XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di martedì 8 novembre 2011

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta dell'8 novembre 2011.

Albonetti, Alessandri, Belcastro, Berlusconi, Bernini Bovicelli, Bindi, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Brugger, Brunetta, Caparini, Carfagna, Casero, Catone, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cossiga, Crimi, Crosetto, D'Alema, Dal Lago, Della Vedova, Donadi, Fava, Fitto, Franceschini, Frattini, Galati, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Leone, Lo Monte, Lupi, Madia, Mantovano, Maroni, Martini, Melchiorre, Meloni, Miccichè, Misiti, Moffa, Nucara, Leoluca Orlando, Polidori, Pisicchio, Prestigiacomo, Ravetto, Reguzzoni, Rigoni, Roccella, Romani, Rotondi, Saglia, Stefani, Stucchi, Tremonti, Vito.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta)

Alessandri, Belcastro, Berlusconi, Bernini Bovicelli, Bindi, Bonaiuti, Bossi, Brambilla, Brugger, Brunetta, Caparini, Carfagna, Casero, Catone, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Cossiga, Crimi, Crosetto, Dal Lago, Della Vedova, Fava, Fitto, Frattini, Galati, Gelmini, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Giro, La Russa, Leone, Lo Monte, Lupi, Madia, Mantovano, Maroni, Martini, Melchiorre, Meloni, Miccichè, Misiti, Moffa, Nucara, Polidori, Prestigiacomo, Ravetto, Reguzzoni, Roccella, Romani, Romano, Rotondi, Saglia, Stefani, Stucchi, Tremonti, Vito.

Annunzio di proposte di legge.

In data 7 novembre 2011 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
LEOLUCA ORLANDO: «Modifica all'articolo 6 del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, in materia di obbligo di esibizione dei documenti di soggiorno» (4756);
REGUZZONI e MONTAGNOLI: «Termine per l'adozione delle norme di attuazione della legge 8 aprile 2010, n. 55, recante disposizioni concernenti la commercializzazione di prodotti tessili, della pelletteria e calzaturieri» (4757);
ZAMPA ed altri: «Istituzione della Giornata in ricordo del genocidio del popolo armeno» (4758).

Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

La proposta di legge MOFFA ed altri: «Norme per promuovere l'equità retributiva nel lavoro giornalistico» (3555) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Gnecchi.

La proposta di legge VANNUCCI ed altri: «Modifiche alla legge 24 ottobre 2000, n. 323, concernente la disciplina del settore termale, e delega al Governo per l'adozione di un testo unico delle leggi in materia di attività idrotermali nonché di disposizioni per la promozione delle medesime attività» (4570) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Garofalo.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:
I Commissione (Affari costituzionali):
NASTRI: «Unificazione delle province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli e disposizioni per la razionalizzazione e la soppressione di enti nell'ambito del loro territorio, nonché destinazione delle risorse derivanti dalla diminuzione di spesa al finanziamento di programmi regionali per l'occupazione giovanile nel medesimo territorio» (4687) Parere delle Commissioni II, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VIII, X, XI, XIII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
II Commissione (Giustizia):
DI PIETRO e DONADI: «Modifiche al codice penale e altre disposizioni per la tutela dei cittadini e dei partecipanti alle manifestazioni pubbliche autorizzate» (4694) Parere delle Commissioni I, V e VII.
III Commissione (Affari esteri):
«Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di sede tra la Repubblica italiana e la Fondazione europea per la formazione professionale, con allegato, fatto a Torino il 22 gennaio 2010» (4710) Parere delle Commissioni I, II, V, VI, VII, VIII, IX, XI e XIV.

Annunzio di archiviazioni di atti relativi a reati previsti dall'articolo 96 della Costituzione.

Con lettera pervenuta il 2 novembre 2011, il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Roma ha comunicato che il collegio per i procedimenti relativi ai reati previsti dall'articolo 96 della Costituzione, costituito presso il suddetto tribunale, ha disposto, con decreto del 13 ottobre 2011, l'archiviazione di atti relativi ad un procedimento per ipotesi di responsabilità nei confronti del deputato Roberto Maroni, nella sua qualità di ministro dell'interno pro tempore.

Trasmissioni dal ministro degli affari esteri

Il ministro degli affari esteri, con lettera in data 4 ottobre 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 9, comma 2, della legge 29 ottobre 1997, n. 374, per la parte di propria competenza, la relazione sullo stato di attuazione della citata legge n. 374 del 1997, recante «Norme per la messa al bando delle mine antipersona», riferita al secondo semestre 2010 (doc. CLXXXII, n. 5).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla III Commissione (Affari esteri), alla IV Commissione (Difesa) e alla X Commissione (Attività produttive).

