XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di mercoledì 16 settembre 2009

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:

La Camera,
premesso che:
secondo dati diffusi da Fortress Europe, osservatorio sulle vittime dell'emigrazione e rassegna stampa che dal 1988 fa memoria delle vittime delle frontiere europee, dall'inizio di maggio i respingimenti di cui si ha notizia sono stati circa 1.216 (i dati sono riscontrabili sul sito http://fortresseurope.blogspot.com);
è il 7 maggio 2009 quando le autorità italiane danno inizio ai primi respingimenti: 238 rifugiati e migranti, tra i quali anche 41 donne, di cui 3 in stato di gravidanza, soccorsi in acque internazionali dalla Guardia Costiera e dalla Guardia di finanza italiane, vengono ricondotti in Libia; molti di questi migranti arrivati a bordo dei barconi non potevano essere respinti perché provenivano da aree dove sono in atto guerre e persecuzioni, come ad esempio la Somalia, uno dei cinque paesi meno sviluppati del mondo, nella cui capitale si stanno da tempo intensificando i combattimenti tra estremisti islamici di al-Shabab e le forze del GUN, la coalizione di unità nazionale. Solo nella regione di Mogadiscio si registrano dal 7 maggio a oggi più di 100 morti e 46.000 profughi;
altri episodi di respingimenti collettivi in Libia (paese che, va ricordato, non ha aderito alla Convenzione di Ginevra del 1951 e che quindi non dispone ancora di un sistema di protezione e non risulta ancora in grado di fornire alcuna garanzia che le persone, anche quelle bisognose di protezione internazionale, non vengano rimpatriate nei loro Paesi di origine) si sono succeduti in questi ultimi mesi senza che siano state accertate né l'identità né la nazionalità dei rifugiati, azione fondamentale per stabilire se potevano ottenere lo status di rifugiato politico o di richiedente asilo;
tali decisioni urtano palesemente contro l'articolo 19 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea che recita: «Nessuno può essere allontanato, espulso o estradato verso uno Stato in cui esiste un rischio serio di essere sottoposto alla pena di morte, alla tortura o ad altre pene o trattamenti inumani o degradanti.» e le disposizioni della Convenzione di Ginevra che impongono il «non refoulement» degli aventi diritto all'asilo politico, che in pratica sono quasi il 30 per cento dei migranti che partono dalla Libia;
risulta che tutti questi rifugiati e migranti provengono anche da vari paesi dell'Africa sub-sahariana, ma nessuno dal Maghreb: la maggioranza dalla Nigeria, che nel 2008 ha rappresentato il gruppo più numeroso di richiedenti asilo in Italia; altri dalla Costa d'Avorio, dal Ghana e dal Mali;
risulta inoltre che tutti i naufraghi, a tutt'oggi, vengono trattenuti nel centro di Duisha, vicino Tripoli, che però non prevede la presenza di donne, per le quali è previsto il trasferimento al centro di Zawia, a 40 Km dalla capitale;
la portavoce della sezione italiana dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, l'Unhcr, Laura Boldrini, ha ricordato che il principio di non respingimento vale anche in acque internazionali e non conosce limitazione geografica, ed è contenuto anche nella normativa europea e nell'ordinamento giuridico italiano;
tra i respinti in Libia il 7 maggio 2009 vi sono 24 persone, per la maggior parte somali ed eritrei, che hanno richiesto allo Studio Lana Lagostena Bassi di Roma, di presentare ricorso contro il Governo italiano presso la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo;
il 15 maggio, il rappresentante in Italia dell'Unhcr, Laurens Jolles, ha incontrato il ministro dell'interno italiano per discutere delle implicazioni derivanti dalla politica dei respingimenti di migranti e richiedenti asilo verso la Libia attuata recentemente dal nostro Governo con la richiesta di riammettere queste persone sul territorio italiano sottolineando che

«dal punto di vista del diritto internazionale, l'Italia è responsabile per le conseguenze del respingimento»; il Ministro dell'interno ha poi confermato la propria intenzione di mantenere questa linea affermando: «Andiamo avanti con i respingimenti, del problema si faccia carico l'Unione europea»;
l'Unhcr ha inoltre sottolineato che «il 75 per cento circa dei 36.000 migranti sbarcati sulle coste italiane nel 2008 - due su tre - ha presentato domanda d'asilo, sul posto o successivamente, mentre il tasso di riconoscimento di una qualche forma di protezione (status di rifugiato o protezione sussidiaria/umanitaria) delle persone arrivate via mare è stato di circa il 50 per cento. Nel 2008, la maggior parte delle persone arrivate via mare che ha ottenuto protezione internazionale proviene da Somalia, Eritrea, Iraq, Afghanistan e Costa d'Avorio»;
l'Unione forense per la tutela dei diritti dell'uomo ha ricordato che basterebbe organizzare le navi italiane per poter accogliere le domande d'asilo, nel solco della proposta del CIR per una legge organica sul diritto di asilo e la protezione sussidiaria avanzata nel 2006;
l'ultimo respingimento deciso dal Governo italiano nei confronti di un gruppo di migranti somali, intercettati alla fine d'agosto, su un gommone al largo delle coste siciliane, si è lasciato alle spalle una scia di polemiche e proteste, a cominciare da una lettera inviata dalla Commissione dell'Unione europea tanto all'Italia quanto a Malta, con la quale si chiedono «chiarimenti» sulla vicenda che ha visto coinvolti i due Paesi;
l'articolo 4 del IV protocollo della «Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali», vieta espressamente le espulsioni collettive;
i respingimenti, ancorché occorsi in acque internazionali, riguardano migranti fatti salire a bordo di unità marittime italiane, che in base all'articolo 4 del codice di navigazione sono sotto la giurisdizione dello Stato italiano e quindi sotto il Testo unico sull'immigrazione (all'articolo 10, comma 4) come modificato dalla cosiddetta legge Bossi-Fini, che vieta il respingimento in frontiera «nei casi previsti dalle disposizioni vigenti che disciplinano l'asilo politico, il riconoscimento dello status di rifugiato ovvero l'adozione di misure di protezione temporanea per motivi umanitari»;
l'Alto commissario Onu per i diritti umani, Navi Pillay, ha in questi giorni denunciato le politiche nei confronti degli immigrati, adottate anche dall'Italia, «abbandonati e respinti senza verificare in modo adeguato se stanno fuggendo da persecuzioni, in violazione del diritto internazionale»,

impegna il Governo:

ad attuare una rigorosa politica di contrasto all'immigrazione clandestina colpendo soprattutto le organizzazioni criminali che gestiscono questa inaccettabile tratta di esseri umani;
a non proseguire la pratica dei respingimenti indiscriminati e collettivi degli emigranti più volte compiuti dalla Guardia di Finanza che si è trovata a soccorrere in mare, e successivamente trasferire in Libia, oltre un migliaio di extracomunitari negli ultimi mesi;
a rispettare le normative internazionali relative al diritto di quanti si trovano nella condizione di chiedere asilo politico perché provenienti da Paesi in guerra, come è stato abbondantemente accertato per quanti fuggono soprattutto dalla guerra civile in Somalia.
(1-00230)
«Di Pietro, Donadi, Evangelisti, Borghesi, Barbato, Cambursano, Cimadoro, Di Giuseppe, Di Stanislao, Favia, Aniello Formisano, Messina, Misiti, Monai, Mura, Leoluca Orlando, Paladini, Palagiano, Palomba, Piffari, Porcino, Pisicchio, Razzi, Rota, Scilipoti, Zazzera».

TESTO AGGIORNATO AL 17 SETTEMBRE 2009

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanze:

La sottoscritta chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi la Giunta regionale della Calabria ha approvato il cosiddetto «Piano di rientro» che dovrebbe risanare il deficit sanitario di quella Regione;
voci di corridoio, riportate anche dalla stampa regionale, hanno riferito che il citato «Piano di rientro» sarebbe stato elaborato a Roma da Agenas e Kpmg e non dalla apposita speciale Commissione insediata in Calabria, tant'è che un componente di quest'ultima ha inizialmente dichiarato di disconoscerne il contenuto;
a seguito dell'approvazione del «Piano di rientro» il Governo nazionale sta inspiegabilmente tergiversando rispetto al commissariamento del settore sanità in Calabria, fermo restando che, ad avviso dell'interpellante, l'incarico non potrebbe essere affidato all'attuale Governatore, il quale non solo è corresponsabile dell'aumento, nell'ultimo quadriennio, del trend di spesa sanitaria regionale, ma continua, in modo assurdo, a mantenere la delega del settore da oltre un anno;
il debito emerso dai dati contabili non consente la quantificazione reale dello stesso;
il «Piano di rientro» è di fatto un semplice documento che si traduce in una mera dichiarazione di intenti;
nel mentre veniva predisposto ed approvato il «Piano di rientro», che tra l'altro comporterà pesanti sacrifici per i cittadini calabresi, la Giunta regionale definiva tranquillamente acquisizioni di prestazioni ospedaliere dalle strutture private che da quasi cinque anni non rinnovano i contratti ai propri dipendenti ed autorizzava ben 333 assunzioni nelle Aziende sanitarie ed ospedaliere;
ed ancora, nel mentre la Giunta regionale approvava il «Piano di rientro», definito «Piano di riqualificazione e riorganizzazione sanitario», esattamente in data 12 agosto 2009 l'Azienda sanitaria ospedaliera (ASP) di Cosenza, diretta da Franco Petramala, uomo vicino al Governatore Loiero, firmava una inefficace transazione dei crediti pregressi delle case di cura; sul credito complessivo preteso di 73,219 milioni, la transazione è stata chiusa a 39,2 milioni, oltre gli interessi;
la transazione è stata sottoscritta senza alcun supporto giuridico e legislativo, considerata la decisione del Consiglio di Stato n. 8/2006 che ha eliminato la possibilità di transigere sugli imposti extrabudget la delibera di Giunta regionale n. 169 dell'8 marzo 2007 (BUR n. 7 del 7 aprile 2007), sottoscritta dal Presidente Loiero, in cui al punto 11 esclude espressamente il diritto al riconoscimento dell'extrabudget, ai sensi della sentenza del Consiglio di Stato adunanza plenaria n. 8/2006;
quanto sopra esposto è riscontrabile nei due post, datati 13 e 14 settembre 2009, pubblicati sul blog «Guardie o Ladri» del Sole 24 Ore, a cura di Roberto Galullo;
all'interpellante nasce il fondato timore che nel debito da ripianare, con pesanti sacrifici dei cittadini calabresi, possano essere aggiunte somme in realtà non dovute, con una quantificazione del debito, di per sé già consistente, maggiore di quello reale -:
i motivi per i quali il Governo nazionale non abbia provveduto a tutt'oggi al commissariamento della sanità calabrese, per come dovuto e come, peraltro, più volte richiesto dall'interpellante attraverso la presentazione di atti di sindacato ispettivo, sempre privi di risposta;

se non ritengano di affidare l'eventuale incarico di commissario a persona diversa dall'attuale Presidente della regione Calabria;
se nella verifica del «Piano di rientro» siano stati inseriti importi relativi a transazioni dell'ultima ora, che potrebbero riguardare, come quella sopra richiamata dall'interpellante, debiti non riconoscibili.
(2-00470)«Angela Napoli».

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, il Ministro della difesa, per sapere - premesso che:
i dipendenti dell'Associazione nazionale combattenti e reduci (ANCR), impiegati come guardie giurate presso la Federazione provinciale di Roma Istituto vigilanza Urbe, lamentano lo stato di precariato in cui versano ormai da circa quattro anni;
i lavoratori protestano contro il cambio di gestione dell'ente, trasformato in soggetto privato. Il passaggio da dipendenti pubblici ad addetti di un'impresa privata comporterebbe un peggioramento delle condizioni contrattuali, un salario minore e tutele più basse;
sono in corso da settimane manifestazioni delle guardie giurate, che chiedono «un intervento dei governo a soluzione della vertenza, che garantisca loro di continuare a lavorare con gli stessi diritti e requisiti già posseduti»;
giova ricordare che all'Associazione nazionale combattenti e reduci è stata riconosciuta, con regio decreto n. 850 del 19 aprile 1923, l'esclusiva rappresentanza nonché la tutela degli interessi morali e materiali dei combattenti e reduci presso il Governo e che con regio decreto n. 1371 veniva eretto in ente morale, con scopi e funzioni sociali e di assistenza nei confronti della categoria dei combattenti e reduci;
dopo alcuni tentativi di distaccare i dipendenti dell'ente e di cedere il ramo di azienda, il Presidente dell'ANCR si è rivolto persino al Tribunale civile di Roma, sezione fallimentare, per chiedere l'applicazione della legge n. 270 del 1999 in materia di stato di crisi delle grandi imprese: richiesta rigettata per due volte in quanto non applicabile ad un ente morale;
in una nota integrativa al giudice, il Presidente dell'ente dichiarava che sia la Federazione che l'Istituto di vigilanza urbe erano soggetti autonomi rispetto all'ente morale ma, successivamente a tale nota, il Tribunale di Roma dichiarava lo stato di insolvenza della sola federazione provinciale di Roma dell'ANCR;
i dipendenti si sono opposti a tali soluzioni in quanto gli stessi risultano essere dipendenti diretti dell'ente ANCR ed iscritti all'INPDAP e temono di perdere le relative garanzie occupazionali e tutti i diritti ad esse connesse;
a sostegno delle tesi dei dipendenti è stata fatta una ricerca storica inerente alla reale condizione giuridica dell'ente morale e dell'annesso Istituto di vigilanza da cui emerge in maniera inequivocabile la posizione giuridica dei dipendenti dell'ente ANCR;
tra l'altro, la Procura di Roma ha acquisito documentazione inerente alla vicenda e disposto sequestri presso le sedi dell'ANCR;
l'anomalia del caso e gli atti giudiziari in corso dovrebbero consigliare maggiore prudenza nell'adozione di atti da parte di tutti i soggetti interessati alla scissione dell'Istituto di vigilanza dall'ente ANCR -:
se non ritengano di adottare urgenti iniziative volte a trovare una soluzione alla vicenda evidenziata in premessa, nel rispetto dei legittimi diritti dei dipendenti e nel rispetto delle leggi che disciplinano gli enti di identica natura.
(2-00471)«Ciocchetti, Dionisi, Vietti».

Interrogazioni a risposta orale:

BURTONE, BERRETTA, SAMPERI e CARDINALE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
il 29 ottobre 2002, in provincia di Catania, si è verificato un grave evento sismico ed eruttivo, che ha interessato il vulcano Etna ed ha coinvolto i comuni di Aci Catena, Acireale, Belpasso, Castiglione di Sicilia, Giarre, Linguaglossa, Milo, Nicolosi, Piedimonte Etneo, Ragalna, Santo Alfio, Santa Venerina e Zafferana Etnea;
l'Ordinanza del presidente del Consiglio dei Ministri, n. 3254 del 29 novembre 2002, ha disposto lo stato d'emergenza per tutto il territorio dei comuni sopra citati, preventivando i benefici necessari a favore delle popolazioni residenti, in vista della ricostruzione di tutti gli edifici danneggiati dal sisma, nonché il ripristino di tutte le attività economiche presenti nel territorio e la regolarità dei servizi pubblici essenziali, preordinati per il ritorno all'ordinario;
la predetta emergenza è stata prorogata con apposita ordinanza ministeriale, ininterrottamente, fino al 31 dicembre 2008;
la situazione emergenziale persiste, ancora, quindi, ricorrono i presupposti previsti dall'articolo 5, comma 1, della legge 24 febbraio 1992 n. 225;
con direttiva del presidente della Regione siciliana dell'11 giugno 2003 sono state adottate le norme in materia di ricostruzione e riparazione degli edifici pubblici e privati; sono state finanziate 27 pratiche di ricostruzione opere pubbliche per un importo di euro 20.611.437,00;
allo stato attuale risultano non coperte da finanziamento 1434 pratiche di ricostruzione di edifici privati per un importo totale di euro 66.046.440,00 e 90 opere pubbliche per un importo totale di euro 116.876.550,00;
ragioni di equità e giustizia sociale impongono parità di trattamento per tutti i cittadini che hanno subito ingenti danni patrimoniali a seguito degli eventi sismici ed eruttivi, di cui in premessa, per la qualcosa la paventata carenza di finanziamenti comporterebbe ingiustificate e dannose sperequazioni tra situazione del tutto analoghe;
occorre finanziare ulteriormente e concludere il processo di ricostruzione post sisma, includendo, anche, la riparazione di quegli edifici danneggiati, ma privi di ordinanza di sgombero, nonché realizzare tutte le opere di messa in sicurezza della viabilità, di chiese e di scuole -:
quali iniziative intenda adottare affinché siano stanziate le rimanenti somme, per completare la ricostruzione.
(3-00659)

MIGLIORI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
nella serata di ieri, intorno alle ore 22, diverse zone dell'Italia centrale sono state colpite da un fenomeno sismico di riguardevole intensità, superiore al 4o grado della Scala Richter; fra queste, la provincia di Firenze e, in particolare, la zona del Mugello -:
se il Governo intenda comunicare ogni elemento a sua disposizione sulle caratteristiche del terremoto, sull'entità dei danni da esso arrecati e sull'attività e le modalità di intervento messe in atto dalla Protezione Civile.
(3-00660)

Interrogazioni a risposta scritta:

NACCARATO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
Sul colle della Rocca di Monselice, in provincia di Padova, all'interno del Parco dei Colli Euganei, si sono verificate due ulteriori frane nei giorni di giovedì 3 settembre e nella notte tra il 7 e l'8

settembre 2009 dopo episodi analoghi di altri movimenti franosi già segnalati in una precedente interrogazione parlamentare;
in particolare, lo scrivente interrogava il Presidente del Consiglio e il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare già in data 6 aprile 2009 per segnalare la situazione di pericolo e allarme per le frane in atto sul colle della Rocca di Monselice;
ancora oggi le verifiche predisposte dal genio civile, dalla regione Veneto e della provincia di Padova si sono dimostrate inefficaci per prevenire ulteriori crolli e il ripetersi di tali episodi di sfaldamento del colle continuano a destare grande preoccupazione nella popolazione della città di Monselice, in particolare nei cittadini le cui abitazioni si trovano proprio ai piedi del colle della Rocca;
il colle della Rocca di Monselice in passato è già stato fatto oggetto di estrazione di materiale lapideo e ulteriori escavazioni potrebbero comprometterne la consistenza;
in particolare, nel 2007 sul colle della Rocca sono iniziati i lavori per la costruzione di un ascensore sulla base di un progetto, finanziato dalla giunta regionale del Veneto, attraverso un contributo dell'Unione europea pari a 3.000.000 di euro, che prevede l'escavazione di una galleria interna al colle per la cui realizzazione sarà necessario estrarre circa 4.500 metri cubi di materiale;
diverse associazioni ambientaliste della provincia di Padova hanno però espresso forti preoccupazioni per i danni che i lavori possono arrecare all'equilibrio idrogeologico del colle della Rocca. Inoltre, nel corso dei lavori si sono evidenziate notevoli difficoltà causate dall'estrema friabilità della roccia;
i lavori sono stati interrotti nel maggio del 2008 dall'intervento dell'autorità giudiziaria che ha aperto un'indagine per accertare la conformità tra l'intervento in questione e le norme sulla programmazione urbanistica;
inoltre, il 27 settembre 2007, lo scrivente interrogava il Ministro dell'ambiente circa la legittimità della procedura intrapresa per la realizzazione dell'ascensore della Rocca e denunciava che gli interventi previsti nel progetto erano in contrasto con quanto previsto dal piano ambientale del parco dei Colli Euganei -:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti sopra esposti e quali iniziative di propria competenza intenda adottare per la messa in sicurezza del colle della Rocca di Monselice al fine di evitare ulteriori frane che metterebbero ulteriormente in pericolo la popolazione;
quali iniziative intenda adottare per tutelare uno dei siti archeologici più importanti e significativi della provincia di Padova.
(4-04141)

PALOMBA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
con la legge 23 luglio 2009, n. 99 sono state delegate al Governo numerose funzioni concernenti il «ritorno» del nucleare in Italia, fra le quali l'individuazione dei siti per nuove centrali e per uno o più depositi per lo stoccaggio delle relative scorie;
è giunta notizia che in questi ultimi mesi siano state svolte almeno tre riunioni governative finalizzate all'individuazione di siti che possano accogliere le scorie già esistenti e future provenienti dal ciclo di produzione di energia elettrica da fonte nucleare, alle quali avrebbe preso parte, in rappresentanza della, regione autonoma della Sardegna, il direttore generale dell'assessorato regionale della difesa dell'ambiente;
sarebbe stato preso in considerazione un sito ritenuto potenzialmente adeguato per lo stoccaggio delle scorie nucleari nel territorio regionale sardo,

precisamente nella miniera di Monte Sinni - Nuraxi Figus (Comuni di Gonnesa e Carbonia);
nel caso in cui tale notizia sia vera occorre rimandare l'inaccettabilità di un provvedimento che riguarda la Sardegna, con riferimento a siti di natura nucleare, per le popolazioni che resterebbero così severamente colpite in un territorio che guarda al turismo come risorsa e nel frattempo vedrebbe rendere inutilizzabile una struttura operativa sulla quale sono stati effettuati ingenti investimenti dalla Regione Sarda -:
se il Presidente del Consiglio dei ministri possa confermare o smentire tale notizia informalmente appresa;
sulla base di quali nuovi ed approfonditi studi ambientali, territoriali e geologici il Governo si appresti ad effettuare la scelta dei siti per le centrali o per lo stoccaggio di scorie radioattive entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge n. 99 del 2009, (gennaio 2010) o se intenda avvalersi di quelli già esistenti;
se comunque possa escludere che centrali nucleari o siti di stoccaggio di scorie radioattive possano essere installati in Sardegna, ove la popolazione è assolutamente contraria a tale eventualità;
quali procedure di partecipazione delle regioni, delle autonomie locali e delle popolazioni interessate alle decisioni siano state predisposte o programmate per garantire una condivisione di scelte così rilevanti per il presente ed il futuro della Repubblica, con particolare riferimento alle popolazioni sarde che sarebbero colpite da una così grave decisione e che, per molteplici ragioni (antieconomicità, autosufficienza energetica, enorme difficoltà di trasporto dell'energia, penalizzazione di popolazioni atavicamente già penalizzate, eccetera), hanno già espresso ed ancor più porranno in essere la non accettazione di qualsiasi provvedimento di insediamento di materiale nucleare nell'isola.
(4-04169)

IANNACCONE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
per il territorio del comune di Montaguto in provincia di Avellino la Giunta regionale della Campania, con deliberazione del 2 maggio 2006, richiedeva al Consiglio dei ministri la dichiarazione dello stato di emergenza a causa di un movimento franoso che crea una situazione di grave pericolo;
con il decreto 12 maggio 2006 il Presidente del Consiglio dei ministri dichiarava lo stato di emergenza nel territorio del comune di Montaguto per la situazione venutasi a creare a seguito della frana;
con la deliberazione n. 23 del 6 giugno 2006 la provincia di Avellino chiedeva al Presidente del Consiglio dei ministri di risarcire e applicare le agevolazioni fiscali alle attività che erano state danneggiate dall'evento franoso anche in maniera indiretta;
allo scopo di affrontare gli effetti del movimento franoso nel comune di Montaguto e per realizzare interventi indifferibili e urgenti il Presidente del Consiglio dei ministri con l'ordinanza n. 3532 del 13 luglio 2006 nominava il Presidente della Regione Campania in qualità di Commissario delegato;
l'evento franoso ha causato anche l'interruzione della strada statale 90 «delle Puglie» causando in questo modo gravi effetti negativi per il tessuto economico, tenendo conto che questa strada rappresenta una basilare via di comunicazione tra l'Irpinia e il Tavoliere delle Puglie;
ad oggi interventi nei confronti del dissesto idrogeologico causato dall'evento franoso, registrano un gravissimo ed immotivato ritardo che oltre a creare un danno per l'economia del territorio interessato, crea pesanti disagi alla cittadinanza residente;

il termine per lo stato di emergenza era fissato al 31 maggio 2007, ma al momento non sono conosciuti né quali siano gli interventi programmati né i tempi di realizzazione, in particolare il Commissario delegato avrebbe dovuto definire, con l'Anas e Rete ferroviaria italiana, un piano per il ripristino della viabilità relativa alla strada statale 90, il che non può che aggravare la situazione;
risulta, altresì, all'interrogante che a tutt'oggi centinaia, di tonnellate di terreno e detriti siano depositati in prossimità del torrente Cervaro, questi se non rimossi immediatamente potrebbero causare, in presenza di esondazioni, ulteriore disastro ambientale -:
se i fatti esposti in premessa corrispondano al vero e in tal caso quali siano le cause di quello che, ad avviso dell'interrogante, è un inammissibile ritardo negli interventi;
quali iniziative intenda intraprendere allo scopo di evitare il perdurare della situazione venutasi a creare con l'evento franoso nel comune di Montaguto, al fine di realizzare definitivamente e in tempi certi tutti gli interventi programmati e a questo punto indifferibili;
se non intenda prendere misure a sostegno delle attività economiche che sono state gravemente danneggiate a seguito della frana.
(4-04175)

CESARE MARINI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il ritrovamento di un mercantile, dolosamente inabissato lungo le coste tirreniche, all'altezza di Cetraro in Calabria, ad una distanza dalla terra ferma di circa cinque miglia, giacente ad una profondità di cinquecento metri, carico di fusti che, dalle prime indagini, sembrano contenere scorie radioattive, rappresenta un inquietante episodio di assoluta gravità, dagli imprevedibili drammatici scenari futuri;
l'individuazione del relitto, dovuta all'esperienza investigativa e al senso del dovere del Procuratore della Repubblica di Paola, dottor Bruno Giordano, ripropone un quadro di diffusa illegalità per il fondato sospetto di commistione, nella vicenda, di loschi individui della 'ndragheta, apparati dello Stato, amministratori di aziende pubbliche e private, affaristi e maneggioni;
esiste un pericolo immediato e grave per la salute dei cittadini residenti nelle comunità della costa, esposti alla contaminazione delle sostanze cancerogene, abbandonate in fondo al mare, non sufficientemente protette dai contenitori, sottoposti alla forte pressione dell'acqua e abbandonati alle violenti correnti marine;
il Procuratore di Paola, riprendendo le indagini, iniziate alcuni anni fa a seguito delle rivelazioni di un pentito che ha svelato il ruolo della 'ndragheta nello smaltimento di materiale nocivo e delle complicità nel malaffare, ha acceso i riflettori su uno dei più gravi delitti della nostra epoca: la contaminazione radioattiva dello spazio;
il pentito Francesco Fonti, figura di vertice della mafia calabrese, ha riferito dell'affondamento di diversi mercantili pieni di sostanze radioattive e la precisa indicazione della posizione del natante di Cetraro ne è un positivo riscontro;
la delicatezza, complessità e pericolosità delle indagini consigliano un impegno diretto di sostegno del Governo nazionale per proteggere e supportare le iniziative del Procuratore dottor Giordano e la rapida istituzione di un coordinamento tra i diversi filoni investigativi sulle ecomafie e sugli episodi, non ancora completamente chiariti degli anni passati, ad iniziare dall'assassinio della giornalista Ilaria Alpi;

il ministero dell'ambiente e la Protezione Civile Nazionale, preposti istituzionalmente a tutelare, di concerto con il ministero della sanità, la salubrità e la sicurezza dei territori, sono i naturali interlocutori delle autorità regionali e locali e, in queste funzioni, sono chiamati a sostenere e a supportare con tutti i mezzi necessari le attività investigative della Procura di Paola, come ha fatto con indiscutibile merito la Giunta della Regione Calabria;
troppi sono i misteri calabresi legati all'economia del crimine che attendono di essere svelati per ricostituire la fiducia dei cittadini verso lo Stato;
dal delitto Ligato, alle morti bianche,alla presunta esistenza di logge massoniche deviate, al ruolo di esponenti dei servizi segreti, ai rapporti tra dirigenti politici, apparati dello Stato, operatori economici e 'ndragheta, all'episodio delle accuse a Mancini di complicità mafiosa per delegittimarlo nel crepuscolo della prima Repubblica e indebolire il suo meridionalismo nella fase di nascita della questione settentrionale, molti sono gli episodi di rimozione della verità;
la diffusa sfiducia verso lo Stato si nutre pure delle mancate risposte di chiarezza e di verità sulle pagine buie della storia recente;
la posizione geografica della Calabria è approdo ideale del traffico delle droghe, della tratta delle donne, del commercio delle armi e di tutti gli scambi vietati dalle leggi;
l'assenza dello Stato nel garantire la sicurezza dei cittadini non favorisce il radicamento della democrazia, specie quando emergono, come è avvenuto di recente a Crotone, inquietanti episodi di interramento sotto il bitume delle strade e nelle costruzione di civili abitazioni e di scuole di rifiuti cancerogeni proveniente dalla dismessa fabbrica della Pertusola;
la compostezza della popolazione calabrese nell'apprendere dalle dichiarazioni del pentito l'esistenza di un vero cimitero di bastimenti nei fondali dei mari Jonio e Tirreno, carichi di rifiuti altamente tossici, non deve essere scambiata per rassegnazione indolente;
l'intera società calabrese ritiene doverosa un'azione dello Stato tempestiva e incisiva a difesa delle popolazioni, minacciate dal pericolo reale di disastro ambientale;
la ricerca della verità e lo sforzo continuo dei poteri pubblici di bonificare la società da tutte le forme di violenza, assassinio, illecito arricchimento, brutale uso della violenza, vivificano la democrazia -:
quali iniziative si intendano prendere per tutelare la salute dei cittadini dal rischio di contaminazione;
se si ritenga organizzare un programma di decontaminazione di tutti i siti contenenti materiale radioattivo e comunque tossico;
quale collaborazione si reputa opportuno dare alla Procura di Paola;
quali azioni si pensi promuovere per concordare con l'Unione Europea e con le organizzazioni multilaterali internazionali una efficace iniziativa finalizzata a garantire la sicurezza nello smaltimento delle scorie radioattive.
(4-04176)

ZAMPARUTTI, BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 5 del decreto legge 28 aprile 2009, n. 39 stabilisce che: «...i termini di scadenza, ricadenti o decorrenti nel periodo che va dal 6 aprile 2009 al 31 luglio 2009, relativi a vaglia cambiari, a cambiali e ad ogni altro titolo di credito o atto avente forza esecutiva, sono sospesi per lo

stesso periodo. La sospensione opera a favore dei debitori ed obbligati, anche in via di regresso o di garanzia, salva la facoltà degli stessi di rinunciarvi espressamente»;
il termine del 31 luglio 2009 è stato poi prorogato al 31 dicembre 2009 con una ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri numero 379;
eppure secondo notizie stampa si sono verificati numerosi casi in cui le banche hanno continuato a prelevare dai conti correnti le rate del mutuo, agli ignari clienti terremotati;
in particolare i cittadini abruzzesi colpiti dal terremoto si sarebbero sentiti dire che le banche non erano state avvertite e che cioè spettava al cliente comunicare di voler far valere il diritto in questione;
il presidente dei giovani commercialisti Ettore Perrotti in una intervista avrebbe confermato che: «In alcuni casi le banche hanno negoziato titoli di credito e questo è stato un comportamento scorretto, perché il decreto prevede la sospensione»;
questo comportamento avrebbe messo in difficoltà i clienti terremotati, prosciugando talvolta i conti di ignari clienti, e le piccole medie aziende che poi, nonostante la drammatica situazione anche economica in cui il terremoto li ha fatti precipitare, sono stati costretti a eliminare i passivi del conto corrente, per evitare l'iscrizione alla centrale rischi -:
se corrisponda al vero quanto riportato nelle premesse;
quali provvedimenti intendano adottare per chiarire se vanno pagati o meno gli interessi sui mutui relativamente al periodo per il quale il decreto Abruzzo dispone la sospensione.
(4-04178)

...

AFFARI ESTERI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri, per sapere - premesso che:
nelle prossime settimane il Consiglio generale dell'Unesco, l'organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza, la cultura e la comunicazione, deciderà la nomina del nuovo direttore generale;
tra i più quotati candidati c'è Farouk Hosni, ex Ministro della Cultura egiziana e per oltre un ventennio tra i più ascoltati consiglieri del presidente Mubarak, responsabile in tale posizione delle scelte ad avviso dei presentatori del presente atto, censorie e illiberali che hanno contraddistinto le scelte del Governo egiziano in tema di diffusione delle idee e promozione del dibattito culturale;
peraltro, Farouk Hosni è stato protagonista, non più tardi di un anno fa, di un gravissimo episodio al Parlamento egiziano nel quale ha dichiarato di voler «bruciare i libri israeliani» conservati nelle biblioteche egiziane, circostanza che lo stesso ha ammesso e confermato in alcune interviste alla stampa francese e italiana, pur cercando di scusarsene e di trovare improbabili giustificazioni;
su diversi giornali europei, da Le Monde a Foreign Policy e in particolare su Il Foglio e Il Corriere della Sera in Italia, alcuni articoli hanno ricostruito le posizioni antisemite e fortemente illiberali del ministro Hosni cui si fanno risalire decisioni censorie molto gravi quali la messa al bando in Egitto dei film «Shindler's list» o «The band's visit», film israeliano premiato a Cannes, o ancora la distruzione delle opere del poeta arabo Abu Nuwas, la messa all'indice di una novantina di libri dall'Università americana al

Cairo e soprattutto il boicottaggio della costruzione di un Museo di storia ebraica egiziana;
per questi motivi, la candidatura di Farouk Hosni, sostenuta fortemente dal presidente Mubarak e sostenuta anche da Libia e Sudan, ha sollevato un'ondata di sconcerto ed indignazione in molti paesi europei e nella comunità intellettuale, portando perfino ad un appello pubblico contro la candidatura al vertice Unesco, promosso da Bernerd Henry-Levy, Claude Lanzmann e Elie Wiesel;
il nome di Hosni Farouk sembrerebbe imbarazzare anche il ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, propenso, secondo indiscrezioni giornalistiche, a non fare esprimere a Parigi, sede dell'Unesco, preferenze su tale candidatura;
l'Italia, invece, parrebbe orientata a sostenere la candidatura di Farouk Hosny, secondo le dichiarazioni del presidente della Commissione nazionale per l'UNESCO, Giovanni Puglisi, riportate su Il Foglio dello scorso 3 settembre, il quale riferisce anche di colloqui in tal senso del premier con il Presidente Mubarak;
la scelta di nominare Farouk Hosny a Direttore generale dell'UNESCO appare inopportuna e grave in quanto promuoverebbe al vertice di un'organizzazione internazionale devota alla diffusione della cultura, alla tutela del patrimonio artistico e alla valorizzazione dell'arte quale forma di dialogo e di pace, un personaggio conosciuto per le sue posizioni del tutto contrarie a questo spirito, contraddistintesi per scarsa tolleranza verso il dibattito intellettuale, e per azioni censorie tese più a ridurre la circolazione delle idee che a favorirla;
l'importanza dell'Italia nell'UNESCO e in generale nell'azione internazionale per tutelare e promuovere il patrimonio culturale e artistico dell'umanità, di cui proprio il nostro Paese è in qualche modo custode privilegiato per la presenza di monumenti, opere d'arte, vestigia di antiche civiltà, attribuisce all'eventuale sostegno per uno dei candidati un peso e un rilievo di particolare importanza -:
quale sia l'orientamento, se già espresso o in corso di formazione, dell'Italia sulle candidature avanzate per ricoprire la carica di Direttore generale dell'UNESCO e sulla scorta di quali valutazioni politiche si siano formate.
(2-00472)
«Vernetti, Gentiloni Silveri, Nirenstein, Calgaro, Esposito, Corsini, Giorgio Merlo, Zampa, Mecacci, Della Vedova, Barbieri, Lusetti, Pezzotta, Galletti, Zaccaria, Narducci, Zamparutti, Libè, Fiano, Bosi, D'Antona, Pianetta, Viola, Velo, Rossomando, Gozi, Ciocchetti, Madia, Adornato, Mantini, Ruggeri, Poli, Ria, Santagata, Occhiuto, Mondello, La Malfa».

TESTO AGGIORNATO AL 28 MARZO 2011

...

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazioni a risposta scritta:

BORDO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la zona del Gargano, con particolare riferimento al territorio dei comuni di San Giovanni Rotondo e San Marco in Lamis, è stata colpita, lo scorso 11 settembre 2009, da violenti piogge che hanno provocato una vittima ed ingenti danni al patrimonio pubblico ed a quello privato, particolarmente alle infrastrutture viarie ed alle produzioni agricole di pregio;

gli smottamenti di terreno e l'esondazione dei canali dei principali bacini imbriferi dell'area hanno determinato un danno ambientale di particolare rilevanza all'interno del perimetro del Parco nazionale del Gargano, aggravando il già diffuso e grave fenomeno del dissesto idrogeologico;
l'evento calamitoso ha colpito un'area, sostenuta dall'Unione europea e ad elevato valore aggiunto commerciale, in cui si producono olive, destinate alla trasformazione in pregiato olio extravergine, per la cui coltivazione sono impiegati centinaia di lavoratori agricoli;
è attualmente in corso la valutazione dei danni subiti dalle infrastrutture, comprese quelle energetiche e telefoniche, e dalle aziende agricole, che stime attendibili già indicano in almeno 20 milioni di euro;
i consigli comunali delle città interessati dall'evento alluvionale hanno deliberato la richiesta di riconoscimento dello stato di calamità naturale da parte dello Stato e della Regione Puglia -:
se il Governo intenda procedere con urgenza al riconoscimento dello stato di calamità naturale per le zone colpite dall'alluvione;
se il Governo intenda stanziare un fondo straordinario di 10 milioni da impiegare per interventi in conto capitale e finanziamenti a tasso agevolato in favore delle aziende agricole danneggiate, anche in deroga alle norme che regolano l'intervento dello Stato in casi del genere;
se il Governo intenda assegnare alla Regione Puglia un fondo straordinario di 10 milioni di euro, vincolato agli interventi di ricostruzione e manutenzione straordinaria della rete viaria provinciale e comunale dell'area alluvionata, nonché alla messa in sicurezza delle porzioni di territorio colpiti da dissesto e dei corsi d'acqua esondati allo scopo di prevenire ulteriori danni al territorio ed alle comunità.
(4-04130)

CASSINELLI e SCANDROGLIO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
tra domenica 6 e lunedì 7 settembre 2009 alcuni territori della Provincia di Genova e della Provincia della Spezia sono rimasti interessati da roghi di enorme portata, la cui origine pare essere di matrice dolosa, che hanno recato gravissimi danni alla vegetazione dell'entroterra, hanno letteralmente mandato in tilt il traffico sull'autostrada A12 e sulla SS1;
circa 800 ettari di vegetazione sono bruciati sul Monte Fasce e sul Monte Moro, e le fiamme hanno causato pesanti disagi nei quartieri genovesi di Quarto, Quinto, Nervi e Sant'Ilario, nei comuni del levante ed in alcune località dello spezzino come Corniglia e Vernazza;
fortunatamente non risulta vi siano abitazioni che abbiano particolarmente sofferto le conseguenze degli incendi, ma le fiamme hanno distrutto amplissimi terreni, pubblici e privati, causando così un iniquo danno economico ai proprietari -:
quali iniziative il Governo intenda assumere affinché cessi il verificarsi di incendi che ogni estate devastano i territori nazionali;
se il Governo non ritenga opportuno intervenire a sostegno dei soggetti, pubblici e privati, che hanno patito danni in conseguenza degli incendi sviluppatisi in Liguria tra il 6 ed il 7 settembre.
(4-04140)

DIMA e CARLUCCI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il 26 agosto 2009, una vasta area del litorale jonico reggino e più precisamente quella ricadente nei Comuni della Locride, è stata interessata dallo sversamento a mare di idrocarburi che ha causato, per via delle correnti marine, il deposito sull'arenile di una notevole quantità di catrame che ha, di conseguenza, provocato il

giustificato allarme delle istituzioni locali sul fatto che si fosse verificato un vero e proprio disastro ambientale;
nel corso delle ore immediatamente successive all'individuazione delle chiazze di idrocarburi, si è provveduto a porre in essere le prime, immediate misure finalizzate a garantire la pulizia del mare e delle spiagge attraverso l'utilizzo di imbarcazioni speciali a ciò preposte;
grazie al tempestivo intervento delle strutture tecniche della regione e dei sindaci dei comuni colpiti, si è riusciti a limitare i danni e soprattutto ad evitare che si verificasse un vero e proprio disastro ambientale;
il fenomeno in questione è quasi sicuramente da attribuire alla condotta fortemente criminosa di una nave in transito che, in violazione della normativa comunitaria MARPOL, ha sversato in mare una notevole quantità di idrocarburi -:
quali iniziative, il Ministro dell'ambiente, intenda avviare, di concerto con la regione ed i comuni interessati, al fine di avviare un'approfondita opera di bonifica del litorale e del mare nonché di tutelare l'ecosistema marino.
(4-04144)

DIMA e CARLUCCI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il Crati è il fiume più importante della Calabria per ricchezza d'acqua (26 mc/sec alla foce), lunghezza (91 Km) e superficie del bacino idrografico (2.440 km quadrati);
lo stesso, nonostante l'importanza rivestita nel sistema fluviale regionale, versa in una condizione di incuria e di disinteresse così forte da essere stato trasformato, in alcuni suoi punti e nel corso degli ultimi anni, in un vero e proprio deposito di rifiuti, in alcuni casi altamente pericolosi per il sistema eco-ambientale esistente;
le associazioni ambientaliste hanno più volte posto all'attenzione delle istituzioni competenti la necessità di avviare un complessivo ed organico progetto di recupero, tutela e valorizzazione di questo fiume che, nella sua parte finale, tra il Comune di Tarsia e quello di Corigliano Calabro, ed alla sua foce, tra i Comuni di Corigliano e Cassano all'Ionio, in provincia di Cosenza, riveste particolare importanza sotto il profilo naturalistico tanto da esservi stata istituita la riserva naturale regionale «Lago di Tarsia e Foce del Fiume Crati»;
lo stato di abbandono è così grave che, nel corso degli anni, sono stati registrati preoccupanti fenomeni di moria di pesci che, per ampiezza del corso d'acqua interessato, hanno destato giustificato allarme tra i cittadini;
nel corso di numerose ispezioni effettuate lungo il Crati, è stata rilevata la presenza di materiali altamente inquinanti come eternit, pneumatici, carcasse d'auto, inerti ed altro;
nelle aree attraversate dal fiume insistono numerosi insediamenti abitativi e molteplici insediamenti agricoli ed industriali che potrebbero scaricare, in maniera incontrollata, acque reflue non depurate provocando così un grave danno ambientale;
questa situazione potrebbe arrecare danni irreparabili ad un fiume che ha un ecosistema molto fragile ed è sempre più martoriato dall'irresponsabilità dei cittadini -:
quali iniziative, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, intenda porre in essere, d'intesa con la Regione Calabria ed i Comuni interessati, per avviare una concreta e puntuale opera di bonifica del corso d'acqua nonché di tutela e salvaguardia dello stesso.
(4-04145)

PES e CALVISI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
in data 9 settembre 2009, la Capitaneria di Porto di Oristano ha reso noto, attraverso la pubblicazione in quotidiani locali (La Nuova Sardegna) e nazionali (La Repubblica, Il Corriere della Sera), nonché sul BURAS Regione Sardegna, sulla Gazzetta Ufficiale Europea (SIMAP) e nell'albo dei comuni interessati, l'istanza di concessione demaniale marittima sessantennale presentata dalla Ditta «Is Arenas Renewable Enerles srl» in data 19 maggio 2009, e assunta a protocollo il 21 maggio 2009 cn il n. 3685;
con tale istanza è stato chiesto di realizzare e mantenere un impianto di generazione eolica off-shore nelle acque territoriali della Sardegna centro occidentale, in località Is Arenas - Su Pallosu;
la superficie interessate è di 21.698.062,00 metri quadrati (specchio acqueo) e di 450 metri quadrati (area demaniale);
l'impianto e le relative opere connesse constano di 80 turbine eoliche, cavi di interconnessione per le turbine, cavi sottomarini;
la dimensione delle turbine non è indicata nell'istanza, ma stando a quanto pubblicato in data 31 luglio 2009, dal quotidiano l'Unione Sarda si tratterebbero di pale alte oltre 80 metri da inserire in un fondale di 35 metri;
nell'avviso sono esposti i benefici ambientali in termini di riduzione di emissioni atmosferiche e di risparmio nell'uso del petrolio, sui cui benefici non si può che essere d'accordo;
la zona indicata è un'aerea di forte interesse ambientale e paesistico, nonché turistico;
nelle prossimità della zona vi è uno dei 24 monumenti naturali della Sardegna (l'arco di S'Archittu), ai sensi della legge regionale 31 luglio 1985 (provvedimento istitutivo: decreto assessorato difesa ambiente n. 703 del 29 aprile 1993);
sempre nelle prossimità vi è un SIC (Sito di interesse comunitario) «Is Arenas»; per garantire a tale area un'adeguata tutela è stato approvato un piano di gestione che prevede tra l'altro l'ampliamento del perimetro del SIC per una superficie pari a circa 163 ettari a terra, per la tutela dell'habitat dunale e a circa 3.850 ettari a mare, per la tutela dell'habitat marino di prateria di Posidonia Oceanica, secondo la perimetrazione individuata e prodotta in allegato al Piano di gestione stralcio (approvato dalla regione Sardegna con deliberazione n. 20/1 del 28 aprile 2009);
l'autorizzazione all'installazione degli impianti eolici-off shore è regolata dalla finanziaria 2008 (articolo 2, comma 158, che sposta il procedimento approvativo in capo allo Stato);
la valutazione ambientale in tali casi può essere considerata secondo un interpretazione della legislazione vigente (legge 23 luglio 2009, n. 99) come afferente allo stato e non alla regione;
la sottrazione di spazio di mare al pubblico utilizzo (pesca, attività ricreative, attrazione turistica) originerebbe una serie di problematiche ambientali e paesaggistiche di non poco conto, quali un immediato impatto visivo ed acustico, l'alterazione dell'ecosistema marino e costiero, l'impatto sulla fauna stanziale e migratoria;
tra gli amministratori dei paesi interessati e nella stessa Provincia di Oristano si registra una crescente ostilità a tale progetto per i gravi pregiudizi che esso arrecherebbe all'economia di quel territorio, basata sulla diffusione del turismo di qualità e sulla valorizzazione dei beni naturali tra i più belli e incontaminati della Sardegna -:
se i Ministri interrogati non ritengano opportuno assumere iniziative a tutela dei beni ambientali minacciati da tale intervento.
(4-04170)

DIMA e CARLUCCI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
la Procura della Repubblica di Paola (Cosenza) ha avviato un'indagine sull'illecito smaltimento di scorie radioattive e di rifiuti pericolosi che ha portato, proprio nelle ultime ore, alla scoperta del relitto di un mercantile fatto affondare a largo delle coste tirreniche calabresi, con a bordo molti fusti dal contenuto sospetto;
questa indagine dimostrerebbe l'esistenza di un traffico finalizzato all'illecito smaltimento di materiale radioattivo gestito da organizzazioni criminali ed attuato attraverso l'utilizzo di mercantili fatti affondare nel Tirreno;
la notizia ha suscitato il giustificato allarme delle popolazioni e delle istituzioni locali per gli alti rischi connessi alla salute dei cittadini ed alla salubrità dell'ambiente anche e soprattutto perché la magistratura paolana ha già dichiarato, molto giustamente, che è necessario ed indispensabile far luce su altri affondamenti sospetti che, nel corso degli anni, si sarebbero verificati a largo delle coste calabresi;
grazie all'impegno ed alla caparbietà del procuratore della Repubblica di Paola, che aveva già avviato un'altra indagine sulla presenza di rifiuti radioattivi nella vallata del fiume Oliva, tra i comuni di Aiello Calabro e Serra d'Aiello, in provincia di Cosenza, si sta scoprendo uno scenario a dir poco sconcertante che riguarderebbe quasi tutti i fondali del Tirreno cosentino dove sarebbero state fatte affondare una trentina di natanti;
questa indagine, oltre alla preziosa collaborazione offerta dalla Regione e dall'ARPACAL, richiede un adeguato sostegno da parte del Ministero competente soprattutto per quanto riguarda la localizzazione di eventuali altri relitti nonché l'accertamento della natura del materiale recuperato e la successiva bonifica dei siti;
vi è già stato, in tal senso, un impegno del gabinetto del Ministro che ha disposto l'immediata costituzione di un gruppo di lavoro ad hoc e l'invio di battelli antinquinamento a dimostrazione di come sia alta l'attenzione del Governo su tutta la vicenda -:
quali ulteriori iniziative, il Ministro interrogato, intenda prendere per rendere ancora più incisiva l'azione del Governo in materia e far sì che si possa sostenere con concretezza lo sforzo delle istituzioni interessate all'accertamento di quanto avvenuto.
(4-04171)

DIMA e CARLUCCI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
la Procura della Repubblica di Paola (CS) sta svolgendo un'indagine sull'esistenza di rifiuti radioattivi in un'area compresa tra i Comuni di Aiello Calabro e Serra d'Aiello, in provincia di Cosenza;
questa indagine, proprio per i risultati clamorosi che sta producendo, è balzata agli onori della cronaca della stampa nazionale per la gravità delle ipotesi delittuose compiute e sulle quali la magistratura inquirente sta tentando di fare piena luce attraverso l'individuazione dei relativi responsabili;
i magistrati della procura della Repubblica sospettano che in questa area sia stata occultata un'enorme quantità di materiale radioattivo che sarebbe frutto, quasi sicuramente, di traffici legati all'illegale stoccaggio di rifiuti tossici e pericolosi;
le perizie tecniche volute dalla magistratura paolana e compiute, nel corso dell'inchiesta, dai carabinieri del Nucleo operativo ecologico, dai funzionari dell'Agenzia regionale per la Protezione ambientale e dagli specialisti dei Vigili del Fuoco hanno accertato, attraverso i carotaggi del terreno e le misurazioni dell'aria, l'esistenza di un livello di radioattività cinque volte superiore al normale nonché la presenza di radionuclidi come il cesio 137, che è la stessa sostanza fuoriuscita

dalla centrale nucleare di Chernobyl, e lo stronzio che sono elementi radioattivi altamente cancerogeni;
anche i rilievi satellitari hanno evidenziato la presenza di escursioni termiche che confermano l'esistenza di sostanze sospette ed avvalorano lo sconcertante esito degli accertamenti compiuti nell'area;
nel territorio dei due comuni del cosentino è stato, inoltre, rilevato un incremento di malattie oncologiche di molto superiore rispetto al resto del territorio, con picchi di incidenza di patologie e di morti, anche di persone dello stesso nucleo familiare, registrati soprattutto negli ultimi otto anni;
l'ipotesi investigativa, sulla quale lavora la magistratura, potrebbe accertare un legame tra i rifiuti radioattivi scoperti tra Serra d'Aiello ed Aiello Calabro e l'affondamento della motonave «Jolly Rosso» che, arenatasi sulle coste del tirreno cosentino negli anni novanta, avrebbe trasportato illegalmente scorie altamente pericolose e si inserisce nello scenario di una serie di naufragi sospetti avvenuti nel Mediterraneo tra il 1981 ed il 1993 che vedrebbero coinvolte una ventina di motonavi con un probabile carico di rifiuti pericolosi;
si rende quanto mai necessario accertare la reale consistenza del materiale occultato e quindi avviare una bonifica integrale del territorio per evitare ulteriori conseguenze negative sull'ambiente -:
se il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare intenda porre in essere, con urgenza, iniziative dirette alla soluzione del problema che riguarda la salute del cittadino e che ha assunto, alla luce degli accertamenti già compiuti dalla magistratura inquirente, dimensioni tali da suscitare doveroso allarme e, soprattutto, se intenda avviare, di concerto con la Regione Calabria e le altre istituzioni del territorio, una seria azione di bonifica dei luoghi finalizzata a tutelare la salubrità dell'ambiente e delle falde acquifere.
(4-04172)

ZAMPARUTTI, BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
risulta che nel giugno del 2005, il settimanale l'Espresso riportò un memoriale di un ex boss della 'ndrangheta, Francesco Fonti detto «Ciccillo». L'ex boss lo aveva consegnato tempo prima alla Direzione nazionale antimafia descrivendo in esso scenari inquietanti di traffici internazionali di rifiuti tossici e radioattivi, faccendieri, mafia, servizi segreti, massoneria;
il suddetto Francesco Fonti parlava di «navi a perdere», cioè navi piene di scorie radioattive e rifiuti tossico-nocivi, fatte affondare allargo della costa di Cetraro, in provincia di Cosenza, nella prima parte degli anni Novanta. Ma parlava anche di spazzatura nociva depositata in Basilicata; diceva: «camion caricati a Rotondella verso le due di notte» con fusti di rifiuti radioattivi che furono «trasportati e seppelliti nel comune di Pisticci, in località Costa della Cretagna, lungo l'argine del fiume Vella»;
il ritrovamento di questi ultimi giorni di relitti di navi nei fondali lungo le coste tirreniche dell'alto cosentino sembrerebbero dimostrare che Francesco Fonti aveva detto la verità e, che quelle navi esistevano davvero;
secondo quanto riportato in una nota dell'associazione Libera, il boss Francesco Fonti avrebbe affermato due anni fa, in un'intervista, di aver depistato e portato gli investigatori nei posti sbagliati perché gli avevano promesso un inserimento nel programma di collaborazione che invece poi non c'è stato e che «la verità è un'altra. Non si sono voluti trovare quei fusti»;
inoltre, da quanto si legge sul quotidiano Corriere della Sera del 15 settembre 2009, avrebbe affermato che in merito all'affondamento di tre navi «abbiamo

pensato che non era tanto intelligente (farle affondare tutte e tre assieme), e abbiamo deciso una di farla affondare lì, le altre due di mandarle una verso lo Ionio, a Metaponto, e l'altra verso Maratea»;
secondo i dati di Legambiente (Rapporto ecomafie 2006) risulta che in Italia dei 134 milioni di tonnellate di rifiuti prodotti, 103 sono gestiti nel ciclo dei rifiuti, mentre mancano all'appello ben 31 milioni di tonnellate di rifiuti pericolosi e non;
si tratta di un dato riferito al 2006 ma che realisticamente pone annualmente la domanda di che fine facciano decine di milioni di tonnellate di rifiuti - pericolosi e non - e che occupano una dimensione pari ad una montagna che ha per base 3 ettari ed altezza 3 mila metri -:
quali iniziative si stiano adottando per verificare, oltre a quanto detto da Francesco Fonti sull'affondamento di navi piene di scorie radioattive e rifiuti tossico-nocivi al largo della costa di Cetraro, anche l'eventuale smaltimento di rifiuti tossici in Basilicata;
come si spieghi che 31 milioni di tonnellate di rifiuti prodotti annualmente sfuggono alla gestione del recupero o dello smaltimento;
quali misure intendano adottare i Ministri interrogati per assicurare la massima trasparenza sui dati ambientali e in materia di smaltimento di rifiuti a partire dalla Calabria e dalla Basilicata per coprire tutto il territorio nazionale.
(4-04174)

...

BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazione a risposta scritta:

IANNACCONE. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
il Comune di Avellino sta realizzando dei lavori di restauro del Castello longobardo sito ad Avellino nei pressi del conservatorio antistante il Teatro Carlo Gesualdo;
i lavori sono prossimi al completamento;
è stata costruita una rampa d'accesso al Castello in materiale ferroso;
i lavori di restauro, considerati invasivi dalla Soprintendenza ai beni archeologici di Salerno - Avellino, sono stati sospesi con un'ordinanza firmata lo scorso 25 luglio 2009 dal Soprintendente Maria Luisa Nava;
detta sospensione ha determinato il blocco di ogni tipo di intervento che riguarda la copertura del pianoro antistante;
la Soprintendenza ai beni architettonici e paesaggistici (BAP) di Salerno - Avellino ha espresso parere favorevole al proseguimento dei lavori;
nonostante ci siano stati numerosi incontri tra l'amministrazione comunale e i funzionari della Soprintendenza ai beni archeologici, l'ordinanza di sospensione dei lavori non è stata revocata;
la ditta che sta eseguendo l'intervento di restauro è stata costretta a mettere in cassa integrazione i 15 operai impegnati e non appena sarà completata la recinzione intorno al maniero lascerà Avellino;
la Sovrintendenza ai beni architettonici di Avellino insiste sulla rimozione della scala in ferro realizzata per consentire l'accesso al castello;
la Giunta comunale di Avellino ha approvato il progetto definitivo per la sistemazione della piazza antistante il Castello che oggi è ridotta ad un parcheggio -:
se corrisponda a vero che la Soprintendenza ai beni architettonici (BAP) abbia espresso parere favorevole al progetto

di realizzazione di una scala ferrosa che non sembrerebbe conforme al contesto architettonico dell'opera;
quali siano le ragioni per le quali la Soprintendenza ai beni archeologici ha espresso un parere difforme da quanto disposto dalla Soprintendenza ai beni architettonici (BAP);
quali iniziative intenda intraprendere per consentire lo sblocco del cantiere e il completamento dei lavori di restauro del Castello Longobardo.
(4-04132)

...

DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:

REGUZZONI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
nella popolazione sono in aumento le dermatiti ed in generale le malattie della pelle;
detto fatto potrebbe essere legato ai prodotti tessili fabbricati all'estero e di scarsa qualità;
la salute delle nostre forze armate rappresenta una priorità assoluta, cui segue il comfort e la praticità, nella scelta dei prodotti tessili -:
a quanto ammontino in valore assoluto le forniture di prodotti tessili del nostro Ministero della difesa (vestiario, lenzuola, tovagliame, spugne...);
quali e quanti controlli di qualità vengano eseguiti;
se nelle gare d'appalto viga il criterio del «massimo ribasso» o se vengano considerati anche altri fattori (qualità, morbidezza, caratteristiche qualitative delle lavorazioni intermedie...);
se anche tra gli appartenenti alle forze armate si riscontri un aumento delle malattie della pelle.
(4-04164)

TESTO AGGIORNATO AL 28 MARZO 2011

...

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta scritta:

TORRISI e CARLUCCI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la normativa vigente, relativa all'obbligo degli enti locali del rispetto del patto di stabilità interno, ha creato non poche incertezze e difficoltà nelle previsioni programmatiche di tanti comuni e province;
per quanto sopra appare urgente una chiara interpretazione delle norme in vigore per evitare eccessi di zelo ed applicazioni pratiche che di fatto possano nuocere e creare danni agli enti locali;
l'obiettivo centrale del contenuto e del significato dei limiti di spesa imposti dalle norme in vigore per il rispetto dei limiti del patto di stabilità interno, è che essi in termini tecnici devono realizzare nei bilanci degli enti locali la «riduzione del saldo finanziario tra entrate finali e spese finali calcolato in termini di competenze miste ossia assumendo, per la parte corrente, gli accertamenti e gli impegni e, per la parte in conto capitale, gli incassi ed i pagamenti», e in termini pratici, devono assicurare la riduzione dell'indebitamento negli enti locali;
l'applicazione delle norme per il rispetto del patto di stabilità, in molti comuni e province, di fatto ha paralizzato l'attività per la realizzazione delle opere pubbliche;
pur ritenendo comprensibile l'obiettivo del rispetto del patto di stabilità, non si comprende in che modo si concorre a ridurre il debito pubblico degli enti locali con la mancata realizzazione di un'opera pubblica finanziata negli anni precedenti dallo Stato e da altri enti pubblici;
in questi casi, si tratta di risorse aggiuntive per i Comuni, con il vincolo della destinazione d'uso per cui non possono essere utilizzate se non per una

specifica infrastruttura, e non hanno nessuna incidenza con l'eventuale indebitamento dei comuni, che dipende dall'impiego di fondi propri o trasferimenti che discrezionalmente possono essere impiegati;
anzi, è la mancata realizzazione di opere già finanziate, soprattutto quelle già appaltate o in corso d'opera con regolare contratto, che possono determinare danni agli enti locali per il mancato rispetto delle clausole contrattuali o per la revoca dei finanziamenti ottenuti. Questi danni, invece, concorrono ad aumentare il debito degli enti locali interessati -:
se sia a conoscenza che tanti Comuni hanno bloccato l'iter per la realizzazione di opere pubbliche già finanziate da altri enti con gare effettuate e anche quelle in corso d'opera sulla scorta di regolari contratti;
se non ritenga opportuno assumere iniziative, anche di carattere normativo, volte a stabilire in modo chiaro ed inequivocabile che non possono essere bloccati i pagamenti alle imprese titolari di contratti stipulati con i comuni per la realizzazione di opere pubbliche già finanziate negli anni precedenti e che non devono essere tenute in considerazione, ai fini del rispetto del patto di stabilità interno, tutte le somme ottenute dai comuni e dalle province da altri enti pubblici finalizzate alla realizzazione di opere pubbliche.
(4-04129)

DONADI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
l'Agenzia delle entrate ha bandito, in data 15 febbraio 2008, un concorso per assunzione a tempo indeterminato di 1.180 funzionari da destinare all'attività di controllo fiscale;
detto concorso prevedeva una prova scritta, una orale, un tirocinio formativo di sei mesi presso gli uffici dell'Agenzia (al quale sono stati ammessi un numero di partecipanti superiore del 40 per cento rispetto ai posti messi a concorso) ed un'ulteriore prova orale al termine del tirocinio;
il percorso concorsuale è stato superato da circa 1.400 partecipanti: 1.180 vincitori e circa 200 idonei;
l'investimento sostenuto dall'Agenzie delle entrate - tra organizzazione di una procedura che ha visto la partecipazione di centinaia di migliaia di giovani laureati e la formazione tramite tirocinio di migliaia di loro - non può andare perduto;
il decreto-legge n. 78 del 2009 (ora legge n. 102 del 2009) ha però previsto il blocco delle assunzioni per tutto il 2009 concedendo deroghe per importanti settori della pubblica amministrazione, ad esempio per la ricerca, ma non per le agenzie fiscali;
il personale selezionato dall'Agenzia delle entrate è viceversa indispensabile per porre un argine all'evasione fiscale che nel nostro Paese ha dimensioni triple rispetto a quelle degli altri Paesi europei, ed è stimata in circa 100 miliardi di euro ogni anno;
peraltro, molti di coloro che hanno superato il concorso a 1.180 posti di funzionario hanno dovuto abbandonare posti di lavoro nel settore privato, condizione indispensabile per partecipare al tirocinio formativo presso l'Agenzia delle entrate;
il prolungamento del tirocinio fino al 31 dicembre 2009 predisposto dal comma 35-bis dell'articolo 17 del decreto-legge n. 78 del 2009 (ora legge n. 102 del 2009), e l'assunzione in servizio dal 2010 hanno come effetto per i vincitori di detto concorso una perdita secca di contribuzione, atteso che il tirocinio formativo non prevede alcuna forma di contribuzione previdenziale e, comunque, non risolve il problema dei circa 200 idonei che non rientrano tra i 1.180 vincitori del concorso;

l'indispensabilità del personale selezionato ai fini del contrasto all'evasione fiscale è suffragata dal fatto che nel frattempo è stato bandito dall'Agenzia delle entrate un altro concorso per 825 funzionari, la cui prima prova scritta si è svolta il 17 luglio 2009 -:
se i Ministri interrogati non ritengano di dovere assumere le opportune iniziative al fine di concedere una deroga al blocco delle assunzioni per le agenzie fiscali che assicuri l'assunzione dei circa 1.400 laureati - vincitori ed idonei - che hanno superato la selezione svolta dall'Agenzia delle entrate, dando così seguito concreto agli impegni più volte enunciati dal Governo ad una seria e fattiva lotta all'evasione fiscale.
(4-04133)

MARINELLO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
in data 10 febbraio 2006 è stato indetto un concorso pubblico, per esami, a 50 posti complessivi per operatore tributario seconda area, fascia retributiva F2, destinati alle direzioni regionali dell'Agenzia delle dogane;
con determinazione n. 8094/2008 la suddetta Agenzia ha approvato la graduatoria generale di merito e sono stati dichiarati i vincitori del concorso pubblico in parola per i posti relativi alla procedura nazionale;
l'assunzione dei vincitori non è ancora avvenuta ad oggi nonostante a gennaio scorso sia stata pubblicata dal dipartimento della funzione pubblica una nota circolare riguardante le autorizzazioni ad assumere che poneva come termine ultimo di assunzione la data 30 giugno 2009;
il termine è scaduto ma né l'Agenzia delle dogane né la funzione pubblica forniscono alcuna informazione o giustificazione relativa alla mancata autorizzazione all'assunzione -:
come il Governo intenda intervenire per rendere operativa tale graduatoria e per permettere l'assunzione dei vincitori del concorso che ne hanno diritto da più di un anno.
(4-04138)

CHIAPPORI, BITONCI e STUCCHI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
i cittadini italiani che prestano, in via continuativa, attività di lavoro dipendente nel Principato di Monaco ed in Francia sono tuttora sottoposti ad un trattamento tributario precario ed iniquo, frutto di una normazione «di emergenza» il cui cursus evolutivo è così riassumibile:
fino al 31 dicembre 2000 il regime fiscale vigente prevedeva la totale esclusione dalla base imponibile dei redditi derivanti dal lavoro dipendente prestato all'estero in via continuativa, quale oggetto esclusivo del rapporto (articolo 3, comma 3, lettera c, decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986 - Tuir);
la norma appena citata veniva abrogata ad opera dell'articolo 36 della legge n. 342 del 21 novembre 2000, con la conseguenza che la situazione tributaria dei «frontalieri» veniva temporaneamente colpita da un vuoto normativo;
tale lacuna veniva frettolosamente e parzialmente colmata quando la legge finanziaria per il 2001, precisamente l'articolo 3, comma 2 della legge n. 388 del 23 dicembre 2000, disponeva, soltanto per l'anno 2001, l'esclusione dalla formazione della base imponibile dei «redditi derivanti dal lavoro dipendente prestato, in via continuativa e come oggetto esclusivo del rapporto, all'estero in zone di frontiera ed in altri Paesi limitrofi, da soggetti residenti nel territorio dello Stato»;
la successiva legge finanziaria per il 2002 disponeva, soltanto, per l'anno 2002, una proroga del provvedimento stabilito nella precedente legge finanziaria;
la legge finanziaria per il 2003, precisamente l'articolo 2, comma 11, della legge n. 289 del 27 dicembre 2002, concedeva ai lavoratori frontalieri una franchigia

fiscale consistente nella deduzione di euro 8000 dall'imponibile Irpef (provvedimento noto come «bonus fiscale»);
tale soluzione veniva successivamente prorogata per gli anni 2004, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009 e 2010;
il suddetto «bonus fiscale» è stato ingiustamente negato ai lavoratori pensionati sulla scorta di una errata interpretazione della norma; il dipartimento delle entrate per la Liguria infatti, con lettera del 27 settembre 2000, indirizzata alla direzione generale delle entrate per la Liguria, ha escluso i frontalieri pensionati dal godimento della franchigia fiscale sull'erroneo presupposto che la norma in esame si riferisca soltanto al reddito percepito nel periodo in cui l'attività lavorativa è effettivamente svolta; siffatta interpretazione tuttavia è stata poi smentita dal garante del contribuente, ufficio per la Liguria; tale organo ha infatti sentenziato che le pensioni, essendo «parte costituente» dei redditi da lavoro, vanno considerate come una retribuzione differita, dunque «le disposizioni legislative relative ai redditi da lavoro devono intendersi riferite anche alle pensioni, che sono conseguenti al lavoro svolto»;
il sistema fiscale vigente in Italia per i lavoratori in questione è suscettibile di un sindacato di costituzionalità per violazione degli articoli 3 e 53 della Costituzione;
è necessario individuare soluzioni che risolvano definitivamente la descritta problematica fiscale, anche in ragione del fatto che essa incombe da ormai quasi un decennio su migliaia di cittadini italiani ed al tempo stesso lavoratori all'estero, dunque su migliaia di famiglie; i frontalieri del Principato di Monaco sono infatti 3700, mentre risultano essere circa 1400 quelli impegnati nella vicina Francia; occorre poi considerare che la stessa problematica coinvolge altresì moltissimi altri frontalieri italiani che prestano il proprio lavoro negli altri Paesi confinanti con l'Italia (si pensi ad esempio agli italiani che lavorano a San Marino);
i lavoratori in questione sono inoltre esposti agli innumerevoli svantaggi tipici della condizione di «lavoratore frontaliere»; su tale fronte vanno citate a mero titolo di esempio le spese e i disagi legati al quotidiano trasferimento all'estero nonché, per tutti coloro che lavorano nel Principato di Monaco, anche la mancanza di copertura sanitaria gratuita durante l'esecuzione della prestazione lavorativa (nonostante il versamento della relativa contribuzione), la negazione della tredicesima mensilità così come del trattamento di fine rapporto, infine la mancanza di contratti collettivi e l'assenza di garanzie in merito alla conservazione del posto di lavoro;
le sperequazioni appena riportate, unite a tante altre, comportano una riduzione dello stipendio o del salario del lavoratore italiano frontaliere nel Principato di Monaco pari al 20 per cento per gli operai e gli impiegati e pari al 25 per cento per i quadri;
il descritto «bonus fiscale», essendo un provvedimento inserito periodicamente nella legge finanziaria dello Stato, costituisce una soluzione secondo gli interroganti posticcia e transitoria, peraltro prossima alla scadenza (la sua efficacia termina infatti il 31 dicembre 2010), con la conseguenza che tutti i lavoratori frontalieri versano in una perenne condizione di insicurezza economica e pertanto si trovano impossibilitati ad assumere obbligazioni finanziarie pluriennali;
è quindi indispensabile un intervento urgente già attraverso la legge finanziaria per il 2010, onde evitare che la vertenza nel suo complesso torni automaticamente priva di copertura legislativa a partire dal 1o gennaio 2011 -:
quali iniziative il Governo intenda assumere per dirimere definitivamente, anche in relazione alla specifica discriminazione dei frontalieri pensionati, l'esposta problematica fiscale, riguardante soprattutto i lavoratori italiani che prestano la propria opera lavorativa nel Principato di Monaco ed in Francia, ma anche, più in

generale, tutti coloro che hanno trovato occupazione negli altri Paesi territorialmente contigui alla Repubblica Italiana.
(4-04149)

REGUZZONI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
sulla stampa elvetica ha avuto ampio risalto la notizia che numerosi agenti della Guardia di Finanza, operando «in borghese», seguono e controllano gli spostamenti di cittadini italiani in svizzera, destando preoccupazioni e critiche anche molto forti nei confronti dell'agire «illegale» del nostro Paese -:
quali e quante azioni effettivamente autorizzate si siano svolte negli ultimi 24 mesi secondo quanto riportato dalla stampa elvetica;
se vi siano state violazioni dei trattati internazionali e/o azioni non coordinate dal centro comune di cooperazione di Polizia doganale di Chiasso;
quale sia la reale entità dei controlli effettuati ed in corso, quanti uomini e mezzi, quali le sanzioni emesse ed i reati effettivamente accertati e quali le somme incassate, con riferimento agli ultimi anni e agli ultimi mesi.
(4-04163)

...

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

II Commissione:

FERRANTI e MELIS. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il cittadino tunisino Sami Mbarka Ben Gargi, detenuto presso la casa circondariale di Pavia, è deceduto sabato 5 settembre 2009 al Policlinico San Matteo di Pavia a seguito di uno sciopero della fame e della sete protrattosi ininterrottamente per un mese e mezzo;
si apprende dai maggiori organi di stampa nazionali che Ben Gargi, detenuto per reati di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio e violenza sessuale, aveva intrapreso l'estrema iniziativa il 16 luglio 2009, proclamandosi innocente;
risulta, sempre da fonti giornalistiche, che per due volte Ben Gargi era stato trasferito in ospedale, in data 31 agosto 2009 per un trattamento sanitario obbligatorio ritenuto non necessario dai medici e di nuovo il 2 settembre 2009, quando è stato sottoposto, forse tardivamente, a sostenimento delle funzioni vitali anche attraverso flebo;
l'avvocato del detenuto tunisino ha dichiarato alla stampa di aver presentato istanza, in data 5 agosto 2009, per chiedere che lo stesso venisse visitato per valutarne le condizioni di salute, e di aver ricevuto la relazione dopo venti giorni;
nella relazione si richiedeva il trasferimento in una struttura con una diversa attrezzatura sanitaria e si evidenziavano le pessime condizioni di salute del detenuto, reduce anche da un infarto al miocardio;
il procuratore generale ha respinto l'istanza di remissione in libertà, rigettata anche dalla Corte d'appello in data 4 settembre 2009;
il direttore medico dell'istituto di detenzione ha parlato, a proposito del rifiuto di alimentarsi del detenuto tunisino, di «facoltà di poter decidere» e di «autodeterminazione» -:
quali iniziative il Ministro interrogato abbia adottato al fine di accertare eventuali responsabilità disciplinari del personale penitenziario o disfunzioni organizzative e funzionali.
(5-01783)

VIETTI, VOLONTÈ e RAO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
stando ai dati forniti dal sito di informazione carceraria «ristretti.it», i detenuti hanno raggiunto quota 64.000, 20 mila in più rispetto alla capienza regolamentare e oltre anche la cosiddetta capienza tollerabile, l'indice che individua il limite massimo per la stessa amministrazione penitenziaria;
la cifra, record dal dopoguerra, acquista uno spessore drammaticamente concreto che pone in evidenza la stretta correlazione tra il grado di affollamento sopra denunciato e i casi di morte per suicidio: infatti, secondo quanto riportato dagli organi di stampa, sono quarantanove, fino ad oggi, coloro che si sono tolti la vita nell'ambito delle mura carcerarie (una ventina in più rispetto ai primi nove mesi del 2008) e si potrebbe, con questo stesso ritmo, arrivare addirittura a settanta casi alla fine del 2009;
la mancanza cronica di psicologi ed educatori deputati al «trattamento» dei detenuti ne determina uno stato di abbandono e solitudine, aggravato anche dal mancato contatto con il mondo esterno e dalla perdita di obiettivi e di prospettive future che minano anche quel residuo di umanità loro rimasto;
il numero ridotto di personale specializzato al recupero della persona li porta a non potersi aggrappare neppure ad una piccola speranza di dialogo e la solitudine diventa, inevitabilmente, la loro unica compagna;
sono situazioni in cui il fermarsi di fronte alla «colpa», allontana anche dai diritti umani; ne è prova il fatto che un mancato suicidio implica un richiamo disciplinare invece che un aiuto;
quanto denunciato costituisce una palese violazione dei principi della Carta costituzionale, in particolare dell'articolo 32 che tutela la salute come «fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività» e dell'articolo 27 secondo il quale «le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato»;
anche l'articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali vieta la tortura e i trattamenti inumani o degradanti -:
se il Ministro interrogato non intenda adottare iniziative, anche di carattere normativo, al fine di fronteggiare la drammatica situazione esposta in premessa e di contenere il numero di decessi negli istituti penitenziari.
(5-01784)

PALOMBA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il 27 luglio 2005, con la legge n. 154 nasceva, ufficialmente, la dirigenza penitenziaria. La legge delegava il Governo ad adottare, attraverso un decreto legislativo, un ordinamento dirigenziale e, in data 15 febbraio 2006, con il decreto legislativo n. 63 (Gazzetta Ufficiale 3 marzo 2006, n. 52) il Presidente della Repubblica emanava le varie disposizioni ordinamentali. La legge e il decreto-legislativo. In questione, superavano, per certi versi il decreto legislativo 21 maggio 2000, n. 146, nel quale si regolava l'adeguamento delle strutture è degli organici dell'amministrazione penitenziaria attraverso un concorso bandito nel bollettino ufficiale del Ministero della giustizia (30 aprile 2001 n. 8) riservato al personale dell'amministrazione, penitenziaria appartenente a vari ruoli. La legge 27 luglio 2005 n. 154, abrogava i concorsi di cui alle lettere a), b), d), e) ed l) del decreto legislativo 21 maggio 2000 ma manteneva quelli per i ruoli di educatore, ragioniere e ruolo tecnico. Il 5 aprile del 2006, il direttore generale del personale e della formazione dichiarava, con diversi decreti vincitori di concorso a dirigente di area 1, educatori, ragionieri, tecnici che, per diversi motivi, legati al blocco della legge finanziaria, ottenevano il loro incarico in qualità di dirigenti area

1 in data 22 aprile 2008, e venivano assegnati in sedi dipartimentali centrali o nei provveditorati dell'amministrazione penitenziaria. Nel mentre per la dirigenza penitenziaria (di diritto pubblico e non privato) si procedeva alla mobilità nei posti vacanti;
in data 6 marzo 2008, con nota GDAP 84501/2008 a firma del Direttore generale del personale e della formazione del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, venivano rese note le sedi vacanti per i dirigenti penitenziari. Nella regione Sardegna su 12 Istituti penitenziari ben sei risultavano vacanti e, più precisamente: casa circondariale; Nuoro, casa circondariale Iglesias, casa di reclusione, Is Arenas, casa circondariale Lanusei, casa circondariale Macomer, casa di reclusione Mamone. Alla data odierna la sede di Nuoro non è più vacante perché il Direttore titolare della casa circondariale di Sassari vi è stato trasferito, lasciando però vacante la sede di Sassari. Da oltre un anno il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria non riesce ad individuare dirigenti che possano ricoprire posti di servizio delicatissimi, soprattutto in questi momenti di tensione legati al noto sovraffollamento degli istituti penitenziari che anche in Sardegna è presente;
in questi ultimi mesi e, più precisamente da luglio 2009, con un provvedimento temporaneo e molto oneroso per il bilancio statale, il DAP ha inviato in missione due direttori: il primo presso la casa circondariale di Sassari e Tempio, il secondo a Mamone. Il costo dell'operazione è di circa euro 19.800 e, se la missione dovesse durare un anno i due dirigenti costerebbero all'erario la somma di euro 80.300 (missione forfettaria pari a euro 110 giornaliere);
la legge cosiddetta Meduri (n. 154 del 2005) prevedeva, proprio all'articolo 1, di disciplinare l'ordinamento della carriera dirigenziale penitenziaria ed il trattamento giuridico ed economico di tale carriera nella quale ricomprendere il personale direttivo e dirigenziale dell'Amministrazione penitenziaria appartenente agli ex profili professionali di direttore penitenziario, di direttore di ospedale psichiatrico giudiziario e di direttore di servizio sociale, ai quali hanno avuto accesso a seguito di concorso, nonché il personale del ruolo amministrativo ad esaurimento della medesima Amministrazione penitenziaria. L'Amministrazione penitenziaria pur avendo, in Sardegna, dirigenti di area 1 (e quindi dirigenti che provengono dal ruolo amministrativo, così come richiesto dalla legge Meduri) che potrebbero e vorrebbero essere trasferiti nelle sedi vacanti, preferisce inviare in missione dirigenti penitenziari pro-tempore o, mantenere, comunque vacanti le sedi nelle quali nessun dirigente penitenziario tra quelli contattati dal febbraio 2008, ha mai dato nessuna disponibilità a trasferirsi in Sardegna -:
quali urgenti iniziative intenda assumere il Ministro interrogato per garantire una gestione normale degli istituti penitenziari della Sardegna ritenendo eventualmente, proprio per l'eccezionalità e la drammaticità della situazione, acquisito il parere del Capo del Dipartimento e del Provveditore Regionale della Sardegna, preporre alla direzione di istituti privi di Direttore anche Dirigenti di Area 1, che ne facciano regolare richiesta, senza alcun onere a carico dell'amministrazione posto che è ormai da anni che molti istituti non hanno un Dirigente titolare con gravi conseguenze per la sicurezza e la disciplina.
(5-01785)

CONTENTO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
in merito alla pratica sugli uffici giudiziari di Bari aperta a seguito della scarcerazione di 22 imputati, presunti boss e narcotrafficanti, per il mancato deposito della sentenza del maxiprocesso «Eclissi», da parte dell'allora gup Rosa Anna Depalo, il Consiglio superiore della magistratura ha disposto il 27 maggio 2009 l'archiviazione del fascicolo con contestuale invio degli atti al Ministro della giustizia ed al

Procuratore generale della Corte di Cassazione, quali titolari dell'azione disciplinare;
nel corso dell'istruttoria condotta dalla Prima Commissione è emerso «un deficit organizzativo dell'ufficio, in particolare sotto il profilo del controllo sui tempi del deposito delle sentenze» rilevandosi come non possa «sottacersi un dato allarmante, ossia che dal luglio 2008, e cioè dalla scadenza della proroga ultima del termine per il deposito, sino al febbraio 2009, epoca in cui la dottoressa Depalo ha preso servizio presso il tribunale dei minorenni comunicando il mancato deposito delle motivazioni del processo "Eclissi", nessuno ha monitorato la situazione di ritardo nel deposito, né di quella, né di altre motivazioni dei diversi giudici, con il risultato che in tutto quel periodo non vi sono stati nei confronti del giudice Depalo, impegnata nella stesura di una motivazione che riguardava 160 persone, né atti di sollecitazione, né ulteriori provvedimenti di sgravio totali o parziali da altre assegnazioni, che in qualche modo potessero far fronte alla emergenza processuale che si stava consumando» -:
quali iniziative di competenza, in vista di un eventuale esercizio dell'azione disciplinare, abbia intrapreso il Ministro della giustizia al fine di verificare eventuali responsabilità organizzative e funzionali relative al fatto in premessa.
(5-01786)

Interrogazioni a risposta in Commissione:

MOTTA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
su invito dei capigruppo della Commissione Giustizia della Camera dei deputati, del direttore di Radio Radicale e della segreteria dei Radicali italiani, numerosi deputati, senatori, parlamentari europei e consiglieri regionali di tutti gli schieramenti politici hanno visitato, durante i giorni di ferragosto, molte carceri italiane per conoscere meglio e direttamente come vivono la realtà quotidiana direttori, agenti, medici, psicologi, educatori e detenuti;
nel carcere di Parma sono detenute 472 persone (di cui 150 stranieri), il 50 per cento delle quali ancora in attesa di giudizio, a fronte di una capienza massima formalmente di 460, ma in realtà di soli 370 posti a causa dei 5 reparti attualmente chiusi per lavori di adeguamento;
presso la struttura carceraria di Parma prestano servizio 303 agenti di polizia penitenziaria a fronte di una previsione in pianta organica di 479 unità. Tale deficit di ben 176 unità è stato già oggetto di proteste da parte delle organizzazioni sindacali che sono ripetutamente intervenute sugli organi di stampa locali per denunciare la grave situazione;
in particolare le organizzazioni sindacali lamentano che gli agenti di polizia penitenziaria in servizio presso il carcere di Parma sono costretti ad estenuanti turni di lavoro ed a ricoprire contemporaneamente più posti di servizio, con la negazione sistematica dei riposi settimanali e il continuo ricorso a prestazioni di lavoro straordinario, unitamente alla mancata liquidazione di parti rilevanti dello stipendio (straordinari, incentivi, arretrati sull'aumento contrattuale, servizio passivo);
a fronte di una pianta organica che prevede l'impiego di 9 educatori, ne risultano effettivamente in servizio solo 3 (di cui un'unità distaccata), così provocando una seria limitazione alla possibilità di attuare quei percorsi rieducativi indispensabili per il reinserimento sociale dei detenuti una volta scontata la pena;
l'attività lavorativa svolta dai detenuti è ancora assai limitata: solo 7 detenuti sui 472 ospitati usufruiscono della semilibertà per impieghi alle dipendenze di datori di lavoro esterni, mentre sono 142 i detenuti impiegati internamente alle dipendenze dell'amministrazione penitenziaria;
la struttura del carcere, pur a fronte di un livello complessivamente discreto,

necessita di diversi interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria in quanto la carenza di fondi ha limitato gli interventi alle sole urgenze; sono inoltre necessari interventi di adeguamento della struttura con riferimento allo spazio riservato ai colloqui e alle aree destinate all'attività fisica e didattica dei detenuti -:
se il Ministro sia a conoscenza del grave deficit di organico in cui versa il Corpo della polizia penitenziaria in servizio presso il carcere di Parma, anche alla luce della situazione di sovraffollamento conseguente alla temporanea chiusura di 5 reparti;
se, al fine di alleviare, almeno parzialmente, tale grave deficit di organico, il Ministero non ritenga di inviare il gruppo operativo mobile (GOM) per la gestione dei detenuti in «41-bis», come già avviene in altri istituti penitenziari, al fine di liberare risorse umane da assegnare ad altre unità operative;
se il Ministero della giustizia, di concerto con gli altri Ministeri competenti, abbia previsto l'attuazione di interventi volti a favorire i percorsi lavorativi e di reinserimento sociale dei detenuti, anche attraverso un adeguamento del personale educatore in servizio, particolarmente sottorganico nel carcere di Parma;
se il Ministro preveda un reintegro dei fondi per il funzionamento ordinario delle carceri, sottoposti a tagli consistenti anche nell'ultima finanziaria;
se, nell'ambito del cosiddetto «piano carceri» siano previsti interventi di manutenzione straordinaria e di adeguamento delle strutture carcerarie esistenti nelle quali molti interventi, anche di natura ordinaria, non sono stati effettuati a causa dell'ormai cronica carenza di fondi.
(5-01770)

FIANO, ZACCARIA e GIULIETTI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 30 agosto 2009, il quotidiano Il Giornale diretto dal dottor Vittorio Feltri, ha pubblicato copia di un estratto dal casellario giudiziario relativo al dottor Boffo, direttore del quotidiano l'Avvenire;
la copia riprodotta da Il Giornale recava cancellati sia il numero di codice dell'operatore che ha materialmente estratto dalla banca dati del casellario giudiziale il documento, sia la denominazione della Procura della Repubblica sia la data di emissione del documento -:
se non sia possibile che il certificato pubblicato sia falso o falsificato;
se sia in grado di verificare in quale data tale documento sia stato estratto dall'archivio dei dati del casellario giudiziale e tramite quale procedura informatica;
se vi sia traccia informatica di chi avesse in uso in quel momento il terminale che ha avuto accesso al casellario giudiziale;
se vi sia traccia informatica dell'operatore che lo ha estratto e chi esso sia;
se vi sia traccia informatica del richiedente di tale documento o comunque traccia di colui al quale tale documento è stato consegnato e le motivazioni di tale richiesta.
(5-01782)

Interrogazioni a risposta scritta:

BOSSA, BENAMATI, BRAGA, CAPANO, CESARIO, CIRIELLO, CODURELLI, COLANINNO, CONCIA, VELO, VENTURA, VERINI, VICO, ZAMPA, ZUCCHI, ZUNINO, CORSINI, CUPERLO, FARINA COSCIONI, FIORONI, GATTI, GINEFRA, GOZI, GRASSI, LENZI, MADIA, MARCHIGNOLI, CESARE MARINI, MECACCI, MOGHERINI REBESANI, MORASSUT, MOTTA, MURER, NACCARATO, NANNICINI, MARIO PEPE (PD), POLLASTRINI, ROSSA, FEDERICO TESTA e LIVIA TURCO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nella notte tra il 7 e l'8 luglio 2009 un grave atto intimidatorio è avvenuto contro

un giudice del Tribunale di Napoli con l'incendio della sua autovettura attraverso il lancio di una bottiglia molotov;
il giudice in questione una donna - è uno dei quaranta magistrati dell'ufficio del giudice per le indagini preliminari della struttura giudiziaria napoletana e negli scorsi mesi si è occupato della convalida dell'arresto di uno dei presunti killer dei Quartieri Spagnoli a Napoli, quel Marco Ricci che, insieme con alcuni complici (ancora latitanti), il 26 maggio 2009 avrebbe sparato alla cieca nei vicoli a ridosso della Pignasecca, uccidendo per errore il musicista rumeno Petru Birlandeandu;
lo stesso magistrato aveva anche emesso misure di custodia in carcere per camorristi e pubblici funzionari del comune di Giugliano per presunte collusioni;
l'episodio non è isolato né unico dal momento che negli ultimi tre mesi se ne sono registrati altri: in un caso si è verificato lo speronamento da parte di uno scooter dell'auto di un pubblico ministero a San Giuseppe Vesuviano con chiaro scopo intimidatorio e in un altro si è registrato un attentato dimostrativo ai danni dell'autovettura (gomme squarciate e danni) di un giudice che aveva parcheggiato il veicolo, peraltro, proprio all'interno del garage del Tribunale;
due episodi su tre riguardano giudici per le indagini preliminari, chiamati a svolgere un ruolo delicato, con decisioni cruciali sulla libertà personale di esponenti della criminalità organizzata e sui loro patrimoni;
i giudici per le indagini preliminari non hanno diritto, istituzionalmente, né ad accompagnamento di servizio né a tutele, anche se, alla pari dei pubblici ministeri, svolgono un ruolo centrale nella decisione di infliggere misure gravi alla criminalità organizzata;
il distretto giudiziario di Napoli lamenta da tempo carenza di mezzi e di personale, con gravi ripercussioni sulla qualità dell'intero servizio giustizia, a danno di tutti, non solo dei magistrati che cominciano a convivere con la paura -:
se e come il Governo intenda farsi carico della grave situazione nella quale lavorano i giudici del Tribunale di Napoli, in particolare i giudici per le indagini preliminari;
se il Governo intenda assumere iniziative per garantire la sicurezza dei giudici per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli;
se e come il Governo intenda rispondere agli appelli che provengono dai magistrati e dalle loro associazioni di categoria sulla carenza di organici e di risorse e sulla necessità di maggiori investimenti sul distretto.
(4-04127)

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BERNARDINI, BELTRANDI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere:
quale sia stata l'esatta dinamica del suicidio del detenuto Rosario Vollaro, di 38 anni, detenuto nel carcere di Borgo San Nicola, a Lecce;
se si tratti del figlio di Luigi Vollaro, detto « O' Califfo», capo di un clan della camorra di Portici;
se si trovasse in stato di isolamento o in cella in compagnia con altri detenuti;
se sia vero che nella cella non è stato trovato nulla che in qualche modo possa «spiegare» le ragioni del suicidio;
se sia inoltre vero che un fratello di Rosario Vollaro, Ciro, anche lui detenuto, si sia suicidato nel carcere romano di Rebibbia, dopo esser diventato collaboratore di giustizia.
(4-04150)

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BERNARDINI, BELTRANDI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
dalle notizie di stampa risulta che per effetto dei tagli disposti dal ministero

dell'istruzione, dell'università e della ricerca, non si prevedono più docenti per la scuola del carcere di Massa e la classe media della casa circondariale di Massa è perciò destinata a chiudere;
come riferisce il quotidiano «Il Tirreno» nella sua edizione del 10 settembre 2009, «le tre docenti che insegnavano «tra le sbarre», tutte di ruolo e tutte impegnate a titolo volontario in questo progetto, saranno dirottate altrove»;
i detenuti del carcere che hanno fatto domanda di iscrizione ai corsi (ben 53 erano gli iscritti lo scorso anno) hanno lanciato un appello al ministro e alle istituzioni perché la loro scuola non venga chiusa; in una lettera che hanno reso pubblica scrivono: «Noi stiamo scontando gli errori che abbiamo commesso, ma non rendeteci la pena ancor più gravosa. La scuola media è presente nel carcere di Massa da sempre e rappresenta per noi un sollievo e un impegno e ci aiuta ad affrontare quotidianamente la vita non facile tra queste mura. Quando manca il lavoro l'unica risorsa per trovare la forza di andare avanti e non pensare a tutto quello che abbiamo lasciato, gli affetti, la famiglia, è la scuola. Frequentando la scuola c'è la speranza di ottenere il titolo minimo necessario per trovare, un volta usciti, un lavoro ed essere reinseriti in quella società dalla quale siamo stati allontanati perché abbiamo sbagliato. La scuola ci dà la possibilità di non continuare a sbagliare e di organizzare diversamente il nostro futuro, se poi la nostra permanenza in carcere sarà lunga allora i più volenterosi potranno proseguire gli studi e arrivare al diploma. Se verrà a mancare la scuola media il nostro futuro sarà sempre più buio, ci avrete tolto anche quel poco di speranza che ci era rimasta. Il carcere non deve essere un cassetto dove si chiudono gli uomini che hanno sbagliato e se ne butta via la chiave; il carcere deve essere rieducativo, ci deve aiutare a capire i nostri errori e, dopo aver pagato per essi, darci la possibilità di tornare a vivere con gli strumenti necessari per non tornare a sbagliare di nuovo. E, senza la scuola, questo sarà molto difficile che avvenga» -:
se non si ritenga di dover riconsiderare la decisione di «dirottare» altrove le sette insegnanti e consentire loro di proseguire nella preziosa ed importante azione nel carcere di Massa, accogliendo così l'accorato appello che viene dai detenuti.
(4-04151)

REGUZZONI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la Corte d'appello di Milano è una delle più grandi d'Italia per abitanti, numero di aziende, pratiche e sentenze;
da più parti è sorta - nel corso degli anni - la richiesta di istituire una Corte d'appello avente una circoscrizione tale da ricomprendere una parte del territorio attualmente facente capo alla sezione milanese;
il funzionamento della giustizia è ritenuto unanimemente un fattore di competitività economica: pertanto un migliore funzionamento delle strutture giudiziarie del territorio maggiormente dinamico dal punto di vista imprenditoriale porterebbe a vantaggi economici anche per il bilancio dello Stato -:
quali siano gli intendimenti del Ministro in proposito.
(4-04153)

REGUZZONI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il tribunale di Varese ha elaborato un sistema informativo dotato dei più moderni supporti informatici i quali - anche attraverso il sito internet e la connessione alla rete - consentono il raggiungimento di risultati molto apprezzati sia dalle istituzioni, sia dagli operatori economici, sia dalla cittadinanza;
è generalmente riconosciuto al tribunale di Varese un ruolo di leadership in

questi termini, tanto che proprio Varese ha ospitato un convegno di magistrati su questi temi -:
se il Ministro condivida la necessità di supportare e pubblicizzare iniziative pilota come quelle del tribunale di Varese in tema di sistemi informatici e connessioni informative via internet;
quali siano le iniziative che il Ministro intenda attuare in tal senso.
(4-04154)

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
i giorni 14 e 16 agosto 2009, nell'ambito dell'iniziativa «Ferragosto in carcere» promossa da Radicali Italiani, il consigliere regionale del Partito Democratico, Luigi Anzalone, ha effettuato una visita ispettiva presso gli istituti di pena di Bellizzi Irpino, Ariano Irpino, S. Angelo dei Lombardi e Lauro;
al momento della visita nella struttura di Ariano Irpino risultavano reclusi 176 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di 139 posti e «tollerata» di 158. Nel predetto istituto di pena i detenuti comuni sono 144, mentre i restanti (32) sono allocati nel reparto alta sicurezza; molti di essi, ben 89, sono in attesa di giudizio (di questi 36 sono imputati, 26 appellanti e 27 ricorrenti), i rimanenti (87) stanno invece scontando una pena definitiva; inoltre tra le persone recluse vi è, suo malgrado, anche un bambino al di sotto dei tre anni, figlio di una detenuta. Tra i reclusi, 46 risultano essere tossicodipendenti (di cui tre sottoposti a trattamento metadonico), mentre sono 28 quelli di nazionalità straniera. I detenuti che attualmente lavorano alle dipendenze dell'Amministrazione penitenziaria sono appena 38. Nel corso del 2009 nel carcere di Ariano Irpino risultano essersi verificati 15 atti di autolesionismo da parte dei detenuti, ciò in parte è stato causato anche dall'insufficienza del contingente di polizia penitenziaria ivi assegnato che risulta pari a 150 unità, a fronte della pianta organica che ne prevede 170, nonché dalla carenza di educatori e psicologi (gli educatori previsti in pianta organica, infatti, sono 5, però solo due di loro risultano essere assegnati e tre quelli effettivamente in servizio, mentre di psicologi previsti in pianta organica ce n'è solo uno, peraltro effettivamente in servizio);
nella struttura di Bellizzi Irpino sono reclusi 417 detenuti (395 uomini e 22 donne), a fronte di una capienza regolamentare di 349 posti e «tollerata» di 357. I detenuti comuni sono 302, mentre i restanti (115) sono allocati nel reparto alta sicurezza; molti di essi, ben 167, sono in attesa di giudizio (di questi 78 sono imputati, 57 appellanti e 32 ricorrenti), i rimanenti (250) stanno invece scontando una pena definitiva; tra le persone costrette a trascorrere le giornate dietro le sbarre del carcere irpino vi è pure un bambino al di sotto dei tre anni figlio di una detenuta. Tra i reclusi, 148 risultano essere tossicodipendenti (143 uomini e 5 donne), di cui 5 sieropositivi, mentre sono 58 i reclusi di nazionalità straniera (50 uomini e 8 donne). I detenuti che attualmente lavorano alle dipendenze dell'Amministrazione penitenziaria sono appena 105 (94 uomini e 11 donne). Nel corso del 2009 nel carcere di Bellizzi Irpino un detenuto è morto, sei hanno compiuto atti di autolesionismo e uno si è suicidato (i suicidi nel 2008 sono stati due), mentre nel corso del 2008 si è verificato un atto di aggressione da parte di un recluso nei confronti di un agente di polizia penitenziaria. Sotto quest'ultimo profilo si segnala l'inadeguatezza delle condizioni di lavoro del personale di polizia penitenziaria, che peraltro risulta fuori da ogni previsione contrattuale, con carichi di lavoro insopportabili. Ed invero il contingente di polizia penitenziaria assegnato nel predetto istituto di pena risulta pari a 318 unità, a fronte della pianta organica che ne prevede 350; lo stesso pertanto risulta essere fortemente sottodimensionato rispetto alle

esigenze del servizio. Ma v'è di più: delle predette 318 unità, infatti, solo 306 risultano effettivamente in servizio, di tal che la carenza di organico costringe le guardie carcerarie a turni di lavoro veramente stressanti;
nell'Istituto di custodia attenuata per tossicodipendenti (ICAT) di Lauro sono invece ristretti 44 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di 54 posti e «tollerata» di 58. I detenuti comuni sono 44; quattordici di loro sono in attesa di giudizio (tutti ricorrenti), i rimanenti trenta stanno invece scontando una pena definitiva. Tra i reclusi, 44 risultano essere tossicodipendenti (di cui tre sieropositivi), mentre solo 17 di loro lavorano alle dipendenze dell'Amministrazione penitenziaria. Nel predetto istituto di pena il contingente di polizia penitenziaria assegnato risulta pari a 54 unità (56 sono quelli effettivamente in servizio), a fronte di una pianta organica che ne prevede 47; gli psicologi sono inesistenti (neanche uno di loro è stato assegnato al carcere di Lauro), mentre un solo educatore presta effettivamente servizio a Lauro;
nell'istituto di pena di Sant'Angelo dei Lombardi sono ristretti 174 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di 127 posti e «tollerata» di 180. Nel predetto istituto di pena i detenuti comuni sono 174; alcuni di essi, ben 35, sono in attesa di giudizio (di questi due sono imputati, 6 appellanti e 27 ricorrenti), i rimanenti (139) stanno invece scontando una pena definitiva. Tra le persone recluse, 25 sono di nazionalità straniera. Nel predetto istituto di pena il contingente di polizia penitenziaria assegnato risulta pari a 170 unità, ma solo 120 sono quelli effettivamente in servizio; c'è poi un solo psicologo previsto in pianta organica ed assegnato ma nessuno effettivamente in servizio, mentre un solo educatore vi risulta assegnato ed effettivamente in servizio;
il dato più immediatamente negativo riscontrato dal consigliere regionale Luigi Anzalone nel corso delle sue visite ispettive è quello del sovraffollamento, visto e considerato che nelle carceri dell'Irpinia risultano attualmente reclusi ben 811 detenuti e che, ad eccezione dell'ICAT di Lauro, nei restanti istituti di pena della predetta provincia i detenuti sono superiori anche di duecento unità rispetto al numero regolamentare; sicché all'interno di celle di circa 20 metri quadrati si trovano ristretti anche sette o otto detenuti, mentre in celle in cui a stento potrebbe starci un solo detenuto, ve ne sono anche tre o quattro;
nelle carceri di Ariano Irpino, Bellizzi Irpino, Lauro e Sant'Angelo dei Lombardi, inoltre, le attività trattamentali finalizzate alla risocializzazione della popolazione detenuta sono carenti, basti pensare al fatto che sono pochissimi i detenuti ammessi al lavoro esterno per mancanza di fondi; gli educatori e gli psicologi in servizio sono molto pochi (a volte del tutto inesistenti) e sottodimensionati rispetto a quanto previsto dalle varie piante organiche; sempre a causa della mancanza di fondi, solo il 20 o 30 per cento dei detenuti riesce ad avere accesso ai corsi di formazione professionale o ad una qualche attività lavorativa, ciò in palese violazione di quanto previsto dall'articolo 15, comma 1, della legge n. 354 del 1975 («il trattamento del condannato e dell'internato è svolto avvalendosi principalmente dell'istruzione, del lavoro, della religione, delle attività culturali, ricreative e sportive e agevolando opportuni contatti con il mondo esterno ed i rapporti con la famiglia»);
ad eccezione di quanto riscontrato nell'Istituto di custodia attenuata per tossicodipendenti di Lauro, nelle restanti carceri dell'Irpinia gli agenti di polizia penitenziaria sono sotto-organico e in sofferenza rispetto a quanto previsto dalle piante organiche, peraltro datate (risalgono a più di dieci anni fa) e quindi non più adeguate alle mutate esigenze dovute alla crescita della popolazione detenuta;
secondo quanto riportato dal consigliere regionale Luigi Anzalone in una

lettera indirizzata al Presidente della Regione Campania: a) nelle infermerie dei penitenziari di Ariana Irpino e S. Angelo dei Lombardi si registrano ritardi di mesi nella fornitura dei medicinali e delle altre provviste sanitarie; b) la stessa infermeria del carcere di Ariano Irpino deve essere urgentemente ristrutturata e potenziata, in modo da consentirle finalmente di funzionare seriamente e di curare le patologie più gravi grazie anche all'apporto di adeguati laboratori di analisi e radiologici; c) negli istituti di pena di Bellizzi Irpino, Ariano Irpino e Sant'Angelo dei Lombardi, atteso l'elevato numero di detenuti tossicodipendenti, andrebbe meglio organizzato e potenziato il servizio di orientamento e assistenza psicologica e sociale; d) occorre che la capacità di organizzare corsi di formazione professionale dei detenuti e la possibilità di accesso alle attività lavorative da parte dei condannati venga decisamente potenziata e meglio strutturata; e) nell'ICAT di Lauro la direzione dell'istituto e gli stessi detenuti chiedono da tempo che venga creata una sezione distaccata dell'istituto alberghiero di Marzano di Nola; f) manca un collegamento autobus tra il centro di S. Angelo e la casa circondariale, il che costringe i familiari in visita ai detenuti a sacrifici e sforzi (anche economici) eccessivi -:
quali misure urgenti si intendano mettere in atto per fronteggiare la grave situazione del sovraffollamento delle carceri irpine in modo da garantire ai detenuti adeguate condizioni di vivibilità nel rispetto degli standard di sicurezza, ciò anche al fine di ristabilire un clima più adeguato al non facile processo di rieducazione su cui si basa la legittimità della pena nell'ordinamento costituzionale italiano;
se i ministri interrogati, per quanto di competenza, non intendano adottare iniziative finalizzate ad aumentare l'organico degli agenti di polizia penitenziaria, degli educatori, degli psicologi e degli assistenti sociali in servizio presso le carceri di Bellizzi Irpino, Ariano Irpino e Sant'Angelo dei Lombardi, in modo da rendere lo stesso adeguato al numero delle persone recluse;
se i ministri interrogati, per quanto di competenza, non intendano assumere iniziative volte a garantire che sia assegnato un congruo numero di psicologi ed educatori presso l'istituto di custodia attenuata per tossicodipendenti (ICAT) di Lauro, in modo da rendere lo stesso adeguato al numero delle persone ivi recluse;
se e quali iniziative, per quanto di competenza, intendano adottare al fine di risolvere il grave problema dei continui e reiterati ritardi nella fornitura dei medicinali e delle altre provviste sanitarie alle infermerie dei penitenziari di Ariano Irpino e S. Angelo dei Lombardi;
se non intendano assumere iniziative volte a ristrutturare e potenziare l'infermeria del carcere di Ariano Irpino munendola di adeguati laboratori di analisi di radiologia;
se ed in che modo si intendano potenziare, all'interno delle strutture penitenziarie in questione, le attività di orientamento e formazione al lavoro e di ricerca di posti di lavoro da offrire ai detenuti, in particolar modo per quelli che hanno quasi finito di scontare la pena;
se il Ministro della giustizia non intenda assumere iniziative volte a destinare maggiori fondi e risorse al potenziamento delle misure alternative al carcere, anche attraverso la creazione di percorsi protetti di reinserimento sociale e lavori socialmente utili per tutti i condannati a pene inferiori ai tre anni di reclusione;
se non si ritenga di elaborare un progetto per il ricovero delle detenute con bimbi in tenera età in strutture protette e controllate diverse dagli istituti di pena, per evitare l'immagine penosa di bambini costretti a vivere l'angustia del carcere.
(4-04177)

TESTO AGGIORNATO AL 28 MARZO 2011

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

IANNUZZI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
per il completamento del progetto di ammodernamento della autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria occorre ancora acquisire i finanziamenti necessari per la realizzazione di 10 interventi;
fra tali interventi rientra anche il nuovo svincolo di Sala Consolina Sud (località Trinità) in provincia di Salerno, fondamentale per la rete dei collegamenti e per la mobilità del Vallo di Diano, di questa importante area del Salernitano;
per la costruzione dello svincolo, situato al chilometro 95+244 occorrono 21 milioni di euro, secondo le stime ufficiali dell'ANAS aggiornate a luglio 2009;
attualmente è in corso di redazione il progetto definitivo;
l'erogazione in tempi certi e ravvicinati di tale finanziamento è indispensabile per accelerare la progettazione dello svincolo, per addivenire alla sua approvazione finale, per poi attivare il previsto appalto integrato ed affidare infine i lavori;
occorre, altresì, velocizzare al massimo le attività di progettazione -:
quando e con quali provvedimenti il Governo intenda finanziare le somme occorrenti (21 milioni di euro) per la costruzione del nuovo svincolo;
quando siano previste l'ultimazione e l'approvazione del progetto definitivo, da porre a base della gara per l'appalto integrato (progettazione esecutiva e costruzione) dell'opera;
quando siano previsti l'attivazione dell'appalto e l'affidamento in concreto dei lavori;
quando siano preventivati l'inizio e l'ultimazione dei lavori relativi al nuovo svincolo, da tempo atteso dagli enti locali e dalle comunità del comprensorio del Vallo di Diano.
(5-01760)

IANNUZZI e D'ANTONI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il progetto di ammodernamento e messa in sicurezza dell'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria costituisce una priorità di assoluta valenza strategica nella politica infrastrutturale del Paese;
tale progetto è articolato in 6 macrolotti, dei quali il 3 ed il 4 divisi in 3 parti, accanto ad altri lotti per così dire «ordinari»;
i lavori stanno procedendo e sino ad oggi risultano ultimati 190 chilometri, mentre sono in esecuzione o in fase di gara i lavori per circa 180 chilometri;
gli stanziamenti oggi disponibili ammontano a circa 7 miliardi e 58 milioni di euro, secondo le stime ufficiali fornite dall'Allegato al documento di programmazione economica e finanziaria recante il Programma delle infrastrutture strategiche, presentato dal Governo e approvato dal Parlamento nel luglio 2009;
occorrono ancora per completare l'intero progetto i finanziamenti per circa 2,5 miliardi di euro;
tali finanziamenti, ancora da reperire e deliberare, sono infatti necessari per la realizzazione di 10 interventi per circa 75 chilometri, la cui progettazione è in corso;
il finanziamento rapido, certo ed integrale di queste rilevanti ed ulteriori somme è indispensabile per ultimare l'intero progetto della A3;
l'acquisizione in tempi ravvicinati di questo finanziamento di 2,5 miliardi di euro è fondamentale per accelerare la progettazione di questi 10 interventi ed è condizione vincolante per poter far partire le gare di appalto e per affidare finalmente ed in concreto i lavori;

l'erogazione dei finanziamenti ancora mancanti è decisiva per poter raggiungere l'obiettivo irrinunciabile di terminare tutte le infrastrutture entro la fine della XVI Legislatura (2013) -:
quale sia il fabbisogno finanziario preciso allo stato necessario per completare l'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria;
quanti fondi siano stati assegnati in concreto al progetto della A3 dall'inizio della XVI legislatura per quali lotti siano stati attribuiti tali fondi dal maggio 2008 ad oggi;
quando e con quali provvedimenti il Governo intenda erogare i finanziamenti ancora mancanti ed indispensabili per ultimare il progetto di ammodernamento e messa in sicurezza della intera autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, infrastruttura di primaria valenza nazionale, essenziale per lo sviluppo ed i processi di mobilità e comunicazione del Mezzogiorno, fondamentale per il sistema dei collegamenti nell'intero Paese.
(5-01761)

IANNUZZI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
per il completamento del progetto di ammodernamento della Autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria occorre ancora acquisire i finanziamenti necessari per la realizzazione di 10 interventi;
fra tali interventi rientra anche il nuovo svincolo di Padula-Buonabitacolo in provincia di Salerno, fondamentale per la rete dei collegamenti e per la mobilità dell'intero Vallo di Diano, di questa importante area del Salernitano;
per la costruzione dello svincolo, situato al chilometro 103+207 con la delocalizzazione di quello esistente ubicato al chilometro 103+300, occorrono 26 milioni di euro, secondo le stime ufficiali dell'ANAS aggiornate a luglio 2009;
attualmente è in corso di redazione il progetto definitivo;
l'erogazione in tempi certi e ravvicinati di tale finanziamento è indispensabile per accelerare la progettazione dello svincolo, per addivenire alla sua approvazione finale, per poi attivare il previsto appalto integrato ed affidare infine i lavori;
occorre, altresì, velocizzare al massimo le attività di progettazione -:
quando e con quali provvedimenti il Governo intenda finanziare le somme occorrenti (21 milioni di euro) per la costruzione del nuovo svincolo;
quando siano previste l'ultimazione e l'approvazione del progetto definitivo, da porre a base della gara per l'appalto integrato (progettazione esecutiva e costruzione) dell'opera;
quando siano previsti l'attivazione dell'appalto e l'affidamento in concreto dei lavori;
quando siano preventivati l'inizio e l'ultimazione dei lavori relativi al nuovo svincolo, da tempo atteso dagli enti locali e dalle comunità del comprensorio del Vallo di Diano.
(5-01762)

TULLO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nel fine settimana del 12 e 13 settembre 2009, i viaggiatori, molti dei quali turisti, che si sono trovati ad acquistare un biglietto alla stazione di Rapallo (Genova) hanno avuto la sorpresa di trovare un cartello esposto sul vetro dello sportello con scritto «chiuso per malattia»;
risulta inoltre che l'unica emettitrice automatica funzionante abbia esaurito la carta vista la fila interminabile di passeggeri che vi hanno fatto ricorso;
il 14 settembre 2009, l'emettitrice era ancora fuori servizio e la biglietteria chiusa -:
se sia a conoscenza dei fatti su esposti e per quali ragioni Rfi (Rete ferroviaria

italiana) non abbia ritenuto di sostituire il personale della biglietteria vista l'importanza strategica della stazione di Rapallo anche nel contesto turistico del Levante Ligure;
se il personale addetto al controllo sia stato informato ai fini di evitare sanzioni ingiustificate.
(5-01765)

Interrogazioni a risposta scritta:

OLIVERIO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
i porti rivestono da sempre una notevole importanza per le attività della pesca, dei trasporti e del turismo;
negli ultimi decenni, in Calabria si è affermata l'attività di un'ottima cantieristica, ma a tale iniziativa non sono seguiti gli indispensabili miglioramenti delle infrastrutture con evidenti problemi per le imprese e i cittadini che hanno determinato ricadute negative sull'intera economia regionale;
negli ultimi mesi si è, poi, svolta la protesta dei pescatori e dei cittadini del quartiere di Catanzaro lido, che attendono ormai da oltre 50 anni di avere una darsena funzionale allo sviluppo del turismo e dell'intera economia ittica;
il completamento e la messa in sicurezza del porto di Lido - con definitiva trasformazione dello stesso in porto turistico commerciale - è ormai diventato uno tra i più gravi ed urgenti problemi da risolvere per il comune capoluogo di regione;
distrutto oltre trent'anni fa da una mareggiata, ulteriormente colpito negli ultimi anni, danneggiato definitivamente nel gennaio scorso dall'eccezionale evento pluviometrico che ha determinato ingenti danni alla struttura portuale e alle imbarcazioni, l'approdo di Casciolino continua il suo calvario tra chiusure e riaperture del cantiere, mentre i pescatori sono costretti a ricoverare le loro barche altrove e i diportisti girano al largo;
il porto di Catanzaro Lido rappresenta senza dubbio un'opera di importanza strategica per il capoluogo e per tutto il territorio regionale. Basti pensare che nel golfo di Squillace, tra Roccella Jonica e Le Castella, ci sono oltre 100 chilometri di costa privi di un approdo per la nautica da diporto;
in questo scenario un porto turistico a Casciolino diventa indispensabile per potenziare l'offerta turistica del territorio e generare ricchezza e sviluppo;
attorno ad un approdo sicuro e ben servito, infatti, potrebbe formarsi un vero e proprio polo economico e amministrativo, per le diverse attività produttive indotte dalla navigazione anche di piccolo cabotaggio;
la realizzazione del porto di Catanzaro Lido, come approdo non solo peschereccio ma anche turistico, diventa indispensabile se non si vuole lasciare inutilizzata una fondamentale risorsa economica come il mare;
si pensi inoltre a tutta la rete di servizi da offrire ai diportisti attorno alla struttura portuale: dai posti barca, ai collegamenti terrestri con le località turistiche interne, dagli esercizi commerciali per gli approvvigionamenti, alle attività commerciali e artigianali per i servizi di manutenzione e riparazione, dai servizi di noleggio delle imbarcazioni, al rimessaggio invernale, alla cantieristica navale di piccolo tonnellaggio.
un vero e proprio «business» che ha compreso, da qualche tempo, la Grecia, che impegna risorse per incrementare la rete dei porti sul territorio e monopolizza i flussi turistici, diventando così la tappa preferita del turismo nautico nel Mediterraneo;
i lavori di completamento del porto, finanziati dal Ministero delle infrastrutture, iniziati nel 2003 dal gruppo Ira-Ferrari,

poi ceduti al Gruppo Maltaura, subiscono ormai da anni continui ritardi. Il termine di consegna dei lavori - fissati inizialmente a dicembre 2007, poi fatti slittare a luglio 2008 - sono ormai diventati una vera chimera;
intanto i disagi vissuti per la mancanza di un porto efficiente a Catanzaro Lido si sono moltiplicati con la succitata mareggiata, e alcuni pescatori nello scorso inverno, costretti ad estenuanti ore di traversate solo per depositare le barche nei moli vicini, hanno rischiato la vita a causa del maltempo -:
quali iniziative urgenti il Governo intenda adottare in vista della prossima stagione invernale, considerato il grave ritardo nella realizzazione dei lavori di ristrutturazione del porto accumulato dalle imprese, con relativo stato di abbandono del cantiere - per garantire in tempi celeri la conclusione degli stessi e consentire finalmente il completamento della struttura del bacino portuale di Catanzaro Lido e se siano state all'uopo già stanziate le necessarie risorse per garantire risposte concrete in materia di opere infrastrutturali indispensabili per lo sviluppo e la crescita economica e sociale dell'intera Calabria.
(4-04137)

CASSINELLI e CARLUCCI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
lunedì 7 settembre 2009 gli Assessori regionali ai trasporti delle regioni Liguria e Piemonte hanno espresso il timore che il cosiddetto «Corridoio 24» che collegherebbe Genova e Rotterdam, passando per Torino, possa non essere realizzato a causa di un progetto concorrente di collegamento, in tempi più brevi, tra Gibilterra e Lione;
la realizzazione del «Corridoio 24» è fondamentale per il rilancio dell'economia ligure, del porto di Genova e per lo sviluppo di tutta l'Italia nordoccidentale;
la mancata esecuzione del progetto causerebbe enormi danni all'economia locale e sancirebbe di fatto la morte del porto di Genova -:
se quanto esposto in premessa corrisponda al vero;
quali iniziative il Governo intenda assumere per assicurarsi che il progetto del «Corridoio 24» sia considerato un'opera prioritaria a livello comunitario e per dare concreto avvio alla sua realizzazione.
(4-04139)

MISIANI e SANGA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
dal 23 luglio 2009, per effetto della sospensione della licenza di volo da parte dell'Ente nazionale per l'aviazione civile (ENAC), la compagnia aerea Myair ha annullato i suoi voli sul territorio nazionale;
fino al 23 luglio Myair ha continuato a emettere biglietti accettando prenotazioni online; a causa di ciò, decine di migliaia di cittadini hanno pagato un passaggio aereo senza la possibilità di usufruirne, subendo pesanti disagi connessi alla necessità di cambiare i loro programmi di viaggio, cercare affannosamente soluzioni alternative ai voli Myair già pagati, disdire prenotazioni alberghiere, posticipare viaggi programmati da tempo, sostenere altre spese come l'acquisto di nuovi biglietti a costi più elevati;
numerosissimi clienti di Myair si sono rivolti alle associazioni dei consumatori per chiedere il rimborso dei biglietti acquistati e non utilizzati e il risarcimento dei danni materiali e morali subiti;
l'operato nella vicenda di ENAC, ente pubblico preposto al controllo e alla vigilanza, ha destato non poche perplessità, poiché pur essendo noto da alcune settimane lo stato di gravissima difficoltà in cui versava la compagnia, l'Ente ha atteso il 23 luglio (un periodo in cui il traffico aereo raggiunge punte elevate) per sospendere

con decreto d'urgenza la licenza a Myair, interrompendo un servizio pubblico utilizzato da migliaia di persone -:
quali iniziative intenda avviare per verificare l'operato di ENAC con particolare riferimento alla tempistica della sospensione della licenza di volo alla compagnia aerea Myair;
quali iniziative intenda assumere al fine di rendere giustizia ai viaggiatori Myair che in perfetta buona fede si sono affidate a una compagnia aerea ufficialmente riconosciuta e controllata da un ente dello Stato italiano.
(4-04146)

OLIVERIO e LO MORO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il Ministro dei trasporti del precedente Governo, professor Alessandro Bianchi, nel marzo 2008 ha emanato un decreto per l'istituzione di una nuova linea merci - via mare - tra il porto di Corigliano Calabro e quello di Catania;
il decreto prevedeva originariamente 8 milioni di Euro, quale contributo di start up per i primi tre anni, destinato alla ditta che si sarebbe aggiudicato il servizio trasporti, le partenze, così come stabilito dal Ministero, sarebbero dovute essere quotidiane e serali, con due navi della capacità di carico di almeno 1800 metri lineari di autoveicoli pesanti e 200 passeggeri e con una velocità di crociera non inferiore a 16 nodi;
le buone prospettive dell'iniziativa si legavano da un lato alla lunga fase dei lavori di ristrutturazione previsti sull'A3 che imponevano su circa 60 chilometri il viaggio su un'unica corsia e dall'altro, in linea con quanto previsto dal piano generale della mobilità, al trasferimento di una quota sempre maggiore di traffico dalla strada verso le ferrovie e il trasporto marittimo;
tutto ciò avrebbe consentito inoltre a Corigliano Calabro di entrare tra gli approdi dai quali si sarebbero snodate le autostrade del mare e avrebbe favorito, per la posizione geografica della città, lo sviluppo di tutta l'area jonica cosentina, con enormi vantaggi economici per tutto il territorio;
la prima gara con scadenza 3 dicembre 2008 si è conclusa con un nulla di fatto, visto che nessuna delle società invitate, a seguito di precedente manifestato interesse, ha partecipato al proseguo della procedura di gara, giustificando le poco appetibili condizioni di start-up previste dal Ministero e il superamento delle relative opportunità, anche a seguito dell'avvicendamento dei governi;
il nuovo avviso di gara, firmato dall'attuale direttore generale, ha modificato l'originario bando, riducendo la sperimentazione dai tre anni iniziali ad un solo anno; la nuova gara poggia su una linea di contributo per il primo anno come sostegno allo start-up di 6 milioni di euro - oltre Iva - e sulla volontà del Ministero di «procedere all'affidamento di un servizio sperimentale per un anno di trasporto marittimo tutto merci (cat. 19 dell'allegato 118 al decreto legislativo 163/2006) tra il porto di Catania e il porto di Corigliano Calabro e viceversa, da effettuarsi con partenze di almeno tre corse settimanali, con l'impiego di una nave della capacità di carico non inferiore a 1000 metri lineari di autoveicoli pesanti e 100 passeggeri e con una velocità di crociera non inferiore a 15 nodi»;
è richiesta, inoltre, alle società interessate una capacità economica e finanziaria, attestata da almeno due istituti bancari con una certificazione non anteriore a tre mesi e per l'ultimo triennio un fatturato globale d'impresa non inferiore a 10 milioni di euro - esclusa Iva - e un fatturato specifico realizzato nello stesso periodo per i servizi oggetto della gara non inferiore a 5.000.000 di euro - Iva esclusa - . Ai consorzi d'imprese sono richiesti i bilanci certificati;
al nuovo bando, scaduto lo scorso 20 luglio 2009, hanno manifestato interesse alla sperimentazione che avvierà il traffico

merci dal porto di Corigliano verso Catania, solo quattro compagnie, delle quali il Ministero dovrà a breve verificarne la sussistenza dei requisiti richiesti -:
se non ritenga che il nuovo bando abbia scoraggiato altre compagnie di primo piano a manifestare interesse, ritenendo non conveniente investire su un servizio sperimentale di un solo anno che, tra l'altro, non potrà consentire al porto di Corigliano di inserirsi in un vero e proprio circuito del mare, e se, soprattutto, l'aver reso i requisiti di partecipazione al bando non eccessivamente rigidi, non abbia ancora di più disincentivato eventuali interessati al progetto ritenendo il bando di gara destinato a dar vita ad un provvedimento fatto per qualcuno;
se non fosse più opportuno, invece, nell'immediato finalizzare queste risorse per la promozione del porto di Corigliano su tutti i canali specializzati, o per dar luogo ad un serio project financing, che consentirebbe a tale scalo di essere più moderno e sviluppare un sistema di import-export di prodotti agricoli;
se non ritenga opportuno che l'attivazione della tratta in oggetto non sia effettuata ai soli fini di sperimentazione, ma per consentire allo scalo di Corigliano di diventare in pochi anni una vera piattaforma logistica, per l'intero territorio nazionale, evitando così spreco di denaro pubblico.
(4-04148)

REGUZZONI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nell'Allegato II al DPEF (infrastrutture), nella sezione dedicata al trasporto aereo viene fatto esplicito riferimento alla volontà di procedere ad una radicale modifica della normativa che regolamenta le gestioni aeroportuali, le tasse e le tariffe connesse, le concessioni delle infrastrutture degli aeroporti -:
quale sia l'intendimento del Ministero in merito.
(4-04156)

REGUZZONI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la differenza tra «sponda magra» (Varesina) e «sponda grassa» (Piemontese) del Lago Maggiore è attribuita dai più alla diversa vivacità economica e turistica, ed è dovuta alla sostanziale differente accessibilità - ottima - anche autostradale quella piemontese, problematica e vetusta quella lombarda;
la SS629 nel tratto Vergiate-Besozzo vede la presenza di anacronistici semafori a tre tempi, con incroci a raso molto pericolosi soprattutto nelle nebbiose stagioni invernali;
la SS629 rappresenta l'unica arteria di collegamento nord-sud alla sponda lombarda del Lago Maggiore;
esiste da anni un progetto concernente la SS629 e tendente ad eliminare semafori ad incroci a raso;
detta realizzazione potrebbe essere molto importante per la viabilità, la sicurezza ed anche l'economia del Paese-:
quale sia l'intendimento del Ministro circa la risistemazione della SS629, soprattutto nel tratto Vergiate-Besozzo (Varese).
(4-04157)

REGUZZONI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
in data 19 agosto 2009 si è diffusa la notizia che l'aeroporto di Fiumicino è stato «multato» per i ritardi costanti nella riconsegna dei bagagli -:
quali e quanti ritardi siano oggetto di contestazione al soggetto gestore da parte delle autorità competenti;
quali siano i confronti con gli altri scali italiani ed europei;
quali siano gli intendimenti del Ministero in merito, allo scopo di migliorare l'attuale situazione nell'aeroporto di Fiumicino.
(4-04158)

REGUZZONI - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il trasporto aereo vede da anni un incremento costante dell'utilizzo dell'elicottero, mezzo di trasporto flessibile e versatile;
l'utilizzo dell'elicottero presuppone una importante dotazione infrastrutturale di eliporti, il più possibile localizzati vicini alle aree di maggior interesse (centri storici, centri congressi, ospedali...)-:
quale sia l'intenzione del Governo in merito alla localizzazione di eliporti, all'incremento del numero degli stessi, alla eventuale predisposizione di piani di dotazione infrastrutturali validi per tutto il Paese e/o ad eventuali incentivi alla costruzione da parte di soggetti terzi;
quali siano i dati quali - quantitativi attuali e - sulla base di quanto affermato sopra rispondano ai quesiti posti - in futuro in merito sia alla lottizzazione di eliporti, sia ai dati del trasporto aereo per tramite di detti elicotteri.
(4-04159)

REGUZZONI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nel tratto autostradale Aosta-Milano, in prossimità del raccordo tra la Aosta-Torino, il raccordo verso Milano presenta da anni segnaletica di cantiere senza che apparentemente vi si svolgano lavori -:
quale sia la reale situazione e quando verrà ripristinata la segnaletica ordinaria.
(4-04160)

REGUZZONI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
una recente modifica normativa prevede la possibilità di decurtare i punti della patente di guida anche nel caso di infrazioni commesse in bicicletta;
tale disposto normativo ha sollevato e solleva parecchi dubbi in ordine alla opportunità, al senso giuridico e alla costituzionalità dello stesso-:
quale sia l'intendimento del Ministro in merito all'opportunità di introdurre correttivi tesi a risolvere eventuali controversie giuridiche;
quali iniziative il Ministro intende attuare per rispondere alla critica di chi sostiene che «nel nostro Paese norme come questa testimoniamo la mancanza di politiche di attuazione alla mobilità ciclistica».
(4-04162)

TESTO AGGIORNATO AL 21 SETTEMBRE 2009

...

INTERNO

Interrogazione a risposta immediata in Commissione:

I Commissione:

AMICI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 7 settembre 2009 l'associazione radicale anticlericale.net ha comunicato alla Questura di Roma la convocazione di una manifestazione per il giorno 19 settembre 2009 per celebrare la breccia di Porta Pia nel 150o anniversario dell'unità d'Italia, con il seguente programma: «ore 14:30: comizio di dirigenti e parlamentari radicali a Porta Pia. Saranno presenti, tra gli altri, Marco Pannella e l'on. Maurizio Turco. Verrà allestita davanti alla porta una pedana di metri 2x2 e alta cm. 60, con un piccolo impianto di amplificazione; ore 16:30: partenza della marcia da Porta Pia a piazza Pio XII, secondo il percorso seguente: Porta Pia, via XX settembre, via del Quirinale, piazza del Quirinale, via IV novembre, via del Plebiscito, piazza del Gesù, via delle Botteghe Oscure, piazza Mattei, via del Portico d'Ottava, piazza

Cairoli, via Arenula, ponte Garibaldi, piazza Tavani Arquati, via Politeama, piazza Trilussa, ponte Sisto, via dei Pettinari, via dei Giubbonari, piazza Campo de' Fiori, piazza Navona, ponte Sant'Angelo, via della Conciliazione, piazza Pio XII (conclusione, ore 20:30)». La comunicazione proseguiva precisando «l'iniziativa si svolgerà senza recare intralcio alle attività commerciali che si svolgono nelle zone toccate dal percorso e senza recare intralcio alla circolazione veicolare e pedonale se non per lo stretto necessario al passaggio del corteo. Prevediamo la partecipazione di circa 500 persone»;
nel corso dell'incontro con i funzionari della Questura, è stata manifestata dagli organizzatori anche la disponibilità a svolgere la marcia in fila indiana (come già fatto in occasione di una analoga iniziativa tenuta a Verona nel luglio 2009), in modo da evitare qualsivoglia pur minimo disagio alla mobilità dei cittadini;
il percorso proposto è stato concepito in modo tale da toccare alcuni dei luoghi del centro storico di Roma particolarmente significativi per le lotte anticlericali: Porta Pia, dove alle ore 10:10 del 20 settembre 1870 il primo bersagliere irruppe attraverso la celebre breccia; via 20 settembre (in molte città Italiane le vie dedicate alla data del 20 settembre partono quasi sempre dai duomo della città, per rimarcare la vittoria della Stato laico sullo Stato Pontificio); il Quirinale dove, prima del 1870, avevano residenza i Papi; il Palazzo della Consulta, fino al 1870 sede del Tribunale della Sacra Consulta e del Corpo delle Guardie Nobili; via del Plebiscito, dedicata al Plebiscito del 2 ottobre 1870; il Ghetto ebraico, luogo di segregazione, fino al 1870 (un muro circondava la zona e cinque cancelli su di esso erano aperti soltanto durante il giorno per permettere agli ebrei di uscire per esercitare i due soli mestieri a loro consentiti: vendita ambulante di stracci e prestiti ad usura, sempre indossando, però lo speciale contrassegno di colore giallo a dimostrazione dell'appartenenza al popolo ebraico. I cancelli erano sorvegliati da una sentinella (la cui remunerazione era a carico degli ebrei) e nessun ebreo poteva allontanarsi dal ghetto di notte se non voleva essere gravemente punito. Il ghetto fu demolito nel 1870 (con l'unificazione d'Italia e la perdita dei potere temporale dei Papi); piazza Benedetto Cairoli (garibaldino, rifugiato politico e cospiratore anti-austriaco, deputato al Parlamento, Presidente del Consiglio dei ministri italiano); Piazza Giuditta Tavani Arquati (la mattina del 25 ottobre 1867, giorno in cui Garibaldi prendeva Monterotondo nel corso della terza spedizione per liberare Roma, una quarantina di patrioti, di cui 25 romani, si riunirono in via della Lungaretta 97, nel rione romano di Trastevere, nella sede del lanificio di Giulio Ajani, per decidere sul da farsi. Il gruppo preparò una sommossa per far insorgere Roma contro il governo di Pio IX. Deteneva delle cartucce e un arsenale di fucili. Alla riunione partecipò anche la Arquati, con il marito e uno dei tre figli della coppia, Antonio. Verso le 12 e mezzo, una pattuglia di zuavi giunta da via del Moro attaccò la sede del lanificio. I congiurati cercarono di resistere al fuoco. In poco tempo, però, le truppe pontificie ebbero la meglio e riuscirono a farsi strada all'interno dell'edificio. Alcuni congiurati riuscirono a fuggire, mentre altri furono catturati. Sotto il fuoco rimasero uccise 9 persone, tra cui Giuditta Tavani Arquati, (incinta del quarto figlio, il marito e il loro giovane figlio); Campo dè Fiori (passando da Piazza Benedetto Cairoli), luogo simbolo degli anticlericali, dove fu arso vivo Giordano Bruno il 17 febbraio 1600, condannato dall'inquisizione perché considerato eretico; Castel Sant'Angelo, luogo di prigionia e di esecuzioni capitali per opera del potere pontificio; Piazza Pio XII, area di confine tra lo Stato italiano e il Vaticano;
ogni anno i radicali hanno organizzato manifestazioni il cui percorso si è snodato da Porta Pia a piazza Pio XII;
il giorno 8 settembre 2009, nei corso dell'incontro tra i responsabili di anticlericale.net e i funzionari della Questura, veniva opposto dai funzionari stessi un

netto diniego per quanto riguarda il percorso proposto, in quanto - secondo un protocollo d'intesa stipulato tra istituzioni, partiti politici (ad esclusione dei radicali) e organizzazioni sindacali, e «in vigore» dal 10 marzo 2009 - nella città di Roma sarebbe possibile svolgere cortei seguendo esclusivamente uno dei sei percorsi fissi stabiliti dal protocollo suddetto;
nessuno dei sei percorsi indicati dal protocollo è compatibile con il percorso indicato da anticlericale.net per la marcia del 19 settembre 2009 -:
quali siano le istituzioni, i partiti e i sindacati che hanno stipulato il citato protocollo del 10 marzo 2009 e quali iniziative urgenti si intendano adottare per rimuovere il gravissimo vulnus arrecato dal protocollo suddetto ai diritti dei cittadini, con particolare riguardo agli articoli 17 e 21 della Costituzione della Repubblica italiana e se lo Stato italiano abbia concordato con la Santa Sede, a qualsiasi livello, limitazioni ai cortei che, ad avviso degli interroganti, si traducono in un vulnus al godimento dei diritti costituzionali dei cittadini nelle zone limitrofe e nelle vie d'accesso al territorio dello Stato Città del Vaticano.
(5-01781)

Interrogazioni a risposta scritta:

CATANOSO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
con decreto ministeriale del 19 settembre del 2008 veniva indetto un concorso interno riservato al personale di ruolo degli agenti ed assistenti di polizia di Stato con quattro anni di effettivo servizio al 31 dicembre del 2001 per 291 posti;
la graduatoria finale di questo concorso ha visto 1318 partecipanti risultare idonei;
l'articolo 12 del decreto legislativo n. 53 del 28 febbraio del 2001 stabilisce che: «1. Nella prima applicazione del presente decreto, per i posti disponibili dal 31 dicembre 2000 al 31 dicembre 2004, le aliquote di accesso alla qualifica iniziale del ruolo dei sovrintendenti sono fissate, in deroga a quanto previsto dall'articolo 24-quater, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 24 aprile 1982, n. 335, come modificato dall'articolo 2, comma 1, lettera a), del presente decreto, nel settanta per cento per il concorso di cui al medesimo articolo 24-quater, comma 1, lettera a), e nel trenta per cento per quello di cui alla successiva lettera b). 2. I concorsi di cui al comma 1 sono indetti annualmente per tutti i posti disponibili al 31 dicembre di ogni anno. Per i concorsi da espletarsi per i posti disponibili al 31 dicembre 2000, l'Amministrazione è autorizzata ad articolare i corsi di formazione secondo la ricettività degli istituti di istruzione, tenendo conto del numero degli ammessi ai corsi medesimi, fatta salva la decorrenza economica della nomina a vice sovrintendente dalla data di conclusione del primo corso di formazione relativo al concorso per titoli.»;
il Dipartimento della pubblica sicurezza, in ossequio al sopra richiamato principio di annualità, ha indetto un nuovo concorso interno con decreto ministeriale del 23 luglio 2009 per 116 posti che si espleterà nel 2010;
a giudizio dell'interrogante e del sindacato Autonomi di polizia si sarebbe, piuttosto, potuto attingere alla graduatoria dei 1318 idonei con notevoli risparmi di bilancio a carico dell'Amministrazione;
a giudizio dell'interrogante e del sindacato Autonomi di polizia le carenze di organico nel ruolo dei sovrintendenti a far data dal 2001 sono molto più numerose dei 291 messi a concorso e ben superiori al migliaio di unità;
il 16 settembre 2009 è previsto un sit-in di protesta dei lavoratori della polizia di Stato aderenti ad Autonomi di polizia davanti alla Camera dei deputati per sensibilizzare Parlamento e Governo alle loro legittime richieste -:
quali provvedimenti intenda adottare il Ministro interrogato al fine di risolvere le problematiche esposte in premessa.
(4-04152)

GARAVINI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
al comune di Fondi (Latina) è stata insediata nel 2008 una commissione d'accesso con il compito di verificare eventuali infiltrazioni della criminalità organizzata nella gestione del comune;
la prefettura di Fondi sulla base delle risultanze della commissione ha richiesto lo scioglimento del consiglio comunale in data 8 settembre 2008;
il Ministro dell'interno ha deciso in questo senso nel mese di febbraio 2009;
da allora il Consiglio dei Ministri ha bloccato ogni decisione con motivazioni ad avviso dell'interrogante inconsistenti, fino a rinviare la decisione a data da destinarsi;
nel territorio di Fondi ha sede una società denominata Silo srl, della quale sono soci l'attuale sindaco di Fondi, Luigi Parisella, tale Luigi Peppe ed altri;
detta società, che dovrebbe occuparsi di lavorazione di prodotti agricoli, è di fatto inattiva ma possiede una struttura industriale situata in un'area interessata da una variante urbanistica detta Pantanello che ha inciso significativamente sul valore del capannone della Silo come di altri capannoni presenti in zona;
il signor Luigi Peppe, oltre ad essere cugino del sindaco, è fratello di Franco Peppe, soggetto in rapporti certi con la famiglia Tripodo, ed in particolare con Antonino Venanzio Tripodo;
Antonino Venanzio Tripodo, secondo alcuni collaboratori di giustizia, avrebbe usato per la consegna di armi a soggetti appartenenti al clan camorristico dei «casalesi» una automobile intestata proprio a Franco Peppe -:
se il Ministro non ritenga che il comune di Fondi vada comunque sciolto con estrema urgenza, anche alla luce delle nuove norme in materia di scioglimento dei consigli comunali, per non consentire ulteriori favori a soggetti vicini ad elementi della criminalità organizzata.
(4-04180)

...

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta in Commissione:

GRIMOLDI, GOISIS, PIROVANO e CONSIGLIO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
la nuova classe di concorso A-25 matematica, che sostituirebbe l'attuale A047 matematica, permetterebbe l'insegnamento della suddetta materia nei vari istituti tecnici e professionali e per ciò che riguarda i licei, solamente nei liceo scientifico opzione scientifico-tecnologico;
in tal modo verrebbe a mancare la possibilità di continuare ad insegnare nel biennio del liceo di ogni indirizzo;
gli insegnanti che hanno una laurea in matematica, vincitori di concorsi ordinari in matematica e quindi con abilitazione e che hanno insegnato per molti anni in licei scientifici si troveranno soprannumerari;
l'unione matematica italiana (UMI) ha espresso il seguente parere:
il «Regolamento recante l'accorpamento delle classi di concorso a cattedre e a posti di insegnamento di istruzione secondaria», approvato dal Consiglio dei ministri in prima lettura il 12 giugno 2009, prevede le seguenti classi di concorso:
A-19 (Fisica);
A-25 (Matematica);
A-26 (Matematica e Fisica);
A-42 (Scienze matematiche applicate);
la classe A-26 riguarda tutti i Licei (con l'eccezione dell'opzione tecnologica prevista per il nuovo Liceo scientifico), mentre negli Istituti Tecnici e Professionali sono sempre previste le classi separate A 19 (Fisica) e A-25 (Matematica). Infine, la classe A-42 (Scienze matematiche applicate) riguarda solo alcuni particolari Istituti Tecnici e Professionali;
la Commissione Scientifica dell'UMI rileva, in primo luogo, che non sussistono motivi né culturali né didattici per separare l'insegnamento della matematica dalla fisica in una Scuola e non in un'altra;
per quanto riguarda le nuove abilitazioni, la soluzione di gran lunga preferibile è, ad avviso della Commissione Scientifica UMI, prevedere una sola classe «Matematica» e una sola classe «Fisica» per l'insegnamento nelle Scuole Secondarie di II grado;
naturalmente, dovrebbe esser previsto un forte incoraggiamento a conseguire entrambe le abilitazioni, consentendo l'insegnamento nella cattedra di «Matematica e Fisica» a chi appunto sia abilitato sia in

Matematica sia in Fisica. Questo semplificherebbe anche la predisposizione dei futuri percorsi abilitanti;
appare poi molto discutibile la presenza dello classe A-42 (Scienze matematiche applicate): non ci sono differenze curricolari tali da giustificare una classe ad hoc, perché la matematica insegnata nelle Scuole Secondarie di II grado è essenzialmente la stessa, sia pure con le dovute curvature e ovvi diversi gradi di approfondimento;
per quanto riguarda i professori già abilitati, la Commissione Scientifica ritiene preferibile una soluzione flessibile, che permetta a ogni singola Scuola di assegnare classi e materie ai professori in organico, tenendo conto delle abilitazioni possedute da ciascuno e valorizzando l'autonomia della Scuola, senza rigidità;
in particolare, si ritiene di consentire che un abilitato nella A-26 (Matematica e Fisica) insegni un Istituto Tecnico o Professionale, e che un abilitato nella A-19 (Fisica) o nella A-25 (Matematica) insegni in un Liceo;
infine, la Commissione Scientifica dell'UMI sottolinea la presenza nei Licei Scientifici di molti professori in ruolo abilitati nell'attuale classe A047 (Matematica): si chiede che, qualunque sia la soluzione adottata dal Ministero, sia consentita a questi professori la permanenza nella loro Scuola» -:
se il Ministro ritenga opportuno assumere iniziative volte a modificare la normativa vigente al fine di permettere la tanto auspicata separazione della cattedra di matematica da quella di fisica nei licei proprio perché le due discipline hanno approcci estremamente diversi e la formazione culturale dell'insegnante influisce in modo determinante sulla qualità dell'insegnamento;
se non ritenga opportuno adottare iniziative volte ad evitare che i laureati in matematica risultino esclusi dall'insegnamento di matematica in quasi tutti i licei a vantaggio di insegnanti con lauree non specificatamente in matematica;
in subordine se non ritenga opportuno estendere agli insegnanti di matematica con abilitazione in matematica le norme transitorie già previste all'articolo 4 del sopracitato «Regolamento recante l'accorpamento delle classi di concorso a cattedre e a posti di insegnamento di istruzione secondaria».
(5-01763)

MANCUSO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
si è appreso dagli organi di informazione che il Ministro interrogato intenda chiedere al Governo di abolire le scuole di specializzazione e di introdurre al suo posto tirocini e laboratori in scuole statali, paritarie o strutture professionali accreditate dagli uffici scolastici regionali, nonché introdurre altri provvedimenti miranti a costruire una carriera che, ad oggi, non esiste nel nostro Paese,
l'interrogante concorda con il progetto generale di riforma che si costruirà entro la XVI legislatura;
nella scuola italiana esistono, però, gravi problemi di precariato ed è necessario evitare di creare pesanti discriminazioni che possano sfociare in una sorta di «guerra tra poveri», calpestando le aspettative di persone che vi operano da 10-15 o 20 anni;
l'esperienza della scuola di specializzazione per l'insegnamento secondario è risultata fallimentare, ma continuerà a condizionare l'assegnazione delle cattedre anche per l'anno scolastico 2009-2010, consentendo a persone con poca o nulla esperienza, ma dotate di attestati S.S.I.S. di superare in graduatoria persone che gia operano nella scuola da molti anni, ma sprovviste ditali attestati;
al danno si aggiunge la beffa se si considera che il decreto ministeriale n. 42 dell'8 aprile 2009 prevede la possibilità di

mettersi in coda anche in province diverse da quella di residenza, riducendo al lumicino le possibilità di ottenere una delle cattedre che l'ufficio scolastico provinciale abbia nella propria disponibilità -:
se il Governo intenda rivalutare la possibilità dell'inserimento «a pettine» degli abilitati S.S.I.S. provenienti da altre province, legando le graduatorie alla provincia di appartenenza, anche al fine di ridurre i costi derivanti da permessi retribuiti;
se il Governo intenda valutare la possibilità di riconoscere l'abilitazione agli insegnanti di sostegno che abbiano svolto almeno 3 anni di lavoro in tale ruolo con modalità rapide e che consentano l'inclusione nelle graduatorie senza dover attendere 2 anni;
se il Governo intenda valorizzare maggiormente la continuità didattica, tanto nelle classi, quanto nelle aree progettuali, al fine di premiare il merito di quanti abbiano partecipato a laboratori, lavorato a progetto e così via.
(5-01764)

PES, CALVISI, FADDA, MARROCU, MELIS, ARTURO MARIO LUIGI PARISI e SCHIRRU. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
migliaia di insegnanti precari storici della Sardegna in seguito al forte taglio delle cattedre previsto nel regolamento emanato dal Governo nazionale sono esclusi dagli incarichi annuali di insegnamento;
sono state chiuse classi ed aule nei paesi di montagna e nelle zone urbane delle città a più alto rischio di emarginazione;
sono stati tagliati posti di sostegno contro i diritti degli alunni con disabilità e delle loro famiglie;
sono state limitate le possibilità di realizzare attività extrascolastiche;
in data 31 luglio 2009 c'è stato un accordo tra il Ministro interrogato e l'assessore alla pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport della regione Sardegna «per la realizzazione di interventi finalizzati all'integrazione e al potenziamento dell'offerta di istruzione»;
tale accordo, firmato senza alcun parere da parte dei sindacati e delle parti sociali, degli studenti, delle famiglie e delle loro associazioni, prevede che la giunta regionale di fatto appalti al Governo nazionale la gestione delle politiche sulla scuola in Sardegna, sottraendo 20 milioni di euro in risorse proprie regionali già stanziati dal consiglio regionale con la legge Finanziaria per il 2009, mentre il Governo - causa dei pesanti tagli che producono gravissimi costi sociali per la popolazione sarda - si appropria della maggioranza assoluta del comitato paritetico previsto nell'accordo, in modo da poter controllare e determinare prescindendo dalla volontà delle istituzioni sarde qualunque soluzione strategica sul sistema scolastico sardo;
l'accordo tace sulle eventuali nomine, pertanto il personale della scuola e i loro sindacati manifestano gravi rilievi sulle discriminazioni e i possibili favoritismi discrezionali di eventuali chiamate che non rispettino le procedure adottate fino ad oggi sugli incarichi del personale;
i 20 milioni di euro di fondi regionali previsti nell'accordo di cui sopra, non sono sufficienti a contrastare la dispersione scolastica e a sostenere l'autonomia organizzativa e didattica in favore degli studenti e degli alunni con disabilità, causando quindi un grave danno alle scuole che saranno costrette a ridurre la loro offerta formativa ad anno scolastico iniziato;
si registrano classi delle scuole medie inferiori composte da trenta alunni, con presenza di disabili gravi che dovrebbero svolgere l'attività in aule costruite per ospitare al massimo venticinque alunni;
altre regioni italiane che hanno raggiunto accordi con il Governo (Lombardia

e Sicilia), hanno ottenuto rilevanti finanziamenti -:
se il Ministro interrogato non ritenga opportuno assumere le necessarie iniziative per:
a) revocare l'accordo stipulato in data 31 luglio 2009 con l'Assessore alla pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport della Regione Sardegna «per la realizzazione di interventi finalizzati all'integrazione e al potenziamento dell'offerta di istruzione»;
b) garantire che gli accordi regionali per il precariato debbano mantenere criteri d'intervento e di applicazione unitaria e, pertanto, che uno schema di convenzione sia discusso con la massima urgenza al tavolo di confronto della Conferenza Unificata Stato/Regioni facendo sì questi accordi prevedano interventi e garanzie per tutto il personale precario della scuola, sia docente sia ATA;
c) attribuire un'indennità di disoccupazione per due anni (pari al 60 per cento della retribuzione nel primo anno e al 50 per cento nel secondo) ai precari, il cui contratto non possa essere assolutamente rinnovato, che hanno lavorato per almeno 180 giorni nell'anno scolastico 2008-2009 e a garantire la maturazione del punteggio di servizio nelle graduatorie ad esaurimento;
d) tutelare il diritto allo studio degli studenti con disabilità.
(5-01777)

MARIO PEPE (PD). - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
la situazione della scuola, con l'applicazione dell'articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008, è diventata complessa, drammatica, insostenibile a fronte delle incertezze sul piano degli orientamenti ministeriali, delle scelte che si fanno in ordine degli ordinamenti scolastici con l'uscita dal rapporto di lavoro del personale docente e del personale ATA;
il precariato scolastico che, secondo l'interrogante, non è stato affrontato in maniera razionale, programmatica, con scansioni temporali, ha manifestato tutta la sua indignazione per la drammatica perdita dei posti di lavoro che pongono in seria difficoltà sul piano professionale e occupazionale le forze-lavoro impegnate nel mondo della scuola con l'adozione improvvisa, immeditata dei piani di disponibilità che non affrontano né risolvono il problema oggettivo -:
quali siano gli intendimenti del Ministro interrogato in ordine al precariato e quali politiche di sostegno e di eventuale inserimento nel mondo della scuola del personale che vive uno stato di incontenibile disagio esistenziale intenda promuovere.
(5-01779)

Interrogazione a risposta scritta:

REGUZZONI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere _ premesso che:
recenti statistiche attestano che il 36 per cento dei bambini italiani è in sovrappeso, e di questi il 12,3 per cento è obeso;
la cultura dell'alimentazione è basilare per lo sviluppo di un rapporto sano e corretto con il cibo, anche e soprattutto nella vita adulta;
il nostro paese ospiterà l'expo 2015 avente per titolo «nutrire il pianeta, energia per la vita», fatto che renderà centrale il tema della corretta alimentazione;
si registrano esempi positivi di scuole che costruiscono orti, in cui gli alunni imparano insieme ai nonni la familiarità con gli alimenti e con le più sane tradizioni alimentari -:
quale sia lo stato di attuazione del programma di educazione alimentare;
quali iniziative di educazione alimentare siano effettivamente attuate in ogni scuola di tutti gli ordini e gradi;

quali e quanti siano gli esempi virtuosi che coniugano corretta alimenta zione e tradizione locale, e quali i modi e le azioni per incentivarli e diffonderne l'adozione.
(4-04161)

TESTO AGGIORNATO AL 28 MARZO 2011

...

LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

XI Commissione:

ANTONINO FOTI e DI BIAGIO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
è stato pubblicato, sul supplemento ordinario n. 142 alla Gazzetta Ufficiale n. 180 del 5 agosto 2009, il decreto legislativo n. 106 del 3 agosto 2009, recante le disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo n. 81 del 2008, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro;
sullo schema di tale provvedimento le Commissioni riunite XI e XII hanno svolto un lungo e complesso lavoro istruttorio, conclusosi con un articolato parere parlamentare, che ha posto al Governo rilevanti richieste di modifica e integrazione del testo originariamente presentato;
in questo ambito, una specifica disposizione in materia di lavoro ha riguardato le richieste di modifica all'articolo 71 del decreto legislativo n. 81 del 2008;
in particolare, il parere parlamentare (lettera i)) delle osservazioni contenute nel parere approvato in data 24 giugno 2009) ha richiesto al Governo di valutare - considerata l'opportunità di risolvere i potenziali rischi di incompatibilità nelle funzioni di certificazione e controllo dei soggetti pubblici, anche sulla base delle recenti segnalazioni dell'Autorità garante della Concorrenza e del Mercato - l'opportunità di modificare parzialmente la lettera e) dell'articolo 43, correttiva del comma 11 del citato articolo 71, nel senso di sostituire il secondo periodo con un periodo del seguente tenore: «Le verifiche sono effettuate dai soggetti preposti, che vi provvedono nel termine di trenta giorni dalla data di richiesta, decorso inutilmente il quale il datore di lavoro può avvalersi di soggetti pubblici o privati abilitati, con le modalità di cui al comma 13»;
il testo definitivamente adottato dal Governo (articolo 44 del decreto legislativo n. 106 del 2009) ha, in realtà, apportato modifiche di diverso tenore al citato comma 11 dell'articolo 71; infatti, è previsto che, al comma 11, dopo le parole: «verifiche periodiche» siano inserite le seguenti: «volte a valutarne l'effettivo stato di conservazione e di efficienza ai fini di sicurezza», e che il secondo periodo sia sostituito dal seguente: «La prima di tali verifiche è effettuata dall'ISPESL che vi provvede nel termine di sessanta giorni dalla richiesta, decorso inutilmente il quale il datore di lavoro può avvalersi delle ASL e o di soggetti pubblici o privati abilitati con le modalità di cui al comma 13. Le successive verifiche sono effettuate dai soggetti di cui al precedente periodo, che vi provvedono nel termine di trenta giorni dalla richiesta, decorso inutilmente il quale il datore di lavoro può avvalersi di soggetti pubblici o privati abilitati, con le modalità di cui al comma 13.»;
appare evidente che - tra il parere parlamentare e il testo definitivamente approvato - vi è una difformità di contenuto, non soltanto sotto il profilo formale, ma anche sotto il profilo sostanziale;
risulta all'interrogante che, dopo l'approvazione del parere parlamentare e prima della approvazione del provvedimento da parte del Consiglio dei ministri e della sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, siano state fornite - dai competenti uffici del Ministero - ampie rassicurazioni sul recepimento testuale del citato rilievo contenuto nel parere medesimo;

si paventa pertanto, a giudizio dell'interrogante, il rischio che vi possa essere stata, in questo caso, una qualche responsabilità degli stessi uffici nella definitiva stesura del testo -:
se il Ministro interrogato sia consapevole dell'incompleto recepimento del parere parlamentare in relazione alle modifiche apportate al comma 11 dell'articolo 71 del decreto legislativo n. 81 del 2008 e - in caso affermativo - che misure intenda intraprendere per risolvere la questione nei termini segnalati dal Parlamento, anche accertando eventuali responsabilità amministrative al riguardo.
(5-01774)

BOBBA e DAMIANO. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
Phonemedia opera nel settore delle customer operations, fondato nel 2002, nel 2004 entra attivamente nel mercato Latino Americano attraverso l'acquisizione di strutture e personale operativo in Argentina e, dopo una veloce crescita ed espansione, nel 2005, è riconosciuta come leader italiano per quanto riguarda il settore dei contact center, in particolar modo nel settore Outbound;
nel 2007 e 2008 lo stesso Phonemedia, grazie ad una serie di acquisizioni di aziende di outsourcing diventa il Gruppo Phonemedia, leader nei servizi Call Center e di supporto alle più importanti aziende nello sviluppo e nella gestione dell'intero processo di Custumer Relationship Marketing;
il Gruppo attualmente è formato da Raf Spa, Answers Spa, WCCR Srl, Omniacall Spa, PMC Operations Srl, PMC Servizi Finanziari Srl, Multivoice Srl, Multimedia Planet Srl, B2B Srl e Soft4Web Srl;
tutte le aziende del Gruppo Phonemedia attraversano una seria crisi finanziaria, che ha portato ad una dilazione dei pagamento degli stipendi in due rate e, non di rado, a ripetuti ulteriori ritardi sulle scadenze promesse dall'azienda;
nel corso di diversi incontri avuti in sede aziendale, il management ha presentato un piano di risanamento e rilancio finanziario, basato essenzialmente sull'intervento bancario, che, di fatto, è stato rimandato di mese in mese;
più volte e presso diverse sedi, si sono svolti tavoli di confronto con le autorità locali, quali Provincia e Prefettura, al fine di monitorare la situazione delle singole società, senza nessun esito, in quanto all'impegno formale dell'azienda a risolvere in tempi brevi le difficoltà finanziarie, non è seguita l'ottemperanza delle promesse e il rispetto delle scadenze;
in data 29 luglio 2009, le società Europe SA e AMT Europe SA, detentrici del controllo delle aziende del Gruppo Phonemedia, e la Restform Limited, società a monte della catena di controllo della Omega Spa, hanno stipulato l'accordo con il quale si prevede che quest'ultima ottenga il completo controllo delle prime due, comportando il confluire delle società del Gruppo Phonemedia nel network di imprese della inglese Omega Spa;
in tutte le sedi italiane si stanno verificando scioperi e disordini a causa della difficile situazione economica a cui sono costretti i dipendenti, della mancanza di informazioni e della gestione aziendale;
il call center di Trino, in particolare, consta di circa 300 dipendenti, assunti sia a tempo indeterminato, sia determinato e sia con contratti di apprendistato e, nonostante in passato il numero di occupati fosse sensibilmente più elevato di quello attuale, da circa un anno il dato occupazionale risulta stabile;
i ritardi nel pagamento degli stipendi, per i dipendenti piemontesi e non solo, sussistono da lungo tempo e negli ultimi mesi l'azienda aveva proceduto a pagare in due tranche, rispettivamente il 10 e il 20 di ogni mese;

la situazione è peggiorata nell'ultimo periodo, infatti nel mese in corso, è stata corrisposta la seconda tranche dello stipendio di luglio;
a partire dai primi mesi dei 2008, i dipendenti di Trino hanno visto ritardi anche nel versamento dei contributi previdenziali, del Trattamento di Fine Rapporto e dei fondi esterni;
la situazione descritta turba i dipendenti in quanto ad oggi il call center di Trino lavora solamente su commesse Telecom, mentre, fino al 2008, sussisteva una maggiore differenziazione di servizi -:
se non ritenga di dover convocare con la massima urgenza un tavolo di confronto con le aziende rientranti nel Gruppo Phonemedia, ora cedute all'Omega S.p.A, le rappresentanze sindacali e le istituzioni interessate al fine di salvaguardare i posti di lavoro e garantire i livelli occupazionali dei lavoratori delle aziende citate in premessa.
(5-01775)

DELFINO e POLI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la crisi economica, ancora in corso, è evidenziata dai dati presentati dalla Commissione europea che ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita dell'Italia. Secondo gli analisti di Bruxelles il Pil nel 2009 si attesterà a quota -5 per cento, un risultato peggiore di quanto previsto nella scorsa primavera (-4,4 per cento), anche se è attesa nella seconda metà del 2009 una debole ripresa che comporterà un piccolo impulso di crescita positivo nel 2010;
allo stato attuale, le categorie più a rischio sono i giovani e quanti, precari, ancora non godono delle risorse previste per gli ammortizzatori sociali;
in diverse occasioni il Governo ha affermato la consistente disponibilità di risorse per gli ammortizzatori sociali. Recenti dichiarazioni del Ministro Sacconi evidenziano che la cassa integrazione è sovrastimata di circa il 60 per cento (le aziende richiedono più cassa integrazione di quella di cui realmente necessitano e che usano) e che il sistema economico italiano sta rispondendo bene alla crisi economica, pur indicando l'esigenza di una più puntuale razionalizzazione degli ammortizzatori sociali;
anche il ministro Tremonti ha fatto recentemente notare che le richieste di ricorso alla cassa integrazione straordinaria e in deroga sono state alte, mentre non altrettanto alto è stato l'effettivo utilizzo delle risorse. Vale a dire che per il 2009 sono stati messi a disposizione 8 miliardi che potrebbero essere in parte usati anche per i mesi successivi; in tutti i casi sembrerebbe che nel bilancio pubblico ci siano risorse tali da far fronte anche ad eventuali scenari più drammatici;
vi sono ancora delle categorie di lavoratori, come i lavoratori a progetto che godono appena del 20 per cento dell'indennità di disoccupazione, mentre i due terzi degli occupati a tempo indeterminato sono impegnati in settori che non rientrano nel sistema cassa integrazione/mobilità;
si stima che nei prossimi anni scadranno tra i 300 mila e 400 mila contratti di collaborazione all'anno, per i quali non è previsto il ricorso alla cassa integrazione in deroga; inoltre, le coperture dell'indennità di disoccupazione applicate in Italia, sono molto inferiori, soprattutto per durata, ai livelli europei -:
a quanto realmente ammonti la «consistente disponibilità di risorse per gli ammortizzatori sociali» cui fa riferimento il Governo nelle sue recenti dichiarazioni e quali siano le difficoltà, se è vero che i fondi a disposizione sono sufficienti, che impediscono di elevare e rendere più omogeneo il livello di tutela salariale estendendo la cassa integrazione alle categorie di lavoratori ancora non incluse.
(5-01776)

Interrogazioni a risposta in Commissione:

DAMIANO, BOCCUZZI, ROSSOMANDO, ESPOSITO, LARATTA, BERRETTA, GATTI, GIULIETTI, MOSCA, MIGLIOLI, FASSINO, GIORGIO MERLO, CALGARO, VERNETTI, PORTAS, LUCÀ, BOBBA, LOVELLI, BARBI, FIORIO e RAMPI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
da diversi giorni i lavoratori del gruppo ILMAS sono in agitazione allo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica e le autorità competenti riguardo alla difficile situazione venutasi a creare con l'azienda che, in crisi di liquidità, non corrisponde gli stipendi da quattro mesi;
la società in questione occupa quasi 180 dipendenti, di cui 110 impegnati presso la ILMAS spa, con sede e stabilimento in Rivoli (Torino) e i restanti 68 impiegati presso la controllata Osu di Orbassano (Torino), e si occupa da diversi decenni di produzione di particolari per aeronautica;
in seguito al Bando per la manifestazione pubblica di interesse alla reindustrializzazione dell'area Exide nel comune di Casalnuovo (Napoli) del giugno 2005, indetto dalle Regione Campania e dal comune di Casalnuovo, cui hanno partecipato circa 11 aziende, la ILMAS ha presentato un progetto di ricollocazione per i lavoratori e di riqualificazione dell'area dismessa successivamente alla chiusura dello stabilimento e del licenziamento dei lavoratori della ditta EXIDE;
il progetto dell'ILMAS è risultato il prescelto dall'istruttoria effettuata dagli enti proponenti, la quale ha posto l'obbligo di assunzione di 85 lavoratori EXIDE in mobilità;
nel corso del 2005, in conseguenza del progetto presentato e accolto, la ILMAS cambiava il proprio assetto societario per poter finanziare il programma di investimenti e, dal 1o gennaio 2006, assumeva i lavoratori della EXIDE con contratti a tempo indeterminato, prevedendo per i primi sei mesi dei corsi di formazione per la riqualificazione professionale;
gli accordi prevedevano, oltre alla bonifica e alla consegna, mai avvenute, dell'area interessata all'ILMAS da parte dell'EXIDE, l'assegnazione a quest'ultima di 13.500 metri quadri e su un totale di 55.000 metri quadri disponibili a prezzo agevolato, oltre a un finanziamento della Regione Campania e dell'ex Ministero delle attività produttive, con partecipazione del capitale sociale di Sviluppo Italia;
il piano prevedeva inoltre la collocazione nel sito ex EXIDE di tutte le attività di verticalizzazione delle strutture aeronautiche e lo stanziamento di 27,5 milioni di euro in investimenti, ripartiti come di seguito: 40 per cento finanziamento in conto capitale, 30 per cento finanziamento agevolato, 10 per cento partecipazione al capitale di ILMAS da parte di Sviluppo Italia e il restante 20 per cento dai soci della società ILMAS;
la situazione si è complicata nel corso del tempo, poiché la regione Campania, che doveva finanziare il progetto di formazione dei lavoratori ex EXIDE per un totale di 1,9 milioni di euro, ridotti e decretati poi a 900.000 euro, ha stanziato solo 388.000 euro; inoltre il comune di Casalnuovo, il quale non aveva consentito il frazionamento dell'area, è stato commissariato nel corso del 2008; tali vicende hanno portato a un blocco degli investimenti;
dopo un periodo di stasi, nell'aprile 2008 si è tenuta una riunione con i Ministeri del lavoro e dello sviluppo economico; in quell'occasione i rappresentanti della ILMAS, dichiarando di essere in gravi situazioni finanziarie comportanti difficoltà nel provvedere al pagamento degli stipendi dei propri dipendenti, hanno fatto richiesta di sblocco dei fondi; da parte sua Sviluppo Italia si è impegnato a sbloccare gli stessi entro la fine del 2008, dietro presentazione di un nuovo piano industriale;

nell'ottobre 2008 la ILMAS ha presentato il nuovo piano industriale, ma solamente nell'aprile 2009 vi è stata la comunicazione da parte di INVITALIA (ex Sviluppo Italia) della fine dell'istruttoria e dell'invio della pratica al Consiglio di amministrazione;
in questi ultimi anni la ILMAS, in seguito alle vicende suddette, si è esposta per oltre 20 milioni di euro per il mantenimento delle risorse eccedenti e per gli immobilizzi previsti dal programma; ciò ha portato la direzione aziendale, nel luglio 2009, a comunicare alle organizzazioni sindacali e alle rappresentanze sindacali unitarie di non essere più in grado di provvedere al pagamento degli stipendi dei lavoratori e dei crediti dei fornitori, e di aver avviato le procedure dello stato di insolvenza e di amministrazione straordinaria; la relativa domanda è stata presentata al tribunale di Torino il 31 luglio 2009;
i lavoratori del gruppo ILMAS devono percepire parte della 13a mensilità, il saldo del mese di maggio 2009, il premio di produzione, e le mensilità di giugno, luglio e agosto 2009; inoltre ancora per molti mesi non riceveranno il pagamento della cassa integrazione; ciononostante essi si stanno prodigando per consegnare ordini urgenti al fine di mantenere in vita la società e di consegnare al commissario in corso di nomina, una situazione che consenta di guardare al futuro con ottimismo;
la vicenda ha assunto aspetti paradossali poiché la ILMAS non è vittima di una crisi di mercato o di prodotti, ma esclusivamente di natura finanziaria, causata anche dalle inosservanze e dai mancati adempimenti delle amministrazione locali e statali -:
se sia a conoscenza della situazione descritta in premessa;
se non ritenga di convocare con la massima urgenza un tavolo di concertazione tra i rappresentanti della ILMAS, della regione Campania, di INVITALIA, e delle organizzazioni sindacali, allo scopo di pervenire ad una soluzione in tempi certi di una vicenda che interessa centinaia di lavoratori e le loro famiglie, che da mesi non ricevono lo stipendio, la cui responsabilità è in gran parte da attribuire alle inottemperanze delle amministrazioni coinvolte.
(5-01766)

BRANDOLINI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 9, comma 5, della legge 11 marzo 1988, n. 67 e successive modificazioni prevede la concessione di agevolazioni contributive per i lavoratori agricoli delle zone di montagna o svantaggiate;
il pagamento in misura ridotta dei contributi relativi ai lavoratori agricoli delle cooperative che svolgono attività di trasformazione ai sensi della legge n. 240 del 1984 operanti nelle zone non rientranti nelle agevolazioni contributive, relativamente ai conferimenti dei soci aventi aziende situate in zone di montagna o svantaggiate, è stato riconosciuto dall'INPS sulla base della circolare ex SCAU n. 28 del 20 giugno 1985, tuttora vigente;
il 14 luglio 2009 nella risposta all'interrogazione n. 5-01388 il sottosegretario Pasquale Viespoli comunicava che l'INPS aveva provveduto al superamento dei ritardi nel rimborso della maggiore contribuzione, riconoscendo a richiesta alle cooperative interessate la possibilità di compensare in sede di pagamento dei contributi, mentre per quanto riguarda l'INAIL - che non ha ancora riconosciuto le agevolazioni contributive alle suddette cooperative - informava della costituzione di un apposito tavolo di confronto volto ad individuare le possibili soluzioni per rendere applicabile, sul piano tecnico, anche per l'INAIL, quanto già operato per l'INPS;
in risposta ad una richiesta di riconoscimento delle agevolazioni contributive nella quale si faceva esplicito riferimento alla interrogazione di cui sopra,

l'INAIL sede di Forlì - senza attendere le conclusioni del preannunciato tavolo tecnico - in data 10 agosto 2009 comunicava l'impossibilità di aderire «poiché la normativa di cui all'articolo 9, comma 5 della legge n. 67 del 1988 e successive modificazioni non consente a questa sede, come da disposizioni della Direzione centrale rischi INAIL del 6 novembre 2008, l'interpretazione estensiva del beneficio contributivo;
nella risposta fornita dall'INAIL alla sopraccitata interrogazione si afferma che l'agevolazione contributiva è risultata inapplicabile in quanto «dovrebbe essere individuata, nell'ambito della massa salariale, la quota parte di retribuzioni relative ai soci che conferiscono il prodotto provenienti dalle zone svantaggiate»;
al fine di determinare la massa salariale per il calcolo delle agevolazioni è possibile acquisire dalle cooperative interessate i dati e la documentazione relativi ai quantitativi conferiti ed acquistati da terzi suddivisi per provenienza (zona pianura - zona svantaggiata - zona montana) -:
se l'apposito tavolo costituito presso l'INAIL abbia individuato le soluzioni per l'applicazione delle agevolazioni che, come sopra premesso, sono facilmente acquisibili e verificabili;
se non ritenga opportuno sollecitare l'INAIL a riconoscere al più presto il diritto al recupero dei maggiori importi contributivi corrisposti dalle cooperative di cui sopra, accogliendo le richieste di recupero relative ai maggiori importi pagati a partire dal 1996;
se non intenda impartire anche all'INAIL precise disposizioni affinché le cooperative che hanno diritto di usufruire delle agevolazioni contributive vengano autorizzate a recuperare la maggiore contribuzione - senza essere costrette a richiederne il rimborso - attraverso compensazione in sede di pagamento dei contributi.
(5-01767)

Interrogazioni a risposta scritta:

GRIMOLDI, CAPARINI, GOISIS, PIROVANO, CONSIGLIO e RONDINI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
ai sensi dell'articolo 1, comma 170, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, alla determinazione delle tariffe massime per la remunerazione delle prestazioni e delle funzioni assistenziali, assunte come riferimento per la valutazione della congruità delle risorse a disposizione del Servizio sanitario nazionale, provvede, con proprio decreto, il Ministero della salute, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano. Gli importi tariffari, fissati dalle singole regioni, superiori alle tariffe massime restano a carico dei bilanci regionali;
con decreto ministeriale 12 settembre 2006, «Ricognizione e primo aggiornamento delle tariffe massime per la remunerazione delle prestazioni sanitarie», il Ministro della salute ha provveduto ad adottare il primo aggiornamento delle tariffe massime di riferimento per la remunerazione delle prestazioni e delle funzioni assistenziali con oneri a carico del Servizio sanitario nazionale;
il decreto ministeriale costituisce un primo strumento di ricognizione dei provvedimenti nazionali e regionali in materia di tariffe di prestazioni sanitarie, nonché di aggiornamento tariffario per quelle prestazioni di assistenza ospedaliera la cui remunerazione è ritenuta non più idonea;
per l'assistenza ospedaliera, sono stati aggiornati i valori soglia DRG specifici e la remunerazione delle giornate oltre soglia; per l'assistenza specialistica ambulatoriale, il decreto conferma, all'inverso, l'erogabilità delle prestazioni a carico del Servizio sanitario nazionale con le tariffe massime già individuate con decreto del Ministro della sanità del 22 luglio 1996; per l'assistenza protesica, sono confermate

le tariffe massime nazionali stabilite con decreto del Ministro della sanità del 27 agosto 1999, n. 332;
nel complesso, il provvedimento, pur costituendo un primo, importante, passaggio ai fini della revisione del sistema delle tariffe massime di riferimento, non ha introdotto sostanziali innovazioni sul versante della razionalizzazione del sistema di pagamento a DRG delle prestazioni in rapporto sia alle evoluzioni della tecnologia biomedica, sia alla valutazione dell'appropriatezza e qualità delle prestazioni erogate;
da un lato, infatti, il nomenclatore non tiene conto delle innovazioni tecnologiche, così scoraggiando le prestazioni innovative (che sono quelle più costose in termini monetari). Un esempio emblematico è quello della radioterapia (codici dal 92.20 in poi), per la quale è ancora presente la radioterapia con cobalto, che si faceva circa 20 anni fa, mentre non è stato incluso alcun riferimento alle prestazioni di terapia «moderna» con IMRT, Tomoterapia, IGRT;
alcune regioni hanno cercato di ovviare alla situazione intervenendo con una propria autonoma regolazione; emblematico, al riguardo, è il caso della regione Lombardia, che, sulla base del confronto con le società scientifiche, ha riconosciuto, con l'ultimo decreto VIII/9173 del 30 marzo 2009, voci nuove specifiche tecniche ben definite;
in questi termini, il decreto ministeriale 12 settembre 2006 appare ispirato ad una logica tradizionale nella rimborsabilità delle prestazioni, che non tiene minimamente in considerazione le differenze sostanziali consolidatesi nel confronto interregionale sotto il profilo dell'innovazione e della qualità delle prestazioni;
il finanziamento indistinto delle prestazioni sulla base del medesimo DRG si traduce in un favor tacito per le regioni meno efficienti, con conseguenti sostanziali danni a carico dei cittadini che, per accedere a prestazioni qualitativamente garantite, sono spesso costretti a ricorrere alla mobilità sanitaria;
da alcuni mesi, il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali ha avviato il procedimento per l'aggiornamento delle tariffe massime delle prestazioni sanitarie erogabili a carico del Servizio sanitario nazionale;
a tal fine, nel primo semestre del 2009, il Ministero ha avviato la consultazione con le società scientifiche, da attuarsi ai sensi dell'articolo 1, comma 170, della legge n. 311 del 2004; sono state ammesse alla consultazione le società scientifiche operanti in ambito sanitario, nei settori dell'assistenza ospedaliera per acuti, riabilitazione e lungodegenza post-acuzie, dell'assistenza specialistica ambulatoriale e dell'assistenza protesica e con un ambito di rappresentatività di livello nazionale, che si siano registrate on-line attraverso l'apposito form entro il 30 marzo 2009 -:
quale sia lo stato di attuazione del procedimento di consultazione delle società scientifiche di cui in premessa e quali siano i tempi previsti per la definitiva adozione del provvedimento di aggiornamento delle tariffe massime delle prestazioni sanitarie erogabili a carico del Servizio sanitario nazionale;
se il Ministro interrogato non intenda opportuno adottare un nuovo metodo di definizione delle suddette tariffe massime, orientato ad una effettiva valorizzazione delle innovazioni tecnologiche e ad una misurazione del livello di qualità ed appropriatezza delle prestazioni erogate, secondo un modello di autentico federalismo sanitario.
(4-04128)

DONADI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la legge 12 marzo 1999 n. 68, recante «Norme per il diritto al lavoro dei disabili» ha come finalità la promozione dell'inserimento

e dell'integrazione lavorativa delle persone disabili nel mondo del lavoro attraverso servizi di sostegno e di collocamento mirato;
la suddetta normativa si applica: a) alle persone in età lavorativa affette da minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali e ai portatori di handicap intellettivo, che comportino una riduzione della capacità lavorativa superiore al 45 per cento, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell'invalidità civile in conformità alla tabella indicativa delle percentuali di invalidità per minorazioni e malattie invalidanti approvata, ai sensi dell'articolo 2 del decreto legislativo 23 novembre 1988, n. 509, dal Ministero della sanità sulla base della classificazione internazionale delle menomazioni elaborata dalla Organizzazione mondiale della sanità; b) alle persone invalide del lavoro con un grado di invalidità superiore al 33 per cento, accertata dall'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali (INAIL) in base alle disposizioni vigenti; c) alle persone non vedenti o sordomute, di cui alle leggi 27 maggio 1970, n. 382, e successive modificazioni, e 26 maggio 1970, n. 381, e successive modificazioni; d) alle persone invalide di guerra, invalide civili di guerra e invalide per servizio con minorazioni ascritte dalla prima all'ottava categoria di cui alle tabelle annesse al testo unico delle norme in materia di pensioni di guerra, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 23 dicembre 1978, n. 915, e successive modificazioni. Secondo la legge n. 68 del 12 marzo 1999, inoltre, i datori di lavoro pubblici e privati sono tenuti ad avere alle loro dipendenze lavoratori appartenenti alle categorie di cui all'articolo 1 nella seguente misura: 7 per cento dei lavoratori occupati, se occupano più di 50 dipendenti; due lavoratori, se occupano da 36 a 50 dipendenti; un lavoratore, se occupano da 15 a 35 dipendenti;
il principio ispiratore del cosiddetto «collocamento mirato» parte dal presupposto che a minorazione fisica, psichica e/o sensoriale non corrisponde sempre e comunque una riduzione delle capacità lavorative. Infatti, attraverso una serie di strumenti tecnici e di supporto che permettono di valutare adeguatamente le persone con disabilità nelle loro capacità lavorative e di inserirle nel posto di lavoro adatto, attraverso analisi dei posti di lavoro, forme di sostegno, azioni positive e soluzione di problemi connessi con gli ambienti, gli strumenti e le relazioni interpersonali sui luoghi quotidiani di lavoro e di relazione è possibile inserire la persona disabile giusta al posto di lavoro adatto;
risultano all'interrogante alcune segnalazioni da parte di lavoratori disabili in Cassa integrazione guadagni straordinaria che, pur avendo richiesto la sospensione di tale prestazione da parte dello Stato, non riescono a stipulare nuovi rapporti di lavoro con aziende che richiedono il profilo dell'appartenenza alle categorie protette. Tali lavoratori, infatti, non risultano più iscritti alle liste di collocamento di cui all'articolo 2 della legge 12 marzo 1999 n. 68 -:
se e quali iniziative, anche di carattere normativo, il Governo intenda adottare alla luce di quanto descritto in premessa, al fine di permettere ai lavoratori disabili in cassa integrazione guadagni straordinaria, di risultare - una volta domandata la sospensione di tale prestazione - automaticamente iscritti nelle liste di collocamento mirato.
(4-04134)

PEZZOTTA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
la struttura di ricerca di Nerviano Medical Sciences è la più importante in Italia e sono in atto ricerche d'avanguardia in ambito farmacologico per il trattamento clinico e non dei tumori;

le ricerche del Nerviano Medical Sciences sono in fase operativa nel trattamento oncologico e che molti pazienti dipendono dai farmaci messi a punto dal centro milanese;
nell'istituto operano 650 addetti tra tecnici, ricercatori e manager altamente qualificati di fama internazionale;
la proprietà del centro di ricerca d'avanguardia è della congregazione dei Figli dell'immacolata concezione, congregazione religiosa laicale che ha quale fondamento l'assistenza sanitaria e il supporto spirituale ai bisognosi;
la salvaguardia e la tutela della salute dei cittadini sono inserite fra i principi costituzionali del nostro Paese;
l'attuale proprietà della congregazione ha dichiarato una grave crisi di liquidità;
tale crisi pregiudica lo sviluppo delle ricerche delle importanti molecole antitumorali, con il conseguente aggravarsi delle condizioni di salute dei pazienti attualmente trattati con i farmaci messi a punto nel Nerviano Medical Sciences;
la crisi di capitale della proprietà rischia di pregiudicare il posto di lavoro per i 650 operatori impegnati nelle ricerche del Nerviano Medical Sciences;
la difesa e la promozione delle eccellenze nazionali sono alcuni degli aspetti fondamentali delle politiche per attrarre nuovi talenti nel nostro Paese -:
se abbiano incontrato i vertici della congregazione proprietaria del Nerviano Medical Sciences al fine di scongiurare la perdita di 650 posti di lavoro, finora occupati da professionisti di notevole valore scientifico e manageriale e se non ritengano di predisporre un eventuale intervento urgente per assicurare il proseguimento delle ricerche del polo di Nerviano Medical Sciences, nonché un programma di sostegno ai lavoratori dell'istituto.
(4-04135)

DIMA e CARLUCCI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la sede INPS di Rossano (Cosenza), nelle scorse settimane, ha avviato una legittima ed apprezzabile azione di verifica e di accertamento dell'esistenza dei presupposti, per come previsto dalla normativa in materia, di erogazione delle indennità di disoccupazione, malattia e maternità nei confronti dei lavoratori agricoli della sibaritide;
questa iniziativa ha prodotto naturali ritardi nell'attivazione delle procedure di liquidazione e, soprattutto per quanto riguarda alcune cooperative agricole, una sospensione delle stesse;
per quanto riguarda queste cooperative, si sono rese necessarie ulteriori verifiche che si stanno attuando contestualmente a quelle promosse dalla magistratura che, in un'indagine su presunte infiltrazioni della criminalità organizzata nel settore agricolo, ipotizza la commissione di una serie di reati ai danni dell'INPS, come la truffa e le false attestazioni, soprattutto per quanto riguarda l'omesso o parziale versamento contributivo;
un gruppo di lavoratori agricoli, che si riterrebbe penalizzato da questi accertamenti, ha inscenato alcune manifestazioni di protesta che sono scaturite in un blocco della SS 106 ed in un presidio della sede INPS di Rossano, che ha prodotto momenti di tensione con minacce al personale dipendente ed alla stessa direttrice del locale istituto di previdenza;
a seguito di questa protesta, le rappresentanze istituzionali e politiche del territorio hanno espresso piena solidarietà e massima vicinanza ai vertici ed al personale della sede INPS di Rossano;
la stessa prefettura di Cosenza si è resa parte attiva nella soluzione del problema attraverso la stipula di un protocollo di intesa diretto a far sì che le pratiche agricole non ancora liquidate siano assoggettate ad una procedura di controllo più rapida al fine di tutelare i

legittimi interessi di quanti hanno realmente diritto alla liquidazione delle prestazioni previdenziali -:
se, in vista della prossima campagna agrumaria ed olivicola nella sibaritide, anche al fine di evitare la commissione di possibili illeciti, il Ministro ritenga necessario avvalersi degli ispettori del Ministero per le verifiche relative alla regolarità delle assunzioni e se consideri opportuno che i medici dell'INPS accertino la validità dei certificati di malattia presentati.
(4-04136)

DIMA e CARLUCCI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la giunta regionale della Calabria, con delibera n. 669 del 2006, ha approvato il programma di riordino della rete ospedaliera e territoriale delle aziende sanitarie ed ospedaliere calabresi, a seguito dell'attuazione dell'ex articolo 20 delle legge n. 67 del 1988 che prevede, tra gli altri interventi, anche la costruzione dell'ospedale unico della sibaritide;
nell'Accordo di programma quadro, stipulato il 13 dicembre 2006, tra il Ministero della salute, il Ministero dell'economia e delle finanze e la regione Calabria è stata ribadita la necessità di provvedere alla costruzione di questa nuova struttura ospedaliera che, con una dotazione di 350 posti letto, avrà un costo complessivo di circa 77 milioni di euro;
con l'ordinanza n. 3635/2007 del Presidente del Consiglio dei ministri, il dott. Vincenzo Spaziante è stato nominato commissario delegato per la realizzazione delle quattro strutture ospedaliere calabresi previste dall'Accordo di programma quadro del dicembre 2007;
la stessa ordinanza ha previsto la nomina dei cosiddetti «soggetti attuatori» che hanno la funzione di coadiuvare il commissario nell'attuazione delle disposizioni in essa contenute;
il dott. Giuseppe Aloise, in qualità di soggetto attuatore per l'ospedale unico della sibaritide, ha incaricato l'azienda sanitaria provinciale di Cosenza di redigere il progetto preliminare nonché di predisporre gli atti di gara e la spesa complessiva prevista per la sua costruzione, a seguito della suddetta progettazione, è superiore a 136 milioni di euro;
il commissario delegato nel prendere visione degli elaborati progettuali relativi alla costruzione dei quattro nuovi ospedali calabresi, ha evidenziato disomogeneità nei costi di realizzazione delle singole strutture ospedaliere ed ha invitato i soggetti attuatori ad uniformare il più possibile i costi di realizzazione delle stesse;
a seguito di un approfondimento dei progetti, sono stati adombrati dubbi sulla copertura economica dei costi di realizzazione proprio a causa di un aumento della spesa non inizialmente preventivata nell'Accordo di programma quadro tanto che la regione ha dovuto contrarre un mutuo specifico con la Cassa depositi e prestiti che è stato formalizzato proprio qualche settimana addietro;
in questi ultimi giorni, stiamo assistendo ad un inedito confronto tra il Presidente della regione ed il Commissario delegato che ruota sostanzialmente sull'iter delle procedure da attuare per giungere alla realizzazione della struttura ospedaliera della sibaritide;
in sostanza, il Commissario delegato, prima di riavviare l'iter amministrativo, preferirebbe attendere l'approvazione del piano di rientro dal deficit sanitario mentre il Presidente della regione vorrebbe che si procedesse comunque, tanto che ha addirittura provveduto ad inoltrare formale denuncia in merito;
non sarebbe, comunque, ancora pronto né il bando di gara né il progetto

di omogeneizzazione dei costi delle quattro strutture ospedaliere -:
quali iniziative, il Ministro interrogato, intenda porre in essere, nell'ambito delle sue prerogative, al fine di chiarire una vicenda ed una problematica sulla quale è concentrata l'attenzione dei cittadini.
(4-04143)

DIMA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la Calabria è recentemente balzata agli onori della cronaca nazionale per una serie di vicende di malasanità che hanno causato il decesso di pazienti in alcune strutture ospedaliere della Regione;
ben otto potrebbero essere i decessi delle ultime settimane direttamente riconducibili a disorganizzazione nelle strutture di primo soccorso o addirittura a diagnosi sbagliate;
questo stato di fatto potrebbe trovare origine non solo in un problema prettamente organizzativo ma anche in un problema di reclutamento del personale medico e di conseguente valutazione delle relative professionalità e competenze, tanto che per alcuni decessi si parlerebbe addirittura di imperizia e superficialità;
la Regione è in grave ritardo sia sul fronte della mancata approvazione del piano sanitario regionale, che dovrebbe disciplinare al meglio l'offerta dei servizi sanitari per il cittadino, sia su quello dell'attuazione del piano di ripianamento dei debiti -:
se il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali intenda avviare, nell'ambito delle prerogative ministeriali, ulteriori iniziative di carattere ispettivo al fine di accertare eventuali inefficienze organizzative in un sistema che mostra, giorno dopo giorno, evidenti limiti, proseguendo nell'azione già intrapresa a seguito dei gravi episodi verificatisi questa estate.
(4-04173)

PEZZOTTA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la società INTERBANCA S.p.A., fondata nel 1961 dal Banco Ambrosiano, Banca d'America e d'Italia e Banca Nazionale dell'Agricoltura, ha negli anni sviluppato un particolare rapporto di fiducia soprattutto con il mondo delle piccole e medie imprese milanesi e lombarde;
dopo nove anni di proprietà del gruppo Antonveneta, nel 2008, Interbanca S.p.A. è stata acquistata, con la partecipazione del gruppo Santander, da General Electric Commercial Finance, divenuta proprietaria unica dal gennaio 2009;
General Electric è un gruppo finanziario e bancario con oltre 7.000 dipendenti e un fatturato di 183 miliardi di dollari, con un utile netto di 18,1 miliardi di dollari nel 2008;
fino al gennaio del 2009 i lavoratori dipendenti da Interbanca S.p.A. erano 320 unità, ma la General Electric dopo quasi sei mesi di proprietà di Interbanca S.p.A. ha deciso di licenziare 160 lavoratori;
si tratta di lavoratori che hanno maturato negli anni una professionalità impossibile da sostituire, per conoscenza, comprensione e attività del tessuto delle piccole e medie imprese lombarde e milanesi;
la crisi internazionale dei mercati ha determinato un aumento della fiducia, da parte dei risparmiatori e degli imprenditori, a favore degli istituti bancari maggiormente radicati nel territorio e forti di una storia di collaborazione di lunga tradizione con le imprese;
inoltre, la crisi internazionale dei mercati rende assai difficile il recupero nel ciclo produttivo dei lavoratori specializzati di Interbanca S.p.A. in tempi brevi;
la gestione globale delle restrizioni del mercato da parte di multinazionali ha come effetto immediato l'impoverimento dei rapporti tra privati cittadini, imprese e istituti bancari;

la difficile situazione dei mercati impone alle istituzioni della Repubblica una maggiore attenzione al sostegno delle piccole e medie imprese e delle famiglie italiane -:
se non ritenga di predisporre un piano urgente per il sostegno dei lavoratori di Interbanca S.p.A., qualora fossero licenziati e quali iniziative si intendano assumere a tutela dei livelli occupazionali;
se non ritenga opportuno predisporre un piano straordinario per il recupero nel ciclo produttivo dei lavoratori delle banche che hanno perso, o sono in procinto di perdere, il posto di lavoro.
(4-04179)

TESTO AGGIORNATO AL 28 MARZO 2011

...

POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

TULLO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
nelle giornate del 6-7-8-9 settembre 2009 in Liguria, in particolare nella provincia di Genova, nelle zone del Levante, Valbisagno, Sestri Ponente, nell'area delle Cinque Terre a La Spezia e nel Savonese (Spotorno), si sono sviluppati diversi roghi che hanno visto l'impegno di centinaia di uomini (vigili del fuoco, agenti della forestale, volontari antincendio) per domare le fiamme;
per le caratteristiche morfologiche della Liguria, i centri abitati sono limitrofi e immediatamente adiacenti alle realtà boschive, rendendo le conseguenze degli incendi oltremodo drammatiche per i danni ambientali, nonché per gli abitanti stessi;
gli interventi per lo spegnimento sono spesso affidati ai soli mezzi aerei per le difficoltà che il terreno impervio crea al raggiungimento delle zone interessate;
gli incendi di questi giorni hanno fortunatamente evitato, anche per la professionalità dei soccorritori, danni alle persone, ma hanno invece causato gravi danni ad ampie zone pregiate di macchia mediterranea gravando pesantemente sulle attività agricole, a partire da molti ulivi bruciati;
rispetto alla Convenzione stipulata tra Regione Liguria e Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, le forze a disposizione del Corpo forestale dello Stato sono sotto organico di oltre 100 unità -:
quali interventi siano previsti per contribuire al recupero ambientale delle zone colpite dai roghi;
quali misure e risorse a sostegno delle attività di prevenzione, già attivate dalla Regione Liguria, possano essere messe a disposizione da parte del Governo.
(5-01768)

MANCUSO e CARLUCCI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 4 agosto 2009 oltre una ventina di guardie forestali, tra personale del NIRDA, dell'Ispettorato generale e del Servizio CITES, hanno eseguito il trasferimento di 82 uccelli sottoposti a sequestro preventivo d'urgenza, probatorio e amministrativo sanitario, in quanto affetti da salmonella e clamydia; gli animali in questione erano di proprietà del Circo Victor, attendato a Montecatini Terme (Pistoia);
nel corso dell'azione, il dottor Leonardo Brunetti, medico veterinario specialista in animali esotici, è sopraggiunto sul luogo del sequestro in veste di responsabile sanitario del circo, impegnato da mesi in azioni di miglioramento delle strutture di alloggio degli animali e delle condizioni sanitarie degli stessi, in collaborazione con la competente Asl;
il dottor Leonardo Brunetti ravvisava scorrette azioni di prelievo e manipolazione

nei confronti degli esemplari oggetto di trasferimento; in seguito si è appreso che un pinguino trasferito presso l'acquario di Genova è morto poco dopo il trasferimento coatto;
il dottor Brunetti è stato afferrato e trascinato all'esterno del tendone, dove, sbattuto a terra, è stato ammanettato dietro la schiena -:
se il Governo intenda intraprendere iniziative finalizzate a verificare che detto personale nell'espletamento dei doveri di servizio abbia agito con il rispetto dovuto al cittadino e professionista dott. Leonardo Brunetti e nell'interesse del benessere degli animali, nonché ad evitare, in via generale, per il futuro il verificarsi di episodi di incresciosa mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini.
(5-01778)

Interrogazione a risposta scritta:

REGUZZONI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
il nostro Paese importa carne bovina da altri Stati di vari continenti -:
da dove provenga la carne da importazione e quali siano i dati quali - quantitativi relativi alle suddette importazioni;
quali siano i dati qualitativi della carne importata, effettuando un confronto tra le specie nostrane e quelle di vari Paesi;
quali siano i principali importatori suddivisi per categoria (ad esempio: grande distribuzione; pubblica amministrazione-mense scolastiche; pubblica amministrazione-difesa e forze armate; ospedali, ristorazione...) di destinazione finale e/o distribuzione;
se vi siano altri dati utili a capire le dimensioni del fenomeno e quali siano;
quale sia l'intendimento del Ministro in merito alla diffusione di carne bovina importata a danno di allevamenti e macelli nazionali.
(4-04166)

...

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E INNOVAZIONE

Interrogazioni a risposta scritta:

REGUZZONI. - Al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
il Ministero per la pubblica amministrazione sta attuando un'iniziativa denominata l'«Italia degli Innovatori» con l'obiettivo di «ricercare e promuovere le eccellenze tecnologiche nazionali» legate al tema generale dell'Expo di Shanghai nel 2010;
il tema dell'Expo cinese sarà incentrato sulla qualità della vita essendo la stessa manifestazione denominata «Better city, Better life»;
Milano ospiterà il prossimo Expo nel 2015 con una tematica incentrata sulla alimentazione e sulla nutrizione;
la presenza del nostro Paese all'Expo di Shanghai deve servire anche a promuovere l'Expo 2015, e di conseguenza è importante che le iniziative da attuarsi in Cina siano funzionali anche alla promozione della manifestazione che avremo l'onore di ospitare;
il bando del Governo attualmente aperto con invito a presentare manifestazioni di interesse sollecita imprese, università, istituti di ricerca, parchi scientifici e tecnologici a segnalare innovazioni riguardanti la città e i cittadini;
il bando prevede inoltre che un comitato tecnico, composto da esperti del settore, nominato congiuntamente dal Ministro interrogato e dal Commissario generale per l'Expo di Milano 2015, effettuerà la valutazione delle proposte di alcuni criteri tra i quali:
rispondenza dell'innovazione ai temi ispiratori dell'Expo e della partecipazione italiana;

originalità/incisività comunicativa con riferimento al contesto internazionale;
stadio di sviluppo dell'innovazione;
prospettive di utilizzo economico o sociale dell'innovazione;
il bando inoltre testualmente recita: «Le innovazioni che saranno prese in considerazione per l'inserimento nella mostra dovranno riguardare:
a) innovazioni per la città (negli aspetti di costruzione, gestione, organizzazione, conservazione e sviluppo);
b) innovazioni per i cittadini e per la qualità della vita;
a mero titolo di esempio, le innovazioni potranno riguardare i seguenti ambiti di applicazione:
costruzioni, architettura e urbanistica;
conservazione del patrimonio storico;
sicurezza;
mobilità;
protezione civile;
ambiente;
salute;
e-government e servizi al cittadino;
comunicazioni e media» -:
quale sia il motivo per cui è escluso - tra le numerose casistiche ipotizzate - tutto il settore legato all'alimentazione, al cibo, all'agricoltura e alla nutrizione in genere, settore di eccellenza e in cui il nostro Paese eccelle anche per innovazione;
se il Ministro intenda urgentemente intervenire ai fini di permettere che l'innovazione in campo alimentare abbia uno spazio adeguato all'interno dell'iniziativa l'«Italia degli Innovatori», raggiungendo al contempo sia l'obiettivo di rendere merito ad uno dei più importanti settori della nostra economia e del nostro export, sia di adeguatamente preparare la promozione dell'Expo di Milano 2015 iniziando da subito a mostrare le nostre eccellenze e le nostre innovazioni nel campo dell'alimentazione.
(4-04131)

REGUZZONI. - Al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere _ premesso che:
il Piano e-Government 2012 ha l'obiettivo di realizzare una informatizzazione all digital per la pubblica amministrazione;
per la realizzazione di questo piano occorrono 1.380 milioni di euro;
la disponibilità attuale è di 248 milioni di euro;
la semplificazione ed il recupero di efficienza della pubblica amministrazione è un fattore critico di successo per tutto il Paese -:
se i dati esposti in premessa siano corretti;
quale sia l'intendimento del Ministro in proposito;
quali azioni il Ministro intenda attuare per realizzare - e se possibile accelerare - il prosieguo e strategico percorso intrapreso.
(4-04167)

REGUZZONI. - Al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
per raggiungere un obiettivo di qualità in tema di gare pubbliche e servizi, pare migliore il sistema che porta a valutare «l'offerta più vantaggiosa» invece di quella del «massimo ribasso»;
nel nostro Paese esistono oltre 20.000 stazioni appaltanti con oltre 100.000 commissari di gara;

non esiste non solo un coordinamento normativo e funzionale, ma neppure stanziamenti informativi atti ad evitare la duplicazione di documenti, migliorare la standardizzazione delle metodologie, semplificare le procedure-:
quali sia l'intendimento del Ministro in ordine alle problematiche suesposte;
se e come - pur nel rispetto delle autonomie e competenze dei numerosi enti interessati - sia possibile intervenire sulla strada positiva intrapresa e tendere a snellire, qualificare ed efficientare l'azione amministrativa.
(4-04168)

...

SEMPLIFICAZIONE NORMATIVA

Interrogazione a risposta scritta:

REGUZZONI. - Al Ministro per la semplificazione normativa. - Per sapere - premesso che:
il Governo sta realizzando una imponente e condivisibilissima opera di semplificazione dei vari iter burocratici e degli adempimenti a carico dei cittadini;
ogni pensionato (per anzianità, invalidità, malattie professionali...) è obbligato a trasmettere in via telematica una serie di documenti contenenti dati già in possesso della Pubblica Amministrazione;
detti adempimenti gravano sul bilancio dello Stato per circa 400 milioni di euro l'anno, riconosciuti ai patronati dipendenti dalle organizzazioni sindacali -:
se il Ministro intenda attuare provvedimenti - anche normativi - ai fini di semplificare le procedure a carico dei pensionati e ridurre i costi per il bilancio pubblico, quali ed in che tempi.
(4-04155)

TESTO AGGIORNATO AL 28 MARZO 2011

...

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazioni a risposta in Commissione:

BRANDOLINI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
a seguito dell'apertura dell'ufficio postale presso il centro commerciale Romagna Center furono ridotti gli orari di apertura dell'ufficio postale di San Mauro Pascoli provocando indubbie difficoltà e disagi ai cittadini ed alle attività operanti nel territorio comunale;
la chiusura dell'ufficio postale ubicato presso il centro commerciale, senza incrementare gli orari di apertura dell'ufficio postale di San Mauro Pascoli, ha aggravato ulteriormente le difficoltà in quanto si riduce un servizio pubblico fondamentale ed essenziale sia per i cittadini che per le attività produttive e commerciali del territorio;
San Mauro Pascoli ha una popolazione superiore ai 10.000 abitanti ed è il centro di un distretto calzaturiero di alta qualità, dove operano e risiedono alcune delle più importanti realtà produttive del settore, pertanto, la scelta della società Poste Italiane crea un grave danno all'economia di un territorio fra i più giovani e dinamici dei Paese -:
quali iniziative intenda porre in essere per sollecitare la direzione dell'azienda Poste Italiane a ripristinare al più presto l'orario di apertura pomeridiano dell'ufficio postale di San Mauro Pascoli alfine da assicurare, in un momento particolarmente difficile per l'economia, un servizio efficiente ai cittadini ed alle attività produttive che operano nel territorio sanmaurese.
(5-01769)

SCARPETTI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
a Pistoia opera Answers, società di servizi call center, rilevata nel luglio del

2007 dal gruppo Phonomedia (PMC Italia Srl e AMT Italia Spa) nella quale sono occupati 560 lavoratori di cui 375 a tempo indeterminato, 155 a tempo determinato, 10 apprendisti e 20 collaboratori progetto e i questi ben 436 sono donne;
alla fine del mese di luglio del 2009 nell'ambito di un confronto con le organizzazioni sindacali nazionali è stata comunicata la sottoscrizione di un contratto preliminare con la Restform Limited società con sede a Londra che prevede l'acquisizione del controllo completo da parte di detta società della TPCM Europe SA e AMT Europe SA che detengono in modo totalitario PMC Italia Srl e AMT Italia Spa che a loro volta controllano le società operative rientranti nel perimetro Phonomedia (RAF Spa, Answers Spa, WCCRsrl, OMNIACALL Spa; PMC OPERATION Srl, PMC SERVIZI FINANZIARI Srl, MULTIVOICE Srl, MULTIMEDIAPLANET Srl, B2B, SRL SOFTWEB Srl) e che la citata Restform Limited ha già il controllo di Omega Spa, società con sede a Roma;
questa situazione di cambiamenti degli assetti societari sta creando confusione e forte preoccupazione fra i lavoratori e le lavoratrici di Answers che si sommano al disagio economico derivante dall'incertezza della riscossione dello stipendio che subisce consistenti ritardi e che i responsabili delle società fanno derivare da difficoltà finanziarie e di rapporti con il sistema del credito -:
se il Governo intenda intervenire al fine di favorire un confronto fra le parti così come richiesto alle organizzazioni sindacali lo scorso 3 settembre, finalizzato a rendere chiare le strategie industriali e finanziarie del gruppo all'interno delle quali dovrà risultare evidente la vocazione del sito di Pistoia con l'esperienza e le professionalità maturate nel tempo che hanno consentito di acquisire clienti significativi quali Enel e Tim ed anche in considerazione del fatto che il call center di Pistoia opera inbound.
(5-01771)

TULLO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
Poste SpA, prima della liberalizzazione prevista per il 2011, per evitare una concorrenza senza regole, operava per mezzo di agenzie di recapito concessionarie;
l'agenzia ARE di Genova, era una concessionaria per il recapito delle raccomandate;
nel 2007, su queste convenzioni, è intervenuto un memorandum costituito presso il Ministero delle telecomunicazioni tra le agenzie di recapito (TNT, Defendini, Romana recapiti, ARI, eccetera) e Poste italiane che delineava tre punti fondamentali:
la salvaguardia dei livelli occupazionali;
il mantenimento e il rafforzamento dei livelli di concorrenza;
la definizione di regole che accompagnino il processo di liberalizzazione dal 2011;
il memorandum in questione prevede appalti, attraverso gare europee, con contenuti che garantiscano la tenuta occupazionale attuale delle agenzie e l'impegno di tale tenuta anche all'interno di Poste italiane;
a Genova, Poste SpA, ha suddiviso il fatturato in tre lotti;
a giugno del 2008 sono stati aggiudicati alla ditta D'Angelo Carlo di Campobasso i lotti genovesi, con l'accettazione da parte di Poste dei requisiti presentati dalla ditta in oggetto, che rispondevano a quanto richiesto nel bando. Il passaggio graduale del fatturato è avvenuto direttamente con la prestazione dei dipendenti di ARE (49 lavoratori in totale con contratto a tempo indeterminato) che non hanno mai interrotto il loro rapporto di lavoro e con la richiesta da parte delle organizzazioni sindacali di passaggio del personale alla ditta che si era aggiudicata la gara;

tra le due società, D'Angelo e ARE, si è costituita inizialmente una società cooperativa, denominata A.C.T., che ha gestito l'appalto e il rapporto con Poste italiane, in seguito trasformatasi in consorzio agli inizi del 2009;
tale trasformazione ha compromesso i rapporti con Poste italiane portando prima ad una irregolarità, nei pagamenti da parte di Poste italiane e in seguito ad un recesso dall'appalto dal 1o luglio 2009 senza regolare preavviso e a tutt'oggi non sono ancora stati attivati gli strumenti di cassa integrazione per questi 49 lavoratori che si ritrovano senza lavoro e senza reddito;
risulta che Poste italiane abbia stipulato, prima del rinnovo dell'appalto, 50 assunzioni a tempo determinato con scadenza 31 ottobre 2009 -:
quali siano i tempi per l'emanazione di un nuovo bando di gara;
quali siano i motivi che hanno spinto Poste italiane ad effettuare 50 nuove assunzioni senza rispettare di fatto il memorandum del 2007 che obbligava l'assunzione del personale antecedentemente impiegato nell'appalto;
se saranno rispettati nel nuovo bando di gara le clausole previste dal memorandum ai fini della tutela dei livelli occupazionali preesistenti.
(5-01772)

CONTENTO e CARLUCCI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
da vario tempo i rettori di numerosi santuari e luogo di culto sparsi sul territorio nazionale stanno diffondendo il giusto messaggio ai propri fedeli affinché gli stessi non introducano denaro o oggetti di valore all'interno delle missive a loro indirizzate;
un tanto perché, a cadenze alterne, si sarebbero verificati episodi di manomissione della corrispondenza destinata a tali luoghi di culto (in definitiva, molte buste perverrebbero ai destinatari visibilmente aperte e richiuse);
il fatto, che già di per sé appare deprecabile per le sue ovvie implicazioni in materia di rispetto della privacy (i fedeli sono soliti esporre problemi di varia natura e molti dei quali strettamente personali ai propri sacerdoti di riferimento), comporta un indebito arricchimento da parte di quanti approfittano dell'ingenuità dei devoti, oltre ad integrare certamente gli estremi di reato;
in alcuni casi, i rettori degli stessi luoghi di culto sono giunti al punto di inserire specifici inviti alla cautela nei rispettivi bollettini e periodici di informazione, tesi a prevenire situazioni di questo genere;
pare naturale ipotizzare che la manomissione della corrispondenza venga perpetrata da alcuni dipendenti dell'azienda delle poste, stante che, altrimenti, non si capisce come possa un privato entrare in possesso delle singole buste, aprirle, vagliarle e, una volta richiuse, reinserirle nel normale flusso dei plichi in partenza o in arrivo;
la vicenda, già segnalata in passato a codesto Ministero, sembra riprendere vigore e necessita, pertanto, di un'immediata azione preventiva -:
se sia a conoscenza dei fatti di cui in premessa e, in caso di risposta affermativa, se sia in grado di quantificare la reale entità e diffusione del fenomeno in questione;
quali interventi, anche di natura preventiva e anche mediante il coinvolgimento dei Corpi di polizia postale, intenda porre in essere in un prossimo futuro per affrontare il triste fenomeno qui denunciato o, comunque, per monitorare l'evolversi della situazione;
se non intenda disporre, anche mediante apposite direttive rivolte all'amministrazione postale, che in tutti gli sportelli attivi sul territorio nazionale siano evidenziati

con la dovuta chiarezza i divieti di introdurre denaro e altri oggetti di valore all'interno di lettere e plichi vari.
(5-01773)

MARIO PEPE (PD). - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
lo stato dell'apparato produttivo e industriale a fronte della grave crisi economica e finanziaria rischia di diventare sempre più drammatico sia per la mancanza di commesse sia per la mortalità progressiva delle imprese manifatturiere;
le politiche del Governo, anche con l'adozione della legge n. 99 del 2009 contro la crisi, non produrranno gli effetti sperati di un improvviso start-up delle aziende in grave crisi soprattutto per carenza di liquidità e di facilitazione del credito -:
quali iniziative urgenti il Governo intenda assumere per frenare la progressiva, lenta chiusura di stabilimenti e di imprese produttive soprattutto nel Sud e nell'area della Campania interna, Sannio-Irpinia, che provocherebbero non solo un danno economico e produttivo incommensurabile ma alimenterebbero numerose uscite dal mondo del lavoro di tantissimi operatori che rischiano sempre più di vivere con le modeste, inadeguate risorse degli ammortizzatori sociali.
(5-01780)

Interrogazioni a risposta scritta:

GRIMOLDI, GOISIS, PIROVANO, CONSIGLIO e STUCCHI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
i collegamenti fra Milano e la Brianza sono assolutamente carenti ed insufficienti e necessitano di immediate soluzioni;
l'area metropolitana milanese e la provincia di Monza e Brianza, tra le aree più popolate ed urbanizzate d'Europa, soffrono di gravissimi problemi di inquinamento dovuti all'eccessivo utilizzo di autovetture ed alla mancanza cronica di mezzi di spostamento alternativi;
nella zona della Brianza Est, caratterizzata da una forte industrializzazione e sede di numerose multinazionali, è sorto nel 2008 il distretto High Tech Milano Brianza che raggruppa le aziende e le realtà produttive territoriali;
l'iter di approvazione del progetto di prolungamento della linea metropolitana MM2 da Cologno Nord, attuale capolinea, a Vimercate, capoluogo della Brianza Est, evidenzia attualmente difficoltà che stanno fortemente e gravemente ritardando i tempi di realizzazione di tale fondamentale ed imprescindibile infrastruttura;
tale prolungamento è un fattore di sviluppo territoriale di strategica importanza per tutta l'area riconducibile al distretto HT Milano Brianza; l'opera, infatti, è certamente destinata a produrre un notevole contributo al processo di rafforzamento e di rilancio delle realtà industriali in tutta l'area ed è senz'altro risorsa irrinunciabile nel percorso di rilancio dell'intero Est Brianza;
la stazione di testa di Vimercate, sita sulla tangenziale est nei pressi del complesso delle Torri Bianche, svolgerebbe anche l'importante funzione di scambio modale gomma/ferro ed intercetterebbe tutto il traffico della Brianza Nord e quello proveniente dalle province di Lecco, Como, Sondrio e Bergamo;
la regione Lombardia e tutti gli enti locali della zona interessata si sono adoperati per ribadire l'importanza della realizzazione dell'opera;
è inoltre auspicabile, in vista dell'Expo, un potenziamento dei collegamenti tra la Brianza e Milano che consentirà, tra le altre cose, l'abbattimento del traffico veicolare con una conseguente diminuzione dell'inquinamento, ed una forte riduzione

dei tempi di spostamento, a tutto vantaggio della vivibilità e della produttività della zona -:
se il Governo, in considerazione delle problematiche che affliggono il sistema della viabilità in Brianza, in un'area densamente popolata ed industrializzata, non intenda adoperarsi, anche attraverso i fondi Expo, affinché venga realizzata in tempi rapidi un'opera strategica per il territorio e per l'economia dell'intero Paese, anche assumendo le necessarie iniziative anche normative per stanziare nel bilancio dello Stato delle risorse necessarie per tale fondamentale infrastruttura.
(4-04142)

CIRIELLI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
i servizi postali sono attualmente disciplinati dal decreto legislativo n. 261 del 1999, atto che, nell'introdurre «regole comuni per lo sviluppo del mercato interno dei servizi postali comunitari e per il miglioramento della qualità del servizio», ha espressamente conferito al Ministero delle comunicazioni (oggi sviluppo economico) la competenza nella regolamentazione del settore postale;
tale competenza si articola nella scelta dei fornitori del servizio, la verifica del rispetto degli obblighi connessi all'espletamento del servizio, la determinazione dei parametri di qualità e l'organizzazione di un sistema di controllo periodico delle prestazioni che compongono il servizio stesso;
il più recente decreto legislativo n. 384 del 2003, che recepisce le direttive comunitarie di settore in materia di ampliamento della concorrenza dei servizi postali sui mercati comunitari, estende la competenza del dicastero alla predisposizione dei controlli volti a garantire che i servizi stessi siano rispettati, adottando, se necessario, specifici provvedimenti al riguardo;
stante il sopra esposto quadro normativo, che regolamenta in maniera analitica l'organizzazione del servizio postale sul territorio nazionale, risultano sempre più numerose le segnalazioni, da parte di utenti privati, relativamente ai disservizi cagionati dalla scorretta organizzazione dell'attività;
si fa riferimento a quanto appreso da recenti segnalazioni pervenute da cittadini e locali organi di stampa in merito a quanto accaduto nel comune di Camerota, rinomata località turistica del Cilento, a sud della città di Salerno, secondo cui nella frazione Lentiscosa da diversi giorni gli utenti non possono usufruire dei servizi del locale ufficio postale;
tale questione, secondo quanto emerge da dichiarazioni rilasciate da esponenti locali dell'opposizione, sarebbe scaturita da un malfunzionamento della rete informatica dell'ufficio postale e col protrarsi del tempo avrebbe assunto caratteri emergenziali, arrecando seri disagi all'intera comunità;
nonostante diversi reclami inoltrati dall'utenza, infatti, Poste Italiane non avrebbe preso nell'immediatezza i dovuti provvedimenti, alimentando le proteste della cittadinanza e, in particolare, delle persone anziane che hanno subito la sospensione di un servizio essenziale come l'erogazione della pensione;
i disservizi in questione rappresentano soltanto l'ultimo di una serie innumerevole di vicissitudini che, a vario titolo e per diversi motivi, intercorrono tra Poste Italiane ed i suoi utenti per via di un non corretto funzionamento dei relativi servizi;
si fa riferimento, in particolare, a quanto accaduto mesi orsono in diversi comuni della provincia di Milano, i cui cittadini hanno subito notevoli ritardi nella consegna della corrispondenza, così come nella città di Trento, dove nel giugno scorso ben venti succursali hanno chiuso in contemporanea a causa di un'assemblea sindacale;

analogamente, durante lo scorso mese di maggio si accavallarono le segnalazioni in merito ai medesimi disagi subiti in alcuni comuni dei monti Picentini, in particolare San Cipriano Picentino, a nord-est di Salerno;
siamo, pertanto, in presenza di una disorganizzazione strutturale dell'azienda che condiziona il regolare funzionamento del servizio sull'intero territorio nazionale, cagionando così gravi disagi per i cittadini e tutti gli utenti che utilizzano la corrispondenza anche in ambito professionale;
tale disorganizzazione è tanto più grave in quanto inerente l'esercizio di un'attività che, in quanto finalizzata a garantire l'effettivo esercizio della libertà di comunicazione, è espressamente riconosciuta come servizio pubblico essenziale, suscettibile, pertanto, non solo di un'apposita regolamentazione, ma anche di stringenti forme di controllo che garantiscano la concreta esplicazione del servizio medesimo -:
quali provvedimenti intenda adottare per risolvere l'incresciosa situazione verificatasi nella frazione Lentiscosa del comune di Camerota, contribuendo al ripristino degli standard qualitativi del servizio postale previsti dalle norme vigenti;
quali provvedimenti ritenga opportuno porre in essere al fine di realizzare accordi ed intese aziendali, per un effettivo miglioramento dei servizi postali nei centri urbani periferici e decentrati, anche attraverso il diretto coinvolgimento delle amministrazioni locali;
se non ritenga possibile, al fine di arginare fenomeni ricollegabili ad ipotesi di sciopero selvaggio, estendere la portata del recente progetto di riforma, con cui il Governo ha inteso opportunamente razionalizzare la regolamentazione dello sciopero nel settore del trasporto pubblico locale, anche al settore dei servizi postali.
(4-04147)

...

TURISMO

Interrogazione a risposta scritta:

REGUZZONI. - Al Ministro per il turismo. - Per sapere - premesso che:
la regione Trentino-Alto Adige è ai vertici della classifica delle regioni italiane per presenze turistiche, stanti i dati 2006;
la regione Campania, la regioni Puglia, la regione Calabria ed in generale le regioni del centro-sud, nonostante la presenza di moltissimi chilometri di meravigliose coste, hanno una presenza turistica ciascuna di gran lunga inferiore al citato Trentino-Alto Adige;
le presenze turistiche nella città di Roma e nel Lazio in generale sono inferiori a quelle del Trentino-Alto Adige, e di poco superiori a quelle di Lombardia e Veneto, dato sorprendente vista la presenza della capitale -:
quali siano i motivi di arretratezza delle regioni del sud anche in campo turistico;
quale sia il motivo per il quale, nonostante la presenza della capitale e della Città del Vaticano, le presenze turistiche nel Lazio non costituiscano eccezione assoluta nel panorama italiano e mondiale;
quali siano i dati più aggiornati a disposizione e se questi confermino le valutazioni di cui sopra.
(4-04165)

...

Apposizione di una firma ad una mozione.

La mozione Ghizzoni e altri n. 1-00229, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 15 settembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Marco Carra.

Apposizione di una firma ad una interpellanza.

L'interpellanza urgente Bobba e altri n. 2-00468, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 15 settembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Mosella.

Apposizione di firme ad interrogazioni.

L'interrogazione a risposta in Commissione Tommaso Foti n. 5-01406, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 13 maggio 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Aprea.

L'interrogazione a risposta in Commissione Siragusa n. 5-01461, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 26 maggio 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Antonino Russo.

L'interrogazione a risposta in Commissione Vannucci e Buttiglione n. 5-01644, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 16 luglio 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Antonino Russo.

L'interrogazione a risposta immediata Realacci n. 3-00658, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 15 settembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Sarubbi.

Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore:
interpellanza urgente Bossa e altri n. 2-00430 del 15 luglio 2009 in interrogazione a risposta scritta n. 4-04127.