XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di martedì 15 dicembre 2009

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:

La X Commissione,
premesso che:
le strategie adottate dall'Unione europea sulla lotta ai cambiamenti climatici e sull'autosufficienza in campo energetico hanno accresciuto l'impegno dei singoli Paesi a definire un quadro normativo certo ed univoco per lo sviluppo dell'energia prodotta da fonti rinnovabili;
la direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio n. 2001/77/CE, promuove, infatti, l'utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità, anche incidendo sulla semplificazione e sull'efficacia delle procedure amministrative per aumentare la produzione e i consumi di energia prodotta da tali fonti;
le fonti energetiche rinnovabili rappresentano una reale opportunità di sviluppo, offrendo alle imprese uno strumento efficace per affrontare la crisi e per aumentare i livelli di crescita ed di occupazione in un settore strategico e ad alta tecnologia;
in Italia, la direttiva n. 2001/77/CE è stata recepita con il decreto legislativo 29 dicembre 2003 n. 387. L'articolo 7, del citato decreto legislativo, in particolare, è dedicato alla fonte solare il cui sviluppo è legato ad un sistema di incentivazione, il cosiddetto «conto energia», disciplinato con il decreto ministeriale 19 febbraio 2007;
il «conto energia» ha consentito alla nascente industria del fotovoltaico di svilupparsi e consolidarsi, permettendo all'Italia di raggiungere le eccellenze di altri Paesi europei e di attestarsi al quarto posto su scala mondiale dopo gli Stati Uniti, la Spagna e la Germania;
la conferma della recente espansione del mercato fotovoltaico in Italia è nei dati relativi all'andamento degli impianti in esercizio e alla potenza installata; le stime indicano, infatti, che la potenza fotovoltaica cumulativamente in esercizio nell'anno 2008 con il «conto energia» ha raggiunto 260 MW per un numero cumulato di impianti in esercizio, alla stessa data, pari a circa 19.000 impianti;
è indispensabile dunque, ai fini di adeguata pianificazione degli impianti e dello sviluppo del settore fotovoltaico in Italia, garantire il prolungamento delle incentivazioni legate al «conto energia» ed offrire anche le opportune indicazioni sui possibili esisti della revisione ditali incentivazioni che, come è noto, scadranno il prossimo anno;
l'esperienza ha poi evidenziato che, nonostante il susseguirsi di norme emanate con l'intento di semplificare le procedure e di contribuire all'incentivazione delle sviluppo delle energie rinnovabili, l'iter di autorizzazione all'installazione degli impianti fotovoltaici e l'autorizzazione alla connessione alla rete nazionale, sono elementi che incidono negativamente sulla fattibilità e la tempistica per l'entrata in esercizio degli impianti;
è indispensabile non vanificare i risultati raggiunti ed impegnarsi concretamente per garantire lo sviluppo di una solida industria di settore. Questi sono anche gli obiettivi contenuti in una petizione recentemente promossa dalla fondazione UniVerde per lo sviluppo del fotovoltaico in Italia -:

impegna il Governo:

ad assumere le iniziative necessarie e confermare anche per gli anni successivi al 2010 il sistema di incentivi del «conto energia» definendo in tempi brevi la nuova disciplina di settore per fornire adeguate garanzie sugli investimenti programmati;
a rimuovere gli ostacoli di natura amministrativa e burocratica che ad oggi impediscono il completo sviluppo del fotovoltaico in Italia;

a mantenere una significativa differenziazione degli incentivi al fine di utilizzare al meglio le superfici già coperte da impianti fotovoltaici e favorire la realizzazione di tali impianti nelle aree industriali dismesse o da bonificare.
(7-00239) «Fava».

TESTO AGGIORNATO AL 17 DICEMBRE 2009

...

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
il 10 novembre 2009 a seguito di uno straordinario evento meteorologico verificatosi nel comune di Casamicciola Terme (Ischia), una grossa frana di fango e detriti, staccatisi dai costoni adiacenti, ha investito buona parte del centro abitato causando un morto e ingenti danni materiali alla popolazione;
dalle prime verifiche, che attualmente proseguono, operate da parte della protezione civile regionale, risultano ingenti i danni alle strutture idriche, fognarie ed elettriche del comune, nonché l'inagibilità di alcune strade, in particolare della strada statale 270, arteria principale di congiunzione dei comuni dell'isola;
notevoli danni si riscontrano inoltre all'intero territorio colpito dall'evento calamitoso, che si presenta gravemente dissestato nel suo profilo idrogeologico, situazione che ha costretto gli organi preposti, all'evacuazione di alcune aree abitative per un ammontare di circa 310 sfollati e alla chiusura precauzionale di alcune scuole e di edifici pubblici;
dopo le prime operazioni effettuate sui luoghi coinvolti dall'alluvione per tamponare l'emergenza, allo stato attuale la situazione nell'area interessata dal disastro presenta notevoli criticità, con la necessità di interventi rapidi per la messa in sicurezza di numerosi valloni e costoni che, interessati dall'aviazione, costituiscono un serio pericolo anche e soprattutto in ragione dei prossimi eventi metereologici invernali;
a seguito dell'alluvione il comune interessato e la regione Campania hanno provveduto a dichiarare lo stato di calamità naturale mentre ad oggi non risulta, invece, disposto alcun intervento straordinario di emergenza da parte del Governo;
è necessario un intervento chiaro e deciso, l'impegno di risorse per affrontare la fase d'emergenza che ancora oggi persiste nell'aria, nonché un intervento strutturale per realizzare quanto necessario al monitoraggio e alla messa in sicurezza di tutto il comprensorio dei comuni presenti nell'isola di Ischia scongiurando, così, eventi catastrofici come quelli recentemente verificatisi;
risulta, per di più, improrogabile un celere ripristino della normalità per rimettere in moto l'economia della zona che, già fortemente compromessa, rischia il definitivo collasso qualora dovessero chiudere le attività a vocazione turistica, unica fonte di profitto delle attività economiche del comprensorio -:
quali urgenti iniziative si intendano adottare per proclamare in tempi rapidi lo stato di calamità naturale nel comune di Casamicciola Terme che permetta così l'invio di risorse straordinarie per fronteggiare la situazione di emergenza provocata dall'alluvione e se non intenda adoperarsi per adottare un piano di intervento straordinario per la messa in sicurezza sotto il profilo idrogeologico di tutto il territorio dell'Isola di Ischia.
(2-00570)
«Libè, Nunzio Francesco Testa, Pisacane, Vietti».

Interrogazioni a risposta in Commissione:

GHIZZONI, LOLLI e DE BIASI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. -Per sapere - premesso che:
il conservatorio «Alfredo Casella» dell'Aquila è stato gravemente danneggiato dal recente sisma che ha colpito il territorio aquilano;
in attesa del suo restauro era stata avanzata una proposta da parte del Governo giapponese per realizzare la sede temporanea, progettata dall'architetto Shigeru Ban, specializzato in realizzazioni in zone colpite da eventi sismici di particolare gravità; Ban aveva pertanto disegnato, gratuitamente, il nuovo conservatorio con auditorium capace di ospitare circa 600 persone, ed il progetto era stato presentato al Presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, dal premier giapponese Taro Aso nel corso del G8 a L'Aquila nel luglio 2009;
la realizzazione dell'opera, i cui costi ammontavano a 1,5 milioni di euro, avrebbe visto la partecipazione economico-finanziaria del Governo nipponico, il quale aveva messo a disposizione circa 500 mila euro, mentre, per la restante parte, avrebbe finanziariamente collaborato la stessa organizzazione non governativa di Shigeru Ban, la «Voluntary architets network»;
da fonti giornalistiche (in particolare dalla rivista II Giornale dell'architettura) si apprende che, mediante una gara d'appalto gestita dalla Protezione civile, la sede temporanea del Conservatorio è stata realizzata con moduli provvisori a uso scolastico (Musp) in luogo della struttura progettata da uno dei più famosi architetti contemporanei e affrontando una spesa pari a circa sei milioni di euro, ben superiore a quella prevista per realizzare la proposta dell'architetto Ban -:
per quali motivi si sia deciso di interrompere unilateralmente la collaborazione con l'architetto giapponese Shirun Ban e la partecipazione del Governo nipponico all'intervento e per quali ragioni i costi di realizzazione della costruzione della sede temporanea del conservatorio dell'Aquila «Alfredo Casella» siano tanto più onerosi rispetto a quelli del progetto del citato architetto giapponese.
(5-02240)

ROSSA, VILLECCO CALIPARI e AMICI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
la legge 3 agosto 2007, n. 124, «Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica e nuova disciplina del segreto», di riforma dei servizi segreti, stabilisce, all'articolo 39, che «la durata complessiva del vincolo del segreto di Stato non può essere superiore a 30 anni»;
il segreto di Stato di cui all'articolo 39, ai sensi della legge suddetta, potrebbe cessare anche solo dopo 15 anni, se non prorogato dal Presidente del Consiglio dei ministri;
il Presidente del Consiglio dei ministri, per mano del Sottosegretario al quale sono state delegate le funzioni in materia di servizi di sicurezza, ha, con proprio decreto, il 23 settembre 2008, istituito presso Palazzo Chigi una Commissione «per definire, entro e non oltre sei mesi, le procedure di accesso alla documentazione per la quale viene a decadere il segreto di Stato», ai sensi del suddetto articolo 39;
il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in questione stabilisce che «la Commissione dovrà altresì individuare possibili modifiche del regolamento di attuazione dell'articolo 39 nonché, qualora ritenuto opportuno, eventuali variazioni della stessa legge n. 124 del 2007», e che la stessa «dovrà inoltre valutare le specifiche richieste di accesso»;
la Commissione, presieduta da Renato Granata, (Presidente emerito della Corte Costituzionale) non è un organo autonomo, ma è da considerare «di supporto

alla Presidenza del Consiglio» e in realtà, non ha ancora, ad oggi, regolamentato le procedure di accesso alla documentazione per la quale il segreto di Stato è decaduto;
non si sa dunque, con esattezza, né chi saranno i soggetti che potranno realmente avere accesso ai documenti, ne se la Commissione in questione, che ha anche il potere di proporre modifiche alla normativa sopra citata in merito alla desecretazione, abbia intenzione di orientarsi in senso «restrittivo» rispetto alla attuale normativa sul segreto di Stato;
la possibilità di avere, finalmente, accesso alla documentazione prima sottoposta al segreto di Stato è importante sia ai fini della ricostruzione storiografica di pagine oscure della storia italiana sia per il dibattito politico per il confronto civile in merito a ferite ancora aperte nella nostra società -:
quali siano i motivi per i quali ad oggi non sia stata ancora data attuazione alla normativa sul segreto di stato;
se il Governo intenda riferire sull'attività svolta dalla suddetta Commissione, e se non intenda necessario dare assicurazioni in merito al rispetto dello spirito della legge vigente, garantendo l'accesso a documenti che potrebbero rappresentare un tassello importante ai fini della ricostruzione di verità importanti per la storia del nostro Paese.
(5-02242)

VICO, LULLI e BELLANOVA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
l'Istituto Bruno Leoni ha diffuso un comunicato nel quale esprime profonda preoccupazione per una proposta formulata dalla SIAE che sarebbe in procinto di imporre una tassa sulle connessioni internet per compensare autori ed editori per i mancati introiti eventualmente derivanti dalla pirateria digitale;
la lotta alla pirateria digitale - da condurre con più strumenti e rigorosità - non può essere scaricata sulla utenza e sui consumatori attraverso balzelli e tasse;
la Siae potrebbe più proficuamente ragionare ed operare sull'aggiornamento dei propri modelli di businnes, invece di difendere il suo piccolo mondo antico;
replicare l'infelice operazione già praticata con la tassa sui supporti vergini, in barba ai più elementari principi di responsabilità ed ai diritti dei consumatori, non è certo la strada per tutelare il lavoro dei produttori di contenuti;
nel Paese è in discussione la strategia per il radicamento e la diffusione di Internet, per cui non c'è alcun bisogno di aumentare i costi dell'accesso con un balzello -:
se sia informato di quanto sopra descritto e quali iniziative intenda assumere per assicurare la libera circolazione su internet scongiurando l'introduzione di alcun balzello o tassa.
(5-02243)

Interrogazioni a risposta scritta:

REGUZZONI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
la civiltà lombarda ha avuto nell'utilizzo dei corsi d'acqua uno dei principali motori di sviluppo;
la realizzazione del progetto che ha portato Milano a vincere la competizione internazionale per la localizzazione di Expo 2015 era fortemente basata sull'acqua quale elemento scenografico e di contenuto culturale;
la Valle del fiume Olona - limitrofa al sito che ospiterà Expo 2015 - ben rappresenta le peculiarità lombarde: bellezze naturalistiche, angoli suggestivi, architetture industriali (spesso in pregevole stile liberty), una pista ciclabile e un treno

a vapore che coprano molta parte del fondo valle, luoghi culturalmente apprezzabilissimi come il monastero di Cairate, il sito archeologico di Castelseprio, il complesso di Torba e Gornate Olona... per arrivare fino alla LIUC, università di Castellanza, e al recupero delle aree industriali nel centro di Legnano (MI)... sono molteplici e variegate le attrattive e le testimonianze storiche;
oltre ai Comuni già citati sopra, in Provincia di Varese si possono aggiungere i Comuni di Olgiate Olona, Solbare Olona, Fagliano, Gorla Minore e Gorla Maggiore, Marnate, Castiglione Olona, Malvate, Vedano Olona, Induno Olona oltre allo stesso Comune di Varese;
se e come il Governo - anche per il tramite della società SOGE spa - intende coinvolgere i Comuni citati in premessa e lo stesso ente Provincia di Varese nella realizzazione dell'Expo 2015, sia con riferimento ad eventi collaterali, sia nell'allestimento del sito;
se e quali spazi la Soge intende dedicare al tema dell'acqua, centrale nell'ambito dello sviluppo civile e nell'ambito della alimentazione dell'uomo, temi centrali dell'Expo 2015;
se e quale spazio nell'ambito dei perimetri di cui sopra verrà dedicato alla Valle dell'Olona.
(4-05401)

REGUZZONI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
la città di Busto Arsizio (Varese) può vantare un ricco patrimonio storico, artistico, architettonico e culturale dalla stupenda chiesetta di Santa Maria, alle imponenti chiese di San Giovanni e San Michele - solo per rimanere nel centro storico; dal bel palazzo Cicogna-Marciani adibito a biblioteca e civica raccolta d'arte al complesso liberty del Museo del tessile e della tradizione industriale;
nella città di Busto Arsizio si svolgono numerosissime manifestazioni di varia natura - sportive, culturali, commerciali, fieristiche, agricole, eno-gastronomiche... anche grazie alla presenza del complesso denominato «Malpensa Fiere» e di numerose sale, teatri, palazzetti sportivi e altre attrezzature per ogni sport;
la tradizione gastronomica bustese vede il piatto tipico dei «Brüscitt» sostenuto e promosso dall'associazione «Magistero dei Brüscitt», attiva anche nell'organizzazione di scambi internazionali;
esistono numerosissime e molto concrete associazioni bustesi di volontariato, culturali, sociali, musicali e sportive molto attive sia nell'organizzazione di eventi aperti al pubblico, sia negli scambi in Italia e all'estero;
nel 2015 si svolgerà - a pochi chilometri dalla città di Busto Arsizio - l'«Expo 2015», dedicato al tema dell'alimentazione;
la città di Busto Arsizio - centro di una più vasta area comprendente la Valle dell'Olona e i territori circostanti l'aeroporto di Malpensa - ambisce ad una collaborazione fattiva con l'Expo 2015 -:
se e come il Governo - anche per il tramite della società controllata Soge Spa - intenda coinvolgere il comune di Busto Arsizio (Varese) e le realtà istituzionali, associative, imprenditoriali, lavorative, di volontariato bustesi nell'organizzazione dell'Expo 2015, con particolare riferimento agli eventi collaterali e a quelli dedicati alla presentazione delle peculiarità del territorio;
se è previsto - ed in che termini - uno spazio interno alla manifestazione Expo 2015 che illustri al visitatore il contesto, limitrofo alla città di Milano, in cui il visitatore stesso si trova e che comprende l'Alto-Milanese e il Basso Varesotto.
(4-05402)

REGUZZONI, FAVA e GRIMOLDI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per la semplificazione normativa. - Per sapere - premesso che:
il Governo ha ottimamente operato per semplificare la normativa e gli obblighi ad essa connessi, sopratutto per il mondo delle piccole e medie imprese (PMI);
il certificato di prevenzione incendi (CPI) rilasciato dal comando dei vigili del fuoco comporta spesso numerosi adempimenti burocratici molto onerosi, specialmente per una piccola impresa in fase di avvio -:
se e quali interventi - anche normativi - il Governo intenda promuovere ai fini di semplificare le procedure per l'ottenimento di un certificato di prevenzione incendi da parte di una piccola e media impresa.
(4-05412)

ANDREA ORLANDO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
l'Unità del 9 dicembre 2009, riporta la notizia che vedrebbe la procura di Milano indagare, dalla fine di ottobre 2009, al fine di ricostruire la vicenda della fuga di notizie che ha coinvolto Research control system (Rcs), società che si occupa di intercettazioni telefoniche per conto delle procure italiane, uno dei suoi principali manager, Roberto Raffaelli, un professionista che viene chiamato «Alfa», il Presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi e suo fratello Paolo;
secondo l'Unità la procura sta ricostruendo dei fatti che vedono Berlusconi, ai tempi Presidente del Consiglio dei ministri, destinatario, alla vigilia di Natale del 2005, di una forma di «regalo» da parte di Raffaelli, numero uno di Research control system (Rcs): l'amministratore delegato di Rcs, Raffaelli, e Paolo Berlusconi, sarebbero stati protagonisti di un incontro, ad Arcore, nel pomeriggio del 24 dicembre (il riscontro arriverebbe dalle celle telefoniche, che danno traccia di varie telefonate intercorse tra il professionista «Alfa», Paolo Berlusconi e Raffaelli) durante il quale (la procura di Milano avrebbe anche assunto una testimonianza in merito) il Presidente del Consiglio dei ministri avrebbe ricevuto, proprio durante quell'incontro, un file con l'intercettazione telefonica tra Fassino e Consorte, lo avrebbe ascoltato e avrebbe ringraziato i suoi ospiti;
la vicenda legata a tale intercettazione è rimasta abbastanza avvolta nel mistero: per evitare fughe di notizie l'unica copia, infatti, risulta fosse custodita dalla procura di Milano in un archivio sigillato, invece il nastro trovò mani che lo fecero uscire e il suo contenuto fu pubblicato su Il Giornale la mattina del 31 dicembre 2005;
l'intercettazione è quella relativa ad una chiamata telefonica tra coloro che allora erano il segretario dei Ds Piero Fassino e l'amministratore delegato dell'Unipol Giovanni Consorte registrata nell'estate del 2005: il colloquio una volta rivelato ha condizionato il destino di Unipol-Bnl e segnato le vicende politiche successive -:
se quanto in premessa, con riferimento al Presidente del Consiglio dei ministri, corrisponda al vero.
(4-05415)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
da un articolo pubblicato dal quotidiano Libero dell'11 dicembre 2009, si apprende che è fissato a Roma, per il 19 gennaio 2010, un incontro a cui prenderanno parte tutte le 300 imprese del nostro Paese interessate a fare affari con il nucleare e dal titolo preciso: «supply chain meeting»;

sarebbe Enel ad aver già messo attorno al tavolo, d'intesa con i vertici di Confindustria, tutte le società da coinvolgere nella partita;
il quotidiano rivela alcuni dettagli riservati sulle manovre compiute finora da Enel che, con Edf, il colosso transalpino dell'energia, di fatto ripercorrerà il cammino che ha portato alla costruzione, in Normandia, della centrale di nuova generazione (Epr) a Flamanville;
i colloqui fra Enel-Edf e le aziende interessate a entrare nel consorzio italo-francese, come accennato, sarebbero già stati avviati. Almeno due, finora, secondo quanto risulta a Libero, le riunioni a viale dell'Astronomia, sede degli industriali. La prima il 12 novembre, la seconda la scorsa settimana;
al tavolo di lavoro parteciperanno tutte le imprese che, sulla carta, possono dare un contributo alla progettazione e alla realizzazione degli impianti nucleari. E le 34 aziende italiane che hanno preso parte al progetto Flamanville, secondo gli addetti ai lavori, potrebbero beneficiare di una sorta di corsia preferenziale;
si tratta, in sostanza, del confronto a 360 gradi con tutta la «catena di fornitori»: dalle società di ingegneria ai produttori di singoli componenti necessari a mettere in piedi gli impianti. Il programma dei lavori sarebbe già scritto: una mattinata di lavori comuni a tutte le categorie e poi, nel pomeriggio, incontri dedicati ai settori specifici (come forniture meccaniche e lavori civili);
le linee generali dei requisiti saranno illustrati da esperti Enel, Edf e, probabilmente, pure di Areva, l'azienda francese che confeziona i reattori nucleari;
nel corso dell'incontro saranno affrontati anche gli aspetti legislativi e quelli legati alla sicurezza dei siti, con analisi su standard e caratteristiche tecniche. Temi che, in parte, sono già stati sviscerati nella riunione di novembre e in quella della scorsa settimana, in cui Enel ha raccolto una prima parte di informazioni dalle imprese;
dopo il summit di gennaio, si dovrebbe passare a una fase più dettagliata. In quest'ottica, Enel dovrebbe completare alcuni documenti sulla base dell'esperienza di Flamanville, calandoli, ovviamente, sulla realtà italiana. In pratica si tratterebbe di ulteriori specifiche tecniche per la scelte dei fornitori. Scelte che Enel, Edf e Areva compiranno anche grazie a una panoramica sull'intero mercato italiano, cui dedicheranno tutto il primo semestre del 2010;
la radiografia finale alle aziende pronte a entrare nel consorzio, invece, dovrebbe essere fatta a giugno con verifiche a tappeto sui requisiti richiesti dalla normativa internazionale e dalla procedura amministrativa;
il gruppo di lavoro Enel-Confindustria non avrebbe affrontato la questione dei siti ma fra gli esperti del settore si andrebbe consolidando l'idea che, visto il quadro geografico della Penisola, non ci saranno discussioni estenuanti. Smentite a parte, non sembrano esserci molte alternative a Montalto di Castro (Viterbo), Borgo Sabotino (Latina), Garigliano (Caserta), Trino Vercellese (Vercelli), Caorso (Piacenza), Oristano, Palma (Agrigento) e Monfalcone (Gorizia);
pochi giorni fa il Governo ha affermato che: «...il Governo non ha ricevuto nessuna richiesta dalle imprese per la costruzione per il semplice fatto che non è ancora possibile fare richieste perché non c'è un'architettura normativa. Mancano ancora alcuni passaggi normativi»;
tali passaggi normativi si dovrebbero sostanziare, nella istituzione dell'Agenzia per la sicurezza del nucleare; nell'adozione, entro il 15 febbraio dei decreti per la localizzazione dei siti, per la definizioni delle compensazioni ambientali ai territori che ospitano le centrali, nell'individuazione del deposito delle scorie ed infine con delibera CIPE nella scelta della tecnologia;

Areva ha dovuto ammettere che il cantiere finlandese dove è in costruzione un reattore analogo a quello oggetto di discussione nella riunione del 19 gennaio, ha già prodotto 2,7 miliardi di euro di perdite destinate a crescere e superare così il prezzo di vendita (3 miliardi) del reattore stesso, così come ha dovuto riconoscere ritardi tali da far entrare in servizio l'EPR nel 2012 nonostante le previsioni iniziali parlassero del 2009, così come EDF ha annunciato il rinvio almeno di un anno della messa in servizio dell'EPR di Flamanville -:
questo modo di procedere affida di fatto alle aziende scelte nel campo delle strategie energetiche che dovrebbero competere alla politica attraverso innanzitutto la definizione un quadro normativo di riferimento;
se siano vere le notizie riferite dal quotidiano Libero;
se si siano valutati i dati sul fallimento industriale dell'EPR francese e dei connessi problemi di sicurezza evidenziati dalle autorità francesi, inglesi e finlandesi.
(4-05419)

CAMBURSANO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il 15 gennaio 2010 partirà in Calabria il processo «Why Not» per coloro che hanno chiesto il rito abbreviato e tra questi Antonio Saladino, responsabile della Compagnia delle opere in Calabria;
tra i giudici che saranno chiamati a pronunciarsi su tale processo c'è Abigail Mellace, che svolge le funzioni G.I.P e G.U.P del Tribunale di Catanzaro;
tra il materiale sequestrato dall'ex titolare delle indagini, dottor Luigi De Magistris, viene indicato quale di «interesse investigativo» il riferimento all'imprenditore Maurizio Mottola di Amato e alla sua società Impremed Srl, sposato con il Giudice Mellace da cui dipenderà la sentenza su Saladino;
nel decreto di Salerno risulta che il dottor De Magistris avesse chiesto l'arresto del Mottola, nonché il sequestro preventivo della Impremed durante l'inchiesta sull'Ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro;
anche in quel caso fu ipotizzato un palese «conflitto di interesse», dato che a respingere in prima battuta i due interventi su Mottola è stata Maria Vittoria Marchianò, G.I.P. che lavorava per lo stesso Ufficio della collega Mellace ed in «ottimi rapporti» con lei, come li definì il Tenente dei Carabinieri Antonio Pisapia nella sua testimonianza del 3 marzo 2008;
Roberto Mellace, padre della Abigail, già indagato e archiviato nel 2001 per bancarotta fraudolenta e poi condannato nel 2008 a nove mesi e dieci giorni per violenza sessuale «abusando delle condizioni d'inferiorità fisica e psichica della persona offesa», nonché cognato di Antonio Ortuso, «soggetto certamente noto e attenzionato dalle Forze di Polizia» come risulta dalla testimonianza resa a Salerno del Maresciallo della Guardia di Finanza Salvatore Basile, assassinato il 4 settembre 1992 in un «agguato di mafia» -:
se il Ministro competente non intenda inviare un'ispezione preventiva urgente per fare luce su quanto riportato in premessa anche al fine di promuovere un'azione disciplinare, ove se ne rilevassero i presupposti.
(4-05439)

BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno, al Ministro per le politiche europee. - Per sapere - premesso che:
la polemica relativa ai gruppi nati su facebook che si dicono a favore dell'aggressore del premier Silvio Berlusconi ha fatto annunciare ad esponenti del Governo che sono in arrivo norme per sanzionare chi istiga ai reati on line;

il ministro della giustizia ha affermato che: «esiste nel nostro codice penale il reato di istigazione a delinquere così come esiste l'apologia di reato. Io non penso che ciò che avviene su internet possa essere discriminato o cancellato dal catalogo dei reati. Penso che se l'apologia di reato o l'istigazione a delinquere avviene attraverso internet va punito e sanzionato. Proprio mentre venivo a Salerno ho avuto una lunghissima telefonata con il ministro Maroni - ha concluso - insieme stiamo studiando delle norme da proporre se è possibile già al prossimo Consiglio dei ministri per sanzionare il comportamento di chi istiga ai reati;
il ministro per le politiche comunitarie, è giunto a chiedere l'oscuramento dei siti internet che sostengono Massimo Tartaglia e il suo gesto di aggressione contro il Presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi -:
se i fatti corrispondano al vero e, nell'eventualità positiva, se effettivamente si vogliano adottare iniziative normative aventi, ad avviso degli interroganti, oggettiva natura censoria, alla luce della disciplina vigente che di già consente il perseguimento di questi reati, senza necessità che vengano introdotte ulteriori norme speciali nell'ordinamento giuridico.
(4-05442)

TESTO AGGIORNATO AL 17 DICEMBRE 2009

...

