XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di giovedì 26 febbraio 2009

TESTO AGGIORNATO AL 16 MARZO 2009

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:

La Camera,
premesso che:
è necessario garantire un buono stato di salute a tutti i cittadini del mondo e la conseguente necessità di accesso ai farmaci e agli standard più elevati d'informazione e di servizi sanitari, al fine di migliorare i livelli di salute pubblica, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo ove il tasso di mortalità, anche infantile, è elevatissimo e moralmente insostenibile;
sono da tenere presenti i vantaggi che può portare la partecipazione su scala mondiale, e l'immediato accesso a tutte le informazioni necessarie, per la prevenzione, il controllo e il contrasto delle epidemie, e il coinvolgimento diretto e senza ostacoli ai forum e ai programmi internazionali di cooperazione sanitaria, in particolare se si considerano i rischi di diffusione transfrontaliera di diverse patologie infettive, quali il virus di immunodeficienza umana (Hiv), la tubercolosi, la malaria, la Sars ed altre malattie, anche per contaminazione animale;
sono considerevoli i progressi già realizzati da Taiwan in campo sanitario, tra cui figurano un'aspettativa di vita tra le più elevate in Asia, tassi di mortalità materna e infantile paragonabili a quelli dei Paesi occidentali, l'eliminazione di malattie infettive quali il colera, il vaiolo e la peste, e il fatto che Taiwan è stato il primo Paese della regione Asia-Pacifico ad avere debellato la poliomielite e ad aver somministrato ai bambini il vaccino contro l'epatite B;
è da tenere in considerazione l'assistenza concreta che da molti anni Taiwan offre a numerose nazioni in via di sviluppo - in Africa, America Latina e Asia-Pacifico - con efficaci programmi di cooperazione nei campi sanitario, sociale, educativo ed economico-produttivo;
pronto e generoso è, da sempre, l'aiuto umanitario, sanitario, finanziario e alimentare fornito da Taiwan a molti Paesi in occasione di sismi e di altre catastrofi naturali; tra queste va sottolineato anche quanto immediatamente fatto da Taiwan nelle circostanze di gravi terremoti in Cina;
va ricordato che Taiwan ha, unico Paese al mondo, costituito la «Fondazione Carlo Urbani», dotandola di 8,8 milioni di dollari per lo studio e la ricerca di profilassi contro le malattie infettive, una delle quali, la Sars, è stata responsabile della prematura morte dell'eroico ricercatore italiano;
nell'ultimo decennio Taiwan ha reiteratamente manifestato la disponibilità a fornire assistenza finanziaria e tecnica al lavoro e ai programmi dell'Organizzazione mondiale della sanità (W.H.O.) e molti progetti sostenuti da Taiwan sono operativi nelle aree più povere del pianeta afflitte da malattie infettive;
Taiwan è, altresì, già componente di alcune Organizzazioni internazionali quali il W.T.O., l'A.P.E.C., l'A.D.B., la B.E.R.S., il Comitato Olimpico ed altre, ed una sua partecipazione all'Organizzazione mondiale della sanità avrebbe inoltre riflessi positivi nei rapporti tra Pechino e Taipei che, dal giugno 2008, hanno iniziato una nuova era di dialogo e di collaborazione già concretizzata in storici accordi che hanno dato l'avvio a collegamenti diretti aerei, navali, bancari e postali tra Taiwan e Cina;
Taiwan, anche in considerazione del numero di abitanti (23 milioni) e del ruolo che riveste sotto l'aspetto economico, essendo il 18o Paese al mondo per interscambio commerciale, dovrebbe essere rappresentata in seno a tutte le organizzazioni multilaterali e, comunque, non può e non deve rimanere l'unica lacuna nella rete globale di sanità che impedisce

attualmente ai taiwanesi di godere della stessa protezione della salute di quella di cui godono i cittadini delle altre nazioni;
negli anni scorsi, più volte, il Parlamento Europeo e molti Parlamenti di Paesi dell'Unione europea e di altri Paesi nonché, nel 2004, la Camera dei deputati con voto pressoché unanime, hanno espresso un forte sostegno alla richiesta di Taiwan di concorrere alla vita e all'azione dell'Organizzazione mondiale della sanità;
il 19 settembre 2008 il Consiglio europeo ha ufficialmente espresso il proprio supporto ad una partecipazione significativa di Taiwan nei fori multilaterali specializzati;
il 13 gennaio scorso è stata resa nota l'inclusione di Taiwan nel Regolamento sanitario internazionale (I.H.R.), che è un vitale meccanismo dell'Organizzazione mondiale della sanità;
il 5 febbraio scorso il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione nella quale, salutando l'avvicinamento tra Cina e Taiwan e in considerazione del fatto che Taiwan è il 4o partner commerciale dell'Unione europea in Asia, sostiene la partecipazione come osservatore di Taiwan nelle Organizzazioni internazionali dove non è indispensabile il requisito della statualità;

impegna il Governo

a sostenere, nell'ambito di tutte le sedi opportune ed in coordinamento con gli altri Paesi dell'Unione europea, la richiesta di Taiwan di partecipare, con lo status di osservatore, all'Assemblea mondiale della sanità (W.H.A.) così da poter prendere parte, nell'applicazione del diritto universale alla salute per ogni essere umano, a tutte le attività promosse dall'Organizzazione mondiale della sanità (W.H.O.).
(1-00124) «Palumbo, Patarino, Beccalossi, Mussolini, Bellotti, Biava, Catanoso, Saltamartini, Nola, Armosino, Pianetta, Lazzari, De Corato, Stradella, Scapagnini, Pelino, Barani, Binetti, Zacchera, Palagiano, Antonio Martino, D'Incecco, Livia Turco, Gottardo, Bocciardo, Castellani, De Luca, Cazzola, Della Vedova, Milanato, Mistrello Destro, Lupi, Ceroni, Barbieri, Gava, Laura Molteni, Galati, De Nichilo Rizzoli, Rosso, Nunzio Francesco Testa, Paolo Russo, Calabria, Fallica, Cirielli, Goisis, Fucci, Raisi, Migliori, Razzi, Paroli, Marsilio, Vernetti, Aniello Formisano, Beltrandi, Di Stanislao, Scilipoti, Esposito, Zazzera, Barbato, Portas, Porfidia, Cristaldi».

