XVI LEGISLATURA


Resoconto sommario dell'Assemblea

Seduta n. 184 di martedì 9 giugno 2009

Pag. III

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

La seduta comincia alle 11.

La Camera approva il processo verbale della seduta del 27 maggio 2009.

I deputati in missione sono sessantasei.

In morte dell'onorevole Alfredo Bisignani.

PRESIDENTE. Rinnova, anche a nome dell'Assemblea, le espressioni della partecipazione al dolore dei familiari dell'onorevole Alfredo Bisignani, recentemente scomparso.

Annunzio della costituzione della Commissione parlamentare di vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti.

PRESIDENTE. Comunica che in data 19 maggio 2009 la Commissione parlamentare di vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti ha proceduto alla propria costituzione. Sono risultati eletti: presidente, l'onorevole Tommaso Foti; vicepresidente, l'onorevole Massimo Bitonci.

Integrazione nella composizione dell'ufficio di presidenza di un gruppo parlamentare.

PRESIDENTE. Comunica che il presidente del gruppo parlamentare Popolo della Libertà ha reso noto che la composizione del direttivo è stata integrata con la nomina a tesoriere della deputata Chiara Moroni, a vicetesoriere del deputato Massimo Corsaro e a vicepresidente dei deputati Sabatino Aracu e Pietro Laffranco.

Discussione della mozione Franceschini n. 1-00185: Abrogazione della legge n. 124 del 2008 (cosiddetto «lodo Alfano»), riforme costituzionali e interventi in tema di giustizia.

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Avverte che sono state presentate le ulteriori mozioni Di Pietro n. 1-00186 e Cicchitto n. 1-00187 che, vertendo su materia analoga a quella trattata dalla mozione all'ordine del giorno, saranno discusse congiuntamente.
Dichiara aperta la discussione sulle linee generali delle mozioni.

ROBERTO ZACCARIA (PD). Illustra la mozione Franceschini n. 1-00185, richiamando una breve cronistoria delle tappe più importanti che hanno portato all'approvazione della legge n. 124 del 2008, la quale, unitamente al cosiddetto lodo Schifani, dichiarato illegittimo dalla Corte costituzionale, ha inciso in maniera rilevante sulla storia recente della Repubblica. Espresso, quindi, un giudizio fortemente negativo sul cosiddetto lodo Alfano, che prevede con norma di rango ordinario una forma generalizzata ed automatica di sospensione dei processi penali nei confronti delle più alte cariche dello Stato, ricorda come il Presidente del Consiglio avesse dichiarato che non si sarebbe avvalso di tale istituto, sottolineando altresì l'estrema Pag. IVgravità delle sue responsabilità penali, che emerge dalle motivazioni inerenti la sentenza di condanna emessa dal tribunale di Milano nei confronti di David Mills. Evidenziata, infine, la necessità di rivedere una legge che, a suo avviso, mina la credibilità del Capo del Governo, invita quest'ultimo ad affrontare i propri problemi processuali nelle aule dei tribunali, ribadendo peraltro la disponibilità del suo gruppo ad avviare una concreta riforma della Costituzione ed immediati interventi in materia di giustizia.

IVAN ROTA (IdV). Illustra la mozione Di Pietro n. 1-00186, sottolineando che in Italia il primato della legge e l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla medesima non possono essere messi in discussione. Osservato, quindi, che le motivazioni della sentenza di condanna emessa nei confronti di David Mills hanno accresciuto l'attenzione per il coinvolgimento nella vicenda di Silvio Berlusconi, ricorda che la posizione processuale di quest'ultimo è stata stralciata per effetto del cosiddetto lodo Alfano, le cui disposizioni giudica deleterie ed immorali, atteso che non consentono l'accertamento delle responsabilità del Presidente del Consiglio, doveroso nei confronti dell'opinione pubblica, che ha il diritto di essere certa dell'onestà di chi la governa. Nel rilevare, altresì, che l'immagine ed il prestigio internazionale dell'Italia appaiono gravemente compromessi dalla predetta vicenda, nonché dalle dichiarazioni rese dal Presidente del Consiglio sulla magistratura e sul Parlamento, chiede al Governo di attivarsi, nell'ambito delle proprie competenze, affinché il cosiddetto lodo Alfano sia abrogato.

