XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di martedì 30 novembre 2010

TESTO AGGIORNATO AL 1° DICEMBRE 2010

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
il giorno 27 giugno 1980, circa alle ore 21, sui cieli vicino all'isola di Ustica, si verificava l'incidente aereo del DC9-Itavia che volava da Bologna a Palermo, provocando la morte di 81 persone tra passeggeri ed equipaggio;
il giorno successivo all'incidente il Ministero dei trasporti nominava una commissione d'inchiesta presieduta dal dottor Carlo Luzzatti che, dopo due anni di lavoro, concludeva scrivendo che una deflagrazione da ordigno esplosivo era stata la causa del disastro, senza indicare se l'esplosione fosse stata interna o esterna al velivolo;
il 21 novembre 1984 il giudice istruttore nominava una seconda commissione presieduta dal professor ingegner Massimo Blasi, incaricata tra l'altro di accertare la natura, esterna o interna, dell'ipotetico fenomeno esplosivo. La commissione, non avendo ancora a disposizione l'insieme del velivolo ma solo una piccola parte, confermava l'ipotesi dell'esplosione, considerandola prima esterna e, successivamente, con l'approfondendo della conoscenza del relitto che man mano veniva portato in superficie, si divideva tra chi propendeva per un'esplosione esterna e chi per una deflagrazione interna;
il 23 novembre 1988 il Consiglio dei ministri nominava una propria commissione non peritale, Pratis, per esaminare la documentazione esistente e riferire al Governo. La commissione accoglieva l'ipotesi di esplosione interna, dovuta a un'azione terroristica resa possibile dalla scarsa efficienza dei sistemi di sorveglianza dell'aeroporto di Bologna;
subito dopo la conclusione della prima fase dei lavori del collegio peritale Blasi - marzo 1989 - il Ministro della difesa dava mandato al Capo di Stato maggiore dell'aeronautica - generale Franco Pisano - di svolgere un'inchiesta amministrativa sul comportamento degli enti e dei comandi dipendenti dalla forza armata per individuare eventuali carenze, negligenze o disfunzioni. Nel condurla non doveva interferire né con l'attività della magistratura, né con quella della commissione Pratis, che era invece tenuta ad approfondire l'indagine in ambito internazionale. Tale inchiesta confermava l'estraneità della forza armata nel determinarsi dell'incidente;
il 31 agosto 1990 l'autorità giudiziaria costituiva un collegio peritale non più solo italiano ma internazionale, formato da undici personalità tecnico-scientifiche di indiscussa competenza nel settore, presieduta dal professor Aurelio Misiti, preside della facoltà di ingegneria dell'università La Sapienza di Roma, con vicepresidente il professor Paolo Santini, riconosciuto in campo mondiale come uno dei maggiori esperti di ingegneria aeronautica e composta inoltre da: Carlo Casarosa, professore della facoltà di ingegneria dell'università di Pisa; Antonio Castellani, professore dell'università La Sapienza di Roma e del CNR; Dennis C. Cooper, professore dell'università di Birmingham - Gran Bretagna; Hans Försching, professore dell'università di Braunschweig, Repubblica federale tedesca; Gunno Gunnvall, ufficio analisi radar del Ministero della difesa, Stoccolma, Svezia; Manfred Held, MBB - Deutsche Aerospace, Schrobenhausen, Repubblica federale tedesca; Goran Lilja, The Aeronautical Research Institute of Sweden, Broma, Svezia; Giovanni Picardi, professore della facoltà di ingegneria dell'università di Roma; Francis A. Taylor, direttore del Cranfield Aviation Safety Centre, Gran Bretagna;

il lavoro di questo collegio internazionale nominato dal giudice istruttore Vittorio Bucarelli, e poi confermato sostanzialmente dal giudice istruttore, Rosario Priore, ha depositato la perizia dopo aver vagliato per quattro anni tutte le ipotesi in campo, dal missile alla quasi collisione, dal cedimento strutturale all'esplosione, arrivando alla conclusione unanime che l'incidente era stato provocato da una deflagrazione all'interno della toilette del velivolo, che nel frattempo era stato ricostruito a Pratica di Mare;
a beneficio del collegio Misiti, il giudice Rosario Priore richiedeva una perizia all'ingegner Protheroe - A.I.B., senior inspector of air accidents - il quale riferiva al giudice con una relazione datata 12 gennaio 1992. Esaminato il relitto in tutte le sue parti l'ingegner Protheroe così concludeva: «Sulla base delle evidenze disponibili si può affermare che la causa più probabile [del disastro] fu un'esplosione interna nell'area posteriore della cabina [passeggeri], davanti alla presa d'aria dei motori»;
il 10 ottobre 1995 il giudice istruttore nominava un collegio di nuovi periti radaristi composto dal professor Enzo Dalle Mese, del professor Roberto Tiberio e dal colonnello Franco Donali. Il nuovo collegio confermava la non manipolazione dei nastri radar, la congruenza di tutte le registrazioni radar con la situazione aerea intorno al DC-9, l'assenza di aerei attorno al DC-9 in un raggio di 50-60 NM;
le varie perizie escludono le possibili ipotesi del cedimento strutturale spontaneo e della collisione, mentre quelle svolte a relitto recuperato rigettano l'ipotesi del missile ed indicano come unica tecnicamente possibile quella dell'esplosione interna;
i pubblici ministeri Giovanni Salvi, Vincenzo Roselli e Settembrino Nebioso, che hanno seguito costantemente i lavori del collegio peritale, in audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi, affermavano: «l'ipotesi che il DC-9 sia stato colpito da missile è dunque priva di supporto probatorio per ciò che concerne gli elementi desumibili dall'esame del relitto» e inoltre la pubblica accusa ammetteva che «l'esplosione all'interno dell'aereo in zona non determinabile di un ordigno è dunque la causa della perdita del DC-9 per la quale sono stati individuati i maggiori elementi di riscontro. Certamente, invece, non vi sono prove dell'impatto di un missile o di una testata»;
il tribunale di Roma, dopo aver ascoltato in corte di assise i periti del collegio internazionale, con sentenze di primo grado e di appello, confermate dalla Corte di Cassazione, assolveva con formula piena perché il fatto non sussiste gli ufficiali dell'Aeronautica militare italiana. Essi erano stati rinviati a giudizio con ordinanza del giudice istruttore, Rosario Priore, che, non tenendo conto delle risultanze di tutte le perizie tecniche basava la sua accusa di alto tradimento su presunte omesse informazioni dell'Aeronautica militare verso le autorità civili e la magistratura su una ipotetica guerra aerea avvenuta il 27 giugno 1980 sui cieli di Ustica;
l'ipotetica guerra aerea, impropriamente riportata come certa dai curatori del Museo per la memoria di Ustica nella città di Bologna, è stata smentita dalla Nato, dagli Stati Uniti e dalla Francia con lettere ufficiali dei presidenti Clinton e Chirac;
appare imprescindibile, ad avviso degli interpellanti, l'individuazione degli autori e dei possibili mandanti del disastro aereo di Ustica -:
se il Governo sia al corrente della guerra aerea che si sarebbe svolta la sera del 27 giugno 1980 intorno alle ore 21 sui cieli italiani tra Grosseto e Ustica, ipotizzata dal giudice Rosario Priore, tenuto conto, tra l'altro, che il Museo per la memoria di Ustica a Bologna, in un suo dépliant, dà per certa tale guerra aerea;

in attesa di un eventuale risarcimento, se e quali iniziative siano state adottate per l'indennizzo dei parenti delle vittime.
(2-00899)
«Misiti, Lo Monte, Commercio, Latteri, Lombardo, Brancher, Soglia, Marinello, Marsilio, Stasi, De Siano, Petrenga, Milanese, Del Tenno, Speciale, Mazzoni, Holzmann, Barbieri, Ruggeri, Poli, Marcazzan, Mondello, Tanoni, Mazzuca, Scalera, Pizzolante, Ceroni, Tortoli, Garofalo, Minardo, Luciano Rossi, Lusetti, Barbareschi, Pili, Vella, Iannarilli, Bonciani, Tommaso Foti, Ghiglia, Murgia, Boniver, De Luca, Barani».

Interrogazioni a risposta scritta:

BARBARO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della difesa, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
Finmeccanica è il primo gruppo industriale italiano nel settore dell'alta tecnologia e tra i primi dieci player mondiali nell'aerospazio, difesa e sicurezza con un organico di oltre 78 mila dipendenti;
ad avviso dell'interrogante, le procedure di mobilità costituiscono la dimostrazione del fallimento degli attuali manager del gruppo Finmeccanica -:
quali siano le motivazioni delle procedure in corso di mobilità degli oltre 1500 dipendenti solo per la società Alenia aeronautica;
quali iniziative il Governo intenda urgentemente adottare per salvaguardare gli attuali livelli occupazionali, messi fortemente in discussione, a giudizio dell'interrogante, dai manager pubblici che stanno facendo ricadere i mancati raggiungimenti degli obiettivi sui loro dipendenti;
quali siano gli orientamenti del Governo in merito alla posizione debitoria del gruppo Finmeccanica, considerato che il gruppo aveva una posizione finanziaria netta attiva nel 2001 pari a 409 milioni di euro.
(4-09782)

BARBARO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della difesa, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
come noto, nel corso del 2007 Finmeccanica ha completato l'acquisizione del rimanente 25 per cento del pacchetto azionario di BaE Avionics, detenendola così al 100 per cento;
la BaE Avionics era una società controllata dalla BaE Systems e, all'interno del gruppo, era delegata alla produzione di sistemi avionici, elettroottici e radar;
questa acquisizione sembrerebbe andare nella direzione di un rafforzamento del gruppo Finmeccanica in un mercato, quello dell'elettronica per la difesa, che riveste un'importanza cruciale sia per tecnologie coinvolte sia per volume d'affari;
infatti, in questo settore Finmeccanica ha un fatturato maggiore che negli altri;
all'interno del gruppo Finmeccanica l'elettronica per la difesa è articolata in diverse società tra cui le principali sono: Selex communication, Selex sistemi integrati, Elsag datamat, Telespazio e Selex sensors and airborne systems spa con le sue due controllate Selex SAS Ltd. (UK) - ex BaE avionics - e Galileo avionica spa (IT);
secondo quanto risulta all'interrogante, la Galileo avionica riunisce alcune delle realtà industriali storiche più importanti del nostro paese, tra cui spiccano, tra le altre, Selenia, Omi (Ottico Meccanica Italiana), Officine Galileo, FIAR (Fabbrica Italiana Apparecchiature Radioelettriche), Meteor, Sma (Segnalamento Marittimo ed Aereo) e Alelco;

Galileo avionica, con 2700 dipendenti, un fatturato di oltre 600 milioni di euro, un portafoglio ordini di circa 1300 milioni di euro ed investimenti annui in R&D per circa 120 milioni di euro, rappresenta una delle punte di diamante della tecnologia italiana ed è una delle pochissime società, in questo settore, in grado di competere nello scenario internazionale;
dal maggio 2007 è stato nominato amministratore delegato di Selex SAS Spa mister Steve Mogford, già direttore commerciale di BaE Systems e che, come riporta il lancio dell'agenzia Reuters del 3 aprile 2007 dal titolo «Finmeccanica hires BaE's Mogford to head Selex», è noto alle cronache di tutto il mondo per il suo supposto coinvolgimento nella vicenda delle tangenti pagate dalla società inglese ad alti dignitari sauditi a fronte della fornitura di materiale bellico;
secondo quanto riporta il Financial Times del 19 maggio 2008 nell'articolo «Top BaE executives detained in Texas», questo affare anglo-saudita riguarda un contratto di circa 85 miliardi di dollari e ha portato nel maggio 2008 all'arresto in Texas, presso l'aeroporto di Houston, di mister Mike Turner e di sir Nigel Rudd, rispettivamente Amministratore Delegato e direttore non-esecutivo di BaE Systems, successivamente espulsi dagli Stati Uniti;
secondo quanto riporta il Times Online dell'11 aprile 2008 nell'articolo intitolato «High Court rules that the halt to BaE investigation was unlawful, a threat to British justice», l'Alta corte inglese ha rimosso il segreto di stato sulla vicenda posta da Tony Blair;
secondo quanto risulta all'interrogante, la vicenda è tuttora sotto inchiesta giudiziaria della magistratura, sia inglese che statunitense;
Finmeccanica ha affidato a mister Mogford il compito di guidare le due società, Selex SAS Ltd. e Galileo Avionica Spa, verso una completa integrazione: mister Mogford ha istituito un team di transizione anglo-italiano per concordare la struttura organizzativa della costituenda nuova società, bilanciata tra IT ed UK, e nominare i relativi dirigenti;
nel 2008 il lavoro del team di transizione si è concretizzato in un nuovo marchio, non in una nuova società, SelexGalileo, sotto il quale si presentano le due società, che, di fatto, sono ancora due entità legali distinte;
pur essendo il capitale italiano pari al 100 per cento del patrimonio azionario, la struttura organizzativa realizzata relega gli italiani a posizioni di secondo piano e prevede il controllo UK delle seguenti funzioni aziendali primarie: il CEO (amministratore delegato), il direttore finanziario, il direttore marketing, sales, and commercial;
in questo modo si è ottenuto il controllo delle finanze e del mercato e conseguentemente dell'intera società;
di fatto il totale controllo della nuova società è in mani inglesi, depauperando il patrimonio italiano tecnologico e di mercato e consegnando in mani straniere un settore strategico della difesa nazionale (tecnologie, ricerca, investimenti, procedure, informazioni). Questo evento costituisce una grave minaccia per l'industria della difesa italiana, in quanto i prodotti di Galileo Avionica sono installati su un enorme numero di apparati militari, che spaziano dagli elicotteri Mangusta ai Tornado, dai carri Centauro al Typhoon, dai carri Ariete agli incrociatori, alle fregate e così via;
per quanto attiene il mercato estero, il controllo da parte inglese preclude l'accesso a numerosi paesi con i quali l'Italia e Galileo Avionica intrattenevano ottime e proficue relazioni;
ad aggravare la situazione, ci sarebbero poi le esternazioni fatte in più circostanze da mister Mogford relativamente alla sua volontà di effettuare tagli di personale negli stabilimenti italiani, esattamente come ha iniziato a fare nello stabilimento inglese di Basildon da settembre;

la presenza di Galileo Avionica su tutto il territorio nazionale, da Torino a Trieste, da Milano a Palermo, passando per Roma, Firenze, Genova e così via, fa assumere a questa vicenda una valenza nazionale -:
se non ritengano opportuno intervenire a fronte della situazione sopra esposta e quali siano le valutazioni in merito anche in considerazione del possibile danno all'immagine non solo di Galileo Avionica ma di tutto il gruppo Finmeccanica così come si evince dalla citata stampa internazionale;
se qualora si concretizzasse il controllo di Galileo Avionica da parte degli inglesi non vi siano rischi alla sovranità delle tecnologie nazionali e in particolare se Galileo Avionica abbia pieno accesso alle attività della Selex SAS Ltd;
se esistano rischi che questa situazione si traduca in una notevole perdita di posti di lavoro e professionalità, sia direttamente sia nell'indotto, in un settore tecnologicamente all'avanguardia;
se questo si tradurrà in un ulteriore perdita di competitività dell'industria italiana in Europa e in quei mercati a forte crescita;
se tale situazione stia avvenendo con l'apparente tacito consenso del Governo che controlla, tramite il Ministero dello sviluppo economico e dell'economia e delle finanze, Finmeccanica e quindi Galileo Avionica.
(4-09783)

BARBARO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della difesa, al Ministro degli affari esteri, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'attuale amministratore delegato e presidente di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini, è in carica dal 2002;
il titolo Finmeccanica è passato dai 23,19 euro del 17 giugno 2007 agli 8,97 euro del 21 novembre 2010, cioè prima dell'inizio della bufera giudiziaria sui presunti fondi neri -:
quali siano le motivazioni del Governo di fronte al trend negativo del titolo di Finmeccanica che ha caratterizzano il periodo dell'attuale management e se ciò non metta a repentaglio tutto il comparto industriale della difesa italiana, scatenando così una crisi del settore paragonabile a quella che ha colpito i titoli USA nel settore immobiliare;
se non ritenga opportuno conoscere le proiezioni finanziarie di Finmeccanica alla luce delle recenti acquisizioni a fronte di andamento fortemente negativo del titolo che è costantemente decresciuto di valore in borsa negli ultimi anni;
quali siano gli intendimenti del Governo, azionista di riferimento di Finmeccanica, di fronte all'andamento negativo del titolo Finmeccanica e al contestuale aumento negli anni dello stipendio dell'attuale amministratore delegato e presidente Pier Francesco Guarguaglini.
(4-09805)

EVANGELISTI e LEOLUCA ORLANDO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
dalla fine degli anni '80, l'epidemia di HIV/AIDS è divenuta uno dei principali problemi sanitari mondiali e una delle grandi priorità dell'Unione europea; il 1o dicembre se ne ricorda in tutto il mondo la drammaticità con l'istituzione di una giornata mondiale dedicata ad accrescere la coscienza della epidemia mondiale dovuta alla diffusione del virus HIV. La ricorrenza fu stata scelta in quanto il primo caso di AIDS fu stato diagnosticato proprio il 1o dicembre 1981 e da allora l'AIDS ha ucciso oltre 25 milioni di persone, diventando una delle epidemie più distruttive che la storia ricordi;
se si analizza la diffusione del fenomeno in ambito internazionale, si evidenzia come nei Paesi sottosviluppati e in

quelli in via di sviluppo, in particolare nel continente africano, la situazione è ben più drammatica e l'AIDS rappresenta un problema sanitario e sociale gravissimo e tragico nelle sue dimensioni;
secondo il rapporto UnAids, il Programma congiunto delle Nazioni unite sull'Hiv-Aids presentato lo scorso 23 novembre, il numero degli infettati dal virus HIV, causa a sua volta dell'Aids, è stimato in 33,3 milioni nel mondo; si stima che solo nel 2009 siano stati 2,6 milioni i nuovi casi di contagio ma la buona notizia è che, rispetto al 2001, quest'ultima cifra ha fatto segnare un decremento del 19-20 per cento, vale a dire circa un quinto;
ancora più sensibile, secondo il rapporto Onu, appare il calo registrato tra le giovani generazioni in quindici tra i Paesi dove il fenomeno è particolarmente diffuso: oltre il 25 per cento, cioè più di un quarto del totale, grazie in particolare alla maggiore informazione e alla conseguente adozione di pratiche sessuali protette; i bambini, come è noto, sono la popolazione più vulnerabile alla pandemia dell'HIV: oltre 15 milioni di bambini sotto i 15 anni sono orfani a causa di HIV/AIDS e oltre 2 milioni sono sieropositivi. Ogni minuto un bambino muore per cause collegate all'HIV/AIDS e quattro nuovi contagi avvengono fra adolescenti di età inferiore ai 15 anni;
la terribile malattia, come ci informa il rapporto Onu, si può però sia rallentarla che farla regredire ma occorrono una lotta e un impegno serrati, soprattutto da un punto di vista finanziario;
strumento fondamentale di cooperazione e aiuto internazionale in questo ambito è rappresentato dal Fondo globale per la lotta contro l'AIDS, la tubercolosi e la malaria;
tale Fondo, va ricordato, è un meccanismo internazionale di finanziamento destinato a raccogliere e erogare fondi per la lotta a queste tre pandemie ed è stato promosso nella sessione speciale dell'Assemblea generale dell'Onu, tenutasi a New York nel giugno 2001, e istituito nel vertice dei Paesi membri del G8 del 2001 a Genova, proprio su impulso del nostro Paese;
il nostro Governo si era poi impegnato di fronte al G8 tenuto a L'Aquila non solo a saldare i debiti (pari a 290 milioni di euro) entro la fine dell'agosto 2009, ma anche a incrementare le risorse italiane a favore del Fondo di altri 30 milioni di euro; inoltre, si era impegnato a rispettare entro quest'anno gli impegni che aveva assunto nell'ambito del Global fund a sostegno dell'Africa, dopo essere stato aspramente criticato per aver finora disatteso tali impegni in quanto tali fondi sono stati recentemente tagliati in occasione dei recenti interventi governativi per fronteggiare la crisi economica;
dalla sua istituzione, il fondo globale ha approvato quasi 600 progetti di finanziamento, distribuiti tra 137 Paesi, per un valore totale di 10,2 miliardi di dollari. In questi anni di attività, il fondo è riuscito a salvare circa 2,5 milioni di vite umane;
vale la pena sottolineare che l'Italia si è impegnata per 2,5 miliardi di dollari in 5 anni (2010-2015), per 130 milioni di dollari l'anno (2008-2010) di contributo al fondo globale per la lotta ad AIDS, tubercolosi e malaria per 1,8 miliardi di dollari per la prevenzione e cura dell'AIDS in età pediatrica e per 1,5 miliardi di dollari per la prevenzione della trasmissione dell'HIV da madre a figlio, oltre a partecipare a iniziative per lo sviluppo dei vaccini e per la formazione del personale sanitario, con particolare riferimento alla salute riproduttiva per la prevenzione della mortalità materna;
attualmente, però, il fondo globale per la lotta ad AIDS, tubercolosi e malaria si trova di fronte a 5 miliardi di dollari in meno rispetto ai finanziamenti previsti per il 2009-2010 ed è evidente che in assenza di adeguate risorse finanziarie risulta ancora più difficile garantire interventi sanitari per le popolazioni più vulnerabili;
al recente vertice G8 canadese di giugno, i Paesi partecipanti avevano ribadito

(nella sezione della dichiarazione finale relativa alla cooperazione allo sviluppo) alcuni impegni che prevedevano, tra gli altri, un aumento complessivo delle risorse finanziarie destinate alla cooperazione, il pieno sostegno finanziario al fondo globale per la lotta all'AIDS, tubercolosi e altre pandemie nonché la necessità di accelerare i progressi per migliorare la salute materna e riproduttiva;
nello scorso ciclo di rifinanziamento al fondo globale l'Italia aveva scelto di confermare un contributo sul triennio di 130 milioni di euro annui, ma al momento il Governo, a quanto consta all'interrogante, non ha ancora ufficializzato il suo nuovo impegno finanziario e non ha reso noto se intenda aumentare, mantenere o ridurre il contributo annuale, malgrado si sia tenuta, lo scorso ottobre, a New York la Conferenza di rifinanziamento dei Paesi donatori che hanno invece confermato e rinnovato il proprio sostegno finanziario, anche con percentuali di incremento comprese tra il 15 e il 20 per cento;
l'Italia, tra l'altro, si è presentata alla Conferenza dei Paesi donatori, senza aver ancora versato le quote ordinarie e contributi straordinari a favore del fondo globale per gli anni 2009 e 2010, malgrado fosse vincolata dall'approvazione della mozione 1/00254, con la quale il Governo era stato impegnato a versare i 130 milioni di euro dovuti al fondo globale per la lotta all'AIDS, tubercolosi e malaria entro la fine del 2009;
l'investimento italiano nel fondo globale ha rappresentato in media negli ultimi anni il 50 per cento dell'investimento italiano nel settore salute, con la conseguenza che il mancato versamento delle quote pregresse rischia di mettere in crisi l'intera cooperazione italiana nel settore sanitario -:
quali siano gli intendimenti urgenti del Governo per porre fine al grave ritardo nell'adempimento delle quote dovute per il 2009 e il 2010 al Fondo globale per la lotta Hiv/AIDS, tubercolosi e malaria, e soprattutto con quale tempistica e con quale concreto e reale impegno finanziario per il prossimo triennio;
come intenda sostenere i programmi di intervento e di aiuto necessari e urgenti nella lotta contro l'AIDS, soprattutto attraverso accordi bilaterali tra l'Italia ed i Paesi in via di sviluppo, finanziati e coordinati dal Ministero degli affari esteri, e lo strumento della cooperazione internazionale.
(4-09806)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'11 novembre 2010, Guido Bertolaso, ha lasciato il vertice della Protezione civile che ricopriva dal 2001 per andare in pensione;
dal 2001 la competenza della Protezione civile si è ampliata a ricomprendere i cosiddetti «grandi eventi» con 34 dichiarazioni adottate in tale senso e con 81 gestioni commissariali istituite in seguito alla dichiarazione di stato d'emergenza o di «grande evento»;
nella XVI legislatura in corso, da maggio 2008 ad agosto 2010, in 63 riunioni del Consiglio dei ministri, su 104 complessivamente tenute, sono stati adottati 154 provvedimenti d'emergenza che nel dettaglio hanno riguardato: 47 dichiarazioni dello stato di emergenza; 107 proroghe dello stato d'emergenza;
l'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture ha presentato, il 22 giugno 2010, la sua relazione che, al capitolo VII sugli interventi emergenziali, rivolge particolare attenzione a quelli realizzati a seguito di ordinanze di protezione civile comprese quelle relative ai "grandi eventi" e dall'analisi delle ordinanze di protezione civile emanate dal 1o gennaio 2001 al 31 marzo 2010 fa emergere che quelle relative al

settore appalti sono state 302 e hanno riguardato uno stanziamento complessivo di risorse pubbliche pari a 12.894.770.574,38 euro così ripartite negli anni:

Anno Importo spesa globale N. ordinanze
2001 1.956.118.571,91 28
2002 1.109.004.356,10 33
2003 283.763.347,26 24
2004 730.730.577,28 30
2005 253.074.138,76 24
2006 2.788.111.622,26 34
2007 1.057.819.764,68 39
2008 2.730.451.115,39 41
2009 3.939.859.534,08 49
totale 12.894.770.574,38 302

tra le disposizioni del codice dei contratti pubblici più di frequente derogate si rinvengono quelle relative alla figura del responsabile del procedimento, alla qualificazione necessaria per eseguire i lavori, alle procedure di scelta del contraente, alle modalità di pubblicazione dei bandi ed ai relativi termini, ai criteri di selezione delle offerte e verifica delle offerte anormalmente basse, alla progettazione, alle garanzie in fase di gara ed esecuzione, ai subappalti;
l'elaborazione dei dati che emergono dal numero delle ordinanze esaminate, dalla tipologia delle disposizioni derogate e dagli importi stanziati per gli interventi urgenti, permette di evidenziare che nell'arco dell'ultimo decennio una fetta rilevante di spesa pubblica è stata impiegata per investimenti relativi ad interventi sottratti in tutto o in parte non solo all'osservanza delle procedure previste dal codice degli appalti, ma, in alcuni casi di non poca rilevanza e specialmente nell'ambito dei «grandi eventi», anche ad ogni attività di rilevazione e controllo da parte dell'Autorità di vigilanza;
si tratta inoltre di atti sottratti al controllo preventivo della Corte dei Conti come si evince dalla norma di interpretazione autentica di cui all'articolo 14 del decreto-legge n. 90 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 123 del 2008;
la Corte dei Conti nella recente deliberazione n. 5/2010 ha suggerito un contenimento dello strumento del «grande evento», suggerimento condiviso anche dall'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, che ha sottolineato non solo i profili di legittimità ma anche «la necessità di evitare turbative di mercato che si traducono in una sistematica alterazione della libera concorrenza»;
il 19 ottobre, in occasione dell'insediamento del neo presidente dei magistrati contabili, Luigi Giampaolino, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, nel suo intervento alla cerimonia ha dichiarato che: «Il governo, in un contesto di leale cooperazione istituzionale - ha detto Letta - vede nello svolgimento delle funzioni della Corte un supporto importante, cui ricorrere anche oltre i limiti strettamente imposti dalla legge, ad esempio avvalendosi della facoltà di avviare alcuni rilevanti provvedimenti al controllo preventivo di legittimità della Corte» lasciando intendere l'intenzione del Governo di sottoporre al controllo della Corte dei Conti anche le ordinanze della Protezione Civile per le quali la legge non impone tale passaggio;
nella risposta del 15 aprile 2010 all'interrogazione n. 2-00647, lo stesso Guido Bertolaso affermava che: «Per quanto attiene alla rendicontazione delle spese, l'articolo 5, comma 5-bis della legge 24 febbraio 1992, n. 225 prevede che i Commissari delegati rendicontino, entro il quarantesimo giorno dalla chiusura di ciascun esercizio e dal termine della gestione o del loro incarico, le entrate e le spese riguardanti l'intervento delegato. I rendiconti corredati dalla documentazione giustificativa debbono essere trasmessi, per i relativi controlli, al Ministero dell'economia e delle finanze» e che «al fine di assicurare la massima trasparenza a tutte

le attività di competenza del Dipartimento di protezione civile ... erano in corso di predisposizione i relativi supporti informatici» -:
se si intenda pubblicare on line ed in che tempi, la rendicontazione analitica dell'operato del commissario delegato nominato con OPCM n. 3552 del 16 giugno 2006 per l'emergenza Bari e Brindisi, eventi alluvionali del 22 e 23 ottobre e 7 novembre 2005;
se, considerando anche la durata pluriennale della gestione commissariale, il dipartimento abbia tenuto una contabilità aggiornata e dettagliata della stessa.
(4-09815)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'11 novembre 2010, Guido Bertolaso, ha lasciato il vertice della Protezione civile che ricopriva dal 2001 per andare in pensione;
dal 2001 la competenza della Protezione civile si è ampliata a ricomprendere i cosiddetti «grandi eventi» con 34 dichiarazioni adottate in tale senso e con 81 gestioni commissariali istituite in seguito alla dichiarazione di stato d'emergenza o di «grande evento»;
nella XVI legislatura in corso, da maggio 2008 ad agosto 2010, in 63 riunioni del Consiglio dei ministri, su 104 complessivamente tenute, sono stati adottati 154 provvedimenti d'emergenza che nel dettaglio hanno riguardato: 47 dichiarazioni dello stato di emergenza; 107 proroghe dello stato d'emergenza;
l'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture ha presentato, il 22 giugno 2010, la sua relazione che, al capitolo VII sugli interventi emergenziali, rivolge particolare attenzione a quelli realizzati a seguito di ordinanze di protezione civile comprese quelle relative ai "grandi eventi" e dall'analisi delle ordinanze di protezione civile emanate dal 1o gennaio 2001 al 31 marzo 2010 fa emergere che quelle relative alsettore appalti sono state 302 e hanno riguardato uno stanziamento complessivo di risorse pubbliche pari a 12.894.770.574,38 euro così ripartite negli anni:

Anno Importo spesa globale N. ordinanze
2001 1.956.118.571,91 28
2002 1.109.004.356,10 33
2003 283.763.347,26 24
2004 730.730.577,28 30
2005 253.074.138,76 24
2006 2.788.111.622,26 34
2007 1.057.819.764,68 39
2008 2.730.451.115,39 41
2009 3.939.859.534,08 49
totale 12.894.770.574,38 302

tra le disposizioni del codice dei contratti pubblici più di frequente derogate si rinvengono quelle relative alla figura del responsabile del procedimento, alla qualificazione necessaria per eseguire i lavori, alle procedure di scelta del contraente, alle modalità di pubblicazione dei bandi ed ai relativi termini, ai criteri di selezione delle offerte e verifica delle offerte anormalmente basse, alla progettazione, alle garanzie in fase di gara ed esecuzione, ai subappalti;
l'elaborazione dei dati che emergono dal numero delle ordinanze esaminate, dalla tipologia delle disposizioni derogate e dagli importi stanziati per gli interventi urgenti, permette di evidenziare che nell'arco dell'ultimo decennio una fetta rilevante di spesa pubblica è stata impiegata per investimenti relativi ad interventi sottratti in tutto o in parte non solo all'osservanza delle procedure previste dal codice degli appalti, ma, in alcuni casi di non poca rilevanza e specialmente nell'ambito dei «grandi eventi», anche ad ogni attività

di rilevazione e controllo da parte dell'Autorità di vigilanza;
si tratta inoltre di atti sottratti al controllo preventivo della Corte dei Conti come si evince dalla norma di interpretazione autentica di cui all'articolo 14 del decreto-legge n. 90 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 123 del 2008;
la Corte dei Conti nella recente deliberazione n. 5/2010 ha suggerito un contenimento dello strumento del «grande evento», suggerimento condiviso anche dall'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, che ha sottolineato non solo i profili di legittimità ma anche «la necessità di evitare turbative di mercato che si traducono in una sistematica alterazione della libera concorrenza»;
il 19 ottobre, in occasione dell'insediamento del neo presidente dei magistrati contabili, Luigi Giampaolino, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, nel suo intervento alla cerimonia ha dichiarato che: «Il governo, in un contesto di leale cooperazione istituzionale - ha detto Letta - vede nello svolgimento delle funzioni della Corte un supporto importante, cui ricorrere anche oltre i limiti strettamente imposti dalla legge, ad esempio avvalendosi della facoltà di avviare alcuni rilevanti provvedimenti al controllo preventivo di legittimità della Corte», lasciando intendere l'intenzione del Governo di sottoporre al controllo della Corte dei Conti anche le ordinanze della Protezione civile per le quali la legge non impone tale passaggio;
nella risposta del 15 aprile 2010 all'interrogazione n. 2-00647, lo stesso Guido Bertolaso affermava che: «Per quanto attiene alla rendicontazione delle spese, l'articolo 5, comma 5-bis della legge 24 febbraio 1992, n. 225 prevede che i Commissari delegati rendicontino, entro il quarantesimo giorno dalla chiusura di ciascun esercizio e dal termine della gestione o del loro incarico, le entrate e le spese riguardanti l'intervento delegato. I rendiconti corredati dalla documentazione giustificativa debbono essere trasmessi, per i relativi controlli, al Ministero dell'economia e delle finanze» e che «al fine di assicurare la massima trasparenza a tutte le attività di competenza del Dipartimento di protezione civile ... erano in corso di predisposizione i relativi supporti informatici» -:
se si intenda pubblicare on line ed in che tempi, la rendicontazione analitica dell'operato del commissario delegato nominato con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3711 del 31 ottobre 2008 per l'emergenza Cagliari avversità atmosferiche 22 ottobre 2008;
se, considerando anche la durata pluriennale della gestione commissariale, il dipartimento abbia tenuto una contabilità aggiornata e dettagliata della stessa.
(4-09816)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'11 novembre 2010, Guido Bertolaso, ha lasciato il vertice della Protezione civile che ricopriva dal 2001 per andare in pensione;
dal 2001 la competenza della Protezione civile si è ampliata a ricomprendere i cosiddetti «grandi eventi» con 34 dichiarazioni adottate in tale senso e con 81 gestioni commissariali istituite in seguito alla dichiarazione di stato d'emergenza o di «grande evento»;
nella XVI legislatura in corso, da maggio 2008 ad agosto 2010, in 63 riunioni del Consiglio dei ministri, su 104 complessivamente tenute, sono stati adottati 154 provvedimenti d'emergenza che nel dettaglio hanno riguardato: 47 dichiarazioni dello stato di emergenza; 107 proroghe dello stato d'emergenza;

l'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture ha presentato, il 22 giugno 2010, la sua relazione che, al capitolo VII sugli interventi emergenziali, rivolge particolare attenzione a quelli realizzati a seguito di ordinanze di protezione civile comprese quelle relative ai "grandi eventi" e dall'analisi delle ordinanze di protezione civile emanate dal 1o gennaio 2001 al 31 marzo 2010 fa emergere che quelle relative al settore appalti sono state 302 e hanno riguardato uno stanziamento complessivo di risorse pubbliche pari a 12.894.770.574,38 euro così ripartite negli anni:

Anno Importo spesa globale N. ordinanze
2001 1.956.118.571,91 28
2002 1.109.004.356,10 33
2003 283.763.347,26 24
2004 730.730.577,28 30
2005 253.074.138,76 24
2006 2.788.111.622,26 34
2007 1.057.819.764,68 39
2008 2.730.451.115,39 41
2009 3.939.859.534,08 49
totale 12.894.770.574,38 302

tra le disposizioni del codice dei contratti pubblici più di frequente derogate si rinvengono quelle relative alla figura del responsabile del procedimento, alla qualificazione necessaria per eseguire i lavori, alle procedure di scelta del contraente, alle modalità di pubblicazione dei bandi ed ai relativi termini, ai criteri di selezione delle offerte e verifica delle offerte anormalmente basse, alla progettazione, alle garanzie in fase di gara ed esecuzione, ai subappalti;
l'elaborazione dei dati che emergono dal numero delle ordinanze esaminate, dalla tipologia delle disposizioni derogate e dagli importi stanziati per gli interventi urgenti, permette di evidenziare che nell'arco dell'ultimo decennio una fetta rilevante di spesa pubblica è stata impiegata per investimenti relativi ad interventi sottratti in tutto o in parte non solo all'osservanza delle procedure previste dal codice degli appalti, ma, in alcuni casi di non poca rilevanza e specialmente nell'ambito dei «grandi eventi», anche ad ogni attività di rilevazione e controllo da parte dell'Autorità di vigilanza;
si tratta inoltre di atti sottratti al controllo preventivo della Corte dei Conti come si evince dalla norma di interpretazione autentica di cui all'articolo 14 del decreto-legge n. 90 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 123 del 2008;
la Corte dei Conti nella recente deliberazione n. 5/2010 ha suggerito un contenimento dello strumento del «grande evento», suggerimento condiviso anche dall'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, che ha sottolineato non solo i profili di legittimità ma anche «la necessità di evitare turbative di mercato che si traducono in una sistematica alterazione della libera concorrenza»;
il 19 ottobre, in occasione dell'insediamento del neo presidente dei magistrati contabili, Luigi Giampaolino, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, nel suo intervento alla cerimonia ha dichiarato che: «Il governo, in un contesto di leale cooperazione istituzionale - ha detto Letta - vede nello svolgimento delle funzioni della Corte un supporto importante, cui ricorrere anche oltre i limiti strettamente imposti dalla legge, ad esempio avvalendosi della facoltà di avviare alcuni rilevanti provvedimenti al controllo preventivo di legittimità della Corte», lasciando intendere l'intenzione del Governo di sottoporre al controllo della Corte dei Conti anche le ordinanze della Protezione civile per le quali la legge non impone tale passaggio;
nella risposta del 15 aprile 2010 all'interrogazione n. 2-00647, lo stesso Guido Bertolaso affermava che: «Per quanto attiene alla rendicontazione delle spese, l'articolo 5, comma 5-bis della legge

24 febbraio 1992, n. 225 prevede che i Commissari delegati rendicontino, entro il quarantesimo giorno dalla chiusura di ciascun esercizio e dal termine della gestione o del loro incarico, le entrate e le spese riguardanti l'intervento delegato. I rendiconti corredati dalla documentazione giustificativa debbono essere trasmessi, per i relativi controlli, al Ministero dell'economia e delle finanze» e che «al fine di assicurare la massima trasparenza a tutte le attività di competenza del Dipartimento di protezione civile ... erano in corso di predisposizione i relativi supporti informatici» -:
se si intenda pubblicare on line ed in che tempi, la rendicontazione analitica dell'operato del commissario delegato nominato con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3741 del 18 febbraio 2009 per l'emergenza: Calabria eventi avversi eccezionali gennaio 2009;
se, considerando anche la durata pluriennale della gestione commissariale, il dipartimento abbia tenuto una contabilità aggiornata e dettagliata della stessa.
(4-09817)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'11 novembre 2010, Guido Bertolaso, ha lasciato il vertice della Protezione civile che ricopriva dal 2001 per andare in pensione;
dal 2001 la competenza della Protezione civile si è ampliata a ricomprendere i cosiddetti «grandi eventi» con 34 dichiarazioni adottate in tale senso e con 81 gestioni commissariali istituite in seguito alla dichiarazione di stato d'emergenza o di «grande evento»;
nella XVI legislatura in corso, da maggio 2008 ad agosto 2010, in 63 riunioni del Consiglio dei ministri, su 104 complessivamente tenute, sono stati adottati 154 provvedimenti d'emergenza che nel dettaglio hanno riguardato: 47 dichiarazioni dello stato di emergenza; 107 proroghe dello stato d'emergenza;
l'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture ha presentato, il 22 giugno 2010, la sua relazione che, al capitolo VII sugli interventi emergenziali, rivolge particolare attenzione a quelli realizzati a seguito di ordinanze di protezione civile comprese quelle relative ai "grandi eventi" e dall'analisi delle ordinanze di protezione civile emanate dal 1o gennaio 2001 al 31 marzo 2010 fa emergere che quelle relative al settore appalti sono state 302 e hanno riguardato uno stanziamento complessivo di risorse pubbliche pari a 12.894.770.574,38 euro così ripartite negli anni:

Anno Importo spesa globale N. ordinanze
2001 1.956.118.571,91 28
2002 1.109.004.356,10 33
2003 283.763.347,26 24
2004 730.730.577,28 30
2005 253.074.138,76 24
2006 2.788.111.622,26 34
2007 1.057.819.764,68 39
2008 2.730.451.115,39 41
2009 3.939.859.534,08 49
totale 12.894.770.574,38 302

tra le disposizioni del codice dei contratti pubblici più di frequente derogate si rinvengono quelle relative alla figura del responsabile del procedimento, alla qualificazione necessaria per eseguire i lavori, alle procedure di scelta del contraente, alle modalità di pubblicazione dei bandi ed ai relativi termini, ai criteri di selezione delle offerte e verifica delle offerte anormalmente basse, alla progettazione, alle garanzie in fase di gara ed esecuzione, ai subappalti;
l'elaborazione dei dati che emergono dal numero delle ordinanze esaminate,

dalla tipologia delle disposizioni derogate e dagli importi stanziati per gli interventi urgenti, permette di evidenziare che nell'arco dell'ultimo decennio una fetta rilevante di spesa pubblica è stata impiegata per investimenti relativi ad interventi sottratti in tutto o in parte non solo all'osservanza delle procedure previste dal codice degli appalti, ma, in alcuni casi di non poca rilevanza e specialmente nell'ambito dei «grandi eventi», anche ad ogni attività di rilevazione e controllo da parte dell'Autorità di vigilanza;
si tratta inoltre di atti sottratti al controllo preventivo della Corte dei Conti come si evince dalla norma di interpretazione autentica di cui all'articolo 14 del decreto-legge n. 90 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 123 del 2008;
la Corte dei Conti nella recente deliberazione n. 5/2010 ha suggerito un contenimento dello strumento del «grande evento», suggerimento condiviso anche dall'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, che ha sottolineato non solo i profili di legittimità ma anche «la necessità di evitare turbative di mercato che si traducono in una sistematica alterazione della libera concorrenza»;
il 19 ottobre, in occasione dell'insediamento del neo presidente dei magistrati contabili, Luigi Giampaolino, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, nel suo intervento alla cerimonia ha dichiarato che: «Il governo, in un contesto di leale cooperazione istituzionale - ha detto Letta - vede nello svolgimento delle funzioni della Corte un supporto importante, cui ricorrere anche oltre i limiti strettamente imposti dalla legge, ad esempio avvalendosi della facoltà di avviare alcuni rilevanti provvedimenti al controllo preventivo di legittimità della Corte», lasciando intendere l'intenzione del Governo di sottoporre al controllo della Corte dei Conti anche le ordinanze della Protezione civile per le quali la legge non impone tale passaggio;
nella risposta del 15 aprile 2010 all'interrogazione n. 2-00647, lo stesso Guido Bertolaso affermava che: «Per quanto attiene alla rendicontazione delle spese, l'articolo 5, comma 5-bis della legge 24 febbraio 1992, n. 225 prevede che i Commissari delegati rendicontino, entro il quarantesimo giorno dalla chiusura di ciascun esercizio e dal termine della gestione o del loro incarico, le entrate e le spese riguardanti l'intervento delegato. I rendiconti corredati dalla documentazione giustificativa debbono essere trasmessi, per i relativi controlli, al Ministero dell'economia e delle finanze» e che «al fine di assicurare la massima trasparenza a tutte le attività di competenza del Dipartimento di protezione civile ... erano in corso di predisposizione i relativi supporti informatici» -:
se si intenda pubblicare on line ed in che tempi, la rendicontazione analitica dell'operato del commissario delegato nominato con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3427 del 28 aprile 2005 per l'emergenza: Cerzeto-Cosenza, movimento franoso;
se, considerando anche la durata pluriennale della gestione commissariale, il dipartimento abbia tenuto una contabilità aggiornata e dettagliata della stessa.
(4-09818)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'11 novembre 2010, Guido Bertolaso, ha lasciato il vertice della Protezione civile che ricopriva dal 2001 per andare in pensione;
dal 2001 la competenza della Protezione civile si è ampliata a ricomprendere i cosiddetti «grandi eventi» con 34 dichiarazioni adottate in tale senso e con 81

gestioni commissariali istituite in seguito alla dichiarazione di stato d'emergenza o di «grande evento»;
nella XVI legislatura in corso, da maggio 2008 ad agosto 2010, in 63 riunioni del Consiglio dei ministri, su 104 complessivamente tenute, sono stati adottati 154 provvedimenti d'emergenza che nel dettaglio hanno riguardato: 47 dichiarazioni dello stato di emergenza; 107 proroghe dello stato d'emergenza;
l'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture ha presentato, il 22 giugno 2010, la sua relazione che, al capitolo VII sugli interventi emergenziali, rivolge particolare attenzione a quelli realizzati a seguito di ordinanze di protezione civile comprese quelle relative ai "grandi eventi" e dall'analisi delle ordinanze di protezione civile emanate dal 1o gennaio 2001 al 31 marzo 2010 fa emergere che quelle relative alsettore appalti sono state 302 e hanno riguardato uno stanziamento complessivo di risorse pubbliche pari a 12.894.770.574,38 euro così ripartite negli anni:

Anno Importo spesa globale N. ordinanze
2001 1.956.118.571,91 28
2002 1.109.004.356,10 33
2003 283.763.347,26 24
2004 730.730.577,28 30
2005 253.074.138,76 24
2006 2.788.111.622,26 34
2007 1.057.819.764,68 39
2008 2.730.451.115,39 41
2009 3.939.859.534,08 49
totale 12.894.770.574,38 302

tra le disposizioni del codice dei contratti pubblici più di frequente derogate si rinvengono quelle relative alla figura del responsabile del procedimento, alla qualificazione necessaria per eseguire i lavori, alle procedure di scelta del contraente, alle modalità di pubblicazione dei bandi ed ai relativi termini, ai criteri di selezione delle offerte e verifica delle offerte anormalmente basse, alla progettazione, alle garanzie in fase di gara ed esecuzione, ai subappalti;
l'elaborazione dei dati che emergono dal numero delle ordinanze esaminate, dalla tipologia delle disposizioni derogate e dagli importi stanziati per gli interventi urgenti, permette di evidenziare che nell'arco dell'ultimo decennio una fetta rilevante di spesa pubblica è stata impiegata per investimenti relativi ad interventi sottratti in tutto o in parte non solo all'osservanza delle procedure previste dal codice degli appalti, ma, in alcuni casi di non poca rilevanza e specialmente nell'ambito dei «grandi eventi», anche ad ogni attività di rilevazione e controllo da parte dell'Autorità di vigilanza;
si tratta inoltre di atti sottratti al controllo preventivo della Corte dei Conti come si evince dalla norma di interpretazione autentica di cui all'articolo 14 del decreto-legge n. 90 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 123 del 2008;
la Corte dei Conti nella recente deliberazione n. 5/2010 ha suggerito un contenimento dello strumento del «grande evento», suggerimento condiviso anche dall'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, che ha sottolineato non solo i profili di legittimità ma anche «la necessità di evitare turbative di mercato che si traducono in una sistematica alterazione della libera concorrenza»;
il 19 ottobre, in occasione dell'insediamento del neo presidente dei magistrati contabili, Luigi Giampaolino, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, nel suo intervento alla cerimonia ha dichiarato che: «Il governo, in un contesto di leale cooperazione istituzionale - ha detto Letta - vede nello svolgimento delle funzioni della Corte un supporto importante, cui ricorrere anche oltre i limiti strettamente imposti dalla legge, ad esempio avvalendosi della facoltà di avviare alcuni rilevanti provvedimenti al controllo

preventivo di legittimità della Corte», lasciando intendere l'intenzione del Governo di sottoporre al controllo della Corte dei Conti anche le ordinanze della Protezione Civile per le quali la legge non impone tale passaggio;
nella risposta del 15 aprile 2010 all'interrogazione n. 2-00647, lo stesso Guido Bertolaso affermava che: «Per quanto attiene alla rendicontazione delle spese, l'articolo 5, comma 5-bis della legge 24 febbraio 1992, n. 225 prevede che i Commissari delegati rendicontino, entro il quarantesimo giorno dalla chiusura di ciascun esercizio e dal termine della gestione o del loro incarico, le entrate e le spese riguardanti l'intervento delegato. I rendiconti corredati dalla documentazione giustificativa debbono essere trasmessi, per i relativi controlli, al Ministero dell'economia e delle finanze» e che «al fine di assicurare la massima trasparenza a tutte le attività di competenza del Dipartimento di protezione civile ... erano in corso di predisposizione i relativi supporti informatici» -:
se si intenda pubblicare on line ed in che tempi, la rendicontazione analitica dell'operato del commissario delegato nominato con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3716 del 19 novembre 2008 per l'emergenza alluvionale;
se, considerando anche la durata pluriennale della gestione commissariale, il dipartimento abbia tenuto una contabilità aggiornata e dettagliata della stessa.
(4-09819)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'11 novembre 2010, Guido Bertolaso, ha lasciato il vertice della Protezione civile che ricopriva dal 2001 per andare in pensione;
dal 2001 la competenza della Protezione civile si è ampliata a ricomprendere i cosiddetti «grandi eventi» con 34 dichiarazioni adottate in tale senso e con 81 gestioni commissariali istituite in seguito alla dichiarazione di stato d'emergenza o di «grande evento»;
nella XVI legislatura in corso, da maggio 2008 ad agosto 2010, in 63 riunioni del Consiglio dei ministri, su 104 complessivamente tenute, sono stati adottati 154 provvedimenti d'emergenza che nel dettaglio hanno riguardato: 47 dichiarazioni dello stato di emergenza; 107 proroghe dello stato d'emergenza;
l'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture ha presentato, il 22 giugno 2010, la sua relazione che, al capitolo VII sugli interventi emergenziali, rivolge particolare attenzione a quelli realizzati a seguito di ordinanze di protezione civile comprese quelle relative ai "grandi eventi" e dall'analisi delle ordinanze di protezione civile emanate dal 1o gennaio 2001 al 31 marzo 2010 fa emergere che quelle relative al settore appalti sono state 302 e hanno riguardato uno stanziamento complessivo di risorse pubbliche pari a 12.894.770.574,38 euro così ripartite negli anni:

Anno Importo spesa globale N. ordinanze
2001 1.956.118.571,91 28
2002 1.109.004.356,10 33
2003 283.763.347,26 24
2004 730.730.577,28 30
2005 253.074.138,76 24
2006 2.788.111.622,26 34
2007 1.057.819.764,68 39
2008 2.730.451.115,39 41
2009 3.939.859.534,08 49
totale 12.894.770.574,38 302

tra le disposizioni del codice dei contratti pubblici più di frequente derogate si rinvengono quelle relative alla figura del responsabile del procedimento,

alla qualificazione necessaria per eseguire i lavori, alle procedure di scelta del contraente, alle modalità di pubblicazione dei bandi ed ai relativi termini, ai criteri di selezione delle offerte e verifica delle offerte anormalmente basse, alla progettazione, alle garanzie in fase di gara ed esecuzione, ai subappalti;
l'elaborazione dei dati che emergono dal numero delle ordinanze esaminate, dalla tipologia delle disposizioni derogate e dagli importi stanziati per gli interventi urgenti, permette di evidenziare che nell'arco dell'ultimo decennio una fetta rilevante di spesa pubblica è stata impiegata per investimenti relativi ad interventi sottratti in tutto o in parte non solo all'osservanza delle procedure previste dal codice degli appalti, ma, in alcuni casi di non poca rilevanza e specialmente nell'ambito dei «grandi eventi», anche ad ogni attività di rilevazione e controllo da parte dell'Autorità di vigilanza;
si tratta inoltre di atti sottratti al controllo preventivo della Corte dei Conti come si evince dalla norma di interpretazione autentica di cui all'articolo 14 del decreto-legge n. 90 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 123 del 2008;
la Corte dei Conti nella recente deliberazione n. 5/2010 ha suggerito un contenimento dello strumento del «grande evento», suggerimento condiviso anche dall'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, che ha sottolineato non solo i profili di legittimità ma anche «la necessità di evitare turbative di mercato che si traducono in una sistematica alterazione della libera concorrenza»;
il 19 ottobre, in occasione dell'insediamento del neo presidente dei magistrati contabili, Luigi Giampaolino, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, nel suo intervento alla cerimonia ha dichiarato che: «Il governo, in un contesto di leale cooperazione istituzionale - ha detto Letta - vede nello svolgimento delle funzioni della Corte un supporto importante, cui ricorrere anche oltre i limiti strettamente imposti dalla legge, ad esempio avvalendosi della facoltà di avviare alcuni rilevanti provvedimenti al controllo preventivo di legittimità della Corte», lasciando intendere l'intenzione del Governo di sottoporre al controllo della Corte dei Conti anche le ordinanze della Protezione civile per le quali la legge non impone tale passaggio;
nella risposta del 15 aprile 2010 all'interrogazione n. 2-00647, lo stesso Guido Bertolaso affermava che: «Per quanto attiene alla rendicontazione delle spese, l'articolo 5, comma 5-bis della legge 24 febbraio 1992, n. 225 prevede che i Commissari delegati rendicontino, entro il quarantesimo giorno dalla chiusura di ciascun esercizio e dal termine della gestione o del loro incarico, le entrate e le spese riguardanti l'intervento delegato. I rendiconti corredati dalla documentazione giustificativa debbono essere trasmessi, per i relativi controlli, al Ministero dell'economia e delle finanze» e che «al fine di assicurare la massima trasparenza a tutte le attività di competenza del Dipartimento di protezione civile ... erano in corso di predisposizione i relativi supporti informatici» -:
se si intenda pubblicare on line ed in che tempi, la rendicontazione analitica dell'operato dei commissari delegati, nelle persone dei Presidenti delle regioni Emilia Romagna, Liguria e Toscana nominati con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3850 del 19 febbraio 2010 per l'emergenza alluvionale dicembre 2009 e gennaio 2010.
(4-09820)

BERTOLINI, STRACQUADANIO, DE GIROLAMO e BIANCOFIORE. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
in occasione dell'Assemblea elettiva della federazione italiana sport invernali (FISI) svoltasi il 24 aprile 2010, l'ingegner Francesco Casamassima, consigliere dell'associazione sci accademico italiano

Roma - associazione dilettantistica (SAI) si presentava alla commissione di verifica dei poteri per farsi attribuire i voti relativi alla SAI e alla società sci club Frosinone, che a tal fine gli aveva conferito la relativa delega;
alla commissione di verifica dei poteri risultava che i voti dello sci club Frosinone erano già stati attribuiti al gruppo sciatori Subiaco rappresentato dal signor Pietro Zaccaria, a fronte di delega da quest'ultimo presentato alla medesima commissione;
solo dopo conferma inviata per mezzo fax dal presidente dello sci club Frosinone di aver rilasciato un'unica delega in favore della SAI, la commissione verifica poteri ha assegnato i voti dello sci club Frosinone all'ingegner Casamassima in rappresentanza della SAI;
all'apertura dei lavori dell'assemblea elettiva la commissione di verifica dei poteri non ha informato né il presidente della medesima assemblea né i presenti dell'avvenuta scoperta di una delega di voto artefatta (quella a favore del signor Pietro Zaccaria), nonostante gli obblighi previsti dal regolamento federale della FISI;
a fronte di tale palese irregolarità, i competenti organi della FISI non hanno avviato, né d'ufficio né a seguito di specifici esposti, alcuna iniziativa per la verifica delle responsabilità e la conseguente adozione di provvedimenti disciplinari;
all'esito delle votazioni in assemblea, Giovanni Morzenti, già presidente FISI dal 2007, veniva confermato nella carica, con uno scarto minimo di voti rispetto al quorum previsto;
i fatti ingenerano il forte dubbio che in occasione dell'assemblea elettiva possano essersi verificate irregolarità nelle operazioni di voto e che in particolare possano essere state prodotte altre deleghe di voto false, poi risultate determinanti nell'esito delle votazioni;
si rende quindi necessaria la verifica della correttezza delle votazioni e il controllo delle deleghe e delle schede di voto relative all'assemblea elettiva;
nonostante gli esposti e i solleciti presentati dalla SAI alla commissione giustizia e disciplina di II grado della FISI, e nonostante il ricorso accolto dalla commissione per l'accesso ai documenti amministrativi della Presidenza del Consiglio, la SAI non ha ancora potuto visionare, in qualità di parte interessata, le deleghe e le schede di voto relative all'Assemblea elettiva del 24 aprile 2010;
nel corso del procedimento svolto presso la Commissione per l'accesso ai documenti amministrativi della Presidenza del Consiglio, la FISI depositava una memoria con la quale pretestuosamente ed infondatamente precisava che gli atti erano stati rimessi alla commissione di giustizia e disciplinare di secondo grado;
le dimissioni dalla FIS (Federazione internazionale sci), presentate dal presidente della FISI Morzenti a seguito della sentenza di condanna in primo grado per concussione, recano un grave danno alla FISI privandola della rappresentanza in seno a tale organismo proprio quando sono imminenti decisioni importanti su eventi sportivi a livello internazionale che riguardano l'Italia, tra cui la candidatura di Cortina ad ospitare i mondiali di sci nel 2017 -:
di quali elementi disponga il Governo:
a) in relazione al fatto che sia consentita all'associazione sci accademico italiano Roma (SAI) la visione delle deleghe e delle schede di voto relative all'Assemblea elettiva della Federazione italiana sport invernali svoltasi il 24 aprile 2010, in conformità all'invito formulato dalla Commissione per l'accesso ai documenti amministrativi della Presidenza del Consiglio dei ministri;
b) in relazione a quanto accaduto nel corso dell'Assemblea ricordata in premessa sulla correttezza delle relative operazioni di voto;

in relazione al fatto che siano tutelati i diritti dei tesserati della FISI all'effettiva rappresentanza in seno alla federazione internazionale di sci e al pieno rispetto dei princìpi stabiliti dallo statuto e dal regolamento della stessa FISI.
(4-09821)

PIONATI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri. - Per sapere - premesso che:
nella gestione della Federcalcio da parte del presidente Giancarlo Abete, sono accaduti i sotto elencati fatti, agli atti degli organi della giustizia sportiva:
l'ex presidente del comitato interregionale, oltre che essere stato inibito per alcuni mesi ed aver lasciato un ingente disavanzo di bilancio, certificato dal commissario straordinario senatore Delogu, è stato assunto alle dipendenze della Federcalcio Srl con regolare stipendio;
l'attuale presidente della Commissione federale antidoping è stato inibito per doveri contrari al proprio ufficio;
inviava persone non abilitate e non qualificate a svolgere le funzioni di rappresentante antidoping con il rischio di rendere nullo il relativo controllo;
tale controllo è stato delegato dallo Stato al CONI ed alle Federazioni sportive ed è verosimilmente assimilabile alle funzioni di incaricato di pubblico servizio, con le eventuali responsabilità del caso;
oggi lo stesso presidente continua a svolgere le sue funzioni, nonostante che, in astratto, si potrebbe verificare una reiterazione della violazione della norma del codice di giustizia sportiva, mentre il vicepresidente che ha denunciato le accertate irregolarità è stato allontanato proprio perché scomodo;
gli inibiti ed i sanzionati anche per frode nello sport che, in un assordante silenzio del presidente Abete ricoprono delicatissimi incarichi negli organi tecnici della A.I.A. - SA;
in consiglio federale siede Renzo Ulivieri che è stato in passato squalificato per illecito sportivo (calcio scommesse) ed era altresì allenatore del Parma nella discussa gara Parma-Verona, su cui sta indagando al momento la procura della Repubblica presso il tribunale di Parma;
inoltre nella Federcalcio dell'attuale presidente non esistono regole: coloro che svolgono funzioni di controllori sono anche allo stesso tempo controllati;
il consigliere federale Ulivieri è allo stesso tempo direttore della scuola allenatori presso centro tecnico federale di Coverciano (Firenze) presidente del sindacato degli allenatori;
il presidente dell'AIA settore arbitrale Marcello Nicchi, è consigliere federale e nel contempo co-designatore della massima serie della divisione nazionale;
nell'ultimo consiglio federale il signor Petrone, procuratore dell'ex giocatore Baggio, è stato inserito personalmente dal presidente Abete nel comitato esecutivo del settore tecnico federale, di cui lo stesso Baggio è presidente;
a giudizio dell'interrogante, il CONI non ha esercitato le funzioni di vigilanza sull'operato delle federazioni, che gli sono attribuiti dalla legge -:
di quali elementi disponga il Governo e quali eventuali iniziative di competenza intenda assumere al riguardo.
(4-09822)

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AFFARI ESTERI

Interrogazione a risposta in Commissione:

ANGELI. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
per i principi di cui all'articolo 2 della Costituzione in materia di garanzia dei diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali dove svolge la sua personalità che richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale da

parte dello Stato, nonché dell'articolo 3 recante l'obbligo di parità e dignità sociale del cittadino davanti alla legge, da anni si dibatte su un importante questione riguardante una nostra realtà sociale, quella dei nostri connazionali all'estero; occorre, per loro, dare, la piena ed effettiva attuazione del predetto principio costituzionale della pari dignità sociale ed eguaglianza davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di religione, di cultura di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali del cittadino, senza contare il disposto di cui al secondo comma dell'articolo 3 della Costituzione, secondo cui, è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine sociale, che limitano, di fatto, la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione all'organizzazione politica economica e sociale del nostro Paese;
infatti, non possiamo dimenticare l'esistenza di un'altra Italia, costituita dalla collettività dei nostri connazionali stabilmente residenti all'estero, la quale ha diritto alle stesse prerogative e stessi diritti riservati ai cittadini italiani che vivono in Italia e la necessità di assicurare ai nostri connazionali, i medesimi trattamenti in materia assistenziale e previdenziale, ai fini della tutela della loro salute e dignità sociale e dei diritti tutti costituzionalmente sanciti che sono, di fatto, inderogabili;
per quanto riguarda la questione della concessione dell'assegno sociale (ex pensione sociale) ai connazionali che risiedono all'estero, è sicuramente un tema che impone considerazione ed adeguata trattazione, ma purtroppo da diverse legislature, non trova adeguata risoluzione. Sin dalla seduta del 22 ottobre 1976, durante la discussione del bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 1977, possiamo infatti trovarne traccia. In quell'occasione il deputato Tremaglia presentò un ordine del giorno dove era possibile leggere: «La Camera, nella osservanza e nel rispetto dei princìpi della giustizia sociale e della parità costituzionale dei cittadini, invita il Governo a corrispondere agli italiani residenti all'estero (...) e che rientrano nei casi previsti dalla legge, la pensione sociale con uguaglianza di trattamento rispetto a quanti si trovano in Italia (...)». Sono passati trentadue anni da quella seduta, ma ancora non si è trovata soluzione a questo problema anche se tutti i Governi ne hanno fatto una propria bandiera, soprattutto nelle ultime campagne elettorali, nelle quali gli italiani all'estero hanno giocato un ruolo da protagonisti;
l'interrogante, avendo nel cuore i nostri connazionali emigrati e conoscendo approfonditamente le difficoltà, non solo economiche, che i nostri connazionali lontani dalla patria incontrano quotidianamente, intende riproporre la questione, auspicandone l'esame e la risoluzione dal Governo;
peraltro, l'interrogante è già intervenuto a favore dei connazionali in Argentina sia con question time dallo stesso discusso in III Commissione il 19 gennaio scorso (interrogazione n. 5-02351 «Sul rinnovo del contratto con la SWISS MEDICAL, compagnia assicuratrice per gli Italiani residenti in Argentina») sia, a seguito di non soddisfacente risposta del Governo, con interrogazione a risposta scritta n. 4-05868 pubblicata il 26 gennaio scorso, presentata al Ministro degli affari esteri ed al Ministro dell'economia e delle finanze;
in quest'ultima, l'interrogante ha chiesto chiarimenti al Governo sulla effettiva e rapida risoluzione della grave situazione per cui sono stati ridotti i fondi alla SWISS MEDICAL ed alle risorse per la polizza sanitaria in Argentina, rispetto all'insieme dei sussidi ed interventi gravanti sui fondi del capitolo 3121 del bilancio del Ministero degli affari esteri, che vengono erogati a tutta la rete estera dei connazionali indigenti, in misura del 23 per cento rispetto al precedente importo annuo, quindi la riduzione dei fondi per vincoli di bilancio, ha comportato dannosi effetti sulla platea dei beneficiari, ridotta del 40 per cento, e cioè dagli 8.320 già

coperti si è passati a 5.000, con drastica riduzione di 3.200 anziani indigenti dalla copertura;
la riduzione è stata operata con l'utilizzo di criteri di misura di indigenza su base di criteri omogenei indicati dall'ambasciata in Argentina che hanno generato l'esclusione dalla copertura di ben 3.200 nostri connazionali, che ora sono inseriti nella lista suppletiva stilata con medesimi parametri, con danni alla salute e qualità di vita degli esclusi, che potrebbero versare in pericolo di vita, in quanto indigenti ed anziani, senza contare la possibilità di risarcimenti alla collettività e contenzioso contro la pubblica amministrazione, con aggravi al bilancio statale in caso di incapienza economica degli esclusi a sopperire alle spese sanitarie necessarie;
sono state chieste al Governo misure da adottare per eliminare detta discriminante esclusione dalla copertura sanitaria ai danni di una fascia sociale debole ed indifesa, che potrebbe essere assistita presso gli ospedali italiani presenti in Sudamerica, a pari condizioni di quelli rientranti nella fascia assicurata, cui potrebbero essere erogati i fondi decurtati alla SWISS MEDICAL, attingendo a risorse finanziarie disponibili, da stornare e erogare con priorità assoluta sui fondi dell'apposito capitolo del bilancio del Ministero degli affari esteri sopra citato, al fine di dare continuità all'assistenza sanitaria, ritenendo dall'interrogante altresì ingiusto e discriminatorio, che i connazionali indigenti già censiti e non inclusi nella polizza assicurativa con Swiss Medical - in aggiunta alle prestazioni previste dal Servizio Nazionale Pubblico argentino (PAMI) - possano solo usufruire per esigenze sanitarie, nell'ambito delle risorse finanziarie esistenti, dell'assistenza degli Uffici consolari attraverso l'erogazione d'interventi diretti;
a tale proposito l'interrogante quantifica la lista degli indigenti italiani in Argentina, secondo le stime esposte dal Governo, con cifre e criteri di cui sopra, censiti perciò in 8.320 unità, con la piena attendibilità assenta dal Governo;
si rende necessario, altresì, sanare un'altra manifesta iniquità e disparità di trattamento dei nostri connazionali residenti all'estero rispetto a chi risiede in patria e a tal fine, il nostro Governo, che sta dimostrando grande sensibilità e considerazione per la tutela dei lavoratori e della fasce indifese e indigenti della popolazione, dovrebbe auspicabilmente provvedere a garantire pari dignità e trattamento a chi onora ed ha onorato la Nazione in suolo straniero, lì insediandovi la propria esistenza, la famiglia, il lavoro, ma col cuore sempre presente nella terra natìa;
l'interrogante si riferisce all'assegno sociale che, come è noto, è una prestazione di natura assistenziale, riservata ai cittadini italiani che hanno 65 anni di età, che risiedono stabilmente in Italia e che hanno redditi inferiori ai limiti previsti dalla legge. Dal 1o gennaio 1996 l'assegno sociale ha sostituito la pensione sociale, che continua comunque ad essere erogata a coloro che, avendone i requisiti, ne hanno fatto domanda entro il 31 dicembre 1995;
altrettanto noto è che un cittadino italiano, o equiparato, può fare domanda di assegno sociale quando non percepisce alcun reddito o ne percepisce uno inferiore all'importo corrente dell'assegno sociale, ha raggiunto i 65 anni di età e risiede abitualmente in Italia. Sono equiparati ai cittadini italiani: gli abitanti di San Marino, i rifugiati politici, i cittadini di uno Stato dell'Unione europea residenti in Italia e i cittadini extracomunitari in possesso di carta di soggiorno. La residenza abituale in Italia è un requisito fondamentale tanto che, se il titolare di assegno sociale trasferisce all'estero la propria residenza, ne perde il diritto. Dal 1o gennaio 2009, inoltre, è richiesto l'ulteriore requisito costituito dal soggiorno legale, in via continuativa, per almeno dieci anni in Italia. L'assegno sociale, infine, è una prestazione che non spetta ai superstiti;
infatti, l'articolo 20, comma 10, del decreto-legge 25 giugno 2008 n. 112 (convertito,

con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008) ha stabilito che, a decorrere dal 1o gennaio 2009, l'assegno sociale, di cui all'articolo 3, comma 6, della legge n. 335 del 1995, debba essere corrisposto a coloro che, oltre al possesso dei prescritti requisiti, abbiano soggiornato legalmente, per almeno dieci anni in via continuativa, sul territorio nazionale. Attraverso tale previsione, in materia di immigrazione, si è inteso, in primo luogo, sanzionare quei ricongiungimenti familiari effettuati al solo scopo di ottenere la liquidazione delle prestazioni in argomento;
per l'anno 2009, l'importo mensile dell'assegno è di 409,05 euro. Ne deriva che, per lo stesso anno, l'importo annuo dell'assegno sociale è di 5.317,65 euro (cioè 409,05 x 13) e pertanto i limiti di reddito sono di 5.317,65 euro se il richiedente non è coniugato e di 10.635,30 euro annui (cioè 5.317,65 x 2) se il richiedente è coniugato. Se chi fa domanda non ha alcun reddito personale né insieme all'eventuale coniuge, percepisce l'assegno sociale in misura intera. Se, invece, i suoi redditi, quelli dell'eventuale coniuge oppure la somma di entrambi superano i limiti di legge, l'assegno sociale viene negato. Nel caso in cui il reddito del richiedente o quello del coniuge o la loro somma siano inferiori ai limiti di legge, l'assegno viene erogato con l'importo ridotto. In questo caso, sarà pagato un importo annuo pari alla differenza tra l'importo intero annuale dell'assegno sociale corrente e l'ammontare del reddito annuale;
per tutto quanto sopra, si può affermare che, alla pari dei cittadini italiani, comunitari (con l'iscrizione all'anagrafe comunale), extracomunitari (titolari di permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo), rifugiati politici e apolidi (titolari dei rispettivi titoli di soggiorno rilasciati dalle competenti autorità) anche i nostri connazionali ultrassessantacinquenni nati in Italia e residenti all'estero, che sono sprovvisti di reddito, ovvero possiedono redditi di importo inferiore ai limiti stabiliti dalla legge (italiana) e per di più parzialmente sprovvisti di copertura sanitaria, come in Argentina, avrebbero diritto, per motivi di equità, umanitari e di parità costituzionale a detta prestazione di carattere assistenziale, corrisposta dall'Inps per tredici mensilità e che prescinde dal pagamento dei contributi previdenziali, da erogare secondo reddito da considerare in relazione al cambio valutario, il tutto secondo modalità di legge vigenti;
detta prestazione assistenziale che la legge n. 335 del 1995 (cosiddetta «Riforma Dini») ha istituito, in luogo della pensione, prescinde dall'esistenza di un rapporto assicurativo e contributivo ma, come sopra detto, per l'erogazione attualmente è necessario possedere determinati requisiti di natura reddituale e di cittadinanza e di obbligo di residenza abituale in Italia; ciò non deve essere un ostacolo affinché ne possano usufruire anche i nostri connazionali residenti all'estero in possesso dei requisiti di legge. Per quanto concerne i capitoli di spesa dai quali attingere i fondi, potrebbe essere possibile farlo dagli stessi capitoli per i quali si attinge per gli italiani che risiedono nella madre patria ed assimilati, alla stregua di tutti i cittadini equiparati, per cui i nostri connazionali residenti all'estero, potrebbero presentare domanda su carta libera all'INPS tramite la più vicina rappresentanza consolare o diplomatica italiana che, compiuti i necessari accertamenti, la inoltrerebbe all'Istituto con proprio parere e, nel contempo, predisporrebbe per ogni circoscrizione, un apposito registro con le indicazioni essenziali per la individuazione del soggetto e della decorrenza del provvedimento concessorio;
in particolare, ai cittadini italiani ultrasessantacinquenni, nati nel territorio della Repubblica italiana e residenti in Argentina, già al momento censiti ai fini della classificazione di indigenza secondo i parametri omogenei indicata dalla nostra Ambasciata (8.320 unità) come affermato dal Governo in occasione delle summenzionate interrogazioni recentemente presentate dall'interrogante, potrebbe venire erogato, in tempi più rapidi, dall'Istituto

nazionale della previdenza sociale (INPS), per tredici mensilità l'anno, l'«assegno sociale» -:
quali iniziative anche di carattere normativo intenda adottare il Governo a favore dei nostri connazionali residenti all'estero, alla pari di tutti i cittadini italiani residenti in Patria e loro equiparati, per corrispondere l'«assegno sociale», alla pari dei cittadini italiani, dei comunitari (con l'iscrizione all'anagrafe comunale), degli extracomunitari (titolari di permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo), dei rifugiati politici e degli apolidi (titolari dei rispettivi titoli di soggiorno rilasciati dalle competenti autorità) poiché anche i nostri connazionali ultrassessantacinquenni nati in Italia e residenti all'estero, che sono sprovvisti di reddito, ovvero possiedono redditi di importo inferiore ai limiti stabiliti dalla legge italiana e per di più parzialmente sprovvisti di copertura sanitaria, come in Argentina dove sono stati già censiti dalle autorità consolari, avrebbero diritto, per motivi di equità, umanitari e di parità costituzionale, come detto in premessa, rispetto agli immigrati e ai cittadini italiani residenti in Italia, a detta prestazione di carattere assistenziale.
(5-03903)

Interrogazione a risposta scritta:

PICCHI. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
dal Corriere della Sera del 30 novembre 2010 si apprende che un'impiegata dell'istituto italiano di cultura di Amsterdam, già candidata alle elezioni politiche con l'Italia dei Valori, si sarebbe dedicata ad attività di propaganda politica durante l'orario lavorativo con il pubblico utente dell'istituto stesso;
il compito degli istituti italiani di cultura nel mondo è quello di promuovere e diffondere la cultura e la lingua italiana e non certo la propaganda politica a favore di questa o quella parte politica;
gli impiegati degli istituti italiani di cultura sono pagati con soldi pubblici;
quello riportato dal Corriere della Sera non è il primo episodio di questo tipo che coinvolge dipendenti di pubbliche amministrazioni italiane all'estero -:
quali siano le norme di comportamento cui devono attenersi i dipendenti degli istituti italiani di cultura, delle rappresentanze diplomatiche e consolari, nonché degli altri enti di pubbliche amministrazioni riguardo l'attività di propaganda politica sul luogo di lavoro e durante l'orario lavorativo e quali eventuali sanzioni siano previste;
se sia stata aperta una inchiesta interna e quali saranno eventualmente le sanzioni nei confronti della dipendente in premessa se fosse accertato quanto riportato dal Corriere della Sera.
(4-09801)

TESTO AGGIORNATO AL 17 GENNAIO 2011

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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta scritta:

COMAROLI, LANZARIN e STUCCHI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
dal mese di gennaio 2008, il consorzio dell'Adda è senza presidente e le relative funzioni sono affidate al direttore del consorzio sulla base di una lettera del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare pro tempore;
il consorzio dell'Adda gestisce la diga di Olginate, che regola il livello del lago di Como con lo scopo principale di dare più acqua agli utenti della valle per l'utilizzo a fini irrigui ed idroelettrici;

il consorzio dell'Adda è un ente di diritto pubblico, finanziato dalle quote contributive obbligatorie dei propri associati;
la regolazione del lago di Como coinvolge ed interessa tutti gli enti ed i soggetti che hanno competenze nell'intero bacino idrografico del fiume Adda;
i rapporti con le istituzioni pubbliche, come Ministeri, protezione civile, autorità di bacino del Po, regione, province, comunità montane, comuni, ARPA, associazioni e altro, sono quotidiani;
la nomina del presidente del consorzio dell'Adda è di diretta competenza del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, su indicazione della regione Lombardia;
l'importanza che riveste il consorzio per il territorio Bergamasco e Cremonese rende inspiegabile l'inerzia verificatasi in ordine alla nomina del presidente;
la situazione precaria, che si protrae da circa tre anni, danneggia soprattutto lo stesso consorzio dell'Adda -:
quale sia lo stato del procedimento di nomina del presidente del consorzio dell'Adda e in quali tempi si preveda che possa essere risolta la situazione precaria in cui versa il consorzio attualmente.
(4-09804)