Il ministro degli affari esteri, con lettere in data 3 novembre 2011, ha comunicato, ai sensi dell'articolo 1, comma 2, della legge 6 febbraio 1992, n. 180, concernente la partecipazione dell'Italia alle iniziative di pace e umanitarie in sede internazionale, che intende devolvere contributi all'ente AVSI per il finanziamento del progetto «Costituzione dell'HUB Guariamoli/Kosovo per l'interconnessione tra una rete di associazioni di volontariato italiane e il Kosovo finalizzato alla cura in Italia di minori affetti da patologie giudicate non guaribili in Patria», alla European Academy di Bolzano (EURAC) - Rapresenting Office Sarajevo per il finanziamento del progetto «Sostegno agli sforzi per allineare la Costituzione della Bosnia Erzegovina con le norme europee per i diritti umani», e al Centro Italo-Tedesco Villa Vigoni per il finanziamento dei progetti «Immigrazione, integrazione, e cooperazione» e «Istituzione di una Commissione di storici italiani e tedeschi».

Tali comunicazioni sono trasmesse alla III Commissione (Affari esteri).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

La Commissione europea, in data 7 novembre 2011, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alle sanzioni penali in caso di abuso di informazioni privilegiate e di manipolazione del mercato (COM(2011)654 definitivo), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite II (Giustizia) e VI (Finanze). Tale proposta è altresì assegnata alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dall'8 novembre 2011;
Documento di lavoro dei servizi della Commissione - Relazione sulla valutazione di impatto che accompagna il documento proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo all'abuso di informazioni privilegiate e alla manipolazione del mercato (abuso di mercato) e proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa all'abuso di informazioni privilegiate e alla manipolazione del mercato (SEC(2011)1218 definitivo), che è assegnato in sede primaria alle Commissioni riunite II (Giustizia) e VI (Finanze);
Relazione della Commissione - Relazione annuale sullo strumento per le politiche strutturali di preadesione (ISPA) 2010 (COM(2011)695 definitivo), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite III (Affari esteri) e XIV (Politiche dell'Unione europea);
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 428/2009 che istituisce un regime comunitario di controllo delle esportazioni, del trasferimento, dell'intermediazione e del transito di prodotti a duplice uso (COM(2011)704 definitivo), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite III (Affari esteri) e X (Attività produttive);
Documento di lavoro dei servizi della Commissione - Sintesi della valutazione d'impatto che accompagna il documento regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sugli orientamenti per le reti transeuropee di telecomunicazioni (SEC(2011)1230 definitivo), che è assegnato in sede primaria alla IX Commissione (Trasporti);
Documento di lavoro dei servizi della Commissione - Sintesi della valutazione dell'impatto che accompagna il documento proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2004/109/CE sull'armonizzazione degli obblighi di trasparenza riguardanti le informazioni sugli emittenti i cui valori mobiliari sono ammessi alla negoziazione in un mercato regolamentato e la direttiva 2007/14/CE della Commissione (SEC(2011)1280 definitivo), che è assegnato in sede primaria alla VI Commissione (Finanze).

Comunicazioni ai sensi dell'articolo 3, comma 44, della legge 24 dicembre 2007, n. 244.

Fintecna Spa, con lettera in data 3 novembre 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 44, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, la comunicazione concernente un atto comportante spesa per emolumenti o retribuzioni, con l'indicazione del nominativo del destinatario e dell'importo del relativo compenso.

Tale comunicazione è trasmessa alla V Commissione (Bilancio).

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

ERRATA CORRIGE

Nell'Allegato A al resoconto della seduta del 19 ottobre 2011, a pagina 3, seconda colonna, ventottesima e ventinovesima riga, deve leggersi: "per la tutela dei cittadini" e non: "per la tutela della sicurezza dei cittadini", come stampato.

Nell'Allegato A al resoconto della seduta del 7 novembre 2011, a pagina 6, seconda colonna, alla terza e alla quarta riga, le parole: «alla VI Commissione (Finanze)» si intendono sostituite dalle seguenti: «alle Commissioni riunite II (Giustizia) e VI (Finanze)».

INTERPELLANZE E INTERROGAZIONI

Elementi ed iniziative in merito alle emissioni prodotte dagli allevamenti avicoli intensivi in batteria, con particolare riferimento all'attività della ditta agroalimentare Eurovo nel comune di Occhiobello (Rovigo) - 2-00374

