XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di martedì 12 maggio 2009

TESTO AGGIORNATO AL 16 GIUGNO 2009

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:

La Camera,
premesso che:
la diffusione di armi nucleari - nonostante siano trascorsi quasi 40 anni dall'entrata in vigore del Trattato di non proliferazione nucleare e, nel frattempo, si sia registrata l'adesione di gran parte degli Stati del mondo dotati di armi nucleari e non - rappresenta ancora oggi una delle più grandi minacce alla pace e alla sicurezza internazionale;
l'attuale quadro internazionale richiede un attento monitoraggio ed una forte iniziativa che tenga conto delle differenti dimensioni del problema: la condotta di Paesi «proliferanti» aderenti o non al Trattato di non proliferazione nucleare; le forme di controllo e di garanzie internazionali sugli arsenali nucleari esistenti; l'inadeguata rispondenza all'impegno enunciato nel Trattato di non proliferazione della cessazione della corsa agli armamenti nucleari e del disarmo nucleare da parte dei Paesi sottoscrittori dello stesso trattato;
la prossima conferenza del riesame del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari nel 2010, infatti, dovrà assicurare un serio confronto sulla mancanza di progressi significativi - riassunti nelle «13 azioni pratiche da adottare per arrivare all'eliminazione completa degli armamenti nucleari», già adottati nella conferenza del 2000 - e sulla possibilità di assumere impegni condivisi e concreti, tanto più alla luce di minacce crescenti di proliferazione delle armi nucleari e di loro disponibilità da parte di organizzazioni criminali e reti terroristiche;
proprio in relazione ad un rinnovato impegno della comunità internazionale nella direzione del disarmo e della non proliferazione nucleare, significative sono state le testimonianze pubbliche di ispirazione bipartisan, promosse negli Stati Uniti da Henry Kissinger, George P. Shultz, William J. Perry e Sam Nunn, nel Regno Unito da Hurd, Rifkind, Owen e Robertson tra gennaio 2007 e gennaio 2008 e in Germania da Helmut Schmidt, Richard von Weizsäcker, Egon Bahr e HansDietrich Genscher nel gennaio 2009;
la campagna internazionale «zero globale», promossa di recente da Michail Gorbaciov e da autorevoli esponenti della società civile internazionale, ha raccolto numerose adesioni in pochi mesi, indicando come l'obiettivo del totale disarmo nucleare debba essere considerato parte integrante e scelta di fondo di una nuova strategia di sicurezza globale;
su questo argomento anche in Italia è stato pubblicato il 24 luglio 2008 un appello pubblico su Il Corriere della Sera, firmato da alcuni autorevoli esponenti politici di entrambi gli schieramenti, tra cui gli ultimi Ministri degli affari esteri, della difesa e degli affari europei, in favore di una totale eliminazione delle armi nucleari, nel solco di una consolidata tradizione politica nazionale che portò l'Italia a ratificare il Trattato di non proliferazione nucleare già nel 1975;


molte sono le iniziative in corso in tutto il mondo a sostegno degli obiettivi di non proliferazione nucleare e disarmo, guidate dalla campagna «Mayors for peace», promossa dai sindaci di Hiroshima e Nagasaki insieme ai numerosi altri enti locali - sostenitori della proposta del «Protocollo Hiroshima-Nagasaki» e della Convenzione sulle armi nucleari, che raccolga sotto un unico «protocollo quadro» tutte le convenzioni/trattati, perché siano tutte in armonia e concorrano al fine comune del disarmo totale - e dalla coalizione «Abolition now!», animata da più di 2000 associazioni e organizzazioni non governative;
il Parlamento europeo ha approvato il 5 giugno 2008 una risoluzione sull'attuazione della strategia europea in materia di sicurezza, di cui, al paragrafo 26, dichiara che è del parere che la ricorrenza, il 1o luglio 2008, del 40o anniversario del Trattato di non proliferazione debba essere vista come un'opportunità per l'Unione europea di promuovere la necessità di un disarmo nucleare nella sua strategia contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa, in vista della commissione preparatoria della prossima conferenza di riesame del Trattato di non proliferazione, e «ribadisce al riguardo» la necessità che le potenze nucleari «riconosciute» presentino iniziative di disarmo volte a rendere l'Europa un'area denuclearizzata e a concludere una convenzione universale sulla messa al bando delle armi nucleari;
il Consiglio europeo del 13 dicembre 2008 ha approvato un documento di revisione della strategia di sicurezza europea (Report on the implementation of the European security strategy - Providing security in a changing world), che pone nuovamente la proliferazione di armi di distruzione di massa in testa alle 5 minacce alla sicurezza internazionale, ma, soprattutto, che offre, nell'ambito di una strategia di prevenzione, indicazioni specifiche su come conseguire avanzamenti concreti attraverso le Nazioni Unite e nuovi accordi internazionali, a partire da negoziati per la conclusione di un trattato multilaterale di messa al bando della produzione di materiale fissile per le armi nucleari;
è stata presentata la proposta di convenzione sulle armi nucleari, come documento di lavoro dalla Costa Rica e dalla Malaysia alla prima sessione del comitato preparatorio per la conferenza di riesame del Trattato di non proliferazione del 2010 e all'Assemblea generale delle Nazioni Unite;
il Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha presentato il 24 ottobre 2008 a New York, in occasione delle celebrazioni per la Giornata delle Nazioni Unite per il disarmo nucleare, un piano in 5 punti, che include un invito alla piena applicazione del Trattato di non proliferazione mediante accordi e convenzioni specifiche sulle armi nucleari;
il 5 dicembre 2008 la Presidenza di turno francese dell'Unione Europea ha indirizzato una lettera al Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, sollecitando la programmazione di un ampio dibattito dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite sulle questioni relative al disarmo nucleare;


l'8 dicembre 2008 il Segretario di Stato per gli affari esteri britannico, David Miliband, ha ribadito, dalle colonne del quotidiano The Guardian, la scelta strategica del disarmo come elemento fondamentale per combattere la proliferazione nucleare;
il 9 dicembre 2008 l'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza europea Javier Solana ha esplicitamente appoggiato le posizioni espresse dai Governi francese e britannico, nel corso di un suo intervento pronunciato nell'ambito della conferenza su «Pace e disarmo: un mondo senza armi nucleari»;
l'elezione di Barack Obama a nuovo Presidente degli Stati Uniti d'America è stata accompagnata da una serie di impegnative dichiarazioni ufficiali della nuova amministrazione statunitense, che indicano nel disarmo nucleare uno degli obiettivi prioritari dei prossimi anni, da perseguire attraverso una revisione generale della dottrina strategica nazionale e aprendo una nuova stagione di dialogo internazionale, a partire da una più forte collaborazione con la Federazione russa, che favorisca il superamento dello stato di pronto uso dei missili balistici statunitensi e russi e la drastica riduzione dei depositi di armi e materiale nucleare;
il trattato per la riduzione delle armi strategiche (Start I) tra Usa e Federazione russa scadrà, infatti, nel dicembre 2009 e - come recentemente annunciato dai Presidenti Obama e Medvedev - prenderanno presto avvio negoziati tra i due Paesi per giungere, sul tema della riduzione degli arsenali nucleari, alla conclusione di un nuovo trattato vincolante;
il 5 aprile 2009, il Presidente degli Stati Uniti d'America, parlando a Praga, in piazza Hradčani, davanti a trentamila persone, ha indicato alla comunità internazionale l'obiettivo di «un mondo senza armi nucleari», descrivendo un percorso concreto da seguire, dalla riduzione degli arsenali nucleari alla messa al bando globale dei test nucleari, dalla moratoria della produzione dei materiali fissili utilizzati per la costruzione di armi nucleari al rafforzamento dell'autorità preposta alle ispezioni internazionali, fino al ripensamento della cooperazione nucleare a scopi civili;
in preparazione del vertice annuale del G8 del mese di luglio 2009 a L'Aquila, l'Italia potrà concorrere in misura significativa, in qualità di Paese che detiene la presidenza di turno, alla definizione dell'agenda e delle priorità del summit, con l'opportunità di dare centralità al tema della non proliferazione e del disarmo nucleare e di collocarlo nell'ambito di una più generale discussione sulla governance mondiale e sulle politiche per la sicurezza e la pace internazionale,

