XVI LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 536 di lunedì 17 ottobre 2011

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI

La seduta comincia alle 16,05.

RENZO LUSETTI, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 3 ottobre 2011.

Sul processo verbale (ore 16,07).

FABIO EVANGELISTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, credo di aver capito bene, ma le chiedo conferma. Nel processo verbale si fa riferimento al sottosegretario Misiti: credo vi sia un errore, perché è Viceministro, per meriti conquistati sul campo. Ne va della maggioranza stessa e del Governo, quindi sarebbe bene precisarlo.

PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Evangelisti.
In ogni caso, all'epoca del processo verbale era sottosegretario, è con un Consiglio dei ministri in data successiva che è stato nominato Viceministro.
Se non vi sono ulteriori osservazioni il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Albonetti, Alessandri, Belcastro, Berlusconi, Bernini Bovicelli, Bonaiuti, Borghesi, Bossi, Brambilla, Bratti, Brunetta, Carfagna, Casero, Casini, Catone, Cesa, Cicchitto, Colucci, Cossiga, Crimi, Crosetto, D'Alema, Della Vedova, Fitto, Franceschini, Frattini, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, Goisis, La Russa, Leone, Lulli, Mantovano, Maroni, Martini, Meloni, Miccichè, Misiti, Moffa, Moles, Nucara, Leoluca Orlando, Pecorella, Polidori, Prestigiacomo, Ravetto, Razzi, Reguzzoni, Roccella, Romani, Rotondi, Saglia, Soro, Stefani, Tremonti e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente cinquantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.

Annunzio di petizioni (ore 16,10).

PRESIDENTE. Invito l'onorevole segretario a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.

RENZO LUSETTI, Segretario, legge:
GIUSEPPE BATTIATO, da Augusta (Siracusa), chiede:
l'abolizione dei tributi dovuti per la demolizione degli autoveicoli (1308) - alla VI Commissione (Finanze);
l'abolizione dei contributi SIAE per la diffusione di musica nei locali aperti al pubblico e agevolazioni economiche per la Pag. 2ristrutturazione degli agriturismi (1309) - alle Commissioni riunite VII (Cultura) e XIII (Agricoltura);
MARINO SAVINA, da Roma, chiede:
il rafforzamento dei controlli sulle agenzie di pompe funebri operanti presso gli ospedali (1310) - alla XII Commissione (Affari sociali);
la riconversione in centro operativo per l'addestramento interforze della caserma di via Ramazzini in Roma (1311) - alla IV Commissione (Difesa);
MATTEO LA CARA, da Vercelli, chiede:
interventi per verificare la produttività dei tribunali minori e per la loro eventuale soppressione (1312) - alla II Commissione (Giustizia);
l'attribuzione di buoni pasto ai titolari di pensioni minime (1313) - alla XI Commissione (Lavoro);
iniziative promozionali e altre manifestazioni a sostegno del «made in Italy» (1314) - alla X Commissione (Attività produttive);
norme per la decadenza dei parlamentari e dei membri del Governo in caso di condanna penale, anche di primo grado, nonché per la limitazione del numero dei mandati parlamentari (1315) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
SALVATORE FRESTA, da Palermo, chiede:
misure per contrastare l'immigrazione clandestina proveniente dalle coste dell'Africa del Nord (1316) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
il rafforzamento dei controlli fiscali dei calciatori e degli altri sportivi professionisti (1317) - alla VI Commissione (Finanze);
STELVIO DAL PIAZ, da Arezzo, e altri cittadini chiedono la riduzione dei vitalizi dei parlamentari (1318) - alla I Commissione (Affari costituzionali);
MIRKO ANTONIO SPAMPINATO, da Motta Sant'Anastasia (Catania), chiede il riconoscimento dell'equipollenza della laurea in scienze dell'educazione con indirizzo di educatore professionale alla laurea di educatore professionale (1319) - alla VII Commissione (Cultura);
ANDREA POGGI, da Carmignano (Prato), chiede nuove norme per la fissazione di un tetto massimo agli stipendi e agli altri emolumenti dei dipendenti pubblici e dei titolari di cariche elettive (1320) - alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e XI (Lavoro);
ENZO IANINI, da Bagni di Lucca (Lucca), e numerosi altri cittadini chiedono che non sia approvata la proposta di legge Atto Camera n. 3442, recante disposizioni concernenti le associazioni di interesse delle Forze armate (1321) - alla IV Commissione (Difesa);
CATERINA MARSI, da Pisa, chiede misure legislative a tutela dei piccoli animali (1322) - alla XIII Commissione (Agricoltura);
BRUNO DANTE, da Castel del Monte (L'Aquila), chiede norme per la fusione obbligatoria dei comuni di minori dimensioni (1323) - alla I Commissione (Affari costituzionali).

Sull'ordine dei lavori (ore 16,15).

FRANCESCO BARBATO. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BARBATO. Signor Presidente, intervengo per sottolineare all'attenzione sua e dell'Aula i gravi incidenti che si sono verificati a Roma l'altro ieri. Roma è stata messa davvero a ferro e fuoco ed è stata, ahimè, l'unica capitale al mondo. Infatti, analoghe manifestazioni si sono tenute in tantissime città in tutto il mondo, ma solo a Roma si sono registrati Pag. 3danni ingentissimi. Parliamo di danni che vanno da uno a cinque milioni di euro (ancora non sono stati quantificati).
Non è stato possibile portare a termine una manifestazione, per cui, oltre ai danni materiali a tanti cittadini, vi sono anche danni morali che sono stati prodotti a oltre 200 mila italiani e italiane che erano venuti qui a Roma per manifestare soprattutto la loro indignazione rispetto ad una situazione precaria che vivono tante persone, rispetto a tanti studenti che non hanno un futuro, rispetto a tanti lavoratori che rischiano di non avere più un lavoro o già lo hanno perso o, addirittura, non hanno mai avuto un lavoro in questo Paese.
Ebbene, le sacrosante ragioni di questi «indignati», di queste italiane ed italiani, sono state soffocate. Non hanno avuto neanche la possibilità di manifestare la loro indignazione ed è una regola civile e democratica in un Paese normale che i cittadini possano protestare, ma questo non è successo.
Io ero lì, signor Presidente, durante quella manifestazione. Ho iniziato alle 14 da piazza della Repubblica, poi siamo scesi per via Cavour e lì ho visto personalmente una ventina (non erano più di tanti) di «delinquentucci» organizzati in modo quasi paramilitare che hanno cominciato ad assalire banche e uffici postali, a scassinarli e a sfasciarli. Hanno poi violato alcune proprietà private, alberghi (erano davanti alle stanze degli alberghi, si sono arrampicati in particolare sopra il cornicione di un albergo). Hanno incendiato le bandiere, addirittura delle auto straniere (una era della Repubblica di San Marino). Stranieri che erano negli alberghi sono usciti fuori e hanno allargato le mani, chiedendosi cosa stesse succedendo in Italia. Erano lì, nel centro di Roma, in una zona sicura, con la macchina sotto l'albergo e l'hanno ritrovata incendiata.
Insomma, c'è stata una grande carenza della tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica. Infatti, in via Cavour, dove sono iniziati i raid di questi delinquenti, non c'era un poliziotto e non c'erano le forze dell'ordine. In un altro contesto, in qualsiasi altro momento, se si viola una proprietà privata - e mi riferisco a quei signori che sono saliti su quell'albergo - i poliziotti ti ammanettano e ti portano in galera. Se si va a sfasciare o ad assaltare una banca, un ufficio postale, chiami la polizia e dopo tre minuti arriva, ti ammanetta e ti porta in galera. Questo succede in qualsiasi momento fuori da quel contesto in qualsiasi città italiana.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

FRANCESCO BARBATO. Mi avvio alle conclusioni, signor Presidente. Ebbene, durante quella manifestazione in via Cavour non c'erano forze dell'ordine. Insomma, erano disarticolate ed inattive le forze dell'ordine, tanto che non hanno potuto garantire che venissero evitati atti violenti e criminali.
Tutti i partecipanti al corteo stigmatizzavano questi «delinquentucci», urlavano e fischiavano contro questa gente.

PRESIDENTE. La prego di concludere, onorevole Barbato.

FRANCESCO BARBATO. Concludo, ribadendo, Presidente, la grande carenza di forze dell'ordine: non è stata gestita bene la situazione, quindi vi è una responsabilità del Ministro dell'interno nella cattiva conduzione di quella manifestazione.
Per tale motivo, noi dell'Italia dei Valori chiediamo un'immediata informativa del Ministro dell'interno a quest'Aula perché, come dice il Ministro, non c'è scappato il morto, ma io, invece, ritengo che il morto ci sia scappato. Il morto che c'è scappato, il morto che abbiamo avuto, politicamente parlando, è il Ministro dell'interno, che è il vero responsabile di tutto quello che è successo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

RENZO LUSETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RENZO LUSETTI. Signor Presidente, l'argomento ovviamente è il medesimo. Noi Pag. 4abbiamo ancora sotto gli occhi le drammatiche immagini televisive degli scontri e della guerriglia che è avvenuta due giorni fa a Roma per colpa di alcune centinaia di pericolosi squadristi, i cosiddetti black bloc o altre sigle, non sappiamo quali sono, vanificando una pacifica e ordinata protesta da parte dei cosiddetti indignati.
Voglio esprimere, a nome dell'Unione di centro - ma immagino di interpretare anche la volontà di molti colleghi parlamentari, presenti e non -, la piena solidarietà e la piena vicinanza alle forze dell'ordine, alle quali diciamo: grazie. Quindi, grazie alla polizia, ai carabinieri, alla Guardia di finanza perché hanno fatto veramente il possibile e l'impossibile per governare quella situazione drammatica che si è verificata quarantotto ore fa. Tuttavia, Presidente, non possiamo sottacere le responsabilità politiche di questo Governo.
Innanzitutto, i tagli lineari di Tremonti, che noi critichiamo ormai da mesi, se non da anni, hanno drammaticamente prosciugato le risorse finanziarie e anche le risorse umane delle forze di polizia. Non c'è più personale, tra l'altro vi è stata anche la testimonianza di qualche funzionario di polizia che ormai è arrivato a cinquant'anni e dice: noi siamo cinquantenni in piazza, per strada, a fronte di ventenni che arrivano con manganelli, attrezzati con sassi e «compagnia briscola». Quindi è evidente che la scarsità di queste risorse ha drammaticamente impoverito le forze dell'ordine e ha evitato di dotare di mezzi adeguati le forze di polizia. Non a caso, domani, in tante piazze italiane, le forze di polizia manifestano e protestano contro questi tagli drammatici che le forze dell'ordine hanno subito.
In secondo luogo, vi è anche una scarsa coesione della maggioranza perché ieri ho ascoltato, anzi questa mattina ho visto un'interrogazione del collega Osvaldo Napoli, che non è l'ultimo deputato ma è il vice capogruppo del Popolo della Libertà, che ha chiesto al Ministro dell'interno i motivi per cui non abbia applicato la «legge Reale» e mi riferisco anche al divieto di coprire la faccia, il viso, durante le manifestazioni e al fermo di polizia, che non è stato applicato. Oggi Di Pietro ha rievocato la «legge Reale» ed il Ministro Maroni, in un altro incontro a Milano, ha affermato che forse Di Pietro ha ragione; tuttavia, mi pare che vi sia una scarsità di coesione anche nella maggioranza.
Infine, in terzo luogo - poi vengo alla richiesta che formulo, Presidente -, i vertici politici di questo Governo non possono stare in Padania, che ormai è diventata «l'isola che non c'è», quando un'emergenza di ordine pubblico dura sei ore. Un Ministro ha il dovere di stare sul campo di battaglia quando vi è una forte preoccupazione per l'ordine pubblico nel nostro Paese.
Per questo motivo, signor Presidente, noi che non siamo né indignati né rassegnati, ma vogliamo provare ad individuare uno spazio intermedio che vada oltre la Realpolitik ma che sappia individuare la responsabilità, l'impegno e la partecipazione, chiediamo che domani, dopo l'audizione al Senato, il Ministro dell'interno venga alla Camera ad esporre tutte le condizioni che ci sono state due giorni fa, a spiegare cos'è accaduto questa mattina quando le forze di polizia hanno fatto un blitz contro tanti giovani dell'area anarco-insurrezionale in giro per l'Italia e per rispondere alle nostre domande, e ne abbiamo veramente tante.

ENRICO PIANETTA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO PIANETTA. Signor Presidente, vorrei svolgere soltanto un brevissimo intervento, innanzitutto perché a me sembra che definire, come ha fatto il collega Barbato, «delinquentucci» questi delinquenti...

FRANCESCO BARBATO. Chiamiamoli «delinquentacci»!

