XVI LEGISLATURA


Resoconto sommario dell'Assemblea

Seduta n. 442 di martedì 1 marzo 2011

Pag. III

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

La seduta comincia alle 10.

La Camera approva il processo verbale della seduta del 25 febbraio 2011.

I deputati in missione sono sessanta.

Comunicazioni del Governo ai sensi dell'articolo 2, comma 4, secondo periodo, della legge n. 42 del 2009, in relazione allo schema di decreto legislativo in materia di federalismo fiscale municipale.

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Rende all'Assemblea le comunicazioni in relazione allo schema di decreto-legislativo in materia di federalismo fiscale municipale (vedi resoconto stenografico pag. 1).

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle comunicazioni del Governo.

ROBERTO ROLANDO NICCO (Misto-Min.ling.). Rilevato preliminarmente che la regione Valle d'Aosta è tra i più convinti fautori della trasformazione dell'ordinamento statuale in senso federale, manifesta perplessità sull'impianto complessivo del federalismo municipale, ritenendo indispensabile l'istituzione di una Camera delle regioni, che ridefinisca le competenze tra i diversi livelli di governo, anche allo scopo di porre fine agli attuali conflitti e di pervenire ad una maggiore responsabilizzazione degli amministratori locali.

MARIO TASSONE (UdC). Esprime perplessità sui contenuti della riforma in senso federale della fiscalità nei termini illustrati dal Ministro Calderoli, reputando che dall'attuazione della medesima conseguano in verità dinamiche ben più complesse ed articolate di quelle prospettate dai rappresentanti del Governo.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROSY BINDI

MARIO TASSONE (UdC). Nel ritenere che al progetto di riforma perseguito dall'Esecutivo sia sotteso un inaccettabile tentativo di disegnare una nuova articolazione dei poteri locali in modo da stabilizzare la realtà del Nord Italia anche a costo di pregiudicare la tenuta socio-istituzionale degli ambiti territoriali del Mezzogiorno, manifesta sdegno e preoccupazione per il conseguente svilimento del valore della solidarietà nazionale in un momento storico, politico ed economico cruciale per l'intero Paese.

RENATO CAMBURSANO (IdV). Evidenziato come il decreto legislativo predisposto dal Governo rappresenti una mistificazione e non un'autentica forma di federalismo, prevedendo meno autonomia e risorse per gli enti locali nonché più tasse per i cittadini e per le imprese, ritiene che lo stesso rechi un vulnus al principio della progressività dell'imposizione sancito dalla Costituzione.

Pag. IV

MARCO CAUSI (PD). Nel ricordare come nella Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale si sia svolto un confronto aperto, rammenta il contributo proficuo e non pregiudiziale offerto al riguardo dal suo gruppo, dando atto al Governo di aver accolto talune istanze provenienti dalle opposizioni. Giudica tuttavia negativamente le evidenti incertezze palesate dall'Esecutivo in tema di fiscalità comunale, ritenendo la politica del Governo pesantemente condizionata dall'avvenuta abolizione dell'ICI sull'abitazione principale, dettata da meri intenti demagogici di stampo elettoralistico. Reputa quindi iniquo e insoddisfacente il disegno complessivamente sotteso al progetto di riforma sostenuto dalla maggioranza, giudicando necessario, tra l'altro, inserire nel più ampio contesto di una tassazione delle rendite finanziarie la prevista introduzione della cedolare secca sugli affitti. Richiama altresì le proposte alternative sostenute dal suo gruppo in merito ad una tassazione locale che tenga conto del quoziente familiare.

MASSIMO BITONCI (LNP). Nel ringraziare i Ministri Bossi e Calderoli per il proficuo lavoro svolto e per la predisposizione di un decreto legislativo che sancisce opportunamente il passaggio dalla finanza derivata a quella autonoma ed il superamento del criterio della spesa storica, senza peraltro determinare alcun aumento della tassazione complessiva, evidenzia come il federalismo municipale delineato dal Governo garantisca un effettivo avvicinamento dei cittadini alle istituzioni. Sottolineata la valenza positiva dell'introduzione della cedolare secca sugli affitti, rileva come l'obiettivo primario del federalismo fiscale sia quello di unire e non di dividere il Paese.

