissà dove in attesa di divenire utili e persino di essere legalizzate grazie a un decreto firmato con data retroattiva. Questi scenari non sono affatto improbabili né lontani ma non si può permettere che questa sia la prospettiva reale;
è pertanto illusorio, pur in presenza di una vasta quantità di magistrati irreprensibili, sperare che il sistema si autoemendi. Piuttosto l'esperienza quotidiana certifica - a parere dell'interrogante - che la giustizia italiana soffre di un male ingravescente, per mano di pochi ma importanti soggetti, fatto di arbitrio, arroganza, spregio delle altre istituzioni dello Stato;
ad avviso dell'interrogante quanto emerge dall'indagine del Copasir è fonte di grande sgomento per le incertezze sulle

più elementari garanzie costituzionali, calpestate ed asservite all'interesse privato e alle ambizioni di oscure fazioni -:
se non intendano assumere iniziative ispettive, nell'ambito delle rispettive competenze, con riferimento alle vicende segnalate in premessa;
quanti e quali siano i magistrati che abbiano nominato Genchi consulente e gli abbiano affidato la tracciatura dei famigerati tabulati;
se siano state richieste le autorizzazioni di cui ai commi 8 e 9 dell'articolo 53 del decreto legislativo 165/2001;
come mai sul sito del ministero di Giustizia non siano rintracciabili le consulenze esterne, i loro costi e la loro durata;
quali siano i provvedimenti di propria competenza che il ministro di Giustizia intende promuovere ove tali disposizioni di legge siano state violate;
quanti e quali chi siano i funzionari dei Ministeri dell'interno, della difesa e dell'economia che assumono incarichi esterni di consulenza;
quanti di questi funzionari siano in aspettativa e quanti operino durante le normali ore di servizio;
quanti di questi funzionari utilizzino strutture e risorse dell'amministrazione per espletare incarichi di consulenza retribuiti;
quanti siano i funzionari autorizzati e per quanti incarichi ciascuno;
chi nel Ministero dell'interno dovesse vigilare sul difetto di autorizzazione per gli incarichi del dottor Genchi;
quali provvedimenti siano stati assunti dal Ministro dell'economia, dopo aver avuto cognizione del caso del dottor Genchi, per far sì che, come prevede la legge «l'importo previsto come corrispettivo dell'incarico, ove gravi su fondi in disponibilità dell'amministrazione conferente, è trasferito all'amministrazione di appartenenza del dipendente ad incremento del fondo di produttività o di fondi equivalenti»;
se i funzionari del ministero della funzione pubblica fossero a conoscenza di questi accadimenti nelle consulenze e nel conferimento delle aspettative;
quali provvedimenti intenda assumere il Ministro della funzione pubblica per rimediare nel più breve tempo possibile a questa situazione;
se non sia il caso di assumere iniziative per disciplinare tanto le consulenze come le perizie conferite dai tribunali con la medesima trasparenza, con l'obbligo di pubblicazione del beneficiario, dell'incarico, della durata e dei compensi, sul sito internet dell'amministrazione del funzionario e di quella che conferisce l'incarico;
se il Ministro della giustizia non intenda effettuare un'indagine ministeriale affinché si abbia, procura per procura, tribunale per tribunale, un quadro preciso delle procedure, delle spese, dell'efficacia e altresì degli sforzi di tanti magistrati probi che non si avvalgono di un Genchi qualsiasi.
(4-02367)

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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta in Commissione:

TOMMASO FOTI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
risulta che nel Comune di Cadelbosco di Sopra, in Provincia di Reggio Emilia, sia stata prevista la classificazione di una vasta area, decentrata completamente rispetto al territorio comunale, nelle vicinanze del Torrente Crostolo, come industriale;

nello schema di PSC predisposto dalla Amministrazione Comunale di Cadelbosco di Sopra non risulterebbero classificate altre aree industriali o commerciali;
la sopra citata area (la maggior parte della quale sarebbe oggi di proprietà della cooperativa Coopsette), precedentemente classificata come agricola, proprio per la sua collocazione, potrebbe essere soggetta ad inondazione, sicché appare opportuno verificare se risulti soggetta ai vincoli previsti dalla cosiddetta legge Galasso -:
se l'area di cui si tratta sia soggetta ad inondazioni sulla base del piano di assetto idrogeologico, se l'autorità di bacino sia stata consultata o informata di tale modifica di destinazione urbanistica e se, in tal caso, abbia rilevato dei rischi.
(5-01039)

Interrogazione a risposta scritta:

LAZZARI, DISTASO, DI CAGNO ABBRESCIA, ANTONIO PEPE, FRANZOSO, SISTO, GOLFO e MISTRELLO DESTRO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il Ministero dell'ambiente e la Regione Puglia hanno sottoscritto nel dicembre 2007 un Accordo di programma riguardante il Sito inquinato di interesse nazionale di Brindisi che prevede gli interventi di messa in sicurezza e bonifica anche delle aree private perimetrate all'interno del Petrolchimico;
la quasi totalità delle aziende presenti nel Petrolchimico ha predisposto un progetto consortile per la messa in sicurezza d'emergenza della falda, mentre la società Powerco avrebbe presentato un progetto autonomo per il sito denominato ex EVC;
in particolare la Powerco ha predisposto il progetto in qualità di proprietaria delle aree sulle quali insisteva lo stabilimento EVC per la produzione di policloruro di vinile (PVC) posto sotto sequestro dalla Procura di Brindisi;
l'area era stata ceduta dall'EVC a Celtica Ambiente, società di cui si è occupata la Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse;
Celtica Ambiente nel 2000 (amministratore signor Giulio Bensaja) aveva definito un accordo con il Ministero delle attività produttive per la riconversione dello stabilimento presentando un progetto per un impianto di smaltimento di rifiuti con il quale si impegnava alla bonifica del sito, alla riassunzione dei dipendenti ex EVC ed a un investimento di 110 miliardi di vecchie lire;
nel 2004 il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha approvato alcuni progetti di bonifica riguardanti le aree del Petrolchimico, ma da quanto risulta non quello riguardante le aree ex EVC che presentano rilevanti criticità per la presenza di rifiuti tossici nocivi abbandonati sul suolo, fabbricati fatiscenti e preoccupanti livelli di contaminazione della falda;
nessuna delle iniziative proposte da Celtica Ambiente e successivamente da Powerco è stata attuata eludendo gli obblighi di legge in materia di bonifica dei siti e risarcimento dei danni ambientali; analogamente non risultano attuati gli impegni a suo tempo assunti per la reindustrializzazione ed il reinserimento dei lavoratori;
lo stesso sito «ex EVC», per il quale sino ad oggi non è stata attuata nessuna misura di messa in sicurezza d'emergenza e/o di bonifica, sarebbe oggi interessato da un nuovo progetto, approvato dalla Regione Puglia, ai sensi del decreto legislativo n. 387 del 2003, per la realizzazione di un impianto per la produzione di energia elettrica da fonte solare (fotovoltaico da ben 11 MW) denominato Helios proposto dalla società Italgest Energia S.p.A. su una superficie di ben 29 ettari;

permangono i livelli allarmanti di contaminazione già rilevati nel sito «ex EVC», la situazione di degrado ambientale, in particolare per quanto attiene al continuo rilascio in falda di emissioni inquinanti, i danni alla salute per i cittadini e per gli operatori che lavorano presso il Petrolchimico di Brindisi, ed inoltre il mancato rispetto degli obblighi di legge in materia ambientale -:
quali iniziative abbia assunto il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per la bonifica del sito «ex EVC» di Brindisi, quali procedure siano state attivate per il recupero del danno ambientale e per l'apposizione di oneri reali e quali siano i progetti effettivamente approvati ad oltre dieci anni dalla cessazione delle attività produttive nel sito industriale;
se corrisponda al vero che la società Italgest Energia S.p.A. abbia presentato un progetto di bonifica del sito «ex EVC» e se lo stesso sia stato approvato e/o è in corso di esame da parte del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e se il progetto per l'impianto fotovoltaico sia stato comunicato e sia all'esame del Ministero dello sviluppo economico;
se il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare abbia partecipato alla Conferenza di Servizi convocata dalla Regione Puglia per l'approvazione dell'impianto fotovoltaico proposto da Italgest Energia e quali interventi abbia esplicato il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare stesso nell'ambito del procedimento approvativo considerato che il progetto riguarda un Sito di interesse nazionale (ex articolo 252, decreto legislativo n. 152 del 2006), in particolare in ordine alle procedure di Valutazione d'impatto ambientale;
quali eventuali prescrizioni siano state poste per la realizzazione dell'impianto considerata la necessità di provvedere all'urgente messa in sicurezza ed alla bonifica del suolo, del sottosuolo e della falda;
quali precauzioni/prescrizioni tecniche siano state poste dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e quali garanzie di carattere economico siano state richieste prima dell'avvio dei lavori per l'impianto fotovoltaico, considerato quanto dichiarato dal Direttore generale del Ministero dell'ambiente nell'audizione resa il 15 gennaio 2008 alla 13a Commissione del Senato nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle bonifiche dei siti inquinati;
se corrisponda al vero che siano in corso di definizione soluzioni transattive sul danno ambientale con gli attuali proprietari e/o con altri soggetti interessati e quali ulteriori iniziative intenda assumere il Ministero in merito all'attuazione delle misure di messa in sicurezza d'emergenza del sito;
se corrisponda al vero che l'area risulti ancora sotto sequestro da parte dell'Autorità giudiziaria e se siano note conclusioni siano giunti i procedimenti penali in merito alle responsabilità per la mancata bonifica del sito e quali siano stati gli interventi esplicati nell'ambito di tali procedimenti da parte del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;
se corrisponda al vero che i Ministeri dell'ambiente e dello sviluppo economico abbiano in corso di definizione un nuovo Accordo di programma riguardante il Sito di interesse nazionale di Brindisi e quali iniziative sono previste per l'area «ex EVC» e per la bonifica della falda di pertinenza;
se l'impianto fotovoltaico proposto da Italgest Energia sia assistito da incentivi o sono previsti benefici di carattere economico-finanziari in ordine alla sua realizzazione nell'area contaminata «ex EVC» localizzata nel Petrolchimico di Brindisi;
se Italgest Energia abbia proposto e/o la Regione Puglia abbia ricompreso il progetto per l'impianto fotovoltaico da localizzarsi nel sito «ex EVC» nell'ambito delle iniziative previste dall'Accordo di

