XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di martedì 13 ottobre 2009

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 13 ottobre 2009

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Balocchi, Berlusconi, Bindi, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Brancher, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Carfagna, Casero, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cosentino, Cossiga, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, D'Amico, Donadi, Gianni Farina, Fassino, Fava, Fitto, Frattini, Gelmini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Leone, Lo Monte, Lo Presti, Lovelli, Lupi, Mantovano, Maroni, Martini, Melchiorre, Meloni, Menia, Miccichè, Migliavacca, Migliori, Milanato, Molgora, Narducci, Nucara, Leoluca Orlando, Arturo Mario Luigi Parisi, Pecorella, Pescante, Picchi, Prestigiacomo, Razzi, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Saglia, Scajola, Soro, Stefani, Toto, Tremaglia Tremonti, Urso, Vegas, Vito.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Balocchi, Berlusconi, Bindi, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Brancher, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Caparini, Carfagna, Casero, Castagnetti, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cosentino, Cossiga, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, D'Amico, Donadi, Gianni Farina, Fassino, Fava, Fitto, Frattini, Gelmini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Leone, Lo Monte, Lovelli, Lupi, Mantovano, Maroni, Martini, Melchiorre, Meloni, Menia, Miccichè, Migliavacca, Migliori, Milanato, Molgora, Narducci, Nucara, Leoluca Orlando, Arturo Mario Luigi Parisi, Pecorella, Pescante, Picchi, Prestigiacomo, Razzi, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Saglia, Scajola, Soro, Stefani, Toto, Tremaglia, Tremonti, Urso, Vegas, Vito.

Annunzio di proposte di legge.

In data 12 ottobre 2009 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
MURA: «Norme contro le discriminazioni fondate sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere» (2789);
COLUCCI: «Disposizioni in materia di riconoscibilità e di tutela dei prodotti realizzati in Italia. Istituzione del marchio "Marchio Italia" e del "Registro di produzione" dei prodotti immessi sul mercato nazionale» (2790).

Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

La proposta di legge COSENZA ed altri: «Disposizioni per garantire la sicurezza e la corretta gestione degli impianti di depurazione delle acque nella regione Campania» (2644) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Biancofiore, Sbai e Stasi.
La proposta di legge COSENZA ed altri: «Modifiche al decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 109, concernente l'etichettatura, la presentazione e la pubblicità dei prodotti alimentari» (2645) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Sbai.
La proposta di legge COSENZA ed altri: «Disposizioni concernenti l'etichettatura dei prodotti agroalimentari e delega al Governo per l'introduzione di agevolazioni fiscali per la tutela e la promozione del consumo dei prodotti agroalimentari nazionali tipici» (2646) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Sbai.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

VI Commissione (Finanze):
JANNONE: «Disposizioni in materia di depositi bancari e finanziari "dormienti", in giacenza presso le banche e gli intermediari finanziari» (2716) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni) e V;
CARLUCCI: «Disposizioni fiscali in favore delle famiglie» (2730) Parere delle Commissioni I, V e XII.

VII Commissione (Cultura):
CARLUCCI: «Istituzione del Fondo rotativo per il finanziamento degli studi universitari» (2726) Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria) e X.

VIII Commissione (Ambiente):
CARLUCCI: «Disposizioni per il completamento, la riutilizzazione o l'alienazione delle opere pubbliche incompiute» (2727) Parere delle Commissioni I, V, VI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

X Commissione (Attività produttive):
COSENZA: «Norme per la tracciabilità dei prodotti italiani e per il contrasto della contraffazione» (2760) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, XI, XII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

XI Commissione (Lavoro):
CARLUCCI: «Benefici previdenziali per le persone affette da invalidità» (2729) Parere delle Commissioni I, IV, V e XII;
CARLUCCI: «Disciplina e tutela delle attività dei tecnici, degli artisti, degli interpreti e degli esecutori della musica leggera» (2737) Parere delle Commissioni I, II, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento), X, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
S. 1075. - Senatori SCIASCIA ed altri: «Disposizioni concernenti l'assegno sostitutivo dell'accompagnatore militare per il 2009» (approvata dalla 6a Commissione permanente del Senato) (2788) Parere delle Commissioni I e V.

XII Commissione (Affari sociali):
CARLUCCI: «Istituzione di un sistema di rilevazione precoce dei rischi di povertà» (2728) Parere delle Commissioni I, V e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
CARLUCCI: «Disposizioni in materia di vaccinazione contro tutte le forme di meningite» (2738) Parere delle Commissioni I, V e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
CARLUCCI: «Disposizioni in materia di ospedalizzazione domiciliare per i malati terminali» (2739) Parere delle Commissioni I, V, XI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e IV (Difesa):
CARLUCCI: «Disposizioni per l'erogazione di un'anticipazione sull'indennità di liquidazione di fine servizio in favore del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia» (2725) Parere delle Commissioni II, V, VIII, XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale) e XII.

Trasmissione dal ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.

Il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con lettera in data 9 ottobre 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 68, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e successive modificazioni, la relazione sullo stato della spesa, sull'efficacia nell'allocazione delle risorse e sul grado di efficienza dell'azione amministrativa svolta dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, relativa all'anno 2008 (doc. CCVIII, n. 16).
Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla I Commissione (Affari costituzionali), alla V Commissione (Bilancio) e alla VIII Commissione (Ambiente).

Trasmissione dal ministro della difesa.

Il ministro della difesa, con lettera in data 13 ottobre 2009, ha trasmesso copia della nota aggiuntiva allo stato di previsione del Ministero della difesa per l'anno 2010.
Questa documentazione è trasmessa alla IV Commissione (Difesa) e alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissione dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato.

Il presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, con lettera in data 12 ottobre 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 21 della legge 10 ottobre 1990, n. 287, una segnalazione in merito alle disposizioni normative attualmente vigenti che individuano una misura legale dei compensi dovuti alle imprese produttrici per l'utilizzazione in pubblico di fonogrammi.

Questa documentazione è trasmessa alla VII Commissione (Cultura).

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZA ED INTERROGAZIONI

Iniziative per accelerare l'immissione in ruolo degli insegnanti di strumento musicale - 3-00396

A) Interrogazione

CERA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
negli ultimi dieci anni sono state effettuate circa 170.000 nomine in ruolo nell'ambito della scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado;
il 55 per cento di queste nomine sono state assegnate alle materie dell'area scientifica e letteraria, ma poche sono state le assunzioni in ruolo dei docenti abilitati in strumento musicale e iscritti nelle graduatorie ad esaurimento;
i posti disponibili per gli insegnanti di strumento musicale in organico di diritto, ovvero con contratto annuale, non vengono mai assegnati del tutto agli aventi titolo, pur superando gli stessi il numero dei docenti abilitati;
i docenti di strumento musicale lamentano una disparità di trattamento nella valutazione dei titoli didattici e culturali e, conseguentemente, nella definizione del punteggio che assegna loro la posizione in graduatoria, a seguito dell'adozione della nuova tabella 1 del decreto ministeriale n. 53 del 21 giugno 2007 predisposta per la valutazione delle qualifiche, che considera le stesse in maniera più generica rispetto al prospetto precedentemente utilizzato -:
quali misure il Governo ritenga utile prendere al fine di accelerare l'immissione in ruolo degli insegnanti di strumento musicale nella scuola secondaria di primo grado e se intenda promuovere interventi allo scopo di uniformare i criteri di valutazione dei titoli didattici e culturali, ripristinando l'allegato 3 del decreto ministeriale n. 123 del 2000 precedentemente in uso. (3-00396)
(18 febbraio 2009)

Iniziative per garantire la piena funzionalità e la messa in sicurezza della strada statale n. 114 Catania-Siracusa - 2-00435

B) Interpellanza

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:
il protrarsi dei lavori sulla strada statale n. 114 itinerario Catania-Siracusa e la limitazione a senso unico all'altezza del ponte Primosole, disposta nei giorni scorsi da Anas, stanno determinando gravissime difficoltà alla circolazione, nonché ritardi dei tempi di percorrenza per i cittadini utenti e un sovraccarico della viabilità minore, già fortemente provata in condizioni di normalità;
tale tratto dell'asse Catania-Siracusa riveste un'importanza strategica per la mobilità per le province di Ragusa, Siracusa e Catania ed è attraversato da un intenso traffico merci, determinato dall'indotto agricolo ed industriale, e da un'intensa mobilità provinciale ed interprovinciale di tipo leggero, legata al turismo, particolarmente acuta nel periodo estivo;
la grave situazione determinatasi su tale tratto di strada, oltre a rappresentare una seria minaccia per la sicurezza di molti cittadini, sta determinando gravi danni all'economia locale e, in considerazione del particolare periodo dell'anno, al settore turistico -:
quali iniziative abbia adottato o intenda adottare, con la massima urgenza e nell'ambito delle proprie competenze, al fine di ripristinare nel più breve tempo possibile la piena funzionalità della strada statale n. 114 Catania-Siracusa e garantire la sicurezza, l'incolumità e l'interesse dei tanti cittadini-utenti, anche al fine di scongiurare un'ulteriore contrazione del tessuto imprenditoriale e produttivo dell'isola;
quali misure intenda adottare per garantire adeguati standard di sicurezza in tale tratto stradale e, in generale, sull'intera rete viaria presente in Sicilia, anche al fine di non arrecare ulteriori danni ai cittadini e all'economia regionale, già fortemente penalizzata da un sistema viario insufficiente, inadeguato e, in molte zone dell'isola, del tutto inesistente.
(2-00435) «Berretta, Causi».
(23 luglio 2009)

Chiarimenti in merito al programma dei finanziamenti da erogare per il completamento infrastrutturale nella regione Sicilia, con particolare riferimento alla strada statale n. 115 Gela-Agrigento-Castelvetrano - 3-00615

C) Interrogazione

RUVOLO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la situazione relativa alla rete autostradale del Mezzogiorno, e in particolare quella riguardante la regione Sicilia, risulta essere estremamente precaria;
l'intero sistema stradale siciliano, comprendente complessivamente 20.821 chilometri tra autostrade e strade statali, risulta avere una soddisfacente densità di rete stradale rispetto al livello nazionale, al contempo, però, l'enorme insufficienza infrastrutturale e la mancata realizzazione di necessarie opere autostradali influiscono negativamente sullo sviluppo del territorio e sulla relativa viabilità, limitandone enormemente l'economia e il turismo;
tra le opere strategiche necessarie per i principali collegamenti regionali, in grado di assorbire un flusso veicolare particolarmente intenso, risulta ancora incompleta la realizzazione di un corridoio autostradale che colleghi l'asse Gela-Agrigento-Castelvetrano, progettato per concludere l'anello autostradale che circuita la Sicilia e chiudere alcune connessioni con assi di collegamento Nord-Sud, presenti nel relativo quadro programmatorio delle infrastrutture;
nel contesto infrastrutturale va, inoltre, inserito il corridoio di progetto che attraversa il versante meridionale in direzione nord-ovest, che ha come asse portante la strada statale n. 115, la quale attraversa Trapani, Agrigento e Castelvetrano, per il quale erano stati realizzati rilievi aerofotogrammetrici, nonché previsti interventi di riqualificazione, potenziamento e ammodernamento;
tale itinerario risulta compreso nel primo programma delle infrastrutture strategiche della cosiddetta «legge obiettivo», la legge n. 433 del 2001 (delibera Cipe n. 121 del 2001), nonché inserito nel piano decennale 2003-2012, riguardo al quale, il 31 ottobre 2007, è stato presentato, inoltre, uno studio di fattibilità commissionato da Anas, mentre risulterebbe non inserito nel piano quinquennale 2007-2011 -:
quale sia allo stato attuale il programma dei finanziamenti da erogare per il completamento di tutta la rete infrastrutturale, stradale e autostradale nella regione Sicilia e, in particolare, per gli interventi sulla strada statale n. 115 Gela-Agrigento-Castelvetrano. (3-00615)
(22 luglio 2009)

Iniziative di competenza nei confronti di Ferrovie dello Stato per garantire alle persone con disabilità motoria la piena fruibilità del servizio di trasporto ferroviario - 3-00646

