XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di martedì 30 marzo 2010

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 30 marzo 2010.

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Berlusconi, Bindi, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Brancher, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Carfagna, Casero, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cosentino, Cossiga, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, D'Alema, Donadi, Fedriga, Fitto, Gregorio Fontana, Franceschini, Frattini, Gelmini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Leo, Leone, Lombardo, Lo Monte, Lupi, Mantovano, Maroni, Martini, Melchiorre, Meloni, Miccichè, Migliavacca, Milanato, Molgora, Mura, Angela Napoli, Nucara, Pescante, Prestigiacomo, Ravetto, Razzi, Rigoni, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Saglia, Sardelli, Scajola, Stefani, Stucchi, Tabacci, Tremonti, Urso, Vegas, Vietti, Vito, Volontè, Zacchera.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Berlusconi, Bindi, Bocci, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Brancher, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Buttiglione, Caparini, Carfagna, Casero, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cosentino, Cossiga, Cota, Craxi, Crimi, Crosetto, D'Alema, Donadi, Fedriga, Fitto, Gregorio Fontana, Franceschini, Frattini, Gelmini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, Jannone, La Russa, Leo, Leone, Lombardo, Lo Monte, Lucà, Lupi, Mantovano, Maroni, Martini, Melchiorre, Meloni, Miccichè, Migliavacca, Milanato, Molgora, Mura, Angela Napoli, Nucara, Pescante, Prestigiacomo, Ravetto, Razzi, Rigoni, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Saglia, Sardelli, Scajola, Stefani, Stucchi, Tabacci, Tremonti, Urso, Vegas, Vietti, Vito, Volontè, Zacchera.

Annunzio di proposte di legge.

In data 19 marzo 2010 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
SANTAGATA: «Disposizioni concernenti il prolungamento volontario dell'attività lavorativa oltre il termine di maturazione del diritto alla pensione» (3343);
COSENZA: «Modifica all'articolo 184 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e altre disposizioni contro l'inquinamento ambientale e i danni alla salute derivanti dalla dispersione dei mozziconi dei prodotti da fumo nel suolo e nelle acque» (3344);
ZAMPARUTTI ed altri: «Disposizioni per la mappatura biologica degli ecosistemi acquatici delle acque dolci superficiali» (3345).

In data 23 marzo 2010 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
ANTONINO FOTI: «Istituzione della qualifica di vice dirigente nella pubblica amministrazione» (3346);
MIGLIORI: «Modifiche al decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 545, concernenti la composizione delle commissioni tributarie e l'ufficio di segreteria del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria» (3347).

In data 24 marzo 2010 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa dei deputati:
MADIA ed altri: «Modifiche all'articolo 2112 del codice civile, in materia di mantenimento dei diritti dei lavoratori in caso di trasferimento d'azienda» (3348).

In data 25 marzo 2010 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa del deputato:
MOSCA: «Introduzione dell'articolo 62-bis.1 del decreto-legge 30 agosto 1993, n. 331, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 ottobre 1993, n. 427, in materia di applicazione degli studi di settore alle lavoratrici libere professioniste in caso di maternità» (3349).

In data 26 marzo 2010 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa del deputato:
ROSSA: «Istituzione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dei disastri ambientali e industriali causati dall'incuria dell'uomo» (3351).

In data 29 marzo 2010 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
MARCHIONI: «Interventi per l'ammodernamento e la riqualificazione delle imprese turistiche e per il recupero del patrimonio edilizio delle strutture turistico-ricettive» (3353);
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE LANZILLOTTA: «Modifiche agli articoli 122 e 123 della Costituzione, concernenti la disciplina dell'elezione e dei casi di ineleggibilità e di incompatibilità del Presidente e degli altri componenti della Giunta regionale nonché dei consiglieri regionali e il contenuto degli statuti delle regioni» (3354);
DAMIANO: «Modifiche all'articolo 20 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, e abrogazione dei commi 142 e 143 dell'articolo 2 della legge 23 dicembre 2009, n. 191, concernenti il contratto di somministrazione di lavoro» (3355).

Saranno stampate e distribuite.

Annunzio di disegni di legge.

In data 26 marzo 2010 è stato presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge:
dal Presidente del Consiglio dei ministri e dai ministri dell'economia e delle finanze, dello sviluppo economico e per la semplificazione normativa:
«Conversione in legge del decreto-legge 25 marzo 2010, n. 40, recante disposizioni urgenti tributarie e finanziarie in materia di contrasto alle frodi fiscali internazionali e nazionali operate, tra l'altro, nella forma dei cosiddetti "caroselli" e "cartiere", di potenziamento e razionalizzazione della riscossione tributaria anche in adeguamento alla normativa comunitaria, di destinazione dei gettiti recuperati al finanziamento di un Fondo per incentivi e sostegno della domanda in particolari settori» (3350).

In data 29 marzo 2010 è stato presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge:
dal ministro degli affari esteri:
«Ratifica ed esecuzione della Convenzione relativa allo sdoganamento centralizzato, concernente l'attribuzione delle spese di riscossione nazionali trattenute allorché le risorse proprie tradizionali sono messe a disposizione del bilancio dell'UE, fatta a Bruxelles il 10 marzo 2009» (3356).

Saranno stampati e distribuiti.

Annunzio di una proposta di legge d'iniziativa popolare.

In data 26 marzo 2010 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge:
PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA POPOLARE: «Misure per migliorare le condizioni di vita universitaria, per accrescere la qualità e la conoscenza dei servizi universitari, per il sostegno alla mobilità nazionale ed internazionale degli studenti e per la disciplina dei tirocini formativi universitari» (3352).

Sarà stampata, previo accertamento della regolarità delle firme dei presentatori, ai sensi della legge 25 maggio 1970, n. 352, e distribuita.

Adesione di deputati a proposte di legge.

La proposta di legge PORTA ed altri: «Istituzione e disciplina della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni, le province autonome, gli enti locali e il Consiglio generale degli italiani all'estero» (3065) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Fadda.

La proposta di legge MAZZOCCHI ed altri: «Disciplina delle professioni di estetista professionale, di onicotecnico e di tecnico dell'abbronzatura artificiale, a tutela della concorrenza e della salute del consumatore» (3116) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Alessandri.

La proposta di legge CARLUCCI ed altri: «Istituzione della Giornata nazionale del bambino« (3181) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Cosenza.

La proposta di legge MARTELLA ed altri: «Abrogazione del comma 5 dell'articolo 5-bis del decreto-legge 7 settembre 2001, n. 343, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 novembre 2001, n. 401, in materia di dichiarazione dei grandi eventi rientranti nella competenza del Dipartimento della protezione civile» (3229) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Gnecchi.

Modifica del titolo di una proposta di legge.

La proposta di legge n. 3173, d'iniziativa dei deputati D'IPPOLITO VITALE ed altri, ha assunto il seguente titolo: «Modifica all'articolo 36 della legge 6 dicembre 1991, n. 394, concernente l'istituzione dell'area marina protetta dell'Oasi del golfo lametino e delle secche di Capo Suvero, nel territorio del comune di Gizzeria».

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

I Commissione (Affari costituzionali):
COMMERCIO ed altri: «Istituzione del Garante nazionale dell'anziano» (2941) Parere delle Commissioni II, V, XI, XII (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento) e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
GIAMMANCO ed altri: «Norme in materia di videosorveglianza negli asili nido e nelle scuole dell'infanzia nonché presso le strutture socio-assistenziali per anziani, disabili e minori in situazione di disagio» (3076) Parere delle Commissioni II, V, VII, VIII, XI, XII (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento) e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
VACCARO e MOSCA: «Modifica all'articolo 7 del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, in materia di sanzioni per la violazione degli obblighi di comunicazione da parte dell'ospitante e del datore di lavoro» (3200) Parere delle Commissioni II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni) e VIII;
RAZZI ed altri: «Istituzione del Fondo di solidarietà parlamentare per interventi non previsti da disposizioni legislative» (3202) Parere delle Commissioni II, V e VIII;
VACCARO: «Modifica all'articolo 60 del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di ineleggibilità alle cariche negli enti locali» (3231) Parere della XI Commissione;
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE VACCARO: «Modifiche agli articoli 56 e 58 della Costituzione in materia di elettorato attivo e passivo per l'elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica» (3296).

II Commissione (Giustizia):
RAO ed altri: «Modifica all'articolo 30 del decreto del Presidente della Repubblica 16 settembre 1958, n. 916, in materia di collocamento fuori ruolo dei magistrati componenti elettivi del Consiglio superiore della magistratura» (3143) Parere della I Commissione;
SANTELLI: «Modifica all'articolo 162 del codice civile in materia di convenzioni matrimoniali» (3246) Parere della I Commissione;
SBAI: «Modifica all'articolo 61 del codice penale in materia di circostanza aggravante per i reati commessi per ragioni o consuetudini etniche, religiose o culturali» (3250) Parere della I Commissione;
«Disposizioni relative all'esecuzione presso il domicilio delle pene detentive non superiori ad un anno e sospensione del procedimento con messa alla prova» (3291) Parere delle Commissioni I, V, XI, XII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

IV Commissione (Difesa):
COTA ed altri: «Concessione di un indennizzo ai cittadini italiani militari e civili deportati e internati nei campi di concentramento nazisti e destinati al lavoro coatto» (3266) Parere delle Commissioni I, V e XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale).

V Commissione (Bilancio):
DE POLI ed altri: «Disposizioni per la destinazione di una quota del 5 per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche al finanziamento delle organizzazioni senza scopo di lucro, della ricerca scientifica e sanitaria e dell'università in base alle scelte dei contribuenti» (2952) Parere delle Commissioni I, VI, VII e XII;
CERONI ed altri: «Modifica all'articolo 48 della legge 20 maggio 1985, n. 222, concernente il procedimento per la ripartizione della quota dell'otto per mille del gettito dell'imposta sul reddito delle persone fisiche a diretta gestione statale» (3263) Parere della I Commissione.

VI Commissione (Finanze):
MOSCA: «Disposizioni concernenti la concessione di un credito d'imposta in favore delle microimprese che assumono disoccupati con figli di età inferiore a otto anni» (3120) Parere delle Commissioni I, V, X, XI, XII e XIV;
VACCARO e MOSCA: «Modifica all'articolo 15 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, in materia di detrazione per le spese relative alla frequenza di asili nido» (3201) Parere delle Commissioni I, II, V e XII;
MOFFA ed altri: «Delega al Governo per l'introduzione di un credito d'imposta in favore delle imprese socialmente responsabili» (3240) Parere delle Commissioni I, V, VII, VIII, X (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento), XI, XII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

VII Commissione (Cultura):
MOSELLA ed altri: «Disposizioni per il riconoscimento e la promozione della funzione sociale dello sport» (3119) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), XI, XII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

VIII Commissione (Ambiente):
D'IPPOLITO VITALE: «Modifica all'articolo 36 della legge 6 dicembre 1991, n. 394, concernente l'istituzione dell'area marina protetta dell'Oasi del Golfo lametino delle secche di Capo Suvero, nel territorio del comune di Gizzeria» (3173) Parere delle Commissioni I, V, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

X Commissione (Attività produttive):
BORGHESI ed altri: «Modifiche alla legge 7 agosto 1990, n. 241, e altre disposizioni in materia di semplificazione degli oneri amministrativi relativi all'avvio di attività economiche e imprenditoriali» (3191) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), IV, V, VI, VIII (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento), IX, XI, XII, XIII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

XI Commissione (Lavoro):
FUCCI ed altri: «Delega al Governo per l'adozione di norme volte a garantire il possesso dei requisiti di professionalità e di capacità psico-attitudinale da parte del personale educativo degli asili-nido» (3123) Parere delle Commissioni I, V, XII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
BACCINI ed altri: «Disposizioni per l'inquadramento di alcune categorie di personale precario nei ruoli civili del Ministero della difesa» (3235) Parere delle Commissioni I, IV e V;
GNECCHI ed altri: «Modifiche all'articolo 11 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 503, in materia di perequazione automatica delle pensioni, e all'articolo 6 del decreto-legge 12 settembre 1983, n. 463, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 novembre 1983, n. 638, in materia di integrazione al trattamento minimo» (3267) Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria) e XII;
LO PRESTI: «Esclusione dei familiari superstiti condannati per omicidio del pensionato o dell'iscritto a un ente di previdenza dal diritto alla pensione di reversibilità o indiretta» (3333) Parere delle Commissioni I, II e V.

XII Commissione (Affari sociali):
BOCCIARDO ed altri: «Istituzione della figura professionale di medico specialista chirurgo senologo» (3060) Parere delle Commissioni I, V, VII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
COSENZA: «Disposizioni per disincentivare il fumo e agevolazioni in favore dei giovani che smettono di fumare» (3182) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, IX, X, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
TORRISI: «Modifica all'articolo 1 della legge 15 ottobre 1990, n. 295, in materia di rappresentanza dell'Associazione nazionale privi della vista ed ipovedenti nelle commissioni mediche» (3238) Parere delle Commissioni I, V, XI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Annunzio di una domanda di autorizzazione a procedere all'acquisizione di tabulati telefonici.

Con lettera pervenuta il 24 marzo 2010, la procura della Repubblica presso il tribunale di Reggio Calabria ha trasmesso alla Camera una domanda di autorizzazione a procedere all'acquisizione di tabulati telefonici relativi ad un'utenza del deputato Italo Bocchino, nell'ambito di un procedimento penale (il n. 1039/10 RGNR/I) sorto da denuncia-querela sporta dal medesimo deputato a carico di ignoti.
La domanda è stata trasmessa alla competente Giunta per le autorizzazioni.
Copia della domanda sarà stampata e distribuita (doc. IV, n. 7).

Trasmissioni dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettere in data 16 marzo 2010, ha dato comunicazione, ai sensi dell'articolo 8-ter del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 1998, n. 76, dei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri - che sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) nonché alle Commissioni sottoindicate - con cui è autorizzato, in relazione a interventi da realizzare tramite contributi assegnati in sede di ripartizione della quota dell'otto per mille dell'IRPEF devoluta alla diretta gestione statale, l'utilizzo delle economie di spesa realizzate dai seguenti soggetti:

alla VII Commissione (Cultura):
comune di Asti, a valere sul contributo concesso nel 2002, per lavori di restauro e conservazione dei reperti archeologici emersi durante le campagne di scavo presso le mura della città;
comune di Bagni di Lucca (Lucca), a valere sul contributo concesso nel 2006, per lavori di rifacimento e ripristino relativi all'immobile denominato «Circolo dei Forestieri»;
diocesi di Volterra, a valere sul contributo concesso nel 2003, per il completamento del consolidamento del palazzo vescovile di Volterra;
arcidiocesi di Siracusa, a valere sui contributi concessi nel 2003 e nel 2004, per lavori di completamento di interventi relativi all'ex seminario minore di Siracusa;

alla VIII Commissione (Ambiente):
comune di Ricadi (Vibo Valenzia), a valere sul contributo concesso nel 2003, per il completamento dei lavori finalizzati, alla riduzione del rischio idrogeologico nella frazione Santa Domenica, zona Valle dell'Acqua;
comune di Macchia Valfortore (Campobasso), a valere sul contributo concesso nel 2003, per lavori di ripristino e bonifica idrogeologici.

Annunzio di sentenze della Corte costituzionale.

La Corte costituzionale ha depositato in cancelleria le seguenti sentenze che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del regolamento, sono inviate alle sottoindicate Commissioni permanenti per materia, nonché alla I Commissione (Affari costituzionali), se non già assegnate alla stessa in sede primaria:

sentenza n. 82 del 24 febbraio-5 marzo 2010 (doc. VII, n. 376)
con la quale:
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 4, comma 2, della legge 8 febbraio 2006, n. 54 (Disposizioni in materia di separazione dei genitori e affidamento condiviso dei figli), sollevata, in riferimento all'articolo 3 della Costituzione, dal tribunale ordinario di Roma;
dichiara manifestamente inammissibile la questione di legittimità costituzionale dello stesso articolo 4, comma 2, della citata legge n. 54 del 2006, sollevata, in riferimento agli articoli 25 e 111 della Costituzione, dal tribunale ordinario di Roma:
alla II Commissione permanente (Giustizia);

sentenza n. 83 del 24 febbraio-5 marzo 2010 (doc. VII, n. 377)
con la quale:
dichiara non fondate le questioni di legittimità dell'articolo 6, lettere a) e d), del decreto-legge 6 novembre 2008, n. 172 (Misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania, nonché misure urgenti di tutela ambientale), convertito in legge, con modificazioni, dall'articolo 1, comma 1, della legge 30 dicembre 2008, n. 210, sollevate, in riferimento agli articoli 3, 25, secondo comma, e 77, secondo comma, della Costituzione, dal tribunale di Torre Annunziata:
alla II Commissione permanente (Giustizia);

sentenza n. 102 del 10-17 marzo 2010 (doc. VII, n. 381)
con la quale:
dichiara inammissibile il conflitto di attribuzione promosso dalla regione Valle d'Aosta-Vallèe d'Aoste nei confronti dello Stato:
alla VI Commissione permanente (Finanze);

sentenza n. 103 del 10-17 marzo 2010 (doc. VII, n. 382)
con la quale:
dichiara inammissibile la questione di legittimità costituzionale degli articoli 424, 429 e 521, comma 1, del codice di procedura penale, sollevata, in riferimento agli articoli 3, 24, 111, terzo comma, e 117, primo comma, della Costituzione, dal tribunale di Lecce:
alla II Commissione permanente (Giustizia);

sentenza n. 104 del 10-17 marzo 2010 (doc. VII, n. 383)
con la quale:
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale degli articoli 3, comma 4, 18 e 20 della legge della regione Basilicata 22 luglio 2009, n. 22 (Norme in materia di sicurezza nella pratica degli sport invernali da discesa e da fondo), sollevata, in riferimento all'articolo 117, secondo comma, lettere g) e h), della Costituzione, dal Presidente del Consiglio dei ministri:
alla VII Commissione permanente (Cultura);

sentenza n. 112 del 10-19 marzo 2010 (doc. VII, n. 386)
con la quale:
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale della legge della regione Liguria 16 febbraio 2009, n. 1, recante «Istituzione del Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale (GECT) Euroregione Alpi Mediterraneo», promossa dal Presidente del Consiglio dei ministri, in relazione agli articoli 97, 117, 118 della Costituzione;
dichiara la cessazione della materia del contendere in ordine alle questioni di legittimità costituzionale dell'articolo 1 comma 1 e dell'articolo 2, comma 2, lettere b) e d), della legge della regione Liguria 16 febbraio 2009, n. 1, promossa dal Presidente del Consiglio dei ministri, in riferimento all'articolo 117, primo comma, della Costituzione:
alla I Commissione permanente (Affari costituzionali).

