XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 281 di mercoledì 10 febbraio 2010

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE

La seduta comincia alle 10,05.

EMILIA GRAZIA DE BIASI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Brancher, Brugger, Caparini, Cirielli, Crosetto, Donadi, Gregorio Fontana, Franceschini, Leo, Lo Monte, Mazzocchi, Migliavacca, Leoluca Orlando, Palumbo, Sardelli, Stefani, Stucchi, Tabacci, Urso e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per il rafforzamento della competitività del settore agro-alimentare (A.C. 2260-A); e delle abbinate proposte di legge: Cosenza ed altri; d'iniziativa dei senatori: Scarpa Bonazza Buora ed altri (Approvata dal Senato) (A.C. 2646-2743) (ore 10,10).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni per il rafforzamento della competitività del settore agro-alimentare; e delle abbinate proposte di legge di iniziativa dei deputati Cosenza ed altri; d'iniziativa dei senatori Scarpa Bonazza Buora ed altri.
Ricordo che la discussione sulle linee generali del provvedimento si era svolta il 9 novembre 2009 e che nella seduta del 12 novembre 2009 il seguito dell'esame era stato rinviato ad altra data su richiesta del presidente della Commissione agricoltura.

PAOLO RUSSO, Presidente della XIII Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO, Presidente della XIII Commissione. Signor Presidente, in ragione della necessità di ulteriori approfondimenti da parte del Comitato ristretto, che peraltro è riunito, e del fatto che ovviamente dopo il Comitato ristretto sarà utile che la Commissione bilancio esprima i prescritti pareri, credo sia necessaria una sospensione, per lo meno di un'ora, dei lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Onorevole presidente, preferisco concederle una sospensione di un'ora e mezzo in modo da evitare che, come è successo altre volte, vi sia poi una coda, a meno che lei non mi dica che un'ora è effettivamente sufficiente. Cerchiamo, cioè, di dare valutazioni realistiche in modo da facilitare il lavoro di tutti i colleghi.

PAOLO RUSSO, Presidente della XIII Commissione. Signor Presidente, va bene la sospensione di un'ora e mezzo così siamo certi di essere in linea anche con i lavori della Commissione bilancio.

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ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, questo provvedimento è stato incardinato tre mesi fa e la discussione sulle linee generali è stata svolta tre mesi fa: la Commissione, il Governo e la maggioranza avevano dunque tutto il tempo di valutare nel merito i contenuti del provvedimento, le proposte emendative, la possibilità di modifiche nonché l'adeguamento alle prescrizioni della nuova legge finanziaria e di bilancio.
Già nel mese di gennaio, quindi, la Commissione poteva lavorare; ci troviamo invece ancora una volta di fronte al fatto che, dopo essere stata convocata l'Assemblea, ne vengono rinviati i lavori semplicemente per un atteggiamento lassista da parte di alcune Commissioni (in questo caso non si tratta della Commissione bilancio, perché è chiaro che se la Commissione bilancio viene posta di fronte a fatti compiuti deve esprimere quei pareri che sono assolutamente doverosi).
Signor Presidente, già ieri sera abbiamo anticipato la conclusione dei nostri lavori d'Assemblea di circa due ore, due ore e mezzo rispetto alla previsione della chiusura dei lavori stessi, e per dare il tempo alla Commissione di preparare i lavori per questa mattina abbiamo anche deliberato l'inversione dell'ordine del giorno (il provvedimento al nostro esame era infatti previsto al secondo punto dell'ordine del giorno di ieri).
Signor Presidente, credo che lei debba rivolgere al Presidente della Camera una precisa richiesta, ossia che quando l'Assemblea è convocata possa essere messa nelle condizioni di svolgere la sua attività; diversamente l'Assemblea venga sconvocata prima in modo tale che le altre Commissioni possano lavorare, giacché in questo caso le altre tredici Commissioni non sono in grado di lavorare perché non preventivamente informate del fatto che si veniva a creare un vuoto nella mattina di oggi.
Un'ora e mezzo di sospensione significa iniziare i nostri lavori a mezzogiorno, dopo aver anticipato la chiusura dei lavori della seduta di ieri ed aver perso altre tre ore: non mi pare questo il modo migliore per il Parlamento di lavorare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Onorevole Quartiani, a parziale giustificazione, volevo ricordarle che ieri il Comitato dei nove si è riunito dalle 20,10 al 22,55; probabilmente sono sorte delle difficoltà in quella fase. Comunque, certamente, dobbiamo programmare con grande attenzione i lavori dell'Assemblea.

Sull'ordine dei lavori (ore 10,18).

GIANLUCA BUONANNO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, il mio è un intervento che può sembrare superficiale, ma credo proprio che non lo sia. Qualche giorno fa ho avuto un dibattito televisivo con il presidente della regione Piemonte, Mercedes Bresso, nel corso del quale ho fatto delle affermazioni, ho detto delle cose, in faccia alla presidente. Due giorni dopo, la presidente è venuta nella provincia dove risiedo, ovvero Vercelli, e, davanti a decine di persone, mi ha definito un «turacciolo».
Prendo spunto da questa affermazione della Bresso, così strisciante di razzismo, per ricordare quello che disse l'onorevole D'Alema qualche mese nei confronti del Ministro Brunetta allorché lo definì un «Ministro tascabile». Dopo qualche giorno, resosi conto della stupidaggine, chiese scusa al Ministro. Io, invece, vorrei sottolineare la cattiveria della governatrice del Piemonte, che spero vada a casa il più presto possibile (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Mi rendo conto che il Partito Democratico, che si riempie la bocca molto spesso della Pag. 3lotta a favore di coloro che sono discriminati, quando si parla di persone piccole si dimentica delle discriminazioni. Parlano tanto, giustamente, di quello che è il razzismo in generale, e poi, evidentemente perché non hanno altri argomenti, sottolineano la statura delle persone. Questo è razzismo strisciante.
Io ritengo la presidente della regione Piemonte - già una che si chiama Mercedes di nome nella capitale dell'automobile, la FIAT, è tutta da capire (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania) - cattiva, perché ha detto quanto riportato in maniera molto cattiva, razzista oltre che paurosa. Proprio ieri ho avuto notizia che non vuole avere più avere confronti televisivi con me perché, penso, si trovi in difficoltà.
Io faccio tanta autoironia sulla mia statura: sono alto un metro e sessantacinque centimetri, però ricordo che, non tanto tempo fa, vi era la regola che si doveva avere la statura del re per fare il servizio militare, ovvero un metro e cinquantadue centimetri. Credo che tanti «piccoli» hanno fatto grande questo Paese nella politica, nell'arte, nella musica e nel volontariato. Quanti piccoli ci sono che fanno molto bene? Meglio essere piccoli che delle persone grandi e vuote (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Signor Presidente, ritengo che, a questo punto, bisognerebbe creare un «partito di liberazione» da questo presidente razzista, che è la Bresso, dicendo chiaramente a tutti i piccoli del Piemonte, sia uomini sia donne, di non votarla (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)!
Si pone poi la questione delle donne. Le donne come tutti sappiamo usano le scarpe con i tacchi perché si vogliono alzare di statura e rendersi più eleganti, e io sono contento che lo facciano. La Bresso, a questo punto, non è una donna proprio perché discrimina anche le donne.
Voglio ricordare un detto toscano che dice: è meglio un grano di pepe, piuttosto che un fico d'asino. Penso veramente che si è raggiunto il limite con una persona che non è capace di confrontarsi e che quando le si ricordano tutte le bugie, le baggianate che ha fatto in questi cinque anni di governo della regione Piemonte, va a finire su questioni fisiche. Visto che il PD si definisce «Democratico», i suoi esponenti dovrebbero sapere che cosa significa la democrazia, si dovrebbe capire che l'aspetto fisico non conta, mentre nella regione Piemonte abbiamo una presidente che è razzista. Questo è uno scandalo e spero che vada a casa il più presto possibile (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!

PRESIDENTE. Onorevole Buonanno, non ho capito bene in che senso il suo sia un intervento sull'ordine dei lavori, tuttavia prendiamo atto delle sue dichiarazioni.

ANTONIO MARTINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANTONIO MARTINO. Signor Presidente, vorrei anzitutto esprimere apprezzamento per le considerazioni, a mio avviso ineccepibili, che sono state fatte sulla necessità di mettere un po' di ordine nella programmazione dei lavori dell'Assemblea e dei lavori della Camera in genere, che attualmente è estemporanea e francamente incomprensibile. Dal momento che questo rinvio si rende necessario per le ragioni che lei ha detto, Presidente, a questo punto invece di fissare la ripresa dei lavori dell'Assemblea per mezzogiorno suggerirei di andare direttamente al pomeriggio. Sarebbe più razionale.

PRESIDENTE. Onorevole Antonio Martino, prendo atto della sua proposta. Credo però che non sia giusto rinunciare ad un'ora e mezza di lavoro parlamentare nella giornata di oggi. Mi sono fatto carico io di chiedere valutazioni realistiche sul fatto che non succeda che si sospenda per Pag. 4venti minuti per poi riprendere dopo due ore. Se stiamo nella valutazione (che ritengo realistica) che abbiamo fatto, credo che sia bene che noi proseguiamo i lavori per una metà della mattinata.

ANGELO COMPAGNON. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, chiedo scusa ma abbiamo perso quanto è stato detto finora perché eravamo alla Sala della Lupa alla commemorazione della Giornata del ricordo delle Foibe con il Presidente della Camera. Mi pare di aver colto che l'Assemblea abbia necessità di avere i pareri delle Commissioni XIII (Agricoltura) e V (Bilancio). Mi ricollego all'intervento svolto dall'onorevole Antonio Martino, chiedendo alla Presidenza di verificare effettivamente quali siano le tempistiche con le quali riprendere l'esame in assemblea del provvedimento, eventualmente dando la possibilità (non si tratta di perdere un'ora e mezza) ai parlamentari di non essere chiamati ogni ora, od ogni ora e mezza, per poi magari riprendere dopo il question time alle 16.
Occorre fare una verifica e, se necessario, riprendere direttamente alle 16, dopo il question time.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, intervengo per associarmi alle considerazioni fatte dal collega del Partito Democratico, però non posso non dire due parole sull'intervento svolto dall'onorevole che è stato definito «turacciolo». Voglio esprimere la mia solidarietà a tutte le persone non alte e ricordare che Napoleone non era proprio altissimo e questo non gli ha impedito di essere un grande della storia. Tuttavia vorrei interpretare meglio le espressioni dell'onorevole Mercedes Bresso, presidente della regione Piemonte, che, con riferimento all'onorevole Buonanno, sicuramente non voleva fare un apprezzamento di tipo razzista riguardo all'altezza ma faceva riferimento allo spessore politico, come abbiamo testé ascoltato.

STEFANO ESPOSITO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

STEFANO ESPOSITO. Signor Presidente, intervengo anch'io solo per testimoniare (essendo probabilmente più «turacciolo» di Buonanno perché sono alto un metro e sessantuno centimetri, quindi a buon diritto posso annoverarmi tra i piccoli) che la discussione della quale è stato oggetto l'onorevole Buonanno con la presidente Mercedes Bresso peraltro riguardava i soldi spesi per una mostra importante, che ha avuto 120 mila visitatori: «Dagli ominidi all'uomo». Quindi la discussione verteva su un tema molto interessante. Vorrei solo suggerire di evitare l'uso strumentale di osservazioni non fatte per svolgere campagna elettorale in quest'Aula. Credo che l'onorevole Cota si potrà guadagnare - se ne sarà capace - la vittoria in Piemonte: ma ne dubito. Sono certo che Buonanno dovrà avere pazienza altri cinque anni prima di portare a casa un risultato per il suo partito.
Vorrei aggiungere che siamo in una situazione nella quale in quest'Aula, in questi venti mesi, abbiamo sentito, in tema di razzismo, discorsi molto più gravi e delicati. Inviterei tutti, nonostante capisca la goliardia di alcuni interventi, ad essere rispettosi sia del nostro ruolo sia del ruolo degli altri. Posso garantire che all'interno del Partito Democratico c'è possibilità per tutti e io ne sono testimonianza vivente, forse finanche immeritata.
La presidente Bresso non ha voluto insultare nessuno. In un dibattito televisivo si è posto un tema da parte dell'onorevole Pag. 5Buonanno relativo a dei soldi buttati per una mostra che ha fatto registrare 120 mila visitatori. Penso che sarebbe meglio che quest'Assemblea si occupasse di cose serie e si evitasse - e su questo colgo l'invito - da tutte le parti di fare affermazioni che poi rimangono pesantemente. Facciamo la campagna elettorale in Piemonte. Facciamo decidere i piemontesi, onorevole Buonanno. Sono convinto che una campagna elettorale condotta senza chiamare in causa espressioni che non sono mai state pronunciate farà bene alla politica e farà bene anche a lei e a me che siamo un po' piccolini ma ci facciamo valere (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. È presente in tribuna una delegazione del Parlamento della Bielorussia guidata dal presidente del gruppo di amicizia dell'Unione interparlamentare, onorevole Baikov. All'onorevole Baikov e alla delegazione bielorussa i nostri più sentiti saluti (Applausi).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,29).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Invito i colleghi a chiudere qui la discussione sulla statura, ricordando che abbiamo avuto geni universali e premi Nobel molto piccoli e anche molto alti. Come dice il padre Dante: l'altezza di ingegno è quella della quale dovremmo preoccuparci.
Per consentire il decorso del termine regolamentare di preavviso, sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 10,30, è ripresa alle 11,50.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI

Si riprende la discussione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il presidente della Commissione bilancio, l'onorevole Giancarlo Giorgetti. Ne ha facoltà.

GIANCARLO GIORGETTI, Presidente della V Commissione. Signor Presidente, gli emendamenti della Commissione agricoltura, come ho constatato, sono arrivati appena adesso alla Commissione bilancio, la quale deve esprimere il parere obbligatorio. Credo che un'altra sospensione di 30 minuti (o altro tempo da valutarsi), sia necessaria per permettere il nostro lavoro (Commenti).

PRESIDENTE. Colleghi, ritengo che il presidente Giorgetti abbia il dovere di rappresentare alla Presidenza e all'Assemblea quale sia lo stato dell'arte e altrettanto che la Presidenza e l'Assemblea abbiano la libertà di esprimere il loro giudizio sullo stato dell'arte.
In sintesi, la proposta avanzata dal presidente della Commissione bilancio Giancarlo Giorgetti è quella di sospendere la seduta per un'altra mezz'ora, semplicemente perché sono arrivati gli emendamenti della Commissione di merito e quindi, come previsto dal Regolamento, la Commissione bilancio deve avere il tempo per esprimere il suo parere.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, ovviamente non ho nulla da ridire su quanto affermato dal presidente della Commissione bilancio, che ha ricevuto soltanto da pochi minuti gli emendamenti e quindi è del tutto evidente che è necessario un tempo alla Commissione bilancio per vederli, valutarli ed esprimere il proprio Pag. 6parere. Ciò che ormai è assolutamente insopportabile, signor Presidente - e penso che non riguardi chi è da una parte o chi è all'altra -, non è più tollerabile né accettabile è il fatto che noi veniamo considerati come carro bestiame.
Il provvedimento in esame infatti è all'ordine del giorno da parecchio tempo. Abbiamo avuto a disposizione ancora la giornata di ieri affinché vi fosse la possibilità per il Comitato dei nove e per la Commissione di riunirsi e valutare anche quali fossero le condizioni. Ancora ieri sera si doveva riunire il Comitato dei nove e ci è stato detto che si è riunito fino alle 22 (saremmo davvero curiosi di sapere per fare cosa). Abbiamo iniziato la seduta alle 10 questa mattina, perché assolutamente bisognava consentire alla Commissione bilancio di valutare gli emendamenti. È passata un'ora e tre quarti e ci si presenta qui a mezzogiorno per dirci - presumo per come accade sempre, non certo per volontà del presidente Giorgetti - che magari la Commissione bilancio avrà bisogno di un po' più di tempo. Intanto noi siamo ancora «buttati» in quest'aula, come ormai accade puntualmente ogni settimana, perché i provvedimenti che arrivano in aula non sono preparati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Non è un problema relativo a maggioranza o ad opposizione, è una condizione insopportabile! Anche il Governo evidentemente non è nelle condizioni di dare la copertura finanziaria ad alcuni provvedimenti. C'è qualcosa che non va, c'è un inceppamento nella procedura, che non può però ricadere soltanto addosso a noi che siamo qui dentro, «buttati» come bestie ad aspettare chissà che cosa: come bestie, sì, perché non possiamo lavorare, non possiamo fare nulla, aspettiamo ogni mezz'ora che arrivi qualcuno e ci dia una notizia. Anzi, oggi qualcuno ha avuto la bontà di comunicarcela, perché spesso e volentieri neanche ce la comunicate e andiamo avanti direttamente di mezz'ora in mezz'ora.
Allora, onorevole Presidente, maggioranza, Governo: vi sono altri provvedimenti che sono pronti nelle Commissioni per essere esaminati? Invece di incaponirvi su cose dalle quali non uscite, come puntualmente accade, mettete all'ordine del giorno i provvedimenti conclusi dalle Commissioni e cerchiamo di fare in modo che il tempo che impieghiamo qui dentro, che come noto è anche sufficientemente ed abbondantemente retribuito, non sia buttato nell'attesa che da qualche parte, per qualche alchimia strana, si trovi una soluzione che non si trova.
Il film di oggi - glielo dico subito, signor Presidente - sarà che noi arriveremo alle 16 senza aver concluso niente e rinvieremo ulteriormente il provvedimento in esame, che abbiamo chissà da quanto tempo, ovvero andremo avanti «a mozzichi e bocconi» come è avvenuto in tante altre occasioni in passato. Penso che questo sistema non sia più accettabile - lo ripeto - a prescindere dalla parte che parla. Non intendo farne una polemica politica: dico semplicemente che non siano più nelle condizioni di andare avanti così. Poiché vi sono delle alternative, si portino in aula i provvedimenti che sono istruiti, conclusi e nella condizione di essere votati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Colleghi, vi sono alcuni interventi e poi dobbiamo prendere una decisione, altrimenti i lavori si protraggono ulteriormente.

PIERLUIGI MANTINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI MANTINI. Signor Presidente, non aggiungerei altre parole, per carità di patria, a quelle espresse testé dal collega Giachetti.
Tuttavia, è evidente che l'agenda dei lavori parlamentari, in questo caso, relativamente al provvedimento in oggetto (ma non solo, perché il tema riguarda il malfunzionamento che vi è stato, in particolare, in questi mesi, la scarsa produttività e la scarsa attenzione per gli stessi lavori Pag. 7parlamentari) soffre con riferimento a diverse questioni: da quelle più generali relative alla scarsa considerazione del lavoro del Parlamento e del suo ruolo, al difetto di organizzazione in ordine alla selezione e alla preparazione dei provvedimenti per l'esame dell'Assemblea.
Questi fatti sono noti, è giusto che siano riportati anche all'attenzione pubblica e del Paese, e non devono ripetersi. Certamente - sono d'accordo con lei - è necessario passare ai fatti: tuttavia, anziché procedere con la tecnica del rinvio del rinvio, venga riconvocata, se necessario, la Conferenza dei presidenti di gruppo per avere notizie precise.

MARIO PEPE (PdL). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIO PEPE (PdL). Signor Presidente, anche interpretando il sentimento di molti colleghi, che hanno preso impegni per l'ora di pranzo, chiediamo di rinviare la seduta non di una o due ore, ma direttamente alla ripresa pomeridiana, dopo lo svolgimento del question time. Infatti, ho il timore che, fra mezz'ora, non vi sarà neanche il numero legale per votare.

GIORGIO LA MALFA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, la Commissione bilancio ha chiesto una sospensione di mezz'ora, ma, in questo modo, si arriverebbe alle 13. Suggerisco di riprendere i lavori alle 16, in modo da poterci dedicare a qualche lavoro sistematico per almeno due ore. Pertanto, la mia proposta è di riprendere i nostri lavori alle 16, con un testo su cui si possa votare.

PRESIDENTE. L'onorevole Giachetti ha fatto una rappresentazione corretta, ma al di là di ciò, di fronte a questa situazione, le considerazioni di merito sono politiche e appartengono all'onorevole Giachetti.
Vorrei fare una sintesi, per capire se è possibile prendere una decisione comune. Innanzitutto, ricordo che alle 13,30 è convocata la Conferenza dei presidenti di gruppo, che, riguardo all'organizzazione dei lavori, è la sede in cui le osservazioni svolte, anche qui in Aula, possono essere riportate, riprese e decise insieme con il Presidente della Camera.
La Commissione bilancio ha avanzato una richiesta, a cui non possiamo che rispondere, perché è previsto dal Regolamento l'obbligo da parte della Commissione bilancio di esprimere il parere sulle proposte emendative presentate. In questo senso, la richiesta formulata è di mezz'ora. Inoltre, vi è una richiesta da parte di alcuni colleghi di rinviare i lavori alle 16, con votazioni immediate, cioè dopo lo svolgimento del question time.
Vorrei svolgere un'osservazione, anche se non vedo più il presidente Giorgetti. Le proposte emendative sono numerose (sono circa 140), pertanto, il lavoro di oggi e di domani da parte dell'Assemblea sarà, giustamente, intenso. Quello in esame, è l'unico argomento iscritto all'ordine del giorno, quindi, prima di prendere una decisione, intendo chiedere il parere di tutti i gruppi, in modo che la Presidenza possa assumersi la responsabilità in ordine al prosieguo dei lavori.

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, valutando che il Comitato dei nove ha concluso i propri lavori e che la Commissione bilancio dovrebbe avere a disposizione un tempo congruo per esprimere il parere, il gruppo del Popolo della Libertà è disponibile sia a riprendere i lavori alle 12,30, se fosse effettivamente questo l'orario, sia a riprendere l'esame nel merito del provvedimento direttamente alle 16, qualora si potesse raggiungere un accordo tra i gruppi. Pag. 8
Signor Presidente, è necessario valutare anche il numero delle proposte emendative presentate, che, al momento, è pari circa a 170. È evidente che ciò comporta, anche solo per la votazione di ciascuna di esse, un tempo rilevante, al quale si aggiunge, ovviamente, il tempo a disposizione dei gruppi previsto dal contingentamento.
Se il lavoro svolto dal Comitato dei nove nella preparazione degli emendamenti che andranno all'esame della Commissione bilancio tra qualche minuto dovesse essere in qualche modo esaustivo ed anche risolutivo di alcune questioni, credo che il gruppo del Popolo della Libertà non avrebbe difficoltà ad iniziare i lavori alla ripresa pomeridiana nella seduta. Diversamente, signor Presidente, saremmo costretti ad affrontare l'esame del provvedimento alle 12,30.
Tuttavia, sarebbe forse il caso di ascoltare anche gli altri gruppi per capire come poter procedere. Credo, infatti, che si possa trovare un percorso condiviso, evitando ciò che, in qualche modo e giustamente, sottolineava l'onorevole Giachetti e che ricade anche in capo a coloro che, all'interno dei gruppi, hanno responsabilità d'Aula, e cioè chiedere a tutti i colleghi di rimanere qui, poiché questa richiesta diventa sempre più difficile nel momento in cui si procrastinano i lavori di mezz'ora in mezz'ora.
Pertanto, signor Presidente, per una questione di serietà del percorso di questo provvedimento, qualora dovesse esservi un consenso dei gruppi nel procedere subito con i lavori, si potrebbe continuare alle 12,30. Diversamente, forse, qualora si trovasse un percorso comune, sarebbe più serio cominciare alle 16, atteso che vi è il contingentamento dei tempi e, quindi, si potrà affrontare l'esame del provvedimento nelle ore pomeridiane, concludendolo in serata.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Reguzzoni, poi chiederei anche al presidente della Commissione agricoltura, se lo ritiene, di intervenire alla fine del giro di interventi che sentiremo da parte dei gruppi. Mi scusi, onorevole Reguzzoni, prima di concederle la parola, ricordo che la Commissione bilancio ritiene che alle 12,30 sarà pronta ad esprimere i pareri; la Presidenza deve attenersi a questo e, quindi, dalle 12,30 alle 13,30, potremmo avere quantomeno la possibilità di lavorare e di iniziare l'esame degli emendamenti.
Sentiamo, ora, il gruppo della Lega. Prego, onorevole Reguzzoni, ha facoltà di parlare.

MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, condividiamo le analisi del collega Baldelli, tuttavia, se possiamo esprimere una preferenza, preferiremmo riprendere i lavori alle 12,30 in modo da guadagnare un'ora.

