XVI LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di venerdì 16 dicembre 2011

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA
DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta in Commissione:

PES, SCHIRRU, SORO, ARTURO MARIO LUIGI PARISI e MELIS. - Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
con la legge 9 gennaio 2006, n. 14, avente per oggetto «Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea sul paesaggio, fatta a Firenze il 20 ottobre 2000» l'Italia ha assunto precisi impegni internazionali per l'attuazione di politiche di tutela dei beni paesaggistici insistenti sul proprio territorio;
con il decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e successive modifiche ed integrazioni, denominato «Codice dei beni culturali e del paesaggio» si è voluta applicare su tutto il territorio nazionale una disciplina uniforme ed innovativa in materia di tutela del paesaggio così come previsto dall'articolo 9 della Costituzione;
in data 7 settembre 2006 con decreto presidente giunta regionale n. 82, la regione Sardegna, in attuazione delle disposizioni contenute nelle norme di cui sopra, ha approvato il piano paesaggistico regionale attraverso le procedure previste dalla legge regionale 25 novembre 2004, n. 8;
come espressamente previsto dal codice «Urbani», la regione Sardegna ha sottoscritto specifica intesa con il Ministero per i beni e le attività culturali attestante la piena conformità del piano approvato con la disciplina di cui all'articolo 143 del citato codice dei beni culturali e paesaggistici;
sulla base dell'accordo Stato-regioni del 1° aprile 2009 in materia di piano casa la regione Sardegna ha approvato in data 16 ottobre 2009 un provvedimento denominato «Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo»;
con atto di indirizzo n. 1-00256, l'interrogante, insieme con altri colleghi, sottolineava la dubbia legittimità della soppressione delle norme di salvaguardia del piano paesaggistico in vigore indicando un processo di «de-pianificazione» in deroga che prevedeva aumenti volumetrici generalizzati fino al 40 per cento dei volumi esistenti anche in aree sottoposte a regime di tutela integrale e differenziata in base all'articolo 142 del Codice (aree tutelate per legge) nonché in aree sottoposte a vincolo dal piano per l'assetto idrogeologico;
lo stesso atto di indirizzo era finalizzato a impegnare il Governo «a verificare la sussistenza dei presupposti per l'impugnazione, per le evidenti violazioni delle norme statali, costituzionali e comunitarie, della legge della Regione Sardegna recante "Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo"» (l'assemblea ha tuttavia respinto tale atto di indirizzo);
in data 8 novembre 2011 la regione Sardegna ha approvato la legge «Modifiche e integrazioni alla legge regionale n. 4 del 2009, alla legge regionale n. 19 del 2011, alla legge regionale n. 28 del 1998 e alla legge regionale n. 22 del 1984, ed altre norme di carattere urbanistico» pubblicata sul bollettino ufficiale della regione autonoma della Sardegna del 29 novembre 2011, n. 35;
la pianificazione paesaggistica è materia delegata dal codice dei beni culturali e del paesaggio dallo Stato alle regioni e lo Stato si riserva di vigilare sull'attività delle regioni ai sensi dell'articolo 155 del codice;
le previsioni dei piani paesaggistici, in virtù della tutela costituzionale che realizzano, «sono cogenti» ed «immediatamente prevalenti» su qualunque disposizione

difforme anche di carattere settoriale, e ciò rende urgente ed indispensabile verificare la legittimità e la coerenza della legge regionale della Sardegna, anche al fine di prevenire un danno ambientale e paesaggistico irreversibile e gravi ripercussioni sociali ed economiche;
le ragioni del paesaggio e della sua difesa prevalgono su qualsiasi interesse di natura economica di sviluppo;
con sentenza sezione IV, 10 settembre 2009, n. 5459, il Consiglio di Stato ha bocciato una lottizzazione a Cala Junco, lungo la costa di Villasimius in Sardegna, motivandola con il principio che le ragioni di tutela del paesaggio prevalgono sempre su quelle delle attività imprenditoriali e private, soprattutto quando sostenute da un piano paesaggistico regionale come quello approvato dalla regione sarda nel settembre del 2006 -:
se il Governo non ritenga necessario verificare la sussistenza dei presupposti per l'impugnazione, per eventuali violazioni delle norme statali, costituzionali e comunitarie, della legge della regione Sardegna n. 21 del 2011 recante modifiche e integrazioni alla legge regionale n. 4 del 2009, alla legge regionale n. 19 del 2011, alla legge regionale n. 28 del 1998 e alla legge regionale n. 22 del 1984 e altre norme di carattere urbanistico.
(5-05827)