La Corte costituzionale ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 30, secondo comma, della legge 11 marzo 1953, n. 87, copia delle seguenti sentenze che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del regolamento, sono inviate alle sottoindicate Commissioni competenti per materia, nonché alla I Commissione (Affari costituzionali), se non già assegnate alla stessa in sede primaria:

con lettera in data 5 marzo 2010, sentenza n. 81 del 24 febbraio-5 marzo
2010 (doc. VII, n. 375), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 2, comma 161, del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262 (Disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria), convertito, con modificazioni, nella legge 24 novembre 2006, n. 286, nella parte in cui dispone che gli incarichi conferiti al personale di cui al comma 6, dell'articolo 19, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 (Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche), conferiti prima del 17 maggio 2006, «cessano ove non confermati entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto»:
alla I Commissione permanente (Affari costituzionali);

con lettera in data 12 marzo 2010, sentenza n. 93 dell'8-12 marzo 2010 (doc. VII, n. 378), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 4 della legge 27 dicembre 1956, n. 1423 (Misure di prevenzione nei confronti delle persone pericolose per la sicurezza e per la pubblica moralità) e dell'articolo 2-ter della legge 31 maggio 1965, n. 575 (Disposizioni contro la mafia), nella parte in cui non consentono che, su istanza degli interessati, il procedimento per l'applicazione delle misure di prevenzione si svolga, davanti al tribunale e alla Corte d'appello, nelle forme dell'udienza pubblica:
alla II Commissione permanente (Giustizia);

con lettera in data 17 marzo 2010, sentenza n. 100 del 10-17 marzo 2010 (doc. VII, n. 379), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 7 della legge della regione Campania 28 novembre 2008, n. 16 (Misure straordinarie di razionalizzazione e riqualificazione del sistema sanitario regionale per il rientro dal disavanzo);
dichiara non fondata, nei sensi di cui in motivazione, la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 4, comma 2, della medesima legge della regione Campania n. 16 del 2008, proposta - in riferimento all'articolo 117, terzo comma, della Costituzione - dal Presidente del Consiglio dei ministri;
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 4, comma 2, della medesima legge della regione Campania n. 16 del 2008, proposta - in riferimento all'articolo 118 della Costituzione e al principio di leale collaborazione - dal Presidente del Consiglio dei ministri:
alla XII Commissione permanente (Affari sociali);

con lettera in data 17 marzo 2010, sentenza n. 101 del 10-17 marzo 2010 (doc. VII, n. 380), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 58, comma 1, della legge della regione Friuli-Venezia Giulia 23 febbraio 2007, n. 5 (Riforma dell'urbanistica e disciplina dell'attività edilizia e del paesaggio), come sostituito dall'articolo 2, comma 13, della legge della regione Friuli-Venezia Giulia 21 ottobre 2008, n. 12, recante «Integrazioni e modifiche alla legge regionale n. 5 del 2007 (Riforma dell'urbanistica e disciplina dell'attività edilizia e del paesaggio)», nonché del comma 2 del medesimo articolo, limitatamente alle parole «a seguito dell'adeguamento degli strumenti di pianificazione al piano paesaggistico regionale, per il rilascio dell'autorizzazione paesaggistica»;
dichiara, in via consequenziale, l'illegittimità costituzionale dell'articolo 60, comma 1, della legge regionale n. 5 del 2007, limitatamente alle parole «Fino all'adeguamento degli strumenti urbanistici al PTR»:
alla VIII Commissione permanente (Ambiente);

con lettera in data 17 marzo 2010, sentenza n. 106 del 10-17 marzo 2010 (doc. VII, n. 384), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 8, secondo comma, ultimo periodo, del regio decreto-legge 27 novembre, 1933, n. 1578 (Ordinamento delle professioni di avvocato e procuratore) - convertito, con modificazioni, dalla legge 22 gennaio 1934, n. 36, come modificato dall'articolo 1 della legge 24 luglio 1985, n. 406 (Modifiche alla disciplina del patrocinio davanti al pretore), dall'articolo 10 della legge 27 giugno 1988, n. 242 (Modifiche alla disciplina degli esami di procuratore legale), e dall'articolo 246 del decreto legislativo 19 febbraio 1998, n. 51 (Norme in materia di istituzione del giudice unico di primo grado) - nella parte in cui prevede che i praticanti avvocati possono essere nominati difensori d'ufficio:
alla II Commissione permanente (Giustizia);

con lettera in data 19 marzo 2010, sentenza n. 108 del 10-19 marzo 2010 (doc. VII, n. 385), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 15, comma 2, della legge della regione Friuli-Venezia Giulia del 26 ottobre 2006, n. 19 (Disposizioni in materia di salute umana e sanità veterinaria e altre disposizioni per il settore sanitario e sociale, nonché in materia di personale):
alla XII Commissione permanente (Affari sociali).

Trasmissioni dalla Corte dei conti.

La Corte dei conti - sezione del controllo sugli enti - con lettera in data 23 marzo 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Istituto della Enciclopedia italiana Treccani Spa, per l'esercizio 2008. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 178).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla VII Commissione (Cultura).

La Corte dei conti - Sezione del controllo sugli enti - con lettera in data 24 marzo 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Ente nazionale di previdenza e assistenza a favore dei consulenti del lavoro (ENPACL), per l'esercizio 2008. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 179).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla XI Commissione (Lavoro).

La Corte dei conti - sezione del controllo sugli enti - con lettera in data 25 marzo 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria del Centro italiano di ricerche aerospaziali (CIRA) s.c.p.a., per l'esercizio 2008. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 180).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla X Commissione (Attività produttive).

La Corte dei conti - sezione del controllo sugli enti - con lettera in data 25 marzo 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria della fondazione «Festival dei due Mondi» di Spoleto, per gli esercizi dal 2005 al 2008. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 181).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla VII Commissione (Cultura).

La Corte dei conti - sezione del controllo sugli enti - con lettera in data 25 marzo 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'autorità portuale di Napoli, per gli esercizi 2007 e 2008. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 182).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla IX Commissione (Trasporti).

La Corte dei conti - sezione del controllo sugli enti - con lettera in data 26 marzo 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria della Cinecittà Holding Spa, per l'esercizio 2008. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 183).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla VII Commissione (Cultura).

Trasmissione dal ministro del lavoro e delle politiche sociali.

Il ministro del lavoro e delle politiche sociali, con lettere del 12 e del 17 marzo 2010, ha trasmesso otto note relative all'attuazione data agli ordini del giorno FARINA COSCIONI ed altri n. 9/1386/106, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 23 luglio 2008, riguardante la riforma degli ammortizzatori sociali, DI BIAGIO ed altri n. 9/1713/4, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 13 novembre 2008, concernente la possibilità per gli enti di previdenza privati di modificare l'aliquota percentuale del contributo integrativo, NIZZI ed altri n. 9/1972/90, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 14 gennaio 2009, concernente la previsione di direttive all'INPDAP per la gestione delle prestazioni creditizie erogate ai dipendenti pubblici, al fine di agevolare gli aventi diritto nel pagamento dei ratei dei mutui immobiliari, LO MONTE ed altri n. 9/2031-A/31, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 12 febbraio 2009, riguardante iniziative normative volte a tutelare le persone con disabilità e i loro familiari e ad apportare elementi migliorativi alla legge n. 104 del 1992, GRASSI ed altri n. 9/2561-A/94, accolto come raccomandazione dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 27 luglio 2009, riguardante la riforma del sistema del welfare, e, per la parte di propria competenza, all'ordine del giorno DI STANISLAO n. 9/2561-A/141, accolto come raccomandazione dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 27 luglio 2009, riguardante la destinazione delle risorse dei fondi per le aree sottoutilizzate disponibili per l'anno 2009, e alle mozioni DI GIUSEPPE ed altri n. 1/00217, accolta dal Governo ed approvata dall'Assemblea limitatamente al dispositivo nella seduta del 14 luglio 2009, concernente misure a favore del settore agroalimentare e della pesca, CAZZOLA ed altri n. 1/00279, accolta dal Governo ed approvata dall'Assemblea nella seduta del 24 novembre 2009, riguardante iniziative per il sostegno dei redditi da lavoro e da pensione.

Le suddette note sono a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare e sono trasmesse alle Commissioni XI (Lavoro) e XII (Affari sociali), competenti per materia.

Trasmissioni dal ministro dell'interno.

Il ministro dell'interno, con lettera in data 16 marzo 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 146, comma 2, del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, la relazione sull'attività svolta dalla gestione straordinaria dei comuni i cui consigli comunali sono stati sciolti per condizionamenti di tipo mafioso, relativa all'anno 2008 (doc. LXXXVIII, n. 3).

Questo documento - che sarà stampato - è stato trasmesso alla I Commissione (Affari costituzionali).

Il ministro dell'interno, con lettera del 16 marzo 2010, ha trasmesso una nota relativa all'attuazione data all'ordine del giorno PAGLIA n. 9/2936-A/8, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 16 dicembre 2009, concernente l'equiparazione delle provvidenze a favore delle vittime del dovere e della criminalità organizzata e dei loro familiari superstiti a quelle riconosciute alle vittime del terrorismo.

La suddetta nota è a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare ed è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) competente per materia.

Trasmissione dal ministro della salute.

Il ministro della salute, con lettere del 19 e del 24 marzo 2010, ha trasmesso due note relative all'attuazione data agli ordini del giorno BOCCIARDO n. 9/2936-A/44, concernente il reperimento di risorse a sostegno dell'attività di prevenzione del tumore al seno da parte della Lega italiana lotta ai tumori, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 16 dicembre 2009, e PEDOTO ed altri n. 9/2936-A/215, accolto dal Governo nella medesima seduta dell'Assemblea, riguardante la destinazione di risorse all'Istituto Superiore di Sanità.

Le suddette note sono a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare e sono trasmesse alla XII Commissione (Affari sociali) competente per materia.

Trasmissione dal ministro della difesa.

Il ministro della difesa, con lettere del 22, 25 e 29 marzo 2010, ha trasmesso sette note relative all'attuazione data agli ordini del giorno VILLECCO CALIPARI ed altri n. 9/2561-A/199, concernente l'opportunità del rinnovo dei contratti di lavoro a tempo determinato stipulati con la manodopera esterna impiegata a supporto delle attività svolte dal Genio campale delle Forze armate, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 27 luglio 2009, RECCHIA ed altri n. 9/2561-A/54, accolto come raccomandazione nella medesima seduta dell'Assemblea, riguardante l'efficienza del sistema giudiziario militare, GAROFANI ed altri n. 9/3016/3, DUILIO ed altri n. 9/3016/6 e DI BIAGIO ed altri n. 9/3016/15, riguardanti l'adeguamento del codice penale militare alla mutata composizione delle Forze armate a seguito della sospensione del servizio militare di leva ed alle nuove realtà operative internazionali, accolti dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 17 dicembre 2009, e, per la parte di propria competenza, agli ordini del giorno VILLECCO CALIPARI ed altri n. 9/1972/32, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 14 gennaio 2009, concernente la realizzazione di un piano straordinario di interventi di ammodernamento dell'arsenale militare di Taranto, e GAROFANI n. 9/2714/197, accolto come raccomandazione dal Governo limitatamente al dispositivo nella seduta dell'Assemblea del 2 ottobre 2009, concernente la destinazione di parte delle risorse derivanti dall'applicazione dello scudo fiscale all'organizzazione e al funzionamento di asili nido a disposizione del personale appartenente alle Forze armate.

Le suddette note sono a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare e sono trasmesse alla IV Commissione (Difesa) competente per materia.

Trasmissione dal ministro della giustizia.

Il ministro della giustizia, con lettera in data 25 marzo 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 20, ultimo comma, della legge 26 luglio 1975, n. 354, e successive modificazioni, la relazione sull'attuazione delle disposizioni di legge relative al lavoro dei detenuti, per l'anno 2009 (doc. CXVIII, n. 2).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla II Commissione (Giustizia).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

La Commissione europea, in data 18, 19, 22, 24, 26 e 29 marzo 2010, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo - Misure di accompagnamento nel settore bananiero: aiuto all'adeguamento sostenibile dei principali paesi ACP esportatori di banane alle nuove realtà commerciali (COM(2010)101 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo - Relazione biennale sulla disciplina speciale per l'assistenza ai fornitori ACP tradizionali di banane (COM(2010)103 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante abrogazione del regolamento (CE) n. 1964/2005 del Consiglio relativo alle aliquote tariffarie applicabili alle banane (COM(2010)96 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
Proposta di decisione del Consiglio relativa alla firma e all'applicazione provvisoria dell'Accordo di Ginevra sul commercio delle banane tra l'Unione europea e Brasile, Colombia, Costa Rica, Ecuador, Guatemala, Honduras, Messico, Nicaragua, Panama, Perù e Venezuela, e dell'Accordo sul commercio delle banane tra l'Unione europea e gli Stati Uniti d'America (COM(2010)97 definitivo), e relativi Allegati 1 e 2, che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
Proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione dell'Accordo di Ginevra sul commercio delle banane tra l'Unione europea e Brasile, Colombia, Costa Rica, Ecuador, Guatemala, Honduras, Messico, Nicaragua, Panama, Perù e Venezuela, e dell'Accordo sul commercio delle banane tra l'Unione europea e gli Stati Uniti d'America (COM(2010)98 definitivo), e relativi Allegati 1 e 2, che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
Proposta di accordo interistituzionale tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla cooperazione in materia di bilancio (COM(2010)73 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea);
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo in applicazione dell'articolo 294, paragrafo 6, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea relativa alla posizione del Consiglio in prima lettura in vista dell'adozione della proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sull'applicazione del principio della parità di trattamento fra gli uomini e le donne che esercitano un'attività autonoma, che abroga la direttiva 86/613/CEE del Consiglio (COM(2010)99 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla X Commissione (Attività produttive);
Progetto di bilancio rettificativo n. 1 al bilancio generale 2010 - Stato delle entrate e delle spese per sezione - Sezione I - Parlamento (presentato dalla Commissione) (COM(2010)107 definitivo), che è assegnato in sede primaria alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea);
Progetto di bilancio rettificativo n. 2 al bilancio generale 2010 - Stato delle entrate e delle spese per sezione - Sezione III - Commissione; Sezione VI - Comitato economico e sociale europeo; Sezione VII - Comitato delle regioni (presentato dalla Commissione) (COM(2010)108 definitivo), che è assegnato in sede primaria alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea);
Relazione intermedia della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sui progressi compiuti dalla Bulgaria in base al meccanismo di cooperazione e verifica (COM(2010)112 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea);
Relazione intermedia della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sui progressi compiuti dalla Romania in base al meccanismo di cooperazione e verifica (COM(2010)113 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea);
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo a norma dell'articolo 294, paragrafo 6, secondo comma, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea relativa alla posizione del Consiglio in prima lettura sull'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio, relativo ai diritti dei passeggeri che viaggiano via mare e per vie navigabili interne e che modifica il regolamento (CE) n. 2006/2004 sulla cooperazione tra le autorità nazionali responsabili dell'esecuzione della normativa che tutela i consumatori (COM(2010)120 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla IX Commissione (Trasporti);
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo a norma dell'articolo 294, paragrafo 6, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea relativa alla posizione del Consiglio in prima lettura sull'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio, relativo ai diritti dei passeggeri nel trasporto effettuato con autobus e che modifica il regolamento (CE) n. 2006/2004 sulla cooperazione tra le autorità nazionali responsabili dell'esecuzione della normativa che tutela i consumatori (COM(2010)121 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla IX Commissione (Trasporti);
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo a norma dell'articolo 294, paragrafo 6, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea relativa alla posizione del Consiglio sull'adozione di un regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo ai nuovi prodotti alimentari, recante modifica del regolamento (CE) n. 1331/2008 e recante abrogazione del regolamento (CE) n. 258/97 e del regolamento (CE) n. 1852/2001 della Commissione (COM(2010)124 definitivo), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite XII (Affari sociali) e XIII (Agricoltura);
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica del regolamento (CE, Euratom) n. 1605/2002 del Consiglio, che stabilisce il regolamento finanziario applicabile al bilancio generale delle Comunità europee, relativamente al servizio europeo per l'azione esterna (COM(2010)85 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
Comunicazione della Commissione relativa all'applicazione dell'articolo 101, paragrafo 3, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea a talune categorie di accordi, decisioni e pratiche concordate nel settore delle assicurazioni (COM(2010)100 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla VI Commissione (Finanze);
Documento di lavoro dei servizi della Commissione - Sintesi della valutazione dell'impatto - Documento di accompagnamento al regolamento (CE) .../...della Commissione relativo all'applicazione dell'articolo 101, paragrafo 3, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea a talune categorie di accordi, decisioni e pratiche concordate nel settore delle assicurazioni (SEC(2010)326 definitivo), che è assegnato in sede primaria alla VI Commissione (Finanze);
Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla lotta contro l'abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pedopornografia, che abroga la decisione quadro 2004/68/GAI (COM(2010)94 definitivo), che è assegnato in sede primaria alla II Commissione (Giustizia). La predetta proposta è altresì assegnata alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà, il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 30 marzo 2010;
Proposta di regolamento (UE) n..../...del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alle statistiche europee sul turismo (COM(2010)117 definitivo), che è assegnato in sede primaria alla X Commissione (Attività produttive). La predetta proposta è altresì assegnata alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 30 marzo 2010.

La Commissione europea, in data 19 marzo 2010, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, la proposta di regolamento (UE) n..../...del Parlamento europeo e del Consiglio del [...] recante modifica del regolamento (CE) n. 1905/2006 che istituisce uno strumento per il finanziamento della cooperazione allo sviluppo (COM(2010)102 definitivo), che, in data 23 marzo 2010, è stata assegnata, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alla III Commissione (Affari esteri), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea). Tale proposta è stata altresì assegnata alla medesima XIV Commissione ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 23 marzo 2010.

La Commissione europea, in data 21 marzo 2010, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, la proposta modificata di regolamento (UE) n..../...del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un'agenzia per la gestione operativa dei sistemi di tecnologia dell'informazione su larga scala del settore della libertà, della sicurezza e della giustizia (presentata dalla Commissione ai sensi dell'articolo 293, paragrafo 2, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea) (COM(2010)93 definitivo), che, in data 22 marzo 2010, è stata assegnata, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alla I Commissione (Affari costituzionali), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea). Tale proposta è stata altresì assegnata alla medesima XIV Commissione ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 22 marzo 2010.