ANGELO COMPAGNON. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, sono stato un buon profeta questa mattina, quando, all'apertura dei lavori, ho sollecitato la Presidenza a verificare la tempistica delle riunioni sia del Comitato dei nove, sia della Commissione bilancio, nonché se vi fosse la possibilità di rendere liberi i parlamentari facendo riprendere i lavori alle 16.
Puntualmente, come sempre si verifica, si tengono qui i parlamentari e si richiamano ogni mezz'ora. Faccio mie le proposte del collega Giachetti, laddove, effettivamente, non viene permesso a quest'Assemblea di discutere e di lavorare su provvedimenti - e ce ne sono tanti - anche di interesse generale.
Conoscendo la tempistica delle Commissioni e del lavoro d'Assemblea, non credo che se la Commissione bilancio dice di essere pronta alle ore 12,30, sarà pronta per quell'ora: ci saranno le solite lungaggini, con il rischio di ritornare qui, poi, tra un'ora, un'ora e mezza, per stare mezz'ora o trentacinque minuti.
Pertanto, la nostra proposta seria è quella di questa mattina: una volta verificate Pag. 9le tempistiche (che lasciano poco spazio per discutere purtroppo dei provvedimenti seri), credo che la cosa migliore sia non solo di iniziare alle ore 16 e di fare la corsa, come diceva l'amico collega Baldelli, per concludere l'esame entro stasera, ma di concludere nel tempo che sarà necessario per esaminare bene e a fondo questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

MASSIMO DONADI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, per quanto riguarda il gruppo dell'Italia dei Valori, appare questione di buonsenso avviare l'esame del provvedimento alle 16, dato che, a mio avviso, difficilmente riusciremo ad avviare utilmente il lavoro prima.
Detto questo, però, vorrei lasciare alla Presidenza una riflessione: avevamo iniziato questa legislatura dicendo che i lavori dell'Assemblea si sarebbero allungati rispetto alle legislature precedenti, lavorando dal lunedì al venerdì. Dopo due anni, ci ritroviamo con un'Assemblea che a fatica riesce lavorare un giorno e mezzo, due giorni alla settimana, ma soprattutto, ormai, tappa i buchi di un calendario che stenta a decollare, avendo raschiato il fondo del barile di tutte le ratifiche internazionali e delle mozioni che i gruppi parlamentari riescono a proporre utilmente.
Tutto ciò potrebbe anche essere poco significativo, se non avessimo sentito quanto ha comunicato ieri l'ISTAT, cioè che in Italia nel 2009 abbiamo perso il 15 per cento in termini di produzione industriale. Se poi andiamo a vedere questo dato più in dettaglio, escludendo dal calcolo quei settori quasi incomprimibili anche in una situazione di crisi (penso ai beni alimentari, ai trasporti e all'energia, che fisiologicamente calano di pochissimi punti percentuali, quando anche calano), ci accorgiamo che nei settori industriali veri e propri della produzione abbiamo perso tra il 25 e il 30 per cento, cioè tra un terzo e un quarto della produzione industriale del Paese.
Sarebbe forse il caso che questo Governo cominciasse a dedicare almeno una parte dell'attenzione che dedica alle vicende personali del Premier anche ai problemi del Paese. Se questo Governo non ha idee e non ha proposte, se la maggioranza non porta avanti iniziative parlamentari perché deve ricevere l'imbeccata dal Governo, ebbene ci sono tante proposte utili e importanti che vengono dall'opposizione. Visto che voi non ve ne fate carico, almeno date a chi ha ancora voglia in questo Parlamento di lavorare nell'interesse del Paese l'occasione di farlo. Signor Presidente, le chiederei davvero di trasmettere queste riflessioni, perché cominciamo ad essere seriamente preoccupati (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, ho già avuto modo, all'inizio della seduta, di rappresentare al Presidente di turno, il Presidente Buttiglione, che ormai da troppo tempo in questa Camera non si è in grado di disporre di un calendario certo dei lavori. Tutto ciò non solo mette in difficoltà i singoli parlamentari, ma anche i lavori delle Commissioni, che devono preparare i lavori per l'Assemblea anche relativamente alle disponibilità di proposte di legge d'iniziativa parlamentare - e non solo governative - che possono essere lette, verificate, discusse e votate da questo Parlamento.
Com'è evidente, avendo perso la mattinata e non essendosi potuti svolgere i lavori delle Commissioni perché non preventivamente informate che non si sarebbe svolta alcuna votazione in Assemblea, le stesse Commissioni non disporranno del tempo loro necessario neanche nel pomeriggio, Pag. 10perché inizieremo i lavori in Assemblea e quindi per loro salterà anche il pomeriggio.
Signor Presidente, questa è una modalità, perché se iniziamo i lavori alle 12,30 - come credo sia giusto fare, perché così ha chiesto il presidente della Commissione bilancio e non ho motivo di credere che indichi degli orari e delle tempistiche al di là delle disponibilità e delle capacità di lavorare della Commissione, quindi di produrre i pareri richiesti alla Commissione bilancio - è chiaro che, come da calendario, proseguiremo i lavori fino alle 14. Alcune Commissioni sono state convocate prima di quell'ora, pertanto le loro sedute salteranno; la conseguenza è che non solo non hanno potuto lavorare nel tempo di inattività dell'Assemblea durante la mattinata, ma non potranno farlo neanche durante la sospensione, restando loro soltanto il tempo del question time.
Poiché tutto ciò va avanti ripetutamente da mesi, ormai è un problema che dobbiamo risolvere. Non è neanche una questione di copertura delle norme proposte al Parlamento da parte del Governo. Se, infatti, il Governo ci dicesse, ad esempio che per questo specifico provvedimento non si dispone delle coperture necessarie e la Commissione bilancio fosse in grado, invece, di affermare che è possibile rinvenire le risorse per poterlo approvare, non vi sarebbe alcun problema a fare in modo il che lavoro prosegua. Invece si cerca continuamente - come in questo caso - una sorta di accordo preventivo tra Governo e maggioranza, che toglie all'opposizione e alla minoranza la possibilità di svolgere il suo lavoro in quest'Aula, e finché tale accordo tra Governo e maggioranza non c'è, il Parlamento non lavora.
Sul presente provvedimento in materia di agricoltura i commissari di minoranza sono pronti da tempo, signor Presidente, non da ieri, da oggi o da quando la maggioranza ha chiesto di interrompere lavori, ma da tre mesi. Questo provvedimento è stato incardinato con la discussione sulle linee generali tre mesi fa, ma i problemi di copertura non sono stati risolti nemmeno con la sessione bilancio e con la legge finanziaria.
I problemi di copertura che c'erano prima vi sono ancora oggi. Ebbene, si mettano d'accordo i colleghi della maggioranza perché il collega Baldelli del Popolo della Libertà ci dice che non ha alcun problema ad iniziare i lavori alle ore 16, bontà sua, perché noi non avevamo alcun problema ad iniziare questa mattina, non avevamo alcun problema ad iniziare ieri, non avevamo alcun problema ad iniziare a votare tre mesi fa.
Però, giustamente, il collega della Lega fa presente che il collega Giorgetti a nome della Commissione bilancio ha proposto di rinviare i lavori di mezz'ora e di riprendere la seduta alle ore 12,30.
Signor Presidente, siamo seri: poniamo alla Presidenza e alla Conferenza dei presidenti di gruppo il problema che è proprio e lo risolvano, a cominciare dal Presidente della Camera perché non è più possibile andare avanti a non lavorare in questo modo.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Tuttavia, non risolviamo con un ulteriore rinvio questioni che invece possono essere affrontate - non ho motivo di non credere alla parola del presidente della Commissione bilancio - alle ore 12,30. Lavoriamo, così come previsto, fino alle 14 e poi riprenderemo alle ore 16.

PRESIDENTE. Mi sembra che non vi sia un accordo tra i gruppi nel sospendere la seduta e riprenderla alle ore 16. Il Partito Democratico giustamente chiede di adeguarci alla richiesta del presidente della Commissione bilancio.

ARTURO IANNACCONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, il suo intervento e la conclusione va Pag. 11in una direzione opposta rispetto a quello che intendevo dire, cioè che il gruppo di Noi Sud ritiene invece ragionevole un rinvio alle ore 16.
Contestiamo radicalmente l'opinione dei colleghi che sono intervenuti precedentemente e che hanno sottolineato che questo Parlamento lavora poco e lavora male. Il bilancio dell'attività parlamentare si fa sulla base del numero delle leggi e della qualità delle leggi che vengono approvate e la nostra valutazione è che questo Parlamento finora ha lavorato bene, anche in virtù di quella semplificazione dei gruppi parlamentari che è intervenuta a seguito delle elezioni del 2008, per cui si perde meno tempo in discussioni inutili e si riesce a legiferare meglio.
Per quanto riguarda il gruppo di Noi Sud, considerando assolutamente importante questo provvedimento che riguarda un settore fondamentale, in modo particolare per il Mezzogiorno, ossia quello agroalimentare, riteniamo che sia importante arrivare a licenziare un provvedimento ben fatto, piuttosto che legiferare in maniera frettolosa.

ILEANA ARGENTIN. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, intervengo soltanto per un minuto perché nel frattempo sono già le 12,15. Ci tenevo a dire soltanto una cosa: a parte che è intollerabile questa situazione, trovo che vi siano delle proposte di legge presentate che non hanno bisogno di copertura di spesa. Per quale motivo questa politica lenta non va avanti?
Con l'onorevole Paglia e l'onorevole Porcu, quindi in modo trasversale - non lo dico perché siamo in campagna elettorale - abbiamo presentato una proposta di legge per l'eliminazione delle barriere architettoniche. Sono passati più di otto mesi e questo provvedimento non riesce ad arrivare in Aula. Mi permetto di dirle che è una follia. Non c'è il problema dei soldi in quel caso e non c'è bisogno di una copertura finanziaria, si tratta solo di «sfiga» da risolvere.
Allora, se questo non è possibile, e tornando alla questione se sospendere fino alle 12,30 o alle 16 del pomeriggio, voglio dire che posso stare qui anche tutto il giorno; tuttavia, poiché conosco la disperazione e l'angoscia di tante famiglie e persone, dico francamente che mi rifiuto. E se questo significa esimerci anche dal riconoscimento economico forse sarebbe importante cominciare a pensarlo.

PRESIDENTE. Per quanto riguarda il suo intervento, onorevole Argentin, quanto da lei rilevato è proprio oggetto della programmazione dei lavori e quindi della Conferenza dei presidenti di gruppo; credo che il suo rappresentante di gruppo farà presente e potrà sottolineare ulteriormente nell'ambito di tale riunione e quindi della programmazione dei lavori quanto da lei appena affermato.
La situazione è la seguente: non vi è un accordo per il rinvio dei lavori alle ore 16. Se, quindi, non vi è una proposta formale da parte di un gruppo di rinviare alle ore 16 (e qualora ci fosse dovremmo porla in votazione), la Presidenza non può che attenersi alla richiesta del presidente della V Commissione Bilancio e, quindi, sospendere la seduta fino alle ore 12,30, perché nel frattempo la V Commissione, come vedo, si sta riunendo e sta facendo il suo lavoro.

ITALO BOCCHINO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, vorrei proporre formalmente il rinvio della seduta alle ore 16, perché credo che, tra una pausa e l'altra, lavorare in Assemblea poche decine di minuti non sia utile (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Forse, è meglio dare tutto il tempo per valutare la percorribilità delle intese che emergeranno nel Comitato dei nove e alle ore 16 l'Assemblea prenderà atto di quello che ci verrà detto dalla Commissione stessa.

Pag. 12

PRESIDENTE. Siamo di fronte ad una richiesta formale di sospendere i nostri lavori e di riprendere l'esame del provvedimento alle ore 16. Su questo tema mi sembra si siano già espressi tutti; tuttavia il Regolamento prevede che possano parlare un oratore a favore ed uno contro.

ANGELO COMPAGNON. Chiedo di parlare a favore.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, parlo ovviamente a favore della proposta dall'onorevole Bocchino che riprende un po' le mie considerazioni espresse in precedenza. È giusto e, credo, opportuno che, come io spero, questa proposta venga approvata.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare contro.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, in ossequio alle parole del presidente della Commissione Bilancio e anche facendo nostre le parole del collega della Lega Nord, siamo contrari a questa proposta.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta, presentata dall'onorevole Bocchino, di sospendere i lavori e rinviare l'esame del provvedimento alle ore 16. Si intende ovviamente che la seduta è convocata alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata, così come previsto da calendario.
(È approvata).

La Camera approva per 24 voti di differenza.
Sospendo, quindi, la seduta che riprenderà alle ore 15 con lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata e alle ore 16 con l'esame del provvedimento con votazioni immediate.

La seduta, sospesa alle 12,20, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro della salute e il Ministro per i rapporti con il Parlamento.

(Iniziative in merito alla crisi occupazionale in Campania - n. 3-00901)

PRESIDENTE. L'onorevole Aniello Formisano ha facoltà di illustrare l'interrogazione Di Pietro n. 3-00901, concernente iniziative in merito alla crisi occupazionale in Campania (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

ANIELLO FORMISANO. Signor Presidente, Ministro, come avrà capito con questa interrogazione noi tenteremo di portare nelle Aule parlamentari una discussione sulle questioni vere degli italiani; le Aule parlamentari negli ultimi tempi discutono di ben altre questioni, mentre noi riteniamo che invece debbano discutere delle cose di cui parleremo adesso, cioè di quello che sta avvenendo in Italia in generale (benché voi diciate che la crisi sarebbe superata) e in particolare di quello che sta avvenendo in Campania che finirà col diventare, se il Governo non fa quello che potrebbe fare, una miscela esplosiva, una polveriera; potrebbe diventare quello che tutti noi ci auguriamo che non diventi. Pag. 13
Abbiamo elencato una serie di situazioni di crisi che ci inducono a considerare la Campania, e soprattutto il napoletano, come un'area particolarmente pericolosa da tenere sotto stretta osservazione. Come Italia dei Valori abbiamo indicato anche una serie di contromisure, a cominciare dal raddoppio delle settimane di cassa integrazione e continuando con altri suggerimenti sui quali vorremmo capire se il Governo intenda fare seriamente o meno (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha facoltà di rispondere.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, l'interrogante sa che il Governo si occupa con molta intensità della condizione dell'economia e dell'occupazione nella regione Campania, perché è evidente il particolare stato di crisi di quella regione, la quale, già nel tempo precedente alla caduta della domanda globale, si trovava in condizioni di grave difficoltà con rischi anche di crescita della criminalità organizzata, che si alimenta nel disagio sociale. Più amministrazioni operano in funzione delle condizioni economiche e sociali della Campania: basti pensare alle attività del Ministero dello sviluppo economico per quanto riguarda gli accordi di programma che sono stati stipulati per Acerra, Torre Annunziata e la provincia di Caserta oppure per l'individuazione delle tre zone franche, Napoli, Torre Annunziata e Mondragone o la più generale ridefinizione dei criteri per le aree nelle quali insistono particolari condizioni che meritano specifici interventi.
Il Ministero del lavoro interviene anche attraverso la propria Agenzia, Italia Lavoro, che vorrei ricordare proprio in Campania opera con programmi per 61 milioni di euro, dei quali 51 a carico dello Stato, per circa 26 mila lavoratori al fine di favorire l'incremento delle competenze e la reinclusione. Più in generale, a proposito degli ammortizzatori sociali, noi abbiamo investito ben 114 milioni per ammortizzatori sociali in deroga, cioè in aggiunta a quelli ordinariamente gestiti dal fondo presso l'INPS.
Noi abbiamo garantito a tutte le persone che hanno titolo di accesso agli ammortizzatori sociali - per esempio la cassa interazione per coloro che hanno già lavorato tre mesi - la possibilità di fruire di essi qualunque sia l'azienda, qualunque sia la merceologia, qualunque sia la dimensione dell'azienda; quindi anche le piccole imprese, anche il terziario. Il tempo della cassa integrazione ordinaria non è un problema, perché abbiamo reso di fatto ordinaria anche la cassa integrazione cosiddetta straordinaria, che quindi si può aggiungere al tempo, peraltro già amplificato, della cassa integrazione ordinaria perché la calcoliamo per giorni e non per settimane. Quindi, anche dal punto di vista temporale, potenzialmente non c'è limite di tempo nell'uso degli ammortizzatori sociali per le persone che ne hanno diritto. Il tutto è frutto, tra l'altro, di accordi tra Stato e regioni, compreso l'accordo sottoscritto con la regione Campania.
Dico soltanto alla regione Campania che è importante che essa faccia la propria parte, anche dal punto di vista dell'investimento formativo nelle persone.
Nel 2010, infatti, anno nel quale la crisi non è finita ma si presenta con caratteristiche sociali anche più complesse rispetto al 2009, non basteranno ammortizzatori sociali per i quali, peraltro, le risorse sono più che sufficienti. Dobbiamo anche agire sulle competenze delle persone e questo è un potere delle regioni.

PRESIDENTE. L'onorevole Aniello Formisano, ha facoltà di replicare.

ANIELLO FORMISANO. Signor Presidente, Ministro, a voler seguire le sue parole dovremmo dire che in Campania va tutto bene. Lei sa che non è così e lei ha mentito sapendo di mentire. Lei sa bene che il tasso di occupazione è calato.

Pag. 14

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Non mento! Vengo da una terra in cui non siamo usi a mentire!

PRESIDENTE. Onorevole, lei non può offendere un collega e un rappresentante del Governo.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Non è questione di lasciar parlare, io non mento! Sono di terra buona e noi non mentiamo!

ANIELLO FORMISANO. Signor Presidente, sono pronto a chiedere scusa al Ministro. Parlavo di non verità politiche, nel senso che mi accingevo a dire, rispetto alla sua illustrazione, che in Campania la situazione non è come quella descritta dal Ministro. In Campania, infatti, abbiamo l'1,5 per cento in meno come occupazione e una crescita, trimestre per trimestre, del 2,6 per cento. Quindi, significa, signor Ministro, che evidentemente quello da lei comunicato a quest'Aula probabilmente non è stato fatto, o forse non basta rispetto a ciò e rispetto alla serietà degli impegni che si vanno ad assumere sonoramente, pubblicamente e solennemente. Voglio solo dire che qualche giorno fa in quest'Aula, nella risposta ad un'interrogazione di altro gruppo politico, il suo Dicastero aveva preso l'impegno di presiedere il tavolo per la crisi sulla Selfin che riguarda l'area industriale di Caserta. Solennemente in quest'Aula fu affermato che un rappresentante del Ministero avrebbe presieduto quel tavolo. Ciò non è avvenuto e credo che magari lei non ne è neanche a conoscenza, però questo è il compito dei rappresentanti del popolo: riferirle che quello che lei dice poi non viene realizzato. Ho qui, e gliele potrei mostrare, le interrogazioni sulla Selfin, sulla FIAT di Pomigliano d'Arco, su Fincantieri di Castellammare di Stabia, sulla Birra Peroni, sui lavoratori di Eutelia, sull'Agenzia Defendini, sui lavoratori della Tirrenia. Queste sono interrogazioni alle quali, puntualmente, non date risposte. Allora Ministro, la rispetto per la competenza che ha manifestato nella risposta che ha dato alla nostra interrogazione. Tuttavia, vorrei che gli impegni che lei assumesse davanti al popolo italiano fossero poi effettivamente mantenuti. Ad oggi, così non è (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

(Iniziative volte a garantire la trasparenza nella gestione delle trattenute sindacali da parte degli enti previdenziali e per rendere obbligatoria la redazione del bilancio di esercizio delle organizzazioni sindacali - n. 3-00902)

PRESIDENTE. L'onorevole Fedriga ha facoltà di illustrare l'interrogazione Cota n. 3-00902, concernente iniziative volte a garantire la trasparenza nella gestione delle trattenute sindacali da parte degli enti previdenziali e per rendere obbligatoria la redazione del bilancio di esercizio delle organizzazioni sindacali (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, Ministro, abbiamo presentato questa interrogazione per sollevare all'attenzione dell'opinione pubblica nazionale e del Governo un gravissimo caso avvenuto all'interno dello Spi-CGIL di Piacenza; caso che non escludo possa estendersi ad altre parti del Paese. Mi riferisco alle cosiddette tessere false che lo Spi-CGIL ha fatto a molti ignari pensionati che si sono trovati nel cedolino INPS trattenute mensili che andavano direttamente nelle casse della CGIL. Tale fatto risulta ancora più grave se si considera che sono stati presi soldi dalle tasche di una categoria debole quale quella dei pensionati. Dalle notizie sulla stampa, si apprende che i soggetti interessati sarebbero una sessantina, ma già da diverse fonti si parla di 140 persone e il numero è destinato ad aumentare. Ministro, con questo atto ispettivo le chiediamo quali provvedimenti di propria competenza il Governo intenda adottare e se condivide l'opportunità di rendere obbligatoria, per i sindacati, la redazione del bilancio e la relativa pubblicazione, al fine Pag. 15di assicurare quel principio di trasparenza che questo Governo sta portando avanti in tutti i settori del Paese.

PRESIDENTE. Il Ministro per il lavoro e le politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha facoltà di rispondere.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, l'interrogante solleva opportunamente un problema che si è evidenziato in un'indagine in corso a Piacenza, per la quale sono stati richiesti anche accertamenti dalla direzione provinciale del lavoro. Non entro ovviamente nel merito di quell'indagine, ma si tratta di verificare se molti pensionati erano a conoscenza del fatto che sulla loro pensione venisse effettuata la cosiddetta trattenuta della quota di iscrizione al sindacato.
Al di là dell'esito di questa indagine, si evidenzia un problema autentico: come fare in modo che il pensionato sia pienamente consapevole del versamento che effettua e che non accada che, nel momento in cui realizza una pratica di pensione presso un patronato, si iscriva al sindacato e poi si dimentichi che, nel tempo, continua, magari non essendo d'accordo, il conferimento all'organizzazione stessa di una quota sindacale.
Credo che nello specifico la risposta debba essere quella di una maggiore trasparenza negli strumenti informativi al pensionato stesso, che oggi ha solo una rendicontazione annuale dall'Inps, nella quale potrebbe già essere messa in evidenza maggiore l'iscrizione al sindacato.
Comunque, sto pensando ad una direttiva all'Inps a questo proposito, per quanto riguarda le convenzioni stesse che l'Inps sottoscrive con le organizzazioni sindacali e che regolano il prelievo sulla pensione della quota sindacale.
Più in generale, sul tema della trasparenza dei bilanci, le organizzazioni sindacali dei lavoratori, come quelle degli imprenditori o dei lavoratori autonomi, sono associazioni di fatto, che non dovrebbero essere attratte in una dimensione pubblicistica.
Però, quando svolgono funzioni che sono remunerate dal pubblico, lì deve essere massima la trasparenza. Certo, per esempio, il patronato è un ente autonomo, ha un suo bilancio, deve fare una rendicontazione; lo stesso, il CAF deve avere una contabilità separata.
Ciò che penso di poter dire agli interroganti è che cercheremo di rendere ancora più evidente la trasparenza delle funzioni che il sindacato svolge per il pubblico e che sono remunerate dal pubblico, perché lì vi è una dimensione di interesse pubblico, che deve essere gestita quanto più trasparentemente possibile.

PRESIDENTE. L'onorevole Fedriga ha facoltà di replicare.

MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Ministro, la ringrazio per la risposta, anche a nome del collega Polledri, che da quel territorio proviene. Colgo l'occasione per sottolineare che è necessario riportare delle regole e delle responsabilità all'interno del mondo sindacale.
Faccio queste affermazioni perché, malgrado in un verbale, riguardo alla questione che stiamo trattando, si parlasse di 140 tessere false, come ho detto nel quesito, e malgrado uno stesso funzionario del sindacato ammettesse di avere falsificato 14 deleghe, i dirigenti locali dichiaravano ai giornali che i casi erano circoscritti a 6-7 persone.
Vuol dire che vi era la consapevolezza, ma non vi era la volontà di farlo sapere alle persone e ai propri iscritti. Non solo: in questo forte scontro nato all'interno del sindacato, gli stessi esponenti della CGIL hanno utilizzato affermazioni inquietanti, quali ad esempio (cito testualmente): la CGIL nazionale e locale è un centro di potere come tanti altri, in cui prevale la logica dei furbetti.
La nostra preoccupazione, dunque, signor Ministro, non si limita ai gravissimi fatti avvenuti all'interno della CGIL di Piacenza, bensì si estende a una possibile espansione di situazioni simili nello scenario nazionale. È necessario, quindi, come chiesto dall'interrogazione, rendere Pag. 16trasparente, come ha confermato lei, il funzionamento e la gestione dei sindacati, ma non solo. Collegandomi alla questione trattata, è arrivato il momento di rivedere il sistema che certifica la rappresentatività sindacale, avendo il coraggio di intaccare le posizioni di privilegio nelle quali alcune sigle operano e finalmente far rappresentare i lavoratori da chi realmente vogliono loro.
La Lega continua e continuerà a difendere posizioni che nella politica - e concludo - ma anche nel mondo sindacale, siano espressione del volere della gente e del territorio, e non semplicemente di gruppi di potere (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà).

(Iniziative per salvaguardare i livelli occupazionali delle aziende in crisi, con particolare riferimento alle aziende venete - n. 3-00904)

PRESIDENTE. L'onorevole De Poli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00904, concernente iniziative per salvaguardare i livelli occupazionali delle aziende in crisi, con particolare riferimento alle aziende venete (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

ANTONIO DE POLI. Signor Presidente, signor Ministro, in questi giorni vediamo sempre più i lavoratori e le famiglie in difficoltà rispetto a quello che succede in tutta Italia: abbiamo visto la FIAT di Termini Imerese, con i dipendenti dell'azienda che per dieci notti sono saliti sui tetti dei capannoni, i dipendenti dell'ex Eutelia, che hanno portato la protesta in cima alla Mole Antonelliana, i dipendenti dell'Alcatel, i lavoratori della Fincantieri di Castellammare di Stabia, quelli della Merloni, con circa 3 mila e 300 dipendenti e 7 mila persone collegate.
In Veneto abbiamo visto nell'ultimo anno più di 33 mila persone che sono rimaste a casa, licenziate: vediamo in questi giorni la Glaxo con più di 500 ricercatori; nel veneziano la Ronal della Speedline, più di 500 altri lavoratori a casa; l'Alcoa, che è conosciuta sia rispetto alle problematiche sarde a Cagliari che rispetto a quelle venete di Mestre. Credo che su ciò si debba intervenire con forza, per dare delle risposte concrete a queste famiglie, a queste aziende e a questi lavoratori.

PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha facoltà di rispondere.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, ben comprendo che l'onorevole De Poli abbia voluto segnalare come anche una terra di tradizionale benessere come il Veneto viva oggi una condizione di crisi sociale, quanto meno in alcuni ambiti del mercato del lavoro, là dove si manifestano le conseguenze di ricorrenti situazioni di crisi produttiva o di riorganizzazione su scala globale di compagnie multinazionali che hanno basi nel territorio italiano, e da veneto non posso che unirmi a questa preoccupazione.
Come poco fa rispondendo a proposito della Campania, quello che possiamo dire in questo momento, in presenza di una crisi globale non esaurita e di una ripresa che ha caratteristiche discontinue, selettive, che quindi non si «spalmano» in modo omogeneo come in passato poteva accadere, è che il Governo mette in primo luogo a disposizione strumenti di protezione del reddito dei lavoratori colpiti dalla crisi. Alcuni di essi vanno probabilmente affinati: il caso Eutelia, che è un caso intricatissimo, propone la necessità di interventi anche sostitutivi; già oggi siamo in presenza di custodi giudiziari, con i quali stiamo già affrontando il tema degli ammortizzatori sociali.
Ma non si tratta soltanto di garantire forme di protezione del reddito, per le quali peraltro il Veneto ha avuto fino ad oggi 190 milioni di ammortizzatori sociali in deroga rispetto a quelli per le piccole imprese, per il terziario, oltre a quelli che vengono dal Fondo presso l'INPS. Si tratta di governare, come stiamo facendo con i Pag. 17circa 150 tavoli presso il Ministero dello sviluppo economico e i moltissimi presso la mia amministrazione, soprattutto senza mai subire le decisioni unilaterali di gruppi imprenditoriali, in particolare delle multinazionali.
Alcoa avrà il tavolo, mi auguro decisivo, giovedì sera; ricordo che il nostro provvedimento di abbattimento del costo energetico non poteva che agire su una dimensione insulare, secondo i criteri della Commissione europea, ma l'effetto si «spalma» su tutto il conto economico del gruppo Alcoa, e quindi su tutti i siti produttivi che devono poter continuare a produrre e restare aperti, come Glaxo. Il centro di ricerca di Glaxo ci vedrà fortemente impegnati a difendere quello che era un elemento di forza della nostra economia, che non potremo certo disperdere dopo aver accumulato nel tempo tante conoscenze e tante competenze. Ogni giorno, quindi, d'intesa peraltro con la regione della cui amministrazione il suo gruppo ha fatto parte, costruiamo insieme percorsi di riorganizzazione, garantendo quanto più possibile l'occupazione.

