XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 368 di mercoledì 15 settembre 2010

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

La seduta comincia alle 11.

GREGORIO FONTANA, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 4 agosto 2010.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Bongiorno, Caparini, Cicchitto, Cirielli, Renato Farina, Fassino, Jannone, Lusetti, Mazzocchi e Vitali sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera in data 14 settembre 2010, il deputato Ricardo Antonio Merlo, già iscritto alla componente Liberal Democratici-MAIE nell'ambito del gruppo parlamentare Misto, ha chiesto di aderire al gruppo parlamentare Unione di Centro.
La Presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in data 14 settembre 2010, ha comunicato di aver accolto la richiesta.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 11,05).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

EMILIA GRAZIA DE BIASI. Signor Presidente, vorrei intervenire subito all'inizio di questo anno scolastico - mi verrebbe da dire come primo giorno di scuola - esattamente sul tema che riguarda la scuola e, in particolare, il cosiddetto caso di Adro, la scuola pubblica in provincia di Brescia - ripeto, pubblica - nella quale sono stati messi evidenti simboli che afferiscono ed hanno a che fare con un partito politico. Non ho nulla in contrario - lo voglio dire subito - sulla dedica, sull'intestazione, di questa scuola pubblica, statale, al professor Gianfranco Miglio, persona stimabilissima, uomo di pensiero che è giusto ricordare, perché ha dato tanto al pensiero della scienza politica nel nostro Paese, indipendentemente, come è ovvio, dalle convinzioni di ciascuno. Su Pag. 2questo, quindi, penso che vi sia anche una malizia degli organi di stampa che tentano di condizionare l'intestazione di una scuola riferendosi ad ideologie politiche. Non penso assolutamente questo, ma penso, invece, che lo spazio pubblico statale sia stato occupato impropriamente dai simboli che sono stati messi in questa scuola.
Nulla da dire sul fatto che sia una scuola modello, ne sono lieta, ne sono felice, è una cosa importante che abbia a che fare con il territorio, ma chiedo davvero che tutti ripensino ad un punto, cioè che la scuola è di tutti e vi è un principio di laicità dello Stato che non può che tenere lontana la religione, le religioni, esattamente come le ideologie politiche. Poiché i simboli hanno a che fare con idee politiche, penso che la cosa adeguata - e le chiedo, signor Presidente, di farsi carico, nelle sedi opportune, di questa mia richiesta - sia che il simbolo del sole «padano», che è il simbolo di un gruppo politico rilevante, la Lega Nord Padania, venga rimosso da ogni angolo di quella scuola, non perché la politica deve stare fuori dalla scuola, ma perché la scuola deve essere libera di poter pensare senza condizionamenti ideologici. È valso per il passato, deve valere per il presente e ancora di più per il futuro.
Lo spazio pubblico della scuola è prima di tutto dei bambini e di quei poveri insegnanti che fanno fatica ad iniziare l'anno scolastico. Mi permetta di dire che trovo gravi le parole del Ministro Gelmini che prima parla di folclore, dopodiché fa finta di niente e afferma che tutto sommato il problema non esiste. Che il Ministro Gelmini si occupi un po' più seriamente della scuola, visto che quello è il suo mestiere e chiedo ai colleghi leghisti di fare un passo indietro e di far sì che, così com'è stato chiesto, non solo dall'opposizione, dal Partito Democratico, ma anche dal senatore Valditara, che certo non è una persona di sinistra, vengano rimossi quei simboli, in quella scuola, che hanno a che fare e rimandano ad ideologie ed a partiti politici. Ne va della democrazia del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

LUCA VOLONTÈ. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, intervengo su un altro argomento, che è quello dei continui attacchi nei confronti dei cristiani, soprattutto in questi giorni, ma non solo purtroppo, e non solo in Pakistan, ma anche nel Kashmir.
Abbiamo apprezzato molto la presa di posizione del Ministro Frattini e del Governo italiano in questa materia. Non siamo noi che disconosciamo il ruolo fondamentale che l'Italia ha avuto anche nell'incontro bilaterale dello scorso anno tra l'Unione europea e l'India su vari temi non solo di carattere economico e sociale, ma anche invitando l'India a un più rigoroso rispetto dei diritti delle minoranze religiose e delle libertà umane. Il nostro vuole essere un richiamo, un sostegno all'azione del Ministro e il suggerimento che, proprio in questi giorni nelle riunioni europee che ci saranno, possa in qualche modo far emergere la posizione italiana come la posizione di tutta l'Unione europea, affinché si dismettano questi atteggiamenti di totale intolleranza in una grande democrazia come l'India o di parziale malafede nei confronti delle popolazioni cristiane in Pakistan che purtroppo, ancora oggi lo denunciano molti giornali, proprio per la loro fede religiosa non ricevono né aiuti né soccorsi dentro la drammatica situazione dell'alluvione.
È qui presente il sottosegretario Scotti e siamo certi che si farà carico di questo nostro sostegno e dell'altra richiesta nei confronti del Governo e confidiamo che nei prossimi giorni la presa di posizione dura e chiara del Governo italiano possa diventare un'altrettanto dura e forte presa di posizione dell'Unione europea nei confronti di queste discriminazioni e di queste violenze.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta che riprenderà alle 11,30 con immediate votazioni.

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La seduta, sospesa alle 11,10, è ripresa alle 11,30.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

Trasferimento a Commissione in sede legislativa della proposta di legge n. 3241.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'assegnazione di una proposta di legge a Commissione in sede legislativa.
Propongo alla Camera l'assegnazione in sede legislativa della seguente proposta di legge, della quale la XI Commissione permanente (Lavoro) ha chiesto il trasferimento in sede legislativa, ai sensi dell'articolo 92, comma 6, del Regolamento:
Pianeta e Picchi: «Disposizioni concernenti la definizione della funzione pubblica internazionale e la tutela dei funzionari italiani dipendenti da organizzazioni internazionali» (3241). (La Commissione ha elaborato un nuovo testo).

Se non vi sono obiezioni, rimane così stabilito.
(Così rimane stabilito).

Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Presidenza dell'Iniziativa centro-europea - InCE - sull'istituzione del Segretariato esecutivo InCE a Trieste, fatto a Vienna il 29 maggio 2009 (A.C. 3625).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Presidenza dell'Iniziativa centro-europea - InCE - sull'istituzione del Segretariato esecutivo InCE a Trieste, fatto a Vienna il 29 maggio 2009.
Ricordo che nella seduta del 14 settembre 2010 si è conclusa la discussione sulle linee generali e che il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre il relatore vi ha rinunciato.

(Esame degli articoli - A.C. 3625)

PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del disegno di legge di ratifica.
Passiamo all'esame dell'articolo 1 (Vedi l'allegato A - A.C. 3625), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

C'è ancora qualche collega che deve ritirare la tessera. Onorevole Castellani, la vedo ma vi sono ancora colleghi che stanno ritirando la tessera, quindi vi è qualche minuto. Pregherei i colleghi di affrettarsi, grazie. Tutti hanno ritirato la loro scheda? Adesso vediamo se tutti hanno votato. Attendiamo che l'onorevole Nannicini abbia votato.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 485
Votanti 483
Astenuti 2
Maggioranza 242
Hanno votato
483).

Prendo atto che i deputati Galletti, Biasotti e Samperi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole.
Passiamo all'esame dell'articolo 2 (Vedi l'allegato A - A.C. 3625), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2. Pag. 4
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Nannicini... Onorevole Sposetti... I colleghi hanno votato?

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 493
Votanti 492
Astenuti 1
Maggioranza 247
Hanno votato
492).

Passiamo all'esame dell'articolo 3 (Vedi l'allegato A - A.C. 3625), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Antonino Foti... onorevole De Girolamo...

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 497
Maggioranza 249
Hanno votato
497).

Prendo atto che il deputato Barbato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3625)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, già ieri, nel corso della discussione sulle linee generali del provvedimento in esame, avevo evidenziato con quanto favore anche il gruppo dell'Italia dei Valori valutasse la ratifica dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Presidenza dell'Iniziativa centro-europea, concernente l'istituzione del Segretariato esecutivo a Trieste.
In dichiarazione di voto, mi preme soltanto ricordare che l'InCE nasce prima della caduta del muro di Berlino e prima della crisi del sistema sovietico, e che era un'organizzazione tesa a favorire le relazioni economiche, commerciali e culturali fra i Paesi che confinavano su quella che, idealmente, era la linea di confine tra l'est e l'ovest dell'Europa. Tuttavia, adesso, la situazione si è modificata profondamente.
In questi ultimi vent'anni, insieme alla caduta del muro di Berlino e della cosiddetta cortina di ferro, vi è da registrare anche un progressivo allargamento dei confini dell'Unione europea e l'ingresso nell'Unione europea stessa, in fase di adesione o di pre-adesione, di molti Paesi dell'est alla stessa organizzazione regionale di cui noi siamo fondatori e parte fondamentale.
Bisogna sapere che, nel momento in cui si istituisce il Segretariato esecutivo InCE a Trieste, bisognerà, quanto meno, avere attenzione, accortezza a questa mutata situazione geopolitica, al mutato contesto storico politico e, quindi, l'InCE stessa dovrà rivedere, riprecisare e ricalibrare la sua stessa azione. Questo ovviamente è un auspicio, un invito, un input che forniamo al Governo dal quale ci aspettiamo una risposta positiva nei fatti, più che nelle dichiarazioni.
Comunque, lo ripeto, il gruppo Italia dei Valori voterà a favore di questa ratifica (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Biagio. Ne ha facoltà.

ALDO DI BIAGIO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il provvedimento su cui siamo chiamati a riflettere quest'oggi è Pag. 5caratterizzato da un indiscusso valore culturale, oltre che meramente politico. Gli effetti che questo provvedimento determina vedono il nostro Paese protagonista delle scelte e delle prospettive di una intera regione. Di questo dobbiamo essere tutti consapevoli. La nascita stessa dell'Iniziativa centro-europea nel lontano 1989 è stata determinata dalla volontà e dalla lungimiranza del nostro Paese che ha sempre avuto un ruolo decisivo sia nei percorsi di avvicinamento alla realtà post-sovietica di allora sia nelle progettualità di integrazione europea di oggi. Ebbene, dal 1989, molte cose sono cambiate: abbiamo assistito ad una evoluzione sistematica dello scacchiere internazionale e di quella che era una parvenza di spazio europeo o, semplicemente, la proiezione post futuro di un progetto più grande e affascinante che si sarebbe concretizzato di lì a qualche anno con l'Unione europea. Con quella prospettiva realizzata, costruita a poco a poco attraverso l'emancipazione culturale e politica, ciascuno degli Stati attualmente membri dell'InCE ha saputo trasformare quella che era un tempo solo un'opportunità politica in una vera e propria rinnovata identità. Questo è il successo più grande dell'iniziativa: aver stimolato l'evoluzione di un manipolo di Stati da aggregato a regione. Come già ricordato, l'Italia in questo ha avuto un ruolo determinante, e in questa prospettiva di rinnovata evoluzione l'Accordo che ci accingiamo a ratificare oggi segna un passo decisivo per il percorso di maggiore operatività ed istituzionalizzazione dell'iniziativa, identificando Trieste come vero e proprio Segretariato esecutivo con responsabilità e livelli di operatività maggiori e certamente più strutturati rispetto a quanto previsto nei precedenti provvedimenti citati. Ritengo che quanto disposto dal presente provvedimento contribuisca in maniera chiara a rilanciare l'Iniziativa centro- europea alla luce delle nuove dimensioni regionali con l'obiettivo di rendere l'iniziativa quel collettore di iniziative politiche virtuose nella regione, così come ampiamente auspicato di recente dal Ministro Frattini. Alla luce di tali evidenze ritengo che questo provvedimento rappresenti la volontà da parte del nostro Paese di essere ancora e con maggior forza protagonista della crescita di una regione, di un percorso crescente e multiforme di democrazia e modernità nei confronti del quale, come parlamentare e come referente del gruppo, intendo rivolgere il mio plauso. In ragione di tali aspetti, poiché il gruppo che rappresento guarda alla politica con passione e come strumento di valorizzazione del bene del Paese e della comunità, intendo ribadire il voto favorevole di Futuro e Libertà per l'Italia sul disegno di legge di ratifica in esame (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, sarò breve, vista anche l'attenzione che si determina quando vi sono queste importanti ratifiche. Stiamo ratificando l'accordo tra la Repubblica italiana e la Presidenza dell'Iniziativa centro-europea (InCE); è già stato detto che questa iniziativa era partita negli anni molto precedenti alla caduta del muro di Berlino e aveva avuto una sua funzione assolutamente importante; qualche anno dopo la nascita del Consiglio di Europa, qualche decennio dopo, partiva anche questa iniziativa con l'intenzione di trovare un altro strumento attraverso il quale fosse possibile stimolare, promuovere e nello stesso tempo dare vivacità a quei movimenti favorevoli alla democrazia che si trovavano all'interno di regimi totalitari e comunisti.
Oggi, il valore storico di questo Accordo e dell'InCE è sotto gli occhi di tutti: può essere uno strumento attivo, nel processo di integrazione europea, di Paesi membri che tuttora ne sono esclusi, come, facendo esempi molto concreti: Albania, Bosnia Erzegovina, ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Montenegro, Serbia, Bielorussia, Moldavia e Ucraina. Sono Paesi che - gli ultimi quattro citati, a partire dalla Pag. 6Bielorussia, Moldavia e Ucraina - vivono condizioni ancora molto incerte, sotto molti aspetti, per quanto riguarda il futuro democratico al loro interno; Paesi che vivono ancora tensioni forti sotto il profilo dell'idea stessa di rappresentanza parlamentare, del rispetto delle regole, delle condizioni di libertà, del rispetto dei diritti umani, delle libertà civili e politiche e delle libertà religiose.
Questo strumento - soprattutto attraverso quest'Accordo, che non è esclusivamente quello di spostamento della sede operativa, ma identifica soggetti che possono collaborare all'interno della segreteria generale e, attraverso questi soggetti, alla missione dei Ministri - è certamente un ripensamento in senso proattivo della missione dell'InCE.
Attraverso il voto che stiamo per esprimere, speriamo di poter dare un importante contributo affinché, non solo la stabilizzazione, ma la promozione dei diritti umani e della democrazia in questi Paesi, possa avvenire al più presto possibile (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, l'Iniziativa centro-europea rappresenta un esperimento riuscito di organizzazione internazionale che ha saputo modificare la sua azione e la sua natura, adattandosi agli avvenimenti che hanno investito una delle aree più turbolente del continente, soprattutto negli ultimi vent'anni.
Lo Stato italiano è giustamente orgoglioso di aver contribuito, più di chiunque altro, alla fondazione dell'InCE, di esserne stato, in questi anni, il sostenitore più convinto, e di ospitarne, come l'atto oggi in ratifica ci ricorda, la sede a Trieste.
Quando l'InCE è stato fondata, all'indomani della caduta del muro di Berlino, si voleva dare, da subito, con concretezza e chiarezza, una sede di dialogo a quei Paesi che, provenienti dall'area di influenza ex-sovietica, guardavano all'Europa, per posizione e per cultura, come all'area di naturale vicinato e collaborazione.
Per motivi storici, ma anche di attualissima e proficua collaborazione economica e commerciale, il bacino dei Paesi riuniti nell'Iniziativa centro-europea rappresenta un'area di grande interesse per il nostro Paese, con la quale, solo in questi anni, sono cresciuti costantemente gli scambi, le iniziative congiunte, i momenti di confronto e di elaborazione di nuovi progetti.
Dal 1989, anno di fondazione dell'InCE, molte cose sono cambiate, secondo un percorso, però, lineare e coerente con il disegno sostenuto da questo Governo, di un'Europa che guarda a est e ai Balcani come ad un'area di vicinato più affine, luogo per sviluppare partenariati privilegiati in nome di affini radici culturali e religiose e di una continuità territoriale che ha favorito il costante aumento delle relazioni.
Oggi, dopo l'ingresso di alcuni membri dell'InCE nell'Unione Europea, l'organizzazione è lo strumento ideale per accompagnare nel percorso di adesione altri Paesi che ne abbiano i requisiti, e per mantenere una collaborazione privilegiata con gli altri.
Oltre che essere uno dei promotori più attivi ed ospitare la sede del Segretariato esecutivo dell'InCE, l'Italia ne è anche il maggiore finanziatore con 6 milioni di euro versati per il triennio 2008-2010 presso la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, per progetti di investimento nei settori energetico, infrastrutturale, di trasporto e in quello agricolo.
L'Accordo che oggi ci accingiamo a ratificare modifica la denominazione e alcune delle figure che operano all'interno della sede di Trieste, ma non cambia la sostanza dell'Accordo del 1997, semmai, rafforza le prerogative e le operatività della sede esecutiva.
Approviamo, quindi, la ratifica del Trattato augurandoci che l'Iniziativa centro-europea ne tragga ulteriore slancio per proseguire nell'attività finora svolta.

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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Narducci. Ne ha facoltà.

FRANCO NARDUCCI. Signor Presidente, il nostro gruppo del Partito Democratico ieri nel corso della discussione sulle linee generali ha evidenziato ampiamente l'importanza che riveste il potenziamento dell'InCE realizzato, tra l'altro, senza oneri aggiuntivi per le casse dello Stato per quanto riguarda il contributo finanziario che l'Italia assicura al Segretariato esecutivo dell'InCE.
Credo che oggi questa iniziativa, l'InCE, possa costituire e costituisce senz'altro un punto qualificante della politica estera non solo italiana ma europea nel suo complesso, sia per il ruolo che potrà svolgere l'InCE, sia per il fatto che storicamente si tratta di un'intuizione italiana che, attraverso cambiamenti successivi, si trasforma oggi in questa realtà. Vorrei ricordare che si è passati dal Quadrangolare - come dicevo, una felice intuizione italiana del 1989 - fino all'attuale struttura a 18 Stati.
Sicuramente l'InCE è una protagonista e un centro di attrazione in campo economico soprattutto per i Paesi dell'Europa centro-orientale - i PECO - e man mano si è trasformata da strumento di cooperazione tra Paesi che storicamente appartenevano a blocchi economici differenti in una sorta di luogo di transizione delle economie dell'Europa dell'est che, lo voglio ricordare anche in questa dichiarazione di voto, hanno avuto e hanno vissuto un periodo di riorientamento ma anche di profonda crisi. A questo proposito, credo che siano molto indicative, su questo periodo storico che l'Europa ha attraversato, le notizie che leggiamo proprio in questi giorni sullo strabiliante avanzamento dell'economia della Germania orientale. L'InCE si pone, quindi, in una prospettiva di sviluppo di un'economia di mercato e della creazione di solide basi per un'economia funzionale e sana, oltre che di un'adeguata crescita sociale nell'intera Europa.
Vorrei anche sottolineare, concludendo la mia dichiarazione di voto a nome del Partito Democratico, che l'attuale contesto internazionale vede l'interazione tra organizzazioni internazionali che promuovono una cooperazione multilaterale - e vorrei ricordare la BERS e altre istituzioni finanziarie internazionali - e organizzazioni regionali, quali l'Unione europea, per la realizzazione di progetti di cooperazione di interesse comune sui grandi temi e i grandi nodi importanti del nostro tempo, ossia quello energetico, quello delle infrastrutture e quello dei trasporti e anche la riorganizzazione e il potenziamento di iniziative. Quindi, l'InCE sembra essere di importanza fondamentale.
Pertanto, credo che è con soddisfazione ed è motivo di impegno per il nostro Paese, oltre che di prestigio, dare tutto il supporto necessario all'InCE che degnamente continuerà la propria opera da Trieste. Per queste ragioni, signor Presidente, il Partito Democratico voterà a favore della ratifica di questo Accordo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Antonione. Ne ha facoltà.

ROBERTO ANTONIONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la ratifica che oggi il Parlamento si appresta ad approvare viene a cadere in un momento significativo rispetto alla nuova realtà che l'InCE ha di fronte e che rappresenta una sfida decisamente rilevante.
Molti dei miei colleghi hanno ricordato quanto l'InCe abbia fatto in questi 19 anni di lavoro. A tal proposito, desidero sottolineare che il Governo italiano, quando diede impulso a questa iniziativa 19 anni fa, ebbe la lungimirante idea di capire che sarebbe stato opportuno avvicinare i Paesi che in quella parte dell'Europa e in quel periodo storico erano molto distanti e che potevano, quindi, trovare in questa organizzazione uno strumento di dialogo atto proprio a cercare di portarli dalla nostra parte.
Nacque, quindi, una Quadrangolare di cui allora l'Italia fu la protagonista. Assieme Pag. 8all'Italia c'erano l'Austria, l'Ungheria e la Jugoslavia. Capite che rispetto a quel tempo lo scenario è mutato radicalmente: non c'è più la Jugoslavia, i membri dell'InCE sono diciannove, nove sono già a pieno titolo membri dell'Unione europea mentre altri nove Paesi si trovano in situazioni diverse tra di loro, ma sei di questi sono già in qualche modo avviati verso questo processo di integrazione, mentre soltanto tre rimangono distanti.
Quindi, il compito politico che l'InCE ha di fronte è quello di proseguire su questa strada di integrazione, favorendo questo processo che consente non solo a quei Paesi di trovare un loro sviluppo politico, culturale, sociale ed economico, ma anche all'Europa di avere una stabilizzazione maggiore.
La sfida non si limita a questo aspetto politico, ma oggi affronta anche gli aspetti importanti sul piano economico. Sappiamo che la Commissione europea ha intenzione di dare significativo risalto alle organizzazioni regionali internazionali proprio con i fondi strutturali del 2014 e, proprio a questo proposito, il documento che i Ministri degli esteri hanno approvato nell'ultima ministeriale a Budva nel giugno di quest'anno sta a significare che in ordine a tale aspetto ci si sta muovendo.
Questo Trattato viene, come si suol dire, a cadere proprio in un momento significativo ed è molto apprezzabile che tutte le forze politiche di questo Parlamento lo sostengano. Pertanto, non verrà neanche certamente a mancare il voto del gruppo del Popolo della Libertà che viene a chiudere questa fase.

