XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di giovedì 16 dicembre 2010

TESTO AGGIORNATO AL 6 APRILE 2011

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzioni in Commissione:

La VI Commissione,
premesso che:
l'articolo 50-bis del decreto-legge 30 agosto 1993, n. 331, istituisce e disciplina i depositi fiscali ai fini IVA per la custodia di beni nazionali e comunitari, stabilendo, tra l'altro, alla lettera b) del comma 4, che «le operazioni di ammissione in libera pratica di beni non comunitari destinati ad essere introdotti in un deposito IVA» sono effettuate senza pagamento dell'imposta sul valore aggiunto;
ai sensi del comma 6 dello stesso articolo 50-bis, nonché ai sensi dell'articolo 17, secondo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, i soggetti passivi di imposta agli effetti dell'IVA che procedono all'estrazione dei beni dal deposito IVA devono provvedere ad assolvere l'imposta sul valore aggiunto al momento dell'estrazione, attraverso il meccanismo dell'inversione contabile;
l'Amministrazione finanziaria, di recente, ha contestato l'utilizzo virtuale, esclusivamente contabile, del deposito fiscale ai fini IVA da parte degli operatori, ritenendo che la disciplina del suddetto istituto presupponga la materiale introduzione fisica dei beni nel deposito e non ritenendo, dunque, più sufficiente la sola annotazione dei beni nel registro di cui al comma 3 del medesimo articolo 50-bis;
alla luce di tale interpretazione della predetta norma, l'Amministrazione ha proceduto al recupero dell'imposta non assolta in dogana dagli operatori in virtù dell'esenzione di cui al comma 4, lettera b), dell'articolo 50-bis;
l'orientamento assunto in merito dall'Amministrazione finanziaria, ha comportato tuttavia, come paradossale ed inaccettabile conseguenza, una duplicazione nell'applicazione dell'IVA sul medesimo presupposto impositivo sostanziale, disciplinato dall'articolo 1 del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972 e rappresentato dall'importazione di beni nel territorio italiano;
l'imposta che l'Amministrazione finanziaria pretende di recuperare sui beni è, infatti, già stata assolta dai soggetti passivi al momento dell'estrazione degli stessi beni dal deposito fiscale IVA ai sensi dell'articolo 50-bis, comma 6, del decreto-legge n. 331 del 1993;
alla luce dei princìpi di sostanzialità, effettività, proporzionalità e divieto di duplice imposizione ai quali si ispira l'ordinamento tributario nazionale e comunitario deve infatti ritenersi non esigibile da parte dell'Amministrazione finanziaria l'imposta che sia già stata comunque assolta attraverso il meccanismo dell'inversione contabile al momento dell'estrazione dei beni dal deposito IVA: ciò risulta del resto confermato anche dal disposto dell'articolo 6, comma 9-bis, terzo periodo, del decreto legislativo n. 471 del 1997, il quale dispone che, laddove l'IVA «sia stata assolta, ancorché irregolarmente, dal cessionario o committente ovvero dal cedente o prestatore, fermo restando il diritto alla detrazione ai sensi dell'articolo 9 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, e successive modificazioni, la sanzione amministrativa è pari al 3 per cento dell'imposta irregolarmente assolta, con un minimo di 258 euro, e comunque non oltre 10.000 euro per le irregolarità commesse nei primi tre anni di applicazione delle disposizioni del presente periodo»;
la norma appena riportata del decreto legislativo n. 471 del 1997 disciplina dunque espressamente l'ipotesi di errata applicazione del meccanismo dell'inversione contabile previsto dall'articolo 17, secondo comma, del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972, prevedendo,

sia nel caso in cui il cedente abbia applicato l'IVA con le consuete modalità, addebitandola in fattura anziché avvalersi del reverse charge, sia nel caso in cui il cedente e il cessionario abbiano commesso irregolarità (il primo emettendo fattura senza applicazione dell'imposta ed il secondo emettendo autofattura ai sensi dell'articolo 17 del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972 in carenza dei presupposti di legge), che il tributo, sia comunque, considerato assolto, seppur in maniera irregolare, e che la sanzione sia limitata al 3 per cento dell'imposta irregolarmente assolta, entro un limite minimo e massimo, lasciando impregiudicato il diritto alla detrazione del tributo ai sensi dell'articolo 19 del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972,


impegna il Governo:


ad adottare tutte le opportune iniziative per assicurare una corretta interpretazione delle previsioni di cui all'articolo 50-bis del decreto-legge n. 331 del 1993, nel senso di chiarire che:
i beni non comunitari possono essere introdotti in un deposito fiscale ai fini IVA anche attraverso la sola annotazione della relativa operazione nel registro di cui al comma 3 del medesimo articolo 50-bis;
l'imposta sul valore aggiunto su tali operazioni non è comunque ulteriormente dovuta qualora la stessa sia stata integralmente assolta, seppur irregolarmente, attraverso il meccanismo dell'inversione contabile al momento dell'estrazione dei beni stessi dal deposito IVA, ai sensi del comma 6 del medesimo articolo 50-bis e dell'articolo 17, secondo comma, del decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972, e che alle predette irregolarità si applica la sanzione amministrativa di cui all'articolo 6, comma 9-bis, terzo periodo, del decreto legislativo n. 471 del 1997.
(7-00455) «Fugatti, Polledri, Comaroli, Forcolin».

La VII Commissione,
premesso che:
in base all'articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica n. 213 del 2009, il riparto del Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca deve basarsi sulla valutazione della qualità dei risultati della ricerca e sul programma nazionale della ricerca (PNR);
a tutt'oggi non è stato ancora emanato il nuovo programma nazionale della ricerca (PNR) e l'ultimo PNR fa riferimento al triennio 2005-2007;
l'ANVUR, agenzia delegata alla valutazione della qualità dei risultati della ricerca non è ancora operativa;
lo schema di decreto ministeriale per il riparto del Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca per l'anno 2010 è stato presentato alle Commissioni permanenti competenti solamente a pochi giorni dalla fine dell'anno 2010, mettendo in difficoltà gli enti e le istituzioni di ricerca,


impegna il Governo:


ad emanare il nuovo programma nazionale della ricerca (PNR), in modo tale da far sì che il riparto avvenga sulla base di dati oggettivi e aggiornati e su scelte strategiche cruciali per la crescita del Paese, anziché fare riferimento a dati storici e a scelte discrezionali;
a rendere operativa l'ANVUR;
a presentare alle Camere lo schema di decreto ministeriale per il riparto del Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca entro il primo trimestre dell'anno a cui il fondo ordinario fa riferimento;
ad assumere ogni iniziativa di competenza affinché per l'anno 2011 sia mantenuto inalterato almeno il livello di crescita

del Fondo ordinario per gli enti e le istituzioni di ricerca e siano reperite risorse aggiuntive per la premialità e i progetti bandiera.
(7-00454)
«Nicolais, Bachelet, Zazzera, Frassinetti, Scalera, Granata, Palmieri, Murgia, Pes, Levi, Giulietti, Capitanio Santolini, Antonino Russo, Rivolta, De Torre, Rossa, Mazzuca, Coscia».

...

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:

DI STANISLAO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della difesa, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
risulta da notizie di stampa che ad aprile 2011 scadrà il mandato di Pier Francesco Guarguaglini, attuale amministratore delegato e presidente di Finmeccanica -:
quali siano gli intendimenti del Governo azionista di riferimento di Finmeccanica di fronte alla possibilità che Guarguaglini venga nominato presidente di Finmeccanica con alcune deleghe, visto che tale operazione consentirebbe non solo all'attuale presidente e amministratore delegato di prolungare il suo attuale mandato, nonostante l'età (73 anni) e, quindi ben oltre i limiti di legge, ma soprattutto in considerazione della violazione dell'età massima pensionabile, considerato il fatto che sarebbe già il terzo mandato svolto fuori dai tempi di legge.
(4-10066)

OLIVERIO e LARATTA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il piano di rientro dal deficit sanitario della regione Calabria è stato approvato con la delibera della giunta regionale n. 845 del 16 dicembre 2009 ad integrazione e modifica del documento adottato in precedenza dalla stessa regione Calabria con delibera G.R. n. 585 del 10 settembre 2009 e con la delibera G.R. n. 752 del 18 novembre 2009;
con delibera del Consiglio dei ministri del 30 luglio 2010 si è proceduto alla nomina commissariale nella persona del presidente della regione Calabria, dottor Giuseppe Scopelliti;
l'obiettivo strategico del piano è la riqualificazione e il miglioramento dell'intero sistema sanitario regionale con la chiusura dei piccoli ospedali, la riorganizzazione della «re emergenza» e la riorganizzazione della «continuità assistenziale»;
con decreto del 18 settembre 2010 il commissario ha proceduto alla predisposizione di un piano integrato sulla rete ospedaliera, sulla rete di emergenza e sulla rete territoriale;
in quest'ottica di risanamento della sanità calabrese un duro colpo viene dato alla sanità crotonese, dove all'ospedale civile, strutture complesse come quelle di geriatria, gastroenterologia, malattie infettive, diabetologia, audiologia e strutture semplici come quelle di microcitemia ed angiologia sono state azzerate, mentre i reparti di oncologia e nefrologia sono stati declassati da strutture complesse a strutture semplici;
a questa situazione, già di per sé drammatica, si è aggiunta la scomparsa dall'ospedale civile di Crotone del reparto di neuropsichiatria infantile e del declassamento della neonatologia con azzeramento della terapia intensiva neonatale;
in definitiva all'ospedale civile di Crotone vi è stata la chiusura di 7 strutture complesse, il venir meno di 2 strutture

semplici e il declassamento a strutture semplici di 3 strutture complesse e, tutto ciò, a fronte dell'istituzione di tre nuove specialità, urologia, neurologia ed emodinamica che non è ancora del tutto chiaro se saranno attivate presso strutture pubbliche o private dell'Asp di Crotone;
in questa ristrutturazione della sanità crotonese il punto centrale è sicuramente quella che riguarda i reparti di neonatologia e di neuropsichiatria;
nel 2009 all'ospedale civile di Crotone si sono avuti 1.450 parti, per un tasso di natalità che è il più alto della Calabria al 10,1 per mille residenti e da sette anni a Crotone c'è un trend positivo di circa 50 nascite in più all'anno;
i nati del 2009 nei P.O. sono 1850 a Cosenza, 1680 a Catanzaro, 1096 a Reggo Calabria, 990 a Lamezia Terme;
nell'ospedale di Crotone presso l'unità operativa è attiva l'unica banca del latte umano donato della Calabria e vengono ricoverati i lattanti affetti da patologie respiratorie gravi (bronchiolite da VRS ed altre) o da cardiopatie scompensate e nascono in media centotrenta pretermine, oltre la metà dei quali necessita di Terapia intensiva, dove, tra l'altro, vengono ricoverati i cardiopatici, gli asfittici e i lattanti affetti da grave distress respiratorio;
la soppressione della terapia intensiva neonatale (T.I.N.) nell'ospedale di Crotone, dopo oltre trenta anni di attività, porterebbe all'esodo dei prematuri nelle T.I.N. viciniori di Catanzaro (da cui paradossalmente vengono trasferiti presso la T.I.N. di Crotone circa 10 prematuri all'anno nonché le gestanti con gravidanze a rischio di parto pretermine), di Cosenza e Reggio Calabria. Tutto ciò recherebbe gravi disagi alle famiglie sia economici che sociali, considerate le condizioni orografiche e di viabilità della regione Calabria;
la terapia intensiva neonatale dell'ospedale di Crotone è l'unica nella fascia jonica da Trebisacce a Crotone e, al suo interno, è attivo un servizio di cardiologia neonatale per bambini cardiopatici o operati al cuore che vengono seguiti anche in collegamento col policlinico di San Donato Milanese ed il Bambino Gesù di Roma;
l'azzeramento del reparto di neopsichiatria infantile, l'unica struttura complessa di questa specialità in Calabria, pone in discussione la possibilità di poter continuare a ricevere cure adeguate ai circa 8.000 giovani pazienti che attualmente sono in cura presso questo reparto;
gli interventi previsti nel piano, e specificatamente richiamati, incidono negativamente sull'insieme del territorio crotonese, dell'offerta sanitaria e della garanzia dei livelli essenziali della programmazione sanitaria regionale, vincolo riconosciuto dalla Conferenza Stato-regioni -:
se il Governo sia a conoscenza della situazione sopra esposta e se non ritenga opportuno intervenire per garantire i livelli essenziale di assistenza, per tutelare il diritto a nascere e il diritto alla salute, così come sancito dall'articolo 32 della Costituzione;
se il Governo non ritenga, alla luce di quanto esposto in premessa e considerato che il piano di rientro dal debito sanitario della Calabria è tuttora in fase istruttoria, assumere adeguate ed urgenti iniziative, anche per il tramite del Commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi del settore sanitario.
(4-10069)

DI STANISLAO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la sicurezza dello spazio cibernetico è articolata su componenti di varia natura, politiche, economiche, normative, tecniche, componenti che si devono integrare con le dinamiche operative affidate alle forze di polizia, alle forze armate e, soprattutto, agli apparati di intelligence;
il limite principale si riscontra nella dimensione della prevenzione della minaccia e nell'assenza di una pianificazione coordinata e unitaria al livello del vertice

politico, per mettere al sicuro il più possibile i sistemi strategici nazionali connessi alla rete informatica;
durante il vertice Nato di Lisbona del 19 e 20 novembre 2010, i 28 membri dell'Alleanza, pur riconoscendo che lo scenario globale è ancora attraversato da minacce di tipo convenzionale, hanno sottolineato la rapida ascesa di minacce asimmetriche e non-statuali. Tra queste, il cyber-terrorismo, così come l'utilizzo della rete informatica per affondare colpi letali, figurano tra le principali minacce identificate dal nuovo concetto strategico dell'Alleanza Atlantica;
soltanto in Italia, il numero delle frodi telematiche accertate è passato da 12.700 nel 2004 a circa 30.000 nel 2008. Particolarmente allarmanti sono le statistiche relative all'accesso abusivo in reti private o aziendali, che in molti casi configurano i reati di spionaggio industriale, violazione del diritto d'autore o sottrazione di marchi, brevetti e opere dell'ingegno. Al giro d'affari per questo tipo di reati vanno associate le numerose perdite sofferte dal sistema industriale, costretto ad intervenire con aggiornamenti delle misure di schermatura o di «riparazione» dei danni subiti. Un costo che la Federal Bureau of Investigation (Fbi) americana stima in 400 miliardi di dollari;
gli internauti e gli operatori economici sono i bersagli privilegiati di una congerie di criminali dal profilo molto diverso: dagli hacker, eroi o anti-eroi della pubblicistica in rete, fino a strutture ben organizzate e aggressive, che originano dalle mafie transnazionali, dalle reti di criminalità finanziaria e anche dalle reti terroristiche;
le reti informatiche diventeranno dunque, nei prossimi anni, fonti di concrete minacce sia alla sicurezza internazionale sia a quella dei singoli Paesi;
l'Italia ha un ritardo notevole in termini di innovazione strategica. Sul fronte della sicurezza cibernetica dispone però di risorse rilevanti. Forte anche della piena partecipazione al modello di sicurezza suggerito dalla Nato al vertice di Lisbona, l'Italia deve immaginare un'architettura centralizzata ed efficiente per la sicurezza delle infrastrutture critiche. La nostra proiezione mediterranea renderebbe una tale capacità preziosa per l'intera comunità euro-atlantica;
appare necessario promuovere con urgenza un'approfondita riflessione sulla compatibilità tra risorse disponibili e obiettivi strategici -:
come il Governo intenda affrontare tale questione e se intenda dotarsi dunque di un documento di sicurezza nazionale condiviso, attraverso il quale selezionare priorità di spesa e di intervento per confermare un ruolo all'altezza delle sfide di questo inizio di XXI secolo.
(4-10075)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'11 novembre 2010, Guido Bertolaso, ha lasciato il vertice della Protezione civile che ricopriva dal 2001 per andare in pensione;
dal 2001 la competenza della Protezione civile si è ampliata a ricomprendere i cosiddetti «grandi eventi» con 34 dichiarazioni adottate in tale senso e con 81 gestioni commissariali istituite in seguito alla dichiarazione di stato d'emergenza o di «grande evento»;
nella XVI legislatura in corso, da maggio 2008 ad agosto 2010, in 63 riunioni del Consiglio dei ministri, su 104 complessivamente tenute, sono stati adottati 154 provvedimenti d'emergenza che nel dettaglio hanno riguardato: 47 dichiarazioni dello stato di emergenza; 107 proroghe dello stato d'emergenza;
l'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture ha presentato, il 22 giugno 2010, la sua relazione

che, al capitolo VII sugli interventi emergenziali, rivolge particolare attenzione a quelli realizzati a seguito di ordinanze di protezione civile comprese quelle relative ai «grandi eventi» e dall'analisi delle ordinanze di protezione civile emanate dal 1o gennaio 2001 al 31 marzo 2010 fa emergere che quelle relative al settore appalti sono state 302 e hanno riguardato uno stanziamento complessivo di risorse pubbliche pari a 12.894.770.574,38 euro così ripartite negli anni:

Anno Importo spesa globale N. ordinanze
2001 1.956.118.571,91 28
2002 1.109.004.356,10 33
2003 283.763.347,26 24
2004 730.730.577,28 30
2005 253.074.138,76 24
2006 2.788.111.622,26 34
2007 1.057.819.764,68 39
2008 2.730.451.115,39 41
2009 3.939.859.534,08 49
totale 12.894.770.574,38 302

tra le disposizioni del codice dei contratti pubblici più di frequente derogate si rinvengono quelle relative alla figura del responsabile del procedimento, alla qualificazione necessaria per eseguire i lavori, alle procedure di scelta del contraente, alle modalità di pubblicazione dei bandi ed ai relativi termini, ai criteri di selezione delle offerte e verifica delle offerte anormalmente basse, alla progettazione, alle garanzie in fase di gara ed esecuzione, ai subappalti;
l'elaborazione dei dati che emergono dal numero delle ordinanze esaminate, dalla tipologia delle disposizioni derogate e dagli importi stanziati per gli interventi urgenti, permette di evidenziare che nell'arco dell'ultimo decennio una fetta rilevante di spesa pubblica è stata impiegata per investimenti relativi ad interventi sottratti in tutto o in parte non solo all'osservanza delle procedure previste dal codice degli appalti ma, in alcuni casi di non poca rilevanza e specialmente nell'ambito dei «grandi eventi», anche ad ogni attività di rilevazione e controllo da parte dell'Autorità di vigilanza;
si tratta inoltre di atti sottratti al controllo preventivo della Corte dei conti come si evince dalla norma di interpretazione autentica di cui all'articolo 14 del decreto-legge n. 90 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 123 del 2008;
la Corte dei conti nella recente deliberazione n. 5 del 2010 ha suggerito un contenimento dello strumento del «grande evento», suggerimento condiviso anche dall'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture che ha sottolineato non solo i profili di legittimità ma anche «la necessità di evitare turbative di mercato che si traducono in una sistematica alterazione della libera concorrenza»;
il 19 ottobre 2010, in occasione dell'insediamento del neo presidente dei magistrati contabili, Luigi Giampaolino, il sottosegretario alla Presidenza del consiglio dei ministri, Gianni Letta, nel suo intervento alla cerimonia ha dichiarato che: «Il governo, in un contesto di leale cooperazione istituzionale - ha detto Letta - vede nello svolgimento delle funzioni della Corte un supporto importante, cui ricorrere anche oltre i limiti strettamente imposti dalla legge, ad esempio avvalendosi della facoltà di avviare alcuni rilevanti provvedimenti al controllo preventivo di legittimità della Corte» lasciando intendere l'intenzione del Governo di sottoporre al controllo della Corte dei conti anche le ordinanze della Protezione civile per le quali la legge non impone tale passaggio;
nella risposta del 15 aprile 2010 all'interrogazione n. 2-00647, lo stesso Guido Bertolaso affermava che: «Per quanto attiene alla rendicontazione delle spese, l'articolo 5, comma 5-bis della legge 24 febbraio 1992, n. 225 prevede che i Commissari delegati rendicontino, entro il quarantesimo giorno dalla chiusura di ciascun esercizio e dal termine della gestione

o del loro incarico, le entrate e le spese riguardanti l'intervento delegato. I rendiconti corredati dalla documentazione giustificativa debbono essere trasmessi, per i relativi controlli, al Ministero dell'economia e delle finanze» e che «al fine di assicurare la massima trasparenza a tutte le attività di competenza del Dipartimento di protezione civile... erano in corso di predisposizione i relativi supporti informatici» -:
se si intenda pubblicare on line ed in che tempi, la rendicontazione analitica dell'operato del Commissario delegato nominato con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3382 del 18 novembre 2004 per l'emergenza Lampedusa e Linosa e prospicenti aree marittime;
se, considerando il caso di durata pluriennale della gestione commissariale, il dipartimento abbia tenuto una contabilità aggiornata e dettagliata della stessa.
(4-10077)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'11 novembre 2010, Guido Bertolaso, ha lasciato il vertice della Protezione civile che ricopriva dal 2001 per andare in pensione;
dal 2001 la competenza della Protezione civile si è ampliata a ricomprendere i cosiddetti «grandi eventi» con 34 dichiarazioni adottate in tale senso e con 81 gestioni commissariali istituite in seguito alla dichiarazione di stato d'emergenza o di «grande evento»;
nella XVI legislatura in corso, da maggio 2008 ad agosto 2010, in 63 riunioni del Consiglio dei ministri, su 104 complessivamente tenute, sono stati adottati 154 provvedimenti d'emergenza che nel dettaglio hanno riguardato: 47 dichiarazioni dello stato di emergenza; 107 proroghe dello stato d'emergenza;
l'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture ha presentato, il 22 giugno 2010, la sua relazione che, al capitolo VII sugli interventi emergenziali, rivolge particolare attenzione a quelli realizzati a seguito di ordinanze di protezione civile comprese quelle relative ai «grandi eventi» e dall'analisi delle ordinanze di protezione civile emanate dal 1o gennaio 2001 al 31 marzo 2010 fa emergere che quelle relative al settore appalti sono state 302 e hanno riguardato uno stanziamento complessivo di risorse pubbliche pari a 12.894.770.574,38 euro così ripartite negli anni:

Anno Importo spesa globale N. ordinanze
2001 1.956.118.571,91 28
2002 1.109.004.356,10 33
2003 283.763.347,26 24
2004 730.730.577,28 30
2005 253.074.138,76 24
2006 2.788.111.622,26 34
2007 1.057.819.764,68 39
2008 2.730.451.115,39 41
2009 3.939.859.534,08 49
totale 12.894.770.574,38 302

tra le disposizioni del codice dei contratti pubblici più di frequente derogate si rinvengono quelle relative alla figura del responsabile del procedimento, alla qualificazione necessaria per eseguire i lavori, alle procedure di scelta del contraente, alle modalità di pubblicazione dei bandi ed ai relativi termini, ai criteri di selezione delle offerte e verifica delle offerte anormalmente basse, alla progettazione, alle garanzie in fase di gara ed esecuzione, ai subappalti;
l'elaborazione dei dati che emergono dal numero delle ordinanze esaminate, dalla tipologia delle disposizioni derogate e dagli importi stanziati per gli interventi

urgenti, permette di evidenziare che nell'arco dell'ultimo decennio una fetta rilevante di spesa pubblica è stata impiegata per investimenti relativi ad interventi sottratti in tutto o in parte non solo all'osservanza delle procedure previste dal codice degli appalti ma, in alcuni casi di non poca rilevanza e specialmente nell'ambito dei «grandi eventi», anche ad ogni attività di rilevazione e controllo da parte dell'Autorità di vigilanza;
si tratta inoltre di atti sottratti al controllo preventivo della Corte dei conti come si evince dalla norma di interpretazione autentica di cui all'articolo 14 del decreto-legge n. 90 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 123 del 2008;
la Corte dei conti nella recente deliberazione n. 5 del 2010 ha suggerito un contenimento dello strumento del «grande evento», suggerimento condiviso anche dall'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture che ha sottolineato non solo i profili di legittimità ma anche «la necessità di evitare turbative di mercato che si traducono in una sistematica alterazione della libera concorrenza»;
il 19 ottobre 2010, in occasione dell'insediamento del neo presidente dei magistrati contabili, Luigi Giampaolino, il sottosegretario alla Presidenza del consiglio dei ministri, Gianni Letta, nel suo intervento alla cerimonia ha dichiarato che: «Il governo, in un contesto di leale cooperazione istituzionale - ha detto Letta - vede nello svolgimento delle funzioni della Corte un supporto importante, cui ricorrere anche oltre i limiti strettamente imposti dalla legge, ad esempio avvalendosi della facoltà di avviare alcuni rilevanti provvedimenti al controllo preventivo di legittimità della Corte» lasciando intendere l'intenzione del Governo di sottoporre al controllo della Corte dei conti anche le ordinanze della Protezione civile per le quali la legge non impone tale passaggio;
nella risposta del 15 aprile 2010 all'interrogazione n. 2-00647, lo stesso Guido Bertolaso affermava che: «Per quanto attiene alla rendicontazione delle spese, l'articolo 5, comma 5-bis della legge 24 febbraio 1992, n. 225 prevede che i Commissari delegati rendicontino, entro il quarantesimo giorno dalla chiusura di ciascun esercizio e dal termine della gestione o del loro incarico, le entrate e le spese riguardanti l'intervento delegato. I rendiconti corredati dalla documentazione giustificativa debbono essere trasmessi, per i relativi controlli, al Ministero dell'economia e delle finanze» e che «al fine di assicurare la massima trasparenza a tutte le attività di competenza del Dipartimento di protezione civile... erano in corso di predisposizione i relativi supporti informatici» -:
se si intenda pubblicare on line ed in che tempi, la rendicontazione analitica dell'operato del Commissario delegato per l'emergenza del Lambro e Po fiumi - sversamento materiale inquinante;
se, considerando il caso di durata pluriennale della gestione commissariale, il dipartimento abbia tenuto una contabilità aggiornata e dettagliata della stessa.
(4-10078)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'11 novembre 2010, Guido Bertolaso, ha lasciato il vertice della Protezione civile che ricopriva dal 2001 per andare in pensione;
dal 2001 la competenza della Protezione civile si è ampliata a ricomprendere i cosiddetti «grandi eventi» con 34 dichiarazioni adottate in tale senso e con 81 gestioni commissariali istituite in seguito alla dichiarazione di stato d'emergenza o di «grande evento»;
nella XVI legislatura in corso, da maggio 2008 ad agosto 2010, in 63 riunioni

del Consiglio dei ministri, su 104 complessivamente tenute, sono stati adottati 154 provvedimenti d'emergenza che nel dettaglio hanno riguardato: 47 dichiarazioni dello stato di emergenza; 107 proroghe dello stato d'emergenza;
l'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture ha presentato, il 22 giugno 2010, la sua relazione che, al capitolo VII sugli interventi emergenziali, rivolge particolare attenzione a quelli realizzati a seguito di ordinanze di protezione civile comprese quelle relative ai «grandi eventi» e dall'analisi delle ordinanze di protezione civile emanate dal 1o gennaio 2001 al 31 marzo 2010 fa emergere che quelle relative al settore appalti sono state 302 e hanno riguardato uno stanziamento complessivo di risorse pubbliche pari a 12.894.770.574,38 euro così ripartite negli anni:

Anno Importo spesa globale N. ordinanze
2001 1.956.118.571,91 28
2002 1.109.004.356,10 33
2003 283.763.347,26 24
2004 730.730.577,28 30
2005 253.074.138,76 24
2006 2.788.111.622,26 34
2007 1.057.819.764,68 39
2008 2.730.451.115,39 41
2009 3.939.859.534,08 49
totale 12.894.770.574,38 302

tra le disposizioni del codice dei contratti pubblici più di frequente derogate si rinvengono quelle relative alla figura del responsabile del procedimento, alla qualificazione necessaria per eseguire i lavori, alle procedure di scelta del contraente, alle modalità di pubblicazione dei bandi ed ai relativi termini, ai criteri di selezione delle offerte e verifica delle offerte anormalmente basse, alla progettazione, alle garanzie in fase di gara ed esecuzione, ai subappalti;
l'elaborazione dei dati che emergono dal numero delle ordinanze esaminate, dalla tipologia delle disposizioni derogate e dagli importi stanziati per gli interventi urgenti, permette di evidenziare che nell'arco dell'ultimo decennio una fetta rilevante di spesa pubblica è stata impiegata per investimenti relativi ad interventi sottratti in tutto o in parte non solo all'osservanza delle procedure previste dal codice degli appalti ma, in alcuni casi di non poca rilevanza e specialmente nell'ambito dei «grandi eventi», anche ad ogni attività di rilevazione e controllo da parte dell'Autorità di vigilanza;
si tratta inoltre di atti sottratti al controllo preventivo della Corte dei conti come si evince dalla norma di interpretazione autentica di cui all'articolo 14 del decreto-legge n. 90 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 123 del 2008;
la Corte dei conti nella recente deliberazione n. 5 del 2010 ha suggerito un contenimento dello strumento del «grande evento», suggerimento condiviso anche dall'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture che ha sottolineato non solo i profili di legittimità ma anche «la necessità di evitare turbative di mercato che si traducono in una sistematica alterazione della libera concorrenza»;
il 19 ottobre 2010, in occasione dell'insediamento del neo presidente dei magistrati contabili, Luigi Giampaolino, il sottosegretario alla Presidenza del consiglio dei ministri, Gianni Letta, nel suo intervento alla cerimonia ha dichiarato che: «Il governo, in un contesto di leale cooperazione istituzionale - ha detto Letta - vede nello svolgimento delle funzioni della Corte un supporto importante, cui ricorrere anche oltre i limiti strettamente imposti dalla legge, ad esempio avvalendosi della facoltà di avviare alcuni rilevanti provvedimenti al controllo preventivo di legittimità della Corte» lasciando intendere l'intenzione del Governo di sottoporre al controllo della Corte dei conti anche le ordinanze della Protezione civile per le quali la legge non impone tale passaggio;

nella risposta del 15 aprile 2010 all'interrogazione n. 2-00647, lo stesso Guido Bertolaso affermava che: «Per quanto attiene alla rendicontazione delle spese, l'articolo 5, comma 5-bis della legge 24 febbraio 1992, n. 225 prevede che i Commissari delegati rendicontino, entro il quarantesimo giorno dalla chiusura di ciascun esercizio e dal termine della gestione o del loro incarico, le entrate e le spese riguardanti l'intervento delegato. I rendiconti corredati dalla documentazione giustificativa debbono essere trasmessi, per i relativi controlli, al Ministero dell'economia e delle finanze» e che «al fine di assicurare la massima trasparenza a tutte le attività di competenza del Dipartimento di protezione civile... erano in corso di predisposizione i relativi supporti informatici» -:
se si intenda pubblicare on line ed in che tempi, la rendicontazione analitica dell'operato del Commissario delegato nominato con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3738 del 5 febbraio 2009 per l'emergenza Eolie - emergenza idrica;
se, considerando il caso di durata pluriennale della gestione commissariale, il dipartimento abbia tenuto una contabilità aggiornata e dettagliata della stessa.
(4-10079)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'11 novembre 2010, Guido Bertolaso, ha lasciato il vertice della Protezione civile che ricopriva dal 2001 per andare in pensione;
dal 2001 la competenza della Protezione civile si è ampliata a ricomprendere i cosiddetti «grandi eventi» con 34 dichiarazioni adottate in tale senso e con 81 gestioni commissariali istituite in seguito alla dichiarazione di stato d'emergenza o di «grande evento»;
nella XVI legislatura in corso, da maggio 2008 ad agosto 2010, in 63 riunioni del Consiglio dei ministri, su 104 complessivamente tenute, sono stati adottati 154 provvedimenti d'emergenza che nel dettaglio hanno riguardato: 47 dichiarazioni dello stato di emergenza; 107 proroghe dello stato d'emergenza;
l'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture ha presentato, il 22 giugno 2010, la sua relazione che, al capitolo VII sugli interventi emergenziali, rivolge particolare attenzione a quelli realizzati a seguito di ordinanze di protezione civile comprese quelle relative ai «grandi eventi» e dall'analisi delle ordinanze di protezione civile emanate dal 1o gennaio 2001 al 31 marzo 2010 fa emergere che quelle relative al settore appalti sono state 302 e hanno riguardato uno stanziamento complessivo di risorse pubbliche pari a 12.894.770.574,38 euro così ripartite negli anni:

Anno Importo spesa globale N. ordinanze
2001 1.956.118.571,91 28
2002 1.109.004.356,10 33
2003 283.763.347,26 24
2004 730.730.577,28 30
2005 253.074.138,76 24
2006 2.788.111.622,26 34
2007 1.057.819.764,68 39
2008 2.730.451.115,39 41
2009 3.939.859.534,08 49
totale 12.894.770.574,38 302

tra le disposizioni del codice dei contratti pubblici più di frequente derogate si rinvengono quelle relative alla figura del responsabile del procedimento, alla qualificazione necessaria per eseguire i lavori, alle procedure di scelta del contraente, alle modalità di pubblicazione dei bandi ed ai relativi termini, ai criteri di

selezione delle offerte e verifica delle offerte anormalmente basse, alla progettazione, alle garanzie in fase di gara ed esecuzione, ai subappalti;
l'elaborazione dei dati che emergono dal numero delle ordinanze esaminate, dalla tipologia delle disposizioni derogate e dagli importi stanziati per gli interventi urgenti, permette di evidenziare che nell'arco dell'ultimo decennio una fetta rilevante di spesa pubblica è stata impiegata per investimenti relativi ad interventi sottratti in tutto o in parte non solo all'osservanza delle procedure previste dal codice degli appalti ma, in alcuni casi di non poca rilevanza e specialmente nell'ambito dei «grandi eventi», anche ad ogni attività di rilevazione e controllo da parte dell'Autorità di vigilanza;
si tratta inoltre di atti sottratti al controllo preventivo della Corte dei conti come si evince dalla norma di interpretazione autentica di cui all'articolo 14 del decreto-legge n. 90 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 123 del 2008;
la Corte dei conti nella recente deliberazione n. 5 del 2010 ha suggerito un contenimento dello strumento del «grande evento», suggerimento condiviso anche dall'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture che ha sottolineato non solo i profili di legittimità ma anche «la necessità di evitare turbative di mercato che si traducono in una sistematica alterazione della libera concorrenza»;
il 19 ottobre 2010, in occasione dell'insediamento del neo presidente dei magistrati contabili, Luigi Giampaolino, il sottosegretario alla Presidenza del consiglio dei ministri, Gianni Letta, nel suo intervento alla cerimonia ha dichiarato che: «Il governo, in un contesto di leale cooperazione istituzionale - ha detto Letta - vede nello svolgimento delle funzioni della Corte un supporto importante, cui ricorrere anche oltre i limiti strettamente imposti dalla legge, ad esempio avvalendosi della facoltà di avviare alcuni rilevanti provvedimenti al controllo preventivo di legittimità della Corte» lasciando intendere l'intenzione del Governo di sottoporre al controllo della Corte dei conti anche le ordinanze della Protezione civile per le quali la legge non impone tale passaggio;
nella risposta del 15 aprile 2010 all'interrogazione n. 2-00647, lo stesso Guido Bertolaso affermava che: «Per quanto attiene alla rendicontazione delle spese, l'articolo 5, comma 5-bis della legge 24 febbraio 1992, n. 225 prevede che i Commissari delegati rendicontino, entro il quarantesimo giorno dalla chiusura di ciascun esercizio e dal termine della gestione o del loro incarico, le entrate e le spese riguardanti l'intervento delegato. I rendiconti corredati dalla documentazione giustificativa debbono essere trasmessi, per i relativi controlli, al Ministero dell'economia e delle finanze» e che «al fine di assicurare la massima trasparenza a tutte le attività di competenza del Dipartimento di protezione civile... erano in corso di predisposizione i relativi supporti informatici» -:
se si intenda pubblicare on line ed in che tempi, la rendicontazione analitica dell'operato del Commissario delegato nominato con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri del 16 gennaio 2009 per l'emergenza rifiuti a Palermo - Bellolampo;
se, considerando il caso di durata pluriennale della gestione commissariale, il dipartimento abbia tenuto una contabilità aggiornata e dettagliata della stessa.
(4-10080)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'11 novembre 2010, Guido Bertolaso, ha lasciato il vertice della Protezione civile che ricopriva dal 2001 per andare in pensione;

dal 2001 la competenza della Protezione civile si è ampliata a ricomprendere i cosiddetti «grandi eventi» con 34 dichiarazioni adottate in tale senso e con 81 gestioni commissariali istituite in seguito alla dichiarazione di stato d'emergenza o di «grande evento»;
nella XVI legislatura in corso, da maggio 2008 ad agosto 2010, in 63 riunioni del Consiglio dei ministri, su 104 complessivamente tenute, sono stati adottati 154 provvedimenti d'emergenza che nel dettaglio hanno riguardato: 47 dichiarazioni dello stato di emergenza; 107 proroghe dello stato d'emergenza;
l'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture ha presentato, il 22 giugno 2010, la sua relazione che, al capitolo VII sugli interventi emergenziali, rivolge particolare attenzione a quelli realizzati a seguito di ordinanze di protezione civile comprese quelle relative ai «grandi eventi» e dall'analisi delle ordinanze di protezione civile emanate dal 1o gennaio 2001 al 31 marzo 2010 fa emergere che quelle relative al settore appalti sono state 302 e hanno riguardato uno stanziamento complessivo di risorse pubbliche pari a 12.894.770.574,38 euro così ripartite negli anni:

Anno Importo spesa globale N. ordinanze
2001 1.956.118.571,91 28
2002 1.109.004.356,10 33
2003 283.763.347,26 24
2004 730.730.577,28 30
2005 253.074.138,76 24
2006 2.788.111.622,26 34
2007 1.057.819.764,68 39
2008 2.730.451.115,39 41
2009 3.939.859.534,08 49
totale 12.894.770.574,38 302

tra le disposizioni del codice dei contratti pubblici più di frequente derogate si rinvengono quelle relative alla figura del responsabile del procedimento, alla qualificazione necessaria per eseguire i lavori, alle procedure di scelta del contraente, alle modalità di pubblicazione dei bandi ed ai relativi termini, ai criteri di selezione delle offerte e verifica delle offerte anormalmente basse, alla progettazione, alle garanzie in fase di gara ed esecuzione, ai subappalti;
l'elaborazione dei dati che emergono dal numero delle ordinanze esaminate, dalla tipologia delle disposizioni derogate e dagli importi stanziati per gli interventi urgenti, permette di evidenziare che nell'arco dell'ultimo decennio una fetta rilevante di spesa pubblica è stata impiegata per investimenti relativi ad interventi sottratti in tutto o in parte non solo all'osservanza delle procedure previste dal codice degli appalti ma, in alcuni casi di non poca rilevanza e specialmente nell'ambito dei «grandi eventi», anche ad ogni attività di rilevazione e controllo da parte dell'Autorità di vigilanza;
si tratta inoltre di atti sottratti al controllo preventivo della Corte dei conti come si evince dalla norma di interpretazione autentica di cui all'articolo 14 del decreto-legge n. 90 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 123 del 2008;
la Corte dei conti nella recente deliberazione n. 5 del 2010 ha suggerito un contenimento dello strumento del «grande evento», suggerimento condiviso anche dall'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture che ha sottolineato non solo i profili di legittimità ma anche «la necessità di evitare turbative di mercato che si traducono in una sistematica alterazione della libera concorrenza»;
il 19 ottobre 2010, in occasione dell'insediamento del neo presidente dei magistrati contabili, Luigi Giampaolino, il sottosegretario alla Presidenza del consiglio dei ministri, Gianni Letta, nel suo intervento alla cerimonia ha dichiarato che: «Il governo, in un contesto di leale cooperazione istituzionale - ha detto Letta - vede nello svolgimento delle funzioni della Corte un

supporto importante, cui ricorrere anche oltre i limiti strettamente imposti dalla legge, ad esempio avvalendosi della facoltà di avviare alcuni rilevanti provvedimenti al controllo preventivo di legittimità della Corte» lasciando intendere l'intenzione del Governo di sottoporre al controllo della Corte dei conti anche le ordinanze della Protezione civile per le quali la legge non impone tale passaggio;
nella risposta del 15 aprile 2010 all'interrogazione n. 2-00647, lo stesso Guido Bertolaso affermava che: «Per quanto attiene alla rendicontazione delle spese, l'articolo 5, comma 5-bis della legge 24 febbraio 1992, n. 225 prevede che i Commissari delegati rendicontino, entro il quarantesimo giorno dalla chiusura di ciascun esercizio e dal termine della gestione o del loro incarico, le entrate e le spese riguardanti l'intervento delegato. I rendiconti corredati dalla documentazione giustificativa debbono essere trasmessi, per i relativi controlli, al Ministero dell'economia e delle finanze» e che «al fine di assicurare la massima trasparenza a tutte le attività di competenza del Dipartimento di protezione civile... erano in corso di predisposizione i relativi supporti informatici» -:
se si intenda pubblicare on line ed in che tempi, la rendicontazione analitica dell'operato del Commissario delegato nominato con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3659 del 5 marzo 2007 per inquinamento laguna di Orbetello;
se, considerando il caso di durata pluriennale della gestione commissariale, il dipartimento abbia tenuto una contabilità aggiornata e dettagliata della stessa.
(4-10081)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'11 novembre 2010, Guido Bertolaso, ha lasciato il vertice della Protezione civile che ricopriva dal 2001 per andare in pensione;
dal 2001 la competenza della Protezione civile si è ampliata a ricomprendere i cosiddetti «grandi eventi» con 34 dichiarazioni adottate in tale senso e con 81 gestioni commissariali istituite in seguito alla dichiarazione di stato d'emergenza o di «grande evento»;
nella XVI legislatura in corso, da maggio 2008 ad agosto 2010, in 63 riunioni del Consiglio dei ministri, su 104 complessivamente tenute, sono stati adottati 154 provvedimenti d'emergenza che nel dettaglio hanno riguardato: 47 dichiarazioni dello stato di emergenza; 107 proroghe dello stato d'emergenza;
l'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture ha presentato, il 22 giugno 2010, la sua relazione che, al capitolo VII sugli interventi emergenziali, rivolge particolare attenzione a quelli realizzati a seguito di ordinanze di protezione civile comprese quelle relative ai «grandi eventi» e dall'analisi delle ordinanze di protezione civile emanate dal 1o gennaio 2001 al 31 marzo 2010 fa emergere che quelle relative al settore appalti sono state 302 e hanno riguardato uno stanziamento complessivo di risorse pubbliche pari a 12.894.770.574,38 euro così ripartite negli anni:

Anno Importo spesa globale N. ordinanze
2001 1.956.118.571,91 28
2002 1.109.004.356,10 33
2003 283.763.347,26 24
2004 730.730.577,28 30
2005 253.074.138,76 24
2006 2.788.111.622,26 34
2007 1.057.819.764,68 39
2008 2.730.451.115,39 41
2009 3.939.859.534,08 49
totale 12.894.770.574,38 302

tra le disposizioni del codice dei contratti pubblici più di frequente derogate si rinvengono quelle relative alla fi
gura

del responsabile del procedimento, alla qualificazione necessaria per eseguire i lavori, alle procedure di scelta del contraente, alle modalità di pubblicazione dei bandi ed ai relativi termini, ai criteri di selezione delle offerte e verifica delle offerte anormalmente basse, alla progettazione, alle garanzie in fase di gara ed esecuzione, ai subappalti;
l'elaborazione dei dati che emergono dal numero delle ordinanze esaminate, dalla tipologia delle disposizioni derogate e dagli importi stanziati per gli interventi urgenti, permette di evidenziare che nell'arco dell'ultimo decennio una fetta rilevante di spesa pubblica è stata impiegata per investimenti relativi ad interventi sottratti in tutto o in parte non solo all'osservanza delle procedure previste dal codice degli appalti ma, in alcuni casi di non poca rilevanza e specialmente nell'ambito dei «grandi eventi», anche ad ogni attività di rilevazione e controllo da parte dell'Autorità di vigilanza;
si tratta inoltre di atti sottratti al controllo preventivo della Corte dei conti come si evince dalla norma di interpretazione autentica di cui all'articolo 14 del decreto-legge n. 90 del 2008, convertito con modificazioni dalla legge n. 123 del 2008;
la Corte dei conti nella recente deliberazione n. 5 del 2010 ha suggerito un contenimento dello strumento del «grande evento», suggerimento condiviso anche dall'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture che ha sottolineato non solo i profili di legittimità ma anche «la necessità di evitare turbative di mercato che si traducono in una sistematica alterazione della libera concorrenza»;
il 19 ottobre 2010, in occasione dell'insediamento del neo presidente dei magistrati contabili, Luigi Giampaolino, il sottosegretario alla Presidenza del consiglio dei ministri, Gianni Letta, nel suo intervento alla cerimonia ha dichiarato che: «Il governo, in un contesto di leale cooperazione istituzionale - ha detto Letta - vede nello svolgimento delle funzioni della Corte un supporto importante, cui ricorrere anche oltre i limiti strettamente imposti dalla legge, ad esempio avvalendosi della facoltà di avviare alcuni rilevanti provvedimenti al controllo preventivo di legittimità della Corte» lasciando intendere l'intenzione del Governo di sottoporre al controllo della Corte dei conti anche le ordinanze della Protezione civile per le quali la legge non impone tale passaggio;
nella risposta del 15 aprile 2010 all'interrogazione n. 2-00647, lo stesso Guido Bertolaso affermava che: «Per quanto attiene alla rendicontazione delle spese, l'articolo 5, comma 5-bis della legge 24 febbraio 1992, n. 225 prevede che i Commissari delegati rendicontino, entro il quarantesimo giorno dalla chiusura di ciascun esercizio e dal termine della gestione o del loro incarico, le entrate e le spese riguardanti l'intervento delegato. I rendiconti corredati dalla documentazione giustificativa debbono essere trasmessi, per i relativi controlli, al Ministero dell'economia e delle finanze» e che «al fine di assicurare la massima trasparenza a tutte le attività di competenza del Dipartimento di protezione civile... erano in corso di predisposizione i relativi supporti informatici» -:
se si intenda pubblicare on line ed in che tempi, la rendicontazione analitica dell'operato del Commissario delegato nominato con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3793 del 24 luglio 2009 per l'emergenza Manfredonia - bonifica da sito di interesse nazionale per le discariche Pariti 1 - rifiuti solidi urbani e Conte di Troia;
se, considerando il caso di durata pluriennale della gestione commissariale, il dipartimento abbia tenuto una contabilità aggiornata e dettagliata della stessa.
(4-10082)

