XVI LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 408 di martedì 14 dicembre 2010
Pag. 1PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI
La seduta comincia alle 10,30.
GREGORIO FONTANA, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 2 dicembre 2010.
(È approvato).
Per un richiamo al Regolamento.
GIUSEPPE CALDERISI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento, ai sensi dell'articolo 115 del Regolamento e dell'articolo 94 della Costituzione.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE CALDERISI. Signor Presidente, l'articolo 94 della Costituzione, commi secondo e quarto, e l'articolo 115 del Regolamento della Camera dispongono che la mozione di sfiducia al Governo sia motivata. La motivazione e il dispositivo non possono essere votati separatamente (articolo 115, comma 2, del Regolamento): fanno parte integrante e costitutiva una dell'altro. La motivazione è essenziale anche in relazione all'esercizio delle prerogative del Capo dello Stato, che deve eventualmente valutare le ragioni della crisi di Governo e le possibili soluzioni della stessa.
Anche se il nostro ordinamento non prevede la mozione di sfiducia costruttiva, è previsto comunque che le mozioni di sfiducia devono essere motivate, proprio per fornire indicazioni chiare ed univoche al Capo dello Stato, ed eventualmente al corpo elettorale. Anche la votazione nominale è finalizzata all'assunzione di responsabilità di ciascun deputato, anche in ordine alle motivazioni della sfiducia; il che comporta che non si possano votare congiuntamente mozioni di sfiducia con motivazioni contrapposte, sommando i voti di chi vuole far cadere il Governo per ragioni opposte.
È la prima volta che sono in discussione in questa Camera due diverse mozioni di sfiducia al Governo. Esistono precedenti per le mozioni di sfiducia individuale ad un ministro, che sono state votate congiuntamente in quanto: a) erano ritenute dalla Presidenza non contrastanti tra loro; b) i presentatori non si sono opposti alla votazione unica. Tale verifica si è sempre svolta un po' «burocraticamente», con un semplice silenzio-assenso dei presentatori sulla votazione congiunta.
La stessa procedura della votazione unica, che lei, signor Presidente, ha già annunciato nel corso della seduta di ieri, può essere accettata alle stesse due condizioni. Occorre, però, osservare che la mozione del PD e dell'IdV è del tutto generica, quella dell'UdC e del FLI diversa e più specifica: nel dibattito i primi hanno sostenuto che Berlusconi si deve dimettere per consentire un Governo di responsabilità istituzionale o nazionale, i secondi che Berlusconi si deve dimettere per consentire un Governo di centrodestra presieduto da un'altra personalità.
La questione è pertanto molto delicata: si può accettare, lo ripeto, il voto congiunto ma non la procedura «burocratica», con il silenzio-assenso. Pag. 2
Credo pertanto, signor Presidente, che sia necessario che non solo lei chiarisca, motivi e dichiari che le mozioni non sono in contrasto tra loro, ma che i presentatori delle due mozioni dichiarino esplicitamente in Aula che accettano il voto congiunto in quanto si riconoscono ciascuno nelle motivazioni e ragioni dell'altra mozione. Insomma, signor Presidente, il matrimonio fra due mozioni di sfiducia diverse si può fare, ma bisogna che gli sposi dicano alto, forte e chiaro il loro «sì» (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Onorevole Calderisi, lei è un attento conoscitore del Regolamento, quindi la mia risposta sarà molto rapida. Le faccio soltanto presente che le mozioni di sfiducia - come lei ha ricordato non vi sono precedenti - sono volte a conseguire il medesimo e univoco effetto giuridico, ossia la revoca della fiducia al Governo. In questo quadro, le mozioni sono configurate dal nostro Regolamento come documenti unitari dall'articolo 115, comma 2, del Regolamento, articolo che non consente il voto per parti separate.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Berlusconi, Brugger, Cirielli, Lo Monte, Melchiorre, Nucara, Sardelli, Stucchi e Tabacci sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente quarantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Seguito della discussione delle mozioni Franceschini, Donadi ed altri n. 1-00492 e Adornato ed altri n. 1-00511 di sfiducia al Governo (ore 10,40).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Franceschini, Donadi ed altri n. 1-00492 e Adornato ed altri n. 1-00511, di sfiducia al Governo, presentate a norma dell'articolo 94 della Costituzione (Vedi l'allegato A - Mozioni).
Ricordo che nella seduta di ieri si è conclusa la discussione sulle linee generali e ha replicato il Presidente del Consiglio dei ministri.
(Dichiarazioni di voto)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto sulle mozioni di sfiducia, che, come è stato testé ricordato, saranno votate congiuntamente.
Ricordo che è stata disposta la ripresa televisiva diretta delle dichiarazioni di voto dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Brugger, al quale ricordo che ha due minuti di tempo a disposizione. Ne ha facoltà.
SIEGFRIED BRUGGER. Signor Presidente, questo voto di sfiducia è il punto più acuto della crisi politica che segna l'attuale legislatura ormai priva, quale che ne sia l'esito, degli equilibri di maggioranza di Governo nati con le elezioni politiche del 2008.
Nel corso della legislatura come deputati della SVP abbiamo mantenuto la coerenza dei nostri comportamenti parlamentari e preservato una collocazione politica fuori dagli schieramenti di maggioranza e opposizione, perché abbiamo ritenuto che ciò costituisse l'unica scelta possibile dinanzi alle contrapposizioni pregiudiziali del bipolarismo italiano a tutela della nostra autonomia speciale. Pag. 3
C'è chi, nell'informazione politica sulla crisi, ha inserito la SVP fra coloro che avrebbero potuto modificare la propria collocazione. Non è mai stato così e non lo è oggi. Nel corso dell'intera legislatura abbiamo sostenuto i provvedimenti del Governo che abbiamo condiviso e mantenuto una posizione critica quando li abbiamo respinti. Non meno aperto è stato il confronto con le opposizioni su importanti iniziative parlamentari, fra le quali la riforma della legge elettorale.
È stata da parte nostra una piena assunzione di responsabilità. Ne è prova, sotto il profilo istituzionale e nelle Commissioni paritetiche, il confronto con il Governo: ricordo l'intesa sul nuovo assetto finanziario fra Stato e province autonome, sancito con l'accordo di Milano e, sotto il profilo dei diritti e delle garanzie, l'accordo sulla segnaletica bilingue in montagna.
Vi sono valori che sono indisponibili e che appartengono alla nostra forza politica perché sono i valori di coloro che rappresentiamo. Appartengono alla nostra storia di autonomia e al nostro territorio.
Per queste ragioni esprimiamo e confermiamo il nostro voto di astensione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nucara. Ne ha facoltà, per due minuti.
FRANCESCO NUCARA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la direzione nazionale del Partito Repubblicano Italiano ha deciso all'unanimità di dare la fiducia a questo Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Il problema che ci si è posto non è solo quello di mantenere fede ad un impegno che avevamo preso nel 2008. Sarebbe importante, ma non sufficiente per la nostra fiducia a questo Governo. Recentemente abbiamo scritto una lettera aperta al Presidente del Consiglio, perché attraverso la sua attività e quella del Governo si possa rendere l'Italia unita, economicamente, socialmente e civilmente. Ci auguriamo di poter avere risposte concrete.
Sappiamo molto bene quali sono i problemi del nostro Mezzogiorno, su alcuni dei quali - come la lotta alla criminalità - il Governo ha dato grande prova di efficienza e determinazione. I Repubblicani hanno a cuore le sorti dell'Italia prima ancora che quelle del Governo.
Ugo La Malfa, nell'intervista rilasciata «sul non governo» ad Alberto Ronchey affermava, a proposito dei comunisti - era l'epoca del compromesso storico - come cito testualmente: «Certo, si può anche fare una lotta frontale contro i comunisti come De Carolis e altri vogliono fare. Ma troveranno il cadavere dell'Italia come società di civiltà occidentale». De Carolis era un deputato dell'ultradestra democristiana.
PRESIDENTE. Onorevole Nucara, la prego di concludere.
FRANCESCO NUCARA. Non vorremmo che oggi la battaglia frontale a Berlusconi ci facesse trovare domani il cadavere dell'Italia. Se c'è una alternativa seria a questo Governo...
PRESIDENTE. Onorevole Nucara, siamo in diretta televisiva: i tempi sono tempi per tutti.
FRANCESCO NUCARA. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Onorevole Nucara, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melchiorre. Ne ha facoltà.
DANIELA MELCHIORRE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la mozione di sfiducia raccoglie consensi da varie posizioni. Tra queste, quella dei Liberal Democratici è mossa dalla preoccupazione per la condizione di crisi economica, sociale, di affezione alla politica e alle istituzioni Pag. 4in cui versa la realtà del nostro Paese. È una realtà alla quale la classe politica ha il dovere di rispondere con sollecitudine, vorrei dire con urgenza, e di non farsi distrarre da questioni tutte interne al suo modo di porsi, che con la politica, cioè con la direzione della polis, per la verità hanno poco a che fare.
Troppo tempo, specie in questi ultimi mesi, è stato dedicato a tatticismi, piccoli cabotaggi, personalismi che sono totalmente astratti dalla drammaticità delle condizioni in cui versa il nostro Paese.
Una classe politica ha il dovere di guardare anzitutto al Paese reale, costantemente, e di rispondere alle sue esigenze; non è accettabile che sia distolta permanentemente dalle questioni che il Paese sente estranee e non comprende. Un dato per tutti avrebbe dovuto preoccuparci e, invece, è stato trascurato oltremisura (All'ingresso in Aula del Presidente del Consiglio dei ministri, applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Alludo alla crescente disaffezione per la politica di cui la diserzione delle urne è solo uno dei sintomi. Le risposte che l'attuale formazione governativa ha offerto appaiono insufficienti e inadeguate. Pensiamo, anzitutto, all'irrazionalità dei tagli alle nostre principali risorse, come ad esempio il patrimonio culturale, l'ambiente, la ricerca e l'innovazione. Quale Italia pensiamo che possa procedere se mortifichiamo anche le sue poche eccellenze?
Signor Presidente del Consiglio, la situazione generale è grave e richiede gravità degli impegni. Noi Liberal Democratici, per i valori cui ci ispiriamo della democrazia di area liberale, riteniamo che occorra una svolta incisiva rispetto alla politica fino ad oggi adottata.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Melchiorre.
DANIELA MELCHIORRE. È per questa ragione che siamo mossi a sottoscrivere e a votare questa mozione, perché vi sia una discontinuità fruttuosa e positiva per l'Italia (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori, e del deputato Tanoni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lo Monte. Ne ha facoltà per tre minuti.
CARMELO LO MONTE. Signor Presidente (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)...
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi prego di consentire all'oratore di svolgere il suo intervento.
CARMELO LO MONTE. Signor Presidente Berlusconi, quello di oggi è un voto per la sfiducia, ma è contemporaneamente l'occasione per un bilancio (Commenti del deputato Milanese).
PRESIDENTE. Onorevole Milanese, la richiamo all'ordine!
CARMELO LO MONTE. È un bilancio di quasi tre anni del suo Governo. È auspicabile, Presidente Berlusconi, che lei per primo si renda conto che non si tratta di un bilancio positivo. Un Governo costellato da promesse non mantenute, specie nei confronti del Mezzogiorno d'Italia.
Oggi viviamo in un Paese più povero, più diviso, e sempre meno apprezzato in campo internazionale. In quel programma il sud era una questione centrale. Non solo. Invece, il sud non è stato centrale, ma è stato persino fortemente danneggiato. In questi anni gli squilibri sono cresciuti. Un Governo nemico del sud, intento a depredare le sue risorse e a trasferirle al nord. Oltre 20 miliardi di fondi FAS rapinati e distolti dalle loro funzioni istituzionali, ossia lo sviluppo del Mezzogiorno, e trasferiti per produrre sviluppo nelle altre aree del Paese. Nessuna infrastruttura avviata e soprattutto nessuna ipotesi di perequazione infrastrutturale a favore del sud. ANAS e Ferrovie di fatto non sono nazionali, ma rappresentano solo i territori del centro nord, laddove operano con la quasi totalità degli investimenti. E adesso quest'altro imbroglio Pag. 5del Piano per il sud, che non è altro che un mix tra un libro dei sogni e un elenco di buone intenzioni, il tutto condito dalla grande bufala rappresentata dalla Banca del sud.
La verità, Presidente Berlusconi, è che nel suo Governo sono prevalse le spinte egoistiche.
La Lega Nord Padania ha avuto una grande opportunità, quella di sviluppare, insieme al Movimento per le Autonomie, la costruzione di una vera Repubblica federalista, nella quale le autonomie avessero un ruolo assai più incisivo dell'attuale. Così non è stato e il federalismo, così come si sta attuando, rischia di diventare un federalismo del nord contro il sud.
Ma ancora più grave è il fatto che, non appena abbiamo fatto emergere il nostro disagio, abbiamo subìto attacchi frontali nei confronti del nostro partito.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Lo Monte.
CARMELO LO MONTE. Riteniamo - e concludo, signor Presidente - che vi siano le condizioni affinché il sud diventi il motore di un'Italia nuova che, però, ha bisogno di un nuovo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Movimento per le Autonomie-Alleati per il Sud e di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tabacci. Ne ha facoltà per quattro minuti.
BRUNO TABACCI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Presidente del Consiglio, i deputati di Alleanza per l'Italia hanno sottoscritto convintamente la mozione di sfiducia al suo Governo e la voteranno. Non è un atto irresponsabile, anzi è doveroso, è un'assunzione di responsabilità.
Lei dice che la crisi è un salto nel buio. Io penso, invece, che un salto nel buio sia seguirla nella pretesa di imporre un altro referendum sulla sua persona, perché di questo si tratta.
Ieri ha rivolto un appello ai moderati; dieci anni fa anche io ho creduto di dover rispondere positivamente al suo appello, ho creduto al sogno di poter concorrere a costruire con lei un'Italia moderna, liberale, carica di passione civile. Purtroppo, lei non è un moderato; la cultura moderata unisce un Paese, lei lo divide.
Oggi l'Italia è molto più divisa di quando ieri era separata da opposte ideologie ed è attraversata da tifoserie interessate al particolare e sprezzanti dell'interesse generale. Questo è quel che resta di quel sogno.
Nel Paese si sta comprendendo come l'illusione berlusconiana, il suo modello, il suo stile, possa diventare un incubo in un'incessante e torbida commistione tra interessi privati evidenti e presunti interessi pubblici utilizzati come schermo.
Le vicende della ricostruzione de L'Aquila, dei rifiuti in Campania, l'ossessione giudiziaria, oltre all'emergere di una politica estera disinvolta e pericolosa, confermano che la rottura di Futuro e Libertà per l'Italia e del Presidente Fini è stata necessaria e sarà salutare.
Lei ha detto che, se supererà la sfiducia, allargherà la maggioranza, ma credo, invece, che lei abbia allargato l'opposizione, come le dirà l'onorevole Casini, con un nuovo polo alla guida della stessa, più moderato di lei e, quindi, molto più insidioso per il suo modo di governare.
Ieri ho visto con quale abilità teatrale ha liquidato l'Italia dei Valori. Tutto sommato le fa comodo pensare che l'opposizione possa essere identificata con Di Pietro, ma non sarà così e, comunque, quando l'ho vista dubitare dei valori dei suoi oppositori mi è venuto naturale pensare che per lei i valori che contano sono quelli monetari.
Lei sta rappresentando una grave distorsione nel Paese avendo fatto credere, sul terreno istituzionale, in questi anni, che gli elettori italiani scelgono direttamente il Governo e che la Costituzione materiale prevale su quella formale. Per questo Verdini ha detto che ve ne fregate del ruolo del Capo dello Stato. Errore gravissimo, perché all'Italia serve un parlamentarismo Pag. 6efficace e costruttivo e non un presidenzialismo liberistico senza contrappesi.
