XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di mercoledì 7 dicembre 2011

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 7 dicembre 2011.

Albonetti, Alessandri, Antonione, Barbieri, Bindi, Bratti, Caparini, Cenni, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Gianfranco Conte, D'Alema, Della Vedova, Donadi, Gianni Farina, Fava, Gregorio Fontana, Franceschini, Ghiglia, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Guzzanti, Leone, Lombardo, Lucà, Lupi, Madia, Malgieri, Margiotta, Mazzocchi, Mecacci, Migliavacca, Migliori, Moffa, Mura, Mussolini, Leoluca Orlando, Arturo Mario Luigi Parisi, Pescante, Reguzzoni, Rigoni, Stefani, Stucchi, Tenaglia, Valducci, Vernetti.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

Albonetti, Alessandri, Antonione, Barbieri, Bindi, Bratti, Caparini, Cenni, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Gianfranco Conte, D'Alema, Della Vedova, Donadi, Gianni Farina, Fava, Gregorio Fontana, Franceschini, Ghiglia, Giancarlo Giorgetti, Gozi, Leone, Lombardo, Lucà, Lupi, Madia, Malgieri, Margiotta, Mazzocchi, Mecacci, Migliavacca, Migliori, Moffa, Mura, Mussolini, Leoluca Orlando, Pescante, Reguzzoni, Rigoni, Stefani, Stucchi, Tenaglia, Valducci, Vernetti.

Annunzio di proposte di legge.

In data 6 dicembre 2011 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
TOCCAFONDI: «Modifiche all'articolo 15 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, in materia di detraibilità delle spese sostenute per la frequenza di scuole paritarie» (4830);
LAURA MOLTENI e RONDINI: «Disposizioni concernenti l'adozione degli embrioni residuali crioconservati in stato di abbandono» (4831);
GENOVESE: «Introduzione dell'articolo 185-bis del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, concernente la gestione dei rifiuti costituiti da materiale agricolo o forestale naturale non pericoloso» (4832).

Saranno stampate e distribuite.

Adesione di un deputato a una proposta di legge.

La proposta di legge CAVALLARO ed altri: «Interpretazione autentica dell'articolo 165 del codice di procedura civile, in materia di termine per la costituzione dell'attore in caso di opposizione a decreto ingiuntivo» (3794) è stata sottoscritta in data 6 dicembre 2011 dal deputato Samperi.

Assegnazione di una proposta di inchiesta parlamentare a Commissione in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, la seguente proposta di inchiesta parlamentare è assegnata, in sede referente, alla sottoindicata Commissione permanente:
VIII Commissione (Ambiente):
SCANDROGLIO, CASSINELLI: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle questioni connesse ai gravi eventi alluvionali verificatisi nell'autunno 2011 nel territorio nazionale» (doc. XXII, n. 27) Parere delle Commissione I, II, V e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:
I Commissione (Affari costituzionali):
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE D'INIZIATIVA DEL CONSIGLIO REGIONALE DELLA BASILICATA: «Modifica dell'articolo 12 della Costituzione. Riconoscimento dell'Inno di Mameli quale inno ufficiale della Repubblica italiana» (4045).
Commissioni riunite X (Attività produttive) e XI (Lavoro):
GIANNI: «Disposizioni per promuovere l'imprenditoria e l'occupazione giovanile e femminile e istituzione del Fondo di garanzia per il microcredito» (4674) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), XII, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Trasmissioni dalla Corte dei conti.

La Corte dei conti - sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato - con lettera in data 2 dicembre 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 6, della legge 14 gennaio 1994, n. 20, la deliberazione n. 14 del 2011, emessa dalla sezione stessa nell'adunanza dell'11 novembre 2011, e la relativa relazione concernente il fondo per l'edilizia universitaria.

Questa documentazione è trasmessa alla V Commissione (Bilancio), alla VII Commissione (Cultura) e alla VIII Commissione (Ambiente).

La Corte dei conti - sezione del controllo sugli enti - con lettera in data 5 dicembre 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria della fondazione Istituto nazionale del dramma antico (INDA), per gli esercizi 2009 e 2010. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 358).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla VII Commissione (Cultura).

La Corte dei conti - sezione del controllo sugli enti - con lettera in data 5 dicembre 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Ente italiano montagna (EIM), per l'esercizio 2010 (fino al 30 novembre 2010). Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 359).

Questo documento - che sarà stampato - è stato trasmesso alla V Commissione (Bilancio).

La Corte dei conti - sezione del controllo sugli enti - con lettera in data 5 dicembre 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relativa relazione riferita al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia (INSMLI), per gli esercizi 2009 e 2010. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (doc. XV, n. 360).

Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla VII Commissione (Cultura).

Trasmissione dal ministro per i rapporti con il Parlamento.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 30 novembre 2011, ha comunicato che è stata attivata, ai sensi della legge 21 giugno 1986, n. 317, come modificata dal decreto legislativo 23 novembre 2000, n. 427, la procedura di informazione nel settore delle norme e delle regolamentazioni tecniche di cui alla direttiva 98/34/CE, e successive modificazioni, in ordine alla proposta di legge CENTEMERO ed altri: «Modifica degli articoli 16 e 17 del decreto legislativo 9 aprile 2003, n. 70, in materia di responsabilità e di obblighi dei prestatori di servizi della società dell'informazione e per il contrasto delle violazioni dei diritti di proprietà industriale operate mediante la rete internet» (4549).

