XVI LEGISLATURA
COMUNICAZIONI
Missioni valevoli nella seduta del 29 aprile 2010.
Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Amici, Angeli, Bachelet, Bergamini, Berlusconi, Bindi, Bonaiuti, Bongiorno, Boniver, Bossi, Brambilla, Brancher, Bratti, Brugger, Brunetta, Bucchino, Buttiglione, Caparini, Carfagna, Casero, Cenni, Centemero, Cicchitto, Colucci, Cosentino, Cossiga, Craxi, Crimi, Crosetto, D'Alema, De Biasi, Donadi, Dozzo, Gianni Farina, Renato Farina, Fava, Fitto, Franceschini, Frassinetti, Frattini, Galati, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, Jannone, La Russa, Leone, Libè, Lo Monte, Lombardo, Lupi, Malgieri, Mantovano, Maroni, Martini, Mazzocchi, Melchiorre, Menia, Miccichè, Migliavacca, Milanato, Mura, Angela Napoli, Narducci, Nucara, Leoluca Orlando, Palumbo, Pastore, Pecorella, Pescante, Picchi, Porta, Prestigiacomo, Ravetto, Rigoni, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Paolo Russo, Saglia, Samperi, Sardelli, Scajola, Stefani, Stucchi, Tabacci, Tenaglia, Tremonti, Urso, Valducci, Vegas, Vitali, Vito, Volontè, Zacchera.
Annunzio di proposte di legge.
In data 28 aprile 2010 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
BARBIERI: «Modifica all'articolo 9 del decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59, e altre disposizioni per la difesa della diversità linguistico-culturale e per l'affermazione di valori di pace, democrazia e progresso attraverso la promozione e l'insegnamento della lingua internazionale esperanto» (3435);
ZAMPARUTTI ed altri: «Disposizioni concernenti l'adozione di un piano decennale per la riduzione dell'inquinamento atmosferico nelle aree urbane» (3436);
VACCARO: «Disposizioni in materia di cause ostative alla candidatura nelle elezioni politiche, regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali e di incompatibilità con altre cariche di interesse pubblico» (3437);
CASSINELLI ed altri: «Disposizioni in materia di esecuzione e riproduzione dell'inno "Il Canto degli italiani"» (3438);
BARBIERI: «Modifiche alla legge 13 febbraio 1953, n. 60, e altre disposizioni in materia di incompatibilità tra il mandato parlamentare e le cariche di sindaco e di componente della giunta comunale dei comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti, di presidente della provincia e di componente della giunta provinciale» (3439);
LOLLI: «Disposizioni per l'organizzazione dei Campionati europei di calcio "UEFA EURO 2016" in Italia» (3440);
SCHIRRU: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati» (3441);
GREGORIO FONTANA ed altri: «Disposizioni concernenti le associazioni di interesse delle Forze armate» (3442).
Saranno stampate e distribuite.
Annunzio di un disegno di legge.
In data 29 aprile 2010 è stato presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge:
dal Presidente del Consiglio dei ministri e dai ministri degli affari esteri e della giustizia:
«Conversione in legge del decreto-legge 28 aprile 2010, n. 63, recante disposizioni urgenti in tema di immunità di Stati esteri dalla giurisdizione italiana e di elezioni degli organismi rappresentativi degli italiani all'estero» (3443).
Sarà stampato e distribuito.
Ritiro di una proposta di legge.
Il deputato Barbieri ha comunicato di ritirare la seguente proposta di legge:
BARBIERI: «Modifiche all'articolo 1 della legge 13 febbraio 1953, n. 60, in materia di incompatibilità parlamentari, e altre disposizioni in materia di cumulo di incarichi con il mandato parlamentare» (3334).
La proposta di legge sarà pertanto cancellata dall'ordine del giorno.
Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.
A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:
VII Commissione (Cultura):
CASTAGNETTI ed altri: «Disposizioni per lo studio della figura di Matilde di Canossa e per la salvaguardia e la valorizzazione culturale, ambientale e turistica dei luoghi e dei territori matildici» (3307) Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VIII, X, XIII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali).
VIII Commissione (Ambiente):
ZAMPARUTTI ed altri: «Disposizioni per l'istituzione dell'Osservatorio nazionale sull'uso del suolo» (3132) Parere delle Commissioni I, V, XI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
XI Commissione (Lavoro):
ZAMPA ed altri: «Introduzione dell'articolo 3-bis della legge 9 novembre 1955, n. 1122, in materia di conseguimento del diritto alla pensione in favore dei giornalisti» (3327) Parere delle Commissioni I, V e VII.
XII Commissione (Affari sociali):
BARBIERI: «Disciplina delle terapie e delle medicine complementari esercitate da personale medico» (3335) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento), X, XI, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
Cancellazione dall'ordine del giorno di una proposta di legge d'iniziativa popolare e sua restituzione al comitato promotore.
Dalla verifica e dal computo delle firme dei sottoscrittori della proposta di legge d'iniziativa popolare: «Misure per migliorare le condizioni di vita universitaria, per accrescere la qualità e la conoscenza dei servizi universitari, per il sostegno alla mobilità nazionale ed internazionale degli studenti e per la disciplina dei tirocini formativi universitari» (3352), effettuati ai sensi dell'articolo 48, secondo comma, della legge 25 maggio 1970, n. 352, è risultato che i firmatari della proposta medesima non raggiungono il numero di cinquantamila previsto dall'articolo 71, secondo comma, della Costituzione.
La proposta di legge deve quindi ritenersi non validamente presentata e sarà pertanto cancellata dall'ordine del giorno e restituita al comitato promotore.
Trasmissioni dal Presidente del Senato.
Il Presidente del Senato, con lettera in data 27 aprile 2010, ha comunicato che la 9a Commissione permanente (Agricoltura) del Senato ha approvato, a conclusione dell'esame, ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del regolamento del Senato, una risoluzione sul Libro verde «Riforma della politica comune della pesca» (COM(2009)163 definitivo) (atto comunitario n. 60) (atto Senato doc. XVIII, n. 23).
Questa comunicazione è trasmessa alla XIII Commissione (Agricoltura).