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione - A.C. 3625)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge di ratifica n. 3625, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevole Giammanco, non riesce a votare?

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Presidenza dell'Iniziativa centro-europea - InCE - sull'istituzione del Segretariato esecutivo InCE a Trieste, fatto a Vienna il 29 maggio 2009) (3625):

(Presenti e votanti 523
Maggioranza 262
Hanno votato
523).

Prendo atto che il deputato Viola ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

Sull'ordine dei lavori (ore 12).

MASSIMO DONADI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MASSIMO DONADI. Signor Presidente, intervengo solo per trenta secondi per precisare una cosa. Ieri sono intervenuto in quest'Aula per chiedere che il Ministro Maroni venisse a riferire sulla vicenda del peschereccio e vorrei precisare che tale richiesta non può ritenersi in alcun modo esaurita per il fatto che il Ministro Vito risponderà oggi ad una interrogazione a risposta immediata sul punto, in quanto la mia richiesta verte principalmente sul fatto di chiedere al Ministro Maroni ragione delle sue parole, laddove le sue parole, nella sostanza ed esplicitate, significavano che sparare ad altezza d'uomo va bene solo se si tratta di immigrati clandestini.

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Seguito della discussione delle mozioni Evangelisti ed altri n. 1-00424, Antonione ed altri n. 1-00430, Pezzotta ed altri n. 1-00431, Lo Monte ed altri n. 1-00432 e Tempestini ed altri n. 1-00433 concernenti adempimenti ed iniziative dell'Italia nell'ambito degli «obiettivi di sviluppo del millennio» in vista del vertice delle Nazioni Unite del 20-22 settembre 2010 (ore 12,02).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Evangelisti ed altri n. 1-00424, Antonione ed altri n. 1-00430, Pezzotta ed altri n. 1-00431, Lo Monte ed altri n. 1-00432 e Tempestini ed altri n. 1-00433 concernenti adempimenti ed iniziative dell'Italia nell'ambito degli «obiettivi di sviluppo del millennio» in vista del vertice delle Nazioni Unite del 20-22 settembre 2010 (Vedi l'allegato A - Mozioni).
Avverto che in data odierna è stata presentata la mozione Mosella ed altri n. 1-00434 (Vedi l'allegato A - Mozioni). Il relativo testo è in distribuzione.
Ricordo che nella seduta di martedì 14 settembre 2010 si è conclusa la discussione sulle linee generali delle mozioni all'ordine del giorno ed è intervenuto il rappresentante del Governo.
Avverto inoltre che, per un mero errore materiale, al secondo capoverso del dispositivo della mozione Lo Monte ed altri n. 1-00432, deve leggersi: «al fine di destinarvi entro il 2015 lo 0,7 per cento del prodotto interno lordo», e non: «al fine di destinarvi entro il 2011 lo 0,7 per cento del prodotto interno lordo», come erroneamente stampato.

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, sulla prima mozione Evangelisti ed altri n. 1-00424, pur apprezzando lo spirito che la ispira, il parere del Governo è contrario per le ragioni che ho anche espresso nell'intervento di ieri sera.
Con riguardo alla seconda mozione Antonione ed altri n. 1-00430, il parere è favorevole sull'intero dispositivo.
Per quanto attiene la mozione Pezzotta ed altri n. 1-00431 - mi rivolgo all'onorevole Pezzotta, ma anche all'onorevole Lo Monte e, con riferimento all'ultima mozione Mosella ed altri n. 1-00434 presentata stamattina, all'onorevole Mosella - il Governo non è in grado di accogliere i dispositivi e gli impegni senza fare riferimento ai vincoli di finanza pubblica. Siamo in un momento delicato, anche a livello internazionale, per la conferenza all'ONU e abbiamo bisogno di dire con estrema chiarezza quali sono i termini quantitativi dei nostri impegni.
Pertanto, in riferimento alla mozione Pezzotta ed altri n. 1-00431, con riguardo al dispositivo, il Governo esprime parere favorevole alla lettera a) se si aggiunge l'espressione «compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica».
Per quanto riguarda la lettera b), il parere è favorevole se riformulata. Noi non siamo in grado di prendere impegni con criteri vincolanti per lo 0,7 per cento al 2015 e, quindi, per la lettera b), vi è una richiesta di riformulazione nei termini di favorire il riallineamento quantitativo dell'APS, compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili.
Per quanto attiene la lettera b), numero 3, il parere è favorevole con la seguente riformulazione, al posto del 20 per cento: «allocare una quota consistente dell'aiuto pubblico allo sviluppo, alla salute di base e all'educazione».
Con riguardo alla lettera b), numero 4, il parere è favorevole. Con riguardo alla lettera b), numero 5, il parere è favorevole se così riformulato: «perseguire, con adeguati controllo e documentazione, la coerenza tra le politiche di sviluppo e quelle migratorie, commerciali, finanziarie, ambientali e di sicurezza». Pag. 10
Con riguardo alla lettera b), numero 6, il parere è favorevole, mentre per la lettera b) numero 7, il parere è contrario.
Per quanto attiene la lettera c), il parere è favorevole, sempre con riferimento all'osservazione iniziale, con la seguente riformulazione: «a sviluppare, con gli Stati membri dell'OECD, le istituzioni finanziarie internazionali e i Paesi partner e, compatibilmente con le risorse disponibili, modalità per colmare il gap finanziario che impedisce il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio».
Con riguardo alla lettera d), il parere è favorevole se riformulata nel modo seguente: «a vigilare, in occasione della Conferenza di Cancun, affinché sia assicurata una maggiore trasparenza degli aiuti e a sollecitare l'adozione di meccanismi di finanziamento innovativi per combattere i cambiamenti climatici assicurando a livello globale le risorse per i Paesi più poveri».
Con riguardo alle lettere e) e f), il parere è favorevole.
Per quanto attiene la mozione Lo Monte ed altri n. 1-00432, con riguardo al primo capoverso del dispositivo, il parere è favorevole se riformulato aggiungendo l'espressione «compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica».
Per quanto il riguarda il secondo capoverso del dispositivo il parere è contrario, mentre è favorevole per il terzo e il quarto.
Con riferimento alla mozione Tempestini ed altri n. 1-00433, il parere è favorevole sui capoversi primo, secondo, terzo e quarto. Sul quinto capoverso il parere è favorevole a condizione che sia riformulato in tal senso: «coerentemente con il piano in dodici punti proposto dalla Commissione europea, a dare priorità anche in seno ai prossimi documenti finanziari...». Anche per ciò che concerne il sesto capoverso del dispositivo il parere è favorevole a condizione che sia così riformulato: «ad elaborare iniziative in tema di strumenti finanziari innovativi, tenendo conto dell'ampia riflessione svolta in questa materia in numerose sedi internazionali su impulso anche del Segretario generale delle Nazioni Unite».
Per quanto riguarda il dispositivo della mozione Mosella ed altri n. 1-00434, sul primo capoverso il parere è favorevole a condizione che venga così riformulato: «favorire il riallineamento quantitativo dell'APS con le risorse finanziarie disponibili, valutando la possibilità di reperire anche altre fonti finanziarie innovative». Il parere è favorevole sul secondo capoverso del dispositivo. Per ciò che concerne il terzo capoverso, il parere è favorevole, a condizione che sia riformulato nel senso di sostituire la parola: «decisivo» con la seguente: «incisivo», dal momento che alle Nazioni Unite non siamo da soli in grado di essere decisivi. Possiamo essere incisivi.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI (ore 12,05)

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto, nel corso delle quali chiedo a chi interviene di chiarire se accetti o meno le riformulazioni proposte dal Governo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, la discussione su questo argomento dovrebbe essere importantissima, come lo è stata anche ieri in sede di discussione sulle linee generali. È importante perché effettivamente l'argomento è mondiale, ma riguarda anche le differenze nei vari Paesi. Il fatto che nel XXI secolo si dovrebbe avviare il superamento del divario tra il nord e il sud del mondo è acclarato, ma ciò non viene preso in seria considerazione quando si tratta di adottare provvedimenti che portino il mondo in quella direzione.
Credo che coloro i quali si riuniranno nei prossimi giorni a New York debbano fare un esame di coscienza: anche se ci Pag. 11troviamo in un periodo di crisi mondiale da cui ancora non siamo usciti, bisogna dare un messaggio ai poveri del mondo, che oggi si ritengono essere circa un miliardo. Lo dicono le fonti ufficiali, ma un miliardo è troppo poco rispetto a ciò che sappiamo. Sappiamo che ci sono effettivamente interi continenti come quello dell'Africa in cui certamente i ricchi sono un numero estremamente limitato, mentre i poveri rappresentano la stragrande maggioranza.
Sappiamo pure che nel mondo si sta spostando l'equilibrio: prima il 15 per cento della popolazione possedeva l'85 per cento delle risorse, oggi la situazione - si sa - va sempre migliorando.
Però ciò non basta, perché la situazione migliora troppo piano. Quindi i millennium developments goals circoscrivono impegni precisi per la lotta alla povertà che vanno dagli interventi per il rafforzamento della cooperazione fra le Nazioni Unite e le organizzazioni regionali alle politiche in favore di un sistema finanziario e commerciale multilaterale ed equo, dalla politica di esenzioni doganali al miglioramento dei programmi di condono del debito per i Paesi poveri.
La mozione che noi come Movimento per le Autonomie abbiamo presentato cerca di entrare nel merito di queste proposte e di dare un contributo, perché proprio la riunione di alto livello che si terrà a New York il 20-22 settembre 2010 sugli obiettivi di sviluppo del millennio dovrebbe ricevere la spinta dai Governi, in particolare dal nostro, a scendere nel merito delle questioni, a prendere in considerazione determinati obiettivi affinché, anche se non saranno trattati tutti gli obiettivi che si erano proposti prima della crisi, almeno vengano affrontati e raggiunti i principali.
In primo luogo, il Governo dovrebbe impegnarsi ad individuare, nell'ambito della programmazione politico-finanziaria, soggetti, strumenti e metodi adeguati a contribuire alla realistica e sostenibile attuazione degli obiettivi del millennio entro la scadenza prestabilita.
Comprendo la posizione assunta dal sottosegretario riguardo al secondo capoverso del dispositivo, che, tra l'altro, richiama un impegno già assunto nel 2000 di raggiungere entro il 2015 lo 0,7 per cento del PIL in favore dei Paesi poveri: questo obiettivo oggi certamente potrà essere rivisto, ma occorre che sia inserito comunque nell'agenda. Pertanto, accettiamo la riformulazione, perché oggi non possiamo certamente assumere un impegno per queste cifre che apparentemente possono sembrare piccole, ma che invece sono abbastanza elevate in quanto si tratta di raggiungere lo 0,7 per cento del PIL italiano. Dunque, accettiamo per adesso di accantonare la proposta quantitativa, però riteniamo che il Governo nell'incontro di New York debba sottolineare che questo obiettivo in qualche modo deve essere ripreso una volta superata la crisi economica.
La nostra mozione impegna altresì il Governo ad attivarsi anche per dare alla cooperazione italiana adeguati mezzi e risorse per il raggiungimento degli obiettivi che il nostro Paese si è dato a livello internazionale e a privilegiare il ruolo della società civile locale, indirizzando gli sforzi, tenendo in ogni caso in considerazione le situazioni di maggiore emergenza, verso realtà e progetti a maggiore potenzialità di successo.
Infine, il Governo dovrebbe impegnarsi ad individuare, in vista dell'appuntamento internazionale di New York le misure più efficaci per conseguire gli obiettivi previsti dal Millennium round, anche concordando su queste tematiche una posizione comune a quella degli altri Paesi dell'Unione europea. Ci sembra l'aspetto più interessante che il Governo dovrebbe portare avanti insieme agli altri Paesi europei. Dunque, accettiamo il suggerimento del Governo, e preannuncio che voteremo la nostra mozione ed anche le parti delle altre mozioni che vanno nella direzione indicata dal nostro documento.

PRESIDENTE. Onorevole Misiti, dal suo intervento deduco che lei accetta la riformulazione proposta dal Governo.

Pag. 12

AURELIO SALVATORE MISITI. Sì, signor Presidente.

PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mosella. Ne ha facoltà.

DONATO RENATO MOSELLA. Signor Presidente, signor sottosegretario, sostanzialmente ci predisponiamo ad accogliere le riformulazioni da lei proposte. Tuttavia, ci preme formulare alcune considerazioni. Innanzitutto, esprimiamo gratitudine nei confronti dei colleghi che per primi hanno inteso elaborare e presentare una mozione di questo tipo. Tutto nasce perché, dal 20 al 22 settembre, vi sarà un summit delle Nazioni Unite a New York, dove bisognerà verificare gli impegni che nel settembre del 2000 furono assunti e che raccolsero la firma dei Capi di Stato nella «Dichiarazione del millennio».
Sono passati un po' di anni da quella firma e vi è un monitoraggio costante e serio su quanto sta avvenendo. Sostanzialmente, gli obiettivi di sviluppo del millennio, vincolanti per l'intera comunità internazionale, vanno ricordati. Essi erano i seguenti: ridurre la povertà e la fame nel mondo, assicurare l'istruzione primaria per tutti, promuovere la parità fra i sessi, ridurre la mortalità infantile, migliorare la salute materna, combattere l'AIDS ed altre malattie, assicurare la sostenibilità ambientale e partecipare ad un partenariato globale per lo sviluppo.
Gli obiettivi, quindi, costituiscono un patto a livello planetario tra Paesi ricchi e Paesi poveri, basato su un impegno reciproco a far ciò che è utile e necessario per costruire un mondo più sicuro, più prospero e più equo per tutti.
Francamente, anche nella nostra mozione abbiamo riconosciuto che l'Unione europea può vantare il ruolo di donatore principale, dal momento che fornisce il 55 per cento dell'aiuto pubblico allo sviluppo mondiale. Vogliamo far notare, tuttavia, che occorre accelerare i progressi verso la realizzazione degli obiettivi, poiché appare evidente, anche sulla base dei rapporti che sono costantemente presentati alla collettività, che la semplice prosecuzione delle politiche attuali non consentirà di raggiungere quegli obiettivi. Questo è il nodo sul quale, insieme ad altri colleghi, abbiamo voluto richiamare l'attenzione.
Pertanto, il Consiglio ha invitato la Commissione a livello europeo ad elaborare una serie di proposte di azione ambiziose, con lo scopo di accelerare i progressi verso la realizzazione di tali obiettivi. Non sto a sciorinare i numeri, che sono contenuti nella mozione e che, pertanto, invito i colleghi a leggere. Tuttavia, in questa sede è utile dire che l'Unione europea farà mancare 15 miliardi di euro di risorse per la lotta alla povertà. Di questa mancanza, secondo il rapporto che abbiamo declinato nella nostra mozione, una grave responsabilità ricade sull'Italia, che quest'anno evidenzia una performance particolarmente negativa, che, oltre ad allontanarci ulteriormente dalla media dei nostri partner europei, rende sempre più improbabile il raggiungimento degli obiettivi del millennio da parte del nostro Paese. Questo è il nodo.
Nel 2009, l'anno della Presidenza italiana del G8, l'aiuto pubblico allo sviluppo dell'Italia si è ridotto del 31 per cento: una riduzione superiore a quella della Grecia, che ha portato ad una riduzione dello stesso allo 0,16 per cento del prodotto interno lordo. Si tratta del livello più basso dal 2004. Una parte della riduzione italiana è dovuta al taglio del 56 per cento che il bilancio della cooperazione allo sviluppo del Ministero degli affari esteri ha dovuto subìre, un'altra alla diminuzione delle operazioni di «aiuto creativo»: si tratta di iniziative che sono contabilizzate come aiuto ma che non rappresentano un vero trasferimento di risorse ai Paesi in via di sviluppo, quali cancellazioni di debiti da tempo non rimborsati o spese per il sostegno al primo anno di vita dei rifugiati in Italia.
Accogliamo, quindi, la riformulazione proposta dal Governo, ma vogliamo lasciare un breve segno e un breve messaggio in vista di questo appuntamento di New York a fine mese: nel parlare di sviluppo per il Terzo mondo, bisogna considerare Pag. 13che la premessa è battere tutte le condizioni che frenano o impediscono lo sviluppo: sono necessarie condizioni di pace, perché non vi può essere sviluppo con situazioni di conflitto strisciante o palese. C'è bisogno di istruzione, di tecnologie e di condizioni sanitarie adeguate e c'è bisogno di battere la fame e la sete.
In altri termini le povertà da abbattere non sono solo quelle in termini di reddito individuale o nazionale, quindi relative, per così dire, ai vincoli di finanza pubblica, ma bisogna anche trovare le parole per incentivare un dibattito che porti all'attenzione del mondo temi che stanno diventando drammatici in tanti Paesi del mondo. Bisogna sconfiggere anche le povertà culturali e tecnologiche, dalle quali deriva la povertà economica, altrimenti tutto si trasforma in una forma di carità meritoria ma che poco incide.
Se in un Paese assetato facciamo cadere piogge profuse non si risolverà la siccità, l'acqua scorrerà via, provocando anche guasti ulteriori e poi tornerà l'emergenza. Servono bacini in cui raccogliere l'acqua, da amministrare nel tempo, con cui irrigare i campi e produrre cibo e rifornimento idrico con continuità.
È questo che intendiamo per «ruolo decisivo», che lei definisce «incisivo»: allora, incidiamo - come Italia - nel summit delle Nazioni Unite di New York del 20-22 settembre 2010, innanzitutto mettendo noi, per primi, mano alla tasca e richiamando gli impegni che abbiamo preso nel 2010 e, successivamente, spingiamo per garantire una posizione chiara dell'Italia nella prospettiva degli obiettivi di sviluppo del millennio, perché lo dobbiamo all'umanità sofferente e dolente, rispetto alla quale l'Italia, da sempre, anche quando ha avuto crisi profonde, ha saputo rispondere con rispetto e dignità.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, non mi meraviglio del parere contrario del Governo sulla nostra mozione. Temo che il sottosegretario Scotti e i suoi collaboratori si siano limitati soltanto a leggere la firma in calce a questa mozione, che ha, almeno, il merito di aver costretto oggi la Camera dei deputati ad interrogarsi, a riflettere e a discutere sugli obiettivi di sviluppo del millennio, in vista del vertice delle Nazioni Unite della prossima settimana.
Per i colleghi che non hanno partecipato alla discussione sulle linee generali o per coloro - pochi immagino - che possono essersi distratti, voglio ricordare che gli obiettivi del millennio sono otto obiettivi che tutti i 191 Stati membri dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, si sono impegnati a raggiungere entro il 2015.
Questa dichiarazione, firmata dieci anni fa, impegna gli Stati a sradicare la povertà estrema e la fame, garantire l'educazione primaria universale, promuovere la parità dei sessi e l'autonomia delle donne, ridurre la mortalità infantile e migliorare la salute materna, combattere l'HIV, l'AIDS, la malaria e le altre malattie, garantire la sostenibilità ambientale e sviluppare un partenariato mondiale per lo sviluppo.
Siccome sono passati dieci anni dalla sottoscrizione di quella dichiarazione e ne mancano soltanto cinque alla scadenza del 2015, il Segretario generale Ban Ki-moon ha invitato i leader mondiali, la prossima settimana, ad un summit a New York, nell'intento di indurre i Governi nazionali ad un'accelerazione nella strategia globale di lotta contro la povertà.
A fronte di questa situazione - signor sottosegretario, abbia pazienza, soltanto altri tre minuti - noi (e, successivamente, altri colleghi ed altri gruppi) abbiamo presentato un documento - signora Presidente, mi ascolti bene perché è davvero importante - nel quale si impegna il Governo a partecipare al summit di New York con un livello di rappresentanza adeguato, attraverso la partecipazione del Ministro. Il Governo dice «no» a questa nostra mozione. Essa è volta a produrre, entro la fine del 2010, un calendario dei livelli complessivi di aiuto pubblico allo sviluppo che l'Italia si impegna a raggiungere Pag. 14entro il 2013, prima del termine della legislatura. E il Governo dice di no. La mozione impegna il Governo a provvedere al versamento del contributo dovuto al Fondo globale per la lotta all'AIDS, alla tubercolosi e alla malaria, entro fine settembre 2010, come annunciato al termine del G8 de L'Aquila dal Presidente del Consiglio.
E il Governo dice «no»! La mozione, inoltre, impegna il Governo a trasmettere al Parlamento, con la massima celerità, un documento che elenchi tutti gli impegni contratti in termini di cooperazione allo sviluppo con Paesi e organizzazioni multilaterali. E il Governo dice «no»!
Non c'è stata una sola spiegazione del motivo per cui il Governo dice «no» a questa nostra mozione, a questi punti precisi e per niente rivoluzionari, ma soltanto di buonsenso e di rispetto degli impegni presi. Invece, dice «sì» a tutte le altre mozioni, magari con qualche piccola riformulazione. È soltanto una vergogna, un'indecenza.
Noi, per senso di responsabilità, ovviamente oltre a votare a favore della nostra mozione e di qualche altra mozione, ci asterremo sulle altre, perché comunque vogliamo che il Governo vada a New York assumendo almeno degli impegni seri sulla base di quelle che saranno le indicazioni della Camera dei deputati.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Della Vedova. Ne ha facoltà.