ENRICO COSTA (PdL). Illustra la mozione Cicchitto n. 1-00187, ricordando come le problematiche sottese alla disciplina prevista dalla legge n. 124 del 2008 trovino origine nelle criticità da tempo palesatesi nella leale coabitazione tra i poteri dello Stato. Rammentata la proficua attività svolta dal Governo nel consentire una più tempestiva ed efficiente amministrazione della giustizia, sottolinea la necessità di procedere urgentemente ad una più organica ed estesa riforma dell'organizzazione del potere giudiziario, volta a garantirne l'autonomia e l'indipendenza. Richiamati inoltre i contenuti della legge n. 124 del 2008, ne evidenzia la finalità di tutelare il sereno svolgimento delle funzioni delle più alte cariche dello Stato ed il contributo volto ad instaurare un clima più disteso e proficuo per lo svolgimento dell'attività dell'Esecutivo. Nell'invitare infine l'opposizione ad un comportamento più responsabile e meno pregiudiziale, auspica l'avvio di un costruttivo confronto propedeutico all'approvazione di una condivisa riforma del sistema giudiziario nonché della Parte seconda della Costituzione, sulla scorta del lavoro svolto dagli organi parlamentari nel corso delle legislature XIV e XV.

ROBERTO RAO (UdC). Nel ringraziare il ministro Alfano per l'attenzione riservata ai lavori dell'Assemblea, dichiara di non condividere un uso politico della giustizia, ritenendo che debba essere garantita l'indipendenza della magistratura nell'interesse dei cittadini. Rilevato, quindi, che il Governo non ha ancora predisposto un serio progetto di riforma della giustizia, che dovrà necessariamente essere condiviso dalle forze politiche e dagli operatori del settore, giudica velleitaria e propagandistica la richiesta avanzata negli atti di indirizzo in discussione di abrogare il cosiddetto lodo Alfano. Ricordato, altresì, che è nella libera determinazione del Presidente del Consiglio decidere di non avvalersi delle disposizioni recate dalla suddetta legge, manifesta la disponibilità del suo gruppo ad un serio confronto parlamentare sulle riforme istituzionali, giudicando non condivisibile la mozione Di Pietro n. 1-00186 ed esprimendo consenso su alcune parti delle mozioni Franceschini n. 1-00185 e Cicchitto n. 1-00187.

MATTEO BRIGANDÌ (LNP). Nell'esprimere un giudizio fortemente critico sui contenuti dei documenti di indirizzo presentati dall'opposizione, che reputa ispirati ad argomentazioni pregiudizialmente contrarie Pag. Valla persona del Presidente del Consiglio e all'attività svolta dal Governo da lui presieduto, manifesta seria riprovazione per l'operato di taluni esponenti del potere giudiziario, che ritiene conformato da mere finalità politiche, in spregio ai principi costituzionali che sovrintendono ad una equa ed indipendente amministrazione della giustizia. Nel concordare sulla necessità di pervenire a condivise ed organiche riforme del dettato costituzionale, volte a rifondare il potere giudiziario preservandone l'autonomia dal potere politico, nonché ad introdurre il Senato federale ed a ridurre il numero dei parlamentari, dichiara la disponibilità del suo gruppo ad avviare un proficuo e costruttivo confronto con l'opposizione purché scevro da pregiudizialità meramente strumentali.