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BENI E ATTIVITÀ CULTURALI

Interrogazione a risposta scritta:

FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. - Al Ministro per i beni e le attività culturali. - Per sapere - premesso che:
risulta che l'Auditorium di Ravello, inaugurato venti mesi fa e quasi mai aperto, sta perdendo, letteralmente, i pezzi, al punto che il suo autore, il celebre architetto brasiliano Oscar Niemeyer, non ha nascosto tutto il suo disappunto e la sua irritazione;
il degrado della struttura è visibile a occhio nudo: crepe sui muri, infiltrazioni d'acqua che devastano gli arredi, il piazzale utilizzato come parcheggio abusivo;
da tempo urbanisti, architetti, studenti e associazioni culturali denunciano il gravissimo sfregio che viene inferto a un girello d'arte umiliato e lasciato in abbandono -:
quali urgenti iniziative, nell'ambito delle proprie competenze intendano promuovere o adottare in ordine a quanto sopra evidenziato.
(4-14255)

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DIFESA

Interrogazioni a risposta scritta:

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
una nota dell'agenzia Ansa del 6 dicembre 2011, ha diffuso la notizia «AERONAUTICA: AUTORIZZAZIONE SANITARIA MENSE SOLO PER 23 ENTI SU UN TOTALE DI 161; 51 NE SONO DEL TUTTO SPROVVISTI (ANSA) - MILANO, 6 DIC - Sono solo 23 gli enti dell'Aeronautica militare, su un totale di 161, che hanno i locali mensa in regola con le autorizzazioni sanitarie, mentre 51 ne sono completamente sprovvisti e dunque potenzialmente a rischio di chiusura. Gli altri enti che non hanno la mensa utilizzano convenzioni con servizi di ristorazione esterni o i buoni pasto. È quanto si legge in un documento dello Stato maggiore dell'Aeronautica, del 16 settembre scorso. Il documento riguarda le "Mense di servizio - Modalità di fruizione del servizio di vettovagliamento": esso contiene un dettagliato elenco degli enti della Forza armata e indica quali abbiano i locali

mensa non in regola con le autorizzazioni sanitarie. In particolare, si legge, 41 enti con meno di 50 unità utilizzano i buoni pasto, 40 hanno stabilito convenzioni con strutture di ristorazione esterna, mentre quelli con mensa hanno diversi tipi di gestione: diretta (è il personale militare a distribuire i pasti), mista (confezionamento e distribuzione sono appaltati a soggetti esterni), catering e convenzioni locali. Alla data del documento, tra le strutture con le mense prive di autorizzazione sanitaria, a gestione mista, ci sono il Comando Aeronautica Militare di Roma (Comaer), il 4o stormo di Grosseto, il Reparto Sperimentale Standardizzazione al Tiro Aereo di Decimomannu, il 41o stormo di Sigonella, il 36o stormo di Gioia del Colle, il comando dell'Aeroporto di Pratica di Mare, l'accademia di Pozzuoli. Nel documento si legge che per ottenere l'autorizzazione sanitaria, servono lavori di adeguamento delle infrastrutture molto corposi per le strutture di Gioia del Colle (150mila euro), Villafranca (230mila), Ghedi (200mila), Pratica di Mare (4.200.000), Pisa (250mila) e Pozzuoli (7.740.000). In alcuni casi i lavori risultano completati - nelle mense di Trapani, Amendola, Grosseto e Caserta - ma non sempre l'iter per la concessione dell'autorizzazione sanitaria è concluso. (ANSA)»;
il documento al quale fa riferimento l'Ansa è la nota numero di protocollo M-D ARM002 0070005 del 16 settembre 2011, protocollo mittente M-D ARM001 0074901 del 16 settembre 2011;
il Ministero della difesa - ufficio centrale per le ispezioni amministrative - ufficio del direttore centrale, già nell'emanare la nota «RILIEVI RICORRENTI ANNO 2008», scriveva che «Ricorrente è il rilievo formulato circa l'assenza delle autorizzazioni sanitarie presso le mense, avuto specifico riguardo alle necessarie certificazioni per il personale adibito alla confezione e distribuzione dei pasti [...]» -:
quali siano gli immediati provvedimenti che il Ministro interrogato intenda promuovere al riguardo e se abbia provveduto ad interessare le competenti autorità giudiziarie, per gli aspetti di competenza in ordine all'attività di ristorazione svolta presso le mense di servizio che siano risultate prive delle autorizzazioni sanitarie previste dalle vigenti norme;
se la mancanza di dette autorizzazioni sia riferita ai locali mensa o anche al personale addetto al confezionamento e alla distribuzione dei pasti;
se presso gli enti della Forza armata elencati nella nota siano stati regolarmente istituiti gli organi di verifica degli OPS (organismi protezione sociale) e quali siano state le loro attività in merito alla riferita mancanza delle autorizzazioni sanitarie.
(4-14256)

