XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di lunedì 18 gennaio 2010

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 18 gennaio 2010.

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Barbieri, Berlusconi, Bindi, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Brunetta, Carfagna, Casero, Cicchitto, Colucci, Cosentino, Cossiga, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, D'Amico, Donadi, Renato Farina, Farinone, Fassino, Fitto, Formichella, Franceschini, Frattini, Gelmini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Leone, Lupi, Mantovano, Maroni, Martini, Meloni, Miccichè, Osvaldo Napoli, Leoluca Orlando, Picchi, Pini, Prestigiacomo, Razzi, Rigoni, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Saglia, Stefani, Stucchi, Tremonti, Urso, Vernetti, Vito.

Annunzio di proposte di legge.

In data 14 gennaio 2010 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
MOSELLA: «Disposizioni per il riconoscimento e la promozione della funzione sociale dello sport» (3119);
MOSCA: «Disposizioni concernenti la concessione di un credito d'imposta in favore delle microimprese che assumono disoccupati con figli di età inferiore a otto anni» (3120);
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE RIA: «Modifiche agli articoli 68, 90 e 96 della Costituzione concernenti l'immunità per il Presidente della Repubblica, per il Presidente del Senato della Repubblica, per il Presidente della Camera dei deputati e per il Presidente del Consiglio dei ministri» (3121).

In data 15 gennaio 2010 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE SANTELLI: «Modifiche al titolo IV della parte seconda della Costituzione concernenti la magistratura e l'esercizio della giurisdizione» (3122);
FUCCI: «Delega al Governo per l'adozione di norme volte a garantire il possesso dei requisiti di professionalità e di capacità psico-attitudinale da parte del personale educativo degli asili-nido» (3123);
REGUZZONI: «Misure di compensazione ambientale in favore dei comuni» (3124);
REGUZZONI ed altri: «Norme per l'etichettatura e la tracciabilità dei prodotti nel settore del mobile» (3125).

Saranno stampate e distribuite.

Adesione di un deputato a proposte di legge.

Le seguenti proposte di legge sono state successivamente sottoscritte dal deputato Carlucci:
PICCHI ed altri: «Modifiche alla legge 23 ottobre 2003, n. 286, concernente la disciplina dei Comitati degli italiani all'estero» (1883);
SANTELLI ed altri: «Modifiche al codice penale, in materia di responsabilità nell'esercizio dell'attività medico-chirurgica e di consenso informato del paziente, nonché al codice di procedura civile e al codice di procedura penale, in materia di nomina dei periti nei relativi procedimenti» (1884);
MARIO PEPE (PDL): «Disposizioni per la protezione degli edifici civili dal rischio di esplosioni derivanti da impianti utilizzatori di tipo domestico alimentati a gas combustibile» (1885);
STASI ed altri: «Introduzione dell'articolo 240-bis del codice penale e dell'articolo 259-bis del codice di procedura penale in materia di affidamento temporaneo agli organi di polizia dei beni sequestrati o confiscati» (1888);
PAGANO: «Disposizioni concernenti la trasparenza nei servizi del settore bancario e la tutela dei risparmiatori, nonché modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58, in materia di incarichi degli esponenti societari, e al codice civile, in materia di controllo legale dei conti delle società a responsabilità limitata» (1900);
RAISI: «Concessione all'Associazione "Libero Comune di Pola in esilio" della medaglia d'oro al valor militare alla memoria dei suoi cittadini che in guerra e in pace hanno servito la Patria» (1903);
ANTONIO PEPE ed altri: «Disposizioni per facilitare la locazione o l'acquisto dell'abitazione da parte dei nuclei familiari» (1924);
PAGLIA: «Modifiche all'articolo 21 del testo unico delle norme in materia di pensioni di guerra, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 23 dicembre 1978, n. 915, e altre disposizioni per la riforma organica della disciplina dell'assegno sostitutivo dell'accompagnatore militare» (1993);
ZACCHERA: «Modifiche alla legge 23 ottobre 2003, n. 286, concernente la disciplina dei Comitati degli italiani all'estero» (2005);
PECORELLA: «Istituzione della giuria popolare presso il giudice unico di primo grado e presso la corte di appello» (2009);
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE VERSACE ed altri: «Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione, nonché agli Statuti speciali della Regione siciliana e delle regioni Sardegna e Friuli Venezia Giulia, in materia di soppressione delle province» (2010);
PECORELLA: «Norme in materia di difesa d'ufficio e di patrocinio a spese dello Stato» (2034);
PAGANO ed altri: «Disposizioni per la protezione e l'assistenza dei neonati abbandonati» (2039);
VENTUCCI: «Modifiche alla legge 7 marzo 1996, n. 108, in materia di esercizio dell'attività di mediazione o di consulenza nella concessione di finanziamenti e istituzione del Ruolo unico nazionale dei mediatori creditizi» (2055);
SBAI: «Istituzione della Consulta permanente per l'immigrazione» (2118);
PATARINO e VITALI: «Nuove norme in materia di attività complementari dell'ufficiale giudiziario nel processo civile e modifiche alla disciplina concernente le mansioni e i compensi degli ufficiali giudiziari» (2197);
LUCIANO ROSSI ed altri: «Introduzione dell'articolo 5-bis del decreto legislativo 30 dicembre 1997, n. 490, e altre disposizioni concernenti il riconoscimento dei meriti sportivi nelle Forze armate» (2201);
PELINO ed altri: «Abrogazione dell'articolo 574 e introduzione dell'articolo 605-bis del codice penale, in materia di sottrazione di persone incapaci» (2203);
RAMPELLI: «Istituzione del Parco nazionale dell'Appia Antica» (2214);
SAVINO ed altri: «Modifica all'articolo 1 della legge 29 marzo 2001, n. 135, in materia di rimozione degli ostacoli alla fruizione dei servizi turistici» (2228);
VERSACE: «Modifiche agli articoli 16 e 37 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, in materia di detrazione per canoni di locazione in favore dei conduttori di unità immobiliari adibite ad abitazione e di introduzione dell'imposta sostitutiva sui redditi derivanti dalla locazione delle medesime» (2292);
PECORELLA: «Modifiche all'articolo 2 del decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, in materia di tariffe e compensi per lo svolgimento delle attività professionali e di esercizio delle professioni di avvocato e di notaio in forma associata» (2293);
VERSACE: «Disposizioni in materia di ineleggibilità e di incompatibilità dei magistrati ordinari, amministrativi, contabili e militari» (2323);
SBAI: «Modifica all'articolo 21 del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, in materia di quote riservate nella determinazione dei flussi di ingresso dei lavoratori stranieri» (2335);
PAOLO RUSSO ed altri: «Rifinanziamento del Fondo di solidarietà nazionale - incentivi assicurativi» (2353);
PELINO ed altri: «Disposizioni concernenti l'integrazione della composizione della Commissione medico-ospedaliera per il riconoscimento della dipendenza delle infermità da causa di servizio, di cui all'articolo 165, primo comma, del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 29 dicembre 1973, n. 1092, e del Comitato di verifica per le cause di servizio, previsto dall'articolo 10 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 29 ottobre 2001, n. 461» (2360);
PIANETTA ed altri: «Istituzione della Commissione parlamentare per la tutela e la promozione dei diritti umani» (2375);
TORRISI e CASSINELLI: «Introduzione dell'articolo 5-bis della legge 7 marzo 1986, n. 65, concernente l'istituzione e la disciplina delle unità di prossimità della polizia municipale per il contrasto della criminalità diffusa nei grandi centri urbani» (2388);
RAISI: «Modifiche agli articoli 67 e 69 della legge 10 aprile 1954, n. 113, in materia di trattamento degli ufficiali delle Forze armate e del Corpo della guardia di finanza nella posizione di ausiliaria e di computo del medesimo agli effetti del trattamento di quiescenza» (2399).

Modifica del titolo di una proposta di legge.

La proposta di legge n. 3020, d'iniziativa dei deputati AMICI ed altri, ha assunto il seguente titolo: «Modifica dell'articolo 5 della legge 22 maggio 1975, n. 152, in materia di tutela dell'ordine pubblico e di uso di indumenti indossati per ragioni di natura religiosa, etnica o culturale».

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

I Commissione (Affari costituzionali):
AMICI ed altri: «Modifica dell'articolo 5 della legge 22 maggio 1975, n. 152, in materia di tutela dell'ordine pubblico e di uso di indumenti indossati per ragioni di natura religiosa, etnica o culturale» (3020) Parere della II Commissione (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni).

VII Commissione (Cultura):
LORENZIN ed altri: «Modifiche all'articolo 1 del decreto-legge 2 marzo 1987, n. 57, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 aprile 1987, n. 158, e all'articolo 72 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, in materia di stato giuridico dei ricercatori universitari» (2841) Parere delle Commissioni I, V e XI;
REGUZZONI ed altri: «Disposizioni per l'introduzione dell'educazione alla cultura economica nelle scuole secondarie di primo grado e nel secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione» (2907) Parere delle Commissioni I, V, X, XI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
SBROLLINI: «Norme per il riconoscimento della figura professionale del giornalista libero professionista» (2958) Parere delle Commissioni I e XI;
REGUZZONI e Giancarlo GIORGETTI: «Concessione di un contributo in favore del Fondo per l'ambiente italiano, destinato alla tutela e alla valorizzazione della Villa Panza in Varese» (2983) Parere delle Commissioni I, V e VIII.

XI Commissione (Lavoro):
DAMIANO ed altri: «Modifiche al decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252, e all'articolo 74 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, concernenti l'applicazione delle disposizioni in materia di forme pensionistiche complementari ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni» (2611) Parere delle Commissioni I, II, III, IV, V, VI, VII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

XIII Commissione (Agricoltura):
COSENZA: «Norme per incentivare la vendita diretta nei mercati e il commercio dei prodotti agroalimentari a filiera corta» (3022) Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, VIII, X (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento), XII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
GOZI ed altri: «Norme generali sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea» (2888) Parere delle Commissioni I, II, III, IV, V, XI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Trasmissione dalla Corte dei conti.