TESTO AGGIORNATO AL 21 DICEMBRE 2010

BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

BARBIERI e MAZZUCA. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
gli istituti culturali costituiscono un settore di grande rilevanza quali significativi centri di studio, approfondimento e promozione culturale, assolvendo dunque a funzioni di interesse pubblico;
il settore è disciplinato dalla legge n. 534 del 1996 e dalla circolare n. 16 del 4 febbraio 2002, che prevedono requisiti e modalità per l'accesso ai contributi erogati dallo Stato. La legge n. 534 del 1996, all'articolo 1, prevede che gli istituti culturali, se in possesso di determinati requisiti, possono essere ammessi, a domanda, al contributo ordinario annuale dello Stato, mediante inserimento in apposita tabella triennale. In particolare essi devono: essere in possesso della personalità giuridica, non avere finalità di lucro, documentare attività di ricerca, elaborazione culturale e formazione di particolare interesse pubblico, disporre di un rilevante patrimonio bibliografico, archivistico, museale, cinematografico, musicale, audiovisivo, fruibile dal pubblico in forma continuativa; svolgere e fornire servizi di accertato e rilevante valore culturale; sviluppare attività di catalogazione, sviluppare applicativi informatici; organizzare convegni, mostre e altre manifestazioni di valore scientifico e culturale in relazione all'attività svolta; svolgere l'attività sulla base di un programma triennale; svolgere attività editoriale o comunque di promozione di pubblicazioni; disporre di una sede adeguata e delle attrezzature idonee per lo svolgimento delle proprie attività; essere costituiti e svolgere attività continuativa da almeno cinque anni;
la legge n. 534 del 1996, inoltre, all'articolo 8 prevede la possibilità di concedere contributi annuali agli istituti non inseriti nella tabella triennale e che comunque svolgano la loro attività da almeno un triennio e sulla base di una programmazione triennale, prestino rilevanti servizi in campo culturale, promuovano e svolgano attività di ricerca, di organizzazione culturale e di produzione editoriale a carattere scientifico;
nel caso specifico la Rubiconia accademia dei Filopatridi, con sede a Savignano sul Rubicone, piccolo centro urbano ricco di storia e di civiltà, situato tra Cesena e Rimini, è un istituto culturale di elevato prestigio socio-culturale, che vanta origini e tradizioni antiche: conosciuta nel secolo XVI come Accademia degli Incolti, nel 1801 divenne «Rubiconia Simpemenia dei filopatridi», nome che sottolineava l'impegno di difensori della patria. Nel secolo XIX l'Accademia raggiunse il massimo dello splendore e fu punto di riferimento e fucina di personalità eminenti. Nel 1869 fu affidato a Giosuè Carducci l'incarico di riformare gli statuti dell'Accademia che, nel 1876, prese la nuova denominazione di Rubiconia Accademia dei filopatridi. Nel 1878 proprio a Giosuè Carducci fu conferito l'incarico di presidente;
l'Accademia, ai sensi dell'articolo 1 dello statuto accademico, dà opera a studi di storia e antichità patrie, di erudizione, di letteratura antica e moderna, di belle arti e arti applicate, di scienze morali e fisiche, di agraria;
l'Accademia, pur avendo tutti i requisiti previsti per l'inserimento nella tabella triennale ai fini dell'ammissione al contributo ordinario annuale statale, continua ad essere inserita soltanto tra gli istituti culturali cui viene erogato, in base all'articolo 8 della predetta legge, un contributo annuale piuttosto esiguo che certamente non è adeguato a supportare le attività ed il funzionamento dell'Accademia -:
se il Ministro sia a conoscenza di quali siano le ragioni che hanno indotto ad escludere la Rubiconia Accademia dei Filopatridi dalla tabella triennale relativa ai finanziamenti statali ordinari annuali

previsti per gli istituti culturali in possesso dei requisiti previsti dalla legge n. 534 del 1996 (articolo 1) e dalla circolare n. 16 del 4 febbraio 2002, che prevedono requisiti e modalità per l'accesso ai contributi erogati dallo Stato, pur essendo tale Accademia chiaramente in possesso dei requisiti richiesti;
se non ritenga opportuno rivedere l'assegnazione delle risorse finanziarie all'interno del Ministero per i beni e le attività culturali, al fine di concedere il contributo a istituti culturali, come la Rubiconia Accademia dei filopatridi, di importante rilevanza culturale e di grande prestigio per il nostro Paese.
(5-03984)

TESTO AGGIORNATO AL 25 GENNAIO 2011

...

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazioni a risposta scritta:

ZACCHERA e CARLUCCI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
molti comuni nella fascia di confine con la Svizzera hanno nel proprio bilancio come una delle principali forme di finanziamento i ristorni fiscali dei propri cittadini che come frontalieri lavorano in Svizzera;
in passato tali ristorni dovevano essere utilizzati solo per realizzare opere pubbliche; successivamente furono fissate diverse quote per le quali gli introiti potevano anche essere destinati a finanziare la spesa corrente;

le recenti norme finanziarie impongono di destinare al finanziamento di opere pubbliche gli oneri di urbanizzazione, dando precarietà alla copertura delle spese correnti che però spesso non sono ulteriormente riducibili -:
se non si ritenga di assumere iniziative per una variazione dell'aliquota relativa ai ristorni frontalieri da destinare obbligatoriamente al finanziamento di opere pubbliche, assicurando quindi maggiore flessibilità ai bilanci dei comuni interessati.
(4-10068)

ZACCHERA e CARLUCCI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
giunge notizia che alcuni Cantoni della Svizzera vorrebbero ridurre la quota dei trasferimenti all'Italia per il ristorno dei versamenti fiscali dei lavoratori frontalieri;
tale richiesta è accompagnata da una forte campagna di stampa tesa a mostrare come «ladri» i lavoratori italiani;
molti comuni nella fascia di confine con la Svizzera hanno in questa voce dei ristorni una delle principali forme di finanziamento -:
se quanto esposto in premessa corrisponda a verità e se effettivamente alcuni Cantoni svizzeri abbiano avviato contatti con il Governo italiano tesi ad una riduzione degli stanziamenti o se invece trattasi di sole illazioni o polemiche di stampa.
(4-10072)

...

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta scritta:

MINNITI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
a partire dal mese di marzo 2010 sono stati soppressi da parte di Trenitalia spa 12 treni a lunga percorrenza e nello scorso mese di settembre il treno Freccia Argento Lamezia Terme-Roma;
con l'applicazione dell'orario invernale, in vigore dal 13 dicembre 2010, si avranno ulteriori soppressioni dei treni del servizio universale a lunga percorrenza, in particolare di quelli instradati sulla linea jonica. Le soppressioni di questi collegamenti si aggiungono ad una ridotta qualità dei servizi resi sia per mancata sostituzione

del materiale rotabile (che ha un'età media di 40 anni) che per l'accumulo di ritardi e inefficienze varie di tipo organizzativo, e si collocano in un contesto territoriale rimasto fuori, com'è noto, dai progetti di alta velocità e di alta capacità e che non ha previsto, tra l'altro, alcuna elettrificazione della linea ferroviaria jonica;
occorre aggiungere che queste iniziative si vanno ad inserire in un contesto, quello del Mezzogiorno d'Italia, già pesantemente penalizzato dalle politiche generali dei trasporti, che, in particolare, hanno previsto la messa in esercizio dei treni alta velocità Frecciarossa nelle sole tratte del centro-nord, incrementando ulteriormente lo squilibrio degli standard di servizio con il Sud del Paese;
per quanto riguarda la Calabria, occorre aggiungere che, a seguito della soppressione dei treni di lunga percorrenza da parte di Trenitalia spa, si sono già manifestate nei mesi scorsi, significative azioni di lotta promosse da rappresentanze sindacali, dal mondo religioso e da esponenti politici volte ad aprire un confronto in sede nazionale per modificare o correggere tali determinazioni in materia di politiche del trasporto;
la materia da sottoporre a verifica riguarda soprattutto il corretto riparto, tra le diverse tratte ferroviarie, delle risorse destinate dal CIPE a Trenitalia spa (330 milioni di euro per il triennio 2009-2011), per i servizi universali di trasporto ferroviario di passeggeri a media e lunga percorrenza nell'ambito del contratto di servizio con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti;
con riferimento al servizio ferroviario della regione Calabria gestito sempre da Trenitalia (7,3 milioni di treni*chilometro/anno) con un costo ripartito tra regione (64 Meuro/anno) e Stato (21,2 (Meuro/anno), occorre precisare innanzitutto che il relativo contratto di servizio non è stato ancora stipulato per via del protrarsi di una trattativa tra regione e Trenitalia legata alla tolleranza consentita per la puntualità e la soppressione (valore del 2 per cento) dei treni, al riparto degli investimenti per nuovo materiale rotabile ed alla messa a punto, da parte della regione, di un idoneo sistema di monitoraggio delle corse effettuate e della loro qualità anche mediante l'uso di adeguate tecnologie di controllo anche al fine di evitare la perdita di finanziamenti già previsti;
scendendo ancor di più nel dettaglio della situazione calabrese, occorre altresì sottolineare che, in mancanza del necessario rifinanziamento (scadenza 31 dicembre 2010) del servizio metropolitano tra Rosarno e Melito Porto Salvo (Tamburello), attivato con fondo del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (legge n. 222 del 2007) nell'ambito delle misure volte a sostenere lo stato di emergenza dovuto ai lavori di ammodernamento dell'autostrada A3, anche tale servizio è destinato alla soppressione con eloquente svantaggio per gli oltre 50.000 pendolari che, per motivi lavoro e studio, si spostano quotidianamente lungo una fascia fortemente conurbata;
le difficoltà con cui si confronta il trasporto ferroviario calabrese si inserisce, peraltro, all'interno di un più generale ritardo e inefficienza dei lavori di ammodernamento e sviluppo della rete infrastrutturale regionale, con particolare riferimento alle opere di adeguamento della Nuova 106 «Jonica» di particolare interesse soprattutto per la posizione fortemente strategica di cerniera e collegamento fra le regioni Puglia, Basilicata e Calabria (in particolare, ricordiamo i lavori di ammodernamento delle tratte Locri-Gioiosa e Pellaro-Melito Porto Salvo, gli investimenti relativi alla variante dell'abitato di Marina di Gioiosa Jonica e alla tratta Roccella Jonica-Trasversale delle Serre, nonché l'adeguamento della sezione stradale Melito Porto Salvo-S. Ilario, la realizzazione della tangenziale per il collegamento tra l'autostrada SA-RC e la

statale 106 Jonica e l'investimento relativo ad un tratto di 5 chilometri nell'area di Palizzi) -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza delle predette determinazioni di Trenitalia spa dirette alla soppressione dei treni del servizio universale a lunga percorrenza, con conseguente forte ridimensionamento del trasporto ferroviario passeggeri in Calabria, in particolare di quello relativo alla linea ionica, che rimarrà così definitivamente isolata dal contesto ferroviario nazionale a lunga percorrenza;
quali misure, di carattere ordinario e straordinario, intenda in concreto sollecitare nelle opportune sedi al fine di cancellare o al più correggere tali determinazioni e perseguire un'efficace politica del trasporto ferroviario regionale, un asset strategico fondamentale per lo sviluppo economico, turistico e territoriale della Calabria;
se intenda accelerare la stipula del contratto di servizio tra Ministero delle infrastrutture e trasporti e Trenitalia spa, evitando per questa via la possibile dispersione di risorse e stanziamenti pubblici già previsti per legge;
quali risorse intenda rendere immediatamente disponibili per il necessario e immediato rifinanziamento del servizio metropolitano tra Rosarno e Melito Porto Salvo, atteso che le ragioni che ne hanno motivato l'istituzione non sono mai venute meno (i lavori di ammodernamento dell'A3 sono tutt'altro che conclusi) e quali misure intenda assumere per integrare il servizio metropolitano in questione con gli altri servizi e le altre modalità di trasporto regionali e locali (in particolare con i servizi di TPL su gomma urbani ed extraurbani);
quali politiche nazionali di sistema e quali iniziative concrete intenda adottare al fine di operare una puntuale ricognizione sullo stato dei lavori di ammodernamento e adeguamento infrastrutturale in Calabria, considerato che, secondo l'interrogante, la ricognizione, nell'ambito della programmazione governativa delle priorità infrastrutturali, dovrà verificare lo stato di consistenza delle opere, l'analisi dello stato di avanzamento progettuale e del grado di copertura finanziaria delle stesse, al fine di ottenere una puntuale valutazione dell'efficacia dell'intervento.
(4-10076)

TESTO AGGIORNATO AL 25 GENNAIO 2011

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INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:

MIGLIORI e CARLUCCI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
i consiglieri comunali di opposizione del comune di Ponsacco (PI), delle liste «Uniti per Ponsacco» e «Lista Rossoblu», dopo aver esperito senza esito tutte le azioni necessarie per poter esercitare il loro diritto di opposizione, loro attribuito dalla legge, si sono trovati costretti a scrivere al prefetto e al Ministero dell'interno per segnalare una situazione che perdura da tempo;
i consiglieri denunciano una mancanza di rispetto del regolamento e delle leggi di tutela del ruolo delle minoranze da parte della maggioranza, non rispettando questa le dovute tempistiche sia di preavviso nell'indizione del consiglio comunale sia nella tempestività della consegna degli atti relativi per poter preparare e rendere efficace la loro doverosa attività di controllo e quindi di opposizione -:
se il prefetto di Pisa abbia dato seguito alla richiesta d'intervento dei consiglieri di Ponsacco e di quali elementi il Ministro disponga in relazione a quanto rappresentato in premessa.
(4-10058)

CIRIELLI e CARLUCCI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
nella giornata del 14 dicembre 2010, mentre il Parlamento era impegnato nel

confermare la fiducia e il sostegno al Governo Berlusconi, il centro di Roma è stato teatro di una vera e propria guerriglia urbana ad opera di sedicenti manifestanti che, in più riprese ed in più punti della città, hanno aggredito le forze dell'ordine impegnate a garantire la sicurezza dei palazzi istituzionali;
ha destato particolare suggestione e perplessità, in una giornata ricca di atti di vandalismo e di odio politico, la vicenda di un militare della Guardia di finanza, raccontata sui maggiori quotidiani italiani. Le diverse ricostruzioni e immagini offerte dalla stampa hanno sostanzialmente riferito di un militare aggredito da decine di manifestanti, già derubato di casco e guanti, intento a proteggere l'arma in dotazione, una pistola, che non ha mai inteso utilizzare, neanche a scopo deterrente;
l'articolo 53 del codice penale, disciplinando l'uso legittimo delle armi, prevede che «non è punibile il pubblico ufficiale che, al fine di adempiere un dovere del proprio ufficio, fa uso ovvero ordina di far uso delle armi o di un altro mezzo di coazione fisica, quando vi è costretto dalla necessità di respingere una violenza o di vincere una resistenza all'Autorità e comunque di impedire la consumazione dei delitti di strage, di naufragio, sommersione, disastro aviatorio, disastro ferroviario, omicidio volontario, rapina a mano armata e sequestro di persona»;
a parere dell'interrogante, il militare di cui sopra si sarebbe trovato nelle condizioni previste dal succitato disposto del codice penale, oltre che nelle condizioni previste dagli articoli 51 e 52 dello stesso codice, eppure non ha ritenuto di utilizzare l'arma d'ordinanza, mettendo in pericolo innanzitutto la sua vita, e poi anche quella dei suoi colleghi e, più in generale, il perimetro di sicurezza per cui era stato predisposto il servizio di ordine pubblico, atteso che la pistola poteva anche essergli sottratta e utilizzata dagli aggressori;
sembrerebbe che nei servizi di ordine pubblico siano abitualmente impartiti ordini tendenti ad evitare tassativamente l'uso delle armi da fuoco, salvo che per rispondere ad offese provenienti da sole armi da fuoco e ciò condizionerebbe negativamente l'operato degli agenti anche a costo di esporli ad ingiusti rischi, perfino della vita -:
se i fatti riportati in premessa corrispondano a verità e se il Governo intenda adottare provvedimenti per meglio disciplinare l'uso delle armi da fuoco in quelle particolari condizioni di ordine pubblico che rappresentano un potenziale pericolo per l'incolumità della vita degli operatori di pubblica sicurezza, delle istituzioni e, più in generale, dei cittadini;
se vi siano, e a quali livelli, eventuali responsabilità nell'emanazione di direttive ed ordini che non tengono debitamente conto della legislazione vigente, e come si intenda sanzionarle.
(4-10070)