TESTO AGGIORNATO AL 1° DICEMBRE 2010

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DIFESA

Interrogazioni a risposta immediata:

BOCCHINO e DI BIAGIO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il patrimonio immobiliare della difesa conta circa 18.500 abitazioni collocate su tutto il territorio nazionale, di cui circa 5.000 unità sono riconosciute ad utenti cosiddetti sine titulo, configurabili anche in personale militare in quiescenza che corrisponde un canone mensile non negoziato, né negoziabile ma «imposto», variabile tra i 400 e i 1.200 euro;
attualmente sul versante del gettito l'amministrazione raccoglie circa 35 milioni di euro annui dalle sopra indicate concessioni, risorse non trascurabili perché rappresentano una voce indifferibile tra le entrate del Ministero della difesa;
la legge 24 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria per il 2008), all'articolo 2, comma 627, ha stabilito che il Ministero della difesa predisponesse, con criteri di semplificazione, di razionalizzazione e di contenimento della spesa, un programma pluriennale per la costruzione, l'acquisto e la ristrutturazione di alloggi di servizio, di cui all'articolo 5, primo comma, della legge 18 agosto 1978, n. 497;
la sopra indicata legge, all'articolo 2, comma 628, lettera b), pur prevedendo la possibilità di vendita di quella aliquota di alloggi non ulteriormente utili per soddisfare esigenze della difesa, riconosce il diritto di continuazione della locazione agli utenti che non possono sostenerne l'acquisto, assicurando la permanenza negli alloggi dei conduttori delle unità immobiliari e delle vedove, con basso reddito familiare, non superiore a quello determinato annualmente con il decreto ministeriale di cui all'articolo 9, comma 7, della legge 24 dicembre 1993, n. 537, ovvero con componenti familiari portatori di handicap, dietro corresponsione del canone in vigore all'atto della vendita, aggiornato in base agli indici Istat;
malgrado il portato della sopra indicata legge, nel 2008 la cosiddetta problematica alloggiativa concernente gli immobili della difesa è stata oggetto di analisi di uno specifico gruppo di progetto che è approdato ad un apposito documento redatto sulla base dell'obiettivo 9 indicato nel piano attuativo della direttiva logistica interforze del 2006, che comprende «l'individuazione di soluzioni alternative per soddisfare le esigenze alloggiative del personale in servizio permanente»;

stando alle riflessioni tracciate nel sopra indicato documento, la risoluzione delle problematiche abitative rappresenterebbe un'esigenza fondamentale ed imprescindibile, in quanto tale elemento andrebbe addirittura ad incidere sulla mobilità del personale e, conseguentemente, sull'efficacia e sull'operatività dello strumento militare;
il documento provvede ad evidenziare un programma di interventi volti a massimizzare la disponibilità abitativa del comparto difesa, anche in deroga alle disposizioni vigenti in materia di gestione degli alloggi;
nelle «ipotesi di sviluppo finanziario complessivo», sancite nel documento sopra indicato, viene ipotizzato il rilascio delle unità abitative da parte degli utenti sine titulo attraverso la loro sottoposizione ad un fitto di libero mercato di portata tale che «il canone elevato che si viene a determinare risulta sicuramente antieconomico/insostenibile rispetto ad altra sistemazione abitativa (anche in zone periferiche) tratta dal libero mercato», determinando, di conseguenza, una maggiore disponibilità abitativa;
nell'obiettivo 9, di cui sopra, emerge, ad avviso degli interroganti, una condizione di criticità e di seria difficoltà per un numero considerevole di utenti sine titulo, che verrebbero indotti a lasciare le unità abitative concesse loro in virtù delle precedenti disposizioni in materia che legittimavano la conduzione agli occupanti verso il pagamento di un equo canone (per i titolari di minor reddito) e di equo canone maggiorato del 50 per cento (per i titolari di redditi più elevati). Un approccio della ratio, ad avviso degli interroganti, di dubbia conformità al dettato costituzionale, aggravato dal fatto di essere tratteggiato nelle linee guida operative di un documento dell'amministrazione competente, nonché di fruizione pubblica;
nel maggio 2010 è stato adottato il decreto ministeriale n. 112, recante regolamento per l'attuazione del programma pluriennale per la costruzione, l'acquisto e la ristrutturazione di alloggi di servizio per il personale militare, di cui all'articolo 2, comma 629, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (legge finanziaria per il 2008);
l'articolo 7 del sopra indicato decreto ministeriale stabilisce che gli alloggi di servizio non più funzionali sono alienati, con diritto di prelazione per il conduttore. In antitesi rispetto al diritto di continuità della locazione chiaramente sancito dalla legge finanziaria per il 2008, ai conduttori, che abbiano manifestato la volontà di continuare nella conduzione dell'alloggio, è riconosciuto il diritto di usufruire di un contratto di locazione che abbia la durata di nove anni, se il reddito del nucleo familiare non è superiore a 19.000 euro, ovvero a 22.000 euro nel caso di famiglie con componenti ultrasessantacinquenni o disabili, o di cinque anni, se il reddito del nucleo familiare è superiore a quello sopra indicato, ma non superiore a quello determinato dal decreto di gestione annuale;
in questa prospettiva, si aggiunge la ratio dell'articolo 6, comma 21-quater del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, che prevede che, a decorrere dal 1o gennaio 2011, venga ridefinito il canone di occupazione dovuto dagli utenti sine titulo in atto conduttori di alloggi non compresi tra quelli posti in vendita, fermo restando per l'occupante l'obbligo di rilascio entro il termine fissato dall'amministrazione, anche se in regime di proroga. Tale ridefinizione del canone sarà operata sulla base dei prezzi di mercato, ovvero, in mancanza di essi, delle quotazioni rese disponibili dall'Agenzia del territorio, del reddito dell'occupante e della durata dell'occupazione;
a partire dai primi giorni di settembre 2010, è stata inviata la notifica di provvedimento di recupero forzoso degli immobili dall'Aeronautica militare agli utenti ricadenti nella fattispecie di cui sopra, in deroga a quanto disposto dall'articolo 6, comma 3, del regolamento di cui al decreto ministeriale 18 maggio 2010, n. 112, in base al quale «la Direzione generale ne riferisce al Ministro della

difesa, ai fini della verifica della coerenza delle attività rispetto agli indirizzi politico-amministrativi e (...) approva l'elenco degli alloggi, non più funzionali alle esigenze istituzionali, da alienare». Una scelta operativa che agli interroganti appare unilaterale e non aderente ai principi costituzionali, che, se confermata ed estesa a tutti i conduttori che si trovano in analoga posizione, rischia di mettere alla porta migliaia di famiglie italiane che hanno servito lo Stato e che - in moltissimi casi - si ritrovano a vivere difficili situazioni sotto il profilo umano ed economico;
le disposizioni sopra indicate, secondo gli interroganti, non appaiono conformi ai principi del buon andamento e dell'imparzialità dell'amministrazione sanciti dalla Carta costituzionale e contrastano, altresì, con i principi generali dell'ordinamento giuridico italiano, in base ai quali sono vietate le condizioni vessatorie, espressamente per i negozi giuridici di diritto civile, implicitamente e con evidente maggior cogenza nei rapporti tra pubblica amministrazione e suoi dipendenti e/o privati cittadini;
in data 19 novembre 2010, nell'ambito della discussione del provvedimento Atto Camera n. 3778 (legge di stabilità), il Governo si è impegnato a rettificare la normativa sopra indicata attualmente in vigore in materia di alloggi militari, tenendo conto della sostenibilità dei nuovi canoni da introdurre, in relazione ai redditi complessivi, nonché alla sussistenza di condizioni di disabilità familiari dei conduttori degli alloggi, e prevedendo alternative formule di acquisizione e conduzione dell'immobile per i conduttori sine titulo ultrasessantacinquenni che manifestino la volontà di continuare nella conduzione stessa;
malgrado la mancata emanazione del decreto ministeriale di cui all'articolo 6, comma 21-quater, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, e di una chiara e completa procedura operativa, a partire dalle prime settimane di novembre 2010 i comandi militari regionali dell'esercito hanno trasmesso ai conduttori sine titulo una nota nella quale si intima di presentare entro 20 giorni il modello isee, al fine di consentire la definizione del piano di recupero degli alloggi -:
in che modo il Ministro interrogato intenda intervenire - considerando il carattere di urgenza della questione in oggetto - al fine di ottemperare al citato impegno accolto nell'ambito dell'esame del disegno di legge di stabilità, tutelando in maniera concreta e doverosa tutta la categoria dei conduttori sine titulo, tenendo conto delle istanze e delle esigenze reddituali e familiari degli stessi, e se non ritenga auspicabile sospendere le procedure di attuazione del piano di recupero funzionale degli alloggi degli utenti sine titulo in attesa della rettifica della normativa sopra indicata, così come da impegno del Governo.
(3-01358)

BALDELLI, GIULIO MARINI e CICU. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il 24 novembre 2010 il Ministro interrogato ha visitato l'avamposto italiano «Columbus» di Bala Murghab, nell'Afghanistan nord-occidentale;
in tale area gli alpini della brigata Julia sono impegnati nell'operazione «Buongiorno» tendente a creare aree di sicurezza intorno alle basi e a garantire stabilità alle popolazioni spossate dagli scontri;
sarebbe di qualche giorno fa la notizia che quaranta «insorti», accettando di prendere parte al programma di integrazione e di mettere la parola fine agli atti ostili contro le forze della coalizione, abbiano deposto le armi, manifestando l'intenzione di rinunciare alla violenza e di accettare la Costituzione afgana -:
quali risultati, anche a seguito di una personale verifica sul campo, stia producendo

l'impegno delle nostre truppe nell'area di Bala Murghab e quale, in prospettiva e a seguito della Conferenza di Lisbona, sarà l'impegno che verrà loro richiesto.
(3-01359)

...

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta immediata:

BOCCIA, VENTURA, MARAN, QUARTIANI, GIACHETTI, BARETTA e FLUVI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la crisi della Grecia, quella dell'Irlanda e le note difficoltà di Portogallo e Spagna stanno fortemente minando la stabilità complessiva dell'eurozona;
lo spread tra i nostri titoli di Stato decennali e quelli tedeschi (bund) supera, ormai, 200 punti base, quota mai raggiunta da quando esiste l'euro;
la gravissima crisi dell'eurozona sta confermando quanto più volte denunciato, ossia l'assenza, accanto a un mercato e a una moneta unica, di adeguate forme di coordinamento delle politiche economiche nazionali e di strumenti incisivi di promozione della crescita e dello sviluppo, necessari al raggiungimento degli obiettivi finanziari;
il piano di salvataggio dell'Irlanda, per oltre 85 miliardi complessivi tra Unione europea e Fondo monetario internazionale, e la richiesta della Commissione europea di una netta e graduale riduzione del debito impongono una consistente manovra correttiva aggiuntiva rispetto alla legge di stabilità in discussione in Parlamento -:
quale sia la strategia del Governo, anche relativamente all'ipotesi di blocco nell'eurozona di tutte le transazioni finanziarie sui titoli di Stato allo scoperto (cds), rispetto all'aumento incontrollabile dei debiti sovrani e dei loro differenti costi nonostante l'appartenenza alla stessa moneta.
(3-01357)

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

VI Commissione:

FOGLIARDI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'Agenzia delle entrate con risoluzione n. 113/E del 27 ottobre 2010 ha inibito l'utilizzo in compensazione dei crediti d'imposta, maturati dalle imprese costruttrici o importatrici di veicoli nuovi, relativi agli incentivi per la rottamazione dei veicoli inquinanti, sospendendo l'utilizzo dei codici tributo all'uopo istituiti;
gli incentivi in questione sono stati introdotti da leggi dello Stato (legge Finanziaria per il 2007) e successivamente prorogati a tutto il 2009;
la formula applicata prevede il riconoscimento di un credito d'imposta da rimborsare al venditore da parte delle imprese costruttrici o importatrici che, a loro volta, lo recuperano solo in compensazione, precisando che non è rimborsabile (ai sensi dell'articolo 1, comma 231, della legge n. 296 del 2006);
la sospensione denunciata crea un gravissimo danno patrimoniale alle aziende del settore che si trovano nell'impossibilità di recuperare quanto anticipato per conto dello Stato nell'unica modalità concessa (compensazione) -:
se tale sospensione rivesta carattere assolutamente temporaneo, motivato da fattori tecnici, e se pertanto verrà revocata in tempo utile per le scadenze fiscali (16 novembre, F24 mensile, e 30 novembre, 2o acconto imposte) e se non ritenga, in caso contrario, di provvedere alla revoca della sospensione, in ragione del grave danno patrimoniale che la stessa arreca alle aziende del settore, risultando

molte di esse esposte per ammontari considerevoli.
(5-03906)

SILIQUINI e DI BIAGIO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il decreto del Ministero dell'economia e delle finanze n. 212 del 5 agosto 2010 ha previsto la nascita del cosiddetto «agricoltore-panettiere» attraverso l'inserimento dell'attività di panificazione nell'ambito delle attività produttive di reddito agrario se ottenute nell'ambito delle attività agricole connesse;
la disposizione suindicata va ad ampliare il ventaglio dei prodotti e delle attività che possono beneficiare del particolare regime forfetario previsto in materia di imposte dirette; infatti il regime di tassazione per il produttore agricolo si attesta al 15 per cento, mentre per i panificatori artigiani arriva fino al 52 per cento;
la conseguenza inevitabile sarebbe quella che per la medesima attività produttiva verrebbe applicata una disciplina fiscale e regolamentare differente variabile, a seconda della natura agricola o artigianale della fattispecie imprenditoriale;
per le medesime attività di panificazione dovrebbero essere applicate univoche norme igienico-sanitarie, ambientali, di sicurezza del lavoro, fiscali, a prescindere dalla configurazione legale del soggetto che le intraprende;
un'ulteriore criticità potrebbe derivare dal fatto che l'agricoltore-panettiere, forte di un regime fiscale agevolato potrebbe abbassare il prezzo dei prodotti da forno, creando i presupposti di concorrenza sleale capace di mettere in ginocchio tutto il comparto della produzione del pane artigianale;
all'indomani dell'entrata in vigore delle citate disposizioni, l'intero comparto della panificazione artigianale ha evidenziato le proprie criticità, nonché le derive che questa applicazione potrebbe comportare, ponendo l'accento sulla possibile violazione dei princìpi di concorrenza e libero mercato che si verrebbe a determinare in un settore già fortemente vessato, in maniera significativa in alcune regioni italiane -:
se non ritenga di rivedere quanto sancito nel citato decreto ministeriale, eliminando il regime fiscale agevolato nei confronti dei panificatori agricoli, al fine di evitare che si legittimi di fatto una concorrenza sleale nel settore della panificazione.
(5-03907)

BERNARDO e CARLUCCI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il settore delle attività produttive e commerciali nel comparto dei tabacchi, inizialmente riservato o attribuito all'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, è stato dapprima trasformato in Ente tabacchi italiani (ETI), ad opera del decreto legislativo n. 283 del 1998, ed è stato successivamente oggetto di un complesso processo di privatizzazione, che ha visto, in una prima fase, la trasformazione del medesimo ETI in più società per azioni e, infine, la sua completa dismissione a privati;
nell'ambito di tale processo una quota del personale già appartenente all'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato è stato dapprima trasferito all'ETI e, quindi, alle società per azioni risultanti dalla privatizzazione;
al fine di garantire la tutela occupazionale del personale ex AAMS coinvolto nel processo di privatizzazione, l'articolo 4 del già citato decreto legislativo n. 283 del 1998 stabilisce, al comma 4, che il personale trasferito alle predette società il quale, fino a nove anni successivi alla trasformazione dell'ETI in società per azioni, risultasse in esubero a seguito di ristrutturazioni aziendali, avesse il diritto

di essere riammesso nei ruoli dell'Amministrazione finanziaria, ovvero in quelli di altre amministrazioni pubbliche;
in molti casi il predetto personale, avvalendosi della clausola di salvaguardia stabilita dell'articolo 4, comma 4, del decreto legislativo n. 283 del 1998, ha chiesto di essere ricollocato presso i comuni, per evidenti ragioni di maggiore vicinanza con la precedente sede di lavoro: è il caso, ad esempio, di 24 ex dipendenti dell'AAMS transitati in posizione di comando al comune di Margherita di Savoia;
in tale contesto l'articolo 9, comma 25, del decreto-legge n. 78 del 2010 prevede che il personale, già appartenente all'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato distaccato presso l'Ente tabacchi italiani, dichiarato in esubero a seguito di ristrutturazioni aziendali e ricollocato presso uffici delle pubbliche amministrazioni, a decorrere dal 1o gennaio 2011 sia inquadrato, anche in posizione di soprannumero, nei ruoli degli enti presso i quali presta servizio alla data di entrata in vigore del medesimo decreto n. 78, con il mantenimento del trattamento economico in godimento, e stabilisce che il Ministero dell'economia e delle finanze provvede ad assegnare agli enti interessati le relative risorse finanziarie;
dal momento che non sono state ancora assegnate le predette risorse finanziarie, i comuni, quali quello di Margherita di Savoia, presso i quali erano stati ricollocati i predetti dipendenti, si trovano, a pochi mesi dal termine a partire dal quale dovrà essere applicata la citata previsione, in una condizione di grave incertezza e difficoltà, non disponendo, nella maggior parte dei casi, delle risorse necessarie a far fronte a tali maggiori ingenti oneri di personale;
appare dunque necessario concludere anche questo aspetto del processo di privatizzazione delle attività produttive dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato avviato alla fine degli anni novanta, dando, quanto prima, definitiva sistemazione al personale ex Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato che attende da ormai quasi dieci anni di conoscere la propria collocazione lavorativa -:
quali iniziative intenda assumere al fine di concludere definitivamente il processo di privatizzazione dell'ETI ed, in particolare, quando ritenga si possa procedere all'assegnazione delle risorse finanziarie previste dall'articolo 9, comma 25, ultimo periodo, del decreto-legge n. 78 del 2010, in favore degli enti presso i quali presta servizio il personale ex Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato dichiarato in esubero a seguito delle ristrutturazioni aziendali seguite al predetto processo di privatizzazione dell'Ente tabacchi italiani.
(5-03908)

MILO, ZELLER e BRUGGER. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il comma 344 dell'articolo 1 della legge n. 296 del 2006 (legge finanziaria per il 2007) ha previsto che per le spese documentate, sostenute entro il 31 dicembre 2007, relative ad interventi di riqualificazione energetica di edifici esistenti, che conseguono un valore limite di fabbisogno di energia primaria annuo per la climatizzazione invernale inferiore di almeno il 20 per cento rispetto ai valori di cui all'allegato C, numero 1), tabella 1, annesso al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, spetta una detrazione dall'imposta lorda per una quota pari al 55 per cento, fino a un valore massimo della detrazione di 100.000 euro, da ripartire in tre quote annuali di pari importo;
con la legge n. 244 del 2007 (legge finanziaria per il 2008) l'agevolazione del 55 per cento per gli interventi di risparmio energetico è stata prorogata fino al 31 dicembre 2010 e, per gli anni 2008, 2009 e 2010, sono stati previsti nuovi valori limite di fabbisogno di energia primaria annua per la climatizzazione invernale, ai fini dell'applicazione della detrazione fiscale di cui all'articolo 1, comma 344, della legge n. 296 del 2006;

un contribuente, nell'anno 2007, ha usufruito delle agevolazioni fiscali del 55 per cento per l'installazione di un impianto geotermico a bassa entalpia, che ha consentito di ottenere un indice inferiore di almeno il 20 per cento rispetto ai valori limite fissati per quell'anno e, nell'anno 2010, aprendo una nuova procedura, ha effettuato sullo stesso immobile varie opere per il miglioramento dei valori di trasmittenza termica, con un ulteriore conseguimento di risparmio energetico nel rispetto dei nuovi valori limite vigenti per il 2010 -:
se sia possibile eseguire sullo stesso immobile, nel corso del triennio 2007-2010, più interventi rientranti nelle agevolazioni di cui all'articolo 1, comma 344, della legge n. 296 del 2006 e successive modificazioni, intesi come singoli interventi e non come prosecuzione dei precedenti anche dal punto di vista formale, al seguito dei quali, con ogni intervento, si è conseguito un indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale inferiore di almeno il 20 per cento rispetto ai valori limite fissati per ciascun anno interessato, e se quindi sia possibile fruire singolarmente fino all'importo massimo di euro 100.000,00, per ogni intervento effettuato autonomamente, della detrazione del 55 per cento.
(5-03909)

Interrogazione a risposta in Commissione:

DELFINO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 19 del decreto-legge 31 maggio 2010, 78, convertito, con modificazioni dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, commi 8 e seguenti, indica espressamente il termine ultimo (31 dicembre 2010) entro il quale i proprietari degli immobili, non ancora censiti a catasto, devono provvedere al censimento degli stessi all'Agenzia del territorio-catasto fabbricati;
stante il breve tempo che intercorre tra la data dell'entrata In vigore della legge (30 luglio 2010) e il termine della scadenza, si rende praticamente impossibile provvedere alla definizione di tutte le pratiche catastali ancora inevase, tenuto conto anche della particolarità della stagione in corso che rende difficili le operazioni tecniche topografiche di rilievo;
tale preoccupazione è stata più volte manifestata sia dai professionisti che dai proprietari dei fabbricati, i quali, a termine scaduto, si vedranno applicare le sanzioni previste per il mancato perfezionamento dell'aggiornamento catastale;
alla luce delle tante sollecitazioni pervenute dai professioni, risulta quanto mai necessario provvedere ad un opportuno slittamento di detto termine ultimo -:
se non ritenga di adottare iniziative di carattere normativo volte a predisporre una proroga del termine di scadenza per l'accatastamento dei fabbricati, non ancora censiti a catasto, attualmente previsto per il 31 dicembre 2010.
(5-03913)

Interrogazioni a risposta scritta:

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
nel corso della trasmissione Report di RAI 3, andata in onda il 21 novembre 2010 sono state rappresentate una serie di questioni assai rilevanti;
tra l'altro nel corso della puntata è emerso che «tra il 2004 ed il 2010 ENAV ha assegnato al gruppo Finmeccanica contratti per 700 milioni di euro (il contratto per i lavori dell'aeroporto di Palermo è datato 26 giugno 2009, con una spesa di 91 milioni di euro subordinati all'approvazione del CIPE che arriverà il 6 novembre 2009» e come dichiarato dal dirigente

generale dell'ENAV - per tali spese l'ENAV aveva già anticipato alla SELEX 15 milioni di euro;
si afferma altresì che «già a settembre circa 7 milioni su 15 vanno alla SELEX di Marina Grassi in Guarguaglini»;
sempre dal servizio giornalistico pare che ENAV nel 2006 abbia acquistato la società «Technosky» per 109 milioni di euro e che «uno degli Advisor dell'azienda pubblica riteneva che il prezzo giusto fosse 80 milioni di euro»,
nel corso della trasmissione si è altresì trattato dell'incidente aereo occorso a Palermo il 24 settembre 2010, dando conto dei ritardi nell'assistenza delle 143 persone coinvolte, del fatto che in tale circostanza i soccorritori non fossero capaci di capire se l'aereo fosse sulla pista, sugli scogli o in mare e del fatto che da una prima lettura delle scatole nere attribuisce l'incidente citato, ad un possibile errore umano o della strumentazione di bordo e al progetto Wind Shear -:
se risponda al vero quanto riportato in premessa;
quale sia la natura dei rapporti intercorsi nel tempo tra l'ENAV e le società Selex, Alenia, Marconi System, TRS;
se la società Selex assuma contratti con l'Enav con o senza gare d'appalto e per quali motivazioni;
quale sia in tali appalti il ruolo dei consorzio DIT;
quale sia il ruolo nelle vicende oggetto del servizio di Report della società Print System e dell'ex generale Nieddu, ex presidente ENAV;
se si ravvisino profili di inopportunità o di conflitto d'interesse;
se le intermediazioni finanziarie oggetto del servizio giornalistico siano, o meno, oggetto di inchiesta interna da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ovvero se risulti siano state avviate indagini sul punto;
come sia stata giustificata la differenza di 29 milioni di euro tra il prezzo ritenuto «giusto» dall'advisor interno per l'acquisto di Technosky e quello effettivamente pagato;
come giustifichi i ritardi nell'assistenza delle 143 persone coinvolte nell'incidente verificatosi all'aeroporto di Palermo del 24 settembre 2010;
quanto tempo abbiano impiegato ambulanze e vigili del fuoco per giungere a dare i primi soccorsi ai passeggeri;
a chi si ritenga siano da addebitare gli eventuali limiti nel coordinamento dei soccorsi e nella localizzazione degli aeromobili in transito dall'aeroporto di Palermo in particolare quale sia il ruolo nella vicenda di ENAV, Enac, Gesap;
quale sia la relazione tra tali fatti e la supposta necessità di un radar TDWR nel territorio del comune di Isola delle Femmine, in particolare se la localizzazione proposta dall'ENAV abbia o meno la visibilità del 100 per cento della pista dell'aeroporto ed in caso negativo, con quali argomenti sia stata giustificata una scelta difforme dal principio di ottimizzazione;
se siano al corrente delle conclusioni della «commissione sull'installazione del sistema radar denominato "Antenna Wind Shear"» istituita dal presidente della regione siciliana, e se sia condiviso o meno il parere negativo su tale installazione e se siano a conoscenza del parere negativo fornito dall'ARPA Sicilia nell'ambito delle audizioni della commissione regionale di cui al punto precedente;
quali siano le ditte appaltatrici e subappaltatrici coinvolte nel progetto di installazione, se siano ravvisabili potenziali conflitti d'interesse, se le società coinvolte abbiano prodotto la relativa certificazione antimafia e se il progetto della realizzazione del radar TDWR abbia ricevuto tutte le autorizzazioni anche sotto il profilo della tutela ambientale.
(4-09785)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 13, comma 3-quater del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, ha previsto l'istituzione di un Fondo ai fini della concessione di contributi statali per la tutela dell'ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio;
con i decreti ministeriali n. 5164 del 25 febbraio 2010, n. 48528 del 9 giugno 2010 e n. 77740 del 28 ottobre 2010, attuativi della predetta disposizione, sono stati individuati gli enti beneficiari dei contributi in questione, gli interventi da realizzare e il relativo finanziamento, in conformità alle risoluzioni adottate, rispettivamente, dalla V Commissione bilancio della Camera dei deputati e dalla V Commissione bilancio e programmazione economica del Senato. Sono stati altresì disciplinati gli adempimenti che gli enti devono porre in essere ai fini dell'erogazione di tali contributi da parte del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, pena la revoca degli stessi;
in base a quanto sopra richiamato nella diocesi di Agrigento sono stati finanziati i seguenti progetti:

ENTE INTERVENTO EURO D.M.
Parrocchia di S. Gerlando in Comune di Lampedusa e Linosa (AG) Opera di restauro chiesa parrocchiale 100.000 48528
Casa della fanciulla San Giuseppe - Istituto boccone del povero - Ribera (AG) Manutenzione straordinaria 20.000 77740
Istituto Cuore immacolato di Maria - Sciacca (AG) Ristrutturazione straordinaria adeguamento impianti istituto piazza Marconi 20.000 77740
Istituto figlie della misericordia della croce - Sciacca (AG) Manutenzione straordinaria Chiesa Badia grande 20.000 77740
Istituto Immacolata di Lourdes - Suore francescane di S. Chiara - Sciacca (AG) Restauro croce dipinta 20.000 77740
Parrocchia Beata Maria Vergine del Carmelo - Sciacca (AG) Manutenzione straordinaria della Chiesa e dell'organo 90.000 77740
Parrocchia di Maria SS. Annunziata - Naro (AG) Manutenzione straordinaria e rifacimento coperture 100.000 77740
Parrocchia di Santa Caterina - Sciacca (AG) Lavori di sistemazione e restauro Centro polivalente 300.000 77740
Parrocchia S. Rosa da Viterbo - Agrigento Manutenzione straordinaria 20.000 77740
Parrocchia San Domenico Savio - Chiesa S. Francesco - Ribera (AG) Manutenzione straordinaria 20.000 77740
Parrocchia San Michele Arcangelo - Sciacca (AG) Manutenzione, restauro e ristrutturazione Complesso monumentale Chiesa San Michele 380.000 77740
Parrocchia Santa Maria Maddalena - Sciacca (AG) Lavori di restauro e sistemazione locali sovrastanti la sagrestia da destinare a Museo della Basilica e impianto allarme Chiesa del Purgatorio 370.000 77740

in base all'articolo 44 della legge n. 222 del 20 maggio 1985 la Conferenza episcopale italiana trasmette annualmente all'autorità statale competente un rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme; in base all'articolo 48, sono utilizzate «dallo Stato per interventi straordinari per fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali»: quest'ultima voce è usata a favore di strutture religiose -:
se le stesse opere siano state già finanziate con i fondi previsti dalla legge

n. 222 del 20 maggio 1985 dalla Conferenza episcopale italiana attraverso la diocesi di competenza o direttamente dallo Stato;
se la Conferenza episcopale italiana, nel presentare il «rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme» ricevute in base alla legge n. 222 del 1985, dettagli e documenti tali spese;
se risulti che i progetti siano stati già finanziati con fondi di altre istituzioni pubbliche;
se detti finanziamenti siano sottoposti al controllo della Corte dei conti e secondo quale procedura.
(4-09786)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 13, comma 3-quater del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, ha previsto l'istituzione di un Fondo ai fini della concessione di contributi statali per la tutela dell'ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio;
con i decreti ministeriali n. 5164 del 25 febbraio 2010, n. 48528 del 9 giugno 2010 e n. 77740 del 28 ottobre 2010, attuativi della predetta disposizione, sono stati individuati gli enti beneficiari dei contributi in questione, gli interventi da realizzare e il relativo finanziamento, in conformità alle risoluzioni adottate, rispettivamente, dalla V Commissione bilancio della Camera dei deputati e dalla V Commissione bilancio e programmazione economica del Senato. Sono stati altresì disciplinati gli adempimenti che gli enti devono porre in essere ai fini dell'erogazione di tali contributi da parte del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, pena la revoca degli stessi;
in base a quanto sopra richiamato nella diocesi di Vittorio Veneto sono stati finanziati i seguenti progetti:

ENTE INTERVENTO EURO D.M.
Parrocchia di San Daniele profeta - P.zza Italia 16 - 31040 Gorgo al Monticano (TV) Ristrutturazione tetto Canonica Cavalier 40.000 48528
Comune di Chiarano (TV) Ristrutturazione Chiesa San Marco Evangelista in frazione di Fossalta e Chiesa S. Bartolomeo Apostolo nel capoluogo 80.000 48528
Comune di Vittorio Veneto (TV) Ristrutturazione Monastero Cistercense SS Gervasio e Protasio Frazione San Giacomo Veglia 300.000 48528

in base all'articolo 44 della legge n. 222 del 20 maggio 1985 la Conferenza episcopale italiana trasmette annualmente all'autorità statale competente un rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme; in base all'articolo 48, sono utilizzate «dallo Stato per interventi straordinari per fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali»: quest'ultima voce è usata a favore di strutture religiose -:
se le stesse opere siano state già finanziate con i fondi previsti dalla legge n. 222 del 20 maggio 1985 dalla Conferenza episcopale italiana attraverso la diocesi di competenza o direttamente dallo Stato;
se la Conferenza episcopale italiana, nel presentare il «rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme» ricevute in base alla legge n. 222 del 1985, dettagli e documenti tali spese;
se risulti che i progetti siano stati già finanziati con fondi di altre istituzioni pubbliche;
se detti finanziamenti siano sottoposti al controllo della Corte dei conti e secondo quale procedura.
(4-09787)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 13, comma 3-quater del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, ha previsto l'istituzione di un Fondo ai fini della concessione di contributi statali per la tutela dell'ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio;
con i decreti ministeriali n. 5164 del 25 febbraio 2010, n. 48528 del 9 giugno 2010 e n. 77740 del 28 ottobre 2010, attuativi della predetta disposizione, sono stati individuati gli enti beneficiari dei contributi in questione, gli interventi da realizzare e il relativo finanziamento, in conformità alle risoluzioni adottate, rispettivamente, dalla V Commissione bilancio della Camera dei deputati e dalla V Commissione bilancio e programmazione economica del Senato. Sono stati altresì disciplinati gli adempimenti che gli enti devono porre in essere ai fini dell'erogazione di tali contributi da parte del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, pena la revoca degli stessi;
in base a quanto sopra richiamato nella diocesi di Viterbo sono stati finanziati i seguenti progetti:

ENTE INTERVENTO EURO D.M.
Parrocchia di S. Michele Arcangelo - S. Angelo Roccalvecce (VT) Risistemazione parrocchia e chiesa nel rispetto ambientale con installazione riscaldamento ecologico e pannelli solari 690.000 5164
Parrocchia Santi Pietro e Callisto - Civitella D'Agliano (VT) Ristrutturazione locali parrocchiali compresa Chiesa e Canonica rendendoli coerenti con le normative sul rispetto ambientale e della sicurezza ed installazione di pannelli solari 500.000 77740
Parrocchia Santi Valentino e Ilario - Viterbo Rimozione amianto aula chiesa ed installazione pannelli solari per campo sportivo 60.000 77740

in base all'articolo 44 della legge n. 222 del 20 maggio 1985 la Conferenza episcopale italiana trasmette annualmente all'autorità statale competente un rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme; in base all'articolo 48, sono utilizzate «dallo Stato per interventi straordinari per fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali»: quest'ultima voce è usata a favore di strutture religiose -:
se le stesse opere siano state già finanziate con i fondi previsti dalla legge n. 222 del 20 maggio 1985 dalla Conferenza episcopale italiana attraverso la diocesi di competenza o direttamente dallo Stato;
se la Conferenza episcopale italiana, nel presentare il «rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme» ricevute in base alla legge n. 222 del 1985, dettagli e documenti tali spese;
se risulti che i progetti siano stati già finanziati con fondi di altre istituzioni pubbliche;
se detti finanziamenti siano sottoposti al controllo della Corte dei conti e secondo quale procedura.
(4-09788)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 13, comma 3-quater del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, ha previsto l'istituzione di un Fondo ai fini

della concessione di contributi statali per la tutela dell'ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio;
con i decreti ministeriali n. 5164 del 25 febbraio 2010, n. 48528 del 9 giugno 2010 e n. 77740 del 28 ottobre 2010, attuativi della predetta disposizione, sono stati individuati gli enti beneficiari dei contributi in questione, gli interventi da realizzare e il relativo finanziamento, in conformità alle risoluzioni adottate, rispettivamente, dalla V Commissione bilancio della Camera dei deputati e dalla V Commissione bilancio e programmazione economica del Senato. Sono stati altresì disciplinati gli adempimenti che gli enti devono porre in essere ai fini dell'erogazione di tali contributi da parte del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, pena la revoca degli stessi;
in base a quanto sopra richiamato nella diocesi di Verona sono stati finanziati i seguenti progetti:

ENTE INTERVENTO EURO D.M.
Parrocchia Sant'Andrea Apostolo in Comune di Sommacampagna (VR) Ristrutturazione chiesa parrocchiale 150.000 48528
Parrocchia dei SS. Filippo e Giacomo - Cavalcaselle - Castelnuovo del Garda (VR) Manutenzione straordinaria tetto ed edificio del centro ricreativo 50.000 77740

in base all'articolo 44 della legge n. 222 del 20 maggio 1985 la Conferenza episcopale italiana trasmette annualmente all'autorità statale competente un rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme; in base all'articolo 48, sono utilizzate «dallo Stato per interventi straordinari per fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali»: quest'ultima voce è usata a favore di strutture religiose -:
se le stesse opere siano state già finanziate con i fondi previsti dalla legge n. 222 del 20 maggio 1985 dalla Conferenza episcopale italiana attraverso la diocesi di competenza o direttamente dallo Stato;
se la Conferenza episcopale italiana, nel presentare il «rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme» ricevute in base alla legge n. 222 del 1985, dettagli e documenti tali spese;
se risulti che i progetti siano stati già finanziati con fondi di altre istituzioni pubbliche;
se detti finanziamenti siano sottoposti al controllo della Corte dei conti e secondo quale procedura.
(4-09789)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 13, comma 3-quater del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, ha previsto l'istituzione di un Fondo ai fini della concessione di contributi statali per la tutela dell'ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio;
con i decreti ministeriali n. 5164 del 25 febbraio 2010, n. 48528 del 9 giugno 2010 e n. 77740 del 28 ottobre 2010, attuativi della predetta disposizione, sono stati individuati gli enti beneficiari dei contributi in questione, gli interventi da realizzare e il relativo finanziamento, in conformità alle risoluzioni adottate, rispettivamente, dalla V Commissione bilancio della Camera dei deputati e dalla V Commissione bilancio e programmazione economica del Senato. Sono stati altresì disciplinati gli adempimenti che gli enti devono porre in essere ai fini dell'erogazione

di tali contributi da parte del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, pena la revoca degli stessi;
in base a quanto sopra richiamato nella diocesi di Ventimiglia-Sanremo sono stati finanziati i seguenti progetti:

ENTE INTERVENTO EURO D.M.
Opera Nazionale Mezzogiorno D'Italia Istituto Padre G. Semeria Sanremo (IM) Realizzazione palestra per minori in zona disagio sociale 400.000 48528

in base all'articolo 44 della legge n. 222 del 20 maggio 1985 la Conferenza episcopale italiana trasmette annualmente all'autorità statale competente un rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme; in base all'articolo 48, sono utilizzate «dallo Stato per interventi straordinari per fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali»: quest'ultima voce è usata a favore di strutture religiose -:
se la stessa opera non sia stata già finanziate con i fondi previsti dalla legge n. 222 del 20 maggio 1985 dalla Conferenza episcopale italiana attraverso la diocesi di competenza o direttamente dallo Stato;
se la Conferenza episcopale italiana, nel presentare il «rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme» ricevute in base alla legge n. 222 del 1985, dettagli e documenti tali spese;
se risulti che i progetti siano stati già finanziati con fondi di altre istituzioni pubbliche;
se detti finanziamenti siano sottoposti al controllo della Corte dei conti e secondo quale procedura.
(4-09790)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 13, comma 3-quater del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, ha previsto l'istituzione di un Fondo ai fini della concessione di contributi statali per la tutela dell'ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio;
con i decreti ministeriali n. 5164 del 25 febbraio 2010, n. 48528 del 9 giugno 2010 e n. 77740 del 28 ottobre 2010, attuativi della predetta disposizione, sono stati individuati gli enti beneficiari dei contributi in questione, gli interventi da realizzare e il relativo finanziamento, in conformità alle risoluzioni adottate, rispettivamente, dalla V Commissione bilancio della Camera dei deputati e dalla V Commissione bilancio e programmazione economica del Senato. Sono stati altresì disciplinati gli adempimenti che gli enti devono porre in essere ai fini dell'erogazione di tali contributi da parte del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, pena la revoca degli stessi;
in base a quanto sopra richiamato nella diocesi di Venezia sono stati finanziati i seguenti progetti:

ENTE INTERVENTO EURO D.M.
Comitato Certosa e Sant'Andrea (VE) Recupero spazio ambientale e giovanile situato nell'isola della Certosa 100.000 77740

in base all'articolo 44 della legge n. 222 del 20 maggio 1985 la Conferenza episcopale italiana trasmette annualmente all'autorità statale competente un rendiconto

relativo alla effettiva utilizzazione delle somme; in base all'articolo 48, sono utilizzate «dallo Stato per interventi straordinari per fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali»: quest'ultima voce è usata a favore di strutture religiose -:
se la stessa opera sia stata già finanziata con i fondi previsti dalla legge n. 222 del 20 maggio 1985 dalla Conferenza episcopale italiana attraverso la diocesi di competenza o direttamente dallo Stato;
se la Conferenza episcopale italiana, nel presentare il «rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme» ricevute in base alla legge n. 222 del 1985, dettagli e documenti tali spese;
se risulti che i progetti siano stati già finanziati con fondi di altre istituzioni pubbliche;
se detti finanziamenti siano sottoposti al controllo della Corte dei conti e secondo quale procedura.
(4-09791)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 13, comma 3-quater del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, ha previsto l'istituzione di un Fondo ai fini della concessione di contributi statali per la tutela dell'ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio;
con i decreti ministeriali n. 5164 del 25 febbraio 2010, n. 48528 del 9 giugno 2010 e n. 77740 del 28 ottobre 2010, attuativi della predetta disposizione, sono stati individuati gli enti beneficiari dei contributi in questione, gli interventi da realizzare e il relativo finanziamento, in conformità alle risoluzioni adottate, rispettivamente, dalla V Commissione bilancio della Camera dei deputati e dalla V Commissione bilancio e programmazione economica del Senato. Sono stati altresì disciplinati gli adempimenti che gli enti devono porre in essere ai fini dell'erogazione di tali contributi da parte del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, pena la revoca degli stessi;
in base a quanto sopra richiamato nella diocesi di Vallo della lucania sono stati finanziati i seguenti progetti:

ENTE INTERVENTO EURO D.M.
Parrocchia Santa Maria degli Angeli di San Severino di Centola - Centola (SA) Rifacimento croce illuminata della piazza della Croce del borgo medievale 60.000 77740
Parrocchia Santa Maria delle Grazie - Foria di Centola (SA) Restauro chiesa parrocchiale 60.000 77740
Comune di Laurino (SA) Ristrutturazione chiesa matrice di Sant'Elena 40.000 77740

in base all'articolo 44 della legge n. 222 del 20 maggio 1985 la Conferenza episcopale italiana trasmette annualmente all'autorità statale competente un rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme; in base all'articolo 48, sono utilizzate «dallo Stato per interventi straordinari per fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali»: quest'ultima voce è usata a favore di strutture religiose -:
se le stesse opere siano state già finanziate con i fondi previsti dalla legge n. 222 del 20 maggio 1985 dalla Conferenza episcopale italiana attraverso la diocesi di competenza o direttamente dallo Stato;

se la Conferenza episcopale italiana, nel presentare il «rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme» ricevute in base alla legge n. 222 del 1985, dettagli e documenti tali spese;
se risulti che i progetti siano stati già finanziati con fondi di altre istituzioni pubbliche;
se detti finanziamenti siano sottoposti al controllo della Corte dei conti e secondo quale procedura.
(4-09792)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 13, comma 3-quater del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, ha previsto l'istituzione di un Fondo ai fini della concessione di contributi statali per la tutela dell'ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio;
con i decreti ministeriali n. 5164 del 25 febbraio 2010, n. 48528 del 9 giugno 2010 e n. 77740 del 28 ottobre 2010, attuativi della predetta disposizione, sono stati individuati gli enti beneficiari dei contributi in questione, gli interventi da realizzare e il relativo finanziamento, in conformità alle risoluzioni adottate, rispettivamente, dalla V Commissione bilancio della Camera dei deputati e dalla V Commissione bilancio e programmazione economica del Senato. Sono stati altresì disciplinati gli adempimenti che gli enti devono porre in essere ai fini dell'erogazione di tali contributi da parte del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, pena la revoca degli stessi;
in base a quanto sopra richiamato nella diocesi di Udine sono stati finanziati i seguenti progetti:

ENTE INTERVENTO EURO D.M.
Comune di Pavia e di Udine (UD) Fraz. Percoto Completamento asilo parrocchia San Martino Vescovo 50.000 48528

in base all'articolo 44 della legge n. 222 del 20 maggio 1985 la Conferenza episcopale italiana trasmette annualmente all'autorità statale competente un rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme; in base all'articolo 48, sono utilizzate «dallo Stato per interventi straordinari per fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali»: quest'ultima voce è usata a favore di strutture religiose -:
se la stessa opera non sia stata già finanziata con i fondi previsti dalla legge n. 222 del 20 maggio 1985 dalla Conferenza episcopale italiana attraverso la diocesi di competenza o direttamente dallo Stato;
se la Conferenza episcopale italiana, nel presentare il «rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme» ricevute in base alla legge n. 222 del 1985, dettagli e documenti tali spese;
se risulti che i progetti siano stati già finanziati con fondi di altre istituzioni pubbliche;
se detti finanziamenti siano sottoposti al controllo della Corte dei conti e secondo quale procedura.
(4-09793)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 13, comma 3-quater del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con

modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, ha previsto l'istituzione di un Fondo ai fini della concessione di contributi statali per la tutela dell'ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio;
con i decreti ministeriali n. 5164 del 25 febbraio 2010, n. 48528 del 9 giugno 2010 e n. 77740 del 28 ottobre 2010, attuativi della predetta disposizione, sono stati individuati gli enti beneficiari dei contributi in questione, gli interventi da realizzare e il relativo finanziamento, in conformità alle risoluzioni adottate, rispettivamente, dalla V Commissione bilancio della Camera dei deputati e dalla V Commissione bilancio e programmazione economica del Senato. Sono stati altresì disciplinati gli adempimenti che gli enti devono porre in essere ai fini dell'erogazione di tali contributi da parte del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, pena la revoca degli stessi;
in base a quanto sopra richiamato nella diocesi di Tursi-Lagonegro sono stati finanziati i seguenti progetti:

ENTE INTERVENTO EURO D.M.
Parrocchia S. Antonio di Padova Nova Siri (MT) Opere parrocchiali oratorio 500.000 48528

in base all'articolo 44 della legge n. 222 del 20 maggio 1985 la Conferenza episcopale italiana trasmette annualmente all'autorità statale competente un rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme; in base all'articolo 48, sono utilizzate «dallo Stato per interventi straordinari per fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali»: quest'ultima voce è usata a favore di strutture religiose -:
se la stessa opera non sia stata già finanziata con i fondi previsti dalla legge n. 222 del 20 maggio 1985 dalla Conferenza episcopale italiana attraverso la diocesi di competenza o direttamente dallo Stato;
se la Conferenza episcopale italiana, nel presentare il «rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme» ricevute in base alla legge n. 222 del 1985, dettagli e documenti tali spese;
se risulti che i progetti siano stati già finanziati con fondi di altre istituzioni pubbliche;
se detti finanziamenti siano sottoposti al controllo della Corte dei conti e secondo quale procedura.
(4-09794)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 13, comma 3-quater del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, ha previsto l'istituzione di un Fondo ai fini della concessione di contributi statali per la tutela dell'ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio;
con i decreti ministeriali n. 5164 del 25 febbraio 2010, n. 48528 del 9 giugno 2010 e n. 77740 del 28 ottobre 2010, attuativi della predetta disposizione, sono stati individuati gli enti beneficiari dei contributi in questione, gli interventi da realizzare e il relativo finanziamento, in conformità alle risoluzioni adottate, rispettivamente, dalla V Commissione bilancio della Camera dei deputati e dalla V Commissione bilancio e programmazione economica del Senato. Sono stati altresì disciplinati gli adempimenti che gli enti devono porre in essere ai fini dell'erogazione

di tali contributi da parte del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, pena la revoca degli stessi;
in base a quanto sopra richiamato nella diocesi di Trieste sono stati finanziati i seguenti progetti:

ENTE INTERVENTO EURO D.M.
Parrocchia Ns/Signora Provvidenza e Sion Chiesa di Sion Trieste Lavori sistemazione chiesa 100.000 48528
Parrocchia S. Matteo Apostolo - Muggia (TS) Ristrutturazione Scuola materna parrocchiale località San Rocco, Zindis 40.000 77740
Parrocchia Santa Maria del Carmelo - Trieste Restauro e completamento opere parrocchiali 40.000 77740

in base all'articolo 44 della legge n. 222 del 20 maggio 1985 la Conferenza episcopale italiana trasmette annualmente all'autorità statale competente un rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme; in base all'articolo 48, sono utilizzate «dallo Stato per interventi straordinari per fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali»: quest'ultima voce è usata a favore di strutture religiose -:
se le stesse opere siano state già finanziate con i fondi previsti dalla legge n. 222 del 20 maggio 1985 dalla Conferenza episcopale italiana attraverso la diocesi di competenza o direttamente dallo Stato;
se la Conferenza episcopale italiana, nel presentare il «rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme» ricevute in base alla legge n. 222 del 1985, dettagli e documenti tali spese;
se risulti che i progetti siano stati già finanziati con fondi di altre istituzioni pubbliche;
se detti finanziamenti siano sottoposti al controllo della Corte dei conti e secondo quale procedura.
(4-09795)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 13, comma 3-quater del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, ha previsto l'istituzione di un Fondo ai fini della concessione di contributi statali per la tutela dell'ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio;
con i decreti ministeriali n. 5164 del 25 febbraio 2010, n. 48528 del 9 giugno 2010 e n. 77740 del 28 ottobre 2010, attuativi della predetta disposizione, sono stati individuati gli enti beneficiari dei contributi in questione, gli interventi da realizzare e il relativo finanziamento, in conformità alle risoluzioni adottate, rispettivamente, dalla V Commissione bilancio della Camera dei deputati e dalla V Commissione bilancio e programmazione economica del Senato. Sono stati altresì disciplinati gli adempimenti che gli enti devono porre in essere ai fini dell'erogazione di tali contributi da parte del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, pena la revoca degli stessi;

in base a quanto sopra richiamato nella diocesi di Treviso sono stati finanziati i seguenti progetti:

ENTE INTERVENTO EURO D.M.
Comune di Castelfranco Veneto (TV) Contributo per restauro edifici di culto insistenti sul territorio 266.000 5164
ENTE INTERVENTO EURO D.M.
Oratorio S. Domenico Savio in Comune di Piombino Dese (PD) Manutenzione straordinaria fabbricato oratorio 45.000 48528
Parrocchia di S. Agnese - Treviso Restauro organo 100.000 48528
Parrocchia di S. Giorgio martire - Comune di Paese frazione Postioma (TV) Restauro facciata antica pieve 50.000 48528
Parrocchia di S. Lazzaro Vescovo - Treviso Restauro interno antica pieve 200.000 48528
Parrocchia di S. Stefano in S. Nicolò - Treviso Manutenzione straordinaria copertura Cattedrale S. Nicolò 50.000 48528
Parrocchia SS. Apostoli Pietro e Paolo in frazione Levada di Piombino Dese (PD) Ristrutturazione chiesa e campanile 55.000 48528
Congregazione missionari della Sacra Famiglia, Castione di Loria (TV) Recupero fondo agricolo con specie vegetali autoctone arcaiche 50.000 77740
Parrocchia di S. Girolamo di Falzè (TV) Restauro conservativo immobile parrocchiale 130.000 77740
Parrocchia Purificazione della Beata Vergine Maria di Loreggia (PD) Sistemazione centro giovanile «Casa del Giovane» 30.000 77740
Parrocchia San Michele Arcangelo in Sant'Angelo e S.ta Maria sul Sile (TV) Rifacimento impianto scuola materna e nido Provera 50.000 77740

in base all'articolo 44 della legge n. 222 del 20 maggio 1985 la Conferenza episcopale italiana trasmette annualmente all'autorità statale competente un rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme; in base all'articolo 48, sono utilizzate «dallo Stato per interventi straordinari per fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali»: quest'ultima voce è usata a favore di strutture religiose -:
se le stesse opere siano state già finanziate con i fondi previsti dalla legge n. 222 del 20 maggio 1985 dalla Conferenza episcopale italiana attraverso la diocesi di competenza o direttamente dallo Stato;
se la Conferenza episcopale italiana, nel presentare il «rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme» ricevute in base alla legge n. 222 del 1985, dettagli e documenti tali spese;
se risulti che i progetti siano stati già finanziati con fondi di altre istituzioni pubbliche;
se detti finanziamenti siano sottoposti al controllo della Corte dei conti e secondo quale procedura.
(4-09796)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 13, comma 3-quater del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, ha previsto l'istituzione di un Fondo ai fini della concessione di contributi statali per la tutela dell'ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio;
con i decreti ministeriali n. 5164 del 25 febbraio 2010, n. 48528 del 9 giugno 2010 e n. 77740 del 28 ottobre 2010, attuativi della predetta disposizione, sono stati individuati gli enti beneficiari dei contributi in questione, gli interventi da realizzare e il relativo finanziamento, in conformità alle risoluzioni adottate, rispettivamente, dalla V Commissione bilancio della Camera dei deputati e dalla V Commissione bilancio e programmazione economica del Senato. Sono stati altresì disciplinati gli adempimenti che gli enti devono porre in essere ai fini dell'erogazione

di tali contributi da parte del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, pena la revoca degli stessi;
in base a quanto sopra richiamato nella diocesi di Trento sono stati finanziati i seguenti progetti:

ENTE INTERVENTO EURO D.M.
Comune di Avio (TN) Conservazione e restauro del patrimonio delle parrocchie di Avio, Vò Sinistro e Sabbionara 150.000 5164
Convento Cappuccini in comune di Terzolas Opere di ristrutturazione 200.000 48528
Parrocchia del Duomo di Trento Opere di restauro 70.000 48528
Parrocchia di S. Francesco in Comune di Fierozzo (TN) Opere di manutenzione straordinaria 50.000 48528
Parrocchia S. Maria Maggiore in comune di Trento Scavi archeologici 80.000 48528

in base all'articolo 44 della legge n. 222 del 20 maggio 1985 la Conferenza episcopale italiana trasmette annualmente all'autorità statale competente un rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme; in base all'articolo 48, sono utilizzate «dallo Stato per interventi straordinari per fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali»: quest'ultima voce è usata a favore di strutture religiose -:
se le stesse opere siano state già finanziate con i fondi previsti dalla legge n. 222 del 20 maggio 1985 dalla Conferenza episcopale italiana attraverso la diocesi di competenza o direttamente dallo Stato;
se la Conferenza episcopale italiana, nel presentare il «rendiconto relativo alla effettiva utilizzazione delle somme» ricevute in base alla legge n. 222 del 1985, dettagli e documenti tali spese;
se risulti che i progetti siano stati già finanziati con fondi di altre istituzioni pubbliche;
se detti finanziamenti siano sottoposti al controllo della Corte dei conti e secondo quale procedura.
(4-09797)

SCILIPOTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
le piccole e medie imprese, il più delle volte, sono a base familiare e spesso si trovano nella scomoda posizione di subappaltatrici;
in caso di fallimento o sottoposizione delle imprese committenti a procedura concorsuale, le suddette imprese nulla percepiscono, in quanto i crediti derivanti dall'appalto confluiscono nella massa delle attività concorsuali;
tali piccole imprese rischiano troppo spesso il fallimento in quanto per loro i crediti del subappalto sono fondamentali per pagare i propri fornitori e dipendenti;
le imprese subappaltatrici sono, per altro verso, tutelate dalla legge 18 giugno 1998 n. 192, approvata dal Parlamento in esecuzione della raccomandazione della commissione CEE 30/8/1989 e della raccomandazione CEE del 12 maggio 1995 n. 95/1995, che prevede termini certi per i pagamenti dei subfornitori e notevoli interessi di mora, proprio per scoraggiare fenomeni di «approfittamento» delle piccole imprese in difficoltà;
il fenomeno della subfornitura, che si sostanzia in un subappalto, è una manifestazione del fenomeno, caratteristico delle economie moderne, del decentramento produttivo e si realizza in ciò, che la produzione di parti del prodotto finale, ovvero lo svolgimento di una o più fasi del processo produttivo, viene affidata da

un'impresa (solitamente di grandi dimensioni) ad un'altra impresa (generalmente medio piccola);
vi è l'urgenza di porre rimedio ad abusi delle grandi imprese, perpetrati ai danni di quelle dipendenti, di medio-piccole dimensioni;
la legge sopra citata ha inteso porre rimedio, in primis, al cronico ritardo nei pagamenti, ma ha perso l'occasione per garantire anche, cosa più importante, l'effettivo pagamento della prestazione in denaro;
occorre anche considerare che la recente riforma delle procedure concorsuali ha escluso il fallimento quando i crediti sono inferiori a 25.000 euro e che tale somma, se appare di modesta entità per lo Stato, al fine di giustificare la complessa procedura concorsuale, nondimeno è notevole se rapportata alla piccola impresa che oggi per tali somme non ha più nemmeno «l'arma di ricatto» dell'istanza di fallimento e non gode di alcuna tutela se non l'incerta procedura esecutiva individuale;
considerata la diffusione del fenomeno del subappalto, occorrono misure urgenti, concrete e forti per tutelare le piccole e medie imprese, sopratutto nella congiuntura di crisi economica che stiamo attraversando;
le piccole e medie imprese sono una parte fondamentale per la nostra economia ed una risorsa che non può essere dispersa e che pertanto occorre tutelarle più intensamente ed efficacemente nella riscossione dei propri crediti;
vi è anche la necessità di tutelare i dipendenti delle imprese subappaltatrici, posto che in caso di crisi delle prime, i dipendenti verranno licenziati o messi in cassa integrazione, sino al punto di perdere tutti il lavoro, in caso di fallimento della piccola medio-impresa;
nella realtà economica, è diffuso il costume di non pagare le imprese subappaltatrici, che spesso sono anche scoraggiate dall'intraprendere l'azione giudiziaria, sia per i costi, sia soprattutto per i tempi del nostro processo civile che sono esageratamente lunghi e non trovano eguali nella Comunità europea, sia infine perché, anche se si è ottenuta la sentenza, essa è di difficile esecuzione, perché il credito del subappaltatore non è assistito da un privilegio;
il lavoro delle piccole imprese contribuisce a formare il corrispondente credito del subappaltante nei confronti della committente principale;
il privilegio viene riconosciuto in ragione della causa del credito che in questo caso è meritevole di tutela ai sensi del primo comma dell'articolo 2745 del codice civile, in considerazione del fatto che il compenso dell'appalto si è formato anche grazie al lavoro del subappaltatore;
le imprese artigiane già godono di tale privilegio ai sensi dell'articolo 2751-bis n. 5;
piccole e medie imprese, pur non essendo tecnicamente imprese artigiane, possono essere ad esse equiparate per la ristretta base societaria per lo più familiare;
il fenomeno del subappalto è disciplinato dalla legge in materia di appalti ed, in quella sede, si è stabilito che il committente principale, prima di pagare l'appaltatore, deve pretendere le fatture quietanziate, con le quali il medesimo dimostri che di aver pagato i propri subappaltatori;
tuttavia, nella prassi, tale sistema non è sufficiente garanzia affinché i crediti dei subappaltatori vengano effettivamente pagati e che dunque è necessario prevedere forme di tutela più efficaci in favore dei subappaltatori;
dunque le norme citate già riconoscono meritevole di tutela la posizione dei subappaltatori e dunque un ulteriore e decisivo intervento del legislatore in favore di questi ben si inserisce nel quadro normativo, soprattutto comunitario;

apprestare una forma efficace di garanzia del credito, comporterà che si evitino ritardi nella gestione degli appalti pubblici e privati, per la cautela dei subappaltatori di veder aumentare il proprio credito insoluto, favorendo invece una sorta di finanziamento del subappaltatore in favore della impresa committente -:
quali opportune iniziative normative i Ministri interrogati intendano predisporre, al fine di apportare, con urgenza, una modifica al codice civile che garantisca i crediti dei piccoli e medi imprenditori tramite la previsione di un autonomo articolo nel libro VI titolo III paragrafo 2 (2755 e seguenti) del codice che riconosca un privilegio speciale dei subappaltatori sui compensi derivanti dal subappalto, o un privilegio generale sui beni mobili ai sensi dell'articolo 2751-bis.
(4-09803)

...

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta in Commissione:

MISITI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
è in corso di svolgimento presso il tribunale di Locri, sezione distaccata di Siderno, il processo a carico di un imprenditore edile e di due dipendenti del comune di Roccella Jonica, imputati di omicidio colposo, rispettivamente per: non aver provveduto ad eliminare un avvallamento creatosi sul lungomare del comune di Roccella Jonica e per omessa sorveglianza sui lavori stradali in corso d'opera e con ciò concorrendo al verificarsi di un incidente automobilistico e al conseguente decesso del conducente;
durante il dibattimento è stato sentito, in data 25 giugno 2008, un testimone, chiamato dal pubblico ministero, il quale ha dichiarato che: «l'automobilista procedeva a velocità sostenuta e che l'avvallamento risultava indicato da apposito segnale»;
in data 18 luglio 2008 la ditta incaricata del servizio di registrazione presso la sede distaccata del tribunale di Locri ha mandato al giudice una comunicazione nella quale faceva presente che: «si era riscontrato un problema di registrazione, non rilevato dall'operatore presente in sala, durante l'udienza del 25 giugno 2010 e che non era stato possibile recuperare l'audio presente nell'apparecchiatura in quanto al quinto giorno dalla registrazione il sistema cancella automaticamente i files», per cui era necessario citare nuovamente i testimoni già escussi nell'udienza sopra citata;
il testimone dell'incidente, a seguito dei disguidi sopra menzionati nel sistema di registrazione audio, ascoltato nuovamente dal pubblico ministero, fa dichiarazioni in parte diverse rispetto alla prima deposizione;
di fronte a questo fatto nuovo uno dei due dipendenti comunali chiede al tribunale, in data 30 giugno 2010, di voler disporre la ricerca e l'acquisizione del supporto informatico contenente la registrazione della prima testimonianza;
nell'udienza del 29 settembre 2010 il giudice comunica che la ditta incaricata del servizio ha in effetti verificato, a due anni di distanza e non si sa bene come, il corretto funzionamento del supporto informatico e l'avvenuta trascrizione della testimonianza in questione, che viene così acquisita agli atti;
l'incidente sopra descritto, mai verificatosi prima a memoria di quelli che ne sono venuti a conoscenza, ha avuto come conseguenza, tra le altre, che l'istruzione dibattimentale successiva al primo esame del testimone si è svolta senza che le difese degli imputati avessero la disponibilità della trascrizione di tale esame e anzi avendo la rappresentazione che tale esame fosse, purtroppo, irrecuperabile e dunque tamquam non esset;
il comune di Roccella Jonica, chiamato a rispondere civilmente nel processo, ha dato mandato al sindaco di fare a chi

di dovere le rimostranze in merito al grave ed inaudito disservizio imputabile alla ditta di cui sopra e a vigilare altresì sull'iter processuale, mettendo in opera quanto necessario per tutelare gli interessi del Comune -:
se il Ministro, in base ai fatti riportati in premessa, intenda assumere iniziative ispettive al fine di esercitare i poteri di competenza.
(5-03902)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
i magistrati - sostituti procuratori - assegnati alla procura di Cremona sono tre più il procuratore della Repubblica;
in realtà, a partire dal mese di gennaio 2011, l'operatività della procura stessa sarà affidata ad un solo sostituto procuratore, oltre al procuratore capo, a seguito del trasferimento già in atto di due sostituti procuratori;
tale situazione limita fortemente l'attività requirente generando gravi ed ulteriori ritardi sui tempi delle indagini;
nel corso del convegno tenutosi lo scorso 27 novembre a Cremona per discutere della proposta di legge dell'interrogante sull'accorpamento del tribunale di Crema a quello di Cremona, il procuratore della Repubblica Roberto di Martino ha testualmente affermato: «A gennaio se ne vanno due sostituti procuratori, Con un procuratore e un solo sostituto, vi dico che l'ufficio in queste condizioni non è in grado di dare un servizio all'utenza neanche decente»;
a Cremona e provincia non c'è solo la microcriminalità a richiedere contrasto da parte delle istituzioni giudiziarie e di polizia forti. Ci sono pesanti minacce e notizie di reato verso l'ambiente, ma anche da parte della criminalità organizzata di stampo mafioso, il cui insediamento territoriale risulta sempre più preoccupante -:
se e quali iniziative urgenti il Governo intenda assumere per affrontare la situazione, così da rendere pienamente funzionale la procura di Cremona.
(5-03904)

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta scritta:

RUVOLO, BELCASTRO, GAGLIONE, GIANNI, IANNACCONE, MANNINO, MILO, PISACANE, PORFIDIA, ROMANO e SARDELLI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il Governo ha deciso di avviare il processo di privatizzazione del gruppo pubblico Tirrenia;
in relazione a questa decisione si è avviata la relativa procedura attraverso regolare bando di gara;
nell'espletamento della suddetta procedura, rispettosa delle norme di massima trasparenza, tutte le parti hanno avuto modo di essere informate su tutti i concorrenti che avevano manifestato interesse d'acquisto;
la suddetta gara si è conclusa con esito negativo;
con successivo decreto del Presidente della Repubblica del 4 agosto 2010, è stata formalizzata l'ammissione della società Tirrenia di navigazione e Siremar S.p.A. alla procedura di amministrazione straordinaria, con la conseguente nomina del dottor Giancarlo D'Andrea a commissario straordinario;
lo stesso commissario straordinario ha avviato la procedura per la dichiarazione dello stato di insolvenza ottenuto dal tribunale di Roma;

in data 15 settembre 2010 è stata avviata una nuova gara con la pubblica richiesta a presentare manifestazione di interesse per l'acquisto dei compendi aziendali di Tirrenia di Navigazione S.p.A in A.S. e Siremar S.p.A. in A.S. entro il termine del 29 settembre 2010;
tale termine ha subito uno slittamento fino al 20 ottobre 2010 entro il quale 21 operatori hanno manifestato interesse;
dei 21 operatori iniziali, 16 sono stati ammessi alla successiva fase della «due diligence»;
a tutt'oggi non si conoscono i nominativi dei 21 operatori iniziali ridotti a 16 con criteri non resi noti -:
quali siano i nominativi dei soggetti che hanno manifestato interesse all'acquisizione dei compendi aziendali di Tirrenia S.p.A. in A.S. e di Siremar S.p.A. in A.S.;
quali sarebbero i sedici soggetti ammessi alla successiva fase della «due diligence» e quali sarebbero stati i criteri di esclusione;
per quali ragioni si sia continuato a mantenere questo riserbo ad avviso degli interroganti incomprensibile che ha impedito la divulgazione di questi dati e gettato pesanti ombre sulla trasparenza del processo di privatizzazione in atto.
(4-09802)

TESTO AGGIORNATO AL 1° DICEMBRE 2010

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INTERNO

Interrogazioni a risposta in Commissione:

FIANO. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il giorno 27 novembre 2010 a Milano un medico di nome Andrea Crosignani si è recato su una torre posta in via Imbonati per soccorrere un cittadino egiziano che insieme ad altri da diverse settimane protestava rimanendo su quella torre a 40 metri di altezza, per questioni riguardanti la sanatoria degli immigrati clandestini;
il medico, constatate le precarie condizioni di salute della persona in questione, con il suo consenso lo accompagnava all'ospedale San Paolo di Milano;
in quella struttura il paziente è stato tenuto sotto osservazione tutta la notte a causa di un principio di assideramento e di uno stato febbrile;
sulla base della decisione della struttura ospedaliera lo stesso paziente è stato dimesso la domenica mattina alle ore 7.40;
il medico ha dichiarato alla stampa di essere stato in contatto con la Digos di Milano;
la persona in questione è stata riconosciuta dalla polizia in serata e la stessa ha consegnato al giovane un ordine di comparizione in questura dopo 5 giorni;
il medico e la direzione sanitaria dell'ospedale San Paolo hanno dichiarato alla stampa che nessun funzionario di polizia avrebbe chiesto loro di trattenere il ragazzo oltre il tempo necessario alle cure mediche;
risulterebbe addebitata al dottor Crosignani, come riportato dagli organi di stampa, l'ipotesi di reato di favoreggiamento, ad avviso dell'interrogante in palese contrasto con quanto previsto dal codice deontologico dei medici -:
se il fermo della persona in questione spettasse agli organi di polizia ai sensi della normativa vigente;
se risulti che si siano verificati casi analoghi a quello descritto in premessa e sia stato ponderato il rischio che, anche a seguito di episodi di tal genere, il personale medico finisca per non adempiere più all'obbligo di soccorso storicamente e legislativamente iscritto nella legislazione medica in relazione a possibili conseguenze del soccorso medesimo sul piano penale derivanti da un chiaro conflitto tra norme penali.
(5-03910)

FIANO, ANDREA ORLANDO, GARAVINI, FARINONE e MOSCA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in data 26 novembre 2010 i consiglieri comunali del comune di Desio appartenenti ai gruppi del Partito democratico, Italia dei Valori, Desio Viva, Movimento 5 stelle e della Lega Nord Padania si sono dimessi dal loro mandato, provocando lo scioglimento del consiglio comunale ed il commissariamento del comune;
fino a luglio 2010 i consiglieri comunali della Lega Nord Padania appartenevano organicamente alla maggioranza politica che ha amministrato il comune;
fino a tale data esponenti della Lega Nord Padania, erano membri della giunta comunale;
nel motivare le loro dimissioni i suddetti consiglieri comunali hanno fatto riferimento alla recente inchiesta della magistratura, denominata «Infinito» che ha portato il 13 luglio 2010 all'arresto di oltre 300 affiliati alla 'ndrangheta in tutta Italia di cui circa la metà sono in Lombardia;
in alcune delle intercettazioni telefoniche, facenti parte dell'inchiesta «Infinito», sono citati i nomi di alcuni esponenti della maggioranza del comune di Desio;
non risultano al momento essere stati inviati avvisi di garanzia ad esponenti politici della città di Desio -:
se sia a conoscenza di fatti che dimostrino connessioni tra l'attuale amministrazione comunale di Desio ed esponenti della criminalità organizzata e se vi siano altri comuni in Lombardia per i quali, in relazione all'inchiesta «Infinito», sussistano i presupposti di scioglimento del consiglio comunale.
(5-03911)

DIONISI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 1 del decreto-legge 25 gennaio 2010, n. 2, recante «Interventi urgenti concernenti enti locali e regioni», convertito dalla legge 26 marzo 2010, dispone la riduzione del 20 per cento del numero dei consiglieri provinciali, già prevista dall'articolo 2, comma 184, della legge 23 dicembre 2009, n. 191;
entro il 30 ottobre 2010 le prefetture dovevano trasmettere al Ministero dell'interno, sentito l'ente provinciale, una proposta di rideterminazione delle tabelle delle circoscrizioni dei collegi provinciali, da adottare con successivo decreto del Presidente della Repubblica;
la norma prevede anche che, se la provincia non dovesse esprimere il proprio avviso entro 30 giorni, il decreto può essere comunque emanato;
nel caso della provincia di Roma, i collegi passeranno da 45 a 36 ed, in mancanza di criteri fissati dal legislatore, nella formazione dei nuovi collegi si dovrà far riferimento ai criteri finora adottati, che traggono origine da due ordini del giorno approvati nel 1951 dalle Camere;
i tre requisiti richiesti sono: continuità territoriale; equilibrio demografico; omogeneità strutturale geo-economico-sociale;
tuttavia, nella proposta approvata non risulterebbero rispettati i requisiti richiesti in alcuni collegi importanti, dove la centralità del collegio è ai confini del territorio -:
se non ritenga di verificare urgentemente se, nella proposta riguardante la ridefinizione dei collegi della provincia di Roma, siano stati osservati e rispettati i criteri che peraltro, giova ricordare, originano da un atto di indirizzo parlamentare.
(5-03915)

Interrogazione a risposta scritta:

GRIMOLDI e STUCCHI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
con apposita circolare interna agli uffici della polizia di Stato di Milano è stato fornito un elenco di distributori

presso i quali poter effettuare rifornimento utilizzando i cosiddetti «buoni benzina»;
sono stati segnalati numerosi disservizi legati all'impossibilità di effettuare il rifornimento di carburante delle autovetture di servizio presso alcuni distributori;
ultimamente il numero dei distributori che accettano i buoni benzina si è ulteriormente ridotto, adducendo motivazioni legate alle compagnie petrolifere e causando così gravi problemi per il rifornimento, soprattutto delle vetture della squadra mobile, e notevole imbarazzo agli addetti di polizia;
i poliziotti di Milano, che già dimostrano senso di responsabilità, malgrado le forti perplessità relative al nuovo metodo di rifornimento delle autovetture di servizio, non possono ora subire anche disagi legati a procedure burocratiche che sfuggono, ad avviso dell'interrogante, da qualsiasi criterio di logica ed efficienza -:
se il Ministro sia a conoscenza della problematica e come intenda risolvere in modo tempestivo questo problema, che, peraltro, mette a dura prova l'operatività, funzionale a garantire la sicurezza dei cittadini.
(4-09799)

TESTO AGGIORNATO AL 26 GENNAIO 2011

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta in Commissione:

SIRAGUSA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
ai candidati che hanno superato le prove concorsuali per il reclutamento di dirigenti scolastici indette dalla provincia autonoma di Trento con deliberazione n. 2454 del 16 ottobre 2009, non vengono riconosciute le stesse opportunità per l'accesso alla dirigenza scolastica riconosciute ai colleghi risultati idonei con l'espletamento dei precedenti concorsi banditi dalla stessa provincia (deliberazioni n. 528 del 18 marzo 2005 e n. 2040 del 21 settembre 2007) nonché agli iscritti alle graduatorie dei concorsi nazionali indetti con DDG 22 novembre 2004 e decreto ministeriale 3 ottobre 2006;
nella fattispecie si sottolinea come la determinazione del dirigente delle risorse umane scuola della provincia autonoma di Trento n. 63 del 31 marzo 2010 abbia già ufficializzato la graduatoria definitiva degli idonei del suddetto concorso (deliberazione n. 2454 del 16 ottobre 2009) individuando poi nei primi 30 nominativi dell'elenco gli ammessi al tirocinio formativo che si è quindi concluso con l'approvazione della graduatoria finale;
successivamente con la determinazione n. 171 del 30 luglio 2010, lo stesso ufficio, ha formalizzato l'elenco dei n. 25 candidati che, scelti tra i 30 nominativi di cui sopra, entreranno nei ruoli della provincia autonoma a partire dall'anno scolastico 2010/2011 fino al 2012/2013;
dei 30 nominativi di cui sopra, 5 candidati inclusi nella graduatoria finale (come da citata determinazione n. 171 del 30 luglio 2010) dopo la valutazione con esito positivo del periodo di tirocinio (circa due mesi di aspettativa senza retribuzione per 192 ore di formazione in presenza, 180 ore in situazione, e una relazione finale), e dell'esame finale consistente in una prova scritta e una orale, sono stati esclusi dall'immissione in ruolo (delibera n. 1802 del 5 agosto 2010);
25 candidati, risultati idonei nell'espletamento della procedura concorsuale, non sono stati utilmente collocati nella graduatoria per l'accesso al corso di formazione;
di fatto, quindi, i candidati di cui sopra che hanno superato le prove del corso-concorso e che hanno inoltre regolarmente svolto il prescritto periodo di formazione, non sono stati nominati in relazione al numero dei posti previsti dai bandi;

se infatti da un lato la legge 28 febbraio 2008, n. 31 (articolo 24-quinquies) ha trasformato le graduatorie dei concorsi indetti con DDG 22 novembre 2004 e decreto ministeriale 3 ottobre 2006 in graduatorie ad esaurimento consentendo la mobilità interregionale dei candidati utilmente inclusi nelle stesse e se dall'altro lato si è voluta favorire la conclusione dell'iter formativo degli idonei delle procedure concorsuali trentine 2005 e 2007 con l'avvio di un apposito periodo di formazione a loro dedicato, appare assolutamente legittimo un intervento volto a sanare sperequazione così evidente concedendo tale opportunità anche ai candidati coinvolti nell'ultima procedura concorsuale trentina indetta con deliberazione della suddetta provincia autonoma n. 2454 del 16 ottobre 2009, e risultanti dalle graduatorie di cui all'oggetto della presente istanza;
pur evidenziando che la legge 28 febbraio 2008 n. 31 - e prima ancora la legge n. 296 del 2006 - attengono a specifiche procedure concorsuali ovvero i concorsi ordinario 2004 e riservati 2002 e 2006, le cui graduatorie sono state trasformate in permanenti per effetto dei provvedimenti suddetti, va oltremodo sottolineato come tuttavia un'interpretazione autentica di tale dispositivo abbia consentito l'organizzazione di un adeguato corso di formazione per i dirigenti scolastici risultati idonei nei concorsi banditi dalla provincia autonoma di Trento con deliberazioni n. 528 del 18 marzo 2005 e n. 2040 del 21 settembre 2007;
si rende necessario pertanto un apposito provvedimento volto ad organizzare il corso di formazione necessario a concludere l'iter formativo per l'assunzione al ruolo di dirigenti, dei 25 idonei;
per quanto attiene ai 5 inclusi nella graduatoria di merito finale al termine del tirocinio e dell'esame finale (come da già citata determinazione n. 171 del 30 luglio 2010), analogamente a quanto fatto per i 3 (anch'essi formati) del concorso bandito dalla provincia autonoma di Trento con deliberazioni n. 528 del 18 marzo 2005, occorre invece solo la formale immissione in ruolo consentendo la mobilità interregionale: senza ovviamente alcun corso di formazione;
tale soluzione non comporterebbe alcun aggravio della spesa pubblica poiché non si dovrebbe far altro che utilizzare professionisti già formati e selezionati attraverso una durissima selezione con una procedura articolata in due fasi - preselettiva e selettiva - con un totale di sei prove ed un accertamento linguistico -:
a seguito di quale provvedimento sia stata applicata la norma sulla interregionalità ai vincitori dei concorsi trentini a dirigente scolastico banditi nel 2005 e 2007;
perché lo stesso non sia stato fatto per il concorso del 2009;
se alla luce di quanto esposto non intenda assumere una apposita iniziativa anche normativa, ove necessario, che elimini l'oggettiva sperequazione tra partecipanti a concorsi banditi in anni diversi.
(5-03914)