ENRICO PIANETTA. Va bene, «delinquentacci»... mi pare sia addirittura singolare e preoccupante, proprio perché sono dei delinquenti e degli squadristi Pag. 5veramente pericolosi per la convivenza e, quindi, devono essere assolutamente individuati e, come ha detto ieri il Ministro dell'interno, bisogna che vi sia una posizione molto drastica e definita attraverso una esemplare condanna.
Voglio esprimere anch'io la più grande solidarietà alle forze dell'ordine, che si sono comportate correttamente con tanto impegno e tanta capacità anche in ragione di momenti veramente pericolosi. Abbiamo visto tutti quanti i fotogrammi del carabiniere che ha dovuto lasciare il mezzo blindato perché, se non lo avesse lasciato, probabilmente oggi dovremmo assistere ad una situazione luttuosa. Questa è la realtà che si è configurata sabato scorso.
Voglio anche confermare l'espressione della correttezza politica del Governo. Il Ministro dell'interno ha costantemente seguito la situazione e la correttezza politica ha permesso che non degenerasse nei confronti dei cittadini una realtà che poteva portare anche ad eventi luttuosi. Quindi, credo che questo sia un fatto che dobbiamo sottolineare; a fronte di tutto ciò, il Governo ha già dichiarato di venire in Parlamento per discutere e valutare, ma credo che la fermezza del Governo sia un fatto che debba essere valutato molto positivamente (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

RAFFAELE VOLPI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

RAFFAELE VOLPI. Signor Presidente, innanzitutto vorrei rivolgere un ringraziamento che credo sia comune ed è stato già espresso a tutti gli operatori delle forze dell'ordine, perché credo che abbiano con capacità, professionalità e responsabilità gestito una situazione che era indubbiamente esplosiva. Penso, peraltro, a proposito della gestione della sicurezza e degli interventi, che, in un'occasione del genere, vi era la necessità proprio di non andare ad inserirsi, come accaduto purtroppo in un altro momento della nostra recente storia, in un corteo dove si sarebbero potuti creare ben più problemi rispetto a quelli che, seppur gravissimi, questi criminali hanno creato nella città di Roma. Io li chiamo criminali, credo che ci stia tutto, collega Barbato.

FRANCESCO BARBATO. Sono d'accordo!

RAFFAELE VOLPI. Alla città di Roma va anche la nostra solidarietà. È indubbio, perché non si possono vedere macchine bruciate, case bruciate, persone spaventate; è una città che rimane il giorno dopo basita e, nello stesso tempo, indignata.
Debbo anche però dire una cosa, signor Presidente. Sono rimasto altrettanto basito. Pensi che ne parlavo con un collega del Partito Democratico che era presente in una trasmissione la scorsa settimana e che si è trovato a condividere l'imbarazzo di chi guardava la televisione. Lui, invece, era protagonista della trasmissione, quando alcuni esponenti politici hanno detto che la violenza è «insita» in determinate occasioni. Penso che noi, come politica, dobbiamo rispondere in maniera più ferma a chi pensa che la violenza sia «insita».
Allo stesso modo, penso che trovare l'occasione politica per attaccare il Governo e la gestione politica di una situazione difficile come quella di sabato scorso sia pretestuoso e fuori luogo.
Immagino anche, e concludo, signor Presidente, che un movimento che si rappresenta in maniera assolutamente democratica nella sua forma di manifestare debba avere, però, anche gli anticorpi necessari per isolare determinate situazioni.
Sono nato nel 1960, e quindi nel 1977 avevo 17 anni: non ho fatto da spettatore. Poi si cresce, si cambia, si matura, si mette un po' più di maturità nelle scelte politiche e personali, però le degenerazioni che vi furono allora non devono e non possono essere ripetute oggi. Credo che una responsabilità di tutti gli attori sia necessaria, senza polemiche, ma con grande fermezza.

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ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, credo - ovviamente è la mia opinione - che in questa fase stiamo chiedendo al Governo di venire a riferire in Parlamento: lo farà al Senato - spero che verrà a farlo anche alla Camera - e, ovviamente, le valutazioni politiche, al di là di quelle dispiegate in queste ore sui media e in televisione, hanno tutte ragion d'essere.
Credo che sarà molto utile poterle fare nel momento in cui il Ministro dell'interno ci avrà riferito e spiegato. Signor Presidente, ovviamente questa è anche l'occasione, innanzitutto, per esprimere, e non è scontata, la solidarietà alle forze dell'ordine e anche a tutti quei manifestanti che sono stati vittime di questi atti (lo sappiamo perfettamente), ma credo che sia anche l'occasione per chiedere, se possibile, che l'informativa del Ministro dell'interno riesca a contenere tutti gli elementi che sono necessari per poter dare una valutazione complessiva su quanto è accaduto, sulle sue ragioni e anche sulle sue conseguenze.
Certamente, avremo una ricostruzione dei fatti - ci mancherebbe altro - ma credo che sarebbe utile anche che il Ministro dell'interno ci esprimesse una sua valutazione sulla parte riferibile alla prevenzione e alle indagini fatte preventivamente su quanto poi è accaduto. Soprattutto, credo che sia interesse del Parlamento, signor Presidente, a prescindere dalla parte politica dalla quale si parla, sapere se il Ministro condivide le denunce fatte non solo dall'opposizione, ma, in questo momento, credo che le voci che abbiamo ascoltato dagli agenti delle forze dell'ordine siano significative in questo senso.
Il Ministro, quindi, ci venga a riferire su quanto hanno inciso i tagli che hanno colpito le forze dell'ordine con le varie manovre e con la politica che, in questo caso, certamente è stata fatta dal Governo, e, soprattutto, sulle prospettive future. Sappiamo che alcuni agenti hanno annunciato che vi saranno manifestazioni nelle quali si farà la colletta per poter pagare la benzina affinché le auto e i blindati si possano muovere.
Non voglio fare polemiche, ma credo che il Ministro dell'interno abbia il dovere di rispondere anche di questo, e cioè se anche questa è una causa delle difficoltà oggettive che si sono incontrate, nonostante l'esemplare attività delle forze dell'ordine, e, soprattutto, in che modo intenda porre rimedio a un problema che va avanti ormai da anni, che è stato sollevato dalle forze dell'ordine e dai loro rappresentanti sindacali da tempo. Credo che tale aspetto, in questa manifestazione, abbia dimostrato plasticamente la sua rilevanza.

PRESIDENTE. È pervenuta alla Presidenza un'analoga richiesta, formulata per lettera scritta al Presidente della Camera, da parte del presidente Cicchitto. Riferirò, pertanto, al Presidente Fini delle richieste pervenute da tutti i gruppi all'inizio di questa seduta.

Organizzazione dei tempi di discussione dei disegni di legge di ratifica (ore 16,35).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dei disegni di legge di ratifica nn. 4454, 4589, 4590, 4591, 4592, 4564 e 4565.
Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi riservati all'esame dei disegni di legge di ratifica all'ordine del giorno è pubblicato in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea (vedi calendario).

Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo euromediterraneo nel settore del trasporto aereo tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, e il Regno hascemita di Giordania, dall'altro, con Allegati, fatto a Bruxelles il 15 dicembre 2010 (A.C. 4454) (ore 16,36).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge: Ratifica Pag. 7ed esecuzione dell'Accordo euromediterraneo nel settore del trasporto aereo tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, e il Regno hascemita di Giordania, dall'altro, con Allegati, fatto a Bruxelles il 15 dicembre 2010.

(Discussione sulle linee generali - A.C. 4454)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Il Vicepresidente della Commissione affari esteri, onorevole Narducci, ha facoltà di svolgere la relazione in sostituzione del relatore.

FRANCO NARDUCCI, Vicepresidente della III Commissione. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor sottosegretario, l'Accordo euromediterraneo sul trasporto aereo tra l'Unione europea e la Giordania costituisce un significativo superamento della precedente dimensione bilaterale nel campo degli accordi sui servizi aerei ed agevola la creazione dello spazio aereo liberalizzato tra l'Unione europea e la Giordania nel cui ambito i vettori degli Stati aderenti all'intesa potranno liberamente stabilirsi, fornire i loro servizi, competere su una base equa e paritaria, nonché essere soggetti a condizioni regolamentari equivalenti ed armonizzate.
L'Accordo in esame è il secondo stipulato con un Paese non europeo, dopo quello con il Marocco, ratificato dal nostro Paese con la legge n. 158 del 2009, sulla scia delle linee-guida inaugurate dalla Commissione europea nel marzo 2005, allo scopo di giungere alla conformità degli accordi bilaterali, vigenti del settore tra ciascuno Stato membro e Paesi terzi, con la normativa comunitaria in vigore, in vista della creazione dello spazio aereo euromediterraneo comune.
Ricordo lo stretto legame tra l'Accordo in esame e l'Accordo euromediterraneo di associazione tra la Comunità europea e la Giordania, in vigore dal 1o maggio 2002, che ne costituisce, in qualche modo, la cornice normativa di riferimento. Oggi più che mai l'Unione europea sostiene la Giordania nel suo processo di democratizzazione e stabilizzazione, tenendo conto del difficilissimo contesto regionale a cui appartiene.
Passando propriamente al contenuto dell'Accordo in esame, esso si compone di un preambolo, di 29 articoli suddivisi in tre titoli e di quattro Allegati.
L'articolo 1 provvede ad illustrare le terminologie ed i concetti utilizzati nel testo dell'Accordo, una serie di definizioni, tra le quali spiccano quella di «licenza di esercizio» e di «convenzione», che si riferisce alla Convenzione sull'aviazione civile internazionale di Chicago del 1944, nonché la precisa delimitazione dei concetti di «sovvenzione», «prezzo», «onere di uso» nonché della «SESAR», attuazione tecnica del progetto della Commissione «cielo unico europeo».
Il titolo I dell'Accordo è dedicato alle disposizioni economiche e comprende gli articoli da 2 a 12. Segnalo che l'articolo 11 riconosce ai vettori aerei il potere di fissare liberamente i prezzi sulla base di una libera ed equa concorrenza.
Il titolo II tratta della cooperazione normativa ed è composto dagli articoli da 13 a 19. Segnalo che, in base al disposto dell'articolo 15, le parti cooperano nel settore della gestione del traffico aereo al fine di estendere il «cielo unico europeo» alla Giordania e di rafforzare così le norme di sicurezza attuali e l'efficacia globale delle norme che disciplinano il traffico aereo generale in Europa, di ottimizzare la capacità, di ridurre al minimo i ritardi e di migliorare l'efficienza ambientale.
Il titolo III, composto dagli articoli da 21 a 29, contiene le disposizioni istituzionali. È istituito un comitato misto per la gestione e la corretta attuazione dell'Accordo che può formulare raccomandazioni, ma anche adottare decisioni vincolanti per le parti. La risoluzione delle controversie va invece sottoposta al Consiglio Pag. 8di associazione istituito dall'Accordo euromediterraneo UE-Giordania, salvo successiva procedura arbitrale.
L'Accordo, stipulato a tempo indeterminato, ma modificabile nel tempo, è oggetto di registrazione presso l'Organizzazione per l'aviazione civile internazionale ed il Segretariato delle nazioni.
Per quanto concerne gli Allegati, il primo di essi riguarda i servizi concordati e la specifica delle rotte, mentre l'Allegato II fissa una serie di disposizioni transitorie.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

FRANCO NARDUCCI, Vicepresidente della III Commissione. L'Allegato III fissa le norme applicabili per l'attuazione dell'Accordo, mentre l'Allegato IV elenca gli Stati europei non comunitari, quelli dello Spazio economico europeo, ai cui cittadini l'Accordo ammette possa fare capo prevalentemente la proprietà di un vettore aereo europeo.
In conclusione, rilevo che la relazione tecnica che accompagna il provvedimento esclude che dalla ratifica del presente Accordo possano derivare oneri finanziari per l'Italia.

PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire in sede di replica.
È iscritto a parlare l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, l'Accordo che oggi è alla nostra attenzione, ovvero l'Accordo euromediterraneo sul trasporto aereo tra l'Unione europea e il Regno hascemita di Giordania, è stato concluso il 15 dicembre 2010, esattamente dieci mesi fa. Voglio, quindi, sottolineare come oggi troviamo all'ordine del giorno una serie di disegni di legge di ratifica che hanno un anno o due anni di vita al massimo (il più vecchio ha cinque anni di vita). Quindi, va bene. Insomma, abbiamo un tantino accelerato la ratifica di questi accordi internazionali.
Nello specifico, l'Accordo in esame risponde all'esigenza di liberalizzare l'accesso al mercato, di creare nuove opportunità di investimento per gli Stati membri e di garantire pari diritti ed opportunità ai vettori aerei sia dell'Unione europea sia giordani. L'entrata in vigore di questo Accordo sostituirà i precedenti accordi bilaterali in essere - penso a quello fra l'Italia e la Giordania - e contribuirà ad agevolare, come è stato sottolineato da chi mi ha preceduto e come è anche indicato nella relazione illustrativa che accompagna il disegno di legge in oggetto, i necessari processi di fusione e di consolidamento di soggetti imprenditoriali dell'Unione in grado di confrontarsi con le dinamiche di mercato mondiali.
La finalità di questo Accordo è rappresentata dall'istituzione di uno spazio aereo liberalizzato tra l'Unione europea e il Regno hascemita di Giordania, nel cui ambito i vettori di entrambe le parti potranno stabilirsi liberamente, fornire liberamente i loro servizi sulla base dei principi commerciali, competere su base equa e paritaria, nonché essere soggetti a condizioni regolamentari equivalenti ed armonizzate.
L'Accordo in questione rinvia, peraltro, all'Accordo euromediterraneo di associazione tra la Comunità europea e la Giordania (in vigore dal 1o maggio 2002), che ne costituisce in qualche modo la cornice normativa di riferimento.
Forse, però, vale la pena in questa sede fare anche un riferimento al difficile contesto regionale, in cui l'Unione europea si troverà ad operare nell'ambito di quel processo di sostegno alla democratizzazione dell'area mediorientale. Infatti, nonostante l'apparente stabilità che sembra contrassegnare la monarchia hascemita rispetto a Paesi vicini, anche la Giordania stessa non è in questo momento certamente immune da un'ondata di proteste che hanno messo il Regno di fronte a dilemmi importanti. Non si può dimenticare, insomma, che la Giordania è stata, tra l'altro, il primo Paese arabo dopo la Tunisia ad essere oggetto di contestazioni di piazza per l'attuazione di riforme politiche Pag. 9e sociali, iniziate con il cosiddetto giorno della rabbia il 14 gennaio scorso, con il movimento di proteste che continua tuttora ad esercitare una pressione costante.
Non è messa in discussione la monarchia hascemita, però essa viene costretta sicuramente a prendere alcuni provvedimenti, sulla scia delle richieste degli oppositori: necessità di riforme concrete, a partire da una nuova legge elettorale; limitazione dei poteri del sovrano, attualmente in grado di controllare direttamente sia l'esecutivo che il legislativo che il giudiziario; lotta alla corruzione, modus vivendi di un regime che ha costruito la propria sicurezza e stabilità su una fitta rete clientelare basata sulla rendita di posizione.
Il quadro regionale è dunque in movimento e così anche la monarchia giordana si sta avvicinando alle monarchie arabe e ai regimi conservatori sunniti, che gravitano nell'orbita saudita, in antitesi ai processi di cambiamento in corso nella regione. Ad ogni modo non si possono non registrare alcuni segnali positivi, i quali fanno ben sperare che la società giordana possa evolvere.
Comunque, si ha la sensazione che l'opinione pubblica e la società civile non siano disposte a rinunciare facilmente all'attuazione di riforme politiche sostanziali e noi, come Paese, non possiamo che augurarci questo, nella speranza che aprono gli accordi che via via stiamo stipulando con questi regimi, a carattere bilaterale o in quanto membri dell'Unione europea. Pensiamo, infatti, che queste riforme e questi processi possano in qualche modo contribuire a sostenere la democrazia in quel Paese, senza ovviamente la pretesa di esportare i nostri principi e le nostre modalità.
Anche per questi motivi non ho difficoltà a dichiarare fin d'ora il voto favorevole del gruppo dell'Italia dei Valori alla ratifica di questo provvedimento.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Tempestini. Ne ha facoltà.

FRANCESCO TEMPESTINI. Signor Presidente, anche noi come Partito Democratico non abbiamo alcuna difficoltà a confermare il nostro consenso all'approvazione di questo disegno di legge di ratifica. Lo facciamo convinti che il rafforzamento dei legami euromediterranei, che si possono e si debbono sviluppare nel contesto degli accordi europei mediterranei, sia la strada giusta, in questo come in altri campi, per rafforzare le relazioni tra i Paesi, ma soprattutto le relazioni tra l'Unione europea e i Paesi della sponda sud del Mediterraneo.
Come sappiamo, credo, tutti, la questione è proprio quella di fare ogni sforzo perché nel contesto mediterraneo si proceda insieme come Comunità europea, superando tentazioni, tutt'altro che sopite naturalmente, a rapporti singolari tra Paese e Paese. Nel campo poi del controllo e della regolamentazione del traffico aereo questo è ancor più evidente perché, come sappiamo, l'Unione europea ha in qualche modo fatto virare l'orientamento degli Stati membri da una politica open sky a una politica di carattere comunitario, quindi l'Europa si presenta a questi rapporti e a queste relazioni insieme. Queste sono le ragioni per le quali l'Accordo va sostenuto. Anch'io penso che questo Accordo che si stipula con un Paese come la Giordania ha un suo peso nel senso di poter dare un piccolo contributo per quei processi, che tutti auspichiamo, di rendere le società del bacino del Mediterraneo e della sua area sud in particolare più aperte. Naturalmente si tratta di un auspicio e perché non resti tale, in questo come in altri campi, dobbiamo vigilare e fare fino in fondo tutto ciò che è possibile per garantire questa apertura delle società.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Pianetta. Ne ha facoltà.

ENRICO PIANETTA. Signor Presidente, si tratta di un buon Accordo tra l'Unione europea e i suoi Stati membri e la Giordania perché, in sintesi, questo Accordo sancisce la libertà di operare servizi aerei Pag. 10tra l'Unione europea e la Giordania con tariffe libere; promuove poi la cooperazione tra le istituzioni soprattutto ai fini della sicurezza del traffico aereo, che è importante. Ricordo che quest'anno cade il decimo anniversario del disastro di Linate, dove ci sono state 118 vittime e solo un superstite, Pasquale Padovano. Quindi, la sicurezza è un elemento di grande rilevanza e gli accordi di «cielo unico» mirano anche a salvaguardare e a migliorare la sicurezza degli aeroporti. Inoltre questo Accordo pone attenzione anche alla salvaguardia ambientale e alla protezione dei consumatori e amplia anche le opportunità per il trasporto aereo con eque condizioni di concorrenza, contribuisce al contempo alla riforma anche dell'aviazione civile e tende a rafforzare le possibilità di ulteriore affermazione tecnologica, commerciale e promozionale anche dell'industria europea.
In ultima analisi, quando si promuovono e si migliorano gli scambi di persone e di merci, si ricevono scambi reciproci, economici e sociali per i passeggeri, i vettori aerei, gli aeroporti, gli spedizionieri, il turismo e l'industria in generale, quindi vantaggi anche per quanto riguarda i rapporti tra l'Unione europea e il Regno hascemita.
La Giordania - concludo - ha reso noti i prossimi obiettivi nel campo del turismo: vuole infatti portare il numero dei visitatori totali da circa otto milioni, quali sono stati nel 2010, a 9 milioni e mezzo, per raggiungere così un fatturato pari a circa 4 miliardi di euro e quindi incrementare del 30 per cento il totale del turismo domestico. Questo è un fatto che deve essere valutato in termini positivi, perché lo sviluppo dei Paesi del Medio Oriente e del Mediterraneo dà sicurezza alla nostra stessa area europea. Per questo è necessario rafforzare la partnership politica, lo sviluppo sociale ed economico, l'incremento degli scambi tecnologici e anche culturali. Ricordo che la visita che il nostro Ministro degli affari esteri Franco Frattini a febbraio ha voluto promuovere e contribuire ha proprio questi obiettivi. Quindi va visto positivamente questo Accordo, e preannuncio già fin d'ora il voto favorevole del gruppo Popolo della Libertà.

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche del relatore e del Governo - A.C. 4454)

PRESIDENTE. Prendo atto che il vicepresidente della III Commissione e il rappresentante del Governo rinunziano alla replica.
Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Discussione del disegno di legge: S. 2739 - Modifiche allo statuto del Fondo monetario internazionale e quattordicesimo aumento generale delle quote derivanti dalla risoluzione del Consiglio dei Governatori del Fondo n. 66-2 del 15 dicembre 2010 (Approvato dal Senato) (A.C. 4589) (ore 16,50).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge di ratifica, già approvato dal Senato: Modifiche allo statuto del Fondo monetario internazionale e quattordicesimo aumento generale delle quote derivanti dalla risoluzione del Consiglio dei Governatori del Fondo n. 66-2 del 15 dicembre 2010.

(Discussione sulle linee generali - A.C. 4589)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Il relatore, onorevole Pianetta, ha facoltà di svolgere la relazione.

ENRICO PIANETTA, Relatore. Signor Presidente, il disegno di legge in esame è Pag. 11diretto a dare esecuzione alla risoluzione del Consiglio dei governatori del Fondo monetario internazionale n. 66-2 del 15 dicembre 2010 che ha emendato lo statuto del Fondo monetario internazionale. La risoluzione infatti prevede un raddoppio complessivo dei contributi al Fondo monetario internazionale insieme ad una redistribuzione delle quote che tiene conto dei cambiamenti dell'economia mondiale; la risoluzione approva inoltre gli emendamenti allo statuto del Fondo volti a rafforzare la rappresentatività dei Paesi emergenti e in via di sviluppo nel Consiglio di amministrazione con la contestuale riduzione dei seggi europei e l'eliminazione della categoria degli cosiddetti appointed chairs, i direttori esecutivi nominati dai cinque maggiori azionisti. Ricordo che la direzione generale del Fondo è stata recentemente assunta dall'ex Ministro francese dell'economia Christine Lagarde.
Inoltre, in prospettiva, gli Stati appartenenti all'Unione europea potrebbero decidere di nominare un unico direttore esecutivo che rappresenterebbe una quota pari a circa il 35 per cento del Fondo, fruendo di un sostanziale diritto di veto, che andrebbe ad affiancarsi a quello degli Stati Uniti d'America, che dispongono di un peso pari a circa il 17 per cento.
Con la risoluzione del 15 dicembre 2010, il Consiglio dei governatori ha deciso di procedere al quattordicesimo aumento generale delle quote sulla base dell'accordo raggiunto al Vertice dei Capi di Stato e di Governo di Seul del novembre scorso. La revisione comporta il raddoppio delle quote del Fondo ed una redistribuzione per riflettere i cambiamenti intervenuti nell'economia mondiale. La quota dell'Italia, per effetto del raddoppio complessivo delle quote, sarà di 15.070 milioni di diritti speciali di prelievo, pari al 3,16 per cento, e con un potere di voto pari al 3,016 per cento. Al vigente tasso di cambio, l'importo corrisponde a 23,7 miliardi di dollari USA.
Il disegno di legge autorizza il Ministero dell'economia e delle finanze ad effettuare le necessarie operazioni per l'adeguamento della quota di partecipazione italiana al FMI in modo da evitare sia riflessi sulla Tesoreria che aggravi di bilancio. Il versamento non comporta peraltro oneri a carico del bilancio né di Tesoreria in quanto il versamento operato dalla Banca d'Italia viene a costituire in parte un credito verso il Fondo che potrebbe interessare il bilancio italiano, per il rimborso alla Banca d'Italia, solo in caso di liquidazione del Fondo monetario internazionale.
Il provvedimento, approvato dal Senato il 3 agosto scorso, consta di sette articoli: nel corso dell'iter sono stati adottati due emendamenti che modificano il comma 1 dell'articolo 4 e il comma 1 dell'articolo 6 per recepire le condizioni poste ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione da parte della V Commissione di quel ramo del Parlamento.

PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire in sede di replica.
È iscritto a parlare l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, il Fondo monetario internazionale svolge, come è noto, due importanti ed essenziali funzioni: da un lato, assiste i Paesi membri in difficoltà (difficoltà dovute, in genere, all'andamento della bilancia dei pagamenti) mediante i suoi diversi strumenti finanziari e, dall'altro lato, assolve ad una funzione generale di sorveglianza al fine di assicurare che le politiche economiche seguite dai suoi membri siano compatibili con l'esigenza di mantenere in equilibrio il sistema monetario internazionale.
Il disegno di legge oggi in discussione riguarda l'approvazione di emendamenti allo statuto del Fondo monetario internazionale, come previsto dalla risoluzione che è stata ricordata, la 66-2, e l'autorizzazione al Governo a provvedere all'aumento della quota di partecipazione al Fondo dell'Italia nell'ambito del quattordicesimo aumento generale. È fondamentale che l'istituto, nato nel 1944 e di cui l'Italia è partnership dal 1947 - le cui Pag. 12competenze sono note -, sia messo in condizione di operare nel miglior modo.
Per quanto riguarda le modifiche citate, riteniamo che quelle apportate allo statuto del Fondo monetario internazionale siano molto importanti per conseguire, appunto, la riforma del relativo consiglio di amministrazione, con l'obiettivo di rafforzare la presenza dei Paesi emergenti e di quelli in via di sviluppo attraverso la riduzione dei seggi europei, ma, soprattutto, l'eliminazione dei cosiddetti posti già assegnati o designati, le appointed chairs. È importante che le modalità di funzionamento del board di questi fondi siano riviste tendendo il più possibile alla giustizia sociale e all'inclusione di Paesi che, al di là delle loro economie e delle loro monete, rappresentano milioni, se non miliardi, di persone.
Un'altra disposizione contenuta nel disegno di legge in discussione riguarda l'autorizzazione per l'aumento, o meglio per il raddoppio, della quota di partecipazione dell'Italia che passa da poco più di 7.800 milioni di diritti speciali di prelievo a 15 mila milioni di diritti speciali di prelievo, come ha già ricordato il relatore, sulla base dell'accordo raggiunto al Vertice dei Capi di Stato e di Governo di Seul. La revisione comporta il raddoppio delle quote del Fondo e una loro distribuzione per riflettere i cambiamenti intervenuti nell'economia mondiale e contribuire così ad una maggiore protezione del potere di voto dei Paesi più poveri.
Queste modifiche allo statuto tendono a soddisfare in qualche modo le esigenze di una maggiore rappresentatività, come si accennava, delle economie emergenti le quali beneficeranno di un aumento delle quote pari a circa il 6 per cento del totale. Come è noto, il Fondo monetario internazionale è stato investito da cambiamenti recentemente: la francese Christine Lagarde è il nuovo direttore del Fondo succedendo al suo connazionale Strauss-Kahn, dimissionario perché implicato in una vicenda giudiziaria ben conosciuta da tutti. Ciò ha consentito si di mantenere in carica un esponente europeo di questo importante board, ma tale decisione ha comportato, per un evidente e giusto contrappeso, che la recente designazione del nuovo Direttore generale della FAO fosse appannaggio di un rappresentante di un Paese emergente, il brasiliano Graziano da Silva, a scapito del favorito ex Ministro spagnolo Moratinos.
Per concludere, vorrei solo ricordare che, proprio in questi giorni, il sistema finanziario mondiale è sottoposto ad enormi pressioni che ne hanno messo più volte in dubbio la tenuta. La Grecia, come sappiamo, è drammaticamente sull'orlo del baratro; gli stessi Stati Uniti d'America stanno combattendo un'importante e decisiva battaglia per il loro debito. In Italia pure abbiamo assistito, tra l'altro, ad una sorta di farsa con l'approvazione di una manovra che di rigoroso, al contrario di quanto sbandierato dalla maggioranza, non ha un bel niente se non la forza con la quale mette le mani nelle tasche e nelle case degli italiani, puntualmente i meno abbienti peraltro.
Un ultimo accenno lo voglio dedicare alla possibilità, che con questa modifica dovrebbe diventare più probabile, del direttore esecutivo per l'Europa. Il gruppo a cui appartengo è certamente favorevole al provvedimento, convinti come siamo del resto che solo un altrettanto convinto europeismo, nei fatti e non a parole, possa portare al nostro Paese quella stabilità che altrimenti non arriverebbe mai.
Anticipo, quindi, il voto a favore del gruppo dell'Italia dei Valori a questo provvedimento con l'auspicio che possano discenderne maggiori e più fattivi frutti per la politica monetaria del nostro Paese al di là dei farfugliamenti ripetitivi del nostro Premier.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Tempestini. Ne ha facoltà.

FRANCESCO TEMPESTINI. Signor Presidente, il Fondo monetario internazionale non è più il cane da guardia del «Washington consensus». È oggi, forse, l'istituzione internazionale più in linea con le esigenze di una governance globale, in materia economica naturalmente. Il Fondo Pag. 13monetario non poteva essere quello di prima per assolvere a questi compiti e ciò ha portato ad una ridefinizione delle presenze nel consiglio, che prendono atto almeno in parte di quanto di nuovo è accaduto nei rapporti di forza e di potere, a livello mondiale, in campo economico. Questa è una novità positiva perché - ripeto - il Fondo monetario, oggi, ha cambiato per qualche verso pelle ed è, quindi, uno strumento da considerare tra quelli assai utili per cercare di affrontare una crisi globale delle dimensioni e della profondità che conosciamo. Ed è tanto più utile e importante, come ci dicono le cronache di questi giorni, di fronte ad un'Europa incolore, ad un'Europa incapace di affrontare i propri problemi in modo sufficientemente rapido, incapace di prendere le decisioni che sono necessarie per evitare appunto che l'Europa stessa diventi un elemento propagatore della crisi. Proprio per questo abbiamo dovuto ascoltare e leggere in questi giorni ripetute ufficiali prese di posizione da parte del Fondo monetario di una sua disponibilità in qualche modo a intervenire all'interno della crisi che l'Europa non è in grado di governare.
Tra l'altro questo, se accadesse, avrebbe pesanti ricadute e pesanti conseguenze sul nostro rapporto con il Fondo monetario e di certo soprattutto ricadute che riguarderebbero anche l'immagine di un Paese come il nostro che - sto ai giornali e alle cronache - verrebbe salvato dal Fondo monetario internazionale con conseguenze che tutti ben possiamo immaginare. Non voglio farla lunga da questo punto di vista, tuttavia vorrei dire che proprio questa sua nuova rilevanza ha portato e sta portando ad una ridefinizione dei pesi. Noi ratifichiamo questo primo passaggio. Nelle cronache è riportato anche che i nuovi Paesi emergenti chiedono già ora un ulteriore spazio. Per ora noi ratifichiamo un accordo che vede allargare la loro presenza. Sui meccanismi attraverso i quali questo si realizza è stato già detto.
L'Italia resta con un direttore esecutivo, anche se sappiamo che il direttore esecutivo italiano è rappresentante di un pacchetto di Stati e di voti più ampio ma - diciamo - che consente comunque al Paese di avere una voce all'interno del Fondo, una voce da protagonista. C'è una parte che riguarda la copertura di questa operazione. Si tratta di una di quelle classiche operazioni che, per qualche verso, quasi magicamente consentono di raddoppiare il fondo, il nostro contributo, senza che questo abbia oneri sui nostri bilanci. Ciò è frutto della paziente opera di ingegneria economica della Banca d'Italia e del Ministero dell'economia e delle finanze e va bene così. Noi, per quel che ci riguarda come gruppo parlamentare del PD, diamo il nostro assenso a questa ratifica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche del relatore e del Governo - A.C. 4589)

PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore ed il rappresentante del Governo rinunziano alla replica.
Il seguito del dibattito è quindi rinviato ad altra seduta.

Discussione del disegno di legge: S. 2741 - Ratifica ed esecuzione degli Scambi di Note tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio federale svizzero relativi alla modifica della Convenzione per la navigazione sul Lago Maggiore e sul Lago di Lugano, con allegati, del 2 dicembre 1992, effettuati a Roma il 23 luglio ed il 24 settembre 2010 (Approvato dal Senato) (A.C. 4590) (ore 17,05).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione degli Scambi di Note tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio federale svizzero relativi alla modifica della Convenzione per la navigazione sul Lago Maggiore Pag. 14e sul Lago di Lugano, con allegati, del 2 dicembre 1992, effettuati a Roma il 23 luglio ed il 24 settembre 2010.

(Discussione sulle linee generali - A.C. 4590)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Il relatore, onorevole Narducci, ha facoltà di svolgere la relazione.

FRANCO NARDUCCI, Relatore. Signor Presidente e onorevoli colleghi, il disegno di legge al nostro esame autorizza la ratifica di alcune modifiche apportate alla Convenzione ed al regolamento di attuazione della medesima tra la Repubblica italiana e la Federazione svizzera per la disciplina della navigazione sul Lago Maggiore e sul Lago di Lugano del 1992, di cui alla legge 20 gennaio 1997, n. 19, volta a regolamentare diversi aspetti della navigazione sui due laghi.
La Convenzione, entrata in vigore nel 1997, è divenuta presto obsoleta a causa delle innovazioni introdotte nell'ordinamento italiano dalla nuova disciplina della nautica da diporto, poi confluita nella legge 8 luglio 2003, n. 172, che ha snellito le procedure abolendo tra l'altro l'obbligo di conseguire la patente nautica per la conduzione di natanti da diporto con motore di potenza inferiore a 30 kilowatt.
L'intesa su questa complessa materia è strutturata su un duplice scambio di note, uno relativo alle modifiche della Convenzione, l'altro relativo alle modifiche apportate all'allegato della Convenzione cioè al regolamento internazionale di attuazione della medesima.
Il primo dei due scambi di note attiene alla modifica dell'articolo 4, capoverso 3, e dell'articolo 6, capoverso 2 della Convenzione: la nuova versione del capoverso 3 dell'articolo 4 dispone che, per la navigazione nelle acque territoriali dei due Stati contraenti, i natanti di lunghezza superiore a 2,5 metri, dovranno essere muniti dei documenti di bordo e dei contrassegni previsti dal regolamento internazionale allegato alla Convenzione del 1992.
La modifica al capoverso 2 dell'articolo 6 apporta invece una sostanziale modifica alla previgente disciplina convenzionale, prevedendo in ogni caso la patente nautica per la navigazione nelle acque territoriali dell'altro Stato contraente a bordo di natanti con potenza superiore a 30 kilowatt: la precedente disciplina disponeva analogo requisito anche solo per natanti con potenza di propulsione superiore a 8 kilowatt, nonché per quelli a vela, qualora la superficie velica superasse i 15 metri quadrati. La relazione introduttiva al disegno di legge precisa che la Svizzera non ha ritenuto di applicare le nuove previsioni ai propri cittadini - perciò parlavo di complessità di questo accordo - e dunque esse varranno solo per i cittadini di uno dei due Stati contraenti nelle acque di pertinenza dell'altro Stato.
Il secondo dei due scambi di note riguarda la modifica degli articoli 1, 51 e 72 del regolamento internazionale allegato alla Convenzione del 1992, nonché l'introduzione in esso dell'articolo 55a.
La modifica all'articolo 1 concerne, mediante l'aggiunta della lettera v) l'introduzione, tra le definizioni da esso recate, della nozione di «moto d'acqua», precedentemente assente. Conseguentemente vi è stata l'introduzione dell'articolo 55a, che stabilisce di norma il divieto di utilizzare moto d'acqua e mezzi assimilabili.
La relazione introduttiva al disegno di legge specifica che dall'attuazione degli scambi di note in commento non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, essendo a totale carico dei richiedenti le spese per il rilascio dei contrassegni previsti.
Concludo, auspicando una rapida approvazione del disegno di legge di autorizzazione alla ratifica, già adottata dalla Confederazione elvetica, che potrebbe rappresentare - come lei sa, da lombardo - un primo segnale positivo nell'attuale quadro delle relazioni bilaterali italo-elvetiche. Pag. 15
Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia relazione.

PRESIDENTE. Onorevole Narducci, la Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti.
Ha facoltà di parlare il rappresentante del Governo.

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, la ratifica dello Scambio di Note in esame si inserisce in una fase, per certi versi, delicata delle relazioni italo-svizzere, soprattutto in relazione alle problematiche fiscali. In tal senso, essa offre l'opportunità di ribadire l'intensità e il quadro complessivamente positivo della collaborazione transfrontaliera, nonché la priorità che ad essa viene attribuita da entrambi i Paesi. Le relazioni tra la Svizzera e l'Italia sono in effetti contraddistinte da intensissimi rapporti economici, politici, umani e culturali. Il nostro Paese è il secondo partner commerciale della Confederazione e i trasporti, compresi quelli lacuali, costituiscono, assieme ad energia e ambiente, i settori strategici del rapporto bilaterale.
Le modifiche deliberate dalla commissione mista istituita dall'articolo 18 della Convenzione sono sostanzialmente tecniche. Esse perseguono un più ordinato svolgimento delle operazioni di navigazione sui due laghi, spesso molto affollati da natanti commerciali o da diporto. Per queste ragioni e per il valore strategico nei rapporti bilaterali del settore dei trasporti, è importante che gli Scambi di Note, già ratificati da parte elvetica, lo possano essere al più presto anche da parte italiana.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, le ragioni di questo provvedimento sono già state ricordate. Essenzialmente, esse risiedono nel fatto che la normativa attualmente in vigore, definita nel 1992 ed entrata in vigore cinque anni dopo, ha bisogno di essere rivista onde tener conto anche di alcune innovazioni sulla nautica da diporto previste dall'ordinamento italiano, dato che esse sono state aggiornate. Ad esempio, con riferimento alle disposizioni che riguardano l'obbligo della patente nautica, è stato abolito tale obbligo per la conduzione di natanti da diporto con motore di potenza inferiore ai 30 cavalli vapore.
La procedura di riforma, che ha visto il coinvolgimento oltre che della commissione mista italo-svizzera, già prevista dalla Convenzione vigente, anche delle regioni Piemonte e Lombardia, che si affacciano sui laghi, ha come obiettivo la tutela dell'ecosistema e la possibilità di fruire in sicurezza delle bellezze paesaggistiche.
Per quanto concerne i contrassegni, è previsto l'obbligo per i natanti anche inferiori ai 2,5 metri lineari, onde poter identificare le unità che eventualmente violino le norme di ordine pubblico e di sicurezza della navigazione. Con riferimento alle patenti nautiche, permane dunque l'obbligo soltanto per la conduzione delle unità con motore di potenza superiore ai 30 kilowatt. Non vi è alcun obbligo per le imbarcazioni a vela. Dette prescrizioni valgono sia per i cittadini svizzeri nelle acque italiane che per i cittadini italiani nelle acque svizzere.
Ulteriori modificazioni hanno riguardato l'Allegato alla Convenzione che ne disciplina l'attuazione. Tuttavia, colgo una bizzarria, e spero, magari, che il Governo in una qualche replica possa chiarire meglio: mi pare di capire che si è intervenuti sull'utilizzo delle moto d'acqua e dei mezzi assimilabili, vietandone l'uso nelle acque svizzere dei laghi Maggiore e di Lugano, ma non nella parte italiana, salvo deroghe per specifiche manifestazioni nautiche. Vorrei capirne il perché.
Sono state altresì introdotte nuove disposizioni sulla circolazione, specificando modalità di comportamento dei conducenti dei natanti in prossimità dei porti e dei punti di ormeggio. Infine, si è intervenuti sul riconoscimento dei certificati internazionali per conduttori di imbarcazioni Pag. 16da diporto. In linea di massima, non abbiamo nulla contro questa ratifica, ma, se vi fosse anche il chiarimento richiesto, voteremmo con maggiore soddisfazione.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Pianetta. Ne ha facoltà.

