XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di giovedì 18 novembre 2010

TESTO AGGIORNATO AL 19 NOVEMBRE 2010

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:

La Camera,
premesso che:
il concetto di cristianofobia nella sua accezione complessa è stata definito dalle Nazioni Unite nel 2003 tra le righe di una risoluzione del terzo comitato della 58a Assemblea generale dell'Onu, come termine da associare all'«islamofobia» e all'antisemitismo, e divenuto riferimento concettuale per tratteggiare il fenomeno della persecuzione culturale e fisica delle comunità cristiane nel mondo;
il suindicato fenomeno, sebbene sotto il profilo concettuale risulti suscettibile di interpretazioni e di diverse definizioni semantiche, si configura in una manifestazione di intolleranza, di fanatismo e di violenza crescente e non più trascurabile, dinanzi al quale continua a perpetrarsi un preoccupante silenzio da parte dei Governi e delle istituzioni internazionali;
le comunità cristiane rappresentano - sebbene una minoranza - una componente storicamente radicata in alcune regioni musulmane, in particolare in Paesi come il Libano, l'Iraq, la Siria, l'Egitto e la Turchia;
malgrado le indagini sul fenomeno della persecuzione religiosa siano parte dell'agenda delle Nazioni Unite, in data 25 marzo 2010 il Consiglio dell'Onu per i diritti umani ha approvato la risoluzione sulla «diffamazione delle religioni» promossa dell'Organizzazione degli Stati islamici (Oic), un'organizzazione intergovernativa composta da 57 Stati con popolazione a maggioranza islamica;
attraverso la risoluzione l'Onu ribadisce «preoccupazione per la persistenza di gravi stereotipi che nei media prendono deliberatamente di mira delle religioni, i loro seguaci e delle persone sacre» che si associano «all'immagine negativa di alcune religioni nei media e all'introduzione e all'applicazione di leggi e misure amministrative che discriminano e prendono di mira alcune etnie e contesti religiosi, in particolare le minoranze musulmane dopo gli eventi dell'11 settembre 2001»;
l'atto giuridico adottato dall'Onu, riconoscendo la condanna in nome della tolleranza religiosa, ammette una legittimazione di eventuali e non trascurabili abusi nei confronti delle libertà fondamentali dell'uomo, limitando la libertà di religione e di libera espressione del proprio culto;
i membri dell'Oic hanno proposto all'Assemblea generale delle Nazioni Unite un ulteriore testo di risoluzione contro la diffamazione delle religioni, che potrebbe essere sottoposto al voto nel mese di dicembre 2010;
con particolare attenzione ai Paesi a maggioranza islamica e anche alla luce della citata risoluzione, va segnalato che le comunità cristiane vivono ed operano in una condizione di isolamento e di estraneità rispetto alle dinamiche sociali, politiche e culturali del Paese di riferimento. Infatti, un eventuale coinvolgimento attivo di referenti cristiani sul versante politico o più generalmente sociale rischierebbe di fomentare le tensioni pimento attivo di referenti cristiani sul versante politico o più generalmente sociale rischierebbe di fomentare le tensioni esistenti nel tessuto sociale con conseguenti riflessi sul rispetto dei diritti e delle libertà delle stesse comunità;
secondo la world watch list 2010, un elenco dei Paesi in cui è praticata la persecuzione contro i cristiani e le comunità cristiane, redatto ogni anno dall'organizzazione no profit americana OpenDoors, tra i dieci Paesi che primeggiano nell'elenco della persecuzione anticristiana otto sono musulmani;
secondo il rapporto sulle restrizioni religiose, pubblicato da The Pew Forum on

Religion and Public Life, un istituto di ricerca autore dell'indagine «global restriction on religion», su 100 morti causati dall'odio e dall'intolleranza religiosa nel mondo, 75 sono di religione cristiana;
i rapporti redatti dalle organizzazioni internazionali e dagli istituti di ricerca riferiscono che ogni anno sono migliaia i cristiani vittime di persecuzioni, di violenze, intimidazioni oltre che di limitazioni sotto il profilo economico e patrimoniale;
sulla base delle stime dell'ONU sarebbero circa 200 milioni i cristiani nel mondo vittime di persecuzioni e violenze;
secondo il report pubblicato da Opendoors la Corea del Nord occupa il primo posto della world watch list poiché si configura come il Paese dove ogni attività religiosa è considerata una forma di ribellione ai principi socialisti nordcoreani. In questo contesto la situazione per i cristiani è particolarmente critica, infatti il report evidenzia che il regime perseguita in particolare i cristiani in tutta la nazione arrestandoli, torturandoli o addirittura uccidendoli. Secondo alcune testimonianze raccolte dal report alcuni cristiani sono stati adoperati come cavie, al fine di testare l'efficacia di armi biologiche e chimiche;
in Cina in occasione delle festività natalizie del 2009 la polizia della provincia dell'Hubei ha arrestato alcuni orfani e volontari cristiani intenti a predisporre l'organizzazione dei momenti celebrativi;
in Vietnam, in particolare nell'area afferente alla diocesi di Lang Son, le amministrazioni locali hanno in più occasioni annunciato l'intento di arrestare coloro che dichiarandosi cristiani partecipano alle celebrazioni religiose;
l'Iraq rappresenta uno dei territori in cui la persecuzione cristiana risulta essere più vivida e cruenta. A partire dalla caduta del regime di Saddam Hussein la popolazione cristiana - che contava 450 mila fedeli - obiettivo di ritorsioni e di violenza, è calata a 150 mila unità in virtù di un massiccio esodo verso i Paesi vicini, in particolare l'Europa, il Nord America e l'Australia;
con particolare forza dal 2008 si sono avvicendati tremendi attentati nei confronti di luoghi di culto cristiani: dagli attentati di Baghdad del gennaio 2008 alla chiesa caldea di san Giorgio, dove era stata da poco celebrata la messa, a quello di Mosul dove fu presa come bersaglio la chiesa caldea di San Paolo e quasi distrutto l'orfanotrofio gestito dalle suore calde. La comunità cristiana in terra irachena è costretta a celebrare i riti eucaristici in un clima di costante terrore;
in data 31 ottobre 2010, un commando armato afferente all'organizzazione terroristica di Al Quaeda ha assaltato una cattedrale siro-cattolica nel centro di Baghdad durante la messa della domenica prendendo in ostaggio per alcune ore una cinquantina di fedeli e due sacerdoti. A seguito dell'intervento delle forze di sicurezza, le vittime della ritorsione terrorista ammontano a 52, a cui si sono aggiunti un centinaio di feriti;
i terroristi islamici di Al Qaeda hanno qualificato la cattedrale di Bagdad «Osceno, bersaglio del suindicato attacco terroristico come «rifugio dell'idolatria utilizzato da sempre dai cristiani in Iraq come quartier generale della lotta contro l'islam»;
nella notte tra il 9 ed il 10 novembre 2010 si sono susseguiti molteplici attacchi nella capitale irachena in particolare ad abitazioni di cristiani che sono state colpite da ordigni lanciati da un gruppo di terroristi. Secondo le indagini condotte sono state fatte esplodere alcune bombe sull'uscio di quattro abitazioni nel quartiere a maggioranza cristiana di Baghdad. Successivamente sono stati lanciati ordigni e colpi di mortaio contro le case cristiane in quartieri vicini con un bilancio di 6 morti. Gli attacchi sono stati accompagnati da messaggi intimidatori di Al Qaeda, in cui si evidenzia che tutti i centri della cristianità sono bersagli legittimi, ovunque si trovino;

le autorità religiose cristiane operative in Iraq denunciano da anni la completa assenza del Governo locale dinanzi alle tragedie e alla violenza che si perpetua nei confronti dei cristiani malgrado i ripetuti appelli;
in Pakistan la popolazione cristiana ammonta a circa il 2 per cento, una piccola minoranza particolarmente attiva nel tessuto sociale. Sebbene gli atti di intolleranza siano stati frequenti, negli ultimi mesi la comunità è stata bersaglio di molteplici atti di violenza e di discriminazione legittimati della legge contro la blasfemia entrata in vigore nei primi anni novanta. Secondo quanto dichiarato dal responsabile delle Pontificie opere missionarie in Pakistan, la citata legge legittima anche eventuali strumentalizzazioni soprattutto sul versante patrimoniale ed economico in casi di criticità tra un cittadino cristiano ed uno musulmano;
i fenomeni di intolleranza, consacrati dalle disposizioni normative vigenti, hanno raggiunto livelli di esasperazione in data 7 novembre 2010 quando Asia Bibi, contadina di 37 anni, è stata condannata a morte da un tribunale del Punjab, perché di religione cristiana e colpevole, ai sensi della legge, di aver offeso il nome del profeta Maometto;
la tutela della libertà di culto in molti casi è andata di pari passo con il percorso politico di un Paese, soprattutto quando si tratta di realtà in cui è in vigore la Sharia: in particolare, in Sudan dal 1983 - anno in cui è entrata in vigore la legge coranica - fino al 2005 si è consumata una tremenda guerra civile tra i musulmani arabi dei territori settentrionali e la popolazione del sud a maggioranza cristiana e animista;
nell'agosto 2009, alcuni fondamentalisti hanno teso un'imboscata a sei cristiani, poi uccisi ed inchiodati a pezzi di legno, simulando una crocifissione. Nel mese di settembre è stata organizzata una manifestazione da parte delle autorità cristiane sudanesi che è arrivata a coinvolgere 20.000 persone in una silenziosa protesta contro la mancanza di azione governativa per portare sicurezza nella regione. L'iniziativa ha coinvolto anche referenti del Governo locale;
l'oppressione e la violenza nei confronti delle povere popolazioni cristiane del sud del Sudan continua nella sua crudeltà ed insistenza. Alla vigilia del referendum per l'autodeterminazione del sud, che si dovrebbe svolgere nei primi mesi del 2011, il rischio di nuovi attacchi, oltre che di violenze perpetrate soprattutto da gruppi ribelli finanziati dal Governo settentrionale ed indottrinati in molti casi da Al Qaeda in Afghanistan, è elevato, poiché l'obiettivo resta quello di intimidire la popolazione;
in Nigeria esiste una situazione complessa e drammatica che vede ancora la contrapposizione tra i 12 Stati settentrionali dove prevale la religione islamica e dove è in vigore la Sharia e quelli meridionali dove la prevalenza di culto è cristiana e animista. Nel territorio nigeriano i cattolici sono circa 21 milioni, esiste uno dei maggiori seminari cattolici nel mondo e una comunità attiva e fervente malgrado gli attacchi perpetrati dal fondamentalismo islamico di matrice settentrionale;
nel marzo 2010 in Nigeria, un gruppo di pastori nomadi di religione musulmana dell'etnia Fulani hanno lanciato un attacco contro alcuni villaggi nello Stato di Plateau, abitati in prevalenza da contadini di religione cristiana ed etnia Berom. Il bilancio dell'eccidio brutale è di circa 500 morti uccisi a colpi di machete;
dai primi anni 2000 è forte la presenza di militari italiani nelle aree di crisi del medio oriente, segnatamente in Iraq e Afganistan, in missioni di peacekeeping a carattere multidimensionale con una forte componente umanitaria e di assistenza alle autorità locali;
un dossier del Ministero degli affari esteri italiano evidenzia come in Afghanistan, l'Italia è il Paese leader nell'opera di riforma del sistema giudiziario, attraverso

il riassetto dell'ordinamento, la ricostruzione delle strutture dell'amministrazione giudiziaria e la formazione del personale addetto;
paradossalmente, malgrado la presenza italiana e l'impegno del nostro Paese, dell'Unione europea e dell'Onu sul fronte del peacekeeping e della cooperazione internazionale, nei Paesi destinatari di tali programmi continuano a verificarsi e ad aggravarsi i fenomeni di persecuzione e di violenza nei confronti delle minoranze religiose nel silenzio o quasi delle istituzioni locali;
il susseguirsi di eventi drammatici e cruenti in molte aree del mondo islamico contro la minoranza cristiana sta legittimando una vera e propria fuga di cristiani: soltanto in Nigeria all'indomani della strage di Plateau si calcola che siano scappati per dirigersi oltre confine circa 10.000 cristiani residenti nella capitale, in Iraq dall'inizio degli anni '90 si calcola che più della metà della popolazione cristiana sia scappata dai luoghi di origine;
come evidenziato dal sinodo dei vescovi per il Medio Oriente dell'ottobre 2010 è in corso in Medio Oriente, «una imponente diaspora di cristiani arabi verso l'Europa e le Americhe. I cristiani partono in cerca di migliori condizioni di vita. Ma fuggono anche da guerre e da discriminazione. L'affievolimento della presenza cristiana in regione dove sono forti i conflitti aumenta il livello dello scontro tra i diversi estremismi e indebolisce, di fatto, il dialogo e la possibilità di una pace duratura»;
l'emigrazione dai territori del Medio Oriente rappresenta una grande perdita anche per i musulmani, un fenomeno evidenziato anche dai due rappresentanti islamici, Muhammad al-Sammak, e l'ayatollah Seyed Mostafa Mohaghegh Ahmadabadi, invitati al sinodo dei vescovi;
le migrazioni di cristiani oppressi, soprattutto di provenienza sudanese e nigeriana, interessano in particolare l'Europa o i Paesi confinanti. Centinaia di cristiani, soprattutto giovani raggiungono i territori della Libia - Paese musulmano in cui il Governo tiene sotto controllo l'estremismo islamico ed in cui la minoranza cristiana è tollerata - talvolta superando in maniera rischiosa i pesanti controlli dei confini libici meridionali con Ciad e Sudan, attraversando anche per migliaia di chilometri il deserto con il solo obiettivo di imbarcarsi ed approdare sulle coste europee;
la Libia, malgrado le pesanti lacune del governo di Gheddafi in termini di tutela dei diritti umani, rappresenta per i rifugiati cristiani dell'Africa settentrionale e dell'intero medio oriente una terra di approdo nella quale trovare rifugio dalle persecuzioni e dalle violenze perpetrate nei propri villaggi di origine. Infatti, nella maggior parte dei casi il Governo libico accoglie i profughi scappati dalla fame e dalle tragedie perché rappresentano una manodopera a buon mercato soprattutto nelle campagne;
nel giugno 2010 il Ministero degli affari esteri libico ha stabilito la chiusura dell'ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) attivo a Tripoli dal 1991. Il Governo libico non ha ancora sottoscritto la Convenzione internazionale sui rifugiati del 1951 e, di conseguenza, non riconosce sul proprio territorio l'ufficio Onu. Malgrado le limitazioni di operatività la presenza in loco dell'agenzia dell'Onu ha garantito negli anni attività di monitoraggio, assistenza per i rifugiati oltre che il reinserimento dei rifugiati presenti in Libia verso Paesi terzi;
nel novembre 2010 la Libia ha respinto a Ginevra le raccomandazioni dell'Onu ad adottare una legislazione sull'asilo e a firmare un'intesa sulla presenza dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) nel Paese;
dinanzi a molteplici, continui, incessanti e deplorevoli violazioni dei diritti inderogabili della persona uniti a brutali massacri di popolazioni inermi, l'Unione europea e la comunità internazionale tutta non possono rimanere in silenzio in ogni

parte del mondo, soprattutto in alcuni Paesi dell'area mediorientale e subsahariana. Deve essere priorità della comunità internazionale e dell'Unione europea garantire a ogni uomo, a ogni credente, anche se parte di minoranze, di esprimere liberamente il proprio credo, in nome di quegli ideali di rispetto, pace e giustizia fondamento delle nostre istituzioni;

impegna il Governo:

a sollecitare - nelle opportune sedi - un impegno puntuale ed indifferibile dell'Unione europea, affinché assuma una posizione stabile, condivisa e precisa contro ogni violazione del diritto alla libertà di professione di fede religiosa e affinché si erga a garante della tutela del diritto alla libertà di religione, sollecitando e sostenendo con adeguate iniziative ogni tipo di opposizione totale e accorata a qualsiasi forma di persecuzione, discriminazione, violenza nei confronti delle minoranze religiose, come quella cristiana nel mondo ed in particolare nell'area mediorientale e subsahariana;
a promuovere il rafforzamento del ruolo dell'Unione europea nell'ambito delle iniziative internazionali a sostegno della promozione dei diritti umani, dei valori della laicità e della pace, della libertà di pensiero, di coscienza, di religione e di libero culto;
ad attivarsi nelle sedi comunitarie e internazionali, nonché nell'ambito dei rapporti internazionali bilaterali, affinché vengano garantiti i diritti fondamentali della persona e le libertà religiose e venga scongiurato ogni tipo di violenza e di persecuzioni nei confronti delle minoranze religiose quale quella cristiana in ogni Paese della comunità internazionale;
a promuovere adeguate iniziative a livello internazionale, in ambito europeo e a livello bilaterale, al fine di sollecitare la sottoscrizione da parte del Governo libico della Convenzione internazionale sui rifugiati del 1951, nonché il riconoscimento sul proprio territorio dell'ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) a Tripoli, baluardo di tutela e di assistenza per le migliaia di rifugiati e profughi, in particolare per quei cristiani in fuga dai Paesi dell'area mediorientale e dall'Africa subsahariana, che ogni anno arrivano in terra libica;
a promuovere e rinnovare ogni opportuna iniziativa nel nostro Paese e sul versante internazionale finalizzata a favorire il dialogo interreligioso e interculturale, segnatamente nelle aree di crisi, con l'obiettivo di garantire il rispetto della dignità umana, che parta dalla conoscenza della diversità culturale e religiosa tra i popoli e che arrivi al superamento dei pregiudizi e dell'intolleranza consentendo la convivenza tra le diverse comunità religiose.
(1-00495)
«Bocchino, Ruben, Di Biagio, Urso, Rosso, Moffa, Catone, Consolo, Lamorte, Moroni, Polidori, Toto, Giorgio Conte, Bellotti, Barbaro, Della Vedova, Menia, Proietti Cosimi, Raisi, Scalia».

Risoluzione in Commissione:

L'XI Commissione,
premesso che:
l'entrata in vigore della legge n. 247 del 2007, che ha esteso con decorrenza 1o gennaio 2008 le cosiddette finestre anche per l'accesso alla pensione di vecchiaia, ha di fatto creato un problema di «sostentamento» per tutti quei lavoratori collocati in mobilità ordinaria a seguito di crisi o ristrutturazione aziendale, i quali si erano visti interrompere l'erogazione dell'indennità al raggiungimento dell'età pensionabile, senza però poter accedere immediatamente al trattamento pensionistico;
a tale problematica Inps e Ministero del lavoro e delle politiche sociali avevano ovviato con l'introduzione di un sussidio straordinario mensile, destinato

appunto ai lavoratori beneficiari dell'indennità di mobilità ordinaria, per i quali la finestra utile al pensionamento di vecchiaia si apre oltre il termine dell'indennità medesima (messaggio 15953 dell'11 luglio 2008; messaggio 26451 del 26 novembre 2008);
detto sussidio, previsto per il 2008, è stato rinnovato anche per il 2009;
tale intervento evidenzia l'attenzione che questo Governo ha riservato ai lavoratori/lavoratrici svantaggiati, riguardo peraltro confermato anche dalla manovra economica della scorsa estate, che reca, tra le misure adottate ai fini della stabilizzazione finanziaria, anche interventi in materia previdenziale;
l'articolo 12 del decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, infatti, nell'introdurre le cosiddette finestre mobili modificando la decorrenza della pensione per uomini e donne che raggiungono i requisiti di età dal 2011 in poi (per i lavoratori dipendenti il trattamento pensionistico decorre trascorsi 12 mesi dalla data di maturazione dei requisiti previsti e per gli autonomi trascorsi 18 mesi) ha fatto salvi - sia pure nel limite di 10.000 unità per ragioni di finanza pubblica - i lavoratori collocati in mobilità ordinaria, mobilità lunga e titolari di prestazioni straordinaria a carico dei fondi di solidarietà di settore;
il Governo si era assunto, con l'accoglimento di taluni ordini del giorno in sede di approvazione della legge di conversione del citato decreto-legge n. 78 del 2010, l'impegno di ampliare, compatibilmente con le condizioni di finanza pubblica, la platea dei soggetti destinatari del beneficio della normativa in materia di decorrenza dei trattamenti pensionistici previgente all'entrata in vigore del decreto-legge n. 78 del 2010;
occorre in particolare garantire la tutela a tutti i lavoratori che raggiungeranno i requisiti pensionistici durante la mobilità concessa sulla base di accordi stipulati dopo tale data,

impegna il Governo:

a valutare, compatibilmente con gli impegni di finanza pubblica, iniziative in materia previdenziale che superino sperequazioni tra gli aventi diritto;
ad adottare misure di tutela del reddito per il periodo di tempo necessario al conseguimento della decorrenza del trattamento pensionistico per tutti i lavoratori collocati in mobilità e/o licenziati sul modello del sussidio straordinario di cui in premessa;
promuovere incentivi per l'impiego del lavoratore oltre il limite di età pensionabile e fino all'apertura della finestra.
(7-00441)
«Fedriga, Caparini, Munerato, Bonino».

TESTO AGGIORNATO AL 27 GENNAIO 2011

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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:

BELLANOVA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
nella nottata del 2 novembre 2010 il maltempo ha investito violentemente il nord Salento ed altre zone della Puglia. Il nubifragio ha provocato gravi danni nei centri abitati e nelle campagne a ridosso dei comuni di Leverano, Copertino, Nardò e Carmiano, distruggendo il raccolto di un'intera stagione, ma anche attrezzi e macchinari che oggi risultano inutilizzabili;
come appreso dagli organi di stampa, in questa zona salentina centinaia di alloggi sono stati invasi dall'acqua ed i danni riportati non interessano solo gli arredi, ma le stesse abitazioni che hanno registrato lesioni gravissime con il rischio di

cedimento strutturale. Sono state compromesse, inoltre, strade ed infrastrutture che di fatto hanno isolato maggiormente i cittadini di questi comuni;
i cittadini del nord Salento ed, in generale, quelli pugliesi si trovano a vivere momenti di profonda angoscia derivanti dal rischio concreto di aver perso, non solo i frutti del lavoro svolto nelle campagne, ma anche le proprie abitazioni compromesse dal nubifragio;
dopo le alluvioni, come risulta dagli organi di stampa, l'assessore alla protezione civile della regione Puglia ha inoltrato alla Presidenza del Consiglio dei ministri la richiesta di stato di emergenza per il territorio pugliese;
risulta che il Governo abbia già dichiarato lo stato di calamità naturale per cinque regioni: Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana e Calabria, escludendo però altre regioni, tra le quali la Puglia, che hanno riportato danni ingentissimi;
l'irrisorietà degli stanziamenti, più volte denunciata dalle opposizioni, postulati dal Governo per prevenire rischi di matrice idrogeologica risulta evidente se si pensa che l'89 per cento dei comuni italiani è coinvolto da questo rischio. Il dossier del Wwf, pubblicato in questi giorni, denuncia che «proprio con riguardo agli interventi di prevenzione del dissesto idrogeologico mentre nel 2010 c'erano risorse per 175 milioni di euro (per interventi sul rischio idrogeologico e per gli interventi strategici di mitigazione) nel 2011 i fondi destinati a questo scopo, in presenza di un'emergenza che non è mai finita a partire dal disastro di Messina del 2009 per finire con la richiesta di stato di emergenza da parte di 5 Regioni, ammontano a 32,7 milioni di euro con un taglio dell'81 per cento»;
data la situazione di grave emergenza si rendono necessarie misure concrete che programmino interventi volti a ripristinare: la funzionalità delle attività produttive, stimando i danni arrecati dal maltempo e prevedendo eventuali risarcimenti, la sicurezza degli edifici e delle abitazioni compromesse affinché i cittadini pugliesi possano riappropriarsi della propria vita sociale e lavorativa -:
se il Governo, data la situazione esposta in premessa, non ritenga opportuno intervenire con urgenza per procedere alla dichiarazione di stato di calamità naturale per la regione Puglia nell'interesse di tutti i cittadini pugliesi coinvolti dai danni arrecati dalla pioggia, per scongiurare un'ennesima penalizzazione del Mezzogiorno già gravemente compromesso dalla crisi economico-occupazionale.
(4-09539)

PAPA e CARLUCCI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il 26 giugno 1992 con decreto ministeriale registrato alla Corte dei conti il 15 luglio 1992, registro n. 2 ambiente, foglio n. 299, l'organizzazione denominata «Ekoclub» fu individuata tra le associazioni di protezione ambientale e, come tale, ammessa a beneficiare di interventi dello Stato e della possibilità di usufruire del 5 per mille Irpef e chiedere contributi a regioni, province, comuni, consorzi ed enti vari;
tale riconoscimento avvenne dopo oltre quattro anni, quando il 23 febbraio 1988 fu respinta analoga domanda perché «Ekoclub» non aveva caratteri di associazione ambientale;
«Ekoclub» dovrebbe caratterizzarsi esclusivamente come associazione con dirigenti e sedi distinte e separate da altre organizzazioni similari o che appaiono all'opinione pubblica addirittura in contrasto con i suoi fini statutari qual'è, per la maggior parte dei cittadini, la federazione italiana della caccia, FIDC;
risulta dal sito ufficiale dell'Associazione che la sede nazionale di «Ekoclub»

