XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di martedì 24 novembre 2009

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 24 novembre 2009.

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Berlusconi, Bindi, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Caparini, Carfagna, Casero, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cosentino, Cossiga, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, Fassino, Fitto, Franceschini, Frattini, Gelmini, Gibelli, Ginefra, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, Iapicca, La Russa, Leone, Lo Monte, Lupi, Mantovano, Maran, Maroni, Martini, Mazzocchi, Melchiorre, Meloni, Menia, Miccichè, Migliavacca, Migliori, Milanato, Mura, Nucara, Leoluca Orlando, Pescante, Prestigiacomo, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Saglia, Scajola, Stefani, Tremonti, Urso, Valducci, Vegas, Vito, Volontè.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Berlusconi, Bindi, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Caparini, Carfagna, Casero, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cosentino, Cossiga, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, Evangelisti, Fassino, Fitto, Gregorio Fontana, Franceschini, Frattini, Gelmini, Gibelli, Ginefra, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, Iapicca, La Russa, Leo, Leone, Lo Monte, Lupi, Mantovano, Maran, Maroni, Martini, Mazzocchi, Melchiorre, Meloni, Menia, Miccichè, Migliavacca, Migliori, Milanato, Mura, Nucara, Leoluca Orlando, Pescante, Prestigiacomo, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Saglia, Scajola, Stefani, Tremonti, Urso, Valducci, Vegas, Vitali, Vito, Volontè.

Annunzio di proposte di legge.

In data 19 novembre 2009 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
LULLI: «Disposizioni in materia di dispensazione dei medicinali esclusi dall'assistenza farmaceutica nonché di orari e turni delle farmacie» (2959);
CIMADORO e PIFFARI: «Introduzione del divieto di affissione di pubblicità commerciali e politico-elettorali nei centri storici» (2960);
VITALI: «Modifiche al decreto legislativo 21 maggio 2000, n. 146, in materia di riallineamento dei ruoli direttivi del Corpo di polizia penitenziaria al ruolo dei commissari della Polizia di Stato e al ruolo direttivo del Corpo forestale dello Stato» (2961);
CASSINELLI ed altri: «Modifica all'articolo 7 del decreto-legge 27 luglio 2005, n. 144, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 luglio 2005, n. 155, in materia di identificazione dei soggetti che accedono alla rete internet tramite postazioni pubbliche o non vigilate o per mezzo di punti di accesso pubblici a tecnologia senza fili» (2962);
STUCCHI: «Modifiche al decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 109, concernente l'etichettatura, la presentazione e la pubblicità dei prodotti alimentari» (2963);
BIANCOFIORE: «Modifiche all'articolo 420-ter del codice di procedura penale, in materia di impedimento dei membri del Governo a comparire nelle udienze» (2964);
CECCACCI RUBINO: «Istituzione dell'Ufficio del Garante dei diritti degli animali» (2965).

In data 20 novembre 2009 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa del deputato:
ALESSANDRI: «Disposizioni per il restauro e la valorizzazione della Rocca di Canossa e per la celebrazione del nono centenario della morte della contessa Matilde di Toscana» (2967).

In data 23 novembre 2009 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
JANNONE: «Agevolazioni fiscali per le piccole e medie imprese oggetto di operazioni di fusione a seguito di acquisizione mediante indebitamento finanziario da parte di dipendenti delle medesime» (2968);
JANNONE: «Disposizioni per la programmazione e la realizzazione di interventi in materia di logistica e di autotrasporto» (2969);
NASTRI: «Agevolazioni contributive per favorire l'occupazione di lavoratori già titolari di un trattamento di pensione» (2970);
NASTRI: «Disciplina per la salvaguardia e la valorizzazione dei vitigni autoctoni del territorio nazionale» (2971);
PICCHI: «Interpretazione autentica dell'articolo 319-ter del codice penale, in materia di corruzione in atti giudiziari» (2972);
SALTAMARTINI: «Disposizioni sulla perequazione automatica dei trattamenti di pensione nei settori pubblico e privato e in materia di incumulabilità della pensione ai superstiti, nonché delega al Governo per la rivalutazione delle pensioni liquidate prima del 17 agosto 1995» (2973);
RAO: «Istituzione dell'imposta per il servizio pubblico generale radiotelevisivo e disposizioni per il recupero dell'evasione del canone di abbonamento alle radioaudizioni, previsto dal regio decreto-legge 21 febbraio 1938, n. 246, convertito dalla legge 4 giugno 1938, n. 880» (2974).
Saranno stampate e distribuite.

Annunzio di un disegno di legge.

In data 24 novembre 2009 è stato presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge:
dal Presidente del Consiglio dei ministri e dal ministro dell'economia e delle finanze:
«Conversione in legge del decreto-legge 23 novembre 2009, n. 168, recante disposizioni urgenti in materia di acconti di imposta, nonché di trasferimenti erariali ai comuni» (2975).
Sarà stampato e distribuito.

Adesione di un deputato a proposte di legge.

Le seguenti proposte di legge sono state successivamente sottoscritte dal deputato Carlucci:
LA LOGGIA: «Norme in favore della famiglia e della natalità» (95);
LA LOGGIA: «Norme per la tutela della maternità» (96);
LA LOGGIA: «Introduzione della fiscalità di vantaggio per favorire lo sviluppo delle attività produttive nelle regioni meridionali» (97);
LA LOGGIA: «Disposizioni per la semplificazione e l'accelerazione degli adempimenti relativi all'avvio delle attività imprenditoriali» (98);
ANGELI: «Disposizioni per la promozione e la diffusione della cultura italiana presso le comunità di origine italiana residenti in America Meridionale» (117);
BOCCIARDO: «Disposizioni concernenti l'impiego di farmaci psicotropi per la cura dei bambini e degli adolescenti» (126);
BOCCIARDO: «Istituzione del Garante per l'infanzia e l'adolescenza» (127);
ASCIERTO: «Delega al Governo per il riordino delle carriere e altre disposizioni concernenti il personale delle Forze di polizia e delle Forze armate» (137);
ASCIERTO: «Nuove norme in materia di rappresentanza dei militari» (138);
ASCIERTO: «Disposizioni in materia di porto d'armi per il personale delle Forze armate in servizio permanente» (140);
ASCIERTO: «Disposizioni per l'erogazione di un'anticipazione sull'indennità di liquidazione di fine servizio in favore del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia» (142);
ASCIERTO: «Incentivi in favore del personale delle Forze di polizia trasferito d'ufficio in sedi disagiate» (143);
ASCIERTO: «Istituzione della "Libera università degli studi sulla criminalità, l'investigazione e la sicurezza"» (144);
ASCIERTO: «Nuove norme in materia di polizia locale» (145);
ASCIERTO: «Nuove norme in materia di sicurezza privata» (146);
ASCIERTO: «Disposizioni in materia di sicurezza negli istituti di credito» (147);
ASCIERTO: «Introduzione dell'articolo 340-bis del codice penale, concernente il reato di oltraggio a un pubblico ufficiale» (148);
ASCIERTO: «Disposizioni in materia di prelievo coattivo di materiale biologico finalizzato all'esecuzione delle analisi del DNA dell'imputato o dell'indagato, nonché in materia di comunicazione e accertamento dei dati clinici dei soggetti affetti da malattie infettive, venuti a contatto con ufficiali e agenti di polizia giudiziaria, medici e personale sanitario» (149);
ASCIERTO: «Disposizioni in materia di destinazione e di gestione dei beni confiscati ad organizzazioni criminali» (150);
TOMMASO FOTI: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno dell'immigrazione clandestina» (153);
TOMMASO FOTI: «Istituzione del Giorno del ricordo delle vittime cadute nei gulag sovietici» (154);
TOMMASO FOTI e RAISI: «Modifica dell'articolo 589 del codice penale, in materia di omicidio colposo» (155);
TOMMASO FOTI: «Norme contro la pratica e lo sfruttamento della prostituzione» (156);
TOMMASO FOTI: «Divieto, a carico degli autori di efferati delitti, di trarre beneficio economico da opere ispirate ai loro crimini e di utilizzare il loro nome o le loro immagini a fini pubblicitari» (157);
TOMMASO FOTI e RAISI: «Modifiche alla legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di permessi premio e di misure alternative alla detenzione, e agli articoli 444 e 656 del codice di procedura penale, in materia di applicazione della pena su richiesta e di sospensione dell'esecuzione delle pene detentive» (158);
TOMMASO FOTI: «Istituzione della corte d'appello e della corte di assise d'appello di Parma» (159);
TOMMASO FOTI: «Disciplina della professione di ottico-optometrista» (160);
TOMMASO FOTI: «Modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, concernenti l'abolizione del sostituto d'imposta» (161);
TOMMASO FOTI: «Modifica all'articolo 10 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, in materia di deducibilità dei contributi versati per i portieri di stabili» (162);
TOMMASO FOTI e SAGLIA: «Modifiche al decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, in materia di esenzione dell'abitazione principale dall'imposta comunale sugli immobili» (163);
TOMMASO FOTI: «Modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, in materia di corresponsione dell'imposta sul valore aggiunto da parte delle piccole e medie imprese» (164);
TOMMASO FOTI: «Disposizioni per contrastare l'evasione dell'imposta sul valore aggiunto nell'importazione e nel commercio di pneumatici e concessione di un'agevolazione tributaria per l'acquisto di pneumatici ricostruiti» (165);
TOMMASO FOTI: «Disposizioni concernenti il trattamento fiscale delle somme percepite a titolo di rimborso di spese per lo svolgimento di attività di volontariato» (166);
TOMMASO FOTI: «Abrogazione dell'articolo 21 delle norme di cui al regio decreto 13 febbraio 1933, n. 215, in materia di riscossione dei contributi di bonifica» (167);
TOMMASO FOTI: «Disposizioni in materia di contributi e di affidamento di servizi alle associazioni di protezione ambientale» (168);
TOMMASO FOTI: «Disposizioni per la riqualificazione dei centri storici e dei "borghi antichi d'Italia"» (169);
TOMMASO FOTI: «Disposizioni per la tutela del carattere storico, architettonico e ambientale e per la valorizzazione turistica dell'itinerario denominato "Via Francigena"» (170);
TOMMASO FOTI: «Abrogazione dei commi 5 e 6 dell'articolo 3 del decreto legislativo 16 settembre 1996, n. 564, in materia di contribuzione previdenziale per i lavoratori che svolgono attività sindacale» (171);
TOMMASO FOTI: «Disposizioni in materia di contributi pensionistici dei lavoratori dipendenti che ricoprono cariche sindacali» (172);
TOMMASO FOTI: «Modifiche all'articolo 2 della legge 13 maggio 1985, n. 190, e altre disposizioni in materia di riconoscimento giuridico e di rappresentanza sindacale dei quadri intermedi» (173);
TOMMASO FOTI: «Istituzione del servizio gratuito di teleassistenza e di telesoccorso sanitari per gli anziani, i portatori di handicap grave e i malati cronici non ricoverati in strutture sanitarie» (174);
GARAGNANI: «Nuove norme in materia di parità scolastica» (189);
GARAGNANI: «Modifiche al testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, in materia di agevolazioni tributarie in favore delle nuove imprese costituite da giovani imprenditori» (190);
GARAGNANI: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla violenza politica negli anni 1944-1948» (191);
GARAGNANI: «Disposizioni per la celebrazione del 18 aprile 1948 quale "Giornata della democrazia italiana"» (192);
MURGIA: «Modifica dell'articolo 1 del regio decreto-legge 21 febbraio 1938, n. 246, convertito dalla legge 4 giugno 1938, n. 880, in materia di abbonamento alle radioaudizioni» (193);
MURGIA: «Disposizioni per la concessione di un credito d'imposta per la frequenza di corsi post-universitari all'estero» (195);
MURGIA: «Istituzione di un Fondo per il microcredito» (196);
MURGIA: «Istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime di tragedie causate dall'incuria dell'uomo e dalle calamità naturali» (197);
MAZZOCCHI ed altri: «Agevolazioni fiscali per l'acquisto di mobili e accessori per l'arredamento della prima casa da parte di nuove coppie» (212);
MAZZOCCHI ed altri: «Disciplina degli esercizi di telefonia e delle strutture assimilate» (223);
MAZZOCCHI: «Regolamentazione del settore dei materiali gemmologici in commercio» (225);
MAZZOCCHI e SALTAMARTINI: «Disciplina delle attività di tatuaggio e piercing e delle pratiche correlate» (226);
MARIO PEPE (PdL): «Disposizioni per la corresponsione di borse di studio ai medici specializzandi ammessi alle scuole di specializzazione dal 1983 al 1991» (283);
JANNONE: «Modifiche al codice penale e altre disposizioni in materia di omicidio colposo e di lesioni personali, nonché istituzione di un Fondo di garanzia per le vittime di tali reati» (291);
JANNONE: «Introduzione dell'articolo 605-bis del codice penale, in materia di sequestro di persona di età minore di dodici anni» (292);
JANNONE: «Disposizioni per prevenire il deturpamento dei beni esposti alla pubblica fede» (293);
JANNONE: «Modifiche al codice penale in materia di abuso della credulità popolare» (294);
JANNONE: «Modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184, per la semplificazione delle procedure relative alle adozioni nazionali» (295);
JANNONE: «Disposizioni in materia di gestione dei beni mobili registrati oggetto di sequestro o confisca a seguito di procedimenti penali» (296);
JANNONE: «Istituzione di un fondo per la gestione delle somme oggetto di sequestro o confisca a seguito di procedimenti penali» (297);
JANNONE: «Delega al Governo per l'adozione di disposizioni volte a disciplinare il reclutamento delle cittadine italiane nel Corpo militare della Croce rossa italiana» (298);
JANNONE: «Destinazione di una quota del 5 per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche a finalità scelte dai contribuenti» (299);
JANNONE: «Soppressione del sovracanone per l'abbonamento alle radioaudizioni dovuto dalle strutture ricettive» (300);
JANNONE: «Agevolazioni fiscali in favore delle associazioni e degli organismi di volontariato» (301);
JANNONE: «Disposizioni per l'incentivazione del finanziamento privato degli organismi non lucrativi» (302);
JANNONE: «Modifica all'articolo 19 della legge 28 dicembre 2005, n. 262, in materia di ridefinizione dell'assetto proprietario della Banca d'Italia» (303);
JANNONE: «Disposizioni per la trasformazione delle banche popolari quotate nei mercati regolamentati in società per azioni di diritto speciale» (304);
JANNONE: «Modifica all'articolo 30 del testo unico di cui al decreto legislativo 1o settembre 1993, n. 385, per l'innalzamento dei limiti al possesso di azioni delle banche popolari quotate nei mercati regolamentati» (305);
JANNONE: «Disciplina dei fondi di investimento alternativi» (306);
JANNONE: «Disposizioni in favore dei risparmiatori titolari di obbligazioni di emittenti pubblici della Repubblica argentina» (307);
JANNONE: «Modifiche alla legge 22 febbraio 2000, n. 28, in materia di accesso ai mezzi di informazione nelle campagne elettorali e referendarie» (308);
JANNONE: «Disposizioni per l'esenzione dal pagamento dei pedaggi autostradali in caso di blocco del traffico» (309);
JANNONE: «Disposizioni per il rilancio del settore turistico» (310);
JANNONE: «Disposizioni in materia di concessione di beni demaniali compresi in aree con accertata vocazione turistica per finalità ricettive e turistico-ricreative» (311);
JANNONE: «Regolamentazione dell'istituzione di case da gioco sul territorio nazionale» (312);
JANNONE: «Disposizioni per la prevenzione e la cura del morbo di Alzheimer e delle patologie correlate» (313);
JANNONE: «Disposizioni per favorire l'accesso dei portatori di handicap alle strutture sportive aperte al pubblico» (314);
JANNONE: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla vicenda Telecom Italia» (315);
JANNONE: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite nel calcio professionistico» (316);
BARBIERI ed altri: «Norme in materia previdenziale in favore dei lavoratori che assistono familiari gravemente disabili» (322);
BELLOTTI: «Modifiche al decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228, in materia di attività degli imprenditori agricoli nel campo della protezione civile e della salvaguardia del territorio» (332);
BELLOTTI: «Legge-quadro in materia di raccolta e commercializzazione dei funghi epigei» (334);
BELLOTTI: «Disposizioni per la riorganizzazione e la promozione dell'agricoltura biologica» (335);
BELLOTTI: «Disposizioni in materia di acquacoltura biologica» (336);
BELLOTTI: «Disposizioni per incentivare la produzione e l'impiego di biocarburanti derivanti da biomasse» (337);
BELLOTTI: «Istituzione del Ministero delle bioenergie» (338);
BELLOTTI: «Disposizioni concernenti l'etichettatura dei prodotti conformi a princìpi etici» (340);
BELLOTTI: «Disposizioni per la promozione del patrimonio gastronomico polesano» (341);
BELLOTTI: «Istituzione dell'aeroporto dell'Alto Polesine» (342);
BELLOTTI e CASTELLANI: «Disposizioni in materia di somministrazione di ossigeno a scopo terapeutico» (343);
BELLOTTI: «Disposizioni in materia di intitolazione di piazze e strade pubbliche» (345);
BELLOTTI: «Istituzione del Museo nazionale di storia contemporanea "Nicola Badaloni"» (346);
LUPI ed altri: «Legge obiettivo per le città» (436);
LUPI ed altri: «Disposizioni per la riforma organica della procedura di finanza di progetto» (437);
LUPI ed altri: «Princìpi fondamentali per il governo del territorio» (438);
GIOACCHINO ALFANO: «Modifiche dell'articolo 53 del decreto del Presidente della Repubblica 24 aprile 1982, n. 335, e all'articolo 81 della legge 1o aprile 1981, n. 121, in materia di elezione del personale della Polizia di Stato a cariche amministrative e politiche» (439);
GIOACCHINO ALFANO: «Modifiche alla legge 3 maggio 1985, n. 204, in materia di esercizio delle attività di agente e rappresentante di commercio» (440);
BARBIERI: «Modifica dell'articolo 6 della legge 22 maggio 1978, n. 194, concernente le condizioni e i termini per l'interruzione volontaria della gravidanza» (485);
BARBIERI: «Modifica all'articolo 19 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, in materia di revoca degli incarichi di funzioni dirigenziali» (486);
BARBIERI: «Delega al Governo per l'adozione di disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, per il riordino e la razionalizzazione della disciplina generale sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche» (487);
BARBIERI: «Nuove norme relative ai consulenti tecnici e ai periti iscritti agli albi presso i tribunali e istituzione delle associazioni degli iscritti agli albi del tribunale» (488);
BARBIERI: «Disposizioni per il riconoscimento del diritto al lavoro dei soggetti in condizioni di svantaggio sociale» (489);
FRANZOSO ed altri: «Istituzione di una zona franca nell'area portuale e retroportuale di Taranto» (507);
FRANZOSO ed altri: «Modifica dell'articolo 53 del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di dimissioni, impedimento, rimozione, decadenza, sospensione o decesso del sindaco o del presidente della provincia» (508);
FRANZOSO ed altri: «Modifica dell'articolo 64 del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di incompatibilità tra le cariche di consigliere comunale e provinciale e di assessore nella rispettiva giunta» (509);
OSVALDO NAPOLI e CUPERLO: «Disposizioni per il rafforzamento dell'amministrazione di sostegno e soppressione degli istituti dell'interdizione e dell'inabilitazione» (510);
OSVALDO NAPOLI: «Modifica all'articolo 2884 del codice civile concernente l'efficacia esecutiva delle sentenze di primo grado al fine della cancellazione dell'iscrizione dell'ipoteca» (511);
OSVALDO NAPOLI: «Disposizioni concernenti i responsabili religiosi delle moschee» (512);
OSVALDO NAPOLI: «Modifiche all'articolo 31 della legge 24 novembre 2000, n. 340, in materia di soggetti autorizzati al deposito dei bilanci e degli altri documenti delle società» (513);
OSVALDO NAPOLI: «Modifica all'articolo 51 del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di rieleggibilità alla carica di sindaco nei comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti» (514);
OSVALDO NAPOLI: «Modifiche all'articolo 55 del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di eleggibilità alla carica di sindaco» (515);
OSVALDO NAPOLI: «Modifiche agli articoli 72 e 74 del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di elezione del sindaco nei comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti e del presidente della provincia» (516);
OSVALDO NAPOLI: «Disposizioni per consentire agli appartenenti alle Forze dell'ordine la detenzione di un secondo caricatore per la pistola di ordinanza» (518);
OSVALDO NAPOLI: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle intercettazioni telefoniche» (519);
OSVALDO NAPOLI: «Istituzione di un fondo per l'erogazione di agevolazioni fiscali e di incentivi in favore dei cittadini e delle imprese della Valle di Susa» (520);
OSVALDO NAPOLI: «Istituzione della Rete museale dell'emigrazione italiana nel mondo, formata dal "Museo dell'emigrazione-Piemontesi nel mondo" di Frossasco (Torino) e da altri musei rappresentativi di realtà regionali» (521);
OSVALDO NAPOLI: «Disposizioni per lo sviluppo del settore turistico e disciplina degli "alloggi vacanze"» (523);
OSVALDO NAPOLI: «Disposizioni per l'erogazione di un'anticipazione sull'indennità di liquidazione di fine servizio in favore del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia» (524);
OSVALDO NAPOLI: «Modifiche alla disciplina della contribuzione obbligatoria per i medici veterinari» (525);
OSVALDO NAPOLI: «Nuove norme per il rilascio del contrassegno per i veicoli al servizio dei soggetti disabili e in materia di parcheggi ad essi riservati» (526);
OSVALDO NAPOLI: «Modifica all'articolo 42 del testo unico di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, concernente il collocamento anticipato in quiescenza delle lavoratrici e dei lavoratori con figli affetti da handicap grave» (527);
VITALI: «Delega al Governo per l'emanazione di un testo unico in materia di legislazione antimafia» (529);
VITALI: «Delega al Governo per l'emanazione di un testo unico delle disposizioni legislative concernenti il settore degli albi professionali» (530);
VITALI: «Delega al Governo per l'emanazione di un testo unico delle disposizioni legislative in materia di artigianato» (531);
VITALI: «Disposizioni in materia di detrazione fiscale dei costi sostenuti per beni e servizi di rilevanza culturale» (532);
VITALI: «Disposizioni per il rilancio economico e occupazionale delle province di Brindisi e di Taranto» (533);
VITALI: «Soppressione della tassa annuale di concessione governativa relativa al passaporto ordinario per l'estero» (535);
VITALI: «Nuove norme in materia di procedimento dinanzi al giudice di pace» (536);
VITALI: «Istituzione del ruolo dei magistrati di complemento» (537);
VITALI: «Istituzione di una sezione arbitrale presso le camere penali» (538);
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE VITALI: «Disposizioni per l'individuazione delle priorità di esercizio dell'azione penale» (539);
VITALI: «Interventi straordinari in favore del personale del Dipartimento dell'organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi del Ministero della giustizia, per il rafforzamento dell'attività degli uffici giudiziari e degli uffici notificazioni, esecuzioni e protesti (UNEP)» (540);
VITALI: «Modifica dell'articolo 71 delle disposizioni per l'attuazione del codice civile e disposizioni transitorie, di cui al regio decreto 30 marzo 1942, n. 318, in materia di tenuta del registro condominiale previsto negli articoli 1129 e 1138 del medesimo codice» (541);
VITALI: «Abrogazione del nono comma dell'articolo 7 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 605, concernente l'obbligo, a carico degli amministratori di condominio, di comunicare all'anagrafe tributaria l'ammontare dei beni e servizi acquistati dal condominio e i dati identificativi dei fornitori» (542);
VITALI: «Applicazione dell'articolo 11 del decreto legislativo 24 aprile 2006, n. 166, ai candidati del concorso notarile indetto con decreto dirigenziale 1o settembre 2004, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, 4a serie speciale, n. 71 del 7 settembre 2004» (543);
BERTOLINI: «Modifiche al decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, in materia di esenzione dall'imposta comunale sugli immobili dell'abitazione principale» (544);
BERTOLINI: «Modifiche alla legge 20 maggio 1985, n. 222, in materia di destinazione di una quota dell'otto per mille del gettito IRPEF a diretta gestione statale al finanziamento di progetti di studio e di ricerca sulle cellule staminali adulte» (545);
BERTOLINI: «Disposizioni in favore dei soggetti incontinenti, stomizzati e portatori di malformazioni ano-rettali» (546);
BERTOLINI: «Delega al Governo e altre disposizioni in materia di interventi in favore di soggetti affetti da epilessia o da altre menomazioni» (547);
BERTOLINI: «Disposizioni in materia di utilizzo di cellule staminali fetali, da cordone ombelicale e adulte» (548);
BERTOLINI: «Introduzione dell'articolo 340-bis del codice penale, concernente il reato di oltraggio a un pubblico ufficiale» (550);
BERTOLINI: «Riduzione dell'aliquota dell'imposta sul valore aggiunto sui prodotti di prima necessità per l'infanzia» (551);
GARAGNANI: «Disposizioni concernenti gli edifici di culto delle confessioni religiose che non hanno stipulato intese con lo Stato ai sensi dell'articolo 8, terzo comma, della Costituzione» (552);
DE CORATO ed altri: «Modifica all'articolo 12 della legge 5 febbraio 1992, n. 91, in materia di revoca della cittadinanza» (566);
DE CORATO ed altri: «Modifica dell'articolo 18 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, in materia di riunioni pubbliche» (567);
DE CORATO ed altri: «Modifiche al codice penale in materia di sfruttamento dell'accattonaggio» (570);
DE CORATO ed altri: «Modifiche al codice penale e alla legge 20 febbraio 1958, n. 75, e altre disposizioni in materia di prostituzione» (573);
GIOACCHINO ALFANO: «Modifiche all'articolo 2-quater del decreto-legge 30 settembre 1994, n. 564, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 novembre 1994, n. 656, in materia di istanze per l'annullamento d'ufficio o la revoca degli atti dell'amministrazione finanziaria» (671);
GIOACCHINO ALFANO: «Modifica all'articolo 9 della legge 27 luglio 2000, n. 212, in materia di rimessione in termini del contribuente» (672);
MIGLIORI e MENIA: «Modifica dell'articolo 1 del codice civile in materia di riconoscimento della capacità giuridica ad ogni essere umano» (695);
MIGLIORI: «Istituzione del Servizio nazionale integrato di composizione consensuale professionale dei conflitti e delle controversie» (696);
MIGLIORI: «Applicazione dell'articolo 155 della legge 11 luglio 1980, n. 312, in favore dei direttori aggiunti di divisione e qualifiche equiparate, collocati a riposo entro il 30 giugno 1973» (697);
MIGLIORI e BIANCONI: «Disposizioni concernenti il computo ai fini pensionistici del servizio prestato dagli appartenenti alle Forze armate impiegate all'estero in zone di intervento per finalità umanitarie e in missioni di pace» (698);
MIGLIORI e BIANCONI: «Istituzione della Giornata nazionale della musica» (699);
MIGLIORI: «Interpretazione autentica dell'articolo 1, comma 25, della legge 24 dicembre 1993, n. 560, in materia di estinzione del diritto di prelazione sugli alloggi di edilizia residenziale pubblica» (700);
MIGLIORI e BIANCONI: «Modifica all'articolo 131 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, in materia di violazioni commesse da agenti diplomatici e consolari esteri» (701);
MIGLIORI e BIANCONI: «Modifiche all'articolo 3 della legge 25 febbraio 1992, n. 210, concernenti la soppressione dei termini per l'ottenimento dell'indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati» (703);
BARBIERI: «Modifiche all'articolo 35 del testo unico di cui al decreto legislativo 1o settembre 1993, n. 385, in materia di operatività delle banche di credito cooperativo» (737);
ANGELA NAPOLI: «Disposizioni concernenti l'insegnamento dell'educazione motoria nella scuola primaria» (788);
ANGELA NAPOLI: «Disposizioni in materia di rappresentanza sindacale nelle istituzioni scolastiche» (789);
ANGELA NAPOLI: «Disposizioni in materia di riduzione dell'imposta sui redditi delle persone fisiche in favore delle famiglie monoreddito» (790);
ANGELA NAPOLI: «Incentivi per l'assunzione di lavoratrici» (791);
ANGELA NAPOLI: «Disposizioni per favorire le pari opportunità mediante la concessione di agevolazioni contributive e fiscali ai lavoratori autonomi e ai liberi professionisti» (792);
ANGELA NAPOLI: «Introduzione dell'articolo 340-bis del codice penale, concernente il reato di oltraggio nei confronti di alcune figure di pubblico ufficiale» (793);
ANGELA NAPOLI: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli abusi e della corruzione nell'espletamento dei concorsi e degli esami pubblici» (794);
ANGELA NAPOLI: «Avocazione allo Stato dei profitti politici illegittimi» (795);
ANGELA NAPOLI: «Nuova regolamentazione delle attività di informazione scientifica e istituzione dell'albo degli informatori scientifici del farmaco» (796);
ANGELA NAPOLI: «Modifica all'articolo 18 del decreto del Presidente della Repubblica 27 marzo 1969, n. 128, in materia di competenze professionali nei servizi ospedalieri di anestesia e rianimazione» (797);
ANGELA NAPOLI: «Norme per garantire la presenza del medico anestesista rianimatore nelle situazioni di emergenza a tutela della salute dei cittadini» (798);
ANGELA NAPOLI: «Modifiche al decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e altre disposizioni in materia di organizzazione del Servizio sanitario nazionale» (799);
ANGELA NAPOLI: «Modifiche all'articolo 3 della legge 21 febbraio 2006, n. 102, in materia di cause per il risarcimento dei danni derivanti da incidenti stradali» (800);
ANGELA NAPOLI: «Istituzione dell'Ordine professionale dei traduttori e interpreti» (801);
ANGELA NAPOLI: «Istituzione e disciplina della professione di optometrista» (802);
ANGELA NAPOLI: «Disposizioni per l'immissione degli ufficiali ausiliari delle Forze armate nel servizio permanente effettivo» (803);
ANGELA NAPOLI: «Norme per la tutela della persona che lavora contro le molestie sessuali» (804);
ANGELA NAPOLI: «Nuove disposizioni in materia di parità scolastica» (805);
ANGELA NAPOLI: «Disciplina del sistema nazionale di istruzione» (806);
ANGELA NAPOLI: «Disposizioni per l'introduzione dell'insegnamento della storia locale nelle scuole di ogni ordine e grado» (807);
ANGELA NAPOLI: «Disciplina degli organismi di partecipazione e di responsabilità e delle strutture di supporto all'autonomia didattica, di ricerca e sviluppo delle istituzioni scolastiche» (808);
ANGELA NAPOLI: «Istituzione dei ruoli provinciali dei tecnici di laboratorio e dei tecnici di ufficio tecnico della scuola» (809);
ANGELA NAPOLI: «Istituzione del servizio ispettivo tecnico nazionale della scuola» (810);
ANGELA NAPOLI: «Disposizioni concernenti i dirigenti scolastici» (811);
ANGELA NAPOLI: «Istituzione della vicedirigenza scolastica» (812);
ANGELA NAPOLI: «Disposizioni in materia di stato giuridico degli insegnanti e di rappresentanza sindacale nelle istituzioni scolastiche» (813);
ANGELA NAPOLI: «Riconoscimento della qualifica di "lavoro usurante" per l'attività svolta dai docenti delle istituzioni scolastiche pubbliche di ogni ordine e grado» (815);
ANGELA NAPOLI: «Disposizioni per la cessione in comodato dei libri di testo nelle scuole secondarie di primo grado e nelle scuole del secondo ciclo di istruzione» (816);
ANGELA NAPOLI: «Norme in materia di scioglimento dei consigli comunali e provinciali soggetti a condizionamenti e infiltrazioni di tipo mafioso o similare e in materia di responsabilità dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche» (818);
ANGELA NAPOLI: «Modifiche alla legge 22 dicembre 1999, n. 512, in materia di accesso al Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime di reati di tipo mafioso da parte dei soggetti danneggiati a seguito di sequestro di persona» (819);
ANGELA NAPOLI: «Norme in materia di incentivi per la copertura degli organici della magistratura negli uffici giudiziari della Calabria e della Sicilia» (821);
ANGELA NAPOLI: «Istituzione del ruolo di complemento dei magistrati onorari» (822);
ANGELA NAPOLI: «Norme per garantire la fedeltà della verbalizzazione di dichiarazioni rese all'autorità giudiziaria» (823);
ANGELA NAPOLI: «Disposizioni per la tutela del paesaggio e del patrimonio archeologico» (824);
ANGELA NAPOLI: «Modifiche alla legge 27 dicembre 1956, n. 1423, e altre disposizioni concernenti il divieto di svolgimento di propaganda elettorale per le persone sottoposte a misure di prevenzione» (825);
ANGELA NAPOLI: «Riconoscimento del valore legale delle lauree ad honorem conferite a cittadini italiani dalle università degli Stati Uniti d'America» (826);
ANGELA NAPOLI: «Istituzione della Commissione parlamentare per le pari opportunità» (827);
ANGELA NAPOLI: «Disciplina dei consorzi di sviluppo industriale» (828);
ANGELA NAPOLI: «Istituzione di una zona franca produttiva nel territorio di Gioia Tauro» (829);
ANGELA NAPOLI: «Disposizioni per il trasferimento di aree demaniali marittime situate nei comuni di Ardore e Monasterace al patrimonio comunale disponibile» (830);
ANGELA NAPOLI: «Disposizioni per il trasferimento di aree demaniali e patrimoniali dello Stato site nei comuni di Vibo Valentia e di Palmi al patrimonio comunale disponibile» (831);
ANGELA NAPOLI: «Norme per la costruzione dell'autostrada pedemontana dell'Aspromonte» (832);
ANGELA NAPOLI: «Istituzione del "Giorno del ricordo delle vittime della criminalità"» (833);
ANGELA NAPOLI: «Disposizioni per l'assunzione di insegnanti di sostegno e per l'attuazione di agevolazioni in favore dei genitori, dei familiari e degli affidatari di persone con handicap» (834);
ANGELA NAPOLI: «Legge quadro sulla famiglia» (835);
ANGELA NAPOLI: «Istituzione di un concorso-premio per prevenire la violenza giovanile nello sport» (836);
ANGELA NAPOLI: «Norme di sostegno per i tetraplegici, gli affetti da grave insufficienza intellettiva e i soggetti con handicap gravi» (837);
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE ANGELA NAPOLI: «Modifica dell'articolo 2 della Costituzione in materia di diritti dell'uomo e del fanciullo» (838);
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE ANGELA NAPOLI: «Modifica all'articolo 12 della Costituzione concernente il riconoscimento della lingua italiana quale lingua ufficiale della Repubblica» (839);
ANGELA NAPOLI: «Disposizioni fiscali in materia di tutela della maternità nell'ambito del lavoro autonomo e della libera professione» (840);
ANGELA NAPOLI: «Soppressione delle comunità montane» (846);
MOFFA ed altri: «Istituzione e ordinamento della città metropolitana di Roma, capitale della Repubblica» (869);
MARINELLO ed altri: «Istituzione del Servizio ispettivo nazionale a garanzia dell'imparzialità nella pubblica amministrazione» (908);
MARINELLO ed altri: «Istituzione della "Giornata della memoria delle vittime del comunismo", da celebrarsi nella data del 9 novembre, in cui ricorre il "Giorno della libertà" in ricordo dell'abbattimento del muro di Berlino» (909);
MARINELLO ed altri: «Modifiche all'articolo 348 del codice penale e all'articolo 141 del testo unico delle leggi sanitarie, di cui al regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, in materia di esercizio abusivo di una professione» (910);
MARINELLO ed altri: «Disposizioni in materia di durata dell'ufficio, trattamento previdenziale e ruolo organico dei giudici di pace» (911);
MARINELLO: «Norme per l'incentivazione dell'economia siciliana mediante la riduzione del carico fiscale gravante sui consumi energetici nell'isola» (912);
MARINELLO ed altri: «Disposizioni per la tutela dell'ambiente marino» (913);
MARINELLO ed altri: «Disposizioni in materia di iscrizione alla Cassa nazionale di previdenza ed assistenza per gli ingegneri ed architetti liberi professionisti» (914);
MARINELLO ed altri: «Disposizioni in materia di rilascio della patente di servizio agli autisti giudiziari» (915);
MARINELLO ed altri: «Modifiche all'articolo 42 del testo unico di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, in materia di riposi e permessi per i familiari di soggetti con handicap grave» (916);
MARINELLO ed altri: «Legge quadro sulla prevenzione e la cura della talassemia, della drepanocitosi e delle emoglobinopatie genetiche» (917);
MARINELLO ed altri: «Norme per l'assistenza alla nascita e la tutela della salute del neonato» (918);
MARINELLO ed altri: «Disposizioni in materia di tutela della salute mentale e per la difesa dei diritti dei cittadini con disturbi mentali» (919);
MARINELLO ed altri: «Disciplina delle medicine e delle pratiche non convenzionali» (920);
MARINELLO ed altri: «Disposizioni per il riconoscimento dell'equipollenza del titolo di specializzazione e per l'assegnazione di borse di studio ai medici specializzandi ammessi alle scuole di specializzazione dal 1983 al 1991» (921);
MARINELLO ed altri: «Disposizioni in materia di accesso degli odontoiatri alla dirigenza nell'ambito del Servizio sanitario nazionale» (922);
MARINELLO ed altri: «Disciplina delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche dei vini» (923);
Gioacchino ALFANO: «Disposizioni per la realizzazione di un piano di assunzioni temporanee straordinarie di personale da destinare ai musei, alle aree archeologiche, ai complessi monumentali, agli archivi e alle biblioteche statali. Conferimento di autonomia amministrativa e contabile alle soprintendenze, agli archivi e alle biblioteche statali» (925);
D'IPPOLITO VITALE: «Modifiche agli articoli 143 e 144 del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di scioglimento dei consigli comunali conseguente a fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso» (933);
D'IPPOLITO VITALE: «Trasformazione della "provincia di Catanzaro" in "provincia di Catanzaro-Lamezia Terme"» (934);
D'IPPOLITO VITALE: «Istituzione dell'Ordine "Al merito del giornalismo italiano"» (935);
D'IPPOLITO VITALE: «Introduzione dell'articolo 610-bis del codice penale, concernente il delitto di violenza morale in ambito lavorativo» (936);
D'IPPOLITO VITALE: «Norme per favorire il lavoro dei detenuti» (937);
D'IPPOLITO VITALE: «Agevolazioni fiscali in favore della produzione e della distribuzione dei film di cortometraggio e mediometraggio» (938);
D'IPPOLITO VITALE: «Istituzione della zona franca di Gioia Tauro» (939);
D'IPPOLITO VITALE: «Nuove norme per la piena integrazione dei sordi attraverso il riconoscimento della lingua italiana dei segni» (941);
D'IPPOLITO VITALE: «Disciplina del turismo rurale» (942);
D'IPPOLITO VITALE: «Disposizioni per il recupero e la valorizzazione del patrimonio ambientale, storico e artistico dei comuni della costiera calabrese» (943);
D'IPPOLITO VITALE: «Disposizioni per lo sviluppo economico, sociale e territoriale della città di Catanzaro» (944);
D'IPPOLITO VITALE: «Disposizioni in materia di erogazione dei trattamenti pensionistici di reversibilità» (945);
D'IPPOLITO VITALE: «Norme per la salvaguardia del patrimonio forestale» (946).

