XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di mercoledì 2 febbraio 2011

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta scritta:

SARDELLI, BELCASTRO, CALEARO CIMAN, CATONE, CESARIO, D'ANNA, GIANNI, GRASSANO, IANNACCONE, MILO, MOFFA, MARIO PEPE (IR), PIONATI, PISACANE, POLIDORI, PORFIDIA, RAZZI, ROMANO, RUVOLO, SCILIPOTI, SILIQUINI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
La Cina, leader mondiale delle esportazioni, con una produzione industriale aumentata in un anno del 25 per cento ha ribadito, in occasione del 40o anniversario delle relazioni diplomatiche con il nostro Paese, che l'Italia rappresenta uno dei più importanti partner commerciali e che intende raddoppiare entro cinque anni il volume di affari del commercio bilaterale;
l'Air Chini si sta imponendo come la compagnia aerea più redditizia in Cina e competitiva sul mercato internazionale attraverso il raggiungimento di standard mondiali nell'organizzazione, nella gestione, nel servizio, nelle operazioni e nella flotta dei velivoli;
il vettore succitato si è rivolto alla società italiana Transervis srl con sede in Puglia, la quale in considerazione dell'importante opportunità di collaborazione con il partner asiatico inerente al transito e all'esportazione e movimentazione di merci pervenute per via aera, ha inoltrato formale richiesta alla società Aeroporti di Roma al fine di ottenere uno spazio interno al sedime aeroportuale;
la società ha ottenuto il «certificato di prestatore di servizi di assistenza a terra n. 75 rilasciato dall'ENAC ma l'ADR ha negato l'accesso aeroportuale motivando che gli spazi per l'attività di handling merci si ottengono solo attraverso gara europea, costringendo così la Transervis a trovare un deposito esterno nelle immediate vicinanze dell'aeroporto, pratica peraltro già largamente in uso in altri importanti scali europei come Londra e Francoforte;
dal 1o gennaio 2007, è in vigore la procedura prevista dalla circolare n. 46/D del 12 dicembre 2006, dell'Agenzia delle dogane che, recependo il regolamento CEE del 23 maggio 2005 n. 837, consente ai vettori o a chi opera in nome e per conto degli stessi di spostare la merce in importazione direttamente presso le proprie strutture esterne e regolamenta «l'inoltro via terra degli spazi doganali aeroportuali ai luoghi di destinazione finale di merci pervenute via aerea scortate dal Manifesto Aereo (MMA) predisposto ed inviato con procedure informatizzate». In proposito la Transervis ottempera alle indicazioni contenute nella citata circolare ad eccezione della trasmissione telematica poiché l'Agenzia delle dogane era sprovvista del software adeguato, e in ossequio a quanto previsto dall'ordine di servizio n. 12 del 2009 rilasciato dall'Agenzia delle dogane, ha fatto ricorso alla normale procedura di transito comunitario;
in forza al decreto legislativo del 13 gennaio 1999, n. 18, attuativo della direttiva 96/97/CE relativa al libero accesso al mercato dei servizi di assistenza a terra negli aeroporti della comunità, l'ENAC, dopo aver sollecitato più volte il gestore aeroportuale a consentire l'utilizzo delle infrastrutture centralizzate, ha emesso in data 19 maggio 2009 l'ordinanza n. 5/2009 imponendo alla società ADR di «ottemperare con immediatezza a quanto contenuto nei punti 9.5.38 e 9.5.62 del Regolamento di Scalo», permettendo così alla società pugliese di stipulare le regolari assicurazioni e operare come handler per la compagnia Air China a far data 9 giugno 2009;
la società Argol Air Cargo ha proposto ricorso al Tar del Lazio contro Enac e

Agenzia delle dogane circa il citato ordine di servizio 12 del 2009; la IIo sezione del Tar Lazio, in data 17 dicembre, pronunciava la sentenza di accoglimento del ricorso accogliendo come principale motivazione l'assenza di strutture in esclusiva nello scalo. Nonostante tale sentenza sia stata poi sospesa dal Consiglio di Stato, in data 25 gennaio 2011, l'ADR ha inviato una lettera raccomandata alla Transervis e per conoscenza all'ENAC, alla Agenzia delle dogane e infine alla compagnia Air China. Nel testo si richiama la sentenza del Tar e si intima la società pugliese a considerare risolti con la scrivente i contratti stipulati rispettivamente in data 3 e 23 giugno 2010;
a tutt'oggi non si è a conoscenza di una iniziativa, da parte dell'autorità competente, al fine di assicurare la libera concorrenza di ogni servizio legato alle attività aeroportuali, anche negli altri scali nazionali, così da garantire una migliore efficacia ed efficienza nella gestione, conseguendo, inoltre, una considerevole riduzione dei costi attraverso l'ottimizzazione delle risorse così come già avvenuto nei principali scali comunitari -:
il comportamento posto in essere dalla società ADR appare agli interpellati irrispettoso delle norme comunitarie in termini di trasparenza e concorrenza e rischia di congiungere una posizione di monopolio della società in questione;
se il Governo sia a conoscenza delle questioni sovraesposte e se e quali iniziative intenda adottare per appurare che la società Aeroporti di Roma, tenuto conto che non esistono limitazioni per l'attività merci sullo scalo di Fiumicino, abbia operato nell'osservanza della normativa vigente in materia e in particolare delle norme contenute nel decreto legislativo 18 del 1999, e nella puntuale applicazione del regolamento di scalo.
(4-10702)

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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta orale:

ANNA TERESA FORMISANO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
si apprende da organi di stampa che nei giorni scorsi nel territorio di Cassino, in un'area adiacente ad un ospedale cittadino, è stata rinvenuta una vasta area adibita a discarica abusiva con la presenza di numerose sostanze tossiche e pericolose, quali solventi, amianto e probabilmente anche scarti medicinali;
il ritrovamento ne segue altri accertati nel recente passato e testimonia una vergognosa attività criminale di inquinamento di una grande area del territorio laziale, che da tempo viene deturpata e utilizzata come discarica abusiva per lo smaltimento di materiali e rifiuti provenienti da più parti;
è necessario un intervento urgente di bonifica e messa in sicurezza dell'intera zona interessata per ripristinare il recupero dell'ecosistema circostante e soprattutto scongiurare ripercussioni sulla salute dei cittadini, fortemente minacciata dalla presenza di materiali altamente tossici e inquinanti -:
di quali elementi dispongano i Ministri in relazione all'area interessata dai ritrovamenti inquinanti e soprattutto quanto sia stato fatto per scongiurare il pericolo per la salute dei cittadini che vivono nella zona e se non s'intenda richiedere un intervento del comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente.
(3-01437)

Interrogazione a risposta in Commissione:

TOMMASO FOTI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
diverse aziende acquistano, quasi esclusivamente da Paesi comunitari, scarti

della lavorazione del legno - attualmente qualificati come rifiuti - che costituiscono la materia prima necessaria per la attività delle stesse;
data la provenienza di detto materiale, il trasporto all'insediamento produttivo viene quasi sempre effettuato da imprese di autotrasporto non nazionali, che, in ragione delle recenti modifiche apportate al testo unico dell'ambiente, sono soggette all'iscrizione all'albo nazionale gestori ambientali;
detto albo ha assunto, in data 22 dicembre 2010, la deliberazione contenente le «Prime disposizioni applicative per l'iscrizione all'albo per il solo esercizio dei trasporti transfrontalieri nel territorio italiano di cui all'articolo 194, comma 3, come sostituito dall'articolo 17 del decreto legislativo n. 205 del 2010», che obbliga - tra l'altro - le imprese straniere interessate ad istituire una sede secondaria in Italia;
tale disposizione non risulta in vigore in alcuno degli altri Paesi della Comunità europea;
l'obbligo introdotto che, peraltro, solleva dubbi di legittimità, atteso che pare contrastare con le vigenti norme disciplinanti il mercato unico europeo, rischia seriamente di compromettere i rapporti in essere tra gli autotrasportatori stranieri e le aziende in premessa evocate, già duramente provate dalla crisi economica, che rischiano di dovere rivedere il sistema di approvvigionamenti di materia prima, con un insopportabile incremento di oneri -:
se non ritenga opportuno assumere ogni utile iniziativa volta a prevedere l'eliminazione, dalle disposizioni applicative, dell'obbligo di possedere, per le imprese di trasporto non nazionali, una sede secondaria in Italia con rappresentanza stabile.
(5-04138)

Interrogazione a risposta scritta:

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il portale della Portovesme Srl ha rilevato venerdì scorso che un camion con fumi di acciaieria partito tre giorni prima dalla Lombardia attivava il contatore geiger installato all'ingresso dello stabilimento di piombo e zinco;
identico allarme si è registrato per due camion arrivati subito dopo il che ha determinato l'intervento dei carabinieri del Noe e i tecnici dell'Arpas e tutta la zona circostante l'area di parcheggio dei tre automezzi è stata interdetta;
si tratta di mezzi provenienti dall'Alfa Acciai di San Polo, in provincia di Brescia e giunti a Portovesme, passando indenni per i porti di Genova e Porto Torres, contenenti 70 tonnellate di fumi d'acciaieria;
i tecnici dell'azienda metallurgica, nonostante le bolle di accompagnamento attestassero valori nulli di radioattività, hanno bloccato il mezzo per sottoporlo, secondo le disposizioni aziendali, a un ulteriore accertamento con un dispositivo radiometrico a mano che ha confermato che il materiale in ingresso (complessivamente settanta tonnellate) era contaminato presumibilmente da Cesio 137;
già alla fine del 2003 i carabinieri del Noe e gli 007 del Sisde, il servizio segreto civile lanciarono l'allarme che dai paesi dell'est europeo arrivano in Italia grandi quantità di rottami ferrosi, destinati alle acciaierie del nord, contenenti sostanze radioattive;
i fumi d'acciaieria, quindi, sono le polveri metalliche, altamente inquinanti e velenose, che vengono raccolte filtrando i fumi dei forni elettrici che producono acciaio dai rottami ferrosi;
che i timori siano fondati, lo prova ad esempio il fatto che il 13 gennaio del 2004 nella acciaieria Afv Beltrame di Vicenza vennero fusi rottami ferrosi contenenti

una sorgente radioattiva. Nei fumi emessi vennero accertati valori molto alti di Cesio 137. In una delle fornaci erano finiti alcuni bidoni di Cesio 137 prodotti dalla società statunitense «Ohmart corporation» di Cincinnati, nascosti in un carico di rottami di ferro spedito dalla Italrecuperi di Pozzuoli;
a questo si aggiunge l'incidente sfiorato nell'ottobre del 2007 quando un tir carico di fumi di acciaieria, usciti dalle Acciaierie Venete (ex Lucchini) di Sarezzo viene bloccato al porto di Genova perché carico di scorie radioattive;
proprio nelle scorse settimane un allarme ha riguardato un container carico di sostanze radioattive nel porto di Genova -:
se e quali misure di controllo sui container si stiano predisponendo nei porti ed in particolare in quello di Genova;
se e quali misure di controllo siano state predisposte nei confronti del materiale destinato alle acciaierie;
se il Governo non ritenga di costituirsi parte civile nei confronti dell'Alfa Acciai;
se e quali azioni si stiano adottando in merito alla definizione di procedure in caso di rinvenimento di rilevamento di sostanze radioattive.
(4-10697)

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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

TRAPPOLINO. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
con decreto del 30 gennaio 2009 la direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici dell'Umbria ha imposto un vincolo indiretto ai sensi dell'articolo 45 del decreto legislativo n. 42 del 2004 nell'area limitrofa alla chiesa di San Nicola al Monte Orvietano e alla badia San Nicola in comune di Ficulle (Tr);
la direzione regionale ha ritenuto necessario «prescrivere distanze, misure ed altre norme dirette ad evitare che sia messa in pericolo l'integrità dei beni culturali immobili denominati Chiesa di S. Nicola al Monte Orvietano e Badia di S. Nicola al Monte, ne sia danneggiata la prospettiva o la luce o ne siano alterate le condizioni di ambiente e decoro». Ciò in ragione del fatto che le due costruzioni «rivestono singolarmente e nel loro insieme interesse pubblico particolarmente importante sotto il profilo storico-architettonico» per cui il vincolo appare necessario al fine di garantire «una piena azione di salvaguardia delle caratteristiche di prospettiva, luce, decoro per la pubblica godibilità dei detti beni»;
i beni - già in precedenza tutelati - «appartengono alla Badia di San Nicola al Monte Orvietano, conosciuta anche come Abbazia di san Niccolò, il cui fondatore e restauratore fu, nel secolo XI, San Romualdo dell'Ordine benedettino. Il camaldolese Magister Gratiano nei primi anni del XII secolo rivestì l'abito monacale nell'Abbazia; fu illustre giurista e fondatore del diritto canonico con il suo Decretum Graziani»;
«La Chiesa - spiega il dispositivo della Direzione Regionale - è del tipo a sala, a navata unica, con portale gotico; il costruito della Badia, invece, è stato trasformato in case coloniche. Tale complesso di edifici storici conserva ancora immutato il proprio rapporto con la campagna circostante, come una unica entità, esempio purtroppo ormai molto raro di continuità spaziale e visiva. Ne scaturisce, quindi, un ambito visuale di interesse culturale meritevole della massima tutela»;
la relazione si chiude precisando la finalità principale del provvedimento: «conservare l'ambiente della «Chiesa di San Nicola al Monte Orvietano» e della

«Badia di San Nicola al Monte« favorendone la fruizione e completandone la tutela»;
la Chiesa di San Nicola al Monte Orvietano e la badia San Nicola versano oggi in condizioni di preoccupante degrado strutturale, tale da compromettere, in assenza di interventi conservativi, l'integrità dei beni citati, il cui valore storico, architettonico e paesaggistico è stato opportunamente riconosciuto dal Ministero per i beni e le attività culturali attraverso il vincolo sopra menzionato -:
se, oltre all'apposizione del vincolo indiretto, il Ministro intenda affrontare la questione del degrado strutturale dei beni storici in oggetto attraverso un apposito provvedimento, e individuando specifiche risorse, tali da contribuire all'avvio di un primo e fondamentale intervento conservativo.
(5-04145)

SPOSETTI e LOLLI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
la regione Lazio con delibera di giunta n. 149 del 13 marzo 2009, approvava, ai fini dell'attuazione dell'Attività II.5 del POR «Interventi per la valorizzazione e la promozione dei Grandi Attrattori Culturali», la scheda attuativa contenente i dettagli relativi al contenuto tecnico delle operazioni cofinanziabili, alle spese ammissibili, alle procedure amministrative, tecniche e finanziarie. La stessa delibera prevedeva l'istituzione di una specifica commissione tecnica con l'obiettivo di elaborare i piani di valorizzazione dei grandi attrattori culturali (GAG) e di valutare e selezionare le proposte progettuali da ammettere a finanziamento. All'attuazione degli interventi per la promozione dei grandi attrattori culturali veniva assegnata una somma pari a euro 35.000.000;
con la determinazione 1588 del 4 giugno 2009 veniva approvato il documento tecnico «Valutazione e selezione delle proposte progettuali relative ai grandi attrattori Culturali - griglia dei punteggi», la commissione tecnica, nominata con decreto del presidente della regione n. T0474 del 2 luglio 2009, nella seduta del 30 ottobre 2009, approvava le graduatorie delle proposte progettuali pervenute relative a ciascun GAG;
con determinazione n. D1107 del 12 marzo 2010 veniva approvato il quadro degli interventi per ciascun GAG con le specifiche articolazioni attuative, il loro costo complessivo ammissibile e il contributo concedibile per le venti proposte progettuali selezionate come ammissibili e finanziabili; con successive comunicazioni la direzione regionale competente invitava i comuni interessati ad incontri di approfondimento delle prescrizioni contenute nelle schede tecniche relative alla proposte progettuali selezionate nell'ambito dei piani di valorizzazione dei Gac. Tra i progetti approvati figurava la proposta progettuale «Vivi gli etruschi. Un nuovo sistema territoriale per la valorizzazione e promozione del patrimonio archeologico e paesaggistico dell'Alto Lazio» relativa al parco archeologico di Vulci;
successivamente la legge regionale n. 3 del 2010 prevedeva all'articolo 1, commi 29-31, la realizzazione di interventi infrastrutturali nelle scuole attraverso l'adozione di un programma straordinario per la messa in sicurezza degli edifici scolastici e per l'innovazione delle strutture. A tal fine, il comma 31, secondo periodo, prevedeva che, ad integrazione delle risorse già stanziate dal primo periodo del medesimo comma, «il Presidente della Regione, con proprio decreto, provvede ad assegnare ulteriori risorse a seguito delle economie e/o rimodulazioni derivanti dal POR FESR 2007-2013 per un importo pari ad euro 35 milioni»;
la regione Lazio, soggetto attuatore della Programmazione comunitaria POR FESR, in qualità di autorità di gestione, secondo quanto riferito dal viceministro dell'economia e delle finanze, onorevole Vegas il giorno 27 ottobre 2010 in risposta all'interrogazione parlamentare n. 5-03464, avrebbe dovuto perseguire la

realizzazione delle finalità espresse e specificate nel Programma e il raggiungimento di livelli di spesa atti a superare al termine di ogni anno il target di spesa sufficiente ad evitare il disimpegno automatico delle risorse impegnate sul bilancio comunitario. Inoltre, sempre secondo il viceministro eventuali modificazioni avrebbero dovuto seguire un preciso percorso negoziale con l'Amministrazione nazionale competente (la direzione generale per la politica regionale unitaria comunitaria del citato dipartimento per le politiche di sviluppo e coesione) e con i servizi della Commissione europea. In questo percorso negoziale, concludeva il viceministro, si sarebbe dovuta prevedere la partecipazione attiva del comitato di sorveglianza che, in base ai regolamenti comunitari, deve approvare le eventuali proposte di modificazioni motivatamente avanzate dall'autorità di gestione;
la giunta regionale del Lazio, senza svolgere alcuna preventiva e necessaria consultazione con gli enti interessati e senza concordare eventuali modalità di attuazione dei progetti appronti relativi ai Grandi Attrattori Culturali, con la proposta n. 810 del 19 gennaio 2011 ha revocato la DGR n. 149 del 13 marzo 2009 e tutti i successivi atti amministrativi;
il provvedimento, che secondo l'interrogante parrebbe viziato da nullità e illegittimità per difetto di motivazione, genericità e contraddittorietà rischia di produrre gravi danni al comune di Montalto di Castro, individuato nella convenzione sottoscritta il 12 maggio 2008 fra il Ministero per i beni e le attività culturali, la regione Lazio, la provincia di Viterbo per l'esercizio coordinato e integrato delle attività di valorizzazione e di fruizione del patrimonio culturale del parco archeologico di Vulci, quale soggetto concessionario dei beni immobili di pertinenza dello Stato esistenti nell'area del Parco archeologico di Vulci;
nella delibera di revoca della DGR n. 149 del 13 marzo 2009 non è stata espressa alcuna congrua valutazione ed argomentazione tale da motivare l'esistenza «mutamento della situazione di fatto e di una nuova valutazione dell'interesse pubblico originario» giacché resta del tutto assente qualsiasi richiamo ad istruttorie, indagini, atti e provvedimenti resi per sostenere il rispetto dell'articolo 21-quinquies della legge n. 241 del 1990;
per quanto riguarda la proposta progettuale relativa al parco di Vulci «Vivi gli etruschi. Un nuovo sistema territoriale per la valorizzazione e promozione del patrimonio archeologico e paesaggistico dell'Alto Lazio» non è stata svolta alcuna preventiva e necessaria consultazione con le istituzioni coinvolte tesa a definire gli effetti della revoca e le ricadute che la stessa avrebbe avuto in riferimento alla Convenzione sopra citata;
le incertezze conseguenti alla approvazione della delibera di giunta di revoca della DGR n. 149 del 13 marzo 2009, oltre a determinare una grave confusione istituzionale rischiano di compromettere il progetto di sviluppo e la stessa esistenza del Parco archeologico di Vulci;
il comune di Montalto di Castro non riuscirà infatti da solo a garantire la continuità degli impegni assunti nella convenzione e a gestire un patrimonio tanto ampio quanto articolato. Non sarà in grado di adottare, con le sue limitate risorse, le necessarie iniziative di valorizzazione del Parco;
in assenza di un quadro di riferimento certo il Parco di Vulci vedrebbe ridotta drasticamente la propria attività. Quel ricco patrimonio di conoscenze e di qualificate risorse umane accumulate in circa quindici anni di attività rischierebbero di essere disperse -:
quali iniziative, per quanto di competenza, intenda intraprendere per garantire la piena attuazione della Convenzione e per favorire tutti quegli interventi tesi ad assicurare la salvaguardia e la valorizzazione del Parco archeologico di Vulci.
(5-04153)