A) Interpellanza

Il sottoscritto chiede di interpellare i Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, della salute e delle politiche agricole, alimentari e forestali, per sapere - premesso che:
nel comune di Occhiobello (Rovigo), in via Piacentina, n. 22, sorge un complesso agroalimentare della ditta Eurovo srl, ubicato a circa 500 metri dalle prime abitazioni e attività industriali e artigianali, a meno di un chilometro dai centri commerciali, attività sportive, bar, ristoranti ed altro e a meno di due chilometri dalle zone residenziali;
l'attività consiste nell'allevamento di circa 720.000 galline, per la produzione di uova e di ovoprodotti in genere, effettuato in 8 edifici industriali di uguali dimensioni. I capannoni di allevamento e la relativa attività è affidata in gestione alla società agricola Occhiobello srl;
da anni tale attività è causa di cattivi odori (a volte insopportabili) e di una proliferazione abnorme di mosche che da marzo a novembre invadono letteralmente il paese;
tanto le problematiche connesse all'emissione di cattivi odori quanto quelle inerenti alla presenza abnorme di mosche sembrano originare dalla cosiddetta «pollina», ossia dalle materie fecali degli allevamenti avicoli, accumulata in quantitativi massicci negli impianti in esame per intervalli di tempo molto lunghi e, in particolare, nel periodo primaverile-estivo, nel quale si riproducono gli insetti e le condizioni atmosferiche favoriscono la propagazione e la percezione delle emissioni maleodoranti;
la particolare entità di tali cattivi odori è anche documentata nella relazione presentata al tribunale di Rovigo dal dottor Davoli, consulente tecnico d'ufficio nominato dallo stesso tribunale a seguito dell'esposto presentato dal Comitato ambiente e salute di Occhiobello. In tale relazione si conclude in termini indiscutibili nel senso della presenza di «molestie olfattive» nelle aree a sud-ovest e ad est di Occhiobello fino ad una distanza di 1-1,5 chilometri (in linea d'aria);
la popolazione che abita e lavora nei pressi del sito in questione è particolarmente preoccupata atteso che:
a) nelle emissioni di questi allevamenti c'è una grossa concentrazione di ammoniaca ed altri componenti (idrogeno solforato e protossido d'azoto);
b) il canale Mainarda, in cui scarica il depuratore dello stabilimento Eurovo, è da tempo oggetto di pesante inquinamento organico e biologico;
tale situazione sta creando una tensione ambientale grave con i residenti, che, oltre a dover convivere giornalmente con i suddetti problemi, vedono fortemente deprezzati i propri immobili. A ciò si aggiunge che un'azienda di agriturismo presente in quella zona sta per chiudere ed altre attività produttive, alberghi compresi, hanno registrato un forte calo del proprio volume d'affari sempre a causa delle maleodoranti immissioni nell'aria e del proliferare delle mosche -:
di quali elementi disponga sulla situazione segnalata in premessa;
quali siano gli indirizzi del Governo riguardo la permanenza sul territorio di allevamenti avicoli intensivi in batteria con sistema a fossa profonda;
quali azioni si intendano intraprendere per porre rimedio alla carenza di normativa sulle emissioni odorigene in atmosfera.
(2-00374) «Barbieri».
(5 maggio 2009)

Iniziative per garantire la regolare erogazione dell'indennità di disoccupazione agricola a favore dei braccianti del territorio del Calatino in Sicilia - 3-01784

B) Interrogazione

BURTONE. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
migliaia di braccianti, residenti soprattutto nel territorio del Calatino, si sono visti bloccare l'indennità di disoccupazione agricola;
a subire la sospensione dell'indennità sono stati braccianti e piccoli proprietari agricoli che hanno dovuto fatturare la vendita degli agrumi prodotti;
si stanno creando gravi disagi economici con conseguenti tensioni sociali -:
quali iniziative intenda adottare per ristabilire una condizione di regolarità nell'assegnazione della dovuta indennità di disoccupazione agricola ai braccianti in regola con i versamenti ricevuti dalle aziende ed evitare le conseguenze economico-sociali in una comunità già pesantemente colpita dalla crisi. (3-01784)
(28 luglio 2011)

Misure a favore della banca del sangue del cordone ombelicale di Sciacca (Agrigento) - 2-00836 e 3-01928

