XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di mercoledì 12 maggio 2010

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 12 maggio 2010.

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Berlusconi, Bindi, Bonaiuti, Bongiorno, Bossi, Brambilla, Brancher, Bratti, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Buttiglione, Caparini, Carfagna, Casero, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cosentino, Cossiga, Craxi, Crimi, Crosetto, Donadi, Duilio, Gianni Farina, Fava, Fitto, Franceschini, Frattini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, Granata, Graziano, La Russa, Lamorte, Leo, Leone, Lo Monte, Lupi, Lusetti, Mantovano, Maroni, Martini, Mazzocchi, Mecacci, Melchiorre, Meloni, Menia, Miccichè, Migliavacca, Migliori, Mura, Mussolini, Nucara, Leoluca Orlando, Pecorella, Pescante, Porta, Prestigiacomo, Ravetto, Reguzzoni, Rigoni, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Saglia, Saltamartini, Sardelli, Scilipoti, Stefani, Stucchi, Tabacci, Toccafondi, Tremonti, Urso, Vegas, Vietti, Vito.

(alla ripresa pomeridiana della seduta)

Abbrignani, Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Berlusconi, Bindi, Bonaiuti, Bongiorno, Bossi, Brambilla, Brancher, Bratti, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Caparini, Carfagna, Casero, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cosentino, Cossiga, Craxi, Crimi, Crosetto, Donadi, Duilio, Gianni Farina, Fava, Fitto, Franceschini, Frattini, Gibelli, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, Granata, Graziano, La Russa, Lamorte, Leo, Leone, Lo Monte, Lupi, Mantovano, Maroni, Martini, Mazzocchi, Mecacci, Melchiorre, Meloni, Menia, Miccichè, Migliavacca, Migliori, Mura, Mussolini, Nucara, Leoluca Orlando, Pecorella, Pescante, Porta, Prestigiacomo, Ravetto, Reguzzoni, Rigoni, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Saglia, Saltamartini, Sardelli, Scilipoti, Stefani, Stucchi, Tabacci, Toccafondi, Tremonti, Urso, Vegas, Vietti, Vito.

Annunzio di proposte di legge.

In data 11 maggio 2010 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
ANGELI: «Modifica all'articolo 19 della legge 23 dicembre 1978, n. 833, in materia di assistenza sanitaria agli italiani residenti all'estero che si trovano temporaneamente in Italia» (3464);
COSENZA: «Delega al Governo e altre disposizioni per aumentare gli spazi destinati al verde pubblico e migliorare la qualità della vita nei centri urbani» (3465);
AMICI: «Disposizioni per promuovere la rappresentanza di genere nei consigli regionali e degli enti locali» (3466);
NASTRI: «Disposizioni in materia di mutui ipotecari agrari in favore degli imprenditori agricoli» (3467);
GATTI ed altri: «Modifiche agli articoli 41 e 42 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, in materia di visita medica preventiva in fase preassuntiva e di provvedimenti in caso di inidoneità alla mansione specifica» (3468);
MIGLIOLI: «Disposizioni per il contrasto della violenza fisica e della persecuzione psicologica nell'ambito dell'attività lavorativa (mobbing)» (3469);
CASTIELLO: «Istituzione dell'Albo nazionale al merito dei donatori di sangue» (3470).
Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

La proposta di legge MATTESINI ed altri: «Modifica all'articolo 67 della legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di visite agli istituti penitenziari» (3017) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Miotto.
La proposta di legge COSENZA ed altri: «Disposizioni per favorire la diffusione dei corretti stili di vita tra i giovani» (3255) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Rosso.

Modifica del titolo di una proposta di legge.

La proposta di legge n. 3258, d'iniziativa del deputato PALADINI, ha assunto il seguente titolo: «Delega al Governo in materia di soppressione dei ruoli speciali dell'Arma dei carabinieri e del Corpo della guardia di finanza e dei ruoli direttivi speciali del Corpo di polizia penitenziaria».

Assegnazione di un progetto di legge a Commissione in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, il seguente progetto di legge è assegnato, in sede referente, alla sottoindicata Commissione permanente:
XIII Commissione (Agricoltura):
DI GIUSEPPE ed altri: «Istituzione del logo nazionale dell'agricoltura biologica per la tutela dei prodotti biologici italiani» (3336) Parere delle Commissioni I, II, X, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Trasmissione dalla Corte dei conti.

La Corte dei conti - sezione del controllo sugli enti - con lettera in data 11 maggio 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria della Fondazione «La Triennale» di Milano, per gli esercizi dal 1999 al 2007. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 195).
Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla VII Commissione (Cultura).

Trasmissione dal ministro degli affari esteri.

Il ministro degli affari esteri, con lettere del 3, 4 e 5 maggio 2010, ha trasmesso tre note relative all'attuazione data agli ordini del giorno NARDUCCI ed altri n. 9/2675/1 ed EVANGELISTI ed altri n. 9/2675/2, accolti dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 23 settembre 2009, concernenti il finanziamento del Fondo per lo sminamento umanitario e la bonifica di aree con residuati bellici esplosivi, DI BIAGIO ed altri n. 9/2937-A/2 e FEDI ed altri n. 9/2937-A/5, accolti dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 17 dicembre 2009, riguardanti la destinazione di risorse a sostegno delle comunità italiane all'estero, MARAN ed altri n. 9/2936-A/207, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 16 dicembre 2009, per la parte di propria competenza, alle mozioni QUARTIANI ed altri n. 1/00253 e BONIVER ed altri n. 1/00254, accolte dal Governo ed approvate dall'Assemblea nella seduta del 21 ottobre 2009, concernenti iniziative in materia di cooperazione allo sviluppo.

Il ministro ha altresì trasmesso due note relative all'attuazione data alle mozioni DI PIETRO ed altri n. 1/00239, FASSINO ed altri n. 1/00313, CICU ed altri n. 1/00314, e per la parte di propria competenza, alla mozione BOSI ed altri n. 1/00315, accolte dal Governo ed approvate dall'Assemblea nella seduta del 20 gennaio 2010, sulla situazione in Afghanistan e sulle prospettive dell'impegno del contingente italiano, nonché alle mozioni CASINI ed altri n. 1/00056, FAVA ed altri n. 1/00059, Leoluca ORLANDO ed altri n. 1/00327, TOUADI ed altri n. 1/00328, BONIVER ed altri n. 1/00329, accolte dal Governo ed approvate dall'Assemblea nella seduta del 16 febbraio 2010, concernenti iniziative volte a favorire il processo di pace nella Repubblica democratica del Congo e a fronteggiare l'emergenza umanitaria in atto.

Il ministro ha infine trasmesso una nota relativa all'attuazione data, per la parte di propria competenza, all'ordine del giorno Maurizio TURCO ed altri n. 9/2714/263, accolto come raccomandazione dal Governo limitatamente al dispositivo nella seduta dell'Assemblea del 2 ottobre 2009, riguardante le iniziative e gli accordi internazionali in tema di contrasto ai reati finanziari.
Le suddette note sono a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare e sono trasmesse alla III Commissione (Affari esteri) competente per materia.

Trasmissione dal ministro dell'interno.

Il ministro dell'interno, con lettere del 4, 5 e 7 maggio 2010, ha trasmesso quattro note relative all'attuazione data agli ordini del giorno CHIAPPORI n. 9/1366/38, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 16 luglio 2008, concernente l'adozione di misure idonee a fronteggiare lo sbarco di immigrati clandestini sull'isola di Lampedusa, Maurizio TURCO ed altri n. 9/2561-A/10, accolto come raccomandazione dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 27 luglio 2009, riguardante la regolarizzazione dei lavoratori stranieri non comunitari, GARAGNANI n. 9/2936-A/19, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 16 dicembre 2009, concernente la predisposizione di un'attività di controllo e di monitoraggio sull'installazione e sull'utilizzo degli autovelox a postazione fissa, e ZAMPARUTTI n. 9/1-00005/1, accolto in parte dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 4 febbraio 2010, riguardante il diritto di accesso dei cittadini all'anagrafe pubblica degli amministratori locali.
Le suddette note sono a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare e sono trasmesse alla I Commissione (Affari costituzionali) competente per materia.

Trasmissione dal ministro dell'economia e delle finanze.

Il ministro dell'economia e delle finanze, con lettera del 7 maggio 2010, ha trasmesso una nota relativa all'attuazione data all'ordine del giorno CICU ed altri n. 9/2937-A/7, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 17 dicembre 2009, concernente la piena attuazione della disciplina in tema di compartecipazione della regione Sardegna alle entrate erariali dello Stato a decorrere dal 2010.
La suddetta nota è a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare ed è trasmessa alla V Commissione (Bilancio) competente per materia.