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta in Commissione:

GHIZZONI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
l'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR), ai sensi dell'articolo 2, comma 138, del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2006, n. 286, è stata costituita dal precedente Governo Prodi;
in Gazzetta Ufficiale n. 84 del 9 aprile 2008 fu pubblicato il decreto del Presidente della Repubblica n. 64 del 21 febbraio 2008 recante il regolamento che disciplina la struttura, il modello organizzativo e il funzionamento dell'ANVUR;
tale regolamento è stato sostituito con il decreto del Presidente della Repubblica n. 76 del 1o febbraio 2010, determinando la perdita secca di due anni sull'operatività dell'Agenzia, che rappresenta

uno strumento fondamentale per potenziare la qualità del sistema universitario italiano e per mantenerlo nel novero dei sistemi universitari europei;
ambedue i regolamenti prevedono come primo atto di operatività dell'Agenzia la nomina del consiglio direttivo attraverso l'individuazione di una rosa di nomi da parte di un comitato di selezione;
tale comitato è stato costituito con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca n. 5959/GM del 24 giugno 2010, con il citato compito di valutare le candidature da sottoporre al Ministro al fine di istituire il consiglio direttivo dell'Agenzia;
il bando per la presentazione di candidature per il consiglio direttivo è stato pubblicato il 29 luglio 2010 e prevede la data del 20 settembre 2010 come termine per la presentazione delle dette candidature;
ad oggi non sono ancora note le designazioni fatte dal comitato di selezione e, quindi, a fortiori è ancora lontana la nomina del consiglio direttivo dell'ANVUR, il che sposta il ritardo nell'operatività dell'Agenzia ad oltre tre anni, con un danno notevole per il sistema universitario -:
quali siano le ragioni di questo lungo ritardo, lo stato dei lavori del comitato di selezione e la data presunta per la nomina del consiglio direttivo dell'ANVUR.
(5-03986)

Interrogazioni a risposta scritta:

LUSSANA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
da oltre un anno presso la scuola media statale di Reggello una ragazzina di quindici anni non può presenziare alle lezioni di musica che si tengono nella sua classe se non tenendo dei tappi alle orecchie che le impediscano l'ascolto della musica;
alla suddetta ragazzina, infatti, sarebbe stato vietato dal padre, di fede islamica, di seguire le lezioni di musica a scuola sulla base di restrizioni di ordine religioso che considerano la musica un fatto impuro ed illecito;
tale vicenda, oltre a denotare la mancanza di una volontà all'integrazione di culture diverse, rappresenta, ad avviso dell'interrogante, un caso di palese violazione della nostra Costituzione e dei diritti umani fondamentali di una giovane studentessa;
risulta difficilmente comprensibile coma la scuola abbia potuto tollerare un simile atteggiamento da parte del genitore, che oltretutto impedisce una piena integrazione della giovane e non sembra minimamente rispondente ai valori della accoglienza e della tolleranza ma solo ad una rinuncia intollerabile ai doveri di educazione che devono spettare alla scuola italiana -:
quali iniziative urgenti intenda adottare in merito nei confronti delle strutture scolastiche per la prolungata accettazione di una situazione che limita il diritto allo studio all'interno delle stesse aule scolastiche, posto che la vicenda segnalata rappresenta, ad avviso dell'interrogante, una violazione dei princìpi educativi all'interno della scuola italiana.
(4-10059)

PALAGIANO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
un'assai ingente mole di finanziamenti alla ricerca, a valere su fondi sia nazionali che comunitari, è amministrata dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ed, in particolare, dalla direzione generale per il coordinamento e lo sviluppo della ricerca;
la gestione e l'utilizzo dei finanziamenti per la ricerca sono stati in passato

oggetto di attenzione da parte dei vertici dell'amministrazione e della magistratura (si veda l'articolo del 23 novembre 2010 pubblicato da Repubblica.it);
alcune scelte del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca destano particolare preoccupazione e perplessità tra i tecnici del settore, stante la delicatezza del comparto, in relazione all'esigenza di assicurare che le funzioni istituzionali siano svolte da persone di sicura competenza e professionalità, nonché connotate da precipui caratteri di autonomia dalla politica;
si apprende che nel mese di luglio 2010 il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, con apposito decreto, abbia disposto un'imprevista riorganizzazione degli uffici del Ministero e che tale riorganizzazione, nonostante le esigenze di contenimento delle spese e di riduzione degli uffici dirigenziali, abbia determinato una rimodulazione delle competenze degli uffici, comportando di fatto un aumento delle competenze dell'ufficio III della direzione generale per il coordinamento e lo sviluppo della ricerca;
come peraltro già segnalato da altri atti di sindacato ispettivo, ad oggi rimasti senza risposta (interrogazione 4-8680), non appare funzionale agli obiettivi del Ministero che l'ufficio III della direzione generale per il coordinamento e lo sviluppo della ricerca, nella riorganizzazione posta in essere dal Ministro interrogato, assommi competenze che appaiono disomogenee, disorganiche e in parte persino sovrapposte a quelle di altri uffici (vigilanza e finanziamento degli enti pubblici di ricerca - quali CNR, ASI, INFN, INGV e altri - con distretti tecnologici);
a giudizio dell'interrogante, le scelte relative al citato ufficio III non rispondono alle politiche di efficienza e di contenimento della spesa pubblica più volte dichiarate e perseguite dal Governo;
parrebbe, inoltre, che l'attuale responsabile dell'ufficio in questione collabori anche come consulente con il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, a valere sui fondi comunitari del PON Ricerca e competitività, e che ricopra, altresì, l'incarico elettivo di consigliere comunale a Chiari, in provincia di Brescia -:
se siano state rilevate irregolarità in merito ai finanziamenti destinati alla ricerca gestiti dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e quali eventuali provvedimenti, per quanto di competenza, siano stati adottati al riguardo;
quali iniziative i Ministri interrogati, ciascuno per quanto di propria competenza, intendano adottare al fine di porre rimedio alle situazioni descritte in un contesto cosi delicato ed importante e di salvaguardare il necessario prestigio della pubblica amministrazione;
se le persone attualmente incaricate delle funzioni amministrative relative ai fondi di cui in premessa siano state coinvolte dalle passate gestioni e dalle indagini e dai provvedimenti citati e se abbiano le qualità e le competenze necessarie per rivestire il ruolo e svolgere le attività di loro rispettiva pertinenza;
se, prima dell'affidamento dell'incarico dirigenziale relativo all'ufficio III della direzione generale per il coordinamento e lo sviluppo della ricerca del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, sia stata preventivamente svolta una verifica e una valutazione comparativa dei profili professionali esistenti all'interno dell'amministrazione interessata;
come si concili l'incarico di consulenza che sarebbe stato affidato al responsabile del predetto ufficio III - e che quindi sarebbe remunerato sempre dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca - con l'incarico dirigenziale ricoperto dallo stesso e su quali esigenze funzionali esso sia fondato;
se l'incarico politico e quello dirigenziale ricoperti dal titolare dell'ufficio III della direzione generale per il coordinamento e lo sviluppo della ricerca siano tra

loro compatibili e se non sia opportuno rivedere la preposizione dello stesso dirigente al predetto ufficio;
quali iniziative, anche normative, si intendano adottare al fine di evitare il cumulo di incarichi.
(4-10091)

TESTO AGGIORNATO AL 21 DICEMBRE 2010

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LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta scritta:

NACCARATO, MIOTTO, MILANATO, ASCIERTO, DE POLI, GOISIS, MISTRELLO DESTRO e BITONCI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il 1o dicembre 2010, al termine di un vertice convocato nella sede della provincia di Padova, i rappresentanti della proprietà e dei lavoratori di Selce spa - azienda specializzata nella produzione di manufatti in calcestruzzo con sede in via Umbria a Monselice (Padova) - hanno annunciato di aver avviato la procedura di cassa integrazione straordinaria della durata di 12 mesi nei confronti di 49 dipendenti, a causa degli effetti della crisi economica;
il 9 dicembre 2010 le rappresentanze sindacali dei lavoratori di Selce spa hanno organizzato un presidio di fronte al municipio di Monselice, chiedendo alle autorità locali di garantire la continuità, della produzione nello stabilimento. Al riguardo, l'assessore al lavoro della provincia di Padova, Massimiliano Barison, e il sindaco di Monselice, Francesco Lunghi, hanno dato assicurazione del proprio impegno, anche nella ricerca di un eventuale nuovo investitore pronto a rilevare la società;
attualmente, nei confronti di Selce spa si registra l'interesse di un imprenditore del settore che sarebbe interessato a rilanciare la produzione aziendale;
i dipendenti di Selce spa, riuniti in assemblea permanente all'interno dello stabilimento di Monselice, hanno più volte espresso preoccupazione per l'eventuale divisione in parti della azienda - atto che prefigurerebbe la dismissione - ribadendo la necessità di pervenire a una rapida soluzione della crisi, al fine di evitare la risoluzione dei rapporti di lavoro in essere e la perdita degli attuali livelli occupazionali;
negli ultimi trent'anni i dipendenti di Selce Spa hanno ripetutamente dimostrato di possedere una professionalità qualificata e un'alta capacità di innovazione del prodotto, come attestano le certificazioni assegnate all'azienda nel corso degli anni: «per l'eccellenza della progettazione e del design dei componenti strutturali» (ICMQ N. 00451), «per la qualità dell'assemblaggio e del trasporto» (ICMQ N. 03806), «per il controllo della produzione» (ICMQ N. 1305-CPD-0354), unitamente al «Certificato di prodotto» (ICMQ N. P065) e all'attestazione di qualificazione all'esecuzione di lavori pubblici rilasciata dall'organismo di attestazione Soa-Nord-est;
la crisi che ha colpito i lavoratori di Selce spa è solo l'ultimo sintomo del progressivo smantellamento delle più significative realtà produttive della provincia per effetto della crisi economica, e si inserisce in un territorio - la Bassa padovana - già duramente colpito dalla recessione dei mercati -:
se i Ministri siano al corrente dei fatti esposti in premessa;
quali concrete iniziative i Ministri intendano assumere per assicurare la continuità produttiva dello stabilimento di Selce spa a Monselice e per garantire l'attuale livello occupazionale nell'azienda;
quali iniziative i Ministri intendano adottare per rilanciare le realtà produttive strategiche dell'economia padovana colpite dalla crisi economica.
(4-10060)

SCHIRRU. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'assicurazione INAIL è regolata dalle norme contenute nel Testo unico delle disposizioni sull'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali (testo unico n. 1124 del 1965), nel decreto legislativo n. 38 del 2000 e in disposizioni speciali (lavoratori domestici, casalinghe, medici radiologi, e altri). Nel testo unico e nel decreto legislativo n. 38 del 2000 sono specificati i soggetti che devono essere assicurati e gli infortuni e le malattie per i quali viene riconosciuta la causa lavorativa;
l'INAIL tutela anche i lavoratori che si infortunano durante il viaggio di andata e ritorno dal luogo di lavoro (infortunio in itinere);
quando si manifesta una coesistenza o una concorrenza di danni, le modalità di valutazione sono più articolate. In generale, nel caso di un postumo di un infortunio aggravato da una pregressa o coesistente patologia, sono due le situazioni nelle quali viene adottata questa modalità di valutazione: in caso di concausa di lesione e in caso di concausa di invalidità;
nella concausa di lesione, indipendentemente dalla prevalenza di diverse cause, se l'infortunio c'è stato e viene regolarmente riconosciuto, tutto quello che accade a partire da dopo di esso è di competenza dell'INAIL, compresi anche gli eventuali postumi permanenti dopo la guarigione clinica;
la concausa di invalidità si verifica quando accanto ai postumi di un infortunio professionale (ufficialmente riconosciuto come tale) si manifesta una concorrenza di situazioni patologiche che aggravano ulteriormente l'invalidità di un soggetto. Per esempio: un assicurato può ferirsi a un piede già lesionato da un infortunio precedente, oppure può ferirsi a un piede e avere già l'altro menomato per lesioni pregresse e, pertanto, la deambulazione - di per sé limitata - viene ulteriormente aggravata. In generale, dunque, si tratta di incidenti che provocano danni che insistono su uno stesso complesso anatomo/funzionale. In tal caso, si ricorre ai dettami della criteriologia medico-legale per valutare come la preesistente invalidità concorre - e in che misura - ad aggravare l'attuale rispetto a un soggetto che, al momento dell'infortunio, era esente da altre menomazioni;
nella concausa di lesione si ha quindi una patologia pregressa che peggiora il decorso di una nuova lesione riportata a seguito di incidente professionale, mentre nella concausa di invalidità un'invalidità attuale è resa più grave dalla presenza di invalidità preesistenti. Nel primo caso tutto ciò che si manifesta dopo l'infortunio è di competenza dell'INAIL. Nel secondo, invece, si deve procedere attraverso la valutazione specifica di quanto la vecchia invalidità abbia inciso, e come, rispetto a un lavoratore che ha subito solo quella nuova;
dopo la guarigione clinica, l'INAIL invita il lavoratore infortunato o affetto da malattia professionale a sottoporsi a visita medico-legale per accertare se dall'infortunio o dalla malattia sia derivata inabilità permanente ed eventualmente quantificarne il grado;
per i casi precedenti il 25 luglio 2000, dopo la costituzione della rendita sarà possibile verificare un'eventuale modificazione del grado di inabilità. La visita di revisione quindi avrà come esito la conferma, l'aumento o la diminuzione della rendita. La revisione del grado di inabilità può essere disposta dall'INAIL (revisione attiva) o richiesta dall'interessato (revisione passiva);
l'assicurato INAIL che, a seguito di invalidità da lavoro accertata da INAIL, percepisce l'indennità economica per la diminuita capacità lavorativa, detta rendita (eventi lesivi fino al 24 luglio 2000), o l'indennizzo per la menomazione della integrità psicofisica e per le sue conseguenze patrimoniali, detto danno biologico (eventi lesivi dal 25 luglio 2000), può

cumulare la pensione di invalidità civile per eventi e causa diversa da quella da lavoro;
l'articolo 12 della legge 30 dicembre 1991, n. 412, ha abrogato il divieto di cumulo, ma limitatamente agli invalidi civili totali, ai ciechi civili e ai sordomuti, i quali possono cumulare i trattamenti pensionistici, erogati dal Ministero dell'interno per la minorazione civile, con le altre prestazioni economiche;
nel caso in cui l'assicurato, già colpito da uno o più eventi lesivi, rientranti nella disciplina del danno biologico subisca un nuovo evento lesivo si procede alla valutazione complessiva dei postumi ed alla liquidazione di un'unica rendita o di un indennizzo in capitale, corrispondente al grado complessivo delle menomazioni secondo i criteri di applicazione della tabella di indennizzo. L'importo della nuova rendita o del nuovo indennizzo in capitale è decurtato dell'importo dell'eventuale indennizzo in capitale già corrisposto e non recuperato;
nel caso in cui l'assicurato sia affetto da menomazioni preesistenti derivanti da fatti estranei al lavoro, esse assumono rilevanza solo se concorrenti ed aggravanti la menomazione di origine lavorativa;
nel caso in cui l'assicurato sia affetto invece da menomazioni preesistenti di origine lavorativa ricadenti nella precedente disciplina del testo unico, se sono indennizzate in rendita, il grado di menomazione conseguente al nuovo infortunio o alla nuova malattia professionale viene valutato senza tenere conto delle preesistenze. Ciò in quanto l'assicurato, oltre alla rendita spettante ai sensi della nuova disciplina, continuerà a percepire quella spettante ai sensi della precedente normativa; se non sono indennizzate in rendita, assumono rilevanza solo se concorrenti od aggravanti le menomazioni derivanti dal nuovo evento lesivo;
usualmente, l'INAIL nel giudicare i sinistri sul lavoro, attua nei confronti di chiunque è già affetto da precedenti invalidità civili la criteriologia dei mali univoci, coesistenti e concorrenti: se chi si infortuna sul luogo di lavoro è disabile o invalido civile o diversamente abile, l'INAIL preclude l'indennizzo in capitale o in rendita attribuendo il punteggio standard del 3 per cento o in caso di aggravamento il punteggio del 5 per cento (entrambi i punteggi sotto la soglia minima prevista per l'indennizzo) -:
se quanto sopra evidenziato corrisponda al vero;
quali siano i dati in possesso del Ministro interrogato in merito a tali casistiche;
quali siano le motivazioni per le quali usualmente l'INAIL attui nei confronti di chiunque è già affetto da precedenti invalidità civili la criteriologia dei mali univoci, coesistenti e concorrenti.
(4-10073)