OSVALDO NAPOLI (PdL). Sottolinea la portata epocale della riforma in senso federalista della fiscalità, evidenziando come la stessa sia volta a garantire maggiore efficienza della spesa e dei servizi pubblici locali e, attraverso l'instaurazione di una più autentica coesione sociale, tenda ad un rilancio delle aree svantaggiate del Paese, riducendo il divario tra il Nord e il Mezzogiorno. Richiamato quindi il ruolo attivo svolto dai comuni nell'elaborazione del progetto di riforma in esame, esprime contrarietà alle politiche attuate dai precedenti Esecutivi di centrosinistra in tema di finanza comunale. Richiamato altresì il valore strategico della riforma federalista in chiave di rilancio del sistema-Paese, auspica l'impegno in tal senso di tutte le amministrazioni comunali, al di là dell'appartenenza politica.

BRUNO TABACCI (Misto-ApI). Nel dare atto al Ministro Calderoli dell'impegno profuso nella predisposizione del decreto legislativo in esame, ritiene che in quest'ultimo si pecchi di enfasi lessicale, rischiando di determinare risultati antitetici rispetto alle reali necessità del Paese, tra cui una riduzione anziché un aumento dell'autonomia degli enti locali. Preannunzia, infine, il voto contrario della sua componente politica sulla risoluzione di maggioranza.

LORENZO RIA (UdC). Stigmatizzato l'atteggiamento incline alle forzature tenuto dal Governo e dalla maggioranza durante il confronto parlamentare sulla riforma in senso federalista del sistema tributario, ritiene che il modello alla stessa sotteso identifichi in realtà un sistema iniquo e non solidale, paventando altresì il paradossale rischio dell'aumento della pressione fiscale e della riduzione dell'autonomia finanziaria e della responsabilità politica degli enti locali. Manifestate altresì forti perplessità circa la copertura finanziaria del provvedimento, giudica inopportuno aver avviato il federalismo fiscale senza aver predisposto contestualmente la riforma federalista istituzionale e la Carta delle autonomie. Nel ritenere infine che il federalismo fiscale, come delineato dal Governo, non rappresenti una concreta opportunità di modernizzazione per il Paese, ribadisce in proposito la netta contrarietà del suo gruppo.

LEOLUCA ORLANDO (IdV). Pur ritenendo necessario procedere ad un rafforzamento Pag. Vdelle responsabilità delle amministrazioni locali, richiama i limiti e le criticità presenti nel decreto legislativo in esame, che non garantisce effettiva autonomia impositiva agli enti territoriali. Preannunzia, quindi, il voto contrario del suo gruppo sulla risoluzione di maggioranza.

ANTONIO MISIANI (PD). Giudica mediocre e deludente il modello di federalismo fiscale municipale proposto dal Governo, atteso che resta irrisolto il grave problema del saldo negativo del bilancio dei comuni, già penalizzati dalla manovra economica. Lamenta inoltre che non viene perseguita un'effettiva responsabilizzazione degli amministratori locali e non si prospettano misure a favore delle piccole e medie imprese, esprimendo altresì forti perplessità su disposizioni quali l'introduzione della cedolare secca sugli affitti, che favorirà esclusivamente i proprietari immobiliari. Preannunzia quindi l'orientamento nettamente contrario del suo gruppo alla risoluzione di maggioranza.

RAFFAELE VOLPI (LNP). Nel ringraziare il Ministro Calderoli per la chiarezza delle comunicazioni rese e per l'apertura dimostrata al confronto con le altre forze politiche, respinge i rilievi critici formulati dal Presidente della Camera in ordine ad un presunto aumento della pressione fiscale derivante dal decreto legislativo in materia di federalismo fiscale municipale.

ANTONELLO SORO (PD). Manifesta la netta contrarietà del suo gruppo all'impianto complessivo del federalismo fiscale municipale, sottolineando le negative conseguenze che ne deriveranno, con particolare riferimento ad una ridotta autonomia impositiva e politica dei comuni, ad un incremento della pressione fiscale a carico dei cittadini e delle imprese, all'accentuazione delle sperequazioni tra le diverse realtà territoriali del Paese, nonché all'introduzione di nuove complicazioni di tipo burocratico nel già complesso sistema tributario. Reputa pertanto evidente la debolezza politica e istituzionale del Governo e della maggioranza, evidenziando, in tale ambito, tra l'altro, l'involuzione della Lega Nord, che appare incapace di portare avanti l'ambizioso progetto federalista.

