XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di lunedì 24 ottobre 2011

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 24 ottobre 2011.

Albonetti, Alessandri, Barbieri, Berlusconi, Bernini Bovicelli, Bindi, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Brunetta, Carfagna, Casero, Catone, Cicchitto, Colucci, Gianfranco Conte, Cossiga, Crimi, Crosetto, D'Alema, Della Vedova, Fitto, Frattini, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Lupi, Madia, Mantini, Mantovano, Maroni, Martini, Mecacci, Meloni, Miccichè, Migliori, Misiti, Moffa, Leoluca Orlando, Polidori, Prestigiacomo, Ravetto, Reguzzoni, Roccella, Romani, Rotondi, Saglia, Stefani, Tremonti, Vito, Volontè.

Annunzio di proposte di legge.

In data 20 ottobre 2011 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
CONSIGLIO e STUCCHI: «Disposizioni concernenti la deduzione, agli effetti dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, delle spese sostenute dalle persone disabili per i mezzi e i supporti necessari alla loro deambulazione, locomozione e sollevamento, nonché per l'adeguamento edilizio delle loro abitazioni» (4703);
STUCCHI: «Modifica all'articolo 34 del testo unico di cui al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, in materia di accisa sulla birra» (4704);
GRANATA ed altri: «Disposizioni perequative in materia di inquadramento del personale dei ruoli direttivi, degli ispettori e dei sovrintendenti del Corpo di polizia penitenziaria» (4705);
CALLEGARI: «Introduzione dell'articolo 217-bis del testo unico delle disposizioni di legge sulle acque e impianti elettrici, di cui al regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, in materia di obblighi volti alla tutela del patrimonio ittico autoctono nelle concessioni di derivazione di acqua pubblica» (4706).

Saranno stampate e distribuite.

Ritiro di una sottoscrizione ad una proposta di legge.

Il deputato Siragusa ha comunicato di ritirare la propria sottoscrizione alla proposta di legge:
VASSALLO ed altri: «Modifica dell'articolo 5 della legge 22 maggio 1975, n. 152, in materia di tutela dell'ordine pubblico e di uso di indumenti indossati per ragioni di natura religiosa o etnico-culturale» (3205).

Trasmissione dal Senato.

In data 20 ottobre 2011 il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza il seguente disegno di legge:
S. 2967. - «Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2010» (approvato dal Senato) (4707).

Sarà stampato e distribuito.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:
I Commissione (Affari costituzionali):
PAGLIA ed altri: «Istituzione della Giornata nazionale per la celebrazione dell'Unita d'Italia» (4659) Parere delle Commissioni V e VII;

II Commissione (Giustizia):
LENZI: «Istituzione della figura professionale del mediatore familiare nonché introduzione dell'articolo 708-bis del codice di procedura civile, concernente il tentativo di mediazione familiare» (2615) Parere delle Commissioni I, V, VII, XII (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento), XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
GARAVINI ed altri: «Delega al Governo per l'attuazione della decisione quadro 2006/783/GAI del Consiglio, del 6 ottobre 2006, relativa all'applicazione del principio del reciproco riconoscimento delle decisioni di confisca» (4605) Parere delle Commissioni I, V, VI, X e XIV;
COMAROLI ed altri: «Modifiche al decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 545, in materia di residenza e di trasferimento d'ufficio dei componenti delle commissioni tributarie» (4613) Parere delle Commissioni I, V e VI;
LUSSANA ed altri: «Modifiche agli articoli 154, 337 e 497 del codice di procedura penale, in materia di tutela della riservatezza delle persone offese dal reato» (4665) Parere della I Commissione.

VI Commissione (Finanze):
PAOLO RUSSO: «Agevolazione in materia di accisa sul gasolio utilizzato nelle coltivazioni agricole sotto serra» (4413) Parere delle Commissioni I, V, XIII e XIV.

VII Commissione (Cultura):
CAVALLOTTO ed altri: «Disposizioni in materia di tutela, valorizzazione, recupero e messa a reddito del patrimonio culturale italiano» (3648) Parere delle Commissioni I, V, VIII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

XI Commissione (Lavoro):
SIRAGUSA ed altri: «Disposizioni concernenti il riconoscimento dei benefici spettanti alle persone disabili o affette da malattia oncologica agli effetti della collocazione nelle graduatorie per l'assunzione del personale scolastico» (4649) Parere delle Commissioni I, V, VII e XII.

Trasmissione dal Presidente del Senato.

Il Presidente del Senato, con lettera in data 6 ottobre 2011, ha comunicato che la 14a Commissione permanente (Politiche dell'Unione europea) del Senato ha approvato, a conclusione dell'esame, ai sensi dell'articolo 144, commi 1, 5 e 6, del regolamento del Senato, le seguenti risoluzioni:
risoluzione sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica del regolamento (CE) n. 1085/2006 del Consiglio che istituisce uno strumento di assistenza preadesione (IPA) (COM(2011)446 definitivo) (Atto Senato doc. XVIII, n. 107), che è trasmessa alla III Commissione (Affari esteri) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea);
risoluzione sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sulla normalizzazione europea, che modifica le direttive 89/686/CEE e 93/15/CEE del Consiglio nonché le direttive 94/9/CE, 94/25/CE, 95/16/CE, 97/23/CE, 98/34/CE, 2004/22/CE, 2007/23/CE, 2009/105/CE e 2009/23/CE del Parlamento europeo e del Consiglio (COM(2011)315 definitivo) (Atto Senato doc. XVIII-bis, n. 47), che è trasmessa alla X Commissione (Attività produttive) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Trasmissioni dal ministro dell'economia e delle finanze.

Il ministro dell'economia e delle finanze, con lettera in data 16 settembre 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 10, comma 3, lettera k-bis), del decreto legislativo 17 maggio 1999, n. 153, e successive modificazioni, la prima relazione sull'attività delle fondazioni bancarie, relative agli esercizi 2009 e 2010 (doc. CCXLII, n. 1).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla VI Commissione (Finanze).

Il ministro dell'economia e delle finanze, con lettera in data 18 ottobre 2011, ha trasmesso la relazione, aggiornata al mese di maggio 2011, sul monitoraggio degli incassi e dei pagamenti del bilancio dello Stato e delle spese aventi impatto diretto sul conto delle pubbliche amministrazioni per l'anno 2011.

Questa documentazione è trasmessa alla V Commissione (Bilancio).

Il ministro dell'economia e delle finanze, con lettera in data 19 ottobre 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 68, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e successive modificazioni, la relazione sullo stato della spesa, sull'efficacia nell'allocazione delle risorse e sul grado di efficienza dell'azione amministrativa svolta dal Ministero dell'economia e delle finanze, relativa all'anno 2010 (doc. CCVIII, n. 43).
Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla I Commissione (Affari costituzionali), alla V Commissione (Bilancio) e alla VI Commissione (Finanze).

Trasmissioni dal ministro degli affari esteri.

Il ministro degli affari esteri, con lettere del 18 ottobre 2011, ha trasmesso due note relative all'attuazione data agli ordini del giorno DI STANISLAO n. 9/3610-A/3, accolto come raccomandazione dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 21 luglio 2010, concernente il trattato di Lisbona e la strategia europea di sicurezza e di difesa, e DI STANISLAO n. 9/4551/10, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 2 agosto 2011, concernente la crisi alimentare in Afghanistan.

Le suddette note sono a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare e sono trasmesse alla III Commissione (Affari esteri) competente per materia.

Il Ministero degli affari esteri, con lettera in data 19 ottobre 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 4 della legge 11 dicembre 1984, n.839, gli atti internazionali firmati dall'Italia i cui testi sono pervenuti al medesimo Ministero entro il 15 settembre 2011.

Questa documentazione è trasmessa alla III Commissione (Affari esteri).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

Il ministro per le politiche europee, con lettere in data 18 e 20 ottobre 2011, ha trasmesso, ai sensi degli articoli 3 e 19 della legge 4 febbraio 2005, n. 11, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.
Tali atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Nell'ambito dei predetti documenti, il Governo, con comunicazione in data 18 ottobre 2011, ha richiamato l'attenzione sul documento n. 14490/2011 - Regolamento del Consiglio che modifica i regolamenti (UE) n. 57/2011 e (CE) n. 754/2009 per quanto attiene alla protezione della specie «smeriglio», a determinati TAC e a taluni limiti dello sforzo di pesca fissati per la Germania e l'Irlanda, che è assegnata in sede primaria alla XIII Commissione (Agricoltura).