TESTO AGGIORNATO AL 22 FEBBRAIO 2011

DIFESA

Interrogazione a risposta scritta:

CHIAPPORI e STUCCHI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
la compagnia aeronautica italiana (C.A.I.) effettua servizi per conto dell'amministrazione dello Stato -:
quali siano i servizi di trasporto affidati alla C.A.I.;
quali gli importi complessivi riconosciuti alla stessa nell'ultimo quinquennio, suddivisi anno per anno.
(4-10694)

TESTO AGGIORNATO ALL'8 MARZO 2011

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:

MARIANI e SCARPETTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il raddoppio ferroviario della tratta Pistoia-Montecatini, inserita nella linea Pistoia-Lucca-Viareggio-Pisa è un'opera strategica per la modernizzazione del territorio regionale, costituendo il collegamento tra aree densamente urbanizzate e la costa, per il trasporto di passeggeri e merci, anche nell'ottica di un alleggerimento del traffico su gomma;
il raddoppio della Pistoia-Lucca si inserisce nella programmazione nazionale tra le infrastrutture prioritarie e il potenziamento e raddoppio della linea Pistoia-Lucca-Viareggio-Pisa, e in particolare del secondo binario nella tratta Pistoia-Montecatini, è stato inserito come intervento prioritario nel piano regionale della mobilità e della logistica;
la realizzazione dell'opera di cui trattasi, riducendo le interferenze tra i convogli ferroviari, comporterà considerevoli vantaggi per i pendolari e per chi, comunque, utilizza abitualmente il treno, in quanto garantirà un maggior numero di vettori, regolarità nei flussi, meno soppressioni e una riduzione dei tempi di percorrenza;
il costo complessivo del raddoppio Pistoia-Lucca è stato stimato in 257 milioni di euro; per il raddoppio della tratta Pistoia-Montecatini Terme, in particolare, la spesa prevista è di 116 milioni di euro. Nel novembre del 2008 il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, la regione Toscana e le Ferrovie dello Stato hanno firmato un protocollo d'intesa per definire il percorso volto all'individuazione delle risorse necessarie a finanziare e realizzare le opere. In tale sede si è stabilito che dei 116 milioni necessari alla realizzazione del raddoppio sulla tratta Pistoia-Montecatini, 70 milioni sarebbero stati stanziati dalla regione Toscana, mentre i rimanenti 46 milioni sarebbero stati assicurati da Rete ferroviaria italiana;
nel novembre del 2010, nell'ambito di un'audizione in Commissione ambiente e lavori pubblici, l'amministratore delegato di Rete ferroviaria italiana S.p.A, ingegner Michele Mario Elia, ha confermato che nello schema di aggiornamento 2009 del contratto di programma 2007-2011 per la gestione degli investimenti ferroviari tra Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e Rete ferroviaria italiana S.p.A., sono previste risorse per 70 milioni di euro a carico della regione Toscana, mentre «le ulteriori risorse sono state richieste nel documento relativo alle «Opere Programmatiche nel fabbisogno di competenza dell'anno 2011». Tale formulazione non elimina il dubbio che le risorse a carico di Rete ferroviaria italiana siano tuttora di incerta individuazione e potrebbero non essere stanziate con conseguente gravissimo danno, oltre che per gli utenti, per la regione Toscana, che perderebbe le risorse comunitarie a causa del mancato rispetto delle scadenze temporali prescritte;

l'incertezza sul mantenimento degli impegni economici a carico di Rete ferroviaria italiana è avvalorata dal contenuto della relazione consegnata dall'ingegner Elia nella suddetta audizione, nella quale tra l'altro si legge: «La situazione finanziaria per la futura programmazione degli investimenti si presenta critica particolarmente per i prossimi anni. Continuano, infatti, a non trovare copertura gli interventi definiti improcrastinabili, cioè quelli di manutenzione straordinaria (annualità 2010 e 2011) e quelli legati al Piano della Sicurezza definito dall'Agenzia Nazionale della Sicurezza Ferroviaria... che necessitano, nel periodo 2010-2013, di un fabbisogno medio annuo pari a circa 950 milioni di euro (di cui 860 milioni/anno per la sola manutenzione straordinaria della rete e degli impianti). Si tratta di un fabbisogno prioritario per esigenze irrinunciabili, essendo destinato al rinnovo o alla sostituzione delle infrastrutture ferroviarie, al fine di mantenerne o migliorarne affidabilità, sicurezza e produttività. A quanto sopra si aggiunge la manovra finanziaria 2010 che, ai sensi della legge n. 122 del 2010, ha previsto la riduzione definitiva delle dotazioni finanziarie di cassa iscritte a legislazione vigente per gli anni 2011 e seguenti per un importo complessivo di 922 milioni di euro. Ciò comporterà, inevitabilmente, una pari riduzione delle risorse di competenza sulle opere in corso. La conseguenza di quanto descritto è l'ulteriore contrazione degli investimenti con conseguenti flessioni nella capacità realizzativa e allungamento dei tempi di ultimazione delle opere, incidendo anche sulla situazione già critica relativa alla disponibilità di risorse per la manutenzione straordinaria» -:
se non reputi opportuno fornire le opportune garanzie sul reperimento delle risorse a carico di Rete ferroviaria italiana, per la realizzazione dell'opera ferroviaria di cui trattasi, in particolare della tratta Montecatini-Pistoia, anche in considerazione del grave rischio per la regione Toscana di perdere le risorse comunitarie già dalla medesima impegnate.
(5-04137)

Interrogazioni a risposta scritta:

MAGGIONI, MONTAGNOLI, TORAZZI, BITONCI e STUCCHI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il Governo conduce un'azione meritoria di contrasto all'evasione e all'elusione fiscale;
la riscossione delle somme evase e/o eluse è affidata alla società Equitalia spa -:
quali siano i dati, complessivi e divisi regione per regione, delle somme emesse al ruolo e dell'effettivo incasso anche attraverso procedure coattive, con riferimento all'ultimo quinquennio.
(4-10682)

MAGGIONI, MONTAGNOLI, TORAZZI, BITONCI e STUCCHI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la società Equitalia spa effettua per conto dello Stato e degli enti locali l'attività di riscossione delle imposte e dei tributi -:
quale sia allo stato il bilancio di previsione, annuale e pluriennale, della società Equitalia spa, anche alla luce sia dei contributi pubblici, sia delle aumentate entrate della società stessa a fronte degli incrementi dell'attività presente e futura;
quali siano i dati complessivi e dettagliati dei bilanci consuntivi dell'ultimo quinquennio.
(4-10685)

TORAZZI, MONTAGNOLI, MAGGIONI, REGUZZONI e BITONCI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
secondo quanto riportato da organi di informazione nazionali, in alcune regioni del Mezzogiorno l'evasione fiscale raggiunge livelli allarmanti -:
quali siano i dati statistici in possesso del Ministero dell'economia e delle finanze

e dell'Agenzia delle entrate, complessivi e divisi per regioni e per tipologie di imposte evase;
quale sia l'organico dell'Agenzia delle entrate regione per regione.
(4-10686)

MONTAGNOLI, TORAZZI, MAGGIONI e BITONCI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il prezzo della benzina è in constante e continuo aumento il costo del carburante ancora oggi subisce dei balzelli imposti negli anni da varie leggi -:
quale sia l'utilizzo esatto di tali risorse così suddivise:
a) 1,90 lire per la guerra in Abissinia del 1935;
b) 14 lire per la crisi di Suez del 1956;
c) 10 lire per il disastro del Vajont del 1963;
d) 10 lire per l'alluvione di Firenze del 1966;
e) 10 lire per il terremoto del Belice del 1968;
f) 99 lire per il terremoto del Friuli del 1976;
g) 75 lire per il terremoto dell'Irpinia del 1980;
h) 205 lire per la missione in Libano del 1983;
i) 22 lire per la missione in Bosnia del 1996;
l) 39 lire per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004;
il Governo non ritenga di abrogare tali norme e i relativi contributi.
(4-10688)

TORAZZI, MAGGIONI, MONTAGNOLI, CHIAPPORI e BITONCI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il numero delle aziende gestite da cittadini stranieri è in continuo aumento;
notizie di stampa ne segnalano le ripetute violazioni delle norme sul lavoro, contributive e fiscali -:
quale percentuale del totale delle imprese rappresentino quelle gestite da cittadini stranieri;
quale sia la percentuale delle imprese italiane controllate;
quale sia la percentuale delle imprese «straniere» controllate;
quali siano le percentuali nelle due categorie risultate inadempienti rispetto ai controlli in termini di violazioni accertate e in termini di volume dell'evasione fiscale e contributiva rispetto alle norme previste dalla legge;
quali azioni intenda assumere il Ministro per impedire, ove sia accertata una significativa differenza nei dati concernenti le imprese straniere, questa deriva.
(4-10690)

MONTAGNOLI, MAGGIONI, REGUZZONI, DESIDERATI e BITONCI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
negli ultimi anni si sono verificati in vari enti locali situazioni di dissesto finanziario;
organo di controllo delegato per legge alla verifica di tali enti è la Corte dei conti territorialmente competente -:
quale sia il numero delle verifiche e dei provvedimenti suddivisi per regione fatte nell'ultimo quinquennio.
(4-10693)

ROSSA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la legge 3 agosto 2004, n. 206, «Nuove norme in favore delle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice» non ha ancora trovato un vera e completa attuazione;

sono stati presentati al riguardo numerosi atti parlamentari volti a sollecitare il Governo ad intervenire per venire incontro ad alcune delle legittime istanze dei familiari delle vittime e dei superstiti: ordine del giorno 3778/30 e ordine del giorno 3778/7 del 19 novembre 2010, ordine del giorno 2936-A/179 e ordine del giorno 2936-A/75 del 16 dicembre 2009, ordine del giorno 1713/14 del 23 novembre 2008 per citarne alcuni;
il Governo si è più volte impegnato di fronte al Parlamento, alle associazione in sede di tavoli tecnici e all'opinione pubblica, si veda per esempio la riformulazione del dispositivo finale proposto dal Sottosegretario alla Giustizia, senatore Giacomo Caliendo, alla mozione n. 302 del 18 novembre 2010 approvata all'unanimità al Senato: "Impegna il Governo a proseguire la promozione ed il sostegno di ogni iniziativa volta a rimuovere ostacoli che impediscono alle vittime del terrorismo e ai loro familiari di accedere ai diritti loro riconosciuti, in base a quanto già previsto dalla legislazione vigente, onde riaffermare, mediante la piena ed attuale efficacia delle norme, i princìpi che sono alla base della legge 3 agosto 2004, n. 206; inoltre il Governo si impegna a valutare le proposte di modifica legislativa e le osservazioni dell'AIVITER e dell'Unione familiari vittime per stragi;
ad oggi i problemi sono rimasti insoluti;
nella disposizione per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria per il 2010) la ripartizioni del gettito dello scudo fiscale disponeva 181 milioni nel 2010 (113 nel 2011 e 60 nel 2012) da destinare a interventi di carattere sociale e socio-economico per alcune categorie tra cui le vittime del terrorismo -:
se e come siano stati utilizzati i 181 milioni di euro previsti dalla legge finanziaria per il 2010.
(4-10703)

...

GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta in Commissione:

CONTENTO e LEHNER. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
i quotidiani nazionali del 2 febbraio 2011, hanno dato ampio risalto alla notizia della perquisizione domiciliare e addirittura personale disposta dalla procura di Roma ai danni di una giornalista de Il Giornale rea di aver pubblicato un articolo circa un procedimento disciplinare radicato, in passato, avanti il Consiglio superiore della magistratura nei confronti del pubblico ministero Ilda Boccassini;
in particolare, gli articoli hanno descritto la situazione, a dir poco umiliante, cui è stata sottoposta la cronista;
si tratta di un atto difficilmente giustificabile alla luce della situazione in cui versava l'interessata al momento della perquisizione domiciliare e tanto più grave se disposto dal pubblico Ministero procedente senza alcuna considerazione circa le condizioni in cui versava la giornalista, a letto all'interno della camera sita nella propria abitazione, e senza alcuna considerazione in relazione al diritto di cronaca che improntava, comunque, l'operato della cronista -:
se non ritenga di disporre un'ispezione presso l'ufficio giudiziario competente allo scopo di acquisire ogni opportuno elemento anche ai fini di un'eventuale iniziativa di carattere disciplinare.
(5-04152)

Interrogazioni a risposta scritta:

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro delle infrastrutture e dei

trasporti, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
in relazione alla grave situazione di sovraffollamento delle carceri, il Consiglio dei ministri del 13 gennaio 2010 ha deliberato un piano straordinario penitenziario dichiarando lo stato di emergenza nazionale fino al 31 dicembre 2010 (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 13 gennaio 2010, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 23 del 29 gennaio 2010); termine poi prorogato con decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri in data 12 gennaio 2011;
il 19 marzo 2010 è stata emanata l'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri che ha dettato nuove disposizioni urgenti di protezione civile dirette a fronteggiare la situazione di emergenza conseguente al sovraffollamento penitenziario. Il provvedimento prevede, in particolare, che il capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, nominato commissario delegato per «l'emergenza carceri», debba predisporre entro 30 giorni un apposito piano di interventi, indicandone i tempi e le modalità di attuazione. L'ordinanza istituisce un comitato di indirizzo e controllo presieduto dal Ministro della giustizia, cui spetta l'approvazione del piano nonché la vigilanza sull'azione del commissario delegato;
la citata ordinanza prevede: a) all'articolo 1, comma 3, che per la realizzazione degli interventi di sua diretta competenza, il commissario delegato si avvale del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria del Ministero della giustizia e richiede ogni necessaria collaborazione alle amministrazioni periferiche dello Stato ed agli enti pubblici locali territoriali e non territoriali; b) all'articolo 1, comma 4, che il commissario delegato nomina uno o più soggetti attuatori per essere coadiuvato nell'attuazione delle disposizioni dirette alla realizzazione del piano straordinario penitenziario, affidando ai medesimi specifici settori di intervento; c) all'articolo 1, comma 5, che il commissario delegato, sentito il capo del dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri, determina con proprio provvedimento il compenso da riconoscere ai soggetti attuatori di cui al comma 4, con oneri a carico delle risorse di cui al successivo articolo 3 dell'ordinanza, ciò in relazione al profilo professionale ed alle mansioni che gli vengono attribuite; d) all'articolo 1, comma 6, che la vigilanza sull'azione del commissario delegato spetta ad un comitato di indirizzo e controllo presieduto dal Ministro della giustizia (o da un suo delegato) e composto dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti (o da un suo delegato) e dal capo del dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri (o da un suo delegato); e) all'articolo 1, comma 7, che il commissario delegato, per il necessario supporto nelle attività di sua diretta competenza, è autorizzato a stipulare fino ad un massimo di venti contratti a tempo determinato ovvero a collaborazione a progetto, sulla base di criteri di scelta di carattere fiduciario; f) all'articolo 1, comma 8, che il commissario delegato determina, con provvedimento, i compensi da riconoscere ai soggetti di cui all'articolo 1, comma 7;
l'articolo 21, comma 1, della legge 18 giugno 2009, n. 69, recante «Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile», ha previsto l'obbligo delle amministrazioni di pubblicare sui propri siti Internet, in attuazione dei principi di trasparenza e di buona amministrazione, i curricula vitae, i dati relativi alle retribuzioni e i recapiti istituzionali dei dirigenti (nonché le informazioni inerenti i tassi di assenza e di presenza del personale di ciascun ufficio dirigenziale) -:
chi siano i soggetti attuatori nominati dal commissario delegato per l'emergenza carceri sulla base dell'articolo 1, comma 4, dell'ordinanza 19 marzo 2010 del Presidente del Consiglio dei ministri;
a quanto ammonti il compenso dei soggetti attuatori nominati dal commissario

delegato per l'emergenza carceri sulla base del citato articolo 1, comma 4, e quali siano i profili professionali e le mansioni svolte da ciascuno di essi;
quanti contratti a tempo determinato e/o a progetto abbia stipulato il commissario delegato per l'emergenza carceri sulla base dell'articolo 1, comma 7, della citata ordinanza;
a quanto ammonti, con riferimento ai predetti contratti a tempo determinato e/o a progetto, il compenso determinato per ciascun soggetto dal commissario delegato per l'emergenza carceri sulla base dell'articolo 1, comma 8, della citata ordinanza;
se non intenda inserire sul sito ufficiale del Ministero della giustizia, sulla base dei principi di trasparenza e di buona amministrazione di cui alla legge n. 69 del 2009, i dati curriculari e quelli relativi alla retribuzione dei soggetti attuatori nominati dal commissario delegato per l'emergenza carceri sulla base dell'articolo 1, comma 4, di cui all'ordinanza 19 marzo 2010 del Presidente del Consiglio dei ministri;
se non intenda inserire sul sito ufficiale del Ministero della giustizia, sulla base dei principi di trasparenza e di buona amministrazione sanciti dalla legge n. 69 del 2009, i dati curriculari e quelli relativi alla retribuzione dei soggetti con i quali il commissario delegato per l'emergenza carceri ha stipulato contratti a tempo determinato ovvero di collaborazione a progetto (ex articolo 1, comma 7, di cui all'ordinanza 19 marzo 2010 del Presidente del Consiglio dei ministri).
(4-10675)

REGUZZONI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il tribunale di Busto Arsizio dal 2007 ha una nuova sede ove sono ubicati gli uffici giudiziari e con tale sforzo economico, da parte dell'amministrazione comunale, si è voluto dare ai cittadini del territorio bustese - una zona a forte vocazione imprenditoriale -, una struttura più fruibile e maggiormente efficiente che potesse consentire, ancor di più, la tutela, da parte di ciascuno, dei propri diritti;
la stampa locale ha più volte affrontato il tema e descrive una situazione del tribunale di Busto Arsizio, da un lato confortante per il riconosciuto impegno degli operatori (i dati confermano che, nonostante la forte carenza di organico, gli uffici giudiziari bustesi sono tra i più efficienti del Paese), dall'altro lato preoccupante, per i tempi delle inchieste e dei procedimenti sia penali che civili, che sono molto dilatati nel tempo, con le gravi conseguenze che essi comportano soprattutto per il mondo imprenditoriale in un territorio a forte vocazione produttiva ove è ubicato inoltre uno degli aeroporti più importanti d'Italia e dell'Europa;
tale dato è confermato dagli stessi provvedimenti del presidente del tribunale di Busto Arsizio, dottor Antonio Mazzeo, il quale, nonostante le scoperture del personale di ruolo pari a ben il 31 per cento, a cui vanno aggiunte le percentuali di personale part-time, ha assicurato l'apertura degli uffici giudiziari (cancellerie) al pubblico, ma ha limitato gli orari sia per la sede centrale, che per le sedi distaccate di Gallarate e Saronno, con le evidenti ripercussioni sul territorio;
da ultimo lo stesso procuratore generale presso la corte di appello di Milano, dottor Manlio Minale ha sottolineato, durante la recente inaugurazione dell'anno giudiziario, le gravi carenze in tema di organico, sia degli operatori giudiziari, che dei magistrati inquirenti, al punto che, senza le applicazioni da altre sedi, la procura della Repubblica risulta composta da un solo sostituto procuratore;
appare alquanto urgente un immediato intervento al fine di consentire al tribunale di Busto Arsizio di funzionare in modo efficiente ed efficace -:
quali urgenti interventi di competenza il Ministro della giustizia intenda assumere, anche in relazione all'immediata ricostituzione dell'organico degli

operatori giudiziari, per consentire sia al tribunale di Busto Arsizio che alla procura della Repubblica del medesimo tribunale, di svolgere il ruolo che costituzionalmente è assegnato a detti organi giudiziari.
(4-10678)

...

INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:
in data 14 gennaio 2011, pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale del 27 gennaio 2011, sono stati emanati i seguenti decreti del Ministro delle infrastrutture e trasporti con i quali si dispone: «Imposizione di oneri di servizio pubblico sulle rotte Cagliari-Milano Linate e viceversa, Cagliari-Bologna e viceversa, Cagliari-Torino e viceversa, Cagliari-Verona e viceversa, Olbia-Napoli e viceversa, Olbia-Bologna e viceversa, Olbia-Genova e viceversa, Olbia-Palermo e viceversa, Olbia-Firenze e viceversa, Alghero-Roma Fiumicino e viceversa, Alghero-Venezia e viceversa, Alghero-Bari e viceversa, Tortolì-Roma Fiumicino e viceversa, Tortolì-Milano Linate e viceversa» (Decreto n. 11); «Imposizione di oneri di servizio pubblico sulle rotte Alghero-Milano Linate e viceversa, Cagliari-Roma Fiumicino e viceversa, Olbia-Roma Fiumicino e viceversa, Olbia-Milano Linate e viceversa» (Decreto 12); «Imposizione di oneri di servizio pubblico sulle rotte Cagliari-Firenze e viceversa, Cagliari-Napoli e viceversa, Cagliari-Palermo e viceversa, Olbia-Verona e viceversa, Alghero-Bologna e viceversa, Alghero-Torino e viceversa (Decreto n. 13);
in data 7 settembre 2010 è stato sottoscritto il Protocollo di intesa per la continuità territoriale aerea da e per la Sardegna tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, l'Ente nazionale per l'aviazione civile (ENAC) e la regione autonoma della Sardegna;
nei giorni 11 marzo 2010, 25 marzo 2010, 21 maggio 2010 e 8 giugno 2010 si sono tenute le riunioni della conferenza di servizi;
di tali procedure e adempimenti la Camera dei deputati non è stata informata nonostante precisa richiesta in tal senso formulata in occasione del dibattito avvenuto presso la IX Commissione a seguito del quale è stata approvata la risoluzione conclusiva n. 8-00064;
i decreti prevedono che i servizi aerei di linea relativi alle rotte tra gli aeroporti della Sardegna e i principali nazionali e viceversa, siano sottoposti ad oneri di servizio pubblico;
gli oneri di servizio pubblico di cui all'articolo 1 del decreto del 14 gennaio 2011 diverranno obbligatori dal 27 marzo 2010;
i vettori comunitari, secondo quanto disposto dai decreti, che intendono operare i servizi aerei di linea sulle rotte indicate all'articolo 1 dei decreti, in conformità degli oneri di servizio pubblico previsti dai decreti stessi, senza corrispettivo finanziario, devono presentare alla regione Sardegna, per ogni singola rotta, l'accettazione del servizio secondo le modalità indicate nell'allegato al decreto;
nel caso in cui, nessun vettore abbia dichiarato alla regione Sardegna la propria intenzione di istituire, a decorrere dalla data di entrata in vigore degli oneri di servizio pubblico di cui all'articolo 1 dei decreti, servizi aerei di linea sulle rotte, senza corrispettivo finanziario, il diritto di effettuare i servizi aerei di linea sulle rotte sopra dette, tra gli aeroporti della Sardegna e i principali nazionali e viceversa, sarà concesso, ai sensi dell'articolo 16 paragrafo 9 e paragrafo 10 del regolamento (CE) 1008/2008, ad un unico vettore, tramite gare pubbliche, per un periodo

di tre anni, secondo la procedura prevista dall'articolo 17 del regolamento (CE) 1008/2008;
i decreti prevedono che la regione Sardegna sia incaricata di esperire le gare di cui all'articolo 3, comma 2, di pubblicare sul proprio sito internet www.regione.sardegna.it i bandi di gara ed il testo dell'imposizione e di fornire informazioni e mettere a disposizione a titolo gratuito la documentazione correlata alle gare e agli oneri di servizio pubblico;
gli oneri di servizio pubblico di cui all'articolo 1 diventano obbligatori a decorrere dal 27 marzo 2011;
nei decreti del 14 gennaio 2011 risultano evidenti alcune macroscopiche discriminazioni che costituiscono non solo la palese violazione di principi di equità e di libero mercato, ma penalizzano in modo grave lo sviluppo economico della Sardegna e violano il diritto alla mobilità tra l'ambito nazionale-europeo e quello da e per la Sardegna;
la continuità territoriale si inserisce, infatti, nel quadro più generale di garanzia dell'uguaglianza sostanziale dei cittadini e di coesione di natura economica e sociale, promosso in sede europea;
il trasporto, infatti, se da un lato, si configura come attività di tipo economico, dall'altro, come elemento essenziale del «diritto alla mobilità» previsto all'articolo 16 della Costituzione, costituisce un servizio di interesse economico generale e, quindi, tale da dover essere garantito a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro dislocazione geografica;
risultano evidenti tali discriminazioni in tutte le rotte proposte dove si registra in taluni casi una differenza pari al doppio delle tariffe tra cittadini residenti e non residenti e in alcuni casi quasi il triplo;
in particolar modo si registrano:
a) discriminazioni rilevanti tra residenti e non residenti;
b) scostamenti rilevanti rispetto alla lunghezza della tratta;
c) assenza totale di proporzionalità tra la lunghezza delle tratte e la tariffa imposta;
risultano totalmente disattese le indicazioni votate all'unanimità dalla Commissione trasporti della Camera dei deputati che aveva impegnato il Governo:
«ad avviare un immediato confronto per ridefinire, nell'ambito della conferenza di servizi che il Presidente della Regione Sardegna è stato delegato ad istituire e presiedere dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, la disciplina della continuità territoriale, superando quella vigente, che risulta inadeguata sia sotto il profilo concettuale che sotto quello dei servizi e dei costi, per pervenire a un modello di continuità territoriale intesa come un fattore di riequilibrio di condizioni permanenti di svantaggio derivanti dall'insularità e di garanzia del diritto alla mobilità per i territori svantaggiati, tenendo conto anche di quanto previsto dalla legge 5 maggio 2009, n. 42, in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione;
ad assumere le appropriate iniziative per definire e attuare una continuità territoriale che, tenga conto, oltre che degli effetti del processo di liberalizzazione del mercato del trasporto aereo, anche dei seguenti obiettivi:
a) favorire l'individuazione di un maggior numero di voli e di rotte aeree da e per la Sardegna che consenta, nel contesto dello sviluppo potenziale della domanda, di avere più operatori sulla stessa rotta;
b) favorire la possibilità di determinare, sulla base del principio di riequilibrio legato alle condizioni insulari della Sardegna, di una tariffa massima a cui si applichi il regime degli oneri di servizio pubblico, applicando, come parametro, le condizioni più favorevoli del costo ferroviario;

c) favorire la possibilità, per tutte le compagnie aeree di poter viaggiare sulle rotte di collegamento con gli aeroporti della Sardegna, proponendo, nell'ambito di una situazione di concorrenza, ribassi rispetto alla tariffa massima prestabilita in relazione agli oneri di servizio pubblico;
d) ad assumere le appropriate iniziative volte a verificare, con i competenti organismi comunitari e nel rispetto della normativa dell'Unione europea e degli indirizzi stabiliti dalla Commissione europea, la possibilità di estendere il regime di continuità territoriale a tutti i cittadini, in ottemperanza al principio di non discriminazione riaffermato dalla decisione della Commissione n. 2007/332/CE, del 23 aprile 2007, e, nell'ambito delle competenze attribuite ai singoli soggetti istituzionali dalla normativa vigente, a prevedere che a tutti i cittadini residenti nel territorio nazionale ed europeo che intendano effettuare voli da e per la Sardegna sia applicata la tariffa sottoposta ad onere di servizio pubblico, in modo da garantire il rispetto del principio di riequilibrio territoriale in relazione all'insularità della regione;
e) a proporre una puntuale definizione delle competenze dello Stato e della Regione Sardegna relativamente alla continuità territoriale, in relazione al trasferimento alla regione Sardegna delle funzioni in materia, disposto dall'articolo 1, comma 837, della legge 29 dicembre 2006, n. 296, con la contestuale individuazione delle risorse necessarie per l'esercizio di tali funzioni;
f) ad assumere le opportune iniziative per sollecitare gli enti competenti in materia di vigilanza sul trasporto aereo a comunicare tempestivamente alle compagnie aeree, le nuove e più basse tariffe di trasporto aereo per i cittadini residenti in Sardegna, applicabili a seguito delle risultanze emerse dall'istruttoria effettuata da ENAC in merito alla revisione delle tariffe prevista dal paragrafo 5.6. dell'Allegato del decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti del 5 agosto 2008, al fine di rimuovere in tempi rapidi ogni ostacolo alla corretta attuazione della continuità territoriale da e per la Sardegna;
g) ad assumere le opportune iniziative per promuovere, nei limiti delle competenze in materia delegate alla regione Sardegna e del mantenimento degli attuali costi ricadenti sul bilancio dello Stato, la revisione, anche in ragione dell'impegno assunto dal rappresentante del Governo nelle dichiarazioni rese presso la IX Commissione (trasporti, poste e telecomunicazioni) in data 29 ottobre 2009, delle condizioni di trasporto dei passeggeri che necessitano della barella, in particolare per quanto riguarda la tariffa agevolata;
le tariffe onerate risultano modificate con un sensibile aumento, in contrasto con quanto comunicato dal Governo nella seduta della Commissione trasporti del 29 ottobre del 2009, quando furono annunciate formalmente le nuove tariffe passando da euro 49,00 a euro 41,00 per Roma Fiumicino e da 59,00 a euro 50,00 da e per (Milano Linate) comprensive di IVA ed al netto delle tasse ed oneri aeroportuali;
le tariffe previste nell'imposizione dell'onere del servizio pubblico risultano ad avviso degli interpellanti prive di qualsiasi razionalità considerato che:
a) la tratta Cagliari-Bologna per i non residenti costa 87 euro, mentre la tratta Cagliari-Roma sempre per i non residenti costa 98 euro, appare evidente che Roma essendo più vicina a Cagliari sarebbe dovuta costare meno e non molto di più rispetto alla tratta con Bologna;
b) la tratta Cagliari-Milano sempre per i non residenti costa 136 euro a fronte della tratta Cagliari-Verona più lunga che costa 87 euro, ben 49 euro in meno;
c) la tratta Alghero-Roma per i non residenti costa 99 euro, sempre da Alghero per Milano, tratta quasi doppia 95 euro, quattro euro in meno per una percorso quasi doppio;

d) le tratte per Roma da Alghero, da Cagliari, da Olbia, da Tortolì costano sempre 46 euro per i residenti, quando le stesse tratte vengono esercitate per i non residenti subiscono aumenti indiscriminati e irrazionali, basti pensare che la tratta Olbia-Roma per i non residenti costa 65 euro, la tratta Alghero Roma 98 euro (33 euro in più), e la Cagliari-Roma 99 euro, 34 euro in più di Olbia e un euro in più di Alghero);
e) le tratte Tortolì-Roma per i non residenti costano 87 euro, la stessa cifra per fare la tratta doppia verso Milano;
il Governo relativamente al regime fiscale gravante sulla stessa continuità territoriale e la richiesta di uno sgravio conseguente alla condizione insulare della Sardegna, rispondendo ad atto di sindacato ispettivo del primo firmatario di tale interpellanza aveva affermato: «relativamente alle iniziative dirette ad un diverso regime fiscale sulle tariffe dei voli sardi, si conferma la disponibilità del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ad esaminare la questione di concerto con il dicastero competente» -:
se non ritenga il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti di revocare i decreti relativi alla continuità territoriale aerea per la Sardegna al fine di riesaminare i contenuti stessi alla luce della risoluzione parlamentare in materia di trasporto aereo da e per la Sardegna;
se non ritenga, alla luce delle incongruenze rilevate in questi stessi atti, di valutare l'esigenza improcrastinabile di estendere la tariffa onerata anche ai cittadini europei in transito da aeroporti italiani verso la Sardegna al fine di evitare tariffe discriminatorie che riequilibrino lo svantaggio insulare della regione;
se non ritenga di dover immediatamente attivare le procedure per definire con maggior puntualità le tariffe a base dell'imposizione dell'onere del servizio pubblico considerato che nemmeno un anno fa il Governo aveva comunicato al Parlamento tariffe sensibilmente più basse di quelle indicate nei decreti;
se non ritenga di dover attivare un supplemento di istruttoria considerato che la stessa regione Sardegna ha ritenuto di dover chiedere il blocco dell'efficacia dei decreti;
se non ritenga, di concerto con i Ministri competenti, di valutare l'esigenza di definire uno sgravio fiscale per gli scali sardi proprio in funzione della coesione e del riequilibrio insulare di cui la Sardegna ha diritto;
se non ritenga di dover assumere le necessarie iniziative dirette a prevedere una proroga dei termini del 27 marzo per la cessazione degli oneri di servizio pubblico prorogandoli per il tempo strettamente necessario a definire la nuova proposta di continuità territoriale per la Sardegna.
(2-00954)
«Pili, Murgia, Nizzi, Porcu, Vella, Testoni, Bonciani, Germanà, Tommaso Foti, Ghiglia, Vincenzo Antonio Fontana, Speciale, Garagnani, Holzmann, Ceroni, Pizzolante, Lainati, Mistrello Destro, Torrisi, Vitali, Saltamartini, Stanca, Formichella, Simeoni, Piso, Lehner, Ventucci, Renato Farina, Dell'Elce, Picchi, Antonione, Catanoso, Nola, Gottardo, Dima, Pianetta, De Angelis, Scalera, Stasi, Cattaneo, Luciano Rossi, Barbieri, Carlucci, Aprea, Sbai, Scelli, Nastri, Gava, Iapicca, Centemero, Cazzola, Antonino Foti, Castellani, Bocciardo, Nirenstein, Girlanda, Di Virgilio, Leo, Abelli, Mazzuca, Armosino, Stradella, Vessa, Garofalo, Tortoli, Palmieri, Mariarosaria Rossi, Minardo, Biancofiore, Gioacchino Alfano, Barani, De Luca, De Corato, Lorenzin, Di Cagno Abbrescia, Del Tenno, Aracri, Aracu, Bernardo, Milanese, Osvaldo Napoli, Bertolini».

Interrogazione a risposta in Commissione:

MARCO CARRA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il sindaco di Mantova, in una intervista rilasciata alla Gazzetta di Mantova il 30 gennaio 2011, con riferimento alla scelta di realizzare la tangenziale ovest, quale elemento di congiunzione tra le tangenziali sud e nord, ha fatto esplicito riferimento alla eventualità che tale infrastruttura venga finanziata anche da contributi nazionali;
la proposta avanzata dal sindaco di Mantova confligge con gli atti che l'amministrazione comunale di Mantova ha approvato secondo i quali la predetta infrastruttura sarà realizzata attraverso lo strumento del «project financing» -:
se il Ministro interrogato sia al corrente di tale intenzione, se abbia ricevuto formale richiesta di finanziamento e se sia già stato predisposto un fondo specifico per la tangenziale ovest di Mantova considerato che nel bilancio di previsione del comune di Mantova si prevede un investimento di 60 milioni di euro a fronte dei 40 milioni di euro dichiarati dal sindaco nell'intervista citata.
(5-04144)

Interrogazioni a risposta scritta:

MONTAGNOLI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
lungo la direttrice Verona-Rovigo l'unico collegamento oggi previsto è della strada statale 434 che a tutt'oggi a distanza di più di 30 anni dalla sua costruzione, manca ancora del collegamento terminale con la città di Verona;
all'interno dei piani finanziari Anas è inserita l'opera di completamento per un valore di circa 50 milioni di euro, purtroppo ad oggi mai finanziati -:
se il Ministro interrogato, in considerazione delle molteplici problematiche territoriali, non ritenga di inserire tale opera tra le priorità del Governo.
(4-10689)

LO MONTE, COMMERCIO, LATTERI, LOMBARDO e MISITI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
con la prossima approvazione da parte della società Stretto di Messina Spa, concessionaria per l'opera, del progetto definitivo che verrà predisposto dal general contractor «Eurolink» entro il prossimo mese di marzo 2011, si è giunti ad un passo dalla fase esecutiva della realizzazione del ponte sullo Stretto;
il progetto definitivo sarà successivamente inviato al CIPE dalla società Stretto di Messina Spa;
il Ministro per le infrastrutture e i trasporti in più occasioni ha annunciato che entro il corrente anno partiranno i lavori dell'opera;
i territori siciliano e calabrese, interessati alla costruzione del Ponte, vivono una grave situazione di crisi economica ed occupazionale -:
quali iniziative il Ministro interrogato abbia intenzione di porre in essere per garantire che venga data risposta alle aspettative territoriali nell'ambito della realizzazione dell'opera relativamente al coinvolgimento di imprese, professionisti e manodopera del territorio ed alla collaborazione con le università delle due regioni.
(4-10695)

...