Il ministro per le politiche europee, con lettere in data 23 e 25 marzo 2010, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 3 e 19 della legge 4 febbraio 2005, n. 11, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.
Tali atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
Nell'ambito dei documenti trasmessi in data 25 marzo 2010, il Governo ha richiamato l'attenzione sul documento n. 7614/10 - Proposta di direttiva del Consiglio recante modifica della direttiva 2006/112/CE relativa al sistema comune d'imposta sul valore aggiunto per quanto riguarda le norme in materia di fatturazione - Orientamento generale, che è assegnato in sede primaria alla VI Commissione (Finanze).

Annunzio di risoluzioni del Parlamento europeo.

Il Presidente del Parlamento europeo ha trasmesso il testo di tre risoluzioni e di una dichiarazione approvate nella sessione dal 24 al 25 febbraio 2010, che sono assegnate, a norma dell'articolo 125, comma 1, del regolamento, alle sottoindicate Commissioni, nonché, per il parere, alla III Commissione (Affari esteri) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), se non già assegnate alle stesse in sede primaria:
risoluzione sulla proposta di regolamento del Consiglio sulla comunicazione alla Commissione di progetti di investimento nelle infrastrutture per l'energia nella Comunità europea e che abroga il regolamento (CE) n. 736/96 (doc. XII, n. 429) - alla X Commissione (Attività produttive);
risoluzione sulla tredicesima sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite (doc. XII, n. 430) - alla III Commissione (Affari esteri);
risoluzione sul Libro verde sulla riforma della politica comune della pesca (doc. XII, n. 431) - alla XIII Commissione (Agricoltura);
dichiarazione sul trasporto di cavalli da macello nell'Unione europea (doc. XII, n. 432) - alla XIII Commissione (Agricoltura).

Annunzio di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee.

Nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea del 27 febbraio 2010, C. 51, sono state pubblicate le seguenti sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee, relative a cause in cui la Repubblica Italiana è parte o adottate a seguito di domanda di pronuncia pregiudiziale proposta da un'autorità giurisdizionale italiana, che sono inviate, ai sensi dell'articolo 127-bis del regolamento, alle sottoindicate Commissioni competenti per materia nonché alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
2010/C 51/05 - Causa C-387/05: Sentenza della Corte (Grande sezione) 15 dicembre 2009 - Commissione europea/Repubblica Italiana (Inadempimento di uno Stato - Importazione in franchigia doganale di attrezzature per usi tanto civili che militari) (doc. LXXXIX, n. 94) - alle Commissioni riunite IV (Difesa) e X (Attività produttive);
2010/C 51/08 - Causa C-239/06: Sentenza della Corte (Grande sezione) 15 dicembre 2009 - Commissione delle Comunità europee/Repubblica italiana (Inadempimento di uno Stato - Importazione in franchigia doganale di attrezzature militari) (doc. LXXXIX n. 95) - alla IV Commissione (Difesa);
2010/C 51/12 - Causa C-305/08: Sentenza della Corte (Quarta sezione) 23 dicembre 2009 (domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal Consiglio di Stato) Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Scienze del Mare (CoNISMa)/regione Marche (Appalti pubblici di servizi - Direttiva 2004/18 - Nozioni di «imprenditore», «fornitore» e «prestatore di servizi» - Nozione di «operatore economico» - Università e istituti di ricerca - Raggruppamento («consorzio») costituito da università e amministrazioni pubbliche - Preminente finalità statutaria non lucrativa - Ammissione alla partecipazione ad una procedura di aggiudicazione di un appalto pubblico) (doc. LXXXIX, n. 96) - alla VIII Commissione (Ambiente);
2010/C 51/13 - Causa C-376/08: Sentenza della Corte (Quarta sezione) 23 dicembre 2009 (domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal Tribunale amministrativo regionale per la Lombardia) - Serrantoni Srl, Consorzio stabile edili scrl/ comune di Milano (Appalti pubblici di lavori - Direttiva 2004/18/CE - Articoli 43 CE e 49 CE - Principio della parità di trattamento - Consorzi d'imprese - Divieto di partecipazione allo stesso appalto, in modo concorrente, di un «consorzio stabile» e di una società facente parte dello stesso) (doc. LXXXIX, n. 97) - alla VIII Commissione (Ambiente);
2010/C 51/17 - Causa C-586/08: Sentenza della Corte (Ottava sezione) 17 dicembre 2009 (domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dal Tribunale amministrativo regionale del Lazio) - Angelo Rubino/Ministero dell'Università e della ricerca (Direttiva 2005/36/CE - Riconoscimento di diplomi - Nozione di «professione regolamentata» - Selezione di un numero predeterminato di persone attraverso una valutazione comparativa che attribuisce un titolo di limitata validità temporale - Idoneità scientifica nazionale - Docente universitario) (doc. LXXXIX, n. 98) - alla VII Commissione (Cultura).

Annunzio di sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo.

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 22 marzo 2010, ha dato comunicazione, ai sensi della legge 9 gennaio 2006, n. 12, delle seguenti sentenze pronunciate dalla Corte europea dei diritti dell'uomo nei confronti dello Stato italiano, passate in giudicato nel mese di gennaio 2010, che sono inviate alle sottoindicate Commissioni competenti per materia nonché alla III Commissione (Affari esteri):
sentenza 6 ottobre 2009: Ricci e altri n. 42021/02, in materia di espropriazione. Constata la violazione dell'articolo 1, Protocollo n. 1, CEDU relativo alla protezione della proprietà, poiché nei casi di espropriazione per pubblica utilità solo il perseguimento di uno scopo legittimo può giustificare un'indennità notevolmente inferiore al valore commerciale del bene (doc. CLXXIV, n. 172) - alla VIII Commissione (Ambiente);
sentenza 6 ottobre 2009: Perinati n. 8073/05, in materia di espropriazione. Constata la violazione dell'articolo 1, Protocollo n. 1, CEDU relativo alla protezione della proprietà, poiché nei casi di espropriazione per pubblica utilità solo il perseguimento di uno scopo legittimo può giustificare un'indennità notevolmente inferiore al valore commerciale del bene. Constata altresì la violazione dell'articolo 6, paragrafo 1, CEDU, relativo al diritto ad un equo processo, sotto il profilo della iniquità della procedura per mancanza di un interesse generale tale da giustificare la retroattività della legge contenente i nuovi criteri di calcolo dell'indennizzo (doc. CLXXIV, n. 173) - alla VIII Commissione (Ambiente);
sentenza 20 ottobre 2009: Lombardi Vallauri n. 39128/05, in materia di tutela della libertà di espressione (articolo 10). L'interesse delle università di «tendenza» di dispensare un insegnamento informato ai princìpi della dottrina propugnata non può estendersi fino ad incidere sulle garanzie procedurali poste a tutela della libertà di espressione. Pertanto, la generica indicazione di opinioni personali del docente asseritamente in contrasto con l'insegnamento cattolico, alla base del provvedimento di esclusione dall'insegnamento, costituisce una non giustificata interferenza sul diritto a manifestare il proprio pensiero, in violazione dell'articolo 10 CEDU. La mancata pronuncia in sede giurisdizionale sulla legittimità del provvedimento impugnato costituisce una limitazione del diritto di accedere ad un tribunale sancito dall'articolo 6, paragrafo 1, CEDU, giacché nessun giudice si è fatto realmente carico di esaminare nel merito le doglianze del ricorrente (doc. CLXXIV, n. 174) - alla VII Commissione (Cultura).

Trasmissioni dalla Commissione di garanzia per l'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali.

Il presidente della Commissione di garanzia per l'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, con lettera in data 22 marzo 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 13, comma 1, lettera n), della legge 12 giugno 1990, n. 146, copia dei verbali delle sedute della Commissione relative ai mesi di gennaio e febbraio 2010.

Questa documentazione è trasmessa alla XI Commissione (Lavoro).

Annunzio di provvedimenti concernenti amministrazioni locali.

Il Ministero dell'interno, con lettere in data 20 marzo 2010, ha dato comunicazione, ai sensi dell'articolo 141, comma 6, del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, dei decreti del Presidente della Repubblica di scioglimento dei consigli comunali di Melpignano (Lecce), Carlantino (Foggia), Limbadi (Vibo Valentia), Torremaggiore (Foggia) e San Pietro in Amantea (Cosenza).

Questa documentazione è depositata presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.

Trasmissione da un consiglio regionale.

La presidenza della regione autonoma della Sardegna, con lettera in data 25 marzo 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 2, comma 5, della legge regionale 7 ottobre 2005, n. 13, il decreto n. 38 del presidente della regione stessa in data 24 marzo 2010, con cui è stato sciolto il consiglio comunale di Sant'Antonio di Gallura (Olbia-Tempio) e nominato il relativo commissario straordinario.

Questa documentazione è depositata presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.

Trasmissione dal Garante del contribuente della regione Molise.

Il Garante del contribuente della regione Molise, con lettera in data 18 marzo 2010, ha trasmesso la relazione sullo stato dei rapporti tra fisco e contribuenti nel campo della politica fiscale riferita all'anno 2009, predisposta ai sensi dell'articolo 13, comma 13-bis, della legge 27 luglio 2000, n. 212, e successive modificazioni.

Questa documentazione è trasmessa alla VI Commissione (Finanze).

Trasmissione dal difensore civico della regione Toscana.

Il difensore civico della regione Toscana, con lettera in data 10 marzo 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 16, comma 2, della legge 15 maggio 1997, n. 127, la relazione sull'attività svolta dallo stesso difensore civico relativa all'anno 2009 (doc. CXXVIII, n. 16).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla I Commissione (Affari costituzionali).

Trasmissione dal difensore civico della regione Emilia-Romagna.

Il difensore civico della regione Emilia-Romagna, con lettera in data 19 marzo 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 16, comma 2, della legge 15 maggio 1997, n. 127, la relazione sull'attività svolta dallo stesso difensore civico aggiornata all'anno 2009 (doc. CXXVIII, n. 15).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla I Commissione (Affari costituzionali).

Trasmissione dall'Accademia nazionale dei Lincei.

Il presidente dell'Accademia nazionale dei Lincei, con lettera in data 12 marzo 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3 della legge 4 agosto 1977, n. 593, la relazione triennale consuntiva 2007-2009 riguardante l'attività del Centro linceo interdisciplinare «Beniamino Segre».

Questa documentazione è trasmessa alla VII Commissione (Cultura).

Comunicazioni di nomine ministeriali.

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettere in data 18 e 19 marzo 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, le seguenti comunicazioni concernenti il conferimento, ai sensi del comma 4 del medesimo articolo 19, di incarichi di livello dirigenziale generale, che sono trasmesse alla I Commissione (Affari costituzionali), nonché alle Commissioni sottoindicate:
alla IV Commissione (Difesa) le comunicazioni concernenti i seguenti incarichi nell'ambito del Ministero della difesa:
all'ingegner Tommaso Guastamacchia, l'incarico di direttore del VI reparto (Informatica, statistica, standardizzazione e assicurazione qualità dei materiali) presso il segretariato generale;
alla dottoressa Enrica Preti, l'incarico di direttore della direzione generale per il personale civile;
alla VII Commissione (Cultura) le comunicazioni concernenti i seguenti incarichi nell'ambito del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca:
al dottor Michele Calascibetta, l'incarico di direttore dell'ufficio scolastico regionale per le Marche;
al dottor Fabio Iodice, l'incarico di direttore dell'ufficio scolastico regionale per il Molise;
alla XII Commissione (Affari sociali) la comunicazione concernente il seguente incarico nell'ambito del Ministero della salute:
al dottor Silvio Borrello, l'incarico ad interim di reggente del segretariato nazionale della valutazione del rischio della catena alimentare.

Il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con lettera in data 19 marzo 2010, ha dato comunicazione, ai sensi dell'articolo 9 della legge 24 gennaio 1978, n. 14, della nomina dell'avvocato Giancarlo Cugiolu a commissario straordinario dell'Ente parco nazionale dell'Asinara.

Tale comunicazione è trasmessa alla VIII Commissione (Ambiente).

Il ministro dello sviluppo economico, con lettera in data 23 marzo 2010, ha dato comunicazione, ai sensi dell'articolo 9 della legge 24 gennaio 1978, n. 14, della nomina dell'ingegner Gian Luca Gurrieri a membro del consiglio di amministrazione della Stazione sperimentale per i combustibili in S. Donato Milanese.

Tale comunicazione è trasmessa alla X Commissione (Attività produttive).

Richiesta di un parere parlamentare su atti del Governo.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 25 marzo 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1, comma 3, della legge 7 luglio 2009, n. 88, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2008/90/CE del Consiglio, dcl 29 settembre 2008, relativa alla commercializzazione dei materiali di moltiplicazione delle piante da frutto e delle piante da frutto destinate alla produzione di frutti (197).

Tale richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla XIII Commissione (Agricoltura), nonché, ai sensi del comma 2 dell'articolo 126 del regolamento, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea). Tali Commissioni dovranno esprimere il prescritto parere entro il 9 maggio 2010. È altresì assegnata, ai sensi del comma 2 dell'articolo 96-ter del regolamento, alla V Commissione (Bilancio), che dovrà esprimere i propri rilievi sulle conseguenze di carattere finanziario entro il 19 aprile 2010.

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B  al resoconto della seduta odierna.

Annunzio di risposte scritte ad interrogazioni.

Sono pervenute alla Presidenza dai competenti Ministeri risposte scritte ad interrogazioni. Sono pubblicate nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

DISEGNO DI LEGGE: S. 2007 - CONVERSIONE IN LEGGE, CON MODIFICAZIONI, DEL DECRETO-LEGGE 12 FEBBRAIO 2010, N. 10, RECANTE DISPOSIZIONI URGENTI IN ORDINE ALLA COMPETENZA PER PROCEDIMENTI PENALI A CARICO DI AUTORI DI REATI DI GRAVE ALLARME SOCIALE (APPROVATO DAL SENATO) (A.C. 3322)

A.C. 3322 - Parere della I Commissione

PARERE DELLA I COMMISSIONE SULLE PROPOSTE EMENDATIVE PRESENTATE

NULLA OSTA

sugli emendamenti contenuti nel fascicolo n. 1.

A.C. 3322 - Parere della V Commissione

PARERE DELLA V COMMISSIONE SUL TESTO DEL PROVVEDIMENTO E SUGLI EMENDATIVI PRESENTATI

Sul testo del provvedimento elaborato dalla Commissione di merito:

PARERE FAVOREVOLE

Sugli emendamenti trasmessi dell'Assemblea

NULLA OSTA

Sugli emendamenti contenuti nel fascicolo n. 1.

A.C. 3322 - Articolo unico

ARTICOLO UNICO DEL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO APPROVATO DAL SENATO

1. Il decreto-legge 12 febbraio 2010, n. 10, recante disposizioni urgenti in ordine alla competenza per procedimenti penali a carico di autori di reati di grave allarme sociale, è convertito in legge con le modificazioni riportate in allegato alla presente legge.
2. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

ARTICOLI DEL DECRETO-LEGGE NEL TESTO DEL GOVERNO

Art. 1.
(Modifiche in materia di competenza della corte di assise).

1. All'articolo 5, comma 1, del codice di procedura penale, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) alla lettera a) le parole: «di rapina e di estorsione, comunque aggravati, e i delitti previsti dall'articolo 630, primo comma, del codice penale» sono sostituite dalle seguenti: «di rapina, di estorsione, di associazioni di tipo mafioso anche straniere, comunque aggravati»;
b) dopo la lettera d) è aggiunta la seguente:
«d-bis) per i delitti consumati o tentati previsti dall'articolo 51, comma 3-bis e comma 3-quater, esclusi i delitti previsti dall'articolo 416-bis del codice penale, comunque aggravati, e i delitti commessi avvalendosi delle condizioni previste dal predetto articolo 416-bis del codice penale ovvero al fine di agevolare l'attività delle associazioni previste dallo stesso articolo, salvo che si tratti di delitti indicati nelle lettere a), b), c) e d)».

2. Fermo quanto previsto dall'articolo 2, le disposizioni di cui al comma 1 si applicano anche ai procedimenti in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto solo nei casi in cui alla data del 30 giugno 2010 non sia stata già esercitata l'azione penale.

Art. 2.
(Disposizioni sulla competenza nei procedimenti in corso relativi ai delitti di cui all'articolo 416-bis del codice penale comunque aggravati).

1. In deroga a quanto previsto nell'articolo 1, comma 2, nei procedimenti in corso alla data di entrata in vigore del presente decreto, relativi ai delitti di cui all'articolo 416-bis del codice penale, comunque aggravati, è competente il tribunale, anche nell'ipotesi in cui sia stata già esercitata l'azione penale, salvo che, prima della suddetta data, sia stato dichiarato aperto il dibattimento davanti alla corte d'assise.

Art. 3.
(Copertura finanziaria).

1. All'attuazione delle disposizioni del presente decreto si provvede mediante l'utilizzo delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato.

Art. 4.
(Entrata in vigore).

1. Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.

A.C. 3322 - Modificazioni del Senato

MODIFICAZIONI APPORTATE DAL SENATO

All'articolo 1, il comma 1 è sostituito dal seguente:
«1. All'articolo 5, comma 1, del codice di procedura penale, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) la lettera a) è sostituita dalla seguente:
"a) per i delitti per i quali la legge stabilisce la pena dell'ergastolo o della reclusione non inferiore nel massimo a ventiquattro anni, esclusi i delitti, comunque aggravati, di tentato omicidio, di rapina, di estorsione e di associazioni di tipo mafioso anche straniere, e i delitti, comunque aggravati, previsti dal decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309";
b) dopo la lettera d) è aggiunta la seguente:
"d-bis) per i delitti consumati o tentati di cui agli articoli 416, sesto comma, 600, 601, 602 del codice penale, nonché per i delitti con finalità di terrorismo sempre che per tali delitti sia stabilita la pena della reclusione non inferiore nel massimo a dieci anni"».

A.C. 3322 - Proposte emendative

PROPOSTE EMENDATIVE RIFERITE AGLI ARTICOLI DEL DECRETO-LEGGE

ART. 1.
(Modifiche in materia di competenza della corte di assise).

Al comma 1, sopprimere la lettera b).
1. 1. Ferranti, Capano, Cavallaro, Ciriello, Concia, Cuperlo, Gianni Farina, Melis, Rossomando, Samperi, Tenaglia, Tidei, Touadi, Vaccaro.