Il Presidente del Senato, con lettera in data 27 aprile 2010, ha comunicato che la 14a Commissione permanente (Politiche dell'Unione europea) del Senato ha approvato, a conclusione dell'esame, ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del regolamento del Senato, le seguenti risoluzioni, che sono trasmesse alle sottoindicate Commissioni:
sulla iniziativa di un gruppo di Stati membri per l'adozione di una direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sul diritto all'interpretazione e alla traduzione nei procedimenti penali (PE-CONS 1/10) (atto Senato doc. XVIII, n. 24) - alla II Commissione (Giustizia);
sulla iniziativa di un gruppo di Stati membri per l'adozione di una direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sull'ordine di protezione europeo (PE-CONS 2/10) (atto Senato doc. XVIII, n. 25) - alla II Commissione (Giustizia);
sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo ai contributi finanziari dell'Unione europea al Fondo internazionale per l'Irlanda (2007-2010) (COM(2010)12 definitivo) (atto Senato doc. XVIII, n. 26) - alla III Commissione (Affari esteri).
Annunzio di sentenze della Corte costituzionale.
La Corte costituzionale ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 30, secondo comma, della legge 11 marzo 1953, n. 87, copia delle seguenti sentenze che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del regolamento, sono inviate alle sottoindicate Commissioni competenti per materia, nonché alla I Commissione (Affari costituzionali), se non già assegnate alla stessa in sede primaria:
con lettera in data 15 aprile 2010, sentenza n. 131 del 12-15 aprile 2010 (doc. VII, n. 400), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale degli articoli 1, comma 2, 3, 4 e 6 della legge della regione Lazio 24 dicembre 2008, n. 26 (Norme per la tutela dei minori e la diffusione della cultura della mediazione familiare);
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 1 della legge della regione Lazio 24 dicembre 2008, n. 27 (Modifiche alla deliberazione legislativa approvata dal consiglio regionale nella seduta del 10 dicembre 2008, concernente «Norme per la tutela dei minori e la diffusione della cultura della mediazione familiare»);
dichiara, ai sensi dell'articolo 27 della legge 11 marzo 1953, n. 87, l'illegittimità costituzionale in via consequenziale degli articoli 1, comma 1, 2, 5, 7 e 8 della legge della regione Lazio 24 dicembre 2008, n. 26:
alla II Commissione permanente (Giustizia);
con lettera in data 15 aprile 2010, sentenza n. 132 del 12-15 aprile 2010 (doc. VII, n. 401), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 2, commi 1 e 2, nonché degli articoli 4, 7 e 8 della legge della regione Puglia 19 dicembre 2008, n. 37 (Norme in materia di attività professionali turistiche), e, per conseguenza, ai sensi dell'articolo 27 della legge 11 marzo 1953, n. 87, della restante parte della legge:
alla X Commissione permanente (Attività produttive);
con lettera in data 15 aprile 2010, sentenza n. 133 del 12-15 aprile 2010 (doc. VII, n. 402), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 9-bis, comma 5, secondo, terzo e quarto periodo, del decreto-legge 1o luglio 2009, n. 78 (Provvedimenti anticrisi, nonché proroga di termini), convertito in legge, con modificazioni, dall'articolo 1, comma 1, della legge 3 agosto 2009, n. 102, nella parte in cui si applica alla regione Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste ed alle Province autonome di Trento e di Bolzano;
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 22, comma 3, ultimo periodo, del decreto-legge n. 78 del 2009, convertito in legge, con modificazioni, dall'articolo 1, comma 1, della legge n. 102 del 2009, nella parte in cui si applica alla regione Valle d'Aosta ed alle Province autonome di Trento e di Bolzano:
alle Commissioni riunite V (Bilancio) e XII (Affari sociali);
con lettera in data 15 aprile 2010, sentenza n. 134 del 12-15 aprile 2010 (doc. VII, n. 403), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 1 della legge della regione Liguria 6 marzo 2009, n. 4, recante «Modifiche alla legge regionale 20 febbraio 2007, n. 7 (Norme per l'accoglienza e l'integrazione sociale delle cittadine e dei cittadini stranieri immigrati)», nella parte in cui afferma la «indisponibilità della regione Liguria ad avere sul proprio territorio strutture o centri in cui si svolgono funzioni preliminari di trattamento e identificazione personale dei cittadini stranieri immigrati»:
alla I Commissione permanente (Affari costituzionali);
con lettera in data 16 aprile 2010, sentenza n. 139 del 14-16 aprile 2010 (doc. VII, n. 405), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 76, comma 4-bis, del decreto del Presidente delle Repubblica 30 maggio 2002, n. 115 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di spese di giustizia), nella parte in cui, stabilendo che per i soggetti già condannati con sentenza definitiva per i reati indicati nella stessa norma il reddito si ritiene superiore ai limiti previsti per l'ammissione al patrocino a spese dello Stato, non ammette la prova contraria:
alla II Commissione permanente (Giustizia);
con lettera in data 23 aprile 2010, sentenza n. 141 del 14-23 aprile 2010 (doc. VII, n. 407), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale della legge della regione Lazio 6 aprile 2009, n. 9 (Norme per la disciplina dei distretti socio-sanitari montani):
alla XII Commissione permanente (Affari sociali);
con lettera in data 23 aprile 2010, sentenza n. 142 del 14-23 aprile 2010 (doc. VII, n. 408), con la quale:
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 4, comma 1, lettera b), della legge della regione Lombardia 29 gennaio 2009, n. 1 (Modifiche alle disposizioni generali del servizio idrico integrato di cui alla legge regionale 12 dicembre 2003, n. 26 «Disciplina dei servizi locali di interesse economico generale. Norme in materia di gestione dei rifiuti, di energia, di utilizzo del sottosuolo e di risorse idriche»), nella parte in cui aggiunge la lettera h-ter) al comma 1 dell'articolo 44 della legge della stessa regione 12 dicembre 2003, n. 26 (Disciplina dei servizi locali di interesse economico generale. Norme in materia di gestione dei rifiuti, di energia, di utilizzo del sottosuolo e di risorse idriche);
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 5 della legge della regione Lombardia n. 1 del 2009, nella parte in cui sostituisce la lettera e) del comma 2 e il secondo periodo del comma 4 dell'articolo 48 della legge n. 26 del 2003 della stessa regione;
dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 8 della legge della regione Lombardia n. 1 del 2009, nella parte in cui sostituisce il comma 1 dell'articolo 51 della legge n. 26 del 2003 della stessa regione; dichiara l'illegittimità costituzionale dell'articolo 3, comma 1, lettere p), q) ed r), e dell'articolo 15, comma 9, della legge della regione Lombardia 29 giugno 2009, n. 10 (Disposizioni in materia di ambiente e servizi di interesse economico generale - Collegato ordinamentale):
alla VIII Commissione permanente (Ambiente);
con lettera in data 23 aprile 2010, sentenza n. 143 del 14-23 aprile 2010 (doc. VII, n. 409), con la quale dichiara l'illegittimità costituzionale della legge della regione siciliana 20 marzo 1951, n. 29 (Elezione dei deputati all'Assemblea regionale siciliana), così come modificata dalla legge regionale 5 dicembre 2007, n. 22 (Norme in materia di ineleggibilità e di incompatibilità dei deputati regionali), nella parte in cui non prevede l'incompatibilità tra l'ufficio di deputato regionale e la sopravvenuta carica di sindaco e assessore di un comune, compreso nel territorio della regione, con popolazione superiore a ventimila abitanti:
alla I Commissione permanente (Affari costituzionali).
