XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di mercoledì 20 ottobre 2010

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 20 ottobre 2010.

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Berlusconi, Bindi, Bocchino, Bonaiuti, Bongiorno, Bossi, Brambilla, Brugger, Brunetta, Buonfiglio, Caparini, Carfagna, Casero, Castagnetti, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cossiga, Crimi, Crosetto, D'Alema, Dal Lago, Donadi, Fassino, Ferranti, Fitto, Gregorio Fontana, Franceschini, Frattini, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, Jannone, La Russa, Leo, Leone, Lo Monte, Lucà, Lusetti, Mantovano, Maroni, Martini, Mazzocchi, Melchiorre, Meloni, Menia, Miccichè, Migliavacca, Nucara, Leoluca Orlando, Picchi, Prestigiacomo, Ravetto, Reguzzoni, Rigoni, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Ruben, Saglia, Sardelli, Stefani, Stucchi, Tabacci, Tremonti, Urso, Valducci, Vegas, Vernetti, Vito, Zeller.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta)

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Berlusconi, Bindi, Bocchino, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Brugger, Brunetta, Bruno, Buonfiglio, Caparini, Carfagna, Casero, Castagnetti, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cossiga, Crimi, Crosetto, D'Alema, Dal Lago, Donadi, Fassino, Ferranti, Fitto, Gregorio Fontana, Franceschini, Frattini, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, Jannone, La Russa, Leo, Leone, Lo Monte, Lucà, Mantini, Mantovano, Maroni, Martini, Mazzocchi, Melchiorre, Meloni, Menia, Miccichè, Migliavacca, Nucara, Leoluca Orlando, Paniz, Picchi, Prestigiacomo, Ravetto, Reguzzoni, Rigoni, Roccella, Romani, Ronchi, Rotondi, Ruben, Saglia, Sardelli, Stefani, Stucchi, Tabacci, Tremonti, Urso, Valducci, Vegas, Vito, Zaccaria.

Annunzio di proposte di legge.

In data 19 ottobre 2010 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
VACCARO: «Istituzione di un'imposta straordinaria, per gli anni 2011 e 2012, sui bonus di importo superiore a 25.000 euro annui» (3782);
NASTRI: «Interventi per lo sviluppo della pataticoltura italiana» (3783);
DI PIETRO: «Disposizioni in materia di incandidabilità alle funzioni pubbliche elettive e di cause ostative all'assunzione di incarichi di governo da parte di soggetti sottoposti a procedimenti penali per delitti di particolare gravità, nonché delega al Governo per l'integrazione della disciplina in materia di ineleggibilità degli amministratori locali» (3784);
DI STANISLAO: «Istituzione e disciplina dei distretti culturali» (3785);
DI STANISLAO: «Disposizioni concernenti l'istituzione di servizi per l'assistenza psicologica dei cittadini italiani, militari e civili, impiegati nelle missioni internazionali EUPOL Afghanistan e International Security Assistance Force (ISAF)» (3786);
BERGAMINI ed altri: «Abrogazione dell'articolo 7 del decreto-legge 27 luglio 2005, n. 144, convertito, con modificazioni, dalla legge 31 luglio 2005, n. 155, recante disposizioni in materia di integrazione della disciplina amministrativa degli esercizi pubblici di telefonia e internet» (3787);
GIOACCHINO ALFANO: «Estinzione dell'Istituto "SS. Trinità e Paradiso" di Vico Equense e trasferimento del relativo patrimonio al comune di Vico Equense» (3788);
DI BIAGIO: «Modifiche agli articoli 154 e 157 del decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 18, concernenti il regime dei contratti e la retribuzione del personale assunto a contratto dalle rappresentanze diplomatiche, dagli uffici consolari e dagli istituti italiani di cultura all'estero» (3789).

Saranno stampate e distribuite.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

I Commissione (Affari costituzionali):
CARLUCCI: «Introduzione dell'articolo 18-bis del testo unico di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, in materia di manifestazioni musicali aperte al pubblico organizzate da privati» (3747) Parere delle Commissioni II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni) e VII.

VI Commissione (Finanze):
MARINELLO ed altri: «Modifiche all'articolo 5-quinquies del decreto-legge 30 settembre 2005, n. 203, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 dicembre 2005, n. 248, e all'articolo 1 del decreto-legge 24 settembre 2002, n. 209, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 novembre 2002, n. 265, in materia di sanzioni per omessa comunicazione delle minusvalenze e delle differenze negative su strumenti finanziari» (3743) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni) e V.

IX Commissione (Trasporti):
VELO ed altri: «Legge quadro in materia di interporti e di piattaforme territoriali logistiche» (3681) Parere delle Commissioni I, V, VI, VIII (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento), X, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

X Commissione (Attività produttive):
DAMIANO ed altri: «Disposizioni concernenti l'etichettatura dei prodotti e la tracciabilità dei processi di lavorazione per assicurare l'informazione dei consumatori e la tutela delle produzioni nazionali» (3584) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V e XIV.

XII Commissione (Affari sociali):
CARLUCCI: «Istituzione del servizio gratuito di teleassistenza e di telesoccorso sanitari per gli anziani, i portatori di handicap grave e i malati cronici non ricoverati in strutture sanitarie» (3748) Parere delle Commissioni I, V, IX, XI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Commissioni riunite III (Affari esteri) e VII (Cultura):
CARLUCCI: «Riforma delle scuole italiane all'estero e interventi per la promozione della lingua e della cultura italiane all'estero» (3733) Parere delle Commissioni I, V e XI.

Trasmissione dal ministro degli affari esteri.

Il ministro degli affari esteri, con lettere del 5 e del 7 ottobre 2010, ha trasmesso tre note relative all'attuazione data agli ordini del giorno FASSINO ed altri n. 9/2047-A/4, MOLES ed altri n. 9/2047-A/5, e per la parte di propria competenza, all'ordine del giorno FAVA ed altri n. 9/2047-A/10, accolti dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 21 gennaio 2009, concernenti il dispiegamento di una Forza multinazionale di pace nella striscia di Gaza, e agli ordini del giorno BARBIERI ed altri n. 9/3210/54, accolto come raccomandazione dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 24 febbraio 2010, riguardante il rinnovo degli incarichi di direttore di Istituto di cultura all'estero, MARAN ed altri n. 9/2041/5, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 21 gennaio 2009, concernente il rispetto del Trattato istitutivo della NATO alla luce del Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione Italia-Libia.
Il ministro ha altresì trasmesso una nota relativa all'attuazione data alla risoluzione conclusiva PIANETTA ed altri n. 8/00071, accolta dal Governo ed approvata dalla III Commissione (Affari esteri) nella seduta dell'8 giugno 2010, concernente la partecipazione italiana alle iniziative previste a Tallinn «Capitale europea della cultura» per il 2011.

Le suddette note sono a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare e sono trasmesse alla III Commissione (Affari esteri) competente per materia.

Trasmissione dal ministro delle infrastrutture e dei trasporti.

Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, con lettera in data 12 ottobre 2010, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1, comma 4, della legge 18 giugno 1998, n. 194, le relazioni sull'andamento del processo di liberalizzazione e di privatizzazione del trasporto aereo, relative, rispettivamente, al secondo semestre 2009 (doc. LXXI, n. 2) e al primo semestre 2010 (doc. LXXI, n. 3).

Questi documenti - che saranno stampati - sono trasmessi alla IX Commissione (Trasporti).

Trasmissione dal ministro della difesa.

Il ministro della difesa, con lettera in data 19 ottobre 2010, ha trasmesso copia della nota aggiuntiva allo stato di previsione del Ministero della difesa per l'anno 2011.

Questa documentazione è trasmessa alla IV Commissione (Difesa) e alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissione dal ministro dell'economia e delle finanze.

Il ministro dell'economia e delle finanze, con lettera pervenuta in data 19 ottobre 2010, ha trasmesso i documenti redatti ai sensi dell'articolo 10, commi 6, 7 e 8, della legge 31 dicembre 2009, n. 196 (doc. LVII, n. 3 - Allegato V).

Questa documentazione, che sarà stampata e distribuita come allegato alla Decisione di finanza pubblica per gli anni 2011-2013, è trasmessa alla V Commissione (Bilancio) e a tutte le altre Commissioni permanenti, nonché alla Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

La Commissione europea, in data 19 ottobre 2010, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
Proposta di decisione del Consiglio relativa alla conclusione del Protocollo all'Accordo di partenariato nel settore della pesca tra la Comunità europea e gli Stati federati di Micronesia (COM(2010)572 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, in conformità al punto 28 dell'accordo interistituzionale del 17 maggio 2006 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio e la sana gestione finanziaria (domanda EGF/2010/014 SI/Mura, Slovenia) (COM(2010)582 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla XI Commissione (Lavoro);
Libro verde della Commissione per il Consiglio, il Parlamento europeo, il Comitato economico e sociale europeo e il Comitato delle regioni - Il futuro del sostegno al bilancio dell'Unione Europea a favore dei paesi terzi (COM(2010)586 definitivo), che è assegnato in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri).