E sul terreno economico penso alle mancate riforme liberali dell'economia, più volte annunciate e mai seriamente affrontate. Come mai? Perché emerge nel fondo il carattere di un imprenditore monopolista che è entrato in politica per influire sugli equilibri di mercati delicati e protetti come quello dell'informazione.
E penso anche alla disinvoltura di una politica estera che ha spostato l'Italia da un atlantismo sperimentato ad una dipendenza verso la Russia di Putin e i suoi nuovi interessi, motivato, anche ieri, con la forza di un rapporto personale e con l'obiettivo parziale delle politiche energetiche. Ma i rapporti tra gli Stati non si possono ridurre ad una chiassosa rimpatriata tra amici.
Ho una curiosità: lei usa la sinistra come un mantra negativo, io l'ho combattuta politicamente dov'era molto forte e quando c'era. Ma davvero vuol far credere oggi che Putin è più liberale di Bersani?
E, in conclusione, penso al cattivo esempio di un individualismo sfrenato nella rincorsa al principio che le regole valgono e si applicano agli altri, che il cittadino può crescere in un ambiente avvelenato dalle leggi personali o, comunque, orientate dagli interessi dei più forti. Ne derivano conseguenze micidiali: benessere senza lavoro, affari senza etica...
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Tabacci.
BRUNO TABACCI. ... diritti senza doveri, politica senza principi.
A questo punto temo che la teatralità gioiosa della sua discesa in campo del lontano 1994 sarà seguita purtroppo non da un passaggio alla storia, ma da una mesta uscita di scena (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Alleanza per l'Italia, Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iannaccone. Ne ha facoltà, per cinque minuti.
ARTURO IANNACCONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, oggi siamo qui a discutere di una crisi che non è politica, non riguarda la maggioranza o il centrodestra o il Governo, ma è legata a questioni ben più meschine e ai calcoli di chi, senza consenso, vorrebbe conquistare il potere. È un paradosso che si autodefiniscano responsabili e invochino un Governo di responsabilità coloro che stanno tentando di mettere in crisi il Governo Berlusconi al buio, senza prospettive se non di formare maggioranze raccogliticce di potere e che vanno contro la volontà popolare. Una crisi ci esporrebbe al rischio di speculazioni finanziarie, vi sarebbero ancora meno risorse per le università, per i giovani, per i lavoratori, per le imprese e per il sud. Il piano per il sud, che prevede opere strategiche, investimenti in ricerca e formazione, credito per le imprese e le famiglie, non sarebbe più realizzato.
Non vediamo grandi statisti in giro, eppure si continuano a chiedere le dimissioni di Berlusconi, nonostante sia stato votato dagli italiani, perché questa è la novità rispetto al passato. Berlusconi ha fatto bene a non dimettersi e noi condividiamo questa decisione. Non è stato un gesto di arroganza (Commenti dei deputati del gruppo Italia dei Valori), ma di grande responsabilità e di rispetto degli italiani. Dall'altra parte solo prospettive confuse: il terzo polo, in politica come in geografia, non esiste, diverrebbe il luogo del ricatto, del mercato e del brigantaggio politico, altro che responsabilità! Mentre l'opposizione, che oscilla tra il nulla del PD ed il bieco giustizialismo di Di Pietro, non chiede le elezioni anticipate perché ha paura del tribunale del popolo sovrano e si arrampica sugli specchi di accordi politici che dovrebbero indignare i propri militanti. Il popolo della sinistra si dovrebbe indignare per l'accordo che i propri dirigenti gli vorrebbero proporre con l'ex fascista Fini, colui che ha soffocato tutti i tentativi di riforma nel nostro Paese, il «signor no» che bloccò le riforme ed il tentativo Maccanico. Onorevole D'Alema, si ripassi la storia. È evidente che chi non vota la fiducia è fuori dal centrodestra: Pag. 7onorevole Menia, questo dovrebbe essere chiaro a lei e al suo compagno di banco, che ho sentito urlare in maniera sguaiata in questi giorni.
Il centrodestra è un grande movimento liberale e democratico dei moderati italiani, che si richiama al popolarismo europeo e che al suo interno ha forze territoriali come la Lega al nord e Noi Sud al sud (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi Sud-Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani e Lega Nord Padania), mentre voi state facendo un partitino «ordine e legalità» che non è nemmeno il più pallido ricordo del Movimento Sociale: quello era un partito serio e il suo leader, Almirante, era serio. Per voi c'è l'aggravante che in questa vicenda siete gli utili idioti della sinistra (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi Sud-Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani, Popolo della Libertà e Lega Nord Padania): infatti, se dovesse andare in porto il vostro tentativo, otterreste il risultato di portare la sinistra al potere e di realizzare in maniera immorale il ribaltone, contro la volontà della maggioranza degli italiani.
La novità, signor Presidente del Consiglio, di questo passaggio parlamentare rispetto al 29 settembre è che, mentre Futuro e Libertà va all'opposizione, si è costituito il gruppo Noi Sud-I Popolari di Italia Domani, un gruppo di responsabilità e di proposta composto da 12 deputati che si sono messi insieme attorno ad un progetto politico e ad un programma per dare equilibrio e stabilità al Governo, per fargli realizzare il suo progetto riformatore. Questo gruppo si è unito per responsabilità e per autonoma e libera scelta. Vada Di Pietro in procura, faccia l'ufficiale giudiziario (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi Sud-Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani, Popolo della Libertà e Lega Nord Padania - Commenti dei deputati del gruppo Italia dei Valori): un leader che perde 9 parlamentari, e non in virtù di una scissione, si dovrebbe dimettere, avrebbe il dovere di dimettersi e soprattutto di consegnare la cassa del partito e i suoi immobili, che invece ritiene evidentemente di tenersi stretti.
Il gruppo Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani voterà la fiducia, perché con questo Governo l'Italia ha affrontato meglio di altri Paesi la crisi, mentre con la ricetta di Bersani avremmo fatto la fine della Grecia.
PRESIDENTE. Onorevole Iannaccone, la invito a concludere.
ARTURO IANNACCONE. Sono state approvate le riforme dell'università ed è stato garantito il futuro ai nostri giovani. Federalismo e piano per il sud sono i due pilastri fondamentali dell'azione di Governo. Signor Presidente del Consiglio, vada avanti: noi la sosterremo (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani, Popolo della Libertà e Lega Nord Padania - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Pietro. Ne ha facoltà (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente del Consiglio, finalmente (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)...
PRESIDENTE. Onorevole Di Pietro, attenda un attimo. Prego i colleghi di consentire all'oratore di svolgere il suo intervento (Commenti del deputato Colombo). Onorevole Colombo, la richiamo all'ordine. Prego, onorevole Di Pietro.
ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, posso cominciare?
PRESIDENTE. Prego.
ANTONIO DI PIETRO. Finalmente, signor Presidente del Consiglio, finalmente, oggi inizia la fine del suo impero di cartapesta (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Sì, è così signor Presidente del Consiglio, perché qualunque sia il risultato numerico del voto di fiducia che otterrà, qualunque sia Pag. 8il voto che ha comprato, un dato è certo: lei non ha più quella maggioranza politica che le permette di governare, non ce l'ha più.
Quindi, le piaccia o non le piaccia, lei è arrivato al capolinea della sua esperienza politica e non le rimane che rassegnarsi al suo destino: consegnarsi, cioè, alla magistratura (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania) e, come un Noriega qualsiasi, farsi giudicare (Il Presidente del Consiglio dei ministri esce dall'Aula - Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani). Stia qui, Presidente del Consiglio dei ministri, pavido, pavido, pavido! Presidente del Consiglio che fugge, scappi, vada alle Bahamas, vada anche lei a nascondersi (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)...
FURIO COLOMBO. Sta scappando!
ANTONIO DI PIETRO. ...perché questo l'aspetta: affidarsi alla magistratura o fuggire. Questo si aspettano i cittadini che, in questi anni, non si sono fatti infinocchiare dalla sua propaganda fascista.
D'altronde, lei si è messo a fare politica non certo per servire il Paese, ma solo i suoi affari personali, soprattutto quelli giudiziari, fuggiasco Berlusconi. Fino a poco tempo fa, lo denunciavamo solo noi dell'Italia dei Valori: ci chiamavate, e ci chiamate ancora, giustizialisti, populisti, questurini, addirittura, avete coniato un termine che per voi sarebbe dispregiativo, cioè «dipietristi». Ebbene sì, quel che noi abbiamo detto per anni, oggi, qui in Parlamento, lo hanno ammesso anche molti parlamentari della sua maggioranza - a partire dal Presidente della Camera Fini - i quali si sono assunti una responsabilità per il Paese e per il suo interesse, ed io li ringrazio. Lo so, lei pensa di lavarsi la conoscenza con il solito ritornello: sono tutti comunisti di sinistra. E no, non è così Presidente del Consiglio. L'altro giorno, fuori di qui, addirittura gli imprenditori e le loro associazioni di categoria protestavano contro di lei per essere stati presi in giro, anche loro. Presidente Berlusconi, fuggitivo Berlusconi, non vorrà mica insinuare che anche il presidente dell'Associazione nazionale costruttori edili, il dottor Buzzetti, sia un rivoluzionario comunista?
Presidente Berlusconi, ieri la guardavo, era diverso da oggi: oggi fugge, mentre ieri era tutto tronfio, si sbrodolava nei suoi calzoni (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania), affermando di essere il leader più popolare del mondo. Sì, è vero, di lei all'estero parlano tutti, ma proprio per questo noi ci vergogniamo di lei: perché, all'estero, ne parlano tutti (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Noi ci vergogniamo, fuggitivo Berlusconi, di avere un Presidente del Consiglio che all'estero viene irriso, deriso, ridicolizzato, preso in giro, messo all'angolo, sbeffeggiato, trattato come un buffone di corte.
Noi, da italiani, ci vergogniamo del nostro Presidente del Consiglio, specie quando va all'estero (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Noi ci vergogniamo di quel Presidente del Consiglio, che telefona alle questure per segnalare che Ruby è la nipote di Mubarak, di quel Presidente del Consiglio che considera Putin un dono di Dio, di quel Presidente del Consiglio che ritiene Gheddafi un leader della libertà.
Noi ci vergogniamo di lei, Presidente del Consiglio, perché quando va all'estero lei fa vergognare l'Italia. Noi dell'Italia dei Valori ci vergogniamo di avere un Presidente del Consiglio che compra, con promesse da marinaio, e forse a suon di bigliettoni, i voti dei deputati dell'opposizione per avere la maggioranza dei parlamentari che votano a suo favore. Ma si rende conto di quel che ha fatto, Presidente del Consiglio! Lei ha subornato la mente e la coscienza di alcuni parlamentari, approfittando delle loro debolezze esistenziali. Pag. 9
Lei è un Presidente del Consiglio! Non può comportarsi in questo modo. Sì, perché le ricordo che è un delitto comprare il consenso parlamentare, e comunque è un atto moralmente riprovevole. Non mi venga a dire che non è reato perché lei sa che la Costituzione garantisce i membri Parlamento nella loro libertà di voto. Libertà di voto, sì, purché sia un voto veramente libero, colleghi.
EDMONDO CIRIELLI. Il voto di qua è libero, il voto di là non è libero!
ANTONIO DI PIETRO. Il voto libero deve avvenire come moto spontaneo di coscienza, senza interferenze, senza condizionamenti esterni; soprattutto non deve essere il frutto di una corruzione parlamentare. Il voto non è libero quando, come ha fatto lei, viene venduto, scambiato, ricattato, costretto, indotto. Lei, signor Presidente del Consiglio, è moralmente riprovevole, perché lei, comprando il voto di alcuni parlamentari, ha violentato la Costituzione (Proteste del deputato Cristaldi)!
PRESIDENTE. Onorevole Cristaldi, si segga!
ANTONIO DI PIETRO. Lei ha umiliato il ruolo del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Lei, con il voto che oggi ha comprato, ha ridotto grandemente le condizioni minime di agibilità democratica in questo Parlamento e nel Paese (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Lei, Presidente del Consiglio, oggi deve affrontare una verità e non deve rifugiarsi dietro alle sue bugie. Bugie, sì, come bugiardo e ipocrita è stato il discorso con cui ieri lei ha chiesto la fiducia.
GERARDO SOGLIA. Calunnie! È un bugiardo!
ANTONIO DI PIETRO. Lei, ieri, ha descritto un Paese che non c'è, un Paese delle meraviglie che è solo nella sua mente e nei suoi sogni narcisistici.
Lei ha parlato di 100 miliardi di euro messi a disposizione per rilanciare l'economia del Paese. Ma quali 100 miliardi di euro? Ma dove stanno? Ma chi li ha visti? Forse si riferiva ai suoi investimenti a sud di Antigua, ottenuti in cambio dell'annullamento del debito che quel Paese pirata aveva con l'Italia. Sì, perché lei è abituato a pagare con i soldi degli italiani i suoi affari. Così ha fatto e sta facendo con Gheddafi in Libia, e così ha fatto e sta facendo con Putin in Russia.
Il Paese reale, però, signor Presidente del Consiglio che fugge, si trova in una situazione totalmente diversa da quella che lei ha descritto. Provi a mettere fuori il naso da Montecitorio o da Palazzo Grazioli e se ne rende conto. Fuori di qui, ogni giorno ci sono persone di ogni categoria sociale che protestano e non ne possono più di essere prese in giro da lei e dal suo Governo. Fuori di qui, ieri mattina, addirittura, c'erano i poliziotti che protestavano perché stanchi di pagarsi pure la benzina per correre appresso ai delinquenti (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Fuori di qui, oggi ci sono migliaia di studenti e docenti, che non sono delinquenti per il solo fatto che protestano, signora Gelmini, ma sono giovani disperati a cui avete tolto pure il futuro. Fuori di qui, ci sono i lavoratori senza contratto, ricattati dai tanti «Marchionni-strozzini» di turno. Fuori di qui, ci sono i precari senza futuro di ogni categoria di lavoro. Fuori di qui non c'è quel Paese delle meraviglie che lei descrive: ci sono i giovani e i meno giovani che hanno perso il lavoro e che non l'hanno mai avuto. Fuori di qui, ci sono i cittadini de L'Aquila, terremotati due volte: prima dal destino, poi dalle sue frottole. Fuori di qui, ci sono tante persone bisognose a cui avete tolto la solidarietà, a cui avete tolto ogni speranza e ogni aspettativa. Fuori di qui, ci sono persone che vogliono un po' di giustizia.
NICOLÒ CRISTALDI. Fuori di qui! Fuori!
Pag. 10ANTONIO DI PIETRO. Fuori di qui! Sì, signor Presidente del Consiglio, fuori di qui! Fuori dal Parlamento e da questo Governo, perché voi avete ridotto l'Italia a un Paese delle banane! Fuori di qui! Prima se ne va, meglio è (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Congratulazioni - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!
GERARDO SOGLIA. Vai fuori di qui! Non meriti di stare qua! Vergogna!
PRESIDENTE. Pregherei i colleghi che intendono rientrare, di farlo in modo sollecito. Prego, onorevoli colleghi. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Casini. Ne ha facoltà.
PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente, io non parlo perché, poiché non offendo nessuno e mai l'ho fatto in quest'Aula, vorrei parlare con il Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
PRESIDENTE. Pregherei di avvisare il Presidente del Consiglio della richiesta dell'onorevole Casini (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Abbiate un attimo di pazienza, non è che per due minuti succede qualche cosa. Credo che la richiesta dell'onorevole Casini sia più che legittima (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). L'onorevole Berlusconi sta rientrando in Aula, quindi abbiate ancora un attimo di pazienza (All'ingresso in Aula del Presidente del Consiglio dei ministri, applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania - Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori). Onorevoli colleghi, per cortesia. Prego, onorevole Casini.