PRESIDENTE. L'onorevole De Poli ha facoltà di replicare.

ANTONIO DE POLI. Signor Presidente, sicuramente alcune azioni sono state portate avanti in modo particolare anche all'interno dell'amministrazione regionale; ma credo che oggi gli interventi debbano essere strategici, immediati, in modo particolare per la microimpresa e l'impresa familiare, che si trovano in quei territori e che stanno incontrando una difficoltà importante e fondamentale. Le ricordo che più di 22 mila lavoratori a casa e migliaia di aziende chiuse provengono dal settore della microimpresa, e altre 10 mila dall'altro settore un po' più ampio; e, a proposito di Alcoa, credo che (come lei sa) il decreto che lei citava, rispetto anche all'eventuale accordo di giovedì, permette il risparmio sulle tariffe dell'energia solo per la Sardegna e la Sicilia, e non per il Veneto.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Il conto economico è uno.

ANTONIO DE POLI. Credo che su tale punto si debba dunque compiere uno sforzo per tutelare tutti gli aspetti delle aziende in tutta Italia, tra cui quindi anche quelle del nostro Veneto (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

(Iniziative di competenza del Ministro del lavoro e delle politiche sociali in materia di politica di integrazione dei cittadini extracomunitari - n. 3-00903)

PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Baldelli n. 3-00903 concernente iniziative di competenza del Ministro del lavoro e delle politiche sociali in materia di politica di integrazione dei cittadini extracomunitari (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).
Avverto che in data odierna l'interrogazione è stata sottoscritta dall'onorevole Lorenzin che, d'intesa con l'altro sottoscrittore, ne diviene la prima firmataria.
Avverto anche che per un mero errore materiale lo svolgimento di questa interrogazione ha luogo dopo quella dell'onorevole De Poli, mentre avrebbe dovuto aver luogo prima. Chiedo dunque scusa agli onorevole Baldelli e Lorenzin.
L'onorevole Lorenzin ha quindi facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00903 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

BEATRICE LORENZIN. Signor Presidente, signor Ministro, il Governo Berlusconi fin dalle prime battute di questa legislatura ha posto come priorità dell'azione dell'Esecutivo la gestione dell'annoso e sicuramente drammatico problema dell'immigrazione e delle politiche di integrazione nel nostro Paese. Vi siete e ci siamo tutti articolati su due dimensioni: una è quella della fermezza e di una dura politica di contrasto all'immigrazione clandestina, anche per fermare una sorta di deriva che vi è stata nei Paesi da cui Pag. 18proveniva una forte pressione migratoria (per cui sembrava quasi che nel nostro Paese si potesse entrare senza nessun tipo di dimensionamento); l'altra è quella che si basa invece sulle politiche dell'integrazione, del lavoro, della conoscenza, del rispetto delle regole e dei flussi migratori.

PRESIDENTE. Onorevole Lorenzin, deve concludere.

BEATRICE LORENZIN. A questo proposito la legge n. 94 del 2009 introduce l'accordo di integrazione. Su tale importante questione le chiediamo quali siano i principi cui intende attenersi nel definire le iniziative nell'ambito dei profili di competenza del suo Ministero e quali iniziative intenda adottare in materia di politica di integrazione, essendosi ormai conclusa la fase di regolazione legislativa in materia di sicurezza e contrasto all'immigrazione clandestina.

PRESIDENTE. Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, ha facoltà di rispondere.

MAURIZIO SACCONI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, l'interrogazione della collega Lorenzin ci consente di precisare cosa sia questo accordo di integrazione. Correttamente l'interrogante ha ricordato che è l'articolo 4-bis della recente legge sulla sicurezza n. 94 del 2009 ad aver fatto rinvio ad un regolamento che deve regolare l'accordo di integrazione, ossia questo patto, questo contratto che l'immigrato sottoscrive nel momento in cui chiede il permesso di soggiorno, in modo tale che il percorso descritto nell'ambito del patto si svolga parallelamente alla sua esperienza lavorativa nell'ambito del periodo di permesso.
In che cosa consiste questo patto? In un percorso naturale e non in un percorso ad ostacoli, in un percorso utile non solo a verificare la minima volontà di integrazione ma anche la capacità della persona di accumulare, attraverso i punti, una serie di crediti che la comunità deve essere pronta ad apprezzare.
Insomma, nel cosiddetto patto vi è una componente essenziale e vi è una componente premiale. Qual è la componente essenziale? È possibile chiedere in due o tre anni di imparare ad un livello cosiddetto A2 la lingua italiana? Io provengo dalla più generosa terra di emigrazione e i miei concittadini con la terza elementare (o molto meno) imparavano il tedesco, lingua non meno complessa, nel giro di non molto tempo (volevano infatti integrarsi in terre peraltro molto difficili, come la Svizzera di lingua tedesca).
In secondo luogo, è possibile chiedere, come elemento essenziale, l'iscrizione dei figli in età d'obbligo scolastico ai relativi corsi scolastici? O ancora, è possibile prevedere un corso dai cinque ai dieci giorni di educazione civica (non un esame di diritto pubblico o di diritto costituzionale) per conoscere i principi fondamentali del nostro ordinamento, delle nostre pubbliche amministrazioni e i loro servizi essenziali, come quelli socio-sanitari?
Vi sono poi gli elementi premiali come l'iscrizione al servizio socio-sanitario e la scelta di un medico di base, la presentazione di un contratto di locazione regolare o di un mutuo per l'acquisto della casa, l'iscrizione ad attività di volontariato (la possibilità cioè di far valere il fatto che ci si dedica anche ad attività di volontariato) o ancora il fatto che si siano avviate attività imprenditoriali o che si siano conseguite onorificenze pubbliche.
Tutte queste sono componenti premiali, non essenziali, che si aggiungono, ma che è giusto riconoscere a chi effettivamente acquisisce questi meriti, avendo poi anche un voucher formativo da poter ulteriormente spendere per la propria, ancor maggiore, competenza nel nostro mercato del lavoro. Certo, poi vi sono anche i debiti: quando si violano le regole in termini tali da conseguire condanne penali, questi debiti possono anche dar luogo all'estinzione di quel patto.

PRESIDENTE. L'onorevole Lorenzin ha facoltà di replicare.

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BEATRICE LORENZIN. Signor Ministro, mi ritengo molto soddisfatta, credo che questo accordo di integrazione vada nel senso auspicato da tutti ovvero quello di non fare gli errori commessi in altri Paesi e penso alle esperienze sia di assimilazione, sia di multiculturalismo, che hanno creato e stanno creando problemi in molte parti d'Europa, laddove la pressione immigratoria è stata già sperimentata nei decenni scorsi con conflitti sociali a volte ingestibili.
Dall'altra parte, noi disegniamo un profilo di quella che riteniamo sia un'integrazione idonea alla nostra società e alle nostre comunità, dove l'immigrato non è soltanto qualcuno che viene qui per fare un lavoro, ma è qualcuno che ha la possibilità di diventare cittadino a tutti gli effetti, maturando, prima di tutto, un'appartenenza ad una comunità. Un'appartenenza che si può verificare, non solo con il rispetto delle regole, ma anche con un vero e proprio percorso di formazione, di integrazione, di condivisione dei valori e delle regole di cui si compone una società, che sono qualcosa di più di una serie di articoli scritti su una norma, ma sono, invece, la condivisione di esperienze. Sulle esperienze, sulle buone pratiche, si forma la nostra cultura, la nostra stessa società.
Riteniamo che questo sia un lavoro sicuramente faticoso, ma che ci porterà nei prossimi anni ad evitare e a sconfiggere da una parte i pregiudizi, dall'altra questioni di conflittualità che nessuno di noi vuole vedere sul nostro territorio (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

(Iniziative di competenza del Governo volte a garantire un rapporto ottimale tra il numero dei pediatri e quello dei pazienti - n. 3-00905)

PRESIDENTE. L'onorevole Melchiorre ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00905, concernente iniziative di competenza del Governo volte a garantire un rapporto ottimale tra il numero dei pediatri e quello dei pazienti (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

DANIELA MELCHIORRE. Signor Presidente, signor Ministro, recenti notizie di stampa riportano come, a fronte di un numero sufficiente di medici di famiglia, sul nostro territorio si riscontra, già da alcuni anni, una significativa carenza di medici pediatrici di base o in servizio presso strutture ospedaliere. Questa, purtroppo, non è una nostra opinione, dato che anche l'Autorità antitrust, il 19 novembre 2009, ha indirizzato a lei, Ministro della salute, una segnalazione che invitava a un ripensamento sulle modalità di calcolo del rapporto ottimale per l'individuazione del numero dei pediatri di base attivi in un dato ambito territoriale, rispetto al numero dei bambini effettivamente assistiti dai pediatri di base. Purtroppo, in diverse realtà del nostro Paese, oggi si consente che un pediatra possa assistere un numero di bambini superiore rispetto a quanto previsto a livello nazionale (massimo 800), con il risultato di penalizzare gli assistiti e di ridurre la qualità dei servizi medici prestati.
Chiediamo, pertanto, al Ministro quali iniziative o provvedimenti intenda adottare, al fine di una progressiva riduzione delle disuguaglianze sociali sul nostro territorio nazionale, nei confronti della salute e segnatamente dei pediatri di base, nei confronti dei quali le famiglie italiane ripongono legittimamente la massima fiducia e affidamento.

PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Ferruccio Fazio, ha facoltà di rispondere.

FERRUCCIO FAZIO, Ministro della salute. Signor Presidente, onorevole Melchiorre, innanzitutto, in via preliminare, rappresento che l'organizzazione dell'assistenza pediatrica in virtù del Titolo V della Costituzione è di fatto materia concorrente che rientra, quindi, nelle competenze delle regioni.
Per questo motivo è proprio una struttura costituita dai rappresentanti delle Pag. 20regioni, nominati dalla Conferenza dei presidenti delle regioni, alla quale è demandata la contrattazione della stipula delle convenzioni nazionali con i pediatri di libera scelta. È proprio in quella sede, la Conferenza dei presidenti delle regioni, che viene definito il rapporto ottimale tra pediatri e numero di assistiti.
Ciò premesso, comunque, vorrei precisare che nel 2003 il Ministero della salute in collaborazione con la società italiana di pediatria e con la Fnomceo, vale a dire con gli ordini dei medici, ha effettuato uno studio prospettico ad hoc proprio al fine di conoscere la misura del problema. In questo studio è stato preso in considerazione anche il fabbisogno di specialisti di pediatria rappresentato annualmente dalle regioni. Vorrei sottolineare che questo fabbisogno in pediatria dal 2005-2006 ad oggi è stato di fatto in costante aumento e, ad esempio, è passato da 204 unità dell'anno accademico 2005-2006 a 212 per l'anno accademico in corso. Al momento dell'effettuazione di questo studio, ancorché alquanto datato, ma non abbiamo avuto un significativo aumento della popolazione sul territorio nazionale, il numero ideale di pediatri è stato stimato in 14.842 unità di cui circa 9 mila riferiti ai pediatri di libera scelta e 6 mila a pediatri ospedalieri a fronte dei 14.300 effettivamente impegnati nei due settori. Quindi il fabbisogno è di 14.800 e quelli impegnati sono 14.300.
Da queste valutazioni emergerebbe - sottolineo, emergerebbe - che al momento attuale si registra un sostanziale equilibrio a livello nazionale. Emerge, inoltre, che questa tematica va sottoposta anche ad una programmazione nazionale sottoposta a vincoli sia di natura finanziaria, che sono i contratti finanziari dello Stato, sia di natura strutturale che sono i docenti e i volumi di attività, sia a vincoli di coerenza con le altre specializzazioni.
Tuttavia pur essendo gli interventi consentiti nel rispetto delle competenze regionali in materia, va sottolineato che trattasi di materia concorrente,...

PRESIDENTE. La prego di concludere, Ministro Fazio.

FERRUCCIO FAZIO, Ministro della salute... questo Ministero intende sviluppare iniziative finalizzate ad incoraggiare la mobilità dei medici pediatri a vantaggio delle regioni che hanno maggiori carenze di organico. Infatti questo è il problema. Il Ministero intende sicuramente anche a seguito dell'interrogazione qui presentata prendere in esame la segnalazione dell'Authority e quindi fare ulteriori valutazioni in accordo con i pediatri.
Vorrei anche aggiungere che sta cambiando il quadro della medicina di base e il percorso delle cure primarie e, quindi, in coerenza con le indicazioni fornite dalla programmazione sanitaria regionale, noi stiamo incrementando una definizione nuova dell'assetto organizzativo delle cure primarie e in particolare un processo di aggregazione. Quindi, parliamo di associazionismo di pediatri di libera scelta, medici di medicina generale e specialisti. Nell'ambito di questo, potrà anche trovare una soluzione la problematica correttamente posta dagli onorevoli interroganti.

PRESIDENTE. L'onorevole Melchiorre ha facoltà di replicare.

DANIELA MELCHIORRE. Signor Presidente, ringrazio il Ministro Fazio anche perché noi confidiamo nell'entusiasmo del neoministro nell'affrontare quello che riteniamo un grosso problema soprattutto in alcune regioni come il Piemonte o la Lombardia che non sono certamente le uniche, ma quelle che registrano il tasso più elevato di carenza di assistenza per i bambini. Guardiamo un attimo ai numeri: pensiamo che a Milano si arriva a 1400 bambini serviti da un unico pediatra cioè in sostanza manca un pediatra su tre. Ci sono deficit di assistenza che sicuramente preoccupano e che creano costi aggiuntivi per le stesse famiglie. Pensiamo al cosiddetto doppio prezzo della maternità che un giornale nei giorni scorsi ha evidenziato essere quello sia per le imprese sia per le stesse madri che sono costrette in un caso su quattro a lasciare il lavoro per poter avere un figlio e nello stesso tempo magari anche a non potersi permettere un Pag. 21pediatra privato. È una vera e propria emergenza sociale.
È vero che si tratta di una materia concorrente dello Stato. È anche vero comunque, come lei sa Ministro, che lo stesso piano sanitario nazionale indica che le aree prioritarie di intervento devono essere indicate dalla legislazione nazionale.
Lo stesso articolo 117 della Costituzione prevede proprio che siano rimosse dallo Stato, attraverso lo strumento della legislazione, quelle disuguaglianze sul territorio. Possiamo anche ricordare che le spese comunque non mutano e che si sta verificando che i bambini assistiti dai pediatri sono quelli da 0 ai 6 anni ma che, dopo, la facoltà di far sì che i pediatri se ne occupino passa invece direttamente ai medici di base. Ecco perché l'Antitrust le ha segnalato questo, come lei sa con preoccupazione: vi sono medici che lavorano troppo e medici che non lavorano affatto, il tutto a scapito dei cittadini.
Noi ci auguriamo effettivamente che questo problema pressante per tante famiglie italiane sia effettivamente valutato nella prospettiva di una soluzione concreta e di un aumento effettivo del numero dei pediatri, l'unica soluzione che riteniamo praticabile (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Liberal Democratici-MAIE).

(Intendimenti del Governo circa il proseguimento degli interventi funzionali alla realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione - n. 3-00906)

PRESIDENTE. L'onorevole Esposito ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00906, concernente intendimenti del Governo circa il proseguimento degli interventi funzionali alla realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione, il «famigerato» corridoio 5 (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

STEFANO ESPOSITO. Signor Presidente, speriamo non sia troppo famigerato.
Nella giornata di lunedì il Ministro Scajola, durante l'inaugurazione e l'avvio dei lavori del potenziamento del nodo di Genova, ha dichiarato testualmente che la Torino-Lione è importante; dobbiamo far marciare insieme tutte le opere, ma se dovessimo fare una scelta il terzo valico è fondamentale. Naturalmente questa dichiarazione, peraltro fatta in un momento di grande delicatezza per il percorso della Torino-Lione, come tutti sanno, mette pesantemente in discussione un'opera strategica non solo per il Piemonte ma anche per l'Italia.
Tengo a sottolineare che noi non siamo per scegliere l'opera più importante: riteniamo il terzo valico altrettanto rilevante per il Paese rispetto anche alla Torino-Lione. Vorremmo soltanto sapere dal Governo - visto che già il Ministro Bossi, nelle scorse settimane, si era lasciato andare ad affermazioni che sostanzialmente consideravano Torino come una sorta di provincia di Milano e che quindi non vi fosse bisogno di collegamenti internazionali - qual è la strategia definitiva, se dobbiamo prendere per buone le parole di Scajola e di Bossi a poche settimane l'una dall'altra o se dobbiamo credere al Ministro Matteoli - che naturalmente, pur rispettando la presenza del Ministro Vito, avremmo voluto qui a rispondere - che ci continua a dire che l'opera è strategica ed il Governo è pronto a finanziarla.
Evitiamo di trattare le opere che devono ammodernare questo Paese come se fossero i carri armati di Mussolini: li spostiamo da una parte all'altra e prendiamo in giro i cittadini (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, a me spiace che la realizzazione di grandi opere ed infrastrutture necessarie allo sviluppo ed alla crescita del nostro Paese diventi materia di polemica politica, quasi come Pag. 22se la realizzazione di queste opere non fosse interesse di tutte le forze politiche che hanno a cuore l'interesse del Paese, e ci si richiami ad interpretazioni presunte differenti di membri del Governo, che tra l'altro hanno già precisato il senso proprio delle loro dichiarazioni, sia il Ministro Scajola sia il Ministro Bossi.
Pertanto do la versione ufficiale e collegiale del Governo sulla questione sollevata dall'onorevole Esposito. Con riferimento alla linea ad alta velocità Torino-Lione ed al terzo valico, le due opere non possono prescindere l'una dall'altra, anche perché le potenzialità della Liguria e del Piemonte devono essere entrambe valorizzate per trainare l'intero nord Italia: entrambe le infrastrutture sono incluse nel programma del Governo ed andranno avanti contestualmente.
Come è stato più volte ribadito anche dal Presidente del Consiglio Berlusconi, non esistono priorità differenziate. Le eventuali diversità nelle procedure di avanzamento non implicano alcun intento di preferenza politica tra i due progetti. Le assicuro pertanto, onorevole Esposito, che lo sviluppo delle infrastrutture nel territorio nazionale in connessione ai corridoi europei è al centro dell'attenzione costante del Governo, tant'è che le due opere hanno ricevuto un impulso determinante verso il loro compimento. Mi spiace dover ricordare che era stato proprio il Governo Prodi a rallentare la linea Torino-Lione ed a cancellare del tutto il terzo valico, che è invece un'opera fondamentale per non tagliare fuori il primo porto nazionale dai traffici marittimi e ferroviari.
L'accordo appena stipulato dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti con il presidente della regione Liguria per il nodo di Genova e l'avvio dei lavori per il terzo valico e dei sondaggi per la linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione sono fatti concreti. Tutto ciò è stato fatto coinvolgendo i territori e le popolazioni nel processo di decisione; laddove necessario, sono stati nominati dei commissari straordinari e sono state rese più semplici le procedure.
Il Governo, d'altra parte, sta operando su tutto il territorio nazionale: l'avvio dell'autostrada pedemontana lombarda; la definizione dell'autostrada tirrenica; le nuove linee ferroviarie ad alta velocità che collegano Torino a Salerno, e che raggiungeranno presto Bari e la Sicilia; l'avvio dei lavori per il Ponte sullo stretto di Messina; l'accelerazione dell'ammodernamento dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria.
Tutte queste opere, onorevole Esposito, sono importantissime e strategiche per il Paese, come dicevo all'inizio, e per la loro realizzazione sono stati già attivati investimenti per miliardi di euro. Ci si augura che la realizzazione di queste opere possa trovare il compiacimento di tutto il Parlamento.

PRESIDENTE. L'onorevole Esposito ha facoltà di replicare.

STEFANO ESPOSITO. Signor Presidente, innanzitutto, vorrei ringraziare il Ministro Vito per averci fornito una versione ufficiale, che, ovviamente, si è resa necessaria nella misura in cui due autorevoli esponenti del Governo hanno, invece, pronunciato, in queste settimane, altre affermazioni.
Ministro Vito, la prego solo di tener conto che non si tratta di fantasiose interpretazioni: come lei sa, viviamo nell'epoca di Internet, e le dichiarazioni sia del Ministro Bossi, sia del Ministro Scajola sono facilmente reperibili per tutti i cittadini sui relativi siti. Anche quelle del Ministro Scajola, su cui è riportato, addirittura, il simbolo del circuito interno delle Ferrovie dello Stato. Quindi, navigando in Internet, i cittadini italiani potranno leggere tranquillamente e capire da soli quali sono state le affermazioni del Ministro Scajola.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Anche le precisazioni!

STEFANO ESPOSITO. Io la ringrazio, ulteriormente, per aver fatto queste precisazioni. Per quanto ci riguarda, da sempre, siamo favorevoli e sosteniamo le iniziative Pag. 23relative alla realizzazione delle opere infrastrutturali, per il nord e per il sud di questo Paese.
Signor Ministro, mi permetta di dirle, che lei mi ha richiamato ad una polemica che non era tale, tuttavia, non ha perso occasione per provare a rendere responsabile dei ritardi il Governo Prodi. Quindi, noto che la polemica politica è uno strumento che tende ad essere utilizzato facilmente.
Signor Ministro, la realizzazione dell'opera Torino-Lione, così come quella relativa al terzo valico, non hanno colore politico. Vogliamo conoscere, con certezza - e adesso lo sappiamo, perché quest'oggi lei, davanti ai cittadini che ci seguono, ha dato la versione ufficiale - le risorse necessarie, ma questo è un altro tema.
Essendo un grande conoscitore di questa vicenda, sa che siamo ad un punto in cui le date devono essere rispettate, e l'Osservatorio diretto dall'architetto Virano sta facendo bene questo lavoro. Tuttavia, sappiamo anche che, ad un certo punto, al Governo saranno chieste le risorse necessarie da affiancare a quelle dell'Unione Europea.

PRESIDENTE. La invito a concludere.

STEFANO ESPOSITO. Concludo, signor Presidente. Consideriamo questa giornata molto importante e la invitiamo, signor Ministro - ovviamente, potrà fare ciò che le sarà possibile - a fare in modo che i Ministri di questo Governo non si lascino trascinare dalle campagne elettorali nei rispettivi collegi, raccontando una cosa a Genova e l'altra a Torino.
Oggi, prendiamo atto che il Governo, attraverso di lei, ci ha fornito la versione ufficiale: non possiamo che esserne lieti e siamo pienamente disponibili a sostenere tutte le iniziative per garantire la realizzazione di queste due opere strategiche (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16.

La seduta, sospesa alle 15,45 è ripresa alle 16,05.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Boniver, Jannone, Lombardo, Lucà, Migliori e Mussolini sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Sul calendario dei lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Comunico che, nell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, è stata presa in esame l'organizzazione dei lavori dell'Assemblea nella prossima settimana alla luce dei tempi di approvazione e trasmissione da parte del Senato del disegno di legge di conversione S. 1956.
La discussione sulle linee generali del disegno di legge S. 1956 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 dicembre 2009, n. 195, recante disposizioni urgenti per la cessazione dello stato di emergenza in materia di rifiuti nella regione Campania, per l'avvio della fase post emergenziale nel territorio della regione Abruzzo ed altre disposizioni urgenti relative alla Presidenza del Consiglio dei Ministri ed alla protezione civile (Approvato dal Senato - scadenza: 28 febbraio 2010) (ove concluso dalla Commissione) avrà luogo mercoledì 17 febbraio (antimeridiana) ed il seguito dell'esame, con votazioni, dal pomeriggio della stessa giornata (con eventuale prosecuzione notturna) e giovedì 18 febbraio (antimeridiana e Pag. 24pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna e nella giornata di venerdì 19 febbraio) (con votazioni).
Martedì 16 febbraio (pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) (con votazioni) avrà luogo il seguito dell'esame delle mozioni Leoluca Orlando ed altri n. 1-00327, Casini ed altri n. 1-00056 e Fava ed altri n. 1-00059 concernenti le iniziative volte a favorire il processo di pace nella Repubblica democratica del Congo e a fronteggiare l'emergenza umanitaria in atto, già previsto in calendario, e del disegno di legge n. 3033 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio federale svizzero per la realizzazione del nuovo collegamento ferroviario Mendrisio-Varese, la cui discussione generale avrà luogo lunedì 15 febbraio.
L'organizzazione dei tempi per l'esame della mozione n. 1-00327 e del disegno di legge di ratifica n. 3033 sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.

DARIO FRANCESCHINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori e sulla comunicazione che ha appena fatto sull'esito della Conferenza dei presidenti di gruppo.
Nel corso della suddetta Conferenza dei capigruppo ho chiesto al Governo - e vorrei che ne fosse informata tutta l'Assemblea - di rinunciare a portare alla conversione la prossima settimana il decreto-legge nella parte che riguarda la Protezione civile.
È del tutto evidente che deve esserci una netta distinzione tra le vicende giudiziarie e le scelte politiche, però è altrettanto chiaro che, nel momento in cui si sono avviate delle iniziative giudiziarie nei confronti di alcuni esponenti di rilievo della Protezione civile - alla quale, voglio ripeterlo in modo molto chiaro, va tutta la nostra solidarietà per tutto quel patrimonio di volontari, di impegno e di strutture formidabili che vi lavorano - è assolutamente inopportuno, dopo la giornata di oggi, portare alla conversione un decreto-legge che prevede la totale soppressione, attraverso la formazione della Protezione civile Spa e la privatizzazione di tutte le procedure, di ogni garanzia di pubblicità delle gare e delle aggiudicazioni.
Aggiungo che in quel decreto-legge, all'articolo 3, comma 5, vi è una norma che fa impallidire nella sua sostanza ogni tentativo precedente di lodi, di leggi ad personam o di tentativi di ostacolare il normale svolgimento delle vicende giudiziarie. È un comma molto chiaro, fin troppo chiaro, il comma 5, che dice esattamente questo: «Dalla data di entrata in vigore del presente decreto-legge e fino al 31 gennaio 2011 non possono essere intraprese azioni giudiziarie e arbitrali nei confronti delle strutture commissariali e quelle pendenti sono sospese». È chiaro che siamo di fronte ad un passo successivo. Non solo si sospendono i procedimenti in corso (in questo caso), ma è vietato iniziare azioni giudiziarie.
Penso che a maggior ragione, dopo la giornata di oggi, il Governo dovrebbe avviare urgentemente una seria riflessione e rinunciare a quella parte del decreto-legge o, quanto meno, a questa norma (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Onorevole Franceschini, la sua non è una richiesta perché il tema è stato già posto da lei in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo. Si tratta di una comunicazione e ne prendiamo atto.