La Corte dei conti - sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato - con lettera in data 13 gennaio 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 6, della legge 14 gennaio 1994, n. 20, la deliberazione n. 22 del 2009, emessa dalla sezione stessa nell'adunanza del 6 ottobre 2009, e la relativa relazione concernente la «Gestione delle risorse statali destinate alla riduzione strutturale del disavanzo del servizio sanitario nazionale».

Questa documentazione è trasmessa alla V Commissione (Bilancio) e alla XII Commissione (Affari sociali).

Trasmissione dal ministro per i rapporti con le regioni.

Il ministro per i rapporti con le regioni, con lettera del 21 dicembre 2009, ha trasmesso una nota relativa all'attuazione data, per la parte di propria competenza, agli ordini del giorno QUARTIANI ed altri n. 9/2561-A/3, concernente l'assegnazione all'Ente italiano per la montagna (EIM) delle risorse per garantirne il funzionamento, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 27 luglio 2009, e FRONER ed altri n. 9/2561-A/39, accolto come raccomandazione dal Governo nella medesima seduta dell'Assemblea, riguardante iniziative per ricondurre i rapporti tra lo Stato e le autonomie speciali al rispetto delle norme vigenti in materia di determinazione dell'ammontare dei proventi spettanti a regioni e Province autonome.
La suddetta nota è a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare ed è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) competente per materia.

Trasmissione dal ministro dell'interno.

Il ministro dell'interno, con lettere del 22 dicembre 2009, ha trasmesso tre note relative all'attuazione data agli ordini del giorno PINI ed altri n. 9/2320-bis-B/1, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 23 giugno 2009, riguardante la vendita e la somministrazione di bevande alcoliche in occasione di manifestazioni, sagre, fiere o feste paesane, CARLUCCI n. 9/1366/60, concernente l'applicazione delle norme relative all'espulsione degli extracomunitari che commercino prodotti contraffatti, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 16 luglio 2008, e, per la parte di propria competenza, all'ordine del giorno MARINELLO n. 9/1972/12, riguardante l'applicazione della normativa di accesso alla tariffa elettrica agevolata, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 14 gennaio 2009.
Le suddette note sono a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare e sono trasmesse alle Commissioni I (Affari costituzionali) e XII (Affari sociali) competenti per materia.

Trasmissioni dal ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione.

Il ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, con lettere del 22 e 29 dicembre 2009 e del 7 gennaio 2010, ha trasmesso cinque note relative all'attuazione data agli ordini del giorno CICCANTI n. 9/2031-A/19, concernente il ridimensionamento del personale e delle consulenze esterne al fine di ottimizzare la produttività e l'efficienza delle pubbliche amministrazioni, e SANTELLI ed altri n. 9/2031-A/11, riguardante iniziative volte a garantire che parte delle risorse previste per la contrattazione integrativa venga destinata alle amministrazioni più produttive ed efficienti, accolti come raccomandazione dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 12 febbraio 2009, MONTAGNOLI n. 9/2031-A/37, concernente interventi finalizzati ad una più razionale distribuzione territoriale dei dipendenti della pubblica amministrazione, CAPARINI n. 9/2031/34, riguardante la quota della retribuzione dei dirigenti pubblici legata al risultato, e DELFINO n. 2031-A/17, concernente la salvaguardia, nell'attuazione della riforma organizzativa della pubblica amministrazione, delle specificità settoriali e del sistema delle regioni e delle autonomie locali, accolti dal Governo sempre nella seduta dell'Assemblea del 12 febbraio 2009.
Le suddette note sono a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare e sono trasmesse alla I Commissione (Affari costituzionali) competente per materia.

Trasmissione dal ministro degli affari esteri.

Il ministro degli affari esteri, con lettere del 31 dicembre 2009, ha trasmesso tre note relative all'attuazione data agli ordini del giorno DI BIAGIO ed altri n. 9/2633-A/7 e NARDUCCI ed altri n. 9/2633-A/8, accolti dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 30 luglio 2009, concernenti l'integrazione delle risorse a sostegno delle comunità italiane all'estero, e per la parte di propria competenza, agli ordini del giorno FOLLEGOT n. 9/2511/2, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 1o luglio 2009, riguardante il contrasto agli atti di pirateria internazionale, e CORSINI ed altri n. 9/2511/1, accolto dal Governo nella medesima seduta dell'Assemblea, concernente le tutele a livello europeo di persone sospettate di avere commesso atti di pirateria internazionale trasferite in Kenya.
Le suddette note sono a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare e sono state trasmesse alla III Commissione (Affari esteri) competente per materia.

Trasmissioni dal ministro dell'economia e delle finanze.

Il ministro dell'economia e delle finanze, con lettera in data 12 gennaio 2010, ha trasmesso il bilancio semplificato dello Stato per l'anno 2010 secondo i criteri di contabilità nazionale adottati per il conto economico delle pubbliche amministrazioni.

Questa documentazione è trasmessa alle V Commissione (Bilancio).

Il ministro dell'economia e dalle finanze, con lettera in data 12 gennaio 2010, ha trasmesso il documento concernente il «Budget dello Stato per l'anno 2010», predisposto dal dipartimento della Ragioneria generale dello Stato - ispettorato generale del bilancio (doc. CLVIII, n. 2).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissioni dal ministro della salute.

Il ministro della salute, con lettera in data 14 gennaio 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 8, comma 1, della legge 30 marzo 2001, n. 125, la relazione sugli interventi realizzati ai sensi della citata legge n. 125 del 2001, in materia di alcol e di problemi alcolcorrelati, riferita all'anno 2007, corredata da aggiornamenti riferiti all'anno 2008 (doc. CC, n. 2).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla XII Commissione (Affari sociali).

Il ministro della salute, con lettera in data 14 gennaio 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 2, comma 7, della legge 28 agosto 1997, n. 284, la relazione sullo stato di attuazione delle politiche concernenti la prevenzione della cecità e l'educazione e la riabilitazione visiva, riferita all'anno 2008 (doc. CXXXIII, n. 3).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla XII Commissione (Affari sociali).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

Il ministro per le politiche europee, con lettera in data 14 gennaio 2010, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 3 e 19 della legge 4 febbraio 2005, n. 11, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.

Tali atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

La Commissione europea, tra il 14 e il 15 gennaio 2010, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sul commercio elettronico transfrontaliero tra imprese e consumatori nell'Unione europea (COM(2009)557 definitivo) (trasmessa il 14 gennaio 2010), che è assegnata in sede primaria alla X Commissione (Attività produttive);
Proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione dell'accordo tra l'Unione europea e gli Stati Uniti d'America sul trattamento e sul trasferimento di dati di messaggistica finanziaria dall'Unione europea agli Stati Uniti ai fini del programma di controllo delle transazioni finanziarie dei terroristi (COM(2009)703 definitivo) (trasmessa il 14 gennaio 2010), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
Proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione dell'accordo tra l'Unione europea e l'Australia sul trattamento e il trasferimento dei dati del codice di prenotazione (Passenger Name record - PNR) originari dell'Unione europea da parte dei vettori aerei all'amministrazione doganale australiana (COM(2009)701 definitivo) (trasmessa il 14 gennaio 2010), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
Proposta di decisione del Consiglio riguardante la conclusione dell'accordo tra l'Unione europea e la Repubblica d'Islanda e il Regno di Norvegia relativo alla procedura di consegna tra gli Stati membri dell'Unione europea e l'Islanda e la Norvegia (COM(2009)705 definitivo) (trasmessa il 14 gennaio 2010), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
Proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione dell'accordo di assistenza giudiziaria in materia penale tra l'Unione europea e il Giappone (COM(2009)706 definitivo) (trasmessa il 14 gennaio 2010), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
Proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione dell'accordo tra l'Unione europea e gli Stati Uniti d'America sul trattamento e sul trasferimento dei dati del codice di prenotazione (Passenger Name record - PNR) da parte dei vettori aerei al Dipartimento per la sicurezza interna degli Stati Uniti (DHS) (Accordo PNR del 2007) (COM(2009)702 definitivo) (trasmessa il 14 gennaio 2010), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
Proposta di decisione del Consiglio riguardante la conclusione dell'accordo tra l'Unione europea e la Repubblica d'Islanda e il Regno di Norvegia sull'applicazione di talune disposizioni della convenzione del 29 maggio 2000 relativa all'assistenza giudiziaria in materia penale tra gli Stati membri dell'Unione europea e del relativo protocollo del 2001(COM(2009)704 definitivo) (trasmessa il 14 gennaio 2010), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
Proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione dell'accordo tra l'Unione europea e l'Islanda e la Norvegia ai fini dell'applicazione di talune disposizioni della decisione 2008/615/GAI del Consiglio sul potenziamento della cooperazione transfrontaliera, soprattutto nella lotta al terrorismo e alla criminalità transfrontaliera, e della decisione 2008/616/GAI del Consiglio relativa all'applicazione della decisione 2008/615/GAI sul potenziamento della cooperazione transfrontaliera, soprattutto nella lotta al terrorismo e alla criminalità transfrontaliera, compreso l'allegato (COM(2009)707 definitivo) (trasmessa il 15 gennaio 2010), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri).

Trasmissione dal Garante del contribuente della Provincia autonoma di Bolzano.

Il Garante del contribuente della provincia autonoma di Bolzano, con lettera in data 15 gennaio 2010, ha trasmesso la relazione sullo stato dei rapporti tra fisco e contribuenti nel campo della politica fiscale riferita all'anno 2009, predisposta ai sensi dell'articolo 13, comma 13-bis, della legge 27 luglio 2000, n. 212.

