XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di lunedì 18 aprile 2011

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 18 aprile 2011.

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Berlusconi, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Brunetta, Carfagna, Casero, Casini, Cicchitto, Colucci, Crimi, Crosetto, D'Alema, D'Amico, Dal Lago, Della Vedova, Fitto, Franceschini, Frattini, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Malfa, La Russa, Lorenzin, Lupi, Mantovano, Maroni, Martini, Meloni, Miccichè, Migliavacca, Leoluca Orlando, Prestigiacomo, Ravetto, Razzi, Reguzzoni, Roccella, Romani, Rotondi, Saglia, Stefani, Tremonti, Vito.

Annunzio di proposte di legge.

In data 14 aprile 2011 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
AMICI: «Istituzione della Conferenza permanente per il coordinamento dei rappresentanti degli organismi regionali di pari opportunità» (4287);
BORGHESI ed altri: «Abrogazione dei commi da 290 a 294 dell'articolo 1 della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e disposizioni concernenti la riduzione delle aliquote di accisa sui prodotti energetici usati come carburanti ovvero come combustibili per riscaldamento per usi civili» (4288);
RUBINATO: «Incentivi in favore degli investimenti nelle imprese di nuova formazione e disposizioni concernenti l'applicazione del consolidato mondiale agli effetti dell'imposta sul reddito delle società» (4289).

Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

La proposta di legge CARLUCCI: «Disposizioni in favore delle attività dello spettacolo, mediante la partecipazione alla gestione, alla destinazione e ai proventi dell'alienazione dei beni confiscati ai sensi della legge 31 maggio 1965, n. 575» (2755) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Sardelli.

La proposta di legge CARLUCCI: «Modifica all'articolo 27 del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, in materia di docenti di scuole straniere operanti in Italia» (3810) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Castiello, Gottardo, Lo Monte, Polledri, Luciano Rossi, Speciale, Traversa e Vella.

La proposta di legge CARLUCCI: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull'imparzialità dei libri di testo scolastici» (4101) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Ciccioli, Galati, Luciano Rossi, Speciale, Traversa, Vella e Ventucci.

La proposta di legge CARLUCCI: «Norme per la salvaguardia dei laghi minori italiani» (4104) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Barbareschi e Sardelli.

La proposta di legge CIRIELLI ed altri: «Delega al Governo per l'istituzione di un Servizio nazionale militare di volontari per la mobilitazione» (4106) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Ciccioli.

La proposta di legge OLIVERIO ed altri: «Norme in materia di bevande analcoliche alla frutta, succhi di frutta e nettari, nonché di etichettatura, promozione e salvaguardia dei prodotti italiani» (4114) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Graziano.

La proposta di legge CARLUCCI ed altri: «Norme generali sullo stato giuridico degli insegnanti delle istituzioni scolastiche e formative» (4202) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Castiello, Ciccioli, Galati, Luciano Rossi, Speciale, Traversa e Vella.

Ritiro di una sottoscrizione ad una proposta di legge.

Il deputato Touadi ha comunicato di ritirare la propria sottoscrizione alla proposta di legge:
SPOSETTI ed altri: «Disciplina dei partiti politici, in attuazione dell'articolo 49 della Costituzione, e delle fondazioni politico-culturali. Delega al Governo per l'emanazione di un testo unico delle leggi sulla disciplina e sul finanziamento dei partiti politici» (3809).

Trasmissione dal Senato.

In data 14 aprile 2011 il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge:
S. 2472. - «Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani» (approvato dal Senato) (4290).

Sarà stampato e distribuito.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

V Commissione (Bilancio):
VIOLA ed altri: «Norme per la valorizzazione e il decentramento amministrativo in favore dei territori confinanti con le regioni a statuto speciale» (4132) Parere delle Commissioni I, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, VIII, IX, X, XII, XIII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

VI Commissione (Finanze):
VIGNALI ed altri: «Introduzione dell'articolo 74-sexies del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, in materia di applicazione dell'imposta sul valore aggiunto per le prestazioni di commercio elettronico diretto regolate con l'intervento di intermediari finanziari abilitati» (4162) Parere delle Commissioni I, V, X e XIV;
TORAZZI ed altri: «Disposizioni per la tutela della sicurezza degli impianti di distribuzione dei carburanti» (4185) Parere delle Commissioni I, V, X (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento), XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

VIII Commissione (Ambiente):
S. 2472. - «Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani» (approvato dal Senato) (4290) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VII, X, XIII (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento) e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Annunzio di una proposta di modificazione al regolamento della Giunta delle elezioni.

In data 14 aprile 2011 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di modificazione al regolamento della Giunta delle elezioni d'iniziativa del deputato:
LENZI: «Articoli 16 e 17: modifica della procedura di accertamento delle cause di incompatibilità direttamente previste da disposizioni costituzionali» (doc. II-bis, n. 3).

Sarà stampata, distribuita e trasmessa alla Giunta per il regolamento.

Trasmissione dal Presidente del Senato.

Il Presidente del Senato, con lettere in data 14 aprile 2011, ha comunicato che sono state approvate, ai sensi dell'articolo 144, commi 1 e 6, del regolamento del Senato, le seguenti risoluzioni:
risoluzione della 14a Commissione (Politiche dell'Unione europea) sulla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sulle modalità di controllo delle attività di Europol da parte del Parlamento europeo in associazione con i parlamenti nazionali (COM(2010)776 definitivo) (Atto Senato doc. XVIII, n. 85), che è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali);
risoluzione della 1a Commissione (Affari costituzionali) sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sull'uso dei dati del codice di prenotazione a fini di prevenzione, accertamento, indagine e azione penale nei confronti dei reati di terrorismo e dei reati gravi (COM(2011)32 definitivo) (Atto Senato doc. XVIII, n. 86), che è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali), alla II Commissione (Giustizia) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea);
risoluzione della 10a Commissione (Industria) sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio concernente l'integrità e la trasparenza del mercato dell'energia (COM(2010)726 definitivo) (Atto Senato doc. XVIII, n. 87), che è trasmessa alla X Commissione (Attività produttive) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea);
risoluzione della 6a Commissione (Finanze) sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sugli strumenti derivati OTC, le controparti centrali e i repertori di dati sulle negoziazioni (COM(2010)484 definitivo) (Atto Senato doc. XVIII, n. 88), che è trasmessa alla VI Commissione (Finanze) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Trasmissione dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 13 aprile 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 52, comma 4, lettera c), della legge 27 dicembre 2002, n. 289, la relazione della regione Basilicata concernente l'attuazione degli adempimenti previsti dall'accordo del 14 febbraio 2002 tra lo Stato, le regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, in materia di accesso alle prestazioni diagnostiche e terapeutiche e di indirizzi applicativi sulle liste di attesa, riferita all'anno 2010 (doc. CCI, n. 25).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla XII Commissione (Affari sociali).

Trasmissioni dalla Corte dei conti.

La Corte dei conti - sezione del controllo sugli enti - con lettera in data 13 aprile 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'ENIT - Agenzia nazionale del turismo, per l'esercizio 2009. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 297).
Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla X Commissione (Attività produttive).

La Corte dei conti - sezione del controllo sugli enti - con lettera in data 15 aprile 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'ENEL Spa, per l'esercizio 2009. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 298).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla X Commissione (Attività produttive).

Trasmissione dal ministro per le pari opportunità.

Il ministro per le pari opportunità, con lettera del 5 aprile 2011, ha trasmesso una nota relativa all'attuazione data all'ordine del giorno Concia ed altri n. 9/3638/183, riguardante la prevenzione di ogni forma di violenza e di atti persecutori nei confronti delle donne, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 28 luglio 2010.
La suddetta nota è a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare ed è trasmessa alla XII Commissione (Affari Sociali) competente per materia.

Trasmissione dal ministro per i rapporti con le regioni e per la coesione territoriale.

Il ministro per i rapporti con le regioni e per la coesione territoriale, con lettera in data 5 aprile 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 21, comma 13, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, la relazione sulla destinazione alle aree sottoutilizzate del territorio nazionale delle spese di investimento.
Tale relazione, allegata al disegno di legge del bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2011 e per il triennio 2011-2013, è trasmessa alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissione dal ministro della difesa.

Il ministro della difesa, con lettera dell'8 aprile 2011, ha trasmesso quattro note relative all'attuazione data agli ordini del giorno Letta n. 9/3638/134, riguardante l'introduzione di interventi perequativi a favore del personale del comparto sicurezza e difesa, Minniti n. 9/3638/284, concernente gli effetti del blocco del trattamento economico complessivo sulla verifica dell'efficienza del servizio prestato dal personale del ministero della difesa, accolti dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 28 luglio 2010 e, per la parte di propria competenza, agli ordini del giorno Casini ed altri n. 9/3638/320, accolto dal Governo nella medesima seduta dell'Assemblea, concernente la definizione di misure perequative per il personale delle Forze armate, delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, e Rugghia ed altri n. 9/3778-A/17, concernente l'applicabilità del tetto salariale per il personale del comparto sicurezza e difesa, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 19 novembre 2010.
Le suddette note sono a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare e sono trasmesse alla IV Commissione (Difesa) competente per materia.

Trasmissione dal sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

Il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettere in data 12 aprile 2011, ha dato comunicazione, ai sensi dell'articolo 1 della legge 8 agosto 1985, n. 440, della concessione di un assegno straordinario vitalizio dell'importo annuo di 24.000 euro al signor Vincenzo Castrovillari, tecnico cinematografico.
Questa comunicazione è depositata presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.

Trasmissione dal Ministero degli affari esteri.

Il Ministero degli affari esteri, con lettera in data 14 aprile 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 4 della legge 11 dicembre 1984, n. 839, gli atti internazionali firmati dall'Italia i cui testi sono pervenuti al medesimo Ministero entro il 15 marzo 2011.
Questa documentazione è trasmessa alla III Commissione (Affari esteri).

Annunzio di risoluzioni del Parlamento europeo.