BENEDETTO DELLA VEDOVA. Signor Presidente, anche noi riteniamo che, in vista del vertice delle Nazioni Unite sugli obiettivi del millennio, il Governo italiano debba avere una posizione chiara e responsabile. Da questo punto di vista, do atto ai colleghi dell'Italia dei Valori di essere stati promotori di questa discussione. Vanno evitati, però, atteggiamenti fideistici in materia di aiuto allo sviluppo, che sono presenti in alcune mozioni, riproponendo degli automatismi che non hanno mai funzionato in passato, cioè più aiuti, più soldi, più sviluppo. Ciò che non funziona, anche nel rapporto tra il nord e il sud all'interno dei Paesi - l'assistenzialismo, che produce effetti nefasti -, ha prodotto effetti nefasti al di là delle risorse devolute anche alla cooperazione internazionale.
L'economista Dambisa Moyo ha ricordato recentissimamente nel suo libro «La carità che uccide» come buona parte degli aiuti inneschi in realtà un circolo vizioso, alimentando la corruzione, le rendite delle classi dominanti, scoraggiando gli investimenti, inibendo la crescita di una classe imprenditoriale vera e autoctona che non dipenda dai finanziamenti.
Per l'Occidente e l'Europa l'erogazione di aiuti diretti spesso è un alibi, un buon modo per tacitare la propria coscienza, al di là degli effetti che si ottengono. La mozione Antonione ed altri del Popolo della Libertà fa benissimo a richiamare - lo dico al sottosegretario - un approccio sugli obiettivi di sviluppo del millennio basato su un maggiore rispetto da parte dei Paesi poveri dei diritti della persona. Così come è opportuno che la mozione richiami l'importanza di una governance democratica delle politiche di aiuto, una governance democratica dei Paesi che ricevono gli aiuti.
Mi permetto solo di ricordare, signor sottosegretario, che se queste considerazioni devono valere per l'Africa subsahariana è bene che anche per l'Africa sahariana - ormai lo dico per il futuro - nei rapporti diplomatici ed economici si presti attenzione a questi temi, ai diritti umani, alla governance democratica, al coinvolgimento delle donne nella crescita della società.
Concludo con una considerazione: credo che il Governo in Canada abbia fatto bene ad opporsi all'idea di introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie per finanziare lo sviluppo. Credo che lo sviluppo, comunque, non possa essere finanziato attraverso quel tipo di strumenti e che sia bene mantenersi prudenti, anzi prudentissimi, sull'introduzione di tasse sulle relazioni e sulle transazioni finanziarie internazionali, che alla fine sono più uno strumento di sviluppo che altro. Pag. 15
Quindi si rischia, per questa via, di frenare lo sviluppo e gli investimenti internazionali piuttosto che garantirli. Noi voteremo a favore della mozione Antonione ed altri n. 1-00430, della mozione presenta dal gruppo Unione di Centro, nonché delle altre mozioni nei confronti delle quali il Governo ha espresso parere favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pezzotta. Ne ha facoltà.

SAVINO PEZZOTTA. Signor Presidente, confesso - lo dico con simpatia al sottosegretario - che mi sarei atteso qualcosa di più. Mi sarei veramente atteso un'attenzione, una sensibilità, una volontà maggiore da parte del nostro Governo.
I temi che le mozioni hanno presentato sono quei temi che dovrebbero suscitare normalmente un moto di coscienza, un'attenzione diversa. Non stiamo parlando di un qualcosa che è lontano dalla nostra sensibilità. Credo che noi continuiamo a pensare agli aiuti contro la fame, contro la miseria estrema, per la salute della donna, nonché alla battaglia contro la malaria e l'AIDS come se fossero cose marginali rispetto alla politica estera del nostro Paese.
Finché noi continueremo a considerare la cooperazione agli aiuti ai Paesi esteri come qualcosa di inferiore, di marginale rispetto alla politica estera non andremo molto lontano. Credo che dovremmo, invece, avere su questi temi un'attenzione sicuramente maggiore.
C'è l'urgenza per l'Italia di darsi una politica più attiva su queste questioni, proprio per determinare una sua presenza nello scenario della nuova globalizzazione che non può manifestarsi solo nell'attenzione agli affari (magari con qualche persona dubbia sul piano democratico, come il dittatore libico Gheddafi), ma anche nell'attenzione alla fame, alla miseria, ai problemi che la gente in certi Paesi del mondo vive.
Mi sembra veramente che siamo, per così dire, reattivi in modo negativo rispetto alle sollecitazioni che ci vengono. Oltretutto, per quanto riguarda gli obiettivi del millennio, dobbiamo rilevare che siamo il Paese più in ritardo rispetto agli altri. Abbiamo fatto tante promesse. Ricordo promesse fatte addirittura al G8 di Genova (passato poi alla storia per altre cose), dove si era dichiarata la necessità e la volontà di incrementare gli aiuti pubblici dell'Italia ai Paesi sottosviluppati. Tuttavia, ad ogni appuntamento del G8, compreso quello de L'Aquila, le promesse si sono ripetute, ma alla fine dei conti non sono state mantenute.
Da questo punto di vista non è solo una questione nostra particolare, è una questione che sminuisce, viste anche le dichiarazioni fatte dalle Nazioni Unite, il ruolo e il significato della presenza dell'Italia nel mondo. Noi dovremmo riflettere con attenzione su queste cose.
Poi, a mio parere, andiamo contro un sentire del nostro popolo. Passiamo giornate intere a dire: facciamo quello che la gente vuole, rispondiamo alle attenzioni ed alle esigenze della nostra popolazione. Ma - come ho detto ieri e come ripeto questa mattina - in quella rilevazione fatta dalla federazione degli organismi cristiani del volontariato emerge che la maggioranza degli italiani è propensa agli aiuti al terzo mondo; c'è un sentire popolare, un sentire della nostra popolazione, che ha dentro di sé la dimensione della solidarietà e che la vorrebbe esprimere, mentre da anni vediamo che i Governi vanno indietro rispetto agli impegni che si sono assunti.
Dobbiamo dirci con chiarezza che, se andiamo avanti così, se il nostro Paese in Europa non assume, come abbiamo chiesto, una posizione di traino - e, anche qui, mi sembra che le risposte non siano state compiute - si rischia, al di là di tutte le dichiarazioni, che il raggiungimento, almeno di qualcuno degli otto obiettivi, fra cinque anni non ci sarà. Sarà una colpa per le nazioni ricche che hanno voluto alimentare delle speranze e che, poi, le hanno soffocate.
Anche l'Italia, da questo punto di vista, dovrebbe in parte vergognarsi perché non Pag. 16è certamente tra quei Paesi che spingono di più, anzi ci troviamo sempre in una fase di arretramento.
Per questo, mi sarei atteso delle risposte molto più puntuali e precise. Abbiamo chiesto, attraverso una mozione molto equilibrata, pensata e ragionata, che tiene conto anche della situazione economica del nostro Paese, che alcuni passi in avanti potessero essere fatti. Abbiamo chiesto di capire quando l'obiettivo, sul quale l'Italia si è impegnata, dello 0,7 per cento del PIL, sarà raggiunto. Abbiamo detto nel 2015, ma una volta tanto il Governo riesce a dirci qual è la sua mappa, quali sono i suoi step, per raggiungere questo obiettivo? Oppure, ogni qual volta si solleva la questione, vi è sempre un problema di disponibilità economica e finanziaria?
Credo che anche su queste piccole cose dovevamo essere estremamente più precisi, così come occorre andare alla Conferenza con idee chiare rispetto al fatto che tutto si chiude nel 2015. Ma se gli obiettivi nel 2015 non saranno raggiunti, non era meglio dichiarare di prolungare l'iniziativa, affermare che gli obiettivi potevano essere posticipati di alcuni anni? Quando diciamo che bisogna allocare una parte dell'aiuto pubblico per lo sviluppo, la salute di base e l'educazione, pensiamo in modo particolare alla condizione della maternità in alcuni Paesi dove mettere al mondo un figlio è rischiare la morte e non progredire sul terreno della vita.
Ci saremmo attesi molto ma molto di più, perché credo che, da questo punto di vista, avremmo espresso un'idea di Paese significativa e positiva.
Non si combatte - e lo torno a ripetere, perché ne sono profondamente convinto - il terrorismo internazionale solo con l'utilizzo delle armi. Il terrorismo internazionale si combatte anche facendo crescere il benessere, eliminando la miseria estrema, eliminando quelle condizioni che determinano il crescere di una rancorosità all'interno di certe popolazioni, di cui il terrorismo può essere veramente poi l'elemento catalizzatore che dobbiamo, invece, sconfiggere e combattere.
Mi sembra che ci sia una distinzione: mentre troviamo le risorse per l'acquisto dei cacciabombardieri F-35 che non servono, che sono inutili, non riusciamo a trovare risorse maggiori per quanto riguarda gli aiuti allo sviluppo.
Seguendo anche il sentire della gente, della popolazione italiana, bisognava fare uno sforzo maggiore in tal senso. Queste sono le mie valutazioni, le nostre valutazioni, ma nonostante questi dubbi, nonostante queste demarcazioni, è stato importante avere potuto discutere in quest'Aula delle presenti questioni e aver indicato al Governo qual è l'orientamento del Parlamento, anche quando il Governo non lo accetta.
Pertanto, proprio per segnare un punto, per avere almeno un appiglio minimo, credo di dover accettare la riformulazione che il Governo ci propone. Voteremo, quindi, questa mozione, e voteremo tutte le mozioni che sono state presentate su questi temi per dare l'idea che il Parlamento italiano incita il proprio Governo ad agire con maggiore determinazione sulle questioni dello sviluppo, della lotta alla miseria estrema, della lotta alla malattia e per creare le condizioni di una maggiore vivibilità per milioni di persone (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tempestini, al quale chiedo se accetta la riformulazione proposta dal Governo. Prego, onorevole Tempestini, ne ha facoltà.

FRANCESCO TEMPESTINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, anzitutto mi soffermo su un punto politico che è il primo e forse il più importante. Con la nostra mozione e dando atto all'onorevole Evangelisti di avere riproposto il tema in Aula dopo che la Commissione esteri aveva già su questo punto affrontato la materia con spirito positivo, noi oggi dobbiamo dare anzitutto un segnale netto ed inequivocabile di sostegno all'appello del Segretario generale delle Nazioni Unite. Il Segretario Ban Ki-moon ha chiesto a tutti Pag. 17gli Stati delle Nazioni Unite, a tutti i partecipi dell'Assemblea che nei prossimi giorni si svolgerà a New York, un rinnovato impegno ed un rinnovato sforzo a tutti gli stakeholders perché si compia un passo decisivo affinché gli obiettivi del millennio non vengano ad attraversare una fase di arretramento o di stanca. Ritengo che questa disponibilità e che questa risposta positiva noi la dobbiamo più in generale al Segretario delle Nazioni Unite perché quello dello sviluppo è uno dei temi fondativi delle Nazioni Unite. Ritengo che lo sviluppo come la pace, come la tutela dei diritti fondamentali dell'uomo siano le questioni sulle quali si fonda la possibilità di avere vivo e vitale il multilateralismo del nostro pianeta e quindi la scadenza di fine mese è una scadenza alla quale noi dobbiamo guardare con questo spirito. Non possiamo tradire l'ONU in una delle battaglie decisive per lo sviluppo del multilateralismo nel nostro mondo.
Naturalmente sappiamo anche che la battaglia per lo sviluppo, per il superamento delle diseguaglianze deve acquistare nuova capacità e deve essere coniugata con l'efficienza, con la trasparenza, con visioni avanzate e nuove e non si deve limitare ad essere soltanto l'erogazione a fondo perduto di risorse che in questa fase potrebbero naturalmente incontrare difficoltà ad essere reperite e che comunque si aggiungerebbero alla lunga serie di occasioni perdute.
Ma da questo punto di vista - lo abbiamo fatto anche con la nostra mozione naturalmente - c'è un terreno sul quale si può lavorare con forte intensità perché c'è stato nel corso di questi anni (penso alla Banca mondiale solo per fare un esempio) l'acquisizione di una nuova consapevolezza. Parliamo di ownership cioè parliamo di responsabilizzazione dei Paesi ai quali viene donato, ai quali si chiede di partecipare in forme nuove alla gestione di queste opportunità finanziarie, si chiede di partecipare con la predisposizione di bilanci pubblici che siano funzionali a questa nuova impostazione dell'aiuto. Parliamo di una partnership nuova dei donatori nel senso cioè di un approccio unitario dei donatori per evitare sprechi, sovrapposizioni di risorse, per evitare il rischio della mancata trasparenza, il rischio della mancata consequenzialità.
Siamo insomma di fronte alla possibilità di dare a maggiori risorse maggiore efficienza e maggiore corrispondenza alle esigenze: questa è la questione che deve passare anche nelle opinioni pubbliche cioè che l'aiuto allo sviluppo oggi ha cambiato e può sempre meglio cambiare nel senso di corrispondere sempre di più a questa necessità.
L'onorevole Della Vedova ha espresso una riserva sulla possibilità di usare tra le risorse nuove quelle che possono riguardare il tema delle tassazioni sovranazionali. Penso che bisogna fare anche qui un discorso con assoluta chiarezza e con assoluta linearità.
È chiaro che in un mondo come questo vi è la necessità di tenere conto delle risorse della globalizzazione, che noi non demonizziamo e che è anche la protagonista di alcuni fatti positivi dello sviluppo del millennio messi in evidenza dal bilancio di questi primi dieci anni ha, come ad esempio il fatto che è la globalizzazione che ha aiutato alcuni Paesi ad uscire dalla fase della povertà estrema e quindi a dare una correzione di alcuni indici dello sviluppo del millennio. Tuttavia, quella stessa globalizzazione ha determinato ulteriori diseguaglianze e ulteriori zone d'ombra. Noi possiamo intervenire anche con strumenti nuovi, affinché in qualche modo, in termini moderni e in termini rispettosi, come dicevo, delle esigenze di partnership e di ownership, vi sia la possibilità di utilizzare risorse nuove per dare possibilità alle chances dello sviluppo.
Penso che da questo punto di vista vi sia una questione che dobbiamo avere chiara: oggi nel mercato, nel campo, nel mondo dell'aiuto allo sviluppo sono entrati prepotentemente nuovi Paesi, in principal modo la Cina e con essa altri Paesi assolutamente protagonisti della globalizzazione. Noi dobbiamo aprire (il Governo deve farlo e dobbiamo farlo anche in sede di Nazioni Unite) una discussione seria su questo punto. Infatti, se il mondo tradizionale Pag. 18dell'aiuto allo sviluppo nel corso di questi anni ha lavorato appunto per dare nuovo significato, nuovi strumenti e una nuova filosofia a queste politiche, noi dobbiamo aprire una discussione con questi nuovi Paesi che, per le modalità con cui entrano nei mercati dei Paesi emergenti e dei Paesi poveri, utilizzano in qualche modo vecchi strumenti e rischiano di determinare un arretramento delle condizioni di crescita democratica, civile e sociale, che è l'obiettivo intorno al quale abbiamo costruito e vogliamo costruire queste nuove politiche. Questo è un tema di grande importanza e di grande peso, che dobbiamo avere anche presente nel corso del dibattito che si terrà a New York. Tutto questo ci spinge quindi ad insistere sulla possibilità di tenere insieme più risorse e migliore e diversa qualità dell'aiuto pubblico allo sviluppo.
Vengo ora alla questione riguardante cosa facciamo noi. Ho preso atto naturalmente della disponibilità del Governo a seguire strade che vadano nella direzione di mettere l'Italia insieme agli altri Paesi donatori su questo terreno, su questo versante di un approccio più moderno, più trasparente e più efficace dell'aiuto. Non si fanno però - questo è il punto - le nozze con i fichi secchi: il nostro livello di risorse che vengono impiegate per l'aiuto allo sviluppo, lei lo sa meglio di me, signor sottosegretario, è assolutamente insufficiente e rende impossibile anche che si sollevi con la giusta intensità la voce italiana nel corso di questi confronti internazionali. Naturalmente infatti la voce italiana, che è sempre stata una voce ascoltata ed autorevole, rischia di esserlo meno se sul piatto della bilancia questo Paese torna indietro rispetto al suo ruolo e al suo status. Anche qui dobbiamo affrontare la questione in modo moderno e intelligente.
Noi abbiamo accolto una riformulazione che parla - lei lo ha proposto e lo ha detto - di priorità che il Parlamento italiano e quindi anche il Governo devono attribuire alle scelte che riguardano il finanziamento allo sviluppo ed il reperimento delle risorse. Concludo Presidente: che vuol dire priorità? Che nessuno di noi pensa che si tratti di un circuito autoreferenziale. Sappiamo che dobbiamo fare i conti con le compatibilità del bilancio, ma sappiamo anche però che dobbiamo dare a tale questione una priorità, perché le questioni che riguardano l'aiuto allo sviluppo, signor Presidente e signor sottosegretario, sono questioni che hanno la loro autonomia etica e la loro autonomia sociale, ma fanno anche per questo parte di una dimensione più ampia della politica estera e della proiezione internazionale del nostro Paese.
In questo senso, la priorità per l'aiuto allo sviluppo trova in questo dibattito una conferma della sua validità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pianetta. Ne ha facoltà.

ENRICO PIANETTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, gli «obiettivi di sviluppo del millennio» rappresentano un traguardo strategico, fondamentale ed anche lungimirante per l'intera comunità internazionale - lo hanno rilevato i colleghi che mi hanno preceduto - non soltanto per un aspetto fondamentale, cioè quello umanitario ed etico (la fame, infatti, è un elemento che costituisce una grande sconfitta per tutti). Vi è anche un'altra caratteristica che dobbiamo sottolineare per il raggiungimento degli «obiettivi di sviluppo del millennio»: la stabilità internazionale. Il sottosviluppo, infatti, crea non solo tensioni sociali e violenze, ma rappresenta anche un terreno fertile per tutte le manifestazioni terroristiche, che costituiscono un elemento di destabilizzazione. Pertanto, vi è stata una grande lungimiranza da parte dei Capi di Stato e di Governo quando, nel 2000, si sono posti questi obiettivi.
Alla comunità internazionale costa di più non raggiungere gli «obiettivi di sviluppo del millennio», piuttosto che raggiungerli. Questo è uno slogan che sintetizza il convegno che si è svolto l'anno scorso qui a Montecitorio, promosso dal Pag. 19Comitato per gli «obiettivi di sviluppo del millennio» della Commissione affari esteri della Camera, a cui hanno partecipato parlamentari di quattro continenti, con riferimento al seguente tema: il ruolo dei Parlamenti per il raggiungimento degli «obiettivi di sviluppo del millennio».
Da quel dibattito, è emerso con forza che i Parlamenti devono esercitare fino in fondo il proprio ruolo di indirizzo e controllo nei confronti degli Esecutivi e mantenere una costante attenzione politica in relazione all'aiuto pubblico allo sviluppo. Direi soprattutto - per intenderci - i Parlamenti del sud del mondo, per rendere più efficiente ed incisiva l'azione dell'aiuto e creare condizioni di maggiore responsabilità, ma anche i Parlamenti dei Paesi del nord del mondo.
Questo è ciò che - credo - stiamo facendo con capacità ed efficienza, in questa sede, attraverso le nostre mozioni, ed è ciò che, in particolare, sta facendo il Comitato attraverso una relazione intermedia, che diventerà conclusiva, che ci accingiamo a formulare. Questo non solo attraverso - è stata citata - una risoluzione in Commissione affari esteri, che ha già fornito incentivi al Governo per operare in questo senso, ma anche, concretamente, attraverso una proposta di legge, che è diventata legge, volta a rendere più efficace e più efficiente la gestione dei fondi presso le nostre rappresentanze diplomatiche all'estero.
L'interesse della comunità internazionale nei confronti di questo specifico impegno italiano, unico nel contesto dei Paesi dell'Unione europea che aderiscono all'OCSE, ha sollecitato la stessa Unione interparlamentare ad avviare uno studio sul caso italiano, nell'intento di formulare linee guida destinate all'Assemblea parlamentare dei cinque continenti che saranno presentati e divulgati in occasione del prossimo Summit.
Indirizzo e controllo dei Parlamenti - dicevo - per impegnare anche il nostro Governo, con queste nostre mozioni, a programmare, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, le modalità per realizzare gli impegni in materia di aiuto pubblico allo sviluppo.
Non è ancora risolto il problema relativo alla quantità dei nostri aiuti, l'hanno evidenziato tanti colleghi e l'ha detto anche lo stesso direttore generale per la cooperazione allo sviluppo, in occasione di alcune audizioni: siamo in condizioni percentuali rispetto al PIL non ancora adeguate. Ci possiamo però parzialmente confortare se valutiamo dei valori assoluti, con i 3,4 miliardi di dollari che stiamo dedicando all'aiuto pubblico allo sviluppo e che ci permettono di ottenere e di mantenere una posizione dignitosa a livello internazionale. Questa non è una valutazione che deve far venire meno l'impegno a migliorare il nostro aiuto pubblico per quanto riguarda la percentuale.
È stato correttamente riferito che l'impegno internazionale complessivo per il 2010, dovrà essere pari a 154 miliardi di dollari e che ne mancano 35 all'appello, ma, l'impegno per la quantità non deve distogliere l'attenzione dal raggiungimento di una migliore qualità degli aiuti e una migliore efficienza. L'Italia, se da un punto di vista della quantità, mostra lacune, dal punto di vista della qualità può registrare una tendenza al costante miglioramento; penso alle tante persone che si impegnano, ai volontari, ai cooperanti e anche a tutti i soggetti della realtà italiana periferica. Efficienza quindi nella gestione degli aiuti. Questa è una grande sfida al pari di quella della quantità: bisogna rendere compiuta la Dichiarazione di Parigi sull'efficienza degli aiuti. Evelyn Herfkens, la responsabile della campagna delle Nazioni Unite per il raggiungimento degli «obiettivi di sviluppo del millennio», ha detto che soltanto aumentando l'efficacia si può difendere anche la volontà di incrementare il volume delle risorse e che non serve incrementare gli stanziamenti se non siamo in grado di spiegare ai contribuenti che l'aumento è finalizzato ad un efficace conseguimento degli «obiettivi di sviluppo del millennio». Pag. 20
In occasione di una recente audizione il nostro rappresentante presso l'OCSE ha riferito che circa nell'80 per cento delle iniziative di aiuto allo sviluppo c'è un'efficacia inferiore al 50 per cento degli impegni messi in atto. È una considerazione che deve indurre tutti quanti noi a sollecitare un migliore impegno per raggiungere una migliore efficacia. La stessa Unione europea stima, nella sua recente relazione, che una corretta efficacia degli aiuti ed una corretta efficienza potrebbe conseguire un valore aggiunto che si aggira intorno ai 6 miliardi di euro. Questo è un elemento importante, insieme all'incremento quantitativo, perché dobbiamo incrementare gli aiuti, ma anche operare per conseguire una più elevata efficienza. Sono necessari una migliore organizzazione degli aiuti, più responsabilizzazione dei Parlamenti e dei Governi del sud del mondo, un più razionale coinvolgimento dei tanti attori della cooperazione per ottimizzare gli interventi e per garantire la coerenza delle politiche dello sviluppo.
Per questo abbiamo voluto sottolineare nella mozione Antonione ed altri n. 1-00430, da noi presentata, che l'aiuto pubblico deve essere, sempre più, visto in funzione e nell'ambito di un mix di strumenti, attività e flussi finanziari che deve basarsi sulla responsabilità condivisa di tutti gli attori coinvolti, statali e non, pubblici e privati, del nord e del sud del mondo perché i benefici degli obiettivi di sviluppo saranno e dovranno essere globali.
Voglio infine, signor Presidente, ricordare un argomento particolarmente importante che è contenuto nella mozione. Mi riferisco alle mutilazioni genitali femminili, quando diciamo che l'Italia è attivamente impegnata nella lotta contro le mutilazioni genitali femminili in quanto pratica aberrante e violazione patente dei diritti umani fondamentali di donne e bambini e fortemente contraria ai principi che ispirano gli obiettivi del millennio.
Credo che, in ragione di ciò, con la nostra mozione, abbiamo voluto impegnare il Governo a promuovere e a sostenere tutte le iniziative atte a far sì che la prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite adotti una risoluzione per la messa al bando, a livello globale, delle mutilazioni genitali femminili.
Auspico che questa Assemblea, su questo argomento, possa trovare un consenso unanime per dare ancora più forza al nostro Governo, per raggiungere questo obiettivo a livello internazionale presso le Nazioni Unite.
Concludo, dicendo che il gruppo del Popolo della Libertà voterà a favore della mozione Antonione ed altri n. 1-00430 (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mecacci. Ne ha facoltà.