Questa documentazione è trasmessa alla VI Commissione (Finanze).

Trasmissione dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato.

Il presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, con lettera in data 15 gennaio 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 21 della legge 10 ottobre 1990, n. 287, una segnalazione in materia di editoria quotidiana, periodica e multimediale.

Questa documentazione è trasmessa alla VII Commissione (Cultura).

Comunicazioni di nomine ministeriali.

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettere in data 14 e 15 gennaio 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, le comunicazioni concernenti il conferimento, ai sensi del comma 2 dell'articolo 18 della legge 23 agosto 1988, n. 400, e dei commi 4 e 10 del citato articolo 19 del decreto legislativo n. 165 del 2001, dei seguenti incarichi di livello dirigenziale generale, che sono trasmesse alla I Commissione (Affari costituzionali), nonché alle Commissioni sottoindicate:
la comunicazione concernente il seguente incarico nell'ambito della Presidenza del Consiglio dei ministri: al dottor Manlio Strano, l'incarico di Segretario generale;
alla VII Commissione (Cultura) la comunicazione concernente il seguente incarico nell'ambito del Ministero per i beni e le attività culturali;
alla dottoressa Marina Giuseppone, l'incarico di consulenza, studio e ricerca a supporto delle attività degli uffici di diretta collaborazione del ministro.

Richiesta di un parere parlamentare su atti del Governo.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 13 gennaio 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, e dell'articolo 44 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto del Presidente della Repubblica recante misure di semplificazione e riordino della disciplina di erogazione dei contributi all'editoria (183).

Tale richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla VII Commissione (Cultura) nonché alla V Commissione (Bilancio), che dovranno esprimere il prescritto parere entro il 17 febbraio 2010.

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B  al resoconto della seduta odierna.

Annunzio di risposte scritte ad interrogazioni.

Sono pervenute alla Presidenza dai competenti ministeri risposte scritte ad interrogazioni. Sono pubblicate nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

ERRATA CORRIGE

Nell'Allegato A al resoconto della seduta del 15 dicembre 2009, a pagina 7, seconda colonna, alla diciassettesima riga, dopo la parola: «VIII» si intende inserita la seguente: «, IX».

MOZIONI COTA ED ALTRI N. 1-00295, BORGHESI ED ALTRI N. 1-00312, OCCHIUTO ED ALTRI N. 1-00316, FLUVI ED ALTRI N. 1-00317, VIGNALI ED ALTRI N. 1-00318 CONCERNENTI INIZIATIVE RELATIVE AI CRITERI PREVISTI DALL'ACCORDO «BASILEA 2», VOLTE A FAVORIRE IL FINANZIAMENTO DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE

Mozioni

La Camera,
premesso che:
la fase più acuta della crisi, secondo le recenti dichiarazioni del presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet, sembra ormai essersi stabilizzata nelle cause che l'hanno generata ma non negli effetti, che invece continuano ad avere ripercussioni drammatiche sul sistema produttivo italiano;
le ultime stime sulla produzione industriale parlano di un calo del 5,3 per cento a settembre 2009 su base mensile e di una riduzione del 15,7 per cento su base annua, pur con un aumento del 4 per cento nel terzo trimestre del 2009, rispetto ai tre mesi precedenti. Nei primi nove mesi del 2009 la variazione è stata negativa per il 20 per cento sullo stesso periodo del 2008;
la riduzione degli ordinativi e la conseguente contrazione della produzione stanno producendo effetti devastanti sulla tenuta economica, finanziaria e occupazionale di molte piccole e medie imprese, che più delle grandi risentono della crisi, in un contesto segnato da una forte restrizione del credito;
da uno studio di Morgan Stanley sui prestiti alle piccole e medie imprese, confermato anche dal presidente di Confindustria in una recente audizione alla Commissione attività produttive, commercio e turismo della Camera dei deputati, è emerso che nei primi sette mesi del 2009 c'è stata una contrazione di 33 miliardi di euro da parte delle banche europee. In Italia, il tasso di crescita dei prestiti si è ridotto, nel giro di un anno, di dieci punti, colpendo in primo luogo le piccole e medie imprese;
in queste circostanze è fondamentale migliorare il sistema del credito nei confronti delle piccole e medie imprese che, non si deve dimenticare, sono il motore della nostra economia, intervenendo in primo luogo sulla revisione dell'accordo «Basilea 2», la cui rigida applicazione, anche alla luce della crisi in atto, rischia di mettere in pericolo la sopravvivenza delle imprese stesse;
l'accordo «Basilea 2» ha fatto molto discutere negli anni ed uno dei principali punti critici è rappresentato dall'impatto dei nuovi requisiti sui finanziamenti alle piccole e medie imprese. I criteri impongono, infatti, alle banche maggiori accantonamenti di liquidità, ove, secondo sistemi di calcolo del rating, le stesse siano esposte verso creditori con un alto tasso di rischio;
le banche sono portate a considerare le piccole e medie imprese, proprio per la loro natura, più rischiose e quindi assegnano loro un rating molto basso, con la conseguenza di far aumentare i tassi di interesse. Pertanto, le piccole e medie imprese risultano fortemente penalizzate dall'applicazione dell'accordo, sia in termini di possibilità di accesso al credito, sia in termini di aumento dei tassi di interesse legati all'erogazione del credito stesso;
l'applicazione di questi criteri ha posto, quindi, le piccole imprese in una condizione di subalternità rispetto alle grandi per l'eccessiva meccanicità con cui le banche utilizzano i sistemi di valutazione basati sul rating, trascurando ogni informazione di tipo qualitativo sulle imprese. Per riagganciare la ripresa è necessario affidarsi non soltanto ai numeri, ma anche all'andamento storico dell'azienda e, quindi, al grado di affidabilità che per le piccole imprese, quasi sempre a conduzione familiare, è estremamente alto;
gli imprenditori, inoltre, per poter accedere al credito devono soddisfare alcuni requisiti di natura finanziaria, necessari al calcolo del rating; tanto più le informazioni fornite alla banca sono dettagliate e complete, tanto più la valutazione di merito del credito è alta e con essa la possibilità di accedere ai finanziamenti in tempi brevi e con tassi di interesse ridotti. Ciò implica, dunque, un aumento dei costi di gestione dell'impresa, determinati dal peso che la funzione finanziaria acquista all'interno della struttura organizzativa, anche alla luce del fatto che le modalità di attribuzione del rating da parte delle banche risultano poco chiare e trasparenti;
non bisogna trascurare poi il vincolo, messo in evidenza durante i lavori per la definizione dell'accordo «Basilea 2», che impone alle banche di effettuare sul proprio capitale aggiustamenti più stringenti nei momenti in cui sarebbero, invece, necessari interventi più espansivi. Gli elementi pro-ciclici generati da questo vincolo fanno sì che nelle fasi recessive le banche stringano ancora di più le maglie del credito nei confronti delle aziende, le quali per carenza di liquidità sono costrette a rimandare i loro piani di investimento, con gravi ripercussioni sull'occupazione;
il comitato di «Basilea 2» sta lavorando ad una serie di proposte correttive, che prevedono anche un'attenuazione di tali effetti pro-ciclici. È evidente che il lavoro di modifica dell'accordo, qualora dovesse andare a buon fine, esplicherà i suoi effetti soltanto in un periodo di tempo medio-lungo, con conseguenze dannose per le piccole e medie imprese. Occorre, dunque, prevedere interventi immediati a salvaguardia del tessuto produttivo del nostro Paese;
è fatta salva la necessità dell'adozione di una relazione da parte del Ministro dell'economia e delle finanze sullo stato di attuazione delle modifiche recate dall'accordo «Basilea 2» da presentare annualmente in Parlamento,

impegna il Governo

a promuovere nelle sedi opportune, in attesa di una rinegoziazione sostanziale dell'accordo, la sospensione dei criteri di «Basilea 2», garantendo alle piccole e medie imprese un maggiore afflusso di liquidità, indispensabile per la loro stessa sopravvivenza.
(1-00295)
«Cota, Gibelli, Fava, Luciano Dussin, Dal Lago, Reguzzoni, Alessandri, Allasia, Bitonci, Bonino, Bragantini, Brigandì, Buonanno, Callegari, Caparini, Chiappori, Comaroli, Consiglio, Crosio, D'amico, Desiderati, Dozzo, Guido Dussin, Fedriga, Fogliato, Follegot, Forcolin, Fugatti, Gidoni, Goisis, Grimoldi, Lanzarin, Lussana, Maccanti, Laura Molteni, Nicola Molteni, Montagnoli, Munerato, Negro, Paolini, Pastore, Pini, Pirovano, Polledri, Rainieri, Rivolta, Rondini, Simonetti, Stucchi, Togni, Torazzi, Vanalli, Volpi, Stefani, Giancarlo Giorgetti, Del Tenno».