Al comma 2, sostituire le parole: del 30 giugno 2010 con le seguenti: di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto.
1. 3. Ferranti, Capano, Cavallaro, Ciriello, Concia, Cuperlo, Gianni Farina, Melis, Rossomando, Samperi, Tenaglia, Tidei, Touadi, Vaccaro.

ART. 2.
(Disposizioni sulla competenza nei procedimenti in corso relativi ai delitti di cui all'articolo 416-bis del codice penale comunque aggravati).

Al comma 1, sostituire le parole: sia stato dichiarato aperto il dibattimento davanti alla corte d'assise con le seguenti: sia stato instaurato il giudizio presso la corte d'assise.
2. 1. Ferranti, Capano, Cavallaro, Ciriello, Concia, Cuperlo, Gianni Farina, Melis, Rossomando, Samperi, Tenaglia, Tidei, Touadi, Vaccaro.

A.C. 3322 - Ordine del giorno

ORDINE DEL GIORNO

La Camera,
rilevato che:
il decreto-legge in esame è diretto anche all'ampliamento della competenza della Corte d'assise, circostanza che sembra meritare una verifica in relazione all'organizzazione delle sezioni di Corte d'assise anche con riferimento al loro numero che, in assenza di correttivi degli organici, potrebbe determinare una dilatazione dei tempi processuali;
l'attribuzione alla Corte d'assise della competenza in materia di reati particolarmente complessi, come quelli di associazione a delinquere finalizzata alla commissione delle ipotesi aggiravate di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina ovvero di delitti con finalità di terrorismo ove la pena della reclusione non sia inferiore nel massimo a dieci anni, non tiene conto della natura specialistica delle indagini preliminari e delle risorse investigative né che per il relativo accertamento occorre comunque una complessa valutazione del materiale probatorio nonché una complessa attività tecnico-giuridica volta alla soluzione delle questioni processuali;
le giurie popolari sono maggiormente esposte nelle regioni a più alta densità di criminalità organizzata a condizionamenti, intimidazioni, analogo rischio deriva dalla proliferazione di procedimenti a carico di cellule terroristiche internazionali;
l'incremento delle pendenze dinanzi alle corte d'assise porterà ad un sforzo, economico oltre che organizzativo, anche in considerazione dell'aumento delle indennità spettanti ai giudici popolari, di cui all'articolo 65 del decreto del Presidente della Repubblica n. 115 del 2002,

impegna il Governo

a monitorare, entro il 31 dicembre 2010, riferendone l'esito alle Commissioni parlamentari competenti, gli effetti dell'ampliamento della competenza della Corte d'assise di cui alla lettera d-bis) dell'articolo 5 del codice penale, al fine di valutare l'opportunità di adottare adeguate iniziative legislative volte a correggere gli eventuali effetti distorsivi dell'applicazione della nuova normativa, con particolare riferimento sia all'impatto organizzatorio sui flussi di lavoro delle sezioni della Corte d'assise sia all'incidenza sulla durata dei processi, in relazione anche all'accertamento in concreto di quei reati che richiedono una complessa valutazione tecnico-giuridica.
9/3322/1. Ferranti, Samperi, Cavallaro, Capano, Rossomando, Ria, Borghesi, Garavini.

MOZIONI LO MONTE ED ALTRI N. 1-00319, LEOLUCA ORLANDO ED ALTRI N. 1-00292, BERSANI ED ALTRI N. 1-00348, CICCHITTO ED ALTRI N. 1-00349, IANNACCONE ED ALTRI N. 1-00350 E ROMANO ED ALTRI N. 1-00351 CONCERNENTI IL RILANCIO DELLO STABILIMENTO FIAT DI TERMINI IMERESE

Mozioni

La Camera,
premesso che:
il management del gruppo Fiat auto ha esternato la volontà di interrompere la produzione di autoveicoli presso lo stabilimento di Termini Imerese (Palermo), motivando questa decisione con le condizioni di svantaggio competitivo e le difficoltà strutturali in cui il gruppo stesso si troverebbe ad operare nel sito siciliano;
più precisamente la chiusura dello stabilimento viene motivata dalle diseconomie che, a giudizio della Fiat, comporterebbe la produzione di automobili a Termini Imerese nella misura quantificata in mille euro in più per unità di auto prodotta, costo determinato dall'assenza di infrastrutture idonee e di un indotto adeguatamente sviluppato;
il suddetto evento rappresenterebbe un colpo durissimo per l'industria siciliana, che vede proprio nello stabilimento di Termini Imerese, che conta oltre duemila addetti, la sua espressione più significativa, per non parlare degli effetti sull'indotto e delle conseguenze occupazionali, economiche e sociali che ricadrebbero sul territorio madonita;
lo stabilimento Fiat di Termini Imerese ed il suo indotto, infatti, rappresentano una forte realtà economica ed occupazionale che dovrebbe, piuttosto, essere valorizzata ed ulteriormente sviluppata, essendo un sito produttivo attivo dall'aprile del 1970 che ha tagliato il traguardo dei 4 milioni di autovetture prodotte;
la scomparsa di una realtà produttiva come quella rappresentata dalla Fiat e dalle fabbriche dell'indotto nella zona industriale di Termini Imerese assesterebbe un colpo mortale non solo ai livelli occupazionali dell'area, che perderebbe d'un sol colpo oltre duemila posti di lavoro, ma anche alle prospettive di sviluppo dell'intera regione, dal momento che la Fiat è oggi uno dei pochi grandi gruppi industriali operanti nell'isola;
la presenza dello stabilimento ha consolidato nel corso di 40 anni un know how tecnologico e territoriale importante. Inoltre, attorno allo stabilimento si può sviluppare innovazione e ricerca tecnologica, soprattutto nei decisivi settori delle fonti rinnovabili di energia e dei motori ecologici (ibridi, elettrici, ad idrogeno);
l'idea di una riconversione industriale è stata esplicitamente e fortemente respinta dal Governo regionale siciliano, che, schieratosi dalla parte dei lavoratori, ha stanziato 250 milioni per il rilancio del sito produttivo siciliano, grazie a fondi derivanti dal vecchio piano, poi arenatosi a causa di una lunga inerzia, che avrebbe dovuto rendere più funzionali le infrastrutture. Con interventi finanziari di tale portata, il Governo regionale è convinto che si renderà conveniente per la Fiat rafforzare e mantenere la sua presenza nell'isola;
esistono oggi tutte le condizioni per mantenere una presenza produttiva di automobili a Termini Imerese, prima fra tutte la sua collocazione strategica nel contesto del Mediterraneo, ed anche alla luce delle enormi potenzialità di mercato che sempre più si aprono nell'area di libero scambio e che coinvolgeranno Paesi in cui la crescita della domanda di automobili incrementerà notevolmente nei prossimi anni;
il rilevante processo di internazionalizzazione in cui è impegnato il management della Fiat non può compromettere la sorte degli stabilimenti italiani e, in particolare, di quello di Termini Imerese. Sarebbe deprecabile, inoltre, che il grave stato di incertezza in cui versa la Fiat auto e la grande operazione del suo riposizionamento industriale in ambito internazionale trascinino con sé anche il destino di quella che, per la Sicilia ed i siciliani, rappresenta il principale riferimento per le aspirazioni di industrializzazione e sviluppo della regione;
d'altra parte la stessa Fiat appena un anno e mezzo fa aveva sottoscritto con il Governo regionale un duplice piano di rilancio dello stabilimento di Termini Imerese, con il primo dei quali avrebbe dovuto allocare la produzione di tre nuovi modelli di auto, con un'ampia espansione dell'indotto, ed il ciclo produttivo degli stampati e delle presse e con il secondo, successivamente, avrebbe dovuto avviare nello stabilimento di Termini Imerese una missione produttiva finalizzata sempre al settore delle automobili con una parte di investimenti e di nuova occupazione, per quanto non della stessa portata della precedente;
alla luce di questa nuova inversione di rotta, c'è da chiedersi quali fossero le reali ragioni che appena un anno e mezzo fa spinsero la Fiat a non abbandonare, anzi a rilanciare lo stabilimento di Termini Imerese;
la definitiva approvazione il 26 giugno 2009 da parte del Cipe del progetto preliminare dell'interporto di Termini Imerese, già incluso tra gli hub interportuali del programma delle infrastrutture strategiche varato nel 2001, ed il relativo stanziamento di 80 milioni di euro possono rappresentare un potente volano in grado di ridare fiato a tutta l'economia regionale e a sostenere l'occupazione. L'interporto, infatti, si configura come un centro di trasporto ed interscambio delle merci dotato di impianti capaci di integrare il trasporto ferroviario e quello su gomma ed il distretto di Termini Imerese potrà tornare al centro dell'economia siciliana;
sul piano sociale l'incertezza del futuro assetto di SicilFiat continua a generare inevitabilmente forti malesseri sociali ed a minare la serenità degli operai e delle loro famiglie, determinando azioni di mobilitazione degli stessi a difesa della loro fabbrica, che, nell'ultimo decennio, come altre aziende siciliane, ha beneficiato di agevolazioni pubbliche a fronte di prospettive di salvaguardia e di sviluppo occupazionale puntualmente disattese;
si vuole scongiurare che in danno dei lavoratori si svolga un gioco di interessi e di piccole astuzie a cui si è recentemente assistito in occasione dell'ultima crisi dell'Alitalia;
il dibattito nel frattempo emerso sulla vicenda, sia in sede nazionale che regionale, ha riconfermato, senza confini di parte politica, che sussistono tutte le condizioni per continuare a garantire, per il futuro, il mantenimento produttivo del polo di Termini Imerese anche in ragione del varo, a partire dal 2010, dell'area di libero scambio nell'intero bacino del Mediterraneo destinato ad aprire nuovi scenari e significativi mercati;
il Parlamento siciliano ha percepito sul territorio un clima di «rivolta sociale» e, nel farsi espressione del popolo siciliano che soffre, che vuole cambiare e che richiede a viva voce un riconoscimento della storia dei propri lavoratori, ha votato all'unanimità un ordine del giorno per portare alla ribalta nazionale il problema dell'operatività del distretto industriale, dando mandato al Presidente della regione di farsi portavoce, in un Consiglio dei ministri appositamente convocato, delle ragioni dei lavoratori siciliani;
il gruppo Fiat, nel corso della sua lunga storia aziendale, è stato ripetutamente beneficiato dal sostegno economico pubblico, al punto che al giorno d'oggi è difficile delineare il quadro complessivo degli aiuti ricevuti in dote dalle istituzioni per costruire o implementare i suoi stabilimenti;
l'azienda torinese, infatti, più volte sull'orlo del disastro economico, è abilmente ricorsa alla strategia che da molti è stata definita «della socializzazione delle perdite e della privatizzazione dei profitti»;
è stato calcolato che soltanto tra il 1990 ed il 2009 lo Stato italiano ha elargito alla Fiat, a fronte di quello che appare ai firmatari del presente atto di indirizzo un alterno «ricatto» occupazionale, circa 5 mila milioni di euro sotto variegate forme di sussidio, come esenzioni decennali dalle imposte sul reddito, ammortizzatori sociali, prepensionamenti, mobilità lunga, incentivi alla rottamazione e contributi in conto capitale e in conto interessi per gli investimenti nelle aree depresse grazie alla sola legge n. 448 del 1992, che dal 1996 al 2009 ha reso all'azienda automobilistica 208 milioni di euro, dei quali 48,27 milioni sono stati destinati ad agevolare un investimento per Termini Imerese;
oggi che la situazione economica del gruppo industriale, che ha conquistato una quota di mercato pari al 32 per cento, appare nettamente diversa, essendo stata abilmente risanata, come d'altra parte confermano anche gli indicatori di fine anno e relativi al volume di affari per il 2009, che registrano un incremento pari al 2,7 per cento rispetto all'anno precedente, resta la drammatica scelta del management di scaricare su altri le gravi ripercussioni di quelle che ai firmatari del presente atto di indirizzo appaiono scelte di comodo, come la vicenda della paventata chiusura dello stabilimento siciliano di Termini Imerese, da cui dipende l'economia di una vasta area della Sicilia, e le mancate garanzie dell'operatività di quello di Pomigliano d'Arco dimostrano;
oggi i destini di questi due distretti industriali sono tristemente intrecciati, essendo incerto il futuro lavorativo dei circa 7 mila addetti;
la Fiat, dunque, immemore dell'enorme debito morale che ha con lo Stato italiano pari almeno ai finanziamenti diretti e indiretti ricevuti nel corso degli anni, con dichiarazioni, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, pretestuose e deprecabili, dichiara che la produzione presso lo stabilimento di Termini Imerese non è competitiva, ricorrendo all'ausilio delle inesorabili leggi di mercato per giustificare il blocco della produzione di auto in una regione, la Sicilia, che sicuramente rappresenta la base logistica più grossa del Mediterraneo;
sarebbe pari a 425 milioni di euro, approssimati per difetto, la cifra stanziata dalle istituzioni siciliane negli ultimi anni per sostenere il distretto industriale termitano, dei quali 40 milioni per la formazione speciale degli operai dello stabilimento, 45 milioni per la realizzazione del porto di Fiumetorto (che sarebbe dovuto servire per spedire le auto sul continente, ma che non viene più utilizzato dalla Fiat, che, con ovvio aggravio di spese, ha sempre preferito i porti di Catania e di Augusta), 45 milioni per la costruzione della stazione ferroviaria a piccola e media velocità di Fiumetorto, che dista appena un chilometro dalla fabbrica di Termini Imerese ed alla quale hanno contribuito anche l'Anas e le Ferrovie dello Stato, 95 milioni in funzione del contratto di programma 2001/2005, 200 milioni di investimento, sottratti ai complessivi 350 che l'Enel aveva destinato all'intera Sicilia, ma che ha utilizzato per riconvertire le sue centrali a combustione vicino l'impianto di Termini in centrali a metano, operazione richiesta dalla stessa Fiat in quanto la fuliggine e le emissioni di quelle a combustione danneggiavano i suoi impianti, ed, in ultimo, il cofinanziamento pari al 25 per cento della regione Sicilia in tutti gli investimenti e le spese della Fiat nell'impianto di Termini Imerese;
ai suddetti importi vanno oggi aggiunti 400 milioni che la Regione siciliana è pronta ad investire, di cui 200 in infrastrutture e 200 in innovazione tecnologica;
nell'aprile del 2009 è arrivata dalla Commissione europea l'autorizzazione, per le autorità italiane, a concedere alla Fiat, per un progetto che prevede la produzione di un nuovo modello di automobile in Sicilia, aiuti per 46 milioni di euro per investimenti a finalità regionale volti ad ampliare lo stabilimento Fiat di Termini Imerese, a modificare il processo di produzione e a diversificare la produzione stessa, permettendo così di salvaguardare i posti di lavoro esistenti nella regione. Tale misura, secondo le autorità di Bruxelles, «risulta compatibile con i requisiti previsti dagli orientamenti sugli aiuti di Stato a finalità regionale 2007-2013 e dalle norme sui grandi progetti di investimento, perché Fiat non aumenterebbe considerevolmente la sua capacità di produzione»; la stessa Commissione europea osservava che: «Si può pertanto ritenere che gli effetti positivi di questo investimento in termini di sviluppo regionale superino le possibili distorsioni della concorrenza»,

impegna il Governo:

ad avviare un fruttuoso percorso di dialogo, con l'azienda, la Regione siciliana e le parti sociali, al fine di garantire un futuro certo ad un'area industriale come quella di Termini Imerese e del suo indotto, che dispone di numerose e qualificate risorse umane;
a prevedere che in caso di incentivazioni statali a filiere produttive, queste non vengano concesse alla Fiat in assenza di una revisione delle posizioni assunte dal suo attuale management rispetto al futuro del distretto industriale di Termini Imerese;
a mettere a punto, anche mediante un'attività di concertazione con le realtà istituzionali e sociali del territorio, un piano di interventi per il rilancio della presenza della Fiat in Sicilia, che faccia perno sul miglioramento del contesto infrastrutturale, sulla riqualificazione professionale dei lavoratori addetti e sulla predisposizione di opportunità e risorse per favorire, insieme ad enti accademici ed enti di ricerca, la realizzazione di iniziative volte alla ricerca ed all'innovazione tecnologica legate all'automobile, ma anche ad altre produzioni di interesse del gruppo Fiat.
(1-00319)
«Lo Monte, Commercio, Latteri, Lombardo, Brugger».