programma per il «Solare termodinamico», dal POIN Energie rinnovabili e/o del Piano energetico regionale;
quali iniziative il Ministero dell'ambiente e la Regione Puglia abbiano assunto o siano in procinto di assumere per contenere le emissioni inquinanti del sito «ex EVC» e per impedire i conseguenti danni alla salute dei cittadini e degli operatori che lavorano presso il Petrolchimico di Brindisi;
se il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, considerato il tempo trascorso, i soggetti privati interessati ed il fatto che siano stati disattesi gli impegni di volta in volta assunti dalle imprese coinvolte, non ritenga che tali comportamenti siano volti all'elusione degli obblighi di legge in ordine alla bonifica del sito e non ritenga opportuno procedere, come pure in altri casi analoghi ha fatto, con l'apposizione dell'onere reale sulle aree e con la nomina di un commissario ad acta per la soluzione della grave crisi ambientale.
(4-02353)

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta orale:

LIBÈ e GALLETTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
le polizze index linked sono contratti di assicurazione sulla vita il cui valore delle prestazioni è collegato o all'andamento di un paniere o ad un solo titolo, offrendo talvolta un rendimento minimo oppure la garanzia (talvolta parziale) del capitale;
nei mesi scorsi si è molto parlato del peso avuto dal fallimento della Lehman Brother sulla crisi finanziaria mondiale, ma molto meno di una vicenda che ha avuto sicuramente uno scarso impatto mediatico, ma che potrebbe avere effetti devastanti su migliaia di risparmiatori italiani: si tratta delle vicende che hanno riguardato l'Islanda, con lo Stato sull'orlo del default, le principali banche in bancarotta e quindi nazionalizzate;
nonostante fosse, infatti, considerato tra i Paesi più virtuosi dal punto di visto finanziario, il crack finanziario dell'Islanda, ed in particolare delle banche Islandsbanki HF e Glitnir Bank Hf, (quest'ultima dopo il mancato rimborso di un bond da 750 milioni di dollari), si sta ripercuotendo sia sugli assicurati italiani che hanno sottoscritto polizze di Carige Vita , Quadrifoglio Vita (gruppo Mps), Sasa Vita (gruppo Fondiaria-Sai), Ubi Vita ed Ergo Previdenza, (tutte index linked) che sugli investitori italiani che hanno acquistato azioni o obbligazioni della banca islandese;
i numerosissimi investitori italiani, in pratica, dovranno prepararsi a ripercorrere lo steso calvario che ha interessato anni fa i sottoscrittori di titoli Parmalat e Cirio e più recentemente di quelli agganciati ai titoli Lehman Brother;
da segnalare che i titoli della Glitnir Bank Hf erano stati inseriti nella liste di quelli a basso rischio e rendimento dell'Associazione Bancaria Italiana e per questo maggiormente richiesti dai piccoli risparmiatori;
dal sito internet www.pattichiari.it si legge: «PattiChiari è un Consorzio di banche italiane per un totale di 26mila sportelli sul territorio (promosso dall'Associazione Bancaria Italiana nel settembre2003. Il nostro obiettivo è offrire strumenti semplici e moderni che ti aiutino a: capire meglio i prodotti finanziari; scegliere quelli più adatti alle tue esigenze. La filosofia del progetto è infatti quella di costruire una nuova relazione tra le banche e i cittadini, le famiglie e le imprese, basata su una maggiore fiducia e un dialogo chiaro, comprensibile e trasparente. In questo modo, il marchio PattiChiari rappresenta l'impegno che le banche stesse hanno preso nei confronti dei loro clienti, allo scopo di fondare un

nuovo «patto» con la società ed essere percepite così come imprese che offrono servizi sul mercato»;
nel caso del crack islandese, invece, si registra e viene denunciato dai risparmiatori, che non sono state comunicate né le oscillazioni di prezzo, né le variazioni di rating né il default e la comunicazione dell'uscita dell'obbligazione dalla lista è stata fatta quando il titolo era già uscito dalle contrattazione;
il rischio vero è che non vi sia per i piccoli risparmiatori alcuna tutela del proprio investimento -:
se non intenda intervenire tempestivamente attivando ogni utile strumento volto a tutelare i risparmiatori e le famiglie italiane;
quali iniziative intenda adottare nei confronti delle autorità islandesi per sollecitarle ad adottare provvedimenti in merito al rimborso delle obbligazioni emesse dalle banche islandesi ora nazionalizzate;
se nei limiti delle proprie competenze, non ritenga di chiedere chiarimenti all'Associazione Bancaria Italiana rispetto alla mancata e tempestiva informazione della vicenda islandese, soprattutto con riferimento alla garanzia offerta dal consorzio PattiChiari.
(3-00400)

Interrogazioni a risposta in Commissione:

MARCO CARRA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'Italia, al pari di molti altri Paesi, sta attraversando una pesante e drammatica crisi economico-finanziaria;
questa crisi ha portato, nel 2008, migliaia di piccole e medie imprese in una situazione di marginalità economica che sarà decisamente più alta rispetto al 2007;
secondo i dati forniti dalla Sose, rientrano nell'ambito della marginalità economica circa 4/500.000 soggetti;
questa grave situazione è destinata a persistere, se non ad aggravarsi, nell'anno in corso;
sono migliaia le piccole e medie imprese a rischio di chiusura -:
se intenda procedere, auspicabilmente, ad una sospensione dell'applicazione degli studi di settore per gli anni 2008 e 2009.
(5-01033)

LENZI, BENAMATI, LA FORGIA, VASSALLO e ZAMPA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la situazione della finanza locale, con particolare riferimento ai vincoli stringenti per gli investimenti, è giunta ad un punto molto critico che si avvicina al collasso;
questo è particolarmente grave in una situazione di crisi economica internazionale nella quale gli investimenti pubblici anche locali sono considerati, in tutti i Paesi, un importante volano di sostegno all'economia;
l'ANCI stima in 1 miliardo e 434 milioni di euro la somma dei trasferimenti mancanti ai comuni per il solo anno 2008, causati dalla sottostima del mancato gettito ICI sull'abitazione principale e dei tagli ai cosiddetti «costi della politica»;
la situazione è destinata a diventare ancor peggiore per l'anno 2009, con un ulteriore elemento di criticità rappresentato dalle regole del Patto di stabilità interno contenute nella legge 6 agosto 2008 n. 133 (manovra economica triennale) le quali impongono ai comuni un miglioramento dei saldi pari a 1 miliardo e 340 milioni di euro che si trasforma in una riduzione di spesa netta difficilmente sostenibile per i comuni e le province le quali devono far fronte alla crescente domanda di servizi sociali, all'aumento dei costi, ai rinnovi contrattuali;
ad essere penalizzati saranno soprattutto gli investimenti di comuni e province, che in qualche caso saranno pressoché