La predetta comunicazione è stata trasmessa alla X Commissione (Attività produttive) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Trasmissione dal ministro degli affari esteri.

Il ministro degli affari esteri, con lettera in data 10 dicembre 2011, ha comunicato, ai sensi dell'articolo 1, comma 2, della legge 6 febbraio 1992, n. 180, concernente la partecipazione dell'Italia alle iniziative di pace e umanitarie in sede internazionale, che intende devolvere un contributo all'International Development Law Organization (IDLO) per la realizzazione di un progetto di sostegno per l'elaborazione della nuova Costituzione somala.
Tale comunicazione è trasmessa alla III Commissione (Affari esteri).

Trasmissione dal viceministro dell'economia e delle finanze.

Il viceministro dell'economia e delle finanze, con lettera in data 7 dicembre 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 10-bis, comma 6, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, la relazione concernente gli effetti di correzione degli obiettivi della manovra finanziaria per il triennio 2012-2014 (doc. LVII, n. 4-ter).

Tale documentazione - che sarà stampata - è trasmessa alla V Commissione (Bilancio).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

La Commissione europea, in data 6 dicembre 2011, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - La politica aeroportuale nell'Unione europea: assicurare capacità e qualità atte a promuovere la crescita, la connettività e la mobilità sostenibile (COM(2011)823 definitivo), che è assegnata in sede primaria alla IX Commissione (Trasporti);
Pacchetto aeroporti - Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo a norme comuni per l'assegnazione di bande orarie negli aeroporti dell'Unione europea (Rifusione) (COM(2011)827 definitivo) e relativo documento di accompagnamento - Documento di lavoro dei servizi della Commissione - Sintesi della valutazione d'impatto (SEC(2011)1444 definitivo), che sono assegnati in sede referente alla IX Commissione (Trasporti). La predetta proposta di regolamento è altresì assegnata alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 7 dicembre 2011;
Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Stato dell'Unione dell'innovazione 2011 (COM(2011)849 definitivo), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite VII (Cultura) e IX (Trasporti).

La proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sugli orientamenti dell'Unione per lo sviluppo della rete transeuropea dei trasporti (TEN-T) (COM(2011)650 definitivo), già trasmessa dalla Commissione europea e assegnata, in data 25 ottobre 2011, ai sensi dell'articolo 127 del regolamento, alla IX Commissione (Trasporti), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), è altresì assegnata alla medesima XIV Commissione ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 7 dicembre 2011.

Trasmissione dal consiglio della Provincia autonoma di Trento.

Il presidente del consiglio della Provincia autonoma di Trento, con lettera in data 2 dicembre 2011, ha trasmesso il testo di un voto, approvato dal consiglio provinciale stesso nella seduta del 19 ottobre 2011, in merito all'accesso al lavoro stagionale estivo da parte dei giovani quindicenni.

Questa documentazione è trasmessa alla XI Commissione (Lavoro).

Comunicazioni ai sensi dell'articolo 3, comma 44, della legge 24 dicembre 2007, n. 244.

Fintecna Spa, con lettera in data 29 novembre 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 44, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, la comunicazione concernente atti comportanti spese per emolumenti o retribuzioni, con l'indicazione del nominativo dei destinatari e dell'importo dei relativi compensi.

Tale comunicazione è trasmessa alla V Commissione (Bilancio).

Comunicazione di una nomina ministeriale.

La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 6 dicembre 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, la comunicazione concernente il conferimento alla dottoressa Maria Ludovica Agrò, ai sensi del comma 4 del medesimo articolo 19, dell'incarico di livello dirigenziale generale di direttore dell'ufficio per gli affari generali e le risorse del Ministero dello sviluppo economico.
Tale comunicazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla X Commissione (Attività produttive).

Richiesta di un parere parlamentare su atti del Governo.

Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, con lettera in data 30 novembre 2011, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 9 della legge 21 dicembre 1996, n. 665, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di contratto di programma 2007-2009 tra il ministro delle infrastrutture e dei trasporti ed ENAV Spa (429).

Tale richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del regolamento, alla IX Commissione (Trasporti), che dovrà esprimere il prescritto parere entro il 6 gennaio 2012.

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Iniziative volte a monitorare la mobilità sanitaria interregionale, con particolare riferimento al livello delle prestazioni e al tempestivo pagamento nei confronti delle regioni creditrici - 3-01962