Il Presidente del Parlamento europeo ha trasmesso il testo di otto risoluzioni approvate nella sessione dal 23 al 24 marzo 2011, che sono assegnate, a norma dell'articolo 125, comma 1, del regolamento, alle sottoindicate Commissioni, nonché, per il parere, alla III Commissione (Affari esteri) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), se non già assegnate alle stesse in sede primaria:
risoluzione legislativa sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 55/2008 del Consiglio recante preferenze commerciali autonome per la Repubblica moldova (doc. XII, n. 720) - alle Commissioni riunite III (Affari esteri) e X (Attività produttive);
risoluzione legislativa sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 732/2008 del Consiglio all'applicazione di un sistema di preferenze tariffarie generalizzate per il periodo dal 1o gennaio 2009 al 31 dicembre 2011 (doc. XII, n. 721) - alle Commissioni riunite III (Affari esteri) e X (Attività produttive);
risoluzione legislativa relativa al progetto di decisione del Consiglio e dei rappresentanti dei Governi degli Stati membri dell'Unione europea, riuniti in sede di Consiglio, concernente la conclusione del protocollo di modifica dell'accordo sui trasporti aerei tra gli Stati Uniti d'America, da un lato, e la Comunità europea e i suoi Stati membri, dall'altro (doc. XII, n. 722) - alla III Commissione (Affari esteri);
risoluzione legislativa relativa al progetto di decisione del Consiglio e dei rappresentanti dei Governi degli Stati membri dell'Unione europea, riuniti in sede di Consiglio, concernente la conclusione dell'accordo sui trasporti aerei tra la Comunità europea e i suoi Stati membri, da un lato, e il Canada, dall'altro (doc. XII, n. 723) - alla III Commissione (Affari esteri);
risoluzione legislativa relativa al progetto di decisione del Consiglio concernente la conclusione dell'accordo tra l'Unione europea e il Governo della Repubblica socialista del Vietnam su alcuni aspetti relativi ai servizi aerei (doc. XII, n. 724) - alla III Commissione (Affari esteri);
risoluzione sulle relazioni dell'Unione europea con il Consiglio di cooperazione del Golfo (doc. XII, n. 725) - alla III Commissione (Affari esteri);
risoluzione legislativa sulla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a una procedura unica di domanda per il rilascio di un permesso unico che consente ai cittadini di paesi terzi di soggiornare e lavorare nel territorio di uno Stato membro e a un insieme comune di diritti per i lavoratori di paesi terzi che soggiornano legalmente in uno Stato membro (doc. XII, n. 726) - alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e XI (Lavoro);
risoluzione legislativa sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 460/2004 che istituisce l'Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell'informazione per quanto riguarda la durata dell'Agenzia (doc. XII, n. 727) - alla IX Commissione (Trasporti).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

La Commissione europea, in data 14 e 15 aprile 2011, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
Relazione congiunta della Commissione europea e dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza al Consiglio e al Parlamento europeo - Hong Kong - Relazione annuale 2011 (COM(2011)204 definitivo), che è assegnato in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
Relazione congiunta della Commissione europea e dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza al Parlamento europeo e al Consiglio - Relazione annuale Macao 2010 (COM(2011)205 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
Decisione del Parlamento europeo e del Consiglio sulla mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione ai sensi del punto 28 dell'accordo interistituzionale del 17 maggio 2006 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio e la sana gestione finanziaria (domanda FEG/2010/031 BE/General Motors Belgium, Belgio) (COM(2011)212 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla XI Commissione (Lavoro);
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio - Adeguamento tecnico del quadro finanziario per il 2012 all'evoluzione dell'RNL (punto 16 dell'accordo interistituzionale del 17 maggio 2006 sulla disciplina di bilancio e la sana gestione finanziaria) (COM(2011)199 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla V Commissione (Bilancio);
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio - Rafforzamento della gestione della qualità delle statistiche europee (COM(2011)211 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla V Commissione (Bilancio);
Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sulle implicazioni socioeconomiche della coltivazione degli organismi geneticamente modificati basata sui contributi degli Stati membri, come richiesto dalle conclusioni del Consiglio Ambiente del dicembre 2008 (COM(2011)214 definitivo), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite XII (Affari sociali) e XIII (Agricoltura);
Progetto di bilancio rettificativo n. 3 al bilancio generale 2011 - Stato delle spese per sezione - Sezione III - Commissione (COM(2011)219 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla V Commissione (Bilancio).

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

MOZIONI DI PIETRO ED ALTRI N. 1-00391, TEMPESTINI ED ALTRI N. 1-00621, PEZZOTTA ED ALTRI N. 1-00623 ED ANTONIONE, DOZZO, SARDELLI ED ALTRI N. 1-00625 CONCERNENTI INIZIATIVE PER GARANTIRE LA TRASPARENZA DELLE INFORMAZIONI RELATIVE ALL'AIUTO PUBBLICO ALLO SVILUPPO

Mozioni

La Camera,
premesso che:
uno degli impegni sottoscritti da tutti i donatori nel 2008 al III Forum di alto livello sull'efficacia dell'aiuto allo sviluppo è quello di garantire la massima accessibilità alle informazioni relative all'aiuto stesso e la massima trasparenza del medesimo, che consentirebbe ai Governi una maggiore capacità di programmazione, ai Parlamenti di esercitare uno scrutinio più puntuale e alle comunità e ai cittadini dei Paesi partner di effettuare un controllo capillare locale, vale a dire uno dei migliori antidoti alla corruzione;
un primo studio della Princeton university ha finalmente presentato i primi risultati statisticamente solidi del rapporto tra trasparenza degli aiuti che un Paese riceve e il livello interno di corruzione, confermando l'ipotesi iniziale: maggiori sono le informazioni disponibili sugli aiuti per il Paese, minore è il livello generale di corruzione. L'analisi ha potuto anche sostenere che una riduzione significativa delle informazioni porta a un deterioramento dei livelli di corruzione del Paese;
per dare seguito all'impegno sull'efficacia dell'aiuto, molti donatori si sono uniti per dare vita alla Iniziativa internazionale per la trasparenza dell'aiuto (international aid transparency Initiative -Iati) che ha lo scopo di garantire la massima accessibilità in tempo reale alle iniziative di aiuto allo sviluppo finanziate dai donatori con l'ambizione di avere certamente, come punto di riferimento, l'esperienza del database del Dac-Ocse (Development assistance committee), ma anche di superarne alcuni dei limiti attuali: il ritardo nella pubblicazione dei dati (con una media di oltre un anno di ritardo), la mancanza di dettagli sui risultati dei programmi e i pochi dettagli geografici che impediscono di situare correttamente le iniziative di sviluppo nei Paesi partner;
l'Italia non ha preso alcuna posizione sulla sua partecipazione o meno a questa Iniziativa internazionale per la trasparenza dell'aiuto;
i Governi di natura liberal-conservatore inglese e svedese hanno annunciato una politica di piena e aperta divulgazione della documentazione per tutti gli interventi di cooperazione allo sviluppo, che saranno tutti disponibili on line appena effettuata l'approvazione degli interventi;
negli ultimi tre anni era migliorata la trasparenza e l'accessibilità delle informazioni per la cooperazione della direzione generale per la cooperazione allo sviluppo (Dgcs) del Ministero degli affari esteri, mentre le informazioni delle attività di cooperazione gestite dal Ministero dell'economia e delle finanze erano e sono ancora affidate esclusivamente alla relazione annuale al Parlamento che è resa disponibile dopo più di due anni. In entrambi i casi, le informazioni sono disponibili generalmente solo in italiano e ciò ne pregiudica la fruibilità nei Paesi partner;
dall'inizio del 2010, l'interruzione della pubblicazione dei bollettini elettronici della cooperazione ha quasi azzerato gli sforzi fatti in precedenza per aumentare la trasparenza della direzione generale per la cooperazione allo sviluppo; le informazioni pubblicate in precedenza sui bollettini non riportavano una descrizione dettagliata dell'iniziativa e soprattutto non permettevano alcuna ricerca;
in termini di accuratezza della reportistica internazionale, solo lo 0,6 per cento delle iniziative d'aiuto italiane non è classificato per settore, collocando il nostro Paese al quinto posto in termini di accuratezza. Tuttavia, la stessa attenzione non si presta quando si tratta di notificare l'aiuto legato. Il Development assistance committee rivela, infatti, che il 10 per cento delle iniziative italiane non sono valutate rispetto al criterio dello slegamento: un risultato tra i peggiori fra i 23 membri del Development assistance committee, secondo solo a Giappone e Germania. Secondo una recente valutazione sulla trasparenza basata sulla completezza della reportistica, l'Italia risulta penultima, prima del Portogallo, tra tutti i donatori bilaterali e multilaterali;
«Publish what you fund», la campagna della società civile per una maggiore trasparenza dell'aiuto, ha recentemente pubblicato il primo indice di trasparenza dei donatori (Paesi Ocse, agenzie delle Nazioni Unite e banche multilaterali di sviluppo). La valutazione sulla trasparenza si basa su tre criteri: impegno a garantire la trasparenza (intesa soprattutto come quantità delle informazioni disponibili nei database), trasparenza e comunicazione delle informazioni ai Paesi partner e reattività alle richieste d'informazioni o chiarimenti da parte degli utenti dei loro siti web;
la classifica complessiva sulla trasparenza dei donatori vede in testa la Banca mondiale e in coda il Giappone, in trentesima posizione. L'Italia occupa la ventisettesima posizione. Il nostro Paese è soprattutto penalizzato dalla difficoltà di trasmettere ai Governi partner informazioni sui futuri piani di spesa (complice un ciclo di bilancio per la cooperazione solo annuale che è soggetto a tagli continui e spesso imprevedibili) e dalla limitata reattività di risposta alle domande di chiarimento;
per rispondere alla crescente pressione dell'opinione pubblica globale sui risultati concreti che l'aiuto ha conseguito, i Paesi donatori finanziariamente più impegnati hanno creato unità di valutazione sistematica dell'impatto degli interventi. Ad esempio, la cooperazione danese ha una struttura di valutazione separata dall'Agenzia che esegue gli interventi di cooperazione, con uno staff di otto persone e un bilancio di 3 milioni di dollari l'anno. In altri casi si sono avviate vere campagne di comunicazione pubblica di massa per dimostrare che l'investimento di denaro pubblico ha prodotto risultati, come nel caso inglese con la campagna «UK Aid works»;
per l'Italia, dal 2002 non è stata prodotta alcuna valutazione sistematica diffusa pubblicamente. Un'unità di valutazione è stata ricostituita nel 2008 e ha approvato un piano di lavoro annuale dotato di un bilancio. Una valutazione è stata conclusa - ma non ancora caricata sul sito della cooperazione allo sviluppo - ma fino a oggi la citata unità non è stata dotata di un proprio bilancio che le garantisse l'effettiva operatività;
l'articolo 36 della legge di disciplina della cooperazione allo sviluppo (legge n. 49 del 1987) prevede che sia istituita presso la direzione generale per la cooperazione allo sviluppo una banca dati in cui siano inseriti tutti i contratti, le iniziative, i programmi connessi con l'attività di cooperazione disciplinata dalla presente legge e la relativa documentazione e stabilisce che l'accesso alla banca dati sia pubblico. Ad oggi nessuna banca dati è accessibile on line,

impegna il Governo:

a pubblicare on line in un unico sito tutte le valutazioni prodotte dalla direzione generale per la cooperazione allo sviluppo, le relazioni del dipartimento del tesoro relativamente all'azione verso banche e fondi di sviluppo e i documenti strategici come le programmazioni pluriennali per Paese (stream);
a pubblicare on line, contestualmente alla loro approvazione, tutte le iniziative di cooperazione allo sviluppo, rendendo pubbliche le informazioni che sono contenute sul sistema informatico della direzione generale per la cooperazione allo sviluppo per l'approvazione delle iniziative - il «sistema SIC 99 (sistema informativo della cooperazione)»;
ad aderire all'Iniziativa internazionale per la trasparenza dell'aiuto (Iati).
(1-00391)
(Nuova formulazione) «Di Pietro, Evangelisti, Donadi, Borghesi, Leoluca Orlando, Di Stanislao».
(17 giugno 2010)