FEDERICO PALOMBA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, l'Italia dei Valori si associa totalmente alle considerazioni e alla proposta dell'onorevole Franceschini. Noi stessi da tempo abbiamo denunciato che qualche cosa non andava - e forse molto più di Pag. 25qualche cosa - nella gestione dei lavori de La Maddalena e abbiamo da subito avanzato l'ipotesi, non infondata, che il trasferimento dei lavori del G8 da La Maddalena a L'Aquila non fosse un gesto di generosità, di magnanimità o un gesto solo plateale da parte del Presidente del Consiglio ma, in realtà, nascondesse una difficoltà se non un'impossibilità di concludere i lavori a La Maddalena e di uscire da una situazione contabile quanto meno imbarazzante.
Successivamente, abbiamo presentato anche in questi giorni strumenti di sindacato ispettivo in cui abbiamo chiesto al Governo di venire a riferire subito, ma con cifre alla mano e con conti molto precisi, sulla contabilità relativa ai lavori de La Maddalena rispetto alle risorse - e ci è già stato detto dal Ministero dell'economia e delle finanze che non esistono - per concludere i lavori.
Abbiamo anche preannunciato la predisposizione di un ricorso alla magistratura contabile, ma ora siamo superati dagli eventi. Adesso vi è la magistratura ordinaria che si sta occupando di questa faccenda in maniera molto seria e molto severa.
Noi siamo garantisti, perciò attendiamo il responso della magistratura. Tuttavia, contestualmente speriamo che nessuno ci venga a dire che si tratta di un complotto, perché qualche cosa, anzi molte cose, «cospirano per far ritenere che sia necessaria una severa verifica su come sono andate le cose a La Maddalena, dove la conclusione dei lavori era affidata al dipartimento della protezione civile.
Pertanto, riteniamo che sia quanto meno un atteggiamento di doverosa prudenza da parte del Governo non insistere a venire in Aula per l'approvazione di un provvedimento, il decreto-legge sulla cosiddetta «Bertolaso Spa».
Ci sia consentito dubitare fortemente, se non esprimere una valutazione aprioristicamente negativa, su questa soluzione, che andrebbe ad aggravare le perplessità che abbiamo sempre nutrito e su cui il Governo non ci ha ancora rassicurato (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

ANGELO COMPAGNON. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, anche il gruppo dell'Unione di Centro sostiene questa perplessità che è emersa rispetto a un decreto-legge estremamente delicato.
Non entro nel merito dei fatti del giorno, né tanto meno nel lavoro della magistratura. Ma per quanto attiene ai lavori della nostra Assemblea, faccio notare che la tempistica è molto stretta per la scadenza di questo decreto-legge e mi sembra che sia indispensabile una prudenza più che mai necessaria nell'affrontare questo provvedimento la prossima settimana.
Esso deve ancora arrivare dal Senato, scade il 28 febbraio prossimo, deve fare il suo iter in Commissione e contiene alcuni articoli che non sto a rileggere - e che il presidente Franceschini ha già letto - che indubbiamente richiedono, come dicevo prima, molta attenzione e molta prudenza.
Pertanto, anche da parte nostra vale l'invito al Governo, prima che sia troppo tardi e anche alla luce di un clima che non è dei migliori per poterlo affrontare in modo sereno, a valutare la possibilità, appunto, di trattare in maniera diversa rispetto a quanto prospettato inizialmente, sia in termini di contenuto, sia di tempistica, questo provvedimento.

Si riprende la discussione (ore 16,15).

(Esame degli articoli - A.C. 2260-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge, nel testo della Commissione. Pag. 26
Avverto che le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, che sono in distribuzione (Vedi l'allegato A - A.C. 2260-A).
In particolare, la Commissione bilancio, oltre a confermare i pareri espressi in data 11 e 12 novembre 2009 sugli emendamenti, ha altresì rilevato la necessità di esaminare nuovamente il testo del provvedimento, in seguito all'intervenuta approvazione della legge finanziaria e della legge di bilancio per il 2010.
A tale proposito, con riferimento al testo, il parere reca alcune condizioni volte a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione. Tali condizioni saranno pertanto poste in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
Sempre al fine di garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, la Commissione bilancio ha altresì formulato talune condizioni su singole proposte emendative, al fine di recepire le quali la Commissione agricoltura ha presentato i subemendamenti 0.1.0600.600 e 0.7-undecies.0602.600.
Avverto inoltre che la Commissione ha presentato gli emendamenti 2.602, 7-quater.600 e 7-undecies.600 (Nuova formulazione), nonché gli articoli aggiuntivi 1.0600 e 7-undecies.0602, che sono in distribuzione. La Commissione ha inoltre ritirato gli articoli aggiuntivi 3-ter.0601, 7.0602, 7.0601 e 7-undecies.0600.
Avverto infine che la Commissione ha dapprima presentato, e successivamente ritirato, l'articolo aggiuntivo 7-undecies.0603, che è comunque in distribuzione.

(Esame dell'articolo 1 - A.C. 2260-A)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A - A.C. 2260-A).
Prendo atto che l'onorevole Dima, che aveva chiesto di parlare, vi ha rinunziato.
Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative l'onorevole Callegari. Ne ha facoltà.

CORRADO CALLEGARI. Signor Presidente, colleghi, una corretta valutazione sul significato del complesso degli emendamenti non può prescindere da una breve ricostruzione del complesso iter vissuto dal presente provvedimento. I colleghi che si occupano di agricoltura ricorderanno, infatti, che la versione originaria del presente progetto di legge, licenziata già nel marzo 2009 dal Consiglio dei Ministri, avrebbe dovuto probabilmente rappresentare il complemento delle disposizioni approvate nell'ambito della legge finanziaria per il 2009.
Il ritardo con cui il progetto giunse all'esame del Parlamento ha fatto sì che lo stesso si trovasse ad essere esaminato dalla XIII Commissione nel corso della sessione di bilancio per l'approvazione della legge finanziaria per il 2010.
Tale concomitanza, vista anche la scarsità di contenuti agricoli che fino all'ultimo passaggio in Senato stava caratterizzando la legge finanziaria, ha contribuito a concentrare l'attenzione sul presente provvedimento, sul quale si riversarono tutte le proposte che non sembravano trovare accoglimento nella stessa legge finanziaria.
Accade così che il provvedimento, a seguito dei numerosi emendamenti approvati nel corso del dibattito in XIII Commissione, è stato sovraccaricato di norme di spesa, dal finanziamento del fondo di solidarietà alle agevolazioni contributive che, tra le altre cose, presentavano seri e non superabili problemi di copertura finanziaria.
A seguito di ciò, nel novembre scorso quando il provvedimento era già all'esame dell'Assemblea e si era conclusa la discussione sulle linee generali, il Governo ritenne giustamente di non affrontarne l'esame, anche perché - grazie alla sopravvenuta disponibilità di risorse derivanti dal cosiddetto «scudo fiscale» - si era concretizzata la possibilità di fornire le risposte alle istanze del mondo agricolo all'interno della legge finanziaria il cui testo stava per essere approvato dal Senato Pag. 27e che, in effetti, introdusse tutte le norme finanziarie di interesse per il settore.
Ne discende che il testo A, che era stato riproposto all'attenzione dell'Assemblea per la definitiva approvazione, necessitava di essere significativamente rivisitato al fine sia di sgravarlo delle norme di spesa che hanno trovato più idoneo accoglimento nella legge finanziaria, sia di recuperare una sua originaria collocazione di provvedimento specifico di settore più chiaramente finalizzato al conseguimento degli obiettivi di rafforzamento della competitività del settore agroalimentare, così come indicato dal titolo del provvedimento medesimo. Ciò evidenziato, si ritiene che il complesso degli emendamenti valutati positivamente dalla XIII Commissione (Agricoltura) risponda pienamente all'esigenza ora rappresentata (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zucchi. Ne ha facoltà.

ANGELO ZUCCHI. Signor Presidente, noi ci siamo avvicinati a questo provvedimento con uno spirito costruttivo e lo abbiamo fatto fin da quando due mesi fa ci siamo trovati ad affrontarlo. Si tratta di un provvedimento, come qualcuno ha ricordato, che tratta del rafforzamento della competitività nel settore agroalimentare. Mai provvedimento fu più attuale: viviamo in un momento nel quale l'agricoltura si trova a verificare una diminuzione del reddito degli agricoltori del 25 per cento, mentre in tutta Europa esso è diminuito di 12 punti. In quest'anno hanno chiuso 30 mila imprese agricole. Parlare di rafforzamento e di competitività del settore agroalimentare significa occuparsi di alcune norme, iniziative e provvedimenti strutturali per l'agricoltura.
Noi lo abbiamo fatto con questo spirito e anche in questa circostanza. Non è vero che lo abbiamo sovraccaricato di provvedimenti e di spese amministrative per sopperire alle carenze della legge finanziaria. Abbiamo inteso mettere all'interno di questo provvedimento quelle disposizioni che, in un qualche modo, potevano sopperire alle carenze nei confronti dell'intero settore agricolo. Pertanto, abbiamo avanzato una serie di provvedimenti che cercavano di porre riparo alle tante mancanze e che ci venivano chiesti dal settore nel suo insieme.
Faccio solo qualche esempio. Abbiamo presentato emendamenti sulla piccola proprietà contadina. È un modo di agevolare l'acquisto di terreni in un settore, quello agricolo, particolarmente frammentato, che ha bisogno di migliorare il rapporto medio di ettari per imprenditore; si tratta di una norma che è lì dal 1958 e che da quella data viene prorogata tutti gli anni. Quando una norma viene prorogata tutti gli anni per cinquant'anni noi pensiamo si possa considerare strutturale e non comprendiamo per quale ragione - di colpo e senza neanche discutere e avanzare una proposta e un'idea - questo provvedimento viene cancellato.
Abbiamo avanzato un provvedimento per le agevolazioni contributive nelle aree svantaggiate che è fermo, nella sua possibilità di avere agevolazioni, al 31 luglio 2010, credendo che - se si vuole fare impresa - bisogna anche dare alle imprese qualche garanzia sulla conoscenza di quanto può incidere il costo del lavoro e qualche garanzia che vada al di là delle proroghe semestrali o trimestrali.
Sarebbe utile che questo provvedimento trovasse una stabilizzazione o comunque almeno una programmazione annuale.
Abbiamo presentato emendamenti per agevolare e ridurre l'accisa sul gasolio per le coltivazioni floro-vivaistiche sottoserra che ci viene richiesto, anche perché questo è un tema attuale che incide sui costi di produzione i quali non consentono ai nostri imprenditori di reggere alla crisi economica. Abbiamo presentato emendamenti per il fondo bieticolo-saccarifero che è stato negoziato in ambito europeo e che doveva accompagnare quel che rimane della produzione di zucchero nel nostro Paese; doveva farlo dal 2008 fino al 2012, per cinque anni; è stato fatto nei primi due anni dall'allora Governo Prodi, ma ora Pag. 28scompaiono queste due annualità e c'è tutto il settore bieticolo-saccarifero che è in rivolta; ci sembra ragionevole utilizzare questo disegno di legge per inserire questa risposta.
Abbiamo presentato emendamenti per costituire un fondo di rotazione per agevolare l'esposizione finanziaria delle imprese agricole con le banche e con il mondo del credito, visto che i tanti disegni di legge e decreti-legge che si sono occupati di crisi negli scorsi mesi non si sono mai occupati dell'agricoltura. Abbiamo presentato emendamenti che si occupano del credito d'imposta per gli investimenti nei macchinari agricoli. Insomma, abbiamo cercato di occuparci della competitività del settore; lo abbiamo fatto in un disegno di legge che diceva di volersi occupare della competitività del settore. Penso che da questo punto di vista siamo stati coerenti.
Ma cosa è successo, Presidente, ed è la seconda volta che accade. Credo che si debba una spiegazione ai colleghi che da molte ore attendevano che la Commissione agricoltura venisse in Aula con questo provvedimento. Non vogliamo dire che siamo più capaci di altri nella conduzione dei disegni di legge, in modo che possano arrivare puntuali in Aula per discuterne, ma il problema vero è che, come è già accaduto nella finanziaria (ma anche qualche mese fa con questo disegno di legge), quando bisogna passare dalle enunciazioni ai provvedimenti, in qualche modo quindi rendendo credibili e concrete le enunciazioni che si fanno, si scopre che le risorse non ci sono e si scopre che all'interno della maggioranza, fra maggioranza e Governo, non c'è quasi mai neanche un'unica linea di intenti. Questa difficoltà che si registra tra la maggioranza e il Governo, tra il Governo e la sua maggioranza, determina anche questi ritardi di cui francamente non siamo responsabili. Noi siamo pronti adesso, e lo eravamo anche tre mesi fa, a discutere tutti i nostri emendamenti e anche a discutere complessivamente della nostra idea di agricoltura.
Cosa è successo? Si va in Commissione bilancio che cassa il 70 per cento degli emendamenti che indicavano una copertura e cassa anche le coperture. In proposito francamente chiederei dei chiarimenti, perché c'erano due emendamenti: il primo concernente la riduzione dell'accisa sul gasolio per i florovivaisti, l'altro con una parte del fondo bieticolo-saccarifero. Essi trovavano copertura andando a prendere le risorse nel fondo della meccanizzazione agricola; quindi risorse del Ministero dell'agricoltura che il Ministero mette a disposizione per questi due emendamenti che vengono cassati dalla Commissione bilancio appellandosi all'articolo 81 della Costituzione. La stessa cosa ha fatto anche con l'emendamento che chiede di prorogare i termini per istituire una commissione di indagine sui debiti delle aziende agricole sarde, termini che scadevano nel luglio 2009 e che si chiede di prorogare; ma anche questa proposta viene cassata appellandosi all'articolo 81. Oggettivamente c'è qualche cosa che non quadra.
Che cosa restituisce alla fine questo lavoro? C'era un parere favorevole della Commissione agricoltura all'unanimità, un parere favorevole del Ministro dell'agricoltura; si va in Commissione bilancio e la maggioranza cassa tutti i nostri emendamenti e le nostre proposte. Cosa ci viene restituito? Ci viene restituito un provvedimento che con la competitività in ambito agricolo c'entra proprio poco, perché quello che rimane è una parte molto modesta sull'etichettatura che arriva dal Senato.
Al provvedimento sull'etichettatura al Senato avevamo contribuito, lo avevamo anche votato ed era passato all'unanimità, ma qui alla Camera il provvedimento sull'etichettatura perde la propria struttura e la propria sostanza. In realtà, quel provvedimento rimanda a decreti attuativi del Ministro, dando al Ministro stesso un'eccessiva discrezionalità nella scelta non solo dei prodotti da etichettare, ma addirittura delle filiere da etichettare. Quindi, ciò che rimane è un disegno di legge sull'etichettatura svuotato anche dei Pag. 29contenuti dell'etichettatura stessa. Francamente, Presidente, oggi dovremmo parlare di ciò. I fatti sono andati in questo modo, noi staremo in Aula e ci prenderemo tutto il tempo necessario e di cui possiamo disporre per esprimere anche, emendamento per emendamento, le nostre ragioni. Deve uscire, infatti, un'idea di agricoltura che non vediamo, invece, nelle iniziative né del Governo, né della maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, vorrei dire: more solito, perché ormai, come in molti altri provvedimenti, arriviamo al momento della considerazione di tipo finanziario dopo che le Commissioni hanno ragionato e lavorato anche in modo trasversale con l'accoglimento da parte del Governo - e quindi del Ministro Zaia qui presente - di determinati interventi. Successivamente, qualcuno all'interno del Governo dice: «stop, non se ne fa nulla». Ministro, rispetto alle attese su questo disegno di legge, credo che questo debba essere considerato anche un suo fallimento personale. Il risultato, infatti, che si porta a casa da questo provvedimento rispetto alle attese è veramente un qualcosa di «bagatellare». Il provvedimento è diventato assolutamente vuoto e non soddisfa le richieste degli agricoltori: non c'è nessun incentivo per l'imprenditoria giovanile; nessuna risorsa per il fondo rotativo per le imprese agricole; non è stata accolta la proroga al 31 dicembre per gli sgravi contributivi delle imprese situate in aree di difficoltà e montane; nessun incentivo per favorire l'agricoltura biologica; nulla per il settore bieticolo e saccarifero che, come è noto, è in forte sofferenza e per il quale occorrono rapidamente 86 milioni di euro; non c'è nulla per il biometano, una delle maggiori frontiere delle agroenergie; non c'è nulla per incrementare il fondo di solidarietà nazionale. Ci troviamo di fronte ad un provvedimento che praticamente potremmo definire come una sorta di aria fritta perché non ci sono risorse. Allora, signor Ministro, lei deve concordare e trattare sulle risorse prima di presentare provvedimenti di legge. Noi svolgiamo un grande lavoro insieme a tutti i componenti delle Commissioni, ma poi arriva il Ministro Tremonti e le fa un gesto tipo: «marameo». Il risultato è che otteniamo dei provvedimenti assolutamente privi di significato, che non affrontano minimamente e non risolvono i problemi del mondo agricolo; e ciò accade dopo che lei aveva espresso parere favorevole su tutti gli emendamenti. Quindi, invece di rafforzare la competitività del settore agricolo, non rafforza assolutamente nulla e va ad indebolire le imprese. Di conseguenza, signor Ministro, mi chiedo cosa andiamo a votare. Questo è successo, purtroppo, anche per molti altri provvedimenti e non solo in campo agricolo. Allora, che il Governo si mettesse d'accordo e stabilisse una volte per tutte qual è lo spazio di agibilità delle Commissioni e dei Ministri in termini di provvedimenti legislativi. Presentate le proposte di legge quando sapete anche a quali coperture attingere (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Libè. Ne ha facoltà.

MAURO LIBÈ. Signor Presidente, ringrazio il signor Ministro in quanto capisco la sua posizione molto difficile in questo momento.
Si trova a dover difendere un altro provvedimento dal nome pomposo, che parla di competitività, ma le chiedo di andare dagli agricoltori della sua regione a chiedere dove sta la competitività. Lei - sono sicuro - in assoluta buona fede, voleva magari anche riempire di contenuti questo provvedimento, e riempire di contenuti un provvedimento vuole dire mettere a disposizione le risorse necessarie per dare esecutività a quello che si vuole fare.
Ebbene, in tutti i punti di questo provvedimento si trova una smentita alle promesse fatte: restano le parole, ma mancano Pag. 30i soldi, i dobloni, come si dovrebbe dire; mancano dal primo articolo all'ultimo, mancano sugli impegni forti presi, per esempio, con il settore bieticolo.
Sono impegni che vengono da lontano e che dovevano essere mantenuti ancora per i prossimi due anni, che hanno trovato impegni formali anche da parte sua, ma che, alla fine, hanno trovato lo stop da parte di qualcun altro, come è già stato detto, all'interno del Governo.
Guardate bene, capisco il ruolo di un Ministro che deve tenere stretti i cordoni della borsa; capisco meno quando questo tenere stretto i cordoni della borsa viene fatto senza discernimento. Si parla del Ponte sullo Stretto e non si guarda alla difesa del territorio e dell'agricoltura, che ha una funzione sicuramente nella competitività del Paese, ma ha una grande funzione anche per la difesa del territorio.
Parlavo, per esempio, di questi soldi che sono stati prima promessi e poi, a mezza bocca, si è detto che non c'erano tutti; si è arrivati a parlare di almeno 27 milioni e oggi ci troviamo con due provvedimenti, uno al Senato e uno alla Camera, in contemporanea, e tutti e due dicono «no» alle promesse del Ministro.
Chiedo ai parlamentari della maggioranza, che si sono rivolti agli agricoltori delle loro zone, signor Ministro, delle nostre zone, del Veneto, dell'Emilia Romagna, di gran parte del nord, di tornare da quegli agricoltori a dire che si erano sbagliati.
Voglio vedere, amici della Lega, cosa racconterete, dato che avete fatto assemblee insieme a me, agli elettori di quelle zone. Dopo due giorni che avete detto che questi fondi ci saranno, cosa andrete a raccontare oggi, quando di quei fondi non ci sono 90 milioni, non ci sono 43 milioni, ma non vi sono nemmeno 27 milioni o 500 mila euro? Non c'è nemmeno un euro, questa la realtà! Dovete spiegarlo in campagna elettorale, perché il rischio è che queste discussioni spesso restano all'interno di queste Aule, ma sull'agricoltura è più difficile: gli agricoltori sono molto attenti e ce lo hanno dimostrato in tutto questo tempo.
Stessa storia vale per il fondo di solidarietà: sembrano un po' le truppe di qualcheduno che, in tempi meno recenti, le faceva viaggiare a seconda delle zone dove servivano. Sono quei soldi che, anche qui, vengono promessi e non vi sono mai.
Quando noi, con degli emendamenti - almeno noi facciamo questo - chiediamo di integrare quei fondi, per dare non una possibilità di competitività, come scrivete voi, alla nostra agricoltura, ma almeno una possibilità di sopravvivenza, voi continuate a bocciarli.
Questo fondo di solidarietà sembra una favola: continua a girare e ormai abbiamo strascichi di anni e anni; continuano ad esserci le promesse, ma non vi sono le soluzioni, non vi sono le risorse, come dicevamo prima.
Signor Ministro, la sua buona volontà vale zero e in politica la volontà conta, ma contano ancora di più i risultati, perché, in un momento di crisi, la gente ha bisogno di risorse per poter dar da mangiare ai propri figli.
Anzi, il settore agricolo ha bisogno di risorse per poter piantare, seminare e investire su quello che gli tornerà più avanti; dunque, deve mettere dei soldi per avere un ritorno, certe volte non sicuro, visto che non avete coperto nemmeno il fondo di solidarietà, non fra un mese o due mesi, ma anche fra 6, 7 o 8 mesi.
E voi queste garanzie non le date a nessuno! Mi sembra un po' la storia del nucleare, in cui lei dice che qui il nucleare va bene, mentre nella sua regione non va bene: vedremo dove andrà bene, perché prima o poi le responsabilità bisognerà anche assumersele.
Ma vi è tutta un'altra serie di punti: per esempio la questione dell'articolo 1 sui contratti di filiera per le aree sottoutilizzate. Le diciamo che non siamo d'accordo con lei, con l'ampliamento dei contratti di filiera a tutto il territorio nazionale. E un'altra cosa dev'essere chiara: non si può ampliare un provvedimento di questo tipo mantenendo gli stessi fondi di quando tale sostegno serviva ad un'area limitata del territorio nazionale, altrimenti si tratta di un'ulteriore operazione di propaganda, e Pag. 31sa benissimo che di ritorno pratico per gli agricoltori ce ne sarà ancora meno di prima; perché non concentrare l'utilizzo delle risorse, anzi disperderle sempre di più, porta al loro spreco assoluto.
Non avete accettato i nostri emendamenti, per prevedere risorse a favore delle imprese femminili e delle imprese dei giovani; non avete accettato una proposta che ci sembra di buonsenso, visto che si parla sempre di aiutare la FIAT sulle autovetture: il credito d'imposta per i macchinari agricoli. Il parco mezzi dei macchinari agricoli delle nostre aziende è sempre più vecchio; siamo in un momento di crisi, non ci sono risorse per poterlo cambiare e rinnovare: con un'iniziativa di questo genere si potevano salvare, come si suol dire, capre e cavoli, nel senso che avremmo aiutato l'agricoltura ad investire, ma avremmo aiutato anche l'industria a produrre e a vendere mezzi agricoli nuovi, dando dunque un notevole impulso anche all'indotto in questo settore.
Sono dunque tanti i temi, e mi riservo di intervenire di nuovo nel seguito della discussione sugli emendamenti presentati; però, signor Ministro, l'avvio è sicuramente un brutto avvio, anche con l'agricoltura, che è una risorsa primaria. E la politica su ciò deve fare autocritica, perché ha creduto negli anni passati, tutta la politica, che si sarebbe potuto fare a meno dell'agricoltura in Italia: potevano produrre altri Paesi, Paesi del Terzo mondo; oggi ci accorgiamo che abbiamo bisogno della nostra agricoltura. Noi vogliamo rispondere coi fatti, voi continuate a rispondere con le chiacchiere (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gottardo. Ne ha facoltà.