ENRICO PIANETTA. Signor Presidente, il provvedimento è teso sia ad aumentare la sicurezza per chi naviga sui due laghi sia a preservare meglio l'ecosistema secondo la Convenzione di Helsinki sulla protezione delle acque interne.
Il relatore ha già ampiamente illustrato il contenuto dei due Scambi di Note, che complessivamente riguardano norme relative a patenti nautiche, contrassegni, disposizioni sulla circolazione, certificati internazionali per conduttori di imbarcazioni da diporto, nonché il divieto di utilizzo di moto d'acqua e la maggiore accuratezza per limitare il moto ondoso.
Alla luce degli obiettivi di una maggiore sicurezza della navigazione e di preservazione dell'ambiente, credo che le norme contenute nel provvedimento vadano nella direzione giusta. Si tratta di applicarle correttamente, anche laddove appaiano, ad alcuni, di particolare complessità interpretativa, come del resto ha sottolineato lo stesso relatore. In particolare, ad esempio, i comuni italiani rivieraschi, ad oggi, sono costretti a ricorrere ad un farraginoso sistema per ovviare alla differenza di disciplina sull'obbligo di targa per i natanti; è questo, ad esempio, un elemento di particolare complessità interpretativa piuttosto che la questione delle moto d'acqua. In ogni caso, comunque, si tratta di un provvedimento che è teso verso una migliore sicurezza e una migliore preservazione dell'ecosistema e quindi credo che sia un fatto positivo per il quale il gruppo del Popolo della Libertà esprimerà un voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tempestini. Ne ha facoltà in via eccezionale, siccome non è pervenuta la sua richiesta di iscrizione a parlare nella discussione sulle linee generali.

FRANCESCO TEMPESTINI. Signor Presidente, mi scuso, ma vorrei approfittare dell'occasione per sottolineare che il Partito Democratico appoggia l'approvazione di questo disegno di legge di ratifica e vorrei approfittare inoltre della buona disponibilità del sottosegretario Scotti per porgli una domanda che riguarda invece le notizie, riportate ancora oggi dai giornali, sulla possibilità che si riapra, tra Italia e Svizzera, il negoziato, di maggiore peso e di maggiore corpo, che riguarda le questioni di carattere finanziario. Mi avvio a concludere, ma chissà se l'onorevole Scotti, in sede di replica, ci possa dire qualcosa in materia.

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche del relatore e del Governo - A.C. 4590)

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il relatore, onorevole Narducci.

FRANCO NARDUCCI, Relatore. Signor Presidente, per quanto riguarda il quesito posto dal collega, onorevole Evangelisti, vorrei sottolineare che non si è potuto procedere a disciplinare diversamente tale questione perché all'articolo 55a, dove si parla di moto d'acqua e mezzi assimilabili, il comma 5 stabilisce che la competenza spetta alle autorità locali che regolano la materia nel quadro delle normative nazionali e internazionali; questo quindi per quanto riguarda le moto d'acqua. Anch'io veramente ho colto con piacere l'intervento del Governo, al quale rivolgo l'invito politico di superare la fase delle dichiarazioni declamatorie e di sedersi ad un tavolo negoziale, visto e considerato che l'interscambio tra la Svizzera e l'Italia è superiore - questo, signor Presidente, per dare anche una dimensione geografica - a quello tra Italia e Russia, mentre siamo ancora alla fase in cui la Svizzera è sulla black list e quindi non decolla questo Pag. 17negoziato sulla eurotassa che l'altro ieri, la scorsa settimana, ha firmato anche il Regno Unito.

PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il rappresentante del Governo.

ENZO SCOTTI, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri. Signor Presidente, mi riservo di intervenire nel corso della prossima seduta, dove risponderò anche, con più precisione e maggiori dettagli, agli interrogativi che sono stati posti dall'onorevole Evangelisti e, dal punto di vista politico rilevante, a quello sollevato dall'onorevole Tempestini.

PRESIDENTE. Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Discussione del disegno di legge: S. 2742 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione in materia culturale, scientifica, tecnologica e nei settori dell'istruzione e dell'informazione fra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo dello Stato del Kuwait, fatto a Kuwait il 7 dicembre 2005 (Approvato dal Senato) (A.C. 4591) (ore 17,15).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione in materia culturale, scientifica, tecnologica e nel settore dell'istruzione e dell'informazione fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo dello Stato del Kuwait, fatto a Kuwait il 7 dicembre 2005.

(Discussione sulle linee generali - A.C. 4591)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Il relatore, onorevole Pianetta, ha facoltà di svolgere la relazione.

ENRICO PIANETTA, Relatore. Signor Presidente, l'Accordo sottoscritto tra Italia e Kuwait si inserisce nel percorso di progressivo rafforzamento delle relazioni bilaterali connotato, negli ultimi anni, dall'approfondimento dei rapporti politici ed economici.
Le elezioni del maggio 2009 ed il successivo rimpasto di Governo hanno aperto una stagione politica più stabile. Tale volontà di cambiare passo è stata confermata dalla storica approvazione in Parlamento di un nuovo piano quinquennale di sviluppo. Il piano va inquadrato nell'ambito di una politica di riforme economiche e di sviluppo che il Governo porta avanti con l'obiettivo strategico di trasformare il Kuwait in un «centro commerciale e finanziario regionale».
Per quanto riguarda l'Accordo, il primo ambito di cooperazione è quello nel campo della cultura e delle arti. Sarà favorito l'insegnamento delle rispettive lingue e la cooperazione nella musica, nelle arti, nel teatro e nel cinema. In particolare, ai sensi dell'articolo 2, le parti coopereranno nei settori della musica, delle arti, del teatro e del cinema e incoraggeranno la reciproca partecipazione a festival, rassegne cinematografiche ed altre manifestazioni di rilievo. Esse si impegnano, inoltre, ad organizzare periodicamente scambi di mostre ad alto livello, rappresentative del patrimonio artistico e culturale dei due Paesi.
Ciascuna parte incoraggerà la cooperazione tra le istituzioni, le associazioni ed i centri culturali dei rispettivi Paesi, garantendo a tal fine il trattamento più favorevole, conformemente alle leggi e ai regolamenti in vigore nel Paese ospitante.
L'articolo 4 prevede la cooperazione tra i centri di documentazione e le biblioteche dei due Paesi, nonché scambio di materiali, libri, banche dati e missioni di esperti del settore. A norma dell'articolo 5 verrà avviata tra le parti un'intensa collaborazione volta a prevenire e reprimere il commercio illegale di opere d'arte, beni culturali, beni audiovisivi, tutelati dalle leggi e dai regolamenti in materia di proprietà intellettuale, documenti e altri Pag. 18beni di valore storico. La cooperazione nel settore dell'archeologia verrà incoraggiata attraverso la realizzazione di ricerche congiunte, nonché la messa a disposizione di strutture per attività svolte dalle missioni archeologiche nei rispettivi Paesi.
Ai sensi dell'articolo 7 saranno incoraggiate le visite di personalità del settore dell'istruzione, della scienza, della cultura e dell'informazione. In secondo luogo, è prevista la cooperazione nel settore dell'istruzione.
L'articolo 8 prevede che vengano incoraggiate visite di specialisti in tutti i campi dell'istruzione. Lo scambio di libri, documenti, studi e modelli su cui si fonda lo sviluppo ed i programmi scolastici in entrambi i Paesi è previsto all'articolo 9.
Con l'articolo 10 ciascuna parte si impegna ad incoraggiare la partecipazione a corsi di formazione, conferenze, seminari e convegni didattici. Un terzo settore sarà quello della cooperazione nell'istruzione secondaria e nella ricerca scientifica e tecnologica. Si tratta di sviluppare la cooperazione in ambito accademico con la realizzazione di accordi tra università e lo scambio di visite di professori, lettori e ricercatori.
Il quarto e ultimo ambito di cooperazione è quello del settore dell'informazione. Si procederà allo scambio di programmi televisivi e radiofonici, si consentirà la trasmissione dei programmi televisivi. È inoltre previsto lo svolgimento di missioni di giornalisti e funzionari.
Infine, per l'attuazione dell'Accordo, verrà istituita una commissione mista che elaborerà programmi pluriennali e accordi attuazione. Ricordo, infine, che il disegno di legge di ratifica reca, oltre alle consuete disposizioni di autorizzazione alla ratifica, ordine di esecuzione ed entrata in vigore, anche una clausola di copertura finanziaria pari a 242.460 euro per gli anni 2011 e 2012 e di euro 248.436 annui a decorrere dal 2013.

PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire in sede di replica.
È iscritto a parlare l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, quello al nostro esame è un Accordo di portata molto ampia, che tende a sopperire alla mancanza, almeno sino ad oggi, di una base giuridica per una migliore cooperazione in importanti settori fra noi e lo Stato del Kuwait.
È un'intesa che mira a incrementare con forza le relazioni bilaterali anche nel campo della cultura e delle arti, di pari passo con la sempre maggiore integrazione politica ed economica.
Con questo provvedimento si vuole favorire, quindi, la cooperazione nel campo della cultura, delle arti, del settore dell'istruzione in generale, dell'istruzione secondaria e della ricerca scientifica e tecnologica. Sarà quindi favorito l'insegnamento delle rispettive lingue, saranno avviati scambi di materiale didattico, incentivati accordi sui titoli di studio, nonché valorizzate le intese tra università, incentivando anche lo scambio di visite di professori e ricercatori.
Infine, un'attenzione particolare, soprattutto tenendo conto dell'era in cui viviamo, è dedicata alla cooperazione nel settore dell'informazione, attraverso scambi di programmi televisivi e radiofonici.
Dalla breve analisi di questi elementi emerge in maniera lampante come la finalità del provvedimento sia quella di migliorare e fortificare i legami di amicizia tra i nostri due Paesi, promuovendo la comprensione e le conoscenze reciproche. Concludendo e sottolineando l'importanza dell'Accordo, che consolida la presenza italiana nei Paesi del Golfo e consente un miglior interscambio culturale, oltre che scientifico ed informativo, con il Kuwait, dichiaro anticipatamente il voto favorevole del mio gruppo, l'Italia dei Valori, a questo atto importante e significativo.
Anche in questo Paese, tuttavia, sebbene risulti essere collocato al primo posto tra i Paesi del Golfo per rispetto della libertà di stampa e di informazione, come è stato anche ricordato, comincia timidamente Pag. 19ad arrivare la brezza della «Primavera araba», visto che il partito Ummah ha invitato la gente a scendere nelle strade lo scorso 16 settembre per chiedere la realizzazione di vere riforme politiche. Il partito, comunicando la formazione di una nuova coalizione di piccoli gruppi nominata «Giovani del 16 settembre», ha invitato la gente a protestare contro la monarchia degli Al-Sabah. I Giovani del 16 settembre chiedono l'istituzione della monarchia costituzionale invece di quella assoluta ora vigente, la lotta alla corruzione, le dimissioni dell'attuale Governo, elezioni libere e la fine della supremazia degli Al-Sabah su tutte le attività del Paese. Insomma, il ritornello è lo stesso che da mesi ascoltiamo da quella parte del mondo e che dobbiamo in qualche modo sostenere, non da ultimo con strumenti come quello che ci apprestiamo a ratificare. Per questo non faremo mancare il nostro sostegno.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Tempestini. Ne ha facoltà.

