XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di mercoledì 23 febbraio 2011

TESTO AGGIORNATO AL 19 APRILE 2011

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:

La Camera,
premesso che:
si registrano numerose e crescenti violazioni del regime linguistico dell'Unione europea, in contrasto con il principio di non discriminazione in base alla nazionalità e quindi alla lingua di cui all'articolo 18 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea e in violazione del regolamento del Consiglio n. 1 del 1958;
è infatti crescente il ricorso, sia nelle prassi interne delle Istituzioni dell'Unione europea sia nella disciplina di specifici istituti giuridici, ad inglese, francese e tedesco quali lingue di lavoro o di comunicazione con gli Stati membri e i loro cittadini;
tali pratiche determinano un'ingiustificata discriminazione a vantaggio dei membri e i funzionari delle Istituzioni dell'UE provenienti dai Paesi aventi quale lingua madre inglese, francese e tedesco e dei relativi cittadini ed imprese e a danno di quelli provenienti dagli altri Stati membri;
l'affermazione del trilinguismo appare inoltre suscettibile di incidere negativamente sul ruolo dell'Italia nel processo di integrazione europea e sulla competitività del sistema produttivo italiano, che è costretto a sostenere costi di traduzione ulteriori rispetto alle imprese dei Paesi che utilizzano una delle tre lingue in questione;
relativamente al funzionamento interno delle strutture amministrative delle istituzioni europee, le esigenze di riduzione dei costi di traduzione e di semplificazione possono giustificare il ricorso ad una o due lingue veicolari, quali l'inglese e, in alcuni ambiti, il francese;
il ricorso ad inglese, francese e tedesco appare invece del tutto ingiustificato anche sul piano pratico, essendo esso fonte di costi di traduzione e interpretariato non necessari ad assicurare l'efficace funzionamento delle Istituzioni dell'Unione europea;
tali costi sono peraltro interamente a carico del bilancio dell'Unione europea, finanziato da tutti gli Stati membri, configurando un ulteriore elemento di iniquità;
è di particolare gravità in questo contesto la trasmissione alle amministrazioni dei Parlamenti nazionali di comunicazioni dell'amministrazione del Parlamento europeo redatte in inglese, francese e tedesco. L'uso di tutte le lingue ufficiali dell'Unione, oltre a rispondere a precisi obblighi imposti dal Trattato, è un presupposto imprescindibile per sviluppare ulteriormente, su un piano di parità, le relazioni tra le istituzioni dell'Unione europea ed i Parlamenti nazionali nonché per consolidare la cooperazione interparlamentare;
anche nell'attività amministrativa e di documentazione del Parlamento europeo è peraltro crescente il ricorso di fatto alle tre lingue sopra indicate, a fronte di una prassi consolidata che prevedeva per evidenti esigenze di semplificazione e contenimento dei costi l'utilizzo delle lingue veicolari inglese e francese. Persino il sito intranet del Parlamento europeo include dal 2009 quali lingue di navigazione l'inglese, il francese e il tedesco;
la Camera ha in più occasioni, da ultimo nella risoluzione Pescante ed altri (6-00043), approvata il 13 luglio 2010, impegnato il Governo ad opporsi ai tentativi di imporre inglese, francese e tedesco quali «lingue di lavoro» di altre istituzioni ed organi dell'Unione europea;
con documento finale approvato il 22 dicembre 2010 la Commissione attività produttive della Camera dei deputati ha

espresso una valutazione fermamente contraria sulla proposta di regolamento relativa al regime di traduzione del brevetto dell'Unione europea (COM(2010)350 def), in quanto essa prevede che il brevetto unico sia richiesto e rilasciato esclusivamente in inglese, francese o tedesco;
l'illegittimità del trilinguismo è stata, per alcuni profili, riconosciuta nella sentenza resa nella causa T-205/07, il 3 febbraio 2011, dal tribunale dell'Unione europea, che, accogliendo un ricorso dell'Italia, ha annullato un invito a manifestare interesse per la costituzione di un elenco di candidati ai fini dell'assunzione di agenti contrattuali delle istituzioni europee, pubblicato dall'Ufficio di selezione del personale dell'Unione europea (EPSO) nelle lingue tedesca, inglese e francese. La sentenza ha infatti dichiarato che la pubblicazione dell'invito nelle sole tre lingue in questione costituisce una discriminazione fondata sulla lingua tra i potenziali candidati, contraria al diritto dell'Unione;
occorre che l'Italia elabori una strategia organica e coerente per la tutela e la promozione della lingua italiana nell'Unione europea nonché in altre organizzazioni internazionali e sopranazionali;
a questo scopo è necessario ed urgente che i membri italiani delle istituzioni ed organi dell'Unione europea contrastino con forza ogni tentativo di violazione del regime linguistico previsto dai Trattati,


impegna il Governo:


a contrastare con intransigenza ogni tentativo di violazione del regime linguistico delle istituzioni dell'Unione europea di marginalizzazione della lingua italiana, ricorrendo ove necessario anche agli strumenti giurisdizionali disponibili;
a definire, in stretto raccordo con le Camere, una strategia organica per la tutela e la promozione della lingua italiana nelle istituzioni dell'Unione europea;
ad opporsi, in particolare, al tentativo di affermare il ricorso alle sole lingue inglese, francese e tedesco nel funzionamento, anche al solo livello amministrativo, di ogni istituzione ed organo dell'Unione europea;
a sostenere, nei casi in cui le esigenze di riduzione dei costi e di miglior funzionamento delle strutture amministrative delle istituzioni ed organi dell'Unione lo giustifichino, il ricorso alla sola lingua inglese, in quanto lingua veicolare di gran lunga più diffusa a livello europeo e globale;
a concordare, con altri Paesi che sarebbero gravemente penalizzati, al pari dell'Italia, dall'adozione del trilinguismo, tutte le iniziative appropriate per assicurare il rispetto del principio della pari dignità delle lingue ufficiali dell'Unione europea.
(1-00567)
«Pescante, Pini, Farinone, Formichella, Gozi, Maggioni, Porcino, Razzi, Scalia, Dell'Elce, Fucci, Nicolucci, Gottardo, Ronchi, Buttiglione, Centemero, Consiglio».

NUOVA FORMULAZIONE

La Camera,
premesso che:
si registrano numerose e crescenti violazioni del regime linguistico dell'Unione europea, in contrasto con il principio di non discriminazione in base alla nazionalità e quindi alla lingua, di cui all'articolo 18 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea e in violazione del regolamento del Consiglio n. 1 del 1958;
è, infatti, crescente il ricorso, sia nelle prassi interne delle istituzioni dell'Unione europea sia nella disciplina di specifici istituti giuridici, ad inglese, francese e tedesco quali lingue di lavoro o di comunicazione con gli Stati membri e i loro cittadini;
tali pratiche determinano un'ingiustificata discriminazione a vantaggio dei membri e dei funzionari delle istituzioni dell'Unione europea provenienti dai Paesi aventi quale lingua madre inglese, francese e tedesco e dei relativi cittadini ed imprese e a danno di quelli provenienti dagli altri Stati membri;
l'affermazione del trilinguismo appare, inoltre, suscettibile di incidere negativamente sul ruolo dell'Italia nel processo di integrazione europea e sulla competitività del sistema produttivo italiano, che è costretto a sostenere costi di traduzione ulteriori rispetto alle imprese dei Paesi che utilizzano una delle tre lingue in questione;
relativamente al funzionamento interno delle strutture amministrative delle istituzioni europee, le esigenze di riduzione dei costi di traduzione e di semplificazione possono giustificare il ricorso ad una o due lingue veicolari, quali l'inglese e, in alcuni ambiti, il francese;
il ricorso ad inglese, francese e tedesco appare, invece, del tutto ingiustificato anche sul piano pratico, essendo esso fonte di costi di traduzione e interpretariato non necessari ad assicurare l'efficace funzionamento delle istituzioni dell'Unione europea;
tali costi sono, peraltro, interamente a carico del bilancio dell'Unione europea, finanziato da tutti gli Stati membri, configurando un ulteriore elemento di iniquità;
è di particolare gravità in questo contesto la trasmissione alle amministrazioni dei Parlamenti nazionali di comunicazioni dell'amministrazione del Parlamento europeo redatte in inglese, francese e tedesco. L'uso di tutte le lingue ufficiali dell'Unione europea, oltre a rispondere a precisi obblighi imposti dal Trattato, è un presupposto imprescindibile per sviluppare ulteriormente, su un piano di parità, le relazioni tra le istituzioni dell'Unione europea ed i Parlamenti nazionali, nonché per consolidare la cooperazione interparlamentare;
anche nell'attività amministrativa e di documentazione del Parlamento europeo è, peraltro, crescente il ricorso di fatto alle tre lingue sopra indicate, a fronte di una prassi consolidata che prevedeva per evidenti esigenze di semplificazione e contenimento dei costi l'utilizzo delle lingue veicolari inglese e francese. Persino il sito intranet del Parlamento europeo include dal 2009 quali lingue di navigazione l'inglese, il francese e il tedesco;
la Camera ha in più occasioni, da ultimo nella risoluzione Pescante ed altri (n. 6-00043), approvata il 13 luglio 2010, impegnato il Governo ad opporsi ai tentativi di imporre inglese, francese e tedesco quali «lingue di lavoro» di altre istituzioni ed organi dell'Unione europea;
con documento finale approvato il 22 dicembre 2010, la Commissione attività produttive, commercio e turismo della Camera dei deputati ha espresso una valutazione fermamente contraria sulla proposta di regolamento relativa al regime di traduzione del brevetto dell'Unione europea (COM(2010)350 def), in quanto essa prevede che il brevetto unico sia richiesto e rilasciato esclusivamente in inglese, francese o tedesco;
l'illegittimità del trilinguismo è stata, per alcuni profili, riconosciuta nella sentenza resa nella causa T-205/07, il 3 febbraio 2011, dal tribunale dell'Unione europea, che, accogliendo un ricorso dell'Italia, ha annullato un invito a manifestare interesse per la costituzione di un elenco di candidati ai fini dell'assunzione di agenti contrattuali delle istituzioni europee, pubblicato dall'Ufficio di selezione del personale dell'Unione europea (Epso) nelle lingue tedesca, inglese e francese. La sentenza ha, infatti, dichiarato che la pubblicazione dell'invito nelle sole tre lingue in questione costituisce una discriminazione fondata sulla lingua tra i potenziali candidati, contraria al diritto dell'Unione europea;
occorre che l'Italia elabori una strategia organica e coerente per la tutela e la promozione della lingua italiana nell'Unione europea, nonché in altre organizzazioni internazionali e sovranazionali;
a questo scopo è necessario ed urgente che i membri italiani delle istituzioni ed organi dell'Unione europea contrastino con forza ogni tentativo di violazione del regime linguistico previsto dai Trattati,


impegna il Governo:


a contrastare con intransigenza ogni tentativo di violazione del regime linguistico delle istituzioni dell'Unione europea e di marginalizzazione della lingua italiana, ricorrendo, ove necessario, anche agli strumenti giurisdizionali disponibili;
a definire, in stretto raccordo con le Camere, una strategia organica per la tutela e la promozione della lingua italiana nelle istituzioni dell'Unione europea;
ad opporsi, in particolare, al tentativo di affermare il ricorso alle sole lingue inglese, francese e tedesco nel funzionamento, anche al solo livello amministrativo, di ogni istituzione ed organo dell'Unione europea e a valutare l'opportunità di utilizzare un criterio oggettivo che, limitando le lingue di lavoro entro un numero massimo di sei, tenga conto del numero effettivo di parlanti all'interno dell'Unione europea;
a sostenere, nei casi in cui le esigenze di riduzione dei costi e di miglior funzionamento delle strutture amministrative delle istituzioni ed organi dell'Unione europea lo giustifichino ed il criterio precedentemente esposto non venga recepito, il ricorso alla sola lingua inglese, in quanto lingua veicolare di gran lunga più diffusa a livello europeo e globale;
a concordare, con altri Paesi che sarebbero gravemente penalizzati, al pari dell'Italia, dall'adozione del trilinguismo, tutte le iniziative appropriate per assicurare il rispetto del principio della pari dignità delle lingue ufficiali dell'Unione europea.
(1-00567) (Nuova formulazione) «Pescante, Pini, Farinone, Formichella, Gozi, Maggioni, Porcino, Razzi, Scalia, Dell'Elce, Fucci, Nicolucci, Gottardo, Ronchi, Buttiglione, Centemero, Consiglio».

ULTERIORE NUOVA FORMULAZIONE

La Camera,
premesso che:
si registrano numerose e crescenti violazioni del regime linguistico dell'Unione europea, in contrasto con il principio di non discriminazione in base alla nazionalità e quindi alla lingua, di cui all'articolo 18 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea e in violazione del regolamento del Consiglio n. 1 del 1958;
è, infatti, crescente il ricorso, sia nelle prassi interne delle istituzioni dell'Unione europea sia nella disciplina di specifici istituti giuridici, ad inglese, francese e tedesco quali lingue di lavoro o di comunicazione con gli Stati membri e i loro cittadini;
tali pratiche determinano un'ingiustificata discriminazione a vantaggio dei membri e dei funzionari delle istituzioni dell'Unione europea provenienti dai Paesi aventi quale lingua madre inglese, francese e tedesco e dei relativi cittadini ed imprese e a danno di quelli provenienti dagli altri Stati membri;
l'affermazione del trilinguismo appare, inoltre, suscettibile di incidere negativamente sul ruolo dell'Italia nel processo di integrazione europea e sulla competitività del sistema produttivo italiano, che è costretto a sostenere costi di traduzione ulteriori rispetto alle imprese dei Paesi che utilizzano una delle tre lingue in questione;
relativamente al funzionamento interno delle strutture amministrative delle istituzioni europee, le esigenze di riduzione dei costi di traduzione e di semplificazione possono giustificare il ricorso ad una o due lingue veicolari, quali l'inglese e, in alcuni ambiti, il francese;
il ricorso ad inglese, francese e tedesco appare, invece, del tutto ingiustificato anche sul piano pratico, essendo esso fonte di costi di traduzione e interpretariato non necessari ad assicurare l'efficace funzionamento delle istituzioni dell'Unione europea;
tali costi sono, peraltro, interamente a carico del bilancio dell'Unione europea, finanziato da tutti gli Stati membri, configurando un ulteriore elemento di iniquità;
è di particolare gravità in questo contesto la trasmissione alle amministrazioni dei Parlamenti nazionali di comunicazioni dell'amministrazione del Parlamento europeo redatte in inglese, francese e tedesco. L'uso di tutte le lingue ufficiali dell'Unione europea, oltre a rispondere a precisi obblighi imposti dal Trattato, è un presupposto imprescindibile per sviluppare ulteriormente, su un piano di parità, le relazioni tra le istituzioni dell'Unione europea ed i Parlamenti nazionali, nonché per consolidare la cooperazione interparlamentare;
anche nell'attività amministrativa e di documentazione del Parlamento europeo è, peraltro, crescente il ricorso di fatto alle tre lingue sopra indicate, a fronte di una prassi consolidata che prevedeva per evidenti esigenze di semplificazione e contenimento dei costi l'utilizzo delle lingue veicolari inglese e francese. Persino il sito intranet del Parlamento europeo include dal 2009 quali lingue di navigazione l'inglese, il francese e il tedesco;
la Camera ha in più occasioni, da ultimo nella risoluzione Pescante ed altri (n. 6-00043), approvata il 13 luglio 2010, impegnato il Governo ad opporsi ai tentativi di imporre inglese, francese e tedesco quali «lingue di lavoro» di altre istituzioni ed organi dell'Unione europea;
con documento finale approvato il 22 dicembre 2010, la Commissione attività produttive, commercio e turismo della Camera dei deputati ha espresso una valutazione fermamente contraria sulla proposta di regolamento relativa al regime di traduzione del brevetto dell'Unione europea (COM(2010)350 def), in quanto essa prevede che il brevetto unico sia richiesto e rilasciato esclusivamente in inglese, francese o tedesco;
l'illegittimità del trilinguismo è stata, per alcuni profili, riconosciuta nella sentenza resa nella causa T-205/07, il 3 febbraio 2011, dal tribunale dell'Unione europea, che, accogliendo un ricorso dell'Italia, ha annullato un invito a manifestare interesse per la costituzione di un elenco di candidati ai fini dell'assunzione di agenti contrattuali delle istituzioni europee, pubblicato dall'Ufficio di selezione del personale dell'Unione europea (Epso) nelle lingue tedesca, inglese e francese. La sentenza ha, infatti, dichiarato che la pubblicazione dell'invito nelle sole tre lingue in questione costituisce una discriminazione fondata sulla lingua tra i potenziali candidati, contraria al diritto dell'Unione europea;
occorre che l'Italia elabori una strategia organica e coerente per la tutela e la promozione della lingua italiana nell'Unione europea, nonché in altre organizzazioni internazionali e sovranazionali;
a questo scopo è necessario ed urgente che i membri italiani delle istituzioni ed organi dell'Unione europea contrastino con forza ogni tentativo di violazione del regime linguistico previsto dai Trattati,


impegna il Governo:


a contrastare con intransigenza ogni tentativo di violazione del regime linguistico delle istituzioni dell'Unione europea e di marginalizzazione della lingua italiana, ricorrendo, ove necessario, anche agli strumenti giurisdizionali disponibili;
a definire, in stretto raccordo con le Camere, una strategia organica per la tutela e la promozione della lingua italiana nelle istituzioni dell'Unione europea;
ad opporsi, in particolare, al tentativo di affermare il ricorso alle sole lingue inglese, francese e tedesco nel funzionamento, anche al solo livello amministrativo, di ogni istituzione ed organo dell'Unione europea e a valutare l'opportunità di utilizzare un criterio oggettivo che, limitando le lingue di lavoro entro un numero massimo di sei, tenga conto del numero effettivo di parlanti all'interno dell'Unione europea;
a sostenere, nei casi in cui le esigenze di riduzione dei costi e di miglior funzionamento delle strutture amministrative delle istituzioni ed organi dell'Unione europea lo giustifichino ed il criterio precedentemente esposto non venga recepito, il ricorso, oltre alla lingua della presidenza di turno, alla sola lingua inglese, in quanto lingua veicolare di gran lunga più diffusa a livello europeo e globale, ed eventualmente alla lingua francese, se compatibile con le predette esigenze;
a concordare, con altri Paesi che sarebbero gravemente penalizzati, al pari dell'Italia, dall'adozione del trilinguismo, tutte le iniziative appropriate per assicurare il rispetto del principio della pari dignità delle lingue ufficiali dell'Unione europea.
(1-00567)
(Ulteriore nuova formulazione).«Pescante, Gozi, Maggioni, Buttiglione, Ronchi, Razzi, Porcino, Pini, Farinone, Formichella, Scalia, Dell'Elce, Fucci, Nicolucci, Gottardo, Centemero, Consiglio, Biancofiore, Frassinetti».