AFFARI ESTERI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

MOTTA e GRIMOLDI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il 13 novembre 2009 Aminetou Haidar, attivista dei diritti umani nel Sahara Occidentale nota come Ghandi dei Saharawi, è atterrata all'aeroporto di Al Aaiun, capitale amministrativa del Sahara occidentale, dove è stata trattenuta e interrogata dalla polizia marocchina, privata del passaporto e poi costretta ad imbarcarsi su un aereo in direzione di Lanzarote, nelle isole Canarie, per il solo fatto di essersi dichiarata cittadina del Sahara occidentale e non del Sahara Marocchino;
Aminetou Haidar dal 16 novembre 2009 sta attuando uno sciopero della fame all'aeroporto di Lanzarote, in territorio spagnolo, e le sue condizioni si stanno aggravando di ora in ora;
nelle ultime settimane e in particolare negli ultimi giorni si stanno mobilitando per Aminetou Haidar le istituzioni europee, l'ONU, Governi, parlamentari, esponenti del mondo della cultura e, in Italia si stanno mobilitando il Parlamento, istituzioni, associazioni e cittadini tesi ad assicurare che Aminetou Haidar possa tornare al più presto alla sua famiglia ed essere restituita al suo popolo -:
se il Governo si sia attivato in sede diplomatica per salvaguardare la vita di Aminetou Haidar e sia intervenuto affinché siano superati gli ostacoli che hanno portato Aminetou Haidar ad iniziare lo sciopero della fame;
se il Governo abbia messo in atto tutte le iniziative possibili verso il Regno del Marocco per consentire che Aminetou Haidar possa rientrare nel suo Paese.
(5-02235)

REGUZZONI e D'AMICO. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il decreto-legge n. 185 del 2008, convertito con modificazione dalla legge n. 2 del 2009 prevede - nell'ottica della liberalizzazione del trasporto aereo, la revisione degli accordi bilaterali in tema di trasporto aereo in vigore con molti Paesi;
non con tutti i Paesi sono stati avviati con successo i negoziati per la revisione di detti accordi bilaterali -:
quale sia l'intendimento del Ministro in merito, ed in particolare come intenda

attivarsi per l'apertura dei negoziati non ancora avviati.
(5-02236)

REGUZZONI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il Paese attraversa un momento economicamente difficile;
il Ministero degli esteri rappresenta una componente importante nell'ambito del bilancio dello Stato in termini di costi;
vi è un cambio molto favorevole da almeno un paio di anni -:
se e quali iniziative sono state spese per ridurre la spesa pubblica nell'ambito di competenza del Ministro degli esteri negli ultimi due anni, e quali iniziative sono in attuazione per il futuro;
se e come il favorevole tasso di cambio dell'euro nei confronti di tutte le principali valute abbia contribuito a ridurre le spese del Ministero e a quanto ammontino i risparmi negli ultimi anni.
(5-02237)

REGUZZONI. - Al Ministro degli affari esteri. -Per sapere - premesso che:
negli ultimi mesi il rapporto euro-dollaro è diventato estremamente favorevole per la nostra divisa, in tal modo confermando un trend che dura da qualche anno e che ha visto l'euro apprezzarsi di oltre il 50 per cento sulla divisa statunitense;
negli USA sono attivi molti consolati -:
quanto sia il risparmio quantificabile nelle spese della nostra ambasciata e dei numerosi consolati statunitensi;
quanti siano i consolati negli USA e a quanto ammontino dettagliatamente le risorse, consolato per consolato e sia economiche patrimoniali e umane.
(5-02238)

NARDUCCI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il Consolato generale di Zurigo (Svizzera) è da tempo al centro di forti tensioni che coinvolgono l'intero personale, di ruolo e assunto in loco, con contrasti che in alcuni casi hanno avuto conseguenze giudiziarie o sono state oggetto di provvedimenti disciplinari;
la ragione dei dissidi e delle disarmonie sopra menzionate non è mai stata chiarita con trasparenza come si richiede ad una «buona amministrazione», né da parte della competente Ambasciata a Berna né dagli organi centrali del Ministero degli affari esteri;
una ulteriore anomalia è rappresentata dal sistema informatico del Consolato generale di Zurigo che si discosta largamente da quello in esercizio nella rimanente rete e la cui gestione non è coerente con i criteri di sicurezza preordinati e richiesti dal MAE per la trattazione di dati sensibili;
nel 2007 e nel 2008 il Consolato generale di Zurigo è stato oggetto di numerosi attacchi a mezzo stampa, con articoli pubblicati dall'avvocato Gaetano Longo sulle colonne del giornale L'ECO di Basilea. Tali attacchi hanno riguardato sia l'organizzazione del consolato generale di Zurigo, con circostanziati riferimenti sia ai servizi erogati sia alle singole persone operanti nel Consolato, tanto che la vicenda era sfociata in querele e contro-querele tra l'avvocato Longo e il Console Generale, conclusasi in sede giudiziaria con verdetto favorevole al responsabile della sede di Zurigo;
in questo contesto è emerso che l'avvocato Gaetano Longo è stato condannato dalla Corte di Appello di Trieste, I sezione penale, nel 1999, poiché nella sua qualità di procuratore legale, al quale una cliente si era rivolta per ottenere il risarcimento dei danni cagionati alla stessa da un incidente automobilistico, operava l'illecita e indebita appropriazione di fondi destinati al risarcimento della cliente. La Corte

di Cassazione con successiva sentenza ha rigettato il ricorso di III grado dell'avvocato Longo e ha altresì condannato il Longo al pagamento delle spese processuali, rendendo così definitiva la condanna;
da ultimo, il Tribunale di Udine ha condannato in prima istanza, con sentenza del 7 aprile 2009, l'avvocato Gaetano Longo a dieci mesi di reclusione, con benefici di legge, per le ipotesi di appropriazione indebita e falso, nel procedimento intentato parimenti da un suo assistito;
nonostante tali gravosi precedenti, tra cui uno definitivo, il Consolato generale di Zurigo ha inserito il nominativo dell'avvocato Gaetano Longo, sul proprio sito (www.conszurigo.esteri.it. sotto «La rete consolare» - «Traduttori di fiducia» - oppure «Avvocati, Rechtsanwälte e consulenti legali») indicandolo tra i «Traduttori con firma depositata presso il Consolato generale d'Italia in Zurigo» e inoltre come avvocato (abilitato ad esercitare la professione sia in Italia che in Svizzera);
alla luce delta già menzionata campagna stampa denigratoria condotta contro il consolato di Zurigo, membri di organismi di rappresentanza e dirigenti di associazioni hanno chiesto più volte al Consolato generale di Zurigo, in occasione di incontri ufficiali, per quali ragioni l'avvocato Longo è stato inserito nell'elenco dei traduttori e dei legali indicati ai cittadini italiani, senza peraltro ottenere, risposte plausibili -:
se il Console generale di Zurigo e l'Ambasciata d'Italia a Berna siano a conoscenza della condanna dell'avvocato Gaetano Longo passata in giudicato e della recente condanna in prima istanza pronunciata dal Tribunale di Udine per reati in danno di propri clienti;
per quale motivo un avvocato condannato per l'illecita e indebita appropriazione di fondi destinati alle persone da lui patrocinate, sia inserito nell'elenco dei traduttori di fiducia e degli avvocati «consigliati» da un importante Consolato come quello di Zurigo;
quali iniziative intenda adottare al fine di ristabilire una corretta e ordinata gestione all'interno del Consolato di Zurigo e per evitare che altri cittadini italiani residenti nella circoscrizione che vi fa capo siano potenziali vittime di vicende analoghe a quelle riportate in premessa.
(5-02246)

Interrogazione a risposta scritta:

REGUZZONI e D'AMICO. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il Libanese Ali Sibatt è detenuto nelle carceri dell'Arabia Saudita in attesa di esecuzione di sentenza capitale per il reato di stregoneria -:
se e quali azioni diplomatiche il Governo abbia attuato o intenda attuare per protestare e se possibile impedire l'esecuzione di una condanna a morte per motivi che, sulla base della nostra cultura, appaiono superstizioni di epoca medievale.
(4-05411)

TESTO AGGIORNATO AL 17 DICEMBRE 2009

...

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta orale:

VOLONTÈ. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
presso la «Struttura valorizzazione aree protette e difesa della biodiversità» della Direzione generale qualità dell'ambiente della regione Lombardia è in corso l'istruttoria di procedura di valutazione di incidenza ambientale relativa al progetto dell'ambito estrattivo ATEG8 - cava San

Giuseppe, in comune di Arluno (Milano) - proponente «Inerti ECOTER sga» (Milano);
il progetto prevede il potenziamento dell'impianto per la produzione dei conglomerati bituminosi e il conseguente accentramento dell'attività industriale attualmente distribuita sugli impianti della stessa ECOTER a Nerviano (ICT), Legnano (Guerini) e Rho (Carugo);
la valutazione risulta necessaria in quanto l'impianto è limitrofo all'area di Natura 2000 zona di protezione speciale IT2050006 riguardante la peculiare area protetta Wwf di Vanzago;
lo studio predisposto dall'ECOTER secondo il parere dell'ente gestore della riserva risulterebbe fortemente deficitario di un aspetto basilare circa l'incidenza di un impianto con immissioni in atmosfera con il peculiare ambiente protetto e tutelato come sito di interesse comunitario/zona di protezione speciale;
l'area di Natura 2000 IT2050006 «Bosco Wwf di Vanzago» rappresenta un'area estremamente importante per la conservazione degli uccelli selvatici, tanto da esser stata designata zona di protezione speciale ai sensi della direttiva 79/409/CEE;
il problema più significativo di una industria di conglomerati bituminosi è senza dubbio rappresentato dall'emissione nell'aria di inquinanti che derivano dai processi di combustione dei bruciatori, dalla lavorazione degli inerti, dal riscaldamento del bitume e dai mezzi per la movimentazione e il trasporto;
gli impianti per la produzione di conglomerati bituminosi, oltre ad esporre i lavoratori e le popolazioni a molti rischi per la presenza di agenti chimici pericolosi o cancerogeni, rumore, vibrazioni e altro hanno un forte impatto sul territorio e sulla popolazione -:
se sia a conoscenza della questione sopra esposta e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda adottare, anche per il tramite dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, in considerazione della vicinanza dell'area protetta di Vanzago.
(3-00810)

Interrogazione a risposta in Commissione:

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
nel corso dell'audizione presso la quinta Commissione consiliare permanente del Consiglio regionale («Verifica, controllo, monitoraggio») della Basilicata si è svolta l'audizione del sindaco di Tito Pasquale Scalone sullo stato di inquinamento dell'area Asi ricadente nel territorio;
su tale argomento sono state già presentate dagli interroganti le interrogazioni 5-02048, 5-01852, 5-01851, 5-01833, 5-01828;
secondo quanto riferito dal presidente dell'organismo, Sergio Lapenna: «Le aree industriali da bonificare, come la Valbasento e l'area di Tito come ha sottolineato il sindaco parlando di un vero e proprio scempio, destano allarme nella nostra comunità, al punto che si sospetta un presunto stoccaggio illegale di rifiuti. La regione Basilicata non si è mai posta in maniera seria il problema della bonifica, tanto meno si è impegnata a presentare un vero programma di sviluppo alternativo all'industrializzazione chimica ed energetica degli anni passati. Attualmente nell'area Asi della zona industriale di Tito vi sono circa 1.200 aziende che non hanno ricevuto rassicurazioni in ordine alla bonifica della zona. Sono state registrate una molteplicità di ritardi e di disattenzioni e poca informazione sui fondi già destinati negli anni passati per la messa in sicurezza delle aree. Infatti, come ha riferito lo stesso sindaco, anche gli enti preposti al

monitoraggio dell'inquinamento di queste aree forniscono dati incompleti e discordanti, mentre il Ministero parla apertamente di presenza di sostanze altamente tossiche e cancerogene -:
quali iniziative intenda adottare per risolvere questo grave problema.
(5-02245)

Interrogazioni a risposta scritta:

FUCCI e DIVELLA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
dal dossier «Ecosistema rischio 2009», da poco presentato da Legambiente e Protezione civile, risulta che la Puglia è la terza regione italiana per la densità di presenza di strutture in aree a rischio idrogeologico;
più nello specifico, nell'88 per cento dei comuni pugliesi monitorati ci sono abitazioni in aree a rischio idrogeologico, nel 53 per cento interi quartieri, nel 71 per cento fabbricati industriali e nel 35 per cento strutture ricettive -:
quali iniziative siano in atto, per quanto di competenza del Governo, al fine di intervenire sul forte rischio idrogeologico presente nel territorio della regione Puglia.
(4-05399)

REGUZZONI e FAVA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
si è svolto recentemente il vertice di Copenaghen dedicato al clima e all'ambiente -:
quali siano gli impegni assunti dal nostro Paese e quali i possibili adattamenti normativi da effettuare negli anni ai fini di pervenire ai risultati attesi.
(4-05407)

REGUZZONI e GRIMOLDI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per la semplificazione normativa. - Per sapere - premesso che:
il Governo ha ben operato nel senso di ridurre le incombenze burocratiche a carico delle aziende, semplificare le procedure, abbassare i costi per adempimenti formali;
le attuali normative che regolano lo smaltimento dei rifiuti paiono, per alcune tipologie di aziende in particolar modo medio-piccole, eccessivamente complicate e onerose -:
se e quali iniziative il Governo intenda attuare al fine di ridurre il carico burocratico legato allo smaltimento dei rifiuti nelle piccole e medie aziende.
(4-05410)

FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
presso la Foce di Varano, in prossimità del lago di Lesina, in provincia di Foggia sette capodogli dai sette ai dieci metri di lunghezza sono morti e giacciono sulla spiaggia;
secondo quando sostengono responsabili della Capitaneria di Porto di Vieste sarebbe la prima volta che cetacei di queste dimensioni vengono trovati piaggiati sulle coste del mare Adriatico -:
come si spieghi questo inusuale fenomeno e in particolare se si ritenga sia dovuto alla perdita di orientamento da parte dei cetacei, provocato dalle forti mareggiate che hanno interessato l'Adriatico in questi giorni, facendoli finire sulle spiagge del promontorio pugliese;
se non si ritenga comunque che il fenomeno sia riconducibile e collegabile anche al fenomeno del progressivo riscaldamento dei mari, e di conseguenza sulle nuove «rotte» di balenotteri e simili;
quali iniziative si siano adottate e si intendano promuovere per la salvaguardia

e la tutela delle popolazioni residenti e degli stessi cetacei.
(4-05417)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il primo dicembre è stato pubblicato in Europa il rapporto «Europe's share of the Climate Challenge - Domestic actions and International obligations to protect the planet», uno studio commissionato dagli Amici della terra europei allo Stockholm Environmental Institute (SEI);
il rapporto, in accordo con le raccomandazioni dell'IPCC, mostra la fattibilità per l'Europa di ridurre le proprie emissioni di gas serra del 40 per cento entro il 2020 e del 90 per cento entro il 2050, rispetto all'anno base 1990;
lo studio analizza vari scenari di evoluzione del sistema energetico europeo e ipotizza il raggiungimento degli obiettivi indicati attraverso politiche integrate di efficienza energetica «spinta» in ogni settore (dai trasporti, all'industria, all'edilizia). Lo sviluppo di fonti rinnovabili non dovrebbe limitarsi alla produzione di elettricità ma estendersi anche al calore. Al contempo, il rapporto ritiene indispensabile un progressivo e armonioso cambiamento degli stili di vita dei cittadini europei, compatibile con le esigenze di crescita del sistema economico;
secondo Massimiliano Bienati, responsabile per le campagne internazionali degli Amici della terra Italia, il rapporto conferma, su scala europea, le potenzialità di un piano di efficienza energetica affiancato allo sviluppo di fonti rinnovabili per la produzione di elettricità e calore nel rispetto del territorio. Decidendo su queste priorità e concentrando su di esse gli investimenti senza inutili sprechi è possibile avviare un'uscita razionale dalla dipendenza dai combustibili fossili e che «per fare in modo che il raggiungimento degli obiettivi di riduzione avvenga in condizioni di efficienza economica e di mantenimento della competitività europea nel contesto globale, sarebbe opportuno rendere l'obiettivo di efficienza energetica vincolante in Europa con burden sharing fra Stati membri»;
lo studio mostra, tuttavia, come un piano ambizioso di riduzione di emissioni domestiche in Europa non sia sufficiente a limitare il rischio di un cambiamento climatico irreversibile e indica come ciascun Paese sviluppato, compatibilmente con le sue responsabilità e possibilità, debba supportare i Paesi in via di sviluppo alla mitigazione e all'adattamento al cambiamento climatico favorendo al contempo una crescita economica a bassa intensità di carbonio -:
se siano al corrente del citato studio;
se non si ritenga che rendere l'obiettivo di efficienza energetica vincolante in Europa con burden sharing fra Stati possa essere uno strumento per valorizzare quel patrimonio di conoscenze, di tecnologie e di tradizioni di grande valore che il nostro Paese possiede e per contribuire al raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni e di incremento della competitività sui mercati globali dei nostri beni e servizi.
(4-05418)

...

BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazioni a risposta scritta:

REGUZZONI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
la provincia di Varese è impegnata da anni con notevoli sforzi nel recupero, nel restauro e nella riapertura al pubblico del Chiostro di Voltorre, in Comune di Gavirate (Varese);

la positività del lavoro svolto è evidente sia dal complesso dei lavori di recupero e restauro che hanno restituito al pubblico un'opera architettonica unica e molto bella, sia dal fatto che - in virtù di apposite intese con enti locali e associazioni - il Chiostro è sede di numerose manifestazioni culturali, artistiche e sociali;
una parte del complesso architettonico originale è ancora da recuperare -:
se e come il Ministro intenda supportare gli sforzi della provincia di Varese nel recupero e nel restauro del Chiostro di Voltorre, anche eventualmente coadiuvando l'opera della provincia nell'acquisizione, nel restauro e nella riapertura al pubblico della chiesetta e degli spazi ad oggi non ancora oggetto di intervento conservativo.
(4-05403)

BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
nel corso di un incontro avente ad oggetto una nuova tassa su cellulari e personal computer per il pagamento dei diritti d'autore, svoltasi l'11 dicembre 2009 presso il ministero dei Beni Culturali, uno dei partecipanti, il presidente di Asstel Stefano Parisi ha affermato che «la SIAE vorrebbe estendere la tassa attualmente in vigore sugli apparati che consentono la duplicazione dei contenuti come i videoregistratori e i masterizzatori anche ai telefonini e ai pc»;
Asstel, l'associazione che raccoglie gli operatori telefonici, ritiene che siano più che sufficienti i 60 milioni di euro che la Siae già incassa attualmente. «Questo è un modo di tassare l'industria Ict, mentre invece l'industria dei contenuti dovrebbe trovare un modo per farsi pagare autonomamente»;
il Ministro interrogato ha inaugurato il tavolo di consultazione per l'emanazione del decreto necessario ad introdurre questa nuova misura fiscale. È opinione diffusa che non si debba ulteriormente gravare sui consumatori, bensì trovare il giusto equilibrio tra gli interessi dell'industria dell'Ict ed i giusti diritti di chi, a tutti i livelli, produce cultura nel nostro Paese -:
se i fatti corrispondano al vero e, nell'eventualità positiva, se non ritenga necessario convocare al tavolo di consultazioni anche le associazioni in rappresentanza di consumatori ed utenti;
su quali argomentazioni si fonda l'intenzione di introdurre nuove tasse, per definizione necessariamente collegate alla fruizione effettiva dì un servizio che, nel caso in questione, si ha difficoltà a comprendere quale esso sia e perché gli introiti debbano essere imputati alla SIAE;
se voglia considerare percorribile la proposta alternativa dell'abolizione del monopolio SIAE, già contenuta in una proposta di legge sottoscritta dai firmatari del presente atto depositata presso la Camera dei deputati, consentendo una razionalizzazione del sistema dell'intermediazione del diritto d'autore che costituirebbe una più moderna, efficiente ed economica alternativa alle eventuali ulteriori forme di imposizione fiscale di difficile comprensione teorica e pratica e di sicuro danno per i cittadini.
(4-05441)

TESTO AGGIORNATO AL 14 MARZO 2011

...