PIER FERDINANDO CASINI. Signor Presidente della Camera, signor Presidente del Consiglio, mi è sembrato, nelle parole pronunciate ieri dal Presidente del Consiglio al Senato e poi alla Camera, di sentire spartiti e melodie già visti, evocazioni di tradimenti e di ribaltoni, soliti anatemi contro la sinistra, programmi mirabolanti, come se lei venisse dalla luna e non avesse governato negli ultimi dieci anni.
Non una parola, signor Presidente, nemmeno accidentale, di autocritica. Non un gesto concreto, che desse valore al proposito di unire i moderati in un rinnovato patto di legislatura. Infatti, onorevoli colleghi, se si intende riunificare i moderati in questa legislatura o nella prossima, non bisogna lasciare questo evento al catalogo delle buone intenzioni, bisogna compiere degli atti politici affinché questo si verifichi.
Intanto, si continuava in questo refrain tradizionale: la caccia all'uomo, la frenetica roulette della compravendita parlamentare (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori) che - diciamo la verità - umilia tutti noi.
Ieri ho sentito un parlamentare del Popolo della Libertà che, in una dichiarazione giornalistica, ha detto: se non ci fosse stata questa inchiesta giudiziaria, avremmo vinto con più voti. Si abbia almeno un po' di prudenza nel fare certe affermazioni, perché i sottintesi sono peggio di quello che ciascuno di noi può immaginare.
Francamente, io vi confesso - lo vorrei confessare a tutti gli italiani - che non ho capito a cosa serve questa affannosa corsa che stiamo facendo tutti assieme. Io non ho capito, colleghi, a cosa serva tanto affannarsi per un voto o due in più (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà), e vi spiego perché non l'ho capito: o è un'esibizione muscolare fine a se stessa, o è una lucida corsa che, tramite un voto in più, si vuole fare verso le elezioni anticipate, come peraltro correttamente ha sempre detto Bossi, dopo aver constatato ieri e aver detto a tutti i deputati e a tutti i senatori che con un voto in più non si governa e che bisogna andare alle urne.
La Lega Nord Padania, da questo punto di vista, ha iniziato la legislatura comandando e vuole terminare comandando (Commenti dei deputati del gruppo Lega Pag. 11Nord Padania). Ai deputati dice: è inutile un voto in più, andiamo alle urne. In entrambi i casi, colleghi, sia che ci sia l'esibizione muscolare sia che ci sia il voto, si perde l'occasione per un sereno esame di coscienza, per l'assunzione di una responsabilità più alta, per indicare all'Italia una rotta nuova. Onorevole Berlusconi, sa che quando parlo di lei sono privo di sentimenti di inimicizia e di ostilità, ma la richiesta di dimissioni, prima del voto, che noi le rinnoviamo, e la sua eventuale accettazione, non sono, da parte nostra, una pretesa e non sarebbero per lei un atto di debolezza e di resa, ma solo la consapevolezza che serve al Paese cambiare passo (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro). Perché, altrimenti, un voto in più o un voto in meno non serviranno a nulla, e invece, marciamo incoscientemente verso il baratro. Le stanno a cuore i moderati; ci sono partiti in quest'Aula che si sono espressi per un rinnovato patto tra i moderati e le chiedono solo di non ostacolare questo processo, di favorirlo. Non lo vuole fare, per carità, è un suo diritto, ma non scomodiamo l'evocazione di vecchi politicanti, tra cui io sarei a pieno titolo collocato, dediti solo ai propri interessi, mentre lei sarebbe l'unico cavaliere senza macchia, perché si rischia, veramente, di irridere anche al buon senso e a quello che possono pensare tutti gli italiani.
Più senso della misura non guasta, e questo vale anche nell'esame di questo polo, che si è creato, della Nazione e della responsabilità. Lei non può far finta di non vedere, a parte l'evocazione di questi accordi tra me e D'Alema che veramente fanno parte di cose ridicole, fantasiose e non di realtà, lei non può far finta di non vedere la realtà. Lei nel 1994 è sceso in campo contro la sinistra, oggi, altro che fronte moderato, qui c'è una nuova opposizione di moderati al suo Governo di più di ottanta parlamentari. Due anni fa noi dell'Unione di Centro eravamo soli, oggi la compagnia si è allargata e si è consolidata perché non c'è un'esclusiva sui moderati; amici, non ci sono congiure, poteri forti e balle simili. C'è solo la conseguenza di una politica che Berlusconi ha determinato, non con le parole, ma con i fatti e con i gesti che in politica sono più importanti delle parole. Due anni fa ci fu il predellino, ci fu un'alleanza esclusiva con la Lega Nord Padania, una cacciata del mio partito, a cui fu intimato: o venite sul predellino anche voi, oppure fuori dall'alleanza. Prendemmo dignitosamente i nostri stracci, ci rivolgemmo agli italiani che ci hanno voluto bene, e io voglio ringraziarli (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà - Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro). Tre mesi fa Fini, cofondatore del Popolo della Libertà, fu cacciato da voi, non da noi; a questa espulsione è seguita una campagna mediatica senza precedenti alimentata da chi ha fatto del garantismo il suo DNA. Ma il garantismo deve valere per tutti e non solo per sé, altrimenti non è più credibile (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Futuro e Libertà per l'Italia). In questi anni c'è stato un continuo di campagne acquisti, di acquisizioni, di piccoli movimenti che sono nati alla faccia del bipolarismo o del bipartitismo. Il tutto per debilitare il nostro partito a cui pure si rivolgono apparentemente appelli; è una strategia incomprensibile. Da domani, forse, questa strategia sarà fatta verso Futuro e Libertà per l'Italia, o è già in atto. Bene, qual'è l'alternativa? Perché il punto forte del discorso di Berlusconi è quando Berlusconi, ieri mattina, è andato al Senato e ha detto: qui mi vogliono mandare a casa. Ma quale alternativa proponete? Non c'è alternativa, dice Berlusconi. L'alternativa c'è Presidente Berlusconi, e io gliel'ho indicata in pubblico e in privato già da sei mesi. L'alternativa è che chi governa smetta e dismetta quel delirio di autosufficienza che ha e si rivolga alle forze responsabili del Parlamento in nome dell'Italia, in nome di quello che c'è realmente e non di quello che facciamo finta di non vedere.
Il 5 per cento di famiglie che non riesce a pagare le rate dei mutui, la disoccupazione (un ragazzo su tre è disoccupato), le infrastrutture bloccate, l'ANCI in piazza a manifestare, i poliziotti che assediano la Pag. 12Camera, social card, bonus famiglia, banca del sud, malessere sociale, LEA. Tutti questi tagli lineari sono l'abdicazione della politica perché quando tagli a tutti la stessa cosa vuol dire che non colpisci le aree di privilegio e nello stesso tempo tagli magari sul sociale dove non è possibile tagliare (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).
Noi vogliamo un Governo che faccia come fanno in tutto il mondo. Scusi, Presidente Berlusconi, ma perché lei si deve sentire vulnerato a chiamare i leader dell'opposizione, ad associarli ad un atto di responsabilità, se Obama parla dal mattino alla sera con il Parlamento e con le opposizioni, se negozia i provvedimenti e non si sente per questo sminuito nella sua dignità presidenziale (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro e Futuro e Libertà per l'Italia)?
Rispetto per gli altri, amore per le istituzioni, coinvolgimento delle opposizioni per fronteggiare problemi italiani atavici: tutto questo non è nostalgia della Prima Repubblica, è responsabilità nazionale! La Germania cresce del 5 per cento dopo la grande coalizione, hanno pagato, hanno perso voti sia i democristiani che i socialisti, ma quell'armistizio tra i partiti ha consentito di porre le basi per una ripresa tedesca che oggi è l'unica e vera locomotiva dell'Europa.
Mi auguro, signor Presidente, che lei voglia fermare in «zona Cesarini» - lo può ancora fare - la dissennata corsa verso l'ignoto, perché tali sarebbero le elezioni. Vorrei terminare facendo una considerazione rivolta non so bene se al Presidente Berlusconi o all'onorevole Bonaiuti. Leggo queste agenzie secondo cui Berlusconi avrebbe detto: «Anche il Vaticano interdetto sul comportamento di Casini»; «Il Vaticano si chiede perché l'Unione di Centro non mi dà l'appoggio esterno»; «La chiesa si è chiesta perché l'Unione di Centro non appoggia il Governo»; «Neanche pressing e ambienti cattolici smuovono Casini». Poi c'è il patto Casini-D'Alema, ma questo lo lasciamo perdere.
Mi auguro che a quest'ora lei abbia già smentito le frasi dissennate riportate in queste agenzie. Infatti, premesso che nessuno da quella sponda ha mai pensato di interferire - concludo - nella politica mia e del mio partito, ma Presidente ci vuole più rispetto. La chiesa si serve per convinzioni, se si hanno, non per usarla strumentalmente nelle nostre beghe politiche (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Futuro e Libertà per l'Italia, Partito Democratico e di deputati del gruppo Italia dei Valori - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
L'Unione di Centro difende e difenderà valori in cui crede, ma è un partito laico di ispirazione cristiana ed è un partito che se, in questa sede e in altre, difende il diritto alla vita, la famiglia e ha una concezione della bioetica, lo fa perché ha assolute convinzioni.
PRESIDENTE. La prego di concludere.
PIER FERDINANDO CASINI. A queste condizioni non verremo meno, ma evitiamo di dire frasi sciocche e di coinvolgere autorità terze che hanno ben altri impegni (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Futuro e Libertà per l'Italia, Partito Democratico - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bocchino. Ne ha facoltà.
ITALO BOCCHINO. Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, spetta a me il compito di spiegare le ragioni per cui un gruppo parlamentare costituito da deputati eletti nella maggioranza ha deciso di presentare la mozione di sfiducia al Governo e oggi di votarla.
Basterebbe guardarsi attorno per capire che in Italia, in Europa, in Occidente, è cambiata in questi due anni la situazione economico-sociale e questo gruppo di parlamentari ha sottoposto al Governo la necessità di un cambio di passo ottenendo sempre risposte negative. Basta guardare Pag. 13l'emiciclo di quest'Aula per rendersi conto che in questi anni è cambiato il centrodestra italiano.
Il centrodestra italiano è rappresentato nella sua fondazione da una foto che ritrae Berlusconi, Bossi, Fini e Casini, le varie anime del centrodestra italiano. Poi, strada facendo, qualcuno ha voluto espellere l'anima più moderata del centrodestra per farla deviare verso un populismo che non appartiene alla nostra cultura politica. Ci sono due fallimenti, signor Presidente del Consiglio, di cui non si può non tener conto. Il primo è il fallimento del Popolo della Libertà, di quello che doveva essere il grande partito dei moderati.
Basta leggere quello che ha scritto ieri in prima pagina, a firma di Pierluigi Battista, il Corriere della Sera quando le imputa la brutale estromissione, di stampo leninista, decretata dal Popolo della Libertà ai danni del suo cofondatore, che aveva osato dissentire pubblicamente dal capo. Ometto, inoltre, di citare il trattamento, il metodo Boffo, a cui noi e i nostri familiari siamo quotidianamente sottoposti ad opera di un giornale di sua proprietà (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia).
Il problema, signor Presidente del Consiglio, è che lei, anziché armonizzare le anime del centrodestra italiano, dal 1994 ha cercato di spaccare, all'interno, le case dei suoi alleati. Lo ha fatto con Bossi nel 1994 e poi Bossi le ha dato una sonora lezione facendo, lì sì, un ribaltone, alleandosi, lì sì, con la sinistra, facendole perdere sì le elezioni del 1996 e costringendola ad un accordo che l'ha avvinghiata nel modo che tutti gli italiani possono vedere. Poi lo ha fatto con Casini, poi con il Movimento per le Autonomie, poi con Fini. Questo non significa armonizzare il centrodestra, questo significa dividere il centrodestra.
L'altro fallimento è quello del programma elettorale. Avevamo un programma ambizioso, poi ci siamo fermati. È stato deciso che bisognava fare delle cose richieste da alcuni alleati e poi bisognava fermarsi su altre e non si è data vita a quella rivoluzione che avevamo promesso agli italiani. Oggi diciamo qui queste cose e lei ci risponde accusandoci di tradimento. Onorevole Berlusconi, ho il dovere di respingere al mittente le accuse di tradimento. Ho cominciato a fare politica nel 1985 nel Fronte della Gioventù e il mio leader era Gianfranco Fini. Nel 1987 mi sono iscritto al Movimento Sociale Italiano e il mio leader era Gianfranco Fini. Nel 1995 mi sono iscritto ad Alleanza Nazionale e il mio leader era Gianfranco Fini. Oggi sono il capogruppo di Futuro e Libertà per l'Italia e il mio leader è Gianfranco Fini (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia). Se ha bisogno di guardare in faccia qualche traditore si giri intorno e stia sicuro che lo troverà presto. Noi non abbiamo mai tradito.
L'altra accusa che lei ci muove è quella di fare un accordo con la sinistra. Noi, invece, pensiamo ad altro, pensiamo a costruire un altro centrodestra, un nuovo centrodestra, il vero centrodestra, quello di stampo europeo, di stampo occidentale, non populista ma plurale, democratico e partecipato, un centrodestra che unisca la cultura nazionale rappresentata da Fini, quella cattolico-popolare rappresentata da Casini, quella dell'ApI che qui è rappresentata da Tabacci che lei ci ha fatto eleggere presidente di Commissione. Tabacci non viene dalla luna, ma anche lui viene dal nostro percorso politico. Poi c'è il Movimento per le Autonomie, di Lombardo, che lei ci ha chiesto di votare presidente della regione Sicilia; ci sono i Liberal Democratici, che lei ha portato qui in Parlamento; il partito Liberale, il cui rappresentante lei ha portato qui in Parlamento; i repubblicani, di La Malfa, di quel La Malfa che è stato suo Ministro, signor Presidente del Consiglio. Tutte queste persone non sono dei traditori, ma sono coloro che credevano in un vero centrodestra e hanno visto sì tradito il progetto di un vero centrodestra. Ma lei ci risponde che è pronto ad espellerci dal centrodestra. Mi dispiace io ho già fatto la battuta pubblicamente e devo ripetergliela. Signor Presidente del Consiglio, il centrodestra non è un marchio della holdingPag. 14Mediaset, non è Publitalia, non è Promoservice, non è Mondadori (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia). Sì appartiene al centrodestra per collocazione politica e culturale e non possiamo avere da lei lezioni sulla nostra collocazione politica e culturale.
Vede, signor Presidente del Consiglio, questa accusa ci offende. Quando noi eravamo tutti in piazza contro il comunismo, lei giustamente costruiva palazzi. Quando lei dice che vogliamo far tornare indietro le lancette della politica alla prima Repubblica, abbiamo il dovere di ricordarle che mentre noi eravamo in piazza a picconare la prima Repubblica lei dialogava con i leader di quel ceto politico, parlando non di politica, ma di terreni da edificare e di concessioni televisive (Applausi dei deputati dei gruppi Futuro e Libertà per l'Italia, Partito Democratico e Italia dei Valori - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Non può dire a noi che pensiamo al ritorno alla prima Repubblica perché non esiste in Italia un beneficiato dalla prima Repubblica come Silvio Berlusconi (Applausi dei deputati dei gruppi Futuro e Libertà per l'Italia e Italia dei Valori - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Quindi, se c'è qualcuno che avrebbe vantaggio a tornare alla prima Repubblica questo può essere solo lei (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Capisco il vostro nervosismo (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Ci faccia lezione, signor Presidente del Consiglio. Signor Presidente del Consiglio, ci faccia lezioni su come si diventa ricchi, ma mai su come si combattono le degenerazioni del potere politico (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Non parli di ribaltoni. Di ribaltoni nella mia esperienza parlamentare ne ho visti due: uno fu fatto dalla Lega e l'altro lo sta facendo lei oggi. Lei ha espulso chi, per lesa maestà, non voleva tenere all'interno del suo partito e della maggioranza e oggi spera di prendere la fiducia con almeno dieci voti di deputati eletti all'opposizione. Questo è un ribaltone della volontà popolare (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia, Italia dei Valori e di deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)! Si serve dei voti dell'opposizione per cacciare brutalmente coloro che sono stati eletti in maggioranza. La lesa maestà in democrazia non è un reato. Servirebbe, signor Presidente del Consiglio, un doppio colpo d'ala per garantire stabilità.