Il ministro per le politiche europee, con lettera in data 19 ottobre 2010, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 3 e 19 della legge 4 febbraio 2005, n. 11, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.
Tali atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

MOZIONI ESPOSITO ED ALTRI N. 1-00437, DELFINO ED ALTRI N. 1-00439, GHIGLIA ED ALTRI N. 1-00442, MISITI ED ALTRI N. 1-00454 E ALLASIA ED ALTRI N. 1-00457 CONCERNENTI INIZIATIVE VOLTE ALLA REALIZZAZIONE DELLA LINEA FERROVIARIA ALTA VELOCITÀ/ALTA CAPACITÀ TORINO-LIONE

Mozioni

La Camera,
premesso che:
la nuova linea ferroviaria Torino-Lione rappresenta la scelta strategica di connessione internazionale del nostro territorio con il corridoio 5 Lisbona-Kiev: una moderna infrastruttura ferroviaria europea che deve consentire, attraverso adeguate politiche di sostegno, un effettivo trasferimento del traffico merci dalla strada alla ferrovia, liberando le linee tradizionali per il trasporto pubblico locale;
la regione Piemonte e la provincia di Torino hanno sempre operato con le amministrazioni locali per realizzare infrastrutture progettate per e con il territorio, in grado di generare valore aggiunto per le collettività locali e di limitare il valore sottratto e gli impatti subiti;
per questo la regione Piemonte e la provincia di Torino hanno perseguito con forza ed impegno l'istituzione dell'osservatorio tecnico per l'asse ferroviario Torino-Lione, incaricato di svolgere la funzione di governance unitaria del progetto della Nuova linea Torino-Lione (NLTL);
l'osservatorio ha gestito la fase di progettazione preliminare dell'opera. Il 24 novembre 2009 è stato elaborato e sottoscritto da tutti i componenti dell'osservatorio il piano dei 91 sondaggi nei territori interessati dalla Nuova linea Torino-Lione (omologo a quello dei 169 sondaggi effettuati in Francia);
le specifiche tecniche alla progettazione, redatte dall'osservatorio, sono entrate a far parte integrante del bando di gara e il 29 gennaio 2010, dopo un grande lavoro di elaborazione e sintesi coordinato, in particolare, dalla provincia di Torino, l'osservatorio ha approvato il documento «Indirizzi operativi per la progettazione preliminare della nuova linea Torino-Lione dal confine di Stato alla connessione con la linea av-ac Torino-Milano», che costituisce il riferimento per la redazione del progetto preliminare, che è stato concluso nel mese di giugno 2010 e approvato dalla commissione intergovernativa nel luglio 2010;
il percorso progettuale dovrà consentire di disporre di un progetto preliminare unitario per l'intera linea Torino-Lione da Settimo al confine di Stato ed è stato accompagnato da tre attività parallele:
a) lo studio di impatto ambientale con le valutazioni canoniche e, in particolare, il raffronto delle opzioni sviluppate in sede progettuale con le alternative a vario titolo considerate, a partire dall'opzione zero;
b) l'analisi costi-benefici, con riferimento ai vari scenari attuativi ipotizzabili, alle differenti scale territoriali considerabili ed ai diversi orizzonti temporali prevedibili;
c) l'avvio dell'esame puntuale delle ricadute territoriali attese, in base al progetto e alla cantierizzazione nel solco dell'esperienza francese della «Démarche Grand Chantier», nel quadro dello scenario generale delineato dal piano strategico della provincia di Torino in totale sintonia con la regione Piemonte;
il progetto preliminare redatto da LTF (Lyon Turin ferroviaire sas) ed Rete ferroviaria italiana, sulla base degli indirizzi dell'osservatorio, sarà presentato al tavolo politico di Palazzo Chigi nell'ottobre 2010;
successivamente alla presentazione si aprirà la fase valutativa e approvativa (ai sensi della normativa vigente), a cui seguirà la progettazione definitiva, con la conseguente valutazione di impatto ambientale. Si tratta di un processo lungo, complesso, con molteplici gradi di approfondimento, valutazione e scelta, che, nel rispetto del «calendario europeo», dovrà concludersi circa 3 anni dopo, entro il 31 dicembre del 2013, costituendo il percorso elaborativo e approvativo più garantista che sia mai stato messo in atto per una grande infrastruttura in Italia;
il citato progetto seguirà il seguente cronogramma:
a) indicazioni per la progettazione preliminare: 29 gennaio 2010;
b) redazione progetto preliminare e studio di impatto ambientale: 25 giugno 2010;
c) approvazione progetto preliminare e valutazione di impatto ambientale: 31 dicembre 2010;
d) avvio progetto definitivo: 1o gennaio 2011;
e) conclusione progetto definitivo e studio di impatto ambientale: 31 dicembre 2011;
f) approvazione progetto definitivo e valutazione di impatto ambientale: 31 dicembre 2012;
g) indizione gara di appalto: 1o gennaio 2013;
h) avvio cantiere: 3 novembre 2013,

impegna il Governo:

a confermare la valenza strategica della realizzazione della Torino-Lione come asse decisivo per i collegamenti europei, attraverso l'adozione di tutte le iniziative e gli atti necessari anche sulla base del lavoro condotto dall'osservatorio;
a garantire un adeguato piano finanziario con programmazione pluriennale che copra l'intero ammontare dell'opera;
a confermare i fondi - circa 200 milioni di euro - previsti nel primo atto aggiuntivo all'intesa generale quadro dell'11 aprile 2009, necessari a realizzare gli interventi prioritari di prima fase e, cioè, il trasferimento modale e il potenziamento e ammodernamento del trasporto locale, avviando, al contempo, iniziative per l'assegnazione di risorse immediate per incentivare il trasporto modale e combinato;
ad accelerare la firma di un nuovo accordo tra Italia e Francia;
ad assumere iniziative per garantire un primo stanziamento per la realizzazione delle opere previste dal piano strategico approvato dalla provincia di Torino e dalla regione Piemonte;
a promuovere una campagna di informazione sulla realizzazione della Torino-Lione da realizzarsi in accordo con gli enti locali interessati e la regione Piemonte.
(1-00437) «Esposito, Giorgio Merlo, Vernetti, Portas, Calgaro, Lovelli, Lucà, Rossomando, Fassino, Damiano, Fiorio, Boccuzzi, Bobba, Rampi, Cambursano».

La Camera,
premesso che:
la nuova linea ferroviaria Torino-Lione rappresenta la scelta strategica di connessione internazionale del nostro territorio con il corridoio 5 Lisbona-Kiev: una moderna infrastruttura ferroviaria europea che deve consentire, attraverso adeguate politiche di sostegno, un effettivo trasferimento del traffico merci dalla strada alla ferrovia, liberando le linee tradizionali per il trasporto pubblico locale;
la regione Piemonte e la provincia di Torino hanno sempre operato con le amministrazioni locali per realizzare infrastrutture progettate per e con il territorio, in grado di generare valore aggiunto per le collettività locali e di limitare il valore sottratto e gli impatti subiti;
per questo la regione Piemonte e la provincia di Torino hanno perseguito con forza ed impegno l'istituzione dell'osservatorio tecnico per l'asse ferroviario Torino-Lione, incaricato di svolgere la funzione di governance unitaria del progetto della Nuova linea Torino-Lione (NLTL);
l'osservatorio ha gestito la fase di progettazione preliminare dell'opera. Il 24 novembre 2009 è stato elaborato e sottoscritto da tutti i componenti dell'osservatorio il piano dei 91 sondaggi nei territori interessati dalla Nuova linea Torino-Lione (omologo a quello dei 169 sondaggi effettuati in Francia);
le specifiche tecniche alla progettazione, redatte dall'osservatorio, sono entrate a far parte integrante del bando di gara e il 29 gennaio 2010, dopo un grande lavoro di elaborazione e sintesi coordinato, in particolare, dalla provincia di Torino, l'osservatorio ha approvato il documento «Indirizzi operativi per la progettazione preliminare della nuova linea Torino-Lione dal confine di Stato alla connessione con la linea av-ac Torino-Milano», che costituisce il riferimento per la redazione del progetto preliminare, che è stato concluso nel mese di giugno 2010 e approvato dalla commissione intergovernativa nel luglio 2010;
il percorso progettuale dovrà consentire di disporre di un progetto preliminare unitario per l'intera linea Torino-Lione da Settimo al confine di Stato ed è stato accompagnato da tre attività parallele:
a) lo studio di impatto ambientale con le valutazioni canoniche e, in particolare, il raffronto delle opzioni sviluppate in sede progettuale con le alternative a vario titolo considerate, a partire dall'opzione zero;
b) l'analisi costi-benefici, con riferimento ai vari scenari attuativi ipotizzabili, alle differenti scale territoriali considerabili ed ai diversi orizzonti temporali prevedibili;
c) l'avvio dell'esame puntuale delle ricadute territoriali attese, in base al progetto e alla cantierizzazione nel solco dell'esperienza francese della «Démarche Grand Chantier», nel quadro dello scenario generale delineato dal piano strategico della provincia di Torino in totale sintonia con la regione Piemonte;
il progetto preliminare redatto da LTF (Lyon Turin ferroviaire sas) ed Rete ferroviaria italiana, sulla base degli indirizzi dell'osservatorio, sarà presentato al tavolo politico di Palazzo Chigi nell'ottobre 2010;
successivamente alla presentazione si aprirà la fase valutativa e approvativa (ai sensi della normativa vigente), a cui seguirà la progettazione definitiva, con la conseguente valutazione di impatto ambientale. Si tratta di un processo lungo, complesso, con molteplici gradi di approfondimento, valutazione e scelta, che, nel rispetto del «calendario europeo», dovrà concludersi circa 3 anni dopo, entro il 31 dicembre del 2013, costituendo il percorso elaborativo e approvativo più garantista che sia mai stato messo in atto per una grande infrastruttura in Italia;
il citato progetto seguirà il seguente cronogramma:
a) indicazioni per la progettazione preliminare: 29 gennaio 2010;
b) redazione progetto preliminare e studio di impatto ambientale: 25 giugno 2010;
c) approvazione progetto preliminare e valutazione di impatto ambientale: 31 dicembre 2010;
d) avvio progetto definitivo: 1o gennaio 2011;
e) conclusione progetto definitivo e studio di impatto ambientale: 31 dicembre 2011;
f) approvazione progetto definitivo e valutazione di impatto ambientale: 31 dicembre 2012;
g) indizione gara di appalto: 1o gennaio 2013;
h) avvio cantiere: 3 novembre 2013,