Risoluzione in Commissione:

L'VIII Commissione,
premesso che:
a seguito dell'incidente accaduto il 12 gennaio 2011 nell'impianto portuale della società E.On. a Porto Torres (Sassari), si è verificato uno sversamento di olio combustibile dalla linea di «trasferimento-prodotto» fino al deposito carburanti della centrale termoelettrica di «Fiume Santo»;

l'incidente sarebbe stato causato da un guasto meccanico nella linea di drenaggio del «collettore manichette» posizionato all'interno della banchina. Secondo quanto descritto dai rilievi tecnici della capitaneria di porto e dalle squadre specializzate dei vigili del fuoco di Sassari a cedere sarebbe stato un tubo vetusto e in cattive condizioni. Si ipotizzano poi alcune «fenditure» nei cassoni per il contenimento dell'olio sulla banchina. In entrambi i casi la già avviata inchiesta della procura competente per reato di danno ambientale verificherà se vi siano state gravi negligenze nelle operazioni di scarico e nel controllo dei macchinari utilizzati;
l'incidente di gennaio è soltanto l'ultimo di una serie di sversamenti accidentali a danno delle coste. Le tonnellate d'idrocarburi finite nei nostri mari dal 1985 a oggi sono circa 162.600, più della metà di tutto il petrolio finito nel Mediterraneo nello stesso periodo;
in Sardegna transitano, complessivamente, circa 41 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi all'anno. Nel porto di Cagliari-Sarroch passano 26 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi all'anno (il 10 per cento del totale in Italia) e sono 39 i depositi lungo la costa sarda dove vengono stoccati 321 metri cubi di prodotti come benzine, gasolio e olio combustibile;
praticamente nessuna regione costiera italiana è risparmiata dalle rotte che le petroliere effettuano nel Mediterraneo. Con 12 raffinerie, 14 grandi porti petroliferi e 9 piattaforme di estrazione off-shore, il nostro Paese movimenta complessivamente oltre 343 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi all'anno a cui vanno aggiunte le quantità di petrolio e affini stoccati in 482 depositi. L'Italia è al centro di ben 10 rotte nel bacino del Mediterraneo e ogni anno verso le nostre coste viaggiano ben 178 milioni di tonnellate di petrolio, quasi la metà di tutto il greggio che arriva in direzione dei porti del Mediterraneo, crocevia delle petroliere di tutto il mondo;
quanto accaduto a Porto Torres, come sottolineano esperti e rappresentanti delle associazioni ambientaliste, è emblematico della situazione di arretratezza di gran parte del sistema industriale sardo: industrie prevalentemente inquinanti e in continua emergenza, che rappresentano una grave minaccia per l'ambiente e per tutta l'economia turistica della regione;
è oggi possibile utilizzare le più moderne tecnologie per il monitoraggio e la prevenzione delle zone sensibili o dove si possono verificare incidenti rilevanti. È possibile in primo luogo stabilire convenzioni con agenzie satellitari per «fotografare» con varie modalità le zone industriali costiere, gli stretti (Bocche di Bonifacio e Messina) o in prossimità di parchi e zone protette. L'allerta sarebbe anticipata di ore (vedi il caso E.On di Porto Torres). In seconda istanza si possono collocare boe rilevatrici di inquinanti sempre nelle zone sensibili;
appare urgente la necessità di cambiare registro e rendere più efficaci le misure preventive e repressive. La fragilità dell'ambiente costiero di tutto il Mediterraneo, caratterizzato in Italia da un sistema delicato di aree marine protette, la sua vocazione turistica, esigono tolleranza zero verso gli sversamenti a mare di idrocarburi,


impegna il Governo:


a verificare lo stato attuale delle coste e dei fondali colpiti dallo sversamento della centrale E.On di Porto Torres e se tutte le operazioni di bonifica siano state effettuate;
a valutare l'opportunità di mettere in campo una task force per controllare e garantire la messa in sicurezza di tutte le infrastrutture di carico e scarico di prodotti petroliferi operative sulla costa italiana anche con l'adozione delle necessarie innovazioni tecnologiche;

a valutare l'opportunità di rafforzare in modo permanente, con il dipartimento della protezione civile e tutte le regioni interessate, la struttura di coordinamento del sistema della protezione civile regionale con gli enti locali per gli inquinamenti da idrocarburi.
(7-00502)«Realacci».

...

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:

VACCARO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
in data 24 novembre 2010, è stato interdetto il traffico sul tratto della strada statale n. 18 che collega la Campania alla Basilicata e alla Calabria, nel territorio del comune di Sapri, tra il predetto comune e quello di Maratea (Potenza), per effetto del distacco di un masso dal costone roccioso sovrastante la citata strada statale 18;
gravi sono stati i pregiudizi derivati dalla drastica interruzione del trasporto su gomma, che purtroppo assorbe la gran parte delle relazioni e delle comunicazioni dell'area;
il disagio è stato mitigato dalla possibilità di fruire del collegamento ferroviario; tuttavia, il numero dei treni interregionali e gli orari di partenza ed arrivo sono del tutto incongrui per far fronte alle esigenze delle scuole e degli uffici e a quelle relative all'approvvigionamento dei beni primari;
notevoli ripercussioni, sotto il profilo economico-finanziario e turistico-ricettivo, si sono già registrate nel decorso periodo natalizio, posto che l'area interessata dal blocco stradale vive in massima parte dei proventi dell'attività alberghiera delle strutture ricettive presenti nel golfo di Policastro;
nonostante tale grave emergenza, non risulta che le amministrazioni direttamente interessate (comune di Sapri e regione Campania) si siano sin qui adoperate - né autonomamente né nel necessario concerto di istruttoria e di deliberazione - ai fini della messa in sicurezza del costone da cui il masso si è distaccato, al fine di assicurare le condizioni per la riapertura della strada al traffico;
l'associazione «Non staremo più a guardare», unitamente alle associazioni dei commercianti, dei consumatori e Utenti del golfo di Policastro, dei sindacati dei lavoratori e degli studenti delle scuole secondarie superiori, ha indetto per sabato 19 febbraio 2011 una mobilitazione generale in Sapri dalle ore 10:00 alle ore 13:00, con astensione dal lavoro e dalle occupazioni -:
quali urgenti iniziative intenda adottare il Governo per propiziare la bonifica del sito e la messa in sicurezza di tutto il costone roccioso che sovrasta la strada statale 18, nel tratto tra Sapri e Maratea, ed evitare che si ripetano distacchi di massi pregiudizievoli per l'incolumità degli utenti e la sicurezza del traffico veicolare.
(4-10979)

ROSSA e QUARTIANI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il corpo nazionale soccorso alpino e speleologico (C.N.S.A.S.) è una sezione particolare del C.A.I. costituita ai sensi dell'articolo 33 dello Statuto del C.A.I. ed a cui la legge del 26 gennaio 1963, n. 91 (Riordino del Club Alpino italiano) all'articolo 2, affida il compito di assumere «adeguate iniziative tecniche per la prevenzione degli infortuni nell'esercizio dell'alpinismo e per ii soccorso degli alpinisti

ed escursionisti infortunati o pericolanti per qualsiasi causa, nonché ai recupero delle salme dei caduti»;
la successiva legge del 24 dicembre 1985, n. 776 (Nuove disposizioni sul Club alpino italiano), all'articolo 2, estendeva l'ambito di intervento anche per ciò che concerneva le «attività alpinistiche, escursionistiche e speleologiche, per il soccorso degli infortunati o dei pericolanti e per il recupero dei caduti», specificando inoltre che «il Club alpino italiano provvede, a favore sia dei propri soci sia di altri»;
con la legge 18 febbraio 1992, n. 162 (Provvedimenti per i volontari del Corpo Nazionale soccorso alpino e speleologico e per l'agevolazione delle relative operazioni di soccorso) venivano previsti per i volontari del C.N.S.A.S. impegnati in attività di esercitazione o in operazioni in caso di emergenza:
a) il diritto all'astensione dal lavoro (sia per lavoratori dipendenti che autonomi) riconoscendo agli stessi «l'intero trattamento economico e previdenziale» con indicazione delle relative procedure per l'accertamento dello svolgimento delle attività e dell'astensione dal lavoro;
b) la copertura finanziarla assicurata nel bilancio dello Stato per l'attuazione di tali disposizioni;
c) norme sulla circolazione stradale per i mezzi ed i volontari del Corpo con riferimento all'autorizzazione all'uso «dei dispositivi di segnalazione acustica e visiva di emergenza» nonché all'autorizzazione a poter circolare «con i veicoli e le unità cinofile occorrenti, in deroga ai divieti e alle limitazioni poste da leggi regionali e provinciali e da regolamenti locali» oltre che «nelle aree incluse in parchi nazionali, parchi regionali, riserve naturali e aree protette»;

con il decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale del 24 marzo 1994, n. 379 (Regolamento recante norme sui volontari del soccorso alpino e speleologico), furono stabilite e specificate le modalità attuative della legge 162 del 1992;
con la legge 24 febbraio 1992, n. 225 (istituzione del Servizio nazionale della protezione civile), all'articolo 11, lettera l), il C.N.S.A.S. viene individuato quale «Struttura operativa nazionale del Servizio nazionale della protezione civile»;
il decreto del Presidente della Repubblica 27 marzo 1992 (Atto di indirizzo e coordinamento alle regioni per la determinazione dei livelli di assistenza sanitaria di emergenza) sancisce che «Il sistema di allarme sanitario è assicurato dalla centrale operativa cui fa riferimento il numero unico telefonico nazionale 118»;
le disposizioni di cui al citato decreto del Presidente della Repubblica furono espressamente richiamate nella legge 21 marzo 2001, n. 74, successivamente emanata, dove all'articolo 2 si disponeva che le strutture operative regionali del C.N.S.A.S. costituiscono per le regioni soggetto esclusivo per l'attuazione del soccorso sanitario nel territorio montano ed ipogeo; tale realtà è a tutt'oggi effettivamente operativa solo nelle regioni dove il numero unico telefonico di emergenza nazionale 118 è stato attivato ed è completamente a regime dove inoltre sono state stipulate apposite e specifiche convenzioni con le strutture operative regionali del C.N.S.A.S.;
la legge 21 marzo 2001, n. 74 (Disposizioni per favorire l'attività svolta dal Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico), che ha ulteriormente chiarito e riordinato la disciplina riguardante il C.N.S.A.S. e particolare:
a) all'articolo 1, comma 1 è stato riconosciuto «il valore di solidarietà sociale e la funzione di servizio di pubblica utilità del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (C.N.S.A.S.) del Club Alpino Italiano (C.A.I.)» cui «nel caso di intervento di squadre appartenenti a diverse organizzazioni, la funzione di coordinamento è assunta dal responsabile del C.N.S.A.S., e, nel confermare il riconoscimento di struttura operativa nazionale del

Servizio nazionale della protezione civile, si è stabilito che il C.N.S.A.S. «concorre ai soccorso in caso di eventi calamitosi in cooperazione con le strutture di protezione civile nell'ambito delle proprie competenze tecniche ed istituzionali»;
b) all'articolo 2, nello stabilire che il C.N.S.A.S. «opera in stretto coordinamento con il Servizio sanitario nazionale»è stato espressamente sancito come le regioni «individuano nelle strutture operative regionali e provinciali del C.N.S.A.S. i soggetti di riferimento esclusivo per l'attuazione del soccorso sanitario nel territorio montano ed in ambiente ipogeo», disponendo che le regioni e le province autonome «nell'ambito dell'organizzazione dei servizi di urgenza ed emergenza sanitaria, stipulano apposite convenzioni con le strutture operative regionali e provinciali dei CNSAS»
c) agli articoli 4-5-6, sono state individuate la attività specialistiche del C.N.S.A.S., e sono state riconosciute le scuole nazionali e le figure professionali specialistiche formate presso le scuole nazionali del C.N.S.A.S. (tecnico di soccorso alpino; tecnico di elisoccorso; unità cinofila da valanga; unità cinofila da ricerca in superficie; medico per emergenza ad alto rischio nel territorio montano; medico per emergenza ad alto rischio nell'ambiente ipogeo; tecnico di soccorso speleologico; tecnico di soccorso in forra; direttore delle operazioni di soccorso);

la legge 27 dicembre 2002, n. 289 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato), all'articolo 80, comma 39, ha ribadito come «il soccorso in montagna, in grotta, in ambienti ostili e impervi, è, di norma, attribuito al C.N.S.A.S.», e che sempre al C.N.S.A.S. «spetta il coordinamento dei soccorsi in caso di presenza di altri enti o organizzazioni, con esclusione delle grandi emergenze o calamità»;
il C.N.S.A.S. opera sul territorio della Liguria dal 1970 e assolve al compito di portare il soccorso medicalizzato in zone impervie e ostili ed ipogee grazie all'attività di 200 tecnici che compongono l'organico regionale attuale e tra questi medici rianimatori e anestesisti, infermieri di area critica, specialisti alpini e speleologi, unità cinofile da ricerca e tecnici di elisoccorso;
la variegata ricchezza ambientale della regione Liguria, che permette il rapido passaggio dalle falesie di arrampicata sul mare, come nel Finalese, nell'Albenganese o nello Spezzino, alle severe montagne dell'interno, quali il Monte Toraggio, il Monte Saccarello ed il Monte Antola, unita ad un flusso turistico sempre più numeroso ed attento alle sollecitazioni che questa realtà offre, ha portato nel corso degli anni ad un aumento esponenziale dell'attività propria del soccorso alpino speleologico ligure; sono infatti più di duecento all'anno gli interventi di soccorso e ricerca;
il S.A.S.L ha strutturato la propria operatività in due delegazioni alpine della Liguria: di ponente e di levante, composte ciascuna di tre stazioni, La Spezia, Tigullio, Genova per il levante e Savona, Finale Ligure e Ventimiglia per il ponente, più una delegazione speleologica garantendo in ciascuna di tali stazioni la reperibilità 24 ore su 24 dei propri tecnici e medici a disposizione delle centrali operative 118 delle quattro province liguri;
attualmente la regione Liguria risulta essere l'unica a non aver attivato una convenzione con il S.A.S.L.;
la convenzione di cui si avvale la regione Liguria, siglata il 13 novembre 2007 (convenzione triennale 2008-2010) ha instaurato un rapporto di collaborazione tra la regione Liguria, il comando regionale dei vigili del fuoco e il Ministero dell'interno, attraverso il prefetto, per il servizio pubblico di elisoccorso;
tale convenzione prevede che il servizio venga svolto in collaborazione tra il coordinamento dei servizi 118 liguri e il nucleo di elisoccorso dei vigili del fuoco, contemplando, altresì forme di rimborso