RITA BERNARDINI (PD). Stigmatizzato lo stato della giustizia italiana, che ha raggiunto oramai livelli di inefficienza intollerabili, sottolinea la necessità di avviare una immediata e concreta riforma del settore giudiziario, invitando le forze parlamentari ad un proficuo confronto parlamentare. Ricordata, quindi, la risoluzione presentata in merito dai deputati radicali, finalizzata, tra l'altro, all'abolizione dell'obbligatorietà dell'azione penale, alla separazione delle carriere, alla riforma del Consiglio superiore della magistratura e alla modifica in senso garantista del codice di procedura penale, ritiene del tutto prioritario incidere sulla situazione penitenziaria esistente tramite la previsione di un atto di amnistia.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali delle mozioni.
Prende atto che il Governo si riserva di intervenire nel prosieguo del dibattito, che rinvia alla ripresa pomeridiana della seduta.

Sull'ordine dei lavori.

LAURA FRONER (PD). Nel chiedere che il Governo riferisca alle Camere in ordine alle cause ed alle eventuali responsabilità inerenti la sciagura aerea verificatasi nelle acque dell'Oceano Atlantico nella notte dello scorso 1o giugno, esprime sentimenti di cordoglio alle famiglie dei passeggeri dell'Airbus 330 della compagnia Air France, segnatamente ricordando l'encomiabile contributo offerto da alcuni di essi ad attività istituzionali e solidaristiche svolte nell'ambito della realtà trentina.

WALTER VERINI (PD). Nel ricordare l'imminente visita ufficiale in Italia del Presidente Gheddafi, chiede che il Governo si faccia interprete presso il leader libico dei sentimenti e delle aspettative dei parenti delle vittime del tragico incidente di Ustica, invitandolo a collaborare con la magistratura italiana al fine di fare chiarezza su tale annosa vicenda.

PRESIDENTE. Prende atto delle richieste formulate dai deputati intervenuti.

Cessazione dal mandato parlamentare del deputato Sergio Milia.

PRESIDENTE. Avverte che il deputato Sergio Milia, il quale riveste anche la carica di consigliere regionale, ha comunicato, con lettera inviata alla Presidenza, di voler rassegnare le dimissioni dalla carica di deputato: trattandosi di un caso di incompatibilità, la Camera prende atto di tale comunicazione e della conseguente cessazione del deputato Sergio Milia dal mandato parlamentare.

La seduta, sospesa alle 12,55, è ripresa alle 14,05.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

I deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta sono sessantanove. Pag. VI

Proclamazione di un deputato subentrante.

PRESIDENTE. Dovendosi procedere alla proclamazione di un deputato, a seguito della presa d'atto, nella seduta odierna, delle dimissioni del deputato Sergio Milia, comunica che, in pari data, la Giunta delle elezioni ha accertato che il candidato che, nell'ordine progressivo della stessa lista n. 18 - Unione di Centro nella medesima XXVI Circoscrizione Sardegna, segue immediatamente l'ultimo degli eletti risulta essere Antonio Mereu.
Dà atto alla Giunta di questo accertamento e proclama deputato, per la XXVI Circoscrizione Sardegna, Antonio Mereu.

Modifica nella composizione di un gruppo parlamentare.

PRESIDENTE. Comunica che il deputato Antonio Mereu, proclamato in data odierna, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Unione di Centro.

Su un lutto del deputato Maurizio Migliavacca.

PRESIDENTE. Rinnova, anche a nome dell'Assemblea, le espressioni della partecipazione al dolore del deputato Maurizio Migliavacca, colpito da un grave lutto: la perdita della madre.

Seguito della discussione delle mozioni Franceschini n. 1-00185, Di Pietro n. 1-00186 e Cicchitto n. 1-00187: Abrogazione della legge n. 124 del 2008 (cosiddetto «lodo Alfano»), riforme costituzionali e interventi in tema di giustizia.

Nella parte antimeridiana della seduta si è svolta la discussione sulle linee generali.