Trasmissione dal ministro per i rapporti con il Parlamento.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 12 maggio 2010, ha trasmesso il parere della Conferenza unificata in merito al seguente disegno di legge: «Conversione in legge del decreto-legge 25 marzo 2010, n. 40, recante disposizioni urgenti tributarie e finanziarie in materia di contrasto alle frodi fiscali internazionali e nazionali operate, tra l'altro, nella forma dei cosiddetti «caroselli» e «cartiere», di potenziamento e razionalizzazione della riscossione tributaria anche in adeguamento alla normativa comunitaria, di destinazione dei gettiti recuperati al finanziamento di un Fondo per incentivi e sostegno della domanda in particolari settori» (3350).
Tale parere è trasmesso alle Commissioni VI (Finanze) e X (Attività produttive).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

Il ministro per le politiche europee, con lettera in data 11 maggio 2010, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 3 e 19 della legge 4 febbraio 2005, n. 11, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.
Tali atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
Nell'ambito dei predetti documenti, il Governo ha richiamato l'attenzione sui seguenti atti e progetti di atti:
n. 9060/10 - Progetto di conclusioni del Consiglio su un quadro strategico dell'Unione europea per aiutare i paesi in via di sviluppo ad affrontare i problemi della sicurezza alimentare - Adozione, che è assegnato in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
n. 9541/10 - Parere n. 3/2010 (presentato in virtù dell'articolo 322, TFUE) su una proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica del regolamento (CE, Euratom) n. 1605/2002 del Consiglio che stabilisce il regolamento finanziario applicabile al bilancio generale delle Comunità europee, che è assegnato in sede primaria alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea);
n. 9263/10 - Competitività internazionale del modello agroalimentare europeo - Documento e questionario della Presidenza, che è assegnato in sede primaria alla XIII Commissione (Agricoltura).

Con la medesima comunicazione, il Governo ha richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea:
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Semplificare l'attenzione dei programmi quadro di ricerca (COM(2010)187 definitivo), assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite VII (Cultura) e X (Attività produttive) il 3 maggio 2010;
Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, in conformità del punto 28 dell'accordo interistituzionale del 17 maggio 2006 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio e la sana gestione finanziaria (domanda EGF/2009/020 ES/Castilla-La Mancha) (COM(2010)205 definitivo), assegnata in sede primaria alla XI Commissione (Lavoro) l'11 maggio 2010;
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio e al Comitato economico e sociale europeo - Fiscalità e sviluppo - Cooperazione con i paesi in via di sviluppo per la promozione delle buone pratiche di gestione in materia tributaria (COM(2010)163 definitivo), assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri) l'11 maggio 2010.

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

MOZIONI D'ANTONI ED ALTRI N. 1-00362, MESSINA ED ALTRI N. 1-00363, BERNARDO ED ALTRI N. 1-00364 E D'ANTONI, BERNARDO, MESSINA, STEFANI, OCCHIUTO, COMMERCIO, IANNACCONE ED ALTRI N. 1-00365 CONCERNENTI INIZIATIVE PER L'ISTITUZIONE DELLA BANCA EUROMEDITERRANEA

Mozioni

La Camera,
premesso che:
la Carta costituzionale sancisce che «la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale» (articolo 2), che «l'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute» (articolo 10) e che «promuove e favorisce le organizzazioni internazionali» rivolte alla pace e alla giustizia tra le Nazioni (articolo 11);
la legge 26 febbraio 1987, n. 49, stabilisce che la cooperazione allo sviluppo è parte integrante della politica estera dell'Italia e persegue obiettivi di solidarietà tra i popoli e di piena realizzazione dei diritti fondamentali dell'uomo. L'attività di cooperazione allo sviluppo è finanziata a titolo gratuito e con crediti a condizioni particolarmente agevolate. Essa può essere svolta sul piano bilaterale, multilaterale e multibilaterale;
il disegno di legge delega presentato dal Governo nella XV legislatura (Atto Senato 1537) sulla riforma della disciplina della cooperazione dell'Italia con i Paesi in via di sviluppo conferma che la cooperazione allo sviluppo è parte qualificante della politica estera italiana;
l'orizzonte di un pieno sviluppo dei rapporti commerciali ed economici tra i Paesi che fanno riferimento al bacino euromediterraneo rappresenta una grande potenzialità per la crescita dell'Italia e, in particolare, per lo sviluppo delle sue zone deboli, che vedono in questa prospettiva non solo un'opportunità di crescita in chiave di base logistica, ma anche e soprattutto di vera e propria integrazione economica;
in occasione del vertice per il Mediterraneo svoltosi a Parigi il 13 luglio 2008, i 48 Capi di Stato e di Governo partecipanti hanno riconosciuto l'Assemblea parlamentare euromediterranea (APEM) come organo legittimo dell'Unione per il Mediterraneo, riconoscendone il diritto di proporre progetti nel quadro della stessa Unione come in ogni sistema politico democratico e rappresentativo, in modo che l'Unione sia responsabile dinanzi a un'assemblea legittimamente eletta;
la dichiarazione comune del vertice di Parigi del 13 luglio 2008 ha sottolineato che i Capi di Stato e di Governo appoggiano senza riserve il potenziamento del ruolo di tale assemblea nei suoi rapporti con i partner mediterranei;
nella stessa circostanza le autorità degli Stati hanno, altresì, esortato la presidenza dell'Unione e la sua segreteria generale ad adoperarsi a sostegno della proposta di trasformare il Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP), braccio finanziario della Banca europea per gli investimenti (BEI), in un nuovo istituto di credito incaricato di finanziare progetti tesi allo sviluppo e alla convergenza dell'area euromediterranea;
il 13 e 14 marzo 2010 l'Assemblea si è riunita per la sesta volta in sessione plenaria per aprire un dibattito sulla possibilità di trasformare il Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP), braccio finanziario della Banca europea per gli investimenti (BEI), in un nuovo istituto, la Banca euromediterranea per lo sviluppo, progetto al quale i firmatari del presente atto di indirizzo aderiscono pienamente;
la discussione è stata avviata dopo una serie di raccomandazioni e di risoluzioni approvate dall'Assemblea parlamentare euromediterranea (APEM), che richiamano con forza la necessità di pervenire nel più breve tempo possibile a una nuova ed efficace realtà economico-finanziaria, in grado di incentivare gli investimenti e lo sviluppo nell'area euromediterranea;
i firmatari del presente atto di indirizzo fanno propria la proposta di istituire tale istituto. Si rende indispensabile un nuovo soggetto chiamato a stimolare la crescita e la redistribuzione economica, attraverso piani di stimolo orientati, in particolare, al settore privato nelle zone deboli e sottoutilizzate dell'area euromediterranea;
a tal fine va rilevata l'urgenza di implementare subito nuovi e più efficaci strumenti ispirati ai principi di flessibilità, agilità e semplificazione delle norme e delle procedure di finanziamento. Una strada obbligata, se si vuole arginare e combattere in maniera fattiva e duratura il fenomeno della disoccupazione e il conseguente dramma dell'emigrazione clandestina tra Paesi;
l'esigenza di istituire un nuovo e più efficiente strumento finanziario è evidenziata dai dati relativi al funzionamento del Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP). Nell'arco degli ultimi sei anni, infatti, il Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP) è riuscito a finanziare appena 125 progetti, una media di 20 l'anno. Una mole che avrebbe potuto e avrebbe dovuto essere smaltita in un solo anno;
appare del tutto evidente ai firmatari del presente atto di indirizzo che il Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP) non riesce a fornire risposte concrete e tempestive ai crescenti bisogni delle realtà produttive operanti nella regione euromediterranea;
il gruppo tecnico incaricato della supervisione della trasformazione del Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP) in Banca euromediterranea, istituito presso il Parlamento euromediterraneo e formato da parlamentari di Tunisia, Giordania, Italia e Parlamento europeo, ha sottolineato che il nuovo istituto non dovrà essere indipendente, ma inserito come filiale nel contesto della Banca europea per gli investimenti (BEI), che deterrà il 51 per cento del suo capitale. I Paesi delle sponde nord e sud del Mediterraneo concorreranno a coprire in misura paritaria il restante 49 per cento;
tale strategia, pienamente condivisibile a parere dei firmatari del presente atto di indirizzo, conferisce al progetto concretezza e prestigio istituzionale dal momento che la Banca europea per gli investimenti (BEI) gode di un notevole peso e della più alta credibilità nell'ambito del sistema finanziario mondiale. Va inoltre ricordato che la Banca europea per gli investimenti (BEI) ha già patrocinato la creazione di diverse istituzioni finanziarie nello scenario internazionale, tra cui in particolare la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) nei Paesi dell'Europa orientale;
il Parlamento europeo ha espresso più volte il sostegno a tale progetto attraverso l'approvazione di una serie di risoluzioni, quali: la risoluzione 15 marzo 2007 riguardo ai rapporti euromediterranei, che invita i Paesi membri dell'Unione europea e i loro partner mediterranei a effettuare gli studi necessari alla trasformazione del Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP) in Banca euromediterranea di sviluppo; la risoluzione 5 giugno 2008 in cui si sottolinea che l'Assemblea parlamentare euromediterranea (APEM), in quanto istanza parlamentare consultiva dell'UPM, ha facoltà di presentare proposte e procedere alla valutazione dei progetti da attuare nell'ambito dell'Unione; la risoluzione 19 febbraio 2009 che ribadisce l'appoggio dato alla trasformazione del Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP) in Banca euromediterranea di sviluppo, allo scopo di fornire le risorse occorrenti a finanziare i grandi progetti approvati dall'Unione per il Mediterraneo;
il dialogo con i Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente è uno dei cardini della politica estera italiana. La sfida del processo d'integrazione euromediterranea riveste una valenza strategica preziosa per tutta la nazione. Lo Stato italiano deve adoperarsi attivamente per consolidare il suo ruolo nello scenario euromediterraneo, sia per promuovere e stimolare lo sviluppo e la crescita dei suoi territori, e in particolare di quelli deboli del Mezzogiorno, sia per rafforzare il proprio ruolo nelle dinamiche di concertazione e cooperazione con gli altri Stati europei attivi sul fronte mediterraneo. Anche per queste ragioni, a parere dei firmatari del presente atto di indirizzo, l'Italia deve battersi per ottenere sul suo territorio la sede centrale della Banca euromediterranea per lo sviluppo,