La Corte costituzionale ha depositato in cancelleria le seguenti sentenze che, ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del regolamento, sono inviate alle sottoindicate Commissioni competenti per materia, nonché alla I Commissione (Affari costituzionali), se non già assegnate alla stessa in sede primaria:
sentenza n. 138 del 14-15 aprile 2010 (doc. VII, n. 404) con la quale:
a) dichiara inammissibile, in riferimento agli articoli 2 e 117, primo comma, della Costituzione, la questione di legittimità costituzionale degli articoli 93, 96, 98, 107, 108, 143, 143-bis, 156-bis del codice civile, sollevata dal tribunale di Venezia e dalla Corte di appello di Trento;
b) dichiara non fondata, in riferimento agli articoli 3 e 29 della Costituzione la questione di legittimità costituzionale degli articoli sopra indicati del codice civile sollevata dal tribunale di Venezia e dalla Corte di appello di Trento:
alla II Commissione permanente (Giustizia);
sentenza n. 140 del 14-16 aprile 2010 (doc. VII, n. 406) con la quale:
dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale degli articoli 441 e 441-bis del codice di procedura penale, sollevata, in riferimento agli articoli 3, 24, 97, 111 e 112 della Costituzione, dal giudice dell'udienza preliminare del tribunale di Lecce:
alla II Commissione permanente (Giustizia).
Trasmissione dal ministro del lavoro e delle politiche sociali.
Il ministro del lavoro e delle politiche sociali, con lettera in data 28 aprile 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 41-bis della legge 5 febbraio 1992, n. 104, introdotto dall'articolo 1 della legge 21 maggio 1998, n. 162, le conclusioni della terza conferenza nazionale sulle politiche dell'handicap, svoltasi a Torino nei giorni 2 e 3 ottobre 2009 (doc. LXXIX-bis, n. 1).
Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla XII Commissione (Affari sociali).
Trasmissione da Ministeri.
I Ministeri competenti hanno dato comunicazione dei decreti ministeriali recanti variazioni di bilancio autorizzate ai sensi delle sottoindicate disposizioni legislative:
articolo 9-ter, comma 2, della legge 5 agosto 1978, n. 468;
articolo 3, comma 5, del decreto legislativo 7 agosto 1997, n. 279;
articolo 23, comma 1, della legge 27 dicembre 2002, n. 289;
articoli 1, commi 181, 182 e 350, della legge 24 dicembre 2007, n. 244;
articolo 17, comma 16, della legge 23 dicembre 2009, n. 192.
Tali comunicazioni sono trasmesse alla V Commissione (Bilancio), nonché alle Commissioni competenti per materia.
Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.
La Commissione europea, in data 28 aprile 2010, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, la comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Creare uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia per i cittadini europei - Piano d'azione per l'attuazione del programma di Stoccolma (COM(2010)171 definitivo), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e II (Giustizia), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
Annunzio di provvedimenti concernenti amministrazioni locali.
Il Ministero dell'interno, con lettere in data 28 aprile 2010, ha dato comunicazione, ai sensi dell'articolo 141, comma 6, del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, dei decreti del Presidente della Repubblica di scioglimento del consiglio provinciale di Vercelli e dei consigli comunali di Sannazzaro de' Burgondi (Pavia) e Castione della Presolana (Bergamo).
Questa documentazione è depositata presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.
Trasmissione dal difensore civico del Veneto.
Il difensore civico del Veneto, con lettera in data 20 aprile 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 16, comma 2, della legge 15 maggio 1997, n. 127, la relazione sull'attività svolta dallo stesso difensore civico relativa all'anno 2009 (doc. CXXVIII, n. 21).
Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla I Commissione (Affari costituzionali).
Comunicazioni di nomine ministeriali.
La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettere in data 20, 21, 23, 26 e 27 aprile 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, le seguenti comunicazioni concernenti il conferimento, ai sensi dei commi 4, 5-bis e 10 del medesimo articolo 19, o la revoca di incarichi di livello dirigenziale generale, che sono trasmesse alla I Commissione (Affari costituzionali), nonché alle Commissioni sottoindicate:
la comunicazione concernente il conferimento del seguente incarico nell'ambito della Presidenza del Consiglio dei ministri:
all'ingegner Ennio Bertolazzi, l'incarico di coordinatore dell'ufficio IV - Coordinamento tecnico-operativo, programmazione e gestione dei finanziamenti, nell'ambito del dipartimento per la digitalizzazione della pubblica amministrazione e l'innovazione tecnologica;
alla V Commissione (Bilancio) la comunicazione concernente il conferimento del seguente incarico nell'ambito del Ministero dell'economia e delle finanze:
alla dottoressa Maria Menichino, l'incarico di direttore dell'ufficio centrale del bilancio presso il Ministero degli affari esteri, nell'ambito del dipartimento della Ragioneria generale dello Stato;
alla VI Commissione (finanze) la comunicazione concernente il conferimento del seguente incarico nell'ambito del Ministero dell'economia e delle finanze:
al dottor Antonio Tagliaferri, l'incarico di reggenza della direzione generale per i giochi, nell'ambito dell'amministrazione autonoma dei monopoli di Stato;
alla VII Commissione (Cultura) la comunicazione concernente i seguenti incarichi nell'ambito del Ministero per i beni e le attività culturali:
la revoca dell'incarico, conferito all'architetto Roberto Cecchi, di direttore della direzione generale per il paesaggio, le belle arti, l'architettura e l'arte contemporanee;
il conferimento, al dottor Marcello Fiori, dell'incarico presso l'ufficio legislativo, nell'ambito degli uffici di diretta collaborazione del ministro per i beni e le attività culturali;
alla XI Commissione (Lavoro) le comunicazioni concernenti il conferimento dei seguenti incarichi nell'ambito del Ministero dell'economia e delle finanze:
al dottor Ermanno Lolli, l'incarico di componente effettivo del collegio dei sindaci dell'Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell'amministrazione pubblica (INPDAP);
al dottor Sabatino Di Marino, l'incarico di componente effettivo del collegio dei sindaci dell'Istituto di previdenza per il settore marittimo (IPSEMA).