GIACOMO CALIENDO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Rilevato che la rinuncia alla sospensione processuale prevista dal cosiddetto lodo Alfano dovrebbe essere compatibile con l'interesse ad un sereno svolgimento delle più alte funzioni pubbliche, precisa che il Governo non intende attivarsi per l'abrogazione di tale disciplina, che non comporta alcuna limitazione del potere giurisdizionale, tenuto conto che essa, ove applicata, determina la sospensione dei termini di prescrizione. Esprime, quindi, parere favorevole sulla mozione Cicchitto n. 1-00187 e parere contrario sulle mozioni Franceschini n. 1-00185 e Di Pietro n. 1-00186. Auspica, infine, che il confronto tra maggioranza ed opposizione, in relazione al quale il Governo assicura il proprio contributo, consenta di affrontare e risolvere con idonee riforme le questioni poste dagli atti di indirizzo in esame.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Parlando per un richiamo al Regolamento, chiede alla Presidenza di attivarsi affinché il Governo intervenga in replica in una sede diversa da quella demandata all'espressione del parere sugli atti di indirizzo presentati. Osserva altresì come talune affermazioni rese dal sottosegretario Caliendo non risultino coerenti con le dichiarazioni ufficiali del Presidente del Consiglio, segnatamente in relazione alla ventilata ipotesi di riduzione del numero dei parlamentari.

Decorrono da questo momento i termini regolamentari di preavviso per eventuali votazioni elettroniche.

(Dichiarazioni di voto)

PIERLUIGI MANTINI (UdC). Nel ritenere che il Parlamento dovrebbe dedicarsi all'esame di riforme utili al Paese, giudica irrituale la richiesta formulata al Governo negli atti di indirizzo in esame di attivarsi per l'abrogazione del cosiddetto lodo Alfano. Sottolineata, quindi, l'importanza del principio di separazione tra politica e Pag. VIIgiustizia, che garantisce ai due settori la sfera di autonomia prevista dalla Costituzione, ritiene che un miglior funzionamento del Parlamento possa essere ottenuto attraverso un'equilibrata riforma del bicameralismo perfetto e dei regolamenti parlamentari, giudicando propagandistiche le affermazioni concernenti la riduzione del numero dei parlamentari. Dichiara, infine, l'astensione del suo gruppo sulla mozione Franceschini n. 1-00185.

MASSIMO DONADI (IdV). Nell'esprimere forte riprovazione per le vicende giudiziarie che hanno interessato la persona del Presidente del Consiglio ed in ordine alle quali ritiene non dimostrata la totale estraneità del medesimo ai fatti contestati in relazione a rilevanti fattispecie penali, stigmatizza l'attività svolta dal Governo e dalla maggioranza per contrastare l'operato della magistratura nell'accertamento della verità, segnatamente attraverso l'approvazione del cosiddetto lodo Alfano e la prospettata introduzione di nuove disposizioni in tema di intercettazioni. Manifestato inoltre forte sdegno per le ripetute affermazioni rese dal Presidente del Consiglio e risultate di fatto smentite, lamenta una grave mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini, con grave pregiudizio della credibilità delle istituzioni, anche in ambito internazionale. Auspica infine che la maggioranza, in un sussulto di orgoglio, abroghi la legge n. 124 del 2008, che giudica costituire un autentico sfregio alla cultura giuridico-istituzionale del nostro Paese.

LUCIANO DUSSIN (LNP). Nel giudicare singolare la richiesta, formulata al Governo nelle mozioni presentate dall'opposizione, di attivarsi per l'abrogazione del cosiddetto lodo Alfano, le cui disposizioni sono peraltro in linea con la disciplina vigente negli altri Paesi europei, ritiene necessario porre mano ad una seria riforma della giustizia volta a garantire una maggiore efficienza del sistema giudiziario ed a prevedere la separazione delle carriere. Sottolineata, quindi, l'importanza attribuita dal suo gruppo ad una sollecita attuazione del federalismo fiscale, nonché all'istituzione del Senato delle regioni e alla riduzione del numero dei parlamentari, dichiara voto favorevole sulla mozione Cicchitto n. 1-00187 e voto contrario sulle mozioni Franceschini n. 1-00185 e Di Pietro n. 1-00186.