impegna il Governo:

ad attivarsi nelle opportune sedi internazionali per assicurare il necessario supporto politico finalizzato alla trasformazione del Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP) nella Banca euromediterranea, così come descritta in premessa;
ad assumere ogni utile iniziativa affinché la sede centrale di tale istituto sia istituita in Italia, e in particolare in una grande città del Mezzogiorno;
ad adottare ogni iniziativa di coordinamento con il gruppo tecnico incaricato della supervisione della trasformazione del Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP) in Banca euromediterranea di sviluppo.
(1-00362)
«D'Antoni, Vico, Mazzarella, Cimadoro, Piffari, Malgieri, Antonio Martino, Occhiuto, Servodio, Iannuzzi, Stefani, Gozi».

La Camera,
premesso che:
l'Italia sostiene con convinzione lo sviluppo del partenariato euromediterraneo;
il Mediterraneo è sempre stato un asse strategico per la costruzione di uno spazio di sicurezza, pace e prosperità e acquisirne consapevolezza dovrebbe indurre tutti a farne un «mare di pace», nel quale non trovino spazio le minacce estremistiche, fonte di instabilità e di insicurezza, ma si consolidino i valori del dialogo, della tolleranza e della convivenza;
in attivazione delle sue politiche per la regione euromediterranea, l'Unione europea ha predisposto una serie di strumenti e di programmi: il partenariato euromediterraneo e il programma Meda; il programma Ecip per le piccole e medie imprese; il programma Meda-Democrazia per la promozione dei diritti dell'uomo; il programma Life-Paesi terzi ed altri;
il partenariato euromediterraneo è nato con la Dichiarazione di Barcellona, adottata il 28 novembre 1995 dai 15 Ministri degli affari esteri dell'Unione europea e da quelli dei 12 partner mediterranei beneficiari dei programmi Meda: Algeria, Cipro, Egitto, Stato di Israele, Giordania, Libano, Malta, Marocco, Siria, Tunisia, Turchia, Territori di Gaza e della Cisgiordania. Si tratta di un importante patto politico tra l'Unione europea e i Paesi del bacino mediterraneo, per sviluppare verso la sponda sud le relazioni dell'Unione europea;
l'Italia ha tenuto a battesimo l'Assemblea parlamentare euromediterranea (APEM), che si distingue come la realtà istituzionale più viva ed operante dell'Unione per il Mediterraneo, riconosciuta quale istituzione del «processo di Barcellona» nella conferenza ministeriale svoltasi a Napoli a conclusione dell'ultimo semestre di presidenza italiano dell'Unione europea, nel dicembre 2003;
il Parlamento italiano, peraltro, aveva avviato sin dal 1996, parallelamente al Parlamento europeo, una serie di iniziative volte a sviluppare la cooperazione tra i Parlamenti degli Stati interessati, come, ad esempio, il Forum euromediterraneo delle donne parlamentari;
il Parlamento italiano, durante la sessione plenaria del 13 e 14 marzo 2010, che ha avuto luogo ad Amman, ha assunto la presidenza di turno dell'Assemblea parlamentare euromediterranea (APEM), che manterrà fino al marzo del 2011;
il Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP) è stato istituito come unità autonoma nell'ambito della Banca europea per gli investimenti (BEI) dal Consiglio europeo di Barcellona del marzo 2002. Si tratta di un fondo finanziario euromediterraneo di investimenti, integrato da un accordo di partenariato. Già nella sede dello stesso Consiglio era stata presa in considerazione la costituzione della Banca euromediterranea;
il Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP) riunisce l'intera gamma di servizi forniti dalla Banca europea per gli investimenti (BEI) per sostenere lo sviluppo economico dei Paesi partner del Mediterraneo ed ha investito 10 miliardi di euro tra ottobre 2002 e dicembre 2009. Nel quadro della politica europea di vicinato e dell'Unione per il Mediterraneo, il Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP) incoraggia la modernizzazione e l'apertura delle economie dei Paesi partner del Mediterraneo. Le attività si concentrano su due settori prioritari: il sostegno al settore privato e la creazione di un ambiente favorevole agli investimenti;
già nella sede del Consiglio europeo del marzo 2002 era stata presa in considerazione la costituzione della Banca euromediterranea;
nelle dichiarazioni istituzionali dell'epoca emerse la convinzione che la Banca euromediterranea dovesse essere una filiale della Banca europea per gli investimenti (BEI) e dovesse servire per finanziare progetti di sviluppo nei Paesi dell'Africa del nord, dell'area balcanica e nell'Europa meridionale. Il progetto trovava, comunque, la perplessità di numerosi Stati europei, timorosi che si creasse un'istituzione ridondante;
la riunione dell'Assemblea parlamentare euromediterranea (APEM), tenutasi a Tunisi il 29-30 gennaio 2010, è stata dedicata alla discussione sulla trasformazione del Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP) in Banca euromediterranea di sviluppo, cui sovrintende un gruppo tecnico formato da parlamentari di Tunisia, Giordania, Italia e del Parlamento europeo, ed ha riaffermato che la Banca euromediterranea di sviluppo non sarà una banca indipendente, ma rimarrà comunque una filiale della Banca europea per gli investimenti (BEI);
anche la terza sessione dei lavori dell'Assemblea parlamentare euromediterranea (APEM) del marzo 2010 ad Amman è stata dedicata alla trasformazione del Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP) nella Banca euromediterranea;
le raccomandazioni conclusive adottate dal Comitato economico, degli affari finanziari, sociali ed educativi dell'Assemblea parlamentare euromediterranea (APEM) contengono i punti 19 e 20, che riguardano specificamente questa iniziativa. Tali punti, accompagnati da note esplicative, rappresentano un compromesso sulle considerazioni emerse nel corso del dibattito sulla potenziale trasformazione del Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP) nella Banca euromediterranea;
il punto 19) afferma che va sostenuto il bisogno di avere uno strumento veramente efficace per rafforzare gli investimenti e la cooperazione nella regione euromediterranea;
il punto 20) afferma che vanno realizzate analisi esaustive, con l'obiettivo di identificare il meccanismo più efficiente per supportare l'Unione nei progetti per il Mediterraneo, fra i quali uno potrebbe essere rappresentato proprio dalla Banca euromediterranea;
le note esplicative precisano che la proposta di trasformare il Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP) nella Banca di sviluppo euromediterraneo, quale ramo della Banca europea per gli investimenti (BEI), nella quale la stessa Banca europea per gli investimenti finanzierebbe il 51 per cento del capitale della Banca, mentre il restante 49 per cento sarebbe investito dai partner delle regioni nord e sud del Mediterraneo, ha raccolto le seguenti osservazioni:
a) la trasformazione del Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP) in una banca potrebbe portare ad una diminuzione dei fondi destinati ai progetti, in quanto parte dei fondi sarebbe usato nei costi amministrativi della banca;
b) il Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP) costituisce un reale valore aggiunto e non ci sarebbe ragione per cambiare la sua struttura o il suo funzionamento. È stata espressa l'opinione che il Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato dovrebbe essere mantenuto nella sua attuale forma come meccanismo finanziario per finanziare i progetti di cooperazione euromediterranei, specialmente nella cornice della politica europea di vicinato (European neighbourhood policy);
c) la maggioranza dei Paesi del Mediterraneo hanno convenuto sull'importanza di un meccanismo finanziario efficace per finanziare i progetti su cui si è raggiunto un accordo nella cornice dell'Unione per il Mediterraneo e che la costituzione della Banca euromediterranea costituisce una priorità;
d) la maggior parte dei membri sono abbastanza d'accordo sul costituire la Banca, come espressamente chiede l'Italia, quale meccanismo separato dal Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP);
e) la costituzione della Banca euromediterranea necessita di uno studio approfondito. In questo senso, si è in attesa di conoscere i risultati dello studio che sta conducendo il gruppo di lavoro costituito dal Presidente della Repubblica francese, Nicolas Sarkozy, per valutare la costituzione della Banca: i benefici attesi e la distribuzione del capitale azionario, che avrà peso nei processi decisionali della Banca;
appare condivisibile la perplessità di quegli Stati europei che sin dall'inizio si sono dichiarati timorosi che la fondazione di una Banca euromediterranea possa risolversi nella creazione di un'istituzione ridondante;
andrebbe evitata la nascita di tutte quello sovrastrutture che la costituzione di una banca comporta, con inutile dispendio di risorse pubbliche;
sarebbe invece da perseguire, efficacemente, l'idea della creazione di una Banca euromediterranea non come entità autonoma, bensì come una filiale specializzata euromediterranea della Banca europea per gli investimenti (BEI), da questa dipendente come ramo d'impresa;
la filiale, per qualificare la sua specializzazione, dovrebbe essere dotata di un efficiente ufficio studi e consulenza;
la filiale dovrebbe promuovere la realizzazione di grandi progetti, pubblici o privati, per lo sviluppo dei Paesi dell'Africa del nord, dell'area balcanica e dell'Europa meridionale, come, ad esempio, la costruzione delle reti idriche, delle strade, delle infrastrutture e la concessione del credito alle medie e piccole imprese che operano nel bacino mediterraneo, in una logica di collaborazione e sinergia progettuale;
il Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP) non dovrebbe essere scisso dalla filiale euromediterranea, ma andrebbero individuati meccanismi che consentano l'interdipendenza tra Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato e la filiale;
la sede della filiale dovrebbe essere collocata in un grande centro con valenza economica, che sia facilmente accessibile, specie in Italia, per esempio a Bari, Napoli o Palermo;
la filiale specializzata per l'area euromediterranea non deve essere condizionata dalla politica nella sua operatività, ritenendo che ad essa vada riservato il compito di dettare gli indirizzi generali della filiale, nel rispetto delle regole poste dall'Assemblea parlamentare euromediterranea (APEM) e dalla Banca europea per gli investimenti (BEI),