La Camera,
premesso che:
nel settembre 2008 tutti i donatori a livello globale, in occasione del III Forum di alto livello sull'efficacia degli aiuti atti a favorire il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio, svoltosi ad Accra, in Ghana, hanno lanciato un'importante iniziativa per la trasparenza degli aiuti internazionali allo sviluppo - l'international aid transparency Initiative (Iati) - nella convinzione di una relazione cruciale fra l'aumento dell'efficienza e dell'efficacia degli aiuti e la trasparenza accompagnata da una maggiore responsabilità nell'uso delle risorse pubbliche (agenda d'azione di Accra);
tale iniziativa, che riunisce i donatori, i Paesi partner e le organizzazioni della società civile, mira a rendere pubbliche le informazioni sul flusso degli aiuti allo sviluppo, anche al fine di pervenire al rispetto di standard comuni, di regole condivise e comparabili, rendere trasparenti i flussi di aiuti e massimizzare l'impatto delle risorse;
in seguito a consultazioni avvenute con i paesi partner e le organizzazioni della società civile, l'international aid transparency Initiative ha elaborato un codice di condotta, volto a rendere accessibili e pubbliche le informazioni circa il flusso di aiuti e di attività, ad aiutare i Governi dei Paesi in via di sviluppo e a migliorare la loro pianificazione; si tratta di una serie di prescrizioni comprensive di dettagli sugli aiuti di ciascun Paese, sui costi dei singoli progetti, sui loro obiettivi e su tutte le altre informazioni in materia di aiuti;
nel febbraio 2009, 16 donatori hanno firmato l'international aid transparency Iniziative: Paesi Bassi, Germania, Australia, Nuova Zelanda, Spagna, Norvegia, Finlandia, Irlanda, Svezia, Danimarca, la Commissione europea, la Banca mondiale, la United nations development programme (Undp), la fondazione Hewlett, la Gavi Alliance e il Regno Unito. Molti Paesi non hanno ancora aderito a questa importante iniziativa (sono solo 8 i Paesi membri dell'Unione europea aderenti) e anche l'Italia manca all'appello, non avendo ancora espresso alcuna posizione circa la sua adesione;
negli ultimi anni anche l'Unione europea si è impegnata in una riforma degli strumenti di finanziamento, sulla base dei principi stabiliti prima dalla Dichiarazione di Parigi sull'efficacia degli aiuti (2005) e in seguito dall'agenda per l'azione di Accra (2008), ponendo al centro delle sue sfide anche quello di rendere trasparenti gli aiuti, in particolare gli aiuti comunitari. In tale direzione la Commissione europea sta predisponendo un documento di lavoro su trasparenza e responsabilità, anche in vista del IV Forum ad alto livello sull'efficacia degli aiuti, che si svolgerà dal 29 novembre al 1o dicembre 2011 in Corea;
aumentare l'accessibilità e la disponibilità delle informazioni relative alla cooperazione allo sviluppo è un importante obiettivo che tutti gli Stati dovrebbero concretamente perseguire, in quanto ciò consentirebbe di operare un maggior controllo sul flussi degli aiuti, una maggiore capacità di programmazione, sia in riferimento ai settori di intervento che alle priorità, ma soprattutto incoraggerebbe i soggetti donatori a una maggiore responsabilità, con ricadute importanti sul piano della trasparenza, elemento che concorre a monitorare e a prevenire fenomeni distorsivi e corruttivi;
il tema è particolarmente nevralgico nell'attuale situazione di crisi globale economico-finanziaria che rende difficile per molti paesi, e in particolare per l'Italia, il mantenimento di un adeguato investimento pubblico per gli aiuti allo sviluppo. La trasparenza sulla spesa è fondamentale per una risposta convincente e necessaria a mantenere il sostegno pubblico alla cooperazione internazionale e per assicurare una maggiore consapevolezza da parte delle opinioni pubbliche e delle organizzazioni della società civile circa i risultati degli aiuti;
la massima accessibilità alle iniziative finanziate dai donatori e la trasparenza degli aiuti allo sviluppo risulta poi di particolare rilevanza, laddove emerge uno specifico rapporto fra modalità di aiuto e corruzione, con particolare riferimento agli aiuti che potrebbero distorcere l'impatto sullo sviluppo, incoraggiando, anche indirettamente, la propensione da parte dei Governi a usare i finanziamenti come diretto sostegno di bilancio, con conseguente diffusione di una bassa responsabilità e una maggiore dipendenza per gli aiuti forniti dall'alto. Una più efficace trasparenza sui dettagli dei programmi e sui risultati degli aiuti, dunque, contribuirebbe anche a superarne i limiti attuali;
in Italia, purtroppo, alcuni sforzi compiuti dalla direzione generale per la cooperazione allo sviluppo del Ministero per gli affari esteri, volti ad aumentare la trasparenza, a produrre una sistematica valutazione dell'impatto degli interventi e a predisporre una pubblicazione accessibile all'opinione pubblica, risultano fortemente insufficienti, anche a causa dei tagli di bilancio operati con le ultime manovre finanziarie. Secondo una recente valutazione della trasparenza, basata sulla completezza della reportistica, l'Italia risulta classificata come penultima, prima del Portogallo, fra tutti i donatori bilaterali e multilaterali;
le informazioni delle attività di cooperazione gestite dal Ministero dell'economia e delle finanze risultano ancora più fortemente inadeguate, essendo affidate esclusivamente a una relazione annuale al Parlamento che giunge costantemente in ritardo, dopo due anni. Ad aggravare la situazione dal punto di vista della scarsa accessibilità e della scarsa trasparenza dei flussi informativi si aggiunge un altro elemento non secondario, ossia le informazioni risultano solo nella lingua italiana, precludendo così agli altri Paesi partner di poter fruire facilmente della pubblicazione dei dati,

impegna il Governo:

ad aderire tempestivamente all'iniziativa lanciata dall'international aid transparency Initiative (Iati) per la trasparenza dell'aiuto allo sviluppo;
a migliorare la trasparenza dell'aiuto pubblico italiano, mediante la predisposizione da parte del Ministero degli affari esteri e del Ministero dell'economia e delle finanze, di una sistematica informazione e pubblicazione on line, di tutti i documenti sulla cooperazione allo sviluppo, comprensivi dei dati disponibili presso la direzione generale per la cooperazione allo sviluppo, con le relative previsioni di spesa qualora disponibili, delle risorse impegnate e di quelle effettivamente erogate, nonché della misura dei relativi residui e delle informazioni concernenti prestiti, aiuti condizionati alla fornitura di beni e servizi italiani e accordi bilaterali concordati dal nostro Paese;
a prevedere uno specifico accantonamento di risorse, nell'ambito dello stato di previsione del Ministero degli affari esteri, per la concreta realizzazione di una pianificazione da parte della direzione generale per la cooperazione allo sviluppo, in grado di garantire un'effettiva operatività in tema di trasparenza e accessibilità delle informazioni sull'aiuto allo sviluppo;
a favorire, anche in vista del IV Forum ad alto livello sull'efficacia degli aiuti previsto per l'autunno 2011 in Corea del Sud, tutte le iniziative volte a promuovere un consenso globale per la trasparenza degli aiuti, nonché ad intraprendere ogni iniziativa utile affinché l'Unione europea assuma un ruolo guida per l'attuazione dell'agenda d'azione di Accra, con particolare riferimento all'impegno a rendere effettiva la produzione e la divulgazione al pubblico di una completa, tempestiva e regolare informazione sugli aiuti, comprensiva di tutte le condizioni relative alle erogazioni, per la verifica sia delle compatibilità con i sistemi dei Paesi beneficiari sia per una valutazione del loro impatto sulla dimensione dello sviluppo.
(1-00621)
«Tempestini, Barbi, Maran, Amici, Fluvi, Narducci, Colombo, Corsini, Losacco, Pistelli, Porta, Touadi, Mogherini Rebesani».
(18 aprile 2011)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)