ROBERTO ZACCARIA (PD). Stigmatizza le evidenti ed allarmanti incongruenze dello schema di decreto legislativo in materia di federalismo fiscale municipale, che reca, a suo avviso, norme di dubbia costituzionalità, e molto distanti dai principi di autonomia e responsabilità stabiliti dalla legge delega, comunque attuata solo parzialmente. Evidenzia, in particolare, l'attribuzione di potestà regolamentare di delegificazione contenuta negli articoli 5, comma 1, e 6, comma 1, dello schema di decreto legislativo, in contrasto con l'articolo 17 della legge n. 400 del 1988, nonché l'eccessiva discrezionalità di alcune norme e la violazione, con l'introduzione di una cedolare secca sugli affitti con sole due aliquote, del principio di progressività di cui all'articolo 53 della Costituzione.

FULVIO FOLLEGOT (LNP). Rilevato che l'inefficienza dello Stato centralizzato nonché il saldo negativo del debito pubblico evidenziato dalla recente crisi internazionale hanno finalmente reso necessario attuare profondi cambiamenti, sottolinea il carattere innovativo e rivoluzionario del federalismo fiscale municipale, che con il passaggio dalla finanza derivata a quella autonoma produrrà effetti assolutamente positivi sull'intero sistema economico nonché sull'assetto istituzionale del Paese, attribuendo maggiori competenze e responsabilità agli enti territoriali locali. Richiama inoltre le disposizioni recate dallo schema di decreto legislativo che produrranno vantaggi nella lotta all'evasione fiscale e la perequazione delle risorse che garantirà a tutti di fruire dei servizi fondamentali.

ANTONIO LEONE (PdL). Nel dare atto del legittimo esercizio della delega sul federalismo municipale da parte del Governo e, nel contempo, della correttezza Pag. VIdel richiamo del Presidente della Repubblica, ripercorre le tappe che hanno contrassegnato il confronto parlamentare sullo schema di decreto legislativo, osservando che, a fronte dell'apertura manifestata dal Governo verso le proposte provenienti dal sistema delle autonomie e dai gruppi di minoranza, spesso recepite nel testo, si è manifestata, da parte di questi ultimi, una posizione di pregiudizialità politica del tutto estranea al merito del provvedimento, che non ha consentito l'adozione di pur significativi contenuti normativi sui quali, nell'interesse del Paese, non sarebbero dovute prevalere le appartenenze di partito. Auspica, quindi, un più sereno confronto politico sull'attuazione del federalismo fiscale, di cui lo schema di decreto legislativo in oggetto costituisce un importante tassello.

ROLANDO NANNICINI (PD). Rilevato che il progetto di federalismo fiscale municipale delineato dal Governo non risponde ai principi contenuti nella legge delega n. 42 del 2009, riguardanti l'autonomia e la responsabilità degli enti territoriali locali, stigmatizza il mancato accoglimento della proposta, avanzata dal suo gruppo, di un'ulteriore riflessione in ordine alla tassazione che colpisce il soggetto residente nel comune di riferimento. Nel richiamare quindi le diverse criticità che caratterizzano lo schema di decreto legislativo, giudica condivisibile e giusta la battaglia per l'autonomia finanziaria degli enti locali, ma non secondo il progetto messo in campo dall'attuale Governo.

ENRICO LA LOGGIA (PdL). Giudicate inconferenti ed infondate le argomentazioni critiche di taluni rappresentanti delle opposizioni sul tenore del dibattito svoltosi nella Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale, reputa parimenti dettate da pregiudizi ideologici le osservazioni secondo le quali dall'attuazione della riforma del federalismo fiscale deriveranno maggiori tasse e l'accentuazione del divario tra il Nord e il Sud del Paese. Sottolineata quindi la neutralità fiscale e finanziaria dello schema di decreto legislativo, rileva come al termine del percorso riformatore si produrrà un abbassamento della pressione fiscale, secondo i princìpi di cui alla legge delega. Rammentate altresì le misure introdotte per agevolare i piccoli comuni nell'erogazione, anche in forma associata, dei servizi pubblici essenziali, evidenzia come l'attuazione della riforma impedirà il ripetersi di deleteri e deplorevoli fenomeni di mala amministrazione fiscale. Richiama infine il proficuo contributo fornito dal suo gruppo per migliorare lo schema di decreto legislativo.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Parlando sull'ordine dei lavori, nel dissociarsi dalle affermazioni rese dal deputato La Loggia con riferimento alle indicazioni che sarebbero state manifestate dal Presidente della Repubblica, invita il Ministro Calderoli a fornire chiarimenti al riguardo allorché interverrà in replica.