azzerati, per le norme sui saldi finanziari che impediscono di utilizzare risorse che i comuni hanno a disposizione a partire dagli avanzi di amministrazione, per i vincoli contabili che inibiscono il pagamento di lavori già eseguiti e per gli esigui spazi di bilancio lasciati aperti per attivare nuovi impegni di spesa;
il Senato nella seduta dell'11 dicembre 2008 ha approvato un ordine del giorno del sen. Giovanni Legnini che prevede uno stanziamento aggiuntivo per i comuni a compensazione della sottostima del mancato gettito ICI sull'abitazione principale, e la Camera nella seduta del 15 gennaio 2009 ha approvato un ordine del giorno dell'onorevole Paola De Micheli per escludere dai saldi utili del patto di stabilità interno degli enti locali i pagamenti a residui concernenti spese per investimenti effettuati nei limiti delle disponibilità di cassa a fronte di impegni regolarmente assunti ai sensi dell'articolo 183 del testo unico degli enti locali;
il Presidente dell'ANCI Leonardo Domenici ha scritto una lettera al Ministro dell'economia e delle finanze in data 29 gennaio 2009 nella quale esprime sconcerto per la circolare del Ministero che non consente l'utilizzo dei proventi derivanti dalle alienazioni immobiliari per finanziare la spesa per investimenti, in contrasto con una norma della legge n. 133, il che produce la cancellazione dai bilanci dei comuni italiani di almeno un miliardo e mezzo di euro e la conseguente impossibilità di rispettare le regole del patto di stabilità per l'80 per cento dei comuni italiani;
il Consiglio nazionale dell'ANCI dello scorso 5 febbraio ha deliberato la sospensione delle relazioni istituzionali con il Governo in attesa di una soluzione positiva alle richieste dei comuni, e l'Ufficio di Presidenza il 19 febbraio ha rivolto un appello all'opinione pubblica per sostenere le proposte anti-crisi presentate dall'associazione;
la Conferenza Metropolitana dei sindaci e la Provincia di Bologna il 16 febbraio scorso hanno presentato un'indagine dalla quale risulta che nei 37 enti censiti, con una popolazione di 814.636 abitanti, sono previsti investimenti per il 2009 di 291 milioni di euro e, a causa dai limiti imposti dal Patto di stabilità, non potranno essere investiti sul territorio altri 94 milioni di euro;
gli enti locali bolognesi non possono garantire gli stati di avanzamento di opere già iniziate e sono costretti a sospendere i lavori dei cantieri, mentre a causa dell'obbligo del rispetto del patto di stabilità non possono pagare le opere già realizzate pur avendo le risorse in cassa, con grave pregiudizio dei loro bilanci perché si vedranno costretti a subire pignoramenti o a pagare interessi di mora per i ritardi;
il ritardato o mancato pagamento delle opere avviate è causa di gravi problemi per le imprese, specie quelle di piccole dimensioni, le quali potrebbero essere costrette a licenziare i lavoratori o addirittura a fallire -:
se il Ministro intenda porre rimedio ad una situazione di enorme difficoltà della finanza locale con conseguenze critiche soprattutto per quanto riguarda gli investimenti, il che è particolarmente grave in un momento di crisi economica come l'attuale, predisponendo le misure suggerite dalle associazioni delle autonomie locali e sostenute dalle associazioni economiche e dalle organizzazioni sindacali nazionali.
(5-01037)

Interrogazione a risposta scritta:

BERRETTA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
nel comune di Troina (Enna) attualmente non esiste uno sportello di assistenza ai contribuenti e l'Ufficio delle entrate più vicino e territorialmente competente è quello del vicino comune di Nicosia;

Troina, sede di un importante centro sanitario (I.R.C.C.S. - Oasi Maria SS) nel quale prestano servizio centinaia di persone, ha una popolazione di circa diecimila abitanti con una presenza considerevole di attività commerciali e di aziende agricole e artigiane, le quali avrebbero rapporti più diretti e facilitati con l'orario se potessero rivolgersi ad uno sportello nel medesimo comune;
anche i cittadini dei vicini comuni di Cerami e di Gagliano Castelferrato, distando pochi chilometri da Troina, potrebbero meglio adempiere i propri obblighi con il fisco se fosse attivato uno sportello di assistenza al contribuente in codesto comune; in tale comprensorio operano varie aziende agricole, commerciali e fabbriche che sarebbero agevolate dall'attivazione di un nuovo sportello ad esse più prossimo;
la strada per raggiungere il comune di Nicosia è in condizioni precarie e nel periodo invernale le intemperie atmosferiche non permettono una regolare circolazione delle vetture;
l'istanza, volta a richiedere l'attivazione di uno sportello di assistenza al contribuente presso il comune di Troina, era già stata prodotta nel 1997 al Ministero delle finanze - Direzione regionale delle entrate per la Sicilia;
l'Agenzia delle entrate - Direzione regionale della Sicilia, in data 14 ottobre 2004, in merito alla richiesta di attivazione di uno sportello di assistenza al contribuente nel comune di Troina, ha colto positivamente l'interesse e dichiarato la sua disponibilità, comunicata ai rispettivi comuni interessati (Troina e Nicosia) circa il completamento dello studio di fattibilità per le richieste avanzate;
nonostante tali premesse e dichiarazioni, tutte in favore dell'attivazione di un nuovo sportello nel comune di Troina, a tutt'oggi non si è ancora pervenuti alla conclusione di una vicenda che ha come obiettivo la realizzazione di una maggiore presenza dell'Agenzia delle entrate sul territorio -:
se sia conoscenza della situazione di disagio e di stallo innanzi segnalate se non ritenga di dover assumere iniziative volte a favorire una diversa ripartizione degli uffici sul territorio, nonché ad attivare un nuovo sportello dell'Agenzia delle entrate presso il comune, di Troina, al fine di realizzare una migliore assistenza ai contribuenti, un più diretto contatto tra cittadini e una vantaggiosa efficienza nei servizi.
(4-02361)

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GIUSTIZIA

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:
nella giornata di venerdì 6 febbraio 2009 alle ore 16.51, il notiziario regionale della Puglia dell'agenzia di stampa Ansa batte la notizia: «Tangenti, indagato assessore salute Regione Puglia»;
il testo dell'agenzia dice che «Il nome dell'amministratore regionale sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati nell'ambito di un'indagine su un presunto sistema corruttivo legato alla fornitura di servizi e prodotti al quale avrebbero preso parte, tra gli altri, imprenditori ritenuti vicini a Tedesco e funzionari dell'assessorato regionale». E continua nella descrizione dei fatti parlando di «indiscrezioni» e «fonti vicine all'inchiesta»;
dopo circa un'ora e a quanto è dato sapere solo sulla base di tali «indiscrezioni» di stampa, l'assessore regionale alla salute Alberto Tedesco si dimette e il presidente della giunta regionale, Nichi Vendola, lo sostituisce;

all'indomani della sostituzione, in una intervista al Nuovo Quotidiano di Puglia, l'assessore Tedesco dice di non sapere ancora nulla dell'inchiesta che lo riguarderebbe, di non aver ricevuto alcuna informazione di garanzia e, in merito alle «indiscrezioni», ipotizza che «qualcuno da Roma abbia mosso le fila» e, nonostante l'agenzia di stampa in questione sia datata «Bari» e sia stata quindi lanciata da Bari e dalla Puglia, dichiara testualmente: «Ha del paradossale che la più grande agenzia di stampa lanci da Roma una notizia che, al livello locale, non trova alcun tipo di riscontro»; «Sono convinto che la soffiata non sia uscita dai magistrati», «La magistratura non si presta al gioco della politica né si fa tirare la giacca dall'una o dall'altra parte. Credo ad altre strane coincidenze» e le elenca: «È strano che questa vicenda nasca a 24 ore dalla vicenda Angelucci nel Lazio e a 12 ore dalla vicenda del Galeazzi in Lombardia. Qualcuno può aver avuto interesse a far apparire la Puglia non diversa sul piano della disamministrazione e della illegalità da situazioni che sembrano invece caratterizzare due importanti regioni del nostro Paese. Chi ha diffuso la notizia - dice ancora Tedesco - poteva avere questo obiettivo». Il giornalista gli chiede: «Pensa a fonti politiche?» e Tedesco risponde: «Sicuramente si tratta di persone che hanno accesso agli uffici giudiziari e al corso delle indagini»;
seguendo e riassumendo il ragionamento dell'assessore Tedesco, quindi, chi ha fatto venir fuori la notizia avrebbe avuto un obiettivo politico («far apparire la Puglia non diversa da altre regioni sul piano della disamministrazione e della illegalità») senza essere un politico; e avrebbe avuto «accesso agli uffici giudiziari e al corso delle indagini» senza essere un magistrato;
l'assessore sembra quindi tracciare un identikit di chi ha potenzialmente dato la notizia alla stampa senza farne il nome;
ma vi è di più: il 16 febbraio 2009 è stata diffusa una nota ANSA nella quale si legge che «Ritenendo "grave e intollerabile" la fuga di notizie che nei giorni scorsi ha rivelato l'esistenza di un'indagine a carico dell'assessore alla salute della Regione Puglia, Alberto Tedesco (subito dimessosi dall'incarico), e alla pubblicazione del contenuto di un interrogatorio di un "pentito", il coordinatore della Dda di Bari, Marco Dinapoli, ha inviato una circolare ai pm dell'antimafia raccomandando loro di non ricevere più nei propri uffici i giornalisti e di non parlare con i cronisti neanche nei corridoi del palagiustizia» e che «alla domanda dei cronisti se condivide l'iniziativa del suo aggiunto e se intenda estendere la "raccomandazione" ai sostituti della procura ordinari, Marzano (procuratore capo f.f., n.d.s.) ha risposto sorridendo: "Non intendo rispondere a questa domanda"» -:
quali iniziative intenda assumere in merito alla vicenda descritta in premessa, ed in particolare se non ritenga indispensabile ed urgente avviare iniziative ispettive anche al fine della individuazione delle responsabilità in ordine alla rivelazione di indiscrezioni sull'inchiesta.
(2-00315)
«Distaso, Di Cagno Abbrescia, Vitali, Sisto, Torrisi, Cassinelli, Franzoso, Fucci, Taddei, Rosso, Castiello, Formichella, Dell'Elce, Di Caterina, Pescante, Lisi, Scelli, Sbai, Lazzari, Carlucci, Barba, Gioacchino Alfano, De Girolamo, Bianconi, Laffranco, Bernini Bovicelli, Lo Presti, Stracquadanio, Orsini, La Loggia, Polidori, Cicu, Mannucci, Barbareschi, Bruno, Ceccacci Rubino, Colucci, Costa, Antonino Foti, Moles, Proietti Cosimi, Marsilio, Pugliese, Corsaro, Di Centa, Giudice, Golfo, Holzmann, Iannarilli, Leo, Misuraca, Papa, Stasi».