La Camera,
premesso che:
i dati preliminari sullo stato dell'aiuto pubblico dell'Italia allo sviluppo, comunicati dall'Ocse, sono la dimostrazione del drammatico stato in cui versa la cooperazione allo sviluppo nel nostro Paese. L'aiuto italiano, stando ai dati forniti dall'Ocse/Dac, sarebbe sceso dallo 0,16 per cento allo 0,15 per cento del Prodotto interno lordo, con una contrazione in termini reali rispetto al 2009 dell'1,5 per cento, ma del 35 per cento rispetto al 2008;
rispetto ad una media dell'Unione europea del 6,7 per cento, l'Italia si conferma fanalino di coda dei Paesi dell'Unione europea al pari di Belgio e Danimarca, ma addirittura dopo la Grecia che, nonostante le difficoltà nella tenuta dei conti pubblici, continua a destinare lo 0,17 per cento del prodotto interno lordo all'aiuto pubblico allo sviluppo;
nonostante la crisi economica sono pochi i Paesi dell'Ocse che hanno tagliato gli aiuti: oltre all'Italia sono stati la Grecia, l'Irlanda e la Spagna, ma, a parte la Grecia, gli altri due Paesi destinano rispettivamente lo 0,53 per cento e lo 0,43 per cento del loro prodotto interno lordo all'aiuto pubblico allo sviluppo;
la scelta del Governo italiano potrebbe determinare un forte ridimensionamento della credibilità europea in materia di cooperazione allo sviluppo, nonostante gli sforzi di quei Paesi dell'Unione europea che hanno incrementato la quota di aiuti e di quelli che, nonostante la crisi economica, hanno mantenuto i livelli degli anni precedenti;
gli impegni presi dal nostro Paese, insieme a tutta la comunità internazionale, in occasione del G8 di Gleneagles del 2005, rischiano di essere compromessi se, come già affermato dall'Ocse, non vi saranno piani specifici che possano garantire l'allocazione delle risorse promesse per l'aiuto pubblico allo sviluppo;
è da rilevare che, dello 0,15 per cento del prodotto interno lordo italiano per l'aiuto allo sviluppo, lo 0,11 per cento è gestito dal Ministero dell'economia e delle finanze, ma non è dato di sapere come vengono gestite queste risorse (le informazioni delle attività di cooperazione gestite dal Ministero dell'economia e delle finanze sono ancora affidate esclusivamente alla relazione annuale al Parlamento, che è resa disponibile dopo più di due anni); inoltre, malgrado promesse e rassicurazioni, continuano i ritardi nei pagamenti dei progetti in corso alle organizzazioni non governative;
oltre alla scarsità delle risorse esiste un problema di trasparenza ed efficacia della spesa e degli aiuti ai Paesi poveri;
con la Dichiarazione di Parigi del marzo 2005 sull'efficacia dell'aiuto, 88 Paesi e 40 organizzazioni e partner internazionali hanno convenuto su cinque concetti chiave: rafforzare la leadership dei Paesi in via di sviluppo che devono decidere le proprie strategie di sviluppo e gestire le proprie risorse; allineare gli interventi dei Paesi donatori alle strategie nazionali di sviluppo elaborate dai Paesi beneficiari; lavorare insieme per intensificare l'efficacia degli aiuti; focalizzare i risultati dello sviluppo; donatori e Paesi in via di sviluppo sono responsabili l'un l'altro, nonché davanti alla popolazione, per i risultati ottenuti;
l'Unione africana ritiene che la corruzione costi alle economie africane oltre il 25 per cento del prodotto interno lordo annuo dell'Africa, ma per poter affrontare il problema della corruzione è necessario creare capacità nelle istituzioni centrali e locali per lottare contro la corruzione, in particolare alla luce della crescita dell'aiuto concesso sotto forma di aiuto di bilancio;
per rendere efficace l'aiuto, affinché generi cambiamenti concreti nella vita dei Paesi poveri, è necessario che esso risponda alle priorità delle strategie di lotta alla povertà dei Paesi partner e che sia gestito e controllato dalle istituzioni dei Paesi partner, garantendo comunque il continuo controllo dei cittadini. L'aiuto deve anche rafforzare il ruolo di controllo della società civile dei Paesi partner;
nonostante alcuni progressi, si riconosce che i risultati europei sono ancora insufficienti: l'aiuto degli Stati europei è poco trasparente, dà poca importanza ai gruppi delle donne con troppe condizioni non negoziabili e l'obiettivo principale di alcune iniziative d'aiuto è spesso non indirizzato alla lotta alla povertà;
nel dicembre 2010 il Ministro britannico per lo sviluppo internazionale (Dfid), Andrew Mitchell, ha esortato l'Unione europea ad adottare la Garanzia per la trasparenza degli aiuti, organismo fondato dal Regno Unito che impegna i Paesi partecipanti a fornire informazioni sui flussi degli aiuti e incoraggerà i partner internazionali ad aderirvi;
secondo il Ministro inglese occorre fornire una visione chiara e trasparente della spesa sugli aiuti, «in modo che ai contribuenti sia garantito come viene speso il loro denaro (...). L'Unione europea ha portato avanti molti progetti di successo, ma, in tempi di difficoltà economiche, è importante che i contribuenti del continente possano vedere la differenza reale nell'aiuto ai più poveri portata dai loro soldi»;
nonostante gli sforzi fatti per aumentare la trasparenza della direzione generale per la cooperazione allo sviluppo, si registra l'interruzione della pubblicazione dei bollettini elettronici della cooperazione dall'inizio del 2010 e il blocco dell'aggiornamento delle delibere elettroniche,

impegna il Governo:

ad assumere iniziative per un immediato reintegro della quota di risorse da destinare ai Paesi poveri e ad aumentare la percentuale di aiuto pubblico allo sviluppo destinata alle organizzazioni non governative, riallineandosi alla media degli altri donatori;
a fornire un'informazione più rapida e puntuale delle decisioni e dei finanziamenti definiti dal Ministero dell'economia e delle finanze in tema di aiuto pubblico allo sviluppo;
a promuovere l'approvazione della proposta della Commissione europea per l'introduzione di un meccanismo di monitoraggio tra Stati membri relativamente all'aiuto pubblico allo sviluppo;
ad accelerare, così come richiesto dalle organizzazioni non governative, la messa in opera delle riforme necessarie a garantire una maggiore efficacia degli aiuti, pubblicando annualmente i dati relativi ai progressi fatti, in particolare su: diritti delle donne (considerare l'uguaglianza di genere centrale per l'azione di cooperazione allo sviluppo); trasparenza (aumentare l'accessibilità e la disponibilità delle informazioni relative alla cooperazione allo sviluppo); aiuti vincolati e gare d'appalto (non condizionare la concessione di aiuti alla fornitura di beni o servizi del Paese donatore, favorire l'acquisto locale nel Paese partner e l'utilizzo della normativa d'appalto nazionale); destinazione dell'aiuto (assicurarsi che ogni iniziativa di aiuto sostenga la riduzione della povertà e non la promozione di interessi commerciali del donatore);
a partecipare all'Iniziativa internazionale per la trasparenza dell'aiuto (international aid transparency Initiative - Iati);
a riferire al Parlamento sullo stato di attuazione e di partecipazione dell'Italia agli obiettivi del millennio delle Nazioni Unite.
(1-00623)
«Pezzotta, Adornato, Volontè, Galletti, Compagnon, Ciccanti, Naro».
(18 aprile 2011)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)

La Camera,
premesso che:
l'agenda internazionale dell'efficacia degli aiuti trova nella trasparente comunicazione dei dati sull'aiuto pubblico allo sviluppo e nello spirito della mutual accountability fra donatori e beneficiari fissato dalle Dichiarazioni di Parigi e Accra, un suo elemento centrale anche ai fini della prevedibilità dei flussi di aiuto;
solo una politica di cooperazione fattivamente ispirata ai criteri della massimizzazione dei risultati sul terreno, in piena intesa con i Paesi partner del sud del mondo, può continuare a motivare, anche in una fase di rigorosa messa sotto controllo dei conti pubblici, la destinazione di fondi pubblici ad attività di aiuto allo sviluppo;
l'Italia sarà chiamata a dare conto, insieme agli altri donatori, di quanto fatto nel campo della trasparenza e della valutazione dei risultati della propria attività di cooperazione, in occasione del IV Foro di alto livello sull'efficacia degli aiuti che si terrà a Busan (Corea del Sud) alla fine del 2011;
l'intero spettro delle attività di aiuto allo sviluppo del nostro Paese dovrebbe essere messo a sistema per evitare le dispersioni di risorse pubbliche a vario titolo erogate da diversi soggetti, senza reale impatto sul terreno, auspicabilmente coinvolgendo anche soggetti privati e della società civile in uno sforzo sinergico che contribuisca a rendere più leggibile e meglio comunicabile tutto il mondo italiano della cooperazione,

impegna il Governo:

a rendere tempestivamente accessibile on line ogni possibile informazione sugli interventi di cooperazione approvati dal comitato direzionale del Ministero degli affari esteri, subito dopo la loro delibera;
a ripristinare quanto prima la regolare pubblicazione del bollettino Dipco, come insostituibile strumento di trasparenza delle attività di cooperazione allo sviluppo;
a dotarsi di linee d'azione e di strumenti, anche finanziari, per avviare al più presto un'organica attività di valutazione dei risultati delle attività di cooperazione svolte ai sensi della legge n. 49 del 1987;
ad adottare iniziative di coordinamento che, nel rispetto della legislazione vigente, consentano di dare progressivamente vita a un vero e proprio «sistema Italia» della cooperazione, in linea con lo spirito della normativa vigente e del ruolo che la stessa affida al Ministero degli affari esteri in questo campo.
(1-00625)
«Antonione, Dozzo, Sardelli, Pianetta, Angeli, Biancofiore, Bonciani, Boniver, Renato Farina, Lunardi, Malgieri, Moles, Osvaldo Napoli, Nicolucci, Nirenstein, Picchi, Scandroglio, Zacchera».
(18 aprile 2011)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)

MOZIONI REGUZZONI ED ALTRI N. 1-00609, POLI ED ALTRI N. 1-00620, DI STANISLAO ED ALTRI N. 1-00622, MIOTTO ED ALTRI N. 1-00626, IANNACCONE ED ALTRI N. 1-00627 E CAZZOLA ED ALTRI N. 1-00628 CONCERNENTI INIZIATIVE PER L'INCREMENTO DEI CONTROLLI RELATIVI ALLE PENSIONI DI INVALIDITÀ