ENRICO LA LOGGIA (PdL). Chiarisce che nel suo precedente intervento non intendeva assolutamente mettere in discussione la correttezza dell'operato del Presidente della Repubblica.

MAINO MARCHI (PD). Nell'evidenziare l'esigenza che la fiscalità municipale si rivolga ai contribuenti residenti nel comune che esercita l'autorità impositiva, lamenta la precedente abolizione dell'ICI sulla prima casa, riconducendo a tale deprecabile scelta anche i dannosi effetti che discenderanno dall'immediata applicazione e dalla progressiva entrata a regime del decreto legislativo sul federalismo fiscale municipale. Nel sottolineare, quindi, l'inadeguatezza della copertura finanziaria dal predetto decreto legislativo, osserva che la relazione tecnica del Governo non ha dissipato i profili di criticità evidenziati dai competenti uffici della Camera. Ritiene, conseguentemente, che il provvedimento determinerà una rilevante perdita di gettito e conseguenti «buchi» di bilancio nelle finanze pubbliche, rilevando infine che il Governo e la maggioranza hanno perso una importante occasione per realizzare un effettivo federalismo fiscale.

Pag. VII

GIORGIO CONTE (FLI). Nel ricordare come l'iter seguito per l'approvazione del decreto legislativo oggetto delle odierne comunicazioni abbia rappresentato un segnale grave sul piano dei rapporti tra le istituzioni, giudica connotate da un carattere meramente propagandistico le disposizioni introdotte dalla maggioranza in materia di federalismo fiscale municipale che, a suo avviso, hanno il solo scopo di accontentare la Lega Nord. Nel sottolineare quindi che dalla predetta riforma deriveranno inevitabilmente una compressione dell'autonomia degli enti locali, un aumento della pressione fiscale ed un peggioramento del quadro burocratico in cui sono costrette ad operare le imprese, smentendo così tutti i proclami fatti in campagna elettorale, preannunzia forme di mobilitazione da parte di Futuro e Libertà per sostenere una seria riforma in senso federale dell'assetto dello Stato, ribadendo la contrarietà del suo gruppo allo schema di decreto legislativo in materia di federalismo fiscale municipale.

PRESIDENTE. Rinvia il seguito della discussione al prosieguo della seduta.

Sull'ordine dei lavori.

Interviene sull'ordine dei lavori il deputato ROBERTO GIACHETTI (PD).

Modifica del calendario dei lavori dell'Assemblea e conseguente aggiornamento del programma.

PRESIDENTE. Comunica la modifica del vigente calendario dei lavori dell'Assemblea e il conseguente aggiornamento del programma predisposti a seguito della odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo (vedi resoconto stenografico pag. 48).

La seduta, sospesa alle 13,40, è ripresa alle 16,05.

I deputati in missione alla ripresa pomeridiana della seduta sono sessanta.

Sull'ordine dei lavori.

ERMETE REALACCI (PD). Stigmatizzata l'imminente emanazione, da parte del Governo, di un decreto attuativo di una direttiva comunitaria che, disattendendo il parere espresso dalle competenti Commissioni parlamentari, inciderà negativamente sul processo di espansione delle fonti di energia rinnovabili, invita la Presidenza ad attivarsi al fine di evitare che venga svilito il ruolo delle Camere.

Si riprende la discussione.

GABRIELE CIMADORO (IdV). Richiamata preliminarmente l'originaria disponibilità manifestata dalla sua parte politica ad offrire un contributo all'approvazione del federalismo fiscale, esprime un giudizio fortemente critico sulle norme relative al settore della fiscalità municipale recate dallo schema di decreto legislativo in oggetto, del quale evidenzia le numerose e gravi criticità, tra cui l'aumento della pressione fiscale, la conferma dei tagli ai trasferimenti agli enti locali operati dal Governo con la manovra finanziaria estiva e, soprattutto, la sostanziale riduzione dell'autonomia finanziaria e tributaria dei comuni. Lamenta, altresì, la difficoltà di valutazione di un provvedimento in assenza di dati quantitativi precisi, con particolare riferimento alla consistenza della riduzione dei trasferimenti erariali.