impegna il Governo:

a confermare la valenza strategica della realizzazione della Torino-Lione come asse decisivo per i collegamenti europei, attraverso l'adozione di tutte le iniziative e gli atti necessari anche sulla base del lavoro condotto dall'osservatorio;
a garantire un adeguato piano finanziario con programmazione pluriennale che copra l'intero ammontare dell'opera;
a confermare i fondi - circa 200 milioni di euro - previsti nel primo atto aggiuntivo all'intesa generale quadro dell'11 aprile 2009, necessari a realizzare gli interventi prioritari di prima fase e, cioè, il trasferimento modale e il potenziamento e ammodernamento del trasporto locale, avviando, al contempo, iniziative per l'assegnazione di risorse immediate per incentivare il trasporto modale e combinato;
ad accelerare la firma di un nuovo accordo tra Italia e Francia;
ad assumere iniziative per garantire un primo stanziamento per la realizzazione delle opere previste dal piano strategico approvato dalla provincia di Torino e dalla regione Piemonte parallelamente all'avanzamento dell'opera;
a promuovere una campagna di informazione sulla realizzazione della Torino-Lione da realizzarsi in accordo con gli enti locali interessati e la regione Piemonte.
(1-00437) (Testo modificato nel corso della seduta) «Esposito, Giorgio Merlo, Vernetti, Portas, Calgaro, Lovelli, Lucà, Rossomando, Fassino, Damiano, Fiorio, Boccuzzi, Bobba, Rampi, Cambursano, Porcino».

La Camera,
premesso che:
la nuova linea ferroviaria Torino-Lione rappresenta la priorità assoluta per il rilancio del sistema economico-produttivo del Piemonte e dell'Italia sul piano europeo. La realizzazione del corridoio 5, infatti, garantirà una maggiore competitività alle imprese, che potranno trasportare più velocemente i propri prodotti, ed una migliore mobilità delle persone, che beneficeranno di tempi di percorrenza estremamente ridotti per viaggiare in Italia e in Europa, e determinerà, inoltre, la riduzione dell'inquinamento ambientale ed acustico;
ogni rifiuto pregiudiziale o strumentale che potrebbe comprometterne la realizzazione va fermamente contrastato, così come le affermazioni emerse nel corso di un incontro organizzato da Confindustria e Traspadana con i parlamentari piemontesi, mirate ad evidenziare presunti sperperi di denaro pubblico, costi sempre più elevati e ritardi accumulati, che renderebbero obsoleta la predetta infrastruttura;
è, altresì, necessario contrastare qualsiasi tipo di perplessità che potrebbe pregiudicare i rilevanti finanziamenti europei già assegnati per la realizzazione dell'opera;
il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti ha recentemente confermato i programmi e gli impegni del Governo sulla realizzazione della Torino-Lione, preannunciando un incontro con il Ministro francese per fare il punto sull'opera prevista e confermata nello schema delle infrastrutture nazionali francesi nel mese di luglio 2010, perché essa rientra tra le priorità dell'Europa e della Francia, interessata a potenziare il traffico merci sulla rotta Lione-Torino;
nel mese di ottobre 2010 sarà presentato al tavolo politico della Presidenza del Consiglio dei ministri il progetto preliminare redatto da Nuova linea ferroviaria Torino-Lione e Rete ferroviaria italiana, sulla base degli indirizzi forniti dall'osservatorio tecnico per l'asse ferroviario Torino-Lione;
il progetto preliminare per l'intera linea da Settimo al confine di Stato è stato accompagnato da uno studio di impatto ambientale, da un'analisi dei costi benefici e dall'avvio dell'esame delle ricadute territoriali attese;
va considerato il forte ed unitario impegno della regione Piemonte, della provincia e del comune di Torino e delle forze economiche per affermare la centralità e la priorità dell'opera per lo sviluppo del Piemonte e del Nord Italia;
il processo per la definizione del percorso progettuale di questa fondamentale opera è stato lungo, complesso e con molteplici approfondimenti e valutazioni;
il cronoprogramma della progettazione della nuova linea ferroviaria Torino-Lione, a suo tempo stilato, prevedeva entro il 31 dicembre 2010 l'approvazione della valutazione di impatto ambientale e del progetto preliminare e l'avvio del progetto definitivo, che dovrà concludersi con l'indizione della gara il 1o gennaio 2013 e l'apertura dei cantieri a partire dal marzo 2013,

impegna il Governo:

a riconfermare la valenza strategica della realizzazione della Torino-Lione come asse decisivo per i collegamenti europei;
a garantire il pieno sostegno agli indirizzi elaborati dall'osservatorio tecnico per l'asse ferroviario Torino-Lione e a vigilare affinché il cronoprogramma già stabilito sia scrupolosamente rispettato;
ad assicurare l'erogazione delle risorse che consentano di coprire l'intero ammontare dell'opera, comprese quelle, a più riprese promesse e pari a 200 milioni di euro, necessarie a realizzare gli interventi prioritari relativi al trasferimento modale e al trasporto locale;
a promuovere con intensità tutte le iniziative necessarie a rafforzare la piena cooperazione tra Italia e Francia per la realizzazione dell'infrastruttura, nonché a garantire i rilevanti finanziamenti europei già assegnati.
(1-00439) «Delfino, Libè, Galletti, Compagnon, Ciccanti, Volontè, Pezzotta, Mereu, Enzo Carra, Anna Teresa Formisano».

La Camera,
premesso che:
il Governo ha assunto ripetuti impegni a favore della realizzazione della linea ferroviaria Torino-Lione, riconoscendone la rilevanza quale opera strategica per i collegamenti internazionali in territorio europeo sia in ambito di traffico merci che di trasporto passeggeri e, a tal proposito, garantisce il rispetto del cronoprogramma relativo ai finanziamenti indispensabili per la prosecuzione dell'intervento;
il 23 gennaio 2009 è stato siglato a Palazzo Chigi il I atto aggiuntivo all'intesa generale quadro tra Governo e regione Piemonte;
il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli, con comunicazione ufficiale inviata nell'ottobre 2009 all'attenzione dell'architetto Mario Virano, commissario straordinario dell'osservatorio tecnico per l'asse ferroviario Torino-Lione, assicura l'erogazione di 20 milioni di euro quale anticipo per la copertura degli interventi di prima fase per la realizzazione della tav;
la regione Piemonte ha confermato il proprio impegno per la prosecuzione dei lavori e, a tal proposito, si fa garante della realizzazione dell'opera nel rispetto del cronoprogramma, per quanto di sua competenza;
l'osservatorio tecnico tav, sulla base dell'accordo sancito a Pracatinat nel 2008, ha dato il proprio assenso al progetto preliminare degli interventi prodotto da LTF, documento quest'ultimo approvato nel corso delle sedute del comitato di sicurezza della commissione intergovernativa negli scorsi mesi;
per le opere che rientrano nella «legge obiettivo» è prevista la destinazione fino al 5 per cento dell'ammontare del costo complessivo dell'opera da adibire agli interventi compensativi;
rispetto al tracciato individuato, non si rilevano alternative che siano state in grado di ottenere l'approvazione tecnica da parte dell'Italia e della Francia in qualità di nazioni interessate dal progetto,

impegna il Governo:

a prevedere, in sede di predisposizione della manovra finanziaria per il 2011, l'inserimento dei 20 milioni di euro quale anticipazione degli interventi di prima fase, come previsto nell'intesa generale quadro tra il Governo e la regione;
a procedere con gli atti necessari all'approvazione del progetto preliminare di cui al punto 3, in previsione della necessaria approvazione da parte del Cipe;
a promuovere la rivisitazione dell'accordo internazionale Italia-Francia, con particolare attenzione alla ripartizione dei costi;
ad attuare le procedure necessarie al reale completamento delle fasi diagnostiche rispetto al tracciato individuato nel progetto preliminare;
a garantire l'assegnazione delle risorse destinate alle opere compensative come stabilito dalla «legge obiettivo», anche in riferimento alla galleria geognostica di Chiomonte.
(1-00442) «Ghiglia, Osvaldo Napoli, Bonciani, Tommaso Foti, Stradella, Armosino, Rosso, Germanà, Nastri, Gibiino, Mancuso, Tortoli».