impegna il Governo:

ad adottare tutte le iniziative di propria competenza affinché nell'ambito della Banca europea per gli investimenti (BEI) venga creata una filiale specializzata per l'area euromediterranea, che potrebbe essere denominata «Filiale euromediterranea», dotata della necessaria autonomia operativa, evitando soluzioni diverse che potrebbero dare luogo ad un'istituzione ridondante con inutile dispendio di risorse pubbliche;
ad adottare tutte le iniziative di propria competenza affinché la Filiale euromediterranea, per qualificare la sua specializzazione, sia dotata di un adeguato ed efficiente ufficio studi e consulenza e abbia tra i suoi obiettivi principali la realizzazione di grandi progetti, pubblici o privati, per lo sviluppo dei Paesi dell'Africa del nord, dell'area balcanica e dell'Europa meridionale e la concessione del credito alle medie e piccole imprese che operano nel bacino mediterraneo, in una logica di collaborazione e sinergia progettuale;
ad adottare tutte le iniziative di propria competenza affinché il Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP) e la Filiale euromediterranea della Banca europea per gli investimenti (BEI) siano interdipendenti pur nel riconoscimento di una loro distinzione;
ad adottare tutte le iniziative di propria competenza affinché l'Italia sia scelta per ospitare la sede della Filiale, preferibilmente ubicandola in grandi città come Bari, Napoli o Palermo;
ad adottare tutte le iniziative di propria competenza affinché la Filiale sia dotata di strumenti e meccanismi che impediscano condizionamenti operativi da parte della politica, alla quale andrebbe riservato il solo compito di dettare gli indirizzi generali della filiale.
(1-00363)
«Messina, Donadi, Borghesi, Evangelisti, Di Pietro, Barbato, Cambursano, Cimadoro, Di Giuseppe, Di Stanislao, Favia, Aniello Formisano, Mura, Monai, Leoluca Orlando, Paladini, Palagiano, Palomba, Porcino, Piffari, Razzi, Rota, Scilipoti, Zazzera».