D) Interrogazione

VIETTI. - Ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti e del lavoro, della salute e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
sono sempre più numerosi gli episodi e le proteste dei cittadini che lamentano le difficoltà, se non l'impossibilità, per le persone con disabilità ad utilizzare il sistema dei trasporti regionali e minacciano il ricorso a misure e manifestazioni drastiche, qualora la situazione non dovesse mutare entro breve tempo;
secondo l'associazione «Consulta per le persone in difficoltà» di Torino, infatti, circa l'80 per cento dei treni regionali risulterebbe inaccessibile alle persone con disabilità, costrette a subire gravi disagi, anche economici, dovendo rinunciare forzatamente all'utilizzo della carta gialla e pagare, pertanto, tariffe intere per l'assenza di carrozze dotate di un posto per passeggeri disabili;
per ovviare al problema dei maggiori costi sostenuti sarebbe sufficiente, nel breve periodo, estendere la validità della carta gialla agli intercity e agli eurostar per le tratte a carattere regionale -:
se non ritengano di adottare iniziative affinché le Ferrovie dello Stato avviino un urgente e serio programma di abbattimento delle barriere architettoniche, non solo nelle stazioni, ma anche sui convogli stessi, procedendo alla sostituzione progressiva dei vagoni con gradini alti con vagoni a pianale ribassato, al fine di garantire il diritto alla mobilità per le persone con disabilità motoria e per tutti quelli che non riescono ad utilizzare i vagoni ferroviari attuali. (3-00646)
(14 settembre 2009)

MOZIONI LOLLI ED ALTRI N. 1-00244, MANTINI ED ALTRI N. 1-00247, PELINO, ALESSANDRI, IANNACCONE ED ALTRI N. 1-00249, DI STANISLAO ED ALTRI N. 1-00250 E ZAMPARUTTI ED ALTRI N. 1-00251 CONCERNENTI MISURE A FAVORE DELLE POPOLAZIONI COLPITE DAL SISMA IN ABRUZZO

(Mozioni)

La Camera,
premesso che:
la vastità e la gravità del sisma del 6 aprile 2009 in Abruzzo hanno determinato un pesantissimo bilancio di vite umane, di distruzione e di disagio sociale ed economico ben lungi dall'essere complessivamente considerato e avviato a soluzione;
il grande sforzo organizzativo e finanziario sin qui messo in campo dallo Stato, dalle amministrazioni locali interessate, dalla protezione civile e dai vigili del fuoco dovrà trovare coerente continuità con apposite risorse aggiuntive e ulteriori interventi normativi volti ad assicurare una complessiva risposta alle tante esigenze determinatesi nei territori colpiti dal sisma, tale da garantire quanto già previsto per le popolazioni interessate da eventi calamitosi di analoga portata;
tuttavia, nell'immediato, siamo di fronte a numerose emergenze che richiedono risposte urgenti, efficaci e coerenti con la strategia di lungo periodo:
a) emergenza abitativa: questa è la principale emergenza a fronte della quale il piano «c.a.s.e.» si sta dimostrando inadeguato ed insufficiente a rispondere alla necessità urgente di alloggi da parte della popolazione. Il risultato di tale limite nell'approccio al problema è un fortissimo disagio che sta crescendo tra gli sfollati e nei confronti del quale è necessario intervenire con progetti e proposte concrete non più rinviabili. Secondo la rilevazione dei fabbisogni abitativi temporanei dei cittadini dell'Aquila, effettuata dal comune e aggiornata all'8 settembre 2009, i nuclei familiari residenti in abitazioni classificate E oppure F, corrispondenti a situazioni per le quali gli abitanti per un lungo periodo rimarranno senza la loro casa, sono 8.600, mentre circa 10.000 sono le abitazioni classificate B e C delle quali una parte consistente, quantificabile in non meno della metà, non si prevede che possa essere abitata, per problemi oggettivi e per ritardi delle procedure, prima di un anno. Dato che il piano «c.a.s.e.» prevede 4.000 abitazioni, alle quali si somma l'ampliamento già deciso dell'intervento che porterà ad un numero massimo di 5.000 abitazioni, è del tutto evidente che i numeri non corrispondono neanche lontanamente alle necessità dei cittadini. Inoltre, le prime 4.000 abitazioni saranno consegnate scaglionate fino al mese di dicembre 2009, mentre quelle previste con l'ampliamento saranno consegnate nel 2010. Sia pure con grande ritardo sono state approntate varie misure alternative tra cui 1.000 abitazioni «m.a.p.» (casette di legno provvisorie), il reperimento di appartamenti sfitti (tra 500 e 1000), altri alloggi presso le caserme e, più recentemente, la disponibilità all'acquisto di case mobili; tuttavia, pur considerando le famiglie che organizzeranno in proprio una loro sistemazione, rimane un numero elevatissimo di nuclei familiari, sia tra coloro che hanno una abitazione distrutta sia tra coloro che potranno rientrare solo tra parecchi mesi, per i quali non si prevede migliore soluzione di una collocazione in strutture lontane ed in alcuni casi anche molto lontane dalla città;
b) emergenza università: nonostante il grande sforzo realizzato per riavviare l'anno accademico e garantire la fruibilità delle strutture didattiche, tale da rendere possibile il riavvio dell'attività formativa dell'ateneo, rimane aperta l'emergenza rappresentata dall'offerta di alloggi per le migliaia di studenti fuorisede nella città dell'Aquila, che rischia di rendere vani tutti gli impegni profusi per il rilancio dell'università stessa;
c) emergenza scuola: in Abruzzo molto si è fatto per avviare l'anno scolastico 2009-2010, molto resta da fare e da migliorare. La particolare situazione delle scuole dei comuni colpiti dagli eventi sismici ha reso necessario il reperimento di numerose strutture alternative per avviare correttamente l'anno scolastico 2009-2010 ed ora è necessario prestare la massima attenzione all'avvio della ricostruzione e ristrutturazione, nonché della messa in sicurezza di moltissimi edifici, anche in relazione al già deliberato piano nazionale di riqualificazione dell'edilizia scolastica. Per affrontare il gravoso problema della lontananza delle famiglie, sfollate sulla costa o distribuite in varie località della provincia, dalle scuole dei propri figli, oltre che per fronteggiare il fortissimo disagio diffuso in particolare tra i più giovani, è necessario investire sui servizi e il sostegno al territorio, allargando ed ampliando l'offerta didattica e formativa;
d) emergenza economica: circa 17.000 persone sono, attualmente, in cassa integrazione nella zona colpita dal sisma e la gran parte delle attività produttive, industriali, commerciali e professionali non è stata riavviata. Il decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 giugno 2009, n. 77, e la conseguente ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3789 del 9 luglio 2009 prevedono la concessione ai titolari di attività produttive di un indennizzo legato alla durata della sospensione dell'attività, per un periodo massimo di soli 120 giorni quantificato sulla base dei redditi dell'anno precedente. Limitare la perdita d'esercizio a 4 mesi è davvero riduttivo in considerazione della vastità e, soprattutto, della portata dei danni prodotti dalla crisi sismica. Circa mille esercizi commerciali erano localizzati nel solo centro storico della città dell'Aquila e tutt'oggi è ancora impossibile riavviarne l'attività, anche in forma provvisoria, per le notevoli difficoltà legate al reperimento di opportuni spazi. L'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3771 consente il trasferimento temporaneo delle attività situate in locali distrutti o inagibili in aree pubbliche o private libere. Spetta, tuttavia, ai sindaci assicurare, con oneri a proprio carico, il rispetto delle norme di sicurezza, igienico-sanitarie ed ambientali, infrastrutturando i siti e dotandoli di servizi. Va da sé che tale previsione non può che restare inapplicata per l'obiettiva difficoltà ad assumere le spese per la relativa copertura. Gli stessi imprenditori dovrebbero poi affrontare i costi relativi alla locazione e/o acquisto di moduli provvisori dove esercitare la propria attività. Il citato decreto-legge n. 39 del 2009 ha, inoltre, disposto, all'articolo 8, comma 1, lettera b), l'erogazione di un indennizzo in favore dei collaboratori coordinati e continuativi, dei titolari di rapporti di agenzia e di rappresentanza commerciale, dei lavoratori autonomi, ivi compresi i titolari di attività di impresa e professionali, che abbiano dovuto sospendere l'attività a causa degli eventi sismici. L'ammontare di tale indennità, tuttavia, è stato successivamente determinato, con ordinanza n. 3763 del Presidente del Consiglio dei ministri, in 800 euro mensili per soli tre mesi. Anche in questo caso il periodo così limitato non si è dimostrato adeguato alla complessità della situazione, che include attività per la maggior parte comprese in zone inaccessibili, poiché totalmente inagibili ed ancora soggette a soli puntellamenti, oppure attività che hanno consistenti problemi di mercato o di domanda. Infine, l'incertezza relativa alle modalità e ai tempi dei risarcimenti frena e deprime gli investimenti, lasciando gli imprenditori e i lavoratori nell'impossibilità di programmare le proprie iniziative economiche;
e) emergenza fiscale e contributiva: la previsione, contenuta nell'articolo 25, commi 2 e 3, del decreto-legge n. 78 del 2009, di una ripresa, a decorrere dal 1o gennaio 2010, del regolare versamento dei tributi e dei contributi e della integrale restituzione in 24 rate di quelli sospesi per l'anno 2009 dal decreto del Ministero dell'economia e delle finanze del 9 aprile 2009, risulta del tutto ingiusta ed irrealistica; basti pensare che il valore economico di questa richiesta ai cittadini aquilani ammonta a 256,5 milioni di euro l'anno per gli anni 2010 e 2011 e che per i terremotati di Marche e Umbria la restituzione è cominciata 13 anni dopo, dilazionata in 120 rate e nella misura del 40 per cento del dovuto. Nonostante le molteplici promesse di rinvio della scadenza e il solenne impegno del ministero dell'economia e delle finanze del 28 luglio 2009, a tutt'oggi nessun provvedimento ha affrontato e risolto tale problema. Nel mentre è intervenuta la sentenza del Consiglio di Stato che ha dichiarato illegittimo quanto previsto nella citata ordinanza n. 3780 sulla ripresa degli adempimenti e dei versamenti nei comuni della provincia dell'Aquila non inclusi tra quelli individuati con decreto dal commissario delegato;
f) emergenza mutui: dal 1o gennaio 2010 terminerà anche la sospensione del pagamento dei mutui e dei prestiti prevista dall'articolo 5, comma 4, del decreto-legge n. 39 del 2009 e dall'articolo 2, comma 2, dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3799 del 2009; la ripresa dei pagamenti dei quali, sommata agli interessi maturati in questi mesi, graverà in maniera insopportabile sulle spalle dei cittadini abruzzesi. Tale sospensione, inoltre, non costituisce un'agevolazione di particolare favore, essendo già stata in parte codificata dalla legge finanziaria per il 2008, cui, tuttavia, non è seguito il regolamento attuativo. Molte banche si sono comunque già da tempo attivate in proprio, offrendo ai clienti in difficoltà la sospensione dei mutui mediante un'articolazione temporale, che, in molti casi, addirittura ha superato quella prevista dalle norme adottate in favore delle popolazioni colpite dal terremoto;
g) emergenza salute: il presidio ospedaliero «San Salvatore» de L'Aquila, ospedale inaugurato solo pochi anni fa, ha avuto 460 posti letto danneggiati, 8 sale operatorie lesionate, 2 sale di ginecologia perse, reparti e macchinari tecnologici andati distrutti con il sisma del 6 aprile 2009. L'ordine del giorno 9/2468/87, accolto in occasione della conversione del decreto-legge n. 39 del 2009, impegnava il Governo ad individuare le risorse finanziarie indispensabili per ripristinare nel più breve tempo possibile la piena operatività del presidio. Ad oggi non risulta alcuno stanziamento a sostegno dell'ospedale dell'Aquila, all'infuori della realizzazione dell'«ospedale da campo» previsto per il G8, che, seppur svolgendo un'importante funzione, non può essere considerato un reale investimento per il rilancio delle politiche sanitarie del territorio;
a fronte di queste emergenze è necessario pianificare ed investire seriamente sull'opera di ricostruzione che non è effettivamente ancora iniziata, anche a causa dell'ammontare delle risorse finanziarie necessarie, a fronte delle quali le risorse sin qui stanziate risultano assolutamente insufficienti. Infatti, lo stesso Presidente del Consiglio dei ministri, ha dichiarato, in occasione della consegna delle prime case a Onna, che saranno necessari per la ricostruzione circa 30 miliardi di euro. Al contrario, l'attuale copertura finanziaria indicata nelle tabelle del citato decreto-legge n. 39 del 2009 consiste in 5,9 miliardi «spalmati» fino al 2033 (in particolare, 1,152 miliardi per il 2009, 539 milioni per il 2010 e 331 milioni per il 2012), cui vanno aggiunti ulteriori finanziamenti, per un importo compreso tra 2 e 4 miliardi di euro, a carico del fondo per le aree sottoutilizzate e 408,5 milioni a valere sul fondo infrastrutture. È di tutta evidenza la distanza tra le risorse attualmente stanziate e quelle necessarie;
al di là della completa e soddisfacente soluzione delle richiamate esigenze prioritarie, occorre pensare ad una strategia di lungo periodo che veda un complessivo rilancio del tessuto sociale, infrastrutturale ed economico dei territori colpiti dal sisma. In tale ottica, è necessario affrontare e avviare a soluzione problemi ancora irrisolti:
a) centro storico dell'Aquila: risulta ancora in gran parte inaccessibile ed insieme ai centri storici di altri comuni è, di fatto, in abbandono. Il patrimonio culturale pubblico e privato di tali siti rischia di divenire irrecuperabile. Il citato decreto-legge n. 39 del 2009, inoltre, prevede due differenti modalità di intervento sul patrimonio vincolato. L'articolo 4, comma 1, lettera b), dispone l'integrale ripristino degli edifici pubblici formalmente dichiarati di interesse storico-artistico, ai sensi del decreto legislativo n. 42 del 2004. Il restauro dei beni culturali privati, invece, è disciplinato dall'articolo 14, comma 5-bis, secondo cui la ricostruzione a carico dello Stato dovrà tenere conto della situazione economica individuale di ciascun proprietario. Tale differente canale di finanziamento rischia di compromettere irrimediabilmente il ripristino del patrimonio monumentale civile, specie se nella situazione economica dovesse essere incluso il patrimonio oltre al reddito. Si verrebbe così a realizzare il paradosso per cui il cespite danneggiato concorrerebbe alla propria esclusione dalla ricostruzione integrale proprio perché risorsa patrimoniale e reddituale, pur se danneggiata. Peraltro, il nostro codice dei beni culturali (decreto legislativo n. 42 del 2004), all'articolo 1, comma 2, riconosce che «la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale concorrono a preservare la memoria della comunità nazionale e del suo territorio e a promuovere lo sviluppo della cultura», tanto da imporre una serie di limitazioni al pieno diritto dei privati al loro utilizzo. Ad esempio, infatti, l'articolo 38 del citato decreto legislativo n. 42 del 2004 impone l'apertura al pubblico degli immobili oggetto di interventi conservativi cui contribuisca lo Stato, mentre il successivo articolo 60 prevede la prelazione pubblica in caso di vendita. Non può, pertanto, ritenersi ammissibile alcun tipo di differente approccio al recupero del patrimonio culturale. Anche le aspettative di adozioni internazionali di parte dei monumenti dell'Aquila sono andate deluse. Dal vertice del G8 sono, infatti, emersi poco più che impegni teorici, a fronte di una lista di interventi comprendente 45 opere, a fronte di 1.700 edifici pubblici e privati da tutelare, per un importo stimato di 450 milioni di euro. Appare necessario prevedere una specifica disciplina che, corredata delle relative risorse, metta in condizione le amministrazioni locali di predisporre appositi programmi di recupero totale dei centri storici e dei centri e nuclei urbani e rurali, così come proposto in uno specifico ordine del giorno (9/2468/91), accolto dal Governo in occasione della conversione in legge del decreto-legge n. 39 del 2009;
b) abitazione principale: con riferimento alla definizione di abitazione principale, si sottolinea che l'articolo 8 del decreto legislativo n. 504 del 1992, espressamente richiamato dall'articolo 3, comma 1, lettera a), del decreto-legge n. 39 del 2009, stabilisce che «per abitazione principale si intende quella nella quale il contribuente, che la possiede a titolo di proprietà, usufrutto o altro diritto reale, e i suoi familiari dimorano abitualmente». Il diritto di proprietà viene, dunque, affiancato solo da quelli che vengono definiti «diritti reali su cosa altrui», che sono validi giuridicamente se vengono trascritti nei registri immobiliari. Questo vuol dire che i figli o genitori che sono comodatari potrebbero non ricevere la garanzia di vedersi rimborsati i danni al 100 per cento. Il comodato, infatti, rappresenta un semplice contratto che non produce effetti «reali» o «traslativi» di diritti. È fondamentale prevedere un'estensione di tale applicazione, affinché possano essere considerate abitazioni principali quelle ove si dimora abitualmente senza tenere conto del titolo giuridico di possesso. Tanto è vera questa impostazione che anche Fintecna s.p.a. sembra averla recepita e nel proprio sito internet afferma che la «mancanza di un diritto reale di godimento sull'immobile può essere supplita da un'autocertificazione del genitore, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 445 del 2000, che attesti l'effettiva concessione dell'uso gratuito dell'alloggio». Tale affermazione, tuttavia, ancora non è stata codificata in uno specifico provvedimento normativo che consenta l'estensione del concetto di abitazioni principali alle unità abitative concesse in uso gratuito a parenti in linea retta o collaterale, così come già previsto dall'articolo 59, comma 1, lettera e), del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446;
c) case dei non residenti e seconde case: l'articolo 3 del decreto-legge n. 39 del 2009 riconosce un contributo per l'integrale ricostruzione ai soli immobili adibiti ad abitazione principale dei residenti, mentre per la ricostruzione o riparazione di immobili diversi da quelli adibiti ad abitazione principale, nonché di immobili ad uso non abitativo, si limita a prevedere generici «contributi». Le ordinanze del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3779, n. 3803 e n. 3805 determinano tali contributi: copertura all'80 per cento delle spese per un importo comunque non superiore ad 80.000 euro, riconoscimento per una sola unità abitativa e la possibilità di cumulo con il contributo relativo all'abitazione principale solo se l'immobile è utilizzato all'esercizio di impresa o professione oppure, se affittato alla data del sisma, viene nuovamente affittato alle medesime condizioni per una durata non inferiore a 2 anni. Da quest'ultima previsione sono escluse le abitazioni con danni gravi per la cui riparazione sono necessari interventi di tipo «pesante» (categoria E). Con tali scelte si è determinato un profondo cambiamento nella filosofia della ricostruzione, se messa a confronto con l'intervento effettuato dopo il terremoto di Umbria e Marche. Mentre nel caso abruzzese il contributo del 100 per cento per la ricostruzione o ristrutturazione della case opera solo per coloro che sono residenti e solo per l'abitazione principale, nel caso dell'evento sismico che colpì le regioni Umbria e Marche lo Stato si assunse l'onere del ripristino del preesistente tessuto urbano, con l'obiettivo di ricostruire le città nella loro interezza, a prescindere dai titoli di proprietà. Tale scelta determina uno stallo nella ricostruzione della città dell'Aquila e di molte realtà della provincia, caratterizzate dalla presenza di abitazioni di non residenti e seconde case in percentuali che in molti casi superano il 50 per cento del totale degli edifici. Ricostruire città o paesi a «macchia di leopardo» significa abbandonarli, aprendo problemi enormi, ad esempio, tra case confinanti con diverse intestazioni. Il tema delle seconde case dei centri storici rimane senza risposte concrete, nonostante sia stato fortemente pubblicizzato dal Governo con un primo comunicato del 15 giugno 2009, nel quale si legge: «anche le seconde case ubicate nel centro storico dell'Aquila e degli altri comuni colpiti dal sisma saranno ricostruite a spese dello Stato» e ribadito dallo stesso Presidente del Consiglio dei ministri che, all'assemblea di Farmindustria a Coppito del 25 giugno 2009, dichiarò «Il Governo si è impegnato a rispondere e non ci saranno dei no. Le seconde case saranno ricostruite dallo Stato al cento per cento» (comunicato della Presidenza del Consiglio dei ministri del 25 giugno 2009). Per tali immobili, inoltre, si pone il problema, già affrontato, della futura definizione mediante ordinanza del concetto di «situazione economica», di cui all'articolo 14, comma 5-bis, del decreto-legge n. 39 del 2009;
d) zona franca urbana: la previsione di un importante istituto fiscale volto a sostenere e favorire il rilancio dell'economia abruzzese, così duramente colpita dalle devastazioni prodotte dal sisma, rischia di rimanere poco più che una petizione di principio, in ragione dei soli 45 milioni di euro previsti a copertura dal decreto-legge n. 39 del 2009, considerando anche la contingenza economica internazionale e le sue ricadute su un territorio caratterizzato da una pluralità di iniziative imprenditoriali già fortemente impegnate nel far fronte alla fase recessiva,