è negli stessi locali della sede nazionale della Federazione italiana della caccia a Roma in via Salaria n. 298/a, a quanto consta all'interrogante, l'affitto è interamente a bilancio della FIDC e la quasi totalità delle sedi periferiche si identificano con quelle della FIDC che si assume tutti gli oneri;
la maggior parte dei dirigenti FIDC o suoi tesserati sono anche dirigenti «Ekoclub». Il presidente nazionale «Ekoclub» Fabio Massimo Cantarelli di Parma è anche componente del collegio del consiglio dei sindaci Federcaccia, Stefano Merighi del collegio di Probiviri è al medesimo tempo Presidente regionale FIDC dell'Emilia Romagna dove ha sostituito Paolo Pini divenuto membro del Consiglio di presidenza nazionale della FIDC, Ottorino Zanellati consigliere «Ekoclub» sarebbe, a quanto risulta all'interrogante, dirigente della FIDC di Ferrara, il revisore contabile Neri avrebbe un incarico, sempre a quanto consta all'interrogante, presso la FIDC di Cesena. Inoltre come risulta dal sito internet «Ekoclub», molti presidenti avrebbero l'indirizzo di posta elettronica della FIDC ed il tesseramento avverrebbe a quanto risulta all'interrogante, nelle sezioni FIDC;
lo scorso anno la FIDC sembrerebbe che abbia erogato contributi all'«Ekoclub» per somme significative;
sui periodici il Cacciatore Italiano e Caccia e Tiro, editi da Greentime, società editoriale della FIDC con sede a Bologna, ogni anno, in prossimità della dichiarazione dei redditi, compaiono inviti a versare il 5 per mille a favore di «Ekoclub»;
«Ekoclub» nomina i propri membri negli organismi di gestione e controllo della caccia e di fatto sussiste, a giudizio dell'interrogante, un ingiustificabile privilegio della FIDC sia rispetto alle altre organizzazioni di cacciatori, che alle organizzazioni naturalistiche -:
se siano a conoscenza dei fatti riportati in premessa;
se sia fatta luce su finanziamenti e contributi concessi all'«Ekoclub» dallo Stato e dall'Unione europea;
se non intendano adottare misure urgenti al fine di escludere «Ekoclub» dal diritto di usufruire del 5 per mille.
(4-09542)

TESTO AGGIORNATO AL 27 GENNAIO 2011

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AFFARI ESTERI

Interrogazioni a risposta scritta:

ZACCHERA e CARLUCCI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
in data 27 gennaio 2010 è stato arrestato a Baiamare, in Romania, il connazionale Massimo Loddo, nato a Nuoro il 14 settembre 1977 con l'accusa di aver partecipato ad una rapina ad un portavalori in data 15 settembre 2009;
secondo i famigliari ciò non sarebbe stato possibile in quanto il congiunto nel giorno della rapina era in Sardegna e sarebbero poi progressivamente cadute altre prove presuntivamente a suo carico -:
quale sia la situazione del connazionale e se vengano osservate dalle autorità romene le norme vigenti in materia di carcerazione preventiva, se le nostre autorità consolari in Romania abbiano visitato il detenuto ed in quali condizioni lo abbiano trovato, se si abbiano notizie circa il processo che si instaurerà a suo carico, se sia garantito il diritto alla difesa.
(4-09504)

ZACCHERA e CARLUCCI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
in data 28 agosto 2010 è morto in Venezuela - presumibilmente ucciso - il connazionale Emiliano Astore, nato il 17 maggio 1974, in località Isola Margherita;
le autorità venezuelane non hanno ancora restituito il corpo della vittima alla famiglia e non si sa quando saranno ultimate le relative pratiche;

si è a conoscenza che le autorità consolari italiane si sono già interessate al caso tanto che era previsto il rientro della salma nelle scorse settimane, mentre ora si apprende che il rientro sarebbe stato procrastinato al mese di marzo 2011 -:
quale sia la situazione delle indagini relative al decesso del nostro connazionale e quali siano i tempi previsti per il rientro della salma in Italia.
(4-09505)

GIANNI FARINA. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il Governo il 10 giugno 2009, annunciò l'avvio di una consistente riduzione della rete consolare dello Stato italiano tra la fine del 2009 e testate 2011;
l'intervento comportava la chiusura di 18 sedi consolari, delle quali, tredici in Europa, due negli Stati Uniti, due in Australia e uno in Sudafrica;
il piano prospettava la soppressione del consolato di prima classe di Lilla e del consolato di Mulhouse (già attuato e ridotto a sportello consolare) con la conseguenza di privare, totalmente o parzialmente, dei servizi consolari un'utenza di 60 mila connazionali, riversandola sui consolati di Parigi e di Metz;
la comunità italiana di Lilla, venuta a conoscenza del destino del proprio consolato, si mobilità con una manifestazione di protesta il 10 luglio 2009, raccogliendo anche la solidarietà e il sostegno del sindaco della città francese, capoluogo della Francia del Nord, Martine Aubry;
lo stesso sindaco, a nome della città, inviò una lettera al Ministro interrogato, per segnalare «il ruolo inestimabile nella vita quotidiana dei connazionali, anche nella diffusione della cultura e per le relazioni che uniscono la nostra città al vostro Paese»;
in quell'occasione una delegazione del Comites di Lilla e della UIM (Unione italiani nel mondo) incontrò il console Maurizio Ungaro, per sottolineare, secondo le parole del presidente della UIM, Sebastiano Urgu, che la chiusura del consolato cittadino avrebbe creato un estremo disagio per i connazionali e un vuoto istituzionale;
il presidente del Comites, il grand'ufficiale Bruno De Santis, il 13 novembre 2009, scrisse una lettera al ministro interrogato, per evidenziare i numerosi messaggi delle autorità francesi locali contrarie alla chiusura prevista per la fine di giugno 2011, le cinque deliberazioni di altrettanti consigli comunali della circoscrizione consolare di Lilla e la petizione, con circa 1000 firme, per riaffermare il mantenimento della sede consolare;
la chiusura della sede consolare di Lilla è stata finora giustificata unicamente con la necessità di risparmio dei costi di affitto della struttura, senza però quantificare la maggiorazione dei costi per il consolato di Parigi chiamato a servire complessivamente 110 mila utenti -:
quali criteri siano stati, in concreto, applicati per la scelta dei consolati da chiudere in Francia e come mai, l'obiettiva esigenza di salvaguardare gli interessi della comunità, titolari di diritti inalienabili, non sia stata soddisfatta;
come si giustifichi l'insistenza di chiudere una così importante sede consolare collocata in una realtà capofila dell'Euro regione e del relativo gruppo europeo d'interesse economico;
se il Ministro interrogato non intenda, nell'immediato, sospendere le iniziative in corso inerenti al consolato di Lilla e se non intenda, per il futuro, favorire una riconsiderazione della stessa decisione di chiusura».
(4-09513)

ZACCHERA e CARLUCCI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
i tagli che il patto di stabilità e le recenti iniziative normative in materia finanziaria prevedono a carico dei capitoli di bilancio in capo al Ministero degli affari esteri sono purtroppo molto consistenti e

porteranno fatalmente ad una riduzione delle possibili attività anche dei nostri consolati;
tra le competenze consolari spicca quella dell'assistenza ai nostri connazionali detenuti o oggetto di processi in diverse parti del mondo;
alcuni dati recenti indicavano in circa 3.000 i nostri connazionali detenuti, dei quali circa la metà in Europa -:
quali iniziative abbia in animo il Ministero degli affari esteri di attivare al fine di alleviare le conseguenze negative dei tagli imposti dalla legge di stabilità in merito all'assistenza degli italiani detenuti all'estero.
(4-09517)

ZACCHERA e CARLUCCI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
le recenti iniziative normative in materia finanziaria porteranno forzatamente ad un'ulteriore contrazione degli importi disponibili per i centri all'estero in cui si insegna la lingua italiana -:
se sia possibile avere un quadro, anche solo in maniera approssimata, del numero dei corsi di italiano in essere nel mondo e quanti siano gli studenti di lingua italiana;
quanti fossero questi corsi e questi allievi negli anni scorsi e quali iniziative siano state intraprese per razionalizzare - per quanto possibile - l'offerta di lingua italiana nel mondo, pur in presenza della contrazione dei fondi disponibili.
(4-09529)

TESTO AGGIORNATO AL 27 GENNAIO 2011

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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta in Commissione:

MARCO CARRA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
all'interno del sito di interesse nazionale «Laghi di Mantova e Polo Chimico» insiste la società Syndial, del gruppo Eni, per la quale è stato definito un progetto di bonifica dell'area Collina denominato «Intervento di rimozione dei rifiuti e dei terreni contaminati»;
l'Asl di Mantova ha sottolineato la necessità e l'urgenza di avviare le attività di rimozione dei rifiuti dell'area Collina, come risulta dal verbale dell'incontro che si è tenuto presso lo STER il 16 giugno 2010 («stante gli effetti che tale deposito...potrebbe avere sulla salute pubblica»);
la direzione generale del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sostiene, in una nota, che «la Syndial S.p.A. non ha mai presentato formale richiesta del decreto ministeriale di urgenza. La scrivente Direzione, pertanto, ha predisposto la bozza del decreto definitivo da inviare al Ministero dello Sviluppo Economico e trasmesso, in data 30 luglio 2010, una nota alla Regione Lombardia con la richiesta di valutare la eventuale necessità di sottoporre il progetto medesimo alla valutazione di Impatto Ambientale (VIA). Si è ancora in attesa del parere regionale dell'assoggettabilità a VIA degli interventi previsti nel progetto»;
in una ulteriore nota, inviata per conoscenza al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, del 22 settembre 2010 la società Syndial sottolinea di essere «in attesa del Decreto Ministeriale di approvazione dell'intervento»;
si evince, da quanto sopra riportato, che su questa vicenda sussiste molta confusione e a farne le spese sono i cittadini mantovani che non vedono soddisfatte le legittime richieste di tutela della salute pubblica, così come ricordato dall'ASL di Mantova;
l'amministrazione provinciale di Mantova ha inviato, l'11 ottobre 2010, una lettera alla società Syndial, e per conoscenza al Ministero dell'ambiente e della

tutela del territorio e del mare, nella quale invita la Syndal stessa a «richiedere l'emissione del Decreto d'urgenza da parte del Ministero dell'Ambiente» -:
se l'emanazione del decreto d'urgenza, da parte del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per avviare l'attività di bonifica dell'area Collina della Syndial sia vincolata ad una richiesta specifica della Syndial medesima o se, al contrario, non necessiti di alcuna specifica richiesta.
(5-03851)

Interrogazioni a risposta scritta:

ZACCHERA e CARLUCCI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
la recente alluvione in Veneto con gli immani danni economici a culture e strutture produttive ha riproposto come di drammatica attualità il fatto che molti fiumi italiani hanno un greto ormai pensile rispetto ai territori circostanti, perché da molti anni si impedisce ogni possibilità di scavo e di recupero di sabbia, sassi e ghiaie;
a parte il costo di argini sempre più alti, si ritiene necessario rivedere le attuali normative e - di concerto con regioni, enti irrigui, magistrato del Po e altre istituzioni - riconsiderare l'opportunità, in modo controllato e non di escavazione selvaggia, di regolamentare le altezze dei greti e degli alvei di fiumi e di torrenti, al fine di preservare il territorio da alluvioni, ma anche di garantire un'interessante fonte di introiti per gli enti cointeressati -:
se quanto sopra sia stato preso in considerazione a livello ministeriale e quali iniziative di competenza siano state eventualmente avviate a questo fine.
(4-09508)

ZACCHERA e CARLUCCI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
le recenti iniziative normative in materia finanziaria porterebbero ad una forte contrazione dei fondi destinati ai parchi nazionali ed alla loro gestione;
spesso un'ulteriore riduzione dei fondi disponibili - già ridotti in passato - mette in forse la sopravvivenza delle strutture e dei loro compiti di controllo su aree di grande pregio naturalistico -:
quali iniziative intenda intraprendere il Ministro per ridurre gli effetti negativi dei tagli di fondi;
se - come riportato dalla totalità della stampa italiana - si prospetti davvero la chiusura di qualche parco nazionale per l'impossibilità di sostenerne le spese di gestione.
(4-09510)

NEGRO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
il consigliere e capogruppo della comunità montana appennino reggiano, Alessandro Davoli della Lega Nord, segnala un fatto accaduto nel comune di Busana (RE), che se accertato vero, andrebbe definito, ad avviso dell'interrogante, inaudito e ad ogni modo censurabile;
il consigliere fa riferimento ad un convegno intitolato «»Tempo da Lupi«, due giornate dedicate al lupo...» durante il quale vi sarebbe stato un pestaggio a danno di un pensionato;
al convegno, svolto nella sera del 4 novembre 2010, partecipavano Giuseppe Rossi, presidente del Parco nazionale D'Abruzzo, Nino Martino, direttore del parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi e Luigi Bertone, direttore Federparchi. Organizzatore della serata era Fausto Giovanelli, in qualità di presidente del Parco nazionale dell'appennino tosco-emiliano;
la nota del predetto consigliere, nello specifico, recita quanto segue: "La manifestazione, alle ore 21 si è aperta con un

ricordo del grande alpinista Walter Nones, recentemente scomparso sul Cho Oyu, una cima dell'Himalaya; relatori Fabrizio Silvetti e Nicola Campani. La conduzione è stata affidata a Telereggio, rete televisiva della provincia di Reggio Emilia;
pochi minuti dall'inizio della serata, Fausto Giovanelli, presidente del Parco nazionale tosco-emiliano, ha aggredito un anziano di 75 anni, pensionato al minimo sociale, residente a Cervarezza, comune di Busana;
il pensionato, collocato tra il pubblico presente al convegno, contestava a Giovanelli i tre stipendi percepiti, mentre «quelli come lui, al minimo sociale, non arrivano a fine mese». Dopo queste parole, l'ex senatore Fausto Giovanelli improvvisamente si alzava, si dirigeva verso l'anziano, seduto, lo percuoteva violentemente sul capo, gli afferrava i capelli e lo stringeva al collo con un braccio, strattonandolo. Di fronte al pubblico allibito, intervenivano due agenti del Corpo Forestale dello Stato, che subito bloccavano il Giovanelli e lo dividevano dal pensionato;
poi, per evitare ulteriori reazioni, accompagnavano bonariamente fuori dalla sala l'anziano, che nel frattempo si lamentava per l'aggressione subita. Nel piazzale antistante, registravano le generalità dello stesso e cercavano di consolarlo;
di quanto avvenuto esiste relazione scritta, sia presso il comando di Busana, che presso il CTA (Corpo Forestale) del Parco. I carabinieri della stazione di Castelnovo Monti, il mattino successivo, 5 novembre 2010, hanno ricevuto un resoconto dei fatti, dai due agenti del Corpo Forestale dello Stato in servizio;
decine i presenti che hanno visto bene il drammatico episodio;
a seguito di tali fatti, il consigliere in questione ha chiesto le immediate dimissioni, la sospensione dallo stipendio e la successiva destituzione dall'incarico di presidente del parco nazionale facente capo all'ex senatore Fausto Giovanelli -:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa ed, in caso fossero veri, quali iniziative di competenza si intendano porre in atto anche al fine di adottare eventuali provvedimenti di censura nei confronti del responsabile di quanto accaduto.
(4-09546)

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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

GHIZZONI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 7, comma 24, decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122 del 2010, ha ridotto, a decorrere dalla data della sua entrata in vigore, gli stanziamenti sui capitoli iscritti negli stati di previsione delle amministrazioni centrali vigilanti relativi al contributo dello Stato a enti, istituti, fondazioni e altri organismi per una quota pari al 50 per cento delle dotazioni dell'anno 2009. La stessa disposizione ha, altresì, previsto che, i Ministri competenti, entro 60 giorni, stabilissero con decreto il riparto delle risorse rimaste disponibili nei citati capitoli;
il Ministro per i beni e le attività culturali, intervenendo il 9 giugno 2010, in audizione presso la VII Commissione della Camera, aveva evidenziato di aver proceduto al ritiro della proposta relativa al riparto dei fondi 2010 per i comitati e le edizioni nazionali (Atto 202), nelle more di definire gli interventi e i provvedimenti necessari per ottemperare ai tagli previsti dalla manovra estiva. Nella stessa sede aveva anticipato, tra l'altro, l'intenzione di compiere, per un anno, «il sacrificio di non organizzare i comitati per le celebrazioni, salvo quello di Cavour, proprio per impedire i tagli agli enti più importanti», inoltre, il Ministro aveva anticipato l'intenzione di stilare un'elenco di istituti, associazioni e fondazioni di rilievo nazionale o, in alcuni casi, internazionale (istituzioni

- a suo parere - alle quali non è possibile rinunciare) e una seconda lista di istituti parimenti importanti, ma di natura e di interesse culturale di carattere regionale o locale, evidenziando che per questi ultimi riteneva necessario anche un coinvolgimento degli enti locali e dello regioni;
il 24 agosto 2010, è stato presentato al Senato il disegno di legge Atto Senato n. 2324. Disposizioni in materia di attività cinematografiche ed istituzioni culturali, il cui articolo 2 stabilisce che con regolamento di delegificazione si preveda la costituzione di un registro delle istituzioni culturali aventi rilievo nazionale, l'iscrizione al quale è condizione per accedere ai contributi statali. Come si legge nella relazione introduttiva, l'articolo reca disposizioni volte a riformare, attraverso il ricorso al regolamento di delegificazione, o tenuto conto della contrazione delle risorse finanziarie statali destinate al settore, le modalità di sostegno delle istituzioni culturali di cui alla legge 17 ottobre 1996, n. 534, allo scopo di valorizzare solo quello aventi reale rilievo nazionale;
il 25 ottobre 2010, è stato presentato ai due rami del Parlamento, per l'espressione del parere, lo schema di decreto n. 288, proposta di istituzione e finanziamento di un comitato nazionale per l'anno 2010, che, a seguito dell'intervento del decreto-legge n. 78 del 2010, istituisce e finanzia esclusivamente il Comitato nazionale per le celebrazioni del bicentenario della nascita di Camillo Benso Conte di Cavour, assegnandovi la somma di 182 mila euro;
non si hanno notizie, invece, dei contributi 2010 ad enti e istituti culturali; solo dalla stampa (si veda l'articolo di Carioti sul Corriere della sera del 16 novembre 2010) si apprende che per il 2010 la riduzione dei fondi per tali istituti è stata limitata al 16 per conto, attraverso il recupero di risorse da altri capitoli di spesa; contemporaneamente, si lancia l'allarme per il 2011, per il quale la legge di stabilità conferma il taglio del 50 per cento -:
se sia stato emanato il decreto ministeriale previsto dall'articolo 7, comma 24, del decreto-legge n. 78 del 2010, recante il riparto delle risorse disponibili, ovvero come si sia operato il predetto riparto per il 2010;
come si intenda procedere per il 2011 alla luce della draconiana riduzione di risorse che costringerà molte istituzioni a ridurre fortemente, quanto non a cessare completamente, la propria attività, con dannosissime ricadute per il patrimonio culturale e per il progresso scientifico del Paese.
(5-03856)

TESTO AGGIORNATO AL 27 GENNAIO 2011

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DIFESA

Interrogazioni a risposta scritta:

ZACCHERA e CARLUCCI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
presso la stazione ferroviaria di Verbania vi è una zona dove in tempi passati era esistente un «binario militare» da ormai decenni non più utilizzato;
in zona vi è una acuta mancanza di parcheggi ed i lavori di costruzione del «Movicentro» di Verbania ulteriormente riducono gli spazi adibibili alla sosta delle autovetture, soprattutto dei lavoratori pendolari che ogni mattina devono recarsi a Milano;
l'area già del binario militare potrebbe essere utilmente utilizzata a fine di parcheggi con lavori a carico delle amministrazioni locali -:
se il Ministro intenda cedere in uso, o definitivamente, agli enti locali la zona della stazione ferroviaria di Verbania Fondotoce dove esisteva il predetto binario militare, ai fini di pubblica utilità.
(4-09506)

ZACCHERA e CARLUCCI. - Al Ministro della difesa, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
con l'adozione della ferma a solo carattere volontario è venuto meno ormai

diversi anni fa il servizio militare obbligatorio;
ciò ha comportato anche una grande diminuzione di domande di obiezione di coscienza e quindi la destinazione di giovani per il servizio civile;
sono conseguentemente andati in crisi tutti quei servizi operati da obiettori a favore di enti locali, associazioni, iniziative di volontariato e di assistenza che si trovano ora nella necessità spesso disperata di trovare collaboratori -:
se non si ritenga di prendere in considerazione, eventualmente ricorrendo ad iniziative normative, l'ipotesi di obbligare tutti i cittadini, maschi e femmine, a dedicare un periodo della loro vita - ad esempio un semestre - a compiere un servizio a favore della comunità a loro scelta sia di carattere militare e/o civile anche come momento di crescita personale come membro della collettività nazionale.
(4-09514)

TESTO AGGIORNATO AL 27 GENNAIO 2011

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:

CONTENTO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
sulla base delle vigenti disposizioni comunitarie, il soggetto esportatore può chiedere ai propri fornitori una dichiarazione relativa ai prodotti aventi carattere originario nell'ambito di un regime preferenziale, dichiarazione che assicura il destinatario ai fini delle successive operazioni con i Paesi verso i quali la merce è indirizzata;
accade sovente che le Camere di commercio, al fine di rilasciare il certificato di origine delle merci, richiedano alla ditta interessata di produrre una dichiarazione sostitutiva di notorietà relativa alla merce ad essa venduta dai suoi fornitori, dichiarazione che questi ultimi sono invitati a compilare indicando il paese di origine dei beni, gli estremi della bolla doganale, della fattura di importazione, la descrizione del prodotto e producendo, in allegato, copia delle fatture di vendita;
tale procedura, per le imprese commerciali, si sta rivelando estremamente gravosa sia per la varietà dei beni commercializzati, che obbligano ad un lavoro notevole di raccolta dei dati e di compilazione delle dichiarazioni, sia per le difficoltà che sorgono quando l'imprenditore commerciale ha, a sua volta, acquistato tutta o parte dei beni da ulteriori fornitori con il risultato di doversi attivare presso questi ultimi per essere in grado di fornire o di far fornire le necessarie informazioni all'impresa interessata ad ottenere il certificato di origine;
ad onta della necessità di semplificazione e di riduzione dei costi, tali incombenze complicano l'attività delle nostre imprese commerciali e fanno lievitare gli oneri di gestione anche alla luce dell'impegno di cui si devono far carico i dipendenti o, comunque, gli addetti agli uffici cui è demandata la cura della documentazione delle precedenti operazioni -:
in quali casi sia necessaria la produzione, da parte del soggetto interessato, del certificato di origine;
se, ai fini del rilascio, sia indispensabile la sottoscrizione, da parte delle imprese fornitrici del soggetto interessato, della dichiarazione di notorietà richiesta da alcune Camere di Commercio con i relativi allegati ed informazioni ovvero se, allo scopo, possa essere sufficiente la dichiarazione del fornitore per prodotti aventi carattere originario nell'ambito di un regime preferenziale;
a chi spetti l'onere della dichiarazione o della sottoscrizione dell'atto di notorietà nel caso in cui il fornitore del soggetto interessato sia stato, a sua volta, fornito da un terzo;
se siano state valutate le conseguenze, per le imprese commerciali, che

tali adempimenti rischiano di determinare in termini burocratici, di costo e di riservatezza dei dati;
quali iniziative intenda adottare per porre rimedio o, quanto meno, per limitare gli effetti della situazione rappresentata.
(5-03848)

Interrogazioni a risposta scritta:

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 13, comma 3-quater del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, ha previsto l'istituzione di un Fondo ai fini della concessione di contributi statali per la tutela dell'ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio;
con i decreti ministeriali n. 5164 del 25 febbraio 2010, n. 48528 del 9 giugno 2010 e n. 77740 del 28 ottobre 2010, attuativi della predetta disposizione, sono stati individuati gli enti beneficiari dei contributi in questione, gli interventi da realizzare e il relativo finanziamento, in conformità alle risoluzioni adottate, rispettivamente, dalla V Commissione bilancio della Camera dei deputati e dalla V Commissione bilancio e programmazione economica del Senato. Sono stati altresì disciplinati gli adempimenti che gli enti devono porre in essere ai fini dell'erogazione di tali contributi da parte del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, pena la revoca degli stessi;
in base a quanto sopra richiamato nella diocesi di Sessa Aurunca sono stati finanziati i seguenti progetti:

ENTE INTERVENTO EURO D.M.
Fondazione Mondragone (NA) Restauro Chiesa S.M. delle Grazie 112.000 48528

in base all'articolo 44 della legge 222 del 20 maggio 1985 la Conferenza episcopale italiana trasmette annualmente all'autorità statale competente un rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme; in base all'articolo 48, sono utilizzate «dallo Stato per interventi straordinari per fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali»: quest'ultima voce è usata a favore di strutture religiose -:
se la stessa opera non sia stata già finanziata con i fondi previsti dalla legge n. 222 del 20 maggio 1985 dalla Conferenza episcopale italiana attraverso la diocesi di competenza o direttamente dallo Stato;
se la Conferenza episcopale italiana, nel presentare il «rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme» ricevute in base alla legge n. 222 del 1985, dettagli e documenti tali spese;
se risulti che i progetti non siano stati già finanziati con fondi di altre istituzioni pubbliche;
se detti finanziamenti siano sottoposti al controllo della Corte dei conti e secondo quale procedura.
(4-09494)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 13, comma 3-quater del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, ha previsto l'istituzione di un Fondo ai fini della concessione di contributi statali per la tutela dell'ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio;

con i decreti ministeriali n. 5164 del 25 febbraio 2010, n. 48528 del 9 giugno 2010 e n. 77740 del 28 ottobre 2010, attuativi della predetta disposizione, sono stati individuati gli enti beneficiari dei contributi in questione, gli interventi da realizzare e il relativo finanziamento, in conformità alle risoluzioni adottate, rispettivamente, dalla V Commissione bilancio della Camera dei deputati e dalla V Commissione bilancio e programmazione economica del Senato. Sono stati altresì disciplinati gli adempimenti che gli enti devono porre in essere ai fini dell'erogazione di tali contributi da parte del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, pena la revoca degli stessi;
in base a quanto sopra richiamato nella diocesi di Spoleto-Norcia sono stati finanziati i seguenti progetti:

ENTE INTERVENTO EURO D.M.
Monastero Benedettine S. Maria del Monte - Bevagna (PG) Recupero ambientale e sistemazione interna Monastero 50.000 77740

in base all'articolo 44 della legge 222 del 20 maggio 1985 la Conferenza episcopale italiana trasmette annualmente all'autorità statale competente un rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme; in base all'articolo 48, sono utilizzate «dallo Stato per interventi straordinari per fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali»: quest'ultima voce è usata a favore di strutture religiose -:
se la stessa opera non sia stata già finanziata con i fondi previsti dalla legge n. 222 del 20 maggio 1985 dalla Conferenza episcopale italiana attraverso la diocesi di competenza o direttamente dallo Stato;
se la Conferenza episcopale italiana, nel presentare il «rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme» ricevute in base alla legge n. 222 del 1985, dettagli e documenti tali spese;
se risulti che i progetti non siano stati già finanziati con fondi di altre istituzioni pubbliche;
se detti finanziamenti siano sottoposti al controllo della Corte dei conti e secondo quale procedura.
(4-09495)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 13, comma 3-quater del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, ha previsto l'istituzione di un Fondo ai fini della concessione di contributi statali per la tutela dell'ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio;
con i decreti ministeriali n. 5164 del 25 febbraio 2010, n. 48528 del 9 giugno 2010 e n. 77740 del 28 ottobre 2010, attuativi della predetta disposizione, sono stati individuati gli enti beneficiari dei contributi in questione, gli interventi da realizzare e il relativo finanziamento, in conformità alle risoluzioni adottate, rispettivamente, dalla V Commissione bilancio della Camera dei deputati e dalla V Commissione bilancio e programmazione economica del Senato. Sono stati altresì disciplinati gli adempimenti che gli enti devono porre in essere ai fini dell'erogazione di tali contributi da parte del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, pena la revoca degli stessi;
in base a quanto sopra richiamato nella diocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia sono stati finanziati i seguenti progetti:

ENTE INTERVENTO EURO D.M.
Arcidiocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia Realizzazione centro di formazione giovanile nel Comune di Sant'Antonio Abate 100.000 5164
Santuario Gesù Bambino di Sant'Antonio Abate - Napoli Ristrutturazione di locali da destinare alla formazione giovanile 50.000 5164
Santuario San Michele Arcangelo Casa del giovane Don Orione - Vico Equense (NA) Ristrutturazione locali per attività di formazione economica e sociale 100.000 5164
Seminario diocesano San Giovanni Bosco - Castellammare di Stabia (NA) Lavori di ristrutturazione ostello della gioventù Monte Faito per la formazione dei ragazzi 110.000 5164
Comune di Gragnano (NA) Recupero e messa in sicurezza campanile storico San Giovanni Battista 50.000 5164
Parrocchia di S. Antonio Abate - Sant'Antonio Abate (NA) Realizzazione centro per giovani 430.000 77740
Parrocchia Gesù Redentore - Sant'Antonio Abate (NA) Realizzazione sito attività giovanile e sostegno alle famiglie 430.000 77740
Parrocchia S. Erasmo - Gragnano (NA) Miglioramento ambientale e completamento locali per attività sociali 100.000 77740
Parrocchia S. maria Assunta e San Giovanni Lettere (NA) Messa in sicurezza ambientale ed adeguamento locali per attività formative 40.000 77740
Parrocchia S. Stefano - Capri (NA) Realizzazione centro giovani nei pressi Chiesa SS. Salvatore 80.000 77740
Parrocchia Santissimo Salvatore e Sant'Andrea Apostolo - Casola di Napoli (NA) Ampliamento e potenziamento centro sociale ed edifici annessi 140.000 77740

in base all'articolo 44 della legge 222 del 20 maggio 1985 la Conferenza episcopale italiana trasmette annualmente all'autorità statale competente un rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme; in base all'articolo 48, sono utilizzate «dallo Stato per interventi straordinari per fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali»: quest'ultima voce è usata a favore di strutture religiose -:
se le stesse opere siano state già finanziate con i fondi previsti dalla legge n. 222 dei 20 maggio 1985 dalla Conferenza episcopale italiana attraverso la diocesi di competenza o direttamente dallo Stato;
se la Conferenza episcopale italiana, nel presentare il «rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme» ricevute in base alla legge n. 222 del 1985, dettagli e documenti tali spese;
se risulti che i progetti non siano stati già finanziati con fondi di altre istituzioni pubbliche;
se detti finanziamenti siano sottoposti al controllo della Corte dei conti e secondo quale procedura.
(4-09496)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 13, comma 3-quater del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, ha previsto l'istituzione di un Fondo ai fini della concessione di contributi statali per la tutela dell'ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio;

con i decreti ministeriali n. 5164 del 25 febbraio 2010, n. 48528 del 9 giugno 2010 e n. 77740 del 28 ottobre 2010, attuativi della predetta disposizione, sono stati individuati gli enti beneficiari dei contributi in questione, gli interventi da realizzare e il relativo finanziamento, in conformità alle risoluzioni adottate, rispettivamente, dalla V Commissione bilancio della Camera dei deputati e dalla V Commissione bilancio e programmazione economica del Senato. Sono stati altresì disciplinati gli adempimenti che gli enti devono porre in essere ai fini dell'erogazione di tali contributi da parte del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, pena la revoca degli stessi;
in base a quanto sopra richiamato nella diocesi di San Marino-Montefeltro sono stati finanziati i seguenti progetti:

ENTE INTERVENTO EURO D.M.
Comune di Lunano (PU) Completamento restauro Chiesetta di Borgo Nuovo e interventi sulla viabilità 50.000 5164
Parrocchia SS. Sisto e Martino di Macerata Feltria (PU) Recupero conservatorio Chiesa di castellina 50.000 77740
Comune di Macerata Feltria (PU) Restauro Chiesa di S. Chiara 50.000 77740

in base all'articolo 44 della legge 222 del 20 maggio 1985 la Conferenza episcopale italiana trasmette annualmente all'autorità statale competente un rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme; in base all'articolo 48, sono utilizzate «dallo Stato per interventi straordinari per fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali»: quest'ultima voce è usata a favore di strutture religiose -:
se le stesse opere siano state già finanziate con i fondi previsti dalla legge n. 222 del 20 maggio 1985 dalla Conferenza episcopale italiana attraverso la diocesi di competenza o direttamente dallo Stato;
se la Conferenza episcopale italiana, nel presentare il «rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme» ricevute in base alla legge n. 222 del 1985, dettagli e documenti tali spese;
se risulti che i progetti non siano stati già finanziati con fondi di altre istituzioni pubbliche;
se detti finanziamenti siano sottoposti al controllo della Corte dei conti e secondo quale procedura.
(4-09497)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 13, comma 3-quater del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, ha previsto l'istituzione di un Fondo ai fini della concessione di contributi statali per la tutela dell'ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio;
con i decreti ministeriali n. 5164 del 25 febbraio 2010, n. 48528 del 9 giugno 2010 e n. 77740 del 28 ottobre 2010, attuativi della predetta disposizione, sono stati individuati gli enti beneficiari dei contributi in questione, gli interventi da realizzare e il relativo finanziamento, in conformità alle risoluzioni adottate, rispettivamente, dalla V Commissione bilancio della Camera dei deputati e dalla V Commissione bilancio e programmazione economica del Senato. Sono stati altresì disciplinati gli adempimenti che gli enti devono porre in essere ai fini dell'erogazione

di tali contributi da parte del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, pena la revoca degli stessi;
in base a quanto sopra richiamato nella diocesi di Salerno-Campagna-Acerno sono stati finanziati i seguenti progetti:

ENTE INTERVENTO EURO D.M.
Parrocchia S. Maria di Costantinopoli - frazione Aiello - Castel San Giorgio (SA) Adeguamento e potenziamento delle strutture ricreative 40.000 77740

in base all'articolo 44 della legge 222 del 20 maggio 1985 la Conferenza episcopale italiana trasmette annualmente all'autorità statale competente un rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme; in base all'articolo 48, sono utilizzate «dallo Stato per interventi straordinari per fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali»: quest'ultima voce è usata a favore di strutture religiose -:
se la stessa opera non sia stata già finanziata con i fondi previsti dalla legge n. 222 del 20 maggio 1985 dalla Conferenza episcopale italiana attraverso la diocesi di competenza o direttamente dallo Stato;
se la Conferenza episcopale italiana, nel presentare il «rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme» ricevute in base alla legge n. 222 del 1985, dettagli e documenti tali spese;
se risulti che i progetti non siano stati già finanziati con fondi di altre istituzioni pubbliche;
se detti finanziamenti siano sottoposti al controllo della Corte dei conti e secondo quale procedura.
(4-09498)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 13, comma 3-quater del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, ha previsto l'istituzione di un Fondo ai fini della concessione di contributi statali per la tutela dell'ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio;
con i decreti ministeriali n. 5164 del 25 febbraio 2010, n. 48528 del 9 giugno 2010 e n. 77740 del 28 ottobre 2010, attuativi della predetta disposizione, sono stati individuati gli enti beneficiari dei contributi in questione, gli interventi da realizzare e il relativo finanziamento, in conformità alle risoluzioni adottate, rispettivamente, dalla V Commissione bilancio della Camera dei deputati e dalla V Commissione bilancio e programmazione economica del Senato. Sono stati altresì disciplinati gli adempimenti che gli enti devono porre in essere ai fini dell'erogazione di tali contributi da parte del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, pena la revoca degli stessi;
in base a quanto sopra richiamato nella diocesi di Roma sono stati finanziati i seguenti progetti:

ENTE INTERVENTO EURO D.M.
Associazione «La Fenice» Via Inzago, 25/a Roma Mensa per i poveri Parrocchia Sant'Ilario 75.000 48528

in base all'articolo 44 della legge 222 del 20 maggio 1985 la Conferenza episcopale italiana trasmette annualmente all'autorità statale competente un rendi

conto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme; in base all'articolo 48, sono utilizzate «dallo Stato per interventi straordinari per fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali»: quest'ultima voce è usata a favore di strutture religiose -:
se la stessa opera non sia stata già finanziata con i fondi previsti dalla legge n. 222 dei 20 maggio 1985 dalla Conferenza episcopale italiana attraverso la diocesi di competenza o direttamente dallo Stato;
se la Conferenza episcopale italiana, nel presentare il «rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme» ricevute in base alla legge n. 222 del 1985, dettagli e documenti tali spese;
se risulti che i progetti non siano stati già finanziati con fondi di altre istituzioni pubbliche;
se detti finanziamenti siano sottoposti al controllo della Corte dei conti e secondo quale procedura.
(4-09499)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 13, comma 3-quater del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, ha previsto l'istituzione di un Fondo ai fini della concessione di contributi statali per la tutela dell'ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio;
con i decreti ministeriali n. 5164 del 25 febbraio 2010, n. 48528 del 9 giugno 2010 e n. 77740 del 28 ottobre 2010, attuativi della predetta disposizione, sono stati individuati gli enti beneficiari dei contributi in questione, gli interventi da realizzare e il relativo finanziamento, in conformità alle risoluzioni adottate, rispettivamente, dalla V Commissione bilancio della Camera dei deputati e dalla V Commissione bilancio e programmazione economica del Senato. Sono stati altresì disciplinati gli adempimenti che gli enti devono porre in essere ai fini dell'erogazione di tali contributi da parte del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, pena la revoca degli stessi;
in base a quanto sopra richiamato nella diocesi di Reggio Emilia-Guastalla sono stati finanziati i seguenti progetti:

ENTE INTERVENTO EURO D.M.
Scuola per l'infanzia «Elisa Lari» - Reggio Emilia Progetto di riqualificazione ambientale 200.000 5146
Parrocchia Regina Pacis - Reggio Emilia Messa in sicurezza edifici per attività sociali 40.000 77740

la scuola per l'infanzia «Elisa Lari» di Regio Emilia è della Parrocchia San Francesco da Paolo. Può accogliere in un'unica sezione 20 bambini di età tra i 2 e i 6 anni. Si tratta di un istituto non paritario che per l'insegnamento impiega 2 persone. Nella retta di 280 euro mensili è compreso il pasto, è esplicitamente escluso il trasporto fonte: (http:/www.scuolenidi.re.it/SchedaStruttura.jsp?idServizio=485);
in base all'articolo 44 della legge 222 del 20 maggio 1985 la Conferenza episcopale italiana trasmette annualmente all'autorità statale competente un rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme; in base all'articolo 48, sono utilizzate «dallo Stato per interventi straordinari per fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali»: quest'ultima voce è usata a favore di strutture religiose -:

se le stesse opere siano state già finanziate con i fondi previsti dalla legge n. 222 del 20 maggio 1985 dalla Conferenza episcopale italiana attraverso la diocesi di competenza o direttamente dallo Stato;
se la Conferenza episcopale italiana, nel presentare il «rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme» ricevute in base alla legge n. 222 del 1985, dettagli e documenti tali spese;
se risulti che i progetti non siano stati già finanziati con fondi di altre istituzioni pubbliche;
se detti finanziamenti siano sottoposti al controllo della Corte dei conti e secondo quale procedura.
(4-09500)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 13, comma 3-quater del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, ha previsto l'istituzione di un Fondo ai fini della concessione di contributi statali per la tutela dell'ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio;
con i decreti ministeriali n. 5164 del 25 febbraio 2010, n. 48528 del 9 giugno 2010 e n. 77740 del 28 ottobre 2010, attuativi della predetta disposizione, sono stati individuati gli enti beneficiari dei contributi in questione, gli interventi da realizzare e il relativo finanziamento, in conformità alle risoluzioni adottate, rispettivamente, dalla V Commissione bilancio della Camera dei deputati e dalla V Commissione bilancio e programmazione economica del Senato. Sono stati altresì disciplinati gli adempimenti che gli enti devono porre in essere ai fini dell'erogazione di tali contributi da parte del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, pena la revoca degli stessi;
in base a quanto sopra richiamato nella diocesi di Pompei sono stati finanziati i seguenti progetti:

ENTE INTERVENTO EURO D.M.
Santurario di Pompei Contributo per il Centro educativo Bartolo Longo 50.000 5146
Associazione «La carità genera la carità» Onlus - Pompei (NA) Recupero Chiesa Madonna dell'Arco - Via Civita Giuliana 50.000 77740

in base all'articolo 44 della legge 222 del 20 maggio 1985 la Conferenza episcopale italiana trasmette annualmente all'autorità statale competente un rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme; in base all'articolo 48, sono utilizzate «dallo Stato per interventi straordinari per fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali»: quest'ultima voce è usata a favore di strutture religiose -:
se le stesse opere siano state già finanziate con i fondi previsti dalla legge n. 222 dei 20 maggio 1985 dalla Conferenza episcopale italiana attraverso la diocesi di competenza o direttamente dallo Stato;
se la Conferenza episcopale italiana, nel presentare il «rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme» ricevute in base alla legge n. 222 del 1985, dettagli e documenti tali spese;
se risulti che i progetti non siano stati già finanziati con fondi di altre istituzioni pubbliche;
se detti finanziamenti siano sottoposti al controllo della Corte dei conti e secondo quale procedura.
(4-09501)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 13, comma 3-quater del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, ha previsto l'istituzione di un Fondo ai fini della concessione di contributi statali per la tutela dell'ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio;
con i decreti ministeriali n. 5164 del 25 febbraio 2010, n. 48528 del 9 giugno 2010 e n. 77740 del 28 ottobre 2010, attuativi della predetta disposizione, sono stati individuati gli enti beneficiari dei contributi in questione, gli interventi da realizzare e il relativo finanziamento, in conformità alle risoluzioni adottate, rispettivamente, dalla V Commissione bilancio della Camera dei deputati e dalla V Commissione bilancio e programmazione economica del Senato. Sono stati altresì disciplinati gli adempimenti che gli enti devono porre in essere ai fini dell'erogazione di tali contributi da parte del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, pena la revoca degli stessi;
in base a quanto sopra richiamato nella diocesi di Piana degli Albanesi sono stati finanziati i seguenti progetti:

ENTE INTERVENTO EURO D.M.
Curia di Piana degli Albanesi (PA) Restauro Chiesa San Vito Martire 750.000 48528

in base all'articolo 44 della legge 222 del 20 maggio 1985 la Conferenza episcopale italiana trasmette annualmente all'autorità statale competente un rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme; in base all'articolo 48, sono utilizzate «dallo Stato per interventi straordinari per fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali»: quest'ultima voce è usata a favore di strutture religiose -:
se la stessa opera non sia stata già finanziata con i fondi previsti dalla legge n. 222 dei 20 maggio 1985 dalla Conferenza episcopale italiana attraverso la diocesi di competenza o direttamente dallo Stato;
se la Conferenza episcopale italiana, nel presentare il «rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme» ricevute in base alla legge n. 222 del 1985, dettagli e documenti tali spese;
se risulti che i progetti non siano stati già finanziati con fondi di altre istituzioni pubbliche;
se detti finanziamenti siano sottoposti al controllo della Corte dei conti e secondo quale procedura.
(4-09502)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 13, comma 3-quater del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, ha previsto l'istituzione di un Fondo ai fini della concessione di contributi statali per la tutela dell'ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio;
con i decreti ministeriali n. 5164 del 25 febbraio 2010, n. 48528 del 9 giugno 2010 e n. 77740 del 28 ottobre 2010, attuativi della predetta disposizione, sono stati individuati gli enti beneficiari dei contributi in questione, gli interventi da realizzare e il relativo finanziamento, in conformità alle risoluzioni adottate, rispettivamente, dalla V Commissione bilancio

della Camera dei deputati e dalla V Commissione bilancio e programmazione economica del Senato. Sono stati altresì disciplinati gli adempimenti che gli enti devono porre in essere ai fini dell'erogazione di tali contributi da parte del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, pena la revoca degli stessi;
in base a quanto sopra richiamato nella diocesi di Piacenza-Bobbio sono stati finanziati i seguenti progetti:

ENTE INTERVENTO EURO D.M.
Comune di Farini d'Olmo (PC) Messa in sicurezza Chiesa di Groppallo - Completamento oratorio parrocchiale 100.000 5164

in base all'articolo 44 della legge 222 del 20 maggio 1985 la Conferenza episcopale italiana trasmette annualmente all'autorità statale competente un rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme; in base all'articolo 48, sono utilizzate «dallo Stato per interventi straordinari per fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali»: quest'ultima voce è usata a favore di strutture religiose -:
se la stessa opera non sia stata già finanziata con i fondi previsti dalla legge n. 222 dei 20 maggio 1985 dalla Conferenza episcopale italiana attraverso la diocesi di competenza o direttamente dallo Stato;
se la Conferenza episcopale italiana, nel presentare il «rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme» ricevute in base alla legge n. 222 del 1985, dettagli e documenti tali spese;
se risulti che i progetti non siano stati già finanziati con fondi di altre istituzioni pubbliche;
se detti finanziamenti siano sottoposti al controllo della Corte dei conti e secondo quale procedura.
(4-09503)

ZACCHERA e CARLUCCI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
quotidianamente le cronache sottolineano l'entità del costo dei trasferimenti dei giocatori professionisti tra le principali squadre di calcio;
le norme di contenimento della spesa pubblica intervengono in modo pesante nel ridurre le possibilità per gli enti locali di accedere a mutui per la realizzazione di impianti sportivi -:
se non si ritenga opportuno assumere iniziative normative per istituire una trattenuta obbligatoria sui trasferimenti dei giocatori di calcio professionisti al fine di costituire un fondo da vincolare ad un parziale ristorno degli interessi passivi pagati dagli enti locali per la realizzazione di impianti ed attrezzature sportive.
(4-09530)

TESTO AGGIORNATO AL 27 GENNAIO 2011

...

