XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di mercoledì 17 giugno 2009

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:

La XIII Commissione,
considerato che:
l'agricoltura italiana di qualità e la competitività sui mercati dei prodotti alimentari è fortemente condizionata dalla disponibilità di acqua, in particolare l'87 per cento della produzione agricola italiana proviene dai territori irrigati;
l'irrigazione quale apporto artificiale dell'acqua costituisce nel nostro Paese un'esigenza irrinunciabile tenuto conto della mancata sincronia fra le esigenze vegetative delle piante ed il regime delle precipitazioni, aggravata dai cambiamenti climatici;
l'irrigazione è gestita nel nostro Paese (come in tutti gli altri maggiori Paesi europei) dagli agricoltori associati nei consorzi di bonifica e irrigazione, attraverso sistemi irrigui collettivi (costituiti da 181.312 km. di canali, rogge, risorgive e fontanili), che consentono, da un lato, una gestione attenta e governata da regole comportamentali finalizzate al miglior utilizzo e agli usi plurimi, compresa la produzione di energia elettrica, dall'altro, una manutenzione costante del sistema;
la gestione razionale attraverso il complessivo sistema consortile ha consentito di ridurre il consumo idrico per l'agricoltura che è passato da circa il 60 per cento nel 1971 all'attuale 49 per cento, pur essendosi ampliati i territori irrigati;
negli ultimi anni sono state realizzate dai consorzi importanti iniziative che, utilizzando strumenti telematici e satellitari, offrono alle imprese agricole un'assistenza giornaliera per la gestione dell'irrigazione, attraverso la comunicazione dei dati meteo e la valutazione delle esigenze colturali, suggerendo quando e quanto irrigare;
la gestione efficiente delle acque è strettamente collegata alla garanzia di sistemazione idraulica del suolo che consente di evitare dispersioni e nel contempo erosioni;
l'esasperata urbanizzazione e cementificazione del territorio ha determinato il forte aumento della velocità di scolo dell'acqua che si riversa nei canali di bonifica, accrescendo l'esigenza di una costante manutenzione, cui i consorzi provvedono con i contributi dei consorziati, agricoli ed extragricoli;
la gestione consortile del reticolo idraulico minore (18.000 km di piccoli canali; 9.240 km. di argini; 22.800 km tra briglie e piccoli sbarramenti per la laminazione delle piene) è fondamentale per la difesa del fragile suolo del nostro Paese anche per il carattere prevalentemente torrentizio dei corsi d'acqua;
la funzione di protezione delle casse di espansione gestite dai consorzi contribuisce a ridurre il rischio idraulico, sia nei territori agricoli che in quelli urbanizzati, tant'è vero che, se non funzionassero adeguatamente gli impianti idrovori dei consorzi (800 in tutta Italia) un milione e 200.000 ettari, soggetti a subsidenza, sarebbero costantemente allagati, con danni ingenti a città come Ferrara, Piacenza, alle fasce litoranee della Maremma, della Campania e della Puglia, e agli aeroporti di Fiumicino, Venezia e Lamezia;
la realizzazione delle predette azioni nel settore irriguo e della bonifica idraulica è affidata ai consorzi i quali, presenti diffusamente sul territorio, sono le istituzioni più vicine agli utenti, in applicazione del principio costituzionale di sussidiarietà, che li amministrano in regime di autogoverno e ne sopportano i costi, di funzionamento e di manutenzione ed esercizio delle opere, in proporzione al beneficio che gli immobili traggono dall'attività del consorzio stesso;
la professionalità e l'approfondita conoscenza del territorio è ampiamente

riconosciuta dagli organi di governo dei bacini idrografici come testimonia la circostanza che anche in occasione dell'emergenza siccità della Pianura Padana i consorzi hanno contribuito efficacemente alla regolazione ed alla utilizzazione delle poche acque disponibili, e continuano ad essere considerati soggetti di costante riferimento per la migliore gestione delle acque del Bacino del Po e per le azioni di mitigazione del rischio idraulico;
è in via di attuazione il riordino dei consorzi di bonifica secondo quanto previsto dalla legge 31 del 2008, ed in particolare sulla base dei criteri definiti, di intesa, in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, raggiunta il 18 settembre 2008;
le regioni stanno attuando la suddetta intesa con l'effetto, in primo luogo, di una generale razionalizzazione del numero dei consorzi (Veneto da 22 a 10; Emilia Romagna da 17 a 8; Calabria da 17 a 11; ddl Campania da 11 a 7) e del numero dei componenti degli organi amministrativi, precisando compiti e funzioni e semplificando la nozione di beneficio agli effetti del pagamento dei contributi,

impegna il Governo

a confermare, in applicazione del principio di sussidiarietà e dei criteri previsti dalla legge n. 31 del 2008, i principi fondamentali in materia di gestione dell'irrigazione e della sicurezza idraulica, nell'ambito dei quali mantenere le funzioni esercitate dai consorzi di bonifica e di irrigazione.
(7-00180)
«Paolo Russo, Beccalossi, Zucchi».

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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta orale:

LULLI, GHIZZONI, FADDA, SBROLLINI, BOSSA, SIRAGUSA, RUGGHIA, ANTONINO RUSSO, SCHIRRU, VICO, SANI, PES, SCARPETTI, VENTURA e STRIZZOLO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
alcuni scatti fotografici pubblicati sul settimanale La Gazzetta di Lecco ritraggono il ministro del turismo, Michela Brambilla, col braccio teso in quello che è inequivocabilmente un saluto fascista;
i fotogrammi ritraggono anche il padre del Ministro nell'identico gesto e sono stati realizzati in occasione della festa dell'Arma dei carabinieri, il 2 giugno 2009 a Lecco;
su internet circola anche un video nel quale si può vedere con assoluta chiarezza la dinamica del fatto, il Ministro del turismo dopo l'inno nazionale si rivolge verso il pubblico nel tipico saluto fascista: braccio teso, mano dritta a punta, corpo fermo, occhi fissi nel vuoto;
non risulta che le autorità presenti abbiano fatto rilevare al Ministro, che rappresentava la Repubblica in una cerimonia ufficiale, il fatto che il saluto romano è un grave gesto di inequivocabile apologia di fascismo proibito dalla Costituzione;
si ha invece notizia di un analogo episodio che sarebbe accaduto il 29 maggio scorso a Varenna, in provincia di Lecco, «durante un raduno di persone in camicia nera», che avrebbe avuto come protagonista lo stesso ministro Brambilla;
dal Ministro non è arrivata alcuna smentita, nessuna parola che indichi una presa di distanza dal fascismo e dai suoi simboli;

l'Anpi, Associazione nazionale dei partigiani, di Lecco ha dato mandato a un legale di presentare una formale denuncia in procura, nella quale si chiede alla magistratura di accertare - così come per l'indagine avviata dalla procura di Milano sulla «guardia nazionale» e le «ronde nere» - se il Ministro del Turismo abbia violato o no la legge Scelba, in vigore dal 1952, che punisce la ricostituzione e l'apologia del fascismo, anche attraverso i suoi simboli;
le norme recate dalla legge Scelba del 1952 relativamente al divieto di ricostituzione e di apologia del fascismo sono ancora vigenti e gesti come quelli del Ministro, di assoluta gravità, ad avviso degli interroganti paiono riconducibili a tali fattispecie -:
quali iniziative intenda assumere nei confronti del Ministro del turismo Michela Brambilla a seguito del grave gesto simbolico compiuto peraltro nell'esercizio delle sue funzioni di rappresentante della Repubblica italiana.
(3-00560)

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AFFARI ESTERI

Interrogazione a risposta scritta:

