XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 179 di martedì 19 maggio 2009

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI

La seduta comincia alle 11,05.

RENZO LUSETTI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 14 maggio 2009.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Balocchi, Bindi, Brancher, Brugger, Buonfiglio, Cirielli, Cossiga, Donadi, Duilio, Fallica, Gianni Farina, Gregorio Fontana, Lombardo, Lo Monte, Mazzocchi, Melchiorre, Migliavacca, Molgora, Mura, Nucara, Pecorella, Pescante, Romani, Ronchi, Saglia e Scajola sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Saluto gli studenti della scuola media statale Giovanni Battista Piranesi di Roma, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

Svolgimento di interpellanze e di interrogazioni (ore 11,10).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze e di interrogazioni.

(Rinvio dell'interpellanza Lo Monte n. 2-00329)

PRESIDENTE. Dovremmo passare all'interpellanza Lo Monte n. 2-00329, concernente realizzazione di una stazione di controllo relativa al sistema di comunicazione satellitare Muos da parte delle forze armate statunitensi in contrada Ulmo a Niscemi (Caltanissetta).
Avverto che, per accordi intercorsi tra il presentatore ed il Governo, lo svolgimento dell'interpellanza Lo Monte n. 2-00329 è rinviato ad altra seduta.

(Rinvio dell'interpellanza Garagnani n. 2-00138)

PRESIDENTE. Dovremmo ora passare alle passare all'interpellanza n. 2-00138 dell'onorevole Garagnani, riguardante attività dei garanti dei detenuti.
Avverto che, su richiesta del presentatore e con il consenso del Governo, lo svolgimento dell'interpellanza è rinviato ad altra seduta.

(Problematiche relative alla realizzazione del Terminal Cina nel comune di Civitavecchia - n. 3-00340)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti Giuseppe Maria Reina, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Tenaglia n. 3-00340, concernente problematiche relative alla realizzazione del Terminal Cina nel comune di Civitavecchia (Vedi l'allegato A - Interrogazioni).

GIUSEPPE MARIA REINA, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Pag. 2Signor Presidente, l'interrogazione cui si risponde presenta due questioni essenzialmente rivolte a chiarire alcuni aspetti relativi alla gestione del porto di Civitavecchia. Per quanto riguarda la questione più prettamente gestionale, fattispecie di diretta competenza del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ed in particolare il duplice incarico in capo all'ex presidente dell'autorità portuale, Gianni Moscherini, oggi sindaco di Civitavecchia, si chiarisce che lo stesso ha ricoperto l'incarico di presidente dell'autorità portuale nel quadriennio 2001-2005, come da decreto ministeriale di nomina del 10 ottobre 2001, mentre è stato nominato commissario straordinario con decreto ministeriale del 25 novembre e 2005 ed è stato, infine, sollevato da tale incarico con decreto del Ministero dei trasporti del 21 febbraio 2007. Pertanto, gli incarichi ricoperti dal signor Gianni Moscherini nell'ente portuale, sono anteriori alla sua elezione a sindaco del comune di Civitavecchia, risultando quindi che i due incarichi non sono mai stati ricoperti contemporaneamente.
Per quanto riguarda la realizzazione del Terminal Cina all'interno della circoscrizione dell'autorità portuale di Civitavecchia, si rappresenta che tale opera non risulta tra quelle finanziate, neanche parzialmente, con fondi erogati dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Secondo quanto riferito dal Ministero dell'interno, l'attuale sindaco di Civitavecchia risulta effettivamente promotore del cosiddetto «progetto Terminal Cina», attualmente in fase di stasi, poiché non consta che siano stati varati atti amministrativi tesi alla realizzazione di manufatti ovvero costruzioni da adibire a polo commerciale nella località la Frasca-Sant'Agostino, interessata a quelle realizzazioni.
Per quanto alle attività gestionali dell'autorità portuale, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ha già provveduto a richiedere all'Autorità portuale la documentazione relativa alle gare di appalto promosse dall'ente portuale e si provvederà ad assumere le eventuali determinazioni di competenza all'esito di tale processo di verifica.
Per quanto riguarda, quindi, gli aspetti di sicurezza e del paventato rischio di infiltrazioni malavitose, il Ministero dell'interno ha reso le seguenti informazioni. In ordine al problema delle infiltrazioni malavitose nell'Alto Lazio, risulta che all'inizio del mese di febbraio 2008, nel corso di un'operazione di polizia denominata «Fire», è stato arrestato il capo clan Guido Casamonica e denunciati a piede libero in concorso il figlio Johnny Casamonica e Roberto Casamonica. I predetti, tutti residenti in Roma, insieme a due complici viterbesi avevano posto in essere alcune attività criminose in danno di esercenti viterbesi.
Alcuni congiunti della famiglia Casamonica di Roma risultano risiedere sul litorale della provincia di Viterbo e sono costantemente monitorati dalle locali forze di polizia che hanno sempre represso qualunque tentativo di attività illegali posto in essere dal clan. Pertanto, nonostante la presenza inquietante di questi soggetti nel territorio provinciale, non è mai emersa la possibilità di una gestione territoriale dell'organizzazione criminale dei Casamonica grazie all'azione preventiva e repressiva messa in atto dalla magistratura e dalle forze dell'ordine della provincia di Viterbo.
Per quanto invece agli specifici fatti riguardanti il porto di Civitavecchia, il Ministero dell'interno fa conoscere che l'imprenditore romano Pietro D'Ardes, menzionato nell'atto ispettivo, è stato tratto in arresto il 21 luglio 2008 a conclusione di una complessa ed articolata attività di indagine condotta dalla direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria unitamente ad altri 17 soggetti elementi di spicco dei clan mafiosi Alvaro - Piromalli - Molè perché ritenuto responsabile di associazione di tipo mafioso.
Relativamente a Giovanni Moscherini, il 16 febbraio 2008 sono stati notificati dal centro operativo di Roma della DIA, un avviso di conclusione delle indagini ai sensi dell'articolo 415-bis del codice di Pag. 3procedura penale ed una contestuale informazione di garanzia in quanto indagato per i reati previsti dagli articoli 110, 81, 319 e 322 del codice penale per aver tentato, in concorso con altra persona, di ottenere notizie in ordine ad indagini in corso da parte del menzionato ufficio di polizia.

PRESIDENTE. L'onorevole Tenaglia ha facoltà di replicare, per cinque minuti.

LANFRANCO TENAGLIA. Signor Presidente, abbiamo preso atto delle indicazioni del sottosegretario sulla prima parte dell'interrogazione. La seconda parte, che riguarda il delicatissimo problema delle infiltrazioni e delle attività criminali con riguardo alla gestione di attività portuali (e, in particolare di attività di criminalità organizzata cinese in raccordo con criminalità organizzata italiana), ci trova parzialmente soddisfatti.
Le notizie che il sottosegretario ha fornito oggi dimostrano come sia necessario tenere alto l'allarme su questi problemi perché, dopo il tentativo, in parte riuscito, di infiltrazione nelle zone portuali di Napoli e di Gioia Tauro, assistiamo nell'Alto Lazio ad una presenza sul territorio di soggetti appartenenti ad organizzazioni malavitose e di criminalità organizzata.
Tali organizzazioni agiscono anche, come riferito dal sottosegretario, in raccordo con soggetti locali. Questo è un indice abbastanza preoccupante del tentativo di infiltrazione e di stabilizzazione sul territorio di queste organizzazioni, che quindi debbono indurre sia l'autorità di pubblica sicurezza che l'autorità giudiziaria a un'attenzione e un'attività di prevenzione molto forte.
Del resto, questi fatti e queste circostanze sono stati già da tempo denunciati dalla stessa autorità giudiziaria. Lo stesso dottor De Ficchy, che all'epoca rivestiva il ruolo di sostituto della Direzione nazionale antimafia, ha indicato che il pericolo per la zona dell'Alto Lazio costituito da dalla possibilità di infiltrazione legata alla proposta di costruire un molo portuale nella zona la Frasca-Sant'Agostino, lungo il confine tra Civitavecchia e Tarquinia. Quindi, sono fatti gravi, che inducono alla massima attenzione per impedire che quella zona diventi oggetto di attenzione e di infiltrazioni criminali.

(Progetto per la realizzazione della cosiddetta «bretella» di Urbino - n. 3-00472)

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Giuseppe Maria Reina, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Ciccioli n. 3-00472, concernente il progetto per la realizzazione della cosiddetta «bretella» di Urbino (Vedi l'allegato A - Interrogazioni).

GIUSEPPE MARIA REINA, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, il progetto originario della «bretella» di Urbino, risalente agli anni Novanta, prevedeva la realizzazione di un tratto della lunghezza complessiva di circa 3 mila metri, con carreggiata a quattro corsie, due per ogni senso di marcia, che partiva dalla vecchia strada statale 73-bis, a circa 350 metri dal bivio Borzaga, per svilupparsi dapprima in un viadotto lungo l'alveo denominato Santa Maria degli Angeli, in adiacenza al tracciato della strada statale 73-bis e, quindi, sul versante opposto alla strada statale stessa 73-bis, parte in rilevato e parte in trincea.
Il seguito del tracciato si sviluppava ancora in viadotto, superando il fosso della Lavandaia, per innestarsi con la vecchia strada statale 73-bis, in località Le Conce. Il costo dell'opera ammontava a lire 52.530.352.086 per lavori e somme a disposizione.
I lavori, iniziati il 19 aprile 1995 secondo il tracciato appena descritto, sono stati sospesi dopo circa un anno, in data 8 agosto 1996, con ordinanza ad effetto immediato del Ministero dell'ambiente, secondo la quale « (...) l'opera ha ripercussioni di rilievo sull'ambiente che possono compromettere l'equilibrio ecologico e ambientale». In seguito alla sospensione, si è reso necessario procedere alla redazione Pag. 4di un variato progetto esecutivo suddiviso in due tratti, con tracciato nuovo rispetto a quello originario, corrispondente alle nuove esigenze imposte dal Ministero dell'ambiente.
Il nuovo progetto - per il quale, trattandosi di un progetto che rientra nell'allegato B del decreto del Presidente della Repubblica 12 aprile 1996, non è prevista come necessaria la VIA - ha però comportato un variato costo complessivo pari a circa 76 milioni di euro per lavori e somme a disposizione, suddiviso in due lotti, il cui completamento ha consentito l'apertura al traffico della «bretella» di Urbino in data 16 aprile scorso.
Il primo lotto si sviluppa dal bivio fino all'imbocco della galleria «Cà Gulino», per una lunghezza complessiva di circa 1,6 chilometri e con carreggiata a 2 corsie, una per ogni senso di marcia. Il costo complessivo dei lavori del primo lotto, iniziati nel maggio 2000 ed ultimati nell'ottobre 2002, ammonta a circa 37 milioni di euro, di cui circa 26 milioni per lavori principali e circa 11 milioni per somme a disposizione.
Il secondo lotto, anch'esso con carreggiata a 2 corsie, comprende la realizzazione dello svincolo di Fermignano, nei pressi del bivio Borzaga (di collegamento con la strada statale 73-bis), ed il tratto dall'imbocco della galleria «Cà Gulino» fino all'innesto con la Statale 73-bis, in località Le Conce. Il costo complessivo dei lavori del secondo lotto, iniziati nel luglio del 2006 ed ultimati nell'aprile 2009, ammonta a circa 39 milioni di euro, di cui circa 30 milioni per lavori principali e circa 9 milioni per somme a disposizione.
In occasione dell'apertura al traffico della «bretella» di Urbino è stata sottolineata non solo l'importanza di tale opera, in termini di fluidificazione del traffico della città di Urbino e di interconnessione con la grande viabilità, ma anche il rispetto e l'attenzione per il paesaggio dimostrata in fase di realizzazione. Per la messa in sicurezza delle opere realizzate nell'ambito del progetto originario è stato redatto un «Progetto di ripristino e recupero dello stato dei luoghi interessati dai lavori». Tale progetto comprende non solo tutti i lavori necessari al ripristino e recupero ambientale dei luoghi manomessi durante i lavori di parziale realizzazione del tracciato originario della «bretella», ma anche la costruzione delle vasche di raccolta delle acque di prima pioggia, nonché la realizzazione del rivestimento in mattoncini delle opere d'arte esterne facenti parte del primo lotto della nuova «bretella», come richiesto dalla Regione Marche.
Per tale ultimo intervento sono state avviate le procedure di gara e si prevede l'inizio dei lavori per luglio 2009, con un costo complessivo ammontante ad euro 2.843.282,08, somma interamente compresa nelle somme a disposizione del predetto primo lotto.

PRESIDENTE. Saluto gli studenti e i docenti delle classi V A e V B della scuola elementare S. Pio X di Roma, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
L'onorevole Ciccioli ha facoltà di replicare.

CARLO CICCIOLI. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario della risposta molto completa e colgo l'occasione di un pubblico di ragazzini delle elementari per rendere memoria di quanto ci siamo fatti male in questi ultimi 15 anni. La vicenda dell'interrogazione è questa: nel 1994, all'incirca, dovevamo costruire un'opera di variante di pochi chilometri, 3,2, di una strada che mettesse in comunicazione il centro di Urbino, città storica, con la Fano-Grosseto. La spesa prevista era di 40 miliardi di vecchie lire, pari a 20 milioni di euro circa.
Ci sono voluti 15 anni per la realizzazione, un tempo inaccettabile per qualsiasi pubblica amministrazione: i lavori sono cominciati nell'aprile del 1995, sono stati sospesi nel 1996 perché gli ambientalisti - o presunti tali - dicevano che c'era uno sfregio ambientale. La strada, invece che a quattro corsie, è stata realizzata a due sole corsie ed stata realizzata una galleria in curva e in discesa, quindi pericolosa per le Pag. 5auto e si sono già verificati diversi incidenti, grazie a Dio ancora nessuno mortale; mentre il vecchio progetto prevedeva quattro corsie su un tracciato naturale di fondo valle scoperto.
Il costo dai 20 milioni di euro iniziali previsti è stato di 76 milioni di euro, quindi di circa quattro volte superiore; i piloni residuati dalla prima progettazione sono rimasti attualmente in piedi (ho sentito dire che nei prossimi mesi, entro luglio, vi saranno demolizioni); il materiale di escavazione della galleria è stato abbandonato ai lati del tracciato: insomma, mentre sono soddisfatto del contenuto dell'interrogazione, sono profondamente insoddisfatto di quello che è successo.
Noi rappresentiamo lo Stato nella sua continuità e ritengo che, con un'opera che costa quasi quattro volte (dai 20 milioni iniziali di euro previsti ai 76), che, invece di essere a quattro corsie, è a due sole corsie, quindi la fluidità del traffico è molto minore, per cui si realizzano code, con un impatto ambientale che è peggiorato, perché vi è una strada che si incunea (vi è una galleria in curva e poi, dopo l'uscita, si trova un ponte, che è un cavalcavia, che serve a superare un'escavazione naturale), abbiamo provocato un grande danno.
Mi chiedo se non sia il caso, anche se in questo caso solo per la memoria storica, di porci il problema di quanto danno possano arrecare pseudo difese ecologiste, quando invece, talvolta, la realizzazione di un tracciato, se è ben inserito nel contesto, rappresenta anche un aspetto non di impatto dal punto di vista ambientale, ma di gradevole presenza sul territorio. Spero che i 2 milioni di euro che sono ancora a disposizione per cercare di ripristinare, di recuperare almeno il territorio che è stato manomesso, siano impiegati in tempi brevi.
Sento di dover sottolineare che a questo danno economico-ambientale hanno contribuito la provincia di Pesaro e di Urbino e i comuni della zona di Fermignano e di Urbino che si sono fatti assolutamente sottomettere da comitati pretestuosi che non avevano alcun contenuto dal punto di vista della qualità e che, invece, per una serie di smanie ideologiche, hanno compromesso la realizzazione dell'opera che doveva essere costruita in tre anni mentre ce ne sono voluti quindici.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze e delle interrogazioni all'ordine del giorno.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle 12 con lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo.

La seduta, sospesa alle 11,30, è ripresa alle 12.

Informativa urgente del Governo concernente il fenomeno della pirateria informatica attraverso la messaggistica dei telefoni cellulari.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo concernente il fenomeno della pirateria informatica attraverso la messaggistica dei telefoni cellulari.
Avverto che, dopo l'intervento del rappresentante del Governo, interverranno i rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, per cinque minuti ciascuno. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto.
Prima di dare la parola al rappresentante del Governo, saluto gli studenti del Liceo scientifico e professionale Rosario Livatino di Napoli e i consigli comunali junior del Piano sociale di Zona Salerno 5 con Eboli, comune Capofila, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

(Intervento del Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Paolo Romani.