Mozioni

La Camera,
premesso che:
l'attuale Governo ha posto, tra gli obiettivi fondamentali della propria azione, una rigorosa verifica sulle «false invalidità»;
dapprima, infatti, con l'articolo 80 del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito dalla legge n. 133 del 6 agosto 2008, si è previsto che l'Inps attuasse nell'anno 2009 un piano straordinario di 200 mila verifiche dei titolari di invalidità civile;
successivamente, con l'articolo 20 del decreto-legge n. 78 del 2009, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, recante «Contrasto alle frodi in materia di invalidità civile», sono state attribuite all'Inps nuove competenze per l'accertamento dell'invalidità civile, cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità e sono state riviste le modalità di presentazione delle domande di accertamento, la valutazione sanitaria, la concessione delle prestazioni ed il ricorso in giudizio;
infine, con la legge finanziaria per il 2010, è stato previsto un programma di 100 mila verifiche aggiuntive rispetto ai 200 mila accertamenti di cui al predetto decreto-legge n. 112 del 2008 nei confronti dei titolari di invalidità civile per il 2011 e di 200 mila verifiche per il 2012 e 2013;
i controlli finora effettuati hanno condotto alla revoca, nel 2009, dell'11 per cento delle pensioni di invalidità, con punte del 22 per cento in Sardegna e del 19 per cento in Campania, a fronte di un 7 per cento in Lombardia, per risparmi di oltre 100 milioni di euro e, nel 2010, del 23 per cento dei trattamenti di invalidità, vale a dire quasi una su quattro, con tassi del 53 per cento in Sardegna, del 47 per cento in Umbria, del 43 per cento in Campania, del 42 per cento in Sicilia e del 35 per cento in Calabria, a fronte di un 6 per cento in Lombardia e di un 9 per cento in Piemonte ed Emilia;
pur considerando che, nella quota totale di revoche del 23 per cento al 31 dicembre 2010, rientrano sia le revoche disposte dalla commissione medica superiore, sia le sospensioni delle pensioni di invalidità civile scattate a seguito dell'assenza ingiustificata dalla verifica del soggetto chiamato, il forte squilibrio nella distribuzione territoriale delle revoche dei trattamenti attesta che il Governo sta procedendo nella giusta strada per ristabilire la legalità e combattere un mal costume radicato, vale a dire quello di garantirsi un introito a spese dello Stato ed a discapito dei veri invalidi;
nonostante i dati registrino una diminuzione delle domande di riconoscimento dello stato invalidante e del relativo trattamento, la dinamica della spesa per le pensioni di invalidità rileva un'allarmante crescita, passando da quasi 6 miliardi di euro nel 1998 a 16 miliardi nel 2010,

impegna il Governo:

ad assumere iniziative dirette a raddoppiare, per gli anni 2011 e 2012, il numero dei controlli nelle regioni ove sono stati registrati i maggiori tassi di revoche;
a procedere con verifiche fiscali nei confronti dei responsabili delle false attestazioni dei requisiti di invalidità, inclusi i medici compiacenti delle commissioni, effettuando le opportune segnalazioni al fine del risarcimento del danno patrimoniale procurato;
a promuovere la partecipazione degli enti territoriali al piano di verifiche straordinario, mediante il riconoscimento di una quota percentuale dei risparmi derivanti dalle verifiche effettuate riscossi a titolo definitivo, a seguito dell'intervento dell'ente territoriale che abbia contribuito all'accertamento medesimo, secondo quanto già previsto dal decreto-legge n. 203 del 2005 relativamente alla partecipazione dei comuni al contrasto all'evasione fiscale e contributiva.
(1-00609)
«Reguzzoni, Montagnoli, Fedriga, Lussana, Luciano Dussin, Fogliato, Alessandri, Allasia, Bitonci, Bonino, Bragantini, Buonanno, Callegari, Caparini, Cavallotto, Chiappori, Comaroli, Consiglio, Crosio, Dal Lago, D'Amico, Desiderati, Di Vizia, Dozzo, Guido Dussin, Fava, Follegot, Forcolin, Fugatti, Gidoni, Giancarlo Giorgetti, Goisis, Grimoldi, Isidori, Lanzarin, Maggioni, Molgora, Laura Molteni, Nicola Molteni, Munerato, Negro, Paolini, Pastore, Pini, Pirovano, Polledri, Rainieri, Rivolta, Rondini, Simonetti, Stefani, Stucchi, Togni, Torazzi, Vanalli, Volpi».
(30 marzo 2011)

La Camera,
premesso che:
l'articolo 20 del decreto-legge n. 78 del 2009 ha introdotto un sistema di riconoscimento dei benefici dell'invalidità civile che richiede un rapporto collaborativo e fortemente sinergico tra Inps ed Asl, nell'ambito del quale l'interessato presenta in via telematica, direttamente o tramite l'assistenza di un ente di patronato o di un'associazione di categoria, la domanda di invalidità civile, cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità, abbinata al certificato medico telematico inviato direttamente dal medico di fiducia;
dopo un breve periodo transitorio, a partire dal mese di aprile 2010, il flusso di presentazione delle nuove istanze telematiche è andato a regime ed allo stato attuale circa il 93 per cento delle domande risulta essere stato presentato in modalità telematica;
acquisita la domanda telematica, la commissione medica dell'Asl, integrata con il medico dell'Inps solo parzialmente ed in alcune realtà territoriali, convoca il cittadino a mezzo di apposita procedura Inps, effettua la visita entro 30 giorni dalla domanda, oppure entro 15 giorni per le patologie oncologiche o, in casi di maggiore gravità, redige il verbale sanitario e lo trasmette al centro medico legale dell'Inps, il quale procede alle operazioni di verifica attraverso un accertamento agli atti o mediante visita diretta;
la commissione medica superiore dell'Inps interviene nel procedimento per la verifica finale dei verbali. Tale intervento, che è indispensabile per assicurare l'omogeneità dei giudizi sanitari su tutto il territorio nazionale, prevede dei canali privilegiati per le malattie oncologiche e per le patologie di cui al decreto ministeriale 2 agosto 2007 e rende il verbale definitivo;
in relazione alla gestione della descritta fase dell'accertamento sanitario, si deve rilevare che l'utilizzo dell'applicazione informatica dell'Inps o in alternativa la realizzazione di cooperazioni applicative con i sistemi telematici delle Asl avviene in maniera parziale (solo per alcune parti dell'iter procedurale e con forti disomogeneità sul territorio nazionale); molte Asl, inoltre, utilizzano modalità differenziate, non standardizzate ed al di fuori delle applicazioni informatiche previste. Talché l'80 per cento dei verbali di accertamento delle Asl sono ancora cartacei, con una situazione che evidenzia, al 31 dicembre 2010, che, a fronte di 1.125.699 verbali redatti dalle commissioni mediche integrate, solo 296.945 verbali, pari al 26,4 per cento del totale, sono formati e trasmessi con modalità telematica;
la trasmissione da parte delle Asl di verbali cartacei comporta per l'Inps la necessità di attivare un successivo flusso procedurale di acquisizione degli stessi nella procedura informatica, e ciò al fine di trasformare le informazioni ricevute da cartacee in elettroniche;
l'indisponibilità di un flusso interamente telematico determina, evidentemente, difficoltà nel monitorare e nel definire tempestivamente le diverse sottofasi del procedimento di accertamento dei benefici;
a conclusione dell'iter sanitario, e qualora dallo stesso scaturisca il riconoscimento di provvidenze economiche, si avvia la fase amministrativa del procedimento che si completa con i prescritti controlli, anche reddituali, laddove previsti, e si conclude con la liquidazione della prestazione o, in caso contrario, con un provvedimento di rigetto;
tale fase, pur essendo integralmente di competenza dell'Inps ed interamente telematizzata, subisce, tuttavia, tutte le conseguenze negative derivanti dalla scarsa fluidità della fase di accertamento sanitario di cui sopra, con rallentamenti e ritardi che si riflettono anche sulla fase di concessione e di liquidazione delle prestazioni economiche, esponendo l'Inps al pagamento di interessi legali sulle prestazioni liquidate in ritardo;
il programma straordinario di verifiche sugli invalidi nel 2010 ha previsto 100 mila controlli a campione, vale a dire che le persone con una pensione d'invalidità e/o assegno di accompagnamento sono state chiamate dall'Inps per una visita di controllo. Nel 2009, il piano di accertamenti ha riguardato ben 200 mila persone. Quest'anno toccherà 250 mila soggetti e altrettanti nel 2012. Alla fine, in 4 anni, l'Inps avrà controllato 800 mila pensionati d'invalidità, su un totale di quasi 2,9 milioni;
nel 2010 l'Inps ha revocato il 23 per cento delle pensioni d'invalidità civile controllate, quasi una su quattro. Nel 2009 quelle cancellate erano state l'11 per cento. Il presidente dell'Istituto nazionale di previdenza sociale, Antonio Mastrapasqua, ha affermato che il forte aumento è dovuto «all'affinamento del campione che si va a controllare, considerato che le indagini sono state concentrate nelle aree sensibili, nelle zone del Paese che già avevano evidenziato i maggiori tassi di revoche, che poi sono le stesse dalle quali di solito arriva il più alto numero di domande di pensione d' invalidità»;
purtroppo, in certe zone le pensioni d'invalidità (260,27 euro al mese per tredici mensilità) e l'indennità di accompagnamento (487,39 euro al mese per dodici mensilità) svolgono una funzione di ammortizzatore sociale e di scambio clientelare. In base alle prime elaborazioni dell'Inps sulle verifiche 2010 (circa la metà delle pratiche non sono state chiuse) in testa alla classifica delle regioni con il più alto tasso di revoca delle prestazioni ci sono la Sardegna (53 per cento), l'Umbria (47 per cento), la Campania (43 per cento), la Sicilia (42 per cento) e la Calabria (35 per cento);
è necessario, tuttavia, evidenziare che ci sono patologie suscettibili di miglioramento, ma anche situazioni certificate all'origine con superficialità, a fronte di situazioni diametralmente opposte in cui le lesioni degenerative sono progressive nel tempo. È doveroso, pertanto, nel corso delle verifiche avere ogni cautela possibile atta a consentire il pieno rispetto delle effettive situazioni di invalidità,

impegna il Governo:

ad assumere ogni utile iniziativa tesa a promuovere la stipula di apposite convenzioni tra le regioni e l'Inps aventi ad oggetto l'affidamento a quest'ultimo degli adempimenti in materia di accertamento sanitario dell'invalidità civile, cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità, verificando in tale sede la possibilità di una effettiva maggiore collaborazione da parte delle aziende sanitarie locali;

ad intraprendere tempestivamente ogni utile iniziativa in grado di ovviare alle gravi problematiche derivanti dal malcostume dei «falsi invalidi» impedendo che i «veri» malati debbano subire l'umiliazione di dimostrare il loro stato di reale ed evidente malattia.
(1-00620)
«Poli, Galletti, Binetti, De Poli, Nunzio Francesco Testa, Dionisi, Anna Teresa Formisano, Libè, Ruggeri, Delfino, Compagnon, Capitanio Santolini, Naro, Ciccanti, Volontè, Occhiuto».
(14 aprile 2011)