Con la medesima comunicazione, il Governo ha altresì richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo
al Fondo sociale europeo e che abroga il regolamento (CE) n. 1081/2006 (COM(2011)607 definitivo), assegnata, in data 19 ottobre 2011, in sede primaria alle Commissioni riunite V (Bilancio) e XI (Lavoro), nonché alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà;
Proposte di decisione del Consiglio che - a norma del regolamento (CE) n. 1829/2003 del Parlamento europeo e del Consiglio - autorizzano l'immissione in commercio di prodotti contenenti, costituiti da o ottenuti a partire da: cotone geneticamente modificato 281-24-236x3006-210-23 (DAS-24236- 5xDAS-21Ø23-5) (COM(2011)620 definitivo); granturco geneticamente modificato Bt11xMIR604xGA21 (SYN-BTØ11-1xSYN-IR6Ø4-5xMON-ØØØ21-9) (COM(2011)621 definitivo); granturco geneticamente modificato Bt11xMIR604 (SYN-BTØ11-1xSYN-IR6Ø4-5) (COM(2011)622 definitivo); granturco geneticamente modificato MIR604xGA21 (SYN-IR6Ø4-5xMONØØØ21-9) (COM(2011)623 definitivo), assegnate, in data 13 ottobre 2011, in sede primaria alle Commissioni riunite XII (Affari sociali) e XIII (Agricoltura);
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Il futuro approccio al sostegno dell'Unione europea al bilancio dei paesi terzi (COM(2011)638 definitivo), assegnata, in data 17 ottobre 2011, in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Potenziare l'impatto della politica di sviluppo dell'Unione europea: un programma di cambiamento (COM(2011)637 definitivo), assegnata, in data 18 ottobre 2011, in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri).

Con comunicazione in data 20 ottobre 2011, il Governo ha inoltre richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati, in data 19 ottobre 2011, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alla XIII Commissione (Agricoltura), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) (COM(2011)627 definitivo); tale proposta è stata altresì assegnata, in data 20 ottobre 2011, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà;
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sul finanziamento, sulla gestione e sul monitoraggio della politica agricola comune (COM(2011)628 definitivo); tale proposta è stata altresì assegnata, in data 21 ottobre 2011, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà;
Proposta di regolamento del Consiglio recante misure per la fissazione di determinati aiuti e restituzioni connessi all'organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli (COM(2011)629 definitivo);
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica del regolamento (CE) n. 73/2009 in ordine all'applicazione dei pagamenti diretti agli agricoltori per il 2013 (COM(2011)630 definitivo); tale proposta è stata altresì assegnata, in data 20 ottobre 2011, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà;
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 1234/2007 in ordine al regime di pagamento unico e al sostegno ai viticoltori (COM(2011)631 definitivo); tale proposta è stata altresì assegnata, in data 20 ottobre 2011, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà.

La Commissione europea, in data 20 e 21 ottobre 2011, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
Documento di lavoro dei servizi della Commissione - Sintesi della valutazione d'impatto - La politica agricola comune nella prospettiva del 2020 (SEC(2011)1154 definitivo), che è assegnato in sede primaria alla XIII Commissione (Agricoltura);
Proposta modificata di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 726/2004 per quanto riguarda la comunicazione al pubblico di informazioni sui medicinali per uso umano soggetti a prescrizione medica e per quanto riguarda la farmacovigilanza (COM(2011)632 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla XII Commissione (Affari sociali);
Proposta modificata di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2001/83/CE, per quanto riguarda la comunicazione al pubblico di informazioni sui medicinali per uso umano soggetti a prescrizione medica e per quanto riguarda la farmacovigilanza (COM(2011)633 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla XII Commissione (Affari sociali);
Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sulla valutazione intermedia degli accordi di cooperazione esterni in materia di istruzione superiore, formazione e gioventù con gli Stati Uniti d'America e il Canada (COM(2011)653 definitivo), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite III (Affari esteri) e VII (Cultura);
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio - Un quadro per la prossima generazione di strumenti finanziari innovativi: le piattaforme UE di capitale e di debito (COM(2011)662 definitivo), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite V (Bilancio) e VI (Finanze);
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica del regolamento (CE) n. 3/2008 del Consiglio relativo ad azioni di informazione e di promozione dei prodotti agricoli sul mercato interno e nei paesi terzi (COM(2011)663 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla XIII Commissione (Agricoltura). Tale proposta è altresì assegnata alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 24 ottobre 2011;
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio - Strategia di allargamento e sfide principali per il periodo 2011-2012 (COM(2011)666 definitivo), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite III (Affari esteri) e XIV (Politiche dell'Unione europea).

In data 21 ottobre 2011, la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sul finanziamento, sulla gestione e sul monitoraggio della politica agricola comune (COM(2011)628 definitivo), già trasmessa dalla Commissione europea e assegnata, in data 19 ottobre 2011, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alla XIII Commissione (Agricoltura), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), è stata altresì assegnata alla medesima XIV Commissione ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 21 ottobre 2011.

Il Consiglio dell'Unione europea, in data 21 ottobre 2011, ha trasmesso, ai sensi del Trattato sull'Unione europea, la posizione del Consiglio in prima lettura in vista dell'adozione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo a talune disposizioni per la pesca nella zona di applicazione dell'accordo CGPM (Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo) e che modifica il regolamento (CE) n. 1967/2006 del Consiglio, relativo alle misure di gestione per lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nel Mar Mediterraneo (12607/2/11 REV 2) e la relativa motivazione (12607/2/11 REV 2 ADD 1), che sono assegnate, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alla XIII Commissione (Agricoltura), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Trasmissione dal Consiglio regionale dell'Emilia-Romagna.

Il presidente del Consiglio regionale dell'Emilia-Romagna, con lettera in data 17 ottobre 2011, ha trasmesso il testo di un voto, approvato dal Consiglio regionale stesso nella seduta del 12 ottobre 2011, concernente azioni da porre in essere per dare attuazione a politiche di sostegno al popolo Saharawi e ai popoli del Maghreb.

Questa documentazione è trasmessa alla III Commissione (Affari esteri).

Trasmissione dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas.

Il presidente dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas, con lettera in data 7 ottobre 2011, ha trasmesso un documento recante segnalazione sullo stato dei mercati dell'energia elettrica e del gas naturale e le relative criticità e proposta di strumenti in vista della definizione della politica energetica nazionale, predisposto ai sensi dell'articolo 2, comma 12, della legge 14 novembre 1995, n. 481, e dell'articolo 3, comma 10-ter, del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2.

La suddetta documentazione è trasmessa alla X Commissione (Attività produttive).

Trasmissione dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato.

Il presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, con lettera in data 20 ottobre 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 21 della legge 10 ottobre 1990, n. 287, una segnalazione in merito ad alcune disposizioni relative all'esercizio dell'attività di commercio al dettaglio su aree pubbliche.
Questa documentazione è trasmessa alla X Commissione (Attività produttive).

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

ERRATA CORRIGE

Nell'Allegato A al resoconto della seduta del 20 ottobre 2011, a pagina 4, seconda colonna, trentanovesima riga, il numero «XIII» deve intendersi sostituito dal numero «XII».

MOZIONI BOCCIA ED ALTRI N. 1-00714, EVANGELISTI ED ALTRI N. 1-00722, NUNZIO FRANCESCO TESTA, TOTO ED ALTRI N. 1-00734 E VALDUCCI, PIONATI ED ALTRI N. 1-00737 CONCERNENTI INIZIATIVE VOLTE A GARANTIRE UN ADEGUATO RISARCIMENTO A FAVORE DELLE PERSONE CHE HANNO SUBITO DANNI DA INCIDENTI STRADALI

