XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di lunedì 5 luglio 2010

TESTO AGGIORNATO AL 13 LUGLIO 2010

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 5 luglio 2010.

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Berlusconi, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Brunetta, Buonfiglio, Carfagna, Casero, Cicchitto, Colucci, Cosentino, Cossiga, Crimi, Crosetto, D'Alema, D'Amico, Dal Lago, Fitto, Franceschini, Frattini, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Leone, Lupi, Mantini, Mantovano, Maroni, Martini, Meloni, Menia, Miccichè, Migliori, Leoluca Orlando, Picchi, Prestigiacomo, Ravetto, Reguzzoni, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Saglia, Stefani, Tremonti, Urso, Vegas, Vito.

Annunzio di proposte di legge.

In data 1o luglio 2010 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
VACCARO: «Introduzione dell'articolo 48-bis e modifica all'articolo 86 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, concernenti la formazione degli amministratori locali in materia di protezione civile e l'assicurazione per la copertura dei rischi ad essi derivanti dall'esercizio delle relative funzioni» (3595);
VACCARO: «Introduzione dell'articolo 77-bis del decreto legislativo 24 aprile 2006, n. 219, concernente la pubblicazione telematica dei fogli illustrativi dei medicinali» (3596);
BELCASTRO: «Modifica all'articolo 1 della legge 31 maggio 1965, n. 575, concernente l'estensione dell'applicabilità delle misure di prevenzione patrimoniali ai soggetti indiziati di taluni delitti contro la pubblica amministrazione» (3597);
IANNACCONE ed altri: «Delega al Governo per l'adozione di norme volte alla realizzazione di centri di ricerca e di impianti per la produzione di energia da fonti alternative o rinnovabili nelle regioni Calabria, Campania, Puglia e Sicilia» (3598);
GNECCHI ed altri: «Modifiche agli articoli 3 e 5 del decreto legislativo 2 agosto 2007, n. 145, in materia di pubblicità ingannevole realizzata mediante alterazione dell'apparenza fisica delle persone rappresentate» (3599).

In data 2 luglio 2010 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
NASTRI: «Introduzione degli articoli 186-bis, 186-ter e 186-quater del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, in materia di guida sotto l'influsso di bevande alcoliche» (3600);
DI PIETRO ed altri: «Disposizioni in materia di gestione dello spettro radioelettrico» (3601);
SCILIPOTI: «Disposizioni in materia di dispensazione dei medicinali» (3602);
VACCARO: «Modifiche all'articolo 51 della legge 23 luglio 2009, n. 99, concernenti l'introduzione di nuove modalità di rilevazione dei prezzi dei carburanti per autotrazione e di informazione dei consumatori» (3603).

Saranno stampate e distribuite.

Adesione di un deputato a una proposta di legge.

La proposta di legge CARLUCCI ed altri: «Istituzione della Giornata nazionale del bambino» (3181) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Scalera.

Modifica del titolo di una proposta di legge.

La proposta di legge n. 3494, d'iniziativa dei deputati DI PIETRO ed altri, ha assunto il seguente titolo: «Disposizioni per il potenziamento degli uffici giudiziari e l'assunzione di testimoni di giustizia nella pubblica amministrazione, nonché in materia di divieto di concessione di finanziamenti pubblici a soggetti condannati per taluni delitti».

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

I Commissione (Affari costituzionali):
BARBIERI ed altri: «Modifiche alla legge 13 febbraio 1953, n. 60, e altre disposizioni in materia di incompatibilità tra il mandato parlamentare e le cariche di sindaco e di componente della giunta comunale dei comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti, di presidente della provincia e di componente della giunta provinciale» (3439);
CASTIELLO ed altri: «Istituzione dell'Albo nazionale al merito dei donatori di sangue» (3470) Parere delle Commissioni II, V, XI e XII.

II Commissione (Giustizia):
CASSINELLI ed altri: «Modifica all'articolo 93 del codice di procedura civile, in materia di pagamento effettuato dal soccombente al difensore distrattario» (3434) Parere della I Commissione;
DI PIETRO ed altri: «Disposizioni per il potenziamento degli uffici giudiziari e l'assunzione di testimoni di giustizia nella pubblica amministrazione, nonché in materia di divieto di concessione di finanziamenti pubblici a soggetti condannati per taluni delitti» (3494) Parere delle Commissioni I, V, VI, X e XI.

VI Commissione (Finanze):
CAPARINI ed altri: «Abrogazione dei commi da 2 a 2-quinquies dell'articolo 12 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 471, in materia di sanzioni accessorie per la mancata emissione della ricevuta fiscale o dello scontrino fiscale» (3513) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, IX e X.

VII Commissione (Cultura):
ROSSA: «Istituzione della figura del professionista delle attività fisico-motorie e sportive e disciplina dell'esercizio dell'attività» (3386) Parere delle Commissioni I, V, XII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
CASSINELLI ed altri: «Disposizioni in materia di esecuzione e riproduzione dell'inno "Il Canto degli italiani"» (3438) Parere delle Commissioni I e V.

VIII Commissione (Ambiente):
REGUZZONI: «Abrogazione della legge 8 febbraio 2007, n. 9, in materia di interventi per la riduzione del disagio abitativo per particolari categorie sociali» (2999) Parere delle Commissioni I, II, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), X, XII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
TOTO: «Disposizioni in materia di competenze professionali dei geometri, dei geometri laureati, dei periti industriali con specializzazione in edilizia e dei periti industriali laureati nelle classi di laurea L-7, L-17, L-21 e L-23, nonché di pratica professionale e accesso all'albo dei geometri» (3493) Parere delle Commissioni I, II, V, VII, XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale), XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

XI Commissione (Lavoro):
DI BIAGIO ed altri: «Delega al Governo per l'istituzione dell'Ente nazionale di previdenza e assistenza dei liberi professionisti» (3522) Parere delle Commissioni I, II, V, X e XII.