impegna il Governo:

a favorire, in occasione della presidenza di turno del G8, l'inserimento di impegni rilevanti e concreti nella dichiarazione finale del summit, in relazione all'obiettivo dell'eliminazione totale degli arsenali nucleari e all'effettivo perseguimento dei già citati «13 practical steps to nuclear disarmament», adottati dalla conferenza del riesame del Trattato di non proliferazione del 2000, con particolare riferimento alla messa al bando totale dei test nucleari, alla negoziazione di un trattato internazionale per la messa al bando della produzione di materiale fissile per gli armamenti nucleari, alla riaffermazione del principio di «irreversibilità» delle riduzioni degli arsenali militari, all'innalzamento dell'efficacia delle verifiche e del regime internazionale di ispezione;
a incoraggiare in tutte le sedi internazionali, a partire dal vertice G8 de L'Aquila, ogni sforzo teso a perseguire la riduzione sostanziale e unilaterale degli arsenali militari, a deplorare ogni azione intrapresa dagli Stati in possesso di armamenti nucleari per ampliare o rinnovare la propria dotazione di armamento nucleare, così come a sostenere ogni sforzo teso alla conclusione positiva dei colloqui già avviati per giungere entro il 2009 - in vista della scadenza del trattato Start I - alla firma di un nuovo trattato sulla riduzione delle armi strategiche;
ad assumere in ogni sede multilaterale, in vista della conferenza del riesame del Trattato di non proliferazione del 2010, la proposta di modello di convenzione sulle armi nucleari, già fatta propria dal Segretario generale dell'Onu, e «che potrebbe fornire il quadro delle misure da adottare nell'ambito di un processo di disarmo giuridicamente vincolante», come invita a fare la risoluzione del 9 marzo 2005 del Parlamento europeo;
a stimolare in sede Nato una riflessione sulla necessità di ripensare il ruolo e il valore fin qui assegnato alle armi nucleari e a promuovere, più in generale, un dialogo costruttivo con tutti i Paesi in possesso di armi nucleari per favorire, in coerenza con l'articolo VII del Trattato di non proliferazione, la possibilità di costituire aree regionali libere da armi nucleari, e indicando come, in tal senso, possa operare la stessa Europa occidentale, in una più generale prospettiva di perseguimento dell'«opzione zero», già indicata dall'articolo VI del Trattato di non proliferazione.
(1-00174)
(Nuova formulazione) «Mogherini Rebesani, Fassino, Sereni, Concia, Farinone, Fontanelli, Ginefra, Graziano, La Forgia, Laganà Fortugno, Marchi, Mariani, Mattesini, Motta, Pistelli, Pizzetti, Realacci, Rosato, Rossomando, Samperi, Sarubbi, Sbrollini, Siragusa, Villecco Calipari, Marco Carra».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta scritta:

BUTTIGLIONE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
in qualità di presidente, il 31 marzo 2009 è stata convocata dal sottosegretario alle infrastrutture e trasporti Bartolomeo Mino Giachino, la Consulta del trasporto e della logistica;
all'ordine del giorno era prevista la nomina dell'osservatorio, organismo i cui compiti sono previsti dal regolamento della Consulta, approvato dal Consiglio dei ministri e inviato al Consiglio di Stato per il previsto parere;
tale argomento è stato inserito per accelerare l'iter operativo, alla luce del parere favorevole che, secondo lo stesso presidente Giachino, era stato fornito da parte del Consiglio di Stato;
tuttavia sul sito del Consiglio di Stato è stata pubblicata una decisione contraria al testo del Regolamento inviato, oggetto di rilievi e restituito all'esame del Consiglio dei ministri;
la decisione transitoria del Consiglio di Stato, peraltro, è stata assunta nella seduta del 16 marzo ben 15 giorni prima della riunione della Consulta -:
se sia a conoscenza dei fatti e se non ritenga di sollecitare la stesura di un nuovo testo di regolamento da inviare al Consiglio di Stato per il prescritto parere al fine di giungere in tempi rapidi alla costituzione degli organi dell'osservatorio.
(4-02971)

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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta scritta:

REALACCI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
la Provincia di Lecco ed i tredici Comuni dell'Agenda 21 Meratese (Brivio-Calco-Cernusco Lombardone-Imbersago-Lomagna-Merate-Montevecchia-Olgiate Molgora-Osnago-Paderno d'Adda-Robbiate-Verderio Inferiore-Verderio Superiore) da alcuni anni hanno avviato azioni relative all'efficienza energetica;
la Provincia di Lecco ed i tredici Comuni dell'Agenda 21 Meratese, nel dicembre scorso hanno partecipato ad un Bando del Ministero dell'Ambiente relativo ad interventi di efficienza energetica, denominato «Il sole a scuola»;
il suddetto bando è stato pubblicato dal Ministero dell'ambiente, che con decreto n. 712 del 5 agosto 2008 della Direzione generale salvaguardia ambientale, registrato all'Ufficio centrale di bilancio al n. 3540 del 19 agosto 2008, cap. 8407, ha rifinanziando così il progetto «Il sole a scuola» pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 126 del 1o giugno 2007;
l'iniziativa «Il sole a scuola» è rivolta ai comuni e alle province che siano proprietari di edifici ospitanti istituti di istruzione secondaria di primo e di secondo grado - è inoltre finalizzato alla realizzazione di impianti fotovoltaici sugli edifici scolastici associando un'attività didattica volta alla realizzazione di analisi energetiche e di interventi di razionalizzazione e risparmio energetico nei suddetti edifici tramite il coinvolgimento degli studenti, dei docenti e del personale scolastico;
per il sopraccitato bando sono stati stanziati dal Governo 4.700.000,00 euro, in parte recuperati da fondi non spesi da precedenti bandi nazionali sulle rinnovabili;

il progetto presentato dai comuni e dalla provincia di Lecco prevedeva l'installazione di impianti solari fotovoltaici delle scuole secondarie di 1o grado, comunali e consortili ubicate nei comuni che avevano aderito all'iniziativa nonché di realizzare l'audit energetico degli immobili e di coinvolgere gli studenti attraverso un percorso di conoscenza delle fonti energetiche rinnovabili e della lotta ai cambiamenti climatici;
risulta inoltre che alcune scuole abbiano già provveduto all'installazione di pannelli fotovoltaici, grazie ai finanziamenti parziali ricevuti dalle amministrazioni locali;
dopo innumerevoli richieste al competente Ufficio fonti rinnovabili - Direzione IX - del Ministero dell'ambiente, della tutela del territorio e del mare, si viene a conoscenza che il progetto sembrerebbe addirittura bloccato per problemi organizzativi e finanziari interni al Ministero, come si evince dalla testuale risposta del funzionario competente: «la divisione IX Energie rinnovabili, dal 1o gennaio 2009 è completamente priva del necessario supporto tecnico-amministrativo costituito da unità esterne a questa amministrazione, il cui contratto non è stato rinnovato da quella data e siamo in attesa che ciò si verifichi per poter riprendere il normale funzionamento. L'immaginabile conseguenza è il totale blocco della attività attinenti a questa Divisione che ha messo in campo decine di azioni a cui corrispondono centinaia di progetti oggetto di cofinanziamento. So bene quindi che il vostro progetto, come tutti, non ha visto procedere l'iter tecnico-amministrativo previsto per i motivi che ho esposto»;
la mancanza di risorse per il reperimento di unità di supporto tecnico esterno al Ministero rischia perciò di compromettere le iniziative già intraprese dai comuni dell'Agenda21 e dalla provincia di Varese. Ulteriori ritardi non permettono infatti l'installazione degli impianti prima della chiusura delle scuole e fanno perdere i benefici derivanti dalla stagione di maggior irraggiamento solare -:
quali provvedimenti e disposizioni urgenti intenda assumere il Ministro affinché venga sbloccato il finanziamento del Bando «Il Sole a scuola», dal momento che non solo appare grave non portare a compimento un progetto avviato, ma anche perché rallentare o addirittura precludere incentivi per la riduzione dell'inquinamento, la promozione dell'efficienza energetica e delle fonti rinnovabili, sembra controproducente proprio in un momento di stagnazione economica in cui lo sviluppo delle energie rinnovabili si rivela essere un utile strumento per uscire dalla crisi.
(4-02972)

