XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di giovedì 23 giugno 2011

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 23 giugno 2011.

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Antonione, Berlusconi, Bindi, Bocci, Bonaiuti, Bongiorno, Bossi, Brambilla, Brugger, Brunetta, Caparini, Carfagna, Casero, Casini, Catone, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Gianfranco Conte, Cossiga, Crimi, Crosetto, D'Alema, Dal Lago, Donadi, Dozzo, Fassino, Fava, Fitto, Tommaso Foti, Franceschini, Frattini, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giro, Jannone, La Russa, Lamorte, Leone, Lo Monte, Lombardo, Lucà, Lupi, Lusetti, Mantovano, Maroni, Martini, Melchiorre, Meloni, Miccichè, Migliavacca, Leoluca Orlando, Pescante, Polidori, Prestigiacomo, Ravetto, Recchia, Reguzzoni, Rigoni, Roccella, Romani, Romano, Rotondi, Saglia, Sardelli, Stefani, Stucchi, Tabacci, Tremonti, Vernetti, Vitali, Vito, Volontè, Zacchera.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

Albonetti, Alessandri, Angelino Alfano, Antonione, Bergamini, Berlusconi, Bindi, Bocci, Bonaiuti, Bongiorno, Bossi, Brambilla, Brugger, Brunetta, Caparini, Carfagna, Casero, Casini, Catone, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cossiga, Crimi, Crosetto, D'Alema, Dal Lago, Donadi, Dozzo, Fassino, Fava, Fitto, Tommaso Foti, Franceschini, Frattini, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giro, Jannone, La Russa, Lamorte, Leone, Lo Monte, Lombardo, Lucà, Lupi, Mantovano, Maroni, Martini, Melchiorre, Meloni, Miccichè, Migliavacca, Migliori, Leoluca Orlando, Polidori, Prestigiacomo, Ravetto, Recchia, Reguzzoni, Rigoni, Roccella, Romani, Romano, Rotondi, Saglia, Sardelli, Stefani, Stucchi, Tabacci, Tremonti, Vernetti, Vitali, Vito, Volontè, Zaccaria, Zacchera.

Annunzio di proposte di legge.

In data 22 giugno 2011 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
DIONISI ed altri: «Abrogazione dell'articolo 15 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, concernente l'introduzione di un pedaggio sulle autostrade e sui raccordi autostradali gestiti direttamente dalla società ANAS Spa» (4443);
CENNI: «Disposizioni per la tutela e la valorizzazione delle strade bianche» (4444);
LABOCCETTA: «Modifica dell'articolo 1, comma 132, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, concernente l'esenzione dei soggetti ultrasettantacinquenni con basso reddito e dei titolari di assegno sociale dal pagamento del canone di abbonamento alle radioaudizioni» (4445);
DE TORRE ed altri: «Modifiche alla legge 15 dicembre 1999, n. 482, in materia di riconoscimento e di tutela delle minoranze linguistiche storiche dei rom e dei sinti» (4446);
DI PIETRO ed altri: «Soppressione dell'Agenzia per la sicurezza nucleare e disposizioni concernenti il trasferimento delle sue competenze» (4447);
GALLETTI e LIBÈ: «Distacco dei comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio dalla regione Marche e loro aggregazione alla regione Emilia-Romagna, ai sensi dell'articolo 132, secondo comma, della Costituzione» (4448).

Saranno stampate e distribuite.

Annunzio di un disegno di legge.

In data 23 giugno 2011 è stato presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge:
dal Presidente del Consiglio dei ministri e dal ministro dell'interno:
«Conversione in legge del decreto-legge 23 giugno 2011, n. 89, recante disposizioni urgenti per il completamento dell'attuazione della direttiva 2004/38/CE sulla libera circolazione dei cittadini comunitari e per il recepimento della direttiva 2008/115/CE sul rimpatrio dei cittadini di Paesi terzi irregolari» (4449).

Sarà stampato e distribuito.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

I Commissione (Affari costituzionali):
OCCHIUTO ed altri: «Introduzione dell'articolo 17-bis della legge 25 maggio 1970, n. 352, concernente l'esercizio del voto per corrispondenza in occasione dei referendum previsti dalla Costituzione» (4343) Parere delle Commissioni V e VII.

II Commissione (Giustizia):
SORO ed altri: «Modifica all'articolo 139 del codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, concernente l'adozione di norme deontologiche relative al trattamento dei dati personali relativi a indagini di polizia e a procedimenti giurisdizionali, anche acquisiti mediante intercettazione di comunicazioni, nell'ambito delle attività giornalistiche e tramite i mezzi d'informazione» (4301) Parere delle Commissioni I e VII;
CONTENTO e PANIZ: «Disciplina della procedura partecipativa di negoziazione assistita da un avvocato» (4376) Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), XI e XII.

Trasmissione dal Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri

Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 21 giugno 2011, ha trasmesso il programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea, elaborato dalle future presidenze polacca, danese e cipriota (11447/11).

Tale documento è assegnato, per l'esame generale, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) e, per l'esame delle parti di rispettiva competenza, a tutte le altre Commissioni permanenti nonché al Comitato per la legislazione.

Trasmissione dal Ministro degli affari esteri

Il Ministro degli affari esteri, con lettera del 16 giugno 2011, ha trasmesso una nota relativa all'attuazione data all'ordine del giorno TEMPESTINI ed altri n. 9/3097-A/6, accolto come raccomandazione dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 9 febbraio 2010, concernente la realizzazione di una «casa della società civile» a Kabul.

La suddetta nota è a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare ed è trasmessa alla III Commissione (Affari esteri) competente per materia.

Trasmissione dal Ministro per i rapporti con le regioni e per la coesione territoriale.

Il Ministro per i rapporti con le regioni e per la coesione territoriale, con lettera del 16 giugno 2011, ha trasmesso una nota relativa all'attuazione data all'ordine del giorno CAMBURSANO ed altri n. 9/3594/3, accolto come raccomandazione dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 20 luglio 2010, concernente iniziative per ripristinare il vincolo di destinazione a favore del Mezzogiorno dei Fondi FAS.

La suddetta nota è a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare ed è trasmessa alla X Commissione (Attività produttive) competente per materia.

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea

La Commissione europea, in data 22 giugno 2011, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):

Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio a norma dell'articolo 9 della decisione quadro 2003/568/GAI del Consiglio, del 22 luglio 2003, relativa alla lotta contro la corruzione nel settore privato (COM(2011)309 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla II Commissione (Giustizia);

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio e alla Corte dei conti - Sintesi delle realizzazioni della Commissione in materia di gestione per il 2010 (COM(2011)323 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla V Commissione (Bilancio);

Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sugli sforzi compiuti dagli Stati membri nel 2009 per il raggiungimento di un equilibrio sostenibile tra la capacità e le possibilità di pesca (COM(2011)354 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla XIII Commissione (Agricoltura);

Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio concernente la mobilitazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, in conformità del punto 28 dell'accordo interistituzionale del 17 maggio 2006 tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla disciplina di bilancio e la sana gestione finanziaria (EGF/2011/000 TA 2011 - assistenza tecnica su iniziativa della Commissione) (COM(2011)358 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla XI Commissione (Lavoro);

Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo - Proroga dell'accordo tra la Commissione europea e l'Office of Science and Technology Policy degli Stati Uniti d'America che istituisce una task force per la ricerca nel settore delle biotecnologie (COM(2011)366 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);

Progetto di bilancio rettificativo n. 5 al bilancio generale 2011 - Stato delle spese per sezione - Sezione IX - Garante europeo della protezione dei dati - Sezione X - Servizio europeo per l'azione esterna (COM(2011)374 definivo), che è assegnata in sede primaria alla V Commissione (Bilancio);

Documento di lavoro dei servizi della Commissione - Sintesi della valutazione dell'impatto - Documento di accompagnamento della proposta di direttiva del Consiglio recante modifica della direttiva 2003/96/CE che ristruttura il quadro comunitario per la tassazione dei prodotti energetici e dell'elettricità (SEC(2011)410 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla VI Commissione (Finanze).

Annunzio di un provvedimento concernente un'amministrazione locale

Il Ministero dell'interno, con lettera in data 21 giugno 2011, ha dato comunicazione, ai sensi dell'articolo 141, comma 6, del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, del decreto del Presidente della Repubblica di scioglimento del consiglio comunale di Santena (Torino).

Questa documentazione è depositata presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B  al resoconto della seduta odierna.

Annunzio di risposte scritte
ad interrogazioni.

Sono pervenute alla Presidenza dai competenti Ministeri risposte scritte ad interrogazioni. Sono pubblicate nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

RELAZIONE TERRITORIALE SULLE ATTIVITÀ ILLECITE CONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI NELLA REGIONE CALABRIA APPROVATA DALLA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SULLE ATTIVITÀ ILLECITE CONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI (DOC. XXIII, N. 7)