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ATTI DI CONTROLLO

AFFARI ESTERI

Interrogazione a risposta scritta:

TIDEI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
l'ambasciata d'Italia in Egitto, si avvale di un call-center per lo smistamento delle telefonate dirette agli uffici per avere informazioni su pratiche varie;
il predetto call-center, è tariffato a carico del richiedente con costo di 0,30 centesimi di euro al minuto, con il risultato che chiunque telefoni agli uffici deve sottostare al pagamento di una vera e propria tassa, prima di poter colloquiare con l'ufficio e l'impiegato interessato;
tale prassi, risulta particolarmente onerosa in alcune fasce orarie colpendo indiscriminatamente cittadini italiani e stranieri che richiedono informazioni ed assistenza -:
chi sia il soggetto gestore del call-center;
in base a quale analisi quantitativa e qualitativa si sia proceduto a tale installazione;

quali siano i vantaggi per l'amministrazione pubblica che derivano da tale procedura;
se sia possibile che per poter colloquiare con la pubblica amministrazione, si debba soggiacere ad una prassi in uso per i numeri commerciali a pagamento;
se sia possibile mettere a punto un sistema di accesso telefonico che non sia dispendioso e che possa aumentare le capacità operative degli uffici a favore dell'utenza.
(4-02408)

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta orale:

BARBIERI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
secondo quanto riportato dal quotidiano Libero Economia del 25 febbraio 2009 negli ambienti di Via Nazionale, sede della Banca d'Italia, circolerebbe un documento riservato secondo cui le norme di Basilea 2 dovrebbero continuare ad essere applicate alle piccole e medie imprese, pur nella difficilissima situazione economica e finanziaria attuale;
il Ministro dell'Economia in una recente dichiarazione ha affermato che si dovrebbe, invece, azzerare «la follia attuale», e tornare alle regole precedenti al 1998;
appare all'interrogante quantomeno inopportuno il freddo burocraticismo economico di Bankitalia che ha ribadito come sia indispensabile mantenere le norme di Basilea 2 e che, anzi, occorra guardare ad ipotesi di irrobustimento dell'attuale quadro normativo in materia;
il documento di Bankitalia affermerebbe anche la necessità di «un'ulteriore stretta prudenziale delle linee di credito concesse», che suonano come un insulto alla grave situazione nella quale si battono, per mancanza di credito, decine di migliaia di imprese italiane -:
se, in particolare in considerazione delle sue recenti dichiarazioni, non intenda adottare ogni iniziativa di sua competenza per favorire l'apertura ed il mantenimento delle linee di credito nei confronti delle piccole e medie imprese in un momento di così particolare difficoltà congiunturale, ferma restando l'autonomia della Banca d'Italia.
(3-00413)

Interrogazione a risposta in Commissione:

MISIANI, MIOTTO e MIGLIOLI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
con il decreto-legge n. 351 del 2001, convertito con modificazioni dalla legge n. 410 del 2001, si avvia nel nostro Paese la cartolarizzazione degli immobili pubblici attraverso il conferimento del patrimonio alla società veicolo SCIP;
le norme prevedono che il Ministro dell'economia e delle finanze presenti, ogni sei mesi, una relazione al Parlamento sui risultati economico finanziari conseguiti;
non risulta a tutt'oggi che il Ministro abbia presentato al Parlamento la relazione del secondo semestre 2008;
nel frattempo il Governo con l'articolo 43-bis del decreto legge cosiddetto «milleproroghe» sui cui ha voluto porre la questione di fiducia sia alla Camera che al Senato, impedendo così di fatto, ad avviso dell'interrogante, al Parlamento di poter svolgere un'adeguata ed approfondita discussione ha posto in liquidazione la società SCIP che gestiva la cartolarizzazione -:
quando il Ministro intenda presentare la relazione del 2o semestre 2008.
(5-01085)

Interrogazioni a risposta scritta:

MARAN e MASTROMAURO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
in base all'articolo 93, comma 2, del testo unico delle imposte sui redditi (TUIR), nella valutazione delle opere di durata ultrannuale, «delle maggiorazioni di prezzo richieste in applicazione di disposizioni di legge o di clausole contrattuali si tiene conto, finché non siano state definitivamente stabilite, in misura non inferiore al 50 per cento»;
negli appalti pubblici (ma lo stesso vale anche per quelli privati), è prassi rilevare - da parte dell'appaltatore, nel registro di «contabilità dei lavori» - le «richieste di indennità» nei confronti della stazione appaltante a causa di maggiori lavori eseguiti (rispetto a quanto previsto dal contratto) o a fronte di risarcimento danni, qualificando tali richieste come «riserve» (o «claims»);
la giurisprudenza - sia di merito che di legittimità - ha riconosciuto che tali riserve non rientrano nell'ambito delle «maggiorazioni di prezzo» di cui al citato articolo 93, dovendo assumere rilevo fiscale solo se, quando e nei limiti in cui vengono riconosciute valide e corrette a seguito di un accordo bonario o di una sentenza definitiva (per cui solo allora e nell'entità riconosciuta, le stesse - non più «pretese» ma divenute «diritti» - concorrono alla formazione del reddito d'impresa);
alcuni uffici della Agenzia delle entrate hanno ritenuto, in sede di accertamento, che tali «pretese» (o «riserve») rientrino nell'ambito del predetto articolo 93, comma 2, considerandole «maggiorazioni di prezzo richieste in applicazione di disposizioni di legge», giustificando tale opinione in base alla normativa sugli appalti pubblici (che, però, disciplina solo gli adempimenti formali che devono essere rispettati per l'avanzamento di tali «pretese») e di un «datato» pronunciamento ministeriale (circ. n. 36 del 1982) che, nell'esplicare le tipologie di maggiorazioni, aveva richiamato anche le riserve;
esiste da sempre - ed è stato recentemente confermato - il principio di «dipendenza» (o di «derivazione») del reddito imponibile d'impresa dal risultato economico civilistico;
tali «riserve« non vengono computate nel conto economico e nello stato patrimoniale dell'impresa appaltatrice, perché ciò contrasterebbe con le regole che presiedono alla redazione del bilancio d'esercizio, e, in «particolare, con il fondamentale principio della «prudenza»;
la citata disposizione dell'articolo 93, comma 2, riguarda solo le «maggiorazioni di prezzo» che, in applicazione della legge o di clausole contrattuali, devono essere automaticamente riconosciute dall'appaltante, nel senso che, al verificarsi dell'evento cui esse si riconnettono, sorge ipso iure un diritto ad un maggior compenso che sussiste nell'an e peraltro, da determinare nel quantum;
«riserve» altro non sono che mere richieste (e non diritti) intese ad evitare che le registrazioni contabili della «stazione appaltante» diventino inoppugnabili nei confronti dell'appaltatore, dato che gli articoli 165 e 174 del Regolamento sugli appalti pubblici dispongono la decadenza da qualsiasi diritto ad un eventuale indennizzo, se gli atti di contabilità sono sottoscritti, da parte dell'appaltatore, «senza riserva» o se le «riserve non vengono esplicitate» nei termini previsti (e confermate in sede di «conto finale»);
pertanto la appostazione di tali «riserve» - nella contabilità dei lavori - non attribuisce alcun diritto di credito all'appaltatore il quale potrà e dovrà tenere conto delle stesse (sia civilisticamente che fiscalmente) solo al momento (e nei limiti) in cui tali componenti positive sono «riconosciute» come spettanti dalla stazione appaltante o dall'autorità giudiziaria o da un collegio arbitrale;

per le «riserve» valgono le «regole ordinarie» sulla «giusta competenza» tributaria delle componenti positive e negative del reddito d'impresa imponibile di cui all'articolo 109 del TUIR, nel senso che devono concorrere alla formazione del reddito imponibile solo quando divengono certe e determinabili obiettivamente (in conformità, quindi, alle regole dell'articolo 109 del TUIR), cioè quando sia raggiunto un «accordo bonario» o sia intervenuta una sentenza (anche se provvisoria) di una autorità terza che ne stabilisce la spettanza e la misura: perché solo in quel momento le «riserve» cessano di essere semplici pretese (cioè atti di iniziativa) e diventano diritti;
le maggiorazioni di prezzo costituiscono «diritti» certi nella esistenza anche se non ancora determinabili nelle loro entità, mentre le seconde altro non sono che pretese che vengono avanzate sulla scorta di aspettative non tutelate né dalla legge né dal contratto;
per le maggiorazioni di prezzo valgono le «regole speciali» dell'articolo 93 -:
se il Ministro non ritenga di dare - all'Agenzia delle entrate e/o al Dipartimento delle entrate del suo Ministero - le più opportune indicazioni perché, in attesa di una eventuale precisazione di tipo legislativo (peraltro non necessaria), venga anche in via amministrativa, riconosciuto che le «maggiorazioni di prezzo» di cui all'articolo 93 comma 2 del TUIR, presentano caratteristiche del tutto diverse dalla cosiddetta «riserva».
(4-02411)

LOVELLI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
con bando prot. n. 2008/20893, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana del 15 febbraio 2008 il Direttore dell'Agenzia delle entrate ha indetto un concorso «per l'assunzione di 1180 unità per la terza area funzionale F1, profilo professionale funzionario, per attività amministrativo-tributaria». Tra i requisiti richiesti per la partecipazione alla predetta selezione vi è il possesso del diploma di laurea in giurisprudenza, scienze politiche, economia e commercio, o diplomi di laurea equipollenti per legge, conseguiti presso una università o altro istituto universitario statale o legalmente riconosciuto, o i corrispondenti titoli di studio di I livello, denominati laurea (L), previsti dall'articolo 3 del regolamento adottato dal Ministro dell'Università, dell'Istruzione e della Ricerca con decreto del 22 ottobre 2004, n. 270, con votazione non inferiore a 100/110 o a 90/100 (articolo 2.1). Il punteggio richiesto per il superamento di ciascuna delle prime due prove è quello di 24/30. (articoli 5 e 6 del bando);
il suddetto regolamento concorsuale prevede un iter selettivo caratterizzato da due prove (quiz a risposta multipla), il superamento delle quali comporta l'ammissione ad un tirocinio presso gli uffici dell'A.E. di durata semestrale, all'esito del quale si accede ad una prova orale, il cui ulteriore superamento determina l'assunzione a tempo indeterminato presso l'Agenzia delle Entrate;
risulta che numerosi candidati che hanno superato entrambe le prime prove con una votazione nettamente superiore a quella minima richiesta dal bando non sono stati ammessi alla successiva fase di tirocinio iniziata in data 30 ottobre 2008 alla quale non si sono presentati invece numerosi candidati a seguito di numerose rinunce che si sono verificate il primo giorno di tirocinio e che l'Agenzia delle entrate non ha provveduto a colmare le stesse con lo scorrimento delle graduatorie regionali come prevedeva il bando;
l'Agenzia delle entrate, con bando prot. n. 2008/194720 pubblicato nella Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana del 30 dicembre 2008, ha inoltre appena indetto un nuovo concorso per l'assunzione di altri 825 funzionari, con le stesse modalità e per la medesima qualifica funzionale, a meno di un anno dalla precedente procedura concorsuale, tuttora in