ISIDORO GOTTARDO. Signor Presidente, colleghi, il provvedimento in esame è nato come «Disposizioni per il rafforzamento della competitività del settore agroalimentare», e questa era la finalità del provvedimento. È giunto in Aula, come tutti ricorderanno, ed ha avuto un tragitto «rafforzato», prima della legge finanziaria, alla luce di problemi che erano aperti, problemi che dovevano trovare una soluzione: cito il Fondo di solidarietà nazionale in agricoltura o la proroga degli aiuti alle aree svantaggiate. Cito questi due esempi, quelli principali, per dire che vi erano dei problemi nel settore dell'agricoltura che avevano necessità di risposte urgenti, perché da tempo si cercava una soluzione di copertura finanziaria.
L'esame del provvedimento è stato sospeso in Aula e opportunamente rimesso alla valutazione della Commissione in attesa di conoscere i contenuti della legge finanziaria, che era in quel momento al Senato. Oggi il provvedimento ritorna, prendendo atto innanzitutto che nella legge finanziaria a quei problemi sono state date importanti risposte.
Certo si può riflettere o criticare o ragionare sulla dimensione di quella risposta, sull'entità dei fondi messi a bilancio, ma è un dato acquisito che quegli argomenti escono da questo provvedimento perché hanno trovato risposta nella legge finanziaria. Discutere, come si tende a fare, ancora di quelle questioni è inopportuno e improprio perché il provvedimento nasce con una sua vocazione e una finalità importantissima e a questa noi oggi ci atteniamo. Ci atteniamo soprattutto prendendo atto che alcuni problemi, lo ripeto, sono stati risolti. Vi sono state critiche complessive rispetto ai problemi dell'agricoltura, non vi sono sufficienti aiuti. A me pare che la filosofia del Governo - e non ne vedo altre, obiettivamente - sia quella di partire dalla consapevolezza che l'agricoltura oggi, il ricambio generazionale di cui si è parlato si risolvono riorganizzando l'agricoltura dal punto di vista strutturale e facendo in modo che anche dentro la crisi possa risolvere i suoi problemi e partendo da due capisaldi fondamentali. Da un lato, la necessità di assicurare al produttore quel reddito che gli consente oggi di mantenere in vita la propria azienda e, dall'altro, al consumatore, molto spesso bersagliato da rendite parassitarie dell'agroalimentare, di poter avere un prodotto che abbia i requisiti Pag. 32della trasparenza e della economicità rispetto a ciò che gli viene offerto.
Noi confidiamo nel consumatore, cioè sul fatto che l'intelligenza e la volontà del consumatore di conoscere cosa gli viene offerto e, quindi, di giudicare la giustezza del prezzo rispetto a ciò che viene offerto è un alleato fondamentale del produttore e aiuta la ricostruzione di un'agricoltura basata sulla qualità e sulla trasparenza.
Rispetto ai fondi, credo che troppo spesso qui ci si dimentichi dei fondi europei, del piano di sviluppo rurale, del fatto che le regioni hanno in mano miliardi di risorse e che quelle risorse sono e devono essere finalizzate a risolvere i problemi strutturali della nostra agricoltura. Quindi, bene ha fatto il Governo a negoziare innanzitutto con l'Unione europea importanti provvedimenti come quello del made in Italy. Teniamo conto del fatto che oggi possiamo parlare del made in Italy, della ricostruzione della filiera, dell'etichettatura, della trasparenza al consumatore perché questo Governo ha concluso con la Commissione europea un negoziato che ha dato allo Stato italiano la possibilità di regolamentare queste materie e da queste partiamo nella consapevolezza che oggi il made in Italy ha i requisiti al suo interno per valorizzare il nostro prodotto agricolo. Certo abbiamo spesso, lo abbiamo visto in Commissione, il problema dell'interesse del produttore che non sempre corrisponde a quello dell'industria agroalimentare e la scelta che abbiamo fatto con questo provvedimento è di tutelare il produttore, pur nella consapevolezza che lo sviluppo dell'industria agroalimentare è fondamentale per l'economia di questo Paese.

PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

VIVIANA BECCALOSSI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.600. La Commissione esprime parere contrario sugli articoli aggiuntivi Ruvolo 1.04 (Nuova formulazione), Cuomo 1.040 (Nuova formulazione), Ruvolo 1.041 (Nuova formulazione), Marco Carra 1.044 (Nuova formulazione), Ruvolo 1.045 (Nuova formulazione).
La Commissione esprime inoltre parere contrario sugli identici articoli aggiuntivi Brandolini 1.042 (Nuova formulazione) e Ruvolo 1.043 (Nuova formulazione), nonché sugli articoli aggiuntivi Sani 1.046 (Nuova formulazione), Ruvolo 1.047 (Nuova formulazione), Cicu 1.048 e Fiorio 1.049.

PRESIDENTE. Onorevole relatore, deve esprimere il parere anche sul subemendamento 0.1.0600.600 della Commissione e sull'articolo aggiuntivo 1.0600 della Commissione.

VIVIANA BECCALOSSI, Relatore. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo subemendamento 0.1.0600.600 e del suo articolo aggiuntivo 1.0600, comunque non potranno essere posti in votazione nella seduta odierna, ai sensi del Regolamento.

PRESIDENTE. In ogni caso abbiamo bisogno del parere. Il Governo?

LUCA ZAIA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.600 della Commissione. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, intervengo solo per preannunziare il nostro voto favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti. Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico. Pag. 33
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.600 della Commissione, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Giammanco, Vico, De Micheli, Martinelli, Iapicca, Lamorte, Angelucci... onorevole Sposetti, lei però era in ritardo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 471
Maggioranza 236
Hanno votato
471).

Prendo atto che i deputati Lusetti e Golfo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare. Passiamo alla votazione dell'articolo 1. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brandolini. Ne ha facoltà.

SANDRO BRANDOLINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, in tutta questa legislatura abbiamo sostenuto l'esigenza di estendere i contratti di filiera e di distretto a tutto il territorio nazionale e quindi è logico ed evidente che siamo d'accordo su questo articolo. Però siccome lei è uomo di agricoltura, signor Ministro, sa bene che le nozze con i fichi secchi non si possono fare, e quindi estendere i contratti a livello nazionale senza stanziare un euro - anzi dopo che negli anni scorsi le risorse sono state tagliate con le operazioni di riduzione della spesa pubblica - significa di fatto avere uno strumento essenziale per l'agricoltura che però non potrà essere utilizzato, in quanto mancano le risorse.
Gli accordi di filiera sono fondamentali soprattutto in un momento di crisi come quello attuale, in cui a pagare le conseguenze sono in primo luogo i produttori agricoli, che si vedono remunerare la materia prima - quella, appunto, da loro prodotta - ad un importo inferiore ai costi di produzione.
Solo attraverso delle intese di filiere di distretto è possibile assicurare ai produttori una giusta remunerazione della materia prima ovvero del loro lavoro e del loro prodotto. Per fare questo, indubbiamente, ci vogliono le risorse che mettano in condizione la filiera di realizzare questa intesa, quindi di promuovere i nostri prodotti e di dare la giusta remunerazione ai produttori. Quindi, non possiamo che votare a favore dell'emendamento dell'articolo 1, ma purtroppo è facile dire fin da ora che questo strumento fondamentale dell'agricoltura per poter trovare lo spazio di cui ha bisogno per essere sviluppato richiede quelle risorse che mancano in questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Simeoni, Giammanco, Golfo, De Micheli, Pizzolante...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 478
Maggioranza 240
Hanno votato
478).

Prendo atto che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Ruvolo 1.04 (Nuova formulazione).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, il gruppo dell'Italia dei Valori sottoscriverà Pag. 34questo articolo aggiuntivo proprio perché lo riteniamo utile allo sviluppo dell'imprenditoria giovanile. È da sottolineare che vi è bisogno che i giovani si avvicinino al settore della pesca e nell'articolo aggiuntivo successivo si chiede proprio di destinare il 30 per cento delle risorse al settore della pesca per offrire diverse opportunità di lavoro ai giovani. È un nuovo modo di dedicarsi a questo settore, che deve prevedere l'uso delle tecniche più moderne, avanzate, di sistemi informatici. Soprattutto, è un modo per avvicinare i giovani che hanno maggiore passione e che hanno una professionalità comunque moderna. Per quanto riguarda il settore della pesca costiera è fondamentale coinvolgere i giovani per incentivare quello che deve essere il ricambio generazionale. Per questo voteremo a favore di questo articolo aggiuntivo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Cenni, che aveva chiesto di parlare per dichiarazione di voto, vi rinunzia.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Ruvolo 1.04 (Nuova formulazione), non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Colaninno, Cenni, Lo Monte, Sardelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori - Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 479
Maggioranza 240
Hanno votato
244
Hanno votato
no 235).

Prendo atto che il deputato Stucchi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e che il deputato Barbareschi ha segnalato che non è riuscito a votare.

PAOLO RUSSO, Presidente della XIII Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO, Presidente della XIII Commissione. Signor Presidente, alla luce del voto dell'Assemblea credo sia utile ritornare in Commissione per valutare appunto gli effetti della votazione testé espressa (Commenti).

PRESIDENTE. Onorevole Paolo Russo, lei sta chiedendo una sospensione dei lavori per riunire il Comitato dei nove o sta chiedendo di rinviare il provvedimento in Commissione?

PAOLO RUSSO, Presidente della XIII Commissione. Sto chiedendo di rinviare il provvedimento in Commissione (Commenti).

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, siccome immagino che ai termini del Regolamento lei porrà in votazione la proposta del presidente della XIII Commissione, le annuncio preventivamente che il mio gruppo è contrario al rinvio in Commissione del provvedimento, in quanto, proprio alla luce della votazione appena effettuata, noi siamo convinti che sia molto utile procedere con l'esame del provvedimento. Spero che su questo concordino anche le altre opposizioni e, per quanto ci riguarda, il mio intervento rappresenta già la dichiarazione di voto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ANGELO COMPAGNON. Chiedo di parlare.

Pag. 35

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, stamattina avevamo chiesto di riprendere l'esame del provvedimento alle ore 16, in distonia rispetto al resto dell'opposizione, però in questo momento chiedere di tornare in Commissione dopo un voto chiaro come questo a fronte del contenuto appunto del provvedimento in esame mi pare veramente strano. Pertanto noi siamo contrari al rinvio dello stesso in Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. A questo punto devo chiedere se vi sia un intervento a favore considerato che contro ci sono già stati, quindi chiedo se vi sia un intervento a favore del rinvio in Commissione. Chi si offre di parlare a favore del rinvio in Commissione?

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, credo che nella concitazione del momento ci sia stato un fraintendimento. È prassi, quando viene approvata una proposta emendativa sulla quale la Commissione e il Governo hanno espresso parere negativo, che il Comitato dei nove si riunisca per valutare le conseguenze che si hanno sul provvedimento. Credo che più che una richiesta di rinvio in Commissione, che tecnicamente obbligherebbe la Presidenza a porla in votazione e ad aprire sulla questione un dibattito con un intervento a favore e uno contro, sarebbe più opportuna dal punto di vista tecnico - se il relatore lo chiedesse - una sospensione, intanto per valutare le conseguenze dell'approvazione dell'articolo aggiuntivo testé votato dall'Assemblea sul testo del provvedimento. Eventualmente sarebbe opportuno aggiornarci, ascoltando poi dal relatore le conclusioni della riunione del Comitato dei nove.
Ritengo che questo sia il percorso certamente più lineare dei lavori, visto che è prassi che la sospensione sia richiesta o dalla Commissione o dal relatore. Avendo chiesto la parola il relatore per intervenire, forse quest'ultimo ha precedenza rispetto al dibattito (da farsi con un intervento contro e uno a favore) sull'eventuale richiesta di rinvio in Commissione.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Baldelli. Le considerazioni che lei ha fatto sono piene di buon senso ed erano sovvenute anche a me. Tuttavia ho chiesto esplicitamente al presidente della Commissione se intendeva chiedere il rinvio al Comitato dei nove o il rinvio in Commissione. Il presidente della Commissione ha chiarito che intendeva il rinvio in Commissione. A questo punto tutto quello che posso fare è ridare la parola al presidente della Commissione (Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Unione di Centro) se lo chiede.

PAOLO RUSSO, Presidente della XIII Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO, Presidente della XIII Commissione. Signor Presidente, è evidente che l'approvazione di questo articolo aggiuntivo incide significativamente sul merito del provvedimento. La strada che io ritengo sia quella maestra è di ritornare in Commissione. Se, viceversa, vogliamo utilizzare un primo passaggio in Comitato dei nove, anche immediato, che consenta una valutazione più appropriata, propedeutica alle valutazioni successive, anche questa può essere una strada e può essere la strada che io scelgo.

PRESIDENTE. Scusi, signor presidente. Ho bisogno di sapere con esattezza se lei chiede una riunione del Comitato dei nove.

PAOLO RUSSO, Presidente della XIII Commissione. Chiedo una sospensione della seduta per riunire il Comitato dei nove e valutare la possibilità ulteriore di un ritorno in Commissione (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Pag. 36

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, cerchiamo di mantenere se è possibile un ordine. Abbiamo aperto la fase di procedura di voto su una proposta fatta dal presidente della Commissione di rinvio in Commissione (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori e Unione di Centro). Ci siamo dichiarati a norma di Regolamento uno a favore e uno contro e qualunque altra ipotesi viene dopo il voto su questa richiesta che la prego di mettere immediatamente in votazione.

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, non siamo in votazione ed è prassi costante che chi formula una proposta possa anche ritirarla.

ROBERTO GIACHETTI. No, lei ha già fatto parlare a favore sulla proposta di rinvio in Commissione!

PRESIDENTE. Avevamo cominciato a parlare a favore e contro, ma non si era ancora entrati nella fase di votazione. A questo punto posso mettere ai voti il rinvio in Commissione.

PAOLO RUSSO, Presidente della XIII Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI (ore 17,05)

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO, Presidente della XIII Commissione. Signor Presidente, lo ribadisco: l'articolo aggiuntivo testé approvato ha anche un'implicazione di ordine finanziario ed economico e quindi è evidente che dobbiamo tornare in Comitato dei nove e in quella sede fare la valutazione (Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori) per un ulteriore rinvio in Commissione o per il ritorno in Aula.

FABIO EVANGELISTI. Non è dignità! Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Calma, ce n'è per tutti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, lei è arrivato adesso e non ha seguito ma sarà stato informato. Il presidente della Commissione ha chiesto il rinvio in Commissione. Ci sono stati pronunciamenti a favore e un pronunciamento contro che ha avanzato un'altra proposta. Quindi adesso si deve mettere ai voti la richiesta del presidente della Commissione, punto e basta. Poi vedremo le subordinate (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Non sia così apodittico, onorevole Evangelisti. Cerchiamo di capire che cosa è opportuno fare.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, senza essere apodittici confido sicuramente nel fatto che per lei verrà naturale procedere come noi auspichiamo.
È accaduto questo (faccio un passo indietro): la maggioranza è andata sotto su un articolo aggiuntivo presentato dall'opposizione ed immediatamente dopo vi è stata una richiesta del presidente della Commissione per chiedere formalmente il rinvio in Commissione. Il Presidente Buttiglione ha espressamente chiesto al presidente della Commissione: «Presidente, una sospensione o un rinvio in Commissione?». È nuovamente intervenuto il medesimo presidente - non era neanche un altro - e ha detto: «Il rinvio in Commissione». A quel punto il Presidente di turno, saggiamente, ha dato la parola ad un oratore a favore e ad uno contro su Pag. 37questa proposta. Nell'ambito delle motivazioni contro, qualcuno ha sostenuto che il presidente della medesima Commissione si era sbagliato, non aveva capito bene ed in cuor suo voleva invece chiedere la sospensione della seduta per riunire il Comitato dei nove. Non essendo sufficiente questo, il presidente ha ripreso la parola per spiegare che voleva il rinvio in Commissione.
Vorremmo sapere adesso cosa dobbiamo fare, altrimenti ce ne andiamo e votano solo loro, così hanno la maggioranza per approvare la proposta di rinvio in Commissione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Lei sa che accade che qualcuno se ne vada, ma non risulta mai un'arma vincente quella di andarsene.
Ora vi è l'onorevole Bocchino che ha chiesto di parlare, poi il relatore e, poi infine, il presidente della Commissione, che credo abbia il sacrosanto diritto di dire come la pensa. Prego, onorevole Bocchino, ha facoltà di parlare.

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, per uscire dalla confusione che si è generata credo che si possa modificare sostanzialmente la richiesta che è venuta dal presidente della Commissione. Il presidente ha chiesto il rinvio in Commissione e prendiamo atto che da parte dell'opposizione non vi è la disponibilità a rinviare il provvedimento in Commissione, quindi il presidente può ritirare questa sua richiesta. Qual è il punto però? È prassi in Aula che, quando la maggioranza va sotto su un provvedimento che comporta anche un effetto finanziario, il presidente chiede di riunire il Comitato dei nove per valutare gli effetti di quel voto contrario o dell'approvazione di quella proposta emendativa dal punto di vista dell'incidenza sul provvedimento e sulla possibilità di proseguire l'esame del provvedimento nella sua interezza.
Quindi ritengo che, senza pensare ad un rinvio in Commissione del provvedimento, si possa sospendere la seduta, far valutare al Comitato dei nove le conseguenze dell'approvazione dell'articolo aggiuntivo appena votato e poi riprendere i lavori alla luce di quello che ci dirà il Comitato dei nove.

VIVIANA BECCALOSSI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VIVIANA BECCALOSSI, Relatore. Signor Presidente, intervengo molto modestamente come relatore del provvedimento in esame. Ricordo all'Aula ed al Comitato dei nove che l'approvazione dell'articolo aggiuntivo Ruvolo 1.04 (Nuova formulazione) prevede sostanzialmente un incremento di 25 milioni di euro a favore delle misure sullo sviluppo dell'imprenditoria giovanile, sul quale personalmente sarei assolutamente favorevole, oltretutto per tre anni. Mi preme ricordare che su questo articolo aggiuntivo, non più tardi di questa mattina, la Commissione V (Bilancio), ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, ha espresso parere contrario.
Proprio per questa ragione e non per altro, alla luce dell'approvazione da parte dell'Aula di un emendamento che contrasta con le indicazioni espresse dalla Commissione bilancio, chiedo per cortesia, in qualità di relatore, di riunire il Comitato dei nove per prendere insieme agli altri componenti del Comitato le decisioni in merito.

PRESIDENTE. Il presidente della Commissione?

PAOLO RUSSO, Presidente della XIII Commissione. Signor Presidente, mi pare più che ragionevole.

PRESIDENTE. È stato proposto, come l'Aula ha ben inteso, di sospendere la seduta per consentire al Comitato dei nove di riunirsi.

ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

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ERMINIO ANGELO QUARTIANI. Signor Presidente, prima di intervenire sulla proposta dell'onorevole Beccalossi vorrei soffermarmi sul fatto che (anche se può darsi che nella fretta io non abbia rinvenuto negli orientamenti della Commissione bilancio esattamente ciò che l'onorevole relatrice Beccalossi ha detto) l'articolo aggiuntivo Ruvolo 1.04 (Nuova formulazione) non mi sembra sia oggetto di alcuna condizione né osservazione da parte della Commissione bilancio, né oggi né nelle giornate precedenti. Quindi, non dovrebbero sussistere obiezioni della Commissione bilancio, la quale non deve rivedere nulla, perché l'abbiamo votato senza parere contrario della Commissione bilancio, a norma dell'articolo 81 della Costituzione e dell'articolo 86 del Regolamento. Vorrei che venisse chiarito questo punto, prima di procedere oltre.

VIVIANA BECCALOSSI, Relatore. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

VIVIANA BECCALOSSI, Relatore. Signor Presidente, intervengo per confermare che vi era il parere contrario della Commissione V.

PRESIDENTE. Sta bene, la Commissione bilancio ha espresso parere contrario.

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, può procedere con la votazione: sono rientrati i colleghi del Popolo della Libertà e, quindi, ora qualsiasi votazione va bene. Tuttavia, prendiamo atto che abbiamo un presidente di Commissione a «responsabilità limitata», che prima propone di rinviare il provvedimento in Commissione e, poi, su input del proprio gruppo e della relatrice, si accontenta di far riunire il Comitato dei nove. Ne prendiamo atto (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Signor Presidente, ci troviamo ad esaminare un provvedimento il cui esame è iniziato a settembre. Esaminiamo sempre gli stessi articoli; alcune volte viene in Aula il Ministro, altre volte il sottosegretario per l'interno, e, ogni volta, ci dicono: ora vediamo.
Quest'Aula è sovrana: possiamo decidere di votare le proposte emendative così come sono state presentate, o no (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)? L'articolo aggiuntivo in oggetto va a sostegno dello sviluppo dell'imprenditoria giovanile. È possibile che tutti i partiti ne parlino sempre, ma, poi, non si possa fare un gesto di buona volontà nei confronti dei giovani? Vogliamo farlo questa volta? Questo è l'articolo aggiuntivo che abbiamo appena approvato (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi prego di prestare un momento di attenzione. Da parte del presidente della Commissione è stata avanzata la richiesta di sospendere i lavori, per consentire al Comitato dei nove di riunirsi. Questo è quanto è stato testé detto in modo inequivocabile dal relatore, con parere conforme del presidente della Commissione.
In precedenza, mi sembra di aver capito, era stata avanzata un'altra ipotesi. È di tutta evidenza, comunque, che un'ipotesi avanzata può essere ritirata e, a questo proposito, richiamo quanto prevede l'articolo 41 del nostro Regolamento.
Pongo, dunque, in votazione...

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

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PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, vorrei solo chiederle di quantificare il periodo della sospensione. In questo modo, poiché in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo è stato deciso di procedere con l'esame del provvedimento in oggetto, tutti sapremo tra quanto tornare in Aula o, per chi non vi tornerà, quando non farlo.

PRESIDENTE. Di quanto tempo si ritiene di aver necessità per riunire il Comitato dei nove?

PAOLO RUSSO, Presidente della XIII Commissione. Signor Presidente, abbiamo bisogno di un quarto d'ora, venti minuti.

PRESIDENTE. Prima di procedere alla sospensione dei lavori, che sarà, comunque, fissata in trenta minuti, vi prego di prestare un momento di attenzione, dovendo - e volendo - la Presidenza adempiere ad un preciso dovere.

In ricordo dell'onorevole Antonio Giolitti (ore 17,15).

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lui, l'intera Assemblea e i membri del Governo). Onorevoli colleghi, nei giorni scorsi, è venuto a mancare, all'età di 95 anni, l'onorevole Antonio Giolitti, una delle più insigni personalità politiche dell'Italia repubblicana, nipote dello statista liberale, Giovanni Giolitti.
Antonio Giolitti fu un protagonista nella lotta di liberazione; fu componente dell'Assemblea costituente, deputato della Repubblica, dalla I alla VII legislatura, e senatore nella X, fu più volte membro del Governo e Commissario europeo dal 1977 al 1985.
Antonio Giolitti ha segnato, con il suo contributo di pensiero, la sua serietà e la sua levatura morale, da tutti riconosciuta, alcuni dei più significativi passaggi della recente storia nazionale, dalla fondazione della Repubblica, all'esperienza del primo centrosinistra, dalla stagione della programmazione economica, sino ai Governi di solidarietà nazionale, e fu, altresì, tra i primi a partecipare alla costruzione delle istituzioni comunitarie.
In lui, hanno trovato, nel corso degli anni, espressione e sintesi i grandi valori dell'Italia repubblicana, testimoniati da un senso dello Stato e delle istituzioni alto, severo, intransigente, unito ad un riformismo autentico, costantemente interpretato nella prospettiva della crescita civile e morale del Paese.
Credo di interpretare il sentimento di tutti quanti voi, affermando che l'eredità spirituale più significativa di Antonio Giolitti vada ricercata, innanzitutto, nella sua assoluta libertà di pensiero, nella sua continua rivendicazione di una critica autonomia, esercitata al di là degli schemi precostituiti, dell'appartenenza partitica e del pensiero dominante che vigeva all'interno dei partiti.
La sua eredità spirituale va ricercata nelle sua coraggiosa affermazione del primato della democrazia contro ogni forma di autoritarismo. In questo senso, Giolitti ci lascia una testimonianza straordinaria di come coerenza intellettuale e indipendenza di giudizio rappresentino un fattore costitutivo dell'impegno nella vita pubblica e rappresentino un impegno da onorare senza sconti e senza scorciatoie, anche attraverso le durezze del confronto politico.
Del suo senso del dovere e della sua capacità di analisi dei problemi si è potuta giovare la politica e a lungo l'istituzione parlamentare. Questa Camera fu per molte volte il teatro dei suoi interventi appassionati, interventi in cui la valutazione degli aspetti problematici del presente si univa costantemente ad una lungimirante e certamente non comune visione d'insieme degli scenari futuri.
Al suo lungo e attivo percorso nelle Aule parlamentari la Camera dei deputati ha doverosamente voluto rendere tributo, ospitando nella giornata di ieri a Palazzo Montecitorio la Camera ardente e una Pag. 40celebrazione commemorativa che si è svolta alla presenza dei familiari e del Capo dello Stato.
Per queste ragioni, ad Antonio Giolitti, all'intellettuale raffinato e acuto, così come all'uomo politico al servizio delle istituzioni, la comunità nazionale deve guardare oggi, al di là degli schieramenti e delle diversità di opinione, con sincera ammirazione e profonda riconoscenza ed è con questo spirito che invito la Camera a onorare la sua memoria con un minuto di silenzio (l'Assemblea osserva un minuto di silenzio - Generali applausi, cui si associano i membri del Governo).

FRANCESCO TEMPESTINI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO TEMPESTINI. Signor Presidente, mi associo volentieri, a nome mio e a nome del gruppo cui appartengo, alle parole che lei ha voluto rivolgere alla memoria di Antonio Giolitti. Non le ripeterò e molto brevemente cercherò, senza alcuna retorica, di inquadrare la figura di Antonio Giolitti nel passato a cui egli è appartenuto con grande onore, ma anche nel presente della lotta politica nella quale siamo oggi impegnati.
Antonio Giolitti è stato un grande intellettuale che ha tentato di coniugare la funzione di intellettuale - è stato scritto ieri - con la partecipazione alla lotta politica e naturalmente questo tentativo si è sempre scontrato con la difficoltà di trovare un partito che pienamente gli appartenesse e che pienamente fosse parte di questa sua aspirazione.
Penso, però, che Antonio Giolitti abbia anche rappresentato la vera difficoltà che negli anni passati i grandi partiti hanno trovato nella capacità di costruire un'alternativa riformista autentica, un riformismo delle idee che si riuscisse a tradurre in azione politica quotidiana.
Come diceva ieri Giuliano Amato, Giolitti è la prova che il riformismo ha sempre faticato ad uscire dalla sua minorità. Eppure Giolitti è stato anzitutto questo, è stato un socialista riformista.
Scelse il Partito comunista italiano, negli anni lontani della sua gioventù, dopo la partecipazione alla guerra di liberazione, perché vide in quel partito la forza nella quale queste idee di libertà e di giustizia si potessero esprimere. Quando dissentì, nel 1956, mise in luce proprio la necessità, l'obbligo - oserei dire - che non può esserci distanza, non può esserci socialismo senza libertà. È quello che Amendola in quei giorni difficili non poteva accettare, quando, rivolgendosi ai centocinquantuno che seguivano Giolitti, disse: «Dovete iscrivervi al partito liberale».
Su questi momenti difficili ha detto ieri, con coraggio e con grande senso dello Stato, parole, che non voglio né posso commentare, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Quella di Giolitti, come dice nel suo libro Lettere a Marta, è stato un percorso dall'illusione dell'utopia alla speranza del riformismo. Scelse, dopo l'esperienza del Partito Comunista Italiano, il Partito Socialista Italiano perché in quest'ultimo germinavano proprio quelle idee (ma non solo nel Partito Socialista Italiano). Erano gli anni di Vanoni e anche gli anni delle prime riflessioni nuove del Partito Comunista in questo senso. Tuttavia, scelse il Partito Socialista Italiano che fu in quegli anni il veicolo attraverso il quale quel tentativo di passare dall'illusione dell'utopia alle speranze del riformismo si poteva rendere possibile.
Il suo fu un contributo molto importante e a questo dobbiamo guardare con rispetto e, oso dire, con ammirazione. Fu una stagione decisiva che subì sconfitte e che finì con il Governo Carli-Colombo. Allora finì una stagione, quella della programmazione economica, ma non finì una stagione di idee né quel rimescolio e quel lento ma progressivo avanzamento delle idee riformiste che avrebbero poi informato di sé il confronto politico.
Dice bene Giorgio Ruffolo: «Erano anni nei quali quelli che stavano alla programmazione economica non si potevano definire riformisti, ma dovevano chiamarsi riformatori». Questo la dice Pag. 41lunga sulle difficoltà di far passare nuove idee, un nuovo clima e nuovi orizzonti.