Trasmissione dal Senato.

In data 19 novembre 2009 il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge:
S. 1755. - «Disciplina sanzionatoria dello scarico di acque reflue» (approvato dal Senato) (2966).
Sarà stampato e distribuito.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

I Commissione (Affari costituzionali):
DIMA ed altri: «Modifica all'articolo 72 del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di eliminazione del voto disgiunto per il candidato a sindaco e le liste ad esso non collegate nei comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti» (2794).

II Commissione (Giustizia):
PROIETTI COSIMI ed altri: «Modifica all'articolo 2 della legge 13 aprile 1988, n. 117, in materia di responsabilità per atti e provvedimenti adottati nell'esercizio delle funzioni giudiziarie» (2773) Parere delle Commissioni I e V;
BITONCI ed altri: «Disposizioni in favore delle vittime di delitti contro la persona o commessi mediante violenza alle persone» (2779) Parere delle Commissioni I, V, VI, XI e XII.

V Commissione (Bilancio):
JANNONE: «Disposizioni in materia di integrazione del reddito, recupero dei quartieri degradati, prolungamento della durata dei mutui bancari e sospensione del pagamento delle tasse automobilistiche» (2827) Parere delle Commissioni I, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VIII (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento), IX, X, XI, XII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

VI Commissione (Finanze):
TAGLIALATELA ed altri: «Abrogazione dell'articolo 7 del decreto-legge 11 maggio 2007, n. 61, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 luglio 2007, n. 87, concernente la determinazione della tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e della tariffa per la gestione dei rifiuti urbani nei comuni della regione Campania» (2868) Parere delle Commissioni I, V, VIII (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento) e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

VII Commissione (Cultura):
CECCUZZI ed altri: «Disposizioni per la prosecuzione degli interventi per la salvaguardia del carattere storico, monumentale e artistico della città di Siena e norme in favore delle Contrade storiche di Siena» (432) Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VIII (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento) e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
JANNONE: «Disposizioni in materia di alternanza tra scuola e lavoro» (2823) Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), X, XI, XII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

VIII Commissione (Ambiente):
JANNONE: «Disposizioni per l'erogazione di incentivi per l'acquisto o la costruzione della prima casa di abitazione, nonché per l'acquisto di un terreno edificabile» (2825)Parere delle Commissioni I, II, V, VI, XII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
S. 1755. - «Disciplina sanzionatoria dello scarico di acque reflue» (approvato dal Senato) (2966) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), X e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

XI Commissione (Lavoro):
BELLANOVA ed altri: «Azioni positive per la realizzazione dell'integrazione delle donne disabili nel mondo del lavoro» (760) Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), IX, X, XII (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento) e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
JANNONE: «Disciplina dell'attività di lavoro estivo svolta dagli studenti appartenenti ad istituti di istruzione secondaria di secondo grado» (2824) Parere delle Commissioni I, V, VII (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento), X, XII, XIII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Commissioni riunite III (Affari esteri) e IV (Difesa):
MAURIZIO TURCO ed altri: «Disposizioni concernenti le missioni all'estero svolte dal personale appartenente alle Forze armate e alle Forze di polizia ad ordinamento civile e militare» (2849) Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VIII, XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale) e XII.

Adesione di deputati ad una proposta di modificazione al regolamento.

La proposta di modificazione al regolamento, doc. II, n. 14: "Articoli 13, 14, 16-bis, 23, 39, 40, 42, 44, 49, 51, 52, 53, 54, 55, 69, 83, 85, 86, 96, 96-bis e 96-ter: norme in materia di costituzione dei gruppi parlamentari, votazioni, organizzazione del procedimento legislativo e dei lavori dell'Assemblea (annunziata nella seduta del 30 giugno 2009) è stata successivamente sottoscritta anche dai deputati: Angeli, Barani, Calearo Ciman, Carlucci, Cassinelli, Catone, De Luca, Di Biagio, Di Cagno Abbrescia, Di Virgilio, Dima, Divella, Vincenzo Antonio Fontana, Antonino Foti, Giammanco, Girlanda, Laboccetta, Minasso, Mistrello Destro, Mottola, Pagano, Patarino, Raisi, Reguzzoni, Sammarco, Simeoni, Sbai, Speciale, Torrisi, Vella.

Trasmissioni dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 17 novembre 2009, ha dato comunicazione, ai sensi dell'articolo 8-ter del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 1998, n. 76, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri con cui è autorizzato l'utilizzo delle economie di spesa, realizzate dalla parrocchia di «San Girolamo Dottore e Confessore della Chiesa», in Venezia, a valere su un contributo concesso nel 2007, assegnato in sede dì ripartizione della quota dell'ottomille dell'IRPEF devoluta alla diretta gestione statale, per il completamento del restauro architettonico della medesima chiesa.

Tale comunicazione è trasmessa alla V Commissione (Bilancio) e alla VII Commissione (Cultura).

Il Presidente del Consiglio dei ministri, con lettera in data 18 novembre 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 8, comma 4, della legge 12 giugno 1990, n. 146, copia dell'ordinanza n. 2/2009, emessa dal ministro dello sviluppo economico in data 27 ottobre 2009, relativa agli scioperi proclamati per le giornate dal 31 ottobre 2009 al 2 novembre 2009, riguardanti lavoratori del settore elettrico.

Questa documentazione è trasmessa alla XI Commissione (Lavoro).

Il Presidente del Consiglio dei ministri, con lettere in data 18 novembre 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 8, comma 4, della legge 12 giugno 1990, n. 146, copia dell'ordinanza n. 1/2009, emessa dal ministro dello sviluppo economico in data 16 ottobre 2009, relativa agli scioperi proclamati per le giornate del 22 e 24 ottobre 2009, riguardanti lavoratori delle società ENEL Spa e A2A produzione Srl, nonché la successiva revoca della suddetta ordinanza, emessa dallo stesso ministro dello sviluppo economico in data 20 ottobre 2009.

Questa documentazione è trasmessa alla XI Commissione (Lavoro).

Annunzio di sentenze della Corte costituzionale.

La Corte costituzionale ha depositato in cancelleria le seguenti sentenze che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del regolamento, sono inviate alle sottoindicate Commissioni permanenti per materia, nonché alla I Commissione (Affari costituzionali), se non già assegnate alla stessa in sede primaria:
sentenza n. 284 del 2-6 novembre 2009 (doc. VII, n. 307) con la quale:
dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale degli articoli 77, comma 1, e 77-ter, commi 1, 3 e 19, del decreto-legge n. 112 del 2008, promosse dalla regione Calabria, in riferimento agli articoli 3, 11, 117 e 119 della Costituzione, al principio di leale collaborazione, al «generale canone di ragionevolezza delle leggi», agli articoli 32 e seguenti, 104, 158 e 159 del Trattato 25 marzo 1957 (Trattato che istituisce la Comunità europea), al Protocollo n. 20 del 1992 sulla procedura per i disavanzi eccessivi, alla risoluzione CE 17 giugno 1997 (Risoluzione del Consiglio europeo relativa al patto di stabilità), al regolamento CE 25 giugno 1996, n. 2223/96 (Regolamento del Consiglio relativo al sistema europeo dei conti nazionali e regionali nella Comunità), al regolamento CE 21 giugno 1999, n. 1260/1999 (Regolamento del Consiglio recante disposizioni generali sui Fondi strutturali), al regolamento CE 21 giugno 2005, n. 1290/2005 (Regolamento del Consiglio relativo al finanziamento della politica agricola comune), ed al regolamento CE 11 luglio 2006, n. 1083/2006 (Regolamento del Consiglio recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e che abroga il regolamento CE n. 1260/1999);
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 77-ter, comma 5-bis, del decreto-legge n. 112 del 2008, introdotto dall'articolo 2, comma 42, della legge n. 203 del 2008, promossa dalla regione Calabria, in riferimento agli articoli 3, 11, 117 e 119 della Costituzione, al «generale canone di ragionevolezza delle leggi», agli articoli 158 e 159 del Trattato istitutivo della Comunità europea, al regolamento CE n. 1260/1999 ed al regolamento CE n. 1083/2006;
dichiara cessata la materia del contendere in ordine alla questione di legittimità costituzionale dell'articolo 77-ter, comma 4, del decreto-legge n. 112 del 2008, promossa dalla Regione Calabria, in riferimento agli articoli 3, 11, 117 e 119 della Costituzione, al principio di leale collaborazione, al «generale canone di ragionevolezza delle leggi», agli articoli 32 e seguenti, 104, 158 e 159 del Trattato istitutivo della Comunità europea, al Protocollo n. 20 del 1992 sulla procedura per i disavanzi eccessivi, alla risoluzione CE 17 giugno 1997, al regolamento CE n. 2223/96, al regolamento CE n. 1260/1999, al regolamento CE n. 1290/2005 ed al regolamento CE n. 1083/2006; alla V Commissione (Bilancio);
sentenza n. 296 del 4-13 novembre 2009 (doc. VII, n. 312) con la quale:
dichiara inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 13 della legge della Provincia autonoma di Bolzano 10 giugno 2008, n. 4 (Modifiche di leggi provinciali in vari settori e altre disposizioni), sollevata, in relazione agli articoli 8, 9, n. 9, e 16 del decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1972, n. 670 (Approvazione del testo unico delle leggi costituzionali concernenti lo statuto speciale del Trentino-Alto Adige), all'articolo 14 del decreto del Presidente della Repubblica 22 marzo 1974, n. 381 (Norme di attuazione dello Statuto speciale per la regione Trentino-Alto Adige in materia di urbanistica ed opere pubbliche), come modificato dal decreto legislativo 11 novembre 1999, n. 463 (Norme di attuazione dello statuto speciale della regione Trentino-Alto Adige in materia di demanio idrico, di opere idrauliche e di concessioni di grandi derivazioni a scopo idroelettrico, produzione e distribuzione di energia elettrica), al decreto del Presidente della Repubblica 26 marzo 1977, n. 235 (Norme di attuazione dello statuto speciale della regione Trentino-Alto Adige in materia di energia), come modificato dal decreto legislativo n. 463 del 1999 e dal decreto legislativo 7 novembre 2006, n. 289 (Norme di attuazione dello statuto speciale della regione autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol, recanti modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 26 marzo 1977, n. 235 in materia di concessioni di grandi derivazioni di acqua a scopo idroelettrico), nonché in relazione agli articoli 117 e 118 della Costituzione, in combinato disposto con l'articolo 10 della legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 (Riforma del titolo V della parte seconda della Costituzione), ed ai principi di buon andamento e di leale collaborazione, dalla Provincia autonoma di Trento: alla X Commissione (Attività produttive);
sentenza n. 298 del 16-20 novembre 2009 (doc. VII, n. 314) con la quale:
dichiara la cessazione della materia del contendere in ordine alle questioni di legittimità costituzionale del comma 5 dell'articolo 1 del decreto-legge 27 maggio 2008, n. 93 (Disposizioni urgenti per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie), promosse, in riferimento agli articoli 119 e 120 della Costituzione, dalla regione Calabria;
dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale del quarto periodo del comma 4 dell'articolo 1 del decreto-legge n. 93 del 2008, sia nel testo originario, sia come convertito dalla legge 24 luglio 2008, n. 126, promosse, in riferimento agli articoli 119 e 120 della Costituzione, dalla regione Calabria;
dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale del terzo periodo del comma 4 - limitatamente all'inciso «secondo principi che tengano conto dell'efficienza nella riscossione dell'imposta, del rispetto del patto di stabilità interno, per l'esercizio 2007, e della tutela dei piccoli comuni» -, del comma 6-bis e del comma 7-bis, dell'articolo 1 del decreto-legge n. 93 del 2008, come convertito dalla legge n. 126 del 2008, promosse, in riferimento agli articoli 119 e 120 della Costituzione, dalla regione Calabria;
dichiara inammissibili le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 1 del decreto-legge n. 93 del 2008, sia nel testo originario, sia nel testo oggetto di modificazioni ad opera della legge di conversione n. 126 del 2008, promosse, in riferimento all'articolo 77 della Costituzione ed al combinato disposto dell'articolo 119 della Costituzione e della legge n. 42 del 2009, dalla regione Calabria;
dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dei commi 1, 2, 3, 4, primo, secondo e terzo periodo (ad eccezione, nel terzo periodo, dell'inciso «da emanare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, secondo princípi che tengano conto dell'efficienza nella riscossione dell'imposta, del rispetto del patto di stabilità interno, per l'esercizio 2007, e della tutela dei piccoli comuni»), 4-bis, 4-ter, 6 e 7 dell'articolo 1 del decreto-legge n. 93 del 2008, come modificato dalla legge di conversione n. 126 del 2008, promosse, in riferimento agli articoli 119 e 120 della Costituzione, dalla regione Calabria: alla VI Commissione (Finanze);
sentenza n. 299 del 16-20 novembre 2009 (doc. VII, n. 315) con la quale:
dichiara la cessazione della materia del contendere in ordine alla questione di legittimità costituzionale dell'articolo 8, comma 1, lettera d), della legge della regione Piemonte 25 giugno 2008, n. 18 (Interventi a sostegno dell'editoria piemontese e dell'informazione locale), promossa dal Presidente del Consiglio dei ministri, in riferimento agli articoli 117, secondo comma, lettera e), terzo comma, e 119, secondo comma, della Costituzione: alla VI Commissione (Finanze);
sentenza n. 308 del 16-20 novembre 2009 (doc. VII, n. 317) con la quale:
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 4, comma 1, del suddetto decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, sollevata dalla regione Emilia-Romagna, in riferimento agli articoli 117, commi terzo e quarto, della Costituzione e al principio di leale collaborazione: alla X Commissione (Attività produttive).