svolgimento, nonostante la presenza di centinaia idonei al tirocinio, come dianzi specificato e con requisiti meno restrittivi per l'accesso in quanto è stato rimosso il requisito della votazione minima del voto di laurea 100/110;
la scelta dell'Agenzia non sembra rispondere a quei criteri di economicità ed efficienza che dovrebbero ispirare l'azione della Pubblica amministrazione in quanto ha ritenuto più opportuno impegnare ingenti risorse economiche per indire un nuovo concorso invece di attingere dalla graduatoria, composta da giovani, prevalentemente avvocati e dottori commercialisti, laureati con una votazione minima di 100/110 e che già hanno superato due prove selettive -:
quali valutazioni abbiano determinato l'indizione di una nuova procedura concorsuale, invece di procedere con lo scorrimento delle graduatorie regionali di candidati risultati idonei, considerando i notevoli costi già sostenuti per la loro selezione e quali iniziative intenda assumere il Ministro, affinché l'Agenzia delle entrate ponga rimedio alla situazione che si è determinata;
se non ritenga che siano stati esclusi i principi di economicità, efficienza, efficacia, buon andamento, equità e trasparenza, ai quali deve uniformarsi l'amministrazione pubblica nell'esercizio della propria attività.
(4-02413)

BRIGUGLIO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il Comune di Taormina ha stipulato negli anni scorsi due contratti derivati con BNL;
secondo la stampa specializzata (Sole 24 ore) se oggi il Comune di Taormina volesse uscire dai due contratti derivati proposti da BNL dovrebbe versare all'istituto circa 200.000 euro. Valore di mercato, quest'ultimo, che stenta a scendere - nonostante il vertiginoso calo dell'Euribor sei mesi al 2,176 per cento - in quanto l'istituto (gruppo BNP Paribas) ha che applicato ai due swap sottoscritti nel 2002 e nel 2005 (scadenza nel 2019) costi occulti di 163.000 euro, nonostante e in qualità di advisor BNL avrebbe dovuto consigliare operazioni con livelli di rischio contenuti e con reali risparmi per l'ente locale, che invece non ci sono stati;
il primo di questi contratti, denominato «Irs In&Out» risale al dicembre 2002, il primo swap che avrebbe dovuto servire a tenere indenne l'ente locale dal rialzo dei tassi di interesse, essendo stato costruito su debiti a saggio variabile, precedentemente sottoscritti dal Comune;
in realtà, per come è stata costruita l'operazione, la copertura è soltanto apparente. Infatti, il Comune riceve semestralmente da BNL «rate» ancorate al tasso variabile Euribor 6 mesi (oggi al 2,176 per cento) più uno spread dello 0,42 per cento (che gli servirà per pagare i mutui già stipulati in passato con altro intermediario finanziario) e paga a BNL un tasso che può esser «fisso» o variabile a seconda del livello raggiunto dallo stesso Euribor 6 mesi. In particolare, se l'Euribor resta sotto determinati livelli (crescenti nel tempo) il Comune paga un tasso «fisso», se l'Euribor va invece oltre i livelli prefissati, Taormina torna nuovamente a pagare il tasso variabile Euribor 6 mesi più uno spread del 2 per cento;
ad esempio, per le «rate» in scadenza il prossimo 31 dicembre 2009 se l'Euribor rimanesse sotto la soglia del 6 per cento (evento probabile visto che oggi è al 2,176 per cento e ulteriori cali sono previsti a marzo) Taormina pagherebbe comunque un tasso fisso del 5,6 per cento, ma se dovesse superare la soglia del 6 per cento il Comune di Taormina pagherebbe l'Euribor 6 mesi più uno spread del 2 per cento. In sintesi, il minimo che il Comune pagherebbe, del 5,6 per cento, il massimo sarà l'Euribor 6 mesi più 2 per cento (quindi dall'8 per cento in su) con la conseguenza che, comunque vada, sarà un disastro finanziario;