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PAOLO ROMANI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Signor Presidente, relativamente alla sicurezza delle comunicazioni telefoniche è stato chiesto al Governo di fornire una dettagliata informativa con riferimento al fenomeno della diffusione di software in grado di consentire le intercettazioni a distanza delle comunicazioni effettuate con apparecchi cellulari e su come si intenda contrastarla.
A seguito di diverse segnalazioni, la materia è stata oggetto di attenta analisi da parte del Ministero dell'interno e in sede parlamentare da parte del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (COPASIR), con il coinvolgimento del Garante per la protezione dei dati personali che ha svolto un'approfondita indagine sul tema sms spia e controllo a distanza dei telefoni cellulari. La presente informativa si basa prevalentemente sui contenuti della relazione conclusiva di tale indagine.
Le possibilità di controllo a distanza dei cellulari possono essere realizzate, oltre che con l'utilizzo di dispositivi appositamente realizzati (hardware dedicato), anche tramite l'utilizzo di ordinari apparecchi cellulari opportunamente modificati con l'installazione di software che rende disponibili le funzionalità necessarie. Quest'ultimo fenomeno era già apparso nella sua criticità, pur se difficilmente affrontabile con l'impianto normativo vigente: gli strumenti in commercio (apparati o software) non sono intrinsecamente volti all'uso fraudolento o alla commissione di illeciti, essendo suscettibili di un'ampia varietà di utilizzi per finalità lecite e talvolta perfino commendevoli.
Le possibilità di controllo a distanza dei cellulari possono derivare anche in conseguenza della sempre maggior loro complessità e ricchezza di funzioni che le fa somigliare sempre più a dei veri e propri personal computer, dotati di sistemi operativi che in alcuni casi sono direttamente derivati da quelli di uso generale, ed è amplificata dalla diffusione dei protocolli di rete TPC/IP. Questi ultimi, essendo alla base del funzionamento della rete Internet, hanno assunto la funzione di protocollo universale per le più svariate finalità applicative, sostituendo o affiancando nei moderni sistemi di telecomunicazione i protocolli tipici della tecnica telefonica.
Nei telefoni cellulari di nuova generazione, correntemente definiti smartphone, si trovano affiancate alle funzionalità telefoniche 2G/3G anche capacità di comunicazione vocale o multimediale su rete a pacchetto o su rete Internet, comprese funzionalità VOIP (Voice over Internet Protocol) ottenibili con applicativi software standard basati su protocolli proprietari con ridotta capacità di interoperabilità. Ad esempio, la piattaforma Skype che, pur godendo di ampia diffusione, presenta una limitata interoperabilità con la rete telefonica.
L'attività di approfondimento svolta dall'ufficio del Garante per la protezione dei dati personali ha riguardato l'asserita possibilità di effettuare diversificate forme di intercettazione delle comunicazioni cui partecipi un determinato apparecchio telefonico cellulare (telefono target chiamante o chiamato) di cui sia semplicemente noto il numero telefonico. Tale forma di intercettazione avverrebbe mediante l'invio di messaggi sms contenenti dei codici particolari grazie ai quali non risulterebbero visibili ai destinatari e produrrebbero l'effetto di attivare alcune funzionalità nascoste nel telefono target, asservendolo al controllo da parte di un altro telefono master, spesso ma non necessariamente coincidente con il telefono emittente dell'sms spia.
La possibilità di utilizzo di questi messaggi, che in ogni caso non riguardano la fornitura con standard GSM ritenuta sicura, non deriverebbe da funzionalità occulte degli apparati e delle reti di telecomunicazione, ma sarebbe ascrivibile a caratteristiche realizzative dei terminali mobili e in particolare alla loro componente software di base (sistema operativo).
Quest'ultima condizione escluderebbe dalla vulnerabilità a questi fenomeni intrusivi i telefoni di vecchia generazione, non dotati di sistemi operativi multifunzionali, Pag. 7limitando i pericoli ai telefoni di tipo smartphone o PDA, cioè i cosiddetti palmari dotati di funzioni telefoniche, apparecchi questi ultimi destinati comunque a sostituire nel tempo quelli attualmente utilizzati. La possibilità di installare applicazioni software o di attivare funzionalità nascoste per l'ascolto ambientale o l'inoltro a terzi di dati memorizzati nei terminali (contatti, messaggi e altri dati personali) è stata e continua ad essere oggetto di attenzione presso la comunità degli sviluppatori di applicazioni per dispositivi mobili e presso i professionisti che operano nell'ambito della sicurezza informatica.
Tuttavia, le fonti a disposizione sono ancora circoscritte a sporadici interventi su forum e su siti web, dedicati alla vulnerabilità delle applicazioni. Risulta, quindi, difficile delineare con criteri anche sommariamente scientifici un fenomeno al momento quasi esclusivamente mediatico e per il quale non è stato possibile pervenire ad oggi ad alcuna conferma, quanto meno nelle sedi in cui tradizionalmente si svolge il dibattito su argomenti di natura tecnologica (enti di standardizzazione, conferenze del settore, pubblicazioni scientifiche), né reperire documentazione proveniente da operatori radiomobile 2G/3G, da fornitori di apparati, da ambienti ricerca e sviluppo industriali o dalla comunità accademica e scientifica.
Nella valutazione del fenomeno, sono stati analizzati differenti scenari, prendendo in considerazione meccanismi diversi comunque utilizzabili, almeno in via teorica, per compromettere la riservatezza delle comunicazioni effettuate da un apparecchio cellulare.
Per quanto riguarda il condizionamento remoto tramite messaggi sms: allo stato attuale delle conoscenze e sulla base delle informazioni acquisite, è da ritenere non provata la sua originaria prospettazione, postulante l'esistenza di speciali messaggi spia contenenti codici segreti alfanumerici, che, trasmessi con un normale telefono cellulare ad un altrettanto normale telefono target, di cui fosse noto il solo numero telefonico, consentirebbero di asservire quest'ultimo all'azione di controllo del telefono master. Infatti, benché il fenomeno non sia concettualmente e astrattamente del tutto impossibile (fenomeni analoghi hanno interessato e interessano altre forme di comunicazione elettronica), vulnerabilità talmente grossolane e di portata così generalizzata non dovrebbero sfuggire, in presenza peraltro di specifico allarme, all'attenzione di una vastissima platea di sviluppatori e analisti, caratterizzati da generale indipendenza, come quella costituita dalla comunità internazionale di esperti tecnici di sicurezza informatica. È quindi molto difficile immaginare che vulnerabilità come quelle di cui si postula l'esistenza possano sopravvivere non rilevate persino su dispositivi dotati di sistemi operativi open source (è il caso di Android, sistema operativo per telefoni cellulari basato su Linux e sviluppato da Google per i propri apparecchi cellulari), soggetti a continua attività di review non solo della comunità di information security, ma anche da parte dell'ancora più ampia platea di sviluppatori software che nel mondo operano con quegli stessi strumenti per la produzione di nuovi servizi e applicazioni.
Per quanto riguarda il condizionamento remoto tramite protocolli di rete, è stata presa in considerazione la possibilità di intrusione sui terminali mobili delle reti cellulari per mezzo dell'uso improprio di una particolare categoria di sms veicolati, tramite il protocollo WAP (Wireless Application Protocol), sul canale radio di servizio OTA (Over the air), sfruttato di norma dagli operatori per la configurazione dei terminali degli utenti. Tale procedura viene correntemente usata dagli operatori per l'aggiornamento dell'indirizzo del punto di accesso alla rete dati, per l'invio di loghi e suonerie o per la personalizzazione di alcune applicazioni. Relativamente all'aggiornamento dei punti di accesso della rete dati (APN), è stata verificata la possibilità di inviare mediante sms WAP configurazioni differenti da quelle prestabilite dagli operatori. In tal modo, senza il ricorso ad applicazioni software si può, in linea di principio, Pag. 8dirottare le comunicazioni dati verso punti prefissati di rete in cui effettuare l'intercettazione della navigazione di un utente. Tuttavia, tale attacco, realizzato al momento solo in un contesto di ricerca e sviluppo, richiede un intervento manuale di accettazione della nuova configurazione da parte del soggetto attaccato, mediante quindi l'inserimento di un PIN. In alternativa, la possibilità di mettere in pratica, a scopi fraudolenti, un condizionamento a distanza di un terminale radiomobile basato sull'installazione di un software spia presuppone l'esistenza di configurazioni improprie sull'apparato target e sugli apparati SMS-C (SMS Center) di cui gli operatori GSM sono dotati per l'inoltro degli sms e che dovrebbero essere sfruttati a loro volta per la trasmissione dei messaggi fraudolenti.
Tali configurazioni sarebbero teoricamente in grado di forzare un terminale ad accettare indirizzi di siti Internet contenenti applicazioni software potenzialmente dannose, che potrebbero, a loro volta, essere installate sui terminali all'insaputa degli utenti.
In sostanza, perché il metodo di intrusione ipotizzata sia efficace è però necessario che si verifichino congiuntamente degli eventi, quali la disponibilità effettiva di un sms center da cui far partire l'attacco e la presenza di bassi livelli di sicurezza sul terminale target, che non sono sotto il controllo di un generico attaccante.
Le policy di servizio e di interconnessione degli sms center sono infatti stabilite dagli operatori, mentre i livelli di sicurezza dei terminali dipendono in modo specifico dal produttore del terminale, dal modello e dalle configurazioni preinstallate dall'operatore.
Dunque, la probabilità che questi eventi si verifichino contemporaneamente è oggettivamente molto bassa e il numero di utenti eventualmente esposti a questi tipi di attacchi appare estremamente limitato.
La terza ipotesi è il condizionamento remoto tramite social engineering. Si tratta di un'altra ipotesi di compromissione della sicurezza del terminale mobile che deriva dall'esposizione dei moderni smartphone ad attacchi basati sul cosiddetto social engineering.
Tali metodi di attacco si basano in misura significativa sulla compartecipazione inconsapevole della vittima, che viene indotta in maniera fraudolenta a compiere particolare azioni che rendono efficace l'attacco, determinando la possibilità per un malintenzionato di installare software arbitrario, compresi eventuali spyware.
I meccanismi utilizzati si basano, per lo più, su messaggi fuorvianti trasmessi con canali di trasmissione diversi, in particolare mms, ma anche sms, email e bluetooth, che inducono, per esempio, la vittima a consultare una determinata pagina web di cui viene fornito l'indirizzo e che conterrà il software spia.
Altre forme di social engineering prevedono l'invio della spyware in allegato a messaggi email o mms, dissimulato, ad esempio, come un comune programma o come un diverso tipo di contenuto, ad esempio un logo o una suoneria.
Affinché l'attacco risulti efficace, non basta, però, la semplice trasmissione e ricezione del file, ma il destinatario deve comunque essere indotto ad esprimere il proprio consenso, ancorché non consapevole, all'installazione e all'attivazione del software, fasi che comportano una ripetuta interazione con l'utente.
L'esistenza della possibilità di trasmissione di spyware per mezzo di mms, potenzialmente la più praticabile, risulta, peraltro, oggetto anche di specifiche attività di indagine in corso da parte dell'autorità giudiziaria.
Per quanto riguarda la diffusione del fenomeno ed eventuali contromisure, al fine di acquisire ulteriori e qualificati elementi in ordine al merito della segnalazione, l'Ufficio del Garante per la protezione dei dati personali ha svolto un'informale consultazione dei principali produttori di software di sicurezza, cui ha rivolto un questionario relativo alla vulnerabilità in genere dei telefoni cellulari, con particolare riferimento allo spyware. Pag. 9
Le risposte pervenute non inducono, al momento, a ritenere che tali fenomeni abbiano o possano avere nell'immediato futuro una grande diffusione, anche se occorrerà svolgere un monitoraggio continuo per seguire l'evoluzione delle tecnologie software impiegate.
Si vanno, infatti, irrobustendo le misure tecniche a garanzia dell'integrità dei dispositivi predisposte dai produttori, con il ricorso a tecniche di firma digitale da parte del produttore stesso o di una terza parte di fiducia da applicare ai file eseguibili contenenti programmi software.
Alla luce dell'insieme delle informazioni raccolte e dei riscontri ricevuti, non è, allo stato, suffragata da alcuna evidenza l'esistenza di sms-spia. Non è, infatti, noto alcun caso accertato di condizionamento a distanza di un telefono cellulare tramite l'invio da parte di un altro cellulare di un semplice messaggio-spia, che possa agire come una sorta di virus informatico, analogamente a quanto può avvenire sulle reti di computer.
Anche la possibilità di condizionare diversamente il cellulare target con procedure più complesse, che richiedono, ad esempio, l'intervento sulla componente GPRS di rete, cui si è fatto cenno precedentemente, necessita del verificarsi simultaneo di una serie di circostanze che appaiono, nel loro complesso, altamente improbabili.
Inoltre, l'intera operazione sarebbe ben lungi dalla semplicità di attuazione prospettata ed è, pertanto, da ritenersi, allo stato, una mera ipotesi di studio.
Allo stato, si ritiene di evidenziare che il fenomeno dello spionaggio su o tramite i telefoni cellulari, per quanto concreto dal punto di vista tecnologico, non sembrerebbe trovare, quindi, riscontro significativo e allarmante nella realtà operativa.
In questi ultimi anni pochissime segnalazioni e denunce al riguardo sono state, infatti, acquisite, ad esempio dalla Polizia postale e delle comunicazioni, probabilmente poiché gran parte della popolazione utilizza telefoni cellulari di vecchia generazione o, comunque, tecnologicamente non evoluti e conseguentemente più sicuri.
Atteso, tuttavia, che lo sviluppo delle tecnologie del settore delle comunicazioni è particolarmente veloce e che le potenzialità di utilizzo dei cellulari di ultima generazione sono in forte espansione, e in buona parte ancora non completamente conosciute, concordemente con quanto dichiarato anche da alcuni degli esperti contattati, occorrerà mantenere un adeguato monitoraggio sul tema.
Resta, comunque, come già rilevato, del tutto pacifica e conosciuta per i tecnici e per il pubblico esperto (ma probabilmente non ben nota alla vasta platea di utilizzatori) la possibilità di effettuare controlli a distanza e intercettazioni telefoniche di un telefono cellulare, qualora l'utente abbia incautamente e inconsapevolmente installato sul proprio terminale software di provenienza sconosciuta, qualunque sia il canale di utilizzo per la ricezione (mms, e-mail, Internet, Bluetooth), autorizzandone l'esecuzione, o nel caso in cui l'apparecchio cellulare sia stato oggetto di manipolazione preventiva o di installazioni di applicazioni software, agevolmente disponibili tramite Internet e appositamente sviluppate per il controllo delle comunicazioni. Quest'ultima circostanza può realizzarsi nel caso in cui un telefono venga lasciato, anche per un breve lasso di tempo, incustodito e venga manipolato da un malintenzionato, oppure nel caso sempre più diffuso di riutilizzo e ricommercializzazione di telefoni cellulari di seconda mano, che potrebbero essere venduti, recando, al loro interno, gli applicativi software per l'intercettazione.
Nel suo complesso, quindi, la situazione riveste una certa criticità e mostra alcuni profili di maggiore allarme sociale rispetto al passato, in particolare vista la possibile diffusione di tali applicativi software anche in relazione al loro costo estremamente contenuto o addirittura alla loro disponibilità gratuita. Ciò, comunque, tenendo conto che alcune condizioni tecniche contribuiscono a mitigare la portata del problema. La maggior parte dei produttori di telefoni cellulari e di sistemi operativi prevede, infatti, che le applicazioni software installabili siano distribuite previa Pag. 10apposizione di firma digitale del produttore dei file eseguibili. L'eventuale raggio d'azione di programmi software non firmati installati sui telefoni risulta, pertanto, limitato, essendo precluso per specifica di progetto l'accesso a dispositivi di memoria e a canali di comunicazione.
In ogni caso, l'insidiosità e l'efficacia delle tecniche di attacco ai telefoni cellulari sopramenzionate sono facilmente contrastabili tramite l'adozione di semplici accorgimenti tecnici e di elementari regole di comportamento. Regole e precauzioni sufficienti a proteggere adeguatamente i propri telefoni cellulari (e i dati in essi memorizzati) consistono, ad esempio: nell'evitare di lasciare incustodito il proprio telefono cellulare o di affidarlo a persone estranee e non di fiducia; nell'evitare di utilizzare terminali ceduti da persone di non comprovata fiducia; nel non aprire i messaggi sms o mms o di posta elettronica, né eseguire le istruzioni o i programmi contenuti negli stessi e nei loro allegati, ricevuti da mittenti non conosciuti o non propriamente attendibili; nel non selezionare link ipertestuali ricevuti dai predetti mittenti e che indirizzano a siti web che presentano le medesime caratteristiche; nel prestare cautela nello scaricare dalla rete ed eseguire sul terminale programmi di cui non si conoscono esattamente la fonte e le funzioni; nell'installare e mantenere aggiornati i programmi atti a proteggere la componente software dei terminali, come ad esempio gli antivirus, disponibili sul mercato per i dispositivi sui quali sono installati i sistemi operativi evoluti, quali ad esempio Symbian e Microsoft Windows Mobile; infine, nel controllare periodicamente il traffico addebitato dal gestore per rilevare chiamate ed inoltri di messaggistica illegittimi.
Il fenomeno in argomento è comunque oggetto di monitoraggio costante da parte della Polizia postale e delle comunicazioni, che opera in questo settore in strettissima collaborazione con i fornitori dei servizi pubblici di comunicazione telefonica ed elettronica, al fine di valutarne l'effettiva evoluzione e l'impatto sull'utenza. Allo scopo di ottimizzare l'azione conoscitiva del fenomeno e con il complementare obiettivo di fornire all'utenza gli elementi informativi necessari a proteggersi adeguatamente a fronte della correlata minaccia, si procederà, inoltre, attraverso il portale web «Commissariato di PS on line» (raggiungibile all'indirizzo www.commissariatodips.it) alla sensibilizzazione degli utenti sul tema della sicurezza nell'uso dei telefoni cellulari e alla contestuale sollecitazione ad inviare segnalazioni sul fenomeno nonché alla pubblicazione delle precauzioni tecniche e delle regole comportamentali sopra elencate.
Tuttavia, anche al fine di sensibilizzare l'opinione pubblica sull'uso accorto e consapevole degli apparecchi cellulari, è auspicabile un'azione informativa più diffusa che, sottolineando le peculiarità dei dispositivi smartphone rispetto ai cellulari di vecchia generazione e ai personal computer e la loro specifica delicatezza in relazione alla protezione della sfera personale, possa indurre all'adozione di opportune cautele, per lo più comportamentali. Campagne informative analoghe sono state condotte in passato anche dal Garante per la protezione dei dati personali, producendo buoni risultati rispetto alla consapevolezza d'uso dei personal computer e di Internet.
È ragionevole pensare, infatti, che attraverso un'azione di comunicazione mirante ad accrescere la consapevolezza dei rischi insiti in un uso non accorto degli smartphone (tramite dépliant informativi, azione comunicativa tramite il sito istituzionale, interventi ed interviste agli organi di stampa), tutto questo possa contribuire efficacemente a circoscrivere l'eventuale diffusione di fenomeni distorsivi quali quelli descritti dalla presente informativa.

(Interventi)

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Santelli. Ne ha facoltà, per cinque muniti.

JOLE SANTELLI. Signor Presidente, colleghi, signor Viceministro, la ringrazio Pag. 11per l'informativa dettagliata, che ha anche dato sicuramente una rassicurazione su un fenomeno mediatico, con delle conclusioni (che se non ho capito male sono anche quelle derivanti dalle indagini condotte dal Garante per la protezione dei dati personali) ugualmente rassicuranti. È evidente però che, nell'essere rassicurati in generale sull'entità del fenomeno stesso, rimangono dei profili di preoccupazione - come già da lei evidenziato - e la necessità di monitoraggi.
Il fenomeno sostanzialmente può essere escluso nelle dimensioni in cui appariva inizialmente, ma in qualche modo rimane in ogni caso in evidenza. Come lei stesso ha riferito, alcune, sebbene poche, denunce e segnalazioni sono state effettuate alla Polizia postale. Inviterei il Governo a predisporre le opportune iniziative. Lei sottolinea che allo stato è assente una normativa di riferimento che sia in grado specificamente di colpire un fenomeno del genere (ove dovesse verificarsi), visto che le utilizzazioni del prodotto in realtà hanno finalità quasi tutte lecite, e che all'interno di tali finalità lecite possono nascondersi diversi tipi di deviazioni.
Pertanto credo che sarà urgente, proprio in relazione ai progressi della tecnica, intervenire in materia. Credo che il Governo potrebbe farsene carico, anche per quanto riguarda tutti quelli che sono gli strumenti di diffusione e informazione. Lei oggi ci ha illustrato come in realtà tutte queste possibilità vengano ad inserirsi in una sorta di accettazione tacita dell'utente, ma molto spesso vengono nascoste tramite messaggi che non hanno un contenuto ben definito. È evidente che allo stato i telefoni cellulari sono destinatari di una molteplicità di messaggi, spesso inviati dagli stessi operatori, che rendono particolarmente vulnerabile l'utente rispetto alla propria accettazione.
Ritengo che anzitutto i produttori stessi degli smartphone e gli operatori e gestori della telefonia dovrebbero farsi carico di una campagna di informazione e di divulgazione sull'uso del telefono, e per fare in modo che si utilizzino degli schermi preventivi affinché i telefonini non siano oggetto e preda di una serie di messaggi a pioggia, che rendono più difficile la verifica.
Ringrazio il sottosegretario per la dettagliata informativa e credo che nei prossimi mesi potremo verificare se l'allarme suscitato nei mesi scorsi aveva un fondamento concreto e se potremo essere più tranquilli.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO. Signor Presidente, ringrazio il sottosegretario. Rimango preoccupato sulla scorta della sua relazione che, come lei stesso ha detto, ricalca in parte notizie derivanti da un'indagine compiuta dal Garante per la protezione dei dati personali, conseguente anche ad un'indagine svolta presso il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica che, come tutti i presenti sanno, svolge un lavoro che ha carattere di riservatezza.
Rimango preoccupato perché, se posso fotografare l'immagine complessiva che lei ci restituisce, lei ci ha fornito un quadro in cui non solo esistono potenzialità molto pericolose per il tema che stiamo trattando, ma alcune di esse si sono già realizzate, anche se il quadro probabilmente si configura con una rilevanza minore rispetto all'intensità che si poteva prevedere sulla base del numero di produttori di questi software «malevoli», come dicono gli inglesi, presenti e commercializzati su Internet.
Evidentemente però, signor sottosegretario, il nostro giudizio non può che essere grave e negativo, in primo luogo perché siamo - il Governo per primo, vista la sua relazione ricca di particolari - nella cognizione di fatto che nel nostro Paese esistono - o comunque nel nostro Paese svolgono un'attività di commercializzazione - numerosi produttori di software il cui scopo è la violazione della privacy e, quindi, il cui scopo è la commissione di un reato previsto dal nostro codice penale. Pertanto, sono a dire e a chiedere per quale motivo il Governo su costoro non Pag. 12agisce con durezza radicale per verificare quali ipotesi di reato si stanno commettendo, proprio sul terreno della rete Internet, nella commercializzazione di questi prodotti software.
Inoltre, ella stessa ha citato più volte, leggendo dalla sua relazione, la possibilità che alcuni dei fenomeni che avevamo indicato nella richiesta di informativa in realtà si possano verificare. Ho cognizione del fatto - forse mi è sfuggito, ma non mi è parso di ascoltarlo nella sua relazione - che in realtà alcune autorità di polizia del nostro Paese hanno svolto e stanno svolgendo indagini su alcuni di questi software già esistenti e la cui introduzione all'interno dei sistemi operativi, come diceva lei, dei telefonini più avanzati, degli smartphones, può produrre esattamente il controllo dell'attività dell'utente, del suo invio o ricezione di sms e l'intercettazione delle sue telefonate. Con questo non solo evidentemente si realizza un reato palese, così come previsto dal nostro codice penale, ma una gravissima violazione dello svolgimento della vita democratica nel nostro Paese. Infatti, è evidente che la violazione della privacy dei cittadini può in maniera gravissima incidere sullo svolgimento delle relazioni, anche politiche, e sullo svolgimento di attività di indagine della polizia: basti citare l'eventualità che questi software siano - o sono, come io in realtà presumo - nelle mani della criminalità organizzata, la quale potrebbe evidentemente, con un beneficio molto grave, interferire con l'attività di indagine giudiziaria o con l'attività di polizia.
Quindi il fenomeno esiste ed è bene che il Governo ne sia venuto a conoscenza, mentre non trovo del tutto soddisfacenti le risposte che in quest'Aula sono state date quest'oggi, perché se il fenomeno esiste significa che origina da qualcuno. Non mi pare che aprendo adesso, mezz'ora fa, le pagine di Internet sia successo qualcosa alla commercializzazione di questi prodotti da quando abbiamo rivolto questa richiesta di informazioni al Governo.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Fiano.

EMANUELE FIANO. Mi avvio alla conclusione, signor Presidente. Pertanto, sollecito un'azione radicale del Governo, tramite la Polizia postale e il Ministero dell'interno nel suo complesso, per evitare che questo fenomeno che, come ella ha detto, ha una potenzialità molto forte, diventi una realtà gravemente dannosa della vita democratica del nostro Paese e della privatezza della vita personale di ognuno dei cittadini italiani.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Crosio. Ne ha facoltà.

JONNY CROSIO. Signor Presidente, ritengo che l'informativa del Viceministro sia in parte rassicurante, ma riteniamo che qualche elemento debba oggi essere sottolineato fortemente in quest'Aula.
Come ricordava il sottosegretario, oggi parlando di comunicazioni telefoniche e parlando di telefonini non dobbiamo limitarci ad una visione del telefonino come classico telefonino, perché con gli smartphone di fatto utilizziamo dei piccoli computer che, come tali, sono riferiti alla rete globale. Quando ci riferiamo alla rete globale, sappiamo benissimo che la rete oggigiorno è utilizzata in modo sempre più persistente per azioni illegali, contro le quali bisogna assolutamente porre rimedio.
Noi vogliamo avere verso la rete un atteggiamento che la veda assolutamente come patrimonio di un Paese: un Paese moderno e dinamico deve confrontarsi quotidianamente con la propria rete, è fondamentale. Pertanto, un atteggiamento di censura sarebbe sbagliato. La rete va valorizzata e tutelata: questo è l'atteggiamento che dobbiamo assolutamente avere. Credo che in questo senso sia importante rilevare una questione: come dicevo, la telefonia è correlata alla rete. Dunque, noi dobbiamo tutelare la rete con azioni importanti. Sappiamo benissimo che questi software esistono e vengono quotidianamente «buttati» sulla rete. Un'azione importante che noi chiediamo è quella di avviare e concludere nel più breve tempo possibile quegli accordi bilaterali, che non Pag. 13sono mai stati conclusi, con quei Governi - e facciamo nomi e cognomi: ex Unione sovietica e Paesi dell'oriente - in cui vengono ospitati i server e gli hosting in cui tutta la pirateria informatica la fa da padrona (da lì parte tutto). Questa è l'azione forte che deve partire per tutelare e valorizzare la nostra rete quale patrimonio del Paese.
Pertanto, forse parlare oggi di comunicazione telefonica e telefonini è riduttivo: dobbiamo fare assolutamente un passo avanti a tutela della rete. Noi, come Lega Nord, abbiamo già fatto alcune azioni: abbiamo in progetto di presentare anche una proposta di legge su questa problematica della rete, con una visione - lo dicevo prima e lo voglio ribadire - di tutela e di valorizzazione della nostra rete. Ma credo che sia fondamentale riaprire questi accordi bilaterali, al fine di concluderli e di poter rendere il problema che stamani stiamo analizzando risolvibile. Solo così noi crediamo possa essere risolvibile, non con una visione verso una comunicazione telefonica moderna limitata al concetto del telefonino: no, oggi i telefonini sono - e col passare del tempo saranno sempre più - dei piccoli computer e come tali saranno sulla rete, e la rete va tutelata. Queste sono le azioni che dobbiamo fare, signor Viceministro.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rao. Ne ha facoltà.

ROBERTO RAO. Signor Presidente, signor sottosegretario, già se quello di cui stiamo parlando stamani fosse un fenomeno controllato sarebbe comunque preoccupante, figuriamoci se tale fenomeno - come lei ha dovuto infine ammettere - rischia di sfuggire perfino al controllo.
Condivido l'analisi che ha fatto il collega Crosio prima di me: l'allarme sollevato dall'uso degli sms spia per i rischi che corre la nostra vita privata e la vita privata degli italiani, le preoccupazioni che derivano dalle frequenti truffe (penso a quelle attraverso gli sms) impongono, a nostro giudizio, una corretta informazione ed anche una ponderata scelta degli strumenti di intervento per limitare il fenomeno.
Le informazioni fornite confermano purtroppo le nostre preoccupazioni, signor sottosegretario, anche se lei ha tentato di rassicurarci definendo improbabile e di molto complessa realizzazione questa forma di spionaggio. Ma di spionaggio si tratta, casereccio od organizzato. Dietro l'espressione «pirateria informatica» si nascondono fenomeni di gravità molto diversa, tutti connotati da un unico comune denominatore, questo forse meno romantico, cioè l'uso illecito della tecnologia e della rete, come hanno detto i colleghi che mi hanno preceduto. Si tratta di un uso che mette a rischio la libertà e i diritti non solo economici, ma anche fondamentali, della persona.
Pirata è l'uso della rete che fa la criminalità organizzata, che si avvale di essa per compiere reati gravi, come la pedopornografia, per azioni di terrorismo, o proprio di spionaggio.
Come ha detto lei oggi nell'informativa, l'uso degli sms va dalle truffe attraverso messaggi che inducono chi li riceve a chiamare i numeri a pagamento, fino al fenomeno emergente e preoccupante dei cosiddetti sms-spia. Attraverso questo fenomeno, tanto i singoli individui quanto la criminalità organizzata possono violare la privacy dei cittadini, entrando nei database dei loro telefoni cellulari. Vi è il rischio che tanti piccoli apprendisti Genchi, scaricando un programma dalla rete, possano costruirsi il proprio variegato archivio personale e utilizzarlo per usi di spionaggio, serio, personale, pericoloso per la sicurezza nazionale, come tutti possono immaginare.
È evidente, signor sottosegretario, la preoccupazione che destano le notizie diffuse, in questi giorni, dal Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica ed è opportuno il suo intervento attraverso l'informativa urgente (infatti, le riconosciamo anche una certa tempestività).
D'altra parte, però, è stato notato da altri colleghi che è sorprendente come, in una vicenda come questa, sia stato il Pag. 14Comitato ad informare i servizi segreti, almeno apparentemente, e non viceversa.
La nostra preoccupazione è legata anche alle notizie diffuse dalla stampa sulla questione degli sms-spia, che parlano chiaro: non è necessario essere un hacker - hanno scritto i giornali - dato che su Internet si acquistano liberamente software e numeri.
In questo settore, quando suona un campanello dall'allarme, si parla subito di nuove regole, ma è necessario indicare quali regole e con quali finalità esse vanno applicate.
Ricordiamo che l'accesso abusivo ad un sistema informatico ha rilievo penale dal 1993; e dal 1993 la violazione, sottrazione e soppressione di corrispondenza informatica è punita, come quella tradizionale, con la reclusione fino a un anno. Quindi, le pene vi sono, signor sottosegretario, e sono anche severe: il problema è applicarle, come spesso accade in questi casi.
Si tratta di un problema che sembra quasi risolvibile, come hanno detto i colleghi che mi hanno preceduto, quando si utilizzano reti transnazionali, dove le forme di pirateria e le informazioni per impiegarla sono facilmente accessibili e gli strumenti di cooperazione internazionale ancora fortemente inadeguati.
Il Parlamento ha cercato di affrontare il problema di tutelare la rete. Purtroppo, con l'esame del disegno di legge sulla sicurezza, in una notte, si è vanificato l'operato di un ramo del Parlamento - il Senato - senza, però, trovare una soluzione alternativa. Tale soluzione non può che nascere dalla condivisione di tutti i soggetti interessati - politici, ma anche dai provider, dai massimi esperti del settore (non dai pirati, per intenderci) -, rinunciando ad affrontare questioni - come è accaduto qui alla Camera, con riferimento alla disegno di legge sulla sicurezza - che avrebbero meritato diversa attenzione. Tali questioni, infatti, incidono sui problemi concreti e richiedono un approccio bilanciato e bipartisan per assicurare diritti e libertà di tutti.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

ROBERTO RAO. Concludo, signor Presidente. Mi auguro che, anche alla luce di questa informativa urgente e di questi fatti, si potrà affrontare il tema senza strumentalizzazioni di parte. Ciò per evitare che le straordinarie opportunità che ci offrono le tecnologie delle comunicazioni - che lei, e voi, ben conoscete - possano essere vanificate in contesti dove sono messi seriamente a rischio i diritti fondamentali della persona, che vanno dalla vita privata, alla sicurezza nazionale.

PRESIDENTE. Saluto gli alunni dell'istituto tecnico per il turismo «Marco Polo» di Rimini e gli alunni dell'Istituto Comprensivo n. 9 e della scuola media «Guercino» di Bologna, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
Ha chiesto di parlare l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, la relazione del sottosegretario Romani è stata molto dettagliata - direi esaustiva - per la fase che attraversiamo, almeno per quanto si conosce su questo argomento. È necessario ammettere, infatti, che vi sono ricerche in corso e, probabilmente, studi, i cui risultati non sono ancora noti.
Quella relazione dimostra che siamo in una fase evolutiva. Certamente, c'è bisogno di monitoraggio continuo da parte degli organismi pubblici e vi è la necessità di essere molto rigorosi una volta che si possa arrivare ad una normativa di riferimento, sostanzialmente confermativa di altre normative sullo stesso argomento (che sono in atto, per esempio, in Francia).
Sappiamo che il Parlamento europeo si è rifiutato di approvare una proposta di legge che prevedeva il blocco della connessione ad Internet per chiunque commettesse attività illegali legate alla pirateria informatica. Ciononostante, una delle nazioni più importanti fondatrici dell'Unione ha già provveduto ad emanare una legge piuttosto rigorosa che è stata approvata proprio in questi giorni. Si tratta ora di vedere se sia necessario Pag. 15arrivare rapidamente ad una normativa, comunque sempre garantendo la libertà di espressione; ci troviamo, infatti, in un settore nel quale facilmente si può arrivare dalla proibizione alla censura, ed è quindi evidente che camminiamo su un crinale molto stretto.
Fortunatamente, il nostro Paese dispone di tutte le esperienze portate avanti dalla polizia postale per ciò che riguarda la pirateria informatica più in generale. Quella che stiamo esaminando oggi, infatti - vale a dire la pirateria che si attua per mezzo di sms -, rappresenta un aspetto che ormai si collega - come ricordavano i colleghi che mi hanno preceduto - alla rete, alla difesa della rete e al suo utilizzo, e quindi anche alla necessità di difendersi dai pirati informatici. La pirateria informatica, infatti, include illeciti di varia natura - non soltanto quelli che realizzati attraverso sms - perpetrati tramite l'utilizzo improprio di applicazioni, software oppure della stessa rete informatica.
Ci troviamo di fronte a qualcosa che ancora non è definito, però, come ricordavo, nel nostro Paese vantiamo un'esperienza già consolidata. Presso la Presidenza del Consiglio esiste anche un Comitato tecnico contro la pirateria digitale e multimediale, pertanto disponiamo degli strumenti di monitoraggio e anche di possibile intervento a difesa di coloro che utilizzano questi strumenti.
Non possiamo, però, non essere preoccupati, perché potrebbe accadere che si intervenga, per così dire, quando «i buoi sono usciti dalla stalla». Dobbiamo essere attivi e sapere che bisogna intervenire in tempo.
Certo, è vero pure che questa vulnerabilità che appare - per adesso - grossolana, non può non essere rilevata da coloro che si occupano di questi sistemi e certamente non può che essere rilevata anche dagli studiosi - sia dai ricercatori universitari sia dalle grandi aziende del settore - e di conseguenza non si può non suggerirne la eliminazione.
Tutto questo, però, ci deve spingere ad agire in tempi stretti, in modo da non essere sorpresi, e ad agire unitariamente tutti insieme, perché credo che su questo argomento gli organi dello Stato, il Governo, il Parlamento, l'opposizione e la maggioranza ed anche altri enti, come le regioni, le province e comuni, debbano collaborare per combattere un fenomeno che potrebbe diventare deleterio per la società italiana.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo.
Sospendo la seduta che riprenderà alle 14.