La Camera,
premesso che:
il Governo ha assunto ripetuti impegni a favore della realizzazione della linea ferroviaria Torino-Lione, riconoscendone la rilevanza quale opera strategica per i collegamenti internazionali in territorio europeo sia in ambito di traffico merci che di trasporto passeggeri e, a tal proposito, garantisce il rispetto del cronoprogramma relativo ai finanziamenti indispensabili per la prosecuzione dell'intervento;
il 23 gennaio 2009 è stato siglato a Palazzo Chigi il I atto aggiuntivo all'intesa generale quadro tra Governo e regione Piemonte;
il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli, con comunicazione ufficiale inviata nell'ottobre 2009 all'attenzione dell'architetto Mario Virano, commissario straordinario dell'osservatorio tecnico per l'asse ferroviario Torino-Lione, assicura l'erogazione di 20 milioni di euro quale anticipo per la copertura degli interventi di prima fase per la realizzazione della tav;
la regione Piemonte ha confermato il proprio impegno per la prosecuzione dei lavori e, a tal proposito, si fa garante della realizzazione dell'opera nel rispetto del cronoprogramma, per quanto di sua competenza;
l'osservatorio tecnico tav, sulla base dell'accordo sancito a Pracatinat nel 2008, ha dato il proprio assenso al progetto preliminare degli interventi prodotto da LTF, documento quest'ultimo approvato nel corso delle sedute del comitato di sicurezza della commissione intergovernativa negli scorsi mesi;
per le opere che rientrano nella «legge obiettivo» è prevista la destinazione fino al 5 per cento dell'ammontare del costo complessivo dell'opera da adibire agli interventi compensativi;
rispetto al tracciato individuato, non si rilevano alternative che siano state in grado di ottenere l'approvazione tecnica da parte dell'Italia e della Francia in qualità di nazioni interessate dal progetto,

impegna il Governo:

a confermare, in sede di predisposizione della manovra finanziaria per il 2011, l'inserimento dei 20 milioni di euro quale anticipazione degli interventi di prima fase, come previsto nell'intesa generale quadro tra il Governo e la regione;
a procedere con gli atti necessari all'approvazione del progetto preliminare di cui al punto 3, in previsione della necessaria approvazione da parte del Cipe;
a promuovere la rivisitazione dell'accordo internazionale Italia-Francia, con particolare attenzione alla ripartizione dei costi;
ad attuare le procedure necessarie al reale completamento delle fasi diagnostiche rispetto al tracciato individuato nel progetto preliminare;
a garantire l'assegnazione delle risorse destinate alle opere compensative come stabilito dalla «legge obiettivo», anche in riferimento alla galleria geognostica di Chiomonte.
(1-00442) (Testo modificato nel corso della seduta)«Ghiglia, Osvaldo Napoli, Bonciani, Tommaso Foti, Stradella, Armosino, Rosso, Germanà, Nastri, Gibiino, Mancuso, Tortoli».

La Camera,
premesso che:
il corridoio europeo 5 Lisbona-Kiev necessita di una moderna infrastruttura ferroviaria per consentire, soprattutto nel territorio italiano attraversato, un effettivo trasferimento del trasporto di merci e di persone dalla mobilità su gomma alla mobilità su ferro;
l'osservatorio tecnico per l'asse ferroviario Torino-Lione, che «governa» il progetto della nuova linea Torino-Lione, ha gestito la progettazione preliminare dell'opera e il piano dei 91 sondaggi nei territori interessati dalla nuova linea ferroviaria;
successivamente alla presentazione del progetto preliminare al tavolo politico di Palazzo Chigi, entro il mese di ottobre 2010 si avvierà la fase valutativa e approvativa di tale progetto;
la redazione e l'approvazione del progetto definitivo e dello studio di impatto ambientale dovranno concludersi entro il 31 dicembre 2013;
l'indizione della gara di appalto è prevista per il lo gennaio 2013, mentre i cantieri si dovrebbero avviare il 3 novembre 2013,

impegna il Governo:

a predisporre un adeguato piano finanziario per l'intero ammontare dell'opera;
a provvedere alle necessarie anticipazioni dei fondi previsti e necessari a realizzare gli interventi prioritari della prima fase;
a promuovere, insieme alla regione Piemonte e agli enti locali, una campagna di divulgazione e informazione sulla realizzazione dell'opera;
a promuovere una revisione del patto di cooperazione tra Italia e Francia per la realizzazione e la gestione del tratto dell'infrastruttura comune ai due Paesi.
(1-00454) «Misiti, Lo Monte, Commercio, Latteri, Lombardo, Brugger».

La Camera,
premesso che:
l'Unione europea ha predisposto un generale ripensamento del proprio sistema trasportistico e logistico (passeggeri e merci), partendo dalla constatazione dell'insostenibilità della movimentazione delle merci su gomma dal punto di vista ambientale ed economico;
il trasporto merci sull'asse Nord-Sud dell'Europa si è sviluppato maggiormente rispetto a quello Est-Ovest, creando uno squilibrio di passaggi che si punta a ridurre proprio grazie al corridoio 5 Lisbona-Kiev, al cui interno si colloca la linea Torino-Lione;
la realizzazione di questa opera è un'indifferibile occasione per l'Italia, al fine di modernizzare la propria rete infrastrutturale e per porre le basi dello sviluppo economico che verrà lasciato alle prossime generazioni. L'opera risulta essere essenziale, al fine di rendere il sistema dei trasporti italiano più efficiente ed il territorio più competitivo;
la scelta che si impone oggi è tra far compiere al Paese un passo di modernità oppure condannarlo all'isolamento. Una scelta indifferibile, con la consapevolezza che da essa dipende il futuro, non solo economico, di tutta l'Italia;
i cantieri per la realizzazione del tunnel di Chiomonte, in Val di Susa, dovranno partire entro l'inizio del 2011 e per la fine del 2010 dovrà essere pronto il progetto definitivo della Torino-Lione. In assenza di tutto ciò, l'Unione europea potrebbe decidere di dirottare sulla realizzazione di altre opere i 672 milioni di euro già stanziati per la tav;
la necessità di infrastrutture per un Paese, oltre all'ammodernamento del sistema Paese, porta indubbi benefici per i territori in cui si colloca. La tav è l'esempio macroscopico: con tale opera l'Italia diventerà un nodo strategico per andare in Europa e viceversa. È previsto un aumento della competitività del Piemonte e delle regioni attraversate, con il beneficio di nuovi posti di lavoro derivanti da nuovi insediamenti industriali e dallo sviluppo della logistica;
la consegna del progetto preliminare della Torino-Lione è avvenuta nei primi giorni di luglio 2010. Questo progetto include la definizione del nuovo tracciato in Piemonte/Valle di Susa;
il progetto preliminare è stato elaborato in relazione con la principale struttura di concertazione, l'osservatorio tecnico, presieduto dal commissario del Governo, Mario Virano. Gli enti locali in Valle di Susa sono stati pienamente coinvolti in questa nuova fase;
gli studi legati al progetto preliminare sono stati avviati a maggio 2009, mentre la validazione da parte dei poteri pubblici italiani è prevista, secondo l'iter, per l'autunno 2010,

impegna il Governo:

a garantire gli impegni presi fino alla realizzazione dell'opera, con particolare riferimento alla copertura finanziaria che richiede l'immediata erogazione di 20 milioni di euro quale anticipo per la copertura degli interventi di prima fase per la realizzazione della tav;
a predisporre per il Piemonte un piano di sviluppo sia infrastrutturale che intermodale per il completo utilizzo della nuova opera, al fine di trasferire il traffico da gomma a mezzi ferroviari, in collegamento con l'intero sistema ferroviario nazionale;
a monitorare tutte le fasi della realizzazione dell'opera, sia preliminari che definitive, affinché la salute del cittadini e la tutela del territorio vengano preservate.
(1-00457) «Allasia, Fogliato, Montagnoli, Buonanno, Togni, Simonetti, Pastore, Cavallotto, Desiderati, Crosio, Torazzi, Maggioni, Di Vizia».

MOZIONE CAPITANIO SANTOLINI, ZAMPA, DI GIUSEPPE, MUSSOLINI, MOSELLA, MISITI, IANNACCONE, LUSSANA ED ALTRI N. 1-00459 CONCERNENTE INIZIATIVE A TUTELA DEI MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI

Mozione

La Camera,
premesso che:
la Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza nell'ottobre del 2008 ha dato avvio ad un'indagine conoscitiva per approfondire la condizione dei minori stranieri non accompagnati, ovvero dei minori immigrati nel territorio italiano ed ivi presenti in assenza di familiari, e per ricostruire il percorso di questi minori, una volta che abbandonano i centri di prima accoglienza per gli immigrati, dopo essere stati identificati come minori e, pertanto, esclusi dalla procedura di espulsione dal territorio italiano. Dall'indagine è emersa una situazione di grave allarme sociale; infatti, una larga parte dei minori che vengono rilasciati dai centri di prima accoglienza affrontano un destino incerto, allontanandosi in molti casi senza lasciare traccia dalle comunità alloggio che li ospitano ed esponendosi così a pericoli di sfruttamento da parte della criminalità organizzata o a gravi rischi per la loro stessa incolumità;
risulta, altresì, che molte giovani donne, giunte nel nostro Paese in stato di gravidanza a seguito delle ripetute violenze subite durante il tragitto, abbandonano il figlio nel centro di accoglienza dove sono ospitate;
le ragioni dell'allontanamento di questi minori dalle comunità ospitanti sono anche da ricondurre all'insufficienza delle risorse finanziarie a disposizione degli enti locali su cui insistono i centri di prima accoglienza; ai comuni sono, infatti, nella grande maggioranza dei casi affidati i minori con il provvedimento di tutela del magistrato, che segue alla prima accoglienza finanziata dal Ministero dell'interno;
in particolare, il terzo rapporto sui minori stranieri non accompagnati presentato dall'Anci rileva che il numero dei minori stranieri non accompagnati presenti nel nostro Paese tra il 2006 e il 2008 risulta stabile, salvo una lieve flessione dell'8,3 per cento nel 2008, malgrado i minori romeni e bulgari siano nel frattempo divenuti comunitari. Tutto ciò a conferma della gravità della situazione;
sono, invece, aumentati i comuni italiani che hanno preso in carico questi ragazzi, offrendo loro servizi di prima e seconda accoglienza. 93 enti locali hanno assorbito l'85 per cento delle presenze, rispetto ai soli 39 tra i quali era distribuito nel 2006 il 75 per cento dei minori. 4.176 sono stati i minori stranieri inseriti in prima accoglienza e 3.841 quelli accolti in seconda accoglienza. Tra il 2006 e il 2008 si è registrato un aumento esponenziale dei minori afghani e di quelli che giungono da Paesi africani instabili o in conflitto;
l'indagine Anci rileva come quasi il 56 per cento del totale dei minori accolti in strutture di seconda accoglienza si trovi in Friuli Venezia Giulia, Lazio e Sicilia, la quale accoglie quasi il 29 per cento dei minori sul totale nazionale. In continuità con gli anni precedenti, l'aumento più significativo è stato registrato al Sud (+134 per cento), seguito dal Centro (+20 per cento), ma dopo la Sicilia le regioni nelle quali si rileva un aumento significativo dei minori accolti sono la Toscana, la Calabria, la Sardegna, la Basilicata, la Puglia e la Liguria, mentre al contrario le regioni Piemonte (-62,4 per cento), Lombardia (-47,7 per cento) ed Emilia-Romagna (-28 per cento) censiscono una sostanziale riduzione nel numero dei minori inseriti in seconda accoglienza;
dal rapporto Italia dell'European migration network su «Minori non accompagnati - rimpatri assistiti - richiedenti asilo» emerge che in Italia i minori stranieri non accompagnati, provenienti da 78 nazioni diverse, sono stati 7.797, di cui 4.828 segnalati nel corso dell'anno e 2.969 negli anni precedenti. Sempre secondo l'European migration network, la maggioranza dei minori proviene da Marocco (15,3 per cento), Egitto (13,7 per cento), Albania (12,5 per cento), Palestina (9,5 per cento) e Afghanistan (8,5 per cento). Nei tre quarti dei casi hanno un'età compresa tra i 16 e i 17 anni (76,8 per cento). Mentre alla fine del terzo trimestre del 2009 la banca dati del Comitato per i minori stranieri registrava 6.587 ragazzi giunti da soli in Italia, di cui il 77 per cento non identificato;
purtroppo, però, i dati non possono essere considerati esaustivi rispetto alla reale consistenza del fenomeno, dal momento che da una parte non sono compresi i minori richiedenti asilo e quelli vittime di tratta, dall'altra non si tiene conto di tutti quelli che non sono mai entrati in contatto con il sistema nazionale di accoglienza. Inoltre, dal 2007 non vengono registrati quelli provenienti dalla Romania, da anni uno dei principali punti di partenza dei flussi migratori alla volta dell'Italia. La questione dei minori richiedenti asilo - si legge ancora nel rapporto - risulta poi particolarmente delicata, anche alla luce dell'elevato numero di ragazzi sbarcati nelle regioni meridionali e, in particolare, in Sicilia, dove nell'isola di Lampedusa nel corso del 2008 sono sbarcati 2.326 minori, di cui 1.948 non accompagnati. Nell'anno 2007, invece, erano sbarcati complessivamente 2.180 minori, di cui 1.700 non accompagnati. Mentre i minori approdati in Italia nel 2008 sono stati complessivamente 2.751, di cui 2.124 non accompagnati;
secondo l'organizzazione non governativa Save the children, la presenza dei minori stranieri non accompagnati in Italia è data in crescita, con una concentrazione nelle città con più di 100.000 abitanti, sebbene negli ultimi anni sia emersa una crescente preferenza dei minori per città più piccole (tra i 15.001 e i 100.000 abitanti);
alla Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, ratificata dall'Italia con la legge 27 maggio 1991, n. 176, si accompagnano due protocolli opzionali, che l'Italia ha ratificato con la legge 9 maggio 2002, n. 46: il Protocollo opzionale concernente il coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati e il Protocollo opzionale sulla vendita, prostituzione e pornografia dei bambini;
la stessa Convenzione, agli articoli 22, 30, 32, 34, 35, 36, 38 e 39, prevede una tutela particolare a favore di alcuni gruppi di bambini e adolescenti in considerazione della loro maggiore vulnerabilità. Si tratta dei minori in situazione di emergenza, come i minori rifugiati e i minori nei conflitti armati, dei minori in situazione di sfruttamento economico, compreso il lavoro minorile, l'abuso e lo sfruttamento sessuale, delle vittime di tratta o di altre forme di sfruttamento e, infine, dei bambini e adolescenti di minoranze etniche o popolazioni indigene;
le rilevazioni effettuate sono allarmanti, l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) dichiara che arrivano continue denunce di maltrattamenti e discriminazioni su minori e che essi, anche se non hanno commesso alcun reato, vivono sotto regime stretto di sorveglianza da parte dei loro tutori e in ambienti non adeguati. A volte manca un sufficiente grado di assistenza medica e l'accesso all'istruzione o alla formazione professionale;
anche la Commissione europea ha presentato, il 6 maggio 2010 a Bruxelles, un piano d'azione organico per affrontare il problema. In quella sede è stato varato un programma di emergenza, che racchiude norme comuni sulla tutela e la rappresentanza legale, con lo scopo di garantire che le autorità competenti a decidere del futuro di questi bambini e ragazzi si pronuncino quanto prima, preferibilmente entro i sei mesi, in merito alle soluzioni da adottare;
il nuovo piano d'azione europeo propone un approccio basato su tre linee guida: la prevenzione della tratta e della migrazione a rischio, l'accoglienza e le garanzie procedurali nell'Unione europea, ma soprattutto la ricerca di soluzioni durature;
il fenomeno descritto presenta, altresì, preoccupanti connessioni con i flussi dell'immigrazione clandestina, gestiti dalla criminalità organizzata, spesso con base al di fuori del territorio italiano, a conferma dell'esistenza di gravi fenomeni di tratta di esseri umani, finalizzata allo sfruttamento di minori, soprattutto donne;
la gravità sociale dei fenomeni sin qui descritti e l'urgenza di individuare al più presto gli strumenti per un'efficace tutela di questi minori e per l'affermazione dei loro diritti, accertando tutte le eventuali responsabilità connesse, richiedono che, da parte del Governo, sia posta attenzione ad una politica di accoglienza in sintonia con il quarto rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza in Italia 2007-2008, pubblicato dal gruppo di lavoro per la Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. In particolare, nel citato rapporto si raccomanda, in accordo con i principi e le disposizioni della Convenzione, soprattutto gli articoli 2, 3, 22 e 37, e nel rispetto dei bambini, richiedenti o meno asilo, che l'Italia:
a) incrementi gli sforzi per creare sufficienti centri speciali di accoglienza per minori non accompagnati, con particolare attenzione per quelli che sono stati vittime di traffico e/o sfruttamento sessuale;
b) assicuri che la permanenza in questi centri sia più breve possibile e che l'accesso all'istruzione e alla sanità siano garantiti durante e dopo la permanenza nei centri di accoglienza;
c) adotti, il prima possibile, una procedura armonizzata nell'interesse superiore del bambino per trattare con minori non accompagnati in tutto lo Stato parte;
d) assicuri che sia previsto il rimpatrio assistito, quando ciò corrisponde al superiore interesse del bambino, e che sia garantita a questi stessi bambini l'assistenza per tutto il periodo successivo;
a tale riguardo, sia il Comitato sui diritti dell'infanzia che la rete europea dei garanti dell'infanzia hanno raccomandato linee guida esplicite per la gestione delle operazioni di rimpatrio dei minori, secondo le quali il rimpatrio dovrebbe avvenire solo quando è rispondente al «superiore interesse del minore», ovvero dopo opportuna verifica dei fattori di rischio diretto o indiretto;
come la Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza ha potuto accertare nel corso delle audizioni svolte nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui minori stranieri non accompagnati, molte famiglie già affidatarie sarebbero disponibili ad accogliere in affido temporaneo anche minori stranieri non accompagnati,

impegna il Governo:

a predisporre tutte le misure atte a far sì che la permanenza dei minori nell'ambito delle strutture di accoglienza che li ospitano, dopo il rilascio dai centri di prima accoglienza, non sia in alcun modo condizionata da valutazioni di convenienza economica delle strutture stesse, le quali potrebbero indurre i minori ad allontanarsi, favorendone lo stato di clandestinità;
a coordinare le opportune iniziative per instaurare una rete di comunità alloggio estesa al territorio nazionale, evitando la concentrazione in alcune regioni, attraverso la quale ospitare i minori stranieri non accompagnati all'atto delle dimissioni dai centri di prima accoglienza, per ripartire equamente il carico finanziario di tale ospitalità, valutando se porre a carico dello Stato le spese dell'accoglienza a lungo termine di questi minori;
a verificare se i criteri utilizzati per l'adozione dei provvedimenti di tutela dei minori stranieri non accompagnati siano omogenei su tutto il territorio nazionale;
ad adoperarsi, nell'ambito delle proprie competenze, affinché ogni intervento, anche normativo, che influisca sulla condizione dei minori stranieri non accompagnati, risulti in armonia con i principi della Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, nonché con la normativa dell'Unione europea e con le indicazioni del Consiglio d'Europa in materia;
ad adoperarsi per rendere effettivo l'esercizio del diritto d'asilo dei minori stranieri non accompagnati;
a garantire ai minori stranieri non accompagnati uno status giuridico in grado di poterli maggiormente tutelare;
ad attuare tempestivamente il rafforzamento della protezione dei minori stranieri, nonché provvedimenti in linea con la Carta europea dei diritti fondamentali e con la Convenzione sui diritti del fanciullo, con particolare riguardo a quelli non accompagnati, che sono spesso le prime vittime dell'immigrazione clandestina;
ad avviare una strategia di intervento sul tema, in un'ottica di collaborazione tra amministrazione centrale ed enti locali, affrontando alcuni aspetti che hanno importanti ripercussioni sulle caratteristiche che il fenomeno assume in Italia, come l'accertamento dell'età e della nazionalità, l'identificazione, le indagini familiari, il rafforzamento delle capacità operative delle aree di ingresso;
ad adoperarsi affinché siano destinate adeguate risorse finanziarie a favore dei minori stranieri non accompagnati, anche per assicurare, in accordo con la Conferenza unificata, la prosecuzione dei progetti e delle iniziative già avviate, quali, ad esempio, il «programma nazionale di protezione dei minori stranieri non accompagnati», che il Comitato per i minori stranieri gestisce con l'Anci;
a considerare la possibilità di assumere le necessarie iniziative per rilasciare il permesso di soggiorno anche per quei minori stranieri che abbiano raggiunto la maggiore età e che abbiano già intrapreso un percorso documentato di integrazione sociale e civile.
(1-00459) «Capitanio Santolini, Zampa, Di Giuseppe, Mussolini, Mosella, Misiti, Iannaccone, Lussana, Delfino, Nunzio Francesco Testa, Compagnon, Tassone, Volontè, Naro, Ciccanti, Rao, De Poli, Ruvolo, Livia Turco, Lo Moro, De Torre, Cardinale, Zaccaria, Sbrollini, Touadi, Arturo Mario Luigi Parisi, Farinone, Schirru, Recchia, Siragusa, Bossa, Vannucci, Zucchi, Mattesini, Brandolini, Motta, Lenzi, Donadi, Mura, Palagiano, Favia, Borghesi, Evangelisti, Carlucci, Soglia, Mannucci, Bocciardo, De Nichilo Rizzoli, Marsilio, Paglia, Marinello, Toccafondi, Lo Presti, De Angelis, Di Centa, Cosenza, Calgaro, Tabacci, Brugger, Lo Monte, Commercio, Latteri, Lombardo, Belcastro, Gaglione, Milo, Sardelli, D'Ippolito Vitale, Pes».

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Misure per favorire l'accessibilità dei cittadini al sistema sanitario nazionale valorizzando il ruolo delle farmacie - 3-01286

BALDELLI e CICCIOLI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il futuro del sistema sanitario nazionale sarà caratterizzato necessariamente, tra le altre cose, dalla risposta che si fornirà su alcuni temi fondamentali, come l'appropriatezza dell'assistenza, l'accessibilità dei servizi e l'equità;
il carattere universalistico del nostro sistema rappresenta una dichiarazione di principio che ha bisogno di trovare una concreta attuazione, sia mediante la corretta organizzazione e programmazione delle attività, sia mediante la giusta allocazione delle risorse nel rispetto dei vincoli economici necessari per gli equilibri finanziari;
l'accessibilità del sistema sanitario nazionale, al pari della sua efficacia, è un aspetto che incide fortemente sulla qualità del servizio offerto;
l'implementazione delle funzioni svolte dalle farmacie, visto anche il ruolo fondamentale che queste già rivestono in tema di tutela della salute, potrebbe incidere positivamente sull'accessibilità del sistema sanitario nazionale -:
quali siano le iniziative del Ministro interrogato per potenziare l'accesso dei cittadini al sistema sanitario nazionale attraverso le farmacie.
(3-01286)

Iniziative per l'attuazione della legge n. 38 del 2010, in materia di cure palliative e terapia del dolore - 3-01287

PALAGIANO e MURA. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
a sette mesi dall'approvazione della legge 15 marzo 2010, n. 38, recante «Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore», lo stato di attuazione è ancora fermo «al palo» e la sua applicazione sul territorio non è ancora praticamente mai iniziata;
si ricorda che detta legge, dopo un anno e mezzo di esame parlamentare, è stata approvata definitivamente e all'unanimità da tutti i gruppi parlamentari e dovrebbe consentire finalmente a cittadini che hanno bisogno di poter accedere alla medicina palliativa e alla terapia del dolore;
ogni anno 150.000 italiani malati hanno bisogno di accedere al programma delle cure palliative e non hanno i punti di riferimento di strutture e di centri di assistenza. Ci sono tante famiglie che si trovano spesso sole di fronte ai delicati risvolti affettivi e psicologici che comporta la cura di un malato terminale, potendo solo garantire, di fronte alle carenze delle istituzioni, una sorta di «welfare fai da te»;
la legge n. 38 del 2010, seppur migliorabile in diversi suoi aspetti, rappresenta comunque un «atto di civiltà». Si ricorda che il nostro Paese è tra i più arretrati in Europa rispetto alle garanzie di accesso alla medicina palliativa e al diritto a non soffrire. Con questa legge, l'accesso alle cure palliative e alle terapie del dolore viene finalmente riconosciuto come un diritto per assicurare la dignità della persona umana e ne viene garantita l'uniformità delle prestazioni su tutto il territorio nazionale;
il 5 ottobre 2010 Il Sole 24 ore ha pubblicato un'indagine con il centro studi Mundipharma e Fadoi (la federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti) su 135 reparti di medicina generale, al fine di verificare lo stato di attuazione della legge;
l'indagine traccia un primissimo bilancio della legge piuttosto negativo. Entro fine giugno 2010 Governo e regioni dovevano individuare i requisiti minimi e le modalità organizzative necessari per l'accreditamento delle strutture di assistenza ai malati in fase terminale e delle unità di cure palliative e della terapia del dolore domiciliari presenti in ciascuna regione, con lo scopo di definire la rete per le cure palliative e la rete per la terapia del dolore, con particolare riferimento ad adeguati standard strutturali qualitativi e quantitativi. Andavano, altresì, indicate le strutture e le figure professionali che vi dovrebbero lavorare. Di tutto ciò non vi è praticamente traccia;
entro fine settembre 2010 il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca doveva dare vita a percorsi formativi e a un master ad hoc sulle cure palliative e la terapia del dolore per medici e personale sanitario. Ma finora non si è visto praticamente nulla;
la nuova legge ha, inoltre, semplificato le procedure per la prescrizione da parte dei medici delle medicine anti-dolore e degli oppioidi per alleviare le sofferenze dei malati terminali o dei pazienti cronici;
nonostante si tratti, quindi, di farmaci indispensabili per alleviare le sofferenze ad almeno 250 mila malati terminali e a milioni di pazienti cronici, gli oppioidi prescritti sono cresciuti in maniera estremamente modesta: solo l'8 per cento in più rispetto al passato, e comunque nettamente indietro rispetto ai consumi di altri Paesi europei;
così come risultano ancora troppo pochi gli ospedali che stanno rispettando l'obbligo previsto dalla legge n. 38 del 2010 di riportare all'interno della cartella clinica, in uso presso tutte le strutture sanitarie, le caratteristiche del dolore rilevato e della sua evoluzione nel corso del ricovero, nonché la tecnica antalgica e i farmaci utilizzati -:
quali iniziative si intendano intraprendere per accelerare l'attuazione della legge n. 38 del 2010, ancora praticamente inapplicata, seppure attesa da migliaia di malati che hanno necessità di poter accedere al programma delle cure palliative e delle terapie del dolore e di poter contare su adeguate strutture ed efficaci servizi alla persona.
(3-01287)

Orientamenti del Governo in merito all'accordo volto ad assicurare l'equilibrio economico-finanziario del comparto sanitario della regione Puglia - 3-01288