impegna il Governo:

ad adottare, con la massima urgenza, iniziative normative, già a partire dalla prossima manovra di bilancio, volte ad assicurare che, per quanto concerne gli obblighi di natura fiscale e contributiva, le popolazioni dell'Abruzzo vengano esattamente equiparate, nei tempi, nell'entità e nelle dilazioni a quanto riconosciuto alle popolazioni di Umbria e Marche;
a prevedere, anche tramite apposite iniziative legislative:
a) le opportune risorse finanziarie, anche in un percorso pluriennale, volte ad assicurare l'integrale ricostruzione del tessuto urbano dei centri colpiti dal terremoto del 6 aprile 2009, prescindendo da eventuali titoli di proprietà e prevedendo, inoltre, specifici stanziamenti destinati a far fronte ai costi di recupero integrale dei centri storici e del patrimonio storico-artistico, pubblico e privato, indipendentemente dalla situazione economica dei proprietari;
b) l'estensione del concetto di abitazione principale alla dimora abituale, come definita dall'articolo 43 del codice civile;
c) le risorse per fronteggiare le spese volte al risanamento e alla messa in sicurezza degli edifici scolastici e degli edifici e beni di interesse pubblico, assicurando anche l'inserimento delle scuole della regione, a partire da quelle del cratere, nell'apposito piano generale di riqualificazione dell'edilizia scolastica previsto dal decreto interministeriale sugli organici anno scolastico 2009-2010, trasmesso con circolare ministeriale n. 38 del 2 aprile 2009, e la conseguente applicazione dei parametri sugli organici di cui al decreto ministeriale n. 331 del 1998;
d) le risorse volte a rispondere alle esigenze delle istituzioni scolastiche sottolineate anche da una risoluzione approvata in consiglio regionale abruzzese, nella quale vengono richieste risorse aggiuntive di euro 16 milioni che sono messe a disposizione del bilancio del ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per essere destinate alle istituzioni scolastiche ubicate nella provincia dell'Aquila per il triennio dal 2009-2010 al 2011-2012, al fine di assicurare una sollecita e stabile ripresa delle attività didattiche e delle attività dell'amministrazione scolastica, in deroga agli obiettivi finanziari di cui all'articolo 64, comma 6, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, ed eventualmente sospendere gli effetti sulla dotazione organica del personale docente ed ata della regione Abruzzo per l'anno scolastico 2009-2010, con particolare attenzione per le 330 unità di personale della provincia dell'Aquila;
e) le risorse finanziarie necessarie affinché nel più breve tempo possibile sia ripristinata la piena operatività del presidio ospedaliero «San Salvatore», nonché la messa a disposizione, senza ulteriori formalità, delle risorse statali di cui all'articolo 20 della legge n. 67 del 1988, destinate agli interventi, di cui alla delibera del consiglio regionale d'Abruzzo n. 69/6 del 26 giugno 2002 e proposti dalla regione Abruzzo, con nota del 22 febbraio 2008, localizzati nella provincia dell'Aquila e nei comuni delle altre province abruzzesi colpiti dal sisma e non ancora assegnate;
f) un incremento significativo e corrispondente alle caratteristiche del tessuto economico aquilano delle risorse destinate a finanziare l'istituzione della zona franca urbana;
g) la proroga del contributo mensile di 800 euro prevista dall'articolo 5, comma 2, dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3763 del 6 maggio 2009 per i collaboratori coordinati e continuativi, i titolari di rapporti di agenzia e di rappresentanza commerciale, i lavoratori autonomi ed i titolari di attività di impresa e professionali, che non sono riusciti a far ripartire le proprie attività;
h) il prolungamento del periodo di sospensione dei mutui e dei prestiti disposto dall'articolo 5, comma 4, del decreto-legge n. 39 del 2009 e dall'articolo 2, comma 2, dell'ordinanza n. 3799 del 6 agosto 2009, e la contestuale integrazione delle citate disposizioni normative con la previsione dell'accollo del pagamento dei relativi interessi maturati e maturandi da parte dello Stato o, in subordine, la costituzione di un tavolo per far fronte alle problematiche legate alla ripresa dei pagamenti dei mutui e dei prestiti e alla quota degli interessi maturata durate la sospensione dei pagamenti, anche prevedendo risorse pubbliche volte a favorire il tavolo di negoziazione stesso;
i) la rapida attuazione della misura prevista dall'articolo 87, paragrafo 2, lettera b), del Trattato che istituisce l'Unione europea in relazione alle calamità naturali (pratica inoltrata all'Unione europea dalla regione Abruzzo) a decorrere dal 6 aprile 2009, definendo, altresì, un accordo con le regioni per individuare le modalità con le quali le commissioni di sorveglianza sull'applicazione dei programmi operativi regionali trasferiscano l'1 per cento di tali misure a vantaggio di tale fondo;
l) il riconoscimento a favore dei cittadini delle zone colpite dal terremoto rimasti invalidi, deceduti o dispersi della qualifica di infortunati del lavoro, compresi coloro che da tale evento abbiano subito l'aggravamento della loro invalidità, nonché la corresponsione di una rendita per tutti quei cittadini che, in conseguenza dell'evento sismico, risultino permanentemente invalidi, nonché l'equiparazione per i superstiti di cittadini che sono deceduti o dispersi con i superstiti di lavoratori deceduti sul lavoro o per malattia professionale;
m) le modalità per far fronte alle esigenze organizzative e finanziarie del Corpo dei vigili del fuoco, anche in ragione dello straordinario sforzo umano e tecnico messo in campo in occasione del sisma abruzzese, in particolare assicurando il finanziamento per la manutenzione e l'acquisto di mezzi necessari all'attività dei vigili del fuoco, nonché la predisposizione di un sostegno al reddito dei vigili del fuoco, utilizzando anche l'aumento della misura dell'indennità notturna e festiva.
(1-00244)
(Nuova formulazione) «Lolli, Franceschini, Bersani, Soro, Sereni, Bressa, D'Incecco, Ginoble, Tenaglia, Livia Turco, Mariani, Realacci, Bocci, Braga, Bratti, Esposito, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Martella, Mastromauro, Morassut, Motta, Viola, Amici, Ferranti, Maran, Villecco Calipari, Baretta, Fluvi, Ghizzoni, Meta, Lulli, Damiano, Oliverio, Gozi, Benamati, Marco Carra».
(30 settembre 2009)