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta in Commissione:

TOMMASO FOTI e CARLUCCI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
in data 19 maggio 2010 è stata presentata l'interrogazione a risposta scritta n. 4-07261 in materia di semplificazione del procedimento di cancellazione dell'ipoteca per i mutui immobiliari;
tale procedimento - introdotto nel nostro ordinamento dall'articolo 13, commi da 8-sexies a 8-quaterdecies, del decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 7, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 aprile 2007, n. 40 - reca, come evidenziato nel predetto atto di sindacato ispettivo, sulla base di decisioni giurisprudenziali e di una circolare dell'Agenzia del

territorio, seri pregiudizi alla sicurezza delle transazioni e alla tutela dell'affidamento dei terzi, con la conseguenza che, per coloro tra questi ultimi che vogliano avere certezza in ordine all'inesistenza dell'ipoteca, si impone di ottenere la cancellazione dell'ipoteca stessa con il sistema ordinario previsto dal codice civile (sistema che unico tutela effettivamente i terzi contro eventuali reviviscenze di una ipoteca ritenuta - erroneamente - estinta);
ad oggi non è stata data risposta all'interrogazione sopra indicata né sono state assunte iniziative normative per il caso prospettato in occasione del varo del decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 141, che ha introdotto nel decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385 (Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia), l'articolo 40-bis che riproduce sostanzialmente il contenuto del predetto articolo 13 -:
se il Ministro interrogato non intenda assumere le necessarie iniziative normative per porre rimedio all'inconveniente indicato in premessa.
(5-03855)

Interrogazioni a risposta scritta:

HOLZMANN e CARLUCCI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la situazione delle strutture carcerarie è assolutamente insufficiente e la realizzazione di nuovi posti per alleggerire l'attuale sovraffollamento pare non attuabile a breve scadenza;
i vincoli urbanistici e la necessità di predisporre i relativi progetti con il tempo necessario per la loro approvazione paiono complicare, anzi di fatto rendono impossibile una soluzione in tempi ragionevoli;
la Fincantieri ha da tempo sottoposto un'idea innovativa, ovvero la costruzione di carceri galleggianti su chiatte che hanno una struttura modulare e possono essere assai flessibili per le esigenze che si ravvisano;
le chiatte verrebbero ormeggiate su moli secondari e sarebbero raggiungibili come qualsiasi altra struttura su terraferma; i costi non sarebbero superiori ad analoghe configurazioni tradizionali -:
se il Ministero della giustizia abbia preso in esame questa proposta che, oltretutto rilancerebbe la cantieristica italiana in un ambito finora non sfruttato da nessuno, con la possibilità di esportare un modello innovativo, razionale, di minor impatto e di rapida realizzazione.
(4-09511)

ZACCHERA e CARLUCCI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
per risolvere almeno in parte i problemi dell'organizzazione del sistema giudiziario si deve necessariamente procedere ad una progressiva copertura dei posti di organico scoperti;
ad incidere negativamente sulla mobilità del personale sono i concorsi a livello nazionale che costringono i vincitori a trasferirsi spesso in regioni lontane dalla propria residenza con evidente desiderio di rientrare al più presto possibile nelle zone di origine -:
se non si ritenga opportuno che tutti i concorsi ministeriali, almeno per le qualifiche meno elevate (cancellieri, applicati e altri) vengano banditi su base regionale e non più nazionale, onde scoraggiare la mobilità dei dipendenti.
(4-09527)

ZACCHERA e CARLUCCI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
per risolvere almeno in parte i problemi dell'organizzazione del sistema giudiziario si deve necessariamente procedere ad una progressiva informatizzazione degli uffici e degli archivi;

alcuni tribunali stanno già da tempo procedendo in questo senso nell'ottica di avere informatizzati tutti gli atti dei processi -:
se non si ritenga di dover premiare, anche con tangibili misure economiche destinate al potenziamento delle strutture, quei tribunali che più celermente si adeguino in questo senso;
se non si ritenga di dover dare pubblicità a quei tribunali che raggiungono tali obbiettivi, rendendoli noti all'opinione pubblica e assumendo ogni iniziativa, anche normativa, per considerare questi risultati come titoli di merito per i magistrati che operano fattivamente con tale finalità.
(4-09528)

GIRLANDA e CARLUCCI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
sono già in corso diversi programmi volti a realizzare la digitalizzazione integrale della pubblica amministrazione, sia in relazione ai documenti in produzione che in archiviazione;
tra gli effetti benefici di tale procedimento vi è una razionalizzazione dei costi, del materiale cartaceo, dello spazio, della qualità dei documenti e del personale impiegato;
uffici giudiziari quali cancellerie, tribunali, corti d'appello vedono tuttora la permanenza ed il funzionamento di appositi uffici per la realizzazione di copie fotostatiche dei documenti giudiziari, ad uso interno ed esterno, il cui funzionamento prevede l'impiego di personale che andrà progressivamente a mutare la natura delle proprie mansioni;
la necessità stessa di una prossima razionalizzazione del personale della pubblica amministrazione, come già annunciata dal Governo per i prossimi anni, può prendere avvio dalla soppressione di funzioni tuttora attive -:
quale sia lo stato di avanzamento attuale dell'opera di digitalizzazione nel settore giudiziario, con particolare riferimento al materiale documentale d'archivio;
per quanto tempo svolgeranno ancora le loro funzioni gli uffici adibiti alle copie fotostatiche dei diversi organi del sistema giudiziario sul territorio nazionale;
quali siano le possibilità di trasferimento del personale attualmente impiegato in quelle mansioni in altri uffici o settori e i criteri ispiratori di tale opera di riorganizzazione;
quali siano le modalità di smaltimento o conservazione della mole attuale di documentazione cartacea.
(4-09536)

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la prima firmataria del presente atto ha già presentato due atti di sindacato ispettivo (4-00592 in data 10 luglio 2008 e 4-05421 in data 15 dicembre 2009) riguardanti le condizioni dei detenuti della casa circondariale «Piazza Lanza» di Catania, entrambi a tutt'oggi senza risposta, nonostante i ripetuti solleciti;
il 13 novembre 2010 la prima firmataria del presente atto è tornata a visitare la casa circondariale «Piazza Lanza» di Catania insieme a Hassan Maamri e a Gianmarco Ciccarelli (segretario dell'associazione Radicali Catania);
la visita ispettiva è stata guidata dalla vice-direttrice, dottoressa Zito, e dal comandante di polizia penitenziaria, dottor Tramontana;
dalla visita ispettiva è emersa la seguente situazione dell'istituto:
la casa circondariale di Catania «Piazza Lanza» è un istituto gravemente sovraffollato e la stragrande maggioranza dei ristretti è in attesa di giudizio; infatti,

i detenuti presenti sono 547 (di cui 527 uomini e 20 donne) a fronte di una capienza regolamentare di 155 posti e «tollerata» di 221; soltanto 76 detenuti scontano una condanna definitiva, mentre 471 detenuti sono in attesa di giudizio (321 imputati, 116 appellanti, 34 ricorrenti); i detenuti comuni sono 545; 2 sono in alta sicurezza; i detenuti stranieri sono 50 (di cui 46 uomini e 4 donne); l'istituto registra un elevato turn-over di detenuti, moltissimi dei quali vengono arrestati e rilasciati dopo pochi giorni di detenzione (fenomeno delle cosiddette «porte girevoli»);
dei 435 agenti di polizia penitenziaria previsti nella pianta organica (calibrata sulla capienza regolamentare), ne sono stati assegnati 342 mentre quelli effettivamente in servizio sono 247; una carenza così marcata di personale di polizia penitenziaria incide sulla sicurezza dell'istituto e sulle condizioni di vita di chi vi si trova ristretto, e rappresenta inoltre un fattore di gravissimo stress per gli agenti in servizio, costretti a dover fare fronte ad un abnorme carico di lavoro;
circa la metà dei detenuti è reclusa per violazione delle norme del testo unico sulle sostanze stupefacenti; 94 detenuti sono tossicodipendenti, 13 sono sottoposti a terapia metadonica, 1 detenuto è sieropositivo; il numero dei detenuti tossicodipendenti (in modo particolare da cocaina) è in aumento rispetto al passato (erano 65 l'8 dicembre 2009) e, secondo quanto riferito dal medico di guardia dottor De Luca, trattasi di un dato quasi certamente sottostimato, vista la difficoltà di diagnosticare con esattezza lo stato di tossicodipendenza a detenuti la cui permanenza in carcere è limitata, in molti casi, a pochi giorni;
i detenuti affetti da epatite C sono 10, quelli con patologie di tipo psichiatrico 119; secondo quanto riferito dal medico di guardia dottor De Luca, sono parecchie le doppie diagnosi (soprattutto tossicodipendenti affetti da disturbi psichiatrici); anche con riferimento alle malattie infettive viene sottolineata la difficoltà di avere un quadro preciso a causa del limitato tempo di permanenza di molti ristretti all'interno dell'istituto;
l'assistenza sanitaria è assicurata da 1 dirigente sanitario, da 1 medico incaricato (3 ore al giorno) e da 8 medici a parcella (dipendenti ASL che svolgono attività in convenzione) che garantiscono la copertura nelle 24 ore (1 medico per ogni turnazione); ancora nella regione Sicilia non è stato effettuato il passaggio della sanità penitenziaria dal Ministero della giustizia al servizio sanitario nazionale; la carenza nell'assistenza sanitaria è lamentata da molti detenuti e sottolineata dallo stesso dottor De Luca, secondo cui «in ogni turno dovrebbero esserci almeno due medici, uno per le visite mediche e un altro per le emergenze, e invece non è così»;
l'assistenza infermieristica è assicurata da due infermieri di ruolo e da 1 infermiere parcellista; la carenza di assistenza infermieristica «incide molto», secondo il dottor De Luca;
risulta del tutto inadeguata anche l'assistenza psicologica, assicurata da 3 psicologi convenzionati che coprono complessivamente 33 ore mensili per l'attività di «osservazione e trattamento» e da 5 psicologi convenzionati che coprono complessivamente 155 ore mensili per l'attività del presidio «nuovi giunti» (ogni giorno dalle 17.00 alle 22.00); gli educatori in servizio sono 7, a fronte di una pianta organica che ne prevede 6;
il giorno precedente alla visita si è registrato un tentativo di suicidio all'interno del penitenziario: un uomo di 56 anni ristretto in isolamento (il cui figlio è anch'egli detenuto nel carcere di Piazza Lanza) ha tentato di impiccarsi;
i detenuti che svolgono attività lavorativa sono soltanto 55 (di cui 53 uomini e 2 donne), tutti alle dipendenze dell'amministrazione penitenziaria, con turnazione ogni 4 mesi; l'esiguo numero di detenuti che lavora è da attribuire, secondo quanto riferito dal comandante

Tramontana, alla carenza di fondi; nessun detenuto svolge attività lavorativa per conto di imprese o cooperative; i detenuti trascorrono 20 ore al giorno all'interno della cella; le attività «extracella» sono quasi del tutto inesistenti, non c'è socialità e non c'è una palestra; una stanza con cyclette e tapis roulant sarà attrezzata a breve, secondo quanto riferito dal comandante Tramontana; sono attivi corsi di alfabetizzazione; secondo quanto riferito dalla vicedirettrice dottoressa Zito, nella prossima primavera dovrebbero cominciare corsi di formazione finanziati con fondi europei, relativi a due progetti (tecniche di tessitura dei tappeti e redazione di tesi per non vedenti);
nelle sale colloqui sono in corso lavori di ristrutturazione e ampliamento eseguiti in economia dai detenuti; la vicedirettrice dottoressa Zito lamenta la carenza di risorse economiche e ci informa che il muretto divisore ancora presente nelle sale colloqui dovrebbe essere rimosso entro la fine dell'anno;
la delegazione ha visitato il 2o piano del reparto «Amenano», che si presenta in buone condizioni strutturali; tutte le celle sono provviste di doccia e sono di circa 20 metri quadrati; i detenuti dormono in letti a castello a 3 piani;
nella cella n. 21 sono presenti 7 detenuti, così come nella cella n. 29;
nella cella n. 30 sono presenti 8 detenuti, che lamentano l'assenza di attività: «a parte le ore d'aria, stiamo sempre in cella»;
anche nella cella n. 23 i detenuti presenti al momento della visita sono 8, ma raccontano di essere stati anche in 10 e lamentano l'assenza di lavoro: «abbiamo fatto le domandine, ma non c'è niente...»; in questa cella, esposta a nord, i detenuti lamentano l'insufficienza di luce naturale che spesso li costringe a tenere la luce accesa anche durante il giorno; un detenuto catanese di nome Pietro Privitera, che sta scontando una condanna definitiva nel carcere di Prato ma si trova qui per partecipare ad una udienza relativa ad un altro processo, ha chiesto un avvicinamento per poter stare vicino ai figli piccoli; Privitera dice di aver preso l'aereo 16 volte dal marzo scorso ad oggi e si chiede se i soldi spesi dall'Amministrazione penitenziaria per questi spostamenti aerei siano soldi spesi in modo utile e razionale; un altro detenuto di nome Fabio Raciti lamenta carenze nell'assistenza sanitaria e racconta di aver chiesto di poter effettuare una risonanza magnetica al ginocchio da più di 3 mesi;
nella cella n. 28 sono presenti 8 detenuti; fino a 2 giorni prima, a detta degli stessi, erano in 10, e un detenuto era costretto a dormire sui tavoli; i detenuti lamentano la mancata concessione di benefici; un detenuto racconta di essere stato trasferito con un furgoncino della polizia penitenziaria da Catania a Cosenza facendo prima una tappa a Trapani, «perché altri detenuti dovevano andare lì, e mi hanno fatto fare un viaggio infernale durato 2 giorni!»;
nella cella n. 27 sono ristretti 8 detenuti; lamentano l'assenza di attività e il fatto che l'acqua calda sia presente mediamente soltanto per 2 ore al giorno; inoltre lamentano l'assistenza sanitaria carente: «quando stiamo male ci danno sempre una pillola, la pillola magica che guarisce tutto!»;
nella cella n. 22 sono ospitati 9 detenuti; anche loro (così come nella n. 28) raccontano di essere stati in 10 in alcuni momenti e che il decimo era costretto a dormire sui tavoli;
nella cella n. 26 sono presenti 9 detenuti, tutti stranieri di provenienza magrebina: 5 egiziani, 3 tunisini e 1 marocchino; questi detenuti hanno grandi difficoltà di comunicazione, vista l'assenza di figure come il mediatore linguistico culturale o comunque di personale in grado di parlare la lingua araba all'interno del carcere; il più giovane è un detenuto egiziano di 20 anni; un altro detenuto egiziano, Ahmed Mohamed Gharib, di 58 anni, visibilmente in sovrappeso e in condizioni

di salute precarie, afferma di avere avuto una emorragia cerebrale e di non sopportare la detenzione a causa della claustrofobia e di problemi respiratori: «di notte non riesco a dormire, mi sento soffocare e parlo da solo, è un problema anche per gli altri che non riescono ad addormentarsi facilmente», dichiara; e aggiunge: «sono preoccupato per la mia famiglia che sta in Egitto e a cui non ho potuto dare notizie»; un altro detenuto dice di non riuscire a parlare col proprio avvocato: «sono qui da 2 mesi e dopodomani ho l'appello, ma il mio avvocato non mi assiste, non riesco nemmeno a parlargli»; un altro detenuto dice di voler tornare nel suo paese: «non ho commesso nessun reato, solo clandestinità»; un altro manifesta la sua disperazione legata allo stato di totale indigenza: «ho fatto 4 domandine, aspetto di poter lavorare da 4 mesi, non ho soldi, per favore aiutatemi!»; la vicedirettrice dottoressa Zito informa i detenuti di questa cella che entro una settimana verrà dato un sussidio di 25 euro a testa al mese e aggiunge che chi volesse avere un colloquio con il console del proprio paese può avanzare richiesta in tal senso;
nella cella n. 25 sono presenti 9 detenuti stranieri, provenienti da Romania, Olanda, Nigeria, Colomba, Tunisia e Sri Lanka; anche qui i detenuti raccontano di essere stati recentemente in 10, col decimo a dormire sui tavoli -:
quali iniziative urgenti intenda assumere il Governo per intervenire rispetto al grave problema del sovraffollamento della casa circondariale «Piazza Lanza» di Catania, riportando le presenze dei detenuti nei limiti imposti dalla capienza regolamentare; se intenda da subito restituire un minimo di spazio vitale a quei detenuti che sono costretti a vivere in celle dove lo spazio a disposizione di ciascun recluso è addirittura al di sotto dei 3 metri quadrati;
quali iniziative urgenti intenda assumere per colmare la grave carenza di agenti di polizia penitenziaria, in modo da assicurare condizioni di vita accettabili per i detenuti e per gli stessi agenti, oggi sottoposti ad un notevole livello di stress;
quali iniziative urgenti intenda assumere per colmare le carenze relative all'assistenza medica, infermieristica, psicologica e psichiatrica, al fine di assicurare il rispetto dei livelli essenziali di assistenza;
se, e in che tempi, intenda prevedere la presenza all'interno del carcere di figure come il mediatore linguistico culturale, per consentire ai detenuti stranieri di soddisfare primarie esigenze legate alla possibilità di comunicare;
in che modo intenda operare per ripristinare il principio della territorializzazione della pena;
se, in quale misura e in che tempi, intenda adeguare i fondi delle mercedi in modo da consentire ad un più elevato numero di detenuti la possibilità di lavorare;
quali iniziative urgenti intenda assumere per rafforzare le attività trattamentali e fare in modo che la detenzione cessi di avere carattere meramente afflittivo e persegua finalmente quella funzione rieducativa prevista dal 2o comma dell'articolo 27 della Costituzione;
in definitiva, quali iniziative urgenti intenda adottare al fine di ricondurre le condizioni di detenzione vigenti all'interno dell'istituto penitenziario di Catania «Piazza Lanza» alla piena conformità al dettato costituzionale e normativo.
(4-09543)

TESTO AGGIORNATO AL 27 GENNAIO 2011

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:

DELFINO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nella seduta del 4 novembre 2010, la conferenza unificata si è espressa sull'acquisizione

dell'intesa relativa al «Programma Infrastrutture Strategiche»;
la Conferenza unificata ha discusso sulle richieste di carattere generale e specifico avanzate dalle regioni, ritenute accoglibili dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e inserite nel documento «Programma Infrastrutture Strategiche - 8o Allegato»;
nel corso del tavolo tecnico-politico tra le regioni e il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, il Governatore del Piemonte ha sollecitato l'inserimento, nel quadro delle opere strategiche, di interventi relativi al Nodo di Torino e accessibilità stradale - Tangenziale Est e Corso Marche, alla Pedemontana, alla linea ferroviaria Novara-Seregno con il potenziamento e la variante di Galliate e alla Tav;
nel predetto quadro, però, non sono stati presi in considerazione interventi fondamentali per la provincia di Cuneo, riguardanti la strada statale 21 «Colle della Maddalena», la strada statale 20 «Colle di Tenda», la strada statale 28 «Colle di Nava», la bretella autostradale Torino-Savona e l'autostrada Albenga-Garessio-Ceva;
risulta quanto mai inaccettabile il mancato inserimento, nel piano triennale Anas, di tali infrastrutture strategiche per lo sviluppo della provincia di Cuneo, come da anni richiesto dai rappresentanti del mondo economico e dalle istituzioni locali interessate;
siamo di fronte ad uno scenario già troppe volte visto, caratterizzato da rinvii di opere infrastrutturali fondamentali per la provincia di Cuneo, accantonate per dare spazio ad altri interventi, penalizzando fortemente lo sviluppo economico ed infrastrutturale del territorio cuneese con ripercussioni profondamente negative sulla viabilità provinciale -:
quali urgenti e concrete iniziative intenda avviare affinché vengano inserite nel piano triennale Anas le sopraindicate infrastrutture strategiche per la provincia di Cuneo.
(5-03844)

Interrogazioni a risposta scritta:

ZACCHERA e CARLUCCI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la gestione dei servizi di trasporto passeggeri e merci sui laghi Maggiore, di Garda e di Como avviene tramite un'azienda pubblica che fa capo al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
si parla spesso di una regionalizzazione del servizio -:
quali siano gli intendimenti del Ministro in merito a questa possibilità, se siano state avviate iniziative in tal senso e, in caso positivo, quali difficoltà debbano essere affrontate;
se - sia dal punto di vista finanziario che dei servizi offerti ai cittadini - si ritenga o meno utile una cessione della gestione del servizio alle regioni interessate.
(4-09509)

ARACRI e CARLUCCI. -Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute. -Per sapere - premesso che:
il problema dell'inquinamento acustico è sempre più sentito a livello di opinione pubblica;
il comune di Capena sta vivendo da tempo questa problematica sul suo territorio;
nel comune di Capena sono presenti tratti di ferrovia privi di insonorizzazione acustica;
i tratti di ferrovia scoperti sono situati in località Le Piane-Pastinacci, località Colle del Fagiano-strada comunale di Macchia Tonda e località Valle Rondine - Casale;
i suddetti tratti si trovano a ridosso di zone abitate, site in aree agresti normalmente

caratterizzate dal silenzio, ma in realtà ora turbate per tutto il giorno dal continuo passaggio ferroviario;
i convogli ferroviari transitano nelle suddette aree a velocità elevate (Freccia Rossa-Freccia Argento), provocando in un raggio di diverse centinaia di metri un frastuono molesto per i residenti;
il numero dei cittadini che risiedono nelle zone interessate all'anzidetto problema è quantificabile in diverse centinaia di famiglie; questi quotidianamente devono convivere con il rumore con tutte le conseguenze ad esso ascrivibili, dall'insonnia alle continue emicranie e non ultimo gli sbalzi umorali;
Rete ferroviaria italiana ha previsto per il comune di Capena «interventi di mitigazione acustica» -:
se sia a conoscenza dei fatti sopra esposti;
quali misure di intervento siano previste per riportare tranquillità e serenità acustica nelle dimore di centinaia di famiglie del comune di Capena che quotidianamente attendono invano risposte dalle istituzioni preposte su questa gravosa vicenda a scapito della loro salute;
quando si inizierà ad intervenire seriamente e fattivamente per applicare le norme di cui al decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare del 29 novembre 2000;
in che modo si porrà termine nel più breve tempo possibile a questa incresciosa situazione;
in che cosa consistano questi «interventi di mitigazione acustica» e se contemplino nel breve periodo tutte le esigenze dei cittadini ivi residenti, affinché non siano solo annunci privi di effetti concreti.
(4-09515)

LAGANÀ FORTUGNO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
da diversi giorni sui giornali calabresi sono pubblicate notizie riguardanti l'ennesimo taglio dei treni passeggeri da e per la Calabria per l'anno 2011;
i treni che presumibilmente verranno cancellati sono: 890/893 Lamezia T.-Cz-Rc e viceversa; 557/558/559 e 553/554/552 Paola-Sibari-Crotone e viceversa; 1924; 1925; 986/7/8 Reggio C.-Bari; 983/4/5 Bari-Reggio C.; 951/2/3/4 Roma-Lecce-Crotone; 1934/5 Reggio C.-Venezia, senza tener conto dei treni soppressi diretti in Sicilia;
la situazione risulta particolarmente devastante lungo la linea ionica, dove è previsto un solo intercity ed un espresso da Crotone per Milano e viceversa, e nello specifico nella zona della locride che vede il transito di un solo treno intercity da Reggio Calabria a Milano e viceversa;
queste scelte vanno a penalizzare, come se non lo fossero già abbastanza, i cittadini residenti nella zona est della provincia di Reggio Calabria, che si vedono privati dei servizi primari essenziali -:
se tali notizie siano veritiere e, nel caso, quali azioni intenda intraprendere presso Trenitalia affinché venga garantito un servizio passeggeri su rotaia degno di un Paese civile.
(4-09519)

ZACCHERA e CARLUCCI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi ha iniziato ad operare sulla tratta ferroviaria Milano-Torino la società privata «Arenaways» di fatto in concorrenza con Trenitalia -:
se siano stati valutati gli effetti di questa presenza, se risultino osservate le norme della libera concorrenza o se si siano registrate criticità o frizioni nell'avvio dei servizi;
se risultino sul mercato altre aziende private che nel prossimo futuro intendano iniziare altri servizi ferroviari.
(4-09535)

PINI e STUCCHI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 5 della legge 2 febbraio 1974, n. 64 «Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche» recita:

Sistemi costruttivi
Gli edifici possono essere costruiti con:
a. struttura intelaiata in cemento armato normale o precompresso, acciaio o sistemi combinati dei predetti materiali;
b. struttura a pannelli portanti;
c. struttura in muratura;
d. struttura in legname;
l'articolo 54 del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, in merito ai sistemi costruttivi recita:

Sistemi costruttivi
(Legge 2 febbraio 1974, n. 64, articolo 5, articolo 6, primo comma, articolo 7, primo comma, articolo 8, primo comma)
1. Gli edifici possono essere costruiti con:
a) struttura intelaiata in cemento armato normale o precompresso, acciaio o sistemi combinati dei predetti materiali;
b) struttura a pannelli portanti;
c) struttura in muratura;
d) struttura in legname confermando gli stessi identici ed unici sistemi costruttivi;
il decreto ministeriale 16 gennaio 1996, emanato ai sensi dell'articolo 3 della legge 2 febbraio 1975, n. 64, contenente le Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche non contemplava ipotesi di deroga all'utilizzo dei materiali per le costruzioni in zone sismiche, ad eccezione di quanto prescritto al punto C.5.4 per strutture miste in muratura e cemento armato;
il punto 4.6 del decreto ministeriale 14 gennaio 2008 contenente l'aggiornamento delle Norme tecniche per le costruzioni recita:

4.6 Costruzioni di altri materiali

I materiali non tradizionali o non trattati nelle presenti norme tecniche potranno essere utilizzati per la realizzazione di elementi strutturali od opere, previa autorizzazione del Servizio Tecnico Centrale su parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, autorizzazione che riguarderà l'utilizzo del materiale nelle specifiche tipologie strutturali proposte sulla base di procedure definite dal Servizio Tecnico Centrale.
Si intende qui riferirsi a materiali quali calcestruzzi di classe di resistenza superiore a C70/85, calcestruzzi fibrorinforzati, acciai da costruzione non previsti in paragrafo 4.2, leghe di alluminio, leghe di rame, travi tralicciate in acciaio conglobate nel getto di calcestruzzo collaborante, materiali polimerici fibrorinforzati, pannelli con poliuretano o polistirolo collaborante, materiali murari non tradizionali, vetro strutturale, materiali diversi dall'acciaio con funzione di armatura da c.a;
pertanto si prevede esplicita ipotesi di deroga all'utilizzo dei sistemi costruttivi sanciti all'articolo 5 della legge n. 64 del 1974 e all'articolo 54 del decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001;
tale ipotesi è subordinata alla preventiva autorizzazione da parte del Servizio tecnico centrale su parere del Consiglio su dei lavori pubblici;
i progetti in corso di esecuzione alla data di entrata in vigore delle nuove norme tecniche contenute nel decreto ministeriale 14 gennaio 2008, autorizzati ex articolo 18 della legge n. 64 del 1974, articolo 94 del decreto del presidente della Repubblica n. 380 del 2001, sulla base di progetti redatti nel rispetto delle precedenti norme tecniche contenute nel decreto ministeriale 16 gennaio 1996, logicamente

dovranno essere ultimati nel rispetto delle stesse norme, fatta eccezione per il caso di varianti sostanziali, che comporterebbero l'adeguamento integrale dei progetti alle nuove norme tecniche successivamente entrate in vigore;
nel caso di fabbricati in corso di esecuzione, autorizzati sulla base delle precedenti norme tecniche (decreto minisiteriale 16 gennaio 1996), per i quali siano state accertate violazioni delle predette norme, ai fini della redazione ed autorizzazione di progetti di sanatoria, volti quindi a ricondurre le strutture dei fabbricati, al rispetto delle norme tecniche, l'interrogante ritiene in punta di diritto che non possa trovare applicazione la deroga prevista al punto 4.6, delle nuove norme tecniche per le costruzioni 2008 contenute nel decreto ministeriale 14 gennaio 2008;
nel caso, inverosimilmente e per motivi non chiari all'interrogante, potesse invece trovare applicazione la deroga prevista al punto 4.6, delle nuove norme tecniche per le costruzioni 2008 contenute nel decreto ministeriale 14 gennaio 2008, parrebbe imprescindibile il rispetto di tutte le ulteriori prescrizioni contenute nelle nuove norme tecniche decreto ministeriale 14 gennaio 2008, tenuto conto che tale ipotesi di deroga non era contemplata nelle precedenti norme;
di fatto, se si ritenesse possibile concedere la deroga, sotto il profilo giuridico, si costituirebbe una strana anomalia: l'autorizzazione di un progetto redatto in parte nel rispetto di una norma ed in parte nel rispetto di un'altra, relative allo stesso argomento ed entrambe in possesso dei requisiti di completezza;
tale ipotesi sembra evidenziare un contrasto con la condizione di preventiva richiesta di autorizzazione al servizio tecnico centrale, che deve logicamente essere intesa come riferita all'originale progetto, altrimenti, ad avviso dell'interrogante, non troverebbe significato la definizione - di legge - dei sistemi costruttivi da rispettare -:
se il Ministro interrogato intenda chiarire se, nel caso di fabbricati in corso di esecuzione, autorizzati sulla base delle precedenti norme tecniche (decreto ministeriale 16 gennaio 1996), per i quali siano state accertate violazioni delle predette norme, ai fini della redazione ed autorizzazione di progetti di sanatoria, volti quindi a ricondurre le strutture dei fabbricati, al rispetto delle norme tecniche, possa o meno trovare applicazione la deroga prevista al punto 4.6, delle nuove norme tecniche per le costruzioni 2008 contenute nel decreto ministeriale 14 gennaio 2008 e, in caso affermativo se sia necessario il rispetto di tutte le ulteriori prescrizioni contenute nelle nuove norme tecniche di cui al decreto ministeriale 14 gennaio 2008, tenuto conto che tale ipotesi di deroga non era contemplata nelle precedenti norme.
(4-09541)