C) Interpellanza e interrogazione

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere - premesso che:
il 20 ottobre 2006 la banca del cordone di Sciacca è stata chiusa a causa di un'inchiesta giudiziaria che ha coinvolto l'allora direttore dell'unità operativa, servizio trasfusionale e banca del cordone ombelicale e la biologa specialista in genetica;
di recente è intervenuta la sentenza di assoluzione definitiva per entrambi, «perché il fatto non sussiste», sia in sede penale, che innanzi alla Corte dei conti;
la struttura ha continuato a rimanere chiusa, anche successivamente alle assoluzioni di cui sopra, praticamente fino ad oggi, con grave danno per l'intera collettività dato che la banca ordinariamente cedeva ai bambini che ne avessero avuto bisogno un cordone al mese e, per tale attività, ha ricevuto attestati di merito da parte dei migliori centri di trapianti del mondo con i quali ha collaborato (Parigi, Londra, Oxford, Seattle, Gerusalemme, Oslo, Philadelphia, New York, Istanbul e altri);
lo scopo principale di una banca del cordone è quello di cedere i cordoni, salvando così la vita di ammalati, soprattutto bambini, che altrimenti non avrebbero alcuna possibilità di sopravvivere;
la struttura di Sciacca dispone già di 20.000 cordoni di cui, però, solo la metà è stata studiata e tipizzata, perché, nonostante fosse stata finanziata la somma di due milioni di euro per il completamento dello studio delle unità raccolte, l'amministrazione sanitaria del tempo non vi ha dato corso, nonostante sarebbe stato invece prioritario completare lo studio delle unità già raccolte al fine di renderle idonee e disponibili immediatamente al trapianto, salvando così tante vite umane;
negli anni passati, con procedure amministrativamente ad avviso degli interpellanti discutibili, è stata realizzata una nuova area di stoccaggio dal costo di circa 12 milioni di euro per la raccolta di ulteriori 70.000 sacche;
tale nuova struttura risulterebbe assolutamente inutile considerato che il fabbisogno nazionale è di 40/50 mila sacche;
dal punto di vista scientifico, come confermato da numerosi esperti, tale struttura non sarebbe utile, poiché con le unità già raccolte la struttura si garantisce la più ampia varietà genetica necessaria per la popolazione e che, quindi, anche aumentando la raccolta, non aumenterebbe la probabilità di compatibilità per i pazienti in attesa di trapianto;
il professor Rebulla, direttore della banca di Milano e coordinatore delle banche italiane, in un articolo pubblicato da Il Corriere della Sera il 5 settembre 2010, ha sostenuto, a conferma di quanto sopra, che in Italia servono 50-60 mila cordoni per tutta la popolazione e che i cordoni devono essere rappresentativi di tutta la popolazione e, per questo, devono essere raccolti equamente su tutto il territorio nazionale;
la banca di Sciacca, sotto la precedente direzione, aveva raggiunto la soglia di 20.000 cordoni, in seguito ad un progetto condiviso con l'assessorato regionale alla sanità, allo scopo di sopperire alla carenza dei donatori di midollo in Sicilia;
peraltro, alle 18.929 sacche conservate presso l'ospedale di Sciacca, in Italia ne esistono, come documentato dal report del Centro nazionale sangue del 2008, altre 7.000 a Milano, 2.867 a Pavia, 3.126 a Bologna, 1.585 a Padova, 1.374 a Firenze, 1.602 a Pescara, 1.718 a Torino, altre 1.500 a Napoli, nonché in altri siti, per un totale sufficiente alla copertura del fabbisogno nazionale;
al costo di tale megastruttura, come ha dichiarato alla stampa l'attuale direttore generale dell'azienda sanitaria provinciale, oltre al costo dell'impianto che comporterebbe un esborso di 120.000 euro al mese, ve ne sarebbe uno aggiuntivo per le spese di gestione di 30.000 euro al mese;
l'attuale direttore generale ha inserito nell'atto aziendale che disciplina i servizi la banca del cordone ombelicale di Sciacca, al fine di utilizzare il contributo di 1.800.000 euro erogato dal Ministero della salute e di proseguire nella raccolta, per attivare azioni correttive, caratterizzare le donazioni ed inserire la banca nel circuito mondiale e salvare vite umane;
su tutta la vicenda è stata disposta un'ispezione della Regione siciliana di cui ancora non sono state rese note le risultanze, mentre la struttura è stata commissariata proprio perché non sarebbe stata riattivata la raccolta -:
se sia a conoscenza di quanto sopra esposto;
se sia a conoscenza, altresì, della realizzazione della megastruttura di stoccaggio della banca del cordone di Sciacca e se ritenga o meno che tale struttura sia coerente con il fabbisogno nazionale di cordoni ombelicali;
se sia noto in base a quali criteri scientifici si procederà a riattivare la raccolta di ulteriori cordoni, dal momento che la struttura garantisce già adesso la più ampia varietà genetica necessaria per la popolazione;
se abbia verificato le modalità di utilizzo delle somme erogate dal Ministero della salute citate in premessa e quali siano le ragioni per cui siano stati assegnati fondi per l'incremento delle raccolte di cordoni ombelicali;
se non ritenga, pertanto, di impegnarsi per la riapertura, la piena funzionalità ed il mantenimento della banca del cordone ombelicale di Sciacca.
(2-00836) «Capodicasa, Antonino Russo».
(29 settembre 2010)