La Camera,
premesso che:
il grave sisma che ha colpito il 6 aprile 2009 l'Abruzzo, in particolare L'Aquila e il suo territorio, provocando centinaia di morti e danni ingentissimi, è stato affrontato con prontezza ed efficienza dalla protezione civile, dal suo direttore e Sottosegretario di Stato Guido Bertolaso, dai vigili del fuoco, dalle Forze armate e dell'ordine, dalla Croce rossa, dai volontari di ogni estrazione e dall'intero Paese, in un impegno di solidarietà di straordinario valore e generosità che ha avuto una vasta eco internazionale, anche per la decisione di tenere a L'Aquila il G8 nel mese di luglio 2009, con la presenza dei Capi di Stato dei principali Paesi;
il Governo, la regione Abruzzo e gli enti locali hanno dimostrato un impegno assiduo e particolare per l'opera di soccorso e le politiche di assistenza e di avvio della ricostruzione nei comuni terremotati, che merita rispetto e gratitudine da parte del Parlamento e del Paese;
con il decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 giugno 2009, n. 77, e con le ordinanze della protezione civile sono state stanziate le prime risorse e sono state intraprese le necessarie misure per uscire dall'emergenza e avviare la ricostruzione;
restano, tuttavia, ancora aperti e irrisolti una serie di problemi da affrontare e la complessità delle politiche di ricostruzione e di rilancio dello sviluppo economico nei territori colpiti dal sisma è tale che ogni impegno deve essere caratterizzato dal massimo della ricerca di spirito unitario e dalla piena collaborazione tra le istituzioni e le forze politiche, senza confusione di ruoli;
occorre assumere impegni nell'ambito di un dialogo competitivo necessario per conseguire gli attesi risultati da parte delle popolazioni colpite dal sisma, con l'obiettivo di dare certezze tanto nella definizione dei tempi, quanto nel reperimento delle risorse,

impegna il Governo:

a riferire sullo stato di attuazione della complessiva opera di ricostruzione abitativa e a continuare l'azione di sostegno e di ricostruzione;
ad assumere, nella misura consentita dalle esigenze della finanza pubblica, iniziative per la più efficace tutela delle attività produttive sospese per il terremoto;
ad assumere, compatibilmente con gli obiettivi di finanza pubblica e nel pieno rispetto degli impegni e dei vincoli presi e stabiliti in sede europea, iniziative volte a prorogare la sospensione del versamento di tributi e contributi oltre i termini previsti dai commi 2 e 3 dell'articolo 25 del decreto-legge n. 78 del 2009, prevedendo per la restituzione un trattamento analogo a quello previsto per i terremotati di Marche e Umbria;
a stimolare tutti i soggetti istituzionalmente competenti per l'accelerazione, sempre compatibilmente con gli obiettivi di finanza pubblica, dell'opera di ricostruzione dei centri storici, in particolare di quello dell'Aquila, coordinandosi con le autorità locali;
a continuare nella promozione di una politica abitativa finalizzata sia alla messa in sicurezza degli edifici esistenti che alla costruzione di nuovi edifici, nel pieno rispetto dei criteri antisismici;
a prevedere, compatibilmente con gli obiettivi di finanza pubblica e previo assenso delle istituzioni europee, un incremento delle risorse destinate a finanziare l'istituzione della zona franca urbana, se del caso anche rimodulando l'iniziale finanziamento dei 45 milioni di euro già previsto con un impegno economico maggiore;
a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze della finanza pubblica e a condizione che non possa inficiare il rispetto dei vincoli finanziari europei, di prorogare il contributo mensile di 800 euro previsto dall'articolo 5, comma 2, dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3763 del 6 maggio 2009, esclusivamente per i collaboratori coordinati e continuativi, i titolari di rapporti di agenzia e di rappresentanza commerciale, i lavoratori autonomi ed i titolari di attività di impresa e professionali, che possono attestare la mancata ripresa della propria attività a causa del sisma;
a valutare, compatibilmente con gli obiettivi di finanza pubblica e a condizione che non possa inficiare il rispetto dei vincoli finanziari europei, l'opportunità di prevedere, nel più breve tempo possibile, il riconoscimento, a favore dei cittadini delle zone colpite dal terremoto rimasti invalidi, deceduti o dispersi della qualifica di infortunati del lavoro, compresi coloro che da tale evento abbiano subito l'aggravamento della loro invalidità, nonché l'equiparazione per i superstiti di cittadini che sono deceduti o dispersi con i superstiti di lavoratori deceduti sul lavoro o per malattia professionale;
a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze della finanza pubblica e con quanto stabilito dal decreto-legge n. 39 del 2009, di riconoscere al personale dei vigili del fuoco la medesima indennità festiva e notturna riconosciuta alle altre forze dell'ordine, anche alla luce dell'ordine del giorno di analogo contenuto accolto dal Governo in sede di conversione del medesimo decreto-legge n. 39 del 2009;
a valutare l'opportunità di prorogare, limitatamente ai comuni individuati ai sensi dell'articolo 1 del decreto-legge n. 39 del 2009, le norme sull'accorpamento degli istituti scolastici, di cui al decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, previa compensazione con altre realtà locali;
relativamente all'emergenza università, ad affrontare il problema degli alloggi nella città dell'Aquila, anche in considerazione dei numerosissimi studenti fuori sede, valutando la possibilità di utilizzare da subito per gli alloggi per studenti gli stanziamenti previsti per la casa dello studente;
in considerazione delle difficoltà per l'avvio dell'anno accademico, a valutare altresì, d'intesa con il rettore dell'Università dell'Aquila, la possibilità per la medesima università di prevedere l'eliminazione delle firme di presenza per le ore di lezioni relative al secondo semestre dell'anno accademico, l'abbuono delle ore di frequenza e di tirocinio previste e i corrispettivi crediti, l'intensificazione degli appelli d'esame, al fine di consentire agli studenti di poter recuperare le sessioni d'esame eventualmente perse nei mesi da giugno a dicembre 2009;
a prevedere, ai fini della trasparenza e della conoscibilità degli atti, delle procedure e delle decisioni adottate, la pubblicità, anche tramite i siti internet della protezione civile, nonché d'intesa con gli enti locali interessati, della regione Abruzzo e della provincia dell'Aquila, dell'elenco dei fornitori, comprensivo dell'oggetto della fornitura e del relativo importo, dello stato delle somme erogate e dei relativi beneficiari, degli interventi programmati, degli avvisi, dello stato di realizzazione delle opere, nonché di tutta la normativa nazionale, regionale, provinciale e comunale, afferente gli interventi di ricostruzione conseguenti agli eventi sismici del mese di aprile 2009.
(1-00244)
(Ulteriore nuova formulazione) «Alessandri, Pelino, Lolli, Mantini, Di Stanislao, Cicchitto, Soro, Cota, Vietti, Donadi, Scelli, Castellani, Aracu, De Angelis, Dell'Elce, Toto, Livia Turco, Tenaglia, Ginoble, D'Incecco, Adornato, Bocchino, Baldelli, Guido Dussin, Lanzarin, Togni, Iannaccone, Francheschini, Bersani, Sereni, Bressa, Mariani, Realacci, Bocci, Braga, Bratti, Esposito, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Martella, Mastromauro, Morassut, Motta, Viola, Amici, Ferranti, Maran, Villecco Calipari, Baretta, Fluvi, Ghizzoni, Meta, Lulli, Damiano, Oliverio, Gozi, Benamati, Marco Carra, Compagnon, Ciccanti, Volontè, Galletti, Libè, Naro, Di Pietro, Borghesi, Evangelisti, Pifferi, Scilipoti, Antonino Foti, Mariarosaria Rossi, Giammanco, Mistrello Destro, Saltamartini, Formichella, Bocciardo, Di Virgilio, Zamparutti».