quanto al secondo contratto «Irs Collar», in questo swap, che risale al febbraio 2005, il Comune ha trasformato alcuni mutui da un tasso fisso ad uno variabile («cambio di tassi» discutibile quando si tratta di denaro dei contribuenti). Infatti, attraverso lo swap Taormina riceve «rate» ancorate a un tasso fisso e paga a sua volta a BNL il tasso variabile Euribor 6 mesi più uno spread del 2,7 per cento con dei livelli minimi e massimi, date dalle opzioni floor e cap;
volendo fare un secondo esempio, per le «rate» in scadenza quest'anno Taormina incassa da BNL un tasso fisso del 5,96 per cento (che le servirà per pagare i mutui già stipulati in passato contro intermediario finanziario) e versa invece a BNL il tasso variabile Euribor 6 mesi più lo spread del 2,7 per cento. Sarebbe ottimo se non ci fosse però un minimo (il floor) del 5,60 per cento. Insomma, nonostante l'attuale livello dell'Euribor sia al 2,176 per cento il Comune di Taormina paga comunque a BNL il 5,60 per cento. Se tutto andrà bene, quindi, l'ente guadagnerà uno 0,36 per cento (5,96-5,60), ma se le cose si mettessero male il rischio di perdita sarebbe del 3,34 per cento (9,30-5,56), cioè quasi dieci volte di più del guadagno;
secondo gli specialisti nessuna delle due operazioni è di reale copertura ma si tratta di vere e proprie scommesse. Nel primo caso, infatti, Comune paga un tasso «fisso», crescente nel tempo, fin tanto che l'Euribor resta sotto un determinato livello, superato il quale l'ente non è più coperto. Sarebbe come pagare una polizza auto che copre i rischi fin tanto che i danni provocati da un sinistro sono entro certi livelli, ma se questi dovessero essere superati, la compagnia non solo non risponde, ma deve essere il cliente a pagare un premio aggiuntivo;
i due swap, inoltre, non hanno avuto utilità per la città di Taormina in quanto la prima operazione ha portato nelle casse di Taormina un up front, «anticipo», iniziale di 30.000 euro ma ha anche prodotto «rate» negative per l'ente locale di 63.000 euro e per il prossimo 30 giugno 2009 dovrà pagare a BNL altri 10.000 euro. Conseguentemente il mark to market (mtm) di chiusura è di circa 136.500 euro: tanto dovrebbe pagare l'ente locale alla banca per recedere dall'operazione;
il secondo derivato invece a parte un up front iniziale di 35.000 euro, ha prodotto fino ad adesso «rate» negative per il comune di circa 75.000 euro anche se per il prossimo 30 giugno 2009 l'ente locale incasserà 3.000 euro, ma se volesse uscire dal contratto dovrebbe versare 60.700 euro;
secondo i calcoli di specialisti, nel sottoscrivere e due operazioni il Comune ha sostenuto, costi impliciti di 163.000 euro i quali portano il mtm a scendere molto lentamente nonostante l'abbassamento dei tassi, fermo restando che BNL era advisor del Comune e avrebbe dovuto consigliare operazioni più «sicure» e pertanto sarebbe logico che l'Amministrazione comunale scegliesse di aspettare che ulteriori discese dei saggi di interesse portino il mark to market verso lo zero oppure adire le vie legali -:
se intendano, ciascuno nell'ambito delle proprie competenze, disporre accertamenti ispettivi al fine di verificare se nella sottoscrizione dei due derivati sono state osservate tutte le disposizioni vigenti in materia;
se intendano altresì verificare se sono state osservate le disposizioni e direttive in materia di finanza pubblica e se conseguentemente siano stati arrecati danni patrimoniali al Comune.
(4-02414)

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:

ANGELA NAPOLI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nel mese di luglio del 2008, il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria ha diramato la circolare relativa alla «Remunerazione del lavoro straordinario al personale del Corpo di polizia penitenziaria», esercizio finanziario 2008;
la citata circolare nel definire l'attribuzione del monte ore di lavoro straordinario per il 2008, richiama il personale dipendente «sulla programmazione e osservanza dell'orario di servizio settimanale, sulla necessità che il lavoro straordinario sia effettuato per comprovate ed inderogabili esigenze finalizzate al ripristino dell'ordine e della sicurezza..., al rispetto della cadenza mensile di presentazione del prospetto analitico dei nominativi del personale e del numero delle ore prestate e da retribuire, con gli eventuali turni di riposo compensativi fruiti»;
presso la Casa Circondariale di Crotone ci sarebbe personale di Polizia Penitenziaria, quale quello addetto alla manutenzione ordinaria fabbricata, sala regia, serre e laboratori vari, che effettua sistematicamente prestazioni di lavoro straordinario; ad esempio nel mese di settembre 2008, vi è stato personale di Polizia Penitenziaria, addetto a servizi non connessi alla sicurezza, che ha espletato ben 65 ore di prestazioni di lavoro straordinario;
la Direzione della Casa Circondariale di Crotone continua a negare alcuni diritti: programmazione turni di lavoro mensili, sistematico ricorso a prestazioni di lavoro straordinario, pur con una presenza di circa 60 detenuti, contro una presenza effettiva di personale di Polizia Penitenziaria di circa 90 unità;
appare, altresì, inspiegabile il numero delle unità di Polizia Penitenziaria impiegata presso gli uffici e distolta dai compiti d'Istituto, sempre presso la Casa Circondariale di Crotone -:
se non ritenga necessario ed urgente disporre un'adeguata ispezione presso la Casa Circondariale di Crotone al fine di accertare quanto sopra denunziato dall'interrogante;
quali urgenti iniziative intenda attuare nei confronti degli eventuali responsabili della gestione del Personale di Polizia Penitenziaria presso la Casa Circondariale di Crotone.
(4-02412)

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:

CODURELLI, BRAGA e GIANNI FARINA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il 28 febbraio 2009, la società ANAS SpA ha programmato una cerimonia di consegna dei lavori di costruzione della variante di Morbegno alla strada statale 38 «dello Stelvio»;
a tale iniziativa, come si evince dalla brochure di convocazione, saranno presenti il Presidente della società ANAS SpA, dottor Pietro Ciucci, il Capo Compartimento ANAS SpA Lombardia, l'ingegnere Claudio De Lorenzo, nonché, in rappresentanza delle istituzioni nazionali e locali, il Ministro per le riforme e il federalismo, onorevole Umberto Bossi, il Presidente della Regione Lombardia, onorevole Roberto Formigoni, l'Assessore alla mobilità della Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo, il Presidente della Provincia di Sondrio, Fiorello Provera e il sindaco di Morbegno, Giacomo Ciapponi;

oltre alle autorità istituzionali, risulta essere stato invitato soltanto un rappresentante nazionale di una forza politica, e specificamente della Lega Nord Padania;
fatta salva la legittima partecipazione delle autorità istituzionali si ritiene opportuna la presenza equilibrata dei rappresentanti di singole forze politiche, soprattutto, laddove si tratti di iniziative patrocinate da aziende statali in maniera tali da non determinare elementi distorsivi nel confronto politico -:
quali criteri siano stati seguiti per definire il parterre degli invitati e quali interventi il Governo, considerato il carattere pubblico dell'opera inaugurata, intenda assumere per garantire parità tra i diversi schieramenti politici.
(5-01086)

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INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:

BOCCI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il servizio antincendio presso l'Aeroporto Regionale di Perugia viene effettuato in deroga alle normative antincendio, deroga che l'allora Capo del Corpo dei Vigili del fuoco acconsentì proprio in ragione della limitata attività di volo di aeromobili rientranti nella 7a categoria, della necessità di terminare i lavori di prolungamento della pista di atterraggio e di decollo oltre che della realizzazione di quelle infrastrutture necessarie per adeguare l'aerostazione alla classe di volo di riferimento;
in ragione di tutto ciò, con spirito di collaborazione e grande senso di responsabilità, le organizzazioni sindacali concordarono con il Dirigente del Comando provinciale dei Vigili del fuoco di Perugia una soluzione anomala e temporanea che, come risulta dagli stessi verbali di contrattazione, doveva quindi essere limitata nel tempo;
è evidente che la soluzione trovata era ed è (la considerarsi ai limiti della legalità ed eventuali disastri aerei che non trovassero una piena ed efficiente risposta di soccorso non garantirebbero a nessuno la piena immunità da eventuali responsabilità;
oggi la situazione commerciale dello scalo è cambiata, l'ampliamento dei voli che lo scalo sta registrando esige una risposta diversa, tempestiva e professionale;
il Sottosegretario agli interni Palma, durante la visita al Comando di Perugia avvenuta lo scorso luglio, si era impegnato a dare una concreta soluzione al problema degli organici aeroportuali proprio per sanare questa anomalia tecnico/organizzativa;
oggi appare chiaro che si è superato ogni ragionevole limite temporale per la realizzazione di un'uniforme organizzazione del servizio antincendio così come configurato in tutte le altre realtà nazionali;
le organizzazioni sindacali hanno già dichiarato che, qualora non si abbiano certezze di sanare, con la prossima assegnazione del personale dei Vigili del fuoco l'anomala organizzazione del servizio aeroportuale presso lo scalo di Perugia, proclameranno lo stato di agitazione -:
quali iniziative il Ministro intenda adottare in relazione alla situazione descritta e, in particolare, se intenda, con le prossime assegnazioni di 1300 allievi Vigili permanenti, assegnare un contingente di uomini stimato in almeno 50 unità per permettere al Comando Vigili del fuoco di Perugia di organizzare il servizio aeroportuale con personale idoneo e preparato.
(5-01082)

TESTO AGGIORNATO AL 16 LUGLIO 2009

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta in Commissione:

GHIZZONI e DE PASQUALE. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
dagli schemi di regolamento sui nuovi curricula dei licei e degli istituti tecnici, approvati il 18 dicembre dal Consiglio dei Ministri, emerge la completa e totale sparizione del diritto e dell'economia dai licei e un loro forte ridimensionamento negli istituti tecnici;
la relazione illustrativa allo schema di regolamento sui licei prevede che «La cultura liceale, obiettivo comune a tutti i percorsi, fornisce gli strumenti culturali e metodologici per una comprensione approfondita dei temi legati alla persona ed alla società nella realtà contemporanea, affinché lo studente si ponga, con atteggiamento razionale, creativo, progettuale e critico, di fronte alla realtà.» In questo senso, lo studio del diritto e dell'economia appare fondamentale e la decisone di rendere queste materie opzionali risulta essere in contrasto con gli obiettivi della formazione liceale sopra enunciati;
la scelta di limitare fortemente la presenza del diritto e dell'economia dai curricula degli istituti tecnici, prevista anche nella precedente proposta di riforma Moratti, era già stata a suo tempo fortemente criticata dalle più importanti associazioni di categoria del mondo produttivo. Infatti, nel documento comune del 1o agosto 2005, 16 organizzazioni di rappresentanza delle imprese (Abi, Agci, Ania, Casartigiani, Cia, Coldiretti, Claai, Cna, Confagricoltura, Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Confetra, Confindustria, Confservizi e Legacoop) precisavano che tra gli obiettivi del secondo ciclo si doveva garantire «oltre ai saperi dei diversi indirizzi, le conoscenze giuridiche e la conoscenza dell'assetto istituzionale-economico-giuridico dei sistemi occidentali»;
già nei primi anni novanta, il progetto Brocca, per coprire una lacuna della formazione di base del cittadino, introduceva il diritto e l'economia come materie obbligatorie in tutti gli indirizzi;
molti dei concorsi pubblici e delle selezioni private richiedono conoscenze di diritto e di economia anche nei casi in cui non siano diretti all'assunzione di personale specializzato nel settore economico-giuridico;
nelle scuole dei diversi Paesi dell'Unione europea il diritto e l'economia sono materie che figurano come fondamentali in tutti i piani di studio scolastici;
il Presidente della Corte costituzionale Flick e il Presidente della Repubblica Napolitano hanno lamentato e denunciato la profonda ignoranza dei giovani italiani in campo giuridico ed economico rispetto ai coetanei degli altri paesi europei;
nella Conferenza UNESCO 2003 i Ministri dell'educazione si sono impegnati a fare in modo che le scuole diventino luoghi privilegiati di studio ed esercizio dei diritti umani -:
se il Ministro interrogato non convenga sulla necessità di introdurre il diritto e l'economia come discipline obbligatorie nelle scuole secondarie di I e II grado al fine di garantire un'offerta formativa e culturale all'altezza delle competenze richieste anche a livello europeo e altresì necessarie per un adeguato ingresso nel mondo del lavoro.
(5-01083)