La Corte costituzionale ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 30, secondo comma, della legge 11 marzo 1953, n. 87, copia delle seguenti sentenze che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del regolamento, sono inviate alle sottoindicate Commissioni competenti per materia, nonché alla I Commissione (Affari costituzionali), se non già assegnate alla stessa in sede primaria;
con lettera in data 6 novembre 2009, sentenza n. 282 del 2-6 novembre 2009 (doc. VII, n. 305), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale degli articoli 2, comma 1, lettere e), g), h), i), j), k), l), m) e n), 3, 4 e 5, della legge della regione Molise 21 maggio 2008, n. 15 (Disciplina degli insediamenti degli impianti eolici e fotovoltaici sul territorio della regione Molise):
alla X Commissione (Attività produttive);
con lettera in data 6 novembre 2009, sentenza n. 283 del 2-6 novembre 2009 (doc. VII, n. 306 ), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 5, comma 2, e degli articoli 6, 7 e 8 della legge della regione Puglia 10 giugno 2008, n. 14 (Misure a sostegno della qualità delle opere di architettura e di trasformazione del territorio);
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 16 della legge della regione Puglia n. 14 del 2008 promossa, in riferimento agli articoli 114 e 117, secondo comma, lettere e) e l) della Costituzione, dal Presidente del Consiglio dei ministri:
alla VIII Commissione (Ambiente);
con lettera in data 6 novembre 2009, sentenza n. 290 del 2-6 novembre 2009 (doc. VII, n. 308), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 1 (recte: unico) della legge della regione Marche 27 maggio 2008, n. 11 (Interpretazione autentica dell'articolo 2 della legge regionale 29 ottobre 2004, n. 23 «Norme sulla sanatoria degli abusi edilizi»), limitatamente alle parole «ed all'articolo 32, comma 27, lettera d), della legge 24 novembre 2003, n. 326 (Disposizioni urgenti per favorire lo sviluppo e per la correzione dell'andamento dei conti pubblici)»;
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 1 (recte: unico) della legge della regione Marche 27 maggio 2008, n. 11, sollevata dal Presidente del Consiglio dei ministri con il ricorso in epigrafe, in riferimento agli articoli 117, primo comma e secondo comma, lettera l), della Costituzione:
alla VIII Commissione (Ambiente);
con lettera in data 13 novembre 2009, sentenza n. 293 del 4-13 novembre 2009 (doc. VII, n. 309), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale degli articoli 1 e 4, commi 1, 2 e 4, della legge della regione Veneto 26 giugno 2008, n. 3 (Interpretazione autentica dell'articolo 2 della legge regionale 16 agosto 2007, n. 22 «Disposizioni di riordino e semplificazione normativa - collegato alla Legge finanziaria 2006 in materia di personale, affari istituzionali, rapporti con gli enti locali», dell'articolo 96 della legge regionale 27 febbraio 2008, n. 1 «Legge finanziaria regionale per l'esercizio 2008» e modifiche alla legge regionale 10 gennaio 1997, n. 1 «Ordinamento delle funzioni e delle strutture della regione» e successive modificazioni):
alle Commissioni riunite XI (Lavoro) e XII (Affari sociali);
con lettera in data 13 novembre 2009, sentenza n. 294 del 4 novembre 2009 (doc. VII, n. 310), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 80 del decreto legislativo 30 ottobre 1992, n. 443 (Ordinamento del personale del Corpo di polizia penitenziaria, a norma dell'articolo 14, comma 1, della legge 15 dicembre 1992, n. 395), nella parte in cui non consente, allorché sia intervenuta la guarigione, la possibilità di presentare istanza di riammissione nel ruolo di provenienza da parte del dipendente transitato a domanda in altri ruoli della amministrazione penitenziaria o di altre amministrazioni dello Stato, perché giudicato assolutamente inidoneo per motivi di salute, anche conseguenti a causa di servizio, all'assolvimento dei compiti di istituto:
alla XI Commissione (Lavoro);
con lettera in data 13 novembre 2009, sentenza n. 295 del 4-13 novembre 2009 (doc. VII, n. 311), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale degli articoli 8, 14 e 17 della legge della regione Puglia 2 luglio 2008, n. 19 (Disposizioni regionali urgenti):
alla XII Commissione (Affari sociali);
con lettera in data 20 novembre 2009, sentenza n. 297 del 16-20 novembre 2009 (doc. VII, n. 313), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale del comma 600 dell'articolo 2 della legge n. 244 del 2007, nella parte in cui impone alle regioni di «attuare i princípi fondamentali di coordinamento della finanza pubblica» desumibili dai commi da 588 a 593 dello stesso articolo 2;
dichiara inammissibile la questione di legittimità costituzionale del comma 600 dell'articolo 2 della legge n. 244 del 2007, promossa - in riferimento all'articolo 118 della Costituzione - dalla regione Veneto;
dichiara inammissibile la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 3, comma 162, della medesima legge n. 244 del 2007, promossa - in riferimento all'articolo 117, terzo comma, della Costituzione - dalla regione Veneto;
dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale del medesimo comma 600 dell'articolo 2 della legge n. 244 del 2007, nella parte in cui impone
alle regioni di «attuare i principi fondamentali di coordinamento della finanza
pubblica» desumibili dai commi da 594 a 602 dello stesso articolo 2, promossa - in riferimento agli articoli 117, terzo e quarto comma, e 119 della Costituzione - dalla regione Veneto:
alla V Commissione (Bilancio);
con lettera in data 20 novembre 2009, sentenza n. 307 del 16-20 novembre 2009 (doc. VII, n. 316), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 49, comma 1, della legge della regione Lombardia 12 dicembre 2003, n. 26 (Disciplina dei servizi locali di interesse economico generale. Norme in materia di gestione dei rifiuti, di energia, di utilizzo del sottosuolo e di risorse idriche), come sostituito dall'articolo 4, comma 1, lettera p), della legge della regione Lombardia 18 agosto 2006, n. 18 (Conferimento delle funzioni agli enti locali in materia di servizi locali di interesse economico generale. Modifiche alla legge regionale 12 dicembre 2003, n. 26 «Disciplina dei servizi locali di interesse economico generale. Norme in materia di gestione dei rifiuti, di energia, di utilizzo del sottosuolo e di risorse idriche»);
dichiara non fondate le questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 49, comma 4, della legge della regione Lombardia n. 26 del 2003, come sostituito dall'articolo 4, comma 1, lettera p), della legge della regione Lombardia n. 18 del 2006, sollevate, in riferimento agli articoli 117, secondo comma, lettere e) e p) della Costituzione, in relazione all'articolo 148, comma 5, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale), dal Presidente del Consiglio dei ministri:
alla VIII Commissione (Ambiente).

Trasmissioni dalla Corte dei conti.

La Corte dei conti - sezione del controllo sugli enti - con lettera in data 20 novembre 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria di Italia Lavoro Spa, per l'esercizio 2008. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 139).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla XI Commissione (Lavoro).

La Corte dei conti - sezione del controllo sugli enti - con lettera in data 20 novembre 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria della Cassa nazionale del notariato, per gli esercizi dal 2006 al 2008. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 140).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla XI Commissione (Lavoro).

Trasmissioni dal ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali.

Il ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, con lettera del 5 novembre 2009, ha trasmesso una nota relativa all'attuazione data, per la parte di propria competenza, alla mozione VIETTI ed altri n. 1/00178, accolta in parte dal Governo ed approvata in parte dall'Assemblea nella seduta del 26 maggio 2009, riguardante iniziative a sostegno del settore manufatturiero.

La suddetta nota è a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare ed è trasmessa alla XI Commissione (Lavoro) competente per materia.

Il ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, con lettera in data 19 novembre 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 30, quinto comma, della legge 20 marzo 1975, n, 70, la relazione, con allegati i bilanci consuntivi per l'anno 2007, i bilanci di previsione per l'anno 2008 e le relative piante organiche, sull'attività svolta nell'anno 2008 dai seguenti enti:
Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS);
Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL);
Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell'amministrazione pubblica (INPDAP);
Ente nazionale di previdenza e di assistenza per i lavoratori dello spettacolo (ENPALS);
Istituto di previdenza per il settore marittimo (IPSEMA);
Ente nazionale di assistenza e previdenza per i pittori e gli scultori, i musicisti, gli scrittori e gli autori drammatici (ENAPPS).

Questa documentazione è trasmessa alla XI Commissione (Lavoro).

Trasmissione dal ministro
per i rapporti con le regioni.

Il ministro per i rapporti con le regioni, con lettere del 6 e del 9 novembre 2009, ha trasmesso due note relative all'attuazione data, per la parte di propria competenza, alla mozione LO MONTE ed altri n. 1/00223, accolta dal Governo ed approvata dall'Assemblea nella seduta del 15 luglio 2009, riguardante iniziative per l'estensione degli ammortizzatori sociali ai lavoratori precari, ed agli ordini del giorno CAMBURSANO n. 9/2105-A/11, concernente l'accorpamento o la soppressione delle comunità montane, dei consorzi di bonifica e delle autorità d'ambito territoriali, accolto come raccomandazione dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 24 marzo 2009, DI STANISLAO ed altri n. 9/2105-A/12, accolto dal Governo nella medesima seduta dell'Assemblea, riguardante la conformità dei bilanci regionali, provinciali e comunali ai princìpi ed ai criteri definiti dal sistema europeo, ZAZZERA n. 9/2105-A/13, concernente l'individuazione di procedure di monitoraggio dei bilanci delle regioni e degli enti locali nella fase successiva all'approvazione del disegno di legge sul federalismo fiscale, accolto dal Governo sempre nella seduta dell'Assemblea del 24 marzo 2009, CAPARINI ed altri n. 9/2105-A/27, accolto dal Governo nella medesima seduta dell'Assemblea, riguardante l'utilizzo prioritario a favore dei comuni di confine con le regioni a statuto speciale e le province autonome delle maggiori risorse eventualmente disponibili a seguito della valutazione di congruità delle attribuzioni finanziarie delle stesse.

Le suddette note sono a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare e sono trasmesse alla I Commissione (Affari costituzionali), competente per materia.

Trasmissione dal ministro per le politiche europee.

Il ministro per le politiche europee, con lettera del 10 novembre 2009, ha trasmesso una nota relativa all'attuazione data agli ordini del giorno GOZI n. 9/2320-A/15, riguardante l'attuazione della comunicazione della Commissione europea «Quadro temporaneo per gli aiuti di Stato destinati a favorire l'accesso al finanziamento nel contesto della crisi economica e finanziaria», accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 20 maggio 2009, CAPARINI n. 9/2320-A/21, accolto dal Governo nella medesima seduta dell'Assemblea, concernente l'adozione di misure che consentano una più effettiva partecipazione delle regioni e delle province autonome alla formazione degli atti comunitari e dell'Unione europea e, per la parte di propria competenza, all'ordine del giorno SCALIA ed altri n. 9/2320-A/24, accolto dal Governo sempre nella seduta dell'Assemblea del 20 maggio 2009, riguardante il sostegno in sede comunitaria alla maggiore flessibilità della disciplina degli aiuti di Stato volti a diffondere l'uso di fonti energetiche alternative.

La suddetta nota è a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare ed è trasmessa alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) competente per materia.

Trasmissione dal ministro dell'interno.

Il ministro dell'interno, con lettera dell'11 novembre 2009, ha trasmesso una nota relativa all'attuazione data all'ordine del giorno RIA n. 9/1891/48, accolto come raccomandazione dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 3 dicembre 2008, riguardante l'andamento delle entrate delle amministrazioni comunali conseguente all'abolizione dell'imposta comunale sugli immobili per la prima casa.

La suddetta nota è a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare ed è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) competente per materia.

Trasmissioni dal ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione.

Il ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, con lettera del 13 novembre 2009, ha trasmesso una nota relativa all'attuazione data all'ordine del giorno ARACU n. 9/2468/9, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 17 giugno 2009, concernente la possibilità per i dipendenti con contratto a tempo indeterminato, residenti nei comuni colpiti dal sisma del 6 aprile 2009, di ottenere il trattamento di fine rapporto o fine servizio maturato.

La suddetta nota è a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare ed è trasmessa alla XI Commissione (Lavoro) competente per materia.

Il ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, con lettera in data 17 novembre 2009, ha trasmesso la relazione sull'attività svolta dal servizio anticorruzione e trasparenza, riferita al periodo dal 1o ottobre 2008 al 31 ottobre 2009 (doc. XXVII, n. 16).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla II Commissione (Giustizia).

Trasmissione dal ministro per i rapporti con il Parlamento.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 19 novembre 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19-bis del decreto-legge 23 maggio 2008, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2008, n. 123, la relazione sullo stato di attuazione delle disposizioni relative alle misure straordinarie promosse per fronteggiare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, aggiornata al mese di ottobre 2009 (doc. CCXIV, n. 2).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla VIII Commissione (Ambiente).

Annunzio di progetti di atti comunitari e dell'Unione europea.

Il ministro per le politiche europee, con lettere in data 19 e 20 novembre 2009, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 3 e 19 della legge 4 febbraio 2005, n. 11, progetti di atti comunitari e dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.
Tali atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea). I medesimi atti sono assegnati, ove ne ricorrano i presupposti, alla XIV Commissione ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà.

Nell'ambito dei documenti trasmessi il 19 novembre 2009, il Governo ha richiamato l'attenzione sui seguenti atti e progetti di atti:
n. 14453/09 - Conclusioni del Consiglio sulla promozione di una generazione creativa - Sviluppare la creatività e la capacità d'innovazione dei bambini e dei giovani mediante l'espressione culturale e l'accesso alla cultura - Adozione, che è assegnato in sede primaria alla VII Commissione (Cultura);
n. 15801/09 - Libro verde: L'interconnessione dei registri delle imprese (COM(2009) 614 definitivo), che è assegnato in sede primaria alla X Commissione (Attività produttive);
n. 14449/09 - Progetto di programma pluriennale per uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia al servizio dei cittadini (programma di Stoccolma), che è assegnato in sede primaria alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e II (Giustizia).

Nell'ambito dei documenti trasmessi il 20 novembre 2009, il Governo ha richiamato l'attenzione sui seguenti atti e progetti di atti:
n. 15455/09 - Proposta di direttiva del Consiglio che modifica la direttiva 2006/112/CE relativa al sistema comune d'imposta sul valore aggiunto in relazione all'evasione fiscale connessa alle operazioni transfrontaliere (responsabilità in solido) - Relazione della Presidenza sullo stato dei lavori, che è assegnato in sede primaria alla VI Commissione (Finanze);
n. 15530/09 - Documento analitico del Comitato per l'occupazione: "Accrescere il numero di persone presenti sui mercati del lavoro", che è assegnato in sede primaria alla XI Commissione (Lavoro);
n. 16143/09 - Proposta di direttiva del Consiglio recante modifica della direttiva 2006/112/CE per quanto concerne l'applicazione facoltativa e temporanea del meccanismo dell'inversione contabile alla cessione di determinati beni e alla prestazione di determinati servizi a rischio di frodi, che è assegnato in sede primaria alla VI Commissione (Finanze);
n. 16088/99 e n. 16086/99 - Progetto di decisione del Consiglio europeo sull'esercizio della Presidenza del Consiglio e Progetto di decisione del Consiglio che stabilisce le modalità di applicazione della decisione del Consiglio europeo sull'esercizio della Presidenza del Consiglio, che è assegnato in sede primaria alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea);
n. 16195/99 - Libro verde: Diritto di iniziativa dei cittadini europei (COM(2009) 622 definitivo), che è assegnato in sede primaria alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Richiesta di un parere parlamentare su atti del Governo.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 19 novembre 2009, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1, comma 3, della legge 7 luglio 2009, n. 88, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo recante attuazione delle direttive 2008/8/CE che modifica la direttiva 2006/112/CE per quanto riguarda il luogo delle prestazioni di servizi, 2008/9/CE che stabilisce norme dettagliate per il rimborso dell'imposta sul valore aggiunto, previsto dalla direttiva 2006/112/CE, ai soggetti passivi non stabiliti nello Stato membro di rimborso, ma in un altro Stato membro, e 2008/117/CE recante modifica della direttiva 2006/112/CE relativa al sistema comune d'imposta sul valore aggiunto per combattere la frode fiscale connessa alle operazioni intracomunitarie (154).

Tale richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla VI Commissione (Finanze) nonché, ai sensi del comma 2 dell'articolo 126 del regolamento, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), che dovranno esprimere il prescritto parere entro il 3 gennaio 2010. È altresì assegnata, ai sensi del comma 2 dell'articolo 96-ter del regolamento, alla V Commissione (Bilancio), che dovrà esprimere i propri rilievi sulle conseguenze di carattere finanziario entro il 14 dicembre 2009.

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B  al resoconto della seduta odierna.

Annunzio di risposte scritte ad interrogazioni.

Sono pervenute alla Presidenza dai competenti Ministeri risposte scritte ad interrogazioni. Sono pubblicate nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

ERRATA CORRIGE

Nell'Allegato A al resoconto della seduta del 21 ottobre 2009, a pagina 5, prima colonna, alla trentesima riga, in luogo di: «15» deve leggersi: «20».

Nell'Allegato A al resoconto della seduta di giovedì 19 novembre 2009, sostituire le righe dalla sesta della prima colonna, a pagina 13, fino all'ultima riga della seconda colonna, a pagina 14, con le seguenti:

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, per sapere - premesso che:
nel 2007 l'Inps ha bandito un concorso pubblico per esami a 293 posti nel profilo di ispettore di vigilanza, area funzionale C, posizione economica C1 (bando pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, IV serie speciale concorsi ed esami del 26 giugno 2007);
le prove del concorso si sono concluse nel 2009 e circa 800 partecipanti hanno superato le prove scritte e orali e sperano di essere assunti in tempi brevi, atteso che l'Istituto nazionale per la previdenza sodale (Inps) risulterebbe avere nella qualifica di ispettore di vigilanza una carenza di organico pari a circa 1.000 unità;
l'impiego dei vincitori del concorso da parte l'Inps in attività ispettive potrebbe garantire entrate aggiuntive all'istituto e il recupero dei contributi omessi e nella lotta all'evasione e nell'individuazione dei falsi invalidi;
l'articolo 17, comma 7, del cosiddetto decreto-legge «anticrisi» n. 78 del 2009 prevede il blocco delle assunzioni di personale in gran parte delle pubbliche amministrazioni, comprese quelle già autorizzate e quelle previste da disposizioni di carattere speciale, fatte salve quelle dei Corpi di polizia, delle Forze armate, del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, delle università e degli enti di ricerca, del personale di magistratura e del comparto scuola, nei limiti consentiti dalla normativa vigente -:
se non ritenga di adottare, nell'ambito delle proprie competenze, ogni utile iniziativa, anche normativa, volta a consentire all'Inps di procedere all'assunzione dei vincitori del concorso al fine di ridurre le attuali carenze di personale, conseguenti ai prepensionamenti che l'Istituto aveva attuato proprio in previsione del citato concorso.
(2-00532)
«Occhiuto, Poli, Delfino, Vietti, Ruvolo».

INTERPELLANZA E INTERROGAZIONE

Iniziative volte a ridurre il peso degli zaini e delle cartelle utilizzati dagli studenti al fine di prevenire danni alla salute di bambini e adolescenti - n. 3-00692

A) Interrogazione

ROMANO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
sono sempre più numerosi i genitori che protestano chiedendo alle istituzioni competenti di trovare una soluzione ad un problema, quello degli zaini troppo pesanti, che rischia di creare non poche conseguenze alla salute dei ragazzi;
molto spesso, infatti, gli alunni delle scuole sono costretti a portare giornalmente sulle spalle un peso che oscilla dai sette ai dieci chili e non è nemmeno un caso che molti ragazzi siano stati costretti a ricorrere a visite ortopediche per problemi alla colonna vertebrale;
si tratta di una problematica non nuova, oggetto anche di iniziative legislative che non hanno tuttavia avuto un seguito, ma spesso lasciata alla libera iniziativa estemporanea di amministratori locali, che hanno emanato più che altro disposizioni comportamentali;
già nel 1999 il Consiglio superiore di sanità espresse un parere, richiedendo alle istituzioni di competenza che fossero portati a conoscenza del problema tutti gli organi scolastici funzionanti in ciascuna delle circoscrizioni territoriali; in tale rapporto, in via cautelativa, il limite massimo che si riteneva potesse essere tollerato dallo scolaro, in considerazione del peso corporeo, della configurazione fisica, della massa muscolare, della conformazione scheletrica e, infine, della percorrenza - tenendo conto del rapporto tra spazio, percorso e tempo impiegato - con tale carico, si ritenne non dovesse superare un range compreso tra il 10 e il 15 per cento del peso corporeo;
a seguito delle loro proteste e segnalazioni, i genitori affermano di avere ottenuto dai dirigenti scolastici e dagli insegnanti solo assicurazioni generiche, ma non proposte di soluzioni vere e proprie -:
se non ritenga giunto il momento di adottare iniziative di propria competenza volte a prevenire l'insorgenza di disturbi funzionali non strutturati e, nei casi più gravi, di alterazioni anatomiche strutturate, talvolta evolutive, a carico della colonna vertebrale dei bambini e degli adolescenti a causa degli zaini, delle cartelle e ogni altro tipo di supporto adibito al trasporto del loro materiale didattico. (3-00692)

Iniziative per la messa in sicurezza degli edifici scolastici del comune di Orta Nova (Foggia) - n. 2-00287

B) Interpellanza

Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e i Ministri dell'istruzione, dell'università e della ricerca e delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:
la legge n. 23 del 1996, all'articolo 7, istituisce l'anagrafe dell'edilizia scolastica;
secondo tale articolo, il ministero della pubblica istruzione realizza e cura l'aggiornamento, nell'ambito del proprio sistema informativo e con la collaborazione degli enti locali interessati, di un'anagrafe nazionale dell'edilizia scolastica diretta ad accertare la consistenza, la situazione e la funzionalità del patrimonio edilizio scolastico. Detta anagrafe sarebbe articolata per regioni e costituirebbe lo strumento conoscitivo fondamentale ai fini dei diversi livelli di programmazione degli interventi nel settore;
per la realizzazione di tale anagrafe furono autorizzati stanziamenti, già a decorrere dal 1995, per lire 20 miliardi e di lire 200 milioni annui a decorrere dal 1996. Nonostante i fiumi di denaro erogati e 13 anni di tempo trascorso, detta anagrafe non ha mai prodotto dati significativi;
dopo la strage di San Giuliano di Puglia, in Molise, dove sotto le macerie della scuola pubblica Jovine, il 31 ottobre 2002, persero la vita 27 bambini e 1 maestra, vennero stanziati 500 milioni di euro, ma solo nel 2008 quel denaro pubblico è stato speso (parzialmente). Dal 2002 sono state censite appena 3 mila scuole pubbliche sulle 57 mila;
il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Mariastella Gelmini, dopo la morte del giovane Vito Scafidi nel liceo Darwin di Rivoli, ha promesso, in conformità a quanto già previsto dall'anagrafe dell'edilizia scolastica, che entro gennaio 2009 sarebbe riuscita a rivelare ai cittadini italiani quante scuole presentano situazioni di rischio;
l'Italia è tra le aree sismicamente più attive del pianeta. È stato calcolato come ogni anno i terremoti possono danneggiare in media 22 mila abitazioni, fare 700 vittime e circa 2 miliardi di euro di danni strutturali. Nonostante tutto, l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3274 - emanata il 20 marzo 2003 e pubblicata in Gazzetta ufficiale l'8 maggio 2003 - frutto della collaborazione dei massimi esperti italiani, che conteneva la nuova mappatura sismica e le nuove norme tecniche per costruire nelle zone a rischio, con tanto di tempistica di applicazione ben definita, non è ancora entrata in vigore. A meno di ulteriori slittamenti, sarà operativa a fine giugno del 2009. Nel frattempo è ancora in vigore l'obsoleta normativa del 1974;
attualmente a Orta Nova, in provincia di Foggia, vi sono scuole pubbliche che rischiano di crollare e per le quali vi sono state innumerevoli segnalazioni ed esposti alle autorità competenti. Sono scuole vecchie e insicure in un territorio soggetto a «sismicità medio-alta» (zona 2) (si confronti l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3274). Senza certificati di idoneità statica, antincendio ed agibilità sanitaria. Gli impianti elettrici non sono a norma, non esistono uscite di emergenza e scale di sicurezza. Le gravi carenze sono state evidenziate dai vigili del fuoco di Capitanata (rapporto n. 28329 del 12 gennaio 2009, nonché rapporto n. 281 del 19 gennaio 2009, entrambi indirizzati al sindaco Giuseppe Moscarella al suo terzo mandato);
ogni giorno, all'interno di queste scuole a serio rischio di crollo, studiano e lavorano 1.649 alunni e 400 tra insegnanti e personale non docente. Nella notte del 6 gennaio 2009 è crollato un solaio della scuola media statale Pertini. Recentemente si sono spalancate crepe vistose nelle travi in alcuni pilastri e si sono spalancate alcune voragini nelle pavimentazioni. Indi sono precipitati al suolo numerosi mattoni e abbondanti calcinacci;
il pericolo investe, oltre alla scuola Pertini, anche la scuola elementare Papa Giovanni XXIII, il liceo classico Zingarelli ed un'ala dell'istituto tecnico Olivetti (ingresso via IV novembre). Tali edifici sono stati edificati negli anni '60 e primi anni '70, con materiali poveri: sabbione, ciottoli di fiume e cemento scadente;
l'amministrazione comunale ha percepito dallo Stato quasi 2 milioni di euro per mettere in sicurezza le scuole pubbliche del paese. L'ultima elargizione erogata dal ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ai sensi della legge n. 289 del 2002, ammonta a 782 mila euro (progetto di adeguamento e ristrutturazione proprio della scuola Pertini). Sulla medesima scuola l'amministrazione municipale aveva già percepito un precedente finanziamento di ben 500 mila euro;
a quanto consta all'interpellante, il comune di Orta Nova è alla bancarotta. Al 31 dicembre 2008, i debiti comunali ammontano a 13 milioni di euro, mentre gli interessi risultano ufficialmente di quasi 800 mila euro l'anno;
un giornalista freelance, dottor Gianni Lannes, che stava svolgendo un'inchiesta sull'edilizia scolastica a Orta Nova, ha denunciato di essere stato picchiato dal sindaco Moscarella all'inizio di un tentativo di una sua intervista (a riguardo le agenzie del 9 gennaio 2009);
il 19 gennaio 2009 150 genitori di ragazzi frequentanti la scuola Pertini di Orta Nova hanno presentato un esposto a varie autorità per lo stato di evidente pericolosità in cui versa l'edificio scolastico -:
se non si ritenga necessario intervenire tempestivamente presso le scuole del comune di Orta Nova per tutelare l'incolumità degli alunni e del personale;
come intendano fare luce sul denaro pubblico speso per l'edilizia scolastica, compreso quello erogato per le scuole di Orta Nova;
quando si avranno risultati certi e definitivi dall'anagrafe dell'edilizia scolastica.
(2-00287)
«Leoluca Orlando».