La Camera,
premesso che:
il grave sisma che ha colpito il 6 aprile 2009 l'Abruzzo, in particolare L'Aquila e il suo territorio, provocando centinaia di morti e danni ingentissimi, è stato affrontato con prontezza ed efficienza dalla protezione civile, dal suo direttore e Sottosegretario di Stato Guido Bertolaso, dai vigili del fuoco, dalle Forze armate e dell'ordine, dalla Croce rossa, dai volontari di ogni estrazione e dall'intero Paese, in un impegno di solidarietà di straordinario valore e generosità che ha avuto una vasta eco internazionale, anche per la decisione di tenere a L'Aquila il G8 nel mese di luglio 2009, con la presenza dei Capi di Stato dei principali Paesi;
il Governo, in modo particolare il Presidente del Consiglio dei ministri e il Sottosegretario di Stato Gianni Letta, hanno dimostrato un'attenzione assidua e particolare per l'opera di soccorso e le politiche di assistenza e di avvio della ricostruzione nei comuni terremotati, che merita rispetto e gratitudine da parte del Parlamento e del Paese;
la complessità delle politiche di ricostruzione e di rilancio dello sviluppo economico nei territori colpiti dal sisma è tale che ogni impegno deve essere caratterizzato dal massimo spirito unitario, dalla piena collaborazione tra le istituzioni e le forze politiche, dall'assenza di faziosità di ogni natura;
superata la fase propria dell'emergenza si sta ora avviando la fase della ricostruzione, con una maggiore responsabilizzazione degli enti locali a partire dai seguenti dati di fatto: da un censimento effettuato questa estate risulta che 12.707 abitazioni private sono state dichiarate inagibili (classificazione E e F), privando circa 32.433 persone di un alloggio; dei circa 67.500 sfollati iniziali, a fine settembre 2009 ne sono rimasti meno della metà, circa 32.949, ancora privi di una abitazione definitiva (di questi ultimi 15.133 sono ancora ricoverati negli alberghi e nella caserma della guardia di finanza di Coppito, 9.017 in case private, 8.799 nelle tendopoli, ormai ridotte a 82 campi dai 171 iniziali);
l'impegno per fronteggiare questa grave emergenza abitativa si muove su due linee progettuali: il piano «c.a.s.e.», che si propone di fornire complessivamente 4.700 alloggi (di questi 4.000 consegnati entro dicembre 2009 e 700 entro gennaio 2010), permettendo così di ospitare quasi 17.000 persone in 170 edifici, per una superficie complessiva di circa 1.278.648 metri quadri, un'operazione dal costo complessivo di oltre 726 milioni (726.217.267 euro totali, per un costo di circa 2.428 euro al metro quadro), di cui 700 milioni circa stanziati dal cosiddetto «decreto Abruzzo» e circa 40 milioni provenienti dalle donazioni; la costruzione di 2.300 moduli abitativi provvisori (attualmente sono 181 quelli già installati, mentre 494 quelli in corso di costruzione), con cui si presuppone di alloggiare 6.250 persone, per un costo complessivo di 129 milioni di euro. L'offerta è integrata dalla disponibilità di circa 500 alloggi da parte di un fondo etico costituito allo scopo e dalle requisizioni di case sfitte avviate in questi giorni;
prescindendo dalle valutazioni critiche e dal dibattito relativi alla localizzazione urbanistica degli interventi e ad altri profili tecnici e gestionali, occorre rilevare che l'imponente sforzo sin qui sostenuto deve essere accompagnato dal coerente rispetto degli impegni assunti dal Governo a seguito della votazione degli ordini del giorno nella seduta della Camera dei deputati del 23 giugno 2009 e tra questi, in particolare, dei seguenti:
a) a valutare l'opportunità di considerare la detrazione di imposta del 55 per cento per la messa in sicurezza sismica strategica nella prevenzione antisismica e ad individuare le risorse finanziarie necessarie per consentire l'ampliamento delle agevolazioni fiscali già previste per gli interventi di efficientamento energetico degli edifici anche agli interventi antisismici, privilegiando interventi di riqualificazione e valorizzazione del patrimonio edilizio, senza produrre ulteriore consumo di territorio, e ad avviare in tempi brevi la costituzione di un'efficace rete tecnica di controllo ed assistenza per le costruzioni nelle zone di alta e media sismicità, nel rispetto del principio di adeguatezza, prevedendo, se necessario, l'assunzione dell'occorrente personale tecnico qualificato (ordine del giorno 9/2468/66, accolto);
b) ad assumere, in stretta collaborazione con tutti gli organi istituzionali centrali e periferici, gli organi amministrativi, tecnico-scientifici e professionali, le regioni e gli enti locali, ogni opportuna iniziativa politico-legislativa volta a promuovere nel Paese un'autentica, effettiva ed efficace etica anti-sismica, ad incentivare la ricerca scientifica per la prevenzione dei terremoti, nonché a patrocinare il rigoroso rispetto dei criteri antisismici e di sicurezza per le nuove e vecchie costruzioni (ordine del giorno 9/2468/43, accolto);
c) a verificare l'opportunità di individuare gli strumenti più idonei affinché i soggetti residenti in Abruzzo che svolgono alla data del 6 aprile 2009 la propria attività lavorativa fuori dal territorio regionale, abbiano la precedenza, in sede di trasferimento a domanda presso le sedi abruzzesi, con particolare riguardo per coloro che, ai sensi dell'articolo 33, comma 5, della legge 5 febbraio 1992 n. 104, assistono familiari disabili (ordine del giorno 9/2468/31, accolto);
d) a verificare la possibilità di prevedere una forma di riconoscimento ai cittadini delle zone colpite dal terremoto rimasti invalidi, deceduti o dispersi, della qualifica di infortunati del lavoro, compresi coloro che da tale evento abbiano subito l'aggravamento della loro invalidità e di prevedere la corresponsione di una rendita per tutti quei cittadini, che, in conseguenza dell'evento sismico, risultino permanentemente invalidi, nonché l'equiparazione per superstiti di cittadini che sono deceduti o dispersi con i superstiti di lavoratori deceduti sul lavoro o per malattia professionale e di riconoscere ai cittadini temporaneamente inabili in conseguenza dell'evento sismico del 6 aprile il trattamento economico di malattia per un periodo di sei mesi, previa certificazione (ordine del giorno 9/2468/78, accolto);
e) a valutare con atti successivi la necessità di reperire adeguate risorse finalizzate al restauro del patrimonio danneggiato e della sua restituzione alla fruizione pubblica e a considerare l'opportunità di prevedere misure di organizzazione e di sostegno dell'opera dei tanti volontari che si offrono per il recupero dei beni culturali mobili (ordine del giorno 9/2468/83, accolto);
f) a prevedere, nelle ordinanze che verranno emanate nei prossimi mesi, nel calcolo degli indennizzi che saranno concessi alle attività produttive danneggiate dal sisma, anche la valutazione del «mancato guadagno» e del «calo del fatturato» che hanno colpito le aziende a seguito dell'evento calamitoso (ordine del giorno 9/2468/89, accolto come raccomandazione);
g) al fine di permettere una rapida ripresa del settore produttivo abruzzese è importante promuovere la realizzazione di interventi di reindustrializzazione e risanamento ambientale, individuando i siti di Bussi sul Tirino, Pile e Avezzano, quali «siti di preminente interesse pubblico per la riconversione industriale», così come stabilito dall'articolo 252-bis del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, nonché prevedendo ulteriori interventi di bonifica e risanamento nel sito di interesse nazionale dei fiumi Saline e Alento, ad individuare, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, le risorse necessarie per avviare, insieme alla politica di ricostruzione prevista dal provvedimento in esame, i necessari interventi che possano agevolmente consentire una rapida ripresa dell'attività produttiva, anche e, soprattutto, attraverso i descritti interventi di messa in sicurezza e bonifica ambientate dei siti già riconosciuti dalla normativa vigente (ordine del giorno 9/2468/90, accolto);
in modo particolare occorre ricordare che, nello specifico, nell'ordine del giorno 9/2468/79, accolto come raccomandazione dal Governo nella seduta del 23 giugno 2009, si rilevava:
a) l'urgenza di introdurre misure per le imprese, interventi adeguati per le professioni, il commercio, l'agricoltura ed il turismo, danneggiati in modo durissimo dagli eventi,
b) l'insufficienza delle risorse previste dal decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 giugno 2009, n. 77, per affrontare l'immediata emergenza delle imprese colpite dal terremoto e per la ricostruzione del tessuto economico, in modo particolare per quanto riguarda i fondi destinati alla zona franca urbana; i previsti 45 milioni di euro per un periodo di tre o quattro anni sono una cifra irrisoria in relazione alla zona franca urbana, che, peraltro, si riferisce alle sole piccole aziende ed alle aziende di nuovo insediamento;
c) la farraginosità e complessità delle procedure che riguardano le imprese per permettere ai tanti proprietari di imprese grandi e piccole, di riaprire velocemente le proprie attività e rientrare nel breve periodo delle spese inattese dovute all'evento sismico;
d) la gravosa mancanza nel provvedimento della previsione della perizia giurata nel caso di richiesta di indennizzi da parte delle attività produttive per la riparazione o per il nuovo acquisto di beni immobili strumentali, scorte e altri materiali danneggiati dagli eventi sismici;
e) la necessità di evitare il definitivo spostamento delle attività del commercio, dell'artigianato, dei servizi, delle professioni fuori dai centri storici e la ricerca di reperire soluzioni alternative per i capannoni industriali;
ed in tal senso il Governo si è impegnato a verificare l'opportunità di:
a) incrementare nel primo provvedimento utile le risorse destinate al finanziamento delle zone franche urbane ai territori dell'Abruzzo colpiti dal terremoto del 6 aprile 2009;
b) destinare maggiori risorse per indennizzare le attività d'impresa o professionali i cui locali, anche in regime di locazione, siano stati distrutti o gravemente danneggiati dal sisma;
c) prevedere un contributo per le imprese che non faccia riferimento solo al danno emergente, ma anche al lucro cessante, per garantire al tessuto sociale delle zone colpite la possibilità di riattivarsi;
d) stabilire procedure più semplificate per permettere ai tanti proprietari di imprese grandi, piccole e piccolissime, di riaprire le attività e rientrare nell'immediato delle spese inattese derivanti dagli eventi sismici;
e) prevedere un intervento economico specifico per il potenziamento delle strutture turistiche, site nei territori dei comuni colpiti dal terremoto, con particolare riferimento alle opere finalizzate al rilancio dell'offerta turistica invernale;
sulla base di questo impegno è assolutamente necessario che il Governo, con le opportune intese in sede di Unione europea, garantisca il finanziamento della zona franca per un importo non inferiore a 300 milioni di euro per i prossimi cinque anni;
con nota del Governo del 15 giugno 2009, fu affermato che «anche le seconde case ubicate nel centro storico dell'Aquila e degli altri comuni colpiti dal sisma saranno ricostruite a spese dello Stato»; lo stesso impegno è stato poi assunto personalmente dal Presidente del Consiglio dei ministri in data 25 giugno 2009 a Coppito, con la seguente testuale dichiarazione: «Il Governo si è impegnato a rispondere e non ci saranno dei no. Le seconde case saranno ricostruite dallo Stato al cento per cento»;
in data 28 luglio 2009 il Ministro dell'economia e delle finanze ha assunto l'impegno solenne di rinviare la scadenza della sospensione dei tributi fiscali prevista per il 31 dicembre 2009. Infatti, la previsione, contenuta nell'articolo 25, commi 2 e 3, del decreto-legge n. 78 del 2009 di una ripresa, a decorrere dal 1o gennaio 2010, del regolare versamento dei tributi e dei contributi e dell'integrale restituzione in 24 rate di quelli sospesi per l'anno 2009 dal decreto del ministero dell'economia e delle finanze del 9 aprile 2009, risulta del tutto ingiusta ed irrealistica; basti pensare che il valore economico di questa richiesta ai cittadini aquilani ammonta a 256,5 milioni di euro l'anno per gli anni 2010 e 2011 e che per i terremotati di Marche e Umbria la restituzione è cominciata 13 anni dopo, dilazionata in 120 rate e nella misura del 40 per cento del dovuto. Occorre che il trattamento fiscale e contributivo dei cittadini terremotati dell'Abruzzo sia del tutto equiparato a quello avuto dai cittadini terremotati dell'Umbria e delle Marche;
i vigili del fuoco sono stati e sono protagonisti straordinari e ammirevoli degli interventi nelle zone terremotate, come riconosciuto con le alte onorificenze concesse dal Capo dello Stato in data 30 settembre 2009, e ad essi, che continuano ad operare in condizioni di particolare difficoltà, va riconosciuta la corresponsione delle ore di straordinario e delle indennità dovute da contratto e per legge. Si ricorda che, nella seduta della Camera dei deputati del 23 giugno 2009, il Governo ha assunto l'impegno: ad adottare, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, le iniziative legislative necessarie volte a ripianare le gravi carenze di organico del personale del Corpo nazionale del vigili del fuoco attraverso l'assunzione di un congruo numero di vigili, ad assicurare il potenziamento dei mezzi e delle dotazioni logistiche necessari per l'espletamento dell'attività di soccorso attraverso lo stanziamento di ulteriori fondi e a proseguire, in maniera concreta, attraverso altro stanziamento per il finanziamento della speciale indennità operativa per il servizio di soccorso tecnico urgente espletato all'esterno, nel processo di riallineamento dei trattamenti economici del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco rispetto a quelli delle forze di polizia (ordine del giorno 9/2468/100, accolto);
anche in considerazione delle rigide temperature e degli elevatissimi consumi di energia che gravano sulle famiglie e sulle attività produttive e commerciali è necessario che, per i comuni del «cratere», come definiti sulla base del decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 giugno 2009, n. 77, e delle conseguenti ordinanze, siano stabilite, d'intesa con l'Autorità garante per l'energia elettrica e il gas, le stesse tariffe speciali dell'energia elettrica disposte per i terremotati di Marche e Umbria, con deliberazione del 4 ottobre 2000;
sotto il profilo finanziario è evidente la forte discrepanza tra le risorse attualmente stanziate e quelle necessarie per la difficile opera di ricostruzione: la copertura stabilita dal decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 giugno 2009, n. 77, consiste in 5,9 miliardi di euro spalmati fino all'anno 2033, pari a 1.152,5 milioni di euro per l'anno 2009, a 539,2 milioni di euro per l'anno 2010, a 331,8 milioni di euro per l'anno 2011, a 468,7 milioni di euro per l'anno 2012, a 500 milioni di euro per ciascuno degli anni 2013 e 2014, a 394,8 milioni di euro per l'anno 2015, a 239 milioni di euro per l'anno 2016, a 133,8 milioni di euro per l'anno 2017, a 115,6 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2018 al 2029, a 81,8 milioni di euro per l'anno 2030, a 48 milioni di euro per l'anno 2031, a 14,2 milioni di euro per l'anno 2032 e a 2,9 milioni di euro a decorrere dall'anno 2033. A questa disponibilità finanziaria si aggiungono ulteriori risorse, per un importo compreso tra 2 e 4 miliardi di euro, a carico del fondo per le aree sottoutilizzate e circa 408,5 milioni a valere sul fondo per le infrastrutture. Lo stesso Presidente del Consiglio dei ministri, in una recente sua visita in Abruzzo, ha ufficialmente dichiarato che saranno necessari almeno 30 miliardi di euro per la ricostruzione. Poiché è fondamentale non l'immediata disponibilità di tutte le risorse ma la certezza della copertura finanziaria dei principali impegni assunti per avviare la ricostruzione, è indispensabile che sia garantita la disponibilità di un importo non inferiore a 1,4 miliardi per l'anno 2010, che sarà decisivo per l'avvio delle principali opere pubbliche e per gli indennizzi reali dei lavori di ripristino e messa in sicurezza degli edifici privati;
in vista dell'imminente conclusione della fase straordinaria dell'emergenza e dell'avvio di un processo di nuova governance della complessa fase della ricostruzione da parte degli enti locali e della regione Abruzzo, sono opportuni la massima collaborazione del Governo e della protezione civile nel trasferimento di informazioni, dati e risorse tecniche e l'impegno a sostenere, anche con misure normative, lo snellimento delle procedure urbanistiche e di affidamento di lavori e servizi, nel rispetto dei fondamentali principi di partecipazione, di trasparenza e concorrenza nelle gare,

impegna il Governo

a dare seguito, con coerenza e sollecitudine, agli impegni assunti e alle dichiarazioni rilasciate dai suoi membri in questi mesi, in favore dei cittadini terremotati dell'Abruzzo, così come richiamati nella presente mozione e ancora largamente disattesi, in quanto tali impegni non si esauriscono nella sola realizzazione del progetto «c.a.s.e.», che corrisponde alle sole esigenze abitative di un quarto degli sfollati.
(1-00247)
«Mantini, Vietti, Compagnon, Ciccanti, Volontè, Galletti, Libè, Naro».
(2 ottobre 2009)