DIFESA

Interrogazioni a risposta scritta:

PALADINI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
in data 3 febbraio 2009 lo Stato Maggiore dell'Esercito diramava una circolare con la quale comunicava a tutti gli enti subordinati che a causa delle scarse risorse a disposizione e non sussistendo particolari preclusioni giuridiche all'impiego

del personale Volontario in incarichi di natura logistica sarebbe stato possibile destinare il detto personale ad attività quali il confezionamento di viveri, la guardiania, la manovalanza, le pulizie;
i destinatari della suddetta circolare sono i militari del ruolo «Truppa» che, a differenza di quanto avveniva negli anni in cui era in vigore il servizio di leva, oggi corrispondono a veri e propri professionisti per lo più reduci dalle zone di combattimento nei vari teatri esteri e dunque muniti di una professionalità non certamente accostabile alle mansioni cui la circolare di cui trattasi vuole relegarli;
nell'anno 2010 le spese militari lasceranno sul terreno dei conti pubblici oltre 23 miliardi di vecchie lire;
in tale stato di cose ancora una volta chi dovrà far le spese di una politica non certo parsimoniosa sarà ancora una volta la fascia più bassa della gerarchia militare;
il 2o Comando delle Forze di Difesa - Divisione «Acqui» già dal 15 maggio 2009 ha disposto che tutti i venerdì il personale di Truppa in servizio permanente dovrà dedicarsi ai servizi di pulizia interne delle caserme -:
se il Ministro interrogato intenda assumere ogni iniziativa utile a salvaguardare la dignità dei militari di truppa nel rispetto delle mansioni a loro attribuibili.
(4-05400)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
la Scuola Allievi Carabinieri di Reggio Calabria - Ufficio Comando - Sezione Segreteria Personale, con il foglio prot. n. 211/3-1 del 14 ottobre 2009, ha chiesto di comunicare all'appuntato scelto Antonino Imbesi «In merito a quanto comunicato dall'appuntato scelto Imbesi Antonino, effettivo presso codesto reparto, con lettera datata 8 novembre 2008, indirizzata al comandante della compagnia carabinieri di Reggio Calabria, relativa alla nomina di responsabile provinciale del movimento politico "Destra libertaria", sia partecipato all'interessato, con data certa e documentata che: ai militari in servizio è vietata qualsiasi forma di attività politica non espressamente consentita dalla legge; l'iscrizione in argomento, ancorché - in sé - non vietata, è da intendersi assorbita dal divieto di esercizio di attività politica»;
il regolamento di disciplina militare, emanato con il decreto del Presidente della Repubblica, 18 luglio 1986, n. 545, all'articolo 29 - Diritti politici - stabilisce che «1. L'esercizio dei diritti politici spetta ai militari nei limiti e con le modalità previste dalla legge di principio sulla disciplina militare nonché dalle altre disposizioni di legge vigenti.»;
l'articolo 6, comma 2, della legge 11 luglio 1978, n. 382, stabilisce che «Ai militari che si trovano nelle condizioni previste dal terzo comma dell'articolo 5 è fatto divieto di partecipare a riunioni e manifestazioni di partiti, associazioni e organizzazioni politiche, nonché di svolgere propaganda a favore o contro partiti, associazioni, organizzazioni politiche o candidati ad elezioni politiche ed amministrative.»;
per il personale militare, il nostro ordinamento non prevede alcuna limitazione nell'esercizio dei diritti politici, stabiliti dall'articolo 49 della Costituzione, anzi è la stessa legge di principio citata che all'articolo 3, primo comma, sancisce che «Ai militari spettano i diritti che la Costituzione della Repubblica riconosce ai cittadini.»;
l'amministrazione militare, con la citata nota, sembra voler limitare, secondo l'interrogante, in modo assolutamente illegittimo, il diritto dell'appuntato scelto Imbesi ad essere iscritto ad un partito politico e a rivestire all'interno di esso una carica sociale;
risulta agli interroganti che il militare in argomento non abbia mai svolto propaganda politica durante l'attività di servizio

ovvero mentre si trovava nelle condizioni previste dall'articolo 5 della legge di principio n. 382 del 1978, né tale fatto è stato formalmente contestato dall'amministrazione militare;
la modalità con cui l'amministrazione militare, e in particolare l'Arma dei carabinieri intende, in questo modo, privare il cittadino militare di un suo fondamentale diritto rischia di compromettere ogni forma di pensiero e di espressione, fondamenti dei principi democratici ai quali, invece, dovrebbero uniformarsi tutte le Forze armate;
risulta all'interrogante che il comportamento assunto nei confronti del militare destinatario della citata nota, sia sensibilmente differente da quello che la medesima amministrazione militare ha adottato nei confronti di altri militari, appartenenti alla stessa Arma, per il solo fatto di essere, questi ultimi, membri del consiglio centrale della rappresentanza militare sez. carabinieri -:
se il ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti narrati e quali immediate azioni per ripristinare il pieno rispetto della normativa vigente, e per garantire quell'uniformità di trattamento che sembra mancare all'interno dell'amministrazione militare;
se non ritenga che il comportamento assunto dall'ufficiale che ha firmato la nota in premessa possa evidenziare una grave mancanza disciplinare e se ritenga opportuno inoltrare eventuali segnalazioni all'autorità giudiziaria ove ne occorrano i presupposti;
quanti siano i militari che, nel corso degli ultimi venti anni, sono, stati privati dell'esercizio dei diritti sanciti dall'articolo 49 della Costituzione, ovvero a quanti sia stato impedito di esercitare il diritto di espressione e di opinione, anche con espressi inviti a recedere dalle cariche assunte all'interno di partiti o movimenti politici, quanti i procedimenti disciplinari di corpo e di stato e quale il loro esito;
se il ministro interrogato intenda emanare apposite disposizioni volte a chiarire, in modo definitivo, ai vertici militari e che non esiste alcuna norma che vieti, in modo espresso o implicito, ai militari di iscriversi a partiti o movimenti politici, nonché di partecipare fattivamente alle attività politiche o svolgere le funzioni della carica sociale rivestita in seno al partito medesimo, quando non si trovano nelle condizioni di cui al terzo comma dell'articolo 5 della legge 382 del 1978.
(4-05416)

DE ANGELIS e CARLUCCI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 40, comma 1, della legge n. 958 del 1986, prevede che «Ai graduati e militari di truppa in ferma di leva prolungata all'atto del congedamento è corrisposto un premio pari a due volte l'ultima paga mensile percepita per ogni anno o frazione superiore a sei mesi di servizio prestato»;
i Ministeri dell'interno, delle politiche agricole alimentari e forestali, della difesa, dell'economia e finanze, e della giustizia corrispondono rispettivamente agli allievi della Polizia di Stato, del Corpo Forestale dello Stato, dell'Arma dei carabinieri, del Corpo della guardia di finanza, e del Corpo di polizia penitenziaria un trattamento economico corrispondente a meno del cinquanta per cento di quello corrisposto al personale effettivo della qualifica o grado iniziali, in base a disposizioni emanate in tempi in cui per accedere ai gradi e alle qualifiche iniziali delle Forze di polizia ad ordinamento civile e militare non era, come accade invece oggi, previsto il transito, di fatto obbligatorio, attraverso il servizio volontario nelle Forze armate;
il Ministero della difesa corrisponde al termine del servizio volontario il sopra richiamato «premio di congedamento» ai tutti militari collocati in congedo da Esercito, Aeronautica e Marina, ma non a quelli destinati - per aver superato un pubblico concorso - ad essere poi avviati

alla frequenza del predetto corso di formazione iniziale per l'accesso ai ruoli delle Forze di polizia ad ordinamento civile e militare;
il citato Ministero della difesa ha escluso da tale beneficio o ha provveduto al recupero forzato delle somme percepite, anche i militari che sono stati poi assunti, in alcuni casi dopo diversi anni, nelle Forze di polizia ad ordinamento civile e militare non in base ad una previsione di legge ma solo sulla base di interpretazioni relative alla funzione che il «premio di congedamento» avrebbe ai fini del reinserimento nella «vita civile» dei militari congedati, che sarebbe esclusa dalla successiva assunzione, che viene considerata come una sorta di prosecuzione del rapporto di impiego;
all'atto di detta assunzione nelle Forze di polizia ad ordinamento civile e militare il periodo, da un anno a cinque anni, trascorso al servizio dello Stato nelle Forze armate non viene computato ai fini della progressione economica e di carriera - escludendo così, di fatto, la presunta «continuità» tra rapporti di impiego - non solo da parte dei Ministeri dell'interno, dell'economia e finanze, della giustizia e delle politiche agricole alimentari e forestali, ma anche da parte dello stesso Ministero della difesa, che invece accampa tale presunta «continuità» nell'escludere i militari dal beneficio;
ciò non contribuisce positivamente all'immagine delle Forze armate e all'interesse che i giovani nutrono ad accedere nelle stesse -:
se per il ministro interrogato non sia opportuno promuovere tutte le iniziative; anche di carattere normativo, necessarie affinché il personale che proviene dalle Forze armate e accede alle Forze di polizia ad ordinamento civile e militare conservi, durante il corso di formazione iniziale, il trattamento economico precedentemente in godimento e gli venga computato, ai fini della progressione economica e di carriera, il servizio militare prestato nelle Forze armate;
se non sia il caso di disporre che il «premio di congedamento» venga comunque erogato a quei militari i quali, destinati ad essere assunti nelle Forze di polizia ad ordinamento civile e militare, debbano attendere più di tre mesi dal momento del congedo a quello dell'assunzione.
(4-05425)

TESTO AGGIORNATO AL 14 MARZO 2011

...

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

VI Commissione:

BERNARDO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
secondo informazioni assunte da organi di informazione, nonché dagli atti parlamentari, diversi soggetti pubblici e privati hanno sollecitato le procedure relative alla definizione della demanialità delle aree della Laguna di Caleri, nel territorio polesano;
attualmente l'apposita commissione delimitatrice, istituita ai sensi dell'articolo 32 del codice della navigazione, ha completato le operazioni di rilevamento e ha definito i confini dell'area che può essere considerata demanio dello Stato;
peraltro, molta parte di dette aree sono attualmente accatastate in proprietà privata, per effetto di atti pubblici di trasferimento di aree tra privati intervenuti nel corso del tempo; i suddetti proprietari, che legittimamente le occupano in virtù di titoli legali di proprietà, utilizzano tali possedimenti per l'esercizio dell'attività di acquacoltura, per lo più attraverso società agricole composte da più soci a cui fanno capo le rispettive famiglie, trovando in essi la fonte del proprio sostentamento aziendale;

nel territorio polesano sussistono, peraltro, molteplici conflitti sociali tra cooperative di pescatori che, anche attraverso politici locali o proprie associazioni, sollecitano la definizione delle procedure di delimitazione, nel presupposto che il riconoscimento definitivo della demanialità delle aree comporti ex lege l'assegnazione ai medesimi delle aree attualmente di proprietà privata, sulle quali i proprietari operano con le proprie aziende;
c'è dunque il concreto rischio che l'ampliamento delle concessioni in favore dei soggetti che operano su aree demaniali determini gravi svantaggi per quanti già possiedono, in quanto proprietari, un titolo legittimo ad utilizzare tali aree, senza riconoscere loro alcun indennizzo;
i proprietari delle aree, da parte loro, hanno proposto ricorsi dinanzi al TAR del Veneto ed al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, contestando le procedure seguite e asserendo il loro diritto a poter continuare ad operare su dette aree, mantenendo in vita le loro aziende che, diversamente, verrebbero chiuse;
appare all'interrogante oltremodo illogico che lo Stato, proprio mentre il disegno di legge finanziaria in discussione propone la vendita di beni demaniali, intenda acquisire al proprio patrimonio aree oggi palesemente di proprietà privata, con il rischio di determinare la chiusura di aziende operative e competitive e di causare gravi conseguenze sul piano occupazionale;
occorre inoltre necessariamente osservare come le suddette aree, originariamente terre emerse, siano state invase nel corso degli anni dall'acqua del mare per effetto del fenomeno della subsidenza, in qualche modo avallato dallo Stato attraverso il rilascio di concessioni per l'estrazione del metano dal mare Adriatico, e come ciò potrebbe rappresentare fonte di responsabilità in caso di ricorso alla Corte di giustizia delle Comunità europee -:
quali iniziative intenda intraprendere per dare soluzione alla questione evidenziata e risolvere i conflitti in atto, eventualmente mediante proposte di equo indennizzo a favore dei proprietari interessati, ovvero attraverso proposte di concessioni pluriennali che consentano di mantenere in vita le aziende che in dette aree operano legittimamente, a salvaguardia dei livelli occupazionali attualmente in essere.
(5-02249)

FORCOLIN e FUGATTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 10 del decreto-legge 1o luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, al fine di contrastare gli abusi nell'utilizzo dei crediti fiscali (comma 1, lettera a), introduce alcune rilevanti modifiche nel sistema delle compensazioni dei crediti fiscali; in particolare, tra le altre misure, ha disposto che il contribuente che intende utilizzare in compensazione il credito IVA, in misura superiore a euro 15.000 annui, deve disporre di una dichiarazione IVA «certificata» circa la sussistenza di detto credito: a tal fine, alla dichiarazione deve essere apposto il visto di conformità da parte di un soggetto abilitato;
con l'espresso rinvio all'articolo 3, comma 3, lettera a), del decreto del Presidente della Repubblica n. 322 del 1998 da parte dell'articolo 10, comma 1, lettera a), n. 7, del decreto-legge n. 78 del 2009, la previgente normativa prevedeva l'apposizione del visto di conformità, a opera esclusiva degli iscritti negli albi dei dottori commercialisti, dei ragionieri e dei periti commerciali e dei consulenti del lavoro, con esclusione degli altri soggetti abilitati alla trasmissione telematica delle dichiarazioni;
questa circostanza, come lamentato nella stampa specializzata e come emerso nel dibattito parlamentare in sede di conversione del decreto-legge n. 78 del 2009, appariva una discriminazione del tutto ingiustificata nei confronti degli altri soggetti abilitati, ai sensi dell'articolo 3, comma 3,

lettere b), c), d), e), del decreto del Presidente della Repubblica n. 322 del 1998, alla trasmissione telematica delle dichiarazioni, ma non all'apposizione del visto di conformità: per questo motivo la limitazione soggettiva all'apposizione del visto di conformità è stata, in sede di conversione del citato decreto-legge, eliminata mediante la soppressione dal testo normativo dell'inciso «da parte dei soggetti di cui all'articolo 3, comma 3, lettera a)»;
alcune direzioni regionali delle entrate territorialmente competenti stanno interpretando la vigente formulazione dell'articolo 10, comma 1, lettera a), n. 7, in modo restrittivo, sostenendo che il visto di conformità può essere apposto esclusivamente dai soggetti abilitati alla trasmissione telematica delle dichiarazioni indicati nell'articolo 3, comma 3, lettere a), b), c), d), del decreto del Presidente della Repubblica n. 322 del 1998, e non anche dai soggetti abilitati alla trasmissione telematica mediante decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, come disciplinato dalla lettera e) dello stesso decreto del Presidente della Repubblica n. 322 del 1998;
ad avviso degli interroganti, con questo comportamento alcune direzioni regionali delle entrate, da un lato, stanno affermando, contrariamente a quanto previsto dal testo del decreto-legge, come convertito, una discriminatoria e ingiustificata limitazione del potere di apposizione del visto di conformità a discapito dei soggetti abilitati alla trasmissione telematica delle dichiarazioni mediante decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, quali, a titolo esemplificativo, i consulenti fiscali (articolo 3, comma 3, lettera e), del decreto del Presidente della Repubblica n. 322 del 1998), e, dall'altro, stanno creando un grave pregiudizio ai contribuenti che legittimamente si sono avvalsi, per la predisposizione della dichiarazione e la tenuta delle relative scritture, dei soggetti abilitati alla trasmissione telematica ai sensi dell'articolo 3, comma 3, lettera e), del decreto del Presidente della Repubblica n. 32 del 1998 e che non hanno la possibilità di ottenere l'apposizione del visto di conformità e la conseguente compensazione IVA -:
se il dettato dell'articolo 10 del decreto-legge 1o luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge del 3 agosto 2009, n. 102, non debba essere interpretato nella sua reale portata, in modo da consentire l'apposizione del visto di conformità a tutti gli intermediari abilitati alla trasmissione telematica abilitati ai sensi dell'articolo 3, comma 3, lettere a), b), c), d), e), del decreto del Presidente della Repubblica n. 322 del 1998, in modo tale da eliminare definitivamente quelle che, ad avviso dell'interrogante, è una discriminatoria e ingiustificata limitazione del potere di apposizione del visto di conformità a discapito di alcuni soggetti, e contestualmente permettere a tutti i contribuenti di poter esercitare il diritto all'apposizione del visto di conformità e ottenere la conseguente compensazione Iva.
(5-02250)

Interrogazioni a risposta in Commissione:

REGUZZONI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'Agenzia delle Entrate ha richiesto ai lavoratori frontalieri che lavorano in Svizzera la compilazione del «Modello RW» e «Unico Tardivo» non oltre il prossimo 29 dicembre :
se sia possibile e opportuno dilazionare il termine del 29 dicembre, ai fini di agevolare le incombenze dei lavoratori e di eventuali consulenti fiscali;
se - in futuro - sia possibile diminuire il carico burocratico a carico dei lavoratori frontalieri, e come.
(5-02239)

CONTENTO e CARLUCCI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
secondo un'interpretazione dell'agenzia del territorio, le centrali elettriche a

pannelli fotovoltaici devono essere, in quanto immobili ospitanti impianti fotovoltaici, accatastati come «opifici» rientranti, quindi, nella categoria catastale «D/1»;
detta interpretazione, ovviamente, comporta conseguenze non indifferenti in ordine all'applicazione dell'imposta comunale sugli immobili nonché delle imposte indirette applicabili nel caso di atti di disposizione;
tale criterio troverebbe applicazione anche per quanto concerne gli impianti eolici;
secondo una diversa interpretazione, detti immobili andrebbero ricondotti alla categoria catastale «E» relativa ad immobili esenti da ICI -:
se non ritenga più consona alla valutazione di favore che l'ordinamento riserva alla realizzazione di impianti di produzione di energia «pulita» l'interpretazione meno restrittiva da ultimo riferita;
quali iniziative intenda adottare per porre rimedio al contrasto interpretativo denunciato e, comunque, per agevolare la realizzazione di impianti a minor impatto ambientale.
(5-02244)

REGUZZONI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il sistema dei Consorzi creditizi dedicati alle piccole e piccolissime imprese ha costituito un importante sistema di accesso al credito da parte di soggetti imprenditoriali spesso trascurati dal sistema bancario tradizionale;
il Governo ha ben operato nel senso di garantire l'accesso al credito alle piccole e medie imprese, impegnandosi su più fronti anche nei confronti degli istituti di credito più tradizionali;
detti Istituti di credito paiono comunque molto distanti dalle esigenze delle piccole aziende e spesso non sono in condizioni di supportare lo sviluppo, garantire la necessaria flessibilità, assicurare il dovuto sostegno -:
se - e come - il Governo intenda valorizzare il patrimonio costituito dai Consorzi Creditizi di piccole e medie imprese anche attraverso apposite iniziative normative.
(5-02247)

Interrogazioni a risposta scritta:

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
da notizie stampa risulta che nonostante l'arrivo dell'alta velocità e gli aumenti per i biglietti, si continuano a registrare disservizi;
in particolare corriere.it segnala che sabato mattina, stazione di Milano ore 9,10, un passeggero con biglietto di prima classe Milano-Firenze, treno 9433, partenza ore 10,30, arrivo 12,39. Costo: 67 euro cerca di cambiare la prenotazione, come previsto dal contatto;
seguendo le istruzioni della macchina del self service per il cambio prenotazione ottiene come risposta: «servizio non vendibile»;
va quindi al desk in testa al binario e un funzionario che sta accanto al desk lo indirizza da una dipendente di Trenitalia che, dopo aver digitato sul suo computer i dati del biglietto, risponde: «Mi dispiace, ma il sistema è bloccato e non mi consente di fare la variazione»;
intanto ormai il treno sta per partire. Il funzionario gli dice: «Si rivolga al personale di bordo e spieghi la situazione»;
la dipendente-personale di bordo pensa che il passeggero stia facendo il furbo e gli dice «se prende questo treno deve pagare otto euro»;

il passeggero rispiega tutto e la invito a parlare con il funzionario al desk che conferma i problemi nel cambio di prenotazione e le dice di farmi salire. «Si accomodi in una carrozza di prima» mi dice la signorina;
a questo punto il passeggero pensa sia tutto a posto ma poco prima di Bologna arriva il controllore, una signorina molto gentile, ma non è la stessa che ha parlato con il funzionario di desk a cui mostra il biglietto e spiega tutto l'accaduto ma come risposta si sente dire: «Deve pagare 8 euro per cambio treno»;
abbiamo l'alta velocità (finalmente) ma siamo ancora lontani anni luce dalla cultura del consumatore che hanno paesi come gli Stati Uniti o la Germania -:
quali iniziative intenda adottare per evitare che si verifichino disservizi e come intenda operare affinché a fronte di disservizi non sia il consumatore a doverne fare le spese.
(4-05427)

REGUZZONI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 117 della Costituzione assegna competenze concorrenti a Stato e Regioni in tema di banche regionali e consorzi finanziari di piccole e medie dimensioni;
il Governo ha ottimamente operato nel senso di sostenere l'accesso al credito delle piccole imprese, ottenendo però scarsa collaborazione dal sistema bancario tradizionale -:
se e come il Governo ritenga possibile, anche per tramite di una puntuale applicazione del dettato costituzionale, favorire quelle realtà creditizie di dimensione locale che spesso paiono più vicine alle esigenze delle piccole aziende.
(4-05436)

...

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:

BERNARDINI, MECACCI, BELTRANDI, MAURIZIO TURCO, FARINA COSCIONI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il 7 dicembre 2009 l'interrogante ha visitato la casa di reclusione di Augusta insieme al militante radicale Gianmarco Ciccarelli, a Daniela Domenici e a Nino Vacante;
la visita ispettiva è stata guidata dal comandante della polizia penitenziaria, attesa l'assenza del direttore e delle vicedirettrici;
l'istituto mostra questa situazione:
i detenuti presenti sono 605 (più del 50 per cento stranieri, quasi tutti condannati in via definitiva), a fronte di una capienza regolamentare di 470 posti (dovrebbero essere 530 ma due sezioni sono chiuse in quanto il terzo piano dell'istituto di pena è chiuso per ristrutturazione); il che rende la struttura penitenziaria sovraffollata: in pratica all'interno di celle grandi circa 12 mq (incluso wc e cucina) vengono ristretti 3 detenuti;
gli agenti effettivamente in servizio sono 230, a fronte di un organico di 350 unità; vi è dunque una grave e pesante carenza del personale di polizia penitenziaria;
molti detenuti hanno lamentato l'impossibilità di avere un colloquio con gli educatori, atteso che in servizio ve ne sono solamente 2, rispetto ad una pianta organica che ne prevede 10; mentre gli psicologi sono quattro, anche se prestano servizio non in pianta stabile ma a ore;
30 detenuti risultano sottoposti a trattamento metadonico; 8 sono sieropositivi, circa 50 affetti da epatite B e C e molti altri da patologie psichiatriche; ciononostante l'assistenza sanitaria all'interno

del carcere di Augusta è garantita da un medico h24 senza l'ausilio di un infermiere (carenza di 4 ore al giorno); mentre quella psicologica e psichiatrica è del tutto inadeguata rispetto alle esigenze della popolazione reclusa;
l'ultimo suicidio verificatosi nel carcere di Augusta è avvenuto nel dicembre del 2008; viceversa nel corso del corrente anno si sono registrati numerosi atti di autolesionismo e numerosi aggressioni agli agenti di polizia penitenziaria;
circa 80-90 detenuti frequentano corsi di scuola elementare, media e superiore; 110 detenuti svolgono attività lavorativa (circa 25 di loro per conto di una ditta che fabbrica letti), uno risulta come lavorante esterno;
le attività «extracella» sono molto consistenti, atteso che nella struttura penitenziaria in questione vi sono una biblioteca, una palestra ben attrezzata, un campo sportivo, un teatro ed un cineforum; peraltro va sottolineato che ai detenuti è riconosciuta la possibilità di uscire dalla propria cella durante il giorno e che all'interno di ogni sezione è presente una sala ricreativa. Vi è anche un'area verde per i colloqui con i bambini;
per il resto la struttura è fatiscente, considerato che la stessa è stata costruita negli anni '80: nel reparto di infermeria cola acqua dal tetto e le docce sono malmesse; vi è una preoccupante carenza di acqua (il lunedì è sempre fredda in quanto la caldaia la domenica è spenta), al punto che ogni giorno tre agenti vanno a prenderla con l'autobotte, il che aggrava ulteriormente la carenza del personale di polizia penitenziaria all'interno del carcere;
nel carcere di Augusta sono recluse molte persone che provengono da centinaia di chilometri di distanza dal luogo di residenza; ciò, oltre a rendere oltremodo difficoltosi i colloqui con i familiari, costringe il già ridotto organico degli agenti a numerosissime traduzioni per accompagnare i detenuti nei luoghi ove si svolgono i processi. Molti detenuti stranieri hanno chiesto, senza successo, di poter scontare la pena nel proprio paese d'origine;
i detenuti hanno lamentato anche un grave disservizio nella distribuzione del sopravitto, posto che dal momento dell'ordine e del contestuale pagamento al momento della consegna passano molti giorni (anche 15 giorni); inoltre risulta che la pasta e altri beni hanno un prezzo maggiore rispetto a quello di mercato -:
se sia a conoscenza dei fatti descritti in premessa;
in quali tempi verranno ripristinate le piante organiche della polizia penitenziaria e degli educatori;
cosa intenda fare per garantire il diritto alla salute dei detenuti;
in quali tempi verrà ripristinata un'adeguata assistenza psicologica e psichiatrica;
in particolare, cosa intenda fare per scongiurare atti di autolesionismo da parte dei detenuti che sono affetti da patologie psichiatriche tali da essere, in alcuni casi, secondo gli interroganti incompatibili con lo stato di detenzione;
in quali tempi l'istituto rientrerà nella dimensione regolamentare dei posti previsti;
cosa intenda fare per garantire l'implementazione dell'attività trattamentale, soprattutto di formazione e lavoro, atta a preparare il futuro reinserimento sociale dei detenuti previsto dall'articolo 27 della Costituzione;
in quali tempi verrà garantito un normale funzionamento dell'istituto quanto alla manutenzione, al funzionamento dell'impianto idrico e al rifacimento dell'impianto-docce;
quali provvedimenti intenda adottare per dare piena e concreta attuazione al principio della territorialità della pena previsto dall'ordinamento penitenziario, anche al fine di poter garantire tutte quelle attività di sostegno e trattamento

del detenuto che richiedono relazioni stabili e assidue tra quest'ultimo, i propri familiari e i servizi territoriali della regione di residenza;
cosa intenda fare, in definitiva, per ripristinare nella casa di reclusione di Augusta, una situazione conforme alle normative vigenti.
(4-05420)

