XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di venerdì 14 ottobre 2011

TESTO AGGIORNATO ALL'11 GENNAIO 2012

ATTI DI INDIRIZZO

Mozione:

La Camera,
premesso che:
in data 20 giugno 2011 la Commissione europea ha adottato la proposta COM 353, finalizzata alla revisione delle disposizioni in materia di prodotti alimentari desinati a un'alimentazione particolare; tale proposta prevede, tra l'altro, all'articolo 17, paragrafo 2, l'abrogazione del regolamento (CE) n. 41/2009, relativo alla composizione e all'etichettatura dei prodotti alimentari adatti alle persone intolleranti al glutine, la cui applicazione è prevista a decorrere dal 1° gennaio 2012;
la proposta della Commissione europea prospetta «per ragioni di semplificazione» l'inclusione della disciplina dei prodotti senza glutine e con contenuto di glutine molto basso nel campo di azione del regolamento (CE) n. 1924/2006, avente ad oggetto l'armonizzazione delle disposizioni nazionali concernenti le indicazioni (nutrizionali e sulla salute) figuranti in comunicazioni commerciali, etichettature, presentazioni e pubblicità di prodotti alimentari ad uso corrente;
il regolamento (CE) n. 41/2009, adottato sulla base della direttiva 89/398/CEE relativa all'allineamento delle legislazioni degli Stati membri concernenti i prodotti alimentari destinati ad una alimentazione particolare, è una normativa specifica finalizzata a soddisfare le esigenze nutrizionali di quelle categorie di persone il cui processo di assimilazione, o il cui metabolismo, è perturbato ovvero versano in condizioni fisiologiche particolari e possono ricevere un beneficio dall'ingestione controllata di talune sostanze alimentari;
la proposta COM 353 cancellerebbe, di fatto, dalle etichette dei prodotti alimentari la definizione di «prodotto dietetico» e ridurrebbe la dicitura «senza glutine» ad una etichetta generica;
la celiachia è «una intolleranza permanente al glutine ed è riconosciuta come malattia sociale» (articolo 1 della legge n. 123 del 2005), a cui consegue la necessità di eliminazione totale del glutine dalla dieta di chi ne è affetto;
il glutine è un processo proteico contenuto in grano tenero, grano duro, farro, segale, kamut, orzo ed altri cereali minori;
in Italia la prevalenza della celiachia, sia nei bambini che negli adulti, è attualmente stimata intorno all'1-1,5 per cento, quindi, ne risulta affetta una persona su cento;
secondo alcune stime, i potenziali celiaci sarebbero circa 600.000, quelli diagnosticati circa 60.000 e, ogni anno, sono circa 2.800 i nuovi casi diagnosticati;
la distribuzione della malattia celiaca è considerata omogenea a livello mondiale, sebbene presenti una più elevata incidenza in Europa e nei Paesi con popolazione di origine europea. È possibile affermare che la celiachia è la più frequente intolleranza alimentare presente a livello mondiale;
allo stato attuale, i prodotti per celiaci, sostitutivi degli alimenti con glutine (pane, pasta, prodotti da forno, pizza, dolci, eccetera) sono considerati prodotti dietetici e garantiscono la totale sicurezza per il consumatore celiaco;
in Italia, i prodotti senza glutine sono elencati nel registro nazionale dei prodotti dietetici senza glutine (ai sensi del decreto legislativo n. 111 del 1992) e sono erogati gratuitamente a carico del Servizio sanitario nazionale in forza della legge n. 123 del 2005;
la proposta della Commissione europea, in un'ottica di armonizzazione e semplificazione, non tiene sufficientemente in considerazione la necessità di tutelare alcune categorie sensibili e vulnerabili di consumatori, come quella dei celiaci, fino ad oggi garantiti da una disciplina normativa stringente sia in punto di requisiti nutrizionali specifici, sia in punto di controlli;

la proposta della Commissione europea n. 353 del 20 giugno 2011, ove accolta dalle competenti istituzioni comunitarie, può comportare, di fatto un indebolimento della tutela oggi riconosciuta nel nostro ordinamento, posto che la legislazione italiana, oltre a riconoscere la celiachia come malattia sociale, tutela i bambini e gli adulti come categoria di consumatori vulnerabili;


impegna il Governo


a promuovere in sede comunitaria e nell'ambito delle rispettive competenze, tutte le iniziative necessarie al fine di tutelare una categoria di cittadini sensibili, come i celiaci, dai rischi alla salute connessi all'abrogazione del regolamento (CE) n. 41/2009, secondo quanto previsto dall'articolo 17, paragrafo 2, della proposta della Commissione europea n. 353 del 20 giugno 2011, anche alla luce della risoluzione approvata dalla 12a Commissione permanente (Igiene e sanità) del Senato in data 2 agosto 2011 e delle osservazioni formulate dalla 14a Commissione permanente (Politiche dell'Unione europea) del senato in data 26 luglio 2011.
(1-00730) «Pedoto, Grassi, Verini, Picierno, Froner, De Torre, D'Incecco, Schirru, Oliverio, Lenzi, Rosato, Mosca, Pes, Ghizzoni, Mattesini, Lo Moro, Servodio, Trappolino, Rossomando, Miotto».

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ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazioni a risposta scritta:

DI PIETRO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
il 7 marzo 2005, in una situazione di gravissimo dissesto idrogeologico, franava il centro storico di Cavallerizzo, frazione di Cerzeto, comune calabrese della provincia di Cosenza;
il suddetto movimento franoso ha causato ingenti danni alle infrastrutture, ai beni pubblici e privati, e una situazione di pericolo per l'incolumità pubblica che ha comportato l'evacuazione dell'intera popolazione presente nella frazione di Cavallerizzo;
lo stato di emergenza, dichiarato l'11 marzo 2005 con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, è stato in seguito prorogato più volte, fino al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, 30 giugno 2011 che fissa la fine dell'emergenza al 31 gennaio 2011;
l'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri del 29 aprile 2005, n. 3427, concernente i «primi urgenti diretti a fronteggiare i danni, conseguenti ai gravissimi dissesti idrogeologici con connessi diffusi movimenti franosi, verificatisi nel territorio del comune di Cerzeto», all'articolo 3, autorizza il sindaco di Cerzeto ad assegnare un contributo per l'autonoma sistemazione (C.A.S) ai nuclei familiari la cui abitazione principale, abituale e continuativa, è stata distrutta in tutto o in parte ovvero sia stata sgomberata in esecuzione di provvedimenti delle competenti autorità;
a quanto risulta dagli interroganti, dal mese di agosto 2010 i cittadini residenti aventi diritto, non ricevono più dal Comune il suddetto contributo per l'autonoma sistemazione, in quanto il Ministero dell'economia e delle finanze non trasferisce le necessarie risorse;
la mancata erogazione del suddetto contributo sta mettendo in evidente fortissima difficoltà le famiglia che ne hanno diritto -:
quali siano le ragioni del perdurante mancato trasferimento di risorse dal Ministero

dell'economia al Comune di Cerzeto, indispensabile per poter erogare il dovuto «contributo per l'autonoma sistemazione» ai cittadini residenti;
se non si intenda provvedere con la massima sollecitudine a trasferire al Comune di Cerzeto tutte le suddette risorse finanziarie.
(4-13610)

DI PIETRO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
il 3 ottobre 2011 il capomafia corleonese Salvatore Riina è stato rinviato a giudizio innanzi al tribunale di Milano, ottava sezione penale, per l'udienza del 12 gennaio 2012, per il reato, tra l'altro, di minaccia aggravata dal metodo mafioso commessa il 4 maggio 2010 ai danni di Sonia Alfano, parlamentare europeo di Italia dei Valori, in occasione di una visita di quest'ultima all'istituto penitenziario di Milano-Opera, nel quale Riina si trova recluso nelle forme di cui all'articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario;
in particolare, dalla relazione di servizio redatta da un ispettore della polizia penitenziaria, presente agli atti del processo, risulta quanto segue: «il detenuto Riina Salvatore si presentava all'onorevole, marcando le proprie generalità, "lei sa chi sono io, sono Salvatore Riina, sono sempre io..." Alla richiesta del deputato di rappresentare eventuali problematiche, il detenuto Riina Salvatore, esprimendosi con disprezzo nei confronti della classe politica, a suo dire, attenta solo agli interessi personali, pronuncia[va] testuali parole: "noi detenuti i deputati li fucileremmo tutti, non fanno altro che prendere decisioni negative per noi", facendo un gesto col pollice in giù»;
nel seguito della stessa relazione di servizio si legge altra notazione, a parere dell'interrogante, di enorme gravità: «Di contro mostrava particolari apprezzamenti per il Direttore dottor Siciliano, rispetto al quale evidenziava che è il papà dei detenuti, ha precisato di aver conosciuto il padre che faceva lo stesso lavoro e che sicuramente gli ha insegnato il rispetto per i detenuti»;
l'onorevole Sonia Alfano, nel suo libro La zona d'ombra, al capitolo 19, ha raccontato in termini analoghi quanto accaduto in occasione della sua visita al carcere di Milano-Opera del 4 maggio 2010;
effettivamente il dottor Vito Siciliano, padre del dottor Giacinto Siciliano, fu, in passato, proprio come affermato da Salvatore Riina direttore di vari istituti penitenziari;
come si legge nell'articolo dal titolo «Riina minaccia», pubblicato dal quotidiano l'Unità il 25 settembre 2011 a firma di Nicola Biondo, il dottor Giacinto Siciliano è in atto imputato per gravi ipotesi di reato innanzi al tribunale di Roma, sesta sezione penale;
come si legge nell'articolo dal titolo «Segreto di Stato sul processo di camorra? No del tribunale», pubblicato dal quotidiano l'Unità il 1o ottobre 2011 a firma di Maria Grazia Gerina, nel processo a carico, fra gli altri, del dottor Giacinto Siciliano, avente a oggetto gravi episodi che hanno visto coinvolti lo stesso dottor Siciliano (in epoca in cui dirigeva il carcere di Sulmona) il magistrato dottor Salvatore Leopardi (all'epoca in servizio al dipartimento per l'amministrazione penitenziaria) ed esponenti dei servizi segreti (allora Sisde), il Presidente del Consiglio dei ministri nei mesi scorsi ha confermato l'esistenza del segreto di Stato opposto da un testimone (per l'appunto appartenente ai servizi di sicurezza) e da uno degli imputati ma il Tribunale ha obiettato che «in nessun caso possono costituire oggetto di Segreto di Stato i fatti inerenti il reato di cui all'articolo 416-bis»;
risulta all'interrogante che ancora oggi il dottor Giacinto Siciliano, pur avendo a proprio carico imputazioni gravi per fatti asseritamente commessi con abuso delle sue funzioni, dirige l'istituto

penitenziario di Milano-Opera, nel quale si trova detenuto il capomafia Salvatore Riina, e ciò costituisce, a parere dell'interrogante, un fatto che desta inquietudine, a fronte di quanto riferito dallo stesso Riina nel corso della visita effettuata presso quel carcere dall'europarlamentare Sonia Alfano il 4 maggio 2010 -:
se non ritengano opportuno che il dottor Giacinto Siciliano venga sollevato dalla direzione del carcere di Milano-Opera;
se non si intenda fornire chiarimenti in ordine all'apposizione del segreto di Stato in processi per reati di rilevante gravità, cose che a parere dell'interrogante reca grave nocumento al corretto esercizio della giurisdizione e al suo preminente fine di ricerca della verità, e come si intenda operare per porre freno all'increscioso fenomeno.
(4-13618)

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AFFARI ESTERI

Interpellanza:

La sottoscritta chiede di interpellare il Ministro degli affari esteri, per sapere - premesso che:
il sequestro di persona in Italia è punito dall'articolo 605 del codice penale;
la pena per il suddetto reato è la reclusione da sei mesi a otto anni;
la pena è della reclusione da uno a dieci anni, se il fatto è commesso in danno di un ascendente, di un discendente o del coniuge;
la piccola Martina è stata nei fatti sequestrata dal padre, il signor Hassen Abdeljelidi, nazionalità tunisina, per farla vivere «Islamically correct»;
la bambina è sotto affido definitivo della madre in Italia;
al padre è stata revocata la patria potestà dal tribunale di Milano;
la bambina in Tunisia è stata affidata al padre in via provvisoria, con udienza di affido senza controparte italiana;
la bambina il 28 ottobre 2011 verrà con tutta probabilità affidata in via definitiva al padre, con la conseguenza di non ritorno in Italia;
la bambina è di nazionalità italiana e quindi soggetta alle regole ed alle norme dello Stato italiano;
il Governo transitorio tunisino non ha operato a giudizio dell'interpellante in maniera tale da agevolare il rientro della bambina in Italia;
non risulta agli atti la presenza di rappresentanze diplomatiche italiane all'udienza per l'affido provvisorio della bambina al padre -:
se non si ritenga di dover agire affinché vi sia una rappresentanza diplomatica italiana a Tunisi in grado e capace di far fronte alle mutate esigenze di tutela di cittadini italiani nel Paese, visto che oltre alla piccola Martina, sussistono altri sei casi di sequestro di minori italiani m Tunisia, che finora appaiono dimenticati.
(2-01235) «Sbai».

Interrogazione a risposta orale:

BINETTI, NUNZIO FRANCESCO TESTA, DE POLI, CALGARO e PEZZOTTA. - Al Ministro degli affari esteri, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
domenica 16 ottobre, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura celebrerà, come ogni anno, la Giornata mondiale dell'alimentazione per commemorare l'anniversario della sua fondazione, avvenuta il 16 ottobre 1945;
il tema della Giornata mondiale dell'alimentazione scelto per il 2011 è «L'impatto dei prezzi sulla sicurezza alimentare». Fra il 2005 e il 2008, i prezzi

mondiali degli alimenti di base hanno raggiunto i livelli più alti da 30 anni a questa parte. Negli ultimi 18 mesi del periodo considerato, il prezzo del mais è aumentato del 74 per cento mentre quello del riso è quasi triplicato, con un incremento complessivo del 166 per cento;
sono scoppiate rivolte del pane in più di 20 Paesi. La stampa ha sentenziato la fine del cibo a buon mercato. Gli economisti ritengono che queste oscillazioni dei prezzi, verificatesi dal 2006, potrebbero ripetersi anche nei prossimi anni. In altre parole, sembra che si sia instaurata una tendenza alla volatilità (questo il termine tecnico che descrive il fenomeno) dei prezzi degli alimenti. Proprio per attirare l'attenzione su questa tendenza e sulle possibili azioni da intraprendere per attenuare l'impatto sui più vulnerabili, il tema della Giornata mondiale dell'alimentazione 2011 è «Prezzi degli alimenti - dalla crisi alla stabilità»;
le fluttuazioni dei prezzi, in particolare quelle al rialzo, rappresentano la maggiore minaccia alla sicurezza alimentare nei Paesi in via di sviluppo. I più colpiti sono i poveri. Secondo la Banca mondiale, nel biennio 2010-2011 l'aumento dei costi degli alimenti ha spinto quasi 70 milioni di persone nella povertà estrema. A livello di Paesi importatori netti di prodotti alimentari, le impennate dei prezzi possono danneggiare i Paesi poveri aumentando i costi per importare il cibo destinato alla popolazione;
a livello individuale, quando i prezzi degli alimenti aumentano, le persone che vivono con meno di 1,25 dollari al giorno sono costrette a saltare un pasto. Anche gli agricoltori sono vittime di questo fenomeno perché hanno assolutamente bisogno di prevedere, a mesi di distanza, il prezzo che raggiungeranno le coltivazioni al momento del raccolto. Se si prevedono prezzi elevati, piantano di più. Se si prevedono prezzi bassi, piantano meno, tagliando così i costi. Le rapide oscillazioni dei prezzi rendono più difficoltosa questa valutazione;
in questo contesto è opportuno ricordare che, oltre 195 milioni di bambini sotto i 5 anni sono malnutriti, e il 90 per cento di loro vive nell'Africa Subsahariana e nel Sud dell'Asia. Più di 20 milioni di bambini soffrono della forma più acuta e mortale di malnutrizione;
«i leader mondiali sono assorbiti dalla crisi finanziaria. Ma è proprio questo il momento di mandare un chiaro messaggio alle persone più vulnerabili. Questa crisi dai molteplici aspetti - dal cibo al carburante, dagli alloggi ai crediti - colpirà con forza tutti, ma per i 923 milioni di affamati essa ha aggravato la battaglia quotidiana per la sopravvivenza». (Josette Sheeran, Direttore Esecutivo del PAM, - Programma alimentazione mondiale -);
la malnutrizione gioca un ruolo considerevole nella mortalità infantile perché mina il sistema immunitario dei bambini i quali sono meno resistenti alla malattie infantili;
inoltre, la denutrizione contribuisce ad un terzo degli otto milioni di morti all'anno tra i bambini al di sotto dei 5 anni. La maggior parte dei danni causati dalla malnutrizione si sviluppano nei bambini prima del raggiungimento del secondo anno di età;
diete che non apportano la giusta quantità di energia, incluso proteine di alta qualità, i grassi essenziali, i carboidrati, insieme a vitamine e minerali, possono compromettere la crescita e lo sviluppo, aumentando il rischio di morte a causa di comuni malattie infantili o causare gravi conseguenze per la salute del bambino per tutta la durata della sua vita. I cereali arricchiti che vengono attualmente distribuiti come aiuti alimentari non rispettano questo standard minimo;
servono cibi fortificati per ottenere il massimo impatto nutritivo perché solo così è possibile davvero cambiare la vita dei bambini, ha detto Josette Sheeran, direttore esecutivo del PAM (Programma alimentazione mondiale). Tra i vari standard qualitativi richiesti, questi prodotti

devono essere compatibili con la cultura alimentare locale e riproducibili nelle quantità necessarie localmente, oltre ad essere convenienti dal punto di vista dei costi nel lungo periodo;
negli ultimi 30 anni, dal 1980 a oggi, la quota degli aiuti ufficiali allo sviluppo destinata dai Paesi OCSE all'agricoltura è calata del 43 per cento. Probabilmente il sottofinanziamento protrattosi negli anni in agricoltura, sia nei Paesi ricchi che in quelli poveri, rappresenta la principale causa singola dei problemi che ci troviamo ad affrontare oggi;
le celebrazioni ufficiali italiane, promosse dal Ministero degli affari esteri, direzione generale per la cooperazione allo sviluppo, avranno luogo per affermare i princìpi che muovono l'azione del Governo italiano a sostegno delle attività svolte dalle Agenzie del polo agro-alimentare romano delle Nazioni Unite, in primis la FAO, e delle numerose amministrazioni pubbliche e private impegnate nella lotta alla fame, si svolgeranno dal 1o ottobre al 15 dicembre, a sostegno e promozione della Giornata mondiale dell'alimentazione -:
quali urgenti misure intenda attuare per individuare una soluzione a questo annoso problema che rischia di divenire sempre più grave: sul piano internazionale, per quanto riguarda gli aiuti alla cooperazione internazionale, e sul piano nazionale, per quanto riguarda le nuove povertà emergenti a livello di famiglie numerose, spesso immigrate recentemente.
(3-01889)

Interrogazione a risposta in Commissione:

RENATO FARINA. - Al Ministro per gli affari esteri. - Per sapere - premesso che:
in data 12 ottobre l'agenzia di stampa Zenit riporta la seguente notizia: una bambina cristiana di 12 anni del Pakistan, figlia di uno spazzino di Shahdra, cittadina nei pressi di Lahore, è stata rapita da due uomini musulmani il 24 dicembre 2010, dopo essere stata adescata con l'inganno da un'amica; è stata picchiata e violentata per giorni; è stata costretta a firmare alcuni documenti che attestano la sua conversione e il matrimonio con uno dei suoi aguzzini, Muhammad Irfan; il 5 gennaio 2011 suo padre aveva presentato una denuncia contro ignoti e solo a settembre, otto mesi dopo la sua scomparsa, la bambina ha chiamato la sua famiglia da Tandianwalla, nel distretto di Faisalabad, a 190 chilometri da Lahore, dicendo di essere stata rapita ma di essere riuscita a fuggire. Tornata a casa, ha riferito al magistrato la sua storia, ma Muhammad Irfan ha presentato un certificato di matrimonio, grazie al quale anche l'accusa di stupro è decaduta. La bambina e i suoi genitori oggi si nascondono, e i militanti del Lashkar-e-Tayyaba stanno dando loro la caccia;
l'agenzia vaticana Fides, riportando la notizia dell'agghiacciante vicenda, spiega che la situazione della piccola vittima «è simile a quella di circa 700 fra bambine e ragazze cristiane e almeno 250 indù che ogni anno subiscono terribili violenze e abusi in Pakistan. I musulmani - riferiscono le fonti impegnate nella loro assistenza nel Punjab - le considerano oggetti, merce, le trattano come bestie; i rapitori e gli stupratori della bambina, indicano le fonti, sono liberi perché appartengono al gruppo radicale islamico Lashkar-e-Tayyaba (bandito per terrorismo). La polizia si è perfino rifiutata di ordinare una visita medica; il magistrato di zona ha registrato una denuncia a carico di alcuni uomini musulmani, ma non ha disposto misure restrittive nei loro confronti; la polizia ha invitato i genitori della bambina a consegnare la ragazza al "marito legale" in caso contrario, potrebbero subire un procedimento penale»;
fonti di Fides indicano che il matrimonio sotto i 16 anni è illegale, se questo fosse vero dimostrerebbe che il Governo, la magistratura e la polizia del Punjab cercano di coprire le malefatte dei gruppi radicali islamici e ne sono complici;

Amarnath Motumal, avvocato e membro della ONG Commissione per i diritti umani del Pakistan, sostiene che ogni mese 20 ragazze indù sono rapite e convertite a forza -:
se il Governo sia conoscenza dei fatti descritti in premessa;
se e in quale maniera il Governo si sia attivato per la tutela della libertà religiosa in conseguenza dei gravi avvenimenti di cristianofobia in Paesi come il Pakistan, l'Irak, le Maldive, l'Egitto, evidenziati dall'interrogante in altri atti di sindacato ispettivo;
se non ritenga di dover assumere iniziative presso il Governo del Pakistan o presso gli organismi internazionali al fine di richiamare il rispetto dei diritti fondamentali dell'uomo e in particolare del diritto di libertà religiosa, dando attuazione agli impegni assunti a seguito dell'approvazione alla Camera dei deputati della risoluzione Mazzocchi e altri del 12 gennaio 2011 contro ogni forma di cristianofobia.
(5-05522)

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:

FRONER, LULLI, VICO, NANNICINI e MARCHIONI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
nel quadro della politica di programmazione delle iniziative a vantaggio dei consumatori, individuate in attuazione dell'articolo 148 della legge n. 388 del 23 dicembre 2000 e finanziate con le risorse riassegnate al «Fondo derivante dalle sanzioni amministrative irrogate dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato da destinare ad iniziative a favore dei consumatori» si rammenta che con decreto del Ministro dello sviluppo economico del 20 maggio 2010, erano stati individuati gli interventi indispensabili da attuare, per i quali le competenti Commissioni parlamentari di Camera e Senato avevano espresso parere favorevole in data 19 maggio 2010;
in data 28 maggio 2010 è stato adottato il decreto di riparto del Fondo derivante dalle sanzioni amministrative irrogate dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato, da destinare ad iniziative a vantaggio dei consumatori che prevedeva la destinazione delle risorse, quantificate in euro 38.830.483,74 sulla base delle sanzioni versate dal gennaio al 31 dicembre 2009 sul capitolo di entrata del Ministero dell'economia e delle finanze, a favore di iniziative a vantaggio dei consumatori;
il decreto del Ministero dello sviluppo economico ha previsto all'articolo 7, comma 1, che «per favorire la restituzione delle somme versate in relazione alla retroattività delle disposizioni in materia di cosiddette polizze dormienti di cui ai commi 345-quater e 345-octies dell'articolo 1 della legge 23 dicembre 2005, n. 266, come modificato dall'articolo 3, comma 2-bis, del decreto-legge 28 agosto 2008, n. 134, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 ottobre 2008, n. 166» sarebbe stata assegnata «al Dipartimento per l'impresa e l'internazionalizzazione - Direzione generale per il mercato, la concorrenza, il consumatore, la vigilanza e la normativa tecnica - la somma di euro 7.600.000,00.»;
in risposta all'interrogazione n. 5/03112 (a prima firma Froner) in data 15 luglio 2010, il Sottosegretario Saglia ha specificato che, relativamente alla questione delle cosiddette polizze dormienti, la destinazione sarebbe stata effettuata trasferendo le relative risorse all'amministrazione competente in materia (cioè al Ministero dell'economia e delle finanze), ovvero stipulando con la CONSAP una convenzione con cui regolare, d'intesa con il Ministero dell'economia e delle finanze, anche le procedure di restituzione totale o parziale delle somme versate;
in merito all'effettiva disponibilità delle somme a ciò destinate, si precisava

che dei predetti euro 38.830.483,74, ripartiti fra le diverse iniziative previste dal decreto, erano stati riassegnati dal Ministero dell'economia e delle finanze euro 14.591.404,00 che consentivano di finanziare completamente solo le prime due iniziative previste dal decreto di riparto dei fondi (iniziative promosse dalle associazioni dei consumatori e iniziative istituzionali) e parte della terza (iniziative promosse dalle Regioni);
infine, il Sottosegretario rassicurava che sarebbero state assegnate ulteriori risorse entro l'anno con cui finanziare le altre azioni, nello specifico quelle a favore della sicurezza dei prodotti (per un importo pari a euro 3.800.000,00), quelle per la composizione extragiudiziale delle controversie in materia di consumo (per un importo di euro 2.500.000,00) e quelle dirette a consentire la restituzione delle somme versate in relazione alla retroattività delle disposizioni in materia di cosiddette polizze dormienti, nel limite di euro 7.600.000,00. Infine, potranno essere coperte anche le iniziative necessarie per il rifinanziamento del fondo nazionale di garanzia per il consumatore di pacchetto turistico, nel limite di ulteriori euro 3.000.000,00;
anche nell'allegato alla nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza nel capitolo relazione programmatica per missioni di spesa del Ministero dello sviluppo economico si ribadisce chiaramente che con le somme riassegnate dal Ministero dell'economia e delle finanze (euro 14.591.404,00) è impossibile realizzare le iniziative programmate nel biennio 2012/2013; secondo la nota, per la realizzazione dei progetti sopraindicati, occorre la riassegnazione della somma complessiva di euro 24.240.000.00 -:
quando il Ministro interrogato intenda procedere alla riassegnazione della somma complessiva di euro 24.240.000.00 necessaria alla realizzazione dei progetti citati in premessa e quali siano i motivi che fino ad ora ne hanno impedito l'effettivo trasferimento.
(5-05526)

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GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:

MINARDO e TORRISI. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il maxiemendamento presentato dal Governo nel corso dell'iter di conversione del decreto-legge n. 138 del 2011 ha introdotto, ai commi da 2 a 5 dell'articolo 1, la delega al Governo per la riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari;
in particolare, il comma 2 delega il Governo a emanare, entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione, uno o più decreti legislativi per «riorganizzare la distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari al fine di realizzare risparmi di spesa e incremento di efficienza»;
l'obiettivo del Governo di perseguire la rifunzionalizzazione della giurisdizione e la massima efficienza del sistema, assicurando la migliore allocazione delle risorse umane e strumentali delle sedi, appare certamente condivisibile ed anzi indispensabile;
altrettanto indispensabile ed impellente, si prospetta la necessità di procedere ad una puntuale disamina delle esigenze socio-economico-territoriali di tutti gli uffici in cui si amministra la giustizia, prima di arrivare alla stesura definitiva degli schemi di decreti legislativi attuativi, ponendo al centro della riflessione l'impatto delle modifiche delle circoscrizioni territoriali degli uffici giudiziari inquirenti e giudicanti sui singoli territori;
utile in tal senso sarebbe l'interlocuzione degli uffici ministeriali con gli addetti ai lavori, magistrati e ordini professionali nonché con i rappresentanti delle istituzioni nazionali e locali con riferimento ai singoli territori provinciali al fine

di meglio coniugare le citate esigenze di razionalizzazione dell'allocazione degli uffici giudiziari, tenendo conto degli effettivi risparmi di spesa, con quelle che si legano ai princìpi di sussidiarietà e prossimità del servizio giustizia ai cittadini;
il richiamo alla dimensione provinciale come primario criterio di permanenza dei presidi giudiziari appare limitante in riferimento ad alcuni contesti territoriali nei quali il mantenimento in vita di alcuni degli attuali organismi consentirebbe un'ottimale amministrazione delle istanze di giustizia;
la soppressione tout court di tutti i cosiddetti tribunali minori, ancorata ad un mero dato numerico, non sembra essere la soluzione idonea ad essere applicata indiscriminatamente al fine del raggiungimento dell'obiettivo di efficienza ed efficacia del servizio giustizia;
l'esame dei flussi giudiziari relativi al quinquennio 2004/2008 evidenzia come i tribunali con organico inferiore a venti giudici abbiano una capacità di smaltimento delle pendenze e delle sopravvenienze in molti casi migliore rispetto a tribunali di maggiore dimensione;
tra i tribunali con meno di 15 magistrati in organico, di cui si paventa la soppressione, vi è quello del comune di Modica, un tribunale storico nel quale si registra il raggiungimento di quegli standard di qualità europei grazie alla rilevante capacità di smaltimento delle pendenze e delle sopravvenienze nonché ad un'efficiente gestione delle pendenze penali;
tale tribunale verrebbe ad essere accorpato a quello di Ragusa, la cui struttura si presenta già attualmente inadeguata rispetto ai relativi flussi giudiziari;
sotto il profilo del contenimento della spesa il citato accorpamento farebbe registrare, al contrario, sicuri aggravi che deriverebbero dalla necessità di locare ulteriori strutture edilizie, dall'adeguamento delle reti informatiche nonché dai maggiori costi per gli spostamenti del bacino di utenza;
in alternativa alla soppressione, si potrebbe valutare l'accorpamento del tribunale di Modica con sedi distaccate minori, allargando in tal modo il bacino di utenza;
mediante la suddetta revisione della circoscrizione si potrebbe conseguire l'obiettivo di ottimizzare la distribuzione sul territorio del servizio giustizia, conseguendo effettivi risparmi di spesa -:
se il Ministro interrogato, nella fase istruttoria che precede l'emanazione dei decreti legislativi attuativi della delega per la riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari, abbia valutato l'opportunità di predisporre uno studio ricognitivo e sistematico sulla geografia giudiziaria esistente e sui relativi costi, con particolare riferimento ai singoli tribunali cosiddetti minori insistenti sui territori provinciali, contenente dati tecnici circa la capacità di smaltimento delle pendenze e gli effettivi risparmi conseguenti alla riorganizzazione, con il coinvolgimento dei soggetti istituzionali e dei principali operatori della giustizia dei relativi territori;
se, valutate le caratteristiche e le esigenze socio-economiche dei singoli territori, abbia intenzione di procedere alla revisione delle circoscrizioni finalizzata alla rifunzionalizzazione della giurisdizione e alla massima efficienza del sistema, prima di procedere alla soppressione di tutti i tribunali cosiddetti minori, superando il mero dato numerico dell'organico di magistrati.
(4-13615)

LABOCCETTA. - Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
sul settimanale Panorama n. 28 del luglio 2011, nell'articolo a firma Maurizio

Tortorella dal titolo «A che punto è l'inchiesta sulla P4» si riferisce che, per la sola inchiesta cosiddetta P4, sono state disposte oltre 70.000 intercettazioni su utenze telefoniche e oltre 4 milioni e 400mila intercettazioni ambientali e telematiche;
nello stesso articolo viene citata un'informativa datata 16 marzo 2011 e firmata dal comandante del Nucleo di Polizia tributaria di Napoli Luigi Acanfora, che riporta il pressante invito ai pubblici Ministeri Woodcock e Curcio a valutare l'opportunità di cessare l'attività di monitoraggio telematico, in quanto rivelatasi tanto costosa quanto inutile;
risulta all'interrogante che la procura di Napoli abbia assegnato alla società Cash&MPS srl - con sede in via Giuseppe Pitrè 238 - Palermo, diversi incarichi di consulenza telematica e telefonica -:
se il Ministro interrogato, nell'ambito di poteri di vigilanza nell'organizzazione dei servizi relativi alla giustizia, nonché nell'ambito della ispezione disposta presso la Procura di Napoli, non ritenga opportuno e finanche necessario appurare:
a) con quali criteri la Procura di Napoli abbia assegnato incarichi di consulenza telematica e telefonica alla società Cash&MPS srl e con quali altre Procure italiane la suddetta società abbia in essere collaborazioni o consulenze;
b) quanto abbia fino ad oggi fatturato la suddetta società per i servizi resi alla procura di Napoli;
c) se risulti se vi sia alcuna relazione tra la società Cash&MPS srl ed il noto consulente informatico recentemente allontanato dalla Polizia di Stato, Gioacchino Genchi, la cui attività ha sede proprio a Palermo;
d) se tale attività di consulenza sia ancora in essere e presso quali uffici giudiziari.
(4-13617)

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INFRASTRUTTURE E TRASPORTI

Interrogazioni a risposta scritta:

CATANOSO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
la Gestione governativa ferrovia circumetnea ha recentemente bandito selezioni pubbliche per contratti di lavoro a tempo determinato per la copertura di vari profili professionali;
successivamente, la stessa azienda ha indetto una procedura interna per il conseguimento dell'abilitazione a capo treno e macchinista (personale di esercizio);
queste procedure di abilitazione, oltre il personale interno, a tempo indeterminato, sono stati ammessi anche i lavoratori a tempo determinato;
il corso per il conseguimento dell'abilitazione a capo treno e macchinista ha previsto una prima fase istruttoria a cui è stato dedicato il personale responsabile del settore esercizio;
il completamento della procedura abilitativa necessita un periodo di tirocinio a bordo dei treni (per i macchinisti è previsto un periodo di guida di almeno 5.000 chilometri, per i capo treni un periodo non inferiore ad un mese);
i lavoratori a tempo determinato, dopo avere superato la prova scritta ed orale, sono stati distolti dalle loro mansioni per essere destinati al tirocinio, durante il quale hanno continuato a percepire la retribuzione da contratto, maggiorata dalla indennità di diaria e trasferta;
i turni del personale a termine riservato all'esercizio ferroviario ed automobilistico sono stati ricoperti con prestazioni di lavoro straordinario;
sono stati sostenuti, di conseguenza, oneri per il solo arricchimento del bagaglio professionale del lavoratore (considerata la prossima scadenza del contratto e, comunque, la impossibilità di adibirli a

profili professionali diversi da quelle per cui hanno sottoscritto contratto a termine);
a giudizio dell'odierno interrogante tale gestione del personale ha causato un evidente e serio danno alle casse dello Stato ravvisabile nel costo del personale istruttore durante la fase di preparazione alle prove scritta ed orale, nel costo delle retribuzioni ai tirocinanti, maggiorate, peraltro della indennità di diaria e trasferta e nel costo delle prestazioni straordinarie per sostituirli nella turnistica o per compensare la sopravvenuta carenza di personale -:
quali iniziative intenda adottare il Ministro interrogato per risolvere le problematiche esposte in premessa.
(4-13597)

BITONCI, GUIDO DUSSIN, LANZARIN, NEGRO e MUNERATO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
la legge n. 191 del 23 dicembre 2009 (legge finanziaria per il 2010) dispone, così come previsto dall'articolo 2, comma 239, dei fondi per la messa in sicurezza dell'edilizia scolastica;
durante la seduta del 25 novembre 2010, le Commissioni Bilancio e Cultura della Camera hanno approvato l'apposito atto di indirizzo (risoluzione n. 8-00099) con cui si impegna il Governo ad attenersi, per l'assegnazione dei fondi così come disposto dall'articolo 2, comma 239, dalla legge n. 191 del 23 dicembre 2009 (legge finanziaria per il 2010), alle priorità di cui all'elenco 1;
in data 2 agosto 2011 le Commissioni riunite V (Bilancio, tesoro e programmazione) e VII (Cultura, scienza e istruzione), a seguito delle risultanze dell'audizione svolta dal Sottosegretario per le infrastrutture e i trasporti, Mario Mantovani, presso le stesse Commissioni riunite, in data 21 luglio 2011 e in virtù delle quali è emerso che si rendeva necessario adottare una nuova risoluzione in sostituzione della predetta risoluzione n. 8-00099, hanno approvato una ulteriore risoluzione, la n. 7-00673, al fine di impegnare il Governo ad attenersi, ai fini dell'assegnazione delle risorse di cui all'articolo 2, comma 239, della legge 23 dicembre 2009, n. 191, alle priorità di cui all'elenco 1;
organi di stampa nazionale (La Repubblica, domenica 9 ottobre 2011) riportano la notizia secondo cui il Comitato interministeriale per la programmazione economica avrebbe denunciato i ritardi relativi alla «mancanza dell'atto di indirizzo da parte delle commissioni parlamentari competenti» -:
quali orientamenti intenda esprimere il Ministro in merito alla vicenda sopra descritta e quali azioni nell'ambito delle proprie competenze intenda adottare per poter permettere una rapida soluzione della questione.
(4-13612)

SBAI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro per la semplificazione normativa, al Ministro della giustizia, al Ministro per le pari opportunità, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
la Costituzione italiana condanna ogni forma di razzismo e discriminazione;
ai sensi dell'articolo 3: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali»;
la semplificazione normativa ha portato all'eliminazione di un gran numero di provvedimenti desueti oppure di ostacolo;
resiste ancora, nella legislazione italiana, il TITOLO V (Disposizioni speciali) della legge 16 giugno 1939, n. 1045, Condizioni per l'igiene e l'abitabilità degli equipaggi a bordo delle navi mercantili nazionali;

l'articolo 36 recita che: «Qualora tra i componenti l'equipaggio vi siano persone di colore a queste dovranno essere riservate sistemazioni di alloggio; di lavanda e igieniche, separate da quelle del restante personale e rispondenti ai loro usi e costumi. Per tale personale di colore dovrà altresì esservi a bordo il modo di confezionare il vitto secondo le sue abitudini e i suoi costumi»;
questo provvedimento, e in particolare il TITOLO V, integra una palese indicazione discriminatoria nei confronti di persone di colore;
la Commissione degli esperti dell'ILO, agenzia dell'ONU, ha fatto, attraverso il suo ultimo rapporto, richiesta al Governo italiano di modifica della legge 16 giugno 1939, n. 1045 -:
se il Governo intenda assumere iniziative normative volte ad abrogare tale norma;
se il Governo intenda effettuare una ricognizione su altri provvedimenti normativi datati, al fine di promuovere eventuali correttivi.
(4-13614)

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INTERNO

Interrogazioni a risposta scritta:

VILLECCO CALIPARI e GARAVINI. - Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
il 4 ottobre 2011 è stato rinvenuto, nel corso di controlli di sicurezza presso l'area di parcheggio del Cedir, il centro direzionale di Reggio Calabria che ospita gran parte degli uffici giudiziari, un ordigno avvolto in un foglio di giornale con la foto del sostituto procuratore della direzione distrettuale antimafia Giuseppe Lombardo; contro lo stesso magistrato nel corso del 2010 erano state rivolte pesanti minacce con l'invio di lettere e proiettili;
il dottor Lombardo è titolare di alcune delle inchieste più delicate condotte dalla direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, occupandosi in particolare di processi che vedono coinvolti tutti i principali capi delle cosche della 'ndrangheta reggina e di molte inchieste che coinvolgono i rapporti tra la criminalità organizzata ed esponenti politici ed imprenditoriali;
l'area di parcheggio del Cedir è già stata altre volte il luogo dove sono stati attuati atti di sabotaggio e gesti minatori: il 9 giugno 2010 l'auto di servizio del procuratore generale di Reggio Calabria, dottor Salvatore Di Landro, ha perso una ruota della macchina di servizio mentre stava viaggiando a velocità ridotta: alla ruota erano stati svitati quattro bulloni su cinque mentre era parcheggiata dentro il garage del Cedir; il 13 luglio 2010 si è verificato un atto di sabotaggio, nel garage del Cedir, ai danni dell'auto di servizio della dottoressa Adriana Fimiani, sostituto procuratore della procura generale di Reggio Calabria; il 19 luglio 2010, una cartuccia di fucile calibro 12, caricata a pallettoni, è stata rinvenuta sul parabrezza dell'auto di servizio del procuratore capo della Repubblica presso il tribunale di Palmi, dottor Giuseppe Creazzo, mentre la vettura era parcheggiata nel garage del Cedir;
al dottor Lombardo risulta attualmente assegnata una protezione consistente in quattro agenti di scorta e l'utilizzo di due auto blindate;
le minacce contro i magistrati della procura di Reggio Calabria, anche se di alcuni dei gesti più eclatanti sono stati scoperti gli autori, si ripetono con preoccupante intensità e sembrano tenere conto dell'andamento processuale di specifici procedimenti ed hanno l'evidente intento di cercare di intimidire chi è chiamato a svolgere le indagini ed a giudicare;

appare pertanto necessario non dare in alcun modo la sensazione di sottovalutare questi episodi -:
come sia stato possibile lasciare un ordigno nei pressi del parcheggio del Cedir che risulta video sorvegliato, con un controllo diretto di personale dell'esercito ed una costante presenza di personale addetto alla sicurezza dei magistrati;
cosa si intenda fare per rafforzare ulteriormente le misure di tutela del dottor Giuseppe Lombardo.
(4-13601)

SBAI, BERTOLINI, PALMIERI, MARIO PEPE (Misto-R-A), LEHNER, MAZZOCCHI, STRACQUADANIO, DE CAMILLIS, VITALI, NIRENSTEIN, PALUMBO, LO PRESTI, FAENZI, MUSSOLINI, BACCINI, GHIGLIA, D'ANNA, GAROFALO, COSENZA, HOLZMANN, ASCIERTO, GIAMMANCO, LISI, DI CAGNO ABBRESCIA, OSVALDO NAPOLI, PELINO, D'IPPOLITO VITALE, DI CENTA e VENTUCCI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
Rachid Ghannouchi è un esponente di spicco della Fratellanza mussulmana a Tunisi;
Rachid Ghannouchi è tornato in Tunisia dopo la rivoluzione, stante l'esilio ventennale cui era stato condannato per aver fomentato il rovesciamento delle istituzioni;
Rachid Ghannouchi è considerato, per le sue idee su donne e forma sociale, un estremista a tutti gli effetti;
Rachid Ghannouchi è candidato alla poltrona di Primo Ministro in Tunisia per il partito Ennadha;
il partito Ennadha che Ghannouchi presiede, appare di stampo marcatamente religioso a sfondo estremista;
Rachid Ghannouchi ha partecipato come relatore il 25 settembre ad un evento pubblico in Italia, a Reggio Emilia;
in tale evento Ghannouchi ha ricordato «il 14 gennaio è l'inizio proprio dalla Tunisia di tutto un cambiamento straordinario nel mondo arabo/musulmano; ricorda quanti si sono sacrificati; ricorda che il mare mediterraneo fu in passato il luogo dove si incontravano i popoli ed oggi è luogo di morte di coloro che scappano dalle guerre civili. Ricorda che la Tunisia è un paese di grande storia, di immense risorse, ma oggi è rovinato da tanti anni di terribile dittatura, massacrato nell'animo, nella fede e nella dignità; massacrato nelle famiglie, tante quelle mutilate di nobili uomini che si sono ribellati ed hanno trovato torture, morte o esilio. Ricorda perciò le madri forti e coraggiose che hanno saputo tacere sofferenze e ricorda come esempio di donna meravigliosa: Aicha sposa del Profeta e tutte le donne musulmane forti e degne di avere riconosciuti i loro diritti sanciti dalla shaaria e il loro ruolo importante nella società islamica. Sottolinea l'importanza delle sorelle e le invita a studiare per essere vere artefici del futuro del loro paese. Ricorda a tutti l'importanza di votare il 20.21.22 ottobre anche qui in Italia attraverso i consolati tunisini. La giornata finisce con l'invocazione al Signore l'Altissimo quindi tanti i baci e gli abbracci ed una gioia solidale e contagiosa che ci accompagna fino alle nostre case è certamente un grande incoraggiamento ad andare avanti verso il cambiamento vero anche se sappiamo sarà lento e ancora sofferto, ma se Iddio vorrà verso l'Islam e verso la consapevolezza di cosa significa poter finalmente essere musulmano in Tunisia. Chiediamo ad Allah l'Onnipotente di aiutare i nostri fratelli oltremare e guidarli a fare le scelte migliori. Amiin. La lode spetta solo ad Allah Signore dei Mondi» da «Insieme per la rinascita della Tunisia» Rached Ghannouchi a Reggio Emilia su IslamOnline.it del 27 settembre 2011;
non è il primo episodio di estremisti che prendono parola sul territorio italiano, dato che la settimana scorsa si è verificato l'arrivo in Italia del predicatore estremista bengalese Juktibadi a Palermo;

la notizia non è stata data da alcun organo di stampa nazionale né agenzia, cosa che ha tenuto tutta l'opinione pubblica all'oscuro di questa vicenda;
è stato girato anche un video dell'intervento di Rachid Ghannouchi -:
se il Governo intenda monitorare adeguatamente l'ingresso nel Paese di soggetti potenzialmente pericolosi per la stabilità delle rispettive comunità e, in particolare, i canali che hanno portato il signor Ghannouchi in Italia e le loro aderenze a gruppi estremisti.
(4-13613)

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazione a risposta in Commissione:

GHIZZONI, COSCIA, DE PASQUALE, ANTONINO RUSSO e DE BIASI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
negli ultimi tre anni, in coincidenza con la conduzione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca da parte del Ministro Gelmini, la pubblicazione dell'annuario sta «La scuola in cifre» è stata sospesa e nemmeno resa nota sul sito del Ministero, con conseguenze gravi per il diritto all'informazione in ordine al nostro sistema di istruzione;
il 24 novembre 2009, il sottosegretario Pizza in risposta all'interrogazione 5-01913 nella quale si chiedeva di riportare le tabelle ufficiali riguardante i dati riferiti all'anno scolastico 2009/2010, già anticipate dal comunicato del Ministro, ha dichiarato di non poter disporre dei dati perché ancora in corso di elaborazione;
nel comunicato stampa del 17 maggio 2010 emanato dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca si leggeva che sarebbe aumentato il tempo pieno. Segnatamente, si annunciava che nell'anno scolastico 2010/2011 sarebbero state attivate nella scuola primaria 782 classi a tempo pieno in più, per un totale di 37.275 classi. Per il secondo anno consecutivo quindi sarebbero aumentati gli alunni che avrebbero potuto usufruire di questo tempo scuola;
le cifre annunciate in quel comunicato non hanno avuto effettivo riscontro con la realtà delle famiglie, che ogni giorno si trovano costrette ad affrontare le conseguenze dei tagli inflitti alla scuola dall'Esecutivo: organici insufficiente all'offerta formativa, tempo scuola ridotto, inadeguatezza del sostegno alle esigenze dei ragazzi disabili, sovraffollamento delle classi;
il 9 giugno 2010, in risposta ad un successiva interrogazione (n. 5-03021) nella quale si chiedeva di rendere ufficiale la tabella della sezione D della rilevazione integrativa delle scuole primarie statali, denominata PUI-00001, inserita nel Piano statistico nazionale 2008-10 approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 3 agosto 2009 lo stesso sottosegretario Viceconte ha dichiarato: (...) «In merito al primo punto, faccio presente che l'attività di rilevazione viene principalmente effettuata per fornire all'Amministrazione la conoscenza dei fenomeni che quantitativamente interessano il mondo scolastico, con il fine precipuo di realizzare uno strumento di supporto alle decisioni. Di anno in anno, poi, vengono pubblicate solo quelle rilevazioni che si ritiene di maggior interesse per una diffusione esterna all'Amministrazione (...).»;
anche all'inizio dell'anno in corso il Ministro interrogato ha affermato che il tempo pieno è aumentato e che sarebbe frequentato dal 30,5 per cento degli studenti. Fermo restando che il «tempo pieno» citato dal Ministro è piuttosto un tempo scuola a 40 ore, raggranellate e senza compresenze, ben lontano dalla qualità e dall'efficacia didattica che caratterizzavano il precedente modello educativo e didattico, resta comunque impossibile dare riscontro oggettivo alle affermazioni del Ministro data la mancata diffusione dei dati;

l'occultamento dei dati e la mancata pubblicazione del citato annuario statistico paiono agli interroganti essere maldestri tentativi per non diffondere informazioni che avallerebbero il fallimento delle scelte del Ministro Gelmini, segnatamente sul tempo scuola. Ad esempio, dalla Corte dei conti arriva la certificazione che nell'anno scolastico 2009-10 solo lo 0,5 per cento delle classi sono stata a 24 ore: si tratta di un dato che boccia la «riforma» del maestro unico -:
Se il Ministro interrogato non ritenga opportuno e urgente fare chiarezza e rendere noti i dati statistici riferiti al tempo scuola, per gli anni scolastici dal 2008/09 al 2011/12, dettagliati per tipologie di moduli didattici (a 24 ore, a 27 ore; da 28 a 30 ore; da 31 a 39 con mensa; da 31 a 39 senza mensa; a 40 ore).
(5-05525)

Interrogazioni a risposta scritta:

STRIZZOLO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
la legge n. 482 del 1999 «Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche, articolo 4, comma 4, in fine, prevede l'utilizzo nelle scuole elementari e medie di «docenti qualificati» al fine di «assicurare l'apprendimento della lingua di minoranza», in riferimento ai quali le istituzioni scolastiche verranno nella loro autonomia a stabilire le modalità di impiego, e, su di un piano più generale, le «metodologie» didattiche;
nell'anno accademico 2004/2005 è, stato organizzato dal Consorzio universitario del Friuli, di concerto con l'università degli studi di Udine, la regione autonoma Friuli Venezia Giulia e il Ministero un master in lingua friulana;
il corso di aggiornamento in questione in moduli formativi di 400 ore per ciascuna lingua minoritaria (friulana, slovena e tedesca) e attribuente 35 crediti formativi universitari, era stato attivato - si sottolinea - con fondi della legge 482 del 1999 (anno 2002) finalisticamente accordati dalla Presidenza del Consiglio dei ministri/dipartimento per gli affari regionali, previa valutazione del Comitato nazionale per le lingue minoritarie, a seguito di precise intese tra il Miur-Ufficio scolastico per il Friuli Venezia Giulia, la regione Friuli Venezia Giulia, l'università degli studi di Udine e il Consorzio universitario del Friuli, nella considerazione della imprescindibile necessità per il territorio di poter venire a disporre, nella scuola, di «docenti qualificati»;
nella «Seconda opinione sull'Italia adottata in Strasburgo il 25 febbraio 2005 dal Comitato Consultivo del Consiglio d'Europa sulla Convenzione-quadro per la protezione delle minoranze nazionali», nelle raccomandazioni, al punto 111, è stato rappresentato che: «sono necessari ulteriori provvedimenti per garantire un adeguato livello di formazione degli insegnanti e la pubblicazione di testi scolastici nelle lingue minoritarie. Nel fare ciò è auspicabile che l'Italia rivolga una particolare attenzione alle minoranze che non possono fruire di un sostegno di un paese d'origine»;
sempre in riferimento al corso in questione, con nota 1o dicembre 2005, n. 1128 (diretta al Consorzio universitario del Friuli organizzatore generale del corso) il MIUR/dipartimento per l'istruzione/direzione generale ordinamenti scolastici/area autonomia, in esito a specifico quesito formulato con allegazione del manifesto degli studi, concludeva nel senso che: «...(in base) alle valutazioni positive espresse dalla Commissione Tecnica Nazionale costituita con decreto ministeriale n. 75 del 27 giugno 2002 per l'attuazione della L. 482/99 nel settore scolastico nella seduta del 9 e 10 novembre 2005, si conviene sull'opportunità del riconoscimento del corso di aggiornamento in lingue minoritarie (friulana, slovena, tedesca) attivato nell'anno accademico 2004/05 presso l'Università di Udine con effetto immediato a valere per i partecipanti che abbiano superato la prova finale»;

i partecipanti al corso (tutti docenti in servizio di ruolo o in servizio temporaneo presso istituzioni scolastiche del Friuli Venezia Giulia e per le lingue di rispettiva rilevanza) con richiesta collettiva 21 settembre 2006 indirizzata al MIUR-ufficio scolastico regionale per il Friuli Venezia Giulia, alla regione Friuli Venezia Giulia, all'università di Udine e al Consorzio universitario del Friuli, chiedevano formalmente il riconoscimento della qualificazione conseguita;
in sede di riunione del 28 settembre 2006 de il «Gruppo tecnico di coordinamento per le lingue minoritarie nel Friuli Venezia Giulia», funzionante presso il Miur-ufficio scolastico per il Friuli Venezia Giulia (in appresso USR FVG), veniva «dato atto che - pur ritenendo che il corso rappresenta un primo valido esempio di intervento nel campo della formazione - il riconoscimento del titolo non rientra nelle competenze dell'USR Friuli Venezia Giulia ma del Ministero della Pubblica istruzione a livello centrale»;
gli interessamenti al proposito, inoltrati al Ministro dell'istruzione dell'università e della ricerca da parte del Consorzio universitario del Friuli (a nome e per conto anche degli altri pubblici soggetti coorganizzatori del corso e nell'interesse delle collettività dei territori di riferimento, delle famiglie che hanno esercitato opzione in favore della singola lingua minoritaria e, da ultimo, dei diplomati al corso) con note 6 novembre 2006 e 17 maggio 2007, ove specificamente rappresentavasi quanto immediatamente precede, sono rimasti senza esito e comunque senza riscontro;
stante quanto circostanziato il titolo conseguito è tutt'ora oggettivamente sprovvisto di concreta efficacia e spendibilità, venendo considerato, in assenza di formale riconoscimento, dall'Ufficio scolastico regionale Friuli Venezia Giulia e (nei fatti concludenti) dalle istituzioni scolastiche, non titolo di «qualificazione» ma, e riduttivamente, quale semplice e generico «titolo di cultura»;
ciò costituisce pregiudizio per un diffuso ed elettivamente privilegiato utilizzo di chi scrive nel settore della scuola, ambito lingua minoritaria friulana, così venendo sostanzialmente vanificati da un lato l'impegno formativo dedicato su un ampio arco temporale e le spese sostenute, e, dall'altro, lo stesso esborso di fondi pubblici utilizzati per la gestione del «corso»;
vanno considerati i contenuti della sentenza della Corte costituzionale n. 159/2009, con la quale è stata dichiarata l'illegittimità costituzionale di parte della Legge regionale Friuli Venezia Giulia n. 29/2007, «Norme in materia di tutela della lingua friulana» (con riferimento alla legge 482/99 e al D.Lgs.223/02, norme di attuazione dello Statuto regionale, trasferente alla Regione unicamente «funzioni di coordinamento dei compiti attribuiti alle istituzioni scolastiche autonome in attuazione della disciplina prevista dall'articolo 4 della legge, in materia di uso della lingua della minoranza nella scuola materna e in materia di insegnamento della lingua della minoranza nelle scuole elementari e secondarie di primo grado, nonché l'esercizio di tutte le funzioni amministrative connesse all'attuazione delle disposizioni previste dagli articoli 9 e 15 della legge e di ogni altra disposizione concernente la disciplina dello svolgimento di compiti delle amministrazioni pubbliche locali»);
nella sentenza esplicitamente - e risolutivamente - si ribadisce il principio della competenza statuale piena in tutti gli ambiti (della legge 482 del 1999) non attribuiti alla regione Friuli Venezia Giulia dallo statuto speciale dalla stessa e dalle norme di attuazione del medesimo, e pertanto, e per quanto qui rileva, al riconoscimento della qualificazione all'insegnamento delle e nelle lingue minoritarie nel sistema statale della scuola;
i partecipanti ai corsi sopra descritti ritengono di essere pertanto portatori di un proprio interesse concreto ed attuale a vedere riconosciuto da parte dell'autorità

statale dell'istruzione - unico soggetto giuridicamente competente in materia per l'effetto di quanto sopra esposto - il titolo conseguito ai fini del (qualificato) insegnamento della lingua minoritaria friulana nell'ambito del sistema statale della scuola, contesto regione autonoma Friuli Venezia Giulia, istituzioni scolastiche elementari e medie aventi sede nell'ambito delle delimitazioni territoriali individuate dalle province del Friuli a norma della legge 482 del 1999;
il detto interesse, volto negli effetti a vederne dichiarata (la non ancora sussistente) efficacia sia nei confronti dell'Usr Friuli Venezia Giulia, sia nei confronti delle singole istituzioni scolastiche, viene a raccordarsi con l'interesse diffuso del quale sono collettivamente portatori in primis le famiglie del Friuli (per doverosa, ancorché certamente già nota, informazione consta esercitata opzione, in piena ottemperanza della legge 482 del 1999, in favore dell'insegnamento della lingua friulana, da parte del 64 per cento dei genitori degli alunni frequentanti corsi elementari e medi presso le istituzioni scolastiche dei territori come sopra delimitati, secondo dati recentemente diffusi dall'USR Friuli Venezia Giulia) e (ne sono inoltre portatrici) la Regione Friuli Venezia Giulia [unitariamente per le tre lingue minoritarie considerate - e per la lingua slovena al di fuori dei territori contemplati nell'Accordo di Londra] ed altresì gli Enti locali dei territori delimitati (alcuni dei quali bilingui e altro trilingue), interesse volto a vedere assicurato, in totale trasparenza e inoppugnabilità nelle scelte, l'apprendimento delle lingue minoritarie (e nel caso di specie quella friulana) a cura di «docenti (certificatamente) qualificati»;
è sicuramente in piena evidenza al livello nazionale la sussistenza di un generale pubblico interesse, del quale l'amministrazione dell'istruzione è ration e officii portatrice e custode, a che l'insegnamento delle e nelle lingue minoritarie - nel quadro generale e nelle condizioni specifiche della già citata sentenza della Corte costituzionale 159 del 2009 in riferimento alla legge 482 del 1999 - venga assolto da «docenti qualificati» cioè «idoneamente qualificati presso strutture universitarie»;
rimane ferma la circostanza che il «corso» di che trattasi (anno accademico 2004/05) è riconosciuto temporalmente, quale prima iniziativa in Italia volta alla rigorosa «qualificazione», da parte del sistema universitario, di docenti della scuola (del territorio) nelle e delle lingue minoritarie, e, in assoluto, unica iniziativa congiuntamente promossa dall'insieme dei pubblici soggetti locali portatori, ciascuno e per propria parte ed in riferimento ai rispettivi territori di un preciso interesse pubblico a ciò;
è ulteriore corollario la circostanza che i «bandi regionali per il finanziamento per le attività didattiche d'insegnamento delle lingue e delle culture delle minoranze linguistiche storiche», emanati in forza della legge regionale del Friuli Venezia Giulia 3/2002 (e che finanziariamente si affiancano agli interventi statali diretti in favore delle scuole ex legge 482 del 1999, prevedono in capo alle scuole proponenti ed in capo ai docenti coordinatori titoli di studio e di qualificazione adeguati con competenze specifiche in lingue minoritarie, circostanza questa che avvalora ulteriormente l'esigenza di vedere asseverata da parte dell'Amministrazione dell'istruzione - ogni altro soggetto escluso - la sussistenza di idonea qualificazione in proposito -:
se il Ministro sia a conoscenza del problema sopra illustrato;
quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere per riconoscere e tutelare i diritti maturati e le legittime richieste più volte formulate dai docenti frequentanti i corsi richiamati in premessa.
(4-13605)

MANCUSO e BARANI. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
la grammatica e la sintassi della lingua latina sono la culla della lingua italiana moderna;
conoscere i rudimenti della lingua latina significa potersi orientare nel mondo dialettico delle scienze e del diritto;
poter studiare almeno i rudimenti della lingua latina durante le scuole medie aiuterebbe ad appassionare i giovani alla sapienza e allo studio;
l'introduzione del latino tra le materie della scuola media aiuterebbe molti ragazzi nell'orientamento e nella scelta della scuola superiore da frequentare;
lo studio della lingua e della cultura latina diffonderebbe anche la cultura dei valori di onore e dignità tipici del mondo antico -:
se il Governo intenda prendere in considerazione la reintroduzione di un'ora settimanale di insegnamento dei rudimenti della lingua latina durante il periodo delle scuole medie.
(4-13607)

MANCUSO. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
il Tirolo meridionale (ovvero l'attuale provincia autonoma di Bolzano) fa parte dello Stato italiano dalla fine della prima guerra mondiale;
il movimento Sud-Tiroler Freiheit (in italiano Libertà Sudtirolese) si pone come obiettivo alla riannessione del Tirolo meridionale all'Austria attraverso un referendum;
il movimento Sud-Tiroler Freiheit ha dato alle stampe un diario scolastico contenente una cartina geografica con Alto Adige e Tirolo austriaco nella quale non viene indicato il confine italo-austriaco e i nomi delle località sono espressi in lingua tedesca;
il diario contiene degli adesivi che riportano le espressioni «Esiste un solo Tirolo» e «Un Tirolo», slogan tipici del terrorismo degli anni ottanta;
vengono citati come simboli positivi molti terroristi violenti come Sepp Kerschbaumer o Hans Spieler;
nel diario è riportato anche il famigerato manifesto con la scopa che spazza via la bandiera italiana, pur non riportando il tricolore; il diario viene venduto, a 8 euro, in tutte le librerie tedesche dell'Alto Adige -:
se il Governo intenda assumere ogni iniziativa affinché ritiri dal commercio il diario;
se il Governo intenda interpellare l'intendenza scolastica italiana delle province autonome di Trento e Bolzano in relazione alla vicenda.
(4-13611)

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LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta scritta:

DI GIUSEPPE e MESSINA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
il decreto legislativo n. 375 dell'11 agosto 1993 richiama l'obbligo dell'azienda a presentare entro trenta giorni dall'inizio della propria attività di impresa agricola, la denuncia aziendale (DA), riportando tutte le particelle dei fondi, a qualsiasi titolo condotti; passo, questo, che era necessario ed imprescindibile affinché l'INPS rilasciasse i fogli dei registri per l'assunzione di manodopera;
dal 2009 l'assunzione della manodopera non si esegue più attraverso l'INPS, ma tramite i centri per l'impiego (UNILAV) gestiti dalle province;
l'iscrizione dell'azienda UNILAV avviene telematicamente e l'ufficio, con un'e-mail, restituisce le chiavi di accesso al

portale per effettuare le assunzioni. La denuncia aziendale all'istituto di previdenza rimane in essere solo ai fini dell'accertamento della congruità tra le giornate lavorative dichiarate e quelle realmente effettuabili sull'azienda in funzione della tabella ettari-coltura, in possesso dell'istituto e suddivisa per provincia;
si è verificato che la direzione del lavoro, in fase di controllo, abbia accertato che la DA di un azienda sia stata presentata all'INPS oltre i 30 giorni previsti dall'articolo 5 del decreto legislativo n. 375 dell'11 agosto 1993 e che tale istituto abbia proceduto con la sanzione. Tale azienda ha dimostrato che, alla data di inizio attività, aveva regolari contratti di conduzione effettuati attraverso il centro per l'impiego;
la denuncia aziendale serve solo a calcolare il numero delle giornate effettuabili per le colture in essere nell'azienda, se esse sono congrue o meno;
le credenziali per procedere all'assunzione le rilascia il centro per l'impiego su dichiarazione del richiedente;
l'azienda ha i titoli di conduzione in essere al momento dell'iscrizione -:
se il Ministro interrogato, alla luce di quanto sopra descritto, posto che ciò può dare adito ad un'incongruenza e ad un'eccessiva burocratizzazione tra le varie normative in essere, non intenda attivarsi al fine di rivedere il sistema sanzionatorio.
(4-13600)

PIFFARI e CIMADORO. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
i sussidi per l'inserimento lavorativo dei soggetti disabili, di seguito «borse di lavoro», sono uno strumento di socializzazione e di inserimento per fasce deboli e soggetti con disabilità, anche gravi, che versano in situazioni di particolare debolezza socio-lavorativa, strumento che assolve alla funzione di mero reinserimento sociale per il tramite di un'azienda e non costituisce un rapporto di lavoro;
con il termine «borsa di lavoro» si deve fare riferimento alle erogazioni attribuite in favore di soggetti disabili, che rientrano nella tipologia di assegni, premi o sussidi, che possono essere di tipo socio-assistenziale, a fini terapeutici, finalizzati a favorire lo sviluppo dell'autonomia personale e l'integrazione sociale, oppure di preinserimento lavorativo, che gli enti locali possono attivare quali progetti propedeutici ai tirocini di cui alla legge n. 68 del 1999;
secondo quanto stabilito dall'articolo 34, terzo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 601, recante, «Disciplina delle agevolazioni tributarie», sono esenti dall'imposta sui redditi delle persone fisiche i sussidi corrisposti a titolo «assistenziale» dallo Stato e da altri enti pubblici;
l'articolo 50, comma 1, lettera c), del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986, assimila invece ai redditi di lavoro dipendente, assoggettati a tassazione, «le somme da chiunque corrisposte a titolo di borsa di studio o di assegno, premio o sussidio, per fini di studio o di addestramento professionale, se il beneficiario non è legato da rapporti di lavoro dipendente nei confronti del soggetto erogante»; l'articolo 191 del medesimo testo unico fa salve comunque le agevolazioni tributarie previste dal decreto del Presidente della Repubblica n. 601 del 1973;
ambedue le tipologie di borsa di lavoro evidenziate (di tipo socio-assistenziale o di reinserimento lavorativo) esulano dalla disciplina dell'inserimento lavorativo di cui alla legge n. 68 del 1999, appaiono rientrare nell'esenzione di cui all'articolo 34 del decreto del Presidente della Repubblica n. 601 del 1973 (Corte di cassazione n. 5238 del 10 maggio 1991 e riferimento alla nozione ristretta di assistenza sociale recepita nell'articolo 38, primo comma, della Costituzione). Infatti,

nonostante si chiamino borse di lavoro, in esse la funzione socio-assistenziale appare nettamente prevalente su quella retributiva, posto che le stesse non realizzano un vero e proprio inserimento in attività lavorative. Ciò vale non solo nel caso delle borse espressamente definite come «socio-assistenziali», ma anche nel caso delle borse definite di «pre-inserimento lavorativo», giacché forniscono un sussidio d'assistenza in attesa che maturino - e proprio allo scopo di favorirle - le condizioni sufficienti ad avviare i tirocini;
alla luce di quanto esposto, il sussidio mensile, corrisposto al disabile non deve essere inteso come un emolumento economico derivante dallo svolgimento di una determinata prestazione ma come un riconoscimento dell'impegno; riveste, quindi, un valore esclusivamente di tipo educativo quale misura di rafforzamento della diligenza che il disabile pone nell'integrarsi nel contesto in cui è inserito e nell'assolvere ai compiti che gli sono affidati;
le famiglie, a fronte dell'assoggettabilità, temono di vedersi costrette a rinunciare a tali benefici perché risulterebbero, se tassabili, incompatibili con altre forme di benefici fiscali; come si legge ad esempio in un comunicato stampa dell'Associazione delle persone con sindrome di Down, ci sarebbe «la possibilità da parte dei genitori di perdere l'assegno per i figli a carico, la reversibilità pensionistica ai superstiti o lo revisione degli indici Isee»;
in assenza di uno specifica normativa fiscale sulle borse di lavoro, le regioni non si comportano in maniera omogenea, tanto che molte hanno sempre interpretato le borse di lavoro come sussidi esenti dall'imposta sul reddito delle persone fisiche e dall'imposta locale sui redditi, a condizione che l'erogazione sia effettuata dallo Stato o da altri enti pubblici, e che la natura sia assistenziale;
la regione Marche, ad esempio, ha emesso un provvedimento sull'argomento, colmando il vuoto interpretativo e legislativo, e ha chiarito (protocollo n. 0652835 del 18 novembre 2008) che detti sussidi «non sono assoggettabili». Altre regioni, invece, come il Friuli Venezia Giulia e la Sardegna, assoggettano le borse di lavoro erogate a persone disabili ai redditi assimilati al lavoro dipendente, quindi tassabili;
al fine di risolvere la suddetta problematica, in data 21 ottobre 2010, è stata depositata alla Camera dei deputati la proposta di legge n. 3802 con lo scopo di individuare un unico regime fiscale per i sussidi assegnati ai soggetti disabili per l'inserimento lavorativo -:
se e in quali tempi i Ministri interrogati intendano impartire direttive specifiche in ordine ad una interpretazione univoca ed omogenea sulla natura di suddetti disabili come sussidi esenti dall'imposta sul reddito delle persone fisiche e dall'imposta locale sui redditi, a condizione che l'erogazione stessa sia effettuata dallo Stato o da altri enti pubblici, e fatta salva la natura assistenziale della stessa in quanto sussidio diretto a garantire ai disabili la partecipazione alla vita sociale e lavorativa della comunità.
(4-13604)

STUCCHI e FAVA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:
i signori Isabella Bellaccini e William Vittori hanno partecipato tramite il centro per l'impiego nell'anno 2010 al bando emesso dalla provincia di Siena per i lavori socialmente utili, inerenti a un progetto presentato dal tribunale di Siena;
in data 27 settembre 2010 il centro per l'impiego di Siena ha assegnato due lavoratori, Bellaccini e Vittori, al tribunale di Siena per l'avvio del progetto, ma occorreva individuare un meccanismo tecnico per la retribuzione, in quanto il personale del tribunale non è legittimato al maneggio di denaro;
tale meccanismo, ferma l'assegnazione dei due lavoratori al tribunale da parte della provincia, viene individuato

nella delegazione di pagamento di cui all'articolo 1268 del codice civile alla cui esecuzione si rende disponibile il consiglio dell'ordine degli avvocati;
la provincia avrebbe provveduto ad effettuare il bonifico in favore del consiglio, che a sua volta avrebbe remunerato i due lavoratori;
l'accordo per il pagamento dei lavoratori è stato formalmente stilato da tutte le parti coinvolte;
con tali condizioni i due soggetti in questione hanno iniziato a lavorare e all'approssimarsi della scadenza dei quattro mesi previsti dal bando son venuti a conoscenza che il tribunale aveva intenzione di prorogare il contratto;
si recarono al centro per l'impiego di Siena per avere maggiori informazioni, ma risultava che i due lavoratori non erano mai stati assunti;
Bellaccini e Vittori comunicarono con una lettera al presidente del tribunale quanto da loro appreso, chiedendo spiegazioni e riservandosi di adottare «provvedimenti adeguati», ma non ricevettero risposte soddisfacenti;
denunciarono i fatti all'ispettorato del lavoro di Siena, che in data 7 aprile 2011 comunicò agli interessati l'archiviazione della pratica -:
di quali elementi disponga il Governo in relazione alla vicenda descritta in premessa con particolare riferimento alle modalità secondo le quali è stato disciplinato il rapporto di lavoro con il Tribunale di Siena;
quali motivazioni abbia addotto all'ispettorato del lavoro per archiviare la citata pratica posto che, ad avviso degli interroganti, esistono fondate ragioni per dubitare della correttezza della condotta dei veri enti coinvolti nella vicenda.
(4-13616)

...

POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

DI GIUSEPPE, ROTA e MESSINA. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
si legge da articoli di stampa che dalle analisi di laboratorio effettuate dall'istituto zooprofilattico Lazio - Toscana su campioni prelevati dai tecnici del «Nucleo di vigilanza Arsial - Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l'Innovazione dell'Agricoltura del Lazio - nell'ambito dei controlli per l'anno 2011, è emersa, in un'azienda della provincia di Latina, una positività riconducibile alla presenza di mais Ogm evento BT 11 su una coltivazione derivante da sementi, confezionati dalla Monsanto, dichiarate esenti da organismi geneticamente modificati. È il terzo caso di inquinamento biotech, individuato grazie ai controlli dell'Arsial in provincia di Latina;
si apprende dall'agenzia regionale che il «contaminante» è il mais Bt11, una varietà della multinazionale Syngenta non autorizzata in Europa per la coltivazione. L'agricoltore pontino, però, ha acquistato le sementi dalla multinazionale Monsanto e sulla confezione era riportato un cartellino che garantiva sull'assenza di ogm;
dai vari comunicati fatti dall'associazione Vas - Verdi ambiente e società - ne risulta che potrebbe trattarsi di un caso di «doppio» inquinamento: le sementi Syngenta hanno inquinato le sementi Monsanto, che a loro volta hanno inquinato il campo dell'agricoltore;
la presenza di una varietà di mais transgenico desta preoccupazioni e pone interrogativi sui controlli necessari per evitare un inquinamento diffuso sul territorio nazionale;
la situazione necessita di un intervento urgente e sul lungo periodo, sia a livello regionale che nazionale in quanto

in gioco oltre alla salvaguardia dell'ambiente e alla sicurezza alimentare, vi è anche la tutela dei diritti degli agricoltori;
il «caos biotecnologico» merita una gestione più attenta e responsabile al fine di porre in essere un sistema agroalimentare libero da ogm -:
se il ministro interrogato sia a conoscenza di quanto descritto in premessa e quali iniziative intenda intraprendere, anche d'intesa con le regioni, al fine di predisporre una rete di controlli in campo su tutto il territorio nazionale e di fornire maggiori certezze su chi sarà a pagare i costi della contaminazione.
(5-05521)

OLIVERIO. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
secondo i dati della Coldiretti, divulgati con il comunicato stampa n. 751 dell'8 ottobre 2011, la vendemmia potrebbe protrarsi fino alla fine di ottobre o i primi giorni di novembre mentre si è già praticamente conclusa per le uve bianche. «(...) effetto del caldo record e della ridotta piovosità, di settembre che si classifica al secondo posto (dopo quello del 1987) tra i più caldi dal 1800 con un'anomalia di +2.6oC rispetto alla media del periodo di riferimento (1971-2000), secondo il Consiglio nazionale delle ricerche (Isac-Cnr) di Bologna. Il caldo torrido è stato accompagnato da un calo del 10 per cento in media delle precipitazioni che però in alcune zone si sono ridotte - sottolinea la Coldiretti - di valori compresi tra il 50 ed il 100 per cento. Il risultato è che la vendemmia 2011 si è conclusa in alcune zone in anticipo anche di 15 giorni e sarà la più scarsa di sempre su valori compresi tra i 41 e i 42 milioni di ettolitri (in calo del 10-15 per cento rispetto allo scorso anno), ma di qualità buona»;
il protrarsi delle suddette eccezionali condizioni meteorologiche ha colpito, in particolare, alcune zone collinari della Contea del cirotano causando un calo produttivo nei filari del Ciro e del Melissache che va dal 45 per cento all'80 per cento;
nonostante tale drastica contrazione dell'offerta di uva i prezzi sono rimasti su livelli contenuti. Infatti, i viticoltori che sono riusciti a salvare la produzione nei propri vigneti e che vendono al quintale rischiano di vendere a prezzi bassi il proprio prodotto, visto che i grappoli, in assenza di irrigazione, non sono riusciti a «riempirsi» nella maniera giusta, producendo, nella generalità dei casi, grappoli che appaiono radi e con acini molto più piccoli rispetto alle dimensioni ottenute nelle annate tipo;
tale situazione ha compromesso notevolmente la resa delle coltivazioni e va ad aggiungersi ai problemi «storici» del settore che da troppi anni subisce le crisi causate dal collocamento dell'uva, dalle anomalie del mercato e da eventi metereologici, siano essi alluvioni, grandine o colpi di calore -:
se sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se ritenga necessario, nell'ambito delle proprie competenze e responsabilità istituzionali, dichiarare lo stato di calamità naturale considerato che tale situazione sta avendo gravi ripercussioni economiche sui produttori del comprensorio, che già soffrono le conseguenze del difficilissimo periodo di crisi che il Paese sta attraversando;
quali iniziative, nell'ambito delle proprie competenze e responsabilità istituzionali, intenda porre in essere nell'immediato per attivare tutte le misure necessarie per sostenere il reddito delle aziende agricole danneggiate dalla prolungata siccità, prevedendo anche la riduzione dei contributi previdenziali attualmente stabiliti per la zona e lo slittamento delle scadenze fiscali e creditizie.
(5-05523)

TESTO AGGIORNATO AL 23 NOVEMBRE 2011

SALUTE

Interrogazioni a risposta scritta:

BORGHESI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
gli ammalati affetti da sclerosi multipla, oltre 60.000 persone in Italia, si chiedono il perché il Ministero della salute non autorizzi l'applicazione della scoperta del professor Paolo Zamboni dell'università di Ferrara;
il professor Zamboni ha scoperto una condizione chiamata «insufficienza venosa cronica cerebrospinale» (CCSVI). Il restringimento sembra provocare un danno al tessuto cerebrale e quindi la degenerazione dei neuroni (vedi articolo Corriere della Sera del 2 dicembre 2009),
lo studio dimostrerebbe come questa anomalia sia frequente in pazienti affetti da sclerosi multipla. In ogni caso sembra dimostrato che la CCSVI aumenterebbe di 43 volte il rischio di sviluppare la malattia;
un intervento assai semplice, detto «procedura di liberazione», di fatto una angioplastica effettuata a livello venoso, sembra dare buoni risultati;
il professor Zamboni collabora con il Neuroimaging Analysis Center di Buffalo e con altri centri di Detroit, Harward e Standford;
gli interessati si chiedono inoltre come sia possibile che il Ministro abbia concesso ad associazioni e neurologi di continuare a far assumere farmaci che hanno un costo stimato tra i 25.000 e gli 80.000 euro/malato/anno, mentre con la scoperta del professor Zamboni la spesa scenderebbe vertiginosamente -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza della vicenda di cui in premessa;
se il Ministro non ritenga di dover autorizzare la sperimentazione del metodo del professor Zamboni, dando così una speranza ai malati riducendone la spesa.
(4-13598)

LO MORO. - Al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la sanità calabrese è in atto commissariata e soggetta a piano di rientro, la cui verifica viene effettuata periodicamente presso il cosiddetto tavolo Massici, in cui sono coinvolti sia il Ministero della salute che il Ministero dell'economia e delle finanze;
secondo notizie pubblicate sulla stampa regionale, il chirurgo Riccardo Mazzitelli, che sarebbe legato da un rapporto di natura esclusiva con la casa di cura «Villa Caminiti» di Villa S. Giovanni (Reggio Calabria), avrebbe nel mese di settembre 2011 accettato di svolgere un incarico di consulenza presso il dipartimento di chirurgia dell'azienda ospedaliera «Bianchi-Morelli-Melacrino» di Reggio Calabria;
nel passato il Mazzitelli ha svolto la sua attività di chirurgo presso alcuni ospedali pubblici, tra cui gli ospedali riuniti di Reggio Calabria, dove lo stesso, a seguito della stipula di apposita convenzione, tornerebbe sia pure con il ruolo di consulente;
sempre stando alle notizie di stampa, il Mazzitelli svolgerebbe il predetto incarico per i casi più difficili e a titolo gratuito, con piena soddisfazione dell'attuale dirigente della struttura complessa, dottor Salvatore Costarella, oltre che del direttore generale dell'azienda, Carmelo Bellinvia e del presidente della giunta regionale e commissario, Giuseppe Scopelliti, che avrebbero tenuto sull'argomento apposita conferenza stampa;
con la stessa convenzione, l'azienda ospedaliera avrebbe assunto l'impegno di eseguire, su richiesta della casa di cura Villa Caminiti, per tutta la durata della convenzione e senza pretendere corrispettivi, prestazioni e forniture di emoderivati, esami istologici e microbiologici, per un importo massimo di 120mila euro l'anno;
il rapporto tra il chirurgo e l'azienda ospedaliera desta più di una perplessità,

sia con riferimento all'assunzione dei rischi degli interventi eventualmente svolti con la supervisione del Mazzitelli da chirurghi inquadrati nell'organico dell'azienda ospedaliera, sia con riferimento ai termini della convenzione, che, a fronte di una consulenza non onerosa, pone a carico dell'azienda ospedaliera servizi onerosi a favore di una clinica privata per l'importo poco sopra quantificato -:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza di tale vicenda;
se sia stata valutata la compatibilità della convenzione con gli obblighi posti a carico della regione Calabria dal piano di rientro.
(4-13602)

SCHIRRU, MONAI, BERRETTA, PES, BELLANOVA, FADDA, DAMIANO, BOBBA, CODURELLI, MEREU, GATTI, GNECCHI, MIGLIOLI, MOSCA, RAMPI, POLI, BORGHESI e PALOMBA. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
la talidomide è una sostanza contenuta in un farmaco anti-nausea e ipnotico destinato soprattutto alle donne in gravidanza, diffuso in 50 Paesi sotto quaranta nomi commerciali diversi, introdotto nel mercato europeo nel 1957 e ritirato in Italia solo nel 1962, a seguito della accertata correlazione fra la sua assunzione e le malformazioni a carico dei nascituri;
i neonati nascevano infatti con gravissime alterazioni congenite dello sviluppo degli arti: amelia (assenza degli arti) o diversi gradi di focomelia (riduzione delle ossa lunghe degli arti), generalmente più a carico degli arti superiori che quelli inferiori, e quasi sempre bilateralmente, pur con gradi differenti;
la legge finanziaria per il 2008 riconosce il risarcimento per i danni da trasfusioni, vaccini e talidomide (articolo 2, comma da 361 a 364) e la corresponsione dell'assegno vitalizio ai soggetti talidomidici (come da linee guida in seguito pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale del 13 novembre 2009);
l'articolo 31, comma 1-bis, del decreto-legge 30 dicembre 2008, n. 207, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2009, n. 14, dispone che siano riconosciuti indennizzi agli affetti da sindrome da talidomide nati dal 1959 al 1965, dato che il farmaco, avendo una scadenza di 36 mesi, può essere stato venduto e distribuito entro tutto questo periodo;
ad oggi, tuttavia, si registrano notevoli ritardi nella corresponsione di tali provvidenze, nonché ritardi nell'accoglimento delle istanze dei soggetti interessati all'assegno vitalizio;
tali ritardi sarebbero dovuti in parte - come da segnalazioni - a gravi carenze di personale negli uffici preposti alla liquidazione delle provvidenze stesse e alla ricezione delle nuove domande -:
se il Ministro sia a conoscenza della situazione sopra esposta; quali iniziative di competenza intenda adottare per accelerare la corresponsione delle provvidenze citate e l'accoglimento delle nuove istanze; se non ritenga urgente rafforzare l'efficienza degli uffici preposti allo svolgimento delle pratiche, considerando che molti dei superstiti talidomidici versano in serie difficoltà economiche.
(4-13606)

LARATTA. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
secondo quanto denunciato dal sindaco di Tarsia (Cosenza) dottor Francesco Antonio Scaglione, e confermato dalla famiglia coinvolta, il giovane Luca Pizzi, in coma neurovegetativo dal 2004 nella propria abitazione del comune di Tarsia, è rimasto privo di qualsiasi forma di assistenza domiciliare sia medico-specialistica che infermieristica. Il giovane rimane affidato alle cure degli anziani genitori, con tutte le difficoltà enormi che questo comporta. A nulla sono valse le sollecitazioni del sindaco di Tarsia e della famiglia all'ASP di Cosenza e alla regione Calabria, nella quale è stato nominato un commissario

del Governo per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi sanitari dal governo per la Sanità -:
se il Governo sia a conoscenza di quanto sopra esposto e cosa intenda fare, per quanto di sua competenza e anche per il tramite del commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dai disavanzi, perché il processo di razionalizzazione dalla spesa sanitaria in Calabria non comprometta la cura e l'assistenza al giovane in coma da 7 anni.
(4-13609)

TESTO AGGIORNATO AL 19 OTTOBRE 2011

...

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta orale:

RAO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
è stato accertato che il black out che ha colpito in questi tre giorni i dispositivi blackberry sia un problema di scala internazionale;
la conferma del disservizio, che ha reso impossibile inviare e ricevere posta elettronica e navigare in internet, è arrivata direttamente dagli operatori di telefonia italiana che hanno dichiarato che i problemi con i servizi BIS BlackBerry: sono dovuti ad un disservizio sul server RIM, la compagnia canadese che produce l'apparecchio, che coinvolge tutti gli utenti europei;
il blackout potrebbe essere dovuto al processo di aggiornamento dei sistemi BIS del produttore RIM, al quale tutti gli operatori si appoggiano per fornire la connettività ai telefonini BlackBerry;
ciò non significa che il Governo italiano e il Ministro competente debbano restare immobili ed aspettare la fine dei disservizi, mentre ormai da tre giorni migliaia di italiani subiscono il disagio di non poter comunicare e lavorare attraverso email e altri servizi internet;
la maggior parte degli operatori di telefonia mobile italiani, prevedono tariffe all inclusive (incluso quindi il servizio mail e internet), con canoni pagati anticipatamente -:
se non ritenga di adottare iniziative normative affinché siano previste formule risarcitorie nei confronti di chi non ha potuto usufruire di un servizio in molti casi già regolarmente pagato, anche al fine di evitare l'insorgere di una colossale class action degli utenti nei confronti dei gestori di telefonia.
(3-01890)

Interrogazione a risposta in Commissione:

MARCO CARRA. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
i cittadini del comune di S. Giorgio (Mantova) hanno pubblicamente denunciato la situazione insostenibile nella quale versa l'ufficio postale dello stesso comune;
tra le gravi criticità evidenziate vi sono carenze di personale e limitazioni negli orari di apertura degli uffici oltre che la presenza di un unico ufficio postale in comune situato nell'immediata periferia del comune capoluogo, articolato in diverse frazioni è con una popolazione di circa 10.000 abitanti;
il sindaco del comune di S. Giorgio, dottor Damiano Vicovaro, si è attivato, a nome e per conto della propria comunità, nei confronti della direzione provinciale di Poste spa, sollevando le criticità sopra esposte;
la situazione descritta, rende particolarmente problematico l'accesso all'ufficio postale dei cittadini, i quali si vedono costretti a subire ore di attesa ed una scarsa qualità del servizio;
è opportuno precisare che la scarsa qualità del servizio non attiene a responsabilità del personale, anch'esso vittima di scelte di Poste spa all'interno di una logica

a giudizio dell'interrogante strettamente privatistica e poco attenta alle prerogative di un pubblico servizio -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza di questa situazione e quali iniziative intenda assumere affinché Poste spa individui soluzioni al problema esposto in premessa, tenuto conto che i cittadini hanno il diritto di rapportarsi con uffici postali che mettano al centro della loro attività l'universalità del servizio postale.
(5-05524)

Interrogazioni a risposta scritta:

DI PIETRO, ANIELLO FORMISANO, PALADINI, CAMBURSANO e MESSINA. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
Alpitour è un'azienda nata a Cuneo nel 1947, costruita e ampliata grazie al lavoro e alla professionalità di tante e tanti lavoratori di quella realtà territoriale che oggi è diventata l'impresa di viaggi e turismo più importante in Italia;
il 13 settembre 2011 la direzione dell'Alpitour ha comunicato, alle organizzazioni sindacali e agli enti locali senza alcun confronto preventivo, la chiusura della sede di Cuneo e il trasferimento dei 300 lavoratori a Torino;
la decisione è stata presa adducendo come motivazione un miglioramento dell'efficacia dell'attività aziendale anche se gli ultimi dati relativi alla Alpitour segnalano un aumento del fatturato nel primo trimestre 2011 del 1,7 per cento, per un totale di 368,5 milioni, quindi a parere degli interroganti non esistono ragioni tali da giustificare un trasferimento al fine di migliorare la stabilità dell'azienda, anzi, un eventuale trasferimento non rappresenterebbe altro che la perdita di 300 posti di lavoro in città non considerando l'indotto che lavora intorno all'azienda;
molti dei dipendenti coinvolti sono donne, alcune anche in par-time e quindi il trasferimento a Torino comporta nei fatti, l'impossibilità per loro di continuare a svolgere il proprio lavoro con l'azienda, inoltre significherebbe «condannare» trecento lavoratori ad un'esistenza da pendolari a vita, proprio quando svariati studi in materia dimostrano come il pendolarismo incida negativamente sulla salute della persona e sulla qualità del lavoro prestato;
gli interroganti sono seriamente preoccupati per la decisione di delocalizzare un'importante azienda per la città di Cuneo e per le ricadute occupazionali ed economiche che si abbatterebbero sulla città, specialmente in una fase di crisi economica;
a parere degli interroganti, vista la tipologia del lavoro in oggetto, prevalentemente basato sull'utilizzo del computer e del telefono, può essere svolto da qualsiasi luogo, da Cuneo come da Torino, come da casa. In alternativa al «trasferimento coatto» che ha sempre avuto come risultato un peggioramento della qualità del lavoro, della vita dei lavoratori e della perdita di posti di lavoro si potrebbe pensare anche all'utilizzo del telelavoro -:
se il Governo intenda intervenire per farsi promotore di un tavolo istituzionale che coinvolga l'azienda, le organizzazioni sindacali e gli enti locali, al fine di aprire un confronto sull'annunciato trasferimento a Torino della sede dell'Alpitour di Cuneo;
quali misure e provvedimenti urgenti il Governo intenda adottare per scongiurare tale trasferimento al fine di garantire la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali presenti in azienda.
(4-13596)

DI PIETRO, BARBATO, PALAGIANO, ANIELLO FORMISANO e PALADINI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
con un Governo sempre più disattento ai problemi reali del Paese quali ad

esempio l'occupazione e lo sviluppo, si sta consumando, in tutta la sua drammaticità, l'ultimo atto della vergognosa vicenda dei 700 lavoratori della Ixfin di Marcianise, in provincia di Caserta, ex Olivetti, che opera nel settore informatico e delle telecomunicazioni, specializzata nella produzione di schede elettroniche;
dal 2006, l'azienda è in procedura fallimentare, dichiarata con sentenza numero 353 del 2006 dal tribunale di Napoli e l'allora titolare dell'azienda Massimo Pugliese, rimasto impunito dopo aver percepito per anni milioni di euro dallo Stato, è stato da poco condannato a cinque anni per il fallimento di un'altra azienda, la «Oliit» di Scarmagno-Ivrea (Torino);
i lavoratori, la maggior parte dei quali giovani al di sotto dei 40 anni e con elevate competenze tecniche, sono in regime di cassa integrazione in deroga ma non si è veramente lavorato per dare fondamenta solide al tentativo di traghettare questa realtà industriale verso la salvezza, che potrebbe arrivare grazie al contratto di programma per la reindustrializzazione delle aziende in crisi di Caserta, firmato a Roma nel maggio del 2008, che prevede, dietro cospicui finanziamenti, la ricollocazione dei lavoratori delle aziende in crisi, tra cui la Ixfin s.p.a;
questo contratto di programma però è ben lungi dal trovare un'applicazione concreta per la Ixfin, anche per l'incomprensibile e colpevole ritardo del Governo nel rendere disponibile la sua parte di finanziamento;
la curatela fallimentare ha comunicato l'ennesima procedura di mobilità e la prospettiva della concretizzazione degli strumenti dell'accordo di programma, che aveva permesso seppur faticosamente, di evitare il licenziamento degli allora 800 circa lavoratori della Ixfin, appare oggi sempre più lontana e drammaticamente impossibile -:
se il Governo sia a conoscenza dei fatti descritti in premessa e in tal caso, quali iniziative di competenza intenda assumere per evitare i licenziamenti;
se intenda procedere finalmente alla realizzazione del contratto di programma per la reindustrializzazione delle aziende in crisi, concordato con le istituzioni e le organizzazioni sindacali.
(4-13599)

DI PIETRO, PALADINI, ANIELLO FORMISANO e EVANGELISTI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
Selex Elsag s.p.a. è una azienda italiana leader nel settore dell'elettronica per la difesa e delle telecomunicazioni, producendo sistemi ed applicazioni per uso militare e civile. Nel 2002 viene rilevata da Finmeccanica e assume il nome di Marconi Selenia Communications spa. Successivamente assume la denominazione Selenia Communications spa e dal 2005 Selex Communications spa. Dal 1° giugno 2011, dopo l'incorporazione di Elsag Datamat, la società ha assunto la denominazione Selex Elsag spa;
la Selex Elsag si occupa di sistemi e reti di comunicazione integrati, apparati di comando, controllo e gestione per applicazioni terrestri, navali e aeree, apparecchiature e sistemi integrati per comunicazione, navigazione, identificazione e missione destinati all'installazione su mezzi aerei, terrestri e navali da trasporto, soccorso, missione e combattimento;
tra i suoi prodotti più importanti vi è il progetto nazionale interpolizie (basato sulla tecnologia TETRA), il sistema di comunicazioni mobili protette per le forze dell'ordine che è stato acquisito dal Ministero dell'interno italiano per 560 milioni di euro: la stessa piattaforma è stata adottata dalla polizia slovena, russa e di Buenos Aires, dalle società di gestione delle metropolitane di Taiwan, Istanbul, Salonicco e Singapore, e degli aeroporti di Madrid e Mosca: verrà, inoltre, impiegato per garantire la sicurezza delle comunicazioni alle Olimpiadi invernali di Sochi 2014;

dopo il piano di fusione di Elsag Datamat in Selex Communications, che ha dato vita alla nuova realtà imprenditoriale, la Selex Elsag, vede interessati a livello nazionale 5.000 dipendenti e una pluralità di siti;
a causa dei cambiamenti strutturali che stanno investendo il gruppo, il futuro industriale e occupazionale è oggi quanto mai incerto, ci sono forti preoccupazioni sul futuro occupazionale e produttivo della storica azienda;
il piano che l'azienda ha presentato alle organizzazioni sindacali il 13 e 14 giugno 2011 prevede, infatti, la gestione della cassa integrazione a zero ore per due anni per circa 600 lavoratori in tutta Italia e rischia di essere solo l'avvio di uno smantellamento produttivo di un patrimonio unico, fatto principalmente di conoscenze molto specialistiche e quasi uniche nel settore che non può andare disperso, perché difficilmente poi si potrebbe ricostruibile in seguito;
la Selex Elsag ha vissuto, nel corso degli anni, una serie di cambiamenti societari, mantenendo però sempre una qualità dei suoi prodotti grazie alle tecnologie avanzate di cui si è dotata. La situazione odierna, che vede il ricorso della cassa integrazione per due anni per metà dei dipendenti, desta non poche perplessità sul futuro dello stabilimento;
il piano industriale presentato da Finmeccanica non fa pienamente luce sulle reali attività che dovranno essere svolte dall'azienda. Questa azienda ha bisogno di ingenti risorse dedicate alla ricerca e allo sviluppo dei prodotti, mentre oggi queste voci sono risibili, ad avviso degli interroganti confermando un comportamento negativo dell'amministratore delegato di Finmeccanica che utilizza le aziende come riserve di liquidità riducendo drasticamente gli investimenti o addirittura vendendole a chi sa che il futuro industriale di un Paese si gioca sulla proprietà della tecnologia, dei brevetti, dei marchi;
le ultime mosse, estremamente negative per l'Italia, operate dall'amministratore delegato di Finmeccanica Giuseppe Orsi, appoggiato fortemente dalla Lega Nord, quali il trasferimento dei centri direzionali di Alenia dalla Campania alla provincia di Varese o le dichiarazioni mai smentite su una possibile cessione di Ansaldo Breda e Ansaldo STS, creano preoccupazione per il destino di importanti asset industriali, fiore all'occhiello del nostro sistema Paese -:
se il Governo intenda convocare l'amministratore delegato di Finmeccanica per chiedere i contenuti dei piani industriali relativi alla Selex-Elsag;
se il Governo intenda assumere le iniziative di competenza al fine di evitare tutte le cessioni di aziende, operanti nei settori industriali strategici quali i trasporti, l'energia e i sistemi di comunicazione;
se intendano convocare presso il Ministero dello sviluppo economico le parti per discutere di piani industriali e delle risorse dedicate dalla Selex-Elsag alla ricerca e allo sviluppo;
se intendano in quella sede attivarsi con tutti gli strumenti a loro disposizione per capire se il processo di riorganizzazione della Selex-Elsag abbia una ratio industriale e quali siano le tappe successive al fine di dare garanzie ai lavoratori che, con le loro professionalità, rappresentano la vera risorsa per l'azienda.
(4-13603)

LOVELLI. - Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
con la precedente interrogazione a risposta scritta 4-12750 presentata mercoledì 20 luglio 2011, seduta n. 505, veniva rappresentata la grave situazione economico-patrimoniale determinatasi nel gruppo industriale RDB spa, una società piacentina leader nel settore edilizio e, in

particolare, nella progettazione, produzione e installazione di sistemi e strutture prefabbricate e nella produzione di componenti per l'edilizia, con oltre 1200 dipendenti, 18 stabilimenti e 200 punti di vendita, tra cui il sito produttivo di Occimiano (Alessandria) con 80 dipendenti;
nei mesi scorsi si sono svolte numerose iniziative di mobilitazione dei lavoratori e degli enti locali interessati, oltre a riunioni presso il Ministero dello sviluppo economico, che avranno un seguito la prossima settimana presso lo stesso Ministero con una riunione cui interverranno le banche disponibili ad asseverare il piano industriale presentato dai possibili acquirenti del gruppo con pesanti tagli produttivi e occupazionali;
forte preoccupazione è stata espressa nella giornata di giovedì 13 ottobre 2011 nel corso di un incontro promosso dalla regione Piemonte relativo alla situazione specifica dello stabilimento di Occimiano di cui è previsto lo smantellamento con gravi ricadute occupazionali e sociali per tutto il territorio -:
quali iniziative i Ministri interrogati abbiano intrapreso ed intendano intraprendere al fine di rilanciare l'attività produttiva, tutelare l'occupazione e agevolare il ricorso agli ammortizzatori sociali nel gruppo RDB spa e in particolare, quali siano le valutazioni del Governo in merito al piano industriale presentato che le banche dovrebbero asseverare e alla sua affidabilità per il futuro del gruppo.
(4-13608)

...

Apposizione di una firma ad una interrogazione.

L'interrogazione a risposta scritta Torazzi e altri n. 4-13577, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 13 ottobre 2011, deve intendersi sottoscritta anche dal deputato Bitonci.