spese per ore di volo effettivamente prestate in interventi di tipo «secondario»;
il servizio di elisoccorso in base alla normativa dell'Enac è assimilabile al servizio trasporto passeggeri e per garantire la sicurezza di medici, infermieri e pazienti a bordo chi cura elisoccorso deve avere un certificato di operatore aereo rilasciato dall'Enac, e il reparto volo del Corpo dei vigili del fuoco ne è sprovvisto;
il personale di volo del Corpo dei vigili del fuoco non è in possesso di brevetto riconosciuto a livello internazionale ma riconosciuto solo dal Corpo dei vigili del fuoco;
l'affidamento del servizio di elisoccorso a soggetti, anche pubblici, ma non certificati allo scopo da Enac potrebbe non garantire il rispetto degli standard minimi di sicurezza europei per passeggeri infortunati e personale specialistico;
secondo quanto indicato nelle linee guida della conferenza stato-regioni del 3 febbraio 2005, n. 2200, gli aeromobili devono risultare ad uso esclusivo delle centrali operative del 118; dunque elicotteri ed equipaggi devono essere sempre pronti al decollo per un'emergenza, per recuperare un ferito o trasportare un malato in condizioni critiche;
altrettanto non può dirsi per i vigili del fuoco che hanno altri compiti importanti; quando il 118 chiama e chiede uno dei loro elicotteri Ab 412, può succedere che rispondano solo se personale e mezzo non sono impegnati a spegnere incendi o in altri incarichi prioritari;
la sentenza del Consiglio di Stato del 13 luglio 2010 accoglie l'appello concernente la mancata osservanza delle caratteristiche del servizio di elisoccorso imposte dal regolamento (CEE) n. 3922/91 e dalle norme richiamate nell'accordo Stato-Regioni 2005 (regolamento ENAC 1o marzo 2004 e circolare applicativa ENAC OPV 18 del 26 maggio 2004);
è in corso un'indagine della procura di Chiavari volta a ricostruire la tragica vicenda, conclusasi con la morte del maestro di sci Marco Corvisiero travolto da una slavina il 31 gennaio 2011 nella località di Santo Stefano d'Aveto, e una seconda inchiesta è stata aperta dalla Commissione parlamentare d'inchiesta del Senato sull'efficienza del Servizio sanitario nazionale volta a verificare se vi sono stati ritardi nei soccorsi e sull'attuale organizzazione del soccorso sanitario;
numerose leggi sopra esposte individuano il Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico quale organismo che provvede al soccorso degli infortunati, e al recupero dei caduti nel territorio montano, nell'ambiente ipogeo e nelle zone interne del territorio;
la convenzione della regione Liguria è in scadenza nel mese di maggio 2011 -:
se il Governo sia al corrente della situazione e come, nel rispetto delle competenze riconosciute agli enti locali interessati secondo quanto stabilito dall'articolo 117 della Costituzione, si intenda organizzare il soccorso nelle zone impervie e montuose della regione Liguria, ottenere il migliore raggiungimento degli obiettivi e delle finalità sopra descritte, nonché superare le incongruenze illustrate in premessa per le regioni che non avendo convenzioni col soccorso alpino affidano il compito del soccorso in montagna a soggetti le cui prestazioni non sembrano assicurare i risultati previsti dalle normative di legge.
(4-10996)

LARATTA, SERVODIO, RUBINATO, OLIVERIO, GRASSI, BERRETTA, D'INCECCO, BOCCUZZI, REALACCI, LAGANÀ FORTUGNO e CESARE MARINI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
nel corso di una iniziativa pubblica, tenutasi il 14 febbraio 2011 presso la Sala

degli Stemmi della provincia di Cosenza, alla presenza di parlamentari, consiglieri regionali ed il sindaco di Paola, Roberto Perrotta, è stato chiesto di fare pienamente luce sul drammatico «Caso Politano», la vicenda che riguarda una famiglia di Paola (Cs) quasi completamente distrutta dal cancro;
la famiglia viveva da anni in un'abitazione adiacente ad un centralina per i servizi telefonici. L'unica superstite, Antonella Politano, da dieci anni si batte per mantenere la promessa che fece al padre in punto di morte: ottenere giustizia per i genitori, per la zia e per le sue tre sorelle, Gabriella, Annamaria, Patrizia che, una dopo l'altra, sono decedute dopo laceranti sofferenze per un tumore terribile che ne ha devastato i corpi fino a distruggerli. La superstite, ma anche gli organi di informazione e indagini giudiziarie, hanno fatto una ricostruzione puntuale di quanto accaduto. Secondo queste ricostruzioni, Vincenzo Politano, lavorava come custode nella vicina «Azienda di Stato per i Servizi Telefonici» (poi diventata Iritel, poi ancora Telecom ed ora Poste Italiane). La famiglia viveva in una casa posta all'interno di un enorme caseggiato, adiacente alla centralina telefonica; nel caseggiato abitavano anche altri dipendenti. Nella zona si respirava per anni un'aria pesante, molto forte, chiaramente non era aria pulita. Ma sembrava normale e nessuno si lamentava più di tanto. Anche i genitori di Antonella pensavano che i cattivi odori fossero prodotti dalle turbine. Non avrebbero mai potuto sapere che si trattava, con ogni probabilità, di sostanze altamente nocive, forse veri e propri veleni, che nel giro di pochi anni sarebbero stati causa di tanti morti. Nessuno, del resto, sembra fosse a conoscenza del fatto che quei fumi, che fuoriuscivano da una centralina telefonica, posta a qualche metro da civili abitazioni, rappresentavano un pericolo mortale per decine di persone;
nel 1984 muore la mamma di Antonella, Natalina;
il 6 agosto del 1988, a soli 39 anni, muore per carcinoma alle ovaie anche la sorella più grande, Gabriella;
l'8 dicembre del 1998 muore la seconda sorella, Annamaria;
nel 2000 muore anche Patrizia;
negli anni successivi moriranno, pure, il padre Vincenzo e la zia Bernardina;
Antonella Politano, si dedica così ad una lunga battaglia giudiziaria, combattuta senza risparmio di energie, per ottenere giustizia. Nel 1992 quella centralina venne smantellata. La procura di Paola avvia un'inchiesta da cui emerse che all'interno della centralina esistevano ben 226 accumulatori di piombo sottoposti giornalmente a manutenzione ordinaria;
da questi accumulatori si sprigionavano sostanze tossiche e nocive, quali il solfato di piombo, che diventavano ancora più nocive sotto l'azione dell'acido solforico, sostanze classificate dallo Iarc, cancerogeno umano, gruppo 1, nonché vapori tossici provenienti dai raddrizzatori al selenio;
dall'inchiesta vennero fuori anche altre gravissime inadempienze da parte dell'azienda. Il 30 novembre del 2007 sono stati rinviati a giudizio due dirigenti della centralina. Processati, vennero dichiarati non colpevoli con non luogo a procedere nei loro confronti, ma il danno ambientale prodotto fu riconosciuto e questo ha permesso alla famiglia Politano e a quanti sono rimasti vittima di quelle esalazioni di intentare una causa civile contro l'azienda, ora di proprietà delle Poste Italiane -:
di quali elementi disponga il Governo in merito alla vicenda di cui in premessa e quali iniziative di competenza intenda assumere al riguardo.
(4-10997)

AFFARI ESTERI

Interrogazioni a risposta scritta:

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere se l'ambasciata italiana abbia comunicato quali cittadini italiani e in quale data abbiano ricevuto onorificenze dalla «Grande repubblica araba di Libia popolare e socialista», sia che sia stata richiesta al Ministro l'autorizzazione all'utilizzo della stessa onorificenza sul territorio della Repubblica, sia che tale richiesta non sia stata fatta.
(4-10988)

DI STANISLAO. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
gruppi di deputati iraniani conservatori hanno chiesto a gran voce di «impiccare Moussavi e Karoubi», i leader dell'opposizione, mentre sta scemando nel Paese la tensione dopo gli scontri di lunedì tra forze di sicurezza e migliaia di manifestanti anti-governativi, con un bilancio che secondo un affidabile sito di notizie è salito a due morti, diversi feriti e decine di arresti;
l'Unione europea preme sull'Iran perché rispetti il diritto a manifestare dell'opposizione: tanto il capo della politica estera dell'Unione europea, Catherine Ashton, che il presidente del Parlamento, Jerzy Buzek, hanno chiesto maggiore libertà. La Ashton ha detto di seguire da vicino gli eventi in corso in Iran, in particolare le restrizioni alla libertà di movimento di alcuni membri dell'opposizione e le proteste che si svolgono nelle strade e ha invitato le autorità iraniane a rispettare pienamente e a proteggere i diritti dei propri cittadini, compresa la libertà di espressione e il diritto a riunirsi pacificamente. Diritti che devono essere pienamente rispettati;
contestualmente a questi episodi il parlamentare iraniano Alaeddin Boroujerdi in un incontro con l'ambasciatore italiano in Iran ha auspicato il rafforzamento delle relazioni bilaterali in tutti i settori affermando che un'interazione reciproca tra Iran e Italia può contribuire a rimuovere i malintesi, dando un maggiore impulso all'avvicinamento di due paesi;
non è emersa alcuna presa di posizione ufficiale sul tema dei diritti civili, del Ministero degli affari esteri -:
se il Governo intenda rivalutare i rapporti con un Paese che viola tutti i diritti umani e che rifiuta ogni compromesso sul nucleare.
(4-10993)

BOCCHINO e RUBEN. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
sembra ormai confermata la notizia del transito dal canale di Suez di due navi da guerra iraniane in rotta dal porto di Jedda in Arabia Saudita verso il porto siriano di Tartus;
dalla rivoluzione khomeinista del 1979, non era stato autorizzato il transito di alcuna nave iraniana da parte dell'autorità di controllo del canale di Suez;
una presenza militare iraniana a pochi chilometri dalle coste israeliane costituisce obiettivamente un fattore di instabilità e di pericolo non solo per la sicurezza dello Stato ebraico, ma per la stabilità dell'intera area mediorientale;
viste le relazioni tra l'Iran e le milizie sciite libanesi di Hezbollah, è legittimo sospettare che la missione delle due navi da guerra dirette in Siria contrasti con gli obiettivi della risoluzione n. 1701 del 2006 del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e con la missione UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon), cui il nostro Paese partecipa a tutt'oggi con 1800 militari;

nel quadro della regione, le forze armate italiane sono inoltre impegnate nella forza di pace multinazionale MFO (Multinational Force and Observers), per garantire il rispetto degli accordi di Camp David tra Egitto e Israele;
l'operazione iraniana, oltre che alla complicità egiziana, beneficia di un'evidente sponda siriana; nel suo intervento del 15 febbraio 2011 alla Camera dei deputati, il Ministro interrogato ha dichiarato di avere fiduciosamente proposto al presidente siriano Assad di «lavorare insieme ad un patto di stabilità, sicurezza e prosperità che possa coinvolgere, per la prima volta in condizioni di effettiva eguaglianza tra interlocutori, l'Europa, i Paesi arabi del mediterraneo e gli Stati Uniti d'America»;
quella offerta dalla provocazione iraniana è l'occasione per mettere alla prova l'effettiva disponibilità delle autorità siriane -:
se non si ritenga di coinvolgere da subito le autorità egiziane e siriane per scongiurare che la «missione» delle due navi da guerra iraniane destabilizzi una regione, che, come è evidente, non ha bisogno di ulteriori tensioni;
se non si ritenga che la presenza di navi da guerra iraniane, in grado di trasportare e di consegnare agli emissari locali di Hezbollah materiale bellico, costituisca un pericolo per gli stessi militari italiani impegnati nella regione in attività di peacekeeping.
(4-10995)

...

AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazione a risposta scritta:

ALESSANDRI. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
la realizzazione di impianti di produzione di energia da fonti alternative, autorizzati, nella maggior parte dei casi, con provvedimenti di competenza regionale, ha aperto comunque nel Paese una profonda riflessione sul rapporto che tali impianti hanno con il territorio e con il paesaggio nonché con riguardo agli effetti negativi che tali impianti hanno sulla destinazione agricola delle aree interessate;
esistono infatti molti progetti che, per l'impatto e l'incidenza sul territorio, si presentano talmente incisivi su beni giuridici fondamentali quali l'ambiente e il paesaggio, da richiedere, ad avviso dell'interrogante un più penetrante ruolo di controllo da parte dello Stato;
si fa riferimento, a titolo esemplificativo, al progetto di costruzione di un impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica, nel comune di Colleferro (RM), in località Fontana degli Angeli, di potenza nominale 6.014,25 kWp, comprensivo delle opere connesse e delle infrastrutture volte alla realizzazione e all'esercizio dell'opera con realizzazione della linea elettrica di collegamento dell'impianto alla rete elettrica di distribuzione che si affianca a altri tre impianti di analoga potenza e tipologia cosa peraltro di dubbia conformità all'attuale normativa;
l'area individuata per l'installazione dei quattro impianti fotovoltaici è inserita entro un perimetro la cui superficie è di 71,54 ettari, una superficie superiore a quella della centrale nucleare di Montalto di Castro, che si trova inoltre a soli 2 chilometri di distanza dal centro abitato di Colleferro a Nord e ad appena 150 metri dall'Autostrada del Sole, A1 ed il comitato residenti Colleferro e Retuvasa hanno informato l'interrogante della situazione in cui si sono venuti a trovare a seguito dell'autorizzazione al predetto parco fotovoltaico rispetto alla quale hanno segnalato in più sedi anomalie sia con riguardo

alla congruità del progetto (ad esempio sarebbero state ignorate le reali condizioni del territorio, sul quale insistono abitazioni civili) sia con riguardo all'impatto del medesimo;
su questo impianto in particolare, a causa delle già pesanti conseguenze che l'area in questione si trova a dover sopportare in conseguenza di operazioni illegali commesse nella gestione dei rifiuti pericolosi da parte di imprese industriali presenti nella Valle del Sacco, sarebbe ad ogni modo auspicabile che si accertasse, per i profili di competenza, se e quali eventuali ulteriori impatti evitabili il predetto parco fotovoltaico potrebbe avere sul contesto agricolo, ambientale e socio-culturale del luogo in cui dovrebbe essere realizzato;
tuttavia esistono diversi altri casi in Italia di progetti di impianti eolici, fotovoltaici o che comunque prevedono l'utilizzo di fonti rinnovabili per la produzione di energia che, per la loro incidenza, pongono problemi di vario tenore che non possono essere considerati isolati ma che meritano una considerazione complessiva e una rivalutazione a livello generale e finanche normativo, dell'intera problematica;
gli ultimi provvedimenti adottati dal Governo in materia di realizzazione di impianti energetici alimentati da fonti rinnovabili, sono volti a contemperare l'esigenza di portare la nostra quota di energia rinnovabile sul consumo totale nazionale al 20 per cento al 2020, con i princìpi di tutela dell'ambiente, del paesaggio e delle ricchezze storico-culturali del variegato territorio italiano;
si fa riferimento, in particolare alle «Linee Guida per l'autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili», di cui al decreto ministeriale 10 settembre 2010, fortemente richieste anche dal Parlamento soprattutto al fine disciplinare con maggior rigore il procedimento di autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, per assicurarne un corretto inserimento nel paesaggio, con particolare attenzione per gli impianti eolici e fotovoltaici installati al suolo;
in tal senso, le regioni hanno avuto 90 giorni per adeguare le proprie normative altrimenti, a decorrere dal 2 gennaio 2011, le disposizioni sono direttamente applicabili;

le linee guida riconoscono un maggior peso delle soprintendenze nel procedimento autorizzatorio, consentono alle regioni di determinare le aree sensibili nelle quali interdire l'installazione di impianti di produzione energetica da fonte rinnovabile ed introducono elementi di mitigazione per l'inserimento degli impianti medesimi nell'ambiente e nel paesaggio; peraltro esse prevedono la possibilità di essere successivamente aggiornate con procedimento analogo a quello che le ha formate;
sarebbe a tal proposito conveniente approfondire anche gli aspetti negativi indiretti correlati alla realizzazione di impianti cosi impattanti sul territorio, valorizzando l'interesse pubblico generale che richiede di individuare una sintesi equilibrata ed efficace tra le diverse esigenze (produzione di energia pulita, salvaguardia dell'ambiente, sviluppo economico, consenso sociale, eccetera), comparando l'importanza dei beni da sacrificare con le utilità da conseguire per non compromettere irrimediabilmente beni primari non rinnovabili;
non si può infine tacere il rischio che gli interventi di sostegno alla produzione di energia da fonti rinnovabili possano stimolare l'interesse (già dimostrato in diverse parti d'Italia) di affaristi con pochi scrupoli e addirittura di organizzazioni criminali, che sfruttando il limitato coinvolgimento delle amministrazioni centrali, potrebbero cagionare danni irreversibili sul territorio -:
quali iniziative intendano assumere in merito all'applicazione delle linee guida nazionali in modo da evitare che zone del territorio nazionale, come ad esempio

l'area di Colleferro in provincia di Roma citata in premessa, importanti dal punto di vista agricolo e note per la bellezza dei paesaggi, e perciò anche di interesse culturale, possano essere compromesse dalla realizzazione di impianti oggettivamente incompatibili rispetto a tali valori e per combattere ogni forma di affarismo e di infiltrazione criminale in un settore che potrebbe essere strategico per la nostra economia.
(4-10989)