Richieste di parere parlamentare su atti del Governo.
Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 28 aprile 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, e dell'articolo 2, comma 7, della legge 24 dicembre 1993, n. 537, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto del Presidente della Repubblica recante semplificazione dei procedimenti di iscrizione nell'elenco di cui all'articolo 2 della legge 30 ottobre 1986, n. 738, di istituzioni scolastiche associate al sistema International Baccalaureate Organization (IBO) (209).
Tale richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla VII Commissione (Cultura), che dovrà esprimere il prescritto parere entro il 29 maggio 2010.
Il ministro della difesa, con lettera in data 26 aprile 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 9, comma 7, della legge 24 dicembre 1993, n. 537, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto ministeriale concernente il piano annuale di gestione del patrimonio abitativo della Difesa per l'anno 2009 (210).
Tale richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla IV Commissione (Difesa), che dovrà esprimere il prescritto parere entro il 19 maggio 2010.
Il ministro dello sviluppo economico, con lettera del 28 aprile 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 148 della legge 23 dicembre 2000, n. 388, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto ministeriale concernente la ripartizione del fondo derivante dalle sanzioni amministrative irrogate dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato da destinare a iniziative a vantaggio dei consumatori (211).
Tale richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla X Commissione (Attività produttive), che dovrà esprimere il prescritto parere entro il 19 maggio 2010.
Atti di controllo e di indirizzo.
Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.
Annunzio di risposte scritte ad interrogazioni.
Sono pervenute alla Presidenza dai competenti Ministeri risposte scritte ad interrogazioni. Sono pubblicate nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.
ERRATA CORRIGE
Nell'Allegato A, al resoconto della seduta del 28 aprile 2010, alla pagina 33, seconda colonna, quinto capoverso, le parole: «e ha efficacia di titolo esecutivo ai sensi dell'articolo 474 del presente codice a seguito del provvedimento del giudice su istanza della parte interessata ai sensi dell'articolo 825», devono intendersi soppresse.
INTERPELLANZE URGENTI
Elementi e iniziative in merito alla regolarizzazione del lavoro domestico, con particolare riferimento alla circolare del capo della polizia del 17 marzo 2010 relativa a cittadini stranieri - n. 2-00676
A)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
la legge 15 luglio 2009, n. 94, recante «Disposizioni in materia di sicurezza pubblica», ha introdotto nell'ordinamento italiano - attraverso un'integrazione al testo unico sull'immigrazione, di cui al decreto legislativo n. 286 del 1998, e successive modificazioni ed integrazioni - il reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato;
il decreto-legge n. 78 del 2009, recante «Provvedimenti anticrisi, nonché proroga di termini», convertito, con modificazioni, dalla legge n. 102 del 2009, all'articolo 1-ter, consente la regolarizzazione del lavoro domestico, che nella maggior parte dei casi riguarda lavoratori extracomunitari;
lo stesso decreto-legge n. 78 del 2009 prevede, all'articolo 1-ter, comma 13, che «non possono essere ammessi alla procedura di emersione prevista dal presente articolo i lavoratori extracomunitari:
a) nei confronti dei quali sia stato emesso un provvedimento di espulsione, ai sensi dell'articolo 13, commi 1 e 2, lettera c), del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, e dell'articolo 3 del decreto-legge 27 luglio 2005, n. 144, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 luglio 2005, n. 155, e successive modificazioni;
b) che risultino segnalati, anche in base ad accordi o convenzioni internazionali in vigore per l'Italia, ai fini della non ammissione nel territorio dello Stato;
c) che risultino condannati, anche con sentenza non definitiva, compresa quella pronunciata anche a seguito di applicazione della pena su richiesta ai sensi dell'articolo 444 del codice di procedura penale, per uno dei reati previsti dagli articoli 380 e 381 del medesimo codice»;
in data 17 marzo 2010 il ministero dell'interno ha diramato una circolare a firma del capo della polizia Manganelli, avente ad oggetto «Procedure di emersione del lavoro irregolare prestato da cittadini stranieri nell'attività di assistenza e sostegno alle famiglie. Motivi ostativi previsti dall'articolo 1-ter, comma 13, della legge 3 agosto 2009, n. 102», sostenendo che «rientra nell'ambito dell'articolo 381 del codice di procedura penale la prima figura di reato prevista dall'articolo 14, comma 5-ter, che punisce, con la reclusione da uno a quattro anni, lo straniero che senza giustificato motivo permane illegalmente nel territorio dello Stato in violazione dell'ordine impartito dal questore di allontanarsi dal territorio nazionale entro cinque giorni»;
in questi giorni, in relazione alla circolare sopra esposta, si stanno ponendo una serie di problematiche molto serie per i tanti lavoratori immigrati che hanno partecipato alla sanatoria per colf e badanti, in quanto, per effetto della circolare del capo della polizia, le questure hanno incominciato a respingere le domande presentate da chi avesse già ricevuto due volte il foglio di via. Il lavoratore immigrato, che si trova in questa condizione e si reca allo sportello per espletare le pratiche relative al rilascio del permesso di soggiorno, rischia di essere espulso su due piedi. È successo a Trieste e Venezia, può accadere e accadrà in tante altre città italiane;
ogni sanatoria o regolarizzazione o emersione del lavoro sommerso comporta, fisiologicamente, un'autodenuncia. Chi vuole essere regolarizzato è costretto ad uscire allo scoperto, a declinare le proprie generalità, a smettere di essere invisibile; di questo è consapevole il legislatore se è vero che ha espressamente previsto, fino alla definizione della procedura di emersione, la sospensione di tutti i procedimenti, penali e amministrativi, connessi alla presenza sul territorio e al lavoro nero nei confronti del datore di lavoro e del lavoratore;
in realtà, il reato di cui alla prima parte dell'articolo 14, comma 5-ter, del decreto legislativo n. 286 del 1998 non è previsto dall'articolo 381 del codice di procedura penale e, quindi, la relativa condanna non è ostativa alla procedura di emersione di cui al decreto-legge n. 78 del 2009 -:
quante siano state le domande presentate per la regolarizzazione del lavoro domestico e quante abbiano riguardato persone extracomunitarie;
quante siano a tutt'oggi le domande evase e a quante sia stato dato esito positivo e negativo e, tra quelle ad esito negativo, quante siano state rigettate in seguito all'interpretazione della circolare del capo della polizia;
se non ritenga opportuna una modifica dei termini della circolare, al fine di ricomprendere nella regolarizzazione tutti quegli immigrati che si sono autodenunciati, chiedendo la regolarizzazione della loro posizione sul territorio italiano, pur avendo avuto più di un foglio d'espulsione, ma che non abbiano nel contempo commesso nessun altro reato rientrante nelle fattispecie ostative al rilascio del permesso stesso.