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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta scritta:

MURGIA. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
è da diverso tempo che l'U.N.I.R.E., ente preposto all'allevamento del cavallo, versa in regime di autogestione;
è stato nominato l'ennesimo commissario che deve attivarsi per affrontare il dissesto economico dell'ente, ma si spera possa anche fronteggiare le emergenze che il comparto del cavallo sta attraversando;
il commissario straordinario nominato non ha mai operato, non essendosi mai insediato;
i disservizi storici dell'U.N.I.R.E. non sono mai stati risolti, tra i tanti il più conosciuto è quello dell'emissione tardiva dei passaporti dei cavalli, che avviene quando i soggetti hanno già tre anni di vita;

se è vero che l'allevatore adempie agli obblighi, entro i termini, e paga anticipatamente come previsto, è anche vero che l'U.N.I.R.E., invece, non ha obblighi di tempo e può rilasciare i passaporti dei soggetti dopo diversi anni dalla nascita;
è opportuno ricordare che premi e contributi vengono erogati con ritardi variabili - ma sempre eccessivi - e non vengono mai fornite, per quanto consta all'interrogante, motivazioni relativamente al problema;
anche le erogazioni delle provvidenze per le fattrici, che rientrano nei bandi delle diverse annualità, relativi alla cosiddetta incentivazione della produzione di pregio tramite accoppiamenti programmati, non si sa a che punto sono;
gli allevatori hanno condizionato le loro scelte allevatoriali, e le eventuali vendite, facendo affidamento su quelle provvidenze che aspettano da anni, ormai senza speranza;
nonostante sia nota la forte crisi di mercato del comparto che gli allevatori italiani tentano di fronteggiare, ogni anno in Italia vengono introdotti decine di migliaia di cavalli stranieri da destinare agli sport equestri;
la Sardegna - come è noto - è una regione a forte vocazione allevatoria, infatti produce il 60 per cento della produzione elitaria nazionale ed il 95 per cento dei cavalli anglo-arabi, eppure spesso non è stata rappresentata minimamente all'interno dell'U.N.I.R.E.;
in Sardegna, negli ultimi anni, l'ippica è stata fortemente penalizzata con una riduzione delle giornate di corse dalle 50 del 2008 alle 30 del 2010, con una riduzione del 40 per cento che corrisponde al doppio della media dei tagli subiti dalle altre regioni;
in Sicilia sono state assegnate 179 giornate di corse, 78 disputate nel solo ippodromo di Siracusa, ed in Toscana sono state 380 nel solo 2010;
l'ippodromo di Villacidro, realizzato con un importante finanziamento pubblico, dotato di un funzionale e moderno impianto e inaugurato nel 2008, è ancora in attesa di abilitazione e di un congruo calendario di corse da parte dell'U.N.I.R.E.;
nei tre ippodromi della Sardegna, Sassari, Chilivani e Villacidro, si potrebbe calendarizzare un programma di 60 giornate per ciascuno e questa attività consentirebbe di assorbire adeguatamente tutto il potenziale dell'allevamento della Sardegna;
sarebbe auspicabile che la F.I.S.E. consentisse ai cavalieri italiani di montare solo cavalli italiani, almeno in certe categorie;
appare controproducente che, in una nazione evoluta come la nostra sotto l'aspetto allevatoriale, la federazione sportiva e l'ente preposto all'allevamento invece di muoversi di pari passo viaggino su binari diversi -:
quali iniziative si intendano intraprendere in favore dell'allevamento del cavallo italiano, dell'equitazione e dell'ippica;
se il Ministro interrogato sia a conoscenza che in molti casi si consente la doppia iscrizione ai soggetti nati in Italia, sia all'U.N.I.R.E. che in altri stud-book stranieri, erogando risorse che dovrebbero essere riservate alla sola produzione italiana;
quali iniziative intendano realmente intraprendere gli organi preposti per far si che non si assista - definitivamente - alla fine dell'allevamento del cavallo in Sardegna, e quali proposte concrete si intendano attuare per sostenere il rilancio del settore che già oggi produce occupazione ed economia positiva, visto che, nella sola Sardegna, la filiera coinvolge circa 13.000 persone su una popolazione totale - della regione - di circa 1,5 milioni di abitanti.
(4-10074)

TESTO AGGIORNATO AL 25 GENNAIO 2011

POLITICHE EUROPEE

Interrogazioni a risposta scritta:

GAVA e CARLUCCI. - Al Ministro per le politiche europee, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
la tutela della salute e la prevenzione del fenomeno del doping costituiscono tematiche di grande rilevanza, oggetto di interesse di molte nazioni europee;
nel nostro Paese milioni di persone praticano attività sportive, sia a livello agonistico che a livello amatoriale e l'impegno a cui l'organismo è sottoposto (di natura cardiovascolare, respiratoria, metabolica e nervosa) durante la pratica sportiva rende necessario un perfetto stato di salute e di efficienza fisica;
è opportuno sottoporsi, prima di intraprendere qualsiasi disciplina sportiva, ad un controllo medico attraverso il quale si possono evidenziare alterazioni che potrebbero essere causa di patologie invalidanti;
a tal fine, proprio per evitare il verificare di tali condizioni e prevenire così rischi di patologie più o meno gravi, sussiste l'obbligo annuale della visita di idoneità (decreto ministeriale 18 febbraio 1982 e decreto ministeriale 28 febbraio 1983), mentre sono previsti accertamenti aggiuntivi obbligatori con cadenza annuale o biennale per gli atleti professionisti, per i quali la visita di idoneità deve essere antecedente al tesseramento (decreto ministeriale 13 marzo 1995), essendo condicio sine qua non per ottenere il tesseramento stesso;
la visita di idoneità può essere eseguita esclusivamente dagli specialisti in medicina dello sport;
tale iter non è uniforme in tutti i Paesi dell'Unione europea, poiché non sempre vige l'obbligo di effettuare la visita di idoneità -:
quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere al fine di pervenire ad una disciplina uniforme a livello europeo nell'ambito della tutela della salute relativamente allo svolgimento di attività a livello agonistico e dilettantistico.
(4-10067)

GAVA e CARLUCCI. - Al Ministro per le politiche europee, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
la tutela della salute e la prevenzione del fenomeno del doping costituiscono tematiche di grande rilevanza, oggetto di interesse da parte di molti Paesi dell'Unione europea;
la WADA è l'ente internazionale e mondiale di riferimento che annualmente emana il codice normativo e la lista delle sostanze e dei metodi proibiti, che dovrebbero rappresentare i due unici documenti di riferimento in materia per tutto il modo sportivo;
nei diversi Paesi, soprattutto europei, si assiste ad un proliferare, spesso inutile, di commissioni che, a livello nazionale, rivedono quanto contenuto nei documenti suddetti, modificandoli in modo più o meno significativo;
in Italia la Commissione vigilanza sul doping è istituita presso il Ministero della salute ed emana annualmente la lista di sostanze e metodi proibiti, con modifiche rispetto a quella stilata dalla WADA;
tale situazione genera per lo più confusione e gravi divergenze, per cui alcune sostanze e metodi risultano vietati in alcuni Paesi, mentre in altri sono consentiti (come nel caso degli strumenti ipossici-barici proibiti in Italia dal 2005 ed ammessi in Francia e in Belgio) -:
come il Ministro interrogato intenda intervenire, a livello europeo, al fine di pervenire ad un'uniformità della disciplina in materia di sostanze e metodi proibiti o consentiti nell'ambito delle attività di contrasto al fenomeno del doping.
(4-10083)

TESTO AGGIORNATO AL 25 GENNAIO 2011

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E INNOVAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:

CONTENTO e CARLUCCI. - Al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
le più recenti disposizioni in materia di trasparenza hanno imposto alle diverse amministrazioni l'obbligo di rendere pubblici gli emolumenti percepiti in relazione al rapporto di impiego o all'incarico rivestito;
tale obbligo dovrebbe essere rispettato a cominciare dai più prestigiosi incarichi esistenti, tra i quali vanno sicuramente annoverati quelli di capo della Polizia, direttore del Dipartimento informazioni per la sicurezza (D.I.S.), direttore dell'Agenzia informazioni e sicurezza interna (A.I.S.I.), direttore dell'Agenzia informazioni e sicurezza esterna (A.I.S.E.), comandante generale dell'arma dei carabinieri, comandante generale della Guardia di finanza, Capo di Stato maggiore dell'esercito, Capo del Dipartimento della protezione civile -:
se risultino pubblicati i dati relativi agli emolumenti percepiti per gli incarichi indicati e, in caso affermativo, dove e, comunque, quali risultino essere, per il 2009 e per il 2010, con riferimento a ciascuno di essi.
(4-10063)

...

SALUTE

Interrogazioni a risposta scritta:

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa Ansa del 6 dicembre 2010, il dottor M.M., 52enne, ex direttore sanitario del centro di riabilitazione e attualmente responsabile del dipartimento di medicina riabilitativa e unità spinale del carcere di Bologna, sarebbe stato messo agli arresti domiciliari in quanto accusato di aver redatto un falso certificato medico di invalidità totale, consentendo così ad un detenuto di uscire fuori dal carcere;
il detenuto per il quale era stata stilata una diagnosi di invalidità totale è un 42enne condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso, con un fine pena prevista nel 2023, il quale, a seguito del falso certificato medico, è riuscito ad uscire dal carcere e ad ottenere i domiciliari;
successivamente la polizia di Stato ha scoperto che il detenuto, poi suicidatosi nel 2010, non era affatto invalido, ma partecipava a balli di gruppo e guidava l'auto senza ausili, tanto che fu fermato più volte anche dai vigili -:
di quali elementi disponga sulla vicenda e se risulti se e quali iniziative o provvedimenti disciplinari siano stati adottati o si intendano adottare nei confronti del professionista.
(4-10065)

FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
secondo il sito dell'Osservatorio nazionale sulla sperimentazione clinica sui medicinali (OSSC) dell'agenzia italiana del farmaco, risulta «aperta» la seguente sperimentazione: EudraCT number: 2009-011470-15; codice protocollo: AC-058B202; titolo protocollo: Studio multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, a gruppi paralleli, di estensione dello studio AC058B201 per valutare la sicurezza a lungo termine, la tollerabilità e l'efficacia di 10, 20 e 40 mg/die di ACT-128800, un agonista orale del recettore S1P1, in pazienti con sclerosi multipla recidivante remittente; data di registrazione: 25 febbraio 2010; promotore: Actelion Pharmaceuticals Italia; area terapeutica: Immunologia

e malattie infettive; indicazione proposta: sclerosi multipla recidivante remittente -:
quali siano i criteri di reclutamento dei pazienti;
quale sia il costo della sopra citata sperimentazione;
se siano disponibili, e dove, i risultati parziali della sopra citata sperimentazione, e se saranno divulgati in congressi nazionali e internazionali e confrontati con i risultati di altri analoghi studi e sperimentazioni.
(4-10084)

FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
secondo il sito dell'Osservatorio nazionale sulla sperimentazione clinica sui medicinali (OSSC) dell'agenzia italiana del farmaco, risulta «aperta» la seguente sperimentazione: EudraCT number: 2005-006071-12; codice protocollo: ADVANCE; titolo protocollo: Evaluation of efficacy, safety and tolerability of an ADd-on therapy with Cianocabalamine (Vitamin B12) plus Calcium levofolinate in relapsing-remitting multiple sclerosis patients already in treatment with Nterferon beta over a period of 24 months for a better lonterm outcome; data di registrazione: 7 marzo 2006; promotore: Azienda ospedaliera San Camillo Forlanini; area terapeutica: neurologia; indicazione proposta: sclerosi multipla -:
quali siano i criteri di reclutamento dei pazienti;
quale sia il costo della sopra citata sperimentazione;
se siano disponibili, e dove, i risultati parziali della sopra citata sperimentazione, e se saranno divulgati in congressi nazionali e internazionali e confrontati con i risultati di altri analoghi studi e sperimentazioni.
(4-10085)

FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
secondo il sito dell'Osservatorio nazionale sulla sperimentazione clinica sui medicinali (OSSC) dell'agenzia italiana del farmaco, risulta «aperta» la seguente sperimentazione: EudraCT number: 2009-017003-28; codice protocollo: BD0109; titolo protocollo: Relationship between IL-6 and TNF-alfa polymorphism with Flu like Syndrome development in Multiple Sclerosis patients treated with interferon-beta 1a im; data di registrazione: 8 marzo 2010; promotore: Biogen-Dompé SrL; area terapeutica: neurologia; indicazione proposta: sclerosi multipla -:
quali siano i criteri di reclutamento dei pazienti;
quale sia il costo della sopra citata sperimentazione;
se siano disponibili, e dove, i risultati parziali della sopra citata sperimentazione, e se saranno divulgati in congressi nazionali e internazionali e confrontati con i risultati di altri analoghi studi e sperimentazioni.
(4-10086)

FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
secondo il sito dell'Osservatorio nazionale sulla sperimentazione clinica sui medicinali (OSSC) dell'agenzia italiana del farmaco, risulta «aperta» la seguente sperimentazione: EudraCT number: 2007-001162-32; codice protocollo: CAMMS32400507; titolo protocollo: Studio randomizzato di Fase 3, con valutatore e dose in cieco, di confronto tra due diversi dosaggi di Alemtuzumab somministrato per via endovenosa annualmente e tre iniezioni sottocutanee settimanali di Interferone beta-1a (Rebif) in pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente che abbiano presentato una recidiva durante

il trattamento con immunomodulanti; data di registrazione: 8 gennaio 2008; promotore: Genzyme; area terapeutica: neurologia; indicazione proposta: sclerosi multipla recidivante-remittente -:
quali siano i criteri di reclutamento dei pazienti;
quale sia il costo della sopra citata sperimentazione;
se siano disponibili, e dove, i risultati parziali della sopra citata sperimentazione, e se saranno divulgati in congressi nazionali e internazionali e confrontati con i risultati di altri analoghi studi e sperimentazioni.
(4-10087)

FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
secondo il sito dell'Osservatorio nazionale sulla sperimentazione clinica sui medicinali (OSSC) dell'agenzia italiana del farmaco, risulta «aperta» la seguente sperimentazione: EudraCT number: 2008-008719-25; codice protocollo: CBAF312A2201; titolo protocollo: Studio multicentrico di fase II, controllato in doppio cieco verso placebo, randomizzato, a gruppi paralleli, adattativo per la dose, per valutare sicurezza, tollerabilità ed efficacia sui parametri delle lesioni valutati con la risonanza magnetica nucleare e per determinare la curva dose-risposta di BAF312 somministrato una volta al giorno, per via orale, in pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente; data di registrazione: 6 febbraio 2009; promotore: Novartis Farma; area terapeutica: neurologia; indicazione proposta: sclerosi multipla -:
quali siano i criteri di reclutamento dei pazienti;
quale sia il costo della sopra citata sperimentazione;
se siano disponibili, e dove, i risultati parziali della sopra citata sperimentazione, e se saranno divulgati in congressi nazionali e internazionali e confrontati con i risultati di altri analoghi studi e sperimentazioni.
(4-10088)

FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
secondo il sito dell'Osservatorio nazionale sulla sperimentazione clinica sui medicinali (OSSC) dell'agenzia italiana del farmaco, risulta «aperta» la seguente sperimentazione: EudraCT number: 2006-000704-17; codice protocollo: CFTY720D2302; titolo protocollo: Studio multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, a gruppi paralleli, con controllo attivo, per confrontare l'efficacia e la sicurezza di due dosi di fingolimod (FTY720), 0,5 e 1,25 mg, somministrate una volta al giorno per via orale versus interferone beta-1a (Avonex), somministrato i.m. una volta alla settimana in pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente, seguito da un'estensione facoltativa; data di registrazione: 19 aprile 2006; promotore: Novartis Farma; area terapeutica: neurologia; indicazione proposta: sclerosi multipla recidivante-remittente -:
quali siano i criteri di reclutamento dei pazienti;
quale sia il costo della sopra citata sperimentazione;
se siano disponibili, e dove, i risultati parziali della sopra citata sperimentazione, e se saranno divulgati in congressi nazionali e internazionali e confrontati con i risultati di altri analoghi studi e sperimentazioni.
(4-10089)

TESTO AGGIORNATO AL 9 MARZO 2012

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta in Commissione:

FUGATTI e BITONCI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'azienda multinazionale americana Cabot ha annunciato l'imminente chiusura dello stabilimento di Grigno, dove si produce plastica per stampanti, lasciando senza lavoro e senza prospettive quarantatré persone, quasi tutte con famiglia;
la Cabot è un'azienda sana che proprio nel 2009 ha raggiunto il record di tonnellate prodotte nel sito di Grigno;
la decisione, che sembra irrevocabile, di chiudere lo stabilimento non dipende quindi da una crisi prestazionale o finanziaria dell'azienda ma, come denunciato dalle stesse organizzazioni dei lavoratori, da semplici operazioni di delocalizzazione;
i lavoratori sono in stato di forte agitazione e non riescono a comprendere per quale motivo un'azienda produttiva come la Cabot stia per chiudere, causando inevitabilmente la dispersione dell'importante patrimonio produttivo, scientifico e professionale;
la chiusura dello stabilimento rappresenta un duro colpo per l'economia della bassa Valsugana, già fortemente provata dalla crisi;
lo stabilimento di Grigno ha un grande potenziale produttivo ed occupazionale che è necessario salvaguardare e valorizzare, mentre le decisioni prospettate dall'azienda rappresentano un serio ostacolo allo sviluppo del territorio -:
se si intenda favorire una concertazione fra i vertici aziendali ed i rappresentati dei lavoratori al fine di chiarire quali siano le strategie di sviluppo dell'azienda, impedendo che queste abbiano come conseguenza la chiusura dello stabilimento di Grigno ed il conseguente licenziamento dei dipendenti.
(5-03985)

Interrogazioni a risposta scritta:

NASTRI e CARLUCCI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
secondo quanto pubblicato dal quotidiano La Stampa in data 3 dicembre 2010, nella città di Novara e nell'intera provincia interessata, da oltre una settimana il cosiddetto «switch-off», ovvero la fase terminale della transizione alla televisione digitale in cui avviene lo spegnimento della televisione analogica, che avrebbe dovuto garantire la visione di nuovi canali digitali, migliorandone la qualità audio-video dei canali esistenti, nonché l'alta definizione, in realtà non consente un'adeguata visione dei canali, per gli utenti televisivi dell'intera area novarese;
il medesimo articolo in particolare, sostiene che il canale Rai 3 Piemonte, è visibile ad intermittenza e le immagini risultano essere confuse ed irregolari, mentre l'audio appare spesso incomprensibile;
a giudizio dell'ufficio stampa della Rai, esiste un problema di interferenze sul canale 22, che provoca attualmente una scarsa visione dei programmi di Rai 3 Piemonte e che attraverso i tecnici di Rai Way, sono state fatte le segnalazioni al Ministero interrogato, al fine di migliorare l'adeguamento dell'assegnazione delle frequenze ed interrompere i disturbi nelle trasmissioni -:
se quanto riportato dall'articolo pubblicato da La Stampa ed esposto in premessa corrisponda al vero, e in caso affermativo, quali iniziative urgenti intenda intraprendere al fine di consentire agli utenti televisivi della seconda città più popolosa del Piemonte, ovvero Novara, nonché per l'intera provincia interessata, una corretta ed adeguata visione dei programmi televisivi di Rai 3 Piemonte, i quali attraverso l'avvio del digitale terrestre,

avvenuto il 26 novembre 2010 per l'area piemontese, auspicavano un complessivo miglioramento qualitativo delle immagini e della visione dei programmi televisivi trasmessi.
(4-10057)

CAVALLARO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
entro il 2012 in tutta Italia, secondo il calendario nazionale, approvato con decreto ministeriale del 10 settembre 2008, le trasmissioni televisive avverranno esclusivamente in tecnologia digitale, con la conseguente e progressiva interruzione delle trasmissioni analogiche;
per agevolare la fase di passaggio al digitale terrestre lo Stato ha da tempo predisposto un programma di interventi a favore dei cittadini, mettendo a disposizione un buono per l'acquisto o noleggio di un decoder digitale interattivo presso tutti i rivenditori aderenti all'iniziativa:
già la legge 24 dicembre 2003, n. 350 (legge finanziaria 2004) stabiliva che, per l'anno 2004, tutti gli abbonati Rai ricevessero un contributo all'acquisto di un decoder secondo la procedura disciplinata dal decreto interministeriale 30 dicembre 2003 e lo stesso intervento, anche se con contributi diversi, veniva rifinanziato per gli anni 2005 e 2006, con le successive leggi finanziarie;
a norma del decreto sopra menzionato il contributo statale era costituito, per il cittadino beneficiario, da una riduzione del prezzo complessivo di acquisto o di noleggio dell'apparecchio digitale, IVA inclusa, al netto di ogni eventuale sconto commerciale, importo che successivamente doveva essere rimborsato al rivenditore previamente autorizzato;
tale rimborso, il cui ammontare era pari alla riduzione di prezzo praticata, doveva essere corrisposto mensilmente, qualora non fossero riscontrate anomalie nelle redazione e gestione delle pratiche inviate dai rivenditori per documentare l'attività svolta;
per l'erogazione del contributo, infatti, l'allora Ministero delle comunicazioni si è avvalso di una «collaborazione a titolo oneroso» con la società Poste Italiane s.p.a., in quanto unico organismo in possesso di una rete per l'erogazione di servizi presente in ogni comune italiano, nonché di tecnologie e mezzi per conseguire in maniera ottimale lo scopo;
sulla base di tale convenzione la società Poste Italiane s.p.a., si impegnava a realizzare un sistema informatico per: la predisposizione dell'elenco dei clienti beneficiari del contributo corredato dei relativi dati di riscontro; la necessaria verifica e identificazione da parte dei rivenditori, previamente registrati e autorizzati, del destinatario del contributo; il rimborso, ai medesimi rivenditori, dei crediti maturati, a seguito del trasferimento da parte dello Stato dei fondi necessari;
da numerosi segnalazioni risulta che, a fronte delle quantità di apparecchiature digitali noleggiate o vendute a prezzi scontati, molti distributori autorizzati, pur avendo effettuato tutte le procedure necessarie per il rimborso dei crediti maturati, ad oggi non hanno ancora ricevuto le somme spettanti;
a seguito del mancato pagamento, alcuni operatori hanno tentato ripetutamente di contattare gli uffici ministeriali preposti all'assistenza dei rivenditori, ma hanno avuto serie difficoltà persino ad accedere al sistema informativo;
tale situazione che si protrae ormai da anni ha, nei fatti, arrecato un notevole danno economico a tutti quegli operatori del settore che hanno rifornito gli utenti interessati delle necessarie apparecchiature a prezzi scontati, senza tuttavia vedere soddisfatto il proprio diritto al rimborso della riduzione medesima;
secondo quanto previsto dal decreto interministeriale 30 dicembre 2003 l'allora Ministero delle comunicazioni avrebbe dovuto,

tra le altre cose, effettuare il controllo sistematico ed il monitoraggio dell'andamento dell'erogazione dei contributi e approvare i pagamenti -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dell'esistenza di debiti pregressi da parte dello Stato, relativamente alle campagne e agli interventi statali posti in essere negli anni passati per agevolare il passaggio al sistema televisivo digitale ed, in caso affermativo, quali misure intenda porre in essere per la soddisfazione dei crediti dei rivenditori, da anni in attesa del rimborso pattuito.
(4-10061)

REGUZZONI, DAL LAGO, SIMONETTI, BITONCI e MONTAGNOLI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il decreto-legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, all'articolo 4, disciplina la denominazione di «panificio», «pane fresco» e «pane conservato», a tutela della corretta informazione dei consumatori e della valorizzazione del pane fresco italiano;
l'attuazione della disciplina è demandata ad un decreto ministeriale, che avrebbe dovuto essere adottato entro il mese di agosto 2007 e avrebbe dovuto permettere ai consumatori di ricevere una corretta informazione sulla qualità del pane acquistato;
a tutt'oggi la suddetta normativa non è stata ancora attuata con l'emanazione del prescritto decreto ministeriale;
la denominazione di «pane fresco» permette, in particolare, di distinguere questo prodotto da altri tipi di pane, come quello confezionato o presurgelato e consente ai consumatori di riconoscere con chiarezza quando il pane è fresco, cioè fatto secondo un processo di produzione continuo e privo di interruzioni finalizzate al congelamento, e quando non lo è;
il consumatore, in assenza di specifici obblighi di informazione, non è in grado di distinguere quando il prodotto è fresco o surgelato, illudendosi di acquistare pane fresco, magari perché caldo al momento dell'acquisto, ma in realtà realizzato con un processo di produzione a durabilità prolungata;
la mancata adozione del suddetto decreto ministeriale, oltre a confondere il consumatore, mina un comparto composto da piccolissime imprese che danno lavoro a 400 mila addetti, indotto compreso, per un valore di circa 7 miliardi di euro l'anno -:
se il Ministro interrogato intenda dare attuazione all'articolo 4 del citato decreto-legge n. 248 del 2006, attraverso l'immediata adozione del previsto decreto ministeriale, a garanzia del diritto dei consumatori ad una corretta informazione e a tutela delle tante imprese che producono pane fresco italiano.
(4-10062)

DI PIETRO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
gli obiettivi del servizio pubblico radiotelevisivo trovano il loro fondamento nei princìpi della libertà di parola e nel diritto di informare e di essere informati di cui all'articolo 21 della Carta costituzionale e, in forza della normativa vigente, possono essere ricondotti alla triplice finalità di: mantenere la coesione sociale, cui corrisponde il compito della massima diffusione sul territorio e della continuità nell'erogazione del servizio; promuovere la cultura attraverso il sostegno e la difesa delle culture nazionali e della diversità culturale, cui corrisponde il compito della produzione di programmi distinti per contenuti e diretti a soddisfare le esigenze della totalità degli utenti; di favorire l'innovazione tecnologica, che attiene al ruolo del servizio pubblico nei nuovi media, sia allo scopo di contenere fenomeni di emarginazione sociale, sia per consentire l'introduzione e lo sviluppo di nuove tecnologie;
nella sentenza n. 284/2002, in materia di canone televisivo, la Corte Costituzionale,

affrontando il tema della conformazione del servizio pubblico radiotelevisivo, osservava che «l'esistenza di un servizio radiotelevisivo pubblico, cioè promosso e organizzato dallo Stato, non più a titolo di monopolista legale della diffusione di programmi televisivi, ma nell'ambito di un sistema misto pubblico-privato, si giustifica però solo in quanto chi esercita tale servizio sia tenuto ad operare non come uno qualsiasi dei soggetti del limitato pluralismo di emittenti, nel rispetto, da tutti dovuto, dei princìpi generali del sistema... bensì svolgendo una funzione specifica per il miglior soddisfacimento del diritto dei cittadini all'informazione e per la diffusione della cultura»;
l'informazione, la cultura, come pure l'educazione, costituiscono dunque beni pubblici di indubbia preziosità e, al contempo, diritti fondamentali di ogni cittadino di un Paese democratico. L'accesso a tali beni e l'effettivo esercizio dei predetti diritti, in una società del ventunesimo secolo, dipendono imprescindibilmente dal buon funzionamento del servizio pubblico radiotelevisivo;
tuttavia, ad avviso dell'interrogante, alcuni fatti di cronaca hanno sfortunatamente evidenziato come il servizio pubblico radiotelevisivo affidato alla RAI (Radiotelevisione italiana) non è ormai da tempo all'altezza degli obiettivi ai quali è deputato;
nonostante i compiti prioritari della concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo siano la libertà, la completezza, l'obiettività e il pluralismo dell'informazione, considerate nell'interezza della sua programmazione, la Rai, a giudizio dell'interrogante, si è reiteratamente resa inadempiente agli obblighi su di essa gravanti in forza della disciplina vigente e del contratto di servizio pubblico;
come noto, il contratto di servizio pubblico è il contratto stipulato tra la Rai e l'ex Ministero delle comunicazioni, oggi confluito nel Ministero dello sviluppo economico, che si concreta in una disciplina concordata, su base triennale, delle attività che la «Rai-Radiotelevisione italiana» svolge in qualità di concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo sul territorio dello Stato italiano con la finalità di assolvere gli obiettivi del servizio pubblico;
con riferimento al contratto di servizio si rileva come in data 11 marzo 2010 l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni abbia irrogato una sanzione amministrativa pari a 100.000 euro nei confronti della società Rai-Radiotelevisione italiana, ai sensi dell'articolo 48, comma 7, del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177, recante «Testo Unico della radiotelevisione» per inadempimento dell'articolo 3 del contratto di servizio per il triennio 2007-2009 che impegnava la Rai a sviluppare entro un tempo massimo di sei mesi un sistema di misurazione degli obiettivi di programmazione e della qualità dell'offerta del servizio pubblico;
il contratto di servizio pubblico è scaduto il 31 dicembre 2009 e la stipulazione del nuovo contratto relativo al triennio 2010-2012 spetta direttamente al Ministero dello sviluppo economico;
ad avviso dell'interrogante, la realizzazione di un sistema di valutazione della qualità dell'offerta, ovvero il cosiddetto sistema «Qualitel», deve costituire un obiettivo prioritario che la concessionaria pubblica deve essere tenuta a realizzare;
sotto tale profilo, ad avviso dell'interrogante e come segnalato da numerosi utenti abbonati, nonché dal movimento MoveOn-Italia, sarebbe opportuno prevedere, nell'ambito del nuovo contratto di servizio, che la RAI, al fine di adempiere all'obbligo di implementare adeguati sistemi di controllo della qualità del servizio pubblico, attribuisca direttamente ai propri abbonati la possibilità di valutare la qualità dei contenuti e dei programmi offerti dal servizio pubblico, ovvero il cosiddetto meccanismo «Qualitel degli abbonati», attraverso il ricorso ad appositi strumenti telematici;

in particolare, si segnala l'opportunità di inserire nell'ambito del nuovo contratto di servizio un dispositivo in forza del quale, in caso di mancato raggiungimento dei livelli di qualità prestabiliti e misurati attraverso il predetto meccanismo «Qualitel degli abbonati» ovvero in costanza di qualsiasi altro inadempimento di RAI rispetto agli obblighi assunti in base al contratto di servizio o previsti dalla legislazione vigente, una percentuale non inferiore al 15 per cento degli utenti abbonati possa esigere dalla RAI l'esatto adempimento delle prestazioni dovute previo ricorso, ove necessario, alla competente autorità giudiziaria o amministrativa. A tal fine sul sito internet del Ministero dello sviluppo economico, potrebbe essere costruita una piattaforma telematica capace di identificare gli utenti abbonati (mediante ad esempio dell'inserimento del solo codice di abbonamento) che intendano inoltrare alla RAI la propria richiesta firmata di adempimento. In un momento successivo, a seguito del riconoscimento da parte di RAI del mancato adempimento delle obbligazioni dovute e/o dell'accertamento di tale inadempimento da parte della competente autorità giudiziaria o amministrativa, ciascun abbonato potrebbe esercitare il diritto al risarcimento del danno anche attraverso l'esperimento di un'azione di classe -:
se e quali iniziative, anche normative, intenda assumere il Governo alla luce di quanto esposto in premessa al fine di realizzare un sistema di valutazione della qualità dell'offerta del servizio pubblico basato sull'indice di apprezzamento dei cittadini utenti abbonati;
quali iniziative il Governo intenda assumere al fine di prevedere nell'ambito del nuovo contratto di servizio pubblico la possibilità per gli utenti abbonati RAI di valutare direttamente la qualità dei contenuti e dei programmi offerti dal servizio pubblico, ovvero il cosiddetto meccanismo «Qualitel degli abbonati».
(4-10064)