REGUZZONI, BOSSI, LUSSANA, LUCIANO DUSSIN, FOGLIATO, MONTAGNOLI, ALESSANDRI, ALLASIA, BITONCI, BONINO, BRAGANTINI, BUONANNO, CALLEGARI, CAPARINI, CAVALLOTTO, CHIAPPORI, COMAROLI, CONSIGLIO, CROSIO, D'AMICO, DAL LAGO, DESIDERATI, DI VIZIA, DOZZO, GUIDO DUSSIN, FAVA, FEDRIGA, FOLLEGOT, FORCOLIN, FUGATTI, GIDONI, GIANCARLO GIORGETTI, GOISIS, GRIMOLDI, ISIDORI, LANZARIN, MAGGIONI, MARONI, MARTINI, MOLGORA, LAURA MOLTENI, NICOLA MOLTENI, MUNERATO, NEGRO, PAOLINI, PASTORE, PINI, PIROVANO, POLLEDRI, RAINIERI, RIVOLTA, RONDINI, SIMONETTI, STEFANI, STUCCHI, TOGNI, TORAZZI, VANALLI e VOLPI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
la situazione di grave crisi economica mondiale in atto pone, anche nel nostro Paese, il problema della riduzione delle risorse disponibili per il finanziamento delle prestazioni di contenuto economico e sociale a favore dei cittadini, in particolare per quanto riguarda le prestazioni sanitarie;
come evidenziato di recente in occasione del dibattito sulla manovra finanziaria per il 2012, presso la commissione bilancio del consiglio regionale della Lombardia, il ridimensionamento delle risorse statali trasferite alle regioni, anche in relazione ai vincoli derivanti dal patto di stabilità, già comportano una riduzione della capacità di spesa delle singole regioni che, per quanto riguarda la Lombardia, si stima in una riduzione di circa il 25 per cento;
in questo quadro si inserisce la situazione assai differenziata in cui versano le regioni del Nord e quelle del Sud, sia sotto il profilo della gestione di bilancio, che vede le regioni del centro-sud alle prese con significativi disavanzi, sia sotto il profilo delle situazioni debitorie e creditorie derivanti dalla mobilità sanitaria interregionale;
come è noto, da un punto di vista amministrativo si può parlare di due tipi di mobilità interregionale: passiva (quando un'azienda sanitaria locale utilizza parte del proprio budget per riconoscere le prestazioni sanitarie che i proprio residenti effettuano in un'altra azienda sanitaria locale fuori regione) e attiva (quando l'azienda sanitaria locale riceve il corrispettivo per le prestazioni effettuate a favore di pazienti provenienti da altre regioni);
nel maggio 2011 le regioni hanno raggiunto un accordo che abbatte del 2 per cento le tariffe uniche concordate con cui vengono valutate le prestazioni. Tale scelta risulta a vantaggio delle regioni che registrano una maggiore mobilità passiva e, di contro, sfavorevole per le altre. Nonostante ciò, il divario tra regioni debitrici e creditrici resta ampio. Secondo la tabella sanitaria interregionale approvata dai presidenti delle regioni a maggio 2011, la mobilità passiva complessiva delle regioni debitrici ammonta a oltre 1,3 miliardi di euro;
in base a questi dati le regioni del Nord risultano creditrici di somme significative: la Lombardia per circa 769 milioni di euro, il Veneto per circa 93,7 milioni di euro;
al contrario, le regioni su cui pesa maggiormente la mobilità passiva sono: Campania (331 milioni di euro), Calabria (233 milioni di euro), Sicilia (208 milioni di euro) e Abruzzo (124 milioni di euro);
si stima che sono quasi un milione gli italiani che ogni anno si fanno ricoverare in un'altra regione anche per semplici colecistectomie, interventi all'ernia o per partorire, sulla base perciò di motivazioni varie, tra cui, soprattutto al Sud, primeggia la sfiducia nel servizio sanitario della propria regione e la ricerca di tempi di attesa più brevi -:
quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere al fine di monitorare più efficacemente la mobilità sanitaria interregionale, anche sotto il profilo dell'appropriatezza delle prestazioni e soprattutto per garantire che le regioni creditrici possano rapidamente vedere soddisfatti i propri crediti, in modo da poter programmare la propria spesa sanitaria, pur nelle difficoltà imposte dall'attuale crisi economica. (3-01962)

Iniziative per contrastare la diffusione di microrganismi che presentano particolare resistenza nei confronti degli antibiotici denominati carbapenemi - 3-01963

CICCIOLI. - Al Ministro della salute. - Per sapere - premesso che:
negli ultimi due-tre anni anche in Italia (oltre che in Grecia, Israele, India, Pakistan ed altri Paesi) si è assistito ad un incremento nel rilevamento di microrganismi che presentano antibiotico-resistenza ad un'importantissima classe di antibiotici: i carbapenemi, che attualmente sono i farmaci d'urgenza nei casi di infezioni delle vie urinarie ed ematiche, dovuta alla diffusione di enterobatteri produttori dell'enzima carbapenemasi, con incremento di singoli casi e di epidemie di gravi forme di polmonite batterica;
la diffusione in ambito sanitario, in ospedali, cliniche, case di riposo e residenze sanitarie di questi microrganismi rappresenta un rischio rilevante, potenzialmente responsabile di eventi gravi fino al decesso, e può essere contrastata con interventi adeguati e tempestivi attraverso indicazioni pratiche e protocolli operativi per la prevenzione, la diagnosi, la sorveglianza e il controllo degli enterobatteri produttori di enzimi resistenti nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie e la predisposizione di appositi laboratori macrobiologici predisposti per lo studio e la rilevazione del microrganismo, al fine di individuare sia i soggetti già infetti che i pazienti colonizzati -:
se non ritenga importante e assolutamente necessario intraprendere iniziative a livello nazionale al fine di limitare la diffusione di questi ceppi multiresistenti, valutare l'attivazione di un piano di sorveglianza attiva, adottando tempestivamente misure stringenti di contenimento della diffusione del microrganismo, e fornire ai pazienti infetti o colonizzati e ai loro familiari le informazioni su questi microrganismi. (3-01963)