Mozioni

La Camera,
premesso che:
l'articolo 138 del decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, recante il codice delle assicurazioni private, ha previsto la predisposizione di una specifica tabella, unica su tutto il territorio della Repubblica, delle menomazioni all'integrità psicofisica comprese tra 10 e 100 punti e del valore pecuniario da attribuire a ogni singolo punto di invalidità;
la disposizione traeva fondamento dal fatto che la monetizzazione dei danni conseguenti a incidente stradale non avveniva in modo uniforme su tutto il territorio nazionale poiché effettuata in base a «tabelle» elaborate da ciascun tribunale. Ciò poteva comportare, quindi, un'ingiustificata disparità di trattamento a svantaggio dei danneggiati da sinistri avvenuti nelle circoscrizioni di quei tribunali che osservavano criteri di quantificazione più ristretti in sostanziale violazione del principio di uguaglianza;
al fine di procedere alla predisposizione della tabella è stata istituita, presso il Ministero della salute, una commissione di studio che ha concluso i suoi lavori con la redazione di uno schema, recante l'indicazione delle menomazioni e del relativo punto percentuale di invalidità da rinviare al Ministero dello sviluppo economico per la predisposizione dei valori pecuniari da assegnare ai vari punti di invalidità;
l'iter si è concluso il 3 agosto 2011 con l'approvazione, da parte Consiglio dei ministri, di uno schema di decreto del Presidente della Repubblica, attualmente in attesa del parere da parte del Consiglio di Stato, che è stato considerato dalle principali associazioni delle vittime degli incidenti stradali come «fortemente lesivo della dignità umana e non rispondente alle esigenze di solidarietà consolatorie, riparatorie e satisfattive del danno da rc auto»;
lo schema, infatti, adegua al ribasso i valori risarcitori che risultano di gran lunga inferiori ai valori proposti dalle tabelle del tribunale di Milano, considerate congrue dalla Cassazione e utilizzate dalla maggioranza dei tribunali. Secondo le vittime «esse sono inadatte a risarcire integralmente il danno subito rispetto al costo della vita nelle principali città italiane»;
inoltre, poiché si interviene su parametri formatisi nel corso degli anni presso l'autorità giudicante competente, è evidente il rischio di un aumento esponenziale del contenzioso sia in relazione al danno biologico, ma anche per garantire alle vittime il risarcimento globale del danno secondo i più recenti orientamenti giurisprudenziali in materia;
la risposta del Ministro della salute all'interrogazione n. 3-01804, nella quale il Ministro ha sostenuto che l'obiettivo del provvedimento è quello di dare maggiore certezza ai diritti spettanti ai danneggiati, evitando sperequazioni, differenze territoriali ed aumenti dei prezzi delle assicurazioni - causati dalla presunta anomalia nella crescita della percentuale di sinistri con danni alla persona - appare elusiva ed insoddisfacente, anche considerato che, a fronte della riduzione dei valori dei risarcimenti, non risulta essere stato stipulato nessun accordo con le compagnie assicurative per garantire una contestuale diminuzione dei prezzi delle assicurazioni;
il Governo, anziché impegnarsi nel rilevare eventuali casi fraudolenti, colpisce tutti i cittadini vittime di sinistri con danni alla persona,

impegna il Governo

ad evitare l'ingiusta penalizzazione di migliaia di famiglie che hanno già subito gravissimi danni, ritirando il provvedimento di cui in premessa in vista dell'adozione di una nuova tabella delle menomazioni all'integrità psicofisica, che risulti più equilibrata e rappresentativa dei valori presi a riferimento dalla consolidata giurisprudenza al riguardo.
(1-00714)
«Boccia, Maran, Lenzi, Recchia, Misiani, Letta, Ginefra, Pedoto, Graziano, Esposito, Marantelli, Andrea Orlando, De Micheli, Vaccaro, Mosca, Dal Moro, Garavini, Mazzarella, Martella, Vico, Bordo, Genovese, Mastromauro, Rossomando, Velo, Boccuzzi, Causi, Lulli, Cesare Marini, Sarubbi, Giovanelli, Fontanelli, Concia, Cuomo, Iannuzzi, Realacci, Oliverio».
(26 settembre 2011)

La Camera,
premesso che:
relativamente al risarcimento del danno biologico per gli incidenti stradali nei casi di invalidità che vanno dal 10 al 100 per cento, l'articolo 138 del decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, recante il codice delle assicurazioni private, prevedeva la predisposizione - finora mai attuata - di una specifica tabella, unica su tutto il territorio nazionale e da aggiornarsi annualmente, delle menomazioni all'integrità psicofisica comprese tra dieci e cento punti e del valore pecuniario da attribuire a ogni singolo punto di invalidità comprensiva dei coefficienti di variazione corrispondenti all'età del soggetto leso;
finora la monetizzazione dei danni subiti a seguito di un incidente stradale veniva calcolata sulla base di tabelle predisposte da ciascun tribunale, con la conseguenza di risarcimenti spesso diversi da regione a regione;
la Corte di cassazione, con la sentenza n. 12408 del giugno 2011, ha risolto la disparità esistente fra i tribunali italiani uniformando i risarcimenti sui valori del tribunale di Milano, che ha sempre mostrato particolare sensibilità sui diritti e le aspettative delle vittime di incidenti stradali, riconoscendo - sia per le invalidità permanenti di un certo rilievo che per i danni morali da morte - somme mediamente superiori rispetto a quelle riconosciute da gran parte degli altri uffici giudiziari;
al fine della predisposizione di un'unica tabella valida per l'intero territorio nazionale in grado di garantire in modo uniforme i risarcimenti dei danni in sede assicurativa rc auto e superare ingiustificate difformità territoriali, il Governo ha predisposto uno schema di decreto del Presidente della Repubblica, varato il 3 agosto 2011 dal Consiglio dei ministri, che adegua però al ribasso i valori risarcitori che risultano così di gran lunga inferiori ai valori proposti dalle tabelle del tribunale di Milano, considerate invece congrue dalla stessa Corte di cassazione;
con l'applicazione della disciplina prevista da questo nuovo schema di decreto del Presidente della Repubblica, che deve ancora passare al parere consultivo del Consiglio di Stato, il risparmio delle società assicuratrici sarà consistente, soprattutto se le tabelle verranno ritenute applicabili anche retroattivamente a tutti i sinistri per i quali non si siano concluse trattative in sede transattiva o non si sia giunti a sentenza definitiva. Inoltre, va sottolineato come i valori pecuniari previsti non sono stati adeguati all'inflazione, essendo gli stessi risalenti al 2005, e perciò sono ulteriormente penalizzanti;
secondo le tabelle fissate dal Governo, un ventenne con invalidità permanente del 90 per cento che oggi ha diritto a ricevere dai 900 mila a un milione e cento mila euro, incasserà invece tra i 500 e i 600 mila euro. Un altro esempio: se un ragazzo, sempre di venti anni, sopravvive a un incidente automobilistico con una invalidità del 30 per cento, oggi può ottenere tra 150 e 200 mila euro. Con i nuovi criteri ministeriali, tra i 75 e i 98 mila euro: la metà. Un bel risparmio per le assicurazioni, un danno per i cittadini e una forte discriminazione fra le vittime di incidenti stradali e le vittime di altri infortuni alle quali il decreto del Presidente della Repubblica non sarebbe applicabile;
inoltre, dall'esame delle medesime tabelle si ricava una disparità tra l'infortunato uomo e l'infortunata donna, laddove la cifra per ogni punto di invalidità «femminile» è inferiore a quello «maschile»;
va, peraltro, ricordato come le compagnie assicuratrici abbiano finora «beneficiato» sia del fatto che negli ultimi dieci anni - come certifica l'Istat - il numero degli incidenti stradali è andato progressivamente diminuendo, sia della riduzione (prevista dal decreto del Ministero della salute del 3 luglio 2003) in questi anni dei risarcimenti da piccole invalidità. Il tutto a fronte di nessuna riduzione dei premi delle polizze per l'assicurazione obbligatoria da responsabilità civile automobilistica;
il 17 settembre 2011 l'assemblea dell'organismo unitario dell'avvocatura approvava un deliberato contro il suddetto schema di decreto del Presidente della Repubblica ricordando, tra l'altro, come con questo provvedimento si annullano di fatto 40 anni di evoluzione giurisprudenziale e dottrinale che aveva posto la persona al centro del diritto e non il mero calcolo economico aziendale;
nel documento, quindi, si fa istanza al Governo «affinché ritiri il provvedimento, ingiustificato e lesivo dei diritti dei danneggiati nonché in aperto contrasto con i principi del giusto ed integrale risarcimento e dell'articolo 32 della Costituzione e rivolge nel contempo appello al Presidente della Repubblica affinché non apponga la propria firma al decreto del Presidente della Repubblica»;
la stessa Aifvs-Associazione italiana familiari e vittime della strada ha incontrato il sottosegretario per lo sviluppo economico, Stefano Saglia, per protestare contro questo schema di decreto del Presidente della Repubblica che «anziché riconoscere il diritto delle vittime al congruo ed integrale risarcimento del danno, riducendo i risarcimenti favorisce di fatto i profitti economici e imprenditoriali privati assicurativi a scapito delle esigenze di solidarietà sociale di rilievo costituzionale»,

impegna il Governo:

a ritirare lo schema di decreto del Presidente della Repubblica, di cui in premessa, in quanto ingiustificato e fortemente lesivo dei diritti dei danneggiati a ottenere un equo risarcimento;
a prendere a riferimento per tutto il territorio nazionale le tabelle del tribunale di Milano, quali tabelle di risarcimento delle menomazioni all'integrità psicofisica comprese fra dieci e cento punti di invalidità e per il valore pecuniario da attribuire ad ogni singolo punto considerate congrue dalle stesse recenti pronunce della Corte di cassazione;
ad attuare, nell'ambito delle proprie prerogative, azioni di contrasto a truffe e abusi ai danni delle compagnie assicuratrici, finalizzate all'ottenimento illegittimo del risarcimento dei danni.
(1-00722)
«Evangelisti, Donadi, Borghesi, Palagiano, Mura, Monai».
(6 ottobre 2011)