La Camera,
premesso che:
nel corso degli ultimi venti anni a livello internazionale si è sviluppato un processo costante di aggregazione sia politica che finanziaria. Gli Stati nazionali hanno dato vita ad una crescente collaborazione ed integrazione delle loro politiche economiche e finanziarie e si sono affermati nuovi soggetti sovranazionali di carattere continentale;
questo processo è stato evidente e necessario in particolare in Europa. La comparsa di nuovi protagonisti sui mercati mondiali, specie quelli asiatici, caratterizzati da una dimensione continentale con enormi tassi di crescita e potenzialità di sviluppo, ha determinato la necessità di superare la tradizionale dimensione nazionale, che non avrebbe potuto mantenersi competitiva;
si è affermato un mondo nuovo nel quale le tradizionali politiche nazionali si devono integrare necessariamente all'interno di nuove macroaree di sviluppo e di azione comune; questo vale, in particolare, per il Vecchio Continente caratterizzato da un'elevata frammentazione in singoli Stati nazionali: l'Europa come entità politica, economica e finanziaria è il risultato in itinere di questo processo;
una delle aree di maggiore interesse per lo sviluppo dell'Europa nel suo complesso e dei suoi singoli Stati è certamente quella mediterranea: l'Italia in questo contesto è chiamata a svolgere un ruolo fondamentale;
in particolare, nell'ottica di una comune politica mediterranea, diventano decisivi i rapporti con i diversi Paesi non europei che si affacciano sulla stessa area: con questi appare necessario sviluppare una costante e sempre maggiore collaborazione ed integrazione, sia economica che finanziaria, e servono politiche di sviluppo comune per l'intera area mediterranea;
questa è una consapevolezza acquisita a livello europeo già da diversi anni: la questione dei rapporti tra l'Unione europea ed i Paesi terzi del Mediterraneo, infatti, venne posta già dagli anni '60, quando, in particolare, la Francia sottolineò la necessità di rafforzare le interdipendenze commerciali tra alcuni Stati europei e i Paesi del Mediterraneo. Al vertice di Parigi del 1972 venne, pertanto, definita la prima politica «globale mediterranea», il cui asse centrale era rappresentato dal libero accesso ai mercati della Comunità per i manufatti dei Paesi del bacino mediterraneo;
la necessità e l'opportunità di sviluppare una comune politica mediterranea è condivisa dall'attuale Governo italiano. Proprio in quest'ottica va, ad esempio, inserita l'attività diplomatica svolta nei confronti della Libia, che ha portato allo storico incontro del 10 giugno 2009 tra il Presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi ed il leader libico Gheddafi: incontro che ha suggellato un nuovo corso nelle relazioni tra i due Paesi e nuovi fondamentali accordi di collaborazione;
a conferma della volontà di affermare una comune politica economica e finanziaria nell'area del Mediterraneo, nel 1995 a Barcellona si è svolta per la prima volta una conferenza di tutti i Ministri degli affari esteri dei quindici Paesi membri dell'Unione europea e di dodici Paesi del sud e dell'est del Mediterraneo (Algeria, Tunisia, Marocco, Egitto, Israele, Giordania, Autorità nazionale palestinese, Libano, Siria, Turchia, Cipro e Malta);
in tale occasione, dando seguito agli orientamenti già definiti dai Consigli europei di Lisbona (giugno 1992), Corfù (giugno 1994) ed Essen (dicembre 1994), nonché alle proposte formulate dalla Commissione europea, è stato dato avvio - con la Dichiarazione di Barcellona - a quello che va sotto il nome di «processo di Barcellona», ovvero il progetto di partenariato euromediterraneo (o euromed), finalizzato alla creazione di un'area di pace, stabilità e prosperità tra i Paesi europei e quelli del sud del Mediterraneo, attraverso il rafforzamento del dialogo politico e culturale, la cooperazione economica e finanziaria, nonché la progressiva integrazione dei mercati;
in particolare, furono definiti tre assi principali su cui articolare la nuova politica euromediterranea:
a) il partenariato politico e di sicurezza, che mira a realizzare uno spazio comune di pace e stabilità, attraverso l'implementazione di azioni volte a garantire la sicurezza ed il rispetto dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto;
b) il partenariato economico e finanziario, che intendeva promuovere la creazione di un'area di prosperità condivisa, in primis attraverso la creazione di una zona di libero scambio tra l'Unione europea ed i Paesi partner mediterranei (Ppm) firmatari della Dichiarazione di Barcellona, entro il 2010;
c) il partenariato sociale, culturale ed umano, volto a sviluppare le risorse umane, favorire la comprensione tra culture e gli scambi tra società civili;
da precisare che il partenariato euromed è stato pensato per svilupparsi su due direttrici: da una parte una dimensione bilaterale che attiene ai rapporti tra tra l'Unione europea ed i Paesi partner mediterranei, dall'altra su una dimensione regionale finalizzata a promuovere l'integrazione tra tutti i 35 partner; inoltre, è stata attribuita particolare importanza alla cooperazione «sud-sud» tra i Paesi mediterranei;
l'evoluzione del processo di Barcellona è monitorata da periodiche conferenze euromediterranee, cui partecipano i Ministri degli affari esteri dei Paesi coinvolti nel partenariato euromed;
nel 2005, sempre a Barcellona - in occasione del decimo anniversario dalla Dichiarazione omonima - si sono riuniti per la prima volta i Capi di Stato e di Governo dei 35 Paesi coinvolti, varando un programma di lavoro quinquennale, in cui si è ribadito l'impegno a raggiungere i seguenti obiettivi ritenuti prioritari: promuovere la democrazia e il rispetto dei diritti umani; creare e sviluppare opportunità economiche e contribuire alla creazione di posti di lavoro, attraverso il completamento della zona di libero scambio entro il 2010; estendere il libero scambio all'agricoltura e ai servizi; fronteggiare il problema dell'immigrazione; rendere accessibile a tutti l'istruzione di base e collaborare con i Paesi partner per migliorare la qualità dell'istruzione;
quanto sia importante lo sviluppo di una politica mediterranea, in particolare per regioni del Sud Italia, è ben presente nelle linee strategiche del Governo: in quest'ottica appare fondamentale la creazione ed il sostegno di una rete finanziaria adeguata a sostenere tale sviluppo;
il processo di integrazione sud-sud è uno degli assi portanti del processo di Barcellona, una tappa necessaria per una piena integrazione tra i mercati dei Paesi europei e di quelli mediterranei; da questa possibile integrazione dipende tanto la crescita dei singoli Paesi partner, quanto l'effettivo ampliamento delle opportunità di business per le imprese europee che si insediano nell'area. In questo quadro appare coerente e strategica la decisione di istituire la Banca del Sud;
è fondamentale ricordare che la Banca europea per gli investimenti (BEI), in qualità di istituzione finanziaria dell'Unione europea che ha il compito di attuare le politiche volte a rafforzare l'integrazione economica dei Paesi membri, svolge un ruolo chiave nel finanziamento delle iniziative che promuovono lo sviluppo dei Paesi mediterranei, nell'ambito degli obiettivi fissati dalla Dichiarazione di Barcellona;
l'attività di finanziamento della Banca europea per gli investimenti (BEI) è svolta sia su mandato della Commissione europea, a valere su risorse comunitarie (fondi Meda e, precedentemente all'istituzione del programma, sulla base di specifiche convenzioni con l'Unione europea), sia a valere sui fondi propri della Banca che provengono dalla sua attività di raccolta e dai proventi collegati al lending;
complessivamente, tra il 1974 ed il 2004, la Banca europea per gli investimenti (BEI) ha finanziato progetti di investimento nei Paesi partner mediterranei per circa 15 miliardi di euro, di cui oltre 8 miliardi di finanziamenti solo tra il 2000 ed il 2004;
il Consiglio di Barcellona del marzo 2002, al fine di potenziare gli interventi della Banca europea per gli investimenti (BEI) nel Mediterraneo, ha deciso di creare la Facility for Euromediterranean investment and partnership (FEMIP);
il Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP) interviene attraverso una molteplicità di strumenti finanziari di cui possono beneficiare sia soggetti pubblici che privati: prestiti a medio-lungo termine per grandi progetti, operazioni di finanza strutturata, prestiti globali concessi ad intermediari finanziari, operazioni di equity e quasi-equity, garanzie, fondi di assistenza tecnica;
la possibilità di costituire una banca di sviluppo dedicata esclusivamente ai Paesi mediterranei era stata considerata favorevolmente dalla Commissione europea già nel 2002, quando si era ipotizzata la costituzione di un'affiliata alla Banca europea per gli investimenti (BEI), che avrebbe dovuto incorporarne le attività nell'area;
si decise, però, in un primo momento, di optare per una soluzione differente, attraverso appunto la creazione del Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP), rinviando la decisione di costituzione di un organismo ad hoc ad un secondo momento, sulla base dei risultati conseguiti dalla Banca europea per gli investimenti (BEI) con il nuovo strumento;
su queste premesse circa la possibilità di arrivare alla creazione di una Banca euromediterranea, il Ministro Tremonti già nel 2003 si era espresso favorevolmente, sempre nel rispetto di un quadro di scelte condivise con gli altri partner europei;
una delle principali ragioni che sostiene la creazione di un soggetto distinto rispetto alla Banca europea per gli investimenti (BEI) per le attività di finanziamento nei Paesi del Mediterraneo è certamente quello di ottenere un più efficace ed incisivo supporto al settore privato, nevralgico per il raggiungimento dello scopo;
è fondamentale, però, che tale eventuale decisione avvenga nel pieno rispetto ed in assoluto coordinamento con gli altri partner europei, che sia, cioè, il risultato tangibile di una politica comune, nella quale ogni singolo Stato si possa riconoscere pienamente e sentirsi pienamente responsabilizzato e coinvolto. L'iniziativa del singolo Stato, anche in materia di politica comune mediterranea, deve essere vincolata alla necessità di una scelta condivisa da parte dell'Unione europea nel suo complesso. In questo senso appare evidente l'importanza storica dell'accordo raggiunto in questi giorni relativo all'impegno dell'intera Unione europea nei confronti della crisi della Grecia: un atto politico comune che ha dato il senso di una politica europea sempre più forte e che fa dell'Unione europea una realtà più di quanto non sia finora riuscita ad essere,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di verificare, nella riunione dell'Ecofin del 18 maggio 2010, la possibilità di pervenire ad un accordo, con gli altri partner europei, che possa definire tempi e modi per l'eventuale trasformazione del Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP) nella Banca euromediterranea e, atteso il ruolo strategico dell'Italia nell'area mediterranea, a sostenere che la sede di tale nuovo istituto sia localizzata nel nostro Paese.
(1-00364)
«Bernardo, Gianfranco Conte, Baldelli, Marinello, Iannaccone, Milo, Germanà, Pagano, Commercio, Latteri».