MOZIONI SORO ED ALTRI N. 1-00260, DI PIETRO ED ALTRI N. 1-00230, PEZZOTTA ED ALTRI N. 1-00266 E CICCHITTO, COTA, LO MONTE ED ALTRI N. 1-00275 CONCERNENTI INIZIATIVE IN MATERIA DI CONTRASTO DELL'IMMIGRAZIONE CLANDESTINA E PER ASSICURARE IL RISPETTO DELLE NORME COSTITUZIONALI E INTERNAZIONALI, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLE OPERAZIONI DI RESPINGIMENTO

Mozioni

La Camera,
premesso che:
a seguito dell'accordo bilaterale stipulato dal Governo italiano con il Governo della Repubblica libica a Bengasi il 30 agosto del 2008 - legge di autorizzazione alla ratifica 6 febbraio 2009, n. 7 - è stata introdotta, in maniera operativa a partire dal maggio 2009, la nuova politica dei respingimenti in Libia delle persone intercettate nel canale di Sicilia, quali misure volte a contrastare il fenomeno dell'immigrazione clandestina;
nel summenzionato accordo bilaterale del 2008 non è possibile rinvenire alcun riferimento ai respingimenti bensì esclusivamente alle operazioni di pattugliamento congiunto;
allo stesso modo non è rinvenibile alcun riferimento alla possibilità di effettuare dei respingimenti di cittadini di Stati terzi nel protocollo firmato a Tripoli il 29 dicembre del 2007, né nel protocollo operativo che ha dato seguito a tale accordo, né tantomeno all'interno del testo dell'accordo di cooperazione nel campo della lotta al terrorismo, alla criminalità organizzata, ed al traffico degli stupefacenti e sostanze psicotrope, sottoscritto tra i due Paesi a Roma il 13 dicembre del 2000, al quale pure si fa riferimento nei suddetti protocolli firmati a Tripoli;
nel periodo compreso tra il 7 maggio e il 30 agosto 2009 sono state compiute 8 operazioni di respingimento nel corso delle quali 757 persone sono state ricondotte verso la Libia, secondo quanto dichiarato dal sottosegretario all'interno, Alfredo Mantovano, nel corso di un'audizione svoltasi davanti al Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione in data 22 settembre 2009;
il primo di tali respingimenti risale al 7 maggio 2009 quando 227 persone, tra cui 3 donne incinte, che viaggiavano su tre barconi nel canale di Sicilia sono state fatte salire su navi militari italiane e sono state riportate in Libia e lì consegnate alle autorità libiche;
il più recente caso di respingimento risale invece al 30 agosto 2009 e ha interessato 75 migranti raccolti in mare da una motovedetta italiana e riaccompagnati nel porto libico di Zawia nei pressi di Tripoli. Tra di essi vi erano 15 donne e 3 minorenni;
secondo quanto si apprende da informazioni giornalistiche e dalle segnalazioni di varie organizzazioni umanitarie internazionali e non governative, in tutti i casi di respingimento che hanno avuto luogo dal maggio 2009 alla data odierna, non vi è stata da parte delle autorità italiane alcuna procedura di identificazione dei migranti né un rilevamento delle loro condizioni di salute né la verifica dei requisiti per la concessione della protezione internazionale;
secondo dati ufficiali, nel 2008 circa il 75 per cento di coloro che hanno raggiunto l'Italia ha inoltrato formale richiesta di protezione internazionale e al 50 per cento di questi è stata concessa tale protezione o per lo meno un permesso di soggiorno per motivi umanitari;
inoltre, a seguito di un respingimento avvenuto il 1o luglio 2009 ad opera della Marina militare italiana, sono state ricondotte in Libia 82 persone tra cui sono stati individuati dai rappresentanti dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) 76 cittadini eritrei, un numero significativo dei quali risultava essere bisognoso di protezione internazionale, secondo quanto riportato nel corso del briefing per la stampa che l'Unhcr ha tenuto a Ginevra il 14 luglio 2009;
tali dati e informazioni rendono molto plausibile l'ipotesi che tra i migranti riportati in Libia dal maggio 2009 alla data odierna, vi fossero anche numerosi individui che avrebbero avuto il diritto di usufruire di protezione internazionale nel nostro Paese e che probabilmente, se questi stessi avessero avuto la possibilità di chiedere asilo, un gran numero di essi avrebbe ottenuto la protezione internazionale nel nostro Paese;
oltre a non aver accertato la sussistenza dei requisiti per l'ottenimento della protezione internazionale le autorità italiane dal maggio 2009 ad oggi hanno respinto i migranti verso un Paese ove i diritti dei rifugiati sanciti dalle norme internazionali non sono riconosciuti, dal momento che la Libia non ha ratificato la Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati e non ha dato attuazione alla Convenzione dell'Organizzazione dell'Unione africana del 1969 sui problemi dei rifugiati in Africa;
secondo il rapporto che Human rights watch - nota organizzazione umanitaria non governativa con sede negli Stati Uniti d'America - ha pubblicato il 21 settembre 2009, in Libia non esistono le strutture per la verifica delle richieste d'asilo e i migranti, pur essendo cittadini di Stati terzi, sono imprigionati e sottoposti a trattamenti inumani e degradanti e detenuti presso strutture sovraffollate, in precarie condizioni igieniche e senza alcuna assistenza di tipo legale;
il principio di non respingimento (non-refoulement) è uno dei principi fondamentali del diritto internazionale relativo ai diritti umani e si configura come il divieto per gli Stati di respingere o reindirizzare una persona verso luoghi ove la sua libertà e la sua incolumità personale possano essere messe a repentaglio;
l'articolo 33 della Convenzione relativa allo statuto dei rifugiati del 1951, firmata a Ginevra il 28 luglio 1951 e ratificata dall'Italia con legge 24 luglio 1954, n. 722, stabilisce che: «nessuno Stato contraente espellerà o respingerà, in qualsiasi modo, un rifugiato verso i confini di territori in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate a motivo della sua razza, della sua religione, della sua cittadinanza, della sua appartenenza a un gruppo sociale o delle sue opinioni politiche.»;
l'articolo 14 della Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948, sancisce il diritto di chiedere asilo in caso di persecuzione;
la Convenzione internazionale per la salvaguardia della vita umana in mare del 1974 (acronimo inglese Solas) nonché la Convenzione internazionale marittima sulla ricerca e il salvataggio marittimo del 1979 (acronimo inglese Sar) obbligano gli Stati a condurre le persone salvate in mare in un porto sicuro;
è ormai unanimemente ritenuto che il principio di non-refoulement si configuri quale diritto internazionale consuetudinario ovvero appartenga alle norme che vincolano ugualmente tutti gli stati appartenenti alla comunità internazionale;
è inoltre possibile affermare che il principio di non-refoulement abbia assunto natura di carattere cogente (jus cogens) in quanto «norma che sia stata accettata e riconosciuta dalla comunità internazionale degli Stati (...) in quanto norma alla quale non è permessa alcuna deroga e che non può essere modificata che da una nuova norma di diritto internazionale generale avente lo stesso carattere», secondo quanto codificato dall'articolo 53 della Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati del 1969;
il summenzionato principio di non-refoulement non si applica solamente quando una persona si trova nel territorio di uno Stato (territorio, acque territoriali e spazio aereo), ma anche quando un individuo è sottoposto alla effettiva giurisdizione di uno Stato, come nel caso di pattugliamenti e respingimenti che avvengono ad opera di appartenenti alle forze armate italiane;
in ogni caso l'articolo 4 del codice della navigazione stabilisce che una nave italiana sia che essa si trovi in acque territoriali, zona contigua, alto mare o mare di altro Stato, è considerata territorio italiano e quindi su di essa si applicano tutte le norme in vigore nella Repubblica italiana;
l'articolo 3 della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura del 1984 vieta di respingere o estradare una persona verso un altro Stato, qualora vi siano serie ragioni di credere che in tale Stato essa rischia di essere sottoposta a tortura o a violazioni sistematiche dei diritti dell'uomo;
analogamente l'articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (Cedu), come interpretato dalla Corte europea di Strasburgo, stabilisce che nessun individuo possa essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti e che non possa essere allontanato verso uno Stato dove rischi di subire un tale trattamento e la giurisprudenza della stessa Corte ha più volte sottolineato che tale divieto si applica anche nel contesto di espulsioni o respingimenti e qualora vi sia un rischio di espulsioni o respingimenti a catena;
l'articolo 4 del protocollo n. 4 aggiuntivo alla già citata Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali vieta le espulsioni collettive dì stranieri e va ricordato che secondo la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo sono da considerarsi espulsioni collettive tutte quelle misure di allontanamento degli stranieri effettuate senza un esame individuale della situazione di ciascuna persona;
l'articolo 13 del regolamento (CE) n. 562/2006 consente agli Stati di respingere gli stranieri che non soddisfino i requisiti per l'ingresso ma prevede anche che tali respingimenti debbano sempre avvenire nel rispetto delle norme relative al diritto d'asilo ed esclusivamente attraverso un provvedimento motivato che indichi le ragioni precise di tale respingimento;
l'articolo 21 della direttiva 2004/83/CE richiede agli Stati membri di rispettare il principio di non-refoulement in conformità dei propri obblighi internazionali;
l'articolo 6, comma 5, della direttiva 2005/85/CE stabilisce che allo straniero venga garantita la possibilità di accedere alla procedura volta all'ottenimento della protezione internazionale;
l'articolo 10 della Costituzione italiana sancisce che l'ordinamento giuridico italiano si conforma a tutte le norme di diritto internazionale generalmente riconosciute (primo comma), che esiste una riserva di legge rinforzata in materia di status giuridico dello straniero (secondo comma), che nel territorio della Repubblica è garantito il diritto d'asilo allo straniero al quale sia impedito nel suo Paese l'esercizio delle libertà democratiche;
l'articolo 10 del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, prevede che il respingimento non possa applicarsi nei casi previsti dalle disposizioni vigenti disciplinanti l'asilo politico, il riconoscimento dello status di rifugiato o la concessione di misure di protezione temporanea per motivi umanitari;
l'articolo 19 del suddetto testo unico prevede che in nessun caso sia ammissibile il respingimento verso uno Stato in cui lo straniero possa essere perseguitato per motivi di sesso, razza, religione, lingua, cittadinanza, orientamento politico, di condizioni personali e sociali ovvero possa rischiare di essere rinviato verso un altro Stato nel quale non sia protetto dalla persecuzione;
l'articolo 5, comma 2, della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (Cedu) stabilisce che vi sia l'obbligo di informazione, in lingua comprensibile alla persona interessata, sui motivi alla base della privazione della libertà;
l'articolo 3 del regolamento di attuazione del testo unico fa obbligo di comunicare allo straniero, mediante consegna a mani proprie, un provvedimento di respingimento scritto e motivato;
alla luce di tutte le precedenti affermazioni, si deduce che non possono essere invocati a fondamento giuridico degli atti di respingimento il fatto che essi vengano attuati in virtù di un accordo bilaterale con la Repubblica libica, dal momento che il principio di non-refoulement, in quanto norma di jus cogens, è del tutto inderogabile e gerarchicamente sovraordinato rispetto a qualsiasi altra fonte giuridica,

impegna il Governo:

ad assicurare che le attività di contrasto dell'immigrazione clandestina siano conformi alle norme internazionali consuetudinarie e pattizie, alle norme comunitarie e alle disposizioni costituzionali e ordinarie del nostro Paese;
a rivedere, anche alla luce delle dichiarazioni rilasciate in data 21 settembre 2009 a Bruxelles dal vice presidente della Commissione europea con delega all'immigrazione, Jacques Barrot, e dall'Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Antonio Guterres, le politiche di gestione dei flussi migratori nel canale di Sicilia nonché l'implementazione pratica dell'accordo con la Libia, chiarendo la sostanziale differenza tra il pattugliamento del tratto di mare tra Italia e Libia e un comportamento attivo quale quello del respingimento dei migranti intercettati;
ad assicurare procedure d'asilo eque e complete, compreso il diritto di eccepire il timore di trattamento contrario all'articolo 3 della Cedu per ciascuna persona sotto il controllo delle autorità italiane, compresi coloro che vengono intercettati in mare nonché il rispetto della inviolabilità della libertà personale così come stabilito dall'articolo 13 della Costituzione italiana.
(1-00260)
«Soro, Zaccaria, Sereni, Bressa, Castagnetti, Livia Turco, Amici, Bachelet, Boccuzzi, Boffa, Brandolini, Marco Carra, Causi, Cavallaro, Cenni, Corsini, D'Antona, De Biasi, De Pasquale, Duilio, Esposito, Farinone, Fedi, Ferranti, Fontanelli, Froner, Ghizzoni, Gnecchi, Graziano, Lucà, Lulli, Marchi, Marchioni, Mazzarella, Melis, Mogherini Rebesani, Motta, Murer, Pistelli, Quartiani, Rampi, Realacci, Rigoni, Samperi, Siragusa, Tullo, Maurizio Turco, Vannucci, Vassallo, Velo, Vernetti, Vico, Villecco Calipari, Viola, Zampa, Lo Moro, Touadi, Narducci, Andrea Orlando, Tidei, Gianni Farina».

Proposta emendativa riferita alla mozione Soro ed altri n. 1-00260

Nel dispositivo, aggiungere, in fine, i seguenti capoversi:
ad adoperarsi in ogni sede, sia bilaterale sia sollecitando un intervento diplomatico dell'Unione europea nell'ambito dei negoziati con la Libia in materia di immigrazione, affinché la Libia ratifichi al più presto la Convenzione Onu sui rifugiati del 1953, quale condizione essenziale per poter consentire all'Alto commissariato Onu sui rifugiati di monitorare il rispetto dei diritti umani dei migranti sul territorio libico;
a richiedere, in applicazione dell'articolo 6 del Trattato di amicizia Italia-Libia, un effettivo monitoraggio del rispetto dei diritti umani dei migranti che si trovano nei centri di detenzione in Libia, anche attraverso la facilitazione di missioni in Libia di organizzazioni umanitarie indipendenti e di competenti istituzioni del nostro Paese.
1-00260/1. Mecacci, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Maurizio Turco, Zamparutti.

La Camera,
premesso che:
secondo dati diffusi da Fortress Europe, osservatorio sulle vittime dell'emigrazione e rassegna stampa che dal 1988 fa memoria delle vittime delle frontiere europee, dall'inizio del mese di maggio 2009 i respingimenti di cui si ha notizia sono stati circa 1.216 (i dati sono riscontrabili sul sito http://fortresseurope.blogspot.com);
è il 7 maggio 2009 quando le autorità italiane danno inizio ai primi respingimenti: 238 rifugiati e migranti, tra i quali anche 41 donne, di cui 3 in stato di gravidanza, soccorsi in acque internazionali dalla Guardia costiera e dalla Guardia di finanza italiane, vengono ricondotti in Libia; molti di questi migranti arrivati a bordo dei barconi non potevano essere respinti perché provenivano da aree dove sono in atto guerre e persecuzioni, come ad esempio la Somalia, uno dei cinque Paesi meno sviluppati del mondo, nella cui capitale si stanno da tempo intensificando i combattimenti tra estremisti islamici di al-Shabab e le forze del Gun, la coalizione di unità nazionale. Solo nella regione di Mogadiscio si registrano dal 7 maggio a oggi più di 100 morti e 46.000 profughi;
altri episodi di respingimenti collettivi in Libia (Paese che, va ricordato, non ha aderito alla Convenzione di Ginevra del 1951 e che quindi non dispone ancora di un sistema di protezione e non risulta ancora in grado di fornire alcuna garanzia che le persone, anche quelle bisognose di protezione internazionale, non vengano rimpatriate nei loro Paesi di origine) si sono succeduti in questi ultimi mesi senza che siano state accertate né l'identità né la nazionalità dei rifugiati, azione fondamentale per stabilire se potevano ottenere lo status di rifugiato politico o di richiedente asilo;
tali decisioni urtano palesemente contro l'articolo 19 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea che recita: «Nessuno può essere allontanato, espulso o estradato verso uno Stato in cui esiste un rischio serio di essere sottoposto alla pena di morte, alla tortura o ad altre pene o trattamenti inumani o degradanti.» e le disposizioni della Convenzione di Ginevra che impongono il «non refoulement» degli aventi diritto all'asilo politico, che in pratica sono quasi il 30 per cento dei migranti che partono dalla Libia;
risulta che tutti questi rifugiati e migranti provengono anche da vari Paesi dell'Africa sub-sahariana, ma nessuno dal Maghreb: la maggioranza dalla Nigeria, che nel 2008 ha rappresentato il gruppo più numeroso di richiedenti asilo in Italia; altri dalla Costa d'Avorio, dal Ghana e dal Mali;
risulta inoltre che tutti i naufraghi, a tutt'oggi, vengono trattenuti nel centro di Duisha, vicino Tripoli, che però non prevede la presenza di donne, per le quali è previsto il trasferimento al centro di Zawia, a 40 chilometri dalla capitale;
la portavoce della sezione italiana dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, l'Unhcr, Laura Boldrini, ha ricordato che il principio di non respingimento vale anche in acque internazionali e non conosce limitazione geografica, ed è contenuto anche nella normativa europea e nell'ordinamento giuridico italiano;
tra i respinti in Libia il 7 maggio 2009 vi sono 24 persone, per la maggior parte somali ed eritrei, che hanno richiesto allo studio Lana Lagostena Bassi di Roma, di presentare ricorso contro il Governo italiano presso la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo;
il 15 maggio 2009, il rappresentante in Italia dell'Unhcr, Laurens Jolles, ha incontrato il Ministro dell'interno italiano per discutere delle implicazioni derivanti dalla politica dei respingimenti di migranti e richiedenti asilo verso la Libia attuata recentemente dal nostro Governo con la richiesta di riammettere queste persone sul territorio italiano sottolineando che «dal punto di vista del diritto internazionale, l'Italia è responsabile per le conseguenze del respingimento»; il Ministro dell'interno ha poi confermato la propria intenzione di mantenere questa linea affermando: «Andiamo avanti con i respingimenti, del problema si faccia carico l'Unione europea»;
l'Unhcr ha inoltre sottolineato che «il 75 per cento circa dei 36.000 migranti sbarcati sulle coste italiane nel 2008 - due su tre - ha presentato domanda d'asilo, sul posto o successivamente, mentre il tasso di riconoscimento di una qualche forma di protezione (status di rifugiato o protezione sussidiaria/umanitaria) delle persone arrivate via mare è stato di circa il 50 per cento. Nel 2008, la maggior parte delle persone arrivate via mare che ha ottenuto protezione internazionale proviene da Somalia, Eritrea, Iraq, Afghanistan e Costa d'Avorio»;
l'Unione forense per la tutela dei diritti dell'uomo ha ricordato che basterebbe organizzare le navi italiane per poter accogliere le domande d'asilo, nel solco della proposta del Cir per una legge organica sul diritto di asilo e la protezione sussidiaria avanzata nel 2006;
l'ultimo respingimento deciso dal Governo italiano nei confronti di un gruppo di migranti somali, intercettati alla fine d'agosto, su un gommone al largo delle coste siciliane, si è lasciato alle spalle una scia di polemiche e proteste, a cominciare da una lettera inviata dalla Commissione dell'Unione europea tanto all'Italia quanto a Malta, con la quale si chiedono «chiarimenti» sulla vicenda che ha visto coinvolti i due Paesi;
l'articolo 4 del IV protocollo della «Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali», vieta espressamente le espulsioni collettive;
i respingimenti, ancorché occorsi in acque internazionali, riguardano migranti fatti salire a bordo di unità marittime italiane, che in base all'articolo 4 del codice di navigazione sono sotto la giurisdizione dello Stato italiano e quindi sotto il testo unico sull'immigrazione (all'articolo 10, comma 4) come modificato dalla cosiddetta legge Bossi-Fini, che vieta il respingimento in frontiera «nei casi previsti dalle disposizioni vigenti che disciplinano l'asilo politico, il riconoscimento dello status di rifugiato ovvero l'adozione di misure di protezione temporanea per motivi umanitari»;
l'Alto commissario Onu per i diritti umani, Navi Pillay, ha in questi giorni denunciato le politiche nei confronti degli immigrati, adottate anche dall'Italia, «abbandonati e respinti senza verificare in modo adeguato se stanno fuggendo da persecuzioni, in violazione del diritto internazionale»,

impegna il Governo:

ad attuare una rigorosa politica di contrasto all'immigrazione clandestina colpendo soprattutto le organizzazioni criminali che gestiscono questa inaccettabile tratta di esseri umani;
a non proseguire la pratica dei respingimenti indiscriminati e collettivi degli emigranti più volte compiuti dalla Guardia di finanza che si è trovata a soccorrere in mare, e successivamente trasferire in Libia, oltre un migliaio di extracomunitari negli ultimi mesi;
a rispettare le normative internazionali relative al diritto di quanti si trovano nella condizione di chiedere asilo politico perché provenienti da Paesi in guerra, come è stato abbondantemente accertato per quanti fuggono soprattutto dalla guerra civile in Somalia.
(1-00230)
«Di Pietro, Donadi, Evangelisti, Borghesi, Barbato, Cambursano, Cimadoro, Di Giuseppe, Di Stanislao, Favia, Aniello Formisano, Messina, Misiti, Monai, Mura, Leoluca Orlando, Paladini, Palagiano, Palomba, Piffari, Porcino, Pisicchio, Razzi, Rota, Scilipoti, Zazzera».

La Camera,
premesso che:
l'articolo 19 del Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra la Repubblica Italiana e la Grande Giamahiria araba libica popolare socialista, fatto a Bengasi il 30 agosto 2008 prevede l'intensificazione della collaborazione e la definizione di iniziative volte a prevenire il fenomeno dell'immigrazione clandestina nei Paesi di origine dei flussi migratori;
i pattugliamenti misti delle coste rientrano tra tali iniziative;
tuttavia, tra il maggio e l'agosto 2009, le unità militari italiane sono state attivamente coinvolte in procedure di respingimento diretto verso le coste africane di natanti carichi di migranti senza aver proceduto ad alcuna loro identificazione, aver rilevato le loro condizioni di salute o verificato i requisiti per la concessione della protezione internazionale;
l'articolo 33 della Convenzione di Ginevra del 1951 sui rifugiati prevede il divieto di espellere o respingere - in nessun modo - un rifugiato verso le frontiere dei luoghi ove la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate a causa della sua razza, religione, nazionalità, appartenenza ad una determinata categoria sociale o convinzioni politiche (cosiddetto principio di «non refoulement»);
l'articolo 3 della Convenzione Onu contro la tortura (Cat) vieta l'espulsione e il respingimento verso un territorio dove la persona potrebbe subire tortura, trattamento inumano o degradante o dove esista il concreto rischio di essere espulso verso un territorio dove ci sia un rischio di subire tale trattamento;
l'articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (Cedu) dispone un divieto analogo a quello della Convenzione Onu contro la tortura;
l'articolo 14 della Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948 sancisce il diritto di chiedere asilo in caso di persecuzione;
alla Corte per i diritti umani di Strasburgo è stato presentato un ricorso italiano da parte di 24 rifugiati somali ed eritrei respinti dall'Italia il 7 maggio 2009 per la violazione all'articolo 3 della Convenzione europea sui diritti umani ed altri articoli della stessa Convenzione;
l'articolo 4 del Protocollo aggiuntivo n. 4 della Cedu vieta in ogni caso misure di espulsione e di respingimento collettive, ovvero senza provvedimenti individualizzati;
secondo le più recenti interpretazioni la direttiva comunitaria 2003/9/CE che prevede l'obbligo di ammissione alla procedura d'asilo a chi lo richiede, si applica anche quando esiste l'effettivo controllo dell'autorità dello Stato membro sulla persona come, nella fattispecie, il comandante della nave militare;
il Codice frontiere Schengen del novembre 2007 prevede che le operazioni di controllo alle frontiere esterne dell'Unione europea siano fatte nel pieno rispetto degli obblighi derivanti dalla Convenzione di Ginevra sui rifugiati;
durante le citate operazioni di respingimento non risulterebbe esser stato applicato l'articolo 3 del regolamento di attuazione del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero di cui al decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1999, n. 394 secondo cui il respingimento deve essere «comunicato allo straniero mediante consegna a mani proprie o notifica del provvedimento scritto e motivato, contenente indicazioni delle eventuali modalità di impugnazione»;
il comma 1 dell'articolo 19 del citato testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 e successive modifiche recita «in nessun caso può disporsi l'espulsione o il respingimento verso uno Stato in cui lo straniero possa essere oggetto di persecuzione per motivi di razza, sesso, lingua, cittadinanza, religione, opinioni politiche, condizioni personali o sociali, ovvero possa rischiare di essere rinviato verso un altro Stato nel quale non sia protetto dalla persecuzione». Lo stesso articolo, al comma 2, vieta l'espulsione di stranieri minori di anni 18 e di donne in stato di gravidanza o nei 6 mesi successivi alla nascita del figlio. Quest'ultimo divieto con sentenza della Corte di Cassazione del 27 luglio 2000, n. 376 è stato esteso al marito convivente della donna in stato di gravidanza o nei sei mesi successivi alla nascita del figlio;
tra gli stranieri respinti risulterebbero anche donne in gravidanza e minori e secondo i rappresentanti dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) tra le persone respinte vi sarebbero state persone che avrebbero avuto il diritto di usufruire di protezione internazionale;
inoltre i migranti sarebbero stati respinti verso un Paese in cui non sono riconosciuti i diritti dei rifugiati, non avendo, la Libia ratificato la Convenzione di Ginevra sullo status dei rifugiati, né dato attuazione alla Convenzione dell'Organizzazione dell'Unione africana del 1969 sui problemi dei rifugiati in Africa;
la Commissione europea ha chiesto informazioni all'Italia proprio sui respingimenti collettivi, dopo che le procure di Agrigento e Siracusa hanno aperto indagini penali iscrivendo nel registro degli indagati alti esponenti della Guardia di finanza e dopo che la Corte europea dei diritti dell'uomo ha continuato a ricevere gli esposti di quanti sono stati deportati in Libia;
la presidenza svedese di turno dell'Unione europea è determinata a trovare risposte comuni, e ha assicurato che la «solidarietà» fra gli Stati membri sulle richieste di asilo costituisce una priorità, sulla base del «Patto europeo su immigrazione e asilo» sottoscritto da tutti i Paesi dell'Unione europea nel 2008,

impegna il Governo:

ad una maggiore attenzione e osservanza delle leggi nazionali vigenti e delle normative comunitarie ed internazionali in materia di diritto di asilo e ad evitare il riproporsi in futuro di analoghi episodi di respingimenti collettivi di migranti;
a predisporre sulle unità navali addette al pattugliamento delle coste maggiormente soggette a fenomeni di immigrazione clandestina, l'idonea organizzazione per espletare tutte le procedure atte a consentire l'accoglimento delle domande di asilo;
ad attuare una politica di allontanamento e di rimpatrio efficace, nel rispetto della legalità e della dignità umana;
ad adottare ogni utile iniziativa volta a fornire un maggior sostegno ai Paesi terzi perché potenzino la capacità di sviluppare sistemi propri di asilo e protezione nel rispetto della dignità umana;
a favorire l'approvazione e la realizzazione del programma «Stoccolma» promosso dalla presidenza svedese di turno dell'Unione europea, che ha fatto della cooperazione europea in materia di giustizia, affari interni e immigrazione una delle sue priorità.
(1-00266)
«Pezzotta, Vietti, Buttiglione, Volontè, Adornato, Compagnon, Ciccanti, Naro, Rao».