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DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:

HOLZMANN e DE ANGELIS. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il 4o Reggimento alpini paracadutisti «Monte Cervino», qualora non vengano applicati dei correttivi all'organico, al reclutamento ed all'iter di qualificazione, vede la sua propria esistenza in pericolo;
è necessario quindi procedere ad analizzare alcuni correttivi che porterebbero, in tempi brevi, ad un concreto cambiamento di tendenza necessario per riportare il reparto a livelli organici calibrati agli impegni addestrativi ed operativi cui il personale di truppa fa oggi fronte con una forza pari al 60 per cento dell'organico e che garantirebbe una capacità economica più calibrata all'elevato costo della vita della città ove il reparto è attualmente dislocato;
sarebbe opportuno autorizzare il 4o Reggimento a reclutare ed assumere in forza i volontari in ferma prefissata di un anno seppur non ancora brevettati paracadutisti con opportune varianti da apportare all'organico;

i volontari in ferma prefissata di un anno transitati in forza al 4o Reggimento, a discrezione del Comandante di corpo potrebbero godere di una corsia preferenziale per il passaggio a volontari in ferma prefissata di 4 anni ed analogamente i volontari in ferma prefissata di 4 anni per il passaggio al servizio permanente limitatamente al solo personale che ha raggiunto la qualifica «Ranger»;
i volontari in ferma prefissata di un anno potrebbero frequentare, oltre al normale addestramento di base, alcuni corsi basici dell'iter «Ranger» che, al passaggio volontari in ferma prefissata di 4 anni ridurrebbe i tempi per il conseguimento della qualifica condizione necessaria per il loro impiego teatro operativo;
si potrebbe inoltre ritornare al vecchio iter qualificativo «Ranger» che ne prevedeva la condotta in autonomia da parte del 4o Reggimento seppur con la supervisione del 9o Reggimento inc. in alcune fasi. Dal 2006 le prime 37 settimane vengono svolte a cura del Reparto addestramento forze per operazioni speciali (RAFOS) inquadrato nel 9o Reggimento inc.; questo ha portato ad una radicale riduzione del personale annualmente qualificato dall'ordine delle 30 unità a 5-6. Il 9o reggimento concorda sul fatto che il RAFOS ad oggi è uno strumento di eccezionale qualità che però non è attagliato alle esigenze numeriche dei reparti del bacino FOS a cui i frequentatori del corso OBOS sono destinati, con qualche variazione nell'organico la compagnia scuola potrebbe gestire la qualificazione dei Ranger seppur con la supervisione del 9o reggimento;
l'indennità per le Forze per operazioni speciali (FOS) recentemente approvata nella concertazione economica seppur di modesta entità ha il merito di riconoscere la specificità delle FOS. L'indennità FOS si lega alla complessa realtà dell'indennità operativa di base di cui godono tutti i reparti della difesa. Considerando che aumentare l'indennità appena approvata, genererebbe tensioni in ambito difesa dovuta al fatto che tutti i reparti ne rivendicherebbero l'aumento, una soluzione auspicabile può essere individuata nel legare l'indennità FOS a quella già corrisposta alle FS determinandone una più adeguata percentuale e di fatto la sottrarrebbe dalla problematica comune dell'indennità operativa di base -:
se, preso atto delle oggettive difficoltà di alimentazione del 4o Reggimento alpini paracadutisti «Monte Cervino», sarà possibile intervenire con i correttivi evidenziati.
(4-02973)

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ECONOMIA E FINANZE

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
la Relazione unificata sull'economia e la finanza pubblica dell'aprile 2009 ha certificato che per l'anno 2009 la pressione fiscale raggiungerà il 43,5 per cento appena due decimi in meno rispetto al picco raggiunto nel 1997 quando, per entrare nell'euro, il Governo Prodi fu costretto a varare l'eurotassa in seguito rimborsata ai contribuenti;
il Contributo straordinario per l'Europa fu un'imposta definita il 30 dicembre 1996, con un decreto che implicava una manovra tributaria di 4.300 miliardi di lire, che erano necessari per ridurre il disavanzo dello stato dello 0.6 per cento e consentire ai conti pubblici italiani il rispetto dei parametri di Maastricht e di conseguenza consentire l'ingresso dello Stato italiano nell'area euro. Tale imposta, basata su aliquote progressive, venne prelevata per i lavoratori dipendenti in 9 rate mensili da marzo a novembre 1997, mentre per i lavoratori autonomi o comunque titolari da redditi oltre a quello da lavoro

dipendente fu previsto un versamento in due rate con scadenza 31 maggio e 30 novembre 1997;
lo scopo dell'aumento della pressione fiscale fu chiaro e l'obiettivo prefissato. L'adesione del nostro Paese fin dall'inizio alla moneta unica europea, raggiunto. La restituzione del 60 per cento dell'eurotassa avvenne nel 1999, tramite la legge finanziaria di quell'anno. Oggi, viceversa, la pressione fiscale aumenta senza che ne siano chiare le finalità o i perché;
rispetto all'anno 2008, l'aumento della pressione fiscale è di 0,7 punti percentuali del Pil, in crescita anche rispetto alle ultime previsioni del Governo che nel Programma di stabilità inviato a Bruxelles, la configurava pari al 43,3 per cento;
le previsioni riguardanti le entrate tributarie risultano, peraltro, diminuite, passando da 732 miliardi di euro del 2008 a 727 miliardi del 2009, con una diminuzione di 5 miliardi di euro pari a tre decimi di punti di Pil, anche a causa della difficile congiuntura economica, ma non solo. I dati di cassa relativi ai primi mesi dell'anno 2009, delineano, infatti, una situazione ben più allarmante;
il Bollettino economico di aprile 2009 della Banca d'Italia segnala che nei primi tre mesi del 2009 le entrate tributarie di cassa contabilizzate nel bilancio dello Stato sono diminuite del 5,4 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. La flessione appare superiore a quella calcolabile in base agli andamenti, stimati delle basi imponibili. Le imposte dirette sono scese del 3,9 per cento (1,8 miliardi), riflettendo il forte calo delle imposte sostitutive sugli interessi e la contrazione delle ritenute sui redditi da lavoro dipendente (-2,3 per cento); queste ultimo erano state particolarmente elevate all'inizio del 2008 per effetto di alcuni rinnovi contrattuali. La dinamica delle imposte indirette (-7,2 per cento, 2,8 miliardi) ha risentito della flessione dell'IVA sui consumi interni e sulle importazioni dai paesi della UE (complessivamente, -7,4 per cento) e del forte calo di quella sulle importazioni, dai paesi extra UE (-27,8 per cento). Le informazioni disponibili segnalano una contrazione nel primo trimestre anche per i contributi sociali;
d'altronde, la Nota Informativa 2009-2011 sugli andamenti di finanza pubblica, presentata dal Governo il 6 febbraio 2009, contiene una stridente incongruenza tra le previsioni del quadro macroeconomico (consumi, importazioni, deflatori) e le previsioni sulle entrate, in particolare il gettito da imposte indirette. L'analisi dei dati ufficiali porta a concludere che per il periodo 2009-2011 la perdita di gettito prevista dal Ministero dell'economia e delle finanze va molto oltre gli effetti dovuti alla recessione in corso ed attesa;
in valori assoluti, lo scarto tra il gettito potenziale calcolato in riferimento all'evoluzione delle basi imponibili ponderate ed il gettito previsto dal Ministero dell'economia e delle finanze è pari a quasi un punto percentuale di Pil all'anno;
in altri termini, il MEF «sconta», sulle sole imposte indirette, un ampliamento dell'evasione ed elusione fiscale di 13 miliardi di euro nel 2008, 16 miliardi di euro nel 2009, 14 miliardi di euro nel 2010 e quasi 16 miliardi di euro nel 2011. Ovviamente, l'evasione delle imposte indirette, in particolare dell'Iva, si «tira dietro» evasione ed elusione delle imposte sui redditi e dei contributi previdenziali. Pertanto, l'allargamento dell'evasione e dell'elusione, conseguente alla rimozione delle principali misure di contrasto introdotte nella scorsa legislatura e all'abbattimento di controlli e sanzioni, è decisamente superiore ad un punto percentuale di Pil all'anno;
questi dati trovano un'autorevole conferma in quanto afferma il citato Bollettino economico di aprile 2009 della Banca d'Italia: la flessione del 5,4 per cento delle entrate tributarie di cassa nei primi 3 mesi del 2009 «appare superiore a quella calcolabile in base agli andamenti stimati delle basi imponibili». Ossia, superiore al calo dovuto agli effetti della