La Camera,
premesso che:
il 6 aprile 2009 la regione Abruzzo è stata colpita da un violento sisma che ha causato trecento vittime, oltre 1.500 feriti e più di 65 mila persone si sono ritrovate senza tetto. I comuni investiti dal terremoto sono stati ben 51, localizzati in tre province della regione;
rilevante è stato il patrimonio immobiliare pubblico e privato distrutto o seriamente compromesso nella sua stabilità ed integrità. Sono stati riscontrati gravi danni anche al patrimonio culturale artistico ed architettonico;
gli interventi di soccorso sono stati tempestivi ed efficaci, in particolare grazie della protezione civile, operativa a soli 3 minuti dal sisma ed all'immediata presenza del Sottosegretario Bertolaso e del Presidente del Consiglio dei ministri;
la presenza costante del Presidente Berlusconi, che è rimasto nelle zone terremotate durante tutte le prime fasi dei soccorsi, ed è tornato in Abruzzo per ben 12 volte nei due mesi successivi, ha dimostrato una vicinanza non solo istituzionale ma anche umana nei confronti della popolazione colpita;
entro le prime ventiquattro ore dal tragico evento sono state montate tende per 5.000 persone, mentre 15.000 terremotati sono stati trasportati negli alberghi della costa; i 12.000 soccorritori intervenuti nei primi due giorni dal sisma (un soccorritore ogni sei persone, un rapporto mai verificatosi prima), oltre ad aver effettuato interventi diretti di scavo, messa in sicurezza e sgombero delle macerie, hanno allestito 41 aree di ricovero e 17 presidi sanitari, con più di 1.600 operatori dedicati, tra cui 60 psicologi;
l'opinione pubblica nazionale ed internazionale, così come tutte le istituzioni europee, hanno unanimemente riconosciuto la tempestività, la capacità e l'immenso sforzo della protezione civile, delle forze dell'ordine, dei vigili del fuoco e di tutto il personale impiegato nell'opera di soccorso: molteplici sono stati i riconoscimenti internazionali sulla straordinaria efficacia del coordinamento del Governo italiano;
di enorme valore è risultata l'idea di tenere la sessione del G8 a l'Aquila, scelta attraverso la quale si sono ottenuti rilevanti risultati positivi: le risorse per l'organizzazione dell'evento, 220 milioni di euro, sono state investite in Abruzzo; non solo i danni del sisma, ma anche l'efficienza delle strutture di soccorso ed organizzazione del Paese sono stati portati all'attenzione dell'opinione pubblica mondiale, con conseguenti positivi riflessi in termini di prestigio internazionale e di aiuti economici provenienti da altri Stati: basti ricordare il contributo di solidarietà di 493 milioni di euro dell'Unione europea (la cifra più alta mai stanziata allo scopo) e i previsti interventi diretti per il recupero dei beni culturali più importanti da parte dei diversi Stati;
quanto all'opera di soccorso e di ricostruzione, nei primi 4 giorni dal sisma la protezione civile ha stanziato 100 milioni di euro per interventi immediati; oltre alle somme già ricordate, con il decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 giugno 2009, n. 77, sono stati stanziati per l'opera di ricostruzione 8,5 miliardi di euro, superando qualsiasi altro precedente intervento finanziario a copertura dei danni da calamità naturali nella storia della Repubblica;
quanto agli interventi il Governo ha previsto:
a) il pagamento a fondo perduto e al 100 per cento per la ricostruzione e la riparazione della prima casa danneggiata o distrutta; il pagamento fino a 10 mila euro per le riparazioni delle case lesionate e un contributo di 2.500 euro per unità abitativa per lavori condominiali; stanziamento di 150.000 euro per chi vorrà ricostruirsi da sé la casa distrutta e 80.000 euro per chi invece ha una casa solo danneggiata; subentro per un importo non superiore a 150 mila euro, nei mutui attivati da chi ha subito un danno alla propria abitazione; le verifiche di agibilità già eseguite su edifici pubblici e privati sono 72.000;
b) il coinvolgimento diretto degli enti locali nelle fasi della ricostruzione, con particolare riguardo ai centri storici, i cui piani di ricostruzione saranno definiti dai sindaci, d'intesa con il presidente della regione Abruzzo e sentito il presidente della provincia;
c) l'esclusione dal patto di stabilità interno 2009-2010 delle spese sostenute dalla regione Abruzzo, dalla provincia dell'Aquila e dai comuni danneggiati per fronteggiare gli eventi sismici;
d) la sospensione del pagamento delle imposte e dei contributi nei comuni colpiti dal sisma; la sospensione dei processi civili pendenti presso gli uffici giudiziari dei medesimi comuni, nonché dei termini di legge gravanti sulle popolazioni colpite, quali prescrizioni, decadenze, termini legali, processuali e di notificazione, pagamento dei titoli di credito, cambiali ed assegni in scadenza al 6 aprile 2009, versamenti di entrate di natura patrimoniale, versamento di contributi consortili di bonifica, canoni di concessione e locazione di immobili distrutti o inagibili, pagamento di rate e mutui di qualsiasi genere;
e) il differimento dell'esecuzione di sfratti;
f) la sospensione dei termini per la notifica delle cartelle di pagamento da parte degli agenti della riscossione; l'esenzione dal pagamento del pedaggio autostradale nelle zone colpite;
g) l'applicazione di ammortizzatori sociali per tutti i lavoratori, compresi quelli a termine, senza limiti di tempo, mentre le imprese godranno di indennizzi vari: sospensione dei pagamenti tributari e previdenziali, degli affitti, delle rate dei mutui;
h) la previsione di un'indennità speciale per i lavoratori autonomi, commercianti, artigiani e liberi professionisti che hanno perso il lavoro per effetto del terremoto;
i) la realizzazione di 4.500 «moduli abitativi» anche per chi, per motivi di studio o lavoro, vive in Abruzzo, ma non ha la residenza. I moduli poi diverranno campus a disposizione degli studenti. Si tratta dei complessi antisismici sostenibili ecocompatibili («c.a.s.e.»), nuove abitazioni, tecnologicamente avanzate, in costruzione in 30 lotti attorno a L'Aquila. Le prime consegne, 400 case per 3.000 persone, sono già state effettuate; si conta di completare l'opera per dicembre 2009 ad un ritmo di 300 appartamenti a settimana; 89 i campi già chiusi su un totale di 171;
l) la realizzazione di un zona franca urbana a L'Aquila, dotata di 45 milioni di euro ed esclusa da ogni patto di stabilità;
m) la destinazione di 226 milioni per l'edilizia scolastica, 36 milioni per le supplenze, in modo da garantire l'ordinato avvio dell'anno scolastico; per la ricostruzione della casa dello studente a L'Aquila sono stati stanziati 16 milioni dal fondo per l'edilizia universitaria; 70 milioni serviranno per ricostruire l'università, mentre con l'accordo di programma del maggio 2009 il ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha assegnato un contributo di 3 milioni di euro per l'anno 2009, che sarà poi rideterminato per gli anni successivi sulla base di un piano programmatico presentato dall'ateneo, destinato alla costruzione di sedi sostitutive; grazie ad un accordo con gli altri atenei italiani gli studenti dell'Aquila non pagheranno le tasse universitarie il prossimo anno; 40 le scuole che hanno riaperto tra il 21 e il 28 settembre 2009;
l'istituzione, presso il ministero dell'economia e delle finanze, di un fondo per la prevenzione del rischio sismico, dotato di 44 milioni di euro per il 2010, di 145,1 milioni per il 2011, di 195,6 milioni per ciascuno degli anni 2012, 2013 e 2014, di 145,1 milioni per il 2015, 44 milioni per il 2016,

impegna il Governo:

a riferire sullo stato di attuazione della complessiva opera di ricostruzione abitativa e a continuare l'azione di sostegno e di ricostruzione secondo le linee già programmate;
a valutare, compatibilmente con le esigenze della finanza pubblica, la possibilità di assumere iniziative per estendere il periodo di indennizzo ai titolari di attività produttive sospese per il terremoto individuati ai sensi dell'ordinanza n. 3789 del Presidente del Consiglio dei ministri e di assumere iniziative volte a prorogare la sospensione del versamento di tributi e contributi oltre i termini previsti dai commi 2 e 3 dell'articolo 25 del decreto-legge n. 78 del 2009;
ad accelerare, sempre compatibilmente con gli obiettivi di finanza pubblica, l'opera di ricostruzione dei centri storici, in particolare di quello dell'Aquila, coordinandosi con le autorità locali;
a continuare nella promozione di una politica abitativa finalizzata sia alla messa in sicurezza degli edifici esistenti che alla costruzione di nuovi edifici, nel pieno rispetto dei criteri antisismici.
(1-00249)
«Pelino, Alessandri, Iannaccone, Baldelli, Aracu, Guido Dussin, Castellani, Lanzarin, De Angelis, Togni, Dell'Elce, Scelli, Toto».
(5 ottobre 2009)