Iniziative di competenza in materia di accertamento tempestivo della sussistenza di cause di incompatibilità e per l'esercizio effettivo e tempestivo del diritto di opzione, con riferimento ai componenti degli organi elettivi delle regioni e degli enti locali - 3-01964

GRANATA. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
alle elezioni regionali del 28 e 29 marzo 2010, Giovanni Di Giorgi è stato eletto al consiglio regionale del Lazio;

poco più di un anno dopo - il 15 e 16 maggio 2011 - lo stesso Di Giorgi è stato eletto sindaco del comune di Latina e la proclamazione ufficiale è avvenuta il 20 maggio 2011;
il 12 luglio 2011 l'ufficio di presidenza del consiglio regionale del Lazio quale giunta delle elezioni ha confermato la sussistenza della causa di incompatibilità del consigliere regionale Di Giorgi;
il 6 ottobre 2011 il tribunale amministrativo regionale di Latina ha aperto un'indagine sulle presunte irregolarità, denunciate dall'opposizione, durante le ultime elezioni amministrative e l'8 ottobre 2011 Di Giorgi ha dichiarato alla stampa che, proprio a causa del ricorso elettorale pendente, non sussistevano le condizioni per le sue dimissioni da consigliere regionale, infatti - come ha precisato - «l'incompatibilità tra le cariche di sindaco e di consigliere regionale, in sostanza, non si è ancora concretizzata poiché la carica di sindaco non si è "cristallizzata" ma è sottoposta a contenzioso»;
dopo mesi di continui rinvii, solo nei giorni scorsi Di Giorgi ha ufficialmente dichiarato: «Così come richiesto dalla normativa regionale in materia ho esercitato la mia opzione, con una lettera che ho protocollato questa mattina [23 novembre]. La mia scelta, in realtà, era chiara fin dal momento della mia elezione: voglio lavorare per la mia città, nel rispetto del mandato degli elettori. Insieme alla mia maggioranza vogliamo fare cose importanti per la città, soddisfare le istanze dei nostri cittadini. Fino ad oggi non avevo optato poiché sulla mia elezione a sindaco pende un ricorso del Pd. Io, però, la mia scelta l'ho fatta, la giustizia amministrativa farà il suo corso» e ha poi aggiunto: «Ora deciderà il consiglio regionale quando farmi decadere (...)»;
il 23 novembre 2011 - prima della discussione della decadenza di Di Giorgi da consigliere regionale - il capogruppo del Pdl ha proposto la questione sospensiva, ai sensi dell'articolo 29 del regolamento del consiglio regionale del Lazio, che è stata approvata con 38 voti a favore e 20 voti contrari, per cui la discussione sulla decadenza è stata sospesa fino alla sentenza del tribunale amministrativo regionale: Di Giorgi, quindi, continuerà a mantenere il doppio incarico di sindaco e consigliere regionale;
l'articolo 122 della Costituzione stabilisce che: «Il sistema di elezione e i casi di ineleggibilità e di incompatibilità del presidente e degli altri componenti della giunta regionale nonché dei consiglieri regionali sono disciplinati con legge della regione nei limiti dei principi fondamentali stabiliti con legge della Repubblica, che stabilisce anche la durata degli organi elettivi»;
la legge 2 luglio 2004, n. 165, nel dettare le «Disposizioni di attuazione dell'articolo 122, primo comma, della Costituzione», pone, tra gli altri, quale principio fondamentale in materia di incompatibilità, all'articolo 3, comma 1, lettera a), la «sussistenza di cause di incompatibilità, in caso di conflitto tra le funzioni svolte dal presidente o dagli altri componenti della giunta regionale o dai consiglieri regionali e altre situazioni o cariche, comprese quelle elettive, suscettibile, anche in relazione a peculiari condizioni delle regioni, di compromettere il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione ovvero il libero espletamento della carica elettiva», nonché, alla lettera g), la «fissazione di un termine dall'accertamento della causa di incompatibilità, non superiore a trenta giorni, entro il quale, a pena di decadenza dalla carica, deve essere esercitata l'opzione o deve cessare la causa che determina l'incompatibilità, ferma restando la tutela del diritto dell'eletto al mantenimento del posto di lavoro, pubblico o privato»;
l'articolo 65 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, recante il testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, stabilisce che «Il presidente e gli assessori provinciali, nonché il sindaco e gli assessori dei comuni compresi nel territorio della regione, sono incompatibili con la carica di consigliere regionale»: sussiste, quindi, un'incompatibilità tra la carica di consigliere regionale e la carica di sindaco, per cui il consigliere regionale in carica è legittimamente eleggibile ma al momento dell'elezione a sindaco ha l'obbligo di optare per una delle due cariche;
tale disposizione - espressione di un principio generale e perciò inviolabile dalla legislazione regionale secondo il disposto dell'articolo 122, primo comma, della Costituzione - mira ad evitare che dalla sovrapposizione tra la carica di consigliere regionale e quella di sindaco o assessore comunale possano derivare ripercussioni negative sulla necessaria distinzione tra ambiti politico-amministrativi e sulla garanzia dei principi di efficienza e imparzialità delle funzioni, contenuti nell'articolo 97 della Costituzione;
l'articolo 10 del regolamento del consiglio regionale del Lazio, poi, nel disciplinare la procedura per la convalida delle elezioni, al comma 6, prevede che: «Qualora l'ufficio di presidenza riscontri che per un consigliere regionale esista o si verifichi una causa di incompatibilità, contesta l'incompatibilità stessa al consigliere il quale ha dieci giorni di tempo per rispondere. Nei cinque giorni successivi l'ufficio di presidenza, ove confermi il suo giudizio sulla sussistenza della causa di incompatibilità propone all'aula di invitare il consigliere ad optare tra il mandato e la carica che ricopre. Entro i successivi cinque giorni l'aula delibera e, ove l'accolga, chiede al consigliere di optare significandogli che, ove non si provveda entro i successivi quindici giorni, sarà considerato automaticamente decaduto»;
è evidente, quindi, a giudizio dell'interrogante, che la normativa in materia, nel prevedere l'incompatibilità assoluta tra la carica di consigliere regionale e quella di sindaco, si preoccupa, altresì, che la stessa sia rimossa secondo una procedura e una cadenza - anche temporale - ben dettagliate che non consente, per così dire, interpretazioni «estensive»;
la condizione di incompatibilità - sancita direttamente dalla proclamazione ufficiale di un eletto che, in un preciso momento, ricopre anche un'altra carica - in sostanza, non si può considerare «sospesa» dalla mera pendenza di un ricorso dinanzi al tribunale amministrativo regionale volto a contestare una delle elezioni;
è urgente, anche alla luce dei numerosi casi di «doppi incarichi» ancora persistenti nonostante le pronunzie della Corte costituzionale - anche recenti - in tema di incompatibilità tra cariche elettive, fornire ulteriori elementi di certezza anche al fine di evitare contenziosi giudiziari -:
se - per quanto di sua competenza e alla luce della vicenda esposta in premessa - non ritenga opportuno adottare iniziative, anche normative, volte a garantire procedure e tempi certi ed inequivocabili per l'accertamento della sussistenza, in capo agli eletti nelle regioni e negli enti locali, di una delle cause di incompatibilità previste dall'ordinamento e la conseguente dichiarazione della stessa nonché ad assicurare un esercizio effettivo e tempestivo del diritto di opzione. (3-01964)