Interrogazione a risposta scritta:

CICCANTI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
negli ultimi tempi nel nostro Paese si svolgono i cosiddetti Rave Party manifestazioni musicali spesso illegali, tenute sovente all'interno di aree industriali abbandonate od in spazi aperti, della durata di una notte, se non anche di alcuni giorni, caratterizzati dalla presenza di più sound system, con diffusori sonori installati su camion;
tali manifestazioni sono viste dai partecipanti come un modo per svincolarsi totalmente dalle regole e convenzioni socialmente imposte;
durante questi raduni si fa uso di droga per ricercare una totale libertà fisica e mentale;
in tali manifestazioni sono morte diverse persone a causa dell'assunzione di droghe, come riportato dai maggiori network nazionali;
quali misure intenda intraprendere al fine di evitare i Rave Party e, quindi, la morte di altre persone e nei confronti degli organizzatori.
(4-02359)

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:
a seguito delle recenti gravi condizioni meterorologiche che hanno investito una vasta area della Sicilia, la strada statale 575, itinerario Troina-Paternò, e la strada statale 120, itinerario Troina-Cesarò, hanno subito gravi ed ingenti danni, in particolare le due arterie sono state interessate da numerosi smottamenti e crolli di ampi tratti della carreggiata;
è strategica l'importanza che la SS 575 Troina-Paternò e la SS 120 Troina-Cesarò rivestono per la mobilità dell'intera zona;
un intervento urgente potrebbe prevenire ulteriori cedimenti della carreggiata compromettendo drasticamente la funzionalità e la sicurezza delle due strade;
va considerato lo stato di persistente pericolosità in cui attualmente versano le due strade indispensabili per i collegamenti viari della cittadina di Troina interessate anche da movimenti franosi del versante sovrastante -:
se sia a conoscenza dei fatti esposti e quali interventi urgenti intenda realizzare per ripristinare la piena funzionalità e la messa in sicurezza della strada statale 575, itinerario Troina-Paternò, e della strada statale 120, itinerario Troina-Cesarò.
(2-00316)«Berretta».

Interrogazioni a risposta scritta:

POLLEDRI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il comune di Gragnano Trebbiense (Piacenza) ha recentemente deliberato una modifica al piano regolatore generale, stabilendo, tra l'altro, che un'area classificata come aeroportuale, sulla quale insiste un'aviosuperficie in uso all'Aero Club Piacenza, sia trasformata in parte in zona estrattiva;
è facilmente comprensibile come tale scelta possa produrre effetti negativi in termini di sicurezza con riguardo al decollo e all'atterraggio dei velivoli, posto che la pista di volo confinerebbe con una cava di ghiaia (peraltro in prossimità dell'abitato), con evidenti gravi rischi per l'incolumità delle persone -:
se disponga di elementi in ordine alla possibilità di assicurare in tale contesto lo svolgimento in sicurezza delle attività di volo e quali iniziative di competenza intenda

assumere al riguardo, in particolare al fine di scongiurare ogni rischio per l'incolumità delle persone.
(4-02357)

MARCHIONI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
tra l'87 e il 1992, il Ministero dei trasporti - Direzione generale della motorizzazione civile - ha assunto numerosi dipendenti inquadrandoli al III livello;
da allora questi lavoratori non hanno usufruito di alcun avanzamento di carriera nonostante siano stati utilizzati spesso per svolgere mansioni superiori, avendone i requisiti necessari;
con il passare degli anni sono stati assunti alla motorizzazione civile nuovi dipendenti ad un livello superiore, direttamente dall'Ufficio di collocamento, quindi senza aver effettuato un concorso pubblico, come invece avevano fatto parte di coloro che erano stati assunti al terzo livello;
i nuovi assunti, dopo qualche anno, si sono potuti riqualificare a livelli ancora superiori, cosa che non è stata concessa ai terzi livelli, perché ritenuti «apicali» nell'area di appartenenza;
successivamente l'amministrazione in questione, avendo necessità di ulteriore personale ed essendo bloccati i concorsi pubblici, ha usato in maniera massiccia la mobilità rilevando personale da enti in via di ristrutturazione (Poste, Aviazione civile, Ferrovie, eccetera) e dagli enti locali, personale di livello superiore al terzo, che tuttavia, nelle nuove mansioni, è stato addestrato dai più anziani di terzo livello apicale;
anche i nuovi assunti provenienti da altre amministrazioni hanno potuto usufruire di corsi di riqualificazione cui, invece, non hanno potuto partecipare i precedenti terzi livelli ai quali è stato assegnato soltanto un modesto riconoscimento economico, ma non il passaggio dall'area A1s all'area B;
questo passaggio d'area è previsto nel contratto collettivo di lavoro 2006-2009 del comparto Ministeri, ma non ha avuto attuazione, anche se il relativo onere è conteggiato nel Fondo unico del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti -:
quali provvedimenti intenda adottare affinché sia applicata, senza ulteriori indugi, questa parte del CCNL suddetto, anche in considerazione del fatto che si tratta di un numero modesto di persone (circa 700 in tutto il Paese) che attendono da circa un ventennio il giusto riconoscimento della qualità del loro lavoro.
(4-02358)

CATANOSO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
con una nota datata 3 febbraio 2009, la Divisione cargo di Trenitalia ha emesso una restrizione di traffico diffuso da e per alcune stazioni ferroviarie siciliane a causa dell'interruzione della linea ferroviaria e delle conseguenti difficoltà operative;
l'interruzione della linea ferroviaria in Calabria è stata disposta fino al 10 maggio, data in cui si dovrebbero ultimare i lavori di ripristino dopo i danni causati dalle recenti frane, mentre la limitazione del traffico merce è stata disposta a tempo indeterminato;
fra le stazioni ferroviarie coinvolte nella restrizione v'è quella di Acireale, da dove origina la quasi totalità del traffico merci della Sicilia orientale;
la stazione ferroviaria di Acireale ha già subito la chiusura della biglietteria e con la chiusura del settore cargo subirà un ennesimo ed intollerabile, a giudizio dell'interrogante, taglio di operatività;
a giudizio dell'interrogante le ripercussioni maggiori si avranno nei confronti delle attività economiche della fascia ionica siciliana e di tutta la Sicilia;

la nostra economia è già, geograficamente, lontana da principali centri di approvvigionamento, distribuzione e commercializzazione delle merci e delle materie prime e se a ciò si aggiunge anche la difficoltà ulteriore di raggiungere questi centri i nostri prodotti diventano nei fatto non competitivi;
la decisione di Trenitalia, oltre a danneggiare l'economia siciliana, contribuisce enormemente ad aumentare i livelli di inquinamento ambientale posto che le nostre merci dovranno viaggiare su gomma anziché su ferro;
a giudizio dell'interrogante, Trenitalia dovrebbe non solo ripristinare la linea di traffico diffuso, a carro singolo e a gruppi di carri, dall'interno e dall'estero, ma rivedere le tariffe applicate agli operatori commerciali dell'isola in virtù delle anzidette difficoltà di ordine geografico;
quali iniziative intenda adottare il Ministro interrogato nei confronti della direzione di Trenitalia affinché le problematiche esposte vengano risolte nel più breve tempo possibile.
(4-02362)

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INTERNO

Interrogazione a risposta scritta:

PELINO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il questore de L'Aquila ha convocato le organizzazioni sindacali per procedere alla modifica degli orari di servizio presso il posto di Polizia dell'ospedale regionale San Salvatore de L'Aquila, motivando tale scelta con la carenza di personale e che, con l'assetto attuale, non è possibile assicurare la continuità del servizio;
purtroppo, la carenza dell'organico delle forze dell'ordine è una realtà, attestata anche dalla rappresentanza sindacale delle stesse, ma non sarebbe stato predisposto uno studio dell'intera gestione della polizia aquilana, struttura a livello regionale e con reparti specializzati, conosciuti in tutta la Nazione;
attualmente, l'organico del citato posto di polizia è di sei unità, che espleta servizio nei quadranti orari: 8/14 - 14/22 e 22/07 per 365 giorni, al termine della turnazione, il personale addetto usufruisce di 2 giorni di riposo;
secondo la comunicazione del Questore, dal 23 febbraio prossimo, la rimodulazione degli orari garantirà l'apertura nei turni diurni 8/14 e 14/20, esclusi i festivi, mentre il presidio di polizia rimarrà chiuso (causa mancanza di personale), dalle ore 20 alle ore 08 dell'indomani;
questa determinazione crea indubbiamente problemi per la sicurezza nelle ore notturne, ore in cui, peraltro, le forze totali complessivamente impiegate in campo sono di una decina di persone, mentre nelle ore diurne l'apparato di sicurezza impiegato conta centinaia di agenti;
questo fattore renderebbe opportuno di provvedere ad una ridistribuzione delle risorse del personale, sulla base di acquisite priorità, tenendo presente quali possano essere gli uffici non strategicamente essenziali, quale è il posto di polizia dell'ospedale San Salvatore de L'Aquila, che deve avere turni diurni quanto notturni, per la tutela della pubblica sicurezza, cui attingere risorse umane da riallocare;
l'organizzazione sindacale, sta in merito attivandosi presso il Prefetto, il Presidente della Regione e della Provincia, nonché presso il Sindaco de L'Aquila, per rappresentare la necessità di non chiudere il posto di polizia nelle ore notturne nel suddetto ospedale -:
quali provvedimenti urgenti e improcrastinabili il Governo intenda attuare per scongiurare la chiusura del posto di polizia, nelle ore notturne, nell'ospedale San Salvatore de L'Aquila provvedendo ad una

ricognizione delle risorse umane impiegate, ad un potenziamento delle stesse nei settori strategici, quali il presidio ospedaliero del capoluogo abruzzese ed ad un'ottimale utilizzo delle stesse, per la maggior tutela della sicurezza pubblica.
(4-02363)

TESTO AGGIORNATO AL 3 GIUGNO 2010

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LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

GATTI e DAMIANO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il decreto-legge 27 maggio 2008, n. 92, convertito con modificazioni, dalla legge 24 luglio 2008, n. 126, prevede all'articolo 2 la possibilità per il prestatore di lavoro di ottenere la defiscalizzazione degli straordinari e dei premi di produttività;
la norma specifica che, in riferimento alle prestazioni di lavoro straordinario, l'imposta sostitutiva del 10 per cento si applica ai compensi relativi a prestazioni effettuate nel periodo compreso tra il 1o luglio e il 31 dicembre 2008, a condizione che nel medesimo periodo (fatto salvo il criterio di cassa allargata) detti compensi vengano effettivamente erogati dal sostituto d'imposta;
in merito all'arco temporale cui si riferiscono le erogazioni alcune aziende hanno preso a riferimento il periodo 1o luglio-12 gennaio, per cui lo straordinario effettuato a dicembre 2008 ma pagato dopo il 12 gennaio 2009 (principio di cassa allargata) è escluso dalla tassazione agevolata, mentre quello effettuato a dicembre 2008 e retribuito entro il 12 gennaio 2009 rientra nel regime agevolato;
tale interpretazione non trova riscontro nella norma;
il decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, all'articolo 5 ha previsto una ulteriore proroga, fino al 31 dicembre 2009, relativa alla detassazione dei contratti di produttività, che, secondo una dichiarazione rilasciata dallo stesso Ministro Sacconi, riguarderebbe anche gli straordinari, qualora questi abbiano contribuito all'incremento della produttività;
numerose aziende, per effetto della consuetudine di pagare gli straordinari dopo il 12 del mese successivo alle prestazioni effettivamente svolte, hanno, dunque mancato di applicare la detassazione, prevista, non solo, inizialmente, dal decreto n. 93 del 2008, ma anche prorogata dal successivo recente decreto n. 185 del 2008 -:
se non ritenga, nell'ambito delle proprie competenze, di dover meglio specificare l'applicazione della normativa relativa alla detassazione degli straordinari nel settore privato, al fine di non creare discriminazioni tra gli aventi diritto, molti dei quali ne risultano illegittimamente esclusi in base all'errata interpretazione normativa effettuata dal sostituto di imposta.
(5-01031)

MARCO CARRA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il 28 febbraio 2009 scadrà il decreto del Governo che ha consentito alla Bamco (Banca Mantovana del Cordone Ombelicale) la raccolta delle cellule staminali da cordone ombelicale in modo autologo (ad uso esclusivo del donatore);
in ragione di quanto sopra, si presenta il rischio evidente di sospendere la raccolta dei cordoni, giunta a quota duemila nell'arco di quattro anni;
la necessità di mantenere a Mantova la Banca del Cordone Ombelicale è rafforzata dal numero delle domande formulate a livello nazionale (circa diecimila)

per il deposito delle cellule staminali in ospedali all'estero, dove vengono richieste cifre molto elevate;
sono numerosi i campi potenziali di applicazione delle staminali: dal morbo di Alzheimer a quello di Parkinson, dalle malattie degenerative di cuore, fegato ed osteo-muscolari alla cura del diabete, dall'ictus cerebrale alle lesioni del midollo spinale -:
se il Governo intenda emanare il decreto di cui sopra, in scadenza il 28 febbraio 2009, per evitare il determinarsi di un vuoto legislativo e, conseguentemente, il blocco dell'attività di raccolta dei cordoni ombelicali da parte della Bamco.
(5-01032)

ZAZZERA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
sul forum di discussione della Croce rossa italiana appare un articolo tratto dal giornale «l'Attacco» dell'11 settembre 2007 in cui si denunciano dettagliatamente gravi irregolarità nell'ambito della CRI foggiana;
in particolare l'articolo segnala assunzioni clientelari e senza concorso, anomalie nei bilanci, un residuo passivo di 60 mila euro;
il giornale riporta anche la notizia della seria minaccia subita da un consigliere che avrebbe tentato di far luce sulle presunte illegalità nel presidio foggiano;
dall'articolo si evince inoltre che nessuna esauriente e documentata giustificazione sia stata fornita dalla Croce rossa di Foggia rispetto alle pesanti accuse pubblicate sul sito web;
all'interrogante risulta che le summenzionate irregolarità nella Croce rossa di Foggia permangano tutt'oggi, in grave danno all'importante funzione di assistenza umanitaria che detta associazione ha il compito di svolgere -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei gravi fatti descritti nella presente interrogazione e se non ritenga opportuno verificare se quanto riportato in premessa corrisponda al vero;
qualora le informazioni riportate nell'interrogazione dovessero corrispondere al vero, quali iniziative il Ministro intenda adottare al fine di rimuovere le irregolarità nella Croce Rossa di Foggia e riportare l'associazione ad una condizione amministrativa e gestionale degna della funzione umanitaria ad essa attribuita.
(5-01035)

BERRETTA, BURTONE, SAMPERI e MIGLIOLI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
nelle scorse settimane la SAT S.p.A. di Aci S. Antonio (Catania), produttrice di diffusori di calore per conto della St Microeletronics, ha annunciato l'avvio delle procedure di liquidazione;
dal 2007 la SAT ha ridotto il personale, fatto ricorso alla cassa integrazione, avviato procedure di esodo incentivato dei lavoratori ed in ultimo, lo scorso dicembre, richiesto la cassa integrazione in deroga: delle circa 200 unità che la SAT occupava fino allo scorso anno ne sono rimaste 165 per cui adesso si profila il licenziamento;
la chiusura della SAT si inserisce in un più generale quadro di gravissima crisi economica che sta investendo il settore pubblico e privato della città di Catania e del suo hinterland, causando centinaia di licenziamenti -:
quali iniziative intenda assumere al fine di tutelare i 165 lavoratori della SAT S.p.A. di Aci S. Antonio (Catania) che ha avviato le procedure di liquidazione;

se non ritenga di valutare la possibilità di adottare misure di salvataggio e ristrutturazione per la SAT S.p.A. di Aci S. Antonio (Catania).
(5-01036)