La Camera,
premesso che:
negli ultimi anni si è verificata una rapida trasformazione degli equilibri internazionali che avevano regolato i rapporti fra gli Stati nel '900. La caduta del muro di Berlino, di cui si è festeggiato, con grande enfasi, proprio in questa settimana il ventennale, rappresenta uno spartiacque fondamentale nello sviluppo sociale e politico delle società contemporanee;
per evitare che tale ricorrenza assuma una connotazione quasi esclusivamente formale, bisogna accettare con coraggio e definitivamente le sfide che il nuovo mondo nato da quel crollo ci ha posto. Con la caduta del muro di Berlino sono crollati confini non solo geografici, ma anche politici, sociali ed economici, che limitavano, permettendo di governarlo, il mondo di allora. Basterebbe un rapido sguardo alla cartina geografica, soprattutto europea e, in particolare, dell'area balcanica, per comprendere quanto profondi siano stati i cambiamenti;
oggi esiste una mobilità che per certi versi può definirsi estrema, anche per la velocità con cui si caratterizza, che ci era sconosciuta fino a pochi anni fa. Un elemento che va valutato non solo in chiave economica, ma anche sociale e demografica;
la fase di nuova globalizzazione che si sta vivendo necessita di strumenti di controllo adeguati e di una nuova visione del mondo: una necessità che riguarda, in particolare, l'Europa;
l'affermazione di nuovi protagonisti sulla scena mondiale, realtà geopolitiche di carattere continentale, come l'India o la Cina, caratterizzate da uno sviluppo demografico enorme, da un sistema non sempre particolarmente favorevole al rispetto dei diritti umani., da elementi di crescita socioeconomica estremamente dinamica, ci pongono di fronte a nuove e complesse problematiche anche sul piano delle relazioni internazionali;
nell'ottobre 2008 uno dei principali quotidiani bengalesi ha scritto: «È molto significativo che siano stati spesi migliaia di miliardi di dollari per rimettere in sesto i principali istituti finanziari del mondo, mentre i 12,3 miliardi di dollari previsti dall'Onu per combattere la crisi alimentare ancora non si vedono. L'obiettivo di sradicare la povertà estrema entro la fine del 2015 è sempre meno realistico, non per carenza di risorse, ma perché non c'è un vero interesse per i poveri del mondo»;
la pressione demografica sui confini europei è destinata inevitabilmente ad aumentare, in quanto la globalizzazione ha aperto i mercati ma anche le frontiere, determinando un aumento esponenziale della mobilità di uomini e mezzi e riducendo estremamente le distanze;
l'Europa non può reggere il peso dei popoli migranti, in quanto non è in grado di integrare l'enorme massa di uomini che chiedono di entrare nei suoi confini, né può farlo l'Italia o nessun altro singolo Paese europeo;
non è pensabile riuscire a fronteggiare l'attuale situazione senza una serie di regole chiare che permettano di governare gli ingressi dei migranti in Europa e nel nostro Paese;
è necessario ragionare su come sviluppare una politica comune a livello europeo di fronte all'aumento dei flussi migratori ed è fondamentale focalizzare gli strumenti e le politiche attive più adeguate a gestire la «globalizzazione», affinché la stessa diventi una possibilità di sviluppo e non un processo di ulteriore aumento delle differenze a livello planetario;
a livello europeo, si deve prendere atto che non esiste una lista di «Paesi sicuri»: di quei Paesi, cioè, dai quali si da per certo che non possa provenire un rifugiato;
non si può accettare che richieste di asilo politico diventino lo strumento per ingressi clandestini in Europa, avendo coscienza e conoscenza del fatto che molti immigrati nascondono la propria identità volutamente, con il fine specifico di non farsi riconoscere e con la certezza che i tempi necessari alle autorità per il loro riconoscimento gli permetteranno di far perdere le proprie tracce;
appare necessario che il Governo prosegua nella sua azione di persuasione delle istituzioni europee rispetto all'introduzione del principio del burden sharing, affinché venga declinato con l'individuazione di meccanismi strutturati (non più su base volontaria) per la ridistribuzione degli immigrati intercettati nel corso delle operazioni marittime coordinate da Frontex;
nella stessa ottica è fondamentale il rafforzamento dell'impegno per la piena attuazione del sistema europeo di asilo attraverso la fissazione di status, procedure e livelli di accoglienza unici e, in questa prospettiva, l'attuazione del futuro Ufficio europeo di supporto per l'asilo;
su queste basi dovrebbero essere avviati progetti per il trattamento delle domande di protezione al di fuori del territorio dell'Unione europea, che consentirebbero di istituire canali dedicati all'ingresso dei richiedenti asilo nell'Unione;
il Governo italiano, anche nell'ottica di un concreto e necessario controllo dei flussi migratori, ha raggiunto con la Libia un accordo storico di enorme importanza anche per l'intera Europa;
il Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione firmato a Bengasi il 30 agosto 2008 e ratificato con legge 6 febbraio 2009, n. 7, persegue l'obiettivo strategico per un verso della chiusura definitiva del «capitolo del passato», con la soluzione dei contenziosi bilaterali, e, per altro verso, della costruzione di una nuova fase delle relazioni italo-libiche, basata sul rispetto reciproco, sulla pari dignità e su un rapporto paritario e bilanciato;
nel Trattato si afferma l'impegno a operare per il rafforzamento della pace, della sicurezza e della stabilità, in particolare nella regione del Mediterraneo, e si è ribadita la centralità delle Nazioni Unite nel sistema delle relazioni internazionali, impegnando le parti ad adempiere in buona fede agli obblighi derivanti dai principi e dalle norme del diritto internazionale universalmente riconosciuti, nonché inerenti al rispetto dell'ordinamento internazionale;
in particolare, all'articolo 19 è stata prevista l'intensificazione della collaborazione nella lotta al terrorismo, alla criminalità organizzata, al traffico di stupefacenti e all'immigrazione clandestina, con un richiamo all'accordo firmato a Roma il 13 dicembre 2000 e con un esplicito riferimento alle successive intese tecniche, tra cui, in particolare, per quanto concerne la lotta all'immigrazione clandestina, i protocolli di cooperazione firmati a Tripoli il 29 dicembre 2007. Secondo quanto stabilito, le due parti si impegnano a promuovere la realizzazione di un sistema di controllo delle frontiere terrestri libiche, da affidare a società italiane in possesso delle competenze tecnologiche necessarie. L'Italia, in particolare, si è impegnata a sostenere il 50 per cento dei costi di realizzazione di tale sistema, mentre per il restante 50 per cento Italia e Libia chiederanno all'Unione europea di farsene carico, tenuto conto delle intese intervenute tra Tripoli e Bruxelles con la firma di un Memorandum of understanding (MoU) nel luglio 2007. Su un piano più generale, le due parti hanno deciso di collaborare alla definizione di iniziative volte a prevenire il fenomeno dell'immigrazione clandestina nei Paesi di origine dei flussi migratori;
l'accordo rappresenta una svolta decisiva nella definizione di un approccio più adeguato e realistico, in un'ottica mediterranea e continentale, alla necessità di un controllo adeguato dei flussi migratori che investono in questi anni l'intero continente europeo;
la Libia non è un Paese di emigrazione, costituisce, però, un territorio di transito per l'immigrazione sub-sahariana, macroregione estremamente povera e, peraltro, vittima di continui conflitti: Sudan, Ciad e Niger sono gli Stati che toccano il fianco sud della Libia. A partire dal 2003 in Sudan si è sviluppata una drammatica crisi umanitaria, che nella regione del Darfur ha finora provocato circa 300.000 morti e più di due milioni tra sfollati e rifugiati. Questa massa migratoria genera ripercussioni anche nel vicino Ciad, costretto ad ospitare numerosi campi profughi. Anche il Niger è territorio di transito di migranti provenienti dalla Nigeria, lo Stato più popoloso dell'Africa e con prospettive di crescita demografica allarmanti. L'immigrazione sub-sahariana include anche flussi originari della regione del Corno d'Africa, dove le prospettive di sviluppo sono indebolite dalla persistente tensione militare sul confine etiopico-eritreo e dall'insoluta crisi somala;
tutte le rotte migratorie convergono verso il lunghissimo confine meridionale della Libia, estremamente permeabile in quanto territorio desertico e carente di adeguate strutture di monitoraggio. La limitatezza dei mezzi è un problema che emerge anche per quanto riguarda i quasi 1800 chilometri di costa mediterranea, per i quali la Libia non dispone di forze navali sufficienti per il pattugliamento;
la Libia è, dunque, ponte di transito per flussi migratori di enorme portata, che inevitabilmente trovano nel Mediterraneo e nell'Italia in particolare l'approdo naturale, e pensare di non governare questa nuova realtà, appellandosi ad una sorta di indistinto diritto alla migrazione, senza regole e controlli, appare oltremodo irrealistico e pericoloso;
anche per questo motivo il Governo italiano ha optato per un'intesa bilaterale con la Libia, procedendo lungo un percorso già avviato dal Governo precedente, in quanto la via dell'accordo bilaterale è coerente con l'interesse dell'Italia ad una compartecipazione costruttiva nella gestione del flusso migratorio;
il Trattato di amicizia ha, inoltre, il pregio di coinvolgere sempre di più la Libia su un percorso virtuoso in tema di diritti umani. Il Paese africano non ha sottoscritto, infatti, la Convenzione di Ginevra del 1951 relativa allo status dei rifugiati, ma ha firmato e ratificato la Convenzione dell'Unione africana del 1969 relativa a specifici aspetti della problematica dei rifugiati in Africa, che è complementare alla Convenzione di Ginevra e impegna Tripoli a garantire protezione non solo ai perseguitati, ma anche alle vittime di invasioni, guerre civili e altri eventi di ben più ampia portata rispetto addirittura a quelli previsti dalla Convenzione di Ginevra. Inoltre, attualmente la Presidenza dell'Assemblea generale dell'Onu è ricoperta da un rappresentante della Libia;
fondamentale sarà l'azione dell'Italia in seno alle istituzioni europee. In materia di immigrazione l'Unione europea ha recentemente approvato la direttiva 2008/115, che stabilisce standard e procedure comuni per il rimpatrio degli immigrati irregolari e sponsorizza la cooperazione degli Stati membri con i Paesi di origine e di transito. L'Unione europea si è interessata alla rotta migratoria che attraversa la Libia, con un progetto specifico di monitoraggio della frontiera con il Niger, un progetto rientrante nel programma quadro «Asilo e migrazione»;
nel contempo Frontex, l'agenzia comunitaria per la gestione delle frontiere, è impegnata in attività di formazione della polizia doganale libica e trasferimento di tecnologie, ma occorre che il Governo prosegua nella richiesta di miglioramento dell'Agenzia, quanto a capacità di assistere gli Stati membri più esposti al fenomeno migratorio e di ottenere un maggiore coinvolgimento di tutti i Paesi membri e dei Paesi terzi nelle operazioni congiunte;
l'Unione europea ha le potenzialità per incidere in profondità nei rapporti che intrattiene con i suoi interlocutori sul piano delle relazioni esterne: su queste potenzialità il nostro Paese deve investire la sua azione diplomatica. L'Italia con il Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione firmato a Bengasi il 30 agosto 2008 diviene portavoce e riferimento di una politica estera di vicinato dell'intera Unione europea, che nei confronti della Libia può dimostrare una grande forza di attrazione;
l'iniziativa di riconsegna degli immigrati irregolari alla Libia è stata effettuata in conformità al vigente quadro normativo interno ed internazionale;
i citati Protocolli aggiuntivi al Trattato di amicizia del 29 dicembre 2007 e l'ulteriore protocollo aggiuntivo del 4 febbraio 2009, sottoscritto dal Ministro dell'interno, prevedono la possibilità di organizzare dispositivi di pattugliamento congiunto in mare, con operazioni di controllo, ricerca e salvataggio in acque territoriali libiche ed in alto mare, da svolgere nel rispetto delle convenzioni internazionali;
la Convenzione per la salvaguardia della vita umana in mare (cosiddetta Convenzione Solas) del 1974, alla quale il nostro Paese ha aderito con legge n. 313 del 1980, invita gli Stati a contrastare le pratiche pericolose associate al trasporto di migranti via mare, impedendo la partenza delle imbarcazioni «a rischio», anche di bandiera estera, dalle proprie coste o dai propri porti;
le operazioni di pattugliamento congiunto attuate sono dirette a rafforzare proprio la responsabilità e la capacity building della Libia, anche sotto questo aspetto, e per questo non costituiscono né ipotesi di respingimento alla frontiera italiana, né ipotesi di mancato soccorso in mare;
la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (cosiddetta Convenzione Unclos o di Montego Bay), ratificata dall'Italia nel 1994, attribuisce all'unità navale di uno Stato, che intercetta una nave priva di nazionalità, il potere di inseguirla, fermarla, abbordarla e condurla entro un porto nazionale, laddove vi sia il sospetto, tra l'altro, di tratta degli schiavi;
il Protocollo addizionale alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale del 2000, entrato in vigore in Italia il 1o settembre 2006 e in Libia il 24 ottobre 2004, attribuisce ad unità navali di uno Stato che sospetti che un'imbarcazione priva di nazionalità eserciti traffico illegale di immigrati il potere di chiedere agli altri Stati di aiutarla a porre fine a tale pratica, anche fermando ed abbordando il natante;
la riduzione di oltre il 90 per cento degli sbarchi dall'inizio di maggio 2009 a settembre 2009, con una differenza di circa 17 mila persone in meno sbarcate dalla Libia rispetto allo stesso periodo del 2008, ha dimostrato che la politica delle riconsegne effettuate dal ministero dell'interno funziona;
l'Italia ha il dovere di continuare ad attuare una politica di riconsegna alla Libia, impedendo che il ricorso al diritto di asilo diventi uno strumento per aggirare le norme che regolano l'ingresso in Europa, ma non può farlo da sola: può e deve invece sensibilizzare l'Europa a muoversi in maniera coerente,

impegna il Governo:

a proseguire nell'azione di controllo e regolamentazione dei flussi migratori, al fine di contrastare con determinazione ogni forma di immigrazione clandestina, con lo scopo di attuare politiche attive capaci di contemperare i diritti dei popoli migranti con i diritti dei popoli residenti;
a proseguire nella lotta alla criminalità organizzata che regola e gestisce i flussi di immigrati clandestini;
a proseguire nell'azione di difesa e garanzia dei necessari livelli di sicurezza nel nostro Paese, contrastando a questo fine l'immigrazione clandestina e promuovendo l'immigrazione legale;
ad intervenire nei confronti dell'Unione europea affinché si definisca una politica comune di gestione e controllo dei flussi migratori a difesa degli equilibri sociali ed economici delle popolazioni europee ed affinché l'Europa possa diventare la meta di un'immigrazione effettivamente sostenibile, la sola capace di determinare sviluppo e progresso;
a proseguire nell'azione di riconsegna alla Libia degli immigrati irregolari, così come delineatasi in questi ultimi mesi, che ha drasticamente ridotto i rischi di tragedie in mare.
(1-00275)
«Cicchitto, Cota, Lo Monte, Bocchino, Santelli, Luciano Dussin, Bruno, Dal Lago, Calderisi, Pastore, Bernini Bovicelli, Vanalli, Bertolini, Volpi, Bianconi, Cristaldi, Calabria, De Girolamo, Distaso, La Loggia, Laffranco, Lorenzin, Orsini, Pecorella, Sbai, Stasi, Stracquadanio».

Proposta emendativa riferita alla mozione Cicchitto, Cota, Lo Monte ed altri n. 1-00275

Nel dispositivo, aggiungere, in fine, i seguenti capoversi:
ad adoperarsi in ogni sede, sia bilaterale sia sollecitando un intervento diplomatico dell'Unione europea nell'ambito dei negoziati con la Libia in materia di immigrazione, affinché la Libia ratifichi al più presto la Convenzione Onu sui rifugiati del 1953, quale condizione essenziale per poter consentire all'Alto commissariato Onu sui rifugiati di monitorare il rispetto dei diritti umani dei migranti sul territorio libico;
a richiedere, in applicazione dell'articolo 6 del Trattato di amicizia Italia-Libia, un effettivo monitoraggio del rispetto dei diritti umani dei migranti che si trovano nei centri di detenzione in Libia, anche attraverso la facilitazione di missioni in Libia di organizzazioni umanitarie indipendenti e di competenti istituzioni del nostro Paese.
1-00275/1. Mecacci, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Maurizio Turco, Zamparutti.

Risoluzione

La Camera,
premesso che:
il 30 agosto 2008, nella città di Bengasi in Libia, il leader libico Gheddafi e il Presidente del Consiglio Berlusconi hanno firmato il Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra Italia e Libia;
tale accordo prevede, tra l'altro, l'investimento in Libia di 5 miliardi di dollari provenienti dall'erario italiano attraverso la realizzazione di opere pubbliche, e che la Libia collabori con l'Italia nella lotta all'immigrazione clandestina;
tale accordo non prevede alcun impegno da parte della Libia alla ratifica e al rispetto della Convenzione ONU sui rifugiati del 1953, che consenta all'alto commissariato ONU per i rifugiati di monitorare ed accogliere le richieste di asilo politico e protezione umanitaria da parte dei migranti provenienti in Libia da paesi colpiti da conflitti armati o crisi umanitarie;
nelle settimane successive alla firma dell'accordo a Bengasi, il ministro degli interni Roberto Maroni ha più volte pubblicamente accusato la Libia di non rispettare gli accordi con l'Italia, consentendo lo sbarco di immigrati nel nostro Paese, ad esempio il 14 settembre 2008, dichiarando nel corso della festa dei popoli a Venezia che «La Libia non rispetta gli accordi sull'immigrazione e continua a lasciar partire clandestini a centinaia che giungono a Lampedusa»;
le prese di posizione del ministro Maroni si sono ripetute, ad esempio, il 27 dicembre 2008, quando il Ministero dell'interno ha reso pubblico che «Il ministro dell'interno Roberto Maroni ha telefonato questa mattina al collega degli esteri Franco Frattini chiedendogli di intervenire ufficialmente nei confronti delle autorità libiche in relazione all'ondata di sbarchi che si sono susseguiti negli ultimi giorni a Lampedusa»;
a proposito delle dichiarazioni dei ministro Maroni, il ministro degli esteri Frattini ebbe a dichiarare che, «La verità è che siamo in ritardo anche noi. Il Governo italiano ha adottato la ratifica di questo accordo firmato dal Presidente Berlusconi in agosto e purtroppo lo abbiamo mandato in Parlamento, per alcuni problemi tecnici, soltanto alcune settimane fa. Ora è in Parlamento, non ancora ratificato ma credo costituisca un impegno politico non solo per il Governo italiano ma anche per il Governo libico che lo ha già ratificato»;
sempre riguardo alle proteste del ministro Maroni nel confronti della Libia, il ministro della difesa Ignazio La Russa in un'intervista a Repubblica del 31 dicembre 2008 ha dichiarato «Per mille motivi che non tocca a me spiegare perché non li conosco, c'è un ritardo della Camera a ratificare il «Trattato di amicizia» firmato da Berlusconi e Gheddafi che prevede, fra tanti impegni anche onerosi per l'Italia, il pattugliamento congiunto delle coste libiche». Aggiungendo poi che: «Finché noi non adempiamo al nostro dovere di ratificare l'accordo italo-libico, perché mai il Colonnello dovrebbe far partire i pattugliamenti?»;
è evidente, quindi, come la strategia del Governo di contrasto all'immigrazione clandestina proveniente dalla Libia, dipendesse dalla ratifica del Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra Italia e Libia, nel quale non sono previsti impegni da parte della Libia al rispetto della Convenzione ONU sui rifugiati;
a seguito della ratifica da parte del Parlamento italiano del Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra Italia e Libia sono iniziati i respingimenti in Libia di centinaia di migranti intercettati nel Mediterraneo da parte delle autorità italiane in collaborazione con la Libia;
tali respingimenti sono stati criticati in numerose occasioni da Organizzazioni non governative che monitorano il rispetto dei diritti umani, ad esempio Human Rights Watch e Amnesty International, dall'Alto commissariato ONU per i rifugiati, dall'Alto commissariato ONU sui diritti umani, dal commissario sui diritti umani del Consiglio d'Europa Hammarsberg, dall'ufficio in Italia dell'Alto commissario ONU sui rifugiati, per la mancata verifica da parte delle autorità italiane delle condizioni per la concessione dei diritto di asilo politico dei migranti intercettati in mare;
tali respingimenti sono stati criticati anche a causa di numerose notizie di violenze e violazioni dei diritti umani che sono avvenute in questi mesi nei campi di detenzione dei migranti in Libia, dove sarebbero stati inviati anche alcuni dei migranti intercettati in mare dalle autorità italiane,

impegna il Governo

a rispettare le norme internazionali ed interne in tema di diritto d'asilo e di protezione internazionale dei migranti quando impegnato nel contrasto all'immigrazione clandestina verso il nostro Paese;
a non compiere i respingimenti in Libia dei migranti intercettati nel Mediterraneo senza aver accuratamente applicato le norme sul diritto d'asilo vigenti nel nostro ordinamento, come richiesto da varie organizzazioni internazionali che monitorano il rispetto dei diritti umani e in particolare dei richiedenti asilo;
a rendere noti i contenuti di tutti gli accordi firmati con le autorità libiche attinenti al tema dell'immigrazione;
ad adoperarsi in ogni sede, sia bilaterale sia sollecitando un intervento diplomatico dell'Unione europea nell'ambito dei negoziati con la Libia in materia di immigrazione, affinché la Libia ratifichi al più presto la Convenzione ONU sui rifugiati del 1953, quale condizione essenziale per poter consentire all'Alto commissariato ONU sui rifugiati di monitorare il rispetto dei diritti umani dei migranti sul territorio libico;
a richiedere, in applicazione dell'articolo 6 del Trattato di amicizia Italia-Libia, un effettivo monitoraggio del rispetto dei diritti umani dei migranti che si trovano nei centri di detenzione in Libia, anche attraverso la facilitazione di missioni in Libia di organizzazioni umanitarie indipendenti e di competenti istituzioni del nostro Paese.
(6-00035)
«Mecacci, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Maurizio Turco, Zamparutti, Colombo, Sarubbi, Touadi».

MOZIONI CIOCCHETTI ED ALTRI N. 1-00222, ZAZZERA ED ALTRI N. 1-00274 E PESCANTE, GRIMOLDI, IANNACCONE ED ALTRI N. 1-00286 CONCERNENTI INIZIATIVE A FAVORE DELLE ASSOCIAZIONI SPORTIVE CHE PROMUOVONO LE FORMAZIONI GIOVANILI E PER LA TUTELA DEI COSIDDETTI VIVAI NAZIONALI

Mozioni

La Camera,
premesso che:
le rappresentative italiane dei principali sport di squadra (calcio, pallacanestro, pallavolo, eccetera) non stanno mantenendo le aspettative dei numerosissimi tifosi che seguono con passione e con sacrifici anche economici le prestazioni dei nostri atleti;
a fronte di un palmares e di una storia, soprattutto in ambito calcistico, che ha visto la nostra nazionale costituire un punto di riferimento ed i nostri giocatori affermarsi in tutto il mondo, le ultime prestazioni delle rappresentative italiane fanno registrare una fase di stallo, evidenziando le difficoltà degli «azzurri» di essere all'altezza della nostra storia;
la difficoltà delle squadre nazionali a rimanere competitive non può che essere ricondotta alla presenza sempre più diffusa nelle squadre di calcio, di basket e di pallavolo di atleti provenienti da federazioni straniere che costituiscono, in alcuni casi, addirittura la totalità dei giocatori titolari, riducendo, pertanto, la possibilità per gli atleti provenienti dalle serie nazionali minori di emergere e di imporsi a livello di prima squadra;
tale situazione è amplificata dai risultati e dai rendimenti offerti da nazionali di altri Paesi, anche meno ricchi, che magari si affacciano timidamente alle prime manifestazioni internazionali o in cui la popolarità degli stessi sport tra i cittadini è inferiore rispetto al nostro Paese;
ciò è sicuramente dovuto agli effetti della sentenza emessa dalla Corte di giustizia delle Comunità europee in data 15 dicembre 1995 (cosiddetta sentenza Bosman), che ha dichiarato incompatibili con il diritto comunitario le norme sportive che limitavano il numero di calciatori stranieri, cittadini di Stati membri dell'Unione europea, che ciascuna squadra può impiegare nelle competizioni sportive;
la stessa «sentenza Bosman» sottolinea, al paragrafo 106, che, «considerata la notevole importanza sociale dell'attività sportiva e, specialmente, del gioco del calcio nella comunità, si deve riconoscere la legittimità degli scopi consistenti nel garantire la conservazione di un equilibrio fra le società, preservando una certa parità di possibilità e l'incertezza dei risultati, e nell'incentivare l'ingaggio e la formazione dei giovani calciatori»;
il testo dell'articolo 124 del Trattato di Lisbona, ratificato dal nostro Paese ex lege n. 130 del 2008 stabilisce che «l'Unione contribuisce alla promozione dei profili europei dello sport, tenendo conto delle sue specificità, delle sue strutture fondate sul volontariato e della sua funzione sociale e educativa».
a tal fine la valorizzazione e la tutela dei vivai giovanili costituisce presupposto indispensabile, da un lato, per assicurare la funzione sociale ed educativa dell'attività sportiva e, dall'altro, per salvaguardare la scuola tecnico - sportiva nazionale, elemento specifico e caratterizzante del patrimonio sportivo nazionale, inteso come complesso di conoscenze ed esperienze applicate alle singole discipline ed espressione della tradizione e della cultura dello sport nazionale;
la formazione, lo sviluppo e la tutela dei vivai giovanili rappresenta un fattore di educazione e di integrazione sociale e interculturale tra giovani di qualsiasi provenienza geografica;
il Coni ha previsto che, negli sport di squadra, almeno il cinquanta per cento dei giocatori iscritti nel referto arbitrale siano di formazione italiana, vale a dire si siano formati nell'ambito dei vivai nazionali, a prescindere dalla loro nazionalità (atleti cosiddetti «local trained» o «home grown players»);
che una limitazione come quella stabilita dal Coni non risulta essere in contrasto con le norme del Trattato UE, dal momento che non è in alcun modo fondata sulla nazionalità dell'atleta;
è giunto il momento di rilanciare il «made in Italy» anche nel settore dello sport, valorizzando quelle società e quelle associazioni sportive, sia professionistiche che dilettantistiche, che prestano una particolare attenzione alla formazione giovanile promuovendo i vivai giovanili ed il concetto di formazione sportiva nazionale;

impegna il Governo

ad attivarsi presso le istituzioni europee affinché vengano adottate misure volte a tutelare i vivai giovanili mettendoli nelle condizioni di tornare ad essere il centro motore del movimento sportivo;
a prevedere forme di incentivo, anche di tipo fiscale, in favore di quelle società o associazioni sportive che investono nelle formazioni giovanili al fine di tutelare e favorire, in prospettiva, la competitività delle nazionali maggiori dei principali sport di squadra;
a valutare l'opportunità di predisporre iniziative volte a valorizzare l'importanza e la specialità della formazione di giocatori all'interno delle società e delle associazioni sportive (i cosiddetti «local trained» o «home grown players»).
(1-00222)
(Nuova formulazione) «Ciocchetti, Dionisi, Anna Teresa Formisano, Cera, Volontè, Compagnon, Ciccanti, Galletti, Occhiuto, Libè, De Poli, Rao».

La Camera,
premesso che:
la difficoltà delle squadre nazionali a rimanere competitive non può che essere ricondotta alla presenza sempre più diffusa nelle squadre di calcio, di basket e di pallavolo di atleti provenienti da federazioni straniere che costituiscono, in alcuni casi, addirittura la totalità dei giocatori titolari, riducendo, pertanto, la possibilità per gli atleti provenienti dalle serie nazionali minori di emergere e di imporsi a livello di prima squadra;
tale situazione è amplificata dai risultati e dai rendimenti offerti da nazionali di altri Paesi, anche meno ricchi, che magari si affacciano timidamente alle prime manifestazioni internazionali o in cui la popolarità degli stessi sport tra i cittadini è inferiore rispetto al nostro Paese;
ciò è sicuramente dovuto agli effetti della sentenza emessa dalla Corte di giustizia delle Comunità europee in data 15 dicembre 1995 (cosiddetta sentenza Bosman), che ha dichiarato incompatibili con il diritto comunitario le norme sportive che limitavano il numero di calciatori stranieri, cittadini di Stati membri dell'Unione europea, che ciascuna squadra può impiegare nelle competizioni sportive;
la stessa «sentenza Bosman» sottolinea, al paragrafo 106, che, «considerata la notevole importanza sociale dell'attività sportiva e, specialmente, del gioco del calcio nella comunità, si deve riconoscere la legittimità degli scopi consistenti nel garantire la conservazione di un equilibrio fra le società, preservando una certa parità di possibilità e l'incertezza dei risultati, e nell'incentivare l'ingaggio e la formazione dei giovani calciatori»;
il testo dell'articolo 124 del Trattato di Lisbona, ratificato dal nostro Paese ex lege n. 130 del 2008 stabilisce che «l'Unione contribuisce alla promozione dei profili europei dello sport, tenendo conto delle sue specificità, delle sue strutture fondate sul volontariato e della sua funzione sociale e educativa».
a tal fine la valorizzazione e la tutela dei vivai giovanili costituisce presupposto indispensabile, da un lato, per assicurare la funzione sociale ed educativa dell'attività sportiva e, dall'altro, per salvaguardare la scuola tecnico - sportiva nazionale, elemento specifico e caratterizzante del patrimonio sportivo nazionale, inteso come complesso di conoscenze ed esperienze applicate alle singole discipline ed espressione della tradizione e della cultura dello sport nazionale;
la formazione, lo sviluppo e la tutela dei vivai giovanili rappresenta un fattore di educazione e di integrazione sociale e interculturale tra giovani di qualsiasi provenienza geografica;
il Coni ha previsto che, negli sport di squadra, almeno il cinquanta per cento dei giocatori iscritti nel referto arbitrale siano di formazione italiana, vale a dire si siano formati nell'ambito dei vivai nazionali, a prescindere dalla loro nazionalità (atleti cosiddetti «local trained» o «home grown players»);
che una limitazione come quella stabilita dal Coni non risulta essere in contrasto con le norme del Trattato UE, dal momento che non è in alcun modo fondata sulla nazionalità dell'atleta;
è giunto il momento di rilanciare il «made in Italy» anche nel settore dello sport, valorizzando quelle società e quelle associazioni sportive, sia professionistiche che dilettantistiche, che prestano una particolare attenzione alla formazione giovanile promuovendo i vivai giovanili ed il concetto di formazione sportiva nazionale;

impegna il Governo

ad attivarsi presso le istituzioni europee affinché vengano adottate misure volte a tutelare i vivai giovanili mettendoli nelle condizioni di tornare ad essere il centro motore del movimento sportivo;
a valutare l'opportunità di prevedere forme di incentivo, anche di tipo fiscale, in favore di quelle società o associazioni sportive che investono nelle formazioni giovanili al fine di tutelare e favorire, in prospettiva, la competitività delle nazionali maggiori dei principali sport di squadra;
a valutare l'opportunità di predisporre iniziative volte a valorizzare l'importanza e la specialità della formazione di giocatori all'interno delle società e delle associazioni sportive (i cosiddetti «local trained» o «home grown players»).
(1-00222)
(Nuova formulazione) (Testo modificato nel corso della seduta) «Ciocchetti, Dionisi, Anna Teresa Formisano, Cera, Volontè, Compagnon, Ciccanti, Galletti, Occhiuto, Libè, De Poli, Rao».