La Camera,
premesso che:
le conseguenze del terremoto che ha colpito la regione Abruzzo e, in particolare, la provincia dell'Aquila nel mese di aprile 2009, sono state, come è noto, pesantissime: 306 vittime, più di 1.500 feriti e oltre 63 mila abitanti rimasti privi della loro abitazione. Rilevantissimo è poi il patrimonio immobiliare pubblico e privato distrutto o seriamente compromesso nella sua stabilità e integrità ed ancora più profonda è la ferita al patrimonio culturale, artistico ed architettonico;
nella prima fase dell'emergenza è stato svolto un ottimo lavoro nel quale il servizio di protezione civile ha potuto fornire un esempio di buona organizzazione ed efficienza della macchina operativa inerente i primi soccorsi. Ora che i riflettori tendono a spegnersi sull'emergenza Abruzzo e si vedono più ombre che luci, è necessario ragionare sulla seconda fase, quella vera, quella della ricostruzione;
pochi giorni dopo il sisma, il Governo è intervenuto con un provvedimento di urgenza, il decreto-legge n. 39 del 2009 per interventi a favore dei territori e delle popolazioni colpite dal terremoto;
il Parlamento avrebbe potuto contribuire a dare certezze sul piano normativo, sia per quanto riguarda le modalità e i tempi degli interventi, sia per quanto riguarda le risorse messe a disposizione per la ricostruzione. Ma sostanzialmente, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, non gli è stato possibile. Il suddetto decreto-legge n. 39 del 2009, infatti, se si tralasciano poche, seppur importanti, modifiche (cercate e ottenute dall'opposizione), nella sua seconda lettura alla Camera dei deputati, è stato sostanzialmente «blindato» dal Governo e, in particolare, dal Ministro dell'economia e delle finanze, che ha ritenuto di demandare tutto a futuri provvedimenti governativi, scavalcando o relegando a un ruolo poco più che marginale, sempre ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, le amministrazioni locali coinvolte;
sarebbe stato, invece, quello parlamentare l'ambito istituzionale più adatto e opportuno per definire un provvedimento organico, capace di dare una risposta efficace alla popolazione abruzzese e di scongiurare il rischio grave di una ricostruzione poco trasparente e insufficiente e gestita dal Governo in modo autonomo ed eccessivamente centralizzato, attraverso lo strumento principale delle ordinanze;
si è scelto di non seguire l'esempio del terremoto di Umbria e Marche del 1997, che ha rappresentato indiscutibilmente un modello positivo nella gestione e che fin dall'inizio, nelle scelte per la ricostruzione, aveva visto sia il Parlamento che le istituzioni locali interessate svolgere un ruolo primario, con un modello di governance che ha dato risultati importanti. La gestione dell'emergenza post-terremoto in Umbria e Marche fu affidata subito ai presidenti delle regioni, con poteri commissariali esercitati d'intesa con il Governo. Questo Governo, in questa occasione, ha scelto, invece, di seguire tutt'altra strada, quella appunto della centralizzazione delle decisioni;
dopo sei mesi dal sisma vi sono ancora 30 mila persone in attesa di sistemazione, di cui circa 9 mila ancora in tenda. E anche se nel luglio 2009, il Presidente del Consiglio dei ministri dichiarava che «entro settembre nessuno abiterà più in una tenda» e che «le 500 chiese saranno ricostruite tutte», a tutt'oggi moltissimi cittadini continuano a vivere nelle tendopoli;
L'Aquila conta ancora 7 mila persone in tenda, 20 mila collocati sulla costa, e 12 mila cittadini in hotel. A Paganica si è riusciti a smontare solo 14 tende su 80. Allo stato attuale mancano abitazioni. Mancano, infatti, più case di quanto si era valutato al tempo delle prime ricognizioni sul fabbisogno abitativo. Anche se si sommano gli alloggi del piano «c.a.s.e.» (5.000 abitazioni), le casette in legno provvisorie («m.a.p.») e gli altri alloggi individuati tra caserme, appartamenti sfitti ed altro, rimangono ancora «scoperti» un gran numero di nuclei familiari;
tra l'altro, le stesse aree individuate per il progetto «c.a.s.e.» sono disseminate su tutto il territorio, senza alcuna logica urbanistica, se non quella della disponibilità immediata dell'area;
per quanto riguarda la situazione dei beni culturali lesionati dal terremoto, questa resta sostanzialmente quella del 6 aprile 2009. Sono stati stanziati finora solo fondi per circa 20 milioni di euro, necessari a evitare nuovi crolli. Ma è evidente che le necessità sono ben altre: la messa in sicurezza e il restauro dei monumenti dell'aquilano e del patrimonio storico, architettonico e artistico danneggiato dal sisma dell'aprile 2009 non costerà meno di tre miliardi di euro e dei 50 milioni annunciati dal Ministro Sandro Bondi sono stati deliberati solo i primi 2 milioni;
ancora oggi molte case e molti monumenti importanti non sono stati ancora puntellati, con il conseguente rischio di cedimenti con l'arrivo delle prime piogge e della neve. Vi sono circa 3 milioni di metri cubi da demolire e 1.500 puntellamenti da fare;
manca un'apposita ordinanza della protezione civile, elaborata d'intesa con i comuni interessati, per dettare le regole sulla ricostruzione dei centri storici;
il centro storico aquilano - come ha dichiarato il 6 settembre 2009 a Il Corriere della Sera il presidente della provincia dell'Aquila Stefania Pezzopane - «è stato abbandonato. Mancano le risorse e anche gli uomini sul campo sono di meno rispetto ai primi tempi». In quest'area, gli edifici censiti nelle classi E (edificio inagibile) ed F (edificio inagibile per rischio esterno) sono rispettivamente 1.567 e 288, per un totale di 1.855. Se si considerano gli alloggi, anziché gli edifici, quelli inagibili nel centro storico ammontano a circa 2.800 unità. Il cuore della città dell'Aquila risulta inagibile al 78 per cento;
insomma, a sei mesi dal sisma, la situazione resta difficilissima. Anche sotto l'aspetto della ripresa delle attività produttive, i problemi rimangono tutti: si contano 16.500 lavoratori in cassa integrazione, 1.500 piccole e medie imprese della «zona rossa» ferme da aprile 2009, così come fermi sono gli oltre 100 ambulanti storici;
è di questi giorni l'allarme lanciato dal segretario della Filca-Cisl, Lucio Girinelli, e dal segretario regionale, Pietro Di Natale, sulle aziende edili abruzzesi lasciate sostanzialmente fuori dalla ricostruzione post-terremoto. Oggi, all'Aquila, nei cantieri del progetto «c.a.s.e.» e delle altre iniziative in corso - hanno sottolineato i due esponenti della Filca-Cisl - lavorano solo imprese provenienti da fuori regione, con qualche subappalto concesso a ditte abruzzesi, che operano con manodopera non locale e un numero troppo elevato di addetti di provenienza straniera;
da qui la necessità, nel rispetto della trasparenza e della concorrenza, di incrementare l'occupazione locale, cercando misure a sostegno dell'imprenditorialità, con incentivi e fiscalità di vantaggio, coinvolgendo nella ricostruzione del territorio le imprese abruzzesi, in particolare aquilane, che rappresentano un patrimonio importante di professionalità;
accanto a ciò si aggiunge l'emergenza università e il problema degli alloggi nella città dell'Aquila, per i numerosissimi studenti fuori sede. A tal fine il sindaco Massimo Cialente aveva chiesto al Governo 1.200 case mobili per gli studenti;
l'opera di ricostruzione impone, peraltro, un controllo e un indispensabile monitoraggio di tutte le procedure di assegnazione dei lavori di ricostruzione in Abruzzo, per il contrasto alla criminalità organizzata e alla sua infiltrazione nel contesto economico-istituzionale della regione. A tal fine è fondamentale il controllo sul territorio e il coinvolgimento delle imprese locali;
il 16 aprile 2009, poco dopo quindi il sisma in Abruzzo, lo stesso procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso aveva invitato tutti a tenere alta l'attenzione e a vigilare su possibili infiltrazioni mafiose negli appalti legati alla ricostruzione delle zone terremotate, dichiarando: «serve una lista di grandi aziende pulite che dovranno avere il ruolo di organizzatori di quanto c'è da fare per la ricostruzione delle zone terremotate»;
peraltro, in Abruzzo si sono registrate già da diverso tempo presenze mafiose che impongono un controllo capillare sui rischi concreti di infiltrazione della criminalità organizzata nel circuito della ricostruzione. Come riportato dal quotidiano la Repubblica del 31 agosto 2009, in questa fase di ricostruzione dell'Abruzzo, è iniziato il «balletto» per la «compravendita» dei certificati antimafia, indispensabili alle ditte interessate a partecipare alla medesima ricostruzione. Si parla di numerose società piccole e grandi coinvolte o sfiorate in investigazioni antimafia e tutte in attesa per ottenere un appalto o un subappalto. Sono emersi casi, come quello relativo ad un'impresa di Gela priva dei requisiti antimafia rilasciati dalla prefettura di Caltanissetta, che risulta invece già lavorare in alcuni subappalti in Abruzzo;
così come andrà attentamente monitorato il corretto stoccaggio delle macerie e, in particolare, dell'amianto, vigilando sul loro corretto smaltimento e sui costi;
il decreto-legge 1o luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 3 agosto 2009, n. 102, ha stabilito le modalità di recupero dei versamenti fiscali e contributivi sospesi a seguito del terremoto in Abruzzo del 6 aprile 2009. Si ricorda che i tributi e i relativi versamenti erano stati sospesi fino al 30 novembre 2009, secondo quanto disposto dall'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3780 del 2009. Con altra ordinanza, era stato inoltre sospeso, relativamente ai datori di lavoro ed ai lavoratori autonomi operanti alla data dell'evento sismico nei comuni interessati, il versamento dei contributi previdenziali ed assistenziali, nonché dei premi per l'assicurazione contro gli infortuni e le malattie. Il suddetto decreto-legge n. 78 del 2009, all'articolo 25, ha disposto che sia i versamenti fiscali che quelli contributivi siano effettuati a decorrere dal gennaio 2010, in 24 rate mensili;
va sottolineato che simili disposizioni sul recupero dei versamenti fiscali e contributivi hanno riguardato altri eventi sismici, quali quelli delle regioni Marche ed Umbria del 1997 e quelli del Molise del 2002. In entrambi questi casi, si è definita la posizione dei soggetti che hanno beneficiato delle suddette sospensioni, mediante la corresponsione del 40 per cento dell'ammontare dovuto (al netto dei versamenti già eseguiti), in 120 rate mensili,

impegna il Governo:

ad assumere le necessarie iniziative, anche normative, volte a:
a) incrementare i fondi e le risorse necessarie per il post-terremoto, allineandole con le reali esigenze, finalizzando a tal fine anche una quota parte delle risorse provenienti dal gettito derivante dall'attuazione dell'articolo 13-bis del decreto-legge 1o luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 3 agosto 2009, n. 102, destinandole con particolare riferimento alle finalità di cui ai successivi capoversi;
b) prorogare almeno al giugno 2010 il recupero dei versamenti fiscali e contributivi, attualmente sospesi con le ordinanze del Presidente del Consiglio dei ministri, prevedendo, altresì, l'equiparazione e le medesime modalità di rimborso previste per gli eventi sismici avvenuti nelle regioni Marche ed Umbria del 1997 e quelli nelle province di Campobasso e Foggia del 2002;
c) differire i termini previsti dall'articolo 5, comma 4, del decreto-legge n. 39 del 2009, che ha disposto - al fine di aiutare le popolazioni colpite dal sisma - la sospensione del pagamento delle rate di adempimenti contrattuali, compresi quindi mutui e prestiti;
d) prevedere la proroga dell'indennizzo previsto dall'articolo 8, comma 1, lettera b), del decreto-legge n. 39 del 2009, in favore dei collaboratori coordinati e continuativi, dei titolari di rapporti di agenzia e di rappresentanza commerciale, dei lavoratori autonomi, dei titolari di attività di impresa e professionali, che hanno dovuto sospendere l'attività a causa del sisma, che l'ordinanza n. 3763 ha previsto venisse erogato per soli tre mesi;
e) incrementare le risorse a favore delle zone franche urbane come individuate dal decreto-legge n. 39 del 2009;
f) prevedere la possibilità per le spese sostenute prima della data del 6 aprile 2009 dai contribuenti residenti nei comuni della provincia dell'Aquila e negli altri comuni della regione Abruzzo colpiti dagli eventi sismici, che hanno già avviato interventi di recupero del patrimonio edilizio oppure di riqualificazione energetica degli edifici, usufruendo così delle detrazioni previste rispettivamente del 36 per cento e del 55 per cento, di poter usufruire delle suddette detrazioni dall'imposta lorda in un'unica quota o in più quote annuali, a scelta degli interessati, fino al raggiungimento dei valori massimi consentiti;
g) valutare l'opportunità di considerare come abitazione principale, e quindi destinataria del diritto al 100 per cento del rimborso per i danni subiti, «quella nella quale la persona fisica, che la possiede a titolo di proprietà o altro diritto reale, o i suoi familiari dimorano abitualmente», così come previsto dall'articolo 10, comma 3-bis, del decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986 (testo unico delle imposte sui redditi) e come peraltro ribadito dall'articolo 43 del codice civile;
h) escludere dalle procedure di assegnazione dei lavori di ricostruzione, sia per gli appalti che i subappalti, le imprese che hanno partecipato alla realizzazione di nuovi edifici che non hanno retto all'evento sismico e sulle quali gravano pesanti sospetti, sui quali la magistratura sta indagando o dovrà indagare;
i) prevedere, ai fini della trasparenza e della conoscibilità degli atti, delle procedure e delle decisioni adottate, la pubblicità, anche tramite i siti internet della protezione civile, nonché, d'intesa con gli enti locali interessati, della regione e della provincia dell'Aquila, l'elenco dei fornitori, comprensivo dell'oggetto della fornitura e del relativo importo, lo stato delle somme erogate e dei relativi beneficiari, gli interventi programmati, gli avvisi, lo stato di realizzazione delle opere, nonché tutta la normativa nazionale, regionale, provinciale e comunale, afferente gli interventi di ricostruzione conseguenti agli eventi sismici verificatisi nella regione Abruzzo a partire dal 6 aprile 2009;
l) relativamente all'emergenza università, affrontare il problema degli alloggi nella città dell'Aquila, anche in considerazione dei numerosissimi studenti fuori sede, valutando la possibilità di utilizzare da subito per gli alloggi per studenti i diversi milioni di euro bloccati dal Cipe per la casa dello studente;
m) favorire, per quanto di competenza, assumendo gli opportuni contatti con gli organi direttivi dell'università, il superamento delle difficoltà cui possano essere esposti gli studenti dell'università dell'Aquila (ad esempio, attraverso l'eliminazione delle firme di presenza per le ore di lezioni relative al secondo semestre dell'anno accademico, l'abbuono delle ore di frequenza e di tirocinio previste e i corrispettivi crediti, l'intensificazione degli appelli d'esame al fine di consentire agli studenti di poter recuperare le sessioni d'esame eventualmente perse nei mesi da giugno a dicembre 2009 e altre), stante le difficoltà per l'avvio dell'anno accademico.
(1-00250)
«Di Stanislao, Di Pietro, Donadi, Borghesi, Evangelisti, Piffari, Scilipoti».
(5 ottobre 2009)