La Camera,
premesso che:
in data 3 agosto 2011, il Consiglio dei ministri ha approvato lo schema di regolamento recante la tabella delle menomazioni all'integrità psicofisica comprese tra dieci e cento punti di invalidità, a norma dell'articolo 138 del decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209 (codice delle assicurazioni);
le associazioni a tutela dei diritti delle vittime di incidenti hanno subito denunciato l'iniquità dei valori economici di queste nuove tabelle di legge del danno biologico, in quanto lo schema di regolamento ha, di fatto, dimezzato l'importo del risarcimento del danno subito dalle vittime della strada e dai loro familiari rispetto a quanto veniva riconosciuto dai tribunali;
in questi ultimi anni la giurisprudenza ha prodotto diverse prassi di calcolo del valore del risarcimento da danno permanente subito e, proprio in virtù di questa mancanza di uniformità di trattamento sul territorio nazionale, la Corte di cassazione ha valutato come congrue e sufficienti le stime elaborate dal tribunale di Milano e, pertanto, utilizzate dalla maggioranza dei tribunali italiani;
le valutazioni contenute nella tabella del tribunale di Milano erano considerate sufficienti e congrue, non solo dalla Corte di cassazione, ma anche dall'Aifvs (Associazione italiana familiari e vittime della strada);
i valori contenuti nella tabella elaborata dalla commissione e contenuta nello schema di regolamento si discostano nettamente da quelli del tribunale di Milano, comportando, come detto, una riduzione di circa il 50 per cento dei risarcimenti da danno biologico permanente subito;
le tabelle attualmente vigenti, elaborate da due diverse e distinte commissioni ministeriali nel 2005, andavano rivalutate ed aggiornate nel 2011 per definire il risarcimento con un'unica voce di danno non patrimoniale onnicomprensiva;
quelle approvate dal Consiglio dei Ministri del 3 agosto 2011, invece, riportano valori insufficienti a risarcire integralmente il danno subito rispetto al costo della vita nelle principali città italiane;
non bisogna trascurare il fatto che le nuove tabelle di legge contribuiranno ad aumentare il contenzioso giudiziario con un aggravio di costi sociali per le vittime, che saranno costrette ad adire le vie legali per vedersi riconosciuto il maggior danno non patrimoniale subito;
il provvedimento varato dal Consiglio dei Ministri, a parere dei firmatari del presente atto di indirizzo, lede la dignità umana, non risponde alle esigenze di solidarietà consolatorie, riparatorie e satisfattive del danno da rc auto, è in palese contrasto con i principi ispiratori dell'aumento dei massimali di garanzia rc auto europei a 5.000.000,00 di euro e con il principio costituzionale del risarcimento «integrale» del danno alla persona;
inoltre, la tabella unica nazionale contravviene alla prassi giurisprudenziale che quantifica il valore del risarcimento del danno con riferimento al caso specifico, prendendo in considerazione anche il costo della vita nell'area geografica del soggetto menomato affinché si addivenga ad un valore effettivamente congruo al danno subito,

impegna il Governo

ad adottare iniziative tempestive atte ad impedire che vengano ulteriormente violati i diritti delle vittime della strada, sostituendo le tabelle contenute nel citato schema di regolamento con quelle utilizzate dal tribunale di Milano, quali tabelle uniche di risarcimento del danno alle vittime di incidenti stradali, su tutto il territorio nazionale, così come indicato dalle recenti pronunce della Corte di cassazione.
(1-00734)
«Nunzio Francesco Testa, Toto, Galletti, Di Biagio, Binetti, De Poli, Calgaro, Compagnon, Naro, Ciccanti, Volontè, Anna Teresa Formisano, Mereu, Tassone».
(24 ottobre 2011)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).

La Camera,
premesso che:
l'articolo 138 del decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, recante il codice delle assicurazioni private, ha previsto la predisposizione di una specifica tabella, unica su tutto il territorio della Repubblica, delle menomazioni all'integrità psicofisica comprese tra 10 e 100 punti e del valore pecuniario da attribuire a ogni singolo punto di invalidità;
la ragione dell'intervento risiede nella necessità di intervenire affinché non si verifichino disparità di trattamento a danno dei cittadini vittime di incidenti stradali, facendo in modo che la monetizzazione dei danni conseguenti a incidente stradali avvenga in modo uniforme su tutto il territorio nazionale;
lo scopo dell'intervento risiede nella volontà di eliminare possibili disparità di trattamento nella valutazione del danno biologico da incidente stradale anche in caso di lesioni di grave entità. A seguito dell'intervento legislativo i tribunali dovranno, infatti, uniformare i criteri di liquidazione sin qui adottati ai nuovi parametri fissati dal Governo e validi per tutto il territorio nazionale sulla falsariga di quanto già stabilito per i danni più lieve entità. Le tabelle e i coefficienti sono stati uniformati per fare giustizia di un sistema eterogeneo e suscettibile di creare disuguaglianze tra categorie di vittime identiche ma residenti in regioni diverse;
il provvedimento definisce una tabella nazionale unica per le menomazioni all'integrità psico-fisica comprese tra 10 e 100 punti di invalidità. I principi di monetizzazione del danno, resi uniformi dal decreto interministeriale del 3 luglio 2003 per le lesioni comprese tra 1 e 9 punti, saranno ora estesi, con gli opportuni adattamenti, anche a quelle di maggior gravità. E questo sulla base di coefficienti di variazione proporzionali all'entità della lesione, ma decrescenti in funzione dell'età della persona danneggiata;
nello specifico il decreto definisce, in primo luogo, i casi di «confine», stabilendo che il danno biologico permanente in misura inferiore al 10 per cento deve essere valutato in base ai parametri individuati nelle tabelle sulle menomazioni comprese tra 1 e 9 punti. I quadri clinici più complessi dovranno, invece, essere decisi secondo i nuovi criteri che racchiudono un'ampia ed elastica casistica, vista la necessità di personalizzare le varie tipologie di lesione. In tale ambito rientrano le ipotesi in cui la valutazione varia da soggetto a soggetto, come i disturbi post-traumatici da stress o il pregiudizio estetico complessivo, che sarà considerato «moderato» se caratterizzato da cicatrici evidenti comprese tra il sopracciglio o il labbro inferiore, «grave» qualora comporti la perdita di gran parte del naso e «gravissimo» in caso di deformazione, tanto severa da comprometterne l'accettazione;
in coerenza con il metodo adottato per le invalidità «micropermanenti» si è stabilito che l'importo si riduce con il crescere dell'età a un tasso dello 0,5 per cento annuo a partire dall'undicesimo anno di vita. Un soggetto di 35 anni con invalidità pari a 10 punti percepirà, quindi, circa 13.600 euro di risarcimento che diventeranno 560.000 in caso di invalidità totale, mentre un anziano di 95 anni ne otterrà, rispettivamente, circa 8.470 e 356.000;
l'intervento si motiva anche con lo scopo di evitare possibili richieste di risarcimento non motivate, che nell'eterogeneità del sistema previgente potevano trovare maggiore spazio; in effetti in Italia la percentuale di sinistri con danni alla persona è crescente negli ultimi anni: nel 2009 è arrivata al 21,8 per cento rispetto al totale dei sinistri, a fronte di una media europea valutata intorno al 10 per cento. Il costo totale dei risarcimenti nel 2010 in Italia è stato di 14 miliardi di euro. Il provvedimento, sollecitato anche dal Forum dei consumatori, di cui fanno parte otto delle associazioni che sono più rappresentative, si basa, quindi, anche sul presupposto di riuscire a contribuire alla riduzione delle tariffe assicurative;
gli importi della tabella unica nazionale saranno definitivamente stabiliti con apposita delibera del Consiglio dei ministri a seguito dell'acquisizione del prescritto parere del Consiglio di Stato e saranno comunque aggiornati annualmente con decreto del Ministro dello sviluppo economico,

impegna il Governo:

a valutare l'opportunità di esaminare comunque, in occasione dei primi aggiornamenti annuali delle tabelle, necessariamente vincolati agli indici Istat di adeguamento al costo della vita, anche altri indici più particolarmente caratteristici del settore, quali quelli di sinistrosità, di invalidità per incidente, di mortalità per singolo evento, nonché gli effetti del provvedimento relativamente alle auspicate riduzioni delle tariffe assicurative, al fine di rivalutare l'effettiva corrispondenza della tabella unica nazionale agli obiettivi perseguiti anche in relazione al congruo risarcimento del danno subito dalle vittime di incidenti stradali e, ove occorre, ad avviare le opportune ulteriori iniziative normative di adeguamento delle tabelle stesse;
contestualmente, a mettere in campo tutti gli strumenti e gli interventi di competenza necessari affinché siano meglio individuati i rischi di frode e scoraggiati e repressi i raggiri in ambito assicurativo, che creano danno a tutta la collettività.
(1-00737)
«Valducci, Pionati, Biasotti, Bernardo, Simeoni, Garofalo, Bergamini, Cesaro, Colucci, Antonino Foti, Landolfi, Lupi, Nizzi, Piso, Testoni, Verdini».
(24 ottobre 2011)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).