Signor Presidente, se posso per cortesia proseguire il mio intervento senza il disturbo e avere il tempo che mi viene tolto dalle proteste, che pure capisco...
PRESIDENTE. Onorevole Bocchino, prosegua pure.
ITALO BOCCHINO. Servirebbe un doppio colpo d'ala per garantire stabilità al Paese, mentre abbiamo l'impressione che lei voglia garantire stabilità al suo ruolo di Presidente del Consiglio, mettendo il Paese in una condizione instabile e portandolo ad inutili elezioni anticipate. Servirebbe un colpo d'ala nel centrodestra con i fatti e non con le parole, chiamando a raccolta tutti i moderati per costruire un centrodestra europeo, dialogante con l'opposizione, con le parti sociali, con i magistrati e con la stampa. Noi, signor Presidente Consiglio, non vogliamo un centrodestra... (Commenti del deputato Belcastro).
PRESIDENTE. Onorevoli colleghi, vi prego di consentire all'onorevole Bocchino di continuare il suo intervento. È evidente che il tempo che viene perso sarà recuperato, come è a tutti chiaro (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Onorevoli colleghi, avverto che se continua questo frastuono sospendo i lavori. Onorevole Bocchino, prosegua pure!
ITALO BOCCHINO. So bene che la regola dell'ascolto e del rispetto in democrazia non è cosa condivisa da tutti.
Noi, signor Presidente del Consiglio, non vogliamo il centrodestra che lei sta rappresentando, un centrodestra che il Pag. 15lunedì attacca i magistrati, il martedì attacca i gay, il mercoledì attacca la stampa, il giovedì attacca gli avversari politici, il venerdì racconta barzellette con bestemmie, il sabato dice: «Chi se ne frega del Quirinale» e la domenica insulta la Corte costituzionale.
Noi vogliamo un centrodestra che punti a valorizzare i temi della nazione (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)...
PRESIDENTE. Onorevole Bocchino continui.
ITALO BOCCHINO. Si, signor Presidente, però mi deve assicurare la possibilità di intervenire (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Vogliamo un centrodestra che punti a valorizzare il tema della nazione, lei non lo può fare - si vede dalle timide manifestazioni per i centocinquanta anni d'Italia messe in piedi dal Governo - perché ha un alleato, il suo principale alleato, che non ha a cuore i temi della nazione.
Vogliamo un centrodestra che lavori a favore della legalità, ma lei non lo può fare perché ha imbracciato una lotta senza fine con la magistratura italiana, che è il baluardo della legalità. Noi ringraziamo il Presidente Fini per essere andato nei mesi scorsi a via D'Amelio per ricordare che, per noi, l'unico vero eroe nella lotta per la legalità ha il volto di Paolo Borsellino (Applausi dei deputati dei gruppi Futuro e Libertà per l'Italia e Italia dei Valori). Quelli sono gli eroi che noi riconosciamo. Vogliamo un centrodestra che operi per la meritocrazia...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ITALO BOCCHINO. ... e che dia spazio ai più capaci e ai più meritevoli.
Per questo le rinnoviamo l'appello a dimettersi, a fare in modo che il centrodestra possa allargarsi, dar vita a una nuova maggioranza, a un nuovo programma e a un nuovo Governo.
Lei sta tradendo quella rivoluzione liberale che avevamo promesso agli italiani. Oggi andiamo a braccetto con Gheddafi...
PRESIDENTE. Onorevole Bocchino, la invito a concludere, il tempo a sua disposizione è terminato.
ITALO BOCCHINO. ...con Putin e con Lukashenko (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania) che non hanno nulla di liberale e che hanno fatto solo rivoluzioni sanguinose. È per questa ragione che noi votiamo la sfiducia al suo Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Futuro e Libertà per l'Italia, Italia dei Valori e Partito Democratico-Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Reguzzoni. Ne ha facoltà.
MARCO GIOVANNI REGUZZONI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, intanto credo sia utile per i nostri lavori dare all'Aula una notizia: con ben 162 voti a favore il Senato ha confermato la fiducia a questo Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Popolo della Libertà e Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani).
A noi però, signor Presidente, piacerebbe essere qui per discutere di uno dei tanti provvedimenti che servono al Paese e di cui abbiamo bisogno; invece oggi siamo qui per l'ennesima volta a subire una manovra nata dentro il palazzo e portata avanti da chi, dopo essere stato eletto con noi, si è alleato all'opposizione e ora vota con coloro che ha per tanti anni combattuto e osteggiato.
Mi rivolgo ai colleghi del FLI: solo pochi mesi fa avete detto «usciamo dal Popolo della Libertà ma sosteniamo il Governo», poi avete detto «usciamo dal Governo ma lo sosteniamo dall'esterno», poi avete presentato una mozione di sfiducia, ma stamattina al Senato avete dichiarato l'astensione e ieri sera avete dichiarato di essere disposti ad astenervi, purché il Presidente Berlusconi si dimettesse. Pag. 16
È di tutta evidenza che se il Presidente Berlusconi si dimette non si va neanche al voto oggi, ma come si può spiegare alla gente il vostro comportamento (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Popolo della Libertà e Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani)? Non c'è coerenza, non c'è affidabilità, non c'è senso di responsabilità.
Per mesi e mesi ci avete propinato polemiche proprio mentre il Governo stava realizzando il federalismo fiscale: come si può non collegare le due cose? Siamo stati eletti per polemizzare o per fare le riforme? Credo che siamo stati eletti tutti per risolvere gli enormi problemi di questo Paese, e voi oggi votate con la sinistra e con Di Pietro?
Onorevole Bocchino, il tono del suo intervento e le offese nei confronti del Presidente Berlusconi non sono degne di un deputato eletto nella maggioranza di Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania, Popolo della Libertà e Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani).
Vi dichiarate di centrodestra ma volete un Governo tecnico, un Governo istituzionale, con l'appoggio della sinistra e di chi ha perso le elezioni. Ci sembra un modo di fare politica tipico di un vecchio sistema e che mira a portarci in un pantano dove non cambia mai niente: la Lega Nord Padania non lo permetterà mai (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)!
Attenzione, noi siamo contro le manovre oscure e partitiche, siamo contro quelli che non vogliono mai cambiare e vogliono farci rimanere nella palude. Non siamo contro il diritto di critica e di confronto, il confronto è sempre positivo, è sempre vero, è un valore in sé. Si lavora, ad esempio, in Commissione sul federalismo fiscale in modo positivo e molto utile nell'interesse di tutto il Paese, ed è anche giusto e legittimo criticare anche quello che fa il Governo.
In questi anni la Lega Nord Padania ha garantito una stabilità e una prospettiva con coerenza e affidabilità, perché coerenza e affidabilità per noi sono valori, non parole vuote. Questo perché? Perché la Lega Nord Padania viene da lontano, nasce dal basso, la nostra è una battaglia per il federalismo che è costellata di migliaia di manifestazioni, di comizi, di feste di piazza e di interventi pubblici (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)! Noi siamo qui, oltre che per l'intuito e le capacità del Ministro Bossi, anche per il lavoro costante e concreto di decine di migliaia di militanti, che si impegnano e fanno sacrifici tutti i giorni. Noi da vent'anni diciamo le stesse cose.
Dietro di noi non abbiamo il palazzo e i poteri forti, da noi ci sono migliaia di sindaci, di consiglieri comunali, di amministratori locali. Siamo un movimento vero, che come diceva Miglio, ha un obiettivo soprattutto: la realizzazione del federalismo. Dietro di noi ci sono anche milioni di voti, milioni di cittadini che ci chiedono di migliorare questo Paese.
In una crisi economica di evidenza internazionale, questo Governo ha ben operato, ma ridurre le tasse è una priorità assoluta, soprattutto per i lavoratori che guadagnano 3 mila euro, ma a cui rimangono in busta paga solo mille euro (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Questo è il vero obiettivo ambizioso e finale di un'azione di Governo che deve andare avanti per ridare slancio al nostro sistema competitivo e alle nostre imprese.
Fare subito il federalismo fiscale è una priorità, onorevole Casini, non solo perché lo chiede la Lega, ma perché ridurre gli sprechi è interesse di tutto il Paese per abbassare finalmente le tasse e tornare a dare senso al nostro lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Per noi, fatte queste premesse, è facile sapere cosa fare, perché ai milioni di nostri elettori vogliamo dare quelle riforme, prima tra tutte il federalismo fiscale, assolutamente necessarie per progredire e migliorare e senza le quali il nostro destino inesorabile è quello di tornare indietro.
Per dare concretezza al federalismo e alle riforme, la Lega ha scelto una strada chiara: ha fatto un'alleanza con Berlusconi Pag. 17attraverso un accordo alla luce del sole e chiaro a tutti. Il Governo ci ha dato e ci conferma garanzie di affidabilità, ci ha consentito di approvare la legge sul federalismo fiscale e di proseguire nell'azione di riforma. Presidente Berlusconi, in un mondo in cui tutti cambiano idea dall'oggi al domani e, magari, si rimangiano le parole, lei ha mantenuto fede ai patti e questo la Lega glielo riconosce (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà)! Non solo, ma con il discorso di ieri, che abbiamo molto apprezzato, lei ci ha dato una prospettiva importante, chiedendoci un patto di legislatura per realizzare quelle riforme costituzionali che tutti, a parole, dicono di volere: la riforma costituzionale che interviene sui poteri di Governo e Parlamento, supera il bicameralismo ed introduce, secondo noi, il Senato federale, ma anche, con l'inserimento di alcuni principi che sono frutto del lavoro sul federalismo fiscale, ci sembra un obiettivo ambizioso al quale tutti noi possiamo lavorare nel prosieguo della legislatura. Se introduciamo il federalismo fiscale nella Costituzione fissiamo in modo indelebile e certo le conquiste raggiunte (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
È dunque per noi una prospettiva interessante, finalmente di cambiamento vero di questo Paese. La Lega è favorevole, onorevole Casini, ad un patto di legislatura per le riforme e a lavorare insieme per modificare la Costituzione; non vuole le elezioni, la Lega vuole fare le riforme perché questo ci chiedono i nostri cittadini (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà). La Lega vuole portare fatti concreti, non parole e chiacchiere di vecchia politica! Quindi, diciamo «sì» con attenzione al dialogo e al confronto con tutti, con le forze sociali e con le forze istituzionali e all'interno del Parlamento, ma con coerenza e responsabilità, sollecitando tutti a dare il proprio contributo. Diciamo convinti «no» a questa mozione di sfiducia, mentre diciamo «sì» a proseguire l'impegno del Governo.
Lanciamo anche un appello di responsabilità a tutti i deputati, di sinistra e di centro, ma soprattutto a quelli eletti nelle nostre fila, che avevano - noi ancora abbiamo - un obiettivo ambizioso che ci chiede il nostro elettorato, che è quello di riformare il Paese. Non buttiamo a mare la legislatura! Non entriamo di nuovo in un pantano in cui non cambia niente e in cui si ferma tutto! Andiamo avanti insieme. Diamo ai cittadini le riforme di cui questo Paese ha bisogno (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord Padania e Popolo della Libertà - Congratulazioni)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bersani. Ne ha facoltà.
PIER LUIGI BERSANI. Signor Presidente, cari colleghi, noi voteremo questa sfiducia con convinzione e con compattezza, secondo le motivazioni che sono state espresse qui dagli onorevoli Letta, D'Alema, Fassino, Veltroni e Bindi, e con argomenti che abbiamo avuto modo di ribadire in una grande manifestazione popolare.
Ho sentito ieri l'onorevole La Loggia dire che è stata una manifestazione malriuscita. Questa è la prova che conferma che lui non c'era. La cosa ci tranquillizza e ci rasserena (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
In questi momenti si dice anche che siamo davanti ad un voto incerto. A pochi minuti dal voto, esso è ancora incerto. La conta è mobile. Certe «botteghe» non chiudono mai, sono aperte H24 anche in questi minuti (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Tuttavia, questa incertezza, se ci pensiamo, ha una singolare caratteristica: mentre essa per la sedicente maggioranza è motivo di agitazione e di ansia, noi dell'opposizione siamo tranquillissimi. Vede, signor Presidente del Consiglio, comunque vada, per voi sarà una sconfitta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Signor Presidente del Consiglio, qual è il meglio che può aspettarsi da questa giornata? È vendersi per un giorno la vittoria di Pirro, un voto in più dopo Pag. 18averne avuti cento. Non avrà nemmeno l'allegria del naufrago che poi riprende il mare, perché il giorno dopo - ma proprio il giorno dopo! - sarebbe da capo con la testa sott'acqua. Lei sa meglio di ogni altro che non è più in grado, voto più o voto meno, di garantire la stabilità di Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Il voto che disperatamente cerca e che sta cercando anche in questi minuti non è per governare, perché non potrebbe farlo e lo sa benissimo. Lei sta inseguendo, con quel voto in più, un'instabilità pilotata da lei, che le consenta di guidare la macchina verso le elezioni, per cercare una disperata rivincita alla sua sconfitta politica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!
Un bell'appuntamento elettorale: Berlusconi sì, Berlusconi no. Come negli ultimi 16 anni: una bella legge elettorale, nominiamo i deputati, con una maggioranza esigua ci prendiamo tutto, chiunque vinca e, senza alcun esito incerto di governabilità, facciamo fare un altro giro così su questa vecchia giostra al nostro Paese. È da irresponsabili (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!
Caro Presidente del Consiglio, il tema vero di questi giorni è la sua sconfitta politica, bisogna che se ne faccia una ragione. È incredibile che in tutti i suoi discorsi, compreso quello di ieri al Senato, non vi sia un cenno, un interrogativo per chiedersi come si sia arrivati a questo punto. Come mai avevate un'autostrada davanti e adesso camminate su un filo? Cosa è successo?
Converrà con me che vi sarà una ragione: solo i bambini pestano i piedi, strillano per rifiutare la realtà e dicono che è colpa della strega. Agli adulti non è consentito (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!
Ho sentito parlare in quest'Aula di conflitti, complotti, tradimenti e congiure. Ma di cosa stiamo parlando? Quando una nave va e se va, chi è chi si butta giù per salire su una scialuppa? È la nave che non va, sono due anni che vi diciamo che è la nave che non va (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!
Avete perso i contatti con la realtà! Ve l'abbiamo detto: vi è uno scarto tra parole e fatti. Avete sacrificato le esigenze del Paese a quelle della vostra propaganda, vi siete avvitati sul problema del capo, mentre il Paese si allontanava, sfiduciato e rabbioso. Questo è il punto! D'altronde, anche ieri lo abbiamo visto: Presidente Berlusconi, mai una parola! Ma vuole dire una parola, una volta, sulla realtà della vita comune? Guardi che non sono mica tutti miliardari in questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Italia dei Valori). Vuole dire una parola?
Ma lei lo sa che, dal 1o gennaio 2011, per i tagli che avete fatto, in metà delle regioni italiane una corsa su un autobus costerà un euro e mezzo? Lo sa lei (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Unione di Centro)? Lo sa cosa costa, in questo momento, un litro di benzina? Lo sa come campano 600 mila cassintegrati? Lo sa cosa stanno pensando i piccoli imprenditori che saltano perché i pagamenti non girano? Ma queste cose le conosce?
Non vi dico di fare dei fatti - sarebbe chiedervi troppo -, ma una parola volete dirla a questa gente? È questo che vi ha rovinanti, è questo il ribaltone! Voi vi siete ribaltati, voi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!
È curioso questo dibattito.