La Camera,
premesso che:
la recessione mondiale si è arrestata e si sta ora profilando - secondo la Banca d'Italia - una ripresa, in larga parte grazie al sostegno delle politiche economiche espansive adottate nei principali Paesi;
secondo le previsioni degli organismi internazionali, tuttavia, la ripresa si presenterebbe con ritmi contenuti. Rimane molto elevata l'incertezza sulla sua solidità: vi è il rischio che con il venir meno degli stimoli fiscali e monetari, e una volta esaurito il ciclo di ricostituzione delle scorte, la domanda privata possa tornare a ristagnare, frenata in molte economie da una disoccupazione elevata e crescente, dalla limitata disponibilità di credito e dall'esigenza delle famiglie di risanare i propri bilanci;
le più recenti valutazioni degli organismi internazionali prospettano per la media del 2009 un calo dell'attività intorno al 4 per cento, seguito, secondo le previsioni del Fondo monetario internazionale, da un rialzo di pochi decimi di punto nel 2010;
pur in un contesto di domanda mondiale più favorevole, i dati disponibili sulle nostre esportazioni ne segnalano una persistente debolezza;
il credito bancario al settore privato non finanziario - secondo i dati forniti dalla Banca d'Italia - continua a risentire sia di una ridotta domanda di finanziamenti da parte delle imprese, a causa della difficile congiuntura economica, sia di un orientamento ancora restrittivo dei criteri di offerta, seppure con segnali di attenuazione. Qualità degli attivi e redditività delle banche hanno continuato a peggiorare; la raccolta ha ulteriormente rallentato, mentre sono migliorati i coefficienti patrimoniali dei maggiori gruppi bancari italiani;
secondo il direttore della vigilanza creditizia e finanziaria di Banca d'Italia, Stefano Mieli, le indagini sulle condizioni di accesso al credito condotte presso le banche e presso le imprese hanno rilevato che permane elevata la quota di imprese che dichiara di non ottenere l'ammontare di finanziamenti desiderati;
l'analisi delle politiche creditizie non può prescindere da un esame del tema dell'impatto dell'accordo «Basilea 2»;
l'accordo «Basilea 2» prevede sulla carta un trattamento di favore per le piccole e medie imprese, ipotizzando che, rispetto alle grandi, la loro rischiosità sia influenzata in misura minore dal ciclo economico e in misura maggiore da fattori di rischio specifici;
l'accordo «Basilea 2» si fonda sull'applicazione di metodologie statistico-quantitative all'attività creditizia, sia nella fase di selezione delle controparti da affidare, sia in quella della quantificazione del rischio di credito. Il riferimento naturale dell'accordo è alla informazione «pubblica» di tipo quantitativo (bilanci, indicatori andamentali), più agevolmente trattabile con strumenti statistici; la regolamentazione sottolinea, tuttavia, la necessità che i modelli di rating incorporino tutta l'informazione disponibile, compresi gli elementi qualitativi (principio di completezza delle informazioni). Essa introduce, inoltre, criteri definiti e restrittivi per il computo delle garanzie (credit risk mitigation) e richiede, quindi, una loro gestione ordinata;
in un contesto come quello italiano, dove la prevalenza della piccola e media impresa rende determinante il ruolo degli aspetti qualitativi, l'applicazione del requisito di completezza della informazione risulta particolarmente complessa e costosa. Si tratta, infatti, di:
a) raccogliere e aggiornare tempestivamente le informazioni, quantitative e qualitative;
b) trovare le modalità opportune per incorporare le informazioni qualitative nei modelli;
c) nel caso in cui ciò non sia possibile, modificare discrezionalmente i punteggi automatici attribuiti dal sistema di rating, facendo ricorso al cosiddetto override, cioè alla modifica discrezionale, ma motivata, che una banca può fare del rating attribuito dal modello statistico a un'impresa;
il punto cruciale è, comunque, la tempistica con la quale vengono aggiornate le informazioni sulle imprese e che oggi dà luogo a una prociclicità ritardata. I bilanci aziendali attualmente in corso sono quelli relativi al 2008, che offrono una rappresentazione inattuale dell'impresa stessa. Questo ritardo che oggi avvantaggia le imprese, domani le penalizzerà fortemente;
il metodo più proficuo per correggere il quadro regolamentare, adattandolo alla crisi in atto, sembra essere quella del dynamic provisioning, cioè quello di una rimodulazione anticiclica - come prevista in Canada ed in Spagna - degli accantonamenti di capitale da parte delle banche, tali da aumentare in periodi di alta congiuntura e da ridursi nei periodi di crisi, adeguatamente trattati sul piano fiscale, in maniera di non penalizzare il credito all'economia reale anche nei periodi di crisi;
c'è, tuttavia, da rilevare che i due Paesi citati hanno previsto che i rispettivi istituti di credito costituissero delle riserve prima dello scoppio della crisi finanziaria;
essendo stato sperimentato in una fase particolarmente critica, l'accordo «Basilea 2» è stato sottoposto a uno stress test particolarmente severo. Ma la soluzione non consiste nell'accantonare il nuovo quadro regolamentare, ma nell'attuarlo con gradualità e giudizio;
infatti, l'accordo «Basilea 2» è basata sull'analisi del rapporto rischio/redditività e sulla necessità di aggiornarlo di continuo, seguendo le aziende e il mercato molto da vicino. Questa prassi favorirà gli investimenti in innovazione e ricerca, che sono più rischiosi, ma possono generare maggiore reddito nel futuro e maggiore crescita economica. L'accordo «Basilea 2», inoltre, darà alle banche una maggiore discrezionalità nelle decisioni imprenditoriali di quelle imprese che chiedano un credito: in questo senso la banca diventa una sorta di consulente-controllore di qualità dell'impresa. Più accurate sono le analisi e le informazioni che una banca può ottenere rispetto ad un'impresa, meno la banca rischia che l'impresa non restituisca i soldi che le sono stati prestati. Meno la banca rischia, meno ha necessità di accantonare denaro per tutelarsi. Meno denaro accantona, meno lo deve ricaricare sui clienti, risultando, quindi, più competitiva;
nelle settimane scorse, Confindustria unitamente alla Confederazione degli industriali tedeschi (cioè le rappresentanze degli industriali dei due Paesi europei nei quali è più presente il settore manifatturiero) hanno chiesto come misura anticiclica una maggiore ed immediata flessibilità dei rating dell'accordo «Basilea 2»;
è, comunque, innegabile che, specie in Italia, le aziende devono essere aiutate a fare passi in avanti nella loro aggregazione e verso una maggiore capitalizzazione. L'Italia è un Paese che deve la sua ossatura produttiva alle piccole e medie imprese, ma che ha un sistema economico molto chiuso, carente di quella capacità di innovare che è la molla necessaria per la competitività. L'ovvia conseguenza è che le piccole e medie imprese dell'Italia risultano avere un livello di capitalizzazione basso. Per le imprese italiane, storicamente sottocapitalizzate e ancora basate sul pluriaffidamento bancario a breve, quello di capitalizzazione sarà l'indicatore che darà più preoccupazioni;
le imprese italiane, soprattutto quelle di minori dimensioni, non sono adeguatamente trasparenti; regole severe con sanzioni effettive per chi nasconde e occulta i dati contabili consentirebbero alle banche di rischiare di più e chiedere meno garanzie;
l'entrata in vigore dello schema aggiornato di supervisione prudenziale pubblicato prima di Natale 2009 dal comitato di «Basilea 2» è stato dilazionato al 2012. I tempi lunghi della riforma generale del quadro regolatorio internazionale sui requisiti patrimoniali delle banche, nonché la complessità del processo di riforma che sconta una molteplicità di proposte di modifica da parte della Commissione europea e del comitato di «Basilea 2», impongono di esplorare anche strade alternative per rafforzare il sistema creditizio senza penalizzare il credito alle piccole e medie imprese;
l'articolo 11, comma 4, del decreto-legge n. 185 del 2008 ha introdotto la garanzia dello Stato sugli interventi del fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, quale garanzia di ultima istanza. Quest'ultima, in relazione alla disciplina prudenziale, rientra tra le «tecniche di attenuazione del rischio di credito», qualificandosi come controgaranzia rilasciata da uno Stato sovrano. Di conseguenza, in relazione al requisito patrimoniale a fronte del rischio di credito, alle esposizioni assistite dal fondo nella forma della garanzia diretta e della controgaranzia a prima richiesta, si applica il fattore di ponderazione associato allo Stato italiano («ponderazione zero»), in quanto più favorevole di quello del soggetto debitore, nei limiti dell'importo che il fondo è tenuto a versare in caso di inadempimento del debitore principale ovvero dei confidi;
il decreto del Ministro dell'economia e delle finanze del 25 marzo 2009 ha stabilito criteri, condizioni e modalità di rilascio della garanzia di ultima istanza;
l'intervento del fondo di garanzia per le piccole e medie imprese avrà l'effetto di rendere «leggero» il debito delle imprese garantite ai fini del calcolo del patrimonio minimo che le banche devono possedere in relazione alla rischiosità della loro esposizione creditizia, così come stabilito dall'accordo «Basilea 2»;
istituito dal Governo Prodi (articolo 2, comma 100, lettera a), della legge n. 662 del 1996) in 9 anni di attività, il fondo di garanzia ha ammesso alla garanzia del fondo stesso oltre 58 mila operazioni finanziarie per un totale di finanziamenti garantiti pari a 11,2 miliardi di euro;
nel caso della garanzia diretta, il fondo interviene nella misura massima del 60 per cento dell'importo di ciascuna operazione finanziaria. Tale percentuale è elevata fino all'80 per cento in casi particolari (per le piccole e medie imprese a prevalente partecipazione femminile, per le piccole e medie imprese ubicate nelle zone 87.3 a) del Trattato che istituisce l'Unione europea, per le piccole e medie imprese aderenti a programmazione negoziata). Nel caso di controgaranzia, il fondo interviene, invece, nella misura massima del 90 per cento della garanzia prestata dai confidi o dagli altri fondi di garanzia;
alla data del 12 marzo 2009, risultano finanziamenti in essere per oltre 3,33 miliardi di euro ed un importo garantito totale in essere pari a circa 1,76 miliardi di euro. L'accantonamento medio risulta pari all'11,7 per cento e la percentuale media di copertura (rapporto tra le garanzie prestate ed i finanziamenti concessi) è pari al 52,9 per cento;
il moltiplicatore calcolato sul «finanziato», dato dal rapporto, è pari a circa 16. Con un euro di dotazione del fondo sono, dunque, attivabili 16 euro di finanziamenti. Il moltiplicatore calcolato sul «garantito» è, invece, pari a circa 8. Un euro di dotazione del fondo consente, pertanto, di attivare circa 8 euro di garanzia;
il fondo è stato finanziato per un miliardo e mezzo di euro per il quadriennio 2009-2012;
l'importo garantito dal fondo di garanzia per le piccole e medie imprese è stato innalzato, con decreto del Ministro dello sviluppo economico del 9 aprile 2009, da 500 mila euro a un milione e mezzo di euro;
l'intervento del fondo, inoltre, è stato esteso, per la prima volta, alle imprese artigiane, estendendo notevolmente la platea dei potenziali beneficiari. I circa 250 confidi dell'artigianato contano, infatti, circa 700 mila imprese associate;
dai dati citati appare evidente come l'entità dei finanziamenti a disposizione, il tetto dell'importo garantito, le percentuali su cui si applica la garanzia siano del tutto insufficienti e non consentono di fornire uno sostegno adeguato alle piccole e medie imprese, incluse le imprese artigiane, in particolare in questa fase di crisi,