GIANCLAUDIO BRESSA (PD). Manifestata forte riprovazione per le dichiarazioni rese dal Presidente del Consiglio, che giudica gravemente delegittimanti il ruolo e le funzioni del Parlamento, nonché per il comportamento tenuto dallo stesso Capo dell'Esecutivo in relazione alle vicende giudiziarie che lo hanno interessato direttamente, invita il Governo e la maggioranza ad avviare un confronto parlamentare scevro da intenti meramente demagogici e volto a corrispondere alle istanze provenienti dalla società civile, ripartendo segnatamente dalla cosiddetta bozza Violante. Esprime quindi un giudizio assai critico sui contenuti della legge n. 124 del 2008, che reputa gravemente lesiva delle fondamentali guarentigie costituzionali e di cui auspica l'abrogazione, stigmatizzando altresì l'atteggiamento dei deputati della maggioranza, a suo avviso asserviti alle direttive impartite loro dal Capo del Governo.

ITALO BOCCHINO (PdL). Nel rilevare che l'esito delle recenti elezioni europee ed amministrative evidenzia le difficoltà politiche dell'opposizione, ritiene in linea con l'evoluzione del contesto politico-istituzionale del Paese le disposizioni recate dal cosiddetto lodo Alfano, conformi del resto alle indicazioni contenute in pronunce della Corte costituzionale. Dichiara, quindi, che il suo gruppo esprimerà voto favorevole sulla mozione Cicchitto n. 1-00187 e voto contrario sui restanti atti d'indirizzo, auspicando che nel corso della legislatura si pervenga al varo delle necessarie riforme istituzionali e costituzionali con la più ampia condivisione, partendo dalla cosiddetta bozza Violante, presentata nella precedente legislatura, e procedendo Pag. VIIIal rafforzamento dei poteri del Presidente del Consiglio e del Governo, anche per conseguire una maggiore credibilità dell'azione internazionale dell'Italia.

PRESIDENTE. Avverte che è stata chiesta la votazione nominale.

MASSIMO DONADI (IdV). Chiede la votazione per parti separate della mozione Franceschini n. 1-00185, nel senso di votare separatamente la parte motiva e ciascun paragrafo del dispositivo.

La Camera, con votazioni nominali elettroniche, respinge la parte motiva della mozione Franceschini n. 1-00185, della quale respinge successivamente i capoversi primo, secondo e terzo del dispositivo; respinge altresì la mozione Di Pietro n. 1-00186 ed approva la mozione Cicchitto n. 1-00187.

Seguito della discussione del disegno di legge: Intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali (A.C. 1415-A ed abbinate).

Nella seduta dell'11 marzo 2009 sono state respinte le questioni pregiudiziali presentate.

SIMONE BALDELLI (PdL). Parlando sull'ordine dei lavori, chiede una breve sospensione della seduta.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Si associa alla richiesta formulata dal deputato Baldelli.

PRESIDENTE. Accedendo alla richiesta, sospende la seduta.

La seduta, sospesa alle 15,20, è ripresa alle 15,55.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

PRESIDENTE. Avverte che le Commissioni I e V hanno espresso i prescritti pareri.
Avverte altresì che il Governo, con lettera in data odierna, ha presentato l'emendamento 1.1000, interamente sostitutivo dell'articolo 1 e soppressivo dei restanti articoli del provvedimento, preannunziando l'intenzione di porre la questione di fiducia sulla sua approvazione.
La seduta sarà dunque sospesa per consentire alla Presidenza di procedere al vaglio di ammissibilità, all'esito del quale l'emendamento 1.1000 sarà trasmesso alle Commissioni Giustizia e Bilancio per i profili di competenza.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Chiede chiarimenti alla Presidenza circa le motivazioni della precedente sospensione della seduta.

ANTONIO BORGHESI (IdV). Esprime costernazione per il preannunziato intendimento del Governo di porre la questione di fiducia, che ritiene un vero e proprio oltraggio nei confronti del Parlamento e dei cittadini italiani.

PRESIDENTE. Sospende la seduta fino alle 17.