La Camera,
premesso che:
la Carta costituzionale sancisce che «la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale» (articolo 2), che «l'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute» (articolo 10) e che «promuove e favorisce le organizzazioni internazionali» rivolte alla pace e alla giustizia tra le Nazioni (articolo 11);
la legge 26 febbraio 1987, n. 49, stabilisce che la cooperazione allo sviluppo è parte integrante della politica estera dell'Italia e persegue obiettivi di solidarietà tra i popoli e di piena realizzazione dei diritti fondamentali dell'uomo. L'attività di cooperazione allo sviluppo è finanziata a titolo gratuito e con crediti a condizioni particolarmente agevolate. Essa può essere svolta sul piano bilaterale, multilaterale e multibilaterale; l'orizzonte di un pieno sviluppo dei rapporti commerciali ed economici tra i paesi che fanno riferimento al bacino euromediterraneo rappresenta una grande potenzialità per la crescita dell'Italia e, in particolare, per lo sviluppo delle sue zone deboli, che vedono in questa prospettiva non solo un'opportunità di crescita in chiave di base logistica, ma anche e soprattutto di vera e propria integrazione economica;
in occasione del vertice per il Mediterraneo svoltosi a Parigi il 13 luglio 2008, i 48 Capi di Stato e di Governo partecipanti hanno riconosciuto l'Assemblea parlamentare euromediterranea (APEM) come organo legittimo dell'Unione per il Mediterraneo, riconoscendone il diritto di proporre progetti nel quadro della stessa Unione come in ogni sistema politico democratico e rappresentativo, in modo che l'Unione sia responsabile dinanzi a un'assemblea legittimamente eletta;
la dichiarazione comune del vertice di Parigi del 13 luglio 2008 ha sottolineato che i Capi di Stato e di Governo appoggiano senza riserve il potenziamento del ruolo di tale Assemblea nei suoi rapporti con i partners mediterranei;
nella stessa circostanza le autorità degli Stati hanno, altresì, esortato la presidenza dell'Unione e la sua segreteria generale ad adoperarsi a sostegno della proposta di trasformare il Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP), braccio finanziario della Banca europea per gli investimenti (BEI), in un nuovo istituto di credito incaricato di finanziare progetti tesi allo sviluppo e alla convergenza dell'area euromediterranea;
il 13 e 14 marzo 2010 l'Assemblea si è riunita per la sesta volta in sessione plenaria per aprire un dibattito sulla possibilità di trasformare il Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP), braccio finanziario della Banca europea per gli investimenti (BEI), in un nuovo istituto, la Banca euromediterranea per lo sviluppo, progetto al quale i firmatari del presente atto di indirizzo aderiscono pienamente;
la discussione è stata avviata dopo una serie di raccomandazioni e di risoluzioni approvate dall'Assemblea parlamentare euromediterranea (APEM), che richiamano con forza la necessità di pervenire nel più breve tempo possibile a una nuova ed efficace realtà economico-finanziaria, in grado di incentivare gli investimenti e lo sviluppo nell'area euromediterranea;
i firmatari del presente atto di indirizzo fanno propria la proposta di istituire tale istituto. Si rende indispensabile un nuovo soggetto chiamato a stimolare la crescita e la redistribuzione economica, attraverso piani di stimolo orientati, in particolare, al settore privato nelle zone deboli e sottoutilizzate dell'area euromediterranea;
a tal fine va rilevata l'urgenza di implementare subito nuovi e più efficaci strumenti ispirati ai princìpi di flessibilità, agilità e semplificazione delle norme e delle procedure di finanziamento. Una strada obbligata, se si vuole arginare e combattere in maniera fattiva e duratura il fenomeno della disoccupazione e il conseguente dramma dell'emigrazione clandestina tra paesi;
l'esigenza di istituire un nuovo e più efficiente strumento finanziario è evidenziata dai dati relativi al funzionamento del Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP). Nell'arco degli ultimi sei anni, infatti, il Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP) è riuscito a finanziare appena 125 progetti, una media di 20 l'anno. Una mole che avrebbe potuto e avrebbe dovuto essere smaltita in un solo anno;
appare del tutto evidente ai firmatari del presente atto di indirizzo che il Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP) non riesce a fornire risposte concrete e tempestive ai crescenti bisogni delle realtà produttive operanti nella regione euromediterranea;
il gruppo tecnico incaricato della supervisione della trasformazione del Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP) in Banca euromediterranea, istituito presso il Parlamento euromediterraneo e formato da parlamentari di Tunisia, Giordania, Italia e Parlamento europeo, ha sottolineato che il nuovo istituto non dovrà essere indipendente, ma inserito come filiale nel contesto della Banca europea per gli investimenti (BEI), che deterrà il 51 per cento del suo capitale. I paesi delle sponde nord e sud del Mediterraneo concorreranno a coprire in misura paritaria il restante 49 per cento;
tale strategia, pienamente condivisibile a parere dei firmatari del presente atto di indirizzo, conferisce al progetto concretezza e prestigio istituzionale dal momento che la Banca europea per gli investimenti (BEI) gode di un notevole peso e della più alta credibilità nell'ambito del sistema finanziario mondiale. Va inoltre ricordato che la Banca europea per gli investimenti (BEI) ha già patrocinato la creazione di diverse istituzioni finanziarie nello scenario internazionale, tra cui in particolare la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) nei paesi dell'Europa orientale;
il Parlamento europeo ha espresso più volte il sostegno a tale progetto attraverso l'approvazione di una serie di risoluzioni, quali: la risoluzione 15 marzo 2007 riguardo ai rapporti euromediterranei, che invita i paesi membri dell'Unione europea e i loro partners mediterranei a effettuare gli studi necessari alla trasformazione del Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP) in Banca euromediterranea di sviluppo; la risoluzione 5 giugno 2008 in cui si sottolinea che l'Assemblea parlamentare euromediterranea (APEM), in quanto istanza parlamentare consultiva dell'UPM, ha facoltà di presentare proposte e procedere alla valutazione dei progetti da attuare nell'ambito dell'Unione; la risoluzione 19 febbraio 2009 che ribadisce l'appoggio dato alla trasformazione del Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP) in Banca euromediterranea di sviluppo, allo scopo di fornire le risorse occorrenti a finanziare i grandi progetti approvati dall'Unione per il Mediterraneo, tale strumento deve in particolare avere tra i suoi obiettivi principali la realizzazione di grandi progetti pubblici o privati per lo sviluppo dell'area mediterranea e la concessione del credito alle medie e piccole imprese che operano nello stesso bacino in una logica di una collaborazione e sinergia culturale;
il dialogo con i paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente è uno dei cardini della politica estera italiana. La sfida del processo d'integrazione euromediterranea riveste una valenza strategica preziosa per tutta la nazione. Lo Stato italiano deve adoperarsi attivamente per consolidare il suo ruolo nello scenario euromediterraneo, sia per promuovere e stimolare lo sviluppo e la crescita dei suoi territori, e in particolare di quelli deboli del Mezzogiorno, sia per rafforzare il proprio ruolo nelle dinamiche di concertazione e cooperazione con gli altri Stati europei attivi sul fronte mediterraneo. Anche per queste ragioni, a parere dei firmatari del presente atto di indirizzo, l'Italia deve battersi per ottenere sul suo territorio la sede centrale della Banca euromediterranea per lo sviluppo,

impegna il Governo:

ad attivarsi per assicurare il necessario supporto politico finalizzato alla trasformazione del Fondo euromediterraneo d'investimento e partenariato (FEMIP) nella Banca euromediterranea, così come descritta in premessa, a partire dalla riunione dell'ECOFIN del prossimo 18 maggio e del vertice dei Capi di Stato che si terrà a Barcellona il prossimo giugno, ad assumere ogni utile iniziativa affinché la sede centrale di tale istituto sia istituita in Italia, e in particolare in una grande città del Mezzogiorno;
ad adottare ogni iniziativa di coordinamento e di intesa tra gli Stati membri della Comunità alla luce degli accordi avvenuti nei giorni scorsi per stabilizzare l'euro e dare una prospettiva di crescita europea potendo usare anche lo strumento della Banca euromediterranea a questo fine.
(1-00365)
«D'Antoni, Bernardo, Messina, Stefani, Occhiuto, Commercio, Iannaccone, Vico, Mazzarella, Cimadoro, Piffari, Malgieri, Servodio, Iannuzzi, Baldelli, Germanà, Pagano, Martino, Gozi, Conte, Marinello, Milo, Latteri, Donadi, Borghesi, Evangelisti, Di Pietro, Barbato, Cambursano, Di Giuseppe, Di Stanislao, Favia, Aniello Formisano, Mura, Leoluca Orlando, Paladini, Palagiano, Palomba, Porcino, Razzi, Rota, Scilipoti, Zazzera, Monai».

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Chiarimenti in ordine agli effetti della cosiddetta «pillola dei cinque giorni dopo» - 3-01058

CAPITANIO SANTOLINI, BUTTIGLIONE, VIETTI, VOLONTÈ, BINETTI, NUNZIO FRANCESCO TESTA, DE POLI, DRAGO, CICCANTI, COMPAGNON, NARO, MEREU, RAO, LIBÈ, GALLETTI, OCCHIUTO e ENZO CARRA. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
dal 15 maggio 2009 è stata autorizzata la commercializzazione in tutta l'Unione europea del farmaco EllaOne, prodotto dalla compagnia farmaceutica Laboratoire Hra Pharma e registrato nella categoria dei «contraccettivi di emergenza», cioè in quell'insieme di metodi che possono essere utilizzati nei giorni immediatamente successivi a un rapporto non protetto per prevenire una gravidanza indesiderata;
il farmaco è stato chiamato dai media la «pillola dei cinque giorni dopo», poiché è efficace nei cinque giorni successivi a quelli del rapporto sessuale non protetto;
nella relazione pubblica di valutazione europea redatta dall'Emea (European medicine agency), EMEA/H/C/1027, il farmaco viene espressamente controindicato in caso di gravidanza già in atto;
l'analogo prodotto rubricato come «contraccezione di emergenza» già in commercio in Italia (la cosiddetta pillola del giorno dopo, efficace entro 72 ore dal rapporto non protetto), se assunto in gravidanza non ha controindicazioni, ma è dichiarato solamente non efficace;
il principio attivo di EllaOne è descritto agire «da modulatore del recettore del progesterone»;
sarebbe opportuno chiarire in anticipo rispetto alla commercializzazione e senza dubbi le differenze tra i due prodotti («pillola del giorno dopo» e «pillola dei cinque giorni») ed i rispettivi meccanismi di azione -:
se sia possibile escludere con certezza che il farmaco EllaOne agisca dopo il concepimento. (3-01058)