Intendimenti in ordine alla stipula di accordi bilaterali con la Svizzera e con i cosiddetti «paradisi fiscali» in materia di lotta all'evasione fiscale - 3-01965

DONADI, BORGHESI, EVANGELISTI, CAMBURSANO, MESSINA e BARBATO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
efficaci misure di contrasto all'evasione fiscale sono possibili e praticate da altri Paesi europei;
risale a poche settimane fa l'annuncio di un nuovo accordo bilaterale tra Germania e Svizzera in materia di lotta all'evasione fiscale. In futuro, i redditi di cittadini tedeschi titolari di patrimoni illegalmente esportati in Svizzera saranno assoggettati a un'imposta anonima liberatoria del 26,375 per cento, pari all'aliquota in vigore in Germania (25 per cento), più il contributo di solidarietà tedesco;
per il passato si procederà in via forfetaria con un'aliquota tra il 19 e il 34 del valore dei patrimoni, in funzione del numero degli anni e dal variare dei depositi: la media è stata calcolata nel 25 per cento. Per quest'ultimo motivo le banche svizzere anticiperanno immediatamente alla Germania una somma di circa 2 miliardi di euro. I capitali potranno restare anonimi (ma potranno anche essere autodenunciati dagli interessati al fisco tedesco) e le richieste di informazioni in futuro dovranno essere documentate in modo specifico. A breve un accordo simile sarà siglato con il Regno Unito e poi con la Francia;
una riunione del G20 di qualche anno fa aveva individuato come obiettivo primario dei Paesi più industrializzati la lotta all'evasione fiscale nei confronti dei «paradisi fiscali». Nella cosiddetta «lista nera» vi erano allora, tra gli altri, il Principato di Monaco, il Liechtenstein, il Lussemburgo, Andorra, le Bermuda, Cipro, Malta e San Marino e molti altri. Ma non erano esenti alcuni Paesi dove, con la scusa del segreto bancario, si coprivano da sempre gli evasori, come la Svizzera e l'Austria. Alcuni di questi Paesi decisero, in seguito ai provvedimenti del G20, di mettersi in regola per passare alla «lista bianca» ed entrarono nella cosiddetta «lista grigia», con l'impegno a stipulare 12 accordi bilaterali e internazionali con i Paesi dell'Osce per poter essere a posto. Gli accordi dovevano prevedere la collaborazione contro l'evasione fiscale e obblighi di informazione su tutti coloro che detengono conti bancari;
mentre altri Paesi, come Stati Uniti, Germania, Francia e Regno Unito iniziarono a stipulare accordi, nulla si muoveva in Italia. E quando in occasione di un'audizione del ministro Tremonti, l'Italia dei Valori gli fece presente questo fatto, la sua risposta fu davvero sorprendente e lapidaria: «nessun Paese serio fa trattati con i paradisi fiscali»;
la Banca d'Italia ha recentemente pubblicato una ricerca dal titolo emblematico «Alla ricerca dei capitali perduti: una stima delle attività all'estero non dichiarate dagli italiani», dalla quale emerge che i capitali italiani illegalmente esportati all'estero ammontano attualmente tra 124 e 194 miliardi di euro;
a seguito del cosiddetto «scudo fiscale» del Governo Berlusconi-Tremonti, due terzi dei rimpatri sono arrivati proprio dalla Svizzera. Si accolga per un momento che tale proporzione valga anche per i capitali stimati ancora all'estero: in Svizzera ve ne sarebbero tra 82 e 130 miliardi di euro. Immaginando solo per un attimo un accordo dell'Italia con la Svizzera come quello fatto dalla Germania, se ne sarebbero ricavati (pur sulla base dell'attuale aliquota del 12,5 per cento) qualche cosa come tra 10,2 e 16,2 miliardi di euro;
ad oggi, l'Italia non ha stipulato alcun accordo bilaterale con alcun paradiso fiscale, neppure con San Marino, con il risultato che, mentre sono obbligati a rispondere in modo adeguato agli altri Paesi, con l'Italia possono essere molto evasivi -:
quali iniziative intenda porre in essere il Governo al fine di sottoscrivere accordi bilaterali sul modello del citato accordo tra Germania e Svizzera, con quest'ultimo Paese e gli altri «paradisi fiscali». (3-01965)