congiuntura economica: in altri termini, viene certificato l'aumento dell'evasione;
la relazione del Governo Prodi dell'ottobre 2007 sulla lotta all'evasione fiscale affermava che «il valore aggiunto dell'economia sommersa nel nostro Paese è quasi il 18 per cento del PIL» e stimava che l'evasione fiscale raggiungesse il 21 per cento della base imponibile IRAP e il 33 per cento della base imponibile dell'IVA;
la stessa citata relazione sosteneva che si trattava di «una perdita superiore ai cento miliardi l'anno: livelli elevati ben superiori a quelli dei paesi europei e delle maggiori economie avanzate»;
Il Sole 24 Ore nel gennaio dello stesso anno fissava il costo dell'infedeltà fiscale in «non meno di 115 miliardi l'anno». Livelli così alti di «evasione inducono aliquote di tassazione più elevate del necessario, creano distorsioni nella concorrenza e iniquità sociali tra chi paga e chi non paga le imposte, riducono la competitività internazionale del nostro sistema economico e rischiano dì alimentare altre piaghe come l'illegalità, la corruzione e la criminalità»;
come ebbe a dire l'allora Presidente del Consiglio Romano Prodi: «Questi livelli di evasione sono incompatibili con la democrazia»;
«a causa del peso dell'evasione», fa notare il Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi parlando del livello più alto della pressione fiscale italiana rispetto alla media europea, «la differenza tra l'Italia ed il resto d'Europa è maggiore se si guarda al prelievo sui contribuenti fiscalmente onesti»;
il Centro studi di Confindustria, rielaborando i dati dell'Agenzia delle entrate, calcola che per chi fa correttamente il proprio dovere la pressione fiscale reale è stata pari per l'anno 2008 al 51,8 per cento;
è di 9 punti di tasse in più, quindi, il prezzo dell'evasione sopportato dai contribuenti in regola, per un importo molto maggiore, ad esempio, dell'intera spesa sanitaria;
uno studio dell'Agenzia delle Entrate tenta di risalire all'entità dell'evasione fiscale indagando sull'IVA e giunge alla conclusione che è superata la soglia dei 270 miliardi di euro, cioè il 19,2 per cento del PIL. Un euro su cinque prodotti in Italia, per quanto riguarda l'IVA, ignora dunque il fisco;
la Cgia, l'associazione artigiani e piccole imprese di Mestre, è convinta che le somme sottratte allo Stato siano ben più sostanziose: «l'imponibile evaso in Italia è di circa 316 miliardi di euro l'anno». Sommando anche i contributi previdenziali alle imposte (dirette, indirette e contributive) che si negano all'erario il mancato gettito è «nell'ordine dei 140-150 miliardi di euro»;
con la Finanziaria 2007 il Governo Prodi aveva provato a mettere in campo un primo pacchetto di misure per contrastare l'evasione:
riorganizzazione dell'anagrafe tributaria;
«tracciabilità» dei compensi dei professionisti;
obbligo di trasmissione telematica dei corrispettivi;
tenuta dell'elenco clienti-fornitori;
anagrafe dei conti correnti bancari;
lotta alle frodi IVA;
contabilità semplificata e agevolata per 950.000 imprese minori, il cosiddetto «forfettone» per i contribuenti minimi con reddito inferiore a 30 mila euro;
furono così incassati 23 miliardi in più c nel contempo le entrate da ruoli e riscossioni coattive sono cresciute del 20 per cento;
il Governo Berlusconi-Tremonti con la manovra triennale 2009-2011 (decreto-legge n. 112 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 133 del 2008) ha

provveduto all'eliminazione dell'elenco clienti-fornitori, della «tracciabilità» dei compensi e dell'anagrafe dei conti correnti bancari. Questi e altri provvedimenti hanno rilanciato l'evasione fiscale in grande stile. Diminuiscono, in particolare, le entrate dell'Iva. Anche per la consapevolezza che l'evasione è un'attività sempre meno rischiosa;
si è proceduto a un sistematico smantellamento, presentato come «semplificazione», di un insieme di strumenti, in parte non ancora operativi, introdotti nella legislatura precedente, che potevano permettere all'amministrazione finanziaria di ottenere, per via telematica, informazioni utili ai fini del contrasto all'evasione:
è stato soppresso l'obbligo di allegare alla dichiarazione Iva gli elenchi clienti/fornitori;
sono state abolite le limitazioni nell'uso di contanti e di assegni;
sono state abolite la tracciabilità dei pagamenti e la tenuta da parte dei professionisti di conti correnti dedicati;
è stato soppresso l'obbligo di comunicazione preventiva per compensare crediti di imposta superiori ai 10mila euro;
è stata significativamente ridimensionata la solidarietà in materia di versamento di contributi e ritenute tra committente, appaltatore e subappaltatore;
sul fronte degli studi di settore: è stato previsto l'obbligo della loro pubblicazione entro il 30 settembre dell'anno a cui devono applicarsi, invece che entro il 31 marzo dell'anno successivo. In questo modo, il contribuente è sempre in grado di conoscere in corso d'opera quali sono le aspettative del fisco nei sui confronti e di adeguarvisi;
alle imprese dei distretti, industriali viene consentita la possibilità di effettuare un concordato preventivo triennale (cioè di concordare, in anticipo, per tre anni, le imposte dovute) anche per i tributi locali, specificando che «in caso di osservanza del concordato i controlli sono eseguiti unicamente a scopo di monitoraggio»;
sono state dimezzate le sanzioni;
ed i «risultati», come è stato documentato in precedenza, non sono mancati;
a questo si aggiungano i danni che derivano dal cosiddetto fiscal drag: infatti, in un'imposta progressiva, come l'Irpef, l'aumento di tassazione indotto dall'inflazione discende da due fattori:
una quota sempre più ampia del reddito è assoggettata ad aliquote (marginali) più elevate;
il valore delle detrazioni e deduzioni di imposta per tipologie di redditi, per carichi familiari, ed altro, non è indicizzato all'aumentare dei prezzi e quindi diminuisce, in termini di potere d'acquisto;
da anni, non viene restituito, neanche parzialmente, il drenaggio fiscale, mentre è stato calcolato (dal Prof. Massimo Baldini) che nel 2008, la differenza, tra quanto il contribuente paga e quanto pagherebbe senza l'aumento dell'aliquota media indotto dall'inflazione, è stata pari a 3,7 miliardi di euro;
il mancato recupero del fiscal drag ha pesato, secondo Bankitalia, per 2/3 sulla perdita del potere d'acquisto degli ultimi 5 anni. In altre parole i lavoratori hanno perso 1.182 euro dal 2002 al 2008 (dati Ires Cgil);
nel frattempo le rendite finanziarie sono tassate con un'imposta sostitutiva dell'Irpef e con un'aliquota pari al 12,5 per cento, mentre l'aliquota Irpef più bassa è pari al 23 per cento, il mondo del lavoro autonomo, a prescindere dal fenomeno dell'evasione, dispone della revisione degli studi di settore e di ampie possibilità di deduzione e detrazione, mentre più del 50 per cento delle imprese denuncia un reddito nullo o negativo, ed è stata abolita l'Ici sulle prime abitazioni di lusso;
non è un caso se il nostro Paese, a causa della politica fiscale e della precarizzazione