PELINO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la determinazione n. 140 del 29 dicembre 2008 del Commissario straordinario dell'Inps «Nuova articolazione delle funzioni territoriali dell'istituto e relativi disegni organizzativi» crea forti ripercussioni sulle strutture, sui lavoratori dell'ente e sugli utenti esterni;
l'assetto delle funzioni territoriali dell'istituto, così come viene delineato nella determinazione, comporterà una radicale trasformazione delle attuali strutture presenti sul territorio e produrrà profondi cambiamenti sul piano delle attività lavorative, della dislocazione delle sedi, delle competenze territoriali, della mobilità del personale. Il nuovo sistema, infatti, si articolerà secondo quattro tipologie di strutture: direzioni regionali; direzioni provinciali; agenzie; punti Inps;
fatta eccezione per le direzioni regionali, le cui competenze essenziali rimangono sostanzialmente invariate e si arricchiscono di nuovi compiti, relativi alle nomine dei direttori e alla distribuzione dei budget alle strutture gerarchicamente dipendenti, le strutture addette alla produzione subiscono una drastica trasformazione;
le attuali sedi di produzione, sia provinciali che sub-provinciali, vengono di fatto destrutturate, concentrando presso le direzioni provinciali tutte le attività relative alla gestione dei flussi contributivi e assicurativi e le connesse attività di recupero crediti e vigilanza, e decentrando in via esclusiva alle agenzie le attività legate alle prestazioni pensionistiche e alle prestazioni a sostegno del reddito. L'attività di front-office (informazione al pubblico) viene caricata alle agenzie e ai punti Inps, mentre le direzioni provinciali si occuperanno del back-office (lavoro amministrativo) e del coordinamento delle strutture di competenza;
peraltro, riguardo alle attività istituzionali, la netta separazione tra le attività legate alle entrate contributive, affidate alle direzioni provinciali, e le attività connesse alle prestazioni pensionistiche e di sostegno al reddito, affidate alle agenzie e ai punti Inps, risponderebbe ad una logica, apparentemente, contraddittoria. Da una parte, infatti, si procede per accentramento allo scopo di aggregare funzioni, competenze, risorse presso le direzioni provinciali, dall'altra si ribadisce la scelta del decentramento suddividendolo tra due strutture (agenzie e punti Inps), dove verranno erogate esclusivamente le pensioni e le prestazioni a sostegno del reddito (disoccupazione, mobilità, maternità eccetera);
in questo modo, si verrebbe a creare una evidente divisione tra i lavoratori: quelli in carico alle direzioni regionali e provinciali, e quelli delle agenzie e dei punti Inps, ai quali si chiederà, oltre a garantire ovviamente gli obiettivi produttivi, anche la necessaria attività di relazione con il pubblico, in particolare con gli utenti più «bisognosi», vale a dire pensionati e lavoratori che richiedono le prestazioni a sostegno del reddito;
strettamente legata al delineato modello organizzativo, vi è la questione delle posizioni organizzative della regione Abruzzo, nella quale, in particolare, la sede Inps di Sulmona ha un bacino di utenza vastissimo e detta riforma graverebbe sul servizio reso all'utenza, sui lavoratori e sull'interesse della collettività regionale;
questa determinazione, che nelle sue stesse premesse, volte alle esigenze di funzionalità e di miglioramento dell'efficienza verso l'utenza, nonché di razionalizzazione e di adeguamento delle strutture a modelli organizzativi di altre pubbliche amministrazioni, è quindi mirata ai principi di riassetto delle strutture territoriali basati sul rafforzamento delle modalità

di controllo e gestione delle funzioni istituzionali, sulla delocalizzazione ottimale delle attività di back-office, sulla riqualificazione delle funzioni di front-office e, in complesso, sulla razionalizzazione delle funzioni di supporto, e deve rispondere all'esigenza primaria dei risparmi di gestione, va però ad incidere su realtà territoriali e occupazionali (partire dalla mobilità dei lavoratori, dalle loro future condizioni lavorative, dalle progressioni di carriera, dalla stessa funzionalità del nuovo assetto);
infatti, per quanto riguarda la regione Abruzzo, adesso la sede Inps di Sulmona (59 dipendenti) è catalogata come Direzione sub provinciale, la sua pertinenza territoriale insiste su 35 comuni (territorio assai vasto alcuni distanti da Sulmona oltre 60 km, come ad esempio Villetta Barrea km 72);
secondo la predetta determinazione commissariale, in futuro la sede Inps di Sulmona sarà catalogata come Agenzia e si potrebbero perdere molte attività tra le quali vanno ricordate:
economato (non di rilevanza esterna);
assistenza informatica (non di rilevanza esterna);
risorse umane (non di rilevanza esterna);
contabilità;
legale;
medico legale;
ispezione e vigilanza;
gestione del credito;
gestione dei flussi assicurativi e contributivi e dei conti individuali e aziendali (parte della riscossione contributi);
inoltre, alcuni dei predetti 35 comuni, saranno distanti, per i servizi sopra riportati, oltre 130 km dalla Direzione provinciale de L'Aquila, con evidenti disagi per l'utenza e la collettività, senza contare le possibili ripercussioni sulla mobilità di personale verso L'Aquila (sede regionale e sede provinciale) tali da ipotizzare che con il tempo la sede Inps di Sulmona, potrà subire una naturale diminuzione del numero dei dipendenti (pensionamenti, eccetera), senza nuove assunzioni (poiché il personale presente, mancando delle attività, sarà in esubero) e potrebbe essere soggetta ad ulteriori declassamenti fino alle estreme conseguenze della chiusura -:
se intenda valutare le predette circostanze e mantenere tutti i servizi sul territorio vista l'ampiezza del bacino di utenza della sede Inps sulmonese e il disagio del territorio montano, tali da evitare il declassamento - secondo la predetta determinazione commissariale Inps n. 140 del 29 dicembre 2008 - per cui in futuro la sede Inps di Sulmona sarà catalogata da Direzione sub provinciale a Agenzia, con perdita di molte attività, e se quindi non intenda riconsiderare la decisione dell'Inps valutando, nel bilanciamento degli interessi, le motivazioni che sottendono detta deliberazione dell'Istituto, visto che la regione Abruzzo verrebbe privata di importanti strutture, aventi connotati di territorialità, con danni al pubblico servizio, ai lavoratori e alla collettività.
(5-01038)

Interrogazioni a risposta scritta:

ZACCHERA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la ditta TUBOR di Verbania è andata in crisi nell'autunno 2007, è stata dichiarata fallita alla fine dell'anno ed ha conseguentemente sospeso ogni attività lasciando senza lavoro oltre 200 persone;
è stata concessa la cassa integrazione, poi rinnovata, ma sono evidenti gravi ritardi nel pagamento di quanto dovuto ai dipendenti;
in passato ci sono stati problemi per la trasmissione dei dati occupazionali dei dipendenti all'INPS e la codificazione di

quanto dovuto ai dipendenti dell'azienda, ma questi problemi di trasmissione pare siano stati poi superati;
nonostante ciò ancora pochi giorni fa non erano stati corrisposti i fondi del mese di dicembre 2008 e competenze accessorie, creando comprensibili difficoltà alle famiglie dei lavoratori che - per oltre la metà - non hanno trovato altri sbocchi occupazionali anche per la perdurante e grave crisi economica della zona cui si è ora aggiunta la negativa congiuntura economica internazionale -:
cosa intenda fare il Governo in merito alla situazione di crisi di questa azienda e nello specifico sia intervenuto sull'INPS affinché proceda nel modo più veloce possibile a versare le quote di cassa integrazione man mano dovute ai dipendenti.
(4-02354)

DIMA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
con determinazione n. 18 del 16 ottobre 2008, il Commissario straordinario dell'INPS ha approvato la rideterminazione della dotazione organica del personale dirigente, professionisti e medici;
con determinazione n. 36 del 23 ottobre 2008, lo stesso Commissario straordinario ha adeguato il vigente Ordinamento delle funzioni centrali e periferiche dell'istituto alle disposizioni della legge n. 133 del 6 agosto 2008;
l'articolo 26 del decreto-legge n. 112 del 2008 convertito con modificazioni dalla legge n. 133 del 6 agosto 2008 stabilisce la soppressione di tutti gli enti pubblici non economici che non hanno provveduto ad emanare i previsti regolamenti di riordino entro il 31 marzo 2009;
l'articolo 74, comma 1, lettere a), b) e c) e comma 2, del citato decreto-legge prevede l'adozione, entro il 30 novembre 2008, di provvedimenti di riorganizzazione delle Amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, ivi inclusi gli enti pubblici economici e non, secondo principi di efficienza, razionalità ed economicità, in modo da assicurare la complessiva riduzione delle spese di funzionamento delle stesse, anche attraverso la diminuzione degli uffici dirigenziali di livello generale e di quelli di livello non generale;
con determinazione n. 140 del 29 dicembre 2008, il Commissario ha approvato la nuova articolazione delle funzioni territoriali dell'istituto ed i relativi disegni organizzativi;
l'allegato A alla citata determinazione, che ne costituisce parte integrante e sostanziale, prevede che le nuove strutture organizzative dell'Istituto siano rappresentate dalle Direzioni regionali, dalle Direzioni provinciali, dalle Agenzie e dai Punti INPS;
con determinazione n. 141 del 29 dicembre 2008, lo stesso Commissario ha anche approvato il Piano di attuazione dell'articolazione delle funzioni territoriali dell'istituto attraverso l'adozione di appositi Piani da emanare entro il 28 febbraio 2009 a cura del Direttore Generale e da sottoporre all'approvazione del Consiglio di Amministrazione;
questi piani di attuazione devono tenere conto della valutazione dei bacini di utenza, dei livelli di servizio attuali ed attesi, del dettaglio organizzativo delle strutture territoriali, della loro ubicazione e della coerenza dei parametri relativi ai bacini di utenza;
le determinazioni commissariali n. 140 e 141 del 29 dicembre 2008 provocherebbero il declassamento della sede sub provinciale dell'INPS di Rossano (Cosenza) a semplice Agenzia senza tenere nella giusta considerazione la conformazione territoriale, sociale e culturale del comprensorio di pertinenza di questa sede che presenta un'utenza disagiata sotto il profilo della mancanza di trasporti adeguati e di infrastrutture viarie in grado di permettere di raggiungere agevolmente gli uffici dell'Istituto;

il bacino di utenza della sede di Rossano comprende 32 comuni ed il pervenuto da lavorare supera ampiamente quello delle sedi provinciali di Crotone e di Vibo Valentia, con 47.035 pensioni erogate e 23.603 lavoratori agricoli iscritti alla sede di Rossano contro le 40.100 erogate ed 9.800 iscritti alla sede di Crotone e le 45.000 erogate e gli 11.128 iscritti a quella di Vibo Valentia;
il probabile declassamento della sede di Rossano comporterebbe la perdita di un dirigente, provocando evidenti danni non solo all'organizzazione ed alla gestione delle risposte da fornire al cittadino ma anche al coordinamento di ben 107 dipendenti in organico che forniscono, ormai da anni, prestazioni puntuali ad un bacino di utenza estremamente variegato -:
quali iniziative il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, intenda intraprendere per evitare il declassamento della sede sub provinciale di Rossano, importante per il territorio, tenuto conto anche e soprattutto del fatto che il comma 2 della determinazione n. 141 del 29 dicembre 2008 prevede di procedere alla valutazione dei costi/benefici ed alla valutazione di coerenza dei parametri relativi ai bacini di utenza ed ai livelli di servizio per l'istituzione di ulteriori Direzioni provinciali che nel caso della sede di Rossano sono tutti presenti.
(4-02355)