Iniziative per prevedere dilazioni nei pagamenti dovuti a Equitalia e intendimenti del Governo per l'esenzione dalla tassazione sugli immobili destinati a prima casa e acquistati con un mutuo non ancora estinto - 3-01966

SCILIPOTI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
la gravità della crisi economica sta riversandosi pesantemente sulle famiglie e sulle piccole e medie imprese italiane;

la responsabilità del sistema bancario e dei potentati economici internazionali in questa crisi è indubbia, come è indubbio che la crisi stessa non è stata determinata dal precedente Governo Berlusconi ma da operazioni di carattere finanziario che travalicano le stesse responsabilità dei singoli Stati sovrani;
con numerosi ordini del giorno, presentati e approvati nel corso della XVI legislatura, era stato richiesto, a sostegno delle famiglie e della ripresa economica nel Paese, che si avviasse un tavolo di concertazione tra l'Associazione bancaria italiana e le associazioni dei consumatori rappresentative a livello nazionale, aventi i requisiti elencati al comma 2 dell'articolo 137 del codice del consumo di cui al decreto legislativo 6 dicembre 2005, n. 206, allo scopo di concordare un intervento normativo atto a:
a) salvaguardare tutti i diritti nascenti nei rapporti instaurati prima del 26 febbraio 2011, data d'entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225 (legge n. 10 del 2011);
b) definire le modalità in ordine alle operazioni bancarie regolate in conto corrente, necessarie per addivenire ad accordi transattivi quadro tra la stessa Associazione bancaria italiana e le associazioni dei consumatori rappresentative a livello nazionale, aperti all'adesione delle banche e degli utenti o loro rappresentanti e volti ad agevolare la risoluzione di criticità riferibili a rapporti posti in essere prima e dopo la data di entrata in vigore della menzionata legge di conversione n. 10 del decreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225;

in questo modo si cercava di determinare un passaggio fondamentale affinché l'onere della ripresa e della riduzione del debito fosse addossata al sistema bancario che ha tratto tutti i benefici delle benevolenze legislative e della vigilanza bancaria, senza essere gravato da sacrifici che invece sono «scaricati» sui tutti i cittadini incolpevoli della crisi che si sta attraversando;
in questa situazione di crisi non è possibile, se veramente si vuole coniugare pareggio di bilancio e rilancio dello sviluppo, non addivenire a provvedimenti che consentano agli italiani di uscire dal buco nero in cui sono piombati, consentendo loro di potersi riprendere economicamente rilanciando al contempo i consumi e la ripresa del sistema produttivo nazionale -:
se si intenda, allo scopo di favorire la ripresa economica e aiutare le piccole e medie imprese e le famiglie italiane, prevedere una norma per le persone giuridiche e per le persone fisiche che, in deroga alle disposizioni vigenti in materia di riscossione, preveda dilazioni nei pagamenti dovuti a Equitalia, con azzeramento delle sanzioni e degli interessi di mora e la contemporanea sospensione dei provvedimenti di recupero attivo da parte della medesima società, e se si possa prevedere, nel caso fosse reintrodotta l'imposta comunale sugli immobili sulla prima casa, l'esenzione della stessa per gli alloggi acquistati con un mutuo non ancora estinto. (3-01966)

Misure per finanziare il sistema della mobilità pubblica, con riferimento al trasporto pubblico locale e agli obblighi di servizio pubblico, alla luce della recente decisione di Trenitalia di ridurre i collegamenti a media e lunga percorrenza - 3-01968