La Camera,
premesso che:
il management del gruppo Fiat auto ha esternato la volontà di interrompere la produzione di autoveicoli presso lo stabilimento di Termini Imerese (Palermo), motivando questa decisione con le condizioni di svantaggio competitivo e le difficoltà strutturali in cui il gruppo stesso si troverebbe ad operare nel sito siciliano;
più precisamente la chiusura dello stabilimento viene motivata dalle diseconomie che, a giudizio della Fiat, comporterebbe la produzione di automobili a Termini Imerese nella misura quantificata in mille euro in più per unità di auto prodotta, costo determinato dall'assenza di infrastrutture idonee e di un indotto adeguatamente sviluppato;
il suddetto evento rappresenterebbe un colpo durissimo per l'industria siciliana, che vede proprio nello stabilimento di Termini Imerese, che conta oltre duemila addetti, la sua espressione più significativa, per non parlare degli effetti sull'indotto e delle conseguenze occupazionali, economiche e sociali che ricadrebbero sul territorio madonita;
lo stabilimento Fiat di Termini Imerese ed il suo indotto, infatti, rappresentano una forte realtà economica ed occupazionale che dovrebbe, piuttosto, essere valorizzata ed ulteriormente sviluppata, essendo un sito produttivo attivo dall'aprile del 1970 che ha tagliato il traguardo dei 4 milioni di autovetture prodotte;
la scomparsa di una realtà produttiva come quella rappresentata dalla Fiat e dalle fabbriche dell'indotto nella zona industriale di Termini Imerese assesterebbe un colpo mortale non solo ai livelli occupazionali dell'area, che perderebbe d'un sol colpo oltre duemila posti di lavoro, ma anche alle prospettive di sviluppo dell'intera regione, dal momento che la Fiat è oggi uno dei pochi grandi gruppi industriali operanti nell'isola;
la presenza dello stabilimento ha consolidato nel corso di 40 anni un know how tecnologico e territoriale importante. Inoltre, attorno allo stabilimento si può sviluppare innovazione e ricerca tecnologica, soprattutto nei decisivi settori delle fonti rinnovabili di energia e dei motori ecologici (ibridi, elettrici, ad idrogeno);
l'idea di una riconversione industriale è stata esplicitamente e fortemente respinta dal Governo regionale siciliano, che, schieratosi dalla parte dei lavoratori, ha stanziato 250 milioni per il rilancio del sito produttivo siciliano, grazie a fondi derivanti dal vecchio piano, poi arenatosi a causa di una lunga inerzia, che avrebbe dovuto rendere più funzionali le infrastrutture. Con interventi finanziari di tale portata, il Governo regionale è convinto che si renderà conveniente per la Fiat rafforzare e mantenere la sua presenza nell'isola;
esistono oggi tutte le condizioni per mantenere una presenza produttiva di automobili a Termini Imerese, prima fra tutte la sua collocazione strategica nel contesto del Mediterraneo, ed anche alla luce delle enormi potenzialità di mercato che sempre più si aprono nell'area di libero scambio e che coinvolgeranno Paesi in cui la crescita della domanda di automobili incrementerà notevolmente nei prossimi anni;
il rilevante processo di internazionalizzazione in cui è impegnato il management della Fiat non può compromettere la sorte degli stabilimenti italiani e, in particolare, di quello di Termini Imerese. Sarebbe deprecabile, inoltre, che il grave stato di incertezza in cui versa la Fiat auto e la grande operazione del suo riposizionamento industriale in ambito internazionale trascinino con sé anche il destino di quella che, per la Sicilia ed i siciliani, rappresenta il principale riferimento per le aspirazioni di industrializzazione e sviluppo della regione;
d'altra parte la stessa Fiat appena un anno e mezzo fa aveva sottoscritto con il Governo regionale un duplice piano di rilancio dello stabilimento di Termini Imerese, con il primo dei quali avrebbe dovuto allocare la produzione di tre nuovi modelli di auto, con un'ampia espansione dell'indotto, ed il ciclo produttivo degli stampati e delle presse e con il secondo, successivamente, avrebbe dovuto avviare nello stabilimento di Termini Imerese una missione produttiva finalizzata sempre al settore delle automobili con una parte di investimenti e di nuova occupazione, per quanto non della stessa portata della precedente;
alla luce di questa nuova inversione di rotta, c'è da chiedersi quali fossero le reali ragioni che appena un anno e mezzo fa spinsero la Fiat a non abbandonare, anzi a rilanciare lo stabilimento di Termini Imerese;
la definitiva approvazione il 26 giugno 2009 da parte del Cipe del progetto preliminare dell'interporto di Termini Imerese, già incluso tra gli hub interportuali del programma delle infrastrutture strategiche varato nel 2001, ed il relativo stanziamento di 80 milioni di euro possono rappresentare un potente volano in grado di ridare fiato a tutta l'economia regionale e a sostenere l'occupazione. L'interporto, infatti, si configura come un centro di trasporto ed interscambio delle merci dotato di impianti capaci di integrare il trasporto ferroviario e quello su gomma ed il distretto di Termini Imerese potrà tornare al centro dell'economia siciliana;
sul piano sociale l'incertezza del futuro assetto di SicilFiat continua a generare inevitabilmente forti malesseri sociali ed a minare la serenità degli operai e delle loro famiglie, determinando azioni di mobilitazione degli stessi a difesa della loro fabbrica, che, nell'ultimo decennio, come altre aziende siciliane, ha beneficiato di agevolazioni pubbliche a fronte di prospettive di salvaguardia e di sviluppo occupazionale puntualmente disattese;
si vuole scongiurare che in danno dei lavoratori si svolga un gioco di interessi e di piccole astuzie a cui si è recentemente assistito in occasione dell'ultima crisi dell'Alitalia;
il dibattito nel frattempo emerso sulla vicenda, sia in sede nazionale che regionale, ha riconfermato, senza confini di parte politica, che sussistono tutte le condizioni per continuare a garantire, per il futuro, il mantenimento produttivo del polo di Termini Imerese anche in ragione del varo, a partire dal 2010, dell'area di libero scambio nell'intero bacino del Mediterraneo destinato ad aprire nuovi scenari e significativi mercati;
il Parlamento siciliano ha percepito sul territorio un clima di «rivolta sociale» e, nel farsi espressione del popolo siciliano che soffre, che vuole cambiare e che richiede a viva voce un riconoscimento della storia dei propri lavoratori, ha votato all'unanimità un ordine del giorno per portare alla ribalta nazionale il problema dell'operatività del distretto industriale, dando mandato al Presidente della regione di farsi portavoce, in un Consiglio dei ministri appositamente convocato, delle ragioni dei lavoratori siciliani;
il gruppo Fiat, nel corso della sua lunga storia aziendale, è stato ripetutamente beneficiato dal sostegno economico pubblico, al punto che al giorno d'oggi è difficile delineare il quadro complessivo degli aiuti ricevuti in dote dalle istituzioni per costruire o implementare i suoi stabilimenti;
l'azienda torinese, infatti, più volte sull'orlo del disastro economico, è abilmente ricorsa alla strategia che da molti è stata definita «della socializzazione delle perdite e della privatizzazione dei profitti»;
è stato calcolato che soltanto tra il 1990 ed il 2009 lo Stato italiano ha elargito alla Fiat, a fronte di quello che appare ai firmatari del presente atto di indirizzo un alterno «ricatto» occupazionale, circa 5 mila milioni di euro sotto variegate forme di sussidio, come esenzioni decennali dalle imposte sul reddito, ammortizzatori sociali, prepensionamenti, mobilità lunga, incentivi alla rottamazione e contributi in conto capitale e in conto interessi per gli investimenti nelle aree depresse grazie alla sola legge n. 448 del 1992, che dal 1996 al 2009 ha reso all'azienda automobilistica 208 milioni di euro, dei quali 48,27 milioni sono stati destinati ad agevolare un investimento per Termini Imerese;
oggi che la situazione economica del gruppo industriale, che ha conquistato una quota di mercato pari al 32 per cento, appare nettamente diversa, essendo stata abilmente risanata, come d'altra parte confermano anche gli indicatori di fine anno e relativi al volume di affari per il 2009, che registrano un incremento pari al 2,7 per cento rispetto all'anno precedente, resta la drammatica scelta del management di scaricare su altri le gravi ripercussioni di quelle che ai firmatari del presente atto di indirizzo appaiono scelte di comodo, come la vicenda della paventata chiusura dello stabilimento siciliano di Termini Imerese, da cui dipende l'economia di una vasta area della Sicilia, e le mancate garanzie dell'operatività di quello di Pomigliano d'Arco dimostrano;
oggi i destini di questi due distretti industriali sono tristemente intrecciati, essendo incerto il futuro lavorativo dei circa 7 mila addetti;
la Fiat, dunque, immemore dell'enorme debito morale che ha con lo Stato italiano pari almeno ai finanziamenti diretti e indiretti ricevuti nel corso degli anni, con dichiarazioni, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, pretestuose e deprecabili, dichiara che la produzione presso lo stabilimento di Termini Imerese non è competitiva, ricorrendo all'ausilio delle inesorabili leggi di mercato per giustificare il blocco della produzione di auto in una regione, la Sicilia, che sicuramente rappresenta la base logistica più grossa del Mediterraneo;
sarebbe pari a 425 milioni di euro, approssimati per difetto, la cifra stanziata dalle istituzioni siciliane negli ultimi anni per sostenere il distretto industriale termitano, dei quali 40 milioni per la formazione speciale degli operai dello stabilimento, 45 milioni per la realizzazione del porto di Fiumetorto (che sarebbe dovuto servire per spedire le auto sul continente, ma che non viene più utilizzato dalla Fiat, che, con ovvio aggravio di spese, ha sempre preferito i porti di Catania e di Augusta), 45 milioni per la costruzione della stazione ferroviaria a piccola e media velocità di Fiumetorto, che dista appena un chilometro dalla fabbrica di Termini Imerese ed alla quale hanno contribuito anche l'Anas e le Ferrovie dello Stato, 95 milioni in funzione del contratto di programma 2001/2005, 200 milioni di investimento, sottratti ai complessivi 350 che l'Enel aveva destinato all'intera Sicilia, ma che ha utilizzato per riconvertire le sue centrali a combustione vicino l'impianto di Termini in centrali a metano, operazione richiesta dalla stessa Fiat in quanto la fuliggine e le emissioni di quelle a combustione danneggiavano i suoi impianti, ed, in ultimo, il cofinanziamento pari al 25 per cento della regione Sicilia in tutti gli investimenti e le spese della Fiat nell'impianto di Termini Imerese;
ai suddetti importi vanno oggi aggiunti 400 milioni che la Regione siciliana è pronta ad investire, di cui 200 in infrastrutture e 200 in innovazione tecnologica;
nell'aprile del 2009 è arrivata dalla Commissione europea l'autorizzazione, per le autorità italiane, a concedere alla Fiat, per un progetto che prevede la produzione di un nuovo modello di automobile in Sicilia, aiuti per 46 milioni di euro per investimenti a finalità regionale volti ad ampliare lo stabilimento Fiat di Termini Imerese, a modificare il processo di produzione e a diversificare la produzione stessa, permettendo così di salvaguardare i posti di lavoro esistenti nella regione. Tale misura, secondo le autorità di Bruxelles, «risulta compatibile con i requisiti previsti dagli orientamenti sugli aiuti di Stato a finalità regionale 2007-2013 e dalle norme sui grandi progetti di investimento, perché Fiat non aumenterebbe considerevolmente la sua capacità di produzione»; la stessa Commissione europea osservava che: «Si può pertanto ritenere che gli effetti positivi di questo investimento in termini di sviluppo regionale superino le possibili distorsioni della concorrenza»,

impegna il Governo:

ad avviare un fruttuoso percorso di dialogo, con l'azienda, la Regione siciliana e le parti sociali, al fine di garantire un futuro certo ad un'area industriale come quella di Termini Imerese e del suo indotto, che dispone di numerose e qualificate risorse umane;
a prevedere che in caso di incentivazioni statali a filiere produttive, queste non vengano concesse ad aziende che abbiano delocalizzato parti significative della propria produzione;
a mettere a punto, anche mediante un'attività di concertazione con le realtà istituzionali e sociali del territorio, un piano di interventi per il rilancio della presenza della Fiat in Sicilia, che faccia perno sul miglioramento del contesto infrastrutturale, sulla riqualificazione professionale dei lavoratori addetti e sulla predisposizione di opportunità e risorse per favorire, insieme ad enti accademici ed enti di ricerca, la realizzazione di iniziative volte alla ricerca ed all'innovazione tecnologica legate all'automobile, ma anche ad altre produzioni di interesse del gruppo Fiat.
(1-00319)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Lo Monte, Commercio, Latteri, Lombardo, Brugger».

La Camera,
premesso che:
in data 8 aprile 2008 veniva stipulato un accordo tra Fiat, Governo e organizzazioni sindacali avente ad oggetto il futuro dello stabilimento automobilistico di Termini Imerese (Palermo). Secondo tale accordo la Fiat assicurava il mantenimento presso lo stabilimento della produzione di autovetture, 250 nuove assunzioni e 550 milioni di investimento per la produzione di un nuovo modello «Lancia Y»;
nonostante quanto pattuito, già a partire dall'autunno del 2008, a seguito del sopravvenire della crisi economica, la Fiat, come già presso altri stabilimenti, faceva ricorso alla cassa integrazione guadagni (a 750 euro mensili) per la quasi totalità dei dipendenti di Termini Imerese. Tale provvedimento si protraeva per un periodo complessivo di circa 5 mesi fino a giugno 2009;
nel giugno 2009 il Governo esprimeva pubblicamente la necessità di mantenere i cinque stabilimenti Fiat presenti in Italia. Tuttavia, secondo notizie riportate dagli organi di stampa, l'amministratore delegato della Fiat, dottor Sergio Marchionne, impegnato nella trattativa per l'acquisizione della casa automobilistica tedesca Opel, presentava al Governo tedesco un piano di riassetto complessivo del gruppo torinese, che prevedeva, tra l'altro, la possibile chiusura degli stabilimenti di Pomigliano d'Arco (Napoli) e Termini Imerese (Palermo). Lo stesso amministratore delegato, in occasione di un incontro con Governo e organizzazioni sindacali in data 16 giugno 2009, pur non confermando la notizia circa il progetto di chiusura dello stabilimento di Termini Imerese, annunciava che lo stesso stabilimento avrebbe cessato la produzione di automobili alla fine del 2011 per essere poi riconvertito ad altra produzione, di cui, tuttavia, non veniva specificata la tipologia;
in data 15 novembre 2009 si apprende da notizie di stampa che la Fiat avrebbe intenzione non già di riconvertire verso nuovi modelli di auto ma di chiudere lo stabilimento di Termini Imerese, in quanto considerato dalla stessa Fiat eccessivamente oneroso per quanto concerne i costi di produzione, privo di indotto e collocato in un territorio dotato di infrastrutture non adeguate;
in data 25 novembre 2009 il Ministro dello sviluppo economico esprimeva parere fortemente negativo circa la possibilità della chiusura dello stabilimento automobilistico di Termini Imerese;
in data 1o dicembre 2009 si apprende da notizie di stampa che nell'incontro avvenuto tra lo stesso Ministro e l'amministratore delegato di Fiat, la stessa Fiat avrebbe confermato la cessazione della produzione di autovetture presso lo stabilimento di Termini Imerese a partire dal 2012 e la riconversione dello stabilimento, ancora una volta tuttavia non specificando a quale tipo di attività. Inoltre, nonostante tutto ciò e nonostante la citata precedente presa di posizione da parte del Ministro, il Governo avrebbe ugualmente deciso la concessione di ulteriori misure di sostegno, seppure in misura ridotta, a favore del settore automobilistico;
a tutt'oggi la Fiat non ha ancora presentato al Governo italiano ed alle organizzazioni sindacali il proprio piano industriale;
nonostante l'asserita crisi, la Fiat ha intrapreso dal 2008 ad oggi un'ampia politica di acquisizioni, soprattutto all'estero, ma anche in Italia. Nel gennaio 2009 Fiat acquista il 35 per cento della casa automobilistica statunitense Chrysler, mentre non ha esito positivo la già citata trattativa per Opel. In Italia, invece, in data 17 novembre 2009, viene firmato l'accordo definitivo per l'acquisto della Bertone di Grugliasco (Torino). In particolare, secondo tale accordo, presso la Bertone sarà messo in produzione un numero autoveicoli pari a quello già oggi prodotto dallo stabilimento di Termini Imerese;
non vi sono notizie certe circa l'annunciata «riconversione» dello stabilimento di Termini Imerese, soprattutto per quanto concerne le produzioni che dovrebbero andare a sostituire l'attuale produzione di autovetture;
l'eventuale chiusura dello stabilimento di Termini Imerese avrebbe pesanti e gravissime ricadute sull'occupazione, non solo nell'ambito del comprensorio cittadino, ma anche in tutto il territorio delle Madonie;
l'incertezza delle notizie circa la sorte dello stabilimento sta provocando gravi preoccupazioni in tutto il tessuto sociale e grande apprensione nelle famiglie, dal momento che non è dato conoscere soluzioni che in prospettiva possono garantire futuro dei lavoratori,

impegna il Governo:

ad assumere una posizione chiara, netta ed univoca riguardo alla necessità di salvaguardare i siti produttivi presenti sul territorio nazionale;
ad assumere, in particolare per quanto riguarda lo stabilimento di Termini Imerese, iniziative a tutela dei livelli occupazionali, al fine di salvaguardare migliaia di posti di lavoro e una realtà economica importante, la cui scomparsa, in un momento di grave crisi quale quello in corso, avrebbe pesanti ripercussioni sul piano sociale;
ad assumere iniziative per garantire il mantenimento presso lo stabilimento di Termini Imerese della produzione di autovetture;
a porre in essere interventi concreti al fine di assicurare la realizzazione nel territorio delle Madonie di una rete infrastrutturale adeguata a favorirne lo sviluppo economico, anche per quanto riguarda l'indotto dell'industria automobilistica;
ad assumere concrete e rapide iniziative normative volte a vincolare i finanziamenti pubblici stanziati in favore delle imprese alla presentazione e alla realizzazione di piani per lo sviluppo del territorio e per la salvaguardia dei siti produttivi e dei livelli di occupazione.
(1-00292)
«Leoluca Orlando, Donadi, Messina, Scilipoti, Paladini, Porcino».