crescente delle tipologie contrattuali presenti nel mondo del lavoro, ha un livello di disuguaglianza dei redditi fra i più elevati tra i paesi sviluppati, un livello di povertà ben superiore alla media dei paesi Ocse ed è uno dei Paesi in cui la disuguaglianza è cresciuta maggiormente negli ultimi venti anni;
cifre alla mano, la Banca d'Italia (rappresentata da Andrea Brandolini, dirigente del Servizio studi, in un'audizione alla Commissione Lavoro del Senato il 21 aprile 2009) afferma che oggi operai ed impiegati sono piú poveri: c'è stato un travaso di reddito «orizzontale» fra categorie sociali autonomi e dirigenti hanno visto salire i loro redditi e invece fra operai e impiegati è cresciuto il numero di chi è povero;
tra il 1993 e il 2006 il reddito disponibile equivalente (espresso in termini reali con il deflattore dei consumi delle famiglie) è cresciuto dell'1,2 per cento l'anno, ma per le famiglie degli autonomi la crescita è stata del 2,6 per cento, per i dirigenti (pubblici e privati) dell'1,5 per cento e per i pensionati dell'1,6 per cento. Aumenti molto più contenuti si sono verificati invece per operai (+0,6 per cento) e soprattutto impiegati (+0,3 per cento);
come risultato la percentuale dei poveri (coloro che percepiscono un reddito inferiore al 60 per cento di quello medio) appartenenti a queste due classi sociali è salita dal 27 al 31 per cento fra gli operai e dal 7 all'8 per cento fra gli impiegati mentre è scesa fra gli autonomi;
questa politica fiscale, oltre a produrre un incremento della pressione fiscale ed una generale e continua tensione nella gestione dei conti pubblici, per la quale risulta sempre più inefficace la finanza ad avviso degli interpellanti creativa dell'attuale Ministro dell'economia, produce, dunque, anche una marcata sperequazione sociale -:
quali misure intenda attuare il Governo per ridurre il carico fiscale avendo riguardo, in, particolare, ai redditi medio-bassi derivante da lavoro dipendente e da erogazioni previdenziali, e se non intenda iniziare dalla restituzione del fiscal drag;
se non ritenga perseguibile una politica di determinato ed efficace contrasto all'evasione ed all'elusione fiscale, reintroducendo le misure citate in premessa e soppresse nel primo anno di governo dall'attuale Esecutivo, anche al fine di ridurre la pressione fiscale sui contribuenti fiscalmente onesti, secondo il principio di «pagare tutti per pagare meno».
(2-00380)
«Cambursano, Donadi, Evangelisti, Borghesi».

Interrogazione a risposta scritta:

BORGHESI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
nel maggio 2008 il ceo di General Electric, Immelt viene in Italia e anche grazie all'appoggio di Alitalia (General Electric ne è un grande creditore, per i motori d'aereo forniti) negozia l'acquisizione di una banca;
nel Novembre 2008 arriva il via libera politico formale ed il 7/1/2009 General Electric, col benestare vincolante della Banca d'Italia, entra in una banca italiana - Interbanca - con la possibilità di utilizzare tutti i dati informatici trasferendoli alla parte industriale mondiale per utilizzarli per fare business;
la media impresa italiana inizia così ad essere oggetto di aggressione commerciale, interbanca è infatti ente concessionario di tutte le leggi agevolate e di tutti i progetti di ricerca, comunitari e nazionali (Min. ricerca e sviluppo e MIUR). Ovvero, raccoglie, approva e gestisce progetti e contributi. Interbanca ha il 30 per cento del mercato nazionale della legge 1329 (Sabatubu ed uk 9 per cento della legge 488 ex mezzogiorno, legge 46/82,

contratto di programma Regione Puglia, legge 297/99). Una magnifica piattaforma d'osservazione;
diverse medie imprese italiane, in settori strategici vengono avvicinate e «passate» (in anglosassone si chiama crosselling) alle divisioni industriali di General Electric, per farne oggetto di acquisizione;
viene emanata una norma interna (con il placet di Banca d'Italia) per cui il CdA di Interbanca prima di approvare ogni affidamento ad imprese italiane nei settori energetico, aerospaziale ed immobiliare deve chiedere un parere vincolante a società del gruppo General Electric operanti in quel settore;
l'attività di credito ordinario da gennaio viene bloccata e nessun cliente riceve nuovi affidamenti. Tutto è fermo e congelato ed anche i clienti di leggi agevolate (esempio la legge 488 del Sud) rischiano di fallire in attesa dell'erogazione dei loro legittimi contributi, Interbanca senza che il controllore Banca d'Italia abbia nulla da obiettare, senza nessun consigliere indipendente e dove ogni decisione viene presa a Londra e dalla casa madre Usa, non può avere alcun interesse ad aiutare l'industria italiana ma anzi l'unico scopo è impossessarsi dei pezzi migliori (emblematico è il caso della Nuovo Pignone, ex Eni, autentico gioiello tecnologico venne venduta a General Electric nel 1993 ed è ora il loro centro mondiale dell'Oil&Gas);
recenti iniziative del Governo, sia normative che assunte in sede di CICR, hanno allentato i limiti alla partecipazione di imprese non esercenti attività di erogazione del credito nel capitale delle banche e viceversa con il rischio di rendere sempre più frequenti in futuro situazioni quale quella descritta -:
se non intenda assumere le necessarie iniziative, eventualmente anche in sede di CICR, per rafforzare la separazione tra imprese esercenti attività creditizia ed imprese industriali beneficiarie del credito.
(4-02978)

...