La Camera,
premesso che:
studi condotti dall'Uefa mostrano come ormai, da una quindicina d'anni, le competizioni Uefa per squadre di club calcistiche e i campionati nazionali siano caratterizzati da una minore competitività: in molti Paesi, infatti, sono sempre le stesse squadre a lottare per il titolo;
a seguito della sentenza Bosman, emanata dalla Corte di giustizia europea nel 1995, le tendenze ormai sono chiare: rispetto al 1995/1996, il numero di giocatori di una federazione nazionale cresciuto nei vivai della stessa federcalcio è diminuito del 35 per cento; i club più ricchi, quindi, hanno la possibilità di assicurarsi i migliori giocatori e sono meno incentivati ad allenare giocatori in casa e ad offrire loro una possibilità concreta;
la sentenza Bosman, valida tuttora, proibisce, inoltre, all'Uefa e alle leghe calcistiche nazionali degli Stati dell'Unione europea di porre un tetto al numero di calciatori stranieri in prima squadra, qualora ciò discriminasse cittadini dell'Unione europea. All'epoca, molte leghe ponevano, infatti, dei limiti al numero dei non-nazionali che potessero far parte delle squadre;
in Italia nel 1980 (anno della riapertura delle frontiere) poteva essere tesserato massimo uno straniero per squadra. Attualmente, in serie A di calcio, il numero degli stranieri tesserati si aggira intorno a 240, ai quali vanno aggiunti i 60 delle formazioni che partecipano al campionato primavera;
numeri considerevoli che vanno necessariamente collegati alla scarsa fiducia nei vivai. Il sostanzioso utilizzo di calciatori stranieri non è la causa, ma solo la logica conseguenza di questo male. I club italiani, piuttosto che investire su giovani prodotti nostrani, preferiscono prendere all'estero un atleta già formato, meglio ancora se con esperienze internazionali già alle spalle;
tuttavia, norme per promuovere giocatori del vivaio sono in vigore in Uefa Champions league, Coppa Uefa e diversi campionati nazionali in Europa; i club impegnati nei suddetti tornei devono inserire nel loro organico un numero minimo di giocatori cresciuti nelle giovanili;
il Ministro per le politiche europee, Andrea Ronchi, intervenendo nel dibattito sull'identità dello sport italiano, apertosi dopo i risultati ottenuti dalle squadre nazionali ai giochi olimpici di Pechino, ha dichiarato che «lo sport italiano continua a perdere la sua identità. Il numero degli atleti stranieri nei nostri campionati va costantemente aumentando e l'identità delle nostre compagini sportive resta legata quasi esclusivamente al legame storico e affettivo che queste hanno con una città o una tifoseria piuttosto che alla presenza di giocatori simbolo, cresciuti nei vivai. Non si tratta di voler far la guerra allo straniero, né tanto meno si vuol mettere in gioco principi quali l'integrazione o la libera circolazione dei lavoratori, ma lo sport è un settore particolare dove l'identità nazionale deve essere tutelata. E lo stesso Trattato di Lisbona, ratificato dall'Italia, stabilisce la «specifica natura dello sport"»;
la tutela dei vivai, la possibilità per i nostri atleti di trovare spazio nei club, la competitività delle nostre nazionali sono temi che stanno a cuore di tutti gli sportivi italiani;
negli ultimi anni lo sport dilettantistico è cresciuto in Italia in maniera consistente: oggi i praticanti sono oltre 11 milioni e gli iscritti alle diverse federazioni oltre 3 milioni e mezzo;
l'11 luglio 2007 è stato presentato dalla Commissione europea il libro bianco sullo sport, prima iniziativa globale nel campo dello sport, che fornisce un orientamento strategico sul ruolo dello sport nell'Unione europea e sulla sua importanza sociale ed economica;
lo sport in tutte le sue forme, praticato a livello agonistico e dilettantistico, rappresenta un importante strumento formativo d'integrazione sociale e di dialogo culturale, nonché uno strumento prezioso per la diffusione di valori fondamentali, quali, l'impegno, lo spirito di squadra, la lealtà e il sacrificio;
il Comitato olimpico nazionale italiano (Coni), ente legislativamente delegato dallo Stato alla promozione ed alla diffusione dello sport italiano, adempie ai suoi compiti istituzionali tramite le federazioni sportive nazionali, gli enti di promozione sportiva e le discipline sportive associate, organismi ai quali sono affiliate oltre 95.000 società e associazioni sportive dilettantistiche e per i quali sono tesserati e praticano assiduamente attività sportiva oltre 30 milioni di soggetti di qualsiasi età;
la realtà dello sport dilettantistico non è, però, affidata soltanto a coloro che praticano attività sportiva: va considerata, infatti, l'elevata platea dei cosiddetti «volontari», di coloro, cioè, che prestano la loro opera di volontariato «sportivo» senza percepire nessuna sorta di remunerazione e che sono, però, necessari, anzi indispensabili alla realizzazione delle attività poste in essere dall'intero movimento dilettantistico;
si tratta di medici, paramedici, fisioterapisti, giudici, cronometristi che, senza il clamore dei grandi eventi, svolgono una primaria funzione educatrice, ancor prima che allo sport, al rispetto dei valori civici e alla libertà dell'aggregazione sociale, favorendo la sana crescita fisica e educativa di migliaia di ragazzi e giovani;
in un desolato panorama in cui ingenti somme di denaro ruotano attorno allo sport dei professionisti, del calcio, della Formula 1 e delle scommesse, non si trovano le risorse per lo sport dilettantistico e giovanile,

impegna il Governo:

a predisporre iniziative volte a valorizzare i vivai nazionali, al fine di motivare i giovani atleti con progetti concreti e salvaguardare così l'identità nazionale dello sport italiano;
ad adottare iniziative volte a prevedere, al fine di favorire l'accesso e la diffusione collettiva della pratica sportiva, forme di agevolazioni fiscali e tributarie a sostegno di tutto lo sport dilettantistico.
(1-00274)
«Zazzera, Donadi, Di Stanislao, Piffari, Bratti».

La Camera,
premesso che:
studi condotti dall'Uefa mostrano come ormai, da una quindicina d'anni, le competizioni Uefa per squadre di club calcistiche e i campionati nazionali siano caratterizzati da una minore competitività: in molti Paesi, infatti, sono sempre le stesse squadre a lottare per il titolo;
a seguito della sentenza Bosman, emanata dalla Corte di giustizia europea nel 1995, le tendenze ormai sono chiare: rispetto al 1995/1996, il numero di giocatori di una federazione nazionale cresciuto nei vivai della stessa federcalcio è diminuito del 35 per cento; i club più ricchi, quindi, hanno la possibilità di assicurarsi i migliori giocatori e sono meno incentivati ad allenare giocatori in casa e ad offrire loro una possibilità concreta;
la sentenza Bosman, valida tuttora, proibisce, inoltre, all'Uefa e alle leghe calcistiche nazionali degli Stati dell'Unione europea di porre un tetto al numero di calciatori stranieri in prima squadra, qualora ciò discriminasse cittadini dell'Unione europea. All'epoca, molte leghe ponevano, infatti, dei limiti al numero dei non-nazionali che potessero far parte delle squadre;
in Italia nel 1980 (anno della riapertura delle frontiere) poteva essere tesserato massimo uno straniero per squadra. Attualmente, in serie A di calcio, il numero degli stranieri tesserati si aggira intorno a 240, ai quali vanno aggiunti i 60 delle formazioni che partecipano al campionato primavera;
numeri considerevoli che vanno necessariamente collegati alla scarsa fiducia nei vivai. Il sostanzioso utilizzo di calciatori stranieri non è la causa, ma solo la logica conseguenza di questo male. I club italiani, piuttosto che investire su giovani prodotti nostrani, preferiscono prendere all'estero un atleta già formato, meglio ancora se con esperienze internazionali già alle spalle;
tuttavia, norme per promuovere giocatori del vivaio sono in vigore in Uefa Champions league, Coppa Uefa e diversi campionati nazionali in Europa; i club impegnati nei suddetti tornei devono inserire nel loro organico un numero minimo di giocatori cresciuti nelle giovanili;
il Ministro per le politiche europee, Andrea Ronchi, intervenendo nel dibattito sull'identità dello sport italiano, apertosi dopo i risultati ottenuti dalle squadre nazionali ai giochi olimpici di Pechino, ha dichiarato che «lo sport italiano continua a perdere la sua identità. Il numero degli atleti stranieri nei nostri campionati va costantemente aumentando e l'identità delle nostre compagini sportive resta legata quasi esclusivamente al legame storico e affettivo che queste hanno con una città o una tifoseria piuttosto che alla presenza di giocatori simbolo, cresciuti nei vivai. Non si tratta di voler far la guerra allo straniero, né tanto meno si vuol mettere in gioco principi quali l'integrazione o la libera circolazione dei lavoratori, ma lo sport è un settore particolare dove l'identità nazionale deve essere tutelata. E lo stesso Trattato di Lisbona, ratificato dall'Italia, stabilisce la «specifica natura dello sport"»;
la tutela dei vivai, la possibilità per i nostri atleti di trovare spazio nei club, la competitività delle nostre nazionali sono temi che stanno a cuore di tutti gli sportivi italiani;
negli ultimi anni lo sport dilettantistico è cresciuto in Italia in maniera consistente: oggi i praticanti sono oltre 11 milioni e gli iscritti alle diverse federazioni oltre 3 milioni e mezzo;
l'11 luglio 2007 è stato presentato dalla Commissione europea il libro bianco sullo sport, prima iniziativa globale nel campo dello sport, che fornisce un orientamento strategico sul ruolo dello sport nell'Unione europea e sulla sua importanza sociale ed economica;
lo sport in tutte le sue forme, praticato a livello agonistico e dilettantistico, rappresenta un importante strumento formativo d'integrazione sociale e di dialogo culturale, nonché uno strumento prezioso per la diffusione di valori fondamentali, quali, l'impegno, lo spirito di squadra, la lealtà e il sacrificio;
il Comitato olimpico nazionale italiano (Coni), ente legislativamente delegato dallo Stato alla promozione ed alla diffusione dello sport italiano, adempie ai suoi compiti istituzionali tramite le federazioni sportive nazionali, gli enti di promozione sportiva e le discipline sportive associate, organismi ai quali sono affiliate oltre 95.000 società e associazioni sportive dilettantistiche e per i quali sono tesserati e praticano assiduamente attività sportiva oltre 30 milioni di soggetti di qualsiasi età;
la realtà dello sport dilettantistico non è, però, affidata soltanto a coloro che praticano attività sportiva: va considerata, infatti, l'elevata platea dei cosiddetti «volontari», di coloro, cioè, che prestano la loro opera di volontariato «sportivo» senza percepire nessuna sorta di remunerazione e che sono, però, necessari, anzi indispensabili alla realizzazione delle attività poste in essere dall'intero movimento dilettantistico;
si tratta di medici, paramedici, fisioterapisti, giudici, cronometristi che, senza il clamore dei grandi eventi, svolgono una primaria funzione educatrice, ancor prima che allo sport, al rispetto dei valori civici e alla libertà dell'aggregazione sociale, favorendo la sana crescita fisica e educativa di migliaia di ragazzi e giovani,

impegna il Governo:

a predisporre iniziative volte a valorizzare i vivai nazionali, al fine di motivare i giovani atleti con progetti concreti e salvaguardare così l'identità nazionale dello sport italiano;
a valutare l'opportunità di adottare iniziative volte a prevedere, al fine di favorire l'accesso e la diffusione collettiva della pratica sportiva, forme di agevolazioni fiscali e tributarie a sostegno di tutto lo sport dilettantistico.
(1-00274)
(Testo modificato nel corso della seduta)«Zazzera, Donadi, Di Stanislao, Piffari, Bratti».

La Camera,
premesso che:
lo sport è da considerare come attività essenziale per lo svolgimento della vita civile, quale portatore di valori che educano i giovani al rispetto delle regole e degli avversari; valori che propongono una corretta e tollerante integrazione tra giovani senza nessuna discriminazione; valori che mirano alla tutela della salute individuale e collettiva ed alla salvaguardia della sostenibilità ambientale;
la scuola in ogni ordine e grado può e deve essere sollecitata dalle istituzioni ad un maggior coinvolgimento nel favorire l'attività sportiva degli studenti;
la funzione di supplenza esercitata in materia dall'associazionismo sportivo, che vede impegnate oltre centomila società sportive e circa ottocentomila dirigenti sportivi volontari, può e deve essere incoraggiata dalle istituzioni;
la legge n. 289 del 2002, all'articolo 90, sulle società sportive dilettantistiche dovrebbe essere adeguata alle nuove esigenze correlate ad una più estesa partecipazione dei giovani alla pratica sportiva;
gli impianti sportivi troppo spesso non sono in condizioni di fruibilità dal movimento sportivo di base;
i vivai di promozione e reclutamento degli atleti sono spesso abbandonati del tutto o costituiscono fenomeni residuali all'interno delle società sportive più economicamente dotate;
occorre tener conto degli effetti negativi provocati dalle norme e dai principi comunitari, poiché applicano allo sport, senza tener conto della sua specificità, regole stabilite per altri settori che hanno esclusiva rilevanza economica (si veda la sentenza Bosman sulla libera circolazione degli atleti professionisti) o i pronunciamenti della Corte di giustizia, che minano l'autonomia dell'organizzazione sportiva, nonché della politica di talune leghe professionistiche, che, gestendo i campionati con criteri di puro spettacolo, condizionati da interessi extrasportivi, privilegiano la presenza non solo di atleti appartenenti ai Paesi membri dell'Unione europea (in ossequio alla sentenza Bosman), ma soprattutto di campioni provenienti da Paesi extracomunitari, limitando la presenza degli atleti nazionali a poche unità;
a causa di questa situazione gli sport di squadra delle rappresentative nazionali stanno «collezionando» risultati negativi e non in linea con la tradizione e la prestigiosa storia delle suddette discipline;
in particolare, se il calcio professionistico va considerato come fenomeno a sé stante che non può indicare linee di comportamento e regolamentazione per altre discipline, il basket, la pallanuoto e la pallavolo maschile stanno scontando una vera crisi di identità, avendo trascurato lo zoccolo duro formato dai ragazzi italiani per favorire il tesseramento di atleti provenienti da federazioni straniere, atleti già formati e che hanno tolto spazio alle possibilità di emergere e di praticare lo sport dei nostri giovani;
è indicativo evidenziare che la pallavolo femminile, dove la presenza delle giocatrici straniere è assai circoscritta, consegue risultati straordinari, che la vedono praticamente imbattuta nella corrente stagione,

impegna il Governo:

a predisporre ogni iniziativa, nell'ambito della scuola e del mondo sportivo, volta a favorire l'accesso alla pratica sportiva e il non abbandono della stessa, attraverso il sostegno specificamente diretto ai vivai, luogo di crescita civile e sportiva, di integrazione e di attenzione alla salute del cittadino;
ad attivarsi presso la Presidenza di turno spagnola dell'Unione europea, tenuto conto che l'articolo 165 del Trattato di Lisbona riconosce la specificità e l'autonomia dello sport, affinché sia possibile trovare una soluzione di compromesso per la libera circolazione di atleti comunitari, prevedendo il libero tesseramento, ma limitandone l'impiego sul terreno di gioco, come praticato già da alcune federazioni internazionali negli sport di squadra;
a sollecitare il Coni a ribadire ed intensificare la propria funzione di direttiva e di vigilanza nei confronti delle federazioni sportive nazionali, affinché si pervenga ad un progressivo contenimento dell'utilizzo degli atleti extracomunitari negli sport di squadra, a tutela dei vivai e con l'obiettivo che gli stessi possano essere armonizzati con la presenza minima di giocatori formati nei vivai, anche attraverso una rigida selezione delle autorizzazioni agli ingressi degli sportivi stranieri, ai sensi della legge n. 289 del 2002.
(1-00286)
«Pescante, Grimoldi, Iannaccone, Baldelli, Aprea, Luciano Rossi, Aracu, Di Centa, Barbaro».

La Camera,
premesso che:
lo sport è da considerare come attività essenziale per lo svolgimento della vita civile, quale portatore di valori che educano i giovani al rispetto delle regole e degli avversari; valori che propongono una corretta e tollerante integrazione tra giovani senza nessuna discriminazione; valori che mirano alla tutela della salute individuale e collettiva ed alla salvaguardia della sostenibilità ambientale;
la scuola in ogni ordine e grado può e deve essere sollecitata dalle istituzioni ad un maggior coinvolgimento nel favorire l'attività sportiva degli studenti;
la funzione di supplenza esercitata in materia dall'associazionismo sportivo, che vede impegnate oltre centomila società sportive e circa ottocentomila dirigenti sportivi volontari, può e deve essere incoraggiata dalle istituzioni;
la legge n. 289 del 2002, all'articolo 90, sulle società sportive dilettantistiche dovrebbe essere adeguata alle nuove esigenze correlate ad una più estesa partecipazione dei giovani alla pratica sportiva;
gli impianti sportivi troppo spesso non sono in condizioni di fruibilità dal movimento sportivo di base;
i vivai di promozione e reclutamento degli atleti sono spesso abbandonati del tutto o costituiscono fenomeni residuali all'interno delle società sportive più economicamente dotate;
occorre tener conto degli effetti negativi provocati dalle norme e dai principi comunitari, poiché applicano allo sport, senza tener conto della sua specificità, regole stabilite per altri settori che hanno esclusiva rilevanza economica (si veda la sentenza Bosman sulla libera circolazione degli atleti professionisti) o i pronunciamenti della Corte di giustizia, che minano l'autonomia dell'organizzazione sportiva, nonché della politica di talune leghe professionistiche, che, gestendo i campionati con criteri di puro spettacolo, condizionati da interessi extrasportivi, privilegiano la presenza non solo di atleti appartenenti ai Paesi membri dell'Unione europea (in ossequio alla sentenza Bosman), ma soprattutto di campioni provenienti da Paesi extracomunitari, limitando la presenza degli atleti nazionali a poche unità;
a causa di questa situazione alcuni sport di squadra delle rappresentative nazionali stanno «collezionando» risultati negativi e non in linea con la tradizione e la prestigiosa storia delle suddette discipline;
in particolare, se il calcio professionistico va considerato come fenomeno a sé stante che non può indicare linee di comportamento e regolamentazione per altre discipline, il basket, la pallanuoto e la pallavolo maschile stanno scontando una vera crisi di identità, avendo trascurato lo zoccolo duro formato dai ragazzi italiani per favorire il tesseramento di atleti provenienti da federazioni straniere, atleti già formati e che hanno tolto spazio alle possibilità di emergere e di praticare lo sport dei nostri giovani;
è indicativo evidenziare che la pallavolo femminile, dove la presenza delle giocatrici straniere è assai circoscritta, consegue risultati straordinari, che la vedono praticamente imbattuta nella corrente stagione,

impegna il Governo:

a predisporre ogni iniziativa, nell'ambito della scuola e del mondo sportivo, volta a favorire l'accesso alla pratica sportiva e il non abbandono della stessa, attraverso il sostegno specificamente diretto ai vivai, luogo di crescita civile e sportiva, di integrazione e di attenzione alla salute del cittadino;
ad attivarsi presso la Presidenza di turno spagnola dell'Unione europea, tenuto conto che l'articolo 165 del Trattato di Lisbona riconosce la specificità e l'autonomia dello sport, affinché sia possibile trovare una soluzione di compromesso per la libera circolazione di atleti comunitari, prevedendo il libero tesseramento, ma limitandone l'impiego sul terreno di gioco, come praticato già da alcune federazioni internazionali negli sport di squadra;
a sollecitare il Coni a ribadire ed intensificare la propria funzione di direttiva e di vigilanza nei confronti delle federazioni sportive nazionali, affinché si pervenga ad un progressivo contenimento dell'utilizzo degli atleti extracomunitari negli sport di squadra, a tutela dei vivai e con l'obiettivo che gli stessi possano essere armonizzati con la presenza minima di giocatori formati nei vivai, anche attraverso una rigida selezione delle autorizzazioni agli ingressi degli sportivi stranieri, ai sensi della legge n. 289 del 2002.
(1-00286)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Pescante, Grimoldi, Iannaccone, Baldelli, Aprea, Luciano Rossi, Aracu, Di Centa, Barbaro».

MOZIONI DONADI ED ALTRI N. 1-00271, CAZZOLA, COMMERCIO ED ALTRI N. 1-00279, PEZZOTTA ED ALTRI N. 1-00280 E FLUVI ED ALTRI N. 1-00284 CONCERNENTI INIZIATIVE PER IL SOSTEGNO DEI REDDITI DA LAVORO E DA PENSIONE

Mozioni

La Camera,
premesso che:
in presenza dell'aggravarsi dei segnali di crisi economica negli ultimi mesi del 2008, il Governo effettuava interventi d'urgenza (i decreti-legge n. 185 del 2008, n. 5 e n. 78 del 2009), che recavano una serie di interventi di sostegno all'economia;
l'azione di sostegno alla domanda è stata indubbiamente limitata dal debito pubblico del passato. Gli interventi attuati finora per attenuare i costi sociali della recessione hanno, soprattutto, utilizzato risorse già stanziate per altri impieghi;
nel 2009 gli interventi «anticrisi» del Governo hanno avuto un impatto praticamente nullo in termini di manovra netta (effetto sull'indebitamento netto) e, pertanto non segnano alcuna inversione di rotta rispetto all'impostazione fortemente restrittiva del decreto-legge n. 112 del 2008;
sotto il profilo quantitativo, secondo l'Ocse, il Governo italiano ha stanziato in funzione «anticrisi» risorse nette pari praticamente a zero nel triennio 2008-2010, contro una media ponderata dei Paesi Ocse pari al 3,9 per cento del prodotto interno lordo (4,2 per cento per i soli Paesi che hanno adottato una politica fiscale espansiva);
nel complesso, le risorse stanziate in funzione «anticrisi» dai decreti-legge citati sono, dunque, pari a 85 milioni nel 2009, 2.102 milioni nel 2010 e 2.469 milioni nel 2011;
in termini di prodotto interno lordo, sono numeri assai limitati: zero nel 2009, - 0,14 per cento nel 2010 e 0,15 per cento nel 2011;
Confindustria e Confcommercio sono preoccupate e le organizzazioni sindacali mobilitano i loro iscritti; la disoccupazione aumenta, i livelli di povertà anche, le sperequazioni dei redditi pure e le prospettive sono per ulteriori chiusure di fabbriche e per ulteriore perdita di posti di lavoro;
la crisi pesa ora, soprattutto, sul mondo del lavoro: nel nostro Paese il tasso di disoccupazione da gennaio a settembre 2009 è salito dal 6,8 per cento al 7,4 per cento ed esso continuerà a salire nei prossimi mesi, perché la reazione del mercato del lavoro si muove con ritardo rispetto al ciclo economico;
dall'inizio dell'anno ad ottobre 2009 sono state richieste 716 milioni di ore di cassa integrazione, più che quadruplicate rispetto al 2008. Ad ottobre 2009 il dato di crescita della cassa integrazione rispetto all'anno precedente è del 322 per cento e del 419 per cento per la sola ordinaria. Le domande di disoccupazione supereranno nel 2009 - secondo le previsioni dei sindacati - il numero di un milione per la prima volta in Italia;
la domanda non potrà che restare sotto tono: l'andamento del prodotto interno lordo non basta a definire se la crisi è finita e non può rappresentare una guida per le politiche economiche. Il presidente del Fondo monetario internazionale, Strauss-Kahn, lo ha sottolineato in una sua recente dichiarazione: «Ci sono alcuni dati incoraggianti (...) questo, però, non significa che la crisi è terminata: non sarà finita fino a quando la disoccupazione non inizierà a ridursi e questo potrebbe accadere tra molti mesi. Se vogliamo evitare i rischi di una doppia recessione, è assolutamente troppo presto per ritirare le politiche di stimolo». Politiche, peraltro, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, quasi del tutto assenti per quanto concerne il nostro Paese;
ma la crisi colpisce anche i redditi delle famiglie: secondo l'Istat, fra aprile e giugno 2009, rispetto al trimestre precedente, il reddito lordo è sceso di quasi 11 miliardi di euro. Di conseguenza, i consumi finali sono scesi dello 0,5 per cento: la crisi che colpisce consumi e risparmi continua a manifestare i suoi effetti e rende irrinunciabile una politica che metta al centro la tutela dei redditi più modesti;
questi dati si inseriscono in una tendenza di lungo periodo che penalizza nel nostro Paese i redditi della stragrande maggioranza delle classi medie, lavoratori dipendenti e quanti ad essi assimilabili per condizione di lavoro: la Banca d'Italia ha calcolato che dal 1993 al 2006 la quota di operai in condizioni economiche difficili (reddito inferiore al 60 per cento della media italiana) è aumentata dal 27 al 31 per cento, per impiegati e dirigenti è salita del 2 per cento, mentre per le altre categorie attive diminuisce dal 25 al 14 per cento;
la distribuzione del reddito si muove, dunque, a svantaggio del lavoro dipendente, sia nel mercato del lavoro, sia sul terreno fiscale e della spesa sociale, diventando una delle cause principali della crisi attuale;
dello stesso parere è anche l'International labour organization (Ilo) dell'Onu, che nel suo «Rapporto sul salario mondiale: aggiornamento 2009» sostiene che «il continuo peggioramento dei salari reali nel mondo fa seriamente aumentare le domande sull'effettiva estensione della crescita economica, specie se i Governi interromperanno troppo presto le misure di stimolo. La deflazione salariale, infatti, priva le economie nazionali della necessaria domanda e incide negativamente sulla fiducia»;
infatti, l'attuale recessione dimostra che povertà e diseguaglianze non sono state e non sono né un incidente, né un'appendice dei processi economici in corso, ma un elemento strutturale;
la competizione sui costi per tentare di attrarre o di mantenere una parte della domanda su scala internazionale attualmente depressa è una politica illusoria, poiché le produzioni labour intensive sono ormai trasferite in altre parti del mondo;
in attesa di una politica europea comune di rilancio dell'economia, il sostegno alla domanda deve partire a livello nazionale,

impegna il Governo:

a prevedere tra le priorità su cui concentrare le poche risorse finanziarie disponibili, anche al fine di rilanciare la domanda e dare uno stimolo alla ripresa economica:
a) la riduzione dell'imposta sulle tredicesime per alleggerire il carico irpef sui redditi bassi e medi da lavoro e da pensione e analoghi interventi per il lavoro parasubordinato e assimilati attraverso il meccanismo delle detrazioni;
b) il sostegno dei redditi dei lavoratori, anche per facilitare il mantenimento in azienda di preziose professionalità in attesa del superamento della crisi attuale, con il raddoppio dei tempi della cassa integrazione ordinaria, passando da 52 a 104 settimane almeno per i prossimi due anni.
(1-00271)
(Nuova formulazione) «Donadi, Di Pietro, Borghesi, Evangelisti, Di Stanislao, Cambursano, Barbato, Cimadoro, Di Giuseppe, Favia, Aniello Formisano, Messina, Monai, Mura, Leoluca Orlando, Paladini, Palagiano, Palomba, Piffari, Porcino, Razzi, Rota, Scilipoti, Zazzera».