MOZIONI IANNACCONE ED ALTRI N. 1-00701, DI PIETRO ED ALTRI N. 1-00732, NUNZIO FRANCESCO TESTA ED ALTRI N. 1-00735, DI BIAGIO ED ALTRI N. 1-00736, LULLI ED ALTRI N. 1-00738 E LOMBARDO ED ALTRI N. 1-00739 CONCERNENTI INIZIATIVE IN RELAZIONE ALLA ANNUNCIATA CHIUSURA DELLO STABILIMENTO IRISBUS DI FLUMERI (AVELLINO)

Mozioni

La Camera,
premesso che:
il gruppo Fiat ha deciso di chiudere lo stabilimento Irisbus di Flumeri, in Irpinia, che produce autobus;
quella dell'Irisbus è una realtà industriale intorno alla quale, negli anni, si è creato un indotto che dà lavoro a centinaia di famiglie, non solo in Irpinia ma nell'intera regione Campania;
è inconcepibile che il management della Fiat, dopo aver incassato milioni di euro di sovvenzioni pubbliche, decida dall'oggi al domani di dismettere uno stabilimento di notevole entità, lasciando senza futuro un territorio già fortemente penalizzato dalla crisi economica in corso;
tutto il comparto produttivo dell'Irpinia sta subendo gravi contraccolpi che rischiano di affossare ogni ipotesi di crescita dell'intera area, stante l'enorme influenza che il comparto Fiat ricopre in quel territorio;
nella provincia di Avellino vi sono 80 mila disoccupati che corrispondono ad una percentuale del 30-35 per cento della popolazione; se a questi si dovessero aggiungere i lavoratori dell'Irisbus, si registrerebbe, sul fronte occupazionale, una crisi profonda che colpirebbe l'intera economia dell'Irpinia, andando ad aggravare ulteriormente la già difficile situazione delle popolazioni locali;
alcuni incontri tra le rappresentanze sindacali e la Fiat, tenutisi presso il Ministero dello sviluppo economico, hanno portato ad un sostanziale nulla di fatto, confermando la volontà del management del Lingotto di cedere lo stabilimento al gruppo industriale Dr;
in tale occasione va sottolineato che, pur essendo presenti dei funzionari del Ministero dello sviluppo economico, non vi è stata la presenza di alcun esponente del Governo;
tale chiusura appare immotivata visto che il settore potrebbe avere un forte impulso, stante la necessità, espressa in più d'una occasione, delle aziende di trasporto pubblico di favorire lo svecchiamento dei mezzi di trasporto pubblico circolanti, la cui età media in Italia si aggira intorno ai 12 anni, di gran lunga superiore a quella europea, che si attesta intorno ai 7 anni di vita;
in tal senso, appare necessario elaborare un piano per il trasporto pubblico locale che preveda il contestuale svecchiamento dell'attuale parco mezzi, portando l'Italia in linea con gli attuali standard europei,

impegna il Governo:

ad elaborare ed approvare, dopo il necessario confronto in un tavolo tecnico con tutte le istituzioni locali coinvolte, un piano nazionale per il trasporto pubblico locale;
ad assumersi l'onere di reperire, con le altre istituzioni preposte allo scopo, le risorse necessarie per attuare il piano nazionale dei trasporti e per evitare l'ulteriore invecchiamento del parco autobus nel nostro Paese;
ad affrontare concretamente la vertenza Irisbus all'interno di un piano più complessivo legato all'ammodernamento dei mezzi di trasporto pubblico in Italia, garantendo una presenza attiva nella vertenza in corso.
(1-00701)
«Iannaccone, Landolfi, Desiderati, Moffa, Porfidia, Paolo Russo».
(1o agosto 2011)

La Camera,
premesso che:
l'azienda Irisbus Italia spa è nata nel gennaio 1999 dalla decisione di due importanti gruppi industriali e commerciali europei (Fiat Iveco e Renault) di unire le loro attività nel campo del trasporto pubblico attraverso la fusione dei rispettivi settori autobus;
il principale stabilimento produttivo in Italia è quello di Valle Ufita di Flumeri (Avellino), che presenta una superficie totale di circa un milione di metri quadri, di cui 100.000 coperti, e che attualmente conta 684 dipendenti, di cui 561 operai e 123 impiegati, con un indotto che supera i 300 addetti;
nella giornata del 14 settembre 2011, la Fiat ha comunicato la decisione di dismettere il citato stabilimento Irisbus di Flumeri, che rappresenta, non solo per l'Irpinia, ma per l'intera regione Campania, un bacino industriale ed occupazionale di fondamentale importanza. Nella sola provincia di Avellino si contano ben 80.000 disoccupati, che rappresentano circa il 35 per cento della popolazione attiva, e la chiusura della Irisbus non farà altro che aggravare in modo irreversibile una situazione già particolarmente critica;
la vicenda della chiusura dello stabilimento dell'Irisbus di Flumeri, infatti, non può ridursi semplicemente all'ennesima storia di una grande fabbrica del Sud Italia che viene chiusa, ma ad un evento ben più ampio, che chiama in causa una serie di problemi di livello generale, che vanno dalla politica industriale del più grande gruppo meccanico nazionale alla gestione da parte del Governo delle crisi aziendali, dei problemi occupazionali, della politica della programmazione infrastrutturale e, in particolare, come peraltro evidenziato nell'ambito della mozione presentata dal gruppo dell'Italia dei Valori n. 1-713, di quella del trasporto pubblico locale nel nostro Paese;
appare grave e particolarmente preoccupante che il Governo italiano continui ad assistere inerme ad un disimpegno continuo del principale gruppo industriale del Paese, senza vincolarlo ad una coerente politica industriale, tanto più che lo Stato italiano nei decenni ha sempre generosamente contribuito a consolidare il fatturato della Fiat, intervenendo attraverso l'erogazione di risorse pubbliche ogni volta in cui l'azienda si è trovata in difficoltà;
da quando l'amministratore delegato del gruppo Fiat, Sergio Marchionne, ha annunciato il progetto «Fabbrica Italia», che avrebbe dovuto portare in Italia investimenti per 20 miliardi di euro, le conseguenze sono state quelle che ormai tutti conoscono, ovvero: la cassa integrazione a Pomigliano, a Mirafiori, alla Bertone e in Iveco, la chiusura di Termini Imerese ed oggi la dismissione dello stabilimento di Irisbus a Flumeri;
in nessun Paese europeo la Fiat potrebbe permettersi quello che sta facendo in Italia. La differenza è che in Francia, in Germania, perfino in Polonia, esiste un Governo che ha una propria politica industriale. In Italia - ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo - questo non accade. La dirigenza Fiat, dopo aver già ottenuto negli ultimi anni tutto quello che chiedeva, ora beneficia grazie all'Esecutivo dell'inserimento dell'articolo 8 nell'ambito del decreto-legge n. 138 del 2011, chiudendo in tempi rapidissimi lo stabilimento della Irisbus di Flumeri e cancellando, giorno dopo giorno, migliaia di posti di lavoro;
il dramma sociale e occupazionale di Avellino non è altro che la fotografia di un Governo - a giudizio dei firmatari del presente atto di indirizzo - eccessivamente attento alle richieste della dirigenza del gruppo Fiat, che, di fatto, sta perseguendo una politica di svendita del patrimonio industriale nazionale;
occorrerebbe una seria regia governativa per una strategia di rivisitazione e riqualificazione del parco mezzi del trasporto pubblico locale. Invece gli interventi di finanza pubblica adottati nel corso dell'ultimo biennio hanno pesantemente inciso sulla disponibilità delle risorse finanziarie per il trasporto pubblico locale, avendo, da un lato, drasticamente ridotto i trasferimenti statali destinati al pagamento dei servizi di trasporto pubblico e, dall'altro, di fatto interrotto il già previsto processo di fiscalizzazione che avrebbe condotto, per questa materia fondamentale per le regioni e per gli enti locali, al passaggio dal sistema di finanza derivata al sistema di finanza propria;
occorrerebbe una politica industriale ed occupazionale del Governo che ponga al centro della propria azione l'obiettivo primario della stabilità sociale e della valorizzazione della persona, nel quadro di un intervento reale per il rilancio del Sud del Paese, che sta pagando un prezzo altissimo sotto il profilo economico e sociale,

impegna il Governo:

a porre in essere ogni iniziativa di competenza finalizzata ad assicurare il sostegno e il rilancio del comparto automotive in Campania, scongiurando la cessazione dello stabilimento Irisbus di Valle Ufita di Flumeri e garantendo il pieno utilizzo degli impianti ed il livello occupazionale;
a dare seguito, nell'immediato, alle istanze provenienti dalla regione Campania, nonché dagli stessi lavoratori dell'Irisbus, per stanziare, già con le prossime iniziative di natura finanziaria, 700 milioni di euro per il 2012 ed il 2013 e 600 milioni di euro per il 2014 per il rinnovo del parco autobus delle aziende operanti nel settore del trasporto pubblico locale, tenendo conto che tali risorse potranno essere reperite a valere sulle destinazioni, nazionali e regionali, del fondo per le aree sottoutilizzate 2007-2013, ovvero sulla quota ancora utilizzata delle risorse del fondo per le aree sottoutilizzate 2000-2006 attraverso la rimodulazione dell'attuale programmazione dei fondi strutturali europei, sottoponendo al Cipe il provvedimento per l'individuazione della specifica fonte finanziaria e la ripartizione delle risorse tra le amministrazioni centrali e regionali, previa apposita concertazione con le regioni interessate;
ad assumere iniziative, anche normative, tese ad incrementare le risorse attualmente previste per il finanziamento del trasporto pubblico locale;
a predisporre in tempi celeri un piano nazionale per il trasporto pubblico locale che incentivi l'utilizzo delle modalità a più basso impatto ambientale, al fine di evitare l'ulteriore invecchiamento del parco autobus italiano.
(1-00732)
«Di Pietro, Donadi, Borghesi, Evangelisti, Barbato, Cambursano, Cimadoro, Di Giuseppe, Di Stanislao, Favia, Aniello Formisano, Messina, Monai, Mura, Leoluca Orlando, Paladini, Palagiano, Palomba, Piffari, Porcino, Rota, Zazzera».
(20 ottobre 2011)

La Camera,
premesso che:
dopo una lunga e sofferta vertenza appare definitiva la decisione da parte del gruppo Fiat industrial spa di cedere il ramo d'azienda Irisbus di Flumeri (provincia di Avellino), attiva nel mercato di produzione di autobus granturismo e per trasporto urbano;
le ragioni dell'annunciata chiusura sono da attribuire agli effetti della crisi che ha colpito il mercato degli autobus urbani in Italia, le cui immatricolazioni hanno subito pesanti cali negli ultimi anni;
sulla vicenda è stato promosso un tavolo di concertazione tra Governo, azienda, sigle sindacali e rappresentanti dei lavoratori occupati che ha portato alla sospensione della procedura di vendita e all'autorizzazione da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali della corresponsione del trattamento d'integrazione salariale per un massimo di 818 unità lavorative fino al 29 agosto 2011, previsione che ha permesso di coprire tutte le 690 unità lavorative impegnate nel ciclo produttivo;
a seguito del mancato accordo, che doveva portare alla prosecuzione dell'attività industriale fino alla fine del 2011 per consentire nel frattempo la ricerca di eventuali imprenditori interessati all'acquisto, il 30 settembre 2011 l'azienda Irisbus ha aperto la procedura di mobilità per tutti i lavoratori;
Irisbus è una realtà produttiva importante dell'intero settore industriale irpino che, negli anni, ha creato sviluppo e occupazione per il territorio e da cui dipendono centinaia di famiglie tra lavoro diretto ed indotto in tutta la regione Campania;
la chiusura così repentina della struttura, motivata dalla Fiat con il venir meno di una già insufficiente domanda di nuovi pullman da parte delle aziende di trasporto pubblico locale a seguito dei recenti provvedimenti restrittivi della spesa pubblica, pur avendo una sua logica, appare immotivata in quanto rappresenta una vera sconfitta per tutto il sistema Paese incapace di investire nei settori strategici ed essenziali per lo sviluppo;
ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, non è accettabile, inoltre, che il Governo assista inerme al verificarsi di situazioni di questa portata senza intervenire fermamente e senza sviluppare una seria politica industriale e di miglioramento dell'intero settore del trasporto pubblico locale in crisi, con risorse ormai ridotte all'osso e tali da mettere a rischio il mantenimento per i cittadini di quello che è considerato un servizio essenziale e costituzionalmente garantito;
la chiusura dello stabilimento, inoltre, non solo aggraverà una situazione di criticità occupazionale in una regione del Sud già fortemente penalizzata, ma rappresenta un ulteriore gravissimo danno all'economia nazionale e all'ammodernamento del parco di autoveicoli circolanti, in quanto porrà probabilmente fine alla produzione di autovetture italiane per il trasporto gommato;
è auspicabile un intervento del Governo per far fronte a tale emergenza, soprattutto per le negative ricadute occupazionali, e per sviluppare adeguate politiche di sostegno al settore del trasporto pubblico locale su gomma,

impegna il Governo:

ad assumere iniziative concrete, d'intesa con le istituzioni locali e gli operatori del settore e fatta salva la normativa europea e nazionale in materia di aiuti di Stato, che permettano la prosecuzione dell'attività produttiva dell'Irisbus e la salvaguardia delle unità lavorative in essa occupate;
a definire un piano nazionale di finanziamento del settore dei trasporti finalizzato a favorire politiche di ammodernamento delle reti di trasporto, in particolare di quello pubblico locale, e del parco vetture circolanti, valutando anche la possibilità di destinare una quota parte del maggior gettito proveniente dall'aumento dell'imposta sul valore aggiunto a tale fine.
(1-00735)
«Nunzio Francesco Testa, Zinzi, Galletti, Mereu, Compagnon, Naro, Ciccanti, Volontè, Libè, Anna Teresa Formisano, Tassone».
(24 ottobre 2011)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).

La Camera,
premesso che:
il 30 settembre 2011, dopo il ritiro dalle trattative di vendita dell'unico candidato a rilevare lo stabilimento, l'azienda Irisbus, di proprietà del gruppo Fiat Iveco, ha aperto la procedura di mobilità, ex articoli 4 e 24 della legge n. 223 del 1991 per cessazione di attività, per i lavoratori del sito di Flumeri (Avellino);
la decisione del gruppo di chiudere lo stabilimento irpino, unico sito italiano di produzione di autobus urbani e granturismo, è motivata dall'azienda quale effetto della grave crisi del comparto di produzione di autobus urbani, che ha determinato un drastico calo dei volumi produttivi;
la chiusura dello stabilimento irpino coinvolge direttamente i circa 700 lavoratori che da mesi affrontano una condizione lavorativa e personale di totale precarietà e di incertezza sulle future sorti dell'attività e del proprio posto di lavoro. A queste si aggiungono le perplessità dell'intero territorio della Valle Ufita, il cui indotto è quasi interamente legato alle attività dello stabilimento Irisbus;
la cessazione dell'attuale produttività specifica costituirà una perdita significativa per il settore industriale italiano, per il territorio irpino, il cui indotto è legato quasi interamente alla produzione dello stabilimento di Flumeri, e per l'intera regione Campania, determinando una grave crisi sul piano sociale per la cancellazione di più di 2.000 posti di lavoro, tra attività dirette e indirette, in un'area già gravata da una forte disoccupazione;
la chiusura delle attività comporterà, altresì, la perdita delle eccellenze acquisite anche in termini di attrezzature, dal momento che lo stabilimento è attrezzato di un impianto di cataforesi altamente sofisticato e unico in Italia;
si determinerà, inoltre, la quasi totale cancellazione della rappresentanza italiana nella produzione di veicoli per il trasporto pubblico su gomma. In tal modo, il nostro Paese dipenderà interamente dall'estero per una produzione sulla quale può a ben diritto vantare un ottimo livello;
anche per questa ragione, è logico ipotizzare un interesse per lo stabilimento da parte di altri operatori del settore, europei o internazionali, di cui ci si deve augurare che l'attuale proprietà vagli le eventuali offerte sulla base della loro concretezza e serietà;
non si può fare a meno di ricordare che il gruppo Fiat è stato beneficiario, lungo tutto il corso della sua storia aziendale, di aiuti statali di diversa natura, il cui ammontare, secondo fonti di stampa, si attesta intorno ai 200 mila miliardi di lire. A fronte di tale sostegno, sarebbe auspicabile che l'azienda stessa, nelle situazioni di criticità, fornisca delle risposte in grado di tutelare i lavoratori e l'eccellenza italiana, bilanciando la fiducia che le istituzioni dello Stato hanno sempre dimostrato nei suoi riguardi;
a fronte di ciò, si evidenzia un ricorrente atteggiamento dimissionario del gruppo nei confronti delle tante strutture industriali presenti sul territorio nazionale, che, seppure motivato da esigenze di mercato, non sembra corrispondere adeguatamente al forte sostegno statale conseguito sul territorio nazionale;
nonostante gli impegni presi e i tentativi di mediazione da parte del Ministero dello sviluppo economico sulle criticità in questione, non si è riuscito a raggiungere un punto di proficua mediazione tra le parti, situazione che, nell'ottica dei firmatari del presente atto di indirizzo, getta molte perplessità sulle reali capacità del Governo di fornire risposte concrete e adeguate alle esigenze dei lavoratori italiani e dell'economia nazionale. Emerge, altresì, la necessità di intensificare l'impegno anche attraverso la presentazione di piani di crescita strutturale;
analoghe situazioni interessano, infatti, stabilimenti industriali di varia natura, le cui attività costituiscono spesso esempi unici ed eccellenti non solo per il Paese, ma spesso anche a livello comunitario;
nel caso dello stabilimento di Flumeri, alle criticità evidenziate si associano le gravi carenze di natura strutturale, che sono legate in primo luogo alla mancanza di un piano di finanziamento del trasporto pubblico nazionale, con conseguente calo delle immatricolazioni di autobus;
le recenti manovre finanziarie hanno colpito in maniera determinante i bilanci comunali, determinando inaccettabili tagli ai servizi, con particolare riferimento al settore del trasporto pubblico;
le circostanze evidenziate impediscono di provvedere al pur necessario rinnovo del parco di autoveicoli circolanti, sebbene in moltissimi casi si tratti di modelli euro 0 o euro 1, obsoleti e non in linea con gli standard di sostenibilità ambientale richiesti in sede europea. D'altra parte, tale situazione imporrà nel medio periodo la stringente richiesta di sostituzione dei veicoli, la cui produzione, a seguito della chiusura della Irisbus in Italia, sarà interamente demandata ad aziende produttrici estere, rendendo il nostro Paese ulteriormente dipendente dalle stesse,