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
martedì 8 dicembre 2009 l'interrogante ha visitato la casa circondariale Piazza Lanza di Catania insieme al militante radicale Gianmarco Ciccarelli e a Daniela Domenici;
la visita ispettiva è stata guidata dalla vice-direttrice, dott.ssa Zito, e dal Comandante, dottor Tramontana;
l'istituto mostra questa situazione:
i detenuti presenti sono 535 (513 uomini più 22 donne, di cui 33 stranieri), a fronte di una capienza tollerata di 381 posti; il che rende la struttura penitenziaria gravemente sovraffollata, con 7, 8 e a volte 9 detenuti in celle di circa 18 metri quadrati;
quasi tutti i detenuti risultano essere in attesa di giudizio, soltanto 55 di loro stanno scontando una condanna definitiva; per il resto vi è un fortissimo turn-over di detenuti, moltissimi dei quali vengono arrestati e rilasciati dopo pochi giorni di detenzione;
la metà circa dei detenuti è recluso perché accusato di aver violato le norme del Testo Unico sulle sostanze stupefacenti; 65 di loro sono tossicodipendenti e 10 sottoposti a terapia metadonica (anche se il medico ci ha comunicato che i detenuti che prendono il metadone sono molti di più);
l'assistenza sanitaria è assicurata da un solo medico h24 e da un infermiere parcellista; mentre quella psicologica e psichiatrica è del tutto inadeguata rispetto alle esigenze della popolazione reclusa;
gli agenti effettivamente in servizio sono 245, mentre quelli assegnati risultano essere 348; ciò a fronte di un organico che prevede 435 unità; vi è dunque una grave e pesante carenza del personale di polizia penitenziaria, ciò è anche dovuto al fatto che molti agenti risultano distaccati in altri istituti, ad esempio presso il carcere Bicocca di Catania;
gli educatori in servizio ed assegnati sono 7, a fronte di una pianta organica che ne prevede 6; mentre l'assistenza psicologica è assicurata per sole 40 ore al mese;
quest'anno nel carcere di Piazza Lanza un 19enne si è tolto la vita e molti detenuti hanno compiuto atti di autolesionismo;
nell'istituto di pena sono previsti corsi di scuola elementare e media (non superiore); i detenuti che svolgono attività lavorativa sono solo 55, tutti alle dipendenze dell'amministrazione penitenziaria;
le attività «extracella» sono quasi del tutto inesistenti, atteso che per i detenuti vi è a malapena la possibilità di seguire un corso di computer e che, per il resto, agli stessi non è riconosciuta la possibilità di uscire dalla propria cella durante il giorno, all'interno della quale in pratica trascorrono 20 ore al giorno. Il carcere è dotato di una piccola biblioteca, ma mancano palestra, campo sportivo, teatro e cineforum;
la struttura si presenta in buono stato, alcune sezioni sono più pulite rispetto al passato e le docce sono state posizionate all'interno delle celle proprio come previsto dal Regolamento Penitenziario del 2000. Si segnala però l'assenza di spazi verdi e lo stato di abbandono e degrado in cui versano i cosiddetti «passeggi»;

nella sala colloqui vi è ancora un muretto divisore in marmo;
i detenuti hanno anche lamentato il fatto che i beni del cosiddetto «sopravitto» presentino prezzi maggiori rispetto a quelli di mercato -:
se non ritenga di dover urgentemente disporre il rifacimento della sala-colloqui presente nell'istituto di pena in questione in modo da garantire un miglior contatto umano tra detenuti e familiari;
se il Ministro non intenda adottare gli opportuni provvedimenti al fine di aumentare l'organico degli agenti penitenziari, degli educatori, degli psicologi e degli assistenti sociali in servizio presso il predetto istituto di pena, in modo da rendere lo stesso adeguato al numero delle persone ivi recluse;
cosa intenda fare per garantire il diritto alla salute dei detenuti; in particolare, entro quali tempi verrà ripristinata un'adeguata assistenza psicologica e psichiatrica;
quali misure intenda adottare per scongiurare eventuali altri atti di suicidio e di autolesionismo, spesso posti in essere da parte dei detenuti che sono affetti da patologie psichiatriche tali da essere, in alcuni casi, secondo gli interroganti incompatibili con lo stato di detenzione;
in quali tempi l'istituto rientrerà nella dimensione regolamentare dei posti previsti;
cosa intenda fare per garantire l'attività trattamentale dei detenuti, soprattutto quella di formazione e lavoro, atta a preparare il futuro reinserimento sociale previsto dall'articolo 27 della Costituzione;
cosa intenda fare, in definitiva, per ripristinare nel carcere Piazza Lanza di Catania una situazione conforme alle normative vigenti.
(4-05421)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
Il 12 agosto 2008 su Il Corriere della sera veniva pubblicato a pagina 14 un articolo di Giovanni Bianconi dal titolo «Sandokan, super 41-bis per isolarlo dal mondo» dal quale si apprendeva che «I rigori del "carcere duro" non sono bastati, secondo inquirenti e Amministrazione penitenziaria, a impedire loro di condividere e forse dirigere le gesta criminali del clan. Così per i capi dei Casalesi sono scattate restrizioni ancora più pesanti del già disagevole « 41-bis: si chiama «regime di sorveglianza speciale», ed è previsto dall'articolo 14-bis dell'ordinamento penitenziario. Dalla scorsa settimana è stato applicato, per decisione della direzione delle carceri e della Procura antimafia di Napoli, a Francesco Schiavone detto «Sandokan» e Francesco Bidognetti chiamato «Cicciotto e mezzanotte», leader riconosciuti del clan del Casalesi. La motivazione è che dietro gli omicidi degli ultimi mesi commessi dal gruppo camorrista considerato più potente e temuto, ci possa essere la regia dei vertici in prigione. E che l'attacco sferrato attraverso omicidi e ferimenti sia teso a impedire nuove collaborazioni con la giustizia degli affiliati detenuti: una «strategia del terrore» diretta all'interno delle carceri, dunque, avallata se non ispirata - ritengono gli investigatori - proprio dai due capi in cella. Di qui il ricorso alla norma riservata a chi «compromette la sicurezza ovvero turba l'ordine degli istituti». In concreto, per i prossimi sei mesi Sandokan e Cicciotto non potranno guardare la tv né leggere i giornali, e saranno esclusi dalla «socialità», cioè i contatti con gli altri reclusi. Le quattro «ore d'aria» quotidiane, due all'aperto e due al chiuso, che i detenuti al « 41-bis svolgono fino a gruppi di cinque, le passeranno da soli. Resta la visita mensile dei parenti.»

di norma l'articolo 14-bis non si applica ai detenuti sottoposti al 41-bis anche se in passato ci sono stati tre precedenti riguardanti Leoluca Bagarella, Bernardo Provenzano e Andrea Mangiaracina -:
dal 1992 quanti e quali siano stati i detenuti in 41-bis a cui è stato applicato l'articolo 14-bis e, per ciascuno di essi, se le ragioni per le quali e stato applicato il 14-bis sia stata sentita l'autorità giudiziaria secondo quanto previsto della normativa;
se Francesco Schiavone fosse già stato sottoposto in passato al 14-bis e se lo sia stato successivamente al marzo 2009 e se le ragioni per le quali è stato applicato il 14-bis sia stata sentita l'autorità giudiziaria secondo quanto previsto dalla normativa;
se Francesco Bidognetti fosse già stato sottoposto in passato al 14-bis e se lo sia stato successivamente al marzo 2009 e se le ragioni per le quali è stato applicato il 14-bis sia stata sentita l'autorità giudiziaria secondo quanto previsto dalla normativa.
(4-05422)

TESTO AGGIORNATO AL 14 MARZO 2011

...

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta orale:

CERA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
da quanto si apprende da notizie divulgate recentemente sugli organi di stampa, risulterebbe che a breve Trenitalia Spa opererà una riorganizzazione delle tratte che servono il territorio pugliese, prevedendo in particolare la soppressione di tutte le fermate operate dai treni a media e lunga percorrenza presso la sta-zione ferroviaria di San Severo, in provincia di Foggia;
la decisione sarebbe giustificata dall'intenzione di attuare un generale miglioramento dei collegamenti veloci dell'intero sistema di trasporto ferroviario nazionale, operato attraverso la soppressione di alcune fermate intermedie sulle tratte in questione;
pur condividendo la natura del possibile provvedimento, tuttavia è opportuno constatare come, nello specifico, la soppressione delle fermate dei convogli nella stazione del comune di San Severo, comporterebbe notevoli problematiche e disagi per le migliaia di utenti pugliesi del trasporto ferroviario che prendono come punto di riferimento lo scalo in questione, sia per gli spostamenti verso nord (Bologna, Milano) che verso sud (Bari, Lecce, Taranto);
Trenitalia nell'organizzazione del nuovo orario non ha probabilmente tenuto presente che lo scalo in questione non solo rappresenta il capolinea delle Ferrovie dello Stato di tutto il comprensorio del Gargano, ma inoltre è punto di riferimento logistico per i collegamenti su trasporto gommato per l'intera area del sub Appennino Dauno e del Gargano, servendo un bacino d'utenza con più di 200.000 abitanti;
sono state numerose le prese di posizione e le proteste da parte delle amministrazioni locali dell'area interessata, dei sindacati e di comitati di pendolari (studenti e lavoratori in particolare) che fruiscono della stazione per i loro spostamenti, contro la paventata possibilità del provvedimento che penalizzerebbe fortemente lo scalo di San Severo -:
se la notizia corrisponda al vero e quali iniziative in suo potere intenda adottare per scongiurare la soppressione della fermata di San Severo per i treni a lunga e media percorrenza, che comporterebbe un obiettivo ridimensionamento del traffico ferroviario dell'area a danno delle

migliaia di cittadini che vivono nel territorio del Gargano.
(3-00809)

Interrogazione a risposta in Commissione:

REGUZZONI, MONTAGNOLI e DESIDERATI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la liberalizzazione degli accordi bilaterali ha consentito l'avvio del collegamento Malpensa-Hong Kong, che apre la possibilità di ulteriore destinazione intercontinentali da parte della compagnia aerea Cathay Pacific;
a fronte di un calo generale del trasporto aereo mondiale, Malpensa può mostrare dati positivi;
gli ulteriori spazi che si apriranno alla liberalizzazione e al mercato nei prossimi mesi potrebbero costituire motivo ulteriore di rilancio dell'aeroporto di Malpensa e del trasporto aereo più in generale -:
se e come il Governo intenda attivarsi ai fini di realizzare - nel più breve tempo possibile - la liberalizzazione del mercato, eventualmente emanando nuove norme e vigilando affinché non si realizzino proroghe per le scadenze nazionali e comunitarie (limite antitrust; blocco slot...).
(5-02241)

Interrogazioni a risposta scritta:

FUCCI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nel nuovo orario di Trenitalia, in vigore dal 13 dicembre 2009, all'abolizione della fermata di Barletta del treno Eurostar Lecce-Roma delle ore 08.15, già decisa nel 2008, si va ad aggiungere anche quella, sulla medesima tratta, della fermata delle ore 06.14;
la situazione è tale che ormai il primo treno Eurostar della mattina che collega Barletta alla capitale è quello delle ore 10.30 con arrivo a Roma alle ore 14.15, cioè in un orario del tutto illogico e inutile per quanti avessero necessità di raggiungere Roma - per motivi di lavoro, di studio o di pratiche burocratiche da sbrigare nella capitale - già in mattinata;
tale assetto dell'orario appare ancor più illogico se si pensa che, nel pomeriggio, il treno Eurostar tra Roma e Barletta parte alle ore 16.45 rendendo di fatto impossibile la pratica, finora molto diffusa tra i viaggiatori della provincia di Barletta-Andria-Trani, di arrivare nella capitale durante la mattinata, condurre le proprie attività e quindi ripartire nella stessa giornata;
le scelte di Trenitalia - alle quale è ormai teoricamente possibile ovviare solo a costo di inutili disagi andando con un treno intercity o regionale da Barletta a Foggia e quindi aspettando la coincidenza per Roma - appaiono, ad avviso dell'interrogante, inopportune perché in tal modo si va a penalizzare ulteriormente, proprio nel momento in cui essa è divenuta ormai pienamente operativa, l'intera provincia di Barletta-Andria-Trani, la quale è contraddistinta da una popolazione di ben 400 mila abitanti e da importanti attività imprenditoriali per le quali è indispensabile un collegamento rapido ed efficace sia con la capitale che con gli aeroporti di Roma -:
quali siano gli intendimenti del Ministro interrogato su quanto esposto in premessa;
se ritenga opportuno assumere, per quanto di sua competenza, iniziative nei confronti di Trenitalia rappresentando le giuste e comprensibili esigenze della provincia di Barletta-Andria-Trani.
(4-05397)

REGUZZONI e MONTAGNOLI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
in risposta all'interrogazione 4-04191 il Ministero indicava i pedaggi riscossi sulle «principali» tratte in esse ricadenti;

il dato non risponde alla domanda posta e che consiste nella richiesta «a quanto ammontino i pedaggi autostradali pagati dai viaggiatori nelle regioni citate» -:
quale siano gli effettivi ricavi di tutti i varchi di pedaggio insistenti nelle regioni indicate.
(4-05404)

REGUZZONI e MONTAGNOLI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere quale sia l'esito delle valutazioni di cui l'ENAC ha dato conto in merito alle azioni degli operatori aeroportuali tese ad eliminare e perlomeno ridurre i disservizi sulle attività aeroportuali, citate nella risposta alla interrogazione del Ministro interrogato in data 27 novembre 2009 - interrogazione 4-03494.
(4-05405)

REGUZZONI e MONTAGNOLI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
in risposta alla interrogazione 4-03307 il Ministro ha indicato nel mese di novembre il termine per l'esame del Cipe del progetto definitivo dell'intervento in argomento -:
se il termine sia stato rispettato;
quale sia il crono-programma della realizzazione dell'intervento consistente nella connessione ferroviaria «Varese-Lugano-Malpensa».
(4-05406)

REGUZZONI e DESIDERATI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la Varese-Como-Lecco rappresenta un'infrastruttura viabilistica molto utile ed importante: allo scopo si è costituito localmente un comitato promotore finanziato dalle Camere di Commercio e da numerose associazioni di categoria -:
se e come il Ministro intenda supportare lo studio e la realizzazione di un collegamento via gomma tra le città di Varese, Como e Lecco, anche allo scopo di detensionare la rete infrastrutturale che fa capo a Milano.
(4-05413)

PILI e CARLUCCI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il sistema dei trasporti in Sardegna è ancora caratterizzato da condizioni di grave disagio e deficit infrastrutturale, gestionale ed organizzativo che producono non solo una bassa qualità del servizio offerto ma costituiscono un ostacolo al decollo della crescita e dello sviluppo economico;
alcune carenze assimilabili ai contesti del Mezzogiorno e della Sardegna si riferiscono ai bassi livelli di accessibilità alla rete nazionale ed europea, nonché al proprio interno, causati da insufficienti dotazioni infrastrutturali ed ancora più da mediocri livelli di servizio sia delle linee che delle infrastrutture, ad una disomogenea distribuzione territoriale delle residenze e delle attività che evidenziano aree a bassa densità di popolazione;
l'infrastruttura regionale sarda dovrebbe essere teoricamente collegata alla Direttrice Tirrenica, afferente l'Asse Ferroviario n. 1 Berlino-Verona/Milano Bologna-Napoli-Messina-Palermo, attraverso:
a) i collegamenti marittimi e il tratto ferroviario di connessione con il porto di Civitavecchia;
b) le infrastrutture economiche più critiche sono quelle legate in particolar modo alla rete ferroviaria;
c) la provincia di Cagliari, la più popolosa, risulta 98a tra le province italiane, terzultima nel Mezzogiorno, ha un indice relativo alla rete ferroviaria di 24,7, leggermente superiore alla media regionale (24,5) ma comunque, nettamente al di sotto della media delle regioni del Mezzogiorno (84,7);

la dotazione regionale di infrastrutture ferroviarie, la rete di livello nazionale, gestita da RTI, è costituita da 437 km di linea (2,6 per cento del totale nazionale) a scartamento ordinario, semplice binario e non elettrificata. Solo 16,6 km sono a doppio binario (Cagliari-Decimomannu), cui s'aggiungono circa 8 km nella nuova tratta in galleria a Bonorva;
la densità ferroviaria, indice d'accessibilità del territorio, rapporto tra estensione delle linee e superficie regionale, è di 18 metri/kmq, contro un valore medio nazionale di 55; il grado di diffusione ferroviario della Sardegna è quindi 1/3 di quello nazionale;
la rete è suddivisa in linee fondamentali (Cagliari-Chilivani-Olbia), complementari (Chilivani-Porto Torres) e secondarie (Decimomannu-lglesias; Villamassargia-Carbonia) con riferimento alla relativa funzione e all'entità del traffico;
la velocità commerciale media su tutta la rete sarda per i treni viaggiatori più veloci (diretti) s'aggira sui 65-70 km/h;
il collegamento Cagliari-Sassari (261 km in ferrovia, 215 km sulla SS 131) è effettuato dal treno più veloce in 3 ore e 19 minuti (velocità commerciale 79 km/h), tempo superiore del 50 per cento rispetto a quello «impiegabile» da un'autovettura di media cilindrata sulla SS 131;
il collegamento Sassari-Olbia (116 km) è coperto dai treni diretti in circa 2 ore, alla velocità commerciale di appena 58 km/h;
la tratta «intercity» a più alto traffico (Cagliari-Oristano, 94 km), che si sviluppa su tracciato in piano, è percorsa dai treni più veloci in 56 minuti circa, alla velocità commerciale di circa 100 km/h;
il Piano regionale dei trasporti, ed il Piano regionale delle merci, approvato dalla Giunta Regionale con deliberazione n. 12/26 in data 16 aprile 2002 avevano per la prima volta indicato tra i progetti prioritari l'ammodernamento e velocizzazione della rete ferroviaria sarda;
l'intesa generale quadro stipulata l'11 ottobre 2002 tra il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro delle infrastrutture e del territorio, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio ed il Presidente della Regione autonoma della Sardegna, ha indicato le opere «di preminente interesse nazionale» ricadenti nel territorio sardo inserite nel 1o Programma delle infrastrutture strategiche;
in tale intesa le parti avevano convenuto che le risorse finanziarie occorrenti per la realizzazione degli interventi ivi previsti «saranno comunque rese disponibili fino alla completa realizzazione delle opere secondo gli importi che risulteranno dai quadri economici dei progetti approvati» e il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti «si impegna fin d'ora a sostenere, con risorse proprie e/o delle aziende vigilate, gli oneri economici per la progettazione di specifiche opere rientranti fra quelle per le quali le parti determineranno di collaborare»;
il documento n. 161 del 22 gennaio 2003, sottoscritto tra il Capo del dipartimento coordinamento e sviluppo del territorio del Ministero delle infrastrutture e trasporti e il Capo del dipartimento per le politiche di sviluppo e coesione del Ministero dell'economia e delle finanze, era finalizzato ad armonizzare i contenuti delle intese istituzionali di programma e degli accordi di programma quadro con quanto previsto nelle Intese generali quadro in ordine al 1o Programma delle infrastrutture strategiche di cui alla citata delibera CIPE 21/2001 anche ai fini dell'appropriata gestione e rafforzamento delle attività di monitoraggio;
il programma attuativo, conseguente all'Intesa del 2002 e all'Accordo approvato dalla giunta regionale nel 2003 per quanto riguarda il trasporto ferroviario, prevedeva:
ampliare, potenziare e velocizzare la rete ferroviaria, al fine di renderla idonea a garantire un adeguato livello di qualità nonché ad aumentare l'offerta del servizio esistente, anche attraverso una

sostanziale riduzione dei tempi di percorrenza. A questo fine le parti concordano che gli interventi infrastrutturali previsti nel presente Accordo, con le risorse disponibili e quelle programmate, sono funzionali all'obiettivo di ridurre, entro il quadriennio 2004-2007, i tempi di percorrenza sulle due relazioni Cagliari-Sassari-Porto Torres e Cagliari-Chilivani-Olbia-Golfo Aranci, in misura tale da elevarne il livello di concorrenzialità con le altre modalità di trasporto;
potenziare le principali linee ferroviarie per realizzare un significativo spostamento modale di quote di traffico dal sistema su gomma a quello su ferro. Tale obiettivo, peraltro, dovrà essere realizzato anche attraverso un riordino dei sistemi su gomma diretto ad eliminare eventuali parallelismi nell'offerta e, viceversa, a favorire l'interscambio gomma/ferro in prossimità delle stazioni;
realizzare interventi di collegamento ai nodi urbani ed ai servizi portuali ed aeroportuali;

la definitiva attribuzione delle risorse del Pon Trasporti 2000-2006 registra una pesante penalizzazione subita dalla Regione Sardegna, in particolare nel settore delle ferrovie, ove il responsabile nazionale delle Misure 1.1 e 2.1 non risulta aver proceduto a sviluppare la progettualità necessaria all'attuazione di un complesso di intervento mirati alla velocizzazione della principale linea ferroviaria regionale (Cagliari/Porto Torres/Golfo Aranci);
il recente documento del Ministero delle infrastrutture «Selezione dei progetti per la realizzazione del Pon Trasporti 2000/2006 - Lista Progetti CdS 25 maggio 2009» mostra, per il settore delle ferrovie, una situazione che emerge in tutta la sua gravità;
il Programma operativo nazionale trasporti 2000-2006 in Sardegna alla misura 1.1 - Miglioramento della rete e del servizio ferroviario attraverso l'adeguamento della linea - con una dotazione di 1.518.420.228 (il 33,6 per cento dell'intero Pon Trasporti) ha totalmente escluso dall'intervento la Regione Sardegna;
la misura 3.3 - Sviluppo delle infrastrutture finalizzate all'intermodalità delle merci, che ha avuto grosse difficoltà anche su scala Nazionale, per incertezze connesse al rispetto delle regole della concorrenza, ed alla conseguente impossibilità di finanziare infrastrutture destinate ad operatori privati, ha, anche in questo caso, escluso la Sardegna;
nei bilanci di RFI, responsabile delle misure 1.1 e 2.1 del Pon Trasporti 2000-2006, è stata attribuita una somma complessiva di euro 2.086.936.887. L'ammontare di risorse teoricamente destinato alla regione, stimabile sulla base della quota dell'11,95 per cento, in euro 181.451.217,25, in ragione dell'assenza di progettazione, è stato distribuito sui territori delle altre regioni del Mezzogiorno;
nella programmazione 2007-2013 si rende necessario recuperare tali risorse sottratte, riassegnandole con le opportune rivalutazioni;
il decreto-legge n. 185 del 2008 convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, ha approvato con modifiche, il decreto legge 29 novembre 2008, n. 185, recante misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e impresa e per ridisegnare in funzione anticrisi il Quadro strategico nazionale;
l'articolo 25 della citata normativa recita:
«Ferrovie e trasporto pubblico locale
1. Nello stato di previsione della spesa del Ministero dell'economia e delle finanze è istituito un fondo per gli investimenti del Gruppo Ferrovie dello Stato s.p.a. con una dotazione di 960 milioni di euro per l'anno 2009. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, si provvede alla ripartizione del fondo e sono definiti tempi e modalità di erogazione delle relative risorse.