La Camera,
premesso che:
l'articolo 20 del decreto-legge n. 78 del 2009 ha previsto la presenza obbligatoria di un medico dell'Inps quale componente effettivo nelle commissioni mediche delle aziende sanitarie locali, che devono effettuare gli accertamenti sanitari in materia di invalidità civile, cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità. L'Inps accerta, altresì, la permanenza dei requisiti sanitari nei confronti dei titolari delle infermità suddette;
inoltre, detto decreto-legge n. 78 del 2009, ha previsto che dal 2010 le domande volte ad ottenere i benefici in materia di invalidità civile, cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità, complete della certificazione medica attestante la natura delle infermità invalidanti, vengano presentate all'Inps;
sempre il citato decreto-legge, come successivamente modificato dalla legge finanziaria per il 2010 (legge n. 191 del 2009), ha altresì previsto un'intensificazione delle verifiche annuali circa la permanenza dei requisiti sanitari e reddituali, nei confronti dei titolari di benefici economici di invalidità civile;
l'articolo 10, comma 4, del successivo decreto-legge n. 78 del 2010, ha quindi disposto che per il triennio 2010-2012, l'Inps effettui, in via aggiuntiva all'ordinaria attività di accertamento della permanenza dei requisiti sanitari e reddituali, un programma di 100.000 verifiche per il 2010 e di 250.000 verifiche annue per ciascuno degli anni 2011 e 2012, nei confronti dei titolari di benefici economici di invalidità civile;
sulla base dei suddetti piani programmati di accertamento e alla luce del fatto che nel 2009 vi erano stati controlli su 200 mila persone, alla fine di questi quattro anni l'Inps avrà effettuato controlli su 800 mila pensioni di invalidità, con il condivisibile obiettivo di ridurre drasticamente le prestazioni ingiustificate;
va ricordato che di queste prestazioni ingiustificate, solamente una parte riguardano i cosiddetti «falsi invalidi», mentre in molti altri casi le verifiche hanno l'obiettivo di valutare se le persone, alle quali a suo tempo erano state riconosciuti i benefici, abbiano ancora i requisiti sanitari necessari o se, invece, sono persone realmente invalide ma cui è stata volutamente e illegittimamente riconosciuta un'invalidità più grave di quella effettiva;
l'intensificazione del programma dei controlli sulle false pensioni di invalidità ha cominciato a dare i suoi risultati e a produrre conseguentemente i primi sensibili risparmi di denaro pubblico;
nel 2009, le pensioni d'invalidità civile revocate sono state l'11 per cento di quelle controllate. Nel 2010 la percentuale di pensioni d'invalidità civile revocate dall'Inps, sempre su quelle controllate, è stata pari al 23 per cento;
le sole prestazioni per beneficiari «puri», ossia che hanno solamente una pensione di invalidità, ammontano a circa 15 miliardi di euro l'anno e riguardano circa 2,9 milioni di persone;
dall'attuale piano Inps di controlli a campione, è realistico attendersi un risparmio annuale di circa 1 miliardo di euro, una cifra notevole anche se lontana dagli 8-10 miliardi di euro recuperabili se, teoricamente, le verifiche fossero svolte su tutti;
è ben noto che vi sono aree del Paese dove l'erogazione di false pensioni di invalidità - attualmente pari a 260,27 euro mensili per tredici mensilità - svolge da troppo tempo una impropria e illegale funzione di ammortizzatore sociale, peraltro troppo spesso conseguente a vere e proprie forme di scambio clientelare e di cattura e gestione del consenso politico;
una truffa troppo a lungo non affrontata con la giusta determinazione, con conseguenze negative sia in termini di legalità che di sperpero di risorse pubbliche;
rispetto al passato, attualmente la procedura per accedere alle pensioni di invalidità viene effettuata per via telematica e si prevede che all'Inps spetti l'ultima parola rispetto alla permanenza dei requisiti sanitari nei confronti dei titolari di benefici economici di invalidità civile. La normativa precedente prevedeva, invece, che l'Inps non avesse un ruolo decisionale in materia di concessioni di pensioni di invalidità, ma solo quello di sportello pagatore;
attualmente le commissioni mediche delle aziende sanitarie locali dovrebbero essere integrate da un medico dell'Inps, ma in realtà - come ha recentemente ricordato il presidente dell'Inps, dottor Antonio Mastrapasqua - ciò avviene solamente in circa la metà dei casi, in quanto le aziende sanitarie locali non sono obbligate. Ciò comporta che, per l'altra metà delle pratiche, è la stessa Inps che successivamente convoca la persona che ha presentato la domanda, che si trova così costretta a subire due visite;
anche in conseguenza di queste difficoltà di comunicazione tra Inps e aziende sanitarie locali, i tempi di liquidazione delle prestazioni di invalidità civile sono molto lunghi. Nel 2010, i tempi medi tra la presentazione della domanda di pensione di invalidità civile e la sua effettiva liquidazione sono stati di quasi un anno;
ciò che, quindi, sicuramente manca è la collaborazione, attualmente del tutto insufficiente, da parte delle aziende sanitarie locali. Su 1,8 milioni di domande presentate nel 2010, solo 900 mila sono state già esaminate dalle aziende sanitarie locali e di queste appena il 20 per cento è stato trasmesso all'Inps per via telematica, mentre il resto è stato inviato ancora in forma cartacea;
in un'intervista rilasciata al quotidiano Il Mattino del 18 ottobre 2010, il presidente dell'Inps ha ricordato che «su base nazionale, quando facciamo delle visite straordinarie, le Asl ci consegnano appena il 9 per cento di pratiche di richieste di invalidità. L'altro 91 per cento dichiarano di non possederlo più (....), e non motivano la mancata consegna anche perché non sono tenute a motivarlo». È, quindi, necessaria una maggiore collaborazione da parte delle aziende sanitarie locali, che devono operare nel massimo della trasparenza;
il ritardo con cui l'Inps riceve le informazioni da parte delle aziende sanitarie locali non può tradursi, come invece purtroppo avviene, in un aggravio a danno di cittadini che già vivono una situazione di forte disagio e la giusta e doverosa battaglia di contrasto ai falsi invalidi non può in nessun caso finire per penalizzare chi è realmente affetto da una invalidità grave e i suoi familiari;
non solo, ma a quanto sopra esposto si deve aggiungere che circa il 49 per cento delle pratiche trasmesse dalle aziende sanitarie locali viene corretto dall'Inps, il quale, fatti i relativi controlli, riduce o toglie le previste prestazioni. È, quindi, di tutta evidenza la necessità di intervenire su questo sistema al fine di garantire la necessaria celerità e soprattutto trasparenza;
si è, inoltre, ancora lontani dalla completa informatizzazione dell'Istituto nazionale di previdenza sociale, mentre invece le domande e le prestazioni previdenziali dovrebbero giungere all'Istituto solo per via telematica;
vanno, inoltre, sottolineate le numerose critiche, sollevate spesso anche dalle stesse associazioni di disabili, circa le campagne di visite di verifica alle quali l'Inps sta chiamando i pensionati di invalidità. Le associazioni dei non vedenti - per fare un solo esempio - hanno lamentato che anche gli stessi non vedenti siano stati chiamati al controllo;
nei vari piani di verifica delle false invalidità sono, infatti, state chiamate con troppa frequenza, da parte dell'Inps, anche persone che di fatto dovevano essere escluse in quanto rientranti in una delle patologie di cui al decreto ministeriale 2 agosto 2007, sottoponendo le medesime persone a umilianti nuove visite e procedure burocratiche,

impegna il Governo:

a proseguire il piano di controlli già operante, prevedendone una sua intensificazione a livello nazionale;
a valutare l'opportunità di assumere iniziative in sede di Conferenza Stato-regioni per promuovere - ai fini di una maggiore trasparenza - opportune forme di rotazione in ambito regionale dei componenti delle commissioni mediche delle aziende sanitarie locali;
a valutare l'opportunità di prevedere che quota parte dei risparmi conseguenti alle programmate attività di accertamento della sussistenza e/o permanenza dei requisiti nei confronti dei titolari di benefici economici di invalidità civile possa essere finalizzata ad un adeguamento dei trattamenti economici di invalidità civile, previsti dalla legislazione vigente ed erogati dall'Inps;
ad attivarsi affinché, dai previsti controlli da parte dell'Inps, vengano definitivamente esentati i cittadini portatori di handicap o di patologie per le quali sono escluse visite di controllo sulla permanenza dello stato invalidante, di cui al decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 2 agosto 2007, e che invece ancora oggi si trovano spesso costretti a ulteriori umilianti visite mediche;
ad attivarsi affinché venga effettivamente attuata la vigente disposizione per la quale ogni commissione medica della azienda sanitaria locale deve essere integrata da un medico dell'Inps, anche al fine di evitare che, dopo una prima visita da parte della azienda sanitaria locale, la persona che ha presentato la domanda sia costretta - come ancora oggi troppo spesso avviene - a sottoporsi ad una seconda visita da parte dell'Inps;
a garantire dei tempi più rapidi per la liquidazione delle prestazioni di invalidità, che sono attualmente di circa un anno dal momento della presentazione della domanda;
a portare a definitivo compimento il processo di informatizzazione dell'Inps e a promuovere, per quanto di competenza, nelle opportune sedi istituzionali, il completamento dell'informatizzazione delle stesse aziende sanitarie locali, garantendo un'indispensabile maggiore e più stretta collaborazione tra l'Istituto nazionale di previdenza sociale e le aziende sanitarie locali, attualmente del tutto insufficiente, stante che, su circa 1,8 milioni di domande presentate nel 2010, solo 900 mila sono state già esaminate dalle aziende sanitarie locali e di queste appena il 20 per cento è stato trasmesso all'Inps per via telematica, mentre il resto è stato inviato ancora in forma cartacea.
(1-00622)
«Di Stanislao, Palagiano, Mura, Paladini, Donadi, Borghesi, Evangelisti».
(18 aprile 2011)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)