BELLANOVA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
si apprende dai media locali che nelle giornate del 16 febbraio 2009 e del 17 febbraio 2009 gli uffici dell'INPDAP di Lecce sono stati presi d'assalto da circa 1.300 pensionati, tutti ex dipendenti pubblici, per protestare contro i tagli apportati alle loro pensioni;
le detrazioni si riferiscono al conguaglio fiscale 2008 ed in particolare alla mancata attribuzione delle detrazioni per figli e familiari a carico di cui all'articolo 12 del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917;
la non attribuzione delle detrazioni è da ricondurre alla mancata consegna, da parte dei pensionati, della domanda necessaria per ottenere le predette detrazioni ed il cui termine ultimo scadeva il 28 novembre 2008;
secondo quanto riferito dal direttore dell'INPDAP, tale onere nonché il termine ultimo per la presentazione della domanda, era stato comunicato agli aventi diritto con lettera raccomandata;
i pensionati intervistati dagli organi di stampa negano di aver mai ricevuta la citata comunicazione e, cosa ancora più grave, in alcuni casi riferiscono di aver effettuato la prescritta comunicazione;
le pensioni hanno subito in alcuni casi tagli dei due terzi passando ad esempio da 1.500 euro al minimo sociale, 458 euro e 50 centesimi ed alcuni pensionati hanno ricevuto un cedolino per soli 100 euro o addirittura 8 -:
se il Ministro interrogato non ritenga opportuno intervenire per verificare quanto accaduto e per far sì che l'ente interessato ponga in essere le misure necessarie per procedere nel più breve tempo possibile al rimborso, ove dovuto, di quanto erroneamente stornato e nel contempo fornisca adeguata informativa agli utenti sulle modalità di recupero delle citate somme.
(4-02356)

CAPARINI, RONDINI, GRIMOLDI e STUCCHI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il calcio è lo sport più seguito ed il più praticato;
negli ultimi anni si è diffusa la pratica della costruzione e dell'utilizzo di campi in erba sintetica per il gioco del calcio;

i campi in erba sintetica, oltre ad essere funzionali allo svolgimento delle attività sportive e gradevoli dal punto di vista estetico, garantiscono ai gestori minori costi di manutenzione rispetto ai tradizionali impianti in terra battuta o in erba;
in merito si sono sollevati dubbi relativi alla ecocompatibilità e alla sicurezza per la salute pubblica dei materiali utilizzati per la loro costruzione;
il materiale utilizzato per il riempimento dei fondi dei campi in erba sintetica sembra sia costituito da gomma di pneumatici riciclata e guarnizioni contenenti, oltre alla gomma, anche oli diluenti che a volte contengono composti policiclici aromatici (IPA) rientranti nella categoria dei CMR (cancerogeni, mutageni e pericolosi per la riproduzione);
alcuni controlli a campione svolti nel corso degli anni 2005 e 2006 da parte dei Nuclei antisofisticazioni e sanità (NAS) dei Carabinieri e le relative analisi effettuate da laboratori specializzati sembra abbiano rilevato la presenza di materiali cancerogeni o potenzialmente tossici utilizzati per realizzare la superficie gommata in erba sintetica dei campi sportivi;
risulta all'interrogante che sia stata istituita una Commissione interministeriale ad hoc, della quale fanno parte tecnici sia del Ministero della salute che del Ministero dell'ambiente, che ha avviato un'indagine per verificare la tossicità dei campi di calcio in cui si utilizzano materiali di intaso ad alto rischio per la salute;
da una prima valutazione della Commissione interministeriale sembra sia stata evidenziata, in alcuni casi, la presenza di IPA, metalli pesanti e composti organici volatili in concentrazioni superiori a quanto consentito;
è di fondamentale importanza tutelare l'ambiente e salvaguardare la salute di tutti coloro che frequentano centri sportivi, gestiti da privati o da società sportive amatoriali o professionistiche, nei quali si praticano abitualmente attività ludiche e sportive su impianti in erba sintetica, su piste, aree attrezzate ed impianti in erba sintetica -:
quali siano stati i risultati e le indicazioni cui è giunta la Commissione interministeriale d'inchiesta sul fenomeno dei campi da gioco in erba sintetica;
se la suddetta Commissione stia ancora procedendo nei propri lavori di indagine per la verifica della composizione dei terreni da gioco in tutta Italia;
se tale indagine sia stata rivolta sia ai campi regolari per dilettanti che a quelli amatoriali;
se non si ritenga utile che tale monitoraggio debba diventare un metodo permanente, a garanzia della salute dei giovani atleti;
se non ravvisi la necessità che la presenza di tali sostanze, pericolosa per la salute, sia evitata o comunque fortemente limitata, in particolare negli spazi ricreativi.
(4-02360)

FARINA COSCIONI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il quotidiano Il Messaggero nella sua edizione del 10 febbraio 2009 ha pubblicato un dettagliato articolo del giornalista Claudio Marincola;
nel citato articolo si parla di «sedie a rotelle usa e getta», «letti computerizzati mandati al macero», di «costosi farmaci da 800/1000 euro a confezione buttati via», «computer per malati di Sla - 19 mila euro cadauno - inutilizzati perché inservibili»;
«carrozzine, alcune anche molto sofisticate, concesse ad anziani ed invalidi dopo un lungo iter procedurale non vengono più ritirate» perché «le Asl non hanno predisposto il sistema di riutilizzo previsto dalla legge»;

«macchine per la ventilazione polmonare assistita date in comodato d'uso non sono mai ritirate e poi magari rivendute, "come nuove", su internet»;
secondo il citato articolo non vi sarebbe alcun controllo, nessuna verifica di qualità fino all'assurdo «di alcune Asl che avrebbero acquistato lo stesso ausilio anche due o tre volte»; viene riportata la testimonianza del signor Alessandro Moriconi, ex funzionario della Asl RmB: «Sono pronto a ripetere le cose che ho detto davanti a un giudice o a chicchessia... Dagli uffici è sparito tutto, carte, protocolli, timbri... Ci sono ditte che recuperano i presidi sanitari ancora avvolti nel cellophane e li rivendono come nuovi;
da tali notizie emerge un fenomeno, peraltro diffuso sul territorio nazionale, che appare come un gravissimo scandalo ai danni del cittadino malato e che comporta un non meno incredibile e gravissimo sperpero di denaro pubblico -:
di quali elementi disponga sulla gravissima situazione segnalata in premessa e quali iniziative di competenza intenda adottare, in particolare nelle regioni nelle quali è previsto un piano di rientro dal deficit sanitario.
(4-02364)

FARINA COSCIONI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il quotidiano Il Messaggero nella sua edizione dell'8 febbraio 2009, ha pubblicato la grave denuncia del dottor Mauro Pichezzi, presidente dell'Associazione «Viva la vita»: «Dopo una lunghissima attesa siamo riusciti a ottenere 6 comunicatori ad alta tecnologia dalla Asl RmD che ha attinto da un fondo speciale. Ognuno costa 19 mila euro. Ma non vanno bene. Sono stati comprati senza un'analisi specifica del bisogno, così 4 computer restano imballati nei loro cartoni, 76 mila euro che stanno lì a impolverarsi» -:
se quanto sopra riferito sia vero;
se quali iniziative, tenendo conto che nella Regione Lazio è in fase di attuazione un piano di rientro dal deficit sanitario, siano state adottate al fine di accertare e contenere tali sprechi di denaro pubblico e se nell'ambito del citato piano sia stata considerata la possibilità di ridurre il citato deficit incidendo su tali sperperi, limitando le prestazioni sanitarie ai cittadini.
(4-02365)