FEDI e BUCCHINO. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il cittadino italiano Francesco Vozzo, tra il 1993 e il 1996 acquistò a Caulonia, buoni postali fruttiferi per un valore di circa 300 milioni di lire italiane;
nel gennaio 2007 i signori Renzo e Mario Vozzo, cointestatari dei buoni ed eredi del signor Vozzo deceduto nel 1997, si sono rivolti al Consolato Generale d'Italia a Melbourne al fine di espletare tutte le pratiche necessarie ad ottenere il rimborso di tali buoni. Il Consolato generale d'Italia ha istruito la pratica e trasmesso a Poste italiane Spa tutta la documentazione richiesta, compresi i buoni postali fruttiferi;
da allora nessuna risposta è pervenuta agli interessati o al Consolato generale d'Italia che in questi due anni e sei mesi ha provveduto ad inoltrare diverse richieste di sollecito: 24 luglio 2007 (n. 0052654) e 26 giugno 2008 (n. 10796);
in data 5 maggio 2009 (n. 3020203), il Consolato ha nuovamente trasmesso a Poste Italiane Spa - divisione BancoPosta, direzione operazioni, servizio processi 1, italiani all'estero - Via di Tor Pagnotta, 2, Roma - un ulteriore sollecito di pagamento delle somme dovute o la restituzione di tutti i buoni fruttiferi postali in questione ai diretti interessati. A distanza di circa 2 anni e 4 mesi anche questa richiesta è rimasta senza risposta -:
quali urgenti iniziative intendano adottare per garantire ai signori Renzo e Mario Vozzo il giusto diritto ad essere informati relativamente alla legittima richiesta di rimborso dei buoni postali fruttiferi a loro intestati e quali iniziative si ritenga di dover assumere per accertare le ragioni di un silenzio incomprensibile da parte di Poste Italiane Spa nel fornire un riscontro agli interessati e soprattutto al Consolato generale d'Italia.
(4-03291)

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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta scritta:

REALACCI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
negli ultimi giorni in Valle d'Aosta, è scattato l'allarme sul pericolo sanitario e ambientale di scarti di legno radioattivi, comunemente denominati pellet e utilizzati come comune combustibile nelle stufe domestiche;

grazie alla segnalazione di un cittadino rivoltosi ai Vigili del fuoco dopo che si era accorto che i pellet acquistati non bruciavano bene, si è venuti a conoscenza che l'ecocombustibile in questione ha fatto rilevare una radioattività cinque volte superiore alla soglia di tollerabilità per la presenza del cancerogeno Cesio 137;
questi pellet fanno infatti parte di una partita - non completamente contaminata - di 10 mila tonnellate giunte dalla Lituania nell'autunno scorso e distribuite da un importatore di Varese;
le analisi condotte dall'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Valle d'Aosta sulla pericolosità per la salute umana delle ceneri prodotte da stufe che hanno utilizzato i pellet radioattivi e i riscontri scientifici saranno consegnati alla Procura delle Repubblica di Aosta che sta coordinando, assieme alla squadra mobile della questura, l'operazione. In Valle d'Aosta - secondo quanto è stato riferito dal Procuratore della Repubblica di Aosta, Marilinda Mineccia, - la fornitura di combustibile contaminato è giunto a febbraio tramite un rivenditore di Saint-Christophe, di cui sono stati sequestrati i quantitativi rimanenti in magazzino, ma altre 23 tonnellate di pellet sono state sequestrate dalla squadra Mobile della questura di Bologna in un'azienda a Ponte della Venturina, una frazione di Granaglione sull'Appennino al confine con la Toscana;
è molto probabile che la contaminazione degli scarti di legno sia da imputare all'incidente di Chernobyl del 1986: la Lituana fu in effetti tra le aree maggiormente interessate dalla nube radioattiva sprigionatasi dal più grave incidente mai accaduto in una centrale elettrica nella storia del nucleare ad uso civile;
tra i maggiori Paesi produttori di questo combustibile, si legge sul sito www.pelletitalia.org, vi sono il Canada, la Svezia, la Germania, l'Austria, la Svizzera e i Paesi Baltici, mentre si stanno affacciando sul mercato alcuni paesi dell'Est, la Cina, il Brasile e il Sud-est asiatico. Da dati tendenziali si desume che il pellet sarà sempre più prodotto da quei Paesi che dispongono di grandi estensioni di terreni boscosi (Russia, 880 milioni di ettari). Mentre in Italia, che rappresenta uno dei maggiori mercati europei per i sistemi di riscaldamento con il pellet (Coldiretti stima in 700 mila le stufe che utilizzano questo materiale) attualmente non ci sono grossi produttori, tranne qualche piccola realtà nel nord-est e nel centro del Paese, e i prodotti sul mercato sono quasi esclusivamente di importazione;
il pellet rappresenta una validissima, alternativa alle tradizionali fonti energetiche per il riscaldamento, in quanto le emissioni di CO2 prodotte equivalgono a quelle assorbite da una pianta durante il suo ciclo di vita, ma lo sarebbe ancora di più se per produrlo si utilizzassero gli scarti agricoli e della manutenzione dei boschi, che invece in genere diventano rifiuti. Ciò produrrebbe il beneficio di utilizzare un'energia rinnovabile, chiudendo allo stesso tempo una parte del ciclo dei rifiuti, e di avere maggiori garanzie dell'assenza di contaminanti radioattivi;
la suddetta direzione era stata presa con l'ultima finanziaria del Governo Prodi che aveva introdotto il principio del raggio di 70 chilometri di provenienza delle biomasse che sarebbero rientrate nel circuito degli incentivi;
anche Coldiretti consiglia di privilegiare biomasse locali, o comunque nazionali, per avere maggiori garanzie di tracciabilità: «È necessario investire sulla produzione di energia rinnovabile dell'agricoltura italiana - ha dichiarato l'associazione degli agricoltori - che è ottenuta per oltre il 70 per cento da biomasse combustibili dove sono completamente assenti i rischi di contaminazione nucleare» -:
quali azioni il Ministro interrogato intenda mettere in campo per estendere i controlli sulle partite di pellet già presenti in Italia e provenienti da aree in cui maggiore è il pericolo di contaminazione da sostanze radioattive;

se intenda adottare misure per incentivare l'utilizzo dei più sicuri scarti agricoli, in particolare quelli provenienti da filiera italiana.
(4-03297)

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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazione a risposta scritta:

GRIMOLDI, FAVA, CHIAPPORI, NICOLA MOLTENI, VOLPI, ALLASIA, CONSIGLIO, D'AMICO, GIDONI, DOZZO, TORAZZI e BONINO. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il FUS - Fondo unico dello spettacolo destina risorse ad istituzioni, fondazioni ed associazioni relativamente ad una vasta gamma di attività, dalla prosa al teatro, dai concerti al cinema;
i fondi sono suddivisi in base alle aree del Paese: nord, centro e sud;
la popolazione del nord del paese è circa il doppio di quella del centro;
le categorie «concertistica», «corale» e «festival» della domanda FUS possono considerarsi tutte comprese nella categoria «concerti classici» del rapporto SIAE 2007;
per i dati SIAE relativi alla categoria «concerti classici», il nord pesa per almeno la metà in tutte le categorie: ingressi (53 per cento), presenze (62 per cento), numero di spettacoli (45 per cento), spesa al botteghino (51 per cento), spesa del pubblico (50 per cento), volume d'affari (54 per cento), anche considerando gli spettacoli gratuiti (61 per cento) e anche esaminando il numero di luoghi di spettacolo (62 per cento);
nel primo semestre del 2008 la spesa del pubblico per le attività concertistiche è stata di 73 milioni di euro al nord (pari al 63 per cento), di 30 milioni di euro al centro (pari al 26 per cento) e di 13 milioni di euro al sud (pari all'11 per cento) con un'evidente predominanza della spesa al nord;
nonostante l'importanza dell'attività concertistica al nord, molto superiore a quella del centro-sud, della popolazione e della spesa del pubblico pressoché doppia, l'entità dei contributi assegnati è fortemente sbilanciata a favore delle altre aree del Paese (al nord solo il 34 per cento) -:
quali azioni intenda intraprendere il Ministro affinché questa evidente disparità tra l'erogazione dei fondi e la reale fruizione dei concerti, che penalizza fortemente le associazioni del nord, venga sanata.
(4-03288)

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DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:

REALACCI e VILLECCO CALIPARI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
dalla fine degli anni Novanta si segnalano in Italia numerosi casi di Linfomi di Hodgkin e altre gravi patologie tumorali che hanno colpito militari delle Forze armate italiane impiegati in missioni internazionali nei cui teatri di battaglia si è fatto largo uso di armi anticarro all'uranio impoverito;
con sentenza pronunciata in data 17 dicembre 2008 il Tribunale di Firenze, accogliendo la causa di un ex-militare impiegato nella missione «Ibis» in Somalia, ha ritenuto la responsabilità del Ministero della Difesa per patologie contratte da militare in servizio in conseguenza di esposizione all'uranio impoverito;
da tempo l'ipotesi che vi sia un chiaro legame tra mortali neoplasie e contaminazione da uranio impoverito diviene sempre più certa ed è avvalorata da una serie di elementi che ricorrono costanti nell'esposizione del personale militare

alla sopraccitata radioattività, tra cui: contaminazione da uranio impoverito e successivo mutamento genetico con insorgenza di tumori;
è questo il caso del trentaseienne capitano dell'Aeronautica, Leonardo Trainni, in servizio alla 46a Aerobrigata di Pisa deceduto lo scorso 11 giugno 2009 per una grave forma di leucemia. L'ufficiale aveva al suo attivo missioni in Albania, ma anche in Iraq, dove, nelle due guerre del Golfo, si è fatto largo uso contro i carri armati di munizioni all'uranio impoverito;
la 46a Aerobrigata ha già chiesto il riconoscimento della causa di servizio per il defunto Trainni -:
per quali ragioni nonostante il capitano Trainni abbia partecipato a missioni all'estero durante le quali sono state utilizzate tali armi, non sia stato sottoposto allo specifico «protocollo Mandelli», che prevede un costante monitoraggio sanitario per il personale militare impiegato in teatri contaminati da uranio impoverito;
se, ad oggi, l'Esercito italiano continui a fare uso di armi contenenti uranio impoverito e se armi o proiettili siano ancora in dotazione, o nella disponibilità (in magazzini, o siti di stoccaggio) delle Forze armate e quali protocolli di prevenzione siano utilizzati a tutela del personale militare.
(4-03298)

TESTO AGGIORNATO AL 7 MARZO 2011

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:

CONTENTO, LANDOLFI e CARLUCCI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in questi giorni gli istituti bancari italiani stanno recapitando ai loro clienti le missive con cui si anticipa la modifica delle condizioni contrattuali in conseguenza dell'eliminazione della clausola di massimo scoperto;
generalmente, gli oneri e le spese per scoperto di conto risultano sostituiti con una «commissione» variabile che, in molti casi, è di circa due euro al giorno;
le conseguenze per le piccole imprese sono più gravose dal momento che in precedenza, veniva applicato un importo riferito, usualmente, al trimestre mentre, con le nuove condizioni, la commissione si paga per ogni giorno in cui sul conto si è determinato un saldo debitorio;
se, insomma, per un periodo di «scoperto» di tre mesi e per un importo di mille euro, secondo la vecchia clausola, si pagava una commissione trimestrale dell'ammontare di qualche decina di euro (30/40/50), tra non molto si pagheranno 2 euro al giorno o, quando vi sia un limite massimo (di solito un centinaio di euro) il corrispettivo stabilito per detto limite;
inutile dire che dal raffronto sembra uscirne una sconsolante conclusione e cioè che anche la disposizione legislativa diretta ad eliminare una prassi giudicata, da più parti, non più accettabile sta per trasformarsi in un'altra occasione, per il sistema bancario, di aumentare i ricavi a spese delle imprese di minori dimensioni e questo proprio mentre si invoca più attenzione, da parte del mondo del credito, alla situazione difficile determinata dalle conseguenze economiche della crisi in atto -:
se intenda monitorare, attraverso gli uffici territoriali del Governo, il cambiamento delle condizioni contrattuali effettuato dal sistema bancario alla luce della eliminazione delle commissioni trimestrali di massimo scoperto;
se e quali iniziative intenda adottare allo scopo di evitare che dette modifiche finiscano per rendere ancora più gravose, soprattutto per le piccole imprese, le condizioni di accesso al credito in un momento già molto delicato per il sistema produttivo nazionale.
(5-01528)

Interrogazioni a risposta scritta:

TOCCAFONDI, VIGNALI, LUPI, MIGLIORI, MARINELLO, GIRLANDA, GIOACCHINO ALFANO, ZORZATO, TRAVERSA, PALMIERI, PERINA, APREA, MAZZUCA, SPECIALE, MAZZONI, CAZZOLA, FAENZI, GOTTARDO, PAGANO, VERSACE, DI BIAGIO, RENATO FARINA, ROSSO, NASTRI, DI CENTA, MUSSOLINI, PUGLIESE, MARSILIO, DE GIROLAMO, GARAGNANI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
si apprende da notizie di stampa che l'Agenzia delle Entrate avrebbe pubblicato un «decalogo antievasione» che individuerebbe le Scuole cosiddette «private» come un «Servizio di Lusso» e quindi indicatore attendibile di ricchezza;
dall'articolo pubblicato dal Corriere della Sera, il 28 aprile 2009, si evince che chi iscrive i propri figli alle scuole private sarebbe quindi persona da controllare con attenzione, con lo stesso meccanismo di chi compra automobili di lusso, barche imponenti, di chi fa parte di circoli esclusivi, centri di benessere e agenzie di viaggio, così come sarebbe scritto nella circolare dell'Agenzia delle Entrate del 9 Aprile scorso;
il termine «scuola privata» non ha riferimenti legislativi, nella giurisprudenza italiana, l'Agenzia delle Entrate farebbe riferimento alle scuole Paritarie, che fanno tuttavia parte a pieno titolo del sistema scolastico pubblico;
le scuole paritarie sono scuole gestite nella maggior parte dei casi da ordini religiosi o cooperative di famiglie e situate nei quartieri periferici delle città, nei paesi e quindi assolutamente determinanti per il futuro dell'educazione in Italia, sia per livello qualitativo raggiunto, ne è segno il numero degli iscritti, sia per l'utilità economica per la nazione;
gli interpellanti riportano alcuni dati che dimostrano l'importanza delle scuole paritarie per il sistema scolastico italiano: le scuole dell'infanzia e quelle primarie accolgono circa 730 mila alunni: 530 mila bambini su 1 milione e 652 mila della scuola dell'infanzia, ovvero il 30 per cento, e 200 mila su 2 milioni 800 mila nella scuola primaria, ovvero l'8 per cento; per quanto riguarda le scuole paritarie secondarie, sono frequentate da circa 200 mila studenti: 66.627 su 1 milione e 730 mila per quelle di primo grado e 135.553 su un totale di 2.735.135, per quelle di secondo, 930 mila studenti su 5,5 milioni, ovvero il 15 per cento frequentano scuole libere;
inoltre, la loro esistenza garantisce un reale risparmio per lo Stato; infatti un bambino iscritto alla scuola non statale ha un costo molto più basso, del costo riferito alla scuola statale, per ogni iscritto ad una scuola paritaria infatti, il contributo statale è pari a 584 euro annui, a differenza dei 6.116 euro all'anno per ogni iscritto alle scuole statali;
infine, rispondendo ad alcune interrogazioni parlamentari, e intervenendo pubblicamente il governo ha espresso più volte la volontà di difendere la totale parità scolastica sia economica che giuridica -:
se corrisponda al vero quanto appreso dai giornali e descritto in premessa;
cosa intenda l'Agenzia delle Entrate quando parla di «scuole private»;
se quanto descritto in premessa corrisponde al vero, il Governo non consideri discriminatoria in linea di principio, la scelta dell'Agenzia delle Entrate, di inserire tra gli indicatori da confrontare con la dichiarazione dei redditi l'iscrizione alle scuole private.
(4-03292)

BONAVITACOLA e IANNUZZI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
sul Lungomare dei Cavalieri del Comune di Amalfi è ubicato un edificio denominato «ex Anna e Natalia», già pertinenza demaniale marittima, poi transitato

nel patrimonio indisponibile dello Stato in forza del decreto interministeriale del 20 gennaio 1987;
per molti anni detto edificio è stato utilizzato in regime concessorio dal Comune di Amalfi, che ne ha disposto l'utilizzo quale struttura sportiva d'uso pubblico, destinando la parte coperta a palestra per l'attività ginnica e di preparazione a terra degli atleti canottieri, mentre la parte scoperta è stata adibita a campo di basket e di pallavolo;
a seguito del transito nel patrimonio indisponibile dello Stato, l'edificio fu richiesto in uso governativo dalla Guardia di Finanza per adibirlo a sede del Comando di Brigata di Amalfi;
ne è scaturito un lungo contenzioso con il Comune di Amalfi che, negli anni, si è sempre battuto per mantenere la destinazione ad uso pubblico della struttura, tra le poche utilizzabili a tali fini sul lungomare comunale dell'antica Repubblica marinara;
già in passato sono state presentate interrogazioni al ministro competente al fine di consentire l'utilizzo da parte del Comune della predetta struttura;
il Comune di Amalfi ha formalmente manifestato, anche da ultimo con unanime delibera del consiglio comunale n. 16 del 21 aprile 2009, la volontà dell'acquisizione a titolo anche oneroso di detto immobile, per riconfermarne la naturale destinazione sportivo-turistica;
effettivamente tale ultima destinazione appare del tutto confacente ad un Comune che è sede di una delle più prestigiose e note manifestazioni storico-sportive, quale è la tradizionale regata delle antiche repubbliche marinare;
il coevo interesse all'individuazione di una sede del locale comando della Guardia di finanza può essere utilmente perseguito attraverso altre ipotesi localizzative, per le quali lo stesso Comune di Amalfi ha confermato la disponibilità alla più fattiva collaborazione, anche con riferimento ad altri beni del patrimonio comunale -:
se il Ministro interrogato è a conoscenza della questione sopra descritta;
se non ritenga opportuno che la struttura sopra richiamata venga restituita alla sua funzione sociale di centro sportivo-turistico, anche al servizio delle manifestazioni celebrative dell'antica Repubblica marinara di Amalfi;
se in tal caso non ritenga di dover accogliere la richiesta del Comune di Amalfi dell'acquisizione, a qualsiasi titolo, della struttura al fine di riconfermarne la naturale destinazione turistico-sportiva;
se non ritenga, al fine di approfondire le possibili soluzioni contemperative, di chiedere all'Agenzia del demanio competente di promuovere un'apposita Conferenza di servizi ai sensi della legge n. 241 del 1990, aperta alla partecipazione del Comune di Amalfi e della Guardia di finanza, finalizzata a trovare una soluzione condivisa che accolga le richieste del Comune di Amalfi ed individui anche una soluzione alternativa per la sede della Guardia di finanza.
(4-03293)

MISIANI e BRAGA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
secondo quanto riportato da diversi organi di informazione, il 3 giugno 2009 nei pressi della stazione ferroviaria internazionale di Chiasso, al confine tra Svizzera e Italia, funzionari della Sezione operativa territoriale di Chiasso, in collaborazione con i militari della Guardia di finanza del gruppo di Ponte Chiasso, nel corso di controlli volti al contrasto del traffico illecito di capitali hanno sequestrato 249 bond della Federal Reserve statunitense, del valore nominale di 500 milioni di dollari ciascuno, più 10 bond Kennedy da 1 miliardo di dollari ciascuno, per un valore totale di ben 134,5 miliardi di dollari (pari ad oltre 96 miliardi di euro);

i titoli di cui sopra erano posseduti da due cinquantenni giapponesi scesi alla stazione ferroviaria di Chiasso da un treno proveniente dall'Italia. I due soggetti al momento del controllo doganale avevano sostenuto di non aver nulla da dichiarare. Un'accurata verifica dei bagagli ha invece permesso di trovare i titoli, occultati sul fondo di una valigia, in uno scomparto chiuso e separato. Oltre ai titoli, i due giapponesi trasportavano una cospicua documentazione bancaria in originale;
secondo quanto riportato da un'agenzia di stampa, la Guardia di finanza avrebbe chiesto lumi alla Securities and Exchange Commission (SEC) americana in merito all'autenticità dei titoli sequestrati;
qualora i titoli risultassero autentici, in base alla vigente normativa, la sanzione amministrativa applicabile ai possessori potrebbe raggiungere i 38 miliardi di euro, pari al 40 per cento della somma eccedente la franchigia ammessa di 10 mila euro -:
se risponda al vero che i due giapponesi siano stati rilasciati dalle autorità italiane;
se sia stato accertato se i titoli sequestrati siano autentici o dei falsi;
nell'eventualità che i titoli siano autentici, se intenda imporre il pagamento della sanzione prevista dalla normativa.
(4-03294)

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GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta orale:

FOGLIARDI e TENAGLIA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il Ministro della giustizia ha in molteplici occasioni annunciato di avere intenzione di predisporre un progetto di digitalizzazione della giustizia che dovrebbe prevedere per il 2010 accesso elettronico degli atti giudiziari, sentenze on line e atti notificati a mezzo posta elettronica certificata;
l'informatizzazione della giustizia è indispensabile per ottenere processi più veloci e l'effettività dei diritti;
alle parole del Ministro ad oggi non sono seguite iniziative concrete, ma anzi la situazione degli uffici giudiziari è peggiorata per la cronica mancanza di uomini e mezzi materiali, che nell'ultimo anno è peggiorata;
l'unica iniziativa legislativa presentata su questa materia è quella del partito democratico intitolata disegno di legge delega per l'efficienza della giustizia -:
se il Ministro sia al corrente che la dotazione di strumenti informatici, hardware e software, degli uffici è datata e insufficiente e se ritenga che con tale strumentazione attualmente a disposizione del personale sia concretamente possibile la tanto annunciata digitalizzazione della giustizia entro il 2010;
quali iniziative intenda assumere per dotare gli uffici di nuovi computer oltre ad aggiornare software e sistemi operativi di quelli in uso, al fine di digitalizzare realmente l'operato della giustizia.
(3-00559)

BRIGANDÌ. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
da settimane la stampa nazionale e quella siciliana in specie, danno ampio risalto alle rivelazioni di Massimo Ciancimino alla Procura di Palermo, pubblicando brani di intercettazioni e di verbali di interrogatori che, paradossalmente, si specifica essere stati sequestrati dal pubblico ministero, con ciò consumandosi ancora una volta una palese violazione del segreto investigativo;
Massimo Ciancimino non è, come dichiarato dal Procuratore di Palermo, un collaboratore di giustizia ma, un semplice «dichiarante» e lo stesso è stato condannato

in primo grado a 5 anni e 8 mesi di reclusione per riciclaggio e fittizia intestazione dei beni del padre;
le dichiarazioni di Massimo Ciancimino avrebbero ad oggetto, tra l'altro, le stragi del biennio 1992-1993 e presunte responsabilità di magistrati palermitani e non risulta se gli atti siano stati trasmessi alle Procure competenti;
il Ciancimino ha pure rilasciato interviste sul contenuto di atti oggetto di indagini e, addirittura, il Giornale di Sicilia del 13 giugno 2009 riporta la notizia che la Procura di Palermo avrebbe chiesto a Ciancimino di consegnare il «papello» di Totò Riina e che il Ciancimino avrebbe risposto che lo sta ancora cercando tra le carte del padre dichiarando contestualmente alla stampa, (articoli e titoli su Repubblica cronaca di Palermo del 13 giugno 2009) che, in merito alla sua vicenda processuale, non ha riferito sul «papello» e altri fatti, ai titolari del suo procedimento, perché ritiene che c'è del «marcio» in Procura;
orbene non si comprende, se tutto ciò è vero, perché «le carte del padre» (Vito Ciancimino ndr) non vengano sequestrate e si consenta di fatto al signor Massimo Ciancimino di scegliere i documenti da consegnare all'autorità giudiziaria e quelli da tenere per se per fini certamente poco chiari;
risulta all'interrogante che al signor Massimo Ciancimino siano state concesse misure di tutela e che viaggi su una macchina della polizia, nonostante, secondo quanto risulta all'interrogante, vi sia stato il parere contrario del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica di Palermo;
Ciancimino ha preteso ed ottenuto di essere interrogato dai giudici di Bologna e di Milano per pretese ragioni di sicurezza e poi è andato a Palermo per farsi interrogare dai pubblici ministeri locali e rilasciare interviste -:
quali iniziative, anche di carattere ispettivo, il Ministro interrogato intenda assumere in relazione ai fatti esposti in premessa.
(3-00561)

Interrogazioni a risposta scritta:

SANGA e MARCO CARRA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la Corte d'appello di Brescia sezione lavoro - deputata a decidere in secondo grado tutte le cause di lavoro dei tribunali di Cremona, Crema, Bergamo, Brescia e Mantova - ha un organico composto di sole tre unità, un presidente e due giudici a latere, il minimo indispensabile per poter operare;
dal mese di novembre 2008, la Corte d'appello di Brescia, sezione Lavoro, è priva del proprio presidente che nell'ottobre 2008 ha ottenuto il trasferimento come primo presidente presso il tribunale di Mantova;
dal mese di novembre quindi, la Corte d'appello di Brescia, sezione Lavoro, funziona a singhiozzo in quanto uno dei due giudici a latere, quello più anziano, svolge la funzione di presidente e, all'interno del collegio, per raggiungere la quota indispensabile di tre unità, viene chiamato a rotazione un giudice di lavoro di primo grado dai tribunali di Bergamo, Brescia e Mantova (costretto in questo ultimo caso a rinviare le proprie udienze) oppure un giudice non specializzato della Corte d'Appello di Brescia;
a comprovare la gravità della situazione si registra il fatto che le cause vengono spesso rinviate, poiché il terzo componente del collegio non si trova oppure perché non dispone di alcuna competenza in materia di lavoro;
il Consiglio Superiore della Magistratura, ormai da diversi mesi, ha designato come nuovo Presidente della Corte d'appello di Brescia, Sezione lavoro, il dottor Angelo Tropeano, attualmente presidente

della sezione lavoro del Tribunale di Brescia -:
quali iniziative di competenza intenda assumere per far fronte ad una situazione divenuta ormai grave e insostenibile.
(4-03296)

ANGELA NAPOLI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 21 aprile 2009 sulla emittente privata calabrese «Telespazio TV» un cittadino di Cosenza, Pietramale Livio, ha denunciato una situazione di gravissimo disagio perpetrato a suo danno e a danno del suo nucleo familiare, ormai da quindici anni, da parte della Cooperativa Edilizia, denominata «Elettra» di Cosenza;
peraltro, l'interrogante ha già presentato, nelle precedenti legislature, numerose interrogazioni, indirizzate ai Ministri delle Attività produttive e dell'Economia e delle Finanze, tendenti a richiedere adeguati interventi di controllo sulla gestione della Cooperativa «Elettra» di Cosenza;
nell'esposizione dei fatti il Pietramale ha evidenziato documentate e gravissime irregolarità gestionali da parte di alcuni organi di Giustizia del Tribunale e della Procura di Cosenza;
in merito al contenzioso penale sarebbero emerse due posizioni documentali diverse da parte di Magistrati della Procura di Cosenza: l'una, del P.M. Criscuolo Gaito, titolare dell'inchiesta, il quale avrebbe inteso in merito alle denuncie archiviare il reato nei confronti di un avvocato di Cosenza, l'altra, del P.M. Patrizia Filomena Rosa, la quale in sede di giudizio nell'ambito di una disposizione di archiviazione di reato, sempre inerente la problematica del Pietramale, avrebbe affermato che «nell'annosa vicenda l'unica reale vittima sarebbe il Pietramale che sarà costretto a lasciare un appartamento che ha interamente pagato»;
sempre il Pietramale, nell'esporre televisivamente la propria disavventura, ha affermato con certezza e dovizia di particolari, che il 16 aprile 2002, durante l'esecuzione dello sfratto, sarebbe stato disposto l'invio di numerose unità dei Carabinieri congiunti agli Ufficiali Giudiziari e al momento dell'esecuzione dello sfratto, lo stesso Pietramale sarebbe stato aggredito e ammanettato dai Carabinieri e, cosa gravissima, sarebbe stato, altresì, oggetto di infiltrazioni intramuscolari di medicinali da parte del 118, senza alcuna informativa o consenso dei familiari e del medico curante; medicinali che avrebbero costretto lo stesso, a distanza di 24 ore, alla prestazione di cure presso il nosocomio cittadino;
al momento dell'esecuzione dello sfratto al Pietramale sarebbe stato riscontrato, da parte del medico del CIM di Rende su nomina dell'Ufficiale Giudiziario, una volontà di suicidio a causa dell'imposto rilascio della casa, mentre il medico legale Zuccarello ne aveva predisposto il ricovero presso una struttura adeguata; ma, sempre su dichiarazione del Pietramale, gli organi competenti ad eseguire lo sfratto lo avrebbero lasciato in stato di incapacità connettiva in macchina con la moglie, senza dare esecuzione alle disposizioni del medico legale nominato dal Tribunale di Cosenza -:
se, alla luce di quanto sopra esposto dall'interrogante, su denunzia televisiva del cittadino Pietramale non ritengano, per le parti di competenza, adottare iniziative ispettive presso Tribunale e Procura di Cosenza per accertare le elencate incongruenze giudiziarie e far luce sull'intera problematica.
(4-03299)

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:

CICU. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
lo scalo marittimo di Arbatax non è ancora stato inquadrato in una delle classi

previste dalla legge n. 84 del 1994 pur essendo lo stesso l'unico scalo marittimo delle province dell'Ogliastra e di Nuoro, nonché dell'area centro-orientale dell'isola, con funzioni commerciali, industriali, di pesca, di turismo e di servizio passeggeri;
l'attività portuale è in incremento visto anche l'imbarco-sbarco di materie prime e di prodotti finiti di imprese del settore della costruzione nautica di recente insediamento;
inoltre lo stesso porto dispone di tutti i servizi tecnico-nautici e costituisce un'attrattiva importante sia dal punto di vista turistico che commerciale;
è necessario, quindi, un suo sviluppo che, permetterebbe, anche, un incremento delle attività collegate allo stesso e dell'occupazione;
risulta, quindi, a parere dell'interrogante, necessario che il porto venga riclassificato come porto di II categoria, III classe, proprio per permettere uno sviluppo della zona vicina allo scalo marittimo di Arbatax che sarebbe importante per lo sviluppo economico-sociale dell'intera Sardegna;
in particolare, l'interrogante sottolinea l'importanza e la necessità di riqualificare il porto di Arbatax, che costituisce un importante punto di riferimento per la regione Sardegna e per i suoi abitanti, e di sviluppare lo stesso con tutte le misure, anche economiche, adeguate per realizzare un'importante infrastruttura necessaria allo sviluppo dell'economia dell'isola;
è necessario, quindi, intervenire urgentemente per garantire una classificazione adeguata del porto di Arbatax, come già detto, perché questo ha tutti i requisiti necessari per essere classificato come porto di II categoria, III classe -:
quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare per garantire che lo scalo marittimo di Arbatax sia classificato come porto di II categoria, III classe, al fine di assicurare uno sviluppo economico ed occupazionale delle province dell'Ogliastra e di Nuoro.
(5-01527)

Interrogazione a risposta scritta:

GALATI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
secondo notizie di stampa la società Trenitalia S.p.A. ha deciso di chiudere definitivamente lo scalo merci di Lamezia Terme;
tale restrizione del traffico di Trenitalia determinerebbe, non solo per la provincia, ma per l'intera Regione Calabria, pesanti conseguenze sul piano economico-sociale, poiché la soppressione del trasporto merci su rotaia, costringerebbe le imprese ad utilizzare il trasporto stradale, con conseguenti aumenti dei relativi costi, in un periodo, peraltro, in cui com'è noto le strade dell'intera regione versano in uno stato emergenziale e ci sono continui disagi sull'autostrada A3 a causa dei lavori interminabili dell'Anas;
la Regione, infatti, in questo momento, registra un vero e proprio stato di paralisi delle comunicazioni con il resto del Paese, a causa dell'interruzione della rete autostradale e dell'intasamento degli altri percorsi viari;
abolire tale stazione di snodo, fondamentale per l'intera regione, significherebbe emarginare ancora di più un territorio già fortemente penalizzato, sia per ciò che riguarda la mobilità dei cittadini, sia per ciò che riguarda la movimentazione delle merci e dei prodotti;
tale decisione avrebbe ripercussioni per l'economia locale e regionale;
per l'attuazione di una linea politica strategica di crescita e di sviluppo della Regione Calabria, sarebbe opportuno invece non limitare, ma dar vita a forti

interventi di potenziamento delle infrastrutture -:
se i Ministri interrogati non ritengano opportuno adottare tutte le iniziative possibili, affinché non si dia corso a quanto citato in premessa;
quali urgenti misure i Ministri intendano intraprendere al fine di potenziare il sistema ferroviario, nella Regione Calabria ed in particolare nello scalo di Lamezia Terme.
(4-03286)

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INTERNO

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
il Ministro dell'interno, Roberto Maroni, nel corso del programma «Parliamo con l'elefante» su Radio 24, ha dichiarato: D'Alema «è uno che dice una cosa non perché gli passa per la testa in quel momento, ma perché di solito ha fondamento ed è preoccupante che metta vicino questa idea della scossa a ciò che abbiamo scoperto in questi giorni, cioè la ripresa di una attività eversiva vera e propria con l'arresto di cinque brigatisti che stavano per ricostruire la colonna romana delle Br e sappiamo che i brigatisti avevano come obiettivo quello di uccidere la gente e chi governava: non vorrei che le cose fossero collegate. Non so se è un caso - ha aggiunto - ma vorrei approfondire perché queste affermazioni, oltre che poco eleganti, mi preoccupano» (Ansa, 15 giugno 2009);
in modo del tutto artificioso e inaccettabile sul piano politico si è voluto così stabilire accostamenti tra le valutazioni politiche del deputato Massimo D'Alema - che in una trasmissione televisiva aveva fatto cenno all'ipotesi di «scosse» politiche che avrebbero interessato il Governo - e l'eventuale insorgenza di fenomeni eversivi brigatisti;
il Ministro dell'interno non ha successivamente smentito o rettificato quanto dichiarato;
il Ministro delle riforme per il federalismo, Umberto Bossi, durante un comizio a Cornaredo, nel milanese, ha dichiarato: «Maroni ha infilato alcuni agenti dei Servizi e della Digos e nel giro di sinistra hanno trovato che hanno intenzione di ricostituire le Br». «A sinistra si definiscono democratici ma quando perdono» - ha concluso - «non accettano di perdere democraticamente» (Ansa, 16 giugno 2009) -:
quali fatti o documenti siano a conoscenza del Ministro interrogato per indurlo a così gravi affermazioni, che, ad avviso degli interpellanti, fanno crescere nel Paese un clima di sospetto e di intimidazione che mina la civile convivenza democratica.
(2-00402) «Soro, Sereni, Bressa, Minniti».

Interrogazione a risposta in Commissione:

ALBONETTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
a seguito degli ultimi provvedimenti normativi varati dal Governo il comparto sicurezza a livello nazionale ha subito considerevoli tagli provocando in tutto il territorio gravi disservizi sia sotto il profilo del personale impegnato che sotto il profilo dei mezzi impiegati dalle forze dell'ordine;
da tempo i sindaci dei comuni di Ravenna e di Cervia segnalano pubblicamente le gravi carenze di organico della polizia lungo tutto il litorale in piena stagione estiva;
la decisione di non assegnare personale aggiuntivo alla questura di Ravenna per una maggiore tutela del territorio e la mancata apertura del distaccamento di

Polizia di Pinarella rischia di rendere insufficienti i normali servizi di ordine pubblico;
tale scelta risulta ancor più problematica se confrontata con quella che vede attivo il distaccamento di Polizia di Cesenatico, creando di fatto una incomprensibile differenza tra il litorale ravennate e quello forlivese;
allo stato attuale le forze di Polizia, nonostante gli straordinari sforzi in atto, non sono in grado di garantire un adeguata sorveglianza del territorio contrariamente a quanto promesso dal Governo generando nelle comunità locali forti preoccupazioni -:
se il Ministro non ritenga di dover intervenire tempestivamente con misure specifiche e con opportuni provvedimenti affinché lo stanziamento di personale e fondi venga adeguato alle reali esigenze del litorale ravennate.
(5-01524)

Interrogazioni a risposta scritta:

LO PRESTI e GRANATA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il quotidiano E-Polis di Palermo del 15 giugno 2009 sotto il titolo: «un bazooka per uccidere Lo Voi, ma la Prefettura gli leva la scorta», riporta la notizia secondo la quale la prefettura di Roma ha assunto la decisione di togliere la scorta al dottor Franco Lo Voi, magistrato della procura della Repubblica di Palermo che ha condotto le indagini finalizzate all'arresto di Totò Riina, alla cattura di pericolosi mafiosi come Leoluca Bagarella e Giovanni Brusca;
oggi, il dottor Lo Voi esercita le funzioni presso la Corte di cassazione, ma non per questo si può ritenere che il suo forte impegno contro la mafia e i pericolosi delinquenti assicurati alla giustizia, sia stato da questi dimenticato, tant'è che nel recente passato, diversi collaboratori di giustizia hanno rivelato di un complotto per ucciderlo addirittura con un bazooka; e ciò a seguito di una condanna a morte che, com'è noto, la mafia non manda mai in prescrizione -:
se sia a conoscenza della decisione della prefettura di Roma sulla base di quali elementi la prefettura di Roma abbia valutato l'opportunità di togliere la scorta al magistrato;
se siano stati assunti i pareri previsti dalla legge ed in particolare se la prefettura di Palermo e gli organi investigativi antimafia abbiano supportato con propri pareri e valutazioni la decisione adottata.
(4-03289)

PALADINI. - Al Ministro dell'interno. Per sapere - premesso che:
il Ministero dell'interno ha bandito una gara d'appalto per l'aggiudicazione della gestione dei servizi di mensa della Polizia di Stato;
in data 11 febbraio 2009 la Dussmann Service SRL si aggiudicava in via definitiva la predetta gara con decorrenza del servizio a far data 1o aprile 2009;
le condizioni di appalto poste dal Ministero dell'interno erano state da subito giudicate inadeguate dalle organizzazioni sindacali di settore in quanto nel caso di aggiudicazione nessuna azienda avrebbe potuto sostenere la corretta gestione del servizio nonché il mantenimento degli standard occupazionali;
a seguito dell'aggiudicazione dell'appalto la Dussmann SRL evidenziava immediatamente l'esubero di ore del personale così riducendo fortemente gli organici senza tenere in alcun conto quanto statuito dalla contrattazione collettiva in tema di riassorbimento del personale -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione venutasi a creare in seno alla Dussmann SRL quale società appaltante i servizi di mensa della Polizia di Stato;

quali siano stati i criteri in base ai quali sono state fissate le condizioni ed i termini di gara nell'appalto di cui trattasi;
se i suddetti termini e condizioni risultino conformi alle regole statuite in sede di contrattazione collettiva.
(4-03290)

ALESSANDRI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il recente caso verificatosi nel comune di Novellara concernente il blitz della Digos su input della Procura di Brescia e dell'FBI che ha permesso di scoprire una presunta base pakistana dell'organizzazione internazionale che raccoglieva fondi per finanziare ed armare la Jihad, evidenzia come sul territorio di questo comune si stia radicando e diffondendo in maniera pericolosa l'attività di supporto al terrorismo islamico messa in opera da immigrati lasciati entrare con troppa disinvoltura ed a cui si permette di agire nel limbo dell'illegalità;
la vicenda di cui trattasi riguarda una presunta truffa messa in atto da cittadini pakistani che tramite un phone center raccoglievano fondi per finanziare formazioni di matrice integralista islamica, utilizzando e rivendendo codici telefonici sottratti a multinazionali per effettuare chiamate gratuite e rifornire di denaro gruppi illegali del sud est asiatico;
in effetti questo è solo il più recente di tanti altri fenomeni di stampo illegale che da tempo accadono nel territorio della provincia di Reggio Emilia, potendosi a tal proposito citare altri episodi come l'arresto per terrorismo islamico internazionale di un maghrebino, il caso dell'alunno che minacciava col taglierino una compagna perché utilizzava un abbigliamento troppo all'occidentale, il rapimento di una giovane per costringerla a nozze combinate, oltre alle sanguinose risse tra immigrati che hanno portato addirittura all'uccisione di un pakistano;
la popolazione di Novellara è fortemente allarmata per questo ultimo eclatante avvenimento criminoso accaduto nel proprio comune e pone l'intera opinione pubblica in uno stato di effettivo allarme nel dubbio che attività economiche condotte da immigrati, in particolare islamici, non siano, in vero, operazioni surrettizie finalizzate a sostenere il terrorismo internazionale -:
se i Ministri interrogati abbiano riscontri più dettagliati sul caso di presunta attività di sostegno al terrorismo islamico avvenuto a Novellara secondo quanto segnalato in premessa e se ad ogni modo non intendano attivare specifiche iniziative volte a controllare e monitorare la presenza di attività facenti capo a soggetti, prevalentemente stranieri di origine islamica, che potrebbero celare condotte malavitose e illegali.
(4-03295)

VENTUCCI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
con lettera del 25 novembre 2008 (indirizzata alla Direzione centrale per le autonomie del Ministero dell'Interno e, per conoscenza, alla Direzione centrale della finanza locale), il Prefetto di Roma ha riscontrato che la salvaguardia di bilancio 2007 del Comune di Ariccia (Roma) è stata ottenuta in modo irregolare, in funzione di quanto definito dall'articolo 179 del Testo unico delle leggi nell'ordinamento degli enti locali (in merito all'accertamento delle entrate) ed ha altresì evidenziato la situazione di grave difficoltà economica che tale irregolarità pone all'amministrazione comunale, con un sostanziale disavanzo per una cifra particolarmente rilevante;
il Prefetto di Roma, preso atto peraltro della mancata volontà del sindaco di Ariccia di rivedere la questione, ha quindi rappresentato al Ministero dell'Interno tale situazione ai fini dell'applicabilità delle disposizioni di cui all'articolo 141, comma 1, lettera a) e lettera c) del Testo unico delle leggi nell'ordinamento degli enti locali, ovvero lo scioglimento del Consiglio

comunale con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Ministro dell'Interno;
l'irregolarità riscontrata dal Prefetto di Roma è relativa, nel merito, al bilancio di previsione e al rendiconto di gestione 2007, come deliberato dal Consiglio comunale di Ariccia il 18 luglio 2008;
con lettera del 23 febbraio 2009 (indirizzata ai Servizi ispettivi di finanza pubblica del Ministero dell'economia e finanze, alla Direzione centrale per le autonomie ed alla Prefettura di Roma), la Direzione centrale della finanza locale del Ministero dell'Interno, ha ritenuto opportuno richiedere ai sensi della normativa vigente una ispezione amministrativo-contabile al fine di verificare l'attività del Comune di Ariccia; nella lettera di cui sopra, la Direzione centrale della finanza locale evidenzia che l'irregolarità dell'ottenimento della salvaguardia di bilancio 2007 desta non poche preoccupazioni ed osserva che, nonostante la formale approvazione da parte del Comune di Ariccia della salvaguardia degli equilibri di bilanci, sarebbe tuttavia rilevabile un sostanziale e notevole disavanzo per l'ente in oggetto;
per tale attività, rilevata come irregolare, la Prefettura di Roma (come anche, tra l'altro, il Presidente della Sezione regionale di controllo per il Lazio della Corte dei Conti e, in relazione al rendiconto della gestione 2008, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Velletri con richiesta di procedere nei confronti dei responsabili per il reato di falsità ideologica in atti pubblici ai sensi del codice penale) è stata interessata da un esposto presentato dai membri delle minoranze del Consiglio comunale di Ariccia, con il quale si rilevava la notevole modificazione della vera situazione finanziaria ed economica del Comune di Ariccia negli anni 2007 e 2008, che inficia la veridicità e l'attendibilità dei dati contabili e producono rilevanti conseguenze sugli equilibri di bilancio e sulla sana gestione economico-finanziaria del Comune di Ariccia;
in presenza delle gravi irregolarità contabili riscontrate dalla Prefettura di Roma e di quanto da essa richiesto al Ministero dell'Interno in merito al procedimento di scioglimento del Consiglio Comunale di Ariccia ai sensi dell'articolo 141 del Testo unico delle leggi nell'ordinamento degli enti locali, tale amministrazione comunale si trova in una situazione di grave difficoltà economica, con un sostanziale disavanzo per una cifra particolarmente rilevante, che rende necessario ed urgente attivare i procedimenti richiesti in tempi rapidi -:
se il Ministro interrogato per le risultanze del suddetto controllo, come esposto in premessa e come risultante dagli atti citati, non ritenga opportuno, nell'ambito della propria competenza e con carattere di urgenza data l'importanza della questione, esprimere con celerità le valutazioni ed i pareri in merito a quanto autorevolmente osservato dalla Prefettura di Roma il 25 novembre 2008, rispetto agli accertamenti da essa effettuati;
quali siano le azioni che il Ministro dell'interno intenda mettere in atto al fine di definire la proposta di decreto di scioglimento del Consiglio comunale di Ariccia, ai sensi delle disposizioni di cui all'articolo 141 comma 1, lettere a) e c).
(4-03301)

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LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
XII Commissione:

MUSSOLINI e BARANI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
in Italia esiste un farmaco, il Cytotec prodotto dalla casa farmaceutica Pfizer, che pur essendo utilizzato contro l'ulcera, ha come controindicazione la produzione

di contrazioni dell'utero che procura un aborto quasi sicuro nelle prime nove settimane di gravidanza ed anche oltre;
il Cytotec andrebbe venduto solo su prescrizione medica non ripetibile, ma spesso in farmacia viene concesso senza ricetta al costo di 13,80 euro;
al pronto soccorso dei policlinici di tutta Italia arrivano donne, in maggioranza africane o sudamericane, ma anche giovani italiane con un età compresa fra i 15 ed i 19 anni, che denunciano forti crampi addominali ed emorragie in corso anche da giorni per aborti spontanei più che sospetti;
i dati ISTAT rilevano un aumento del 79 per cento degli aborti spontanei nelle giovanissime registrati negli ultimi venti anni -:
cosa intenda fare il Governo per monitorare e controllare l'uso improprio del suddetto farmaco.
(5-01525)

LIVIA TURCO, LENZI, MIOTTO, MURER, BINETTI e PEDOTO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il decreto-legge n. 112 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, all'articolo 80 prevede un ingente piano straordinario di verifica delle invalidità civili;
le posizioni potenzialmente da verificare - seguendo i criteri espressi dal decreto-legge n. 112 del 2008 e dal decreto ministeriale 29 gennaio 2009, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 4 marzo 2009, «Attuazione di un piano straordinario di verifica delle invalidità civili» nonché dalla circolare dell'INPS n. 26 del 23 febbraio 2009, sono esattamente 400.000, e, tra queste, verranno effettuate le 200.000 previste;
ai fini della elaborazione del campione di soggetti rientranti nel piano straordinario sono stati esclusi coloro che risultino affetti dalle patologie di cui al decreto ministeriale 2 agosto 2007, relativo a tipologie di malattia a carattere ingravescente, che come è noto, non sono sottoponibili a visite di revisione, a condizione che la documentazione sanitaria in possesso della ASL sia confacente a quella prevista dal decreto citato; i residenti in regione Valle d'Aosta e nelle Province autonome di Trento e Bolzano; le persone di età inferiore ai 18 anni e di età superiore ai 78 anni; i soggetti titolari di prestazioni sospese, gli invalidi inviati o da inviare a visita sanitaria di revisione rispettivamente dopo l'1o luglio 2007 o entro il 30 giugno 2010;
per i soggetti esclusi dal piano di verifica poiché rientranti in una delle patologie di cui al decreto ministeriale 2 agosto 2007, l'Inps afferma che l'esonero deve essere confermato dalla Commissione Medica decentrata che ha l'onere di valutare la documentazione agli atti;
risulta che l'Inps stia chiamando a verifica anche persone disabili rientranti in uno dei molteplici casi previsti dal decreto ministeriale del 2 agosto 2007 poiché ritiene non sufficiente la documentazione in suo possesso -:
quante siano le persone rientranti nelle tipologie previste dal decreto ministeriale del 2 agosto 2007 che nonostante ciò siano state chiamate dall'Inps per accertare la loro invalidità e tra queste quante siano quelle che si sono viste revocare la pensione, quanti siano i contenziosi aperti nonché quante siano, a tutt'oggi, le pensioni revocate a fronte della totalità dei controlli effettuati.
(5-01526)

Interrogazione a risposta in Commissione:

NIZZI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 50, del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003,

n. 326, recante disposizioni in materia di monitoraggio della spesa nel settore sanitario e di appropriatezza delle prescrizioni sanitarie, in particolare, al comma 2, prevede che il Ministero dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministero della salute approvi i modelli di ricettari medici standardizzati e di ricetta medica a lettura ottica, ne curi la successiva stampa e distribuzione alle aziende sanitarie locali, alle aziende ospedaliere e, ove autorizzati dalle regioni, agli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico ed ai policlinici universitari, che provvedono ad effettuare la consegna individuale a tutti i medici del Servizio sanitario nazionale abilitati dalla regione ad effettuare prescrizioni, da tale momento responsabili della relativa custodia;
il decreto 18 maggio 2004, successivamente modificato dal decreto ministeriale 17 marzo 2008, ha provveduto a dare attuazione al citato comma 2 dell'articolo 50 del decreto legge 30 settembre 2003, n. 269, stabilendo le caratteristiche dei ricettari attraversi i quali in via esclusiva vanno effettuate le prescrizioni delle prestazioni sanitarie con onere a carico del Servizio sanitario nazionale, prevedendone altresì la distribuzione ad opera del Ministero dell'economia e delle finanze mediante l'attribuzione alle competenti strutture sanitarie che provvedono alla consegna individuale a tutti i medici abilitati ad effettuare le relative prescrizioni;
si registrano nel territorio nazionale disomogeneità nell'applicazione delle disposizioni del citato decreto attuativo, che hanno atto sorgere numerosi dubbi interpretativi in ordine alle modalità di consegna ai medici del Servizio Sanitario Nazionale dei predetti ricettari;
attualmente, per esempio, tutte le ASL della Sardegna, ad eccezione di quella di Sassari, interpretano tale decreto attuativo nel senso di escludere il ritiro del ricettario ad opera di persona diversa dal medico prescrittore;
il citato decreto ministeriale del 2004, pur prevedendo la natura strettamente personale del ricettario, non vieta espressamente ad un medico delegato o sostituto di ritirare i predetti ricettari, ipotesi che, del resto, viene prevista in modo chiaro e puntuale, in materia di prescrizione di farmaci stupefacenti e psicotropi, dall'artico 1, comma 6, del decreto ministeriale n. 10 del 10 marzo 2006, teso a dare applicazione al decreto-legge n. 272 del 2005, che disciplina la prescrizione dei farmaci di cui alla tabella II, sezione A e all'allegato III-bis del Testo Unico in materia di stupefacenti; il decreto n. 10 del 2006, infatti, prevede testualmente che le ricette possano essere consegnate anche a persona delegata dal medico o dal veterinario a provvedere al ritiro degli stessi -:
se non intenda chiarire in via definitiva l'esatta portata interpretativa del decreto attuativo dell'articolo 50, comma 2, del decreto legge n. 269 del 2003, intervenendo nei confronti delle competenti strutture pubbliche - o, eventualmente, attraverso uno modifica normativa - al fine di porre rimedio all'ingolfamento burocratico che da tempo affligge la procedura inerente il ritiro dei ricettari da parte dei medici convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale e di consentire anche al medico delegato di provvedere al ritiro dei medesimi.
(5-01523)

Interrogazione a risposta scritta:

MILO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la Regione Campania, nell'ambito della strategia di contenimento dei costi del settore sanitario, ha proposto il trasferimento del I Policlinico della Seconda Università di Napoli ad altra sede, ben considerando che l'incidenza dei costi del predetto Policlinico sarebbe di circa il 3 per cento sul totale della spesa sanitaria dell'intera Regione e che la media del

costo di un posto letto in tale struttura risulterebbe inferiore a quello di altre strutture -:
se i ministri interrogati, nell'ambito dell'attuazione del piano di rientro del deficit sanitario, abbiano valutato i costi ed i benefici della proposta, e particolarmente, in base ai livelli di aggregazione della spesa, con riferimento ai servizi assistenziali erogati, l'entità dei risparmi attesi a seguito del trasferimento proposto;
quali metodi di convalida e controllo dei dati siano stati seguiti, con particolare riferimento agli aspetti di significatività della scelta del trasferimento con riguardo alla strategia assunta a livello nazionale;
se risulti che la Regione Campania abbia dato garanzie in ordine al mantenimento dei livelli occupazionali, attesa la necessità di salvaguardare l'utilizzo del personale medico infermieristico, amministrativo e tecnico ed ai centri di spesa sui quali graverà il relativo costo dopo il trasferimento.
(4-03300)

TESTO AGGIORNATO AL 18 GIUGNO 2009

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SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta in Commissione:

CONTENTO, RAISI, VERSACE e LANDOLFI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
in un articolo apparso sul quotidiano economico Il Sole 24 ore del 13 giugno 2009, dal titolo «In azienda la beffa della doppia bolletta», veniva rappresentata la situazione paradossale di molte piccole imprese che si sono viste recapitare una «seconda bolletta» conseguente alla modifica del sistema tariffario della fornitura di energia elettrica passato dal vecchio modello tradizionale alla determinazione conseguente al consumo per fasce orarie giornaliere;
in sostanza, la più recente modalità di computo della tariffa, avrebbe finito per arrecare grave pregiudizio a quelle imprese che, probabilmente non bene a conoscenza del nuovo sistema, si sono trovate a passare dal «mercato vincolato» a quello libero;
l'articolo, tra l'altro, sembra evidenziare come questo passaggio sia avvenuto, in qualche caso, automaticamente o sulla base di una banale risposta data telefonicamente ad un operatore di un «centro chiamate»;
tra l'altro le preoccupazioni aumentano con riferimento alla fase di sperimentazione avviata per le nuove tariffe applicabili ai nuclei familiari a partire dal 2009, le quali prevederanno, anche in tal caso, un sistema regolato sulla base di fasce orarie;
dal momento che tali fasce orarie, eccezion fatta per i giorni festivi sembrano applicare i prezzi maggiori ai consumi che si svolgono durante il giorno e quelli meno onerosi nella fascia notturna, vi è motivo di temere che l'effetto possa aggravare i bilanci delle piccole imprese e delle famiglie italiane proprio in un momento non facile del Paese -:
se sia al corrente della denuncia che si ricava dalla lettura dell'articolo citato e se la stessa risulti fondata sulla base delle informazioni disponibili;
se e quali simulazioni risultino effettuate e da chi allo scopo di valutare gli effetti, per le piccole imprese e per le famiglie, conseguenti alla nuova disciplina tariffaria;
sulla base di quali criteri e di quali ragioni le modalità del nuovo sistema tariffario applichino le tariffe più costose nell'arco giornaliero e quelle meno onerose durante il periodo notturno;
come risultino suddivisi, sulla base delle fasce orarie del nuovo sistema, i consumi relativi all'anno 2008 e ai primi mesi del 2009 e quali conseguenze avrebbe

determinato, in tema di maggiori o minori introiti, l'applicazione delle nuove tariffe al volume dei consumi svolti secondo ciascuna fascia di competenza.
(5-01529)

Interrogazione a risposta scritta:

GRIMOLDI, GOISIS e VOLPI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
con il decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, è stata recepita la direttiva europea 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell'edilizia;
con il decreto legislativo 29 dicembre 2006, n. 311, sono state apportate correzioni ed integrazioni al suddetto decreto;
le norme concernenti l'efficienza energetica degli edifici consentono di realizzare esigenze di diversificazione delle fonti, flessibilità e sicurezza degli approvvigionamenti, sviluppo e qualificazione dei servizi energetici, concorrenza tra imprese, incolumità delle persone e delle cose, sicurezza pubblica e tutela dell'ambiente;
tali norme sono dunque di fondamentale importanza ed hanno, tra gli obiettivi principali, il contenimento dei consumi di energia negli edifici;
ad oggi, dopo tre anni, non sono ancora stati emanati i decreti attuativi dei decreti legislativi n. 192 del 2005 e n. 311 del 2006; decreti e le linee guida sopra citati avrebbero dovuto essere emanati entro la primavera del 2006;
tali decreti attuativi interministeriali dovrebbero fissare delle linee guida per la certificazione ed in particolare i criteri generali, le metodologie di calcolo e i requisiti minimi finalizzati al contenimento dei consumi di energia che disciplinano la progettazione, l'installazione, l'esercizio, la manutenzione e l'ispezione degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici, per la preparazione dell'acqua calda per usi igienici sanitari e, limitatamente al settore terziario, per l'illuminazione artificiale degli edifici; i criteri generali di prestazione energetica per l'edilizia sovvenzionata e convenzionata, nonché per l'edilizia pubblica e privata; i requisiti professionali e i criteri di accreditamento per assicurare la qualificazione e l'indipendenza degli esperti o degli organismi a cui affidare la certificazione energetica degli edifici e l'ispezione degli impianti di climatizzazione;
in attesa dell'emanazione dei decreti, alcune regioni e province autonome virtuose (tra queste Bolzano, la Lombardia, l'Emilia Romagna, la Liguria, la Valle d'Aosta) hanno già legiferato in materia, ognuna con proprie regole e metodologie di calcolo, creando però alcune disomogeneità e problemi che potrebbero portare ad effetti distorsivi nel mercato edile del Paese, oltre che a possibili fallimenti degli obiettivi di risparmio ed efficienza energetica degli edifici -:
se i Ministri non ritengano opportuno attivarsi per l'immediata emanazione dei decreti attuativi dei decreti legislativi n. 192 del 2005 e n. 311 del 2006 e delle linee guida in campo di certificazione energetica.
(4-03287)

...

Apposizione di firme ad interrogazioni.

L'interrogazione a risposta in commissione Capitanio Santolini n. 5-01141, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 17 marzo 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Delfino.

L'interrogazione a risposta in commissione Maran e altri n. 5-01291, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 20 aprile 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Coscia.

L'interrogazione a risposta scritta Codurelli e altri n. 4-03224, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 10 giugno 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Piffari.

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interpellanza urgente Toccafondi n. 2-00373 del 5 maggio 2009.