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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazioni a risposta scritta:

GIRLANDA. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
a seguito del sisma del 15 dicembre 2009 che ha colpito in modo particolare l'area del marscianese, nella provincia di Perugia, sono stati riportati ingenti danni ad edifici pubblici e privati;
tra questi spicca il borgo di Sant'Apollinare, nel territorio del comune di Marsciano, la cui torre merlata, la rocca ed il borgo annesso sono stati pesantemente danneggiati;
tale complesso rappresenta l'unico genere di fortilizio risalente al XVI secolo nell'intera regione, di cui vi è menzione nelle cronache già dall'anno mille, opera d'arte di inestimabile rarità e bellezza, peraltro tuttora abitata da diverse famiglie;
il continuo deterioramento provocato dalla precarie condizioni di agibilità e solidità del complesso sta provocando crolli e degrado;
già nel luglio 2010 è stato adottato un piano stralcio di interventi straordinari, con il riparto dei 15 milioni di euro assegnati al commissario delegato, a cui sono seguiti diversi incontri sul posto con i vertici della Protezione civile, i rappresentanti del Ministero dell'economia e delle finanze, la presidente Marini, i sindaci dei comuni del comprensorio e l'assessore provinciale Bertini -:
quali iniziative intenda portare avanti il Ministro interrogato, nell'ambito delle proprie prerogative, per evitare la completa distruzione del borgo e se sia ipotizzabile uno stanziamento straordinario per procedere alle improrogabili operazioni di consolidamento.
(4-10980)

TOCCAFONDI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
si apprende dai quotidiani locali che gli uffici competenti stanno valutando la possibilità di aumentare il biglietto d'ingresso per la Galleria degli Uffizi di Firenze, da 6,5 euro a 10 euro;
attualmente, il biglietto d'ingresso agli Uffizi, così come negli altri musei statali, passa da 6,5 euro a 10 ogni volta che all'interno è presente una mostra collaterale;
il Ministero per i beni e le attività culturali, tramite la Soprintendenza speciale per il patrimonio storico, artistico ed etno-antropologico e per il Polo museale della città di Firenze, ha indetto due bandi di gara, scaduti il 15 settembre 2010, uno per la gestione del servizio bookshop e l'altro concernente l'attività di accoglienza dei musei statali;
il bando sopracitato, stabilisce che, il soggetto che si aggiudica l'appalto dovrà gestire anche la progettazione e l'organizzazione delle mostre collaterali;
durante l'esposizione delle mostre collaterali, il biglietto d'ingresso passa automaticamente da 6,5 a 10 euro. I 3,5 euro di differenza risultano destinati al soggetto privato che gestisce i «Servizi Aggiuntivi»;
con un eventuale aumento del biglietto all'ingresso, si ipotizza che, il costo durante il periodo dell'esposizione di mostre collaterali, sarà di 14 euro;

il 13 gennaio, è stato firmato un accordo tra il Ministero per i beni e le attività culturali e il comune di Firenze, che prevede il prelievo da parte del comune di un 20 per cento di fondi dagli incassi del polo museale, che per i primi tre anni, fino al 2014, sarà destinato a finanziare i lavori dei Nuovi Uffizi;
da quanto riportato dalla stampa locale, dal 2014, invece sarà il comune stesso ad indicare al Ministero quali interventi dovranno essere finanziati con quel 20 per cento e che tali introiti saranno sottratti ai musei -:
se quanto descritto dalla stampa locale corrisponda al vero, e cioè che sarebbe allo studio un aumento del costo del biglietto per l'ingresso ai musei statali ed in particolare alla Galleria dell'Accademia e agli Uffizi di Firenze;
se, nel caso quanto descritto in premessa corrisponda al vero, il maggiore incasso che si realizzerebbe dall'aumento del biglietto, sarà vincolato al mantenimento del patrimonio artistico culturale delle città d'arte e al miglioramento dei servizi rivolti ai turisti;
chi gestirà il maggior introito, derivante dall'aumento automatico del costo dei biglietti durante le mostre correlate, anche alla luce di quanto descritto in premessa in merito alla gestione dei «servizi aggiuntivi» e del nuovo bando per l'affidamento di tali servizi.
(4-10987)

ANGELA NAPOLI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
nello scorso mese di febbraio 2010, causa incessanti piogge, uno smottamento ha causato danni al santuario di Sant'Umile nella città di Bisignano (CS) il luogo più rappresentativo della stessa città;
ad essere interessato dallo smottamento è la parte esterna del santuario con un dislivello che tocca i 7-8 centimetri che molto probabilmente aumenterà il margine di crepa;
la parte esterna è preceduta da una piccola area verde che porta direttamente ai servizi igienici del convento per i turisti,
la pioggia ha portato moltissima terra verso il burrone con il conseguente interesse dell'area verde che, gradualmente, è scivolata a valle;
i sopralluoghi effettuati dai vigili del fuoco e dall'amministrazione comunale, hanno portato alla chiusura del santuario al pubblico, sigillando la zona adiacente e soprattutto alla parte esterna che continua a cedere;
nel convento risiedevano tre frati, uno anziano e due giovani postulanti, che a causa della chiusura dello stesso sono stati costretti ad andare via non solo dal convento ma anche dalla città di Bisignano;

ad oggi l'acqua continua a penetrare nelle stanze alla minima avvisaglia di pioggia e nessuna istituzione è intervenuta -:
quali necessari ed urgenti iniziative, il Ministro intenda attuare, al fine di garantire gli interventi di restauro del convento di Sant'Umile e riconsegnare alla città di Bisignano un pezzo della sua storia.
(4-10999)

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DIFESA

Interrogazione a risposta in Commissione:

FIANO, FASSINO, PISTELLI e TEMPESTINI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
l'emittente televisiva araba Al Jazeera sta riferendo in queste ore testimonianze dalla Libia che asseriscono di aver constatato la presenza di «mercenari» italiani tra coloro che stanno reprimendo la rivolta in corso;

tali affermazioni sono al momento ovviamente prive di riscontro;
anche altre fonti in questi giorni hanno più volte riferito della presenza di truppe mercenarie assoldate dal leader libico Gheddafi con il compito di reprimere nel sangue la rivolta in corso -:
quali notizie il Ministro disponga in merito a tali testimonianze, la cui eventuale conferma sarebbe ovviamente gravissima.
(5-04267)

Interrogazioni a risposta scritta:

DI STANISLAO. - Al Ministro della difesa, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il capo dell'ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC) ha sottolineato la necessità di rafforzare la cooperazione di polizia e giudiziaria regionali e interregionali nella lotta globale contro il terrorismo, evidenziando che tutti gli Stati hanno un interesse comune nel prevenirne la minaccia;
Yury Fedotov, direttore esecutivo di UNODC, durante un incontro interregionale dei paesi del Golfo Persico e delle regioni vicine svoltosi a Riyadh in Arabia Saudita, ha incoraggiato la condivisione di conoscenze, esperienze e migliori procedure in materia di prevenzione del terrorismo, aggiungendo che «tutti i paesi condividono l'obiettivo comune di arrestare la diffusione del terrorismo e prevenire gli attacchi terroristici, per cui è nell'interesse comune lavorare insieme e aiutarsi a vicenda» e che gli atti di terrorismo nella regione sono facilitati dai proventi del contrabbando di oppio provenienti dall'Afghanistan;
UNODC intende promuovere la cooperazione interregionale tra Nord Africa e Medio Oriente, tra la regione del Golfo e il Sud-Ovest asiatico. L'Ufficio ha recentemente lanciato un programma nello Yemen per risolvere problemi di sicurezza quali il traffico di droga, le reti criminali, il terrorismo e le sue fonti di finanziamento. Il direttore esecutivo di UNODC ha inoltre espresso apprezzamento per il principe Naif Bin Ahmad Abdul-Aziz, vice Ministro dell'interno dell'Arabia Saudita e preside dell'Università araba Naif di scienze della sicurezza, che ha incoraggiato un approccio regionale alla lotta al terrorismo;
l'Italia è impegnata nella lotta al terrorismo internazionale attraverso la cooperazione internazionale e partecipa alle missioni NATO Sarajevo per l'assistenza alla Bosnia per conseguire i requisiti per la PfP, per la lotta al terrorismo e per il supporto al Tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia e active endeavour, l'attività navale della NATO nel Mediterraneo nell'ambito del contrasto al terrorismo internazionale -:
quali siano gli attuali obiettivi raggiunti dal Governo nella lotta globale al terrorismo internazionale e quale sia il contributo dell'Italia per tale fine nell'ambito delle missioni internazionali a cui partecipa.
(4-10973)

DI STANISLAO. - Al Ministro della difesa, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
l'OSCE, la più grande organizzazione di sicurezza regionale al mondo, che comprende 56 Stati, dagli Stati Uniti all'Europa, dall'Asia centrale fino ai confini della Cina, si è impegnata in favore di una maggiore cooperazione con le Nazioni unite, su temi quali la stabilizzazione dell'Afghanistan, la lotta al terrorismo, il rafforzamento della sicurezza elettronica;
il Ministro degli esteri lituano e presidente dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), Audronius Ažubalis, ha dichiarato di apprezzare la stretta collaborazione con le Nazioni Unite per il mantenimento di pace e sicurezza internazionali, e ha citato il discorso del Segretario Generale Ban Ki-moon al recente vertice OSCE di Astana, in Kazakhstan, che esaltava i principi

fondamentali e i valori comuni ad entrambi gli organismi e chiedeva una più stretta collaborazione per promuovere la pace, i diritti umani e lo sviluppo sostenibile, menzionando il Kosovo come esempio della cooperazione OSCE-ONU su pace, diritti umani e sviluppo sostenibile;
egli ha inoltre dichiarato che l'OSCE potrebbe prendere parte alla lotta contro la proliferazione delle armi di distruzione di massa e del crimine organizzato e ha richiamato l'esperienza della Lituania nel Baltico per sottolineare il valore della cooperazione regionale e sub-regionale, dichiarando che «in questo spirito, la presidenza lituana intensificherà il sostegno degli sforzi internazionali delle Nazioni Unite per stabilizzare l'Afghanistan, con l'obiettivo primario di contrastare le minacce transnazionali provenienti dal suo territorio, lavorando sulla base di progetti concreti, in stretta collaborazione e coordinamento con le autorità afghane, gli Stati membri OSCE dell'Asia centrale, le Nazioni Unite e altri attori internazionali e le organizzazioni attive nella regione» ;
l'impegno adottato dall'OSCE fa seguito al recente pronunciamento da parte dell'Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell'Unione europea, Catherine Ashton, nei giorni scorsi si è rivolta al Consiglio, ribadendo l'impegno dei 27 Paesi a favore di un'efficace multilateralismo con le Nazioni Unite -:
quale sia la posizione dell'Italia all'interno di questo contesto e se e come le recenti prese di posizioni dell'OSCE e dell'Unione europea influiscano sull'attuale contributo italiano nelle missioni internazionali con particolare riferimento all'Afghanistan e al Kosovo.
(4-10975)

LO PRESTI e DI BIAGIO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
in data 3 febbraio 2009 lo Stato maggiore dell'Esercito diramava una circolare con la quale comunicava a tutti gli enti subordinati che, a causa delle scarse risorse a disposizione e non sussistendo particolari preclusioni giuridiche all'impiego del personale volontario in incarichi di natura logistica, sarebbe stato possibile destinare il detto personale ad attività quali il confezionamento di viveri, manovalanza e pulizie; i destinatari della suddetta circolare sono i militari della categoria graduati e truppa che, a differenza di quanto avveniva negli anni in cui era in vigore il servizio di leva, oggi sono veri e propri professionisti per lo più reduci dalle zone di combattimento nei vari teatri esteri e dunque muniti di una professionalità, non certamente paragonabile alle mansioni alle quali la circolare di cui trattasi vuole relegarli;
infatti, a seguito di ciò, già dal 15 maggio 2009 il Comando delle forze di difesa - divisione «Acqui» ha disposto che tutti i venerdì il personale della categoria graduati dovrà dedicarsi ai servizi di pulizia interna delle caserme;
il Co.Ce.R ha anche deliberato diverse volte su tale questione senza ottenere alcun riscontro; la Corte costituzionale con diverse pronunce (sentenze 449/1999; 332/2000; 445/2002), ha solennemente e definitivamente sentenziato che i diritti fondamentali del cittadino militare non recedono di fronte alle esigenze della struttura militare;
agli articoli 627 e successivi del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 «Codice dell'ordinamento militare» stabilisce la composizione organica delle Forze Armate in quattro categorie ufficiali, sottufficiali, graduati e truppa, sancendo la nascita di una nuova categoria quella dei graduati che si differenzia dalla truppa per professionalità maturata e per essere in servizio permanente;
purtroppo, nonostante il quadro normativo, gli Stati maggiori dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica a tutt'oggi non hanno apportato nessuna modifica alle circolari interne per legittimare l'esistenza del nuovo ruolo graduati, ed in particolare alla circolare del 15 dicembre 2010 dello Stato maggiore Esercito con la

quale è stato regolamentato l'impiego nelle suddette dequalificanti mansioni del personale graduato;
nonostante la categoria graduati delle Forze armate sia legislativamente parificata ai graduati delle Forze di polizia sia ad ordinamento militare che civile (carabinieri, finanzieri, poliziotti), quest'ultimi non vengono distolti dagli incarichi istituzionali e in nessun caso i comandi generali hanno diramato circolari che destinassero il proprio personale ad attività diverse e meno qualificate -:
quali iniziative intenda assumere per tutelare la dignità dei graduati delle Forze armate al fine di parificare definitivamente quest'ultimi ai parigrado delle forze di polizia nel rispetto delle mansioni a loro attribuite.
(4-10981)

DI STANISLAO. - Al Ministro della difesa, al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
il 7 dicembre 2010 sono rientrati in Italia con un velivolo C-130J della 46a brigata aerea di Pisa i componenti della missione «Quattro stelle per l'Uganda», che ha visto operare insieme, medici e infermieri di Esercito, Marina militare, Aeronautica militare e Arma dei carabinieri;
il team composto da 20 militari, tra medici, infermieri e addetti alla logistica, e 2 medici civili ha operato per due settimane presso l'ospedale Sant Joseph di Kitgum, cittadina del nord Uganda vicina al confine con il Sudan;
nelle note ufficiali si evidenzia che sono stati eseguiti oltre cento interventi chirurgici, 230 endoscopie digestive, centinaia di visite ginecologiche e ostetriche, ecografie, colposcopie e visite ortopediche e circa 500 analisi microscopiche e test di laboratorio. È stata anche condotta un'attività didattica nei settori della prevenzione e diagnosi del cancro della mammella e nel primo soccorso cardio-polmonare di base;
infine, la missione ha donato all'ospedale Sant Joseph di Kitgum, un elettrobisturi per la chirurgia, un apparecchio completo per endoscopia, una bilancia elettronica per la pesatura del plasma e grandi quantitativi di medicinali e materiale sanitario per pronto soccorso;
l'Uganda è un Paese di presenza tradizionale per la cooperazione italiana anche se è stata approvata la prospettiva di una graduale uscita entro il prossimo triennio -:
quale sia stato il costo della missione a carico del bilancio dello Stato, compreso il trasporto e la trasferta del team;
se l'intervento di training di due settimane sia stato sufficiente ad assicurare la qualità degli interventi operati successivamente dal personale locale e sia stato il modo più efficace per destinare le risorse;
come s'intenda garantire la sostenibilità degli interventi, soprattutto la manutenzione delle attrezzature;
come l'intervento s'inserisca coerentemente con le strategia di lungo periodo della cooperazione italiana.
(4-10992)

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta scritta:

ZACCHERA. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
i giochi, le lotterie, i concorsi «gratta e vinci», l'attività più o meno lecita e controllata di macchine automatiche negli esercizi pubblici rappresentano una ingentissima fonte di introito per le finanze pubbliche;
moltissime persone sono però anche vittime di una vera propria giocodipendenza con gravissime ripercussioni di carattere sociale;

da qualche tempo è possibile giocare anche in modo automatico, per esempio mediante dispenser di biglietti «gratta e vinci» anche durante le ore di chiusura degli esercizi pubblici -:
come sia possibile impedire che a tali dispenser accedano anche i minori;
quali iniziative il Ministro intenda attuare per imporre limitazioni ai predetti giochi impedendone l'accesso a chi dimostri una dipendenza verso queste apparecchiature.
(4-10983)

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GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:

TORRISI. - Al Ministro della giustizia.- Per sapere - premesso che:
in data 24 marzo 2009 in Biancavilla (provincia di Catania) Carmelo Castro viene arrestato dai carabinieri di Biancavilla e portato presso la caserma dei carabinieri di Paternò da cui viene trasferito presso la caserma circondariale di Catania sita in piazza Lanza, dove viene portato nella cella n. 9 del reparto Nicito e lì trattenuto in isolamento. Alle ore 12,20 del 28 marzo 2009 a seguito di un giro di controllo il Castro viene trovato all'impiedi con un estremo del lenzuolo in dotazione attorniato al collo con un nodo e l'altro estremo inserito nel perno dello spigolo della branda del letto a castello;
dagli atti risulta che il detenuto sarebbe stato posto in regime di grandissima sorveglianza;
dalle dichiarazioni del personale penitenziario risulterebbe che la mattina del il 28 marzo 2009 il detenuto era apparentemente calmo e che, accompagnato in cella alle ore 9, è stato rinvenuto privo di vita alle ore 12,20;
immediatamente dopo il rinvenimento è accorso il medico di guardia dell'infermeria il quale trova il Castro in «stato di incoscienza» e gli pratica manovre di rianimazione cardiorespiratoria e successivamente lo fa trasportare nella vicina infermeria dalla quale con un mezzo ordinario viene trasferito al pronto soccorso dell'ospedale Garibaldi di Catania dove giunge cadavere;
i consulenti medico-legali del pubblico ministero nella relazione relativa al decesso avrebbero trovato la presenza di abbondante quantità di materiale alimentare non digerita;
in nessuna delle dichiarazioni del personale penitenziario risulterebbe che fosse stato distribuito vitto al detenuto -:
quali elementi intenda fornire il Ministro, per quanto di competenza, in relazione alla vicenda di cui in premessa, con particolare riferimento alle seguenti circostanze:
a) trattandosi di detenuto sottoposto a grandissima sorveglianza, chi abbia svolto la relativa vigilanza ed osservazione dalle ore 9 alle ore 12,20 del 28 marzo 2009;
b) chi abbia distribuito il vitto al detenuto in questione;
c) a che ora siano state ritirate le vettovaglie e chi siano gli addetti;
d) se siano state acquisite le videoregistrazioni del 28 marzo 2009 del «reparto Nocito», dei corridoi e dell'uscita delle automobili dell'istituto di piazza Lanza, con l'indicazione dell'orario;
e) se sia stata acquisita copia del «registro generale per la grande sorveglianza» della casa circondariale di Catania relativamente ai giorni 25-28 marzo 2009;
f) se sia noto per quale motivo il medico di turno, di fronte ad un soggetto in arresto cardiorespiratorio (così detto «codice rosso»), abbia disposto il trasporto al pronto soccorso dell'ospedale civico a mezzo di una normale auto, senza

alcuna assistenza medica e/o l'ausilio respiratorio, anziché richiedere l'immediato intervento di autoambulanza attrezzata, attivando anche il 118;
se il Ministro ritenga di promuovere immediate indagini interne presso la casa circondariale di Catania di piazza Lanza, al fine di fare piena luce sulla vicenda.
(4-10982)

BARBIERI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
dopo anni di lavori per ristrutturazione ed adeguamento, la casa circondariale di Palmi è sta completamente attivata e destinata ad ospitare 140 detenuti - capienza regolamentare - del circuito di media e alta sicurezza;
la pianta organica del corpo di polizia penitenziaria risale al 2001, attualmente l'organico complessivo prevede 161 unità. Di queste 43 unità svolgono servizio in distacco o missione presso altri sedi dell'amministrazione penitenziaria, 16 unità sono a disposizione della C.M.O. di Messina, in attesa di riforma trattandosi di personale anziano, 1 unità è in aspettativa legge n. 104 del 1992, 1 unità è in aspettativa sindacale, 1 unità è in astensione obbligatoria;
ad oggi, pertanto, le unità effettivamente in servizio sono 99 (oltre 1/3 in meno rispetto all'organico amministrato) e devono occuparsi di circa 270 detenuti con una percentuale di sovraffollamento del 200 per cento rispetto alla capienza regolamentare, una delle percentuali più alte dell'intero territorio nazionale;
in questa situazione la programmazione del servizio giornaliero risulta quasi impossibile, risultano mancanti i seguenti posti di servizio: vigilanza armata sul muro di cinta h24; preposto sezioni detentive; addetto alla vigilanza dei detenuti in infermeria; addetto caserma agenti; addetto al block house; addetto alle lavorazioni; addetto atrio-carraia; addetto alla sala convegno; addetti al reparto media sicurezza ovvero accettazione/transito sezione lavoranti; addetto magazzino detenuti; addetto magazzino agenti; totalmente insufficiente il personale addetto al nucleo traduzioni e piantonamenti, vi è da evidenziare che il nucleo traduzioni e piantonamenti di Palmi espleta il più alto numero di traduzioni nella regione Calabria facendo, altresì, presente che nel passato recente, tale reparto ha subito un tentativo di evasione con relativo conflitto a fuoco ed il ferimento di due agenti della scorta;
il S.A.P.P.E (Sindacato autonomo polizia penitenziaria) ha più volte rappresentato alle competenti autorità amministrative la criticità operativa del personale del corpo, in una zona del Paese dove particolarmente radicata è la criminalità organizzata evidenziando la carenza di uomini, mezzi e risorse finanziarie;
la carenza del personale disponibile, inoltre, limita la fruizione dei diritti personali dei dipendenti (riposi settimanali, congedi e le altre assenze) e costringe ad un costante ricorso al lavoro straordinario pur essendo i fondi assegnati insufficienti, come insufficienti sono le risorse destinate al rimborso ed al pagamento delle indennità per servizio di missione effettuato dal personale del corpo -:
se non si ritenga necessario, anche in considerazione dell'elevato tasso di criminalità organizzata nella provincia reggina, intervenire per ripristinare la pianta organica nonché per assegnare almeno 25 unità al fine di adeguare l'organico del personale di polizia penitenziaria in servizio a Palmi vicino alle previsioni ministeriali del 2001;
se non ritenga necessario procedere all'urgente integrazione dei fondi destinati al personale della polizia penitenziaria di Palmi ai fini del pagamento del lavoro straordinario e delle missioni nonché l'adeguamento delle risorse per gli altri capitoli carenti.
(4-10985)

CIRIELLI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la cooperativa Dike, con sede legale a Salerno e appartenente al consorzio nazionale Astrea, opera nel settore dei servizi di resocontazione in stenotipia elettronica in regime di appalto con il Ministero della giustizia;
la suddetta azienda svolge fin dal 1992 l'attività di verbalizzazione delle udienze penali presso gli uffici giudiziari del distretto di corte d'appello di Salerno, prestando presso il medesimo distretto anche servizi peritali, comprendenti trascrizioni di intercettazioni telefoniche e ambientali, duplicazioni di supporti analogici e digitali, registrazioni audio/video;
il consorzio nazionale Astrea rappresenta una realtà nata nel 2003 dall'aggregazione delle principali aziende di verbalizzazione operanti, fin dal 1990, nel settore della resocontazione degli atti penali sull'intero territorio nazionale;
siamo, pertanto, in presenza di una azienda che presta una importante attività di supporto al corretto funzionamento dell'amministrazione della giustizia penale, assicurando sul piano tecnologico gli strumenti necessari per lo svolgimento dell'attività degli uffici giudiziari;
da segnalazioni provenienti da privati cittadini, sembrerebbe che il suddetto consorzio abbia attivato un contenzioso con il Ministero della giustizia, vantando nei riguardi dell'amministrazione un ingente credito;
da quanto risulta all'interrogante, la suddetta pretesa creditoria, il cui ammontare dovrebbe essere quantificato in circa 8 milioni di euro, avrebbe già ottenuto un primo sommario riscontro, con l'adozione da parte del Tribunale adito di decreti ingiuntivi, ma sarebbe ancora oggetto di un contenzioso pendente;
l'amministrazione della giustizia penale risponde ad esigenze primarie e costituzionalmente garantite e necessita, pertanto, di strutture e strumenti idonei a garantire un corretto ed adeguato svolgimento delle proprie funzioni -:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali provvedimenti ritenga opportuno adottare al fine di una migliore distribuzione delle risorse assegnate all'amministrazione della giustizia, anche attraverso il risanamento di eventuali posizioni debitorie nei riguardi di quelle realtà che erogano beni e servizi essenziali per la stessa amministrazione.
(4-10990)

DI STANISLAO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere che - premesso che:
a quanto risulta da un take dell'AgenParl, presso il tribunale di Ancona - sezione distaccata di Jesi un giudice di fresca nomina sta decretando l'anticipazione di molte udienze fissate per il prossimo autunno appellandosi all'articolo 281 sexies del codice di procedura civile rubricato «decisione a seguito di trattazione orale»;
con tali decreti il giudice autorizza le parti a presentare note entro termini molto brevi, talora inferiori ai 20 giorni, che in molti casi non permettono alle parti difensive di espletare i propri doveri nei confronti dei loro assistiti mettendo a serio rischio il diritto di difesa;
inoltre, secondo quanto si legge, in molti casi lo stesso giudice che nei decreti di fissazione delle udienze ai sensi dell'articolo n. 281 sexies codice procedura civile, non permetterebbe alle parti di espletare quel diritto alla richiesta di discussione orale, così come previsto dall'articolo, perché il giudice si presenterebbe alle udienze già con la sentenza scritta, vanificando di fatto ogni richiesta degli avvocati alla discussione;
in conclusione lo svolgimento del processo è disciplinato puntualmente dal codice di procedura civile e più in generale

dall'articolo 111 della Costituzione che assicura un comportamento terzo da parte del giudice a garanzia delle parti;
questo modus operandi appare all'interrogante contrario a quei principi che regolano il giusto processo e secondo la Costituzione ritengono di garantire il contraddittorio tra le parti;
l'atteggiamento del giudice di Jesi, che si presenterebbe alle udienze con le sentenze già scritte impedendo il contraddittorio e la discussione orale, appare inoltre contrario all'articolo n. 281 sexies che egli stesso richiama nei suoi decreti di fissazione delle udienze -:
se il Ministro alla luce dei fatti esposti non ritenga opportuno inviare degli ispettori ai fini dell'esercizio dei poteri di competenza.
(4-10994)

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

MOTTA, MARIANI e BRAGA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
in data 10 dicembre 2010 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 288, supplemento ordinario n. 270, il decreto del Presidente della Repubblica 5 ottobre 2010, n. 207 «Regolamento di esecuzione ed attuazione del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, recante »Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE«»;
l'articolo 286 del sopraccitato regolamento riguarda la modifica dei criteri di aggiudicazione nelle gare per l'affidamento di servizi di pulizia già definiti dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 13 marzo 1999, n. 117, introducendo una formula che, in luogo al sistema di confronto tra i prezzi, introduce una modalità di determinazione del punteggio che mette a raffronto i ribassi percentuali delle offerte trasformando le gare prezzo/qualità di fatto in gare al solo prezzo;
il nuovo sistema introdotto con il regolamento di cui sopra, introducendo un sistema di valutazione dell'offerta economicamente più vantaggiosa che rende quasi irrilevante la valenza del progetto nei confronti di uno sconto maggiore, determina un sistema di assegnazione che solo formalmente premia l'offerta più vantaggiosa, data l'impossibilità sostanziale di poter recuperare sul progetto gli elevati differenziali di punteggio determinati dai valori di sconto percentuale;
il regolamento prevede, all'allegato P, l'introduzione di ulteriori criteri di valutazione delle offerte più vicine al valore minimo, criteri che tuttavia presentano una maggiore complessità e che, a giudizio delle associazioni di categoria delle imprese che si occupano di servizi integrati, non consentirebbero di conseguire i risultati auspicati;
il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 117 del 1999 venne varato a seguito di un impegno del Governo nei confronti delle imprese del settore e delle organizzazioni sindacali, al fine di superare una grave situazione di illegalità e lavoro nero che coinvolgeva aziende che operavano con forti ribassi per garantirsi quote di mercato, recuperando poi con l'evasione fiscale e contributiva gli sconti presentati in offerta;
con l'introduzione del criterio di assegnazione all'offerta economicamente più vantaggiosa, in questi anni, si è favorita la stabilizzazione e lo sviluppo del settore e si è permessa la creazione di decine di migliaia di nuovi posti di lavoro regolari;
le nuove modalità di confronto, introdotte dal decreto del Presidente della Repubblica n. 207 del 2010 rischiano al contrario di produrre effetti molto negativi sulle imprese che si attengono a maggiore scrupolosità e correttezza nella determinazione dei costi e rischiano di arrecare

un danno anche alle amministrazioni che si troverebbero costrette ad assegnare un appalto anche qualitativamente peggiore, a fronte di una minima variazione del prezzo offerto, oltre ai possibili danni sotto il profilo occupazionale, contributivo, fiscale e anche della sicurezza del lavoro -:
quali siano le ragioni che hanno indotto il Governo a modificare i criteri di attribuzione dei punteggi nelle gare d'appalto per i servizi di pulizia già efficacemente definiti dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 117 del 1999;
se, a fronte delle sollecitazioni avanzate dalle imprese e dalle organizzazioni sindacali per il tramite dell'ONBSI (Organismo nazionale bilaterale servizi integrati), il Governo non ritenga di rivedere i contenuti del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 207 del 2010.
(5-04263)

RONDINI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
i treni Eurostarcity, anche chiamati dal 2010 Frecciabianca, non sfruttano le potenzialità della linea ad alta velocità tra Bologna e Milano essendo impossibilitati, per motivi strutturali, ad utilizzare le nuove infrastrutture;
alcune tratte che collegano Roma con la Puglia, la Calabria, la Campania, l'Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia, vengono percorse alla massima velocità con il servizio Frecciargento;
in seguito all'apertura della linea veloce Milano-Bologna, gli altri treni che già coprivano il percorso tra l'Adriatico e Milano hanno subito un allungamento della percorrenza di almeno 20 minuti a causa delle nuove fermate, rendendo così meno agevole per le imprese e le persone il collegamento verso la capitale economica del Paese;
il servizio Eurostarcity - Frecciabianca non ha riscontrato il successo di pubblico sperato, anche a causa delle vetture utilizzate che risultano scarsamente affidabili;
i servizi ferroviari ad alta velocità Frecciargento o Frecciarossa presenti sul territorio italiano, che collegano Pescara, Ancona, Rimini, Bologna con Milano, risultano soddisfare la domanda di trasporto sia dell'utenza locale sia dei numerosi turisti che nel periodo estivo trascorrono le proprie vacanze sulla costa adriatica;
l'interesse del cittadino è quello di ottenere un miglioramento del servizio ferroviario, che risulta essere la modalità di trasporto preferita per i tempi di percorrenza ottenibili, la comodità e la migliore accessibilità rispetto al territorio (anche grazie agli eventuali servizi di adduzione) -:
se il Ministro, in virtù di quanto espresso in premessa, non ritenga opportuno mettere in atto iniziative, per quanto di sua competenza, volte ad ottimizzare il servizio di trasporto ferroviario svolto da Trenitalia sul territorio nazionale, anche avviando un tavolo di concertazione con la società medesima, per valutare l'opportunità di sostituire i treni Frecciabianca, poco funzionali alle esigenze del momento, con i più efficienti treni Frecciarossa.
(5-04266)

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INTERNO

Interrogazione a risposta orale:

BINETTI e TASSONE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la situazione sociopolitica del Nordafrica ha riaperto il fronte dell'immigrazione verso le nostre coste: un fenomeno, quello dei «barconi» di migranti, su cui il Governo era intervenuto con i respingimenti verso la Libia;

l'attuale emergenza umanitaria conseguente agli sbarchi di clandestini provenienti dalla Tunisia era facilmente prevedibile, considerando che già nel gennaio 2011 sono arrivate 25 imbarcazioni con 245 persone a bordo, ovvero la metà di tutti gli arrivi nel 2010, numero che rappresenta un aumento di quasi il doppio rispetto al 2009;
le proteste contro il carovita scoppiate in Tunisia hanno provocato la fuga del presidente Ben Ali: ciò ha costituito la prima scintilla di una serie di rivolte nell'area del Maghreb e oltre, dal Marocco all'Algeria e all'Egitto, fino allo Yemen;
non solo la crisi nei prezzi degli alimentari, ma anche la disoccupazione galoppante, nonché l'incertezza politica hanno scatenato una fuga disperata dalla violenza e dalla fame;
l'Esecutivo sul fronte degli immigrati si è mostrato, ad avviso degli interroganti, impreparato e in ritardo, in quanto avrebbe dovuto chiedere all'Europa un coinvolgimento diretto per una strategia comune;
la direttiva comunitaria sulla protezione temporanea del 2001 (direttiva 2001/55/CE), recepita dall'Italia nel 2003, prevede già, in caso di afflusso massiccio di sfollati, la condivisione europea delle responsabilità per le persone in arrivo dal Nord Africa, ed esiste anche un fondo comunitario per tali situazioni che l'Italia - se necessario - potrebbe attivare, attraverso una semplice richiesta alla Commissione europea;
per fronteggiare dalla sponda sud del Mediterraneo il possibile «esodo biblico», una soluzione possibile sarebbe quella adottata nel 1991, all'indomani della caduta del comunismo in Albania: in quella occasione si isolarono attentamente quelli che non avevano diritto a restare in Italia, mentre si provvedeva all'assistenza sanitaria per gli altri;
le politiche dell'accoglienza vanno integrate da riforme mirate: isolamento e sanzioni durissime per i clandestini che sono in Italia per delinquere, processi immediati, certezza della pena, ampliamento delle carceri -:
se non intenda al più presto fornire elementi sulla situazione di emergenza umanitaria;
se non ritenga opportuno garantire l'apertura della struttura già esistente a Lampedusa come centro di puro transito per chi arriva via mare dal Nord Africa, anche perché gli sbarcati hanno spesso bisogno di un primo soccorso e comunque di una breve sosta prima del trasferimento nei centri sulla terraferma;
quali urgenti ed efficaci provvedimenti intenda intraprendere, al fine di contrastare l'immigrazione clandestina ed eventuali infiltrazioni terroristiche, nonché accogliere i profughi e i rifugiati.
(3-01482)