FRANCESCHINI, MARAN, BOCCIA, QUARTIANI, GIACHETTI, BELLANOVA, BORDO, CAPANO, CONCIA, D'ALEMA, GINEFRA, GRASSI, LOSACCO, MASTROMAURO, SERVODIO e VICO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
la regione Puglia è obbligata a presentare un piano di rientro (da sostanziarsi mediante accordo tra il Ministro interrogato, il Ministro dell'economia e delle finanze e la regione Puglia) non a causa del disavanzo di gestione del servizio sanitario regionale, atteso che, come certificato dal Ministero dell'economia e delle finanze, in tutti gli anni è stata assicurata la piena copertura finanziaria, ma per non aver rispettato i vincoli del patto di stabilità interno negli anni 2006 e 2008 per una serie di motivazioni, ad avviso degli interroganti, del tutto opinabili correlate alla scelta dell'anno posto a riferimento per la base di calcolo per la verifica del rispetto dei parametri/vincoli previsti dalle norme finanziarie;
il piano di rientro è stato, quindi, concordato con le direzioni dei Ministeri e con la struttura tecnica in data 28 luglio 2010, come confermato dalla e-mail del direttore del Ministero della salute del 29 luglio 2010, in cui testualmente «si invia copia della proposta di piano di rientro della regione Puglia da sottoscriversi entro il 29 luglio 2010», specificando che «i testi sono stati concordati con i rappresentanti della regione Puglia»;
con nota protocollo n. 4253 del 28 luglio 2010, il Ministro interrogato ha formalmente convocato il presidente Vendola per il 29 luglio 2010 «per la sottoscrizione dell'accordo con allegato piano di rientro»;
il piano di rientro della regione Puglia concordato si sviluppa su 4 aree di intervento: riorganizzazione e ammodernamento della rete ospedaliera, appropriatezza dell'uso dei farmaci, sviluppo dell'integrazione tra ospedale e territorio, con la riqualificazione e la riallocazione del personale, e razionalizzazione della spesa, anche attraverso la centralizzazione degli acquisti, l'implementazione di procedure di monitoraggio e la verifica della spesa;
il 29 luglio 2010 il Governo ha inteso procedere regolarmente alla firma dell'accordo per il piano di rientro della regione Piemonte, la cui fase istruttoria e di definizione è stata ben più «difficile» di quella della Puglia;
gli accordi sin qui sottoscritti riguardano i piani di rientro di Abruzzo (accordo del 2007), Calabria (2009 nella sua ultima versione), Campania (2007), Lazio (2007), Liguria (2007), Molise (2007) e Sicilia (2007);
con nota ricevuta il 5 agosto 2010, a triplice firma del Ministro interrogato e dei Ministri Tremonti e Fitto, è stata comunicata alla Puglia la disponibilità del Governo alla sottoscrizione dell'accordo «per l'approvazione del piano di rientro e di riqualificazione e riorganizzazione e di individuazione degli interventi per il perseguimento dell'equilibrio economico, ai sensi dell'articolo 1, comma 180, della legge 30 dicembre 2004, n. 311», mediante riapertura dei termini di cui all'articolo 2, comma 97, della legge n. 191 del 2009;
in nessuno di questi accordi i Ministeri hanno richiesto l'inserimento di clausole «vessatorie» o «prescrizioni» di sorta, come quella pressantemente inserita nella proposta del Governo e tendente a richiedere la sospensione di norme in tutto o in parte impugnate dallo stesso Governo dinnanzi alla Corte costituzionale;
in particolare, i Ministri hanno richiesto alla Puglia una serie di adempimenti che negli altri casi sono stati richiesti ex post rispetto alla firma degli accordi (piano operativo del piano di rientro ed altro), ma hanno chiesto, punto b), di «sospendere, entro il prossimo 6 agosto, i procedimenti amministrativi di attuazione delle leggi regionali» impugnate dal Governo dinanzi alla Corte costituzionale;
con nota del 6 agosto 2010 il presidente Vendola ha fornito rassicurazioni ai Ministri, pur evidenziando come il punto b) della nota contiene un impegno ultroneo rispetto al piano di rientro e che tra i provvedimenti osservati dal Governo c'è quello relativo alla selezione e nomina dei direttori generali delle aziende e degli enti pubblici del servizio sanitario, che, affrontando innovativamente il delicato rapporto tra tecnica e politica, è stato oggetto di considerazioni positive da parte dello stesso Governo. Inoltre, i provvedimenti della giunta regionale in tema di «internalizzazione» hanno interrotto processi di degenerazione da lunghissimo tempo in atto, più volte osservati anche dalla magistratura, restituendo dignità al lavoro e ai lavoratori, provocando, al contempo, riduzione di spesa; trattasi di norme regionali che sono frutto di un ampio ed articolato confronto con le parti sociali, tra le forze politiche del consiglio regionale, spesso approvate all'unanimità, in grado, tra l'altro, di assicurare un significativo miglioramento del governo del sistema sanitario regionale, una razionalizzazione di costi e il miglioramento delle condizioni sociali ed occupazionali degli operatori;
il presidente Vendola, con propria nota del 6 agosto 2010, ha disposto ai direttori generali delle aziende sanitarie di sospendere l'adozione di ogni ulteriore atto deliberativo relativo alle materie di cui alle leggi citate nella nota ministeriale, per le parti impugnate dal Governo;
gli obiettivi di equilibrio economico-finanziario sostanziati nel piano di rientro della Puglia sono raggiunti comunque senza l'utilizzo dei fondi per le aree sottoutilizzate a copertura dei debiti sanitari, non prevedono nuove tasse e offrono, oltre alle coperture, ulteriori mezzi di copertura a garanzia per 321 milioni di euro sul triennio 2010-2012;
la regione Puglia è l'unica regione, insieme alla Basilicata, a non subire piano di rientro da disavanzo economico del sistema sanitario regionale, avendo sempre ripianato con mezzi propri, e a non poter essere conseguentemente commissariata;
in data 12 ottobre 2010, al termine di nuove interlocuzioni tra il gruppo tecnico interministeriale e la regione Puglia, è stato prodotto un verbale congiunto che sostanzia nuovamente la condivisione da parte delle strutture ministeriali dei contenuti del piano di rientro della Puglia, rimasto sostanzialmente immutato nei suoi obiettivi e nei suoi interventi fondamentali, senza che, peraltro, siano stati osservati elementi di criticità economico-finanziaria a carico della regione Puglia, atteso che la stessa regione ha, altresì, osservato le «prescrizioni» contenute nella lettera dei Ministri di agosto 2010, approvando una specifica legge regionale;
sono gravissimi ed ingiustificati gli effetti economico-finanziari (550 milioni di euro) che la mancata sottoscrizione dell'accordo può determinare per la Puglia -:
quali siano le motivazioni per le quali il Governo non abbia ancora proceduto alla sottoscrizione dell'accordo, facendo spirare, peraltro, i termini fissati dal decreto-legge n. 125 del 2010.
(3-01288)

Iniziative per garantire la compatibilità dei decreti legislativi di attuazione del federalismo fiscale con il principio dell'autonomia speciale e tempi di adozione del decreto in materia di perequazione infrastrutturale - 3-01289

COMMERCIO, LO MONTE, LATTERI, LOMBARDO e MISITI. - Al Ministro per i rapporti con le regioni e per la coesione territoriale. - Per sapere - premesso che:
il federalismo disegnato dalla legge n. 42 del 2009, «Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione», ha al suo interno elementi di riequilibrio fiscale e di perequazione infrastrutturale, su cui si misura l'efficienza delle amministrazioni locali: è un modello condivisibile che può essere sperimentato dal Mezzogiorno;
ad avviso degli interroganti, l'impostazione generale dei decreti attuativi adottati dal Governo, in corso di elaborazione, sembra discostarsi dal suddetto modello, snaturandone il significato;
le caratteristiche federali del nuovo sistema di finanza regionale sono prefigurate e disciplinate, con principi e criteri specifici, dal capo II della legge delega n. 42 del 2009, che ha riguardo particolare alla finanza delle regioni a statuto ordinario, dal comma 2 dell'articolo 1 e dall'articolo 27, che hanno riguardo all'assetto della finanza delle regioni a statuto speciale e delle province autonome, e dall'articolo 20, che disciplina il passaggio dal vecchio al nuovo sistema con principi posti per il complesso delle regioni e criteri direttivi formulati per l'attuale sistema di finanza delle regioni a statuto ordinario;
per le regioni a statuto speciale e le province autonome di Trento e Bolzano il comma 2 dell'articolo 1 introduce un principio di esclusività, o di riserva di disciplina, inteso a delimitare l'efficacia delle disposizioni del testo e ad integrarne i principi, così da rendere la disciplina del federalismo fiscale compatibile e coerente con le prerogative dell'autonomia speciale. Il comma in parola elenca nominativamente gli articoli cui deve rifarsi il legislatore delegato: l'articolo 27, che disciplina l'introduzione della riforma tramite norme di attuazione degli statuti speciali, l'articolo 15, recante i principi che informano l'istituzione delle città metropolitane, e l'articolo 22, che estende alle autonomie speciali la particolare procedura rivolta alla perequazione infrastrutturale;
la disciplina speciale dettata dall'articolo 27 adatta, anche avvalendosi di specifici «tavoli di confronto» tra Governo e ciascuna autonomia speciale, alle specialità il procedimento di attuazione del federalismo fiscale in quegli ordinamenti ed elenca, con esclusione degli altri, i principi ed i criteri direttivi che potranno applicarsi. In particolare:
a) le modifiche all'ordinamento finanziario delle regioni a statuto speciale e delle province autonome saranno introdotte con la procedura delle norme di attuazione degli statuti speciali, negli stessi termini temporali previsti dalla delega conferita per l'emanazione dei decreti delegati relativi alle regioni a statuto ordinario e agli enti locali;
b) ferme le prerogative statutarie previste per ciascuna regione e provincia autonoma, la nuova disciplina sarà comunque informata ai principi del federalismo fiscale posti come attuazione dell'articolo 119 della Costituzione;
l'articolo 1, comma 2, della suddetta legge n. 42 del 2010, disponendo che «alle regioni a statuto speciale ed alle province autonome di Trento e di Bolzano si applicano, in conformità con gli statuti, esclusivamente le disposizioni di cui agli articoli 15, 22 e 27», va, di fatto, ad escludere le autonomie speciali dal meccanismo di perequazione, dall'applicazione dei costi standard e dal principio di connessione tra risorse e funzioni, che possono trovare applicazione solo nei modi stabiliti dall'articolo 27, ossia secondo i criteri e le modalità definiti dalle norme di attuazione dei rispettivi statuti, adottati dalle commissioni paritetiche;
il Governo, nell'esercitare la delega prevista per l'attuazione del federalismo, ha approvato quattro distinti schemi di decreto legislativo che dimostrano di avere un'attitudine lesiva delle prerogative statutarie delle regioni a statuto speciale e dello stesso impianto normativo della legge delega, che detta esplicitamente di mantenere il regime finanziario delle regioni a statuto speciale distinto dal processo attuativo del federalismo e che stabilisce con chiarezza, all'articolo 27 della legge n. 42 del 2009, che l'introduzione del corpus normativo sul federalismo fiscale avviene tramite norme di attuazione degli statuti speciali;
così come anche la giurisprudenza costituzionale ha spesso avuto modo di confermare, la fonte competente a delineare l'autonomia finanziaria delle regioni a statuto speciale è rappresentata dallo statuto stesso e dalle norme di attuazione, elevate al rango di norme parametro del giudizio di costituzionalità, modificabili soltanto con legge di pari rango, o comunque non con semplici leggi ordinarie, come nel caso dei decreti attuativi;
l'articolo 22 della legge n. 42 del 2009 prevede una ricognizione degli interventi infrastrutturali per individuare eventuali deficit, per realizzare lo sviluppo economico e la coesione sociale soprattutto nelle aree sottosviluppate e per rimuovere tutti i gap territoriali esistenti nel nostro Paese;
il Governo fino ad oggi ha dimostrato di voler tralasciare la perequazione infrastrutturale, che rappresenta la seconda gamba del federalismo, concentrandosi esclusivamente sulla perequazione fiscale;
in uno Stato autenticamente federale tutte le regioni devono essere dotate degli stessi strumenti di sviluppo e delle stesse infrastrutture. La realizzazione di una perequazione infrastrutturale rappresenta un elemento qualificante del federalismo e la condizione necessaria per un federalismo fiscale equo -:
come il Governo intenda superare le incompatibilità che, ad avviso degli interroganti, presentano i decreti legislativi di attuazione del federalismo con le prerogative costituzionalmente garantite dell'autonomia speciale e quando intenda avviare, adottando il relativo decreto, la cosiddetta perequazione infrastrutturale, al fine di recuperare quei ritardi che costringono Nord e Sud del Paese ad un perdurante dualismo socio-economico e strutturale.
(3-01289)