La seduta, sospesa alle 12,50, è ripresa alle 14,05.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bongiorno, Caparini, Casini, Conte, Lucà, Ravetto e Valducci sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente ottanta, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1078 - Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2008 (Approvato dal Senato) (A.C. 2320-A) (ore 14,06).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2008.
Avverto che la V Commissione (Bilancio) non ha ancora espresso il prescritto parere.

Pag. 16

GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, purtroppo la Commissione si è dovuta aggiornare per le 14,15 perché il Governo non ha ancora predisposto la documentazione sufficiente per poter esprimere un parere. Quindi, le chiederei di posticipare l'inizio della discussione sul punto al termine dei lavori della Commissione.

PRESIDENTE. Prendo atto di quanto rappresentato dal Presidente della V Commissione (Bilancio) e, se è d'accordo, sospendo la seduta, che riprenderà verso le ore 15.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 14,08).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, è utile stigmatizzare che abbiamo questo provvedimento all'ordine del giorno da parecchio tempo. Esso è stato esaminato ampiamente dalle Commissioni e, ormai, con una certa periodicità, ci troviamo nella condizione di arrivare in Aula, convocati per discutere di un provvedimento e il Governo non adempie ai propri doveri, andando nelle Commissioni a produrre le relative coperture finanziarie. Comunque, non siamo mai in condizione di poter affrontare un provvedimento dal momento che ogni volta, da alcune settimane a questa parte, dobbiamo interrompere i lavori perché manca qualcosa. In tutta questa incertezza la pregherei di non fare una convocazione «verso». Ci dica un'ora, in modo che ciascuno di noi si possa organizzare e venire qui, perché «verso le 15» non è un'ora, è una presunzione di ora. Infatti, sappiamo che già quando date degli orari fissi essi vengono scavalcati perché ci sono dei ritardi, se già partiamo con un «verso», chissà dove arriviamo.

PRESIDENTE. Il presidente Giorgetti non aveva ancora deciso l'ora esatta e il «verso» era per capire di quanto tempo avesse bisogno.

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, volevo ricordare all'onorevole Giachetti che in questo caso, mi dispiace per lui, ma il Governo non c'entra. Stiamo attendendo il parere da parte della Ragioneria generale dello Stato su alcuni emendamenti che sono arrivati stamattina, pertanto credo proprio che non c'entri nulla il ritardo del Governo. Vorrei altresì ricordare che molti emendamenti sono arrivati questa mattina.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. A che titolo, onorevole Quartiani?

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, intervengo sull'intervento del Governo, anche perché è inusuale che il Governo ribatta ad un esponente dell'opposizione relativamente alla modalità del funzionamento dell'Aula. Il Governo sta accumulando ritardi su ritardi: la legge comunitaria già si presenta in quest'Aula Pag. 17con ritardi rimarcati anche da autorità di un certo rilievo nel nostro Paese, basti pensare all'inadempimento del Governo nel settore del credito per adeguarlo alle direttive comunitarie, tant'è che anche dalla Banca d'Italia sono venute sollecitazioni dalla massima carica di quella istituzione perché il rilievo è tale per cui in una crisi economica come questa non è possibile attendere che tra Ministeri ci si metta d'accordo, centellinando qua e là qualche emendamento, per fare anche della comunitaria, purtroppo, una legge che rischia di entrare nel tritacarne della campagna elettorale da parte del Popolo della Libertà e da parte del Governo.
Pertanto la prego, signor Presidente, di riportare ad una discussione seria anche le questioni che riguardano le modalità di funzionamento dell'Aula e delle Commissioni. Prendo in parola il presidente della Commissione bilancio, che ha testualmente detto che la Commissione non è stata in grado di esprimere un parere sulla legge comunitaria a causa dei ritardi del Governo. Il Governo non può ribattere all'opposizione che «tutto va bene, madama la marchesa». Non è così, non va bene nulla, il Governo è in ritardo. Io spero che la Commissione bilancio sia posta nelle condizioni di esprimere un parere perché altrimenti sarebbe chiaro a chi deve essere addossata la responsabilità dei ritardi di lavoro dell'Aula e dell'incapacità della massima rappresentanza di questo Paese, l'Esecutivo, nell'adattare la legislazione e di presentare al Parlamento l'adeguamento della legislazione alle direttive e ai dettati dell'Unione europea.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 15 puntuali.

La seduta, sospesa alle 14,10, è ripresa alle 15.

Sull'ordine dei lavori.

ANTONELLO SORO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONELLO SORO. Signor Presidente, brevemente e anche con pacatezza, vorrei richiamare all'attenzione dei colleghi e alla sua che un'ora fa le agenzie di stampa hanno anticipato la notizia di una sentenza di condanna nei confronti dell'avvocato Mills e le motivazioni che la accompagnano, motivazioni pesanti, che allungano sul Presidente del Consiglio, onorevole Berlusconi, assai più che un'ombra di sospetto.
Abbiamo avuto notizia della volontà dell'onorevole Berlusconi di riferire al Parlamento nel merito di questa vicenda; noi rispettiamo questa intenzione e aspettiamo di conoscere dall'onorevole Berlusconi le sue valutazioni, ma vorremmo dire che nessun dibattito in Parlamento, nessuna discussione fra di noi potrà mai allontanare l'ombra che grava sul Presidente del Consiglio dei ministri, e quindi sul nostro Paese. È un'ombra grave, un'ombra di sospetto, un'ombra di condanna possibile nei confronti di un uomo che rappresenta nel mondo tutti gli italiani.
In un Paese normale un uomo politico, ma anche una qualunque persona che avesse amore per la propria reputazione, e ancora più per quella del proprio Paese, consegnerebbe il giudizio all'unica istituzione che nel nostro ordinamento ha il potere di giudicare innocenti e colpevoli, di riconoscere fondate o infondate le prove per una condanna. In un qualunque Paese normale il Presidente del Consiglio non si avverrebbe di una tutela assolutamente impropria per difendere il proprio onore e quello del proprio Paese.
È per queste ragioni, Presidente, che noi vogliamo consegnare a lei un invito da rivolgere al Presidente del Consiglio che voglia tutelare l'onore del nostro Paese, e anche il suo, rinunciando alla tutela del cosiddetto lodo Alfano: si presenti in un organo di giustizia previsto dal nostro ordinamento, in un tribunale e in quella sede dimostri la sua innocenza. Se questo non sarà, la responsabilità di gravare di un'ombra pesante la reputazione del Presidente del Consiglio e di questo Paese, Pag. 18rimarrà tutta in capo a un uomo che tutti noi vorremo oggi essere rispettato da noi e nel mondo.
Quello che è accaduto oggi segnala, ancora una volta, quanto sia stato inopportuno da parte del Presidente del Consiglio mettere al centro della sua attività legislativa, come primo atto della sua attività di governo, una legge come quella del cosiddetto lodo Alfano, ma in quella stessa legge è prevista la possibilità di rinunciare a tale tutela. Noi chiediamo al Presidente del Consiglio di rinunciare a quella tutela e di presentarsi in un normale tribunale per dimostrare la sua innocenza. Se questa innocenza fosse dimostrata ne saremmo felici per il Presidente del Consiglio e per il nostro Paese. Se il Presidente del Consiglio non lo farà sarà una ferita molto grave alla reputazione dell'Italia nel mondo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

MASSIMO DONADI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, senza nessuna pacatezza, oggi il tribunale di Milano ha detto che l'Italia è governata da un corruttore. Noi non ci stiamo ad essere governati da un corruttore (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà) perché questo, signor Presidente, è quello...

PRESIDENTE. Onorevole Donadi, mi sembra che la sentenza riguardi Mills.

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, la invito evidentemente a leggerla con attenzione. Le motivazioni della sentenza del tribunale di Milano dicono con assoluta chiarezza che oggi è stato condannato un corrotto, ma è stato individuato un corruttore. L'Italia non era mai caduta così basso. È una vergogna per questo Paese (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Abbiamo letto e abbiamo sentito che il Presidente del Consiglio ha intenzione di venire in Parlamento a spiegare le sue ragioni. Venga, lo ascolteremo, ma sappia che questo non cambia niente e non risolve niente. Se spera di trasformare la sua maggioranza in una sorta di quarto livello di giurisdizione capace di lavarlo come un lavacro assolutorio da ogni condanna con un voto di una maggioranza cieca e scontata, sappia che non avrà il nostro avallo.
Oggi siamo una situazione critica e drammatica per la nostra democrazia. Il Presidente del Consiglio ha due e solo due cose da fare. La prima, su cui mi associo al presidente Soro, è che domani mattina rinunci all'impunità del cosidetto lodo Alfano (adesso abbiamo capito perché era la legge più urgente di questa legislatura), corra da un giudice e, se ci riesce, spieghi le ragioni della sua verità. Se non ha il coraggio di fare ciò, legittima nella coscienza di ogni singolo italiano il convincimento della sua colpevolezza. Un Presidente del Consiglio non può governare un Paese in queste condizioni, per cui o rinuncia al cosiddetto lodo Alfano, o il Presidente del Consiglio si dimetta, perché non ha più la dignità morale di entrare in questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

BRUNO TABACCI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI. Signor Presidente, in situazioni come questa è difficile prendere la parola senza manifestare un grande disagio di natura istituzionale. Credo che si possa fare tutto fuorché buttarla in politica. Credo che il Presidente del Consiglio possa anche venire a riferire in Parlamento, ma non è questa la sede nella quale deve affrontare il giudizio che lo riguarda. È chiaro, infatti, che quella sentenza fa riferimento a delle responsabilità non trasferibili ad altri. Poiché è capitato in un passato neppure tanto lontano a molti di noi di dover rispondere Pag. 19e avendo accettato in quella stagione così delicata di difenderci dai processi, il Presidente Berlusconi accetti il ruolo della magistratura che è autonomo rispetto alla politica e ne assuma per intero tutte le conseguenze. Questo è il punto.
Comunque, non credo che un Capo di Governo possa tenersi sulle spalle un'accusa di questa portata (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori).

GIUSEPPE CONSOLO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE CONSOLO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, effettivamente provo una profonda pena per quanto sta accadendo in quest'Aula (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). È inutile che strillate e mi date sulla voce.

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia. Prego onorevole Consolo.

GIUSEPPE CONSOLO. Noi del partito del Popolo della Libertà abbiamo sempre più voce di voi, anche se strillate, quindi vi prego di farmi parlare.
In dispregio a qualsiasi principio costituzionale, oggi si conferma quello che era stato dato un giudizio in anteprima, per usare un termine che degrada la giustizia a spettacolo cinematografico. La condanna di David Mills era scritta sui muri: perché era colpevole? No, perché andava condannato. Siamo alla vigilia delle elezioni europee e mi dispiace per il presidente Soro e per il collega Donadi. Anche se lei mi dà le spalle, presidente Soro, non mi interessa. Io rimango quello che sono e lei rimane quello che è (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Ricordo a questi garantisti dell'ultima ora la previsione dell'articolo 27 della Costituzione che stabilisce, al primo comma, che la responsabilità penale è personale. Qui sembra che si sia condannato il Presidente del Consiglio.
Soprattutto, l'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Se io ora dovessi fare un elenco di tutti i condannati presenti in quest'Aula, ve ne accorgereste. Voi dell'Italia dei Valori vi siete dovuti scusare pubblicamente con il capogruppo in Commissione giustizia, quando gli avevate dato del condannato, egli che era stato prosciolto con formula piena. Voi approfittate, non riuscendo a fare politica, di qualsiasi occasione per buttare del fango sul nostro Presidente. Se prima eravamo vicini al Presidente Berlusconi, oggi lo siamo ancora di più (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Lo siamo con il cuore, lo siamo con il sentimento, lo siamo con la ragione, quella ragione che non lo ha visto condannato e che lo vedrà assolto non solo nelle aule di giustizia, ma attraverso quel voto degli italiani che, come una valanga, vi sta sommergendo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Voi non volete starci e allora dite che, in quest'Aula, c'è un corruttore. In quest'Aula, ci sono persone perbene e persone - mi riferisco alla totalità dell'Aula - che sbagliano, persone che hanno un modo proprio di fare politica. Continuate a fare politica in questo modo: noi raccoglieremo sempre di più il consenso degli italiani e saremo sempre più vicini al Presidente del Consiglio e al leader del partito del Popolo della Libertà (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

MATTEO BRIGANDÌ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MATTEO BRIGANDÌ. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intervengo per esprimere una serie di concetti. Il primo è che, se la magistratura è indipendente e fa delle cose indipendenti, perché ne stiamo parlando qui adesso in quest'Aula, se non al fine di gettare fango? Quindi, la magistratura non è tanto indipendente. In più, i giudizi devono essere come la moglie di Cesare: non devono essere giusti o meglio Pag. 20non è sufficiente che siano giusti, ma devono apparire come tali. Che affidamento ci può dare una sentenza emessa da un giudice, che si chiama Gandus, se non ricordo male, tanto per non fare nomi, che è un magistrato militante, palesemente appartenente ad una certa area politica?
Signor Presidente, onorevoli colleghi, i fatti lo dimostrano e sono questi: questo è un processo che non vedrà mai la fine, perché è destinato ad essere travolto dalla prescrizione (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

TERESA BELLANOVA. Vergogna!

MATTEO BRIGANDÌ. Tra i magistrati, faccio sempre i nomi, uno a caso, Marcello Maddalena, a Torino, ha emesso una circolare che, se non fosse che per me è illegittima, perché non poteva emetterla, era comunque piena di buonsenso. Diceva che si fanno i processi che hanno un esito. Quindi, i processi che sono prescritti o andranno in prescrizione non possono essere svolti. Allora, per quale motivo il tribunale di Milano ha fatto questo processo, che andrà sicuramente in prescrizione, se non per dare la mano ad una sinistra che non è in grado di dire politicamente assolutamente nulla e, quindi, per gettare fango sulla parte avversaria? Questo è il problema.
Inoltre, signor Presidente, degli articoli 24, 25 e 27 della Costituzione cosa ne facciamo? Abbiamo qui parlato di accuse nei confronti di una persona contro la quale non è stato mai celebrato il processo in primo grado. La condanna che vi è stata è di un processo in primo grado, senza contare ciò che potranno dire i giudici d'appello e di Cassazione. Ricordo agli amici radicali che un loro iscritto, in primo grado, era stato condannato a quattordici anni di carcere per aver smerciato droga.
In appello è stato assolto perché non c'entrava assolutamente nulla. Quindi, andare ad attaccare, dopo un processo in primo grado che ha la significanza che ha, tenendo conto che la maggior parte dei processi di primo grado non vengono confermati in appello, significa voler svilire sia questo Parlamento sia l'azione della magistratura.
Ancora, il collega dell'UdC ha parlato in maniera molto seria, dicendo che la magistratura è indipendente. Dobbiamo interrogarci su questo fatto; dobbiamo interrogarci se realmente la magistratura sia indipendente o se dobbiamo porre rimedio al fatto che, ormai, non lo sia e stia facendo una politica che oggi è della minoranza contro la maggioranza, quindi in espresso contrasto con i principi generali della democrazia.
A questa risposta non possiamo che dare un diniego: la magistratura non è certamente indipendente. Su questo, non vi è il minimo dubbio. Bisogna seguire le varie correnti per cercare di prendere i posti direttivi superiori e solo seguendo le varie correnti si arriverà a quei posti.
Non esiste un posto in Italia assegnato in modo diverso. Qui i magistrati si sprecano: c'è qualcuno che mi sa indicare un posto direttivo superiore significativo che non sia stato assegnato attraverso la lotta fra le varie correnti? Se non c'è questo nome, è evidente che la magistratura non è indipendente.
Dovremo arrivare all'indipendenza della magistratura, al fatto che i magistrati devono pronunciarsi esattamente nella più assoluta indipendenza, e cioè nella più assoluta non assoggettabilità ad alcun tipo di potere.
Concludo con una frase di Bossi: se la magistratura...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MATTEO BRIGANDÌ. Se la magistratura non è in grado di rientrare nell'ambito della Costituzione ed esprime un potere, il potere deriva dal popolo e quindi i magistrati devono essere eletti (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Hanno chiesto di intervenire anche altri colleghi, presumo sullo stesso argomento: a norma dell'articolo 45 del Regolamento, ho ritenuto opportuno, vista la questione sollevata dall'onorevole Soro, di dare la parola ad un oratore per ciascun gruppo.

Pag. 21

ALESSANDRA MUSSOLINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Su altro argomento?

ALESSANDRA MUSSOLINI. Signor Presidente, su un altro argomento collegato.

PRESIDENTE. Se è sullo stesso...

ALESSANDRA MUSSOLINI. Signor Presidente, su un altro argomento. Come qualcuno risponde al telefono: altro.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA MUSSOLINI. Signor Presidente, dato che noi dal 18 maggio riceveremo una copia de L'Unità, che dovremo accettare di buon grado, e visto che tutta la sinistra, l'opposizione sta strumentalizzando un attacco a Berlusconi in quest'Aula, e non è un'aula di tribunale, io non l'accetto di buon grado.
Non voglio L'Unità in casella, perché non voglio leggere le loro bugie nella mia casella. Non riesco a vedere le lettere e la mia casella viene intasata da questa carta. La mettessero da un'altra parte: non voglio L'Unità in casella - se ne faccia carico - e neanche gli altri organi di partito.
Non voglio L'Unità di buon grado e non mi voglio far carico di gettarla nel cestino, perché non voglio fare immondizia. L'immondizia l'hanno fatta loro in Campania (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Onorevole Mussolini, ognuno di noi, se non è interessato a ciò che riceve nella casella, può, ovviamente, decidere di cestinarlo.

Si riprende la discussione (ore 15,20).

PRESIDENTE. Ricordo che nella seduta del 18 maggio 2009 si è conclusa la discussione sulle linee generali, svolta congiuntamente a quella sulla Relazione annuale sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nel 2007, e che il relatore e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame degli articoli - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge, nel testo della Commissione.
Avverto che la I Commissione (Affari costituzionali) e la V Commissione (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, che sono distribuiti in fotocopia (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A).
Avverto, inoltre, che la Commissione ha presentato gli emendamenti 6.200, 13-bis.200 e 21-bis.200 e che il Governo ha presentato l'emendamento 22.100 (Nuova formulazione). Tali proposte emendative sono in distribuzione.
Avverto che l'emendamento Mariani 10.3 è stato ritirato dalla presentatrice e che l'emendamento Consiglio 16.54 è stato sottoscritto dall'onorevole Luciano Rossi.
Ricordo che, ai sensi dell'articolo 126-ter, comma 4, del Regolamento, gli emendamenti dichiarati inammissibili nelle Commissioni non possono essere ripresentati in Assemblea e - ove ripresentati - non sono pubblicati nel fascicolo.
Avverto che la Presidenza, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 89 del Regolamento e in conformità ai criteri di ammissibilità delineati nel corso dell'esame dei precedenti disegni di legge comunitaria, non ritiene ammissibili, in quanto estranee all'oggetto proprio della legge comunitaria come definito dall'articolo 9 della legge 4 febbraio 2005, n. 11, ovvero comunque non presentate nel corso dell'esame in sede referente, le seguenti proposte emendative, non configurabili quali attuazione di obblighi comunitari: Compagnon 6.050, volto a modificare la normativa statale vigente (legge n. 296 del 1996, legge finanziaria per il 2007) in materia di divieto di commercializzazione di sacchi per l'asporto delle merci; Biava 11.050, relativo alla cessione dei crediti derivanti da contributi comunitari per il settore Pag. 22agricolo; Consiglio 16.55, concernente l'esercizio della caccia con particolare riferimento all'utilizzo dei richiami; Consiglio 16.56, che prevede la riduzione della tassa per il rilascio dell'abilitazione all'esercizio venatorio in favore di alcune categorie di soggetti; Consiglio 22.51, volto ad introdurre un'imposta sugli apparecchi di intrattenimento; Lulli 26.50, che novella la disciplina in materia di tracciabilità di compensi ai professionisti; Lulli 26.51, in materia di limitazioni all'uso del contante e dei titoli al portatore; Garofalo 39-quater.050, volto ad escludere l'applicazione di talune disposizioni recate dal regolamento n. 1371 del 2007 ai servizi ferroviari di cui al decreto legislativo n. 422 del 1997 (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A).

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Borghesi 1.1, su cui anche la VI Commissione (Finanze) ha espresso parere contrario. Il parere è, altresì, contrario sull'emendamento Borghesi 1.5.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 1.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Chiedo ai colleghi che non riuscissero eventualmente a votare di segnalarmelo. Onorevole Castagnetti? Ministro Ronchi? L'onorevole Castagnetti è riuscito a votare. Onorevole Lanzillotta? Onorevole Moroni? Onorevole Pagano? L'onorevole Moroni è riuscita a votare. L'onorevole Lanzillotta ha votato. L'onorevole Pagano ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 400
Votanti 395
Astenuti 5
Maggioranza 198
Hanno votato
177
Hanno votato
no 218).

Prendo atto che i deputati Mazzarella e Drago hanno segnalato che non sono riusciti a votare, che il deputato Rivolta ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Borghesi 1.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Sempre l'onorevole Castagnetti... L'onorevole Reguzzoni sta votando. Onorevole Pagano? Sempre l'onorevole Lanzillotta... Bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 415
Maggioranza 208
Hanno votato
189
Hanno votato
no 226).

Pag. 23

Prendo atto che i deputati Polledri, Mazzarella e Reguzzoni hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

L'onorevole Lanzillotta? Abbiamo sempre problemi con l'onorevole Lanzillotta. Onorevole Coscia? Onorevole Perina e onorevole Moroni? Perfetto, onorevole Moroni. Onorevole Perina, va bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 419
Maggioranza 210
Hanno votato
419).

Prendo atto che i deputati Mazzarella e Vannucci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 2 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'emendamento Gozi 2.1

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Vi è peraltro il parere contrario da parte della V Commissione.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro.

SANDRO GOZI. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Provi a votare, onorevole Lanzillotta.
Onorevole Torrisi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 416
Maggioranza 209
Hanno votato
416).

Prendo atto che i deputati Cesare Marini e Vannucci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 3 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e dell'unico articolo aggiuntivo ad esso presentato (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A).
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Presidente Cicchitto. Onorevole Proietti Cosimi. Onorevole Cesare Marini.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 418
Maggioranza 210
Hanno votato
418). Pag. 24

Prendo atto che i deputati Cesare Marini, Vannucci, Rampelli e Vico hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sull'articolo aggiuntivo Gozi 3.050.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro dell'articolo aggiuntivo Gozi 3.050. So peraltro che vi è disponibilità da parte del Governo ad accettare un ordine del giorno che ne ricalchi il contenuto.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, confermo che se l'articolo sarà ritirato il Governo lo accetterà come ordine del giorno.

PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro.

SANDRO GOZI. Signor Presidente, è vero che le comunicazioni della Commissione europea non sono atti giuridicamente vincolanti; è anche vero però che da gennaio la Commissione consente un'interpretazione più flessibile della disciplina degli aiuti di Stato alle imprese, anche se sulla materia il Governo non ha ancora impartito le direttive necessarie. Ritiriamo dunque l'articolo aggiuntivo ma presenteremo un ordine del giorno e prendiamo atto di quanto il Governo ha appena dichiarato.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'articolo aggiuntivo viene ritirato e che il suo contenuto sarà trasfuso in un ordine al giorno.
Con l'occasione, saluto un gruppo di studenti della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Brescia, che sta assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

(Esame dell'articolo 4 - A.C. 2320-A )

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cesare Marini. Onorevole Moroni. Onorevole Simeoni. Onorevole Coscia.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 422
Votanti 404
Astenuti 18
Maggioranza 203
Hanno votato
404).

Prendo atto che i deputati Vannucci, Rampelli e Lanzillotta hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 5 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Zaccaria 5.50, in quanto tale emendamento riprende un'osservazione del Comitato per la legislazione che non era stata recepita dalla XIV Commissione.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

Pag. 25

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaccaria 5.50, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Moroni... onorevole Cesare Marini... l'onorevole Moroni ha votato, l'onorevole Marini ha votato... l'onorevole Lanzillotta ha votato... onorevole Tassone... onorevole Simeoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 421
Votanti 418
Astenuti 3
Maggioranza 210
Hanno votato
418).

Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Rossi... onorevole Coscia... onorevole Cesare Marini... onorevole Moles... prego onorevole Vico, la aspettiamo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 421
Votanti 402
Astenuti 19
Maggioranza 202
Hanno votato
402).

Prendo atto che i deputati Scilipoti e Vannucci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Dovremmo ora passare all'esame dell'articolo 6.

GIANLUCA PINI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, propongo l'accantonamento dell'articolo 6, in quanto la V Commissione (Bilancio) ci ha appena chiesto la riformulazione di un emendamento già discusso un paio di ore fa in Commissione, rispetto alla quale stiamo ragionando, insieme agli uffici, su come renderla conforme al parere espresso dalla Commissione bilancio.