Interrogazione a risposta in Commissione:

BORDO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la provincia di Foggia, con particolare riguardo all'area del Gargano settentrionale, è stata ed è tuttora interessata dalla pericolosa e cruenta espansione di fenomeni delinquenziali, alcuni dei quali a carattere mafioso, che trovano origine nell'incremento del traffico di sostanze stupefacenti e armi, nella maggiore pervasività del racket delle estorsioni e dell'usura e nel conseguente interesse per il controllo del territorio da parte di gruppi criminali;
il controllo di questa porzione di territorio, in cui recentemente è stato commesso un duplice omicidio, è assegnato al commissariato di P.S. di San Severo, che ha competenza su 14 comuni con una popolazione prossima ai 150.000 abitanti;
il suddetto commissariato conta su 45 unità, così come previsto dalla pianta

organica stilata nel 1989, delle quali solo 12 sono assegnate al controllo del territorio ed ai servizi di ordine pubblico svolti in occasione dei numerosi eventi sportivi cittadini;
l'immobile che lo ospita versa in condizioni molto critiche, mentre è fermo alla fase preliminare il progetto di costruzione della nuova sede a cui accorpare anche il locale distaccamento della polizia stradale;
la ridotta disponibilità di mezzi e uomini è ulteriormente aggravata dalla necessità di raggiungere la questura di Foggia all'inizio di ogni turno di servizio per effettuare il rifornimento di benzina e/o gasolio, giacché il commissariato sanseverese non è dotato di impianto per il carburante;
l'ex prefetto di Foggia, dottor Sandro Calvosa, ha proposto al Ministero dell'interno (prot. n. 439/9.B4/Area Io - 6 giugno 2006) l'istituzione del commissariato di polizia nel comune di San Nicandro Garganico;
l'esistenza di una «emergenza sicurezza» in quest'area del Paese è stata riscontrata più volte negli ultimi anni dalle forze di polizia, dalla magistratura, dai rappresentanti del Governo e dalla Commissione bicamerale antimafia -:
se e come il Governo intenda procedere per:
a) incrementare la pianta organica del commissariato di P.S. di San Severo di almeno 20 unità per assicurare anche una pur parziale copertura delle esigenze di presidio del territorio dei comuni di Cagnano Varano, Carpino, Ischitella, Foce Varano, Rodi Garganico e San Nicandro Garganico;
b) istituire il commissariato di P.S. presso la città di San Nicandro Garganico.
(5-04264)

Interrogazioni a risposta scritta:

DI STANISLAO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
secondo i dati del Governo italiano, da metà gennaio più di 5.200 persone sono sbarcate nell'isola di Lampedusa, di cui la maggioranza, 4.400, giunta nei giorni scorsi. Nella maggior parte dei casi si tratta di giovani uomini, ma UNHCR parla anche di venti donne e di oltre duecento minori, molti dei quali non accompagnati;
l'agenzia dell'ONU per i rifugiati (UNHCR) e i suoi partner stanno assistendo le autorità nell'Italia meridionale per gestire il recente flusso di immigrati tunisini, molti dei quali sono arrivati per cercare lavoro mentre altri hanno abbandonato il Paese a causa della violenza, dell'instabilità del sistema legale e dell'ordine pubblico precario in Tunisia;
nel frattempo continuano gli sforzi per ripristinare la stabilità nel paese nord africano, il cui presidente Zine El Abidine Ben Ali è fuggito dal Paese lo scorso mese tra le crescenti proteste e violenze dei manifestanti infuriati per la crescita dei prezzi dei beni di prima necessità, per la mancanza di opportunità di lavoro, per la corruzione dilagante e per la limitazione dei diritti fondamentali e delle libertà;
l'UNHCR si è detta preoccupata per il fatto che in Tunisia i contrabbandieri sfruttino i giovani promettendo loro una vita migliore in Europa. L'agenzia ha ricevuto rapporti non confermati nei quali viene denunciata la morte per annegamento di almeno quattro persone mentre stavano affrontando la traversata del tratto di mare tra Tunisia e Italia;
Melissa Fleming ha sottolineato che l'arrivo in così breve tempo di molte persone ha provocato molte pressioni sulla piccola isola italiana di Lampedusa. Il centro di accoglienza, che ha una capacità di ottocento persone, oggi ne contiene più di duemila, e anche gli altri centri in Italia hanno raggiunto la massima capacità. Il portavoce ha espresso apprezzamento per

tutti gli sforzi compiuti dal Governo italiano per fornire riparo e assistenza ai nuovi arrivati e la speranza di trovare una soluzione veloce che possa alleviare la pressione su Lampedusa;
l'UNHCR ha accolto con favore l'impegno del Governo italiano a fornire l'accesso alle procedure d'asilo per chi cerca una protezione internazionale, invitando alla solidarietà con l'Italia nel momento in cui affronta questo nuovo capitolo di immigrazione di vario genere -:
in che modo il Governo stia affrontando questa emergenza umanitaria e come intenda portare a soluzione tale problematica e dare aiuto concreto alle molte persone che ne hanno bisogno.
(4-10977)

ANGELA NAPOLI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'interrogante con atto n. 4/08647 del 20 settembre 2010 ha chiesto di avviare le procedure utili a decretare lo scioglimento del civico consesso di Corigliano per infiltrazione e condizionamento di tipo mafioso;
il 27 settembre 2010 è approdata nel comune di Corigliano la commissione d'accesso;
l'interrogante aveva ritenuto di dover rivolgere la richiesta a seguito dell'operazione denominata «Santa Tecla», che in data 21 luglio 2010, su disposizione della DDA di Catanzaro, aveva portato a 67 ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di presunti appartenenti e affiliati ad una pericolosa organizzazione 'ndranghetistica con la base nell'alto Ionio cosentino, ed in particolare nella città di Corigliano;
fra le persone arrestate sono risultate anche Mario e Franco Straface, imprenditori e fratelli del sindaco di Corigliano, Pasqualina Straface;
nel mese di agosto 2010, gli imprenditori Mario e Franco Straface, fratelli del sindaco di Corigliano, erano stati assegnati al regime di isolamento carcerario (41-bis);
dall'inchiesta e dalle relative indagini, era emerso il ruolo dei due fratelli Straface nell'ambito dell'organizzazione malavitosa coriglianese, riuscendo ad ottenere commesse di lavori edili, ma anche sulle elezioni comunali svoltesi a Corigliano nel 2006, nonché sulle elezioni comunali del 2009 che hanno portato all'elezione nella carica di sindaco, proprio la sorella Pasqualina Straface;
sono emersi, altresì, contatti tra il sindaco, Pasqualina Straface, ed un parente molto stretto di Santo Carelli, boss fondatore della consorteria 'ndranghetista di Corigliano, oggi condannato all'ergastolo con sentenza definitiva; i contatti risalgono al periodo immediatamente precedente alle ultime elezioni comunali del 2009 e rivelano, tra l'altro, una raccomandazione fatta dal candidato sindaco, Pasqualina Straface, al familiare del «mammasantissima», per mantenere l'appoggio promesso alla sua candidatura, anche con l'inserimento di un altro parente nelle sue liste, garantendo in cambio il mantenimento per sé stessa della delega alla pesca (garanzia poi mantenuta) e tranquillizzando così tutta la marineria coriglianese, storicamente controllata proprio dalla famiglia Carelli;
negli ultimi giorni del mese di agosto 2010, anche il sindaco di Corigliano, Pasqualina Straface, i cui due fratelli Mario e Franco rimangono sottoposti al regime del 41-bis, è stata iscritta nel registro degli indagati per concorso esterno in associazione mafiosa;
a tutt'oggi, dopo ben 5 mesi, all'interrogante sembra davvero ingiustificabile il silenzio calato sull'esito della commissione d'accesso;
la lotta alla 'ndrangheta non può consistere solo nella repressione dell'anima «nera» o nell'attacco ai patrimoni illeciti, occorre abbattere anche quei legami

tra politica e crimine impedendo a quest'ultimo di accedere nelle istituzioni -:
quali siano i motivi per i quali a tutt'oggi, dopo ben 5 mesi dell'insediamento della commissione d'accesso, non sia stato assunto alcun provvedimento in relazione alla situazione del comune di Corigliano (CS).
(4-10998)

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta in Commissione:

CAVALLOTTO e GRIMOLDI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
in occasione del rinnovo delle tasse scolastiche per l'anno scolastico 2011-2012 il dirigente scolastico dell'istituto d'istruzione secondaria superiore «Piera Cillario Ferrerio» di Alba (provincia di Cuneo) con circolare del 13 febbraio 2011, n. 62, avrebbe esonerato dal pagamento della tassa ministeriale le seguenti categorie di alunni:
a) tutti gli alunni che si iscrivono alla classe 2a e 3a;
b) alunni che presumono di avere diritto all'esonero per limiti di reddito;
c) alunni che presumono di avere diritto per merito (8/10 media dei voti ottenuti allo scrutino finale);
d) alunni con cittadinanza straniera;
la disposizione prevista alla lettera d) è di dubbia interpretazione, in quanto fa presagire l'esistenza di una «categoria speciale», in base alla quale l'esonero dal pagamento delle tasse scolastiche si estende a tutti gli studenti stranieri, prescindendo dai criteri di merito e/o di reddito familiare;
all'interrogante risulta quanto segue:
l'iscrizione scolastica dei minori stranieri nelle scuole italiane di ogni ordine e grado avviene, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 349 del 1999, articolo 45, «nei modi e alle condizioni previsti per i minori italiani»;
l'esonero dalle tasse scolastiche è quindi previsto a favore di tutti gli studenti soggetti all'obbligo scolastico frequentanti scuole statali, indipendentemente dalla cittadinanza posseduta, fino al terzo anno della scuola secondaria di secondo grado;
il pagamento delle tasse erariali per gli anni di corso successivi al terzo è richiesto solo agli studenti italiani e stranieri appartenenti a famiglie il cui reddito eccede i limiti previsti dall'articolo 28, comma 4, della legge 28 febbraio 1986, n. 41, e rivalutati, a decorrere dall'anno 1988, in ragione del tasso di inflazione annuo programmato. I predetti limiti di reddito per l'esonero dalle tasse scolastiche sono resi noti annualmente con apposita circolare;
il decreto legislativo n. 297 del 1994, all'articolo 200, comma 10, (recante «Tasse scolastiche e casi di dispensa») prevede, tra l'altro, che «per gli studenti stranieri la dispensa dal pagamento delle tasse è concessa a condizioni di reciprocità»;
gli studenti stranieri, in virtù del suddetto disposto dell'articolo 200, comma 10, rientrano nelle «categorie speciali», di cui fanno parte «i ciechi civili, i figli di cittadini italiani residenti all'estero orfani di guerra o di caduti per causa di servizio o lavoro, figli di mutilati o invalidi per servizio o lavoro»;
il decreto del Presidente della Repubblica n. 394 del 1999 e successive modificazioni «Regolamento recante norme di attuazione del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione

e norme sulla condizione dello straniero, a norma dell'articolo 1, comma 6, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286», all'articolo 1, comma 1, recita che «ai fini dell'accertamento della condizione di reciprocità, nei casi previsti dal testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione (...) il Ministero degli affari esteri, a richiesta, comunica ai notai ed ai responsabili dei procedimenti amministrativi che ammettono gli stranieri al godimento dei diritti in materia civile i dati relativi alle verifiche del godimento dei diritti in questione da parte dei cittadini italiani nei Paesi d'origine dei suddetti stranieri»;
il comma 2 del medesimo articolo 1 del decreto del Presidente della Repubblica n. 394 del 1999 non richiede invece «l'accertamento»in questione per «i cittadini stranieri titolari della carta di soggiorno di cui all'articolo 9 del testo unico, nonché per i cittadini stranieri titolari di un permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato o di lavoro autonomo, per l'esercizio di un'impresa individuale, per motivi di famiglia, per motivi umanitari e per motivi di studio, e per i relativi familiari in regola con il soggiorno» -:
se non ritenga opportuno verificare, attraverso i competenti uffici, che l'istituzione scolastica di cui in premessa applichi il principio di non discriminazione relativamente all'applicazione dei criteri che esonerano gli studenti italiani e stranieri dal pagamento delle tasse scolastiche;
se, limitatamente alla frequenza delle classi di corso successive alla terza, l'istituzione scolastica in questione abbia dispensato gli studenti stranieri dal pagamento delle tasse scolastiche perché in presenza di reciprocità indipendentemente dal reddito familiare;
se, alla luce di quanto espresso in premessa, con particolare riferimento alla lettera d), non ritenga opportuno intervenire per accertare se l'esonero a favore degli «alunni con cittadinanza straniera» di cui alla sopra menzionata circolare n. 62 sia stato applicato dal dirigente scolastico dell'istituto d'istruzione secondaria superiore «Piera Cillario Ferrerio» di Alba per effettive ragioni di reciprocità e, nel caso, accertare la congruità dell'applicazione dell'articolo 200, comma 10, del decreto legislativo n. 297 del 1994.
(5-04265)

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LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta immediata in Commissione:
XII Commissione:

BARANI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
con l'articolo 20 del decreto-legge n, 48 del 2009 - «Contrasto alle frodi in materia di invalidità civile» - convertito dalla legge 3 agosto 2009 n. 201, si è ridefinito il percorso per gli accertamenti e il riconoscimento delle minoranze civili, handicap (legge n. 104 del 1992) e disabilità (legge n. 68 del 1999), e delle procedure di valutazione, concessione e ricorso giurisdizionale;
secondo gli auspici del legislatore, il provvedimento, attribuendo all'Inps nuove competenze, avrebbe dovuto consentire una maggiore rapidità e modalità più chiare per il riconoscimento dell'invalidità civile, dell'handicap e della disabilità;
il presidente dell'Inps Antonio Mastropasqua presentando in un'intervista i dati sulle verifiche di invalidità effettuate nel 2010 dall'Istituto ha dichiarato che «è stato revocato il 23 per cento delle pensioni di invalidità civile controllate, quasi una su quattro»;
un risultato in crescita rispetto al 2009 (quando erano state cancellate l'11 per cento delle pensioni controllate) che il

presidente dell'Istituto addebita all'affidamento del campione che siamo andati a controllare;
in alcune regioni, in particolare al sud, la quantità di cancellazioni è molto alta (in Sardegna raggiunge il 53 per cento) e proprio qui si è concentrata l'azione di verifica;
per restituire lustro alla propria immagine, l'Istituto annuncia che il 23 per cento dei controlli (non si è ben compreso se i 100mila del 2009 o i 200mila del 2010) avrebbe prodotto la revoca delle provvidenze economiche. Si arrivano a comunicare dati ad effetto: 76 per cento a Sassari, 53 per cento a Perugia e altro;
non è in discussione il contrasto alle frodi in materia di invalidità civile né le misure che tendono a ripristinare la legalità violata;
l'ANMI - FeMEPA apprendendo i dati di fonte Inps, che riportano revoche di prestazioni in tema di invalidità civile che arrivano persino al 76 per cento in alcune città d'Italia, si sono «dissociate da tale lettura interpretativa che non reputano corrispondenti alla realtà, specie per i casi più eclatanti;
a quanto si apprende dalle associazione dei disabili, l'Inps starebbe effettuando i controlli secondo standard propri, ispirati al controllo della spesa, non nel pieno rispetto delle norme approvate dal Parlamento;
secondo le associazioni stiamo assistendo, anche quotidianamente, alla revoca dell'indennità a persone con Alzheimer, con autismo e con tetra-paresi;
i familiari delle persone disabili si sono visti sottoporre in questi giorni la cosiddetta «Dichiarazione», che crea un pregiudizio generalizzato nei confronti delle persone disabili e dei loro familiari, titolari di diritti inalienabili e non destinatari di concessioni;
secondo le associazioni dei disabili tutte queste persone presenteranno ricorso al giudice e, se andrà come in altri casi, l'Inps perderà più della metà delle cause;
per l'allarme sociale che tale notizia sta generando tra i cittadini affetti da disabilità sarebbe opportuno effettuare ulteriori approfondimenti e verifiche numeriche -:
se il Ministro abbia notizie circostanziate sui fatti riportati dalle associazioni dei disabili e prodottasi a seguito dell'approvazione della nuova disciplina relativamente ai tempi di accertamento e riconoscimento dell'invalidità civile, dell'handicap e della disabilità.
(5-04268)