La Camera,
premesso che:
in data 8 aprile 2008 veniva stipulato un accordo tra Fiat, Governo e organizzazioni sindacali avente ad oggetto il futuro dello stabilimento automobilistico di Termini Imerese (Palermo). Secondo tale accordo la Fiat assicurava il mantenimento presso lo stabilimento della produzione di autovetture, 250 nuove assunzioni e 550 milioni di investimento per la produzione di un nuovo modello «Lancia Y»;
nonostante quanto pattuito, già a partire dall'autunno del 2008, a seguito del sopravvenire della crisi economica, la Fiat, come già presso altri stabilimenti, faceva ricorso alla cassa integrazione guadagni (a 750 euro mensili) per la quasi totalità dei dipendenti di Termini Imerese. Tale provvedimento si protraeva per un periodo complessivo di circa 5 mesi fino a giugno 2009;
nel giugno 2009 il Governo esprimeva pubblicamente la necessità di mantenere i cinque stabilimenti Fiat presenti in Italia. Tuttavia, secondo notizie riportate dagli organi di stampa, l'amministratore delegato della Fiat, dottor Sergio Marchionne, impegnato nella trattativa per l'acquisizione della casa automobilistica tedesca Opel, presentava al Governo tedesco un piano di riassetto complessivo del gruppo torinese, che prevedeva, tra l'altro, la possibile chiusura degli stabilimenti di Pomigliano d'Arco (Napoli) e Termini Imerese (Palermo). Lo stesso amministratore delegato, in occasione di un incontro con Governo e organizzazioni sindacali in data 16 giugno 2009, pur non confermando la notizia circa il progetto di chiusura dello stabilimento di Termini Imerese, annunciava che lo stesso stabilimento avrebbe cessato la produzione di automobili alla fine del 2011 per essere poi riconvertito ad altra produzione, di cui, tuttavia, non veniva specificata la tipologia;
in data 15 novembre 2009 si apprende da notizie di stampa che la Fiat avrebbe intenzione non già di riconvertire verso nuovi modelli di auto ma di chiudere lo stabilimento di Termini Imerese, in quanto considerato dalla stessa Fiat eccessivamente oneroso per quanto concerne i costi di produzione, privo di indotto e collocato in un territorio dotato di infrastrutture non adeguate;
in data 25 novembre 2009 il Ministro dello sviluppo economico esprimeva parere fortemente negativo circa la possibilità della chiusura dello stabilimento automobilistico di Termini Imerese;
in data 1o dicembre 2009 si apprende da notizie di stampa che nell'incontro avvenuto tra lo stesso Ministro e l'amministratore delegato di Fiat, la stessa Fiat avrebbe confermato la cessazione della produzione di autovetture presso lo stabilimento di Termini Imerese a partire dal 2012 e la riconversione dello stabilimento, ancora una volta tuttavia non specificando a quale tipo di attività. Inoltre, nonostante tutto ciò e nonostante la citata precedente presa di posizione da parte del Ministro, il Governo avrebbe ugualmente deciso la concessione di ulteriori misure di sostegno, seppure in misura ridotta, a favore del settore automobilistico;
a tutt'oggi la Fiat non ha ancora presentato al Governo italiano ed alle organizzazioni sindacali il proprio piano industriale;
nonostante l'asserita crisi, la Fiat ha intrapreso dal 2008 ad oggi un'ampia politica di acquisizioni, soprattutto all'estero, ma anche in Italia. Nel gennaio 2009 Fiat acquista il 35 per cento della casa automobilistica statunitense Chrysler, mentre non ha esito positivo la già citata trattativa per Opel. In Italia, invece, in data 17 novembre 2009, viene firmato l'accordo definitivo per l'acquisto della Bertone di Grugliasco (Torino). In particolare, secondo tale accordo, presso la Bertone sarà messo in produzione un numero autoveicoli pari a quello già oggi prodotto dallo stabilimento di Termini Imerese;
non vi sono notizie certe circa l'annunciata «riconversione» dello stabilimento di Termini Imerese, soprattutto per quanto concerne le produzioni che dovrebbero andare a sostituire l'attuale produzione di autovetture;
l'eventuale chiusura dello stabilimento di Termini Imerese avrebbe pesanti e gravissime ricadute sull'occupazione, non solo nell'ambito del comprensorio cittadino, ma anche in tutto il territorio delle Madonie;
l'incertezza delle notizie circa la sorte dello stabilimento sta provocando gravi preoccupazioni in tutto il tessuto sociale e grande apprensione nelle famiglie, dal momento che non è dato conoscere soluzioni che in prospettiva possono garantire futuro dei lavoratori,

impegna il Governo:

ad assumere una posizione chiara, netta ed univoca riguardo alla necessità di salvaguardare i siti produttivi presenti sul territorio nazionale;
ad assumere, in particolare per quanto riguarda lo stabilimento di Termini Imerese, iniziative a tutela dei livelli occupazionali, al fine di salvaguardare migliaia di posti di lavoro e una realtà economica importante, la cui scomparsa, in un momento di grave crisi quale quello in corso, avrebbe pesanti ripercussioni sul piano sociale;
ad assumere iniziative per garantire il mantenimento presso lo stabilimento di Termini Imerese di qualsiasi attività industriale in grado di garantire la vocazione dell'area, privilegiando i progetti del settore automotive con particolare riguardo ai veicoli elettrici ed eco-compativili;
a porre in essere interventi concreti al fine di assicurare la realizzazione nel territorio delle Madonie di una rete infrastrutturale adeguata a favorirne lo sviluppo economico, anche per quanto riguarda l'indotto dell'industria automobilistica;
(1-00292)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Leoluca Orlando, Donadi, Messina, Scilipoti, Paladini, Porcino».

La Camera,
premesso che:
la decisione annunciata da Fiat auto di chiudere lo stabilimento automobilistico di Termini Imerese dal 2012 mette a rischio oltre duemila posti di lavoro e, quindi, oltre duemila famiglie, senza contare le altrettanto gravi ricadute occupazionali che inevitabilmente si determineranno sull'indotto, nel mezzo di una crisi che - come rilevato dai più importanti e prestigiosi istituti nazionali - colpisce maggiormente le aree e le fasce deboli del Paese;
la dirigenza Fiat ha motivato la propria intenzione di abbandonare lo stabilimento siciliano, affermando che produrre automobili a Termini Imerese costa all'azienda circa mille euro in più a vettura rispetto al resto d'Italia. Su questo calcolo gravano condizioni infrastrutturali pesantemente inadeguate e la mancanza di un indotto non sufficientemente sviluppato, che non permette attualmente all'azienda di esaurire il ciclo produttivo in Sicilia;
tuttavia, furono proprio queste difficoltà a portare Fiat, appena nel 2007, a dichiararsi favorevole alla sottoscrizione di un contratto di programma specifico, mediante il quale l'azienda si diceva pronta a raddoppiare gli occupati e triplicare indotto e produzione;
tale documento prevedeva investimenti da parte di Fiat auto per 1,2 miliardi di euro, risorse che sarebbero servite a sviluppare un indotto in grado di completare in loco il ciclo produttivo. Nello stesso testo lo Stato si impegnava a eliminare le diseconomie infrastrutturali e a sostenere il superamento di quelle industriali, assicurando all'impianto isolano una reale produttività, anche nel segno delle nuove tecnologie;
inoltre, nel 2008 Fiat auto ha sottoscritto con le parti sociali un accordo per aumentare di 250 unità l'occupazione nello stabilimento ed incrementare la produzione, con l'assegnazione a Termini Imerese di un nuovo modello di autovettura destinato a sostituire la Lancia Ypsilon;
quanto ai costi aggiuntivi dovuti ai gap infrastrutturali del territorio è utile sottolineare che è stata la stessa Fiat a dichiarare il proprio disinteresse sull'utilizzo del porto di Termini Imerese piuttosto che di un altro porto;
la decisione di Fiat di chiudere l'impianto produttivo di Termini Imerese appare quantomeno incoerente rispetto al piano industriale del gruppo, che, in maniera apprezzabile, prevede di aumentare la quantità di automobili prodotte in Italia;
va assolutamente scongiurata, in questa fase di recessione, l'ipotesi che il rafforzamento di Fiat sullo scenario internazionale possa tradursi nella riduzione della presenza del gruppo nel nostro Paese, o in una dequalificazione del ruolo degli stabilimenti che rimarranno in Italia, e, in particolare, che possa trasformarsi in un alibi per abbandonare proprio i territori più deboli e sottoutilizzati;
dopo anni di sostegno pubblico, appare grave e inaccettabile che Fiat auto si limiti a invocare le leggi di mercato per giustificare il proprio defilarsi dalla Sicilia. La dirigenza del Lingotto non può sottrarsi alle proprie responsabilità sociali. Se ciò accade è anche perché, a giudizio dei firmatari del presente atto di indirizzo, fino a questo momento il Governo nazionale non ha espresso con dovuta chiarezza e precisione quali siano le priorità strategiche nazionali;
oggi più che mai è necessario che tutti gli attori in grado di salvaguardare il futuro industriale delle zone deboli facciano la loro parte: un'azienda come la Fiat non può né deve sottrarsi a questa responsabilità di portata strategica e nazionale;
l'ipotizzato spin off dell'auto potrebbe rischiare di tradursi nell'emigrazione della Fiat dall'Italia se si considera che già oggi Fiat è un'azienda transnazionale: nel 2009 gli impianti brasiliani (750 mila vetture prodotte) hanno superato quelli italiani (722 mila vetture prodotte), sul totale della produzione automobilistica; il valore aggiunto creato in Italia raggiunge i 7 miliardi di euro, contro i 61 della Germania, i 19 della Francia e i 13 miliardi della Gran Bretagna;
la stessa cosa vale per gli occupati, la cui quota italiana è infinitamente minore di quella degli altri mercati; per la prima volta, oggettivamente, l'Italia non è più il centro di produzione per la Fiat e ciò impone un diverso atteggiamento da parte del Governo e diversi livelli e piani di interlocuzione politica, industriale e sindacale;
in tale quadro il Governo, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, si è mostrato superficiale e persino liquidatorio, specie per quanto riguarda la questione degli incentivi per il settore auto, tanto da insinuare il dubbio che non intenda spendersi fino in fondo per mantenere Fiat a Termini Imerese;
più in generale, il Governo non è apparso sinora in grado di affrontare seriamente il tema del futuro dell'industria dell'automobile nel nostro Paese, industria che sarà trainante anche negli anni a venire se si considera che molti Paesi, Stati Uniti in testa, stanno investendo molte risorse nella green economy e, in particolare, nei motori ecologici (elettrico, idrogeno e altri), il cui mercato è previsto nei prossimi decenni in forte espansione e che vedrebbe il nostro Paese del tutto assente;
al riguardo, sarebbe particolarmente grave se venissero confermate le notizie di stampa relative alla decisione di Fiat auto di produrre esclusivamente negli Stati Uniti la «500» con motore elettrico;
d'altra parte, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, anche il Governo siciliano non solo ha fatto molto poco per migliorare il contesto infrastrutturale e per creare un indotto anche al fine di trasformare il sito di Termini Imerese da stabilimento di solo assemblaggio a stabilimento pienamente produttivo, ma addirittura sotto la presidenza Cuffaro ha disatteso gli impegni che avrebbero consentito di dare attuazione all'accordo sottoscritto dal Governo Prodi con Fiat auto;
la ricaduta di un tale atteggiamento può essere grave non solo in termini occupazionali, ma anche per quanto riguarda la ricerca e l'innovazione; infatti, nel sistema manifatturiero italiano, la qualità e l'innovazione del settore dell'automobile costituiscono la più larga parte dell'innovazione e della ricerca dell'intero sistema industriale;
il 2010 sarà un anno difficile sia per la fine degli incentivi, sia per l'annunciato cambiamento societario della casa torinese, in una fase nella quale il mercato dell'auto tornerà alla normalità, senza che sia in vista una reale ripresa;
la virulenza e le peculiarità della recessione in atto rendono più che mai necessarie azioni di rilancio da parte del Governo dei comparti produttivi nelle zone deboli e non ammettono accordi al ribasso o peggio atteggiamenti passivi di fronte alla dismissione di importanti realtà industriali nelle aree depresse;
dopo la terza riunione del tavolo tra Governo e parti sociali sul polo industriale siciliano di Termini Imerese, convocato il 5 marzo 2010 presso il ministero dello sviluppo economico, secondo quanto riferito dagli organi di stampa, il ministero dello sviluppo economico ha reso noto di aver ricevuto ad oggi 16 manifestazioni di interesse, di cui 4 nel settore auto;
nelle stesse ore in cui diffondeva tali dichiarazioni, in maniera, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, del tutto contraddittoria, il ministero dello sviluppo economico ha annunciato che pubblicherà un bando internazionale «per attrarre investitori interessati» allo stabilimento della Fiat di Termini Imerese, con ciò facendo intendere di non considerare adeguate le annunciate manifestazioni d'interesse;
in particolare, il bando dovrebbe vedere la luce verso la fine di marzo 2010, quando, spiega ancora il ministero dello sviluppo economico, «verrà pubblicato sulle principali testate economiche internazionali un avviso finalizzato a ricevere ulteriori manifestazioni di interesse»;
in occasione dell'informativa su Termini Imerese svoltasi presso il Senato della Repubblica il 17 febbraio 2010, il Ministro dello sviluppo economico, onorevole Claudio Scajola, ha affermato che sul tavolo «ci sono 100 milioni da parte dello Stato» per migliorare le infrastrutture e per sostenere la ristrutturazione del polo produttivo. Tuttavia, non è ancora chiaro come il Governo abbia intenzione di investire queste risorse, posto che risulta di tutta evidenza l'inadeguatezza di tale dote per raggiungere gli obiettivi dichiarati, specialmente in ambito infrastrutturale;
a giudizio dei firmatari del presente atto di indirizzo, la linea del Governo appare ancora troppo vaga e gli stanziamenti decisamente sottodimensionati rispetto alle misure adottate e alle dotazioni stanziate dagli altri Stati europei e occidentali, come Germania e Stati Uniti, a salvaguardia delle proprie realtà industriali strategiche;
nel 2005 sul territorio siciliano erano attive 22 aziende che gravitavano nel sistema dell'indotto Fiat. Oggi ne operano appena 4, per la decisione di Fiat auto di lasciare a Melfi l'indotto relativo alla produzione del modello Ypsilon;
la chiusura di una delle poche realtà produttive importanti siciliane determinerebbe una desertificazione industriale e sociale difficilmente reversibile nell'attuale contesto congiunturale. L'effetto destabilizzante sull'intero «sistema Sicilia» creerebbe ripercussioni devastanti, facendo precipitare ulteriormente le condizioni di vita di una popolazione già allo stremo;
secondo dati Istat, infatti, in molte aree della Regione siciliana lavora in maniera regolare meno di una persona su due. E si tratta di un dato relativo al 2008, antecedente, quindi, il deflagrare della recessione;
uno studio Svimez pubblicato a febbraio del 2010 evidenzia che nel biennio 2008-2009 nell'industria meridionale sono stati persi 93 mila posti di lavoro, pari al 10 per cento degli occupati industriali. Una quota pari al triplo del calo registrato nelle regioni del Centro-Nord, che ha subito nel comparto industriale una flessione occupazionale pari al 3,7 per cento;
secondo elaborazioni effettuate su dati Istat, nello stesso periodo di riferimento l'occupazione nel compatto industriale è calata soprattutto in Campania, Puglia e Sicilia. In questi tre territori si sono persi complessivamente 69 mila posti di lavoro. Solo in Sicilia sono andati perduti nel comparto industriale oltre l6 mila posti di lavoro;
la realtà industriale di Termini Imerese, presente sul territorio da oltre quaranta anni, ha elevato ai massimi livelli gli standard di qualità e di professionalità delle maestranze inserite, ad ogni livello, nel ciclo produttivo automobilistico; questo patrimonio non può andare dissipato;
l'alta specializzazione e l'alta professionalità raggiunta dai lavoratori di Termini Imerese ha protetto il territorio da un destino di emigrazione collettiva. L'area di Termini Imerese è, infatti, tra le poche in Sicilia che non subisce una copiosa migrazione della popolazione giovanile qualificata;
l'esistenza sul territorio siciliano di importanti e affermate realtà pubbliche e private che si occupano di ricerca rende possibile e auspicabile una sinergia con Fiat auto nel segno della progettazione e della produzione di autovetture eco-compatibili;
la tenuta del tessuto industriale in una zona a potenziale geopolitico elevato, come la Sicilia, appare in tutta evidenza una priorità strategica nazionale e in tale chiave va evidenziata l'importanza della dimensione euromediterranea;
la prospettiva di una stabile crescita economica dei Paesi che fanno riferimento al bacino euromediterraneo rappresenta un importante sbocco per le imprese meridionali e, in particolare, per quelle siciliane, che si pongono in una posizione assai privilegiata. La Sicilia deve trovare in questa area una dimensione ideale di sviluppo, sia in termini di piattaforma logistica che di vera e propria integrazione economica;
anche alla luce di questa prospettiva, di fronte al rischio di una vera e propria desertificazione del tessuto economico e sociale della Sicilia, il Governo ha il dovere di rilanciare con atti concreti e risorse vere il sistema produttivo siciliano e, in particolare, quello di Termini Imerese,

impegna il Governo:

a recuperare integralmente le linee del contratto di programma ideato dal Governo Prodi, mettendo in campo risorse adeguate per eliminare le diseconomie infrastrutturali e industriali e rilanciando cosi la produzione automobilistica in Sicilia e, in particolare, la presenza di Fiat auto, che, di fronte a una priorità strategica nazionale come la tenuta del comparto industriale sull'isola, non può venir meno alle proprie responsabilità;
a garantire la presenza costante e continuativa di Fiat al tavolo della trattativa, facendo sì che il gruppo torinese si assuma pienamente le responsabilità connesse alla ricerca di nuove e adeguate soluzioni industriali, in grado di assicurare un futuro allo stabilimento industriale di Termini Imerese nel segno della produzione automobilistica;
a mettere in campo nuovi e concreti progetti tesi a creare sinergie tra la realtà industriale di Termini Imerese ed enti di ricerca pubblici e privati, così da favorire lo sviluppo di nuove tecnologie e la produzione di modelli a basso impatto ambientale e ad alto contenuto tecnologico, a tal fine ipotizzando anche l'adozione di nuovi incentivi per l'acquisto di modelli ecologici;
ad assicurare e garantire, in ogni caso e con ogni mezzo, il mantenimento degli attuali livelli occupazionali e l'alto livello professionale di tutte le maestranze inserite nel circuito produttivo di Termini Imerese.
(1-00348)
«Bersani, Franceschini, Boccia, D'Antoni, Lulli, Damiano, Berretta, Burtone, Capodicasa, Cardinale, Causi, Genovese, Levi, Pierdomenico Martino, Antonino Russo, Samperi, Siragusa».
(30 marzo 2010)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)

