XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di martedì 24 febbraio 2009

TESTO AGGIORNATO AL 26 FEBBRAIO 2009

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:

La Camera,
premesso che:
è opportuno individuare già dal 2009 un programma di misure concrete in materia ambientale, che, non vincolando le politiche del Governo a medio e lungo termine, affrontino, limitatamente per l'anno in corso, alcune questioni fondamentali per uno sviluppo sostenibile;
la crisi economica e finanziaria che si è abbattuta sul sistema globale richiede un'assunzione di responsabilità circa le politiche da mettere in atto per difendere e rilanciare l'economia dei Paesi e, soprattutto, per individuare possibili misure su cui costruire solidi modelli di riferimento a carattere sociale, economico e finanziario, strettamente connessi alla vita reale ed all'ambiente che ci circonda;
per fronteggiare la crisi mondiale in atto bisogna attivare un mix di misure di vasta portata, che non solo devono essere rivolte a tutti i settori produttivi, ad ampio raggio, ma che devono essere anche tempestive e coordinate con le misure anticrisi adottate dall'Unione europea e dagli altri Stati membri dell'Unione stessa;
l'approccio agli obiettivi dovrebbe contenere misure per l'immediato e misure per il medio e il lungo periodo, in maniera da assicurare un tangibile effetto in favore della stabilità, della crescita economica e dei livelli occupazionali, in conformità con il piano europeo di ripresa dell'economia adottato a livello comunitario;
nel corso del 2009 si svolgerà in Italia il vertice del G8 e il nostro Paese avrà una responsabilità centrale nella fissazione dell'agenda e delle priorità del summit, concorrendo così in maniera significativa alla ricerca di soluzioni e approcci condivisi sui temi della governance mondiale e delle grandi questioni globali;
particolare rilievo in seno al vertice rivestiranno i temi ambientali, sia a seguito del nuovo approccio americano alla lotta ai cambiamenti climatici, sia in conseguenza dell'approssimarsi di importanti scadenze politiche internazionali, quali il vertice di Copenhagen nel dicembre 2009 e la scadenza del Protocollo di Kyoto nel 2012;
la crisi finanziaria internazionale sta producendo conseguenze sull'economia reale, con una caduta della domanda globale e conseguenti diminuzioni della produzione industriale, e rischia di bloccare o rinviare alcuni investimenti già programmati a livello comunitario e nazionale per la realizzazione di nuove infrastrutture ovvero per la ricerca di nuove fonti energetiche o l'installazione di impianti di energia rinnovabile; tuttavia, occorre uno sforzo da parte del Governo per rilanciare lo sviluppo e contestualmente garantire la tutela dell'ambiente, puntando sulla modernizzazione ecologica dell'economia e sul rispetto degli impegni presi a livello comunitario;
la strategia europea per aumentare l'efficienza e la sicurezza energetica del continente tiene conto contestualmente della necessità della diminuzione delle emissioni che inquinano e promuove l'incentivazione degli investimenti e delle azioni mirate all'incremento del contributo di energia da fonti rinnovabili e il miglioramento dell'efficienza energetica;
l'elaborazione di una strategia per uno sviluppo sostenibile richiede un nuovo tipo di imprenditorialità che consenta di conciliare risultato economico, responsabilità sociale e tutela dell'ambiente, sottolineando il ruolo dell'innovazione anche per la crescita economica e l'occupazione;
secondo le conclusioni del Consiglio europeo del dicembre 2008, occorre trovare un punto di equilibrio, conciliando l'esigenza di promuovere i sistemi produttivi in termini compatibili con la tutela

dell'ambiente e con la strategia di non imporre agli stessi sistemi produttivi oneri eccessivamente gravosi. Occorre puntare, soprattutto, su misure che siano in grado di assicurare nuove occasioni di investimento e di miglioramento della produttività, favorendo contestualmente il miglioramento dell'efficienza nei consumi energetici e il ricorso a fonti alternative e rinnovabili. Anche il piano europeo di ripresa dell'economia si muove in questa direzione e stanzia risorse finanziarie, anche mediante prestiti della Banca europea per gli investimenti, per investimenti in tecnologie pulite;
bisogna sostenere la realizzazione delle misure per la ripresa dell'economia, anche prevedendo l'attuazione di interventi che siano capaci di rafforzare stabilmente i nostri sistemi produttivi, di incidere sulla ristrutturazione dei settori non più competitivi e di creare le condizioni di una forte ripresa dell'occupazione. Per raggiungere questi obiettivi è necessario sviluppare operazioni dirette alle piccole e medie imprese, al rilancio del settore degli investimenti e dell'edilizia ed al miglioramento dell'efficienza energetica e della sostenibilità ambientale dei processi produttivi, allo snellimento e semplificazione delle procedure di autorizzazione degli impianti che utilizzano fonti di energia rinnovabili;
gli obblighi assunti dal nostro Paese in sede internazionale impongono la realizzazione di obiettivi di tutela ambientale che determinano la necessità di politiche coerenti in quattro settori di intervento prioritario e precisamente: riduzione delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera, natura e biodiversità, ambiente e salute, gestione delle risorse naturali e dei rifiuti;
pertanto, tra gli obiettivi strategici da prendere in considerazione per il breve periodo assumono importanza l'accelerazione nel campo delle infrastrutture delle opere per la tutela del territorio, la difesa del suolo e la prevenzione del rischio idrogeologico, la promozione di politiche volte alla riduzione della produzione dei rifiuti e alla definizione di soluzioni economicamente ed ecologicamente compatibili per il loro riciclaggio, il rilancio degli investimenti in innovazione tecnologica e in tecnologie pulite, la riduzione dei consumi energetici e l'incremento dell'efficienza, incentivando soprattutto lo sviluppo delle tecnologie pulite nel settore delle costruzioni e automobilistico, che sono tra i più colpiti dalla crisi economica mondiale;
l'investimento in efficienza energetica consente di alleggerire, in tempi relativamente brevi, i costi energetici a carico delle famiglie e delle imprese; la promozione di un maggiore sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili può avere, come ha già avuto in altri Paesi, conseguenze positive sul piano dell'occupazione, dell'innovazione tecnologica, dell'affermazione di nuovi settori industriali al tempo stesso ad alto contenuto di tecnologia e ad elevata intensità di lavoro;
la promozione della mobilità sostenibile rappresenta un obiettivo strategico per la costruzione di politiche volte a sostenere strategie di crescita economica e di progresso sociale, migliori condizioni di tutela della salute dei cittadini, nell'ottica e nel rispetto degli accordi del Protocollo di Kyoto e del programma di riduzione di gas serra, offrendo strumenti innovativi che privilegino il trasporto intermodale e incentivino i mezzi a basso impatto ambientale, come i veicoli elettrici e ibridi;
la desertificazione, i dissesti idrogeologici, i deboli equilibri tra patrimonio naturale ed insediamenti urbani, la forte antropizzazione di alcune aree del Paese rappresentano costanti criticità, che, nei casi di eccezionalità degli eventi naturali, spesso diventano disastrose emergenze; pertanto, si rende indispensabile individuare una strategia politica rivolta maggiormente alla prevenzione, alla cura del territorio, all'adozione di pratiche di vigilanza attiva e di manutenzione costante del suolo, che sia in grado di mantenere in uno stato di concreta sicurezza le aree più

sensibili dal punto di vista delle calamità naturali;
per quanto riguarda il settore dei rifiuti, il raggiungimento di una qualità elevata nel servizio della gestione dei rifiuti da parte di tutti i comuni del territorio nazionale rappresenta un obiettivo che non solo ripristina l'immagine del Paese e risolleva l'economia turistica delle zone danneggiate da crisi ambientali, ma permette soprattutto di trattare il rifiuto come risorsa economica piuttosto che come scarto da smaltire, sostenendo l'industria del riciclo e contribuendo alla produzione energetica e curando, in particolare, il settore dei rifiuti speciali, dove regna ancora grande incertezza sia da un punto di vista normativo che per quanto riguarda il monitoraggio e il controllo del ciclo di gestione, anche con riferimento alla carenza in Italia di impianti di trattamento e smaltimento di rifiuti speciali pericolosi,

impegna il Governo:

ad avviare misure da attuare già nel 2009, dirette a favorire uno sviluppo ambientale sostenibile e indirizzate soprattutto:
a) a proseguire nell'adozione di misure per il sostegno degli investimenti diretti al risparmio energetico, alla ricerca ed allo sviluppo delle tecnologie pulite nel settore delle costruzioni, adottando misure dirette a ridurre i consumi energetici degli edifici privati, nonché degli edifici pubblici e della pubblica illuminazione attraverso una più diffusa messa in opera di un concreto efficientamento degli impianti;
b) a incoraggiare la certificazione energetica degli edifici, ad aumentare l'efficienza energetica degli edifici pubblici attraverso interventi di carattere strutturale e a promuovere l'ammodernamento del parco immobiliare residenziale pubblico e privato, secondo criteri di sostenibilità ambientale e di efficienza energetica, nonché di qualità della costruzione, attraverso l'applicazione delle migliori tecnologie disponibili nell'impiantistica, la domotica e l'interattività domestica, la sicurezza e il risparmio nelle fonti energetiche e nei costi di gestione, proponendo strumenti normativi per rendere obbligatorie le tecniche dell'efficienza energetica, ai fini dell'attribuzione di aiuti o agevolazioni statali o regionali e per agevolare, attraverso misure fiscali, interventi di manutenzione straordinaria degli immobili esistenti finalizzati ad aumentare il rendimento energetico degli edifici e l'utilizzo di fonti rinnovabili;
c) a omogeneizzare e semplificare le procedure delle autorizzazioni per gli impianti che producono o che utilizzano fonti rinnovabili, nonché per i privati che ricorrono ad interventi strutturali per l'utilizzo di fonti rinnovabili;
d) a perseguire politiche innovative in favore dello sviluppo dei trasporti puliti a basse emissioni e a bassi consumi, incentivando la diffusione di veicoli elettrici e ibridi, promuovendo sistemi di mobilità alternativi come tramvie e piste ciclabili, incentivando, in particolare, lo sviluppo delle tecnologie pulite nel settore automobilistico attraverso la subordinazione in maniera permanente degli incentivi per la rottamazione delle auto all'acquisto di veicoli a basso impatto ambientale;
e) a rafforzare il sistema della tutela del territorio e della prevenzione del rischio idrogeologico, accelerando contestualmente gli investimenti a disposizione del ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per la difesa del suolo e potenziando le strutture di controllo ambientale;
f) a incentivare il riciclo dei rifiuti e l'industria ad esso collegata, individuando soluzioni economicamente ed ecologicamente compatibili, a tal fine sollecitando la diminuzione della produzione dei rifiuti, l'incremento delle percentuali di raccolta differenziata, il finanziamento di impianti di trattamento dei rifiuti da parte di privati, fatte salve apposite garanzie fideiussorie a tutela degli interessi pubblici, e superando, in particolare, le disomogeneità territoriali;

g) ad individuare gli strumenti normativi ed organizzativi più idonei per la determinazione del sistema di gestione più efficace, con particolare riguardo ai rifiuti pericolosi di origine industriale ed a definire opportuni piani per sviluppare una rete nazionale di nuovi impianti di trattamento rifiuti, elaborando un sistema di incentivi anche di natura fiscale che agevoli il ricorso allo smaltimento di rifiuti speciali pericolosi attraverso impianti ubicati sul territorio nazionale;
h) a promuovere il ricorso agli «acquisti di beni e servizi verdi» da parte della pubblica amministrazione (green public procurement), attraverso l'attuazione del piano d'azione nazionale sugli acquisti verdi, così come indicato dalla Commissione europea.
(1-00122) «Alessandri, Ghiglia, Mariani, Piffari, Tortoli, Stradella, Tommaso Foti, Guido Dussin, Bratti, Margiotta, Togni, Lanzarin».

Risoluzioni in Commissione:

La VIII Commissione,
premesso che:
negli anni '80 è stato avviato un piano di adeguamento e ampliamento della strada statale «Ionica» strada statale-106, prevedendo la realizzazione di varianti al fine di evitare l'ingresso del traffico a lunga percorrenza nei centri abitati. La statale ha una lunghezza complessiva, da Taranto a Reggio Calabria, di circa 491 chilometri di cui circa 39 chilometri nella Regione Puglia, circa 37 chilometri nella Regione Basilicata e circa 415 chilometri nella Regione Calabria;
l'Anas ha già eseguito l'ampliamento a quattro corsie, con spartitraffico centrale, per l'intero tratto ricadente nella Regione Puglia, mentre, con il completamento dei lavori in corso, saranno ampliati 34 dei 39 chilometri della Basilicata;
per quanto riguarda, invece, il tratto più esteso ricadente in territorio calabro, la situazione è molto articolata e complessa in quanto è prevista, tra l'altro, anche la realizzazione di una nuova statale ionica fuori dalla vecchia sede. La nuova «Ionica» sarà, peraltro, completamente integrata con l'Autostrada Salerno-Reggio Calabria mediante la realizzazione delle trasversali di collegamento, già in parte in esecuzione;
con specifico riferimento alla variante stradale dell'abitato di Roccella Ionica, nel mese di marzo del 2008 l'Anas ha approvato il progetto esecutivo dei lavori di completamento, ma a tutt'oggi non sembra che sia stata ancora presa alcuna decisione in merito agli stanziamenti necessari per l'inizio dei lavori;
al riguardo occorre tener presente che l'attuale strada statale 106, che attraversa l'abitato di Roccella, assorbe all'incirca più del 70 per cento del traffico urbano e, non essendoci altre strade alternative, la totalità di quello provinciale, regionale, nazionale e internazionale, con le ovvie conseguenze negative sui relativi tempi di percorrenza e sul turismo - risorsa importante per la Calabria - soprattutto nel periodo estivo;
tale situazione, già di per sé molto penalizzante, è stata ulteriormente aggravata dai pesantissimi danni alle infrastrutture viarie (autostrade, strade, ferrovie, ponti, eccetera) causati dal maltempo nella regione nel corso di quest'ultimo inverno;
appare, quindi, in tutta evidenza la necessità di intervenire, non solo per ripristinare lo stato della viabilità antecedente al maltempo ma anche per risolvere in maniera definitiva il problema dell'attraversamento dell'abitato di Roccella Ionica;
se da un lato è vero che tutto questo deve essere valutato in un momento di grave crisi economica mondiale e nazionale, dall'altro è anche vero che se

si vuole favorire un miglioramento del livello occupazionale in Calabria è necessario e opportuno investire nella realizzazione di grosse opere pubbliche,

impegna il Governo:

a porre in essere ogni possibile provvedimento affinché lo stanziamento dei fondi necessari per il completamento della variante di Roccella Ionica possa avvenire quanto prima possibile e comunque in tempo utile per consentire l'appalto dei lavori entro la fine del corrente anno;
a esaminare la possibilità di ridurre i termini di tempo previsti per il completamento delle opere di adeguamento dell'intera strada statale n.106, consentendo così di conseguire il duplice obiettivo di portare la rete viaria della regione ad un livello più accettabile e di favorire lo sviluppo occupazionale e turistico.
(7-00127) «Margiotta, Giorgio Merlo, Laganà Fortugno, Enzo Carra».