MARINELLO, VINCENZO ANTONIO FONTANA, PAGANO e GERMANÀ. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
le cellule staminali del cordone ombelicale sono in grado di combattere le malattie del sangue, poiché, essendo identiche a quelle del midollo osseo, possono essere utilizzate nei trapianti in pazienti affetti da leucemie ed altre malattie del sangue;
la caratteristica principale di queste cellule staminali è che in un trapianto il livello di compatibilità di cui queste cellule hanno bisogno è del 70 per cento, a differenza di quelle trapiantate dal midollo osseo, le quali hanno bisogno di un livello i compatibilità di circa il 99 per cento;
la possibilità di effettuare trapianti con sangue cordonale ha indotto alla costituzione di vere e proprie «banche» dove vengono conservate le unità di sangue cordonale raccolte;
in Italia, le banche di sangue cordonale, istituite esclusivamente all'interno di strutture pubbliche, svolgono la loro attività in base a standard di qualità e di sicurezza definiti a livello nazionale ed internazionale;
la legge 21 ottobre 2005, n. 219, ha previsto la predisposizione da parte del Ministero della salute - con proprio decreto e previo accordo con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano - di un progetto per l'istituzione di una rete nazionale di banche per la conservazione di sangue da cordone ombelicale a fini di trapianto;
la rete nazionale italiana è attualmente composta da 18 banche, distribuite su tutto il territorio nazionale, già riconosciute idonee dalle regioni di appartenenza in base alle vigenti disposizioni in materia trasfusionale e all'accordo Stato-regioni del 10 luglio 2003, fatto salvo il regime autorizzativo e di accreditamento introdotto dal decreto legislativo 6 novembre 2007, n. 191, per le banche di nuove istituzione;
la banca del sangue del cordone ombelicale, situata presso il servizio di medicina trasfusionale dell'ex azienda ospedaliera «Ospedali civili riuniti» Giovanni Paolo II di Sciacca, fa parte della rete italiana di banche per la conservazione del sangue del cordone ombelicale, coordinata a livello centrale dal Centro nazionale sangue in collaborazione con il Centro nazionale trapianti, per i rispettivi ambiti di competenza;
attualmente la banca del cordone ombelicale di Sciacca assicura - con i 20.000 cordoni già raccolti - la varietà genetica che garantisce la massima compatibilità nella popolazione regionale;
aumentando il numero dei cordoni raccolti, pertanto, non cresce la probabilità di compatibilità per i malati in attesa di trapianto ma, al contrario, cresce il numero dei cordoni con lo stesso codice genetico che non potranno essere ceduti;
la percentuale di doppioni nella banca di Sciacca si attesta, con i dati relativi alle unità già tipizzate, intorno all'8 per cento ed è facile prevedere che tale percentuale raggiungerà il 15-18 per cento una volta tipizzati tutti i cordoni già raccolti;
la crescita del numero dei doppioni non solo non si traduce nell'aumento per i pazienti delle probabilità di trovare, tra i nuovi, quello compatibile, ma rappresenta, altresì, un costo non indifferente per l'azienda in quanto la loro conservazione richiede gran di quantità di azoto liquido;
la cessione dei cordoni tipizzati, invece, risulta assai più vantaggiosa, sia dal punto di vista economico che da quello - ben più importante - medico, in quanto dà il 62 per cento di possibilità di guarire ai bambini affetti da gravi malattie ematologiche che - in assenza di trapianto - sarebbero condannati a morte sicura;
nell'ultimo anno la banca del sangue cordonale di Sciacca ha ceduto ai bambini di tutto il mondo un cordone al mese e la cessione può raddoppiare una volta che tutti i cordoni saranno tipizzati;
la presenza dei doppioni nelle banche del sangue del cordone ombelicale è un limite per la struttura di Sciacca, così come non è utile la raccolta indiscriminata fatta quotidianamente per aumentare il numero delle unità (il cui costo è di 1 milione di euro all'anno), mentre deve aumentare la raccolta delle unità dedicate;
le 20.000 unità criopreservate fanno della banca del cordone ombelicale di Sciacca un fiore all'occhiello della sanità regionale e nazionale, nonché un polo di eccellenza in Europa e nel mondo alla pari con la struttura di New York -:
quali tempestive iniziative, anche di natura economica, intenda adottare - nell'ambito delle proprie competenze e nel rispetto delle competenze attribuite alle regioni dalla legislazione vigente - al fine di incentivare, in tutte le banche appartenenti alla rete nazionale per la conservazione di sangue da cordone ombelicale, ed in particolare nella struttura di Sciacca, la cessione delle unità tipizzate, la tipizzazione delle unità di cui non si conosce il codice genetico e la raccolta delle unità dedicate;
anche in considerazione della rilevanza nazionale della banca del cordone ombelicale di Sciacca, quali siano le azioni di competenza intraprese per la salvaguardia delle attività di detta struttura.
(3-01928)
(7 novembre 2011)
(ex 4-06865 del 21 aprile 2010)