META, VELO, LOVELLI, MARAN, LENZI, QUARTIANI, GIACHETTI, BOFFA, BONAVITACOLA, CARDINALE, FIANO, GASBARRA, GENTILONI SILVERI, GINEFRA, LARATTA, PIERDOMENICO MARTINO, GIORGIO MERLO, TULLO, REALACCI, BRATTI, MORASSUT, DE TORRE, ESPOSITO, LULLI, VICO, FLUVI, PIZZETTI, BORDO, MATTESINI, NANNICINI, SERENI, GATTI, MURER, FONTANELLI, SANI, SPOSETTI, MARIANI, GHIZZONI, DE PASQUALE, BELLANOVA, GNECCHI, MOTTA, MARCHIGNOLI, TRAPPOLINO, MARCHI e MARANTELLI. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
da notizie di stampa sembrerebbe che, con il nuovo orario ferroviario invernale, in vigore da lunedì 12 dicembre 2011, un'ulteriore mannaia potrebbe investire i servizi sulla media e lunga percorrenza penalizzando pesantemente i pendolari; tali servizi sono regolamentati con il contratto di servizio per il periodo 2009/2014 sottoscritto dai Ministeri dell'economia e delle finanze e delle infrastrutture e dei trasporti con la società Trenitalia nel giugno del 2011 ed è specifico compito del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti verificarne il rispetto;
in particolare, l'intenzione di Trenitalia sembrerebbe quella di sopprimere diversi treni della media e lunga percorrenza, di sopprimere numerose fermate per i treni Eurostar (ES City), unitamente alla totale incertezza sulla futura programmazione dei treni Intercity (IC), penalizzando interi territori che sarebbero colpiti dalla diminuzione del servizio sia per quanto attiene ai flussi legati al lavoro ma anche per quelli legati al turismo;
nel territorio nazionale i servizi della lunga percorrenza, Intercity ed Eurostar, si integrano e fanno sistema con i servizi di competenza del trasporto regionale; la riclassificazione e la soppressione di molti Intercity ed Eurostar strategici mettono in forte sofferenza i territori regionali e determinano inevitabili pressioni da parte dei cittadini che utilizzano tale servizio e che chiedono servizi ferroviari sostitutivi, di pari livello, alle regioni i cui bilanci sono in fortissima difficoltà per i pesanti tagli al trasporto pubblico locale effettuati negli scorsi anni e di cui ben 1.181 milioni di euro destinati al servizio ferroviario svolto da Trenitalia;
la scelta operata da Trenitalia sembrerebbe dettata prevalentemente da questioni connesse all'equilibrio di bilancio, senza considerare in maniera appropriata le rilevanti esigenze di mobilità che dovrebbero parimenti essere tenute in considerazione nel guidare le scelte della società che è totalmente a capitale pubblico;
sembra inoltre che, dall'11 dicembre 2011, Trenitalia abbia disposto di sopprimere anche il servizio cuccette e vagoni letto nei treni notturni che garantiscono il collegamento tra il Nord e il Sud del Paese, nonostante il servizio sia tuttora attivo e ampiamente fruito da oltre un milione e mezzo di viaggiatori all'anno, con un incremento della domanda del 12 per cento nel 2010; la decisione di Trenitalia, come denunciato dai sindacati, implica la perdita del posto di lavoro per oltre 800 lavoratori, tra addetti al servizio e lavoratori dell'indotto;
il servizio ferroviario di trasporto notturno è tuttora compreso nel perimetro dei servizi di utilità sociale e, come tale, rientra nell'ambito dei servizi «contribuiti»: sono questi i servizi con un livello di capillarità elevato, volti a soddisfare la domanda di mobilità più «debole», dislocata e frammentata sul territorio, con una limitata capacità a pagare;
il decreto legislativo n. 68 del 2011, in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, con l'articolo 40 disciplina specificamente il trasporto pubblico locale, prevedendo, tra le altre cose che, al fine di garantire un'integrazione straordinaria delle risorse finanziarie da destinare al trasporto pubblico locale, il Governo promuova il raggiungimento di un'intesa con le regioni affinché, in attuazione di quanto previsto dall'articolo 1, comma 29, ultimo periodo, della legge di stabilità 2011 (legge n. 220 del 2010) sia prorogato sino al 31 dicembre 2012 l'accordo con le regioni che consente di utilizzare per tali spese il Fondo sociale europeo per gli anni 2009-2010 e sia modificata la regola di riparto del concorso finanziario delle regioni alle spese previste dal programma comunitario; a tale provvedimento non è stata data alcuna concreta attuazione;
il 27 ottobre 2011 la Camera dei deputati ha approvato svariate mozioni relative al sistema di mobilità pubblica, con cui ha impegnato il Governo a reperire le risorse necessarie per il finanziamento del trasporto pubblico locale;
le associazioni e i comitati di pendolari di tutta Italia, affiancati da associazioni di consumatori e da organizzazioni sindacali, hanno deciso di rivolgere nuovamente al Governo il loro pressante appello per salvare il trasporto pubblico, sperando in un diverso e positivo accoglimento delle loro istanze che provengono da milioni di cittadini di tutta Italia;
i pendolari sottolineano che togliere risorse al trasporto pubblico (treni, autobus, metropolitane e altro) è un grave errore strategico poiché, se da un lato viene limitato il diritto alla mobilità dei cittadini, dall'altro si aumentano i costi sociali legati a incidentalità, congestione ed inquinamento, si deprime l'economia e lo sviluppo economico e si causa un generale peggioramento della qualità della vita -:
quali iniziative di competenza intenda assumere il Governo al fine di disporre l'immediato reintegro delle risorse per finanziare il sistema della mobilità pubblica, sia in riferimento al trasporto pubblico locale, le cui risorse sono state pesantemente decurtate alle regioni, sia in riferimento al servizio universale in relazione al quale si chiede di sapere se il Ministro interrogato non ritenga che la decisione di riclassificare e sopprimere alcuni treni a media e lunga percorrenza, a partire dal nuovo orario invernale, possa compromettere gli obblighi di servizio pubblico cui è tenuta Trenitalia e quali iniziative intenda intraprendere per soddisfare le rilevanti esigenze di mobilità dei cittadini e non penalizzare ulteriormente i pendolari. (3-01968)