Iniziative per la previsione di un meccanismo di rivalutazione automatica dell'indennizzo del danno biologico derivante da infortuni sul lavoro e malattie professionali - 3-01059

REGUZZONI, DAL LAGO, LUCIANO DUSSIN, FOGLIATO, LUSSANA, ALESSANDRI, ALLASIA, BITONCI, BONINO, BRAGANTINI, BRIGANDÌ, BUONANNO, CALLEGARI, CAPARINI, CAVALLOTTO, CHIAPPORI, COMAROLI, CONSIGLIO, COTA, CROSIO, D'AMICO, DESIDERATI, DOZZO, GUIDO DUSSIN, FAVA, FEDRIGA, FOLLEGOT, FORCOLIN, FUGATTI, GIBELLI, GIDONI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, LANZARIN, LAURA MOLTENI, NICOLA MOLTENI, MONTAGNOLI, MUNERATO, NEGRO, PAOLINI, PASTORE, PINI, PIROVANO, POLLEDRI, RAINIERI, RIVOLTA, RIXI, RONDINI, SIMONETTI, STEFANI, STUCCHI, TOGNI, TORAZZI, VANALLI e VOLPI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
in base al decreto legislativo 23 febbraio 2000, n. 38, le prestazioni relative al danno biologico nell'ambito dell'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali sono previste come risarcimento per la lesione all'integrità psicofisica, indipendentemente dalla riduzione o meno della capacità lavorativa, e prevedono una soglia del 16 per cento del grado di menomazione indennizzabile in rendita e del 15 per cento del grado di menomazione indennizzabile in capitale;
mentre l'articolo 11 del citato decreto legislativo n. 38 del 2000 prevede la rivalutazione automatica della sola quota di rendita, il successivo articolo 13, al comma 3, dispone che gli adeguamenti della tabella dell'indennizzo del danno biologico avvengano con decreto del Ministro interrogato, su delibera del consiglio di amministrazione dell'Inail;
la mancata previsione di un adeguamento automatico degli indennizzi, unitamente alla mancata emanazione dei decreti di adeguamento, hanno, di fatto, determinato la cristallizzazione degli importi delle prestazioni ai valori del 2000 - secondo la tabella delle menomazioni allegata al decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale del 12 luglio 2000, adottata sulla base di una delibera dell'Inail del 23 marzo 2000, calcolata sui dati congiunturali del 1999 - con conseguente progressiva diminuzione del livello di tutela e di assistenza dei lavoratori;
molti infortunati sul lavoro si ritrovano oggigiorno con menomazioni che impediscono il normale svolgimento di atti quotidiani, oltre che l'espletamento della propria attività lavorativa, compensati da una rendita di circa 350-400 euro;
nel giugno 2009 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto con il quale si attribuiva un aumento dell'8,68 per cento a titolo di recupero delle quote Inail per danno biologico e degli indennizzi in capitale;
il predetto decreto è stato emanato in attesa dell'introduzione di un meccanismo di rivalutazione automatica del danno biologico -:
se non convenga sull'opportunità di accelerare, anche con provvedimenti di propria competenza, la previsione di un meccanismo di rivalutazione automatica degli importi indicati nella «tabella indennizzo danno biologico», in analogia a quanto avviene in altri settori dell'ordinamento per la stessa tipologia di danno, garantendo al contempo un ancor maggiore rigore nelle verifiche concernenti le malattie professionali, al fine di evitare un utilizzo distorto della tutela assicurativa a scapito di coloro che realmente ne hanno diritto.(3-01059)

Chiarimenti in merito alle linee guida e al regolamento relativo all'accordo di integrazione degli immigrati - 3-01060

BALDELLI e ANTONINO FOTI - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'incremento dei flussi migratori verso l'Italia sta incidendo in profondità sull'assetto socioeconomico del nostro Paese;
è urgente definire un'organica strategia politica e adottare efficaci strumenti amministrativi di fronte a tale rilevante fenomeno migratorio;
il Governo ha già adottato nel corso dell'ultimo biennio alcuni interventi legislativi ad integrazione della cosiddetta legge Bossi-Fini;
è necessario promuovere politiche di integrazione come passo necessario e complementare alle politiche di tutela della sicurezza sociale e difesa del principio di legalità;
il Ministro interrogato ha dichiarato a mezzo stampa che è imminente l'emanazione delle linee guida per l'integrazione e del regolamento inerente l'accordo di integrazione -:
quali siano i criteri costitutivi, i contenuti, le modalità e la tempistica di conclusione delle linee guida di integrazione e dell'accordo di integrazione, finalizzati alla promozione dell'integrazione nella sicurezza delle persone immigrate.
(3-01060)

Iniziative per la trasparenza nel settore degli appalti e per impedire l'ingerenza della criminalità organizzata nella realizzazione di impianti di energia eolica - 3-01061

PALOMBA, MESSINA, LEOLUCA ORLANDO, SCILIPOTI, ZAZZERA e BORGHESI - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
gli organi di stampa hanno riferito con grande rilievo di un'inchiesta della procura di Roma su un presunto comitato d'affari che avrebbe gestito alcuni appalti in maniera illecita;
risulta che le indagini sarebbero concentrate sul Credito cooperativo fiorentino e coinvolgerebbero uno dei coordinatori del partito del Popolo della libertà, che risulta iscritto nel registro degli indagati per il reato di corruzione;
nel registro degli indagati, sempre per il reato di corruzione, risultano iscritti anche l'imprenditore Flavio Carboni, il direttore dell'Arpa Sardegna Ignazio Farris e il consigliere provinciale di Iglesias Pinello Cossu;
sempre da notizie di stampa risulta che gli accertamenti su quello che si ritiene essere stato un giro di appoggi e di promesse per favorire alcuni imprenditori siano stati avviati nel 2008, nel quadro di un'altra indagine avviata dalla direzione distrettuale antimafia;
al centro dell'indagine risultano, soprattutto, gli appalti per l'energia eolica in Sardegna e in altre regioni d'Italia;
anche la procura della Repubblica di Cagliari ha aperto un'inchiesta sulle energie rinnovabili e il precedente presidente della regione Sardegna ha più volte denunciato infiltrazioni mafiose nel business dell'eolico;
in Italia sta iniziando un processo di diversificazione e di trasformazione nella produzione energetica ecocompatibile, che vede la crescita esponenziale di impianti ad energia pulita, sia pure partendo da una situazione di inizio fortemente limitata. Dalle ultime statistiche pubblicate da Legambiente nel nostro Paese si registra una notevole crescita di impianti di energia rinnovabile;
ma recentemente vi sono state notizie di preoccupanti interferenze speculative sul nuovo mercato dell'eolico, che fanno vedere infiltrazioni della criminalità organizzata che ha allungato i suoi tentacoli in diversi territori. A parte l'inchiesta che riguarda la Sardegna, il 17 febbraio 2009, nell'ambito delle indagini su dinamiche politiche e imprenditoriali relative alla realizzazione di parchi eolici in Sicilia, i militari del nucleo investigativo del comando dei carabinieri della provincia di Trapani e gli agenti di polizia della squadra mobile, su richiesta della procura antimafia, hanno eseguito 8 ordinanze di custodia cautelare;
il comunicato stampa sull'operazione antimafia «Eolo», pubblicato dalla questura di Trapani, sezione criminalità organizzata, ha registrato fra gli arrestati: Agate Giovan Battista, pluripregiudicato mafioso, Campana Baldassare, responsabile dello sportello unico attività produttive del comune di Mazara del Vallo, Cuttone Antonio, imprenditore e consigliere comunale (Forza Italia), Franzinelli Luigi, imprenditore, Martino Vito, imprenditore, già assessore e consigliere comunale (Forza Italia), Sucameli Giuseppe, architetto del comune di Mazara del Vallo e in atto detenuto per associazione mafiosa;
le accuse sono state di reato di associazione di tipo mafioso «per aver consentito all'associazione mafiosa denominata Cosa nostra, e in particolare alla famiglia mafiosa di Mazara del Vallo, il controllo di attività economiche, di autorizzazioni, di appalti e di servizi pubblici nel settore della produzione di energia elettrica mediante impianti eolici, nonché allo scambio di voti politico-mafioso» e «concorso nella rivelazione di notizie di ufficio segretate, concernenti lo schema di convenzione per la realizzazione di un parco eolico a cura della società Enerpro;
carabinieri e polizia hanno reso noto di «aver appurato che l'attività criminosa posta in essere da imprenditori e politici abbia avuto un imprimatur mafioso che ha orientato modalità e obiettivi dell'attività delittuosa allo scopo di controllare occultamente l'intero comparto produttivo nel territorio, anche mediante l'affidamento dei lavori necessari per la realizzazione degli impianti eolici (...) per un affare di centinaia di milioni di euro, ai quali si erano aggiunti, per la stessa entità, gli ingenti finanziamenti regionali di cui le imprese in argomento avevano in ultimo beneficiato»;
esponenti di Cosa nostra avrebbero avuto un ruolo determinante nella strategia delittuosa, controllando e gestendo concessioni, appalti e autorizzazioni nel settore degli impianti eolici;
nell'ambito di una gara per l'autorizzazione a realizzare parchi eolici nel comune di Mazara del Vallo, Luigi Tamburello avrebbe prescelto la società Sud Wind s.r.l., perché la più adatta a perseguire gli scopi dell'organizzazione mafiosa;
in cambio di soldi, il consigliere comunale di Forza Italia Vito Martino sul piano politico avrebbe favorito la società Sud Wind s.r.l. nell'assegnazione della convenzione per la costruzione del parco eolico, mentre Saladino avrebbe illecitamente carpito l'offerta della società concorrente Enerpro per modificare e rendere più competitiva la proposta della Sud Wind s.r.l.;
socio della Sud Wind s.r.l. è l'imprenditore Luigi Franzinelli e l'impresa, inoltre, sarebbe appoggiata anche dal mafioso Giovan Battista Agate;
Luigi Franzinelli è collegato a diverse società, come la Eolo Lazio srl, la Eolo Murge srl, Esseolica srl, Gioia tower corporation srl, Sardeolica srl e altre ancora;
l'identificazione delle persone e delle società coinvolte nell'inchiesta siciliana ha, inoltre, evidenziato preoccupanti legami con la realizzazione di impianti eolici anche nel territorio pugliese;
il comune pugliese di Minervino Murge, peraltro, in quest'ultimo anno sembra essersi distinto per l'incredibile incremento delle strutture energetiche eoliche (si posiziona come secondo nella classifica dei primi 100 comuni dell'eolico);
una delle persone coinvolte nel processo penale che si avvierà nel 2010 dinanzi al tribunale di Canosa di Puglia per la costruzione di strutture eoliche abusive nel comune di Minervino Murge e di una cabina-sottostazione nel comune di Spinazzola è indagato nell'operazione siciliana «Eolo», nonché titolare della Murgiaeolica s.r.l.;
dalle sopra citate indagini emergerebbe l'interesse della criminalità organizzata nel trasformare la realizzazione delle centrali eoliche, finanziate con ingenti investimenti pubblici, in un colossale business, attraverso joint venture tra imprenditoria, cosche e politici, attraverso il quale le diverse mafie economiche estendono le proprie ramificazioni in vari territori, incuranti anche della devastazione e della depredazione dell'ambiente che impianti dettati solo dalla becera speculazione producono -:
quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare al fine di assicurare maggiore trasparenza nel settore degli appalti ed impedire che in Sardegna, come anche in Puglia ed in Sicilia, si verifichi l'ingerenza della criminalità organizzata nella realizzazione di impianti di energia eolica.
(3-01061)

Elementi in merito alla vicenda del ferimento del giovane Stefano Gugliotta da parte di alcuni agenti di polizia - 3-01062

FIANO, AMICI, MARAN, BRESSA, MINNITI, BORDO, D'ANTONA, FERRARI, FONTANELLI, GIOVANELLI, LO MORO, NACCARATO, POLLASTRINI, VASSALLO, ZACCARIA, GIACHETTI, QUARTIANI, ARGENTIN, POMPILI e META. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
un video e diverse testimonianze hanno reso pubblico un episodio di violenza che vede protagonisti agenti di polizia in azione contro persone inermi;
nel filmato, drammaticamente inquietante, diffuso dalla trasmissione «Chi l'ha visto?» e dal Tg3 si vede il ragazzo, Stefano Gugliotta, colpito a freddo da agenti di polizia in tenuta antisommossa, in una zona nei pressi dello stadio Olimpico a Roma;
i genitori del ragazzo testimoniano che lo stesso era appena uscito di casa ed infatti l'azione si svolge a pochi metri dal portone della sua abitazione;
l'audio del filmato rende poi ancora più drammatica la descrizione dell'evento, nel quale appare il ragazzo indifeso e disarmato in sella ad un motorino mentre viene colpito dagli agenti senza alcun evidente motivo e mentre si ascoltano le voci dei testimoni oculari che chiedono di fermare il pestaggio;
ancora i genitori del ragazzo riferiscono che lo stesso avrebbe riportato numerose ferite e verserebbe in condizioni psicologiche estremamente preoccupanti;
notizie di stampa riportano che il capo della polizia, al fine di far luce sulla vicenda, ha disposto una rigorosa attività ispettiva per verificare la correttezza del comportamento degli agenti;
l'esigenza di assicurare l'ordine pubblico non può mai autorizzare atti di violenza ripetuta nei confronti di fermati, ma, al contrario, dovrebbe portare all'adozione di tecniche di immobilizzo e prevenzione del pericolo per l'incolumità dei cittadini e degli agenti -:
pur nel rispetto degli accertamenti giudiziari in corso e al fine di scongiurare il ripetersi di eventi di tale gravità, quali siano i dati a disposizione del Governo circa lo svolgimento degli episodi legati al fermo, all'ipotesi di reato contestata e al ferimento del giovane Stefano Gugliotta, tenuto conto della diffusione delle immagini che ne ritraggono parte della dinamica e della conseguente preoccupazione e indignazione che hanno suscitato nell'opinione pubblica.(3-01062)

Compatibilità della riforma del federalismo fiscale con l'attuale situazione economico-finanziaria - 3-01063

NUCARA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
Moody's nel suo report sul rischio di contagio del debito degli Stati sovrani ha, forse, espresso una preoccupazione eccessiva nei confronti dell'Italia. A seguito delle proteste, ha quindi precisato che non era intenzione dell'agenzia di rating coinvolgere il nostro Paese in un giudizio negativo;
la successiva rettifica, tuttavia, non ha modificato il giudizio iniziale, dove, peraltro, era stato ben precisato che l'Italia si trovava in una posizione più solida rispetto agli altri Paesi considerati: Grecia, Spagna, Irlanda, Portogallo e Inghilterra. In questi casi, infatti, il rischio sistemico derivava dall'eccessiva esposizione dei relativi sistemi finanziari e dal forte indebitamento delle famiglie. In Italia, invece, il rischio di contagio poteva essere solo la conseguenza del mutato atteggiamento dei mercati nei confronti di tutte quelle economie che presentavano un eccesso di debito pubblico. Sta comunque il fatto che il rating - Aa2 - è stato confermato. Rispetto agli altri Paesi l'Italia si colloca, pertanto, nella terz'ultima posizione, seguita solo da Grecia - A3 - Irlanda - Aa1 - e Portogallo - Aa2. La differenza fondamentale sta nel fatto che la sua valutazione è stabile, mentre per le altre economie considerate, si attende una revisione al ribasso;
negli ultimi giorni lo spread tra i Btp e il bund tedesco ha mostrato forti oscillazioni. Venerdì 7 maggio 2010 era pari a 164 punti base per ridursi a 137 il giorno successivo, solo dopo il varo del piano europeo a difesa dell'euro: segno che i mercati scontano una fragilità complessiva dei nostri conti pubblici e chiedono, pertanto, un maggior premio per il rischio;
nel frattempo il Ministro interrogato annunciava una manovra di 25 miliardi di euro, per gli anni 2011 e 2012, al fine di rispettare le regole di Maastricht, inevitabilmente destinate - come mostra il caso della Spagna, della Grecia e del Portogallo - a divenire più stringenti;
nulla invece è immutato, nei propositi del Governo, per pervenire quanto prima alla riforma del federalismo fiscale, di cui è stato emanato il primo decreto legislativo per il trasferimento di parte del demanio agli enti locali «a titolo gratuito», facendo così venir meno un cespite importante dello Stato centrale, la cui valorizzazione e successiva dismissione a titolo oneroso avrebbe potuto contribuire a ridurre la dimensione del debito pubblico -:
cosa intenda fare il Governo per far conoscere al Parlamento il quadro contabile, all'interno del quale collocare la prevista riforma del "federalismo fiscale", e se lo stesso non intenda congelare qualsiasi eventuale provvedimento in attesa di una verifica puntuale dei relativi oneri, il tutto alla luce della grave crisi finanziaria in atto, i cui esiti finali, nonostante l'importante provvedimento assunto a livello europeo, sono tutt'altro che scontati. (3-01063)