impegna il Governo:

a promuovere nelle sedi opportune, una sospensione dei criteri del Nuovo accordo sul capitale di Basilea, fino all'entrata in vigore della sua revisione attualmente in corso;
a presentare al Parlamento una relazione periodica sullo stato di attuazione delle modifiche all'accordo «Basilea 2»;
a valutare opportuni meccanismi incentivanti ed agevolazioni per favorire l'aggregazione tra imprese e l'incremento patrimoniale delle stesse;
ad assicurare la continuità e l'estensione dell'attività di garanzia del fondo rivolto alle piccole e medie imprese, di cui all'articolo 15 della legge n. 266 del 1997, valutando la possibilità di incrementare in maniera consistente le risorse a disposizione del fondo di garanzia, il tetto dell'importo del credito garantito e le percentuali sulle quali si applica la garanzia.
(1-00312)
«Borghesi, Cambursano, Donadi, Messina, Barbato, Di Stanislao, Cimadoro».
(18 gennaio 2010)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).

La Camera,
premesso che:
il nuovo accordo fra i Governatori delle Banche centrali del G10, meglio conosciuto come «Basilea 2», sui requisiti patrimoniali delle banche è entrato ufficialmente in vigore il 1o gennaio 2007;
le banche dei Paesi aderenti dovranno accantonare quote di capitale in modo proporzionale al rischio, derivante dall'instaurazione dei vari rapporti di credito, valutato attraverso lo strumento del rating;
secondo i Governatori delle Banche centrali le regole di «Basilea 2» sono indispensabili per poter fronteggiare al meglio la crisi economica e finanziaria e per realizzare un'equilibrata allocazione del credito, più funzionale e moderna, nell'interesse sia delle banche che delle aziende;
il Financial stability board, riunitosi il 9 gennaio 2010 sotto la presidenza del Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, ha dato tutto il proprio appoggio alle proposte del comitato di Basilea che a dicembre 2009 aveva ribadito l'impegno a riformare il sistema bancario, rafforzando la capitalizzazione delle banche e riducendo i rischi;
il Financial stability board ha sottolineato la necessità di sviluppare e migliorare le politiche regolatorie e per la supervisione nell'interesse della stabilità finanziaria;
la nuova disciplina, costringendo le banche a dotarsi di competenze professionali e di strumenti più adeguati a valutare il merito di credito di un'impresa, a potenziare la capacità di selezionare i clienti e di misurare e controllare la qualità del portafoglio creditizio, produrrà sicuramente un vantaggio della competitività e della solidità del sistema bancario italiano nel suo complesso;
il nuovo accordo, tuttavia, presenta alcune criticità su importanti aspetti, come il trattamento del rischio di liquidità e di mercato, tant'è che il mondo delle piccole e medie imprese, che costituisce l'asse portante del sistema produttivo italiano, ha denunciato l'inadeguata capacità delle banche di valutare il merito di credito delle imprese, chiedendo di congelare l'applicazione delle regole di «Basilea 2»;
i vincoli patrimoniali imposti da «Basilea 2» stanno, infatti, frenando le banche nel concedere finanziamenti alle imprese, come confermato dal calo del 10 per cento del tasso di crescita dei prestiti nel 2009 rispetto al 2008;
di contro, si deve registrare, però, che, grazie all'avviso comune tra l'Associazione bancaria italiana e le altre rappresentanze dell'Osservatorio permanente sui rapporti banche-imprese, con il quale si è concordata una moratoria del pagamento della quota capitale delle rate di mutuo vantate dalle banche nei confronti delle piccole e medie imprese, da novembre 2009 gli istituti bancari hanno lasciato alla disponibilità delle imprese oltre 5 miliardi di euro relativi alle quote di capitale sospese;
il credit crunch pesa, soprattutto, sulle piccole realtà, che spesso sono costrette a chiudere le loro attività per mancanza di liquidità, nonostante la loro integrità dal punto di vista produttivo, con conseguenze drammatiche per gli investimenti e l'occupazione;
le imprese italiane, inoltre, caratterizzate da un basso livello di capitalizzazione, spesso a conduzione familiare o basate sul pluriaffidamento bancario a breve, sono poco inclini all'immissione di nuovo capitale di rischio - attraverso sia l'ingresso di nuovi soci che l'utilizzo di nuovi strumenti finanziari - che rappresenterebbe lo strumento per diminuire il proprio grado di rischiosità per le valutazioni degli istituti bancari;
nel Mezzogiorno la stretta del credito alle imprese da parte degli istituti di credito (soprattutto da parte dei grandi gruppi bancari, che non tutti conoscono a fondo la storia delle aziende, ma guardano solo alle garanzie presentate) ha ulteriori risvolti negativi, in quanto spinge gli imprenditori, specie se piccoli, nelle mani degli usurai anche per poche migliaia di euro;
gli effetti prociclici dei requisiti di «Basilea 2» sono stati ampiamente riconosciuti sia dal rapporto De Larosiere che dalle conclusioni del Consiglio Ecofin del 7 luglio 2009;
già nel settembre 2009 la Confindustria italiana e quella tedesca avevano deciso di portare la questione a livello comunitario, con una lettera congiunta al Presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, e al Primo ministro svedese, Fredrik Reinfeld, presidente di turno del Consiglio europeo, sottolineando che, in una fase di crisi, l'aumento del rischio degli impieghi avrebbe indotto le banche a contrarre l'erogazione di credito, con la conseguenza di inasprire gli effetti della situazione economica;
una maggiore liquidità consentirebbe di affrontare meglio il quotidiano e far ripartire gli investimenti, scongiurando ulteriori cali di ordini e di fatturato che nel 2009 sono stati pari al 50-60 per cento rispetto al 2008;
è necessario, quindi, che i rapporti banche-imprese siano affidati più alle reali prospettive dell'impresa che a valutazioni automatiche,

impegna il Governo:

a prospettare una rinegoziazione dell'accordo «Basilea 2» volta a stabilire coefficienti di patrimonializzazione elastici in funzione dei trend economici;
a promuovere, nelle sedi opportune, la realizzazione, in via temporanea, dei minori accantonamenti a fronte dell'erogazione dei prestiti alle piccole e medie imprese, rendendo meno rigorosi i vincoli patrimoniali e stemperando la valutazione del rischio del credito;
a valutare l'opportunità di assumere iniziative volte a introdurre misure fiscali atte a compensare gli eventuali maggiori rischi e costi che gli istituti bancari potrebbero sostenere per effetto della sospensione dei criteri imposti dall'accordo «Basilea 2».
(1-00316)
«Occhiuto, Vietti, Galletti, Volontè, Compagnon, Ciccanti, Naro, Romano, Cera, Mereu, Libè».
(18 gennaio 2010)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).