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti per sapere - premesso che:
in base alla circolare n. 39544/23 del 7 agosto 2008, a decorrere dal 4 maggio 2009, tutti gli esami di teoria per il conseguimento delle patenti di guida delle categorie A e B saranno svolte con il sistema informatizzato e non sarà più consentito svolgere gli esami con il sistema cartaceo salvo eccezionali deroghe che potranno essere disposte dalla Direzione Generale per la Motorizzazione;
l'Amministrazione avrebbe poi adottato un nuovo tipo di smart card per la firma digitale la cui utilizzazione è finalizzata allo svolgimento della funzione di esaminatore e/o di operatore tecnico da parte del personale appositamente abilitato, pertanto non potranno essere preposti alle sedute di esame, sia di teoria che di guida, i funzionari che non siano in possesso di tale smart card;
molti allievi, non essendo più vincolati a sostenere gli esami di teoria presso le autoscuole, hanno optato per la preparazione da autodidatti, producendo un grave danno alle autoscuole che stanno vedendo sempre più contrarsi il numero di iscritti;
il rischio reale che ne può derivare è lo scadimento della preparazione stessa per l'assenza di docenti e del controllo svolto dagli insegnanti;
l'impreparazione ha un triste ruolo tra le cause di incidenti stradali, solitamente i più gravi e talvolta letali e l'Italia è al secondo posto in Europa nella classifica per nazioni delle morti su strada;
alla luce della generale crisi economica, inoltre, la posizione lavorativa dei

docenti delle numerose autoscuole (circa sette mila sul territorio nazionale) rischia di diventare altamente precaria;
non si ravvisa l'utilità della centralizzazione degli esami di teoria quando sono possibili e di agevole attuazione il collegamento informatico delle autoscuole con la Motorizzazione Civile, che potrebbe svolgere anche la funzione di controllo in tempo reale e la razionale distribuzione degli esaminatori;
si eviterebbero anche i disagi di coloro che risiedono in periferia e in provincia, costretti dalle nuove disposizioni a lunghi spostamenti -:
se abbia valutato attentamente le conseguenze derivanti dall'introduzione delle nuove disposizioni citate in premessa e se non ritenga di valutare la possibilità di una loro modifica, equa ed equilibrata, che metta al riparo le oltre settemila autoscuole presenti in Italia dal rischio di chiusura, oltre ad eliminare i disagi conseguenti per gli utenti e gli operatori del settore in generale.
(2-00379)
«Ciocchetti, Dionisi, Anna Teresa Formisano, Vietti».

Interrogazione a risposta in Commissione:

LOVELLI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nella seduta del CIPE del 6 marzo 2009, è stato approvato un piano di opere che, secondo il verbale della riunione «rientrano sia nell'Allegato Infrastrutture al DPEF 2009-2013 (per un importo di 16,6 miliardi di euro, di cui 8,51 di contributo pubblico e 8,09 di contributo privato) sia in precedenti DPEF (con una copertura già disponibile per 11,5 miliardi e un fabbisogno di 2,2 miliardi);
nella scelta degli interventi da attivare nel periodo 2009-2011 è stato seguito il criterio strategico di dare preminenza alle opere immediatamente attivabili, con l'obiettivo di smussare gli effetti su prodotto e occupazione della crisi economica in atto. Il quadro programmatico risponde all'impegno di garantire al Mezzogiorno una quota pari almeno al 30 per cento degli interventi complessivi e al Centro Nord una quota pari al 15 per cento delle risorse per le aree sottoutilizzate (FAS)»;
nel corso di una recente audizione presso la IX Commissione il Ministro dei trasporti e delle infrastrutture ha quantificato il totale delle opere cantierabili entro il 2009 in 24 miliardi di euro;
tra le opere ferroviarie previste rientrano le linee AV/AC dell'Asse Milano-Verona (tratta Brescia-Treviglio) e dell'Asse Milano-Genova (I fase), con un intervento complessivo quantificato in 2,750 miliardi, di cui 900 milioni sarebbero destinati alla Milano-Genova (terzo valico dei Giovi) a fronte di un costo complessivo dello stesso, che ammonta a 5,2 miliardi di euro sulla base del progetto definitivo approvato dal CIPE il 6 aprile 2006;
la regione Piemonte, con nota in data 11 marzo 2009, indirizzata al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, ha richiamato gli impegni assunti dal Governo con la sottoscrizione in data 23 gennaio 2009 del Primo atto aggiuntivo dell'intesa generale quadro tra Regione e Governo;
per quanto riguarda la AV/AC Milano-Genova (Terzo valico dei Giovi) non risulta a tutt'oggi ripristinato il contratto di RFI con il General Contractor, ai sensi dell'articolo 12 del decreto-legge n. 112 del 2008 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008 e non sono noti gli orientamenti della stessa RFI e del Ministero, tenendo conto che il progetto definitivo era stato a suo tempo approvato con prescrizioni e osservazioni da parte degli enti locali e delle Regioni e che con la risoluzione approvata in IX Commissione il 24 febbraio 2009 col n. 8-00034, il Governo era stato impegnato a verificare

le modalità attuative del progetto sotto il profilo dei costi e della copertura finanziaria -:
quale sia l'elenco delle opere effettivamente cantierabili entro il 2009 ai sensi della decisione del CIPE del 6 marzo 2009;
quale sia l'intendimento del Governo in merito agli impegni assunti con la Regione Piemonte e dalla stessa richiamati in data 11 marzo 2009;
quale sia lo stato di attuazione del progetto del «terzo valico dei Giovi», in particolare per quanto riguarda il ripristino del contratto col General Contractor, ai sensi del decreto-legge n. 112 del 2009 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008 e per la «prima fase» dei lavori eventualmente attivabile con il finanziamento di 900 milioni;
se corrisponda al vero che, per il finanziamento totale dell'opera, si intenda ricorrere a «fondi sovrani libici», come dichiarato dal Ministro dello sviluppo economico (Il Sole 24 ore del 3 aprile 2009).
(5-01403)

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INTERNO

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
a seguito del provvedimento di indirizzo in materia di politiche sull'immigrazione, adottato dall'attuale Governo, è stato disposto che le procedure di identificazione e respingimento, per gli immigrati sbarcati sull'isola di Lampedusa, debbano essere effettuate sul territorio dell'isola medesima;
tutto ciò comporta un insostenibile sovraffollamento di immigrati sull'isola, considerato l'alto numero degli arrivi, come i primi mesi del 2009 immancabilmente confermano;
tutto ciò comporta disagi per la popolazione residente ed un duro colpo all'economia turistica delle Pelagie, cosa che non ha mancato di sollevare proteste e ribellioni;
la scelta del Governo ha avuto come conseguenza immediata l'esigenza di ampliare delle strutture da destinare alle procedure per l'identificazione ed il respingimento;
tali ampliamenti hanno riguardato il sito della ex base Loran di contrada Ponente situata all'estremo occidentale dell'Isola;
su disposizione del Ministero dell'interno sono stati avviati i lavori di ristrutturazione ed ampliamento dell'immobile senza attendere i prescritti pareri dalle autorità competenti;
su quella zona dell'Isola, individuata come zona SIC e ZPS, insistono vincoli derivanti dall'applicazione delle direttive comunitarie «Habitat» ed «Uccelli» che ne tutelano il paesaggio e l'ecosistema;
la Conferenza dei Servizi, riunitasi successivamente all'inizio dei lavori, non ha rilasciato i necessari nulla-osta per il proseguimento dei lavori;
dall'esito della Conferenza dei Servizi il Ministero dell'interno ha disposto la sospensione dei lavori e il ripristino dei luoghi manomessi per l'intervento dello Stato e con l'opposizione esplicita del comune di Lampedusa;
sulla vicenda la Procura della Repubblica competente ha aperto un procedimento volto ad accertare eventuali responsabilità penali;
tale condotta, ad avviso dell'interrogante non è conforme alle disposizioni che regolano le citate procedure e comporta una precisa responsabilità del ministero dell'interno -:
in base a quale normativa il ministero abbia deciso di dare avvio ai lavori di ristrutturazione senza attendere che i

prescritti pareri fossero pervenuti e si fosse riunita la Conferenza di Servizi;
a quanto ammontino i costi delle opere e dei lavori, oltreché delle forniture, relative al trasporto di materiale sbancamenti eccetera già effettuati fino alla sospensione dei lavori;
se esista un preventivo, ed in tal caso quale ne sia l'importo, per le spese necessarie al ripristino dei luoghi.
(2-00381)«Capodicasa».