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LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, per sapere - premesso che:
da notizie stampa si è appreso che la Procura di Udine ha indagato quattro

persone ritenute responsabili della violazione del protocollo legale definito per l'attuazione del decreto che autorizzava il distacco dell'alimentazione per Eluana Englaro, protocollo che vietava l'uso di macchine fotografiche o apparecchi di ripresa nella stanza della donna malata;
si è venuti a conoscenza che il giorno domenica 8 febbraio 2009, poche ore prima della morte di Eluana, un fotografo professionista è stato incaricato, contrariamente al divieto, di eseguire nella stanza dove era ricoverata Eluana una ampia rassegna di scatti fotografici avvenuta alla presenza del medico responsabile, della sua assistente e di una giornalista della sede Rai di Trieste;
contrariamente a quanto sostenuto, quel divieto non può che essere stato previsto a tutela del sacrosanto diritto alla privacy di una persona che, oltre ad essere gravemente malata, era impossibilitata a tutelare i propri fondamentali diritti, in assenza dei quali tutto è esposto a barbarie;
il fotoreporter professionista esecutore del servizio fotografico nell'intervista a Il Piccolo di Trieste in data 26 febbraio 2009, affermava: «Ho dovuto anche scrivere di mio pugno una dichiarazione in cui assicuro che le foto resteranno in possesso di De Monte "in attesa del benestare definitivo del padre di Eluana per la divulgazione a mezzo stampa". Il copyright però mi appartiene...»;
tale comportamento, al di là delle responsabilità penali, costituisce una grave violazione dei diritti fondamentali della persona Eluana Englaro, che nessuno può e ha il diritto di violare -:
di quali elementi disponga sulla vicenda e quali iniziative, anche normative, intenda adottare nell'ambito delle proprie competenze.
(2-00323) «Gottardo, Contento, Di Virgilio, Abelli, Zorzato, Faenzi, Nastri, De Camillis, Versace, Mistrello Destro, Cicchitto, Lupi, Dell'Elce, Vignali, Palmieri, Di Caterina».

Interrogazione a risposta in Commissione:

DELFINO e VIETTI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
è nota la grave crisi che ha colpito il sistema industriale del nostro Paese, in particolare il sistema delle piccole e medie imprese della Regione Piemonte fra le quali quelle del settore tessile del biellese: particolarmente critica è la situazione relativa al gruppo SAMAR di Mottalciata, azienda che occupa 120 dipendenti e che sta vivendo una situazione di crisi quasi incredibile;
infatti la SAMAR è un'azienda che ha realizzato una profonda riconversione e dispone di un'ottima rete commerciale nonché di un nutrito portafoglio ordini che non può evadere in quanto afflitta da una grave crisi di liquidità che di giorno in giorno peggiora in quanto da mesi la proprietà attende invano una risposta di un pool di Banche creditrici (una delle quali è partecipata da un gruppo francese), le cui direzioni generali da mesi si rimpallano decisioni e di fatto affossano una realtà aziendale commercialmente sana;
di riflesso mettono in ginocchio 120 nuclei familiari e tutto un indotto che rappresenta una parte del tessuto produttivo del biellese, già duramente colpito dalla crisi di altre aziende che, contrariamente alla SAMAR Spa, non dispongono di ordini e non hanno lavoro;
pur consapevoli delle oggettive difficoltà decisionali del nostro sistema bancario, risulta evidente la necessità di una forte iniziativa del Governo per sbloccare le difficoltà che le PMI incontrano nell'ottenere adeguati finanziamenti a sostegno delle loro attività produttive;

in particolare la situazione della SAMAR va sostenuta per evitare che la Società chiuda definitivamente mettendo sul lastrico 120 lavoratori che entrerebbero in Cassa integrazione straordinaria, i cui costi sarebbero tutti a carico della collettività, nonché con gravi ripercussioni per la salvaguardia dei livelli occupazionali -:
quali iniziative intendano urgentemente mettere in atto al fine di superare le difficoltà della ditta SAMAR e per garantire un'unità produttiva di grande valore per il territorio biellese e per l'occupazione locale.
(5-01084)

Interrogazione a risposta scritta:

DRAGO, DELFINO e POLI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la legge n. 326 del 24 novembre 2003 riconosce anche al personale marittimo esposto a fibre di amianto per un decennio, il diritto alla concessione dei benefici previdenziali, che spettano ai lavoratori esposti alle fibre di amianto;
successivamente l'articolo 1, comma 567, della legge n. 266 del 23 dicembre 2005 (legge finanziaria per l'anno 2006) ha trasferito all'IPSEMA la competenza relativa all'accertamento ed alla conseguente certificazione dell'esposizione all'amianto dei lavoratori marittimi ai fini della concessione del beneficio previdenziale ex decreto-legge 269/2003, convertito dalla legge 326 del 2003;
il passaggio delle pratiche dall'INAIL all'IPSEMA sembrerebbe concluso, nonostante tutto, tutte le istanze presentate corrono il rischio di non essere trattate e regolarmente chiuse, a causa di problemi di ordine pratico in merito alla presentazione della documentazione curriculare richiesta alla categoria interessata;
i lavoratori marittimi, che hanno atteso più degli altri lavoratori per vedere riconosciuto questo diritto alla concessione dei benefici previdenziali, vedono rigettate le loro domande perché hanno difficoltà a ricostruire la propria vita lavorativa a causa del particolare ambiente di lavoro (ad esempio il luogo e il rapporto di lavoro spesso cambia, la residenza è diversa dal compartimento marittimo e alcune compagnie non esistono o sono estere e pertanto difficili da contattare) -:
quali concreti, immediati e puntuali provvedimenti il Governo intenda attuare per risolvere gli incresciosi ritardi nell'applicazione delle leggi elencate in premessa e se non ritenga necessario per risolvere sopraddetto problema considerare quale documento probante di presunta esposizione all'amianto da parte del marittimo, in sostituzione del curriculum rilasciato dal datore di lavoro, l'estratto matricolare o la fotocopia del libretto di navigazione regolarmente rilasciato dalle competenti Capitanerie di porto.
(4-02410)

TESTO AGGIORNATO AL 10 MARZO 2009

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SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta scritta:

QUARTIANI e FARINONE. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
da diversi mesi, precisamente dal giugno 2008, il sindaco di Solaro in provincia di Milano ha più volte denunciato pubblicamente disservizi postali che i cittadini di quel comune hanno indicato tramite 250 segnalazioni scritte, le principali delle quali riguardano:
a) la consegna della posta con notevole ritardo (fino a tre mesi, persino per la posta Solaro-Solaro);
b) il ritardo della consegna delle bollette energetiche e dell'acqua, con ventidue casi di conseguente distacco contatori del gas e spese relative al riallaccio, ovvero conseguenti addebiti agli utenti delle spese di mora in bolletta;

c) avvisi di corrispondenza da ospedali e da medici specialistici, inviati ai pazienti, consegnati con notevole ritardo;
d) fatture di pagamento consegnate oltre i termini di scadenza delle stesse, con relative conseguenze negative per i cittadini e le aziende interessate;
e) consegne in ritardo di autocertificazioni ICI per detrazioni, nonché di comunicazioni dei rimborsi ICI;
f) estratti conto bancari recapitati con oltre 4 mesi di ritardo;
altri disguidi ormai diventati norma per i cittadini di Solaro, i quali spesso sono stati indirizzati a recuperare corrispondenza loro riguardante presso il centro di smistamento di Senago, distante cinque chilometri, con conseguente ulteriore disagio e dispendio di risorse economiche, in particolare da parte di popolazione anziana, lavoratori dipendenti e imprese oggetto di tali disservizi;
reclami ufficiali sono stati inviati alle Poste da parte dell'amministrazione comunale, senza esiti apprezzabili -:
quali iniziative intenda intraprendere il Governo per porre fine a tale vergognosa situazione di disservizio dovuto al cattivo funzionamento delle Poste Spa nel Comune di Solaro.
(4-02409)

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Apposizione di firme a mozioni.

La mozione Mecacci e altri n. 1-00089, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 19 dicembre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Farina Coscioni, Strizzolo, Giachetti, Porta, Motta, Mogherini Rebesani, Delfino.

La mozione Cazzola e altri n. 1-00096, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 29 gennaio 2009, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Leoluca Orlando, Fedi, Porta.

Apposizione di una firma ad una risoluzione.

La risoluzione in Commissione Oliverio e altri n. 7-000128, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 24 febbraio 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Di Giuseppe.

Apposizione di firme ad interrogazioni.

L'interrogazione a risposta in Commissione Madia n. 5-000746, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 9 dicembre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Braga.

L'interrogazione a risposta in Commissione Centemero n. 5-00872, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 21 gennaio 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Rivolta.

L'interrogazione a risposta immediata in Commissione Luciano Dussin n. 5-01071, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 25 febbraio 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Vanalli.

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:
interpellanza urgente Garagnani n. 2-00298 del 4 febbraio 2009;
interrogazione a risposta in Commissione Lenzi n. 5-00954 del 4 febbraio 2009.

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ERRATA CORRIGE

Interrogazione a risposta scritta Bucchino n. 4-02239 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta n. 127 del 5 febbraio 2009. Alla pagina 4214, seconda

colonna, alla riga trentaduesima deve leggersi: «BUCCHINO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere -» e non «BUCCHINO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere -», come stampato.

Interpellanza urgente Bobba e altri n. 2-00311 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della Seduta n. 132 del 12 febbraio 2009. Alla pagina n. 4354, seconda colonna, le righe dalla trentatreesima alla quarantesima si intendono soppresse e sostituite dalle seguenti: «il Governo Prodi ha esteso la sperimentazione relativa all'attuazione dell'articolo 23, del decreto direttoriale del ministero del lavoro e delle politiche sociali del 16 maggio 2005, tramite le Regioni e le Province autonome, assegnando precise risorse finanziarie ripartite proporzionalmente ai fabbisogni espressi,».

L'interrogazione Proietti Cosimi ed altri n. 5-01081, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 140 del 25 febbraio 2009 deve intendersi «interrogazione a risposta immediata in Commissione» e non «interrogazione a risposta in Commissione», come stampato nell'indice e alla pagina 4605.