TESTO AGGIORNATO AL 1° FEBBRAIO 2011

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INTERNO

Interrogazioni a risposta orale:

COMPAGNON. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 30 luglio 2010 il Ministero dell'Interno - dipartimento della pubblica sicurezza direzione centrale per le risorse umane bandiva un concorso n. 333-B/12E.4.10, per titoli ed esami, per il reclutamento di n. 1.600 allievi agenti della Polizia di Stato, riservato, ai sensi dell'articolo 16 della legge 23 agosto 2004, n. 226, ai volontari in ferma prefissata di un anno, ovvero in rafferma annuale, di cui al capo II della medesima legge, in servizio o in congedo;
l'articolo 1, comma 6 del predetto bando di concorso stabilisce tuttavia che: «Il Capo della Polizia -Direttore generale della Pubblica sicurezza, in relazione all'applicazione di disposizioni in materia di contenimento della spesa pubblica, si riserva la facoltà di revocare o annullare il presente bando, nonché di differire o di

contingentare l'ammissione dei vincitori alla frequenza del prescritto corso di formazione (...)»;
a dispetto degli annunci ampiamente pubblicizzati del Governo in merito al tema dell'ordine pubblico e sicurezza, nonché alla necessità di rafforzare gli organici del relativo comparto, il summenzionato bando si configura come un concorso «con riserva», condizionato cioè all'effettivo reperimento della copertura finanziaria;
con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 21 settembre 2010 il Ministero della difesa - Arma dei carabinieri ed il Ministero dell'interno - polizia di Stato sono autorizzati a procedere, per l'anno 2010, all'assunzione a tempo indeterminato, rispettivamente di 2315 carabinieri e 2033 agenti di polizia di Stato;
il perfezionamento formale del suddetto decreto del Presidente del Consiglio dei ministri sta tuttavia tardando, non essendo stato ad oggi pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale -:
se intenda fare definitiva e complessiva chiarezza in merito alle assunzioni a tempo indeterminato di carabinieri ed agenti di polizia di Stato, di cui ai bandi di concorso citati in premessa e se esista seriamente l'incognita della «riserva»;
qualora le assunzioni fossero confermate, se intenda tenere nella dovuta considerazione le forti criticità relative al sotto organico della questura di Udine, ai fini dell'assegnazione delle nuove unità di personale di forze dell'ordine.
(3-01333)

MARIO PEPE (PdL) e CARLUCCI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella tarda serata del 5 settembre 2010 è stato ucciso il sindaco di Pollica Acciaroli, Angelo Vassallo, noto per le sue battaglie in difesa del territorio cilentano e in prima linea nella lotta per la tutela dell'ambiente e contro la diffusione degli stupefacenti; l'omicidio ha suscitato vasta eco nazionale ed internazionale, sia per lo spessore della figura del Vassallo, sia perché il fatto si è verificato in un'area sinora ritenuta esente dalle infiltrazioni della malavita organizzata;
il Governo ha reso esaustive informazioni il 15 settembre 2010 alla Camera e il 22 settembre 2010 al Senato, riferendo che le indagini, avviate dall'Arma dei carabinieri, dalla squadra mobile di Salerno e da personale altamente specializzato dei ROS, dello SCO, dello SCICO, oltre che della DIA di Salerno, erano coordinate dalla direzione distrettuale antimafia di Salerno;
nelle informazioni rese si lasciava intendere che la dinamica del delitto non escludeva la possibilità che esso fosse maturato in ambito locale; tutti gli oratori hanno sottolineato, e il Governo ha convenuto, la necessità di rafforzare la presenza dello Stato nel Cilento, al fine di impedire l'ulteriore penetrazione della criminalità organizzata e di tutelare le posizioni delicate e sovraesposte degli altri sindaci dell'area;
nel corso del funerale di Vassallo il rappresentante del Governo ha dichiarato che l'Esecutivo avrebbe ascoltato le esigenze che vengono espresse a Parlamento e Governo dal territorio e le avrebbe esaudite con sostegno delle risorse previste dal PON sicurezza;
dalla stampa si è appreso che il 17 settembre 2010 gli investigatori erano certi di una svolta a breve termine, convinti di aver imboccato la strada giusta, mentre il 15 ottobre 2010 i pubblici ministeri della direzione distrettuale antimafia di Salerno dichiaravano di aver ristretto le ipotesi di movente a due: droga o pista amministrativa; quanto a questa seconda pista gli occhi sono puntati sulla gestione del porto di Acciaroli, sull'abusivismo edilizio e l'aggressione all'ambiente, nonché sul rifiuto di Vassallo di installare impianti eolici nell'area del Parco;
a fine settembre 2010, con un servizio sul giornale Sette i sindaci cilentani hanno espresso la loro volontà di resistere

all'infiltrazione della malavita, ma anche denunziato il progressivo abbandono delle strutture dello Stato, a cominciare dai presidi delle forze dell'ordine; anche nel caso in cui il delitto non dovesse rivelarsi di stampo camorristico è corretto affermare che il Cilento è a un bivio tra sviluppo e criminalità, per cui è urgente investire oggi in sicurezza, poiché domani potrebbe essere troppo tardi;
peraltro la figura di Vassallo, diversamente da altri, continua a non essere dimenticata, come testimoniano i riconoscimenti, le commemorazioni, nonché gli eventi e le strutture che, anche a livello internazionale, portano il suo nome o gli sono stati dedicati in questi mesi. Inaspettata e commovente è stata la dedica fattagli dal Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, il veneto Galan, in occasione del riconoscimento UNESCO della dieta mediterranea quale patrimonio dell'umanità (16 novembre 2010) -:
se non ritenga opportuno utilizzare le risorse del PON sicurezza, nonché assumere iniziative per introdurre specifiche disposizioni per:
a) rafforzare la presenza di uomini e mezzi nel Cilento, anche al fine di presidiare un territorio nel quale è in crescita un'illegalità diffusa importata dalle aree vicine, come richiesto da tutti i sindaci dell'area;
b) ampliare l'adozione di metodi di sorveglianza e video-sorveglianza avanzati ai fini del controllo del territorio, peraltro già richiesti da taluni comuni cilentani, anche mediante il rifinanziamento del Fondo previsto allo scopo dall'articolo 61 comma 18 del decreto-legge n. 122 del 2008, convertito dalla legge n. 133 del 2008.
(3-01334)

Interrogazioni a risposta in Commissione:

CICCANTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'U.N.R.R.A., Amministrazione delle Nazioni Unite per l'assistenza e la riabilitazione, ogni anno, sulla base di una direttiva emanata dal Ministero dell'interno, individua le priorità e le modalità per la concessione dei contributi previsti dall'articolo 5 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 755 del 1994;
nel 2009, per l'assegnazione dei contributi, pari alla somma di tre milioni di euro, sono stabilite le seguenti priorità: a) persone anziane affette da patologie gravi; b) disabili;
la direttiva del 19 febbraio 2009 ha stabilito anche i criteri per l'assegnazione dei relativi contributi -:
per quali motivi nel 2010 non sia stata ancora emanata la direttiva per l'assegnazione dei relativi contributi.
(5-03845)

GINEFRA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
come rendicontato in questi giorni da alcuni dei maggiori quotidiani locali e nazionali, nella città di Bari durante la notte dello scorso lunedì 15 novembre alcuni studenti appartenenti alle associazioni «Link Bari» e «Zona Franka» facenti parte della Rete della conoscenza pugliese, sarebbero stati aggrediti mentre erano impegnati nell'affissione di manifesti che pubblicizzavano le iniziative relative alla «Giornata mondiale di mobilitazione studentesca» del 17 novembre indetta contro lo smantellamento della Scuola e della Università pubblica;
l'increscioso evento sarebbe avvenuto nei pressi dell'ingresso del Campus universitario della città, in via Orabona, e il gruppo di studenti secondo le cronache sarebbe stato aggredito da alcuni militanti neofascisti;
a quanto si è appreso dai fatti, il gruppo composto da circa quindici individui avrebbe raggiunto e circondato gli studenti e le studentesse che partecipavano all'affissione e approfittando della

superiorità numerica rispetto a quella dei ragazzi impegnati nell'affissione, perpetrando atti intimidatori;
dapprima sarebbero stati strappati i manifesti appena affissi e, dopo aver circondato il gruppo di studenti con le loro macchine, gli aggressori avrebbero cominciato a proferire ulteriori insulti e minacce. Gli studenti, secondo la ricostruzione giornalistica, sarebbero stati colpiti con calci ed oggetti contundenti, mentre cercavano di allontanarsi dal luogo dello scontro -:
se il Ministro intenda verificare i fatti avvenuti e quali iniziative intenda, eventualmente, assumere per porre fine a questi insopportabili atti di violenza che costituiscono grave minaccia alla libera espressione di pensiero.
(5-03847)

FONTANELLI, BRESSA, ZACCARIA, GATTI e REALACCI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in questi mesi il Ministro interrogato ha ripetutamente richiamato l'impegno del Governo ad agire in modo prioritario sui temi della sicurezza; e, a tal fine, ha sottolineato l'importanza del rapporto con i sindaci e le istituzioni locali che operano sul territorio, come fattore fondamentale per lo sviluppo delle politiche di sicurezza;
tali considerazioni vengono ribadite anche nel decreto-legge n. 187 del 12 novembre 2010, nel quale si impegnano i prefetti a «disporre le misure ritenute necessarie per il concorso delle Forze di polizia ai fini dell'attuazione delle ordinanze adottate dal Sindaco in qualità di ufficiale di Governo»;
in data 9 giugno 2010 è stato sottoscritto il patto per la sicurezza urbana denominato «Per Pisa sicura», nel quale si richiamano le caratteristiche particolari della città, sottoposta ad una pressione non comune e assai forte dovuta ai processi di marcata presenza di flussi esterni, legati all'università, ai grandi servizi pubblici e ai fenomeni migratori; sulla base di questa valutazione si afferma la necessità di un maggiore presidio del territorio;
in data 5 ottobre 2010 il sindaco di Marco Filippeschi, ha posto all'attenzione del Ministro interrogato l'esigenza di far fronte «alla situazione di grave difficoltà che Pisa vive per la carenza di personale delle Forze dell'ordine da impegnare in servizi essenziali per il controllo del territorio»;
sempre nel mese di ottobre 2010, le rappresentanze sindacali degli agenti di pubblica sicurezza hanno denunciato, anche attraverso iniziative pubbliche, un'insostenibile carenza di organici, mettendo in evidenza peraltro un'evidente sproporzione negativa rispetto ad altre città di dimensioni non dissimili da Pisa -:
se, alla luce di queste considerazioni e dei dati puntualmente esposti nella lettera del sindaco, il Ministro dell'interno intenda dare attuazione agli impegni da lui stesso sottoscritti con la firma del patto, attraverso un significativo rafforzamento degli organici della polizia di Stato nella realtà pisana e con quali tempi e modalità.
(5-03850)

Interrogazioni a risposta scritta:

ARACRI e CARLUCCI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 31 maggio 2010 con lettera n. prot. 93489/114/A-T la prefettura di Roma dava comunicazione al comune di Castelnuovo di Porto che con nota n. 442/9-95-1993 del 16 febbraio 2010 il comando provinciale dei carabinieri di Roma aveva avviato «l'iter burocratico per la realizzazione di un immobile nel Comune di Morlupo, alle condizioni indicate dal Ministero dell'interno, ove trasferire la Caserma Carabinieri di Castelnuovo di Porto»;
il profilo logistico è fondamentale per il buon funzionamento di una caserma; Morlupo è un paese dell'interno dell'area

nord e distante dai punti di criticità e si vorrebbe posizionare la caserma in un ex convento di proprietà di un privato;
il comune di Castelnuovo di Porto ha individuato una collocazione per la nuova caserma; e in data 20 maggio 2010 ha proceduto ad un sopralluogo della suddetta zona - di proprietà comunale - alla quale hanno partecipato anche rappresentanti dell'Arma dei carabinieri; sulla base di quanto emerso dal suddetto sopralluogo, il comune ha esperito tutti gli atti di sua competenza per procedere all'edificazione;
in data 13 settembre 2010 il consiglio comunale di Castelnuovo di Porto all'unanimità approvava la delibera n. 18 «Individuazione area per costruzione nuova caserma dei carabinieri»;
il suddetto trasferimento di caserma (da Castelnuovo a Morlupo) triplicherà i problemi afferenti alla sicurezza in tutta l'area di Roma nord e comporterà conseguenze ancor più gravi nel già delicato equilibrio di sicurezza nel comune di Castelnuovo di Porto, aggravato già da alcune problematiche sociali complesse; si registrano infatti zone da sempre teatro di episodi di violenza di vario tipo, la presenza di un centro di accoglienza richiedenti asilo politico (C.A.R.A.) con i suoi inevitabili problemi di natura sociale e d'integrazione, l'emergenza ROM tema delicato e sempre all'ordine del giorno che il suddetto comune non potrebbe affrontare da solo, la presenza della sede distaccata del tribunale di Tivoli, la cui utenza registra presenze ben superiori a quelle del tribunale di Rieti, la presenza di un importante casello di snodo autostradale dell'A1, la presenza nella zona di un centro commerciale -:
se sia a conoscenza di quanto esposto;
per quale motivo a tutt'oggi il comune di Castelnuovo di Porto non abbia più ricevuto dalle autorità competenti comunicazioni scritte sugli sviluppi della vicenda dopo le ultime descritte in premessa;
quali motivazioni tenderebbero a far preferire la collocazione della nuova caserma a Morlupo rispetto a Castelnuovo di Porto, con ulteriore dispendio di denaro dovendosi acquistare il locale da un privato, laddove a Castelnuovo di Porto il consiglio comunale ha individuato una zona di proprietà comunale;
quali iniziative si intendano assumere per porre termine a questa situazione che vede messa a rischio la sicurezza sociale, a partire dal quadrante Roma nord.
(4-09520)

ARACRI e CARLUCCI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il sindacato di polizia Consap, sindacato maggiormente rappresentativo della polizia di Stato, ha pubblicato sul periodico sindacale Consapmagazine n. aprile 2010 pagina 54, una lettera inviata al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione e al Ministro interrogato, relativamente ad una incredibile vicenda riguardante un sottufficiale dei ruoli tecnici della polizia di Stato;
nella missiva il segretario generale del sindacato, dottor Innocenzi, sottoponeva alle autorità sopra evidenziate la paradossale situazione del dottor F.L. in servizio presso la questura di Roma, in possesso di tre lauree vecchio ordinamento, l'ultima con 110 e lode, due master, già ufficiale della Croce Rossa, cavaliere della Repubblica italiana, un profilo valutativo ottimo, medaglia d'argento al merito di servizio, giornalista nonché fondatore di una rivista di geopolitica e sicurezza apprezzata a livello internazionale e conosciuta perfino alla Casa Bianca;
la doglianza concerne il diniego al nulla osta del Ministero dell'interno a richiesta dell'Agenzia regionale dei trapianti e delle patologie connesse del Lazio, in posizione di comando in qualità di responsabile della comunicazione;

la scorsa estate il sindaco di Tivoli, proprio in ossequio al noto decreto Maroni, ha richiesto sempre in posizione di comando il dottor F.L., con l'incarico di delegato alla sicurezza, al quale anche in quella occasione non è stata dal Ministero dell'interno, concessa la predetta autorizzazione;
alla luce della normativa vigente in materia di comandi o distacchi, il curriculum vitae del dipendente conteneva i requisiti di legge di alta specializzazione, al fine di poter ottenere il predetto assenso;
la medesima direzione centrale delle risorse umane della polizia di Stato, ha addotto, quale regioni al diniego le pressanti esigenze dettate dalle funzioni di polizia, che, tra l'altro, il dipendente non svolge in quanto come evidenziato, appartiene ai ruoli tecnici;
risulta vi siano numerosi operatori di polizia dei ruoli ordinari, in posizione di comando che svolgono funzioni di polizia, destinati a svolgere mere funzioni esecutive presso le segreterie politiche;
la medesima direzione centrale non ha voluto utilizzare una risorsa del genere in altro modo, relegandola di fatto da 15 anni presso la questura di Roma e senza concedere in tal periodo alcun tipo di movimento al dipendente de quo, nonostante le 6 istanze di trasferimento presentate dal dipendente, a discapito delle prescritte graduatorie;
il titolo III del decreto legislativo n. 150 del 2009, rubricato «Merito e premi», disciplina gli «strumenti di valorizzazione del merito e metodi di incentivazione della produttività e della qualità della prestazione lavorativa informati a principi di selettività e concorsualità nelle progressioni di carriera e nel riconoscimento degli incentivi» (articolo 17);
compito delle pubbliche amministrazioni è quello di promuovere il merito e le performance organizzative e individuali, anche attraverso l'utilizzo di sistemi premianti selettivi, secondo logiche meritocratiche, che valorizzano i dipendenti che conseguono le migliori perfomance, attraverso l'attribuzione selettiva di incentivi sia economici sia di carriera;
le pubbliche amministrazioni hanno stipulato un accordo quadro ai sensi dell'articolo 15 della legge n. 241 del 1990, che nella prassi prende il nome di protocollo d'intesa (o convenzione o accordo di collaborazione). La stipulazione di un protocollo d'intesa costituisce una sorta di «stretta di mano» tra le istituzioni, un riconoscimento del mutuo interesse in una o più attività, nonché la manifestazione della volontà di leale collaborazione secondo regole abbastanza generiche che ne delimitano gli ambiti, le reciproche responsabilità ed eventualmente fissano i relativi oneri;
questo processo di innovazione si inserisce in modo coerente all'interno del quadro strategico nazionale per le politiche di sviluppo regionali (QSN) per il periodo 2007-2013. Una delle priorità del QSN, infatti, concerne la «Promozione, valorizzazione e diffusione della ricerca e dell'innovazione per la competitività», nonché la valorizzazione del capitale umano per favorire i processi di ricerca e innovazione. Con il decreto legislativo n. 165 del 2001 (riforma «Frattini»), nel quale il decreto legislativo n. 29 del 1993 è confluito, la mobilità acquista maggiore rilevanza come criterio di razionalizzazione e di riorganizzazione dei pubblici uffici. Il decreto n. 165, infatti, costituisce attuazione del principio di imparzialità e buon andamento (articolo 97 Cost.), che impone alla pubblica amministrazione di attuare una sana e corretta gestione del personale, utilizzando nel modo migliore possibile le risorse umane anche razionalizzandone la spesa -:
se sia a conoscenza di quanto esposto;
come si intenda intervenire per risolvere positivamente la suddetta incresciosa vicenda;
quali siano i criteri e i metodi adottati dalla direzione generale della pubblica

sicurezza nella valutazione del personale e per i movimenti interni e il rilascio dei nulla osta nel caso di comandi o distacchi;
quali misure si intenderanno adottare per il futuro per eliminare disparità.
(4-09521)

NACCARATO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 16 novembre 2010 i carabinieri di Venezia hanno arrestato Caterina Lo Nardo, 48 anni, di professione commerciante, residente in via Postumia a Galliera Veneta (Padova) mentre riceveva seimila euro da un imprenditore veneziano nei pressi dei magazzini Smart di Galliera Veneta. Nei suoi confronti la procura di Padova ha formulato l'ipotesi di reato di usura, ed emesso un avviso di garanzia per tentata estorsione; reato di cui dovranno rispondere anche il marito T.F., 52 anni, il fratello G.B. Lo Nardo, 50 anni e il padre Rosario Lo Nardo, 70 anni;
secondo il giudice per le indagini preliminari di Padova, Vincenzo Sgubbi - e come risulta nella convalida d'arresto - Caterina Lo Nardo sarebbe la maggiore collaboratrice del padre Rosario e viene considerata dai carabinieri la «longa manus» della famiglia Lo Nardo nella gestione di un consolidato giro di usura nelle province di Padova e Venezia;
nell'aprile del 2010 Rosario Lo Nardo - già noto alle Forze dell'ordine in quanto precedentemente sottoposto al procedimento di soggiorno obbligato in Veneto dopo una condanna per reati di mafia - è stato arrestato mentre riceveva mille euro da un «cliente». Nel corso della perquisizione dell'abitazione di Lo Nardo sono stati posti sotto sequestro 65.000 euro in contanti, 100.000 euro in titoli, insieme ad alcuni gioielli che si suppone possano essere stati dati in pegno dagli usurati per «prestiti» al tasso mensile del 10 per cento. Complessivamente, gli inquirenti hanno sequestrato beni del valore di 350.000 euro;
da alcuni mesi a Rosario Lo Nardo erano stati concessi gli arresti domiciliari per motivi di salute;
nel corso delle indagini condotte sulle attività illegali della famiglia Lo Nardo è emersa una segnalazione riguardante l'investimento dei proventi di una banda di rapinatori che avrebbe «investito» nel giro di usura dei Lo Nardo il denaro proveniente dalle rapine;
l'episodio sopra descritto conferma - non solo l'impressione dell'interrogante che a riguardo ha già presentato numerose interpellanze a questo Ministero (ultime in ordine di tempo l'interrogazione depositata ad agosto 2010 conseguente all'arresto in Veneto del latitante mafioso Vito Zappalà e del camorrista Antonio Barra) - ma anche i rischi di infiltrazioni della criminalità organizzata di stampo mafioso nelle regioni del Nord Italia descritti nelle relazioni semestrali del Ministero dell'intero al Parlamento sull'attività svolta dalla Direzione investigativa antimafia, che hanno posto l'attenzione sui ripetuti tentativi dei clan mafiosi, camorristici e affiliati alla 'ndrangheta di infiltrarsi nel tessuto sociale e imprenditoriale del Veneto al fine di commettere i reati di usura, estorsione e riciclaggio dei proventi dalle attività illegali;
la scoperta dell'ennesimo episodio in questo senso si deve essenzialmente al puntuale e costante lavoro delle Forze dell'ordine e dell'autorità giudiziaria volto a contrastare il consolidarsi della rete di illegalità della criminalità organizzata di stampo mafioso nel Nord Italia -:
se sia al corrente dei fatti fin qui esposti;
quali misure concrete ritenga di dover porre in essere per prevenire e contrastare i continui tentativi di radicamento della criminalità organizzata di stampo mafioso nel Nord Italia e in particolare in Veneto.
(4-09524)

BERTOLINI e CARLUCCI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
accade a volte che episodi di illegalità palese non siano immediatamente contrastati dalle forze dell'ordine come i cittadini si aspetterebbero;
è il caso della costante presenza in Roma, alla confluenza della via Flaminia Vecchia con corso di Francia e, precisamente, sotto il viadotto della tangenziale, di numerosi spacciatori di droga che operano con ostentazione nelle ore serali;
tale presenza è particolarmente folta nelle serate del fine settimana in quanto il luogo indicato è poco distante da ponte Milvio, dove sono presenti molti giovani che frequentano i numerosi locali della «movida» della capitale;
tale presenza, in un luogo così centrale ed in vista, sembrerebbe essere sfuggita finora alle forze dell'ordine competenti per territorio e questo non è un fatto positivo -:
se non si ritenga assolutamente indispensabile assumere iniziative affinché siano effettuati i dovuti controlli e perseguite, per quanto di competenza, le eventuali attività criminose.
(4-09538)

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
sul quotidiano La Repubblica del 16 novembre 2010 è apparso un articolo, scritto da Alessandra Baduel, intitolato: «Rapporto sul CIE di Ponte Galeria: "Disumano, inefficiente, inutile"». Sottotitolo: «I Medici per i Diritti Umani (MEDU) lanciano l'allarme sulle condizioni delle persone rinchiuse in una delle 12 strutture per immigrati nel territorio nazionale. Attuale budget giornaliero per ospite è di 42 euro»;
nel citato articolo si racconta l'esito del sopralluogo effettuato lo scorso 14 ottobre nel centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria da quattro esponenti di Medici per i diritti umani: dal primo gennaio al 27 settembre 2010 - è scritto nel rapporto - le persone trattenute-transitate a Ponte Galeria sono state 1.727, le rimpatriate 747: il 43 per cento del totale. Nello stesso periodo dell'anno precedente, i trattenuti-transitati sono stati 2.667, i rimpatriati 1.159: il 43 per cento del totale. In tutto il 2009 solo 56 extracomunitari su 3.249 transitati nel Centro ha ottenuto lo status di rifugiato o comunque «una forma di protezione internazionale» (in pratica solo l'1,7 per cento);
al momento del sopralluogo la struttura conteneva 100 uomini in prevalenza del Maghreb e 150 donne in prevalenza nigeriane. Secondo la prefettura, i più rappresentati nel 2010 sono stati i romeni, seguiti da nigeriane, marocchini, algerini, ucraini e serbi. L'80 per cento degli uomini viene dal carcere, l'80 per cento delle donne dalla prostituzione. E riguardo a loro, vittime quasi sempre della tratta, il Medu sottolinea come, nonostante la presenza settimanale nel centro di una serie di associazioni fra cui quelle dedite proprio alle vittime di tratta come Differenza Donna 3, solo pochissime chiedono aiuto, ciò secondo alcuni a causa dei condizionamenti ambientali all'interno del centro, ove spesso le vittime si trovano a subire una situazione di convivenza e controllo da parte di persone responsabili o coinvolte nel loro sfruttamento;
fra gli uomini, quattro su cinque provengono dal carcere. Accade in pratica che detenuti in condizioni d'irregolarità non vengano identificati durante la permanenza in carcere e allo scadere della pena invece di essere rimpatriati siano trasferiti al centro, dovendo cosi scontare un periodo aggiuntivo di trattenimento, mentre le donne vittime di tratta li non trovano alcun modo per «avviare gli opportuni percorsi di assistenza»;
il Centro presentava condizioni fatiscenti con erbacce, mura, piloni con il

neon in cima e sbarre. Dalla sua apertura avvenuta nel 1998 fino al febbraio del 2010 la struttura è stata gestita dalla Croce rossa italiana, mentre da marzo di quest'anno la gestione è passata alla cooperativa Auxilium. L'attuale budget giornaliero per ospite ammonta a 42 euro;
nel corso del sopralluogo, durato un'intera giornata, i Medici per i diritti umani hanno potuto avere colloqui privati con i trattenuti dai quali sono emerse testimonianze di questo tipo: «Veniamo da Paesi poveri, alcuni sono scappati per vedere il mondo e dimenticare tutto, ma hanno trovato solo sbarre e cancelli. Ci danno sonniferi e tranquillanti tutto il giorno, un giorno a settimana la barba e uno i capelli, la carta igienica viene distribuita due giorni a settimana, ci danno da mangiare cibo scaduto». In genere i migranti rinchiusi a Ponte Galeria hanno raccontato condizioni di vita inumane ed avanzato la richiesta di chiusura del Centro, peraltro ribadita di recente dal prefetto, atteso che la struttura non è sufficientemente rispettosa della dignità umana;
per il direttore sanitario del Centro all'interno della struttura c'è «una forte richiesta di sedativi da parte dei trattenuti e il 50 per cento di essi li assume. Ho trovato una situazione nella quale c'era una prescrizione eccessiva e impropria di psicofarmaci a scopo sedativo». Secondo i Medici per i diritti umani «i farmaci vengono ancora somministrati da parte del personale medico senza consulenza psichiatrica»;
all'interno del Centro non esiste un regolamento scritto di ogni aspetto della vita interna dei «trattenuti», al contrario di quanto prescritto;
l'assistenza sanitaria è solo di primo livello. Ci sono psicologhe e medici, però ogni intervento specialistico è reso difficile dal fatto che il personale della ASL Roma D, quella di zona, non ha accesso al centro e mandare un paziente in strutture esterne per visite specialistiche o accertamenti è possibile solo «in ambulanza e con la scorta». Quanto all'autolesionismo, i tagli di braccia e gambe con la lametta e le simulazioni di impiccagione, secondo il direttore sanitario, sono molto diminuiti, mentre lo stesso medico riferisce che «»il primo periodo« (della nuova gestione) la gente si tagliava in continuazione»;
con precedente interrogazione n. 4-03919, presentata nella seduta del 14 settembre 2009, la prima firmataria del presente atto ha chiesto di sapere: a) se il livello dei servizi offerti dall'ente gestore del Centro sia adeguato alle esigenze del centro e se l'erogazione degli stessi risulti omogenea a quella degli altri centri di identificazione ed espulsione presenti sul territorio nazionale; b) quali provvedimenti si intendano adottare al fine di garantire la qualità e l'efficacia dei servizi prestati all'interno del CIE di Ponte Galeria, ciò con particolare riferimento all'assistenza sanitaria e psicologica, al servizio di orientamento e assistenza legale, nonché alla qualità e al numero degli interpreti/mediatori; c) quali provvedimenti il Ministro competente intenda adottare al fine di garantire un adeguato standard logistico all'interno del CIE in questione e, quindi, l'esistenza di adeguati spazi comuni per le attività ricreative e per la fasi di ascolto mirato, nonché un numero di camere e di bagni commisurato alla presenza degli extracomunitari ivi trattenuti; d) se non ritenga nel frattempo di avviare un'indagine sulle condizioni igienico-sanitarie presenti all'interno dei centri di identificazione ed espulsione, eventualmente accertando le eventuali responsabilità amministrative di tale stato di abbandono; e) se con riferimento alla lotta alla immigrazione clandestina il Governo non intenda adottare ogni utile provvedimento volto a garantire una diversificazione delle risposte per categoria di persone e, quindi, una maggiore gradualità e proporzionalità delle misure di intervento, con ciò evitando forme di «detenzione amministrativa» per tutte quelle categorie di persone per le quali non c'è esigenza di trattenimento; f) se il Governo non ritenga necessaria una ridiscussione radicale sui centri di identificazione ed espulsione, anche

alla luce di tutta la inumanità e inadeguatezza che presenta quello di Ponte Galeria e che cosa intenda fare per garantire agli stranieri che vi sono trattenuti le fondamentali tutele e i diritti valevoli per ogni cittadino che risiede sul territorio italiano;
a tutt'oggi non è pervenuta alcuna risposta né si è provveduto a risolvere i problemi indicati nel citato atto di sindacato ispettivo -:
se non si intenda provvedere urgentemente affinché il personale della ASL Roma D, quella di zona, possa avere accesso al centro onde non essere più costretti a mandare i pazienti in strutture esterne per visite specialistiche e/o accertamenti;
se corrisponda al vero che all'interno della struttura di Ponte Galeria vi sia una prescrizione eccessiva ed impropria di psicofarmaci a scopo sedativo e se gli stessi vengano ancora somministrati da parte del personale medico senza consulenza psichiatrica;
se non ritenga opportuno dotare con urgenza il Centro di un regolamento scritto capace disciplinare ogni aspetto della vita interna dei «trattenuti».
(4-09544)

PINI e STUCCHI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
dai media locali sono state riportate numerose informazioni e documenti, che hanno destato forti preoccupazioni sulla regolarità nella realizzazione del nuovo Pala-Congressi di Rimini;
rilevata la fondatezza delle ipotesi emersa in seguito alle indagini tecniche specialistiche disposte dal pubblico ministero così come pubblicizzata dai media locali, appaiono preoccupanti le notizie apparse sulla stampa che vorrebbero il problema oramai risolto e l'apertura correlata a soli problemi di natura burocratica;
il costruendo Palacongressi di Rimini, sotto il profilo strutturale, è progettualmente caratterizzato dalla realizzazione di diversi corpi di fabbrica, strutturalmente indipendenti e giuntati tra di loro;
ogni corpo di fabbrica dovrebbe potere deformarsi liberamente rispetto ai corpi limitrofi, sia sotto l'effetto dei carichi verticali e sia sotto l'effetto delle azioni orizzontali, tra cui il sisma;
ciò è necessario sia a causa delle grandi dimensioni complessive dell'opera, che nel caso di un unico corpo comporterebbero stati sollecitazionali coattivi di difficile valutazione, sia per il fatto che ci si trova di fronte ad un edificio, composto da parti strutturali con deformabilità molto diversa l'una dalle altre;
sono già state riferite alla magistratura da parte dell'interrogante notizie pervenute da fonte anonima, ma vagliate da tecnici specializzati che alcuni giunti tecnici, la cui esecuzione a regola d'arte sarebbe risultata particolarmente onerosa, non sarebbero stati realizzati come da progetto e, pertanto, specie in caso di sisma, il comportamento dell'edificio e la capacità di salvaguardare le persone potenzialmente presenti, verrebbero gravemente compromessi;
qualora la notizia corrispondesse a verità, il comportamento delle strutture dell'edificio verrebbe sostanzialmente stravolto in caso di sisma. La dovizia di particolari rende, ad avviso dell'interrogante, l'informazione credibile;
da più fonti è poi pervenuta la segnalazione che la deficienza di barre di armatura, da disporre per norma e come da progetto nelle strutture in conglomerato cementizio armato, non riguarderebbe solo i pilastri sino ad oggi indagati (staffe mancanti), ma, cosa ben più grave, riguarderebbe ed in modo significativo

anche i setti che costituiscono i nuclei maggiormente deputati all'assorbimento delle azioni in caso di sisma;
sarebbe circolata inoltre la notizia, a quanto consta all'interrogante, di una percentuale notevole di barre, orizzontali e verticali che non sarebbero state disposte nei setti in conglomerato cementizio armato -:
se i Ministri interrogati, ai fini della tutela della pubblica incolumità e nel rispetto delle competenze degli uffici regionali e comunali territorialmente preposti, intendano valutare l'opportunità di estendere le verifiche tecniche, anche nell'esercizio delle funzioni di controllo in materia di prodotti da costruzione e di destinazione d'uso di materie prime e semilavorati di cui alla legge n. 273 del 2002 e al decreto del Presidente della Repubblica n. 246 del 1993, alla corretta realizzazione dei giunti tecnici di progetto ed alla corretta disposizione delle barre d'armatura orizzontali e verticali nei setti in conglomerato cementizio armato, nel numero e diametro previsti progetto.
(4-09545)

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LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

BELLANOVA e MARIANI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
in data 19 gennaio 2010 la prima firmataria del presente atto ha presentato un'interrogazione circa le problematiche dei lavoratori addetti al servizio di pulizia degli istituti scolastici;
in particolare si segnalava che la circolare prot. n. 9537 del 14 dicembre 2009 del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca contenente le «indicazioni riepilogative per il Programma annuale delle istituzioni scolastiche per l'anno 2010» prevedeva per i servizi di pulizia ed altre attività ausiliarie la conferma dei contratti «nella misura massima del 75 per cento del corrispettivo pattuito» con un taglio effettivo del budget del 25 per cento;
il taglio andava ad incidere inevitabilmente sia sulla qualità dei servizi erogati sia sui livelli occupazionali delle aziende che hanno in appalto i servizi;
per migliaia di dipendenti si prospettava una riduzione delle ore lavorate con proporzionale riduzione del salario e in taluni casi le aziende sarebbero potute ricorrere anche a cassa integrazione se non addirittura al licenziamento;
in particolare nella regione Veneto il provvedimento avrebbe investito il destino di circa 1200 lavoratori, prevalentemente soggetti svantaggiati occupati in cooperative sociali di tipo B;
all'atto di sindacato ispettivo sopra richiamato rispondeva il sottosegretario all'istruzione Giuseppe Pizza, che sostanzialmente non offriva alcuno spiraglio alla soluzione della vertenza limitandosi a richiamare il contenuto dei provvedimenti ministeriali;
ad ulteriori atti (risoluzione in Commissione e interrogazioni) presentati dalla sottoscritta e da colleghi deputati rispondeva il sottosegretario Pasquale Viespoli, che manifestava l'intento di ricercare possibili soluzioni nell'ambito della complessiva normativa di riferimento, tali da garantire gli attuali livelli occupazionali e retributivi del personale interessato;
nello specifico il sottosegretario Viespoli parlava di un incontro previsto tra le parti per il mese di ottobre 2010, quando, il quadro normativo e finanziario, affermava, potrà essere più chiaro; tale incontro non risulta esserci mai stato mentre pare sia stato convocato un tavolo per il giorno 3 dicembre, a circa un anno da quando il tema complessivo è stato sollevato

e con ingiustificato e grave ritardo rispetto ad una situazione che si profila sempre più drammatica;
è rilevante evidenziare che questa problematica, nei suoi vari aspetti, ormai coinvolge più di 25 mila lavoratori sul territorio nazionale; persone che percepiscono indennità molto basse (appena 800 euro mensili in media) e in alcune circostanze provengono da aree di svantaggio e sono collocati in cooperative sociali di tipo B;
secondo notizie diffuse dai sindacati di categoria, nell'ambito degli ex lavoratori socialmente utili, sarebbero 22 le ditte che hanno inviato la comunicazione dell'apertura delle procedure di mobilità corrispondenti alla totalità della manodopera impiegata (circa 14 mila addetti) nelle pulizie delle scuole; stessa situazione per altri 12 mila lavoratori impiegati nei cosiddetti «appalti storici»;
l'allarme tra i lavoratori è altissimo, al punto da spingere i sindacati a convocare per il giorno 22 novembre prossimo uno sciopero nazionale;
ad oggi, nonostante le interrogazioni precedentemente presentate e sopra citate e gli incontri delle organizzazioni sindacali con i Ministeri competenti, non è ancora emerso quale siano, da parte del Governo, le misure messe in campo attualmente o da utilizzare nel prossimo futuro per evitare, ancora una volta, che siano sempre i lavoratori, già gravemente provati da una crisi economico-occupazionale, a pagare il prezzo più alto -:
se i Ministri interrogati non ritengano opportuno intervenire con urgenza sul tema proposto, assumendo ogni iniziativa affinché vengano messe in campo tutte le risorse indispensabili per il prosieguo delle attività di cui sopra e per la tutela di migliaia di posti di lavoro che, proprio in tempi di crisi economica, vengono messi paradossalmente a rischio proprio dal Governo, che dovrebbe proteggere imprese e lavoratori e che, invece, con le sue scelte, produce perdita di occupazione e ulteriori stati di crisi nelle aziende.
(5-03846)

GATTI, FONTANELLI, REALACCI, CENNI, LULLI, RIGONI, NANNICINI, MARIANI, VENTURA, MATTESINI, SCARPETTI, GIACOMELLI, FLUVI e SANI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la situazione dei 304 lavoratori della Eaton, multinazionale statunitense specializzata in componentistica per auto, impiegati nello stabilimento di Massa e Carrara si fa ogni giorno più insostenibile. La manifestazione pacifica di ieri, martedì 17 novembre 2010, svoltasi per attirare l'attenzione sulla drammaticità della vicenda e conclusasi con una carica da parte delle forze dell'ordine che ha provocato diversi contusi e il ferimento di due manifestanti, è solo l'ultimo atto di una travagliata vicenda, iniziata alla fine del 2008 con la decisione della società di mettere in casa integrazione i 350 dipendenti dell'epoca;
nel corso di questi due anni si è cercato da parte delle istituzioni locali e regionale, d'intesa con le parti sociali, di trovare un'intesa con l'azienda al fine di consentire l'avvio di un nuovo progetto industriale in grado di garantire l'occupazione e scongiurare gravi conseguenze sul piano sociale. A tale sforzo, a parere degli interroganti, la Eaton ha invece reagito manifestando un atteggiamento di pregiudiziale chiusura che ha impedito lo svilupparsi di ipotesi concrete legate al processo di reindustrializzazione;
negli scorsi giorni, infatti, la società americana ha deciso l'avvio della messa in mobilità, a partire dal 15 dicembre 2010, per i suoi dipendenti. Tale passo sembrava essere stato scongiurato dalla presentazione di proposte da parte di diverse società miranti alla reindustrializzazione dell'area. La Eaton, che aveva subordinato la concessione del terzo anno di ammortizzatori sociali al buon esito delle trattative, ha invece considerato deboli le manifestazione di interesse pervenutegli e ha

dichiarato di non ritenere possibili soluzioni alternative alla mobilità dei dipendenti;
la decisione dell'azienda perviene in un momento in cui sono emersi progetti industriali seri e credibili che potrebbero consentire una rivalutazione dell'area industriale. Tali iniziative che la stessa Eaton non ha escluso potessero diventare progetti fattibili, sono state purtroppo ignorate perché ritenute dalla società ancora in fase embrionale e mancanti di certezze;
il presidente della regione Toscana, Enrico Rossi, aveva già in precedenza dichiarato di ritenere il ritiro della lettera di licenziamento e la concessione della cassa integrazione in deroga «una richiesta ragionevole che ci avrebbe dato una maggiore libertà di manovra in attesa della concretizzazione del nuovo progetto industriale», affermando, inoltre, che «questo irrigidimento dell'azienda è un ostacolo in più verso la difficile soluzione della crisi e rappresenta un grave colpo alle relazioni industriali sindacali, decisamente insolito in una regione che, pure, sta vivendo numerose crisi aziendali»;
agli interroganti pare difficilmente comprensibile l'atteggiamento di ostinata chiusura tenuto dalla Eaton nel momento in cui, invece, si prospettano soluzioni che permetterebbero una reindustrializzazione dell'area e ai lavoratori di usufruire del sostegno della cassa integrazione in deroga in attesa del pieno reinserimento nel mondo del lavoro -:
se, a seguito della ulteriore drammatizzazione della vicenda, non intendano convocare con la massima urgenza, un tavolo di confronto con la società Eaton, le istituzioni regionali e locali e le parti sociali, per consentire una seria valutazione delle manifestazioni di interesse sin qui pervenute, allo scopo di permettere una reindustrializzazione dell'area e di evitare, mediante l'attivazione delle procedure previste per la cassa integrazione in deroga, che i 304 dipendenti della società vengano posti in mobilità.
(5-03852)

TESTO AGGIORNATO AL 1° FEBBRAIO 2011

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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazioni a risposta scritta:

ZACCHERA e CARLUCCI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
nonostante molte difficoltà permane sui laghi interni - e segnatamente quelli prealpini e dell'Italia centrale - un'attività economica di pesca di mestiere di non trascurabile importanza;
il settore si trova a far fronte a problematiche importanti e non ha aiuti specifici -:
se non si ritenga di dover promuovere l'estensione, alla pesca di mestiere nelle acque interne, per quanto applicabili, delle norme e degli aiuti previsti per la pesca marina, con particolare riguardo ai contributi per l'acquisto e la manutenzione delle imbarcazioni e delle attrezzature di pesca nonché dei carburanti direttamente impegnati nelle attività di pesca.
(4-09507)

GERMANÀ e CARLUCCI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
la legge n. 164 del 21 maggio 1998, all'articolo 2, comma 6, autorizza la spesa di 15.000 milioni di lire per iniziative di sostegno nell'ambito del comparto della piccola pesca costiera artigianale, di cui 3.000 milioni da destinare alle imprese di pesca residenti nei comuni compresi nelle aree protette marine o nelle zone costiere dei parchi nazionali;
il decreto del Ministero delle politiche agricole e forestali del 14 settembre 1999, successivamente modificato dal decreto ministeriale 30 maggio 2001, ha introdotto la figura dei consorzi di indirizzo, coordinamento e gestione costituiti da imprese della piccola pesca artigianale, singole o associate, che esercitano la loro attività nello

stesso compartimento marittimo o, nel caso di acque interne, nello stesso ambito regionale;
la circolare 23 dicembre 2003 (Gazzetta Ufficiale n. 197 del 23 agosto 2004) del Ministero delle politiche agricole e forestali, recante «Applicazione della normativa relativa alla piccola pesca - decreto ministeriale 14 settembre 1999 e individuazione, ex articolo 2 del medesimo decreto ministeriale, delle azioni consentite con i contributi di cui all'articolo 2, comma 6 della legge 21 maggio 1998, n. 164», ha ripartito i contributi previsti dalla legge 164/98, pari a euro 7.746.853,49, nel seguente modo:
euro 5.164.569,00 ai consorzi di indirizzo, coordinamento e gestione tra imprese della piccola pesca costiera, singole o associate, che esercitano la loro attività nello stesso compartimento marittimo o, nel caso di acque interne, nell'ambito regionale;
euro 1.032.913,00 ai consorzi di indirizzo, coordinamento, e gestione che possono costituirsi tra imprese della piccola pesca costiera, singole o associate, che esercitano la loro attività in comuni compresi in aree marine protette o in zone costiere di parchi nazionali approvati ai sensi delle leggi 979/82 e 394/91;
euro 1.549.370,00 agli imprenditori della piccola pesca costiera;
in base alla medesima circolare le domande, complete della relativa documentazione, dovevano pervenire, entro centottanta giorni dalla pubblicazione in Gazzetta (avvenuta il 23 agosto 2004), presso la direzione generale per la pesca e l'acquacoltura mentre l'erogazione del finanziamento doveva essere effettuata dal consorzio UNIPROM, sulla base di elenchi contenenti le pratiche ammesse, predisposti dall'amministrazione;
non risulta all'interrogante che siano stati costituiti i consorzi della piccola pesca in oggetto (per lo meno nella maggior parte dei compartimenti marittimi);
inoltre, il 1o luglio 2008 una lettera recante l'oggetto «Programma Piccola Pesca - L. n 164/1998» inviata dal Consorzio unitario UNIPROM ai propri soci, alcune associazioni di rappresentanza della pesca, comunicava che il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali aveva invitato l'Uniprom a presentare un programma di iniziative a favore degli imprenditori della piccola pesca e pertanto i suddetti soci venivano sollecitati a presentare a detto Consorzio unitario progetti di massima per attuare un'azione di capillare promozione ed informazione;
il decreto 21 luglio 2008 del direttore generale della pesca marittima e dell'acquacoltura ha riaperto i termini per la presentazione, da parte delle Associazioni, di progetti a valere sull'annualità 2008 del Programma nazionale triennale della pesca e dell'acquacoltura, fissando la relativa scadenza al 5 agosto 2008;
il decreto di impegno 20 novembre 2008 n. 600 ha assegnato al Consorzio unitario Uniprom risorse per oltre 7 milioni di euro;
come siano stati utilizzati i fondi stanziati dalla legge n. 164 del 1998 e ripartiti come sopra dalla circolare 23 dicembre 2003 del Ministero delle politiche agricole e forestali;
cosa abbia reso necessario una riapertura dei termini di appena 15 giorni emanata dalla direzione generale della pesca marittima e dell'acquacoltura con il decreto 21 luglio 2008;
quale ulteriore presentazione di progetti si sia resa disponibile a valere sull'annualità 2008 del Programma nazionale triennale della pesca per le associazioni che all'epoca avevano già beneficiato della ripartizione delle intera annualità 2008;
quali capitoli di spesa di detta annualità 2008 del Programma nazionale triennale della pesca siano stati oggetto della riapertura dei termini operata con il decreto 21 luglio 2008 suddetto;

quali siano invece i capitoli di spesa precedentemente assegnati dall'annualità 2008 del Programma nazionale triennale della pesca ai sensi della legge 154/2004;
quali siano state le risorse impegnate dal Decreto 20 novembre 2008 n. 600 ed assegnate al Consorzio unitario Uniprom;
quale uso lo stesso Consorzio unitario abbia fatto sinora di oltre 7 milioni di euro e quali siano gli obiettivi raggiunti;
quali siano state e a quanto ammontino le risorse previste dall'annualità 2008 del Programma nazionale triennale della pesca e dell'acquacoltura per azioni di promozione, e come siano state utilizzate.
(4-09516)