2. Per assicurare i necessari servizi ferroviari di trasporto pubblico, alfine della stipula dei nuovi contratti di servizio dello Stato e delle Regioni a statuto ordinario con Trenitalia s.p.a., è autorizzata la spesa di 480 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009, 2010 e 2011. L'erogazione delle risorse è subordinata alla stipula dei nuovi contratti di servizio che devono rispondere a criteri di efficientamento e razionalizzazione per garantire che il fabbisogno dei servizi sia contenuto nel limite degli stanziamenti di bilancio dello Stato, complessivamente autorizzati e delle eventuali ulteriori risorse messe a disposizione dalle Regioni per i contratti di servizio di competenza, nonché per garantire che, per l'anno 2009, non vi siano aumenti tariffari nei servizi di trasporto pubblico regionale e locale. Quota parte delle risorse deve essere finalizzato all'incremento e al miglioramento del materiale rotabile dedicato al trasporto pubblico ferroviario. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, da emanarsi entro 30 giorni dall'entrata in vigore del presente decreto, sono individuate la quota destinata all'acquisto di nuovo materiale rotabile e la destinazione delle risorse per i diversi contratti.
3. All'onere derivante dall'attuazione dei commi 1 e 2 pari a 1.440 milioni di euro per l'anno 2009 e 480 milioni di euro per ciascuno degli anni 2010 e 2011, si provvede mediante corrispondente riduzione dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 61, comma 1, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, relativa al Fondo per le aree sottoutilizzate, a valere sulla quota destinata alla realizzazione di infrastrutture ai sensi dell'articolo 6-quinquies del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133.
4. Ferrovie dello Stato s.p.a. presenta annualmente al Ministro dell'economia e delle finanze una relazione sui risultati della attuazione del presente articolo, dando evidenza in particolare del rispetto del criterio di ripartizione, in misura pari rispettivamente al 15 per cento e all'85 per cento, delle quote di investimento riservate al nord e al sud del Paese.
5. Gli importi oggetto di recupero conseguenti all'applicazione delle norme dell'articolo 24 sono riassegnati ad un Fondo da ripartire tra gli enti pubblici territoriali per le esigenze di trasporto locale, non ferroviario, con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, sentita la Conferenza Unificata, sulla base di criteri che assicurano l'erogazione delle somme agli enti che destinano le risorse al miglioramento della sicurezza, all'ammodernamento dei mezzi ed alla riduzione delle tariffe;

i criteri di ripartizione di tali somme all'interno del contesto nazionale, ed in particolare del Mezzogiorno non devono discostarsi in alcun modo se non per incrementarli, ai fini di ulteriore compensazione del pregresso sottratto, da quelli che il QSN utilizza per la distribuzione delle risorse alla scala regionale, com'è noto pari 12,61 per cento per ciò che attiene la regione Sardegna (delibera CIPE 166/2007, tab. 4);
i criteri di riparti dovrebbero essere sensibilmente superiori a tale quota, soprattutto se si prendesse in considerazione ad esempio il dato di fabbisogno infrastrutturale (rilevabile dalla estesa chilometrica, e dalla modesta velocità commerciale lungo linea);
la stima del quantum di risorse FAS, riparto nazionale, da assegnarsi alla Regione Sardegna va comunque effettuata con la massima celerità al fine di recuperare i divari registrati e incrementati negli anni;
il citato comma due della legge 28 gennaio 2009, n. 2, non ha esplicitamente inserito nel riparto le regioni a Statuto Speciale, richiamando esclusivamente le sole regioni a statuto ordinario;
una restrittiva applicazione della norma costituirebbe una paradossale penalizzazione per tutte le regioni a Statuto

Speciale, contraddicendo lo stesso principio ispiratore dell'omogeneità del sistema ferroviario italiano;
la legge 5 maggio 2009, n. 42 «Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione» pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 103 del 6 maggio 2009 all'articolo 22 prevede:
(Perequazione infrastrutturale)
1. In sede di prima applicazione, il Ministro dell'economia e delle finanze, d'intesa con il Ministro per le riforme per il federalismo, il Ministro per la semplificazione normativa, il Ministro per i rapporti con le regioni e gli altri Ministri competenti per materia, predispone una ricognizione degli interventi infrastrutturali, sulla base delle norme vigenti, riguardanti le strutture sanitarie, assistenziali, scolastiche nonché la rete stradale, autostradale e ferroviaria, la rete fognaria, la rete idrica, elettrica e di trasporto e distribuzione del gas, le strutture portuali ed aeroportuali. La ricognizione è effettuata tenendo conto, in particolare, dei seguenti elementi:
a) estensione delle superfici territoriali;
b) valutazione della rete viaria con particolare riferimento a quella del Mezzogiorno;
c) deficit infrastrutturale e deficit di sviluppo;
d) densità della popolazione e densità delle unità produttive;
e) particolari requisiti delle zone di montagna;
f) carenze della dotazione infrastrutturale esistente in ciascun territorio;
g) specificità insulare con definizione di parametri oggettivi relativi alla misurazione degli effetti conseguenti al divario di sviluppo economico derivante dall'insularità, anche con riguardo all'entità delle risorse per gli interventi speciali di cui all'articolo 119, quinto comma, della Costituzione.

2. Nella fase transitoria di cui agli articoli 20 e 21, al fine del recupero del deficit infrastrutturale, ivi compreso quello riguardante il trasporto pubblico locale e i collegamenti con le isole, sono individuati, sulla base della ricognizione di cui al comma 1 del presente articolo, interventi finalizzati agli obiettivi di cui all'articolo 119, quinto comma, della Costituzione, che tengano conto anche della virtuosità degli enti nell'adeguamento al processo di convergenza ai costi o al fabbisogno standard. Gli interventi di cui al presente comma da effettuare nelle aree sottoutilizzate sono individuati nel programma da inserire nel Documento di programmazione economico-finanziaria ai sensi dell'articolo 1, commi 1 e 1-bis, della legge 21 dicembre 2001, n. 443;

i rilevantissimi investimenti sull'alta velocità, compreso l'ultimo bando per l'acquisto di altro materiale rotabile destinato al servizio Freccia rossa, ha totalmente escluso dalla ripartizione la regione Sardegna che paga doppiamente l'esclusione da una rete ferroviaria efficiente e funzionale, da una parte con un servizio totalmente inadeguato e dall'altra con l'esclusione, conseguente, dai fondi per l'alta velocità -:
se i Ministri competenti non ritengano urgente definire un piano di riequilibrio delle condizioni infrastrutturali e strutturali del sistema trasporti ferroviari della Sardegna a partire dalla definizione di progetti capaci di eliminare i consistenti divari su tutti i parametri di efficienza delle reti ferroviarie sarde;
se il Governo non intenda definire prima di qualsiasi attuazione di norme di trasferimento di competenze alla Regione Sardegna di stanziare apposite risorse tese al riequilibrio infrastrutturale e funzionale del sistema ferroviario sardo;
se il Governo non ritenga di dover ridefinire alla luce dei mancati stanziamenti

di risorse degli anni passati per responsabilità diretta dei soggetti che non hanno definito adeguate progettazioni per l'ammodernamento e la velocizzazione della rete ferroviaria della Sardegna;
se il Governo non ritenga di dover imporre, prima di qualsiasi trasferimento di competenze alla Regione, alle Ferrovie dello Stato e RTI un adeguamento strutturale dei tracciati delle principali dorsali ferroviarie della Sardegna con il conseguente inserimento anche della Sardegna tra le regioni destinatarie degli interventi dell'alta velocità considerato l'appartenenza della Regione stessa allo Stato italiano;
se il Governo, alla luce della fallimentare esperienza del precedente governo regionale che aveva rinunciato al miglioramento della rete ferroviaria per affidare il miglioramento della rete ferroviaria a paventati «miracolistici» treni, non ritenga di dover valutare l'urgente necessità di definire una correzione dei rettifili dei tracciati ferroviari tali da poter favorire anche in Sardegna l'utilizzo di mezzi adeguati ai parametri nazionale ed europeo;
se non ritenga di dover assumere iniziative, eventualmente normative, per estendere la portata del decreto-legge n. 185 del 2008, includendo anche le regioni a statuto speciale tra quelle destinatarie della ripartizione dei fondi destinati al miglioramento delle ferrovie;
se non ritenga di predisporre un concreto piano attuativo della norma di riequilibrio contenuta all'articolo 22 della legge n. 42 del 2009 relativamente alle infrastrutture ferroviarie della Sardegna.
(4-05435)

BARBARESCHI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'aeroporto di Catania Fontanarossa è sicuramente uno dei più importanti scali nazionali e potrebbe rappresentare un mezzo fondamentale per il rilancio dell'economia e dello sviluppo della Sicilia, se solo venisse gestito in maniera adeguata;
purtroppo, quasi quotidianamente i relativi servizi aeroportuali sono invece oggetto di polemiche e critiche da parte dei fruitori; notizie quali cattiva manutenzione, carenza di informazioni agli utenti, attese e file ai check-in e ai controlli di sicurezza, oltre che estenuanti ritardi nella consegna dei bagagli sono, infatti, all'ordine del giorno;
la Società Aeroporto Catania S.p.a. (SAC S.p.a.), che gestisce in concessione l'aeroporto di Catania, ha il compito di amministrare e gestire l'infrastruttura aeroportuale, di garantire agli utenti la presenza dei necessari servizi di terra e in generale di assicurare il rispetto dei previsti livelli di qualità dei servizi offerti attraverso la conduzione diretta, contratti di sub-concessione e società controllate;
tali servizi però il più delle volte, non riescono ad essere garantiti per carenza del personale addetto: tutto ciò, come è logico, si ripercuote sull'espletamento dei vari servizi aeroportuali, che non potendo contare su un'adeguata forza lavoro si traduce in notevoli ritardi e disservizi, a tutto danno dei viaggiatori -:
se i Ministri interrogati, nell'ambito delle rispettive competenze, non ritengano opportuno verificare quali garanzie la società di gestione SAC in particolare e, in generale, tutte le altre società alle quali sono affidate le gestioni dei maggiori aeroporti d'Italia, abbiano prestato per garantire un livello adeguato dei servizi forniti;
se non ritengano opportuno verificare, altresì, l'effettivo livello dei servizi garantiti dalle predette società, anche attraverso un accertamento della tipologia di contratti di lavoro che le stesse hanno stipulato con i propri dipendenti, al fine di assicurare un servizio efficiente ed elevare la qualità dei servizi offerti, nonché il rispetto dei diritti dei passeggeri.
(4-05448)

INTERNO

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
a Bologna in via Larga, 35 al San Vitale il palazzo che fino a qualche anno fa accoglieva gli Uffici delle Poste è ora occupato abusivamente da rom e extracomunitari irregolari che ne hanno fatto la loro residenza;
il degrado impera nel palazzo a grave danno della sicurezza degli abitanti degli edifici adiacenti che hanno già inoltrato le loro proteste -:
se non sia il caso di sollecitare il prefetto di Bologna e le autorità competenti affinché, ove ne sussistano i presupposti, provvedano allo sgombero dell'ex Palazzo delle Poste di via Larga, 35.
(2-00569)
«Raisi, Angelucci, Ascierto, Barbaro, Beccalossi, Bernini Bovicelli, Biava, Catanoso, Cazzola, Ciccioli, Cirielli, De Corato, Dima, Faenzi, Frassinetti, Gava, Ghiglia, Holzmann, Laboccetta, Lamorte, Leo, Lisi, Castiello, Martinelli, Minasso, Nola, Perina, Proietti Cosimi, Scalia, Zacchera».

Interrogazione a risposta in Commissione:

CAVALLARO e TIDEI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
dopo la deposizione dello scorso 4 dicembre 2009 del collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza nel processo in appello a carico del Senatore Marcello Dell'Utri, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e precisamente in data 5 dicembre sono stati operati gli arresti dei boss Nicchi e Fidanzati, presentati ufficialmente come segno tangibile del fattivo interessamento del Governo nella lotta alla mafia, considerata l'importanza degli arrestati nella gerarchia della criminalità organizzata;
il Ministro dell'interno ha già escluso che detti arresti possano essere stati programmati in relazione alle dichiarazioni dello Spatuzza e ai sospetti fatti intravedere dal medesimo su autorevoli esponenti del Governo;
su alcuni siti internet viene sostenuta e documentata la tesi che «il Giornale on line» avrebbe diffuso la notizia degli arresti di Nitti e Fidanzati alle ore 12,18 del 5 dicembre 2009, mentre gli stessi sarebbero stati eseguiti intorno alle 14,50 come riportato dalle agenzie di stampa successivamente;
indipendentemente da tale questione, che è tuttavia necessario accertare, ha rilasciato dichiarazioni preoccupanti anche il vice-questore di Palermo Gioacchino Genchi secondo il quale gli arresti dei due boss mafiosi altro non sarebbero che una messa in scena, architettata dal Governo per oscurare notizie contro il Presidente del Consiglio dei ministri;
tali fatti delineano, a giudizio degli interroganti, un quadro inquietante e preoccupante specie se si tiene conto delle deposizioni dei due fratelli Giuseppe e Filippo Graviano, che le notizie di stampa annunciano di grande rilievo nella ricostruzione delle strage di via D'Amelio, dove persero la vita il giudice Borsellino e gli uomini della scotta e nell'accertamento dei molti aspetti oscuri degli attentati di mafia del 1992-1993;
è necessario tutelare l'onore e l'efficacia dell'operato delle forze dell'ordine, a cui vanno ascritti i meriti degli importanti risultati conseguiti nella lotta alla criminalità;
è altresì importante, ad avviso degli interroganti, non mettere costantemente in discussione l'attendibilità dei collaboratori

di giustizia, sulla base delle cui dichiarazioni si sono raggiunti livelli di conoscenza del fenomeno mafioso un tempo impensabili e verificare che le procedure per il loro inserimento nei programmi previsti dalla legge siano ispirati al rigore -:
quali iniziative organizzative, comunicative ed eventualmente normative i Ministri interrogati intendano assumere per fare chiarezza sui fatti sopra citati, in quanto di corrente circolazione tra l'opinione pubblica e sui mezzi di comunicazione.
(5-02248)

Interrogazioni a risposta scritta:

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nel corso di una visita ispettiva al CIE di Gradisca d'Isonzo effettuata lo scorso 8 dicembre si è riscontrato che sulle 193 persone trattenute, ben 177 provenivano dal circuito carcerario;
in data 25 luglio 2007, il Ministro della giustizia di concerto con il Ministro dell'interno aveva emanato una specifica direttiva interministeriale per incidere sensibilmente sulla materia dell'identificazione dei detenuti extracomunitari in attesa di espulsione;
la predetta direttiva - come asserito mediante comunicato stampa ufficiale del Viminale datato 30 luglio 2007 dal Ministro dell'interno - avrebbe dovuto garantire «più efficienza nel sistema dei rimpatri e meno pressione sui Cpt (ora CIE)» ed inoltre, che si intendeva «così rendere più efficiente il sistema delle espulsioni, che si è dimostrato, almeno a partire dall'anno 2003, molto poco efficace proprio per la difficoltà a identificare i soggetti da allontanare. E si alleggerirà, nello stesso tempo, la pressione sui Cpt, dove questi soggetti venivano destinati al momento della scarcerazione per essere identificati»;
sempre secondo quanto sostenuto dal Ministero dell'interno nella richiamata direttiva «in questo modo dovrebbe anche essere possibile, in linea con le indicazioni del rapporto De Mistura, evitare le criticità emerse in questi anni in relazione al trattenimento nei Cpt di questi soggetti in quanto l'identificazione per i detenuti deve avvenire in carcere, che è il luogo più utile ad ottenere il riconoscimento, e non più nei Cpt, luogo destinato più utilmente al riconoscimento di altri soggetti»;
la direttiva interministeriale in questione è stata puntualmente trasmessa per competenza in data 10 agosto 2007, con apposita circolare, a tutti i questori della Repubblica dal capo della polizia, prefetto Manganelli, per la sua puntuale e rigorosa osservanza;
il mancato rispetto della richiamata circolare da parte delle questure della Repubblica fa sì che molti detenuti extracomunitari, una volta pagato il conto con la giustizia per i reati commessi, siano costretti a scontare altri sei mesi di detenzione nei centri di identificazione ed espulsione per essere identificati, il tutto dopo essere stati in carcere, spesso per anni -:
quali siano i motivi che hanno determinato l'inosservanza della direttiva citata in premessa rispetto alle persone trattenute nel CIE di Gradisca d'Isonzo;
se e quali siano le specifiche iniziative che il competente ufficio immigrazione intende assumere per il rispetto della normativa sopraindicata.
(4-05424)

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la mattina del 7 dicembre 2009 la prima firmataria del presente atto ha visitato - nell'ambito delle visite ispettive organizzate da Radicali Italiani in occasione del Ponte per l'immacolata nei Centri per immigrati sparsi sul territorio nazionale -

il Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Solarino (Siracusa) insieme al segretario di Radicali Catania, Gianmarco Ciccarelli, nonché a Daniela Domenici;
il Cara di Solarino attualmente è gestito dal Cenacolo Domenicano (affidamento in cottimo fiduciario) in base alla convenzione stipulata il 1o novembre 2009 valida fino al 31 gennaio 2010. Sulla base della predetta convenzione l'Ente gestore percepisce per ciascun ospite una cifra giornaliera pari ad euro 40,00; nella predetta somma non è ricompresa l'assistenza legale per i richiedenti asilo;
attualmente gli immigrati ospitati all'interno della struttura sono 9, di cui sei donne e tre minori; ciò a fronte di una capienza regolamentare di 30 unità;
sette immigrati provengono dalla Somalia e due dall'Eritrea;
il personale è composto da un assistente sociale; un addetto alla mediazione linguistica/culturale e un singolo psicologo;
ai richiedenti asilo viene fornito al momento dell'ingresso un opuscolo informativo multilingue riguardante l'immigrazione; vestiario e prodotti per la pulizia personale. Agli ospiti non viene accreditata alcuna somma giornaliera da spendere in servizi erogati all'interno del centro, come bottigliette d'acqua e snack, sigarette e altro. All'interno della struttura non è possibile connettersi ad internet;
l'edificio si presenta in buono stato di manutenzione e al suo interno le condizioni igieniche sono ottime. Nei dormitori gli ospiti hanno a disposizione spazi molto ampi; anche lo stato dell'illuminazione, del riscaldamento e dell'aerazione al loro interno si presenta comunque in ottime condizioni. Le lenzuola vengono cambiate ogni sette giorni; dal punto di vista igienico-sanitario le condizioni dei bagni e delle docce sono molto buone. Ogni camera è dotata di bagno e doccia;
gli spazi per la socialità sono buoni; questi ultimi, insieme al refettorio, che contiene circa 30 posti, presentano ottime condizioni dal punto di vista igienico e della pulizia;
nel Cara di Solarino non è presente una sala colloqui con gli avvocati capace di garantire una discreta dose di riservatezza agli incontri che si svolgono tra gli immigrati e i loro difensori;
nella predetta struttura vi è un servizio lavanderia ed un posto adibito alle funzioni religiose ma dove si possono celebrare solo le messe secondo il rito cattolico. Non vi è alcun tipo di impianto sportivo. Nel Centro si svolgono corsi di scuola e di alfabetizzazione; nessuna attività sportivo/ricreativa né corsi di aggiornamento professionale;
l'alimentazione fornita agli ospiti è di quantità più che discreta e di ottima qualità; viene comunque garantita ai richiedenti asilo la possibilità di sottoporsi a particolari regimi alimentari sia per motivi religiosi che di salute;
il Centro di Solarino, con i suoi pochi ospiti, è sostanzialmente a conduzione familiare e, per quel che riguarda l'assistenza sanitaria, il centro si avvale della collaborazione con la Asl di riferimento; non è prevista assistenza legale ai richiedenti asilo; quella linguistica-culturale, sociale e psicologica viene invece garantita in forme, termini e condizioni adeguate al numero e alla tipologia delle persone presenti nel Centro;
la direzione del Cara di Solarino si adopera per favorire il ricongiungimento delle donne ospiti con i loro eventuali mariti presenti in altri Centri. Comunque ai richiedenti asilo politico è consentito, come prescritto dalla normativa, di uscire dal Centro durante il giorno;
risulta agli interroganti che nella stragrande maggioranza dei casi i richiedenti lo status di rifugiato non vengono dimessi dal Cara dopo i primi 35 giorni di permanenza, come consentito dalla normativa, ma, al contrario, dopo sei mesi dalla richiesta di asilo politico, ciò a causa del fatto che vi sono sempre meno istituzioni

pubbliche disponibili a prendersi carico dei richiedenti lo status di rifugiato, atteso che i progetti di accoglienza inseriti nel sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) - che molti enti locali condividono con le Caritas e altri soggetti del privato sociale - non funzionano o funzionano male per mancanza di fondi -:
se e quali provvedimenti intenda adottare affinché ai richiedenti asilo venga fornito, all'interno del Centro, un adeguato servizio di assistenza e orientamento legale;
se non ritenga opportuno erogare alle richiedenti asilo una piccola somma giornaliera da spendere in servizi erogati all'interno del centro e, nel contempo, dotare quest'ultimo di una postazione internet necessaria per comunicare a costi ridotti con i familiari lasciati nei paesi di provenienza;
se e quali provvedimenti intenda adottare affinché anche i richiedenti asilo non appartenenti alla religione cattolica possano usufruire di spazi e locali idonei dover poter professare il proprio culto religioso;
se il Ministro interrogato non intenda verificare se ai richiedenti asilo siano distribuiti gli opuscoli informativi redatti dalla Commissione nazionale per il diritto d'asilo, nei termini del decreto legislativo 28 gennaio 2008, n. 25;
se ai richiedenti asilo del Cara di Solarino vengono rilasciati i permessi di soggiorno temporanei in attesa della definizione della procedura di asilo;
quali siano gli indirizzi operativi disposti per far fronte al cattivo funzionamento dei progetti di accoglienza inseriti nel sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) e quali siano, in merito, le disposizioni impartite agli organi periferici, anche con riferimento ai rapporti tra questi ultimi e le istituzioni pubbliche locali;
se e quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare al fine di giungere, così come proposto dalla Commissione De Mistura, ad una riforma normativa che preveda un unico Sistema nazionale di accoglienza e protezione dei richiedenti asilo e dei rifugiati da collocarsi come evoluzione dell'attuale sistema di protezione (Sprar), in modo da garantire agli stessi adeguati percorsi di integrazione sociale nel nostro Paese.
(4-05429)