MATTEO MECACCI. Signor Presidente, il tema oggi in discussione è molto caro al Partito Radicale, il quale, sin dagli anni Ottanta, ha condotto in Italia, e non solo, la campagna contro la fame del mondo, e per il raggiungimento di questi che sono adesso definiti gli obiettivi del millennio, ma sono fondamentali diritti umani che non possono essere garantiti se non vi è un impegno, anche finanziario, dei Paesi industrializzati e più sviluppati.
Purtroppo, come Italia, siamo molto lontani da questi obiettivi, non è una novità, ma è il risultato dell'atteggiamento che hanno avuto i Governi che si sono succeduti nel corso degli ultimi anni. In questo modo ci stiamo progressivamente allontanando dai citati obiettivi.
A fianco a ciò vi è anche una crescente disattenzione rispetto alle garanzia di fondamentali diritti umani della persona e alla necessità che ci siano giurisdizioni internazionali capaci di intervenire laddove la povertà è fonte non solo di carestia, ma anche di sistemi di governo spesso corrotti, che non garantiscono un normale avvicendamento della classe politica.
Vorrei, però, sottolineare un punto al quale ha fatto riferimento il collega Pianetta in chiusura del suo intervento: il Parlamento italiano si è espresso, poche settimane fa, sul decreto riguardante le missioni Pag. 21internazionali, per finanziare una campagna straordinaria del nostro Paese per la eradicazione delle mutilazioni genitali femminili. Il Governo è quindi impegnato, con l'apertura dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, a presentare una risoluzione per estirpare questo fenomeno, presente, in particolare, nel continente africano dove, oltre ad altri problemi, vi è questa specifica questione.
Credo che approvare quest'ulteriore impegno del Governo, unanimemente, da parte del Parlamento, sia un segnale importante che possa rafforzare il nostro Governo in vista dell'Assemblea generale, dove speriamo di poter realizzare quanto siamo riusciti a fare tre anni fa con l'approvazione della moratoria universale della pena di morte, che vide l'Italia tutta unita e protagonista in questa battaglia. Speriamo che questo possa ripetersi anche nelle prossime settimane (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Evangelisti ed altri n. 1-00424, non accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Trappolino, Misuraca, Romano.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazionia ).

(Presenti 536
Votanti 531
Astenuti 5
Maggioranza 266
Hanno votato
254
Hanno votato
no 277).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Antonione ed altri n. 1-00430, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cristaldi, Bocchino, Trappolino, Galletti... i colleghi hanno votato? Onorevole Giammanco.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 537
Votanti 312
Astenuti 225
Maggioranza 157
Hanno votato
312).

Prendo atto che la deputata Giammanco ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Pezzotta ed altri n. 1-00431, nel testo riformulato, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Lo Monte, Landolfi, Vignali, Armosino, Bellotti, Giulietti, Boccuzzi... l'onorevole Landolfi ha votato... i colleghi hanno votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 534
Votanti 533
Astenuti 1
Maggioranza 267
Hanno votato
533).

Prendo atto che il deputato Calgaro ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Pag. 22Lo Monte ed altri n. 1-00432, nel testo corretto come riformulato, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Mazzuca, Giammanco, Migliori, Luciano Rossi, Traversa, Strizzolo, Veltroni... i colleghi hanno votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 537
Votanti 518
Astenuti 19
Maggioranza 260
Hanno votato
518).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Tempestini ed altri n. 1-00433, nel testo riformulato, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Portas, Costa, Lo Monte, Garagnani, Ceroni, Benamati...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 537
Votanti 302
Astenuti 235
Maggioranza 152
Hanno votato
300
Hanno votato
no 2).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Mosella ed altri n. 1-00434, nel testo riformulato, accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Luciano Rossi, D'Anna, Ceroni, Ravetto, Calearo Ciman, Lanzillotta.

Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti 537
Votanti 517
Astenuti 20
Maggioranza 259
Hanno votato
517).

Prendo atto che il deputato Cesare Marini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.

Seguito della discussione della mozione Cicchitto, Franceschini, Reguzzoni, Casini, Bocchino, Donadi ed altri n. 1-00423 concernente iniziative per l'istituzione di una Conferenza interparlamentare per la politica estera, di difesa e sicurezza europea (ore 13,15).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della mozione Cicchitto, Franceschini, Reguzzoni, Casini, Bocchino, Donadi ed altri n. 1-00423 (Nuova formulazione) concernente iniziative per l'istituzione di una Conferenza interparlamentare per la politica estera, di difesa e sicurezza europea (Vedi l'allegato A - Mozioni).
Ricordo che nella seduta di martedì 14 settembre 2010 si è conclusa la discussione sulle linee generali della mozione all'ordine del giorno ed è intervenuto il rappresentante del Governo.

(Parere del Governo)

PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulla mozione all'ordine del giorno ed altresì i colleghi a consentire lo svolgimento dei lavori con l'attenzione necessaria.

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, il parere del Governo è favorevole.

Pag. 23

(Dichiarazioni di voto)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signora Presidente, intervengo molto brevemente soltanto per confermare il voto favorevole del gruppo dell'Italia dei Valori a questa mozione che del resto ha trovato un accordo pressoché unanime dei gruppi che tende ad andare oltre quella che era la normale impostazione dell'Unione europea occidentale per quanto riguardava la difesa dell'Europa dell'ovest.
Si tratta di dare seguito ai contenuti del Trattato di Lisbona e di impegnare direttamente i Parlamenti nazionali per quanto riguarda anche un'azione di controllo, di stimolo e di impulso; per questo il nostro voto è favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ruben. Ne ha facoltà. Prego i colleghi di consentire all'onorevole Ruben di svolgere il suo intervento.

ALESSANDRO RUBEN. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intendo in primo luogo manifestare il nostro più ampio apprezzamento per il sostegno unanime di tutte le forze politiche emerso anche in sede di discussione sulle linee generali della mozione che ci apprestiamo a votare. Sarò molto breve, non vi preoccupate.
Con la mozione in esame il nostro Paese si pone come stimolo a livello europeo per continuare l'esperienza positiva maturata nell'ambito dell'Assemblea parlamentare dell'UEO, individuando un nuovo organismo di raccordo tra i Parlamenti nazionali degli Stati membri e il Parlamento europeo sul tema della politica estera e di sicurezza comune.
Del resto l'Italia è sempre stata in prima fila nel sostenere l'esigenza del potenziamento nella dimensione comunitaria della politica estera e di difesa, come dimostrato anche dall'importante ruolo svolto dalle nostre forze armate nelle missioni militari e civili dell'Unione.
Appare inoltre fondamentale, come sottolineato da tutti gli intervenuti nella discussione di ieri, l'apertura della Conferenza non solo agli Stati membri dell'Unione, non solo agli Stati candidati all'adesione, ma anche agli altri Stati interessati. La sicurezza europea è, infatti, un obiettivo da condividere nella maniera più ampia possibile.
Confidiamo che l'intensificarsi dei lavori parlamentari contribuisca a sviluppare la difesa comune europea ed, in particolare, favorisca il raggiungimento dei seguenti obiettivi: la formazione di un esercito europeo che integri le capacità nazionali e multilaterali, il rilancio dell'Agenzia europea per la difesa, armonizzando le esigenze operative, sostenendo la ricerca e riducendo i costi, la tempestività e l'efficacia del processo decisionale per il dispiegamento delle missioni militari e civili.
In conclusione, ringrazio il Governo per il sostegno manifestato all'iniziativa definita, tra l'altro, importante e tempestiva e preannunzio il voto favorevole del mio gruppo alla mozione in discussione con l'auspicio che un testo analogo sia approvato rapidamente anche dall'altro ramo del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Malfa. Ne ha facoltà.

GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, intervengo solo per esprimere il consenso su questa mozione e chiedere ai firmatari di poter aggiungere la mia firma su questo importante documento che segna un'iniziativa italiana nel campo della politica estera europea che ritengo molto importante.

Pag. 24

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. Signor Presidente, prendo il posto dell'onorevole Adornato immeritatamente solo per affermare, da parte del nostro gruppo, il sostegno a questa iniziativa che non solo trova le firme di tutti gli autorevoli rappresentanti di gruppo, ma perché siamo consapevoli che, dopo l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona e la chiusura, sostanzialmente nella prossima primavera, dell'Assemblea dell'Unione europea occidentale (UEO), permane la necessità di un controllo e di un confronto interparlamentare tra gli esecutivi e una linea comune di politica estera e di difesa.
Ciò nonostante, anche a seguito dell'introduzione del Servizio diplomatico europeo, questa diventa una necessità. Molti Parlamenti, non solo il Parlamento francese, si sono già pronunciati su proposte e mozioni analoghe e, quindi, confidiamo che anche questo ramo del Parlamento, come il Senato della Repubblica, contribuisca a fare questo passo in avanti per il coinvolgimento parlamentare in un settore importante e strategico come la politica estera e di difesa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dozzo. Ne ha facoltà.

GIANPAOLO DOZZO. Signor Presidente, nella discussione sulle linee generali di ieri pomeriggio tutti i gruppi parlamentari hanno convenuto che questa mozione, concernente l'istituzione di una Conferenza interparlamentare, sia opportuna, dato il Trattato di Lisbona e dato che comunque la politica estera di sicurezza e difesa è ancora in capo al livello intergovernativo. Per di più, i Parlamenti - ne abbiamo la riprova ogni anno - più volte all'anno finanziano le missioni all'estero e, quindi, si vuole assolutamente che il Parlamento abbia un controllo sulla politica di difesa e sicurezza.
Sono molto contento come capo della delegazione italiana all'Unione europea occidentale (UEO) che naturalmente parta da questo Parlamento l'iniziativa di un nuovo organo che possa sostituire l'UEO. Si tratta di un organo molto semplice e leggero che comunque riunisce non solo tutti gli Stati membri dell'Unione europea, ma anche gli Stati membri aderenti alla NATO. Infatti, guarda caso, Stati come la Federazione russa, l'Azerbaigian, l'Armenia e la Georgia (tutti Stati che non troverebbero altri luoghi di discussione se non questa Conferenza interparlamentare) hanno fatto richiesta di continuare lo spirito dell'Unione europea occidentale.
È per questo, signor Presidente, che il voto della Lega sarà favorevole. Devo ringraziare in particolare, a nome di tutti i componenti della delegazione UEO, il collega Fassino che è stato l'estensore di questa mozione. So che la prossima settimana andrà al Senato, quindi saremo il primo Parlamento europeo a votare una mozione del genere. Pertanto, il nostro voto, quello della Lega, sarà un voto favorevole e così confido che siano favorevoli tutti gli altri voti dei colleghi parlamentari (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tempestini. Ne ha facoltà.

FRANCESCO TEMPESTINI. Signor Presidente, voglio anch'io ricordare che con il voto di oggi, e auspicabilmente il futuro ma speriamo rapido voto del Senato, l'Italia sarà il primo Paese a dotarsi di una proposta di un'iniziativa politica per dare seguito non tanto all'Unione europea occidentale (UEO), ma ad un'esigenza molto più importante cioè quella di dare base parlamentare al rafforzamento, auspicabile nel futuro, della capacità dell'Unione europea di dotarsi di una politica estera, di difesa e di sicurezza comune.
Anch'io, come l'onorevole Dozzo (lo faccio con piacere), voglio dare atto all'onorevole Fassino di essere stato il promotore di questa iniziativa. Non è un caso che questo tipo di impegno sia venuto da parte dell'onorevole Fassino.
Pag. 25Penso che dobbiamo corrispondere con grande energia e lungimiranza all'esigenza di dare all'Unione europea, alle sue strutture e ai suoi organismi il più ampio e solido sostegno e la più ampia e solida base parlamentare. In questo senso, auguriamo il miglior successo a questa iniziativa che la Camera oggi vara e per questo daremo il nostro voto favorevole (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zacchera. Ne ha facoltà.

MARCO ZACCHERA. Signor Presidente, a nome del gruppo del Popolo della Libertà anche noi esprimiamo un voto convintamente favorevole a questa mozione, ringraziando anche l'onorevole Fassino che, tra l'altro, è un presidente di Commissione dell'UEO. Infatti, si tratta di un testo che dovrebbe raccogliere l'unanimità anche negli altri parlamenti.
Infatti, la questione posta, cioè la necessità di un controllo parlamentare delle politiche di difesa e di sicurezza, esiste: troppe volte i Governi vogliono forse anche estendere questa loro capacità decisionale senza tenere conto del fatto che ci deve poi essere anche un controllo parlamentare. Peraltro, la UEO aveva sicuramente superato la sua funzione dopo 53 anni - mi sembra - di attività. Vorrei ricordare ai colleghi che la UEO è stata determinante nel momento in cui ci fu, per esempio, il blocco di Berlino, in una situazione europea dove «occidente» significava quella parte del nostro continente dove erano possibili determinate libertà.
Oggi fortunatamente la UEO si è estesa fino agli Urali e anche più avanti e, quindi, deve continuare in qualche maniera tramite una commissione parlamentare che si riunisca periodicamente a controllare e monitorare le situazioni in Europa. Pertanto, è opportuno anche il contenimento delle spese, che attualmente è un problema che esiste a livello di Unione europea. È opportuno altresì questo voto, che oggi esprimiamo anche noi in termini convinti (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazione)

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Cicchitto, Franceschini, Reguzzoni, Casini, Bocchino, Donadi ed altri ed altri n. 1-00423 (Nuova formulazione), accettata dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).

Onorevoli Cristaldi, Lo Monte, Morassut, Sardelli, Pionati, Guzzanti, Braga, Reguzzoni, Follegot e Gidoni.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazionia ).

(Presenti e votanti 460
Maggioranza 231
Hanno votato
460).

Sospendo la seduta, che riprenderà alle 15 con lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

La seduta, sospesa alle 13,30, è ripresa alle 15.

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per la semplificazione normativa, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il Ministro per i rapporti con il Parlamento ed il Ministro della salute.

Pag. 26

(Problematiche conseguenti all'ipotesi di una diversa dislocazione delle sedi dei ministeri sul territorio nazionale - n. 3-01218)

PRESIDENTE. L'onorevole Ciccanti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01218, concernente problematiche conseguenti all'ipotesi di una diversa dislocazione delle sedi dei ministeri sul territorio nazionale (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, il 12 settembre scorso, durante la manifestazione del partito della Lega Nord a Venezia nell'ambito della festa dei popoli padani, il Ministro interrogato ha proposto l'assegnazione di ministeri sul territorio attraverso una proposta di legge di iniziativa popolare dicendo sostanzialmente, come hanno riportato le agenzie di stampa: «Roma, la pacchia è finita».
Qualche giorno prima, il Ministro Bossi parlando a Saluzzo, Cuneo, aveva detto che i ministeri devono andare al nord: il Ministero dell'economia e delle finanze a Milano, il Ministero dell'agricoltura, secondo Tosi, a Verona, il Ministero del lavoro a Torino, secondo il governatore Cota, dicendo che in Inghilterra si fa così e che sostanzialmente i ministeri dovrebbero andare via da Roma. Chiediamo di conoscere le intenzioni del Ministro in una sede parlamentare.

PRESIDENTE. Il Ministro per la semplificazione normativa, Roberto Calderoli, ha facoltà di rispondere.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Signor Presidente, la simpatica interrogazione del collega Ciccanti fa riferimento a dichiarazioni fatte dal senatore Calderoli e dall'onorevole Bossi in manifestazioni politiche di partito; pertanto è evidente che quelle dichiarazioni sono state rese in qualità, personalmente, di coordinatore del movimento Lega Nord e, nel caso dell'onorevole Bossi, di segretario federale del movimento.
È di tutta evidenza, quindi, che nessuno dei due ha parlato in qualità di Ministro e dunque mi sembrerebbe assolutamente improprio che in questa sede debba rispondere il Governo nella sua interezza. Posso esprimere delle valutazioni personali che non impegnano ...

FURIO COLOMBO. Due identità!

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Onorevole Colombo, posso rispondere?

FURIO COLOMBO. Sì, è interessantissimo!

PRESIDENTE. Onorevole Colombo, per cortesia. Prego, Ministro, prosegua.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Attenendomi al testo dell'interrogazione nel quale è scritto che «nessuna capitale europea ha mai decentrato gli uffici del Governo», mi spiace far notare la disinformazione: citerò ad esempio la sola Olanda, dove la capitale è ad Amsterdam e tutto il Governo ha sede invece a L'Aja, quindi l'affermazione non è assolutamente vera.
Riguardo poi all'affermazione per cui «il trasferimento dei ministeri, inoltre, comporterebbe un esborso di denaro pubblico», si tratta di una valutazione che sarebbe corretta se all'apertura di un nuovo dicastero sul territorio non si applicasse la soppressione di quello a livello centrale; se così fosse, non vedo dove potrebbero essere i maggiori oneri. Se a questo si aggiunge che le spese delle amministrazioni dei dicasteri a livello centrale, ma anche del comune e della regione che ospitano il Governo non hanno certo brillato per virtuosità, potremmo paradossalmente arrivare addirittura ad avere una riduzione degli oneri.
La legge che ha stabilito lo spostamento del Governo nella capitale è la n. 33 del 1871, parla di Governo centrale, quindi non precisa neppure quali dicasteri dovrebbero essere a livello della capitale, ma, dato per scontato che così sia, credo che Pag. 27qualunque legge successiva possa modificare una legge ordinaria, perché nulla si dice al riguardo nella Costituzione.
Pertanto, se il gruppo della Lega Nord dovesse assumere un'iniziativa parlamentare ovvero una proposta di legge di iniziativa popolare in questa sede, ritengo che la stessa sarà esaminata dal Parlamento e in quella sede da parte del Governo ci sarà l'espressione di un parere formale e collegiale.
Sempre personalmente, devo dire che per quello che mi riguarda trovo che i ministeri stiano meglio dove ha più senso che stiano, faccio un esempio: io collocherei a Palermo piuttosto che a Reggio Calabria il Ministero dell'interno, a Napoli quello dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministero dell'economia e delle finanze a Milano piuttosto che il Ministero dello sviluppo economico a Torino. Sono solo degli esempi, ma credo che correttamente l'Aula possa valutare questa opportunità e su questa si esprimerà l'Assemblea (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. L'onorevole Ciccanti ha facoltà di replicare.

AMEDEO CICCANTI. Signor Presidente, ringrazio il signor Ministro, soprattutto comprendendo l'imbarazzo con cui ha risposto a questa interrogazione mostrandosi in quest'Aula come una specie di dottor Jekyll, per cui insieme al suo collega Bossi si trasforma e dice delle cose quando partecipa a manifestazioni della Lega Nord, mentre al Parlamento poi ne dice altre.
Quello che mi ha fatto piacere sentire nelle ultime battute della sua risposta, comunque, è che lei stia già immaginando un federalismo senza Stato. Noi stavamo ragionando su uno Stato federalista e adesso abbiamo un federalismo senza Stato, con la dislocazione dei ministeri come lei l'ha concepita.
Voglio soltanto ricordare, signor Ministro, che, appena cinque minuti fa, in Commissione, lei ci ha illustrato il decreto legislativo su Roma capitale: quindi, da una parte venite qui a dire che bisogna rafforzare i poteri della capitale e poi andate nelle lande del nord a spiegare che invece dovete portare via i ministeri.
Io sono dell'idea che, attuando il federalismo a Costituzione invariata secondo i decreti Bassanini, andrebbero già cancellati i ministeri che ci sono, mentre voi ne avete istituiti due in più, con due Ministri in più: il Ministero della salute e quello per il turismo, ma ricordo che anche la legge istitutiva del Ministero dell'agricoltura doveva essere abrogata secondo il referendum che si era svolto e, invece, voi li avete duplicati. Questo la dice lunga sul doppio binario su cui vi muovete.
Avete approvato anche la legge n. 42 del 2009, nella quale avete inserito provvedimenti su Roma capitale. Delle due l'una: o la Lega imbroglia se stessa o imbroglia i padani per catturare consenso elettorale. Noi dell'UdC pensiamo che questa seconda ipotesi sia la più veritiera (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Italia dei Valori).