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
una nota di agenzia ha riportato la notizia che «DIFESA: DI PAOLA, GROSSO PROBLEMA ? PERSONALE. NEL 2012 SPESA 9 MLD (ASCA) - Roma, 14 dic - Nella voce spesa del ministero, della Difesa "il grosso problema è la gestione del personale". Lo ha dichiarato il Ministro della difesa, Giampaolo Di Paola durante l'audizione alle Commissioni riunite difesa di Camera e Senato. "Nel 2004 le risorse dedicate alle forze armate - ha spiegato Di Paola - erano di 14 miliardi di euro, corrispondevano all'1,2 del Pil, di queste 7,5 miliardi andavano al personale dunque il 54 per cento del bilancio. Nel 2012, dopo 8 anni, siamo a 13 miliardi di euro che corrispondono allo 0,84 del Pil e le spese per il personale sono 9 miliardi di euro pari al 70 per cento del bilancio. Nel 2004 le spese dell'esercizio, compreso l'addestramento del personale e le operazioni, erano 3,4 miliardi di euro pari al 24 per cento del bilancio e nell'anno di grazia 2012 sono 1,5 miliardi di euro pari all'11 per cento. Ci possono essere delle ideologie ma questi sono i fatti". "Un Parlamento e

un governo responsabile davanti a questa situazione - ha concluso Di Paola - non può rendersi conto che la situazione non può reggere"»;
da fonti di stampa è anche possibile apprendere che il capo di stato maggiore della difesa, generale Biagio Abrate, ha dichiarato che «Una gestione equilibrata dello strumento militare si raggiunge con una suddivisione diversa, e cioè il 50 per cento per il personale e 25 per cento ciascuna le altre due voci»;
nel 2010 la «funzione difesa», suddivisa per settori di spesa ha assorbito risorse per un totale di 14.295 milioni di euro, di cui 9.347,1 per il personale, 1.760,4 per l'esercizio e 3.187,4 per l'investimento. Relativamente al terzo settore di spesa sono stati destinati alla voce «Ammodernamento e rinnovamento» ben 3.187,4 milioni di euro (fonte: nota aggiuntiva allo stato di previsione per la difesa per l'anno 2011);
altre fonti di stampa hanno riportato la notizia che la riduzione del numero complessivo delle unità da tagliare ammonterebbe a 40.000-45.000 unità e riguarderebbe prevalentemente il ruolo dei marescialli;
appare quindi chiara agli interroganti, per la dichiarazione espressa dal generale Abrate, la volontà di mantenere inalterati, anzi incrementarli, i settori di spesa relativi all'investimento e all'esercizio a discapito del personale;
recentemente sono state emanate delle disposizioni normative che prevedono la possibilità per il personale militare di transitare, a domanda, verso le altre amministrazioni dello Stato -:
se le notizie riportate in premessa corrispondano al vero;
se abbia previsto forme di incentivi, anche economici, per il personale che intenderà transitare verso altre amministrazioni pubbliche e quali siano gli ulteriori interventi che il Ministro interrogato intende adottare;
se intenda ridurre la spesa destinata agli investimenti, quale sia l'ammontare complessivo delle riduzioni che intende operare e, quali siano i programmi pluriennali che intende ridurre o sospendere e in quali termini.
(4-14257)

DI STANISLAO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
l'Associazione vittime uranio ha recentemente denunciato altri casi di malattia tra i militari italiani per possibile contaminazione da uranio impoverito;
quello di A.G. brigadiere dei carabinieri di Lucca, attualmente in servizio alla compagnia dei carabinieri di Pisa, è uno dei quattro nuovi casi di malattia tra i militari italiani per possibile contaminazione da uranio impoverito;
tali casi sono stati denunciati attraverso il blog Vittimeuranio.com e il brigadiere scrive una lettera nella quale spiega che nel 2006 è stato in missione in Kossovo, nella zona di Diakovica con incarichi che lo vedevano quotidianamente impegnato presso la popolazione locale, in municipalità e villaggi, nei quali è ampiamente dimostrato vi siano stati effettuati bombardamenti con uranio impoverito;
alla fine del 2008, racconta, a due anni e 4 mesi dal rientro dalla missione, nell'ambito dei controlli previsti dal protocollo Mandelli, gli è stato diagnosticato un polipo adenomatoso villoso con infiltrazione dell'asse connettivo vascolare, in trasformazione maligna (adenocarcinoma) al sigma, quindi operato con una resezione del sigma di circa 10 centimetri. Nello stesso periodo, poiché lamentava una crescente difficoltà a deglutire, effettuando un'ecografia dei tessuti molli e del collo, gli veniva diagnosticato un macro nodulo tiroideo delle dimensioni di oltre 4 centimetri (anche questo operato nel 2010 con tiroidectomia totale). A seguito di tali patologie, nell'ottobre del 2009 inoltrava istanza di riconoscimento della causa di servizio;