La Camera,
premesso che:
dalle analisi condotte sul patrimonio edilizio emerge un quadro di preoccupante gravità circa lo stato di salute di molti edifici, che, se pure usciti indenni o poco danneggiati dal sisma (categorie A o B), non danno alcuna garanzia di sicurezza e resistenza a futuri eventi tellurici;
gli interventi del piano «c.a.s.e.» hanno prodotto un impatto violento sul delicatissimo rapporto tra i nuclei urbani storici e il loro territorio, rapporto già seriamente compromesso dall'edificazione degli ultimi decenni e al quale occorre restituire la necessaria centralità;
lo studio di siti alternativi, destinati alla delocalizzazione delle volumetrie non riedificabili sul sito originario, a causa degli eccessivi rischi sismici cui sarebbero esposti, pone un grave problema di ulteriore consumo di territorio, per la cui soluzione sono necessarie tutte le risorse umane e culturali di cui si dispone;
esiste un patrimonio notevole di studi, esperienze e proposte, condotti in anni di confronto e di dibattito tra i soggetti pubblici e privati che sul tema dell'urbanistica e della pianificazione di questo territorio si sono impegnati, soggetti che a tutt'oggi sono stati scarsamente considerati o del tutto ignorati ed esclusi dal tavolo di discussione sulla ricostruzione;
le vicende legate al terremoto in Abruzzo e alla riparazione dei danni da esso prodotti stanno costituendo, e costituiranno ancor di più nel corso degli anni a venire, un ulteriore patrimonio (che va ad aggiungersi a quello già maturato da anni di interventi della protezione civile e dei vigili del fuoco sul tema della sicurezza) di esperienze di grande utilità per fronteggiare future calamità, come lo furono in passato gli eventi del Friuli, dell'Irpinia, dell'Umbria e delle Marche;
senza un linguaggio comune e un approccio metodico, non può nascere un'autentica governance della ricostruzione e le esperienze di questi mesi rischiano di vanificarsi; per ridurre questo rischio occorre coinvolgere tutte le forze disposte a spendersi sui tanti problemi connessi alla ricostruzione: dalle università agli istituti di ricerca, dagli ordini professionali alle associazioni - in particolare quelle che hanno competenze specifiche utili -, delle cui conoscenze e della cui opera ci si è pure avvalsi in passato;
riconoscendo la correttezza e l'attualità del motto «conoscere per deliberare», risulta di tutta evidenza la necessità di dotarsi degli strumenti più attuali, potenti ed efficaci disponibili: un Governo che voglia aver contezza e render conto dell'esito della propria azione sul territorio deve dotarsi di un sistema informativo territoriale unificato e disponibile su internet, visto sia come ausilio alle decisioni, sia come strumento di conoscenza democratica delle scelte operate e dei processi di trasformazione in atto, da realizzarsi attraverso la condivisione delle basi dati e dei sistemi informativi territoriali della protezione civile, degli enti locali e di diritto pubblico, per la costituzione di un unico osservatorio della ricostruzione, intesa sia come ricostruzione fisica, sia come ricostituzione del tessuto socio-economico;
durante e dopo la transizione dalla fase di government dell'emergenza a quella di governance della ricostruzione, per gli impegni finanziari e operativi presi in forza del decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 giugno 2009, n. 77, il Governo sarà parte in causa nel futuro della regione colpita dal sisma,

impegna il Governo:

a procedere ad un'analisi che verifichi l'adeguatezza dell'intero patrimonio edilizio, danneggiato e non, a futuri sismi e che, quindi, indichi anche la priorità della sostituzione degli edifici più a rischio, in base alle loro caratteristiche statiche e ai dati emergenti dalla microzonazione;
ad adottare criteri omogenei e trasparenti per la valutazione dei danni causati al patrimonio edilizio dal terremoto, in modo tale da includere il patrimonio architettonico e storico nella sua interezza e unità, modificando il proprio impegno nel suo recupero, promuovendo il superamento delle distinzioni attualmente poste in essere tra abitazione principale e non;
a coinvolgere ufficialmente, pienamente e da subito i soggetti più qualificati in materia di urbanistica e pianificazione territoriale, sia proseguendo gli incontri come quelli già posti in essere ultimamente, sia attraverso un forum pubblico;
a partecipare attivamente, in collaborazione con gli enti locali e di diritto pubblico che dispongono dei dati e delle conoscenze specifiche sul territorio, alla costituzione di una struttura di controllo e monitoraggio dei processi legati alla ricostruzione, ovvero di un osservatorio della ricostruzione, sia disponendo uno specifico stanziamento, sia rendendo disponibile, come già in parte sta avvenendo, il prezioso patrimonio di dati e di conoscenze della protezione civile e del suo sistema informativo territoriale.
(1-00251)
«Zamparutti, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Calvisi, Duilio, Baretta, Colombo».
(12 ottobre 2009)

TESTO UNIFICATO DELLE PROPOSTE DI LEGGE: CONCIA ED ALTRI; DI PIETRO E PALOMBA: MODIFICA ALL'ARTICOLO 61 DEL CODICE PENALE, CONCERNENTE L'INTRODUZIONE DELLA CIRCOSTANZA AGGRAVANTE RELATIVA ALL'ORIENTAMENTO O ALLA DISCRIMINAZIONE SESSUALE (A.C. 1658-1882-A)

A.C. 1658-1882-A - Questione pregiudiziale

QUESTIONE PREGIUDIZIALE DI COSTITUZIONALITÀ

La Camera,
premesso che:
il testo unificato delle proposte di legge n. 1658 e 1882, recante l'introduzione nel codice penale della circostanza aggravante inerente all'orientamento o alla discriminazione sessuale, presenta profili di violazione della Carta costituzionale;
1. (violazione dell'articolo 3 della Costituzione) - la disposizione viola il principio di uguaglianza sancito dall'articolo 3 della Costituzione con riferimento al canone della ragionevolezza in quanto:
l'inserimento tra le circostanze aggravanti comuni previste dall'articolo 61 del codice penale della circostanza di aver commesso il fatto per finalità inerenti all'orientamento sessuale ricomprende qualunque orientamento ivi compresi incesto, pedofilia, zoofilia, sadismo, necrofilia, masochismo eccetera;
non essendo possibile accertare nell'interiorità dell'animo l'autentico movente che spinge alla violenza, ne conseguirebbe che chi subisce violenza, presumibilmente per ragioni di orientamento sessuale, riceverebbe una protezione privilegiata rispetto a chi subisce violenza tout court. Si introdurrebbe quindi un trattamento diverso nella commissione di delitti non colposi senza alcuna ragionevole giustificazione;
2. (violazione dell'articolo 25 della Costituzione) - la norma si pone in contrasto con l'articolo 25 della Costituzione in quanto, in assenza di una nozione di orientamento sessuale, la circostanza aggravante, nella parte in cui dà rilevanza all'orientamento sessuale, viola il principio di tassatività della fattispecie penale, a tal fine si evidenzia come dell'espressione «orientamento sessuale» non sia data una definizione, né sia rinvenibile nell'ordinamento penale. L'espressione è estremamente generica in quanto può indicare fenomeni specifici come l'omosessualità oppure, più in generale, ogni «tendenza sessuale» comprendendo anche incesto, pedofilia, zoofilia, sadismo, masochismo e qualsiasi altro genere di scelta sessuale, che nulla ha a che vedere con l'omosessualità;
inoltre l'indeterminatezza concettuale dell'espressione orientamento sessuale non consente di individuare le fattispecie meritorie di una particolare tutela. Nel caso di specie la norma prevede come circostanza aggravante di reato una posizione soggettiva della persona offesa che non sempre appare meritevole di una tutela differenziata. Per comprendere appieno la censura di costituzionalità si osservi che ad oggi con riferimento alle particolari condizioni delle persone offese sono previste aggravanti unicamente per fatti commessi contro pubblici ufficiali, persone incaricate di pubblico servizio, persone rivestite della qualità di ministro del culto cattolico o di un culto ammesso nello Stato, ovvero contro un agente diplomatico o consolare di uno Stato estero nell'atto o a causa dell'adempimento delle funzioni o del servizio. Orbene, è di tutta evidenza che a differenza della disposizione in esame nei casi citati si tratta sempre di posizioni oggettive: la particolare qualità della persona offesa giustifica ictu oculi un aggravio di tutela in relazione alla particolarità delle funzioni svolte. Anche nelle ipotesi, pur presenti nell'ordinamento e derivanti dall'adempimento di obblighi internazionali, di aggravanti che si applicano quando il fatto è commesso per finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso, si fa sempre riferimento a circostanze oggettive circa le condizioni della persona offesa,

delibera

di non procedere all'esame del testo unificato delle proposte di legge n. 1658-1882-A.
n. 1. Vietti, Buttiglione, Rao, Capitanio Santolini, Volontè, Ciccanti, Compagnon, Naro.

PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE: MODIFICHE AGLI ARTICOLI 114, 117, 118, 119, 120, 132 E 133 DELLA COSTITUZIONE, IN MATERIA DI SOPPRESSIONE DELLE PROVINCE (A.C. 1990) ED ABBINATE PROPOSTE DI LEGGE CASINI ED ALTRI; PISICCHIO (A.C. 1989-2264)

A.C. 1990 ed abb. - Questione sospensiva

QUESTIONE SOSPENSIVA

La Camera,
premesso che:
la riforma, la semplificazione e la razionalizzazione del sistema delle autonomie locali è urgente e necessaria al fine di rimuovere la «giungla amministrativa» e di ridurre i «costi della politica» derivanti dall'esistenza di troppi livelli di governo a carattere elettivo e, soprattutto, dalla proliferazione di innumerevoli enti funzionali a base territoriale con varia denominazione, in un intreccio inestricabile di funzioni che genera inefficienza e rende difficile la decisione amministrativa (il numero di enti, di difficile stima, è calcolato dall'ANCI in circa 34 mila);
questo disegno di riordino del sistema delle autonomie - finora assente negli interventi tesi a promuovere il decentramento delle funzioni amministrative - non può essere efficacemente perseguito attraverso la soppressione pura e semplice dell'ente provinciale dal testo costituzionale, lasciando inalterato, per il resto, il testo dell'articolo 114 e del titolo della Costituzione, nonché la miriade di enti funzionali a base territoriale;
d'altro canto, il dibattito sulla soppressione o sul mantenimento delle province rischia di essere fittizio dal momento che è difficile immaginare un sistema di governo privo di un livello intermedio tra comuni e regioni, così come avviene, del resto, negli altri Paesi europei, sia ad assetto federale che centralista;
nel quadro del riordino complessivo del sistema delle autonomie e della drastica riduzione della miriade di enti funzionali a base territoriale, le province potrebbero anche essere utilmente ripensate e trasformate;
il Governo ha annunciato l'imminente presentazione di un disegno di legge recante la «Carta delle autonomie locali», volto al riordino complessivo del sistema e la decisione in ordine alla soppressione o al mantenimento o alla trasformazione delle province potrà essere utilmente assunta solo alla luce e nell'ambito del dibattito su tale disegno di legge del Governo,

delibera

che la discussione della proposta di legge costituzionale n. 1990 e abbinate, in materia di soppressione delle province, sia rinviata fino alla presentazione e all'esame del disegno di legge del Governo recante «Disposizioni in materia di organi e funzioni degli enti locali, semplificazione e razionalizzazione dell'ordinamento e Carta delle autonomie locali».
n. 1. Bianconi, Stracquadanio, Bernini Bovicelli, Santelli, Bertolini, Calabria, De Girolamo, Distaso, Lorenzin, Orsini, Stasi, Luciano Dussin, Dal Lago.