impegna il Governo:

ad attivare tutte le iniziative necessarie, d'intesa con le istituzioni competenti e gli operatori interessati, al fine di identificare un percorso di recupero delle attività dello stabilimento, assumendosi la responsabilità di reperire le opportune risorse finanziare, che permetta di salvaguardare gli attuali livelli occupazionali della Irisbus e, allo stesso tempo, che sia in linea con la vocazione industriale del sito;
ad elaborare e varare in tempi rapidi un efficace piano strutturale per il trasporto pubblico urbano, assumendo tutte le iniziative necessarie allo stanziamento delle risorse, da reperire all'interno dei fondi per le aree sottoutilizzate residui o ancora da destinare, elaborando contestualmente dei meccanismi che ne consentano l'immediata fruizione da parte delle regioni, per il rinnovo del parco degli autoveicoli circolanti, con un conseguente beneficio per le aziende operanti nel settore.
(1-00736)
«Di Biagio, Toto, Della Vedova».
(24 ottobre 2011)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).

La Camera,
premesso che:
l'8 luglio 2011 Iveco spa, società del gruppo Fiat Industrial, ha inviato alle rappresentanze sindacali unitarie di Irisbus Italia spa, stabilimento di Flumeri (Avellino), una lettera nella quale comunicava che intendeva cedere il ramo d'azienda costituito dallo stabilimento di Valle Ufita alla società Dr motor company dell'imprenditore molisano Massimo Di Risio;
le strategie di Dr automobiles groupe sono, soprattutto, orientate alla produzione di auto e soltanto marginalmente a quella di autobus gran turismo e componentistica per suv; pertanto, lo stabilimento irpino dovrebbe subire una profonda ristrutturazione degli impianti, testati oggi per una produzione fino a mille autobus in un anno;
l'Irisbus conta 700 dipendenti, con un indotto che supera i 300 addetti, e soltanto nel 2010 ha investito 8 milioni di euro nella ristrutturazione aziendale, che diventano 30 milioni, considerando l'insieme degli investimenti degli ultimi 5 anni;
Irisbus, partecipata al 100 per cento da Iveco spa, produce autobus in tutto il mondo, con stabilimenti in Brasile, India, Argentina, Cina, e cinque siti produttivi in Europa, a Annonay e Rorthais in Francia, Valle Ufita in Italia, Barcellona in Spagna e Vysoke Myto nella Repubblica Ceca;
solo per il sito italiano è stata annunciata la chiusura, attribuendone le ragioni agli effetti della grave crisi che ha colpito il mercato degli autobus urbani in Italia, le cui immatricolazioni hanno registrato una drastica riduzione, passando da 1.444 unità del 2006 a 1.113 del 2010, a 291 nel 2011;
nello stesso periodo la produzione complessiva dello stabilimento di Valle Ufita è scesa da 717 autobus nel 2006 a 472 nel 2010, mentre nei primi sei mesi del 2011 sarebbe arrivata a 145 autobus;
dopo il taglio del personale, passato da 1.400 a 700 addetti, due terzi dei quali sono in cassa integrazione da mesi, Fiat è passata direttamente alla chiusura dello stabilimento, sancendo l'uscita di Fiat, solo in Italia, dalle produzioni per il trasporto pubblico;
in risposta all'interrogazione n. 5-05168 dell'onorevole Andrea Lulli, riguardante la continuità produttiva dello stabilimento Irisbus di Flumeri, il rappresentante del Governo ha affermato che il Ministero dello sviluppo economico avrebbe seguito, fin dal mese di luglio 2011, la situazione che si è creata sul territorio in seguito alla decisione del gruppo Fiat Industrial di cedere il ramo di azienda Irisbus di Flumeri, autorizzando, attraverso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, la corresponsione del trattamento d'integrazione salariale per un massimo di 818 unità lavorative, per il periodo dal 30 agosto 2010 al 29 agosto 2011;
il 21 settembre 2011, il Ministro dello sviluppo economico ha convocato Fiat Industrial, Anfia e i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl per esaminare le problematiche della società Irisbus di Valle Ufita, incontro che si è concluso con la proposta rivolta a Irisbus di continuare l'attività produttiva fino al 31 dicembre 2011, per consentire nel frattempo la ricerca di eventuali imprenditori interessati all'acquisizione del sito, oltre a Dr motor company, e la ricollocazione di un'ulteriore parte dei lavoratori interessati presso altre aziende del gruppo Fiat Iveco e il possibile utilizzo di ammortizzatori sociali, per la rimanente quota dei dipendenti;
a seguito del rifiuto unanime di tale soluzione da parte dei lavoratori e della conferma della necessità che la gestione della vicenda venga assunta Presidenza del Consiglio dei ministri, anche «al fine di rivendicare la definizione e il finanziamento del piano nazionale trasporti, unica soluzione per mantenere in Valle Ufita il sito produttivo del settore bus», la società Irisbus ha aperto, il 30 settembre 2011, la procedura di mobilità per tutti i lavoratori del sito. Le organizzazioni sindacali provinciali e la rappresentanze sindacali unitarie hanno, di conseguenza, chiesto all'azienda l'incontro procedurale, previsto dall'articolo 4 della legge n. 223 del 1991;
in occasione dello svolgimento del citato atto di sindacato ispettivo si è appreso, inoltre, che per il Governo:
a) la definizione di un piano nazionale dei trasporti, seppure assolutamente necessario in relazione all'oggettiva obsolescenza del parco autobus nazionale, difficilmente potrà contribuire alla risoluzione della vertenza Irisbus per l'oggettiva carenza di risorse già destinate al fondo trasporto pubblico locale istituito presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, per la realizzazione di un piano organico di rinnovo del parco e per le regole volte alla realizzazione di bandi europei che non consentono riserve per l'industria nazionale;
b) la richiesta di assumere iniziative per stanziare una congrua quota di risorse nazionali e regionali al rinnovo del parco vetture delle aziende operanti nel settore del trasporto pubblico su rotaia e su gomma non è prevista dal piano per il Sud, approvato dal Consiglio dei ministri del 26 novembre 2010, che ha individuato una priorità nelle grandi opere ferroviarie e viarie per rafforzare i collegamenti tra il Nord e il Sud del Paese, destinando ad esse 1,6 miliardi di euro delle risorse del fondo per le aree sottoutilizzate - attualmente denominato fondo per lo sviluppo e la coesione;
c) ove fosse considerato prioritario, le risorse del fondo per le aree sottoutilizzate potrebbero essere destinate anche al finanziamento del rinnovo del parco vetture delle aziende operanti nel settore del trasporto pubblico su gomma, fatta salva la normativa nazionale ed europea in materia di aiuti di stato;
d) le risorse nazionali del fondo per le aree sottoutilizzate, allo stato attuale, sono coinvolte nei processi di attuazione delle manovre finanziarie di luglio ed agosto 2011 sul contenimento della spesa pubblica;
la chiusura dello stabilimento di Flumeri esaspera le tensioni sociali e incrina, ulteriormente, i rapporti con le parti sociali, determinando un vero e proprio terremoto sociale nella Valle Ufita e, più in generale, nella provincia di Avellino, che già registra 80.000 disoccupati;
in Italia, gli autobus del trasporto pubblico che continuano a circolare, pur non essendo a norma rispetto agli standard di legge in materia di emissioni inquinanti e di ammodernamento del parco circolante, sono almeno ventimila;
la totale mancanza di una chiara politica industriale nel nostro Paese che individui priorità, regole e risorse cui tutti i soggetti interessati dovrebbero sentirsi coinvolti e vincolati, rende possibili le più imprevedibili scelte dei diversi gruppi industriali, senza che questo possa essere tempestivamente gestito nell'interesse più generale dell'economia e dell'occupazione nazionale;
dopo la chiusura degli impianti di Termini Imerese e Imola, il gruppo Fiat si accinge a dismettere anche l'unico stabilimento che produce autobus in Italia, in un preoccupante crescendo di disimpegno produttivo nel nostro Paese, strategia che non sembra vedere l'assunzione da parte del Governo della necessaria e incisiva azione di interlocuzione per la salvaguardia delle produzioni nazionali, soprattutto nei settori a più alto fattore qualitativo e tecnologico. L'esempio dei Governi dei principali Paesi industrializzati, quali la Germania, la Francia o gli Stati Uniti, tuttora, non viene seguito nel nostro Paese;
la gravità di tali scelte industriali e della mancata elaborazione di una politica industriale assumono i caratteri della tragedia economica e sociale in aeree già duramente provate, come quelle del Mezzogiorno;
l'Italia ha esercitato per decenni un ruolo primario nella produzione industriale di autobus e appare paradossale che tale patrimonio possa essere disperso, proprio in una fase dove sono sempre più evidenti, da un lato, i problemi del nostro trasporto pubblico locale e, dall'altro, la consapevolezza della necessità di un riequilibrio modale nei sistemi di trasporto a favore dei mezzi collettivi;
sarebbe grave e inaccettabile che il Governo accettasse eventuali veti da parte della Fiat riguardo alla volontà di altri grandi operatori industriali, anche stranieri, di rilevare gli impianti di Flumeri volti a consentire la continuità operativa degli impianti e delle produzioni di mezzi di trasporto pubblico,