La Camera,
premesso che:
è passato oltre un anno dall'entrata in vigore dell'articolo 20 del decreto-legge 1o luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, «Contrasto alle frodi in materia di invalidità civile», che attribuisce all'Inps nuove competenze per l'accertamento dell'invalidità civile, cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità, con l'intento di ottenere tempi più rapidi e modalità più chiare per il riconoscimento dei relativi benefici;
la nuova procedura, invece di portare chiarezza e celerità, ha registrato gravissime inefficienze, che stanno provocando disagi a persone già drammaticamente colpite, costrette ad aspettare mesi e mesi prima di vedere riconosciuto il loro diritto;
è lo stesso Inps a rilevare che il sistema non funziona, visto che in data 20 settembre 2010 il direttore generale, con una comunicazione interna a tutti i dirigenti regionali Inps, non diffusa sul sito ufficiale dell'Istituto, afferma che «si rende indispensabile potenziare (...) il ricorso all'accertamento sanitario diretto sulla persona con l'obiettivo di verificare la sussistenza ovvero la permanenza dei requisiti sanitari»;
anche se la nota afferma che l'intento è quello di rendere «definitivo il giudizio medico-legale dei sanitari Inps, con il dichiarato obiettivo di evitare futuri disagi al cittadino conseguenti a successive verifiche sanitarie straordinarie», sembra piuttosto che la finalità sia quella di stringere ulteriormente i meccanismi di controllo per restringere le provvidenze concesse, penalizzando di fatto anche i veri invalidi;
le stesse linee guida, allegate alla nota del direttore generale, sottolineano «che l'accertamento sanitario diretto è da ritenersi prioritario al fine di garantire la massima coerenza metodologica e la trasparenza dell'iter valutativo e del conseguente giudizio medico-legale. Ciò soprattutto nei casi in cui si evidenzi una severa minorazione dell'integrità psico-fisica da cui derivano benefici assistenziali»;
le conseguenze di queste direttive per il cittadino sono più severe di quanto non appaia a prima vista, poiché il ricorso prioritario alla visita diretta, sia che vi sia una valutazione unanime oppure no della commissione, comporta che molti cittadini verranno, d'ora in poi, sottoposti ad una doppia visita: prima all'azienda sanitaria locale e poi all'Inps con aumento dei disagi e dei ritardi;
l'Inps, inoltre, si era impegnato a non superare il periodo dei 120 giorni per concludere l'iter amministrativo delle domande e aveva annunciato, con grande enfasi, l'utilizzo di una procedura informatica innovativa che avrebbe consentito di rendere più rapido lo scambio di informazioni tra i diversi enti coinvolti; da qui l'obbligo tassativo di presentare le domande soltanto per via telematica;
la realtà di oggi sta dimostrando che l'Istituto non ha saputo raggiungere i suoi obiettivi; infatti, si sta procedendo a rilento, con gravi ricadute sul piano dei diritti, anche nel caso di persone affette da patologie oncologiche, particolarmente tutelate dalla legge;
i dati che lo stesso Inps fornisce e riportati dal Sottosegretario Francesca Martini, in Commissione affari sociali della Camera dei deputati, in data 9 marzo 2011, in risposta ad una serie di interrogazioni sollevate su questo argomento dagli onorevoli Barani, Murer, Iannuzzi, Bellanova e Farina Coscioni, confermano questa denuncia: «nel corso del 2010, in vigenza quindi delle disposizioni più volte richiamate introdotte dal decreto-legge n. 78 del 2009, sono state presentate all'Inps 1.092.588 istanze di riconoscimento dello stato invalidante per complessive 1.823.374 prestazioni» e sono state messe «in pagamento 462.038 nuove prestazioni, riferite anche ad istanze presentate in periodi precedenti»; quindi, il numero dei riconoscimenti è irrisorio rispetto al totale delle domande presentate;
se questi sono i dati, le enfatiche dichiarazioni del Governo sulla stampa e in televisione sono dunque smentite dai fatti;
i ritardi nel riconoscere i diritti stanno aumentando. L'Istituto non ha favorito la collaborazione con le aziende sanitarie locali e le sue procedure informatiche, non sperimentate, hanno ostacolato il lavoro di tutti i soggetti coinvolti, compresi i patronati che svolgono una funzione di tutela e di aiuto a tutti quei cittadini che necessitano di aiuto per inoltrare la domanda di riconoscimento dell'invalidità. Infatti, il patronato che ha presentato la pratica per il riconoscimento dell'invalidità civile, dell'handicap o della disabilità non viene messo in condizione di seguire l'iter della domanda, di informare il proprio assistito, di svolgere il ruolo sociale che la legge gli attribuisce, mentre le sedi territoriali dell'Inps non sanno fornire alcuna informazione;
in presenza, inoltre, di handicap, pur in situazioni di gravità, le commissioni delle aziende sanitarie locali non consegnano i «verbali provvisori», impedendo alle lavoratrici e ai lavoratori di beneficiare dei permessi e dei congedi previsti dalle leggi, senza possibilità di recuperarli successivamente;
se la lotta ai falsi invalidi è doverosa, non si possono, però, compromettere i diritti dei veri invalidi,

impegna il Governo:

ad assumere le necessarie iniziative dirette a rivedere e modificare la procedura prevista dall'articolo 20 del decreto legge 1o luglio 2009, n. 78, al fine di evitare che l'Inps nel procedimento attuale di riconoscimento delle invalidità sia nello stesso tempo «controllore e controllato», anche attraverso l'emanazione di linee guida, che, pur nella doverosa lotta ai falsi invalidi, non cancellino i diritti di tutti gli altri disabili, quelli veri, quelli che quotidianamente lottano per avere riconosciuto il loro diritto;
a garantire ai soggetti chiamati dall'Inps a verifica sull'accertamento del loro stato invalidante di non perdere il diritto a percepire l'emolumento economico di cui sono titolari, anche se i verbali di visita non siano immediatamente vidimati dal responsabile preposto, nonché ad assicurare che, nei casi di verifica dello stato invalidante da parte dell'Inps, il soggetto interessato venga sottoposto a verifica limitatamente alle condizioni di invalidità non sufficientemente documentate anche in riferimento al puntuale rispetto della normativa sulla tutela dei dati personali in relazione alla scrupolosa tenuta dei dati sanitari dei cittadini disabili già acquisiti e detenuti da parte delle aziende sanitarie locali in sede di accertamento della invalidità civile;
ad emanare urgentemente linee guida chiare e precise nei confronti dell'Inps onde evitare ulteriori controlli su soggetti portatori di menomazioni di natura irreversibile o di patologie rispetto alle quali sono escluse visite di controllo sulla permanenza dello stato invalidante, ai sensi del decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 2 agosto 2007, pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 27 settembre 2007, n. 225, evitando così che tali soggetti debbano subire un'ulteriore umiliazione rispetto al loro stato di salute, rispettando finalmente anche l'impegno già assunto dal Governo con l'accoglimento dell'ordine del giorno n. 9/3638/192, e, più in generale, ad assumere tutte le iniziative necessarie verso l'Inps affinché il ruolo di compartecipazione dell'Istituto alla fase di accertamento sanitario dell'invalidità civile venga adempiuto nel più assoluto rispetto della normativa vigente in materia, con particolare riferimento sia alla fedele e rigorosa applicazione dei criteri sanitari stabiliti da norme primarie per l'accertamento del tipo e del grado d'invalidità civile, sia all'unicità del momento di chiamata del cittadino richiedente a visita collegiale per l'accertamento dell'invalidità civile;
a predisporre con la massima sollecitudine e comunque non oltre entro 30 giorni dall'approvazione del presente atto una relazione esaustiva sulla situazione attuale relativa all'applicazione della nuova procedura prevista dall'articolo 20 del decreto legge 1o luglio 2009, n. 78, indicando:
a) quante siano fino ad oggi le pratiche evase rispetto a quelle depositate;
b) quale sia la loro distribuzione territoriale, quante siano le nuove pensioni riconosciute dall'entrata in vigore della procedura prevista dall'articolo 20 del decreto-legge n. 78 del 2009;
c) per quale motivo fino ad oggi gli uffici territoriali dell'Inps non siano stati in grado di evadere nei tempi stabiliti dallo stesso decreto-legge le pratiche relative all'invalidità;
d) quali siano i motivi del ritardo nel riconoscimento delle invalidità, specificando se tali ritardi debbano essere imputati a ragioni di mero risparmio, o al fatto che i programmi informatici tra le aziende sanitarie locali e l'Inps non sono uniformi e, quindi, all'impossibilità di comunicare tra i due enti;
e) quale sia la situazione relativa all'appalto con Postel per l'inserimento dei dati della pratiche relative alle richieste d'invalidità, indicandone i costi, la durata, gli obiettivi, nonché il numero di dati immessi in ciascuna regione.
(1-00626)
«Miotto, Lenzi, Murer, Argentin, Bossa, Bucchino, Burtone, D'Incecco, Farina Coscioni, Grassi, Pedoto, Sarubbi, Sbrollini, Livia Turco, Bellanova, Bobba, Cardinale, Cavallaro, Concia, Capodicasa, Cenni, Codurelli, Colaninno, Coscia, De Biasi, Esposito, Fontanelli, Froner, Gatti, Ghizzoni, Giovanelli, Gnecchi, Graziano, Laganà Fortugno, Lucà, Marchi, Mariani, Mattesini, Miglioli, Motta, Pes, Pizzetti, Rigoni, Rubinato, Samperi, Sanga, Schirru, Sereni, Siragusa, Strizzolo, Trappolino, Tullo, Vaccaro, Velo, Villecco Calipari, Viola».
(18 aprile 2011)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)