nel mese di agosto 2011 il Ministero della Difesa - continua il brigadiere - informava che la commissione di verifica sulle cause di servizio aveva dichiarato che le patologie «non risultano dipendenti da fatti di servizio», fornendo ai sensi di legge 10 giorni per fornire ulteriore documentazione, dopodiché sarebbe stato messo formale provvedimento definitivo negativo;
il brigadiere richiede copia del rapporto e si accerta l'Arma aveva omesso di indicare i servizi svolti, la loro natura e soprattutto le zone interessate nell'area limitandosi a riferire le date in cui era stato in Kossovo;
alla luce di ciò il 25 di agosto 2011 il brigadiere chiede al Ministero la sospensione e procastinamento di 40 giorni del provvedimento, quindi chiede di conferire con il Comandante generale dell'Arma carabinieri, al fine di poter richiedere un suo intervento per far integrare il citato rapporto informativo;
il 3 ottobre, ha inviato un'istanza di riesame con nuovi elementi e carte delle zone dichiarate a rischio dalla Nato. Il 20 ottobre è stato ricevuto dal capo del 1° reparto del comando generale dell'Arma generale di brigata Angelo Agovino, che ha riconosciuto «l'anomalia» nella compilazione dei rapporti informativi dei militari;
gli è stato quindi consigliato di presentare una nuova istanza di causa di servizio ai sensi della legge n.266 del 2005, nonché di attendere un po' di tempo prima di eventuali azioni, ma ancora non riceve alcuna notizia;
di recente sempre sul blog Vittimeuranio.com appaiono anche G.P. di Scafati, militare presso la caserma di San Giorgio a Cremano (Napoli) di 37 anni affetto da una grave forma di cancro che interessa i bronchi e la pleura, F.R. di Sassari, 33 anni, che ha subito l'asportazione di un testicolo, di un rene e di linfonodi, ma anche un trapianto di cellule staminali dopo aver prestato servizio nel '96 nel poligono interforze di Salto di Quirra, in Sardegna ed infine M.C., maresciallo dell'Aeronautica di 37 anni, di Lecce, ma in servizio a Roma, che combatte contro un linfoma di Hodgkin scoperto recentemente e per caso dopo una missione in Kossovo nel 2002;
l'avvocato dell'Associazione dichiara che in molti casi gli organi della Difesa hanno negato qualsiasi forma di risarcimento, in quanto le patologie non sono risultate dipendenti da causa di servizio, ma in alcuni casi commissioni di verifica diverse hanno dato esiti contrastanti, così come sembrano contrastare le numerose norme che dovrebbero regolare la delicata materia;
secondo l'associazione i militari malati sono oltre duemila, più di 200 infine quelli deceduti negli ultimi anni -:
se il Governo sia a conoscenza degli episodi citati in premessa e se non ritenga di dover dare spiegazioni in merito;
se e come il Governo intenda intervenire per fornire assistenza concreta a tutti i militari malati.
(4-14260)

DI STANISLAO. - Al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che:
in base a quanto stabiliva la legge n. 308 del 1981 (ora abrogata) i risarcimenti connessi a causa di servizio spettavano anche qualora esisteva la condizione della «permanenza in servizio», aspetto che non compete al comitato di verifica per le cause di servizio di valutare;
le cause ambientali ed operative e i rischi che ne derivano non rientrano nel campo delle conoscenze dei membri del comitato di verifica. Quest'ultimo non può essere in grado, ad esempio, di escludere «rischi ambientali» nelle operazioni in Somalia, o in Bosnia o in altre zone operative e nei poligoni, in quanto queste valutazioni sono di competenza di organismi operativi che, si suppone, debbano conoscere la situazione sul campo;