(2-00676)
«Livia Turco, Zaccaria, Lenzi, Damiano, Bossa, Brandolini, Bucchino, Capodicasa, Causi, Codurelli, D'Antona, Esposito, Farina Coscioni, Farinone, Ferranti, Fiano, Gatti, Gnecchi, Grassi, Lo Moro, Madia, Marchi, Melis, Miotto, Murer, Pedoto, Schirru, Tidei, Vannucci, Velo, Viola, Zampa, Amici, Argentin, Bordo, Bressa, Cardinale, De Biasi, De Torre, Genovese, Laganà Fortugno, Lucà, Mariani, Marrocu, Martella, Giorgio Merlo, Merloni, Migliavacca, Morassut, Peluffo, Realacci, Rugghia, Sani, Sarubbi, Sereni, Soro, Veltroni».
Iniziative per garantire trasparenza e legalità nello svolgimento delle elezioni, con particolare riferimento alle condizioni giuridiche e alle cause ostative all'esercizio del diritto di elettorato passivo n. 2-00681
B)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
tra gli eletti al consiglio regionale della Campania nelle elezioni regionali del 28 marzo 2010 risultano: Alberico Gambino, Sandra Lonardo Mastella, Roberto Conte;
Alberico Gambino è l'ex sindaco del comune di Pagani, carica da cui fu sospeso per una condanna per peculato - un anno e cinque mesi confermata in appello -, raggiunto pochi giorni fa da un avviso di garanzia, con l'accusa di lottizzazione abusiva ed abuso d'ufficio, a seguito dell'inchiesta avviata dalla procura di Nocera Inferiore sull'operato del comune di Pagani che ha portato, attraverso un blitz della guardia di finanza, all'invio di 64 avvisi di garanzia ed al sequestro preventivo di un'area comunale di oltre 80 mila metri quadrati;
Sandra Lonardo Mastella è persona su cui grava un provvedimento cautelare di divieto di dimora in Campania;
Roberto Conte era consigliere regionale nella precedente giunta, decaduto a causa dell'arresto e della condanna in primo grado a due anni e otto mesi per concorso esterno in associazione di stampo mafioso, coinvolto in altri due procedimenti pendenti, di cui uno per corruzione;
gli organi della stampa hanno dedicato alle elezioni svoltesi in Campania articoli e reportage su pratiche illecite che sembrerebbero svolgersi usualmente, alcune riferite direttamente dai cittadini, ed hanno informato circa il deposito presso la procura di Napoli di un'informativa della digos sui luoghi e sull'entità dei voti cosiddetti di «scambio», sul racket delle affissioni elettorali e sul «mercato» delle preferenze;
risulta, inoltre, agli interpellanti che sono state depositate presso la procura di Napoli almeno una denuncia per casi di corruzione che avrebbero inquinato la recente campagna elettorale e due denunce di irregolarità perpetrate nel corso delle operazioni di scrutinio e conseguente attribuzione dei voti di preferenza, che avrebbero volutamente avvantaggiato un candidato in sfavore di un altro della medesima lista;
risulta agli interpellanti che una delle due denunce di irregolarità sopra indicate è stata depositata da Francesco Barbato, candidato della lista «Noi Sud libertà ed autonomia», risultato primo dei non eletti, in quanto il seggio in consiglio regionale è stato assegnato al suo compagno di lista, Raffaele Sentiero, per aver conseguito quindici preferenze in più;
il Barbato denuncia e suffraga una sequela di irregolarità in altrettanti seggi elettorali, nei quali risulterebbe, insieme ai segni di alterazione dei verbali, una forte discordanza nella registrazione delle preferenze espresse dagli elettori tra i resoconti ufficiali dei comuni e quelli delle singole sezioni ed incongruenze tra il numero delle preferenze conseguite dai candidati ed i voti totali dalle liste di appartenenza;
le recenti elezioni per il rinnovo dell'amministrazione comunale di Fondi (Latina) hanno premiato il candidato alla carica di sindaco Salvatore De Meo, assessore all'urbanistica della precedente giunta, dimessasi in blocco a ridosso della decisione, in sede di Consiglio dei ministri su proposta del Ministro interpellato, di procedere o meno allo scioglimento del comune;
insieme al neo-sindaco De Meo sono risultati eletti consiglieri altri dodici rappresentanti della maggioranza dell'amministrazione precedente;
la storia del comune di Fondi risulta articolata: sono in corso da anni, presso la procura distrettuale antimafia, le inchieste sui legami tra mafia, camorra e clan della 'ndrangheta dei fratelli Tripodi con i politici delle amministrazioni locali nel territorio di Latina, che hanno portato a diverse ondate di arresti per mafia, l'ultima nel luglio 2009;
nella relazione depositata nel settembre 2008 dall'allora prefetto Bruno Frattasi - rimosso da Latina nel dicembre 2009 e attualmente all'ufficio di coordinamento delle forze di polizia - frutto delle indagini effettuate dai Corpi di polizia, carabinieri e guardia di finanza, si leggeva che «il comune di Fondi mantiene comportamenti, che si riflettono nelle scelte politico-amministrative dell'ente, di indubbia gravità, dimostrando una allarmante insensibilità verso l'esigenza di una corretta e trasparente azione che dissolva il sospetto di porsi al servizio di interessi di tipo criminale, in ciò dimostrandosi oggettivamente collusiva»;
in particolare, la relazione esplicitava che il settore dell'urbanistica risultava aver «oggettivamente agevolato interessi economici di un pregiudicato affiliato al clan Bellocco di Rosarno» e aver tenuto un «comportamento gravemente omissivo anche nella vicenda della costruzione di trenta appartamenti», risultati poi collegati al clan camorristico dei Mallardo e per questo sequestrati dalla magistratura pochi giorni fa, come si evince dalle notizie divulgate dagli organi della stampa;
il comune di Fondi è stato sciolto per motivi ordinari, a causa delle sopraggiunte e contestuali dimissioni del sindaco e della giunta, che hanno evitato qualunque decisione in merito allo scioglimento per infiltrazioni mafiose da parte delle istituzioni competenti ed hanno consentito all'amministrazione comunale di rinnovarsi subito in occasione delle consultazioni elettorali del marzo 2010;
lo schieramento politico risultato vincitore al comune di Fondi con le elezioni di marzo 2010 è lo stesso della precedente amministrazione ed è composto, in numero vistoso, dagli stessi esponenti;
ad avviso degli interpellanti, sarebbe opportuno accertare il ripristino delle condizioni di legalità nell'amministrazione comunale di Fondi, anche valutando la sussistenza dei presupposti per l'invio presso la medesima amministrazione di una commissione di accesso -:
se e con quali strumenti intenda restituire trasparenza, dignità e legalità allo svolgimento delle elezioni nel nostro Paese, anche con riguardo alle condizioni giuridiche e alle cause ostative all'esercizio del diritto di elettorato passivo.