Iniziative volte a garantire un adeguato servizio di trasporto ferroviario per il territorio ionico-salentino, alla luce della recente decisione di Trenitalia di ridurre i collegamenti a media e lunga percorrenza - 3-01967

IANNACCONE, BELCASTRO e PORFIDIA. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. - Per sapere - premesso che:
Trenitalia ha recentemente deciso di tagliare i collegamenti a lunga percorrenza tra il territorio jonico - salentino e il resto d'Italia;
si tratta di una decisione che rischia di penalizzare in maniera pesantissima una popolazione, in particolare quella tarantina, che, per diversi aspetti, vive già in una condizione di marginalità;
il piano predisposto non solo non tiene conto della specificità della realtà ionico-salentina, ma punta unicamente a tagliare le tratte poco redditizie, senza tenere in debito conto il dovere di garantire un adeguato servizio di trasporto ai tanti che usano i treni per recarsi al lavoro e a coloro che versano in condizioni di difficoltà economica;
le popolazioni locali hanno manifestato in vario modo la necessità di ripristinare i due treni notturni Crotone-Milano e Reggio Calabria-Milano, che finora passavano per Taranto, consentendo ai tanti tarantini emigrati al Nord di usufruire di un servizio non eccessivamente dispendioso, considerata l'esosità delle tariffe dell'alta velocità;
il taglio dei treni notturni determinerà una crisi occupazionale per decine di lavoratori pugliesi che, a seguito dei provvedimenti adottati dall'azienda, perderanno il proprio posto di lavoro;
il Mezzogiorno non ha certamente bisogno né di un ulteriore isolamento sul piano dei collegamenti ferroviari, né di ulteriori elementi di fibrillazione sociale che rischiano di aggravare ulteriormente una situazione già particolarmente complessa -:
quali iniziative il Ministro interrogato intenda assumere per affrontare e risolvere le questioni poste dall'adozione del piano di Trenitalia per il territorio ionico-salentino e se non ritenga di dover sollecitare tutto l'Esecutivo a tener in maggior conto le particolari condizioni nelle quali versano i collegamenti ferroviari delle regioni meridionali. (3-01967)

Iniziative volte a garantire un adeguato servizio di trasporto ferroviario per la regione Liguria, alla luce della recente decisione di Trenitalia di ridurre i collegamenti a media e lunga percorrenza - 3-01969

MONDELLO. - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti - Per sapere - premesso che:
si apprende da organi di stampa che dal 10 dicembre 2011 entrerà in vigore il nuovo orario ferroviario che prevede una sostanziale diminuzione dei servizi regionali e a lunga percorrenza che penalizzerà fortemente la regione Liguria;
oltre alla riduzione delle corse dei treni sembrerebbe essere prevista una diminuzione delle fermate intermedie che interesserà maggiormente la direttrice Eurostar principale Genova-Roma con la soppressione delle fermate di Chiavari e Rapallo;
questa riduzione, oltre che penalizzare fortemente i numerosi pendolari che si trasferiscono dalle suddette località verso i propri posti di lavoro, rende impossibile raggiungere Roma in mattinata e il ritorno nelle stesse località in serata;
la scelta operata dai vertici di Trenitalia, unitamente all'aumento delle tariffe e alla soppressione di alcune tratte, rappresenta un ulteriore e ormai intollerabile accanimento nei confronti dei cittadini liguri che si vedono sottratto il diritto costituzionalmente garantito alla mobilità;
il numero dei convogli operanti nel territorio ligure è sceso, in percentuale, fortemente negli ultimi anni passando da 260 a 239 in un anno e con una previsione al ribasso di un ulteriore 40 per cento di operatività per il 2012;
il tutto è legato alla delicatissima questione del taglio ai fondi per il trasporto pubblico locale regionale, già fortemente penalizzante sia per il trasporto passeggeri che per quello commerciale;
è necessario un urgente e tempestivo intervento risolutore della problematica che sta recando continui disagi a moltissimi cittadini liguri, rendendone insostenibile la qualità della loro vita e le attività lavorative e familiari -:
quali urgenti iniziative intenda adottare per mantenere perlomeno ai livelli minimi il diritto alla mobilità nell'ambito del sistema del trasporto ferroviario ligure, nel più breve tempo possibile, considerati gli insostenibili disagi subiti dai cittadini che utilizzano l'intera rete di trasporto ferroviario regionale nella regione Liguria, e se non ritenga opportuno valutare l'opportunità di inserire tra le priorità del Governo la predisposizione di un piano di intervento strategico per il settore del trasporto ferroviario ligure che preveda la stima completa degli interventi da effettuare e un impegno di risorse per coprire i relativi costi. (3-01969)