XII Commissione (Affari sociali):
MIGLIOLI: «Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, in materia di utilizzo a fini terapeutici di farmaci contenenti derivati naturali e sintetici della «cannabis indica» (3512) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VII, X, XIII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e II (Giustizia):
LIVIA TURCO ed altri: «Introduzione degli articoli 603-bis, 603-ter e 629-bis del codice penale e altre disposizioni contro il grave sfruttamento dell'attività lavorativa, nonché disposizioni in materia di rinnovo del permesso di soggiorno per la ricerca di lavoro» (3527) Parere delle Commissioni V, X, XI, XII, XIII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Commissioni riunite III (Affari esteri) e VII (Cultura):
ANGELI: «Modifiche agli articoli 626, 636 e 637 del testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, in materia di ordinamento delle scuole italiane all'estero e di corsi per la formazione di personale locale al fine dell'abilitazione all'insegnamento della lingua italiana per le iniziative scolastiche e le attività di assistenza scolastica in favore dei lavoratori italiani e dei loro congiunti emigrati» (3424) Parere delle Commissioni I, V e XI.

Trasmissione dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 1o luglio 2010, ha dato comunicazione, ai sensi dell'articolo 8-ter del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 1998, n. 76, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri con cui è autorizzato l'utilizzo delle economie di spesa realizzate dalla chiesa di Sant'Antonio da Padova in Nardò, a valere sul contributo concesso nel 2007, per il miglioramento del consolidamento statico e strutturale della chiesa.
Tale comunicazione è trasmessa alla V Commissione (Bilancio) e alla VII Commissione (Cultura).

Trasmissione dal ministro del lavoro e delle politiche sociali.

Il ministro del lavoro e delle politiche sociali, con lettera in data 24 giugno 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 7, del decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252, e successive modificazioni, la relazione sull'attività della Commissione di vigilanza sui fondi pensione, relativa all'anno 2009 (doc. CXIX, n. 3).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla VI Commissione (Finanze) e alla XI Commissione (Lavoro).

Trasmissione dal ministro dell'economia e delle finanze.

Il ministro dell'economia e delle finanze, con lettera in data 30 giugno 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 2, comma 6, della legge 5 maggio 2009, n. 42, la relazione concernente il quadro generale di finanziamento degli enti territoriali e ipotesi di definizione su base quantitativa della struttura fondamentale dei rapporti finanziari tra lo Stato, le regioni, le province autonome di Trento e di Bolzano e gli enti locali, con l'indicazione delle possibili distribuzioni delle risorse (doc. XXVII, n. 22).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso, dal Presidente della Camera dei deputati, d'intesa con il Presidente del Senato della Repubblica, alla Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale. Esso è altresì trasmesso alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissione dal ministro dello salute.

Il ministro della salute, con lettera in data 1o luglio 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 15, comma 2, della legge 19 febbraio 2004, n. 40, la relazione sullo stato di attuazione della citata legge n. 40 del 2004, recante «Norme in materia di procreazione medicalmente assistita», relativa all'attività dell'anno 2008 dei centri di procreazione medicalmente assistita e all'anno 2009 per quanto concerne l'utilizzo dei finanziamenti (doc. CXLII, n. 3).

Questo documento - che sarà stampato - sarà trasmesso alla XII Commissione (Affari sociali).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

Il ministro per le politiche europee, con lettera in data 1o luglio 2010, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 3 e 19 della legge 4 febbraio 2005, n. 11, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.
Tali atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
Nell'ambito dei predetti documenti, il Governo ha richiamato l'attenzione sul documento n. 10511/10 - Proposta di direttiva del Consiglio recante applicazione del principio di parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla religione o le convinzioni personali, la disabilità, l'età o l'orientamento sessuale - Testo consolidato, che è assegnato in sede primaria alla I Commissione (Affari costituzionali).

La Commissione europea, in data 1o e 2 luglio 2010, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
Relazione della Commissione sull'applicazione, nel corso del 2009, del regolamento (CE) n. 1049/2001 relativo all'accesso del pubblico ai documenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione (COM(2010)351 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea);
Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio e alla Corte dei conti - Relazione annuale della Commissione sulla situazione e la gestione del Fondo di garanzia nel corso dell'esercizio 2009 (COM(2010)353 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
Relazione della Commissione sui lavori dei comitati nel 2009 (COM(2010)354 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

La proposta di regolamento (UE) n..../...del Parlamento europeo e del Consiglio del ...recante modifica del regolamento (CE) n. 2187/2005 del Consiglio per quanto riguarda il divieto di selezione qualitativa e le restrizioni applicabili alla pesca della passera pianuzza e del rombo chiodato praticata nel Mar Baltico, nei Belt e nell'Øresund (COM(2010)325 definitivo), già assegnata, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alla XIII Commissione (Agricoltura), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), in data 23 giugno 2010, è altresì assegnata alla medesima XIV Commissione ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica della conformità al principio di sussidiarietà, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 2 luglio 2010.

Annunzio di provvedimenti concernenti amministrazioni locali.

Il Ministero dell'interno, con lettere in data 30 giugno 2010, ha dato comunicazione, ai sensi dell'articolo 141, comma 6, del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, dei decreti del Presidente della Repubblica di scioglimento dei consigli comunali di Adelfia (Bari), Viadana (Mantova), San Martino d'Agri (Potenza), Ortezzano (Fermo), Castel San Vincenzo (Isernia) e Montescaglioso (Matera).

Questa documentazione è depositata presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B  al resoconto della seduta odierna.