FRANCESCO TEMPESTINI. Signor Presidente, il gruppo del Partito Democratico darà il suo assenso a questo provvedimento, sottolineando la positiva piegatura che ha il contenuto di questo testo verso alcuni degli aspetti dell'interscambio tra i Paesi che, nel caso di un Paese del Medio Oriente (del Golfo, in questo caso), ha un valore tutto particolare. Non è così frequente che si portino a conclusione accordi che hanno ad argomento tematiche che riguardano l'istruzione pubblica, la cultura e quant'altro, ossia quelli che sono i presupposti e i fondamenti di qualunque ragionamento su cui si possano poi costruire società aperte. Questo dipende, probabilmente, dalle caratteristiche particolari che ha il regime del Kuwait, che resta un regime non libero, ma che intende per qualche verso misurarsi in una sfida che ha qualche caratteristica di originalità rispetto ad altri regimi di quell'area (penso alla probabile improponibilità di un Accordo di questo tipo con la monarchia saudita). Quindi, da questo punto di vista, bisogna apprezzare. Naturalmente per gli amanti della materia si tratterà nel corso dei prossimi mesi ed anni di monitorare gli andamenti e gli sviluppi di questa situazione, sottolineando naturalmente che l'Italia per tante ragioni, per il suo tipo di background e per le sue risorse nel campo culturale, ha tutto da guadagnare da accordi di questo tipo e quindi, anche da questo punto di vista, il nostro è un voto convinto a favore.

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche del relatore e del Governo - A.C. 4591)

PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore e il rappresentante del Governo rinunziano alla replica.
Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Discussione del disegno di legge: S. 2743 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Giappone di mutua assistenza amministrativa e cooperazione in materia doganale, fatto a Roma il 15 dicembre 2009 (Approvato dal Senato) (A.C. 4592) (ore 17,30).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Giappone di mutua assistenza amministrativa e cooperazione in materia doganale, fatto a Roma il 15 dicembre 2009.

(Discussione sulle linee generali - A.C. 4592)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali. Pag. 20
Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Il vicepresidente della III Commissione, onorevole Narducci, ha facoltà di svolgere la relazione in sostituzione del relatore.

FRANCO NARDUCCI, Vicepresidente della III Commissione. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'Accordo al nostro esame, firmato il 15 dicembre 2009 a Roma, si compone di un breve preambolo e di 19 articoli e impegna le parti a fornire assistenza attraverso le autorità doganali per garantire il totale rispetto della normativa doganale e prevenire le infrazioni. È appena il caso di sottolineare la rilevanza dell'economia nipponica, sembra quasi una banalità ma è così, nel nostro sistema di scambi commerciali: nei primi sei mesi di quest'anno, secondo i dati forniti dall'Istituto per il commercio con l'estero, il nostro Paese resta il terzo fornitore europeo con un valore pari a circa 3,033 miliardi di euro, mentre le esportazioni nipponiche in Italia si sono contratte del 13,2 per cento, ciò che ha consentito alla nostra bilancia commerciale un attivo pari a 874,6 milioni di euro.
L'Accordo delinea un quadro giuridico appropriato per l'istituzione di idonee forme di collaborazione amministrativa nel settore doganale. L'Accordo è altresì compatibile con l'ordinamento comunitario poiché disciplina a livello intergovernativo aspetti della materia doganale non coperti dall'accordo di mutua assistenza sottoscritto dalla Comunità europea e dal Governo giapponese nel gennaio 2008. In particolare, il campo di applicazione impone l'armonizzazione e la semplificazione delle procedure doganali per garantire la sicurezza della catena logistica internazionale. Si introduce l'obbligo dello scambio di informazioni e dell'assistenza, su richiesta e spontanea. Sono previste altresì specifiche ipotesi di deroga, ma anche la fornitura di reciproca assistenza tecnica in materia doganale tramite scambio di funzionari ed esperti, oltre che di informazioni.
L'articolo 18 istituisce una commissione mista italo-nipponica che si riunirà su richiesta di una delle due amministrazioni doganali per seguire l'evoluzione dell'Accordo e per individuare le soluzioni agli eventuali problemi. La commissione è composta dal direttore dell'Agenzia delle dogane italiane e dal suo omologo giapponese, assistiti da esperti.
Il disegno di legge di ratifica in esame, approvato dal Senato il 3 agosto 2011, consta di quattro articoli. Gli articoli 1 e 2 recano, rispettivamente, l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione dell'Accordo. L'articolo 3 autorizza, per l'attuazione della legge, la spesa di 15.846 euro annui a decorrere dal 2011, disponendo che l'onere sia coperto mediante corrispondente riduzione dello stanziamento per i Fondi speciali di parte corrente del bilancio 2011-2013, con parziale utilizzazione dell'accantonamento relativo al Ministero degli affari esteri.
La relazione tecnica precisa altresì che le spese relative all'attuazione degli articoli 6 e 7 non comportano oneri aggiuntivi, in quanto tali funzioni vengono svolte da funzionari di ruolo presso l'Agenzia delle dogane.

PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire in sede di replica.
È iscritto a parlare l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, con questo provvedimento in materia doganale, un'intesa siglata a Roma nel dicembre del 2009, il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Giappone si impegnano a darsi reciproca assistenza e cooperazione per il tramite delle rispettive autorità doganali, al fine di assicurare il rispetto della legislazione doganale e di prevenire ogni possibile violazione della relativa normativa.
L'Accordo impegna le parti a fornire assistenza attraverso le autorità doganali per garantire il totale rispetto della normativa e prevenire eventuali infrazioni. Specifiche disposizioni sono dedicate all'attività Pag. 21investigativa e di repressione delle violazioni. Questo Accordo appresta, inoltre, un quadro giuridico appropriato per l'istituzione di idonee forme di collaborazione amministrativa nel settore doganale ed è, altresì, compatibile con l'ordinamento comunitario poiché disciplina a livello intergovernativo aspetti della materia doganale non coperti dall'accordo di mutua assistenza sottoscritto dalla Comunità europea e dal Governo del Giappone nel gennaio del 2008.
In particolare, il campo di applicazione impone l'armonizzazione e la semplificazione delle procedure doganali per garantire la sicurezza della catena logistica internazionale e introduce l'obbligo dello scambio di informazioni e dell'assistenza, su richiesta e spontanea.
Sono previste poi specifiche ipotesi di deroga, ma anche la fornitura di reciproca assistenza tecnica in materia doganale tramite scambio di funzionari e di esperti oltre che di informazioni.
Pertanto, il gruppo dell'Italia dei Valori non ha difficoltà a preannunziare il voto favorevole per una celere ratifica del provvedimento in esame.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Touadi. Ne ha facoltà.

JEAN LEONARD TOUADI. Signor Presidente, i contenuti di questo provvedimento sono già stati illustrati dai colleghi Narducci ed Evangelisti. Mi preme sottolineare il fatto che questa ratifica interviene in un momento di grande difficoltà per il Paese nipponico, che ha conosciuto eventi naturali di estrema gravità e drammaticità e che ha costretto questo Paese a rimodulare un po' la sua produzione economica e anche il suo assetto di importazioni ed esportazioni a livello mondiale.
Per noi si tratta di un accordo importante. La quantità e la qualità dei nostri rapporti con il Giappone sono stati anch'essi illustrati dall'onorevole Narducci. Siamo il terzo Paese fornitore sotto il profilo della quantità di beni, ma anche della qualità dei beni; il Giappone prima di essere soppiantato dalla Cina e da altre potenze emergenti è stato tra i paesi di punta dell'innovazione tecnologica in campo informatico, telematico e altri campi ancora dove si gioca la globalizzazione.
Quindi, questo accordo è importante anche per il flusso turistico - vorrei sottolinearlo, signor Presidente - che attraversa i nostri paesi e i nostri continenti ed il Giappone. Si tratta di un flusso turistico che ovviamente si accompagna con scambio di merce. È un tassello importante nel tentativo di governare questa globalizzazione che ha anticipato le legislazioni, laddove già le merci e i capitali circolano a livello planetario e globale rispetto a quelle legislazioni che, invece, fanno fatica a seguire.
In questo caso, noi colmiamo un vuoto di governance per quanto riguarda gli aspetti doganali che sembrano un dettaglio, ma in realtà rappresentano una grande agevolazione nell'import-export tra il nostro continente (l'Europa), il nostro Paese (l'Italia) e il Giappone e, in generale, rispetto agli altri paesi del Pacifico asiatico con il quale speriamo si possano concludere accordi simili (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Pianetta. Ne ha facoltà.

ENRICO PIANETTA. Signor Presidente, il relatore Narducci ha sottolineato il buon posizionamento dell'Italia negli scambi commerciali con il Giappone. È un paese di 130 milioni di abitanti con un PIL pro capite intorno ai 35 mila dollari statunitensi. L'accordo può contribuire ad incrementare questi scambi, in quanto definisce un quadro giuridico appropriato per l'istituzione di idonee forme di collaborazione amministrativa nel settore doganale.
In particolare, il campo di applicazione impone l'armonizzazione - come ha rilevato il relatore - e la semplificazione delle procedure doganali per garantire la sicurezza della catena logistica internazionale. Si introduce, in modo particolare, l'obbligo dello scambio di informazioni e dell'assistenza su richiesta di parte. Sono previste Pag. 22specifiche ipotesi di deroga, ma anche la fornitura di reciproca assistenza tecnica in materia doganale tramite scambio di funzionari ed esperti oltre che di informazioni.
Per queste considerazioni preannunzio il voto favorevole del gruppo del Popolo della Libertà.

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche del relatore e del Governo - A.C. 4592)

PRESIDENTE. Prendo atto che il vicepresidente della III Commissione ed il rappresentante del Governo rinunziano alla replica.
Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sui trasporti aerei tra il Canada e la Comunità europea e i suoi Stati membri, con Allegati, fatto a Bruxelles il 17 dicembre 2009 (A.C. 4564) (ore 17,40).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sui trasporti aerei tra il Canada e la Comunità europea e i suoi Stati membri, con Allegati, fatto a Bruxelles il 17 dicembre 2009.

(Discussione sulle linee generali - A.C. 4564)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
L'onorevole Narducci, vicepresidente della III Commissione (Affari esteri), ha facoltà di svolgere la relazione in sostituzione del relatore.

FRANCO NARDUCCI, Vicepresidente della III Commissione. Signor Presidente, l'Accordo al nostro esame è finalizzato ad istituire uno spazio aereo liberalizzato tra l'Unione europea e i suoi Stati membri ed il Canada, nel quale i vettori di entrambe le parti potranno stabilirsi liberamente, fornendo liberamente i loro servizi sulla base di una competizione commerciale equa e paritaria e nel quadro di condizioni regolamentari equivalenti e armonizzate.
È noto come la normativa dell'Unione europea in materia di trasporto aereo sia andata incontro ad una notevole evoluzione dopo che la Corte di giustizia della Comunità europea, con la sentenza del novembre 2002, ha dichiarato non conformi al diritto comunitario gli accordi bilaterali, noti anche come open sky, stipulati da otto Stati membri, tra cui l'Italia, con gli Stati Uniti d'America.
A seguito della sentenza, la Commissione europea ha avviato negoziati per la conclusione di accordi globali nelle grandi regioni del mondo, al fine di rafforzare le prospettive di promozione dell'industria europea e di garantire eque condizioni di concorrenza, contribuendo, al contempo, alla riforma dell'aviazione civile internazionale. L'Accordo apporterà una serie di vantaggi economici ai vettori aerei, agli aeroporti, ai passeggeri, agli spedizionieri, alle industrie del turismo e, in generale, all'economia dell'Unione europea e del Canada.
Venendo sinteticamente ai contenuti dell'Accordo, composto di 26 articoli e tre allegati, esso riconosce, in primo luogo, la piena libertà di fornire servizi aerei da ogni città dell'Unione europea verso ogni città del Canada e viceversa, la graduale concessione dei diritti di traffico in parallelo con l'apertura dei mercati e la piena libertà nella fissazione delle tariffe. Questo mi pare un punto molto importante, signor Presidente, tenendo conto anche della consistenza della comunità italiana che vive in Canada e che negli ultimi anni ha patito la soppressione di numerosi collegamenti con il nostro Paese.
Tale Accordo disciplina, altresì, all'articolo 13, la definizione di accordi di Pag. 23collaborazione tra le compagnie, inclusi gli accordi di code-sharing ed il noleggio con equipaggio, e prevede contestualmente, agli articoli 6 e 7, rapporti di cooperazione tra le autorità nel settore della sicurezza aerea, sia in termini di security sia di safety.
L'Accordo configura, inoltre, una serie di misure a protezione del consumatore all'articolo 10 e una forte cooperazione in materia ambientale all'articolo 18. La gestione dell'Accordo è rimessa ad un comitato misto, disciplinato all'articolo 17, con funzioni consultive, interpretative ed applicative.
Il primo allegato riporta la tabella delle rotte; il secondo allegato, nella prima sezione, riguarda la proprietà e il controllo delle compagnie aeree di entrambe le parti, mentre la seconda sezione riguarda la graduale concessione dei diritti di traffico. Il terzo allegato contiene l'elenco degli accordi tra gli Stati. Il disegno di legge di autorizzazione alla ratifica si compone di tre articoli, con le consuete clausole di autorizzazione alla ratifica e di esecuzione dell'Accordo.
Mi preme, infine, segnalare che, secondo quanto riportato nella relazione illustrativa, l'applicazione dell'Accordo non prevede nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato.

PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire in sede di replica.
È iscritto a parlare l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, su questo disegno di legge di ratifica ruberò qualche minuto in più, ma credo sia importante, perché si sta parlando di un Accordo sul trasporto aereo tra la Comunità europea e il Canada, conclusosi il 17 dicembre del 2009, che costituisce un significativo superamento della precedente e tuttora vigente dimensione bilaterale nel campo degli accordi sui servizi aerei.
Questo Accordo si pone nel solco dell'analoga intesa stipulata con gli Stati Uniti nel 2007, resasi necessaria a seguito dei pronunciamenti della Corte di giustizia delle Comunità europee, che, nel 2002, giudicarono incompatibili con il diritto comunitario alcune clausole contenute negli accordi bilaterali, sempre con riferimento al traffico aereo, tra alcuni Stati membri e gli Stati Uniti, come è stato anche ricordato.
Al pari dell'Accordo con gli Stati Uniti, l'Accordo oggi alla nostra attenzione, oltre ad aprire i rispettivi mercati del trasporto aereo, eliminando le disposizioni che ancora limitano i diritti delle compagnie aeree delle parti di operare tra destinazioni dell'Unione europea e del Canada, prevede l'allineamento delle relazioni fra il Canada e i vari Stati membri della Comunità europea nel settore aereo ad alcuni elementi di base della legislazione comunitaria, come la sicurezza dei voli, la tutela della concorrenza, la gestione del traffico aereo, la tutela dei consumatori e dell'ambiente.
Considerata la durata delle procedure di ratifica necessarie per il perfezionamento dei cosiddetti accordi misti, è prassi che la Comunità europea concluda contestualmente i cosiddetti accordi interlocutori che contengono le disposizioni commerciali, dai quali vengono scorporate le parti politiche che comportano le ratifiche da parte dei singoli Stati membri, nonché il parere conforme del Parlamento europeo.
Il contenuto dell'Accordo oggi in esame è corposo e si compone di un preambolo, di 26 articoli e di tre allegati. Si tratta di un atto «robusto» anche dal punto di vista quantitativo, oltre che qualitativo.
Si parla, tra le altre cose, di diritto di traffico, di definizione dei diritti di sorvolo, di scalo tecnico, nonché di altri diritti di traffico previsti nell'accordo e nell'allegato 1 recante la programmazione delle rotte. Le parti si impegnano a riconoscere le licenze rilasciate dall'altra parte, le autorità competenti di una parte contraente rilasciano celermente al vettore aereo dell'altra parte contraente che ne abbia fatto richiesta le autorizzazioni previste, subordinatamente all'appartenenza effettiva della proprietà prevalente del vettore Pag. 24che ha richiesto l'autorizzazione al territorio di una delle parti contraenti dell'accordo, nonché alla compatibilità del vettore medesimo con le leggi e i regolamenti dello Stato che rilascia le autorizzazioni. Sono anche previsti casi di revoca, di sospensione e di limitazione dell'autorizzazione di esercizio che intervengono, essenzialmente, per difetto dei requisiti stabiliti per l'autorizzazione.
In materia di investimenti le parti consentono ai propri cittadini di detenere la piena proprietà delle proprie compagnie aeree, viene definito il regime di applicabilità della legislazione delle rispettive parti contraenti in materia di dogane, di immigrazione, di passaporti e di sanità. Le parti, inoltre, si impegnano a riconoscere gli attestati di navigabilità, i brevetti di idoneità e le licenze rilasciate dalle competenti autorità dell'altra parte contraente.
Viene, inoltre, disciplinata la materia dell'esenzione fiscale e daziaria sui carburanti, lubrificanti, materiali di consumo, provviste di bordo e pezzi di ricambio che si rendano necessari per l'effettiva operatività dei servizi aerei. Si tratta, insomma, di previsioni largamente utilizzate su base di reciprocità nei trattati internazionali.
È previsto che, in materia di tutela dei consumatori, le parti si impegnino ad adottare misure non discriminatorie riguardanti, tra l'altro, rimborsi e compensazioni, vengono disciplinati aspetti commerciali quali la frequenza e la capacità dei servizi di trasporto aereo, il code sharing, l'assistenza a terra, l'invio sul territorio dell'altra parte di personale commerciale e tecnico e di ogni altra categoria necessaria alle attività da porre in essere.
Insomma, l'accordo in esame è parte importante delle relazioni tra il Canada e l'Unione europea ed entrerà in vigore un mese dopo la data dell'ultima notifica che conferma l'avvenuto espletamento delle necessarie procedure, tuttavia è prevista già una sua applicazione provvisoria.
È possibile la denuncia dell'accordo mediante comunicazione scritta per i canali diplomatici dell'una parte contraente all'altra e, simultaneamente, all'ICAO e al Segretariato generale delle Nazioni Unite, depositari dell'accordo in esame. Insomma, un accordo importante sul quale non ho difficoltà a preannunciare il voto favorevole del gruppo Italia dei Valori.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Tempestini. Ne ha facoltà.

FRANCESCO TEMPESTINI. Signor Presidente, il gruppo Partito Democratico esprime il proprio consenso all'approvazione del provvedimento in esame che fa parte di un'iniziativa rinnovata che l'Unione europea ha potuto mettere in campo.
Come abbiamo potuto leggere tutti dalle ottime note che accompagnano il testo, formulate dagli uffici, l'Unione europea, con un'iniziativa della Corte di giustizia, ha potuto risolvere la controversia legata a quella che è stata definita politica dell'open sky, una politica che, sostanzialmente, andava contro qualunque possibilità che l'Europa, in un campo decisivo come quello del trasporto aereo, avesse voce in capitolo.
Per fortuna ciò così non è stato e l'Unione europea ha ripreso l'iniziativa. Questo è un punto assai rilevante per l'importanza delle rotte che congiungono l'Europa e il Canada: è un accordo molto importante.
Faccio mie tutte le considerazioni del relatore e ribadisco il consenso del Partito Democratico all'approvazione di questo testo.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Pianetta. Ne ha facoltà.

ENRICO PIANETTA. Signor Presidente, l'onorevole Narducci ha già sottolineato che l'accordo mira a istituire uno spazio aereo liberalizzato, tra l'Unione europea e i suoi Stati membri ed il Canada, nel quale i vettori di entrambe le parti potranno stabilirsi liberamente, fornire liberamente i loro servizi sulla base dei principi commerciali, competere su base equa e paritaria, nonché essere soggetti a condizioni regolamentari equivalenti ed armonizzate. Pag. 25
Desidero soltanto sottolineare l'importanza, a questo riguardo, dell'attuazione del progetto Cielo unico europeo. Sappiamo, infatti, che il progetto Cielo unico europeo è finalizzato a rendere più efficiente e sicuro tutto il sistema di gestione del traffico aereo europeo, che si prevede che entro il 2030 possa raddoppiare. Si tratta di un sistema che prevede elementi di natura economica per un ordine di grandezza di 35 miliardi entro i prossimi venti anni. Il sistema Cielo unico europeo ha l'obiettivo di finalizzare tempi e costi attraverso rotte più brevi e, quindi, anche attraverso la riduzione dei tempi di attesa dei vettori, sia nella fase di decollo che nella fase di atterraggio. Del resto è ovvio: un aereo che sta in moto, soprattutto in volo, consuma e, quindi, è giusto che si tenda a ridurre i consumi anche in relazione agli aspetti collegati all'inquinamento.
La gestione del traffico europeo rappresenta, quindi, il maggiore investimento attualmente in agenda e a me piace ricordare che a presiedere l'ente, che dovrà governare la gestione del traffico europeo, è stato chiamato un italiano, cioè il direttore generale dell'ENAV, Massimo Garbini. È questo indubbiamente un riconoscimento al nostro Paese.
Dobbiamo augurarci e lavorare affinché ci siano delle positive ricadute sia industriali che economiche del progetto Cielo unico sul nostro sistema economico e commerciale.
Anche in ragione di queste considerazioni, preannuncio il voto favorevole del Popolo della Libertà.

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche del relatore e del Governo - A.C. 4564)

PRESIDENTE. Prendo atto che il vicepresidente della III Commissione e il rappresentante del Governo rinunziano alla replica.
Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sullo spazio aereo comune tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, e la Georgia, dall'altro lato, con Allegati, fatto a Bruxelles il 2 dicembre 2010 (A.C. 4565) (ore 17,53).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sullo spazio aereo comune tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, e la Georgia, dall'altro lato, con Allegati, fatto a Bruxelles il 2 dicembre 2010.

(Discussione sulle linee generali - A.C. 4565)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
Avverto che la III Commissione (Affari esteri) si intende autorizzata a riferire oralmente.
Il relatore, onorevole Picchi, ha facoltà di svolgere la relazione.

GUGLIELMO PICCHI, Relatore. Signor Presidente, l'accordo che stiamo discutendo è un accordo fondamentale e molto importante, ampiamente dibattuto nell'ambito della Commissione. Riguarda lo spazio aereo comune tra l'Unione europea e la Georgia. È un accordo che è stato firmato recentemente, meno di un anno fa, e risponde all'esigenza di liberalizzare l'accesso al mercato, di creare nuove opportunità di investimento per gli Stati membri, di garantire pari diritti e opportunità ai vettori aerei sia dell'Unione europea sia della Georgia.
La finalità dell'accordo è rappresentata dall'istituzione di uno spazio aereo liberalizzato tra l'Unione europea e i suoi Stati membri e la Georgia, nel cui ambito i vettori di entrambe le parti potranno stabilirsi senza restrizioni, fornire liberamente Pag. 26i propri servizi sulla base dei principi commerciali, competere su base equa e paritaria, nonché essere soggetti a condizioni regolamentari equivalenti ed armonizzate.
L'accordo, molto complesso, si compone di 29 articoli e 4 allegati.
Particolare rilievo assumono, per riassumere i punti più importanti, considerato l'approfondito dibattito avvenuto in sede di Commissione i seguenti articoli: l'articolo 2, che definisce i diritti di sorvolo e di scalo tecnico nonché gli altri diritti di traffico stabiliti dall'accordo e necessari alla concreta operatività e all'esercizio delle rotte; l'articolo 14 in tema di sicurezza aerea, che definisce le condizioni con le quali le parti si conformano alle disposizioni della legislazione in materia di sicurezza aerea specificata nel dettaglio nell'allegato III, parte C, dell'accordo; l'articolo 15 riguardante la protezione della navigazione aerea, che fissa le condizioni con le quali le parti si conformano alle disposizioni della legislazione in materia di protezione della navigazione aerea dell'Unione europea, specificata nell'allegato III, parte D, dell'accordo. L'articolo ha una particolare rilevanza in quanto si riferisce all'eventualità di sequestro o atti terroristici nei confronti di aeromobili appartenenti al sistema integrato di navigazione aerea dell'Unione europea.
In base all'articolo 16 le parti si impegnano a cooperare nel settore della gestione del traffico aereo al fine di estendere il «Cielo unico europeo» alla Georgia e di rafforzare così le norme di sicurezza attuali e l'efficacia globale delle norme che disciplinano il traffico aereo generale in Europa e ottimizzare la capacità di ridurre al minimo i ritardi e di migliorare l'efficienza ambientale.
Proprio il successivo articolo 17 configura una forte cooperazione in materia ambientale mentre l'articolo 18 contempla una serie di misure atte a protezione dei consumatori.
L'articolo 22 dispone l'istituzione di un Comitato misto composto da rappresentanti delle Parti che abbia il compito di amministrare e correttamente attuare l'accordo.
I quattro allegati recano disposizioni concernenti rispettivamente Servizi concordati e rotte specificate (Allegato I), Disposizioni transitorie (Allegato II), Norme applicabili all'aviazione civile (Allegato III) ed infine Elenco degli altri Stati - in particolare Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera - cui si applicano le disposizioni relative ad autorizzazioni, revoche o limitazioni di cui agli articoli 3 e 5 dell'accordo e all'Allegato I (Allegato IV).
Il disegno di legge in esame si compone di tre articoli con le consuete clausole di autorizzazione alla ratifica e di esecuzione. Questo accordo non comporta ...

PRESIDENTE. La prego di concludere.

GUGLIELMO PICCHI, Relatore. ...nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato. Mi preme sottolineare che, al di là del contenuto, del merito, è un provvedimento importante perché avvicina la Georgia all'Unione europea ed è un fattore sicuramente importante e strategico per dare maggiore stabilità a una democrazia che è ancora fragile, ma che può dare una stabilità complessiva a tutte le democrazie del Caucaso meridionale.

PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire in sede di replica.
È iscritto a parlare l'onorevole Evangelisti. Ne ha facoltà.

FABIO EVANGELISTI. Signor Presidente, intervengo velocemente. L'accordo sullo spazio aereo comune tra l'Unione europea e la Georgia, che si è concluso il 2 dicembre 2010, risponde, come altri che abbiamo appena analizzato, all'esigenza di liberalizzare l'accesso al mercato, di creare nuove opportunità di investimenti per gli Stati membri e di garantire pari diritti e opportunità ai vettori aerei sia dell'Unione europea che georgiani e andrà a sostituire gli accordi bilaterali preesistenti ancora in vigore tra i singoli Stati Pag. 27membri dell'Unione europea e la Georgia. Come già capitato in occasione di analoghi accordi di cui ci siamo occupati, pensiamo che questa intesa contribuirà a consolidare le possibilità di impresa presenti nell'Unione europea anche nei processi di fusione eventuali e a consentire di confrontarsi con il mercato mondiale.
La finalità dell'accordo è rappresentata dall'istituzione di uno spazio aereo liberalizzato tra l'Unione europea e i suoi Stati membri e la Georgia, nel cui ambito i vettori di entrambe le parti potranno stabilirsi senza restrizioni, fornire liberamente i loro servizi sulla base dei principi commerciali, competere su base equa e paritaria, nonché essere soggetti a condizioni regolamentari equivalenti ed armonizzate.
Anche questo accordo è un provvedimento alquanto corposo: si compone infatti di 29 articoli, quattro allegati e il relatore ci ha già resi edotti sul suo contenuto, che peraltro ricalca in molti punti proprio quello dell'accordo con il Canada di cui ci siamo occupati poco fa. Evito dunque di ripetermi ed anticipo il voto favorevole del gruppo dell'Italia dei Valori.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Touadi. Ne ha facoltà.

JEAN LEONARD TOUADI. Signor Presidente, sono state illustrate le finalità di questo provvedimento. È interessante l'aspetto procedurale perché c'è un superamento degli accordi bilaterali a favore invece degli accordi che siano più consoni a quella che è la normativa comunitaria. Quindi, c'è una progressiva omogeneizzazione, non solo all'interno dell'Unione europea, ma tra Unione europea e i Paesi partner, il tutto in un contesto assai interessante, che veniva evocato prima, ossia questo Open Skies, questo grande progetto europeo che arriva dopo la deregulation piuttosto selvaggia dell'era Reagan e Thatcher, per tentare, si, di salvaguardare le opportunità di concorrenza e di liberalizzazione del servizio, però all'interno di un quadro normativo negoziato tra i partner, sopratutto dell'Unione europea, e quindi la creazione di questo ampio spazio aereo liberalizzato, di cui sono espressione tra l'altro l'ECAA (European common aviation area) e altri progetti che vanno in questo senso.
Per quanto riguarda la Georgia, Paese dalle grandi convulsioni politiche, con una transizione alla democrazia estremamente sofferta, è vero che si sta aprendo anche qui all'Unione europea e questo strumento è un aggancio in più per questo Paese per entrare nel novero dei Paesi democratici nonostante questa transizione sia difficile. Per quanto riguarda la navigazione aerea prettamente detta, penso che questo Accordo aiuterà questi Paesi ad alzare anche i loro standard qualitativi nei servizi per quanto riguarda la sicurezza sia in termini di security che di safety (come recita l'Accordo), la cooperazione in materia ambientale (nessuno ignora l'impatto della navigazione aerea sull'ambiente) e soprattutto la protezione del consumatore. Da questa parte dell'Europa questa materia è molto avanzata. In questi Paesi dalla transizione politica ancora non compiuta la protezione del consumatore in tutti i suoi diritti di viaggiatore ha ancora molta strada da fare. È una cornice quindi - a mio avviso - che aiuta l'Unione europea, ma soprattutto che aiuterà questi Paesi ad alzare i loro standard qualitativi, di offerta qualitativa dei voli a livelli accettabili. Quindi, siamo favorevoli e annuncio il voto favorevole del Partito Democratico.

PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Pianetta. Ne ha facoltà.

ENRICO PIANETTA. Signor Presidente, il relatore ha già ampiamente illustrato i termini dell'Accordo al nostro esame, che può contribuire a migliorare appunto i rapporti economici e commerciali tra i nostri due Paesi. Infatti, a proposito di questi rapporti economici e commerciali voglio ricordare il recentissimo forum Italia-Georgia che è stato organizzato dai due Ministeri dello sviluppo economico e che si è tenuto a Tbilisi il 10 ottobre scorso. Vi hanno partecipato una novantina di imprese Pag. 28italiane e georgiane e questo forum ha dimostrato come la cooperazione economica tra i due Paesi rappresenti un terreno fertile di opportunità, anche in virtù di una consolidata tradizione commerciale e culturale tra i nostri due Paesi. Quindi, in particolare si sono sottolineati i rapporti nell'ambito dei settori agroalimentare, energia, infrastrutture, telecomunicazione, turismo, logistica e anche trasporti. Sono queste - credo - iniziative importanti che dobbiamo promuovere costantemente per migliorare e rinsaldare i rapporti tra i nostri due Paesi. Credo anche - come del resto ha sottolineato il relatore - che per quanto riguarda il Paese caucasico noi si debba promuovere la possibilità di una sempre maggiore collaborazione tra la Georgia e l'Unione europea.

PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche del relatore e del Governo - A.C. 4565)

PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore e il rappresentante del Governo rinunziano alle repliche.
Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.

PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 15 ottobre 2011, il deputato Luciano Mario Sardelli, già iscritto al gruppo parlamentare Popolo e Territorio (Noi Sud-Libertà ed Autonomia, Popolari d'Italia Domani-PID, Movimento di Responsabilità Nazionale-MRN, Azione Popolare, Alleanza di Centro-AdC, La Discussione), ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Misto, cui risulta pertanto iscritto.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Martedì 18 ottobre 2011, alle 12:

1. - Svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.

(ore 15)

2. - Seguito della discussione del disegno di legge costituzionale:
Modifiche agli articoli 41, 45, 97 e 118, comma quarto, della Costituzione (C. 4144-A);
e delle abbinate proposte di legge costituzionali: VIGNALI ed altri; VIGNALI ed altri; BELTRANDI ed altri; MANTINI ed altri (C. 3039-3054-3967-4328).
- Relatore: Bruno.

3. - Seguito della discussione dei disegni di legge:
Ratifica ed esecuzione dell'Accordo euromediterraneo nel settore del trasporto aereo tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, e il Regno hascemita di Giordania, dall'altro, con Allegati, fatto a Bruxelles il 15 dicembre 2010 (C. 4454)
- Relatore: Zacchera.

S. 2739 - Modifiche allo statuto del Fondo monetario internazionale e quattordicesimo aumento generale delle quote derivanti dalla risoluzione del Consiglio dei Governatori del Fondo n. 66-2 del 15 dicembre 2010 (Approvato dal Senato) (C. 4589).
- Relatore: Pianetta.

S. 2741 - Ratifica ed esecuzione degli Scambi di Note tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio federale svizzero relativi alla modifica della Convenzione per la navigazione sul Lago Maggiore e sul Lago di Lugano, con allegati, Pag. 29del 2 dicembre 1992, effettuati a Roma il 23 luglio ed il 24 settembre 2010 (Approvato dal Senato) (C. 4590).
- Relatore: Narducci.

S. 2742 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione in materia culturale, scientifica, tecnologica e nei settori dell'istruzione e dell'informazione fra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo dello Stato del Kuwait, fatto a Kuwait il 7 dicembre 2005 (Approvato dal Senato) (C. 4591).
- Relatore: Pianetta.

S. 2743 - Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Giappone di mutua assistenza amministrativa e cooperazione in materia doganale, fatto a Roma il 15 dicembre 2009 (Approvato dal Senato) (C. 4592).
- Relatore: Zacchera.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sui trasporti aerei tra il Canada e la Comunità europea e i suoi Stati membri, con Allegati, fatto a Bruxelles il 17 dicembre 2009 (C. 4564).
- Relatore: Biancofiore.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sullo spazio aereo comune tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da un lato, e la Georgia, dall'altro lato, con Allegati, fatto a Bruxelles il 2 dicembre 2010 (C. 4565).
- Relatore: Picchi.

4. - Seguito della discussione del disegno di legge:
S. 1474 - Ratifica ed esecuzione dei Protocolli di attuazione della Convenzione internazionale per la protezione delle Alpi con annessi, fatta a Salisburgo il 7 novembre 1991 (Approvato dal Senato) (C. 2451-A);
e delle abbinate proposte di legge: ZELLER ed altri; FRONER (C. 12-1298).
- Relatore: Dozzo.

La seduta termina alle 18,05.

TESTO INTEGRALE DELLA RELAZIONE DEL DEPUTATO FRANCO NARDUCCI IN SEDE DI DISCUSSIONE SULLE LINEE GENERALI DEL DISEGNO DI LEGGE A.C. 4590

FRANCO NARDUCCI. Relatore. Onorevoli colleghi, il disegno di legge al nostro esame autorizza la ratifica di alcune modifiche apportate alla Convenzione ed al regolamento di attuazione della medesima tra la Repubblica italiana e la Federazione svizzera per la disciplina della navigazione sul Lago Maggiore e sul Lago di Lugano del 1992, di cui alla legge 20 gennaio 1997, n. 19, volta a regolamentare diversi aspetti della navigazione sui due laghi.
La Convenzione, entrata in vigore nel 1997, è divenuta presto obsoleta a causa delle innovazioni introdotte nell'ordinamento italiano dalla nuova disciplina della nautica da diporto, poi confluita nella legge 8 luglio 2003, n. 172, che ha snellito le procedure abolendo tra l'altro l'obbligo di conseguire la patente nautica per la conduzione di natanti da diporto con motore di potenza inferiore a 30 kw.
L'intesa su questa complessa materia è strutturata su un duplice Scambio di Note, uno relativo alle modifiche della Convenzione, l'altro relativo alle modifiche apportate all'allegato della Convenzione cioè al regolamento internazionale di attuazione della medesima.
Il primo dei due Scambi di Note attiene alla modifica dell'articolo 4, capoverso (cpv). 3, e dell'articolo 6, cpv. 2 della Convenzione: la nuova versione del cpv. 3 dell'articolo 4 dispone che, per la navigazione nelle acque territoriali dei due Stati contraenti, i natanti di lunghezza superiore a 2,5 metri, dovranno essere muniti dei documenti di bordo e dei contrassegni previsti dal Regolamento internazionale allegato alla Convenzione del 1992. Pag. 30
La modifica al cpv. 2 dell'articolo 6 apporta invece una sostanziale modifica alla previgente disciplina convenzionale, prevedendo in ogni caso la patente nautica per la navigazione nelle acque territoriali dell'altro Stato contraente a bordo di natanti con potenza superiore a 30 kw: la precedente disciplina disponeva analogo requisito anche solo per natanti con potenza di propulsione superiore a 8 kw, nonché per quelli a vela, qualora la superficie velica superasse i 15 metri quadrati. La relazione introduttiva al disegno di legge precisa che la Svizzera non ha ritenuto di applicare le nuove previsioni ai propri cittadini, e dunque esse varranno solo per i cittadini di uno dei due Stati contraenti nelle acque di pertinenza dell'altro Stato.
Il secondo dei due Scambi di Note riguarda la modifica degli articoli 1, 51 e 72 del Regolamento internazionale allegato alla Convenzione del 1992, nonché l'introduzione in esso dell'articolo 55a.
La modifica all'articolo I concerne, mediante l'aggiunta della lettera v) l'introduzione, tra le definizioni da esso recate, della nozione di «moto d'acqua», precedentemente assente. Conseguentemente vi è stata l'introduzione dell'articolo 55a, che stabilisce di norma il divieto di utilizzare moto d'acqua e mezzi assimilabili - prescindendo dal loro sistema propulsivo - sulle acque del Lago Maggiore e del Lago di Lugano di pertinenza delle autorità elvetiche, salvo deroghe per manifestazioni nautiche, delle quali vengono indicati limiti e condizioni. Rilevante appare il riferimento dell'ultimo comma del nuovo articolo 55a alla competenza delle autorità locali italiane per le pertinenti acque territoriali.
Per quanto invece riguarda la modifica dell'articolo 51, questa è stata anch'essa originata dal moltiplicarsi del numero e delle tipologie dei natanti nelle acque lacuali interessate, che rende necessario disporre con maggiore accuratezza le previsioni volte a limitare il moto ondoso.
Infine, le modifiche all'articolo 72 riguardano soprattutto il maggior rilievo dato al certificato internazionale per conduttori di imbarcazioni da diporto, da compilarsi - come in precedenza - in conformità ai modelli annessi da ultimo alla risoluzione n. 40 del Gruppo di lavoro per il trasporto sulle vie navigabili della Commissione economica per l'Europa delle Nazioni Unite, e riportati nell'allegato 4 al Regolamento internazionale.
La relazione introduttiva al disegno di legge specifica che dall'attuazione degli Scambi di Note in commento non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, essendo a totale carico dei richiedenti le spese per il rilascio dei contrassegni previsti.
Concludo auspicando una rapida approvazione del disegno di legge di autorizzazione alla ratifica, già adottata dalla Confederazione, che potrebbe rappresentare un primo segnale positivo nell'attuale quadro delle relazioni bilaterali italo-elvetiche.