PRESIDENTE. La prego di concludere. Il tempo a sua disposizione è terminato.

FRANCESCO TEMPESTINI. Mi avvio alla conclusione, signor Presidente. Quando da quegli anni Giolitti percorse poi nuove fasi - e voglio citare la sua esperienza vicina ad Altiero Spinelli in Europa - quelle idee di Giolitti hanno fatto strada, a partire proprio da quegli anni.
Giolitti è stato un uomo dall'understatement molto accentuato. È stata la sua cifra in un'Italia che oggi...

PRESIDENTE. Onorevole Tempestini, la prego di concludere. Il suo tempo è terminato.

FRANCESCO TEMPESTINI. Ho finito, signor Presidente. Mi riferivo a un'Italia un po' distratta e per qualche verso un po' cafona che conosciamo. Se a questo siamo arrivati è forse perché non abbiamo saputo guardare etica e responsabilità...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Tempestini.

FABRIZIO CICCHITTO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABRIZIO CICCHITTO. Signor Presidente, avendo anche avuto l'onore di aver conosciuto l'onorevole Antonio Giolitti, voglio portare la mia testimonianza per sottolineare il rilievo di una grande personalità che ha attraversato in se stesso tutti gli elementi di difficoltà e di crisi della sinistra e lo ha fatto sempre portando un contributo estremamente significativo.
Lo fece nel 1956 con un libro che segnò uno dei momenti più alti e significativi del dibattito all'interno della sinistra e lo fece successivamente, passando dal Partito Comunista al Partito Socialista, dando un contributo fondamentale alla elaborazione della strategia delle riforme e dando questo contributo sia nella definizione teorica di questa strategia delle riforme sia anche nell'elaborazione del primo piano, indicativo ma significativo. Egli cercava di dare al riformismo non soltanto una dimensione teorica ma anche una dimensione pratica.
Questo fu un tratto fondamentale di Antonio Giolitti, cioè quello di avere costruito in anticipo, anche con il suo partito originario, una riflessione teorica e poi di essersi misurato con i problemi pratici derivanti dal confronto sulle grandezze economiche, sul rapporto tra salari e produttività, su come far tornare i conti e, nello stesso tempo, misurarsi con i problemi dell'occupazione e del Mezzogiorno.
Successivamente egli ha attraversato un travaglio ulteriore per cui ha avuto una crisi nel rapporto con il Partito Socialista ed è ritornato nel suo partito di origine, però mantenendo sempre questa impostazione riformista e libera. Ha sempre avuto un libero pensiero, non si è mai adeguato a nessuna tendenza prevalente e ha avuto come tratto caratteristico quello di una grande sobrietà, di una grande onestà, di una grande capacità di comprendere gli altri e di misurarsi con i problemi reali della società italiana.
Rappresenta un'esperienza significativa e in parte unica e quindi va ricordato, al di là delle divisioni delle parti. La sua morte segna una grande perdita e in questo quadro, ricordando i suoi momenti più alti - che sono stati certamente quelli nel grande dibattito del XX Congresso e quelli nel dibattito sulla programmazione - condividiamo il ricordo che lei ne ha dato e quello che ne ha dato ieri Giuliano Amato (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).

ROCCO BUTTIGLIONE. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, anche il gruppo dell'UdC desidera Pag. 42unirsi al ricordo dell'onorevole Giolitti che è stato un maestro di rigore morale per più di una generazione di italiani.
In modo particolare, ho avuto modo a Torino di vivere nell'ambito di quella cultura piemontese e torinese di cui anche lui, a suo modo, è stato espressione.
Nasce come liberale, il figlio del grande statista liberale, ma ha immediatamente la percezione di due grandi problemi: la necessità di dare al liberalismo una base di massa, cioè creare un liberalismo che possa essere popolare e, dall'altro canto, la debolezza delle istituzioni liberali e dello Stato liberale davanti alla minaccia fascista e alla realizzazione della dittatura fascista.
È questo che lo porta ad incontrare il Partito Comunista visto, allora, come il partito che più efficacemente riusciva a riportare sul terreno della lotta politica quell'antifascismo ideale, morale e spirituale che era espresso dal meglio della cultura liberale e, in quegli anni, soprattutto da Benedetto Croce. Nasce da lì, in quell'humus, l'idea della conciliazione di due grandi valori: giustizia e libertà.
L'adesione al Partito Comunista non è mai un'adesione acritica; c'è sempre (più o meno sotterranea) l'idea che questo Partito Comunista vada riconciliato con il valore della libertà. In questo Giolitti somiglia molto ai gruppi di Giustizia e Libertà dai quali nasce in quel periodo il Partito azionista.
Successivamente diventa sempre più difficile mantenere la propria indipendenza morale all'interno del Partito Comunista. La repressione violenta della ribellione del popolo ungherese è ciò che provoca in Giolitti una rottura con il partito, che è stata anche una rottura con un pezzo della sua storia.
Contemporaneamente Giolitti scopre la possibilità di regolare il mercato: l'idea che il mercato non è necessariamente una realtà incontrollabile destinata prima o poi ad una crisi catastrofica, ma può essere oggetto di una guida. In ciò vale anche la sua cultura internazionale e il grande insegnamento della socialdemocrazia tedesca ed, in particolare, di Rudolf Hilferding.
È attraverso questo processo che nasce l'idea della programmazione che egli riporta in Italia come capacità di guidare il mercato mettendolo al servizio del bene comune, della società e al servizio dei valori della persona umana.
Questa è stata la preoccupazione che ha dominato la parte successiva della sua esistenza e credo che per tutti noi rimangano alcune idee forza che sono comuni alla democrazia italiana: l'idea del rigore morale ed intellettuale, la capacità di dire la verità anche quando si è da soli, anche quando questo può costare la rottura con le proprie culture di appartenenza, l'idea della necessità della conciliazione di giustizia e libertà, ossia una società libera in cui però la libertà non vada contro la solidarietà.
Mi permetto di riaccostarlo all'enciclica Centesimus annus e alla conciliazione di libertà e solidarietà che questa enciclica contiene. È la prospettiva di una società in cui si combatte la alienazione capitalistica, la mercificazione dell'esistenza umana, senza rinunciare però a fare uso degli strumenti del mercato. Su queste idee è stato maestro di molti, anche lontani dalle sue posizioni politiche. Per questo lo ricordiamo con grande commozione come un grande italiano (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, il gruppo dell'Italia dei Valori si riconosce nelle sue espressioni sobrie ed asciutte, la ringrazia per aver voluto ricordare qui in quest'Aula la figura e il ruolo svolto nella politica italiana e nelle istituzioni da Antonio Giolitti, e rifarsi alle sue sole parole è il modo migliore per ricordarlo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

Pag. 43

Si riprende la discussione (ore 17,35).

(Ripresa esame articolo 1 - AC 2260-A)

PRESIDENTE. Ricordo ai colleghi che dobbiamo votare la richiesta di sospensione della seduta avanzata dal relatore per consentire al Comitato dei nove di riunirsi.

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare a favore.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente...

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Baldelli... Per dare ordini ai nostri lavori, avverto che, se nessuno chiede di parlare contro la proposta di sospensione, al termine dell'intervento dell'onorevole Baldelli la porrò in votazione.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo anche per dare ad alcuni colleghi la possibilità di rientrare in Aula. Credo che ci sia stato un fraintendimento sostanziale in ordine alle due proposte iniziali. Infatti, abbiamo già fatto presente come la richiesta di sospensione sia rituale nel momento in cui è approvata una proposta emendativa dell'opposizione (o comunque su cui il Governo, per un verso, e il relatore, per l'altro, hanno espresso un parere contrario). A maggior ragione, a fronte delle considerazioni espresse dall'onorevole Beccalossi, relatrice del provvedimento, la quale fa presente che l'articolo aggiuntivo in questione sostanzialmente riguarda gli incentivi all'imprenditoria giovanile agricola e ha come contenuto finanziario e incidenza sul bilancio una posta che si aggira intorno ai 25 milioni di euro.
È evidente, signor Presidente, che questo comporta - oltre al fatto che vi sia stato il parere negativo della V Commissione (Bilancio) su questo articolo aggiuntivo, il che ci fa pensare che ci siano problemi di copertura - un'analisi approfondita del testo.
Credo che sia comprensibile che l'opposizione, avendo una situazione in cui numericamente è avvantaggiata, chieda che si ponga in votazione la richiesta di sospensione. Però io ritengo che per prassi sia assolutamente singolare - sebbene comprenda il dovere della Presidenza dal punto di vista regolamentare di porla in votazione - che l'opposizione, di fronte a una proposta emendativa che la stessa ha incassato, si metta anche a richiedere la votazione della richiesta di sospensione. Trovo che questo precedente sia abbastanza singolare e francamente fuori luogo.
Dopodiché, signor Presidente, credo che voteremo la richiesta di sospensione prendendo atto che, se non dovesse essere accolta come richiesta dal relatore e anche dal presidente della Commissione, noi andremo avanti «random» sul provvedimento, nel senso che continueremo ad approvare emendamenti le cui conseguenze sul testo del provvedimento, fermo restando signor Presidente il parere contrario della Commissione bilancio, ci inducono ad una riflessione ulteriore sulla copertura complessiva e, quindi, sulla effettiva sostanza di che cosa ci ritroveremo alla fine ad approvare.
Questo, signor Presidente, al netto del fatto del dovere di ciascuno di avere presenti in Aula i propri deputati.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di sospendere la seduta fino alle ore 18,10, onde consentire al Comitato dei nove di riunirsi.

(È approvata).

La Camera approva per tre voti di differenza.
Sospendo la seduta che riprenderà alle 18,10.

La seduta, sospesa alle 17,40, è ripresa alle 18,15.

Pag. 44

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI

PRESIDENTE. Riprendiamo il seguito della discussione del disegno di legge n. 2260-A: Disposizioni per il rafforzamento della competitività del settore regolamentare.
Ha chiesto di parlare il presidente della Commissione agricoltura, onorevole Paolo Russo. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO, Presidente della XIII Commissione. Signor Presidente, il Comitato ristretto ha ritenuto, a maggioranza, indispensabile un rinvio del provvedimento in Commissione.

PRESIDENTE. Prendo atto che c'è una proposta del Presidente e del Comitato dei nove, a maggioranza, di rinvio del provvedimento in Commissione.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, se non fossimo in un'Aula parlamentare le direi: «ci dica che stiamo su Scherzi a parte». Cosa accade a proposito anche della serietà con la quale affrontiamo i nostri lavori? Nel pomeriggio, la maggioranza è andata sotto su un emendamento dell'opposizione ed è utile ricordarlo perché magari i nostri nipoti, quando riguarderanno gli atti di quest'Aula, potranno dare una valutazione anche sul comportamento e sulla serietà di ciascuno. Si è alzato l'autorevole presidente della Commissione competente, il quale ci ha spiegato che era necessario un rinvio in Commissione. Poiché tale decisione aveva lasciato perplesso anche il Presidente della Camera di turno, quest'ultimo ha ritenuto opportuno riproporre la medesima domanda al presidente della Commissione. Questo con altrettanta sicumera ha ribadito che era necessario il ritorno in Commissione. Poi ci sono stati gli influssi astrali e quelli del vicepresidente del gruppo del Popolo della Libertà che ha spiegato il pensiero effettivo della Commissione al presidente della stessa. A questo punto, il presidente della Commissione ha cercato di spiegarci che, pure ritenendo necessario andare al rinvio in Commissione, poteva passare anche un'ipotesi di rinvio al Comitato dei nove. Si è aperta una manfrina che aveva ovviamente soltanto l'esigenza di far venire in Aula un po' di deputati della maggioranza a votare. Poi accade l'ultima presa in giro collettiva che, signor Presidente, è innanzitutto una presa in giro nei confronti dei deputati della maggioranza. Trentacinque minuti fa la maggioranza e il presidente della Commissione hanno chiesto di non votare il rinvio in Commissione, tenendoci qui per altri quaranta minuti inutilmente. Hanno chiesto, invece, di votare il rinvio di quaranta minuti perché era sufficiente, come ci ha spiegato anche il collega Baldelli, il quale ci ha spiegato anche che era singolare il nostro comportamento e le nostre richieste, non le proprie. Premetto che non sto parlando in ordine al merito della richiesta, su cui parlerà qualcun altro per il nostro gruppo, bensì sto parlando sull'ordine dei lavori, poiché questo tutto è tranne che ordine dei lavori. Ora accade che il Comitato dei nove - non il Comitato ristretto - si riunisce e, a maggioranza, ripropone quello su cui, mezz'ora fa, si era chiesto di votare.
Presidente, se non stiamo su Scherzi a parte, stiamo nel circolo infernale della follia. Non si capisce bene come si intende andare avanti! Cosa pensa di fare la maggioranza di un provvedimento che è all'ordine del giorno da quattro mesi, che ci tiene impelagati da questa mattina senza farci fare mezzo passo in avanti e che non potrà essere messo all'ordine del giorno la prossima settimana perché, come è noto, arrivano dei decreti-legge che hanno la priorità? Allora si abbia il coraggio di dire come stanno le cose, si alzasse il Governo, si alzasse il Ministro Zaia e ci spiegasse quali sono le intenzioni dell'Esecutivo! Lo ritirassero, oppure andiamo avanti e lo si modifichi al Senato Pag. 45come si fa in altre occasioni. Ma che modo è questo (sto parlando sull'ordine dei lavori, signor Presidente, lei è anche garante a norma dell'articolo 8 del Regolamento dell'ordine dei lavori) che modo è questo di prendere in giro tutti noi? È da questa mattina che ci stanno prendendo in giro, che stanno prendendo in giro i deputati dell'opposizione e quelli della maggioranza. Siamo arrivati alle 18,35 e ora vediamo se ci sono i numeri affinché questa richiesta della maggioranza venga approvata. Signor Presidente, il mio richiamo è all'ordine lavori, ma qui c'è tutto tranne l'ordine dei lavori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, il suo è un intervento sull'ordine dei lavori, ma lei più volte ha sempre richiamato questa Assemblea al fatto che la forma negli atti parlamentari è anche sostanza. Vi è un fatto nuovo che è avvenuto, al di là delle considerazioni di merito, che, ovviamente, sono legittime da parte di tutti i colleghi parlamentari: il Comitato dei nove, che è un organo fondamentale nella procedura dei nostri lavori, sta sottoponendo una proposta all'Assemblea, motivata dal presidente della Commissione, che è in questo caso quella di rinviare il provvedimento in Commissione.
Questo è quello su cui dobbiamo stare e quindi dobbiamo adesso votare la richiesta da parte del presidente di rinvio in Commissione. Come previsto dal Regolamento, può intervenire un deputato a favore ed uno contro. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole Palomba. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, intervengo sul disordine sovrano dei lavori. Voglio sapere...

PRESIDENTE. Onorevole Palomba, allora non può intervenire: o interviene sull'ordine dei lavori oppure non può intervenire. Decida lei.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori per dire che c'è un disordine sovrano; lei lo ha capito benissimo, signor Presidente. Vogliamo che sia tutelata anche la dignità delle opposizioni e non vogliamo che la maggioranza faccia e disfi come vuole, quando non si mette d'accordo con sé stessa e quando è allo sbando; prima va sotto, poi, per appena tre voti, passa sopra.
Signor Presidente, intanto le chiedo di precisare una cosa: cosa vuol dire rinvio in Commissione, che ci terrete ancora qui di ora in ora oppure che la Commissione riprende l'esame del provvedimento e ne riparleremo quando sarà il momento? Lo chiarisca, signor Presidente, per favore, perché non siamo più disposti a tollerare un vulnus alla nostra dignità di parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!

PRESIDENTE. Onorevole Palomba, mi sembra che la sua richiesta finale sia ovviamente pertinente riguardo all'ordine dei lavori. La proposta da parte del presidente della Commissione, a nome del Comitato dei nove, è quella del rinvio del provvedimento in Commissione, il che vuol dire che sarà ovviamente la Conferenza dei presidenti di gruppo a decidere, laddove la Commissione glielo segnalerà, il momento in cui questo provvedimento dovrà tornare all'esame dell'Assemblea.

ANGELO COMPAGNON. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO COMPAGNON. Signor Presidente, intervengo per sottolineare veramente il disagio che stiamo vivendo da questa mattina rispetto alla conduzione - certamente non riguarda lei - dei lavori di quest'Aula grazie alle posizioni, quanto meno strane, della maggioranza e del Governo.
Avevamo detto questa mattina, con senso di responsabilità, che, forse, era Pag. 46meglio affrontare questo provvedimento dicendo subito come stavano le cose e prendendo i tempi necessari, che servivano, eventualmente, per una continuazione.
Ci rendiamo conto che vi è una frenesia elettorale diffusa, per cui ormai si pensa di chiudere i lavori già il mercoledì, ma questa opposizione, in modo particolare il nostro gruppo, ritiene che i problemi del Paese siano tali e tanti per cui dovremmo stare molto di più in quest'Aula a discutere di problemi importanti e non arenarci solo perché passa una proposta emendativa dell'opposizione, in questo caso dell'UdC, che va incontro a questi problemi del nostro Paese.
Per cui, mi auguro che lei, signor Presidente, anche se capisco che deve farmi concludere, si faccia interprete affinché tale atteggiamento finisca, e definitivamente, in quest'Aula.

PRESIDENTE. Dobbiamo adesso votare la proposta di rinvio in Commissione del provvedimento.

GIUSEPPINA SERVODIO. Chiedo di parlare contro.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà per cinque minuti.

GIUSEPPINA SERVODIO. Signor Presidente, cari colleghi, signor Ministro, credo che siamo davanti a un passaggio delicatissimo e siamo al momento della verità.
È strano che una maggioranza chieda che un provvedimento ritorni in Commissione, dopo averlo enfatizzato. Enfatizzato dal Ministro, dai vari gruppi della maggioranza: si è enfatizzata l'etichettatura, si sono enfatizzate le agroenergie, enfatizzati gli incentivi nei confronti delle imprese.
Signor Presidente, siamo molto imbarazzati nel dover svolgere tale ruolo noi, come opposizione, quindi con un ruolo diverso: perché noi vogliamo che questa verità venga fuori in Aula. Poche volte in Aula, forse, si parla di agricoltura; e noi vogliamo continuare a parlarne, tentando di sensibilizzare tutti a trovare le risposte più adeguate ad un mondo agricolo che sta soffrendo una crisi epocale.
Noi siamo contrari al rinvio in Commissione, perché, cari colleghi della maggioranza, cari presidente della Commissione e collega relatrice, ci sembra che con questa vostra richiesta voi vogliate affossare il provvedimento. Ci sembra che voi vogliate ritornare in Commissione, per affossare le poche risposte che vi sono nel provvedimento in esame. Secondo noi è un atto di irresponsabilità, che il Ministro Zaia, dopo che in Commissione agricoltura ha dato parere positivo su tantissimi emendamenti dei gruppi dell'opposizione e della maggioranza, si sia visto tradito all'interno della Commissione bilancio.
Mi rivolgo allora tramite il Presidente della Camera al Ministro Zaia per dire: non so se lui si sente con il Ministro Tremonti, se il vostro Governo è un Governo collegiale, o se invece i Ministri fanno finta di venire in Commissione di merito, di farsi belli nel dare parere positivo sugli emendamenti, con l'alibi poi che la Commissione bilancio si assume il brutto compito di dire «no».
Noi non ci stiamo a questo gioco: noi vogliamo che l'Aula si responsabilizzi intorno ai temi dell'agricoltura, ricordando al Ministro Zaia che essa è uno dei settori trainanti. In questo momento dobbiamo dimostrare in maniera unitaria che tutto ciò avviene non per giochetti, bensì per difficoltà interne alla maggioranza: si ritorna in Commissione perché vi sono anche problemi interni alla maggioranza intorno al provvedimento. Noi vogliamo allora vivere un momento di verità, non per ripicca nei confronti della maggioranza e del Governo, ma perché siamo responsabili nei confronti di un mondo che chiede chiarezza, onestà e trasparenza da parte di un'istituzione che gli deve molto (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)!

SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare a favore.

Pag. 47

PRESIDENTE. Ne ha facoltà (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). La accolgono con favore. Prego.

SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, notavo dall'ilarità del collega Giachetti che il confronto su questo argomento sarà sereno.
Credo di poter rifare il percorso del provvedimento in discussione nelle fasi in cui abbiamo votato in ordine alla prosecuzione dei lavori, ricordando che, a fronte di una richiesta respinta del Comitato dei nove, che ha valutato il provvedimento, il Comitato dei nove stesso, seppure a maggioranza, ha valutato l'opportunità di rinviare in Commissione il provvedimento. Questo è banalmente il percorso che si è scelto; sarebbe stato fuori luogo affrontare il rinvio in Commissione prima della riunione del Comitato dei nove: ora esso ha valutato gli effetti, anche di natura finanziaria, dell'emendamento approvato, ed ha deciso di proporre all'Assemblea, per bocca del relatore, che l'ha informata degli esiti della riunione del Comitato dei nove insieme al presidente, il rinvio in Commissione. Mi sembra che sia un percorso che può essere più o meno condiviso da maggioranza e opposizione: evidentemente vi è una differenza di vedute anche sul merito del provvedimento; però non si può certo dire che questo sia un disordine dei lavori o un percorso non lineare: vi è stato un articolo aggiuntivo che è stato approvato con il parere contrario della Commissione e del Governo, tale proposta emendativa comporta una revisione approfondita del testo del provvedimento stesso, e quindi il ritorno in Commissione (peraltro non sarebbe la prima volta) è a questo punto necessario.
Credo che avendo avuto modo di attendere già molto tempo - perché questo provvedimento è stato rinviato in Commissione - un ulteriore approfondimento non sia un torto nei confronti di nessuno e per questo ritengo che si debba sostenere la richiesta che in questo momento, sebbene sostenuta dalla maggioranza, proviene comunque dal Comitato dei nove in seguito non solo alla sospensione dei lavori dell'Aula, ma a un voto che l'Aula stessa ha espresso allo scopo di sospendere i lavori.

PRESIDENTE. Pongo quindi in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di rinvio in Commissione della proposta di legge n. 2260-A. (È respinta - Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori).
Ricordo che prima della sospensione della seduta l'Assemblea ha approvato l'articolo aggiuntivo Ruvolo 1.04 (Nuova formulazione), volto ad incrementare le risorse appostate sul fondo di cui all'articolo 1, comma 1068, della legge 27 dicembre 2006, n. 296.
Risultano pertanto preclusi gli articoli aggiuntivi Cuomo 1.040 (Nuova formulazione), limitatamente ai commi 1 e 4, e Ruvolo 1.041 (Nuova formulazione), limitatamente ai commi 1 e 3, in quanto tali proposte emendative intervengono sulla stessa materia di cui all'articolo aggiuntivo già approvato. Invito gli onorevoli Cuomo e Ruvolo a dichiarare se desiderano mantenere i loro articoli aggiuntivi per le parti non precluse.

ANTONIO CUOMO. Lo mantengo, signor Presidente.

GIUSEPPE RUVOLO. Anch'io lo mantengo, signor Presidente.

PRESIDENTE. Passiamo dunque alla votazione dell'articolo aggiuntivo Cuomo 1.040, limitatamente alla parte non preclusa. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gottardo.

ISIDORO GOTTARDO. Signor Presidente, l'articolo aggiuntivo Ruvolo 1.04 (Nuova formulazione) che è stato approvato riguarda misure a favore dello sviluppo dell'imprenditoria giovanile, così come gli altri due articoli aggiuntivi Cuomo 1.040 (Nuova formulazione) e Ruvolo 1.041 (Nuova formulazione). Pag. 48
È del tutto evidente che ci troviamo in presenza di articoli aggiuntivi che riguardano la stessa questione, con la differenza che nell'articolo aggiuntivo Cuomo 1.040 (Nuova formulazione) si stabilisce anche una ripartizione per quanto riguarda il settore di destinazione di questi fondi. Ritengo che oggi i giovani in agricoltura, di fronte alla decisione se rimanere in agricoltura e se realizzare investimenti, hanno la necessità di comprendere se questo settore offre ancora loro una prospettiva di vita e di corresponsione degli investimenti che sono chiamati a fare. Stiamo parlando molto spesso non di aiuti in conto capitale a fondo perduto, bensì di fondi che poi essi sono chiamati a restituire, seppur nelle forme agevolate possibili.
Credo allora che il nocciolo della questione non stia in questi articoli aggiuntivi, in ciò che queste proposte emendative chiedono e dispongono, ma in una politica organica dell'agricoltura che consenta davvero a questi giovani di avere una prospettiva riguardo ai loro investimenti. Fin quando in agricoltura i prezzi sul mercato non sono redditizi rispetto ai costi di produzione non possiamo pensare che un'impresa possa continuare per lungo tempo, al di là di una fase contingente, a produrre in perdita. L'illusione che viene creata con questi articoli aggiuntivi, con queste proposte e con la discussione che abbiamo ascoltato è che - attraverso gli aiuti, i fondi e i contributi - possiamo garantire a questi giovani una prospettiva in agricoltura: non è così, è proprio l'idea assistenzialistica, quella cioè che con i contributi garantiamo una prospettiva a questo settore, che ha finito per affossare l'agricoltura e, soprattutto, per illudere questi giovani di avere una prospettiva che poi non hanno.
Signor Presidente, colleghi, qui dentro c'è tanta ipocrisia rispetto al fatto di dire che l'agricoltura non ha risorse sufficienti. Se infatti affrontassimo - come sarebbe bene affrontare - le ragioni del Fondo per lo sviluppo rurale e le enormi risorse che sono state messe a disposizione dalla politica di coesione europea per l'agricoltura in Italia, se approfondissimo come è stato strutturato l'utilizzo del Fondo per lo sviluppo rurale in Italia (che è stato ripartito regione per regione con il rischio che quella singola regione che non spende abbia i fondi revocati ed il Governo italiano, ossia l'Italia, non li possa riprogrammare a favore invece delle regioni che stanno utilizzando i fondi stessi e magari li stanno utilizzando bene, o che riescono ad utilizzarli perché c'è chi li chiede e li investe), di fronte alla situazione che si è determinata avremmo proprio tutta l'evidenza della crisi di un settore che, laddove non è in grado di assicurare redditività, non trova operatori disponibili ad investire.