(Intendimenti del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca circa la possibilità di un incontro con i rappresentanti dei lavoratori precari della scuola - n. 3-01219)

PRESIDENTE. L'onorevole Di Pietro ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01219, concernente intendimenti del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca circa la possibilità di un incontro con i rappresentanti dei lavoratori precari della scuola (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, intervengo molto velocemente. Nei giorni scorsi, proprio lei, signor Ministro, ha affermato che non avrebbe ricevuto i precari che stavano qui fuori e che rappresentavano decine di migliaia di precari, semplicemente perché tra alcuni di loro ve n'erano alcuni che militavano in alcuni partiti, significativamente nell'Italia dei Valori. Pag. 28
Noi riteniamo che in un Paese democratico vi sia libertà di esprimere le proprie idee, anche politicamente, e che un Ministro debba occuparsi di tutti i precari, non soltanto di quelli di cui gli pare e piace occuparsi.
Ciò premesso, chiediamo che si distolga un attimo l'attenzione dal lodo Alfano e dalle altre leggi ad personam e che questo Governo si preoccupi degli oltre 100 mila posti di lavoro che sono stati persi in questi due anni e sono stati ridotti e degli 8 miliardi di euro che sono stati sottratti al comparto scuola: chiediamo quindi che lei ci dia un'indicazione esatta su come reperire i fondi necessari per fare fronte alle emergenze scolastiche e su come garantire le immissioni in ruolo di questi precari e, soprattutto, chiediamo che vengano incontrati i precari e che si spieghino loro le cose come stanno, senza che siano trattati come persone di serie B, semplicemente perché non fanno la ola a Forza Italia o al Popolo della Libertà (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

PRESIDENTE. Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Mariastella Gelmini, ha facoltà di rispondere.

MARIASTELLA GELMINI, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, credo che un dibattito importante e delicato come quello che riguarda la situazione dei precari, se vuole davvero essere utile, debba essere improntato ad una veridicità dei dati e ad una schiettezza intellettuale.
A me spiace doverlo osservare in questa sede, ma l'interrogazione che presentate, onorevole Di Pietro, contiene una premessa destituita di ogni fondamento, ossia il maldestro tentativo di far credere a quest'Aula e al Paese che il fenomeno del precariato, che ha le sue origini negli anni Ottanta, quando la scuola è stata utilizzata come un grande ammortizzatore sociale, sia di responsabilità di questo Governo e ad esso debba essere addebitato.
In realtà, non credo che lei non sappia, onorevole Di Pietro, che vi sono precari che «stallano» in graduatoria da dieci-quindici anni e oltre e quindi non è possibile cercare di legare il tema del precariato ad una legge finanziaria che, sicuramente, ha determinato un piano di razionalizzazione della pianta organica della scuola: di questo ci assumiamo la piena responsabilità, perché siamo persone serie e quindi non rinneghiamo nulla di quanto abbiamo fatto.
I numeri della legge finanziaria, però, non portano ad un precariato di centomila persone: è vero, il taglio nel 2009-2010 è stato di 42 mila posti, ma ella dimentica, nella sua interrogazione, di fare riferimento ai 30 mila pensionamenti, così come ai 22 mila pensionamenti dell'anno scolastico in corso, 2010-2011.
Allora i numeri non sono intorno ai 100 mila come è scritto in questa interrogazione, ma sono molto meno: circa 12 mila posti per il 2009-2010 e circa 3 mila posti per il 2010-2011. Non si tratta di poca cosa, ma voglio dire al suo gruppo e a lei stesso che questi precari che noi abbiamo determinato con i tagli hanno avuto tutti la possibilità di un posto di lavoro, grazie al decreto-legge «salva-precari» e agli accordi che abbiamo siglato con molte regioni del nord come del sud. Certo, alcuni hanno preferito l'indennità di disoccupazione, ma un posto di lavoro, un'opportunità di rientrare a scuola è stata offerta a tutti. È chiaro che, invece, ci vorranno anni per assorbire il precariato che abbiamo ereditato e che non può essere ascritto alla responsabilità di questo Governo.
Chiudo anche con riferimento alla richiesta che lei ha fatto di incontro con i precari: innanzitutto i precari sono stati incontrati dalla sottoscritta fin dall'inizio del mio mandato, ancorché non esista un sindacato dei precari, e da parte del Governo non è mai mancata la disponibilità al confronto e al dialogo.
Il Ministro - la sottoscritta - ed il Governo non sono, invece, disponibili a prestare il fianco a chi è alla ricerca di un po' di visibilità politica e a chi utilizza il disagio reale di molti lavoratori per fare Pag. 29una battaglia politica contro il Governo e la sua maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE. L'onorevole Di Pietro ha facoltà di replicare.

ANTONIO DI PIETRO. Forse lei non sa, signor Ministro, che non è affatto vero quello che lei afferma, perché il precario ventisettenne Norman Zarcone si è buttato dal settimo piano dell'università di Palermo ed è morto. Non credo che si sia suicidato per fare un dispetto a lei, si è suicidato perché non aveva un futuro.
Forse lei non sa, signor Ministro, che non si può dire che, siccome da vent'anni c'è gente che muore di fame, può continuare a morire di fame, anche se adesso governa lei.
A chi devono rivolgersi questi precari, se non al Governo in carica, per chiedere che la si faccia finita con questo stato di incertezza e di precariato?
Lei mente, signor Ministro, quando dice che ha ricevuto i precari. Questi stanno ancora lì fuori; quando esce di qui vada a parlare con loro! Li troverà ancora li, tranne quelli che, nel frattempo, sono andati in ospedale perché hanno fatto lo sciopero della fame in quanto da lei non sono stati ricevuti. Lei quindi mente sapendo di mentire.
Ancora: lei mente quando dice che tutti hanno avuto un posto di lavoro. Quale posto di lavoro? Se lo avessero tutti, sarebbero felici e contenti. Invece, non hanno affatto ottenuto un posto di lavoro, tanto è vero che lei stessa ha detto che ci vogliono ancora sette anni perché lo ottengano. Pertanto, o hanno già un posto di lavoro oppure ci vogliono ancora sette anni perché lo ottengano.
Chiediamo, signor Ministro, che si metta mano a questa problematica, innanzitutto stabilendo il principio che il Governo compri meno cacciabombardieri e destini più soldi per le necessità urgenti, a cominciare da quelle della scuola (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori e di deputati del gruppo Partito Democratico). Infatti, lei non doveva farsi rubare - altrimenti diventa complice - gli 8 miliardi di euro che sono stati sottratti alla scuola. Se quei soldi sono stati tolti, vuol dire che adesso non servono più, quanto meno non servono a garantire la sicurezza negli istituti scolastici. Infatti, lei sa bene - perché ciò è previsto anche in una legge da voi approvata - che in ogni aula scolastica non devono esserci più di ventisei alunni per motivi di sicurezza e che invece, questo numero viene costantemente superato. Lei sa bene, signor Ministro, che c'è una dotazione organica che deve essere prevista in via aggiuntiva in modo stabile, per far fronte a tutte le volte che una persona non può andare a lavorare.
Dunque, le chiediamo di smetterla di difendere la casta e - semplicemente per motivi politici - le leggi che essa approva per uso e consumo proprio, e che servono a voi, e di occuparsi della fascia più debole del Paese.
Oggi parliamo di precariato della scuola, domani parleremo del precariato in generale e di tutte quelle realtà che sono senza lavoro perché voi vi occupate semplicemente dei fatti vostri (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

(Orientamenti del Governo in ordine alle nomine del Ministro dello sviluppo economico e del Presidente della Consob - n. 3-01220)

PRESIDENTE. L'onorevole Calearo Ciman ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01220, concernente orientamenti del Governo in ordine alle nomine del Ministro dello sviluppo economico e del Presidente della Consob (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

MASSIMO CALEARO CIMAN. Signor Presidente, signor Ministro, credo di parlare di una cosa risaputa da tutti gli italiani e di una necessità che sentono tutti gli imprenditori. In questo caso, oltre che da parlamentare, parlo da imprenditore.
Sia il presidente di Confindustria, sia tutti i rappresentanti del mondo industriale Pag. 30pensano che sia arrivato il momento che ci sia un Ministro che possa avere poteri e possa aiutare, in particolare, la maggior parte delle piccole e medie imprese che non sono ancora uscite dalla crisi. Noi abbiamo bisogno di dati certi, di speranza e di un uomo operativo. Il Presidente del Consiglio, che ha in questo momento l'interim, ha molte altre cose da fare, mentre la crisi così forte necessita, a nostro avviso, di un Ministro a tempo pieno. Quindi, vorremmo sapere cosa pensa il Governo in merito.

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevole Calearo Ciman, naturalmente le questioni sollevate nella sua interrogazione sono ben presenti all'attenzione del Governo. Con specifico riferimento alla nomina del titolare del Dicastero dello sviluppo economico, come peraltro già chiarito in un apposito comunicato stampa della Presidenza del Consiglio dello scorso 3 settembre, l'interim attribuito al Presidente del Consiglio dei ministri non ha prodotto alcun vuoto di potere. Viceversa, il Presidente del Consiglio ha assicurato continuità all'azione amministrativa e politica, al fine di fronteggiare la congiuntura economica internazionale. Per di più, anche organismi e istituzioni internazionali, tra cui l'Unione europea, l'OCSE e il Fondo monetario internazionale, hanno riconosciuto che le decisioni assunte dal Governo in materia economica e, quindi, anche dal Ministero dello sviluppo economico, sono state efficaci e centrate. Un elenco più dettagliato dei provvedimenti adottati dallo scorso maggio in tema di politica economica e industriale dal Governo è fornito nel comunicato stampa prima citato.
In particolare, si ricordano gli interventi in materia di crisi aziendali, di investimenti a favore delle imprese, di finanziamento dell'innovazione tecnologica, di promozione dell'approvvigionamento energetico e di telecomunicazioni. Questi elementi dimostrano che il Governo ha quindi continuato a seguire con particolare attenzione le problematiche dello sviluppo economico del Paese.
In conclusione, onorevole Calearo Ciman, sentita la Presidenza del Consiglio, si conferma l'intendimento del Governo ad una rapida definizione delle procedure di nomina del Ministero dello sviluppo economico e della Consob.

PRESIDENTE. L'onorevole Calearo Ciman ha facoltà di replicare.

MASSIMO CALEARO CIMAN. Signor Presidente, signor Ministro, capisco la vostra risposta. Il problema è lo svuotamento che è stato fatto fino ad oggi di questo Ministero. Il Ministero aveva delle competenze ben precise, che sono state prese e consegnate ad altri Ministeri. L'industria italiana ha bisogno di avere un Ministero molto forte, molto rappresentativo, con una persona a tempo pieno. Quindi, l'invito che vi rivolgiamo è che quanto prima venga scelto il Ministro e che vengano anche riportate le competenze e le disponibilità finanziarie al Ministero stesso. In questo momento il Ministero e le sue capacità sono divise tra più Ministeri, mentre per l'impresa è necessario avere un unico riferimento importante e anche con importanti dotazioni economiche.

(Iniziative per la revisione del Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra Italia e Libia, anche alla luce della recente aggressione subita da un peschereccio italiano al largo dell'isola di Lampedusa - n. 3-01221)

PRESIDENTE. L'onorevole Mecacci ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01221, concernente iniziative per la revisione del Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra Italia e Libia, anche alla luce della recente aggressione subita da un peschereccio italiano al largo dell'isola di Lampedusa (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata).

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MATTEO MECACCI. Signor Presidente, signor Ministro, chi parla è stato sin dall'inizio contrario all'approvazione di questo Trattato di cosiddetta amicizia tra Italia e Libia, ma credo che oggi, anche chi ha votato a favore, debba riconoscere che occorre fare un bilancio di questo Trattato, perché i suoi contenuti sono in molti casi profondamente sbagliati.
Vede, Ministro, in nome dell'amicizia, domenica scorsa un motopeschereccio italiano è stato mitragliato ed inseguito per ore da una motovedetta guidata da esponenti libici, che era stata donata dal Governo italiano e sulla quale erano presenti dei funzionari italiani, che si sono dovuti riparare sotto coperta, perché non hanno potuto impedire che si mitragliasse contro dei cittadini del nostro Paese.
Signor Ministro, questo non è solo un incidente, ma un fatto gravissimo per il nostro Paese. Con questo Trattato, noi ci siamo impegnati a dare alla Libia decine di milioni di euro ogni anno e il Ministro Maroni non può dire che li hanno scambiati per clandestini.
Infatti, nessun ministro di un Paese civile può consentire che solo si immagini la possibilità che si spari nei confronti dei migranti, che molto spesso non sono delinquenti, ma sono solo persone che chiedono asilo e protezione internazionale.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MATTEO MECACCI. Vi chiediamo di provvedere alla revisione di questo Trattato e di convocare le vostre controparti libiche per trovare una soluzione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha facoltà di rispondere.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Onorevole Mecacci, le rispondo sulla base degli elementi pervenuti dal Ministero degli affari esteri, ricordando, naturalmente, che il Ministro Frattini, cui lei ha rivolto l'interrogazione, si è dovuto recare a Zagabria per un impegno istituzionale precedentemente fissato.
Innanzitutto il Ministero rileva che la collaborazione con le autorità libiche nel settore del contrasto all'immigrazione clandestina, e in particolare le operazioni di pattugliamento congiunto, sono oggetto di specifiche intese, firmate nel 2007 dal Ministro Amato e nel 2009 dal Ministro Maroni.
A queste si aggiunge un protocollo tecnico, firmato dal capo della polizia il 29 dicembre 2007.
La donazione e l'impiego di motovedette derivano dall'applicazione originaria delle suddette intese, che prevedono il comando libico e la presenza a bordo di alcune unità di personale italiano. Il Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione del 2008 richiama, all'articolo 19, l'accordo firmato con la Libia nel 2000 in materia di collaborazione nella lotta al terrorismo, alla criminalità organizzata, al traffico di stupefacenti, all'immigrazione clandestina e, per quanto riguarda specificamente la lotta all'immigrazione clandestina, alle successive intese tecniche.
Il Trattato, dunque, non modifica i preesistenti accordi del 2007.
L'episodio, molto grave, che ha visto coinvolto il peschereccio italiano richiederà un forte impegno affinché azioni del genere non si ripetano più. Nessun accordo né alcuna regola di ingaggio consente, infatti, interventi con armi da fuoco verso imbarcazioni pacifiche.
D'altra parte, lo stesso comandante libico, e subito dopo l'autorità di Tripoli, incluso il Ministero degli esteri, hanno formalmente presentato le loro scuse. In Libia è stata avviata un'inchiesta per chiarire le dinamiche dei fatti ed accertare le responsabilità.
In Italia sono in corso l'indagine promossa dal Ministero dell'interno e l'indagine penale avviata contro ignoti per tentato omicidio dalla magistratura di Agrigento. Il Governo italiano approfondirà con le controparti libiche i necessari correttivi, Pag. 32che dovessero essere opportuni, alle intese tecniche che disciplinano le operazioni di pattugliamento congiunto.
Tale approfondimento tecnico è coordinato dal Ministero dell'interno, mentre il Ministero degli affari esteri continuerà il serrato dialogo in corso con le autorità libiche che consenta di giungere a intese di interesse per le flotte italiane che svolgono attività di pesca, fermo restando che il Governo italiano non può concludere con Paesi terzi dell'Unione europea specifici accordi in materia di pesca, essendo questi di competenza esclusiva delle istituzioni comunitarie.
Nei prossimi giorni le tematiche di interesse della flotta di Mazara del Vallo, di cui il peschereccio Ariete fa parte, saranno oggetto di un approfondimento in seno allo specifico comitato tecnico italo-libico in materia di collaborazione nel settore delle risorse marine.
In conclusione, le problematiche sull'attuazione del Trattato con la Libia che sono state sollevate anche con la sua interrogazione potranno essere approfondite ulteriormente nell'audizione che domani stesso si svolgerà presso le Commissioni affari esteri riunite delle Camere.

PRESIDENTE. L'onorevole Mecacci ha facoltà di replicare.

MATTEO MECACCI. Signor Ministro, lei sa meglio di me che gli accordi che lei ha citato non sono entrati in vigore effettivamente fino a quando non è stato ratificato il Trattato nel febbraio 2008, tant'è che le motovedette sono state consegnate pochi mesi fa. Voi siete responsabili di quanto sta avvenendo adesso: non potete richiamare quanto avvenuto nel 2000 e nel 2007, perché i libici hanno sparato per la prima volta, per fortuna, solo oggi.
In passato hanno sequestrato pescherecci, perché, tra l'altro, la Libia non rispetta il diritto internazionale e impedisce ai pescatori siciliani di pescare nelle acque internazionali del Mediterraneo, come invece avviene per tutti gli altri Paesi. Capisco che, avendo la Lega all'interno del Governo, importino molto i truffatori delle quote latte e non importino per niente i pescatori di Mazara del Vallo, ma sono tutti cittadini italiani che rispettano la legge e che hanno bisogno di veder tutelati i propri diritti.
Signor Ministro, la contrarietà a questo Trattato deriva anche dal fatto che vi siete resi complici, con le operazioni di respingimento dei migranti in mare, di violazioni della legge italiana. In particolare, l'articolo 10 della Costituzione italiana, che chiede la garanzia del diritto di asilo a chi arrivi da Paesi dove ci sono carestie o guerre, in questo momento non è rispettato. Voi avete appaltato la gestione della nostra immigrazione a Gheddafi che, per tutta risposta, pochi mesi fa, ha chiuso l'Ufficio dell'Alto Commissario dell'ONU per i rifugiati. Di conseguenza abbiamo centinaia di migliaia di persone che non hanno nessuno statuto giuridico in quel Paese.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

MATTEO MECACCI. Concludo, signor Presidente, sollecitando una riflessione più generale sulla politica estera del nostro Paese perché se Gheddafi e la Libia sono i nostri partner privilegiati, se questo Paese, che dichiara ogni giorno che vuole la distruzione dello Stato di Israele e che considera la Corte penale internazionale un'espressione del terrorismo internazionale, è il principale partner politico dell'Italia, allora voi state procurando un danno non solo al vostro Governo ma a tutto il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

(Iniziative di competenza del Ministro della salute in relazione a recenti casi di malasanità verificatisi in alcune sale parto - n. 3-01222)

PRESIDENTE. L'onorevole Castellani ha facoltà di illustrare l'interrogazione Baldelli n. 3-01222, concernente iniziative di competenza del Ministro della salute in relazione a recenti casi di malasanità Pag. 33verificatisi in alcune sale parto (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria.

CARLA CASTELLANI. Signor Presidente, signor Ministro, nel corso delle ultime settimane i mass media hanno dato notizia di casi di malasanità avvenuti nel corso di parti cesarei drammaticamente eclatanti che hanno sconvolto non solo le famiglie interessate ma anche l'opinione pubblica e riaperto il dibattito su un'anomalia tutta italiana.
Mi riferisco al fatto che il nostro Paese è, in Europa e in tutto il mondo occidentale, ai vertici della graduatoria per numero di parti cesarei effettuati. Anche un recente rapporto dell'Istituto superiore di sanità ha definito allarmante il costante aumento dei parti cesarei, saliti nel nostro Paese dall'11 per cento del 1980 all'attuale 38 per cento - media nazionale - con punte preoccupanti del 60 per cento in Campania...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

CARLA CASTELLANI. ... del 52 per cento in Sicilia, del 48 per cento e del 47 per cento rispettivamente in Molise e in Puglia, mentre la soglia massima indicata dall'Organizzazione mondiale dovrebbe essere del 15 per cento.
Considerato che il parto cesareo è un vero e proprio intervento chirurgico e, come tale, comporta per le donne maggiori rischi rispetto al parto naturale...

PRESIDENTE. Onorevole, la prego di concludere.

CARLA CASTELLANI. Concludo, signor Presidente. Si tratta di rischi che aumentano anche con l'innalzarsi dell'età in cui molte donne partoriscono per la prima volta.
Dunque, le chiedo, signor Ministro, quali azioni siano state messe già in atto e quali iniziative intenda intraprendere nell'ambito delle sue competenze affinché questi casi di malasanità non si verifichino più e per ricondurre entro limiti più fisiologici il ricorso ai parti cesarei (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Ferruccio Fazio, ha facoltà di rispondere.

FERRUCCIO FAZIO, Ministro della salute. Signor Presidente, onorevoli interroganti, fornisco alcune informazioni dettagliate circa le iniziative avviate.
In primo luogo, con l'intesa Stato-regioni del 20 marzo 2008 è stata affidata al Ministero della salute la funzione di Osservatorio per il monitoraggio degli eventi-sentinella a livello nazionale. Questa prevede, tra l'altro, circa 16 eventi avversi, tra cui l'evento «morte materna o malattia grave correlata al travaglio e/o al parto» che è l'evento n. 7 e che rappresenta circa il 4,7 per cento del totale degli eventi-sentinella segnalati. Naturalmente questi eventi ci forniscono periodicamente le informazioni del caso.
Il secondo punto è che sono state rese disponibili, sul sito web del Ministero della salute, dodici raccomandazioni considerate un asse prioritario proprio per impedire gli errori e aumentare la sicurezza dei pazienti. Segnalo la raccomandazione dell'aprile 2007 e la successiva del marzo 2008, sulla prevenzione della morte materna correlata al travaglio e/o al parto. Tali raccomandazioni prevedono, per esempio, l'istituzione di specifici percorsi a livello regionale e che sono disponibili sul sito web del Ministero.
In terzo luogo, abbiamo dato incarico all'Istituto superiore della sanità per la predisposizione di apposite linee guida che constano di due distinti documenti, uno già emesso nel gennaio 2010 affronta i problemi correlati alla patient oriented care ovvero la comunicazione tra donne e professionisti della salute.
Il secondo è programmato per il febbraio 2011 o forse addirittura per la fine di quest'anno e valuta le indicazioni al taglio cesareo elettivo d'urgenza per garantirne l'appropriatezza (i documenti sono corredati da opuscoli destinati alle donne); a novembre verrà invece pubblicata Pag. 34la guida «La gravidanza fisiologica» già predisposta e sottoposta ai commenti delle associazioni scientifiche, in particolare di quelle ginecologiche.
Come quarto punto il Ministero, già con l'accordo tra Stato e regioni dell'8 luglio del 2010, ha individuato come obiettivi prioritari la tutela della maternità, la promozione e l'appropriatezza del percorso-nascita, finanziando questi obiettivi come obiettivi di piano nell'ambito dei 1.400 milioni degli obiettivi di piano (e le regioni hanno già presentato sia nel 2009 sia nel 2010 progetti adeguati).