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 6 dicembre 2009 la prima firmataria del presente atto ha visitato - nell'ambito delle visite ispettive organizzate da Radicali Italiani in occasione del Ponte per l'immacolata nei Centri per immigrati sparsi sul territorio nazionale - il Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Sant'Angelo di Brolo (Messina) insieme al segretario di Radicali Catania, Gianmarco Ciccarelli, alla militante radicale Donatella Corleo, nonché a Daniela Domenici e Carmen Cordaro;
il Cara di Sant'Angelo di Brolo attualmente è gestito dal Consorzio SISIFO in base alla convenzione stipulata il 16 settembre 2008 valida fino al 30 aprile 2010. Sulla base della predetta convenzione l'Ente gestore percepisce per ciascun ospite una cifra giornaliera pari ad euro 40,00 (valore annuo della convenzione: euro 2.920,00); nella predetta somma non è ricompresa l'assistenza legale per i richiedenti asilo;
a ciascun ospite viene accreditata una somma di euro 2,50 al giorno da spendere in servizi erogati all'interno del centro, come bottigliette d'acqua e snack, sigarette e connessione ad internet. La somma è evidentemente limitata, ma la possibilità riconosciuta agli immigrati di poter accumulare il credito rappresenta certamente un elemento positivo e svolge una funzione di sicura responsabilizzazione del singolo fruitore dei servizi;

gli immigrati ospitati all'interno della struttura, che vengono tutti regolarmente identificati, sono 149, di cui 123 uomini, 16 donne e 7 minori e tre neonati (i nuclei familiari presenti sono 9, di cui sette con bambini al seguito), ciò a fronte di una capienza regolamentare di 200 unità;
sette immigrati provengono dalla Nigeria, 47 dalla Somalia, 88 dall'Eritrea, uno dal Pakistan, 5 dal Bangladesh, uno dal Ghana;
12 richiedenti asilo politico risultano portatori di patologie infettive (in particolare scabbia e varicella). Tutti questi sono stati curati - a detta della direzione - secondo le modalità previste dalla circolare del Ministero della Sanità del 1999;
il personale è composto da un assistente sociale; sei addetti alla mediazione linguistico-culturale e due psicologi;
ai richiedenti asilo viene fornito al momento dell'ingresso un opuscolo informativo multilingue riguardante l'immigrazione; vestiario e prodotti per la pulizia personale di media qualità e altri prodotti (schede telefoniche, sigarette e altro);
l'edificio si presenta in buono stato di manutenzione e al suo interno le condizioni igieniche sono discrete. Gli spazi a disposizione (dormitori) per gli ospiti sono appena sufficienti, più che buoni quelli per i nuclei familiari; al loro interno lo stato dell'illuminazione, del riscaldamento e dell'aerazione si presenta comunque in buone condizioni. Le lenzuola vengono cambiate ogni sette giorni; lo stato dei bagni e delle docce per gli ospiti singoli è appena sufficiente dal punto di vista igienico-sanitario, mentre è più che buono quello per i nuclei familiari;
gli spazi per la socialità sono appena sufficienti; questi ultimi, insieme al refettorio, non presentano ottime condizioni dal punto di vista igienico e della pulizia;
nel Cara di Sant'Angelo di Brolo è presente una sala colloqui con gli avvocati la cui ampiezza garantisce una discreta dose di riservatezza agli incontri che si svolgono tra gli immigrati e i loro difensori;
nella predetta struttura non vi è un servizio lavanderia, né luoghi per la preghiera, né alcun tipo di impianto sportivo. Nel Centro si svolgono corsi di scuola e di alfabetizzazione; nessuna attività sportivo/ricreativa né corsi di aggiornamento professionale;
l'alimentazione fornita agli ospiti è di quantità e qualità medie; viene comunque garantita la possibilità di sottoporsi a particolari regimi alimentari sia per motivi religiosi che di salute;
l'assistenza sanitaria è discreta: nel Centro si trova un presidio sanitario h24, all'interno del quale lavorano un medico ed un infermiere. I rapporti con la ASL di riferimento sono buoni, ottima quella con enti, cooperative e associazioni di volontariato; però il Cara non risulta ancora essersi dotato di un'autoambulanza né di un defibrillatore per i casi di interventi urgenti. La direzione del Centro ha comunque assicurato l'arrivo imminente perlomeno di un defibrillatore;
non è prevista assistenza legale ai richiedenti asilo; quella linguistica-culturale, sociale e psicologica viene invece garantita in forme, termini e condizioni adeguate al numero e alla tipologia delle persone presenti nel Centro;
agli ospiti è comunque consentito, come prescritto dalla normativa, di uscire dal Centro durante il giorno. Il 92 per cento di loro ottiene il riconoscimento dello status di rifugiato o una qualche forma di protezione sussidiaria o umanitaria; il restante 8 per cento fa ricorso all'autorità giudiziaria;
risulta agli interroganti che nella stragrande maggioranza dei casi i richiedenti lo status di rifugiato non vengono dimessi dal Cara dopo i primi 35 giorni di permanenza, come consentito dalla normativa, ma, al contrario, dopo sei mesi dalla richiesta di asilo politico, ciò a causa del fatto che vi sono sempre meno istituzioni

pubbliche disponibili a prendersi carico dei richiedenti lo status di rifugiato, atteso che i progetti di accoglienza inseriti nel sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) - che molti enti locali condividono con le Caritas e altri soggetti del privato sociale - non funzionano o funzionano male per mancanza di fondi -:
quali misure intenda adottare al fine di migliorare le condizioni dei bagni e delle docce per gli ospiti singoli;
se il livello dei servizi sia adeguato alle esigenze del Centro e se l'erogazione degli stessi risulti omogenea a quella degli altri Centri di accoglienza per richiedenti asilo sparsi sul territorio nazionale;
se il Ministro interrogato non intenda avviare delle ispezioni per verificare se ai richiedenti asilo siano distribuiti gli opuscoli informativi redatti dalla Commissione nazionale per il diritto d'asilo, nei termini del decreto legislativo 28 gennaio 2008, n. 25;
se ai richiedenti asilo del Cara di Sant'Angelo di Brolo vengono rilasciati i permessi di soggiorno temporanei in attesa della definizione della procedura di asilo;
quali provvedimenti intenda adottare affinché ai richiedenti asilo venga fornito un adeguato servizio di assistenza e orientamento legale;
quali siano gli indirizzi operativi disposti per far fronte al cattivo funzionamento dei progetti di accoglienza inseriti nel sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) e quali siano, in merito, le disposizioni impartite agli organi periferici, anche con riferimento ai rapporti tra questi ultimi e le istituzioni pubbliche locali;
se e quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare al fine di giungere, così come proposto dalla Commissione De Mistura, ad una riforma normativa che preveda un unico Sistema nazionale di accoglienza e protezione dei richiedenti asilo e dei rifugiati da collocarsi come evoluzione dell'attuale sistema di protezione (Sprar), in modo da garantire agli stessi adeguati percorsi di integrazione sociale nel nostro Paese.
(4-05430)

TESTO AGGIORNATO AL 2 AGOSTO 2010

...

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta scritta:

REGUZZONI e GRIMOLDI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il nostro Paese appare ai livelli più bassi tra gli Stati occidentali nelle classifiche della cultura a favore dell'iniziativa economica, detta anche pro business -:
se e quali iniziative il Governo abbia attuato o intenda attuare al fine di favorire una cultura del lavoro e dell'impresa a partire della scuola dell'obbligo;
se e come il Ministero curi che il corpo docente sviluppi o mantenga una adeguata cultura a favore del lavoro, della intrapresa privata e del libero mercato.
(4-05409)

BERTOLINI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
da articoli di stampa, si apprende che la scuola elementare «Manzoni» di Cremona ha cambiato il nome alla ricorrenza del Natale e si chiamerà «Festa delle Luci»;
il maestro Eriberto Mazzotti ha motivato tale decisione sottolineando che «in una scuola ad alta concentrazione di bambini extracomunitari il Natale non deve escludere nessuno» e che «siamo una scuola interculturale. Abbiamo pensato

alla Festa delle luci per non urtare le altre culture, senza comunque rinnegare il Natale»;
lunedì 14 dicembre 2009, i bambini di tutte le classi della scuola Manzoni dovevano uscire con un lumino acceso e formare a terra una figura, una stella o un albero, come simbolo di pace, inoltre, invece di cantare «Tu scendi dalle stelle», dovevano esibirsi nel «Funga Alafia ashe ashe», un brano che arriva dal Ghana;
il maestro Mazzotti ha spiegato che la decisione era stata presa diversi anni fa dall'insieme degli insegnanti e con l'accordo dei genitori, ma alcune mamme hanno protestato, perché il Natale «è la nostra festa, bisogna rispettarla, approfittarne per far conoscere le tradizioni degli altri paesi: non è certo un buon esempio celebrarla con un altro nome»;
il Natale è portatore di valori universali, come la pace, l'accoglienza, il rispetto. Non si crea certamente integrazione eliminando la nostra storia e la nostra identità. Il nostro Paese sembra versare, ad avviso dell'interrogante, una sorta di Caos di multiculturale: prima l'eliminazione del crocefisso dalle scuole, poi la polemica sul presepe, per poi arrivare addirittura a cambiare il nome al Natale. Tutto per non urtare la sensibilità di bambini appartenenti a religioni e culture diverse dalla nostra, dimenticandosi così di milioni di bambini cristiani -:
se non ritenga di intervenire urgentemente attivando un'opportuna ispezione presso la scuola elementare «Manzoni» di Cremona, affinché si accerti la correttezza della condotta rappresentata in premessa, consentendo così anche ai bambini che frequentano quella scuola di festeggiare il Natale secondo la nostra tradizione cristiana;
se non ritenga di assumere iniziative al fine di preservare la nostra tradizione e la nostra cultura in tutte le scuole italiane.
(4-05433)

COMAROLI, TORAZZI, GIBELLI, FAVA e STUCCHI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
è notizia del 12 dicembre 2009 che, presso la scuola elementare «Manzoni» di Cremona la festa del Natale verrà abolita e sostituita dalla festa delle Luci;
la tradizione del Santo Natale, non è solo motivo di gioia per tutti i bambini, ma assume un elevato valore educativo in quanto evento fondamentale della storia dell'umanità e in particolare della storia europea, essendo la cristianizzazione del continente l'evento storico catalizzante dell'unione continentale, tanto che senza di esso non si parlerebbe probabilmente nemmeno di Europa, nonché base dell'umanesimo e della nostra stessa cultura;
proprio in un periodo storico di grandi trasformazioni, come il presente, è caratterizzato da una forte spinta migratoria che sta causando notevoli scompensi sociali in tutt'Europa, la necessità della piena integrazione culturale degli immigrati come veri membri della comunità non può assolutamente prescindere dalla conoscenza, l'approfondimento e la condivisione delle nostre tradizioni, di cui il Santo Natale con il suo messaggio di amore e fraternità festeggiato dall'insieme della comunità, è forse la massima sintesi;
la religione cattolica nel suo insieme è il più forte collante identitario di tutta la Repubblica;
il Santo Natale si celebra da duemila anni ed è quindi con la Santa Pasqua, anche la più antica delle nostre tradizioni -:
quali iniziative il Ministro intenda prendere per ripristinare immediatamente la consuetudine della festa del Natale non solo nella elementare «Manzoni» di Cremona, ma in tutte le scuole ed istituti educativi pubblici e/o percettori di finanziamenti pubblici della Repubblica;
se e quali sanzioni, ove ne sussistano i presupposti, intenda prendere nei confronti

di coloro che, hanno danneggiato il percorso educativo degli studenti loro affidati eliminando la celebrazione della festa di Natale;
quali iniziative normative il Ministro ritenga eventualmente necessario assumere per espletare quanto sopra richiesto e per impedire il ripetersi di simili abusi.
(4-05434)

...

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

REGUZZONI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
in data 6 gennaio 2009 le forze dell'ordine hanno sgominato una associazione a delinquere finalizzata alla truffa nei confronti dell'Inps attraverso l'introito di pensioni di invalidità fasulle;
operazioni di repressione come quella sopra citate testimoniano la ferma intenzione del Governo di porre finalmente un freno a falsi invalidi e false pensioni -:
se e quali iniziative il Governo abbia attivato e intenda attivare ai fini di contrastare il fenomeno delle pensioni fasulle;
a quali dimensioni il fenomeno sia ormai addivenuto secondo le stime governative.
(5-02253)

Interrogazione a risposta scritta:

STRIZZOLO. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
nel comune di Pradamano (Provincia di Udine) da circa 30 anni è aperto il centro vendite al dettaglio di generi vari «Gros Market» che dà lavoro a 30 dipendenti, in prevalenza con la mansione di commessi-magazzinieri;
recentemente la proprietà dello stabilimento commerciale ha annunciato la volontà di chiudere l'attività, motivando tale scelta con la situazione di crisi economica generale che colpisce, in particolare, i centri di vendita di prodotti vari, tra cui la catena gestita dal marchio «Gros Market» presente anche in altre regioni italiane;
nei giorni scorsi la proprietà - benché sollecitata al confronto dai rappresentanti sindacali e dalle istituzioni pubbliche locali - senza avviare alcuna iniziativa per trovare una soluzione per i dipendenti, ha informato con un fax di aver deciso la chiusura al 31 dicembre 2009 dell'attività nel magazzino di Pradamano;
a seguito di tale decisione - improvvisa e unilaterale della proprietà - si è instaurata una forma di protesta da parte di alcuni dei dipendenti che mette a rischio la loro salute e sicurezza;
fra le motivazioni che hanno spinto la proprietà a decidere la chiusura del «Gros Market» di Pradamano vi sarebbe anche la mancata convocazione delle parti interessate da parte del Ministero del lavoro e delle sociali per discutere della situazione di crisi anche di altri centri «Gros Market» ubicati nel territorio nazionale -:
quali iniziative intendano promuovere i ministri interrogati per ricercare - con il coinvolgimento di tutte le parti interessate e delle rappresentanze istituzionali locali - una rapida soluzione che eviti la chiusura del «Gros Market» di Pradamano e delle altre analoghe unità commerciali presenti in alcune altre regioni italiane.
(4-05446)

POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta immediata in Commissione:

XII Commissione:

CENNI, OLIVERIO, BRANDOLINI, SERVODIO, DAL MORO, TRAPPOLINO, AGOSTINI e MARCO CARRA. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
come è noto il settore agricolo nazionale sta vivendo una gravissima crisi strutturale che sta colpendo tutti i comparti (dall'ortofrutta al lattiero-caseario, dalla zootecnia al vino, dai cereali all'olio). Secondo il quadro che emerge nei primi 9 mesi dell'anno 2009 i cereali hanno registrato una flessione del 39 per cento, la frutta del 13,7 per cento, latte e derivati del 14,4 per cento, l'olio d'oliva del 19 per cento, il vino del 23 per cento, gli ortaggi dell'8,6 per cento, le culture industriali del 5 per cento, gli animali vivi e le uova del 2 per cento;
gli ultimi dati allarmanti segnalano che dall'anno 2000 ad oggi il reddito agricolo è calato del 20 per cento, che i costi di produzione sono saliti del 150 per cento in tre anni, del 300 per cento negli ultimi 10 anni;
vanno ridefiniti e riequilibrati i sistemi di distribuzione: i prezzi all'origine infatti calano (-13,4 per cento) e quelli al dettaglio aumentano (a scapito di produttori e consumatori);
questa situazione incentiva conseguentemente il progressivo abbandono da parte della campagne coltivate. Secondo le cifre diffuse da alcune associazioni di settore, negli ultimi 40 anni, sono cinque i milioni gli ettari sottratti all'agricoltura;
nonostante la tiepida inversione di tendenza della crisi internazionale che interessa gli altri settori produttivi, è ancora in piena recessione. I dati Istat stimano per il 2009 una perdita di valore aggiunto del comparto di circa il 5,2 per cento;
moltissime regioni dal Nord al Centro al Sud hanno dichiarato lo stato di crisi del settore agricolo;
molti Paesi europei stanno mettendo in campo, per sostenere il settore primario, un piano straordinario per l'agricoltura: la Francia ha stanziato, ad esempio, 1 miliardo e 600 milioni di euro, la Germania 750 milioni e la Spagna 300 milioni;
si stanno susseguendo, anche in questi giorni in tutto il Paese, manifestazioni di agricoltori che rivendicano in modo unitario, interventi concreti e immediati a sostegno delle imprese, indebolite da costi produttivi sempre più alti, da oneri contributivi e burocratici opprimenti, da redditi ridotti e da prezzi sui campi in continua discesa;
le regioni per quanto di loro competenza stanno attivando propri strumenti di intervento ed aggiornando gli stessi piani di sviluppo rurale regionali;
si è svolto, lunedì 16 novembre 2009 a palazzo Chigi, un tavolo di confronto tra il Governo e le regioni sulla crisi del settore agricolo e sul riordino degli enti vigilati. All'incontro hanno preso parte, per il Governo, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali Luca Zaia, il Ministro per i rapporti con le regioni Raffaele Fitto e il Sottosegretario per le politiche agricole Antonio Buonfiglio. In rappresentanza delle regioni hanno preso parte al tavolo il Presidente della Conferenza Stato-Regioni Vasco Errani, l'assessore alle risorse agro-alimentari della Puglia e coordinatore della Commissione politiche agricole Dario Stefano e l'assessore all'agricoltura dell'Emilia-Romagna Tiberio Rabboni;
nel corso dell'incontro il Ministro Luca Zaia ha annunciato che presenterà,

nel prossimo Consiglio dei ministri, un piano straordinario per l'agricoltura. Un provvedimento che sarà a breve trasmesso anche alla Conferenza Stato-Regioni. Tale notizia è stata confermata dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta;
lo stesso Ministro Luca Zaia, elencando i provvedimenti presi a sostegno fino ad ora per il settore agricolo, ha dichiarato che per il Fondo di solidarietà nazionale per il 2010 «sono a disposizione 90 milioni di euro derivanti dall'articolo 68 della Pac». Lo stesso Ministro ha inoltre precisato che «in Finanziaria ci sono soldi veri: 75,2 milioni di euro» contenuti nel fondo Igrue (ispettorato generale per i rapporti finanziari con l'Unione europea). Luca Zaia ha poi aggiunto che resta aperta la questione del pregresso, per gli anni 2008 e 2009, per la quale «chiediamo di utilizzare parte delle risorse dello scudo fiscale»;
nel disegno di legge finanziaria per il 2010, come approvato dal Senato in prima lettura, non sono però attualmente presenti risorse economiche destinate a finanziare il Fondo di solidarietà nazionale e per contrastare le calamità naturali. Nel corso dell'esame a palazzo Madama sono stati inoltre drasticamente ridotti i fondi dedicati al Cnr-Enea che riguardano lo sviluppo dell'efficienza energetica, la tutela ambientale, la promozione del made in Italy agroalimentare e la produzione di farmaci biotecnologici;
nel corso della riunione del 16 novembre 2009 le regioni hanno presentato lo proprie proposte per garantire un sostegno al settore agricolo rivendicando, tra l'altro, la moratoria sui contributi Inps, lo stanziamento di risorse per il Fondo di solidarietà nazionale, facilitazioni per l'accesso al credito, la sospensione della riscossione dei crediti maturati, la reintegrazione delle somme per il finanziamento dei contratti di filiera, sgravi tributari o contributivi. In seguito a tale incontro «il Governo - ha precisato Vasco Errani a mezzo stampa - si è impegnato a valutare le proposte delle regioni anche in relazione alla Finanziaria. Le organizzazioni agricole - ha poi evidenziato il Presidente della Conferenza Stato Regioni - hanno condiviso la piattaforma presentata dalle Regioni che prevede due tipi di interventi: uno di emergenza e uno strategico per la riorganizzazione delle filiere agro-alimentari e la ridistribuzione del valore aggiunto all'interno di essa»;
nella presente legislatura, ripetutamente, in sede di Commissione Agricoltura sono stati assunti dal Ministro impegni a sostegno dell'agricoltura anche con riguardo a fondo di solidarietà, sgravi fiscali in aree marginali, forme di sostegno alle imprese agricole -:
se corrisponda al vero quanto risulta dalle dichiarazioni di stampa in merito ad un piano strategico per l'agricoltura italiana, quando lo stesso verrà realmente presentato e cosa contenga nel dettaglio, in termini programmatici e finanziari e quali iniziative urgenti il Ministro intenda intraprendere affinché siano previsti finanziamenti mirati al sostegno del comparto agricolo che, a differenza di altri settori, sta ancora risentendo in maniera drammatica degli effetti della crisi economica internazionale.
(5-02251)

Interrogazioni a risposta scritta:

CIMADORO, PIFFARI, ROTA, DI GIUSEPPE e MESSINA. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
la crisi che da un anno ha investito l'economia mondiale continua a manifestare in pieno i suoi effetti, che risultano particolarmente gravi per l'agricoltura, tali da mettere a rischio la sopravvivenza di molte imprese;
la situazione dei mercati è sempre più drammatica con una riduzione dei prezzi all'origine di almeno il 20 per cento rispetto al 2008, mentre i costi di produzione aumentano costantemente e il

prezzo di vendita, in molti settori non è più sufficiente a coprire i costi di produzione;
alle difficoltà economiche si aggiungono i crescenti ostacoli che impediscono di sviluppare una valida attività imprenditoriale, sottomettendo sempre più le aziende agricole a nuovi balzelli, vincoli ed adempimenti burocratici;
tutti i principali settori produttivi sono in ginocchio e si assiste ad un verticale crollo dei prezzi in tutti i settori;
da queste considerazioni nasce la mobilitazione nazionale e unitaria dell'agricoltura, finalizzata a far conoscere ai cittadini la gravità della crisi del settore e a chiedere che il Governo intervenga finalmente con «soldi veri» per superare l'emergenza e con un'adeguata strategia di sviluppo per il futuro;
intervenire per salvare l'agricoltura vuol dire non solo salvaguardare il reddito e l'occupazione di centinaia di migliaia di operatori, ma anche salvaguardare il patrimonio culturale, paesaggistico, ambientale che l'agricoltura rappresenta quale fattore non secondario di competitività del nostro «sistema paese»;
l'attuale Governo, ad avviso degli interroganti si è distinto unicamente per il sostanziale azzeramento delle risorse dedicate all'agricoltura, con tagli per oltre 1 miliardo di euro nella finanziaria 2009 e nessuna previsione di recupero di risorse per il 2010;
sono stati azzerati il Fondo di solidarietà e il Piano irriguo nazionale, sono anche a rischio gli sgravi contributivi per le aree montane e svantaggiate, non è stato preso alcun provvedimento a favore del settore agricolo, completamente dimenticato nell'ambito delle misure contro la crisi, c'è stato il blocco di tutti i fondi per lo sviluppo dell'agricoltura, lasciata a sé stessa senza politiche di sostegno per il futuro;
occorrono da un lato interventi immediati per garantire il sostegno minimo necessario per arginare l'abbandono, e dall'altro lato politiche di lungo respiro per promuoverne lo sviluppo e la competitività;
il rilancio dell'agricoltura ha bisogno di una strategia che ne rafforzi la capacità competitiva sui mercati attraverso percorsi di innovazione di prodotto e di processo che pongano al centro, da un lato, la qualità ed il legame con il territorio e, dall'altro, il potenziamento di progetti di integrazione ed accorciamento delle filiere in grado di porre al centro l'impresa agricola, singola e/o associata, ed accrescerne la quota di valore aggiunto e di reddito;
la politica nazionale e regionale deve essere accompagnata da adeguati interventi a livello comunitario -:
se, di fronte alla gravità della situazione, il Governo non reputi urgente intervenire a tutti i livelli sia adottando misure straordinarie per evitare la chiusura di migliaia di imprese agricole, sia mettendo a punto una strategia di lungo respiro che ponga le condizioni per la competitività della nostra agricoltura, ripristinando le condizioni di mercato e riequilibrando i rapporti tra produzione e grande distribuzione.
(4-05398)

BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
il decreto ministeriale emanato il 19 gennaio 2005 dal Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, intitolato «Prescrizioni per la valutazione dei rischio per l'agrobiodiversità, i sistemi agrari e la filiera agroalimentare, relativamente alle attività di rilascio deliberato nell'ambiente di OGM per qualsiasi fine diverso dall'immissione sul mercato» (pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 29 marzo 2005) definisce le prescrizioni, ai fini della valutazione dei

rischi per l'agrobiodiversità, per i sistemi agrari e la filiera agro-alimentare connessi con l'emissione deliberata nell'ambiente di organismi geneticamente modificati per qualsiasi fine diverso dall'immissione sul mercato;
il decreto ministeriale stabilisce che il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, sentito il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, acquisito il parere favorevole di un Comitato tecnico di coordinamento istituito dal decreto ministeriale stesso, i cui membri sono costituiti da rappresentanti ministeriali e rappresentanti delle regioni e delle province autonome designati dalla Conferenza Stato-Regioni, debba stabilire, con successivo decreto, i protocolli tecnici operativi necessari per la gestione del rischio derivante dalle singole specie geneticamente modificate;
tali protocolli individuano concretamente le caratteristiche della specie considerata, le modalità operative e le misure da adottare all'atto dell'emissione deliberata nell'ambiente;
sulla base del decreto ministeriale 19 gennaio 2005, alcune regioni hanno già provveduto ad individuare i siti del proprio territorio utilizzabili per la sperimentazione;
in data 20 novembre 2008 il Comitato tecnico di coordinamento ha espresso parere favorevole allo schema di nove protocolli tecnici operativi relativi ad altrettante colture ogm (actinidia, agrumi, ciliegio dolce, fragola, mais, melanzana, olivo, pomodoro, vite);
la mancata emanazione della normativa secondaria rispetto alla coltivazione ed alla sperimentazione di sementi geneticamente modificate impedisce la ricerca scientifica in un settore vitale dell'economia del Paese, ostacolando la possibilità di una crescita analoga a quella registrata nelle economie dei Paesi maggiormente sviluppati sul fronte della ricerca di nuove biotecnologie -:
per quali motivi non sia ancora stato emanato il decreto ministeriale di cui in premessa.
(4-05414)