risulta all'interrogante che il comitato di verifica abbia negato ad una signora residente nell'area di un poligono (vi aveva abitato per 9 anni) e quindi soggetta, in base a quanto stabilito dalla legge finanziaria per il 2008, ai rischi inerenti a poligoni, la «causa di servizio» (e di conseguenza i risarcimenti) senza che la signora avesse mai neppure prestato servizio. È stata dunque espressa una valutazione sulla causa di servizio quando il servizio non è neppure esistito;
si ricorda che per i militari la condizione di servizio è valida 24 ore su 24 e per questo motivo la legge n. 308 del 1981 menzionava la condizione della «permanenza in servizio», quale condizione qualificante per ottenere i risarcimenti;
il fatto che le previsioni della legge n. 308 del 1981 non siano confluite nel nuovo codice militare viene ad abolire un aspetto specifico della condizione militare e, a giudizio dell'interrogante, lede un diritto fondamentale -:
se il Governo intenda chiarire perché le decisioni del comitato di verifica, specie quelle relative al diniego della «causa di servizio» vengono ritenute come vincolanti da Previmil, quando non possono che essere dei pareri limitati agli infortuni per i quali si suppone possa sussistere l'esistenza della «causa di servizio»;
se il Governo non ritenga di dover assumere iniziative normative volte a reintrodurre le previsioni della legge n. 308 del 1981 nel nuovo codice militare;
se il Governo intenda verificare a che titolo il comitato di verifica può esprimersi circa la questione delle «cause ambientali ed operative» e dei rischi che ne derivano.
(4-14261)

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ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta orale:

CICCIOLI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione. - Per sapere - premesso che:
le ultime vicende relative a Finmeccanica, che hanno fatto emergere fatti vergognosi che, se dovessero essere accertati dalla magistratura, evidenzierebbero una grave situazione di gestione e controllo di aziende che vedono lo Stato tra i principali azionisti;
è emersa in più circostanze la volontà del Governo di garantire maggiore trasparenza, assicurata anche dalle parole del Presidente del Consiglio dei ministri, professor Mario Monti;
lo Stato ha partecipazione in diverse aziende, una di queste è l'Enel, azienda che vede non solo lo Stato come azionista di riferimento, ma anche la partecipazione del pubblico;
presso l'Enel da tempo non viene tenuto in nessun conto lo strumento del pubblico concorso come principale modalità di assunzione e, ultimamente, risultano esser stati assunti figli di parlamentari e di esponenti di vertice di organizzazioni sindacali, mentre in taluni casi vi sono state assunzioni di gruppi familiari -:
se non ritengano di acquisire elementi in ordine ai criteri ed ai meccanismi di assunzione presso l'Enel, e se non ritengano inoltre di intervenire per evitare la forte centralizzazione organizzativa delle posizioni di vertice, anche affidate ad interim, tanto da apparire, ad avviso dell'interrogante, un sistema oligarchico ed autoreferente.
(3-01981)

Interrogazione a risposta in Commissione:

FIANO. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che:
in parecchie zone geografiche del nostro paese si stanno diffondendo «chioschi

elettronici» che, sulla base della direttiva europea n. 31 dell'8 giugno 2000, dedicata al commercio elettronico, propongono una serie di giochi per accumulare crediti finalizzati all'acquisto di prodotti e servizi;
in coerenza con la direttiva europea, non sono ammesse vincite in denaro;
risulta che in realtà i crediti vengano convertiti automaticamente in denaro da parte di molti esercenti che provvedono a liquidare ai clienti gli importi maturati;
questi «Totem elettronici» ospitano giochi tra i più performanti del mercato nazionale configurando, di fatto, un «casinò domestico»;
nelle schermate d'accesso sono disponibili link diretti nei confronti che collegano ai più importanti siti che trattano moneta elettronica, in particolare Bancoposta, in modo tale che l'utente possa automaticamente disporre l'utilizzo dei propri conti per implementare il conto gioco;
giochi disponibili non sono soggetti ad alcuna imposizione fiscale;
i «Totem elettronici» non hanno alcun nulla osta emesso da AAMS o da altre agenzie dello Stato;
drenano sempre più importanti risorse dal gioco lecito verso queste forme diverse;
da parte delle preposte amministrazioni sono stati eseguiti diversi sequestri, tuttavia i tribunali hanno costantemente ritirato questi provvedimenti stante la difficoltà di individuare il momento di scambio fisico del denaro tra esercente e giocatore -:
se e quali provvedimenti si intendano disporre per neutralizzare il dilagante fenomeno in particolare nelle provinciale di Modena e Milano;
se non si ritenga opportuno verificare la possibilità di impedire che i giochi sottoposti alla regolamentazione da parte di AAMS entrino a far parte del catalogo prodotti del «chiosco elettronico».
(5-05821)

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INTERNO

Interrogazione a risposta scritta:

TOCCAFONDI e ALBINI. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella mattinata del 13 dicembre 2011 a Firenze, in piazza Dalmazia, nelle immediate vicinanze del centro della città, un uomo, ha sparato alcuni colpi di pistola, uccidendo due uomini e ferendone gravemente un terzo, in mezzo ai banchi del mercato frequentatissimo, che giornalmente viene allestito nella piazza;
da quanto raccontano i proprietari degli altri banchi del mercato di piazza Dalmazia, le due vittime, entrambe di nazionalità senegalese, erano venditori ambulanti che frequentavano, abitualmente la zona; anche il terzo uomo che è rimasto gravemente ferito è un senegalese;
quanto si apprende dal primissimi racconti dei testimoni, sarebbe stata una specie di esecuzione;
le persone presenti al mercato raccontano che l'uomo che ha sparato sarebbe arrivato con un'auto bianca, sarebbe sceso e avrebbe sparato tre colpi di pistola contro i tre senegalesi;
in molti, in particolare il proprietario dell'edicola della piazza, da quanto si apprende dalle agenzie di stampa, avrebbero provato a fermare l'uomo che ha sparato, che è riuscito comunque a scappare;
la comunità senegalese ha negato qualsiasi tipo di minaccia;
alcune ore dopo, si apprende dalle agenzie di stampa, un uomo probabilmente lo stesso che in mattinata aveva

sparato nel mercato di piazza Dalmazia, ha sparato colpendo un altro senegalese, al mercato centrale di Firenze;
poco dopo si è verificato un conflitto a fuoco nel parcheggio sotterraneo di piazza del mercato centrale a Firenze, tra l'uomo e le forze dell'ordine;
le edizioni online dei quotidiani locali, affermano che l'uomo, che le forze dell'ordine avrebbero scoperto essere, Gianluca Casseri, si sarebbe sparato e poco dopo è morto;
la città di Firenze è ancora sconvolta dall'attentato all'arcivescovo di Firenze monsignor Giuseppe Betori avvenuto il 4 novembre, nel quale è rimasto ferito il segretario dell'arcivescovo di Firenze che è stato colpito da un proiettile esploso nei pressi della sede della Curia, in piazza San Giovanni;
episodi del genere riportano il clima ad un passato di tensioni che non appartiene alla città -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto descritto in premessa;
quali iniziative, per quanto di competenza, intenda intraprendere il Governo per far luce, il prima possibile, su quanto accaduto il 13 dicembre 2011 nella piazza fiorentina.
(4-14258)

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ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta in Commissione:

PES e SCHIRRU. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
le sezioni primavera sono state istituite dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296, recante «Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato» (legge finanziaria per l'anno 2007), ed, in particolare, dall'articolo 1, comma 630 concernente l'attivazione di «Progetti tesi all'ampliamento qualificato dell'offerta formativa rivolta a bambini dai 24 ai 36 mesi di età, anche mediante la realizzazione di iniziative sperimentali improntate a criteri di qualità, pedagogica, flessibilità, rispondenza alle caratteristiche della specifica fascia di età»;
tali sezioni rispondono ad una diffusa esigenza sociale e mirano ad offrire ai bambini al di sotto dei tre anni di età un qualificato momento di preparazione e introduzione alla scuola dell'infanzia;
i progetti per l'attuazione delle sezioni primavera possono essere realizzati da soggetti gestori pubblici privati, legittimati alla gestione dei servizi educativi 0-6 anni (amministrazioni comunali, scuole dell'infanzia paritarie, soggetti gestori di nidi convenzionati con amministrazioni comunali, istituzioni scolastiche statali), nel rispetto della normativa regionale e nazionale di riferimento;
su indicazione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca i progetti delle sezioni primavera si ispirano a criteri di qualità pedagogica, rispettosi dell'età dei bambini, sulla base di indicatori e standard di funzionamento definiti dalle leggi regionali o, in mancanza, contenuti nell'accordo;
essi riguardano, in particolare, la presenza di strutture adeguate, il contenimento del numero dei bambini (da 15 a 20 per sezione), un rapporto numerico insegnanti-bambini non superiore ad 1:10, la flessibilità degli orari, la qualificazione del personale docente ed ausiliario, il supporto psicopedagogico;
in realtà particolari (esempio piccoli comuni), laddove non è possibile strutturare un'iniziativa con le sopracitate caratteristiche, è possibile proporre soluzioni più flessibili, nei quali il soggetto «regolatore» è il comune;
l'intervento dello Stato non è di tipo autorizzativo, ma è volto a riconoscere un contributo finanziario ai soggetti gestori;