La Camera,
premesso che:
la decisione annunciata da Fiat auto di chiudere lo stabilimento automobilistico di Termini Imerese dal 2012 mette a rischio oltre duemila posti di lavoro e, quindi, oltre duemila famiglie, senza contare le altrettanto gravi ricadute occupazionali che inevitabilmente si determineranno sull'indotto, nel mezzo di una crisi che - come rilevato dai più importanti e prestigiosi istituti nazionali - colpisce maggiormente le aree e le fasce deboli del Paese;
la dirigenza Fiat ha motivato la propria intenzione di abbandonare lo stabilimento siciliano, affermando che produrre automobili a Termini Imerese costa all'azienda circa mille euro in più a vettura rispetto al resto d'Italia. Su questo calcolo gravano condizioni infrastrutturali pesantemente inadeguate e la mancanza di un indotto non sufficientemente sviluppato, che non permette attualmente all'azienda di esaurire il ciclo produttivo in Sicilia;
tuttavia, furono proprio queste difficoltà a portare Fiat, appena nel 2007, a dichiararsi favorevole alla sottoscrizione di un contratto di programma specifico, mediante il quale l'azienda si diceva pronta a raddoppiare gli occupati e triplicare indotto e produzione;
tale documento prevedeva investimenti da parte di Fiat auto per 1,2 miliardi di euro, risorse che sarebbero servite a sviluppare un indotto in grado di completare in loco il ciclo produttivo. Nello stesso testo lo Stato si impegnava a eliminare le diseconomie infrastrutturali e a sostenere il superamento di quelle industriali, assicurando all'impianto isolano una reale produttività, anche nel segno delle nuove tecnologie;
inoltre, nel 2008 Fiat auto ha sottoscritto con le parti sociali un accordo per aumentare di 250 unità l'occupazione nello stabilimento ed incrementare la produzione, con l'assegnazione a Termini Imerese di un nuovo modello di autovettura destinato a sostituire la Lancia Ypsilon;
quanto ai costi aggiuntivi dovuti ai gap infrastrutturali del territorio è utile sottolineare che è stata la stessa Fiat a dichiarare il proprio disinteresse sull'utilizzo del porto di Termini Imerese piuttosto che di un altro porto;
la decisione di Fiat di chiudere l'impianto produttivo di Termini Imerese appare quantomeno incoerente rispetto al piano industriale del gruppo, che, in maniera apprezzabile, prevede di aumentare la quantità di automobili prodotte in Italia;
va assolutamente scongiurata, in questa fase di recessione, l'ipotesi che il rafforzamento di Fiat sullo scenario internazionale possa tradursi nella riduzione della presenza del gruppo nel nostro Paese, o in una dequalificazione del ruolo degli stabilimenti che rimarranno in Italia, e, in particolare, che possa trasformarsi in un alibi per abbandonare proprio i territori più deboli e sottoutilizzati;
dopo anni di sostegno pubblico, appare grave e inaccettabile che Fiat auto si limiti a invocare le leggi di mercato per giustificare il proprio defilarsi dalla Sicilia. La dirigenza del Lingotto non può sottrarsi alle proprie responsabilità sociali. Se ciò accade è anche perché, a giudizio dei firmatari del presente atto di indirizzo, fino a questo momento il Governo nazionale non ha espresso con dovuta chiarezza e precisione quali siano le priorità strategiche nazionali;
oggi più che mai è necessario che tutti gli attori in grado di salvaguardare il futuro industriale delle zone deboli facciano la loro parte: un'azienda come la Fiat non può né deve sottrarsi a questa responsabilità di portata strategica e nazionale;
l'ipotizzato spin off dell'auto potrebbe rischiare di tradursi nell'emigrazione della Fiat dall'Italia se si considera che già oggi Fiat è un'azienda transnazionale: nel 2009 gli impianti brasiliani (750 mila vetture prodotte) hanno superato quelli italiani (722 mila vetture prodotte), sul totale della produzione automobilistica; il valore aggiunto creato in Italia raggiunge i 7 miliardi di euro, contro i 61 della Germania, i 19 della Francia e i 13 miliardi della Gran Bretagna;
la stessa cosa vale per gli occupati, la cui quota italiana è infinitamente minore di quella degli altri mercati; per la prima volta, oggettivamente, l'Italia non è più il centro di produzione per la Fiat e ciò impone un diverso atteggiamento da parte del Governo e diversi livelli e piani di interlocuzione politica, industriale e sindacale;
in tale quadro il Governo, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, si è mostrato superficiale e persino liquidatorio, specie per quanto riguarda la questione degli incentivi per il settore auto, tanto da insinuare il dubbio che non intenda spendersi fino in fondo per mantenere Fiat a Termini Imerese;
più in generale, il Governo non è apparso sinora in grado di affrontare seriamente il tema del futuro dell'industria dell'automobile nel nostro Paese, industria che sarà trainante anche negli anni a venire se si considera che molti Paesi, Stati Uniti in testa, stanno investendo molte risorse nella green economy e, in particolare, nei motori ecologici (elettrico, idrogeno e altri), il cui mercato è previsto nei prossimi decenni in forte espansione e che vedrebbe il nostro Paese del tutto assente;
al riguardo, sarebbe particolarmente grave se venissero confermate le notizie di stampa relative alla decisione di Fiat auto di produrre esclusivamente negli Stati Uniti la «500» con motore elettrico;
d'altra parte, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, anche il Governo siciliano non solo ha fatto molto poco per migliorare il contesto infrastrutturale e per creare un indotto anche al fine di trasformare il sito di Termini Imerese da stabilimento di solo assemblaggio a stabilimento pienamente produttivo, ma addirittura sotto la presidenza Cuffaro ha disatteso gli impegni che avrebbero consentito di dare attuazione all'accordo sottoscritto dal Governo Prodi con Fiat auto;
la ricaduta di un tale atteggiamento può essere grave non solo in termini occupazionali, ma anche per quanto riguarda la ricerca e l'innovazione; infatti, nel sistema manifatturiero italiano, la qualità e l'innovazione del settore dell'automobile costituiscono la più larga parte dell'innovazione e della ricerca dell'intero sistema industriale;
il 2010 sarà un anno difficile sia per la fine degli incentivi, sia per l'annunciato cambiamento societario della casa torinese, in una fase nella quale il mercato dell'auto tornerà alla normalità, senza che sia in vista una reale ripresa;
la virulenza e le peculiarità della recessione in atto rendono più che mai necessarie azioni di rilancio da parte del Governo dei comparti produttivi nelle zone deboli e non ammettono accordi al ribasso o peggio atteggiamenti passivi di fronte alla dismissione di importanti realtà industriali nelle aree depresse;
dopo la terza riunione del tavolo tra Governo e parti sociali sul polo industriale siciliano di Termini Imerese, convocato il 5 marzo 2010 presso il ministero dello sviluppo economico, secondo quanto riferito dagli organi di stampa, il ministero dello sviluppo economico ha reso noto di aver ricevuto ad oggi 16 manifestazioni di interesse, di cui 4 nel settore auto;
nelle stesse ore in cui diffondeva tali dichiarazioni, in maniera, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, del tutto contraddittoria, il ministero dello sviluppo economico ha annunciato che pubblicherà un bando internazionale «per attrarre investitori interessati» allo stabilimento della Fiat di Termini Imerese, con ciò facendo intendere di non considerare adeguate le annunciate manifestazioni d'interesse;
in particolare, il bando dovrebbe vedere la luce verso la fine di marzo 2010, quando, spiega ancora il ministero dello sviluppo economico, «verrà pubblicato sulle principali testate economiche internazionali un avviso finalizzato a ricevere ulteriori manifestazioni di interesse»;
in occasione dell'informativa su Termini Imerese svoltasi presso il Senato della Repubblica il 17 febbraio 2010, il Ministro dello sviluppo economico, onorevole Claudio Scajola, ha affermato che sul tavolo «ci sono 100 milioni da parte dello Stato» per migliorare le infrastrutture e per sostenere la ristrutturazione del polo produttivo. Tuttavia, non è ancora chiaro come il Governo abbia intenzione di investire queste risorse, posto che risulta di tutta evidenza l'inadeguatezza di tale dote per raggiungere gli obiettivi dichiarati, specialmente in ambito infrastrutturale;
a giudizio dei firmatari del presente atto di indirizzo, la linea del Governo appare ancora troppo vaga e gli stanziamenti decisamente sottodimensionati rispetto alle misure adottate e alle dotazioni stanziate dagli altri Stati europei e occidentali, come Germania e Stati Uniti, a salvaguardia delle proprie realtà industriali strategiche;
nel 2005 sul territorio siciliano erano attive 22 aziende che gravitavano nel sistema dell'indotto Fiat. Oggi ne operano appena 4, per la decisione di Fiat auto di lasciare a Melfi l'indotto relativo alla produzione del modello Ypsilon;
la chiusura di una delle poche realtà produttive importanti siciliane determinerebbe una desertificazione industriale e sociale difficilmente reversibile nell'attuale contesto congiunturale. L'effetto destabilizzante sull'intero «sistema Sicilia» creerebbe ripercussioni devastanti, facendo precipitare ulteriormente le condizioni di vita di una popolazione già allo stremo;
secondo dati Istat, infatti, in molte aree della Regione siciliana lavora in maniera regolare meno di una persona su due. E si tratta di un dato relativo al 2008, antecedente, quindi, il deflagrare della recessione;
uno studio Svimez pubblicato a febbraio del 2010 evidenzia che nel biennio 2008-2009 nell'industria meridionale sono stati persi 93 mila posti di lavoro, pari al 10 per cento degli occupati industriali. Una quota pari al triplo del calo registrato nelle regioni del Centro-Nord, che ha subito nel comparto industriale una flessione occupazionale pari al 3,7 per cento;
secondo elaborazioni effettuate su dati Istat, nello stesso periodo di riferimento l'occupazione nel compatto industriale è calata soprattutto in Campania, Puglia e Sicilia. In questi tre territori si sono persi complessivamente 69 mila posti di lavoro. Solo in Sicilia sono andati perduti nel comparto industriale oltre l6 mila posti di lavoro;
la realtà industriale di Termini Imerese, presente sul territorio da oltre quaranta anni, ha elevato ai massimi livelli gli standard di qualità e di professionalità delle maestranze inserite, ad ogni livello, nel ciclo produttivo automobilistico; questo patrimonio non può andare dissipato;
l'alta specializzazione e l'alta professionalità raggiunta dai lavoratori di Termini Imerese ha protetto il territorio da un destino di emigrazione collettiva. L'area di Termini Imerese è, infatti, tra le poche in Sicilia che non subisce una copiosa migrazione della popolazione giovanile qualificata;
l'esistenza sul territorio siciliano di importanti e affermate realtà pubbliche e private che si occupano di ricerca rende possibile e auspicabile una sinergia con Fiat auto nel segno della progettazione e della produzione di autovetture eco-compatibili;
la tenuta del tessuto industriale in una zona a potenziale geopolitico elevato, come la Sicilia, appare in tutta evidenza una priorità strategica nazionale e in tale chiave va evidenziata l'importanza della dimensione euromediterranea;
la prospettiva di una stabile crescita economica dei Paesi che fanno riferimento al bacino euromediterraneo rappresenta un importante sbocco per le imprese meridionali e, in particolare, per quelle siciliane, che si pongono in una posizione assai privilegiata. La Sicilia deve trovare in questa area una dimensione ideale di sviluppo, sia in termini di piattaforma logistica che di vera e propria integrazione economica;
anche alla luce di questa prospettiva, di fronte al rischio di una vera e propria desertificazione del tessuto economico e sociale della Sicilia, il Governo ha il dovere di rilanciare con atti concreti e risorse vere il sistema produttivo siciliano e, in particolare, quello di Termini Imerese,

impegna il Governo:

a recuperare risorse adeguate per eliminare le diseconomie infrastrutturali e industriali e rilanciando cosi la produzione automobilistica in Sicilia e, in particolare, la presenza di Fiat auto, che, di fronte a una priorità strategica nazionale come la tenuta del comparto industriale sull'isola, non può venir meno alle proprie responsabilità;
a garantire la presenza costante e continuativa di Fiat al tavolo della trattativa, facendo sì che il gruppo torinese si assuma pienamente le responsabilità connesse alla ricerca di nuove e adeguate soluzioni industriali, in grado di assicurare un futuro allo stabilimento industriale di Termini Imerese nel segno della produzione automobilistica;
a mettere in campo nuovi e concreti progetti tesi a creare sinergie tra la realtà industriale di Termini Imerese ed enti di ricerca pubblici e privati, così da favorire lo sviluppo di nuove tecnologie e la produzione di modelli a basso impatto ambientale e ad alto contenuto tecnologico, a tal fine ipotizzando anche l'adozione di nuovi incentivi per l'acquisto di modelli ecologici;
ad assicurare e garantire, in ogni caso e con ogni mezzo, il mantenimento degli attuali livelli occupazionali e l'alto livello professionale di tutte le maestranze inserite nel circuito produttivo di Termini Imerese.
(1-00348)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Bersani, Franceschini, Boccia, D'Antoni, Lulli, Damiano, Berretta, Burtone, Capodicasa, Cardinale, Causi, Genovese, Levi, Pierdomenico Martino, Antonino Russo, Samperi, Siragusa».
(30 marzo 2010)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)

La Camera,
premesso che:
nel corso degli ultimi anni, il settore automotive ha subito profondi cambiamenti e l'offerta di automobili, nel mondo, è stata superiore alla capacità di assorbimento del mercato;
detta crescita dell'offerta si è sviluppata al di fuori di un disegno strategico complessivo;
in tale quadro, il gruppo Fiat auto ha manifestato la volontà di cessare la propria attività presso lo stabilimento di Termini Imerese (Palermo), anche a causa di alcune difficoltà strutturali del territorio;
quest'ultimo fattore, unitamente agli elevati costi fissi di produzione, renderebbe anti-economica la gestione dello stabilimento, sia per la produzione di vetture, sia per la produzione di componenti o di altri prodotti del perimetro Fiat;
la notizia della chiusura dello stabilimento a fine 2011 ha destato vivo allarme e preoccupazione in Sicilia e nel Paese;
attualmente sono impegnati nello stabilimento citato 1.658 lavoratori, oltre a altri 300 occupati nell'indotto;
il gruppo Fiat ha più volte beneficiato, direttamente e indirettamente, di interventi a sostegno della politica industriale, come quelli previsti dalla cosiddetta «legge sulla rottamazione» o da quella concernente gli ecoincentivi. In particolare, per ciò che riguarda gli interventi diretti, solo ai sensi della legge n. 488 del 1992 sono stati concessi contributi per circa 208 milioni di euro: in tale ambito risulta essere stato agevolato, per il sito di Termini Imerese (4o bando ai sensi della legge n. 488 del 1992, emanato nel 1998), un investimento di 48,27 milioni di euro;
la crisi denunciata dall'azienda torinese è apparsa a numerosi esperti economici inaspettata ed eccessivamente accentuata;
le regole dell'Unione europea non consentirebbero agli Stati membri di intervenire a sostegno delle imprese in difficoltà se non in casi espressamente previsti, quali, ad esempio, lo sviluppo economico regionale e la salvaguardia o la creazione di nuovi posti di lavoro. Appare evidente, infatti, che la chiusura di importanti realtà nel settore delle autovetture potrebbe comportare un vero e proprio cedimento della politica industriale del Paese,

impegna il Governo:

a far conoscere quali iniziative intende adottare per il mantenimento e lo sviluppo dell'attività industriale nell'area di Termini Imerese;
a evidenziare le azioni che intende porre in essere per salvaguardare i vasti interessi che sarebbero colpiti dalle annunciate prospettive, evitando così un nuovo e grave pregiudizio per l'economia di una zona già in grande sofferenza;
a sostenere, anche d'intesa con gli enti locali e le organizzazioni sindacali, un piano di interventi che rilanci la presenza industriale nella regione Sicilia, facendo perno sulla possibilità di utilizzare risorse statali, regionali ed europee, al fine di risolvere le criticità di carattere infrastrutturale e logistico dell'area;
a prevedere, insieme ad enti accademici e di ricerca e successivamente ad un'adeguata fase di riqualificazione professionale dei lavoratori interessati, la realizzazione di iniziative volte anche a favorire l'innovazione tecnologica legata al settore automotive, con particolare riguardo ai veicoli eco-compatibili.
(1-00349)
«Cicchitto, Bocchino, Fallica, Terranova, Vincenzo Antonio Fontana, Garofalo, Germanà, Giammanco, La Loggia, Marinello, Minardo, Misuraca, Pagano, Palumbo, Stagno d'Alcontres, Torrisi, Baldelli, Vignali, Raisi, Abrignani, Angelucci, Berruti, De Corato, Della Vedova, Faenzi, Galati, Gava, Golfo, Lazzari, Mazzocchi, Milanato, Minasso, Mistrello Destro, Pelino, Polidori, Versace, Grimaldi».
(30 marzo 2010)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)

La Camera,
premesso che:
il gruppo Fiat ha intenzione di chiudere lo stabilimento di Termini Imerese, con gravi ripercussioni sull'economia siciliana;
da notizie riportate dalla stampa, il gruppo Fiat avrebbe intenzione di presentare un piano industriale che prevederebbe una riduzione di minimo 5 mila dipendenti;
in modo particolare gli stabilimenti che subirebbero riduzione maggiori di personale sarebbero la Fiat Mirafiori a Torino e gli stabilimenti di Termini Imerese, Pomigliano d'Arco e Cassino;
a questi dati andrebbero aggiunti quelli, ancora sconosciuti, che riguarderebbero il futuro dei due principali produttori di motori Fiat, la Fma di Pratola Serra e il sito produttivo di Termoli;
appare chiaro, stante anche la reticenza a tutt'oggi da parte della Fiat a sciogliere questi interrogativi, che l'opzione di produrre la maggioranza dei motori presso lo stabilimento di Bielsko Biala in Polonia sia ormai la scelta prioritaria dei vertici del gruppo;
nei ripetuti incontri portati avanti dal Governo con i vertici Fiat, a dimostrazione della sensibilità e dell'attenzione dell'attuale maggioranza su tale delicata questione, si è teso a salvaguardare i livelli occupazionali, ma, a tutt'oggi, sono ancora molte le questioni aperte;
è indispensabile che i vertici della Fiat si pronuncino in maniera definitiva sul riassetto industriale di ogni singolo stabilimento, al fine di aprire una serie di confronti sulle specifiche realtà produttive;
allo stabilimento Fma di Pratola Serra, ad esempio, si è registrato un forte calo della produzione, che ha determinato un massiccio calo delle maestranze occupate, determinando una crescente preoccupazione tra i lavoratori e le loro famiglie;
in un recente incontro l'azienda ha affermato che l'impianto di Pratola Serra dovrebbe essere inserito in un ampio contesto di ristrutturazione di tutto il comparto motori, senza però entrare nel merito delle competenze e delle produzioni che spetterebbero allo stabilimento Fma;
per poter garantire l'occupazione della totalità dei dipendenti della Fma occorre tenere un livello di produzione pari a circa 570.000 motori, a fronte di un potenziale di circa 800.000 motori, mentre attualmente lo stabilimento ne produce solo 170.000;
in provincia di Avellino vi sono 80 mila disoccupati; su una popolazione di 400 mila abitanti si raggiunge una percentuale di circa il 30-35 per cento di disoccupazione. Se a questi malauguratamente si dovessero aggiungere i 2.500 operai della Fma e complessivamente i 5 mila operai dell'indotto Fiat, quella provincia avrebbe un crollo e si inserirebbe in un contesto difficile ed estremamente problematico;
situazioni come quelle di Termini Imerese, Termoli e Pratola Serra destano enorme preoccupazione, poiché se si dovesse registrare una crisi irreversibile di tali stabilimenti, con gli effetti a catena su tutto l'indotto, si registrerebbe, sul fronte occupazionale, una crisi profonda che colpirebbe l'economia meridionale in territori dove già sussiste uno storico problema su tale fronte;
a questo si deve aggiungere il danno legato alla mancanza di sviluppo, data l'enorme influenza che il polo industriale Fiat ricopre in tutto il Mezzogiorno;
non va dimenticato, come hanno fatto i vertici Fiat, che nel corso della sua lunga storia, più volte, il gruppo ha beneficiato del sostegno economico pubblico, sia in maniera diretta che indiretta, attraverso la minaccia del disastro economico e della crisi di settore e attuando quella che da tutti è conosciuta come la «socializzazione delle perdite e la privatizzazione dei profitti»;
tale elemento non può, in nessun modo, essere tenuto fuori dai confronti con il gruppo Fiat;
occorre che maturi nelle classi dirigenti la consapevolezza che in questo momento la Fiat, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, sta assumendo atteggiamenti antimeridionali, diventando un pericoloso fattore di destabilizzazione della nostra economia e della nostra pace sociale, e che il Governo deve conseguentemente assumere iniziative forti, decisive e concrete per evitare che vi siano chiusure di stabilimenti localizzate soprattutto nel Sud d'Italia,

impegna il Governo:

a chiedere alla Fiat l'impegno a non chiudere Termini Imerese e a continuare la produzione;
a far conoscere quali iniziative il Governo intenda assumere per garantire il mantenimento dei livelli occupazionali dello stabilimento Fiat di Termini Imerese e per evitare che l'eventuale decisione da parte del gruppo torinese di chiudere lo stabilimento possa determinare la crisi dell'attività industriale della zona legata all'indotto;
a proseguire, con ancora più determinazione, il confronto con il gruppo Fiat al fine di salvaguardare i livelli occupazionali e le possibilità di sviluppo che gli impianti Fiat, soprattutto nel Mezzogiorno, rappresentano, individuando le reali intenzioni del gruppo;
a confermare la volontà del Governo a non prevedere incentivazioni statali a filiere produttive, in questo caso alla Fiat, in assenza di una volontà di mantenimento dei livelli occupazionali;
a verificare, con il concorso di tutte le parti sociali ed istituzionali coinvolte, nel confronto aperto con il gruppo Fiat, la possibilità di arrivare ad un'innovazione, soprattutto negli stabilimenti siti nel Mezzogiorno e che sono a rischio di chiusura definitiva, con particolare riferimento allo stabilimento di Termini Imerese, del ciclo produttivo, al fine di rendere competitivi gli stessi nel mercato globale della produzione del settore automobilistico, dando nuovo vigore alla produzione e rilanciando, in tal modo, anche un più ampio piano di sviluppo del territorio;
a studiare tutte le misure possibili per salvaguardare il futuro e la sicurezza del reddito per i lavoratori che dovessero in qualche modo essere colpiti dai processi di ristrutturazione produttiva del gruppo Fiat.
(1-00350)
«Iannaccone, Sardelli, Belcastro, Gaglione, Milo, Brugger».
(30 marzo 2010)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)