Doc. XXIII, n. 7 - Risoluzione

La Camera,
esaminata la relazione territoriale sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella Regione Calabria (Doc. XXIII n. 7), approvata all'unanimità dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti nella seduta del 19 maggio 2011;
premesso che:
la Commissione, nella sua attività d'inchiesta, sta svolgendo una serie di indagini a carattere regionale sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, concentrandosi, sino ad oggi, particolarmente sulle regioni del Mezzogiorno;
la relazione in esame è il frutto di una complessa attività istruttoria, che ha visto la Commissione impegnata in tre distinte missioni sul territorio calabrese tra dicembre 2009 e giugno 2010, nel corso delle quali ha esaminato la situazione grazie a un numero significativo di audizioni e sopralluoghi;
la relazione, che si caratterizza per la sua completezza, riporta dati obiettivi emersi nel corso delle audizioni o nelle verifiche tecniche svolte nel corso dei sopralluoghi;
l'inchiesta svolta dalla Commissione ha consentito di mettere in evidenza come, a distanza di oltre tredici anni (ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 2696 del 21 ottobre 1997) dall'istituzione dell'ufficio del commissario delegato per l'emergenza rifiuti in Calabria nel settore dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani, poi ampliato al settore delle acque e delle bonifiche per gli anni compresi dal 2002 al 2008, non è stato realizzato nessuno degli obiettivi previsti dai piani regionali per i rifiuti, predisposti dal commissario delegato per l'emergenza rifiuti, nell'ambito di una suddivisione del territorio regionale in tre macroaree («Calabria Nord», «Calabria Centro», «Calabria Sud»); peraltro, tale suddivisione è stata realizzata in modo assolutamente non corrispondente al dato geografico, posto che la «Calabria Sud» comprende non solo tutta la provincia di Reggio Calabria ma anche la zona di Rossano (CS) e la provincia di Crotone che, viceversa, per la loro posizione, avrebbero dovuto essere collocate nel sistema «Calabria Nord»;
le ricadute di tale suddivisione non sono da poco, se si considera che i rifiuti «viaggiano» da un capo all'altro della regione, prima e dopo il loro trattamento, dal momento che le discariche di servizio non sono localizzate nelle vicinanze degli impianti di trattamento, ma a centinaia di chilometri dagli stessi, per di più in un territorio montuoso e privo di adeguata viabilità, come quello calabrese;
l'esito delle iniziative commissariali è stato del tutto insoddisfacente, posto che le società miste pubblico - private, costituite dal commissario per realizzare la raccolta differenziata, versano tutte in stato di insolvenza e che la raccolta differenziata non è decollata, essendo, pressoché, inesistente sul 90 per cento del territorio regionale, a tal punto da raggiungere, nella media, la modesta percentuale del 4,2 per cento per gli anni 2005, 2006, 2007 e 2008;
il fallimento della raccolta differenziata ha contribuito in maniera rilevante alla crisi dell'intero sistema: in Calabria non sono state realizzate nel corso di tutto il commissariamento nuove discariche pubbliche, sicché tutto il sistema delle discariche è rimasto affidato ai privati;
ciò è accaduto anche per via dei numerosi conflitti tra l'ufficio del commissario delegato e gli enti locali, che hanno paralizzato tutte le iniziative commissariali, nonostante gli ampi poteri che il legislatore ha riconosciuto al commissario;
ad oggi sono operative le discariche di Pianopoli (CZ) e di Catanzaro-Alli, entrambe di proprietà del privato «Enerambiente SpA», nonché la discarica di Crotone, località Columbra, la più grossa della Calabria, gestita dalla «Sovreco srl», facente parte del gruppo Vrenna, mentre tutte le altre discariche, pubbliche e private, sono praticamente esaurite; la discarica di Pianopoli, in data 18 novembre 2010, è stata posta sotto sequestro con decreto urgente del pubblico ministero di Lamezia Terme, convalidato dal GIP, in data 22 novembre 2010, per violazione degli articoli 137, comma 1, del decreto legislativo n. 152 del 2006 e 674 del codice penale;
la gestione integrata dei rifiuti comprende gli impianti di trattamento - che in Calabria fanno capo per la gran parte a una società privata, la TEC-Veolia - nonché il termovalorizzatore di Gioia Tauro, anch'esso gestito dalla stessa società;
con riguardo a quest'ultimo impianto, dal Rapporto rifiuti 2008 ISPRA-ONR e dal successivo rapporto del 2009 risulta che, negli anni 2007 e 2008, l'inceneritore ha trattato un quantitativo di rifiuti, rispettivamente, di 114 mila tonnellate e di 97 mila tonnellate di combustibile da rifiuto a fronte di una potenzialità complessiva di 120 mila tonnellate e che ha usato come combustibile cdr proveniente anche da altre regioni e, segnatamente, dal Veneto, dalla Toscana e dalla Lombardia;
alla luce dei dati sopra esposti, appare evidente la superfluità del raddoppio dell'impianto di incenerimento di Gioia Tauro, il cui completamento è previsto per il 2012 e al quale, tuttavia, non è possibile sottrarsi per non dover pagare forti penali, in forza del concluso contratto di appalto;
in un contesto di acclarata inefficienza e di disservizio pubblico devono, inoltre, essere sottolineati, in negativo, i costi della struttura commissariale, indicati nella relazione della Corte dei conti-sezione regionale di controllo per la Calabria, che - con riferimento al periodo compreso tra il mese di gennaio 2006 e il mese di agosto 2009 - sono stati complessivamente pari a 13.838.659,64 euro;
tra le voci di bilancio relative alle suddette annualità meritano di essere sottolineate le seguenti: 1) i «compensi al personale amministrativo» che, nell'anno 2007, hanno raggiunto la rilevante somma di 3,44 milioni di euro, a fronte di una media negli altri anni di circa euro 1,5 milioni; 2) i «compensi per collaborazioni» - non meglio specificate - che, nell'anno 2007, hanno raggiunto il picco di 979 mila euro e, nell'anno 2008, sono stati di ben 717 mila euro;
in via generale, si tratta di costi molto elevati, che non trovano alcun riscontro nel servizio reso; in particolare, la voce «compensi per collaborazioni» appare del tutto ingiustificata;
rilevanti sono, poi, le spese «per la gestione di discariche, impianti e stazioni» che, nel decennio, sono state complessivamente pari a euro 249.144.297,53, con un crescendo costante;
se si volessero fare dei rapidi confronti, per ogni cittadino calabrese sono stati spesi ben 123,89 euro solo per la gestione delle discariche e delle stazioni di trasferenza da parte del commissario, cui vanno ad aggiungersi le somme pagate a titolo di tariffa dai comuni: il tutto per un servizio non reso, ovvero reso male;
i costi sopra indicati prescindono dalle condanne, contenute in ben tre lodi arbitrali, del complessivo importo di oltre 100 milioni di euro - importo che, paradossalmente, è pari al costo di un inceneritore di media taglia - subite dall'ufficio del commissario delegato, a causa della mancata realizzazione del termovalorizzatore di Bisognano, dei ritardi e degli inadempimenti relativi alla costruzione degli impianti di trattamento e delle discariche di servizio, nonché al raddoppio del termovalorizzatore di Gioia Tauro (lodo n. 121/10) e, infine, dei crediti vantati dalla TEC-Veolia per maggiori costi di gestione degli impianti: tutto ciò a fronte di un'attività di recupero crediti svolta dall'ufficio del commissario nei confronti dei comuni per le tariffe rsu non versate, che è del tutto insoddisfacente, posto che nell'anno 2009 vi è stato un incremento dei crediti non riscossi della struttura commissariale verso i comuni, che sono passati dalla somma di 143 milioni 874 mila euro, alla data del 31 dicembre 2008, a quella di 149 milioni di euro, alla data del 31 dicembre 2009;
deve essere infine stigmatizzato il fatto che nella gestione commissariale in Calabria, per un verso, nessuno dei contratti stipulati dai commissari delegati risulta sottoposto al controllo preventivo della Corte dei conti e, per altro verso, vi è stata una produzione alluvionale di ordinanze commissariali, spesso contraddittorie e confuse, con conseguenze non da poco, dal momento che le inefficienze del sistema pubblicistico hanno finito con il favorire l'inserimento nel ciclo dei rifiuti della criminalità organizzata, che è particolarmente presente nella provincia di Reggio Calabria, laddove, a fronte di un giro d'affari di complessivi 150 milioni di euro all'anno, pari al 2 per cento del PIL del territorio, solo 12 imprese delle 161 che si occupano di rifiuti hanno ottenuto la certificazione antimafia negativa, mentre 115 imprese risultano addirittura sconosciute al sistema;
l'inserimento mafioso della `ndrangheta emerge in tutta la sua evidenza dalle indagini della Procura della Repubblica in Reggio Calabria, che spesso vedono il coinvolgimento nelle attività criminose nello specifico settore dei rifiuti anche di soggetti politici;
a tale proposito, il dottor Giuseppe Pignatone, procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, ha citato emblematicamente il caso del sindaco di Gioia Tauro, Giorgio Dal Torrione - poi rinviato a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa o partecipazione - il quale era anche segretario generale di un comune vicino a quello di Gioia Tauro, nonché dei collegamenti tra ambienti politici e ambienti malavitosi - cosca Libri, De Stefano, Condello, Piromalli e, nell'ambito dell'indagine «Armonia», diverse cosche ioniche reggine - quali erano emersi in un procedimento penale, significativamente, denominato «Rifiuti SpA»;
nella suddetta vicenda processuale era accertata l'alleanza tra i Condello e i Libri, cosche un tempo rivali (ciascuna delle quali, tuttavia, conservava il controllo di una parte della città di Reggio Calabria) che tuttavia - dopo la lunga guerra di mafia che, tra il 1985 e il 1991, li aveva visti contrapposti - già agli inizi degli anni 2000, avevano stretto sul piano imprenditoriale degli accordi, che partivano proprio dal settore particolarmente lucroso dei rifiuti; sicché, sulla base del denaro e dell'interesse avevano superato i vecchi rancori;
il dottor Carmelo Casabona, questore di Reggio Calabria, nel corso della sua audizione del 1o dicembre 2009, ha riferito che vi è una imprenditoria che, con il sostegno della 'ndrangheta e ricorrendo all'influenza tipica della mafia in genere, si immette nel settore dei rifiuti, gestendo appalti, come risulta provato dalla sentenza n. 5635/01 R. GIP di Reggio Calabria del 22 dicembre 2008, che, nel condannare un imprenditore, Matteo Alampi, ha fatto luce sulla metodologia adottata dalla 'ndrangheta nel sistema della raccolta dei rifiuti;
lo stesso dottor Casabona, prendendo spunto da tale processo, ha rimarcato l'esistenza, nelle gare di appalto, di accordi tra tutti i concorrenti, alcuni dei quali accettano di fare la figura delle comparse, per un preciso tornaconto, come quello di vedersi affidati servizi in subappalto ovvero di ottenere altri appalti, privi di interesse per la criminalità;
sul punto, il questore ha parlato dell'esistenza «quasi di una consorteria», che consente la gestione degli appalti in base agli appetiti del momento e di una fase «quasi democratica» del sistema illecito nella distribuzione degli appalti. Proprio ricorrendo a tali sistemi è accaduto nella vicenda «Alampi» che le cosche dei Libri e dei Condello, storicamente avverse tra loro, in questa occasione, non si sono scontrate, anzi hanno raggiunto un accordo;
il questore di Reggio Calabria ha citato le vicende che hanno visto coinvolta nel recente passato la società Leonia, che effettua la raccolta dei rifiuti nella città di Reggio Calabria. Ebbene, la Leonia ha subito numerosi attentati: nel 2007 hanno sparato a un auto compattatore, nel corso del 2008 vi è stata una esplosione di colpi in direzione di un altro mezzo e altri attentati e, in data 1o novembre 2009, sono state incendiate quattro autovetture della famiglia De Caria, responsabile della ditta Leonia. Il problema degli inquirenti - ha concluso il questore di Reggio Calabria - era quello di «capire se dietro a tutto questo possano esservi contrapposizioni oppure estorsioni», in ogni caso, di stampo mafioso;
la Commissione si è soffermata, inoltre, con apposito capitolo, sul ruolo egemone che il gruppo Vrenna esercita sul territorio calabrese e sui rapporti con ambienti istituzionali;
in tale contesto ambientale si spiegano le ragioni per cui la Calabria è divenuta terra di smaltimento di rifiuti speciali, anche pericolosi, posto che l'Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale (ISPRA) ha calcolato una capacità di smaltimento di rifiuti speciali calabrese molto alta, di quasi 43 mila tonnellate per anno, pari a circa il 7 per cento dei rifiuti nazionali, quantitativo che non corrisponde assolutamente alla produzione di rifiuti speciali nella regione;
è significativo anche il fatto che la «IAM», società mista pubblico-privata, che ha in gestione un depuratore a Gioia Tauro, sia destinataria del percolato proveniente dalla Sicilia, nonostante che tale depuratore spesso sia in difficoltà per la depurazione dei liquami del territorio calabrese, con conseguente contaminazione della falda;
gli inadempimenti del commissario delegato hanno investito anche il sito di interesse nazionale (SIN) di Crotone, Cerchiara e Cassano, tutti comuni afflitti da un grave inquinamento ambientale, determinato dalla «ferrite di zinco» dello stabilimento «ex Pertusola» di Crotone e dalla «fibretta di amianto in polvere», usata fino agli anni Novanta negli stabilimenti «ex Montedison» di Crotone, nonché dalla «fosforite» derivante dalla produzione di fertilizzanti in questi ultimi stabilimenti;
nel periodo di competenza - che va dal mese di novembre 2002 al mese giugno 2008, anno in cui l'esecuzione degli interventi di bonifica è stata demandata a «Syndial SpA», società del gruppo Enichem, quale soggetto responsabile della contaminazione - l'ufficio del commissario per l'emergenza rifiuti non ha provveduto a porre in essere alcuna iniziativa per la messa in sicurezza e/o la bonifica dei siti inquinati, lasciando cadere nel vuoto le decisioni assunte nelle varie conferenze di servizi tenute presso il Ministero dell'ambiente e le conseguenti prescrizioni;
le varie conferenze di servizi, istruttorie o decisorie, tenutesi presso il Ministero dell'ambiente e tutte le riunioni operative effettuate tra le autorità locali della città di Crotone, nella realtà, hanno avuto solo carattere di mera interlocutorietà, senza alcun segnale di concretezza nell'affrontare e risolvere l'annosa questione dell'inquinamento dei terreni, delle falde acquifere e dei fondali marini, determinato dalle pregresse attività industriali all'interno del sito in questione;
la situazione non è concretamente migliorata nel corso di questi ultimi tre anni, posto che la Syndial è in forte ritardo nell'attività di bonifica dei siti inquinati e che il Ministero non ha ancora attuato i poteri sostitutivi di azione in danno, che la legge gli conferisce per l'adempimento delle obbligazioni assunte dalla società proprietaria dei siti inquinati;
a questo punto, la Commissione di inchiesta - anche alla luce delle osservazioni del dottor Gianfranco Mascazzini, ex direttore generale della direzione generale qualità della vita del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nel corso della sua audizione del 12 aprile 2011- non può non esprimere tutte le sue perplessità sulla scelta operata dalla Syndial, circa il trasferimento dei rifiuti nocivi dalle aree inquinate dell'ex Pertusola e dell'ex Fosfotec alla costruenda discarica di Giammiglione, località sita a ridosso della città di Crotone in una zona collinare, al confine del comune di Scandale, comune interno a 350 s.l.m., inserito nella comunità montana «Alto Marchesato Crotonese»;
in pratica, nel caso di specie, il piano prevedeva il trasferimento dell'inquinamento dalla zona costiera a quella collinare dello stesso comune di Crotone, con centinaia di migliaia di viaggi di camion che avrebbero dovuto attraversare l'intera costa crotonese, carichi di molti milioni di metri cubi di materiali contenenti scoria cubilot, fosfogessi e fibretta d'amianto, da trasferire nella discarica di Giammiglione. Viceversa, appare preferibile la bonifica in situ e, cioè, l'opportunità di chiudere all'interno di un volume confinato i materiali inquinanti e di trattarli sul posto, evitando escavazione e trasporto degli stessi, tanto più che il meccanismo dell'isolamento e del marginamento con tecniche sempre più raffinate - che oggi presentano un ragionevole rapporto costi/benefici - consente di attivare e scommettere sulle tecnologie di bonifica in situ;
in tal modo si evita il pericolo della fuoriuscita dell'inquinante grazie all'isolamento - chi se ne occupa sa quali regole rispettare - ed è anche possibile costruire nuovamente sui siti interessati, sia pure con una serie di cautele;
in conclusione sul punto, nelle more del lungo iter per l'autorizzazione all'apertura della discarica di Giammiglione - che risale addirittura al lontano 1998 e che è stata oggetto di forti manifestazioni pubbliche di contestazione da parte della stessa popolazione crotonese - meglio sarebbe stato isolare le suddette aree inquinate e iniziare il loro trattamento in loco, provvedendo a inertizzare il materiale inquinato, piuttosto che affidarsi a una costruenda nuova discarica in cui trasferire i prodotti inquinati, con il concreto rischio della dispersione del materiale inquinato nel corso del suo trasferimento da un sito all'altro;
per quanto riguarda l'inquinamento marino del territorio di Crotone, essendo impossibile la rimozione dell'inquinante, si sarebbe potuto realizzare una cassa di colmata nella quale refluire i sedimenti contaminati, ma tale opera non è stata realizzata;
alla luce di queste considerazioni, appare evidente che le problematiche connesse alla bonifica del SIN di Crotone non sono state - ancora ad oggi - adeguatamente affrontate;
la Commissione, valutati i risultati del tutto negativi della gestione commissariale, accompagnata da costi elevati e dall'assenza di trasparenza di tale ufficio, ritiene che la struttura commissariale debba essere sostituita, con il ritorno alla gestione ordinaria dei rifiuti da parte degli enti locali, mentre il riparto di competenze tra lo Stato, la regione Calabria e gli enti locali nella materia oggetto dell'inchiesta impone una reciproca leale collaborazione nella soluzione delle questioni evidenziate nella relazione, soprattutto allo scopo di favorire la lotta alla criminalità organizzata e contrastare il degrado ambientale che consegue all'abuso del territorio;
in particolare, tenuto conto della particolare situazione in cui versa la regione Calabria, appare opportuno e necessario procedere con urgenza alla realizzazione, degli impianti necessari in grado di trattare i rifiuti e ad avviare la raccolta differenziata verso gli obiettivi indicati dall'attuale direttiva 98/2008 -:
la fa propria e impegna il Governo, per quanto di competenza, a intraprendere ogni iniziativa utile al fine di risolvere le questioni evidenziate nella relazione della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, in raccordo e leale collaborazione con i competenti organismi nazionali, della regione Calabria e degli enti locali interessati, anche al fine di creare le condizioni per una gestione ordinaria del ciclo integrato dei rifiuti.
6-00084. «Pecorella, Bratti, Volpi, Proietti Cosimi, Grassano, Piffari, Libè».

MOZIONI META ED ALTRI N. 1-00642, PILI ED ALTRI N. 1-00639, MEREU ED ALTRI N. 1-00657 E PALOMBA ED ALTRI N. 1-00658 CONCERNENTI INIZIATIVE PER GARANTIRE LA CONTINUITÀ TERRITORIALE MARITTIMA CON LA SARDEGNA E SULLE PROCEDURE DI PRIVATIZZAZIONE DELLA SOCIETÀ TIRRENIA

Mozioni

La Camera,
premesso che:
la vicenda degli aumenti fuori misura delle tariffe per i collegamenti marittimi è diventata una vera e propria emergenza per la Sardegna;
a seguito della procedura di privatizzazione della società Tirrenia, tuttora in corso e in via di definizione, è divenuta carente l'attività commerciale che la stessa svolgeva con la Sardegna; gli effetti sono rilevanti con ritardi nelle prenotazioni estive, la cancellazione di alcune linee di collegamento e, appunto, l'aumento indiscriminato delle tariffe - con rincari dal 50 per cento al 120 per cento - da parte delle altre compagnie a scapito dei residenti in Sardegna, del trasporto merci e della mobilità turistica, con grave danno per l'economia della Sardegna;
in particolare, la società Tirrenia ha in parte interrotto e in parte ridotto le linee del nord Sardegna per Genova, consentendo, di fatto, di conquistare una posizione di vantaggio competitivo a diversi vettori tale da consentire, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, alle stesse società di effettuare una sorta di «cartello sulle tariffe» e di consolidare una posizione dominante dannosa per la crescita dell'economia turistica e commerciale della Sardegna;
in relazione all'aumento delle tariffe ha inciso in maniera determinante la decisione del Governo di autorizzare nel 2009 la società Tirrenia a svolgere in regime di libero mercato, quindi senza limiti tariffari, durante la stagione estiva le tratte più redditizie tra cui Civitavecchia-Olbia e Genova-Porto Torres, creando così i presupposti per scardinare il sistema tariffario fino ad allora calmierato proprio dalle tariffe applicate dalla Tirrenia;
il ciclo di audizioni programmato dalla IX Commissione (Trasporti) della Camera dei deputati - già avviate nella prima settimana di maggio 2011 - con le compagnie private che effettuano il servizio di trasporto marittimo e con il commissario della società Tirrenia hanno rafforzato l'ipotesi che ci si trovi di fronte ad una sorta di «cartello delle tariffe» fra le compagnie;
su tale cartello, che, con ogni probabilità, è stata favorito dalle carenze di trasporto della società Tirrenia, è opportuno che l'Autorità garante della concorrenza e del mercato e le autorità competenti effettuino i dovuti approfondimenti in quanto i rialzi dei costi delle materie prime energetiche e dei servizi nautici, indicati come giustificazione degli aumenti dalle compagnie di trasporto private, in realtà sono insufficienti a motivare tali incrementi tariffari;
dietro quella che, ai firmatari del presente atto di indirizzo, appare «l'operazione cartello» delle compagnie private che effettuano il trasporto marittimo si individua, inoltre, una linea di interesse che punta direttamente all'acquisizione della società Tirrenia a prezzi di favore; la compagnia pubblica ha per decenni calmierato le tariffe; ora è in amministrazione straordinaria per essere liquidata; il suo valore è notevole, si parla di circa un miliardo di euro, ma il Governo ha ricevuto una offerta per 380 milioni di euro proprio dagli armatori che hanno raddoppiato le tariffe; nel caso in cui la Tirrenia venisse incorporata nei gruppi concorrenti che oggi guidano l'incremento delle tariffe, queste ultime continuerebbero ancora a crescere forti del fatto che si verrebbe a costituire di fatto una situazione di monopolio del trasporto marittimo per la Sardegna;
infatti, se le operazioni di acquisizione degli armatori privati del gruppo Snav, Msc e Moby dovessero andare in porto, essi si troverebbero senza dubbio in una posizione di privilegio tale che le «operazioni di cartello» viste in questo periodo si consoliderebbero a scapito dei diritti dei cittadini residenti e, soprattutto, a scapito dell'economia turistica e commerciale della regione;
come denunciato dall'amministrazione provinciale di Cagliari in un incontro sulla questione il 30 aprile 2011, «il rilevante aumento delle tariffe registrato dall'inizio dell'anno sta generando una situazione di grave pregiudizio per tutti i cittadini residenti in Sardegna, ma non solo, nonché per il sistema economico e turistico dell'isola. Il rincaro applicato dalle compagnie di navigazione e le incertezze sulla privatizzazione della Tirrenia si riflettono negativamente sulla possibilità che i cittadini sardi possano spostarsi sul territorio nazionale con pari opportunità e servizi soddisfacenti, a costi sostenibili. La grave situazione venutasi così a creare sta inoltre condizionando negativamente l'economia dell'isola, in particolare quella turistica, tanto più in prossimità della stagione estiva»;
è urgente, quindi, porre rimedio alla situazione che si è concretizzata nel trasporto marittimo per la Sardegna al fine di evitare un altro duro colpo all'economia dell'isola di cui il turismo rappresenta una componente considerevole; gli operatori del settore ricettivo alberghiero già denunciano un crollo del 35 per cento delle prenotazioni per la prossima stagione estiva a seguito dei rincari delle tariffe dei traghetti;
il Governo deve intervenire sulla vicenda in maniera più puntuale rispetto a quanto fatto fino ad ora, sopratutto per quel che riguarda gli oneri di servizio che la società Tirrenia, nonostante la gestione commissariale, deve ancora svolgere in relazione alla garanzia della tutela della continuità territoriale, così come disposto dalle convenzioni ancora in essere ai sensi dell'articolo 19-ter del decreto-legge n. 135 del 2009, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 novembre 2009, n. 166;
per contrastare l'aumento eccessivo dei costi dei traghetti la regione Sardegna ha deciso di noleggiare alcune navi, attraverso la controllata Saremar, per garantire già dalla prossima estate collegamenti marittimi con l'isola a prezzi concorrenziali. Tale soluzione comunque non affronta la questione nell'ottica politica di lungo termine e non sembra risolvere nemmeno il problema attuale della Sardegna, in quanto gli elevati costi del trasporto marittimo consentono alla flotta regionale di effettuare collegamenti solo con la parte nord della regione, garantendo solo le tratte Olbia-Civitavecchia e Genova-Porto Torres;
nel frattempo, il Ministero dello sviluppo economico ha autorizzato il commissario per la gestione della società Tirrenia in amministrazione straordinaria ad accettare l'offerta della Compagnia italiana di navigazione (Cin) che riunisce i principali operatori del settore, che sono gli stessi armatori che hanno raddoppiato le tariffe dei traghetti sulle tratte da e per la Sardegna. Con l'autorizzazione si avvia la fase conclusiva del processo di privatizzazione della società di navigazione che prevede, tra l'altro, l'autorizzazione preventiva al closing da parte dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato,

impegna il Governo:

a fare in modo che, nell'attuale fase di vera e profonda emergenza, la compagnia di navigazione Tirrenia svolga pienamente la propria missione pubblica di garanzia dei collegamenti marittimi, assicurando la continuità territoriale ai residenti e ai non residenti, e la naturale funzione di calmiere delle tariffe;
a promuovere la definizione di un quadro normativo che, in accordo con l'Unione europea e nel rispetto delle prerogative della regione Sardegna, risolva in maniera definitiva la continuità territoriale marittima con la Sardegna, così come avvenuto nel settore del trasporto aereo;
a fornire con urgenza elementi al Parlamento sulle procedure di privatizzazione in atto relative alla società Tirrenia spa e a chiarire le motivazioni che non hanno consentito alla Tirrenia spa di dare corretta attuazione agli obblighi previsti dal contratto di servizio per garantire la continuità territoriale;
a valutare l'opportunità, anche alla luce della situazione fino ad ora illustrata, di assumere iniziative per istituire in tempi brevi un'autorità indipendente per il settore dei trasporti con compiti di regolamentazione del mercato di riferimento.
(1-00642) «Meta, Calvisi, Fadda, Marrocu, Melis, Arturo Mario Luigi Parisi, Pes, Schirru, Soro, Tullo, Velo, Lovelli».