LUCIANO PIZZETTI (PD). Espresso preliminarmente apprezzamento per l'impegno e la disponibilità dimostrati dal Ministro Calderoli, manifesta rammarico per l'atteggiamento di sostanziale chiusura del Governo emerso nel corso del confronto parlamentare sullo schema di decreto legislativo oggetto dell'odierna discussione, nonché per l'intendimento di porre la questione di fiducia. Giudicato quindi deludente il modello di federalismo fiscale municipale proposto dell'Esecutivo, che, di fatto, aumenta la pressione fiscale e amplia il divario fra il Nord e il Mezzogiorno, sottolinea la necessità di avviare Pag. VIIIun processo costituente in grado di varare una concreta e condivisa riforma dello Stato in senso federale, invitando il Governo e farsi parte attiva in tal senso.

CARLO MONAI (IdV). Ricordato il credito accordato dalla sua parte politica al Governo attraverso il concorso all'approvazione della legge delega n. 42 del 2009 sul federalismo fiscale, ritiene che lo schema di decreto legislativo predisposto dall'Esecutivo, inasprendo la pressione fiscale complessiva attraverso l'introduzione di nuove imposte comunali, ne violi taluni fondamentali principi. Osserva, inoltre, che le modalità seguite nel confronto con il Parlamento e con il sistema delle autonomie configurano un eccesso di potere da parte del Governo, che non ha ottenuto né l'intesa in seno alla Conferenza unificata né il parere della Commissione bicamerale per l'attuazione del federalismo fiscale e si appresta, nonostante la censura da parte della Presidenza della Repubblica, a comprimere ulteriormente le prerogative del Parlamento attraverso la probabile posizione della questione di fiducia sulla risoluzione di maggioranza.

GIACOMO CHIAPPORI (LNP). Rilevata la portata storica dell'introduzione nell'ordinamento del nostro Paese di un assetto federale dell'organizzazione dello Stato, ritiene che per il conseguimento di tale obiettivo si debbano ringraziare i vertici della Lega Nord, che hanno saputo portare a compimento la missione costitutiva del movimento; evidenzia quindi come le opposizioni abbiano sempre fallito nel delineare un assetto istituzionale adeguato ai mutamenti intervenuti nella società italiana.

AMEDEO CICCANTI (UdC). Manifestato apprezzamento per il ruolo di garanzia svolto dal Presidente della Repubblica in ordine ai rapporti tra Governo e Parlamento, ricorda il voto contrario espresso dal suo gruppo in sede di approvazione della legge delega in materia di federalismo fiscale, ritenendo opportuno prorogare i termini delle deleghe per consentire un ulteriore approfondimento. Nel richiamare altresì le principali ragioni di contrarietà ad uno schema di decreto legislativo di stampo propagandistico che, tra l'altro, aumenterà la pressione fiscale e favorirà la rendita patrimoniale senza sostenere, nel contempo, i redditi da lavoro e la categoria degli affittuari, reputa prioritario che l'Esecutivo chiarisca i reali costi della riforma in senso federalista della fiscalità e definisca il ruolo e le funzioni fondamentali degli enti territoriali.

MARIA PIERA PASTORE (LNP). Nel ritenere che il varo del decreto legislativo oggetto delle odierne comunicazioni costituisca un importante tassello di una riforma storica che, grazie al proficuo impegno dei Ministri Calderoli e Bossi, garantirà al nostro Paese una nuova organizzazione federalista da lungo tempo attesa, evidenzia i vantaggi che ne deriveranno, in termini soprattutto di più ampia autonomia finanziaria e di maggiore responsabilizzazione delle amministrazioni locali; giudica quindi infondate le critiche relative al presunto rischio che la riforma comporti un aumento degli oneri a carico dei cittadini e della pubblica amministrazione.

FRANCESCO BOCCIA (PD). Nel giudicare inopportuna e deleteria per il corretto rapporto con il Parlamento l'imminente posizione della questione di fiducia da parte del Governo, ritiene che la mancata espressione del parere da parte della Commissione bicamerale istituita ad hoc sullo schema di decreto legislativo in materia di federalismo fiscale municipale sia da ricondurre al merito, a suo avviso non condivisibile, del provvedimento che, senza apprestare una riforma adeguata della finanza degli enti locali, ne riduce l'autonomia impositiva a vantaggio di un accentramento dei poteri fiscali in capo al Ministro dell'economia e delle finanze, inasprendo la pressione fiscale complessiva e deresponsabilizzando i centri territoriali di spesa.