PRESIDENTE. Signor Ministro, la prego di concludere.

FERRUCCIO FAZIO, Ministro della salute. Come quinto punto, da questa mattina ho presieduto - proprio nella consapevolezza dell'importanza della questione - una commissione che sta elaborando una bozza di accordo in Conferenza Stato-regioni sui temi dell'appropriatezza del taglio cesareo e della sicurezza del parto. Sesto ed ultimo punto, per quanto riguarda le vicende degli ultimi giorni è naturalmente opportuno attendere gli esiti dell'indagine della magistratura e delle ispezioni congiunte tra Ministero e regioni.

PRESIDENTE. L'onorevole Castellani ha facoltà di replicare.

CARLA CASTELLANI. Signor Ministro, mi dichiaro soddisfatta della sua risposta anche perché il suo Ministero - nell'ambito delle proprie competenze, dal momento che l'organizzazione sanitaria, come noto, è di pertinenza delle regioni - sta mettendo in atto tutte le azioni possibili per scongiurare questi casi.
Mi permetta però, signor Ministro, di avanzare un suggerimento nell'ambito della Conferenza Stato-regioni: circa un anno fa abbiamo approvato in quest'Aula, anzi in questo Parlamento, una legge che riguarda le cure palliative e la terapia del dolore, inserendo nell'ambito della terapia del dolore anche la possibilità di diffondere in maniera più capillare di quanto non avvenga sino ad oggi la tecnica dell'analgesia epidurale per il parto. Dico questo non solo come anestesista ma anche come donna, perché certamente ciò renderebbe tutte le donne più libere di scegliere in maniera consapevole la possibilità di accedere ad un parto fisiologico.
Oggi infatti molte decisioni, soprattutto per ciò che riguarda il mondo femminile, vengono prese d'accordo con i ginecologi con la preoccupazione però da parte della donna di dover soffrire molto nel corso del parto.
La ringrazio, quindi, di nuovo per l'appropriatezza della sua risposta e mi auguro che quanto previsto da questo Parlamento venga attuato nella maniera più rapida ed incisiva possibile (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

(Iniziative per ovviare alla carenza di personale sanitario, con particolare riferimento alla programmazione delle immatricolazioni alle facoltà di medicina e chirurgia - n. 3-01223)

PRESIDENTE. L'onorevole Di Vizia ha facoltà di illustrare l'interrogazione Reguzzoni n. 3-01223, concernente iniziative per ovviare alla carenza di personale sanitario, con particolare riferimento alla programmazione delle immatricolazioni alle facoltà di medicina e chirurgia (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

GIANCARLO DI VIZIA. Signor Ministro, onorevoli colleghi, l'interrogazione a risposta immediata che intendo sottoporre alla vostra attenzione è relativa ad un problema forse sottovalutato ma che, tuttavia, rischia nei prossimi anni di creare non pochi disagi al funzionamento del nostro sistema sanitario nazionale.
Il problema è quello della carenza del personale medico che, secondo recenti studi di settore, sarebbe destinata nei prossimi anni ad interessare il nostro Paese. I motivi principali di tale carenza, a nostro giudizio, sono due. Uno è di carattere strutturale, in quanto dobbiamo Pag. 35sicuramente considerare la limitazione delle iscrizioni alle facoltà di medicina e chirurgia introdotta per ovviare al boom che si era registrato negli anni Settanta.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

GIANCARLO DI VIZIA. L'altro è legato a fenomeni culturali connessi agli orientamenti dei giovani in merito alla scelta della loro professione, in particolare alla generale preferenza nei confronti di quelle lauree considerate più attuali e stimolanti e comunque meno impegnative in termini di esami e di durata del corso.

PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Ferruccio Fazio, ha facoltà di rispondere.

FERRUCCIO FAZIO, Ministro della salute. Signor Presidente, questa tematica è all'attenzione del Ministero della salute, da tempo impegnato, in collaborazione con il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, nel favorire un incremento dell'attività formativa. Illustro separatamente, e d'intesa con il MIUR, la questione della carenza infermieristica e quella futura della carenza medica.
Per quanto riguarda la professione infermieristica, il Ministero della salute e le regioni, unitamente alle rappresentanze professionali, hanno costantemente chiesto un incremento di posti, cui è corrisposto un effettivo impegno dell'università ad incrementare la capacità formativa: si è passati dagli 8.650 posti disponibili nell'anno accademico 2006-2007 ai 16.336 posti dell'anno che sta per iniziare; quindi, un raddoppio dal 2006-2007. Il trend ha consentito di passare da un rapporto di 5,9 infermieri per mille abitanti nel 2005 al 6,3 del 2009; nel 2010 dovremo attestarci su 6,7 per mille abitanti. L'incremento naturalmente è favorito anche dall'età media dei professionisti, i due terzi dei quali non supera i 45 anni.
Per quanto concerne poi la professione medica il concetto è diverso, perché il trend è invece in costante diminuzione. Si stima che a partire dal 2014 il numero dei medici comincerà a decrescere, e che nel 2018 avremo 22 mila professionisti in meno; quindi i Ministeri, le regioni e la Federazione dei medici hanno chiesto un aumento dell'offerta formativa, cui l'università ha risposto progressivamente incrementando il numero da 7.366 dell'anno accademico 2007-2008 a 8.800 per il prossimo anno.
Dunque, come si vede, entrambi i Ministeri, e il nostro in particolare, sono impegnati con queste iniziative e con altre iniziative innovative, in sinergia con il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al fine di promuovere politiche attive per fronteggiare la carenza di personale sanitario.

PRESIDENTE. L'onorevole Di Vizia ha facoltà di replicare.

GIANCARLO DI VIZIA. Signor Presidente, ringrazio il Ministro Fazio per la sua risposta, che ritengo assolutamente soddisfacente.
Vorrei aggiungere, proprio su questo problema, che secondo alcuni studi recenti, signor Ministro, nel comparto del personale sanitario mancano circa 60 mila unità; inoltre, signor Ministro, ritengo giusto quanto lei ha ci ha risposto, perché si deve tener conto anche che, per motivi anagrafici, un'intera classe di medici sarà collocata a riposo. Dovremo, allora, a tempo debito, rivedere il numero delle immatricolazioni, per evitare che succeda al nostro Paese, signor Ministro, quanto è successo in Gran Bretagna, dove una politica non previdente ha portato ad un'ingente migrazione di personale infermieristico da altri Paesi.
L'interrogazione a risposta immediata che abbiamo presentato, come Lega Nord, mira a dare due risposte: in primo luogo, un miglior sistema sanità per i nostri cittadini; in secondo luogo, soprattutto, la possibilità per tanti nostri giovani di trovare una giusta possibilità di lavoro in un momento di crisi economica come questo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

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(Intendimenti del Governo in relazione ai fondi relativi alla prevenzione sanitaria e iniziative per un mercato concorrenziale dei prodotti vaccinali - n. 3-01224)

PRESIDENTE. L'onorevole Patarino ha facoltà di illustrare l'interrogazione Della Vedova n. 3-01224, concernente intendimenti del Governo in relazione ai fondi relativi alla prevenzione sanitaria e iniziative per un mercato concorrenziale dei prodotti vaccinali (Vedi l'allegato A - Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario.

CARMINE SANTO PATARINO. Signor Presidente, nella seduta del 29 luglio scorso il Governo diede parere favorevole all'ordine del giorno n. 9/3638/74 dei colleghi Della Vedova e Cazzola. Con quell'ordine del giorno il Governo, relativamente a quel 5 per cento del Fondo sanitario che il Piano sanitario del 2010-2012 aveva destinato all'attività di prevenzione, si impegnava a fare sostanzialmente due cose: la prima, rendere omogenea tra le diverse regioni la copertura vaccinale per la prevenzione primaria di patologie gravi e diffuse; la seconda, stabilizzare le finanze pubbliche, evitando concentrazioni delle offerte di vaccini di tipo monopolistico, per offrire, attraverso lo sviluppo di un mercato concorrenziale, sia ai consumatori che agli erogatori la libertà di scelta tra prodotti differenti, con la massima garanzia di qualità e risparmio.
Con l'interrogazione a risposta immediata in esame si chiede al Ministro di conoscere se e quali strumenti stia adottando il Ministero per far fronte a tali impegni.

PRESIDENTE. Il Ministro della salute, Ferruccio Fazio, ha facoltà di rispondere.

FERRUCCIO FAZIO, Ministro della salute. Signor Presidente, onorevole interrogante, lei ha segnalato una problematica di sicuro rilievo che il Governo condivide, così come ha condiviso la mozione che è stata approvata in Parlamento. Il Ministero di fatto si è impegnato a concordare con le regioni e le province autonome delle linee di attività di prevenzione indicate dal Piano nazionale della prevenzione, e quindi si è impegnato nel concordare non solo gli obiettivi ma anche e soprattutto la loro programmazione e valutazione.
Il Piano nazionale della prevenzione contiene precisi riferimenti ad una programmazione nelle regioni delle attività vaccinali; riferimenti che consentono di garantire in modo equo e universale il mantenimento dei livelli di protezione della collettività. I vaccini - lo sappiamo - sono degli straordinari strumenti di prevenzione ed è sempre più elevata l'attenzione nei confronti della loro sicurezza ed efficacia, però bisogna dire che proprio la natura di questi farmaci spesso - come lei ha correttamente rilevato - non può escludere a priori che si creino situazioni di monopolio. I casi sono, per esempio, quello in cui un vaccino per la tutela della salute pubblica viene sospeso sul mercato; in questo caso si possono creare le condizioni di monopolio per i vaccini che rimangono sul mercato, tenuto conto che evidentemente le campagne non possono essere vanificate. Poi può darsi il caso di un vaccino programmato per la campagna vaccinale di poche regioni, e se poi interviene un'emergenza non programmata sul territorio nazionale anche in questi casi si possono determinare situazioni di monopolio. Si tratta, quindi, di situazioni di monopolio anche non volute, oltre a quelle evidentemente ed ipoteticamente volute.
Noi contiamo realmente sullo strumento della programmazione con le regioni e le province autonome proprio per scongiurare - questo aspetto viene puntualmente affrontato nelle riunioni tecniche - le situazioni di monopolio. All'uopo abbiamo recentemente istituito un gruppo di lavoro proprio nell'ambito del Consiglio superiore di sanità, con il compito di stilare una bozza di piano nazionale vaccinazioni; su questo è imminente un confronto tecnico col coordinamento interregionale della prevenzione, cui seguirà l'iter istituzionale per la definizione di un accordo in Conferenza Stato-regioni. In questo Pag. 37gruppo di lavoro vengono anche affrontati i problemi relativi al monopolio.

PRESIDENTE. L'onorevole Patarino ha facoltà di replicare.

CARMINE SANTO PATARINO. Signor Ministro, voglio ringraziarla prima di tutto per la sensibilità di cui ella dà prova venendo a rispondere personalmente in Aula, e poi per la grande attenzione che ha inteso riservare alla questione che, data la sua delicatezza, merita di essere seguita come ella sta facendo con determinazione e autorevolezza.
Si è voluto, signor Ministro, rivolgerle questa interrogazione a risposta immediata, sia pure a breve distanza rispetto alla data dell'approvazione dell'ordine del giorno citato nell'atto di sindacato ispettivo, perché, trattandosi di prevenzione della salute, in un Paese civile come è il nostro, nel quale si deve puntare soprattutto alla prevenzione, come dicevamo, con tutti i mezzi di cui si dispone, noi, di Futuro e Libertà per l'Italia, riteniamo che si debba adottare anche per le procedure il metodo della prevenzione, e non quello di un semplice bilancio consuntivo che può solo creare dati sui quali spesso si muovono delle critiche e per i quali dati non si può fare più niente.
La ringrazio e mi dichiaro soddisfatto della sua risposta (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia).

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16 con lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo sull'assassinio del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo.

La seduta, sospesa alle 15,45, è ripresa alle 16.

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Bonaiuti, Brambilla, Brugger, Buonfiglio, Casero, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Crimi, D'Alema, Donadi, Franceschini, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giro, Lo Monte, Martini, Mazzocchi, Migliavacca, Ravetto, Reguzzoni, Sardelli, Stefani, Tabacci, Urso e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente settantaquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Cessazione dal mandato parlamentare del deputato Luciano Ciocchetti.

PRESIDENTE. Comunico che, in data 6 settembre 2010, è pervenuta alla Presidenza la seguente lettera dell'onorevole Luciano Ciocchetti:
«Caro Presidente, a seguito della mia recente nomina a Vicepresidente della regione Lazio e assessore alle politiche del territorio e dell'urbanistica, e constatata l'incompatibilità prevista dalla Costituzione tra il mio attuale mandato parlamentare e la mia nuova carica regionale, mi vedo costretto a rassegnare le dimissioni da deputato della Repubblica, con animo comunque grato per tutto ciò che questa esperienza mi ha dato in termini di arricchimento umano e politico.
È stata questa la mia terza legislatura, e in tutto questo periodo ritengo di aver servito questa Istituzione e, tramite essa, tutti gli italiani, dando tutto me stesso con impegno, dedizione, onestà e lealtà, non rifuggendo mai da responsabilità e senso del dovere. A mia volta, posso dire di avere ricevuto altrettanto dalle persone incontrate in questi anni e con le quali ho instaurato relazioni umane e politiche importanti, basate sulla stima, la fiducia, la correttezza e volte sempre al superiore interesse del mio Paese.
Pag. 38A conclusione della mia attività parlamentare in questa legislatura, quindi, sento il desiderio di porgere il mio più cordiale saluto a Lei, Presidente, e a tutti i colleghi dell'Assemblea e a quanti lavorano, a diversi livelli, nelle variegate articolazioni della Camera dei deputati, esprimendo a tutti la mia più profonda stima e l'assicurazione del mio più gradito ricordo e dell'impegno comune, benché in ambiti diversi, a proseguire ogni sforzo teso a servire la nostra amata Italia.
Firmato: Luciano Ciocchetti».
Trattandosi di un caso di incompatibilità, in conformità all'indirizzo espresso dalla Giunta delle elezioni nella seduta del 15 settembre 2010, la Camera prende atto, a norma dell'articolo 17-bis, comma 2, del Regolamento, di questa comunicazione e della conseguente cessazione del deputato Ciocchetti dal mandato parlamentare.

Proclamazione di un deputato subentrante.

PRESIDENTE. Dovendosi procedere alla proclamazione di un deputato, a seguito della presa d'atto, nella seduta odierna, delle dimissioni del deputato Luciano Ciocchetti, comunico che la Giunta delle elezioni ha accertato, in data odierna - ai sensi dell'articolo 86, comma 1, del testo unico delle leggi per l'elezione della Camera dei deputati, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361 - che il candidato che, nell'ordine progressivo della stessa lista n. 1 - Unione dei Democratici Cristiani e Democratici di Centro, nella medesima XVI Circoscrizione Lazio 2, segue immediatamente l'ultimo degli eletti risulta essere Anna Teresa Formisano.
Do atto alla Giunta di questo accertamento e proclamo deputato, a norma dell'articolo 17-bis, comma 3, del Regolamento, per la XVI Circoscrizione Lazio 2, Anna Teresa Formisano.
S'intende che da oggi decorre il termine di venti giorni per la presentazione di eventuali ricorsi.

Opzione del deputato Anna Teresa Formisano e proclamazione del deputato subentrante nella V Circoscrizione Lombardia 3.

PRESIDENTE. Avverto che, in vista della sua odierna proclamazione a deputato per la XVI Circoscrizione Lazio 2, la deputata Anna Teresa Formisano, che risulta già deputato in carica per la V Circoscrizione Lombardia 3, ha dichiarato, come comunicato dal presidente della Giunta delle elezioni con lettera in data odierna, di optare, a norma dell'articolo 85 del testo unico n. 361 del 1957, per la XVI Circoscrizione Lazio 2.
Dovendosi pertanto procedere alla proclamazione di un deputato, a seguito dell'opzione per la XVI Circoscrizione Lazio 2 formulata dalla deputata Anna Teresa Formisano, comunico che la Giunta delle elezioni ha accertato, con determinazione già assunta nella seduta dell'8 ottobre 2008 e ribadita nella seduta svoltasi in data odierna - ai sensi dell'articolo 86, comma 1, del testo unico delle leggi per l'elezione della Camera dei deputati, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361 - che il candidato che, nell'ordine progressivo della stessa lista n. 15 - Unione dei Democratici Cristiani e Democratici di Centro, nella V Circoscrizione Lombardia 3 segue immediatamente l'ultimo degli eletti risulta essere Pietro Marcazzan.
Do atto alla Giunta di questo accertamento e proclamo deputato, a norma dell'articolo 17-bis, comma 3, del Regolamento, per la V Circoscrizione Lombardia 3, Pietro Marcazzan (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
S'intende che da oggi decorre il termine di venti giorni per la presentazione di eventuali ricorsi.
Ringraziamo l'onorevole Ciocchetti e facciamo gli auguri di buon lavoro all'onorevole Marcazzan.

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Informativa urgente del Governo sull'assassinio del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo (ore 16,05).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo sull'assassinio del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo.
Dopo l'intervento del rappresentante del Governo interverranno i rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, per cinque minuti ciascuno. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto.

(Intervento del Sottosegretario di Stato per l'interno)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per l'interno, Alfredo Mantovano.