l'istituto comprensivo statale di Carloforte è destinatario dei contributi per l'attivazione delle sezioni primavera dal 2007;
si ha notizia che l'istituto comprensivo statale di Carloforte non ha ancora ricevuto il finanziamento stanziato, pari ad euro 22 mila, per l'anno scolastico 2010-2011;
di conseguenza il dirigente scolastico non ha potuto corrispondere il compenso alle tre insegnanti impegnate nel servizio;
al momento, la sezione primavera è stata attivata grazie all'intervento del comune;
tale sezione verrà interrotta a dicembre nel caso in cui non arrivassero i contributi assegnati;
la chiusura della sezione primavera creerebbe dei forti disagi per le famiglie e per i bambini; il personale impegnato si ritroverebbe senza lavoro -:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei tempi necessari per l'erogazione del contributo;
se non ritenga urgente assumere ogni iniziativa di competenza affinché questo venga erogato nel caso in questione;
se non ritenga opportuno vigilare perché i contributi emessi a favore delle sezioni primavera vengano sempre corrisposti prima dell'avvio dell'anno scolastico.
(5-05824)

GHIZZONI, COSCIA e DE PASQUALE. - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. - Per sapere - premesso che:
la legge di stabilità per il 2012 (legge n. 183 del 12 novembre 2011) all'articolo, comma 81, ha previsto, nell'ambito degli interventi miranti alla riduzione delle spese non rimodulabili dei Ministeri, che «allo scopo di evitare duplicazioni di competenza tra aree e profili professionali, negli istituti di scuola secondaria di secondo grado ove sono presenti insegnanti tecnico-pratici in esubero, è accantonato un pari numero di posti di assistente tecnico»;
tale formulazione - ambigua, a parere dell'interrogante - si fonda sulla errata presunzione che sussistano duplicazioni di competenza tra i profili professionali degli insegnanti tecnico pratici (ITP) e quelli degli assistenti tecnici di laboratorio;
la relazione tecnica governativa che illustra la suddetta norma rileva che «nell'anno scolastico 2011/2012 sono risultati in esubero a livello nazionale n. 3.334 insegnanti tecnico pratici e che si tratta di personale che potrebbe non trovare immediato ed integrale utilizzo in attività di insegnamento, nemmeno nell'ipotesi che entri in vigore lo schema di regolamento sulle classi di concorso in corso di perfezionamento; trattandosi di personale non laureato, con titoli di studio tali da richiedere un corso di formazione a supporto del passaggio dalla classe di concorso attualmente ricoperta a quella che ricopriranno a seguito della riforma delle classi medesime...»;
la suddetta relazione tecnica, pertanto, stima che nell'anno 2012/2013 quota parte di detti ITP pari a 2.500 unità, potrebbe risultare ancora in esubero e quindi oggetto della citata norma, che prevede il loro impiego in sostituzione degli assistenti tecnici;
la suddetta relazione, considerando il trattamento economico di un assistente tecnico, quantifica in 64,50 milioni di euro nell'anno scolastico 2012-2013 l'effetto della mancata nomina di 2.500 di tali figure professionali;
la citata legge di stabilità 2012, all'articolo 16, modifica le disposizioni di cui

all'articolo 33 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 in materia di mobilità e collocamento in disponibilità professionale dei dipendenti pubblici: in particolare, sopprimendo le previgenti tutele sindacali e contrattuali, stabilisce una procedura che, con ampia discrezionalità, porta il personale dichiarato in esubero, qualora non ricollocato, prima ad una sorta di cassa integrazione biennale e poi al licenziamento;
la suddetta normativa rischia di essere applicata agli ITP risultanti in esubero in conseguenza del riordino degli istituti tecnici e professionali, realizzato con i decreti del Presidente della Repubblica n. 87 e n. 88 del 15 marzo 2010, che per esigenze di mera «cassa» hanno determinato la riduzione dell'orario complessivo annuale delle lezioni delle seconde, terze e quarte classi degli istituti tecnici e delle seconde e terze classi degli istituti professionali, con gravi conseguenze tanto sulla dotazione organica dei docenti, quanto sulla qualità dei percorsi di studio;
in tale contesto è avvenuta anche la riduzione massiccia e generalizzata delle ore di insegnamento in laboratorio attribuite agli ITP, con una forte penalizzazione delle materie ad indirizzo professionale che, oltre a determinare una palese disarticolazione del sistema formativo, incide pesantemente sull'attività didattica da svolgere in vista degli esami di Stato e delle prove per il conseguimento delle qualifiche professionali -:
come il Ministro interrogato intenda proseguire l'indirizzo tracciato dalla norma citata in premessa (articolo 4, comma 81, della legge 183 del 2011), e se non ravveda la necessità di continuare ad utilizzare gli insegnanti tecnico-pratici per l'apprendimento laboratoriale e delle tecnologie, al fine di trasformare concretamente «tutta la scuola in un vettore 2.0».
(5-05825)