Elementi e iniziative in relazione al fenomeno delle malattie rare - 3-01498

D) Interrogazione

BINETTI. - Ai Ministri della salute e dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
le malattie rare sono patologie potenzialmente letali e cronicamente debilitanti, caratterizzate da bassa prevalenza ed elevato grado di complessità. Sono, in gran parte, di origine genetica e comprendono anche rare forme tumorali, malattie autoimmuni, malformazioni congenite, patologie di origine infettiva o tossica;
l'Unione europea ha indicato le malattie rare tra i temi prioritari delle politiche sanitarie, al fine di stabilire l'uguaglianza del trattamento dei cittadini rispetto ai livelli essenziali di assistenza stabiliti dagli Stati membri;
ai sensi del regolamento (CE) n. 141/2000 e delle precedenti normative, sono considerate rare quelle patologie «la cui incidenza non è superiore a 5 su 10.000 abitanti». In Italia ci sarebbero circa 2 milioni di malati, moltissimi dei quali in età pediatrica. L'80 per cento di queste patologie è di origine genetica e per il restante 20 per cento si tratta si malattie acquisite;
l'arbitraria definizione di «rara» non ha favorito il processo di ricerca e di attenzione sulle cause di tali patologie e, pertanto, il soggetto colpito non beneficia di cure adeguate e di una diagnosi tempestiva;
l'associazione culturale «Giuseppe Dossetti: i Valori - Sviluppo e Tutela dei Diritti» da dieci anni si batte per ottenere una legislazione adeguata che dia a tutti i pazienti le stesse possibilità di diagnosi, cura ed assistenza e che incentivi la ricerca e la produzione di farmaci. L'associazione, che esplica la sua attività anche attraverso l'osservatorio di tutela civica dei diritti, chiede da tempo che vengano adottate le iniziative normative necessarie per incentivare e promuovere la ricerca, lo sviluppo e l'immissione in commercio dei medicinali cosiddetti «orfani»;
ad oggi, in Italia, non è stata ancora approvata una legge idonea ad affrontare e risolvere le tante problematiche dei pazienti e delle loro famiglie, che incontrano enormi difficoltà di tipo economico ed assistenziale, specie per ciò che concerne la terapia domiciliare, ma soprattutto a causa della grave carenza di strutture e farmaci adeguati alla cura di tali patologie, nonostante dalla XII legislatura ad oggi siano stati depositati 33 proposte di legge al riguardo;
risulta non più differibile la necessità che il nostro Paese si allinei alle procedure che, negli altri Paesi, garantiscono ai cittadini affetti da malattie rare di accedere tempestivamente alle terapie innovative;
in Francia, in particolare, è stato adottato da tempo un piano nazionale per le malattie rare e già dal 1994 è in vigore l'autorizzazione temporanea di utilizzo dei farmaci (atu), che ha finalità di garantire l'accesso alle cure ai pazienti in tutti i casi in cui, di fronte ad una malattia rara, ma anche solo «seria», non vi sia una valida alternativa terapeutica con un farmaco registrato;
l'autorizzazione temporanea di utilizzo dei farmaci ha come finalità quella di consentire l'utilizzo di un farmaco orfano e/o destinato alla cura di malattie rare o gravi, prima ancora che lo stesso abbia ottenuto l'autorizzazione all'immissione in commercio, purché il farmaco sia in fase di sviluppo e non vi sia una valida alternativa terapeutica con un farmaco regolarmente autorizzato;
lo schema dell'autorizzazione temporanea di utilizzo dei farmaci, applicato ai farmaci destinati alla cura di malattie rare o orfane o gravi, consentirebbe ai pazienti di avere disponibili tali farmaci con largo anticipo rispetto ai tempi necessari alla conclusione degli studi clinici ed all'ottenimento dell'autorizzazione alla commercializzazione;
il citato regolamento (CE) n. 141/2000 stabilisce i criteri per l'assegnazione della qualifica di medicinali orfani nell'Unione europea e prevede incentivi per stimolare la ricerca, lo sviluppo e la commercializzazione di farmaci per la profilassi, la diagnosi o la terapia delle malattie rare;
in Italia, l'inserimento nei prontuari terapeutici ospedalieri e prontuari terapeutici ospedalieri regionali spesso ritarda ulteriormente l'accesso alla terapia da parte dei pazienti affetti da malattie rare. Le amministrazioni regionali non differenziano i farmaci orfani all'interno delle loro delibere attuative e d'indirizzo, creando così ulteriori difficoltà (ad esempio, limitazione della dispensazione del medicinale - non solo della prescrizione - ai centri di riferimento che sono spesso unici o comunque pochissimi per ogni regione);
diventa sempre più necessario dare una definizione delle malattie rare da includere nell'elenco di quelle da sottoporre a screening neonatale obbligatorio. La diagnosi neonatale consentirebbe, infatti, di salvare la vita dei bambini affetti dalle forme più gravi di tali patologie ed otterrebbe il beneficio di iniziare precocemente la terapia prima che i danni causati siano irrimediabili;
nel convegno sugli «Stati generali delle malattie rare», tenutosi a Roma il 4 marzo 2011, organizzato dall'associazione culturale «Giuseppe Dossetti: I valori - Tutela e sviluppo dei diritti» e presieduto dall'interrogante, è stata evidenziata, all'unanimità dall'assemblea, la necessità di prendere urgenti iniziative in merito a quanto sopra esposto;
in un momento in cui c'è un grande dibattito sulla libertà di cura e alcuni si spingono fino a reclamare il diritto al rifiuto totale delle cure, i malati con malattia rara chiedono con insistenza che venga riconosciuto il loro diritto alle cure, diritto sancito dalla Costituzione, all'articolo 32, comma 1;
sono state presentate in Parlamento in più legislature numerose proposte di legge volte a tutelare i diritti dei pazienti con malattie rare impegnati a sostenere un ricerca scientifica in grado di rispondere alle loro necessità;
alla sofferenza dei pazienti con malattie rare spesso progressive si unisce lo scarso interesse delle case farmaceutiche ad investire mezzi e risorse che possano offrire soluzioni adeguate per questi pazienti; anche le case farmaceutiche devono mettere in gioco un'etica della ricerca che non sia solo volta al profitto, ma che comprenda l'urgente drammaticità di dare risposta a 2 milioni di persone perché tante sono le persone che soffrono di malattie rare in Italia -:
se i Ministri interrogati ritengano necessario adottare iniziative urgenti volte a:
a) fare chiarezza sul numero reale degli ammalati presenti in Italia, al fine di creare una corretta proporzione tra pazienti e fondi da stanziare a loro favore, posto che la chiarezza delle cifre e soprattutto la veridicità delle stesse permettono l'uso di risorse pubbliche di cui oggi c'è veramente bisogno;
b) dare immediato seguito alla richiesta di inserire nei livelli essenziali di assistenza le 109 patologie rare che, dal 2008, dovrebbero essere inserite nell'elenco delle 500 malattie rare già riconosciute dal Servizio sanitario nazionale;
c) assicurare la defiscalizzazione degli oneri per la ricerca e la produzione di farmaci orfani, considerato che il nostro Paese e la nostra industria devono essere messi in condizione di reinvestire in ricerca e in sviluppo, in particolare nel Mezzogiorno, quando possibile;
d) semplificare le procedure di incentivazione delle aziende, affinché possano accrescere il loro livello di competitività, favorendole attraverso detrazioni fiscali o incentivi economici, che garantiscano lo sviluppo di un settore fondamentale per il nostro Paese;
e) promuovere modifiche normative che consentano di adottare uno specifico sistema legale che assicuri ai farmaci orfani, sul modello vigente negli Usa, l'esenzione dei diritti da versare per l'immissione in commercio, una procedura di registrazione accelerata, un credito di imposta pari al 50 per cento delle spese sostenute per la sperimentazione clinica, un periodo di esclusività di mercato di sette anni, in modo che i farmaci orfani possano essere disponibili per i pazienti prima che sia stata data l'approvazione per l'immissione in commercio, mentre oggi (secondo i dati Cerm - Centro ricerche competitività, regolazione, mercati, riferiti al 2009) trascorrerebbero circa 233 giorni, cioè quasi 8 mesi, tra la disponibilità di un farmaco orfano e l'effettivo accesso a questo da parte dei malati.
(3-01498)
(7 marzo 2011)