ALFREDO MANTOVANO, Sottosegretario di Stato per l'interno. Signor Presidente, onorevoli colleghi, alle ore 2 del 6 settembre ad Acciaroli, nel comune di Pollica, provincia di Salerno, il corpo di Angelo Vassallo, sindaco del medesimo comune, veniva ritrovato privo di vita al lato guida della propria vettura, una Audi A4. L'auto era ferma al bordo della strada a poca distanza dall'abitazione del sindaco. La morte era avvenuta qualche ora prima a seguito della esplosione a breve distanza di nove colpi di una pistola calibro 9x21. Da subito le indagini sono state coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Salerno e sono svolte dall'Arma dei carabinieri e dalla squadra mobile di Salerno e da personale altamente specializzato dei ROS, dello SCO, dello SCICO e della DIA di Salerno che sono stati inviati sul posto per fornire il loro contributo di alta specializzazione e qualificazione.
Nell'immediatezza del fatto il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza di Salerno si è riunito il 6 e l'8 settembre con la partecipazione del vicecapo della polizia, del direttore centrale della polizia criminale, del direttore dello SCO, del comandante dei ROS, del comandante dello SCICO e dei magistrati interessati. Le indagini sono ovviamente coperte dal segreto e non trascurano alcuna ipotesi. Esprimere un orientamento o individuare in modo esclusivo e certo moventi e matrice del delitto significherebbe ora non rispettare il difficile lavoro che è in corso.
I primi accertamenti rinviano ad un killer che non ha mostrato elevata professionalità criminale se è vero che, pur sparando da distanza ravvicinata, per raggiungere l'intento l'omicida ha ritenuto di impiegare, come si è detto, nove colpi di una calibro 9x21. Un killer che probabilmente non doveva essere sconosciuto alla vittima se è vero che Vassallo aveva il freno a mano tirato e il finestrino abbassato. Le piste investigative seguite in questo momento sono più di una e la complessità e la delicatezza dell'indagine derivano dal fatto che al fine di ottenere il risultato non se ne esclude nessuna. Aggiungo che dagli atti della prefettura di Salerno come della questura e del comando provinciale dei carabinieri non risultano pregressi episodi di minaccia nei confronti del sindaco di Pollica, né lo stesso ha mai presentato denunce o ha formulato timori per la propria personale incolumità.
Questo spiega perché non siano mai state prese in considerazione misure di tutela o di vigilanza nei sui confronti. È certo che Angelo Vassallo tenesse molto, per quanto rientrava nelle sue possibilità e competenze, ad evitare che il territorio di Pollica fosse preso di mira dal traffico di droga, facendo attenzione a che trattandosi di un sito turistico con numerosi locali pubblici essa non circolasse soprattutto in questi ultimi. Altrettanto certa, per quanto emerge, la sua contrapposizione ad appalti non rispettosi delle regole e di risultati efficienti.
Gli investigatori escludono che il Cilento presenti al proprio interno insediamenti camorristici anche se in un remoto passato proprio ad Acciaroli ha dimorato in soggiorno obbligato per più anni il calabrese capo 'ndrina Franco Muto. Gli Pag. 40stessi investigatori tuttavia approfondiscono con tutta l'attenzione possibile la pista camorristica. Viene segnalata da tempo in particolare nelle relazioni semestrali della Direzione investigativa antimafia, una situazione di fermento della criminalità organizzata nella provincia di Salerno a conferma che la situazione è nota e ha fatto adottare una serie di contromisure. Questa situazione segue alla crisi del gruppo D'Agostino decimato dagli arresti di elementi di spicco. La sua roccaforte è il quartiere Torrione con interessi illeciti prevalenti nel settore del traffico degli stupefacenti e delle estorsioni. A Salerno la gestione degli stupefacenti si conferma settore privilegiato di interesse dei clan locali d'intesa con le consorterie criminali operanti nella provincia di Napoli. Nel vuoto di potere creatosi all'indomani della disarticolazione nel 2006 del sodalizio D'Agostino e del sodalizio Faggioli-Ubbidiente hanno tentato di ritagliarsi propri spazi di azione alcuni gruppi minori.
Si tratta di aggregazioni criminali che spesso si contrappongono ad analoghi gruppi in cruenti scontri armati, capeggiati da pregiudicati già inseriti nel tessuto delinquenziale locale, che si caratterizzano per la giovane età dei leader e degli affiliati e per i metodi particolarmente violenti utilizzati per imporsi sul territorio. I principali settori di interesse, oltre alla droga, sono le estorsioni e le rapine. Recenti indagini hanno tuttavia confermato una riemersione ed espansione del clan D'Agostino-Panella che, nonostante gli arresti di elementi di spicco operanti negli ultimi anni e la contestuale conclusione di iter processuali più risalenti, continua ad esercitare la sua influenza criminale proprio a Salerno. Nel capoluogo vi è un esteso controllo della distribuzione di slot machine negli esercizi pubblici e sono state individuate nuove modalità di elusione degli obblighi di collegamento alla rete telematica, che consentono ingenti guadagni illeciti.
Altro fenomeno delittuoso particolarmente diffuso nella zona, non sempre gestito dalla criminalità organizzata, è l'usura. L'area territoriale non è immune da infiltrazioni di gruppi provenienti da altre zone della Campania: sono stati riscontrati interessi di consorterie criminali originarie della zona di Casal di Principe e di Portici. In particolare, con riferimento ai gruppi provenienti dall'area napoletana, è stata accertata la presenza di una ditta legata al gruppo Vollaro di Portici nei lavori di ammodernamento dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria.
Altre anomalie sono state rilevate nell'Agro Nocerino Sarnese, contraddistinto da uno scenario delinquenziale altamente complesso, sia per la contiguità territoriale con la provincia di Napoli di alcuni grossi centri quali Angri, Scafati, Sarno, San Valentino Torio e San Marzano sul Sarno, sia per i continui cambiamenti negli assetti interni ai clan locali, conseguenza delle numerose azioni di contrasto delle forze di polizia.
Nella zona sud della provincia, in particolare nella Piana del Sele, permane la presenza del clan De Feo di Bellizzi, i cui affiliati sono stati colpiti nel 2009 da diversi provvedimenti restrittivi, che hanno riguardato anche il reggente del clan, Antonio De Feo, e del sodalizio Pecoraro-Renna, attivo a Battipaglia, Montecorvino e zone limitrofe.
Nel mese di gennaio 2010 il tribunale di Salerno ha disposto un sequestro di beni, tra i quali un supermercato ed alcune società, situati nei comuni di Olevano sul Tusciano e Battipaglia, nella titolarità di parenti e affini di un soggetto legato a Gerardo Pecoraro, fratello del capo clan Alfonso.
Nell'aprile 2010 è stata data esecuzione ad una misura di prevenzione patrimoniale che ha condotto al sequestro di alcuni immobili e di due società con diverso oggetto sociale nella titolarità di un commerciante ritenuto il referente del gruppo Pecoraro-Renna, nel comune di Giffoni Valle Piana.
Le metodiche infiltrative negli appalti pubblici nell'area della provincia di Salerno, soprattutto quelle che prendono le mosse dal casalese, vedono l'azione di imprese collegate con gruppi criminali Pag. 41locali ovvero, in altri casi, il tentativo di condizionare illecitamente la pubblica amministrazione con la massiccia partecipazione di imprese in cordata alle gare pubbliche. Le attività investigative in questo settore esperite negli ultimi mesi hanno riguardato soggetti interessati alla realizzazione di infrastrutture e insediamenti strategici nelle opere classificate di interesse nazionale e anche nella realizzazione di opere pubbliche di particolare interesse locale.
In tale contesto, con una scelta tesa ad ampliare e rendere più incisiva l'azione di controllo e di contrasto di possibili tentativi di infiltrazioni malavitose, di iniziativa sono state identificate e rese destinatarie di attenzione numerose società impegnate in opere pubbliche in Salerno e provincia aventi importi oltre soglia. Potrei fornire i numeri dettagliati delle forze in campo tra Polizia di Stato, carabinieri e guardia di finanza nel territorio di Salerno: il numero è certamente adeguato a una provincia così vasta e popolata e alle esigenze qualitative del territorio.
Potrei ricordare il lavoro enorme messo in opera per le confinanti province di Napoli e di Caserta - ciò che ha fatto parlare di «modello Caserta» - e i risultati ottenuti. Rischio, però, di essere lungo e di dire cose note.
Vorrei solo ricordare che l'intensa attività delle forze di polizia è testimoniata dall'elevato numero delle persone arrestate e denunciate in stato di libertà. Nel 2009, in provincia di Salerno, la somma degli arresti e delle denunce arriva a 14.979 e, nel primo semestre dell'anno in corso, ammontano già a 7.594 persone. I beni sequestrati alla criminalità mafiosa nel 2009 sono stati 77, per un valore di oltre 38 milioni di euro e, dall'inizio di quest'anno, ne sono stati sequestrati 102, per un valore di oltre 22 milioni di euro. Sempre nel 2009, sono stati 27 i beni confiscati, per un valore di oltre 5 milioni di euro, a cui se ne aggiungono altri 5 all'inizio di quest'anno, per un valore di 2,5 milioni di euro.
Importanti obiettivi sono stati raggiunti sul versante della cattura dei latitanti. Dal 2009, in provincia di Salerno, ne sono stati catturati dieci, di cui tre inclusi nell'elenco dei cento più pericolosi. Tutto ciò è in linea con l'impegno in atto su questi versanti sull'intero territorio nazionale.
Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'omicidio di un sindaco, ovunque accada, rappresenta un fatto di eccezionale gravità. Colgo l'occasione per rinnovare, a nome del Governo, del Ministro dell'interno e mio personale, la vicinanza al dolore dei familiari di Angelo Vassallo, alla popolazione di Pollica e alla forza politica cui egli apparteneva. Ciò dopo averlo fatto unitamente al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, l'onorevole Prestigiacomo, nel giorno dei funerali nella piazza di Acciaroli, in mezzo a migliaia di persone che testimoniavano un'effettiva unità di intenti e un'altrettanta unanime volontà di reazione.
In questa legislatura, su impulso del Governo, il Parlamento ha rafforzato il potere dei sindaci sul fronte della sicurezza urbana. Il nuovo articolo 54 del Testo unico degli enti locali conferisce autonoma rilevanza alle funzioni del sindaco relative alla sicurezza pubblica, ne amplia i poteri di ordinanza, sia in via ordinaria, sia d'urgenza, d'intesa con il prefetto. Inoltre, il decreto ministeriale di attuazione ha definito i campi applicativi, intendendo per «incolumità pubblica» - l'oggetto delle ordinanze di sicurezza del sindaco - l'integrità fisica della popolazione e per «sicurezza urbana» un bene pubblico da tutelare con attività a difesa del rispetto delle norme che regolano la vita civile per migliorare le condizioni di vivibilità nei centri urbani, la convivenza civile e la coesione sociale, con particolare riferimento allo spaccio di stupefacenti, allo sfruttamento della prostituzione, all'accattonaggio con impiego di minori e disabili.
Sempre sul fronte della sicurezza urbana e sempre a titolo esemplificativo, l'articolo 8 del decreto-legge n. 92 del 2008, convertito dalla legge n. 125 del 2008, ha potenziato le capacità di accesso e, quindi, di funzionalità, della polizia Pag. 42municipale al CED delle forze di polizia in materia di veicoli rubati, di documenti di identità sottratti o smarriti, di permessi di soggiorno rilasciati o rinnovati.
Il Governo, inoltre, fornisce ampia assistenza tecnica all'elaborazione di un nuovo Testo unico di polizia locale e attende lo sviluppo dei lavori del Senato, dove è incardinata la discussione del provvedimento.
Importanti funzioni dei comuni, nel solco di quanto prima descritto, sono contenute anche nei cosiddetti patti per la sicurezza, strumento che il Ministero dell'interno ha molto stimolato in questa legislatura, e nei piani per affrontare la cosiddetta emergenza dei campi nomadi. Il tutto d'intesa e con il contributo dell'Associazione nazionale dei comuni d'Italia, che sintetizza le esigenze dei vari municipi e le prospetta al Governo nazionale, in particolare al Viminale.
Dico questo per sottolineare che il Governo e, in particolare, il Ministero dell'interno considera ogni sindaco proprio naturale interlocutore per la sicurezza del territorio. Di più: in tema di appalti attendiamo la piena operatività di norme entrate in vigore da pochi giorni, approvate dal Parlamento all'unanimità (penso a quella sulla tracciabilità dei flussi finanziari per gli appalti di opere pubbliche e alla stazione unica appaltante), che si aggiungono ad altre già in vigore da oltre un anno (l'obbligo di denuncia e le nuove norme sullo scioglimento degli enti territoriali per infiltrazioni mafiose).
Il nostro sforzo, in questo momento, è teso a far sì che all'autorità giudiziaria che indaga sull'omicidio di Angelo Vassallo sia assicurato, come sta avvenendo, il sostegno investigativo necessario per individuare i responsabili.
Più in generale il nostro sforzo punta a rendere sempre più effettivo, anche per il tramite del prefetto, il raccordo con chi è espressione e rappresenta la propria comunità perché nessun sindaco, anche se opera in aree difficili, possa mai sentirsi solo. Il Ministero dell'interno segue con attenzione lo sviluppo delle indagini su questo terribile episodio, come sul contesto nel quale si è realizzato, pronto a prendere in considerazione interventi ulteriori, rispetto a quelli già cospicui in atto, se gli esiti investigativi e l'esame di quella realtà dovessero renderli necessari.

(Interventi)

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Mario Pepe (PdL). Ne ha facoltà.

MARIO PEPE (PdL). Signor Presidente, onorevoli colleghi, ho ascoltato con molta attenzione l'informativa che il sottosegretario Mantovano ha reso, da par suo, davanti a quest'Aula sui fatti che hanno turbato la vita degli abitanti del Cilento. Il Cilento è una terra dove sta cominciando a nascere una nuova Italia, una nuova classe dirigente nelle amministrazioni, una nuova classe di giovani imprenditori che hanno basato la loro attività su un binomio inscindibile: qualità e ambiente, per richiamare, in una delle terre più belle d'Italia, un turismo dal nord Europa e non un turismo instabile ma un turismo duraturo. Ora nel Cilento si respira un clima di insicurezza, insicurezza per le persone, insicurezza per i loro beni, insicurezza nell'esercizio delle attività professionali e produttive. Si è affievolita la speranza in una politica che sappia anteporre l'interesse pubblico all'egoismo privato, che sappia resistere alle pressioni dei più furbi e dei più intriganti ma che sappia, soprattutto, considerare lo Stato non un distributore di favori ma uno strumento di diritti. Lo Stato che Giovanni Amendola aveva definito la rivoluzione più grande di un millennio di storia del popolo italiano, è stato lontano dal Cilento, è stato lontano dai suoi boschi, vittime di incendi dolosi, è stato lontano dalle sue aree protette trasformate in discariche abusive. Qui c'è l'onorevole Cirielli, egli sa che le provinciali molte notti sono percorse da camion che non si sa dove vadano a sversare i rifiuti. In questo contesto si muoveva in Pag. 43solitudine il sindaco Vassallo, il quale non si è fermato, ma è stato fermato, quella notte di settembre. Egli era un cilentano fattivo, positivo, tant'è vero che aveva espresso una simpatia per la Lega Nord Padania della quale condivideva il lavoro sul territorio e ne approfitto per ringraziare i colleghi della Lega Nord Padania per l'affettuosa solidarietà espressa alla città di Pollica e ai familiari del sindaco. Ma l'omicidio Vassallo non è comunque classificabile come un caso isolato, l'intero territorio è massacrato e non solo dalla criminalità organizzata ma anche dalla criminalità comune. Signor sottosegretario, all'indomani dell'omicidio Vassallo io ho depositato un'interpellanza in cui chiedo al Governo due cose: innanzitutto di rafforzare la presenza delle forze dell'ordine che è comunque commisurata a un Cilento agricolo dove il reato più grave era il furto di bestiame e quindi va rafforzata, si tratta poi di un territorio esteso dove ci sono molti comuni e quindi è necessario anche rafforzare i mezzi di videosorveglianza.
Concludo, signor sottosegretario, ricordando quanto diceva Montesquieu, che la libertà è la sicurezza, senza la sicurezza non ci sono gli elementi, le condizioni per l'esercizio fruttifero della libertà. Per questo io le chiedo di accogliere se non tutte, almeno in parte, le richieste contenute nella mia interpellanza (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Futuro e Libertà per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Iannuzzi. Ne ha facoltà.

TINO IANNUZZI. Signor Presidente, un barbaro agguato, di una ferocia inaudita, ha stroncato la vita di Angelo Vassallo, del sindaco di Pollica, un sindaco limpido, onesto, valoroso, un sindaco efficiente, moderno e innovativo la cui azione è stata sempre ispirata da spirito pubblico, da motivazione civica, da senso della comunità, da amore senza confine per la sua terra e per il suo Cilento.
Negli anni, il sindaco di Pollica ha costruito un'esperienza di buon Governo e di buona amministrazione, ed ha portato a testa alta, davanti all'intero Paese, il messaggio di un Mezzogiorno positivo. Ciò perché Angelo Vassallo, sindaco del Partito Democratico, è stato un simbolo di legalità, con la capacità di realizzare sviluppo e crescita nella sua comunità, sempre nel rispetto rigoroso ed intransigente delle regole, sempre ponendo al centro il primato della legalità, difendendola da ogni aggressione, da ogni insidia e da ogni affarismo di indole criminale.
Egli ha trasmesso all'intera Italia il volto di un Mezzogiorno che non guarda indietro, che non è malinconicamente ripiegato su se stesso, che non è statico, ma è orgoglioso, dinamico, moderno, che è pronto a scommettere su tutte le sue energie, che è determinato, nel raggiungere con le sue forze grandi conquiste, che tutela l'ambiente e difende il territorio.
Con la guida del sindaco Vassallo, Pollica e i suoi borghi marini di Pioppi e di Acciaroli, negli anni, con una serie di piccole conquiste progressive, sempre frutto di un enorme lavoro quotidiano, hanno conquistato una dimensione turistica sempre più rilevante ed ambita nel contesto nazionale ed internazionale.
Signor sottosegretario, Pollica è un piccolo comune del Cilento, una zona della provincia di Salerno che non è afflitta dal cancro devastante della criminalità organizzata, la quale, è purtroppo presente in altre parti del Mezzogiorno e della Campania; una zona del Cilento dove anche il tasso della criminalità, per così dire ordinaria, è più basso e ridotto. Ciononostante, questa violenza feroce si è abbattuta su Pollica e sul Cilento e ha strappato Angelo Vassallo alla sua famiglia, che con tanta fierezza e dignità sta vivendo questo dolore; e il Partito Democratico, nelle cui file militava Angelo Vassallo, è vicino con particolare affetto alla sua famiglia.
La gravità di quello che è accaduto pone a tutti il dovere di interrogarsi in profondità, di intervenire e di agire. Certo, non per deformare o snaturare la realtà del Cilento e delle sue popolazioni operose, ma è necessario assumere decisioni ed iniziative concrete e forti, che vadano Pag. 44ben al di là della sua relazione, signor sottosegretario, la quale, francamente, è piena di riferimenti, molti dei quali assolutamente non pertinenti ed estranei alla vicenda, e poco comprensibili.
L'auspicio è che le indagini si sviluppino con la massima rapidità, e assicurino tutti i responsabili alla giustizia, con l'apporto delle forze dell'ordine e della magistratura. Tuttavia, al di là delle indagini, occorre che lo Stato scenda in campo con un'azione forte e risoluta per salvaguardare il Cilento dalle penetrazioni della criminalità organizzata, dalle infiltrazioni camorristiche e malavitose, per salvaguardare quella legalità per la quale si è battuto sempre Angelo Vassallo.
Occorrono, allora, fatti, con investimenti precisi e concreti sulla sicurezza, per potenziare, anche in quella zona, uomini, mezzi, strutture, risorse organizzative e professionali che occorrono per un controllo dello Stato più diretto e più penetrante.
Infine, questa terribile vicenda chiama in causa anche il tema del Mezzogiorno che diventa sempre più drammaticamente questione di interesse nazionale. La stessa tragedia di Pollica è, per tutti coloro i quali amano l'Italia e vogliono bene a questo Paese, una ferita enorme che non si può recuperare e rimarginare.
Il tema del Mezzogiorno non può esser affrontato con battute generiche, con giudizi rozzi, e, soprattutto, con l'assenza di investimenti, di politiche e di interventi nel Meridione, come è accaduto da parte del Governo in questi due anni.
Occorre agire sul binomio inscindibile legalità e sviluppo, che chiama in causa doveri e responsabilità e comportamenti delle comunità meridionali, ma, in primo luogo, il dovere e il ruolo dello Stato. Occorre un intervento forte e risoluto del Governo per far sentire l'autorità e l'autorevolezza dello Stato.
Per questa ragione, signor sottosegretario, con rispetto per la sua persona, oggi, in quest'Aula, di fronte a un fatto così grave, avremmo ritenuto necessaria la presenza del Ministro dell'interno.
Noi vogliamo anche dire che in tutto ciò l'intervento e il ruolo dello Stato sono ancor più necessari perché - concludo - l'esempio di Angelo Vassallo ci richiama ad un Mezzogiorno che rispetta le regole, che costruisce con le sue forze il suo sviluppo, che ha la schiena dritta, che è pronto a reagire con tutte le sue forze contro la belva assassina e criminale, e che per questa ragione ha il diritto di avere al suo fianco, di essere sostenuto, di avere tutta la tutela dello Stato.
Signor Presidente, questo è anche l'unico modo per onorare l'esempio e il sacrificio di Angelo Vassallo, del sindaco pescatore, di quel sindaco che il giorno del funerale, in presenza di tutte le istituzioni e di un popolo enorme addolorato e con le lacrime agli occhi, è stato salutato nella piazza che prospettava verso quel mare che amava tanto e che ha saputo legare a livello nazionale ed internazionale al nome di Acciaroli, con un'opera straordinaria che merita il massimo del rispetto e della considerazione, con un'azione complessiva dello Stato e delle istituzioni forte e decisa, che sia degna del suo esempio e del suo essere simbolo di legalità (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro, Italia dei Valori e Misto-Alleanza per l'Italia - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pastore. Ne ha facoltà.

MARIA PIERA PASTORE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor sottosegretario, l'assassinio del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, avvenuto in località Acciaroli nelle prime ore dello scorso 6 settembre è una tragedia, l'ennesima che si consuma nella lotta alla criminalità organizzata. È opinione diffusa che Angelo Vassallo abbia pagato con la propria vita la sua determinazione a difendere l'integrità del territorio che amministrava, tanto dalle infiltrazioni malavitose, quanto delle pressioni dirette ad alterarne l'ambiente, determinazione rispetto alla quale Angelo Vassallo ha interpretato quella figura di sindaco in cui il nostro movimento riconosce, più di ogni altro, il primo essenziale presidio del buon Governo e della legalità. Pag. 45
Da questo tragico evento possiamo trarre indicazioni per continuare nell'azione di contrasto alla criminalità organizzata. Molti amministratori locali, reagendo a quanto accaduto, hanno affermato di essere stati lasciati soli di fronte alla sfida portata dalle mafie; è una posizione comprensibile, che tuttavia noi possiamo accettare soltanto in parte. Nessun Governo, infatti, ha saputo fare meglio di quello attualmente in carica nella lotta alle grandi organizzazioni criminali, tanto sotto il profilo del numero dei pericolosi latitanti catturati, quanto dal punto di vista dell'ampiezza dei patrimoni sequestrati. Proprio ieri mattina sono stati confiscati a Trapani beni per il valore di un miliardo e 500 milioni di euro. Non si può quindi sostenere che lo Stato e le istituzioni non stiano facendo la loro parte, non sono spettatori inerti.
Quanto è accaduto prova che lo Stato, da solo, non può assicurare una protezione a tutti coloro che esercitano funzioni di responsabilità, contendendo efficacemente il territorio agli interessi di gruppi criminali. I comuni del nostro Paese sono più di ottomila e gli amministratori locali sono migliaia e non si può pensare di difenderli uno per uno. Ecco perché nel sud, anche nel sud, a nostro avviso, rimane vincente il modello di sicurezza e di ordine pubblico che integra le risorse dello Stato centrale con quello delle autonomie locali. Vogliamo ricordare che questa è una battaglia storica del nostro movimento, ed al contempo un impegno del Ministro dell'interno, Roberto Maroni, che si sta traducendo in indirizzi ed azioni politiche concrete. Siamo sulla strada giusta, si sta attuando il Piano operativo nazionale sicurezza per lo sviluppo e speriamo che si possano al più presto impegnare le risorse economiche che sono state messe a disposizione per la sua implementazione in Sicilia, Calabria, Puglia e Campania. Inoltre, è da poco operativo il nuovo Piano straordinario contro le mafie.
Se un messaggio forte e chiaro ci giunge da questa dolorosa vicenda è che gli amministratori locali, specialmente quelli eletti nelle regioni e province dove è più radicata ed estesa la presenza della criminalità mafiosa, non sono abbandonati a loro stessi e la puntuale relazione del sottosegretario Mantovano, che ringrazio, lo dimostra. La battaglia contro la criminalità organizzata continua e sarà vinta grazie all'intervento delle forze dello Stato e alle energie del territorio.
Non ci arrendiamo alla violenza e continuiamo a sostenere tutti gli eletti nelle istituzioni e tutte le persone oneste che operano in condizioni di grande difficoltà.
A tutti coloro che agiscono a tutela della legalità e per la sicurezza e alle forze dell'ordine va il nostro ringraziamento: nella speranza che queste tragedie non si ripetano e nella consapevolezza che la vita è un bene prezioso, ci uniamo al dolore dei familiari dei concittadini di Angelo Vassallo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Zinzi. Ne ha facoltà.