La seduta, sospesa alle 16, è ripresa alle 17,05.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

PRESIDENTE. Avverte che la Presidenza ritiene ammissibile l'emendamento 1.1000 del Governo, sul quale la V Commissione ha espresso il prescritto parere.

Pag. IX

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Pone la questione di fiducia sull'approvazione, senza subemendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'emendamento 1.1000 del Governo, interamente sostitutivo dell'articolo 1 e soppressivo dei restanti articoli del disegno di legge.

MARINA SERENI (PD). Stigmatizza l'ennesimo ricorso del Governo alla questione di fiducia su un provvedimento che ritiene non costituisca una priorità nell'attuale situazione economica e sociale del Paese e che, peraltro, limita in modo inaccettabile i poteri di indagine della magistratura e il diritto di informazione.

ANTONIO BORGHESI (IdV). Ritiene che la posizione della questione di fiducia, lesiva delle prerogative del Parlamento, sia in controtendenza rispetto all'esito delle recenti consultazioni elettorali, dalle quali è risultata bocciata la politica attuata dall'Esecutivo, che appare lontana dai reali problemi del Paese e volta esclusivamente ad impedire, in maniera autoritaria, ogni forma di libera comunicazione ed informazione.

MICHELE GIUSEPPE VIETTI (UdC). Nel richiamare le posizioni costruttive e collaborative tenute dal suo gruppo durante l'iter del disegno di legge in discussione, esprime forte contrarietà al metodo con cui si perviene all'approvazione dello stesso, comprimendo il dibattito parlamentare con la posizione della questione di fiducia, che giudica funzionale al superamento di dissensi interni alla maggioranza. Lamenta, inoltre, l'impatto negativo che il provvedimento avrà sul sistema giudiziario.

ITALO BOCCHINO (PdL). Rileva che il ricorso alla questione di fiducia, peraltro nel pieno rispetto del Regolamento, è motivato dall'importanza del provvedimento in discussione che, rispondendo pienamente alle promesse fatte dalla maggioranza in campagna elettorale, è diretto ad individuare una soluzione volta a conciliare il rispetto del ruolo della magistratura con l'esigenza di tutelare la sfera di riservatezza dei cittadini.

PRESIDENTE. Avverte che la Conferenza dei presidenti di gruppo è immediatamente convocata per l'organizzazione del seguito del dibattito.

La seduta, sospesa alle 17,20, è ripresa alle 18,10.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Comunica che la Conferenza dei presidenti di gruppo si è testé riunita per definire l'organizzazione del dibattito conseguente alla posizione della questione di fiducia da parte del Governo.
Domani, mercoledì 10 giugno, a partire dalle 9,30, avranno luogo gli interventi per l'illustrazione degli emendamenti riferiti al disegno di legge n. 1415. A partire dalle 14 avranno luogo le dichiarazioni di voto e il voto degli emendamenti interamente soppressivi dell'articolo 1.
La votazione per appello nominale sulla fiducia avrà luogo domani alle 17,10, previe dichiarazioni di voto. Successivamente, dopo il voto di fiducia, con eventuale prosecuzione notturna, e nelle giornate di giovedì 11 e venerdì 12 giugno, avrà luogo il seguito dell'esame del disegno di legge.
Il termine per la presentazione degli ordini del giorno è fissato alle 13 di domani.
Lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, previsto per domani, non avrà luogo. La Presidenza si riserva di verificare la possibilità che il medesimo si svolga giovedì 11 giugno.
Domani, dopo le votazioni relative al disegno di legge n. 1415, avrà luogo una deliberazione in merito alla costituzione in Pag. Xgiudizio della Camera in relazione ad un conflitto di attribuzione.

Integrazione nella costituzione di un gruppo parlamentare.

PRESIDENTE. Comunica che il presidente del gruppo parlamentare Popolo della Libertà ha reso noto che i deputati Gioacchino Alfano e Gianfranco Conte sono stati nominati membri del comitato direttivo.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:

Mercoledì 10 giugno 2009, alle 9,30.

(Vedi resoconto stenografico pag. 46).

La seduta termina alle 18,15.