PRESIDENTE. Non essendovi obiezioni, l'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate deve intendersi accantonato.

(Esame dell'articolo 7 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cesare Marini... onorevole Giammanco... onorevole Laganà Fortugno...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 419
Votanti 400
Astenuti 19
Maggioranza 201
Hanno votato
400).

Prendo atto che i deputati De Torre, Marinello, Scilipoti e Vannucci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

Pag. 26

(Esame dell'articolo 8 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Cesare Marini, mi sembra che nonostante l'assistenza ancora non ci siamo... onorevole Girlanda...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 422
Votanti 403
Astenuti 19
Maggioranza 202
Hanno votato
403).

Prendo atto che i deputati Antonione, Scilipoti e Vannucci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Dovremmo ora passare all'esame dell'articolo 9.

GIANLUCA PINI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, se non vi sono obiezioni da parte dell'opposizione, propongo l'accantonamento anche dell'articolo 9, in quanto vi è una proposta di riformulazione di un emendamento dell'opposizione sulla quale ancora non abbiamo raggiunto un accordo.

PRESIDENTE. Non essendovi obiezioni, l'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate deve intendersi accantonato.

(Esame dell'articolo 10 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Aniello Formisano 10.4, mentre formula un invito al ritiro sull'emendamento Fallica 10.7. La Commissione esprime altresì parere contrario sugli emendamenti Aniello Formisano 10.5 e 10.6, mentre formula un invito al ritiro sull'emendamento Mariani 10.3.

PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento Mariani 10.3 è stato ritirato. Onorevole relatore, la invito ad esprimere anche il parere sugli articoli aggiuntivi.

GIANLUCA PINI, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo Mariani 10.01, mentre esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Consiglio 10.050, a condizione che venga riformulato nel senso di sostituire al comma 1 del capoverso «articolo 10-bis» le parole: «entro dodici mesi» con le seguenti: «entro sei mesi», perché il termine di delega, trattandosi in questo caso di un'urgenza, deve essere ristretto, così come da indicazione del dipartimento per le politiche comunitarie.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Aniello Formisano 10.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 27

Onorevole Moroni... onorevole Girlanda...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 422
Maggioranza 212
Hanno votato
192
Hanno votato
no 230).

Prendo atto che i deputati Siragusa, Scilipoti e Vannucci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Fallica 10.7 lo ritirano.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Aniello Formisano 10.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Moroni... onorevole Golfo, onorevole Girlanda... l'onorevole Girlanda ha votato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 423
Votanti 421
Astenuti 2
Maggioranza 211
Hanno votato
193
Hanno votato
no 228).

Prendo atto che i deputati Narducci, Scilipoti e Vannucci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Aniello Formisano 10.6.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, anche in Commissione abbiamo discusso su questo emendamento, in merito al quale chiedo al relatore e al Governo di rivedere il proprio parere, eventualmente anche al fine di trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno. È impossibile, infatti, che le politiche che riguardano la qualità dell'aria non si intreccino con la politica e con gli accordi che abbiamo siglato a livello europeo in termini di risparmio energetico e di sviluppo delle energie rinnovabili. Chiedo, quindi, che qualora non sia possibile accettare l'emendamento, il suo contenuto possa essere accettato come ordine del giorno; ciò mi parrebbe congruente con le politiche che si stanno portando avanti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Aniello Formisano 10.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Moroni... onorevole Girlanda... onorevole D'ippolito Vitale... onorevole Saltamartini... onorevole Coscia... onorevole Cazzola...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 422
Votanti 421
Astenuti 1
Maggioranza 211
Hanno votato
193
Hanno votato
no 228).

Prendo atto che i deputati Vico, Scilipoti e Vannucci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Ricordo che l'emendamento Mariani 10.3 è stato ritirato.
Passiamo alla votazione dell'articolo 10.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.

Pag. 28

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, intervengo per dichiarazione di voto in merito all'articolo 10, che riteniamo molto importante, perché recepisce una direttiva su cui il Governo dovrà impegnarsi molto nei prossimi anni. Si tratta di una direttiva che prevede un aggiornamento di quelle precedenti sulla qualità dell'aria e l'inquinamento atmosferico dovuto a metalli pesanti, e nuove attività di misura relativamente ad un inquinante molto pericoloso, il particolato ultrasottile.
Inoltre, la direttiva prevede (su questo abbiamo presentato ulteriori proposte di integrazione, che, devo riconoscerlo, sono state accettate) un processo di valutazione dei piani di risanamento che vengono presentati dagli Stati membri, consentendo, sotto condizioni particolari, la possibilità di derogare ai limiti stabiliti per un tempo massimo di tre anni. Questa possibilità di deroga, che la direttiva prevede, viene consentita solo se si evidenzia che le politiche messe in campo sono le più efficaci possibili, e si deroga solo nel caso di impedimenti dovuti a una situazione geografica o fisica particolare. Questo è il caso della Pianura padana. Noi abbiamo voluto, presentando una proposta di integrazione, che è stata accolta, all'articolo 10, stigmatizzare il fatto che quell'area geografica merita un'attenzione particolare, anche attraverso politiche di coordinamento da mettere in campo da parte del Ministero dell'ambiente.
Un altro tema che questa direttiva tratta (è per questo che noi ne chiediamo un'applicazione seria) è il rapporto ambiente-salute, che è veramente centrale. Sulla base della situazione accertata nel 2000, la strategia fissa degli obiettivi al 2020, che vorrei qui ricordare, per una riduzione della perdita di speranza di vita di circa il 50 per cento. Teniamo presente che oggi gli abitanti della Pianura padana hanno un perdita media di aspettativa di vita che è di circa tre anni rispetto agli altri cittadini europei. Inoltre, l'obiettivo di questa direttiva, se si applicano le politiche giuste, è quello anche di una riduzione del 10 per cento dei casi di mortalità acuta dovuti all'ozono e di una riduzione del 43 per cento degli ecosistemi soggetti ad eutrofizzazione.
C'è anche un conto da un punto di vista economico che i tecnici a livello comunitario hanno fatto. L'attuazione di questa direttiva comporta una spesa di circa 7 miliardi all'anno, ma a regime dovrebbe far risparmiare in costi sanitari circa 42 miliardi all'anno. Quindi vedete come sia importante che questa applicazione venga realizzata in maniera assolutamente corretta. Il numero di decessi prematuri, che è stato calcolato dagli istituti preposti, che si otterrebbe applicando la direttiva, al 2020 sarebbe di circa 230 mila persone, ma sarebbe di 293 mila se non si applicasse la direttiva.
Quindi è evidente l'importanza di lavorare in maniera seria su tale questione. Devo riconoscere che in Commissione si è svolto un dialogo importante con i colleghi della maggioranza, quindi esprimeremo un voto favorevole su questo articolo. Tuttavia, se andiamo ad analizzare - non posso non stigmatizzarlo - le ultime azioni che il Ministro dell'ambiente ha messo in campo vediamo che quegli obiettivi, che già sono molto difficili, saranno ancor più difficilmente realizzabili. Infatti, la resistenza rispetto alla sottoscrizione dell'accordo per il clima e l'energia (il cosiddetto 20-20-20), il tentennamento sulle energie rinnovabili, il via libera alla riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle attraverso un decreto su cui è stata posta la fiducia, l'introduzione del CIP6 con incentivi agli inceneritori siciliani, la modalità con cui il Governo ha acquisito la delega per la revisione del codice ambientale, e il disastro provocato con il commissariamento dell'ISPRA sono tutte azioni che in realtà non aiuteranno a raggiungere questi obiettivi. Quindi, noi diamo un giudizio positivo e voteremo sì a questo articolo, ma esprimiamo tutti i dubbi ed evidenziamo le contraddizioni delle politiche che questo Governo in materia ambientale sta portando avanti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Pag. 29
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Giammanco... onorevole Frassinetti... l'onorevole Coscia, e l'onorevole Cesare Marini hanno votato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 424
Votanti 408
Astenuti 16
Maggioranza 205
Hanno votato
408).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che avrebbe voluto astenersi e che i deputati Abrignani e Vannucci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Mariani 10.01.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bratti. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO BRATTI. Signor Presidente, in questo caso si assiste ad una situazione abbastanza paradossale. Infatti, noi abbiamo presentato un articolo aggiuntivo per ovviare ad un errore di una formulazione elaborata dal Governo e dalla maggioranza in altro provvedimento, nel quale un articolo era stato formulato in maniera assolutamente incomprensibile. Questa poca chiarezza con la quale è formulata la norma in questione sta creando problemi davvero rilevanti agli operatori del settore.
Inoltre - vorrei sottolinearlo - non fare chiarezza su ciò che è «rifiuto», su ciò che è «terre e rocce da scavo» e su come queste «terre e rocce da scavo» possano essere recuperate, può provocare l'infiltrazione di criminalità, più o meno organizzata e, quindi, purtroppo, alimentare quel processo di ecomafia così radicato nel nostro Paese.
Mi si dice che questa probabilmente non è la sede più opportuna in cui l'articolo aggiuntivo può essere inserito. Riteniamo che i contenuti della proposta emendativa debbano in qualche modo, nel giro di poco tempo, essere recepiti in qualche provvedimento. Comunque, lo manteniamo come proposta, anche all'interno di questo quadro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Mariani 10.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Consiglio, ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 428
Maggioranza 215
Hanno votato
201
Hanno votato
no 227).

Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Consiglio 10.050.
Onorevole Consiglio, accetta la riformulazione del suo articolo aggiuntivo 10.050, sul quale la Commissione e il Governo hanno espresso parere favorevole, purché riformulato?

NUNZIANTE CONSIGLIO. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gozi. Ne ha facoltà.

SANDRO GOZI. Signor Presidente, l'articolo aggiuntivo Consiglio 10.050 è stato riformulato su proposta del relatore. Tuttavia a noi non sembra che tale intervento in questo disegno di legge risponda ad Pag. 30alcuna esigenza di armonizzazione dell'ordinamento giuridico italiano a quello comunitario, perché si inserisce in un ambito normativo nel quale il legislatore ha già provveduto, con il decreto legislativo 15 agosto 2005, n. 194, a recepire la direttiva comunitaria in materia 2002/49/CE.
Pertanto, a meno che non vi sia un'ulteriore spiegazione da parte del relatore, è difficile per noi capire le ragioni per le quali si interviene con una seconda modifica normativa su una disciplina già normata e sulla quale, quindi, siamo già adempienti rispetto agli obblighi comunitari. Peraltro, non risulterebbero più sufficientemente chiari gli obblighi previsti in seguito alla modifica rispetto alla legge quadro in materia di inquinamento acustico, soprattutto per quanto riguarda le caratteristiche strutturali dell'edificio. Chiedo al relatore di spiegarci la riformulazione e le implicazioni che essa ha sull'ordinamento interno.

GIANLUCA PINI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, intervengo per chiarezza, vista la richiesta del collega Gozi. L'adempimento citato dal collega è soltanto parziale e, inoltre, vi sono contenziosi in fase di prima applicazione, che risalgono al 1997. Non sono stati emanati tutti i decreti sia ministeriali sia legislativi che devono dare piena attuazione alla direttiva. Su questa materia vi è un ritardo dal 1997, che crea contenziosi enormi e blocca di fatto l'operatività tanto degli acquirenti quanto dei costruttori.
Quindi, diamo nuovamente una delega con un termine stringente di sei mesi al fine di fronteggiare questo ritardo, che ormai è di dodici anni.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, poiché è difficile recepire dai banchi esattamente quale sia il tenore e la qualità della riformulazione del relatore, ovviamente se la riformulazione interviene in una parte importante del testo della proposta emendativa in esame è chiaro che, non essendo solo di forma ed essendo una riformulazione, le chiederei di dare i tempi necessari per eventuali subemendamenti alla riformulazione del relatore. A questo punto, infatti, di tale articolo aggiuntivo si assume la responsabilità il Comitato dei nove. Quindi, forse conviene che si chiariscano le questioni nel Comitato dei nove e si diano eventualmente i tempi per i subemendamenti, se vi sono le necessità di subemendare.
Diversamente, se nel Comitato dei nove si trova l'unanimità, nulla quaestio e, quindi, si può proseguire. Si può interrompere cinque minuti, se lei lo ritiene opportuno.

PRESIDENTE. Mi scusi onorevole Quartiani, da quanto ho compreso - ma mi viene confermato - la riformulazione proposta dal relatore incide solo sulla temporalità, cioè si passa da 12 a sei mesi. Non viene toccato niente altro del testo dell'articolo aggiuntivo in esame. Quindi, da questo punto di vista, mi sembra che la riformulazione sia oggettivamente molto limitata.
Se siamo d'accordo, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Consiglio 10.050, nel testo riformulato, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Saltamartini? Onorevole Vico? Ci siamo? Bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 431
Votanti 237
Astenuti 194
Maggioranza 119
Hanno votato
236
Hanno votato
no 1).

Pag. 31

Prendo atto che il deputato Vannucci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 11 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A), al quale non sono state presentate proposte emendative ammissibili.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Scilipoti? Provi. Onorevole Luciano Rossi? Onorevole Vessa? Va bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 428
Votanti 408
Astenuti 20
Maggioranza 205
Hanno votato
408).

Prendo atto che i deputati Vannucci e Tassone hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Ricordo che l'articolo aggiuntivo Biava 11.050 è inammissibile.

(Esame dell'articolo 12 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Scilipoti? Onorevole Martignoli? Va bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 428
Votanti 409
Astenuti 19
Maggioranza 205
Hanno votato
408
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che i deputati Lussana e Vannucci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 13 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Ruvolo 13.1, nonché sull'emendamento Fiorio 13.2.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo concorda con il parere espresso dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ruvolo 13.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Lussana? Il dispositivo dell'onorevole Lussana è andato in tilt, vediamo se riusciamo a farla votare. Onorevole Vico? Pag. 32L'onorevole Vico ce l'ha fatta, aspettiamo un attimo l'onorevole Lussana.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 425
Votanti 421
Astenuti 4
Maggioranza 211
Hanno votato
197
Hanno votato
no 224).

Prendo atto che i deputati Velo e Vannucci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fiorio 13.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zucchi. Ne ha facoltà.

ANGELO ZUCCHI. Signor Presidente, questo emendamento serve per ristabilire un principio di equità: si regolarizzano i produttori che hanno impiantato vitigni di prima del settembre 1998 senza che ne avessero diritto. Prevediamo di regolarizzarli con una somma di 6 mila euro per ettaro, senza fare distinzione né di territori, né di vitigni, né di regione. È evidente, che un conto è impiantare un vitigno del Brunello di Montalcino, e un conto - non me ne vogliano gli amici della Romagna - è impiantare un vitigno del Lambrusco.
Pertanto, avanziamo una proposta abbastanza ragionevole: che almeno questo importo possa equivalere al doppio del valore medio del corrispondente diritto di impianto nella regione in cui avviene la regolarizzazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fiorio 13.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Marini, onorevole Vico, onorevole Coscia, onorevole Patarino, onorevole Marchi, va bene?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 422
Votanti 421
Astenuti 1
Maggioranza 211
Hanno votato
199
Hanno votato
no 222).

Prendo atto che il deputato Galletti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Torrisi? Onorevole Scilipoti, onorevole Tassone, va bene?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 424
Votanti 408
Astenuti 16
Maggioranza 205
Hanno votato
406
Hanno votato
no 2).

(Esame dell'articolo 13-bis - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13-bis e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 13-bis.200.

PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo accetta l'emendamento 13-bis.200 della Commissione. Pag. 33
Passiamo alla votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brandolini. Ne ha facoltà.

SANDRO BRANDOLINI. Signor Presidente, l'emendamento in esame è molto importante per il settore vitivinicolo. Proprio l'anno scorso è stata approvata l'Organizzazione comune di mercato del vino che, a tutt'oggi, presenta notevoli difficoltà di applicazione. Ciò in un momento, peraltro, particolarmente difficile per l'economia ed anche per il vino, che, nonostante il buon andamento dei consumi interni sui mercati internazionali, incontra alcune difficoltà.
Quindi, è necessario adeguare le nostre normative al nuovo regolamento conseguente all'OCM del vino, ma a nostro avviso, è altrettanto necessario (come abbiamo ripetutamente chiesto), che questo passaggio non sia un passaggio burocratico: che non si traduca, cioè, in una decisione assunta da parte del Governo che, nella migliore delle ipotesi, sentirà le regioni e la filiera vitivinicola.
Abbiamo proposto - e lo ribadiamo, quindi, anche in questa sede (peraltro, abbiamo già chiesto al Ministro, attraverso un'interrogazione, di darci una risposta in questo senso) - che il decreto legislativo venga adottato attraverso un processo di coinvolgimento e di vera e propria concertazione con tutta la filiera vitivinicola e attraverso un coinvolgimento diretto delle Commissioni parlamentari (per quanto ci riguarda, quindi, della Commissione agricoltura).
Quindi, per ribadire questa nostra posizione, ci asterremo sull'emendamento in oggetto. È un segnale che vogliamo mandare al Governo, in particolare al Ministero dell'agricoltura, perché metta in atto un tavolo di concertazione per l'attuazione del regolamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13-bis.200 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Coscia... onorevole Cesare Marini, adesso è a posto. Onorevole Scilipoti, va bene... onorevole Nicolais, ce la fa? Bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 429
Votanti 228
Astenuti 201
Maggioranza 115
Hanno votato
227
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Scalera ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13-bis, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Mariarosaria Rossi, prego...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 426
Votanti 230
Astenuti 196
Maggioranza 116
Hanno votato
230).

Prendo atto che il deputato Drago ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 14 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A) e dell'unico articolo aggiuntivo ad esso presentato. Pag. 34
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico, oggi l'apparecchio ce l'ha con lei!
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 426
Votanti 400
Astenuti 26
Maggioranza 201
Hanno votato
400).

Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sull'articolo aggiuntivo Contento 14.01.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro sull'articolo aggiuntivo Contento 14.01, anche in considerazione del parere contrario della XII Commissione.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo esprime parere conforme a quello espresso dal relatore. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro formulato dal relatore.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, accedo all'invito al ritiro e desidero spiegarne brevemente la motivazione. Si tratta di un articolo aggiuntivo presentato per sollevare un problema che dovrebbe essere abbastanza noto agli addetti ai lavori. Con un'ordinanza del Ministro della salute, adottata nel corso del 2008, sono state stabilite delle prescrizioni, giustamente molto severe, riguardo alle attività di allevamento e di commercializzazione dei suini, ai fini della profilassi contro gravi malattie.
In quell'ordinanza, però, dopo aver posto le aziende sullo stesso piano, si è inserito un obbligo relativamente alle stalle di sosta, che impone alle medesime di destinare gli animali che hanno in cura esclusivamente al macello.
Si tratta di una disposizione che sta mettendo in grosse difficoltà queste piccole imprese, perché, pur essendo le stesse rispettose di quelle disposizioni normative a cui ho fatto riferimento, vengono impedite nell'esercizio di un'attività commerciale.
Pertanto, ritiro il mio articolo aggiuntivo dopo avere sollevato il problema e lo «baratto» con un ordine del giorno volto ad impegnare il Governo a verificare la compatibilità di quel divieto con i principi di concorrenza e con i principi costituzionali, ed eventualmente a rivederlo.

PRESIDENTE. Sta bene. L'articolo aggiuntivo Contento 14.01 è pertanto ritirato e «barattato» con un ordine del giorno.

ROBERTO GIACHETTI. Ma che barattato!

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, ho ripreso le parole dell'onorevole Contento, intendendo precisare che il contenuto dell'articolo aggiuntivo sarà trasfuso in un ordine del giorno che potrà essere accolto dal Governo.

(Esame dell'articolo 14-bis - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14-bis (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Ha chiesto di parlare per dichiarazioni di voto l'onorevole Brandolini. Ne ha facoltà.

SANDRO BRANDOLINI. Signor Presidente, abbiamo raggiunto un importante risultato, a livello europeo, per quanto riguarda l'olio extravergine di oliva e la etichettatura. Si tratta di un risultato che non era affatto scontato, che è stato frutto dell'attività e del lavoro che prima il Ministro De Castro e poi il Ministro Zaia hanno portato avanti e che oggi arriva alla sua conclusione in modo positivo. Pag. 35
Vogliamo sottolineare in questa sede che a tale conclusione positiva si è giunti grazie al lavoro tenace che abbiamo sviluppato sia in sede di Commissione Agricoltura sia in sede di Commissione Politiche dell'Unione Europea.
Infatti, il Governo, che in questo caso doveva applicare e attuare la decisione dell'etichettatura assunta a livello europeo, lo ha fatto in modo tale da pregiudicare, nei fatti, questo risultato, perché ha consentito la miscelazione degli oli con oli differenti, in particolare vegetali, provenienti al di fuori dell'Italia, senza alcuna indicazione in etichetta.
Capite, pertanto, che ciò avrebbe comportato, di fatto, una vanificazione di un provvedimento che doveva esaltare, o quanto meno, in modo trasparente far emergere, l'origine e la qualità del prodotto, quello italiano, che noi riteniamo essere sicuramente di prim'ordine.
Rivendichiamo questo merito perché, peraltro, in sede di Commissione agricoltura, i nostri emendamenti sono stati respinti. Già in sede di Commissione competente abbiamo dato atto al relatore Pini, nonostante il voto contrario della Commissione agricoltura, di aver accolto invece i nostri rilievi e quindi di avere modificato questo articolo.
Lo ripeto e concludo: questo è stato il frutto del lavoro che abbiamo svolto in questi mesi, in particolare in regioni importanti per l'olio d'oliva come la Toscana e la Puglia, dove i nostri colleghi insieme alla associazioni si sono battuti per questo risultato e soprattutto perché il risultato avesse la forma che oggi assume con il provvedimento in esame.
Voteremo, pertanto, a favore del medesimo, ma ne rivendichiamo anche il merito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14-bis.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico... Sblocchiamo il dispositivo di voto dell'onorevole Vico. Onorevole Calgaro, proceda pure.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

Presenti 413
Votanti 396
Astenuti 17
Maggioranza 199
Hanno votato
396

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che non è riuscito ad astenersi.

(Esame dell'articolo 15 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A) e dell'unico articolo aggiuntivo ad esso riferito.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico, onorevole Calgaro? A posto. Onorevole Scilipoti? A posto.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 416
Votanti 399
Astenuti 17
Maggioranza 200
Hanno votato
399.

Prendo atto che la deputata Ferranti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che il deputato Monai ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Invito il relatore ad esprimere il parere sull'articolo aggiuntivo Borghesi 15.01.

Pag. 36

GIANLUCA PINI, Relatore. La Commissione formula un invito al ritiro sull'articolo aggiuntivo Borghesi 15.01, altrimenti il parere è contrario.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo esprime parere conforme.
Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Borghesi 15.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 422
Votanti 418
Astenuti 4
Maggioranza 210
Hanno votato
196
Hanno votato
no 222).

Prendo atto che il deputato Bellotti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario, che la deputata Capitanio Santolini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e che il deputato Monai ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.

(Esame dell'articolo 16 - A.C.2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C.2320-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, gli emendamenti che come delegazione radicale abbiamo presentato all'articolo 16, sono volti ad assicurare il corretto recepimento della cosiddetta direttiva «Uccelli» dell'Unione europea. So - e gran parte di noi sa - che in sede di Commissione agricoltura è stato raggiunto un accordo che consentito di contenere i danni che al Senato la maggioranza aveva provocato con l'approvazione di alcuni emendamenti presentati appunto da suoi esponenti.
Quell'accordo ha consentito di rimediare alla cancellazione dei limiti temporali alla caccia che erano stati introdotti al Senato. Tuttavia come radicali noi riteniamo che l'equilibrio trovato non debba sacrificare il principio di legalità che è insito nel corretto recepimento della direttiva. Tanto più che in tutta evidenza, come dimostrano alcuni emendamenti proposti o riproposti a questo articolo, nella maggioranza esistono pulsioni di attenzione verso certe lobby e verso comportamenti anche arroganti che dello scempio delle norme fanno il loro punto di forza. Questo è un fatto che occorre blindare con rigore nell'attuazione di quello che prevede la direttiva europea, altrimenti si manifesta un comportamento profondamente antidemocratico. Ciò è dimostrato anche dal fatto che, per compiacere all'interesse di pochi, di alcune lobby, si ignora il dato che la caccia non è più nelle corde dell'opinione pubblica e dei cittadini, come è dimostrato anche dall'esito di votazioni referendarie che abbiamo proposto noi radicali tempo fa e che hanno dato percentuali dell'80 se non del 90 per cento contrarie alla caccia.
Quanto al merito degli emendamenti che proponiamo, con l'emendamento Zamparutti 16.2 noi chiediamo di sopprimere il riferimento alle linee guida della direttiva, un riferimento introdotto al Senato, perché da un punto di vista giuridico il richiamo, per come è formulato, assegna a meri criteri interpretativi una valenza normativa. In questo modo confonde i livelli di ciò che si intende per «dettame» o «dettami», che sono solo quelli contenuti nella direttiva; si confonde il livello con quello dei criteri di comprensione e interpretazione Pag. 37dei dettami, che sono invece quelli contenuti appunto nelle linee guida.
Con la formulazione uscita dal Senato, che attribuisce quindi valore giuridico alle linee guida, si determina inoltre il rischio di una confusione amministrativa e gestionale, specie per le regioni che dovrebbero utilizzare come legge in realtà un manuale di linee guida composto da ipotesi, da schemi e da valutazioni. Insomma, si rischia di creare una situazione ingestibile ed è il risultato opposto a quello probabilmente auspicato: invece di risolvere dubbi interpretativi, in questo modo se ne creano di nuovi, ancora più numerosi, complessi e gravi.
Inoltre, per certe espressioni usate nelle linee guida che si richiamano in questo articolo, si dà la possibilità di aumentare la percentuale di cacciabilità di alcune specie, come ad esempio i fringuelli, e c'è poco da ridere. Si tratta di escamotage fatti in malafede e magari, come avvenuto in Commissione agricoltura, argomentati secondo la necessità di fornire strumenti normativi migliori e più adeguati alle esigenze della giustizia italiana. Non è assolutamente così. Altro sarebbe se invece di sopprimere questa parte, le parole «secondo i dettami» fossero sostituite dalle parole «anche secondo le indicazioni», recependo così l'emendamento Zamparutti 16.52. Questa è una terminologia giuridicamente più appropriata a quanto si vuole fare.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ELISABETTA ZAMPARUTTI. Quindi, concludo dicendo che con l'emendamento Di Giuseppe 16.3 proponiamo il recepimento di un articolo molto importante finalizzato alla conservazione di alcune specie, come esplicitamente richiesto dalla procedura di infrazione 2006/2131 e che, in assenza di adempimento, espone il nostro Paese al rischio, anzi direi alla certezza, di subire condanne da parte della Corte di giustizia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cenni. Ne ha facoltà.