DI GIUSEPPE. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
il consorzio di bonifica destra Trigno e Basso Biferno rientra tra quelli istituiti con regio decreto del 13 febbraio 1993, n. 215, per la realizzazione di opere di bonifica e miglioramento fondiario. Esso svolge un'attività di natura pubblicistica diretta alla salvaguardia del territorio e dell'ambiente anche mediante la regolamentazione e la valorizzazione delle risorse idriche;
detto consorzio ha realizzato l'impianto di irrigazione del basso Molise con fondi comunitari POP 94 del 1999;
l'acqua da utilizzare doveva provenire dall'invaso di Chiauci e l'obiettivo era quello di produrre una radicale riconversione colturale del comprensorio irriguo relativo alle zone di Montenero di Bisaccia e Mafalda, favorendo l'abbandono delle coltivazioni estensive e l'insediamento di quelle orticolo industriali;
purtroppo a tutt'oggi l'invaso non è ancora stato realizzato e pertanto la disponibilità che avviene solo ed esclusivamente a caduta, è limitata alla unica portata del fiume Trigno che deve essere ripartita anche con le aree abruzzesi a sinistra del Trigno con una disponibilità pari a 181 l/secondo, di molto inferiore al fabbisogno del comprensorio che è pari invece a 793,05 l/secondo. L'acqua inoltre, può essere erogata solo all'inizio della stagione irrigua (maggio al massimo) dopodiché, durante i mesi più caldi e siccitosi il quantitativo scende in concomitanza alla diminuzione della portata dal fiume Trigno a valori ancora più bassi e pertanto non è quasi mai disponibile;
conseguentemente a ciò si sono creati numerosi danni agli agricoltori, i quali credendo nella possibilità di irrigare

hanno impiantato alcune colture che hanno poi dovuto spiantare o abbandonare per mancanza d'acqua;
nonostante ciò, il consorzio ha chiesto il pagamento di un doppio tributo (bonifica e irriguo) per dei servizi non effettuati. E sebbene l'articolo 59 del regio decreto n. 215 del 1933 all'articolo 11, stabilisce che la ripartizione delle quote di spesa tra i proprietari è fatta in ragione dei benefici conseguiti, il consorzio ha assoggettato tutti i terreni a suo dire dominati dall'impianto irriguo agro Montenero ad un canone pari a 100,00 euro per ettaro;
nel corso dell'anno 2006, il consorzio di bonifica Trigno e Biferno ha ricevuto oltre 250 ricorsi proposti dai proprietari dei terreni consorziati siti nel comune di Montenero di Bisaccia e Mafalda ed aventi ad oggetto l'impugnazione della cartella di pagamento per l'anno 2006 per inesistenza del beneficio fondiario e mancata effettuazione della fornitura idrica. Paradossalmente è accaduto in alcuni casi che lo stesso ricorrente abbia presentato ricorso con i medesimi estremi e sia stato una volta condannato e una volta sollevato dal pagamento del canone irriguo a seconda della diversa composizione della commissione tributaria;
la manifesta consapevolezza da parte dell'ente della mancata erogazione del servizio è stata poi dimostrata dalla decisione di abbassare il pagamento del tributo richiesto da 100,00 a 50,00 euro;
tale cifra, sebbene dimezzata, grava fortemente sul bilancio degli agricoltori dal momento che sono costretti a pagare per un servizio inesistente e che non consente loro di programmare coltivazioni redditizie che però hanno necessità di erogazione costante di acqua -:
se, al fine di evitare situazioni quale quella descritta in premessa, non ritenga di promuovere opportune iniziative normative volte a riformare i presupposti da cui dipende la riscossione dei contributi consortili.
(4-05428)

CENNI, OLIVERIO, BRANDOLINI, SANI, TRAPPOLINO, ZUCCHI e SERVODIO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
dopo un periodo di sospensione relativo al biennio 2007-2009 la Commissione europea ha deciso la reintroduzione dei dazi doganali per il grano duro proveniente dai Paesi non membri dell'Unione europea. Una decisione motivata, prevalentemente, dal declino dei prezzi delle materie prime causato dalla crisi economica mondiale;
per il grano duro sono previste tre differenziazioni merceologiche ai fini del calcolo del dazio: alta qualità, media qualità, bassa qualità. Tale suddivisione è frutto dell'accordo «Blair House» tra Unione europea e Usa, siglato in ambito «Gatt» (il patto firmato nel 1947 da 23 Paesi che stabiliva un insieme di regole con l'obiettivo di favorire la liberalizzazione del commercio internazionale). Il metodo di calcolo del dazio sui cereali si basa oggi sul regolamento (CE) 1249/96 e sull'articolo 136 del regolamento (CE) 1234/2007;
in base a tali regolamenti la Commissione europea aveva fissato dal 2 ottobre 2009 i seguenti dazi:
frumento grano duro di alta qualità: 17,20 euro per tonnellata;
frumento grano duro di media qualità: 27,20 euro per tonnellata;
frumento grano duro di bassa qualità: 47,20 euro per tonnellata;
nonostante questa decisione la Commissione europea ha deciso repentinamente di ridurre notevolmente i dazi doganali per il grano duro proveniente dai paesi non membri dell'Unione europea giustificando tale correzione con l'aumento dei noli nei porti di 16,73 euro per tonnellata e con il calo del prezzo del grano sul mercato statunitense, passato da 125 a 121 euro la tonnellata;

in base a tale revisione i nuovi dazi doganali per il grano, in vigore dal 1o novembre 2009, sono i seguenti:
frumento grano duro di alta qualità: 0 euro per tonnellata;
frumento grano duro di media qualità: 3,49 euro per tonnellata;
frumento grano duro di bassa qualità: 23,49 euro per tonnellata;
dai dati sopraccitati si evince quindi che la riduzione apportata dalla Commissione europea è di notevole entità e che soprattutto il dazio per grano duro di alta qualità è stato soppresso;
questi provvedimenti, segnalano le principali associazioni di categoria, arrivano in una fase drammatica del mercato del settore e con il grano duro che ormai, in Italia, viene venduto al di sotto dei prezzi di produzione e con la previsione di una inevitabile contrazione delle semine, sia a livello nazionale che europeo;
secondo le principali associazioni di categoria la riduzione dei dazi, correlata all'abbondante raccolto di Paesi come gli Stati Uniti e il Canada (senza dimenticare altre nazioni come il Marocco) ed al cambio euro-dollaro, promuoverà l'importazione in Europa del grano straniero, soprattutto di categoria «alta qualità», producendo inevitabilmente un nuovo drammatico e devastante abbassamento dei prezzi del prodotto italiano. Un calo che si ripercuoterà sulla stabilità e sull'esistenza stessa delle aziende nazionali del settore;
le stime di Ismea presentate nei mesi scorsi parlano infatti di un comparto, quello del grano italiano, già profondamente in crisi. Per il 2009 è prevista una marcata riduzione della produzione di frumento duro di circa il 35,3 per cento (oltre 1,8 milioni di tonnellate in meno). Il calo è imputabile soprattutto al drastico calo delle superfici che nel complesso sono diminuite del 26,7 per cento. Oltre 400 mila ettari non sono stati messi a coltura nella campagna 2009-2010 del frumento duro (circa 100 mila ettari in meno coltivati in Puglia, 70 mila ettari in meno coltivati in Sicilia, 40 mila ettari in meno in Toscana, circa 30 mila ettari in meno rispettivamente in Basilicata, Sardegna, Emilia Romagna e Lazio). Sul fronte dei prezzi la serie storica delle quotazioni del frumento duro segnala, nel corso del 2008, un calo progressivo e costante;
altro fattore di criticità, che riguarda l'importazione di cereali da Paesi terzi, è rappresentato dall'efficacia dei controlli doganali sulla qualità del prodotto. Per ogni importazione di frumento duro e di frumento tenero di qualità standard alta o media, le autorità doganali dello Stato membro d'importazione prelevano campioni rappresentativi per analizzare il tenore proteico, il peso specifico e il tasso di impurità. Inoltre, per il grano duro, l'autorità competente determina il tenore di grani vitrei. Se la Commissione riconosce ufficialmente un certificato di qualità del frumento tenero o del frumento duro, attestato e rilasciato dallo Stato di origine delle merci, i suddetti campioni non vengono prelevati e le analisi vengono effettuate a puro titolo di verifica della qualità certificata su un numero di partite sufficientemente rappresentativo;
alcuni Paesi europei, nei mesi scorsi, hanno assunto iniziative autonome per preservare il settore nazionale dei cereali: la Spagna ha infatti sospeso l'importazione di 2 milioni di tonnellate di mais da Paesi terzi a dazio ridotto motivando la scelta con il fatto che tale quantitativo avrebbe provocato danni gravissimi al mercato interno, a svantaggio dei produttori di mais che non hanno ancora venduto il proprio raccolto -:
quali iniziative urgenti intenda intraprendere in sede comunitaria, in relazione alla grave crisi che sta attraversando il settore del grano in Italia, per promuovere la modifica dell'attuale entità dei dazi doganali nei confronti dei Paesi non mem- bri

dell'Unione europea e la modifica dei parametri in base ai quali viene stabilito il dazio stesso al fine di salvaguardare, in particolar modo, la produzione del frumento «made in Italy»;
se non ritenga utile, per risollevare il settore del grano nazionale, promuovere un tavolo nazionale della filiera cerealicola, nonché accordi di filiera tra produzione ed industria di trasformazione, attraverso il finanziamento di contratti di filiera e di distretto e la definizione di un piano cerealicolo nazionale;
se non ritenga opportuno, tra le iniziative da mettere in campo per risollevare il prodotto italiano soprattutto nelle regioni che stanno registrando i maggiori cali di produzione, promuovere politiche mirate per il sostegno alla promozione della certificazione di qualità del pane locale attraverso il riconoscimento Dop;
a che punto sia, in proposito, l'iter del riconoscimento della Dop «pane toscano»;
se non ritenga opportuno promuovere in sede comunitaria (per garantire una maggiore trasparenza del settore del grano nei confronti di aziende e consumatori) maggiori ed accurati controlli di carattere amministrativo, per il rilascio dei certificati di importazione per il frumento proveniente da Paesi terzi, e di carattere sanitario, per accertare la reale qualità del prodotto;
se non ritenga opportuno avviare un'indagine conoscitiva sulla cessione dei diritti all'importazione temporanea rilasciata ai pastifici che esportano pasta, al fine di monitorare e controllare tale certificazione ed evitare, da parte dei suddetti pastifici, la cessione di tali diritti a commercianti che non sarebbero quindi obbligati a pagare il dazio di importazione per la merce proveniente da Paesi terzi.
(4-05432)

TESTO AGGIORNATO AL 17 DICEMBRE 2009

...

POLITICHE EUROPEE

Interrogazione a risposta scritta:

REGUZZONI e SIMONETTI. - Al Ministro per le politiche europee. - Per sapere - premesso che:
il rispetto delle norme ambientali ha - nella lavorazione di alcuni prodotti tessili - un impatto molto importante sul totale dei costi di produzione -:
se le norme di tipo ambientale che regolano - tra l'altro - le principali lavorazioni tessili (tintoria, finissaggio, produzione di tessuti anche sintetici, stampa...) sono le stesse per tutti i Paesi dell'Unione europea, con particolare riguardo ai Paesi di nuova adesione;
se e come il Governo intenda attivarsi affinché le normative ambientali che regolano le produzioni manufatturiere siano le stesse in tutta l'Unione europea e si evitino pertanto situazioni di concorrenza sleale.
(4-05408)

...

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E INNOVAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:

BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il 14 ed il 19 novembre, sul quotidiano gli Altri, sono state pubblicate due lettere nelle quali viene difesa la validità della scelta operata dall'amministrazione centrale sottoscrivendo, insieme al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il protocollo di intesa con Microsoft S.r.l.

per la realizzazione di azioni a supporto dell'innovazione digitale nelle scuole;
il motivo della sottoscrizione dei Protocollo di Intesa con Microsoft S.r.l. risiederebbe nel fatto che quest'ultima si sarebbe impegnata a sostenere gratuitamente il piano del Ministero dell'istruzione dell'università e della ricerca ed il Piano «eGov2012» per la scuola del Ministero per la pubblica amministrazione e l'innovazione;
nella seconda lettera si dà atto dell'importanza e del valore positivo del software libero ma si conferma la validità della scelta fatta, argomentando che Microsoft S.r.l. avrebbe promesso di donare alla Pubblica Amministrazione non solo licenze software ma anche computer;
dalla lettura del Protocollo non sembra si possano riscontrare gli impegni di donazioni da parte della multinazionale che, forte della propria posizione dominante sul mercato, è scrupolosamente attenta ai propri interessi economici tanto da fatturare dalla propria filiale irlandese - per ragioni di convenienza fiscale - tutte le vendite di licenze realizzate nel nostro Paese;
con il software libero si diffonde la condivisione della conoscenza, si rendono concreti valori quali la collaborazione e la libertà di espressione. Si contribuisce ad abbattere il divario digitale. Promuovendo nelle scuole il software libero si favorisce lo sviluppo di imprese nazionali che forniscono servizi ad esso connessi si riduce la spesa in acquisti di licenze di software a vantaggio delle imprese dominanti, con benefiche ripercussioni sia per la bilancia dei pagamenti che per il sistema fiscale del nostro Paese. Anche in questo modo si effettuano i principi e i valori della nostra costituzione nella società dell'informazione e della conoscenza -:
se è vero che l'accordo non prevede oneri finanziari espliciti per la Pubblica Amministrazione, che pure si impegna a collaborare nella ricerca di client per i prodotti Microsoft - istituzioni scolastiche, personale docente e studenti -, è anche vero che i giovani - e con loro gli insegnanti e le famiglie - formati oggi dalla scuola, saranno in futuro cittadini e lavoratori capaci di utilizzare solo i software che ora ricevono «gratis» o «a prezzo di favore»: clienti e consumatori che, in futuro, troveranno più difficile scegliere soluzioni alternative;
se i fatti corrispondano al vero e, nell'eventualità positiva, se voglia considerare l'ipotesi alternativa, in grado di produrre ugualmente consistenti risparmi per la Pubblica Amministrazione, fatta dall'Associazione per il software libero, che aveva già presentato una domanda di intervento nel procedimento amministrativo che ha portato alla sottoscrizione del Protocollo di Intesa con Microsoft S.r.l., chiedendo altresì l'integrazione del Protocollo stesso per favorire la diffusione del software libero nel sistema scolastico e per il bene del Paese, poiché la diffusione della cultura digitale passa attraverso la promozione di strumenti e tecnologie libere.
(4-05437)

...

SALUTE

Interrogazione a risposta in Commissione:

FUCCI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
l'utilizzo del cosiddetto «codice triage», che impiega quattro colori per identificare l'urgenza o meno di un caso in pronto soccorso (in ordine crescente: «bianco», «verde», «giallo» e «rosso»), rappresenta un utile strumento da una parte per evitare l'affollarsi nei pronto soccorsi di casi che invece vanno fatti esaminare dal medico di famiglia e dall'altra per far sì che, in ogni caso, chi si presenti al pronto soccorso senza presentare

sintomi realmente gravi partecipi alla spesa sanitaria in cambio della prestazione ricevuta;
l'articolo 1, comma 796, lettera p), della legge n. 296 del 2006 (legge finanziaria per il 2007) recita: «Per le prestazioni erogate in regime di pronto soccorso ospedaliero non seguite da ricovero, la cui condizione è stata codificata come codice bianco, ad eccezione di quelli afferenti al pronto soccorso a seguito di traumatismi ed avvelenamenti acuti, gli assistiti non esenti sono tenuti al pagamento di una quota fissa pari a 25 euro»;
la norma sopra richiamata è chiarissima nella sua formulazione e non ci possono essere fraintendimenti sul fatto che, a legislazione vigente, quanti si presentano nei pronto soccorsi con codici verde, giallo e rosso non debbano pagare il ticket;
nel concreto, però, vi sono crescenti segnalazioni a proposito di una presunta applicazione non omogenea della richiamata norma contenuta nella legge finanziaria per il 2007 da parte delle ASL pugliesi che in numerosi casi, per una serie di motivi mai chiariti (cattiva interpretazione delle norme, eccessiva burocrazia o inefficienza), farebbero pagare il ticket pure a quei cittadini presentatisi al pronto soccorso per casi poi contraddistinti dai codici di colore diverso dal bianco;
più nello specifico, una segnalazione recente è giunta dal gruppo di Andria del Movimento Consumatori che, un anno dopo avere raccolto le denunce di un gruppo di cittadini cui era stato imposto senza motivo l'obbligo di pagare il ticket da parte della ASL Bat, ha ottenuto nelle scorse settimane il rimborso delle quote illecitamente riscosse;
lo stesso Movimento Consumatori di Andria, inoltre, segnala:
l'improvviso aumento, in corrispondenza delle sue richieste di chiarimento nei confronti della direzione generale della ASL Bat, del numero di casi in uscita dal pronto soccorso classificati dal codice bianco;
alcuni casi di persone dimesse con il codice bianco - che però riguarda casi non gravi che sarebbe stato più opportuno indirizzare al medico di medicina generale o al medico di guardia medica - poi costrette a ricoverarsi d'urgenza, il giorno dopo, in ospedale -:
quali eventuali iniziative intenda assumere, per quanto di sua competenza e pur nel rispetto delle autonomie regionali in materia di gestione sanitaria, per far si che quanto affermato dalla normativa nazionale in materia di esenzione dal pagamento del ticket sia puntualmente rispettato in tutto il territorio del Paese;
con specifico riferimento a quanto affermato in premessa se disponga di informazioni in proposito e quali di iniziative di competenza intenda assumere perché vi sia un'applicazione omogenea dei «codice triage».
(5-02252)

Interrogazioni a risposta scritta:

FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
nel folto dei boschi di Villa Ada, proprio nel cuore dello storico parco della Salaria, si nasconderebbe, a quanto riferisce il giornalista Lorenzo Grassi su Repubblica del 5 novembre 2009 «una "bomba" ambientale innescata»;
si tratterebbe di una vasta discarica a cielo aperto di rifiuti speciali, una valanga di residui di demolizioni edilizie abbandonati illegalmente nel verde;
in mezzo a quella distesa di calcinacci vi sarebbero dei cosiddetti mozziconi di vecchie coperture ondulate in cemento e amianto;
il fatto che siano spaccate e corrose significa, purtroppo, che già da diverso

tempo rischiano di aver diffuso silenziosamente la loro polvere cancerogena nel parco;
che la discarica è stata scoperta sul ripido versante nord-occidentale della collinetta dove si trovano le piste per cavalli del Cascianese Country Club e dell'ex maneggio Anni Verdi oggi in disarmo: «Poco sotto il ciglio», scrive Repubblica, «in mezzo alla vegetazione, appaiono improvvisamente gli ammassi di calcinacci. C'è materiale di ogni genere: mattonelle, rivestimenti, stoviglie, isolanti di plastica, pezzi di vetro, carrozzine, resti di sanitari e quei pericolosi brandelli di tettoie in amianto. Una sorta di blob che si estende in linea d'aria per diverse decine di metri e precipita, ricoprendoli, lungo i dirupi scoscesi fin quasi a raggiungere il torrente di fondovalle, a poca distanza da uno dei più frequentati sentieri del parco» -:
se quanto sopra riferito corrisponde a verità e, in caso affermativo, quali urgenti iniziative di competenza siano state adottate in ordine a questa gravissima situazione.
(4-05443)

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il TG3 nella sua edizione dell'11 dicembre 2009 ha trasmesso un servizio nel quale viene raccolta la testimonianza della signora Angela Bellagamba, che ha raccontato la tragedia che si è consumata praticamente sotto i suoi occhi: il marito che trascorre tre giorni in barella al pronto soccorso dell'ospedale «San Giuseppe» di Albano Laziale, e infine muore;
sempre secondo la testimonianza della signora Bellagamba - il marito l'avrebbe implorata: «Portatemi via da qui perché mi fanno morire»;
il marito della signora Bellagamba era stato ricoverato d'urgenza per un'insufficienza respiratoria; era cardiopatico, diabetico e obeso. «Aveva bisogno di cure specifiche invece è stato tenuto per tre giorni al pronto soccorso»;
i medici dell'ospedale si sono giustificati sostenendo che «non c'erano posti», e sono stati i familiari a dover provvedere a trovare un letto ad Aprilia chiamando da casa, «ma quando siamo andati a prenderlo era già morto» -:
se quanto denunciato dalla signora Bellagamba e riferito dal «TG3» corrisponda a verità;
in caso affermativo quali urgenti iniziative si intendano promuovere e adottare per accertare quanto accaduto.
(4-05444)

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
presso l'ospedale civile «San Luca» di Vallo della Lucania, in provincia di Salerno, il 4 agosto 2009, è deceduto il Sig. Francesco Mastrogiovanni il cui ricovero nella struttura sanitaria fu la conseguenza della disposizione di un provvedimento di TSO (trattamento sanitario obbligatorio) esercitato dal sindaco di Pollica, Angelo Vassallo;
il Sindaco Angelo Vassallo aveva ritenuto necessario che lo stesso fosse sottoposto ad un trattamento sanitario obbligatorio in condizioni di degenza ospedaliera, ex articolo 2 legge n. 178 del 1980, perché affetto da patologia psichica che ne alterava i comportamenti;
nello specifico, il motivo alla base del provvedimento, sembra essere stato esclusivamente un episodio di guida in direzione opposta al senso di marcia consentito e, dunque, di violazione di una norma del codice della strada;

il Sig. Mastrogiovanni svolgendo regolarmente la professione di maestro elementare non ha mostrato disturbi psichici tali da far determinare comportamenti violenti o una rilevante diminuzione della capacità cognitive;
la legge n. 180 del 1978, consente solo in casi eccezionali, vale a dire «se esistano alterazioni psichiche tali da richiedere urgenti interventi terapeutici, se gli stessi non vengano accettati dall'infermo e se non vi siano le condizioni e le circostanze che consentano di adottare tempestive ed idonee misure sanitarie extra ospedaliere» (articolo 2 comma 2), di disporre il TSO in condizioni di degenza ospedaliera;
viceversa, il Sindaco Vassallo riteneva necessario disporre il trattamento sanitario obbligatorio in condizioni di degenza ospedaliera;
in ogni caso, qualunque trattamento sanitario, a norma della legge n. 180 del 1978 deve assicurare «il rispetto della dignità della persona e dei diritti civili e politici garantiti dalla Costituzione, compreso per quanto possibile il diritto alla libera scelta del medico e del luogo di cura» (articolo 1 comma 2);
in ospedale, per tutti i giorni di degenza, il Sig. Mastrogiovanni è stato sottoposto, da parte dei sanitari del reparto, esclusivamente ad un trattamento di contenzione, così come risulta dalle registrazioni video operate da una telecamera a circuito chiuso presente in reparto ed acquisite al fascicolo delle indagini, è stato contenuto ininterrottamente con legature rigide che ne impedissero ogni minimo movimento;
i medici legali nominati dal magistrato del pubblico ministero di Vallo della Lucania hanno stabilito che la morte è stata causata essenzialmente dalla contenzione operata dai sanitari;
dallo stesso esame autoptico del cadavere i medici legali hanno anche appurato che il Sig. Mastrogiovanni non è stato né oggetto di specifiche attenzioni terapeutiche e neanche alimentato nel corso della degenza -:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza della vicenda sopra citata;
se non ritengano necessario disporre accertamenti di competenza presso l'Ospedale Civile «San Luca» di Vallo della Lucania per verificare se siano stati perpetrati altri comportamenti simili a danno di altri pazienti del reparto di psichiatria e comunque per scongiurare che possano essere posti in essere altri episodi del genere.
(4-05445)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro della salute, al Ministro per la semplificazione normativa. -Per sapere - premesso che:
da un articolo pubblicato dal Sole 24 Ore del 14 dicembre 2009 risulta che sarebbero ben 5 milioni e mezzo i certificati inutili richiesti dalla pubblica amministrazione in materia sanitaria con un costo complessivo di 40 milioni di euro;
in Italia vengono richiesti ad esempio tre certificati per ogni decesso che, moltiplicati per i circa 500 mila morti registrati ogni anno, generano un milione e mezzo di pratiche;
il certificato di sana e robusta costituzione riguarda poi oltre due milioni e mezzo di persone tenute a produrlo;
il certificato di idoneità al lavoro deve essere prodotto da 800 mila insegnati al momento dell'assunzione, da 200 mila lavoratori che devono produrlo ogni anno e da circa 150 mila aspiranti volontari che fanno domanda per svolgere servizio civile;
550 mila bambini devono presentare certificato di vaccinazione per l'iscrizione alla scuola primaria e 1 milione di persone deve attestare di essere indenne alle malattie infettive;

alcune regioni hanno introdotto disposizioni di semplificazione, il più delle volte però non completamente risolutive del problema -:
se e con quali iniziative intendano realizzare la semplificazione in materia di certificati attinenti la sanità richiesti ancor dalla pubblica amministrazione.
(4-05447)

TESTO AGGIORNATO AL 23 NOVEMBRE 2010

...