(2-00681)
«Donadi, Di Pietro, Barbato, Aniello Formisano, Palagiano».
Monitoraggio circa il rispetto del patto di stabilità interno da parte della regione Sicilia, in relazione all'istituzione del fondo di quiescenza del personale della regione n. 2-00682
C)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
il ministero dell'economia e delle finanze e la regione Sicilia hanno concluso, ai sensi dell'articolo 77-ter, comma 6, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, l'accordo sul patto di stabilità interno per l'anno 2009 volto a definire il livello complessivo delle spese correnti e in conto capitale e dei relativi pagamenti, in coerenza con gli obiettivi di finanza pubblica per il periodo 2009-2011 nel rispetto dei principi di autonomia finanziaria statutariamente riconosciuti;
nell'ambito del citato accordo la regione ha inoltre ottenuto che i livelli di spesa fossero incrementati dell'importo di 138 milioni di euro, al fine di compensare eventuali eccedenze al limite dei pagamenti della regione assoggettati al patto di stabilità interno ovvero al fine di coprire l'eventuale superamento da parte di enti locali siciliani degli obiettivi di cui al medesimo patto;
la regione Sicilia, nel suo recente passato, si è contraddistinta in taluni casi per l'assoluta artificiosità delle entrate destinate a finanziare le crescenti spese che ha alimentato, avendo, ad esempio, per più esercizi finanziari previsto in entrata 900 milioni di euro per la valorizzazione dei propri immobili, al solo fine di ottenere un artefatto pareggio di bilancio, non supportato poi da alcuna risorsa finanziaria reale;
ancora più grave appare agli interpellanti, sempre nel quadro del rispetto dei vincoli derivanti dal patto di stabilità, la vicenda relativa all'istituzione del fondo di quiescenza del personale della regione Sicilia;
infatti, l'articolo 15 della legge regionale 14 maggio 2009, n. 6, aveva disposto l'istituzione, a decorrere dall'esercizio finanziario 2010, del fondo di quiescenza, avente natura giuridica di ente pubblico non economico, per il pagamento del trattamento di quiescenza e dell'indennità di buonuscita del personale regionale e la valorizzazione delle relative contribuzioni;
per costituire il montante contributivo sin qui maturato a garanzia delle pensioni e delle buonuscite del personale regionale in servizio era necessario un importo di 885 milioni di euro, come stimato dal comma 3 della citata disposizione;
posto che le citate somme non erano mai state accantonate, il comma 4 dell'articolo 15, a decorrere dall'esercizio finanziario 2010, fissava un limite di impegno quindicennale di 59 milioni di euro, che dunque sin dal bilancio regionale in corso di approvazione la regione sarebbe tenuta ad accantonare, al fine di evitare che la situazione di sostanziale commistione di entrate fiscali e contributi che hanno tutt'altra natura realizzi un «pareggio di bilancio» basato su dati fallaci;
con l'istituzione del fondo di quiescenza, infatti, il legislatore regionale ha voluto fortemente programmare l'avvio di un percorso virtuoso, accantonando risorse che, altrimenti, sarebbero state assorbite dalla spesa pubblica corrente e destinandole, per il tramite della gestione patrimoniale e finanziaria del fondo, ad investimenti con inevitabili ricadute positive sul sistema economico regionale. Ciò rappresenta la migliore garanzia per il pagamento delle pensioni future dei dipendenti regionali;
si registra, tuttavia, una situazione di stallo amministrativo, ad avviso degli interpellanti assolutamente ingiustificata, da parte del Governo regionale in ordine all'attuazione del fondo di quiescenza e si è avuta addirittura notizia che l'assessore regionale delle autonomie locali e della funzione pubblica, invece di attivare le iniziative normativamente previste per avviare l'immediata operatività del fondo, ha proposto al presidente della regione la presentazione in seno alla legge finanziaria regionale di un emendamento che differisca l'attivazione del fondo di quiescenza all'esercizio finanziario 2011;
ciò comporta che la regione Sicilia potrebbe iscrivere a bilancio circa 140 milioni di euro (prima quota di ricostituzione del montante contributivo pari a 59 milioni di euro e dell'importo stimato dei contributi da accantonare per l'anno 2010 pari a circa 80 milioni di euro), perseverando a perpetuare uno stato che la Corte dei conti, in più relazioni, aveva stigmatizzato, muovendo rilievi all'operato dell'amministrazione regionale che per anni ha introitato i contributi propri e quelli dei lavoratori alla stregua di entrate fiscali per il pagamento delle spese correnti;
il rinvio dell'attivazione del fondo, pertanto, se realmente posto in essere, rischia di alterare significativamente gli elementi che sono stati posti a fondamento dell'accordo stabilito tra lo Stato e la regione in relazione agli obiettivi di finanza pubblica;
questo episodio, unito a numerosi altri, lascia ritenere che alla lunga la politica perseguita dalla regione Sicilia, tenuto conto delle modalità con le quali viene gestita la spesa corrente e in conto capitale, rischia di incidere fortemente sul patto di stabilità interno -:
se non intenda monitorare l'andamento della vicenda esposta in premessa, adottando ogni iniziativa di competenza al fine di garantire il pieno rispetto del patto di stabilità interno.
(2-00682)
«Pagano, Vincenzo Antonio Fontana, Marinello, Gibiino, Germanà, Torrisi, Garofalo, Palumbo, Versace, Antonino Foti, Barani, Calabria, Chiappori, De Luca, Di Biagio, Tommaso Foti, Ghiglia, Giammanco, Girlanda, Iannarilli, Lainati, Mazzoni, Palmieri, Papa, Petrenga, Pili, Sisto, Speciale, Stasi, Toccafondi, Vella, Vitali, Marsilio, Antonione, Traversa».