SUSANNA CENNI. Signor Presidente, colleghi, ho già avuto modo ieri durante la discussione sulle linee generali di intervenire diffusamente sulla parte del disegno di legge comunitaria relativa all'agricoltura ed anche su quella ora in esame che è legata all'articolo 16, ma gli emendamenti che sono stati presentati, o meglio, vorrei dire ripresentati in Aula dopo un lungo lavoro nelle Commissioni competenti mi portano a rinnovare alcune considerazioni.
La prima considerazione è legata alle ragioni per le quali siamo qui a legiferare su questo aspetto che ci richiede, ancora una volta, di intervenire su una situazione di non rispetto delle normative comunitarie e quindi di infrazione. Voglio ricordare ai colleghi che l'infrazione comporta la decurtazione di risorse che, guarda caso, verrebbero decurtate al mondo agricolo che non credo in questo momento abbia bisogno di minori risorse a disposizione per le proprie politiche.
La seconda considerazione che mi sento di svolgere è più politica. Per settimane abbiamo sviluppato un confronto a mio parere serio nella Commissione agricoltura ed anche, successivamente, nella Commissione competente per l'esame del disegno di legge comunitaria; ora gli emendamenti che erano stati presentati, e prima di tutto l'emendamento a cui faceva riferimento la collega Zamparutti, che al Senato, di fatto, ha stravolto il senso dell'intervento, li ritroviamo di nuovo qui. Anche grazie ad un lavoro, devo dire molto responsabile, del relatore in Commissione agricoltura e del presidente della stessa Commissione, avevamo deciso comunemente che quegli emendamenti fossero ritirati, che fosse giusto procedere all'eliminazione del comma 3 dell'articolo 16 e che, quindi, il buonsenso fosse il tema generale che sottoponevamo all'Assemblea cercando di porre rimedio alla situazione di infrazione in cui ci troviamo.
Gli emendamenti che sono stati ripresentati dalla Lega Nord, e che quindi oggi ci troviamo ad esaminare, mettono un po' in ridicolo tutto questo serio lavoro. Tutti gli aspetti che sono considerati vanno di fatto a stravolgere la legge n. 157 del 1992 Pag. 38e devo dire che sono un po' stupita anche riguardo all'ammissibilità di questi emendamenti perché non rispondiamo alle richieste dell'Unione europea che ci chiede di rispettare le normative e la direttiva in questione. Noi, invece, compiamo un'altra scelta, quella di prendere parti della proposta di legge del senatore Orsi (che oggi è depositata presso la Commissione ambiente del Senato) e di portare piccoli pezzi di quello stravolgimento della legge n. 157 dentro alla legge comunitaria. Quindi, ancora una volta, si ripropone la cancellazione di ogni termine sui calendari venatori, un quadro di regole assolutamente indipendenti tra le aziende faunistico-venatorie e la depenalizzazione di alcuni reati in materia venatoria, assolutamente non rispondendo, dunque, alle richieste che ci vengono poste.
Il Partito Democratico ha già affermato ieri con grande chiarezza quello che pensa che è un «no» a tutte queste proposte emendative. Abbiamo avuto un atteggiamento responsabile in Commissione; l'appello che rivolgo qui è ancora una volta al buonsenso, quindi spero che, prima di procedere alla votazione su questo importante articolo, gli emendamenti in questione vengano ritirati. Me lo auguro perché credo che il tentativo che qui viene compiuto non è legato al buon governo delle politiche venatorie, ma semplicemente alla volontà di cercare di dare qualche messaggio elettorale o pseudo tale. Noi qui siamo il Parlamento, siamo chiamati ad assumere decisioni responsabili che parlino al Paese e non a qualche gruppo di persone.
Quindi, la nostra posizione veramente sarà assolutamente contraria rispetto a tutti gli emendamenti presentati dalla Lega che niente hanno a che fare con le richieste contenute nel disegno di legge comunitaria (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Catanoso. Ne ha facoltà.

BASILIO CATANOSO. Signor Presidente, avrei preferito anch'io non intervenire sul complesso degli emendamenti, perché ancora una volta si ripropone il tentativo di modificare la legge n. 157 del 1992 sulla caccia all'interno di una norma comunitaria. Non si risolve il problema dell'infrazione, ma si riapre un tema che ci porterebbe lontano.
In Commissione agricoltura (e mi risulta anche e in quella politiche dell'Unione europea) vi è stata la buona volontà di tutti di comprendere che è un argomento talmente ampio e complesso da dover essere rivisto in altra sede. Spero che questa ragionevolezza possa essere considerata anche qui in Aula e che tutta la situazione possa, quindi, metterci nella condizione di ritirare anche gli emendamenti. Questi sono stati presentati in modo strumentale (posso dirlo) anche da coloro i quali immaginano di essere dall'altra parte e vogliano fare più protezionismo rispetto a chi vuole cacciare. Do la disponibilità a ritirare quegli emendamenti qualora si possano ritirare tutti, anche da parte di chi la pensa in senso opposto e che mira ad ottenere un risultato non attraverso una discussione complessiva, ma attraverso uno sgambetto in Aula come è accaduto al Senato.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 16 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, alla luce del parere espresso pochi minuti prima dell'inizio della seduta per il quale abbiamo fatto slittare l'inizio dell'esame del provvedimento, e visto che vi è un parere contrario su ben sei emendamenti presentati all'articolo 16, chiedo anche per questo articolo l'accantonamento. Alla fine la discussione verrà portata, mi auguro, in sede di Comitato dei nove, anche per stemperare tensioni che ritengo assolutamente inutili in sede di esame del disegno di legge comunitaria.

PRESIDENTE. Sta bene, l'articolo 16 deve pertanto intendersi accantonato.

Pag. 39

(Esame dell'articolo 17 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Abrignani 17.1.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Abrignani 17.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 413
Votanti 410
Astenuti 3
Maggioranza 206
Hanno votato
21
Hanno votato
no 389).

Prendo atto che il deputato Proietti Cosimi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Rossi... onorevole Proietti Cosimi... onorevole Vaccaro... onorevole Girlanda...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 418
Votanti 399
Astenuti 19
Maggioranza 200
Hanno votato
399).

Prendo atto che il deputato Calearo Ciman ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Simeoni ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 18 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 408
Votanti 391
Astenuti 17
Maggioranza 196
Hanno votato
391).

Prendo atto che i deputati Boniver e Bellotti hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Simeoni ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 19 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19 (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A), Pag. 40al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 19.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Scilipoti... onorevole Marchi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 418
Votanti 400
Astenuti 18
Maggioranza 201
Hanno votato
400).

Prendo atto che il deputato Porcu ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Simeoni ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 20 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 20 (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 20.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico, onorevole Scilipoti, onorevole Proietti Cosimi, onorevole Marchi?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 423
Votanti 405
Astenuti 18
Maggioranza 203
Hanno votato
405).

(Esame dell'articolo 21-bis - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 21-bis e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Ciccanti 21-bis. 50, in quanto ultroneo, poiché la norma è già richiamata implicitamente nel testo.
La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 21-bis. 200 (Nuova formulazione).

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
Credo che su questo emendamento sia necessaria una riformulazione: alla prima riga, sostituire «1999» con «1989» e, alla seconda riga, sostituire le parole «con la pena», con le parole «con la reclusione».

PRESIDENTE. Onorevole Ronchi, siamo all'emendamento 21-bis. 200 della Commissione, forse lei si riferisce si riferisce al 22.100.

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Sì signor Presidente, chiedo scusa.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 21-bis. 200 (Nuova formulazione) della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 41

Onorevole Vico, onorevole Marchi, onorevole Scilipoti, onorevole Marantelli? L'onorevole Vico ha votato. Onorevole Bellotti? Ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 423
Maggioranza 212
Hanno votato
423).

Prendo atto che la deputata Sbai ha segnalato che non è riuscita a votare.
Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Ciccanti 21-bis. 50 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ciccanti 21-bis. 50, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico, onorevole Scilipoti, onorevole Simeoni? L'onorevole Scilipoti ha votato. L'onorevole Simeoni ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 427
Votanti 425
Astenuti 2
Maggioranza 213
Hanno votato
196
Hanno votato
no 229).

Prendo atto che il deputato Galletti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 21-bis, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico, onorevole Rampi? Ha votato? Onorevole Pedoto?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 426
Votanti 409
Astenuti 17
Maggioranza 205
Hanno votato
408
Hanno votato
no 1).

(Esame dell'articolo 22 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Messina 22.6, 22.7 e 22.8, nonché sull'emendamento Bressa 22.16.
La Commissione invita al ritiro dell'emendamento Consiglio 22.50. Il parere è, altresì, contrario sull'emendamento Messina 22.10.

PRESIDENTE. Onorevole Pini, mi scusi ma prima vi è l'emendamento 22.100 del Governo, con la nuova formulazione che poi ci dirà il Governo.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione accetta l'emendamento 22.100 del Governo.

PRESIDENTE. Signor Ministro Ronchi, può leggere la nuova formulazione?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, chiedo scusa per prima. La riformulazione dovrebbe essere la seguente: alla prima riga, sostituire la parola: «1999» con la seguente: «1989». Alla seconda riga, sostituire le parole: «con la pena» con le seguenti: «con la reclusione».

Pag. 42

PRESIDENTE. La nuova formulazione del testo è in distribuzione. Prego, relatore, prosegua con i pareri.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, c'è stata un'inversione fra due emendamenti dello stesso parlamentare, l'onorevole Consiglio. Il parere della Commissione sull'emendamento Consiglio 22.50 è favorevole, non invito al ritiro.

PRESIDENTE. Sta bene.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Messina 22.10, 22.11, 22.12 e 22.9, mentre formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Consiglio 22.54. L'emendamento Consiglio 22.51 è inammissibile, mentre il parere è favorevole sull'emendamento Consiglio 22.52.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, non me ne voglia il Ministro, ma è la seconda volta che accade. Siccome ho capito che il parere «dovrebbe» essere sulla riformulazione e la riformulazione «dovrebbe» essere questa e poiché dobbiamo votare su qualcosa di concreto, vorrei sapere se «è» o se «dovrebbe essere», perché vorremmo sapere qual è la versione definitiva.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Messina 22.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Marchi, è il suo turno. Onorevole Vico? Perfetto. Onorevole Tassone? Ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 428
Votanti 257
Astenuti 171
Maggioranza 129
Hanno votato
25
Hanno votato
no 232).

Prendo atto che il deputato Tocci ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto astenersi e che il deputato Scelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Messina 22.7, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vico, Marchi e Commercio.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 425
Votanti 246
Astenuti 179
Maggioranza 124
Hanno votato
20
Hanno votato
no 226).

Prendo atto che il deputato Scelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario. Pag. 43
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Messina 22.8, non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Vico e Marchi. Hanno votato tutti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 430
Votanti 257
Astenuti 173
Maggioranza 129
Hanno votato
27
Hanno votato
no 230).

Passiamo alla votazione dell'emendamento Bressa 22.16.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Strizzolo. Ne ha facoltà.

IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, intervengo, ovviamente, a sostegno di questo emendamento, perché cerca di chiarire un punto che è da tempo estremamente controverso nell'applicazione, in particolare, del quarto comma dell'articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972, che disciplina l'imposta sul valore aggiunto nel nostro Paese.
Qui si tratta di chiarire che gli enti pubblici territoriali (quindi i comuni, le province, le regioni) e lo stesso Stato devono essere considerati soggetti passivi di IVA anche quando svolgono attività che non comportino una produzione di reddito. Questo cosa significa? Significa recuperare anche il senso del comma 2 dell'articolo 13 della 2006/112/CE, che riprende e recupera all'articolo 4 il punto 5 della precedente direttiva 1977/388/CEE.
Quest'ultima, dopo il comma 1, dispone che gli Stati, le regioni, le province, i comuni e gli altri enti di diritto pubblico non sono considerati soggetti passivi per le attività od operazioni che esercitano, che svolgono in quanto pubbliche autorità, pubbliche istituzioni, ma anche quando in relazione a tali attività od operazioni percepiscono diritti, canoni, contributi o retribuzioni.
Si tratta di un punto importante, perché dobbiamo recuperare e rispettare il principio dell'immanente neutralità nell'applicazione dell'IVA; quindi, a nostro modo di vedere, con l'emendamento in esame tentiamo di ribadire che, allorché tuttavia tali enti esercitino attività od operazioni di questo genere, essi devono essere considerati soggetti passivi quando il loro non assoggettamento provocherebbe distorsioni di un certo rilievo nel meccanismo del rispetto della concorrenza.
Invito quindi il Governo, la Commissione e il relatore di maggioranza a rivedere il parere espresso, perché significa ribadire un concetto di chiarimento, di trasparenza nell'applicazione dell'IVA agli enti pubblici territoriali: ciò per un principio di correttezza e di giustizia fiscale. Aggiungo che questo aspetto è importante perché, se non venisse approvato tale emendamento, si priverebbero gli enti pubblici territoriali, in un momento di grande difficoltà per la finanza pubblica locale, della possibilità di un recupero almeno parziale dell'IVA.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bressa 22.16, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Moles? Ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 424
Maggioranza 213
Hanno votato
197
Hanno votato
no 227). Pag. 44

Passiamo all'emendamento Consiglio 22.50.

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, chiedo all'onorevole Consiglio di ritirare il suo emendamento, in quanto la quantificazione dei corrispettivi di cui esso parla è già stata unificata dalla Commissione europea. Vorrei quindi chiedere all'onorevole Consiglio di ritirarlo, perché credo che ciò sia conforme.

PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Consiglio 22.50.

NUNZIANTE CONSIGLIO. Signor Presidente, lo ritiro.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 22.100 (Nuova formulazione) del Governo.
Avverto che dall'eventuale approvazione della nuova formulazione dell'emendamento 22.100 discenderà la preclusione degli emendamenti Messina 22.10, Messina 22.11, Messina 22.12 e Messina 22.9.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 22.100 (Nuova formulazione), sul testo corretto del Governo, accettato dalla Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Marchi, onorevole Girlanda, onorevole Coscia. Perfetto, ci siamo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 429
Votanti 231
Astenuti 198
Maggioranza 116
Hanno votato
230
Hanno votato
no 1).

Passiamo all'emendamento 22.54.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Consiglio 22.54 formulato dal relatore.

NUNZIANTE CONSIGLIO. Signor Presidente, chiedo se è possibile accantonarlo per rivederlo poi eventualmente insieme ad altri in sede di Comitato dei nove.

GIANLUCA PINI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, effettivamente l'invito al ritiro c'è. In Commissione era stato dato un parere sostanzialmente favorevole. Vi è poi un parere da parte della Commissione bilancio, che parla di rischio di nuovi e maggiori oneri per la finanza pubblica; però obbiettivamente nel testo non vi è un riferimento specifico, anzi direi che non vi è nessun tipo di riferimento a nuovi oneri: lo accantonerei quindi per poi vederlo, visto che abbiamo già tre articoli accantonati, per poter svolgere un confronto più approfondito con la Commissione bilancio, perché avremmo bisogno di capire da dove nasce la preclusione della V Commissione.

PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo concorda con la proposta del relatore. L'emendamento Consiglio 22.54 è quindi accantonato.
Ricordo che l'emendamento Consiglio 22.51 è inammissibile.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Consiglio 22.52, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Marchi? Ha votato. Onorevole Pelino... bene. Pag. 45
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 429
Votanti 233
Astenuti 196
Maggioranza 117
Hanno votato
232
Hanno votato
no 1).

Dal momento che l'emendamento Consiglio 22.54 è stato accantonato, non possiamo procedere con la votazione sull'articolo 22.

(Esame dell'articolo 23 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 23 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Misiti 23.1 e formula inoltre un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento De Biasi 23.50. Il parere è infine contrario sugli emendamenti De Biasi 23.3, 23.5, 23.4 e 23.2 e sull'articolo aggiuntivo Misiti 23.01.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Misiti 23.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Marchi e Girlanda.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 429
Votanti 427
Astenuti 2
Maggioranza 214
Hanno votato
196
Hanno votato
no 231).

È con particolare attenzione - e prego l'Assemblea di prestare attenzione - che salutiamo gli alunni della scuola-tenda campo «San Giacomo», della provincia de L'Aquila, che sono venuti qui in Aula a fare una visita al Parlamento. Stanno studiando in una scuola tenda: credo che il saluto caloroso da parte dell'Assemblea sia un forte gesto di solidarietà nei confronti vostri e delle famiglie che hanno subito la violenta scossa di terremoto (Vivi applausi).
Passiamo all'emendamento De Biasi 23.50.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal relatore.

RICARDO FRANCO LEVI. No, signor Presidente, insistiamo per la votazione e chiedo di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RICARDO FRANCO LEVI. Signor Presidente, desidero chiedere il voto dell'Aula su questo emendamento. Vorrei ricordare che l'articolo 23 si occupa del recepimento della direttiva europea che modifica la disciplina del settore audio-televisivo europeo, nota come «televisioni senza frontiere». In modo particolare, l'articolo 23 tratta del problema del cosiddetto product placement, ossia della collocazione nei programmi televisivi di messaggi pubblicitari a sostegno di determinati prodotti, servizi o marchi.
L'emendamento al nostro esame e quelli successivi, presentati dai membri del Partito Democratico nella VII Commissione Pag. 46e che vedono come primo firmatario l'onorevole De Biasi, hanno l'obiettivo di precisare ed estendere le garanzie a favore degli spettatori e in particolar modo dei minori. Com'è ovvio, infatti, i minori sono i più esposti ai messaggi commerciali, in modo particolare a quelli che hanno una minore identificabilità come tali.
A questo fine, in tali emendamenti vi è una serie di proposte specifiche - che chiediamo vengano accolte - volte a rendere più stringenti dette garanzie, in modo particolare a favore dei minori.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Biasi 23.50, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vico, onorevole Marchi, onorevole Sposetti, onorevole Binetti. L'onorevole Bellotti è riuscito a votare.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 420
Maggioranza 211
Hanno votato
192
Hanno votato
no 228).

Prendo atto che i deputati Vannucci, Tenaglia e Brandolini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Biasi 23.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Binetti? Bene. L'onorevole Sposetti ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 425
Maggioranza 213
Hanno votato
194
Hanno votato
no 231).

Prendo atto che i deputati Vannucci e Brandolini hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Biasi 23.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Giammanco.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 425
Votanti 424
Astenuti 1
Maggioranza 213
Hanno votato
196
Hanno votato
no 228).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Biasi 23.4... Scusate, revoco l'indizione della votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Levi. Ne ha facoltà.

RICARDO FRANCO LEVI. Signor Presidente, volevo sottolineare il carattere specifico dell'emendamento De Biasi 23.4, che chiede di estendere il divieto di trasmissione di messaggi pubblicitari non solo tenendo in considerazione ciò che si chiama, come ho ricordato prima, il product placement, ma estendendo appunto il divieto di trasmettere messaggi pubblicitari a tutte le trasmissioni dedicate ai bambini ed ai minori.

Pag. 47

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Biasi 23.4, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Alfano. Onorevole Vico e onorevole Marchi? Bene. Onorevole Torrisi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 423
Votanti 419
Astenuti 4
Maggioranza 210
Hanno votato
193
Hanno votato
no 226).

Prendo atto che i deputati Allasia e Pelino hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario e che il deputato Monai ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Biasi 23.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Girlanda. Onorevole Berruti? Bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 427
Votanti 426
Astenuti 1
Maggioranza 214
Hanno votato
196
Hanno votato
no 230).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Passiamo alla votazione dell'articolo 23.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Levi. Ne ha facoltà.

RICARDO FRANCO LEVI. Signor Presidente, ripeto le considerazioni che ho svolto prima.
Credo che i minori abbiano diritto ad una protezione del tutto particolare ed è un vero peccato che ciò non possa avvenire, ancorché nella direttiva europea sia presente una specifica disposizione - che però volevamo rendere ancora più precisa - che impedisce la diffusione di tali messaggi pubblicitari ai minori.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI (ore 16,50)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gozi. Ne ha facoltà.

SANDRO GOZI. Signor Presidente, è veramente strano che, considerati gli scopi della direttiva, la maggioranza non possa accogliere il nostro emendamento relativo alla tutela dei minori. La direttiva cosiddetta «TV senza frontiere» si pone tra gli obiettivi, così com'è stata rivista di recente, proprio quello di tutelare i minori dagli spot pubblicitari. Appare veramente strano che nel momento in cui recepiamo questa direttiva, la maggioranza non voglia fornire alcuna indicazione sulla particolare attenzione che vogliamo garantire ai minori. Questa è la ragione per cui ci asterremo su questo articolo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giulietti. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE GIULIETTI. Signor Presidente, mi rivolgo al sottosegretario Romani - a cui faccio gli auguri per la promozione a Viceministro - per svolgere una riflessione: voi avete sostenuto, quando si parla di adeguamento all'Europa delle norme radiotelevisive, che bisogna che vi sia una grande elasticità. Per Pag. 48esempio, quando si è parlato della sentenza del Tribunale europeo su Europa 7 non ho ascoltato tuonare una voce che dicesse: applicazione immediata e integrale delle norme! Ciò non è accaduto per i moniti dell'Antitrust, né per una serie di altre norme che provenivano dall'Europa e che segnalavano alcune iniquità derivanti da una iperconcentrazione delle risorse.
La questione posta dai colleghi della Partito Democratico - lo affermo affinché l'Assemblea lo capisca, in quanto molti colleghi del centrodestra votarono a favore della cosiddetta legge Gasparri - non ha nulla di eversivo, chiede semplicemente - lo prevede la direttiva europea - che si tenga conto del fatto che alcune norme recepite consentiranno alla raccolta di pubblicità delle più grandi aziende del Paese di aumentare ulteriormente. Con la proposta emendativa si voleva porre una questione molto specifica: si voleva prevedere una norma di tutela per i minori che recepisse le indicazioni segnalate dal Consiglio nazionale degli utenti, da numerose associazioni - mi rivolgo a quei colleghi che spesso fanno riferimento, su altri temi, al tema della tutela della famiglia - e quelle provenienti dalle ricerche svolte da pedagogisti e da università di orientamento diverso, credenti e non.
Questa della pubblicità era una delle grandi questioni riguardanti la formazione dei minori e le modalità della conoscenza. Lei, sottosegretario, lo sa che io non sono tra quelli che odiano la pubblicità, ma quando nel messaggio pubblicitario lo stesso protagonista del cartone animato, o lo stesso conduttore, compare per trainare la pubblicità, ciò rappresenta uno dei punti più insidiosi. Le pongo solo questa domanda: ma davvero è tale l'ossessione dei grandi player, al fine di non perdere mai mezzo punto di raccolta pubblicitaria, che, ogni volta, gli interessi dei cittadini, anche quelli dei meno protetti e dei minori, debbano cedere il passo perché altrimenti vi è il terrore che possa scendere di un euro la raccolta pubblicitaria? Mi pareva una proposta di grande civiltà e inviterei i colleghi, almeno su questo, a votare con grande libertà (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico).

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, si è proceduto con una certa velocità nella votazione di emendamenti di un certo rilievo sui quali probabilmente sarebbe stato interessante conoscere l'opinione del Governo, non solo allorché dichiara la conformità del suo parere a quello espresso dal relatore.
Tuttavia, approfittando anche della presenza dell'onorevole Romani che su queste questioni ha più volte mostrato interesse e sensibilità, e approfittando anche della disponibilità che su altri passaggi, anche meno delicati di questo, la Commissione e il relatore hanno concesso in termini di accantonamento, e visto che abbiamo già accantonato alcuni articoli, le chiederei - signor Presidente - se non sia, anche a suo modo di vedere importante, verificare la disponibilità del Governo e del relatore a valutare con un maggior approfondimento soprattutto la questione relativa ai minori, la pubblicità per i minori in TV, anche per recepire le direttive europee con una maggiore attenzione da parte del Parlamento e del Governo italiano. Siccome sono stati accantonati anche altri articoli rimarrebbe il tempo - se accantoniamo anche quello in esame - perché la riflessione possa portare il Governo o il relatore ad una formulazione migliore attraverso un emendamento che sia in grado di rendere l'articolo complessivo sostanzialmente votabile da tutta l'Aula con un parere unanime.

PRESIDENTE. Onorevole Romani, le chiedo se intende o meno dar corso all'invito dell'onorevole Quartiani.

PAOLO ROMANI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. No, signor Presidente.

Pag. 49

SANDRO GOZI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà, le ricordo però che ha parlato poc'anzi.

SANDRO GOZI. Signor Presidente, alla luce della totale assenza di disponibilità del Governo è chiaro che l'indicazione che do al mio gruppo è di votare contro l'articolo in esame.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, c'era una proposta di accantonamento. A questa il Governo non risponde, magari il presidente della Commissione potrebbe essere più sensibile...

PRESIDENTE. Il presidente della Commissione non ha chiesto di intervenire. Lei conosce meglio di me il Regolamento, e sa che non è prerogativa del Presidente sollecitare il presidente di Commissione e il relatore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mussolini. Ne ha facoltà.

ALESSANDRA MUSSOLINI. Signor Presidente, non ho seguito nello specifico, però, come presidente della Commissione infanzia, mi preme evidenziare che noi stiamo operando proprio su questo tema dei media e dei minori. C'è una indagine conoscitiva perché già i nostri bambini sono massacrati - voglio usare questo termine - dalla pubblicità, diretta e indiretta, e soprattutto la pubblicità alimentare porta all'obesità del bambini. Poi si dice che i bambini sono tutti obesi, perché davanti alla televisione ci si abitua a mangiare merendine di tutti i tipi. Quindi, intendo fare una richiesta al Governo, perché se c'è un ulteriore appesantimento della pubblicità, io voterò contro questo articolo. Vorrei sapere se c'è tale appesantimento, perché in tal caso voterò contro, mentre in caso contrario voterò a favore dell'articolo in esame.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 23.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Hanno votato tutti, colleghi? Onorevole Orlando...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 428
Votanti 416
Astenuti 12
Maggioranza 209
Hanno votato
231
Hanno votato
no 185).

Prendo atto che il deputato Monai ha segnalato che avrebbe voluto astenersi.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Misiti 23.01, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Foti, è riuscito a votare?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 428
Votanti 426
Astenuti 2
Maggioranza 214
Hanno votato
195
Hanno votato
no 231).

Prendo atto che la deputata Giammanco ha segnalato che non è riuscita ad esprimere il voto contrario e che il deputato Simeoni ha segnalato che non è riuscito a votare.

Pag. 50

Commemorazione dell'onorevole Susanna Agnelli.

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea ed i membri del Governo). Prima di procedere, onorevoli colleghi, vi prego di prestare qualche minuto di attenzione.
Com'è noto il 15 maggio scorso l'onorevole Susanna Agnelli si è spenta presso l'ospedale «Gemelli» di Roma. Era ricoverata da oltre un mese a seguito di complicazioni sopraggiunte in relazione ad un grave trauma femorale. Susanna Agnelli è stata eletta componente di questa Assemblea nelle liste del Partito Repubblicano Italiano nella VII e nella VIII legislatura e senatrice nella IX legislatura. Nel 1979 è stata anche eletta componente del Parlamento europeo in occasione delle prime elezioni a suffragio diretto. Nel corso della sua attività presso la Camera dei deputati ha fatto parte delle Commissioni interni, esteri, istruzione, igiene e sanità pubblica della quale ha ricoperto altresì l'incarico di segretario nonché della Commissione parlamentare di inchiesta sulla fuga di sostanze tossiche dallo stabilimento Icmesa.
È stata chiamata più volte ad incarichi di Governo, svolgendo le funzioni di sottosegretario agli esteri dal 1983 al 1991 e poi ricoprendo, prima e finora unica donna nella storia italiana, le funzioni di Ministro degli affari esteri nel Governo Dini dal 17 gennaio 1995 al 17 maggio 1996. Notevole è stato anche il suo impegno a livello politico locale esercitato per più di un decennio in qualità di sindaco del comune di Monte Argentario.
Accanto alla sua intensa attività politica, l'onorevole Agnelli ha coltivato anche una particolare passione per la scrittura: nel 1975 vinse, con il romanzo autobiografico Vestivamo alla marinara il prestigioso premio Bancarella. Degno di nota è stato inoltre il suo forte impegno sociale e civile dapprima durante la seconda guerra mondiale nell'ambito della Croce rossa italiana e, da ultimo, come presidente di Telethon.
Con la scomparsa di Susanna Agnelli l'Italia perde una personalità di grande spessore e di assoluto prestigio, una donna che ha saputo essere per oltre un ventennio una voce autorevole e rigorosa nel dibattito politico nazionale e ha saputo rappresentare il nostro Paese in sede internazionale con grande impegno e competenza. La Presidenza della Camera ha già fatto pervenire ai familiari l'espressione della sua più sentita partecipazione al loro dolore che desidero ora rinnovare a nome dell'Assemblea. Vi propongo pertanto un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Generali applausi, cui si associano i membri del Governo).

GIORGIO LA MALFA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, mi consenta di associarmi alle parole che lei ha appena pronunciato per ricordare la figura e la personalità dell'onorevole Susanna Agnelli scomparsa nei giorni scorsi. Susanna Agnelli - Suni per noi che abbiamo avuto il piacere e il privilegio di conoscerla meglio - fu prima, come lei ha ricordato, per dieci anni sindaco molto stimato del comune di Monte Argentario e in seguito fu parlamentare eletta nelle liste del Partito Repubblicano, prima alla Camera nel collegio di Varese-Como-Sondrio e, poi, al Senato nel collegio di Torino e, in quella veste, ho avuto modo di conoscerla meglio proprio negli anni in cui ero parlamentare alla Camera eletto nel collegio di Torino-Novara-Vercelli e lei era mia collega al Senato. È inoltre stata membro del Governo e poi Ministro negli anni nel quale avevo l'onore della segreteria del Partito Repubblicano Italiano. Ritengo che siano stati scritti articoli molto interessanti e precisi sulla figura di Susanna Agnelli. Era una donna seria e scrupolosa con un gusto ed un'etica del lavoro e dell'impegno in tutte le cose che faceva perché veniva da una formazione piemontese, per così dire, che Pag. 51era quella sua e della sua famiglia. È stata seria e scrupolosa nell'attività parlamentare e in quella di Governo (lei ha ricordato il prestigio di cui godeva nel campo della diplomazia italiana e internazionale) e lo è stata nel sostegno alla ricerca scientifica che ha promosso attraverso quella iniziativa di Telethon che tutti conosciamo.
Per questo desidero associarmi alle sue parole e ricordarla anche a nome dei tanti repubblicani che l'hanno conosciuta e stimata e dire che la perdita è una perdita molto dolorosa per tutti noi.

Si riprende la discussione.

(Esame dell'articolo 24 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 24 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A ).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Abrignani 24.1, nonché sugli emendamenti Di Giuseppe 24.5, Froner 24.2 e 24.6.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI (ore 17,10)

PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo esprime parere conforme a quello espresso dal relatore.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Abrignani 24.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Abrignani. Ne ha facoltà.

IGNAZIO ABRIGNANI. Signor Presidente, la mia era semplicemente una riformulazione tecnica volta a specificare ancora meglio l'attuazione da parte degli operatori interessati. Essendo tecnica, ritenevo che in qualche modo il Governo potesse ripensarci, ma, in questo caso, ritiro il mio emendamento 24.1.

ROBERTO GIACHETTI. Presidente! Presidente!

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, credo che lei voglia farlo proprio per il suo gruppo, giusto?

ROBERTO GIACHETTI. Sì, Presidente.

PRESIDENTE. Ho avuto una buona intuizione. Pertanto, l'emendamento Abrignani 24.1, ritirato dal presentatore, è stato fatto proprio dall'onorevole Giachetti a nome del gruppo del Partito Democratico.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione...

SIMONE BALDELLI. Presidente! Presidente! Un attimo colleghi...

PRESIDENTE. Revoco l'indizione della votazione. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Formichella. Ne ha facoltà (Commenti).

NICOLA FORMICHELLA. Signor Presidente, in effetti credo che sarebbe utile (Commenti) che sull'emendamento in esame si esprimesse il relatore, considerando il termine tecnico dell'emendamento.

PRESIDENTE. Il relatore ha già espresso il suo parere. Il relatore cambia il parere o lo conferma?

GIANLUCA PINI, Relatore. Confermo il parere.

PRESIDENTE. Sta bene.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

Pag. 52

PRESIDENTE. Onorevole Scilipoti, non siamo al mercato: chieda di intervenire e può intervenire, non è un problema, ci mancherebbe altro! Prego, onorevole Giachetti, ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, esattamente perché non siamo al mercato e perché la Presidenza non è una Presidenza collettiva ma di una persona, la prego, se, come è evidente e come risulta dagli stenografici (visto che il collega Baldelli ha la voce forte), il problema è che la maggioranza non è in Aula perché è andata a prendere il caffè, invece di fare questa sceneggiata sospenda la seduta, siamo più disponibili, ma questa è una sceneggiata ridicola (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Mi scusi onorevole Giachetti, da parte mia nessuna sceneggiata. Molte volte, mentre stavo aprendo la votazione, alcuni colleghi, anche non iscritti, nella stessa giornata di oggi hanno alzato la mano: io ho visto la mano alzata dell'onorevole Formichella. Poi, quello che dice l'onorevole Formichella nel merito non appartiene al Presidente e comunque il Presidente non fa le sceneggiate!

SANDRO GOZI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SANDRO GOZI. Signor Presidente, non diciamo che lei fa le sceneggiate, però lei ha appena detto che quando i colleghi all'inizio delle votazioni hanno chiesto di intervenire lei ha sempre dato la parola: le faccio presente che per due volte al sottoscritto lei non ha dato la parola su aspetti importanti e non su aspetti di tattica parlamentare legati alla pausa per il caffè.

PRESIDENTE. Va bene onorevole, se non l'ho vista le chiedo scusa.
Ricordo che l'emendamento Abrignani 24.1, ritirato dal presentatore, è stato fatto proprio dal gruppo Partito Democratico.

Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Abrignani 24.1, ritirato dal presentatore e fatto proprio dal gruppo Partito Democratico e non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Giammanco, onorevole Marchignoli, onorevole Sposetti, onorevole Calderisi, onorevole Berruti, va bene?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 412
Votanti 409
Astenuti 3
Maggioranza 205
Hanno votato
189
Hanno votato
no 220).

Prendo atto che la deputata Castiello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario e che il deputato Simeoni ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Giuseppe 24.5, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Tommaso Foti, onorevole Vico, onorevole Marchi, onorevole Nola, va bene?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 415
Votanti 413
Astenuti 2
Maggioranza 207
Hanno votato
193
Hanno votato
no 220).

Pag. 53

Prendo atto che la deputata Castiello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario, che il deputato Verini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e che il deputato Simeoni ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Froner 24.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Froner. Ne ha facoltà.

LAURA FRONER. Signor Presidente, vorrei spiegare il motivo dei due emendamenti a mia firma 24.2 e 24.6 che, a dire il vero, sarebbero dovuti apparire nel fascicolo in ordine inverso.
L'articolo 24, comma 4, del provvedimento in esame prevede la soppressione del secondo periodo del comma 2-bis dell'articolo 7 del decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 109, e successive modificazioni.
Con questa operazione, resterebbe in vita il primo periodo dello stesso comma 2-bis, disponendo che le esenzioni di cui ai commi 1 e 2, sempre dello stesso articolo 7, non si applicano nel caso di ingredienti indicati all'allegato 2, sezione III, vale a dire agli ingredienti allergenici. Cadrebbe, invece, il periodo ove è comunque ribadito, in ossequio agli indirizzi contenuti nelle linee guida riguardanti le indicazioni degli ingredienti allergenici in etichetta, emanati nel 2005 dagli uffici della Commissione europea e dai rappresentanti dei Paesi membri, che l'indicazione degli ingredienti non è richiesta nel caso di formaggi, del burro, del latte e delle creme di latte fermentate, solo se utilizzati come prodotti finiti.
Quindi, con la soppressione del solo secondo periodo del comma 2-bis, il Parlamento verrebbe, di fatto, ad eliminare la deroga prevista oggi dalle linee guida europee per i prodotti lattiero-caseari. Ciò con la conseguenza formale che, per tutti prodotti lattiero-caseari, diventerebbe obbligatorio, in Italia e solo in Italia, in conflitto con la normativa comunitaria, indicare l'elenco degli ingredienti, sia se commercializzati tali e quali, sia se usati come ingredienti in successive trasformazioni industriali.
Pertanto, si otterrebbe l'esatto contrario di quanto prevede la normativa europea: non l'estensione della deroga dall'obbligo di indicazione degli ingredienti anche per i prodotti lattiero-caseari usati in successive trasformazioni industriali, ma il venir meno di tale deroga anche per i prodotti lattiero-caseari venduti come tali al consumatore finale.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Froner 24.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 416
Maggioranza 209
Hanno votato
197
Hanno votato
no 219).

Prendo atto che il deputato Abrignani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Simeoni ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Froner 24.6, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).
(Presenti e votanti 414
Maggioranza 208
Hanno votato
198
Hanno votato
no 216).

Pag. 54

Prendo atto che il deputato Simeoni ha segnalato che non è riuscito a votare.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 24.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Scilipoti, va bene? Chi non riesce a votare alzi la mano... onorevole Sbrollini? Onorevole Calearo?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 422
Votanti 421
Astenuti 1
Maggioranza 211
Hanno votato
401
Hanno votato
no 20).

(Esame dell'articolo 25 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 25 (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 25.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 407
Votanti 387
Astenuti 20
Maggioranza 194
Hanno votato
387).

Prendo atto che le deputate Golfo e Milanato hanno segnalato che non sono riuscite a votare e che i deputati Realacci, Bellotti e Torrisi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 26 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 26 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A).
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione invita al ritiro di tutte le proposte emendative riferite all'articolo 26, altrimenti il parere è contrario. Ricordo che gli emendamenti Lulli 26.50 e Lulli 26.51 sono stati dichiarati inammissibili.

PRESIDENTE. Prendo atto che il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore. Passiamo agli identici emendamenti Froner 26.6 e Poli 26.9.
Prendo atto che i presentatori degli identici emendamenti Froner 26.6 e Poli 26.9 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Froner 26.6 e Poli 26.9, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Russo? Bene, appena l'ho chiamata ha votato!
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 415
Votanti 414
Astenuti 1
Maggioranza 208
Hanno votato
195
Hanno votato
no 219).

Prendo atto che la deputata Sbai ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Passiamo agli identici emendamenti Froner 26.7 e Poli 26.10. Pag. 55
Prendo atto che i presentatori degli identici emendamenti Froner 26.7 e Poli 26.10 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Froner 26.7 e Poli 26.10, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Molteni, è a posto?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 422
Maggioranza 212
Hanno votato
200
Hanno votato
no 222).

Prendo atto che la deputata Sbai ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Passiamo agli identici emendamenti Froner 26.8 e Poli 26.11.
Prendo atto che i presentatori degli identici emendamenti Froner 26.8 e Poli 26.11 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Froner 26.8 e Poli 26.11, non accettati dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sbrollini, ha votato? Bene. Onorevole Mura... Bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 420
Maggioranza 211
Hanno votato
198
Hanno votato
no 222).

Prendo atto che la deputata Sbai ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Ricordo che gli emendamenti Lulli 26.50 e Lulli 26.51 sono inammissibili.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 26.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 426
Votanti 403
Astenuti 23
Maggioranza 202
Hanno votato
401
Hanno votato
no 2).

Prendo atto che la deputata Sbai ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 27 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 27 (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 27.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Vella? Ha votato. Onorevole Bellotti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 428
Votanti 411
Astenuti 17
Maggioranza 206
Hanno votato
409
Hanno votato
no 2).

Pag. 56

(Esame dell'articolo 28 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 28 (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 28.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 421
Votanti 402
Astenuti 19
Maggioranza 202
Hanno votato
400
Hanno votato
no 2).

(Esame dell'articolo 29 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 29 (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 29.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 427
Votanti 406
Astenuti 21
Maggioranza 204
Hanno votato
405
Hanno votato
no 1).

(Esame dell'articolo 30 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 30 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Ceccuzzi 30.3.

PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo esprime parere conforme a quello espresso dal relatore.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ceccuzzi 30.3, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sbai, onorevole Torrisi, onorevole Proietti Cosimi, onorevole Bellotti, onorevole Sbrollini.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 431
Votanti 429
Astenuti 2
Maggioranza 215
Hanno votato
202
Hanno votato
no 227).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 30.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Versace, non riesce a votare? Bene, ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 428
Votanti 412
Astenuti 16
Maggioranza 207
Hanno votato
410
Hanno votato
no 2).

Pag. 57

Prendo atto che il deputato Reguzzoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 31 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 31 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Barani 31.50.

PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo esprime parere conforme a quello espresso dal relatore e che il presentatore dell'emendamento Barani 31.50 accede all'invito al ritiro formulato dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 31.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 422
Votanti 403
Astenuti 19
Maggioranza 202
Hanno votato
403).

Prendo atto che i deputati Reguzzoni e Tassone hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 32 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 32 (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 32.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 410
Votanti 407
Astenuti 3
Maggioranza 204
Hanno votato
407).

Prendo atto che i deputati Realacci, Mazzarella e Bernini Bovicelli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 33 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 33 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Contento 33.1.

PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo esprime parere conforme a quello espresso dal relatore.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento Contento 33.1, formulato dal relatore.

MANLIO CONTENTO. Signor Presidente, intervengo per aderire all'invito al ritiro anche se l'emendamento voleva porre fine ad un'altra situazione paradossale del nostro ordinamento: con la licenza di porto d'armi si può portare un'arma, ma Pag. 58se per caso qualcuno ha un'arma sportiva ed è iscritto ad un poligono quel porto d'armi non vale e bisogna sottoporsi a trafile pazzesche. Accedo comunque all'invito al ritiro del mio emendamento.

PRESIDENTE. Sta bene. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 33.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Pes, ha votato? Onorevole Golfo, ha votato?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 428
Votanti 409
Astenuti 19
Maggioranza 205
Hanno votato
408
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che il deputato Biava ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 34 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 34 e dell'unica proposta emendativa ad esso riferita, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A).
Nessuno chiedendo di parlare, dobbiamo ora acquisire il parere del relatore.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Poiché l'emendamento è in distribuzione, vorrei prima poterlo leggere al fine di valutarlo. Mi risulta che al Comitato dei nove non sia stato distribuito.

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, il testo dell'emendamento risultava distribuito all'inizio della seduta, comunque se ne può dare lettura.
Prego, onorevole relatore, ha facoltà di parlare.

GIANLUCA PINI. Relatore. Signor Presidente, per chi non ha letto l'emendamento in esame, si tratta, come ha segnalato lei, di una condizione posta dalla V Commissione bilancio, che quindi è da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento. L'emendamento 34.300 semplicemente aggiunge, dopo il comma 8-ter, il comma 8-quater che recita: «Dalle disposizioni di cui ai commi 8-bis e 8-ter non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica».
Si tratta di un adempimento anche in linea con i primi tre articoli del disegno di legge in esame. Pertanto, la Commissione accetta l'emendamento 34.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo concorda con il parere espresso dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 34.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, accettato dalla Commissione e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 424
Votanti 423
Astenuti 1
Maggioranza 212
Hanno votato
423).

Prendo atto che il deputato Naccarato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole. Pag. 59
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 34, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 419
Votanti 401
Astenuti 18
Maggioranza 201
Hanno votato
400
Hanno votato
no 1).

Prendo atto che i deputati Rivolta e Naccarato hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE (ore 17,30)

(Esame dell'articolo 35 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 35 (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 35.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 420
Votanti 407
Astenuti 13
Maggioranza 204
Hanno votato
407).

Prendo atto che le deputate Ferranti e Di Centa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Per dare ordine ai nostri lavori, desidero informare l'Assemblea che il relatore ha chiesto di concludere i lavori alle 18,30, al fine di consentire al Comitato dei nove la possibilità di riunirsi per esaminare gli articoli accantonati, nonché ulteriori proposte emendative. Avendo acquisite per le vie brevi il consenso dei gruppi, procederemo pertanto in tal senso.

(Esame dell'articolo 36 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 36 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Paladini 36.2 e 36.1.

PRESIDENTE. Prendo atto che il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paladini 36.2, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 429
Votanti 426
Astenuti 3
Maggioranza 214
Hanno votato
199
Hanno votato
no 227).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paladini 36.1, non accettato dalla Commissione né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Pag. 60

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 424
Votanti 422
Astenuti 2
Maggioranza 212
Hanno votato
197
Hanno votato
no 225).

Prendo atto che la deputata Centemero ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 36.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Torrisi... onorevole Marchi... onorevole Moffa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 424
Votanti 423
Astenuti 1
Maggioranza 212
Hanno votato
420
Hanno votato
no 3).

Prendo atto che la deputata Centemero ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 37 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 37 (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 37.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Tommaso Foti... onorevole Guzzanti... onorevole Ventucci...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 422
Votanti 421
Astenuti 1
Maggioranza 211
Hanno votato
421).

Prendo atto che il deputato Calearo Ciman ha segnalato che non è riuscito a votare.

(Esame dell'articolo 38 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 38 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A).
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Lulli. Ne ha facoltà.

ANDREA LULLI. Signor Presidente, l'articolo 38 è molto importante perché recepisce la cosiddetta direttiva Bolkestein e il gruppo del Partito Democratico non è contrario al recepimento di tale direttiva.
Essa è relativa ai servizi del mercato interno, alla circolazione dei prestatori d'opera e dei lavoratori. Certamente rappresenta un momento importante della vita del nostro Paese e della Comunità europea. D'altra parte, noi siamo per una società aperta, solidale e competitiva.
Tuttavia, gli elementi su cui il Governo ha prodotto questo disegno di legge, seppure leggermente emendato in Commissione, non ci convincono del tutto. Secondo noi alcuni principi e alcuni valori di riferimento dovrebbero avere una pregnanza maggiore, proprio perché si va a disegnare un mercato del lavoro molto importante per la vita delle persone e delle aziende e per lo svolgimento della vita economica, sociale e civile del continente europeo. Quindi, essa va calibrata con molta attenzione perché sappiamo che la Comunità europea ha anche molte diversità al proprio interno. Non vi è dubbio Pag. 61che i nuovi Stati dell'est Europa entrati nell'Unione europea hanno una situazione sicuramente molto differenziata rispetto a tanti altri Paesi che da più tempo sono nell'Unione europea o che l'hanno addirittura fondata.
Credo che da questo punto di vista occorre tenere presente questi aspetti, così come occorre tenere presente la giurisprudenza della Corte di giustizia europea in materia di lavoro e di mercato dei servizi. Credo che questo aspetto sia carente nell'impostazione di questo articolo e noi abbiamo puntato ad emendarlo sia con un articolo completamente sostitutivo, sia con una serie di proposte che, a mio avviso, dovrebbero essere oggetto di una valutazione e di un confronto più meditato all'interno di quest'Assemblea. Andiamo ad incidere, infatti, nella «carne viva» della società italiana.
Se vogliamo che la direttiva Bolkestein serva a divenire un'opportunità di crescita e di affermazione anche della propria professionalità, credo che dobbiamo avere un occhio di riguardo ai diritti sociali e su questo aspetto vorremmo che fosse prestata una particolare attenzione. Non possiamo pensare, infatti, che la competitività e la liberalizzazione dei servizi nella costruzione di un mercato interno e la libera circolazione dei lavoratori siano in qualche modo portate ad attenuare le tutele sociali e i diritti sociali dei vari Paesi; ciò magari spesso non accogliendo quelle indicazioni che la giurisprudenza della Corte di giustizia di Bruxelles ha anche assunto via via che questi casi si sono presentati. Su questo aspetto vi è una carenza nell'impostazione data all'articolo 38 che ci permettiamo di evidenziare e che a nostro avviso dovrebbe essere accolta nel dibattito del Parlamento. Invito, quindi, il Governo a riflettere ulteriormente.
Così come poniamo una particolare attenzione, che non ci sembra sviluppata bene nei principi che informano la delega, sulla garanzia che i principi della libertà di circolazione dei servizi e della libertà di stabilimento siano orientati a promuovere un progresso economico e sociale equilibrato e duraturo. Questo è un punto particolarmente importante. Noi sappiamo che la competitività è sicuramente avvantaggiata dalla libera circolazione dei servizi e dalla costruzione del mercato interno, tuttavia bisogna anche porsi il problema dal punto di vista dell'equità sociale. A noi, infatti, sta a cuore sia la crescita della ricchezza, sia la crescita dei valori, delle professionalità e delle ambizioni delle persone di realizzare il proprio lavoro. A noi sta a cuore, però, anche la tutela di una giustizia e di un'equità sociale che è condizione sine qua non, secondo la nostra impostazione, per una crescita equilibrata e importante della società.
Così come ci sta a cuore la garanzia che l'applicazione della normativa legislativa e contrattuale del lavoro del luogo in cui viene effettuata la prestazione faccia salvo il trattamento più favorevole applicato nei Paesi di provenienza. Qui si potrebbe citare il dibattito che ha infiammato la Francia, per esempio, sull'idraulico polacco, ma è un tema che non possiamo sottovalutare, nel momento in cui andiamo a dare una delega al Governo. È un tema sul quale, a mio avviso, un'affermazione di principio più meditata può facilitare il lavoro da parte del Governo. Io auspico che la Commissione, il relatore e il Governo stesso aprano una riflessione in questa direzione. Inoltre, sul piano dei principi è importante il coordinamento riguardo alle condizioni di miglior favore applicate nei vari Paesi in tutta la dinamica dei servizi, che riguarda la condizione del lavoro, la prestazione di lavoro, la prestazione di servizio, che non riguarda solo l'universo del lavoro dipendente, ma lo sviluppo e la competizione anche nei servizi del lavoro autonomo e delle professioni. Quindi, vi è bisogno di una particolare attenzione e di prevedere un particolare coordinamento di queste norme. Infine, quello che non ci convince in questo articolo è il fatto che, in qualche modo, non si tenga conto della nostra posizione, che richiederebbe un coinvolgimento delle Commissioni di merito rispetto all'applicazione della direttiva Bolkestein, in un rapporto più dialettico Pag. 62con il Governo, senza per questo ovviamente mettere in discussione l'applicazione e lo svolgimento della delega da parte del Esecutivo. Proprio perché sono temi di particolare importanza, che, se disegnati nel modo giusto, potrebbero dare una spinta a risolvere anche problemi di crisi che la società europea e la società italiana, in particolare, sta vivendo, il Governo avrebbe bisogno di un rapporto particolare con le Commissioni di merito, proprio perché questa direttiva va a modificare sostanzialmente in molti punti, e sarà destinata a farlo sicuramente, tutta la disciplina del lavoro e tutta la disciplina che regola la concorrenza dei servizi professionali. Quindi, credo che sia assolutamente importante che si apra questa riflessione. Dopo tutto cosa chiediamo in questo punto? Che vi sia un lavoro a più diretto contatto con le Commissioni, affinché il Parlamento sia messo in condizione di dare un contributo fattivo all'applicazione di questa direttiva, che credo stia a cuore a tutti noi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gozi. Ne ha facoltà.

SANDRO GOZI. Signor Presidente, forse questo è uno degli atti più importanti che ci accingiamo a recepire con questa legge comunitaria. Si tratta, come ricordava il collega Lulli, della famosa direttiva Bolkestein sulla liberalizzazione dei servizi nell'Unione europea, famosa direttiva di cui sappiamo che è stata cancellata dal testo originario la norma più controversa, ossia il principio del Paese di origine, secondo cui chi presta servizio, impresa o lavoratore autonomo, in uno Stato straniero rimarrebbe soggetto sempre alle regole del Paese di provenienza.
È la misura - lo voglio ricordare - che aveva contribuito al «no» alla Costituzione europea da parte dei francesi, che temevano un'invasione di idraulici polacchi a basso costo. Con questo nuovo progetto, con questo compromesso che è uscito dal negoziato tra Governi e Parlamento europeo, l'impostazione in Europa sulla liberalizzazione dei servizi volta pagina. Infatti, viene abbandonato il cosiddetto principio del Paese d'origine, per appoggiarsi alle varie legislazioni nazionali vigenti, ovviamente debitamente modificate, per eliminare quegli specifici ostacoli che, effettivamente, e solo nei casi in cui lo fanno effettivamente, chiudono i mercati europei alla concorrenza.
Con questa direttiva il famoso idraulico polacco potrà andare dove vuole, in Francia, in Germania o anche nel nostro Paese, ma dovrà rispettare le stesse regole del suo concorrente in loco, e quindi le stesse regole che vengono applicate in Italia ai nostri idraulici, per esempio. Dovrà, quindi, farsi riferimento al diritto del lavoro italiano, alla tutela dell'ambiente italiana, dei consumatori e così via. È certo un testo che ha posto fine a livello europeo a contrapposizioni di principio; non abbiamo, infatti, una posizione di principio contraria alla direttiva.
Le nostre perplessità sono relative alle modalità con le quali il Governo si accinge e propone di recepire questa direttiva. Vorremmo, infatti, un compromesso più coerente con le riforme di Lisbona, che certamente favoriscono il mercato interno, ma assicurano anche un minimo di coesione sociale, di rispetto di alcuni specifici aspetti della legislazione sociale e della legislazione del lavoro dei vari Paesi che ricevono i lavoratori.
Ricordo che originariamente il prestatore di servizi avrebbe dovuto potersi spostare e lavorare in un altro Paese dell'Unione europea in base alle norme del suo Paese di origine, mettendo inevitabilmente in quel caso sotto pressione i salari e anche le garanzie dello Stato sociale di accoglienza.
Il nuovo accordo cambia questo approccio. Proprio per questo, proponiamo al Governo con i nostri emendamenti di tenere conto del nuovo approccio, della nuova impostazione di fondo, che è profondamente cambiata rispetto al modello originario.
Il nuovo articolo 16 della direttiva che stiamo recependo, infatti, stabilisce che Pag. 63uno Stato membro dovrà assicurare il libero accesso ed esercizio di un'attività di servizio sul suo territorio. Poi, però, stabilisce i limiti: potrà sottoporla a limiti, purché, ovviamente, rispettino i principi generali del mercato unico di non discriminazione, di proporzionalità, di necessità (sono i classici limiti legati alla sicurezza pubblica, alla protezione della salute e dell'ambiente).
Il punto fondamentale, che, in realtà, ha politicamente ispirato tutta la serie di emendamenti che abbiamo presentato, è che questa nuova impostazione della direttiva non impedisce agli Stati di imporre specifiche condizioni per quanto riguarda la prestazione del servizio legate a ragioni di politica sociale, di diritto del lavoro, di protezione dei consumatori, oltre che anche di tutela dell'ambiente e della salute pubblica. Non impedisce inoltre, e dovrebbe essere anche questo parte di un dialogo con il Governo e di un'apertura, di applicare la normativa del lavoro, compresa, tra l'altro, quella relativa alla contrattazione collettiva.
Ecco perché riteniamo che il Governo dovrebbe dimostrare una maggiore apertura, in un punto, tra l'altro, specifico, che ricordava ora il collega Lulli. Il Governo, infatti, non tiene affatto conto della condizione di miglior favore del Paese di provenienza. Ci sembra che sia un modo piuttosto squilibrato di recepire una direttiva che, invece, è il frutto - lo ripeto - di un compromesso equilibrato tra le principali forze politiche a livello europeo.
Occorre, infatti, senza dubbio, e noi siamo favorevoli, eliminare gli ostacoli alla prestazione di servizi nel mercato unico e certamente le imprese devono poter lavorare in condizioni meno rigide. Ricordo che, ovviamente, questa è una condizione più favorevole anche per le imprese italiane che lavorano in altri Stati membri, però occorre sempre mantenere ben chiaro l'altro obiettivo oggetto del compromesso, che è l'obiettivo di una coesione sociale.
La fondamentale differenza tra la Bolkestein originaria e la Bolkestein che stiamo attuando è proprio questo passo in avanti, questa maggiore apertura, che non è obbligatoria, ma è consentita dalla direttiva rispetto alle questioni di coesione sociale.
Se veramente, tra l'altro, vogliamo rilanciare, rafforzare e ammodernare un certo approccio all'economia sociale di mercato, come adesso, cambiando radicalmente posizione rispetto al passato, anche la maggioranza afferma di voler fare (mi sembra in un intervento recente dello stesso onorevole Cicchitto, che ne ha parlato in un dibattito), occorre stabilire dei principi e dei criteri, per ragioni di politica sociale, di protezione dei consumatori e di tutela del lavoro che consentano effettivamente di raggiungere questi obiettivi, con le modalità seguendo le quali recepiamo questa direttiva. Sono esattamente questi gli obiettivi che persegue la serie di emendamenti che abbiamo presentato e che chiediamo alla maggioranza e al Governo di sostenere: invito veramente il Ministro Ronchi a rivalutare la sua posizione, perché credo che gli obiettivi che la direttiva persegue siano raggiungibili e che semplicemente sarebbe molto opportuno, per tutta una serie ragioni che ho appena enunciato e che non ripeto, avere un approccio equilibrato nel recepimento che rifletta l'approccio equilibrato della direttiva (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Avverto che la Commissione ha presentato il subemendamento 0.6.2.200 e l'articolo aggiuntivo 46.0200. I termini per la presentazione dei subemendamenti riferiti a tale ultima proposta emendativa sono fissati alle ore 18,30.
Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, per quanto riguarda l'emendamento sostitutivo Damiano 38.21, potrebbe esservi un parziale accoglimento e, quindi, un parere favorevole solo ed esclusivamente con una riformulazione che tenga conto della disposizione di cui alla lettera f): anziché esprimere un parere favorevole Pag. 64sull'emendamento sostitutivo dell'articolo 38, che non sarebbe una modalità apprezzabile, all'interno di questo testo, presentato dal collega Damiano ed altri, al comma 2 la lettera f) potrebbe essere riformulata, e in tal caso potrebbe essere espresso un parere favorevole. La riformulazione potrebbe essere la seguente: «dopo la lettera s) inserire la seguente: t) a prevedere l'applicazione della normativa legislativa e contrattuale del luogo di lavoro in cui viene effettuata la prestazione, fatti salvi i trattamenti più favorevoli applicati nei Paesi di provenienza». Estrapolando questa parte, che per noi risulta assolutamente importante per dare piena applicazione della direttiva Bolkestein, vi è parere favorevole.

PRESIDENTE. Scusi, relatore, mi sembrerebbe forse più corretto a questo punto accantonare l'emendamento e lasciare che la Commissione formuli un nuovo emendamento.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, avendo già accantonato altri articoli e altri emendamenti, possiamo tranquillamente procedere in questa direzione e trovare il consenso all'interno del Comitato dei nove, che si riunirà alla fine della seduta. Accantonerei quindi solo l'emendamento in esame.

PRESIDENTE. Onorevole Pini, non possiamo accantonare solo l'emendamento Damiano 38.21, perché è interamente sostitutivo dell'articolo 38.

GIANLUCA PINI, Relatore. Allora, possiamo anche accantonare articolo 38 e gli emendamenti ad esso riferiti e penso che vi sia la condivisione anche della minoranza.

PRESIDENTE. Prendo atto che non vi sono obiezioni.
Onorevole Pini, vi sarebbe l'articolo aggiuntivo Poli 38.02: come intende procedere?

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, passerei all'esame dell'articolo 39.

PRESIDENTE. Sta bene.

(Esame dell'articolo 39 - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 39 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata. Nessuno chiedendo di parlare invito i relatori ad esprimere il parere (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A).

GIANLUCA PINI, Relatore. La Commissione formula un invito al ritiro sull'articolo aggiuntivo Consiglio 39.02, con la possibilità di trasfonderne il contenuto in un ordine del giorno.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, il relatore non me ne voglia, ma che vi sia la possibilità di trasfondere il contenuto di un emendamento in un ordine del giorno è una cosa certa: il problema, in questi casi, è sapere se, una volta che l'emendamento sia stato trasfuso in ordine del giorno, vi sia o no il parere favorevole da parte del Governo. La possibilità di trasfondere il contenuto di un emendamento in un ordine del giorno ancora ci è consentita dal Regolamento, ringraziando Iddio: normalmente il ritiro è in funzione dell'espressione di un certo parere - orientativo, ovviamente, poiché quello definitivo viene espresso in sede di esame degli ordini del giorno - da parte del Governo.

Pag. 65

PRESIDENTE. Il Governo è in grado di preannunciare un orientamento generale favorevole?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Assolutamente sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 39.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Torrisi, onorevole Abrignani, onorevole Bocciardo. Hanno votato tutti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 407
Maggioranza 204
Hanno votato
406
Hanno votato
no 1).

(Esame dell'articolo 39-bis - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 39-bis e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Piffari 39-bis.50.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Poiché è stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo 39-bis, sarà posto in votazione il mantenimento di tale articolo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 39-bis.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Proietti... ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 413
Maggioranza 207
Hanno votato
413).

Prendo atto che la deputata De Pasquale ha segnalato che avrebbe voluto astenersi e che il deputato Misiti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 39-ter - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 39-ter e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

GIANLUCA PINI, Relatore. La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli emendamenti Bellotti 39-ter.50, 39-ter.51 e 39-ter.52.

PRESIDENTE. Il Governo?

ANDREA RONCHI, Ministro per le politiche europee. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

SANDRO GOZI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

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SANDRO GOZI. Signor Presidente, intervengo per proporre l'accantonamento di questo articolo, che richiede un esame ulteriore da parte del nostro gruppo. Chiederei di collegarlo agli altri articoli che abbiamo accantonato per discuterne con maggiore approfondimento nel Comitato dei nove.

PRESIDENTE. Qual è il parere del relatore su questa proposta di accantonamento?

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, il parere è contrario.

PRESIDENTE. In tal caso, credo che non possiamo procedere all'accantonamento.

LUCA BELLOTTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA BELLOTTI. Signor Presidente, ritiro l'emendamento sperando di avere migliore fortuna trasfondendone i contenuti in un ordine del giorno.

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Bellotti, ritira altresì le altre proposte emendative a sua firma riferite all'articolo in esame.
Passiamo dunque alla votazione dell'articolo 39-ter.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferranti. Ne ha facoltà.

DONATELLA FERRANTI. Signor Presidente, questo articolo non risultava nel testo approvato dal Senato, ma è stato introdotto dal Governo in Commissione e - ritengo - sostanzialmente nemmeno discusso, né sottoposto alle altre Commissioni per l'espressione del parere (non lo abbiamo esaminato né in Commissione giustizia né in I Commissione). Da un lato, si cerca di dare una qualche risposta alla direttiva con riferimento appunto alle procedure in materia di aggiudicazione degli appalti pubblici (e si tratta di una materia molto importante e delicata che andava sicuramente prevista in maniera sistematica nel testo originario, e non sulla base delle solite introduzioni dell'ultimo momento da parte del Governo) facendo riferimento appunto alle procedure di trasparenza e di maggiore controllo nonché alla snellezza delle procedure; dall'altro lato, invece introduce una norma del tutto incoerente con il sistema.
Nel disegno di legge n. 1441-bis-B, collegato alla finanziaria che abbiamo approvato circa due settimane fa - nel quale figurava anche la delega al riordino del procedimento amministrativo e la delega alla semplificazione dei riti civili - vi era appunto una delega al Governo accompagnata da principi peraltro non esaustivi, ma che davano un indirizzo per legiferare in tema di procedimento amministrativo.
Nell'articolo ora al nostro esame osserviamo invece che al comma 3, lettera f), numero 3), il legislatore ritorna sull'argomento, contraddice se stesso e si accavalla rispetto a norme già emanate, stabilendo che il rito processuale davanti al giudice amministrativo dovrà svolgersi (al riguardo vi sarà quindi un'altra legge delega, non coordinata con quella precedente, che dovrà intervenire) con la massima celerità e immediatezza nel rispetto del contraddittorio e della prova, con razionalizzazione e abbreviazione dei vigenti termini di deposito, motivi aggiunti, ricorsi incidentali. Si tratta cioè di un pout pourri di norme, di una sintesi di norme alquanto generiche, inconsistenti, incoerenti e contraddittorie che fanno capire come si procede - o come si cerca di procedere - e qual è il sistema.
Inoltre, anche in contrasto con la direttiva stessa si stabilisce che la delega dovrà prevedere che tutti i ricorsi e scritti di parte e i provvedimenti del giudice abbiano forma sintetica. Ma questo, tra l'altro, non è stabilito nella direttiva perché essa fa riferimento alla forma scritta; però - ma nulla si dice - la forma sintetica è un conto, il fatto invece che riporti momenti e principi essenziali dell'argomentazione e della motivazione è un altro. Pag. 67
Inoltre, si dà conto delle norme che dovranno razionalizzare l'arbitrato: si tratta di una materia molto delicata ed importante, che doveva essere comunque approfondita e non insinuata in un emendamento del Governo. Per tale ragione abbiamo chiesto l'accantonamento di questo articolo, ossia per poter anche approfondire l'argomento, dal momento che esso non è stato approfondito.
Il provvedimento, che non è di attuazione di questa direttiva, prevede l'arbitrato come ordinario rimedio alternativo al giudizio civile. Quindi, mentre con il disegno di legge 1441-bis-B, sbandierando la riforma del processo civile, si prevede una delega per la semplificazione dei riti civili, qui, invece, si introduce un principio derogatorio alla giustizia civile, favorendo la giustizia privata. La direttiva, infatti, prevede di incentivare e di disciplinare gli arbitrati, non di porre l'arbitrato, ovvero la giustizia privata, come l'alternativa alla giurisdizione civile. È veramente un modo di procedere surrettizio, incoerente e non leale.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

DONATELLA FERRANTI. Non si perde occasione per legiferare in materie di giustizia, mirando alla distruzione del sistema. Tutto ciò è bene riaffermarlo ogni volta; pur procedendo di fretta, il Partito Democratico è attento. La nostra dichiarazione di voto, pertanto, è contraria (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mantini. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, intervengo brevemente per affermare che le considerazioni svolte della collega Ferranti sono più che fondate. Stiamo in effetti avendo un certo accanimento legislativo in materia disciplina degli appalti e delle relative tutele giurisdizionali, e la prima contraddizione è proprio con la delega al Governo per la riforma del processo amministrativo contenuta nel disegno di legge 1441-bis-B.
Non vi è dubbio che siamo contrari a riti speciali, al proliferare di deleghe sullo stesso oggetto. Presenteremo, quindi, un ordine del giorno, che speriamo il Governo vorrà recepire, affinché le deleghe in circolazione sulla riforma del processo amministrativo siano coordinate in un solo esercizio delegato della riforma.
Colgo, inoltre, questa occasione per sottolineare che, a fronte di un eccesso di deleghe e di riti speciali sugli appalti, abbiamo anche un eccesso di esenzioni dalle gare di appalto (il che vale non solo per i lavori di ricostruzione in Abruzzo, ma prevedibilmente anche per quelli dell'Expo 2015, semmai si realizzeranno). Tutto ciò non è compatibile con i principi fondamentali della concorrenza che ci vengono richiesti anche dall'Europa.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 39-ter.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Colucci? Bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 405
Votanti 403
Astenuti 2
Maggioranza 202
Hanno votato
217
Hanno votato
no 186).

Prendo atto che il deputato Renato Farina ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Esame dell'articolo 39-quater - A.C. 2320-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 39-quater e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2320-A). Pag. 68
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Gentiloni Silveri. Ne ha facoltà.

PAOLO GENTILONI SILVERI. Signor Presidente, stiamo parlando di frequenze televisive, di una materia tecnica, ma che negli ultimi vent'anni - come sapete tutti - si è trascinata molti problemi politici, e credo che i problemi vi siano anche per quanto riguarda questo articolo 39-quater che il Governo ha inserito in extremis durante i lavori della Commissione che discuteva questo provvedimento.
Sintetizzo così il senso dei nostri emendamenti e della preoccupazione che abbiamo per la norma che il Governo ha proposto. Il rischio è che questo discorso sulla televisione digitale terrestre, di cui si parla da sei o sette anni, alla fine sia la classica montagna che partorisce un topolino. Si è detto che il digitale terrestre avrebbe moltiplicato le frequenze, avrebbe consentito nuovi canali e nuovi programmi. Ricorderete che a un certo punto si interruppe un processo che la Corte costituzionale aveva stabilito e che doveva mandare sul satellite un paio di reti televisive, in primo luogo Retequattro, e lo si interruppe dicendo che il digitale terrestre, che stava arrivando, avrebbe moltiplicato all'infinito le possibilità, il pluralismo e le offerte editoriali.
Adesso, cari amici, cari colleghi, siamo al dunque perché il processo si sta avviando a conclusione, e quello di cui parliamo con questo articolo proposto dal Governo è la conclusione di questo processo. Che cosa contiene la conclusione di questo processo? L'idea che vi sia una gara sui multiplex per il digitale terrestre. Questa competizione - udite, udite - consentirebbe di mettere «a gara aperta», cioè per nuovi editori, per nuovi entranti, per questa nuova offerta pluralistica, tre multiplex. Su più di trenta (che sono il nostro patrimonio di frequenze) se ne mettono a gara di fatto tre. E pensare che l'Unione europea aveva più volte sottolineato, nei mesi scorsi, che sarebbe stato giusto mettere a gara almeno - secondo quando detto dalla stessa Unione europea - lo stesso numero di multiplex che si lasciavano in eredità agli incumbent, cioè a RAI e a Mediaset. L'Unione europea diceva: volete proprio lasciare in eredità a Rai e a Mediaset cinque multiplex ciascuno? Allora mettetene a gara altri cinque. Questo per un principio abbastanza comprensibile dal punto di vista antitrust, cioè che un potenziale nuovo entrante potesse avere, se per caso se li aggiudicasse tutti, la stessa forza sul mercato dei due incumbent. In realtà il Governo che cosa ha deciso di fare in contatto con l'Unione europea? Che dei cinque multiplex da mettere a gara due siano accessibili anche a RAI e a Mediaset. Quindi che cosa succederà? Che RAI e Mediaset avranno alla fine sei multiplex ciascuno, e che per i nuovi entranti ce ne saranno soltanto tre. Primo obiettivo del nostro emendamento è dire: mettiamo dei paletti ulteriori per tornare al principio che l'Unione europea aveva raccomandato: mettere a gara una capacità trasmissiva sufficiente per dare una piccola apertura al mercato. Ma naturalmente la storia non finisce qui, perché dovete anche sapere - quest'Aula deve sapere - come verranno assegnati questi multiplex (sono soltanto tre, quindi molto poco rispetto al nostro patrimonio «frequenziale»). Verranno assegnati con quello che in gergo si chiama - almeno questa è l'intenzione del Governo che noi vorremmo correggere con questo emendamento - beauty contest, un concorso di bellezza, il che vuol dire che non c'è un'asta competitiva fatta da rilanci successivi in cui vince chi offre di più (chi mette più soldi sul tavolo), ma c'è un signore, un soggetto - il Governo Berlusconi - che decide a chi affidare i multiplex di frequenze televisive che vengono messe a gara, e lo decide non in base alla quantità dell'offerta ma in base alla propria valutazione dell'efficacia del progetto. Voi immaginate che il Governo Berlusconi privilegerà nell'assegnazione di questo beauty contest dei temibili concorrenti di Mediaset? Privilegerà delle aziende importanti che vogliono competere?
Se, ad esempio, un grande editore europeo presenterà la sua offerta, se, ad Pag. 69esempio, la presentasse l'editore SKY, il Governo Berlusconi come valuterà, con quale libertà di giudizio deciderà senza offerte economiche di assegnare le frequenze della televisione digitale terrestre semplicemente attraverso una valutazione della bellezza dei progetti pervenuti?
Il nostro emendamento propone semplicemente di valorizzare economicamente le offerte delle frequenze televisive non perché siano proprietà di chi se le aggiudica ma perché le frequenze televisive, anche il loro mero uso senza proprietà, costituiscono un bene molto importante. Perché il Governo bandisce gare quando è in ballo l'UMTS o, anche più modestamente, il WiMAX e tira fuori molti soldi per le casse dello Stato e, quando si parla di frequenze televisive, si riserva un diritto sostanzialmente arbitrario di decidere chi sono gli editori che possono entrare e chi sono gli editori che non hanno la possibilità di entrare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? È questa la seconda richiesta che facciamo: si faccia questa gara anche con questo numero veramente umiliante di multiplex dopo tante promesse sulla proliferazione dei canali del digitale terrestre. Si faccia almeno questa gara conclusiva in modo serio, privilegiando le offerte economiche e non lasciando una totale arbitrarietà ad un Governo che ovviamente è in odore di conflitto di interessi su una questione come questa.
Terza ed ultima richiesta che rivolgiamo al Ministro Ronchi e al sottosegretario Romani nel nostro emendamento è molto semplice ed è una cosa che in tutti i Paesi europei sta avvenendo nell'ambito della transizione dalla vecchia alla nuova televisione. Vale a dire che vi sia ciò che in gergo si chiama un «dividendo digitale», un dividendo dello spettro radio a favore dei servizi di telefonia mobile. Se ne parla poco ma vi do appuntamento tra qualche anno per vedere quanto sia serio questo problema. Noi italiani abbiamo un primato europeo e forse mondiale nella telefonia mobile. Abbiamo una grande penetrazione di cellulari e abbiamo un utilizzo di servizi legati alla telefonia cellulare diffusissimi. Siamo i primi al mondo nell'accesso alla banda larga da telefonia mobile. Come facciamo ad essere l'unico Paese europeo che per difendere i privilegi del sistema televisivo, nella transizione della televisione da analogico a digitale, non tira fuori neanche uno spazio di frequenze per i nuovi servizi di telefonia mobile?
Ritengo che se i nostri concittadini sapessero che per difendere posizioni garantite nel sistema televisivo non apriamo il mercato a nuovi servizi di telefonia mobile, non credo che sarebbero molto contenti.
Pertanto, come vedete, colleghi, e mi avvio alla conclusione, le nostre proposte sono ragionevoli. Vorremmo mettere paletti e correttivi che almeno in quest'ultima fase della lunga transizione televisiva aumentino il grado di libertà del sistema, consentano al Tesoro di trarre un vantaggio dalla messa a disposizione di frequenze, evitino il rischio di ulteriori conflitti di interesse e diano maggiori servizi alla telefonia mobile, cioè ad uno dei pochi primati nel settore delle telecomunicazioni che noi italiani orgogliosamente possiamo rivendicare. Chiediamo troppo? Se facciamo questa cosa, interpreto che il sottosegretario Romani direbbe che in questo modo chiudiamo una procedura di infrazione europea. Anzitutto vorrei ricordare all'Aula che circa un anno fa, nel giugno dello scorso anno, l'onorevole Romani ci propose nel decreto-legge «salva infrazioni» un emendamento affermando che esso avrebbe chiuso una procedura di infrazione europea: quella riguardante la legge Gasparri. So bene che oggi vi sono contatti tra la Commissione europea, il Governo e l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. So che l'Unione europea sta sorvegliando l'andamento di questo processo ma so che in questi undici mesi la promessa che era stata fatta un anno fa - quell'emendamento idoneo a chiudere la procedura di infrazione europea - si è rivelata infondata.
Ritengo quindi che vi sia tutto lo spazio e anzi il dovere di quest'Aula di approvare un emendamento che migliora in modo Pag. 70limitato e parziale ma certamente migliora un percorso di apertura del nostro sistema televisivo che in questi vent'anni certamente non ha ottenuto grandi risultati (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giulietti. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE GIULIETTI. Signor Presidente, intervengo per ricollegarmi all'intervento dell'onorevole Gentiloni Silveri, per sottoscrivere gli emendamenti presentati e per chiedere al Ministro Ronchi e al sottosegretario Romani di non procedere alla votazione, di prendersi una pausa di riflessione.
Guardate che le questioni qui poste da Gentiloni Silveri non sono questioni liquidabili con un'alzata di spalla, non si può fare come prima sulla questione della pubblicità dei minori. Le chiedo scusa Ministro Ronchi, lei lo sa, la polemica in questo caso non mi interessa, ma si dà la sensazione irresistibile che il conflitto di interessi sia l'unica divinità di fronte alla quale inginocchiarsi permanentemente. Guardi che è una figura sbagliata politicamente e per chi crede sbagliata per altre ragioni, ma non è possibile che ogni volta che si arriva a questo punto la discussione si rompe, si interrompe, non c'è una replica.
Le questioni poste dall'ex Ministro Gentiloni non sono una questioncella per polemizzare in aula. Ronchi, lei lo sa: riguardano grandi questioni di politica industriale, riguardano questioni che hanno a che vedere con il mercato, con il pluralismo industriale. Quando si parla di multiplex e di frequenze si sta parlando di futuro. Le modalità con le quali proponete di gestire questa sanatoria ed il passaggio al futuro sono modalità da sistema chiuso, che confermano l'esistenza di due soggetti sempre più simili che abbinano al controllo della pubblicità il controllo delle frequenze ed il controllo del futuro. In qualsiasi Paese civile questo non è un problema di destra o di sinistra: è un grande problema di chi ha a cuore il futuro industriale di un Paese. Riguarda la moltiplicazione delle imprese che partecipano e competono. Lei sa che per partecipare in questo settore non basta solo avere la possibilità di trasmettere, si deve essere in un mercato libero, in un mercato dove la pubblicità corre, in un mercato che ha dei tetti antitrust, in un mercato europeo.
Noi corriamo un rischio, signor Ministro, perché sarà inevitabile aprire un contenzioso in sede europea, sarà inevitabile fare ricorso alla Commissione ed al tribunale europeo, perché i soggetti lesi da questo modo di procedere non sono la sinistra, non c'entra niente: i soggetti lesi sono le imprese, europee e nazionali. Mi meraviglio che chi parla spesso di distretti industriali e di imprese del nord di questo Paese non si renda conto che in un sistema chiuso vi è una riduzione progressiva delle aziende, dei produttori e delle possibilità di ingresso in questo mercato. Queste sono norme che daranno vita a contenziosi e a liti in sede europea. Rafforzeranno il pregiudizio, Ministro Ronchi, e non sarà sufficiente fare comunicati sostenendo che quelli del Times o di Freedom House fanno parte di un complotto: viene da ridere anche a lei all'idea che Freedom House - che, come sa, vuol dire casa della libertà, perché fa parte di una grande agenzia liberale americana - faccia parte di un complotto bolscevico. Almeno tra noi siamo seri: il sistema chiuso che si sta determinando, questo sì, ricorda forme di statalismo di altre stagioni e di altre impostazioni, non regge.
Gli emendamenti qui presentati vanno in una direzione di modernità, vanno in una direzione che consentirebbe anche a voi di chiudere questa pagina e di aprirvi decisamente ad un'altra idea dell'Europa nel settore delle comunicazioni. Vorrei davvero che non si votasse, che ci si prendesse una pausa di riflessione, che si rispondesse non a me, ma agli emendamenti qui posti e illustrati con molta nettezza dall'onorevole Gentiloni Silveri, che si evitasse di dare la sensazione che sono affari privati. Parliamo di grandi Pag. 71affari pubblici che possono servire a migliaia e migliaia di imprese private italiane. È ben altra cosa: è la direzione pubblica che consente ad una molteplicità di privati di esprimersi. Non tratta i privati in modo differenziato a seconda della loro collocazione politica o della loro collocazione negli interessi di un Paese. Credetemi: è qualcosa che non ha luogo nelle democrazie industriali moderne. Allora prendetevi una pausa, bloccatela. Mi auguro che le autorità di garanzia accendano i riflettori, perché non è possibile che in questo Paese si chieda di liberalizzare tutto - e legittimamente - quando si parla di banche o assicurazioni, mentre ogni qual volta si mette il naso nel mondo della televisione questa parola non si può più pronunciare, perché diventa un oltraggio.
Ma un oltraggio a chi? Usciamo da una logica imperiale, che non consente, in questo settore, di affrontare le cose per quello che sono attraverso le politiche industriali! Queste ultime non si realizzano volgendole a interessi di parte, ma a interessi generali.
Per questo motivo, ci permettiamo di dire: non terminiamo i lavori con una votazione. Prendetevi una pausa, rispondete alle argomentazioni poste da Gentiloni Silveri e da altri colleghi, apriamo una discussione seria su queste questioni e facciamo sì che non si dia la sensazione - se dovessimo votare questa diventerà certezza - che, ogni qual volta si mette il naso negli interessi di pochi, cade la tagliola del silenzio e dell'omissione. Ciò non per insultare l'opposizione, ma per impedire a tante imprese italiane e a tanti lavoratori italiani, anche in questo settore, di poter vivere in un normalissimo contesto europeo di competizione (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gozi. Ne ha facoltà.