DOMENICO ZINZI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ringrazio il sottosegretario per la sua informativa, che rappresenta anche l'occasione per ricordare Angelo Vassallo, un ottimo sindaco e un bravo amministratore, ma soprattutto un uomo che ha fatto della difesa della propria terra e della propria gente la missione di una vita.
Con Vassallo si è affermato con forza il primato della politica. Ciò significa che, grazie all'attenzione di un buon sindaco, la politica si è ripresa il suo ruolo fondamentale di strumento capace di incidere positivamente sul territorio. L'ammirazione di tutti nei confronti di Vassallo non nasce solo dallo shock che deriva dal terribile omicidio, ma anche dal fatto che, quando la politica diventa buona politica, va al di là dei partiti e delle coalizioni: è dal messaggio che ci ha lasciato Angelo Vassallo che dobbiamo ripartire, e questo è un messaggio di speranza.
Chi ucciso il sindaco di Pollica-Acciaroli intendeva probabilmente tappare la bocca a lui e a tutti quei cittadini onesti della nostra terra che hanno una straordinaria Pag. 46voglia di riscatto e di risposta, ma questi spietati assassini sappiano che con il loro gesto hanno rinforzato quel sentimento di voglia di rinascita dei cittadini campani e meridionali. Quella stragrande maggioranza di persone perbene è troppo spesso impropriamente etichettata come parte di una realtà perversa, che qualche giorno fa un Ministro della Repubblica ha osato definire «cancro sociale» ed economico, un «cancro etico», riferendosi in particolare alla conurbazione Napoli-Caserta.
È con dolore che faccio riferimento a queste affermazioni, che hanno indignato tutti i cittadini di una terra in cui non mancano i problemi, ma che non merita Ministri che, invece di indicare una strada per imboccare un fruttuoso percorso di crescita, pensano di fare cosa utile al Mezzogiorno insultando questa parte importante del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
Credo che questo assurdo modo di argomentare ponga in una posizione di isolamento sia la stragrande maggioranza dei cittadini onesti sia i numerosi amministratori coraggiosi che ogni giorno si impegnano con tutte le proprie forze nel contrasto alla criminalità organizzata, mettendo spesso a rischio la propria vita.
In questa maniera si uccide la speranza di riscatto portata avanti da noi amministratori e da migliaia di cittadini, facendo intendere che una perversa minoranza, la camorra, sia invece maggioranza e, quindi, impossibile da sconfiggere.
Da cinque mesi presiedo una provincia, quella di Caserta, che vive grossi problemi legati alla presenza della criminalità organizzata e che è stata interessata da importanti interventi del Governo, con il forte impegno delle forze dell'ordine e della magistratura, a cui va il mio ringraziamento e tutta la mia collaborazione.
È stato realizzato il «modello Caserta», che ha raggiunto risultati importanti, soprattutto nella cattura di alcuni pericolosi esponenti della camorra.
Tuttavia, la strategia di intervento da parte di un Governo non può limitarsi all'attività repressiva, caro sottosegretario. La Campania sta attraversando un momento di grave difficoltà sotto il profilo economico ed occupazionale. La situazione che i cittadini campani stanno vivendo è di straordinaria criticità. Bisogna fare in modo di rilanciare l'economia campana. Si avverte la necessità di implementare il «modello Caserta» con iniziative di carattere sociale ed economico.
È questo l'invito che rivolgiamo al Governo. C'è una crisi ormai molto forte ed è in atto uno scollamento tra i cittadini e le istituzioni. In tal senso, è innegabile che il sud viva problemi enormi, frutto anche degli errori e della cattiva amministrazione, del governo del territorio, da parte della sua classe politica, di cui tutti, con onestà, dobbiamo farci carico.
In questa sede, vogliamo ribadire che il Meridione, a partire dai suoi amministratori, ha il dovere di impegnarsi per costruire un futuro diverso, all'insegna della prosperità e della crescita, due obiettivi questi che non possono che passare dall'affrancamento dalla criminalità organizzata. Anche in questo caso la lezione di Angelo Vassallo deve essere sempre viva in tutti coloro i quali si impegnano attivamente e quotidianamente sul nostro territorio.
Per concludere, l'insegnamento che dobbiamo trarre dalla tragica vicenda di Angelo Vassallo è questo: un solo uomo, per quanto straordinario, non potrà mai raggiungere gli obiettivi che si era prefissato assieme alla sua gente; se, invece, si lavora tutti insieme per sconfiggere un fenomeno che attualmente è minoritario, ma tremendamente feroce, come la criminalità organizzata, la sfida si può vincere, basta volerlo (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Partito Democratico - Congratulazioni).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lo Presti. Ne ha facoltà.

ANTONINO LO PRESTI. Signor Presidente, onorevole sottosegretario, onorevoli colleghi, ho ascoltato con molta attenzione la puntuale, articolata ed esauriente informativa che il Governo ha voluto rendere Pag. 47su questo increscioso e vergognoso episodio.
Si è data una chiara lettura del contesto ambientale, nel quale è maturato l'omicidio e degli sforzi delle forze di polizia per raccogliere le indicazioni necessarie a svolgere l'indagine. Si è dato conto anche del grande impegno che, nella lotta alla criminalità mafiosa, è stato profuso da questo Governo e si è data - ripeto - una lettura che ci convince senz'altro, ma che, dal nostro punto di vista, non è l'unica possibile per questo increscioso e violento episodio.
L'omicidio del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, non è, a nostro avviso, soltanto l'ennesima, tragica e sconvolgente conferma della ancora invasiva ed asfissiante presenza della mafia nel tessuto economico e sociale della nostra nazione e nei tradizionali settori di interesse delle attività criminali, quali la droga, il gioco d'azzardo e quant'altro, ma è anche, purtroppo, il segnale inquietante di una nuova frontiera, una vera e propria prateria dello sviluppo che si apre all'attività criminale di mafia, 'ndrangheta e camorra.
Non è, soltanto, nel contesto della droga o del gioco d'azzardo che può essere maturato l'omicidio del sindaco Vassallo. C'è - ripeto - una nuova frontiera che le mafie e la criminalità stanno percorrendo. Mi riferisco al grande affare che si cela nell'utilizzazione, o meglio nello sfruttamento dell'ambiente, nel concetto di sviluppo ecocompatibile, nel nome del quale si possono piegare i livelli di tutela della legalità e fare strame del territorio e del paesaggio.
Si tratta di uno scenario affaristico mafioso a cui si era, con coraggio, opposto il sindaco di Pollica e che, per questo, ha pagato con la vita. È uno scenario che si ripete in molte regioni del nostro Paese, soprattutto nel sud.
È proprio di queste ore, onorevole sottosegretario, la notizia del maxi-sequestro in Sicilia di oltre un milione e mezzo di euro, frutto proprio di un affare colossale che le mafie locali hanno realizzato nel campo del fotovoltaico e dell'eolico, un affare che, però, non reca vantaggio al territorio, ma che, anzi, in molti casi, lo devasta, con la cancellazione di paesaggi e luoghi di bellezza incomparabile.
Contro questa devastazione del territorio, contro l'inutilità di investimenti pensati solo per fare soldi e completamente avulsi dal contesto economico territoriale o dal fabbisogno reale di energia nel Cilento, il sindaco Vassallo si era levato proprio con la sua voce intransigente e con la sua opposizione senza quartiere.
I successi del Governo nella lotta alla criminalità sono sotto gli occhi di tutti e va dato atto alle forze di polizia e alla magistratura di operare con grande professionalità e passione per la repressione della delinquenza mafiosa. Ma tutto ciò non è ancora sufficiente. Vassallo combatteva la mafia con l'impegno civile di sindaco, con la passione del politico onesto, con le armi dell'attivismo, del confronto e della cultura. Ma queste armi non sono bastate né a fargli vincere la battaglia contro i mafiosi ed a tutela della sua terra, né per salvare la sua vita. Vassallo non aveva altre risorse, se non il coraggio e la piena coscienza del suo impegno civile. Così come pochi mezzi e poche risorse hanno le forze di polizia per lanciare una forte controffensiva che sconfigga definitivamente la mafia.
Signor sottosegretario, so di cogliere in lei la sensibilità adeguata. Il miglior modo per onorare la morte del sindaco Vassallo e di coloro i quali giornalmente perdono la vita in questa lotta, che non è e non può essere impari, è quello di moltiplicare le risorse in favore della polizia. Sarà stentoreo e ripetitivo, sarà un Leitmotiv di cui forse ci stiamo un po' tutti annoiando, ma è la realtà. So che viviamo un momento difficile, ma so che possiamo trovare la forza per recuperare le risorse che mancano ed avviare le riforme che sono necessarie, a cominciare da quella della polizia locale, che è la prima frontiera di contrasto a livello territoriale della criminalità, il primo momento di controllo e di monitoraggio della criminalità.
Poi occorre aumentare, ove possibile, tutti gli sforzi in questa direzione per premiare gli investigatori, per gratificarli e Pag. 48far sentire che lo Stato, anche in un momento di difficoltà economica quale quello che stiamo vivendo, ha la possibilità, la volontà e la determinazione di fare di più e di dare di più alle nostre forze di polizia e alla nostra magistratura (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Leoluca Orlando. Ne ha facoltà.

LEOLUCA ORLANDO. Signor Presidente, signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, il 15 settembre è una coincidenza di date e di testimonianze. Diciassette anni fa, il 15 settembre, veniva ucciso don Pino Puglisi, parroco di Brancaccio. «Me l'aspettavo» sarebbero state le ultime parole di don Pino Puglisi, guardando negli occhi il killer dei Graviano, potente famiglia di mafia con pesanti relazioni e complicità fuori e dentro le istituzioni. Don Pino Puglisi è stato un esempio di cultura della legalità, dei diritti e di coraggio civile, una persona normale, un sacerdote normale, straordinariamente normale, come è proprio degli eroi e dei martiri. Proprio per questo, la Chiesa ha avviato il riconoscimento del martirio e anche della beatificazione.
Oggi ricordiamo l'uccisione di Angelo Vassallo, sindaco dal 2005 di Pollica nel Cilento e vogliamo esprimere solidarietà ai familiari e ai cittadini della sua città. Anch'egli è stato un esempio di cultura della legalità, dei diritti e di coraggio civile, una persona e un amministratore normale, straordinariamente normale, come è proprio degli eroi e dei martiri. Certamente, è stato un simbolo della capacità di legare legalità e sviluppo, della capacità, cioè, di battersi contro l'illegalità e per lo sviluppo e il rispetto dell'ambiente. Era un sindaco che difendeva la sua città dal contesto territoriale, che, come lei, signor sottosegretario, ha ricordato, è molto pesante. Quindi, ha cercato in qualche modo di tenere al riparo la sua comunità e il suo territorio dalle infiltrazioni circostanti. Sono tanti i sindaci che cercano di difendere il proprio territorio e, quando vengono colpiti, evitiamo di chiamarli come campani eroi. Non sono campani eroi, sono eroi nati in Campania. Sono eroi nazionali, punto di riferimento, di valori e di significato, che sono stati chiamati a vivere un'esperienza e la loro testimonianza nel sud del Paese.
Sono tanti gli amministratori che ogni giorno cercano di coltivare legalità e sviluppo, che non fanno notizia e che non possono essere lasciati soli come bersaglio di indifferenza o come bersaglio per criminali, anche mafiosi. Questo terribile episodio interpella tutti noi, il Paese e il Governo per chiedere cosa facciamo per evitare che vengano isolati prima e poi distrutti amministratori, isolati e poi distrutti territori che cercano di difendersi da queste infiltrazioni.
Ora attendiamo, ovviamente, l'esito delle indagini, che si svolgono a trecentosessanta gradi, ma credo che abbiamo il dovere, in questo come in tutti i casi, di cercare di sostenere i programmi di sviluppo che quel sindaco aveva. I fiori più efficaci per ricordarlo sono quelli di non rendere inutile il suo sacrificio e colpire i collusi. Qui è certamente il nostro ruolo: si attendono gli esiti delle indagini, ma il quadro che lei, signor sottosegretario, ha rappresentato ci fa apparire questa comunità e questo sindaco come assediati in un fortino da infiltrazioni circostanti.
Queste ultime interpellano noi, le forze politiche, interpellano l'esigenza di rispettare un codice etico, quello che non abbiamo rispettato e non si è rispettato nella scelta degli amministratori, facendo apparire come anomali coloro che non hanno rapporti con la criminalità organizzata e rendendo sostanzialmente la cultura della legalità e il coraggio civile un'anomalia, quando dovrebbero, invece, essere la normalità.
Se mi è consentito, vorrei in qualche modo dire che in questo momento tornano alla memoria le espressioni di sottovalutazione e di disprezzo nei confronti di regioni del sud. Il sud non è un problema per il Paese, ma è una sua parte importante che ha problemi e che deve essere Pag. 49aiutata a superarli e a sconfiggerli. Se posso, in qualche modo, ricordarlo, la mafia e la criminalità organizzata nascono in realtà arcaiche e in luoghi caldi del nostro Paese, ma prosperano e si ingrassano in realtà non arcaiche, ma moderne, e in luoghi freddi di questo nostro Paese.
In qualche modo, Pollica è la parabola di tante realtà del nord Italia che non sono ancora oggetto di infiltrazione. Ricordare e rendere omaggio ad Angelo Vassallo significa rendersi conto che tanti sindaci della Valtellina come del Piemonte, del Veneto come dell'Emilia-Romagna, sono sottoposti allo stesso tipo di infiltrazione e hanno bisogno dello stesso tipo di sostegno.
Angelo Vassallo, ripeto, non è stato un eroe campano, ma è stato un simbolo e un modello per l'intero Paese, da quel sud in cui tutti noi siamo chiamati a chiederci cosa facciamo perché uno come Angelo Vassallo nelle amministrazioni locali non appaia un anomalo o un diverso da eliminare, ma diventi la regola del non aver rapporti con le famiglie e le cosche mafiose.
Credo che il modo migliore per porre un fiore sulla tomba di Angelo Vassallo sia isolare e allontanare i funzionari pubblici corrotti e collusi, gli imprenditori corrotti e collusi, i politici corrotti e collusi, gli amministratori corrotti e collusi. Era questa l'Italia che Angelo Vassallo sognava (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mosella. Ne ha facoltà.

DONATO RENATO MOSELLA. Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, ringrazio il sottosegretario Mantovano, che, con rigore e puntualità, ha svolto la sua informativa. Credo che, in questa vicenda così tragica, il fatto che sia stato un uomo del sud a seguirla fin dal primo momento sia anche un segno di speranza.
Desidero, innanzitutto, esprimere il nostro cordoglio alla famiglia di Angelo Vassallo e ai cittadini di Pollica, che, con coraggio e dignità, si stringono in questi giorni al ricordo del loro sindaco, assassinato in modo barbaro, un modo che ha tutta la sembianza di un'esecuzione mafiosa, tesa non solo a colpire la persona, ma a intimidire l'intera comunità e le istituzioni locali. Così l'abbiamo letta!
È stato un sindaco impegnato nella sua terra, in una difficile opera di amministratore a difesa della legalità. Basta giungere in quelle terre per capire che un pezzo del Paese preservato, tutelato, può essere ambito soprattutto dai peggiori. L'efferatezza dell'atto lascia sgomenti e suscita rabbia e indignazione.
La condanna nei confronti dei mandanti e degli esecutori è ferma e senza appello. Minacciare e colpire un qualsiasi rappresentante delle istituzioni è come minacciare e colpire lo Stato nella sua interezza ed è quindi lo Stato - signor sottosegretario, lei ha fatto bene a prendere un impegno - che deve reagire con fermezza e con tempestività per dire a tutti gli italiani, con i fatti, che non bisogna arretrare mai di fronte alla criminalità organizzata sia essa piccola o grande.
I cittadini di Pollica e non solo loro chiedono giustizia, legalità, sicurezza. Rispondere al loro appello in modo efficace ed esaustivo è essenziale affinché un altro pezzo di Italia non perda la speranza nel futuro.
Esprimiamo totale fiducia alla magistratura inquirente, alle forze dell'ordine che si stanno adoperando per fare giustizia in queste ore, per creare le condizioni affinché ogni tentativo del malaffare di inquinare il Cilento possa essere fermato; ciò diventa segno e testimonianza. Forse, la vita di Angelo Vassallo diventa per tutti un segno di testimonianza, un forte incentivo per dire «no» quando si amministra e quando si è tentati, a volte, anche solo per paura, di cedere alle minacce.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Misiti. Ne ha facoltà.

AURELIO SALVATORE MISITI. Signor Presidente, anche io ringrazio l'onorevole Mantovano per la relazione dettagliata e Pag. 50ampia che ci ha pure avvisato del fatto che nella zona dell'omicidio Vassallo non vi era, in questo periodo, eccessiva densità mafiosa. Vuol dire che ormai la malavita organizzata invade il territorio e nemmeno noi ce ne accorgiamo.
L'omicidio efferato di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica-Acciaroli, rappresenta l'eliminazione di un ostacolo forte agli obiettivi criminali di gente sanguinaria e senza un qualunque briciolo di umana compassione.
I nove colpi indicano una ferocia senza limiti, se risulta vera anche la circostanza accennata che l'assassino e il sindaco forse si conoscevano. Un sindaco del sud, che ha pagato con la vita la sua voglia di legalità applicata al suo ruolo di primo cittadino.
È un messaggio allo Stato che anche in quel territorio le cosche mafiose purtroppo dettano legge; è un messaggio anche agli altri amministratori che si devono adeguare nella loro azione.
Il nostro movimento, che opera soprattutto al sud, continuerà con ogni mezzo ad opporsi alle logiche mafiose e 'ndranghetiste. È necessario anche andare a vedere le centinaia di avvertimenti ai sindaci, ai politici, ai magistrati che si devono adeguare alle logiche mafiose. Figure come Vassallo - e la sua morte - ci danno più coraggio nel nostro lavoro.
In Calabria, dove abbiamo avuto un trauma molto grande, quello relativo all'omicidio Fortugno, comprendiamo bene che trauma stanno vivendo i cittadini campani soprattutto nel Cilento. Siamo vicini a loro, ai compagni di partito del sindaco, ma più vicini ancora alla famiglia del sindaco e insieme a loro piangiamo oggi in quest'Aula la perdita di un vero eroe del Mezzogiorno. Allora, noi, rappresentanti del popolo, non dobbiamo abdicare alla nostra azione ma dobbiamo gridare che essi non vinceranno ma vincerà il sud e l'Italia migliore.

PRESIDENTE. È così esaurita l'informativa urgente con la quale la Camera dei deputati ha voluto rendere omaggio ad Angelo Vassallo, testimone della legalità.

Per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 17).

GIAMPAOLO FOGLIARDI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

GIAMPAOLO FOGLIARDI. Signor Presidente, intervengo per sollecitare la risposta ad un'interrogazione n. 3-00559, che è stata presentata a firma mia e dell'onorevole Tenaglia, lo scorso anno, il 17 giugno 2009.
La risposta - che ancora non ho ottenuto - è già stata sollecitata il 24 febbraio di quest'anno. L'atto riguarda la digitalizzazione della giustizia ed i costi dei tribunali e la questione assume una particolare importanza alla luce della denuncia che nello scorso mese di agosto il tribunale di Verona ha fatto a nome del procuratore capo Schinaia. La situazione del tribunale è, infatti, tale che il procuratore capo stesso deve provvedere all'acquisto della carta igienica e dei codici.
È una situazione disastrosa che credo meriti attenzione perché si tratta della situazione non solo di Verona ma di tutti i tribunali del nostro Paese. Essa assume particolare gravità in relazione a Verona perché proprio per quanto attiene la digitalizzazione sembrava addirittura che Verona fosse proiettata come città-pilota per fare questo.
Ebbene, non solo mancano l'informatizzazione e la digitalizzazione ma - ripeto - addirittura i soldi per l'acquisto della carta igienica e dei codici.
Signor Presidente, tramite la sua persona intendo pertanto sollecitare l'intervento del Governo e, per esso, del Ministro della giustizia Alfano.

PRESIDENTE. Onorevole Fogliardi, la Presidenza si farà carico di sollecitare il Governo.

PIERLUIGI CASTAGNETTI. Chiedo di parlare.

Pag. 51

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

PIERLUIGI CASTAGNETTI. Signora Presidente, intervengo anch'io per sollecitare la risposta ad un atto di sindacato ispettivo. Ho presentato infatti molte interpellanze ed interrogazioni cui il Governo continua a non rispondere, ma vi è un'interpellanza che mi pare particolarmente importante che ho presentato recentemente in occasione della visita in Italia del Presidente Gheddafi.
In quella interpellanza avevo posto una serie di questioni, in particolare quella riguardante il rispetto negli accordi internazionali tra il Governo italiano e il Governo libico della legge italiana che disciplina il commercio delle armi e che pone condizioni particolari nella scelta dei Paesi acquirenti. Alla luce di ciò che è accaduto in questi giorni - l'aggressione così brutale ad un peschereccio italiano con un mezzo che abbiamo saputo essere stato oggetto di un dono da parte del Governo italiano, un mezzo di guerra - appare ancora più urgente fare chiarezza sulla qualità e i contenuti degli accordi bilaterali tra i due Governi.
In particolare ribadisco l'esigenza che l'Italia ha di sapere se in questi accordi, che il Governo italiano ha concluso con il Presidente Gheddafi ed anche con altri Paesi che - ripeto - inquietano moltissimo l'opinione pubblica del nostro Paese, viene rispettata la legge sul commercio delle armi.

PRESIDENTE. Onorevole Castagnetti, anche la sua sollecitazione verrà inoltrata al Governo.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Giovedì 16 settembre 2010, alle 10:

Svolgimento di interpellanze urgenti.

La seduta termina alle 17,05.

VOTAZIONI QUALIFICATE
EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 11)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 3625 - articolo 1 485 483 2 242 483   51 Appr.
2 Nom. articolo 2 493 492 1 247 492   51 Appr.
3 Nom. articolo 3 497 497   249 497   51 Appr.
4 Nom. ddl 3625 - voto finale 523 523   262 523   50 Appr.
5 Nom. Moz. Evangelisti e a. 1-424 536 531 5 266 254 277 46 Resp.
6 Nom. Moz. Antonione e a. 1-430 537 312 225 157 312   46 Appr.
7 Nom. Moz. Pezzotta e a. 1-431 rif. 534 533 1 267 533   46 Appr.
8 Nom. Moz. Lo Monte e a. 1-432 rif. 537 518 19 260 518   46 Appr.
9 Nom. Moz. Tempestini e a. 1-433 rif. 537 302 235 152 300 2 46 Appr.
10 Nom. Moz. Mosella e a. 1-434 rif. 537 517 20 259 517   46 Appr.
11 Nom. Moz. Cicchitto e a. 1-423 460 460   231 460   46 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.