Interrogazione a risposta scritta:

MILO. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
da più di tre anni gli organi inquirenti acquisiscono, mediante sequestro, documentazione amministrativa presso il comune di Santa Maria Capua a Vetere, provincia di Caserta, prevalentemente presso l'Ufficio tecnico comunale;
gli organi di stampa, quasi quotidianamente, riportano notizie circa i reiterati illeciti amministrativi finalizzati a speculazioni edilizie ed immobiliari, anche riferibili a personaggi coinvolti in vicende giudiziarie (spartacus 3);
in sede di sedute di consiglio comunale si è addirittura parlato di tangenti che sarebbero state versate ad amministratori e dirigenti per il rilascio di concessioni edilizie e commerciali nonché per l'affidamento del servizio di riscossione tributi (successivamente revocato per decisione del Consiglio di Stato per vizi ed irregolarità);
stranamente presso detto comune gli appalti sono quasi tutti assegnati alla stessa impresa, proveniente dall'agro aversano;
di recente la stampa ha riportato ulteriori notizie circa una richiesta di arresto di 13 persone su 40 indagati, tra amministratori, dirigenti, funzionari e imprenditori;
alla base di tali richieste di arresto sembra vi siano anche intercettazioni telefoniche ed ambientali di tenore inequivocabile;
numerose associazioni cittadine ed ex amministratori comunali hanno rappresentato la loro inquietudine denunciando il clima da «gomorra» che si respira in città;
le lungaggini della magistratura inquirente preoccupa e determina sfiducia dei cittadini verso le istituzioni -:
se non ritengono indispensabile inviare, presso detto comune, una commissione di accesso ex articolo 143 del decreto legislativo n. 267 del 2000 per la verifica del livello d'infiltrazione nelle istituzioni della criminalità organizzata.
(4-02976)

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta scritta:

GHIZZONI e SIRAGUSA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
l'istruzione secondaria superiore sarà sottoposta ad un drastico mutamento - in conseguenza ai tagli di organico determinati dall'articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008 - senza che la ridefinizione dei profili formativi, dei curricula, degli obiettivi disciplinari e quindi degli apporti didattici necessari per attuarli sia stata oggetto di confronto con le componenti scolastiche e con le forze politiche;
il 18 dicembre 2008, il Consiglio dei ministri ha esaminato il Regolamento relativo all'istruzione liceale e, conseguentemente, ne sono stati resi noti gli assetti orari annuali, dai quali si evince la scomparsa di alcune discipline, la forte riduzione di altre e l'introduzione ex novo di altre ancora, tanto da prefigurare una modifica del profilo formativo in uscita dei corsi di studio;

in particolare, l'assetto del «nuovo» Liceo Artistico, che compatta in tre indirizzi le sperimentazioni degli attuali Liceo artistico e Istituto d'Arte, modifica fortemente il suo corso di studi tradizionale, specializzando selettivamente alcuni aspetti disciplinari e disarticolando la storica complementarietà delle discipline artistiche nel processo di apprendimento e formazione;
la forte riduzione di ore che subiranno le discipline artistiche ora presenti nei Licei Artistici e Istituti d'Arte, quali ad esempio Pittura, Scultura e Architettura, è decisamente maggiore rispetto a qualsiasi altro insegnamento del sistema dei Licei. Alla perdita di ore (fino al 50) si associa poi il più grave snaturamento della struttura curriculare degli attuali istituti di istruzione artistica (unico segmento propedeutico rivolto alla formazione per l'arte), poiché le discipline caratterizzanti diventeranno una paradossale minoranza e saranno spogliate dalla loro specificità e natura;
pare urgente avviare una riflessione approfondita sulla realtà didattico-educativa legata al fare creativo, sulle finalità della formazione artistica nell'attuale contesto storico, culturale e economico del nostro Paese, con la consapevolezza che sul piano didattico-pedagogico l'esperienza tra le materie artistiche, pittoriche, plastiche, geometrico-architettoniche non può essere separata dall'esercizio precoce e continuativo del fare artistico operativo, laboratoriale, progettuale; e che l'educazione alla creatività artistico-artigianale - strategica per la qualità dei tanti distretti produttivi italiani - necessita di una formazione che le scuole d'arte attualmente assicurano e promuovono -:
se il Ministro non intenda riconsiderare l'assetto proposto per il «nuovo» Liceo Artistico, al fine di potenziare la formazione al linguaggio artistico (al «saper fare arte»), che ha pari dignità rispetto all'apprendimento delle discipline umanistiche e scientifiche.
(4-02975)

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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta scritta:

PIONATI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
le previsioni 2008/09, che indicavano un buon raccolto mondiale di nocciole, superiore alla campagna scorsa di circa il 20-25 per cento, sono state ampiamente rispettate. Il raccolto in Turchia è arrivato a 925 mila tonnellate circa. Un record storico ed un'impennata senza precedenti. L'Italia si è attestata all'incirca sulle 100.000 tonnellate (Turchia e Italia sono i due principali Paesi produttori mondiali), 30.000 tonnellate prodotte in Spagna e circa 56.000 tonnellate in Francia. In Italia si realizza circa l'80 per cento della produzione comunitaria di nocciole, con 40.000 tonnellate prodotte in Regione Campania su una superficie di circa 20.00 ettari;
a questi dati sono da aggiungere circa 330.000 tonnellate di nocciole ancora stoccate in Turchia provenienti dalle campagne precedenti;
questi numeri, che Coldiretti, aveva divulgato ancora prima dell'inizio della campagna e sui quali c'erano state non poche polemiche, si sono purtroppo rivelati esatti. La Coldiretti, in un apposito incontro al Ministero all'inizio di agosto, aveva già richiamato l'attenzione sul fatto che la probabile immissione sul mercato mondiale degli stock di nocciole turche, in aggiunta ad un'offerta già abbondante, avrebbe portato ad un crollo delle quotazioni del prodotto a livelli tali da non rendere più remunerativa la sua coltivazione;
è ciò che sta accadendo anche se sembra, viste le quotazioni del prodotto turco, che non siano da escludere fenomeni di speculazioni commerciali anche locali;

