XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di lunedì 23 maggio 2011

TESTO AGGIORNATO AL 22 GIUGNO 2011

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:

La Camera,
premesso che:
il primo trimestre del 2011 ha fatto registrare un grande fermento politico e sociale che ha interessato il Maghreb ma anche il Mashreq, Contro i regimi autoritari dei Paesi arabi, si sono verificati, infatti, significativi moti popolari che, accesisi in Algeria, si sono tumultuosamente estesi in Tunisia e in Egitto (dove i rispettivi presidenti sono stati costretti alle dimissioni), ma anche in Bahrain, nello Yemen, in Siria, provocando molti morti e feriti;
contestualmente anche in Libia si sono verificate rivolte contro il colonnello Gheddafi ma qui, purtroppo, la crisi è più grave e vede attualmente coinvolti, per motivi umanitari, anche i Paesi Occidentali. Dopo l'iniziale operazione «Odissey Dawn» (odissea all'alba), sostenuta anche dal nostro Paese, vi è stata una riorganizzazione delle catene di comando e controllo in ambito Nato e l'Italia è entrata decisamente nel conflitto con un contributo che, come ufficialmente comunicato il 25 aprile 2011 dal Presidente del Consiglio dei ministri consisterà in bombardamenti con «raid mirati» contro «specifici obiettivi militari selezionati sul territorio libico»;
la crisi in questa parte del Mediterraneo sta provocando e continuerà a provocare problemi e disagi per il nostro Paese, con ripercussioni economiche evidenti nell'isola di Lampedusa. In particolare, l'insicurezza dovuta alla guerra libica che vede attivamente coinvolta l'Italia e l'emergenza creata dal massiccio arrivo nel nostro Paese di profughi e immigrati, con immagini e notizie drammatiche diffuse da tutti i media che hanno compromesso l'immagine dell'isola nel mondo;
a causa dei continui sbarchi di immigrati e profughi, aggravati anche da ciò che sta accadendo nel nord Africa, l'isola di Lampedusa è divenuta il territorio più colpito dalla crisi. L'economia lampedusana è principalmente basata sul turismo e l'assessore di Lampedusa che se ne occupa ha calcolato danni per più di 4 milioni di euro al settore turistico dell'isola, relativi al solo periodo di Pasqua; si è stimato che, con la cancellazione dei voli turistici programmati per le festività da parte del vettore Astreus e del tour operator Holding Turismo, si è avuta la perdita di circa 7.000 posti che, calcolando soggiorni di sei notti, corrisponderebbero a 42.000 presenze. Aggiungendo, inoltre, gli arrivi della tratta sociale da Palermo e Catania e i passeggeri Siremar, si stima che le presenze del periodo pasquale sarebbero arrivate a circa 84.000. Considerando una spesa media di cinquanta euro al giorno per turista, si arriva a calcolare una perdita netta per l'economia isolana di quattro milioni e duecentomila euro;
gli ultimi risvolti dei coinvolgimento bellico dell'Italia in Libia, inoltre, comporterà, come già detto, un coinvolgimento attivo nei bombardamenti, e ciò fa rimanere una forte incertezza e preoccupazione per tutta la stagione estiva dell'isola di Lampedusa;
a fine marzo, nel corso della sua visita nell'isola di Lampedusa, il Presidente del Consiglio aveva fatto promesse esplicite: «Chiederemo per Lampedusa il Nobel per la Pace, una moratoria fiscale, previdenziale e bancaria perché Lampedusa diventi zona franca, un piano per il turismo che comprenderà una trasmissione di Rai e Mediaset che parli dell'isola in termini entusiastici, un campo di golf e un casinò. Anche io diventerò lampedusano: sono andato su Internet e ho comprato una casa a Cala Francese... Ho un piano colore da attivare anche a Lampedusa: per intenderci vorrei che l'isola avesse i colori di Portofino». Sarebbe ora che almeno alcune di queste promesse fossero mantenute;

in questo scenario di crisi, è necessario un sostegno all'economia che vada ben oltre la creazione di una campagna di promozione turistica nazionale, rivolta tra l'altro al mercato domestico, quale quella che è stata proposta con il nome «magic Italy», spot voluto dal Governo che ha il limite di concentrarsi solo sulla promozione del turismo storico-artistico e delle città d'arte e non anche sul turismo balneare che è sostanzialmente il segmento turistico trainante per Lampedusa: se, infatti, a livello nazionale il turismo marino rappresenta il 44 per cento, nel Sud e nelle Isole raggiunge rispettivamente il 73 e il 77 per cento,


impegna il Governo:


ad assumere le necessarie iniziative dirette a sospendere per i residenti nell'isola di Lampedusa almeno fino al 31 dicembre 2011 i termini per l'adempimento di obblighi di natura tributaria e contributiva, nonché del pagamento dei premi per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali;
ad assumere inoltre le opportune iniziative per prevedere, comunque, che la ripresa della riscossione dei tributi, dopo tale data, avvenga con le modalità di pagamento agevolato già adottate in precedenti e analoghi casi di eccezionale gravata come quelli collegati a calamità naturali;
ad intraprendere le opportune iniziative di competenza per favorire la proroga e la rinegoziazione dei mutui per l'acquisto e/o la ristrutturazione di immobili destinati ad attività turistiche o ad esse connesse nell'isola di Lampedusa;
a sostenere con maggiori e più mirati investimenti il settore del turismo nell'isola di Lampedusa che attualmente viene percepita dal turista come teatro di guerra, mentre appare necessaria una straordinaria promozione internazionale di questi territori.
(1-00641)
«Messina, Leoluca Orlando, Donadi, Borghesi, Evangelisti».

Risoluzione in Commissione:

La XIII Commissione,
premesso che:
l'Italia è tra i principali produttori ed esportatori mondiali di castagne. In particolare, è il primo esportatore mondiale per valori degli scambi e il secondo per quantità scambiate, dopo la Cina;
le castagne prodotte in Italia (Castanea sativa Miller) hanno proprietà organolettiche diverse e spesso superiori rispetto alla specie di castagno di produzione asiatica (Castanea crenata Siebold e Zucc. - castagno giapponese, Castanea mollissima Blume);{Castanea sativa Miller) hanno propriet organolettiche diverse e spesso superiori rispetto alla specie di castagno di produzione asiatica }
la produzione italiana in termini di quota sulla produzione mondiale, è passata dall'11 per cento al 4 per cento a causa dell'aumento della produzione cinese;
tale andamento si riflette inevitabilmente, ed è anche concausa, della drastica riduzione sia del numero delle aziende agricole, sia della superficie investita. Nel giro di circa 30 anni, le aziende si sono ridotte del 75 per cento e la superficie investita in castagneto da frutto del 62 per cento;
in particolare, tra il 2000 e il 2003 vi è stata una drastica ristrutturazione dei castagneti coltivati che ha portato alla riduzione del 50 per cento del numero delle aziende e del 30 per cento delle superfici;
secondo dati Istat del 2007, la superficie coltivata a castagneti è concentrata soprattutto nelle regioni centro-meridionali e, in particolare, in Campania (13.3 mila ettari), Calabria (10.7 mila ettari), Toscana (7.8 mila ettari) e Lazio (5.2 mila ettari), mentre le regioni del nord maggiormente interessate dalla castanicoltura sono il Piemonte e l'Emilia-Romagna;
oltre ai problemi di concorrenza estera, le coltivazioni castanicole realizzate nelle zone interne, in territori quasi inaccessibili, pur conferendo a queste zone

particolare pregio paesaggistico presentano delle problematiche dovute all'obiettiva asperità dei luoghi, difficilmente accessibili con mezzi meccanici;
da ciò consegue la necessità di fare ricorso al lavoro prevalentemente manuale, sia per le operazioni colturali, sia per il trasporto dei prodotti stessi. Si è così verificato un imponente processo di abbandono da parte dei sempre meno numerosi e, al tempo stesso, più anziani coltivatori, che trovano antieconomica tale attività, continuando a praticarla solo per amore della terra;
tale abbandono determina il degrado del tessuto sociale degli insediamenti umani, con la perdita di attività e di forme di lavoro che erano diventate con il tempo una parte fondamentale della cultura di questi territori, nonché una progressiva alterazione del paesaggio con la crescente e vistosa presenza di zone incolte o, meglio, abbandonate a sé stesse;
il fenomeno produce inoltre gravi danni all'assetto del territorio che, privato della costante manutenzione da parte degli agricoltori, risulta più vulnerabile agli incendi e al dissesto idrogeologico. Infatti, considerata la funzione che i terreni curati o lavorati svolgono nell'opera di regimentazione delle acque e di imbrigliamento delle stesse, si comprende come il loro degrado finisca per causare l'inaridimento dei suoli e un crescente rischio idrogeologico;
al di là delle problematicità sin qui menzionate, la coltivazione di castagne sta vivendo anche un'altra, gravissima, emergenza legata all'attacco del cinipide del castagno, un parassita originario della Cina che sta mettendo a rischio centinaia di ettari di castagni,


impegna il Governo:


a sostenere e valorizzare la castanicoltura, tramite la concessione di contributi diretti ai proprietari o ai conduttori dei castagneti, per la copertura parziale delle spese per il recupero, la manutenzione e la salvaguardia dei castagneti, per il ripristino dei castagneti abbandonati e per il recupero delle strutture edilizie rurali da utilizzare per lo stoccaggio e per la lavorazione dei frutti del castagno;
ad individuare, preliminarmente, i territori nei quali sono situati i castagneti, a definire i criteri e le tipologie degli interventi ammessi ai contributi e a determinare la percentuale dei contributi erogabili;
a prevedere che sia data priorità, nell'assegnazione dei contributi, ai castagneti infestati dal cinipide del castagno;
ad erogare adeguate risorse al Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, proprio in ragione dell'emergenza creata dagli attacchi del cinipide del castagno che sta mettendo a rischio i castagneti di molte parti d'Italia, al fine di potenziare il finanziamento del progetto di ricerca STRATECO;
a prevedere che gli interventi finanziati con i contributi siano conformi al codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al decreto legislativo n. 42 del 2004 e alla normativa europea in materia di sviluppo rurale e di aiuti di Stato;
a prevedere, nella fase di assegnazione ed erogazione dei contributi il coinvolgimento e la partecipazione dei diversi livelli di governo interessati.
(7-00588)
«Oliverio, Sposetti, Fiorio, Agostini, Cenni, Mario Pepe (PD), Servodio, Marco Carra, Carella».

...

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta in Commissione:

FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Presidente

del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la legge n. 476 del 1987 in materia di «Nuova disciplina del sostegno alle attività di promozione sociale e contributi alle associazioni combattentistiche» e la legge n. 438 del 1998 in materia di «Contributo statale a favore delle associazioni nazionali di promozione sociale» prevedono la concessione di contributi tra gli altri in favore delle associazioni cosiddette «storiche» tra le quali l'Ente nazionale per la protezione e l'assistenza dei sordomuti (ENS);
l'articolo 2 della legge n. 476 del 1987, al comma 1, lettera b), prevede tra l'altro il:
«b) requisito della democraticità, ovverosia che l'ente sia organizzato secondo criteri democratici, in modo da operare con la più ampia partecipazione diretta degli associati ed in modo da garantire la presenza delle minoranze allorquando si assumono decisioni di rilievo generale per l'azione delle associazioni. Il requisito della democraticità si potrà desumere dalle disposizioni degli atti costitutivi, degli statuti o dei regolamenti interni delle associazioni e, in particolare, si esprimerà nelle previsioni statutarie in materia di procedure di elezione degli organi di direzione e di approvazione dei documenti di bilancio degli enti»;
dallo statuto dell'ENS risulta che «per il conseguimento dei propri fini opera con criteri di assoluta apartiticità ed aconfessionalità» (articolo 6); «Il Congresso è convocato dal Presidente.» (articolo 16); il Presidente nazionale «ha la legale rappresentanza» (articolo 25);
«l'ENS ONLUS in accordo e ad integrazione dello statuto e regolamento generale interno, definisce tramite il codice etico i diritti ed i doveri e le conseguenti responsabilità alla cui osservanza è tenuto ogni partecipante all'organizzazione associativa centrale e periferica, secondo quanto disposto dall'articolo 7 del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231 «Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica» che richiede, in relazione al tipo di attività svolta, l'adozione di modelli di organizzazione, gestione e controllo idonei a garantire lo svolgimento delle attività nel rispetto della legge ed a scoprire ed eliminare tempestivamente situazioni di rischio di commissione di reati. Il codice etico, tra l'altro, prevede che: a) «L'eventuale partecipazione, a titolo personale, dei Destinatari del Codice Etico ad organizzazioni politiche di qualunque schieramento, non può essere collegata con la funzione svolta in Associazione.» (articolo 6.5§5); b) «I componenti gli organi direttivi non devono promuovere iniziative legate a partiti politici.» (articolo 7.1); c) «Non è consentito svolgere incarichi e attività incompatibili con il ruolo ricoperto all'interno dell'Associazione o in contrasto con gli interessi morali ed economici della stessa. I destinatari del codice etico operano nell'interesse e per il raggiungimento degli obiettivi dell'Associazione: in coerenza con tale principio devono essere evitate situazioni in cui l'attività dell'ENS-ONLUS possa essere influenzata dagli interessi personali, familiari o di soggetti terzi interni o collegati. Pertanto tutti i conflitti di interesse, potenziali e reali, devono essere comunicati tempestivamente all'organo diretto superiore da parte dell'interessato e da quanti altri ne siano a conoscenza, affinché nessuno possa trarre vantaggio da situazioni oggettivamente distorsive ed inique, né trarre utilità personali dall'appartenenza all'Ente." (articolo 7.2);
dal 14 al 16 aprile si è tenuta a Roma l'Assemblea nazionale dell'ENS nel corso della quale 19 presidenti regionali su 21 proponevano - ai sensi dell'articolo 20 lettera j) dello Statuto - l'inserimento al primo punto dell'ordine del giorno dell'argomento «mozione di sfiducia del Presidente nazionale e del Consiglio direttivo e contestuale nomina del Commissario straordinario», mozione che successivamente veniva approvata con la nomina -

ai sensi dell'art 20 lettera i) dello Statuto - del signor Giuseppe Petrucci a Commissario straordinario nazionale dell'ENS;
il 16 aprile la sfiduciata presidente Ida Collu diramava una «Comunicazione ai membri del Congresso ENS» nella quale parlava dei 19 presidenti su 21 che l'avevano sfiduciata in questi termini «sono venuti a tendere un agguato alle nostre istituzioni democratiche», «non consegnerò mai l'ENS nelle mani di questi cospiratori», preannunciando la convocazione di un congresso straordinario;
il 19 aprile Giuseppe Petrucci, Commissario straordinario nazionale dell'ENS, con un comunicato stampa riferiva che il passaggio di consegne «non è avvenuto perché l'ex presidente si ostina a non accettare e riconoscere la mozione di sfiducia statutariamente e democraticamente prevista, proposta e votata.»;
il 22 aprile con circolare n. 2624 la sfiduciata presidente Ida Colin convocava il congresso straordinario dell'ENS per il 17,18 e 19 giugno 2011 a Rocca di Papa (RM) presso il Centro di spiritualità e convegni «Mondo Migliore» sito in via dei Laghi, chilometro 10;
la sfiduciata Presidente Ida Collu, è stata nominata il 13 dicembre 2010 presidente del Movimento politico «La Discussione» ed è stata eletta Segretaria nazionale il 26 marzo 2011;
in tutte le occasioni in cui l'organo ufficiale del movimento di cui è segretaria nazionale la cita, associa il suo nome a quello di presidente nazionale dell'ENS, in particolare:
a) il 15 dicembre viene messo nero su bianco che «(...) In questo percorso il movimento La Discussione avrà al suo fianco (..,) l'Ente nazionale sordi, guidato da Ida Collu (...).»;
b) il 16 febbraio, comunicando che l'organo di stampa del movimento per garantire l'impegno «nel mondo sociale la linea etico-editoriale sarà garantita da un comitato formato da eminenti personalità del mondo cattolico, del sindacato, dell'associazionismo e del cosiddetto «terzo settore», tra questi figurano il segretario generale aggiunto Cisl, Giorgio Santini, in rappresentanza del mondo del lavoro, Ida Collu, presidente dell'Ente nazionale sordi, suor Paola D'Aria, presidente della Casa Famiglia So. (...)»;
c) il 26 marzo viene scritto che «(...) La professoressa Ida Collu, storica presidente dell'Ente Nazionale Sordi Onlus, (...) sarà eletta questa mattina alla guida del Movimento politico «La Discussione» nel corso Consiglio nazionale in programma a Roma. Il Movimento politico «La Discussione» si conferma punto di riferimento dell'associazionismo e dell'area cattolico-democratica e punta ad avviare il tanto atteso rinnovamento della politica partendo dal basso. (...).» inserendo in questo modo l'ENS tra i soggetti che hanno come punto di riferimento il movimento politico la Discussione di cui è Segretaria nazionale... la propria Presidente nazionale;
la stessa Collu, nella convocazione politica del congresso, rivendica che l'impegno politico è sì personale ma «era bene noto a tutti i membri del Consiglio Direttivo che era stato informato ufficialmente in anticipo e mi aveva esortato ad andare avanti.» Affermazione alla quale con comunicato del 4 maggio 2011 il membro del Consiglio direttivo dell'ENS Nicola Dentamaro affermava: «ho l'obbligo di ribadire, per dovere di verità che accompagna l'esercizio del mandato conferitomi, quanto già ho avuto modo di dire nel corso della riunione del Consiglio Direttivo e cioè la mia ferma contrarietà all'assunzione di impegni politici da parte di ciascun Organo rappresentativo dell'Ente che, per espressa definizione contenuta nell'articolo 6 dello Statuto costitutivo ENS, realizza i propri fini con criteri di assoluta apartiticità ed aconfessionalità. Inoltre lo stesso Art. 6 dello Statuto enuncia i princìpi generali relativi al nostro ENS che vanno rispettati «alla lettera», rammento inoltre che tra i presenti alla seduta del Consiglio Direttivo ENS anche il Sig. Petrucci

espresse perplessità a riguardo ritenendo di doversi consultare con i dirigenti regionali della sua regione» -:
quali urgenti iniziative intende assumere per assicurare all'ENS il prosieguo delle proprie attività e le contribuzioni statali che rischiano di essere messe in discussione a causa della violazione del principio di democraticità, dello statuto e del codice etico dell'ENS da parte della signora Ida Collu per aver continuato ad esercitare i poteri del presidente dell'ENS nonostante fosse stata sfiduciata dall'organo deputato e per aver voluto e continuato a volere sia la responsabilità legale dell'ENS che la carica di Segretaria nazionale di un movimento politico.
(5-04795)

Interrogazione a risposta scritta:

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il rapporto OCSE 2011 di verifica dell'economia italiana, nella parte iniziale relativa alle valutazioni e raccomandazioni (assessment and recomandations) «Pursuing environmental objectives: getting governance right» in merito alle procedure di valutazione di impatto ambientale (Via) e valutazione ambientale strategica (Vas) ritiene che sebbene sulla carta sembrino adeguate, la valutazione, sul piano concreto, è di debolezza;
in particolare il rapporto evidenzia che le valutazioni sono spesso adottate troppo tardi perché politiche alternative siano seriamente considerate;
il rapporto afferma che queste valutazioni devono seguire procedure trasparenti, coerenti e stabili ed il ruolo di queste valutazioni deve essere rafforzato rispetto alle decisioni politiche;
in particolare, i cambiamenti politici sono spesso determinati da decreti governativi che non richiedono valutazioni ambientali strategiche;
una volta approvati i decreti hanno un passaggio legislativo in un tempo relativamente breve che non permette una significativa discussione delle alternative;
a meno che il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, o le competenti commissioni parlamentari, si legge nel rapporto, non abbiano forza sufficiente per modificare questo approccio, sarà difficile che Via e Vas svolgere con efficacia il loro compito -:
se ed in che modo il Governo ritenga di rafforzare il ruolo delle procedure di Via e Vas.
(4-12029)

...

AFFARI ESTERI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri, per sapere - premesso che:
dall'articolo di La Repubblica del 16 aprile 2011 e dal titolo «L'assedio di Kirti: duemila monaci bloccati in convento», si apprendono le seguenti notizie:
dal 19 marzo 2011 oltre duemila monaci tibetani sono sotto assedio dentro il monastero di Kirti, il quale è situato nella contea di Ngaba all'interno della regione sudoccidentale del Sichuan, in Cina;
l'esercito e la polizia cinesi hanno circondato il monastero e non permettono ai monaci di uscire o entrare e ai fedeli impediscono di portare loro offerte di cibo;
la situazione intorno al monastero di Kirti è diventata critica dopo che lo scorso 16 marzo un giovane monaco appartenente al suddetto monastero e, di nome Phuntsog, si è dato fuoco per protestare

contro la repressione di Pechino ai danni del popolo tibetano e contro la cinesizzazione culturale della regione himalayana;
a seguito di tale suicidio sono scoppiate proteste e manifestazioni dei monaci appartenenti al monastero di Kirti per chiedere la fine delle politiche di discriminazione del Governo cinese nelle quali è stato invocato il ritorno del Dalai Lama nelle regioni cinesi del Tibet, e perciò la zona è stata bloccata dall'esercito cinese e ora la contea di Ngaba è inaccessibile;
l'area attorno al monastero è, infatti, sorvegliata dai militari cinesi, che hanno sigillato anche gli accessi laterali dislocando dieci militari davanti ad ogni porta;
a loro volta migliaia di abitanti della contea di Ngaba hanno circondato i militari per cercare di impedire che i monaci del monastero di Kirti siano deportati nei campi del partito per seguire corsi di «rieducazione patriottica»;
a tal proposito, il superiore del monastero gemello di Kirti, a Dharamsala, ha dichiarato che «numerosi monaci negli ultimi giorni sono scomparsi e che sono stati rinchiusi in campi del partito per seguire corsi di rieducazione patriottica, e tra questi ci sarebbe anche il fratello del religioso che si è dato alle fiamme». Egli ha, inoltre, dichiarato che: «a chi è barricato nel monastero di Kirti viene, invece, impedito di pregare, cantare, lavorare la terra e muoversi liberamente»;
contro gli abitanti della contea di Ngaba, che si erano riuniti davanti al monastero per tentare di impedire l'accesso delle forze dell'ordine dentro la struttura, i soldati hanno reagito aizzando cani da combattimento e picchiandoli, e alcune di queste persone hanno subito gravi ferite mentre altre sono state arrestate;
durante tali scontri il servizio dei cellulari è stato bloccato per poi riprendere a funzionare a stento, mentre tutti i negozi della città di Ngaba sono stati chiusi e solo i veicoli militari circolavano per le strade;
sempre dalle pagine dell'articolo di La Repubblica, si evince che:
il Governo cinese ha smentito quanto sta accadendo nella contea di Ngaba, e a tal proposito il Ministero degli esteri ha dichiarato di non esserne informato, mentre il portavoce del Partito comunista di Ngaba ha detto che «la polizia sta effettuando normali pattugliamenti, passando pertanto anche nelle vicinanze del monastero»;
gli abitanti dei villaggi vicini hanno confermato, invece, che Kirti è circondato e isolato e che i militari ogni giorno costringono la popolazione a partecipare a manifestazioni pubbliche per inneggiare a favore delle autorità e del partito cinesi;
nella zona la tensione sale da tre anni e il monastero, dopo la repressione a Lhasa, è diventato l'epicentro spirituale e politico della rivolta che i tibetani oramai da anni portano avanti contro il tentativo di colonizzazione da parte del Governo cinese -:
se il Governo sia a conoscenza dei fatti sopramenzionati;
se a fronte di essi intenda adottare iniziative nei confronti del Governo cinese affinché quest'ultimo ponga immediatamente fine alla violazione dei diritti umani, agli arresti e detenzioni arbitrarie nei confronti di monaci e civili tibetani nonché ripristini la libertà di movimento nella contea di Ngaba.
(2-01085)
«Mecacci, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Maurizio Turco, Zamparutti, Bressa, Barbieri, Bossa, Bucchino, Ciccioli, D'Antona, Delfino, Ferrari, Fiano, Fogliardi, Giulietti, Gozi, Iannuzzi, Lo Moro, Losacco, Mancuso, Martella, Melandri, Migliori, Mogherini Rebesani, Motta, Narducci, Pezzotta, Picierno, Porta, Raisi, Rubinato, Soro, Touadi, Vaccaro, Vernetti, Zacchera».

Interrogazione a risposta orale:

COMPAGNON. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
l'8 febbraio 2011 una piccola imbarcazione di pirati somali al largo del Golfo di Aden abbordava e sequestrava la petroliera italiana «Savina Caylyn» con suoi ventidue (cinque italiani e diciassette indiani) componenti dell'equipaggio;
la Savina Caylyn fa parte della flotta della Fratelli D'Amato Armatori SpA e costituisce l'ultimo caso in ordine cronologico di sequestro di mercantili al largo della Somalia; solo nel 2010, infatti, risulterebbero 445 assalti armati con 49 navi catturate e 1.181 marittimi presi in ostaggio;
le famiglie dei cinque marittimi della Savina Caylyn (tre nativi di Napoli, tra i quali il comandante, uno di Gaeta ed uno di Trieste) sono precipitate in uno stato di comprensibile ansia e prostrazione poiché, dopo rapidi contatti telefonici dei primi giorni, hanno perso le relazioni con i propri congiunti;
da immagini satellitari scattate 13 ore dopo il sequestro, risulta che la petroliera Savina Caylyn sia stata portata verso la costa somala del Puntland, dove già sono sequestrate una trentina di navi;
la fregata della marina militare italiana Zaffiro che si trovava a due giorni di navigazione dalla zona del sequestro ha ricevuto ordini di avvicinarsi alla nostra petroliera e monitorarla senza peraltro poter intervenire, poiché le regole di ingaggio impediscono qualsiasi operazione offensiva;
gli atti di pirateria e le rapine messi in atto dai predoni costituiscono un florido business, visto che il novanta per cento delle merci mondiali passa per il tratto di mare tra l'Africa e la Penisola Arabica;
da anni la sicurezza dei trasporti marittimi davanti alle coste dello Stato «fallito» somalo è un tema aperto e mai risolto a tutti i livelli, posto che le flotte di pattugliamento (la Joint Task Force e la Eunavflor) inviati dalla Comunità internazionale nel Golfo di Aden ed i dispositivi di dissuasione e prevenzione degli assalti predisposti dagli stessi armatori sulle proprie flotte (idranti di bordo e filo spinato lungo le fiancate delle navi) si sono rivelati inefficaci;
l'Unione europea si era accordata con il governo di Nairobi (decisione 2009/293/PESC del Consiglio dell'Unione europea del 26 febbraio 2009) per trasferire e far processare in Kenya le persone sospettate di aver commesso atti di pirateria, ma il Kenya sta disattendendo gli impegni assunti;
il decreto-legge 15 giugno 2009, n. 61, recante disposizioni urgenti in materia di contrasto alla pirateria, convertito con modificazione della legge n. 100 del 2009 assicura, in linea con le decisioni adottate in sede comunitaria, la piena operatività delle nostre unità navali impegnate nel contrasto e nella repressione degli atti di pirateria al largo delle coste somale;
in Commissione affari costituzionali è iniziato l'iter legislativo di tre progetti di legge (atto Camera nn. 4272, 3311 e 3406) in materia di contrasto della pirateria marittima -:
se il Ministro degli affari esteri possa dare chiarimenti circa i canali diplomatici attivati sino ad ora per tutelare i nostri cinque connazionali ed i tempi previsti per liberarli, posto che da quasi tre mesi le famiglie non hanno più notizie dei propri congiunti e che dall'unità di crisi della Farnesina ricevono solo laconiche e vaghe rassicurazioni;
se il Ministro della difesa abbia valutato l'opportunità di identificare un'adeguata strategia di difesa attiva a bordo dei nostri mercantili, al fine di garantire sicurezza ed assistenza agli equipaggi, allorché questi ultimi debbono attraversare mari particolarmente pericolosi, quale il Mare Arabico al largo del Corno d'Africa.
(3-01662)

Interrogazioni a risposta scritta:

FEDI. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
in Thailandia, in particolare a Bangkok, tra il 10 aprile e il 19 maggio 2010, si verificarono manifestazioni e scontri di piazza e che le forze di sicurezza governative ricorsero a un uso eccessivo della forza, compreso l'impiego letale di armi e di «zone di scontri a fuoco», che portarono alla morte di settantaquattro manifestanti o passanti, undici membri delle forze di sicurezza, quattro medici e due giornalisti;
uno dei due giornalisti uccisi a Bangkok fu Fabio Polenghi, fotoreporter italiano di 45 anni, colpito mentre documentava l'avanzata dell'esercito thailandese verso l'accampamento del gruppo di opposizione politica al governo UDD «camicie rosse»;
Fabio Polenghi, che si trovava in Thailandia per conto di una rivista europea, è stato raggiunto da un colpo all'addome il 19 maggio 2010, durante l'assalto finale delle forze governative nella zona di Saladeng, a circa un chilometro dal centro dell'accampamento delle «camicie rosse». Secondo le ricostruzioni dell'epoca, l'esercito, dopo aver sfondato la barricata dei manifestanti antigovernativi, ha aperto il fuoco e cinque persone sono rimaste uccise, fra le quali anche il fotografo italiano;
a distanza di dodici mesi dall'evento, la famiglia Polenghi denuncia che, nonostante le continue pressioni attraverso i canali diplomatici, le autorità thailandesi non hanno dimostrato alcuna volontà tangibile di fare chiarezza su quanto accaduto né hanno fornito alcuna notizia, alcuna risposta esaustiva alle tante domande poste attraverso i canali istituzionali internazionali, nazionali e locali;
la famiglia Polenghi ha prodotto atti e documenti alla magistratura italiana nel tentativo di far attivare e agevolare il pieno svolgimento delle indagini con la speranza che questo potesse essere stimolo e incentivo per le autorità preposte affinché si accertassero le responsabilità di quanto accaduto;
di fronte alla totale indifferenza e inadeguatezza da parte delle autorità thailandesi la famiglia Polenghi ha preso atto che non vi è la volontà di portare a termine le indagini con accuratezza, rapidità e serietà;
ad oggi, infatti, non sono state rese note le circostanze e i risultati delle indagini da parte delle autorità thailandesi né risposte circa gli effetti personali del fotoreporter spariti nel nulla. La macchina fotografica, ad esempio, è sparita per mano di un uomo che non è stato ancora identificato dalle autorità locali nonostante le innumerevoli immagini che fin dal momento immediatamente successivo all'evento sono state diffuse e messe a disposizione delle autorità investigative, oltre ad essere accessibili a tutti su Internet;
l'avvocato Robert Amsterdam dello studio Amsterdam & Peroff LLP per conto del National United Front for Democracy against Dictatorship (UDD) ha citato lo Stato della Thailandia davanti alla Corte internazionale di giustizia de L'Aja per crimini contro l'umanità avvenuti nei mesi di aprile e maggio dello scorso anno durante gli scontri tra le forze di sicurezza thailandesi e le «camicie rosse» -:
quali iniziative siano state intraprese dal Ministro degli affari esteri e dal Governo italiano nei confronti delle autorità thailandesi al fine di fare chiarezza su quanto accaduto e sulle loro eventuali responsabilità, anche in ottemperanza a quanto sancito dalle norme internazionali applicabili;
se il Ministro della giustizia abbia elementi di informazione, fatto salvo il segreto investigativo, su un'indagine eventualmente aperta dalla procura competente, anche alla luce della cooperazione

che dovrebbe essere stata prestata dal Governo thailandese sulla base dei trattati bilaterali vigenti.
(4-12020)

MIGLIORI. - Al Ministro degli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
l'interrogante ha già ricevuto risposta in merito alla deliberazione della Giunta Municipale di Firenze dell'8 marzo 2011 con la quale fu revocato il protocollo di intesa tra comune di Firenze e corpo consolare circa la circolazione e la sosta di autoveicoli consolari nel territorio comunale;
da suddetta risposta precedente interrogazione
(4-11489) emerge che la Convenzione di Vienna del 1963 e, particolarmente, l'articolo n.34 inerente al principio della libertà di movimento per i membri del corpo consolare sarebbe interpretabile liberamente da «regole di cortesia» adottabili dagli enti locali con conseguenza ovviamente differenziata tra comuni e comuni -:
se non si ritenga opportuno ed urgente stante la competenza costituzionale chiaramente in testa allo Stato per quanto concerne i rapporti con Stati esteri, diramare una circolare interpretativa valida per l'intero territorio nazionale sull'applicazione generale dell'articolo 34 della Convenzione di Vienna del 1963 al fine di assicurare una chiara cornice di prerogative specifiche atte a garantire al corpo consolare certezza di diritti e di doveri.
(4-12031)

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AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE

Interrogazioni a risposta scritta:

VESSA. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
per molti paesini montani, soprattutto nel comune di Ottati (provincia di Salerno), da diversi anni, il cinghiale sta diventando un vero e proprio problema, le strade stanno diventando pericolose per i cittadini, i giardini dei privati vengono letteralmente devastati, per non parlare delle attività agricole degli allevatori, gravemente danneggiate dalla distruzione degli allevamenti e dalla devastazione delle colture, in quanto con il loro passaggio scavano le colture, travolgono le viti, mangiano le uve;
i cinghiali sono stati immessi nel territorio, non sono infatti una specie indigena, e distruggendo il territorio compromettono le attività produttive di carattere tipico presenti nella zona, incentivando lo spopolamento del territorio, in quanto gli agricoltori abbandonano il territorio;
le mandrie di cinghiali danneggiano le «biodiversità», che invece il Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano dovrebbe tutelare come sua missione principale;
una presenza così massiccia e concentrata di cinghiali costituisce un grave problema per la salute e la sicurezza pubblica;
il comune di Ottati ritiene necessario e non più rinviabile un intervento urgente del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare affinché si faccia promotore di una modifica dell'articolo 11 della legge n. 394 del 1991, che preveda la possibilità di un abbattimento di un numero consistente di cinghiali, finalizzato alla tutela dell'agricoltura, degli allevamenti di bestiame, dei sistemi naturali e della incolumità della popolazione;
i cittadini stessi propongono l'abbattimento dei cinghiali nel breve termine per poi studiare provvedimenti meno drastici per il futuro -:
quali iniziative urgenti intenda porre in essere il Ministro affinché gli organi del Parco nazionale del Cilento e del Vallo di Diano assumano tutti i provvedimenti necessari che consentano di limitare efficacemente la presenza dei cinghiali nel comune

di Ottati e all'interno del parco, così come positivamente adottati e attuati in altri parchi nazionali afflitti dal medesimo problema.
(4-12014)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il rapporto OCSE 2011 di verifica dell'economia italiana, nel capitolo 3, paragrafo «Getting the price right» ribadisce l'importanza di approntare politiche ambientali sulla base di analisi costi benefici (CBA) e riferisce che esiste un'unità del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare responsabile per tale analisi che però, si dice, sembra sotto utilizzato;
tale unità dovrebbe avere la responsabilità di eseguire analisi delle politiche ambientale e sviluppare e stabilire metodologie finalizzate a ciò;
dovrebbe anche verificare le analisi costi-benefici effettuate da altri Ministeri quando operano in settori che attengono all'ambiente;
si fa riferimento all'esistenza di un'unità di valutazione presso il Ministero dello sviluppo economico che è responsabile per questo tipo di analisi ma il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare dovrebbe avere sia un potere di input rispetto all'analisi che una capacità di valutazione della stessa -:
se sia vero quanto riferito in premessa;
quale sia la dotazione di personale e di risorse di questa unità presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;
se e come il Ministro intenda rafforzarne l'efficacia di azione.
(4-12027)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
il rapporto OCSE 2011 di verifica dell'economia italiana, nella parte iniziale relativa alle valutazioni e raccomandazioni (assessment and recomandations) nella parte «Pursuing environmental objectives: getting governace right» in merito al decentramento di aspetti della politica ambientale nota che esiste una certa frammentazione nell'operato delle agenzie che fanno rapporti e controlli ambientali per cui i dati possono non essere uniformi ostacolando il miglioramento dei criteri di riferimento;
anche la capacità analitica delle agenzie regionali di riferimento (ARPA) è variabile e nonostante i rappresentanti delle ARPA si incontrino più volte nel corso dell'anno sotto l'egida dell'ISPRA, il coordinamento non si estende per un comune lavoro a livello tecnico -:
se e quali azioni il Ministro intenda adottare perché le ARPA lavorino in un sistema integrato e più efficiente che eviti duplicazioni di sforzi tecnici in alcuni settori.
(4-12030)

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DIFESA

Interrogazioni a risposta scritta:

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il Consiglio di base della rappresentanza militare della legione carabinieri «Friuli Venezia Giulia» con la delibera n. 122 allegata al verbale n. 112 dell'11 maggio 2011 ha reso noto di aver preso atto della richiesta del comandante dell'Unità di base «di sospendere, nelle more di valutazioni superiori, la somministrazione

di un questionario approntato per monitorare lo stato della Rappresentanza e le aspettative del personale al riguardo»;
la delibera, avente ad oggetto: stato della rappresentanza: necessita di aprire un concreto dialogo seguito, così recita:
«Il Co.Ba.R.,
visto l'entusiasmante esito di affluenza del primo incontro informativo avvenuto il 4 maggio 2011 fra l'Organismo e il personale di Pordenone presso quel Comando Provinciale;
confermate le ineludibili premesse a fondamento della precedente delibera n.119 di questa Assemblea;
preso atto della richiesta del CUB di sospendere, nelle more di valutazioni superiori, la somministrazione del questionario approntato per monitorare lo stato della Rappresentanza e le aspettative del personale al riguardo;
valutato che, a prescindere dalle finalità e dagli obiettivi ai quali ognuno personalmente aspira, l'impossibilità di «ricevere» la libera e lecita opinione dei rappresentati frusta irreparabilmente la natura stessa della Rappresentanza, violando i più elementari princìpi di democrazia e, nello specifico, di rispetto delle funzioni (concepite, oltretutto, anche per garanzia di tutela normativamente prevista a favore dei rappresentati), a maggior ragione se derivante da divieti imposti con ordini superiori;
posto che il perdurare di un divieto in tal senso configurerebbe una gravissima violazione, tra l'altro lesiva della dignità stessa dei rappresentanti, che imporrebbe quantomeno una ponderata rivalutazione di tutto il quadro di situazione;
ritenuto comunque di dover dar prova ancora una volta di lealtà e spirito collaborativo, accordando fiducia a chi dovrà decidere senza "pressare" o tentare di imporre strumentali "ultimatum" tanto scorretti quanto inutili,

delibera

1) di sospendere ogni attività fino allo scioglimento della superiore riserva entro i termini di legge (30 giorni), rinviando a tale momento qualsivoglia determinazione;
2) che la presente, ai sensi degli articoli 924 e 931 del decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 90, venga estesa alle Unità elementari in cui l'Unità di base si articola e pubblicata in area Intranet»;

ad avviso degli interroganti la somministrazione del questionario, così come promossa dal Cobar, rappresenta una condivisibile iniziativa volta ad imprimere in particolare nell'ambito dell'Arma dei carabinieri e, più in generale, nelle Forze armate, un notevole impulso alla ricerca e all'uso di forme di confronto democratico più ampie e trasparenti -:
quali siano state le ragioni della richiesta di sospensione della somministrazione del questionario avanzata dal comandante dell'unità di base a cui fa riferimento la delibera in premessa;
se il Ministro non ritenga di dover sostenere con autorevolezza l'iniziativa avviata dal Consiglio di base della rappresentanza militare della Legione Carabinieri «Friuli Venezia Giulia» e conseguentemente impartire le necessarie disposizioni affinché questa sia estesa a tutto il personale dell'Arma dei carabinieri e delle Forze armate.
(4-12034)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
da notizie di stampa è possibile apprendere che il Ministro interrogato il 22 maggio 2011 ha dichiarato che «pochi sanno che da due anni il mio ministero ha già una sede a Milano, presso la caserma di piazza Novelli. Io ho un mio ufficio, ma non ho fatto di questo un annuncio particolare»;

la caserma alla quale si riferisce il Ministro è la sede del comando 1a regione aerea dell'Aeronautica militare ed è normale che il Ministro interrogato possa utilizzare le strutture del suo dicastero per svolgere i suoi compiti istituzionali quando è in visita presso gli enti e reparti delle Forze armate in quanto diversamente, ad avviso degli interroganti, ci si dovrebbe chiedere le ragioni della costituzione di quello che potrebbe essere considerato, ad avviso degli interroganti, una sorta di secondo «Gabinetto ministeriale» le cui eventuali spese di gestione graverebbero ingiustificatamente sul bilancio della Difesa -:
quali siano state le ragioni di una simile dichiarazione e quali siano state fino ad oggi le eventuali spese sostenute per il mantenimento dell'ufficio di cui in premessa.
(4-12036)

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ECONOMIA E FINANZE

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
dai bilanci di previsione e dai rendiconti del comune di Parma, dagli atti dell'amministrazione del comune di Parma e della società interamente partecipata dallo stesso comune Holding STT s.p.a, dagli atti del collegio dei revisori dei conti del comune di Parma, dalla deliberazione n. 17/2011/PRSP della Corte dei conti - sezione regionale del controllo per l'Emilia-Romagna, depositata il 7 aprile 2011, dall'ordinanza del Consiglio di Stato, sezione quinta, depositata il 4 maggio 2011, in tema di anomala nomina dei revisori del comune, nonché dalle notizie reiteratamente riportate da articoli e interviste pubblicati da organi di stampa nazionali e locali, emerge un grave quadro di irregolarità contabili e di dissesto finanziario del Comune di Parma che coinvolge direttamente le società partecipate del comune stesso;
in particolare, i rendiconti del comune relativi agli esercizi dal 2003 al 2010 evidenziano un crescente disavanzo di parte corrente, particolarmente elevato negli esercizi più recenti (nei quali, in rapporto alla somma di spese correnti e spese per rimborso prestiti, ha toccato l'11,6 per cento nel 2007; 11,7 per cento nel 2008; 13,4 per cento nel 2009; 10,2 per cento nel 2010);
per la copertura di tale squilibrio di parte corrente il comune ha utilizzato entrate straordinarie che, di regola, dovrebbero essere destinate al finanziamento di spese di investimento:
a) entrate da permessi di costruire: in tutti gli esercizi il comune, utilizzando le deroghe via via concesse agli enti locali dal legislatore statale, ha destinato al finanziamento della spesa corrente una quota assai rilevante di tali entrate (58,9 per cento nel 2007; 65,3 per cento nel 2008; 69 per cento nel 2009; 68,1 per cento nel 2010);
b) plusvalenze da alienazione di beni: dal 2006 al 2010, per fronteggiare le crescenti spese correnti, il comune ha sistematicamente utilizzato anche entrate derivanti dall'alienazione di beni patrimoniali (utilizzo consentito dall'articolo 1, comma 66, della legge n. 311 del 2004 per il finanziamento del rimborso delle quote di capitale delle rate dei mutui in ammortamento, ma ammesso ai sensi dell'articolo 3, comma 28, della legge n. 350 del 2003 per spese aventi carattere non permanente). Tra il 2006 e il 2010 le plusvalenze utilizzate a copertura dello squilibrio di parte corrente sono ammontate complessivamente a ben 47,4 milioni di euro;
sono, inoltre, riscontrabili irregolarità contabili: le alienazioni di beni patrimoniali sono state essenzialmente effettuate verso società controllate dal comune stesso, spostando quindi il bene dal patrimonio

dell'ente a quello della controllata; tali operazioni «infragruppo» non appaiono, peraltro, sempre funzionali allo sviluppo dei progetti specifici e dell'attività delle controllate, ma piuttosto finalizzate a rifinanziare il deficit cronico del comune, perché a fronte del corrispettivo ricevuto (che consente al comune di ottenere liquidità altrimenti non possibile, dati i limiti del ricorso all'indebitamento derivanti dai vincoli del patto interno di stabilità), viene erogato dal sistema bancario un finanziamento alla società pubblica, sostanzialmente garantito dallo stesso Comune con lettere di patronage a firma del sindaco o di un dirigente incaricato;
la corte dei conti, sezione regionale del controllo per l'Emilia-Romagna, con delibera del 17/2011 del 7 aprile 2011, ha dichiarato che il bilancio di previsione 2010 del comune di Parma «non risulta redatto in conformità ai principi di sana gestione finanziaria e di veridicità ed attendibilità delle scritture contabili», segnalando le seguenti gravi irregolarità contabili:
a) utilizzazione sistematica e ripetuta nei diversi esercizi di rilevanti plusvalenze da alienazione dei beni patrimoniali finalizzata al raggiungimento dell'equilibrio di bilancio di parte corrente. Ad avviso della Corte è consolidato principio di sana gestione che i proventi derivanti da alienazione di beni patrimoniali debbano finanziare esclusivamente spese d'investimento, onde non comportare un depauperamento del patrimonio dell'ente. Quando il finanziamento della spesa corrente mediante detti proventi è sistematico e ripetuto, con incidenze rilevanti, costituisce grave irregolarità contabile in quanto la costruzione degli equilibri viene garantita con modalità non corrette e può comportare, oltre ad una rigidità strutturale del bilancio, anche una situazione di evidente precarietà finanziaria che richiede l'adozione di particolari misure correttive atte a ricondurre gli equilibri all'interno della loro ordinaria fonte di finanziamento o ad operare precisi e mirati adeguamenti delle previsione dell'entrata e/o della spesa;
b) rilascio di forme di garanzia atipica negli esercizi precedenti e nel 2010 attraverso lettere di patronage «deboli» e «forti». In più occasioni il comune ha rilasciato lettere di patronage a firma del sindaco o di dirigenti apicali del comune che costituiscono una forma di garanzia impropria a favore di società partecipate. La Corte dei conti, sulla base della documentazione inviata dal comune, ha rilevato l'esistenza di lettere di patronage «forte» che assumono veri e propri impegni, ponendo in essere un vero e proprio rapporto di garanzia atipica, assimilabile all'obbligazione del fideiussore, che espone l'ente garante al rischio di escussione in caso di insolvenza della società debitrice. Tali lettere potrebbero alterare l'esposizione debitoria dell'ente rispetto a quella contabilmente rilevata, ponendosi come uno schema negoziale elusivo dei vincoli normativi stringenti in materia di indebitamento degli enti locali;
la Corte dei conti ha segnalato, altresì, la presenza delle seguenti criticità/irregolarità rilevate dai dati contabili trasmessi:
a) concessione di credito a società interamente partecipate al fine di riclassificare la spesa ed eludere il Patto di stabilità interno;
b) previsioni di incremento delle voci di entrate straordinarie, destinazione di entrate da permessi di costruire al finanziamento della spesa corrente e applicazione al bilancio di previsione dell'avanzo di amministrazione in presenza di residui attivi derivanti da crediti vetusti o di dubbia esigibilità;
c) presenza di organismi partecipati per i quali sono previsti interventi per aumenti di capitale o del fondo di dotazione per copertura di perdite (con un rischio per la stabilità dell'equilibrio di bilancio del comune), di società in perdita per un importo tale da richiedere interventi

di reintegro del capitale sociale e di una società patrimoniale totalmente partecipata dall'ente da sottoporre a verifica in relazione al rispetto dei vincoli del patto interno di stabilità;
l'amministrazione ha posto in essere anche operazioni di leasing immobiliare, le quali appaiono un'ulteriore manovra con finalità elusive dei vincoli di finanza pubblica che rischia di «scaricare» sulle generazioni future aumenti di spesa corrente. A titolo esemplificativo, nella prima delibera in cui è stato utilizzato lo strumento del leasing finanziario (n. 1295 del 30 settembre 2010) per la realizzazione dell'impianto sportivo polivalente per 24 milioni di euro, manca la convenienza del leasing dal punto di vista sia finanziario sia economico (anzi il solo tasso di interesse consta sia più alto di quello per il prestito obbligazionario);
l'indebitamento del comune tra il 2007 e il 2010 è passato da 134,1 milioni di euro a 175,8 milioni di euro, con un aumento del 31,1 per cento. Tali dati non tengono conto né delle garanzie (lettere di patronage) offerte a favore delle società controllate né delle citate operazioni di leasing immobiliare;
negli ultimi anni il comune ha perseguito una strategia sempre più volta alla esternalizzazione di una serie di servizi e progetti, attraverso la creazione sia di società di servizio strumentali sia di società di scopo. Nell'agosto 2009 è stata costituita la STT spa con l'obiettivo di creare una holding di controllo e di gestione delle principali società controllate dal comune che hanno per oggetto la valorizzazione del territorio e per lo sviluppo e la realizzazione di nuovi progetti;
una analisi condotta da KPMG sui bilanci consuntivi 2007/2009 di 20 società partecipate rientranti nel perimetro di consolidamento del Gruppo STT ha evidenziato che il debito complessivo a carico del comune è salito da 169 milioni di euro nel 2007 a 234 milioni di euro nel 2008 fino a 320 milioni di euro nel 2009. La stima per il 2011, secondo quanto riportato dagli organi di stampa, sarebbe di circa 500 milioni di euro. L'incremento del debito complessivo risulta interamente riconducibile all'aumento del debito bancario, passato dai 139 milioni di euro del 2007 ai 262 milioni di euro del 2009. Circa il 60 per cento dell'indebitamento totale delle partecipate (192 milioni su 320) è riconducibile alle società facenti capo a STT;
con delibera di giunta 1626/80 del 26 novembre 2010 è stata autorizzata la concessione di un prestito fruttifero a breve termine alla STU Authority spa, società totalmente partecipata dal comune, per finalità connesse alla realizzazione della scuola dell'Europa di cui alla legge n. 115 del 2009, prestito qualificato come «concessione di credito» al fine di eludere le disposizioni sul patto di stabilità interno. Il collegio dei revisori dei conti, con lettera del 15 dicembre 2010, ha segnalato che l'operazione, quanto meno se eseguita nel 2010 (prima cioè dell'entrata in vigore della legge di stabilità 2011 che dal 1o gennaio 2011 esclude espressamente dai vincoli del patto di stabilità i pagamenti per le opere connesse all'assegnazione a Parma dell'EFSA - Autorità europea per la sicurezza alimentare), appare lesiva del patto interno di stabilità in quanto non può essere qualificata come concessione di credito. Sembrerebbe, per quanto consta agli interpellanti, che la segnalazione sia stata «respinta» dal direttore generale del comune. Questo e altri episodi in cui da parte dell'ente sono state poste limitazioni all'esercizio delle funzioni dell'organo di revisione hanno indotto i tre componenti del Collegio a comunicare in data 11 febbraio 2011 le loro dimissioni irrevocabili dall'incarico, con effetto immediato;
la predetta delibera di giunta non ha peraltro avuto alcuna esecuzione sino al 31 dicembre 2010 (la delibera di giunta appare finalizzata a riclassificare la spesa ed eludere le disposizioni sul patto di stabilità per il 2010), per cui la Corte dei conti si è limitata ad invitare il comune ed il collegio dei revisori a voler attentamente considerare la natura giuridica e gli effetti

di eventuali ulteriori concessioni di credito a favore di società/organismi partecipati;
va peraltro segnalato, a conferma della gravità dell'accaduto, che i revisori dimissionari sono stati immantinente sostituiti con una votazione effettuata riaprendo una seduta del consiglio comunale già chiusa, in assenza e all'insaputa delle opposizioni. Il 3 maggio 2011 la quinta sezione del Consiglio di Stato ha accolto, con propria ordinanza, l'istanza presentata dai consiglieri comunali di opposizione circa «l'anomala nomina dei revisori, dopo la dichiarazione di chiusura della seduta»;
con proposta n. 612/2011 dell'11 febbraio 2011, sono state sottoposte all'approvazione del consiglio comunale le «Linee di indirizzo relative ai rapporti con le società controllate, al contenimento degli effetti del patto di stabilità e autorizzazione al rafforzamento patrimoniale di Parma Infrastrutture Spa e STT Holding Spa». Nell'atto viene rilevata la necessità - a causa della dimensione e della natura degli interventi affidati, delle crescenti difficoltà delle società nell'accesso ai mercati finanziari e, con riferimento a STT, del rallentamento del programma di dismissioni con l'interruzione del normale ciclo finanziario e la potenziale emersione di erosioni patrimoniali - di prevedere un riequilibrio qualitativo e quantitativo a favore delle due società, mediante trasferimenti di asset patrimoniali bancabili, finalizzati a garantire il rafforzamento patrimoniale delle stesse per un migliore accesso al mercato del credito e per riequilibrare i rapporti con il sistema bancario ed in generale con i creditori. A tal fine, è stato approvato il conferimento a titolo gratuito alle due società di beni in natura, e precisamente:
il conferimento di azioni di IREN spa (libere ai sensi del patto sottoscritto da FSU e dai soci pubblici ex ENIA) in nuda proprietà fino al 30 giugno con piena proprietà;
il conferimento di azioni di IREN spa (bloccate ai sensi del patto sottoscritto da FSU e di soci pubblici ex ENIA) in nuda proprietà fino al 30 giugno 2015, con autorizzazione a concedere le azioni in pegno a fronte dell'ottenimento di finanziamenti e divieto di alienazione, fatta salva la piena proprietà dal 1o luglio 2015;
complessivamente, quindi, è stato previsto il conferimento di 72.417.703 di azioni di IREN Spa, di cui 20.217.703 a Parma Infrastrutture e 52.200.000 a STT Holding, per un controvalore di circa 100 milioni di euro -:
quali iniziative abbiano assunto o intendano assumere, per quanto di loro competenza, a fronte della grave condizione citata in premessa in cui versa il comune di Parma e delle responsabilità ad essa riconducibili;
se risulti ai Ministri interpellati, anche in base alle attività ispettive a tutela del bilancio pubblico spettanti alla guardia di finanza ed agli accertamenti in possesso dell'ispettorato generale di finanza pubblica presso il Ministero dell'economia e delle finanze o di altri organismi preposti, la possibile sussistenza di elementi da segnalare ai fini delle responsabilità amministrativo-contabili e penali.
(2-01086)«Misiani, Ventura, Motta».

Interrogazione a risposta in Commissione:

BITONCI e POLLEDRI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il comune di Noceto (Parma) ha approvato il 22 gennaio 2010 il bilancio previsionale 2009, detraendo, tra le entrate utili ai fini del saldo 2007 e 2009, e così come previsto dal comma 8 dell'articolo 77-bis del decreto-legge n.112, le alienazioni patrimoniali;
successivamente, con una nota del dipartimento della ragioneria generale (la n. 2/2009), si precisa come l'esclusione

delle entrate derivanti da alienazioni patrimoniali debba essere applicata sia al saldo finanziario preso a base di riferimento, ovvero il 2007, che al saldo degli anni di gestione del patto 2009-2011;
il 10 marzo del 2009 entra in vigore il decreto-legge n. 5 del 2009, convertito dalla legge n. 33 del 2009, e sulla base del quale viene previsto come gli enti locali, in fase di approvazione del bilancio previsionale, debbano includere per la determinazione dell'obiettivo sia nella base di calcolo 2007 che in quella 2010 le alienazioni patrimoniali;
il 22 gennaio del 2010 il comune di Noceto approva il bilancio previsionale 2010 secondo la norma prevista dal decreto-legge n.5 del 2009, ovvero includendo le risorse originate dalle alienazioni per l'anno 2010;
il 26 marzo del 2010 entra in vigore la legge 26 marzo 2010, n. 42 la quale afferma come il decreto-legge n. 5 del 2009 debba essere interpretato escludendo tra le entrate utili ai fini del patto quelle derivanti da alienazioni patrimoniali, avendo optato per tale opzione già nel 2009;
alla data dell'entrata in vigore della legge n.42, il comune aveva tuttavia già provveduto ad effettuare pagamenti in conto capitale in riferimento ad un saldo di entrata e di spesa che non prevedeva l'obbligo di mantenere l'opzione fatta per il 2009, considerando quindi tra le entrate utili ai fini del patto le alienazioni patrimoniali, e trovandosi, in riferimento alle disposizioni dettate dalla legge n. 42 del 2010, senza possibilità di recuperare lo scostamento così venutosi a creare nel corso dell'esercizio e, quindi, ponendo il comune in posizione, involontaria, di mancanza di rispetto del patto -:
quali orientamenti intenda esprimere sulla vicenda il Ministro e se, tenendo conto anche della grave situazione economico-finanziaria nella quale molti enti locali si trovano oggi giorno, non ritenga opportuno applicare, per il comune sopra citato, una moratoria sulla disposizione prevista per le sanzioni derivanti dallo sfondamento del patto di stabilità.
(5-04793)

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GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta scritta:

LUSSANA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
la situazione della procura della Repubblica presso il tribunale di Bergamo sta attraversando attualmente una situazione di estrema precarietà in quanto, a fronte di un organico di magistrati che prevede un procuratore capo, un procuratore aggiunto e sedici sostituti procuratori, sono attualmente in servizio soltanto l'aggiunto procuratore e dodici sostituti, anche se tra questi ultimi una sta usufruendo del congedo di maternità ed una è applicata in altra sede;
il procuratore capo non è ancora stato nominato;
parimenti insostenibile è la situazione in cui si trova l'organico del personale amministrativo, peraltro già ridotto alcuni anni fa da sessanta a cinquantadue unità in forza della decisione che stabiliva il loro numero in misura equivalente al personale effettivamente in servizio;
allo stato attuale si trovano in servizio solamente quarantacinque unità del personale amministrativo ma poiché, a decorrere da quando è avvenuta l'ultima assunzione nel 2001, diciassette impiegati hanno lasciato il servizio presso la procura di Bergamo mentre dal 1o luglio 2011 una impiegata lascerà il servizio, resteranno in servizio quarantaquattro impiegati, uno dei quali però stabilmente impiegato per ragioni familiari presso la procura di Milano;
attualmente non esistono prospettive per una rapida copertura delle vacanze esistenti negli uffici giudiziari, inoltre in considerazione dell'età media avanzata del

personale nei mesi successivi anche altri impiegati lasceranno probabilmente l'ufficio;
tale situazione determina una grave difficoltà nello svolgimento delle indagini preliminari ed anche nella partecipazione alle attività processuali, con conseguenti, negative ricadute in termini di tutela e di efficiente amministrazione della giustizia -:
quali iniziative il Ministro della giustizia intenda intraprendere in riferimento alla situazione della procura della Repubblica presso il tribunale di Bergamo;
se il Ministro e in quale arco temporale intenda assumere iniziative di competenza per la copertura degli organici dei magistrati e del personale amministrativo in servizio presso la procura per risolvere i problemi rilevati, tenendo anche conto dei disagi derivanti ai cittadini e agli operatori dalla situazione descritta.
(4-12019)

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro per i beni e le attività culturali, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere - premesso che:
l'interpellante ha presentato diversi atti di sindacato ispettivo concernenti le anomalie relative all'appalto del cosiddetto CIVIS di Bologna;
in particolare già il 24 settembre 2008 (n. 2-00136) aveva presentato un'interpellanza in cui si riportavano i contenuti di un esposto nel quale, con dovizia di dettagli, venivano riassunte le diverse criticità riguardanti l'appalto;
in particolare nell'atto si faceva rilevare l'inappropriata definizione del «Civis» quale «tram a guida vincolata» essendo esso invece, sulla base di autorevoli valutazioni tecniche un «veicolo filoviario dotato di un dispositivo che fornisce ausilio alla guida del mezzo»;
l'interpellante ricordava quindi come la società aggiudicataria dell'appalto (Irisbus) avesse sostanzialmente vinto la selezione proponendo un prodotto che alla luce dei fatti, non presentava le caratteristiche tecniche che erano state considerate essenziali per l'assegnazione dell'appalto medesimo e che tra l'altro avevano fatto sì che nessun'altra impresa prendesse parte alla gara;
l'interpellante dava inoltre ampiamente conto (sia nella citata interpellanza che in altri atti di sindacato ispettivo) dell'inadeguatezza del progetto con riferimento ai rischi cui veniva esposto il centro storico di Bologna nonché del limitato livello di sicurezza del mezzo;
nonostante tali circostanziate denunce la citata interpellanza è ad oggi priva di risposta;
gli elementi denunciati nelle precedenti iniziative di sindacato ispettivo permangono nella loro inalterata gravità, anzi il passare del tempo aggrava la situazione;
frattanto, proprio sulla base dell'esposto cui l'interpellanza faceva riferimento, la magistratura bolognese ha aperto un'inchiesta ipotizzando i reati di abuso d'ufficio e frode in pubbliche forniture concernente la regolarità dell'appalto appena ricordato -:
se, alla luce delle ulteriori circostanze rappresentate in premessa, il Governo intenda valutare se sussistano i presupposti per revocare le concessioni o l'erogazione dei finanziamenti governativi al cosiddetto CIVIS di Bologna.
(2-01084) «Garagnani».

Interrogazioni a risposta scritta:

PES, MELIS, FADDA e SCHIRRU. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
in data 20 dicembre 2010, si è svolta una conferenza di servizi convocata dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per l'approvazione del progetto «Comune di Tresnuraghes-Installazione di un sistema radar costiero di profondità»;
l'intervento consiste nell'installazione di un sistema di radar costiero di profondità in località Torre d'Ischia Ruggia nel comune di Tresnuraghes (Oristano), facente parte di un progetto più ampio che, per la regione Sardegna, prevede quattro siti a protezione della costa occidentale relativamente agli sbarchi di clandestini e più in generale per l'individuazione di traffici illeciti;
il progetto si inserisce nell'ambito della realizzazione di una rete di radar di profondità che potenzia il sistema di Comando, controllo, comunicazioni, computing ed informazioni C4I) del comparto aeronavale della Guardia di finanza attraverso la determinazione di una zona marina di battimento radar al largo delle coste occidentali della regione Sardegna;
le opere richieste dal punto di vista infrastrutturale consistono nella realizzazione di un traliccio su relativo plinto di fondazione e di un piedistallo in ferro di circa 2 metri di altezza per l'antenna del radar e nell'installazione di uno shelter metallico che comprende le apparecchiature necessarie;
sul traliccio sarà posizionata la parabola del ponte radio, mentre sul tetto dello shelter sarà installata l'antenna del radar;
l'antenna del radar è un sistema rotante con emissione elettromagnetica in banda X (9 GHz) in direzione del mare;
l'antenna del ponte radio è un sistema radiante fisso e direttivo di 120 centimetri di diametro operante nella banda 15 GHz in direzione Baucamedda;
il progetto interessa un'area ad elevato valore ambientale e paesaggistico, sottoposta a tutela ZPS;
gli interventi per la realizzazione dell'impianto radar potrebbero comportare delle modifiche morfologiche ai caratteri ambientali;
la conferenza di servizi svoltasi il 20 dicembre 2010, tra le altre prescrizioni, prevedeva che i lavori fossero interrotti dal 30 marzo al 30 giugno per preservare il ripopolamento della fauna selvatica;
la direzione generale dell'ambiente della regione Sardegna, con determinazione del 2 maggio 2011, ha rilasciato una deroga che permette il prosieguo dei lavori;
un gruppo di cittadini sta presidiando la zona, bloccando l'avvio delle opere per paura che le onde elettromagnetiche arrechino danno alla salute e per difendere l'area protetta nella quale sorgerebbe la struttura;
appaiono delle incongruenze rispetto al progetto: l'area delimitata non corrisponderebbe a quella presentata sulla carta, le dimensioni del radar, del basamento e del traliccio non sarebbero diverse da quelle indicate inizialmente;
un analogo progetto per l'installazione di un sistema radar costiero di profondità è previsto nella località Argentiera nel comune di Sassari;
in questo caso le opere richieste dal punto di visto infrastrutturale consistono nella realizzazione di due recinti distinti: nel primo è prevista l'installazione di un traliccetto su relativo plinto di fondazione e di un piedistallo in ferro di circa 2 metri di altezza per l'antenna del radar, nel secondo l'installazione di un shelter metallico che contiene tutte le apparecchiature necessarie;

sul traliccio sarà posizionata la parabola del ponte radio e sul sostegno la parabola del radar;
l'antenna del radar è un sistema rotante con emissione elettromagnetica in banda X (9 GHz) in direzione del mare;
l'antenna del ponte radio è un sistema radiante fisso e direttivo di 60 centimetri di diametro operante nella banda 15 GHz;
il sindaco del comune di Sassari ha inviato una nota al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti facendo presente che l'installazione del radar «va ad insediarsi in uno degli angoli incontaminati e più importanti dal punto di vista naturalistico dell'intera Sardegna, deturpando in maniera definitiva l'aspetto, i luoghi e l'ambiente»;
sul sito della casa costruttrice degli impianti radar si può vedere un filmato pubblicitario che illustra i sistemi d'arma destinati alle sea-capabilities, nei quali il radar ELM-2226 compare a più riprese. Come si può vedere nella brochure pubblicitaria, questo dispositivo ha grandi capacità di individuazione dei bersagli (oltre 200 target simultanei) ed è capace di individuare il periscopio di un sottomarino tra i flutti o un piccolo gommone a 20 chilometri di distanza. Le sue capacità di definizione degli oggetti nello spazio e nel tempo dovrebbero consentirgli di stabilire la velocità e la direzione dei target e addirittura di stabilirne le dimensioni. Per poter fare tutto ciò naturalmente deve poter emettere un fascio di microonde estremamente intenso e concentrato;
si tratta, stando alle prime notizie raccolte, di radar del tipo ELM-2226, fabbricati dalla ELTA-Systems, del gruppo IAI, nota multinazionale degli armamenti israeliana, parte di un sistema di armamenti destinati alla proiezione di potenza navale;
spesso, chi sostiene la non pericolosità di quest'ordigno, ne cita la bassa potenza (appena 50 watt); ma è un dato ingannevole. Il radar non emette la sua potenza in tutte le direzioni ma la concentra in un fascio con un «guadagno d'antenna» di 37 o 38 decibel, corrispondenti ad una amplificazione di 5-6000 volte. In pratica questo radar si comporta come un faro, che emette un fascio di microonde estremamente concentrato, in modo da poter illuminare oggetti a grande distanza. Chi malauguratamente si trovasse ad essere investito da questo fascio di microonde, si troverebbe quindi esposto a una densità di potenza molto elevata e potenzialmente assai pericolosa. Le microonde, oltre una certa soglia di intensità, sono in grado di provocare effetti dannosi sugli organismi, di due diversi tipi:
a) quando sono molto intense provocano darmi immediati all'organismo, necrosi, ustioni soprattutto agli occhi, cervello, gonadi;
b) quando sono più deboli, ad una esposizione prolungata a bassi livelli di microonde cresce il rischio di contrarre leucemie e linfomi;
per queste ragioni, dal 2001 (legge n. 36 e decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dell'8 luglio 2003) è stata emanata una specifica normativa (soglia cautelativa per gli effetti acuti, protezione per gli effetti cronici);
a parte le eventuali conseguenze sulle persone, gli effetti di questo radar sulla natura sono particolarmente deleteri (danni agli uccelli, in quelle zone spesso appartenenti razze protette, e agli insetti impollinatori);
la Guardia di finanza ha più volte dichiarato che le installazioni previste per questo radar sono 18 in tutta Italia, dalla Liguria all'Adriatico
se siano a conoscenza di quanto riportato in premessa;
se non ritengano opportuno vigilare, per quanto di competenza, perché sia

garantita l'assenza di pericolo di inquinamento elettromagnetico per la popolazione e per le zone interessate;
se non ritengano necessario adoperarsi per tutelare le aree ad elevato valore ambientale interessate dal progetto e rispettare il principio di leale collaborazione sancito dalla Costituzione che impegna lo Stato a confrontarsi con gli enti locali in un clima di trasparenza e collaborazione.
(4-12021)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
il Rapporto OCSE 2011 di verifica dell'economia italiana, nella parte iniziale relativa alle valutazioni e raccomandazioni (assessment and recomandations) denominata Costs and benefits should be looked at more closely afferma che il bilanciamento costi/benefici nel trasporto su rotaia deve essere rivalutato;
in particolare, si afferma che i costi molto alti di costruzione nel nostro Paese (in particolare per quanto attiene all'alta velocità), congiuntamente alla tendenza dei progetti ferroviari ad avere considerevoli contenuti politici aggiunge peso al bisogno di un altro atteggiamento rispetto al programma ferroviario -:
se e come il Ministro intenda applicare l'analisi costi benefici (CBA) in maniera coerente, con le valutazioni chiaramente specificate e pubblicamente disponibili.
(4-12028)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
da un articolo pubblicato sul sito www.lavoce.info a firma Anna Mapelli e Marco Ponti si apprende che il raddoppio ad alta capacità della linea Napoli-Bari, lunga 162,3 chilometri prevede un costo di 4.052 miliardi di euro secondo uno studio fatto da Rfi che riguarda la fattibilità socio-economica dell'opera. Non sarebbe però stata correttamente presa in esame la fattibilità finanziaria, dato che si assume che non vi siano ritorni finanziari di sorta e che lo Stato paghi tutto. Dallo studio l'opera risulta fattibile, con un beneficio netto per la collettività di 683 milioni di euro;
tuttavia, per una tesi di ingegneria ambientale discussa al Politecnico di Milano si sono rifatti i calcoli presentati, con i seguenti, indispensabili, aggiustamenti:
a) per il valore residuo dell'opera ci si è riferiti alla prassi internazionale (il 50 per cento dell'investimento iniziale dopo trentasei anni), non al numero astronomico proposto da Rfi (pari a 1,8 volte il valore dell'investimento);
b) per il saggio sociale di sconto si è usato un valore pari al 3,5 per cento, raccomandato dalla Commissione europea per l'Italia, al posto di quello, assai più alto, usato da Rfi (5,5 per cento), che abbatte drasticamente la stima dei benefìci futuri dell'opera;
c) per i benefìci derivati dallo spostamento di parte del traffico attuale dalla strada alla ferrovia si è usato il metodo della variazione netta di surplus degli utenti (quello usato da Rfi, basato sulla variazione netta dei costi degli utenti, non è teoricamente difendibile e genera valori paradossali);
d) accanto ai benefìci ambientali stimati da Rfi, generati dalle ridotte emissioni a seguito dello spostamento di traffico sopra richiamato (benefìci pari a 88.957 ton di CO2/anno), si sono valutate le emissioni di CO2 da cantiere, tenendo conto della letteratura internazionale sul tema, che è risultata assai controversa. Mantenendoci doverosamente «on the safe side», si sono assunti i valori unitari più bassi, da cui si è ottenuta una stima pari a 2.975.245 ton di CO2 totali. Questo

valore, tradotto in termini economici secondo gli standard europei (50 euro/ton di CO2), è risultato tuttavia scarsamente rilevante per la fattibilità economica dell'opera (incide solo per il 4 per cento dei costi di costruzione);
e) quanto ai confronti quantitativi delle emissioni, assumendo che nello studio di Rfi sia corretta la stima del traffico spostato dalla strada, occorrerebbero trentaquattro anni per recuperare il CO2 emesso dal cantiere;
f) con questi doverosi aggiustamenti, il risultato netto per la collettività è passato da + 683 milioni a - 837 milioni di euro. Cioè l'infrastruttura determinerebbe una perdita netta di benessere sociale; quanto alle previsioni di traffico fatte da Rfi, la nuova linea farebbe risparmiare, sulla base dei dati ufficiali, 1 ora e 17 minuti ai treni passeggeri e probabilmente un po' di meno ai treni merci (il dato per questi non è specificato). Le tariffe dovrebbero crescere, o al più rimanere invariate;

l'esperienza e la letteratura internazionale evidenziano che il valore massimo dell'elasticità al tempo di viaggio è dell'ordine di 2. Ora, il traffico previsto dallo studio Rfi arriva a quadruplicarsi con la nuova linea. Da un calcolo banale, emerge che il valore dell'elasticità implicitamente assunto è pari a più di 8 -:
quali spiegazioni dia il Ministro in merito agli aggiustamenti evidenziati in premessa;
per quale motivo lo studio non sia stato affidato ad un soggetto neutrale ma a Rfi;
se lo studio sia stato usato per confrontare progetti alternativi.
(4-12032)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
da un articolo pubblicato sul sito www.lavoce.info a firma Ivan Beltramba si apprende che nel settore dei treni merci italiani, vi sono numerosi aspetti critici;
l'articolo parla di barriere all'ingresso alzate dal gestore dell'infrastruttura (Rfi del gruppo Fs) nel tentativo di proteggere la società Cargo, tra le quali il requisito, unico in Europa, di avere sulle locomotive una fascia di un certo numero di centimetri quadrati e di un certo rosso (e solo di quello) tra i respingenti;
i tempi per abilitare un macchinista sono superiori ai due anni, mentre in Germania bastano poco più dodici settimane;
quanto al meccanismo del «certificato di sicurezza»: in Europa vale per tutta la rete, in Italia linea per linea e nodo per nodo il che rappresenta un ulteriore ostacolo all'ingresso di nuovi concorrenti;
nell'articolo viene spiegato come il gruppo Fs adotti atteggiamenti che rendono problematico l'utilizzo dello scalo usato abitualmente. Se una fabbrica si trova vicino a una ferrovia e vuole farvi il binario che entra nello stabilimento (il «raccordo») deve pagare tutte le modifiche agli impianti a insindacabile giudizio di Rfi. Se invece si è lontani da una stazione, l'articolo riferisce di ricorrenti dinieghi alla realizzazione del raccordo, per non specificati motivi di sicurezza;
con la nuova normativa sui raccordi, introdotta da dicembre 2009, se non si realizza traffico merci oltre una certa soglia, il gestore dell'infrastruttura farà pagare anche un canone esorbitante che, vista la crisi, costringerà presto a spedire tutto su strada oppure a chiudere;
se poi un'azienda si rivolge a un'impresa ferroviaria diversa da Cargo, lo scalo merci «pubblico» vicino alla fabbrica rischia di finire nella lista di quelli improduttivi e di venir chiuso;
nei dati che il gruppo Fs pubblica o distribuisce agli enti locali per giustificare

lo scarso traffico merci di una stazione e quindi le manovre di soppressione (e «valorizzazione delle aree» con i palazzinari) le cifre del movimento merci sono solo quelle di Trenitalia Cargo, società del gruppo Fs. Ma spesso in quegli scali il grosso delle tonnellate lo fanno le nuove imprese ferroviarie: a volte anche oltre il 70 per cento delle merci movimentate;
i costi della manovra, se non viene fatta in proprio, sono ormai a 500 euro + Iva/treno (con coefficienti di maggiorazione fino a 1,5) e, guarda caso, è sempre affidata, se fornita da Rfi, a una società del gruppo Fs (Trenitalia o Serfer senza gara). In alcuni scali non la si può fare nemmeno in autoproduzione;
il 24 gennaio 2011 Trenitalia Cargo (Tic) - essendo responsabile della manutenzione, secondo le ultime norme della Unione europea - ha stabilito che i carri privati immatricolati presso Fs, potranno muoversi solo previo nulla osta della stessa Tic, da cui sorge il dubbio che il nulla osta arriverà solo se la trazione del treno sarà affidata a una società del Gruppo Fs, Tic o Serfer o a qualche suo «contoterzista»;
dal 1o aprile 2010 è stato soppresso il servizio merci «a carro singolo» per cui ora vaste aree degli scali merci e di smistamento, vicinissime alle grandi città, potranno essere oggetto di operazioni immobiliari;
nel Nord Europa invece, il traffico merci totale a fine 2007 rispetto al 1990 (l'anno precedente l'avvio della liberalizzazione prevista dalla direttiva Ce 91/440) è cresciuto a due cifre. Con punte del 95 per cento nel transfrontaliero Olanda-Germania e del 65 per cento nel traffico interno in Germania -:
se sia vero quanto riferito in premessa;
se e quali azioni si intendano promuovere per rilanciare il settore del trasporto merci su rotaia superando le criticità evidenziate in premessa.
(4-12033)

...

INTERNO

Interrogazione a risposta orale:

ASCIERTO. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
giungono all'interrogante numerose segnalazioni di automobilisti in transito sul tratto autostradale Padova-Venezia i quali durante la marcia verrebbero inseguiti da una autovettura Subaru, priva di qualunque contrassegno, per diversi chilometri;
l'autovettura si inserirebbe in coda e tallonerebbe l'autovettura del cittadino in transito con manovre di accelerazione e decelerazione improvvise e senza alcun segnale;
dopo diversi chilometri l'autovettura Subaru si affiancherebbe al guidatore in transito invitandolo ad accostare;
parrebbe che l'auto Subaru sia in realtà in dotazione alla polizia stradale di Padova i cui agenti provvedono a contestare l'infrazione del limite di velocità;
qualora le circostanze sopra rappresentate fossero confermate, la dinamica dell'accertamento sarebbe di per sé fortemente discutibile poiché talvolta i cittadini penserebbero più ad un atto intimidatorio o un tentativo di rapina che ad una azione istituzionale e tranquillizzandosi solo dopo aver accertato che gli occupanti dell'autovettura Subaru appartengono alla polizia dello Stato;
le manovre poste in essere non hanno alcuna finalità dissuasiva o preventiva come prescritto dal codice della strada, laddove si impone che la presenza di rilevatori di velocità sia finalizzata proprio ad indurre i guidatori a maggiore prudenza e responsabilità;
ne deriva che l'accertamento in sé, tra l'altro attuato con un metodo di rilevamento più volte ritenuto non conforme alle disposizioni di legge secondo la giurisprudenza, si pone al di fuori degli

obiettivi di tutela della incolumità dei cittadini e risulta attuato con dinamiche del tutto fuori norma;
qualora confermata, la modalità con cui l'intera attività di accertamento viene condotta renderebbe necessario rivedere in maniera radicale detto meccanismo in modo tale che i controlli degli agenti siano conformi a criteri di prudenza e cautela e che l'autovettura sia riconoscibile e non confondibile agli occhi del cittadino guidatore -:
quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere affinché dette condotte, così come descritte, cessino del tutto.
(3-01664)

Interrogazioni a risposta scritta:

STUCCHI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la polizia municipale di Livorno ha effettuato in data 19 maggio 2011 un controllo di routine sulla merce esposta dai venditori ambulanti, per la maggior parte extracomunitari, nella zona del mercato centrale;
tale operazione è degenerata in atti vandalici e di violenza contro la polizia municipale, coinvolgendo circa 150 persone presenti nel mercato;
risultano feriti sei vigili urbani e un extracomunitario nell'operazione che ha richiesto l'intervento di pattuglie di polizia e di carabinieri, che a fatica sono riuscite a permettere ai vigili urbani di allontanarsi;
subito dopo i fatti sopra esposti una quarantina di extracomunitari, in gran parte senegalesi, si sono radunati davanti alla sede del comando provinciale della polizia municipale per rivendicare la «possibilità di lavorare» -:
se non intenda promuovere un'attività di controllo sistematico presso i mercati livornesi, al fine di accertare e debellare il fenomeno dei venditori abusivi, nonché di evitare il ripetersi di tali gravi fatti, tutelando la sicurezza dei cittadini e dei lavoratori onesti.
(4-12015)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 19 maggio 2011 si sono svolti i festeggiamenti per il 159o anniversario della fondazione della polizia di Stato. La cornice della manifestazione, come consuetudine, è stata quella di piazza del Popolo a Roma;
per l'occasione sono stati impiegati un ingente numero di mezzi e di attrezzature di supporto e logistiche, oltre a un rilevante numero di appartenenti al Corpo e di civili della polizia di Stato; analoghe celebrazioni si sono svolte anche in altre città d'Italia -:
quanti uomini e mezzi siano stati effettivamente impiegati nelle attività per le celebrazioni di cui in premessa, per quanto tempo e quale sia stata la spesa complessivamente sostenuta.
(4-12016)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
un comunicato stampa del 20 maggio 2011 del COISP Coordinamento per l'indipendenza sindacale delle forze di polizia dal titolo «La festa della polizia non è più la festa dei poliziotti. La politica sfila nelle circostanze liete e si defila nella realtà.»;
nel comunicato tra le altre si legge «Chi sabato, nelle piazze delle maggiori città d'Italia, vedrà le celebrazioni per la festa della Polizia, resterà colpito dalla solennità, dal clima di gioia che apparente si respira. Ma è necessario fermarsi e chiedersi, dietro quelle divise e soprattutto passato il momento della festa cosa resterà? Noi lo sappiamo. Donne e uomini che sacrificano affetti, professionalità pur

di svolgere il loro lavoro per l'unico interesse per cui sono chiamati a farlo, il bene e la sicurezza delle comunità e farlo tra le mille difficoltà poste da un Governo che sfila alle feste e si defila nella realtà.»;
secondo Franco Maccari, segretario generale del Coisp, sindacato indipendente di Polizia, al di là delle importanti conquiste che sono state compiute in questi anni, i poliziotti hanno davvero poco da festeggiare in quanto «Le questure, rette tra mille difficoltà dagli stessi responsabili, sono al collasso - mancano risorse umane e strumentali. [...] "Il ministro Maroni ha annunciato assunzioni entro la fine dell'anno ben vengano, ma purtroppo, oltre a non credere alle parole del ministro, ci chiediamo perché non potenziare subito l'esistente? Perché non rimpinguare le casse così da poter pagare gli straordinari? Perché non dotare gli uffici del minimo necessario per espletare i servizi necessari?". Avremmo voluto che chi finora ha pugnalato alle spalle i Servitori dello Stato, facesse un passo indietro, riconoscesse gli errori commessi e si impegnasse non in maniera demagogica ma reale. Solo allora la Festa della Polizia di Stato diventerà la festa dei poliziotti, dei Servitori dello Stato.» -:
se il Ministro sia a conoscenza del comunicato di cui in premessa e quali immediate azioni intenda avviare per rispondere concretamente alle richieste avanzate dal segretario generale del Coisp.
(4-12017)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
la segreteria nazionale del COISP coordinamento per l'indipendenza sindacale delle forze di polizia, con la nota protocollo 821/11 S.N. del 22 maggio 2011, indirizzata al Ministero dell'interno - ufficio amministrazione generale - dipartimento della Polizia di Stato - ufficio per le relazioni sindacali - avente ad oggetto «Residence Ripamonti. Alloggio di centinaia di immigrati nella struttura in uso alla Polizia di Stato di Milano. Richiesta intervento immediato» ha segnalato che «nei giorni scorsi oltre 400 immigrati sono stati ricoverati presso una struttura alloggiativa in uso alla Polizia di Stato di Milano [...] Tutto ciò nonostante il parere contrario del Prefetto e del Questore di Milano, tenuti evidentemente in "alta considerazione"»;
con la medesima nota il Coisp ha quindi ritenuto di dover chiedere «l'immediato riconoscimento dell'indennità di servizio esterno e di ordine pubblico per tutti i poliziotti impegnati presso il Residence, - la conferma che l'alloggio degli immigrati rientri nella prima fase di gestione dei flussi e quindi termini entro le due settimane, come dichiarato dal Presidente della Regione Formigoni e dalla nota del Dipartimento della Protezione Civile EME/000806, datata 11 maggio 2011 - che il Dottor Giarola individui le soluzioni alloggiative tra i centri di accoglienza pre-esistenti, le strutture di ricovero ed i centri famiglia, tra cui non rientrano, nonostante quanto suggerirebbero gli stipendi degli Appartenenti, le strutture in uso alla Polizia di Stato -:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti segnalati dal COISP e quali immediate azioni intenda intraprendere per rispondere concretamente alle richieste dell'organizzazione sindacale al fine di tutelare gli appartenenti al Corpo della polizia di Stato.
(4-12023)

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta orale:

BARBIERI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
sarebbe stata diffusa via posta elettronica dall'ufficio della direzione dell'istituto

scolastico comprensivo di Novellara (RE) di via Don Pasquino Borghi n. 2, una lettera nella quale si invita a sostenere, a pubblicizzare e a divulgare il referendum del 12 giugno 2011 in quanto il Governo italiano starebbe bloccando l'informazione sia sulle reti RAI sia sulle reti Mediaset;
la lettera, inviata dall'indirizzo di posta elettronica ca.bar@libero.it, sarebbe firmata dal direttore dei servizi amministrativi dell'istituto scolastico comprensivo di Novellara, ragioniere Flavia Oliva;
il direttore dei servizi amministrativi dell'istituto scolastico comprensivo avrebbe pertanto utilizzato l'indirizzo di posta elettronica ufficiale della Direzione scolastica per inviare tale propaganda politica ed elettorale a destinatari quali:
Cgil Emilia Romagna, Cir-food, Banca reggiana, Comune di Novellara, 2 A, Carisbo, Dar Voce, Ausl Reggio Emilia, @istruzione, @tesoro, Crpa, Istituto Russel, provincia di Reggio Emilia, consiglieri comunali di Novellara, consulenti della scuola di Novellara, vice-preside di Novellara, dipendenti del comune di Novellara;

il giorno 12 maggio 2011 è stata rimossa la locandina della CGIL, affissa da oltre una settimana nella bacheca comunale posta all'entrata delle scuole medie di Novellara, nella quale si attacca duramente il Governo;
la bacheca comunale posta all'entrata delle scuole medie di Novellara dovrebbe essere utilizzata per le comunicazioni di servizio ai genitori ed agli alunni poiché è assolutamente vietata ogni forma di propaganda elettorale e politica negli spazi della scuola, siano essi interni che esterni, e l'indirizzo ufficiale di posta elettronica della direzione scolastica non può essere utilizzato per fare propaganda elettorale e politica -:
se non ritenga di verificare quanto esposto in premessa e quali eventuali iniziative intenda adottare nei confronti della direzione scolastica dell'istituto comprensivo qualora i fatti suesposti fossero confermati.
(3-01663)

Interrogazione a risposta scritta:

PES, CALVISI, FADDA, MELIS e SCHIRRU. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
con delibera n. 11/12 del 1o marzo 2011 la regione autonoma della Sardegna ha deliberato il piano di dimensionamento scolastico per l'anno scolastico 2011-2012;
con tale delibera si è proceduto alla riorganizzazione della rete scolastica, secondo il nuovo dettato normativo avendo «particolare riguardo al miglioramento delle politiche di formazione e istruzione, alla razionalizzazione delle istituzioni, alle esigenze e ai bisogni dell'utenza coniugati con il rispetto delle vocazioni e delle peculiarità territoriali così da costruire una rete di poli scolastici che fanno capo ad una istituzione centrale nel territorio che permetta di mantenere il maggior numero di punti di erogazione del servizio e la possibilità di un'offerta formativa ampia»;
il Piano tiene conto di alcune situazioni derogatorie dovute alla difficile collocazione geografica dei territori, alla condizione della rete viaria di diversi comuni montani che, di fatto, avrebbero reso improponibile un accorpamento fra istituti;
in seguito alle disposizioni nazionali in materia di organici, formazione delle classi e riforma della scuola non è stato possibile derogare diverse situazioni organizzative delle amministrazioni provinciali che in occasione del piano di dimensionamento relativo all'anno scolastico 2009-2010 erano state accolte;
con delibera n. 15/23 del 24 marzo 2011 della regione autonoma della Sardegna sono state apportate delle modifiche

rispetto alla precedente delibera, in seguito ai suggerimenti delle comunità locali e delle province;
ulteriori modifiche sono state apportate con la delibera n. 20/54 del 26 aprile 2011;
ad oggi la seconda delle delibere non è stata ancora recepita dal Ministro interrogato;
stando alle notizie della stampa (La Nuova 15 maggio 2011) pare in alcuni centri della provincia di Cagliari si stia applicando la prima delle due delibere della regione;
diversi corsi sono a rischio, come l'educazione degli adulti e l'indirizzo di scienze applicate nei licei scientifici e nei tecnici;
a pochi mesi dall'avvio del nuovo anno scolastico non si conosce l'attribuzione dei corsi, l'assegnazione delle autonomie alle diverse sedi;
in mancanza dell'approvazione del piano di dimensionamento non è possibile procedere all'attribuzione degli incarichi agli insegnanti;
in Sardegna sono impegnati 19 mila e 580 docenti, meno mille e trentasette rispetto all'anno scolastico 2009-2010;
nei piani di dimensionamento provinciali non si prende in considerazione il disagio socioeconomico del territorio: elevata disoccupazione giovanile (tra le più alte d'Italia), il più alto numero di ripetenti, il minor numero di diplomati, altissima concentrazione di famiglie povere -:
se il Ministro interrogato non ritenga opportuno intervenire urgentemente per fare chiarezza circa il piano di dimensionamento della regione autonoma della Sardegna, tenendo presente le peculiarità geografiche e la particolare situazione di disagio socio economico che la regione sta attraversando.
(4-12013)

TESTO AGGIORNATO AL 30 MAGGIO 2011

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LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

DELFINO. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
dall'entrata in vigore della legge n. 68 del 1999 che disciplina il collocamento al lavoro delle persone con disabilità, si è riscontrata un'applicazione ad intermittenza, disattendendo almeno in parte quanto auspicato;
secondo l'ultima relazione al Parlamento, il numero dei disabili che lavorano sarebbe sceso del 34 per cento negli ultimi due anni, delineando un quadro fortemente allarmante soprattutto se si considera la differenza tra il numero dei posti disponibili e il numero delle effettive assunzioni;
alla luce dei dati relativi al numero dei posti rimasti ancora scoperti e alle poche sanzioni di inadempimento agli obblighi di legge in materia di assunzioni da parte delle aziende, appare evidente la necessità di ricercare quali siano le cause di una così grave discrepanza;
sarebbero, dunque, necessari controlli più capillari per verificare sia l'efficienza del collocamento mirato, nato proprio per favorire l'assunzione delle persone disabili, sia il rispetto degli obblighi di legge da parte dei datori di lavoro pubblici e privati, per quanto concerne le assunzioni di persone facenti parte delle categorie protette;
ad oggi, dunque, risulta più che mai doveroso ridefinire un piano straordinario di investimenti specifici per l'occupazione e il reinserimento lavorativo delle persone con disabilità, o più semplicemente applicare quanto già previsto dalla vigente normativa, in modo da garantire quanto giustamente dovuto -:
quale sia, ad oggi, il numero delle persone con disabilità in attesa di un'occupazione

e quale sia l'effettivo numero dei posti di lavoro disponibili ad essi destinati;
quali urgenti iniziative intenda avviare al fine di verificare l'effettivo rispetto degli obblighi di legge, in materia di assunzioni per le categorie protette, da parte delle aziende pubbliche e private.
(5-04791)

CODURELLI e NACCARATO. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
Fond. Metalli Conveyors è un'azienda che produce nastri-tappeti metallici utilizzati in diversi settori commerciali (alimentare, meccanico, fonderie, e altro) nonché in altre situazioni di automazione industriale di alto contenuto tecnologico e che consta di 67 dipendenti di cui 58 (44 operai, 13 impiegati e 1 dirigente) a Monte Marenzo (Lecco) e 9 a Campodarsego (Padova);
l'azienda, di proprietà di un imprenditore veneto, nonostante la crisi vanta un discreto portafoglio clienti e un numero di commesse non indifferenti;
la produzione è di nicchia e, pur avendo anch'essa avvertito i contraccolpi di un quadro economico complessivamente negativo, mostra una positiva inversione di tendenza nel portafoglio ordini;
nel mese di luglio del 2010 la proprietà ha avviato la mobilità per 22 lavoratori che è stata in seguito bloccata. Attualmente per circa 30 dipendenti è stata attivata la cassa straordinaria e il contratto di solidarietà che scade il 30 ottobre 2011. Inoltre, attraverso un percorso di accompagnamento verso la pensione, entro il prossimo novembre dovrebbero rimanere circa 50 dipendenti;
a quanto consta agli interroganti nel 2011 la proprietà ha intrapreso una serie di operazioni tese alla dismissione dell'azienda: smantellamento di alcuni macchinari sulla base della motivazione che in loco non c'erano le professionalità adatte per innovarli tecnologicamente; dismissione del capannone di Monte Marenzo perché richiede un affitto troppo oneroso, con l'impegno di reperirne un secondo nel raggio di 10 chilometri e perché non è in linea con le altezze previste per alcune lavorazioni. Ad oggi, dunque, il capannone risulta mezzo vuoto, non c'è un posto di lavoro per tutti, quindi gli addetti presenti lavorano su due turni di 5 ore e mezzo;


secondo fonti sindacali, la proprietà ha trasferito i macchinari in Veneto dove ha avviato un'attività analoga utilizzando lavoratori di una cooperativa, pagandoli molto meno e con contratti precari. C'è ragione di ritenere che la proprietà consideri prioritario ridurre i costi del personale e dei processi produttivi, disponendo la dismissione completa dell'unità produttiva, amministrativa e commerciale in Monte Marenzo;
la dismissione dello stabilimento causerebbe:
perdita della quasi totalità dei posti di lavoro, supponendo che il settore commerciale non sia così esposto in quanto meno legato ad un sede operativa;
perdita di un'attività che opera in un settore che potrebbe, in una visione lungimirante, rappresentare l'opportunità di promuovere sinergie in grado di sviluppare innovazione nei processi tecnologici (soprattutto nella robotica e nell'impiego di nuovi materiali), in collaborazione con la locale università e con specifiche realtà dell'imprenditoria territoriale;
perdita di un altro tassello del sistema industriale della provincia di Lecco, nella quale, a detta degli ultimi dati macroeconomici, la ripresa occupazionale e produttiva è più stentata rispetto ad altre aree regionali;
l'aumento della precarietà nel lavoro e le difficoltà registrate dalle attività economiche nel territorio interessato, stanno determinando un crescente peggioramento delle condizioni socio-economiche delle famiglie e dei giovani in cerca di prima occupazione, ai quali la comunità locale non riesce a dare risposte adeguate in termini di servizi e provvidenze, considerati i limiti imposti alla spesa pubblica dalle leggi finanziarie -:
se non reputi urgente un intervento, con tutti i soggetti a vario titolo coinvolti, stante il grave comportamento dell'azienda, che agli interroganti appare lesivo dei più elementari doveri verso le rappresentanze dei lavoratori, e non conformi ai contratti nazionali e alla legislazione vigente in materia di lavoro, considerato che si utilizzerebbero ammortizzatori sociali per i dipendenti in un territorio e contemporaneamente si trasferirebbe in un'altra regione italiana la medesima produzione, impiegando manodopera precaria e sottopagata. (5-04792)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
i giudici di legittimità con le sentenze numeri 13145/99, 4223/02, 10697/02, 12734/03, 2002/05 hanno, in via innovativa, stabilito che, il diritto alla rendita ai superstiti per i casi di morte per malattia professionale decorre dal momento in cui si realizzano le condizioni che consentono al titolare di conseguire la ragionevole conoscibilità dell'esistenza del diritto stesso;
l'INAIL con la circolare della direzione centrale prestazioni - ufficio I, protocollo n. 7187/bis Roma del 28 novembre 2005, si è adeguato a quanto disposto dalla suprema corte, disponendo altresì che il diritto alla rendita a superstiti si prescrive nel termine di tre anni e 150 giorni decorrenti dalla data in cui sia dimostrabile la conoscenza, o l'oggettiva conoscibilità, da parte dei superstiti, non solo della morte dell'assicurato, ma anche dei seguenti due presupposti del diritto:
a) che l'assicurato era affetto da malattia (o aveva subito un infortunio) di origine professionale;
b) che la morte dell'assicurato era conseguenza della malattia professionale (o dell'infortunio sul lavoro). Inoltre l'INAIL ha stabilito che con riguardo al dies a quo della prescrizione quanto sopraesposto non ha riflessi sulla data di decorrenza della rendita a superstiti, che resta quella fissata dall'articolo 105 T.U. L'Istituto, con la comunicazione della direzione centrale prestazioni suesposta, ha disposto che le sopraindicate istruzioni si applichino ai casi futuri e a quelli in istruttoria, si applicano inoltre, su richiesta degli interessati, ai casi che, sulla base delle precedenti direttive, erano stati definiti negativamente per intervenuta prescrizione, sempreché non siano coperti da giudicato o non sia confermabile l'eccezione di prescrizione secondo le direttive di cui alla presente lettera;
l'Associazione, AIEA VBA, ha documentato che l'INAIL della regione Basilicata, non sta ottemperando alle disposizioni dei giudici di legittimità né tanto meno applicando quanto riportato nella circolare n. 7187/bis del 28 novembre 2005 della direzione centrale prestazioni, ufficio I;
infatti i familiari, aiutati dall'Associazione, hanno richiesto il riconoscimento della malattia professionale per il proprio congiunto compilando il primo certificato medico di malattia professionale, mod. 5 SS INAIL ma l'INAIL regionale si è limitato a verificare che erano trascorsi tre anni e 150 giorni dalla data del decesso, non effettuando qualsivoglia indagine di accertamento della malattia professionale ed omettendo l'applicazione delle disposizioni di cui sopra;
inoltre l'AIEA VBA, ha riscontrato che in Val Basento, medici di famiglia non hanno compilato il certificato di INAIL 5 SS malattia professionale e tanto meno il modulo per la denuncia/segnalazione di malattia ai sensi degli articoli 139 decreto del Presidente della Repubblica n. 1124 del 1965 e 10 del decreto legislativo n. 38 del 2000 - decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali del 14

gennaio 2008 (G.U. n. 70 del 22 marzo 2008). Questo perché sovente i medici del Servizio sanitario nazionale, sottovalutando elementi anamnestici che consentono l'attribuzione della patologie a fattori di rischio lavorativo, possono incorrere in omissione di obblighi di legge, specificamente l'obbligo di denuncia di malattia professionale (articolo 139 decreto del presidente della Repubblica n. 1124 del 1965), l'obbligo di referto (articolo 365 codice penale e 334 codice di procedura penale), l'obbligo di denuncia di reato da parte del pubblico ufficiale (articolo 361 codice penale) e l'obbligo di segnalazione di malattie ricomprese nell'elenco del decreto ministeriale 27 aprile 2004 -:
se corrisponda al vero quanto riferito in premessa;
quali iniziative si intendano adottare affinché sia assicurato in Basilicata il pieno rispetto delle sentenze e della circolare INAIL citate in premessa e siano pertanto riesaminate tutte le domande respinte per omessa applicazione delle disposizioni di cui sopra;
se non si ritenga a partire dalla Val Basento di verificare la portata della mancata compilazione da parte dei medici di famiglia del certificato di INAIL 5 SS malattia professionale, così come del modulo per la denuncia/segnalazione di malattia ai sensi degli articoli 139 del decreto del Presidente della Repubblica n. 1124 del 1965 e 10 del decreto legislativo n. 38 del 2000 - decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali del 14 gennaio 2008 (G.U. n. 70 del 22 marzo 2008).
(5-04794)

Interrogazione a risposta scritta:

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
secondo l'AIEA VBA, TINAIL non ha ancora applicato la «Direttiva 2009/148/CE del parlamento europeo e del consiglio del 30 novembre 2009» non prende in considerazione l'aggiornamento delle tabelle Monografiche IARC «Tabella 1 : Metalli, arsenico, polveri e fibre valutate dal gruppo di lavoro sulle Monografie IARC (marzo 2009)»;
in particolare, l'Associazione evidenzia che tra gli agenti Gruppo 1, tra cui asbesto (crisotilo, crocidilite, amosite, tremolite, actnolite e antofillite), sulle monografie IARC viene riportato che, oltre agli organi bersaglio: polmone, mesotelioma, laringe, ovaio per cui esiste sufficiente evidenza nell'uomo, anche per il colon retto, la faringe e lo stomaco si ha una evidenza limitata ed, inoltre, la direttiva 2009/148/CE evidenzia tra le raccomandazioni pratiche per l'accertamento clinico dei lavoratori (allegato 1) quanto segue: «In base alle conoscenze di cui si dispone attualmente, l'esposizione alle fibre libere di amianto può provocare, oltre alle affezione precedentemente riportate, anche il cancro gastrointestinale»;
a tal riguardo, AIEA VBA evidenzia che dall'indagine effettuata sugli siti industriali ex Montefibre di Acerra e Casoria (Procura della Repubblica di Nola, proc. n.10392/2001 r.g.n.r., Napoli 11 maggio 2005), i Cc.tt., dottor Comba e Menegozzo, hanno riconosciuto la sussistenza del nesso causale in ordine a 83 decessi raggruppati: 2 decessi mesotelioma peritoneale, 5 decessi per mesotelioma pleurico, 55 decessi per tumori polmonari 6 decessi per tumore alla laringe, 15 decessi per tumore primitivo del fegato ed inoltre hanno riconosciuto l'esistenza di un nesso tra l'esposizione professionale all'amianto e le neoplasie del tratto gastrointestinale;
gli impianti e le lavorazioni per la produzione di fibre tessili (poliestere e nylon) di Acerra e Casoria erano simili alle produzioni dei siti industriali dell'ex stabilimento ENI di Pisticci Scalo (Matera) e l'AIEA VBA, da tempo denuncia la necessità di un'indagine epidemiologica per far emergere le reali conseguenze generate dall'esposizione a sostanze tossiche

e nocive come l'asbesto utilizzate negli stabilimenti della Val Basento;
attualmente sono avviati a sorveglianza sanitaria circa 1.700 lavoratori ex esposti; in lista di attesa altri 3.300, che hanno svolto la loro attività nei siti industriali del basso Basento, come lavoratori diretti Enichem e/o come maestranze di supporto allo stabilimento di Pisticci;
molte patologie (circa 230 casi) sono state denunciate dalla stessa medicina del lavoro di Matera che all'INAIL e contestualmente entrano in un ciclo di controllo periodico frequente, 4-6-12 mesi che ovviamente intasano il reparto operante, attualmente disponibile al servizio;
molti di questi vengono avviati a controllo oncologico presso l'istituto scientifico «IRCCS di Rionero in Vulture» (Potenza); tantissimi lavoratori e/o loro familiari stanno rivendicando presso l'Associazione il riconoscimento di patologia professionale, diagnosticata da altre strutture sanitarie (alcuni casi risalgono alla metà degli anni novanta);
l'associazione evidenzia, oltre 260 casi di Patologie tumorali (circa 240 casi ex Enichem), di cui circa 160, con morti premature, tra questi, 6 casi di mesotelioma e 28 casi di tumori polmonari, strettamente correlate all'esposizione alle fibre di amianto e tanti altri casi di patologie tumori allo stomaco, tumori al pancreas, tumori al colon retto, tumori al colon retto, tumori all'apparato urinario-vescica, leucemie e altro) legati probabilmente all'esposizione di un sinergismo di più sostanze tossiche (irritanti e fibrosanti) compreso l'amianto;
denuncia, inoltre, casi di patologie e premorienza di familiari di lavoratori riconosciuti ex esposti per patologia acquisita;
a tal riguardo, AIEA VBA evidenzia che tra i lavoratori dell'ex stabilimento Enichem di Pisticci si registrano molti casi di tumori al colon retto, allo stomaco e di cancro gastrointestinale con diversi casi di morte prematura, che potrebbero essere, anche, una concausa della sinergia tra le sostanze tossiche-nocive e la presenza di notevole quantità di fibre di asbesto;
quali iniziative il Ministro intenda adottare per assicurare, conformemente alle norme europee, l'aggiornamento delle tabelle monografiche IARC «Tabella 1: Metalli, arsenico, polveri e fibre valutate dal gruppo di lavoro sulle monografie IARC (marzo 2009)»;
quali iniziative il ministro intenda adottare perché sia realizzata un'indagine epidemiologica sulle reali conseguenze generate dall'esposizione a sostanze tossiche e nocive come l'asbesto utilizzate negli stabilimenti della Val Basento;
se il Ministro non ritenga assumere le necessarie iniziative per una riapertura dei termini per dare giustizia ai lavoratori e aiutare i familiari tantissimi lavoratori deceduti per la manipolazione e/o l'esposizione a sostanze tossiche,e nocive (irritanti e fibrosanti) come le fibre di asbesto.
(4-12025)

...

SALUTE

Interrogazioni a risposta scritta:

FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
il quotidiano Corriere dell'Umbria nella sua edizione del 30 aprile 2011 denunciava quanto segue: «Usati come cavie, sottoposti a protocolli non autorizzati, oggetto di test e di somministrazione di prodotti non contemplati nella cartella clinica. Vittime di questi "esperimenti" gli anziani non autosufficienti ricoverati in un clinica dell'Altotevere, in Umbria. Ad insospettire i familiari degli anziani, ricoverati a seguito di delicati interventi neurologici, sono stati degli "strani" prelievi di sangue che precedevano o seguivano la somministrazione di alcune pillole e le

"stranezze" notate nel comportamento degli anziani a seguito dell'ingestione delle compresse. A quel punto l'allarme si diffonde e si scopre così che anche ad altri pazienti erano state somministrate le stesse pasticche conservate nella medesima sacchetta. Scattano le denunce e l'inchiesta dei Nas. Si tratterebbe di sostanze somministrate su pazienti di una certa età, fa capire il legale di uno dei pazienti. Paolo Panichi, solo con l'obiettivo di testare le reazioni sull'organismo degli assuntori, valutare le conseguenze e tutto quello che, per l'appunto, serve per sperimentare gli effetti. "Ci siamo sentiti indifesi, a pezzi, ignari di cosa ci stava capitando - ha raccontato uno degli anziani -. E la cosa che ci amareggia è che ancora, a distanza di tempo, io non so esattamente cosa sia stato somministrato con precisione e perché". Dalla clinica ammettono e fanno sapere che si tratta di un farmaco non italiano, per verificarne l'effetto sul risveglio neurologico. Un complesso ormonale, dicono, che non avrebbe effetti sulla salute dei pazienti. Si vedrà. Intanto, il 1o giugno è fissato il dibattimento e in quella sede verrà esposto, con dovizia di particolari, come sono andate le cose nella struttura dove alcuni pazienti ignari si sono ritrovati a fare da cavie» -:
se quanto pubblicato corrisponda a verità;
in caso affermativo quali urgenti iniziative di competenza si intendano promuovere adottare e sollecitare in ordine a quanto sopra esposto.
(4-12018)

SCILIPOTI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
a partire dal 1981 l'ex medico tedesco Ryke Geerd Hamer ha inventato una teoria medica chiamata «nuova medicina germanica» basata su «cinque leggi biologiche»;
secondo tali leggi la malattia sarebbe un «programma speciale, biologico e sensato che ha origine da uno choc conflittuale acuto, inaspettato, altamente drammatico, vissuto con un senso di isolamento»;
la terapia per ogni tipo di patologia consisterebbe nel risolvere il proprio «conflitto biologico» ed accompagnare il «programma» di «madre natura»;
tale teoria nega l'esistenza dei tumori al cervello, proponendo al loro posto «Focolai di Hamer» giudicati da Maximilian Reiser, presidente dei radiologi tedeschi, «un'interpretazione incompetente delle TAC in ovvio contrasto con le conoscenze ed esperienze scientifiche»;
secondo Hamer «i microbi non sono nostri nemici bensì ci aiutano», e quindi per la «cura» del carcinoma intestinale «si darà il consiglio di inghiottire quanto prima possibile dei batteri della tubercolosi»;
la leucemia sarebbe «una fortuna», «non è una malattia ma una fase di guarigione dopo una malattia del midollo osseo. Quando da me arriva un malato di tumore che ha la leucemia faccio i salti di gioia»;
l'HIV non esisterebbe, e l'AIDS sarebbe un «conflitto biologico di "perdita del territorio" causato dall'odore dello smegma del prepuzio»;
per Hamer «la morfina risulta rovinosa per qualsiasi paziente», negandone l'uso anche per pazienti affetti da patologie che causano dolori lancinanti;
Hamer è stato radiato dall'ordine dei medici nel 1986 e condannato in numerosi Paesi europei per omissione di soccorso, calunnia, frode, cattiva pratica medica ed esercizio abusivo di professione medica. Attualmente è latitante in Norvegia perché accusato da due procure tedesche di «incitamento all'odio razziale», in quanto per lui gli ebrei userebbero la sua «Nuova Medicina» condannando all'olocausto i non-ebrei;
in Italia esistono migliaia di seguaci di tale teoria, tra cui molti medici. Le due maggiori associazioni sono la «Associazione

Leggi Biologiche Applicate» di Genova, diretta da Marco Pfister e dal dottor Danilo Toneguzzi, e l'associazione «La Fonte» di Loreto, guidata da Fabrizio Camilletti e dalla dottoressa Daniela Carini;
durante la trasmissione «Mi manda Raitre» del 6 maggio 2011 sono giunte alla redazione del programma numerosissime telefonate che testimoniavano la pericolosità e la diffusione di tali teorie nel territorio nazionale;
Danilo Toneguzzi è attualmente indagato per omicidio e truffa, in quanto accusato di aver applicato le teorie della Nuova Medicina Germanica su Manuela Trevisan, affetta da un linfoma no Hodgkin dichiarato con buone probabilità di guarigione ed invece morta il 10 giugno 2008 dopo aver rinunciato ai protocolli medici;
il 20 ottobre 2006 l'associazione ALBA ha richiesto al Ministero della salute la verifica di tali «leggi biologiche». Il 23 luglio 2007 il Ministero ha risposto chiedendo ulteriore documentazione al riguardo. Il 27 agosto 2007 l'associazione ALBA ha risposto a tale lettera, chiedendo preventivamente un «programma di lavoro» condiviso. Da quella data in poi non si sa più nulla di tale richiesta;
non esiste alcuno studio scientifico che dimostri la validità degli assunti di Hamer né documentazione di pazienti guariti grazie a tale teoria -:
se il Governo intenda assumere, per quanto di competenza, iniziative volte a verificare la validità scientifica di tale teoria medica dando seguito alla richiesta dell'associazione ALBA;
se il Governo intenda verificare il riscontro della effettiva diffusione in Italia della «Nuova medicina germanica», in particolare tra gli operatori della sanità pubblica;
se il Governo intenda verificare se tra gli aderenti a tale teoria vi siano violazioni del codice di deontologia medica, soprattutto riguardo la negazione della morfina, nonché la mancata eventuale applicazione dei protocolli scientifici dovuta alla presunta inesistenza dell'AIDS, dei tumori al cervello, e alla positività della leucemia;
se il Governo intenda dare massima diffusione mediatica dei risultati delle indagini svolte, al fine di consentire una reale libertà di scelta terapeutica basata su informazioni mediche corrette.
(4-12035)

...

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazioni a risposta scritta:

PES, FADDA, MELIS e SCHIRRU. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
in data 12 maggio 2011 il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Lanusei (OG) ha emesso un decreto di sequestro preventivo dei terreni intorno al poligono di Quirra e il divieto alle attività agropastorali, ravvisando gli estremi per disastro ambientale;
al momento risultano esserci tre indagati: un ufficiale accusato di disastro ambientale colposo e di omicidio volontario e due tecnici con l'accusa di falso ideologico in atto pubblico;
gli ovini allevati nella zona sono stati sottoposti ad accurate analisi dai periti nominati dalla procura di Lanusei per accertare la presenza di uranio impoverito e nano particelle o altri elementi estranei che possono essere causa di malattie e malformazioni;
l'amministrazione regionale ha previsto l'anticipazione degli indennizzi per complessi 500 mila euro con un emendamento al collegato alla finanziaria 2011-2013;
la regione Sardegna ha inoltre istituito la commissione e il comitato scientifico per la valutazione epidemiologica dello stato di salute delle popolazioni residenti ed operanti nelle aree interessate

da attività militari attive o dismesse, che riguarderà anche il territorio del poligono di Quirra oltre alle basi di Capo Frasca, Teulada e La Maddalena;
le condizioni economiche e sociali del territorio sono estremamente difficili;
la legge 898 del 1976 e successive modificazioni reca la regolamentazione delle servitù militari;
tale legge garantisce un indennizzo ai proprietari degli immobili assoggettati alle limitazioni;
in data 8 settembre 2005 è stato stipulato un protocollo d'intesa tra il Ministero della difesa e la regione autonoma della Sardegna, che, convenendo sul fatto che le marinerie di Teulada e Sant'Anna Arresi erano aggravate da particolari interdizioni permanenti all'ancoraggio e alla pesca in delimitate aree marine prospicienti il Poligono di Capo Teulada, concede agli operatori economici degli indennizzi;
è previsto inoltre un indennizzo aggiuntivo correlato alla situazione di maggiore onerosità degli operatori per la vicinanza ad aree marittime permanenti interdette per le esigenze del poligono di Capo Teulada -:
se il Ministro interrogato non ritenga necessario adoperarsi per avviare con la regione Sardegna un protocollo d'intesa che conceda agli operatori economici dei terreni intorno al poligono di Quirra interessati dal divieto delle attività agropastorali gli indennizzi, così come previsto per i pescatori delle marinerie di Teulada e Sant'Anna Arresi.
(4-12022)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il Rapporto OCSE 2011 di verifica dell'economia italiana, nel capitolo 3, paragrafo «Improving Energy efficiency» afferma che ridurre i consumi elettrici direttamente attraverso un aumento dell'efficienza energetica è più rispettoso dell'ambiente che sostituire lo stesso ammontare di energia elettrica con produzione proveniente da rinnovabili;
poiché il successo delle misure pro efficienza energetica dipende dalla propensione degli utenti finali ad adottare nuove tecnologie, il rapporto da un lato evidenzia una serie di fattori che ne ostacolano un pieno sviluppo, quali la carenza di informazione, le costrizioni finanziarie, frazionamento degli incentivi ed infine le preferenze dei consumatori e dall'altro propone una serie strumenti per farvi fronte quali: certificazione energetica ed eco-etichettature, campagne di educazione ed informazione, sostegno fiscale e maggiori informazioni sui comportamenti energetici e sui costi delle bollette, pubblici prestiti per far fronte a misure di efficienza energetica, miglioramento della conoscenza energetica dei funzionari delle banche di credito, standard energetici obbligatori per i nuovi edifici ed infine campagne di responsabilità sociale e altro -:
se e come si intenda dar seguito alle indicazioni riportate in premessa a sostegno dell'efficienza energetica.
(4-12024)

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
il Rapporto OCSE 2011 di verifica dell'economia italiana, nel capitolo 3, paragrafo «The gap in Energy efficiency between Italy and Europe narrowed progressively in the last decade» afferma che negli ultimi 15 anni, in Italia l'intensità energetica è stata ridotta molto meno che negli altri principali Paesi europei;
nonostante ancora complessivamente più efficiente che altri Paesi, l'Italia ha perso terreno in tutti i settori, salvo quello dell'auto;

in particolare abitazioni e trasporto di merci su strada sono energeticamente meno efficienti della media europea;
in particolare è impressionante che mentre le auto hanno un buon e crescente grado di efficienza energetica (nel 2007 la media delle auto italiane usava il 17,5 per cento in meno di energia che la media europea), la flotta dei veicoli industriali è giudicata relativamente inefficiente: nel 2007 gli autocarri italiani consumavano il 26 per cento in più di energia per unità di tonnellate per chilometro che la media europea;
questo livello di inefficienza viene spiegato dal rapporto in riferimento alla presenza di molti piccoli operatori nel settore, all'esistenza di nocive detrazioni fiscali sui prodotti energetici usati nel settore e alla limitata capacità delle autorità di applicare gli standard di emissione dei veicoli;
viene anche fatto notare che parte del trasporto commerciale in Italia è costituito dal trasporto merci -:
se e quali azioni si intendano promuovere per far recuperare all'Italia il terreno perduto negli ultimi 15 anni nel settore dell'efficienza energetica;
se non si ritenga di assumere iniziative normative per rivedere quelle agevolazioni fiscali nel settore del trasporto merci che hanno nocivi effetti ambientali;
come si intenda rafforzare la capacità di far applicare e rispettare gli standard di emissione dei veicoli.
(4-12026)

...

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

L'interrogazione a risposta in Commissione Trappolino e altri n. 5-04776, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 19 maggio 2011, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Ceccuzzi.

Pubblicazione di un testo riformulato.

Si pubblica il testo riformulato della interrogazione a risposta scritta Jannone n. 4-11829, già pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta n. 471 del 4 maggio 2011.

JANNONE. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il decreto ministeriale dell'economia e delle finanze dell'11 aprile 2008, nell'ambito di un generale progetto di rielaborazione degli organici delle commissioni tributarie provinciali e regionali, ha previsto una redistribuzione delle sezioni, per regioni, basata sul contingente del «flusso medio dei processi relativi agli anni 2006 e 2007», così ripartita: Campania n. 107 sezioni (abitanti 5.824.000)/Sicilia n. 91 sezioni (ab. 5.042.000)/Lazio n. 70 sezioni (ab. 5.681.000)/Lombardia n. 55 sezioni (ab. 9.826.000)/Calabria n. 40 sezioni (ab. 2.009.000)/Puglia n. 30 sezioni (ab. 4.084.000)/Emilia Romagna n. 23 sezioni (ab. 4.395.000)/Veneto n. 22 sezioni (ab. 4.912.000)/ e altro;
a causa di tale rielaborazione la commissione tributaria provinciale di Bergamo si trova costretta a lavorare con notevoli carenze di organico, con il rischio di pesanti ricadute in termini di gestione delle pratiche pregresse. Infatti, per effetto di tale rielaborazione è stata sancita la riduzione dell'organico della commissione provinciale di Bergamo da 12 a 3 sezioni e quindi dei componenti da 72 a 18. Tale riduzione è, per altro, progressivamente già in corso per effetto del naturale esodo dovuto a raggiunti limiti d'età (75 anni), a dimissioni e ad altre cause; attualmente, non essendovi state nuove immissioni, l'organico della commissione consta di 36 magistrati, di cui 7 ricoprono l'incarico di presidente, 6 di vice presidente e 23 rivestono la funzione di giudice. Anche l'organico

del personale risulta appena sufficiente a far fronte, non senza difficoltà, al normale svolgimento della attività giurisdizionale che, per necessità, è stata ridotta a due udienze mensili per ogni sezione;
ciascuna delle residue 7 sezioni è costituita di cinque membri soltanto, in luogo dei sei previsti dal decreto legislativo n. 545 del 1992. Con riguardo alla situazione attuale risultante dall'organico ormai più che dimezzato, occorre rilevare che i giudici tributari operano a tempo parziale per la commissione, dove oltretutto non dispongono di alcun ufficio e/o strumento di lavoro - e che, eccettuati alcuni membri pensionati, gli altri dedicano prevalentemente il loro tempo ad attività lavorative diverse, quali la funzione giurisdizionale ordinaria o l'esercizio di attività professionale o impiegatizia. Considerato anche l'esiguo compenso percepito, va inoltre sottolineato che per tutte le ordinanze emesse in materia di sospensione della esecuzione in base all'articolo 47 del decreto legislativo n. 546 del 1992 non è prevista alcuna retribuzione;
nell'attuale situazione di progressivo ed avanzato depauperamento dell'organico diverrà impossibile fronteggiare tempestivamente il nuovo afflusso di richieste di provvedimenti urgenti provocato dall'inevitabile moltiplicazione delle istanze di sospensione della esecuzione che i contribuenti saranno comprensibilmente indotti a presentare unitamente al ricorso. A tal riguardo, occorre far notare che la commissione tributaria provinciale di Bergamo, ultimamente, non è stata più in grado di smaltire in via ordinaria un numero di ricorsi quanto meno pari a quello dei ricorsi pervenuti, come testimoniato dai dati statistici relativi ai flussi dei procedimenti. Senza la immissione in organico di nuovi giudici, sarà inevitabile la conseguenza che nell'immediato futuro, per effetto della progressiva riduzione del numero delle sezioni, causata dal naturale esodo dei giudici e favorita dalla previsione ministeriale, i tempi di trattazione e definizione dei procedimenti tributari diventino sempre più lunghi e prossimi a quelli smisurati della giustizia civile;
lo stesso sindaco di Bergamo, Franco Tentorio, in una lettera indirizzata al Ministro della giustizia e al Consiglio superiore della Magistratura, lamenta quanto affermato dal procuratore della Repubblica, dottor Massimo Meroni, il quale spiega che presso il tribunale ordinario di Bergamo, alla data del 18 aprile 2011 erano presenti «dodici sostituti procuratori, che dal 22 maggio 2011 diventeranno tredici, su un organico previsto di sedici (con una mancata copertura dei ruoli intorno al 20 per cento), mentre non è ancora stato nominato il procuratore capo». Il procuratore, con atto scritto indirizzato al sindaco Tentorio, afferma che «per quanto riguarda il personale amministrativo, la situazione è ulteriormente peggiorata ed è divenuta insostenibile, tanto che proprio in questi giorni dovrò prendere la dolorosa decisione di sospendere alcuni servizi, non disponendo più di un numero di impiegati sufficienti; a decorrere dall'ultima assunzione, avvenuta il 16 gennaio 2001 diciassette impiegati hanno lasciato il servizio presso la procura di Bergamo e, a decorrere dal 1o luglio 2011, anche una diciottesima impiegata lascerà il servizio; pertanto da tale data resteranno in servizio quarantaquattro impiegati, uno dei quali però stabilmente applicato per ragioni di famiglia alla procura di Milano, mentre l'organico attuale previsto, dopo il provvedimento di qualche anno fa che ha drasticamente ridotto gli organici, stabilendo che dovevano essere pari al personale in quel momento effettivamente in servizio, è di cinquantadue impiegati; inoltre in considerazione dell'età media avanzata del personale di servizio, nei mesi successivi anche altri impiegati lasceranno probabilmente l'ufficio». Alla missiva indirizzata al Ministro della giustizia e al C.S.M., il Sindaco Tentorio ha allegato l'ordine del giorno n. E0019950 P.G.

del 22 febbraio 2011, nel quale il consiglio comunale di Bergamo «impegna il signor sindaco a sollecitare fortemente, anche per il tramite dei parlamentari bergamaschi, il Consiglio superiore della magistratura ed il Ministro della giustizia, per quanto di rispettiva competenza, a provvedere alla copertura degli organici dei magistrati e del personale amministrativo in servizio presso la procura della Repubblica presso il tribunale di Bergamo -:
quali misure i Ministri competenti intendano attuare al fine di recepire le istanze dei rappresentanti della commissione tributaria provinciale di Bergamo e della procura della Repubblica di Bergamo;
quali iniziative di competenza i Ministri intendano adottare al fine di rendere gli organici sia della commissione tributaria provinciale che della procura della Repubblica di Bergamo consoni alla mole e alla qualità di lavoro ad essi affidato.(4-11829)

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:
interrogazione a risposta scritta Tassone n. 4-10825 del 10 febbraio 2011;
interrogazione a risposta in Commissione Zeller n. 5-04737 del 17 maggio 2011.

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ERRATA CORRIGE

Interrogazione a risposta scritta Farina Coscioni e altri n. 4-11993 pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta n. 475 del 19 maggio 2011. Alla pagina 21899, seconda colonna, dalla riga diciottesima alla riga ventesima, deve leggersi: «Maurizio Turco, Farina Coscioni, Beltrandi, Bernardini, Mecacci e Zamparutti. - Al Ministro» e non «Farina Coscioni, Maurizio Turco, Beltrandi, Bernardini, Mecacci e Zamparutti. - Al Ministro», come stampato.