PRESIDENTE. Onorevole Gottardo, deve concludere.

ISIDORO GOTTARDO. Stiamo sempre parlando non di contributi che coprono l'investimento complessivo, ma di contributi che hanno necessità di cofinanziamento da parte del privato, e quindi di un privato che crede ad un progetto e lo cofinanzia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Caterina. Ne ha facoltà.

MARCELLO DI CATERINA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, senza dubbio questo è un provvedimento che va nella direzione di favorire il sistema produttivo e per dare risorse al mondo agricolo. Però, mi sembra del tutto evidente che l'articolo aggiuntivo in questione, che è stato oggetto di approfondimento, è un articolo che richiede un impegno economico che in questo momento metterebbe assolutamente in difficoltà il nostro sistema economico. Allora, l'idea è quella di sostenere con forza gli aiuti al mondo agricolo, con razionalità, obiettività, di sostenerli a seconda di quelle che sono le necessità del nostro sistema Paese.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fogliato. Ne ha facoltà.

Pag. 49

SEBASTIANO FOGLIATO. Signor Presidente, intervengo a nome del gruppo Lega Nord sull'articolo aggiuntivo Cuomo 1.040 (Nuova formulazione), perché in quest'Aula vedo che da parte dell'opposizione non vi è responsabilità, così come non vi è stata durante tutti provvedimenti che sono giunti in quest'Aula, in particolare per il settore dell'agricoltura. Tutto ciò si capisce dagli interventi che sono stati già svolti in sede di discussione sulle linee generali sul provvedimento che reca disposizioni per il rafforzamento a la competitività del settore agro-alimentare. Ne volevo ricordare soltanto alcuni: ad esempio, il collega Zucchi annunciava: il disastro, la morte, dell'agricoltura, e i tagli che sono stati effettuati; il collega Trappolino diceva che sono stati tagliati 682 miliardi. Si potrebbe continuare a lungo nell'enunciare quali sono stati gli interventi svolti dai colleghi su questo provvedimento, ma è bastato poco per accorgersi che i lamentati tagli di 682 milioni di euro al settore agricolo - sempre che vi siano stati - sono stati ampiamente compensati da un apporto di nuove risorse per 1,1 miliardi di euro, incontestabilmente arrecate dalla nuova legge finanziaria. Quindi, non sono veritieri questi interventi che enunciano, con sempre maggiore enfasi, i disastri e i tagli che il Ministro Zaia avrebbe fatto. Ebbene, è riconosciuto da tutti gli agricoltori che il Ministro Zaia, pur in un momento di crisi, è stato vicino al settore agricolo e che ha fatto tutto quello che si poteva per il settore agricolo. Che il Ministro Zaia ha fatto tutto quanto era possibile, come mai negli ultimi periodi, è riconosciuto da tutti, non soltanto dagli agricoltori che sono vicini alla nostra politica, ma anche da quelli della vostra parte politica. Gli ultimi Governi, soprattutto, quelli di centrosinistra, che si sono susseguiti alla guida del Dicastero dell'agricoltura non conoscevano neanche le esigenze del settore. Si può ricordare un fatto che è diventato memorabile: un Ministro dell'agricoltura del centrosinistra alla fiera della razza frisona di Cremona, avvicinandosi ad un toro, aveva detto: vacche come questa sono l'orgoglio della nostra agricoltura.
Peccato che era un toro e non era una vacca. Questi sono i Ministri dell'agricoltura che avete portato al Dicastero, ad occuparsi delle sorti dell'agricoltura. Certo, con il Ministro Zaia la situazione è cambiata (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Colleghi, l'onorevole Fogliato ha disposizione ancora 52 secondi.

SEBASTIANO FOGLIATO. Mi rendo conto del fatto che le cose che diciamo possono non far piacere ad una certa parte politica, ma sono cose accadute, sono reali, sono state scritte sui giornali e riportate dalle televisioni: un Ministro dell'agricoltura che non sapeva distinguere un toro da una vacca. Ma pensate, pensate dove vogliamo andare, e dove è questa vostra vicinanza a questo settore (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Certo, il Ministro Zaia - c'è solo lui - è riconosciuto da tutti, anche dagli agricoltori della vostra parte politica (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Anna Teresa Formisano. Ne ha facoltà per cinque minuti.

ANNA TERESA FORMISANO. Signor Presidente, impiegherò molto meno tempo, però voglio fare alcune osservazioni. Se mi consente, oggi è una data importante, perché finora noi eravamo abituati all'ostruzionismo della minoranza e dell'opposizione. Oggi, in quest'Aula, nasce l'ostruzionismo della maggioranza. Vergognatevi (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Polledri. Ne ha facoltà per un minuto.

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MASSIMO POLLEDRI. Signor Presidente, leggiamo qui una bella proposta emendativa con la quale vogliamo incrementare di 25 milioni di euro le risorse per lo sviluppo delle imprese giovanili (si tratta dunque del settore giovanile). L'altro giorno - ricordo a me stesso ma anche ai colleghi - abbiamo avuto notizia di un'inchiesta importante dalla quale è emersa una grande percentuale di frodi, soprattutto in alcune regioni d'Italia che sono state governate dal centrosinistra (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Dove erano Bassolino, Loiero, quando bisognava controllare i falsi iscritti, le false persone? C'erano addirittura delle agenzie di collocamento. Dove era l'opposizione? Era connivente (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Negro. Ne ha facoltà per un minuto.

GIOVANNA NEGRO. Signor Presidente, sono attorniata da persone accalorate in questo momento, quindi sono un po' in difficoltà, però volevo portare il messaggio - soprattutto da sindaco, da persona che vive in un comune della pianura padana - di agricoltori che sono in difficoltà e che prima di tutto hanno bisogno di vedersi protetti i propri prodotti (quello che la terra produce), e di non subire frodi. Il Ministro Zaia ha messo in essere questo provvedimento e noi puntiamo a portarlo avanti con convinzione. Il resto degli emendamenti che qualcuno tenta di infilare, pur sapendo che non ci sono le condizioni economiche, lascia il tempo che trova (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rainieri. Ne ha facoltà.

FABIO RAINIERI. Signor Presidente, credo che questa Assemblea dovrebbe ringraziare il ministro Zaia per quello che in questi due anni ha fatto a favore degli agricoltori (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Il fatto che questa sinistra garantista voglia proporre gli OGM e che il presidente Errani - in una regione come l'Emilia Romagna, dove ci sono i migliori prodotti al mondo - voglia proporre gli OGM in questo modo è vergognoso. Questa sinistra garantista oggi se la prende col Ministro, mentre non lo sa, non ha capito - non vuol capire - che i danni li ha fatti il Ministro precedente, anche in Europa, abbattendo i nostri prodotti tipici (i pomodori, le barbabietole da zucchero, prodotti che la Comunità europea ha sempre danneggiato, ottimi prodotti). La sinistra ha bloccato in Comunità europea...

PRESIDENTE. Grazie onorevole Rainieri. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nola. Ne ha facoltà per un minuto.

CARLO NOLA. Signor Presidente, voglio entrare brevemente nel merito dell'articolo aggiuntivo che è stato appena approvato e di quello che stiamo discutendo in questo momento. Si parla sicuramente di un principio comune a tutta quest'Aula, cioè l'incentivo all'insediamento di giovani agricoltori e l'incentivo allo sviluppo dell'imprenditoria femminile. Chi può essere contro in linea di principio a interventi di questo tipo? Noi come Commissione agricoltura abbiamo sempre esercitato il nostro mandato utilizzando il principio della responsabilità e nel momento in cui le risorse sono poche il principio di responsabilità impone di stabilire alcune priorità. Lo abbiamo sempre fatto.
Oggi, invece, vediamo che nel momento in cui il problema principale è permettere alle imprese che già esistono di sopravvivere senza fare alcuna scala di priorità nell'investimento delle risorse, passa un articolo aggiuntivo che destina senza progettualità e senza iniziative concrete ad un fondo dei soldi, li mettiamo lì e poi Pag. 51vedremo come utilizzarli, mentre ci sono imprese che chiudono per mancanza...

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Cuomo 1.040 (Nuova formulazione), non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario, del quale ricordo che sono preclusi i commi 1 e 4. Naturalmente le previsioni di cui ai commi 2 e 3 debbono riferirsi al contenuto dell'articolo aggiuntivo Ruvolo 1.04 (Nuova formulazione) già approvato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Sardelli... onorevole Traversa... onorevole De Angelis... la aspettiamo, prego... onorevole Agostini... hanno votato tutti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Commenti) (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 486
Maggioranza 244
Hanno votato
243
Hanno votato
no 243).

Prendo atto che il deputato Morassut ha segnalato che non è riuscito a votare.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Ruvolo 1.041 (Nuova formulazione), che sarà posto in votazione limitatamente alla parte (Applausi)... credo che ci sia un'ovazione per l'onorevole Realacci... da parte della maggioranza però.
Dunque passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Ruvolo 1.041 (Nuova formulazione), che sarà posto in votazione limitatamente alla parte non preclusa e, quindi, limitatamente al solo comma 2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gottardo. Ne ha facoltà.

ISIDORO GOTTARDO. Signor Presidente, colleghi, l'articolo aggiuntivo in oggetto ripropone le questioni che sono già state oggetto di precedenti proposte emendative - giustamente è precluso per una parte che attiene a proposte emendative già votate - e che riguardano lo sviluppo dell'imprenditoria giovanile in agricoltura. È chiaro che si tratta di un settore che più di ogni altro non ha prospettiva se non riesce a dare un futuro al settore giovanile, ai giovani in agricoltura.
I giovani in agricoltura avranno un futuro solo se noi creeremo tutte quelle condizioni, che non sono costituite solo da incentivi, per poterli aiutare a mantenere in vita la loro azienda e ad avere reddito. Molto spesso si parla della provincia di Bolzano come una provincia che ha una buona agricoltura perché ha più risorse degli altri. Ritengo che la vera peculiarità di quella realtà sia stata anzitutto il «maso chiuso», cioè il fatto di avere con queste regole salvaguardato il fondiario, avere evitato la frammentazione fondiaria e aver messo chi rimaneva in agricoltura nelle condizioni di avere una proprietà ancora integra e, quindi, con una dimensione tale da poter fare agricoltura. Questo è un primo aspetto.
Un secondo aspetto riguarda il problema dell'acquisizione dei terreni, la sensibilità che vi è rispetto alla salvaguardia dei terreni agricoli ed alla prospettiva di un'azienda. Molto spesso è difficile constatare che nella pianificazione urbanistica dei comuni esista una cultura, un'attenzione e una sensibilità verso le aziende agricole. Sembra incredibile, ma un'azienda agricola rispetto a queste pianificazioni pare non essere un'entità che va tutelata, neppure quando vi è un giovane con proprie prospettive.
Quante volte noi assistiamo, di fronte ad una strada, ad un ampliamento di una zona industriale, di un centro commerciale o di qualsiasi altro servizio, alla sensibilità di dire che l'agricoltura ha parità di importanza rispetto a qualsiasi altro settore, non solo dal punto di vista economico, ma rispetto proprio alle prospettive che può dare ad un giovane? Credo che vi sia una cultura generale che va cambiata. Non illudiamoci che il contributo, Pag. 52l'incremento dei contributi o il fondo più o meno disponibile possa aiutare i giovani a rimanere in agricoltura. Dobbiamo rompere questa mancanza di consapevolezza e creare un dibattito generale ed una convinzione da cui discendano regole profonde.
Certo parliamo di tutto, ma nessuno si pone il problema, ad esempio, del fondo della piccola proprietà contadina, che deve essere innanzitutto una possibilità rispetto alle successioni, alle donazioni ed alla successione del patrimonio dentro ad una famiglia, perché quel fondo è indispensabile, al fine di poter aiutare quei figli che decidono di rimanere in agricoltura, per poter acquisire la parte dei fratelli prima di tutto e poi per potere ampliarla. Non vi è sensibilità.
Qui ha detto bene la collega Servodio (e su questo non vi è distinzione fra maggioranza e minoranza all'interno della Commissione XIII): si vede che vi è una mancanza di sensibilità rispetto a questo tema dentro il Parlamento, ma in generale nella politica. Forse non vi è consapevolezza e l'idea che i problemi si risolvano creando qualche fondo in più in agricoltura è un'illusione, se non si fa avanti e non emerge una seria consapevolezza di come questo settore deve essere difeso e portato avanti.
Non sto facendo ostruzionismo, collega: sto dicendo cose che vorrei che lei che è al telefono stesse ad ascoltare. Parlo della collega dell'Unione di Centro, che ci ha accusato di ostruzionismo: ci ascolti quando parliamo!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fogliato. Ne ha facoltà.

SEBASTIANO FOGLIATO. Signor Presidente, interveniamo anche noi sull'emendamento in esame, che è stato proposto dai colleghi dell'opposizione. In quest'aula, nei convegni e nelle riunioni che facciamo i colleghi dell'opposizione non rinunciano a mettere in evidenza che saremmo noi a tagliare, a non fornire le risorse sufficienti all'agricoltura del nostro Paese, quando ormai comunque le risorse importanti ed i trasferimenti comunitari che vengono fatti vanno quasi tutti in capo alle regioni. E le regioni come li stanno gestendo? Io mi riferisco al Piemonte, come parlamentare piemontese: come vengono gestite le risorse in favore del settore primario, in favore dell'agricoltura? Abbiamo questi piani di sviluppo rurale che vengono concepiti da questa parte politica che ci sta governando come se fosse un adempimento burocratico per erogare soldi. Invece i piani di sviluppo rurale devono essere, come sono, piani di sviluppo territoriale che abbiano una programmazione specifica su un territorio specifico. Invece come spendiamo i soldi?
Pensate, che la presidente della regione Piemonte spende, addirittura, un milione 800 mila euro per andare a cercare i lupi! Pensate: un milione e 800 mila euro per il «progetto lupo». Dobbiamo dirlo: la presidente della regione Piemonte ha speso un milione 800 mila euro per andare a cercare lupi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)!
Dobbiamo denunciare questi fatti, quando vengono presi a pretesto il nostro movimento, questa maggioranza, e il Ministro Zaia, che sta facendo, e ha fatto, di tutto in favore del settore primario (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Queste regioni stanno sprecando i soldi! È una cosa da Striscia la notizia spendere un milione 800 mila euro per andare a cercare i lupi! Poi, non sappiamo ancora se questi lupi sono stati trovati, né dove sono. Pensate: non è neanche chiaro se i lupi vi sono e se li abbiamo trovati! Pensate, come si spendono i soldi, quando avete...

PRESIDENTE. Colleghi, un po' di rispetto per il Presidente!

SEBASTIANO FOGLIATO. Signor Presidente, le giuro che non era riferito alla Presidenza, ma era solo per citare un fatto vero avvenuto nella regione Piemonte, che Pag. 53è amministrata in questo modo. Quindi, parlate bene e razzolate male, quando dovete governare; poi, sprecate i soldi e non li date in favore del settore primario (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Un'altra questione: la regione Piemonte ha speso 350 mila euro per la «mostra della scimmia nuda», che è stata visitata da quattro persone!
Anche noi faremo i nostri elenchi, se è questo il modo di comportarsi e di confrontarsi nei dibattiti politici. Anche noi andremo nelle piazze a spiegare come sprecate i soldi dei cittadini. Vergogna (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

PIER FERDINANDO CASINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, al di là della vis polemica che ciascuno, maggioranza e opposizione, mette, in quest'Aula, sul provvedimento in oggetto - mi sembra che questa sia un fatto consueto, che capita spesso, com'è logico, alla Camera dei deputati - vorrei richiamare il Ministro, con grande rispetto, ad un dato politico. Siamo qui da alcune ore, da questa mattina, e la maggioranza, con più di cento parlamentari (perché tale è la maggioranza in Parlamento, alla Camera dei deputati), non riesce, evidentemente, a portare avanti il provvedimento in oggetto.
Mi chiedo se, in questo momento, non sarebbe più serio e più consono, anche per la dignità dell'Assemblea, che il Ministro ritirasse il provvedimento e, magari, pensasse di aggiornarlo in una forma più limitata, inserendo gli aspetti che, a suo giudizio, sono utili, per consentire un dibattito corretto.
A mio avviso, infatti, questa forma di auto ostruzionismo della maggioranza che, con cento parlamentari in più, rendendosi conto della sua impotenza, non è in grado di portare avanti il provvedimento, non solo offende la dignità dell'Assemblea, ma, obiettivamente, è una prova di impotenza per la maggioranza stessa (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico).

GIOVANNI DIMA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIOVANNI DIMA. Signor Presidente, vorrei chiarire una volta per sempre - mi rivolgo all'onorevole Casini - che la maggioranza conta 50 deputati in più e non cento. Questo per essere chiari e per chiarire anche gli aspetti numerici (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Signor Presidente, vorrei affrontare anche un'altra questione, che riguarda la maggioranza: nel Governo vi sono circa 50 deputati (Applausi polemici dei deputati del gruppo Partito Democratico). Pertanto, pongo una questione alla maggioranza, perché devono essere computati, almeno, venticinque deputati che fanno parte del Governo (Applausi polemici dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Di Caterina. Ne ha facoltà.

MARCELLO DI CATERINA. Signor Presidente, innanzitutto, mi preme sottolineare che non è decoroso per l'Assemblea - mi rifaccio a quanto detto dal presidente Casini - che dai banchi dell'opposizione partano cori indecorosi per il collega e per tutto il Parlamento italiano. Credo che questi colleghi debbano chiedere scusa all'onorevole Dima.
Tornando al discorso dell'ostruzionismo, non siamo noi a fare ostruzionismo: noi stiamo cercando di spiegare perché questi articoli aggiuntivi hanno ricevuto il parere contrario della Commissione agricoltura, del Ministro Zaia e della Commissione bilancio. Si tratta di proposte emendative che non c'entrano con il provvedimento; Pag. 54esso, infatti, nasce innanzitutto per garantire la tracciabilità del prodotto e le etichettature che sono necessarie per dare forza ai consumatori e ai produttori.

DARIO FRANCESCHINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DARIO FRANCESCHINI. Signor Presidente, è del tutto evidente che la giornata di oggi è un po' un esempio di come sta lavorando questo Parlamento. Abbiamo sei decreti-legge che scadono nei primi giorni di marzo e nonostante tali decreti-legge, che riguardano problemi degli italiani, siano in scadenza, la settimana scorsa si è scelto di anticipare, rispetto ad essi, l'esame del provvedimento sul legittimo impedimento, costringendo ad un'approvazione accelerata e stringendo tutti i tempi parlamentari oltre la decenza, per poi arrivare alla conversione dei decreti-legge.
Abbiamo visto questa mattina, rispetto ad un provvedimento che ha diversi mesi di preparazione, come vi sia stato un susseguirsi di rinvii al Comitato dei nove che hanno dimostrato l'incapacità della maggioranza di andare avanti. Ritengo che alla base di questo ci debba essere la consapevolezza che quest'Aula parlamentare ha la sua sovranità ed essa viene espressa naturalmente nel voto sulle proposte emendative.
Per questo motivo, chiediamo di proseguire su questa fase. Ricollegandomi alla proposta avanzata dal presidente Casini, possiamo sospendere le votazioni su questo provvedimento soltanto nel caso in cui il Governo e il Ministro dell'agricoltura, che è stato presente in Aula tutto il pomeriggio, da solo sui banchi del Governo, e ce ne dispiace anche perché è candidato autorevolmente dal suo schieramento alla presidenza di una regione, senza che altri esponenti dell'Esecutivo venissero almeno a svolgere il loro dovere di votare per impedire alla maggioranza di «andare sotto», ritirino esplicitamente il provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

ITALO BOCCHINO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, non neghiamo che, così come è emerso oggi, ci sia un problema numerico all'interno della maggioranza, che è frutto di quel che tutti sappiamo. Purtroppo, noi auspicheremmo l'ingresso di Casini e del suo partito nella maggioranza per avere davvero quei cento numeri di cui ha parlato, ma ricordo che la differenza numerica tra maggioranza e opposizione è di 46 deputati, cioè 337 contro 291, e nel momento in cui presiede un Vicepresidente della maggioranza la differenza è di 44 deputati. Non vi è, quindi, una maggioranza di cento deputati, ma di 40, di cui 38 fanno parte di un Governo che voi avete ristretto e che pertanto rende più difficile la presenza di ministri e sottosegretari in Aula.
Questa decisione fa sì che in un momento particolare in cui, ad esempio, quattro deputati del nostro gruppo sono candidati quali presidenti di regione, tra cui il presidente Cota, possa anche accadere che la maggioranza si trovi a fare i conti con le presenze.
Siedo alla Camera da molti anni e posso dire che quando la maggioranza «va sotto» su una proposta emendativa, si sospendono i lavori e si rinvia il provvedimento in Commissione per valutare cosa fare rispetto alla proposta approvata. Il fatto anomalo è che questa volta voi volete proseguire uno scontro inutile, completamente inutile in Aula, senza alcuna ragione se non quella di fare confusione (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Questo provvedimento ha bisogno di essere valutato con calma dal Comitato dei nove e dalla Commissione per capire, da un lato, come si possa risolvere rispetto all'intervenuta approvazione dell'articolo aggiuntivo e, dall'altro, come si possa andare alla ricerca di una maggiore convergenza tra maggioranza e opposizione che ne faciliti l'approvazione. La prassi parlamentare Pag. 55prevede questo, ma tra la prassi parlamentare e il divertimento dello scontro numerico voi avete scelto il «divertimento» dello scontro numerico.
Andiamo avanti con questa liturgia, se vi piace. Aspettiamo l'orario di chiusura e poi dopo valuteremo nel merito in Commissione come, invece, si potrà proseguire per l'approvazione di questo provvedimento.

PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, permettetemi di precisare - così ci aiutiamo nel confronto - che è evidente che vi è un aspetto, tutto politico, che appartiene alla valutazione dei gruppi e del confronto parlamentare. Vi è anche un aspetto formale, che è stato sottolineato da tutti, per cui la possibilità di ritiro del provvedimento avviene attraverso una richiesta di rinvio in Commissione; e l'Assemblea su questo punto si è già espressa, perché il rinvio in Commissione, che è stato presentato formalmente, è stato respinto dall'Assemblea che ha deciso così nella sua autonomia.
Questo mio intervento era dovuto solo per correttezza. È evidente che si sta ponendo una questione - da parte dell'onorevole Franceschini, dell'onorevole Casini e di altri colleghi dei gruppi - prettamente politica.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, in relazione a ciò che lei ha affermato vorrei semplicemente dire che quando le maggioranze e i regolamenti non funzionano dovrebbe scendere in campo la politica ed è del tutto evidente che la proposta dell'onorevole Franceschini e dell'onorevole Casini era una proposta politica.
Mi limito semplicemente a dire all'onorevole Bocchino che avrebbe credibilità ciò che lui ha detto se queste fulminee assenze (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)... Ho sbagliato, ma non è molto rilevante, perché è più importante dire che non ci siamo accorti che queste rare e fulminee assenze si sono verificate quando si è discusso del legittimo impedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Queste cose, onorevole Bocchino, queste piccole carenze della maggioranza accadono solo quando si parla di altre questioni. Si interroghi su questo e si dia una risposta da solo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Patarino. Ne ha facoltà per un minuto.

CARMINE SANTO PATARINO. Signor Presidente, vedo che vi è una grande meraviglia che la maggioranza stia ricorrendo all'ostruzionismo e la collega Formisano, gridando allo scandalo, ha detto di avere fatto una scoperta.
Certo, è vero che è insolito che la maggioranza possa ricorrere all'ostruzionismo. Tuttavia, è anche vero che la maggioranza lo sta facendo per le deplorevoli assenze di alcuni colleghi che non sono qui a fare il loro dovere. Tuttavia, essa sta utilizzando uno strumento che, se è lecito venga utilizzato dall'opposizione, è altrettanto lecito che lo usi la maggioranza per arrivare ad una conclusione, dando al provvedimento, al quale non state guardando, quella soluzione di cui il provvedimento e l'agricoltura hanno bisogno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Lorenzin. Ne ha facoltà per un minuto.

BEATRICE LORENZIN. Signor Presidente, assisto abbastanza con stupore al dibattito in merito alle assenze, sollevato prima dell'onorevole Franceschini, quando stiamo parlando di una questione molto seria che è il futuro del sistema agricolo del nostro Paese (Commenti dei deputati Pag. 56dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori). Mi sembra ...

PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Lorenzin. Lei sta intervenendo a titolo personale sull'articolo aggiuntivo Ruvolo 1.041 (Nuova formulazione). Le ricordo, come la Presidenza ha fatto altre volte, che si può intervenire per dichiarazione di voto a titolo personale, ma l'intervento deve essere ovviamente relativo all'articolo aggiuntivo Ruvolo 1.041 (Nuova formulazione). Il tema delle assenze è già stato superato.

BEATRICE LORENZIN. Signor Presidente, vorrei parlare di quello. Se lei mi concede di superare i dieci secondi arrivo ...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Lorenzin.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nola. Ne ha facoltà.

CARLO NOLA. Signor Presidente, mi sia consentito concludere il discorso che avevo affrontato parlando della proposta emendativa precedente.

PRESIDENTE. Il suo intervento è relativo all'articolo aggiuntivo Ruvolo 1.041 (Nuova formulazione)?