La Camera,
premesso che:
la vicenda degli aumenti fuori misura delle tariffe per i collegamenti marittimi è diventata una vera e propria emergenza per la Sardegna;
a seguito della procedura di privatizzazione della società Tirrenia, tuttora in corso e in via di definizione, è divenuta carente l'attività commerciale che la stessa svolgeva con la Sardegna; gli effetti sono rilevanti con ritardi nelle prenotazioni estive, la cancellazione di alcune linee di collegamento e, appunto, l'aumento indiscriminato delle tariffe - con rincari dal 50 per cento al 120 per cento - da parte delle altre compagnie a scapito dei residenti in Sardegna, del trasporto merci e della mobilità turistica, con grave danno per l'economia della Sardegna;
in particolare, la società Tirrenia ha in parte interrotto e in parte ridotto le linee del nord Sardegna per Genova, consentendo, di fatto, di conquistare una posizione di vantaggio competitivo a diversi vettori tale da consentire, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, alle stesse società di effettuare una sorta di «cartello sulle tariffe» e di consolidare una posizione dominante dannosa per la crescita dell'economia turistica e commerciale della Sardegna;
in relazione all'aumento delle tariffe ha inciso in maniera determinante la decisione del Governo di autorizzare nel 2009 la società Tirrenia a svolgere in regime di libero mercato, quindi senza limiti tariffari, durante la stagione estiva le tratte più redditizie tra cui Civitavecchia- Olbia e Genova-Porto Torres, creando così i presupposti per scardinare il sistema tariffario fino ad allora calmierato proprio dalle tariffe applicate dalla Tirrenia;
il ciclo di audizioni programmato dalla IX Commissione (Trasporti) della Camera dei deputati - già avviate nella prima settimana di maggio 2011 - con le compagnie private che effettuano il servizio di trasporto marittimo e con il commissario della società Tirrenia hanno rafforzato l'ipotesi che ci si trovi di fronte ad una sorta di «cartello delle tariffe» fra le compagnie;
su tale cartello, che, con ogni probabilità, è stata favorito dalle carenze di trasporto della società Tirrenia, è opportuno che l'Autorità garante della concorrenza e del mercato e le autorità competenti effettuino i dovuti approfondimenti in quanto i rialzi dei costi delle materie prime energetiche e dei servizi nautici, indicati come giustificazione degli aumenti dalle compagnie di trasporto private, in realtà sono insufficienti a motivare tali incrementi tariffari;
dietro quella che, ai firmatari del presente atto di indirizzo, appare «l'operazione cartello» delle compagnie private che effettuano il trasporto marittimo si individua, inoltre, una linea di interesse che punta direttamente all'acquisizione della società Tirrenia a prezzi di favore; la compagnia pubblica ha per decenni calmierato le tariffe; ora è in amministrazione straordinaria per essere liquidata; il suo valore è notevole, si parla di circa un miliardo di euro, ma il Governo ha ricevuto una offerta per 380 milioni di euro proprio dagli armatori che hanno raddoppiato le tariffe; nel caso in cui la Tirrenia venisse incorporata nei gruppi concorrenti che oggi guidano l'incremento delle tariffe, queste ultime continuerebbero ancora a crescere forti del fatto che si verrebbe a costituire di fatto una situazione di monopolio del trasporto marittimo per la Sardegna;
infatti, se le operazioni di acquisizione degli armatori privati del gruppo Snav, Msc e Moby dovessero andare in porto, essi si troverebbero senza dubbio in una posizione di privilegio tale che le «operazioni di cartello» viste in questo periodo si consoliderebbero a scapito dei diritti dei cittadini residenti e, soprattutto, a scapito dell'economia turistica e commerciale della regione;
come denunciato dall'amministrazione provinciale di Cagliari in un incontro sulla questione il 30 aprile 2011, «il rilevante aumento delle tariffe registrato dall'inizio dell'anno sta generando una situazione di grave pregiudizio per tutti i cittadini residenti in Sardegna, ma non solo, nonché per il sistema economico e turistico dell'isola. Il rincaro applicato dalle compagnie di navigazione e le incertezze sulla privatizzazione della Tirrenia si riflettono negativamente sulla possibilità che i cittadini sardi possano spostarsi sul territorio nazionale con pari opportunità e servizi soddisfacenti, a costi sostenibili. La grave situazione venutasi così a creare sta inoltre condizionando negativamente l'economia dell'isola, in particolare quella turistica, tanto più in prossimità della stagione estiva»;
è urgente, quindi, porre rimedio alla situazione che si è concretizzata nel trasporto marittimo per la Sardegna al fine di evitare un altro duro colpo all'economia dell'isola di cui il turismo rappresenta una componente considerevole; gli operatori del settore ricettivo alberghiero già denunciano un crollo del 35 per cento delle prenotazioni per la prossima stagione estiva a seguito dei rincari delle tariffe dei traghetti;
il Governo deve intervenire sulla vicenda in maniera più puntuale rispetto a quanto fatto fino ad ora, sopratutto per quel che riguarda gli oneri di servizio che la società Tirrenia, nonostante la gestione commissariale, deve ancora svolgere in relazione alla garanzia della tutela della continuità territoriale, così come disposto dalle convenzioni ancora in essere ai sensi dell'articolo 19-ter del decreto-legge n. 135 del 2009, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 novembre 2009, n. 166;
per contrastare l'aumento eccessivo dei costi dei traghetti la regione Sardegna ha deciso di noleggiare alcune navi, attraverso la controllata Saremar, per garantire già dalla prossima estate collegamenti marittimi con l'isola a prezzi concorrenziali. Tale soluzione comunque non affronta la questione nell'ottica politica di lungo termine e non sembra risolvere nemmeno il problema attuale della Sardegna, in quanto gli elevati costi del trasporto marittimo consentono alla flotta regionale di effettuare collegamenti solo con la parte nord della regione, garantendo solo le tratte Olbia-Civitavecchia e Genova-Porto Torres;
nel frattempo, il Ministero dello sviluppo economico ha autorizzato il commissario per la gestione della società Tirrenia in amministrazione straordinaria ad accettare l'offerta della Compagnia italiana di navigazione (Cin) che riunisce i principali operatori del settore, che sono gli stessi armatori che hanno raddoppiato le tariffe dei traghetti sulle tratte da e per la Sardegna. Con l'autorizzazione si avvia la fase conclusiva del processo di privatizzazione della società di navigazione che prevede, tra l'altro, l'autorizzazione preventiva al closing da parte dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato;
occorre valutare l'opportunità, anche alla luce della situazione fino ad ora illustrata, di assumere iniziative per istituire in tempi brevi un'autorità indipendente per il settore dei trasporti con compiti di regolamentazione del mercato di riferimento,

impegna il Governo:

a fare in modo che, nell'attuale fase di vera e profonda emergenza, la compagnia di navigazione Tirrenia svolga pienamente la propria missione pubblica di garanzia dei collegamenti marittimi, assicurando la continuità territoriale ai residenti e ai non residenti, e la naturale funzione di calmiere delle tariffe;
a promuovere la definizione di un quadro normativo che, in accordo con l'Unione europea e nel rispetto delle prerogative della regione Sardegna, risolva in maniera definitiva la continuità territoriale marittima con la Sardegna, così come avvenuto nel settore del trasporto aereo;
a fornire con urgenza elementi al Parlamento sulle procedure di privatizzazione in atto relative alla società Tirrenia spa e a chiarire le motivazioni che non hanno consentito alla Tirrenia spa di dare corretta attuazione agli obblighi previsti dal contratto di servizio per garantire la continuità territoriale.
(1-00642) (Testo modificato nel corso della seduta) «Meta, Calvisi, Fadda, Marrocu, Melis, Arturo Mario Luigi Parisi, Pes, Schirru, Soro, Tullo, Velo, Lovelli».

La Camera,
premesso che:
l'articolo 18 del Trattato dell'Unione europea riconosce il diritto al cittadino dell'Unione europea di «circolare e soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri secondo le procedure e le condizioni previste dal trattato stesso e dalla legislazione successiva»;
il trasporto marittimo non rientra fra le materie attribuite dall'articolo 117 della Costituzione alla legislazione dello Stato, né fra quelle rimesse alla legislazione concorrente Stato-regioni. Tuttavia, le disposizioni volte a garantire la continuità del servizio pubblico di trasporto marittimo sono riconducibili alla materia «determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali», di cui all'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione, di competenza statale;
in sede di conversione del decreto-legge 5 agosto 2010, n. 125, sono stati definiti gli obiettivi al fine di assicurare il conseguimento della privatizzazione di cui all'articolo 19-ter del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 novembre 2009, n. 166, garantendo la continuità del servizio pubblico di trasporto marittimo e la continuità territoriale con le isole;
le convenzioni di cui al comma 6 del predetto articolo 19-ter del decreto-legge n. 135 del 2009, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 166 del 2009, sono state conseguentemente prorogate dal 1o ottobre 2010 fino al completamento della procedura competitiva limitatamente alle clausole necessarie alla gestione del servizio pubblico per assicurare la continuità territoriale;
tali precise indicazioni contenute nel decreto-legge richiamato obbligano l'amministrazione straordinaria della Tirrenia a porre in essere tutte le iniziative necessarie al fine di garantire la continuità territoriale tra la Sardegna e gli altri scali portuali del Paese;
risulta fin troppo evidente che se tali procedure tese a garantire il rispetto della continuità territoriale di cui alle convenzioni richiamate non venissero messe in atto, continuerebbero a favorire, come sta gravemente avvenendo, quello che ai firmatari del presente atto di indirizzo appare un vero e proprio «sequestro» di massa ai danni dei sardi e un isolamento senza precedenti della regione;
il mancato inserimento a partire dal mese di gennaio 2011 tra le rotte già prenotabili della Tirrenia della «Olbia-Genova» ha, di fatto, generato una situazione gravissima sul piano del rincaro dei prezzi dei biglietti da parte delle altre compagnie, che, dinnanzi a questo scenario indefinito e complice, finiscono, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, per agire in regime di cartello monopolistico ai danni della Sardegna;
a seguito della procedura di privatizzazione della società Tirrenia, tuttora in corso e in via di definizione, è divenuta carente l'attività commerciale che la stessa svolgeva con la Sardegna; gli effetti sono rilevanti con ritardi nelle prenotazioni estive, la cancellazione di alcune linee di collegamento e, appunto, l'aumento indiscriminato delle tariffe - con rincari dal 50 per cento al 120 per cento - da parte delle altre compagnie a scapito dei residenti in Sardegna, del trasporto merci e della mobilità turistica, con grave danno per l'economia della Sardegna;
in particolare, la società Tirrenia ha in parte interrotto e in parte ridotto le linee del nord Sardegna per Genova, consentendo, di fatto, di conquistare una posizione di vantaggio competitivo a diversi vettori tale da consentire, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, alle stesse società di effettuare una sorta di «cartello sulle tariffe» e di consolidare una posizione dominante dannosa per la crescita dell'economia turistica e commerciale della Sardegna;
la generica affermazione delle stesse compagnie, secondo le quali si tratterebbe di un rincaro dovuto al prezzo del carburante, risulta ingiustificato e non plausibile, se non con il tentativo di approfittare di una situazione di totale assenza di controllo sul rispetto della continuità territoriale marittima da e per la Sardegna;
la privatizzazione del gruppo Tirrenia risulta in fase avanzata e l'atteggiamento tenuto dalla gestione commissariale, nel disattendere le clausole della continuità territoriale, favorisce direttamente e indirettamente gli stessi soggetti concorrenti all'acquisizione;
le audizioni promosse dalla IX Commissione della Camera dei deputati - svoltesi nella prima settimana di maggio 2011 - con le compagnie private che effettuano il servizio di trasporto marittimo e con il commissario della società Tirrenia hanno rafforzato l'ipotesi che ci si trovi di fronte ad una sorta di «cartello delle tariffe» fra le compagnie;
infatti, se l'operazione di acquisizione della Tirrenia da parte degli armatori privati del gruppo Snav, Msc e Moby dovesse andare in porto, essi si troverebbero senza dubbio in una posizione di privilegio tale che le «operazioni di cartello» si consoliderebbero a scapito dei diritti dei cittadini residenti e, soprattutto, a scapito dell'economia turistica e commerciale della regione;
è urgente, quindi, porre rimedio alla situazione che si è concretizzata nel trasporto marittimo per la Sardegna al fine di evitare un altro duro colpo all'economia dell'isola di cui il turismo rappresenta una componente considerevole; gli operatori del settore ricettivo alberghiero già denunciano un crollo del 35 per cento delle prenotazioni per la prossima stagione estiva a seguito dei rincari delle tariffe dei traghetti;
il Governo deve intervenire sulla vicenda con maggiore incisività, soprattutto per quel che riguarda il rispetto degli oneri di servizio che la società Tirrenia, nonostante la gestione commissariale, deve ancora svolgere e dovrà confermare anche dopo la privatizzazione in relazione alla garanzia della tutela della continuità territoriale, così come disposto dalle convenzioni ancora in essere ai sensi dell'articolo 19-ter del decreto-legge n. 135 del 2009,

impegna il Governo:

a riferire urgentemente nelle competenti sedi parlamentari sullo stato d'attuazione delle procedure di privatizzazione della Tirrenia prima della definizione del contratto di vendita;
ad assicurare che l'amministrazione straordinaria della Tirrenia dia corretta attuazione al contratto di servizio relativamente alla continuità territoriale da e per la Sardegna, garantendo efficienti collegamenti sia con il nord che con il sud Sardegna;
a fare in modo che, nell'attuale fase di vera e profonda emergenza, la compagnia di navigazione Tirrenia svolga pienamente la propria missione pubblica di garanzia dei collegamenti marittimi, assicurando la continuità territoriale, ai residenti e ai non residenti, e la naturale funzione di calmiere delle tariffe;
a definire e garantire, preventivamente alla vendita della Tirrenia, e d'intesa con le regioni interessate, il rispetto di tutte le clausole relative alla continuità territoriale marittima, compresa l'attivazione di tutte quelle rotte indispensabili, al fine di evitare comportamenti monopolistici diretti alla sola massimizzazione del profitto da parte di altre compagnie di navigazione, definendo in modo chiaro e preciso: tipologia di navi, periodi, frequenze e tariffe in regime di continuità territoriale;
ad attivare, per quanto di propria competenza, una verifica sulla legittimità degli aumenti proposti dalle compagnie di navigazione operanti sulle tratte sarde;
a promuovere la definizione delle necessarie iniziative, anche normative, che, in accordo con l'Unione europea e nel rispetto delle prerogative della regione Sardegna, risolvano in maniera definitiva la continuità territoriale marittima con la Sardegna, così come previsto nella risoluzione unitaria già approvata dalla Commissione trasporti della Camera dei deputati per il trasporto aereo, garantendo una tariffa unica per residenti e non residenti.
(1-00639) (Nuova formulazione) «Pili, Murgia, Nizzi, Vella, Porcu, Iannarilli, Scalera, Carlucci, Centemero, Aprea, Iapicca, Di Vizia, Desiderati».