La XIII Commissione,
premesso che:
l'agricoltura in Italia può contare su un tessuto produttivo di oltre un milione di imprese (il 16 per cento del totale delle imprese italiane) mentre circa 70.000 sono quelle dell'industria alimentare;
se si considerano anche l'industria alimentare, la distribuzione e i servizi, il settore agroalimentare vale oltre 220 miliardi di euro;
il Made in Italy agroalimentare è il secondo comparto, dopo il manifatturiero, in termini di contributo all'economia nazionale con un incidenza circa pari al 15 per cento del prodotto interno lordo (PIL);
l'economia e le imprese agricole-alimentari sono sottoposte, al pari di ciò che sta accadendo al sistema economico nazionale, in modo diretto e indiretto alle gravissime conseguenze della crisi mondiale economico-finanziaria, i cui segnali sono ben manifesti:
a) i costi produttivi e gli oneri sociali sono raddoppiati. Nell'ultimo anno, per l'acquisto dei fattori produttivi (concimi, sementi, gasolio, energia elettrica) che incidono nella gestione aziendale per oltre il 70 per cento, si sono avuti aumenti medi del 7 per cento;
b) i prezzi all'origine, dopo una fase di rialzo della prima metà dello scorso anno, sono scesi in media del 7 per cento con punte del 35-50 per cento per il mercato dei cereali;
c) i redditi degli agricoltori, dopo l'aumento fatto registrare nel 2008, sono ovunque in calo;
d) il clima di fiducia dell'industria alimentare misurato attraverso un indice predisposto dall'Ismea su un panel di circa 1.200 operatori, ha fatto segnare, nel quarto trimestre del 2008, un netto peggioramento, scendendo a -13,6, da meno 0,7 del trimestre precedente;
e) le imprese agricole, costrette sempre più spesso all'indebitamento, stanno incontrando difficoltà crescenti in termini occupazionali e di strumenti di accesso al credito;
durante i numerosi cicli di audizioni che si sono svolti nelle Commissioni parlamentari tutte le organizzazioni professionali, produttive e sindacali, del settore hanno espresso il forte disagio che, in seguito alla crisi internazionale, sta colpendo fortemente il comparto agroalimentare e della pesca;
la crisi internazionale ha avuto ripercussioni sull'intero sistema agricolo europeo, tanto da indurre la Commissione europea a pubblicare una comunicazione «a sostegno dell'accesso al finanziamento nell'attuale situazione di crisi finanziaria ed economica» che consente agli Stati

membri di attivare misure rilevanti ed urgenti nel contesto dell'allentamento pur parziale e inadeguato dei vincoli comunitari;
i principali Paesi europei hanno adottato manovre anticrisi includendo misure specifiche per il rilancio competitivo del comparto come accaduto in Francia, dove il Ministro dell'agricoltura Barnier ha varato un piano di 250 milioni di euro per sostenere i redditi degli agricoltori;
complessivamente, nei suoi primi nove mesi, il Governo si è contraddistinto esclusivamente per i vistosi tagli operati a sfavore del comparto agroalimentare e per la mancanza di misure efficaci necessarie per invertire la sfavorevole congiuntura economico-finanziaria, infatti:
a) la cosiddetta manovra estiva, di cui al decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, e la legge finanziaria per il 2009 hanno totalizzato complessivamente una riduzione di 682 milioni di euro a sostegno dell'agricoltura;
b) con il decreto «milleproroghe» il Ministro dell'economia ha abrogato e soppresso disposizioni a sostegno dell'agricoltura e della pesca approvate solo qualche ora prima in Parlamento;
c) la manovra anticrisi, di cui al decreto-legge n. 185 del 2008, non ha previsto al suo interno disposizioni esplicitamente riconducibili alla risoluzione della crisi che sta interessando il settore agroalimentare e della pesca né, tanto meno, misure specifiche per il suo rilancio competitivo;
in un momento in cui gli elementi di debolezza del settore sono amplificati dalla volatilità dei prezzi, dalle difficoltà di accesso al credito e da un ruolo sempre meno incisivo del sostegno pubblico, sono urgenti misure straordinarie che da un lato scongiurino un possibile arretramento del settore agroalimentare e della pesca e, dall'altro, sappiano rilanciarne la competitività,

impegna il Governo:

ad adottare quattro interventi immediati necessari per la tenuta competitiva del settore agroalimentare e delle pesca all'interno della crisi internazionale economica e finanziaria:
1. attivazione ed utilizzo di tutti gli ammortizzatori sociali necessari per governare la crisi che sta interessando le imprese del settore e, nello specifico, quelle della pesca particolarmente esposte alla congiuntura sfavorevole;
2. conferma biennale degli sgravi contributivi al fine di contenere il costo del lavoro in agricoltura nelle zone svantaggiate e stabilità fiscale per gli agricoltori anche attraverso la definitiva soluzione del contenzioso in materia di Ici sui fabbricati rurali;
3. conferma del sistema assicurativo al fine di dare piena attuazione ai meccanismi di gestione del rischio in agricoltura e di potenziare il ruolo delle polizze assicurative per far fronte alle crescenti emergenze climatiche;
4. incentivazione degli strumenti necessari per attuare una politica che favorisca l'accesso al credito degli imprenditori agricoli e ittici sempre più alle prese con problemi di liquidità;
ad adottare con risolutezza quattro misure straordinarie per garantire al settore agroalimentare e della pesca il necessario rilancio produttivo perché la difficoltà diventi un'opportunità per attrarre e motivare l'ingresso di giovani figure imprenditoriali e quindi occasione per un ricambio generazionale attraverso:
1. l'incentivazione, anche mediante una rinegoziazione in sede comunitaria

della normativa sugli aiuti di Stato in agricoltura:
1.a) della concentrazione dell'offerta agricola prevedendo un rafforzamento dell'assetto dimensionale o di forme di aggregazione di funzioni;
1.b) dell'innovazione organizzativa dell'impresa di filiera affinché i produttori possano governare e accompagnare più in profondità le fasi della catena alimentare, riducendo le intermediazioni dalla fase produttiva alla vendita ai consumatori;
2. aiuti straordinari e mirati al processo di internazionalizzazione della rete distributiva del comparto perché l'agroalimentare italiano, fortemente caratterizzato da tipicità e valori territoriali, possa accelerare la sua capacità d'inserimento nei mercati esteri attraverso nuove partnership commerciali, nuove relazioni bilaterali, assetti societari volti al radicamento e al controllo del prodotto italiano nei Paesi esteri;
3. aiuti straordinari per l'innovazione mirati ad imprese impegnate in nuovi processi produttivi tesi:
a) all'autoriduzione dei costi di produzione attraverso il risparmio energetico, il risparmio idrico, le razionalizzazioni logistiche, le innovazioni gestionali;
b) a creare incrementi di valore del prodotto attraverso strategie di rafforzamento identitario e territoriale e al valore aggiunto dato da contenuti di servizio più rispondenti alla domanda di mercato, a nuovi stili di vita, a nuove esigenze di tutela della salute alimentare, anche avviando concretamente l'insediamento dell'Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare al pari degli altri Paesi europei;
4. il finanziamento di piani speciali di riconversione basati su rigorosi piani industriali pluriennali per il rilancio di alcune filiere produttive che nella sovrapposizione degli effetti della crisi economica generale e i recenti cambiamenti delle regole della politica agricola comunitaria, risultano particolarmente in sofferenza e, pur avendo potenzialità e valore, non hanno sufficienti possibilità immediate per affrontare l'urgenza della concorrenza internazionale.
(7-00128) «Oliverio, Zucchi, Agostini, Brandolini, Marco Carra, Cenni, Cuomo, Dal Moro, Fiorio, Lusetti, Marrocu, Mario Pepe (Pd), Sani, Servodio, Trappolino, Di Giuseppe».

TESTO AGGIORNATO AL 25 FEBBRAIO 2009

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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta scritta:

TAGLIALATELA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
con delibera n. 274 del 28 giugno 2007 del direttore generale dell'Azienda Ospedaliera S. Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona è stata formalizzata la nomina dell'attuale direttore generale dell'Arsan, dottor Antonio Pedicini, quale componente, con funzioni di presidente, del Nucleo di valutazione dell'Azienda ospedaliera salernitana stessa;
sulla regolarità della nomina sono state avanzate perplessità nella nota Prot. DFP 0001981 P-1.2.5.1 del 15 gennaio 2009 dell'Ispettorato per la Funzione Pubblica-Dipartimento Funzione Pubblica-Presidenza del Consiglio dei Ministri;
le perplessità deriverebbero dalla coincidente rappresentanza nella stessa persona, il dottor Pedicini appunto, di organi in cui uno è sottoposto al controllo dell'altro, nella fattispecie l'Azienda

ospedaliera di Salerno è sottoposta al controllo dell'Arsan (Agenzia Regionale Sanitaria) -:
se risulti se l'Assessorato regionale alla Sanità, informato con la medesima nota 0001981 P-1.2.5.1 del 15 gennaio 2009, abbia verificato la correttezza della procedura seguita per la designazione del Nucleo di valutazione presso l'Azienda ospedaliera salernitana ed in caso ciò non sia avvenuto quali iniziative si intendano intraprendere.
(4-02390)

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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazioni a risposta scritta:

CARLUCCI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il 17 febbraio 2009 i militari della Guardia di Finanza di Trani hanno sequestrato un camion carico di rifiuti pericolosi, che viaggiava sprovvisto di documentazione specifica, e un'area adibita a discarica abusiva;
si tratta dell'ennesimo episodio di «pirateria ambientale» che avviene nel territorio di Trani, dove dall'inizio dell'anno sono state scoperte e sequestrate almeno altre due discariche abusive, una delle quali con d'una estensione di ben 1.500 mq e situata nella zona dell'ex-mattatoio comunale;
in quest'ultimo sito i carabinieri del Commando Carabinieri per la tutela dell'ambiente di Bari hanno rinvenuto rifiuti speciali anche pericolosi, quali batterie al piombo, parti elettromeccaniche per veicoli, oli per auto e una ingente quantità di pneumatici esausti;
numerose sono altresì le discariche a cielo aperto situate nelle campagne e nelle zone periferiche e industriali della città, dove - oltre a scarti edilizi, vecchi elettrodomestici e rifiuti chimici - sono state rinvenute massicce quantità di Eternit, la cui pericolosità e nocività per la salute umana è nota a tutti;
nonostante le forze dell'ordine abbiano messo in campo ingenti risorse umane strumentali per contrastare l'azione di questi criminali è ormai chiaro che nel territorio di Trani si è passati da una situazione di allarme ad una vera e propria emergenza ambientale e sanitaria, che danneggia la città anche sotto il profilo turistico con pesanti ripercussioni anche a livello economico e sociale -:
quali tempestive iniziative intenda porre in atto, nell'ambito delle proprie competenze, per salvaguardare l'equilibrio ambientale e la salubrità della città di Trani e del suo territorio e se, in particolare, non ritenga ci siano i presupposti per provvedimenti di urgenza per salvaguardare i diritti costituzionalmente garantiti delle popolazioni interessate.
(4-02378)

BARANI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
con la conferenza dei servizi, svoltasi, nei giorni 19 e 23 maggio 2008, il Comune di Massa ed altre Autorità hanno approvato il progetto definitivo dell'Ospedale Unico delle Apuane;
la Regione Toscana ha firmato alcuni giorni fa gli accordi di programma che riguardando alcune nuove strutture ospedaliere che interessano le città di Lucca, Pistoia, Prato e anche la provincia di Massa-Carrara con il progetto per la costruzione dell'Ospedale Unico Aprano;

il luogo per l'edificazione del nuovo ospedale ricade, sin dal 1999, nel S.I.N. (Sito di interesse nazionale, ossia zona inquinata e pertanto soggetta a bonifica) di Massa Carrara e l'Arpat ha stranamente dato, in sede di Conferenza di Servizi, pur in assenza di un progetto di bonifica e del nullaosta Ministeriale, parere favorevole con prescrizione;
la costruzione di un ospedale (scavo di circa 70.000 metri cubi sotto il livello del mare), in un luogo in cui permangono sostanze inquinati, «potenzialmente in grado di contaminare il sito» (articolo 242 del decreto legislativo n. 152 del 2006);
in forza degli accertamenti condotti da ARPAT, il comune di Massa ha confermato l'ordinanza sindacale n. 38641 del 23 dicembre 1981 ed ha, con l'ordinanza 4 settembre 2008 n. 3700, esteso il divieto di utilizzo delle acque a scopo potabile, igienico sanitario ed irriguo alla zona di Manna di Massa, pertanto anche all'area ove insisterà la nuova struttura sanitaria;
il sito scelto per l'edificazione del nuovo ospedale ha tutta una serie di problematiche quali: una superficie di 80.000 metri quadrati ricoperti, in grandissima parte, da boschi di ontani, pioppi, cornioli, ed è attraversato da canali e/o fossi che vennero realizzati per bonificare la palude, con una falda acquifera posta a soli 25 centimetri dalla superficie del terreno e si trova a ridosso della rete autostradale Genova-Livorno e della zona industriale Apuana -:
se il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sia a conoscenza della situazione descritta in premessa e quali iniziative intenda assumere per assicurare la bonifica dell'area.
(4-02380)