Problematiche riguardanti la definizione dei fabbisogni standard di comuni, province e città metropolitane - 3-01290

GIORGIO CONTE. - Al Ministro per i rapporti con le regioni e per la coesione territoriale. - Per sapere - premesso che:
nel quadro della discussione sui cosiddetti fabbisogni standard di comuni, province e città metropolitane sembra delinearsi l'intenzione di affidare ad una società per azioni - la Società per gli studi di settore spa (Sose, il cui capitale è detenuto per l'89 per cento dal Ministero dell'economia e delle finanze e per l'11 per cento dalla Banca d'Italia) il compito di individuare le metodologie di calcolo e di definire gli specifici fabbisogni standard per ciascun comune, provincia e città metropolitana;
al momento non sono previste condizioni per l'attività cui sarà soggetta la Sose, in collaborazione con l'Istituto per la finanza e l'economia locale (Ifel), in qualità di partner scientifico, e con gli enti locali, tenuti alla raccolta e alla trasmissione dei dati, ad alcun criterio metodologico;
permanendo il silenzio su tale aspetto, non risulterà possibile al Parlamento, che pure ha il diritto-dovere di adempiere alle proprie prerogative di controllo, compiere valutazioni ex ante su un metodo non ancora definito nelle sue caratteristiche, il quale - una volta redatto - sarà tradotto in norma attraverso un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, e quindi svincolato da un qualsivoglia vaglio parlamentare;
atteso che la società Sose spa sarà chiamata a gestire una notevole mole di dati e a individuare sinergie con circa 8.100 comuni e oltre 100 province e che la predetta società appare dotata di competenze e professionalità nel settore fiscale - e, in particolare, degli studi di settore -, che, se pur in parte possono essere utilizzate proficuamente, potrebbero non essere sufficienti a svolgere appieno il compito assegnato e richiedere un incremento o una riqualificazione di competenze e professionalità ulteriori, con connessa manifestazione di oneri aggiuntivi -:
se non ritenga che tale ipotesi rechi una sostanziale violazione della delega parlamentare, prevista dalla legge n. 42 del 2009, che demandava al decreto legislativo stesso e non ad un successivo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri la definizione dei fabbisogni standard, e se non ritenga di rivedere radicalmente l'impostazione del relativo decreto legislativo sulla materia.
(3-01290)

Misure per assicurare un'adeguata liquidità al settore edilizio - 3-01291

OCCHIUTO, GALLETTI, LIBÈ, COMPAGNON, CICCANTI, NARO, VOLONTÈ, SCANDEREBECH, ANNA TERESA FORMISANO, RUGGERI, RAO, MEREU, DIONISI e MONDELLO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
nel primo semestre del 2010 le imprese cessate operanti nel settore edilizio hanno superato quota 30 mila, mentre le aperture di procedure concorsuali sono progressivamente aumentate da 334 nel primo trimestre a 650 nel secondo trimestre del 2010;
secondo i dati dell'Ance, l'Associazione nazionale dei costruttori edili, il mercato nazionale si è bloccato e la crisi di liquidità, dovuto all'elevata dilazione dei pagamenti, sta causando la chiusura delle aziende: basti pensare che ci sono stati ben sei cali consecutivi trimestrali dell'indice della produzione nelle costruzioni, con un fatturato sceso del 10,8 per cento nel 2009 e 200 mila posti di lavoro tagliati nel biennio 2008-2009;
la prima causa del default sarebbe legata a problemi finanziari più che economici: le imprese di costruzioni vantano crediti per 14 miliardi di euro, con il 35 per cento dei ritardi nei pagamenti che superano i diciotto mesi. Il ritardo non è riferito unicamente ai pagamenti dei committenti pubblici: anche i privati, infatti, fanno registrare ritardi di oltre un anno, ammesso che paghino realmente;
le imprese sono, pertanto, costrette a chiedere anticipazioni alle banche, che, quando vengono date, hanno comunque un costo che ricade sulle medesime imprese;
a questa situazione si aggiungono gli effetti della manovra economica estiva sui pagamenti ed investimenti degli enti locali ai fini del rispetto del patto di stabilità interno, che ha strozzato ancor di più il mercato;
rispetto agli impegni del Governo si segnala che: dei 12 miliardi deliberati dal Cipe nel 2009 per grandi e piccole opere è stato fatto pochissimo, non si registrano miglioramenti dal punto di vista della semplificazione degli adempimenti normativi e il piano casa è fermo per i veti burocratici incrociati di regioni e comuni;
per il presidente dell'Ance, l'entrata in vigore della direttiva europea, che fissa in sessanta giorni il termine entro cui la pubblica amministrazione deve effettuare i pagamenti, non risolverebbe i problemi, perché avrebbe un effetto devastante sui conti pubblici; meglio sarebbe individuare altre formule, quale, per esempio l'intervento della Cassa depositi e prestiti, che potrebbe fornire le anticipazioni sui crediti e le garanzie alle imprese in crisi di liquidità -:
se non ritenga di individuare, anche in vista dell'imminente sessione di bilancio, idonei strumenti volti a risollevare un comparto che registra solo problemi di liquidità non ad esso imputabili e che riveste un'importanza centrale quale leva per il rilancio economico del Paese.
(3-01291)

Iniziative per una distribuzione omogenea sul territorio nazionale delle attività ispettive nei confronti degli autotrasportatori - 3-01292

REGUZZONI, LUCIANO DUSSIN, FOGLIATO, LUSSANA, MONTAGNOLI, ALESSANDRI, ALLASIA, BITONCI, BONINO, BRAGANTINI, BUONANNO, CALLEGARI, CAPARINI, CAVALLOTTO, CHIAPPORI, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, DAL LAGO, D'AMICO, DESIDERATI, DI VIZIA, DOZZO, GUIDO DUSSIN, FAVA, FEDRIGA, FOLLEGOT, FORCOLIN, FUGATTI, GIDONI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, LANZARIN, MAGGIONI, MOLGORA, LAURA MOLTENI, NICOLA MOLTENI, MUNERATO, NEGRO, PAOLINI, PASTORE, PINI, PIROVANO, POLLEDRI, RAINIERI, RIVOLTA, RONDINI, SIMONETTI, STEFANI, STUCCHI, TOGNI, TORAZZI, VANALLI e VOLPI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il mondo dell'autotrasporto si muove tutti i giorni (365 giorni all'anno per alcune tipologie di trasporto) sulle nostre strade;
si tratta di un settore composto principalmente da un notevolissimo numero di conducenti di automezzi, che si relaziona, però, con gli agenti della polizia stradale e gli altri organi di controllo che giornalmente vigilano sulla sicurezza della circolazione di tutti i cittadini;
tutti gli operatori del settore (trasportatori e istituzioni) già sanno: i controlli sono per la maggior parte indirizzati verso le aziende italiane;
basti pensare che nel 2009 solo il 6 per cento dei controlli sui veicoli merci, effettuati con impiego dei centri mobili di revisione, ha interessato veicoli extracomunitari e per il 25 per cento veicoli comunitari (non italiani);
altro problema che risulta da un confronto tra operatori è che i controlli sono concentrati in maniera particolare in alcune zone o regioni d'Italia, con un'evidente penalizzazione per chi opera in questi territori;
la differenziazione relativa al numero di controlli effettuato nelle varie zone del Paese comporta l'insorgere di una concorrenza sleale nei confronti delle aziende che operano correttamente;
il minore numero di controlli nei confronti di trasportatori stranieri, comunitari ed extracomunitari, ed italiani in particolari zone del Paese comporta anche un rischio per gli utenti della strada, considerato il rischio che si viaggi con mezzi sovraccarichi, non in regola o con turni di guida più lunghi del dovuto -:
se il Ministro interrogato, essendo a conoscenza dei dati relativi ai controlli sugli automezzi e la loro localizzazione sul territorio nazionale, non intenda intervenire al fine di distribuire in modo omogeneo le attività ispettive, sia nei confronti degli autotrasportatori stranieri sia nelle zone dove statisticamente sono inferiori.
(3-01292)