INTERNO

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
punto prioritario dell'azione del Governo in carica è il contrasto alla criminalità

organizzata di qualsivoglia matrice e, in ragione di ciò, sono stati raggiunti risultati eccezionali sia sotto il profilo della repressione criminale sia sotto quello dell'arresto di numerosissimi latitanti, molti dei quali inseriti nell'elenco dei 30 latitanti più pericolosi;
nell'ambito di tale azione di Governo, è stata istituita l'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ai sensi del decreto-legge n. 4 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 50 del 2010), posta sotto la vigilanza del Ministro interrogato (articolo 1, comma 2);
detta azione di vigilanza, specie alla luce delle modifiche introdotte dal decreto-legge n. 187 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 217 del 2010, ha natura di vigilanza giuridica e non solo politica;
il contrasto alla criminalità organizzata richiede anche interventi di natura sociale ed economica, e principalmente l'abbattimento di quel sistema «pseudoculturale» che costituisce l'humus al cui interno la criminalità si alimenta e prolifera;
con particolare riguardo alla Calabria, notoriamente caratterizzata da forti tassi di disoccupazione giovanile, è assolutamente necessario ai fini di cui sopra, come ripetutamente affermato dagli esponenti del Popolo della Libertà anche nel corso delle recenti campagne elettorali nazionali e regionali, che le assunzioni si correlino al merito espresso dai candidati e non ad amicizie, relazioni, clientele, eccetera;
recentemente, presso la citata Agenzia nazionale si sarebbe svolta la selezione a mezzo di procedura comparativa per il conferimento di quattro incarichi di collaborazione coordinata e continuativa ad esperti in ambito giuridico-legale ed economico aziendale (tre dei quali per la sede principale di Reggio Calabria ed uno per la sede secondaria di Roma);
come previsto dall'articolo 1 del disciplinare di selezione collegato al bando pubblicato dalla stessa Agenzia in data 14 ottobre 2010, «La figura professionale richiesta dovrà essere funzionale e idonea a svolgere attività professionale diretta alla soluzione delle problematiche giuridico-legali ed economico-aziendali relative alle attività di amministrazione e destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. L'incaricato dovrà, in particolare: redigere testi, relazioni su problematiche giuridico-legali ed economico-aziendali legate all'attività istituzionale dell'Agenzia; analizzare gli affari legali con conseguente predisposizione di memorie da inoltrare all'Avvocatura dello Stato, per gli adempimenti conseguenti a difesa delle ragioni erariali; redigere rapporti di analisi sulla gestione e valorizzazione dei beni e processi aziendali e dei beni immobili a vocazione produttiva sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, anche ai fini della tutela e dello sviluppo dei livelli occupazionali; redigere analisi di fattibilità tecnico-economica e valutazione degli investimenti; controllare le gestioni societarie anche attraverso la verifica dell'attendibilità dei bilanci, conti, scritture, e ogni altro documento contabile; predisposizione di atti transattivi. I soggetti individuati dovranno svolgere l'incarico affidatogli garantendo continuità, flessibilità e reperibilità, anche grazie all'impiego di strumenti tecnologici e a visite presso gli uffici dell'Agenzia, a seconda delle necessità. Dovrà inoltre garantire la propria presenza in occasione di eventuali urgenze o esigenze straordinarie in relazione ad esigenze di particolare rilievo»;
come si legge all'articolo 4, la valutazione risulta affidata ad «una Commissione giudicatrice, appositamente nominata, formata da tre membri ed un segretario», che provvederà alla selezione «attraverso l'esame del curriculum e un colloquio»;

il punteggio massimo complessivo per ogni candidato risulta fissato in 100, di cui 40 per il curriculum (20 per i titoli culturali e 20 per le esperienze professionali) e 60 per il colloquio;
i titoli culturali dovranno consistere in «attestazioni dottorati di ricerca, specializzazioni post-laurea o master presso istituzioni universitarie autorizzate al rilascio di titoli di studio aventi valore legale, in materie pertinenti a quelle sulle quali verterà l'incarico di collaborazione con l'Agenzia» mentre le esperienze professionali dovranno riguardare le attività «di supporto specialistico giuridico-legale ed economico-aziendale in amministrazioni ed enti pubblici, compresa l'Agenzia, anche in sede di stage e/o tirocinio formativo svolto nei cinque anni antecedenti la data di scadenza per la presentazione delle domande di partecipazione alla presente procedura comparativa», «professionale forense o di dottore commercialista, nei cinque anni antecedenti la data di scadenza per la presentazione delle domande di partecipazione alla presente procedura comparative» e «altri titoli e attestazioni di studio, culturali e professionali che il candidato ritiene di esibire, purché pertinenti alle materie sulle quali verterà l'incarico di collaborazione con l'Agenzia»;
nel bando di selezione non sono indicati i criteri di valutazione (e il peso ponderale ai fini del punteggio) dei singoli titoli culturali e delle singole esperienze professionali, con la conseguente illegittimità della procedura nel caso in cui detti criteri non siano stati individuati dalla Commissione giudicatrice prima di aver avuto conoscenza dei curricula prodotti dai candidati;
tale assenza di indicazione e/o individuazione dei criteri appare ancor più opaca ove si pensi al preponderante peso sul punteggio complessivo attribuito al colloquio orale;
a quanto risulta agli interpellanti diversi candidati avrebbero prodotto curricula notevolmente migliori (sia sotto il profilo dei titoli culturali, ad esempio con la previsione di un dottorato di ricerca, che sotto il profilo delle esperienze professionali, ad esempio con il riferimento ad un significativo esercizio della professione forense) rispetto a quelli prodotti dai vincitori;
per quanto risulta agli interpellanti i colloqui orali dei candidati, svoltisi a Roma e per la maggior parte in un solo giorno, avrebbero avuto una durata di pochi minuti e, conseguentemente, non sarebbero stati in sé idonei ad una corretta e approfondita valutazione dei candidati stessi (a maggior ragione ove si pensi, come già sopra evidenziato, al preponderante peso dell'esito del colloquio ai fini del punteggio complessivo);
le segnalate opacità meritano un approfondimento da parte del Ministro, stante il preminente interesse a che l'attività dell'Agenzia venga sempre caratterizzata dal massimo della trasparenza ed a che vengano evitati comportamenti rilevanti non solo sul piano dell'illegittimità;
detto approfondimento, a tacere di quanto pubblicato nei mesi scorsi dal quotidiano «Libero», appare ancor più necessario alla luce di altro bando di selezione dell'Agenzia, segnatamente quello del 10 novembre 2010 (per il conferimento di un incarico di consulenza ad esperto in ambito bancario e finanziario), nel quale si prevede all'articolo 4 che «la valutazione verrà effettuata insindacabilmente dal Direttore dell'Agenzia attraverso l'esame del curriculum», così venendo meno in via assoluta le garanzie proprie di una commissione giudicatrice;
come pubblicato sulla stampa, tra i candidati posizionatisi in graduatoria entro l'ottavo posto rientrano, tacendo di altri con significative vicinanze politiche, il dottor Falcomatà, cognato del consigliere regionale del Partito Democratico onorevole Naccari (già assessore regionale della giunta Loiero) ed il dottor Neri, collega di studio del dottor Falcomatà;
su «Il quotidiano della Calabria» veniva pubblicato l'articolo riportante

un'intervista rilasciata dal prefetto Morcone, con la quale questi, sostituendosi riferiva di taluni passaggi concernenti le procedure oggetto dell'interrogazione;
ad opinione degli interroganti in modo del tutto singolare, il prefetto Morcone si doleva del fatto che i senatori presentatori di una interrogazione sul punto non gli avessero telefonato («sarebbe bastata una telefonata»), così mostrando di ignorare che le istituzioni interloquiscono per atti formali e che l'istituto del sindacato ispettivo è l'unico strumento utilizzabile con trasparenza dai parlamentari per fini conoscitivi;
nel corso dell'intervista, il prefetto Morcone, senza nulla dire in merito al bando del 10 novembre 2010, affermava, con esclusivo riferimento al bando del 14 ottobre 2010, che i criteri e l'iter seguiti erano pubblici e che i candidati, dopo la prova di inglese, avevano sostenuto prima un esame di gruppo (in numero di 10) al fine di verificare la loro capacità relazionale e poi un esame singolo;
alla luce dell'intervista del prefetto Morcone, giova ribadire che una cosa è indicare i titoli valutabili (titoli culturali ed esperienze professionali) ed il relativo punteggio e cosa ben diversa è stabilire, prima della conoscenza dei singoli curricula, il punteggio da attribuire ai singoli titoli culturali (ad esempio, voto di laurea o dottorato di ricerca) ed alle singole esperienze professionali (ad esempio, durata e qualità dell'esercizio della professione forense);
una cosa è indicare il punteggio dell'esame orale cosa ben diversa è stabilire le modalità di svolgimento dell'esame ovvero il peso ai fini del punteggio che deve attribuire alla prova di inglese rispetto a quella più specificamente attinente alle materie effetto di incarico;
nel bando di selezione del 14 ottobre 2010 non era previsto alcun esame di gruppo né era indicato il requisito della capacità relazionale come elemento di valutazione dell'esame orale;
pertanto, l'aver proceduto all'esame di gruppo e l'aver valutato la «capacità relazionale» costituisce un vulnus ulteriore alla legittimità della procedura indicata nel bando;
peraltro, la valutazione dei candidati non può che essere affidata ad esperti della specifica materia -:
quali siano i nominativi dei vincitori della selezione di cui al bando del 14 ottobre 2010 per il conferimento di quattro incarichi di collaborazione coordinata e continuativa ad esperti in ambito giuridico-legale ed economico aziendale;
quali siano i curricula prodotti dai vincitori della selezione e quelli prodotti dagli altri candidati;
quali siano i nominativi dei componenti della commissione giudicatrice;
se la commissione giudicatrice, prima di conoscere i curricula dei candidati, abbia provveduto ad individuare i criteri per la valutazione (e relativo punteggio) dei singoli titoli culturali e delle singole esperienze professionali di cui ai curricula prodotti dai candidati;
in quanti giorni si siano svolti i colloqui orali e, in particolare, quanti colloqui si siano svolti al giorno e la loro relativa durata;
come il Ministro valuti l'aver proceduto ad un esame orale di gruppo al fine di verificare la capacità relazionale dei candidati con particolare riferimento alla legittimità della procedura;
quali titoli avessero i componenti della commissione giudicatrice per procedere all'esame di lingua inglese e alla valutazione della capacità relazionale e nel caso in cui detti titoli non fossero sufficienti, se non ritenga, anche sotto tale profilo, che la procedura sia viziata da illegittimità;
se le prove orali (inglese, esame di gruppo ed esame singolo) si siano svolte garantendo la necessaria pubblicità ovvero, con specifico riguardo alla prova di

inglese ed all'esame singolo, si siano svolte senza la presenza degli altri candidati;
se, nel caso in cui gli esami orali si fossero svolti senza la presenza degli altri candidati, non ritenga, anche sotto tale profilo, che la procedura sia viziata da illegittimità;
se, nell'ambito dei poteri di vigilanza e sempre che si siano verificate le indicate anomalie, il Ministro non intenda richiamare l'Agenzia, in via di autotutela, all'annullamento della procedura ovvero ad avvalersi della clausola prevista dall'articolo 7 del citato disciplinare di selezione;
se, sempre nell'ambito dei poteri di vigilanza, non intenda richiamare l'Agenzia, in via di autotutela, all'annullamento del bando del 10 novembre 2010 per il conferimento incarico di consulenza ad esperto in ambito bancario e finanziario ovvero per la modifica dello stesso nel senso di prevedere che la valutazione dei curricula, similarmente a tutti i bandi emessi dall'Agenzia, venga affidata ad una commissione giudicatrice e non al giudizio insindacabile del direttore dell'Agenzia;
quali iniziative intenda adottare per evitare in futuro che l'azione dell'Agenzia, con particolare riguardo alle assunzioni a tempo determinato (previste dal decreto-legge n. 187 del 2010), possano ulteriormente peccare della necessaria e dovuta trasparenza.
(2-00955)
«Traversa, Pittelli, Dima, Golfo, Versace, Cazzola, Vignali, Migliori, Toccafondi, Mottola, Giammanco, Vincenzo Antonio Fontana, Barani, De Luca, Girlanda, Soglia, Castellani, Bocciardo, Abelli, Antonino Foti, Gibiino, Ghiglia, Tommaso Foti, Bonciani, Di Cagno Abbrescia, Rampelli, Palmieri, Garofalo, Minardo, Pugliese, Lorenzin, Santelli, Saltamartini, Calderisi, Bianconi».

Interrogazione a risposta in Commissione:

ZUCCHI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nel luglio 2010 il consiglio comunale di Borgarello (Pavia) adottava un piano urbanistico attuativo per la realizzazione di un centro commerciale: 217 mila metri quadrati di superficie, 50 mila dei quali edificati e per un costo globale di circa 110 milioni di euro;
della realizzazione di un centro commerciale delle dimensioni sopraesposte si parlava in provincia di Pavia e nel comune di Borgarello da più di dieci anni e solo la sostanziale contrarietà al progetto del territorio aveva impedito che si addivenisse ad una risposta positiva in tutti questi anni;
il sindaco del comune di Borgarello (Pavia), Giovanni Valdes, è stato arrestato in data 21 ottobre 2010, con l'accusa di turbativa d'asta, in relazione a fatti connessi con indagini sulla criminalità organizzata; tale indagine, svolta dalla procura di Milano, ha interessato in modo pesante la provincia di Pavia, ipotizzando una presenza della 'ndrangheta piuttosto significativa, con diramazioni nelle istituzioni;
in seguito il sindaco di Borgarello si è dimesso, ma la procedura amministrativa per la realizzazione del centro commerciale ha proseguito il suo cammino anche dopo che nel comune si è insediato il commissario prefettizio; nella conferenza dei servizi dello scorso 24 gennaio 2011, il progetto del centro commerciale è stato assentito dalla regione Lombardia e dal comune di Borgarello, ma ha ricevuto il netto parere contrario della provincia di Pavia;
in particolare il voto contrario della provincia di Pavia espresso con forza dal presidente Poma è stato espresso a seguito di un consiglio provinciale tenutosi il 21 gennaio nel quale, all'unanimità, è stata approvata una mozione che invitava la provincia ad esprimersi contrariamente;

come risulta evidente dalla cronologia brevemente riassunta un progetto di così ampia portata, ma, per anni, avversato dal territorio, si trova ora, nella delicata fase della sua possibile approvazione, affidata alla decisione di un'istituzione priva della legittimazione che deriva dal voto popolare -:
se non si ritenga che una decisione di tale portata economica e politica, ambientale e sociale, non sia in contrasto con i compiti e le funzioni che la legge assegna ai commissari prefettizi, cioè la gestione amministrativa ordinaria, anche in considerazione della peculiarità della situazione del comune citato, mentre secondo l'interrogante sarebbe stato preferibile attendere l'elezione di un nuovo sindaco e di un nuovo consiglio comunale;
se e in che modo intenda intervenire per verificare il corretto comportamento del commissario prefettizio e quali eventuali iniziative di competenza intenda porre in essere in relazione alla situazione descritta in premessa.
(5-04143)

Interrogazioni a risposta scritta:

DI PIETRO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
dai primi metronotte che si aggiravano in bicicletta nelle vie dei centri urbani, le guardie particolari giurate sono lo strumento più capillare di controllo offerto ai cittadini;
il disagio che da anni investe la categoria delle guardie particolari giurate (GPG), diventata ormai un vero corpo al servizio dei cittadini e, molto spesso, utile alle forze dell'ordine, riguarda il mancato riconoscimento di una specifica funzione che ne attesti uno specifico status giuridico;
le guardie particolari giurate prestano la loro opera di vigilanza presso enti pubblici e privati, sono ormai figure di spicco nelle attività commerciali di cui il cittadino è utente: banche, supermercati, ospedali, centri commerciali, aeroporti, trasporto valori;
la disciplina vigente in materia di sicurezza privata risale ad un vecchio regio decreto del 1931, il riconoscimento della qualifica di «incaricato di pubblico servizio» è stato un passo importante, anche se molto piccolo, scaturito dalla diversificazione dei compiti assegnati a questa categoria di lavoratori i quali, sempre più spesso, stanno integrando le forze dell'ordine nel controllo degli obiettivi sensibili quali le strutture aeroportuali e portuali, gli uffici pubblici, le strutture sanitarie e così via;
le mutevoli e svariate condizioni d'impiego delle guardie particolari giurate e le continue richieste di una maggiore sicurezza in alcuni settori privati e della pubblica amministrazione rendono la legislazione in materia soggetta a continue modifiche, ciò che genera vuoti normativi e lascia all'interpretazione personale di prefetti e questori la soluzione dei continui quesiti sollevati; non univoco risulta l'orientamento della Corte di cassazione;
attualmente, al livello giuridico, la figura delle guardie particolari giurate si può collocare a metà strada tra il privato cittadino e gli agenti delle numerose forze di polizia presenti sul territorio;
il riconoscimento di servizio di pubblica utilità, inserito di recente nel testo unico di pubblica sicurezza non consente, agli istituti di vigilanza, l'utilizzo dei sistemi di segnalazione visiva ed acustica di emergenza, per reprimere e contrastare il reato contro il patrimonio - si ricorda che l'80 per centro del denaro nel nostro Paese viene trasportato dalle guardie particolari giurate - né alle guardie particolari giurate è riconosciuto alcun potere, di nessun genere, questione che, ad avviso dell'interrogante, risulta inaccettabile a fronte dei compiti che oggi lo stesso Stato affida loro;
la guardia particolare giurata, come si evince dalla definizione, al momento del rilascio dei titoli effettua un giuramento di

fedeltà al Capo dello Stato e alle sue leggi, il medesimo che prestano gli appartenenti alle forze dell'ordine e armate nonché tutti coloro che devono esercitare delle pubbliche potestà -:
se ed in quale modo intenda provvedere al fine di realizzare un riconoscimento giuridico di status, poteri e funzioni nei confronti della categoria indicata.
(4-10671)

ROSATO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il corpo nazionale dei vigili del fuoco ha sempre corrisposto con impegno straordinario, in termini qualitativi e quantitativi, alle attese dei cittadini in tutti i compiti di prevenzione, vigilanza e soccorso tecnico urgente cui esso è preposto per legge e cui si trova quotidianamente a intervenire su richiesta di soggetti pubblici e privati;
un elemento di spicco del personale dei vigili del fuoco è rappresentato dalla particolare capacità di porre in primo piano i compiti istituzionali, così da diventare uno dei principali punti di riferimento certi per la popolazione, il che implica che la valorizzazione del personale del Corpo è ormai divenuta condizione necessaria al fine di mantenere gli standard operativi e di rafforzare la qualità del servizio reso ai cittadini;
a fronte dei rilevanti compiti di sicurezza e di tutela della pubblica incolumità, ripetutamente e unanimemente riconosciuti come insostituibili, i vigili del fuoco non vedono tuttavia riconosciuto, sia sotto il profilo retributivo sia sotto quello pensionistico, un trattamento economico assimilabile a quello di cui beneficia il personale degli altri corpi dello Stato compresi nel comparto sicurezza, con cui pure condivide i doveri;
in particolare, è tuttora gravissimo che l'indennità di volo della componente aerea dei vigili del fuoco non sia stata equiparata al resto dei corpi dello Stato dotati di aeromobili, in particolare della Polizia di Stato e del Corpo forestale dello Stato, nonostante i Vigili del fuoco italiani siano stati i primi civili in Italia dopo l'Aeronautica militare a portare soccorso con elicotteri, tanto che nel 1954 e fino agli anni 70 la Polizia di stato volava con i loro osservatori a bordo degli aeromobili dei vigili stessi;
la palese disparità richiamata è stata più volte messa in evidenza con interrogazioni e atti di indirizzo politico nonché tramite la presentazione di proposte di legge di iniziative parlamentare. In particolare, oltre a proposte provenienti dallo schieramento del centrosinistra - si pensi all'interrogazione a risposta scritta 4-03301 presentata dalla Onorevole Zanella il 17 aprile del 2007 (XV Legislatura) ovvero alla proposta di legge C. 3587 presentata il 30 giugno 2010 dall'onorevole Rosato e altri - vi è anche progetto di legge specificamente dedicato presentato da esponenti del centrodestra onorevole Catanoso Genoese, presentata alla Camera dei deputati il 10 giugno 2010) nonché un ordine del giorno accolto proprio dal governo attualmente in carica (atto camera 9/1857/24, presentato dall'onorevole Rosato il 26 novembre 2008);
nonostante le dichiarazioni di intenti e le numerose prese di posizione, nulla è stato fatto, una situazione sempre più grave se si considera il fatto che le attività prestate dai vigili del fuoco sono caratterizzate da una identità funzionale pressoché perfetta per quanto riguarda le finalità di pubblica sicurezza e difesa e conservazione del patrimonio boschivo dagli incendi rispetto alle altre forze dell'ordine nonostante permanga una disparità di trattamento retributivo ormai del tutto ingiustificabile, poiché l'indennità ha una natura provvisoria e non pensionabile e viene configurata come indennità accessoria rispetto alla normale retribuzione, e per ciò stesso corrisposta al di fuori dello stipendio e con diversi mesi di ritardo rispetto al periodo un cui l'attività è stata effettivamente svolta;

l'indennità di volo per i vigili del fuoco prevista dal decreto del Presidente della Repubblica n. 269 del 18 maggio 1987 che contempla una copertura equiparata a quella prevista per il personale di volo della Polizia di Stato e del Corpo forestale dello Stato non è ancora stata riconosciuta e che il decreto del Presidente della Repubblica n. 314 del 23 dicembre 2002 relativo al nuovo inquadramento economico, alle posizioni economiche e ai profili professionali del personale aeronavigante dei vigili del fuoco è stato attuato solo in maniera parziale e del tutto insufficiente per i profili che qui rilevano;
al personale dei vigili del fuoco - siano essi piloti ovvero specialisti di vari gradi - non vengono inoltre corrisposte, le indennità accessorie a quelle di volo, quali indennità di aeronavigazione articolo 5 della legge n. 78 del 1983, le indennità supplementari articolo 13 della legge n. 78 del 1983 di pronto intervento aereo, di istruttore di volo e di specialità, l'indennità per allievi piloti articolo 14 della legge 78 del 1983, l'indennità di volo oraria articolo 1 S - tabella 5t della legge n. 78 del 1983, i compensi per collaudi articolo 13 della legge n. 78 del 1983 e che, inoltre, tale sperequazione è resa ancor più evidente se si considera che al personale aeronavigante degli altri Corpi dello Stato l'indennità di volo è corrisposta in maniera nettamente superiore, applicandosi alla stessa il meccanismo della maggiorazione cosiddetto di «trascinamento»;
per motivi del tutto analoghi a quelli testé presentati, recentemente è stato effettuato un ricorso al tribunale amministrativo regionale per il Lazio da una maggioranza significativa dei soggetti direttamente interessati dalla disparità di trattamento appena ricordata, al fine di ottenere, in via di diritto, il riconoscimento del medesimo inquadramento economico e giuridico previsto per le Forze armate e per le forze di polizia;
assommando tutto ciò ad altre discriminazioni che caratterizzano la mancata parificazione, di fatto l'operatore aereonautico percepisce mensilmente una cifra considerevolmente minore rispetto agli appartenenti agli altri corpi dello Stato, sempre a parità di anzianità di servizio il che determina, oltre ad una disparità inaccettabile, anche un esodo di professionisti e specialisti formati dallo Stato, un grande spreco di denaro pubblico investito per le professionalità dei tecnici al servizio dello Stato -:
se non ritenga che sia doveroso riconoscere al personale dei vigili del fuoco le stesse indennità previste per gli altri corpi dello Stato, considerato che le funzioni e le responsabilità nello svolgimento dei propri compiti sono le medesime e che il decreto del Presidente della Repubblica n. 269 del 18 maggio 1987 prevede una copertura equiparata, facendo sì che l'indennità di volo mensile sia pagata nello stipendio e resa quindi pensionabile ed avvenga l'estensione delle indennità di volo della polizia di Stato al personale elicotterista dei vigili del fuoco medesimi.
(4-10672)