TASSONE. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
il Consorzio Gelatieri Artigiani di Pizzo, al fine di tutelare un prodotto di arte pasticcera conosciuto ormai non solo in Italia ma anche nel mondo come il Tartufo di Pizzo, nel 2008 ne ha formalmente richiesto al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali il riconoscimento della denominazione di indicazione geografica protetta (IGP) ai sensi del Reg. (CE) n. 510 del 2006, come prodotto di pasticceria; il Ministero ha accordato la protezione in via transitoria con decreto 3 marzo 2008, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 26 marzo 2008, n. 72, in attesa dell'accettazione della domanda da parte della Commissione europea preposta;
la Commissione europea, nello specifico, la direzione generale della agricoltura e dello sviluppo rurale, nella persona del direttore, Maria Angeles Benitez Sala, ha respinto la domanda di ottenimento di IGP contestando al Tartufo di Pizzo la classificazione di «prodotto da pasticceria», ed ascrivendolo invece come «Gelato», e quindi prodotto alimentare non incluso negli elenchi degli allegati I e II del Reg (CE) n. 510 del 2006, con comunicazione alla direzione generale per lo sviluppo agroalimentare del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali;
il Consorzio Gelatieri Artigiani di Pizzo, con comunicazione del novembre 2009 indirizzata al Ministro interrogato, all'ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci, rappresentante permanente d'Italia presso l'Unione europea, nonché al direttore della Commissione europea preposta, ha provveduto a relazionare in merito alle caratteristiche prettamente di prodotto di pasticceria del Tartufo di Pizzo, che nasce dalla combinazione dell'arte pasticcera di origine siciliana con le tecnologie del freddo;
a suffragio di questa tesi, tra l'altro precedentemente riconosciuta dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali in fase di istruttoria e di esame nazionale della domanda, è stata prodotta una relazione tecnico-scientifica a cura del professor Bruno De Cindio, esperto in materia, che attraverso l'analisi dei parametri chimico/fisici meccanici, dimostra che il Tartufo di Pizzo non deve essere classificato nella tipologia merceologica del «gelato» -:
quali iniziative il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali abbia assunto per risolvere il problema con la Commissione europea direzione generale agricoltura e sviluppo rurale e perché non sia stato inserito negli elenchi degli allegati I e II del Reg. (CE) n. 510 del 2006, il «gelato», prodotto alimentare italiano famoso nel mondo.
(4-09534)

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RAPPORTI CON LE REGIONI E PER LA COESIONE TERRITORIALE

Interrogazione a risposta in Commissione:

MONAI, ZAZZERA, STRIZZOLO, MARAN, COMPAGNON, MEREU, DI CENTA e PALOMBA. - Al Ministro per i rapporti con le regioni e coesione territoriale. - Per sapere - premesso che:
la legge n. 482 del 1999 che riconosce l'importanza delle lingue storiche dello

Stato italiano e che garantisce risorse finanziarie per la tutela di tali lingue minori, ha dato attuazione, dopo più di cinquant'anni, all'articolo 6 della Costituzione;
con nota del 15 marzo 2010 il dipartimento per gli affari regionali della Presidenza del Consiglio dei ministri ha individuato nuovi criteri di riparto delle risorse finanziarie destinate all'attuazione della legge n. 482 del 199;
per effetto di tali disposizioni, non si tiene conto della popolazione residente nel territorio in cui una lingua è presente ma i finanziamenti sono ripartiti sulla base della radice quadrata del numero dei comuni in cui è presente la minoranza linguistica: in questo modo vengono penalizzate, in sostanziale contrasto con il canone di ragionevolezza, le minoranze linguistiche più numerose a vantaggio di quelle comunità che non sono numerose ma sparpagliate su un alto numero di comuni, a prescindere dalla incidenza demografica negli stessi della lingua tutelata: la lingua friulana, ad esempio, anziché percepire 1.155.071 euro riceverà solo 797.150 euro e quella sarda perderà ben 1.040.039 euro per effetto di questo meccanismo di riparto;
il Friuli Venezia Giulia, in cui sono presenti le comunità linguistiche friulana, slovena e tedesca, invece di ottenere 1.617.982 euro avrà assegnati solo 1.154.318 euro (con una perdita di ben 463.664 euro!);
è opportuno rimediare a queste criticità nell'applicazione della normativa che, unite alla progressiva diminuzione attuata sui capitoli di bilancio destinati alle lingue minoritarie (nel 2010 solo 5.629.242 in tutto), sviliscono la tutela delle comunità linguistiche minoritarie in contrasto con lo spirito dell'articolo 6 della Costituzione e al principio di ragionevolezza -:
se il Governo intenda assumere iniziative per riformulare i criteri di assegnazione delle risorse e se non ritenga necessario reperire le risorse adeguate a garantire la continuità ai progetti avviati e l'effettività della tutela apprestata dalla leggi n. 482 del 1999.
(5-03853)

TESTO AGGIORNATO AL 25 FEBBRAIO 2011

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SALUTE

Interrogazioni a risposta scritta:

GALATI e CARLUCCI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
secondo una recente stima dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) le persone colpite da diabete nel mondo sarebbero circa trecento milioni, pari all'intera popolazione degli Stati Uniti o a sei volte quella dell'Inghilterra. Una malattia, il diabete, che miete 4 milioni di vite all'anno, una ogni 10 secondi. L'Italia conta 3 milioni di malati, pari al 5 per cento della popolazione (era il 2,5 per cento negli anni '70). L'OMS, ha paragonato la diffusione del diabete a una epidemia, con stime di crescita che sembrano inarrestabili. Secondo l'International diabetes federation (Idf) entro il 2030 ci saranno 438 milioni di persone che dovranno convivere con il diabete e la spesa sanitaria supererà i 490 miliardi dollari, a fronte dei 376 attuali. La prestigiosa rivista Lancet ha recentemente pubblicato uno studio dell'università di Cambridge, secondo il quale il diabete raddoppia il rischio di malattie cardiovascolari, inclusi infarti e ictus. Una ricetta per tenere lontano il diabete esiste e si basa sulle «4M», che stanno per monitoraggio della glicemia, mangiare sano, movimento fisico e medicine (ipoglicemizzanti o insulina) per chi già ne soffre. Alla luce di queste cifre e di tali considerazioni urge la necessità di definire la giusta strategia per sconfiggere tale malattia anche attraverso una proficua azione di prevenzione -:
nel merito di tale epidemia, così come definita dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), quali azioni intendano assumere per promuovere politiche

di prevenzione atte a ridurre i rischi causati dal diabete.
(4-09523)

FUCCI e CARLUCCI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
alcune recenti ricerche internazionali hanno confermato come l'obesità abbia gravi conseguenze per la salute soprattutto quando essa si manifesta in età infantile e inoltre, in subordine, comporti ai sistemi sanitari nazionali enormi spese in più;
l'obesità è un fenomeno che sta prendendo sempre più piede in Italia e colpisce in particolare le nuove generazioni come già ampiamente noto al Ministero della salute in base ai risultati dell'indagine «Okkio alla salute» portata avanti nelle scuole italiane -:
quali iniziative siano in programma per prevenire e contrastare il diffondersi dell'obesità nella popolazione italiana e se, nello specifico, siano in corso particolari azioni rivolte ai bambini e agli adolescenti.
(4-09525)

FUCCI e CARLUCCI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
come apparso sulla stampa, il 3 novembre 2010 il Ministro interrogato, dopo il successo di un'operazione a Torino contro una maxitruffa basata sulla vendita di false medicine on-line, ha dato mandato ai carabinieri dei Nas di intensificare l'attività di monitoraggio dei messaggi propagandistici di terapie che creano illusioni e false aspettative;
l'interrogante condivide la preoccupazione del Ministro interrogato in merito alla proliferazione di siti internet che cercano di vendere farmaci o sostanze presentate come «miracolose per la salute» -:
quali eventuali iniziative il Governo intenda adottare per rendere sempre più stringente il controllo sui falsi medicinali venduti su internet e per sensibilizzare i cittadini, soprattutto nelle categorie più esposte, sulla necessità di porre la massima attenzione.
(4-09526)

D'INCECCO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il Consiglio dei Ministri, l'undici dicembre 2009, ha nominato il presidente della giunta regionale dell'Abruzzo, Gianni Chiodi, commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario;
l'Abruzzo ha ottenuto nel 2010 dal Fondo di riparto nazionale per la sanità, 62 milioni 470 mila di euro, il 2,8 per cento in più rispetto al 2009. Tale risultato colloca l'Abruzzo, in termini percentuali, al quarto posto, dopo Lombardia, Veneto e Lazio, per incremento rispetto al 2009;
al 31 dicembre 2008 la spesa sanitaria in Abruzzo era pari a 700 milioni 244 mila euro, mentre al 31 dicembre 2009 era 689 milioni 793 mila euro, con un contenimento superiore a 10 milioni;
secondo il governatore della regione Abruzzo, nel 2009 la regione è stata la più incisiva nel contenimento della spesa per la medicina convenzionata di base, garantendo gli stessi livelli essenziali di assistenza degli anni precedenti. Infatti, secondo il presidente, i tagli hanno inciso esclusivamente sulle prestazioni facoltative erogate dai medici di base;
il governatore della regione Abruzzo, a proposito del suo ruolo di commissario ad acta per la Sanità, rispondendo a un'interpellanza in consiglio regionale sul piano di rientro e sulla nomina a commissario, ha tenuto a precisare che percepisce un compenso pari a zero euro e che i costi della struttura commissariale sono molto bassi;
i piano di rientro dal debito pubblico, firmato dal presidente-commissario della regione Gianni Chiodi e dal subcommissario alla sanità Giovanna Baraldi comporterà in realtà anche la rimodulazione di strutture ospedaliere (Popoli e Penne) e un duro intervento sui servizi territoriali;

parallelamente a questi sacrifici, si prevede, però, con un Piano specifico della ASL di Pescara, di procedere a ben 120 nuove assunzioni di personale medico e infermieristico entro la fine del 2010 e altre 35 nel primo trimestre dell'anno successivo; nello specifico saranno assunti sette nuovi direttori medici e ventuno nuovi dirigenti medici; tra questi, anche figure che non risultano certo indispensabili per il funzionamento dei presidi, come, ad esempio, quella del direttore dell'Utic (Unità di terapia intensiva cardiologica), che risultava accorpata alla struttura della cardiologia e viene, invece, scorporata mentre in altri presidi (Teramo, l'Aquila) si fa esattamente il contrario;
il Piano di risanamento prevede esplicitamente, nel quadro della riduzione dei costi, l'accorpamento di strutture funzionalmente omogenee ed integrate e indirizza specificatamente verso il contenimento della spesa per il personale mentre il Piano per nuove assunzioni va nella direzione esattamente contraria;
quanto sopra esposto va, secondo l'interrogante, nella direzione contraria agli indirizzi di contenimento della spesa sanitaria fissati in sede di definizione del Piano di rientro dal disavanzo sanitario della regione Abruzzo -:
se sia a conoscenza di quanto sopra esposto;
se non ritenga, nei limiti delle proprie competenze, di favorire un intervento del Governo, per il monitoraggio costante del Piano di rientro dal disavanzo sanitario in Abruzzo, con particolare attenzione alla spesa per il personale.
(4-09532)

PALAGIANO, MURA, DI PIETRO e FARINA COSCIONI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) è una delle patologie degenerative neuromuscolari più gravi, che richiede particolari provvedimenti assistenziali finalizzati ad alleviare la sofferenza dei soggetti che ne sono affetti;
in Italia si stimano circa 5000 casi di persone affette da sclerosi laterale amiotrofica e 1.000 nuove diagnosi all'anno; il numero, tuttavia, è approssimativo poiché non è stato mai istituito un registro dei malati di SLA;
il servizio di assistenza per i malati affetti da gravi patologie del sistema neuromuscolare, come la SLA, sono molto diverse da regione a regione, e solo in alcune regioni esistono centri e forme di assistenza efficienti;
ad esempio nel Lazio, i malati ricevono dalle proprie aziende sanitarie locali una copertura assistenziale sanitaria di 12 ore al giorno, con punte di 24 e sono previsti anche accessi dedicati degli specialisti medici per operazioni ordinarie sulla tracheostomia e sulla nutrizione artificiale; in Piemonte, invece, per i malati sono previsti solo due accessi infermieristici a settimana e le ordinarie manovre di gestione della tracheostomia e della nutrizione artificiale sono effettuate in ospedale, costringendo mensilmente i malati a subire un gravoso trasporto in ambulanza. In Umbria, il servizio di assistenza sanitaria agli affetti da SLA è pressoché inesistente;
è evidente la necessità di adeguare strategie e strumenti per il miglioramento del servizio di assistenza ai malati di SLA nel nostro Paese e, soprattutto per una copertura capillare su tutto il territorio nazionale;
un punto di partenza fondamentale è l'inserimento di questi servizi di assistenza all'interno dei Lea (livelli essenziali di assistenza) e l'aggiornamento, conseguente e contemporaneo, del nomenclatore tariffario di ausili e protesi;
ad oggi la versione del nomenclatore in vigore in Italia è ancora quella del 1999 (che classifica prodotti risalenti spesso ai primi anni '90) e ciò significa che in molti casi, per disporre di ausili moderni, gli

affetti da SLA devono pagare di persona quello che sarebbe loro diritto avere gratuitamente ma che formalmente non fa parte del vecchio nomenclatore;
l'accesso all'innovazione in materia di protesi, dispositivi e opportunità di moderni percorsi riabilitativi basati su nuove tecnologie è stata in tutti questi anni fortemente limitata se non addirittura compromessa;
in questi anni numerosissime sono state le promesse di Ministri ed esponenti del Governo sull'imminente aggiornamento dei Lea, ma al momento tutto è ancora fermo al 2008;
il 23 ottobre 2009 è stato siglato un accordo Stato-Regioni secondo il quale il finanziamento per il Servizio sanitario nazionale per il 2010 è aumentato a oltre 106 miliardi di euro;
il 25 febbraio 2010, il Ministro interrogato dichiarava: «Nei nuovi Lea saranno anche previste modalità diverse per l'erogazione dell'assistenza domiciliare integrata e residenziale, dividendo i pazienti autosufficienti e non autosufficienti e rendendo più semplice e diretto l'accesso e l'erogazione delle cure. Ci auguriamo che, una volta accertata la sostenibilità economica, il provvedimento possa diventare esecutivo al più presto»;
nell'accogliere un ordine del giorno a prima firma dell'onorevole Farina Coscioni, presentato il 29 luglio 2010 al provvedimento: «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica», il Governo si era impegnato ad emanare il decreto sui LEA entro il mese di settembre 2010;
in una lettera al Presidente dell'AISLA Onlus, datata 28 ottobre 2010, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri, Gianni Letta, affermava che «per il momento il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri per la definizione dei Livelli minimi di assistenza (LEA), messo a punto con l'accordo delle Regioni, nonostante i ripetuti solleciti, si trova all'esame del Ministero dell'economia al quale è stato trasmesso dal Ministero della salute per il concerto»;
di fatto questa lettera annuncia il nuovo «congelamento» dei Livelli essenziali di assistenza e di conseguenza, l'ulteriore slittamento dell'inserimento nei Lea dell'assistenza ai malati di SLA e dell'aggiornamento del nomenclatore tariffario;
non avere un riferimento preciso circa i livelli assistenziali e le prestazioni sanitarie erogate dal servizio sanitario nazionale mantiene particolarmente grave la situazione dei malati si SLA e di altre patologie degenerative del sistema neuromuscolare; in molti casi essi restano completamente prigionieri del proprio corpo e non riescono a comunicare all'esterno, manifestare volontà e pensiero perché privi di sistemi di nuova generazione che permetterebbero invece diritto di parola e di espressione;
un altro elemento importantissimo per l'assistenza agli affetti da sclerosi laterale amiotrofica sarebbe dotare i pazienti di «comunicatori», cioè di macchine che permettano di comunicare a quei soggetti che presentano compromissione di voce;
nel 2007 e nel 2008 sono stati stanziati 10 milioni di euro a beneficio delle regioni, finalizzati alla fornitura di «comunicatori» di ultima generazione che consentono a soggetti con gravi patologie e disabilità progressive e con compromissione della parola di comunicare tramite sistemi di sintetizzazione della voce e di interazione con il mondo esterno;
molte sono state le manifestazioni organizzate in questi mesi dai malati di SLA e dalle organizzazioni che sostengono la loro battaglia. Il 16 novembre 2010 un gruppo di malati di SLA provenienti da tutta Italia ha espresso la propria indignazione per l'inerzia del Governo, organizzando un presidio di fronte alla sede del Ministero dell'economia e delle finanze -:

se, nell'ambito delle proprie competenze, il Ministro intenda procedere all'immediato aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza e di conseguenza del nomenclatore tariffario, al fine di garantire un'adeguata assistenza agli affetti da sclerosi laterale amiotrofica, alleviando le loro sofferenze e assicurandogli le adeguate tecnologie per comunicare e relazionarsi con l'esterno, per garantire ai malati e alle loro famiglie una qualità della vita più dignitosa;
se, nell'ambito delle proprie competenze, intenda avviare una concreta attività di censimento e monitoraggio al fine di conoscere l'esatto numero di pazienti affetti da SLA e acquisire elementi sulle reali condizioni di assistenza, anche domiciliare, presenti nelle diverse regioni italiane, stabilendo anche dei servizi di assistenza obbligatoria;
quali risultati siano stati raggiunti attraverso i fondi stanziati nel 2007 e nel 2008 vincolati all'acquisto di comunicatori vocali.
(4-09533)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
da una notizia apparsa su www.corriere.it si apprende che l'impianto di coincenerimento Riso Scotti Energia s.p.a., una delle società della galassia del gruppo Riso Scotti, nel comune di Pavia, è stato posto sotto sequestro;
l'impianto utilizzava nella produzione di energia elettrica e termica, oltre agli scarti biologici della lavorazione del riso (lolla), anche rifiuti misti di varia natura - legno, plastiche, imballaggi, fanghi di depurazione di acque reflue urbane ed industriali ed altri materiali misti - che per le loro caratteristiche chimico fisiche superavano i limiti massimi di concentrazione dei metalli pesanti - cadmio, cromo, mercurio, nichel, piombo ed altri - previsti dalle autorizzazioni;
si tratta del risultato della maxi operazione «dirty energy», frutto di un anno e mezzo di accurate indagini, coordinate dalla procura della Repubblica di Pavia - diretta dal procuratore capo Gustavo Adolfo Cioppa - e condotte dai sostituti Roberto Valli, Luisa Rossi e Paolo Mazza;
l'inchiesta è stata sviluppata dal nucleo investigativo provinciale di polizia ambientale e forestale di Pavia del Corpo forestale dello Stato, in collaborazione con personale della Polizia di Stato - Gabinetto Regionale della Polizia Scientifica di Milano e Direzione Centrale Anticrimine di Roma;
il presunto traffico illecito di rifiuti, scoperto dal Corpo forestale, ha generato un giro d'affari di circa 30 milioni di euro nel solo periodo 2007-2009 e ha portato al sequestro dell'impianto di coincenerimento della Riso Scotti Energia a Pavia, situato in via Angelo Scotti e di più di 40 mezzi, all'arresto di 7 persone ed alla esecuzione di 60 perquisizioni. Ai domiciliari anche Giorgio Radice, presidente del consiglio di amministrazione della Riso Scotti Energia;
dalle indagini svolte è stato possibile accertare il coinvolgimento di diversi impianti di trattamento dei rifiuti provenienti dal circuito della raccolta urbana, dall'industria e da altre attività commerciali dislocate in Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana e Puglia, impegnando oltre 250 forestali su tutto il territorio;
l'ingresso di circa 40.000 tonnellate di rifiuti gestiti illecitamente dalla Riso Scotti Energia spa veniva reso possibile ed apparentemente regolare attraverso la falsificazione dei certificati d'analisi, con l'intervento di laboratori compiacenti e con la miscelazione con rifiuti prodotti nell'impianto, così da celare e alterare le reali caratteristiche dei combustibili destinati ad alimentare la centrale. Oltre al traffico

illecito di rifiuti e alla redazione di certificati di analisi falsi si ipotizza una frode in pubbliche forniture e una truffa ai danni dello Stato, visto che tali rifiuti non potevano essere utilizzati in un impianto destinato alla produzione di energia da fonti rinnovabili che ha goduto di pubbliche sovvenzioni;
tra i materiali combustibili impiegati c'era anche la lolla di riso, proveniente dall'adiacente riseria e convogliata nell'impianto sequestrato dalla forestale attraverso una condotta aerea. La lolla veniva frequentemente miscelata, all'interno dell'impianto, con polveri provenienti dall'abbattimento dei fumi, fanghi, terre dello spazzamento strade ed altri rifiuti conferiti da ditte esterne. A seguito della miscelazione, la lolla perdeva le caratteristiche di sottoprodotto e diventava un rifiuto speciale, anche pericoloso, che non poteva più essere destinato alla produzione di energia pulita, ma avrebbe dovuto essere smaltito presso impianti esterni autorizzati. Gli accertamenti eseguiti hanno permesso di accertare che ingenti quantitativi di lolla di riso, anche di quella miscelata con i rifiuti, sono stati venduti illecitamente ad altri impianti di termovalorizzazione, ad industrie di fabbricazione di pannelli in legno e ad aziende agricole ed allevamenti zootecnici (pollame e suini) - dislocati in Lombardia, Piemonte e Veneto - che la utilizzavano per la formazione delle lettiere per gli animali;
tenuto conto della miscelazione con i rifiuti, l'incenerimento della lolla all'interno dell'impianto Riso Scotti Energia spa molto vicino alla città di Pavia, pone seri interrogativi sul probabile superamento dei limiti imposti per quanto riguarda le emissioni in atmosfera, e di conseguenza sulla qualità dell'aria. In questo modo, si traevano illeciti vantaggi sia dalla vendita della lolla di riso come sottoprodotto, sia dal risparmio sui costi di smaltimento dei rifiuti prodotti dall'impianto, che periodicamente venivano miscelati alla lolla di riso, sia dalla vendita di energia allo Stato a prezzo vantaggioso -:
quali iniziative di controllo si intendano adottare in merito al possibile verificarsi di comportamenti analoghi da parte di società legate a gruppi che operano nel settore alimentare.
(4-09540)

TESTO AGGIORNATO AL 1° FEBBRAIO 2011

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SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazioni a risposta in Commissione:

SANI e VELO. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
Poste italiane Spa, grazie ad una profonda riorganizzazione aziendale avvenuta in questi anni, si trova in una situazione economica florida e, nonostante ciò, sta procedendo a una sensibile riduzione di servizi con l'obiettivo di aumentare ulteriormente gli utili da distribuire ai soci tra cui il principale azionista, il Ministero dell'economia e delle finanze, che detiene il 65 per cento della società;
le ragioni di ridimensionamento dei servizi postali non pare sia dovuto a ragioni legate a politiche del personale, anche perché, Poste Italiane, in seguito ad un accordo sottoscritto con le organizzazioni sindacali, sospenderà il servizio di consegna della posta nella giornata di sabato, consentendo di prepensionare e/o ricollocare agli sportelli ben 6.000 portalettere;
la riduzione dei servizi, tra l'altro, prevede il progressivo smantellamento di uffici postali collocati nelle zone periferiche, montane e nei piccoli centri, prevalentemente abitati da popolazione anziana;
è previsto che le imprese postali private, concorrenti di Poste Italiane, versino una quota a sostegno del «fondo nazionale di solidarietà», destinata a finanziare il mantenimento degli uffici postali nelle zone disagiate e nei piccoli centri;

gli enti locali interessati, già pesantemente penalizzati dai tagli attuati dal Governo, non possono assumersi, sotto qualsiasi forma, l'onere di mantenere i piccoli uffici postali periferici né tantomeno accettare un ulteriore abbassamento dei livelli essenziali dei servizi che devono essere garantiti ai cittadini;
nella provincia di Grosseto, che, tra l'altro, negli anni passati ha già subito un drastico ridimensionamento dei servizi postali nei piccoli centri, si sta determinando una situazione di pesante riorganizzazione dei servizi postali, in quanto è prevista la chiusura degli uffici postali di Puntone (Scarlino), Gerfalo (Montieri) e Casal di Pari (Civitella Paganico) e una riduzione delle giornate di apertura per gli uffici di Baccinello (apertura 3 gg/settimana), Montegiovi (1), Monterotondo Mar.mo (4), Monticello Amiata (3), Niccioleta (1), Petricci (2), San Martino sul Fiora (2), Santa Caterina (1), Seggiano (4), Selva (1), Selvena (2) e Tirli (2) a partire dal 1o dicembre 2010;
il Governo non può avere solo l'obiettivo di aumentare la redditività di Poste Italiane, ma deve garantire l'universalità di accesso ai servizi di pubblica utilità, in questo caso postali -:
quali iniziative si intendano assumere per scongiurare la chiusura e il forte ridimensionamento degli orari degli uffici postali citati in premessa, al fine di evitare un grave disagio alla popolazione interessata e di garantire a tutti i cittadini l'accesso universale ad un servizio pubblico essenziale;
quale sia lo stato di applicazione dell'obbligo degli operatori postali privati di finanziare il fondo nazionale di solidarietà, destinato a garantire la fruibilità dei servizi postali nelle zone disagiate a bassa domanda e redditività, e quali iniziative si intendano eventualmente assumere per far rispettare tale obbligo;
quale sia l'attuale situazione finanziaria di Poste Italiane, poiché non è assolutamente tollerabile penalizzare lavoratori e utenti a fronte dell'elevata redditività raggiunta dall'azienda anche per effetto del processo di ristrutturazione attuato negli anni scorsi, e quali iniziative intenda assumere per richiamare Poste Italiane a garantire la migliore organizzazione e diffusione del servizio in favore dei cittadini.
(5-03849)