MURER e MIOTTO. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 20 del decreto-legge 1o luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, «Contrasto alle frodi in materia di invalidità civile, attribuisce all'INPS nuove competenze per l'accertamento dell'invalidità civile, cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità», con l'intento di ottenere tempi più rapidi e modalità più chiare per il riconoscimento dei relativi benefici, ha profondamente modificato la procedura di presentazione delle domande di accertamento, la valutazione sanitaria, la concessione delle prestazioni nonché il ricorsa in giudizio;
l'INPS, con determinazione n. 189 del 20 ottobre 2009, definisce il disegno organizzativo e procedurale per l'applicazione dell'articolo 20 del decreto-legge n. 78 del 2009 (msg. 24477 del 29 ottobre 2009);
le novità sostanziali sono sinteticamente le seguenti: a decorrere dal 1o gennaio 2010, le domande vanno presentate all'INPS esclusivamente in via telematica; l'istituto trasmette, in tempo reale e in via telematica, le domande alle ASL; le commissioni mediche ASL sono integrate da un medico dell'INPS quale componente effettivo; gli accertamenti sanitari conclusi

con giudizio unanime dalla commissione sanitaria previa validazione da parte del responsabile della Commissione medica locale territorialmente competente, allorché comportino il riconoscimento di una prestazione economica, danno luogo all'immediata verifica dei requisiti socio economici, al fine di contenere al massimo i tempi di concessione; gli accertamenti sanitari conclusi con giudizio a maggioranza sono soggetti a successiva verifica con riesame degli atti o eventuale disposizione di una nuova visita; la commissione medica superiore effettua il monitoraggio complessivo dei verbali e ha, comunque, facoltà di estrarre posizioni da sottoporre a ulteriori accertamenti agli atti o con disposizione di nuova visita; l'INPS diventa unica controparte nell'ambito del contenzioso; nel caso in cui il giudice nomini un consulente tecnico, alle operazioni peritali dovrà obbligatoriamente presenziare un medico INPS;
nella realtà dei fatti sembra che l'introduzione della nuova procedura invece di accelerare l'iter per il riconoscimento delle invalidità lo abbia ulteriormente dilatato, in quanto presso gli uffici territoriali dell'INPS vi sono innumerevoli pratiche inevase -:
quante siano fino ad oggi le pratiche evase rispetto a quelle depositate a norma dell'articolo 20 del decreto-legge 1o luglio 2009, n. 78, convertito con modificazioni dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, e quale sia la loro distribuzione territoriale, nonché quante nuove pensioni siano state riconosciute dall'entrata in vigore della procedura prevista dall'articolo 20 del decreto-legge n. 78 del 2009, quale sia la loro distribuzione territoriale ed, infine, per quali motivi fino ad ora gli uffici territoriali dell'INPS non siano in grado di evadere nei tempi stabiliti dallo stesso decreto-legge le pratiche relative all'invalidità e se tale ritardo possa essere dovuto principalmente a ragioni di risparmio e alla necessità di mantenere in attivo il bilancio dell'ente rispetto alla salvaguardia dei diritti delle persone a ricevere, qualora ne abbiano titolo, la pensione di invalidità.
(5-04269)

Interrogazione a risposta scritta:

DI STANISLAO. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per le pari opportunità. - Per sapere - premesso che:
il 20 febbraio 2011 è la giornata mondiale per la giustizia sociale, un fondamento per la stabilità nazionale e la prosperità globale. Pari opportunità, solidarietà e rispetto dei diritti umani sono indispensabili per sprigionare tutto il potenziale produttivo delle nazioni e dei popoli;
la Giornata mondiale per la giustizia sociale rappresenta un invito a tutti i Paesi a intraprendere azioni concrete che diano senso ai valori universali di dignità umana e opportunità per tutti. Il tema della commemorazione di quest'anno - conseguire la protezione sociale per tutti - è essenziale per costruire una società più giusta, inclusiva ed equa;
la continua necessità di affrontare le ricadute della crisi finanziaria ed economica globale rende questa sfida più importante che mai. Per le decine di milioni di persone che hanno perso il lavoro dall'inizio della crisi, la recessione globale è tutt'altro che terminata;
è necessario avviare iniziative volte a creare una base di protezione sociale per cercare di garantire l'accesso ai servizi sociali di base, fornire alle persone gli strumenti per produrre redditi dignitosi e rafforzare le garanzie per poveri, persone vulnerabili ed emarginati;
il Segretario generale dell'ONU ha dichiarato che l'ottanta per cento della popolazione mondiale non ha accesso a un'adeguata protezione sociale e le donne sono particolarmente vulnerabili. Lo scopo

di uno schema di protezione sociale è evidente: nessuno dovrebbe vivere sotto un certo livello di reddito, e tutti dovrebbero avere accesso ai servizi pubblici essenziali come acqua e igiene, sanità e istruzione;
numerosi studi hanno stabilito che un piano sociale di base è globalmente accessibile. In un loro nuovo rapporto congiunto, l'Organizzazione internazionale del lavoro e il programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo lanciano diciotto politiche di protezione sociale innovative, che stanno facendo la differenza nel mondo in via di sviluppo. Inoltre, durante la recente sessione della Commissione per lo sviluppo sociale, gli Stati membri hanno anche individuato i sistemi di protezione sociale come mezzi per ridurre la disuguaglianza e l'esclusione sociale per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio;
la disoccupazione sta crescendo dappertutto e le previsioni di OCSE e Commissione europea sono negative. In Italia, la disoccupazione di giovani e donne, soprattutto nel sud, è tra le peggiori d'Europa;
agire in modo più deciso contro la discriminazione che nega agli individui la propria dignità fondata sulla religione, etnia o condizione economica e creare un ambiente favorevole all'inclusione sociale e al lavoro dignitoso per tutti deve essere il principale obiettivo di ogni Governo;
il perseguimento della giustizia sociale è fondamentale per massimizzare il potenziale di crescita con equità e minimizzare i rischi di disordini sociali -:
quali siano i risultati ottenuti dal Governo nell'ambito della giustizia sociale;
se il Governo intenda raccogliere la sfida dell'ONU affinché il lavoro per lo sviluppo sostenibile possa garantire la giustizia sociale per tutti.
(4-10974)

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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta in Commissione:

D'IPPOLITO VITALE. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
il settore dell'agricoltura in Calabria, la cui superficie agrumicola risulta essere tra le più estese d'Italia, attraversa da anni una fase difficile e complessa con progressiva perdita di competitività, a causa di una congiuntura economica sfavorevole a livello internazionale, ma anche e soprattutto dall'implacabile concorrenza delle produzioni provenienti da Paesi europei ed in particolare del mediterraneo oltre che dal Sud America;
nella piana di Gioia Tauro, più specificatamente l'agrumicoltura e l'olivocoltura versano in condizioni di evidente crisi e di disagio proprio a causa dei Paesi citati i quali riescono a produrre con costi notevolmente competitivi, ma senza che sia altrettanto corrisposta un'alta qualità delle produzioni, rispetto ai maggiori oneri che gravano invece sui produttori calabresi;
necessitano, a giudizio dell'interrogante, interventi urgenti e mirati per fronteggiare la grave crisi in atto, in considerazione del fatto che per migliaia di famiglie dell'intera regione ed, in particolare della piana di Gioia Tauro, l'agricoltura rappresenta l'unica fonte di sostentamento;
nel comparto delle arance, ad esempio, si registra in particolare, una situazione negativa e penalizzante a causa di un differenziale esagerato, tra il prezzo pagato dai produttori per ogni chilogrammo di arance e la percentuale di succo di agrumi, che, secondo l'articolo 1 della legge 3 aprile 1961, n. 286 recante «Disciplina delle bevande analcoliche vendute con denominazioni di fantasia» stabilito nella misura non inferiore al 12 per cento;

risulterebbe pertanto necessario aumentare il contenuto del succo d'arance ad almeno il 18 per cento, atteso che l'aumento di ogni unità percentuale di succo consentirebbe l'utilizzo aggiuntivo di almeno mille ettari di agrumeti e, conseguentemente, permetterebbe ai produttori della piana di Gioia Tauro di superare, sebbene parzialmente, l'attuale crisi del settore agrumicolo, che interessa in pieno la stessa regione, la quale rappresenta una delle più grandi produttrici di arance destinate all'industria dei succhi -:
quali iniziative urgenti, nell'ambito delle sue competenze, intenda assumere al fine di sostenere l'economia agrumicola all'interno dell'area della piana di Gioia Tauro;
se non ritenga opportuno assumere iniziative normative volte a modificare la disciplina delle bevande analcoliche prevista dalla legge n. 286 del 1961 innalzando in particolare la percentuale del contenuto del succo d'arance al livello indicato in premessa.
(5-04262)

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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E INNOVAZIONE

Interrogazione a risposta scritta:

PICIERNO. - Al Ministro per la pubblica amministrazione e l'innovazione, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
come riportato da diversi articoli di stampa del quotidiano Il Riformista, a firma di Tommaso Labate, nel dicembre del 2008 la provincia di Brescia pubblica un bando per la «copertura di numero 8 posti di istruttore amministrativo, categoria C - a tempo pieno e indeterminato», a cui aderiscono inizialmente 700 candidati. Il bando prevede una prova scritta, e in seguito una prova orale. Il contenuto della prova scritta è decisamente vago: si legge nel bando che potrà consistere in «una stesura di un elaborato o nella soluzione di appositi test a risposta chiusa su scelta multipla e/o in una serie di quesiti ai quali dovrà essere data una risposta sintetica»;
alla prova scritta si presentano 240 candidati e i risultati vengono pubblicati il 28 ottobre 2009 sul sito internet della provincia di Brescia. Ci sono 38 ammessi all'orale. Cominciano a piovere le segnalazioni di irregolarità. Sul sito di informazione locale Bresciapoint.it un utente, «Emiliano», denuncia che le domande a risposta multipla potevano contenere un numero indefinito di opzioni esatte, a cui veniva attribuito un punto ognuna, mentre per ogni risposta sbagliata un punto in meno. Un meccanismo che rende quasi impossibile prendere il massimo, cioè 30 punti. Eppure al vertice della graduatoria degli scritti figurano punteggi molto alti, tutti conseguiti da persone con incarichi, parentele e collaborazioni con esponenti della Lega Nord di Brescia. Fra queste, la signora Raineri, moglie del vicesindaco di Brescia, totalizza 30 punti. Cristina Vitali, collaboratrice dell'assessore Bontempi, 28,67, mentre l'altra collaboratrice del medesimo assessore, Anna Ponzoni, «solo 27»; Sara Grumi, figlia di Guido, candidato alle elezioni regionali con la Lega e assessore in un Comune del bresciano, Gavardo, prende 28; Katia Peli, nipote dell'assessore provinciale all'istruzione Aristide Peli, 27;
in seguito alle segnalazioni di possibili irregolarità, il capogruppo del PD in consiglio provinciale Diego Peli solleva la questione, il che comporta lo svolgimento della prova orale sotto gli occhi di numerosi testimoni. A questa prova, le candidate «leghiste» hanno un crollo del rendimento: la Grumi passa dal 28 al 22, la Raineri dal 30 al 21, la Peli da 27 a 24, Vitali e Ponzoni si fermano a 25. Margherita Febbrari, che vanta nel curriculum una collaborazione con La Padania, con il deputato Caparini e un incarico del comune di Brescia per una consulenza sulla sicurezza urbana, totalizza 21, contro il 28 dello scritto, e per questo perde il posto.

Le altre candidate vengono ammesse, conquistando 5 degli 8 posti assegnati;
i cinque posti restano in attesa di essere occupati dalle vincitrici, vista la loro rispettiva situazione lavorativa: la Raineri, vincitrice del concorso in quinta posizione, come si legge nel dossier di «Tempo Moderno» (gruppo di cittadini coordinato dall'avvocato Lorenzo Cinquepalmi, dirigente del PSI bresciano), è capogruppo leghista alla Circoscrizione Nord del Comune di Brescia coordinatrice della commissione sicurezza civica e bilancio, nonché capogruppo, sempre della Lega, nel consiglio comunale di Concesio (Brescia). La Grumi, che conquista il primo posto, invece, ha un incarico di collaborazione coordinata e continuativa «per la progettazione e l'implementazione di un sistema coordinato per la gestione delle attività interne, della durata di 24 mesi», stipulato dall'«Area innovazione e territorio-settore informatica e telematica» della provincia di Brescia per un compenso di 54 mila euro lordi, a cominciare dal 12 dicembre 2008. Katia Peli, sesto posto, collabora con lo zio Aristide, assessore. Vitali e Ponzoni, prima e terza classificata, figurano in una delibera di «conferimento incarico di collaborazione coordinata e continuativa di supporto all'espletamento delle azioni previste dai progetti "Valcanonica, Valcavallina e Sebino" e "Crisi aziendali"», sempre della provincia di Brescia;
a seguito dell'eco provocata dall'inchiesta giornalistica del quotidiano Il Riformista, delle denunce del comitato Tempo Moderno e grazie anche all'impegno dell'opposizione nel consiglio provinciale, viene istituita una commissione d'indagine ad hoc per fare luce sul concorso pubblico. Dopo un primo giro di audizioni, che coinvolgono il presidente della commissione di concorso, il ragioniere capo della provincia Dario Fenaroli, e altri membri della commissione esaminatrice, emerge che gli uffici amministrativi della provincia hanno consegnato due regolamenti diversi per le esecuzioni del concorso, in cui figurano diversi criteri di valutazione delle prove e dell'attribuzione dei punteggi. Una candidata, alla prova orale, con una valutazione complessiva considerata molto deludente, ottiene comunque il massimo del punteggio sotto la voce «aderenza al tema». Nelle correzioni dei test si riscontra che molte risposte esatte sono state conteggiate come sbagliate e che in una domanda, su quattro possibili risposte esatte, soltanto tre sono state considerate tali;
nel corso dei lavori della commissione ad hoc si apprende che i pubblici ministeri di Brescia hanno aperto un'inchiesta e che i carabinieri hanno già iniziato a convocare i membri della commissione d'esame. Nel frattempo, il presidente della provincia di Brescia Daniele Molgora ha querelato Il Riformista;
nelle successive inchieste sulla pubblica amministrazione bresciana sono emerse sulle pagine de Il Riformista ulteriori preoccupanti episodi, che lasciano intravedere un utilizzo scorretto, nepotistico e di sperpero delle risorse pubbliche da parte del comune e della provincia di Brescia;
il primo caso è quello della dottoressa Simona Zambelli, che il primo marzo 2010 viene assunta alle dirette dipendenze del Presidente Molgora per una collaborazione con retribuzione pari a 28.304,73 euro lordi l'anno. Si tratta del sesto incarico pubblico che ottiene, dopo quello di presidente del Nucleo di Valutazione della Provincia medesima, per 12.000 euro lordi annui, di segretario comunale reggente e dirigente nel Comune di Capriolo (Brescia), per 34.718,17 euro lordi, di vicesegretario comunale e funzionario di Ospitaletto (Brescia), per 43.207,25 euro lordi annui, per un totale di 118.230,73 euro lordi annui e un corrispettivo impegno contrattuale, per i soli incarichi part time, di 54 ore settimanali, pari a otto ore per sette giorni la settimana, per 365 giorni l'anno. Senza contare che nel nucleo di valutazione la dottoressa Zambelli dovrebbe anche valutare l'operato di se stessa, in quanto funzionaria della medesima amministrazione.