Annunzio di risposte scritte ad interrogazioni.

Sono pervenute alla Presidenza dai competenti Ministeri risposte scritte ad interrogazioni. Sono pubblicate nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

ERRATA CORRIGE

Nell'Allegato A al resoconto della seduta del 29 giugno 2010, a pagina 3, seconda colonna, tredicesima riga, deve leggersi: «il pensionamento di vecchiaia nel settore privato» e non: «il pensionamento di vecchiaia» come stampato.

MOZIONI FRANCESCHINI ED ALTRI N. 1-00395, CASINI ED ALTRI N. 1-00402, DI STANISLAO ED ALTRI N. 1-00403, CICU ED ALTRI N. 1-00404 E LO MONTE ED ALTRI N. 1-00405 SULLE RISORSE DESTINATE AL SETTORE DELLA DIFESA

Mozioni

La Camera,
premesso che:
la crisi finanziaria internazionale ed esigenze di bilancio rendono necessario intervenire sulla spesa pubblica anche riconsiderando impegni programmati, e ciò alla luce della logica di tagli lineari del 10 per cento nelle assegnazioni previste per i Ministeri;
è opportuno dare seguito alle indicazioni del Consiglio supremo di difesa del 10 marzo 2010, secondo cui l'attuazione di una comune politica estera e di difesa e sicurezza nell'ambito dell'Unione europea costituisce obbiettivo vitale per gli Stati membri e per la crescita dell'Europa, al duplice scopo di concorrere alla costruzione di uno strumento politico-militare comune più efficace dal punto di vista operativo e più economico;
per quanto riguarda le spese per la difesa, risulta inaccettabile qualunque riduzione per tutto ciò che è necessario a garantire la sicurezza dei contingenti militari impiegati fuori area, in termini di mezzi, supporto logistico e addestramento;
i tagli lineari attuati con la manovra finanziaria di cui al decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, hanno già sottratto alle spese per l'esercizio un miliardo e mezzo di euro per il triennio, riducendo le risorse destinate alla funzione difesa nella misura dello 0,87 per cento del prodotto interno lordo, dato finanziario molto distante da quello previsto nelle principali nazioni europee, ed incidono pesantemente nei settori del reclutamento, dell'addestramento, della manutenzione dei mezzi operativi e delle infrastrutture e nel mantenimento a livello delle scorte, fino a mettere a rischio la funzionalità e l'efficienza dello strumento militare;
analoghe conseguenze negative si sono determinate nel settore del personale, dove il progetto di professionalizzazione delle Forze armate e l'indispensabile bilanciamento quantitativo tra le varie categorie hanno subito sostanziali rallentamenti, impedendo, tra l'altro, il transito di un'aliquota dei volontari in ferma determinata negli organici delle forze di polizia, come previsto all'atto del loro arruolamento;
il settore degli investimenti per l'acquisizione dei sistemi d'arma ha fruito delle risorse finanziarie relative alle programmazioni di lunga durata approvate dal Parlamento negli ultimi decenni, sulla base del modello di difesa definito nell'anno 2000, su 190.000 uomini, ed in ottemperanza agli impegni assunti dal Paese in ambito internazionale;
l'area industriale della difesa è stata drasticamente ridimensionata nelle sue capacità produttive, in particolare nei centri di manutenzione di secondo e terzo livello che oggi rappresentano autentiche realtà industriali abbandonate dallo Stato ad un lento declino;
non appare in alcun modo possibile, né realistico sostenere ulteriori riduzioni delle risorse da destinare alle spese per l'esercizio;
è iniziata in Parlamento la discussione sul nuovo modello di difesa, che dovrà necessariamente tenere conto dei radicali mutamenti intervenuti nello scenario geopolitico mondiale;
in tale quadro, ulteriori consistenti tagli lineari del bilancio della difesa comprometterebbero la funzionalità e l'efficienza dello strumento militare;
appare opportuno rimodulare la politica degli investimenti sui sistemi d'arma, coerentemente con le scelte relative al nuovo modello di difesa ed in linea con quanto sta avvenendo in altri Paesi europei e negli Stati Uniti;
nell'attuale situazione di dichiarata crisi finanziaria, la politica del competente Ministero della difesa appare, ai sottoscrittori del presente atto di indirizzo, sempre più improvvisata, oscillante, indeterminata e reticente nelle motivazioni delle decisioni in ordine alla sicurezza del personale, all'efficienza dello strumento militare nei diversi scenari d'impiego e agli stessi programmi d'investimento,

impegna il Governo:

a considerare, nella definizione dei tagli da apportare ai diversi Ministeri, le decisioni restrittive assunte nel recente passato nei confronti delle risorse relative all'esercizio ed al reclutamento per la funzione Difesa;
ad assicurare, con l'urgenza che la gravità della situazione impone, la propria disponibilità ad offrire il necessario apporto conoscitivo a sostegno della discussione sul nuovo modello di difesa, presso le Commissioni congiunte difesa di Camera e Senato;
a dare impulso a tutte le possibili sinergie a livello europeo, sia dal punto di vista delle politiche industriali che degli assetti operativi, al fine di accelerare la costruzione di uno strumento militare comune europeo;
a sostenere, con un'attiva partecipazione, lo sforzo internazionale per il disarmo, in primo luogo quello nucleare, la non proliferazione nucleare e il sostegno a misure di cooperazione e di fiducia anche nei settori convenzionali;
verificare l'utilità, le priorità, i tempi d'attuazione ed i costi di tutti i programmi d'armamento;
ad invertire la logica dei tagli lineari al bilancio della difesa attualmente previsti per programmare, invece, un criterio di tagli selettivi;
nel presupposto che non sia accettabile effettuare nuovi tagli sull'esercizio, a valutare, nell'ambito del suddetto nuovo modello di difesa, dell'auspicata integrazione degli strumenti di difesa europei, nonché del ruolo dell'Italia nell'ambito della comunità internazionale, quali investimenti sui programmi d'armamento mantenere, quali cancellare, sospendere o rinviare.
(1-00395)
«Franceschini, Rugghia, Fiano, Villecco Calipari, Garofani, Fioroni, Giacomelli, La Forgia, Laganà Fortugno, Migliavacca, Mogherini Rebesani, Recchia, Rosato, Sereni, Ventura, Maran, Brandolini, Farinone, Causi, Schirru, Touadi, Graziano, Rubinato, De Pasquale, Coscia, Castagnetti, Samperi, De Biasi, Marco Carra, Rossomando».
(23 giugno 2010)

La Camera,
premesso che:
le Forze armate della Repubblica rappresentano lo strumento fondamentale per assicurare la difesa della patria e garantire la sicurezza dei cittadini, nonché per sostenere gli impegni del nostro Paese in politica estera e fornire supporto alle organizzazioni internazionali impegnate nelle aree di crisi e nelle emergenze mondiali;
nel corso del Consiglio supremo di difesa del 10 marzo 2010, convocato per esaminare la situazione internazionale e per valutare la configurazione e l'articolazione dei contingenti militari nazionali impiegati nelle aree di crisi, è emersa l'esigenza di continuare a razionalizzare le spese, viste le perduranti ristrettezze di bilancio;
nel comunicato ufficiale emesso al termine del Consiglio supremo di difesa si è sottolineato come «l'impegno militare e di concorso allo sviluppo profuso dal nostro Paese nel quadro della Comunità Internazionale resta fondamentale e, pertanto, deve continuare ad essere sostenuto con adeguate risorse umane, economiche e materiali»;
l'impatto della manovra economica del 2008 ha prodotto una drastica riduzione delle risorse destinate alla difesa. Secondo il rapporto «L'Italia e la trasformazione dello scenario internazionale», presentato nel marzo 2010 dall'Istituto affari internazionali (Iai) e dall'Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi), la percentuale del prodotto interno lordo destinata dal Governo alla difesa si è progressivamente ridotta ben al di sotto dell'1 per cento, più bassa della media europea (1,42 per cento) e delle richieste della Nato (2 per cento);
il rapporto segnala che per la «funzione Difesa (spese per l'operatività delle Forze armate) aumenta ulteriormente (63,3 per cento) la parte dedicata al personale (+750 milioni, ma con l'esclusione di nuovi reclutamenti) a detrimento di investimenti (-560) ed delle spese di esercizio (-440)» e che «la mancanza di risorse e di spese di qualità allontana l'Italia dagli standard di interoperabilità, quindi di sicurezza, delle forze Nato e Ue», rischiando, in tal modo, di pregiudicare la pluriennale esperienza acquisita negli interventi in aree di crisi ed in situazioni di conflitto a bassa e media intensità;
il 12 marzo 2009, con il parere favorevole del Governo, è stata approvata la mozione 1-00093, che prevedeva l'impegno dell'Esecutivo:
a) ad adottare in tempi rapidi misure atte a salvaguardare la funzionalità e le capacità operative di intervento dello strumento militare, garantendo le peculiari caratteristiche delle Forze armate, finalizzandole, oggi ed in previsione delle future esigenze, ai compiti che esse svolgono nelle aree di crisi presenti nel mondo, nonché per la sicurezza e lo sviluppo del nostro Paese;
b) a rivedere e ad ottimizzare, coinvolgendo pienamente il Parlamento, il quadro normativo per l'impiego e la gestione delle Forze armate e del comparto difesa nel suo complesso, garantendone la capacità di corrispondere alle esigenze di difesa nazionale ed agli impegni internazionali, operando le necessarie scelte nei settori tecnico-amministrativo, del personale, della logistica e dell'organizzazione delle Forze armate sul territorio nazionale;
c) a rimodulare gli investimenti, secondo criteri e priorità strettamente fondati sia sui compiti effettivamente svolti oggi dallo strumento militare in questo periodo storico, sia su quelli, ad alta intensità, che un possibile deterioramento del quadro strategico potrà costringere ad affrontare, sulla base delle risorse realisticamente disponibili;
d) a destinare in via prioritaria le risorse disponibili e quelle eventualmente recuperate da altre aree ai settori del reclutamento e dell'addestramento, essenziali per il mantenimento delle capacità operative;
e) ad assicurare, nel tempo, stabilità e coerenza all'assegnazione delle risorse per il comparto difesa, quale presupposto di base per l'efficiente ed economica finalizzazione dei programmi di trasformazione e razionalizzazione delle Forze armate;
il taglio delle spese correnti, delle retribuzioni e dei fondi per l'addestramento dei reparti, la manutenzione e gestione di mezzi e infrastrutture rischia, infatti, di creare arsenali sofisticati senza risorse e personale addestrato per utilizzarli;
il nuovo modello di difesa non è ancora delineato e manca una pianificazione a lungo termine che mette a rischio le Forze armate italiane, le quali solo grazie ai fondi destinati per le missioni all'estero riescono a recuperare risorse extra bilancio,

impegna il Governo:

a procedere celermente all'assunzione delle iniziative conseguenti agli impegni contenuti nella sopra citata mozione approvata dall'Assemblea della Camera dei deputati il 12 marzo 2009;
a condizionare il varo del nuovo modello di difesa professionale alla verifica prioritaria della piena realizzazione di quello delineato dalle leggi n. 331 del 2000, n. 215 del 2001 e n. 226 del 2004 e alla definizione dei tagli da apportare al bilancio della difesa;
a predisporre un piano di investimenti nel settore della difesa selettivo e funzionale alle esigenze prioritarie delle nostre Forze armate, privilegiando i programmi di reclutamento e di addestramento del personale in linea con gli standard degli altri partner europei e Nato.
(1-00402)
«Casini, Cesa, Vietti, Bosi, Rao, Pisacane, Volontè, Compagnon, Ciccanti, Naro, Tassone, Galletti, Libè, Occhiuto».
(5 luglio 2010)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).

La Camera,
premesso che:
la difesa e il suo bilancio non riguardano certamente solo il settore ma l'intero Paese, che ovviamente non può fare a meno di disporre di una buona organizzazione e capacità di forza difensiva; ogni nazione, infatti, vi si deve rapportare in relazione al suo peso internazionale e alla sua importanza geografica e strategica;
è certamente vero che oggi, in un momento in cui si scopre che la crisi economica globale ci riguarda, è necessario razionalizzare la spesa pubblica, ma è necessario farlo con un lavoro serio, puntuale, che entri nel merito di ogni programma di spesa, che si assuma la responsabilità di scegliere le priorità;
intanto, il bilancio italiano per la difesa continua a contrarsi: nel 2010 sono previsti ulteriori tagli lineari riguardanti tutti i Ministeri, che però aggraveranno ulteriormente il già pesante squilibrio nella ripartizione dei finanziamenti determinatosi a causa dei precedenti tagli contenuti nel decreto-legge n. 112 del 2008; ciò prefigura una serie di interventi volti ad un'ulteriore riduzione delle già limitate risorse a disposizione, con rilevanti (e non positivi) riflessi sul processo di professionalizzazione delle Forze armate e sull'esercizio;
i tagli di bilancio delle spese per l'esercizio, infatti, oltre a compromettere la capacità operativa del nostro strumento militare, rischia di avere gravi conseguenze anche sulla stessa sicurezza del personale, mentre il Governo continua a non tenere conto che nel bilancio della difesa i consumi intermedi riguardano la manutenzione dei sistemi d'arma e l'addestramento, che invece dovrebbero essere considerati investimenti;
la nota aggiuntiva allo stato di previsione della spesa per il 2010, pubblicata dal Ministero della difesa, indica una spesa pari a 20,36 miliardi di euro, laddove, secondo la stima del gruppo sicurezza e difesa dell'Istituto affari italiani (Iai), le risorse effettivamente disponibili per la difesa nel 2010 sarebbero ancor più limitate e ammonterebbero a 17,6 miliardi;
il capitolo funzione difesa del bilancio del Ministero della difesa raccoglie tutti i costi relativi al funzionamento delle Forze armate, come l'addestramento, l'acquisizione e la manutenzione degli equipaggiamenti, ma soprattutto le spese per il personale, reparto che soffre del pesante squilibrio tra volontari di truppa da un lato e ufficiali e sottufficiali dall'altro. Questi ultimi, infatti, risultano in esubero rispetto alle reali esigenze (gli stessi vertici militari parlano di 40.000 marescialli in esubero, esattamente il numero di militari che prevede di tagliare, per fare un esempio, la Germania);
gli stanziamenti per la funzione difesa 2010 ammontano a 14.280 milioni di euro, in calo di 60 milioni di euro rispetto al 2009. Continua, quindi, il trend discendente cominciato nel 2008, quando per la funzione difesa erano stati stanziati 15,4 miliardi di euro;
come è noto, a questo valore vanno aggiunte le spese (stimate in 419 milioni di euro) per il personale dei carabinieri non impegnato nel campo della pubblica sicurezza, cioè i carabinieri in missione all'estero e quelli che svolgono funzioni di polizia militare;
calcolare quanto spenda realmente il nostro Paese per la difesa non è semplice, poiché, a seconda delle voci considerate e della metodologia utilizzata, le cifre potrebbero infatti variare, rendendone di difficile lettura il bilancio anche agli addetti ai lavori;
le variabili per giungere a un conteggio aggregato sono diverse: ad esempio, nel bilancio della difesa compaiono i carabinieri, che rappresentano la quarta forza armata, ma che comunque per una parte hanno compiti di polizia per i quali dipendono funzionalmente dal Ministero dell'interno; inoltre, non compaiono le spese per le missioni all'estero, che per il 90 per cento riguardano gli aspetti militari, né l'acquisizione di alcuni sistemi di arma pagati con i fondi del Ministero dello sviluppo economico;
il nostro Paese spende molto per la difesa ma abbiamo Forze armate comunque in condizioni precarie: uomini e donne senza più formazione e mezzi, senza carburante e pezzi di ricambio, con riduzioni degli investimenti in manutenzione e in addestramento (soprattutto per i contingenti che operano fuori area), fino a mettere in ginocchio settori importanti delle nostre Forze armate;
tra l'altro, nella nota aggiuntiva, con riferimento al capitolo riguardante l'esercizio (che tra il 2008 ed il 2009 aveva già subito un drastico taglio del 29 per cento ed ha sofferto un ulteriore decremento del 6,8 per cento, passando a 1.760 milioni di euro, laddove nel 2001 le spese per l'esercizio ammontavano a 3.570 milioni) si legge testualmente: «è possibile soddisfare, e non in modo adeguato, le esigenze nelle aree fondamentali della formazione e dell'addestramento (...) le restanti aree afferenti ad esempio il mantenimento e la manutenzione generale dei mezzi ed equipaggiamenti (...) permangono ed anzi accentuano la loro condizione di forte sottofinanziamento»; tutto ciò anche in considerazione del fatto che le Forze armate saranno sempre più intensamente impegnate in missioni internazionali e anche in operazioni di pubblica sicurezza, il che comporterà un aggravio di pressione sul personale e di usura degli equipaggiamenti;
sempre secondo l'Istituto affari italiani, la spesa per la difesa risulta, quindi, insoddisfacente, sia dal punto quantitativo che da quello qualitativo: si spende, cioè, poco e male, al punto che la stessa nota aggiuntiva paventa che ne possano essere compromesse le capacità operative delle Forze armate; si rischia in tal modo di sprecare risorse di non poco conto che non servono alla difesa del Paese, ma solo a favorire gli interessi dei vertici della lobby industrial-militare, mentre si fa morire la cooperazione allo sviluppo e il servizio civile, per fare qualche esempio;
il sistema attuale è, infatti, fortemente sponsorizzato dalla nostra industria bellica e dai vertici militari e prevede uno strumento militare composto da 190.000 uomini e donne volontari armati di tutto punto. Un modello che ha ovviamente fatto esplodere le spese militari e anche gli sprechi, con il risultato finale che le Forze armate «sono sempre più alla soglia di un'irreversibile inefficienza», per ammissione del precedente Ministro della difesa;
c'è da chiedersi, per esempio, quale impiego strategico si possa prevedere per il cacciabombardiere F35 con capacità di trasporto di ordigni nucleari, atteso che la «difesa del territorio» è già garantita dai famigerati Eurofighter, aerei con capacità aria-aria. Il Joint strike fighter (F35) è infatti ritenuto una sorta di pozzo di San Patrizio dallo statunitense Gao (Government accountability office), il corrispettivo della nostra Corte dei conti per gli Stati Uniti (capofila del progetto), che ne ha più volte denunciato i forti ritardi, il lievitare dei costi, ponendo più di un dubbio anche sulla buona riuscita del progetto stesso;
la stessa approvazione di nuovi acquisti - che per legge dovrebbe sempre passare al vaglio di una scelta parlamentare - è spesso fittiziamente presentata come proroga di decisioni precedentemente prese, anche nel caso in cui riguardi programmi del tutto differenti; è da tempo che il nostro Governo sulla necessaria e urgente ridefinizione del modello di difesa annuncia grandi cose, ma manca anche solo una proiezione di come nei prossimi dieci anni l'Italia intenderà approntare un proprio sistema di difesa e con quali strategie, sistema che dovrebbe essere ispirato a criteri coerenti, definiti e frutto di un'accurata analisi in ordine alla compatibilità delle risorse impiegate rispetto agli obiettivi da perseguire;
nonostante gli impegni assunti, non risulta ancora essere stata elaborata e presentata la relazione finale sulla proposta di un nuovo modello di difesa, per la cui elaborazione è stata insediata un'apposita commissione di alta consulenza e studio che ha da tempo concluso i suoi lavori; comincia a palesarsi a livello europeo la necessità di creare una «forza integrata», che stabilisca insieme agli alleati cosa deve fare e quali mezzi deve fornire l'Italia e cosa tocca agli altri. Ad esempio, chi deve schierare costosissimi aerei per ingannare i radar nemici e chi quelli per dare la caccia ai sottomarini. Conseguentemente, occorrerà specializzare e migliorare il ruolo dei nostri militari, soprattutto nell'ottica della nascente difesa europea;
infine, si deve registrare la mancata soppressione della società Difesa servizi s.p.a., facendo così permanere un ulteriore centro di spesa,

impegna il Governo:

a dare la piena disponibilità per un approfondito confronto in sede parlamentare sul nuovo modello di difesa, al fine di garantire efficaci programmi di esercitazione, aggiornamento delle professionalità e dello strumento militare, manutenzione dei mezzi, che permettano ai nostri soldati di ricominciare a effettuare i necessari addestramenti navali, terresti ed aerei, nonché garantire la formazione allo svolgimento delle funzioni di pubblica sicurezza;
ad adottare i necessari provvedimenti straordinari per correggere il grave squilibrio del personale per evitare che il Paese corra il rischio di ritrovarsi con uno strumento militare impossibilitato a svolgere appieno le proprie funzioni;
a perseguire l'esigenza di una migliore qualità e di una razionalizzazione della spesa militare, accentuando la dimensione interforze dello strumento militare a livello nazionale e realizzando le migliori sinergie nel settore industriale e negli asset operativi a livello europeo, soprattutto nell'ottica della nascente difesa europea;
ad avviare una profonda revisione del sistema difesa, soprattutto attraverso una necessaria e urgente operazione di efficientamento e riorganizzazione di tutto l'apparato militare.
(1-00403)
«Di Stanislao, Donadi, Evangelisti, Borghesi».
(5 luglio 2010)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).

La Camera,
premesso che:
il quadro internazionale è fortemente caratterizzato dagli effetti di una congiuntura economica particolarmente negativa che sta interessando anche il nostro Paese;
permangono, e potrebbero acuirsi, situazioni di instabilità e di rischio per la sicurezza in molte aree del pianeta, generando localmente crisi di carattere etnico-sociale che si ripercuotono un po' ovunque sotto forma di migrazioni incontrollate, aumento dei traffici illeciti di ogni tipo, non senza generare fenomeni, anche a base ideologica, di matrice terroristica e rischi per le linee di comunicazione marittime;
sono tuttora in atto missioni internazionali, in particolare in Libano, in Afghanistan e nei Balcani, cui l'Italia partecipa con diverse migliaia di uomini e mezzi, determinanti per la tutela della sicurezza e per il sostegno alla ricostruzione;
l'Italia, nell'ambito delle organizzazioni internazionali di riferimento, svolge un ruolo importante ed è uno dei principali contributori per le missioni internazionali di pace;
l'Italia persegue con determinazione e convinzione l'attività di sostegno e contributo alle politiche di disarmo e non proliferazione, nell'ottica di pervenire al traguardo finale di un mondo libero da armi nucleari;
le Forze armate svolgono una funzione fondamentale per la difesa e la sicurezza della nazione e la tutela dei suoi interessi, per la prevenzione dei conflitti, nonché per contribuire alla pacificazione e al mantenimento della pace internazionale - anche al prezzo dell'estremo sacrificio di alcuni dei propri uomini nella riaffermazione dei valori etici che sono alla base dell'istituzione militare - e costituiscono un elemento fondamentale e determinante a sostegno della politica estera del Paese;
nel quadro dell'attuale congiuntura economica e a fronte dell'esigenza di un'ottimale impiego delle risorse disponibili, il Ministero della difesa e lo strumento militare necessitano di una trasformazione e modernizzazione, al fine di continuare ad assolvere ai compiti istituzionali e agli impegni internazionali;
risulta che la Commissione di alta consulenza e studio per la ridefinizione complessiva del sistema di difesa e sicurezza nazionale, istituita dal Ministro della difesa, abbia ultimato la sua attività volta a definire i principi generali, cui dovrà ispirarsi la riforma delle Forze armate e del Ministero della difesa;
è necessario perseguire l'obiettivo di una difesa europea che consenta di conseguire un insieme più ampio di capacità operative integrate e di ridurre, nel contempo, la spesa militare dei singoli Paesi,

impegna il Governo:

a garantire che lo strumento militare, nel suo complesso, continui a disporre delle capacità necessarie per l'assolvimento dei compiti istituzionali;
a procedere, tramite opportune iniziative anche di carattere normativo, verso un riassetto ed una riorganizzazione estesa a tutti i settori delle Forze armate, al fine di generare economie di scala e un ulteriore efficientamento;
a sostenere il processo di reclutamento del personale, destinando adeguate risorse per accelerare l'attuazione del modello professionale, al fine di pervenire ad un ottimale bilanciamento della configurazione organica;
a porre particolare attenzione alla tutela della condizione del personale militare, anche attraverso appropriate iniziative nel settore alloggiativo;
ad assicurare adeguati livelli di alimentazione finanziaria delle spese di esercizio, anche attraverso la revisione delle voci del bilancio della difesa classificate rimodulabili, al fine di preservare le risorse necessarie per le esigenze connesse con la prontezza e l'efficienza peculiari dello strumento militare;
ad assicurare adeguati livelli di finanziamento al settore investimento della difesa, al fine di sviluppare le attività di ammodernamento e rinnovamento dello strumento militare, contribuendo a creare le condizioni per la crescita e la competitività, anche in ambito internazionale, dei settori industriali avanzati, essenziali per lo sviluppo economico del Paese;
a porre in essere, nell'ambito dei processi di acquisizione dei sistemi d'arma, delle opere e dei mezzi direttamente destinati alla difesa, un'attenta attività di pianificazione, sia per soddisfare le esigenze urgenti, quali, per esempio, quelle correlate alla protezione e alla sicurezza del personale impiegato nei teatri operativi, sia per assicurare uno sviluppo capacitivo dello strumento militare coerente con le prevedibili esigenze future;
a sviluppare il piano di trasformazione ed efficientamento coerentemente con il processo in corso nell'Alleanza atlantica e con l'obiettivo di una politica comune di sicurezza e difesa nell'ambito dell'Unione europea, nonché con riferimento a quanto analogamente in atto presso i Paesi partner.
(1-00404)
«Cicu, Baldelli, Iannaccone, Cirielli, Ascierto, Barba, Belcastro, De Angelis, Fallica, Gregorio Fontana, Holzmann, Lamorte, Giulio Marini, Mazzoni, Moles, Paglia, Petrenga, Luciano Rossi, Sammarco, Scandroglio, Speciale».
(5 luglio 2010)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).

La Camera,
premesso che:
il bilancio italiano per la difesa ha subito diversi tagli nell'ultimo periodo, anche a causa delle riduzioni lineari del 10 per cento nelle assegnazioni previste per i Ministeri;
nell'operato delle Forze armate si deve tenere conto del crescente impegno in missioni internazionali e in operazioni di pubblica sicurezza in patria;
la nota aggiuntiva allo stato di previsione della spesa per il 2010, pubblicata dal Ministero della difesa, indica una spesa pari a 20,36 miliardi di euro. Secondo la stima del gruppo sicurezza e difesa dell'Istituto affari internazionali (Iai), invece, le risorse effettivamente disponibili per la difesa nel 2010 ammonterebbero a 17,6 miliardi di euro;
la stima dell'Istituto affari internazionali include solo le voci che contribuiscono realmente a produrre sicurezza esterna per il Paese nel corso dell'anno di riferimento: la cosiddetta funzione difesa, le spese per le missioni militari all'estero e gli investimenti per l'acquisizione e lo sviluppo di armamenti;
il capitolo funzione difesa del bilancio del Ministero della difesa raccoglie tutti i costi relativi al funzionamento delle Forze armate, come le spese per il personale, l'addestramento, l'acquisizione e la manutenzione degli equipaggiamenti ed altro. Sono, quindi, escluse dal computo le voci che non riguardano direttamente il funzionamento della struttura militare: ad esempio, le pensioni o le spese riguardanti altre attività (come i servizi per il traffico aereo civile);
gli stanziamenti per la funzione difesa 2010 ammontano a 14.280 milioni di euro, in calo di 60 milioni rispetto al 2009. Continua, quindi, il trend discendente cominciato nel 2008, quando per la funzione difesa erano stati stanziati 15,4 miliardi di euro;
a questo valore vanno aggiunte le spese per il personale dei carabinieri non impegnato nel campo della pubblica sicurezza, cioè i carabinieri in missione all'estero e quelli che svolgono funzioni di polizia militare. Questa voce è stimata 419 milioni di euro;
per quanto riguarda le missioni, la legge n. 30 del marzo 2010 ha stanziato complessivamente 706 milioni di euro per il rifinanziamento delle missioni militari fino al giugno 2010. Questa cifra è stata calcolata lasciando fuori i costi per le missioni civili, i contributi alle attività di organizzazioni internazionali e la cooperazione allo sviluppo. Raddoppiando gli stanziamenti della legge n. 30 del 2010, il costo per le missioni militari dell'Italia per il 2010 dovrebbe attestarsi intorno ai 1.412 milioni di euro;
infine, nel novero delle spese della difesa dovrebbero rientrare anche i finanziamenti erogati dal Ministero dello sviluppo economico per progetti industriali di rilevanza nazionale, quali Eurofighter, Fremm e Freccia. Lo stanziamento del Ministero dello sviluppo economico per il 2010, basato su mutui pluriennali, dovrebbe ammontare quest'anno a poco meno di 1,5 miliardi di euro. Il totale ammonta a 17,6 miliardi di euro; una cifra che, seppure inferiore a quella dei principali partner europei, non è insignificante;
una nota positiva è rappresentata dalla spesa per gli investimenti, che aumenta di 287 milioni di euro; un incremento del 10 per cento rispetto al 2009, che porterà il totale a 3.172 milioni di euro, consentendo il mantenimento degli impegni assunti dal Paese nell'ambito dei programmi di sviluppo internazionali;
le spese per il personale scendono a 9.345 milioni di euro, cioè 219 milioni in meno rispetto al 2009. Tale cifra rappresenta oltre il 65 per cento dei fondi complessivi della funzione difesa, percentuale lontana dal quel 40 per cento indicato come obbiettivo «teorico» della riorganizzazione della difesa. Oltretutto, buona parte del taglio è ascrivibile alla riduzione del numero dei volontari di truppa, che passeranno da oltre 88 mila a circa 80 mila, non essendo previsto l'arruolamento di nuovi volontari. Ci si allontana, quindi, sempre più dall'obbiettivo di una forza di 190 mila uomini - tra volontari di truppa, ufficiali e sottufficiali - prevista dalla legge n. 331 del 2000, che aveva istituito il servizio militare professionale (nel 2010 si registreranno circa 179 mila, dai 188 mila del 2008);
lo stato del capitolo relativo all'esercizio comprende voci fondamentali quali la formazione e l'addestramento del personale, nonché la manutenzione e il supporto degli equipaggiamenti. Il capitolo, che tra il 2008 ed il 2009 aveva già subito un taglio del 29 per cento, ha sofferto un ulteriore decremento del 6,8 per cento, passando a 1.760 milioni di euro (nel 2001 le spese per l'esercizio ammontavano a 3.570 milioni di euro);
va ricordato, peraltro, che le Forze armate sono sempre più intensamente impegnate in missioni internazionali e che lo saranno sempre più anche in operazioni di pubblica sicurezza, il che comporterà un aggravio di pressione sul personale e di usura degli equipaggiamenti;
con riferimento alle missioni internazionali, il 10 marzo 2010 il Consiglio supremo di difesa, esaminando la situazione internazionale, con particolare riferimento all'Asia centrale, al Medio Oriente e ai Balcani, ha ribadito che l'impegno militare e di concorso allo sviluppo profuso dal nostro Paese nel quadro della comunità internazionale deve continuare ad essere sostenuto con adeguate risorse umane, economiche e materiali;
il Consiglio supremo di difesa ha, inoltre, ribadito che l'attuazione di una comune politica estera e di difesa nell'ambito dell'Unione europea costituisce obiettivo vitale per gli Stati membri e per la crescita dell'Europa,

impegna il Governo:

a considerare l'opportunità di superare la logica dei tagli lineari per determinare un orientamento mirato a non penalizzare l'efficienza della struttura militare italiana, in coerenza con il nuovo modello di difesa, e a consentire la partecipazione dell'Italia all'auspicata costruzione di una forte struttura militare comune europea;
a verificare se sia possibile recuperare risorse per il mantenimento in efficacia dello strumento militare, con specifico riguardo all'addestramento ed alla manutenzione dei mezzi, ed orientare gli investimenti verso un impiego più direttamente finalizzato al sostegno delle operazioni in corso, per incrementare la sicurezza del personale e l'efficacia dei contingenti nazionali impegnati nelle missioni internazionali;
a contribuire affinché l'Unione europea diventi punto di riferimento comune in ambito internazionale per il disarmo e la riduzione dell'armamento nucleare;
ad intervenire nelle sedi internazionali, dal momento che è stata preannunciata una riforma dei modelli di difesa di Francia e Regno Unito, tesa a renderli più flessibili e adatti alle nuove sfide internazionali, al fine di sostenere e rafforzare una politica estera e di sicurezza comune dell'Unione europea, invocando anche una «maggiore cooperazione» tra l'Unione europea e la Nato, così come l'Italia ha sempre auspicato;
a dare piena disponibilità al confronto nell'ottica dell'attuazione di una comune politica estera e di difesa e sicurezza nell'ambito dell'Unione europea, per quel che riguarda gli aspetti industriali e della ricerca, al fine di verificare la possibilità di lanciare una concreta iniziativa di finalizzazione del trattato di Lisbona, al duplice scopo di concorrere alla costruzione di uno strumento politico-militare comune dal punto di vista operativo e di conseguire importanti risparmi sul piano economico.
(1-00405)
«Lo Monte, Commercio, Latteri, Lombardo, Misiti, Brugger».
(5 luglio 2010)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).