La Camera,
premesso che:
il fallimento della Lehman brothers, avvenuto nel settembre del 2008, è assunto come simbolo dell'inizio della crisi finanziaria mondiale. Da allora il Governo, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, non è stato in grado di assumere provvedimenti significativi per facilitare il rapporto fra banche ed imprese;
se è vero che le principali banche italiane hanno sofferto perdite più contenute rispetto a quelle di altri Paesi, grazie ad una scarsa esposizione a titoli tossici ed alla prudenza del quadro regolamentare e di supervisione, è altrettanto vero che le difficoltà del sistema creditizio si sono scaricate e si stanno scaricando pesantemente sul nostro sistema economico;
come noto, l'Italia è fatta, soprattutto, di piccole e piccolissime imprese che utilizzano prevalentemente credito bancario, così che il credit crunch, che si è verificato a partire dagli ultimi mesi del 2008, ha colpito pesantemente anche quelle aziende che non avevano problemi di commesse;
le imprese segnalano, secondo la Banca d'Italia, difficoltà di accesso al credito: nell'agosto 2009 la crescita sui dodici mesi dei finanziamenti concessi dalle banche al settore privato non finanziario è scesa al 2,2 per cento, mentre un anno prima il credito cresceva a tassi molto più alti, del 10 per cento circa;
i prestiti erogati dai primi cinque gruppi bancari italiani, che rappresentano la metà di quelli complessivi nel nostro Paese, erano diminuiti nel mese di novembre 2009 del 3,5 per cento rispetto allo stesso mese del 2008;
gli strumenti ibridi messi a disposizione del sistema bancario con l'articolo 12 del decreto-legge 28 novembre 2008, n. 185, non sono stati utilizzati, se non marginalmente, dagli istituti di credito, eppure il tema della patrimonializzazione delle banche ha rappresentato e rappresenta ancora oggi un ostacolo da superare per garantire una normale iniezione di liquidità nel sistema economico italiano;
come ha ricordato il Governatore della Banca d'Italia Draghi all'assemblea annuale dell'Abi del luglio 2009, «le banche sono determinanti nel rendere la crisi che stiamo affrontando più o meno duratura, più o meno profonda. Bisogna conciliare il perseguimento di prudenti equilibri economici e patrimoniali con l'esigenza di non far mancare il sostegno finanziario alle imprese con buone opportunità di crescita, reali capacità di superare la crisi»;
un sistema bancario sano è condizione necessaria per lo sviluppo e per la tutela del risparmio, ma è, altresì, necessario che le banche integrino i risultati dei metodi statistici di scoring - che perdono parte della loro capacità predittiva in momenti eccezionali - con la conoscenza diretta del cliente, delle sue effettive potenzialità di crescita e di redditività nel lungo periodo;
durante l'attuale fase recessiva, le difficoltà che il mondo delle imprese ha segnalato rispetto al credito sono state collegate anche agli effetti determinati dall'accordo «Basilea 2», che in Italia è entrato in vigore a partire dall'inizio del 2008;
è stato rilevato che gli effetti prociclici dell'accordo incidono in questa fase in modo negativo, amplificando le fluttuazioni del ciclo economico. Nello specifico, questo significa che le banche che determinano il calcolo dei requisiti patrimoniali a fini di vigilanza sulla base dei rating interni registrano un fisiologico abbassamento del rating delle aziende. A tale riguardo è importante ricordare che solo quattro gruppi bancari sono stati autorizzati dalla Banca d'Italia a utilizzare a fini regolamentari i sistemi di rating interni per il calcolo degli assorbimenti patrimoniali;
l'obbligo per le banche di effettuare aggiustamenti più stringenti sul capitale proprio, nei momenti in cui sarebbero invece necessari interventi espansivi, una logica sostanzialmente prociclica, è un limite noto e messo in evidenza già durante i lavori per la definizione dell'accordo «Basilea 2»;
tali criticità sono note e correzioni sono allo studio: ad esempio, il comitato di Basilea il 17 dicembre 2009 ha pubblicato, per consultazione, alcune proposte finalizzate alla costituzione di specifici «cuscinetti» patrimoniali anticiclici;
il tema non è tanto mettere in discussione l'accordo «Basilea 2», quanto piuttosto dare una migliore applicazione a quei criteri, rendendo più moderne e trasparenti le relazioni tra banche e imprese, consentendo alle singole aziende di beneficiare di condizioni dipendenti dalla propria qualità creditizia;
sebbene il comitato di Basilea stia lavorando sull'ipotesi di introdurre meccanismi che favoriscano l'accumulo di riserve nei periodi di ciclo economico positivo e l'utilizzo delle riserve in eccesso per fronteggiare la crescita dei crediti non performing nelle fasi di ciclo negativo, è evidente che il lavoro di modifica dell'accordo non si può concludere in breve tempo, poiché si tratta di un percorso lungo in cui è necessario effettuare studi di impatto sul capitale delle banche e i conseguenti aggiustamenti;
l'attenuazione degli effetti prociclici è, infatti, un obiettivo a medio termine, mentre sarebbero necessari interventi urgenti, specie per le piccole e medie imprese più intensamente colpite dal credit crunch;
da alcune parti, pertanto, è stato richiesto un intervento a livello nazionale, anche di tipo legislativo, per definire una «moratoria» nell'applicazione di «Basilea 2»;
tale proposta presenta alcuni elementi di criticità sia di tipo formale sia di merito;
anzitutto, si deve ricordare che le nuove regole di Basilea derivano da un processo legislativo complesso che nasce a livello di direttiva comunitaria e da un successivo recepimento a livello nazionale, effettuato in ambito parlamentare e da parte della nostra autorità di vigilanza (la Banca d'Italia) con apposite norme di rango primario e secondario: pertanto una «moratoria» di «Basilea 2» sarebbe, di fatto, non attuabile, tenuto conto dei vincoli a livello europeo;
per quanto riguarda il merito, immaginare una moratoria di «Basilea 2» significherebbe riportare il rapporto banca-impresa indietro nel tempo. «Basilea 2», introducendo criteri più razionali di misurazione del rischio, ha innovato profondamente il rapporto tra banche e imprese, rappresentando l'occasione per rendere più moderne e trasparenti le relazioni tra le banche e le imprese, consentendo alle singole aziende di beneficiare di condizioni dipendenti dalla propria qualità creditizia, senza dover scontare inefficienze di altri;
tuttavia, le imprese segnalano che vi sarebbe un'applicazione rigida dell'approccio dei rating e una modalità di attribuzione del rating che appare a volte oscura. Sembrerebbe, altresì, basso l'utilizzo delle informazioni qualitative che la banca acquisisce attraverso il suo radicamento sul territorio;
pertanto, se si volesse ipotizzare un'azione proattiva sull'offerta di credito intervenendo sull'accordo «Basilea 2», sarebbe utile non tanto intervenire sui sistemi di rating (moratoria di «Basilea 2»), quanto piuttosto identificare modalità volte a rendere meno severi i vincoli patrimoniali e, quindi, consentire alle banche di effettuare, a parità di altre condizioni, minori accantonamenti, ad esempio, a fronte dei crediti erogati alle piccole e medie imprese, non rinunciando, pertanto, a una corretta valutazione del rischio di credito, ma diluendo nel tempo gli effetti della valutazione medesima;
sarebbe, quindi, auspicabile un intervento, anche concertato con i partner europei, che preveda, per un tempo limitato (ad esempio, di 18 mesi) e con riferimento ai finanziamenti alle piccole e medie imprese, la riduzione delle ponderazioni del rischio di credito che determinano il livello di accantonamento delle banche, con evidenti e tangibili effetti in termini di sostegno alla crescita dell'economia;
tale riduzione dovrebbe riflettersi interamente sull'offerta di credito da parte delle banche alle piccole e medie imprese, anche mediante un aumento del limite percentuale annuo di deducibilità delle svalutazioni e una riduzione dei periodi di imposta a cui è consentita la deduzione delle svalutazioni eccedenti il limite stesso;
inoltre, tale allentamento dovrebbe accompagnarsi alla costituzione, sempre in via straordinaria e transitoria, di un fondo presso la gestione separata della Cassa depositi e prestiti, destinato alla prestazione di garanzie alle banche su finanziamenti a medio e lungo termine, anche garantiti dai confidi, concessi dalle banche alle piccole e medie imprese e a favorire le operazioni di consolidamento a medio termine dei debiti a breve (anche medianti operazioni di cogaranzia effettuate dalle regioni e finalizzate al consolidamento);
un trattamento meno rigido per le imprese di minori dimensioni si giustificherebbe anche alla luce del fatto che, sebbene le piccole e medie imprese presentino spesso un rischio di insolvenza più elevato rispetto alle grandi, il fallimento di una piccola impresa ha un impatto sul sistema bancario molto più circoscritto,

impegna il Governo:

a promuovere in tutte le sedi internazionali la rapida conclusione del processo di revisione del trattato di «Basilea 2», diretto ad annullare gli effetti prociclici per quanto riguarda il medio periodo e, per l'immediato, la riduzione della ponderazione del rischio di credito che determina il livello di accantonamento delle banche con riferimento alle piccole e medie imprese, così garantendo a queste ultime un maggiore afflusso di liquidità;
ad assumere iniziative volte a costituire un fondo di garanzia pubblico sui finanziamenti a medio e lungo termine, anche garantiti dai confidi, concessi dalle banche alle piccole e medie imprese.
(1-00317)
«Fluvi, Lulli, Ventura, Maran, Boccia, Causi, Quartiani, Benamati, Carella, Ceccuzzi, Colaninno, D'Antoni, De Micheli, Fadda, Fogliardi, Froner, Gasbarra, Graziano, Marchignoli, Marchioni, Mastromauro, Peluffo, Piccolo, Pizzetti, Portas, Sanga, Scarpetti, Sposetti, Strizzolo, Testa, Vico, Zunino».
(18 gennaio 2010)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).

La Camera,
premesso che:
i mercati finanziari mondiali, in base a quanto riportano gli indicatori economici ed i principali osservatori internazionali, appaiono quasi ovunque in fase di ripresa e di consolidamento dopo 18 mesi di crisi e di profonda ristrutturazione; sono, invece, in pieno svolgimento gli effetti negativi della bolla dei subprime sul sistema produttivo e sul lavoro, a causa del crollo dei consumi e della restrizione del credito;
il Governo ha provveduto dall'autunno 2008 a sostenere il mercato finanziario sia con interventi diretti, sia sul fronte dei crediti erogati, con interventi in favore dei cittadini mutuatari e delle imprese in difficoltà finanziarie; dal 2009 la politica economica del Governo si è concentrata, in particolare, sul sostegno al mercato del lavoro e sul mantenimento del tessuto produttivo; gli indicatori economici riportano che l'Italia si trova in una condizione migliore rispetto alla gran parte dei partner europei e dei Paesi Ocse, sia sotto il profilo finanziario, che sul fronte produttivo e del lavoro;
si tratta ora di sostenere la definitiva ripresa del sistema produttivo; a tale scopo sono intercorsi negli ultimi mesi diversi accordi, favoriti dal Governo, tra organizzazioni imprenditoriali e sistema creditizio, volti a favorire l'accesso al credito, in particolare delle piccole e medie imprese; tuttavia, le rilevazioni confermano che nei primi sette mesi del 2009 c'è stata una contrazione del credito alle imprese in tutti i Paesi dell'Unione europea. In Italia, in particolare, il tasso di crescita dei prestiti si è ridotto, nel giro di un anno, di dieci punti, colpendo in primo luogo le piccole e medie imprese;
l'accordo «Basilea 2», concernente l'individuazione di criteri comuni per l'erogazione del credito, tali da garantire la solidità del sistema creditizio, ha fatto molto discutere negli anni, in quanto uno dei principali punti critici è rappresentato dall'impatto dei nuovi requisiti sui finanziamenti alle piccole e medie imprese. I criteri impongono, infatti, alle banche maggiori accantonamenti di liquidità, ove, secondo sistemi di calcolo del rating, le stesse siano esposte verso creditori con un alto tasso di rischio;
sin dalla primavera del 2009 dal mondo imprenditoriale giungono richieste di un'attenuazione, se non proprio di una moratoria, nell'applicazione dei criteri di «Basilea 2»; una loro applicazione rigida rischia di non supportare adeguatamente, soprattutto le piccole e medie imprese, per l'eccessiva meccanicità con cui le banche utilizzano i sistemi di valutazione basati sul rating, trascurando ogni informazione di tipo storico-qualitativo sulle imprese;
già durante i lavori di preparazione dell'accordo «Basilea 2», ne furono messi in evidenza gli aspetti prociclici, a causa dei quali nelle fasi recessive le banche stringono ancora di più le maglie del credito nei confronti delle aziende, le quali per carenza di liquidità sono costrette a rimandare i loro piani di investimento, con gravi ripercussioni sull'occupazione e sulle possibilità di ristrutturazione aziendale;
sono attualmente in fase di redazione, da parte del comitato di «Basilea 2», una serie di proposte correttive che prevedono anche un'attenuazione di tali effetti prociclici. Il lavoro di modifica dell'accordo comporta, tuttavia, tempi di attesa non tollerabili dal sistema produttivo, che ha esigenza, invece, di interventi di sostegno a breve,