Interrogazioni a risposta scritta:

BERARDI e CARLUCCI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, la Fondazione Telecom Italia, l'Associazione nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola, nel 2009 hanno istituito il primo Osservatorio nazionale sull'internazionalizzazione delle scuole e la mobilità studentesca;
tra i compiti di suddetto organismo rientrano non solo la registrazione del grado di internazionalizzazione in atto nelle scuole italiane, a iniziare da quelle superiori, con la verifica degli scambi esistenti di insegnanti e di alunni, dei gemellaggi avviati, della partecipazione o

meno a progetti internazionali, ma anche con la disamina del numero dei partecipanti agli scambi individuali di media e lunga durata, con l'indicazione dei Paesi di destinazione o provenienza;
gli scambi interculturali a livello scolastico rappresentano un elemento di ricchezza unico e irripetibile, un valore cruciale in grado di conferire ai giovani l'attitudine a non giudicare senza conoscere, riconoscendo l'utilità dell'apporto delle diverse culture nella costruzione del mondo;
le stime dell'istituto IPSOS, a ciò delegato, hanno valutato in circa 2.600 gli studenti stranieri frequentanti nel 2009 le scuole italiane in base a programmi di scambio individuale;
il 26 per cento di costoro proveniva dalla Germania, il 20 per cento dagli Stati Uniti, il 17 per cento dall'Australia, il 15 per cento dalla Cina e un altro 15 per cento dagli altri Paesi asiatici;
il 78 per cento di questi studenti stranieri indicava come «abbastanza facile» e «molto facile» l'integrazione culturale nelle scuole italiane, grazie pure alla presenza di tutor (94 per cento dei casi);
diversamente, l'IPSOS valutava in 3.800 gli studenti italiani partecipanti nel 2009 a soggiorni di studio individuali all'estero, con un saldo negativo di circa 1.200 studenti stranieri;
ben il 65 per cento di tali studenti italiani all'estero si recavano negli Stati Uniti, il 25 per cento in Australia, il 18 per cento in Inghilterra, il 17 per cento in Germania, l'11 per cento in Canada;
in un quadro più globale, va ricordato che, conformemente alle stime del Language Map Data Center statunitense che ricomprende i dati ufficiali del Census 2000 e non ufficiali del 2005 American Community Survey, si registrerebbe una graduale diminuzione del numero di persone, di età maggiore ad anni cinque, che negli Stati Uniti parlano in casa l'italiano, cifre che ribadiscono come la stessa vasta comunità di italo-americani - pari a 17.829.184, 2006 American Community Survey - rischi di smarrire l'uso della lingua italiana, tanto che il 92,3 per cento di costoro dichiara di conoscere il solo inglese;
viceversa, non soltanto tra gli italo-americani, sale notevolmente l'interesse per la cultura italiana, tanto che l'italiano risulta la quarta lingua più studiata negli USA -:
se non si ritenga di mettere in campo tutti gli strumenti utili al fine di pervenire a un riequilibrio complessivo della popolazione studentesca in entrata e in uscita dall'Italia;
se non si ritenga opportuno promuovere - anche tramite il più vasto rassemblement istituzionale del mondo della scuola - il più esteso avvio di gemellaggi/sister school da e verso istituti degli Stati Uniti e del Nord America in genere, comportando un graduale maggiore afflusso di studenti stranieri in Italia;
se non si ritenga opportuno a tali fini rafforzare il coinvolgimento delle maggiori associazioni culturali italo-americane, ma anche di ambasciate, consolati, uffici di promozione e istituti di cultura.
(4-09784)

LO MORO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
secondo notizie di stampa, Antonio Pelle, 24 anni, arrestato ad aprile 2010 insieme allo zio Giuseppe e ad altri membri della pericolosa cosca di S. Luca (Reggio Calabria) che porta il suo stesso cognome, ha superato presso la facoltà di architettura di Reggio Calabria ben 22 esami e chiesto dal carcere di essere autorizzato a sostenerne altri;
è lecito chiedersi se si tratta di uno studente modello, come attesta il suo libretto universitario, o di un giovane, in carcere per fatti di mafia, che tiene alla

laurea e riesce a superare gli esami, ottenendo anche voti alti, nonostante, stando alle lettere zeppe di errori che spedisce dal carcere, non sappia neanche scrivere in italiano;
non sembra all'interrogante che possono esserci dubbi che si è davanti alla seconda ipotesi, considerato anche il tenore delle intercettazioni telefoniche pubblicate dai giornali, dalle quali emerge che Pelle sostiene e supera esami ma non sa neanche di che materia si tratti;
l'interrogante ritiene che questa storia, che coinvolgerebbe anche le facoltà di medicina dell'università di Catanzaro e di Messina, non vada sottovalutata e che non si deve commettere l'errore di considerarla solo una vicenda giudiziaria, che - come tale - avrà il suo corso;
il caso di Antonio Pelle, del resto, non è certo una novità. Sono già emersi in passato casi di esami universitari non regolari ed anche di promozioni e lauree ottenute sotto minaccia. Né è nuovo il fenomeno di rampolli di famiglie malavitose destinati alla scalata sociale che passa dal conseguimento della laurea;
a riprova della gravità della questione posta, si ricorda che quando si è proceduto allo scioglimento per mafia di alcune aziende sanitarie calabresi si è registrata la presenza di dipendenti, medici e primari, appartenenti a famiglie 'ndranghetiste. Nelle relazioni che hanno preceduto e portato allo scioglimento si è dato conto di inquisiti e pregiudicati alle dipendenze delle aziende, considerando questo elemento significativo della pervasività della 'ndrangheta e del suo interesse al settore sanitario, con il doppio obbiettivo di garantirsi profitto (mettendo le mani sugli appalti e sulla spesa) e ruolo sociale (un primario medico garantisce cure ai familiari e agli amici ed al tempo stesso costituisce un avanzamento sul piano sociale);
si può ancora evidenziare che allo scioglimento del consiglio comunale di Gioia Tauro, Rosarno e S. Ferdinando, si arrivò sull'onda di uno scandalo che coinvolgeva un altro esponente di una famiglia malavitosa, laureato in legge e iscritto all'ordine degli avvocati, il quale, condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso, dovendo far fronte anche al risarcimento danni nei confronti dei predetti comuni, proponeva di estinguere i suoi debiti con le casse comunali, mettendo a disposizione le sue «competenze professionali». I comuni, poi sciolti per mafia, avevano accettato la proposta dell'avvocato Gioacchino Piromalli che non ha avuto seguito per l'intervenuto per infiltrazioni mafiose degli enti coinvolti;
oggi, a parte ogni altro discorso, c'è da chiedersi se questi soggetti, che verosimilmente si sono laureati in università meridionali (calabresi o siciliane), hanno seguito un percorso di studi regolari o meno e quanti di questi hanno usato metodi alternativi, come Antonio Pelle, da San Luca;
ma, tornando all'attualità, c'è da chiedersi sopratutto come le nostre università, quelle su cui si conta per il futuro della Calabria e del Meridione, frequentate da migliaia di giovani meritevoli, del cui futuro ci si dovrebbe preoccupare di più, possono difendersi da fenomeni del genere;
non è una questione semplice. Ma da qualcosa bisogna partire perché, intanto, non si può non indagare su ventidue esami registrati su un libretto universitario che rischiano di delegittimare l'ateneo di Reggio Calabria, togliendo valore al sacrificio dei giovani che frequentano e studiano regolarmente e all'impegno di tanti docenti qualificati;
sarebbe un errore limitarsi ad attendere la magistratura. Le 118 telefonate intercorse tra Antonio Pelle e il responsabile della segreteria studenti della facoltà di architettura e tutto quanto è emerso in questa grave vicenda richiedono l'attenzione urgente dei vertici dell'Università Mediterranea e del ministro Gelmini, che finora ad avviso dell'interrogante non ha dimostrato attenzione verso gli atenei

meridionali, per fare chiarezza dall'interno e ridare credibilità all'università, assumendosi ciascuno le proprie responsabilità -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti sopra riportati;
se e come ritenga di intervenire, per quanto di sua competenza, a sostegno dell'università di Reggio Calabria e delle altre università coinvolte in questa vicenda, anche per evitare il rischio che gli atenei calabresi siano oggi trascurati e subito dopo, per il rafforzamento di pregiudizi antimeridionali, penalizzati sul piano delle risorse.
(4-09798)

TESTO AGGIORNATO AL 26 GENNAIO 2011

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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

NASTRI e CARLUCCI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
secondo quanto dichiarato dall'osservatorio per la sicurezza dell'azienda di consulenza Vega Engineering, in Italia oltre il 50 per cento degli infortuni mortali avviene in settori quali agricoltura e costruzioni;
in particolare se nelle costruzioni la percentuale delle cosiddette «morti bianche» risulta essere del 28 per cento, nel settore agricolo è invece del 36 per cento e le cause sarebbero riconducibili al mancato utilizzo dei dispositivi di protezione individuali;
se quanto suesposto fosse confermato, costituirebbe un risultato drammatico e purtroppo reale a giudizio dell'osservatorio, perché non tiene conto solo delle vittime assicurate INAIL, bensì di tutti gli infortuni mortali sul lavoro verificatisi nel Paese -:
quali orientamenti intenda esprimere con riferimento a quanto esposto in premessa e quali iniziative intenda intraprendere, nell'ambito delle proprie competenze, nel caso i dati suesposti fossero confermati, a tutela dei lavoratori del settore agricolo.
(5-03905)

TESTO AGGIORNATO AL 13 DICEMBRE 2010

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E INNOVAZIONE

Interrogazione a risposta in Commissione:

GIOVANELLI, CODURELLI, ESPOSITO, BERRETTA, MELIS, BELLANOVA, MIGLIOLI, MOTTA, FERRANTI, VICO, GNECCHI, LENZI, CECCUZZI, MATTESINI, SAMPERI, BRANDOLINI, RUBINATO, PELUFFO, TRAPPOLINO e FONTANELLI. - Al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
l'avvocato generale della Corte di cassazione, il dottor Antonio Martone, nonché presidente della Civit - Commissione per la valutazione, l'indipendenza e l'integrità della pubblica amministrazione - si apprende che nel luglio 2010 sembra essere coinvolto nell'inchiesta sull'eolico in Sardegna e la cosiddetta loggia P3, e per questo sentito dalla Magistratura come persona informata sui fatti, per aver partecipato a una delle cene della cosiddetta loggia per avvicinare i giudici della Consulta che avrebbero deliberato sul Lodo Alfano entro pochi giorni; a pochi giorni dall'inchiesta il suddetto ha fatto richiesta di avvalersi in maniera insolita del pensionamento all'età di 69 anni, quando i giudici della Cassazione possono continuare il loro mandato fino all'età di 75; nonostante l'inchiesta in corso e i rapporti da questa evidenziati che il dottor Antonio Martone intrattiene egli è stato nominato presidente di un organismo super partes per definizione, che deve valutare con assoluta indipendenza l'operato delle pubbliche amministrazioni;
l'interrogante ha già presentato a luglio del 2010 un'interrogazione in cui si

segnalava l'opportunità delle dimissioni dell'avvocato Antonio Martone dalla presidenza della Civit, ma non ha ancora ricevuto alcuna risposta né spiegazione dal Ministro;
il Ministro interrogato si è sempre espresso per la meritocrazia come unico criterio di valutazione per la scelta dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni mentre, in questi giorni si viene a sapere che il figlio del Presidente Antonio Martone, l'avvocato Michele Martone, ha stipulato un contratto di consulenza con il Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio per 40 mila euro per «studi giuridici sulla digitalizzazione e informatizzazione dei Paesi terzi»; e come si apprende dal sito del Governo, il suddetto contratto è iniziato il 1o gennaio 2010 e avrà termine il 31 dicembre 2010 -:
se il Ministro non ravvisi la grave inopportunità dell'incarico di consulenza affidato all'avvocato Michele Martone;
se, in considerazione di quanto premesso, il Ministro non ritenga urgente e necessaria, la rimozione dell'avvocato Antonio Martone dalla carica di presidente della Civit, anche in considerazione del fatto che la rilevanza dei dati sopra esposti rischiano di compromettere la credibilità dell'intera Commissione per la valutazione, l'indipendenza e l'integrità della pubblica amministrazione.
(5-03916)

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SALUTE

Interrogazioni a risposta immediata:

BINETTI, NUNZIO FRANCESCO TESTA, DE POLI, CICCANTI, COMPAGNON, VOLONTÈ, NARO e OCCHIUTO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
in Italia ci sono circa 60.000 malati di sclerosi multipla. Recentemente le speranze di molti malati si sono riaccese sulla base della rivoluzionaria scoperta del professor Paolo Zamboni (Università di Ferrara), che assieme al neurologo Fabrizio Salvi (ospedale Bellaria di Bologna) e al radiologo interventista Roberto Galeotti (Università di Ferrara) propongono un punto di vista scientifico radicalmente innovativo: quello vascolare. Zamboni ha scoperto, descritto e pubblicato scientificamente una nuova patologia: la ccsvi (insufficienza venosa cronico-cerebro-spinale) e la stretta correlazione di quest'ultima con la sclerosi multipla;
l'approccio diagnostico prevede, quindi, in questa ipotesi due tipi di indagine specifica: ecocolordoppler tronchi sovraaortici e flebografia giugulare;
in pratica, un numero altissimo di malati di sclerosi multipla (praticamente quasi il 100 per cento) ha le vene giugulari e altre vene cerebrali e del torace malformate. Liberando le vene con l'angioplastica dilatativa, procedura consolidata da 25 anni a bassissimo rischio, tutti i malati di sclerosi multipla che hanno fatto questo intervento hanno avuto indubbi benefici, tra cui il blocco della malattia, il recupero immediato della stanchezza cronica e il recupero di alcune funzioni fisiche;
la comunità scientifica mondiale ha riconosciuto e validato l'insufficienza venosa cronico-cerebro-spinale come una nuova patologia vascolare e ne ha descritto la contestuale terapia (angioplastica dilatativa);
l'Italia (Paese dello scopritore Zamboni) non ha ancora riconosciuto l'insufficienza venosa cronico-cerebro-spinale come patologia: si sono interposti dubbi di natura scientifica, mancanza di evidenze scientificamente documentate secondo criteri di prassi consolidata (impossibili da avere in questa fase di avvio sperimentale) e complessi meccanismi burocratici;
intanto tra i malati si sta diffondendo una doppia forma di panico: il timore di non essere inclusi nei protocolli di ricerca per la scarsità dei posti disponibili e il timore che la patologia si aggravi fino a raggiungere un punto di non ritorno. Ci sono liste di attesa che per il solo protocollo diagnostico raggiungono i 12 mesi e molte strutture diagnostiche allocate in istituti prestigiosi si giustificano lamentando l'insufficienza delle tecniche e delle tecnologie diagnostiche a loro disposizione, rivelando, quindi, un'arretratezza metodologica preoccupante;

è necessario che la sanità nazionale prenda atto di ciò e renda immediatamente disponibili diagnosi e terapia per tutti i malati di insufficienza venosa cronico-cerebro-spinale, a prescindere dalla sua correlazione con la sclerosi multipla;
ogni giorno perso è un aggravamento della malattia. L'assenza di risposta delle istituzioni fa sì che un numero sempre più alto di malati vada a farsi operare sia in Italia che all'estero in strutture improvvisate, forse senza garanzie etiche e, soprattutto, senza la dovuta formazione -:
per quali ragioni non sia stato ancora attivato il protocollo diagnostico presso tutti i grandi ospedali, policlinici universitari e centri di ricerca avanzata, in modo da dare una risposta concreta a questi pazienti sulla reale sussistenza della sindrome da insufficienza venosa cronico-cerebro-spinale.
(3-01353)

NUCARA. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
gli amministratori della sanità (Stato e regioni) sono impegnati nei tagli della spesa sanitaria. Spesa ormai fuori controllo grazie alla dissennatezza di alcune amministrazioni locali, con una ricaduta negativa su tutto il sistema sanitario nazionale, in rapida e inarrestabile decadenza. A parere dell'interrogante, ciò è dovuto anche al sistema delle clientele che ha accentuato il disastro finanziario delle amministrazioni regionali, i cui presidenti, spesso, sono gli stessi che vengono poi nominati commissari, per risanare i conti della sanità dissestati dalle regioni stesse;
il primo comma dell'articolo 32 della Costituzione della Repubblica recita: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti»;
il VII rapporto del Ceis-sanità dell'Università Tor Vergata rileva che almeno 5 milioni di italiani si sono impoveriti per poter far fronte, con risorse finanziarie proprie, alle spese per la salute e che almeno la metà ha dovuto rinunciare a curarsi a causa dei costi eccessivi dell'assistenza sanitaria, ed a ciò si risponde con il taglio dei posti letto e la chiusura degli ospedali, mantenendo, però, inalterate le retribuzioni stellari ai cosiddetti manager;
è pertanto necessario, a parere dell'interrogante, riportare il cittadino al centro dell'azione politica, come hanno voluto i nostri padri costituenti, rinunciando alle cospicue rendite parassitarie assicurate da una classe politica, a parere dell'interrogante, inetta -:
se non sia possibile e auspicabile che sia lo Stato a sostituirsi con poteri di surroga, evitando di nominare commissari per la sanità gli stessi presidenti di regione spesso responsabili del dissesto.
(3-01354)

Interrogazioni a risposta scritta:

BENAMATI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il professor Paolo Zamboni e la sua equipe dell'università di Ferrara avrebbero ipotizzato che una alterazione del circolo venoso del sistema nervoso contribuisca all'insorgenza della sclerosi multipla, malattia infiammatoria cronica che colpisce il sistema nervoso centrale;
è oggetto di attenzione da parte della comunità scientifica italiana e internazionale una possibile correlazione tra l'insufficienza venosa cronica cerebro spinale (CCSVI) e la sclerosi multipla (SM) evidenziata dagli studi dei professori Paolo Zamboni e Fabrizio Salvi;
come da fonti stampa, il 23 gennaio 2010 a Vicenza, si è tenuto un importante convegno su CCSVI e sclerosi multipla, organizzato dalla «Fondazione Smuovilavita» a cui ha preso parte il professor Paolo Zamboni, che ha mostrato le risultanze dei suoi studi sulla CCSVI associata alla sclerosi multipla;

il professor Zamboni ipotizza che la terapia idonea per l'alterazione del circolo venoso sarebbe l'angioplastica dilatativa delle vene interessate (definita «liberazione» nel trattamento per CCSVI);
è noto all'interrogante che in questo momento il trattamento non è consentito al di fuori di sperimentazioni, ma la ricerca in questione, considerata molto promettente, è tuttavia in una fase iniziale -:
se quanto in premessa risulti corretto e se il Ministro non ritenga opportuno approfondire, attraverso i propri organismi, lo studio del professor Zamboni, al fine di verificare la validità delle sue conclusioni.
(4-09800)

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il quotidiano Il Corriere della Sera nella sua edizione del 12 novembre 2010 ha pubblicato, nella cronaca romana, un dettagliato articolo del giornalista Francesco Di Frischia, significativamente intitolato: «I ricoverati del Trionfale, senza reparto né legge. Otto pazienti in stato vegetativo nella clinica San Giuseppe. Per loro cure «illegali»;
nel citato articolo, si raccoglie tra gli altri, l'amaro sfogo della vedova di Nino Manfredi, signora Erminia: «È una vergogna. Purtroppo i servizi sanitari sono latitanti. È pazzesco. Dopo quello che la natura ha tolto a questi poveri Cristi, vogliamo togliere anche la dignità di vivere e di essere curati in modo adeguato?»;
secondo quanto riferito dal segretario regionale dell'associazione «Cittadinanzattiva», dieci pazienti di un reparto della casa di cura San Giuseppe di Roma versano in una grave situazione, e ciò sarebbe dovuto al fatto che la citata casa di cura «ha deciso di trasformarsi in RSA, aderendo ad un Decreto del Commissario ad acta Marrazzo del 13 ottobre 2009»;
dopo vari incontri tra i rappresentanti di «Cittadinanzattiva» e i rappresentanti dei parenti, la regione Lazio ha concesso varie proroghe, l'ultima scadrà il 31 dicembre 2010 per questo reparto catalogato cod.75 per la riabilitazione intensiva neurologica;
dal 1o gennaio 2011, se non si interviene subito dal punto di vista normativo ed organizzativo, questi pazienti subiranno una drastica riduzione dei servizi di riabilitazione e assistenza;
da quel momento la struttura sarà «riclassificata» RSA R1, vale a dire poco più di una semplice assistenza per anziani;
in particolare, si tratta di garantire le dovute cure e l'assistenza necessaria ai seguenti pazienti:
a) Stefano, 40 anni, minima coscienza causa emorragia cerebrale, nessuno che si occupa di lui;
b) Fatima, 50 anni, (non italiana), stato vegetativo causa incidente stradale, si occupano di lei gli amici;
c) Monica, 40 anni, stato vegetativo causa emorragia, la famiglia ha fatto richiesta di domiciliazione;
d) Jury, 28 anni, minima coscienza causa incidente di moto, la famiglia lo segue quotidianamente;
e) Laura, 29 anni, minima coscienza causa emorragia cerebrale dopo il parto, la famiglia la segue quotidianamente;
f) Gabriella, 55 anni, minima coscienza causa emorragia cerebrale, la famiglia la segue quotidianamente;
g) Bruno, 68 anni, minima coscienza causa ipossia a seguito di intervento, la famiglia lo segue quotidianamente;
h) Ennio, 65 anni, cosciente con politrauma da incidente domestico, la famiglia lo segue quotidianamente;

i) Liliana, 35 anni, rumena cosciente in attesa di ricostruzione calotta cranica, la famiglia vuole riportarla in Romania dopo l'intervento;
l) una signora sordomuta con problemi di deambulazione, appartiene al reparto di lungodegenza, ma deve essere isolata dagli altri pazienti per problemi relazionali;

il 1o ottobre 2010 la «Segesta Latina Spa», proprietaria della clinica San Giuseppe ha diffidato la regione Lazio «per la sua perdurante inerzia», e ha comunicato l'intenzione di interrompere il servizio per mancanza di autorizzazioni;
al di là delle vicende relative alla casa di cura San Giuseppe, appare urgente assicurare sia pure nel rispetto delle esigenze di razionalizzazione gestionale e finanziaria imposte dal piano di rientro dai disavanzi sanitari, la necessaria assistenza sanitaria alle persone che si trovano nella situazione di cui sopra nel rispetto dei livelli essenziali di assistenza e del diritto costituzionale alla salute -:
di quali elementi disponga in relazione a quanto sopra riferito e pubblicato dal Corriere della Sera;
quali urgenti iniziative di competenza si intendano promuovere a fronte di una così grave situazione che rischia di compromettere i livelli essenziali di assistenza.
(4-09807)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
secondo notizie stampa la delocalizzazione di aziende particolarmente inquinanti come la Sintexcal (produttrice di asfalti), la Sitfa (produttrice di vernici) e la Valli Zaban (prodotti bituminosi) e deve essere ancora realizzata;
tutte e tre le aziende sono classificate come imprese insalubri di prima classe, sono localizzate in aree una volta considerate produttive-industriali, ma che oggi, complice la speculazione edilizia e la crescita della città, sono diventate residenziali. La vicinanza di questi impianti ad ambiti urbanizzati ha reso la situazione ambientale e sanitaria particolarmente grave, ma le istituzioni locali non hanno ancora avviato un piano per le loro delocalizzazioni, nonostante la normativa sia molto chiara, come si evince da numerose sentenze del TAR. Così recita una sentenza del Tar della Toscana: «Il concetto di industria utilizzato dal Legislatore nell'articolo 216 del testo unico 27 luglio 1934 n. 1265, a norma del quale vengono effettuate le classificazioni delle industrie insalubri di prima e seconda classe, non attiene esclusivamente all'attività umana diretta alla produzione di beni mediante procedimenti di carattere artificiale, ma si riferisce sostanzialmente a tutte quelle attività che, modificando la situazione socio-ambientale del territorio, possono dar luogo ad occasioni di pericolo per l'igiene e la salute pubblica. Sul punto della localizzazione delle industrie insalubri di classe, la giurisprudenza amministrativa ha affermato che il giudizio valutativo del Comune su dette industrie, che debbono essere isolate nelle campagne e tenute lontano dalle abitazioni, presenta ampi margini di insindacabilità, censurabile solo quando le valutazioni di lontananza e vicinanza siano manifestamente illogiche (Cons. di Stato, V, n. 240/90)». L'articolo 216 del testo unico delle leggi sanitarie n. 1265/1934 al quinto comma, prevede poi una deroga per la «industria o manifattura» insalubre di prima classe, che può essere «permessa nell'abitato» se l'interessato dimostri che per l'introduzione di metodi o cautele il suo esercizio non reca nocumento alla salute del vicinato. Proprio appellandosi all'ultima parte della sentenza, le aziende hanno cercato di evitare una delocalizzazione, a loro dire, troppo costosa;
la Sintexcal è una fabbrica che produce asfalto (conglomerati bituminosi) miscelando