Iniziative in merito all'applicazione delle disposizioni in materia di patto di stabilità interno per i comuni sciolti per infiltrazioni mafiose che tornano alla gestione ordinaria n. 2-00683
D)
I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri dell'economia e delle finanze e dell'interno, per sapere - premesso che:
attualmente 15 comuni si trovano ad affrontare le conseguenze che il rispetto delle disposizioni in materia di patto di stabilità interno per i comuni precedentemente sottoposti alle misure di rigore di cui all'articolo 143 del decreto legislativo n. 267 del 2000 determina sulla situazione finanziaria degli stessi;
per i due comuni siciliani interessati, Campobello di Licata, in provincia di Agrigento, e Terme Vigliatore, in provincia di Messina, l'Anci Sicilia ha dichiarato che il rispetto del patto di stabilità nelle amministrazioni locali, che dopo essere sciolti per infiltrazioni mafiose tornano alla normale amministrazione, è un'impresa del tutto impossibile;
il commissariamento e il conseguente intervento di natura finanziaria, che destina somme per la realizzazione o manutenzione di opere pubbliche, riconosce, di fatto, ai comuni interessati una situazione di difficoltà, in quanto il comune sciolto per mafia non è soggetto al patto di stabilità e riceve dallo Stato fondi straordinari;
i problemi reali nascono quando si torna alla normale gestione con l'elezione di nuovi organi istituzionali che devono rispettare i parametri del patto e, in più, gestire il peso economico della precedente gestione straordinaria;
l'attuale meccanismo non consente di ristabilire nei comuni una vita amministrativa del tutto regolare, con conseguenze che si ripercuotono negativamente sugli organi neoeletti, sul sistema ordinario di gestione e, soprattutto, sui bilanci;
i comuni che si trovano in questa condizione si trovano obbligati a violare le norme sul patto di stabilità, assumendo dirette responsabilità amministrative e contabili in capo agli organi e ai funzionari preposti -:
se il Governo, alla luce del vigente quadro normativo, dell'irrazionale rapporto che si è venuto a determinare tra le disposizioni di favore previste per i comuni sottoposti misure di rigore, delle disposizioni di finanza pubblica e delle norme sull'ordinamento finanziario e contabile, dei pesanti effetti del blocco dei pagamenti per spese d'investimento contrattualmente assunte durante il periodo commissariale, non ritenga di intervenire rapidamente, per trovare una soluzione che ponga fine a una situazione che potrebbe rivelarsi assolutamente disastrosa, attraverso misure idonee a sterilizzare, agli effetti del patto di stabilità interno, gli interventi finanziati con le provvidenze previste dai commi 704 e 707 della legge n. 296 del 2006, assumendo come valori di riferimento per la determinazione degli obiettivi le risultanze dell'esercizio finanziario precedente a quello in cui l'ente è stato assoggettato ai vincoli del patto e armonizzando il quadro dei valori in prossimità dell'ingresso nella gestione ordinaria.
(2-00683)
«Vincenzo Antonio Fontana, Berardi, La Loggia, Barani, Berruti, Bocciardo, Castellani, Catone, Cazzola, Ciccioli, De Corato, De Luca, Di Biagio, Antonino Foti, Frassinetti, Garofalo, Germanà, Giammanco, Gibiino, Girlanda, Marinello, Minardo, Mistrello Destro, Mottola, Murgia, Pagano, Palmieri, Pelino, Scandroglio, Versace, Vignali, Galati, Torrisi, Cassinelli, Mancuso, Moffa, Nizzi, Nola, Pugliese, Sammarco, Armosino, Stagno D'Alcontres, Bernardo, Catanoso, De Girolamo, De Nichilo Rizzoli, Dima, Mannucci, Briguglio, Formichella, Gottardo, Misuraca».
Iniziative per la valorizzazione del Teatro San Carlo di Napoli nel quadro delle istituzioni musicali italiane n. 2-00685
E)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro per i beni e le attività culturali, per sapere - premesso che:
in relazione all'annuncio apparso sulla stampa di un decreto-legge sugli enti lirici e musicali che sarebbe stato approvato dal Consiglio dei ministri, appare quanto mai opportuno che sia assicurata la presenza del Teatro San Carlo di Napoli, recentemente ristrutturato e restituito al suo pieno decoro monumentale e alla sua perfezione acustica grazie al meritorio impegno del Governo, tra le priorità di interesse nazionale nel quadro delle istituzioni musicali italiane, al pari de La Scala di Milano e di Santa Cecilia a Roma, cui in nulla cede quanto a rilevanza storica e musicale;
la storia della musica europea ed italiana sarebbe del tutto diversa senza il patrimonio musicale e culturale di cui il San Carlo rappresenta la memoria storica ed un'eccellenza da sempre in essere, inserita per altro in una rete di istituzioni musicali cittadine, a partire dal Conservatorio di San Pietro a Majella, che non si è dispersa e che va tutelata ad ogni modo;
non c'è necessità finanziaria che possa essere invocata per escludere il San Carlo, per quello che rappresenta per la storia della musica europea ed italiana, per lo sviluppo e l'attrattività culturale di Napoli, e di tutto il Sud, e la sua stessa promozione turistica, dalla migliore e prioritaria tutela come bene culturale e musicale primario del Paese;
in gioco non sono solo la storia e l'eccellenza del San Carlo, che da sole varrebbero a sciogliere ogni dubbio, è in gioco la politica generale e culturale del Paese, che non può tagliar fuori il Sud da un'equanime tutela di promozione e sviluppo delle eccellenze culturali del Paese;
ove il Governo non agisse in tale direzione vi sarebbe un segnale tra i peggiori, ben al di fuori del campo musicale -:
quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere in relazione a quanto rappresentato in premessa.
(2-00685)
«Mazzarella, Picierno, Touadi, Antonino Russo, Graziano, Vassallo, Corsini, Colombo, Iannuzzi, Pollastrini, Ghizzoni, Siragusa, Melandri, Coscia, Rossa, D'Antoni, Aniello Formisano, Bonavitacola, Mario Pepe (PD), Giorgio Merlo, Bersani, Ciriello, Cuomo, Bossa, Mosella, Zampa, Viola, Arturo Mario Luigi Parisi, Concia, Codurelli, Giovanelli, Cesario, Ginoble, Recchia, Ciocchetti, Pisacane, Nunzio Francesco Testa, Occhiuto, Anna Teresa Formisano, Misiti, Calearo Ciman, Pisicchio, Sposetti, Lolli, Tocci, Granata, Paglia, Taglialatela, Farina Coscioni, Letta, Villecco Calipari, Minniti, Piccolo, Bocchino, Madia, Cesare Marini, Nicolais».