La Camera,
premesso che:
nel corso del suo mandato il Governo ha affrontato con interventi costanti e mirati alle differenti necessità emerse nel tessuto sociale economico e produttivo del Paese, le ripercussioni di una gravissima crisi internazionale che hanno determinato nell'anno in corso una netta flessione del prodotto interno lordo, sia pure a fronte di recenti segnali di ripresa;
la crisi presentatasi in un primo tempo come prevalentemente di carattere finanziario si è poi manifestata in maniera più profonda assumendo evidenti aspetti economici e produttivi e producendo inevitabilmente gravi conseguenze sul terreno dell'occupazione. Tali conseguenze avrebbero potuto essere ben più gravi se il Governo non avesse accompagnato e bilanciato la crisi con provvedimenti di volta in volta adeguati, pur in un quadro di complessa attenzione alla stabilità dei conti pubblici;
si è deciso di intervenire su più fronti in favore della struttura produttiva e dei servizi, sostenendo le persone e le famiglie in difficoltà e a maggiore rischio di povertà, nonché garantendo l'intervento degli ammortizzatori sociali a beneficio dei lavoratori sospesi dal lavoro a causa delle improvvise ed acute difficoltà di mercato, in cui sono incorse nei mesi scorsi tante imprese, la cui condizione stenta tuttora, nonostante i primi cauti segnali positivi, riconosciuti da tutte le istituzioni e gli osservatori internazionali, ad invertire il trend della crisi;
dopo una caduta durata 15 mesi il Pil è tornato a crescere. Il terzo trimestre dell'anno in corso ha registrato un incremento dello 0,6 per cento;
i dati sull'occupazione evidenziano le criticità in cui si è trovato ad operare il sistema Paese nel suo complesso; nel primo semestre del 2009 il tasso di occupazione complessivo, rispetto al primo semestre dell'anno precedente, è diminuito di 1 punto. Al netto dell'occupazione straniera che continua ad aver un trend, grazie anche alle misure di regolarizzazione adottate dal Governo (il settore dei servizi alla persona ha avuto un incremento del 7,8 per cento) gli occupati italiani risultano in calo di 494mila unità. Particolarmente accentuata è la contrazione nelle regioni del Sud dove si concentra il 60 per cento delle perdita complessiva di occupati, a prova di una condizione economica e sociale svantaggiata che il Governo sta affrontando, anche tenendo conto delle proposte avanzate dai gruppi parlamentari;
il tasso di disoccupazione è attestato al 7,4 per cento, ad un livello significativamente inferiore a quello medio della Ue. Mettendo a confronto i dati della disoccupazione con quelli della Cassa integrazione e degli altri strumenti di sostegno del reddito emerge con chiarezza quanto sia stato importante il notevole sforzo sostenuto dal Governo per salvaguardare l'apparato produttivo e per mantenere il più a lungo possibile il rapporto di lavoro tra le aziende costrette a fare ricorso agli ammortizzatori sociali e i loro dipendenti; ne è testimone il trend della cassa integrazione, ordinaria e straordinaria, che ha registrato un aumento, in termini di valori cumulati sino al mese di ottobre 2009, del 380 per cento. Nel valutare questi dati occorre tener conto del fatto che, grazie alle politiche del Governo, si è avuto un ampliamento della platea degli interessanti allargando gli interventi a quanti non ne fruivano in precedenza. La Cig in deroga, infatti, nell'ottobre 2009 rispetto al medesimo mese dell'anno scorso, è aumentata del 700 per cento. Va segnalato che vi è uno scostamento tra le ore autorizzate e quelle effettivamente utilizzate dalle aziende (che costituiscono poco più del 60 per cento del totale). Va altresì segnalato un trend decrescente dell'uso della Cig, in termini che si avviano ad essere costanti;
si è rivelata, pertanto, giusta ed adeguata alle circostanze, la scelta del Governo (con l'accordo delle regioni) di stanziare un ingente ammontare di risorse (8 miliardi in un biennio) per ampliare la cassa integrazione in deroga ed estenderne l'intervento anche nei settori del lavoro dipendente, fino a quel momento sprovvisti; correttamente il Governo ha resistito, non solo per motivi di finanza pubblica, ma anche come scelta strategica di politica del lavoro, all'ipotesi di estendere l'indennità di disoccupazione a tutto il mondo del lavoro; tale indicazione, assunta all'inizio dell'anno nel mezzo della crisi in fase acuta, avrebbe dato alle imprese un segnale devastante: quello di licenziare;
il Governo non si è limitato solo ad operare affinché nessuno restasse indietro, mediante gli istituti di tutela del reddito da lavoro, ma ha provveduto anche a sostenere l'occupazione attraverso la salvaguardia della struttura produttiva, del relativo indotto e, quindi, dei posti di lavoro, nel quadro dei diversi «pacchetti anticrisi» di volta in volta approvati; per la prima volta è stata predisposta una specifica misura di tutela - sia pure una tantum - a beneficio dei collaboratori in condizione di monocommittenza;
da ultimo il decreto-legge n. 78 del 2009, in aggiunta alle misure a sostegno delle imprese, che costituisce un elemento centrale della politica del Governo, prefigura alcuni interventi di carattere particolarmente innovativo, specie per quanto riguarda le misure rivolte a mantenere i lavoratori collegati alle loro imprese mediante procedure che ne favoriscano le ri-professionalizzazione, nonché i progetti di autoimprenditorialità, il cui finanziamento è in parte sostenuto dalla possibilità di capitalizzare le risorse derivanti dagli ammortizzatori sociali riconosciuti ai singoli cassintegrati o disoccupati interessati ad intraprendere un lavoro autonomo;
per quanto riguarda i pensionati e le fasce deboli della popolazione, secondo i dati ISTAT i soggetti che vivono al di sotto della soglia di povertà relativa, fissata a circa 1000 euro mensili per una famiglia di due persone, sono nel nostro Paese circa il 13 per cento, cui si aggiungono circa altri 2 milioni di famiglie a rischio di indigenza; la spesa per la protezione sociale è in linea con la media europea, ma fortemente squilibrata sulla voce «vecchiaia e superstiti» e sul settore pensionistico. Sono carenti le politiche inclusive e di contrasto delle emarginazioni sociali, nonché le politiche di sostegno alla famiglia (le risorse raccolta per finanziare l'assegno al nucleo famigliare vengono adoperate, in larga misura, per coprire i disavanzi di talune gestioni pensionistiche dell'Inps). Va riconosciuto a merito del Governo di aver adottato, per la prima volta, politiche inclusive e di sostegno alle famiglie, stanziando risorse che si sono rivelate superiori al fabbisogno effettivamente riscontrato; va altresì fatto notare che, nel corso del 2009, il crollo del tasso di inflazione ha oggettivamente favorito i percettori di redditi fissi, le cui dinamiche evolutive, stabilite in precedenza secondo scenari macroeconomici diversi, sono risultate sicuramente più elevate del reale costo della vita;
in tale ambito, a favore delle fasce più deboli della popolazione il Governo:
a) ha attivato la social card per sostenere, in particolare, i pensionati a basso reddito; ha disposto un bonus per le famiglie in particolari condizioni di disagio;
b) ha introdotto misure di sostegno economico per il pagamento dei servizi di primaria necessità quali luce e gas;
c) ha stipulato con la grande distribuzione e con le principali categorie rappresentative degli esercenti commerciali accordi di contenimento e stabilizzazione dei prezzi di generi di prima necessità;
d) ha prestato la propria garanzia per la rinegoziazione dei mutui immobiliari;
le tematiche relative al sostegno del reddito ed alla riduzione del carico fiscale dei lavoratori dipendenti, dei pensionati e delle fasce più deboli della popolazione sono state affrontate dal Parlamento in diverse occasioni, con atti di indirizzo approvati dalla Camera il 19 novembre 2008, il 12 marzo 2009 e il 15 luglio 2009; dall'esame degli atti impegnativi per il Governo risulta che la gran parte delle misure, compatibili con uno sforzo eccezionale ma sostenibile da parte della finanza pubblica sono state adottate; occorre valutare se non siano possibili ulteriori sforzi ed individuare risorse aggiuntive rispetto a quelle già vincolate come la maggioranza sta operando nel quadro della legge finanziaria per il 2010, allo scopo di utilizzare al meglio le risorse provenienti dallo scudo fiscale;
altrettanto rilevante sarebbe individuare strumenti a tutela dei giovani professionisti a inizio carriera (come ad esempio la riduzione dell'IRAP) nonché tener conto delle pressanti richieste del mondo produttivo in materia di sospensione o attenuazione per un congruo periodo degli studi di settore,

impegna il Governo:

a definire misure di rafforzamento e di ampliamento del sistema degli ammortizzatori sociali, valutando la disponibilità di risorse per ulteriori interventi specifici a favore delle forme di lavoro flessibile e per i cosiddetti lavori atipici, ivi compreso l'utilizzo di quota delle risorse per la concessione di un credito d'imposta in favore delle imprese che reimpieghino disoccupati e l'utilizzo diretto delle risorse per favorire forme di reimpiego, nonché ad elaborare politiche attive e mirate in favore di chi ha redditi da lavoro discontinui, con particolare riguardo alla riprofessionalizzazione ed il reimpiego dei disoccupati;
a rifinanziare le misure di detassazione dei salari di produttività e degli straordinari, nonché a valutare l'adozione di nuove misure di detassazione del reddito d'impresa e di lavoro autonomo reinvestito;
a valutare l'introduzione di ulteriori misure in favore delle famiglie in condizione di disagio, nonché degli incapienti, ossia di quella quota di popolazione, di cui oltre la metà pensionati, che, proprio per il loro basso reddito, è nell'impossibilità di godere di qualunque deduzione e/o detrazione;
a predisporre forme efficaci di monitoraggio e di controllo, al fine di verificare la qualità e la quantità dei servizi alla persona resi dagli enti locali, nonché di evitare duplicazione di prestazioni, anche per valutare l'eventuale applicazione dei poteri di subentro previsti dal comma 2 dell'articolo 120 della Costituzione, qualora gli enti non rispettino i livelli essenziali delle prestazioni in materia di diritti civili e sociali;
ad individuare opportuni strumenti atti a favorire l'accesso al credito bancario, con particolare riguardo ai lavoratori temporanei, a progetto o atipici, in particolare finalizzato all'acquisto della prima casa, al fine di consentire la formazione di nuove famiglie;
(1-00279)
«Cazzola, Commercio, Moffa, Baldelli, Antonino Foti, Briguglio, Ceccacci Rubino, Di Biagio, Vincenzo Antonio Fontana, Formichella, Giacomoni, Mannucci, Minardo, Mottola, Pelino, Mariarosaria Rossi, Saltamartini, Scandroglio, Taglialatela».

La Camera,
premesso che:
nel corso del suo mandato il Governo ha affrontato con interventi costanti e mirati alle differenti necessità emerse nel tessuto sociale economico e produttivo del Paese, le ripercussioni di una gravissima crisi internazionale che hanno determinato nell'anno in corso una netta flessione del prodotto interno lordo, sia pure a fronte di recenti segnali di ripresa;
la crisi presentatasi in un primo tempo come prevalentemente di carattere finanziario si è poi manifestata in maniera più profonda assumendo evidenti aspetti economici e produttivi e producendo inevitabilmente gravi conseguenze sul terreno dell'occupazione. Tali conseguenze avrebbero potuto essere ben più gravi se il Governo non avesse accompagnato e bilanciato la crisi con provvedimenti di volta in volta adeguati, pur in un quadro di complessa attenzione alla stabilità dei conti pubblici;
si è deciso di intervenire su più fronti in favore della struttura produttiva e dei servizi, sostenendo le persone e le famiglie in difficoltà e a maggiore rischio di povertà, nonché garantendo l'intervento degli ammortizzatori sociali a beneficio dei lavoratori sospesi dal lavoro a causa delle improvvise ed acute difficoltà di mercato, in cui sono incorse nei mesi scorsi tante imprese, la cui condizione stenta tuttora, nonostante i primi cauti segnali positivi, riconosciuti da tutte le istituzioni e gli osservatori internazionali, ad invertire il trend della crisi;
dopo una caduta durata 15 mesi il Pil è tornato a crescere. Il terzo trimestre dell'anno in corso ha registrato un incremento dello 0,6 per cento;
i dati sull'occupazione evidenziano le criticità in cui si è trovato ad operare il sistema Paese nel suo complesso; nel primo semestre del 2009 il tasso di occupazione complessivo, rispetto al primo semestre dell'anno precedente, è diminuito di 1 punto. Al netto dell'occupazione straniera, che continua ad aver un trend positivo, gli occupati italiani risultano in calo di 494mila unità. Particolarmente accentuata è la contrazione nelle regioni del Sud dove si concentra il 60 per cento delle perdita complessiva di occupati, a prova di una condizione economica e sociale svantaggiata che il Governo sta affrontando, anche tenendo conto delle proposte avanzate dai gruppi parlamentari;
il tasso di disoccupazione è attestato al 7,4 per cento, ad un livello significativamente inferiore a quello medio della Ue. Mettendo a confronto i dati della disoccupazione con quelli della Cassa integrazione e degli altri strumenti di sostegno del reddito emerge con chiarezza quanto sia stato importante il notevole sforzo sostenuto dal Governo per salvaguardare l'apparato produttivo e per mantenere il più a lungo possibile il rapporto di lavoro tra le aziende costrette a fare ricorso agli ammortizzatori sociali e i loro dipendenti; ne è testimone il trend della cassa integrazione, ordinaria e straordinaria, che ha registrato un aumento, in termini di valori cumulati sino al mese di ottobre 2009, del 380 per cento. Nel valutare questi dati occorre tener conto del fatto che, grazie alle politiche del Governo, si è avuto un ampliamento della platea degli interessanti allargando gli interventi a quanti non ne fruivano in precedenza. La Cig in deroga, infatti, nell'ottobre 2009 rispetto al medesimo mese dell'anno scorso, è aumentata del 700 per cento. Va segnalato che vi è uno scostamento tra le ore autorizzate e quelle effettivamente utilizzate dalle aziende (che costituiscono poco più del 60 per cento del totale). Va altresì segnalato un trend decrescente dell'uso della Cig, in termini che si avviano ad essere costanti;
si è rivelata, pertanto, giusta ed adeguata alle circostanze, la scelta del Governo (con l'accordo delle regioni) di stanziare un ingente ammontare di risorse (8 miliardi in un biennio) per ampliare la cassa integrazione in deroga ed estenderne l'intervento anche nei settori del lavoro dipendente, fino a quel momento sprovvisti; correttamente il Governo ha resistito, non solo per motivi di finanza pubblica, ma anche come scelta strategica di politica del lavoro, all'ipotesi di estendere l'indennità di disoccupazione a tutto il mondo del lavoro; tale indicazione, assunta all'inizio dell'anno nel mezzo della crisi in fase acuta, avrebbe dato alle imprese un segnale devastante: quello di licenziare;
il Governo non si è limitato solo ad operare affinché nessuno restasse indietro, mediante gli istituti di tutela del reddito da lavoro, ma ha provveduto anche a sostenere l'occupazione attraverso la salvaguardia della struttura produttiva, del relativo indotto e, quindi, dei posti di lavoro, nel quadro dei diversi «pacchetti anticrisi» di volta in volta approvati; per la prima volta è stata predisposta una specifica misura di tutela - sia pure una tantum - a beneficio dei collaboratori in condizione di monocommittenza;
da ultimo il decreto-legge n. 78 del 2009, in aggiunta alle misure a sostegno delle imprese, che costituisce un elemento centrale della politica del Governo, prefigura alcuni interventi di carattere particolarmente innovativo, specie per quanto riguarda le misure rivolte a mantenere i lavoratori collegati alle loro imprese mediante procedure che ne favoriscano le ri-professionalizzazione, nonché i progetti di autoimprenditorialità, il cui finanziamento è in parte sostenuto dalla possibilità di capitalizzare le risorse derivanti dagli ammortizzatori sociali riconosciuti ai singoli cassintegrati o disoccupati interessati ad intraprendere un lavoro autonomo;
per quanto riguarda i pensionati e le fasce deboli della popolazione, secondo i dati ISTAT i soggetti che vivono al di sotto della soglia di povertà relativa, fissata a circa 1000 euro mensili per una famiglia di due persone, sono nel nostro Paese circa il 13 per cento, cui si aggiungono circa altri 2 milioni di famiglie a rischio di indigenza; la spesa per la protezione sociale è in linea con la media europea, ma fortemente squilibrata sulla voce «vecchiaia e superstiti» e sul settore pensionistico. Sono carenti le politiche inclusive e di contrasto delle emarginazioni sociali, nonché le politiche di sostegno alla famiglia (le risorse raccolta per finanziare l'assegno al nucleo famigliare vengono adoperate, in larga misura, per coprire i disavanzi di talune gestioni pensionistiche dell'Inps). Va riconosciuto a merito del Governo di aver adottato, per la prima volta, politiche inclusive e di sostegno alle famiglie, stanziando risorse che si sono rivelate superiori al fabbisogno effettivamente riscontrato; va altresì fatto notare che, nel corso del 2009, il crollo del tasso di inflazione ha oggettivamente favorito i percettori di redditi fissi, le cui dinamiche evolutive, stabilite in precedenza secondo scenari macroeconomici diversi, sono risultate sicuramente più elevate del reale costo della vita;
in tale ambito, a favore delle fasce più deboli della popolazione il Governo:
a) ha attivato la social card per sostenere, in particolare, i pensionati a basso reddito; ha disposto un bonus per le famiglie in particolari condizioni di disagio;
b) ha introdotto misure di sostegno economico per il pagamento dei servizi di primaria necessità quali luce e gas;
c) ha stipulato con la grande distribuzione e con le principali categorie rappresentative degli esercenti commerciali accordi di contenimento e stabilizzazione dei prezzi di generi di prima necessità;
d) ha prestato la propria garanzia per la rinegoziazione dei mutui immobiliari;
le tematiche relative al sostegno del reddito ed alla riduzione del carico fiscale dei lavoratori dipendenti, dei pensionati e delle fasce più deboli della popolazione sono state affrontate dal Parlamento in diverse occasioni, con atti di indirizzo approvati dalla Camera il 19 novembre 2008, il 12 marzo 2009 e il 15 luglio 2009; dall'esame degli atti impegnativi per il Governo risulta che la gran parte delle misure, compatibili con uno sforzo eccezionale ma sostenibile da parte della finanza pubblica sono state adottate; occorre valutare se non siano possibili ulteriori sforzi ed individuare risorse aggiuntive rispetto a quelle già vincolate come la maggioranza sta operando nel quadro della legge finanziaria per il 2010, allo scopo di utilizzare al meglio le risorse provenienti dallo scudo fiscale;
altrettanto rilevante sarebbe individuare strumenti a tutela dei giovani professionisti a inizio carriera, anticipando la soppressione dell'IRAP prevista dalla legge delega per l'attuazione del federalismo fiscale, tramite riduzioni a favore dei soggetti sopra indicati, nonché sospendere o attenuare per un congruo periodo gli studi di settore,
impegna il Governo:

a definire misure di rafforzamento e di ampliamento del sistema degli ammortizzatori sociali, valutando la disponibilità di risorse per ulteriori interventi specifici a favore delle forme di lavoro flessibile e per i cosiddetti lavori atipici, ivi compreso l'utilizzo di quota delle risorse per la concessione di un credito d'imposta in favore delle imprese che reimpieghino disoccupati e l'utilizzo diretto delle risorse per favorire forme di reimpiego, nonché ad elaborare politiche attive e mirate in favore di chi ha redditi da lavoro discontinui, con particolare riguardo alla riprofessionalizzazione ed il reimpiego dei disoccupati;
a rifinanziare le misure di detassazione dei salari di produttività e degli straordinari, nonché a valutare l'adozione di nuove misure di detassazione del reddito d'impresa e di lavoro autonomo reinvestito;
a valutare l'introduzione di ulteriori misure in favore dei cittadini incapienti e delle famiglie in condizione di disagio;
a predisporre forme efficaci di monitoraggio e di controllo, al fine di verificare la qualità e la quantità dei servizi alla persona resi dagli enti locali, nonché di evitare duplicazione di prestazioni, anche per valutare l'eventuale applicazione dei poteri di subentro previsti dal comma 2 dell'articolo 120 della Costituzione, qualora gli enti non rispettino i livelli essenziali delle prestazioni in materia di diritti civili e sociali;
ad individuare opportuni strumenti atti a favorire l'accesso al credito bancario, con particolare riguardo ai lavoratori temporanei, a progetto o atipici, in particolare finalizzato all'acquisto della prima casa, al fine di consentire la formazione di nuove famiglie;
a presentare gli atti di indirizzo all'Aran per il rinnovo dei contratti pubblici, nei limiti delle risorse stanziate a termini di legge e secondo i principi e le modalità indicate nella cosiddetta «legge Brunetta», con particolare riferimento all'applicazione, ivi prevista, dei coefficienti territoriali utili alla definizione dei livelli retributivi in ragione anche del costo della vita.
(1-00279)
(Nuova formulazione) «Cazzola, Caparini, Commercio, Moffa, Baldelli, Antonino Foti, Briguglio, Ceccacci Rubino, Di Biagio, Vincenzo Antonio Fontana, Formichella, Giacomoni, Mannucci, Minardo, Mottola, Pelino, Mariarosaria Rossi, Saltamartini, Scandroglio, Taglialatela, Munerato, Bonino, Fedriga, Dal Lago, Luciano Dussin, Vanalli, Volpi, Pastore, Reguzzoni».
(16 novembre 2009)

La Camera,
premesso che:
il bollettino del mese di novembre della Banca centrale europea evidenzia «una graduale ripresa» nell'area euro per il 2010, pur consolidandosi un'elevata incertezza sulle prospettive economiche;
le previsioni della Banca Centrale europea, indicano un'inflazione a livello internazionale lievemente negativa, per gli effetti base connessi ai prezzi delle materie prime e l'ampio margine di capacità inutilizzata. In settembre l'inflazione generale al consumo sui 12 mesi nell'insieme dell'OCSE è stata pari a -0,3 per cento, invariata da agosto, mentre quella calcolata al netto dei beni alimentari ed energetici si è collocata all'1,5 per cento;
le condizioni nei mercati del lavoro dell'area dell'euro hanno continuato a deteriorarsi nei mesi recenti. La seconda stima dell'Eurostat ha confermato una diminuzione dell'occupazione nell'area dell'euro nel secondo trimestre del 2009 pari allo 0,5 per cento sul trimestre precedente, a fronte del calo dello 0,7 per cento del primo trimestre. Tale andamento suggerisce che il ritmo della contrazione dell'occupazione potrebbe aver cominciato ad attenuarsi. Il tasso di disoccupazione nell'area dell'euro è salito al 9,7 per cento in settembre, un decimo di punto percentuale in più rispetto al mese precedente;
nonostante gli ultimi trimestri di contrazione, va sottolineato che l'occupazione nell'area dell'euro ha dato prova di relativa buona tenuta durante il periodo di turbolenza, se si considera il notevole calo dell'attività economica. In tale contesto, la produttività del lavoro (in termini di prodotto per occupato) ha continuato a diminuire nel secondo trimestre, scendendo del 3,1 per cento sul periodo corrispondente. In prospettiva, essa dovrebbe mostrare un graduale recupero nell'ultima parte dell'anno per l'effetto congiunto di un ulteriore deterioramento dell'occupazione e di un progressivo rafforzamento dell'attività economica segnalata anche dall'andamento della Produzione industriale che, secondo l'indice Istat, ha fatto registrare a settembre una riduzione del 5,3 per cento su base mensile, la più ampia dall'inizio della serie storica nel 1990 che porta l'indice su base annuale al 15,7 per cento;
la turbolenza finanziaria ha accresciuto l'incertezza delle famiglie circa gli andamenti finanziari ed economici futuri, spingendo potenzialmente la loro domanda di moneta oltre il livello giustificato dagli andamenti del reddito e dei tassi di interesse. Tutto ciò ha determinato riallocazioni di portafoglio motivate più dalla configurazione dei tassi di interesse che da decisioni di riallocazione straordinarie innescate dall'accresciuta incertezza;
il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, nel corso del suo intervento alla Giornata mondiale del risparmio ha dichiarato che «La caduta in cui le nostre economie si stavano avvitando, tra la fine del 2008 e l'inizio di quest'anno si è fermata. Siamo meno sicuri che si stia effettivamente avviando una ripresa duratura, che non poggi solo sul sostegno straordinario delle politiche economiche»;
il governatore Draghi ha diffuso anche cifre poco incoraggianti sul fronte dell'occupazione: in un anno, rivelando che da settembre 2008 a settembre 2009 sono stati persi 650 mila posti di lavoro, con elevate probabilità di ulteriori perdite negli ultimi mesi del 2009;
i sindacati hanno rilanciato l'allarme occupazione, individuando che secondo i dati dell'Ires, i disoccupati in Italia hanno superato quota tre milioni. I senza lavoro nel secondo trimestre dell'anno risultano essere 3,2 milioni e il tasso di disoccupazione sarebbe del 12,1 per cento, ben superiore al dato Istat (7,4 per cento);
secondo l'ultimo rapporto dell'Ilo, nel 2009 la situazione dei salari è peggiorata malgrado i segnali di ripresa dell'economia. Lo studio ha evidenziato che nella metà dei 35 paesi selezionati in cui sono disponibili i dati, i salari reali mensili si sono ridotti nel primo trimestre del 2009 rispetto alla media del 2008;
nei paesi per i quali vi sono dati disponibili, la crescita dei salari reali medi si è ridotta dal 4,3 per cento del 2007 all'1,4 per cento nel 2008. Tra i dieci paesi del G-20 per i quali i dati erano disponibili, invece, la crescita dei salari reali medi è scesa dall'1 per cento nel 2007 al -0,2 per cento nel 2008.
«Il continuo deteriorarsi dei salari reali a livello globale, così come evidenziato dalla direttrice del programma dell'Ilo sulle condizioni di lavoro e occupazione, Manuela Tomei, - pone una serie di interrogativi sulla reale entità della ripresa economica, specialmente se i governi interrompono troppo presto i piani di rilancio»;
come prevedibile l'intensità, l'estensione e la durata della crisi economica hanno avuto e stanno avendo ricadute fortemente negative sull'occupazione e sull'attività produttiva, anche se l'estensione degli ammortizzatori sociali ha fin ora evitato il determinarsi di una situazione sociale insostenibile. I più colpiti sono stati le lavoratrici e i lavoratori con contratto a tempo determinato, a progetto e autonomi. Pesanti ricadute si sono avute anche sull'occupazione femminile;
in particolare preoccupa il divario temporale che si registra tra i segnali di ripresa del ciclo economico e la ripresa della crescita occupazionale, appesantita dalle tante crisi aziendali che ci portano a prevedere un inverno molto difficile;
va tenuto presente che se la pressione fiscale fosse rimasta invariata dal 1980 ad oggi , ogni lavoratore avrebbe in busta paga oltre 3.000 euro annui in più pari a oltre 200 euro mensili, mentre la crescita della pressione fiscale dell'11,4 per cento - dovuta esclusivamente ad un aumento della pressione tributaria visto che quella contributiva è rimasta pressoché invariata dal 1980 - è stata tutta a carico del lavoro. Vi è dunque la necessità di diminuire il peso fiscale sui redditi da lavoro e da pensione. La crisi rende urgente la messa in campo di interventi che sostengano da un lato l'occupazione e dall'altro i redditi attraverso un'azione di carattere redistributivi. Si tratta di realizzare un criterio di giustizia, reso oggi più urgente dalla introduzione dello scudo fiscale;
un sostegno al reddito attraverso un alleggerimento della pressione fiscale, una flessibilità sostenibile dei mercati del lavoro ed efficaci incentivi all'occupazione sono indispensabili per prevenire una disoccupazione strutturale che potrebbe diventare molto più elevata nei prossimi anni;
a ottobre sono state autorizzate 94,7 milioni, le ore di cassa integrazione, il 322 per cento in più rispetto allo stesso mese del 2008 quando le ore furono 22,4 milioni. Il picco dell'aumento è quello relativo alla cig in deroga (+700 per cento) ed alla cig ordinaria (+419 per cento). In totale, dall'inizio dell'anno, sono state autorizzate 716,7 milioni di ore di cig, contro 166,7 milioni di ore dello stesso periodo del 2008 (+330 per cento);
nonostante tutto, le maggiori organizzazioni sindacali evidenziano che bisognerebbe chiarire quante ore di cassa integrazione siano state effettivamente utilizzate e quante persone sono rientrate stabilmente in azienda o quante sono rimaste senza lavoro. Si tratta sempre di 561 mila persone complessivamente sospese dal lavoro a fronte di un rischio di crisi irreversibile delle imprese;

impegna il Governo:

a realizzare un costante monitoraggio tra Governo, Regioni e parti sociali a livello sia di settori che territoriali finalizzato alla prevenzione delle situazioni più critiche e ad evitare il ricorso ai licenziamenti, attivando tutti gli strumenti a partire da un utilizzo più intenso dei contratti di solidarietà;
a costruire percorsi di intervento che vadano oltre l'emergenza occupazionale, riportando le politiche del lavoro ad affrontare le «questioni critiche» del nostro mercato del lavoro, in particolare il basso tasso di occupazione, soprattutto al Sud e delle donne, la transizione scuola lavoro, iniziando con il dare efficacia e funzionalità all'apprendistato, quale canale qualificante per ingresso al lavoro;
a avviare una spinta riformatrice che tenda ad estendere gli ammortizzatori sociali in chiave universalistica e a portare a sistema la bilateralità; a parificare i costi contrattuali e i contributi previdenziali per le diverse tipologie di lavoro; a dotare ogni lavoratrice e lavoratore di tutele e opportunità in materia di sicurezza sul lavoro, formazione continua, politiche attive per il reimpiego;
a mettere in sicurezza le risorse necessarie con lo stanziamento per il 2010 di 4 miliardi di euro aggiuntivi come nel 2009;
a garantire ogni utile iniziativa volta ad aumentare la partecipazione al mercato del lavoro e rendere più competitive le nostre imprese attraverso la riduzione delle tasse sul lavoro e sugli aumenti salariali ottenuti attraverso la «contrattazione decentrata»;
a disporre misure urgenti finalizzate ad ampliare il grado di copertura degli ammortizzatori sociali, prolungando il sistema di Cig/Cigs e degli ammortizzatori in deroga;
a prorogare l'indennità di disoccupazione nelle situazioni in cui si sia già pervenuti agli 8/12 mesi;
a prevedere idonei strumenti volti a sostenere strutturalmente la domanda preservando i salari reali dall'erosione cui sono attualmente soggetti per effetto della crisi e ogni altra utile iniziativa finalizzata a creare un clima di fiducia nell'economia.
(1-00280)
«Pezzotta, Vietti, Delfino, Poli, Ciccanti, Naro, Compagnon, Volontè, Anna Teresa Formisano, Galletti, Occhiuto, Rao».