Il suo curriculum, che consta di una laurea in economia e commercio e della conoscenza dell'inglese fluente, dello spagnolo scolastico e di abilità informatiche di buon livello, stenta a spiegare la ragione di questi sei incarichi pubblici;
il secondo caso sollevato da Il Riformista riguarda invece il comune di Brescia, dove, su impulso dell'assessore leghista alla Sicurezza Fabio Rolfi, viene assunto un consulente esterno per la stesura di un «Piano generale della sicurezza urbana». La prima determinazione, la numero 3592 del 31 dicembre 2008, conferisce la consulenza al dottor Maurizio Maccarini, per un periodo che va dal 12 gennaio 2009 al 30 giugno 2009, con adozione del piano entro gennaio 2010, per un compenso di 9.250 euro;
una seconda determinazione, la numero 1834 del 30 giugno 2009, rimanda la scadenza del piano da giugno a dicembre 2009 per una sua adozione nel corso del 2010. Viene rinnovata la consulenza del dottor Maccarini, alzando il compenso a 10.750 euro;
una terza determinazione, la n. 4212 del 31 dicembre 2009, riformula l'obiettivo: occorre un «Piano integrato per la sicurezza» e il consulente incaricato è di nuovo il dottor Maccarini, per un compenso di 19.999,58 euro. L'ennesima determinazione, la n. 1478 del 3 giugno 2010, che ha per oggetto la «realizzazione del piano integrato della sicurezza», affida l'ennesima consulenza al dottor Maccarini, ma la cifra del compenso lievita a 25.000 euro. Il curriculum del dottor Maccarini non sembra fornire elementi chiarificatori: è un magistrato con poche attività giudiziarie e molte cariche, fra cui quella di membro della Consulta di garanzia statutaria della regione Emilia-Romagna, di ricercatore all'Irer (l'istituto di ricerca della regione Lombardia), di consulente dell'IreAlp (istituto di ricerca per l'ecologia e l'economia applicate alle aree alpine), di membro dello staff del gruppo consiliare della Lega Nord in regione Lombardia e anche di componente della consulta permanente sui problemi della sicurezza urbana presso il Viminale (organismo creato dal Ministro Maroni) -:
se il Ministro interrogato sia al corrente della vicenda e quali iniziative intenda avviare al fine di svolgere le verifiche di competenza sulla conformità ai principi di trasparenza, imparzialità e buon andamento dell'azione amministrativa in questione, nonché in ordine all'osservanza delle disposizioni vigenti in materia di controllo dei costi.
(4-11000)

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SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta in Commissione:

MONAI, ZAZZERA, MARAN, STRIZZOLO e COMPAGNON. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
nel contratto di servizio siglato dalla Rai nei giorni scorsi non è prevista l'erogazione dei servizi riferibili alla minoranza linguistica del Friulano;
nel citato documento è stato infatti stralciato il friulano, nonostante la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radio-televisivi si fosse espressa all'unanimità con parere favorevole e nonostante le previsioni di tutela sancite dalla legge n. 482 del 1999;
tale carenza appare inaccettabile e offende i diritti linguistici delle comunità locali, che sono oggetto di tutela sia in ambito internazionale che nazionale e che, nello specifico, hanno visto anche la regione Friuli Venezia Giulia svolgere funzioni di supplenza con il finanziamento per ben due anni di una apprezzata trasmissione sperimentale in friulano -:
se e come intenda intervenire affinché siano apportate le necessarie modifiche al contratto di servizio Rai, in modo da renderlo

coerente con le norme di tutela delle lingue minoritarie storiche.
(5-04270)

Interrogazioni a risposta scritta:

DI STANISLAO. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per le pari opportunità. - Per sapere - premesso che:
il rapporto 2010 del Social watch, la rete di oltre 400 organizzazioni non governative che monitora il livello di sviluppo sociale in più di 60 Paesi in tutto il mondo, segnala il generale impoverimento dell'Italia, sottolineando che non è solo colpa della crisi, ma anche di «politiche governative che colpiscono l'universalità dei diritti e la coesione sociale», con la disoccupazione che sale all'11 per cento contando anche gli sfiduciati che non cercano più lavoro secondo le stime della Banca d'Italia;
una situazione che mette in difficoltà i giovani, dipendenti da genitori e parenti e con scarse prospettive di indipendenza. Tra i giovani il numero degli occupati è sceso di 300 mila unità, cifra che rappresenta il 79 per cento del calo dell'occupazione;
particolarmente preoccupante il dato sui «Neet» (acronimo che sta per «Not in education, employment or training»), i giovani che non lavorano e non frequentano nessun corso di studi o formazione. In Italia, i Neet sono oltre due milioni, cioè il 21,2 per cento dei giovani tra 15 e 29 anni, e la maggioranza di questi (65,8 per cento) non è neppure alla ricerca di un'occupazione: si tratta del peggior risultato in Europa;
il dato sull'esclusione sociale, ripreso dal rapporto Caritas, segnala un preoccupante aumento della povertà, con 560 mila persone in più rispetto al 2009 che hanno varcato la soglia della povertà;
stando al dato Istat sul reddito disponibile delle famiglie italiane, che si sono viste ridimensionare del 2,5 per cento nel 2009 il loro potere d'acquisto. La povertà assoluta è cresciuta in due anni dal 4,1 al 4,7 per cento delle famiglie (oltre 3 milioni di persone), con una particolare incidenza nel Mezzogiorno, dove è aumentata di quasi 2 punti percentuali arrivando al 7,7 per cento;
la crisi ha avuto effetti negativi sull'occupazione in generale, compresi gli immigrati, di cui il tasso di disoccupazione arriva all'11,2 per cento nel 2009, con un aumento di 2,7 punti percentuali rispetto all'anno precedente;
nettamente negativo anche il bilancio riguardo alle politiche di genere «nonostante dichiarazioni e intenti del dipartimento delle Pari opportunità (che nel 2009 non ha speso buona parte dei fondi a sua disposizione)». Il rapporto segnala che nel 2009, per la prima volta dal 1996, il tasso di occupazione femminile ha fatto registrare segno negativo, scendendo al 46,4 per cento e mostrando un ulteriore peggioramento nel 2010. Il tasso di inattività femminile è particolarmente elevato e negli ultimi anni ha toccato il 50 per cento, circa 13 punti oltre la media dell'Unione europea;
risulta pertanto necessario che l'Italia, con un debito pubblico fuori controllo (oltre il 118 per cento, il secondo in Europa dopo la Grecia) e forti tagli ai servizi, faccia uno sforzo per aumentare le entrate nelle casse dello Stato, intensificando la battaglia all'elusione e all'evasione fiscale e restituendo risorse agli enti locali;
secondo il Social watch, si può uscire dalla crisi introducendo maggiore equità fiscale attraverso tre misure: un'imposta patrimoniale una tantum per far fronte alla crisi. L'imposta colpirebbe con un'aliquota del 5 per mille tutti i patrimoni al di sopra dei 5 milioni di euro; elevare l'aliquota della tassazione delle rendite finanziarie dal 12,5 per cento al livello medio europeo del 20 per cento e una

tassa internazionale sulle transazioni finanziarie per ridurre la volatilità dei mercati finanziari dalla quale si possono ricavare anche risorse da destinare ai Paesi in via di sviluppo e alla lotta contro i cambiamenti climatici;
il Social watch chiede inoltre di estendere gli ammortizzatori sociali ai lavoratori precari; modificare le politiche migratorie, passando da un approccio basato su economia e sicurezza a un altro fondato su diritti e cittadinanza; assicurare maggiore eguaglianza tra uomo e donna con l'introduzione del cosiddetto bilancio di genere; rilanciare l'economia puntando su quella verde e sulle filiere locali -:
quali siano gli orientamenti del Governo in relazione ai dati emersi dal rapporto di Social watch e come intenda intervenire nell'immediato per arginare le conseguenze drammatiche della crisi che non sembra rallentare;
se il Governo sia intenzionato a far proprie e a mettere in atto le proposte di Social watch.
(4-10976)

GIORGIO MERLO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il passaggio al digitale in Piemonte ha creato problemi gravi e disservizi giganteschi tra i cittadini che pagano regolarmente il canone;
malgrado le varie rassicurazioni degli organismi competenti - a cominciare dalla Rai e dallo stesso Ministero dello sviluppo economico - dopo il passaggio al digitale nel Piemonte orientale, oggi quasi metà regione non riceve i canali Rai;
è una situazione semplicemente insostenibile che va sanata al più presto se non si vuole ridurre ulteriormente la credibilità e la serietà del servizio pubblico radiotelevisivo;
tra i vari disservizi non si può non segnalare la difficoltà a ricevere il segnale del Tg regionale. È questo in una realtà dove l'informazione regionale registra un forte seguito di ascolti;
con il passaggio al digitale terrestre si è venuta a creare una pesante ed insostenibile situazione -:
quali iniziative di competenza intenda mettere in campo per risolvere definitivamente i problemi che generano sconcerto e preoccupazione in decine di migliaia di cittadini piemontesi che hanno pagato regolarmente il canone senza riceverne in cambio alcun beneficio.
(4-10978)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
in un articolo pubblicato a pagina 4 del quotidiano il Giornale dell'Umbria sabato 19 febbraio 2011 si dava notizia che, nell'eventualità proseguisse e si attuasse il programma nucleare nazionale, tra le cinquantacinque aree individuate dalla Sogin per conto del Ministero dello sviluppo economico come siti idonei ad ospitare stoccaggio di scorie radioattive ci sarebbe un'area al confine tra il territorio comunale di Orte e il Narnese-Amerino;
tale area appare fortemente compromessa dal punto di vista ambientale con serie conseguenze per la salute pubblica;
è opportuno non alimentare alcun allarmismo tra gli abitanti già fortemente preoccupati nonché colpiti dalla pesante incidenza dell'inquinamento ma allo scopo di avere una corretta informazione -:
se le notizie diffuse dal quotidiano regionale abbiano riscontro ufficiale;
nel caso trovassero conferma, quali criteri il Governo abbia adottato nell'individuazione della suddetta area quale sito adatto allo stoccaggio di fusti contenenti scarti radioattivi di lavorazione delle centrali;

se e quali misure precauzionali siano previste a tutela della sicurezza e della salute degli abitanti del posto;
se l'eventuale decisione sia stata debitamente concordata con le amministrazioni locali e regionali.
(4-10984)

BOBBA. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
in data 24 gennaio 2011 Poste Italiane ha chiuso l'ufficio sito zona Cappuccini a Vercelli, un quartiere periferico del comune, a 3,73 chilometri dal centro, ed abitato prevalentemente da pensionati e persone anziane;
la sede è stata chiusa a causa dell'efficacia dell'esecutività dello sfratto che interessava lo stesso immobile;
la chiusura degli uffici, non preannunciata ai residenti della zona pur essendo una probabilità quasi certa vista la pendenza del provvedimento giudiziario, ha comportato notevoli disagi, in quanto le sedi più vicine sono collocate in corso Palestro e in via Malinverni, ma detti uffici sono già oberati da una clientela piuttosto copiosa;
la soluzione ad oggi proposta, che parrebbe temporanea, è quella di riservare due sportelli per i residenti in zona Cappuccini presso la posta centrale di Vercelli, tuttavia, vista la mancanza di collegamenti adeguati tra detta zona e la sede centrale, diversi e notevoli sarebbero i disagi per le persone anziane;
ad oggi nessuna informazione è stata resa nota da Poste Italiane sulla possibilità di apertura di una nuova sede nella zona Cappuccini, che se anche si avverasse comporterebbe tempi piuttosto lunghi a seguito dei necessari lavori per la messa in sicurezza dei locali e la loro organizzazione;
sul sito web di Poste Italiane si legge: «Poste Italiane ha saputo mantenere ben saldi i princìpi della propria missione aziendale declinata attraverso la capillare presenza sul territorio - con 14 mila uffici postali e un organico di circa 150 mila dipendenti - e la tradizionale vocazione a cogliere le esigenze della propria clientela, si tratti del privato cittadino, dell'azienda o della pubblica amministrazione.» E ancora «Questa visione strategica, accompagnata da un programma di investimenti per tecnologie, infrastrutture e formazione, ha permesso all'azienda di elevare in breve tempo e in maniera significativa gli standard di efficienza, di aumentare ulteriormente il grado di professionalità dei propri addetti, di riqualificare gli uffici postali, di incontrare il crescente apprezzamento dei clienti e di chiudere i bilanci in utile.» (http://www.poste.it/azienda/chisiamo/profilo.shtml) -:
se la chiusura degli uffici di Poste italiane in zona Cappuccini sia temporanea e, in caso positivo, quale tempistica si preveda per la messa in opera della nuova sede.
(4-10986)

CIRIELLI. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
i servizi postali sono attualmente disciplinati dal decreto legislativo n. 261 del 1999, atto che, nell'introdurre «regole comuni per lo sviluppo del mercato interno dei servizi postali comunitari e per il miglioramento della qualità del servizio», ha espressamente conferito al Ministero delle comunicazioni (oggi dello sviluppo economico) la competenza nella regolamentazione del settore postale;
tale competenza si articola nella scelta dei fornitori del servizio, la verifica del rispetto degli obblighi connessi all'espletamento del servizio, la determinazione dei parametri di qualità e l'organizzazione di un sistema di controllo periodico delle prestazioni che compongono il servizio stesso;
il più recente decreto legislativo n. 384 del 2003, che recepisce le direttive comunitarie di settore in materia di ampliamento della concorrenza dei servizi postali sui mercati comunitari, estende la

competenza del Ministero alla predisposizione dei controlli volti a garantire che i servizi stessi siano rispettati, adottando, se necessario, specifici provvedimenti al riguardo;
stante il sopra esposto quadro normativo, che regolamenta in maniera analitica l'organizzazione del servizio postale sul territorio nazionale, risultano sempre più numerose le segnalazioni, da parte di utenti privati, relativamente ai disservizi cagionati dalla scorretta organizzazione dell'attività;
da segnalazioni pervenute da alcuni privati cittadini, emergono alcune incongruenze in ordine alla gestione dei servizi postali nel comune di Montano Antilia, piccolo centro dell'entroterra cilentano, posto a circa cento chilometri a sud della città di Salerno;
alcuni utenti del locale ufficio postale, ubicato nella frazione di Abatemarco, avrebbero infatti lamentato una chiusura ingiustificata e a giorni alterni, che avrebbe causato disservizi e disagi ai cittadini interessati;
la maggior parte degli utenti interessati corrisponde a cittadini in età avanzata, costretti a dover percorrere anche quattro chilometri per raggiungere l'ufficio postale più vicino in caso di chiusura dello sportello di Abatemarco;
siamo, pertanto, in presenza di una disorganizzazione strutturale dell'azienda che condiziona il regolare funzionamento del servizio sull'intero territorio nazionale, cagionando così gravi disagi anche per la cittadinanza;
tale disorganizzazione è tanto più grave in quanto inerente all'esercizio di un'attività che, in quanto finalizzata a garantire l'effettivo esercizio della libertà di comunicazione, è espressamente riconosciuta come servizio pubblico essenziale, suscettibile, pertanto, non solo di un'apposita regolamentazione, ma anche di stringenti forme di controllo che garantiscano la concreta esplicazione del servizio medesimo -:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali provvedimenti ritenga opportuno porre in essere al fine di arginare tali disservizi e realizzare accordi ed intese aziendali, per un effettivo miglioramento dei servizi postali nei centri urbani e periferici anche attraverso il diretto coinvolgimento delle amministrazioni locali.
(4-10991)

...

Apposizione di una firma ad una mozione.

La mozione Dima e altri n. 1-00332, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 18 febbraio 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

Apposizione di firme a risoluzioni.

La risoluzione in Commissione Bonciani n. 7-00263, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 9 febbraio 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

La risoluzione in Commissione Fluvi e altri n. 7-00487, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 3 febbraio 2011, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Marco Carra.

Apposizione di una firma ad una interpellanza.

L'interpellanza Garagnani n. 2-00624, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 16 febbraio 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

Apposizione di firme ad interrogazioni.

L'interrogazione a risposta scritta Girlanda n. 4-06067, pubblicata nell'allegato B

ai resoconti della seduta del 9 febbraio 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta orale Castiello n. 3-00907, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 10 febbraio 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta orale Castiello n. 3-00908, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 10 febbraio 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Aracri e altri n. 4-06074, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 10 febbraio 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Jannone n. 4-06075, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 10 febbraio 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Holzmann n. 4-06087, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 10 febbraio 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Tommaso Foti n. 4-06090, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 10 febbraio 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Toccafondi n. 4-06110, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta dell'11 febbraio 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Barbieri n. 4-06116, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta dell'11 febbraio 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Germanà n. 4-06133, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 16 febbraio 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Girlanda n. 4-06153, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 16 febbraio 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta commissione Ascierto n. 5-02489, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 16 febbraio 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Galati n. 4-06197, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 18 febbraio 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Barbieri n. 4-06203, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 18 febbraio 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Antonino Foti n. 4-06214, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 19 febbraio 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Ciccioli n. 4-06218, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 19 febbraio 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Marsilia e Rampelli n. 4-06219, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 19 febbraio 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta in commissione Germanà n. 5-02521, pubblicata nell'allegato B

ai resoconti della seduta del 19 febbraio 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta scritta Pili n. 4-06222, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 19 febbraio 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Carlucci.

L'interrogazione a risposta in commissione Siragusa e Levi n. 5-03607, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 18 ottobre 2010, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato De Pasquale.

L'interrogazione a risposta scritta Di Vizia n. 4-10507, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 20 gennaio 2011, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Stucchi.

L'interrogazione a risposta scritta Crosio n. 4-10623, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 27 gennaio 2011, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Stucchi.

L'interrogazione a risposta scritta Desiderati e Bitonci n. 4-10721, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 7 febbraio 2011, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Stucchi.

L'interrogazione a risposta scritta Desiderati e altri n. 4-10751, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 7 febbraio 2011, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Stucchi.

L'interrogazione a risposta scritta Desiderati e Reguzzoni n. 4-10826, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 10 febbraio 2011, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Stucchi.

Ritiro di documenti di indirizzo.

I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:
mozione Franceschini n. 1-00565 del 16 febbraio 2011;
mozione Donadi n. 1-00566 del 17 febbraio 2011.

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta scritta Barbieri n. 4-09901 del 13 dicembre 2010.