SVILUPPO ECONOMICO

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi la stampa nazionale ha dato la notizia parzialmente smentita dall'Enel - secondo la quale sarebbero già stati individuati 8 siti idonei alla realizzazione di centrali nucleari, quattro delle quali ospitano centrali nucleari dismesse: Borgo Sabotino (Latina), Garigliano (Caserta), Trino Vercellese (Vercelli), Caorso (Piacenza) a cui si aggiungerebbero le località di Montalto di Castro (Viterbo) Oristano, Palma (Agrigento) e Monfalcone (Gorizia);
nel Governo si alternano dichiarazioni, ad avviso degli interpellanti, contraddittorie tra chi, come il Sottosegretario per lo sviluppo economico Stefano Saglia, afferma che non esista la mappa delle future centrali e chi, come il ministro Scajola, non perde occasione per sottolineare l'imminente avvio della realizzazione delle nuove centrali;
l'amministratore delegato dell'ENEL, Fulvio Conti, nei giorni precedenti aveva dichiarato in una intervista telefonica che l'azienda aveva già individuato le aree di interesse, ma che, prima di rivelarle, avrebbe atteso i passaggi formali e sostanziali da parte del Governo -:
se esista un elenco dei siti dove il Governo intende realizzare le centrali per la produzione di energia nucleare e quali siano i criteri utilizzati per l'individuazione degli stessi;
se risponda al vero che tra i siti individuati vi sia anche quello di Chioggia (come da notizie apparse sul Corriere della sera), le cui caratteristiche territoriali e morfologiche lo rendono decisamente inadeguato ad ospitare una centrale nucleare, come del resto sottolineato dallo stesso presidente della regione Veneto, Giancarlo Galan, che, in una recente dichiarazione, ha affermato che «la tipologia del suolo non indica alcuna possibilità di avere una centrale nucleare in Veneto».
(2-00568)
«Viola, Martella, Braga, Bressa, Tenaglia, Sbrollini, Strizzolo, Naccarato, Rubinato, Baretta, Dal Moro, Realacci, Miotto, Murer, Mogherini Rebesani, Mariani, Pes, Maran, Rosato, Ferranti, Velo, Madia, Calgaro, Trappolino, Ferrari, Pistelli, Vannucci, D'Antoni, De Torre, Ginoble, Samperi, Giacomelli, Pizzetti, De Biasi, Rossa, Motta, Ghizzoni, Bobba, Bellanova, Rampi, Miglioli, Gatti, Marco Carra».

Interrogazione a risposta in Commissione:

PICIERNO. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'Ixfin Spa di Marcianise (Caserta) opera nel settore informatico e delle telecomunicazioni ed è specializzata nel settore della produzione di schede elettroniche. Con i suoi 684 lavoratori ha rappresentato un'esperienza di punta nel settore industriale casertano;
l'Ixfin è in crisi dal 2004, anno in cui dopo alcune agitazioni e numerose trattative si è giunti a un accordo con le parti

sociali per l'impegno al mantenimento e rilancio dell'azienda attraverso un fondo di garanzia per le aree in crisi. Sono stati stanziati 15 milioni di euro da parte del Cipe per un piano di rientro che comprendeva il riutilizzo di almeno 600 addetti su 980 in cassa integrazione;
in seguito a una sentenza del tribunale di Napoli (n. 353) l'Ixfin nel 2006 è in procedura fallimentare. La procura di Santa Maria Capua a Vetere (pubblico ministero Antonella Cantiello) ha aperto un'inchiesta per frode fiscale di 80 milioni di euro;
nel 2007 si è aperto uno spiraglio di speranza per i lavoratori dell'Ixfin grazie alla sottoscrizione da parte di Governo, regione Campania e parti sociali di un accordo di programma per il rilancio produttivo e occupazionale dei siti industriali in crisi della provincia di Caserta. L'intesa, attraverso la disponibilità di 11 imprese casertane, prevede l'assunzione di almeno 350 lavoratori assunti fra il personale in cassa integrazione guadagni straordinaria (Cigs) delle aziende Finmek, Ixfin, 3M, Costelmar;
nel frattempo, attraverso ulteriori proteste e trattative, i lavoratori della Ixfin hanno ottenuto il rinnovo della cassa integrazione straordinaria in deroga fino a dicembre 2009;
nonostante siano state bandite diverse gare d'asta, nessun acquirente ha dimostrato interesse per l'Ixfin, mentre di fatto nessuna opportunità concreta è scaturita dall'accordo di programma, a causa di un continuo rimando delle responsabilità fra regione Campania e Governo per l'erogazione dei fondi previsti;
mentre la parte dei fondi a carico della regione Campania è in via di completamento nel mese di dicembre 2009, ancora nulla è dato sapere dei finanziamenti del Governo previsti dall'accordo di programma, poi confermato dall'attuale Esecutivo;
la lunga e tormentata vicenda dell'Ixfin ha determinato nei lavoratori un forte stato di preoccupazione che aumenta con l'avvicinarsi dello scadere del termine della cassa integrazione. La maggior parte dei lavoratori coinvolti dalla prevedibile futura messa in mobilità ha meno di 40 anni;
la provincia di Caserta è stata duramente colpita dalla crisi economica, che ha causato un forte aumento delle domande di disoccupazione e delle ore di cassa integrazione. L'entrata in mobilità dei lavoratori Ixfin in un contesto occupazionale già duramente provato rischia di lasciare queste persone senza alcuna prospettiva di lavoro -:
quali iniziative intendano assumere i Ministri interrogati al fine di contribuire alla piena e completa attuazione dell'accordo di programma in tempi rapidi per consentire una prospettiva ai lavoratori Ixfin;
in alternativa quali iniziative i Ministri ritengano necessario adottare per impedire che al termine del mese di dicembre 2009 l'unica prospettiva per 684 lavoratori sia la fine della cassa integrazione e l'ingresso in mobilità.
(5-02254)

Interrogazioni a risposta scritta:

EVANGELISTI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il cantiere NCA di Marina di Carrara è con ogni probabilità l'ultima impresa di grandi dimensioni presenti in questo comprensorio;
la vicenda relativa alla decisione di vendere la NCA di Marina di Carrara presa da Invitalia (ex Sviluppo Italia), e prevista dalla finanziaria 2007, sta assumendo contorni sempre più drammatici;
attualmente, infatti, i lavoratori si rifiutano di varare una delle ultime opere commissionate, un traghetto dell'armatore Grimaldi;

a detta di lavoratori, sindacati e istituzioni, la vendita è dovuta al riassetto societario di Invitalia e non a una crisi dei cantieri;
i vari incontri che si sono tenuti nel corso di quest'anno, con le varie istituzioni investite del problema, ovvero il ministero interrogato, la regione Toscana, i sindaci dei comuni coinvolti, gli assessori, non hanno sortito alcun risultato concreto;
da ciò che si apprende dai lavoratori direttamente interessati, l'ultima offerta arrivata dal ministero consisterebbe nella ricapitalizzazione della società in cambio del varo citato;
i lavoratori, invece, in assenza di un assetto societario certo che consenta di potersi disfare dell'ipotesi di vendita, cosa che attualmente rende difficile poter vincere delle commesse, intendono continuare la lotta trattenendo la nave in bacino, anche in virtù del fatto che, come è stato loro confermato nell'ultimo incontro avuto con il Governo, Invitalia il prossimo 30 giugno, quando sarà terminata la costruzione dell'ultima nave, smetterà di far parte del progetto;
il rischio è che prima o poi si venderà la NCA al primo imprenditore e per i lavoratori la reale possibilità di andare in cassa integrazione senza prospettive;
si paventa, da parte di chi sta lottando per mantenere l'occupazione, il rischio di un intervento della forza pubblica per sbloccare lo stallo che si è venuto a creare -:
di quali informazioni aggiornate disponga in merito agli ultimi sviluppi della vertenza;
quali garanzie intenda offrire il Governo per scongiurare la fine di un importante settore della navalmeccanica come la NCA di Marina di Carrara;
quali passi intenda promuovere per favorire un chiarimento su una vicenda che si trascina da troppo tempo e consentire di fugare le voci che preoccupano i lavoratori circa il nuovo assetto societario dei cantieri e gli ipotetici compratori.
(4-05423)

CAPODICASA e CAUSI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi, con grande rilievo, è stata data notizia dagli organi di informazione che esisterebbe un dossier redatto dall'ENEL, inviato al Governo, che conterrebbe una lista dei possibili siti individuati per l'allocazione di centrali nucleari;
tale notizia fa seguito ad uno studio eseguito dal CNR di cui, alcuni mesi fa, venne data notizia dagli organi di stampa;
in entrambi i casi sembrerebbe contemplata l'ipotesi di ubicazione di una delle centrali da costruire nel territorio di Palma di Montechiaro (Agrigento);
nonostante le smentite, sia di rappresentanti del Governo, sia da parte di rappresentanti dell'ENEL, appaiono troppo insistenti e concordanti le notizie che sull'argomento si sono susseguite;
il territorio di Palma di Montechiaro, confinante con quello di Agrigento, è un territorio ad alta vocazione turistica non solo per le emergenze archeologiche, rinomate nel mondo, ma anche per quelle ambientali e paesaggistiche;
l'insediamento di una centrale nucleare in quell'area, ne muterebbe, nella percezione generale, l'attrattività turistica e culturale;
le centrali nucleari richiedono, per il loro funzionamento, considerevoli risorse idriche e che quelle zone sono tristemente conosciute per la cronica carenza d'acqua, sia per uso irriguo che per uso potabile;
nelle città di Palma di Montechiaro, Agrigento, Licata e nei comuni limitrofi le popolazioni sono sottoposte ad un «razionamento idrico», con turni di distribuzione di poche ore la settimana e nel periodo estivo la fornitura di acqua, sovente, è limitata a poche ore ogni due o tre settimane;

in studi realizzati dall'ENEA, commissionati dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, tali aree sono state identificate come aree a rischio desertificazione;
la Sicilia, concorre al fabbisogno energetico nazionale in misura ragguardevole, in provincia di Agrigento sono presenti numerosi insediamenti già realizzati, in fase di realizzazione, ed altri in fase autorizzativa: impianti eolici (a terra ed offshore), fotovoltaici, di biomasse e un rigassificatore tutte opere che comportano un sacrificio notevole in termini paesaggistici ed ambientali;
senza far valere considerazioni di ordine strategico sulla opzione del nucleare per fini energetici e dei relativi problemi di stoccaggio delle scorie, appare assai inopportuna e stridente con i bisogni del territorio una eventuale scelta di Palma di Montechiaro e della Sicilia come sito idoneo ad accogliere una centrale nucleare;
alla luce dei provvedimenti di questo Governo, univocamente orientati in senso contrario agli interessi della Sicilia, come l'utilizzo dei fondi del FAS o la cancellazione di norme relative a finanziamenti per infrastrutture, apparirebbe contraddittorio questo «ritorno di attenzione» del Governo verso la Sicilia unicamente legato alla individuazione del sito per la centrale -:
se oltre alla smentita dell'esistenza del dossier dell'ENEL, non ritenga di dover escludere, anche per il futuro, l'individuazione del territorio di Palma di Montechiaro, e più in generale della Sicilia, come sito da prescegliere per la realizzazione di una centrale nucleare.
(4-05426)

QUARTIANI e LULLI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
Maflow S.p.a. che è stata acquisita dal gruppo Manuli nel 2004, ad acquisizione avvenuta, il fondo di Private equity ILP ha accumulato in meno di cinque anni di gestione oltre 250 milioni di debiti, di cui 140 in Italia;
il giorno 20 novembre 2009 è stato depositato presso il Ministero dello sviluppo economico il programma ex articolo 20 del decreto legislativo n. 260 del 1999 in attesa ora di approvazione da parte dello stesso Ministro competente, a seguito del commissariamento straordinario di Maflow intervenuto da parte del Ministero dello sviluppo economico dopo la dichiarazione di insolvenza dichiarata a maggio dal Tribunale di Milano;
Maflow e Man servizi (società del gruppo) contano 330 dipendenti a Trezzano sul naviglio (Milano) e un centinaio ad Ascoli Piceno, per quanto attiene al personale impiegato in Italia, nonché altri 2000 dipendenti in Polonia, 300 in Francia, 60 in Spagna ed altri 150 in Brasile, Messico e Cina;
lo stabilimento di Trezzano sul Naviglio venne ceduto da Manuli Rubber a Italian Lifstyl Partner (ILP), nel 2007 denominatasi MAFLOW, operando nel ramo automotive;
nel settore automotive nel Trezzano sul Naviglio la produzione ha riguardato tubazioni per il settore auto in particolare tubi per l'impianto idraulico del servosterzo e tubi benzina, in seguito iniziando la produzione di tubi per l'aria condizionata, innovandosi continuamente eccellendo nella tecnologia per la produzione di tubi d'acciaio e di alluminio, sperimentando altresì tubi per le vetture ad idrogeno, depositando brevetti relativi;
pertanto gran parte del prodotto ha riscontrato in BMW il principale e maggioritario acquirente, ed in FIAT un cliente marginale;
nel 2007 ILP vendette gli immobili al fine di recuperare risorse per colmare l'alto debito accumulatosi, fino a ridursi a pagare un milione di affitto l'anno, generando costi fissi altissimi, che rendono il sito produttivo relativamente poco appetibile sul mercato;

dato che BMW non può tollerare a lungo una situazione di precarietà come quella di Maflow, da settembre 2009 BMW ha iniziato un processo di allontanamento da Maflow, non più prevedendo la produzioni di nuove tubazioni, che avrebbero dovuto sostituire nel 2011 i disegni attuali ed in seguito riducendo altre ordinazioni in produzione, così producendo oggettivamente uno stato di instabilità lavorativa dei dipendenti di Maflow di Trezzano sul Naviglio, costretti a lunghi periodi di cassa integrazione;
si tratta di una crisi che giunge nel settore automotive in un momento in cui il settore auto pare riprendersi importanti quote di mercato anche a seguito degli incentivi ecologici riconosciuti in Italia e in Europa;
a giudizio degli interroganti, si tratta di una caratteristica situazione in cui sono più le condizioni finanziarie del gruppo che quelle di capacità produttiva competitiva degli stabilimenti italiani, in particolare quella di Trezzano sul Naviglio, a generare l'attuale crisi ed il conseguente stato di amministrazione straordinaria;
è stato nominato l'advisor per valutare la proprietà ed indire la gara di vendita da effettuarsi entro metà gennaio;
in queste condizioni la RSU e le organizzazioni sindacali rappresentative dei lavoratori dipendenti hanno richiesto al Ministero dello sviluppo economico l'attivazione urgente del tavolo di crisi, con l'obiettivo di individuare un percorso teso ad una positiva soluzione della vicenda del gruppo ora in amministrazione controllata;
il 25 novembre scorso i commissari italiani si sono incontrati, insieme ai liquidatori polacco e francese, con i principali clienti del gruppo per presentare loro quattro potenziali acquirenti del gruppo medesimo -:
quali iniziative intenda il Governo intraprendere al fine di garantire la continuità produttiva del sito di Trezzano sul Naviglio di Maflow e degli stabilimenti italiani del gruppo, per rilanciare le attività produttive dell'azienda in Italia e nei territori milanese ed ascolano interessati dalla crisi del gruppo multinazionale oggetto dell'interrogazione.
(4-05431)

FUGATTI e STUCCHI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
molti cittadini della provincia di Trento lamentano numerosi problemi in seguito al passaggio dalla televisione di tipo analogico al metodo digitale terrestre perché lo spegnimento totale del segnale precedentemente trasmesso dalle tv nazionali e locali sembra essere entrato in funzione senza che per gli utenti fossero garantite condizioni di accesso alle reti almeno pari se non superiori, alla situazione garantita con il sistema analogico;
la provincia autonoma di Trento ha sottoscritto in data 30 novembre 2007 il protocollo d'intesa per la definitiva transizione alla televisione digitale terrestre nel territorio della provincia autonoma di Trento con il Ministero delle comunicazioni, e nel protocollo stesso, la verifica dell'effettiva garanzia di accesso al segnale tecnologico digitale è stata affidata alla Provincia la quale, evidentemente doveva garantire sul proprio territorio la salvaguardia dei diritti dei cittadini quali fruitori di informazione ancor prima che di comunicazione;
la provincia autonoma di Trento ha attivato una campagna pubblicitaria intensa e costosa, commissionata molti mesi fa, il cui fine era quello di informare la popolazione del passaggio alla nuova tecnologia di trasmissione televisiva;
il piano di transizione alla televisione digitale terrestre, promosso dal Ministero delle comunicazioni e dalla provincia autonoma di Trento evidenzia alcuni aspetti importanti ed imprescindibili rispetto all'obiettivo dell'abbattimento del cosiddetto «divario digitale» quali: l'ubicazione territoriale e la conseguente necessità di garantire il segnale alle zone antropizzate con basso numero di utenti residenti e

non, e la diversa divisione, in funzione della vocazione più o meno turistica delle aree, che porta ad una conseguente diversa valutazione di tipo economico da parte degli operatori;
si ha notizia che, mentre nella zona di Trento la popolazione ha la possibilità di ricevere ben cento canali visibili, godendo di ampia e diversificata scelta, nelle valli il carnet di canali si riduce drasticamente;
il perdurare dei disservizi emersi in una prima fase, ma che ancora non sono stati rimossi, sembra ricadere quindi proprio sulle fasce deboli dell'utenza, tenuto conto del fatto che i disagi sono stati vissuti in maniera particolare dalla periferia;
in alcune aree della Val di Non, della Val di Sole, della Val di Rabbi e della Val di Pejo i canali a disposizione si limitano addirittura a cinque o sei e in alcuni giorni i canali visibili sono solamente tre, limitando l'operatività del segnale ai soli canali Rai, lasciando aperta la problematica per i canali Mediaset;
il piano di transizione, per quanto riguarda la situazione di diffusione del segnale televisivo analogico in Trentino, dava conto di 150 impianti, alcuni dei quali realizzati nel passato con un forte impegno della Provincia, la quale aveva operativamente contribuito con la creazione di alcuni ripetitori affidati alla gestione di Ray Way, che ha garantito di fatto la copertura del segnale anche nelle zone che, a causa di un basso numero di utenti, erano e rimangono, sotto il profilo economico, commercialmente non interessanti e quindi non meritevoli di interventi da parte delle società private;
essendo la rete di ripetitori esistente, la responsabilità dei disservizi sembra essere imputabile a quelle società di gestione che hanno ritenuto di non effettuare gli investimenti necessari all'aggiornamento del segnale;
nell'ambito di un progetto complesso di transizione alla televisione digitale terrestre l'impegno della politica deve essere quello della tutela delle fasce deboli che sono rappresentate dalle persone non sufficientemente istruite nel campo tecnologico (specialmente le persone anziane, che di fatto sono state lasciate sole) e le aree nelle quali l'investimento tecnologico di aggiornamento risulta economicamente non interessante;
la popolazione della provincia di Trento ritiene che non siano state attivate azioni mirate al fine di garantire una reale situazione di accesso al nuovo sistema che doveva offrire, nelle dichiarazioni iniziali, maggiori servizi, portando ad un miglioramento della situazione preesistente -:
quali misure il Ministro intenda mettere in atto per salvaguardare il diritto di accesso alle reti di trasmissione del segnale per la televisione digitale terrestre almeno nella misura in cui lo stesso accesso era prima assicurato dalla televisione analogica senza che lo stesso diritto ponga in capo ai cittadini appartenenti «alle categorie più deboli - per conoscenza o/e per ubicazione territoriale» l'ulteriore costo per l'installazione della parabola.
(4-05438)

VACCARO. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
è stato ufficializzato il provvedimento amministrativo di Poste Italiane Spa che sancisce la parziale chiusura - nella seconda, terza e quarta settimana di ogni mese - di dodici uffici postali nel Cilento e nel Vallo di Diano;
gli uffici postali interessati dal tale provvedimento sono rispettivamente quelli di Villa Littorio a Laurino, Marina di Pisciotta e Caprioli, Lentiscosa a Camerota, Bosco a San Giovanni a Piro, San Marco di Teggiano, Santa Marina, Pattano a Vallo della Lucania, Pellare a Moio della Civitella, Perrazze a Palomonte, Pioppi nel comune di Pollica e infine Acquavella a Casal Velino;

in data 13 dicembre, il comune di Teggiano ha prontamente convocato i dodici sindaci dei comuni interessati, nonché quelli dei comuni del Cilento e del Vallo di Diano, al fine di organizzare azioni di protesta nei confronti del suddetto provvedimento che penalizza fortemente i territori delle aree interne;
la decisione di Poste Italiane Spa, seppur momentaneamente sospesa, arrecherà notevole disagio alle comunità interessate, riducendo sensibilmente un servizio pubblico essenziale alla collettività -:
se il Governo intenda intervenire, in che modo e in quali tempi, per scongiurare definitivamente l'applicazione del provvedimento di Poste Italiane Spa;
se, in caso di chiusura degli uffici postali suddetti, e quindi di taglio ai servizi essenziali per i dodici comuni presenti nel Cilento e nel Vallo di Diano, il Governo, attraverso l'apparato di Poste Italiane Spa-Poste Italiane Spa è partecipata dal Ministero dell'Economia e delle Finanze per il 65 per cento e per il restante 35 per cento dalla Cassa Depositi e Prestiti Spa - intenda ovviare, e in che modo, al disservizio cagionato alla popolazione ivi residente - popolazione composta per lo più da anziani.
(4-05440)

...

Apposizione di firme a mozioni.

La mozione Realacci e altri n. 1-00262, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 9 novembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Colaninno, Picierno.

La mozione Bernardini e altri n. 1-00288, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 19 novembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Fiano, Capano, Corsini, Margiotta, Argentin, Barbato, Barbi, Barbieri, Benamati, Binetti, Boccuzzi, Boffa, Bossa, Brandolini, Bressa, Bucchino, Enzo Carra, Causi, Cavallaro, Cenni, Cimadoro, Codurelli, Colombo, Concia, Cuperlo, De Angelis, De Torre, De Biasi, Esposito, Renato Farina, Farinone, Ferrari, Fogliardi, Fontanelli, Froner, Garavini, Ginefra, Giulietti, Giovanelli, Gozi, Gnecchi, Grassi, Laratta, Lenzi, Madia, Mariani, Mattesini, Milo, Mogherini Rebesani, Mosca, Motta, Nirenstein, Arturo Mario Luigi Parisi, Pes, Picierno, Pizzetti, Porta, Rampi, Razzi, Realacci, Ria, Rigoni, Rosso, Rugghia, Scarpetti, Schirru, Siragusa, Sposetti, Tidei, Torrisi, Vannucci, Vassallo, Velo, Vico, Verini, Servodio, Burtone, Pistelli.

La mozione Franceschini Dario e altri n. 1-00296, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta dell'11 dicembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Castagnetti, Bossa, Ginefra, Servodio, Siragusa, Bratti, Codurelli, Rigoni, Carella, Levi, Cenni, Touadi, Cavallaro, Vico, Murer, Schirru, Giovanelli, De Biasi, Motta, Marchi.

Apposizione di firme ad una risoluzione e modifica dell'ordine dei firmatari.

La risoluzione Realacci ed altri n. 7-00238, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta dell'11 dicembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dagli onorevoli Granata, Tommaso Foti, Colaninno, Picierno. Contestualmente, con il consenso degli altri sottoscrittori, l'ordine delle firme viene così modificato: «Realacci, Ghizzoni, Granata, Tommaso Foti, Bellanova, Bossa, Braga, Brandolini, Cardinale, Marco Carra, Ceccuzzi, Cenni, De Biasi, De Pasquale, Esposito, Fontanelli, Froner, Gatti, Gnecchi, Laratta, Marchi, Margiotta, Mariani, Mattesini, Melis, Motta, Narducci, Andrea Orlando, Pizzetti, Rampi, Rigoni, Rossa, Rubinato, Antonino Russo, Sarubbi, Schirru, Trappolino, Tullo, Vannucci, Velo, Veltroni, Vico, Sereni, Graziano, Codurelli, Boccuzzi, Colaninno, Ghiglia, Stradella.

Apposizione di firme ad interrogazioni.

L'interrogazione a risposta scritta Evangelisti e Giulietti n. 4-05324, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 9 dicembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Santelli, Barbareschi.

L'interrogazione a risposta in Commissione Trappolino e Zucchi n. 5-02231, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta dell'11 dicembre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Cenni, Brandolini, Servodio.

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: Interrogazione a risposta scritta Forcolin n. 4-05205 del 26 novembre 2009.

Ritiro di firme da una mozione

Mozione Bernardini e altri n. 1-00288, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 19 novembre 2009: sono state ritirate le firme dei deputati: Touadi, Melis.

Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore:
interrogazione a risposta in Commissione Di Giuseppe n. 5-02234 dell'11 dicembre 2009 in interrogazione a risposta scritta n. 4-05428.

...

ERRATA CORRIGE

Mozione Bernardini e altri n. 1-00288 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta n. 250 del 19 novembre 2009. Alla pagina 9330, prima colonna, dalla riga ventitreesima alla riga ventiquattresima deve leggersi: «Mecacci, Zamparutti, Della Vedova, Mario Pepe (PDL),» e non «Mecacci, Zamparutti, Della Vedova, Mario Pepe (PD)», come stampato.