impegna il Governo:

a promuovere l'accelerazione in tutte le sedi, per quanto di sua competenza, della rinegoziazione dell'accordo di Basilea, secondo criteri che tengano conto della necessità che il sistema creditizio sia chiamato a contrastare il ciclo economico negativo e dell'esigenza di valutare l'affidabilità delle imprese, in particolare le piccole e medie imprese, secondo criteri non meramente finanziari;
a sollecitare e a favorire la stipula di ulteriori accordi, rispetto a quelli già siglati nel 2009, tra il sistema creditizio e le organizzazioni imprenditoriali, relativi all'agevolazione dell'accesso al credito per le piccole e medie imprese;
ad assumere le opportune iniziative volte a introdurre ulteriori strumenti di sostegno al credito per le piccole e medie imprese.
(1-00318)
«Vignali, Moroni, Conte, Raisi, Baldelli, Abrignani, De Corato, Della Vedova, Faenzi, Galati, Gava, Golfo, Lazzari, Milanato, Pelino, Angelucci, Polidori, Versace, Mazzocchi, Berruti».
(18 gennaio 2010)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).

MOZIONI DI PIETRO ED ALTRI N. 1-00239, FASSINO ED ALTRI N. 1-00313, CICU, GIDONI ED ALTRI N. 1-00314 E BOSI ED ALTRI N. 1-00315 SULLA SITUAZIONE IN AFGHANISTAN E SULLE PROSPETTIVE DELL'IMPEGNO DEL CONTINGENTE ITALIANO

Mozioni

La Camera,
premesso che:
il nostro Paese è da lungo tempo impegnato in missioni internazionali di stabilizzazione e di mantenimento della pace: dalla prima missione in Libano del 1982 a quella in Afghanistan iniziata nell'agosto del 2003 in ambito Isaf (Nato), che - di fatto - si può considerare una continuazione dell'iniziativa statunitense Enduring freedom, avviata all'indomani dell'attentato alle Torri gemelle dell'11 settembre 2001;
una differenza ed una contraddizione evidente c'è sempre stata fra queste due ultime missioni: la Isaf è sempre stata intesa e percepita, e come tale si è sviluppata, come assistenza e sostegno alla popolazione, secondo i canoni di una vera e propria operazione di peacekeeping, mentre quella sotto il diretto comando Usa è sempre apparsa come una missione di lotta al terrorismo, secondo le logiche e le strategie di una guerra tout court;
tuttavia, nonostante il diffuso apprezzamento per l'azione del nostro contingente in Afghanistan, negli ultimi 4 anni si sono contati già 21 caduti fra i nostri militari e nel frattempo sembrano svaniti o dimenticati i presupposti e le ragioni per cui i nostri soldati partecipano alla missione Isaf;
come risulta da numerose denunce anche degli osservatori dell'Unione europea e dell'Onu, la produzione di oppio è continuata a crescere e i grandi trafficanti hanno fatto campagna elettorale in stretta alleanza con i signori della guerra;
l'attuale presenza militare internazionale ed italiana in quel Paese ha, ormai, assunto i caratteri di un vero e proprio conflitto armato, che mal si concilia e che, invece, è necessario torni a conformarsi con il dettato della nostra Carta costituzionale, e con la dovuta attenzione alla sicurezza dei nostri militari;
il nostro contingente si trova a operare nel pieno di una vera e propria guerra civile ed è quindi necessario porre al centro dell'attenzione nelle sedi internazionali una exit strategy, fermo restando il nostro impegno per la ricostruzione dell'Afghanistan;
il nostro Paese, allorquando il Presidente degli Stati Uniti ha annunciato la nuova strategia americana, prevedendo l'invio 30.000 soldati in più in Afghanistan entro l'estate 2010, ha fatto sapere di poter assicurare la presenza di ulteriori 1000 nostri militari (170 dei quali da subito, come indicato nel decreto-legge n. 1 del 2010, in attesa di essere convertito in legge tra qualche settimana), senza che un impegno di tal genere fosse stato portato all'attenzione nelle opportune sedi parlamentari;
il 28 gennaio 2010 si terrà a Londra una conferenza internazionale sull'Afghanistan e la sua stabilizzazione politica, cui parteciperà ovviamente anche il nostro Paese, e proprio su questo vale la pena ricordare che il neo Segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, ha dichiarato: «ora sarà necessario un nuovo patto, un contratto tra Afghanistan e la comunità internazionale con una conferenza che al più presto, all'inizio del 2010, lanci un messaggio forte e chiaro»;
è pertanto auspicabile e non più rinviabile l'avvio di un confronto parlamentare, di un dibattito sereno, equilibrato e maturo sul nostro impegno in Afghanistan,

impegna il Governo:

a porre, senza indugi, nelle sedi internazionali, l'esigenza di un riesame e di una modifica dei tempi e della strategia d'intervento di ristabilimento della pace e della democrazia in Afghanistan, avviando un percorso di exit strategy, fermo restando il nostro impegno per la ricostruzione dell'Afghanistan;
a compiere tutti i passi necessari, in occasione della partecipazione alla citata conferenza internazionale di Londra, per tradurre in azioni concrete e efficaci gli intenti della nostra diplomazia circa la maggior responsabilizzazione del Governo Karzai sulle varie questioni che riguardano il futuro dell'Afghanistan, quali la lotta alla corruzione e al crimine organizzato, la stabilizzazione politica, la riconciliazione nazionale.
(1-00239)
(Nuova formulazione) «Di Pietro, Donadi, Leoluca Orlando, Evangelisti, Di Stanislao, Borghesi».

La Camera,
premesso che:
la missione Isaf in Afghanistan è stata deliberata con un voto unanime delle Nazioni Unite, in quanto interesse comune della comunità internazionale, ed è stata gestita in un contesto multilaterale, con l'obiettivo di contrastare le reti del terrorismo jihadista e di assicurare la pace e la stabilità in quell'area strategica;
il Paese, dopo la liberazione dal regime talebano, è certamente cambiato, con l'avvio della ricostruzione, la riapertura delle scuole, il rientro di tanti profughi afghani; tuttavia, la situazione, anche a causa del dirottamento in passato di risorse verso la guerra in Iraq, resta drammatica: l'istituzione di autorità afghane deboli e inclini alla corruzione e le troppe e dolorose perdite tra i civili bombardati hanno favorito il reclutamento di nuovi ribelli; le condizioni generali della popolazione sono sempre più difficili; le zone insicure ed instabili si sono allargate oltre il livello di guardia e la pericolosità della minaccia dei talebani e dei gruppi terroristi è diventata più insidiosa;
è, dunque, urgente e necessario proseguire sulla via della ridefinizione della strategia della presenza internazionale nell'area, per avvicinare il momento in cui gli afghani saranno in grado di governare e gestire autonomamente la sicurezza nel loro Paese. Come in ogni pacificazione di successo, è decisivo dare un più consistente impulso all'azione politica e sociale, in modo da rendere efficace quella militare, destinare maggiori risorse alla popolazione e più attenzione allo sviluppo locale, sostenere vigorosamente la nuova concezione della sicurezza che consideri la protezione dei civili una priorità, sulla base della convinzione che la controguerriglia si vince sostanzialmente sul piano politico e non su quello puramente militare;
appare, peraltro, indispensabile avviare quanto prima nelle sedi internazionali un dibattito sulla imprescindibile necessità del superamento delle due missioni presenti in Afghanistan, Isaf ed Enduring freedom, stante il permanere della diversità di fondo dei loro obiettivi e la frequente confusione tra i ruoli e le regole che le presiedono, rilanciando, altresì, nell'ambito del mandato delle Nazioni Unite, il ruolo della Nato quale luogo di elaborazione di decisioni effettivamente condivise tra gli alleati;
la presenza militare internazionale rimane, perciò, ancora indispensabile e solo una strategia graduale e coordinata con gli altri Paesi della Nato e con le Nazioni Unite, nonché il miglioramento della situazione sul terreno, potranno condurre alla progressiva riduzione della presenza militare. Senza le citate premesse il rischio è l'abbandono della popolazione afghana ad una nuova fase di guerra civile e di caos istituzionale ed all'anarchia dei signori della guerra e dell'oppio, con l'alta probabilità di un ritorno vendicativo dei talebani e con la non trascurabile possibilità che Afghanistan e Pakistan si smembrino, con incalcolabili conseguenze per la sicurezza regionale e mondiale, inclusa quella energetica,

impegna il Governo:

ad avviare quanto prima, nelle opportune sedi internazionali, un dibattito sull'urgente necessità di superare il dualismo esistente tra le due missioni in Afghanistan, nonché ad intensificare, rispetto al passato, la propria azione politico-diplomatica in sede Nato, così da assicurare che questa diventi un foro di decisioni intergovernative condivise e assunte su un piano di effettiva parità tra gli alleati;
a sostenere, specialmente nell'ambito dell'Onu, ogni iniziativa internazionale che promuova forme di coordinamento e coinvolgimento di tutti i Paesi dell'area, a partire da Iran, Pakistan e India, e l'adozione di un approccio regionale per giungere in tempi brevi ad una conferenza internazionale, in cui valorizzare il ruolo di mediazione del nostro Paese e dell'Unione europea;
a promuovere con forza il processo di afghanizzazione della sicurezza dell'area, aumentando le risorse disponibili all'addestramento dell'esercito e della polizia locale, al fine accelerare il trasferimento dei compiti di controllo del territorio;
a verificare l'efficacia dell'azione italiana nel riformare il sistema giudiziario afghano, adottando ogni ulteriore iniziativa utile a combattere con decisione la diffusa corruzione;
ad assumere iniziative volte a stanziare più credibili risorse finanziarie, sia destinate direttamente alla popolazione, sia dirette ad incentivare le attività di cooperazione civile presenti in loco, nonché a promuovere una rinnovata attenzione allo sviluppo locale, verificando e rilanciando nuove strategie atte ad affrontare con efficacia il problema dell'oppio, e a garantire la protezione dei civili, anche attraverso la soddisfazione dei loro diritti primari, quali l'educazione, la salute, l'accesso all'acqua e al cibo;
ad adottare ogni iniziativa utile, nelle opportune sedi internazionali, affinché, anche attraverso una maggior cooperazione con il Governo afghano, la pianificazione e la conduzione delle missioni internazionali in Afghanistan siano improntate ad un nuovo concetto di sicurezza che ponga la tutela dei civili e l'esclusione di cosiddetti «danni collaterali» tra gli obiettivi prioritari, garantendo, altresì, nei casi di vittime civili, indagini trasparenti e chiare sul rispetto delle norme internazionali di diritto umanitario;
ad adottare ogni iniziativa utile volta a sostenere un processo di dialogo tra tutte le forze afghane che hanno partecipato al voto, avviando così un serio percorso di riconciliazione con tutte le componenti, anche tra gli insorgenti, disponibili ad abbandonare l'uso della violenza, tale da permettere al popolo afghano di cercare le soluzioni politiche atte a garantire l'equilibrio tra le tradizioni religiose e culturali e la crescita democratica;
ad adottare ogni iniziativa utile, anche nelle opportune sedi internazionali, per la realizzazione di programmi in sostegno delle donne afghane e per la promozione dei loro diritti e, più in generale, a favorire progetti di cooperazione che stimolino i diversi settori della società civile afghana, per una ricostruzione del Paese non solo materiale, ma anche morale e sociale;
a presentare prima dello svolgimento della prossima conferenza di Londra sull'Afghanistan una dettagliata relazione al Parlamento dei Ministri degli affari esteri e della difesa sulla continua evoluzione del contesto afghano, sulla linee politiche che il Governo intende sostenere in occasione della conferenza stessa, al fine di porre le Camere nella condizione di esercitare un effettivo controllo sulla qualità della presenza italiana in Afghanistan, ed infine sulle modalità con cui operano i nostri contingenti e sulle eventuali misure che il Governo intende adottare per rafforzare la protezione dei nostri soldati nello svolgimento della missione.
(1-00313)
«Fassino, Ventura, Maran, Villecco Calipari, Arturo Mario Luigi Parisi, Amici, Rosato, Barbi, Colombo, Corsini, Fedi, Fioroni, Garofani, Giacomelli, La Forgia, Laganà Fortugno, Letta, Migliavacca, Mogherini Rebesani, Narducci, Pistelli, Porta, Recchia, Rigoni, Rugghia, Sereni, Tempestini, Tocci».
(18 gennaio 2010)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).

La Camera,
premesso che:
il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, con la risoluzione n. 1386 del 20 dicembre 2001, ha autorizzato la costituzione di una forza multinazionale International security assistance force (Isaf), con il compito di condurre operazioni militari secondo il mandato ricevuto, in cooperazione e coordinazione con le forze di sicurezza afghane ed in coordinazione con le forze della coalizione, al fine di assistere il Governo afghano nel mantenimento della sicurezza, favorire lo sviluppo delle strutture di Governo, di estendere il controllo del Governo su tutto il Paese e di assistere gli sforzi umanitari e di ricostruzione, nel quadro degli accordi di Bonn del 5 dicembre 2001;
il nostro Paese è uno dei principali contributori alla missione Isaf in termini di personale militare, il cui operato è ampiamente e pienamente apprezzato non soltanto da tutti i partner presenti in quel teatro operativo, ma anche dalle autorità e dalle popolazioni locali, per l'umanità, la dedizione, la professionalità e lo spirito di sacrificio;
l'Italia ha svolto sin dal 2002 un significativo ruolo nella costruzione istituzionale dell'Afghanistan, a cominciare dall'iniziale assunzione della posizione di «nazione guida» nel settore della giustizia, che ha consentito di accompagnare l'Afghanistan nel lancio di un piano nazionale per la giustizia. Il nostro Paese continua a dare un importante contributo alla progressiva affermazione dei principi dello stato di diritto ed alla tutela e promozione dei diritti fondamentali dei cittadini;
il contributo qualitativo e quantitativo che l'Italia fornisce per la gestione delle crisi, nel più ampio quadro degli sforzi della comunità internazionale nella lotta al terrorismo e per il rispetto dei principi sacri della pace, della libertà e della legalità, e, in questo contesto, il contributo per la stabilizzazione ed il progresso economico, sociale ed istituzionale dell'Afghanistan, nel rispetto dei diritti umani, della Costituzione, delle leggi e dei principi internazionali, hanno consentito al Paese di acquisire un ruolo ed un prestigio di primissimo piano sulla scena internazionale;
l'operazione Isaf, tuttavia, non è una missione a tempo indeterminato, in quanto la strategia è unica ed è destinata a creare le condizioni per lasciare il Paese solo nel momento in cui gli obiettivi di consolidamento della democrazia e delle istituzioni saranno integralmente raggiunti;
la fondamentale azione della componente militare nel garantire le condizioni di sicurezza e di controllo del territorio ed il ruolo della componente civile nella ricostruzione istituzionale ed economica costituiscono i due aspetti inscindibili dell'approccio onnicomprensivo adottato dalla comunità internazionale per la stabilizzazione e la ricostruzione dell'Afghanistan;
allo stesso tempo, serve un deciso cambio di marcia del Governo afghano, in vista della definizione di obiettivi che creino le condizioni per un graduale disimpegno internazionale nei tempi opportuni,

impegna il Governo:

a promuovere, nell'ambito della conferenza internazionale, prevista per il 28 gennaio 2010 a Londra, la definizione comune di obiettivi di breve e medio termine e delle modalità concrete per il loro raggiungimento;
a confermare, coerentemente con la nuova strategia discussa e condivisa nell'ambito dell'Alleanza atlantica, il proprio contributo aggiuntivo di risorse militari agli sforzi internazionali, ai fini dell'avvio della fase di transizione, destinata ad accelerare e completare il processo di trasferimento delle responsabilità in materia di sicurezza alle forze afghane;
a promuovere, nelle sedi competenti, le iniziative ed i progetti necessari a favorire la ricostruzione civile ed economica del Paese.
(1-00314)
«Cicu, Gidoni, Cirielli, Fava, Fallica, Baldelli, Antonione, Ascierto, Barba, De Angelis, Gregorio Fontana, Holzmann, Lamorte, Giulio Marini, Mazzoni, Moles, Paglia, Petrenga, Luciano Rossi, Sammarco, Scandroglio, Speciale, Boniver, Angeli, Biancofiore, Bonciani, Renato Farina, Lunardi, Malgieri, Migliori, Osvaldo Napoli, Nicolucci, Nirenstein, Pianetta, Picchi, Repetti, Tremaglia, Zacchera, Chiappori, Pirovano».
(18 gennaio 2010)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).

La Camera,
premesso che:
per il successo della missione Isaf in Afghanistan appare ormai necessario il passaggio ad una nuova strategia, più orientata a favorire aiuti umanitari e di ricostruzione, nonché a garantire più forza ed autorevolezza al Governo locale, facendo leva sull'addestramento delle forze afghane, con particolare riguardo a quelle di polizia;
questa nuova strategia è stata auspicata unanimemente anche dall'Assemblea parlamentare della Nato riunita recentemente ad Edimburgo;
il nostro contingente in quel teatro è fortemente impegnato proprio nell'addestramento delle forze armate e delle forze di polizia, affinché esse siano sempre più pronte ed adeguate a contrastare il terrorismo ed a garantire la sicurezza interna del Paese;
il Parlamento, nella sua interezza, ha dimostrato compattezza nel sostenere i nostri soldati, non soltanto nel momento del dolore, ma anche, e soprattutto, nel rifinanziamento delle missioni,

impegna il Governo:

a rafforzare la capacità di risposta e di protezione dei nostri soldati in termini di mezzi e di equipaggiamenti, nonché ad assumere iniziative per adeguare la tutela normativa connessa all'alto rischio che la missione comporta;
a valutare l'opportunità di potenziare la capacità addestrativa del contingente italiano, che già si è conquistata alta considerazione, riconosciuta a livello internazionale, mediante l'incremento del numero delle unità addestrative;
a sviluppare maggiormente gli interventi di ricostruzione e di assistenza umanitaria alla popolazione afghana;
ad adeguare corrispondentemente le risorse necessarie al raggiungimento dei suddetti obiettivi.
(1-00315)
«Bosi, Vietti, Volontè, Compagnon, Ciccanti, Naro, Pisacane, Rao, Mereu, Galletti, Occhiuto, Adornato, Libè».
(18 gennaio 2010)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).