Vi è un sacco di moderati in giro e sento un sacco di urla. Io non lo so. Io non so più cosa voglia dire questa parola, francamente. Io propongo una cosa: chiamiamo «moderato» quello che riesce a tirare avanti la famiglia con mille euro al mese, tira la carretta e sta zitto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), e smettiamola di chiamare moderati quelli che portano i soldi all'estero e che voi condonate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e quelli che coi trattori difendono i truffatori delle quote latte! Va bene (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)?
Qui è la povera gente che è moderata in questo Paese! È la povera gente che è Pag. 19moderata in questo Paese, che porta pazienza oltre il segno. E quindi, vi siete ribaltati voi. Adesso il problema è che non si ribalti anche l'Italia. Questo è quello che sta davanti alle nostre responsabilità, cari colleghi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Questo è un Governo che vuol portarci allo scontro elettorale, a far perdere un altro giro (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Il Paese ha bisogno di una governabilità vera e ha bisogno di una transizione che lo porti ad un confronto elettorale che possa guardare avanti. Di questo ha bisogno il Paese, cari colleghi.
Lo dico e mi rivolgo ai colleghi della maggioranza come a quelli dell'opposizione. Questa giornata passerà, questa giornata passerà, ma noi non possiamo non vedere in questa giornata i bagliori di un tramonto che non è solo il tramonto di un Governo. Saremo di fronte a questo problema. Qui sta passando una fase. L'idea illusoria di delegare tutto ad una persona sola, che venga da Arcore o da Canicattì, non risolve i problemi di questo Paese, che è un Paese malato nei suoi assetti democratici, che non riesce a crescere e quando riusciremo a ragionare da italiani, fuori da una fase che ci ha divisi, ci ha spaccati in due, peggio che nella guerra fredda - caro Lupi, non siamo noi che siamo antiberlusconiani, è il meccanismo che ha spaccato in due l'Italia come una mela! - quando usciremo da questo, da italiani, sul tavolo ci saranno le cose che diciamo noi: una riforma repubblicana e una grande alleanza per la crescita e il lavoro. E attenzione, lo dico agli incerti, ai colleghi incerti: non diamo troppo tempo a questo tramonto, non diamogli troppo tempo, può solo fare del male al Paese. Cerchiamo assieme una strada nuova, perché fuori da qui c'è un Paese che vuole cambiare, che è stanco e vuole cambiare (Prolungati applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori e Unione di Centro - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cicchitto. Ne ha facoltà.
Prego gli onorevoli colleghi di consentire all'onorevole Cicchitto di iniziare il suo intervento.
FABRIZIO CICCHITTO. Signor Presidente, questo dibattito va al di là della pura e semplice esistenza di un Governo. Secondo alcuni si sarebbe chiuso un ciclo politico, quello che deriva dalla leadership di Silvio Berlusconi e con questo ciclo, evidentemente, dovrebbe finire anche il suo Governo. Noi abbiamo un parere del tutto opposto.
Berlusconi è sceso in campo nel 1994 per due ragioni assai serie.
In primo luogo, per il fatto che Mani Pulite aveva spazzato via tutti i partiti moderati e riformisti, e solo il PCI-PDS era sopravvissuto a quella vicenda politico-giudiziaria, malgrado che anch'esso avesse fatto parte del sistema del finanziamento irregolare dei partiti detto «Tangentopoli» (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico); in secondo luogo, dal 1994 in poi, vi è stato l'avvento di una dialettica bipolare e di sistemi elettorali maggioritari, che hanno richiesto un nuovo modo di far politica.
Vede, onorevole Bocchino, Berlusconi scese in campo per costruire una nuova forza politica per tutta l'area di centro, anzi di centro-destra che ne era rimasta priva; e lo fece a proprio rischio e pericolo, perché i settori politicizzati della magistratura, che non si erano mai occupati di lui, da allora lo hanno colpito in modo sistematico, creando un problema che non è suo privato, ma che è politico e pubblico (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania), perché il nodo dell'uso politico della giustizia costituisce la negazione dello Stato di diritto e attribuisce ai partiti di sinistra la possibilità di usare un'arma impropria. Pag. 20
Scendendo in politica, Berlusconi ha anche interpretato lo spirito del tempo, che ha richiesto un nuovo modo di far politica, fondato sulla leadership, sul carisma, sul rapporto diretto con gli elettori. Questo approccio alla politica è stato demonizzato con l'appellativo di «populismo», mistificando il fatto che esso è ormai un tratto caratteristico della vita politica moderna: se è populista Berlusconi, sono populisti anche Obama, Sarkozy, Zapatero ed altri leader (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani).
Ma questa polemica sul carisma, sul populismo e specialmente sul bipolarismo, onorevole Casini e onorevole Fini, si intreccia con qualcosa di assai più profondo. Dal 1944 al 1989-1990 la più rilevante anomalia della vita politica italiana è stata costituita dalla presenza del più grande partito comunista dell'Occidente. Si poteva pensare che la fine del comunismo sciogliesse e liberalizzasse il nostro sistema politico; ciò non è avvenuto, perché dal PCI non è derivato un partito riformista e socialdemocratico (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), ma invece un soggetto politico il cui asse fondamentale è costituito da un giustizialismo che punta sempre alla demonizzazione dell'avversario e da un massimalismo sociale del tutto inadeguato a gestire la situazione economica attuale. Per di più, questo partito dagli anni Novanta in poi cerca di riequilibrare la perdita di peso elettorale, culturale e sociale rispetto al PCI con l'alleanza, spinta fino alla subalternità, con il settore politicizzato della magistratura e con alcuni dei poteri finanziari ed editoriali, come dimostra il protagonismo di un imprenditore e speculatore italo-svizzero e il felpato lavorio di qualche banchiere che ha un potere non solo finanziario, ma anche editoriale (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico): ogni riferimento a Carlo De Benedetti e a Giovanni Bazoli non è casuale (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Tutto ciò radicalizza il nostro bipolarismo, onorevole Casini, ma gli dà un fondamento che non può essere aggirato e rimosso facendo finta che questo convitato di pietra non esista. Di fronte a tutto ciò, diciamo ad alta voce: fortuna che esiste Berlusconi! E anzi, se Berlusconi non esistesse, dovremmo inventarlo (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)!
Quindi, per ragioni intrinseche al centrodestra, perché è il leader che lo unisce e che ha un sostegno popolare che va al di là dei confini dei partiti, e per queste caratteristiche illiberali della sinistra, il ciclo di Berlusconi - mi dispiace onorevole Bersani - non è affatto finito (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani).
Di conseguenza, onorevole Fini, oggi chi rompe il centrodestra commette un gravissimo errore politico, non solo perché entra in contraddizione con il voto popolare che lo ha eletto, ma anche perché rischia di rimettere in gioco questa sinistra, che è la peggiore sinistra esistente in Europa (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).
L'attuale centro-destra mette in campo un vasto blocco politico, culturale e sociale pluralista e interclassista. Ci auguriamo che, prima o poi, onorevole Casini, tutti i moderati e i riformisti possano raccogliersi in una formazione politica ancora più vasta del PdL, che si riconosca nel Partito Popolare Europeo.
Rispetto a questa ineliminabile logica bipolare, onorevole Casini e onorevole Fini, il vostro terzaforzismo e il vostro terzopolismo sono deboli e velleitari, ma adesso anche profondamente contraddittori, perché voi oggi non voterete una terza posizione autonoma, ma sommerete i vostri voti a quelli della sinistra nella mozione di sfiducia al Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Pag. 21Lega Nord Padania e Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani).
Onorevole Casini, lei si è domandato sul perché di questa esibizione muscolare. Ma non siamo stati noi a presentare mozioni di sfiducia (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani)! Siete stati voi! E che cosa dovevamo fare? Dovevamo dimetterci e arrenderci alla vostra arroganza?
Io voglio rivolgermi anche con amicizia ai colleghi di Futuro e Libertà (Commenti di deputati del gruppo Popolo della Libertà). Con il vostro voto voi rischiate di fare oggi un autentico salto di corsia e un mutamento di collocazione e di campo, altro che nuovo centrodestra! Voi correte il rischio di diventare una sorta di appendice subalterna del centrosinistra (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani). Credo che sia ragione di meditazione per voi il fatto che vi siete meritati le lodi dell'onorevole Di Pietro.
Quindi, accolgo questa occasione anche per ringraziare l'onorevole Bocchino per il suo intervento, perché con il suo intervento vi ha spiegato le ragioni di questa divisione, che vanno molto al di là del cosiddetto autoritarismo di Berlusconi, perché quando voi usate il linguaggio, gli appellativi e gli epiteti mutuati da la Repubblica e da il Fatto Quotidiano è evidente che si crea una divisione profondissima (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani).
Però, io vi pongo un interrogativo: qual è il vero Futuro e Libertà? È quello che si è espresso oggi, adesso, in questo dibattito, con le parole dell'onorevole Bocchino o quello che qualche ora fa si è espresso al Senato con le parole molto più meditate e significative dell'onorevole Viespoli (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani)?
Allora, a quella parte e a quei settori di Futuro e Libertà, che vogliono e che vorrebbero rimanere nel centrodestra, noi facciamo una proposta: non votate la sfiducia; poi, sulla base di quello che ha detto Berlusconi nel suo discorso di ieri, questo Governo è aperto ad accogliere alcune proposte riguardanti la politica economica, le riforme istituzionali, anche la modifica della legge elettorale e della stessa struttura di Governo.
Ricordiamo all'onorevole Di Pietro - che è una vivente testimonianza della crisi dell'università italiana, perché egli è una straordinaria figura di laureato semianalfabeta (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani - Commenti dell'onorevole Di Pietro) - che dall'inizio di questa legislatura il suo gruppo ha perso circa nove deputati. Ciò è avvenuto per ragioni politiche, come per ragioni politiche noi ne abbiamo persi 58 e come per ragioni politiche ne ha persi venti il Partito Democratico. Di conseguenza, è semplicemente grottesco che Di Pietro si rivolga alla procura di Roma perché gli risolva il problema, facendoli tornare indietro o, come ha auspicato il quotidiano il Fatto Quotidiano, arrestandoli (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani).
Signor Presidente, concludendo, non posso fare a meno di rilevare l'esistenza di quella che oramai è diventata una profonda anomalia istituzionale. Questa anomalia è costituita da un Presidente della Camera, che sta esprimendo il massimo di ruolo politico militante, usando il prestigio e il peso politico che deriva da questa carica per modificare il quadro politico.
Credo che non le sfugga che ciò sta producendo uno squilibrio molto forte nel cuore del nostro sistema istituzionale e costituisce un precedente assai pericoloso. Oltre che l'uso politico della giustizia Pag. 22adesso si sta verificando anche l'uso politico di cariche istituzionali il cui elemento essenziale è la terzietà (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani). Le dice queste cose chi non ha mai fatto attacchi personali e chi non ha condiviso quelli che le sono stati fatti (Commenti dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Ci auguriamo che questo Governo ottenga anche in questa Camera la fiducia. Nel caso opposto, l'unica via - ferme le prerogative del Capo dello Stato - a nostro avviso, è quella di andare al voto.
Visto il dissenso del PdL e della Lega, che sono uniti da una forte alleanza che non può essere scavalcata e aggirata, il Governo tecnico semplicemente non esiste e non esiste nemmeno un altro Governo di centro-destra non presieduto da Berlusconi (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Del resto, il collega Reguzzoni ha ricordato poco fa i risultati del Senato che sono evidenti e chiari per tutti.
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Cicchitto.
FABRIZIO CICCHITTO. Per tutte queste ragioni, e in primo luogo per quella di assicurare la continuità a questa legislatura, diciamo «no» alla mozione di sfiducia e invitiamo tutti i colleghi della Camera, al di là degli schieramenti tradizionali, a fare altrettanto (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani).
PRESIDENTE. Si sono così esaurite le dichiarazioni di voto per le quali è stata disposta la ripresa televisiva diretta.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Grassano. Ne ha facoltà.
MAURIZIO GRASSANO. Rinuncio, signor Presidente.
PRESIDENTE. Sta bene. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Scilipoti. Ne ha facoltà.
DOMENICO SCILIPOTI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, oggi noi del Movimento di responsabilità nazionale con il nostro voto vogliamo presentare e consegnare alla storia una scelta dolorosa e traumatica, ma rivoluzionaria, giusta e significativa, che va oltre il limite della comprensione da parte di alcuni cittadini italiani e di parlamentari presenti in Aula: il Paese, la patria e il popolo prima di qualsiasi interesse di gruppo o di partito (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani). Per ragioni di tempo, signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Onorevole Scilipoti, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Beltrandi. Ne ha facoltà.
MARCO BELTRANDI. Signor Presidente, comunque andranno le cose, si aprirà una fase politica nuova ma c'è un dato assolutamente certo. Il dato certo è che, nel caso in cui ci fossero sciagurate elezioni anticipate, i partiti, grazie a questo sistema elettorale, si arricchiranno ancora di più rispetto a quanto non lo siano già per via della sommatoria dei rimborsi elettorali, e avremo otto mesi di paralisi dell'azione del Governo. Anche per queste ragioni riconfermo, insieme a tutta la delegazione radicale, il voto di sfiducia al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bernardini. Ne ha facoltà.
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RITA BERNARDINI. Signor Presidente, il voto di noi deputati Radicali è di sfiducia al Governo e al regime partitocratico e antidemocratico che da sessanta anni ha occupato l'Italia (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Non finiremo mai di chiedervi quando verrà sanata la ferita del voto popolare referendario del 1987, negato dal regime, così come si era tentato di negare ed oltraggiare la dignità dell'uomo Enzo Tortora.
Noi vi chiediamo quando le nostre carceri non saranno più - come sono - luogo di strumento e di morte. Le carceri italiane sono sempre di più nuclei consistenti di Shoah. Non comprenderlo significa non avere capito come storicamente si siano affermati in Italia e nel mondo fascismo e nazismo. Il nostro è un voto di fiducia: di fiducia nella democrazia, nello Stato di diritto affinché si affermino...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bernardini.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Farina Coscioni. Ne ha facoltà.
MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI. Signor Presidente, voto «sì» alla mozione di sfiducia perché questo Governo blocca i fondi per i livelli essenziali di assistenza e l'aggiornamento del nomenclatore degli ausili e delle protesi, privando malati e disabili della necessaria assistenza.
Voto «sì» perché non dimentico che lei, signor Presidente del Consiglio, ha avuto l'impudenza ed il cattivo gusto di affermare che Eluana Englaro poteva procreare. Voto «sì» perché questo Governo ha avuto l'improntitudine di proclamare come giornata della vita il giorno in cui Eluana Englaro è morta. Voto «sì» perché, anche di recente, due scienziati, la Cattaneo e Corbellini, ci hanno ricordato che il Ministero della salute ha pubblicato un bando di finanziamento sulle cellule staminali contro l'articolo 33 della Costituzione che protegge la libertà di scienza e di ricerca. Voto «sì» perché questo Governo ostacola la corretta applicazione della legge n. 194 del 1978. Voto «sì» perché questo Governo assiste inerte alla strage di diritto e di vite umane per quel che riguarda le vittime dell'amianto... (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Farina Coscioni.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Maurizio Turco. Ne ha facoltà.
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, possiamo avere anche noi diritto ad intervenire nelle stesse condizioni che ha garantito a qualcun altro?
PRESIDENTE. Certo, glielo sto dando. Prego, onorevole Maurizio Turco, le ricordo che ha un minuto.
MAURIZIO TURCO. Signor Presidente, noi accettiamo solo una distinzione all'interno di quest'Aula, tra i partigiani della democrazia, dello Stato di diritto e della legalità e la partitocrazia. Quel regime antidemocratico che ha, dapprima, occupato la RAI per condizionare il pensiero e le decisioni dei cittadini, per continuare con l'occupazione di tutte le autorità indipendenti, quel regime partitocratico e antidemocratico che ha sottratto la scheda referendaria ai cittadini di questo Paese e che continua a dire che abbiamo una bellissima Costituzione...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Maurizio Turco.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zamparutti. Ne ha facoltà.
ELISABETTA ZAMPARUTTI. Signor Presidente, voto la sfiducia consapevole che questo Governo, però, sia solo una delle gambe su cui è avanzato il regime italiano che ha generato una catena sessantennale di delitti contro la democrazia. È lì a testimoniarlo quel capolavoro di ingegneria criminale che, in Campania, ha prodotto costi ed una quantità di rifiuti Pag. 24mai visti in una gestione emergenziale che pare inarrestabile e tale da contaminare l'intero Paese, dove cresce esponenzialmente la sospensione delle garanzie democratiche, anche con le innumerevoli ordinanze di emergenza di questi decenni. E i veleni politici si sono tramutati in veleni ambientali con l'assolutamente evidente progressione di malattie quali quote consistenti di una Shoah che vede il Paese tragicamente unito da chi muore per un dissesto idrogeologico frutto, innanzitutto - lo abbiamo detto e lo ripetiamo -, di un dissesto ideologico (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Guzzanti. Ne ha facoltà.
PAOLO GUZZANTI. Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, sono uno dei deputati indicati come incerti e che, come tale, avrebbe impedito di fare la conta preventiva dei voti a favore o a sfavore della fiducia.
In realtà, non ho avuto alcuna incertezza, ma ho voluto lanciare a lei ed al suo Governo un appello, anzi una sfida, per l'abrogazione secca dell'attuale legge elettorale giustamente definita «porcellum», la quale paralizza la democrazia parlamentare senza migliorare la governabilità, come i fatti sotto i nostri occhi dimostrano.
Su suggerimento di un valente economista, il presidente del PLI, professor Carlo Scognamiglio Pasini, ho anche avanzato la richiesta per un impegno a privatizzare le grandi imprese per abbattere, in modo significativo, il debito pubblico.
Lei, signor Presidente del Consiglio, nel discorso pronunciato al Senato, ha avuto la gentilezza di nominare, per la prima volta, il Partito Liberale, cosa che non era mai accaduta prima e di cui la ringrazio, ed ha annunciato un'attenzione verso le nostre proposte economiche.
Tuttavia, come avevo già segnalato dopo la sua risposta ad alcuni deputati di quest'Aula, le cosiddette colombe di Futuro e Libertà per l'Italia, lei ha lealmente dichiarato quale riforma ha in mente per la legge elettorale: una nuova legge elettorale che protegga ancora di più il bipolarismo che, con un forte premio maggioritario, trasformi la minoranza più grande in una maggioranza soverchiante. Ora, signor Presidente del Consiglio, è mia opinione...
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Guzzanti.
PAOLO GUZZANTI. Signor Presidente, mi conceda trenta secondi.
PRESIDENTE. Onorevole Guzzanti, il tempo di un minuto è un minuto per tutti.
PAOLO GUZZANTI. Pur apprezzando lo sforzo che ella ha fatto, signor Presidente del Consiglio, di cui la ringrazio, nel dare una risposta alle richieste liberali, non posso che prendere atto dell'impossibilità di concedere la fiducia ad un Governo che seguita a promuovere lo schiacciamento maggioritario delle diversità politiche del Paese... (Applausi di deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Siliquini. Ne ha facoltà.
MARIA GRAZIA SILIQUINI. Signor Presidente e colleghi, io sono una parlamentare del centrodestra non da poco tempo: ho partecipato sin dal 1994 alla costruzione di quella casa dei moderati di cui si è parlato ancora recentemente. Nel 1994 ho creduto e credo ancora oggi di poter contribuire a far crescere e migliorare questa casa del centrodestra e anche in questa ottica ho partecipato convintamente alla costruzione di Futuro e Libertà, nell'ottica di un miglioramento del partito, di una crescita del dialogo e di un allargamento dei confini. Ho partecipato a questo progetto e ho votato il 29 settembre recente. Mi chiedo cosa sia successo in questo periodo, tanto da far cambiare idea e da far votare oggi la sfiducia (Applausi Pag. 25dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Cosa è cambiato? Nulla. E allora, in un momento così grave per il Paese e quando gli italiani ci chiedono responsabilità...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Siliquini.
MARIA GRAZIA SILIQUINI. Concludo signor Presidente e la ringrazio dicendo: io mi assumo le mie responsabilità e per questo non posso, proprio non posso votare la sfiducia al Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Noi Sud-I Popolari di Italia Domani).
(Votazione)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione.
Indìco la votazione per appello nominale sulle mozioni Franceschini, Donadi ed altri n. 1-00492 e Adornato ed altri n. 1-00511, di sfiducia al Governo.
Ricordo che chi è favorevole alle mozioni ed intende esprimere la sfiducia al Governo deve votare «sì»; chi è contrario alle mozioni e intende esprimere la fiducia al Governo deve votare «no».
Preciso che, come già preannunciato nell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, la Presidenza non ha autorizzato alcun deputato ad anticipare il proprio turno di votazione, salvo alcuni per comprovate esigenze di salute.
Per agevolare le operazioni di voto, invito i deputati ad avvicinarsi al banco della Presidenza seguendo il proprio turno di votazione, che è evidenziato sul tabellone elettronico, evitando quindi di stazionare nell'emiciclo e di rendere così più difficoltosa l'espressione del voto. Quindi, fin quando l'emiciclo non è sgombro non estraggo il nominativo da cui iniziare la chiama.
Estraggo a sorte il nome del deputato dal quale comincerà la chiama.
(Segue il sorteggio).
Cosenza: la chiama inizierà dall'onorevole Cosenza.
Invito i deputati segretari a dare inizio alla chiama.
(Segue la chiama).
(Al momento della chiama della deputata Bongiorno, applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia - Al momento della chiama del deputato Fedi, applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
(Segue la chiama).
(Al momento della chiama della deputata Mogherini Rebesani, applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
(Segue la chiama).
(Al momento della chiama della deputata Cosenza, applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia).
(Segue la chiama).
(Al momento della chiama del deputato Bossi, applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
(Segue la chiama).
(Al momento della chiama del deputato Grassano, applausi di deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
(Segue la chiama).
(Al momento della chiama del deputato Guzzanti, applausi di deputati dei gruppi Partito Democratico, Unione di Centro e Italia dei Valori).
(Segue la chiama).
(Al momento della chiama del deputato La Malfa, applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE (ore 12,40).
(Segue la chiama).
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI (ore 12,45).
(Segue la chiama).
(Al momento della chiama della deputata Mussolini, applausi di deputati del gruppo Popolo della Libertà).
(Segue la chiama).
(Al momento della chiama della deputata Polidori, applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani - Commenti di deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia - Scambio di apostrofi tra i deputati Giorgio Conte e Fava e successivamente scambio di apostrofi tra deputati dei gruppi Futuro e Libertà per l'Italia e Lega Nord Padania, trattenuti dagli assistenti parlamentari).
PRESIDENTE. Colleghi, per favore! Colleghi, per cortesia! Sospendo la seduta.
La seduta, sospesa alle 13, è ripresa alle 13,05.
PRESIDENTE. Prego i colleghi di prendere posto. Continuiamo con la chiama.
(Segue la chiama).
(Al momento della chiama del deputato Razzi, applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani).
(Segue la chiama).
(Al momento della chiama della deputata Siliquini, applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani).
(Segue la chiama).
(Al momento della chiama del deputato Tremaglia, applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia).
(Segue la chiama).
(Al momento della chiama del deputato Barbareschi, commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
(Segue la chiama)
(Al momento della chiama del deputato Berlusconi, vivi applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
(Segue la chiama)
(Al momento della chiama del deputato Bersani, applausi dei deputati dei gruppo Partito Democratico).
(Segue la chiama)
(Al momento della chiama del deputato Catone, applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
(Segue la chiama)
(Al momento della chiama del deputato Mannino, applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
(Segue la chiama)
(Al momento della chiama del deputato Moffa, applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
(Segue la chiama)
(Al momento della chiama del deputato Scilipoti, applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
(Segue la chiama)
(Al momento della chiama del deputato Borghesi, commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
(Segue la chiama) Pag. 27
(Al momento della chiama del deputato Calearo Ciman, applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
(Segue la chiama)
(Al momento della chiama del deputato Cesario, applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione per appello nominale sulle mozioni Franceschini, Donadi ed altri n. 1-00492 e Adornato ed altri n. 1-00511:
Presenti 627
Votanti 625
Astenuti 2
Maggioranza 313
Hanno risposto sì 311
Hanno risposto no. 314
(La Camera respinge - Vedi votazioni).
Hanno risposto sì:
Adornato Ferdinando
Agostini Luciano
Albonetti Gabriele
Amici Sesa
Argentin Ileana
Bachelet Giovanni Battista
Barbareschi Luca Giorgio
Barbaro Claudio
Barbato Francesco
Barbi Mario
Baretta Pier Paolo
Bellanova Teresa
Bellotti Luca
Beltrandi Marco
Benamati Gianluca
Bernardini Rita
Berretta Giuseppe
Bersani Pier Luigi
Bindi Rosy
Binetti Paola
Bobba Luigi
Bocchino Italo
Bocci Gianpiero
Boccia Francesco
Boccuzzi Antonio
Boffa Costantino
Bonavitacola Fulvio
Bongiorno Giulia
Bordo Michele
Borghesi Antonio
Bosi Francesco
Bossa Luisa
Braga Chiara
Brandolini Sandro
Bratti Alessandro
Bressa Gianclaudio
Briguglio Carmelo
Bucchino Gino
Buonfiglio Antonio
Burtone Giovanni Mario Salvino
Buttiglione Rocco
Calgaro Marco
Calvisi Giulio
Cambursano Renato
Capano Cinzia
Capitanio Santolini Luisa
Capodicasa Angelo
Cardinale Daniela
Carella Renzo
Carra Enzo
Carra Marco
Casini Pier Ferdinando
Castagnetti Pierluigi
Causi Marco
Cavallaro Mario
Ceccuzzi Franco
Cenni Susanna
Cera Angelo
Cesa Lorenzo
Ciccanti Amedeo
Cimadoro Gabriele
Ciriello Pasquale
Codurelli Lucia
Colaninno Matteo
Colombo Furio
Commercio Roberto Mario Sergio
Compagnon Angelo
Concia Anna Paola
Consolo Giuseppe
Conte Giorgio
Corsini Paolo
Coscia Maria
Cosenza Giulia
Cuomo Antonio
Cuperlo Giovanni Pag. 28
D'Alema Massimo
Dal Moro Gian Pietro
Damiano Cesare
D'Antona Olga
D'Antoni Sergio Antonio
De Biasi Emilia Grazia
Delfino Teresio
Della Vedova Benedetto
De Micheli Paola
De Pasquale Rosa
De Poli Antonio
De Torre Maria Letizia
Di Biagio Aldo
Di Giuseppe Anita
D'Incecco Vittoria
Dionisi Armando
Di Pietro Antonio
Di Stanislao Augusto
Divella Francesco
Donadi Massimo
Duilio Lino
Esposito Stefano
Evangelisti Fabio
Fadda Paolo
Farina Gianni
Farina Coscioni Maria Antonietta
Farinone Enrico
Fassino Piero
Favia David
Fedi Marco
Ferranti Donatella
Ferrari Pierangelo
Fiano Emanuele
Fiorio Massimo
Fioroni Giuseppe
Fluvi Alberto
Fogliardi Giampaolo
Fontanelli Paolo
Formisano Aniello
Formisano Anna Teresa
Franceschini Dario
Froner Laura
Galletti Gian Luca
Garavini Laura
Garofani Francesco Saverio
Gasbarra Enrico
Gatti Maria Grazia
Genovese Francantonio
Gentiloni Silveri Paolo
Ghizzoni Manuela
Giachetti Roberto
Giacomelli Antonello
Ginefra Dario
Ginoble Tommaso
Giovanelli Oriano
Giulietti Giuseppe
Gnecchi Marialuisa
Gozi Sandro
Granata Benedetto Fabio
Grassi Gero
Graziano Stefano
Guzzanti Paolo
Iannuzzi Tino
La Forgia Antonio
Laganà Fortugno Maria Grazia
La Malfa Giorgio
Lamorte Donato
Lanzillotta Linda
Laratta Francesco
Latteri Ferdinando
Lenzi Donata
Letta Enrico
Levi Ricardo Franco
Libè Mauro
Lolli Giovanni
Lombardo Angelo Salvatore
Lo Monte Carmelo
Lo Moro Doris
Lo Presti Antonino
Losacco Alberto
Lovelli Mario
Lucà Mimmo
Lulli Andrea
Luongo Antonio
Lusetti Renzo
Madia Maria Anna
Mantini Pierluigi
Maran Alessandro
Marantelli Daniele
Marcazzan Pietro
Marchi Maino
Marchignoli Massimo
Marchioni Elisa
Margiotta Salvatore
Mariani Raffaella
Marini Cesare
Marrocu Siro
Martella Andrea
Martino Pierdomenico
Mastromauro Margherita Angela
Mattesini Donella
Mazzarella Eugenio
Mecacci Matteo
Melandri Giovanna Pag. 29
Melchiorre Daniela
Melis Guido
Menia Roberto
Mereu Antonio
Merlo Giorgio
Merlo Ricardo Antonio
Merloni Maria Paola
Messina Ignazio
Meta Michele Pompeo
Migliavacca Maurizio
Miglioli Ivano
Minniti Marco
Miotto Anna Margherita
Misiani Antonio
Misiti Aurelio Salvatore
Mogherini Rebesani Federica
Monai Carlo
Mondello Gabriella
Morassut Roberto
Moroni Chiara
Mosca Alessia Maria
Mosella Donato Renato
Motta Carmen
Mura Silvana
Murer Delia
Naccarato Alessandro
Nannicini Rolando
Napoli Angela
Narducci Franco
Naro Giuseppe
Nicco Roberto Rolando
Nicolais Luigi
Occhiuto Roberto
Oliverio Nicodemo Nazzareno
Orlando Andrea
Orlando Leoluca
Paglia Gianfranco
Paladini Giovanni
Palagiano Antonio
Palomba Federico
Parisi Arturo Mario Luigi
Patarino Carmine Santo
Pedoto Luciana
Peluffo Vinicio Giuseppe Guido
Pepe Mario (Pd)
Perina Flavia
Pes Caterina
Pezzotta Savino
Piccolo Salvatore
Picierno Pina
Piffari Sergio Michele
Pisicchio Pino
Pistelli Lapo
Pizzetti Luciano
Poli Nedo Lorenzo
Pollastrini Barbara
Pompili Massimo
Porcino Gaetano
Porta Fabio
Portas Giacomo Antonio
Proietti Cosimi Francesco
Quartiani Erminio Angelo
Raisi Enzo
Rampi Elisabetta
Rao Roberto
Realacci Ermete
Recchia Pier Fausto
Ria Lorenzo
Rigoni Andrea
Ronchi Andrea
Rosato Ettore
Rossa Sabina
Rosso Roberto
Rossomando Anna
Rota Ivan
Ruben Alessandro
Rubinato Simonetta
Ruggeri Salvatore
Rugghia Antonio
Russo Antonino
Samperi Marilena
Sanga Giovanni
Sani Luca
Santagata Giulio
Sarubbi Andrea
Sbrollini Daniela
Scalia Giuseppe
Scanderebech Deodato
Scarpetti Lido
Schirru Amalia
Sereni Marina
Servodio Giuseppina
Siragusa Alessandra
Soro Antonello
Sposetti Ugo
Strizzolo Ivano
Tabacci Bruno
Tanoni Italo
Tassone Mario
Tempestini Francesco
Tenaglia Lanfranco
Testa Federico
Testa Nunzio Francesco
Tidei Pietro Pag. 30
Tocci Walter
Toto Daniele
Touadi Jean Leonard
Trappolino Carlo Emanuele
Tremaglia Mirko
Tullo Mario
Turco Livia
Turco Maurizio
Urso Adolfo
Vaccaro Guglielmo
Vannucci Massimo
Vassallo Salvatore
Velo Silvia
Veltroni Walter
Ventura Michele
Verini Walter
Vernetti Gianni
Vico Ludovico
Villecco Calipari Rosa Maria
Viola Rodolfo Giuliano
Volontè Luca
Zaccaria Roberto
Zampa Sandra
Zamparutti Elisabetta
Zazzera Pierfelice
Zinzi Domenico
Zucchi Angelo
Zunino Massimo
Hanno risposto no:
Abelli Gian Carlo
Abrignani Ignazio
Alessandri Angelo
Alfano Angelino
Alfano Gioacchino
Allasia Stefano
Angeli Giuseppe
Angelucci Antonio
Antonione Roberto
Aprea Valentina
Aracri Francesco
Aracu Sabatino
Armosino Maria Teresa
Ascierto Filippo
Baccini Mario
Baldelli Simone
Barani Lucio
Barba Vincenzo
Barbieri Emerenzio
Beccalossi Viviana
Belcastro Elio Vittorio
Berardi Amato
Bergamini Deborah
Berlusconi Silvio
Bernardo Maurizio
Bernini Anna Maria
Berruti Massimo Maria
Bertolini Isabella
Biancofiore Michaela
Bianconi Maurizio
Biasotti Sandro
Biava Francesco
Bitonci Massimo
Bocciardo Mariella
Bonaiuti Paolo
Bonciani Alessio
Bonino Guido
Boniver Margherita
Bossi Umberto
Bragantini Matteo
Brambilla Michela Vittoria
Brancher Aldo
Brunetta Renato
Bruno Donato
Buonanno Gianluca
Calabria Annagrazia
Calderisi Giuseppe
Calearo Ciman Massimo
Callegari Corrado
Caparini Davide
Carfagna Maria Rosaria
Carlucci Gabriella
Casero Luigi
Cassinelli Roberto
Castellani Carla
Castiello Giuseppina
Catanoso Basilio
Catone Giampiero
Cavallotto Davide
Cazzola Giuliano
Ceccacci Rubino Fiorella
Centemero Elena
Ceroni Remigio
Cesario Bruno
Cesaro Luigi
Chiappori Giacomo
Cicchitto Fabrizio
Ciccioli Carlo
Cicu Salvatore
Cirielli Edmondo
Colucci Francesco
Comaroli Silvana Andreina
Consiglio Nunziante Pag. 31
Conte Gianfranco
Contento Manlio
Corsaro Massimo Enrico
Cosentino Nicola
Cossiga Giuseppe
Costa Enrico
Craxi Stefania Gabriella Anastasia
Crimi Rocco
Cristaldi Nicolò
Crosetto Guido
Crosio Jonny
Dal Lago Manuela
D'Amico Claudio
D'Anna Vincenzo
De Angelis Marcello
De Camillis Sabrina
De Corato Riccardo
De Girolamo Nunzia
Dell'Elce Giovanni
Del Tenno Maurizio
De Luca Francesco
De Nichilo Rizzoli Melania
De Siano Domenico
Desiderati Marco
Di Cagno Abbrescia Simeone
Di Caterina Marcello
Di Centa Manuela
Dima Giovanni
D'Ippolito Vitale Ida
Distaso Antonio
Di Virgilio Domenico
Di Vizia Gian Carlo
Dozzo Gianpaolo
Dussin Guido
Dussin Luciano
Faenzi Monica
Fallica Giuseppe
Farina Renato
Fava Giovanni
Fedriga Massimiliano
Fitto Raffaele
Fogliato Sebastiano
Follegot Fulvio
Fontana Gregorio
Fontana Vincenzo Antonio
Forcolin Gianluca
Formichella Nicola
Foti Antonino
Foti Tommaso
Franzoso Pietro
Frassinetti Paola
Frattini Franco
Fucci Benedetto Francesco
Fugatti Maurizio
Galati Giuseppe
Garagnani Fabio
Garofalo Vincenzo
Gava Fabio
Gelmini Mariastella
Germanà Antonino Salvatore
Ghedini Niccolò
Ghiglia Agostino
Giacomoni Sestino
Giammanco Gabriella
Gianni Giuseppe
Gibiino Vincenzo
Gidoni Franco
Giorgetti Alberto
Giorgetti Giancarlo
Girlanda Rocco
Giro Francesco Maria
Goisis Paola
Golfo Lella
Gottardo Isidoro
Grassano Maurizio
Grimaldi Ugo Maria Gianfranco
Grimoldi Paolo
Holzmann Giorgio
Iannaccone Arturo
Iannarilli Antonello
Iapicca Maurizio
Isidori Eraldo
Jannone Giorgio
Laboccetta Amedeo
Laffranco Pietro
Lainati Giorgio
La Loggia Enrico
Landolfi Mario
Lanzarin Manuela
La Russa Ignazio
Lazzari Luigi
Lehner Giancarlo
Leo Maurizio
Leone Antonio
Lisi Ugo
Lorenzin Beatrice
Lunardi Pietro
Lupi Maurizio
Lussana Carolina
Maggioni Marco
Malgieri Gennaro
Mancuso Gianni
Mannino Calogero
Mannucci Barbara Pag. 32
Mantovano Alfredo
Marinello Giuseppe Francesco Maria
Marini Giulio
Maroni Roberto
Marsilio Marco
Martinelli Marco
Martini Francesca
Martino Antonio
Mazzocchi Antonio
Mazzoni Riccardo
Mazzuca Giancarlo
Meloni Giorgia
Miccichè Gianfranco
Migliori Riccardo
Milanato Lorena
Milanese Marco Mario
Milo Antonio
Minardo Antonino
Minasso Eugenio
Mistrello Destro Giustina
Misuraca Dore
Moles Giuseppe
Molgora Daniele
Molteni Laura
Molteni Nicola
Montagnoli Alessandro
Mottola Giovanni Carlo Francesco
Munerato Emanuela
Murgia Bruno
Mussolini Alessandra
Napoli Osvaldo
Nastri Gaetano
Negro Giovanna
Nicolucci Massimo
Nirenstein Fiamma
Nizzi Settimo
Nola Carlo
Nucara Francesco
Orsini Andrea
Pagano Alessandro
Palmieri Antonio
Palumbo Giuseppe
Paniz Maurizio
Paolini Luca Rodolfo
Papa Alfonso
Parisi Massimo
Paroli Adriano
Pastore Maria Piera
Pecorella Gaetano
Pelino Paola
Pepe Antonio
Pepe Mario (PdL)
Pescante Mario
Petrenga Giovanna
Pianetta Enrico
Picchi Guglielmo
Pili Mauro
Pini Gianluca
Pionati Francesco
Pirovano Ettore
Pisacane Michele
Piso Vincenzo
Pittelli Giancarlo
Pizzolante Sergio
Polidori Catia
Polledri Massimo
Porcu Carmelo
Porfidia Americo
Prestigiacomo Stefania
Pugliese Marco
Rainieri Fabio
Rampelli Fabio
Ravetto Laura
Razzi Antonio
Reguzzoni Marco Giovanni
Repetti Manuela
Rivolta Erica
Roccella Eugenia Maria
Romani Paolo
Romano Francesco Saverio
Romele Giuseppe
Rondini Marco
Rossi Luciano
Rossi Mariarosaria
Rotondi Gianfranco
Russo Paolo
Ruvolo Giuseppe
Saglia Stefano
Saltamartini Barbara
Sammarco Gianfranco
Santelli Jole
Sardelli Luciano Mario
Savino Elvira
Sbai Souad
Scajola Claudio
Scalera Giuseppe
Scandroglio Michele
Scapagnini Umberto
Scelli Maurizio
Scilipoti Domenico
Siliquini Maria Grazia
Simeoni Giorgio
Simonetti Roberto
Sisto Francesco Paolo Pag. 33
Soglia Gerardo
Speciale Roberto
Stagno d'Alcontres Francesco
Stanca Lucio
Stasi Maria Elena
Stefani Stefano
Stracquadanio Giorgio Clelio
Stradella Franco
Stucchi Giacomo
Taddei Vincenzo
Terranova Giacomo
Testoni Piero
Toccafondi Gabriele
Togni Renato Walter
Torazzi Alberto
Torrisi Salvatore
Tortoli Roberto
Traversa Michele
Tremonti Giulio
Valducci Mario
Valentini Valentino
Vanalli Pierguido
Vegas Giuseppe
Vella Paolo
Ventucci Cosimo
Verdini Denis
Versace Santo Domenico
Vessa Pasquale
Vignali Raffaello
Vitali Luigi
Vito Elio
Volpi Raffaele
Zacchera Marco
Si sono astenuti:
Brugger Siegfried
Zeller Karl.
PRESIDENTE. Comunico che sarà iscritta all'ordine del giorno della seduta di domani ... (Dai banchi del gruppo Popolo della Libertà si esibiscono bandiere tricolori e si grida reiteratamente: «Vittoria!». Dai banchi del gruppo Lega Nord Padania si esibiscono bandiere verdi. Il deputato Corsaro esibisce un pallottoliere) Vi prego di togliere i tricolori! Sospendo la seduta.
La seduta, sospesa alle 13,40, è ripresa alle 14,05.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. La seduta è ripresa.
ANTONIO DI PIETRO. Come se niente fosse!
PRESIDENTE. Onorevole Di Pietro, qualcosa è accaduto, infatti c'è solo lei qui a salutare il Presidente.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, non so se lei ha partecipato alla riunione - il Presidente Fini no perché era uscito - ma non so se vi siete accorti che al termine della seduta di oggi, dopo l'esito del voto, si è svolto il congresso dei moderati del Presidente Berlusconi, del quale abbiamo voluto apprezzare le gesta durante tutto il dibattito.
La ragione per cui prendo la parola, signor Presidente - faccio un richiamo esplicito al Regolamento - è legata al fatto che è successo spesso in quest'Aula che, quando ci sono state manifestazioni diciamo molto meno calorose, con esibizioni di bandiere, anche bandiere italiane - è capitato a me - non solo siamo stati ripresi, ma spesso e volentieri è successo anche che siamo finiti sotto corte di disciplina, non ricordo come si chiama la vostra...
PRESIDENTE. La corte di disciplina non c'è.
ROBERTO GIACHETTI. Le manifestazioni che abbiamo visto, all'urlo di «dimissioni! dimissioni!» nei confronti del Presidente della Camera devo dire francamente che hanno qualcosa che mi fa Pag. 34ricordare la corte di disciplina, ma questo è un problema ovviamente che non voglio portare in quest'Aula.
La prego però semplicemente di utilizzare, signor Presidente, com'è stato fatto in tante altre occasioni, la ripresa audio-video dell'Aula - e che spero sia proseguita anche a seduta sospesa - al fine di verificare se in questa «felicità» che ha accompagnato questo straordinario risultato del Governo ci sia stato però magari anche qualche comportamento o magari qualche parola che non fosse consona e che andrebbe censurata esattamente come tante altre (Commenti del deputato Berruti).
ANTONIO DI PIETRO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, la prego di interessare l'Ufficio di Presidenza della Camera affinché esprima una valutazione e prenda posizione in ordine alla difesa delle prerogative di questo Parlamento e del gruppo Italia dei Valori. Non lo dico per me - anche se sono anch'io una persona che ha il suo onore da difendere -, ma il Presidente del Consiglio non si è limitato a uscire mentre io parlavo a nome del gruppo Italia dei Valori, che è un partito politico e un gruppo presente in Parlamento, eletto dagli italiani e che quindi merita rispetto proprio perché rappresenta una parte del popolo italiano. Il Presidente del Consiglio in carica, uscendo, ha detto ai giornalisti: «vado via perché Di Pietro è matto, con quei matti dell'Italia dei Valori non voglio avere nulla a che fare e quindi non li voglio ascoltare».
Questo non è un comportamento istituzionalmente corretto, per cui chiedo formalmente, a nome del gruppo Italia dei Valori, che l'Ufficio di Presidenza su questo tema si assuma le proprie responsabilità in ordine alla difesa delle prerogative del Parlamento e del gruppo parlamentare Italia dei Valori nei confronti di un Presidente del Consiglio che viola la Costituzione non rispettando il Parlamento (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Partito Democratico).
GIORGIO LA MALFA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIORGIO LA MALFA. Signor Presidente, non è mio costume intervenire in circostanze come questa, di disordine dell'Aula e così via, né mi fa piacere parlare alla luce della lunga ormai esperienza parlamentare - sono in Parlamento dal 1972. Mi fa anche piacere che il Governo abbia avuto la fiducia - che io non ho votato -, perché naturalmente è il Governo del mio Paese, verso il quale ho assoluto rispetto.
Devo dire che è la prima volta in questi trentacinque anni che vedo una manifestazione scomposta - se posso dire - da parte del partito di Governo. La Democrazia Cristiana, che sedeva su questi banchi (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori e Unione di Centro) e che ha dominato la vita italiana, non ha mai inalberato cartelli.
Aggiungo, ai colleghi che hanno fatto questa manifestazione, che trovo al limite dell'oltraggio che si sia usato come cartello il sacro vessillo nazionale del nostro Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori e Unione di Centro). Vedere delle persone circondarsi della bandiera italiana come fossero sportivi in uno stadio di calcio, con la bandiera della loro squadra, e vedere questo comportamento da parte di parlamentari che dovrebbero rappresentare la Nazione nella sua più alta espressione (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori e Unione di Centro e di deputati del gruppo Misto-Liberal Democratici-MAIE), signor Presidente, è una cosa che mi fa pensare che quest'Aula non sappia rispondere ai doveri verso la Nazione, cosa che essa deve sempre fare, soprattutto se Pag. 35si rappresenta la maggioranza (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Italia dei Valori e Unione di Centro)!
SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Giachetti... No, onorevole Baldelli, ne ha facoltà. Vede onorevole Giachetti, ce l'ho nel cuore...
ROBERTO GIACHETTI. Siamo intercambiabili?
PRESIDENTE. Non siete intercambiabili ovviamente! Onorevole Baldelli, ha facoltà di parlare.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, se ho ben capito l'onorevole Giachetti ha detto che lei, Presidente, ce l'ha da un'altra parte, poi magari in seguito ci spiega dove.
Signor Presidente, vorrei dire...
PRESIDENTE. Vi prego, evitiamo queste cose, per cortesia, a proposito di rispetto dell'Aula e del Presidente.
SIMONE BALDELLI. È proprio per questo che sottolineavo questo fatto.
Di fatto quest'Aula oggi ha visto confermare la fiducia al Governo. Di questo fatto evidentemente la maggioranza ha facoltà di gioire e l'opposizione di lagnarsi. Chi non è né maggioranza né opposizione avrà anche facoltà di riflettere, immagino.
In ordine alle parole pronunciate dall'onorevole Di Pietro, credo che la Presidenza, più che sindacare quanto l'onorevole Berlusconi ha detto fuori da quest'Aula, dovrebbe fare attenzione a quanto ha detto l'onorevole Di Pietro dentro quest'Aula proprio riferendosi al Presidente Berlusconi, in considerazione del fatto che non è nuovo il modo offensivo di rivolgersi dell'onorevole Di Pietro al Presidente Berlusconi, soprattutto dal punto di vista regolamentare in base alla norma che, signor Presidente, prevede che ciascun deputato quando fa il proprio intervento si debba rivolgere alla Presidenza, mentre l'onorevole Di Pietro è solito rivolgersi al Presidente del Consiglio, sia quando il Presidente del Consiglio è presente, sia quando non lo è.
Quindi, signor Presidente, mi permetto di sottolineare questo fatto a maggior ragione in forza del fatto che l'onorevole Di Pietro, a quanto mi risulta, non è stato richiamato per l'utilizzo delle parole che ha pronunciato. Quindi, ritengo che forse anche su questo aspetto debba essere fatta una valutazione attenta. Dopodiché, signor Presidente, il fatto politico di quest'Aula è noto a tutti: questa mattina qualcuno sperava che Silvio Berlusconi e questo Governo andassero a casa; dopo il voto espresso evidentemente Silvio Berlusconi e questo Governo continuano (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Ha già parlato l'onorevole Di Pietro, ma la ascolto volentieri.
FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, vorrei fare un brevissimo intervento su due punti in riferimento a quanto ha appena detto l'onorevole Baldelli. Sarà opportuno che lei denunzi all'Ufficio di Presidenza quanto ha appena affermato l'onorevole Baldelli. Magari verrà fatta anche un'analisi della registrazione dell'intervento dell'onorevole Di Pietro, dalla quale verrà fuori che ha usato una sola parola offensiva nei confronti del Presidente del Consiglio. Offensivo è stato l'atteggiamento del Presidente del Consiglio che, anziché ascoltare, ha preso e ha abbandonato l'Aula, seguito da tutto il gruppo di maggioranza quando ha sentito usare la parola «giustizia». È come se lui, superman, avesse visto la criptonite verde nelle mani di Di Pietro. Ma vedremo di che cosa si tratta.
Vorrei denunciare un altro episodio, che è avvenuto probabilmente a telecamere spente, quando un esponente del partito di maggioranza relativa, ancora, è salito sullo scranno più alto (Applausi dei deputati dei gruppi Italia dei Valori e Pag. 36Partito Democratico), cosa che non era mai successa in quest'Aula, e ha arrecato un'offesa al seggio dove lei adesso si trova! Questo merita un severo provvedimento e non soltanto un richiamo, come sicuramente ci saranno provvedimenti per quanto è successo qui tra i banchi della Lega e di Futuro e Libertà, che è quanto di più grave sia mai accaduto. Nelle altre occasioni infatti si è sospesa la seduta e sono state allontanate le telecamere, in questo caso, non potendosi interrompere la chiama dei deputati, quello che è successo oggi è sotto gli occhi di tutti gli italiani e non soltanto (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
PRESIDENTE. Ovviamente, come è consuetudine, sarà compito del Presidente di turno riferire al Presidente della Camera le osservazioni rappresentate da tutti i gruppi.
Per amore di verità, sottolineo all'onorevole Evangelisti - a parte il fatto che presiedeva il Presidente Fini - che il Presidente ha sospeso la seduta, per poi riprenderla, proprio per evitare che i tumulti potessero degenerare e che, comunque, ovviamente si potesse proseguire nelle votazioni in un clima più sereno.
Da parte mia, credo che sia compito di tutti noi, maggioranza e opposizione, portare rispetto a quest'Aula e alle istituzioni - a tutte le istituzioni - sia nelle manifestazioni di consenso sia nelle manifestazioni di dissenso. Credo che, se ognuno di noi iniziasse da se stesso a dimostrarlo e a testimoniarlo, daremmo tutti un grande contributo per far percepire ancora di più a tutti il valore che il Parlamento ha anche in momenti alti, nobili e delicati come quello che abbiamo vissuto questa mattina.
Comunque, ovviamente, il Presidente di turno riferirà tutti i contenuti da voi espressi e il Presidente Fini potrà valutare e verificare le opportune azioni e le opportune convocazioni degli organi competenti.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, a seguito delle sue dichiarazioni vorrei che fosse chiara la mia richiesta. Non sto facendo una protesta generica, ma chiedo che si convochi l'Ufficio di Presidenza.
PRESIDENTE. Ma è chiaro.
ROBERTO GIACHETTI. Però, vorrei che fosse chiaro. Per come lei ha riportato il mio pensiero, ho avuto la sensazione che lei lo avesse male interpretato. La mia è una richiesta formale che l'Ufficio di Presidenza - ovviamente lo convocherà il Presidente - valuti quello che è accaduto in Aula, anche alla luce - non mi andava di dirlo, ma visto che è stato detto - di ciò che è stato fatto dall'onorevole Mussolini questa mattina, mentre il Presidente non c'era...
CARLO CICCIOLI. L'ex Presidente!
ROBERTO GIACHETTI. ...anche perché è stato difficile per gli onorevoli questori mantenere l'ordine, atteso che a creare movimento non erano 3 persone, ma 250.
PRESIDENTE. Onorevole Giachetti, eviterei le interpretazioni. Le sue parole, come quelle dei colleghi che sono intervenuti, sono molto chiare, così come mi sembrano molto chiare le parole del Presidente, nel senso che ho detto che riferirò, come è consuetudine - non è che una volta si riferisce e un'altra no -, quanto i gruppi hanno fatto presente alla Presidenza.
Il Presidente Fini, ovviamente, valuterà, rispetto alle richieste dei singoli gruppi, le opportune azioni. Quindi, non mi sembra che sia il caso di interpretare quanto, ovviamente, è giusto fare. Ho dato, poi, una mia valutazione personale, da Presidente di turno, che credo debba essere condivisa da tutti noi, proprio per il rispetto che anche l'onorevole La Malfa ha chiesto a tutti.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.
Mercoledì 15 dicembre 2010, alle 10:
(ore 10 e ore 16).
1. - Discussione del disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 26 novembre 2010, n. 196, recante disposizioni relative al subentro delle amministrazioni territoriali della regione Campania nelle attività di gestione del ciclo integrato dei rifiuti (C. 3909).
(ore 15).
2. - Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
La seduta termina alle 14,15.
TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO DEI DEPUTATI FRANCESCO NUCARA E DOMENICO SCILIPOTI SULLE MOZIONI DI SFIDUCIA AL GOVERNO
FRANCESCO NUCARA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la direzione nazionale del Partito Repubblicano Italiano ha deciso all'unanimità di dare la propria fiducia all'attuale Governo.
Il problema che ci si è posto non è solo quello di mantenere fede ad un impegno che i repubblicani hanno preso nel 2008. Sarebbe importante ma non sufficiente per la nostra fiducia a questo Governo.
Recentemente abbiamo scritto una lettera aperta al Presidente del Consiglio perché attraverso la sua attività si possa rendere l'Italia unita: economicamente, socialmente e civilmente.
Ci auguriamo di poter avere risposte concrete. Sappiamo molto bene quali sono i problemi del nostro Mezzogiorno e su alcuni dei quali - lotta alla criminalità - il Governo ha dato grande prova di efficienza e determinazione.
I repubblicani hanno a cuore le sorti dell'Italia prima ancora delle sorti di questo Governo.
Ugo La Malfa nella intervista rilasciata «sul non governo» ad Alberto Ronchey, affermava a proposito dei comunisti - era l'epoca del compromesso storico - : «Certo si può anche fare una lotta frontale contro i comunisti come De Carolis e altri vogliono fare. Ma troveranno il cadavere dell'Italia come società di civiltà occidentale». Non vorremmo che oggi la battaglia frontale a Berlusconi ci facesse trovare domani il cadavere dell'Italia. Se c'è un'alternativa seria a questo Governo la si enunci e la si applichi.
I repubblicani se ne saranno convinti la sosterranno, diversamente vi sono le decisioni del corpo elettorale.
Condizione necessaria sarebbe la sfiducia costruttiva. A noi sembra che a tutt'oggi non ci siano le condizioni e, forse, nemmeno le premesse.
Per i motivi esposti a nome dei repubblicani e del collega Pionati, Alleanza di Centro, preannuncio il voto favorevole di fiducia al Governo.
DOMENICO SCILIPOTI. «Esistono forme di coraggio e una di queste consiste nel saper dire la verità quando gli uomini non l'ascoltano»:
È la frase pronunciata da Saragat, a Palazzo Barberini, quando, per non portare l'Italia verso il baratro, fece la scissione dolorosa ma necessaria all'interno del partito socialista per liberare i socialisti e il popolo italiano dalle utopie del comunismo, salvando la democrazia e il futuro degli italiani dal disastro.
La nostra scelta di oggi è molto sofferta ma necessaria, anche se siamo coscienti di esporci al rischio di compromettere il nostro futuro di deputati.
Una breve considerazione personale desidero fare sul gruppo Italia dei Valori, partito in cui ho militato per molti anni. Il partito Italia dei Valori è stato ed è un contenitore trasversale di idee, che però Pag. 38negli ultimi tempi, disattendendo le attese di quanti hanno creduto e sperato in una politica costruttiva ed allargata a tutti i settori della vita politica, si sta spostando sempre più verso una sinistra oltranzista ed anche oltre, mentre io sono e mi riconosco appieno negli ideali cristiani di area moderata. Ho sempre affermato che, quando gli interessi del partito contrastano con gli interessi dei cittadini e del popolo, è nobile avere il coraggio di abbandonare il partito e schierarsi dalla parte della gente. Se oggi io non attuassi quanto ripetuto più volte nelle mie conferenze non sarei più credibile. Chiusa la considerazione sul partito Italia dei Valori.
La mancanza di un'area moderata socialdemocratica cristiana forte all'interno del Parlamento ci porta oggi ad assumere decisioni sofferte, ma di grande responsabilità.
La diaspora interna alla maggioranza, l'instabilità politica, conseguenza di continui fuochi incrociati, mirati a demolire le scelte dell'esecutivo, ha condotto l'Italia verso una pericolosa deriva che porta inesorabilmente ad un futuro di gravissime incertezze con, per meta finale, la disfatta dell'economia e la consegna del Paese e delle sorti dei cittadini nelle mani di un sistema bancario sempre più vorace e speculativo.
Per salvare la democrazia, per non trasformare una pur seria malattia (economica) in una epidemia mortale, per iniziare a risollevare le sorti dell'economia, per dare sicurezza al popolo, scegliamo, in questo momento, di preferire il male minore, e cioè la possibilità di garantire il sostegno ad un Governo responsabile che assicuri certezza e continuità di azione, che crei un clima positivo e riporti serenità alla nazione.
Siamo chiaramente favorevoli al testamento biologico: sì alla legge, con regole certe, e cioè che si assista il malato e che non vengano legittimate o garantite forme camuffate di eutanasia.
Sulla libertà di cura, ribadiamo concetti fermi: garantire che la cura non nuoccia, che ci sia un consenso informato e che si possa avere una informazione completa su ogni possibilità di terapia e di cura anche con trattamenti non convenzionali.
Siamo favorevoli all'accoglienza di immigrati e profughi, ma chiediamo controlli seri e accurati per la sicurezza nazionale.
Vogliamo che la legge elettorale, con il totale coinvolgimento e condivisione del Parlamento, sia modificata al più presto, garantendo ad ogni cittadino italiano libertà di voto e di scelta del proprio rappresentante.
Per agire con responsabilità, quando si vuole far cadere un Governo in momenti critici come quelli in cui si trovano l'Italia e l'economia mondiale, si impone la necessità di poter fare affidamento sull'alternativa di un Governo che sia espresso sempre dal popolo e non attraverso un ribaltone che, come dimostra l'evidenza, si tradurrebbe in atto di grande scorrettezza verso il corpo elettorale che ha legittimato la maggioranza, che è stata quindi qualificata per esprimere, all'interno di regole prestabilite, un Governo a guida del Paese.
Nel vedere solo ragioni soggettive, il nostro sforzo tenta di evitare una crisi al buio, nella evidenza dell'approntarsi del cosiddetto ribaltone, che in realtà tradisce e annulla il consenso elettorale della maggioranza degli elettori e di tutto il popolo italiano per trasformarlo in un Governo che farebbe tutto tranne che governare.
Se poi un centrosinistra affidabile vuole andare al Governo, deve costruire un percorso che dimostri di possedere argomenti politici che coinvolgano e convincano gli italiani ad esprimere una maggioranza vincente, in caso di elezioni. Per questo, le maggioranze di ogni regione del nostro Paese, dalla Lombardia alla Sicilia, devono essere legittimate da elezioni e non da compromessi inspiegabili agli elettori. In questo momento esiste, a mio giudizio, un'area di centrosinistra confusa, che lavora attualmente male.
Così pure le alternative, che devono essere create attraverso il consenso popolare, perché, o si parla il linguaggio del popolo, o si assiste al coinvolgente crollo di istituzioni e comunità statale. Pag. 39
E il linguaggio del popolo, oggi, è il desiderio di vedersi assicurare stabilità, certezze, sicurezza, futuro sociale, lavoro ai giovani e meno giovani, potere d'acquisto, nuovo benessere: tutto questo in nome dei cittadini e nell'interesse dell'intero popolo italiano.
E quale benessere può apportare il caricare sulle spalle di un popolo, già gravato da difficilissime situazioni economiche, la spesa di 800 milioni di euro, necessari a finanziare una nuova inutile campagna elettorale dai risultati già scontati fin da questo momento, più i nuovi rimborsi ai partiti i cui protagonisti sono sempre gli stessi e con i medesimi argomenti? Si vuole cambiare tutto per non cambiare niente, come pensava il principe di Salina, nel romanzo Il gattopardo?
Si vuole decretare la fine politica di questo Governo e di tutta un'era? Ma non c'è il nuovo che avanza. questa soluzione presenta anche un secondo risvolto: la contemporanea fine politica di esponenti di partiti, protagonisti ed artefici di un'era superata che vede la loro compresenza, in un modo o nell'altro, con l'attuale Presidente del Consiglio dei ministri, e che li acclara portatori, ma anche mittenti, di un modo di fare politica, di programmi, di strategie e di soluzioni che hanno portato il Paese nelle condizioni in cui si trova.
È dunque l'ora di voltare pagina. Ma anche di lasciare fuori, all'alba di una nuova era, questi volti che, dopo decenni, ad ogni elezione, si ripresentano, puntuali, per proporre di nuovo democrazia e sociale, sempre pronti a fare un passo avanti, e mai indietro.
È questo un momento in cui noi parlamentari italiani dobbiamo votare nell'interesse della nazione e nell'interesse della Repubblica e della terra che noi rappresentiamo.
La nostra lotta è la lotta per la rinascita del nostro Paese, il suo rinnovamento politico, economico e sociale.
È nostro desiderio che si realizzi una autentica unità politica e morale di tutta la nazione. E chi è stato artefice del proprio male non potrà essere la cura.
Ma non può esistere giustizia sociale ed economica senza libertà politica, di questo era convinto Giuseppe Saragat. E anch'io.
La nostra forza e il nostro coraggio devono permetterci di affermare che poter scegliere è un diritto di ciascun eletto, perché essere parlamentari della Repubblica (e non di un partito), come prevedono gli articoli 67 e 68, comma 1, della Carta costituzionale, impegna il deputato a esprimersi, nell'esercizio delle sue funzioni, secondo la caratterizzante logica del bene del Paese. La politica non deve parlare alla pancia del Paese, ma alla testa. Deve svolgere il difficile compito di essere al servizio dei cittadini, al di sopra di ogni interesse di parte.
Il Parlamento è, e resta, il cervello pensante di una istituzione, lo Stato, il cui cuore batte unicamente per fare gli interessi di tutti gli italiani e noi tutti abbiamo l'obbligo di lavorare per unire concretamente, per risvegliare le grandi doti, per indirizzare le energie e le immense potenzialità del Paese.
In un giorno così difficile, che resterà sicuramente nella storia della Repubblica italiana, crediamo e siamo certi di dare il nostro contributo per far rinascere, anche all'interno del Parlamento, un'area moderata cristiana di responsabilità nazionale, che oggi potrà non essere capita, come accadde nel 1947, quando la scelta di Saragat non fu immediatamente recepita, ma che già allora si è rivelata utile, ed epocale, per il Paese, e per questo necessita di essere pienamente riproposta.
Il nostro intendimento era ed è di costruire qualcosa per il Paese e non di sfasciare, motivo per il quale ci assumiamo il grande atto di responsabilità senza orgoglio vanitoso. Siamo amministratori temporanei, ma seriamente consapevoli, di questa nostra Patria che amiamo: l'Italia.