La Camera,
premesso che:
il gruppo Fiat ha intenzione di chiudere lo stabilimento di Termini Imerese, con gravi ripercussioni sull'economia siciliana;
da notizie riportate dalla stampa, il gruppo Fiat avrebbe intenzione di presentare un piano industriale che prevederebbe una riduzione di minimo 5 mila dipendenti;
in modo particolare gli stabilimenti che subirebbero riduzione maggiori di personale sarebbero la Fiat Mirafiori a Torino e gli stabilimenti di Termini Imerese, Pomigliano d'Arco e Cassino;
a questi dati andrebbero aggiunti quelli, ancora sconosciuti, che riguarderebbero il futuro dei due principali produttori di motori Fiat, la Fma di Pratola Serra e il sito produttivo di Termoli;
appare chiaro, stante anche la reticenza a tutt'oggi da parte della Fiat a sciogliere questi interrogativi, che l'opzione di produrre la maggioranza dei motori presso lo stabilimento di Bielsko Biala in Polonia sia ormai la scelta prioritaria dei vertici del gruppo;
nei ripetuti incontri portati avanti dal Governo con i vertici Fiat, a dimostrazione della sensibilità e dell'attenzione dell'attuale maggioranza su tale delicata questione, si è teso a salvaguardare i livelli occupazionali, ma, a tutt'oggi, sono ancora molte le questioni aperte;
è indispensabile che i vertici della Fiat si pronuncino in maniera definitiva sul riassetto industriale di ogni singolo stabilimento, al fine di aprire una serie di confronti sulle specifiche realtà produttive;
allo stabilimento Fma di Pratola Serra, ad esempio, si è registrato un forte calo della produzione, che ha determinato un massiccio calo delle maestranze occupate, determinando una crescente preoccupazione tra i lavoratori e le loro famiglie;
in un recente incontro l'azienda ha affermato che l'impianto di Pratola Serra dovrebbe essere inserito in un ampio contesto di ristrutturazione di tutto il comparto motori, senza però entrare nel merito delle competenze e delle produzioni che spetterebbero allo stabilimento Fma;
per poter garantire l'occupazione della totalità dei dipendenti della Fma occorre tenere un livello di produzione pari a circa 570.000 motori, a fronte di un potenziale di circa 800.000 motori, mentre attualmente lo stabilimento ne produce solo 170.000;
in provincia di Avellino vi sono 80 mila disoccupati; su una popolazione di 400 mila abitanti si raggiunge una percentuale di circa il 30-35 per cento di disoccupazione. Se a questi malauguratamente si dovessero aggiungere i 2.500 operai della Fma e complessivamente i 5 mila operai dell'indotto Fiat, quella provincia avrebbe un crollo e si inserirebbe in un contesto difficile ed estremamente problematico;
situazioni come quelle di Termini Imerese, Termoli e Pratola Serra destano enorme preoccupazione, poiché se si dovesse registrare una crisi irreversibile di tali stabilimenti, con gli effetti a catena su tutto l'indotto, si registrerebbe, sul fronte occupazionale, una crisi profonda che colpirebbe l'economia meridionale in territori dove già sussiste uno storico problema su tale fronte;
a questo si deve aggiungere il danno legato alla mancanza di sviluppo, data l'enorme influenza che il polo industriale Fiat ricopre in tutto il Mezzogiorno;
non va dimenticato, come hanno fatto i vertici Fiat, che nel corso della sua lunga storia, più volte, il gruppo ha beneficiato del sostegno economico pubblico, sia in maniera diretta che indiretta, attraverso la minaccia del disastro economico e della crisi di settore e attuando quella che da tutti è conosciuta come la «socializzazione delle perdite e la privatizzazione dei profitti»;
tale elemento non può, in nessun modo, essere tenuto fuori dai confronti con il gruppo Fiat;
occorre che maturi nelle classi dirigenti la consapevolezza che in questo momento la Fiat, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, sta assumendo atteggiamenti antimeridionali, diventando un pericoloso fattore di destabilizzazione della nostra economia e della nostra pace sociale, e che il Governo deve conseguentemente assumere iniziative forti, decisive e concrete per evitare che vi siano chiusure di stabilimenti localizzate soprattutto nel Sud d'Italia,

impegna il Governo:

a far conoscere quali iniziative il Governo intenda assumere per garantire il mantenimento dei livelli occupazionali dello stabilimento Fiat di Termini Imerese e per evitare che l'eventuale decisione da parte del gruppo torinese di chiudere lo stabilimento possa determinare la crisi dell'attività industriale della zona legata all'indotto;
a proseguire, con ancora più determinazione, il confronto con il gruppo Fiat al fine di salvaguardare i livelli occupazionali e le possibilità di sviluppo che gli impianti Fiat, soprattutto nel Mezzogiorno, rappresentano, individuando le reali intenzioni del gruppo;
a verificare, con il concorso di tutte le parti sociali ed istituzionali coinvolte, nel confronto aperto con il gruppo Fiat, la possibilità di arrivare ad un'innovazione, soprattutto negli stabilimenti siti nel Mezzogiorno e che sono a rischio di chiusura definitiva, con particolare riferimento allo stabilimento di Termini Imerese, del ciclo produttivo, al fine di rendere competitivi gli stessi nel mercato globale della produzione del settore automobilistico, dando nuovo vigore alla produzione e rilanciando, in tal modo, anche un più ampio piano di sviluppo del territorio;
a studiare tutte le misure possibili per salvaguardare il futuro e la sicurezza del reddito per i lavoratori che dovessero in qualche modo essere colpiti dai processi di ristrutturazione produttiva del gruppo Fiat.
(1-00350)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Iannaccone, Sardelli, Belcastro, Gaglione, Milo, Brugger».
(30 marzo 2010)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)

La Camera,
premesso che:
secondo quanto dichiarato dall'amministratore delegato del gruppo Fiat, Sergio Marchionne, alla fine del 2011, dopo oltre 40 anni di attività, chiuderà lo stabilimento del gruppo Fiat a Termini Imerese (Palermo);
circa due anni fa, tuttavia, la Fiat aveva definito un accordo con la Regione siciliana per il rilancio dello stabilimento, attraverso il superamento delle principali diseconomie del territorio;
tale accordo prevedeva un importante intervento finanziario della Regione siciliana (150 milioni di euro) per finanziare la costruzione di nuovi capannoni nell'area industriale di Termini Imerese che avrebbero dovuto essere ceduti in locazione alla Fiat ed al suo indotto a prezzi di mercato. La conclusione traumatica della precedente legislatura regionale non ha permesso al Parlamento siciliano di esaminare e varare il relativo provvedimento di legge;
la recente decisione di interrompere la produzione presso lo stabilimento di Termini Imerese dopo il 1o gennaio 2012 è conseguenza, secondo il management, della scarsa integrazione della filiera produttiva e dell'indotto e degli elevati costi fissi di produzione, soprattutto connessi al trasporto, oltre ad una sovrapproduzione rispetto al reale assorbimento sul mercato;
secondo Marchionne la Fiat «ha la capacità di produrre circa 94 milioni di vetture, circa 30 milioni in più di quante se ne vendono. Il settore automobilistico è l'unico a non aver razionalizzato la produzione nonostante un terzo di questo disavanzo arrivi dal vecchio continente. Lo scorso anno l'Europa ha utilizzato circa il 75 per cento della propria capacità e quest'anno potrebbe scendere al 65 per cento. Il motivo è semplice: i costruttori non chiudono gli impianti. L'ultimo impianto a chiudere in Europa ha smesso la produzione prima della seconda guerra mondiale»;
a fronte di un aumento dell'offerta, si è, infatti, verificata una contrazione della domanda a causa della crisi economica e gli interventi di sostegno messi in campo dai Governi nazionali per salvaguardare i livelli occupazionali e le imprese hanno aggravato l'eccesso strutturale del settore;
in tale ottica la decisione del Governo di non prorogare gli incentivi per il settore dell'auto si pone in linea con le scelte adottate dalla maggioranza dei Paesi europei, a fronte di un mercato che appare oggi saturo;
l'annunciata chiusura dello stabilimento ha destato preoccupazione ed allarme nei lavoratori, nelle loro famiglie e negli abitanti di un territorio in cui non esistono molte alternative occupazionali e che vedrebbe improvvisamente perdere circa 1400 posti di lavoro, senza contare le conseguenze sull'indotto;
il Governo, con l'obiettivo di individuare nuove imprese e soggetti produttivi che possano garantire la sopravvivenza e lo sviluppo produttivo dell'area, mantenendone i livelli occupazionali e la vocazione industriale, ha sollecitato l'acquisizione dello stabilimento da parte di nuovi investitori interessati a subentrare alla Fiat;
Governo nazionale e Regione siciliana hanno stanziato un contributo di 450 milioni di euro; affinché l'area rimanga destinata alla produzione di automobili e alla ricerca nel settore dei veicoli elettrici, nel tentativo di rendere lo stabilimento appetibile per eventuali futuri investitori;
le proposte arrivate da potenziali investitori per Termini Imerese che hanno superato il vaglio delle richieste dell'advisor e giudicate concrete sono in totale nove, di cui quattro operanti nel settore automobilistico;
il 13 aprile 2010 si svolgerà un nuovo incontro e nelle due successive settimane potrebbe essere definita una prima short list in attesa di valutare eventuali nuove offerte;
poiché l'area da riconvertire è occupata solo per un terzo dall'attuale stabilimento Fiat, verranno valutate anche le combinazioni di più progetti;
in assenza di una valida proposta industriale alternativa, la chiusura dello stabilimento di Termini Imerese, unitamente alla crisi dell'indotto e alle inevitabili perdite occupazionali, produrrà conseguenze insostenibili per la Sicilia, con ricadute anche in termini di coesione, di sicurezza e legalità,

impegna il Governo:

ad adottare ogni utile iniziativa volta a salvaguardare i livelli occupazionali, la professionalità dei lavoratori e la capacità produttiva dell'area di insediamento dello stabilimento siciliano della Fiat;
a salvaguardare la vocazione industriale di Termini Imerese favorendone il rilancio, anche con il coinvolgimento della regione e delle organizzazioni sindacali di settore;
a favorire un rapido utilizzo dei fondi comunitari, al fine di dotare l'area delle infrastrutture necessarie per attirare gli investimenti di grandi gruppi industriali;
a prevedere la realizzazione nell'area di Termini Imerese di una zona franca;
a completare in tempi contenuti l'infrastrutturazione dell'area industriale termitana;
a promuovere per quanto di competenza sperimentalmente un contratto di lavoro regionale valido per l'intero territorio della Sicilia, d'intesa con le organizzazioni sindacali e finalizzato a precostituire condizioni più favorevoli all'insediamento nella regione di attività produttive.
(1-00351)
«Romano, Naro, Mannino, Ruvolo, Drago, Vietti, Anna Teresa Formisano, Pezzotta, Ruggeri, Delfino, Poli, Compagnon, Ciccanti, Volontè, Libè, Galletti, Occhiuto».
(30 marzo 2010)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)

La Camera,
premesso che:
secondo quanto dichiarato dall'amministratore delegato del gruppo Fiat, Sergio Marchionne, alla fine del 2011, dopo oltre 40 anni di attività , chiuderà lo stabilimento del gruppo Fiat a Termini Imerese (Palermo);
circa due anni fa, tuttavia, la Fiat aveva definito un accordo con la Regione siciliana per il rilancio dello stabilimento, attraverso il superamento delle principali diseconomie del territorio;
tale accordo prevedeva un importante intervento finanziario della Regione siciliana (150 milioni di euro) per finanziare la costruzione di nuovi capannoni nell'area industriale di Termini Imerese che avrebbero dovuto essere ceduti in locazione alla Fiat ed al suo indotto a prezzi di mercato. La conclusione traumatica della precedente legislatura regionale non ha permesso al Parlamento siciliano di esaminare e varare il relativo provvedimento di legge;
la recente decisione di interrompere la produzione presso lo stabilimento di Termini Imerese dopo il 1o gennaio 2012 è conseguenza, secondo il management, della scarsa integrazione della filiera produttiva e dell'indotto e degli elevati costi fissi di produzione, soprattutto connessi al trasporto, oltre ad una sovrapproduzione rispetto al reale assorbimento sul mercato;
secondo Marchionne la Fiat «ha la capacità di produrre circa 94 milioni di vetture, circa 30 milioni in più di quante se ne vendono. Il settore automobilistico è l'unico a non aver razionalizzato la produzione nonostante un terzo di questo disavanzo arrivi dal vecchio continente. Lo scorso anno l'Europa ha utilizzato circa il 75 per cento della propria capacità e quest'anno potrebbe scendere al 65 per cento. Il motivo è semplice: i costruttori non chiudono gli impianti. L'ultimo impianto a chiudere in Europa ha smesso la produzione prima della seconda guerra mondiale»;
a fronte di un aumento dell'offerta, si è, infatti, verificata una contrazione della domanda a causa della crisi economica e gli interventi di sostegno messi in campo dai Governi nazionali per salvaguardare i livelli occupazionali e le imprese hanno aggravato l'eccesso strutturale del settore;
in tale ottica la decisione del Governo di non prorogare gli incentivi per il settore dell'auto si pone in linea con le scelte adottate dalla maggioranza dei Paesi europei, a fronte di un mercato che appare oggi saturo;
l'annunciata chiusura dello stabilimento ha destato preoccupazione ed allarme nei lavoratori, nelle loro famiglie e negli abitanti di un territorio in cui non esistono molte alternative occupazionali e che vedrebbe improvvisamente perdere circa 1400 posti di lavoro, senza contare le conseguenze sull'indotto;
il Governo, con l'obiettivo di individuare nuove imprese e soggetti produttivi che possano garantire la sopravvivenza e lo sviluppo produttivo dell'area, mantenendone i livelli occupazionali e la vocazione industriale, ha sollecitato l'acquisizione dello stabilimento da parte di nuovi investitori interessati a subentrare alla Fiat;
Governo nazionale e Regione siciliana hanno stanziato un contributo di 450 milioni di euro; affinché l'area rimanga destinata alla produzione di automobili e alla ricerca nel settore dei veicoli elettrici, nel tentativo di rendere lo stabilimento appetibile per eventuali futuri investitori;
le proposte arrivate da potenziali investitori per Termini Imerese che hanno superato il vaglio delle richieste dell'advisor e giudicate concrete sono in totale nove, di cui quattro operanti nel settore automobilistico;
il 13 aprile 2010 si svolgerà un nuovo incontro e nelle due successive settimane potrebbe essere definita una prima short list in attesa di valutare eventuali nuove offerte;
poiché l'area da riconvertire è occupata solo per un terzo dall'attuale stabilimento Fiat, verranno valutate anche le combinazioni di più progetti;
in assenza di una valida proposta industriale alternativa, la chiusura dello stabilimento di Termini Imerese, unitamente alla crisi dell'indotto e alle inevitabili perdite occupazionali, produrrà conseguenze insostenibili per la Sicilia, con ricadute anche in termini di coesione, di sicurezza e legalità,

impegna il Governo:

ad adottare ogni utile iniziativa volta a salvaguardare i livelli occupazionali, la professionalità dei lavoratori e la capacità produttiva dell'area di insediamento dello stabilimento siciliano della Fiat;
a salvaguardare la vocazione industriale di Termini Imerese favorendone il rilancio, anche con il coinvolgimento della regione e delle organizzazioni sindacali di settore;
a favorire un rapido utilizzo dei fondi comunitari, al fine di dotare l'area delle infrastrutture necessarie per attirare gli investimenti di grandi gruppi industriali;
a valutare la possibilità di inserire, nel rispetto della normative comunitaria, anche l'area di Termini Imerese come «una zona franca»;
a completare in tempi contenuti l'infrastrutturazione dell'area industriale termitana;
a valutare la possibilità di promuovere per quanto di competenza, nel rispetto delle norme comunitarie, sperimentalmente un contratto di lavoro regionale valido per l'intero territorio della Sicilia, d'intesa con le organizzazioni sindacali e finalizzato a precostituire condizioni più favorevoli all'insediamento nella regione di attività produttive.
(1-00351)
(Testo modificato nel corso della salute) «Romano, Naro, Mannino, Ruvolo, Drago, Vietti, Anna Teresa Formisano, Pezzotta, Ruggeri, Delfino, Poli, Compagnon, Ciccanti, Volontè, Libè, Galletti, Occhiuto».
(30 marzo 2010)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)