SANDRO GOZI. Signor Presidente, non tornerò sulle valutazioni generali, che ovviamente condivido, che hanno svolto i colleghi Gentiloni Silveri e Giulietti. Vorrei inquadrare la questione dal punto di vista comunitario e specificare e sviluppare le ragioni che ci hanno indotto a presentare gli emendamenti.
Innanzitutto, vorrei considerare il nostro rapporto per quanto riguarda la procedura di infrazione aperta dall'Unione europea. Anch'io credo che sia più opportuno non procedere alla votazione. In primo luogo perché, già undici mesi fa, il Governo ci aveva garantito che la procedura aperta con Bruxelles sarebbe stata sanata, e così non è stato. In secondo luogo, perché, a mio parere, come sistema Italia e come Paese Italia, anche se la Commissione europea esprimesse, rispetto alla soluzione del Governo, un parere favorevole, ci metteremmo, comunque, in una posizione di grande debolezza. Infatti, quella che la Commissione europea ci farebbe, sarebbe veramente una concessione al limite, non so quanto gratuita. Inoltre, non ci metteremmo al riparo da rischi di ricorsi al Tribunale di primo grado e, poi, alla Corte di giustizia, da parte di altri operatori, solo perché la Commissione esprime un parere favorevole.
Quindi, dal punto di vista dell'interesse nazionale e della tutela del nostro Paese, in questo settore delicatissimo, questa impostazione, al di là degli aspetti strettamente giuridici di diritto comunitario, ci pone - lo ripeto - in una posizione di debolezza rispetto all'Unione europea. Tale posizione di debolezza è legata al contesto che i colleghi descrivevano prima: un contesto italiano unico in Europa per la questione del potenziale - molto più che potenziale - conflitto di interessi; unico in Europa per una situazione di duopolio di fatto. Una posizione che non ci permette di confrontare il caso italiano con nessun altro caso di Stati membri, con nessun altro caso nel mercato unico.
Con la nostra proposta emendativa, chiediamo che venga disciplinata la questione delle frequenze anche per il digitale terrestre, onde evitare posizioni dominanti anche in questo settore. Chiediamo, quindi, di non proseguire con questa specificità Pag. 72e unicità italiana, che tanti problemi ci ha causato con l'Unione europea. Ciò anche al fine di assicurare che le gare per l'ottenimento delle frequenze si svolgano nel pieno rispetto dei principi definiti dalla Agcom. In sostanza, rinunciando a votare e approfondendo meglio la questione abbiamo una grande occasione per aprire il nostro sistema chiuso delle frequenze televisive e per distribuire un importante dividendo digitale.
Le direttive in materia, infatti, contengono una serie di disposizioni volte ad imporre agli Stati membri l'adozione di provvedimenti sia di natura legislativa, che regolamentare, che amministrativa, al fine di garantire a ciascuna impresa europea - non solo a due grandi imprese - il diritto di fornire servizi di comunicazione elettronica eliminando le restrizioni e le limitazioni preesistenti in ciascuno Stato membro. L'elevatissimo tasso di concentrazione del mercato televisivo italiano - lo ripeto - non è eguagliato in nessun Paese avanzato: questo è stato affermato, più volte, dalla stessa Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
Gli attuali assetti del mercato televisivo italiano sono, infatti, fondati sulla negazione dei principi e degli obiettivi rispettivamente programmati e perseguiti dalla disciplina comunitaria e non siamo convinti che la posizione che il Governo ci presenta risolva tutte le questioni aperte. Le modifiche, infatti, sembrano lasciare significative restrizioni al pieno dispiegamento della concorrenza e all'ingresso di nuovi operatori.
Vorrei essere ancora più specifico, signor Presidente, perché si tratta di una questione di grandissima rilevanza. L'obiettivo, legislativo e regolamentare, delle nostre proposte emendative è quello di assicurare sei punti di grandissima importanza. Il primo è quello di assicurare che le procedure competitive che saranno bandite in Italia, allo scopo di disciplinare l'assegnazione del cosiddetto «dividendo digitale televisivo», prevedano, conformemente ai principi dell'ordinamento comunitario, misure asimmetriche in grado di consentire un effettivo ingresso di nuovi operatori nel mercato nazionale della radiodiffusione digitale, nonché il consolidamento di operatori esistenti privi di adeguate risorse frequenziali, e questo è un punto chiave. Le misure asimmetriche suddette devono prevedere - tra le altre cose - soluzioni che in concreto abbiano per effetto l'esclusione degli operatori, cosiddetti incumbent, nel mercato del broadcasting analogico, dalla partecipazione alle procedure per l'assegnazione delle risorse frequenziali resesi disponibili per effetto della transizione alla trasmissione digitale: è il cosiddetto «dividendo digitale», che è già stato invocato, ma volevo specificarlo in maniera ancora più approfondita.
L'altro obiettivo del nostro emendamento è che le procedure siano pubbliche, obiettive, trasparenti e non discriminatorie ed improntate a criteri quanto più possibile oggettivi, preferibilmente con il ricorso allo strumento dell'asta competitiva quale soluzione in grado di assicurare il maggior grado di obiettività e di equilibrio, in luogo della procedura comparativa, il cosiddetto beauty contest.
Il quarto punto - che non è contemplato nella posizione del Governo - è che preliminarmente all'avvio di tali procedure debbano essere esperite le formalità di consultazione previste all'articolo 11 dal decreto legislativo 1o agosto 2003, n. 259, in modo da assicurare a tutte le parti interessate - compresi gli utenti e i consumatori - l'opportunità di esprimere la loro posizione.
Riteniamo, inoltre, - ed è il quinto punto - che si debbano prevedere e predisporre misure idonee a consentire - sempre nell'ambito del processo di digitalizzazione delle reti televisive e di assegnazione delle nuove risorse ai cosiddetti newcomers - la liberalizzazione di frequenze televisive ad uso di altri servizi di comunicazione elettronica. Anche questo è un aspetto trascurato dal Governo. Infine, occorre assicurare che la previsione di eventuali norme generali in materia di accesso da parte di operatori terzi alla capacità trasmissiva degli operatori incumbent non si risolva in misure surrettiziamente Pag. 73finalizzate ad impedire un effettivo ingresso di nuovi operatori nel mercato nazionale della radiodiffusione digitale, efficacemente conseguibile, viceversa - a nostro parere -, con l'applicazione di tutti gli strumenti normativi e regolamentari previsti dall'ordinamento comunitario, tra cui vanno incluse anche appropriate e proporzionate misure asimmetriche di accesso alle procedure competitive.
Signor Presidente, sono moltissime le ragioni per cui anch'io invito il Governo a rinunciare al voto e a prendere il tempo necessario per esaminare meglio questo aspetto. Con riferimento al disegno di legge comunitaria 2009, il Governo ci ha appena comunicato in Commissione che la legge comunitaria per il 2009 seguirà rapidamente il provvedimento che oggi stiamo adottando; credo, pertanto, che un supplemento di esame e di tempo da parte del Governo e delle forze politiche sarebbe assolutamente opportuno, nell'interesse del nostro Paese rispetto all'Unione europea.

PRESIDENTE. Sono le ore 18,35 e vi è un accordo per interrompere i lavori alle 18,30. Qualcuno ha sollevato un'obiezione dicendo che, avendo iniziato la discussione dell'emendamento dobbiamo concluderla. Si tratta di un'obiezione che a termini di Regolamento non regge perché non si tratta della discussione dell'emendamento bensì siamo in fase di esame sul complesso degli emendamenti. A questo punto esiste un accordo (Commenti) - lasciatemi finire - che è stato concluso precedentemente sull'andamento dei lavori e di cui ho dato avviso qui in Aula. Sono naturalmente disponibile a proseguire i lavori se su questo esiste il consenso di tutti i gruppi che hanno aderito all'accordo precedente.

GIANLUCA PINI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANLUCA PINI, Relatore. Signor Presidente, non vi è alcun accordo a concludere alle 18,30. Quando lei prima ha reso questa notizia ha parlato a nome mio, cioè del relatore, ma io non ho fatto alcun accordo, tant'è che vorremmo andare avanti fino all'articolo 45, lasciando poi dietro l'articolo 46 perché, in proposito, ci sono dei profili tecnici da rivedere insieme alla Commissione Bilancio. Si tratta di pochissimi voti e nell'arco di mezz'ora si potrebbe tranquillamente concludere. Non vedo perché - visto che ci accusano sempre di scarsa produttività all'interno di quest'Aula - non si possa utilizzare ancora mezz'ora per votare, e andare a domani (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà) per concludere quelle che invece sono le questioni accantonate e sulle quali c'è ancora da discutere all'interno del Comitato dei nove. Comunque, al di là di quello che lei ha espresso a termini di Regolamento, chiederei cortesemente di concludere l'articolo 39-quater, dal momento che c'è un solo emendamento. Capirei la situazione se ce ne fossero venti, ma ce n'è soltanto uno, dato che l'articolo aggiuntivo Garofalo 39-quater.050 è stato dichiarato inammissibile.

PRESIDENTE. Onorevole Pini, devo dirle che, ahimè, l'accordo mi è stato lasciato in eredità dall'onorevole Lupi, non ero presente io, e la parola dell'onorevole Lupi, per me, inevitabilmente fa fede. Per di più, dell'accordo è stato dato l'avviso in Aula, pertanto a questo mi devo attenere, fermo restando che con l'accordo dell'Aula si può fare tutto, se i gruppi chiedono di proseguire i lavori.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, è chiaro che il resoconto e la lettura del medesimo confermano che in quest'Aula è stata dichiarata ufficialmente da parte del Presidente - presiedeva l'onorevole Lupi, ugualmente l'avrebbe fatto lei, onorevole Buttiglione - la chiusura della discussione alle 18,30, in Pag. 74quanto alla Presidenza ne era stata espressamente fatta richiesta dal relatore e dal Comitato dei nove, i quali hanno chiesto di poter vagliare tutti gli articoli e gli emendamenti che sono stati accantonati nel corso della discussione di oggi pomeriggio.
Da questo punto di vista, da parte nostra, di tutti gruppi dell'opposizione, del gruppo del Partito Democratico, non c'è stata opposizione e si è acceduto alla richiesta del relatore, formalizzata dal Presidente. Ne abbiamo preso atto. Credo, a questo punto, che anche il relatore debba prendere atto di una comunicazione ufficiale data all'Aula, che non si può rimettere in discussione perché, signor Presidente, non stiamo discutendo solo del numero degli emendamenti ma anche della qualità dei passaggi della discussione in Aula. Dal momento che si tratta di una discussione cui tra l'altro mi pare che l'Aula tenga dato il tema rilevante: si tratta di un passaggio decisivo, per quanto attiene i compiti e le responsabilità del Parlamento e del Governo, a garantire che tutta la vicenda che riguarda il digitale e il passaggio dalla televisione analogica a quella digitale avvenga secondo modalità che vengono discusse complessivamente, con una disponibilità reciproca, anche a migliorare la proposta contenuta all'interno dello stesso articolato che stiamo discutendo. Credo che, da questo punto di vista nulla impedisca all'Aula e al Comitato dei nove di poter adeguatamente discutere (ed eventualmente ridiscutere) della posizione che ancora non è stata annunciata dal relatore per quanto attiene i pareri che dovrebbero essere espressi nel caso in cui la seduta dovesse continuare, relativamente ad un emendamento ma che rappresenta un passaggio assai rilevante.
Tra l'altro, signor Presidente, siccome i tempi sono contingentati, bisogna sapere e le anticipo che il gruppo Partito Democratico chiederà l'aumento dei tempi previsti; ciò vuol dire, che una discussione relativamente a questo argomento, a questo articolo e a questo emendamento non ci prenderebbe, come ha detto l'onorevole Pini, un quarto d'ora, ma ci prenderebbe tutto il tempo previsto della seduta fino alle 20,30.
Credo che, da questo punto di vista, possiamo risparmiare all'Aula una recrudescenza e un indurimento di una discussione che a nulla servirebbero; ciò naturalmente se domani mattina dovessimo prendere atto che, insieme anche ad altri emendamenti ed altri articoli, si è avuto un avanzamento della discussione da parte del Comitato dei nove. Diversamente, se non ci sarà un avanzamento, la discussione dell'Aula si farà ugualmente e alla fine discuteremo e voteremo di conseguenza.

PRESIDENTE. Mi sembra di aver capito che il suo gruppo chiede il mantenimento dell'accordo a suo tempo intercorso. Rileggo il testo che è stato letto a suo tempo...

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Baldelli, le darò la parola quando avrò dato lettura dell'avviso che era del seguente tenore: «Per dare ordine ai nostri lavori, desidero informare l'Assemblea che il relatore ha chiesto di concludere i nostri lavori alle 18,30, al fine di consentire al Comitato dei nove la possibilità di riunirsi per esaminare gli articoli accantonati, nonché ulteriori proposte emendative. Avendo acquisito, per le vie brevi, il consenso dei gruppi, procederemo pertanto in questo senso».
Nessuno ha fatto obiezione quando questo avviso è stato letto. Onorevole Baldelli, prego, ha facoltà di parlare.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, pur considerando apprezzabile la volontà del relatore di proseguire l'esame del provvedimento, ritengo che a questo punto si possa dare effettiva consequenzialità all'accordo intercorso in precedenza, anche se si tratta di un accordo per le vie brevi, e posticipare i lavori permettendo al Comitato dei nove di riunirsi, come suggeriva l'onorevole Quartiani, anche ai fini della Pag. 75chiarezza dei lavori dell'Aula, e terminare le votazioni, riprendendo da dove abbiamo concluso oggi, assodato che siamo ancora in sede di esame del complesso degli emendamenti riferiti all'articolo 39-quater.

ANGELO COMPAGNON. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, avevo chiesto la parola molto tempo prima (probabilmente non mi hanno visto) per ribadire la validità dell'accordo concluso precedentemente e che lo si era raggiunto veramente, ma lei adesso leggendo la comunicazione lo ha sottolineato nuovamente. A questo punto vorrei solo ribadire che noi eravamo convinti di quell'accordo in quanto la motivazione è quella dell'approfondimento degli articoli accantonati da parte del Comitato dei nove nel modo migliore, quindi anche per noi va bene la conclusione così come è stata prospettata.

PRESIDENTE. Se non vi sono ulteriori interventi, rimane stabilito che il seguito del dibattito è rinviato a domani.
Per quanto riguarda la seduta di domani, originariamente era previsto l'inizio della seduta alle 9, da più parti si chiede di spostare l'inizio della seduta alle 10; a me sembrava ragionevole dire alle 9,30 (Commenti), tuttavia l'orientamento maggioritario è per le ore 10.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Mercoledì 20 maggio 2009, alle 10:
(ore 10 e ore 16).

1. - Seguito della discussione del disegno di legge e del documento:
S. 1078 - Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2008 (Approvato dal Senato) (2320-A).
Relatore: Pini.
Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2007 (Doc. LXXXVII, n. 1).
Relatore: Centemero.

2. - Seguito della discussione delle mozioni Franceschini ed altri n. 1-00161, Iannaccone ed altri n. 1-00168, Vietti ed altri n. 1-00170, Cicchitto, Cota ed altri n. 1-00171 e Di Giuseppe ed altri n. 1-00172 concernenti iniziative volte a favorire l'inserimento dei giovani del Mezzogiorno nel mercato del lavoro.

3. - Seguito della discussione delle mozioni Mancuso ed altri n. 1-00136, Farina Coscioni ed altri n. 1-00133, Livia Turco ed altri n. 1-00166, Nunzio Francesco Testa ed altri 1-00167 e Palagiano ed altri n. 1-00173 concernenti iniziative per la prevenzione e la cura dell'AIDS.

4. - Seguito della discussione delle mozioni Franceschini ed altri n. 1-00165, Vietti ed altri n. 1-00178, Cota ed altri n. 1-00179, Cicchitto, Iannaccone ed altri n. 1-00180 e Borghesi ed altri n. 1-00181 concernenti iniziative a sostegno del settore manifatturiero.

5. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Norme in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali. Modifica della disciplina in materia di astensione del giudice e degli atti di indagine. Integrazione della disciplina sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche (1415-A).
e delle abbinate proposte di legge: JANNONE; CONTENTO; TENAGLIA ed altri; Pag. 76VIETTI e RAO; BERNARDINI ed altri (290-406-1510-1555-1977).
Relatori: Bongiorno, per la maggioranza; Palomba e Ferranti, di minoranza.

6. - Seguito della discussione delle mozioni Cota ed altri n. 1-00076 e Evangelisti ed altri n. 1-00169 concernenti una moratoria per la costruzione di nuove moschee e centri culturali islamici.

(ore 15).

7. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

La seduta termina alle 18,45.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. ddl 2320-A - em. 1.1 400 395 5 198 177 218 72 Resp.
2 Nom. em. 1.5 415 415 208 189 226 71 Resp.
3 Nom. articolo 1 419 419 210 419 70 Appr.
4 Nom. articolo 2 416 416 209 416 70 Appr.
5 Nom. articolo 3 418 418 210 418 70 Appr.
6 Nom. articolo 4 422 404 18 203 404 70 Appr.
7 Nom. em. 5.50 421 418 3 210 418 70 Appr.
8 Nom. articolo 5 421 402 19 202 402 70 Appr.
9 Nom. articolo 7 419 400 19 201 400 70 Appr.
10 Nom. articolo 8 422 403 19 202 403 70 Appr.
11 Nom. em. 10.4 422 422 212 192 230 69 Resp.
12 Nom. em. 10.5 423 421 2 211 193 228 69 Resp.
13 Nom. em. 10.6 422 421 1 211 193 228 69 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. articolo 10 424 408 16 205 408 68 Appr.
15 Nom. articolo agg. 10.01 428 428 215 201 227 68 Resp.
16 Nom. articolo agg. 10.050 rif. 431 237 194 119 236 1 68 Appr.
17 Nom. articolo 11 428 408 20 205 408 68 Appr.
18 Nom. articolo 12 428 409 19 205 408 1 68 Appr.
19 Nom. em. 13.1 425 421 4 211 197 224 68 Resp.
20 Nom. em. 13.2 422 421 1 211 199 222 68 Resp.
21 Nom. articolo 13 424 408 16 205 406 2 68 Appr.
22 Nom. em. 13-bis.200 429 228 201 115 227 1 68 Appr.
23 Nom. articolo 13-bis 426 230 196 116 230 68 Appr.
24 Nom. articolo 14 426 400 26 201 400 68 Appr.
25 Nom. articolo 14-bis 413 396 17 199 396 68 Appr.
26 Nom. articolo 15 416 399 17 200 399 68 Appr.
INDICE ELENCO N. 3 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. articolo agg. 15.01 422 418 4 210 196 222 68 Resp.
28 Nom. em. 17.1 413 410 3 206 21 389 67 Resp.
29 Nom. articolo 17 418 399 19 200 399 67 Appr.
30 Nom. articolo 18 408 391 17 196 391 67 Appr.
31 Nom. articolo 19 418 400 18 201 400 67 Appr.
32 Nom. articolo 20 423 405 18 203 405 67 Appr.
33 Nom. em. 21-bis.200 n.f. 423 423 212 423 67 Appr.
34 Nom. em. 21-bis.50 427 425 2 213 196 229 67 Resp.
35 Nom. articolo 21-bis 426 409 17 205 408 1 67 Appr.
36 Nom. em. 22.6 428 257 171 129 25 232 67 Resp.
37 Nom. em. 22.7 425 246 179 124 20 226 67 Resp.
38 Nom. em. 22.8 430 257 173 129 27 230 67 Resp.
39 Nom. em. 22.16 424 424 213 197 227 66 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 22.100 rif. 429 231 198 116 230 1 66 Appr.
41 Nom. em. 22.52 429 233 196 117 232 1 66 Appr.
42 Nom. em. 23.1 429 427 2 214 196 231 66 Resp.
43 Nom. em. 23.50 420 420 211 192 228 66 Resp.
44 Nom. em. 23.3 425 425 213 194 231 66 Resp.
45 Nom. em. 23.5 425 424 1 213 196 228 66 Resp.
46 Nom. em. 23.4 423 419 4 210 193 226 66 Resp.
47 Nom. em. 23.2 427 426 1 214 196 230 66 Resp.
48 Nom. articolo 23 428 416 12 209 231 185 65 Appr.
49 Nom. articolo agg. 23.01 428 426 2 214 195 231 65 Resp.
50 Nom. em. 24.1 412 409 3 205 189 220 65 Resp.
51 Nom. em. 24.5 415 413 2 207 193 220 65 Resp.
52 Nom. em. 24.2 416 416 209 197 219 65 Resp.
INDICE ELENCO N. 5 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 24.6 414 414 208 198 216 65 Resp.
54 Nom. articolo 24 422 421 1 211 401 20 65 Appr.
55 Nom. articolo 25 407 387 20 194 387 65 Appr.
56 Nom. em. 26.6, 26.9 415 414 1 208 195 219 65 Resp.
57 Nom. em. 26.7, 26.10 422 422 212 200 222 65 Resp.
58 Nom. em. 26.8, 26.11 420 420 211 198 222 65 Resp.
59 Nom. articolo 26 426 403 23 202 401 2 65 Appr.
60 Nom. articolo 27 428 411 17 206 409 2 65 Appr.
61 Nom. articolo 28 421 402 19 202 400 2 65 Appr.
62 Nom. articolo 29 427 406 21 204 405 1 65 Appr.
63 Nom. em. 30.3 431 429 2 215 202 227 65 Resp.
64 Nom. articolo 30 428 412 16 207 410 2 65 Appr.
65 Nom. articolo 31 422 403 19 202 403 65 Appr.
INDICE ELENCO N. 6 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 77)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. articolo 32 410 407 3 204 407 65 Appr.
67 Nom. articolo 33 428 409 19 205 408 1 65 Appr.
68 Nom. em. 34.300 424 423 1 212 423 65 Appr.
69 Nom. articolo 34 419 401 18 201 400 1 65 Appr.
70 Nom. articolo 35 420 407 13 204 407 65 Appr.
71 Nom. em. 36.2 429 426 3 214 199 227 65 Resp.
72 Nom. em. 36.1 424 422 2 212 197 225 65 Resp.
73 Nom. articolo 36 424 423 1 212 420 3 65 Appr.
74 Nom. articolo 37 422 421 1 211 421 65 Appr.
75 Nom. articolo 39 407 407 204 406 1 65 Appr.
76 Nom. mantenimento articolo 39-bis 413 413 207 413 65 Appr.
77 Nom. articolo 39-ter 405 403 2 202 217 186 64 Appr.