TOUADI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la mattina del 29 settembre 2010 un gruppo di cittadini, comitati ed ex-lavoratori manifestano di fronte al municipio XIII di Roma per chiedere una soluzione per la riapertura del teatro del Lido di Ostia che da più di due anni e mezzo, nonostante le rassicurazioni delle istituzioni, ha chiuso i battenti con ripercussioni gravi sui lavoratori e sulla cittadinanza;
la manifestazione non è stata oggetto di comunicazione ma evidentemente pacifica tanto che i promotori della protesta sono accolti dal presidente del municipio ed invitati a partecipare ai lavori della commissione deputata alla stesura della delibera che ha per oggetto il teatro del Lido e che, di lì a poco, il consiglio dovrà votare;
i lavori della commissione sono presenziati da due agenti di polizia in borghese,

circostanza tale da suscitare le proteste di un consigliere che a verbale dichiara inaccettabile la presenza di un agente di pubblica sicurezza all'interno di un organo istituzionale in fase deliberativa;
redatta di concerto la delibera - che sarà poi approvata unanimemente dalle forze politiche, a testimonianza della assenza di conflitto sulla vertenza in questione - i rappresentanti dei comitati abbandonano temporaneamente il municipio in attesa dell'inizio della seduta del consiglio in cui sarebbe avvenuta la votazione;
rientrando per assistere ai lavori, presso il varco esterno di ingresso ai locali che ospitano la sala conciliare, è presente un individuo in borghese che si identifica come agente di polizia chiedendo a chiunque intenda assistere ai lavori - manifestanti, come semplici cittadini - di mostrare i documenti. Essendo prassi quanto meno insolita, non tutti accettano. Successivamente invece, come consuetudine, tutti coloro che intendono assistere alla seduta consiliare consegnano i documenti agli agenti di polizia municipale posti all'ingresso dell'Aula per essere segnalati in una apposita lista;
nei giorni scorsi tutte le persone registrate per assistere alla seduta del consiglio municipale il 29 settembre vengono convocate presso il commissariato di Ostia per procedere alla rilevazione delle impronte digitali e alle foto segnaletiche in quanto indagate per i «fatti accaduti c/o il Municipio XIII in data 29/09/2010» e denunciate in qualità di promotori di una manifestazione non preavvisata (articolo 18 T.U.L.P.S). Fra di essi ci sono alcuni membri del comitato cittadino per il teatro del Lido così come cittadini presenti quel giorno in municipio ad assistere alla seduta per tutt'altre ragioni. Di particolare rilevanza appare la circostanza secondo la quale non tutte le persone che risultano denunciate rilasciarono i propri estremi all'agente di polizia posto all'ingresso esterno del palazzo del municipio, mentre invece tutti consegnarono i documenti, come prassi, ai vigili urbani prima dell'ingresso in Aula. Tutto ciò lascia presupporre che gli agenti di pubblica sicurezza, per procedere con gli inviti a comparire di cui sopra, abbiano usufruito della lista redatta dagli agenti di polizia municipale per tutt'altro scopo -:
se il Ministro non ravveda l'opportunità di chiarire l'esatta dinamica dei fatti, i metodi adottati nella circostanza segnalata dal commissariato di Ostia e comunque le cause che hanno portato al coinvolgimento di cittadini presenti presso il municipio XIII di Roma per ragioni non ascrivibili ai fatti contestatigli;
se il Ministro non intenda adottare tutti i provvedimenti necessari per tutelare i diritti dei cittadini implicati nella vicenda.
(4-10701)

...

ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta scritta:

GIANNI FARINA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
l'interrogante ha presentato ben altre tre interrogazioni riguardati l'affaire dell'istituto paritario Diomede Carafa di Ariano Irpino (Avellino) contraddistinte dai n. 4-06546 del 17 marzo 2010, 4-07053 del 4 maggio 2010 e 4-07370 del 26 maggio 2010;
nelle interrogazioni si evidenziavano le carenze culturali dell'istituto, il numero esiguo degli studenti frequentanti e degli insegnanti presenti, come rilevato dal sito dell'istituto stesso, che dopo l'interrogazioni, a quanto consta all'interrogante, è stato oscurato;
si chiedeva di verificare le presenze degli studenti e se le insegnanti fossero regolarmente retribuite, o se si accontentassero

di svolgere la loro opera senza retribuzione, pur di acquisire punteggi;
si chiedeva inoltre se il Ministro non intendeva verificare se la titolare della ditta individuale che gestisce l'istituto Diomede Carafa, tale Cecilia Majello, avesse i requisiti per essere definita preside o dirigente scolastico e se, ai sensi della legge 10 marzo 2000, n. 62, articolo 1, comma 6, il Ministero non dovesse accertare la permanenza dei requisiti per il riconoscimento della parità dell'istituto Diomede Carafa;
le tre interrogazioni erano state inviate anche al dirigente scolastico regionale della Campania;
sui giornali campani Il Mattino e Repubblica del 14 gennaio 2011 sono apparsi articoli riguardanti l'istituto paritario Isef di Poggiomarino (Napoli) che titolavano: «Istruzione, lo scandalo - Sigilli al diplomificio: 5.000 euro per la maturità a Poggiomarino. Arrestati i vertici dell'ex Settembrini, coinvolto ex carabiniere. Allievi da tutta Italia». «A scuola andavo una-due volte al mese, - all'esame i professori ci davano da copiare», «L'ira del Ministro Gelmini: tolleranza zero contro chi specula»;
sconcerta che il Ministro Gelmini nel mostrarsi sorpresa abbia dichiarato: «Mi auguro che la magistratura faccia piena luce sul caso, accertando tutte le responsabilità nel più breve tempo possibile». «Contro qualsiasi rischio di illegalità su questo tema abbiamo deciso fin da subito di adottare il principio della tolleranza zero. In tutta Italia sono in corso controlli serrati per verificare la qualità, il corretto funzionamento e l'affidabilità di ogni singolo istituto privato»;
il dirigente scolastico regionale della Campania, Pietro Esposito, annuncia ispezioni;
sotto alcuni aspetti l'istituto Isef di Poggiomarino ha, ad avviso dell'interrogante, caratteristiche simili all'istituto paritario Diomede Carafa: ambedue campani, ambedue scuole paritarie secondarie;
quanto accertato all'Isef di Poggiomarino dalla Guardia di finanza è quanto l'interrogante chiedeva venisse verificato e accertato nell'istituto Diomede Carafa di Ariano Irpino dal ministro interrogato e dai funzionari del suo ministero, compreso il dirigente scolastico regionale della Campania a cui l'interrogante aveva inviato le precedenti interrogazioni;
il ministro interrogato mostra sorpresa e si affida alla magistratura, mentre avrebbe dovuto fare, ad avviso dell'interrogante, le opportune verifiche sul Diomede Carafa, rispondere alle interrogazioni ed eventualmente inviare il tutto alla magistratura;
in una visura alla camera di commercio di Avellino risulta che la ditta individuale che gestisce l'istituto Diomede Carafa abbia ben 26 dipendenti;
in Ariano Irpino nessuno ha mai visto tanto personale dipendente nell'istituto e di fatto sul sito dell'istituto gli insegnanti risultavano soltanto sette;
la titolare del Diomede Carafa è stata candidata nel 2004 per il consiglio comunale di Ariano Irpino in una lista civica -:
quanti siano gli studenti iscritti e quanti i frequentanti dell'istituto Diomede Carafa;
quanti siano gli studenti che si presentano agli esami e quanti vengano da fuori Ariano Irpino;
quanti siano effettivamente gli insegnanti e se risulti se e come vengano pagati;
se, considerato che, come emerso dal sito dell'istituto Diomede Carafa, gli studenti presenti per ogni classe sono inferiori agli otto, numero minimo richiesto per la qualifica di istituto paritario, il Ministro, svolte le opportune verifiche sulla permanenza dei requisiti per il riconoscimento della parità, intenda revocare la qualifica di istituto paritario e quali ulteriori iniziative ritenga di assumere al riguardo.
(4-10670)

BELLANOVA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il decreto del Presidente della Repubblica n. 76 del 10 febbraio 2010 Regolamento concernente la struttura ed il funzionamento dell'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR) all'articolo 2, comma 2 reca «l'Agenzia sovraintende al sistema pubblico nazionale di valutazione della qualità delle università e degli enti di ricerca e, sulla base di un programma almeno annuale approvato dal Ministero, cura ai sensi dell'articolo 3, la valutazione esterna della qualità delle attività elle università e degli enti di ricerca pubblici e privati destinatari di finanziamenti pubblici; indirizza le attività di valutazione demandate ai nuclei di valutazione interna degli atenei e degli enti di ricerca; valuta l'efficienza e l'efficacia dei programmi pubblici di finanziamento e di incentivazione alle attività di ricerca e di innovazione»;
l'articolo 3, comma 1, lettera e) del sopra citato decreto reca «elabora e propone al Ministro i requisiti quantitativi e qualitativi, in termini di risorse umane, infrastrutturali e finanziarie stabili e di adeguatezza dei programmi di insegnamento e di capacità di ricerca, ai fini dell'istituzione o federazione ovvero soppressione di università o di sedi distaccate di università esistenti, nonché per l'attivazione, la chiusura o l'accorpamento di tutti i corsi di studio universitari, ivi compresi i dottorati di ricerca, i master universitari e le scuole di specializzazione»;
si evince dunque l'importanza che riveste per le università questa agenzia. L'Anvur risulta essere l'agenzia incaricata di giudicare la qualità degli atenei e degli enti di ricerca italiani. Dal suo parere dipendono, inoltre, anche il parere per eventuali finanziamenti che premieranno le migliori università italiane, e congiuntamente le decisioni inerenti le soppressioni, la chiusura ed eventuali ulteriori decisioni per i corsi di studio universitari;
il Consiglio dei ministri, in data 21 gennaio 2010, ha approvato in via preliminare la nomina dei componenti del Consiglio direttivo dell'Anvur. Va rilevato che tra i componenti non vi è alcun rappresentante del meridione d'Italia, né tantomeno è presente nessun membro rappresentante delle facoltà umanistiche;
dagli organi di stampa si apprende che questa notizia ha generato numerose contestazioni da parte dei rettori delle università meridionali, che della Conferenza dei presidi di lettere e filosofia e delle associazioni accademiche di archeologi, filosofi e di tutti i rappresentanti delle materie umanistiche;
occorrerebbe ricordare che la cultura umanistica rappresenta gran parte del nostro patrimonio culturale, ma anche la memoria e l'identità stessa del nostro Paese. Escludere una rappresentanza delle facoltà umanistiche dal consiglio direttivo dell'Anvur significa non rappresentare adeguatamente l'intero panorama scientifico universitario italiano. L'assenza di un «addetto» ai lavori in termini umanistici potrebbe penalizzare la valutazione della produzione scientifica in merito;
la stessa scelta di non delegare una rappresentanza del Sud Italia al consiglio direttivo dell'Anvur rischia, inoltre, di non premiare un lavoro capillare e puntuale che dovrebbe considerare e valutare l'attività di tutte le università italiane dal Nord al Sud Italia -:
se il Ministro interrogato, stante quanto sopra riportato, non ritenga opportuno intervenire con urgenza per valutare ulteriormente le decisioni scaturite in sede di Consiglio dei ministri affinché non vengano penalizzati le università del Mezzogiorno d'Italia ed in particolare le facoltà umanistiche.
(4-10683)

TESTO AGGIORNATO ALL'8 MARZO 2011

LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

BELLANOVA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il fenomeno dello sfruttamento della manodopera straniera utilizzata in vari settori produttivi dell'economia italiana è una piaga da tempo registrata sul nostro territorio e che oggi sta assumendo dimensioni allarmanti. Si tratta di un vero e proprio «esercito di lavoratori» senza diritti, la cui esatta consistenza numerica, peraltro, sfugge anche all'esame statistico;
tale fenomeno risulta essere deprecabile sia dal punto di vista umano, perché impone gravi limitazioni alla libertà individuale e la negazione di fondamentali diritti sociali, e sia da quello economico e produttivo, dato che quelle imprese rispettose delle regole risultano essere fortemente penalizzate poiché attraverso l'illecito ed il sommerso si attivano meccanismi di competizione sleale sottraendo, congiuntamente, ingenti risorse fiscali e contributive all'economia italiana;
l'Italia ed in particolare il Mezzogiorno, proprio in virtù della posizione geografica che occupa, come crocevia tra l'Europa ed i Paesi del Mediterraneo, risulta essere maggiormente interessata dall'arrivo di persone vulnerabili e fragili, come gli immigrati, spesso privi del permesso di soggiorno che fuggono da realtà difficili fatte di negazione dei diritti umani e che rischiano, una volta approdati nel nostro Paese, di essere reclutati nel mostruoso giro del lavoro sommerso, andando di fatto incontro ad ulteriori forme di vera e propria schiavitù;
il 26 maggio 2010 è stato approvato, all'unanimità dalla Commissione lavoro della Camera dei deputati, il documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sui fenomeni distorsivi del mercato del lavoro (lavoro nero, caporalato e sfruttamento della manodopera straniera). Una delle spinte innovative di questa indagine riguarda proprio l'approccio a tale fenomeno, poiché si riconosce la rilevanza strategica assunta dalla manodopera straniera regolarizzata nell'attuale sistema economico e produttivo italiano. Congiuntamente si è evidenziato, allo scopo di contrastare il fenomeno dell'irregolare e del sommerso, la necessità di aumentare la protezione sociale di coloro che risultano soggetti a sfruttamento, ad esempio attraverso il riconoscimento del permesso di soggiorno in caso di denuncia dei loro persecutori mediante l'applicazione dell'articolo 18 del Testo unico sull'immigrazione;
l'importanza di agevolare la regolarizzazione dei lavoratori immigrati si traduce, molto spesso, nel dato di sottrarli al ricatto di chi ha interessi, aziendali o criminali, a relegare queste persone in quella zona buia del lavoro nero mettendole, di fatto, al di fuori della società. Va ricordato che l'integrazione e l'inclusione sociale delle persone immigrate rappresentano, come citato dalle direttive europee, un dovere di ciascuna comunità da realizzare attraverso una collaborazione costante tra i diversi livelli istituzionali ed il dialogo sociale;
il reclutamento dei lavoratori immigrati nel mondo del sommerso sembrerebbe stia coinvolgendo anche nuovi settori dell'economia italiana. Dagli organi di stampa salentini si apprende, purtroppo, dell'impiego di lavoratori immigrati nel settore dell'energia alternativa;
l'articolo pubblicato in data 31 gennaio 2011 da La Gazzetta del Mezzogiorno di Puglia e Basilicata riporta la notizia di una denuncia, da parte di nove africani impiegati nei campi di installazione di pannelli fotovoltaici nel territorio salentino, circa le condizioni di sfruttamento lavorativo alle quali sembrerebbe siano stati sottoposti;
l'accertamento di quanto sopra riportato è attualmente affidato agli organi competenti, ma occorre sottolineare che

sarebbe buona prassi intensificare i controlli dovuti anche a quei settori dell'economia italiana, come l'energia alternativa, attualmente in espansione. Ciò certamente a tutela delle imprese italiane che lavorano nel segno della legalità e della regolarità, ma anche e soprattutto a tutela di tutti quei lavoratori che sono sottoposti ad un regime di vera e propria schiavitù umana -:
se il Ministro interrogato non ritenga opportuno intervenire con urgenza, adoperandosi per attivare gli organi periferici territoriali competenti affinché si faccia chiarezza in merito alla vicenda sopra esposta per evitare che vi sia un abuso nei confronti di persone già sottoposte a numerose difficoltà di vita e congiuntamente una penalizzazione dell'economia italiana e salentina attraverso l'utilizzo, da parte di aziende che non operano nella regolarità, di lavoro nero.
(5-04140)

CONTENTO. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
le nuove procedure per l'accertamento della disabilità prevedono, per il soggetto che intende prestare attività lavorativa, la visita presso due commissioni di valutazione, una di «prima istanza» che accerta l'invalidità civile e un'altra, di «seconda istanza», per la verifica delle capacità lavorative residue;
la visita di «prima istanza», validata dall'INPS provinciale, viene inviata agli uffici di Lamezia Terme dell'istituto, ai quali spetta la verifica dell'operato delle sedi provinciali;
solo all'esito di tale verifica l'interessato viene ammesso alla «seconda istanza»;
il verbale di «prima istanza» viene utilizzato, nei casi in cui il grado di invalidità riconosciuto lo consenta, per l'iscrizione nelle liste di cui alla legge n. 68 del 1999;
alcuni uffici provinciali, all'esito della visita di prima istanza, rilasciano un «certificato provvisorio» con allegata una lettera nella quale l'interessato viene reso edotto delle conseguenze derivanti dalla mancata conferma dei risultati;
i tempi di verifica degli esiti di «prima istanza» sono di diversi mesi e ciò comporta gravi difficoltà ai disabili per quanto concerne l'avvio all'impiego dal momento che la provvisorietà dell'accertamento non garantisce l'azienda e potrebbe avere effetti anche sull'eventuale rapporto di lavoro posto in essere sulla base del certificato rilasciato in sede di prima istanza solo che si pensi ad una rivalutazione del grado di invalidità -:
quale sia l'iter seguito, in concreto, per l'accertamento dell'invalidità e quali i compiti degli uffici provinciali e centrali dell'INPS;
quali siano gli effetti giuridici riconducibili al «certificato provvisorio» e quali quelli connessi ad una mancata verifica degli esiti della visita di prima istanza con particolare riferimento alla conclusione del contratto di lavoro da parte della persona disabile;
quali siano le ragioni dei ritardi nell'espletamento degli incombenti spettanti agli uffici di Lamezia Terme;
quali urgenti iniziative intenda adottare per scongiurare la situazione illustrata.
(5-04142)