BUONANNO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
da notizie di stampa emerge che è in considerevole aumento il numero di utenti che lamentano disservizi da parte della società Enel Gas in merito ai ritardi nella consegna delle bollette;
il fenomeno, che interessa in primo luogo il Piemonte orientale, ma anche altri territori del Nord, sta mettendo in stato di allarme i contribuenti, che devono fare i conti con bollette recapitate in ritardo o mai consegnate. Alcune famiglie, ad esempio, sono in attesa di ricevere le fatture da oltre due anni;
sono molte le segnalazioni di casi in cui le bollette arrivano addirittura oltre i previsti termini di scadenza, con l'aggravio di oneri per il contribuente che è costretto ad ingenti esborsi per non incorrere in sanzioni o, nei casi più gravi, nella sospensione del servizio;
la fornitura di gas rappresenta un servizio fondamentale per i cittadini, in particolare per le fasce più deboli, e pertanto la società Enel gas deve garantire il servizio ai cittadini in condizioni di elevata qualità e trasparenza;
i contribuenti non si sentono sufficientemente tutelati dal verificarsi di fenomeni come quelli descritti, che contribuiscono ad aggravare una situazione di crisi già molto evidente per le molte famiglie italiane;
l'ufficio reclami di Enel gas ha sede a Potenza e questo comporta un inutile allungamento dei tempi relativi alla gestione delle pratiche, con gravi ripercussioni

per gli utenti; sarebbe necessaria in un ottica federalista una migliore distribuzione degli uffici nel territorio, con una presenza quindi anche al Nord, che permetta di sveltire le pratiche e rendere più efficiente il servizio;
è necessario introdurre misure di maggiore tutela nei confronti dei consumatori danneggiati da simili disservizi da parte di Enel gas che comportano gravi ritardi nell'invio delle bollette energetiche -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza della motivazione dei ritardi con cui sono inviate agli utenti le fatture relative alla fornitura del servizio e quali iniziative intenda intraprendere per porre fine a tali fenomeni, anche tramite una migliore distribuzione dei call-center sul territorio, con particolare riferimento al Nord;
quali iniziative il Ministro intenda assumere per tutelare i consumatori finali di gas in ordine alle problematiche rappresentate in premessa.
(5-03854)

Interrogazioni a risposta scritta:

VILLECCO CALIPARI, LULLI e GOZI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il quotidiano la Repubblica, in data 16 novembre 2010, ha riportato la notizia che dal mese di gennaio sarà l'azienda multinazionale Hospira a confezionare nello stabilimento di Liscate, (Milano), il farmaco Pentotal, sodio tiopentale, finalizzato al mercato degli Stati Uniti, dove viene utilizzato anche come anestetico da abbinare al cocktail letale somministrato ai condannati a morte;
dalla stessa fonte di stampa risulta che in precedenza a rifornire gli Usa di sodio tiopentale era la Hospira statunitense, unica compagnia americana che produceva il farmaco, ma da qualche mese l'attività è stata interrotta per problemi interni allo stabilimento;
secondo l'amministratore delegato della Hospira spa di Liscate, Giuseppe Riva, «il pentotal non ha alcuna indicazione d'impiego nella pena capitale e Hospira non supporta il suo uso in questa procedura, anche avendo in precedenza confezionato il farmaco nello stabilimento di Liscate per il mercato europeo e mondiale, con eccezione degli Usa»;
la società multinazionale attraverso le parole del suo amministratore delegato si dissocia da un eventuale uso improprio del farmaco negli Usa;
il regolamento (CE) n. 1236/2005 del Consiglio, del 27 giugno 2005, relativo al commercio di determinate merci che potrebbero essere utilizzate per la pena di morte, per la tortura o per altri trattamenti o pene crudeli, inumani o degradanti, in relazione al quale è stato adottato il decreto legislativo 12 gennaio 2007, n. 11 «Disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni del regolamento (CE) n. 1236/2005 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 39 del 16 febbraio 2007, definisce illegale l'esportazione di prodotti utilizzabili per la pena capitale, la tortura o altri trattamenti crudeli e inumani;
è indispensabile accertare con sicurezza l'utilizzo di detto farmaco nel procedimento utilizzato nelle carceri statunitensi per la triste ed intollerabile procedura di esecuzione delle sentenze di condanna a morte, chiedendo in particolare se il Pentotal viene utilizzato come anestetico generico, da somministrare al condannato prima dell'iniezione del cocktail di farmaci letale, oppure se il detto prodotto costituisce componente essenziale della miscela mortale -:
se siano stati effettuati i dovuti controlli e le necessarie verifiche per accertare che l'autorizzazione all'esportazione del farmaco Pentotal, prodotto in Italia dalla società Hospira spa, non sia in violazione del regolamento (CE) n. 1236/2005 e, di

conseguenza, quando, con quale atto e su quali basi sia stata concessa l'autorizzazione alla vendita del suddetto farmaco sul mercato statunitense.
(4-09512)

PALAGIANO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il Ministero dello sviluppo economico e l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) hanno condiviso il calendario per il passaggio al digitale che dovrebbe completarsi, regione per regione, entro il 2012;
nel mese di dicembre 2009 la regione Campania ha effettuato il passaggio al digitale terrestre e sin da subito si sono registrate numerose segnalazioni di cattiva ricezione del segnale digitale terrestre delle reti Rai, nonché dei canali Mediaset;
è evidente che il cambiamento della diffusione del segnale televisivo dalla tecnologia analogica a quella digitale può provocare interferenze, intrinseche al mutamento della tecnologia stessa, che, durante la fase di passaggio (switch off), si sarebbe dovuto cercare comunque di ridurre al minimo;
le situazioni di disagio dovrebbero essere continuamente monitorate dagli uffici periferici competenti per territorio del dipartimento per le comunicazioni al fine di segnalare ai gestori televisivi interessati le soluzioni tecniche da adottare;
a tutt'oggi, continuano ad essere numerose e diffuse in tutto il territorio regionale le proteste dei tanti cittadini che lamentano disservizi e una cattiva ricezione dei segnali televisivi. In particolare, nel comune di Piano di Sorrento, così come nei comuni ad esso limitrofi, a causa della particolare posizione geografica e morfologica del territorio, non è si è ancora giunti ad una ricezione ottimale dei segnali provenienti dai ripetitori;
a riguardo, è opportuno segnalare che nel mese di dicembre 2009, a seguito di problematiche tecniche riscontrate nella ricezione dei segnali digitali terrestri, su richiesta dell'assessorato di Piano di Sorrento, la società Service Impianti, con sede legale in Roma, è stata incaricata di fornire una consulenza tecnica in merito alle criticità rilevate. Nella relazione redatta dalla predetta società affiora quanto la collocazione geografica del territorio incida sulla ricezione del segnale, considerato che il ripetitore principale di Monte Faito, che trasmette il pacchetto completo dei canali, viene oscurato dalla presenza di una catena montuosa e non permette la direttività dei puntamenti delle antenne tv digitali: ciò comporta una ricezione di segnali riflessi che mutano durante la giornata. Il ripetitore in VHF di Sorrento che trasmette il multiplexer - MUX - 1 RAI (Rai 1,2,3 e Radio 1,2,3 e FD Auditorium) non permette la direttività ottimale in quanto oscurato dalle colline adiacenti, creando altrettanti problemi sulla visione. Il ripetitore di Napoli non trasmette il pacchetto completo dei canali e i segnali sono stati valutati molto instabili. A ciò occorre aggiungere che le emittenti nazionali trasmettono con potenza più debole rispetto alle emittenti locali, con conseguenti disturbi sulla visione dei programmi;
la relazione redatta dalla società Service Impianti, presi in considerazione i dati tecnici sopra citati, si chiude affermando che la visione dei programmi tv digitali terrestri nel comune di Piana di Sorrento non è stabile, e rilevando altresì che il pacchetto MUX 4 RAI, che permette la visione di Rai Gulp+1, Rai Storia, Rai Scuola, Rai Test HD non è presente e ancora che il canale La7, nonché alcuni pacchetti Mediaset, mostrano elevata instabilità del segnale, non garantendo ai cittadini utenti una visione costante -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e se intenda verificare al più presto quali siano le reali condizioni qualitative del segnale televisivo in tecnica digitale, nella regione Campania ed in particolare nel territorio del comune di Piano di Sorrento;

laddove confermati i rilievi sommariamente riportati in premessa, quali iniziative il Ministro intenda assumere al fine di assicurare il più rapido ripristino delle opportune condizioni qualitative del segnale televisivo in tecnica digitale su tutto il territorio del comune di Piano di Sorrento, affinché il servizio pubblico venga garantito su tutto il territorio nazionale, tanto più nel caso in cui esso offra nuovi canali, come Rai Storia e Rai Scuola, che nascono proprio con l'ambizione di ampliare l'offerta culturale e la platea di fruitori della televisione pubblica italiana;
se il Ministro non intenda continuare ad effettuare puntuali monitoraggi su tutto il territorio nazionale, compresa la Campania, affinché gli utenti possano compiutamente usufruire del servizio pubblico radiotelevisivo.
(4-09518)

GALATI e CARLUCCI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro per la semplificazione normativa. - Per sapere - premesso che:
l'International finance corporation (Ifc), il bracco della World Bank che opera col settore privato, nell'ultimo rapporto doing business confina il nostro Paese all'80 esimo posto della classifica internazionale. In generale, gli elementi microeconomici esaminati dall'Ifc riguardano: gli aspetti procedurali della creazione di un'impresa, con relativi costi d'avviamento e tempi; gli iter per l'ottenimento delle licenze edilizie; la facilità o meno di registrazione della proprietà; l'accesso al credito; le modalità per il pagamento delle imposte e la loro incidenza sul reddito prodotto; il rispetto dei contratti; la capacità di commerciare con l'estero; l'efficienza delle norme che regolano la cessazione di un'attività; la flessibilità del mercato del lavoro;
evidentemente la riforma del cosiddetto «sportello unico» informatizzato, approvato dal Consiglio dei ministri, per rendere possibile l'avvio d'impresa in un solo giorno è un passo in avanti, una prima concreta risposta per la cosiddetta sburocratizzazione nel fare impresa, che potrà influire positivamente nelle rilevazioni dei prossimi rapporti dell'Ifc, se riuscirà a trovare terreno fertile;
una riforma che probabilmente da sola non è sufficiente ad agevolare i processi del fare impresa per i quali necessita di interventi per garantirne efficienza e qualità -:
se i Ministri interrogati abbiano intenzione di procedere con nuovi processi riformatori al fine di agevolare ulteriormente il bisogno di fare impresa.
(4-09522)

MAGGIONI e STUCCHI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
negli ultimi anni la società Poste Italiane spa ha avviato un processo di razionalizzazione degli uffici postali, procedendo sia alla chiusura degli stessi, sia alla riduzione degli orari di apertura degli sportelli in diverse aree del territorio nazionale;
attualmente, nella provincia di Pavia, 11 uffici postali risultano essere sprovvisti di direttore e altri 8 resteranno scoperti entro la fine del 2010, a seguito di pensionamenti, aggravando così le difficoltà nella gestione operativa degli uffici e generando una diminuzione della qualità del servizio fornito alla clientela;
la mancanza del direttore negli uffici di Albonese, Casanova, Cornale, Silvano Pietra, Montalto Pavese, Pancarana, Retorbido, Suardi, Nicorvo, Rosasco e Semiana provoca gravi disfunzioni nell'offerta del servizio ai cittadini di questi piccoli comuni per i quali gli uffici postali rappresentano uno dei pochi servizi pubblici essenziali e il prossimo pensionamento dei direttori degli uffici di Arena Po, Cervesina, Monticelli Pavese, Portalbera, Zavattarello, Ceretto Lomellina, Castelnovetto e Gambarana peggiorerà ulteriormente il livello di fruizione del servizio postale universale;

la possibile chiusura degli uffici postali si tradurrebbe in enormi disagi soprattutto per i residenti anziani, che si troverebbero a non poter usufruire con la dovuta comodità di servizi essenziali, quali il pagamento delle bollette o la riscossione della pensione, con la conseguenza di essere costretti a frequenti e difficili spostamenti;
il contratto di programma tra lo Stato e Poste Italiane spa per l'espletamento del servizio postale universale prevede, quale dovere per la società, quello di conseguire determinati obiettivi di qualità, tra cui quelli concernenti l'adeguatezza degli orari di apertura degli sportelli rispetto alle prestazioni richieste -:
come il Ministro intenda intervenire, anche favorendo una concertazione fra la direzione di Poste Italiane spa e le amministrazioni locali, per evitare che decisioni unilaterali assunte da Poste Italiane spa arrechino disagi agli abitanti dei comuni della provincia di Pavia al fine di garantire l'effettiva erogazione di un servizio pubblico di qualità nel rispetto dell'accordo per l'espletamento del servizio postale universale.
(4-09537)

GRIMOLDI e STUCCHI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la regione Toscana sta vivendo un periodo di situazione economica negativa, dettata dalla crisi economica e finanziaria mondiale, ma aggravata soprattutto da una crisi strutturale delle aziende toscane;
nella provincia di Arezzo una di queste aziende è la società cooperativa «Il Lanificio di Soci S.C.»;
la suddetta società si trova in difficoltà economica già da molti anni;
in data 17 maggio 2004 è stata costituita la società «Cooperativa Tessile del Casentino S.C.» oggi «Il Lanificio di Soci S.C.», con sede legale a Bibbiena (AR), numero REA 140212;
la «Cooperativa Tessile di Soci - società cooperativa a responsabilità limitata», nel giugno del 2005 veniva a trovarsi nell'oggettiva impossibilità di proseguire utilmente la gestione della propria azienda per Sopravvenuta crisi economico-finanziaria, facendo cosi ricorso all'istituto della mobilità ex legge n. 223 del 1991 ivi collocando tutti i lavoratori occupati alle proprie dipendenze;
allora la quasi totalità dei lavoratori manifestava interesse e disponibilità ad assumere la qualifica di socio nella «Cooperativa Tessile del Casentino S.C.», oggi «Il Lanificio di Soci S,C.» per poter proseguire l'attività, così come la «Cooperativa Tessile di Soci S.C.R.L.» aveva interesse a mantenere attiva l'organizzazione aziendale, anche a tutela dei propri creditori, dell'efficienza degli impianti, del posto di lavoro dei dipendenti, dei valori patrimoniali, della conservazione della quota di mercato conquistata nello specifico e particolare settore;
la società «Il Lanificio di Soci S.C.», prendeva in affitto, con regolare contratto stipulato in data 29 giugno 2005 tra la medesima e la «Cooperativa Tessile di Soci S.C.R.L.», l'azienda completa dell'avviamento, del marchio, di tutte le attrezzature tecnico-funzionali e dei beni mobili strumentali e non, esercente negli immobili di proprietà del concedente;
in data 6 maggio 2009, rilevata la non equità dei valori e delle condizioni del contratto di cui sopra, le suddette società convenivano di stipulare un nuovo contratto di affitto d'azienda, tutt'ora in essere fino alla scadenza improrogabile del 5 maggio 2013;
nel corso dell'anno 2006, «Il Lanificio di Soci S.C.» entra a far parte di Lega Coop, con la quale si rende partecipe, anche ultimamente, di alcuni progetti di stage con le scuole del luogo;
la regione Toscana, in concerto con l'allora presidente della provincia, aveva assicurato la sua attenzione a favore della

cooperativa, sentendosi parte integrante di quello che era allora considerato un «cantiere ancora aperto»;
nel 2006, il nuovo piano industriale, prevedeva tre linee di produzione «Cashmere Casentino», «Pregiata Manifattura del Casentino» e «New Style Casentino» che hanno portato alla produzione di un campionario che ha necessitato di un investimento ingente di circa 700-800 mila euro;
a seguito di questo investimento, nel corso del 2007 la società cooperativa, che già stava attraversando un periodo di difficoltà, ha dovuto ricostituire il capitale sociale perduto anche con l'ausilio dei soci lavoratori, ai quali è stato chiesto espressamente di accendere prestiti personali di 8.000 euro per farsi carico della ricapitalizzazione;
dopo i continui fallimenti dei piani industriali, la cooperativa, per andare avanti si è dovuta accontentare di fere lavorazioni conto terzi, evidenziando in tal modo il fallimento dei progetti promossi dalla regione Toscana;
la regione Toscana, nel corso degli anni, ha finanziato la cooperativa sia direttamente, con bandi del DOCUP OB. 2 2000-2006 MIS. 1.8 AZ. 1.8.1, sia indirettamente con la collaborazione al progetto sostenuto da IBIMET-CNR-FCS denominato «Tessile e sostenibilità»;
come risulta dal bilancio al 31 dicembre 2008, già nel corso di tale anno la cooperativa ha subito una variazione del 2 per cento della propria forza lavoro, passando dall'impiego di 70 persone del 2007 a 54 persone del 2008, e proseguendo, sembra, con la richiesta di cassa integrazione per alcuni dipendenti attuali -:
se il Ministro sia a conoscenza della situazione descritta e se possa fornire informazioni in merito alle seguenti tematiche:
a) a quanto ammontino esattamente i finanziamenti, sia diretti che indiretti, che «Il Lanificio di Soci S.C.» ha ricevuto sotto qualsiasi forma dallo Stato;
b) se ci siano stati nel corso degli anni, dei controlli da parte degli enti preposti sull'andamento dei piani industriali presentati;
c) se la cooperativa si sia attivata per richiedere la cassa integrazioni guadagni;
d) quale sia l'attuale situazione, anche occupazionale, della società cooperativa «Il Lanificio di Soci S.C.».
(4-09547)

...

TURISMO

Interrogazione a risposta scritta:

CENNI. - Al Ministro del turismo, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
l'Italia è l'unico Paese al mondo che può vantare una ricchissima offerta (circa 180) di prodotti gastronomici a denominazione di origine protetta (Dop e Igp), oltre a quasi 500 tipologie di vini a denominazione certificata (Doc, Docg e Igt). Numeri rilevanti a cui si aggiungono 4.500 prodotti tradizionali regionali;
in questo contesto va segnalato come il turismo enogastronomico, secondo recenti indagini delle associazioni di categoria, ha raggiunto un fatturato annuo di cinque miliardi di euro e rappresenta uno dei volani più rappresentativi della vacanza made in Italy;
si tratta di flussi turistici di rilevanza internazionale: da una recente indagine condotta dal portale internet «Tripadvisor» (il più grande sito di viaggi al mondo) è emerso infatti che nei prossimi dodici mesi il 40 per cento dei viaggiatori europei ha in programma un viaggio enogastronomico;

per promuovere con maggiore efficacia tale ricchezza integrandola e legandola al tessuto locale di produzione si è sviluppato, negli ultimi anni, un sistema complesso ed articolato di città e luoghi collegati ai prodotti tipici ed all'agricoltura di qualità che conta di fatto quasi 1000 comuni italiani. Una rete collegata da itinerari peculiari che percorrono tutta la nazione e che comprende anche i diciottomila agriturismi presenti lungo la penisola e gli oltre 57 mila fra frantoi, cantine, malghe e cascine dove è possibile acquistare direttamente i prodotti tipici, senza dimenticare i musei tematici ed altre tipologie di strutture ricettive;
da alcuni anni, per favorire con maggiore efficacia e sinergia la corretta fruibilità di tali strutture e la piena conoscenza del patrimonio agro-alimentare nazionale sono state creati itinerari peculiari relativi ai singoli prodotti. Si tratta, in particolare, delle strade del vino, dell'olio e dei sapori (denominati anche prodotti agricoli e agro-alimentari di qualità), che individuano circa 150 percorsi presenti in quasi tutte le regioni;
la legge 27 luglio 1999, n. 268, disciplina l'istituzione, la gestione e la fruizione delle strade del vino (prevedendo anche le strade finalizzate alla valorizzazione, anche congiunta, di altre produzioni di qualità, con particolare riguardo all'olio d'oliva ed in genere ai prodotti tipici), attribuendo la competenza su tale materia alle regioni;
per quanto riguarda la cartellonistica l'articolo 3 della legge sopraccitata rimanda testualmente «ai sensi dell'articolo 39, comma 1, lettera c), capoverso h), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285» (Codice della strada);
l'articolo 39, comma 1, lettera c), capoverso h), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 indica, generalmente, che tali indicazioni fanno parte di «segnali turistici e di territorio»;
risulta quindi evidente come le strade del vino, dell'olio e dei sapori, istituite da apposite leggi regionali ed in mancanza di norme ed indicazioni specifiche sul tipo di cartellonistica da adottare, presentano segnali stradali di differenti tipologie (zona per zona) senza includere elementi grafici o cromatici universali. Caratteristiche uniformi, ma non omologabili, sarebbero invece certamente auspicabili per promuovere sinergicamente, sul territorio nazionale, questa vasta rete che interessa strade di differenti tipologie e parametri strutturali;
risulta altresì evidente come una cartellonistica uniforme relativa alle strade del vino, dell'olio e dei sapori sul territorio nazionale, capace al tempo stesso di far risaltare le tipicità locali, rappresenterebbe uno strumento efficace per indirizzare con maggiore chiarezza ed immediatezza i flussi turistici e promuovere tale settore del made in Italy nella sua interezza e varietà -:
se e quali iniziative intenda assumere, nel rispetto delle competenze regionali in materia e delle indicazioni del Codice della strada, affinché gli itinerari e le strade del vino, dell'olio e dei «sapori» possano presentare una cartellonistica ed un segnaletica uniforme, comune e coordinata, in grado al tempo stesso di valorizzare le singole tipicità agro-alimentari locali.
(4-09531)

...

Apposizione di firme ad una mozione, cambio presentatore e modifica dell'ordine dei firmatari.

Il primo firmatario della mozione Bratti ed altri n. 1-00494, pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta del 17 novembre 2010, deve intendersi il deputato Franceschini. Contestualmente l'ordine delle firme deve intendersi così modificato «Franceschini, Bersani, Lenzi, Bratti, Mariani, Benamati, Bocci, Braga, Esposito, Ginoble, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Morassut, Motta, Realacci, Viola, Boffa, Bonavitacola, Bossa, Ciriello,

Cuomo, D'Antona, Graziano, Mazzarella, Nicolais, Pedoto, Mario Pepe (PD), Piccolo, Picierno, Santagata, Sarubbi, Vaccaro».

Apposizione di firme ad una mozione.

La mozione Franceschini e altri n. 1-00493, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 16 novembre 2010, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Benamati, Bocci, Braga, Bratti, Esposito, Ginoble, Iannuzzi, Marantelli, Margiotta, Morassut, Motta.

Apposizione di firme ad interrogazioni.

L'interrogazione a risposta scritta Pini n. 4-04708, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 26 ottobre 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Stucchi.

L'interrogazione a risposta scritta Torazzi e altri n. 4-09163, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 26 ottobre 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Stucchi.

L'interrogazione a risposta scritta Nicola Molteni e Rivolta n. 4-09293, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta dell'8 novembre 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Stucchi.

L'interrogazione a risposta orale Villecco Calipari e altri n. 3-01326, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta dell'11 novembre 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Mogherini Rebesani.

L'interrogazione a risposta scritta Rondini n. 4-09443, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 16 novembre 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Stucchi.

Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo (ex articolo 134, comma 2, del Regolamento).

Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore:
interrogazione a risposta scritta Tommaso Foti n. 4-08926 del 6 ottobre 2010 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-03855.

...

ERRATA CORRIGE

Interrogazione a risposta immediata in Commissione Contento n. 5-03823 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta n. 395 del 16 novembre 2010, a pagina 17175, dalla riga quarantatreesima della prima colonna alla riga quinta della seconda colonna deve leggersi: «aperta violazione del segreto di indagine, la pubblicazione del contenuto di tali atti;
secondo la Corte costituzionale anche i dati rilevabili dai tabulati sono riconducibili alla riservatezza costituzionalmente garantita dalla Costituzione e, sempre secondo la medesima Corte, anche le telefonate indirette che coinvolgono parlamentari sono sottoposte all'autorizzazione» e non «aperta violazione del decreto di indagine, la pubblicazione del contenuto di tali atti;
secondo la Corte costituzionale anche i dati rilevabili dai tabulati sono riconducibili alla rilevanza costituzionalmente garantita dalla Costituzione e, sempre secondo la medesima Corte, anche le telefonate indirette che coinvolgono parlamentari sono sottoposte all'autorizzazione», come stampato.