Misure per il funzionamento del parco nazionale della pace di Sant'Anna di Stazzema (Lucca) - 3-01925

E) Interrogazione

MARIANI, VERINI e GHIZZONI. - Ai Ministri per i beni e le attività culturali, della difesa e dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
Sant'Anna di Stazzema è da sempre un luogo capace di esprimere una grande spiritualità che deriva non solo da essere un luogo di memoria di avvenimenti dolorosi, ma soprattutto dalla capacità che ebbero negli anni successivi i superstiti e i custodi di quella memoria di trasformare l'orrore di quel tragico 12 agosto 1944 in un impegno perenne per la costruzione di un mondo in cui episodi analoghi non avessero più luogo e sparissero dalla storia dei popoli;
con la legge n. 381 del 11 dicembre 2000 è stato istituito a Sant'Anna di Stazzema il parco nazionale della pace con lo scopo di promuovere iniziative culturali e internazionali, ispirate al mantenimento della pace e alla collaborazione dei popoli, per costruire il futuro anche sulle dolorose memorie del passato, per una cultura di pace e per cancellare la guerra dalla storia dei popoli;
ogni anno si svolgono manifestazioni, incontri nazionali ed internazionali, convegni, mostre permanenti e temporanee, proiezioni di film e spettacoli sui temi della pace e del disarmo; si promuovono e si pubblicano studi e documentazioni; si ospita inoltre una biblioteca specializzata sui temi della pace e sul movimento pacifista italiano e internazionale;
il museo di Sant'Anna di Stazzema è il museo toscano non statale più visitato con oltre 50.000 presenza certificate ed oltre 200 scolaresche che ogni anno salgono in questo piccolo paese della Versilia, molte delle quali vengono dall'estero e in gran parte dalla Germania;
al mantenimento delle attività che si svolgono al parco nazionale di Sant'Anna di Stazzema, ovvero l'accoglienza, le visite, l'elaborazione di programmi e progetti, le relazioni con realtà analoghe in Italia e nel mondo, si provvede con risorse del comune di Stazzema, con un finanziamento annuale della regione Toscana e con i contributi previsti dalla legge n. 381 dell'11 dicembre 2000 che, all'articolo 5, comma 2, recita: «Per le spese di funzionamento del "Parco nazionale della pace" è autorizzato un contributo in favore del comune di Stazzema nel limite massimo di lire 100 milioni in ragione di anno a decorrere dal 2000. Al relativo onere si provvede, per gli anni 2000, 2001 e 2002, mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2000-2002, nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente "Fondo speciale" dello stato di previsione del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica per l'anno 2000, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero della difesa»;
in questi anni il comune di Stazzema si è accollato l'onere di fare da organo di gestione del parco nazionale della pace in attesa che la regione Toscana stabilisse (articolo 3, comma 2, della legge 381 del 2000) le modalità di gestione del parco stesso;
a seguito della legge regionale della Toscana n. 81 del 28 dicembre 2009 è stata costituita una fondazione per la gestione del parco nazionale della pace;
il contributo dello Stato non è stato erogato dal 2001 al 2006: le sei annualità furono recuperate a partire dal 2007. L'erogazione nel 2007, 2008, 2009 è avvenuta invece, in maniera regolare;
la mancata erogazione dell'annualità 2010, che ha messo in crisi le finanze del comune di Stazzema, e la conferma del taglio del finanziamento sarebbero una grave ferita non solo per ragioni finanziarie, ma soprattutto per ragioni di carattere culturale e in certo modo politico-istituzionali; far venire meno un significativo impegno per la pace, visto anche lo scenario mondiale di recrudescenza dei fenomeni di intolleranza e guerra tra i popoli assume un significato simbolico molto pesante -:
quando si provvederà all'erogazione dell'annualità 2010 del contributo di euro 50.000,00 che si deve corrispondere per il funzionamento del parco nazionale della pace di Sant'Anna di Stazzema;
come si intenda provvedere affinché il finanziamento stabilito per legge pari a 50.000,00 euro venga corrisposto ad ogni esercizio finanziario dallo Stato con la necessaria puntualità a cadenza annuale;
se non si ritenga opportuno assumere iniziative per adeguare, aumentandolo, detto contributo come segnale di attenzione del Governo alla costruzione di una politica di dialogo tra i popoli in un momento di così tragica crisi a livello internazionale. (3-01925)
(7 novembre 2011)
(ex 5-04452 del 24 marzo 2011)