CAZZOLA, BERTOLINI, MAZZUCA, BERNINI BOVICELLI, GARAGNANI e VIGNALI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
lo stabilimento della Gambro di Mirandola (provincia di Modena) è un'azienda di proprietà di un fondo di investimento svedese, e rappresenta per dimensioni e fatturato un colosso multinazionale del settore biomedicale;

in Italia la Gambro, che ha il suo sito produttivo a Mirandola è il principale fornitore di tutte le AUSL per quanto riguarda le macchine per la dialisi. Si stima che in Italia circa il 48 per cento delle AUSL usino le apparecchiature prodotte dalla Gambro con le relative forniture di materiale plastico di consumo monouso;
la crisi economica internazionale che ha toccato negli anni passati diversi comparti produttivi del nostro Paese, non ha colpito questo particolare comparto che, anzi appare in leggera crescita, secondo quanto emerge dagli articoli pubblicati dai quotidiani che stanno seguendo la vicenda della Gambro di Mirandola;
i vertici aziendali, nonostante il buon risultato economico conseguito nello scorso anno, hanno deciso di abbandonare lo stabilimento italiano per delocalizzare la produzione della linea dei prodotti plastici per la dialisi, in Cina, nella Repubblica Ceca e in Messico, annunciando un piano di ristrutturazione aziendale che prevede oltre 400 esuberi tra il personale addetto;
i lavoratori, proprio in considerazione del buon andamento del mercato di riferimento, già negli anni passati, si sono via via adattati alle nuove modalità di produzione, richieste dai vertici aziendali, garantendo allo stabilimento di funzionare 24 ore su 24 ore, tutti i giorni della settimana;
secondo gli interroganti, l'effetto derivante da una cessazione della produzione nello stabilimento della Gambro di Mirandola, nel produrre un'immediata contrazione dei livelli occupazionali con effetti negativi anche sull'indotto di riferimento, causerebbe inevitabili ricadute economiche e sociali sul territorio e sull'intera regione e, a livello nazionale, rischierebbe di far risentire i propri effetti anche sulle forniture di prodotti plastici bio-medicali che la stessa Gambro effettua verso le AUSL -:
quali iniziative i Ministri interrogati, ognuno nell'ambito delle proprie competenze e prerogative, intendano assumere al fine di assicurare ai lavoratori, coinvolti nel piano di delocalizzazione della Gambro di Mirandola, una soluzione adeguata e condivisa dei loro problemi.
(5-04146)

FORCOLIN, CALLEGARI, FEDRIGA, MUNERATO, MONTAGNOLI e NEGRO. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'EBAV (ente bilaterale artigiani Veneto) è un ente bilaterale costituito nel 1989 in Veneto tra il sindacato dei lavoratori e le tre associazioni dell'artigianato del Veneto, ben strutturato ed organizzato sul territorio, con 145.000 dipendenti delle imprese artigiane e 35.000 imprese aderenti;
compito principale dell'EBAV è quello di intervenire in favore ed a sostegno delle imprese artigiane del Veneto e dei suoi dipendenti, per le casse integrazioni e le CIGS in deroga, riduzione dell'orario di lavoro, aiuti per danni derivati da calamità naturali (come recentemente per gli alluvionati), sussidi scolastici e sanitari ed altri aiuti di tipo assistenziale;
il Veneto è tra le poche regioni - insieme alla Lombardia ed all'Emilia Romagna - dove l'ente bilaterale regionale funziona, con sportelli in tutte le province, servizi erogati in tempi rapidi e risorse economiche e bilanci ben definiti e positivi (18 milioni di euro annui);
proprio la sua efficienza organizzativa e rapidità operativa ha consentito alle aziende ed ai lavoratori di affrontare meglio le difficoltà incontrate a seguito della crisi economica globale che ha investito il nostro Paese;
secondo quanto pubblicato da La Nuova Venezia in data 28 ottobre 2010 è al vaglio l'ipotesi di trasferimento di risorse e competenze dell'ente bilaterale veneto in capo all'ente bilaterale Nazionale;
la notizia ha destato non poche preoccupazioni tra le associazioni dell'artigianato

veneto, calcolando che tali trasferimenti si traducono immediatamente in maggiori oneri per le imprese locali e temendo che la scelta di far confluire tutte le risorse delle aziende e di lavoratori del Veneto nei c/c bancari nazionali per poi attendere i dovuti ritorni all'ente Veneto comporterebbe il duplice rischio, da un lato, di allungare i tempi burocratici e quindi ritardare le possibilità di intervento a sostegno dell'economia locale e, dall'altro, di depauperare il Veneto di parte delle risorse in favore di regioni meno funzionali e funzionanti;
tale decisione di convogliare risorse per poi ridistribuirle si scontra, peraltro, con le logiche federali, tese ad aumentare le autonomie locali e responsabilizzare gli enti territoriali -:
di quali elementi disponga nella vicenda ed eventualmente quali iniziative di competenza intenda assumere con riferimento ad eventuali effetti negativi per le imprese artigiane e i relativi dipendenti in Veneto.
(5-04154)

Interrogazioni a risposta scritta:

FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere:
se sia in grado di confermare che dall'inizio del 2011, e dunque nel solo mese di gennaio, si sono verificati 90 incidenti mortali sul lavoro;
quale sia il numero di infortuni sul lavoro che si sono verificati nel mese di gennaio 2011;
quale sia il numero di invalidi nel mese di gennaio 2011 in seguito a incidenti sul lavoro;
poiché si ha ragione di ritenere che detti infortuni ammontino a parecchie migliaia e parecchie centinaia siano gli invalidi provocati dagli incidenti sul lavoro, quali urgenti iniziative, nell'ambito delle proprie prerogative e facoltà si intendano promuovere, sollecitare e adottare e quali iniziative siano state promosse, sollecitate e adottate.
(4-10676)

BORDO. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la direzione regionale della sede INAIL Puglia, in data 26 novembre 2010, ha conferito incarichi di «posizioni funzionali fisse» relativamente all'ufficio attività strumentali della medesima direzione regionale ed alle sedi di Lecce e Barletta;
quest'ultima è stata affidata alla direzione di un funzionario appartenente alla sede di Bari e non, com'è prassi consolidata presso lo stesso istituto, anche per evitare problemi di pianta organica, ad uno tra i funzionari in forza a Barletta ed in possesso dei requisiti previsti dalla normativa interna;
nello specifico, il responsabile del settore processo lavoratori, una delle due aree istituzionali dell'INAIL, ha partecipato all'interpello potendo contare, oltre che sui titoli formali, su livelli di produttività ed efficienza superiori alla media regionale e migliorativi degli indici formalizzati all'interno della carta dei servizi dell'istituto;
al contrario, il neo vicario del dirigente della sede INAIL di Barletta era stato, nel giugno 2010, ritenuto inidoneo a rivestire il medesimo incarico presso la sede di Bari, sua sede di impiego;
la gestione della direzione regionale è gravemente deficitaria a causa della pressoché costante assenza del dirigente regionale, da cui consegue la pratica impossibilità di assicurare le attività direttive con la dovuta costanza ed efficacia, mentre presso la sede di Barletta sono stati registrati, anche dalla stampa locale, fatti di

cronaca giudiziaria e vertenze sindacali tali da compromettere gravemente l'immagine pubblica dell'istituto -:
se e come il Governo intenda intervenire, direttamente o per il tramite della direzione generale INAIL, per accertare eventuali violazioni delle norme di comparto e del regolamento interno all'istituto da parte del dirigente regionale di Puglia e del dirigente della sede di Barletta.
(4-10679)

MAGGIONI, REGUZZONI e STUCCHI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il Governo negli ultimi anni ha incrementato i controlli contro i falsi invalidi -:
quale sia il numero di richieste di pensione di invalidità per regione nell'ultimo quinquennio anno per anno.
(4-10680)

REGUZZONI, MONTAGNOLI, TORAZZI e MAGGIONI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere quali risultati recentemente siano stati conseguiti nella lotta al fenomeno deprecabile delle false pensioni di invalidità, con particolare riferimento all'ultimo biennio.
(4-10681)

MONTAGNOLI, MAGGIONI e TORAZZI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la Guardia di Finanza ha appena reso noti i dati sull'evasione dell'anno 2010 da cui si evince la scoperta di più di 18.000 lavoratori in nero -:
quale sia il numero di ispezioni e il numero di lavoratori non in regola suddivisi per regione.
(4-10691)

MONTAGNOLI, TORAZZI, REGUZZONI, MAGGIONI e DESIDERATI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
nei mesi scorsi i mezzi di comunicazione hanno dato ampio risalto alla situazione di illegalità contributiva dei lavoratori stagionali nella cittadina di Rosarno -:
se e quali azioni il Governo abbia intrapreso o intenda intraprendere ai fini di riportare nella legalità la situazione descritta in premessa;
quale sia lo stato attuale della situazione nella cittadina di Rosarno e nell'area circostante, con riferimento al numero di lavoratori iscritti all'Inps, all'Inail ed in generale iscritti o denunciati regolarmente alle autorità competenti in materia di lavoro, anche temporaneo e stagionale.
(4-10692)

FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il 1o febbraio del 2011 si è verificato a Lignano Sabbiadoro un grave infortunio sul lavoro ai danni di un operaio edile, il signor Ferdinando Maurutto, impiegato presso una ditta di costruzioni di La tisana;
in particolare, sembra che nello scaricare del materiale dal cassone di un autocarro il signor Maurutto sia caduto battendo violentemente il dorso a terra;
quale sia l'esatta dinamica dell'incidente,
se risulti che le misure di sicurezza previste dalla normativa vigente siano state osservate;
quali iniziative, nell'ambito delle proprie prerogative e facoltà, intenda intraprendere a fronte di un fenomeno, quello

degli incidenti sul lavoro, spesso mortali, che ogni anno assume una dimensione che non è esagerato definire una strage.
(4-10698)

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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

BRANDOLINI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
nel mese di novembre 2010 sono stati aggiudicati tutti gli otto lotti per la distribuzione nelle scuole di prodotti ortofrutticoli previsti dal bando, emesso in data 5 agosto 2010 - prot. n. 0012350 dal dipartimento delle politiche competitive del mondo rurale e della qualità - direzione generale dello sviluppo agro-alimentare e della qualità, relativo al programma «Frutta nelle scuole» per l'anno scolastico 2010/2011;
la tempestiva assegnazione dei lotti doveva consentire di avviare fin dall'inizio dell'anno scolastico il progetto della distribuzione della frutta e delle attività di supporto onde evitare di dover successivamente integrare la programmazione scolastica;
in alcuni lotti non risulta iniziata la distribuzione della frutta -:
se in tutti i lotti assegnati siano state rispettate le condizioni e la tempistica prevista dal bando sia per quanto riguarda le azioni di accompagnamento che per la distribuzione della frutta.
(5-04139)

Interrogazione a risposta scritta:

DIMA. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
il regolamento comunitario 1967/2006 ha introdotto importanti novità nel settore ittico e soprattutto una nuova normativa che ha reso più rigido l'espletamento delle attività di pesca;
la scadenza delle deroghe previste dallo stesso regolamento comunitario e relative alle cosiddette «pesche speciali» (bianchetto, rossetto, cicerello) sta creando preoccupazione e disagi nelle marinerie nazionali e calabresi in particolare;
questo particolare tipo di pesca rappresenta la principale fonte di guadagno di un gran numero di addetti che hanno la possibilità di integrare il proprio reddito attraverso un'attività che, espletata da molti anni con l'utilizzo di attrezzature artigianali, coinvolge anche interi nuclei familiari che concorrono a formare l'ossatura del settore della piccola pesca che, come sappiamo, sta attraversando un evidente stato di crisi a causa dell'aumento dei costi di gestione che hanno determinato la chiusura di molte di queste attività e la conseguente espulsione dai bacini occupazionali di numerose unità lavorative;
il regolamento comunitario consentirebbe, sia pure razionalizzandone le attività, di alleviare questo divieto innescando il meccanismo delle deroghe che si attuerebbe attraverso l'elaborazione di piani di gestione della pesca predisposti dagli Stati nazionali ed approvati dalla Commissione europea;
il 14 gennaio 2011, sulla Gazzetta Ufficiale, è stato pubblicato il decreto ministeriale 27 dicembre 2010 del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali recante «Adozione del Piano di Gestione Nazionale per le attività di pesca condotte con il sistema della sciabica da natante senza chiusura così come definito dall'articolo 2, paragrafo 1, lettera ii) del Regolamento (CE) n. 1967/2006» e lo stesso è stato inviato alla Commissione europea per consentirle di presentare le proprie osservazioni;
risulta evidente come le procedure amministrative legate all'approvazione

della deroga per le «pesche speciali» siano particolarmente complesse perché coinvolgono il Ministero, la Commissione europea e gli organismi consultivi della pesca;
l'eventuale mancata concessione della deroga produrrebbe evidenti danni economia al sistema della piccola pesca tradizionale e speciale che ammonterebbero, per come quantificato dal Ministero, a circa 17 milioni di euro e che in Calabria si vive la situazione più critica perché la maggior parte degli addetti del settore ittico si dedica a questo particolare tipo di pesca che coinvolge anche le proprie famiglie che pertanto vivono di questo unica attività -:
quali iniziative il Ministro abbia avviato per richiedere, in attesa dell'approvazione del piano di gestione, la concessione delle deroghe per le «pesche speciali» e per far sì che la Commissione europea possa varare un provvedimento straordinario ed urgente che consenta di non perdere la campagna di pesca per il 2011.
(4-10684)

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E INNOVAZIONE

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:

I Commissione:

CALDERISI e STRACQUADANIO. - Al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere quali siano i motivi per cui non ha ritenuto di prorogare il termine per l'entrata in vigore del certificato elettronico per i medici che accertano la malattia del lavoratore in relazione all'assenza dal posto di lavoro.
(5-04148)

VASSALLO e BRESSA. - Al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
con lettera aperta inviata al ministro della Funzione pubblica il 14 gennaio 2011 il professor Pietro Micheli ha comunicato le proprie dimissioni da componente della commissione indipendente per la valutazione, la trasparenza e l'integrità delle amministrazioni pubbliche (CiVIT);
in tale lettera sono rappresentate circostanze riguardanti lo svolgimento delle attività della commissione che segnalano sia serie lacune nella conduzione dello stesso organismo sia fattori di contesto riconducibili a scelte compiute dal Governo che impediscono alla commissione di perseguire la missione istituzionale per la quale è stata istituita;
in particolare nella lettera si nota che difficilmente la commissione potrà adempiere alla sua missione essendo composta in larga parta da giuristi, i quali evidentemente non dispongono delle competenze e non dominano le tecniche necessarie ad elaborare i modelli organizzativi, gli indicatori empirici e le analisi comparative delle performance amministrative che dovrebbe costituire parte essenziale del loro lavoro;
nella medesima lettera si mette inoltre in evidenza come la commissione non si sia affatto dimostrata sino ad ora indipendente dal Governo e che anzi quest'ultimo si sia riservato il potere di determinare nomine, compensi e ambiti di operatività della Commissione stessa trattando la CiVIT come parte del proprio staff;
sulla base della documentazione rinvenibile all'interno del sito internet della commissione e di ulteriori verifiche emergono peraltro conferme ai rilievi mossi dal professor Micheli ed altre vistose anomalie nella gestione della commissione;
la commissione ha conferito ad esempio un incarico avente per oggetto una non meglio specificata consulenza, con un compenso che, per il solo secondo semestre 2010, ammonta a 50.000 euro, al dottor Augusto Pistolesi, il cui curriculum appare agli interrogati palesemente incongruo rispetto all'incarico, atteso che esso

contempla una esperienza decennale come consigliere del comune di Avellino, la pubblicazione diciassette anni or sono di un saggio su di una oscura rivista avellinese (Proposta '80) e alcune «consulenze» di durata e oggetto non precisati;
in risposta ad un quesito posto a tale riguardo dal senatore Pietro Ichino, la commissione ha esplicitato che l'incarico in questione è stato dato su indicazione del Ministro per l'attuazione del programma di Governo di concerto con il Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, in quanto - dice la commissione - il Ministro per l'attuazione del programma di Governo è l'unico destinatario dell'unica relazione annuale che la commissione è tenuta a redigere sulla sua attività, prendendo atto dunque che la commissione stessa non è grado di predisporre una relazione sulla sua attività e che preferisce affidare tale incarico ad una persona di fiducia del destinatario della relazione stessa, ad un fiduciario peraltro palesemente privo dei necessari requisiti professionali, ancorché - secondo quanto riferiscono diversi organi di stampa - amico personale di lunga data del citato Ministro;
la commissione ha conferito inoltre incarichi all'avvocato Maurizio Miceli e al signor Alessandro Levanti, ciascuno per un ammontare di 12.000 euro a fronte di curricula ugualmente incongrui e obiettivi di «studio e ricerca» ampiamente aleatori che dovrebbero essere completati nell'arco temporale di due mesi e mezzo di cui non è dato al momento conoscere gli esiti;
la commissione ha inoltre attivato contratti con esperti su obiettivi che dovrebbero costituire il lavoro specifico dei commissari, attribuendo peraltro tali contratti a soggetti già ampiamente assorbiti da altre impegnative attività istituzionali, come è certamente nel caso della dottoressa Germana Panzironi, che già al momento del conferimento dell'incarico era capo dell'ufficio legislativo del Ministero dell'istruzione dell'università e della ricerca;
una serie di incontri che si sarebbero dovuti svolgere il 19 e 20 gennaio scorsi - convocati dalla Civit per esaminare i problemi connessi alla redazione, entro il 31 gennaio, del piano triennale della performance insieme alle amministrazioni statali impegnate nell'elaborazione di questo documento cruciale del ciclo di gestione della performance, la cui omissione comporta il divieto di erogare la retribuzione di risultato ai dirigenti, di assumere personale o conferire incarichi di collaborazione - sono stati repentinamente annullati a causa di non meglio specificati «problemi logistici ed organizzativi», problemi che, data la delicata circostanza in cui sono repentinamente emersi, segnalano un serio deficit di funzionalità dell'organismo, atteso che gli incontri citati non si sono più svolti e che la Civit si è limitata a richiedere alle amministrazioni cui avrebbe dovuto offrire un servizio preventivo di consulenza da inviare alla commissione stessa un resoconto ex post (entro il 6 febbraio) «delle principali tematiche e problematiche applicative poste dal ciclo della performance e dalla predisposizione del programma per la trasparenza»;
a distanza da un anno dall'insediamento, non si conoscono indicatori circa l'impatto dell'azione della Civit, non sono disponibili risultati di studi sul campo relativi al funzionamento delle amministrazioni in vista della selezione di gruppi di amministrazioni (cluster) omogenei e della predisposizione di un set comune di indicatori per analisi di benchmarking;
i principi cardine della stessa riforma di cui il Civit dovrebbe promuovere l'attuazione presso altre amministrazioni non sono stati adottati, neppure a fini conoscitivi interni, dalla Civit stessa: non è stato ad esempio approvato il piano della performance per il 2011-2013, non sono stati identificati gli indicatori di performance, non è noto se siano state adottate schede di valutazione del personale, non sono rinvenibili le relazioni sull'attività svolta dagli esperti esterni con cui la Civit ha stipulato contratti di collaborazione;

tale difficoltà di adempiere ad oneri intimamente connessi al ruolo assunto potrebbe ben dipendere d'altro canto dalla circostanza che diversi componenti della commissione continuino a svolgere altri incarichi istituzionali, oltre ad attività accademiche e professionali che richiedono un impegno assai rilevante e che quindi chiaramente impediscono di assolvere con altrettanta piena dedizione all'incarico di componente della Civit -:
se il Ministro sia a conoscenza di ciascuna delle specifiche disfunzioni richiamate puntualmente in premessa, se sia in condizione di confermarle o confutarle, se esse corrispondono ad indirizzi impartiti alla Commissione dal Ministro stesso e, in caso contrario, quali iniziative intenda intraprendere per evitare il fallimento a cui sembra condannato il progetto di diffusione nella Pubblica Amministrazione della cultura della valutazione, a giudicare dai pochissimi risultati fino ad ora raggiunti dalla commissione che avrebbe dovuto guidarlo.
(5-04149)