a caldo bitume e inerti. Questo tipo di lavorazione provoca la formazione di fumi maleodoranti costituiti da sostanze inquinanti come i cosiddetti Ipa (idrocarburi policiclici aromatici), alcuni dei quali considerati cancerogeni, e polveri fini (Pm10-Pm2.5). Questa azienda lavora utilizzando tecnologie e apparati industriali desueti e la produzione avviene a cielo aperto e senza sistemi di abbattimento dei fumi che, di conseguenza, si diffondono per tutto l'abitato. Oltre agli inquinanti legati alla produzione vi è poi il problema legato al traffico pesante per l'accesso allo stabilimento che raggiunge circa 20.000 camion/anno (40.000 se si considera andata e ritorno);
la situazione sanitaria è oggettivamente grave e chi ne sta subendo maggiormente le conseguenze sono i molti bambini del quartiere che presentano disturbi: cefalea, stanchezza cronica, broncospasmi e laringospasmi. L'azienda è situata a pochi metri da un asilo nido, una scuola materna, una scuola elementare, una scuola media, un giardino pubblico con due parchi gioco, un centro sportivo;
i cittadini della zona interessata, iniziarono la loro battaglia nel 2001 con una prima richiesta di delocalizzazione fatta all'amministrazione di quartiere. Trascorsi due anni dalla prima protesta, nel 2003 vi fu il cambio di destinazione d'uso del terreno sul quale operava l'azienda, da «verde pubblico» a «industriale produttivo»: questa sanatoria legalizzò di fatto la situazione superando il regime di «deroga temporanea» che aveva sempre caratterizzato la produzione in quel sito; un monitoraggio della qualità dell'aria svolto da Arpa Emilia-Romagna (2006), confermò la presenza di Pm10 e Ipa fino a 4/5 volte superiori ad altre zone della città. Certificato il reale pericolo, i cittadini chiesero la delocalizzazione definitiva e urgente della fabbrica e la vicenda, ormai divenuta di dominio pubblico, obbligò la provincia ad approfondire la situazione, tuttavia con risultati a dir poco deludenti (ad esempio, la scelta di rilasciare un'autorizzazione a produrre di cui l'azienda precedentemente era sprovvista, imponendo però contestualmente alcuni limiti alle emissioni). A fine 2008 il Comitato si fece promotore di un esposto alla magistratura che ebbe l'effetto di portare, dopo pochi mesi, il comune di Bologna, di Sala Bolognese e la provincia di Bologna a fidare un accordo con Sintexcal per accogliere lo stabilimento nella nuova Apea (area produttiva ecologicamente attrezzata) in un comune della provincia (Sala Bolognese). Tuttavia, la futura comunità ospitante, quella dei cittadini di Sala, che non era stata preventivamente e correttamente informata, insorse contro il sindaco che ritirò la firma dall'accordo. Dopo l'elezione del nuovo sindaco di Bologna Delbono nel 2010 si riaprirono i negoziati, ma le dimissioni del sindaco e il conseguente commissariamento del comune di Bologna ha nuovamente bloccato tutto -:
di quali elementi dispongano i Ministri interrogati in relazioni a quanto rappresentato in premessa e se intendano assumere iniziative per promuovere, anche per il tramite dei competenti organismi che fanno capo al Ministero della salute, un'indagine epidemiologica, considerato il rischio di una grave compromissione della salute pubblica nell'area interessata.
(4-09808)

FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
secondo il sito dell'Osservatorio nazionale sulla sperimentazione clinica sui medicinali (OSSC) dell'Agenzia italiana del farmaco risulta «aperta» la seguente sperimentazione: EudraCT number 2008-006226-34; codice protocollo: EFC10891 - Tenere; titolo protocollo: studio multicentrico, randomizzato, a gruppi paralleli, con valutatore in cieco, volto a confrontare l'efficacia e la sicurezza di teriflunomide e interferone beta-1a in pazienti con sclerosi multipla recidivante; data di registrazione: 4 febbraio 2009; promotore: Sanofi-Aventis

spa; area terapeutica: neurologia; indicazione proposta: sclerosi multipla -:
quali siano i criteri di reclutamento dei pazienti;
quale sia il costo della sopra citata sperimentazione;
se siano disponibili, e dove, i risultati parziali della sopra citata sperimentazione, e se saranno divulgati in congressi nazionali e internazionali e confrontati con i risultati di altri analoghi studi e sperimentazioni.
(4-09809)

FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
secondo il sito dell'Osservatorio nazionale sulla sperimentazione clinica sui medicinali (OSSC) dell'Agenzia italiana del farmaco risulta «aperta» la seguente sperimentazione: EudraCT number 2009-013333-24; codice protocollo: EMR 701048-525; titolo protocollo: studio di fase IV, multicentrico, in aperto, della durata di 12 settimane atto a valutare l'aderenza al trattamento in pazienti con sclerosi multipla recidivante (SMR), che transitano da un altro agente iniettabile modificante il decorso della malattia (DMD) al Rebif nuova formulazione (RNF) in cartuccia multidose, utilizzando RebiSmart per l'autosomministrazione (Bridge); data di registrazione: 3 luglio 2009; promotore: Merck SseronoSpa; area terapeutica: neurologia; indicazione proposta: sclerosi multipla recidivante -:
quali siano i criteri di reclutamento dei pazienti;
quale sia il costo della sopra citata sperimentazione;
se siano disponibili, e dove, i risultati parziali della sopra citata sperimentazione, e se saranno divulgati in congressi nazionali e internazionali e confrontati con i risultati di altri analoghi studi e sperimentazioni.
(4-09810)

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
secondo il sito dell'Osservatorio nazionale sulla sperimentazione clinica sui medicinali (OSSC) dell'Agenzia italiana del farmaco risulta la seguente sperimentazione «aperta»: EudraCT number: 2009-015556-15; codice protocollo: 101MS325; titolo protocollo: studio multicentrico, randomizzato, in cecità parziale, a gruppi paralleli, controllato verso farmaco attivo per valutare i benefici associati alla conversione della terapia (da Glatiramer acetato oppure interferone I2-1a) a Natalizumab nei soggetti affetti da sclerosi multipla recidivante-remittente; data di registrazione: 24 febbraio 2010; promotore: BIOGEN IDEC LTD; area terapeutica: neurologia; indicazione proposta: sclerosi multipla recidivante remittente -:
quali siano i tempi di chiusura della sopra citata sperimentazione;
quali siano i criteri di reclutamento dei pazienti;
quale sia il costo della sopra citata sperimentazione;
se siano disponibili, e dove, i risultati parziali della sopra citata sperimentazione, e se saranno divulgati in congressi nazionali e internazionali e confrontati con i risultati di altri analoghi studi e sperimentazioni.
(4-09811)

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
secondo il sito dell'Osservatorio nazionale sulla sperimentazione clinica sui medicinali (OSSC) dell'Agenzia italiana del farmaco risulta la seguente sperimentazione «aperta»: EudraCT number: 2009-015556-15; codice protocollo: 101MS325; titolo protocollo: studio multicentrico, randomizzato, in cecità parziale, a gruppi paralleli, controllato verso farmaco attivo

per valutare i benefici associati alla conversione della terapia (da Glatiramer acetato oppure Interferone I2-1a) a Natalizumab nei soggetti affetti da sclerosi multipla recidivante-remittente; data registrazione: 24 febbraio 2010; promotore: Biogen Idec Ltd; area terapeutica: neurologia; indicazione proposta: sclerosi multipla recidivante remittente -:
quali siano i tempi di chiusura della sopra citata sperimentazione;
quali siano i criteri di reclutamento dei pazienti;
quale sia il costo della sopra citata sperimentazione;
se siano disponibili, e dove, i risultati parziali della sopra citata sperimentazione, e se saranno divulgati in congressi nazionali e internazionali e confrontati con i risultati di altri analoghi studi e sperimentazioni.
(4-09812)

FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
secondo il sito dell'Osservatorio nazionale sulla sperimentazione clinica sui medicinali (OSSC) dell'Agenzia italiana del farmaco risulta «aperta» la seguente sperimentazione: EudraCT number: 2007-000381-20: codice protocollo: finale emendamento n. 3; titolo protocollo: studio di estensione, di fase IIIb, in doppio cieco, controllato verso placebo, multicentrico, a gruppi paralleli, per valutare la sicurezza e la tollerabilità di cladribina orale in soggetti con sclerosi multipla a ricadute e remissioni che hanno completato lo studio 25643 (CLARITY); data di registrazione: 21 novembre 2007; promotore: Merck Serono SA; area terapeutica: neurologia; indicazione proposta: sclerosi multipla -:
quali siano i criteri di reclutamento dei pazienti;
quale sia il costo della sopra citata sperimentazione;
se siano disponibili, e dove, i risultati parziali della sopra citata sperimentazione, e se saranno divulgati in congressi nazionali e internazionali e confrontati con i risultati di altri analoghi studi e sperimentazioni.
(4-09813)

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
secondo il sito dell'Osservatorio nazionale sulla sperimentazione clinica sui medicinali (OSSC) dell'Agenzia italiana del farmaco risulta la seguente sperimentazione «aperta»: EudraCT number: 2005-004061-41; codice protocollo: l0l-MS-321; titolo protocollo: studio di estensione multicentrico in aperto per valutare la sicurezza e la tollerabilità di natalizumab dopo ripresa di somministrazione in soggetti con sclerosi multipla che hanno completato gli studi C-1801 o C-1802 ed una valutazione della sicurezza dopo sospensione della somministrazione del prodotto; data di registrazione: 22 dicembre 2005; promotore: BIOGEN IDEC LTD; area terapeutica: neurologia; indicazione proposta: sclerosi multipla -:
quali siano i tempi di chiusura della sopra citata sperimentazione;
quali siano i criteri di reclutamento dei pazienti;
quale sia il costo della sopra citata sperimentazione;
se siano disponibili, e dove, i risultati parziali della sopra citata sperimentazione, e se saranno divulgati in congressi nazionali e internazionali e confrontati con i risultati di altri analoghi studi e sperimentazioni.
(4-09814)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazioni a risposta immediata:

DI PIETRO, DONADI, BORGHESI e EVANGELISTI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il 29 marzo 2010 è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 44, recante «Attuazione della direttiva 2007/65/CE relativa al coordinamento di determinate disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri concernenti l'esercizio delle attività televisive», il cosiddetto decreto Romani: un provvedimento che già in occasione del relativo esame preliminare presso le competenti commissioni parlamentari della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica aveva suscitato durissime critiche da parte del gruppo dell'Italia dei Valori, per il rischio evidente che sui temi legati alla disciplina del web fossero introdotte - e successivamente approvate in via definitiva - disposizioni capaci di limitare la libera circolazione dei contenuti e delle informazioni sui siti internet attraverso la sostanziale equiparazione tra le modalità di funzionamento dei siti web e quelle attualmente previste per il funzionamento dei canali televisivi;
tali disposizioni, infatti, così come formulate nello schema di decreto legislativo sottoposto al parere delle commissioni parlamentari, apparivano in contrasto con quanto stabilito dalle norme contenute nella cosiddetta «Direttiva sul commercio elettronico», n. 2000/31/CE, del Parlamento europeo e del Consiglio dell'8 giugno 2000, che vietano agli Stati membri di imporre ai servizi della società dell'informazione regimi di autorizzazione speciali e, quindi, l'assoggettamento dell'apertura di un sito web ad un qualsiasi procedimento di carattere autorizzatorio;
a seguito dei rilievi critici formulati in sede parlamentare, il Consiglio dei ministri ha apportato qualche correttivo al citato schema di decreto legislativo, ma le attese sono rimaste purtroppo deluse;
inoltre, durante il mese di luglio 2010, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, dando seguito a quanto previsto dal cosiddetto decreto Romani, ha emanato due delibere, la delibera n. 258/10/CONS e la delibera n. 259/10/CONS, con le quali ha avviato le consultazioni pubbliche su due schemi di regolamento concernenti la prestazione di servizi di media audiovisivi lineari o radiofonici su altri mezzi di comunicazione elettronica e la fornitura di servizi di media audiovisivi a richiesta;
tali schemi, allegati alle citate delibere, nella loro formulazione iniziale, come ampiamente denunciato dalla stampa nazionale, avrebbero potuto genere pesantissimi costi a carico delle piccole web tv italiane. Queste, infatti, si sarebbero viste costrette a richiedere all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni due apposite autorizzazioni: una per trasmettere in modalità streaming ed una per trasmettere in modalità on demand, al costo di 3.000 euro cadauna. A ciò si sarebbero, poi, aggiunti una serie di documenti e procedure burocratiche che avrebbero gravato le web tv di ulteriori costi e complessità di gestione;
la diffusione nelle notizie sui contenuti propri di tali norme hanno provocato un'immediata reazione di protesta sul web e solo qualche giorno fa, il 15 novembre 2010, è stato deciso di procedere ad una revisione dei testi dei regolamenti per le web tv e le radio lineari, nonché per le web tv e le radio non lineari all'esame dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni;
successivamente a tale reazione di protesta sul web, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha aggiornato al 25 novembre 2010 la discussione sulle regole e sugli obblighi per ulteriori approfondimenti e riflessioni;
in data 26 novembre 2010, secondo quanto si è appreso dalla stampa nazionale, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni

avrebbe approvato i regolamenti relativi ai servizi audiovisivi lineari e a richiesta diffusi via internet, apportando una drastica semplificazione rispetto al testo posto in consultazione pubblica. Detti regolamenti, secondo quanto si apprende, potrebbero applicarsi solo nei confronti di soggetti professionisti con ricavi radiofonici e televisivi superiori a 100 mila euro annui e non sarebbe previsto alcun regime di carattere autorizzatorio nei confronti di tutti gli altri soggetti operanti sulla rete;
pur tuttavia, i testi di tali regolamenti non risultano, ad oggi, ancora pubblicati e ancora suscitano particolare preoccupazione le norme allo studio dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni che riguardano il diritto d'autore e le disposizioni che dovrebbero essere adottate per contrastare la pirateria su web. Al riguardo, sarebbe stata avanzata la possibilità di imporre l'oscuramento dei siti collegabili, indipendentemente dallo svolgimento effettivo di attività di pirateria, e di bloccare direttamente il traffico peer to peer, ovvero lo scambio libero e gratuito di file tra gli utenti privati, sulla base di una semplice segnalazione delle forze dell'ordine o dei titolari dei diritti d'autore, e non già, come accade oggi, grazie alla richiesta dell'autorità giudiziaria;
in tale situazione si profila il rischio che sia, di fatto, completamente pregiudicato lo sviluppo di internet e che ne sia stravolto il funzionamento attraverso il controllo e la limitazione della circolazione dei relativi contenuti sul web -:
quali iniziative, per quanto di competenza, il Governo intenda assumere, alla luce di quanto descritto in premessa, affinché si eviti il rischio di pregiudicare lo sviluppo delle radio web libere, nonché delle web tv, attraverso l'imposizione di filtri agli utenti che, di fatto, limiterebbero in modo eccessivo la libera circolazione delle informazioni e dei contenuti sulla rete internet.
(3-01355)

REGUZZONI, LUCIANO DUSSIN, FOGLIATO, LUSSANA, MONTAGNOLI, ALESSANDRI, ALLASIA, BITONCI, BONINO, BRAGANTINI, BUONANNO, CALLEGARI, CAPARINI, CAVALLOTTO, CHIAPPORI, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, DAL LAGO, D'AMICO, DESIDERATI, DI VIZIA, DOZZO, GUIDO DUSSIN, FAVA, FEDRIGA, FOLLEGOT, FORCOLIN, FUGATTI, GIDONI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, ISIDORI, LANZARIN, MAGGIONI, MOLGORA, LAURA MOLTENI, NICOLA MOLTENI, MUNERATO, NEGRO, PAOLINI, PASTORE, PINI, PIROVANO, POLLEDRI, RAINIERI, RIVOLTA, RONDINI, SIMONETTI, STEFANI, STUCCHI, TOGNI, TORAZZI, VANALLI e VOLPI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
l'Italia è stata condannata dalla Corte di giustizia europea per avere autorizzato la denominazione di «cioccolato puro», intendendosi per tale quello prodotto con solo burro di cacao senza l'aggiunta di grassi vegetali alternativi, in quanto contraria alla normativa comunitaria che non prevede l'impiego di tale denominazione;
la condanna arriva dopo anni di accesi dibattiti sulla necessità di realizzare un'armonizzazione a livello europeo delle denominazioni di vendita dei prodotti di cacao e cioccolato, che ha portato all'equiparazione del «cioccolato puro» con quello che, in luogo del solo burro di cacao, contiene fino al 5 per cento di grassi vegetali alternativi;
la direttiva 2000/36/CE, relativa ai prodotti di cacao e di cioccolato destinati all'alimentazione umana, tra l'altro adottata con l'assenso dell'allora Governo Amato, ha comportato una minore trasparenza sulle informazioni relative all'etichettatura dei prodotti, rischiando di indurre in errore il consumatore;
il legislatore italiano, nel dare attuazione alla suddetta direttiva, con il decreto legislativo 12 giugno 2003, n. 178, si è posto l'obiettivo di garantire ai consumatori l'acquisto di prodotti di qualità, assicurando

una distinta indicazione di «cioccolato puro» e di «cioccolato», a seconda che il bene sia prodotto con l'impiego di solo burro di cacao o di altri grassi vegetali;
la denominazione di «cioccolato puro» permette al consumatore di distinguere più facilmente il cioccolato di qualità da quello «impuro», senza costringerlo a dover leggere gli ingredienti per scoprire se il burro di cacao è stato sostituito da materie grasse meno nobili; a tal proposito, la pronuncia della Corte di giustizia europea appare andare in controtendenza rispetto all'obiettivo di un'efficace tutela del diritto del consumatore ad una corretta informazione;
le istituzioni comunitarie, pur invocando una corretta informazione ai consumatori, in realtà sembrano restie all'esigenza di adottare un'etichettatura più chiara e trasparente, e questo non solo a danno dei consumatori stessi, ma anche di quelle tantissime imprese il cui made in Italy è fondamentale per l'economia del Paese -:
quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere nelle opportune sedi comunitarie per promuovere l'adozione dell'etichettatura obbligatoria sull'origine dei prodotti, affinché sia maggiormente tutelato il diritto dei consumatori ad un'informazione chiara e trasparente in merito ai prodotti acquistati, anche valutando la necessità di proporre una modifica alla suddetta direttiva 2003/36/CE, nel senso di prevedere, altresì, l'impiego della denominazione di «cioccolato puro».
(3-01356)

Interrogazione a risposta in Commissione:

RAO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il nuovo contratto di servizio tra la Rai e il Ministero dello sviluppo economico non è ancora stato firmato, nonostante la Commissione di vigilanza abbia espresso il suo parere da quasi sei mesi e il precedente sia in regime di prorogatio da undici;
nel nuovo contratto di servizio è dedicata particolare attenzione al rispetto della corretta rappresentazione dell'immagine delle donne e, più in generale, del mondo femminile;
secondo molti critici e osservatori qualificati, la rappresentazione dell'immagine delle donne da parte della televisione è spesso riconducibile a stereotipi riduttivi e inadeguati alla realtà;
il Ministro dello sviluppo economico del tempo, l'onorevole Claudio Scajola, il 15 aprile 2010 ha ricordato come la televisione abbia un ruolo importante nella promozione di «un'immagine femminile moderna, fedele alla realtà, rispettosa della dignità umana, culturale e professionale delle donne»;
nella stessa occasione, l'ex Ministro dello sviluppo economico ha riconosciuto l'esigenza di un profondo cambiamento culturale, che tragga origine da un diverso approccio da parte dei mezzi di comunicazione nel rappresentare l'immagine delle donne, e ha prospettato la possibilità di adottare un codice di autoregolamentazione;
per contrastare la scorretta rappresentazione del mondo femminile da parte dei mezzi di comunicazione, a fine novembre 2009 è stato lanciato attraverso internet l'«Appello Donne e Media», sottoscritto da oltre mille firmatari, tra singoli e associazioni -:
per quali ragioni non sia ancora stato firmato il contratto di servizio 2010-2012 e quanto si dovrà attendere perché venga firmato;
quali attività si stiano mettendo in campo per risolvere i problemi sollevati dai vertici della Rai in ordine alla firma del contratto di servizio;
se non sia il caso di modificare la scadenza del nuovo contratto di servizio, posticipandola al 2013 in modo da ripristinare un'effettiva durata triennale;
se non ritenga opportuno convocare un tavolo tecnico di confronto tra tutti i

soggetti coinvolti per l'adozione da parte della Rai, cosi come prospettato dall'ex Ministro dello sviluppo economico, di un codice di autoregolamentazione sulla rappresentazione delle donne in televisione;
se non ritenga opportuno insediare un comitato per il monitoraggio sull'applicazione del codice medesimo e sull'irrogazione delle eventuali sanzioni;
se non ritenga opportuno promuovere ogni iniziativa idonea a raggiungere uno standard europeo nella regolamentazione della rappresentazione delle donne in televisione.
(5-03912)

...

Apposizione di firme a mozioni.

La mozione Mogherini Rebesani e altri n. 1-00506, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 23 novembre 2010, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Braga, Bucchino, Cavallaro, Cenni, Codurelli, Coscia, Esposito, Farinone, Fiano, Ferrari, Froner, Gnecchi, Giovanelli, Losacco, Lucà, Marchi, Mariani, Mattesini, Mecacci, Melandri, Mosca, Motta, Murer, Peluffo, Pistelli, Rosato, Rubinato, Siragusa, Trappolino, Livia Turco, Zampa.

La mozione Zamparutti e altri n. 1-00508, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 25 novembre 2010, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Marco Carra, Rampi, Melis, Evangelisti, Albonetti, Stefani, Della Vedova, Buonfiglio, Melandri, Di Virgilio, Fontanelli, Froner, Servodio.

Apposizione di firme ad interrogazioni.

L'interrogazione a risposta scritta Bitonci e altri n. 4-01131, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 24 settembre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Stucchi.

L'interrogazione a risposta scritta Bitonci n. 4-01594, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta dell'11 novembre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Stucchi.

L'interrogazione a risposta scritta Bitonci n. 4-01691, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 20 novembre 2008, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Stucchi.

L'interrogazione a risposta scritta Bitonci e altri n. 4-02795, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta dell'8 aprile 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Stucchi.

L'interrogazione a risposta scritta Bitonci e altri n. 4-03067, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 20 maggio 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Stucchi.

L'interrogazione a risposta scritta Bitonci n. 4-03437, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 2 luglio 2009, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Stucchi.

L'interrogazione a risposta scritta Bitonci n. 4-09260, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta dell'8 novembre 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Stucchi.

L'interrogazione a risposta scritta Bitonci e altri n. 4-09290, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta dell'8 novembre 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Stucchi.

L'interrogazione a risposta scritta Follegot n. 4-09440, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 16 novembre 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Stucchi.

L'interrogazione a risposta scritta Pini n. 4-09483, pubblicata nell'allegato B ai

resoconti della seduta del 17 novembre 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Stucchi.

L'interrogazione a risposta scritta Pini n. 4-09541, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 18 novembre 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Stucchi.

L'interrogazione a risposta scritta Pini n. 4-09545, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 18 novembre 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Stucchi.

L'interrogazione a risposta scritta Follegot e altri n. 4-09571, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 19 novembre 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Stucchi.

L'interrogazione a risposta scritta Pini n. 4-09594, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 19 novembre 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Stucchi.

L'interrogazione a risposta scritta Pini n. 4-09595, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 19 novembre 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Stucchi.

L'interrogazione a risposta scritta Pini n. 4-09596, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 19 novembre 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Stucchi.

L'interrogazione a risposta scritta Grimoldi n. 4-09660, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 23 novembre 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Stucchi.

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:
interrogazione a risposta orale Binetti n. 3-01304 del 26 ottobre 2010;
interrogazione a risposta scritta Di Pietro n. 4-09637 del 22 novembre 2010.

Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo (ex articolo 134, comma 2, del Regolamento).

Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore: interrogazione a risposta scritta Angeli n. 4-05946 del 2 febbraio 2010 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-03903.

Trasformazione di un documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato così trasformato su richiesta del presentatore: interrogazione a risposta in Commissione Comaroli e Lanzarin n. 5-03530 del 4 ottobre 2010 in interrogazione a risposta scritta n. 4-09804.