ASCIERTO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il decreto-legge n. 112 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 133 del 2008 ha previsto che, dal 1ogennaio 2009, le pensioni che rientrano nel sistema di calcolo retributivo siano del tutto cumulabili con i redditi da lavoro;
il divieto di cumulo è stato abolito anche per le pensioni calcolate con il sistema contributivo per tutti coloro che hanno cominciato a versare la contribuzione ai fini pensionistici dopo il 31 dicembre 1995, nell'assicurazione generale obbligatoria o nella gestione separata dei lavoratori parasubordinati;
rimangono i limiti previsti dalla vecchia normativa per gli assegni di invalidità, le pensioni ai superstiti, le pensioni dei lavoratori socialmente utili liquidate provvisoriamente, gli assegni straordinari per il sostegno del reddito e per i lavoratori che trasformano il rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale;
in particolare la norma (articolo 19, comma 3) del decreto-legge n. 112 del 2008 prevede che restino ferme le disposizioni di cui all'articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica 5 giugno 1965, n. 758;

in particolare il decreto del Presidente della Repubblica citato prevede che il divieto di cumulo si applichi nelle seguenti situazioni:
a) riammissione in servizio del personale civile;
b) richiamo di ufficiale, sottufficiale o militare di truppa titolare di pensione per il precedente servizio militare;
c) immissione nell'impiego civile di sottufficiale o graduato, in applicazione delle particolari disposizioni concernenti riserva di posti in favore di queste categorie di militari;
d) nomina conseguita mediante concorso riservato esclusivamente a soggetti che hanno già prestato servizio ovvero a tali soggetti insieme con appartenenti a particolari categorie di professionisti;
e) conferimento di incarichi di insegnamento in scuole o istituti dello stesso grado di quelli presso cui è stato svolto il servizio precedente da incaricato;
f) nomina senza concorso nello Stato o negli enti ottenuta in derivazione o in continuazione o, comunque in costanza di un precedente rapporto di impiego rispettivamente, con lo Stato o con gli enti medesimi;
non si comprende quali siano le ragioni della esclusione del cumulo tra reddito e pensione previste dalla legge n. 133 del 2008 per le categorie menzionate -:
se non sia possibile valutare l'opportunità di assumere iniziative normative volte a rivedere la norma sopra citata in favore delle categorie escluse dal cumulo tra reddito e pensione.
(4-02366)

...

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazioni a risposta in Commissione:

CODURELLI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il decreto legislativo n. 261 del 1999, adottato in attuazione della direttiva 97/67/CE, concernente «regole comuni per lo sviluppo del mercato interno dei servizi postali comunitari e per il miglioramento della qualità del servizio», definisce la fornitura dei servizi relativi alla raccolta, allo smistamento, al trasporto ed alla distribuzione degli invii postali nonché la realizzazione e l'esercizio della rete postale pubblica come attività di preminente interesse generale;
l'articolo 2 del suddetto decreto attribuisce al Ministero delle comunicazioni (oggi dello sviluppo economico) l'autorità di regolamentazione del settore postale, la scelta dei fornitori del servizio, la verifica del rispetto degli obblighi connessi all'espletamento del servizio, la determinazione dei parametri di qualità e l'organizzazione di un sistema di controllo periodico delle prestazioni che compongono il servizio stesso;
l'articolo 1 del decreto legislativo 23 dicembre 2003, n. 384 «Attuazione della direttiva 2002/39/CE che modifica la direttiva 97/67/CE per quanto riguarda l'ulteriore apertura alla concorrenza dei servizi postali della Comunità» recita: «la lettera b) del comma 2 dell'articolo 2 del decreto legislativo 22 luglio 1999, n. 261, è sostituita dalla seguente: b) definisce l'ambito dei servizi riservati e predispone i controlli atti a garantire che i servizi stessi siano rispettati, adottando, se necessario, specifici provvedimenti al riguardo»;
nonostante le norme vigenti che regolamentano il servizio postale in concessione, sempre più numerose sono le segnalazioni di disservizi postali dai comuni della provincia di Lecco e della Regione Lombardia: cittadini e amministratori locali sono impegnati quotidianamente nel

denunciare, all'ente preposto, e come è evidente dagli articoli di stampa, il mancato e irregolare recapito della posta ordinaria, diventata tutta prioritaria con consegna prevista nell'arco delle 24 ore ed invece in alcune zone consegnata due volte nel corrente mese, lunghissimi tempi di attesa per espletare i servizi ordinari negli uffici postali, locali non idonei per un servizio civile ed assolutamente inadatti ad un territorio ad alto sviluppo economico con tutto quello che ne consegue per il normale funzionamento delle normali attività quotidiane;
oltre ai disservizi elencanti, ancora più gravi sono le numerose denunce presentate relative a ritrovamenti di mucchi di posta non consegnata in luoghi non idonei come strade o discariche, violando tra latro il diritto alla privacy oltreché all'omissione di servizio pubblico;
questi disservizi che continuano ogni giorno, nonostante la normativa succitata preveda controlli e verifiche del ministero competente, l'unica riposta fornita dall'esecutivo è stata l'affidamento a Poste Italiane della gestione della social card, con congruo guadagno per l'azienda, aumentando ulteriormente i disagi per gli utenti rispetto ad un servizio fondamentale come quello della consegna della posta oltre agli altri servizi previsti -:
se non ritenga necessario intervenire con urgenza di fronte a tali violazioni e inadempienze al fine di ripristinare standard qualitativi previsti dalla normativa e coinvolgere gli amministratori locali sul piano organizzativo del servizio come previsto dal decreto giugno 2007 sui nuovi standard minimi degli uffici postali nei periodi estivi.
(5-01034)

BARBATO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la situazione del mercato assicurativo è ancora poco stabile e le prospettive di nuovi cambiamenti potrebbero compromettere un già difficile equilibrio, raggiunto col tempo e già minato dall'attuale crisi economica;
il divieto delle clausole di esclusiva nei rapporti agenziali e del diritto di recesso annuale nei contratti assicurativi di durata pluriennale, erano stati sanciti dalle leggi n. 248 del 2006 e n. 40 del 2007, ed avevano segnato un piccolo traguardo raggiunto per il settore;
un sistema appena avviato nel mercato che, in forza dell'impulso alla maggiore mobilità degli assicurati da una compagnia ad un'altra, della maggiore libertà degli agenti monomandatari e della contemporanea diffusione della figura degli agenti plurimandatari, ha aperto le porte ad una maggiore concorrenzialità del settore con una forte competizione sia fra le stesse compagnie - che, intanto, hanno ridotto i prezzi della RC Auto del 2,7 ovvero del 7 per cento al lordo dell'inflazione nel 2008 (per ammissione dello stesso Presidente dell'ANIA, Fabio Cerchiai) - sia tra gli stessi canali di distribuzione;
tali benefici, iniziali, concreti e tangibili, non hanno comportato, al contrario, nessun costo aggiuntivo per i Consumatori né tanto meno lo comporteranno in futuro;
è anzi evidente che questo processo pro-competitivo appena innescato, se non verrà interrotto, è destinato a provocare ulteriori riduzioni di tariffe e a migliorare la qualità dei prodotti e dei servizi assicurativi, consentendo inoltre all'assicurato di poter cambiare compagnia senza penalizzazioni e vincoli di durata contrattuale;
come recentemente affermato dall'Antitrust: «solo il confronto competitivo nella fase distributiva e la mobilità della domanda possono, infatti, indurre una riduzione nel livello dei prezzi finali delle polizze assicurative in esame. Riduzione che, in un contesto di crisi quale l'attuale, appare indispensabile»;

l'Antitrust ricorda inoltre che la normativa attuale persegue l'importante obiettivo di incentivare l'apertura delle reti distributive, superando assetti storicamente basati su rapporti in monomandato tra compagnie di assicurazione e agenti;
la diffusione del plurimandato, che l'Autorità auspicava ed auspica, è infatti essenziale per iniettare una spinta competitiva tra compagnie assicurative perché consente ai consumatori finali di comparare, presso lo stesso agente, polizze di diversi operatori;
ugualmente importante, per agevolare la mobilità del consumatore finale, è l'esercizio del diritto di recesso annuale per i contratti pluriennali;
secondo l'Antitrust, inoltre, il confronto competitivo non può che essere innescato dai positivi stimoli provenienti da una domanda finale correttamente informata, in grado di comparare agevolmente e senza costi di ricerca le varie offerte, quindi di scegliere e cambiare rapidamente l'originario fornitore. Si tratta di un obiettivo che va raggiunto se si vuole tutelare e promuovere nella maniera più efficace e opportuna la concorrenza in un settore, quale quello assicurativo, di primaria rilevanza per l'economia nazionale -:
quali iniziative di competenza si intendano promuovere affinché venga garantita la giusta competitività e la corretta concorrenza all'interno del mercato assicurativo, nel rispetto della categoria e nel rispetto dei cittadini, sia per quanto riguarda la scelta tra le molteplici compagnie assicurative, sia di polizze di diversi operatori;
quali iniziative di competenza si intendano assumere a tutela degli assicurati, per garantire loro libertà di scelta, tenendo nella dovuta considerazione la garanzia che la possibilità di recessione da un contratto offre e deve continuare a poter offrire.
(5-01040)

...

Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore:
interrogazione a risposta scritta Gatti e Damiano n. 4-02341 del 19 febbraio 2009 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-01031.