SCHIRRU, CALVISI, FADDA, MARROCU, MELIS, ARTURO MARIO LUIGI PARISI, PES e SORO. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
si è svolto nei giorni scorsi a Venezia l'incontro tra Eni e i rappresentanti svizzeri della società Gita, interessata all'acquisizione di Vinyls. Nel corso dell'incontro, il presidente di Syndial (Eni), ha reso noto che sono stati chiariti alcuni «punti importanti della trattativa», che consentono di proseguire nella negoziazione. In particolare si sarebbero definiti i termini generali per la cessione degli asset di Syndial (Eni) per la fornitura di materie prime e servizi, con le stesse condizioni già concordate con i commissari straordinari nella sede del Ministero dello sviluppo economico il 12 novembre 2009;
si sarebbero chiariti anche due altri aspetti importanti: innanzi tutto «la membranizzazione dell'impianto di clorosoda di Porto Marghera a cui Eni non parteciperà; e questo ha trovato l'accordo del Fondo Gita; in secondo luogo, il fatto che la centrale elettrica di Eni verrà chiusa solo nel momento in cui sarà in funzione la nuova centrale costruita da Gita. È stato anche definito un serrato calendario di appuntamenti, a partire già dalla prossima settimana, con l'obiettivo di chiudere la trattativa entro la metà di gennaio 2011. C'è stato anche lo scambio dell'accordo di confidenzialità che permetterà al fondo Gita di accedere a informazioni utili sull'acquisto degli assetti del ciclo del cloro;
le organizzazioni sindacali dei chimici del territorio di Cagliari e le rappresentanze sindacali unitarie Syndial e Contivecchi nel mese di maggio 2010 avevano ricevuto assicurazioni da parte dell'amministratore delegato della Syndial e dal presidente che, in caso di cessione degli impianti, sarebbero state chieste le garanzie agli acquirenti attraverso fideiussioni per la marcia degli impianti e per il mantenimento dei livelli occupazionali per almeno quattro anni;

si è poi appreso dalla stampa della possibilità che intervenisse il fondo svizzero Gita, costituito qualche mese fa (non si comprende bene se, nonostante le smentite del Ministro dello sviluppo economico, vi siano coinvolti o no capitali russi). Nell'incontro avvenuto tra il fondo svizzero Gita, i commissari e l'ENI si sarebbe parlato della costruzione di una nuova centrale, di investimenti legati alla logistica e molto poco del ciclo del cloro. Non è chiaro se in tale incontro, si sia ipotizzata anche la cessione degli impianti di Assemini, tuttavia senza coinvolgere la direzione e le stesse organizzazioni del territorio sardo;
di fronte a tali fatti la rappresentanza sindacale unitaria di Assemini ha occupato nei giorni scorsi i locali della direzione aziendale per sollecitare l'ENI ed il Ministro dello sviluppo economico a convocare un tavolo con le organizzazioni sindacali per fare chiarezza sui punti oscuri della vertenza. Le organizzazioni sindacali inoltre sollecitano la regione, la provincia e i comuni a pretendere chiarezza sulle strategie dell'ENI e sul futuro industriale del sito di Assemini;
il 24 luglio 2007 in X Commissione attività produttive, commercio e turismo, il sottosegretario Filippo Bubbico, aveva risposto in termini rassicuranti all'interrogazione 5-01298 Lulli ed altri concernente la situazione dello stabilimento chimico della Syndial di Macchiareddu, L'interrogazione sottolineava, in particolare, la preoccupazione per l'evoluzione della situazione relativa all'industria chimica in Sardegna e in particolare per le produzioni aventi sede presso Assemini, segnalando altresì che l'ENI aveva manifestato propositi di ridimensionamento delle attività legate alla chimica in Sardegna e sottolineando, a tale ultimo riguardo, l'auspicio per l'inserimento delle attività della Syndial nel piano quadriennale dell'ENI. Il sottosegretario, rispondendo all'interrogazione, ricordava che il Ministro Bersani, il 28 febbraio 2007 aveva dato avvio al tavolo nazionale per lo sviluppo della chimica, per definire le azioni atte a sostenere lo sviluppo del settore, la competitività delle produzioni e la crescita dell'industria italiana. Aveva affermato che tra le priorità di politica industriale individuate dal tavolo, come già sottolineato nell'accordo di programma per la riqualificazione dei poli chimici sardi, sottoscritto il 14 luglio 2003, rientrava la filiera cloro-cloroderivati-PVC presente in Sardegna -:
se non si ritenga opportuno convocare il tavolo unitario nazionale, in cui possano essere coinvolte tutte le parti interessate e sia reso esplicito lo stato di avanzamento della trattativa e dei contenuti dei contatti in corso, cogliendo come legittima la richiesta di vedere coinvolte le parti sindacali regionali e locali, ivi comprese quelle del territorio di Cagliari.
(4-10071)

DAL MORO, FOGLIARDI e FEDERICO TESTA. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il comune di Verona ha di recente pubblicato un bando per l'assegnazione di autorizzazioni alla somministrazione di alimenti e bevande, in scadenza il 28 dicembre 2010;
per il rilascio di ogni autorizzazione alla somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, il comune di Verona ha previsto un contributo a carico degli assegnatari che va dai 3 ai 10 mila euro, a seconda della zona di assegnazione; verrebbe in questo modo di fatto reintrodotta una tassa sull'assegnazione o delle licenze commerciali, imposizione non più prevista dal decreto-legge 223 del 2006; l'imposizione del contributo, per altro cospicuo, a carico degli assegnatari per il rilascio di ogni autorizzazione, risulterebbe ad avviso degli interroganti incompatibile con la normativa vigente;
in un momento economico come quello attuale la richiesta del suddetto contributo verrebbe a gravare su chi promuovendo attività commerciali contribuisce

di fatto alla tenuta, e all'auspicabile rilancio, dell'economia e dell'occupazione -:
se e quali iniziative normative intenda assumere il Ministro interrogato per esplicitare il divieto di imporre contributi relativi all'apertura di esercizi commerciali con specifico riferimento alla somministrazione di cibi e bevande.
(4-10090)

...

Apposizione di firme ad interrogazioni.

L'interrogazione a risposta scritta Follegot n. 4-10028, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 15 dicembre 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Bitonci.

L'interrogazione a risposta scritta Fugatti n. 4-10029, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 15 dicembre 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Bitonci.

Pubblicazione di un testo riformulato.

Si pubblica il testo riformulato della mozione Zamparutti n. 1-00508, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 402 del 25 novembre 2010.

La Camera,
premesso che:
il 16 novembre 2010 il sito web Repubblica.it ha pubblicato la notizia in possesso di Reprieve, un'organizzazione umanitaria britannica che si batte contro la pena capitale e la tortura in tutto il mondo, secondo la quale la Hospira spa, un'azienda farmaceutica con base a Liscate, in provincia di Milano, è stata incaricata di produrre sodio tiopentale (o Pentotal), un potente barbiturico utilizzato, tra l'altro, in tutti i protocolli di iniezione letale dei vari Stati della federazione americana (nei protocolli con tre farmaci costituisce il primo passaggio, mentre nei nuovi protocolli basati su un'unica, massiccia dose di anestetico, il Pentotal è proprio quello previsto);
secondo la notizia, a partire da gennaio 2011, la società milanese, sussidiaria di una multinazionale americana, dovrebbe esportare la sostanza negli Usa, dove la carenza di Pentotal ha già indotto una decina di Stati, tra cui il Kentucky, l'Ohio, il Missouri, l'Arizona e l'Oklahoma a rinviare le esecuzioni già programmate fino a che non riceveranno nuove dosi;
negli Stati Uniti, la casa madre, la Hospira che ha sede nei sobborghi di Chicago, ha assicurato che le scorte potrebbero essere ripristinate nei primi mesi del 2011 e, sebbene abbia ribadito che «la ditta produce questo farmaco per migliorare o salvare una vita umana e che il suo uso va limitato esclusivamente alle indicazioni scritte sull'etichetta del farmaco», è probabile che le iniezioni letali con l'uso di Pentotal continuino come in passato;
nel frattempo, lo Stato dell'Arizona si è procurato un quantitativo di Pentotal prodotto da un'altra azienda farmaceutica in Gran Bretagna, con il quale il 25 ottobre 2010 è stata eseguita l'iniezione letale nei confronti di Jeffrey Landrigan nella prigione di Florence a Phoenix;
dopo l'esecuzione in Arizona con il farmaco letale importato dal Regno Unito, Reprieve ha intrapreso un'azione legale volta a evitare che il Pentotal britannico sia nuovamente esportato per l'esecuzione di altri detenuti americani, tra cui Ralph Baze in Kentucky e Edmund Zagorski, la cui esecuzione è stata programmata in Tennessee per l'11 gennaio 2011;
il 28 novembre 2010 Vince Cable (Secretary of State for business, innovation and skills) ha stabilito un controllo sull'esportazione del sodio tiopentale e ha anche detto che avrebbe «esplorato con la Commissione europea, il Parlamento europeo e altri Stati membri la possibilità di porre un controllo sull'esportazione di sodio tiopentale a livello europeo»;
a seguito di un'ordinanza del tribunale emessa il 5 novembre 2010, lo Stato della California ha messo agli atti il 22 novembre 2010 un documento (Defendants'

notice) in cui si riporta che il California department of corrections and rehabilitation (Cdcr) ha ordinato 521 grammi di sodio tiopentale, la cui consegna secondo il dipartimento penitenziario dovrebbe avvenire durante la settimana che inizia il 29 novembre 2010. Questo quantitativo di droga, la cui scadenza è prevista nel 2014 (lo stesso anno di scadenza del farmaco importato dal Regno Unito che è servito a giustiziare Jeffrey Landrigan in Arizona nell'ottobre 2010), molto probabilmente proviene dall'Europa e, considerato che per un'iniezione letale ne bastano 5 grammi, può essere potenzialmente usato per uccidere oltre 100 condannati a morte;
dopo la decisione del Governo britannico, la Hospira spa di Liscate rischia di essere la fonte più importante, se non l'unica, del farmaco per i penitenziari americani;
in base a una norma europea (regolamento del Consiglio (CE) n. 1236/2005), «l'esportazione di merci che non hanno nessun utilizzo pratico se non quello per la pena capitale, la tortura o altri trattamenti crudeli e inumani (...) è proibita, indipendentemente dall'origine della merce»;
pur essendo originariamente un anestetico e in quanto tale incluso nella lista dei farmaci essenziali stilata dall'Organizzazione mondiale della sanità, il Pentotal è oggi un farmaco obsoleto, che è stato ampiamente sostituito in Occidente da altre droghe più moderne ed efficaci, mentre il suo utilizzo negli Stati Uniti è ormai destinato alla sola pratica dell'iniezione letale;
oltre ai vincoli imposti dalle norme europee, esiste nel nostro Paese un ancora più stringente vincolo costituzionale, stabilito dall'articolo 27 della Costituzione e ribadito in numerose sentenze della Corte costituzionale;
nel 1996, ad esempio, la Corte costituzionale ha stabilito essere in conflitto con i principi fondamentali della Costituzione la possibilità di estradare negli Stati Uniti (Florida) un cittadino italiano (Pietro Venezia) lì sottoposto a un processo per un reato punito con la pena capitale, nonostante le assicurazioni offerte dalle autorità americane - che potevano essere considerate «sufficienti» secondo la norma sull'estradizione allora in vigore in Italia - in ordine alla mancata irrogazione o esecuzione di essa. «Il divieto contenuto nell'articolo 27, quarto comma, della Costituzione, e i valori ad esso sottostanti - primo fra tutti il bene essenziale della vita - impongono una garanzia assoluta», ha stabilito la Corte costituzionale;
in precedenza, nella sentenza n. 54 del 1979, la Corte costituzionale aveva già affermato che «deve considerarsi lesivo della Costituzione che lo Stato italiano concorra all'esecuzione di pene che in nessuna ipotesi, e per nessun tipo di reati, potrebbero essere inflitte in Italia nel tempo di pace»;
sarebbe paradossale che proprio il nostro Paese, che ha abolito la pena di morte ed è impegnata in queste settimane all'Onu per l'approvazione di una nuova risoluzione per la moratoria universale delle esecuzioni capitali, si rendesse complice di una serie di esecuzioni negli Usa,


impegna il Governo


ad assumere ogni iniziativa di competenza volta a garantire che, nel pieno rispetto delle leggi interne e delle norme europee che vietano di cooperare in qualsiasi modo alla pratica della pena capitale, della tortura o di altri trattamenti crudeli e inumani, la produzione e la vendita all'estero di sodio tiopentale da parte dell'azienda farmaceutica Hospira con sede a Liscate siano autorizzate esclusivamente per scopi medici, a tal fine prevedendo che nella licenza a produrre, sull'etichetta del farmaco e nei contratti di compravendita sia

chiaramente specificato che l'utilizzo del prodotto non è consentito per la pratica dell'iniezione letale.
(1-00508)
(Nuova formulazione) «Zamparutti, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco, Calgaro, Castagnetti, Codurelli, Mariani, Siragusa, Giulietti, Nicco, Malgieri, Ciccioli, Touadi, Boccuzzi, Braga, Bucchino, Colombo, Di Stanislao, Favia, Laratta, Mancuso, Mannino, Mantini, Zazzera, Marco Carra, Rampi, Melis, Evangelisti, Albonetti, Stefani, Della Vedova, Buonfiglio, Melandri, Di Virgilio, Fontanelli, Froner, Servodio, Gozi, Di Giuseppe, Rugghia, Sarubbi, Mosella, Motta, Villecco Calipari, Tassone».

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta scritta Girlanda n. 4-10035 del 15 dicembre 2010.

Ritiro di firme da una mozione.

Mozione Bocchino e altri n. 1-00436, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 22 settembre 2010 sono state ritirate le firme dei deputati: Moffa, Polidori, Siliquini.

Trasformazione di documenti del sindacato ispettivo.

I seguenti documenti sono stati così trasformati su richiesta dei presentatori:
interrogazione a risposta scritta Barbieri n. 4-09237 del 28 ottobre 2010 in interrogazione a risposta in Commissione n. 5-03984;
interrogazione a risposta in Commissione Nastri n. 5-03941 del 13 dicembre 2010 in interrogazione a risposta scritta n. 4-10057.

...

ERRATA CORRIGE

Interrogazione a risposta scritta Picchi n. 4-09949 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta n. 407 del 13 dicembre 2010. Alla pagina 18022, seconda colonna, dalla riga trentaduesima alla riga trentottesima, deve leggersi: «quali siano gli intendimenti del Ministro in relazione al problema della dispersione scolastica determinata da motivi religiosi e quali iniziative di competenza intenda assumere per favorire l'integrazione ed impedire che si verifichino altri eventi analoghi in futuro. (4-09949) e non «quali siano gli intendimenti del Ministro in relazione al problema della disposizione scolastica determinata da motivi religiosi e quali iniziative di competenza, intenda assumere per favorire l'integrazione ed impedire che si verifichino altri eventi analoghi in futuro. (4-09949)» come stampato.