La Camera,
premesso che:
il trasporto, come elemento essenziale del «diritto alla mobilità» previsto all'articolo 16 della Costituzione, costituisce un servizio di interesse economico generale e, quindi, tale da dover essere garantito a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro dislocazione geografica;
il decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 novembre 2009, n. 166, disponendo misure di adeguamento alla normativa comunitaria in materia di liberalizzazione, ha dato il via al processo di privatizzazione della società di navigazione Tirrenia spa e delle sue collegate regionali;
successivamente, in sede di conversione del decreto-legge 5 agosto 2010, n. 125, sono stati definiti gli obiettivi al fine di assicurare e garantire il regolare svolgimento e raggiungimento della procedura di privatizzazione di Tirrenia spa, garantendo altresì la continuità del servizio pubblico di trasporto marittimo e la continuità territoriale con le isole e la regione Sardegna in particolare;
sin dai primi momenti della fase d'esecuzione della procedura di privatizzazione, ad oggi non ancora conclusa, si sono tuttavia riscontrate numerose inadempienze rispetto ai principi e alle indicazioni contenute nel decreto-legge in questione, che hanno portato di fatto alla cancellazione e in parte alla diminuzione di alcune rotte operate dal vettore del servizio di trasporto marittimo pubblico, provocando di fatto l'interruzione del servizio di continuità territoriale e l'inserimento nel mercato delle compagnie private operanti in regime di concorrenza, che ha dato luogo, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, alla formazione di una sorta di cartello economico con conseguente repentino aumento delle tariffe;
questa situazione, generando gravissime difficoltà ai cittadini sardi e in generale ai viaggiatori diretti verso la regione Sardegna, rappresenta un gravissimo atto di scarsa considerazione e rispetto nei confronti della Sardegna, interessata da circa l'80 per cento delle rotte effettuate dalla società Tirrenia, e un duro colpo alle attività turistico-ricreative collegate al trasporto passeggeri marittimo, che si stima vedranno un decremento delle prenotazioni di più del 30 per cento rispetto agli anni precedenti;
risulta insufficiente l'occasionale e stagionale affitto di navi a carico delle casse della società regionale a cui recentemente si è fatto ricorso per fronteggiare la situazione di emergenza. Servono invero un provvedimento specifico e la piena assunzione di responsabilità nel programmare e assicurare stabilmente la continuità territoriale della Sardegna con tutti i vettori e i sistemi integrati di trasporto, con un livello di servizio adeguato per quantità e qualità;
va ribadito che il concetto di continuità territoriale si inserisce nel complesso generale di garanzia dell'uguaglianza sostanziale dei cittadini e di coesione di natura economica e sociale, promosso in sede europea;
recenti studi sulla competitività complessiva della Sardegna hanno certificato un indice molto al di sotto della media nazionale e, inoltre, una tendenza al peggioramento anche in rapporto ai valori medi espressi dal resto del Mezzogiorno. Sono dati strettamente legati alla scarsa e gravemente penalizzante dotazione d'infrastrutture materiali e sociali dell'isola; inoltre, secondo l'Istat la Sardegna è distante quasi 40 punti dall'indice medio nazionale;
tutta la vicenda rappresenta una vera e propria emergenza per la regione Sardegna e necessita un intervento risolutorio da parte del Governo, nel più breve tempo possibile e con la massima incisività, anche in considerazione dell'imminente inizio della stagione turistica,

impegna il Governo:

ad adottare iniziative che, nel rispetto del processo di privatizzazione della compagnia di navigazione Tirrenia spa, garantiscano pienamente da parte del vettore la propria missione di soggetto pubblico, assicurando la continuità territoriale ai cittadini, sia residenti che non, nel rispetto del diritto di eguaglianza e di mobilità di tutti i cittadini europei;
a garantire il ripristino di tutte le rotte, precedentemente previste, indispensabili per i collegamenti tra la Sardegna e il territorio nazionale e a favorire una politica tariffaria il più accessibile possibile, al fine di evitare comportamenti monopolistici;
a richiedere, ai sensi dell'articolo 12 della legge 10 ottobre 1990, n. 287, all'Autorità garante della concorrenza e del mercato di effettuare un'indagine sui motivi del repentino rialzo delle tariffe effettuate dagli operatori marittimi privati;
a promuovere iniziative nelle sedi opportune finalizzate all'attuazione concreta del riconoscimento alla regione Sardegna del principio dell'insularità e dei benefici economici che conseguentemente ne deriverebbero.
(1-00657) «Mereu, Galletti, Compagnon, Ciccanti, Volontè, Naro».

La Camera,
premesso che:
il Consiglio dei ministri, con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 13 marzo 2009, ha definito i criteri di privatizzazione nonché le modalità di dismissione della partecipazione detenuta dallo Stato, tramite Fintecna spa, nel capitale della società Tirrenia di navigazione spa, autorizzando il Ministero dell'economia e delle finanze ad alienare il 100 per cento della propria partecipazione indiretta nella società, insieme alle partecipazioni totalitarie detenute da questa nelle società marittime regionali e non trasferite gratuitamente alle regioni ai sensi dell'articolo 57 del decreto-legge n. 112 del 2008 (convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008);
anche sulla base dei rilievi mossi dalla Commissione trasporti della Camera dei deputati, sia con l'approvazione della risoluzione n. 8-00011 sia in sede di espressione del prescritto parere parlamentare reso nella seduta del 3 dicembre 2008, l'articolo unico del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri ha posto le seguenti condizioni:
a) l'alienazione della partecipazione deve essere effettuata ricorrendo alla procedura competitiva, trasparente e non discriminatoria con potenziali acquirenti secondo quanto disposto dalla normativa vigente in tema di privatizzazioni;
b) la procedura di dismissione avrà ad oggetto la totalità del capitale di Tirrenia di navigazione spa;
c) ai fini dell'alienazione della partecipazione, il venditore dovrà verificare, anche mediante i propri consulenti, che i piani industriali che verranno richiesti ai potenziali acquirenti risultino coerenti con le convenzioni di servizio pubblico di cui alla legge n. 296 del 2006 (legge finanziaria per il 2007);
a seguito della pubblicazione del bando da parte di Fintecna, il 23 dicembre 2009, sono pervenute sedici lettere di manifestazione di interesse. Nelle fasi successive della procedura, le società interessate si sono ridotte a otto, delle quali solo una, la Mediterranean Holding - partecipata dalla regione Sicilia - ha formalizzato un'offerta vincolante, il cui importo è stato successivamente aumentato. Il 28 luglio 2010 l'offerta è stata accettata da Fintecna;
tuttavia, per contrasti insorti successivamente fra Fintecna e Mediterranean Holding, la procedura di privatizzazione è stata dichiarata chiusa senza esito e, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 5 agosto 2010, la Tirrenia è stata posta in amministrazione straordinaria secondo la procedure della legge n. 166 del 2004 (cosiddetta legge Marzano). L'amministratore unico di Tirrenia e Siremar, Giancarlo D'Andrea, designato ai sensi del decreto-legge n. 103 del 2010, è stato nominato commissario straordinario con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri in data 5 agosto 2010;
nel mese di settembre 2010 sono stati pubblicati gli inviti a presentare manifestazioni di interesse per l'acquisizione di Tirrenia spa e per Siremar;
nel corso di un'audizione svoltasi il 20 aprile 2011 presso la Commissione trasporti della Camera dei deputati, il commissario straordinario di Tirrenia ha fornito aggiornamenti, precisando che la procedura di vendita di Tirrenia si sarebbe potuta concludere entro il mese di giugno 2011;
in realtà, la gara per la privatizzazione della Tirrenia ha fatto un grosso passo avanti solo il 19 maggio 2011, quando il gruppo di armatori della Cin (Compagnia italiana di navigazione), una cordata composta da Vincenzo Onorato (Moby), Gianluigi Aponte (Msc) e Manuel Grimaldi (Grimaldi Group), hanno presentato l'unica offerta di 380 milioni di euro: l'unica offerta nell'ambito di una vicenda che si trascina ormai da oltre tre anni;
successivamente, il Ministero dello sviluppo economico ha autorizzato il commissario per la gestione della società Tirrenia in amministrazione straordinaria ad accettare l'offerta dalla Cin, avviando la fase conclusiva del processo di privatizzazione della società di navigazione che prevede l'autorizzazione preventiva del closing da parte dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato;
in data 8 giugno 2011 l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha ricevuto da Cin la notifica sull'acquisizione di Tirrenia. Al riguardo, il presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, Antonio Catricalà, a margine di un'audizione svolta al Senato della Repubblica, ha dichiarato espressamente di aver ricevuto la notifica da parte di Cin e che il collegio dovrà decidere se aprire o meno un'istruttoria. In quest'ultima ipotesi, ovvero se il collegio deciderà di aprirla, esso determinerà anche le misure che dovranno accompagnare una eventuale autorizzazione definitiva;
fino a tre anni fa, la Tirrenia era l'ultima azienda a capitale interamente statale presente in Italia e nel 2007 registrava una esposizione verso terzi pari a 903 milioni di euro, circa tre volte il patrimonio dell'intero gruppo;
ogni anno, lo Stato versava nelle casse della compagnia circa 200 milioni di euro;
il processo di privatizzazione della Tirrenia, però, non è nato solo dall'esigenza di mettere mano alle sue finanze disastrate, quanto dall'adeguamento alla normativa europea che, come si legge in un parere della Corte dei conti redatto nel 2009, prevede la privatizzazione di Tirrenia «nel più ampio quadro della liberalizzazione del cabotaggio in Italia» allo scadere della «convenzione ventennale tra lo Stato italiano e la società, in virtù della quale questa poteva godere delle sovvenzioni pubbliche»;
detta liberalizzazione, tuttavia, non ha sortito gli effetti sperati e, a seguito del fallimento delle prime gare pubbliche per la vendita della società è iniziata l'amministrazione controllata, fino all'ultima iniziativa del Governo nel 2010 che ha introdotto la possibilità di sovvenzioni pubbliche per chi avesse acquistato la società per i successivi otto anni;
Banca Profilo, nominata advisor dell'intera operazione, valutò una base d'asta da 380 milioni di euro (considerando che lo Stato garantisce per chi acquista Tirrenia 72 milioni di euro l'anno per otto anni, si parla di un esborso di ben 576 milioni di euro). La Cin fece una prima offerta di 300 milioni di euro e, data la disponibilità ad alzare l'offerta dietro la possibilità di ulteriori garanzie, si arrivò così a pareggiare la base d'asta con la chiusura della gara del 19 maggio 2011;
in questo momento, dunque, come già detto in premessa, gli unici disposti ad assumere in via definitiva l'onere di acquistare Tirrenia, le sue tratte e i suoi dipendenti sono i tre armatori della Cin (Onorato, Aponte e Grimaldi);
tale vicenda, tuttavia, deve essere inquadrata nell'ambito di un grave processo di distorsione nei collegamenti tra la Sardegna e la penisola riportata dalle cronache recenti con il triste appellativo di «caro traghetti» e che riguarda proprio il comportamento tenuto dai principali operatori del settore, che in questi ultimi mesi hanno aumentato in modo esponenziale le tariffe dei traghetti sulle tratte da e per la Sardegna;
da una tabella pubblicata nei primi giorni di maggio 2011 sul Corriere della Sera, infatti, emerge chiaramente come i prezzi per le traversate da e per la Sardegna segnalano aumenti che vanno dal 70 all'80 per cento: una vera e propria «pugnalata» inferta nei confronti di una regione, quale appunto quella della Sardegna, che vive prevalentemente di turismo e rischia di subire gravissime ripercussioni sia dal punto di vista economico che sul piano occupazionale;
il 17 maggio 2011 l'Autorità garante della concorrenza e del mercato, inoltre, ha deciso di avviare un'istruttoria nei confronti delle società Moby, Snav, Grandi navi veloci e Forship (marchio «Sardinia Ferries») e delle loro controllanti, per verificare se abbiano posto in essere un'intesa restrittiva della concorrenza, finalizzata all'aumento coordinato dei prezzi per il trasporto passeggeri da e per la Sardegna. Le citate società oggetto dell'istruttoria rappresentano i principali operatori attivi sulle rotte interessate dagli aumenti e ne rappresentano una parte sostanziale, non inferiore al 75 per cento in termini di frequenze e al 60 per cento in termini di passeggeri. Il provvedimento di avvio dell'istruttoria, notificato nel corso di alcune ispezioni condotte in collaborazione con il nucleo speciale tutela mercati della Guardia di finanza, è stato deciso, alla luce delle numerose segnalazioni arrivate all'Autorità garante della concorrenza e del mercato da privati cittadini, associazioni dei consumatori e dalle regioni Sardegna e Liguria, che denunciavano ormai da tempo significativi incrementi dei prezzi relativi al periodo estivo 2011. Le analisi preliminari condotte dagli uffici dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato sulla dinamica dei prezzi delle compagnie private confermano un incremento generalizzato dei prezzi praticati dagli operatori, incremento medio stimato nell'ordine del 90-110 per cento rispetto ai prezzi dell'anno precedente;
ad avviso delle principali associazioni dei consumatori, ovvero Adoc, Codacons, Movimento difesa del cittadino e Unione nazionale consumatori, i rincari dei traghetti con destinazione Sardegna non sono in alcun modo collegabili all'andamento dei prezzi dei carburanti, che seppur aumentati, non possono certo giustificare un aumento di tale entità. In particolare, il Casper, il Comitato contro le speculazioni e per il risparmio costituito da Adoc, Codacons, Movimento difesa del cittadino e Unione nazionale consumatori, nel febbraio 2011, aveva presentato un esposto all'Autorità garante della concorrenza e del mercato nel quale si denunciavano rincari, giudicati esorbitanti, dei traghetti con destinazione Sardegna e si chiedeva di verificare eventuali manovre speculative o di cartello a danno dei consumatori;
la regione Sardegna è stata la prima regione in Italia a mobilitarsi contro il caro traghetti, sollevando il problema davanti all'Autorità garante della concorrenza e del mercato per contrastare gli aumenti. La giunta regionale sarda ha deciso poi di intervenire per calmierare il prezzo del trasporto marittimo tra la Sardegna e la penisola, attraverso la controllata Saremar (compagnia al 100 per cento di proprietà della regione Sardegna), attivando almeno due nuove rotte gestite direttamente dalla società regionale, in modo da contenere le tariffe in vista dell'approssimarsi dalla stagione estiva. La sperimentazione dovrebbe scattare il 15 giugno 2011 per concludersi il 15 settembre 2011 e riguardare le seguenti tratte: Olbia o Golfo Aranci con Civitavecchia o Napoli; Olbia o Golfo Aranci con La Spezia, Carrara e Livorno; Porto Torres con Genova o Savona;
tuttavia la soluzione tampone adottata dalla regione, oltre a privilegiare innegabilmente il nord della Sardegna a discapito della Sardegna meridionale, dovrebbe portare la tariffa a un costo medio ancora eccessivo e in contrasto con il principio della continuità territoriale marittima;
per risolvere il problema in maniera più radicale e meno provvisoria, nonché bloccare la vendita della Tirrenia ad armatori già operanti nelle tratte da e per la Sardegna, in conformità all'articolo 14 dello statuto autonomistico della Sardegna, era stata anche avanzata l'ipotesi di studiare il modo per mettere la regione Sardegna in una posizione privilegiata nella corsa per l'acquisizione della Tirrenia;
l'aumento delle tariffe marittime nega il diritto dei cittadini sardi e non sardi a spostarsi, abbattendosi, come si è detto, su un ganglio essenziale dell'economia dell'isola come il turismo;
durante il mese di maggio 2011 gli albergatori sardi hanno denunciato un calo di prenotazioni pari al 30 per cento;
la crisi dell'economia della regione Sardegna si incrocia con la vicenda della privatizzazione di Tirrenia su più piani e la cordata che, verosimilmente, acquisterà detta compagnia marittima è costituita degli stessi armatori che gestiscono i collegamenti con la Sardegna,

impegna il Governo:

a porre in essere, in sede di definizione del processo di privatizzazione della Tirrenia, ogni iniziativa di competenza tesa a limitare e calmierare il rincaro delle tariffe del trasporto marittimo da e per la Sardegna, al fine di garantire la piena applicazione sia del principio della «continuità territoriale» nei confronti delle regioni insulari, intesa come possibilità per tutti i cittadini di spostarsi nel territorio nazionale con pari opportunità, servizi soddisfacenti e prezzi uniformi, sia dell'articolo 16 della Carta costituzionale che sancisce il principio di circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, principio che è a sua volta espressione dei diritti irrinunciabili di cui agli articoli 2 e 3 della Carta stessa che i padri costituenti collocarono nella prima parte della Costituzione, nel nocciolo duro delle norme che, qualora cambiate, metterebbero in discussione l'intero impianto dell'ordinamento giuridico italiano;
a porre in essere ogni iniziativa di competenza volta a ridurre il divario esistente tra la popolazione residente nel territorio nazionale peninsulare e quella residente nel territorio insulare, con specifico riguardo alla Sardegna, assicurando che tutto il sistema dei trasporti da e verso la Sardegna, consenta ad ogni cittadino di fruire di servizi di trasporto regolari, con costi di tariffazione pari a quelli medi nazionali;
a porre in essere ogni iniziativa di competenza volta ad adottare un approccio sistematico alle problematiche evidenziate dal presente atto di indirizzo - problematiche che si ricollegano inevitabilmente alla politica di coesione sociale economica perseguita a livello comunitario e nazionale - al fine di risolvere le gravi ripercussioni negative derivanti dall'isolamento geografico e dall'accesa speculazione perpetrata a danno dei cittadini e dei residenti nella regione Sardegna, nonché delle imprese ivi operanti;
ad adottare immediate iniziative di sostegno nei confronti delle micro, piccole e medie imprese operanti nella regione Sardegna, che per l'approvvigionamento delle materie prime, o la commercializzazione dei propri prodotti, sono costrette a ricorrere al trasporto marittimo sopportandone i costi relativi;
ad adottare ogni iniziativa di competenza volta a garantire che i servizi di trasporto marittimo nel nord della Sardegna vengano esercitati alle stesse condizioni di mercato anche nel sud della Sardegna;
ad adottare ogni iniziativa di competenza volta ad evitare che l'imminente privatizzazione finalizzata alla trasformazione e razionalizzazione della società Tirrenia non rischi di determinare un regime pressoché sovrapponibile al monopolio, con conseguente peggioramento e vanificazione dell'effetto della continuità territoriale e delle condizioni di mobilità dei soggetti utenti del trasporto marittimo, in spregio a qualsiasi principio comunitario in materia di liberalizzazione e apertura al mercato;
a fornire con urgenza elementi al Parlamento sulla definizione della procedura di privatizzazione relativa alla società Tirrenia spa.
(1-00658) «Palomba, Donadi, Evangelisti, Borghesi, Monai, Barbato, Cambursano, Cimadoro, Di Pietro, Di Giuseppe, Di Stanislao, Favia, Aniello Formisano, Messina, Mura, Leoluca Orlando, Paladini, Palagiano, Piffari, Porcino, Rota, Zazzera».

MOZIONI MESSINA ED ALTRI N. 1-00641, FALLICA ED ALTRI N. 1-00605, SCANDEREBECH ED ALTRI N. 1-00656, CAPODICASA ED ALTRI N. 1-00659, MOSELLA ED ALTRI N. 1-00660, COMMERCIO ED ALTRI N. 1-00665 E RUVOLO ED ALTRI N. 1-00666 CONCERNENTI INIZIATIVE A SOSTEGNO DELL'ECONOMIA DELL'ISOLA DI LAMPEDUSA, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO AL SETTORE TURISTICO

Mozioni

La Camera,
premesso che:
il primo trimestre del 2011 ha fatto registrare un grande fermento politico e sociale che ha interessato il Maghreb, ma anche il Mashreq. Contro i regimi autoritari dei Paesi arabi si sono verificati, infatti, significativi moti popolari, che, accesisi in Algeria, si sono tumultuosamente estesi in Tunisia e in Egitto (dove i rispettivi Presidenti sono stati costretti alle dimissioni), ma anche in Bahrain, nello Yemen, in Siria, provocando molti morti e feriti;
contestualmente anche in Libia si sono verificate rivolte contro il colonnello Gheddafi, ma qui, purtroppo, la crisi è più grave e vede attualmente coinvolti, per motivi umanitari, anche i Paesi occidentali. Dopo l'iniziale operazione Odissey dawn (odissea all'alba), sostenuta anche dal nostro Paese, vi è stata una riorganizzazione delle catene di comando e controllo in ambito Nato e l'Italia è entrata decisamente nel conflitto, con un contributo che, come ufficialmente comunicato il 25 aprile 2011 dal Presidente del Consiglio dei ministri, consisterà in bombardamenti con «raid mirati» contro «specifici obiettivi militari selezionati sul territorio libico»;
la crisi in questa parte del Mediterraneo sta provocando e continuerà a provocare problemi e disagi per il nostro Paese, con ripercussioni economiche evidenti nell'isola di Lampedusa. In particolare, l'insicurezza dovuta alla guerra libica che vede attivamente coinvolta l'Italia e l'emergenza creata dal massiccio arrivo nel nostro Paese di profughi e immigrati, con immagini e notizie drammatiche diffuse da tutti i media, hanno compromesso l'immagine dell'isola nel mondo;
a causa dei continui sbarchi di immigrati e profughi, aggravati anche da ciò che sta accadendo nel Nord Africa, l'isola di Lampedusa è divenuta il territorio più colpito dalla crisi. L'economia lampedusana è principalmente basata sul turismo e l'assessore di Lampedusa che se ne occupa ha calcolato danni per più di 4 milioni di euro al settore turistico dell'isola, relativi al solo periodo di Pasqua; si è stimato che, con la cancellazione dei voli turistici programmati per le festività da parte del vettore Astreus e del tour operator Holding turismo, si è avuta la perdita di circa 7.000 posti che, calcolando soggiorni di sei notti, corrisponderebbero a 42.000 presenze. Aggiungendo, inoltre, gli arrivi della tratta sociale da Palermo e Catania e i passeggeri Siremar, si stima che le presenze del periodo pasquale sarebbero arrivate a circa 84.000. Considerando una spesa media di cinquanta euro al giorno per turista, si arriva a calcolare una perdita netta per l'economia isolana di quattro milioni e duecentomila euro;
gli ultimi risvolti del coinvolgimento bellico dell'Italia in Libia, inoltre, comporterà, come già detto, un coinvolgimento attivo nei bombardamenti e ciò fa rimanere una forte incertezza e preoccupazione per tutta la stagione estiva dell'isola di Lampedusa;
a fine marzo 2011, nel corso della sua visita nell'isola di Lampedusa, il Presidente del Consiglio dei ministri aveva fatto promesse esplicite: «Chiederemo per Lampedusa il Nobel per la Pace, una moratoria fiscale, previdenziale e bancaria perché Lampedusa diventi zona franca, un piano per il turismo che comprenderà una trasmissione di Rai e Mediaset che parli dell'isola in termini entusiastici, un campo di golf e un casinò. Anche io diventerò lampedusano: sono andato su internet e ho comprato una casa a Cala Francese (...) Ho un piano colore da attivare anche a Lampedusa: per intenderci vorrei che l'isola avesse i colori di Portofino». Sarebbe ora che almeno alcune di queste promesse fossero mantenute;
in questo scenario di crisi, è necessario un sostegno all'economia che vada ben oltre la creazione di una campagna di promozione turistica nazionale, rivolta, tra l'altro, al mercato domestico, quale quella che è stata proposta con il nome «magic Italy», spot voluto dal Governo che ha il limite di concentrarsi solo sulla promozione del turismo storico-artistico e delle città d'arte e non anche sul turismo balneare, che è sostanzialmente il segmento turistico trainante per Lampedusa: se, infatti, a livello nazionale il turismo marino rappresenta il 44 per cento, nel Sud e nelle Isole raggiunge rispettivamente il 73 e il 77 per cento,

impegna il Governo:

ad assumere le necessarie iniziative dirette a sospendere per i residenti nell'isola di Lampedusa almeno fino al 31 dicembre 2011 i termini per l'adempimento di obblighi di natura tributaria e contributiva, nonché del pagamento dei premi per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali;
ad assumere, inoltre, le opportune iniziative per prevedere, comunque, che la ripresa della riscossione dei tributi, dopo tale data, avvenga con le modalità di pagamento agevolate già adottate in precedenti e analoghi casi di eccezionale gravità, come quelli collegati a calamità naturali;
ad intraprendere le opportune iniziative di competenza per favorire la proroga e la rinegoziazione dei mutui per l'acquisto e/o la ristrutturazione di immobili destinati ad attività turistiche o ad esse connesse nell'isola di Lampedusa;
a sostenere con maggiori e più mirati investimenti il settore del turismo nell'isola di Lampedusa, che attualmente viene percepita dal turista come teatro di guerra, mentre appare necessaria una straordinaria promozione internazionale di questi territori.
(1-00641) «Messina, Leoluca Orlando, Donadi, Borghesi, Evangelisti».

La Camera,
premesso che:
il primo trimestre del 2011 ha fatto registrare un grande fermento politico e sociale che ha interessato il Maghreb, ma anche il Mashreq. Contro i regimi autoritari dei Paesi arabi si sono verificati, infatti, significativi moti popolari, che, accesisi in Algeria, si sono tumultuosamente estesi in Tunisia e in Egitto (dove i rispettivi Presidenti sono stati costretti alle dimissioni), ma anche in Bahrain, nello Yemen, in Siria, provocando molti morti e feriti;
la crisi in questa parte del Mediterraneo sta provocando e continuerà a provocare problemi e disagi per il nostro Paese, con ripercussioni economiche evidenti nell'isola di Lampedusa. In particolare, l'insicurezza dovuta alla guerra libica che vede attivamente coinvolta l'Italia e l'emergenza creata dal massiccio arrivo nel nostro Paese di profughi e immigrati, con immagini e notizie drammatiche diffuse da tutti i media, hanno compromesso l'immagine dell'isola nel mondo;
a causa dei continui sbarchi di immigrati e profughi, aggravati anche da ciò che sta accadendo nel Nord Africa, l'isola di Lampedusa è divenuta il territorio più colpito dalla crisi. L'economia lampedusana è principalmente basata sul turismo e l'assessore di Lampedusa che se ne occupa ha calcolato danni per più di 4 milioni di euro al settore turistico dell'isola, relativi al solo periodo di Pasqua; si è stimato che, con la cancellazione dei voli turistici programmati per le festività da parte del vettore Astreus e del tour operator Holding turismo, si è avuta la perdita di circa 7.000 posti che, calcolando soggiorni di sei notti, corrisponderebbero a 42.000 presenze. Aggiungendo, inoltre, gli arrivi della tratta sociale da Palermo e Catania e i passeggeri Siremar, si stima che le presenze del periodo pasquale sarebbero arrivate a circa 84.000. Considerando una spesa media di cinquanta euro al giorno per turista, si arriva a calcolare una perdita netta per l'economia isolana di quattro milioni e duecentomila euro;
in questo scenario di crisi, è necessario un sostegno all'economia che vada ben oltre la creazione di una campagna di promozione turistica nazionale,

impegna il Governo:

compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, ad assumere le necessarie iniziative dirette a sospendere per i residenti nell'isola di Lampedusa almeno fino al 31 dicembre 2011 i termini per l'adempimento di obblighi di natura tributaria e contributiva, nonché del pagamento dei premi per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali;
ad assumere, inoltre, le opportune iniziative per prevedere, comunque, che la ripresa della riscossione dei tributi, dopo tale data, avvenga con le modalità di pagamento agevolate già adottate in precedenti e analoghi casi di eccezionale gravità, come quelli collegati a calamità naturali;
ad intraprendere le opportune iniziative di competenza per favorire la proroga e la rinegoziazione dei mutui per l'acquisto e/o la ristrutturazione di immobili destinati ad attività turistiche o ad esse connesse nell'isola di Lampedusa;
a sostenere con maggiori e più mirati investimenti il settore del turismo nell'isola di Lampedusa, che attualmente viene percepita dal turista come teatro di guerra, mentre appare necessaria una straordinaria promozione internazionale di questi territori.
(1-00641) (Testo modificato nel corso della seduta)«Messina, Leoluca Orlando, Donadi, Borghesi, Evangelisti».

La Camera,
premesso che:
la situazione determinatasi nell'isola di Lampedusa a causa dell'afflusso di migliaia di immigrati dal Nord Africa, in particolare dalla Tunisia, comporta gravissimi disagi per gli abitanti dell'isola;
l'evolversi della situazione politico-militare della Libia potrebbe determinare un'ulteriore ondata di profughi da tale Stato e acuire la già critica situazione che grava sulla popolazione lampedusana;
l'economia di Lampedusa si basa quasi esclusivamente sul turismo e sulle attività ad esso connesse (pesca, commercio) e perciò è certa un'ennesima sua battuta d'arresto; infatti, gli albergatori hanno già ricevuto parecchie disdette delle prenotazioni. Inoltre, alcuni vettori hanno deciso di annullare i voli per le festività pasquali (ad esempio, il vettore Astreus con il tour operator Holding turismo ha annullato i voli del 23 aprile 2011 da Bergamo). Si calcola una perdita netta per l'economia isolana per oltre 4 milioni di euro nella sola settimana pasquale e in proiezione danni ingentissimi per la prossima stagione estiva,

impegna il Governo

ad assumere iniziative per introdurre, sia per i privati che per le aziende che operano nell'isola, un'esenzione dal pagamento delle imposte e delle tasse che perduri fino alla risoluzione dell'emergenza immigrazione, al fine di arginare i danni sin qui subiti e di sostenere concretamente le condizioni di vita dei nostri concittadini delle isole Pelagie.
(1-00605) «Fallica, Vessa, Iapicca, Grimaldi, Stagno d'Alcontres, Terranova, Pugliese, Cicu, Moles, Sbai, Iannarilli, Berardi, De Angelis, Maggioni, Forcolin, Fugatti».

La Camera,
premesso che:
la situazione determinatasi nell'isola di Lampedusa a causa dell'afflusso di migliaia di immigrati dal Nord Africa, in particolare dalla Tunisia, comporta gravissimi disagi per gli abitanti dell'isola;
l'evolversi della situazione politico-militare della Libia potrebbe determinare un'ulteriore ondata di profughi da tale Stato e acuire la già critica situazione che grava sulla popolazione lampedusana;
l'economia di Lampedusa si basa quasi esclusivamente sul turismo e sulle attività ad esso connesse (pesca, commercio) e perciò è certa un'ennesima sua battuta d'arresto; infatti, gli albergatori hanno già ricevuto parecchie disdette delle prenotazioni. Inoltre, alcuni vettori hanno deciso di annullare i voli per le festività pasquali (ad esempio, il vettore Astreus con il tour operator Holding turismo ha annullato i voli del 23 aprile 2011 da Bergamo). Si calcola una perdita netta per l'economia isolana per oltre 4 milioni di euro nella sola settimana pasquale e in proiezione danni ingentissimi per la prossima stagione estiva,

impegna il Governo

compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, ad assumere iniziative per introdurre, sia per i privati che per le aziende che operano nell'isola, un'esenzione dal pagamento delle imposte e delle tasse che perduri fino alla risoluzione dell'emergenza immigrazione, al fine di arginare i danni sin qui subiti e di sostenere concretamente le condizioni di vita dei nostri concittadini delle isole Pelagie.
(1-00605) (Testo modificato nel corso della seduta)«Fallica, Vessa, Iapicca, Grimaldi, Stagno d'Alcontres, Terranova, Pugliese, Cicu, Moles, Sbai, Iannarilli, Berardi, De Angelis, Maggioni, Forcolin, Fugatti».

La Camera,
premesso che:
la crisi politica e militare che ha investito i Paesi nord-africani ha provocato un'ondata di immigrati, provenienti principalmente dalla Tunisia e dalla Libia, che hanno raggiunto con ogni mezzo il nostro Paese attraverso l'isola di Lampedusa, provocando fortissimi disagi quotidiani alla popolazione isolana ed un danno enorme all'economia lampedusana, che vive essenzialmente di turismo;
il sindaco di Lampedusa, Dino De Rubeis, ha denunciato, infatti, un calo della presenza di turisti sull'isola pari all'80 per cento rispetto al 2010 e, nonostante gli oltre cento passaggi televisivi promozionali, resta ancora forte la diffidenza dei turisti, tanto che, secondo il presidente del consorzio albergatori dell'isola, Antonio Martello, si tratta di «un danno paragonabile a una calamità naturale»;
gli annunciati voli a tariffe ridotte si sono rivelati poco più di una trovata pubblicitaria, mentre, per quanto riguarda la possibilità di spendere anche in alta stagione i buoni-vacanza per gli indigenti, ad essere convenzionati sono in tutto due alberghi su 82, e tra i più costosi;
circa tre mesi fa il Presidente del Consiglio dei ministri aveva promesso la realizzazione di un casinò e di un campo da golf, oltre agli sgravi fiscali, alla moratoria sui debiti, alla zona franca, all'abbattimento sui costi del carburante per i pescatori, alla candidatura dell'isola al Nobel della Pace ed altro;
nei giorni scorsi il Presidente del Consiglio dei ministri ha confermato ancora di voler mantenere tutti gli impegni presi dal Governo nei confronti di Lampedusa e per accelerare il piano di interventi ha conferito un incarico speciale di coordinamento al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Stefania Prestigiacomo;
il Consiglio dei ministri del 16 giugno 2011 ha approvato un piano di interventi straordinari per l'isola di Lampedusa, per un totale di 26 milioni di euro, riguardante interventi sulle fogne e sulla rete idrica, riqualificazione dei trasporti e risistemazione degli edifici pubblici e la sospensione dei pagamenti dei mutui fino a dicembre 2011; inoltre, si è riparlato anche dell'istituzione di una «zona franca» che lo stesso Presidente del Consiglio dei ministri porterà all'attenzione dell'Europa,

impegna il Governo:

a dare seguito in tempi rapidi al piano previsto dal Consiglio dei ministri e a prevedere ulteriori iniziative volte a sospendere anche il pagamento di tutti i tributi dovuti dai residenti dell'isola;
ad assumere iniziative tese a rafforzare le infrastrutture portuali, stradali e aeroportuali dell'isola.
(1-00656) «Scanderebech, Naro, Galletti, Compagnon, Ciccanti, Volontè».

La Camera,
premesso che:
l'isola di Lampedusa, a seguito dell'intensificarsi di un'ondata migratoria cresciuta in modo esponenziale nel primo semestre del 2011, anche a causa dei sommovimenti sociali e del conflitto in atto sulla costa nordafricana, è stata sottoposta ad uno sforzo che ha messo a dura prova le strutture di accoglienza, nonché i delicati equilibri economico-sociali dell'isola;
a causa del ritardo con cui sono stati effettuati gli interventi di accoglienza, dato il flusso straordinario di migranti e l'impreparazione con cui si sono fronteggiati questi eventi di carattere straordinario, si è determinata una situazione di collasso delle strutture e di grave emergenza, anche di carattere igienico-sanitario, durata settimane, determinando gravi disagi ed esasperazione nella popolazione;
il fenomeno, data la sua straordinarietà ed il collegamento con le vicende che hanno interessato ed interessano i Paesi rivieraschi del Mediterraneo, ha attirato l'attenzione dei media di tutto il mondo, rilanciando immagini che contrastano con la vocazione e gli interessi prevalentemente turistici di Lampedusa;
la concomitanza di questi avvenimenti con l'avvio della stagione estiva ha seriamente danneggiato gli operatori del settore turistico, che costituisce il segmento di gran lunga prevalente tra le attività imprenditoriali che si svolgono nell'isola;
a seguito di questi eventi il Governo si è impegnato ad effettuare interventi immediati a sostegno dell'economia isolana;
quelli già attivati, come la campagna promozionale volta a pubblicizzare il prodotto turistico, non hanno sortito alcun apprezzabile effetto, come si evince dal crollo delle prenotazioni che risulta essere superiore all'85 per cento rispetto al 2010, con danni rilevanti alle imprese esercenti attività nel campo turistico e nell'indotto,

impegna il Governo:

a predisporre in tempi rapidi iniziative di rilancio e di sostegno all'economia di Lampedusa che, tra l'altro, prevedano:
a) misure di ristoro dei danni subiti dalle imprese operanti nel settore turistico, anche al fine di prevenire e contenere licenziamenti di personale conseguenti alla crisi;
b) interventi volti a migliorare i trasporti aerei e marittimi per garantire la continuità territoriale a prezzi accessibili e concorrenziali;
c) la prosecuzione della campagna promozionale, di cui è stata, al contrario, annunciata la sospensione, con l'estensione anche al mercato estero, oltre a quello domestico;
d) una moratoria sui mutui contratti con istituti di credito, con interessi passivi a carico dello Stato e rimborsi traslati a due anni;
e) sospensione del pagamento dei tributi dei ruoli esattoriali scaduti ed in scadenza per il triennio 2011/2013, con rateizzazione diluita negli anni successivi;
f) sgravio dei contributi previdenziali per il triennio 2011/2013 per il personale assunto e per le nuove assunzioni;
g) avvio delle procedure per l'istituzione di una zona franca.
(1-00659) «Capodicasa, D'Antoni, Berretta, Burtone, Cardinale, Causi, Genovese, Antonino Russo, Samperi, Siragusa, Gianni Farina».

La Camera,
premesso che:
l'isola di Lampedusa, a seguito dell'intensificarsi di un'ondata migratoria cresciuta in modo esponenziale nel primo semestre del 2011, anche a causa dei sommovimenti sociali e del conflitto in atto sulla costa nordafricana, è stata sottoposta ad uno sforzo che ha messo a dura prova le strutture di accoglienza, nonché i delicati equilibri economico-sociali dell'isola;
a causa delle difficoltà che hanno provocato gli interventi di accoglienza, dato il flusso straordinario di migranti e l'impreparazione con cui si sono fronteggiati questi eventi di carattere straordinario, si è determinata una situazione di collasso delle strutture e di grave emergenza, anche di carattere igienico-sanitario, durata settimane, determinando gravi disagi ed esasperazione nella popolazione;
il fenomeno, data la sua straordinarietà ed il collegamento con le vicende che hanno interessato ed interessano i Paesi rivieraschi del Mediterraneo, ha attirato l'attenzione dei media di tutto il mondo, rilanciando immagini che contrastano con la vocazione e gli interessi prevalentemente turistici di Lampedusa;
la concomitanza di questi avvenimenti con l'avvio della stagione estiva ha seriamente danneggiato gli operatori del settore turistico, che costituisce il segmento di gran lunga prevalente tra le attività imprenditoriali che si svolgono nell'isola;
a seguito di questi eventi il Governo si è impegnato ad effettuare interventi immediati a sostegno dell'economia isolana;

impegna il Governo:

compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, a predisporre in tempi rapidi iniziative di rilancio e di sostegno all'economia di Lampedusa che, tra l'altro, prevedano:
a) misure di ristoro dei danni subiti dalle imprese operanti nel settore turistico;
b) interventi volti a migliorare i trasporti aerei e marittimi per garantire la continuità territoriale a prezzi accessibili e concorrenziali;
c) la prosecuzione della campagna promozionale, di cui è stata, al contrario, annunciata la sospensione, con l'estensione anche al mercato estero, oltre a quello domestico;
d) una moratoria sui mutui contratti con istituti di credito, con interessi passivi a carico dello Stato e rimborsi traslati a due anni;
e) sospensione del pagamento dei tributi dei ruoli esattoriali scaduti ed in scadenza per il triennio 2011/2013, con rateizzazione diluita negli anni successivi;
f) sgravio dei contributi previdenziali per il triennio 2011/2013 per il personale assunto e per le nuove assunzioni;
g) avvio delle procedure per l'istituzione di una zona franca.
(1-00659) (Testo modificato nel corso della seduta)«Capodicasa, D'Antoni, Berretta, Burtone, Cardinale, Causi, Genovese, Antonino Russo, Samperi, Siragusa, Gianni Farina».

La Camera,
premesso che:
le rivolte e gli scontri armati che ormai da mesi si ripetono in tanti Paesi del Nord Africa hanno prodotto una situazione di instabilità e di rischio per le loro popolazioni, accelerando e moltiplicando i flussi migratori che già si registravano verso l'Europa;
tale fase è tutt'altro che conclusa e difficilmente si potrà concludere a breve, considerato che alla sua base vi è la richiesta delle popolazioni di trasformazioni radicali, di libertà, di garanzia dei diritti umani, di democrazia, che richiede percorsi lunghi e complessi prima di portare all'auspicabile stabilizzazione;
l'Italia per la sua posizione funge da avamposto dell'Europa ed è direttamente esposta ai flussi migratori che dal Nord Africa e dall'Africa subsahariana spingono verso il Nord del Mediterraneo;
è l'isola di Lampedusa a subire le conseguenze più immediate dei continui sbarchi di migranti che fuggono dalle loro terre in rivolta, subendo ingenti danni economici per il calo della domanda turistica, che rappresenta la principale fonte economica dell'isola, tant'è che già a fine marzo 2011 si valutavano pari a 5 milioni di euro i danni subiti dal settore per il solo periodo pasquale;
fonti attendibili stimano che alla fine della stagione turistica 2011 saranno circa 800 mila le presenze che mancheranno all'isola, con una perdita di oltre 50 milioni di euro, senza contare che solo la stagione estiva pesa sull'economia dell'isola per 130 milioni di euro;
alla luce della difficile situazione nella quale versava, e versa tuttora Lampedusa, Alleanza per l'Italia presentava alla fine di marzo 2011 un'interrogazione proprio allo scopo di conoscere quali fossero le intenzioni e, soprattutto, le azioni del Governo per garantire il necessario sostegno all'economia dell'isola di Lampedusa, così coinvolta ed impegnata nell'accoglienza dei migranti;
il 29 aprile 2011 il Ministro Brambilla annunciava nel corso di una conferenza stampa le iniziative del Governo finalizzate alla promozione del turismo a Lampedusa. Infatti, ritenendo conclusa l'emergenza sbarchi, dava avvio alla seconda fase del piano straordinario di rilancio dell'isola, che, attraverso la comunicazione e i «buoni vacanza» per Lampedusa, avrebbe dovuto risollevare l'immagine e l'economia dell'isola siciliana;
mentre a Lampedusa gli sbarchi dei migranti continuano a ripetersi con ritmo sostenuto, le misure promesse dal Governo in occasione della visita del Presidente del Consiglio dei ministri nell'isola non hanno trovato ancora alcuna attuazione,

impegna il Governo:

ad adottare misure più incisive, dirette e immediate per sostenere il settore del turismo come motore principale dell'economia lampedusana e per tutelare le imprese che in esso operano;
a prevedere ogni iniziativa possibile per evitare che l'intero peso della crisi dei Paesi mediterranei venga scaricato sulla popolazione e sull'economia lampedusana, aumentando a dismisura i danni ingenti già subiti dall'isola a causa della situazione;
ad incentivare la promozione dell'immagine di Lampedusa e dell'intera Sicilia.
(1-00660) «Mosella, Tabacci, Pisicchio, Brugger».

La Camera,
premesso che:
le rivolte e gli scontri armati che ormai da mesi si ripetono in tanti Paesi del Nord Africa hanno prodotto una situazione di instabilità e di rischio per le loro popolazioni, accelerando e moltiplicando i flussi migratori che già si registravano verso l'Europa;
tale fase è tutt'altro che conclusa e difficilmente si potrà concludere a breve, considerato che alla sua base vi è la richiesta delle popolazioni di trasformazioni radicali, di libertà, di garanzia dei diritti umani, di democrazia, che richiede percorsi lunghi e complessi prima di portare all'auspicabile stabilizzazione;
l'Italia per la sua posizione funge da avamposto dell'Europa ed è direttamente esposta ai flussi migratori che dal Nord Africa e dall'Africa subsahariana spingono verso il Nord del Mediterraneo;
è l'isola di Lampedusa a subire le conseguenze più immediate dei continui sbarchi di migranti che fuggono dalle loro terre in rivolta, subendo ingenti danni economici per il calo della domanda turistica, che rappresenta la principale fonte economica dell'isola, tant'è che già a fine marzo 2011 si valutavano pari a 5 milioni di euro i danni subiti dal settore per il solo periodo pasquale;
fonti attendibili stimano che alla fine della stagione turistica 2011 saranno circa 800 mila le presenze che mancheranno all'isola, con una perdita di oltre 50 milioni di euro, senza contare che solo la stagione estiva pesa sull'economia dell'isola per 130 milioni di euro;
alla luce della difficile situazione nella quale versava, e versa tuttora Lampedusa, Alleanza per l'Italia presentava alla fine di marzo 2011 un'interrogazione proprio allo scopo di conoscere quali fossero le intenzioni e, soprattutto, le azioni del Governo per garantire il necessario sostegno all'economia dell'isola di Lampedusa, così coinvolta ed impegnata nell'accoglienza dei migranti;
il 29 aprile 2011 il Ministro Brambilla annunciava nel corso di una conferenza stampa le iniziative del Governo finalizzate alla promozione del turismo a Lampedusa. Infatti, ritenendo conclusa l'emergenza sbarchi, dava avvio alla seconda fase del piano straordinario di rilancio dell'isola, che, attraverso la comunicazione e i «buoni vacanza» per Lampedusa, avrebbe dovuto risollevare l'immagine e l'economia dell'isola siciliana;
mentre a Lampedusa gli sbarchi dei migranti continuano a ripetersi con ritmo sostenuto, le misure promesse dal Governo in occasione della visita del Presidente del Consiglio dei ministri nell'isola non hanno trovato ancora alcuna attuazione,

impegna il Governo:

a valutare l'adozione di atti diretti e immediati per sostenere il settore del turismo come motore principale dell'economia lampedusana e per tutelare le imprese che in esso operano;
a prevedere ogni iniziativa possibile per evitare che l'intero peso della crisi dei Paesi mediterranei venga scaricato sulla popolazione e sull'economia lampedusana, aumentando a dismisura i danni ingenti già subiti dall'isola a causa della situazione;
ad incentivare la promozione dell'immagine di Lampedusa e dell'intera Sicilia.
(1-00660) (Testo modificato nel corso della seduta)«Mosella, Tabacci, Pisicchio, Brugger».

La Camera,
premesso che:
si è determinata nel corso degli ultimi mesi una drammatica situazione nell'isola di Lampedusa a causa del considerevole flusso di immigrati in fuga dalla Tunisia, dalla Libia e dalla costa nord dell'Africa;
vi sono stati evidenti ritardi nella comprensione della natura e della dimensione del fenomeno da parte di tutte le autorità preposte, comprese quelle europee, che si sono semplicemente limitate ad evocare i rischi di grandi processi migratori, senza predisporre misure idonee alla reale gestione dell'emergenza;
l'isola di Lampedusa, famosa per i fondali marini e per le sue meraviglie paesaggistiche, viene oramai associata alle immagini dei clandestini tristemente ammassati sui barconi, sui moli, nel centro di accoglienza. Questo scenario sta determinando previsioni catastrofiche sull'afflusso dei turisti, principale fonte di reddito delle famiglie lampedusane;
nei giorni scorsi il Presidente del Consiglio dei ministri ha dichiarato di voler confermare tutti gli impegni presi dal Governo nei confronti dell'isola;
le decisioni prese recentemente dal Consiglio dei ministri per il rilancio di economia e turismo a Lampedusa prevedono un piano con misure compensative per fronteggiare lo stato di emergenza e rilanciare economia e turismo sull'isola, anche attraverso la sospensione dei pagamenti di tributi, contributi, mutui e leasing. fino alla fine del 2011, la realizzazione di interventi volti alla verifica del ciclo integrato delle acque e all'adeguamento e riqualificazione della rete idrica e fognaria esistente, la promozione delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica, la riqualificazione delle strutture dell'area marina protetta, la riqualificazione ambientalmente sostenibile della rete di trasporto pubblico locale, nonché il lancio di campagne pubblicitarie;
il piano di rilancio prevede, inoltre, uno stanziamento di 26 milioni di euro, cui si affianca anche la richiesta, che comunque dovrà essere presentata in modo ufficiale all'Unione europea, di costituire a Lampedusa una «zona franca»,

impegna il Governo:

a rendere operativo, in tempi brevi, il piano per il rilancio ed il sostegno dell'economia turistica dell'isola, prevedendo anche l'adozione di misure economiche straordinarie a tutela dei lavoratori in cassa integrazione guadagni straordinaria a causa delle crisi già in atto;
a proseguire la campagna promozionale per il rilancio dell'immagine dell'isola, estendendola anche al mercato estero;
a porre in essere ogni iniziativa affinché si predispongano, per il futuro, gli strumenti per il definitivo superamento di ogni eventuale emergenza, mettendo a disposizione le risorse umane, logistiche e finanziarie per approntare un'accoglienza dei migranti che assicuri il rispetto dei diritti umani e della dignità di ogni persona e le condizioni di sicurezza per i residenti.
(1-00665) «Commercio, Lo Monte, Latteri, Lombardo, Brugger».

La Camera,
premesso che:
si è determinata nel corso degli ultimi mesi una drammatica situazione nell'isola di Lampedusa a causa del considerevole flusso di immigrati in fuga dalla Tunisia, dalla Libia e dalla costa nord dell'Africa;
vi sono stati evidenti ritardi nella comprensione della natura e della dimensione del fenomeno da parte di tutte le autorità preposte, comprese quelle europee, che si sono semplicemente limitate ad evocare i rischi di grandi processi migratori, senza predisporre misure idonee alla reale gestione dell'emergenza;
l'isola di Lampedusa, famosa per i fondali marini e per le sue meraviglie paesaggistiche, viene oramai associata alle immagini dei clandestini tristemente ammassati sui barconi, sui moli, nel centro di accoglienza. Questo scenario sta determinando previsioni catastrofiche sull'afflusso dei turisti, principale fonte di reddito delle famiglie lampedusane;
nei giorni scorsi il Presidente del Consiglio dei ministri ha dichiarato di voler confermare tutti gli impegni presi dal Governo nei confronti dell'isola;
le decisioni prese recentemente dal Consiglio dei ministri per il rilancio di economia e turismo a Lampedusa prevedono un piano con misure compensative per fronteggiare lo stato di emergenza e rilanciare economia e turismo sull'isola, anche attraverso la sospensione dei pagamenti di tributi, contributi, mutui e leasing. fino alla fine del 2011, la realizzazione di interventi volti alla verifica del ciclo integrato delle acque e all'adeguamento e riqualificazione della rete idrica e fognaria esistente, la promozione delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica, la riqualificazione delle strutture dell'area marina protetta, la riqualificazione ambientalmente sostenibile della rete di trasporto pubblico locale, nonché il lancio di campagne pubblicitarie;
il piano di rilancio prevede, inoltre, uno stanziamento di 26 milioni di euro, cui si affianca anche la richiesta, che comunque dovrà essere presentata in modo ufficiale all'Unione europea, di costituire a Lampedusa una «zona franca»,

impegna il Governo:

compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, a rendere operativo, in tempi brevi, il piano per il rilancio ed il sostegno dell'economia turistica dell'isola, prevedendo anche l'adozione di misure economiche straordinarie a tutela dei lavoratori in cassa integrazione guadagni straordinaria a causa delle crisi già in atto;
a proseguire la campagna promozionale per il rilancio dell'immagine dell'isola, estendendola anche al mercato estero;
a porre in essere ogni iniziativa affinché si predispongano, per il futuro, gli strumenti per il definitivo superamento di ogni eventuale emergenza, mettendo a disposizione le risorse umane, logistiche e finanziarie per approntare un'accoglienza dei migranti che assicuri il rispetto dei diritti umani e della dignità di ogni persona e le condizioni di sicurezza per i residenti.
(1-00665) (Testo modificato nel corso della seduta) «Commercio, Lo Monte, Latteri, Lombardo, Brugger».

La Camera,
premesso che:
in questo inizio di 2011 hanno avuto luogo o sono ancora in corso, in molti Paesi arabi, delle rivolte popolari che in alcuni casi hanno rovesciato democraticamente i vecchi regimi, mentre in altri la situazione è ancora di aperto conflitto;
in alcuni di questi Paesi, in particolare la Libia, la richiesta di maggiore democrazia ha portato ad un conflitto armato nel quale il nostro Paese ha avuto e sta avendo un ruolo attivo e di primo piano;
la crisi in atto, in particolare sul fronte libico, sta provocando un esodo di notevoli proporzioni verso il nostro Paese e l'isola di Lampedusa rappresenta il punto di approdo naturale di migliaia di nuovi profughi;
questa situazione ha creato difficoltà agli abitanti dell'isola costretti a subire tali sbarchi e, al contempo, ha determinato un crollo dell'economia locale basata, soprattutto, sulle attività legate al turismo che ha subito un vero e proprio tracollo;
il permanere del conflitto sul territorio libico rischia, nonostante l'impegno del Governo che è riuscito a creare una situazione di decentramento in tempi rapidi dei nuovi arrivati, di aggravare ancora di più l'attuale crisi economica;
in questo scenario si rende necessario un ulteriore, rapido ed articolato intervento del Governo al fine di sostenere fattivamente le popolazioni e l'economia locale;
il 16 giugno 2011 il Consiglio dei ministri ha approvato un piano di sostegno e di interventi speciali per Lampedusa per un importo di 26 milioni di euro ed ha nominato il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Stefania Prestigiacomo, come coordinatrice degli interventi per il rilancio di Lampedusa;
tra le decisioni importanti va annoverata quella di prevedere per Lampedusa un modello di sviluppo oil free, cioè totalmente basato sulle rinnovabili che ne rafforza l'immagine di isola protesa verso un turismo sostenibile;
la popolazione lampedusana ha chiesto, in più occasioni, interventi di sostegno all'economia come la sospensione temporanea del pagamento di tributi, contributi e rate dei mutui,

impegna il Governo:

a proseguire nell'opera di sostegno alla popolazione e di rilancio dell'economia nell'isola di Lampedusa attraverso:
a) una rapida attuazione del piano già previsto nel Consiglio dei ministri del 16 giugno 2011;
b) ulteriori iniziative volte a prevedere, sia per i privati che per le aziende, un'esenzione dal pagamento delle imposte e delle tasse che perduri fino alla definitiva risoluzione dell'emergenza legata agli sbarchi nell'isola;
c) la realizzazione di tutte le procedure necessarie al fine di istituire nell'isola di Lampedusa una zona franca;
d) iniziative tese a migliorare le infrastrutture dell'isola a partire da quelle portuali e aeroportuali;
e) una forte azione presso le competenti organizzazioni internazionali, al fine di arrivare al riconoscimento da parte dell'Unesco dell'isola di Lampedusa come patrimonio dell'umanità;
f) la promozione dell'isola di Lampedusa come capitale della dieta mediterranea.
(1-00666) «Ruvolo, Gianni, Sardelli».

La Camera,
premesso che:
in questo inizio di 2011 hanno avuto luogo o sono ancora in corso, in molti Paesi arabi, delle rivolte popolari che in alcuni casi hanno rovesciato democraticamente i vecchi regimi, mentre in altri la situazione è ancora di aperto conflitto;
in alcuni di questi Paesi, in particolare la Libia, la richiesta di maggiore democrazia ha portato ad un conflitto armato nel quale il nostro Paese ha avuto e sta avendo un ruolo attivo e di primo piano;
la crisi in atto, in particolare sul fronte libico, sta provocando un esodo di notevoli proporzioni verso il nostro Paese e l'isola di Lampedusa rappresenta il punto di approdo naturale di migliaia di nuovi profughi;
questa situazione ha creato difficoltà agli abitanti dell'isola costretti a subire tali sbarchi e, al contempo, ha determinato un crollo dell'economia locale basata, soprattutto, sulle attività legate al turismo che ha subito un vero e proprio tracollo;
il permanere del conflitto sul territorio libico rischia, nonostante l'impegno del Governo che è riuscito a creare una situazione di decentramento in tempi rapidi dei nuovi arrivati, di aggravare ancora di più l'attuale crisi economica;
in questo scenario si rende necessario un ulteriore, rapido ed articolato intervento del Governo al fine di sostenere fattivamente le popolazioni e l'economia locale;
il 16 giugno 2011 il Consiglio dei ministri ha approvato un piano di sostegno e di interventi speciali per Lampedusa per un importo di 26 milioni di euro ed ha nominato il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Stefania Prestigiacomo, come coordinatrice degli interventi per il rilancio di Lampedusa;
tra le decisioni importanti va annoverata quella di prevedere per Lampedusa un modello di sviluppo oil free, cioè totalmente basato sulle rinnovabili che ne rafforza l'immagine di isola protesa verso un turismo sostenibile;
la popolazione lampedusana ha chiesto, in più occasioni, interventi di sostegno all'economia come la sospensione temporanea del pagamento di tributi, contributi e rate dei mutui,

impegna il Governo:

compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, a proseguire nell'opera di sostegno alla popolazione e di rilancio dell'economia nell'isola di Lampedusa attraverso:
a) una rapida attuazione del piano già previsto nel Consiglio dei ministri del 16 giugno 2011;
b) ulteriori iniziative volte a prevedere, sia per i privati che per le aziende, un'esenzione dal pagamento delle imposte e delle tasse che perduri fino alla definitiva risoluzione dell'emergenza legata agli sbarchi nell'isola;
c) la realizzazione di tutte le procedure necessarie al fine di istituire nell'isola di Lampedusa una zona franca;
d) iniziative tese a migliorare le infrastrutture dell'isola a partire da quelle portuali e aeroportuali;
e) una forte azione presso le competenti organizzazioni internazionali, al fine di arrivare al riconoscimento da parte dell'Unesco dell'isola di Lampedusa come patrimonio dell'umanità;
f) la promozione dell'isola di Lampedusa come capitale della dieta mediterranea.
(1-00666) (Testo modificato nel corso della seduta) «Ruvolo, Gianni, Sardelli».

INTERPELLANZE URGENTI

Orientamenti del Governo circa il mancato versamento delle quote al Fondo globale per la lotta all'Aids, tubercolosi e malaria con riferimento agli anni 2009 e 2010 - 2-01109

A)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro degli affari esteri, per sapere - premesso che:
la lotta all'Aids è un impegno globale cruciale compreso nei Millennium developing goals (obiettivi del Millennio) sanciti sempre dall'Onu, per il raggiungimento dei quali è fondamentale l'impegno del Fondo globale per la lotta all'Aids, malaria e tubercolosi;
il Fondo globale per la lotta all'Aids è una partnership internazionale che si occupa di raccogliere e distribuire risorse per prevenire HIV, malaria e tubercolosi. L'organizzazione finanzia oltre 600 progetti in 140 Paesi del mondo;
è stata certificata in questi giorni l'estromissione del nostro Paese dal Fondo globale per la lotta all'Aids (di cui l'Italia era cofondatore) per non aver versato né i 160 milioni di dollari previsti per il 2009, né i 183 milioni per il 2010 e ciò ha determinato, come da statuto, l'esclusione dell'Italia dal consiglio di amministrazione del Fondo globale per la lotta all'Aids, posto che sarà assegnato alla Francia;
eppure, in occasione del G8 tenutosi all'Aquila (8-10 luglio 2009), il Presidente del Consiglio assicurò formalmente che il versamento della quota sarebbe stato effettuato in tempi rapidissimi: «(...)verseremo i soldi entro un mese» furono, tra le altre, le parole pronunciate solennemente;
tutte le altre nazioni hanno onorato gli impegni sottoscritti: un miliardo di dollari gli Stati Uniti, 400 milioni di dollari la Francia, 184 milioni di dollari il Regno Unito, 57 milioni di dollari la Russia;
risulta da agenzie stampa che l'Italia abbia chiesto all'Onu, in vista del meeting sull'Aids dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, che si è tenuto a New York dall'8 al 10 giugno 2011, la cancellazione della dicitura «riduzione del danno» (harm reduction), una definizione universalmente riconosciuta che indica l'insieme delle buone pratiche per la riduzione di morti e patologie dovute agli stupefacenti e per la salvaguardia della salute pubblica;
tutte le associazioni che si occupano del problema della diffusione dell'HIV ritengono che questa, se confermata, appare come una posizione di retroguardia che non tiene conto, tra l'altro, delle nuove emergenze che si stanno aprendo nell'Europa dell'est e nell'Asia centrale, proprio a causa dell'assenza in quelle aree di politiche di riduzione del danno, di cui l'Italia è stata invece pioniera riuscendo così a fermare il dilagare dell'epidemia nella popolazione tossicodipendente;
tra l'altro, un sedicente gruppo indipendente di attivisti, medici e ricercatori italiani si è recentemente riunito a congresso a Bari sotto il titolo «Aids e HIV: tutto quello che non vi hanno detto», organizzato dal gruppo HIV Informa, nell'ambito del quale è stata riproposta la teoria negazionista secondo cui l'HIV è solo un'invenzione e non una patologia virale che può condurre all'Aids, le terapie sono una truffa e la prevenzione è inutile;
«non è accettabile che la strategia di lotta all'Aids, globale e condivisa, efficace e trasparente, supportata da evidenze scientifiche acquisite da tempo, possa essere messa in discussione da fantasiose teorie negazioniste», hanno affermato la Lila, l'Arcigay, l'Anlaids e Nadir onlus in un comunicato congiunto;
dal 17 al 21 luglio 2011 si ospiteranno a Roma i lavori della conferenza mondiale sull'Aids e appare alquanto imbarazzante la posizione che dovrà assumere il nostro Paese nel contesto appena determinatosi -:
come il Governo intenda garantire che, nella prossima conferenza mondiale, l'Italia si presenti, in veste di Paese ospitante, con la certezza di aver versato al Fondo globale per la lotta all'Aids, tubercolosi e malaria le quote mancanti con riferimento agli anni 2009 e 2010;
quali rassicurazioni intenda fornire relativamente a quanto citato in premessa, soprattutto con riferimento alla richiesta all'Onu da parte del nostro Paese di far cancellare la dicitura della riduzione del danno.
(2-01109) «Di Stanislao, Evangelisti, Donadi».

Iniziative di competenza volte a realizzare la chiusura dell'anello di cintura ferroviaria nel tratto nord di Roma - 2-01107

B)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:
la chiusura dell'«anello di cintura ferroviaria» nel tratto nord di Roma rappresenta una delle opere infrastrutturali di carattere strategico più importanti e da lungo tempo attese nella capitale;
tale opera consentirebbe, attraverso la realizzazione di un nuovo ponte ferroviario sul Tevere, di collegare la linea esistente proveniente dalla stazione San Pietro ed attualmente interrotta alla stazione di Vigna Clara con la linea nazionale «Dorsale Appenninica» - che collega Roma e Firenze - con la linea FR1 Fara Sabina-Fiumicino e con l'asse strategico dell'alta velocità nazionale baricentrato sulla nuova stazione tiburtina di Roma in corso di realizzazione;
la chiusura ad anello della linea ferroviaria intorno a Roma consentirebbe di realizzare una infrastruttura su ferro di carattere pienamente urbano, in grado di servire popolosi quartieri di semicentro e di prima periferia in modo tangenziale, alleggerendo il caratteristico flusso pendolare e radiale tra centro e periferia che caratterizza gran parte degli spostamenti quotidiani interni all'area urbana e metropolitana di Roma;
con la realizzazione di questa opera si otterrebbe il benefico di innalzare l'offerta di trasporto pubblico di massa scoraggiando l'uso del mezzo privato e decongestionando il traffico che rappresenta notoriamente, anche a Roma, un problema centrale - tipico delle grandi metropoli ma anche legato alla storia urbanistica della capitale - e che molte conseguenze negative produce sull'efficienza complessiva del sistema urbano e nazionale, essendo Roma la capitale d'Italia;
la previsione di un viadotto ferroviario di collegamento nel settore nord di Roma per conchiudere l'anello fa parte delle previsioni urbanistiche di tutti i piani regolatori di Roma dal 1931 in poi e tale previsione è stata rafforzata dalle decisioni assunte - anch'esse da lungo tempo - nel programma per gli interventi di Roma capitale ex lege n. 396 del 1990 e, in quanto tale, è di interesse strategico nazionale e, pertanto, ricompresa anche fra gli interventi di cui alla legge obiettivo n. 443 del 2001;
l'accordo di programma per il nodo ferroviario di Roma, sottoscritto in data 8 marzo del 2000 fra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, la regione Lazio, la provincia di Roma il comune di Roma e Ferrovie dello Stato spa, ha previsto tra gli impegni, assunti dai sottoscrittori, la realizzazione della cosiddetta gronda sud che, unitamente alla chiusura dell'anello ferroviario, consente di realizzare un by-pass del nodo ferroviario di Roma nel settore ovest da dedicare sia alle merci che ai passeggeri;
con successivo accordo del 27 novembre 2003 RFI spa del gruppo FS spa ha assunto l'impegno di completare la progettazione della Gronda sud e della chiusura ad anello di cintura nord di Roma e di avviarne la realizzazione da ultimare dopo il 2008;
la chiusura dell'anello nella zona di Vigna Clara ed, in particolare, di via di Camposampiero a Tor di Quinto, presuppone la disponibilità delle aree del rilevato ferroviario realizzato all'uopo negli anni trenta e successivamente occupato da un denso comprensorio industriale ed artigianale, ancora ivi esistente, composto da 70 aziende che danno lavoro a 450 addetti ed il cui mancato trasferimento, finalizzato alla liberazione del sedime, ha costituito una delle cause del rinvio della realizzazione del viadotto ferroviario di chiusura dell'anello;
l'amministrazione comunale di Roma, al fine di accelerare la realizzazione dell'infrastruttura e di salvaguardare al contempo gli interessi economici, sociali ed occupazionali di uno dei più significativi comprensori industriali dell'area nord di Roma, ha ritenuto di dare un contributo attivando una procedura urbanistica finalizzata alla delocalizzazione in area più idonea delle imprese e degli impianti;
tale procedura è stata perfezionata sul piano urbanistico tra il 2004 ed il 2007 con la ratifica di un accordo di programma tra la regione Lazio ed il comune di Roma che prevede il trasferimento presso un'area industriale in zona Prima Porta posta più a nord e che consentirà di realizzare un comprensorio pienamente aderente alle norme vigenti alle esigenze produttive ed alle destinazioni urbanistiche del piano regolatore generale, anche nel quadro di un miglioramento delle opere stradali di accesso e deflusso di mezzi ed automezzi;
lo spostamento fattuale del comprensorio è condizionato alla chiusura delle convenzioni urbanistiche successive all'accordo di programma, al rilascio dei permessi di costruire ed al finanziamento delle opere di urbanizzazione indispensabili per realizzare il nuovo insediamento;
gli organi di RFI spa del gruppo FS spa hanno più volte, in sedi formali ed informali, fatto intendere che, nonostante i progressi verificatisi negli ultimi anni per la soluzione dell'antico problema della chiusura dell'anello nord, non sono in grado di affermare con certezza i tempi di progettazione esecutiva e di realizzazione almeno del viadotto ferroviario necessario per conchiudere il fatidico «anello» a causa della scarsezza di risorse e del mancato finanziamento dell'opera, sia da parte del bilancio nazionale, sia da parte del Cipe;
in occasione della candidatura di Roma alla edizione dei Giochi olimpici del 2020, il comune di Roma sembra aver modificato l'impostazione ratificata con l'accordo di programma del 2007 ed essersi orientato per la realizzazione di un viadotto ancor più complesso sia stradale che ferroviario dal costo ipotetico di 840 milioni di euro - il cosiddetto ponte dello sport - da reperire nell'ambito dei futuribili finanziamenti per ospitare i Giochi o nell'ambito di non meglio definiti project financing;
tale orientamento ha rallentato le procedure avviate, tra cui la stipula delle convenzioni finalizzate allo spostamento del comprensorio artigianale, e spostato nel futuro - ancora una volta - ogni credibile e concreta prospettiva di realizzare il tratto di ferrovia su viadotto mancante per chiudere l'anello -:
quali orientamenti intenda assumere per rilanciare la concreta realizzazione dell'opera sopracitata di grande valore urbanistico, trasportistico, economico e sociale per la capitale e per l'intero Paese;
quali risorse intenda individuare nell'ambito della programmazione strategica delle opere pubbliche nazionali e dei fondi Cipe per consentire al gruppo Ferrovie dello Stato spa di concludere la progettazione dell'opera e la sua realizzazione, posto che essa può essere stimata per un valore non superiore ai 200 milioni di euro se limitata al solo viadotto ferroviario - e non anche stradale - tra Vigna Clara e Forte Antenne;
quali iniziative di competenza intenda porre in essere per accelerare lo spostamento del comprensorio industriale ed artigianale di Via Camposampiero sul rilevato ferroviario di proprietà del demanio ferroviario nazionale - e pertanto di interesse dello stesso Ministero delle infrastrutture e dei trasporti - nell'area appositamente individuata nel piano regolatore generale di Roma e consensualmente concordata con il consorzio degli operatori artigianali attraverso specifico atto d'obbligo preliminare, allegato agli elaborati dell'accordo di programma sottoscritto e ratificato dal consiglio comunale di Roma nel 2007;
in che tempi intenda eventualmente agire, per quanto di competenza, per facilitare, attraverso la programmazione di investimenti finanziari, la ripresa di una concreta azione delle amministrazioni interessate alla realizzazione delle opere essenziali e minimali finalizzate alla chiusura della cintura ferroviaria nord di Roma - l'anello ferroviario - ed all'entrata in esercizio di un servizio aggiuntivo di trasporto pubblico urbano di grande importanza per la città di Roma.
(2-01107) «Morassut, Zaccaria, Pompili, Amici, Bratti, Carella, Causi, Concia, Recchia, Tidei, Argentin, Coscia, D'Antona, Trappolino, Peluffo, Meta, Velo, Verini, Marco Carra, Corsini, Margiotta, Sarubbi, Martella, Realacci, Sposetti, Rugghia, Tullo, Touadi, Tocci, Melandri, Gasbarra, Gentiloni Silveri, Ceccuzzi, Bocci, Iannuzzi, Esposito».

Iniziative per il rilancio economico e il potenziamento delle strutture del porto di Gioia Tauro - 2-01125

C)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:
il porto di Gioia Tauro rappresenta il più grande hub portuale del Mediterraneo ed il principale scalo commerciale marittimo per il sud del Paese e della Calabria in particolare;
sono anni ormai che la struttura non riesce a decollare sotto il profilo economico-produttivo, mostrando gravissimi segnali di crisi gestionale e strutturale che la tengono lontana dal raggiungimento degli obiettivi di efficienza fissati al momento della sua costruzione;
la gestione del porto è stata sempre organizzata in un quadro di incertezze che non hanno consentito l'effettiva polifunzionalità ma, al contrario, prodotto ritardi nei finanziamenti, scarsa attenzione sulla rivalità nata da parte di altri porti italiani e mediterranei, lentezza nel completamento delle infrastrutture portuali, marginalità dell'obiettivo, mancanza dell'istituzione di una zona franca produttiva; queste sono le criticità maggiori che oggi si riscontrano in maniera evidente e che compromettono fortemente lo sviluppo dello scalo e il rilancio dell'intera area da esso servita;
se a questo si aggiunge il preoccupante quadro occupazionale che si manifesta da qualche mese con continui annunci di abbandono di alcune compagnie operanti e richieste di ammortizzatori sociali e licenziamenti da parte della Mct, società terminalista che gestisce lo scalo marittimo, si evince bene come il quadro oggi si presenti fortemente drammatico e meritevole di essere considerato e valutato con priorità emergenziale dal Governo che invece, ad oggi, ad avviso degli interpellanti, si è dimostrato assente;
il Governo sembra non aver riservato attenzione al porto di Gioia Tauro neppure aiutandone la competitività considerato che, nel piano per lo sviluppo e il potenziamento delle piattaforme logistiche nazionali approvato da poco, sono state riservate solo alcune righe al porto in questione;
ciò a fronte invece di un impegno a rafforzare e finanziare, con svariati milioni di euro, i porti e le piattaforme logistiche liguri e dell'Adriatico;
ultimamente la società Maersk, socio di minoranza della Med center, colosso danese numero uno al mondo nel trasporto container, dopo aver già dirottato i volumi di traffico verso Porto Said, ha annunciato che da luglio 2011 taglierà anche l'ultima linea che fa ancora tappa in Calabria, decisione che provocherà perdite di volumi traffico e conseguenti esuberi di personale che si aggireranno tra il 25 e il 30 per cento dei dipendenti;
a questi esuberi verranno aggiunti quelli delle aziende esterne che lavorano per Mct, circa 600-700 lavoratori; il tutto in un territorio ed in una regione, la Calabria, che già presenta un preoccupante alto tasso di disoccupazione;
nei giorni scorsi in un'assemblea pubblica dei consigli comunali dei comuni di Gioia Tauro e dei comuni limitrofi, aperta ai cittadini per discutere della vicenda, è stato varato all'unanimità un documento di richiesta d'intervento straordinario al Governo per chiarire quali iniziative assumerà per porre rimedio alla difficilissima situazione di crisi che sta vivendo l'infrastruttura e creare le condizioni per il reale ed effettivo rilancio, in considerazione anche delle ultime esternazioni del Ministro interpellato che si dice pronto ad autorizzare la cassa integrazione guadagni per circa 200 lavoratori che operano nel porto;
alla luce di quanto sopra descritto appare opportuno intervenire al più presto e stabilire una strategia chiara e di ampio respiro utile a garantire la polifunzionalità del porto di Gioia Tauro, realtà che rischia davvero di essere posta ai margini del sistema portuale italiano e mediterraneo -:
quali urgenti e concrete iniziative di competenza intenda intraprendere per risolvere le problematiche relative al rilancio economico e al potenziamento delle strutture del porto di Gioia Tauro;
se non ritenga necessario considerare la struttura portuale di Gioia Tauro come priorità nazionale e creare quindi un unico tavolo di concertazione tra Governo nazionale, regioni e organizzazioni sindacali;
quali interventi intenda prevedere per mettere in atto la polifunzionalità del porto di Gioia Tauro e permettere così il reale e concreto utilizzo dello scalo in funzione del rilancio dell'infrastruttura e dell'economia dell'aera interessata, della Calabria e dell'intero Mezzogiorno del Paese;
quanti siano i fondi pubblici investiti nel porto di Gioia Tauro dalla sua nascita ad oggi e gli spazi, all'interno dello stesso, utilizzati per la crescita occupazionale.
(2-01125) «Tassone, Occhiuto, Galletti, Mereu, Compagnon, Adornato, Binetti, Bosi, Buttiglione, Calgaro, Capitanio Santolini, Enzo Carra, Cera, Ciccanti, De Poli, Delfino, Dionisi, Anna Teresa Formisano, Libè, Lusetti, Mantini, Marcazzan, Ricardo Antonio Merlo, Mondello, Naro, Pezzotta, Poli, Rao, Ria, Ruggeri, Scanderebech, Nunzio Francesco Testa, Volontè, Zinzi».

Iniziative del Governo volte a garantire il reintegro del fondo per le scuole paritarie - 2-01081

D)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
il disegno di legge di bilancio per il 2011 prevedeva inizialmente un taglio al contributo statale per le scuole paritarie di 258 milioni di euro;
a seguito di tale taglio è stato approvato un emendamento al disegno di legge di stabilità per il 2011, che reintegrava tale fondo, per 245 milioni di euro;
per la copertura di tale reintegro, è stata individuata in bilancio una quota derivante dalla vendita, da parte dello Stato, delle frequenze televisive digitali;
all'articolo 1, comma 13, della legge di stabilità per il 2011 (legge n. 220 del 2010) è prevista una clausola di salvaguardia, che però non fa esplicito riferimento alla missione per le «istituzioni scolastiche non statali»;
nella risposta ad una precedente interrogazione, nella quale venivano richieste garanzie sul reintegro totale dei 245 milioni di euro, il sottosegretario per l'economia e le finanze, Alberto Giorgetti, specificava che lo stanziamento risulta assegnato dall'articolo 1, comma 40, della legge n. 220 del 2010 e sarà destinato alle finalità previste all'elenco 1 allegato alla legge n. 220 del 2010 con apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, al momento in corso di perfezionamento. Soltanto a seguito del perfezionamento di tale decreto sarà possibile terminare le relative variazioni di bilancio;
dei 280 milioni di euro a bilancio, ne sono stati tagliati 28 per esigenze statali;
i rimanenti 252 milioni, al 1o aprile 2011, ancora non sono stati resi disponibili per la ripartizione;
per le scuole non statali questi fondi risultano indispensabili per la chiusura dei bilanci e per l'andamento delle normali funzioni durante il corrente anno scolastico -:
quale sia la reale cifra stanziata per il 2011 per l'istruzione paritaria non statale, cifra che sarà realmente erogata per le scuole non statali;
quanto sia stato ridotto, complessivamente, il fondo per l'istruzione paritaria, rispetto alla cifra storica destinata a bilancio per le scuole paritarie che ammontava a 530 milioni di euro;
quali iniziative intenda intraprendere il Governo per garantire il reintegro del fondo per le scuole paritarie, in caso di mancata vendita delle frequenze televisive digitali.
(2-01081) «Toccafondi, Garagnani, Centemero, Renato Farina, Mazzoni, Girlanda, Barani, Cazzola, Lupi, Vignali, Sbai, Bonciani, Bergamini, Vella, Iannarilli, Aprea, Palmieri, Garofalo, Marinello, Mazzuca, Gioacchino Alfano, Di Caterina, Faenzi, Sisto, De Camillis, Barbieri, Migliori, Franzoso, Pelino, Abelli, Beccalossi, Bocciardo, Castellani, De Luca, Bianconi, Calabria, Ceroni, Gottardo, Saltamartini, Tortoli, Traversa».

Iniziative per garantire la correttezza e la trasparenza dell'attività delle società concessionarie di giochi e scommesse - 2-01127

E)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
l'industria dei giochi e delle scommesse legali, presente nel nostro Paese, è in continua crescita con una raccolta nel 2009 di 54,4 miliardi di euro e nel 2010 di 61,4 miliardi di euro;
nell'anno 2010 la quota riservata ai giocatori è risultata essere pari a 44 miliardi di euro (il 71,6 per cento della raccolta) con più di 8,7 miliardi di euro incassati sia dall'erario che dai concessionari;
in particolare, in Italia gli apparecchi d'intrattenimento conosciuti come slot machine, ed oggi denominati new slot, sono, secondo i dati dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato (Aams), 383.302, di cui 341.105 in normale esercizio (dati dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato al 31 maggio 2011) e producono una raccolta di 32 miliardi di euro, più della metà della raccolta complessiva;
l'interrogazione a firma dell'onorevole Alberto Fluvi presentata il 7 luglio 2009 sul contrasto all'evasione fiscale nel settore delle slot machine sottolineava come il Governo non avesse ancora dato corso al sistema della riforma del prelievo sui concessionari come richiesto da alcune risoluzioni parlamentari;
nel rispondere alla citata interrogazione, il Sottosegretario Alberto Giorgetti sottolineava l'esistenza di una percentuale del 23,3 per cento di apparecchi irregolari, di cui il 10,16 per cento del tutto illegali, facendo presente la necessità di rafforzare l'attività d'intervento in alcune province italiane;
nella relazione del presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, onorevole Giuseppe Pisanu, del 17 novembre 2010, si stimava una raccolta del gioco lecito e illecito di 100 miliardi di euro e quindi, per sottrazione, il gioco illegale era circa il 40 per cento dell'intero fatturato; tale stato di cose, oltre a sottrarre alle casse dello Stato circa 5 miliardi di euro, favorisce la criminalità organizzata, incrementando usura e riciclaggio del denaro sporco;
nel primo semestre del 2011 si è assistito ad un aumento dei casi di scommesse sportive «illegittime» presso i centri di raccolta scommesse, giocate mediante l'utilizzo di piattaforme estere e senza le prescritte autorizzazioni previste dalla normativa nazionale; inoltre, è esplosa in questi giorni il caso «calcioscommesse» legato a partite truccate, che sembrerebbe coinvolgere alcuni giocatori di varie società del calcio italiano;
in momenti di crisi economica, dove anche e soprattutto le classi meno abbienti vedono nel gioco un'aleatoria via d'uscita ai loro problemi, si assiste all'incremento dei casi di dipendenza dal gioco, gravi dal punto di vista psicologico ed economico e tali da danneggiare intere famiglie;
secondo il rapporto Italia 2011 dell'Eurispes, lo 0,7 per cento del campione degli italiani intervistato manifesta segni di dipendenza dal gioco dichiarando di giocare tutti i giorni ed alcune volte perdendo anche somme consistenti;
la legge 13 dicembre 2010, n. 220, legge di stabilità del 2011, all'articolo 1, comma 70, prevede l'emanazione di un decreto interdirigenziale del Ministero dell'economia e delle finanze-dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato e del Ministero della salute, d'intesa con la Conferenza unificata Stato-regioni, per l'adozione di una serie d'interventi volti a prevenire e contrastare fenomeni di ludopatia conseguenti al gioco compulsivo;
sempre la legge di stabilità 2001, all'articolo 1, comma 78, ha di fatto reso obbligatoria la «tracciabilità» della catena societaria di ogni singolo operatore, dettando un elenco analitico dei requisiti (6 tipologie) che i concessionari dei giochi che accettano di sottoscrivere le convenzioni debbono possedere e dei relativi obblighi (26 tipologie) cui gli stessi sono tenuti ad adempiere; il comma 79 prevede inoltre che i soggetti già concessionari possano sottoscrivere l'atto d'integrazione della convenzione, per adeguare i contenuti ai principi di cui al comma 78;
il decreto direttoriale dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato n. 2011/1118/1/Giochi/ADI del 5 aprile 2011, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 100 del 2 maggio 2011, stabilisce l'avvio, dal 1o luglio 2011, del censimento degli operatori new slot, così come previsto dalla legge di stabilità 2011, al fine di aumentare il livello di sicurezza del comparto dei giochi pubblici;
tale decreto istituisce, a decorrere dal 1o gennaio 2011, l'elenco unico a livello nazionale dei soggetti che svolgono attività funzionali alla raccolta del gioco mediante apparecchi da intrattenimento con vincite in denaro - di cui all'articolo 1, comma 553, della legge n. 266 del 2005, come sostituito dall'articolo 1, comma 82, della legge 13 dicembre 2010, n. 220, legge di stabilità 2011;
il citato elenco funge da banca dati del settore dei giochi d'intrattenimento e costituisce titolo abilitativo per i soggetti che svolgono le attività in materia di apparecchi da intrattenimento, in relazione alle attività esercitate;
all'interno dell'elenco è prevista, tra l'altro, una sottosezione dedicata all'iscrizione dei titolari di esercizi presso i quali sono installati apparecchi e videoterminali -:
in quali province italiane la percentuale degli apparecchi new slot irregolari e clandestini sia la più alta, anche al fine di individuare, eventualmente, i concessionari di riferimento;
quali iniziative intenda intraprendere affinché venga garantita la correttezza e la trasparenza dell'operatività delle società concessionarie, nonché la riscossione delle sanzioni e delle penali inflitte ai concessionari a seguito dei controlli;
se vi sia un costante controllo dei livelli di servizio e del rispetto delle convenzioni per le concessioni relative alla conduzione operativa della rete per la gestione telematica del gioco, allo scopo di salvaguardare le conseguenti entrate erariali;
quali siano i tempi per l'emanazione del decreto interdirigenziale del Ministero dell'economia e delle finanze-Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato e del Ministero della salute volto prevedere una serie di interventi al fine di prevenire e contrastare fenomeni di ludopatia conseguenti al gioco compulsivo;
quali siano i concessionari o le piattaforme internazionali delle scommesse sportive dove sono state effettuate le puntate di eventi modificati e «truccati» nel calcio italiano;
quali iniziative intenda intraprendere, anche in sede di Unione europea, affinché le piattaforme internazionali garantiscano affidabilità e trasparenza;
quali nuovi e stringenti controlli si intendano affidare all'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato ed alla Guardia di finanza, al fine di prevenire e contrastare i contatti della malavita organizzata con questi settori;
quali iniziative intenda intraprendere affinché l'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato e della Guardia di finanza vigilino correttamente sul rispetto degli obblighi imposti dalla legislazione nazionale che prevedono, tra l'altro, il collegamento delle macchine da gioco alla piattaforma dell'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato.
(2-01127) (Nuova formulazione) «Nannicini, Boccia, Ventura, Albini, Barbi, Baretta, Boffa, Capodicasa, Cenni, Colaninno, Dal Moro, D'Antoni, Duilio, Fogliardi, Graziano, Ginoble, Lolli, Luongo, Lulli, Cesare Marini, Mastromauro, Misiani, Mosca, Oliverio, Portas, Rossa, Rossomando, Rubinato, Tullo, Vico».

Elementi e iniziative in merito ad un'iniziativa di protesta di un gruppo di cosiddetti antagonisti durante una funzione religiosa nella parrocchia di San Giuseppe Calasanzio a Milano - 2-01126

F)

I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri dell'interno e della giustizia, per sapere - premesso che:
secondo quanto riferito da vari quotidiani, domenica 5 giugno 2011, un gruppo che Il Corriere della Sera definisce di «antagonisti» ha fatto irruzione nella chiesa di San Giuseppe Calasanzio durante la messa di mezzogiorno concelebrata dal parroco, il padre scolopio Alberto, dal vescovo ausiliario di Milano, monsignor Marco Ferrari, e da don Vittorio De Paoli;
il gruppo ha interrotto la celebrazione urlando: «fuori i preti» e «chiudete le chiese»;
è stato esposto uno striscione con scritto «Padre Alberto, curati tu», in risposta ad una presunta dichiarazione del parroco sull'omosessualità curabile come malattia;
Il Corriere della Sera ha raccolto questa testimonianza di don Vittorio De Paoli: «è stato un momento di grande paura, con spintoni e tensione durante un momento sacro. Non sappiamo da cosa nasca la protesta di questi giovani, forse contro un prete della parrocchia, ma hanno rivolto insulti contro la chiesa e i preti in genere, una cosa molto brutta»;
la celebrazione della messa ha dovuto essere sospesa;
secondo quanto riferito a Il Giornale da persone presenti ai fatti, il gruppo ha urlato «Pisapia ha liberato Milano» in risposta alle proteste dei fedeli;
secondo quanto riferito l'8 ottobre del 2009 da un sito islamico, «la procura della Repubblica di Milano ha aperto un fascicolo nei confronti di Daniela Santanchè e di una decina di esponenti del suo gruppo, il Movimento per l'Italia. L'ex parlamentare di AN e i suoi supporter sono inquisiti per turbamento di funzioni religiose e interruzione dello svolgimento di manifestazioni religiose». Il riferimento è ad a una protesta dell'onorevole Santanchè per la lesione dei diritti delle donne in occasione della chiusura del Ramadan, il 20 settembre 2009, senza, peraltro, che la manifestazione religiosa fosse mai interrotta ed anzi risultando la stessa Sottosegretaria Santanchè aggredita;
la curia milanese e il sindaco, sino ad oggi, non risultano aver presentato alcuna denuncia o nota ufficiale di biasimo per quanto accaduto;
sull'episodio è intervenuto anche il sociologo Massimo Introvigne, rappresentante dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa per la lotta all'intolleranza e alla discriminazione contro i cristiani, segnalando al Ministro dell'interno la preoccupazione dell'Osce per quanto accaduto;
agli interpellanti pare rinvenibile nel comportamento della magistratura nei due episodi citati un caso di cosiddetto «doppiopesismo»;
ad avviso degli interpellanti, questo episodio andrebbe considerato come un caso di cristianofobia, condannata dalla risoluzione Mazzocchi ed altri n. 6-00052 del 12 gennaio 2011 -:
se i fatti sopra citati siano noti al Governo;
quale ricostruzione sia stata fatta dall'autorità di pubblica sicurezza e se siano state avviate indagini su questo grave fatto;
se non intendano esprimere a nome del Governo lo sconcerto e l'inquietudine per quanto accaduto, assumendo una netta posizione di condanna su fatti di così grave intolleranza, offensivi della libertà religiosa sancita dalla Costituzione e della libertà di ogni cittadino di partecipare senza essere offeso e turbato alla celebrazione di riti religiosi;
come si intendano prevenire e reprimere tali fenomeni violenti.
(2-01126) «Bocciardo, Renato Farina, Centemero, Corsaro, Toccafondi, Palmieri».