TESTO AGGIORNATO AL 10 MARZO 2009

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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro per i beni e le attività culturali, per sapere - premesso che:
da tempo si tenta di riformare inutilmente le Commissioni di revisione cinematografiche disciplinate dalla legge 21 aprile 1962, n. 161, normativa ritenuta ormai superata ed inidonea a garantire un'adeguata tutela dei minori;
l'ultimo tentativo in tal senso, è rappresentato dal disegno di legge governativo n. 3014 presentato il 6 agosto 2007 dall'allora Ministro per i beni e le attività culturali, onorevole Rutelli, il quale oltre a riformare le Commissioni in questione prevedeva altresì una disciplina dei videogiochi a tutela dei minori;
diversamente dal precedente, l'attuale Governo non ha ancora presentato alcun provvedimento né in materia di revisione cinematografica, che pertanto continua ad essere regolato dalla legge sopraccitata e dal regolamento d'esecuzione emanato con il decreto del Presidente della Repubblica 11 novembre 1963, n. 2029, né in materia di videogiochi, settore totalmente privo di regolamentazione;
per quanto riguarda la revisione cinematografica la pericolosità e la dannosità di una carente disciplina assume un peso decisamente rilevante se si considera che il parere reso dalle suddette Commissioni non incide solo sulla possibilità o meno di proiettare una determinata opera nelle sale cinematografiche, ma anche sulla liceità della successiva trasmissione televisiva dell'opera stessa;
infatti l'articolo 34 del testo unico della radiotelevisione espressamente recita al primo comma: «è vietata la trasmissione di film ai quali sia stato negato il nulla osta per la proiezione o la rappresentazione in pubblico oppure siano stati vietati ai minori di anni diciotto», ed al secondo comma: «I film vietati ai minori di anni quattordici non possono essere trasmessi, né integralmente, né parzialmente prima delle ore 22,30 e dopo le ore7»;
ad aggravare ulteriormente l'attuale sistema vi è anche la mancata attuazione di quanto disposto dai commi 4 e 5, dell'articolo 3 del decreto-legge 29 marzo 1995, n. 97, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 maggio 1995, n. 203, in forza dei quali le Commissioni di revisione cinematografiche avrebbero dovuto estendere la loro competenza anche ai film per la televisione ed alle opere a soggetto, previa integrazione dei loro componenti con ulteriori due rappresentanti dei genitori designati dalle associazioni maggiormente rappresentative;
infatti ai sensi dei comma 6 del provvedimento da ultimo citato «Il regolamento di attuazione dei commi 4 e 5 del presente articolo, nonché di adeguamento del regolamento approvato con decreto del Presidente della Repubblica 11 novembre 1963, n. 2029, è emanato entro 6 mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sentito il garante per la radiodiffusione e l'editoria nonché le competenti commissioni parlamentari che esprimono il loro parere entro trenta giorni dalla trasmissione dello schema di regolamento».
per quanto riguarda i videogiochi è ormai nota la loro diffusione tra il pubblico di ogni fascia di età. Anzi sempre più spesso i nuovi prodotti non sono neanche rivolti ai giovani e giovanissimi, come

accadeva in passato, ma direttamente agli adulti con contenuti idonei forse per questi ultimi ma non certo per i primi;
sarebbe opportuno colmare il vuoto legislativo della materia in questione, al fine di prendere il prodotto in esame oltre che sotto il profilo ludico, anche per quel che riguarda i profili educativi e creativi;
l'unica attenzione ai minori nella materia in questione consiste nel bollino indicante l'età consigliata del videogiocatore e nell'indicazione del contenuto del prodotto, apposta da alcuni produttori in ossequio alla autoregolamentazione da loro stessi dettata e nota come Pegi, priva di qualunque forza vincolante -:
se il Governo intenda promuovere una riforma della legge 21 aprile 1962, n. 161, e se intenda, a distanza di oltre tredici anni dalla scadenza del termine dettato dal legislatore con la legge 30 maggio 1995, n. 203, di conversione del decreto-legge 29 marzo 1995, n. 97, dare attuazione a quanto previsto dall'articolo 3, comma 6, della citata legge;
se intenda prendere provvedimenti a tutela dei minori in materia di videogiochi;
se ritenga idoneo un sistema di autoregolamentazione che consente al produttore di videogiochi di stabilire il limite di età per l'utilizzazione del prodotto.
(2-00317) «Capitanio Santolini».

Interrogazione a risposta in Commissione:

TOMMASO FOTI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
a fronte di una specifica richiesta rivoltagli sui motivi per cui il lastricato antico di Piazza Cavalli a Piacenza fosse stato sostituito, il direttore della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Parma e Piacenza, architetto Luciano Serchia, ha risposto «È stata una scelta dell'Amministrazione» (La Cronaca del 18 febbraio 2009);

la risposta fornita appare volutamente vaga in quanto non risulta specificata quale «amministrazione» si sia pronunciata in tal senso -:
quale «amministrazione» abbia effettuato la detta scelta di sostituire il lastricato antico di Piazza Cavalli.
(5-01053)

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DIFESA

Interrogazione a risposta immediata:

VILLECCO CALIPARI, GAROFANI, SERENI, BRESSA, GIACHETTI, QUARTIANI, MOGHERINI REBESANI, MARAN, RUGGHIA, RECCHIA, ROSATO e LA FORGIA. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
in Afghanistan sembrano ulteriormente essersi deteriorate le condizioni di sicurezza, stando anche alle recenti dichiarazioni a mezzo stampa rilasciate dal Ministro interrogato, che ha parlato di pericoli gravissimi all'orizzonte per i soldati italiani;
tale circostanza sembra essere confermata anche dall'invito manifestato la scorsa settimana dalla nostra ambasciata a Kabul affinché le organizzazioni non governative presenti in Afghanistan lasciassero il Paese, a causa del pericoloso deterioramento delle condizioni sul terreno;
da tempo si prospetta in varie sedi internazionali e all'interno della stessa Nato la convinzione che in Afghanistan non sia possibile una mera soluzione militare se non affiancata da una chiara strategia politica e diplomatica e lo stesso Presidente del Consiglio dei ministri ha fatto proprio questa posizione in una recente intervista rilasciata a Le Figaro;
tuttavia, a fronte delle dichiarazioni rese dal Presidente del Consiglio dei ministri e dal Ministro degli affari esteri Frattini in merito al fatto che ad eventuali richieste di maggior coinvolgimento l'Italia non si tirerebbe indietro e qualora la Nato lo chiedesse l'Italia risponderebbe positivamente, si ravvisano dichiarazioni opposte del Ministro interrogato in merito a incrementi meramente marginali del nostro contingente in Afghanistan in occasione delle elezioni che si terranno ad agosto 2009 e sull'opportunità, piuttosto, che altri Paesi dell'alleanza contribuiscano con l'invio di uomini e mezzi, essendo l'Italia il terzo Paese contributore in assoluto;
non è chiaro, pertanto, né se la situazione nel contesto afgano si sia deteriorata al punto di ritenere opportuno l'allontanamento del personale delle organizzazioni non governative, presenti in loco, e dunque quali possano essere in questo nuovo contesto anche le possibili conseguenze sul nostro personale militare in missione, né quale sia la strategia italiana complessiva in merito allo scenario afgano, in particolare rispetto al ruolo e al coinvolgimento delle organizzazioni non governative in una soluzione anche politica della situazione, sull'opportunità di un eventuale invio di nuovi soldati e sul loro possibile impiego, o in alternativa sul mero invio di ulteriori mezzi militari -:
quale sia nella valutazione del Governo l'attuale livello di sicurezza nel complesso teatro afgano e il ruolo delle organizzazioni non governative in tale contesto e quale strategia intenda adottare, politica e militare, per contribuire ad una più efficace stabilizzazione del Paese.
(3-00407)

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta scritta:

ZACCHERA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
con bando prot. n. 2008/20893, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del 15 febbraio 2008 il

Direttore dell'Agenzia delle entrate ha indetto un concorso «per l'assunzione di 1180 unità per la terza area funzionale F1, profilo professionale funzionario, per attività amministrativo-tributaria». Tra i requisiti richiesti per la partecipazione alla predetta selezione vi era il possesso del diploma di laurea in giurisprudenza, scienze politiche, economia e commercio, o diplomi di laurea equipollenti per legge, conseguiti presso una università o altro istituto universitario statale o legalmente riconosciuto, o i corrispondenti titoli di studio di I livello, denominati laurea (L), previsti dall'articolo 3 del regolamento adottato dal Ministro dell'università, dell'istruzione e della ricerca con decreto del 22 ottobre 2004, n. 270, con votazione non inferiore a 100/110 o a 90/100 (articolo 2.1). Il punteggio richiesto per il superamento di ciascuna delle prime due prove è quello di 24/30 (articoli 5 e 6 del bando);
il suddetto regolamento concorsuale prevede un iter selettivo caratterizzato da due prove (quiz a risposta multipla), il superamento delle quali comporta l'ammissione ad un tirocinio presso gli uffici dell'Agenzia delle entrate di durata semestrale, all'esito del quale si accede ad una prova orale, il cui ulteriore superamento determina l'assunzione a tempo indeterminato presso l'Agenzia delle entrate;
numerosissimi candidati hanno superato entrambe le prime prove con una votazione nettamente superiore a quella minima richiesta dal bando e, ciononostante non sono stati ammessi alla successiva fase di tirocinio. Non solo, ma questi giovani sebbene conoscano il punteggio da loro conseguito nelle suddette prove, allo stato attuale, non hanno conoscenza della loro precisa posizione numerica nella graduatoria interna. L'Agenzia delle entrate, infatti, contrariamente ai doveri di correttezza e di trasparenza tipici di tutte le pubbliche amministrazioni, non ha provveduto a pubblicare una graduatoria ufficiale degli idonei non ammessi al tirocinio;
l'Agenzia delle entrate con l'articolo 6.3 del bando di gara ha assunto l'impegno di «ammettere al tirocinio teorico-pratico i candidati che riportano il punteggio di almeno 24/30 e rientrano in graduatoria nel limite massimo dei posti per i quali concorrono, aumentati fino al 40 per cento»;
al tirocinio in Agenzia delle entrate, iniziato in data 30 ottobre 2008, non si sono presentati, ingiustificatamente, un notevole numero di candidati in tutte le regioni per le quali era stato bandito il concorso;
l'Agenzia delle entrate, in primis, si è vincolata con l'articolo 6.3 del bando ad ammettere al tirocinio teorico-pratico un numero di candidati pari ai posti da coprire più il 40 per cento, attualmente non intende più rispettare l'impegno assunto che per la pubblica amministrazione ha la medesima forza vincolante della legge. Per rispettare questo vincolo autoimposto l'Agenzia fiscale dovrebbe almeno scorrere le graduatorie degli idonei non ammessi al tirocinio fino a coprire nuovamente quel famigerato 40 per cento di personale che è venuto meno per effetto delle rinunce avvenute a tirocinio già iniziato e senza giustificato motivo;
tutto ciò, oltre che palesemente ingiusto, sarebbe in netta controtendenza con la muova politica finanziaria determinata dal decreto-legge n. 112 del 2008, proposto dal Ministro Renato Brunetta, che prevede, in un'ottica di risparmio di risorse finanziarie ed al fine di evitare inutili sprechi di denaro pubblico, un legittimo assorbimento di risorse umane dalle graduatorie composte da idonei non vincitori dei precedenti concorsi espletati fino ad assorbire tutto il personale di cui la pubblica amministrazione avrà bisogno per i prossimi anni. A conferma di quanto appena affermato, il suddetto decreto ha pertanto modificato l'articolo 35, comma 5, del decreto legislativo n. 165 del 2001, aumentando da tre a quattro anni, l'effettiva vigenza delle graduatorie dei concorsi pubblici per il reclutamento del personale amministrativo;
l'Agenzia delle entrate, con bando prot. n. 2008/194720 pubblicato nella

Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana del 30 dicembre 2008, ha appena indetto un nuovo concorso per l'assunzione di altri 825 funzionari, con le stesse modalità e per la medesima qualifica funzionale, a meno di un anno dalla precedente procedura concorsuale, tuttora in svolgimento, nonostante la presenza di centinaia idonei al tirocinio, ma esclusi per pochissimi centesimi di punto. La nuova procedura prevede inoltre requisiti meno restrittivi per l'accesso alla selezione: è stato rimosso infatti il requisito della votazione minima del voto di laurea 100/110;
la scelta dell'Agenzia non sembra rispondere a quei criteri di economicità ed efficienza che dovrebbero ispirare l'azione della pubblica amministrazione; ha ritenuto più opportuno impegnare ingenti risorse economiche per indire un nuovo concorso invece di attingere dalla graduatoria, mai formalizzata e resa pubblica, composta da giovani, prevalentemente avvocati e dottori commercialisti, laureati, tra l'altro, con una votazione minima di 100/110 e che già hanno superato brillantemente due prove selettive;
per quanto riguarda il concorso bandito nel 2008, inoltre, va precisato che gli attuali tirocinanti sono in numero di gran lunga inferiore a quello previsto originariamente nel bando (che prevedeva un numero di posti per ciascuna regione maggiorato del 40 per cento). Infatti, a seguito di numerose rinunce ingiustificate, che si sono verificate il primo giorno di tirocinio, l'Agenzia delle entrate non ha provveduto a colmare le stesse con lo scorrimento delle graduatorie regionali come prevedeva il bando;
va tenuto conto infine che l'Agenzia delle entrate ha operato da un anno all'altro in presenza di situazioni molto simili, se non addirittura identiche, una disparità di trattamento in palese violazione dell'articolo 3 della Carta costituzionale. Incresciosa disparità di trattamento che verrebbe a crearsi, qualora non si dovesse dare seguito allo scorrimento delle attuali graduatorie, rispetto alla politica dell'Agenzia delle entrate dello scorso anno che ha visto l'assunzione presso l'Agenzia delle dogane di un numero molto elevato di idonei non vincitori, tra l'altro, ammessi con una votazione di gran lunga inferiore a quella dei meritevoli idonei non ammessi di quest'anno -:
come si intenda agire per bloccare l'iter attivato dall'Agenzia delle entrate al fine di evitare che vengano elusi, ancora una volta, i princìpi di economicità, efficienza, efficacia, buon andamento, equità e trasparenza, ai quali deve uniformarsi l'Amministrazione pubblica nell'esercizio della propria attività;
che senso abbia indire una nuova procedura per selezionare altro personale quando questa selezione è stata già fatta e non integrare, invece, le graduatorie dei concorrenti vincitori con quelle degli idonei già esistenti.
(4-02384)

GRAZIANO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
negli ultimi tempi le aziende di trasporto urbano hanno avviato iniziative per promuovere l'utilizzo di abbonamenti quale mezzo collettivo per gli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti delle imprese, e ciò sia per motivi di tutela dell'ambiente, sia per ridurre lo stress da pendolarismo;
come è noto, il vigente articolo 51, comma 2, lettera d), del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917 dispone che non concorre alla formazione del reddito di lavoro dipendente l'utilizzo di servizi di trasporto aziendale posti a disposizione dei lavoratori da parte dei datori di lavoro;
l'amministrazione finanziaria ha reso nota l'interpretazione della norma citata nella Circolare 23 dicembre 1997, n. 326/E, la quale, pur condivisibile nella sua impostazione generale, risente della situazione di fatto, della prassi e dei

sistemi cui allora si è fatto riferimento per organizzare e gestire i richiamati servizi di trasporto;
è evidente la necessità di adeguare l'impostazione allora affermata alla realtà e alle necessità odierne nonché quella di dare una funzionale soluzione agli eventuali aspetti di natura fiscale che possano derivare dal fatto che gli abbonamenti nominativi in questione sono in taluni casi offerti per l'utilizzo di una tratta determinata, il cui punto di partenza normalmente varia in dipendenza della possibilità di effettivo utilizzo da parte del singolo dipendente - pur essendo la provvidenza in questione assicurata alla generalità dei dipendenti di una stessa impresa con un costo uniforme qualunque sia la tratta coperta a carico del datore di lavoro -:
se anche tale nuovo sistema di servizio di trasporto aziendale rientri, come sembra, nella previsione di cui all'articolo 51, comma 2, lettera d), citato, ovvero se, per l'applicabilità del citato regime di favore, sia necessario disporre di particolari adempimenti a carico dei datori di lavoro, affinché la previsione della norma richiamata possa essere in concreto utilizzata nel caso segnalato;
se sia condivisa la possibilità di ricorrere al disposto di cui all'articolo 100, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, per le ricorrenze di finalità di ricreazione e di assistenza sociale nel caso in cui il datore di lavoro disponga a titolo liberale, con costo a suo carico, e a favore della generalità dei dipendenti - senza che venga prevista l'erogazione di una indennità in denaro sostitutiva a favore di quelli che non intendono usufruire delle agevolazioni richiamate - che gli stessi possono divenire, per loro autonoma scelta, titolari di un abbonamento mensile o annuale per la rete di trasporto locale, mediante la consegna al soggetto esercitante la stessa di un apposito voucher nominativo che il lavoratore esibirà unitamente al documento di riconoscimento aziendale alle aziende di trasporto del Comune di residenza o di Comuni limitrofi.
(4-02387)

DE GIROLAMO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
nella procedura di Concordato Preventivo n. 1 del 2008 del Tribunale di Napoli, il debitore proponeva istanza di transazione fiscale ai sensi dell'articolo 182-ter della legge fallimentare;
il credito tributario, nella fattispecie ha natura chirografaria e, come per legge, nella domanda ex articolo 160, della legge fallimentare l'Agenzia delle entrate di Napoli veniva trattata come il miglior creditore chirografario con proposta di pagamento pari all'80 per cento dell'importo dovuto nell'arco temporale di un triennio;
nella domanda era evidenziata la convenienza per tutti i creditori di aderire alla proposta a causa soprattutto del fondato pericolo di incremento fortissimo del passivo, per la parte chirografaria, in ipotesi di fallimento, con pregiudizio di tutti i creditori ed effetti devastanti sulle aspettative di soddisfo;
era altresì evidenziato il ritardo con cui i creditori avrebbero beneficiato di riparti in caso di fallimento nonché il tragico impatto sociale con la perdita di numerosissimi posti di lavoro;
la veridicità di quanto esposto dal debitore relativamente ai dati contabili, alla fattibilità del piano concordatario e la convenienza rispetto al fallimento erano attestati da relazione di un professionista ex articolo 161 della legge fallimentare;
il pubblico ministero esprimeva parere favorevole al piano proposto;
l'Agenzia delle entrate di Napoli, in sede di adunanza dei creditori, in data 23 dicembre 2008 con nota a firma dei direttore Maria Giordano esprimeva voto contrario all'approvazione della proposta di Concordato, dichiarando di non ritenere ammissibile la proposta;
il voto contrario era giustificato sostanzialmente dalla difformità degli importi dichiarati dal debitore e dai commissari giudiziali, rispetto a quanto riscontrato

dall'Agenzia, (circa 30.000,00 euro), alla mancata presentazione del modello 770 per gli anni 2004/2005, nonostante il debitore avesse esplicitato per le vie brevi di non essere tenuto per le citate annualità al citato adempimento;
altri motivi di diniego erano rappresentati dalla rilevanza dell'importo dovuto (circa 500.000,00 euro) e dalla complessità della vicenda societaria;
il concordato è stato approvato, nonostante il voto contrario dell'Agenzia delle entrate, dalla maggioranza dei creditori (circa il 90 per cento) ivi compresi coloro ai quali veniva offerta una percentuale (30,86 per cento) di gran lunga inferiore a quella offerta all'Erario (80 per cento);
i commissari giudiziali (3 professionisti di cui un professore universitario) nella relazione ex articolo 172 della legge fallimentare confermavano quanto asserito nel piano proposto esprimendo parere favorevole e ribadendo la convenienza della procedura rispetto all'ipotesi fallimentare;
sulla base di quanto premesso è certo che il credito erariale sarà soddisfatto in misura maggiore ed in tempi minori rispetto all'alternativa dei fallimento che, invece pare all'interrogante, l'Ufficio avrebbe preferito visto il voto contrario espresso;
peraltro la competenza sul giudizio di ammissibilità della proposta di concordato spetta al Tribunale di Napoli e non al Direttore dell'Agenzia delle entrate e che, nella fattispecie il Collegio si era già espresso in senso favorevole, altrimenti non si sarebbe proprio giunti alla votazione -:
se l'Ufficio, ai fini dell'espressione del voto, abbia tenuto conto dei princìpi di economicità ed efficienza dell'azione amministrativa e della tutela degli interessi erariali, esprimendo un giudizio negativo sul concordato a causa dell'ingente ammontare del credito vantato, della presunta omessa presentazione del modello 770 e della complessità della vicenda;
se l'Ufficio, per evitare il cagionarsi di danni erariali, contrariamente a quanto avvenuto, avrebbe dovuto valutare l'effettiva possibilità di una migliore soddisfazione del credito erariale in sede di accordo transattivo rispetto all'ipotesi di avvio della procedura fallimentare;
se l'Ufficio, alla luce anche della Circolare n. 40/E del 18 aprile 2008, abbia tenuto conto degli altri interessi coinvolti nella gestione della crisi, della continuità dell'attività produttiva e della complessiva esposizione debitoria dell'impresa (oltre 21.600.000,00 euro);
se, infine, come indicato nella Circolare, l'Ufficio, nell'esprimere un parere, abbia tenuto conto della presentazione da parte del debitore di un'idonea garanzia, giacche nella fattispecie il concordato è garantito da un terzo con un patrimonio immobiliare di oltre 18.000.000,00 di euro;
quali provvedimenti si intendano adottare nei confronti di eventuali responsabili che, per colpa, negligenza o omissioni abbiano contribuito all'espressione di un parere che all'interrogante appare in totale contrasto con il principio della tutela degli interessi dello Stato;
quali azioni e iniziative si intendano intraprendere per evitare, laddove, contrariamente al caso di cui in premessa, i crediti erariali abbiano un peso determinante nel raggiungimento delle maggioranze per l'approvazione del concordato, che giudizi, secondo l'interrogante, privi di logica possano determinare gravi danni allo Stato e all'azienda ed essere comunque contrari alla logica della riforma che considera preminente, ove possibile, la conservazione dei mezzi organizzativi dell'impresa.
(4-02388)

TESTO AGGIORNATO AL 9 MARZO 2009

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta immediata:

ZELLER e BRUGGER. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
da fonti sindacali si è appreso che la direzione generale del personale e della formazione del ministero della giustizia ha sospeso la formazione prevista per i cancellieri C1 neoassunti presso gli uffici giudiziari della provincia autonoma di Bolzano, adducendo a motivazione l'apertura di un contenzioso instaurato dalla provincia stessa;
i neoassunti in servizio presso gli uffici giudiziari sul resto del territorio nazionale, invece, hanno avuto la formazione, ed essa è anche già stata conclusa, con ciò profilandosi una discriminazione per i neoassunti della provincia autonoma di Bolzano, che sono stati completamente esclusi dall'attività formativa;
si rammenta che l'amministrazione ha un preciso dovere alla formazione dei propri dipendenti, specialmente dei nuovi assunti, anche del personale di lingua tedesca e ladina impiegato negli uffici statali della provincia autonoma di Bolzano, come disciplina l'articolo 15 del decreto del Presidente della Repubblica 26 luglio 1976, n. 752, recante le norme di attuazione dello statuto speciale della regione Trentino-Alto Adige in materia di proporzione negli uffici statali siti nella provincia di Bolzano e di conoscenza delle due lingue nel pubblico impiego, che stabilisce un preciso diritto per il personale che partecipa a moduli formativi che non si svolgono in provincia di Bolzano -:
quali siano i motivi che hanno bloccato l'attività formativa del personale pubblico impiegato negli uffici giudiziari della provincia autonoma di Bolzano.
(3-00403)

Interrogazioni a risposta in Commissione:

CONTENTO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
con provvedimento del Ministro della Giustizia è stata prevista la promulgazione del concorso per la copertura dell'organico vacante dei giudici di pace;
ciò nonostante non si siano adottati provvedimenti per eliminare l'assurdità di alcune sedi che hanno un carico di lavoro inferiore a quello di un solo magistrato;
in seguito al concorso dovrebbero essere arruolati 1.700 nuovi giudici per i quali, però, difficilmente sarà possibile prevedere l'assistenza di personale di collaborazione, quali i cancellieri, attesa la nota situazione in cui versa l'Amministrazione competente;
inutile sottolineare come tale arruolamento risulterebbe del tutto ingiustificato in vista del complessivo riordino del ruolo e delle funzioni della magistratura ordinaria previsto entro il 31 dicembre 2009 -:
se non ritenga opportuno sospendere la procedura di arruolamento in attesa di realizzare il riordino delle funzioni della magistratura ordinaria.
(5-01047)

TOMMASO FOTI e BERNINI BOVICELLI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la situazione di abnorme sovraffollamento per la presenza di detenuti che si registra nel carcere della Pulce, posto in Via Settembrini a Reggio Emilia, è stata toccata con mano anche dal provveditore alla sicurezza delle carceri Nello Cesari nel corso della sua recente visita presso il detto istituto;
infatti, a fronte di una capienza di 330 detenuti, si registra la presenza di ben 69 ospiti in più, la qualcosa crea notevoli problemi, soprattutto per la mancanza di brande e materassi disponibili;
a ciò si aggiungano i non meno importanti disagi patiti dagli agenti della

Polizia penitenziaria che, proprio perché sotto organico, devono affrontare turni di lavoro massacranti;
la capienza tollerabile per la struttura carceraria in questione, come detto, risulta ampiamente superata;
le organizzazioni sindacali della Polizia penitenziaria hanno, infine, organizzato una formale protesta a causa della scarsità di pulizia nella mensa e della qualità del cibo proposto -:
se e quali urgenti iniziative intenda assumere al riguardo per far fronte ad una situazione gravemente compromessa e non più ulteriormente tollerabile.
(5-01054)

Interrogazione a risposta scritta:

TOMMASO FOTI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il 13 maggio 2000 il sottufficiale arditi incursori della Marina militare Giannoni Paolo (nato a Massa il 21 settembre 1965) durante un'attività nel Poligono di Foci Reno (Ravenna) subiva la sub amputazione della mano destra a seguito di uno scoppio di un ordigno difettoso;
il Giannoni conveniva in giudizio la società fabbricante del predetto ordigno RHEINNMETALL WAFFEN GMBH davanti il tribunale di Ravenna dapprima davanti al giudice penale (RG4497/02) e, successivamente, davanti al giudice civile (RG1836/06) -:
se, anche ai fini del risarcimento dei danni eventuali, risulti concluso il procedimento penale e quali ne siano gli esiti.
(4-02386)

...

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta immediata:

COTA, LUCIANO DUSSIN, DAL LAGO, REGUZZONI, ALESSANDRI, ALLASIA, BITONCI, BONINO, BRAGANTINI, BRIGANDÌ, BUONANNO, CALLEGARI, CAPARINI, CHIAPPORI, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, D'AMICO, DOZZO, GUIDO DUSSIN, FAVA, FEDRIGA, FOGLIATO, FOLLEGOT, FORCOLIN, FUGATTI, GIBELLI, GIDONI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, LANZARIN, LUSSANA, MACCANTI, LAURA MOLTENI, NICOLA MOLTENI, MONTAGNOLI, MUNERATO, NEGRO, PAOLINI, PASTORE, PINI, PIROVANO, POLLEDRI, RAINIERI, RIVOLTA, RONDINI, SALVINI, SIMONETTI, STEFANI, STUCCHI, TOGNI, TORAZZI, VANALLI e VOLPI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il T-red è un sistema connesso all'impianto semaforico che, dal momento di accensione della luce rossa e per tutta la sua durata, rileva il superamento, da parte del veicolo, della linea d'arresto, fotografandone la targa nel momento dell'infrazione e nel momento in cui si allontana dall'intersezione;
la diffusione sul territorio del T-red era abbastanza capillare dal Nord al Sud Italia;
le indagini da parte della magistratura hanno portato all'arresto di Raul Cairoli, 38 anni, amministratore unico della Ci.ti.Esse srl di Rovellasca (Como); Giuseppe Astorri, 51 anni, direttore commerciale della Scae spa; Simone Zari, 43 anni, socio e amministratore di fatto della Centro servizi srl; e Antonino Tysserand, 50 anni, amministratore unico della Tecnotraffco srl e titolare della ditta individuale Tecnologie per il traffico. Cairoli, considerato «promotore del cartello», è finito in cella, gli altri agli arresti domiciliari;
le indagini hanno portato, altresì, al coinvolgimento di 80 comuni, 63 dirigenti

di polizia locale, 40 amministratori pubblici e 6 amministratori di società private, con il conseguente sequestro e smantellamento di tutte le apparecchiature T-red installate;
l'indagine della procura ha scavato a fondo ed ha ribaltato l'omologazione del ministero, in quanto non erano stati esaminati tutti i componenti dell'impianto: in particolare, l'omologazione era validata solo per le telecamere dei T-red e non per le apparecchiature (cioè l'hardware) contenute in un armadio di vetroresina, che stava vicino ai semafori, e questo portava alla modificazione della durata del giallo del semaforo, portandolo sotto i 3/4 secondi e non garantendo così la possibilità di poter arrestare correttamente il veicolo;
tutto ciò ha portato ad un elevato numero di ricorsi in merito all'abuso del sistema T-red presso i vari giudici di pace, intasando ulteriormente la già critica situazione;
risulta dalle indagini che il sistema T-red sia stato utilizzato dai comuni coinvolti nell'inchiesta non per fini relativi alla sicurezza stradale, ma per impiegare gli introiti in voci improprie dei bilanci comunali;
in molti Paesi europei i sistemi semaforici sono collegati a display che quantificano la durata residua del colore giallo in attesa del rosso -:
se il Ministro interrogato non intenda intervenire, facendo in modo che il ministero delle infrastrutture e dei trasporti provveda al più presto all'omologazione anche in Italia dei sistemi che quantificano la durata residua della luce gialla, al fine di evitare sia abusi da parte dei comuni sia l'introduzione di tasse occulte nei confronti di cittadini indifesi.
(3-00406)

Interrogazione a risposta orale:

COMPAGNON. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
i collegamenti aerei Milano Linate-Olbia-Milano Linate sono gestiti in perfetto regime di monopolio da Meridiana Linee Aeree, che ha di recente secondo l'interrogante arbitrariamente eliminato i limiti tariffari connessi alla continuità territoriale, aumentando il prezzo dei biglietti da 280 a 650 euro;
tale indiscriminato incremento delle tariffe aeree non è giustificato dall'andamento del prezzo del greggio, in calo da tempo, ed appare in stridente contrasto con quanto sta avvenendo nei Paesi Ue;
i noti fatti attinenti il trasporto aereo nel nostro Paese stanno in genere delineando una serie di aspetti in senso peggiorativo per i consumatori, per i contribuenti e per la mobilità dei cittadini, oltre che situazioni di monopolio sostanziale e di incrementi tariffari del tutto incompatibili con i principi fondamentali della disciplina antitrust -:
se l'aumento della tariffa sulla tratta Milano Linate-Olbia-Milano Linate praticata da Meridiana Linee Aree sia compatibile con i criteri stabiliti dall'Unione europea a proposito della necessità di contribuire a un migliore sviluppo delle regioni più isolate geograficamente;
se e quali urgenti iniziative, nell'ambito della propria competenza, intenda adottare al fine di garantire la continuità territoriale, di evitare distorsioni del mercato e di prevenire un aumento ingiustificato dei prezzi al consumo in un settore strategico quale il trasporto aereo.
(3-00401)

Interrogazione a risposta scritta:

DI BIAGIO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
gli ex-dipendenti di Alitalia, non essendo transitati in Cai, non percepiscono il

loro trattamento retributivo a causa di una forte disorganizzazione imputabile alla vecchia compagnia;
l'accordo, stipulato nell'ottobre 2008, prevede il pagamento diretto da parte dell'Inps della retribuzione agli ex dipendenti, posti in cassaintegrazione, attingendo al Fondo speciale per il trasporto aereo;
nonostante gli accordi, il meccanismo risulta inceppato a causa della mancata trasmissione degli elenchi nominativi da parte di Alitalia all'Inps che comporta l'impossibilità dello stesso di erogare quanto dovuto agli aventi diritto;
lo stesso Fondo speciale per il trattamento aereo non potrà fronteggiare, nonostante gli impegni assunti, il problema prima di tre o quattro mesi;
sono migliaia i cassaintegrati ed i precari coinvolti, che ormai da mesi non percepiscono alcun tipo di retribuzione e che si trovano in una situazione insostenibile sotto il profilo occupazionale, ma soprattutto economico e sociale -:
quali provvedimenti intenda predisporre al fine di garantire a tutti gli ex-dipendenti, posti in cassaintegrazione, quanto gli spetta de iure evitando che migliaia di famiglie si trovino a subire ulteriori conseguenze negative e quali misure intenda adottare al fine di garantire maggiori certezze sul futuro di questa delicata categoria.
(4-02383)

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INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:

NANNICINI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'attività della Polizia Ferroviaria si svolge in importanti settori quali la prevenzione e repressione dei reati e la sicurezza a bordo dei treni e nelle stazioni;
il posto di Polizia Ferroviaria di San Giovanni Valdarno ha il controllo di un vasto territorio che va dalle stazioni di Montalto (Laterina), Bucine, Montevarchi, San Giovanni Valdarno in provincia di Arezzo e della stazione di Figline Valdarno in provincia di Firenze;
dei 14 dipendenti previsti per la pianta organica attualmente operano in sede solo 2 agenti a causa di un progressivo depauperamento avvenuto nel tempo, che dalle 9 unità del 2000 si è passati alle 4 nel 2006 ed alle 2 attuali;
stazioni come Figline Valdarno, Montevarchi e San Giovani Valdarno hanno assoluto bisogno di essere presidiate da tale servizio per i sempre più notevoli flussi di viaggiatori che usufruiscono e sempre più usufruiranno del potenziamento del servizio della metropolitana di superficie Montevarchi-Firenze-Prato-Pistoia;
è stata recentemente ventilata l'ipotesi di una possibile chiusura del posto di Polizia Ferroviaria di San Giovanni Valdarno;
la notizia sta creando notevole malumore e preoccupazione fra i cittadini, i sindaci, i consiglieri regionali ed i sindacati della Polizia di Stato;
i problemi della sicurezza dei cittadini e soprattutto dei pendolari che subiscono già notevoli disagi, devono essere affrontati seriamente e non solo invocati per mera propaganda politica -:
se corrisponda al vero la notizia di una possibile chiusura del posto di Polizia Ferroviaria di San Giovanni Valdarno e quali misure intenda intraprendere al fine di potenziare il posto di Polizia Ferroviaria di San Giovanni Valdarno, per far fare fronte alle esigenze operative che si presentano per la sicurezza dei cittadini.
(4-02391)

LABOCCETTA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il Sindaco del Comune di Sant'Agnello (Napoli) con formale atto conferiva deleghe di funzioni ad assessori e consiglieri comunali in carica con procedura che a parere dell'interrogante non appare immune da profili di illegittimità per violazione di norme di legge e del vigente Statuto comunale;
in particolare il Sindaco attribuiva competenze e funzioni sindacali al presidente del consiglio comunale ed a consiglieri comunali nell'ambito di una ridefinizione dell'assetto politico-amministrativo;
nell'attuale quadro normativo, il consiglio comunale costituisce l'assemblea pubblica rappresentativa di ogni Comune e, per espresso dettato legislativo (articolo 42 T.U.E.L.) l'organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo;
al Consiglio Comunale, di fatto, non viene più richiesto di esprimersi direttamente sull'esecutivo, non avendo più competenze gestionali, ma di dettare le modalità di comportamento politico-amministrativo nella generalità dei casi e di adottare gli atti fondamentali riservati alla propria esclusiva competenza, dei quali è garante e controllore;
la normativa attuale impone la separazione dei ruoli tra giunta del consiglio affidando a quest'ultimo l'attività di indirizzo e controllo politico-amministrativo e la partecipazione alla «verifica periodica dell'attuazione delle linee programmatiche da parte del Sindaco ... e dei singoli assessori» (articolo 42, comma 3, T.U.E.L.);
appare all'interrogante e che né il consigliere, né il presidente del consiglio, possono essere chiamati a gestire direttamente un settore dell'amministrazione per conto del sindaco, perché in tal modo si verificherebbe una inammissibile confusione in capo al medesimo soggetto del ruolo di controllore e di controllato;
diversamente il consigliere delegato verrebbe, infatti a ricoprire un ruolo trasversale e a svolgere funzioni di indirizzo e controllo nonché operative, in violazione della rigida ripartizione di competenze voluta dal legislatore e si troverebbe, inoltre, in una posizione differenziata rispetto agli altri consiglieri in seno allo stesso organo di appartenenza;
in occasione di una richiesta di parere relativa al conferimento di deleghe, da parte di un sindaco, nei confronti del presidente o del vicepresidente del consiglio comunale, il Ministero dell'interno - Direzione centrale per le autonomie, ha osservato che il cumulo delle suddette cariche, pur non essendo riconducibile ad alcuna delle cause di incompatibilità previste dalla legge, richiede un'attenta valutazione della legittimità della delega in questione;
la giurisprudenza amministrativa ha talora annullato provvedimenti di delega, ritenendo che «dalla collaborazione in questione, qualunque siano i risultati operativi ai quali perverranno il sindaco e gli assessori competenti, risulterebbe menomata la posizione del consiglio nel suo complesso, perché i consiglieri incaricati non sarebbero, di fronte alle scelte amministrative che verranno proposte dal sindaco e dalla giunta sulle materie oggetto dell'incarico, in una posizione di parità e di libertà di giudizio» (si veda, in tal senso, sentenza Tar Lombardia, Milano, I sezione, 6 maggio 1994, n. 318);
in altre occasioni la giurisprudenza amministrativa, senza pervenire rispetto al caso specifico ad una pronuncia di annullamento, ha comunque ribadito la delegabilità ai consiglieri, da parte del sindaco, di alcune competenze, purché non siano delegati compiti di amministrazione attiva, che comporterebbero l'inammissibile confusione in capo al medesimo soggetto del ruolo di controllore e di controllato (si veda, in tal senso, sentenza Tar Toscana, I sezione, 27 aprile 2004, n. 1248);
a parere dell'interrogante, anche sulla base di alcune ulteriori pronunce

giurisprudenziali, il conferimento di deleghe ai consiglieri comunali, in relazione ad interi settori dell'amministrazione comunale, potrebbe costituire violazione delle norme che limitano il numero massimo degli assessori, con conseguente pregiudizio anche delle risorse finanziarie dell'ente -:
di quali elementi disponga sulla questione segnalata in premessa e se non intenda promuovere iniziative normative volte a precisare i limiti entro cui possono essere conferite deleghe di funzioni da parte del sindaco.
(4-02392)

TESTO AGGIORNATO AL 21 MAGGIO 2009

...

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta in Commissione:

ASCIERTO, ZORZATO, MILANATO e MISTRELLO DESTRO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
nelle ultime settimane si è organizzato un «movimento spontaneo» di sindaci, su iniziativa del comune di Albignasego in provincia di Padova, che ora si sta allargando a macchia d'olio coinvolgendo tutte le province venete, con lo scopo di sostenere la Regione affinché ottenga dal Ministero della pubblica istruzione il corpo docente necessario a mantenere anche per il prossimo anno scolastico 2009- 2010 il tempo prolungato nella scuola primaria;
dai contatti assunti con la Regione del Veneto, sembra che già in sede di Conferenza Stato-Regioni del 7 marzo, si possa addivenire alla ridistribuzione dell'organico dei docenti in tutte le Regioni, da qui, l'urgenza di sostenere ad ogni livello quanto richiesto dai Comuni, che in questi giorni stanno approvando in tutti i Consigli comunali un ordine del giorno a sostegno del tempo prolungato nella scuola primaria;
è il caso di sottolineare come la questione investa esclusivamente questa Regione che si sempre dimostrata Regione virtuosa anche nella scuola, fra l'altro qualitativamente dalle rilevazioni Ocse Pisa 2006 risulta che la scuola veneta nella classifica europea è ai primi, posti, precedendo addirittura la Francia, la Germania e il Regno Unito;
il tempo prolungato nella scuola primaria (30 ore settimanali di lezione frontale + il tempo mensa), attivo nel Veneto da quasi 20 anni, si caratterizza per la presenza, a scuola degli alunni per un orario che varia dalle 35 alle 38 ore settimanali, generalmente distribuito su 5 giorni dal lunedì al venerdì, sul modello del tempo pieno (40 ore settimanali con servizio di mensa);
il modello del tempo lungo nasce dalla necessita di dare una risposta efficace alla forte richiesta di tempo pieno delle famiglie venete, spesso con entrambi i genitori lavoratori, vista l'impossibilità di istituire nuovi tempi pieni, congelati dalla legge n. 148 del 1990 al numero di quelli già esistenti nell'anno scolastico 1989-1990;
senza oneri aggiuntivi per lo Stato, il tempo lungo è stato attivato dalle scuole della nostra Regione (circa 1.220 classi) - in modo particolare nella provincia di Padova - grazie al «sacrificio» delle ore di compresenza dei docenti, previste dall'organizzazione a modulo delle classi a tempo normale (3 docenti su 2 classi). Dette ore di compresenza sono state utilizzate essenzialmente per l'assistenza agli alunni durante la mensa;
in conseguenza dell'emanazione della recente legge n. 169 del 2008, con l'azzeramento delle compresenze e l'assegnazione dell'organico sulla base delle sole ore di docenza frontale, tutte le classi organizzate con i modelli a 24-27-30 ore settimanali non hanno alcuna possibilità di effettuare un tempo scuola disteso con rientri pomeridiani e mensa. Resta ancora questa possibilità solo per le classi attualmente

a tempo pieno, che, però, in base alle norme vigenti non potranno aumentare di numero;
fra l'altro negli ultimi anni la popolazione scolastica del Veneto è cresciuta di 55.738 unità, a cui però non è seguita una corrispettiva crescita degli, organici del, personale della scuola (riconoscendo negli ultimi 6 anni un docente più ogni 78 nuovi alunni) - al contrario di altre regioni italiane nelle quali gli insegnanti sono aumentati a fronte di un notevole calo del numero degli alunni frequentanti - ;
va considerata la sempre più crescente richiesta delle famiglie venete di tempo lungo-pieno alla scuola primaria (documentata dalle priorità espresse dai genitori dei bambini che in questi giorni si iscrivono alla classe prima e dalle centinaia di richieste individuali scritte inoltrate dai genitori delle classi successive alla prima) tale per cui se nel prossimo anno scolastico non fosse riconosciuto oltre 25.000 famiglie del Veneto non saprebbero come far conciliare l'orario lavorativo con quello scolastico dei figli, aumentando in questo modo il disagio sociale, già compromesso dalla pesante crisi economica che stiamo vivendo;
i Comuni del Veneto per consentire il tempo lungo con il neutro pomeridiano hanno investito centinaia di milioni di euro per adeguare le scuole con nuove mense a norma per la refezione scolastica dei bambini, realizzando cucine per la preparazione dei pasti, ampliando le scuole con aule di laboratorio didattico finalizzate alle attività pomeridiane, tutti investimenti buttati al vento se non fosse confermato il modello del tempo lungo -:
se non si ritenga necessario adeguare l'organico dei docenti della scuola primaria che verrà assegnato alla Regione Veneto alla reale specificità organizzativa delle scuole, al fine di consentire la continuazione dei modelli a tempo prolungato ove esistenti, ovvero la trasformazione degli stessi nel modello a tempo pieno (40 ore settimanali, mattina e pomeriggio con servizio mensa), nel rispetto delle richieste e delle esigenze delle famiglie.
(5-01049)

DE PASQUALE. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca - Per sapere - premesso che:
dal mondo universitario arrivano molte preoccupazioni legate alla modifica apportata con l'approvazione del decreto-legge 10 novembre 2008, n. 180, alla legge n. 230 del 2005, conosciuta come la legge sul rientro dei cervelli e le chiamate dirette per chiara fama;
la preoccupazione è determinata dal fatto che si possono presentare situazioni, fatti salvi i rari casi di chiara fama, di persone che avendo svolto lavori intellettuali all'estero, che non hanno mai vinto un concorso né all'estero, né in Italia, ma che hanno usufruito della legge 230 del 2005 ed hanno svolto docenza per tre anni in Italia, come un qualsiasi contrattista, possano diventare professori strutturati d'un colpo;
anche il CUN (Consiglio Universitario Nazionale) in diverse sue note recenti ha segnalato, a proposito delle chiamate dirette, questa contraddizione, che è presente anche al suo interno, nella valutazione dei casi di persone che hanno usufruito della legge 230 del 2005 e che quindi sono state reclutate con chiamata diretta;
si possono verificare disparità di trattamento tra i docenti a contratto con curricula di valore (dottorato, ricerca e didattica) ma che non hanno usufruito della legge 230 in passato e gli altri che, invece, ne hanno usufruito, e la cui posizione viene «sanata» con la chiamata diretta dopo tre anni di lavoro in Italia in cui hanno svolto docenza e fatto ricerca, proprio come i loro colleghi docenti a contratto, senza una certificazione data da una valutazione comparativa -:
quali provvedimenti il Ministro interrogato intenda adottare al fine di esplicitare i criteri che determinano la chiamata

diretta e vincolare le assunzioni stesse ad un contingente limitato tanto nel numero delle stesse, quanto nell'investimento economico destinato a tali assunzioni.
(5-01050)

TOMMASO FOTI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
entro e non oltre il giorno 28 febbraio è necessario presentare presso gli istituti competenti le domande di iscrizione per l'anno scolastico 2009-2010;
nella quasi totalità delle scuole primarie (infanzia ed elementari) di Piacenza e provincia sono state indette riunioni con lo scopo dichiarato di voler spiegare esaustivamente alle famiglie le mutate condizioni del servizio scolastico rispetto alle norme di legge in vigore;
in realtà, nella maggior parte delle scuole, gli incontri si sono trasformati in un'ossessiva campagna propagandistica avente come unica finalità quella di persuadere le famiglie interessate a presentare domanda di iscrizione per i figli alla prima elementare a richiedere, in fase di iscrizione, il maggiore numero possibile di ore per il cosiddetto tempo-scuola: quanto meno le trenta ore, in modo da costringere il provveditorato e, di conseguenza, il ministero, a non decurtare, o quanto meno a farlo il meno possibile, l'organico dell'istituto;
in verità, il Ministero ha diramato - sia on line, sia in formato cartaceo - sufficiente materiale perché alle famiglie fosse chiara la situazione: è inoltre fuori di dubbio che quanto si trova scritto on line o sulle diverse pubblicazioni appare chiaro ed inequivocabile;
in alcune scuole, è il caso ad esempio di quella di Rivergaro, la direttrice dell'istituto e le insegnati presenti alla riunione hanno insistentemente omesso di offrire alla cittadinanza (parte della quale certamente ne usufruirebbe molto volentieri) l'opzione delle 24-27 ore. Analoghi comportamenti si sono registrati in un po' tutte le scuole della provincia di Piacenza. Addirittura è stato chiaramente spiegato che non è detto che sia possibile inserire tutte le attività accessorie in orario pomeridiano, ma che probabilmente alcune di esse si svolgeranno di mattina. Questo per incomprensibili esigenze pratiche interne agi istituti. Se succedesse ciò, vorrebbe dire che chi, anche andando contro il parere degli insegnanti, volesse ritenersi veramente libero di usufruire del servizio di 24 o 27 ore dovrebbe, in certi giorni almeno, continuamente portare, ritirare e riportare il figlio o i figli a scuola -:
se i fatti sopra esposti siano noti e quali ne siano le valutazioni al riguardo.
(5-01052)

DE PASQUALE e PES. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
in sede di discussione di una precedente interrogazione, la n. 5-00708, il sottosegretario Pizza in merito alla nostra richiesta di conoscere in che forma si intendano inserire i futuri docenti che al momento dell'apertura delle graduatorie ad esaurimento non abbiano ancora concluso il corso di specializzazione, ha dichiarato che il relativo provvedimento conterrà l'indicazione della data del 30 giugno 2009 quale ultimo termine ai fini dell'iscrizione a pieno titolo nelle graduatorie ad esaurimento per il biennio scolastico 2009/2010-2010/2011;
il termine fissato entro il 30 giugno 2009 escluderebbe molti giovani laureandi e/o che frequentano i corsi SISSI per i quali il percorso di studi può, essendo comunque perfettamente in regola, terminare nella sessione autunnale del 2009 -:
se il Ministro interrogato non convenga nel ritenere il suddetto termine penalizzante per molti giovani meritevoli e se a tal fine non ritenga necessario consentire l'iscrizione con riserva nelle graduatorie anche a coloro che stiano per concludere il ciclo di studi e permettere

che al termine dello stesso la riserva venga sciolta ed il docente venga collocato a pieno titolo nelle graduatorie ad esaurimento e si veda attribuito il punteggio corrispondente alla votazione riportata a conclusione del ciclo di studi stesso.
(5-01058)

FRASSINETTI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
con la legge 30 marzo 2004 n. 92, è stato istituito dal Parlamento italiano il «Giorno del Ricordo» in data 10 febbraio, al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale;
tale giornata è dedicata dallo Stato alla celebrazione ed alla memoria del martirio degli italiani infoibati, al loro assassinio di massa organizzato dalle bande partigiane comuniste del maresciallo Tito. Ad oggi questa drammatica vicenda è considerata il primo raccapricciante segno di «pulizia etnica» attuato in quelle terre e durato fino al 1948, provocando l'esilio forzato di 350 mila italiani tra i quali vecchi, donne e bambini delle terre di Istria, Fiume e di tutta la Dalmazia;
l'articolo 1, comma 2, della legge 30 marzo 2004 n. 92, prevede espressamente che tali commemorazioni debbano essere realizzate al fine di diffondere la conoscenza di quei tragici eventi presso gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado;
dall'entrata in vigore della summenzionata legge tale ricorrenza è stata celebrata da parte delle più alte cariche dello Stato e numerose iniziative sono state poste in essere da quasi tutti i partiti politici. Sono state altresì effettuate celebrazioni storiche, iniziative editoriali e trasmissioni televisive volte a rendere sempre più conosciute ai cittadini, e soprattutto ai giovani, quelle tragiche vicende che, fino al marzo 2004, erano sempre state, volutamente e colpevolmente, dimenticate;
ancora oggi in Italia, purtroppo, c'è chi tende a minimizzare la tragedia delle foibe e, paradossalmente, proprio la scuola è l'istituzione che tende a dimenticare maggiormente questa pagina tragica della nostra storia. Infatti i testi scolastici dovrebbero contemplare questa tragica vicenda e, invece, in molti casi, la stessa non viene nemmeno menzionata, disattendendo in questo modo una delle principali finalità indicate dalla legge n. 92 del 2004;
sarebbe opportuno promuovere l'inserimento, all'interno di tutti i testi di storia, della tragedia che ha interessato il confine orientale d'Italia, anche in considerazione delle disposizioni contenute nel decreto Gelmini inerenti l'impegno per gli editori di non apportare, per cinque anni, sostanziali modifiche ai testi scolastici -:
se il Ministro interrogato intenda sostenere opportune iniziative, quali assemblee, mostre e convegni, al fine di promuovere ed approfondire, anche attraverso la testimonianza degli esuli che hanno vissuto quel periodo, la conoscenza di questo importante evento storico.
(5-01060)

Interrogazioni a risposta scritta:

GARAGNANI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il decreto del Presidente della Repubblica n. 382 dell'11 luglio 1980, sulla riforma universitaria sui professori associati all'articolo 23, recita:
«Dopo un triennio dall'ammissione in ruolo, i professori associati sono sottoposti ad un giudizio di conferma, anche sulla base di una relazione delle Facoltà, sull'attività didattica e scientifica dell'interessato. Il giudizio è espresso da una commissione nominata dal Ministro della

pubblica istruzione, composta, per ogni raggruppamento di discipline, da tre professori di ruolo, di cui due ordinari o straordinari e uno associato confermato, in mancanza da tre ordinari o straordinari. I commissari sono designati mediante sorteggio dal Consiglio universitario nazionale, tra i professori del raggruppamento di discipline o, in mancanza, di raggruppamenti affini. Della commissione non possono far parte professori che abbiano già fatto parte di commissioni di concorso nei raggruppamenti in cui erano candidati professori associati sottoposti a giudizio di conferma.
In caso di giudizio sfavorevole i professori associati, su parere conforme del Consiglio universitario nazionale, possono essere mantenuti in servizio per un altro biennio, al termine del quale saranno sottoposti al giudizio di una nuova commissione. Ove non sia concessa la proroga ovvero qualora anche il giudizio della nuova commissione sia sfavorevole i professori associati sono dispensati dal servizio a datare dal mese successivo a quello in cui il giudizio sfavorevole nei loro riguardi è divenuto definitivo»;
la procedura di conferma in ruolo dei professori associati non è stata ulteriormente normata;
il numero di giudizi negativi espressi dalle facoltà sulla attività didattica e scientifica degli interessati è residuale;
la nomina dei membri della commissione giudicatrice viene effettuata dal Ministero della pubblica istruzione, mentre il procedimento viene seguito direttamente ed esclusivamente da competenti uffici amministrativi locali dell'università del docente sottoposto a giudizio;
la nomina della commissione viene solitamente effettuata al momento dell'assunzione in ruolo del professore associato che dovrà poi essere sottoposto al giudizio;
la Commissione è quindi tenuta a formulare il suo giudizio di necessità dopo un periodo superiore ai tre anni dalla nomina in ruolo del docente;
il procedimento non tiene neppure conto della possibilità che qualcuno dei membri possa nel frattempo essere cessato dal servizio, richiedendogli comunque di fare parte della commissione anche successivamente a tale cessazione, con evidenti problemi logistici;
non vi è un limite temporale alla chiusura del procedimento;
il procedimento non è stato in alcun modo regolamentato e viene solitamente svolto in base a non ben note procedure consuetudinarie;
il mancato giudizio di «conferma in ruolo» può provocare un oggettivo danno ai docenti che non lo ricevono o lo ricevono in ritardo;
non sono presenti sistemi di controllo per il corretto svolgimento della procedura né ne viene identificato il responsabile -:
se il sistema della conferma in ruolo per i professori di seconda fascia sia uno strumento che ancora oggi, dopo 29 anni, garantisce concretamente il corretto funzionamento del sistema universitario e ne consolida l'efficienza;
quali siano i criteri oggettivi che possono portare alla conferma in ruolo o alla non conferma in ruolo dei professori associati;
se sia effettivamente necessario che il giudizio di conferma in ruolo sia espresso prima dalla facoltà di appartenenza e successivamente anche da una commissione esterna;
se non sia necessario assumere iniziative normative volte a regolare il sistema della conferma in ruolo dei professori associati perché questo stesso strumento non causi danno ai professori che ne sono in attesa;
se non sia opportuno, da parte del Ministero, acquisire dati sulla conferma o sulla non conferma in ruolo dei professori associati per verificare l'efficacia del provvedimento stesso;

se il Ministro non ritenga di poter comunque assumere iniziative normative per tale procedimento a favore di altri e più efficienti sistemi di valutazione del personale docente neo-assunto delle Università italiane.
(4-02385)

TOMMASO FOTI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
alla scuola elementare di Vigolzone, in provincia di Piacenza, un'insegnante di italiano dal 15 settembre al 9 novembre è stata assente dalle lezioni per l'inserimento del proprio figlio all'asilo nido. Dopo pochi giorni dalla ripresa delle lezioni si è nuovamente assentata per malattia. Un'insegnate di matematica risulta assente dalle lezioni per malattia da oltre un mese;
il continuo alternarsi di supplenti non giova certo né alla continuità didattica, né all'apprendimento da parte dei giovani scolari -:
se e quali verifiche intenda disporre al riguardo.
(4-02389)

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LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, per sapere - premesso che:
la Keryos Spa con sede legale a Gessate (Milano), esercente l'attività di commercializzazione di prodotti farmaceutici, ha comunicato in data 1o gennaio 2009, a tutta la rete aziendale, l'avvio della procedura di licenziamento collettivo e di riduzione di personale ex articolo 24 e articolo 4, commi 2 e 3 della legge n. 223 del 1991 per i suoi 166 dipendenti, a decorrere dal 1o dicembre 2008;
nella stessa data l'amministratore delegato dell'azienda ha comunicato che con decorrenza 2 gennaio 2009 è stata sospesa l'attività lavorativa dei lavoratori coinvolti nella suddetta procedura, facendo salvo il diritto, garantito dalla legge, alla conservazione della posizione lavorativa fino al termine della stessa e previo utilizzo, fino ad esaurimento, delle ferie maturate e maturande;
la delegazione aziendale, nel corso di un incontro con organizzazioni sindacali e la RSU, ha proposto un'intesa che prevedesse il ricorso ad un anno di CIGS (Cassa integrazione guadagni straordinaria), ed il versamento all'INPS di tre mensilità di contribuzione;
l'impresa in passato, e più precisamente tra il 2007 ed il 2008, ha già beneficiato degli ammortizzatori sociali (CIGS) per circa 40 lavoratori;
qualche anno prima, nel triennio 2004-2006, durante la stagione calda, ha organizzato numerosi ed eleganti meeting presso il centro turistico «Le Meridien» di Chia Laguna (Cagliari) ai quali hanno partecipato centinaia di medici italiani operanti prevalentemente in regime di convenzione con il SSN;
la stessa ha sempre vantato di possedere il Centro Ricerche «Polaris» ubicato a Pula (Cagliari), meta dei medici ospiti dei vari meeting;
risulta all'interrogante, secondo notizie fornite dalle organizzazioni sindacali, che l'azienda oltre ad annoverare partnership con aziende inglesi come «Astra Zeneca» e «Prostrakan», è proprietaria di uno stabilimento di produzione di farmaci ad Opera (Milano), mai entrato in funzione;
inoltre l'azienda ha già provveduto a vendere tutti i farmaci che aveva nel proprio listino realizzando una cospicua somma;

ai fini della tutela dei livelli occupazionali e retributivi dei lavoratori sarebbe particolarmente utile conoscere la reale esposizione finanziaria dell'impresa in questione e se il grave pregiudizio ai dipendenti possa essere stato causato da errori di gestione del management della Keryos in tal senso sarebbero anche meritevoli di verifica i rapporti dell'impresa con il centro ricerche «Polaris» di Pula -:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, in caso affermativo, se essi rispondano al vero e quali provvedimenti intenda assumere al fine di tutelare i dipendenti dell'azienda, anche convocando la stessa azienda presso un apposito tavolo di trattative.
(2-00318) «Belcastro, Brugger».

Interrogazione a risposta in Commissione:

TOMMASO FOTI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
con il decreto legislativo n. 194 del 2008 si gravano le imprese agroalimentari, e fra esse quelle agricole che effettuano la manipolazione e/o la trasformazione del prodotto, dei costi relativi ai controlli igienico-sanitari;
infatti, le dette aziende sono chiamate a sostenere i costi della struttura pubblica per essere controllate e, nel caso, sanzionate;
il decreto legislativo che qui interessa recepisce il Regolamento CE n. 882 del 2004, anche se in verità quest'ultimo non prevede che siano i produttori a sostenere i costi dei controlli;
infine, nelle procedure applicative della normativa in questione non si tiene alcun conto degli autocontrolli effettuati dalle aziende e delle certificazioni da esse ottenute, spesso affrontando costi rilevanti anche dal punto di vista organizzativo;
alla luce di quanto sopra le norme introdotte rappresentano un nuovo balzello per le aziende interessate, senza nulla aggiungere alla sicurezza alimentare -:
se non ritenga indispensabile assumere iniziative volte ad una modifica delle norme che qui interessano, previa consultazione delle associazioni imprenditoriali interessate.
(5-01051)

Interrogazioni a risposta scritta:

BRIGUGLIO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'ossigenoterapia iperbarica, protocollo terapeutico non riconosciuto in Italia, comporta l'utilizzo terapeutico di ossigeno, puro al 100 per cento, a pressione superiore a quella atmosferica. La terapia avviene in particolari costruzioni apposite per tale somministrazione chiamate stanze iperbariche; l'associazione a tale terapia di opportuni esercizi fisici può essere utile per trattare diverse patologie;
i risultati di questa terapia, che si svolge con particolare successo presso l'Ocean Therapy Center in Florida, andrebbero attentamente valutati, anche al fine di assicurare ai cittadini italiani che si trovassero nella necessità di sottoporvisi, la possibilità di trovare centri specializzati anche sul territorio nazionale;
come esempio dell'efficacia di tale approccio terapeutico può essere citato il caso di Desireè Maria Pia Miuccio, nata nel 2003;
la piccola Desireè soffrendo di cerebropatia epilettogena (sindrome di West) associata a tetraparesi spastica severa, dopo vari e vani tentativi, da parte dei genitori, di migliorare le sue condizioni di salute attraverso diversi approcci farmacologici e terapeutici ha riscontrato parecchi miglioramenti grazie al protocollo Therasuit, che associa appunto esercizi fisici e trattamenti con ossigeno iperbarico e che risulta praticato in Florida, presso il sopra citato centro;

in Italia tale approccio non risulta praticato ma, qualora se ne verificasse l'efficacia e l'utilità, sarebbe opportuno promuoverne la diffusione e, ove possibile, inserirli tra i livelli essenziali di assistenza;
nelle more sarebbe opportuno garantire, nel rispetto delle vigenti normative, omogeneità di trattamento ai soggetti che siano costretti ad avvalersi di tale terapia all'estero (cosa che, per inciso, non è stata garantita alla piccola Desireè dato che l'Asl 5 di Messina le ha negato l'autorizzazione al trattamento in forma diretta presso un centro di alta specializzazione all'estero) -:
se non intenda valutare l'opportunità di verificare la validità e l'utilità della terapia indicata in premessa e, se ne sussistano i presupposti, non reputi opportuno aggiornare i livelli essenziali di assistenza, onde garantire che tale trattamento, qualora se ne accerti l'efficacia, possa essere assicurato ai cittadini che ne avessero bisogno.
(4-02379)

MISIANI, CONSIGLIO, STUCCHI, CIMADORO, SANGA, PIFFARI, VANALLI, PIROVANO e LUSSANA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
venerdì 20 febbraio 2009 la direzione aziendale della Comital S.p.a. ha avviato la procedura di chiusura dello stabilimento di Nembro (provincia di Bergamo);
l'eventuale chiusura della Comital rappresenterebbe l'ennesimo, duro colpo per il sistema economico e sociale della Valle Seriana, una realtà caratterizzata da una forte presenza di aziende manifatturiere oggi messa in discussione dalla grave crisi in atto;
lo stabilimento attualmente produce fogli sottili e semisottili e nastro verniciato di alluminio. Dal punto di vista azionario l'azienda negli anni settanta venne assorbita dalla Sava (Società alluminio veneto), per entrare successivamente nell'orbita delle partecipazioni statali con Efim. Nel 1996 lo stabilimento entrò nel gruppo Saig, assumendo la denominazione di Comital Saig. Nel 2006 la Saig è stata acquistata dalla finanziaria Management & Capitali, con l'obiettivo di ristrutturare e rilanciare la società;
attualmente i dipendenti occupati nell'unità produttiva di Nembro sono 90, ai quali si aggiungono una decina di addetti appartenenti ad una cooperativa di servizi. La chiusura dello stabilimento porterebbe alla messa in mobilità e al successivo licenziamento di tutti i lavoratori -:
quali interventi intendano mettere in atto al fine di evitare la chiusura dello stabilimento Comital di Nembro e di tutelare i diritti dei lavoratori interessati.
(4-02381)

DI PIETRO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
i centri di riabilitazione ex Onlus «Anni Verdi», oggi Ri.Rei, svolgono attività assistenziali verso soggetti disabili gravi e gravissimi, nel territorio del Comune di Roma, ma anche in altre zone della Regione Lazio;
nel luglio 2006, a seguito della comunicazione della suddetta associazione all'assessorato alla sanità della regione Lazio e al prefetto dottor A. Serra, di non poter più garantire lo scopo sociale e quindi le relative attività assistenziali, il prefetto aveva emesso un'ordinanza di requisizione degli immobili in uso dell'associazione;
a seguito di detta ordinanza l'allora assessore alla sanità della regione Lazio, Augusto Battaglia, aveva affidato la gestione dei centri alle Asl competenti per territorio, fino alla fine del mese di agosto del medesimo anno 2006;
il 1o settembre 2006, con provvedimento di urgenza dello stesso assessore regionale alla sanità, è stato introdotto

nella gestione dei centri, il Consorzio Ri.Rei (formato da tre imprese sociali), con l'obiettivo di garantire l'attività assistenziale, di garantire il personale impiegato e di rilanciare le attività stesse della Onlus;
il suddetto Consorzio ha quindi assunto circa 500 lavoratori e ha presentato un piano industriale di reimpostazione dei servizi in termini di efficienza, e a seguito di ciò la Regione si era impegnata a rimborsare i costi sostenuti, in attesa che vi fossero le condizioni per concedere l'accreditamento alle strutture medesime;
nei successivi due anni e mezzo, gli utenti hanno dovuto subire notevoli difficoltà nella gestione dei vari centri, soprattutto per la difficoltà da parte delle Asl di effettuare pagamenti al Consorzio gestore;
il 17 settembre 2008, la giunta regionale aveva fissato al 15 dicembre 2008 il termine entro il quale si sarebbero dovuti adottare quei provvedimenti necessari ad assicurare la soluzione dei problemi e la regolarità delle prestazioni. La suddetta data è stata superata e nessun provvedimento è stato adottato;
la situazione attuale è che le Asl non hanno ancora provveduto al pagamento delle fatture del Consorzio Ri.Rei, e il medesimo Consorzio non ha provveduto, al pagamento della tredicesima mensilità e lo stipendio degli ultimi due mesi ai lavoratori;
la Regione Lazio ha sottoscritto un Piano di rientro dal deficit sanitario, in applicazione del quale si è arrivati alla nomina del Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo, nella veste di commissario ad acta, e successivamente, il 17 ottobre 2008 alla nomina di un subcommissario, il dottor Mario Morlacco, da affiancare al commissario ad acta nel predisporre i provvedimenti per l'attuazione del piano di rientro dal deficit sanitario regionale;
il 1o ottobre 2008, la Regione Lazio ha concordato con lo Stato un piano di rientro che prevede l'accesso a un fondo transitorio di 1.400 milioni di euro, nel periodo 2006-2009, ad un piano selettivo di disavanzi di circa 2.100 milioni di euro e ad un'anticipazione da parte dello Stato di circa 5 miliardi di euro -:
se non intenda attivarsi - nell'ambito delle sue prerogative, e alla luce del ruolo attivo svolto dal Governo centrale nell'attuazione del piano sanitario della regione Lazio - per favorire la predisposizione di quei provvedimenti non più procrastinabili finalizzati ad assicurare finalmente la fine dello stato di criticità e la regolarità delle attività assistenziali dei centri di riabilitazione Ri.Rei a favore di soggetti disabili gravi e gravissimi;
se intenda adoperarsi affinché, nell'ambito delle politiche di attuazione del piano sanitario regionale, sia ricompresa la definizione di procedure condivise finalizzate a dare finalmente soluzione e stabilizzazione all'importante servizio di assistenza offerto dal Consorzio Ri.Rei.
(4-02393)

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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XIII Commissione:

CATANOSO e BECCALOSSI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
il diniego della Direzione generale della pesca e dell'acquacoltura all'iscrizione sulla licenza di pesca della rete da posta derivante fino a 2,5 chilometri ha causato numerosi ricorsi al Capo dello Stato;
la seconda sezione del Consiglio di Stato, chiamata ad esprimere un parere in merito ai ricorsi di cui sopra, ha stabilito che la domanda cautelare di sospensione del provvedimento di diniego debba essere accolta;

il Ministro interrogato ha emesso un decreto con il quale accoglieva la domanda cautelare di uno dei pescatori ricorrenti;
a tutt'oggi la Direzione generale della pesca marittima e dell'acquacoltura non ha dato corso alla determina del Ministro interrogato, ai pareri del Consiglio di Stato ed al decreto di sospensiva dello stesso Consiglio;
è in procinto di iniziare la campagna di pesca e, a giudizio degli interroganti, si potrebbero rinnovare i disagi economici e sociali degli anni scorsi -:
quali provvedimenti intenda adottare il Ministro interrogato per dare seguito alle problematiche esposte in premessa.
(5-01055)

RUVOLO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
la Commissione europea la settimana scorsa ha di nuovo rilanciato l'idea di dirottare i 5 miliardi di risparmi del bilancio agricolo verso altre politiche dell'Unione;
essa, infatti, ha proposto di trasferire i fondi a favore di una serie di iniziative che vanno dai progetti energetici allo stoccaggio del carbonio fino agli incentivi per lo sviluppo della banda larga;
al settore agricolo, tornerebbero, secondo quanto previsto dalla Commissione europea, solamente 500 milioni per il finanziamento delle cosiddette «nuove sfide» assegnate alla politica di sviluppo rurale dall'ultima riforma della Politica agricola comune (PAC);
la Commissione europea non ha inoltre dato seguito all'indicazione contenuta in una comunicazione fatta in piena emergenza «caro gasolio» per aumentare la dotazione del Fondo europeo per la pesca (FEP) -:
quali siano le intenzioni del Governo riguardo alla destinazione dei predetti 5 miliardi di risparmi del bilancio agricolo che l'Unione europea vuole destinare ad altre politiche, sacrificando ancora una volta un settore, quello agricolo, in crisi ormai da troppo tempo.
(5-01056)

BRANDOLINI, SANI, MARCO CARRA, OLIVERIO, ZUCCHI, SERVODIO e ENZO CARRA. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
le società gerenti gli ippodromi metropolitani di Roma, Milano e Napoli hanno comunicato che a partire dal prossimo primo marzo sono nell'impossibilità di garantire la prosecuzione dell'attività di organizzazione delle corse;
tale decisione sarebbe stata assunta dopo che le stesse società avrebbero reiteratamente e infruttuosamente sollecitato l'Unire al rispetto degli accordi convenzionali, disattesi specificamente a danno degli ippodromi metropolitani, ai quali l'ente non avrebbe ancora erogato i corrispettivi compensativi contrattualmente riconosciuti;
la situazione di dette società non si differenzia significativamente da quella delle società gerenti i restanti ippodromi le quali hanno ripetutamente rappresentato la pesante crisi economico-finanziaria determinata dalle inadempienze dell'Unire nel pagamento dei corrispettivi dovuti;
per far fronte alla crisi del settore ippico, con la legge di conversione del decreto-legge 25 settembre 2008, n. 149, è stata prevista l'erogazione all'Unire di un contributo straordinario di 25 milioni di euro per l'anno 2008;
al fine di dare stabilità finanziaria all'intero settore, la medesima legge di conversione e le successive modificazioni hanno previsto dal 2009 un incremento delle risorse;
per superare lo stato di crisi che rischia di pregiudicare definitivamente le

prospettive del settore ippico nazionale è necessario un piano industriale che, a partire dalla riforma dell'Unire, avvii un processo di risanamento e di radicale riorganizzazione dell'intera filiera con l'obiettivo principale di sostenere e valorizzare la qualità del cavallo allevato in Italia -:
se sia stato erogato all'Unire il contributo straordinario per il 2008; quali iniziative abbia posto od intenda porre in essere per scongiurare la sospensione delle corse - che aggraverebbe ulteriormente la crisi dell'ippica - assicurando alle società che gestiscono gli ippodromi le risorse finanziarie necessarie per il proseguimento dell'attività, in attesa del piano di rilancio del settore e quali proposte siano scaturite dagli stati generali del settore convocati dal Ministero nonché quali tempi siano calenderizzati per la predisposizione del piano industriale e la conseguente riforma dell'Unire.
(5-01057)

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POLITICHE EUROPEE

Interrogazione a risposta scritta:

TOUADI. - Al Ministro per le politiche europee. - Per sapere - premesso che:
in data 5 febbraio 2009 nel corso dell'indagine conoscitiva sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea per l'attuazione della legge n. 11 del 2005, si è tenuta l'audizione di rappresentanti della Conferenza dei presidenti delle regioni e delle province autonome i quali hanno significato la totale assenza di attuazione delle disposizioni normative di cui all'articolo 5 della legge comunitaria;
non risulta infatti che la trasmissione, da parte del Presidente del Consiglio e del Ministro per le politiche comunitarie, dei progetti e degli atti comunitari che investano la competenza delle Regioni e delle Province autonome, sia contestuale alla loro ricezione (comma 1, articolo 5); né è stata assicurata alle regioni e alle province autonome una «informazione qualificata e tempestiva» né tantomeno un «costante aggiornamento» sui progetti e sugli atti trasmessi (comma 2);
questo non consente alle Regioni e alle Province autonome di inviare al Presidente del Consiglio e al Ministro per le politiche comunitarie le loro osservazioni per il tramite della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome o della Conferenza dei Presidenti dell'Assemblea dei Consigli regionali e delle Province autonome;
non risulta poi realizzata la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano a cui il comma 4, dell'articolo 5 attribuisce il compito di raggiungere un'intesa nel caso in cui un atto normativo comunitario riguardi una materia attribuita alla competenza legislativa delle Regioni;
non risulta infine attuato il comma 7, dell'articolo 5 in esame il quale stabilisce che, al fine della formazione della posizione italiana da sostenere sempre nelle materie di competenza di Regioni e Province autonome, la Presidenza del Consiglio dei ministri convochi ai singoli tavoli di coordinamento nazionali i rappresentanti delle regioni e delle Province autonome individuati in base a criteri da stabilire in sede di Conferenza dei presidenti delle Regioni e delle Province autonome -:
se non ritenga necessario ed urgente provvedere all'attuazione delle disposizioni sopra citate e alla predisposizione dei moduli organizzativi e cooperativi idonei alla partecipazione di Regioni e Province autonome alla predisposizione degli atti comunitari così come previsto dall'articolo 5 della legge n. 11 del 2005.
(4-02382)

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E INNOVAZIONE

Interrogazione a risposta immediata:

CICCHITTO, BOCCHINO, CALDERISI e CAZZOLA. - Al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
nell'articolo pubblicato sul numero di Panorama del 5 febbraio 2009, riguardante il «caso Genchi», dal titolo «Nella rete di Interceptor», segnalato anche sulla copertina del settimanale con il titolo «L'uomo che spia lo Stato», viene affermato che Gioacchino Genchi - libero professionista con contratti di consulenza con diverse procure della Repubblica - è «vicequestore in aspettativa sindacale alla questura di Palermo» -:
se sia vero e, in caso affermativo, da quanto tempo, che Gioacchino Genchi, dipendente dell'amministrazione dell'interno, usufruisce del distacco sindacale, eventualmente retribuito dalla pubblica amministrazione, se ritenga il ruolo di dipendente pubblico compatibile con l'esercizio di una delicata attività da libero professionista resa in favore dell'autorità giudiziaria e quali iniziative il Governo intenda assumere per evitare che la fruizione dei distacchi sindacali sia utilizzata in modo strumentale e distorto, per finalità che nulla hanno a che vedere con l'attività sindacale.
(3-00402)

TESTO AGGIORNATO AL 19 OTTOBRE 2009

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SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazioni a risposta immediata:

DI GIUSEPPE, DI PIETRO e DONADI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il consiglio di amministrazione della It holding Ittierre di Pettoranello del Molise, il 9 febbraio 2009, ha chiesto, ai sensi della «legge Marzano», il ricorso all'amministrazione controllata;
l'indebitamento netto al 30 settembre 2008 ha superato i 295 milioni, di cui 187 milioni a fronte di un patrimonio di 136,5 milioni di euro; a questi vanno aggiunti i debiti contratti con Efibanca, in un quadro complessivo aggravato dal rapporto con i licenziatari, che, da quanto si apprende, hanno messo in mora la It holding per il mancato pagamento delle royalties;
queste cifre preannunciano forti rischi per una crisi che rischia di trascinare con sé anche marchi storici dell'abbigliamento italiano, come Ferrè (la maggioranza delle quote fanno capo proprio a It holding), che potrebbe finire ugualmente in amministrazione controllata, non potendo restituire anticipatamente un prestito obbligazionario di 185 milioni di euro;
il 17 febbraio del 2009 si è riunito a Bologna il coordinamento sindacale delle aziende che fanno capo al gruppo It holding e alla Ittierre, quali: It holding Ittierre - stabilimento di Isernia; Malo di Firenze; I.t.c. di Bologna; Malo di Piacenza; Ferrè di Milano; per chiedere un incontro con i commissari nominati dal Governo, allo scopo di ottenere informazioni precise sulla situazione di crisi e sulle iniziative che si intendono attivare, soprattutto nella materia dello sblocco del credito per garantire la continuità funzionale dell'impresa;
attorno all'azienda molisana operano oltre 1500 dipendenti, diretti e dell'indotto, impegnati in decine di laboratori sparsi sull'intero territorio regionale;
da tale situazione non poteva non derivare un diffuso allarme sociale, che ha trovato come portavoce, oltre alle maestranze direttamente coinvolte, le forze politiche e quelle sindacali, circa le prevedibili ricadute negative sull'occupazione e sul reddito di centinaia di famiglie molisane, nonché sull'intero sviluppo della regione Molise;
secondo alcune notizie riportate dalla stampa il ricorso alla «legge Marzano» si sarebbe potuto evitare: sarebbero state,

infatti, fatte sfumare dall'amministrazione dell'Ittierre offerte di trattative con aziende straniere -:
se il Ministro interrogato non ritenga di dover intervenire con urgenza con gli opportuni provvedimenti, al fine di preservare l'attività aziendale dell'Ittierre e risolvere l'attuale momento di crisi, anche nell'ottica di consentire l'ulteriore sviluppo del made in Italy e di salvare i numerosi posti di lavoro, sia diretti che indiretti, dell'azienda di Pettoranello del Molise, che è presente nei mercati mondiali.
(3-00404)

VOLONTÈ, VIETTI, ANNA TERESA FORMISANO, PEZZOTTA, COMPAGNON, CICCANTI e NARO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la paralisi della governance della Expo 2015 sta creando un diffuso malcontento dei rappresentanti del tessuto economico del Nord Italia;
la stessa Confindustria ha manifestato la sua disapprovazione per una situazione che sta penalizzando il mondo produttivo del Nord, che teme il ripetersi di un vicenda quale quella di Malpensa;
nel corso del «tavolo Lombardia», che doveva essere risolutore, non sono emerse grandi novità rispetto alle opere che dovranno essere realizzate entro il 2014; i fondi da destinare alla manifestazione e il riassetto del consiglio di amministrazione della società che gestirà l'Expo 2015 risultano essere il vero nodo dello scontro tra il Governo e le istituzioni locali lombarde, anche se pubblicamente non se ne è parlato;
infatti, nel corso della terza riunione del «tavolo Lombardia» sono state risolte alcune competenze della società di gestione della manifestazione, mentre la «questione nomine», invece, resta un problema insoluto;
il presidente della regione Lombardia ha rassicurato che «su tutte le 65 opere si stanno rispettando alla lettera il cronoprogramma, sia per le essenziali che per le 17 cosiddette connesse e le 35 necessarie, e contiamo di concluderle tutte entro settembre» e anche i finanziamenti sembrerebbero essere stati confermati e messi a disposizione per l'esecuzione delle opere necessarie, confermando anche quelli, non ancora disponibili al momento, per le opere connesse in un primo momento non previste e che corrispondono a 1 miliardo e 890 milioni di euro;
nell'organizzazione dell'Expo è necessario soprattutto assicurare la presenza dell'imprenditoria operosa della Lombardia, per evitare che la stessa manifestazione rischi di risultare un fallimento -:
se non intenda assumere iniziative per evitare che i ritardi nella definizione della governance dell'Expo 2015 possano compromettere l'organizzazione di un appuntamento nazionale fondamentale, anche per la ripresa economica non solo del Nord ma di tutto il Paese.
(3-00405)

Interrogazioni a risposta in Commissione:

LORENZIN. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
Angelo Formiggini è stato uno degli esponenti di maggiore interesse dell'editoria italiana del Novecento, di origini ebree e fondatore dell'omonima casa editrice;
iniziò la sua attività di editore a partire dal 31 maggio 1908 con la produzione di edizioni filosofiche e soprattutto per le numerose iniziative editoriali, tra cui le due collane i «Profili» biografici ed i «Classici del ridere», oltre a editare la «Rivista di Filosofia», che fu l'organo ufficiale della Società Filosofica Italiana dal 1909 al 1918;
fu, inoltre, un organizzatore e diffusore di cultura, responsabile di servizi d'informazione bibliografica, promosse la lettura attraverso le attività della Biblioteca circolante e nel 1918 ebbe un'iniziativa

particolarmente moderna ed originale per il tempo, quella di segnalare le novità librarie e di tracciare profili degli scrittori;
nello stesso anno fondò l'«ICS» ossia «L'Italia che scrive», periodico mensile di informazione libraria, con lo scopo di occuparsi delle principali questioni inerenti alla vita del libro italiano, in quanto «essenziali alla vita spirituale della nazione»;
nel 1921 Formiggini creò l'IPCI, l'Istituto per la propaganda della Cultura Italiana, che diventò con regio decreto del 21 novembre 1921 Ente Morale su proposta di Giovanni Gentile, Ministro della pubblica funzione del Governo Mussolini che ne cambiò successivamente nome in Fondazione Leonardo per la Cultura Italiana;
la Fondazione successivamente appoggiò l'ulteriore progetto di Formiggini di creare una Grande Enciclopedia Italica in diciotto volumi che avrebbe rappresentato, per l'Italia di allora, una realizzazione culturale di primo livello e massima innovazione;
il Ministro Giovanni Gentile non consentì la prosecuzione di tale progetto in quanto non in linea con il programma culturale del Governo ma soprattutto a causa delle origini ebraiche dell'editore e nel 1925 prima costrinse Formiggini e il consiglio direttivo alle dimissioni e infine la Fondazione stessa fu assorbita dall'Istituto Nazionale Fascista di Cultura, presieduto dallo stesso Gentile;
nello stesso anno il ministro Giovanni Gentile autorizzò invece la pubblicazione della Enciclopedia italiana delle scienze, lettere e arti realizzato, com'è noto, da Giovanni Treccani;
a causa di questi provvedimenti l'editore si tolse la vita il 29 novembre 1938 gettandosi dalla Torre del Duomo di Modena -:
se il ministro non ritenga opportuno intraprendere un'iniziativa per il riconoscimento dell'opera di questa importante figura letteraria della storia dell'editoria italiana, con l'emanazione di un francobollo commemorativo per favorire la sua conoscenza e rivalutare il suo impegno letterario ingiustamente messo in ombra dalle leggi razziali dell'epoca fascista.
(5-01048)

GAROFALO e TORRISI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
nel territorio di Scordia, comune in provincia di Catania che conta circa diciottomila abitanti e nel quale gravitano più di trecento attività produttive di tipo imprenditoriale, artigianale e commerciale, è presente un unico ufficio postale;
nel suddetto ufficio, aperto al pubblico soltanto dalle ore 8,00 alle ore 13,30 dal lunedì al sabato, si registrano costantemente disservizi, che si aggravano in occasione di particolari scadenze quale, ad esempio, la riscossione delle pensioni;
in alcuni casi, a seguito del verificarsi di incresciose vicende, quali risse fra cittadini che si accalcavano davanti l'ingresso della struttura dell'ufficio postale in questione al fine di accaparrarsi il turno allo sportello, è stato necessario l'intervento di Carabinieri e Vigili urbani;
alcuni cittadini sono costretti a recarsi negli uffici postali dei comuni limitrofi, percorrendo distanze di oltre 20 chilometri;
alla legittima richiesta avanzata da cittadini di Scordia riguardante la possibilità di apertura pomeridiana dell'ufficio o di apertura di una succursale dello stesso proprio al fine di attivare un servizio efficiente, è stata fornita dai responsabili operazioni e servizio clienti della Filiale di Catania 2 di Poste italiane una risposta di diniego generica ed evasiva;

la funzione di vigilanza sul rispetto degli obblighi connessi allo svolgimento del servizio postale universale, già spettante all'Autorità di regolamentazione dell'ex Ministero delle comunicazioni, rientra tra le competenze del Ministro dello sviluppo economico -:
se intenda acquisire dettagliate informazioni presso la società Poste Italiane SpA circa il disservizio che si registra nell'ufficio postale di Scordia e, di conseguenza, sollecitare provvedimenti al fine di garantire l'erogazione di un efficiente servizio postale ai cittadini del suddetto comune.
(5-01059)

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Apposizione di una firma ad una interrogazione.

L'interrogazione a risposta scritta Lenzi n. 4-02332, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 17 febbraio 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Rosato.

Ritiro di un documento di indirizzo.

Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore:
mozione Oliverio n. 1-00111 del 5 febbraio 2009.