CARLO NOLA. Sì, signor Presidente, perché l'argomento delle tre proposte emendative che si succedono è lo stesso, ossia il rilancio dell'imprenditoria giovanile femminile.
Ampliando il ragionamento fatto prima, ricordo che l'amico Ruvolo ha proposto un emendamento - approvato dall'Assemblea - che stanzia 25 milioni di euro per tre anni. Però, l'amico Ruvolo ha dimenticato di dirci, in questo momento di ristrettezze, da dove prendere quei 25 milioni di euro per tre anni. Allo stesso modo, ha dimenticato di dirci - oltre a riempire un Fondo di risorse - come spendere questi soldi, demandando con il capoverso 2, che sarà ora posto in votazione, a un regolamento ministeriale.
Pertanto, non solo vi è carenza di progettualità ma anche di responsabilità.
Infatti, in un momento di così scarse risorse, dove si possono prendere 25 milioni? Sarà il Governo a trovarli, sarà il Senato a trovarli? Li prenderemo dai soldi stanziati per le misure a favore di coloro che perdono il lavoro, dai soldi che non sono sufficienti per chi deve pagare...

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruvolo. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE RUVOLO. Signor Presidente, vorrei intervenire intanto per fare chiarezza. Infatti, da questa parte c'è l'opposizione, dall'altra la maggioranza, e mi pare che qui si stiano un po' invertendo i ruoli. Facciamo un'opposizione seria e costruttiva...

PRESIDENTE. Deve intervenire sull'articolo aggiuntivo Ruvolo 1.041 (Nuova formulazione), mi scusi.

GIUSEPPE RUVOLO. Sul provvedimento, la prego, Presidente.

PRESIDENTE. La prego io. Lei ha chiesto di intervenire, tra l'altro è il presentatore, quindi intervenga sull'articolo aggiuntivo in esame.

GIUSEPPE RUVOLO. Siccome si deve votare una mia proposta emendativa, vorrei ricordare all'Aula che questo provvedimento è un disegno di legge di iniziativa governativa datato dicembre 2008 che poi è stato esaminato dalla Commissione di merito nel marzo del 2009, il cui esame è stato sospeso nuovamente e ripreso nel novembre del 2009, sospeso ancora in quest'Aula e oggi riproposto e, quasi quasi, a ognuno di voi viene il dubbio che è l'opposizione che non lo fa andare avanti. La verità è che non avete né idee, né numeri (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico)...

Pag. 57

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Ruvolo 1.041 (Nuova formulazione), limitatamente alla parte non preclusa dall'approvazione delle proposte emendative precedenti, non accettato dalla Commissione, né dal Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Chiedo ai colleghi di segnalarmi chi non riesce a votare. Onorevole Vico, onorevole De Micheli, onorevole Razzi. Hanno votato tutti?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 507
Maggioranza 254
Hanno votato
252
Hanno votato
no 255).

Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Marco Carra 1.044 (Nuova formulazione).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marco Carra. Ne ha facoltà.

MARCO CARRA. Signor Presidente, parlo brevemente dell'articolo aggiuntivo a mia prima firma. Questa proposta emendativa cerca di affrontare il rapporto complicato tra i produttori agricoli e il sistema distributivo, ossia, in sostanza, la commercializzazione dei prodotti. Dicevo che si tratta di un rapporto complesso in quanto il sistema distributivo, come è noto, concentra la domanda in quattro o cinque grandi catene capaci di condizionare pesantemente l'offerta.
L'offerta, cioè i produttori, al contrario è frammentata in mille rivoli che la rendono in qualche modo debole al confronto con la grande distribuzione. Pensiamo che questo rappresenti uno dei problemi più seri che il mondo agro-alimentare ha e con il quale si scontra quotidianamente. In sostanza, attraverso questo articolo aggiuntivo, tentiamo di ridurre la forbice tra i produttori e coloro i quali commerciano i prodotti.
Non c'è dubbio che affrontare e superare questo problema presuppone, dal mio punto di vista, anche un salto culturale del mondo agricolo: la tentazione di difendere il proprio piccolo orticello da parte di una parte del mondo agricolo è, diciamo così, ancora grande.
Nelle proposte emendative precedenti abbiamo affrontato anche il tema dell'imprenditoria giovanile. Credo sia importante sottolineare che è solo attraverso gli imprenditori più giovani che oggi registriamo le forme più evolute di aggregazione dell'offerta e sono state messe in campo iniziative importanti per l'appunto da parte dei nostri imprenditori più giovani i quali hanno compreso che le sfide del mercato, del reddito e della competitività si possono vincere quando si uniscono le forze.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MARCO CARRA. Per questa ragione proponiamo questo articolo aggiuntivo che prevede un sostegno importante per l'aggregazione dell'offerta e pensiamo che possa essere una delle chiavi attraverso le quali ridare ossigeno al comparto agricolo ed agroalimentare del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colombo. Ne ha facoltà per un minuto.

FURIO COLOMBO. Signor Presidente, per cogliere l'occasione di avere qui in Aula il Ministro Zaia, candidato alla presidenza della regione Piemonte, di cui è appena stato celebrato il comizio (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), il quale ha dichiarato al suo giornale la Padania: «Mi chiedo come si Pag. 58possa cercare di costruire una centrale nucleare per fornire l'energia che potrebbe...

PRESIDENTE. Onorevole Colombo, la ringrazio, dovrebbe intervenire sull'articolo aggiuntivo...
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fiorio. Ne ha facoltà per un minuto.

MASSIMO FIORIO. Signor Presidente, questo provvedimento è intitolato: «Disposizioni per il rafforzamento della competitività del settore agroalimentare». Quindi, è lecito e naturale aspettarsi misure che intervengano sulle questioni strutturali del settore. È in questa direzione che va l'articolo aggiuntivo in esame, perché tocca una questione fondamentale, cioè il collegamento tra le imprese agricole e il mercato. In questo modo si toccano elementi e nodi problematici del settore, che riguardano la struttura atomistica delle aziende agricole italiane, attori che agiscono in modo indipendente sul mercato, e la disgregazione dell'offerta e del volume.

PRESIDENTE. Onorevole Fiorio, la prego di concludere.

MASSIMO FIORIO. Sono tutti fattori che rendono le aziende italiane sottoposte agli andamenti altalenanti del mercato e questa proposta emendativa cerca di razionalizzare queste risorse per sostenere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

PRESIDENTE. Onorevole Fiorio, la ringrazio.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Marco Carra 1.044 (Nuova formulazione), non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole De Micheli... Onorevole Vico... Onorevole Colombo... Onorevole Concia... Onorevole Rosso... Onorevole Iapicca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 504
Maggioranza 253
Hanno votato
251
Hanno votato
no 253).

Prendo atto che il deputato Orsini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Ruvolo 1.045 (Nuova formulazione).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, questo articolo aggiuntivo riprende un tema importante per quanto attiene alla commercializzazione dei prodotti agricoli. Si tratta di dare una risposta, che - voglio ricordare - più volte era già stata approntata nelle passate legislature, sia in quella che andava dal 2001 al 2006 che nella successiva. C'è un decreto legislativo apposito che cerca di regolamentare in termini forti una maggiore capacità del mondo agricolo a sviluppare una concentrazione dell'offerta.
Credo che non approvare una proposta emendativa che va nella direzione di rispondere, signor Ministro, ad un'esigenza largamente avvertita dal mondo agricolo e largamente sostenuta dalle organizzazioni professionali vuol dire non essere attenti ai problemi reali.
Noi abbiamo un'agricoltura che soffre sovente una competizione dovuta all'agropirateria e che soffre per la mancanza di una rete di distribuzione che vada a fare, rispetto alla grande distribuzione, un'azione di coesione, di cerniera e di integrazione che - credo - il Ministero dovrebbe sollecitare con forza. Pag. 59
L'articolo aggiuntivo in esame ha questa finalità e, quindi, registriamo molto negativamente il parere contrario della Commissione e del Governo: vuol dire che davanti alle disponibilità più volte annunciate in questa direzione, quando si è alla prova dell'Assemblea, i fatti non vengono. Quindi, noi voteremo convintamente questa proposta emendativa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nola. Ne ha facoltà.

CARLO NOLA. Signor Presidente, intervengo molto brevemente anche perché questo articolo aggiuntivo si colloca in una posizione diversa rispetto a quello precedente, ma sostanzialmente ne riprende buona parte dei contenuti. Devo dire che rispetto al gruppo di proposte emendative precedenti denota un maggiore sforzo di fantasia, almeno da parte di colui che ha suggerito ai gruppi questo articolo aggiuntivo. Infatti si entra un pochino più nel dettaglio dal momento che si propongono degli interventi che sicuramente, per quanto riguarda l'accentramento e la valorizzazione del prodotto, sono sicuramente qualcosa di positivo.
Tuttavia poi la fantasia prende il volo, soprattutto quando, dopo le prime misure solo accennate (perché il dettaglio dell'intervento viene sempre rimandato, con un grande sforzo di responsabilità e fantasia, a un decreto attuativo del Ministero), si arriva a parlare dello sviluppo dei centri produttivi polifunzionali presenti sul territorio, «al fine di trasformare i medesimi in centri unificati di servizi, in grado di accentrare, offrendoli sia agli agricoltori che agli operatori della distribuzione, tutti i servizi di valorizzazione del prodotto, di supporto logistico e di picking nonché di organizzazione» - questa è la cosa più bella - «dell'importazione dai Paesi terzi interessati». Quindi, noi sosterremo la nostra organizzazione dei produttori dando degli strumenti per importare dai Paesi terzi merci agricole.
Poi quando si indicano oneri per 50 milioni di euro per ciascuno dei tre anni, prevedendo una corrispondente riduzione lineare degli stanziamenti, si fa un gesto di irresponsabilità perché tutti noi siamo chiamati a valutare le risorse che abbiamo sul campo e a decidere coscientemente e in maniera responsabile l'indicazione da dove le risorse devono essere prese. Nelle nostre numerose indicazioni di spesa dobbiamo sempre indicare da quali risorse dovremmo fare dei tagli. In questo caso ci sarebbe stato un maggiore impegno e responsabilità se si fosse indicato da dove reperire queste risorse, spiegando quali scelte e quali sacrifici magari tutti insieme avremmo dovuto fare. Ecco perché noi voteremo contro questa proposta emendativa (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colombo. Ne ha facoltà.

FURIO COLOMBO. Signor Presidente, l'occasione è preziosa per notare, sulla base del numero di parlamentari in più che ci ricordava la maggioranza, che o per colpa vostra, o per colpa della vostra maggioranza in Commissione, o per colpa del Governo, fate delle leggi, specialmente su argomenti così importanti e così essenziali per l'Italia come l'agricoltura, veramente sgangherate e andate avanti con una procedura sgangherata; per tre volte durante la giornata c'eravate o non c'eravate, si doveva tornare in Commissione, si doveva ridiscutere da capo, si doveva interrompere. È incredibile come voi approfittiate così spesso della vostra maggioranza per imporre con arroganza dei provvedimenti che non hanno niente a che fare con le esigenze del Paese e come fate filare quest'Aula quando si tratta di leggi ad personam e di camuffamenti e deragliamenti della giustizia!
Ma impressiona anche che non siate capaci di preparare con ordine e con diligenza una legge su una materia tanto importante. Fatemi dire che questo dà una luce nuova al perfetto Ministro dell'agricoltura che scatta nelle fotografie e nelle inquadrature televisive con l'eleganza dell'uomo Pag. 60nuovo che deve guidare la Lega ai futuri destini (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Fatemi dire che impressiona di più che questo Ministro dell'agricoltura abbia detto che non si devono costruire centrali nucleari al nord perché potrebbero fornire energia elettrica alla Campania. Ha detto questa frase, è scritta su la Padania di oggi! Lo so che la Padania non la legge nessuno, ma esiste pur sempre la rassegna stampa che raggiunge quest'Aula e io sono tra quelli che in quest'Aula provano un senso di vergogna per questa frase: un Ministro della Repubblica, nata dalla Resistenza e dal Risorgimento (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania), che dice che non si devono costruire centrali nucleari a casa sua! Certo, non si devono costruire a casa sua.
Almeno ci dà una certificazione del pericolo, del problema e della gravità di costruire centrali nucleari. Ma ce lo dice, perché potrebbero portare energia elettrica in Campania. I cittadini italiani da questo momento sono informati (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Onorevole, le ricordo che l'articolo aggiuntivo Ruvolo 1.045 non trattava delle centrali nucleari.

MANUELA DAL LAGO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MANUELA DAL LAGO. Signor Presidente, lei è un ottimo Presidente, però forse a volte non segue, come dovrebbe, gli interventi dell'Aula. Dovrebbe spiegarci il motivo per cui ha permesso all'onorevole Colombo di tenere una lezione su un argomento che non c'entra. Non mi permetto neanche di rispondere, perché forse la Padania doveva leggerla con attenzione, perché porto Tolle e tutto il resto, ciò che noi già abbiamo per dare elettricità agli altri è tanto ed è più che sufficiente. Però io la invito, Presidente, a far sì che ognuno si attenga al tema oggetto del dibattito. La invito, inoltre, a spiegare all'onorevole Colombo che quando il suo partito, il suo movimento e soprattutto lui, riusciranno a raccogliere il rispetto, l'amore, l'affetto che la gente del Veneto dà ad un uomo come Luca Zaia, allora solamente potrà permettersi di parlare di un Ministro della Lega e della Lega stessa (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Impari a venire nel nostro territorio, a stare con la nostra gente, a sentire cosa la nostra gente dice e il rispetto che ha per noi, non il rispetto che ha per voi che per vent'anni non avete fatto niente per questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, vedo che lei è molto attento ai contenuti degli interventi dei colleghi che si sono alternati. L'ha fatto a destra come a sinistra correttamente, però almeno una riflessione e un suo appunto sul carattere assolutamente propagandistico e fuori luogo dell'intervento che mi ha appena preceduto l'avrei gradito (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

GIACOMO CHIAPPORI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIACOMO CHIAPPORI. Signor Presidente, che l'intervento dell'onorevole Colombo sia stato fuori tema va bene, ma che il regista di questo intervento sia l'onorevole Quartiani è vergognoso.

ANGELO CERA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ANGELO CERA. Signor Presidente, volevo unire alle belle considerazioni della Pag. 61collega Dal Lago tutte le preghiere che i coltivatori del Sud stanno facendo a tutti i santi a che questo Ministro, da subito, tolga il disturbo e ritorni probabilmente nel suo Veneto (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori - Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Ruvolo 1.045 (nuova formulazione), non accettato dalla Commissione né dal Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Zorzato, Pionati, Corsaro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 504
Maggioranza 253
Hanno votato
251
Hanno votato
no 253).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi Brandolini 1.042 (Nuova formulazione) e Ruvolo 1.043 (Nuova formulazione), non accettati dalla Commissione e dal Governo e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, noi abbiamo iscritti a parlare!

PRESIDENTE. Revoco l'indizione della votazione, perché mi era stato consegnato un foglio da cui risulta che l'onorevole Brandolini era iscritto a parlare per dichiarazione di voto sull'articolo aggiuntivo Brandolini 1.042 (Nuova formulazione). Ne ha facoltà per due minuti.

SANDRO BRANDOLINI. Signor Presidente, poc'anzi l'onorevole Fiorio, nell'intervenire, ricordava che questo provvedimento reca disposizioni per il rafforzamento del comparto agroalimentare. Ebbene, le proposte emendative che sono state respinte e quella che mi auguro sia accolta dall'Aula andavano esattamente nella direzione di rafforzare la competitività di un settore che vive un momento di difficoltà.
Se le proposte emendative precedenti parlavano di concentrazione della produzione, e quindi indicavano una via per i produttori per organizzarsi e rafforzare la loro competitività, aggregandosi, questi identici articoli aggiuntivi che abbiamo presentato, il nostro e quello dell'UdC, riguardano la concertazione delle imprese che già sono sul mercato, quelle cooperative, che, però, hanno dimensioni insufficienti per poter competere e affrontare la fase della difficoltà sia sui mercati interni sia su quelli internazionali.
Chiaramente, in un momento di difficoltà come questo, non si può pensare che le imprese cooperative o anche quelle private si aggreghino o facciano delle fusioni, se non le si incentiva attraverso la possibilità di avere degli sgravi fiscali.
Sappiamo che le concentrazioni nelle società di capitali comportano una rivalutazione del capitale e, in quanto tali, sono soggette ad una tassazione, che riteniamo, con questo articolo aggiuntivo, che debba essere ridotta, per favorire...

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Brandolini. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO. Signor Presidente, rimango ovviamente molto rammaricato, perché questi due identici articoli aggiuntivi portano come strumento di sostegno la facoltà per l'impresa di usufruire nei successivi tre anni di un credito di imposta.
Ricordo che il credito di imposta a sostegno dell'agricoltura fu una misura che il Governo Berlusconi, con il Ministro Alemanno, introdusse nel periodo 2001-2006. Pag. 62Rimango, quindi, veramente meravigliato che, ancora una volta, di fronte a una misura concreta, il Ministro e la maggioranza facciano orecchie da mercante e blaterino con i loro esponenti, dicendo che non abbiamo proposte.
Qui riprendiamo una proposta che abbiamo utilmente utilizzato negli anni passati con risultati positivi; non farlo questa volta, vuol dire negare attenzione e vuol dire che, a fronte delle buone intenzioni del Ministro Zaia, vi è un Governo, un Ministro dell'economia che non dà le risorse.
Certamente, vengono sconfessati in Aula il Ministro e quelle disponibilità che il Ministro dichiara sempre, ma che poi, al momento dell'esame del provvedimento, ignora completamente, adeguandosi alle indicazioni della maggioranza.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Giuseppe. Ne ha facoltà.

ANITA DI GIUSEPPE. Signor Presidente, volevo solo fare notare che questo provvedimento affronta un tema importante, che è quello del rafforzamento della competitività del settore agroalimentare.
È un provvedimento che avrebbe dovuto interessarsi soprattutto dei problemi degli agricoltori: l'agricoltura, il settore primario dell'economia italiana, è in grandissime difficoltà. Ma come si può prevedere un provvedimento del genere, nel cui titolo è compresa l'espressione «rafforzamento della competitività», quando non vi sono risorse? La forza stessa del provvedimento avrebbe dovuto essere infatti chiaramente lo stanziamento di risorse idonee, per incrementare il Fondo di solidarietà nazionale, per gli incentivi per il rinnovo del parco macchine delle imprese agricole, ormai obsoleto, per gli incentivi per l'imprenditoria giovanile, che qualcuno ha sostenuto che senza un piano non si possa fare: partiamo, comunque! Perché gli agricoltori questo lamentano, che non vi sia un piano di rilancio, che non vi sia l'intenzione da parte del Governo di essere vicino agli agricoltori. C'è una frase che gli agricoltori ripetono: «L'agricoltura chiama e il Governo non risponde». Quindi, Ministro Zaia, è ora di rispondere alle esigenze degli agricoltori (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fogliato. Ne ha facoltà.

SEBASTIANO FOGLIATO. Signor Presidente, intervengo anch'io sugli identici emendamenti in esame, perché continuano ad essere dette delle falsità, che questo Governo non risponde alle esigenze del settore primario, del mondo agricolo. Ma voi, più che delle polemiche, delle strumentalizzazioni non siete capaci di fare! Guardate i soldi sprecati nelle regioni governate dal centrosinistra, che potrebbero andare, in questo momento di crisi, a sostegno di questo settore (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Guardate ad esempio in Piemonte i soldi che avete previsto, delle risorse della regione, per il settore agricolo, e quanti soldi invece avete previsto per quello pseudopremio letterario del Grinzane-Cavour (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)! E vogliamo anche parlare di questo! Vogliamo anche dire come venivano spesi i soldi, le inchieste della magistratura, che sono state portate avanti! I soldi spesi, i viaggi pagati al marito della presidente, di questa Mercedes Bresso (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), che non andava in giro! Di questo dobbiamo parlare! Di Pietro, dove sei? Quando si invoca (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)...

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Santagata. Ne ha facoltà.

GIULIO SANTAGATA. Signor Presidente, prendo la parola quasi per questione personale. Devo dire che ho sempre Pag. 63nutrito grande stima per il lavoro della presidente Bresso, ma effettivamente la questione dei «Lupi» mi dà da pensare.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bobba. Ne ha facoltà, per un minuto.

LUIGI BOBBA. Signor Presidente, intervengo solo per informare l'onorevole Fogliato, e anche l'Aula, che la mostra sulle scimmie nude - le scimmie vestite ancora sono da vedere - in effetti era una mostra su Darwin, che ha avuto 120 mila visitatori, di cui 106 mila paganti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Onorevole Fogliato, si informi prima di parlare!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Mazzarella. Ne ha facoltà, per un minuto.

EUGENIO MAZZARELLA. Signor Presidente, dopo l'oratoria bucolica dell'onorevole Fogliato, gli vorrei chiedere: se il Governo non avesse usato ingenti risorse per i rimborsi delle quote latte, non sarebbe oggi meno difficile per il Ministro Zaia lavorare a questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)?

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici articoli aggiuntivi Brandolini 1.042 (Nuova formulazione) e Ruvolo 1.043 (Nuova formulazione), non accettati dalla Commissione né dal Governo e sui quali la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Simeoni, Ravetto, Sardelli, Peluffo, Ferranti.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori) - (Vedi votazionia ).
(Presenti e votanti 503
Maggioranza 252
Hanno votato
252
Hanno votato
no 251).

PAOLO RUSSO, Presidente della XIII Commissione. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PAOLO RUSSO, Presidente della XIII Commissione. Ovviamente questo è un ulteriore elemento che indica la necessità di un ritorno in Commissione.

ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente volevo sapere se il Presidente Russo si riferisce al rinvio in Commissione o a una sospensione per una riunione del Comitato dei nove. È possibile avere un chiarimento onde evitare che passiamo altre tre ore come la manfrina che abbiamo fatto prima? (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Presidente Russo?

PAOLO RUSSO, Presidente della XIII Commissione. Rinvio in Commissione.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente non avevo finito....

PRESIDENTE. Prego onorevole Giachetti.

ROBERTO GIACHETTI. C'è un'altra domanda se l'onorevole Baldelli concorda con quello che ha detto il presidente Russo. Pag. 64
(Proteste dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo delle Libertà)!

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Dopo tre sonori schiaffoni se il Ministro avesse una qualche dignità rassegnerebbe le dimissioni. Questo è il grande Ministro della Lega. Sei davvero arrivato al capolinea, meriti di tornare in Veneto, devi andare a fare l'agricoltore in Veneto, non il Ministro (Proteste dei deputati del gruppo Lega Nord Padania, che scandiscono: «scemo! scemo!»)!

PRESIDENTE. Per cortesia, colleghi della Lega...

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente li lasci perché le scimmie quando escono dalla mostra fanno queste...

PRESIDENTE. Onorevole Evangelisti, per cortesia. Cerchiamo tutti di dare le motivazioni di ordine politico, ma di evitare questi toni. (Il deputato Evangelisti si rivolge ai banchi dei deputati del gruppo della Lega Nord Padania con gesti allusivi al comportamento delle scimmie). Onorevole Evangelisti! onorevole Evangelisti! onorevole Evangelisti, se continua le devo chiedere di lasciare l'Aula. Onorevole Evangelisti (Il deputato Rainieri si dirige animosamente verso il banco del deputato Evangelisti ed è trattenuto dai commessi)! Onorevole Rainieri, Onorevole Rainieri (Il deputato Evangelisti, anch'egli trattenuto dai commessi, si scaglia contro il deputato Rainieri - Scambio di apostrofi). Sospendo la seduta. Invito i Questori ad intervenire. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 19,50, è ripresa alle 20,10.

PRESIDENTE. Ho informato il Presidente della Camera degli episodi accaduti, che saranno esaminati dall'Ufficio di Presidenza convocato per le ore 10 di domani mattina.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Giovedì 11 febbraio 2010, alle 11:

1. - Seguito della discussione del disegno di legge:
Disposizioni per il rafforzamento della competitività del settore agroalimentare (2260-A).

e delle abbinate proposte di legge: COSENZA ed altri; D'INIZIATIVA DEI SENATORI: SCARPA BONAZZA BUORA ed altri (Approvata dal Senato) (2646-2743).
- Relatore: Beccalossi.

(al termine delle votazioni)

2. - Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 20,10.

Pag. 65

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DELLA MOZIONE N. 1-00327 E ABB. E DEL DISEGNO DI LEGGE DI RATIFICA N. 3033

Mozione n. 1-00327 e abb. - Emergenza umanitaria in Congo

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 57 minuti (con il limite massimo di 14 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 23 minuti
Popolo della Libertà 1 ora e 17 minuti
Partito Democratico 1 ora e 4 minuti
Lega Nord Padania 35 minuti
Unione di Centro 31 minuti
Italia dei Valori 28 minuti
Misto: 28 minuti
Alleanza per l'Italia 9 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 5 minuti
Noi Sud/Lega Sud Ausonia 5 minuti
Liberal Democratici - MAIE 3 minuti
Minoranze linguistiche 3 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 3 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

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Ddl di ratifica n. 3033 - Accordo Italia-Svizzera per la realizzazione del nuovo collegamento ferroviario Mendrisio-Varese

Tempo complessivo: 2 ore.

Relatore 5 minuti
Governo 5 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 18 minuti (con il limite massimo di 6 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 1 ora e 22 minuti
Popolo della Libertà 20 minuti
Partito Democratico 22 minuti
Lega Nord Padania 11 minuti
Unione di Centro 9 minuti
Italia dei Valori 8 minuti
Misto: 12 minuti
Alleanza per l'Italia 2 minuti
Movimento per le Autonomie - Alleati per il Sud 2 minuti
Noi Sud/Lega Sud Ausonia 2 minuti
Liberal Democratici - MAIE 2 minuti
Minoranze linguistiche 2 minuti
Repubblicani, Regionalisti, Popolari 2 minuti

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 8)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 2260-2646-2743-A - em. 1.600 471 471 236 471 67 Appr.
2 Nom. articolo 1 478 478 240 478 66 Appr.
3 Nom. articolo agg. 1.04 479 479 240 244 235 66 Appr.
4 Nom. articolo agg. 1.040 n.f. 486 486 244 243 243 57 Resp.
5 Nom. articolo agg. 1.041 n.f. 507 507 254 252 255 49 Resp.
6 Nom. articolo agg. 1.044 n.f. 504 504 253 251 253 49 Resp.
7 Nom. articolo agg. 1.045 n.f. 504 504 253 251 253 49 Resp.
8 Nom. articolo agg. 1.042, 1.043 n.f. 503 503 252 252 251 49 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.