TASSONE. - Al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
l'Agenzia della entrate, del territorio e delle dogane, enti pubblici non economici, sono state istituite ai sensi del decreto legislativo n. 300 del 1999 ed attivate dal 1o gennaio 2001;
le suddette agenzie fiscali sono dotate di un proprio statuto e di un regolamento di amministrazione;
ai sensi dei suddetti strumenti di governance le agenzia hanno proceduto sin dalla loro attivazione all'affidamento di incarichi dirigenziali, anche di particolare rilievo, a personale non dirigente, senza procedere, secondo il disposto regolamentare, alla contestuale attivazione dei concorsi per la copertura delle posizioni dirigenziali disponibili ed affidate temporaneamente;
allo stato attuale oltre il 60 per cento (oltre 900 posizioni) delle posizioni dirigenziali è affidata a personale non dirigente con incarichi provvisori;
la dotazione di personale dirigente di ruolo si è ulteriormente aggravata negli ultimi anni in quanto le agenzie fiscali si sono avvalse della facoltà prevista dall'articolo 72, comma 11, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133 e sostituito dall'articolo 17, comma 35, del decreto-legge 1o luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, risolvendo il rapporto di lavoro per i dirigenti che avevano maturato 40 anni di servizio (contributivo);
la lotta all'evasione necessita di una macchina fiscale adeguata e con una dotazione organica dirigenziale coerente con gli obiettivi affidati -:
se siano allo studio provvedimenti normativi per l'inserimento del personale nel ruolo dirigenziale, attraverso apposite forme concorsuali, al fine dare definitiva copertura alle posizioni vacanti.
(5-04150)

VANALLI. - Al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
con il decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, attuativo della legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni, si è avviata la riforma del pubblico impiego, imperniata sull'affermazione di una nuova cultura della valutazione, da realizzarsi mediante un ciclo generale di gestione della performance, per consentire alle amministrazioni pubbliche di organizzare il proprio lavoro in un'ottica di miglioramento della prestazione e dei servizi offerti e rendere più chiara e trasparente l'azione della pubblica amministrazione nei confronti del cittadino;

tra le novità introdotte dal citato decreto legislativo, infatti, si sono previsti: l'introduzione di sistemi interni ed esterni di valutazione del personale e delle strutture amministrative, premi aggiuntivi per le performances di eccellenza e per i progetti innovativi, criteri meritocratici per le progressioni economiche, l'accesso dei dipendenti migliori a percorsi di alta formazione, la definizione di un sistema più rigoroso di responsabilità dei dipendenti pubblici, e altro;
in ordine all'assenteismo, il citato decreto legislativo n. 150 ha confermato sostanzialmente le misure introdotte dal decreto-legge n. 112 del 2008, introducendo nuove sanzioni, anche di carattere penale, per i casi di false attestazioni di presenze o di falsi certificati medici, nei riguardi sia del dipendente che del medico eventualmente corresponsabile -:
quali siano ad oltre un anno dalla data di entrata in vigore della riforma i dati a livello regionale sugli effetti prodotti dalla riforma in termini di maggiore efficienza e minore assenteismo, sia proporzionalmente che in valore assoluto.
(5-04151)

Interrogazione a risposta scritta:

REGUZZONI, MAGGIONI, MONTAGNOLI e TORAZZI. - Al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
negli enti locali e nelle regioni sussistono numerose differenze nel rapporto tra numero di abitanti e dipendenti pubblici -:
se sia noto il numero dei dipendenti pubblici per ogni realtà territoriale del Paese;
quali siano le azioni che il Governo ha intrapreso o intenda intraprendere per incentivare le amministrazioni locali al raggiungimento di obiettivi virtuosi nel rapporto dipendenti pubblici su abitanti.
(4-10687)

...

SALUTE

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della salute, per sapere - premesso che:
recependo alcune osservazioni di operatori sanitari della Romagna, in particolare di Forlì e Rimini, l'interpellante intende sollevare la problematica dei rapporti che in materia di assistenza sanitaria possono intercorrere tra le ASL e Stati esteri;
si fa riferimento a titolo esemplificativo alla situazione dell'ospedale Maggiore di Bologna in cui un illustre primario chirurgo ricopre il medesimo incarico anche nella repubblica di San Marino;
come lui anche un altro medico in forza all'ospedale Maggiore è stato comandato presso il nosocomio di San Marino sottraendo cosi un'altra figura professionale ad un'azienda ed ad un ospedale come il Maggiore di Bologna che in questo momento di difficile congiuntura economica e contrazione del personale appare costretto a turni defatiganti ed ha bisogno di tutte le energie disponibili;
ciò rischia di produrre un allungamento delle liste di attesa e l'oggettivo peggioramento dei livelli essenziali di assistenza;
sarebbe opportuno chiarire i rapporti intercorrenti nelle aziende sanitarie tra servizio sanitario pubblico e ospedalità privata con attenzione particolare alle liste di attesa ed alla possibilità dei pazienti di essere operati senza costi aggiuntivi nell'ospedale Maggiore di Bologna e in via generale in Italia, tutto nel rispetto della normativa vigente e del contratto di lavoro

che prescrive in modo dettagliato l'obbligo dei sanitari del servizio pubblico di non sottrarre energie o tempo al medesimo per interventi a pagamento in strutture private che comunque forniscono un servizio essenziale alla collettività, garantendo l'indispensabile pluralismo sanitario -:
quali siano gli orientamenti del Governo in relazione alle rilevanti problematiche segnalate in premessa.
(2-00953) «Garagnani».

Interrogazione a risposta in Commissione:

MIOTTO, LIVIA TURCO, PEDOTO, BOSSA, MURER, BURTONE e BUCCHINO. - Al Ministro della salute, al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione. - Per sapere - premesso che:
da martedì 1° febbraio 2011 entrerà in vigore il sistema sanzionatorio così come previsto dal decreto legislativo n. 150 del 2009 per tutti quei medici che non invieranno on line i certificati di malattia all'Inps;
le sanzioni previste dal decreto legislativo prevedono il licenziamento del medico o l'interruzione della sua convenzione con il sistema sanitario nazionale dopo due mancate trasmissioni on line del certificato di malattia all'Inps;
in data 28 gennaio 2011, ben dodici sigle sindacali della dirigenza medica e della medicina generale (Anaao Assomed, Fimmg, Cimo Asmd, Aaroi Emac, Fvm, Cisl Medici, Fassic, Intesa Sindacale [Cisl Medici, Cgil Medici, Simet e Sumai] e Smi) hanno chiesto, in una lettera congiunta, un incontro urgente con il Ministro interrogato per valutare lo stato di attuazione e «concordare le più ragionevoli soluzioni per procedere nell'innovazione, garantendo serenità alla categoria ed ai cittadini», nonché il mantenimento della sospensione del sistema sanzionatorio e l'ammissione dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali dei medici ai lavori della Commissione tecnica con l'obiettivo di completare il percorso innovativo entro la fine del corrente anno;
il sistema, come denunciano i sindacati di categoria, presenta ancora molte criticità, nelle procedure non omogenee tra medici ospedalieri e medici di medicina generale, ed inoltre dà difficoltà tecniche a partire dalla piattaforma che spesso si blocca, o a programmi e connessioni inadeguate, alla difficoltà di inviare il certificato di malattia quando si certifica la stessa al domicilio del paziente, fino al call center che non funziona ed, ancora, solo il 50 per cento dei medici è davvero in grado di procedere per via informatica all'invio dei certificati anche perché nonostante il territorio sia ormai coperto al 92 per cento dalla rete ADSL, il vero problema è la velocità di trasmissione dei dati, media assolutamente bassa nelle aree di provincia meno densamente popolate, che aumenta via via quando si prendono in considerazione aree con centri più popolosi;
con il sistema sanzionatorio previsto dal decreto legislativo 150, il medico viene colpito con la sanzione disciplinare che non è differenziata tra il caso di assenza di attrezzature adeguate all'invio del certificato e il caso di cattivo funzionamento del sistema informatico del Ministero -:
se i ministri interrogati non ritengano opportuno intervenire urgentemente per dare una risposta positiva alle richieste dei medici, prorogando il termine per la decorrenza del sistema sanzionatorio e assicurando l'ammissione dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali dei medici ai lavori della Commissione tecnica con l'obiettivo di completare il percorso innovativo entro la fine del corrente anno nonché per sapere quali siano i dati fino ad oggi dell'applicazione della norma relativa all'invio dei certificati on line da parte dei medici divisi per regione e provincia.
(5-04136)

Interrogazioni a risposta scritta:

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
nelle edizioni di massimo ascolto del Tg1 delle ore 20 di sabato 29 e domenica 30 gennaio, sono stati trasmessi servizi giornalistici che documenterebbero di una gravissima forma di avvelenamento del territorio del comune di Colleferro (Roma) con immagini impressionanti di animali da pascolo, malati, zoppicanti, e morenti; nello stesso servizio è stato intervistato un pastore del posto che dice di aver segnalato, inutilmente, da diversi anni alle autorità della grave situazione di inquinamento del territorio della zona;
nell'edizione del Tg1 di domenica 30 gennaio 2011, nel secondo servizio dedicato alla vicenda, è stata trasmessa una fossa comune dove vengono raccolti gli animali da pascolo deceduti, è stato intervistato il sindaco di Colleferro, che sosteneva della non esistenza di una situazione di cosi grave pericolo, e si dava notizia che il pastore intervistato il giorno prima era, forse casualmente, stato ricoverato urgentemente in ospedale -:
di quali informazioni disponga in merito il Governo sulle cause di questa situazione e sullo stato di pericolo che può comportare ed entro quale ambito territoriale;
quali azioni si intendano promuovere per verificare la contaminazione di prodotti alimentari;
quali azioni si intendano promuovere per garantire l'incolumità dei cittadini e degli animali da un punto di vista sanitario, ambientale ed alimentare.
(4-10677)

ZAZZERA, MURA e PALAGIANO. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il mercato parallelo di farmaci contraffatti attraverso internet ha raggiunto dimensioni preoccupanti, proprio perché la rete, contribuendo alla diffusione immediata delle informazioni, consente l'acquisto all'ingrosso e senza alcuna mediazione, di farmaci senza ricetta e a basso costo che non garantiscono alcuna certezza della provenienza, della composizione, della scadenza, così creando gravi pericoli per la salute individuale e quindi pubblica;
la pratica dell'acquisto su internet di farmaci contraffatti è pericolosissima per la salute: spesso tali medicinali contengono proporzioni di principio attivo diverse rispetto al prodotto originale, i componenti possono essere degradati, mal conservati, o completamente diversi rispetto alle molecole originali;
le stime dell'OMS (organizzazione mondiale della sanità) ritengono che la vendita di farmaci contraffatti nel mondo vari da meno dell'1 per cento nei Paesi industrializzati a più del 10 per cento nei Paesi in via di sviluppo, in dipendenza dall'area geografica, anche se la F.D.A., l'autorità di controllo americana sui farmaci, ritiene il valore più alto (10 per cento) come dato maggiormente probabile;
è noto infatti che nei Paesi in via di sviluppo la commercializzazione di farmaci di tal genere è prassi quotidiana, ma il dato che sorprende è che secondo le statistiche conosciute, sul mercato illegale di internet si toccano punte che riguardano il 50 per cento dei casi (dati estratti da: The new estimates on the prevalence of counterfeit medicines, IMPACT (2006) e da Matrix of Dmg Quality Reports in USAID-assisted Countries by the U.S. Pharmacopeia Drug Quality and Information Program Rockville: The United States Pharmacopeial Convention Inc. (2007));
non si tratta solo di viagra o stimolanti, si parla anche di farmaci per diabetici, cardiopatici e tutta una serie di patologie anche gravi, oltre al famigerato mercato parallelo di ormoni, anabolizzanti, stimolanti e diuretici per sportivi e palestrati -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti riportati in premessa;

se ritenga opportuno attivare controlli di sua competenza;
se intenda adottare iniziative, anche attraverso campagne informative, al fine di arginare il preoccupante fenomeno di cui in premessa al fine di sensibilizzare la popolazione sui rischi connessi all'assunzione di farmaci contraffatti.
(4-10700)

SCILIPOTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
l'intesa tra Farmindustria e poste italiane appena siglata dall'Ad di Poste italiane e dal presidente di Farmindustria, prevede che i farmaci saranno consegnati dagli ospedali al domicilio dei pazienti su tutto il territorio nazionale dalle Poste italiane. Il servizio è destinato ai pazienti affetti da particolari patologie che devono recarsi presso le farmacie ospedaliere per ritirare i farmaci loro necessari e tale servizio, così come annunciato, aggirerebbe le norme che regolano il trasporto dei farmaci;
la consegna dei farmaci all'ammalato è previsto dalle norme che debba avvenire entro le 12 ore lavorative successive alla richiesta (decreto legislativo n. 538 del 1992);
«La distribuzione diretta è intesa come la dispensazione, per il tramite delle strutture sanitarie, di medicinali ad assistiti per la somministrazione al proprio domicilio. Tale distribuzione può avvenire anche attraverso specifici accordi con le farmacie territoriali, pubbliche e private (distribuzione per conto);
non è previsto che le aziende farmaceutiche possano vendere o comunque consegnare direttamente farmaci ai cittadini;
le linee direttrici in materia di buona pratica di distribuzione dei medicinali per uso umano decreto ministeriale 6 luglio 1999, decreto legislativo n. 538 del 1992, 92/25/CEE, 94/C63/03/CEE, prevedono che tutti i servizi di distribuzione assicurino l'efficienza del piano di emergenza per il ritiro immediato presso tutti i destinatari di un medicinale;
la distribuzione diretta disposta dalle regioni attraverso la distribuzione per conto effettuata dalle farmacie private è regolata da accordi regionali che escludono i trasportatori dei farmaci sui quali vengono poi scaricati gli oneri di tali accordi poiché viene loro richiesto di effettuare il trasporto dei farmaci in distribuzione per conto al di sotto dei costi gli accordi di distribuzione per conto dei farmaci comportano la crisi irreversibile dei trasportatori dei farmaci, anelli deboli della catena distributiva, ai quali vengono imposti prezzi inferiori ai costi effettivi di trasporto -:
se sia a conoscenza e abbia avallato il fatto che le aziende farmaceutiche curino la distribuzione dei farmaci per conto delle aziende sanitarie locali;
quali garanzie sussistano sul fatto che Poste italiane, le industrie farmaceutiche ed eventualmente le strutture sanitarie si attengano alle numerose norme che regolano la detenzione, lo stivaggio ed il trasporto dei farmaci ad uso umano;
se non ritenga necessario, a garanzia dei servizi che vengono richiesti al trasporto dei farmaci assumere le necessarie iniziative normative per attribuire ad esso una percentuale minima dell'1 per cento, scorporandolo dal 3 per cento attribuito alla distribuzione intermedia che non effettua direttamente trasporto dei farmaci, ma che lo affida ad aziende specializzate con le quali tratta al ribasso prestazioni di alta qualità, che, perché rimangano tali, non devono comprimere per esigenze di bilancio servizi essenziali.
(4-10704)

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
secondo quanto riportato dal quotidiano La Repubblica di giovedì 20 gennaio,

la comunità Villa Maraini, storico centro di Roma per la cura della tossicodipendenza, vi sono gravi carenze da parte delle istituzioni riguardo l'aiuto e il sostegno necessari per far fronte a tutte le esigenze soprattutto di tipo economico per assistere adeguatamente i tossicodipendenti;
secondo quanto dichiarato dal Presidente della commissione permanente della Croce rossa e della Mezza Luna Rossa, Massimo Barra, il fondatore di Villa Maraini, la comunità, fondata dalla metà degli anni Settanta, è in grave crisi di finanziamenti e aspetta i bandi regionali che verranno. Un lavoro «a progetto», da sempre. «Per la distribuzione del metadone» racconta Barra «la delibera è scaduta il 3 agosto. E noi ne diamo 250 dosi al giorno, senza fondi, finché dura, perché presto finirà. Pretendono di trattare il problema con indicazioni burocratiche del tipo: al centro di accoglienza gli eroinomani dovrebbero rimanere solo 4 giorni. E dopo? Sono guariti? Tutto questo è pazzesco. Anche Aiuti, presidente della commissione comunale della Sanità, ha chiesto di riscrivere i bandi. È un'umiliazione»;
il centro di Villa Maraini è aperto 24 ore su 24. «Quando un tossico finisce in cella» conclude Barra «dai commissariati e dalle stazioni dei carabinieri chiamano noi. Molti i »domiciliari« li scontano a Villa Maraini, curandosi. Dal 1992 andiamo a cercarli e a fornire aiuto con i camper delle unità di strada. C'è il piano »spazzaneve« contro la diffusione della cocaina. Abbiamo insegnato ai drogati a non scambiarsi le siringhe per non prendersi l'Aids. Abbiamo visto morire tanti di cirrosi per l'epatite C, come Roberto, un nostro bravissimo operatore. E dobbiamo vivere cosi, sempre alla mercé di un bando e dell'insicurezza?» -:
se non si ritenga che un centro di così elevata esperienza e professionalità, anche di aiuto e sostegno ai detenuti, non necessiti di un intervento ad hoc del Governo di carattere economico-finanziario;
se infine non si ritenga urgente promuovere, d'intesa con la regione Lazio, un tavolo di confronto con l'obiettivo di risolvere i problemi relativi all'opera di assistenza e aiuto attualmente offerti dall'istituto in questione a migliaia di cittadini in difficoltà.
(4-10705)

MUSSOLINI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
l'introduzione di mezzi di contrasto ecografici consente di effettuare una valutazione in tempo reale della micro-macrovascolarizzazione del fegato e di altre organi, quali l'aorta, il rene, la vescica, la mammella, i linfonodi, l'intestino, ottenendo un'accuratezza diagnostica superiore all'ecografia di base, strettamente comparabile alla Tac spirale multislice e alla risonanza magnetica in diverse applicazioni;
l'ecocontrastografia nella diagnostica per immagini sta assumendo, oggi, un ruolo importante, come confermato dai dati presenti in letteratura e suffragata dalle esperienze di molti centri di riferimento di diagnostica per immagini, come il dipartimento di scienze radiologiche, policlinico Umberto I, in particolare nella diagnostica del fegato;
in particolare, l'ecografia con mezzo di contrasto, è accurata nella caratterizzazione delle lesioni focali epatiche, nei follow-up dei pazienti con tumori epatici sottoposti a trattamenti mini-invasivi e soprattutto nell'identificazione delle metastasi epatiche, in accordo con le linee guida e le raccomandazioni dell'EFSUMB del 2008 e con le linee guida dell'Istituto superiore di sanità (sistema nazionale linee guida SNLG), con il patrocinio del Ministero della salute, sulle lesioni focali epatiche, approvate da un panel scientifico multidisciplinare, nel dicembre 2008;
la diagnosi precoce delle metastasi è essenziale perché ha importanti implicazioni terapeutiche e prognostiche. Esame clinico e test di funzionalità epatica possono dare solo un'indicazione sulla presenza

di lesione epatica ripetitiva quando la malattia metastatica è ormai avanzata;
poiché la prognosi di un paziente oncologico, in particolare quando si tratta di pazienti in follow-up per tumore gastrointestinale, è fortemente condizionata dalle dimensioni e dall'estensione delle metastasi epatiche, risulta di fondamentale importanza giungere alla loro identificazione nella fase pre-clinica, quando le possibilità di successo del trattamento sono ancora buone;
l'introduzione nel tariffario nazionale dell'eco-contrastografia negli ambiti sopra indicati, e soprattutto nella diagnostica del fegato, consentirebbe pertanto, di fornire prestazioni più accurate ed efficaci ai pazienti, in particolare ai pazienti oncologici e di ridurre le richieste di esami di TC e RM. Questo comporterebbe la riduzione dei costi, come dimostrato in recenti lavori scientifici e pertanto la riduzione delle liste d'attesa per i pazienti che necessitano di esami TC e RM irrinunciabili;
inoltre la mancata effettuazione dell'ecografia con mdc potrebbe avere ricadute medico legali in casi in cui l'omessa prestazione abbia determinato ritardo diagnostico con conseguente peggioramento della prognosi;
si deve tenere presente quanto deliberato con il DGR 562 del 5 settembre 2006: aggiornamento del nomenclatore tariffario regionale del Lazio delle prestazioni specialistiche ambulatoriali. Modificazioni ed integrazioni alla DGR n. 439 del 21 luglio 2006 e quanto già in essere nei nomenclatori tariffari della regione Lombardia (Deliberazione n. VII15324 del 28 novembre 2003) e della regione autonoma Friuli Venezia Giulia (D.G.R. n. 150 del 22 gennaio 2002 decreto ministeriale 22 luglio 1996. Prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale erogabili nell'ambito del Servizio Sanitario Nazionale. Approvazione del tariffario regionale, valido a decorrere dal 1o marzo 2002, per le prestazioni specialistiche ambulatoriali, ivi compresa la diagnostica strumentale e di laboratorio);
inoltre l'ecocontrastografia è stata già inclusa nei tariffari regionali di altre regioni come la Basilicata -:
se nel quadro dell'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza non si intenda inserire l'ecocontrastografia alla luce delle considerazioni riportate in premessa.
(4-10706)

TESTO AGGIORNATO AL 22 FEBBRAIO 2011

...