in questo momento, il prezzo pagato alla produzione è tra i più bassi degli ultimi anni;
il quadro che si presenta per la campagna in corso è estremamente preoccupante, in quanto l'aumento dell'offerta mondiale a livelli superiori alla domanda, unito al ristagno dei consumi, rende molto vulnerabili i produttori comunitari e nazionali. Pertanto, il consolidarsi di un livello dei prezzi per la campagna 2008/09 (passati dai 250,00 euro/quintale dell'anno scorso ai 140,00 di quest'anno), assolutamente inadeguato per i produttori, potrebbe determinare l'abbandono delle produzioni con tutte le gravi conseguenze che ne deriverebbero sia a livello socio-economico per la vita di intere famiglie coltivatrici, sia sull'equilibrio idro-geologico dei territori. Ricordiamo che le colture corilicole in Regione Campania sono quasi sempre localizzate in aree marginali, collinari e montane, dove non esistono valide alternative colturali;
riteniamo che il principale produttore mondiale di nocciole, la Turchia, attui nei confronti dell'Europa e dell'Italia in primo luogo, che rappresenta il secondo Paese di sbocco dell'esportazione turca, una concorrenza sleale; difatti, grazie ai massicci interventi del Governo locale, che ritira del mercato ingenti quantitativi di prodotto, riesce a praticare prezzi inferiori a quelli italiani e con un prodotto altamente a rischio da un punto di vista igienico-sanitario perché, spesso, ai controlli risulta contaminato da aflatossine (sostanza tossica);
se non intenda porre in essere le seguenti iniziative -:
a) la costituzione di un osservatorio permanente sulle nocciole, che consenta un attento monitoraggio della situazione di mercato, sia per l'acquisizione dei dati «certi» e tempestivi sulle produzioni e sulle importazioni di nocciole turche, sia sui prezzi e sulle condizioni in cui essi si formano, per verificare se esistono fenomeni di «cartello» tra operatori commerciali a danno dei produttori (mancano dati ufficiali e l'Ismea si limita alla mera rilevazione dei prezzi nazionali);
b) il rafforzamento dei controlli qualitativi e fitosanitari alle frontiere, affinché questi avvengano in condizioni di trasparenza ed obiettività e le nocciole importate (in guscio, sgusciate e lavorate) rispettino le stesse norme imposte dall'Unione europea;
c) una posizione netta nei confronti della Commissione europea, (DG SANCO) per evitare la possibile modifica della Decisione 2006/504, che prevede particolari controlli sui prodotti della frutta in guscio provenienti dalla Turchia, innalzando i limiti massimi consentiti di aflatossine, come richiesto dalla Turchia e dal Codex Alimentarius posto che un aumento delle tolleranze sulle aflatossine - che agevolerebbe le importazioni delle nocciole turche sul mercato comunitario - metterebbe a serio rischio la salute dei consumatori;
d) la difesa delle norme di commercializzazione per le nocciole fresche, che la Commissione vorrebbe abrogare, e la previsione dell'indicazione obbligatoria dell'origine per tutti i prodotti trasformati, nocciole comprese, per una corretta informazione al consumatore, rendendo così possibile effettuare acquisti consapevoli;
e) esercitare una pressione politica sul Governo turco, anche attraverso incontri bilaterali con il Governo italiano, allo scopo di migliorare le condizioni dell'offerta sul mercato internazionale, cercando di contemperare gli interessi reciproci dei due principali Paesi produttori mondiali di nocciole;
f) incentivare la ricerca scientifica sulle spiccate proprietà antidepressive e anticolesterolo delle nocciole;
g) promuovere la conoscenza ed il consumo delle nostre nocciole presso i grandi mercati asiatici emergenti (Cina, India) dove, in forza di una maggiore ricchezza disponibile e del conseguente cambiamento delle abitudini alimentari, si

aprono nuovi ed interessanti spazi di commercializzazione (ad esempio in Cina il consumo di cioccolato è passato nell'ultimo anno da 70 grammi a 700 grammi pro capite);
h) richiesta di applicazione di un dazio di entrata sulle nocciole turche, con comunicazione da presentare da parte del Governo italiano una segnalazione alla Commissione europea per l'antidumping, in quanto la Turchia applica prezzi di mercato, che rappresentano evidenti pratiche commerciali sleali, che vanno regolamentate per garantire una giusta tutela alle piccole e medie aziende agricole italiane.
(4-02974)

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SVILUPPO ECONOMICO

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi la Fiat ha siglato un accordo con Chrysler e si appresta a siglarne uno con la Opel. Nell'ambito di queste trattative è emerso, da fonti sindacali italiane e straniere, che nel piano industriale rientrerebbe la dismissione di due stabilimenti italiani, in particolare di quello di Termini imerese (Palermo);
laddove confermata tale ipotesi, a seguito del possibile accordo Fiat-Opel si verrebbero a determinare gravi ricadute occupazionali sul polo produttivo di Termini Imerese, ovvero su circa 2800 lavoratori dello stabilimento e del suo indotto in un momento di grave crisi economica del Paese;
i sindacati hanno indetto nelle ultime ore uno sciopero e hanno chiesto al Governo di convocare urgentemente l'azienda per un confronto di merito sulle prospettive degli stabilimenti italiani prima che l'accordo con Opel venga chiuso -:
quali siano le notizie in possesso del Governo e quali iniziative intenda intraprendere al fine di garantire la continuità operativa degli stabilimenti nonché la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali del gruppo Fiat in Italia.
(2-00378)
«Antonino Russo, Sposetti, De Pasquale, Vannucci, Sanga, Ginefra, Genovese, Capodicasa, D'Antoni, Berretta, Burtone, Samperi, Siragusa, Cardinale, Causi, Rossa, Scilipoti, Enzo Carra, Pierdomenico Martino, Levi, Rugghia, Calvisi, Lolli, Tempestini, Coscia, Ghizzoni, Pes, Peluffo, Verini, Picierno, Maran».

Interrogazione a risposta scritta:

MELCHIORRE, RICARDO ANTONIO MERLO e TANONI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
con provvedimento n. 8546 del 28 luglio 2000 l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha sanzionato pesantemente alcune compagnie di assicurazione dopo aver accertato che le stesse, sulla base di un accordo di cartello teso a uniformare il prezzo della polizza RC auto, avevano applicato aumenti dei prezzi assicurativi dal 1995 al 2000 superiori a quelli che un regime di libera concorrenza in materia di tariffe avrebbe determinato;
la pronuncia dell'Autorità Garante, puntualmente impugnata, ha avuto il controllo di legittimità da parte della giurisdizione amministrativa la quale, con la sentenza del Tribunale amministrativo regionale del Lazio n. 6139 del 2001 e quella successiva, del Consiglio di Stato, n. 2199 del 26 febbraio 2002, ha confermato l'esistenza del cartello monopolistico delle compagnie assicurative, in violazione alla

legge sulla concorrenza, condannando alcune compagnie assicuratrici ad una multa di circa 350 milioni di euro;
la predetta sentenza, passata in giudicato, ha dichiarato l'illegittima attività svolta dalle maggiori compagnie di assicurazione operanti in Italia, le quali, dal 1995 al 2000, attraverso la creazione di un accordo di «cartello», operavano contro la libera concorrenza del mercato, ai danni dei consumatori, con una maggiorazione dei premi RC Auto del 20 per cento;
la accertata condotta anticoncorrenziale delle compagnie assicuratrici ha di fatto alleggerito le tasche degli automobilisti-consumatori;
l'ISVAP, Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private e di Interesse Collettivo, è l'organo istituzionale delle imprese assicuratrici, relativamente alla osservanza delle vigenti disposizioni di legge e delle regole del mercato e della concorrenza;
l'ISVAP, nonostante le argomentazioni di cui sopra, non si è attivata per la restituzione delle quote-premio RCA (20 per cento di quanto corrisposto) agli aventi diritto (Assicurati RCA dal 1995 al 2000);
non risulta agli interroganti altresì alcuna iniziativa del Governo diretta a garantire a tali cittadini la restituzione delle somme illegittimamente riscosse -:
se esista la reale volontà del Governo di adottare una definitiva soluzione del problema evidenziato in premessa e, conseguentemente, quali iniziative concrete anche di carattere normativo intenda porre in essere affinché gli automobilisti italiani, oltremodo danneggiati dall'inadempienza della sentenza del Consiglio di Stato, possano effettivamente rientrare nella materiale disponibilità dei loro crediti.
(4-02977)

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Apposizione di firme ad una mozione.

La mozione Franceschini e altri n. 1-00165, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 7 maggio 2009, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati Baretta, Fluvi, Damiano.

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

L'interrogazione a risposta in Commissione Capitanio Santolini n. 5-01139, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 17 marzo 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Tassone.

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore:
interrogazione a risposta scritta Ghizzoni n. 4-02962 dell'11 maggio 2009.

Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore:
interrogazione a risposta orale Ghizzoni e Siragusa n. 3-00479 dell'8 aprile 2009 in interrogazione a risposta scritta n. 4-02975.