impegna il Governo:

ad assumere iniziative immediate per garantire la continuità della produzione di autobus e i posti di lavoro nello stabilimento Irisbus di Flumeri, dando immediatamente il via libera ad altri eventuali investitori, anche stranieri, che volessero rilevare il ramo di azienda Irisbus di Flumeri;
a prevedere nei prossimi provvedimenti di carattere economico e finanziario un impegno di risorse pari ad almeno 700 milioni di euro annui per il triennio 2012-2014, finalizzate al sostegno di un piano nazionale del trasporto pubblico, che valorizzi il sistema industriale nazionale di produzione, stimolando innovazione di prodotto e sostenibilità nella propulsione dei motori;
ad utilizzare, ad esempio, le maggiori entrate accertate, rispetto a quelle iscritte in bilancio, derivanti dall'asta delle frequenze analogiche per reintegrare le risorse per il trasporto pubblico locale necessarie a garantire la continuità del servizio pubblico e a superare la grave emergenza del momento, anche favorendo interventi per il rinnovo del parco circolante, o, ancora, quelle derivanti dalla rinuncia alla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, anche alla luce delle ultime indicazioni della Commissione europea in materia di reti trans-europee di trasporto;
a convocare un tavolo nazionale, con i vertici del gruppo Fiat, per verificare le reali intenzioni riguardo agli impegni assunti il 13 febbraio 2011 nell'incontro tra il gruppo medesimo e il Governo, nel corso del quale i vertici dell'azienda si erano impegnati a investire 20 miliardi di euro in Italia e a proseguire negli obiettivi di sviluppo, che prevedevano la crescita della produzione nel nostro Paese da 650 mila a 1 milione e 400 mila auto.
(1-00738)
«Lulli, Colaninno, Fadda, Froner, Marchioni, Martella, Mastromauro, Peluffo, Portas, Quartiani, Sanga, Scarpetti, Federico Testa, Vico, Zunino».
(24 ottobre 2011)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).

La Camera,
premesso che:
l'Irisbus, azienda che produce autobus e filobus e totalmente acquisita nel 1999 dal gruppo Fiat Iveco, rappresenta oggi il secondo produttore mondiale di autobus dopo la Daimler, che controlla, invece, i marchi Mercedes-Benz, Setra ed Orion;
il principale stabilimento produttivo in Italia di Irisbus è quello di Valle Ufita di Flumeri (Avellino), che ricopre una superficie totale di circa un milione di metri quadri, di cui 100.000 coperti, e che attualmente conta 684 dipendenti, di cui 561 operai e 123 impiegati;
l'azienda, fino ad oggi attiva nella produzione e commercializzazione di autobus da granturismo e per trasporto urbano, ha registrato negli ultimi anni un forte calo di immatricolazioni, determinato dalla grave crisi del mercato degli autobus, che ha determinato una progressiva e costante contrazione dei volumi produttivi dello stabilimento, che sono passati dai 717 veicoli del 2006 ai soli 145 autobus, di cui meno di 100 urbani, dei primi sei mesi del 2011, situazione che l'azienda ha arginato facendo ricorso ad ammortizzatori sociali ed avviando un processo di riorganizzazione produttiva, che ha comportato una riduzione del personale attraverso il ricorso a prepensionamenti e a misure di incentivazione all'esodo;
il 30 settembre 2011 il gruppo Fiat ha deciso, essendo fallito il tentativo di cedere il ramo d'azienda al gruppo automobilistico di Isernia Dr motor company, l'unico che aveva manifestato interesse a rilevare lo stabilimento di Valle Ufita, di avviare la procedura di mobilità per tutti i circa 700 dipendenti, ai quali aggiungere i circa 300 dell'indotto, scelta questa destinata ad aggravare la già pesante la situazione occupazionale che soffre la provincia di Avellino, ove si contano ben 80.000 disoccupati, circa il 35 per cento della popolazione attiva;
la crisi della Irisbus non rappresenta una mera vertenza territoriale, ma è una vicenda emblematica che, oltre a coinvolgere un insediamento industriale storico del Mezzogiorno che occupa un numero elevato di lavoratori, chiama in causa, da una parte, la politica industriale del più grande gruppo meccanico nazionale e, dall'altra, una cattiva gestione da parte del Governo delle crisi aziendali e dei problemi occupazionali connessi e della politica di programmazione infrastrutturale e dei trasporti in Italia;
la scelta del gruppo Fiat di dismettere lo stabilimento irpino, che si affianca a quella della delocalizzazione degli altri due siti meridionali, quello di Termini Imerese e quello di Pomigliano d'Arco, determineranno nel Mezzogiorno un ulteriore impoverimento totale attraverso un forte declassamento del reddito ed una profonda diminuzione del prodotto interno lordo;
la chiusura dello stabilimento della Irisbus, che con l'indotto coinvolge ben 2.000 lavoratori, oltre ad abbattersi sull'intero tessuto economico-sociale irpino, sferra l'ennesimo colpo al sistema industriale italiano: sul piano produttivo mortifica il made in Italy, essendo la Irisbus l'unica azienda in Italia a produrre autobus, mentre sul piano occupazionale comporterà ulteriori squilibri di ordine sociale, che non gioveranno affatto alla tenuta dei conti pubblici;
inoltre, la pesante sanzione inferta all'Italia dall'Unione europea a causa dell'inquinamento metropolitano, pari ad un miliardo e 700 mila euro, avvalora il giudizio sull'importanza strategica della sopravvivenza dell'unico stabilimento in Italia che produce autobus, peraltro a basso impatto ambientale;
il gruppo Fiat continua a mantenere, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, un atteggiamento di indeterminatezza, dichiarando prima di voler investire in Italia, ma di fatto riducendo sempre più la sua presenza nel nostro Paese;
in Italia si ha il parco autobus più vecchio d'Europa, con il 60 per cento di mezzi circolanti obsoleti che non rispettano nemmeno le leggi in materia di sicurezza, che necessiterebbe di un forte ammodernamento attraverso piani e risorse adeguate che mirino ad uno sviluppo sostenibile del trasporto urbano;
quanto premesso, oltre a determinare una drammatica situazione sul fronte occupazionale, comporta anche la svendita di un patrimonio che invece, con una politica seria e lungimirante nell'ambito del trasporto pubblico locale, avrebbe potuto contribuire in modo determinante al rilancio del sistema industriale nazionale,

impegna il Governo:

a predisporre un piano nazionale dei trasporti, con il coinvolgimento della conferenza Stato-Regioni, che riqualifichi il trasporto pubblico locale e che disponga, in tempi certi, la sostituzione dei veicoli pubblici attualmente in circolazione con altri a basso impatto ambientale;
ad adoperarsi al fine di pervenire ad un esito positivo della vicenda, anche esaminando tutte le eventuali soluzioni che garantiscano la vocazione industriale del sito produttivo di Flumeri ed il mantenimento dei suoi attuali livelli occupazionali.
(1-00739)
«Lombardo, Lo Monte, Commercio, Oliveri, Brugger».
(24 ottobre 2011)
(Mozione non iscritta all'ordine del giorno ma vertente su materia analoga).