La Camera,
premesso che:
il bollettino del mese di novembre della Banca centrale europea evidenzia «una graduale ripresa» nell'area euro per il 2010, pur consolidandosi un'elevata incertezza sulle prospettive economiche;
le previsioni della Banca Centrale europea, indicano un'inflazione a livello internazionale lievemente negativa, per gli effetti base connessi ai prezzi delle materie prime e l'ampio margine di capacità inutilizzata. In settembre l'inflazione generale al consumo sui 12 mesi nell'insieme dell'OCSE è stata pari a -0,3 per cento, invariata da agosto, mentre quella calcolata al netto dei beni alimentari ed energetici si è collocata all'1,5 per cento;
le condizioni nei mercati del lavoro dell'area dell'euro hanno continuato a deteriorarsi nei mesi recenti. La seconda stima dell'Eurostat ha confermato una diminuzione dell'occupazione nell'area dell'euro nel secondo trimestre del 2009 pari allo 0,5 per cento sul trimestre precedente, a fronte del calo dello 0,7 per cento del primo trimestre. Tale andamento suggerisce che il ritmo della contrazione dell'occupazione potrebbe aver cominciato ad attenuarsi. Il tasso di disoccupazione nell'area dell'euro è salito al 9,7 per cento in settembre, un decimo di punto percentuale in più rispetto al mese precedente;
nonostante gli ultimi trimestri di contrazione, va sottolineato che l'occupazione nell'area dell'euro ha dato prova di relativa buona tenuta durante il periodo di turbolenza, se si considera il notevole calo dell'attività economica. In tale contesto, la produttività del lavoro (in termini di prodotto per occupato) ha continuato a diminuire nel secondo trimestre, scendendo del 3,1 per cento sul periodo corrispondente. In prospettiva, essa dovrebbe mostrare un graduale recupero nell'ultima parte dell'anno per l'effetto congiunto di un ulteriore deterioramento dell'occupazione e di un progressivo rafforzamento dell'attività economica segnalata anche dall'andamento della Produzione industriale che, secondo l'indice Istat, ha fatto registrare a settembre una riduzione del 5,3 per cento su base mensile, la più ampia dall'inizio della serie storica nel 1990 che porta l'indice su base annuale al 15,7 per cento;
la turbolenza finanziaria ha accresciuto l'incertezza delle famiglie circa gli andamenti finanziari ed economici futuri, spingendo potenzialmente la loro domanda di moneta oltre il livello giustificato dagli andamenti del reddito e dei tassi di interesse. Tutto ciò ha determinato riallocazioni di portafoglio motivate più dalla configurazione dei tassi di interesse che da decisioni di riallocazione straordinarie innescate dall'accresciuta incertezza;
il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, nel corso del suo intervento alla Giornata mondiale del risparmio ha dichiarato che «La caduta in cui le nostre economie si stavano avvitando, tra la fine del 2008 e l'inizio di quest'anno si è fermata. Siamo meno sicuri che si stia effettivamente avviando una ripresa duratura, che non poggi solo sul sostegno straordinario delle politiche economiche»;
il governatore Draghi ha diffuso anche cifre poco incoraggianti sul fronte dell'occupazione: in un anno, rivelando che da settembre 2008 a settembre 2009 sono stati persi 650 mila posti di lavoro, con elevate probabilità di ulteriori perdite negli ultimi mesi del 2009;
i sindacati hanno rilanciato l'allarme occupazione, individuando che secondo i dati dell'Ires, i disoccupati in Italia hanno superato quota tre milioni. I senza lavoro nel secondo trimestre dell'anno risultano essere 3,2 milioni e il tasso di disoccupazione sarebbe del 12,1 per cento, ben superiore al dato Istat (7,4 per cento);
secondo l'ultimo rapporto dell'Ilo, nel 2009 la situazione dei salari è peggiorata malgrado i segnali di ripresa dell'economia. Lo studio ha evidenziato che nella metà dei 35 paesi selezionati in cui sono disponibili i dati, i salari reali mensili si sono ridotti nel primo trimestre del 2009 rispetto alla media del 2008;
nei paesi per i quali vi sono dati disponibili, la crescita dei salari reali medi si è ridotta dal 4,3 per cento del 2007 all'1,4 per cento nel 2008. Tra i dieci paesi del G-20 per i quali i dati erano disponibili, invece, la crescita dei salari reali medi è scesa dall'1 per cento nel 2007 al -0,2 per cento nel 2008.
«Il continuo deteriorarsi dei salari reali a livello globale, così come evidenziato dalla direttrice del programma dell'Ilo sulle condizioni di lavoro e occupazione, Manuela Tomei, - pone una serie di interrogativi sulla reale entità della ripresa economica, specialmente se i governi interrompono troppo presto i piani di rilancio»;
come prevedibile l'intensità, l'estensione e la durata della crisi economica hanno avuto e stanno avendo ricadute fortemente negative sull'occupazione e sull'attività produttiva, anche se l'estensione degli ammortizzatori sociali ha fin ora evitato il determinarsi di una situazione sociale insostenibile. I più colpiti sono stati le lavoratrici e i lavoratori con contratto a tempo determinato, a progetto e autonomi. Pesanti ricadute si sono avute anche sull'occupazione femminile;
in particolare preoccupa il divario temporale che si registra tra i segnali di ripresa del ciclo economico e la ripresa della crescita occupazionale, appesantita dalle tante crisi aziendali che ci portano a prevedere un inverno molto difficile;
va tenuto presente che se la pressione fiscale fosse rimasta invariata dal 1980 ad oggi , ogni lavoratore avrebbe in busta paga oltre 3.000 euro annui in più pari a oltre 200 euro mensili, mentre la crescita della pressione fiscale dell'11,4 per cento - dovuta esclusivamente ad un aumento della pressione tributaria visto che quella contributiva è rimasta pressoché invariata dal 1980 - è stata tutta a carico del lavoro. Vi è dunque la necessità di diminuire il peso fiscale sui redditi da lavoro e da pensione. La crisi rende urgente la messa in campo di interventi che sostengano da un lato l'occupazione e dall'altro i redditi attraverso un'azione di carattere redistributivi. Si tratta di realizzare un criterio di giustizia, reso oggi più urgente dalla introduzione dello scudo fiscale;
un sostegno al reddito attraverso un alleggerimento della pressione fiscale, una flessibilità sostenibile dei mercati del lavoro ed efficaci incentivi all'occupazione sono indispensabili per prevenire una disoccupazione strutturale che potrebbe diventare molto più elevata nei prossimi anni;
a ottobre sono state autorizzate 94,7 milioni, le ore di cassa integrazione, il 322 per cento in più rispetto allo stesso mese del 2008 quando le ore furono 22,4 milioni. Il picco dell'aumento è quello relativo alla cig in deroga (+700 per cento) ed alla cig ordinaria (+419 per cento). In totale, dall'inizio dell'anno, sono state autorizzate 716,7 milioni di ore di cig, contro 166,7 milioni di ore dello stesso periodo del 2008 (+330 per cento);
nonostante tutto, le maggiori organizzazioni sindacali evidenziano che bisognerebbe chiarire quante ore di cassa integrazione siano state effettivamente utilizzate e quante persone sono rientrate stabilmente in azienda o quante sono rimaste senza lavoro. Si tratta sempre di 561 mila persone complessivamente sospese dal lavoro a fronte di un rischio di crisi irreversibile delle imprese;

impegna il Governo:

a realizzare un costante monitoraggio tra Governo, Regioni e parti sociali a livello sia di settori che territoriali finalizzato alla prevenzione delle situazioni più critiche e ad evitare il ricorso ai licenziamenti, attivando tutti gli strumenti a partire da un utilizzo più intenso dei contratti di solidarietà;
a costruire percorsi di intervento che vadano oltre l'emergenza occupazionale, riportando le politiche del lavoro ad affrontare le «questioni critiche» del nostro mercato del lavoro;
a avviare una riforma degli ammortizzatori sociali e a portare a sistema la bilateralità; a parificare i costi contrattuali e i contributi previdenziali per le diverse tipologie di lavoro; a dotare ogni lavoratrice e lavoratore di tutele e opportunità in materia di sicurezza sul lavoro, formazione continua, politiche attive per il reimpiego;
a mettere in sicurezza le risorse necessarie con lo stanziamento per il 2010 di 4 miliardi di euro aggiuntivi come nel 2009;
a garantire ogni utile iniziativa volta ad aumentare la partecipazione al mercato del lavoro e rendere più competitive le nostre imprese attraverso la riduzione delle tasse sul lavoro e sugli aumenti salariali ottenuti attraverso la «contrattazione decentrata»;
a disporre misure urgenti finalizzate ad ampliare il grado di copertura degli ammortizzatori sociali, ed a valutare di prolungare il sistema di Cig/Cigs e degli ammortizzatori in deroga;
a valutare, compatibilmente con le risorse disponibili, di prorogare l'indennità di disoccupazione nelle situazioni in cui si sia già pervenuti agli 8/12 mesi;
a prevedere idonei strumenti volti a sostenere strutturalmente la domanda preservando i salari reali dall'erosione cui sono attualmente soggetti per effetto della crisi e ogni altra utile iniziativa finalizzata a creare un clima di fiducia nell'economia.
(1-00280)
(Testo modificato nel corso della seduta)«Pezzotta, Vietti, Delfino, Poli, Ciccanti, Naro, Compagnon, Volontè, Anna Teresa Formisano, Galletti, Occhiuto, Rao».

La Camera,
premesso che:
nel 2009 la recessione conseguente alla crisi finanziaria internazionale ha colpito l'Italia più di ogni altro Paese al mondo, esclusi soltanto Giappone e Germania;
tale situazione non è ascrivibile soltanto alla posizione strutturale dell'economia nazionale, fortemente esposta alla contrazione del commercio mondiale, ma anche all'insufficiente e colpevolmente ritardataria politica anticiclica messa in atto dal Governo: nel 2008, infatti, il contributo strutturale del saldo di bilancio è stato positivo per quasi mezzo punto di prodotto interno lordo. La politica economica interna, secondo i firmatari del presente atto di indirizzo, si è mossa in modo da aggravare la crisi e non da contrastarla;
la linea minimalista del Governo e l'assenza di una strategia non sono, però, privi di effetti concreti, perché operano una selezione non indolore, che ha colpito e continuerà a colpire soprattutto il mondo del lavoro, con il rischio di mettere in crisi la coesione sociale e il mondo produttivo e di far sì che un numero crescente di cittadini non si senta più rappresentato dalla descrizione ottimistica di chi governa;
uno snodo fondamentale è rappresentato dalla riduzione del reddito disponibile delle famiglie, dall'insufficiente dinamica di salari, stipendi e pensioni, dalla perdita del posto di lavoro da parte di molte persone, gran parte delle quali prive di un'adeguata copertura sociale ed assicurativa, a causa dell'incompletezza del nostro sistema di welfare nei confronti di alcuni settori produttivi, così come di alcune tipologie di contratto di lavoro;
oltre 14 milioni di lavoratori, secondo recenti indagini, guadagnano meno di 1.300 euro netti al mese. Nei dati dell'ultima indagine dell'Istat sulla condizione economica delle famiglie si evidenziava che:
a) il 14,6 per cento arriva con grande difficoltà a fine mese;
b) il 28,4 per cento non riesce a far fronte a una spesa imprevista;
c) il 9,3 per cento è in arretrato nel pagamento delle bollette;
d) il 10,4 per cento non riscalda adeguatamente la casa;
e) il 4,2 per cento non ha soldi per le spese alimentari;
f) il 10,4 per cento non ha soldi per le spese mediche;
g) il 16,4 per cento non ha soldi per le spese per l'abbigliamento;
tra il 1992 e il 2007, in Italia, su una crescita complessiva, pur modesta, di 17 punti percentuali, soltanto due sono andati a vantaggio del lavoro. Questa emergenza salariale ha richiamato più volte l'esigenza di una nuova politica dei redditi che impegnasse Governo e parti sociali: tuttavia, nei vari provvedimenti economici varati nel corso della XVI legislatura, l'attuale Governo non ha preso in considerazione, nonostante le promesse elettorali, il problema dell'innalzamento del potere d'acquisto delle retribuzioni e delle pensioni, frutto di un sempre più accentuato squilibrio nella distribuzione della ricchezza, a tutto scapito del fattore lavoro e dei percettori di redditi fissi - così come evidenziato più volte dalla Banca d'Italia - che rappresenta un inaccettabile elemento di iniquità e una delle cause dell'intrinseca debolezza del sistema economico e produttivo, stante l'ormai conclamata e prolungata debolezza della domanda interna;
il Governo continua a perseverare nell'errore, attendendo soltanto un'inversione del ciclo, lasciando che la crisi in corso produca i suoi effetti: prova ne è il disegno di legge finanziaria all'esame del Parlamento, che ai firmatari del presente atto di indirizzo appare del tutto privo di qualunque misura in grado di sostenere i redditi e, per questa via, sostenere la domanda interna;
infatti, se è necessario guardare, in questa fase, all'andamento della domanda mondiale e, quindi, all'andamento delle nostre esportazioni, è altrettanto necessario rendersi conto che non è possibile, per il rilancio della nostra economia, fare affidamento soltanto sulle esportazioni. Anzi, nel nuovo modello di sviluppo che dovremo costruire dopo la crisi avremo bisogno di maggiore domanda interna, per sviluppare la quale è inevitabile affrontare alcuni temi;
il primo tema è quello della riduzione della pressione fiscale sui redditi da lavoro e da pensione e, soprattutto, su quelli medio-bassi, ossia quelli che più subiscono il costo della recessione e, allo stesso tempo, sostenendo i quali la manovra sarebbe più efficace, perché i bassi redditi hanno una propensione al consumo elevata. In tale contesto, è necessario anche riconoscere un adeguato sgravio fiscale legato ai carichi familiari;
il secondo tema riguarda gli ammortizzatori sociali, in merito ai quali bisogna prevedere sia per prolungarne l'estensione, ma anche per varare una vera e sistematica riforma che estenda in modo universale la copertura assicurativa dal rischio di disoccupazione, per evitare che la crisi e l'aumento della disoccupazione si ripercuotano in modo drammatico sulle condizioni sociali di vasti strati di famiglie e, quindi, sulla loro capacità di consumo;
queste misure hanno il vantaggio di agire su entrambi i lati, della domanda e dell'offerta: incrementano la domanda perché sono rivolti alle famiglie con la più alta propensione al consumo e incrementano l'offerta perché inducono le persone a lavorare di più, senza aumentare il costo del lavoro per le imprese. E poiché queste misure potrebbero ridurre l'economia sommersa, avrebbero effetti limitati sulla finanza pubblica,

impegna il Governo:

a sostenere la domanda interna mediante la riduzione delle imposte gravanti sui redditi da lavoro e da pensione, a partire da quelli medio-bassi, da realizzarsi innalzando le detrazioni fiscali, un incentivo finanziario riconosciuto in modo automatico in grado di raggiungere una vasta platea di cittadini, e riconoscendo la detrazione già nel 2009, attraverso la corresponsione dello sgravio in un'unica soluzione in corrispondenza del pagamento della tredicesima mensilità, altresì riconoscendo una misura equivalente ai lavoratori precari e parasubordinati;
a prevedere per l'immediato un adeguato incremento dell'importo degli assegni familiari e delle detrazioni fiscali per carichi familiari e, in prospettiva, a riformare gli strumenti di sostegno per le famiglie, prevedendo un meccanismo che, unificando gli attuali strumenti e riconoscendo trattamenti di importo significativamente superiore a quelli attuali, attribuisca una dote fiscale per ciascun figlio minore;
ad adottare immediatamente ulteriori misure volte ad assicurare forme di congruo sostegno del reddito per tutti quei lavoratori attualmente esclusi dall'accesso agli strumenti previsti dal sistema di ammortizzatori sociali e che hanno perso il posto in conseguenza della recessione economica;
a prevedere una misura straordinaria volta a riconoscere il raddoppio dei periodi di cassa integrazione ordinaria, tale da consentire alle imprese di superare la grave fase recessiva, senza disperdere il patrimonio di competenze professionali del proprio personale dipendente;
nell'immediato, a riconoscere gli adeguamenti degli attuali assegni pensionistici al tasso di inflazione reale e ad avviare un confronto con le parti sociali, così come previsto dal decreto del Governo Prodi emanato nel dicembre del 2007, per l'estensione progressiva della quattordicesima (già erogata nell'ottobre 2007 e nel luglio 2008 e 2009 ad oltre 3 milioni di pensionati che hanno un assegno pensionistico fino a 700 euro mensili) alle pensioni di importo fino a 1.000-1.200 euro mensili;
a procedere, con il coinvolgimento delle parti sociali, al varo di un disegno organico di riforma in senso universalistico degli ammortizzatori sociali, con l'obiettivo di creare uno strumento indirizzato al sostegno del reddito delle persone che passano dallo stato di occupazione allo stato di disoccupazione e al reinserimento lavorativo dei soggetti disoccupati, senza distinzione di qualifica, appartenenza settoriale, dimensione di impresa e tipologia di contratti di lavoro, integrato con le politiche attive del lavoro.
(1-00284)
«Fluvi, Franceschini, Bersani, Letta, Baretta, Damiano, Causi, Carella, Ceccuzzi, Cesario, D'Antoni, De Micheli, Fogliardi, Gasbarra, Graziano, Marchignoli, Piccolo, Pizzetti, Sposetti, Strizzolo, Boccia, Calvisi, Capodicasa, Duilio, Genovese, Marchi, Cesare Marini, Misiani, Nannicini, Andrea Orlando, Rubinato, Vannucci, Ventura, Bellanova, Codurelli, Gatti, Rampi, Madia».

La Camera,
premesso che:
nel 2009 la recessione conseguente alla crisi finanziaria internazionale ha colpito l'Italia più di ogni altro Paese al mondo, esclusi soltanto Giappone e Germania;
tale situazione non è ascrivibile soltanto alla posizione strutturale dell'economia nazionale, fortemente esposta alla contrazione del commercio mondiale, ma anche all'insufficiente e colpevolmente ritardataria politica anticiclica messa in atto dal Governo: nel 2008, infatti, il contributo strutturale del saldo di bilancio è stato positivo per quasi mezzo punto di prodotto interno lordo. La politica economica interna, secondo i firmatari del presente atto di indirizzo, si è mossa in modo da aggravare la crisi e non da contrastarla;
la linea minimalista del Governo e l'assenza di una strategia non sono, però, privi di effetti concreti, perché operano una selezione non indolore, che ha colpito e continuerà a colpire soprattutto il mondo del lavoro, con il rischio di mettere in crisi la coesione sociale e il mondo produttivo e di far sì che un numero crescente di cittadini non si senta più rappresentato dalla descrizione ottimistica di chi governa;
uno snodo fondamentale è rappresentato dalla riduzione del reddito disponibile delle famiglie, dall'insufficiente dinamica di salari, stipendi e pensioni, dalla perdita del posto di lavoro da parte di molte persone, gran parte delle quali prive di un'adeguata copertura sociale ed assicurativa, a causa dell'incompletezza del nostro sistema di welfare nei confronti di alcuni settori produttivi, così come di alcune tipologie di contratto di lavoro;
oltre 14 milioni di lavoratori, secondo recenti indagini, guadagnano meno di 1.300 euro netti al mese. Nei dati dell'ultima indagine dell'Istat sulla condizione economica delle famiglie si evidenziava che:
a) il 14,6 per cento arriva con grande difficoltà a fine mese;
b) il 28,4 per cento non riesce a far fronte a una spesa imprevista;
c) il 9,3 per cento è in arretrato nel pagamento delle bollette;
d) il 10,4 per cento non riscalda adeguatamente la casa;
e) il 4,2 per cento non ha soldi per le spese alimentari;
f) il 10,4 per cento non ha soldi per le spese mediche;
g) il 16,4 per cento non ha soldi per le spese per l'abbigliamento;
tra il 1992 e il 2007, in Italia, su una crescita complessiva, pur modesta, di 17 punti percentuali, soltanto due sono andati a vantaggio del lavoro. Questa emergenza salariale ha richiamato più volte l'esigenza di una nuova politica dei redditi che impegnasse Governo e parti sociali: tuttavia, nei vari provvedimenti economici varati nel corso della XVI legislatura, l'attuale Governo non ha preso in considerazione, nonostante le promesse elettorali, il problema dell'innalzamento del potere d'acquisto delle retribuzioni e delle pensioni, frutto di un sempre più accentuato squilibrio nella distribuzione della ricchezza, a tutto scapito del fattore lavoro e dei percettori di redditi fissi - così come evidenziato più volte dalla Banca d'Italia - che rappresenta un inaccettabile elemento di iniquità e una delle cause dell'intrinseca debolezza del sistema economico e produttivo, stante l'ormai conclamata e prolungata debolezza della domanda interna;
il Governo continua a perseverare nell'errore, attendendo soltanto un'inversione del ciclo, lasciando che la crisi in corso produca i suoi effetti: prova ne è il disegno di legge finanziaria all'esame del Parlamento, che ai firmatari del presente atto di indirizzo appare del tutto privo di qualunque misura in grado di sostenere i redditi e, per questa via, sostenere la domanda interna;
infatti, se è necessario guardare, in questa fase, all'andamento della domanda mondiale e, quindi, all'andamento delle nostre esportazioni, è altrettanto necessario rendersi conto che non è possibile, per il rilancio della nostra economia, fare affidamento soltanto sulle esportazioni. Anzi, nel nuovo modello di sviluppo che dovremo costruire dopo la crisi avremo bisogno di maggiore domanda interna, per sviluppare la quale è inevitabile affrontare alcuni temi;
il primo tema è quello della riduzione della pressione fiscale sui redditi da lavoro e da pensione e, soprattutto, su quelli medio-bassi, ossia quelli che più subiscono il costo della recessione e, allo stesso tempo, sostenendo i quali la manovra sarebbe più efficace, perché i bassi redditi hanno una propensione al consumo elevata. In tale contesto, è necessario anche riconoscere un adeguato sgravio fiscale legato ai carichi familiari;
il secondo tema riguarda gli ammortizzatori sociali, in merito ai quali bisogna prevedere sia per prolungarne l'estensione, ma anche per varare una vera e sistematica riforma che estenda in modo universale la copertura assicurativa dal rischio di disoccupazione, per evitare che la crisi e l'aumento della disoccupazione si ripercuotano in modo drammatico sulle condizioni sociali di vasti strati di famiglie e, quindi, sulla loro capacità di consumo;
queste misure hanno il vantaggio di agire su entrambi i lati, della domanda e dell'offerta: incrementano la domanda perché sono rivolti alle famiglie con la più alta propensione al consumo e incrementano l'offerta perché inducono le persone a lavorare di più, senza aumentare il costo del lavoro per le imprese. E poiché queste misure potrebbero ridurre l'economia sommersa, avrebbero effetti limitati sulla finanza pubblica,

impegna il Governo:

a sostenere la domanda interna mediante la riduzione delle imposte gravanti sui redditi da lavoro e da pensione, a partire da quelli medio-bassi, da realizzarsi innalzando le detrazioni fiscali, un incentivo finanziario riconosciuto in modo automatico in grado di raggiungere una vasta platea di cittadini, e riconoscendo la detrazione già nel 2009, attraverso la corresponsione dello sgravio in un'unica soluzione in corrispondenza del pagamento della tredicesima mensilità, altresì riconoscendo una misura equivalente ai lavoratori precari e parasubordinati;
a valutare, compatibilmente con le risorse disponibili, un incremento dell'importo degli assegni familiari e delle detrazioni fiscali per carichi familiari e, in prospettiva, a riformare gli strumenti di sostegno per le famiglie, prevedendo un meccanismo che, unificando gli attuali strumenti e riconoscendo trattamenti di importo significativamente superiore a quelli attuali, attribuisca una dote fiscale per ciascun figlio minore;
a valutare ulteriori misure volte ad assicurare forme di congruo sostegno del reddito per tutti quei lavoratori attualmente esclusi dall'accesso agli strumenti previsti dal sistema di ammortizzatori sociali e che hanno perso il posto in conseguenza della recessione economica;
a valutare, compatibilmente con le risorse disponibili, una misura straordinaria volta a riconoscere un aumento dei periodi di cassa integrazione ordinaria, tale da consentire alle imprese di superare la grave fase recessiva, senza disperdere il patrimonio di competenze professionali del proprio personale dipendente;
a valutare degli adeguamenti degli attuali assegni pensionistici al tasso di inflazione reale e ad avviare un confronto con le parti sociali;
a procedere, con il coinvolgimento delle parti sociali, al varo di un disegno organico di riforma in senso universalistico degli ammortizzatori sociali, con l'obiettivo di creare uno strumento indirizzato al sostegno del reddito delle persone che passano dallo stato di occupazione allo stato di disoccupazione e al reinserimento lavorativo dei soggetti disoccupati, senza distinzione di qualifica, appartenenza settoriale, dimensione di impresa e tipologia di contratti di lavoro, integrato con le politiche attive del lavoro.
(1-00284)
(Testo modificato nel corso della seduta)«Fluvi, Franceschini, Bersani, Letta, Baretta, Damiano, Causi, Carella, Ceccuzzi, Cesario, D'Antoni, De Micheli, Fogliardi, Gasbarra, Graziano, Marchignoli, Piccolo, Pizzetti, Sposetti, Strizzolo, Boccia, Calvisi, Capodicasa, Duilio, Genovese, Marchi, Cesare Marini, Misiani, Nannicini, Andrea Orlando, Rubinato, Vannucci, Ventura, Bellanova, Codurelli, Gatti, Rampi, Madia».