Iniziative in merito alle tariffe agevolate per le spedizioni di prodotti editoriali - n. 2-00690
F)
I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e i Ministri dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
il dipartimento per l'informazione e l'editoria presso la Presidenza del Consiglio dei ministri gestisce il settore editoriale compresi i rapporti con le onlus e i relativi fondi, corrispondendo alla società Poste italiane il rimborso delle tariffe agevolate;
l'articolo 44, comma 1-bis, del decreto-legge n. 112 del 2008, aggiunto dal decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 207, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2009, n. 14, stabilisce che, fermi restando gli stanziamenti complessivi che costituiscono il tetto di spesa, l'erogazione di contributi all'editoria è destinata prioritariamente ai contributi diretti e, per le residue disponibilità, alle altre tipologie di agevolazione;
il citato dipartimento, nell'ambito delle proprie disponibilità di bilancio, provvede a determinare l'ammontare degli stanziamenti disponibili per i rimborsi;
il ministero dello sviluppo economico, di concerto con il ministero dell'economia e delle finanze e sentita la Presidenza del Consiglio dei ministri, determina, sulla base dei fondi disponibili, gli importi delle tariffe agevolate ed effettua il monitoraggio mensile sull'andamento delle agevolazioni praticate;
la concessionaria del servizio postale universale opera i controlli sulla sussistenza dei requisiti dichiarati dai beneficiari delle agevolazioni: pertanto, all'atto della spedizione, l'editore paga esclusivamente la tariffa agevolata e la differenza rispetto alla normale tariffa viene rimborsata a Poste italiane spa dallo Stato;
le tariffe agevolate sono previste a favore di imprese editrici di quotidiani e periodici - 5.100 aziende editrici, 2.900 editori profit e no profit - che non superino il 45 per cento di spazio fisico dedicato alla pubblicità, di onlus, di cui 1.400 religiosi e 3.400 laici, di associazioni, le cui pubblicazioni periodiche abbiano avuto riconosciuto il carattere politico dai gruppi parlamentari di riferimento, di ordini professionali, di sindacati, di associazioni professionali di categoria e di associazioni d'arma e combattentistiche;
nel 2008 le integrazioni a carico dello Stato risultano pari a 273,84 milioni di euro;
dal monitoraggio degli ultimi 6 anni risulta che gli stanziamenti non hanno mai coperto le compensazioni dovute e che, al momento, permane la mancata restituzione a Poste italiane dei fondi 2009, pari a 241 milioni di euro;
poiché nell'anno 2010 sarebbero state disponibili risorse non superiori a 50 milioni di euro e da un'istruttoria effettuata presso Poste italiane è emerso che già alla fine di marzo 2010 la società ha maturato compensazioni pari alla citata somma stanziata, il ministero dello sviluppo economico e il ministero dell'economia e delle finanze sono stati costretti ad emanare in data 30 marzo 2010 il decreto interministeriale, che, comunque, fa salva la possibilità di destinare eventuali risorse aggiuntive (individuate dal ministero dell'economia e delle finanze o dal dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri) alla copertura delle agevolazioni sulle tariffe postali nell'anno in corso;
tenuto conto del forte impatto economico sul sistema editoriale italiano derivante dalla sospensione di tali agevolazioni, al fine di scongiurare eventuali effetti negativi in termini occupazionali ed aziendali e tutelare il pluralismo dell'informazione, il ministero dello sviluppo economico ha comunicato di avere manifestato la propria disponibilità ad individuare una soluzione al problema delle tariffe postali agevolate nel corso dell'incontro tenutosi l'8 aprile 2010 tra il Governo, tutte le associazioni degli editori di quotidiani, periodici e libri, la concessionaria del servizio postale universale, nonché la Federazione nazionale della stampa italiana;
dall'incontro è scaturita l'urgente necessità di promuovere un accordo quadro fra editori e Poste italiane spa, al fine di raggiungere tariffe convenienti in linea con la normativa europea e compatibili con l'equilibrio economico e finanziario;
gli editori che hanno già venduto gli abbonamenti annuali da mesi si trovano da un giorno all'altro, e senza preavviso, nella condizione di dover fronteggiare un aumento di almeno il 120 per cento delle tariffe, senza poter richiedere maggiorazioni agli abbonati nel corso dell'anno;
le maggiori conseguenze saranno subite in particolare dalle piccole associazioni, il no profit e la stampa cattolica e diocesana, che, dal 1o aprile fino a dicembre 2010, rischiano di sospendere le pubblicazioni e chiudere -:
a quanto ammonti la cifra riferita al «rimborso tariffe agevolate postali» non coperta da compensazioni dello Stato a Poste italiane e per quali ragioni il Governo, visto che era a conoscenza di questo debito residuo con Poste italiane, non sia intervenuto all'inizio dell'anno, invece di emanare un decreto ministeriale urgente con data 30 marzo 2010, i cui effetti si applicavano dal 1o di aprile;
quale soluzione immediata sia possibile attuare a parere del Governo per non gravare ulteriormente per l'anno 2010 sui bilanci degli editori, in particolar modo per le organizzazioni no profit e la stampa cattolica, che non hanno messo in conto nei propri bilanci tale aggravio improvviso di spesa e quale sia il ruolo di Poste italiane spa;
se sia intenzione del Governo adottare un nuovo regolamento in merito alle tariffe agevolate per spedizioni, limitando la platea dei destinatari, così salvaguardando le finalità dello strumento.
(2-00690)
«Toccafondi, Mazzuca, Lupi, Goisis, Munerato, Polledri, Vignali, Mazzoni, Barani, De Angelis, Ceroni, Di Biagio, Dima, Frassinetti, Renato Farina, Migliori, Picchi, Franzoso, Vitali, Marinello, Vincenzo Antonio Fontana, Palmieri, Garagnani, Colucci, Centemero, Gottardo, Pagano, Gioacchino Alfano, Girlanda, Antonio Pepe, Pugliese, Saltamartini, Tortoli, Faenzi, Di Centa, Mussolini, Marsilio, Soglia, De Camillis, Castellani, Garofalo, Commercio, Togni, Torazzi, Desiderati, Comaroli, Fallica, Vella, Bonciani, Massimo Parisi, Toto, Rosso».