La Camera,
premesso che:
l'articolo 38 della Costituzione italiana sancisce che «ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale. I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria. Gli inabili ed i minorati hanno diritto all'educazione e all'avviamento professionale. Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato»;
la pensione di invalidità, o assegno mensile di assistenza, è stato istituito dal legislatore per dare attuazione a quanto disposto dal sopra citato articolo della Costituzione italiana e in ossequio al più generale principio di eguaglianza sostanziale, sancito dall'articolo 3 della Carta costituzionale;
l'assegno di invalidità è un beneficio economico riconosciuto dallo Stato italiano a quei cittadini che sono portatori di disabilità fisiche e psichiche;
l'attuale Governo, data la difficile situazione economica nella quale versa il nostro Paese, si è posto l'obiettivo di contenere la spesa necessaria per onorare gli assegni di invalidità, colpendo ogni forma di abuso;
a tal fine il Governo ha varato una serie di provvedimenti e contestualmente ha presentato una serie di iniziative normative volte a contrastare il fenomeno delle cosiddette «false invalidità»;
il Governo ha disposto che l'Istituto nazionale di previdenza sociale varasse dei piani straordinari di verifica nei confronti dei titolari di pensione di invalidità e dell'indennità di accompagnamento con l'obiettivo di perseguire gli abusi e di revocare i benefici economici riconosciuti a chi non ha diritto;
i controlli posti in essere dall'Inps hanno determinato la revoca di un numero notevole di pensioni di invalidità e di indennità di accompagnamento;
pur trattandosi di verifiche auspicabili e necessarie a colpire ogni forma di abuso, occorrerebbe tenere in debito conto che, a seguito delle procedure di accertamento, si sono registrate diffuse proteste di alcune associazioni che hanno denunciato degli eccessi, se non veri e propri abusi, nei controlli posti in essere dall'Inps. Sono state convocate, infatti, un gran numero di persone affette dalla sindrome di Down, pluriamputati, tetraplegici, autistici, che hanno dovuto subire un disagio enorme per sottoporsi alle verifiche, nonostante l'evidente e più che accertata condizione d'inabilità;
è evidente che i controlli posti in essere dall'Inps sono stati ispirati al solo criterio del taglio della spesa, senza tener conto, invece, di ogni singola individualità, di ogni caso specifico e delle peculiarità che, se ben considerate, avrebbero evitato un inutile e faticoso accertamento a tanti disabili e inabili al lavoro;
l'Anmi e la Femepa (Associazione nazionale dei medici Inps e la Federazione medici enti privati e pubbliche amministrazioni) hanno espresso notevoli perplessità rispetto ai dati pubblicati recentemente dall'Istituto nazionale di previdenza sociale in merito alla revoca di prestazioni di invalidità civile che arriverebbero fino al 76 per cento in alcune città del Paese. L'Associazione nazionale dei medici Inps si è apertamente dissociata da dati che non reputa corrispondenti alla realtà, specie quelli più eclatanti. Dati che - sempre secondo Associazione nazionale dei medici Inps - hanno determinato un notevole allarme sociale tra i cittadini affetti da disabilità;
il presidente della Fish onlus (Federazione per il superamento dell'handicap) ha denunciato con un suo comunicato che l'Inps effettuerà una nuova ondata di verifiche - ben 250 mila - tra i titolari di prestazioni economiche di invalidità civile, cecità civile, sordità civile con scadenza compresa tra il 1o luglio 2011 e il 31 dicembre 2011, cioè persone per le quali è già regolarmente prevista una revisione;
in detti procedimenti l'Inps controllerà solo l'invalidità civile, non lo stato di handicap, che rimane, invece, «a carico» delle aziende sanitarie locali. Pertanto, se anche l'handicap fosse rivedibile, il cittadino dovrebbe sostenere due distinti controlli: il primo effettuato dall'Inps e l'altro dall'azienda sanitaria locale. È evidente che ciò arrecherebbe un disagio notevole ai soggetti interessati e un inutile sperpero di risorse;
l'Inps ha reso noto che, in occasione delle verifiche straordinarie sulla permanenza dei requisiti nei confronti dei titolari di prestazioni di invalidità civile, non sarà possibile riconoscere una condizione di invalidità superiore a quella in precedenza determinata. Una decisione, questa, sulla quale ci sono fortissimi dubbi di liceità che privano i disabili, gli inabili e i portatori di handicap del diritto di vedersi riconosciuto l'aggravamento per il quale i cittadini interessati dovrebbero proporre una nuova istanza, sottoporsi ad una nuova visita di accertamento ed, eventualmente, anche a controlli successivi: ciò implicherebbe altri disagi per i cittadini e altri sprechi per le casse dello Stato;
molti disabili, pur avendo subito un procedimento giudiziario di accertamento della condizione di inabilità e del possesso dei requisiti per godere dell'assegno di invalidità civile, sono stati sottoposti nuovamente a controlli da parte dell'Inps;
l'Inps si appresta ad effettuare una nuova ondata di verifiche coinvolgendo, ancora una volta, chi è già stato sottoposto con esito positivo al vaglio della magistratura;
con l'articolo 20 del decreto-legge n. 78 del 2009 il legislatore ha introdotto un sistema di riconoscimento dell'invalidità civile che prevede l'inoltro per via telematica della domanda di invalidità civile, cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità, allegando il certificato medico telematico stilato dal medico di famiglia;
i comitati regionali dell'Inps, un gran numero di patronati e molteplici associazioni, hanno espresso forte preoccupazione per i ritardi che si stanno verificando nelle procedure di esame delle domande di invalidità civile, handicap e disabilità, cecità e sordità a seguito dell'entrata in vigore del decreto-legge n. 78 del 2009, che ha previsto, come modalità esclusiva, l'invio e la trattazione delle domande in forma telematica. Una situazione fortemente negativa che sta determinando notevoli ritardi nell'erogazione delle prestazioni colpendo le fasce più deboli della popolazione,

impegna il Governo:

a ribadire l'importanza dell'assegno di invalidità e dell'indennità di accompagnamento quali benefici economici necessari a garantire la dignità delle persone diversamente abili, inabili al lavoro o che sono nella totale impossibilità di deambulare;
a confermare che tali strumenti economici vengono assegnati in ossequio a quanto disposto dall'articolo 38 della Costituzione in applicazione del più generale principio di eguaglianza di cui all'articolo 3 della Carta fondamentale;
a varare ogni necessario ed utile provvedimento affinché si prevenga il fenomeno delle cosiddette «false invalidità civili»;
ad adoperarsi presso l'Istituto nazionale di previdenza sociale affinché, calibrando meglio i controlli, escluda chi si trova nella condizione di un'evidente e accertata invalidità;
a varare i provvedimenti utili affinché, in sede di verifica dei requisiti necessari per godere dell'assegno di invalidità e/o di accompagnamento, l'Inps possa riconoscere la condizione di invalidità superiore a quella determinata in precedenza, evitando così ulteriori disagi ai cittadini interessati che, al momento, per ottenere l'aggravamento devono presentare una nuova istanza e sottoporsi ad ulteriori accertamenti;
a promuovere una richiesta formale all'Inps di escludere dai controlli i cittadini che hanno già subito un procedimento giudiziario di accertamento della condizione di inabilità con esito positivo;
a verificare con l'Inps la funzionalità della nuova procedura di presentazione telematica delle domande di invalidità civile con l'intento di ridurre i ritardi accumulati e i disagi per le fasce più deboli della popolazione.
(1-00627)
«Iannaccone, D'Anna, Belcastro, Catone, Cesario, Gianni, Lehner, Milo, Moffa, Mottola, Nola, Orsini, Mario Pepe (IR), Pionati, Pisacane, Polidori, Porfidia, Razzi, Ruvolo, Sardelli, Scilipoti, Siliquini, Soglia, Stasi, Taddei».
(18 aprile 2011)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)

La Camera,
premesso che:
la dinamica della spesa per i trattamenti di invalidità civile ha conosciuto, negli ultimi anni, un notevole incremento, passando da 12,8 miliardi di euro nel 2003 a 17,6 miliardi di euro preventivati nel 2011, corrispondenti a più di 2,7 milioni di prestazioni nel 2010 (pensione di invalidità civile e assegno di accompagnamento);
nel 2003 la suddetta spesa era così ripartita: 3,4 miliardi di euro per le pensioni di invalidità civile e i relativi carichi di famiglia e 8,4 miliardi di euro per l'indennità di accompagnamento;
nel 2009 (dati del bilancio consuntivo dell'Inps) era così distribuita: 4,7 miliardi di euro per pensioni e carichi di famiglia e 12,4 miliardi di euro per indennità di accompagnamento;
tali risorse sono poste a carico dello Stato e, quindi, della fiscalità generale e trasferite al bilancio dell'Inps;
allo scopo di dare ordine, rigore e coerenza all'accertamento delle condizioni di invalidità, il legislatore ha accresciuto il ruolo delle strutture dell'Inps, in collaborazione con le commissioni istituite presso le aziende sanitarie locali, superando una contraddizione di carattere istituzionale in forza della quale l'Inps erogava le prestazioni previste sulla base di valutazioni compiute da altri organi collegiali presenti nei territori; onde ovviare a tale inconveniente, l'articolo 10, comma 4-bis, del decreto-legge n. 78 del 2010 ha previsto, infatti, che l'Inps possa avvalersi delle commissioni delle aziende sanitarie locali per effettuare i suoi programmi straordinari di verifica, integrandole con un medico dell'Istituto;
per contenere una spesa crescente l'attuale Governo ha adottato ripetutamente misure rivolte a contrastare le cosiddette false invalidità, dapprima con l'articolo 80 del decreto-legge n. 112 del 2008, poi con l'articolo 20 del decreto-legge n. 78 del 2009, successivamente con l'articolo 2, comma 159, della legge n. 191 del 2009 (legge finanziaria per il 2010). Ognuno di questi provvedimenti ha disposto che l'Inps effettuasse dei piani straordinari di verifica nei confronti dei titolari dei benefici economici riconosciuti in caso di riscontrata condizione di invalidità civile;
altre disposizioni hanno sanzionato severamente le false attestazioni dei medici concernenti microinvalidità derivanti da incidenti stradali e hanno sancito la possibilità di recuperare, ad opera dell'ente previdenziale interessato e a carico del terzo responsabile del fatto illecito che ha provocato l'invalidità, il valore capitale delle prestazioni assistenziali erogate a favore dell'invalido civile;
nonostante il ripetersi delle procedure di controllo negli ultimi anni, la spesa continua a crescere a tassi sostenuti, incompatibili anche con la struttura della popolazione e non del tutto spiegabili con il fenomeno dell'invecchiamento;
i controlli fino ad ora effettuati hanno condotto alla revoca di quote significative di trattamenti di invalidità tra quelli sottoposti ad accertamento e riesame, ma tali revoche non hanno retto, sovente, a fronte del contenzioso giudiziario che si è sviluppato e che è risultato favorevole ai ricorrenti;
non è sufficiente una politica di intensificazione dei controlli in assenza di interventi sulle normative che siano rispettosi dei diritti dei cittadini, ma che, nel contempo, siano in grado di promuovere una più ampia e qualificata equità sociale,

impegna il Governo:

a promuovere una più efficace pianificazione ed una più equa organizzazione dei controlli, con l'obiettivo di conseguire una più adeguata selezione dei soggetti da sottoporre a nuova visita medica, ottimizzando in tal modo pienamente le risorse professionali ed amministrative disponibili;
a valutare, nelle sedi competenti e all'esito del piano straordinario di verifica, l'opportunità di procedere ad un riordino dei requisiti occorrenti per il riconoscimento delle prestazioni in materia di invalidità civile e indennità di accompagnamento, anche estendendo il ricorso alla cosiddetta prova dei mezzi e fatti salvi i diritti acquisiti.
(1-00628)
«Cazzola, Baldelli, Antonino Foti, Barani, Porcu, Pelino, Ceccacci Rubino, Cosentino, Vincenzo Antonio Fontana, Formichella, Giacomoni, Giammanco, Mannucci, Marsilio, Minardo, Mariarosaria Rossi, Saltamartini, Scandroglio».
(18 aprile 2011)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga)