XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di giovedì 9 giugno 2011

ATTI DI INDIRIZZO

Risoluzione in Commissione:

La III Commissione,
premesso che:
il Consolato di Rosario in Argentina svolge da molti anni un grande lavoro teso a facilitare e sviluppare rapporti culturali e commerciali tra il nostro paese e il paese sud americano;
questo lavoro si è ulteriormente incrementato anche attraverso la presenza e lo sviluppo della Camera di Commercio Italiana;
negli ultimi mesi il Consolato di Rosario ha incontrato numerose delegazioni commerciali e culturali italiane, incrementando gli scambi bilaterali a vantaggio di numerosi investitori italiani e dei nostri immigrati residenti,


impegna il Governo:


a) ad adottare apposite iniziative normative, eventualmente anche nell'ambito del prossimo disegno di legge di stabilità, volte ad incrementare,per un importo pari ad almeno 200.000 euro, la dotazione del capitolo 1275 dello stato di previsione del Ministero degli affari esteri al fine di potenziare l'attività del Consolato italiano a Rosario per consentire allo stesso di far fronte agli adempimenti amministrativi di sua competenza;
b) a provvedere, ai sensi dell'articolo 33, comma 3, della legge n. 196 del 2009, con il prossimo disegno di legge di assestamento del bilancio 2011, ad incrementare, di un importo pari ad almeno 300.000 euro, lo stanziamento per associazioni ed enti che operano per l'assistenza delle collettività italiane all'estero relativo al capitolo 3105, da destinare, in particolare, alle esigenze del Comitato di assistenza agli italiani operante in Argentina, all'uopo rimodulando per un importo corrispondente gli stanziamenti della medesima missione con l'esclusione del suddetto programma;
c) a provvedere, ai sensi dell'articolo 17, comma 15, della legge n. 221 del 2010, ad effettuare variazioni compensative tra le dotazioni finanziarie nell'ambito del programma «Italiani nel mondo e politiche migratorie», iscritto nella missione «L'Italia in Europa e nel mondo», dello stato di previsione relativo al Ministero degli affari esteri, al fine di incrementare, per un importo pari ad almeno 500.000 euro, la dotazione del capitolo 3031, articolo 9, e, in particolare, gli stanziamenti volti all'attuazione della legge n. 153 del 1971, con particolare riferimento alle scuole bilingue in Argentina.
(7-00602) «Angeli, Renato Farina».

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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:

CALVISI e PES. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
da notizie pubblicate prima sul quotidiano La Nuova Sardegna e successivamente riprese anche da La Repubblica, emerge che nel maggio scorso, un ingente carico d'armi sia stato trasferito a bordo di due normali navi passeggeri di linea della Saremar e della Tirrenia, dalla Sardegna a Civitavecchia;
l'arsenale, sequestrato nel 1994 nel Mediterraneo perché al centro di un traffico clandestino internazionale e destinato a rifornire le fazioni in lotta nella ex Jugoslavia, comprendeva materiale bellico sia leggero che pesante, tra cui, come segnalato dalle testate suindicate, anche missili terra-aria e razzi katiuscia;

dalla data del sequestro sino al maggio scorso, il materiale bellico sarebbe stato custodito nel deposito di Guardia del Moro, nell'arcipelago de La Maddalena;
il trasferimento delle armi su traghetti passeggeri invece che su naviglio militare appare ad avviso dell'interrogante con tutta evidenza trasgredire le più elementari condizioni di sicurezza -:
se si intenda chiarire quali straordinarie condizioni di necessità e urgenza hanno dato origine a questa inusuale movimentazione di materiale bellico e se si ritenga di poter garantire che siano state rispettate tutte le condizioni di sicurezza.
(4-12257)

GNECCHI. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per i rapporti con le regioni e coesione territoriale. - Per sapere - premesso che:
in data 6 giugno 2011, il Ministro degli affari esteri, Franco Frattini, ha rilasciato al quotidiano Alto Adige la seguente dichiarazione: «Quando le prossime norme di attuazione? Non credo ci saranno novità a breve». Così Franco Frattini riassume lo stato dei rapporti con la Svp (quindi anche con la Provincia di Bolzano) messa in purgatorio dopo la decisione di votare Mauro Minniti come presidente del consiglio provinciale» (...) e poi ancora: «La Svp ha perso la chance di proseguire il dialogo avviato con Roma. C'eravamo visti, incontrati più volte. Ora c'è la battuta d'arresto». Conseguenze più vistose? «Il governo ha un atteggiamento più freddo. Ci sono norme di attuazione pronte che non sono state portate in discussione nel Consiglio dei ministri»;
dal tono delle suddette dichiarazioni si evince chiaramente secondo l'interrogante l'intenzione del Ministro di osteggiare, ritardare, a prescindere dal merito, l'approvazione da parte del Consiglio dei ministri, delle norme di attuazione, licenziate dalla Commissione dei 6/12, riguardanti la regione Trentino Alto Adige e le province autonome di Trento e Bolzano;
è quantomeno singolare che un Ministro della Repubblica, abbia il tempo di occuparsi ed anche di criticare la libertà scelta di un'assemblea legislativa di eleggere il proprio Presidente, anziché occuparsi del proprio Ministero e di questioni sicuramente più importanti;
va ricordato al Ministro succitato, che in quanto Ministro degli affari esteri di questa Repubblica, dovrebbe astenersi dall'esprimere valutazioni sui rapporti fra i partiti, sulle quali sarebbe legittimo eventualmente che si esprima il responsabile del partito di riferimento del Ministro stesso;
il comportamento del Ministro ad avviso dell'interrogante appare ancora più grave, e collide con il principio della leale
collaborazione fra il Governo e le istituzioni locali, come più volte richiamato dalla Corte costituzionale -:
se non ritenga il Presidente del Consiglio dei ministri di richiamare l'onorevole Ministro Frattini ad un comportamento più consono al ruolo istituzionale che ricopre e se non intenda il Ministro dei rapporti con le regioni confermare che le norme di attuazione inerenti la provincia di Bolzano continueranno ad essere affrontate dal Governo, secondo il principio della leale collaborazione e nel rispetto dello Statuto di autonomia della Provincia di Bolzano.
(4-12262)

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DIFESA

Interrogazione a risposta in Commissione:

FIANO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il 4 giugno 2011 il tenente colonnello Cristiano Congiu dell'Arma dei carabinieri, di stanza presso l'ambasciata italiana a Herat, veniva ucciso, secondo quanto si è

appreso, nel corso di un suo intervento a difesa dell'incolumità di una civile afgana o di altra nazionalità non italiana;
successivamente organi di stampa hanno pubblicato la notizia che il tenente colonnello Congiu avrebbe riferito, all'interno di uno o più messaggi trasmessi via facebook, che qualcuno voleva farlo tacere per qualcosa che aveva scoperto o appreso;
se tale eventualità venisse confermata dalle inchieste in corso, sia per opera dei ROS dei carabinieri sia da parte della magistratura italiana, si aprirebbero scenari inquietanti sulla morte di un servitore dello Stato cui l'interrogante ritiene vada dato massimo rispetto e sulla cui morte vada fatta assolutamente chiarezza anche in sede politica -:
se i fatti qui esposti corrispondano a quanto a sua conoscenza e in particolare se tali messaggi siano realmente esistiti e se l'autore sia stato realmente il tenente colonnello Cristiano Congiu;
se il Ministro, indipendentemente dall'attuale inchiesta giudiziaria, abbia avviato un'indagine sui fatti e quali ne siano le risultanze;
(5-04877)

Interrogazione a risposta scritta:

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
il 10 giugno prossimo, a La Spezia, come in tutto il resto d'Italia si svolgeranno le celebrazioni per la Festa della Marina, con l'intervento di numerose autorità civili e militari;
per l'occasione la Forza armata impegnerà un ingente numero di unità navali, di personale, mezzi di supporto e logistici;
recentemente alcuni organi di informazione e siti web si sono occupati della Marina militare con puntuali riferimenti alle condizioni di lavoro e alla mancata corresponsione al personale militare imbarcato sulle unità navali delle indennità previste dalle vigenti norme;
i media si sono anche occupati della questione delle vittime dell'amianto e del problema di detto materiale che è ancora presente nelle istallazioni militari e a bordo delle unità navali;
a seguito dei provvedimenti varati dal Governo le risorse destinate al bilancio economico della Difesa hanno subito pesanti riduzioni -:
quante siano le unita navali e quanti militari saranno impegnati per le celebrazioni in premessa, per quanto tempo e quale sia la previsione di spesa;
se il Ministro interrogato non ritenga più opportuno che per i prossimi anni i festeggiamenti in premessa avvengano in maniera puramente simbolica e che le risorse eventualmente stanziate siano destinate al pagamento delle indennità previste per il personale imbarcato della Marina militare, alle operazioni di bonifica delle istallazioni e delle unità navali.
(4-12255)

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ECONOMIA E FINANZE

Interpellanza:

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
le banche popolari in forma cooperativa sono dotate di una legislazione speciale/settoriale espressa agli articoli 29-32 t.u.b. (decreto legislativo n. 385 del 1993) che rafforza l'autonomia del modello proprio della cosiddetta «democrazia societaria»;
le regole cooperative del voto capitario, dei limiti partecipativi in uno col principio della «porta aperta» e del gradimento

esprimono il particolare assetto organizzativo su cui si fonda la cosiddetta «mutualità strutturale», mentre la gestione di servizio (che si sostanzia nell'operare prevalente della banca in favore dei soci), unitamente alla promozione dello spirito di solidarietà ed alla diffusione del senso di responsabilità economico-sociale, sono il portato della cosiddetta «mutualità operativa»;
lo sviluppo della cooperazione spuria ed in generale la multiformità del fenomeno cooperativo va inquadrato nel modello mutualistico secondo i principi generali attinenti alla funzione sociale che la Costituzione gli accorda;
l'articolo 150-bis del t.u.b. ha affermato la piena appartenenza al modello ed al mondo cooperativo delle banche cooperative, sia delle banche popolari che delle banche di credito cooperativo, nelle differenti vesti/misure di cooperative a mutualità non prevalente le prime e a mutualità prevalente le seconde;
quanto detto in precedenza conferma che nelle banche popolari cooperative il capitale non svolge affatto una funzione organizzativa;
a seguito di ispezione della Banca d'Italia sulla banca popolare di Milano Scarl la governance di tale istituto vigilato ha affermato l'esigenza di ri-patrimonializzazione tramite aumento di capitale per circa 1.200 milioni di euro, come dai principali quotidiani nazionali del mese di aprile e maggio 2011;
una simile esigenza di ri-patrimonializzazione tramite aumento di capitale nasce a ridosso dell'ultima assemblea societaria di BPM tenutasi a Milano il 30 aprile 2011 quando proprio la governance presenta comunque in bilancio utili e dividendi da distribuire agli azionisti/soci;
ad avviso dell'interpellante appare fondato il sospetto di manovre poco chiare sull'istituto meneghino ed in particolare sulla sua forma di cooperativa, più volte attaccata dalla vigilanza bancaria e/o dalla stessa governance interna alla banca;
in particolare, un aumento di capitale di cospicua entità comporta per BPM l'abbandono de facto della forma cooperativa, tradendo l'interesse sociale attuale ed in essere della banca nonché la fiducia dei soci cooperatori (lavoratori e/o clienti) sostanzialmente «traditi» da operazioni para-capitalistiche interne alla cooperativa -:
quali elementi abbia a disposizione e se non ritenga di adottare urgenti iniziative, anche di tipo normativo, volte a tutelare la natura cooperativistica di banche come la Popolare di Milano.
(2-01121)«Volontè».

Interrogazioni a risposta scritta:

BACCINI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il comma 4 dell'articolo 8 del decreto-legge 31 maggio 2010, n.78 dispone che «fermo restando gli investimenti a reddito da effettuare in via indiretta in Abruzzo, ai sensi dell'articolo 14, comma 3, del decreto-legge 28 aprile 2009, n.39, le restanti risorse sono destinate dai predetti enti previdenziali all'acquisto di immobili adibiti ad ufficio in locazione passiva alle amministrazioni pubbliche, secondo le indicazioni fornite dall'Agenzia del demanio sulla base del piano di razionalizzazione di cui al comma 3. L'Agenzia del demanio esprime apposito parere di congruità in merito ai singoli contratti di locazione da porre in essere o da rinnovare da parte degli enti di previdenza pubblici. Con decreto di natura non regolamentare del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze sono stabilite le modalità di attuazione del presente comma, nel rispetto dei saldi strutturali di finanza pubblica»;
ad oggi, non risulta che il Governo abbia proceduto ad adottare, dopo due anni dall'entrata in vigore della relativa disciplina, i provvedimenti previsti dal citato

comma 3 dell'articolo 14 del decreto-legge 39 del 2009, che consentono di effettuare - nel triennio 2009-2012 - investimenti immobiliari nei territori colpiti dai fenomeni sismici in Abruzzo;
non sono stati ancora adottati i provvedimenti attuativi volti ad effettuare gli investimenti immobiliari previsti dal sopra citato articolo 8, comma 4, del decreto legge n.78 del 2010, dopo un anno dall'entrata in vigore delle relative norme, tesi al conseguimento di risparmi sulle spese a carico delle pubbliche amministrazioni per le locazioni passive di immobili, soprattutto dopo le operazioni di cartolarizzazione avvenuta attraverso la costituzione del Fondo immobili pubblici (FIP) -:
quale sia lo stato di attuazione delle suddette disposizioni; quali siano i motivi del clamoroso ritardo nell'implementare la relativa disciplina, soprattutto con riferimento agli investimenti immobiliari in Abruzzo, quale sia l'entità delle risorse destinate alle finalità di investimento immobiliare sopra indicate;
(4-12254)

BACCINI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
l'articolo 1, commi da 8 a 12, della legge 13 dicembre 2010, n. 220 (legge di stabilità per il 2011) ha previsto una procedura per l'assegnazione di diritti d'uso di frequenze radioelettriche da destinare a servizi di comunicazione elettronica mobili in larga banda con l'utilizzo della banda 790-863 megahertz e di altre risorse eventualmente disponibili;
tale procedura deve garantire proventi stimati non inferiori a 2,4 miliardi di euro, da versare entro il 30 settembre 2011 all'entrata del bilancio dello Stato; tali proventi considerati fra le maggiori entrate ai fini dei saldi complessivi della manovra di bilancio;
il comma 13 del predetto articolo 1 prevede una clausola di salvaguardia in forza della quale, nel caso in cui, in sede di attuazione delle disposizioni richiamate, si verifichino o siano in procinto di verificarsi scostamenti rispetto alle suddette previsioni di entrata il Ministro dell'economia e delle finanze provvede, con proprio decreto, alla riduzione lineare, fino alla concorrenza dello scostamento finanziario riscontrato, delle dotazioni finanziarie, iscritte a legislazione vigente, nell'ambito delle spese rimodulabili delle missioni di spesa di ciascun Ministero;
risulta che il Ministro dell'economia e delle finanze abbia già proceduto, nelle settimane scorse, a disporre l'accantonamento di risorse stanziate in diversi capitoli degli stati di previsione dei vari Ministeri, provocando numerosi disagi all'espletamento delle funzioni essenziali delle amministrazioni centrali interessate -:
quale sia l'ammontare di risorse che sono attese per l'anno 2011 dall'espletamento delle procedure per l'assegnazione di diritti d'uso di frequenze radioelettriche da destinare a servizi di comunicazione elettronica mobili in larga banda;
se sia stata data già attuazione alla clausola di salvaguardia di cui al suddetto comma 13;
quale sia l'entità dei tagli lineari effettuati e degli accantonamenti predisposti a tal fine e su quali funzioni dei Ministeri interessati detti accantonamenti e tagli lineari impattino;
quale sia l'ammontare delle risorse residuali utilizzabili dai singoli Ministeri.
(4-12256)

TESTO AGGIORNATO AL 14 GIUGNO 2011

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GIUSTIZIA

Interrogazione a risposta in Commissione:

CUPERLO. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il signor Luciano Rapotez, che adesso ha 92 anni, è stato assolto con la formula

piena dall'accusa di tentato omicidio, omicidio e rapina aggravata, con sentenza della Corte di cassazione del 3 ottobre 1962, in riferimento ai fatti che causarono la morte di Edvige Odoncini, Lidia Ravasini e Giusto Trevisan, verificatisi in provincia di Trieste nel 1946;
il signor Rapotez ha subito, nel corso della sua infinita e assurda vicenda giudiziaria, ben trentuno mesi di carcerazione preventiva, per tutto il periodo intercorso tra il suo arresto, avvenuto nel gennaio 1955 all'avvio del processo di primo grado nel luglio 1957;
durante il periodo di fermo che ha preceduto l'arresto, il Rapotez è stato vittima di gravi maltrattamenti e di violenze a opera delle forze inquirenti di pubblica sicurezza, con il fine di estorcerne una confessione «spontanea» di colpevolezza, come riconosciuto nelle motivazioni della sentenza della corte d'Assise di Trieste, depositate il 14 settembre 1957;
dal 1968 al 1979 il Rapotez ha inviato alle massime autorità dello Stato - Presidenza della Repubblica, Presidenza della Camera dei Deputati, Ministero di grazia e giustizia - petizioni, sollecitazioni e istanze per ottenere, il riconoscimento e la riparazione dei gravi danni da egli subiti;
il Ministero dell'interno nel 1979 è stato citato in giudizio dal Rapotez per ottenere un risarcimento materiale al danno arrecato dalle violenze subite in fase inquirente e dalla lunga e ingiusta carcerazione preventiva;
la domanda del Rapotez, con sentenza del tribunale di Trieste del 13 marzo 1981 e della Corte d'appello di Trieste del 19 marzo 1982, è stata rigettata con la motivazione di essere infondata e prescritta;
gli effetti della prescrizione, però, sono stati considerati interrotti sulla base di numerose e ripetute sentenze della Corte di cassazione, in particolare in data 12 giugno 1987 e 13 marzo 1995;
il caso di cui è al centro Luciano Rapotez è stato oggetto da un articolo apparso sul quotidiano Il Corriere della Sera a firma del giornalista Gian Antonio Stella lo scorso 4 giugno 2011;
a oggi ogni richiesta di risarcimento materiale e morale avanzata dal Rapotez nei confronti dello Stato è rimasta inevasa -:
se il Ministro sia a conoscenza di quanto riportato nella presente interrogazione e se non ritenga opportuno procedere al più presto ad un gesto risarcitorio, almeno di carattere simbolico, nei confronti del signor Luciano Rapotez.
(5-04883)

Interrogazione a risposta scritta:

GASBARRA e GIULIETTI. - Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
una inchiesta pubblicata il 29 aprile 2011 dal quotidiano La Repubblica, ha denunziato la totale assenza di dati certi sul numero dei minori attualmente custoditi all'interno di case famiglia laiche e/o religiose su disposizione dei tribunali per i minorenni territorialmente competenti;
da tale inchiesta è altresì emerso che le rette giornaliere per il mantenimento di tali minori sono corrisposte dalle regioni, secondo criteri di liquidazione anch'essi oscillanti ed incerti, ragion per cui, se da un lato il cronista indica in circa 28.000 i bambini a carico delle regioni ed in un miliardo di euro il costo complessivo del loro mantenimento a carico degli enti pubblici, dall'altro non è possibile in alcun modo disporre di dati alternativi a quelli ora citati;
la stessa Commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza, con relazione dell'8 febbraio 2011, i cui contenuti coincidono con la sostanza della denunzia del cronista di La Repubblica, ha denunziato «... la carenza del sistema italiano di raccolta dati in relazione a gruppi di

minori particolarmente vulnerabili e nonostante in alcuni casi vi sia un'espressa previsione di legge, come ad esempio per quanto riguarda l'istituzione e l'aggiornamento di banche dati mai attivate (cfr. legge n. 149 del 2001 per la banca dati dei minori dichiarati adottabili). Tale lacuna del nostro sistema - a giudizio di quanti intervenuti sul tema - non permette di stimare l'incidenza dei fenomeni e costituisce un impedimento per la programmazione e realizzazione di politiche ed interventi idonei e qualificati...»;
da fonti di stampa è anche riportata la denunzia della signora E.D.G., la quale, a fronte di una domanda di affidamento temporaneo di un bambino rinchiuso in una casa famiglia religiosa, si è vista porre, da parte del tribunale de L'Aquila, di fronte alla scelta di dover optare tra l'affido condiviso (con la madre naturale) e l'adozione di una bimba vietnamita, e ciò sebbene come noto l'articolo 2 della legge n. 149 del 2001 imponga al giudice di preferire per l'affidamento condiviso proprio una famiglia nella quale siano già presenti dei minori;
la signora denunciava, inoltre, la linea di valutazione e le decisioni della presidente del tribunale de L'Aquila che avrebbe posto il minore in una sorta di isolamento, impedendo a chiunque di poter avvicinare il bambino e consentendo alla madre naturale le sole visite all'interno dell'istituto senza poterlo portare a casa nemmeno nei fine settimana. La presidente del tribunale de L'Aquila inoltre avrebbe prima giudicato non adottabile il bambino e tuttavia successivamente sollecitato nuovamente il pubblico ministero in sede alla riapertura del procedimento per l'adozione -:
se trovi conferma quanto sopra riportato circa l'assenza di dati certi sul numero di minori ricoverati in case famiglia convenzionate e sul complessivo ammontare degli esborsi di denaro pubblico in favore di tali case famiglia;
se sia confermata dai dati in possesso del Governo una tendenza a privilegiare il ricovero in case famiglia, nonostante la pendenza di numerosissime istanze di affidamento provvisorio da parte di famiglie potenzialmente idonee;
quali iniziative di competenza si intendano con urgenza adottare al fine di fare definitiva chiarezza circa il sistema, il funzionamento ed i costi degli affidamenti alle case famiglia, nonché sul caso specifico illustrato in premessa.
(4-12261)

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazione a risposta in Commissione:

NASTRI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la Giornata mondiale per l'ambiente, che si celebrata recentemente, ha rappresentato uno dei principali avvenimenti attraverso cui le Nazioni Unite hanno sensibilizzato l'opinione pubblica mondiale sulla questione ambientale richiamando l'attenzione del mondo politico ed istituzionale stimolandolo all'azione;
in particolare tale evento internazionale ha posto in risalto le diverse risorse e le numerose iniziative volte a promuovere economie a bassa emissione di carbonio e stili di vita che tendono a migliorare l'efficienza energetica, alla ricerca di fonti alternative di energia, alla conservazione delle foreste e al consumo eco-sostenibile;
secondo l'ultimo rapporto diramato dall'Agenzia europea dell'ambiente emerge inoltre che le emissioni di gas serra in Europa sono diminuite, non solo per l'efficienza di alcuni Stati particolarmente virtuosi come Germania, Francia e Gran Bretagna, che si sono impegnati seriamente a rendere i propri sistemi energetici

più efficaci e a investire in rinnovabili, ma anche per la sfavorevole contingenza economica in atto;
tra i Paesi meno virtuosi ci sono: Austria, Irlanda, Italia, Portogallo e Spagna, tutti accomunati dall'aumento, invece che dalla riduzione delle emissioni;
l'Italia in particolare, durante una prima fase, probabilmente a causa della crisi economica, ha ridotto lo svantaggio rispetto al proprio impegno del -6,5 per cento;
le emissioni del nostro Paese, infatti dal 1990 al 2004, sono passate da 517 milioni di tonnellate di CO2 equivalente a 574 milioni; successivamente la tendenza si è invertita e le emissioni si sono ridotte fino a 541 milioni di tonnellate di CO2 equivalente nel 2008; per raggiungere l'obiettivo del -6,5 per cento le emissioni italiane al 2012 dovranno scendere fino a 507 milioni;
le predette riduzioni, verosimilmente imputabili come peraltro, suesposto, alla crisi economica e agli sconti ottenuti grazie alle riforestazioni e al ricorso ai cosiddetti «meccanismi flessibili» (green economy a favore dei Paesi in via di sviluppo) potrebbero tuttavia garantire per l'Italia, il raggiungimento dell'obiettivo degli accordi internazionali intrapresesi e volti alla riduzione delle emissioni di gas serra, ai quali vanno aggiunti i provvedimenti normativi che il Governo Berlusconi ha introdotto nel corso della presente legislatura, all'adeguamento degli obiettivi di riduzione delle emissioni dell'inquinamento atmosferico, che rappresentano indubbiamente un importante decisione verso un processo di incoraggiamento a livello europeo e mondiale, al fine di un conseguimento per un accordo globale che possa ridurre significativamente l'anidride carbonica nell'atmosfera;
sebbene le responsabilità principali dell'aumento dell'inquinamento atmosferico e delle emissioni di gas serra siano addebitabili al sistema industriale ed in particolare ai Paesi maggiormente sviluppati, appare tuttavia di grande interesse centralizzare l'esigenza di approfondire le strategie governative finalizzate al potenziamento del sistema dei trasporti nazionali, in particolare quelli marittimi, al fine di una considerevole riduzione del traffico pesante indirizzato per il mare, attraverso adeguate politiche di incentivazione fiscale, possa posizionare l'Italia alla pari con Paesi come: Francia, Germania e Gran Bretagna;
risulta di enorme valore a tal proposito l'attenzione posta dal Governo, per la promozione ed il sostegno del programma per lo sviluppo delle autostrade del mare, che attraverso la società pubblica RAM - Rete autostrade mediterranee, ai fine di la creazione di un sistema integrato di servizi di trasporto, con l'obiettivo prioritario dell'abbattimento del congestionamento autostradale -:
quali iniziative intendano intraprendere a sostegno dello sviluppo delle cosiddette autostrade del mare, in considerazione di quanto riportato in premessa, ovvero della connessione esistente tra il sistema di trasporto tradizionale e l'aumento costante dell'inquinamento di anidride carbonica nell'atmosfera presente in Italia, che richiede interventi urgenti in tale direzione, ed adeguate politiche innovative per il trasporto intermodale;
se conseguentemente non convengano che l'apertura delle vie di trasporto alternative a quelle tradizionali, ormai sature e congestionate e il contestuale miglioramento del sistema ambientale, possano ridurre sia i costi ed i tempi di trasporto per tutta la movimentazione nazionale ed internazionale delle merci e, in caso affermativo, quali misure intendano avviare per sviluppare rapidamente le cosiddette autostrade del mare il cui livello di inquinamento risulta certamente meno significativo rispetto alle vie stradali e ferroviarie;
se non ritengano opportuno valutare l'opportunità di prevedere ulteriori incentivi fiscali oltre agli ecobonus già in vigore, a favore delle imprese che indirizzano il

trasporto delle merci nazionali ed internazionali, attraverso le vie del mare anziché quelle tradizionali quali autostrade o ferrovie;
se non ritengano altresì opportuno, prevedere attraverso un'iniziative normative ad hoc, un incremento delle risorse finanziarie a favore della società RAM riportata in premessa, al fine di sviluppare appropriate strategie nel breve periodo che possano conseguire importanti risultati volti a rilanciare l'intero sistema di trasporto delle merci sul mare, limitando contestualmente l'aumento dei gas serra nel nostro Paese.
(5-04879)

Interrogazioni a risposta scritta:

STUCCHI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
molti comuni della provincia di Bergamo sono in attesa di interventi per il completamento e la sistemazione di alcune opere infrastrutturali;
il sottopasso stradale di via Don Minzoni, nel comune di Verdello, sarebbe dovuto aprire entro la fine dell'estate 2011;
a circa quattro mesi dall'ultima riunione fra regione, Rfi (Rete ferroviaria italiana) e comune per concordare gli interventi di sistemazione degli scarichi del sottopasso, sembra che non sia stato fatto ancora nulla;
i comuni di Verdellino, Ciserano e Levate, come Verdello, da quasi tre anni chiedono di terminare i lavori connessi al raddoppio della linea ferroviaria Bergamo-Treviglio ovest;
al comune di Ciserano i lavori contro le infiltrazioni nel sottopasso in via Arcene dovevano già essere stati completati o almeno cominciati;
il comune di Levate è ancora in attesa del completamento dell'area adibita al parcheggio adiacente la fermata ferroviaria, che sarebbe già dovuta essere pronta da un anno -:
se non ritenga opportuno dover intervenire, al fine di sollecitare Rete ferroviaria italiana a porre in essere quanto di sua competenza per il compimento degli interventi programmati e descritti e al fine di evitare il rischio di allagamenti nei sottopassi, nonché per quanto di competenza il miglioramento del sistema ferroviario e infrastrutturale nella provincia di Bergamo.
(4-12249)

VACCARO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'interno, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. - Per sapere - premesso che:
in data 28 maggio 2011, presso la sede del comune di Maiori, si è svolta la conferenza dei sindaci della costa d'Amalfi avente all'ordine del giorno la discussione in merito alla situazione della viabilità della strada statale n. 163, cosiddetta Amalfitana (nel tratto da Positano a Vietri sul Mare), con annessa richiesta d'intervento urgente da parte del competente prefetto e, altresì, della regione Campania e del Governo, al fine di risolvere l'annosa problematica relativa alla circolazione;
in occasione di tale consesso, i sindaci presenti hanno avuto modo di sottolineare, infatti, come lungo i diversi tratti dell'arteria statale n. 163, si verifichino da sempre - in particolar modo in coincidenza con l'inizio della stagione estiva - continui e prolungati blocchi della circolazione stradale, che, in alcuni frangenti, superano, a danno degli utenti, anche l'ora di attesa. In particolare, la conferenza dei sindaci evidenziava come nella giornata del 27 maggio 2011 si fosse registrato un inaccettabile acuirsi del disagio, con tempi medi di percorrenza del tratto che va da Positano a Vietri sul Mare, non inferiori alle tre ore;
come noto, la suddetta problematica posta nei mesi scorsi all'attenzione del

prefetto e del presidente della provincia di Salerno, si accentua, con regolare puntualità, durante il periodo estivo, anche a causa del sopraggiungere di pullman turistici. A tale traffico «turistico» deve poi necessariamente aggiungersi il regolare transito dei bus di linea, dei bus dei residenti, degli autocarri e delle autovetture;
ad oggi, nonostante gli accorgimenti iniziali e gli sforzi finanziari e organizzativi di tutti i sindaci della costa d'Amalfi, il problema permane, soprattutto a causa della totale assenza di personale ausiliario, che, negli ultimi sette anni si è rivelato di fondamentale supporto per la direzione del traffico costiero;
si palesano quindi due ordini di problemi: uno di natura squisitamente economica, provocato dal danno di immagine che la costiera Amalfitana, la regione Campania e l'Italia intera sono costrette a subire a causa del malfunzionamento della viabilità locale; l'altro legato alle inefficienze esposte che inevitabilmente si riverberano sulla sicurezza della circolazione stradale, sull'incolumità delle persone e sulla tutela dell'ordine pubblico; si dimostra, infatti, del tutto insufficiente, inadeguato e non proporzionato il contingente di n. 6 unità per tre ore al giorno, per quattro mesi, messo a disposizione dall'amministrazione provinciale per affrontare «l'emergenza» esposta -:
se il Governo, attraverso i Ministri competenti, intenda intervenire - in che modo e in quali tempi - con misure straordinarie, in primo luogo, al fine di attenuare l'emergenza traffico e sicurezza all'interno di un'area patrimonio mondiale dell'UNESCO, anche mediante l'utilizzo di forze della polizia stradale e, in via definitiva, implementando, con una assegnazione ad hoc dei fondi Fas, i sistemi di controllo remoto dei flussi di traffico alla stregua di quanto già sperimentato, con successo, nel vicino comune di Ravello.
(4-12260)

ROSATO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
numerose interrogazioni sono state presentate dall'interrogante e da altri colleghi sul finanziamento e sull'iter autorizzativo della piattaforma logistica del porto di Trieste da parte del Governo;
questa risulta inserita tra le infrastrutture strategiche di preminente interesse nazionale dall'attuale Governo che ha confermato le scelte fatte dal Governo Prodi che si era speso seguendone il complesso iter e rendendo disponibili risorse nel bilancio dello Stato;
si prevede che la struttura debba estendersi su un'area complessiva di 247 mila metri quadrati, di cui 24 mila metri quadrati coperti da nuovi magazzini, con uno sviluppo di banchine per complessivi 1.300 metri lineari e con fondali profondi 13 metri;
tale piattaforma logistica è concordemente ritenuta essenziale non solo per lo sviluppo delle attività portuali e retro portuali, e quindi di tutta l'economia del territorio, ma dovrebbe assolvere a un ruolo di amplissimo raggio, favorendo le relazioni commerciali del nostro Paese con aree ad alto potenziale economico come la Cina e l'Estremo Oriente;
l'avvio di questa struttura rappresenterebbe un forte incentivo all'insediamento in loco di grandi imprenditori, anche stranieri, quali ad esempio le Ferrovie russe che hanno già dimostrato il loro interesse, o che hanno esplicitamente espresso disponibilità a investirvi grandi risorse, come è il caso del Gruppo Gavio dichiaratosi pubblicamente pronto a impegnarsi per 100 milioni di euro;
nell'agosto del 2008 il Presidente del Consiglio aveva riaffermato l'impegno del Governo per la sua realizzazione;
a marzo 2009, il Cipe risultava aver complessivamente destinato 435 milioni di euro - inseriti in un più ampio pacchetto di opere da 16,6 miliardi di euro nel

quadro delle esigenze finanziarie e ripartiti su più annualità - alle due piastre di Trieste e Taranto accorpate in un'unica voce;
a fine aprile 2009, l'autorità portuale di Trieste rendeva noto che, pur essendo pronto il progetto definitivo per il primo lotto della piattaforma, non si poteva fare la gara per l'assegnazione dei lavori perché non c'era a disposizione l'intero ammontare previsto;
ad agosto 2009 il Ministro interrogato, rispondendo per iscritto all'assessore regionale del Friuli Venezia Giulia il quale a metà luglio gli aveva indirizzato una missiva in cui chiedeva che fosse fatta chiarezza sulla situazione della piattaforma, ha dichiarato che il progetto sarebbe stato inoltrato all'esame del Cipe «entro l'ottobre del 2009»;
superata senza esito la scadenza dell'ottobre 2009, anche il nuovo appuntamento per l'attesa deliberazione del Cipe dell'11 dicembre 2009 risulta trascorso in assenza di deliberazioni, cosicché a tutt'oggi risulta impossibile bandire la gara per la realizzazione del primo lotto dei lavori;
si sono susseguite innumerevoli dichiarazioni di Ministri, Viceministri, Sottosegretari ed esponenti di primo piano della maggioranza che assicuravano le modeste risorse necessarie, che per economia di tempo non si riportano analiticamente;
la vicenda sembra avviata ad una positiva conclusione in quanto il Presidente del Consiglio in un comunicato stampa diffuso dalla segreteria del PdL triestino alla vigilia del voto di ballottaggio assicurava il via libera ed il finanziamento della piattaforma logistica -:
quali elementi possa fornire il Ministro interrogato sulla vicenda e in particolare quando la delibera verrà presentata al CIPE per la sua approvazione.
(4-12263)

...

INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:

MIGLIORI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
domenica 5 giugno 2011 a Milano, si è verificato un gravissimo atto di intimidazione e violenza nei confronti di un luogo di culto cattolico e dei sacerdoti e laici ivi presenti, fra cui il vescovo ausiliario Marco Ferrari;
nella chiesa parrocchiale di San Giuseppe Casalanzio, infatti, durante la celebrazione della S. Messa, ha fatto irruzione un gruppo di facinorosi, i quali, esibendo striscioni, urlando insulti e spintonando i fedeli, hanno interrotto il rito, insultando il parroco, padre Alberto, per le posizioni da questi assunte nei confronti dell'omosessualità (le stesse da sempre espresse dal magistero cattolico), e causando, per la ressa provocata, anche lo svenimento di un giovane parrocchiano;
secondo testimonianze riportate dalla stampa, prima di abbandonare la chiesa, i teppisti avrebbero inneggiato al neosindaco Giuliano Pisapia, «liberatore di Milano» (il quale peraltro ha condannato l'accaduto), e minacciato nuove simili azioni;
è probabile che i cosiddetti «antagonisti» autori dell'atto siano gli animatori del vicino «centro sociale Cantiere»;
pare all'interrogante necessario che le amministrazioni locali, prendano le distanze dai luoghi di origine, facilmente identificabili, di tali raid, negando loro appoggi e riconoscimenti -:
quali provvedimenti ed iniziative intenda adottare onde evitare che simili attacchi alla libertà religiosa dei cristiani italiani e ai luoghi di culto cattolici possano ripetersi, e per favorire quanto auspicato in premessa.
(4-12251)

GIORGIO CONTE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
in questi ultimi mesi nella provincia di Bolzano si è assistito a diverse iniziative, di livello comunale, volte a restringere il campo di applicazione del bilinguismo, previsto nello statuto di autonomia, specie nel campo della toponomastica e dell'odonomastica;
con una recente deliberazione del consiglio comunale di Appiano sulla strada del Vino (Bolzano), è stata decisa la soppressione di tutta una serie di denominazioni e toponimi cari alla comunità di lingua italiana (pari a circa il 13 per cento della popolazione) e di consolidato uso pubblico;
di tale delibera è stato infine annunciato da parte della giunta comunale di Appiano, a seguito di una forte ondata di indignazione, il rinvio alla commissione consiliare competente per la verifica su un possibile riesame delle scelte sinora deliberate;
dalle notizie di stampa non è escluso che l'amministrazione intenda orientarsi solo verso un parziale riconoscimento di denominazioni bilingui, negando il principio del bilinguismo integrale, così come definito dallo statuto di autonomia a tutela di tutti i gruppi linguistici;
tali delibere, con cui una pluralità di comuni altoatesini continua nell'esasperata ricerca di una sopraffazione culturale ed identitaria nei confronti della minoranza italiana, vengono adottate nel più assoluto silenzio da parte della giunta provinciale e di reazione da parte del Governo -:
di quali elementi disponga il Governo in relazione a quanto esposto in premessa e quali iniziative di competenza intenda assumere al riguardo;
se il Governo intenda, come già fatto in passato, assumere iniziative per ricondurre l'attività in materia di toponomastica e odonomastica dei numerosi comuni altoatesini ad una concertazione e preventivo confronto con la comunità di lingua italiana;
come il Governo intenda garantire in tutta la provincia autonoma di Bolzano il rispetto del bilinguismo, anche nella toponomastica e odonomastica locale.
(4-12252)

GIORGIO CONTE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
l'11 giugno 2011 saranno trascorsi esattamente cinquantanni dalla terribile «notte dei fuochi», inizio di una sanguinosa stagione di terrorismo separatista in Alto Adige;
il fenomeno del terrorismo separatista in Alto Adige, le cui origini risalgono fin al 1956 e la cui conclusione si colloca nel 1988 per un totale di 32 anni di continua guerriglia, annovera: 361 attentati con esplosivi, raffiche di mitra e mine antiuomo; 21 morti, di cui 15 rappresentanti delle forze dell'ordine, due cittadini comuni e quattro terroristi, dilaniati dagli ordigni che loro stessi stavano predisponendo; 57 feriti, di cui 24 fra le forze dell'ordine, 33 fra i privati cittadini;
il prossimo 11 giugno 2011 gli Schützen altoatesini celebreranno ufficialmente la «notte dei fuochi», in cui vennero fatti esplodere oltre 30 ordigni al plastico che gettarono l'Alto Adige nella paura e nel dolore la famiglia di Giovanni Postai, che rimase ucciso in una esplosione nella zona di Salorno, prima vittima di quella stagione buia;
la manifestazione si concluderà nella cornice dell'anfiteatro di Castelfirmiano, sede del Museo della Montagna gestito da Reinhold Messner, che idealmente riporta alla manifestazione del 1957 in cui fu lanciato da Silvius Magnago il «Los von Trient» (via da Trento) che negli ambienti dell'eversione presto si trasformò in «Los von Rom» (via da Roma);
i terroristi separatisti continuano ad essere indicati, a cinquant'anni di distanza

e nonostante uno statuto delle autonomie totalmente garantista per la comunità di lingua tedesca, come «combattenti della libertà», mentre le vittime di quella stagione di terrore sono spesso indicate come semplici «incidenti di percorso» nel tragitto verso la costruzione dell'autonomia;
solo qualche settimana fa si è tenuta una mostra a San Paolo di Appiano (Bolzano) in cui sono state esposte anche riproduzioni di ordigni esplosivi con relativi inneschi e materiale propagandistico secessionista;
contestualmente nessuna celebrazione è prevista per le vittime del terrorismo, i caduti delle forze militari e dell'ordine, i civili coinvolti loro malgrado nella strategia violenta di un separatismo nazionalista -:
quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare in relazione alle manifestazioni promosse nella provincia autonoma di Bolzano, che assumono secondo l'interrogante il carattere di celebrazioni apologetiche del terrorismo, anche per l'uso stesso di una terminologia che, a fronte delle innumerevoli sentenze della magistratura italiana e estera, non può essere in alcun modo considerata accettabile, evitando che la celebrazione del terrorismo separatista e antitaliano possa trasformarsi in una occasione di festa popolare, come rischia di trasformarsi il prossimo 11 giugno a Frangarto ed a Castelfirmiano (Bolzano);
come il Governo intenda adeguatamente attivare iniziative per ricordare tutte le vittime del terrorismo separatista altoatesino, con particolare riferimento ai civili coinvolti e ai tanti militari caduti o feriti durante l'adempimento del proprio dovere.
(4-12253)

OLIVERIO. - Al Ministro dell'interno, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
nelle scorse settimane si è riaccesa nuovamente la protesta civile dei cittadini di Cotronei, piccolo centro montano del crotonese, contro il continuo e ripetuto fenomeno del pascolo abusivo che, ormai da decenni, assilla i proprietari dei fondi agricoli di località Rivioti, costretti a subire la privazione del diritto di proprietà dei loro terreni, sistematicamente invasi da capi di bestiame bovini e ovini; e ciò nonostante la presenza di recinzioni e cancelli a protezione degli stessi, che vengono sistematicamente estirpati e sfondati;
terreni coltivati con grande cura sono fatti oggetto di una continua devastazione da parte di bestiame di ogni tipo, che in questi luoghi viene condotto a pascolare ormai da anni, contro qualsiasi criterio di civiltà e rispetto e con grande sconforto dei proprietari, le cui lamentele e denunce ormai non si contano più;
le diverse amministrazioni comunali che si sono succedute negli anni, nel tentativo di metter fine al pascolo abusivo, hanno promosso iniziative di sensibilizzazione alla giustizia e alla legalità, ma neanche specifiche ordinanze comunali con cui si vietava la pascolabilità di tutti i terreni agricoli ricadenti nel territorio comunale di Cotronei hanno arginato tale fenomeno;
il neo sindaco della cittadina dottor Nicola Belcastro, si è reso disponibile a convocare nei prossimi giorni una seduta del consiglio comunale proprio in località Rivioti, per riaccendere i riflettori sulla problematica in questione, già segnalata anche dal sottoscritto con un'altra interrogazione parlamentare del marzo del 2009;
quello che più preoccupa è che i proprietari interessati dai soprusi sono stati e continuano ad essere oggetto di minacce di diversa natura da parte degli allevatori in questione, certi di non aver conseguenze, visto che attualmente non si è registrato alcun intervento delle forze dell'ordine;
del fenomeno si è interessato in questi giorni anche l'europarlamentare Pino

Arlacchi, il quale ha preannunciato di attivarsi presso l'Unione europea per far intervenire d'urgenza l'OLAF, il servizio di repressione degli abusi dei fondi europei;
sarebbe opportuno intervenire tempestivamente - e senza ulteriori indugi - per porre fine a tale problematica, assicurando il ripristino della legalità in considerazione anche del fatto che molte famiglie traggono la loro unica fonte di sostentamento economico dalla coltivazione dei terreni in questione;
l'adozione dei necessari ed adeguati provvedimenti eviterebbe anche la possibilità che si manifestino tra i proprietari episodi violenti guidati solo dalla rabbia, che visto i numerosi appelli caduti finora nel nulla, potrebbero sentirsi autorizzati a farsi giustizia da sé -:
se i Ministri interrogati non ritengano di intervenire affinché gli atti intimidatori e le ripetute minacce messe finora in campo non abbiano più a ripetersi e possa essere finalmente risolta questa problematica che ormai da diversi anni attanaglia l'intera comunità di Cotronei.
(4-12258)

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta in Commissione:

GIAMMANCO e BARBIERI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
la legge n. 240 del 30 dicembre 2010, relativa alle norme in materia di organizzazione delle università, regolamenta tra l'altro il conferimento dei «nuovi» assegni di ricerca presso le università e gli enti di ricerca (articolo 22, comma 1) e dispone che per la copertura dei posti di assegnista di ricerca le università possano avvalersi esclusivamente delle procedure previste dalla stessa legge (articolo 29, comma 11);
in particolare l'articolo 29, comma 11, dispone l'abrogazione dell'articolo 51, comma 6, della legge 27 dicembre 1997 n. 449, che aveva precedentemente istituito lo strumento dell'assegno di ricerca;
in particolare si sono verificati diversi casi analoghi relativamente ad assegni di ricerca banditi prima del 31 gennaio 2011, di cui non è stato disposto il rinnovo poiché secondo gli atenei l'entrata in vigore della legge n. 240 del 2010 impedisce all'amministrazione di adottare le procedure di rinnovo degli assegni in corso;
tali interpretazioni della legge appaiono infondate in quanto la stessa non dispone alcuna interruzione delle procedure già avviate alla data di entrata in vigore, né intacca i diritti acquisiti dai titolari di assegni di ricerca che, nel bando originale, prevedevano esplicitamente la possibilità di rinnovo -:
se il Ministro non ritenga opportuno chiarire la corretta interpretazione delle disposizioni contenute negli articoli 22 e 29, comma 1, della legge n. 204 del 2010, al fine di consentire il rinnovo anche per tutti gli assegni di ricerca precedenti la suddetta legge.
(5-04880)

GIAMMANCO e BARBIERI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il nuovo decreto di aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento (GaE), decreto ministeriale n. 44 del 12 maggio 2011, ripristina la possibilità di trasferimento da una provincia all'altra, con collocazione nella corrispondente fascia di appartenenza e con il punteggio spettante, previa cancellazione dalla graduatoria di provenienza;
il decreto però nega l'iscrizione alle graduatorie ad intere categorie di abilitati e abilitandi che, dal 2008 ad oggi, hanno frequentato o frequentano corsi abilitanti attivati dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca;

l'inserimento nelle graduatorie è stato consentito nel 2009 permettendo però l'inserimento dei soli immatricolati entro il 2007 mentre per gli anni successivi non sono stati proposti analoghi adattamenti;
tale situazione crea una disparità di trattamento rispetto a coloro che, con titoli equivalenti, si sono immatricolati negli anni precedenti; in particolare sono stati penalizzati gravemente gli studenti del corso di laurea in scienze della formazione primaria, che sono stati esclusi da tali graduatorie -:
quali provvedimenti il Ministro intenda adottare per consentire la riapertura delle graduatorie ad esaurimento per tutti gli abilitati, gli abilitandi e gli studenti dei corsi di laurea di abilitazione all'insegnamento di scienze delle formazione primaria, al fine di porre fine alla evidente situazione di disparità venutasi a creare.
(5-04881)

SBROLLINI e PES. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
secondo ripetute denunce di un gruppo di genitori di bambini della scuola dell'infanzia di Rettorgole, dell'istituto comprensivo del comune di Caldogno, provincia di Vicenza, all'interno di alcune classi della scuola si verificherebbero episodi di violenza ai danni dei piccoli da parte di alcuni insegnanti;
nello specifico, secondo quanto denunciato in decine di esposti al dirigente dell'istituto comprensivo, al dirigente dell'ufficio scolastico provinciale, alle autorità competenti, dal 2005 i bambini del ciclo della cosiddetta sezione «arancioni» avrebbero riportato sberle, offese, grida, castighi duri, costrizioni nell'alimentazione con vomito, soprattutto ad opera di due maestre, che sarebbero stato oggetto di richiesta di spiegazioni sia da parte dei genitori che dagli stessi colleghi;
gli episodi si sono ripetuti negli anni, nonostante le denunce e gli appelli dei genitori mentre le maestre in discussione si sono sempre difese sostenendo di non aver mai praticato violenza ma solo, eventualmente, metodi decisi;
per tutto lo scorso anno i genitori degli alunni sono tornati a sollevare il caso con lettere, appelli, incontri con il dirigente scolastico e con il dirigente provinciale mentre contestualmente è stata interessata anche la Polizia di Stato, presso la questura di Vicenza, con deposizioni firmate dei genitori;
altri episodi di dubbia legittimità si sarebbero verificati all'interno della scuola, come l'ingresso nei locali mensa di persone estranee alla scuola, minacce nei confronti dei genitori che hanno presentato le denunce, disattenzioni nella vigilanza dei piccoli mentre questi sono a scuola;
della vicenda sono stati debitamente interessate tutte le autorità competenti, per ogni ordine e grado, senza però al momento riuscire ad avere risultati soddisfacenti -:
se il Ministro sia a conoscenza di quanto sopra esposto e se non ritenga, per quanto di propria competenza, di disporre con urgenza un'ispezione nella scuola in questione al fine di accertarsi del regolare svolgimento delle attività e del rispetto da parte di operatori e dirigenti del dettato normativo e delle regole per il buon andamento della scuola.
(5-04882)

Interrogazioni a risposta scritta:

OCCHIUTO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro per i rapporti con le regioni e coesione territoriale, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
in Calabria sono circa 1.500 i lavoratori in precedenza inseriti nel bacino dei

lavoratori socialmente utili o assunti con contratti a termine dalle pubbliche amministrazioni, stabilizzati ai sensi della legge n. 388 del 23 dicembre 2000;
sulla base di una convenzione sottoscritta con il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, secondo uno schema attuato nelle regioni Calabria, Campania, Sicilia, Puglia e Basilicata, detti lavoratori sono stati impiegati nelle scuole calabresi di ogni ordine e grado, con contratto part-time di 35 ore settimanali, per garantire le attività di pulizia degli istituti scolastici;
con propria direttiva n. 103 del 30 dicembre 2010 il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, preso atto che la legislazione vigente non contempla ipotesi di proroga per gli anni 2011 e seguenti dell'impiego dei lavoratori stabilizzati con la legge n. 388 del 23 dicembre 2000, nelle attività di pulizia degli istituti scolastici, ha statuito di dar luogo all'affidamento delle stesse attività mediante procedura di gara da esperirsi a cura di ogni istituzione scolastica, nella propria autonomia;
in virtù di ciò, a partire dal 30 giugno 2011, data di scadenza dei contratti part-time in essere, oltre un migliaio di lavoratori calabresi e le loro famiglie, al pari di tanti altri loro colleghi e nuclei familiari residenti nelle altre regioni meridionali potrebbero rimanere senza lavoro né fonti di sostentamento;
il 22 marzo 2011, anche l'incontro convocato presso il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per provare a dare soluzione alla vicenda si è concluso con un nulla di fatto, per l'irremovibilità del Ministro;
la citata direttiva ministeriale non garantisce il percorso occupazionale degli ex lavoratori socialmente utili calabresi né, tanto meno, il loro reinserimento lavorativo -:
se e in che modo intendano intervenire al fine di tutelare i livelli occupazionali e salariali dei lavoratori in questione;
se non ritengano opportuno aprire, con le rappresentanze dei lavoratori, la regione Calabria e gli altri soggetti coinvolti, un tavolo di confronto al fine di individuare i mezzi più idonei alla soluzione del problema.
(4-12250)

COSCIA. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
per il prossimo anno scolastico il Governo si accinge ad attuare la terza tranche di tagli agli organici delle scuole previsti dall'articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008, incidendo negativamente - a parere dell'interrogante - sulla qualità del sistema scolastico;
con la nota n. 10572 del 6 aprile 2011 il dirigente dell'ufficio X - ambito territoriale della provincia di Roma - ha comunicato la dotazione organica del personale insegnante delle istituzioni scolastiche primarie. In particolare, solo per la provincia di Roma, l'ufficio scolastico regionale del Lazio ha assegnato alla scuola primaria 760 insegnanti in meno a fronte di un aumento di 1.636 alunni;
il criterio adottato è quello di costituire le classi prime, seconde e terze su un tempo scuola medio a 27 ore, e le classi quarte e quinte sulle 30 ore, a conferma del fatto che sarà garantito un tempo scuola inferiore - e quindi opportunità di apprendimento più contenute - rispetto a quello precedentemente assicurato;
gli effetti di queste scelte impediranno, da un lato, il mantenimento di 111 classi già funzionanti a tempo pieno e, dall'altro, la mancata costituzione di 52 nuove classi prime a tempo pieno richieste dalle famiglie;
non è stato, inoltre, rispettato il dettato della circolare ministeriale sugli organici n. 21 del 14 marzo 2011, laddove si confermava l'assegnazione di due docenti per classe a tempo pieno in attuazione del comma 7, articolo 4 del decreto del Presidente della Repubblica n. 89 del 2009

che dice testualmente: «per la determinazione dell'organico di dette classi (cioè delle classi a tempo pieno) è confermata l'assegnazione di due docenti per classe». In realtà, invece, per far quadrare i tagli, gli organici che saranno assegnati alle scuole prevedranno - nella maggior parte dei casi - il taglio delle 4 ore di compresenza dei due insegnanti. Questo avrà come conseguenza l'assegnazione di più insegnanti con spezzoni d'orario e determinerà lo snaturamento della qualità del progetto didattico della scuola a tempo pieno;
l'organico degli insegnanti specialisti di inglese è passato da 445 posti a 98 posti. Questa riduzione imporrà ai docenti di posto comune specializzati, spesso dotati di un titolo appena sufficiente per parlare un inglese di modesto livello, di insegnare inglese per ben dieci ore, cioè in un numero di classi variabile da 4 a 10. Questa scelta - a parere degli interroganti - non solo nuocerà alla qualità dell'insegnamento della lingua ma farà sì che molti validi docenti di posto comune saranno distolti per quasi la metà del loro tempo dalla cura della propria classe;
nel prossimo anno scolastico si avrà, inoltre, un significativo aumento di alunni per classe anche in presenza di bambini diversamente abili, fino a 27/28 alunni, nonostante la normativa vigente preveda, rispettivamente, agli articoli 5, comma 2, e 4, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica n. 81 del 20 marzo 2009 che «le classi iniziali delle scuole ed istituti di ogni ordine e grado, ivi comprese le sezioni di scuola dell'infanzia, che accolgono alunni con disabilità sono costituite, di norma, con non più di 20 alunni [...]; [...] è consentito derogare, in misura non superiore al 10 per cento, al numero minimo e massimo di alunni per classe previsto, per ciascun tipo e grado di scuola»;
inoltre, i docenti di sostegno in organico di diritto sono stati assegnati, per quasi tutte le scuole, con un rapporto di 1 ogni 4 alunni. Non si è, dunque, tenuto conto della sentenza n. 80 del 22 febbraio 2010 con la quale la Corte costituzionale ha cancellato la disposizione che fissava il tetto massimo di posti di sostegno (compreso le deroghe) attivabili in organico di fatto;
infine, il combinato disposto dell'aumento della popolazione scolastica e la riduzione di organici desta viva preoccupazione soprattutto in relazione all'aumento del rapporto alunni/classe rispetto al limite di 25 fissato dalla normativa vigente determinando, pertanto, un sovraffollamento delle aule che mette seriamente in discussione le normative sulla sicurezza e l'agibilità degli edifici scolastici -:
quali iniziative intenda assumere il Ministro interrogato al fine di soddisfare le richieste avanzate dalle famiglie assicurando nella scuola primaria il mantenimento delle sezioni a tempo pieno già istituite nello scorso anno scolastico, accogliendo le richieste delle nuove sezioni e garantendo la qualità didattica del progetto di scuola a tempo pieno, fiore all'occhiello della nostra scuola pubblica;
quali misure intenda adottare per consentire che siano attivate - a fronte dell'incremento della popolazione scolastica - tutte le necessarie nuove classi al fine di garantire un equilibrato rapporto alunni-classe e quindi adeguati livelli di apprendimento oltre che il rispetto delle norme di sicurezza.
(4-12259)

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LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

MADIA, DAMIANO e GATTI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
da quanto si apprende in un articolo pubblicato dall'agenzia di informazione AgenParl «Call center: Festa Snai tenta il modello Marchionne», il call center romano

Festa Srl controllato del gruppo Snai, leader nel settore giochi e scommesse, avente due sedi a Roma, a via Tor Pagnotta e Bufalotta, avrebbe discusso e redatto un nuovo accordo aziendale con il solo sindacato della Fistel-Cisl volto a sostituire i contratti di lavoro co.co.pro, come enunciato nella premessa;
contrariamente alla premessa, l'accordo sarebbe stato proposto anche ai lavoratori inquadrati nel contratto collettivo nazionale del lavoro del Commercio assunti a tempo indeterminato;
chi di questi ha rifiutato legittimamente la firma, sarebbe stato sottoposto prima ad un regime di ferie forzate e poi ad una trasferta nella sede di Porcari (Lucca) prima fino al 31 agosto e poi con trasferimento definitivo;
alla trasferta, hanno partecipato i soli dipendenti iscritti alla Cgil, comprese mamme in regime di allattamento e persone tutelate dalla legge n. 104 del 1992 che devono assistere familiari; la legge n. 104 del 1992 «Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate» tutela le persone che devono accudire un proprio familiare. Questo regime si pone in contrasto con qualunque tipo di trasferta; inoltre il periodo di allattamento è incompatibile con ogni tipo di trasferta che non consenta alla madre di rientrare presso il proprio domicilio nella fascia oraria individuata a titolo di allattamento;
i lavoratori della Festa Snai lamentano prima di tutto una esclusione dei sindacati dalla discussione del nuovo accordo e poi, la prepotenza con il quale è stato proposto, avvisabile in una vera e propria estorsione, per la quale sarebbe partita, da parte dei lavoratori, anche una denuncia in sede penale;
l'atteggiamento dell'azienda Festa Snai, appare agli interroganti altamente lesivo dei diritti dei lavoratori -:
se il Ministro sia a conoscenza di quanto esposto;
se e come intenda intervenire per favorire la ricomposizione dello stato delle relazioni tra azienda e lavoratori all'interno del call center Festa Snai.
(5-04876)

ZAZZERA, ANIELLO FORMISANO e PALADINI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il comune di Ceglie Messapica (Brindisi) nel mese di aprile è stato purtroppo teatro di un gravissimo fatto di cronaca, il tentato omicidio con armi da fuoco che ha scosso l'intera cittadinanza. La stampa e le TV locali e nazionali attribuiscono la causa ad un licenziamento di un lavoratore nel settore privato;
il 1o maggio 2011 sette lavoratori precari ex socialmente utili del comune di Ceglie Messapica, in provincia di Brindisi, hanno manifestato incatenandosi in segno di protesta sul palco allestito in piazza Plebiscito, issando cartelli con scritte come «Lavorare è un nostro diritto per mantenere la nostra famiglia con dignità e rispetto»;
come ha spiegato Angelo Leo, segretario generale del NIDIL CGIL di Brindisi, si tratta di ex LSU che per 11 anni hanno lavorato presso l'amministrazione comunale, assunti successivamente con contratti Co.Co.Co. per poi essere stabilizzati nel 2008 triennalmente con contratto nazionale di lavoro alle dipendenze del comune, in attesa del contratto a tempo indeterminato fino al loro pensionamento;
si tratta di sette lavoratori, due ultrasessantenni e cinque ultracinquantenni, di cui uno padre di cinque figli;
i contratti a tempo determinato di questi 7 precari, sono scaduti il 30 aprile 2011 ed il comune per loro nonostante le promesse non ha trovato ancora alcuna soluzione, non ha utilizzato la forma della deroga assistita proposta dal sindacato, né

ha attuato un piano di riutilizzo dei lavoratori attraverso l'esternalizzazione dei servizi;
«il problema andava risolto entro il 31 dicembre e l'amministrazione lo sapeva - spiega ancora Angelo Leo - ma si è preferito assumere quattro nuovi ingegneri piuttosto che risolvere il problema dei precari» (La Repubblica edizione Bari del 3 maggio 2011);
la CGIL ha chiesto al sindaco di discutere del futuro di queste 7 persone presso l'amministrazione provinciale di Brindisi, in presenza dell'assessore al lavoro Enzo Ecclesie;
tuttavia, per ben tre volte, l'amministrazione ha disertato il tavolo di concertazione, chiedendo il rinvio dell'incontro a patto che si svolgesse senza la presenza della CGIL;
la CGIL considera «scandaloso il comportamento dell'Amministrazione comunale che si sottrae al confronto su un problema così drammatico come l'emergenza occupazionale che riguarda 7 lavoratori dipendenti del comune con un contratto di lavoro a tempo determinato triennale, che doveva trovare sbocco naturale nella stabilizzazione dopo una lunga serie di rapporti precari» (Brundisium.net del 28 aprile 2011);
il giorno 5 maggio 2011 su richiesta della prefettura, si è svolto un incontro tecnico in presenza del prefetto di Brindisi Nicola Prete al quale hanno partecipato tra gli altri il sindaco, la segretaria comunale, l'assessore al lavoro della provincia, i segretari generali di CGIL, NIDIL e FP;
l'incontro grazie alla mediazione del prefetto, ha concordato la proroga con deroga assistita del rapporto di lavoro dei 7 dipendenti, salvo verifica di contabilità di spesa da effettuarsi entro il 10 maggio 2011;
il 10 maggio il sindaco con un fax inviato al prefetto, ha reso noto di aver espletato le verifiche contabili e di essere nella condizione di concedere la proroga dei contratti. Tuttavia, alla luce della richiesta pervenuta dalle opposizioni, il sindaco ha comunicato di voler rimettere ogni decisione in merito alla competenza del consiglio comunale, da convocarsi a breve;
inaspettatamente il consiglio comunale tenutosi il 20 maggio 2011 ha ribaltato l'accordo approvando un ordine del giorno della maggioranza votato anche dal sindaco, che rinvia l'eventuale assunzione con l'esternalizzazione dei servizi che avverrà solo dopo l'approvazione del bilancio;
nel frattempo sette padri di famiglia in maggioranza monoreddito restano senza stabilizzazione, senza lavoro, senza alcun reddito, e senza certezze per il loro futuro -:
se i Ministri siano a conoscenza dei fatti riportati in premessa con particolare riferimento al rispetto della normativa sui diritti e sulle libertà sindacali;
quali iniziative di propria competenza i Ministri intendano adottare al fine di tutelare il percorso di stabilizzazione lavorativa delle persone di cui in premessa, come stabilito dal prefetto.
(5-04878)

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POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interpellanza:

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, per sapere - premesso che:
attualmente l'Italia è l'unico Stato membro europeo dove la specie cacciabile dello storno non è cacciabile;
nella direttiva comunitaria 79/409/CEE, all'allegato II della direttiva a partire dal 1994 lo storno è considerato specie

cacciabile nei paesi affacciati sul Mediterraneo con la sola eccezione dell'Italia;
le regioni italiane ormai è anni che provvedono ad autorizzare abbattimenti in deroga ai sensi dell'articolo 9, comma 1, lettera a) della direttiva 2009/141/CE (che ha sostituito la direttiva 79/409/CEE nei confronti della specie dello storno per prevenire gravi danni alla coltivazioni agricole presente sul territorio in quantità considerevoli e particolarmente dannosa);
lo storno è la terza specie responsabile dei danni alle coltivazioni agricole in Italia, si tratta di danni gravi e prevalentemente su produzioni di alta qualità con mercato selezionato, le colture interessate sono in prevalenza oliveti, vigneti e frutteti, colture che caratterizzano la qualità delle regioni italiane nel mercato nazionale e internazionale;
come è ormai noto la procedura di infrazione 2006/2131 iniziata a causa del recepimento non conforme della direttiva 79/409/CEE e conseguente con corretta applicazione della stessa da parte dello Stato italiano, si è conclusa con sentenza della Corte di giustizia del 15 luglio 2010 che condanna lo Stato italiano;
le linee guida previste dall'articolo 42 della legge comunitaria per l'esercizio delle deroghe non sono state approvate nonostante sollecitazioni alla Conferenza Stato-regioni, aprendo le porte alla emanazione da parte delle regioni di provvedimenti in deroga disomogenei da approvare nella prossima stagione a danni subiti nel 2010 -:
quali urgenti iniziative si intendano assumere, a fronte di tale situazione, al fine di inserire lo storno tra le specie cacciabili in Italia anche sulla base favorevole fatta dall'ISPRA nel febbraio 2011, così come da risoluzione approvata all'unanimità dalla XIII Commissione agricoltura nel luglio 2008;
come intenda attivarsi affinché la richiesta venga esaminata a breve al comitato Ornis di Bruxelles per riportare lo storno specie cacciabile come lo è negli altri Paesi europei del Mediterraneo e dei Balcani, al fine di superare l'annoso problema delle deroghe la cui applicazione è costata la condanna allo Stato italiano a seguito di procedura di infrazione comunitaria.
(2-01120)«Bianconi, Nola».

...

Apposizione di firma ad una mozione e modifica dell'ordine dei firmatari.

Mozione Tremaglia ed altri n. 1-00002, pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta del 6 maggio 2008, l'ordine delle firme viene così modificato: «Tremaglia, Della Vedova, Traversa, Patarino, Granata, Briguglio, Di Biaggio, Menia, Giammanco».

Apposizione di firme ad interrogazioni.

L'interrogazione a risposta in Commissione Bellanova n. 5-04451, pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta del 24 marzo 2011, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Froner.

L'interrogazione a risposta in Commissione Madia n. 5-04687, pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta del 3 maggio 2011, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Fadda.

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:
interrogazione a risposta scritta Miotto n. 4-11705 del 27 aprile 2011;

interrogazione a risposta immediata in Commissione Palomba n. 5-04831 del 30 maggio 2011;
interrogazione a risposta scritta Giulio Marini n. 4-12155 del 6 giugno 2011;
interpellanza urgente Renato Farina n. 2-01118 dell'8 giugno 2011;

Ritiro di firme da un documento di indirizzo.

Mozione Tremaglia e altri n. 1-00002, pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta del 6 maggio 2008: sono state ritirate le firme dei deputati: Landolfi, Migliori, Leo, Ghiglia, Lunardi, Angeli.