XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di martedì 6 ottobre 2009

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:

OCCHIUTO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
gli intensi fenomeni metereologici di fine settembre hanno segnato profondamente la regione Calabria il cui territorio ha mostrato ancora una volta tutta la sua vulnerabilità, rivelando situazioni di pericolo sempre più numerose, gravi ed incombenti a causa dell'intensità degli eventi, ma anche per la cattiva gestione del territorio e per l'assenza di qualsiasi manutenzione;
in particolare sono stati interessati dagli eventi alcuni comuni della provincia di Cosenza;
nel comune di Longobucco, a valle del centro abitato, in località Santa Brigida il deflusso delle acque ha provocato una frana che ha completamente distrutto oltre 30 metri di sede stradale della SS177 compromettendo irrimediabilmente la viabilità verso la costa ionica;
altre frane e smottamenti hanno interessato la stessa SS177 per oltre 10 chilometri;
l'interruzione dei collegamenti impedisce di fatto il normale svolgimento delle attività scolastiche, commerciali e degli uffici pubblici;
ai residenti non è al momento garantita un'opportuna sicurezza sanitaria visti i tempi di percorrenza di strade alternative;
l'approssimarsi della stagione invernale potrebbe compromettere la viabilità verso la Sila a causa di neve, valanghe, caduta di alberi o di altre frane, come del resto avvenuto negli anni scorsi, isolando di fatto il centro abitato -:
quali urgenti iniziative intendano intraprendere, constatata l'obiettiva situazione di disagio e pericolo in cui si trova la comunità longobucchese e se non sia il caso di realizzare in tempi brevi il ripristino della viabilità sulla SS177 su tutto il tratto interessato dagli eventi metereologici citati in premessa e nello specifico:
a) la sistemazione del tratto in frana della SS177 e il collegamento tra la SS177 e la costruenda strada sul Trionto in località Santa Brigida;
b) la sistemazione idraulica del versante a monte di Località Santa Brigida;
c) la creazione di due bretelle stradali di collegamento tra la costruenda strada sul Trionto e la SS177, una in contrada Sullacca, l'altra all'altezza del casello ANAS in prossimità del Ponte di Ortiano.
(4-04434)

ANTONINO RUSSO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per i rapporti con le regioni, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
con ordinanza n. 3786 del 26 giugno del 2009 «ulteriori disposizioni urgenti di protezioni civile per fronteggiare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti urbani, nel territorio della Provincia di Palermo» il Presidente del Consiglio aveva autorizzato il comune di Palermo tramite il sindaco Cammarata, ad aumentare l'Irpef entro il 30 settembre;
nella seduta del 31 luglio 2009 il consiglio comunale di Palermo ha votato il respingimento della delibera di raddoppio dell'addizionale comunale all'IRPEF, dallo 0,4 al 0,8 per cento, restituendola agli uffici;
con successiva ordinanza n. 3796 del 30 luglio 2009 «disposizioni urgenti di protezione civile», il Presidente del Consiglio

demandava all'amministrazione, con propria delibera il raddoppio dell'aliquota dell'addizionale comunale all'IRPEF;
il perdurare della crisi economica del comune di Palermo, la grave crisi finanziaria in cui versa l'AMIA, per cui occorre garantire l'aumento del costo del contratto di servizio, in quanto registra una perdita che oscilla tra i 130 ed i 200 milioni di euro, comporta che soltanto con l'aumento dell'addizionale comunale all'IRPEF è possibile sanare la perdita dell'AMIA, in quanto lo stesso consiglio comunale nella seduta del 31 maggio 2009 aveva votato il respingimento della delibera per l'aumento della TARSU;
il consiglio comunale, massimo organo del governo della città, a cui competono per legge le variazioni delle aliquote delle imposte che gravano sui cittadini, ha di fatto respinto la possibilità di gravare ancor di più i cittadini di ulteriori aumenti di tasse;
non sono stati risanati i conti dell'ente locale nonostante il finanziamento da 150 milioni di euro erogato al comune di Palermo dai fondi Cipe, stanziati dal Governo mentre, sono stati già bruciati 80 milioni reperiti in finanziaria e arrivati nel dicembre 2008 per risanare i conti dell'AMIA;
l'ultima ordinanza è un atto gravissimo che lede la autonomia e le prerogative dei Consigli comunali e contrasta con l'ultima legge finanziaria che vieta l'aumento di qualsiasi tariffa fino al 2011 nelle more dell'attuazione del federalismo fiscale -:
quali ragioni siano a fondamento dell'ordinanza n. 3796 del 30 luglio 2009 e quali siano le motivazioni per l'utilizzo della normativa in deroga in materia di protezione civile.
(4-04439)

SCILIPOTI e LEOLUCA ORLANDO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
i tragici eventi alluvionali che hanno devastato la provincia di Messina nella notte del 1o ottobre scorso hanno già provocato un enorme perdita di vite umane;
le responsabilità della tragedia ancora in atto, non sono ascrivibili solamente a cause naturali, bensì alla compartecipazione di più fattori, non ultimo le palesi irresponsabilità amministrative sul territorio;
già nei giorni 15, 16, 17, 18 settembre si era abbattuto un altro nubifragio sulla Sicilia orientale, interessando soprattutto le province di Messina e Catania, causando frane, allagamenti a strade ed abitazioni, abbattimenti di alberi, cedimenti di cornicioni ed altri danni ampiamente documentati;
le forti piogge avevano già interrotto i collegamenti tra Messina e Catania, a causa di un vasto movimento franoso nella zona tra Sant'Alessio Siculo e Letojanni ostruendo completamente le due carreggiate dell'autostrada A18, chiusa tra gli svincoli di Roccalumera e Taormina;
anche la sottostante strada statale n. 114 e la linea ferroviaria, a binario unico in quel tratto, sono stati interessate dai movimenti franosi;
sempre a causa delle forti piogge, i torrenti sono straripati e fango e detriti sono stati trascinati a valle in più punti;
i lavori di ripristino non erano stati ancora completati in autostrada, dove si continuava a circolare su una sola carreggiata, quando un'altra frana ha interessato un nuovo tratto;
la zona geografica interessata dagli accadimenti del 1° ottobre 2009, è praticamente la stessa di quella interessata dagli accadimenti del 16 settembre 2009, nonché di quelli tristemente noti dell'ottobre 2007;

esiste un fascicolo alla procura di Messina che contiene il monitoraggio delle attività amministrative, da parte del comune ed enti preposti, successive al 25 ottobre 2007;
l'indagine del 2007 faceva capo all'allora aggiunto Giuseppe Siciliano, arrestato nello scorso maggio con la concussione per una vicenda che riguardava un appalto nel messinese;
è chiaro come non sia la prima volta che le forti precipitazioni causano frano o smottamenti nella regione;
la causa principale dei danni che hanno così pesantemente colpito la Sicilia è senza dubbio da attribuirsi ai dissesto idrogeologico aggravato da irresponsabili interventi umani;
sarebbe auspicabile la costituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta che fornisca chiarimenti in relazione alla citata vicenda -:
in qual modo si intenda intervenire immediatamente, anche con aiuti economici, a sostegno delle zone colpite, per gli interventi necessari;
quali siano gli intendimenti dei Ministri interrogati in merito alle informazioni, note a tutti, contenute nel presente atto;
se il Presidente del Consiglio dei ministri ed i Ministri interrogati non intendano attivarsi al fine di destinare i fondi per spese infrastrutturali, quali il Ponte sullo Stretto, ad azioni di bonifica e messa in sicurezza del territori a rischio.
(4-04440)

...

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazioni a risposta immediata:

COTA, LUCIANO DUSSIN, DAL LAGO, REGUZZONI, ALESSANDRI, ALLASIA, BITONCI, BONINO, BRAGANTINI, BRIGANDÌ, BUONANNO, CALLEGARI, CAPARINI, CHIAPPORI, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, D'AMICO, DESIDERATI, DOZZO, GUIDO DUSSIN, FAVA, FEDRIGA, FOGLIATO, FOLLEGOT, FORCOLIN, FUGATTI, GIBELLI, GIDONI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, LANZARIN, LUSSANA, MACCANTI, LAURA MOLTENI, NICOLA MOLTENI, MONTAGNOLI, MUNERATO, NEGRO, PAOLINI, PASTORE, PINI, PIROVANO, POLLEDRI, RAINIERI, RIVOLTA, RONDINI, SIMONETTI, STEFANI, STUCCHI, TOGNI, TORAZZI, VANALLI e VOLPI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
gli eventi catastrofici che hanno colpito il territorio di Messina hanno portato alla ribalta la fragilità e la vulnerabilità del territorio del nostro Paese, richiamando alla mente di tutti le altre catastrofi del recente passato, dovute a cause legate al rischio idrogeologico e aggravate da eventi meteoclimatici anomali, come i disastri di Sarno, Alessandria, Valtellina ed altri;
la situazione si è aggravata negli ultimi anni sia a causa dell'eccessiva antropizzazione del territorio e della costruzione selvaggia e inopportuna, spesso anche abusiva, in zone a rischio idrogeologico, sia a causa dell'abbandono dei territori di montagna e dello spopolamento dei piccoli centri che spezzano lo stretto legame tra uomo e territorio, creando incuria e trascuratezza nel territorio, che aumentano considerevolmente il rischio idraulico dei terreni;
tali scenari di pericolosità e di criticità territoriale impongono scelte specifiche di politica territoriale indirizzate alla prevenzione;
il 4 febbraio 2009 la Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera dei deputati ha votato all'unanimità la risoluzione n. 8-00030, sottoscritta da tutti i gruppi parlamentari, che impegnava il Governo, oltre che ad incrementare

i fondi della protezione civile diretti al ripristino delle condizioni di sicurezza del territorio, ad individuare adeguati stanziamenti per il fondo per l'assetto idrogeologico del ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, allo scopo di garantire le attività di previsione e lotta contro le calamità naturali e le correlate attività di ripristino delle condizioni di sicurezza;
il 21 aprile 2009 la Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera dei deputati ha votato all'unanimità un'ulteriore risoluzione, la n. 8-00040, che impegnava il Governo a promuovere, sostenere ed attuare un organico programma di interventi diretti principalmente alla prevenzione del rischio idrogeologico ed alla manutenzione del territorio, individuando le occorrenti risorse economiche;
il Governo ha espresso parere favorevole su ambedue i citati atti di indirizzo;
tra gli impegni conferiti al Governo emerge, sopratutto, la necessità del finanziamento di un organico programma di interventi di prevenzione del rischio idrogeologico da coordinare da parte del ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e da attuare direttamente da parte degli enti locali, evitando sovrapposizioni di competenze, che promuova, in particolare, una serie di operazioni come:
a) l'adeguamento e l'ammodernamento delle strutture deputate alla funzione di regimazione delle acque, quali canali, impianti idrovori, sistemazioni idrauliche, canali collettori, vasche di laminazione, sistemi di consolidamento ed altre opere con analoghe finalità;
b) la promozione di pratiche di vigilanza attiva e di manutenzione costante del territorio da parte dei cittadini locali, che sono più a contatto con il territorio e hanno una maggiore sensibilità nel comprendere le necessità e le relative emergenze, anche ai fini dell'incremento dell'occupazione nelle aree di montagna e nei piccoli comuni, caratterizzati da significativi fenomeni di dissesto e da estrema perifericità rispetto ai centri abitati di maggiori dimensioni;
c) l'esecuzione di interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione delle opere di sistemazione idraulico-forestale e degli alvei dei corsi d'acqua, per conservare in efficienza gli interventi e mantenere sufficienti sezioni di deflusso, ivi compreso il trattamento della vegetazione in alveo attuato in modo da contemperare le esigenze di sicurezza idraulica con quelle di carattere ecologico, paesaggistico e ambientale;
d) l'attuazione di un presidio costante e il recupero e mantenimento della funzionalità idraulica del reticolo idrografico minore, ivi compresi gli impluvi di carattere effimero;
e) l'attuazione di interventi mirati alla riqualificazione ambientale dei corsi d'acqua, con particolare riferimento alla ricostruzione morfologica e alla rinaturalizzazione di tratti degradati;
f) l'attuazione di interventi sul sistema alveo-versante volti al controllo del trasporto solido e del materiale legnoso fluitato, con particolare riferimento ai bacini soggetti a fenomeni torrentizi;
g) l'esecuzione di interventi di rimboschimento, cespugliamento e rinverdimento di terreni denudati, anche a seguito di incendi, interventi di arricchimento della composizione flogistica di riequilibrio dei popolamenti forestali, comprese le cure colturali e quelle indirizzate alla normalizzazione dei caratteri del bosco;
h) il miglioramento delle caratteristiche di efficienza idrologica dei suoli nel territorio montano e collinare, in particolare favorendo, secondo corrette pratiche selvicolturali, il recupero e l'evoluzione verso forme equilibrate dei popolamenti forestali;
si tratta di operazioni basilari per la tutela del territorio che denotano la necessità di un contatto diretto tra cittadini

e territorio, che senz'altro devono essere attuati da parte degli enti locali, quali migliori conoscitori delle proprie esigenze e necessità, ma ovviamente devono essere coordinate e programmate dal ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, che dovrebbe utilizzare al meglio le risorse e razionalizzare la spesa, evitando la sovrapposizione tra piani e programmi -:
quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare nell'immediato ai fini dell'attuazione di un programma organico per la prevenzione del rischio idrogeologico, anche in ottemperanza agli impegni presi attraverso le risoluzioni citate nelle premesse.
(3-00696)

LEOLUCA ORLANDO, MESSINA, DONADI, BORGHESI, EVANGELISTI, PIFFARI e SCILIPOTI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
i troppo spesso drammatici effetti prodotti da eventi calamitosi naturali, che con cadenza quasi annuale colpiscono le diverse regioni del nostro Paese, sono quasi sempre acuiti e amplificati da una gestione dissennata dei suoli e dei bacini idrografici e dall'assenza di una rigorosa politica di pianificazione, manutenzione e prevenzione territoriale;
le risorse complessivamente assegnate alla difesa e alla manutenzione del nostro territorio sono insufficienti e sempre in costante diminuzione;
le risorse assegnate dall'attuale Governo al ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e, in particolare, alla difesa del territorio sono andate, infatti, diminuendo pesantemente rispetto ai precedenti anni;
se si confronta il bilancio totale del ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per il 2009, rispetto a quello del 2008, si trova una riduzione pesantissima di ben il 38 per cento;
analizzando le risorse complessivamente assegnate al programma conservazione del territorio e assetto idrogeologico e, quindi, sostanzialmente alla difesa del suolo, si vede con preoccupazione che, se con il precedente Governo nel 2007 venivano stanziati 323 milioni di euro e 558 milioni nel 2008, il Governo in carica ha assegnato per il 2009 solo 272 milioni di euro. Quasi la metà dell'anno precedente;
i suddetti numeri sono più eloquenti di qualsivoglia analisi. Con queste risorse non si può fare nessuna seria politica per la difesa del nostro territorio e la sua tutela dal rischio idrogeologico. Si ricorda che ogni anno si spendono mediamente 10 miliardi di euro per interventi di «riparazione» dei danni prodotti da eventi naturali. Ad una fragilità idrogeologica del nostro Paese si sommano un abusivismo - specialmente nel Sud del Paese - che raggiunge dimensioni inaccettabili e piani regolatori a dir poco spregiudicati, e comunque facilmente derogati, a cui si aggiungono disboscamenti dissennati;
corresponsabili sono i condoni edilizi decisi dal Governo Berlusconi negli anni passati, che hanno consentito di costruire abusivamente e quindi sanare in aree ad alto rischio: colline sbancate, case lasciate costruire sui greti dei torrenti oppure fronte mare. Purtroppo i recenti drammatici fatti avvenuti a Messina stanno lì a dimostrarlo;
purtroppo gran parte delle risorse che sarebbero indispensabili per una seria e, soprattutto, urgente politica del territorio vengono dirottate verso altre opere più o meno «faraoniche», non sempre così indispensabili e prioritarie come si vorrebbe far credere;
la vera grande opera pubblica di cui il nostro Paese ha davvero bisogno è quella della manutenzione del nostro territorio e della sua messa in sicurezza -:
se non si ritenga indispensabile - già in sede di manovra economica per il 2010 - aumentare sensibilmente le risorse a favore della difesa e della tutela del territorio,

individuando quest'ultima come la vera grande opera pubblica a cui destinare prioritariamente energie e risorse finanziarie adeguate.
(3-00697)

OCCHIUTO, TASSONE, LIBÈ, VIETTI, VOLONTÈ, COMPAGNON, CICCANTI e NARO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
ad oltre venti giorni dal ritrovamento della motonave Cunsky sui fondali del tratto di mare antistante la città di Cetraro (Cosenza) non si registra alcun intervento concreto da parte del Governo, né si hanno informazioni più dettagliate ed aggiornate sui rischi per la salute dei cittadini calabresi, legati alla scoperta di rifiuti radioattivi nei bidoni affondati;
non risulterebbe ancora definito alcun piano per il recupero del contenuto della nave, né per la ricerca di eventuali ulteriori relitti di navi, che, secondo i verbali delle confessioni del collaboratore di giustizia Francesco Fonti, sarebbero state affondate nel corso degli anni nelle acque calabresi con il loro contenuto di scorie tossiche;
si sta diffondendo tra la popolazione un sentimento di abbandono da parte delle istituzioni nazionali e locali, anche a seguito di quanto è successo con l'alluvione del 2008 -:
quali siano i motivi dei ritardi negli interventi di recupero e del silenzio da parte del Governo su una vicenda di rilevanza nazionale, che sta turbando la tranquillità delle popolazioni interessate e che rischia di avere conseguenze drammatiche non solo sulla salute dei cittadini e sull'ecosistema calabrese.
(3-00698)

Interrogazione a risposta in Commissione:

PILI, MURGIA, PORCU, VELLA e NIZZI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
in data 9 settembre 2009 la Capitaneria di Porto di Oristano ha reso nota la richiesta di concessione demaniale marittima sessantennale presentata dalla «Is Arenas Renewable Energies S.r.l.» per la realizzazione di un impianto di generazione eolica off-shore, composta da 80 pale, ognuna dell'altezza di metri 100+30, in mezzo al mare a meno di 3 miglia dalla costa, in un'area che si estende da «Su Pallosu» fino a «Santa Caterina»;
il progetto prevede l'installazione di 80 pali alti 100 metri che la Is Arenas renewables energies che coinvolgerebbe oltre duemila ettari, dell'incantevole e incontaminato tratto della costa oristanese;
i termini per proporre opposizioni al progetto sono fissati sino all'8 ottobre 2009;
le coste interessate sono quelle di Su Pallosu, Sa Rocca Tunda e Is Arenas;
la richiesta è di una concessione per un periodo di 60 anni su uno specchio d'acqua di quasi duemila duecento ettari e su un'area demaniale di 450 metri quadri;
i pali dovrebbero affondare sotto il livello del mare per trenta metri, a una distanza minima dalla costa di meno di due chilometri e una distanza massima di otto;
l'istanza della società Is Arenas è stata pubblicata sulla Nuovasardegna, su alcuni quotidiani nazionali, sul Buras della Sardegna e sulla Gazzetta ufficiale europea;
il sito di Is Arenas, dove sono insediati numerosi villaggi turistici, sarebbe gravemente compromesso facendo crollare uno dei poli di attrazione più rilevanti della provincia di Oristano con l'interdizione alla pesca per l'intera zona e lo stesso ecosistema marino;
il Presidente della Provincia, Pasquale Onida, ha espresso a nome dell'amministrazione

provinciale la propria totale contrarietà al progetto che devasterebbe la costa della provincia di Oristano -:
se il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per quanto di sua competenza, non intenda immediatamente intervenire nella procedura al fine di impedire la realizzazione di un siffatto intervento che, ad avviso degli interroganti violerebbe palesemente l'ecosistema con un impatto paesaggistico assolutamente insostenibile per il territorio;
se il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti non intenda acquisire l'avviso del Ministro per i beni e le attività culturali in relazione all'eventuale esigenza di tutelare il patrimonio paesaggistico e culturale;
se il Governo non intenda promuovere con somma urgenza un'iniziativa normativa al fine di proporre una norma di tutela del mare e dello specchio d'acqua da insediamenti che risultano gravemente invasivi e per i quali non esistono precise norme che ne disciplinino l'impatto paesaggistico e ambientale.
(5-01885)

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DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della difesa, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
numerose circolari diramate dai comandi dell'Arma dei carabinieri, dispongono che il personale militare comandato a prestare servizio presso altre sedi/Enti/Comandi/Reparti, usufruisca per la consumazione dei pasti giornalieri delle mense di servizio, interne alle caserme presso le quali è comandato o, in alternativa presso quella esistente più vicina al luogo di missione, ovvero in alternativa «considerando il prelevamento del pasto sostitutivo "sacchetto" presso la MOS del comando Provinciale di Latina (nota Comando Regione Carabinieri Lazio - ufficio Logistico con la disposizione n. 21/7-1 del 21 ottobre 2008 e n. 308/1-0/2008 del 16 ottobre 2008, messaggio della Regione Molise, Reg. Abruzzo; reg. Calabria; SME carabinieri Polizia militare; carabinieri ROS, carabinieri 12o BTG Sicilia, n. 116/67-2/2007 del 13 ottobre 2007; Comando Regione Carabinieri Lazio - ufficio OAIO n. 336/6-5-2008 del 4 giugno 2008; Comando Regione Carabinieri Lazio - Ufficio Logistico n. 154/2-2 del 9 marzo 2009; Comando Legione Carabinieri Lazio Ufficio Personale nn. 1131/0-2 del 19 agosto 2009, nonché n. 1131/03 del 20 agosto 2009)»;
i messaggi di convocazione/missione di alcuni militari in forza alla Legione Carabinieri Lazio, diversamente da altri, riferiti a militari in forza alla medesima Legione, non prevedono la fruizione dei pasti giornalieri spettanti, presso la mensa di servizio esistente in sede;
a parere dell'interrogante risulta evidente che vi sia una diversa interpretazione delle disposizioni amministrative impartite, volta a consentire solo ad alcuni militari di poter liberamente fruire dei pasti presso esercizi commerciali di ristorazione con spese a carico dell'amministrazione militare;
tale differenza di trattamento, oltre a rappresentare un maggiore costo rispetto a quello che l'amministrazione militare sosterrebbe per il citato personale presso le proprie mense di servizio, suscita forte malcontento tra gli appartenenti all'Arma dei carabinieri che sono comandati a svolgere servizi nelle medesime sedi;
con la nota n. 185/5 del 27 luglio 2007, il Servizio amministrativo del Comando Legione Carabinieri Lazio segnalava ai reparti dipendenti che «In sede di verifica e controllo delle contabilità relative alla liquidazione dei certificati di viaggio, rilasciati al personale amministrato, sono emerse alcune lievi incongruenze

di seguito evidenziate: il messaggio che dispone il servizio, spesso, è di carattere generico e non specifica il nominativo dell'interessato, il luogo di missione e la data e l'ora di partenza; si è riscontrato che nella medesima data vengono rilasciati dai comandi di appartenenza certificati di viaggio per più giorni della medesima settimana ovvero per più giorni di settimane successive; a fronte della norma generale (legge 26 luglio 1978, n. 417, articolo 4) che sancisce l'obbligo del rientro in sede per le località raggiungibili entro 90 minuti (allegato 1), si è rilevata la frequente autorizzazione a permanere a Roma del personale comandato di servizio anche da località vicine alla capitale, con conseguente diritto al trattamento di missione con il regime forfettario o normale, così determinando un notevole aggravio economico; la richiesta di rimborso di fatture e di pasti non fruiti per inderogabili esigenze di servizio quando il personale si reca presso strutture militari provviste di mensa (Comando Generale Comando Interregionale - Comando Regione - Comandi Provinciali); la presentazione di fatture di esercizi di ristorazione sprovvisti dei prescritti requisiti (cognome e nome, codice fiscale del militare). Tanto si comunica affinché codesti comandi possano adottare le opportune azioni a ricondurre l'attività in argomento alla piena aderenza rispetto alla normativa vigente» -:
quali sino stati i provvedimenti adottati a seguito delle disposizioni emanate e dei rilievi effettuati dai titolari dell'azione di vigilanza al fine di verificare la sussistenza dei requisiti di concessione dell'indennità cosiddetta «forfettaria» e del rimborso pasti non fruiti, nonché dell'uso di strutture di ristorazione pubblica al personale militare, nonché al fine di evitare differenti trattamenti del personale comandato in missione;
se e quali azioni intendano intraprendere i ministri interrogati nei confronti dei militari che si sono resi responsabili di eventuali illeciti amministrativi caratterizzati dal dolo e dalla colpa grave;
se intendano disporre una immediata indagine amministrativa per verificare la corretta applicazione delle norme di riferimenti in tema di trattamento economico di missione e, conseguentemente, nei casi di accertamento di violazione delle norme ovvero di illecito amministrativo, quali siano le immediate azioni che il Ministro della difesa intende intraprendere nei confronti dei militari responsabili e di coloro che hanno eventualmente omesso di vigilare sulla correttezza azione amministrativa.
(4-04431)

TESTO AGGIORNATO AL 23 MARZO 2011

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

VI Commissione:

GERMANÀ e CARLUCCI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 1, comma 343, della legge n. 266 del 2005 ha istituito un fondo per indennizzare i risparmiatori italiani che sono rimasti vittime di frodi finanziarie ed hanno subito un danno ingiusto non altrimenti risarcito;
tale fondo è alimentato dall'importo dei conti correnti e dei rapporti bancari definiti come dormienti all'interno del sistema bancario e del comparto assicurativo e finanziario;
il comma 344 del citato articolo 1 della legge n. 266 del 2005 prevede espressamente che il fondo indennizzi anche i risparmiatori che hanno sofferto un danno in conseguenza del default dei titoli obbligazionari della Repubblica Argentina;
la ripartizione del fondo tra diverse categorie ammesse ai suoi benefici avviene con decreto di natura non regolamentare del Ministro dell'economia e delle finanze;
in occasione dello svolgimento dell'interrogazione a risposta immediata in

Commissione n. 5-01234, relativa alla ripartizione del fondo per l'indennizzo dei risparmiatori vittime di frodi finanziarie, il rappresentante del Governo aveva indicato che solo dopo il 31 maggio 2009 sarebbe stato possibile determinare l'ammontare esatto delle risorse disponibili presso tale fondo e conseguentemente decidere le quote da destinare al risarcimento delle vittime di tali frodi finanziarie -:
quale siano le risorse finanziarie esistenti presso il fondo istituito dall'articolo 1, comma 343, della legge n. 266 del 2005, ed in che modo il Governo intenda ripartire tali somme tra le categorie di soggetti titolati a fruire dell'intervento del fondo, con particolare riferimento ai detentori di obbligazioni pubbliche argentine per le quali sia stato dichiarato il default.
(5-01880)

MILO e ZELLER. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 37, comma 38, del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, ha stabilito che le plusvalenze derivanti dalla cessione a titolo oneroso di immobili ad opera delle persone fisiche debbano considerarsi «redditi diversi» sotto il profilo fiscale, modificando in tal modo l'articolo 67 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917;
la stessa disposizione ha anche previsto l'esclusione dalla tassazione delle cessioni a titolo oneroso riguardanti beni immobili acquistati o costruiti da più di 5 anni, le cessioni di quelli acquistati per successione oppure, nel caso di unità immobiliari urbane, che siano state adibite ad abitazione principale per la maggior parte del tempo intercorso tra l'acquisto o la costruzione e la cessione, mentre le plusvalenze sono sempre applicabili nel caso la cessione riguardi terreni suscettibili di utilizzazione edificatoria secondo gli strumenti urbanistici vigenti all'atto della cessione, oppure nel caso di vendita, anche parziale, di terreni ed edifici sui quali siano state eseguite opere volte a renderli edificabili;
l'Agenzia delle entrate, con la risoluzione n. 395/E del 22 ottobre 2008, a seguito dell'interpello di un contribuente che riguardava la cessione di due fabbricati posseduti da più di cinque anni, uno ad uso abitativo e l'altro ad uso commerciale, rientranti in un'area soggetta ad un Piano di recupero già approvato dal comune, ha ritenuto di dover considerare l'oggetto della compravendita l'area edificabile su cui gli edifici si trovano e non più i singoli fabbricati;
tale interpretazione darebbe luogo all'emersione di plusvalenze anche in caso di possesso superiore ai cinque anni, a norma dell'articolo 67 del decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986, come da ultimo modificato, nonostante al momento della compravendita i beni ceduti conservino la natura e le caratteristiche dei fabbricati, considerato che l'acquirente non ha chiesto le agevolazioni previste per la ristrutturazione o la ricostruzione dei fabbricati ai fini dell'imposta di registro -:
se ritenga che la fattispecie illustrata in premessa debba essere considerata come cessione di area edificabile, soggetta all'emersione di plusvalenze ai sensi dell'articolo 67, comma 1, lettera b), del TUIR oppure se consideri più congruo ritenerla una cessione di fabbricati e se ritenga utile proporre una proroga di termini per la rivalutazione del valore dei terreni in un prossimo provvedimento.
(5-01881)

FLUVI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato (AAMS) ha regolamentato con proprio provvedimento i giochi di abilità a distanza con vincita in denaro (i cosiddetti skill games), così come previsto

dal decreto-legge n. 248 del 2006, all'articolo 38, comma 1, lettera b), normativa successivamente modificata dalla legge n. 296 del 2006 (legge finanziaria 2007) e resa esecutiva con decreto del Ministero dell'economia e delle finanze 17 luglio 2007, n. 186;
tali giochi sono accessibili on-line presso abitazioni o luoghi privati, ma sono anche stati resi fruibili su terminali detti «Totem» e installati in numero molto rilevante presso i locali pubblici (bar, sale giochi, sale bingo, sale scommesse e corner ippici e sportivi);
le tipologie di gioco usufruibili presso i corner, le agenzie ippiche o sportive, sono sottoposte alla licenza per l'esercizio delle scommesse ai sensi dell'articolo 88 del TULPS (rilasciata dalla questura), così come per gli apparecchi e congegni automatici, semiautomatici ed elettronici di cui all'articolo 110 TULPS, commi 6 e 7, è necessario munirsi di autorizzazione comunale di cui all'articolo 86, terzo comma, lettere a), b) e c) del TULPS; in realtà, per gli apparecchi tipo «Totem», contenenti i giochi di abilità, sembra non esservi nessun tipo di autorizzazione al suo utilizzo presso i pubblici esercizi;
gli apparecchi in questione si collegano ai siti di gioco on-line legali per i giochi «skil games», ma sempre più spesso opzionalmente anche a web site illegali, i così detti .com, vietati e oscurati a fatica da AAMS perché rappresentanti giochi che da sempre sono proibiti in Italia in quanto ritenuti d'azzardo;
in particolare, per i primi l'offerta è subordinata ad apposita concessione e autorizzazione delle piattaforme di gioco da parte di AAMS, mentre per i secondi (.com) viene fatto divieto assoluto di offerta da parte di chiunque ed in qualsiasi forma;
questi giochi, se pur definiti «skill games», riproducono, di fatto, nella quasi totalità delle fattispecie, il «TEXAS HOLD'EM» (cioè il cosiddetto poker texano) in modalità torneo: al riguardo è il caso di ricordare che il gioco del poker è vietato per legge ed è inserito nelle tabelle dei giochi vietati in tutte le questure d'Italia;
l'utilizzo di questi apparecchi sembra non essere correttamente normato per l'uso presso i locali pubblici, tanto che le forze dell'ordine, la guardia di finanza e anche i funzionari locali di AAMS faticano a inquadrarli correttamente durante i controlli -:
quali iniziative il Governo intenda assumere al fine di fare chiarezza sui modi e sugli usi di dette apparecchiature elettroniche, a tutela dei fruitori e degli operatori del gioco lecito di altre tipologie di apparecchi normati correttamente.
(5-01882)

FUGATTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il 3 agosto 2009 il Ministro dell'economia e delle finanze, il presidente dell'ABI e le associazioni dei rappresentanti delle imprese hanno firmato un avviso comune per la sospensione dei debiti delle piccole e medie imprese verso il sistema creditizio con l'obiettivo di dare respiro finanziario alle imprese aventi adeguate prospettive economiche e in grado di provare la continuità aziendale;
l'accordo prevede, in particolare, la possibilità di sospendere temporaneamente il pagamento della quota capitale delle rate o dei canoni relativi ad operazioni di mutuo o di leasing; è inoltre previsto l'allungamento a 270 giorni delle anticipazioni bancarie su crediti;
tra le agevolazioni previste vi è anche il divieto di applicare alle imprese richiedenti costi nuovi o aggiuntivi al di fuori degli interessi dovuti sul debito e il divieto di richiedere ai clienti nuove ed ulteriori garanzie per la sospensione dei pagamenti;
nei giorni scorsi sono apparse preoccupanti notizie sulla stampa, secondo le quali alcuni istituti di credito starebbero,

di fatto, aggirando l'accordo del 3 agosto, obbligando le imprese ad utilizzare esclusivamente una propria modulistica contenente dichiarazioni di impegno molto pesanti per le imprese stesse; alcuni istituti avrebbero richiesto una formale cessione del credito ai sensi dell'articolo 1264 del codice civile, con conseguente notifica della cessione al debitore;
la cessione del credito rappresenta, a tutti gli effetti, un rilascio di una nuova garanzia a supporto della sospensione (vietata dall'accordo siglato) e implica la comunicazione alla clientela dell'azienda dello stato di tensione o difficoltà finanziaria, con le immaginabili conseguenze in termini anche di immagine;
altri istituti richiederebbero ai clienti che chiedono di ottenere la moratoria di revisionare le pratiche dei mutui esistenti, verificando puntualmente il rispetto delle condizioni pattuite;
tali comportamenti da parte delle banche, se effettivamente riscontrati, sarebbero in contrasto con l'obiettivo dell'accordo tra Ministero dell'economia e delle finanze ed ABI e sarebbero da considerare vessatori nei confronti delle imprese che già vivono fasi di difficoltà finanziaria -:
se le notizie apparse su alcuni organi di stampa corrispondano a verità e, in caso affermativo, in quale modo il Ministero dell'economia e delle finanze intenda intervenire per tutelare le imprese che si rivolgono al sistema bancario per ottenere la sospensione dei pagamenti.
(5-01883)

Interrogazioni a risposta scritta:

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
una lettera pubblicata il 3 ottobre scorso, sul quotidiano Il Messaggero, e sul sito internet www.ilmessaggero.it, dal titolo «Mio figlio ha bisogno di suo padre», racconta la drammatica storia di Alessandro di soli venti mesi, malato di leucemia;
nell'articolo a firma della madre del piccolo Alessandro, Virginia Colonnetta, si legge testualmente «Volete sapere chi sono coloro che fanno parte delle forze dell'ordine? Colonnelli e generali in particolar modo? Sono persone che non guardano in faccia nessuno anche davanti ad una malattia come la leucemia che purtroppo 7 mesi fa ha colpito il mio piccolo Alessandro di soli 20 mesi! Un bambino che ha bisogno della presenza costante del padre, un appartenente al corpo della guardia di finanza, in situazioni normali, proviamo ad immaginare quando viene sottoposto alla chemioterapia e tutto ciò che comporta questa maledetta malattia! Ma questi signori fanno finta di non sentire le numerose richieste di trasferimento per poter permettere ad un padre di stare accanto al proprio piccolo in questi momenti difficili! Ma certo i colonnelli e generali della guardia di finanza non hanno figli con la leucemia! Ma voglio ricordare loro: la leucemia è un male che può colpire chiunque... Mio figlio viene privato della sua infanzia... per tutto ciò a cui viene sottoposto! E voi lo private anche dell'amore e del supporto del proprio padre che in certe situazioni per mio figlio è vitale! Guardia di finanza... è facile tenere in mano un pezzetto di carta, una richiesta di trasferimento, che per voi non è nulla per voi è solo carta! Ma c'è la vita di mio figlio che ha bisogno di tutto l'amore e sostegno di questo mondo, ha bisogno dei genitori! È stato riconosciuto dall'asl di Reggio Calabria per la sua malattia, la legge 104 per voi non conta nulla o forse aspettate che mio figlio muoia di leucemia prima che voi prendiate una decisione? Questo è un appello o forse una speranza... un'altra speranza per il mio piccolo Alessandro! Di poter vivere... e sopportare tutto con il supporto di entrambi i genitori! Ed oltre alla leucemia non farlo cadere in depressione per la voglia di avere il padre vicino per tutte le volte che lo cerca e non può averlo accanto grazie a chi continua a tenere quel

pezzetto di carta in mano! Spero di parlare al più presto con una di queste "illustri persone"» -:
se il fatto narrato nell'articolo corrisponda al vero e, in caso affermativo, quali urgenti ed immediate iniziative i Ministri interrogati intendano adottare per garantire il diritto/dovere dei genitori, costituzionalmente tutelato, di accudire alla prole, mediante il ricongiungimento dei coniugi nella sede richiesta.
(4-04432)

DIVELLA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
nel 2008 l'Agenzia delle entrate ha bandito una selezione pubblica per l'assunzione a tempo indeterminato di 1.180 unità per la terza area funzionale, fascia retributiva F1, profilo professionale funzionario, per attività amministrativo-tributaria, che prevedeva due prove scritte, un tirocinio pratico di sei mesi e la prova orale;
l'Agenzia delle entrate non ha fatto scorrere la graduatoria degli idonei preferendo bandire nel 2009 un ulteriore concorso per l'assunzione a tempo indeterminato di 825 unità per la terza area funzionale, fascia retributiva F1, profilo professionale funzionario per attività amministrativa-tributaria;
contrariamente al primo (2008), il secondo bando (2009) non ha previsto, quale requisito di ammissione, un voto di laurea minimo;
l'amministrazione apparirebbe maggiormente garantita dall'utilizzazione della graduatoria degli idonei compilata nell'ambito della prima procedura selettiva e ciò, a parere dell'interrogante, connota come illogico il comportamento dell'amministrazione volto a neutralizzare gli effetti di una procedura selettivamente più rigorosa;
alcuni idonei del concorso del 2008 hanno fatto ricorso al Tar Lazio che, con sentenza n. 08742/2009, ha stabilito l'annullamento del concorso bandito nel 2009 ammettendo al tirocinio i ricorrenti;
non tutti gli idonei hanno proposto ricorso al Tar per l'annullamento del bando del 2009;
la giurisprudenza del Tar Lazio afferma che lo scorrimento di una graduatoria al concorso ancora valida costituisce atto d'obbligo e non meramente discrezionale della Pubblica amministrazione (sentenza Tar Lazio 30 gennaio 2003, n. 536) -:
se e quali iniziative intenda assumere presso l'Agenzia delle entrate al fine di chiarire la posizione di tutti quei concorrenti risultati idonei alle due prove scritte non direttamente beneficiari della pronuncia del Tar Lazio.
(4-04438)

ANNA TERESA FORMISANO e VIETTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
ai sensi dell'articolo 2 del decreto legislativo n. 504 del 30 dicembre 1992 l'ICI si applica ai terreni edificabili considerando tali tutte quelle aree semplicemente individuate come edificabili dai singoli comuni anche in assenza di strumento urbanistico attuativo: è sufficiente che sia classificata come edificabile nello strumento urbanistico generale, anche se non esistono piani di lottizzazione né altri strumenti attuativi;
i proprietari di questi terreni, dunque, si trovano in molti casi, nella condizione di versare l'imposta senza che il loro bene abbia, anche per lunghi periodi, nessuna concreta possibilità di utilizzazione e senza che ne possano disporne pienamente;
inoltre, nel caso di modifica alla destinazione edificatoria del terreno, per effetto di provvedimenti di rettifica emanati dalle regioni, il contribuente si trova costretto a chiedere il rimborso dell'imposta anticipata, a conferma di quanto assurda sia la pretesa del pagamento dell'imposta

indipendentemente dalla presenza di uno strumento urbanistico attuativo;
con l'ordinanza n. 41 del 25 febbraio 2008, la Corte Costituzionale ha confermato l'obbligo del pagamento dell'ICI sull'area individuata come edificabile solo su semplice previsione in uno strumento urbanistico, senza dover attendere la definitiva approvazione del piano o il varo di uno strumento attuativo. In tale modo la Corte ha stabilito un principio secondo il quale per una singola fattispecie (terreno edificabile) è possibile applicare in modo distinto ed eterogeneo due diritti, quello tributario per il pagamento dell'ICI, solo per la semplice individuazione dell'area come edificabile, e quello urbanistico per il divieto di edificabilità sulla medesima area in assenza di un piano urbanistico regolarmente approvato;
risulta ad avviso degli interpellanti addirittura risibile la possibile riduzione dell'ICI, quando il terreno, definito come edificabile, non può essere soggetto ad edificazione per evidenti ed oggettive ragioni di dimensioni minime per essere edificato, si pensi al giardino di casa con mq. inferiori ai possibili indici di edificazione -:
se non ritenga di provvedere in tempi rapidi ad assumere un'iniziativa normativa che elimini ogni possibile dubbio interpretativo rispetto alla questione citata in premessa.
(4-04441)

TESTO AGGIORNATO AL 23 MARZO 2011

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GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta orale:

CICCIOLI e CARLUCCI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro degli affari esteri, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la società di export NIT srl di Osimo (Ancona) esercita la propria attività soprattutto in Cameroun;
nell'agosto 2009, l'amministratore unico della società, Carlo Nardi, e il direttore commerciale, Attilio Carletti, si sono recati in Cameroun per nuove iniziative commerciali e per dirimere amichevolmente un contenzioso commerciale che si era venuto a creare con un cliente: la CIDIS SA - Centrale d'Importation et Distribution - B.P. 147000 - Yaounde;
la Cidis aveva comunicato che nell'ultima spedizione della società N.I.T., avvenuta nel marzo 2009, mancava merce per un valore di circa 11.000 euro;
a fronte di ciò e per mantenere amichevoli rapporti con la Cidis, gli amministratori della società N.I.T., senza verificare se ciò fosse vero, hanno dato la loro disponibilità ad integrare nella successiva spedizione di materiale il mancante, facendosi carico delle spese di spedizione e di quelle doganali;
una volta arrivati a Yaounde (il 27 agosto 2009) i rappresentanti della N.I.T. si incontrano, nella sede di uno dei soci della Cidis, con il titolare della CAS di Yaounde, con il Vice Presidente della Cidis, e il loro avvocato. La riunione, al di là delle aspettative e delle intenzioni dei due cittadini italiani, assume subito toni di minaccia e di ricatto. A fine riunione si aggiungono altri soci in particolare un ex Ministro e il Presidente della N.E.C. Bank di Yaounde, principale creditore della Cidis;
nella riunione i soci, facendo leva sulla controversia commerciale minacciando di denunciare il mancato (presunto) invio della merce, chiedevano ai due rappresentanti della N.I.T. srl di firmare un protocollo di accordo dove si sarebbero impegnati ad acquistare la Cidis (che si trova in grandi difficoltà finanziarie) con tutti i debiti (circa 700 mila euro);
i rappresentanti della N.I.T. si rifiutano di sottostare a tali richieste e si mostrano disponibili solo alla firma di una lettera di intenti, solo dopo un'attenta analisi economica e finanziaria dall'Italia;

il 3 settembre 2009, dopo numerose pressioni per convincere a firmare il protocollo di acquisto senza però alcun esito, i rappresentanti della N.I.T. decidono di partire per l'Italia, ma vengono fermati all'aeroporto di Douala in quanto era stata emessa nei loro confronti una denuncia penale (minacciata nella riunione suddetta) e pertanto il procuratore Belinga disponeva per i due italiani di non lasciare il Cameroun;
pur con l'intervento del Console onorario a Douala, dottor Mauro Battistella, i due vengono interrogati dalla polizia e viene loro imposto di pagare una cauzione di 11 mila euro per poter lasciare il Paese;
il giorno 11 settembre 2009, dopo aver pagato la cauzione, i due vengono nuovamente fermati alla dogana di Yaounde;
solo grazie all'intervento dell'Ambasciatore d'Italia a Yaounde, dottor Antonio Bellavia, e del dottor Lorenzo Manzoni, responsabile affari commerciali dell'Ambasciata, il 18 settembre e stato loro consentito di uscire dal Paese, su decisione diretta del ministro della giustizia del Cameroun -:
se siano a conoscenza della questione e se non ritengano necessario prendere posizione nei confronti delle autorità del Cameroun affinché, in futuro, si possano scongiurare simili incresciose situazioni nei confronti di onesti cittadini italiani.
(3-00699)

Interrogazione a risposta scritta:

GREGORIO FONTANA e CARLUCCI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
l'ufficio unico notifiche e protesti (UNEP) presso la sezione distaccata di Treviglio del tribunale di Bergamo lamenta una incresciosa situazione di carenza d'organico, dopo che, dei tre ufficiali giudiziari in categoria C1 previsti, uno è stato pensionato e l'altro distaccato presso la ragioneria della Corte d'appello di Brescia;
ciò comporta gravi disagi tanto per il personale in servizio che per le cancellerie giudiziarie, gli avvocati e i cittadini;
l'unico ufficiale giudiziario in servizio deve, dunque, occuparsi della ricezione degli atti, delle esecuzioni immobiliari e mobiliari, dei protesti cambiari, del rilascio degli immobili, della descrizione dei brevetti industriali, della formazione e pagamento degli stipendi, della tenuta della contabilità dell'ufficio, dei pagamenti all'erario o all'Agenzia delle entrate e di tutte le altre incombenze per la cui ottemperanza sono previste persone;
la sezione distaccata comprende un sub circondario di quarantuno comuni per circa 200 mila abitanti ed ha un notevole carico di lavoro -:
quali iniziative urgenti il Ministro interrogato intenda intraprendere per porre fine alla insostenibile situazione.
(4-04430)

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:
la Commissione UE ha avviato una moratoria nei confronti del Governo italiano sulla riforma del «diritto d'insistenza» che favorisce all'atto del rinnovo del titolo il concessionario del demanio pubblico marittimo uscente, sulla base dell'articolo 37 del Codice della navigazione, restrizione giudicata incompatibile con gli obblighi derivanti dall'articolo 43 del Trattato CE;

il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti aveva assunto l'impegno con la nota del 7 aprile 2009 dell'Ufficio legislativo del Ministero a modificare senz'altro il quadro delle normative interne ed in particolare l'articolo 37 del Codice della Navigazione;
la Presidenza del Consiglio dei ministri impugnava nella seduta del 18 settembre 2009 dinnanzi alla Corte Costituzionale la legge regionale Emilia-Romagna n. 8/2009 attinente alla disciplina delle funzioni amministrative in materia di demanio marittimo;
con nota del 4 agosto 2009, la Commissione UE ha sollecitato le autorità italiane a far conoscere «la programmazione, precisa e dettagliata, degli interventi da adottare a livello nazionale» in ordine all'approvazione definitiva delle dovute modifiche legislative;
l'attività procedurale istruttoria è stata svolta secondo gli interpellanti dalle autorità italiane esclusivamente attraverso un carteggio formale e burocratico, evitando qualsiasi coinvolgimento immediato e diretto degli imprenditori interessati sia per la definizione degli elementi di conflitto, sia per la ricerca di una intesa nella scelta delle regole nuove eventualmente da adottare;
non è possibile che sia sfuggito che l'intervento della Commissione europea finirà con il mettere in crisi, non già un codicillo giuridico, ma un intero comparto che pure svolge un ruolo primario e trainante nell'ambito dell'economia del Paese;
il settore turistico, afferente l'attività di balneazione, registra circa 30.000 aziende con 250.000 addetti e costituisce un importante caposaldo delle attività economiche estive di tutta la costa italiana e rappresenta un rilevante volume di affari, soprattutto per i comuni rivieraschi;
la legge finanziaria per il 2007, all'articolo 1, comma 251, ha previsto l'abrogazione della norma che prevedeva l'aumento del 300 per cento dei canoni demaniali, stabilendo però un meccanismo moltiplicatore ancora più oneroso, ossia stabilendo la moltiplicazione della superficie complessiva del manufatto per la media dei valori mensili unitari minimi e massimi indicati dall'Osservatorio del mercato immobiliare per la zona di riferimento, moltiplicandolo a propria volta per un indice di 6,5;
tale meccanismo non tiene conto degli investimenti fatti e non definisce in modo puntuale l'ambito delle pertinenze destinate ad attività direzionali e di produzione di beni e servizi, confondendole con le superfici destinate ad attività commerciali;
in occasione dell'approvazione da parte della Camera dei deputati della legge n. 33 del 9 aprile 2009 è stato accolto dal Governo l'ordine del giorno 9/2187-A/77 che tra l'altro impegnava lo stesso Governo «ad adottare al più presto provvedimenti volti a raggruppare, semplificare e armonizzare le numerose norme che attualmente regolano la materia del demanio marittimo, provvedendo in particolare ad effettuare una verifica sul numero delle concessioni demaniali esistenti sul territorio nazionale e sulla reale consistenza delle rispettive strutture, a tutelare gli attuali rapporti concessori regolati con titoli di godimento in corso di validità, ad evitare disparità di trattamento tra i gestori di attività balneari su immobili acquisiti allo Stato e coloro che gestiscono le stesse attività in strutture amovibili, a definire in maniera precisa le pertinenze commerciali alle quali deve essere applicato il canone, a procedere ad una diversa e più ampia classificazione delle aree demaniali onde commisurare l'effettiva entità del canone demaniale, tenendo conto delle particolari condizioni delle aree concesse, della natura pubblica o privata dei soggetti concessionari e del tempo di utilizzo dei beni; a valutare la possibilità di sospendere

la riscossione dei contributi dovuti in attesa dei provvedimenti che saranno adottati»;
si rende necessario definire come richiesto dalle imprese operanti nel settore della balneazione, parametri idonei a misurare il canone demaniale nel contesto reale del territorio dove l'operatore economico esercita la propria attività di impresa, al fine di misurare in modo sintetico e concreto le diversità esistenti negli 8.000 chilometri di costa italiana -:
quali siano gli orientamenti del Governo in materia;
se non ritenga necessario ed urgente incontrare le organizzazioni di categoria al fine di esplicitare una strategia sia per quanto attiene alla posizione da sostenere nei confronti della Commissione europea, sia per l'individuazione di una soluzione che tuteli le imprese balneari che operano sul demanio e che ne confermi il ruolo fondamentale che l'ordinamento italiano ha costruito negli ultimi decenni e che ha innegabilmente stimolato e favorito forme di effettivo, complessivo rinnovamento dell'intero settore, per la salvaguardia di un modello di turismo balneare unico al mondo e che ha dimostrato di essere virtuoso e affidabile;
se intenda adottare iniziative per semplificare ed armonizzare le numerose norme che attualmente regolano la gestione del demanio marittimo, con particolare riferimento ai canoni demaniali;
se intenda procedere ad una classificazione in più categorie delle spiagge italiane e delle relative strutture balneari;
se intenda mantenere il meccanismo dei rinnovi automatici alla scadenza dei relativi titoli concessori, così come previsto dall'articolo 10 della legge n. 88 del 2001;
se e come intenda regolare la procedura di pubblico incanto per l'ottenimento di nuove concessioni;
se intenda adottare iniziative per abrogare la norma relativa all'acquisizione dallo Stato delle opere di difficile rimozione.
(2-00500)
«Monai, Favia, Donadi, Evangelisti, Borghesi, Piffari, Scilipoti».

Interrogazione a risposta scritta:

CIOCCHETTI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro per le pari opportunità. - Per sapere - premesso che:
ad una bambina dichiarata invalida e cieca civile, in possesso di regolare certificato di invalidità e residente a Napoli, sono state comminate diverse sanzioni amministrative per divieto di sosta e per accesso a corsie preferenziali;
il comune di Napoli le ha rilasciato a seguito di documentata istanza, un regolare contrassegno speciale, per poter usufruire di parcheggi riservati a persone diversamente abili;
tale contrassegno deve essere esposto nella parte anteriore del veicolo, in base a quanto stabilito dagli articoli 11 e 12 del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1996, n. 503;
lo stesso decreto stabilisce inoltre all'articolo 11, comma 1, che la circolazione e la sosta del veicolo sia concessa alle persone disabili la cui auto sia dotata di regolare contrassegno, anche nel caso di sospensione o limitazione del traffico per motivi di pubblico interesse e di sicurezza pubblica; sempre l'articolo 11, comma 4, estende l'uso delle corsie preferenziali o di percorsi preferenziali normalmente dedicati a taxi e autobus, anche alle persone diversamente abili che godano del requisito del contrassegno sopra menzionato;
una nota del Ministro dei trasporti del 6 febbraio 2006, protocollo 107, chiarisce poi che non si possa chiedere il pagamento della tariffa oraria, né la segnalazione dell'orario in cui la sosta ha

avuto inizio a un disabile che trovando il posto a lui riservato occupato ed esponendo il regolare contrassegno, occupi le strisce blu, in base agli articoli precedentemente citati e agli articoli 188, comma 2, e 7 del codice della strada, che prevedono il godimento di importanti agevolazioni per facilitare gli spostamenti delle persone affette da handicap;
nonostante la presenza di una chiara legislazione che disciplina la circolazione e la sosta su strada dei veicoli che trasportano persone disabili, numerosi sono gli articoli di giornali locali e nazionali che riportano le lamentele di persone affette da disabilità multate per aver parcheggiato negli spazi blu o poco al di fuori di essi, o per aver circolato nelle zone a traffico limitate (ZTL), ove le telecamere preposte al controllo funzionavano male, o anche per aver usato le corsie gialle, quelle dedicate al trasporto collettivo -:
quali iniziative intendano assumere per promuovere, con la partecipazione di tutti gli enti e le istituzioni interessate, una campagna di sensibilizzazione sul rispetto del diritto alla mobilità delle persone disabili.
(4-04433)

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INTERNO

Interrogazione a risposta scritta:

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella lettera prot. 924/09 S.N. datata 21 settembre 2009, pubblicata sul sito internet www.coisp.it, a firma del segretario generale del sindacato di polizia Coisp, Franco Maccari, indirizzato al capo della polizia, direttore generale della pubblica sicurezza, prefetto Antonio Manganelli, in riferimento a fatti avvenuti presso la questura di Arezzo, è possibile leggere «il comportamento di uno dei suoi questori risulta incomprensibile al punto da apparire anche dissennato, e comunque di sicuro pericoloso...», «... preferiamo e preferisco continuare a tentare di lavare questi panni "sudici" in casa, certo di ricevere da Lei attenzione, una corretta interpretazione, un deciso intervento...»;
nella medesima nota, il segretario generale del Coisp si rivolge al capo della polizia chiedendo se «Può un suo questore invitare un poliziotto a revocare la domanda di pensionamento anticipato con la promessa di un immediato trasferimento da un commissariato distaccato alla sede della questura, e poi negare quel trasferimento perché non verrebbe "digerito" (questo è il termine usato) dal segretario di un altro sindacato? Può accettarsi che un suo questore si renda autore di una siffatta condotta e che addirittura arrivi anche ad "invitare" il collega cui ha promesso il trasferimento a parlare di tale movimentazione con il sindacalista che ha problemi di digestione così da ottenere la sua intercessione favorevole e quindi il trasferimento?»;
nella nota, inoltre si legge che l'ispettore capo Giorgio Belardinelli «all'inizio del mese di marzo 2009 era stato chiamato dal questore di Arezzo Ferlizzi il quale lo informava che da lì a brevissimo lo avrebbe trasferito (come da lui chiesto ed atteso da anni) dal commissariato di P.S. di Montevarchi alla questura di Arezzo.» e che «il questore Ferlizzi circa il predetto trasferimento e questi, evidenziando rammarico, lo informò del fatto che purtroppo non avrebbe più potuto trasferirlo perché qualcuno in Arezzo non voleva»;
la nota, che comunque si deve intendere integralmente riportata nel presente atto, evidenzia che i comportamenti posti in essere dal questore di Arezzo non sono stati improntati ai principi di correttezza, trasparenza e buon andamento che dovrebbero

in ogni occasione caratterizzare l'attività della pubblica amministrazione -:
se i fatti contenuti nella missiva del segretario generale del Coisp in premessa corrispondano al vero e quali siano stati i provvedimenti adottati nel caso concreto.
(4-04429)

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta scritta:

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il 5 ottobre 2009 a Napoli risulta che un cedimento strutturale e il crollo della controsoffittatura del secondo piano dell'istituto professionale «Rossini» per le professioni alberghiere, situato a Bagnoli, hanno causato il ferimento, a cui è seguito il ricovero ospedaliero, di un'alunna della scuola, che si trovava al suo posto nell'aula dell'istituto napoletano;
si tratta dell'ennesima tragedia sfiorata, che ricorda il crollo di un altro soffitto, quello dell'aula della 4a D avvenuto al liceo scientifico Darwin di Torino all'inizio dell'anno scolastico 2008, quando il bilancio fu ben più grave e Vita Scafidi, un ragazzo di soli 17 anni morì per la caduta dei calcinacci e altri quattro giovani rimasero feriti -:
quali iniziative urgenti intendano adottare per la messa in sicurezza del patrimonio edilizio nazionale e di quello scolastico in particolare.
(4-04436)

TESTO AGGIORNATO AL 23 MARZO 2011

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LAVORO, SALUTE E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

ALLASIA. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la Neograf Srl, ditta specializzata nella produzione di imballaggi, film ed involucri per prodotti alimentari e non, con sede a Moretta (Cuneo), è stata presente sul mercato fin dal 1978, detenendo una posizione di leader nel settore, sia in Italia che in Europa;
la generale crisi economica e finanziaria a livello mondiale ha colpito la Neograf, interessata nel recente passato da processi di chiusura e ristrutturazione di stabilimenti industriali, fino alla dichiarazione di fallimento nell'agosto 2009;
la dichiarazione di fallimento implica la decorrenza degli ammortizzatori sociali con la cassa integrazione guadagni di un anno per circa 200 operai ed i tempi per la sua erogazione - stando alle notizie di stampa - dovrebbero essere rapidi con l'anticipo garantito dall'intervento della provincia, della Fondazione Cassa di Risparmio e del comune di Moretta;
tuttavia, resta incerto il futuro dell'azienda e dei suoi dipendenti quando scadrà la cassa integrazione e altrettanto preoccupanti risultano le ripercussioni della crisi Neograf su piccole aziende che vantano crediti nei suoi confronti -:
se e quali iniziative il Governo intenda porre in essere per fronteggiare le ricadute occupazionali della crisi Neograf sul territorio e se non ritenga opportuno attivare una politica di reindustrializzazione per consentire a 200 operai con

famiglia e senza lavoro di trovare ricollocazione occupazionale.
(5-01879)

Interrogazione a risposta scritta:

BERTOLINI e CARLUCCI. - Al Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, al Ministro per le pari opportunità. - Per sapere - premesso che:
da un recente studio nazionale, commissionato dal Ministero delle pari opportunità, risulta che nel nostro Paese ci sono circa 35.000 donne che hanno subito pratiche di mutilazione sessuale, un dramma personale e sociale di vaste proporzioni, che deve essere affrontato con decisione;
le mutilazioni genitali femminili non possono trovare alcuna giustificazione né di tipo culturale, né di tipo religioso, perché rappresentano una forma di violenza da condannare e da contrastare con ogni mezzo;
i dati emersi dalla ricerca dimostrano che, nonostante in Italia l'infibulazione sia vietata dalla legge n. 7 del 9 gennaio 2006, purtroppo ancora troppe donne sono vittime di una così barbara violenza;
le regioni dove ci sono più donne con i genitali mutilati sono quelle dove vivono più donne provenienti dai Paesi che hanno questa «tradizione» e cioè la Lombardia (35 per cento), il Veneto (14 per cento) e l'Emilia Romagna (13 per cento) -:
quali azioni concrete di prevenzione, di contrasto e di aiuto il Governo intenda mettere in campo per arginare questa barbarie;
se ci siano dati dai quali dedurre dove queste 35.000 donne, che vivono in Italia, hanno subito tali mutilazioni genitali;
quali azioni il Governo intenda intraprendere per potenziare servizi di assistenza, anche psicologica, per le donne che hanno subito queste violenze;
come il Governo ritenga di poter coinvolgere le regioni nelle politiche di contrasto di questo fenomeno.
(4-04437)

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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
i dati relativi all'inflazione nel mese di agosto 2009 pubblicati dall'Istat evidenziano una crescita tendenziale del costo dei generi alimentari pari, senza alcuna giustificazione, a nove volte superiore al valore medio dell'inflazione;
i prezzi al consumo di pane, pasta, e cereali sono aumentati dell'uno per cento rispetto all'anno 2008 nonostante la multa di dodici milioni che l'Antitrust ha inflitto al cartello dei produttori di pasta, mentre il grano duro, da cui è ottenuta, ha registrato un calo del 28 per cento in meno sempre rispetto all'anno 2008;
il grano duro, viene pagato oggi circa 22 centesimi al chilo agli agricoltori, mentre la pasta è venduta in media a 1,5 euro al chilo, denuncia la Coldiretti, con una moltiplicazione di oltre il 400 per cento dal campo alla tavola se consideriamo le rese di trasformazione;
si è dunque verificato un aumento della forbice dei prezzi tra produzione e consumo nella filiera alimentare lungo la quale i prezzi aumentano in media di quasi cinque volte;
importanti ed inusuali aumenti del prezzo della pasta sono stati segnalati anche dalla grande distribuzione organizzata (GDO) e da Federdistribuzione -:
se non ritengano opportuno assumere iniziative, anche tramite il garante

per la sorveglianza dei prezzi, al fine di arginare aumenti così indiscriminati dei prezzi della pasta.
(2-00499)«Ruvolo».

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SEMPLIFICAZIONE NORMATIVA

Interrogazione a risposta scritta:

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro per la semplificazione normativa, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
la legge finanziaria 2008 (n. 244 del 2007), all'articolo 2, comma 634, lanciava l'operazione di taglio degli enti e degli organismi pubblici che non si fossero riordinati entro sei mesi vale a dire entro il 30 giugno 2008 disponendo il taglio certo per 11 enti inseriti in un elenco allegato alla stessa legge finanziaria;
il decreto-legge n. 112 del 2008 faceva slittare il termine al 20 novembre 2008 disponendo che entro questa data sarebbero stati soppressi quegli enti pubblici non economici fino a 50 dipendenti che non si fossero riorganizzati;
da un articolo pubblicato dal Sole 24 ore del 5 ottobre 2009 risulta però che non vi è stato nessun taglio, solo un riordino quello dell'ente «Il Vittoriale degli italiani», e che ad un giorno dalla scadenza è arrivato un decreto ministeriale che ha confermato nove enti degli undici elencati nella finanziaria 2008 come destinati a scomparire, elenco che il decreto n. 112 del 2008 ha comunque provveduto a cancellare;
per quanto riguarda invece tutti gli enti con più di 50 dipendenti il tempo per il riordino o la soppressione viene fissato al 31 marzo 2009, termine prorogato poi al 30 giugno 2009 e poi ancora al 31 ottobre 2009 con il decreto-legge n. 78 del 2009 che inoltre assegna ai singoli enti di controllo il compito di predisporre i regolamenti di riordino; sono inoltre state introdotte diverse deroghe come quelle relative all'Anvur (Agenzia di valutazione del sistema universitario), l'Ansas (Agenzia per 19 sviluppo dell'autonomia scolastica), l'Enam (Ente di assistenza magistrale), l'Invalsi (Istituto per la valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione), ed infine per l'Epli (Ente di irrigazione di Puglia, Lucania e Irpinia) -:
se i Ministri conoscano il numero degli enti pubblici non economici ed, in caso di risposta negativa, quali iniziative intendano adottare per avere contezza di quali siano gli enti in questione;
per quali motivi si sia assegnato ai singoli enti di controllo il compito di predisporre i regolamenti di riordino;
per quali motivi si siano introdotte le deroghe per gli enti sopra citati.
(4-04435)

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SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta in Commissione:

TOGNI, ALLASIA e MACCANTI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
sono centodue i lavoratori impiegati presso l'azienda CMA di Rocca Canavese, specializzata nello stampaggio a caldo di prodotti per l'industria petrolifera, a rischiare il posto di lavoro, a seguito delle scelte industriali comunicate, senza preavviso, dai vertici aziendali di chiudere l'attività produttiva presso la sede di Torino;
nella comunicazione dell'avvio della procedura di mobilità inviata al sindacato si apprende come le scelte maturate dall'azienda, di proprietà della multinazionale americana National Oilwell Varco, siano essenzialmente legate agli alti costi doganali e ai tempi di consegna poco competitivi dello stabilimento italiano;

certamente, la crisi globale ha avuto un impatto anche nel settore petrolifero, ma non sembra abbia avuto ripercussioni importanti sui livelli produttivi dell'azienda, che ha comunque continuato ad investire risorse nello stabilimento rocchese, ricavando nel 2007 un utile di circa 14 milioni di euro;
l'annuncio dell'imminente chiusura dello stabilimento ha, pertanto, messo in stato di forte agitazione i lavoratori, che non riescono a comprendere le scelte dell'azienda, le quali, allo stato dei fatti, sembrano contrarie ad ogni logica di mercato;
l'operazione avrà un impatto pesante e dannoso, non solo per i lavoratori diretti della CMA, ma anche per le aziende dell'indotto, nate per supportare lo sviluppo dello stabilimento rocchese, che saranno probabilmente costrette alla chiusura;
il Canavese è già fortemente provato dalla crisi della produzione metalmeccanica classica, che rappresenta la principale fonte di sostentamento delle famiglie locali;
la conferma delle strategie industriali della società CMA rappresenterebbe, quindi, un forte ostacolo allo sviluppo dell'economia della zona e metterebbe in crisi l'intero territorio, impoverendolo di posti di lavoro -:
se il Ministro interrogato voglia adoperarsi, nell'ambito delle proprie competenze. affinché vengano adottate soluzioni immediate per salvaguardare tutti i lavoratori interessati alla procedura di mobilità richiesta dalla CMA, anche per verificare se sia possibile ricollocare sul mercato l'azienda;
se il Ministro non ritenga opportuno favorire una concertazione fra i vertici aziendali ed i rappresentanti dei lavoratori per chiarire quali siano le strategie industriali dell'azienda, aprendo la strada all'eventuale acquisto da parte di imprenditori italiani interessati allo sviluppo dello stabilimento e al mantenimento dei livelli occupazionali.
(5-01884)

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Apposizione di una firma ad una mozione.

La mozione Lolli e altri n. 1-00244, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 30 settembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Marco Carra.

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

L'interrogazione a risposta scritta Rossa e altri n. 4-04427, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 5 ottobre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Paladini.

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:
interrogazione a risposta immediata in Assemblea Galletti n. 3-00685 del 30 settembre 2009;
interpellanza urgente Anna Teresa Formisano n. 2-00492 del 1o ottobre 2009.

Trasformazione di documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore:
interrogazione a risposta scritta Pili e altri n. 4-04307 del 23 settembre 2009 in interrogazione a risposta in commissione n. 5-01885.