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazioni a risposta in Commissione:

MARCO CARRA. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
la società Gambro-Dasco, impresa del comparto biomedicale con sede a Medolla (Modena), ha annunciato di voler trasferire all'estero un'intera linea produttiva;
le destinazioni ipotizzate sono la Cina, il Messico e la Repubblica Ceca;
le motivazioni a supporto di tale ipotesi sono riconducibili alla volontà della multinazionale svedese di ridurre i costi che, evidentemente, in quei luoghi sono inferiori a quelli del nostro Paese;
l'obiettivo della società Gambro-Dasco, se confermato, nega il «valore sociale dell'impresa» in quanto porta all'esclusione dal processo produttivo circa 400 lavoratori e lavoratrici in nome solo ed esclusivamente del profitto;
è opportuno mettere in campo tutte le iniziative possibili per scongiurare tale sciagurata eventualità -:
se il Ministro intenda istituire un tavolo tra le parti (proprietà dell'azienda, organizzazioni imprenditoriali e sindacali ed istituzioni locali) che abbia la finalità di definire possibili strumenti e di esercitare l'opportuna moral suasion che inducano la multinazionale Gambro-Dasco a recedere, in via definitiva, dal proposito oggetto

dell'interrogazione, salvaguardando il sito produttivo di Medolla (Modena) e i livelli occupazionali.
(5-04141)

MIGLIOLI, GHIZZONI, LEVI e SANTAGATA. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro della salute, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
presso i comuni di Mirandola e Medolla (Modena) ha sede l'azienda Gambro, locale rappresentante del noto gruppo multinazionale, che conta 7000 dipendenti;
la Gambro è leader del settore e tra le più rappresentative del distretto biomedicale che - radicato particolarmente nella bassa modenese - costituisce uno degli ambiti più qualificati dell'economia modenese e regionale, con circa 130 imprese e 4000 addetti;
il 24 marzo 2009, presso la regione Emilia-Romagna fu sottoscritto tra la direzione dell'azienda Gambro Dasco e le organizzazioni sindacali un accordo che prevedeva un organico fissato in 775 unità e il ricorso a procedure concordate per la riduzione di 40 unità;
inaspettatamente, il 27 gennaio 2011 la direzione della detta Gambro ha comunicato l'avvio di un piano di ristrutturazione che prevede la cessazione dell'attività produttiva di linee sangue (bloodlines) attraverso l'esternalizzazione delle lavorazioni;
il piano prevede la riduzione di ben 400 unità lavorative rispetto agli attuali 738 dipendenti;
la unilaterale decisone assunta dall'azienda ha destato profonda preoccupazione nei lavoratori coinvolti - per i quali si prefigura la perdita del lavoro - così come nelle istituzioni territoriali (comuni coinvolti, provincia di Modena, e regione Emilia-Romagna), nelle organizzazioni sindacali e nelle forze politiche locali per le conseguenze economiche e sociali che deriverebbero dalla determinazione della Gambro di dimezzare il numero del personale e di esternalizzare una linea di produzione;
a fronte degli intendimenti espressi dall'azienda, è stato immediatamente indetto per i primi giorni di febbraio il tavolo regionale -:
se i Ministri interrogati siano al corrente della decisone assunta dall'azienda Gambro di Mirandola;
se per il Ministro della salute, la dimissione della cosiddetta «linea sangue» non pregiudichi la funzionalità dei reparti ospedalieri e sanitari acquirenti dei prodotti Gambro;
quali iniziative i Ministri interrogati intendano intraprendere per la salvaguardia dei posti di lavoro e garantire i livelli occupazionali nel settore biomedicale con sede nella bassa modenese.
(5-04147)

Interrogazioni a risposta scritta:

GARAGNANI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
con il passaggio dall'analogico al digitale terrestre si sono verificate in Emilia Romagna parecchie disfunzioni ed inconvenienti per gli utenti del servizio televisivo;
in molte zone della regione alcuni servizi, ed in particolare il terzo canale della televisione pubblica ed il rispettivo telegiornale locale non si possono vedere mentre al loro posto molto spesso va in onda il telegiornale della confinante regione Veneto o Lombardia;
questa situazione naturalmente provoca sconcerto e disagio nei telespettatori che non possono conoscere le notizie di cronaca riferite al loro territorio venendo di fatto privati della possibilità di fruire di un importante mezzo di comunicazione -:
quali siano le ragioni degli inconvenienti sopradescritti e quali iniziative intenda porre per risolvere l'oscuramento del telegiornale regionale locale.
(4-10673)

RUBINATO, BARETTA, LULLI, BENAMATI, MARCO CARRA, CASTAGNETTI, CODURELLI, GARAVINI, GHIZZONI, GNECCHI, GRAZIANO, ESPOSITO, MATTESINI, MIOTTO, MOTTA, RIGONI, ROSATO, RUGGHIA, SCHIRRU, SERVODIO, VERINI e ZACCARIA. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il 12 gennaio 2011, l'INAIL ha offerto mediante bando telematico 60 milioni di euro a sostegno degli investimenti delle imprese italiane nella prevenzione degli incidenti sul lavoro;
la misura, prevista dal decreto legislativo n. 81 del 2009 come contributo INAIL alle imprese per interventi sulla sicurezza del lavoro, si è configurata come l'ennesima operazione «click-day» con invio telematico delle domande per l'accesso al finanziamento;
la grande sproporzione tra fondi richiesti e fondi disponibili e le gravi disfunzioni del sistema informatico dell'istituto hanno di fatto limitato l'accesso a pochi beneficiari; dopo le 14, ora di inizio stabilita per l'inserimento delle domande nel sito internet dell'INAIL, i fondi si sono esauriti in meno di mezz'ora;
in particolare per quanto riguarda le aziende della regione Veneto, che avrebbero dovuto beneficiare di una quota riservata di 4 milioni e 710 mila euro (meno di un decimo del totale) il budget disponibile si è esaurito in meno di 16 minuti e moltissime aziende non hanno potuto in alcun modo avere accesso ai fondi; alle 13,30 del 12 gennaio, mezz'ora prima dell'ora stabilita per l'inizio degli accessi, associazioni di categoria quali Confindustria, CNA, Confartigianato, constatavano il «blocco» del sito; quando è stato ripristinato il collegamento utile per l'inserimento delle domande, alle 14,20, risultavano disponibili per il Veneto solo 840 euro;
nel sito internet dell'INAIL, tale disfunzione è stata attribuita a «l'incremento esponenziale degli accessi alla piattaforma telematica dell'Istituto - anche ben prima delle 14, quando si avviava l'operazione «click day» - questo ha provocato un'indisponibilità totale del servizio; l'INAIL comunica anche che «al ripristino ogni cosa è ripresa regolarmente, senza disfunzioni»;
nello stesso sito, l'INAIL precisa che si sono verificati sette minuti di «black-out» in occasione dell'operazione «click day», che hanno reso il servizio indisponibile per chiunque; di fatto, ribadisce l'istituto, «non vi è stato chi ha potuto accedere alla piattaforma telematica e chi, invece, no: sulla Rete per quell'intervallo di tempo l'Istituto è stato irraggiungibile per tutti»;
il portale dell'INAIL è predisposto per gestire oltre 25 mila sessioni di lavoro simultanee; al «click day» programmato per le ore 14 del 12 gennaio 2011, hanno aderito, già prima dell'ora stabilita, oltre 20 mila utenti che operavano nell'aggiornamento continuo delle pagine in cui si sarebbe visualizzato il «comando» per l'invio della I domanda di finanziamento; l'incremento esponenziale degli accessi - ben sopra il milione, sia prima che immediatamente dopo le 14 - ha causato il blocco del portale e, quindi, l'indisponibilità del servizio per sette minuti (dalle 14.03 alle 14.09); durante questo periodo - ribadisce l'INAIL - il servizio è stato reso indisponibile per tutti gli utenti; al termine della giornata, il traffico registrato è stato di oltre 12 milioni di accessi per circa 1 milione 800 mila pagine e oltre 142 mila login di utenti registrati, con valori di traffico mediamente triplicati rispetto a quelli medi giornalieri sull'intero portale INAIL;
l'eccesso di traffico e l'elevato numero di domande erano largamente prevedibili: su un totale di 19.410 domande risultate ammissibili nella gara a tempo, solo 1.438 hanno beneficiato dei fondi INAIL;
le aziende italiane, in particolare nell'attuale fase di crisi economica e finanziaria,

hanno diritto di accedere ai pochi incentivi esistenti in modo chiaro e trasparente, e con pari opportunità, evitando meccanismi telematici simili ai giochi a premi e ai concorsi pronostici;
già nel 2009 gli imprenditori hanno dovuto subire le disfunzioni del meccanismo del «click day» per avere accesso ai contributi assegnati come credito d'imposta per investimenti in ricerca e sviluppo;
anche in quell'occasione il meccanismo del «click day» aveva generato una vibrante protesta da parte delle associazioni di categoria, in particolare a Treviso e la presentazione di una interpellanza urgente presentata dalla prima firmataria del presente atto;
nel febbraio 2010 la commissione tributaria di Pescara ha accolto il ricorso presentato da oltre 1.500 aziende;
le risorse assegnate sono del tutto insufficienti per gli interventi necessari a garantire il diritto dei lavoratori e delle imprese alla sicurezza del lavoro: considerando che il bando in oggetto attribuiva un contributo pari al 75 per cento delle spese sostenute dall'azienda, fino ad un massimo di 100 mila euro, le risorse attribuite al Veneto sarebbero state sufficienti per non più di 47 aziende che avessero chiesto il massimo del contributo previsto, a fronte di 350 mila imprese attive nella regione -:
quali urgenti iniziative anche normative i ministri interrogati intendano intraprendere:
a) allo scopo di modificare al più presto tale meccanismo, che premia non le aziende che presentano i progetti migliori, ma quelle in grado di accedere più velocemente ai servizi telematici, senza alcun criterio oggettivo nella concessione dei finanziamenti pubblici;
b) per assegnare i finanziamenti sulla base di una valutazione da parte di organismi competenti sulla qualità dei progetti e sull'efficacia nella prevenzione degli infortuni;
per riservare una quota prevalente alle piccole imprese, favorendo l'introduzione di procedure di sicurezza semplificate gestite da enti qualificati per conto di piccole aziende artigiane che non hanno una struttura adeguata alla complessità degli adempimenti in materia di sicurezza;
per garantire il diritto all'accesso al contributo per la sicurezza sul lavoro anche alle aziende escluse per l'incidente tecnico, con un nuovo bando entro breve termine e con meccanismi non competitivi ma trasparenti e selettivi in base a criteri oggettivi.
(4-10674)

BERTOLINI e CAZZOLA. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la dirigenza del gruppo industriale Gambro ha comunicato, il 27 gennaio 2011, di voler cessare l'attività produttiva di linee sangue per dialisi nello stabilimento con sede nel comune di Medolla in provincia di Modena;
il taglio di tale linea produttiva, dovuto alla decisione dell'azienda di esternalizzare alcune lavorazioni nelle Repubblica Ceca, a Shanghai ed in Messico, provocherebbe un esubero di 400 dipendenti, equivalente a più della metà dei lavoratori attualmente impiegati;
il licenziamento di 400 lavoratori causerebbe danni enormi ad un settore trainante e strategico dell'economia locale come quello del biomedicale ed alle famiglie degli stessi lavoratori coinvolti;
tale decisione ha provocato l'immediata reazione dei lavoratori che, attraverso i sindacati, hanno messo in campo uno sciopero ad oltranza;
nonostante la difficile fase di crisi internazionale, l'azienda Gambro e l'intero settore del biomedicale registrano un buon andamento della produzione, testimoniato dai dati in crescita;

è necessario evitare il licenziamento di 400 dipendenti dello stabilimento Gambro di Medolla, mettendo in campo, a livello istituzionale, ogni azione idonea per raggiungere tale importante obiettivo -:
se i Ministri siano a conoscenza del piano di dismissione di diverse linee di produzione dello stabilimento di Medolla (Modena) del gruppo Gambro e del conseguente esubero di 400 dipendenti dell'azienda stessa e quali provvedimenti urgenti intendano adottare per evitare la perdita di tanti posti di lavoro ed il ridimensionamento radicale di uno stabilimento produttivo che, per dimensioni e per tipologia di prodotto, continua a rappresentare una ricchezza per tutto il territorio e per l'intero distretto biomedicale dell'area nord della provincia di Modena.
(4-10696)

ALESSANDRI, FAVA e STUCCHI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il 27 gennaio 2011, la Società Gambro di Medolla (Modena), ha emesso un comunicato stampa in cui annunciava, di fatto, di aver preso la decisione di delocalizzare la realtà industriale modenese in altri Stati quali la Repubblica Ceca e la Cina;
il lungo comunicato recitava: «Gambro cesserà l'attività produttiva di linee sangue (bloodlines) nello stabilimento di Medolla (Modena), con l'obiettivo di ottimizzare a livello globale la propria presenza industriale dedicata a questa tipologia di produzioni. La società ha inoltre deciso di esternalizzare alcune lavorazioni incluse nel ciclo produttivo delle linee sangue, attualmente, realizzate presso il sito di Medolla, e di consolidare le rimanenti lavorazioni presso gli stabilimenti di Prerov (Repubblica Ceca), Shanghai (Cina) e Tijuana (Messico);
"La decisione annunciata oggi è necessaria per rafforzare ulteriormente la nostra posizione e competitività a livello mondiale nel mercato dell'emodialisi per pazienti cronici. Ci focalizzeremo sulla fornitura di terapie con i più alti standard possibili, concentrando i nostri sforzi sulla facilità d'uso e l'efficienza complessiva in clinica. Ciò ci permetterà di indirizzare i nostri investimenti in quelle aree di attività nelle quali risiedono le migliori opportunità di creazione di valore per i clienti e la nostra azienda" dichiara Ulf Mattsson, Presidente e CEO ad interim di Gambro;
in particolare, saranno portate a termine le seguenti azioni:
esternalizzazione di granulazione, stampaggio e sterilizzazione;
consolidamento delle rimanenti lavorazioni legate alla produzione delle linee sangue a Prerov (Repubblica Ceca), Shanghai (Cina) e Tijuana (Messico);
l'Italia è un Paese strategico per Gambro, sia da un punto di vista commerciale sia dal punto di vista della presenza industriale e il sito produttivo di Medolla rimarrà parte integrante del network di produzione dei monitor Gambro a livello mondiale;
"Gambro, nell'ambito di questa necessaria razionalizzazione, conferma la propria attenzione alla responsabilità sociale e quindi farà tutto il possibile per trovare una soluzione accettabile per i collaboratori coinvolti" dichiara, Dirk Lijnzad, Senior Vice President Global Operations di Gambro;
il piano di ristrutturazione coinvolge circa 400 posizioni lavorative inclusi i contratti temporanei;
Gambro intende completare il progetto di ristrutturazione entro la prima metà del 2012»;
alla luce del comunicato sopra riportato, sembra evidente che il vero obiettivo della società sia quello di abbandonare lo stabilimento produttivo di Medolla per delocalizzarlo in aree del mondo in cui sono più bassi i costi di produzione e a

parere dell'interrogante, anche più basse le tutele dei lavoratori e le garanzie sociali;
è indispensabile proteggere il lavoro dei 400 operai che la Gambro intende coinvolgere nell'annunciato processo di delocalizzazione impedendo che essa li possa espellere dai cicli di produzione e cosi mettendo anche in difficoltà altrettante centinaia di famiglie;
oltre che per i lavoratori interessati, l'eventuale migrazione dello stabilimento della Gambro di Medolla avrebbe effetti disastrosi anche sul tessuto produttivo locale acutizzando il già grave processo di crisi che sta colpendo le aree produttive emiliane in cui centinaia di piccole e medie imprese sono costrette a chiudere per mancanza di risorse finanziarie e per il blocco delle commesse provocato dalla crisi mondiale degli ultimi due anni -:
se siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e ad ogni modo se non intendano attivarsi, ciascuno per le proprie competenze, affinché sia scongiurata la possibilità che la Gambro dia seguito alla propria decisione di delocalizzare le produzioni del suo stabilimento di Medolla ed altresì affinché sia evitata la perdita di lavoro dei 400 operai coinvolti.
(4-10699)

...

Apposizione di una firma ad una mozione.

La mozione Fogliato e altri n. 1-00542, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 27 gennaio 2011, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Dozzo.

Apposizione di una firma ad una interpellanza.

L'interpellanza urgente Peluffo e altri n. 2-00950, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 1o febbraio 2011, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Pollastrini.

Apposizione di firme ad interrogazioni.

L'interrogazione a risposta in Commissione Vannucci n. 5-03381, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 14 settembre 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Froner.

L'interrogazione a risposta scritta Holzmann n. 4-08834, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 30 settembre 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Girlanda n. 4-08839, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 30 settembre 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Zacchera n. 4-08841, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 30 settembre 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Zacchera n. 4-08842, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 30 settembre 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Zacchera n. 4-08843, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 30 settembre 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Zacchera n. 4-08844, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 30 settembre 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Zacchera n. 4-08845, pubblicata nell'allegato

B ai resoconti della seduta del 30 settembre 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta in Commissione De Pasquale e Ventura n. 5-03919, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 1o dicembre 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Zaccaria.

L'interrogazione a risposta in Commissione Codurelli e Marco Carra n. 5-04087, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 24 gennaio 2011, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Mattesini.

L'interrogazione a risposta in Commissione Bobba n. 5-04126, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 31 gennaio 2011, deve intendersi sottoscritta anche dai deputati: Rampi, Farinone.

L'interrogazione a risposta immediata in Assemblea Lenzi e altri n. 3-01435, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 1o febbraio 2011, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Vannucci.