Iniziative di competenza per la tutela della chiesa della Madonna delle Grazie di Orbetello (Grosseto) - 3-01926

F) Interrogazione

GHIZZONI e SANI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
la Chiesa della Madonna delle Grazie è uno degli edifici sacri più antichi di Orbetello (Grosseto): essa risale, infatti, al secolo IX. In particolare, l'interno è decorato da due affreschi quattrocenteschi mariani, uniche testimonianze artistiche degli stretti legami di Orbetello con la Siena del Rinascimento, la cui esecuzione ha probabilmente a che fare con la residenza orbetellana del pittore senese Neroccio de' Landi;
nel secolo XVIII la chiesa fu ridotta, privata delle navate laterali ed inglobata all'ospedale San Giovanni di Dio (ex ospedale cittadino);
la funzione di chiesa «ospedaliera» ha accentuato il ruolo sociale e identitario assunto dal sacro edificio per l'intera comunità di Orbetello, almeno fino al 2003;
nel luglio del 2003, la giunta cittadina, guidata dal sindaco Rolando Di Vincenzo, ha venduto alla società romana Global service l'ex ospedale cittadino di San Giovanni di Dio (6.200 metri quadrati, in parte antichi e in zona pregiatissima) per la cifra di 3.620.000 euro, per un'iniziativa di carattere immobiliare;
la successiva giunta comunale, guidata dall'attuale Ministro Altero Matteoli, ha proseguito il progetto di alienazione del descritto complesso storico, nonostante il valore per la memoria civica e religiosa di Orbetello;
l'antica Chiesa della Madonna delle Grazie ha, pertanto, seguito l'ex ospedale nel destino dell'alienazione per approdare, purtroppo, ad una deprecabile condizione di degrado: essa è aggredita da numerose infiltrazioni d'acqua, le opere e gli arredi sacri rimasti sono stati esposti alle intemperie e all'incuria, la campana quattrocentesca che da secoli chiamava gli orbetellani «ad Mariam» è stata rubata;
l'accesso alla chiesa è attualmente interdetto; all'ultima ricognizione, risalente a due anni fa, effettuata da un gruppo di cittadini mobilitati per la salvaguardia dello storico edificio, lo stato di abbandono appariva totale e coinvolgeva anche il patrimonio documentario appartenente all'antica parrocchia medievale (un libro dei morti, infatti, si decomponeva sulla pavimentazione);
a fronte di tale deprecabile situazione, inflitta ad bene storico con funzione pubblica, si è opposto l'impegno crescente dei cittadini di Orbetello; in particolare, il circolo culturale «Gastone Mariotti» ha indirizzato una denuncia (nell'ottobre 2008) alla soprintendenza ai beni culturali della Toscana, purtroppo caduta nel vuoto: ad oggi, infatti, permane la condizione di intollerabile degrado -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa;
quali siano le motivazioni che hanno indotto la soprintendenza a non intervenire per tutelare la Chiesa della Madonna delle Grazie di Orbetello;
quali iniziative di competenza intenda assumere per preservare il sacro edificio, espressione del patrimonio storico-artistico toscano e nazionale. (3-01926)
(7 novembre 2011)
(ex 5-05366 del 21 settembre 2011)

DISEGNO DI LEGGE: S. 2967 - RENDICONTO GENERALE DELL'AMMINISTRAZIONE DELLO STATO PER L'ESERCIZIO FINANZIARIO 2010 (APPROVATO DAL SENATO) (A.C. 4707)

A.C. 4707 - Articolo unico

ARTICOLO UNICO ED ANNESSI ALLEGATI DA 1 A 5 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO APPROVATO DAL SENATO

1. Il rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato e i rendiconti delle Amministrazioni e delle Aziende autonome per l'esercizio 2010 sono approvati nelle risultanze esposte negli allegati da 1 a 5, che costituiscono parte integrante della presente legge.