Pag. IX

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIANFRANCO FINI

FRANCESCO BOCCIA (PD). Richiamati al riguardo i contributi resi da autorevoli esponenti delle istituzioni economiche nelle audizioni svolte in Parlamento, ritiene che la politica attuata dal Governo in materia di federalismo fiscale municipale produrrà effetti negativi anzitutto sullo stesso consenso di cui godono l'Esecutivo e la maggioranza.

FRANCESCO BARBATO (IdV). Nel ritenere che le norme contenute nello schema di decreto legislativo predisposto dal Governo non garantiscano la certezza delle regole, segnatamente per il sistema imprenditoriale del Paese, esprime un giudizio negativo sull'impianto complessivo di un federalismo fiscale municipale che penalizza in particolare i comuni e i cittadini italiani, rilevando, tra l'altro, che le disposizioni inerenti il fondo perequativo sviliscono il ruolo svolto dal Parlamento.

ALESSANDRO MONTAGNOLI (LNP). Ricorda che il provvedimento oggetto dell'odierno dibattito costituisce da sempre l'obiettivo primario della Lega Nord e rappresenta una delle più importanti riforme attese dai cittadini, che avvertono fortemente l'esigenza di un moderno Stato federalista, conseguita grazie all'impegno dei Ministri Bossi e Calderoli. Richiama quindi i principali vantaggi che deriveranno dalla predetta riforma, in particolare in termini di riduzione degli sprechi, di diminuzione della pressione fiscale complessiva e di una migliore lotta all'evasione. Lamenta infine l'atteggiamento delle forze di minoranza che, per meri fini politici, si oppongono ad ogni tipo di cambiamento.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle comunicazioni del Governo.
Avverte altresì che sono state presentate le risoluzioni Borghesi n. 6-00060, Cimadoro n. 6-00061, Favia n. 6-00062, Cambursano n. 6-00063, Messina n. 6-00064, Cicchitto n. 6-00065, Franceschini n. 6-00066, Galletti n. 6-00067 e Mario Pepe (IR) n. 6-00068.

ROBERTO CALDEROLI, Ministro per la semplificazione normativa. Nel respingere preliminarmente i rilievi critici in ordine al presunto mancato coinvolgimento della I Commissione nell'iter del decreto legislativo oggetto dell'odierna discussione, ricorda di aver sottoscritto delle specifiche intese con alcune regioni e province autonome al fine di ridurre i trasferimenti e, al contempo, aumentare le loro funzioni, giudicando del tutto propagandistici gli interventi di taluni deputati dell'opposizione volti a stigmatizzare un inesistente aumento della pressione fiscale. Nel richiamare altresì le disposizioni che confermano una sostanziale diminuzione dei livelli di tassazione sulle imprese e sui cittadini, precisa che la posizione della questione di fiducia si è resa necessaria al fine di sottolineare un passaggio fondamentale del programma di Governo. Nel ringraziare infine tutti coloro che hanno contribuito alla definizione del testo dello schema di decreto legislativo, volto ad avviare un concreto processo di responsabilizzazione degli enti locali, auspica che le forze politiche possano tornare a discutere serenamente nel merito della riforma in senso federalista dello Stato, ritenendo che ciò potrà accadere quando quelle che sostengono l'Esecutivo acquisiranno la maggioranza in tutte le Commissioni parlamentari.
Esprime infine parere favorevole sulla risoluzione Cicchitto n. 6-00065 e parere contrario sulle restanti risoluzioni.

ELIO VITO, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Pone la questione di fiducia sull'approvazione della risoluzione Cicchitto n. 6-00065.

PRESIDENTE. Avverte che, a seguito della decisione del Governo di porre la questione di fiducia, la Conferenza dei presidenti di gruppo è immediatamente convocata per l'organizzazione del seguito del dibattito.

Pag. X

Sull'ordine dei lavori.

Interviene sull'ordine dei lavori il deputato LORENZO RIA (UdC).

PRESIDENTE. Sospende la seduta.

La seduta, sospesa alle 17,35, è ripresa alle 17,45.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANTONIO LEONE

PRESIDENTE. Comunica le determinazioni assunte a seguito dell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo circa l'articolazione dei lavori dell'Assemblea nella seduta di domani (vedi resoconto stenografico pag. 67).

Interviene sull'ordine dei lavori il deputato ANGELO COMPAGNON (UdC).

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:

Mercoledì 2 marzo 2011, alle 12.

(Vedi resoconto stenografico pag. 68).

La seduta termina alle 17,50.