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LAVORO E POLITICHE SOCIALI

Interrogazioni a risposta in Commissione:

RIGONI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
l'area industriale della provincia di Massa-Carrara continua ad essere interessata da una profonda crisi economica di particolare complessità;
è grave la crisi occupazionale determinatasi nell'azienda CIET di Arezzo, azienda operante con oltre 800 dipendenti nel settore delle telecomunicazioni, in regime di sub appalto per Telecom ed altre imprese, attiva con unità produttive in tutta Italia e con un significativo investimento in Toscana, anche in provincia di Massa-Carrara con oltre 450 unità lavorative;
la CIET nel corso di questi anni, attraverso accordi specifici in sede nazionale presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, ha sottoscritto con le parti sociali accordi di accesso agli ammortizzatori sociali straordinari, prima per ristrutturazione e poi per cessazione di attività;
in particolare, si rende necessario ed urgente comprendere se, alla luce delle dichiarazioni rilasciate dai lavoratori e dalle organizzazioni sindacali, i frequenti cambiamenti di origine societaria con trasferimenti di ramo d'azienda all'interno del gruppo di cui fa parte la CIET siano stati oggetto di specifico accordo sindacale o trattasi di atti unilaterali di natura aziendale -:
quali siano i tempi di concreto accoglimento della richiesta di cassa integrazione straordinaria a partire dal mese di luglio 2011, avanzata dall'azienda CIET, che coinvolge diverse centinaia di lavoratori toscani, peraltro senza indennità dal mese di maggio 2011.
(5-05823)

MAGGIONI e FEDRIGA. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
è notizia pubblicata nei giorni scorsi sul quotidiano locale La Provincia di Pavese la chiusura dello stabilimento di Trivolzio, ex Elnagh, del Gruppo SEA spa;
secondo quanto annunciato dall'amministratore delegato del Gruppo, dottor Maurizio De Costanzo, sono in corso importanti ristrutturazioni aziendali per incrementare l'efficienza e la produttività e per difendere il patrimonio dei marchi aziendali Elnagh, Mobilvetta e MCLouis, consistenti nel lancio di nuovi prodotti, nella razionalizzazione della gamma e nel rigoroso controllo ed utilizzo delle risorse;
in quest'ottica, secondo l'amministratore delegato, la decisione di cessare la produzione nella sede storica di Trivolzio permetterà a SEA di impegnare al meglio le risorse aziendali, perché la sua chiusura è quella che «garantisce un maggiore risparmio al gruppo»;
la chiusura dello stabilimento comporterebbe, oltre che la cancellazione di quella che per 60 anni è stata la più grande azienda lombarda di produzione di camper, anche e soprattutto la perdita di circa 130 posti di lavoro, per questo sono in corso delle trattative con i sindacati, che richiedono un contratto di solidarietà per 36 mesi, riduzione dello stipendio, ma nessun licenziamento;
secondo l'amministratore delegato invece, al momento «un contratto di solidarietà non è fattibile», perché «renderebbe insostenibile l'intero piano di salvataggio del gruppo Sea»; il tutto era comunque rinviato alla riconvocazione del tavolo istituzionale prevista per il 15 dicembre 2011 -:
se il Ministro sia a conoscenza della questione critica illustrata in premessa e quali urgenti di propria competenza, anche in termini di moral suasion, intenda intraprendere per addivenire ad una soluzione che possa accontentare azienda e lavoratori, salvaguardando i livelli occupazionali, tenuto conto altresì che, in conseguenza della recente manovra economica che comporta un aumento delle tasse ed un allungamento dell'età pensionabile, per i 130 lavoratori interessati e relative famiglie la perdita del posto di lavoro li porrebbe in condizioni di indigenza.
(5-05826)

Interrogazione a risposta scritta:

FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. - Per sapere - premesso che:
le agenzie di informazione hanno riferito dell'ennesimo morto sul lavoro; in questo caso si tratta del signor Michael Dell'Orso, di appena 19 anni, originario di Farindola; si trovava sul tetto di un loculo nel cimitero dei Colli di Pescara, dove stava potando degli alberi del cimitero insieme a un collega;
sembra che uno dei rami a cui Dell'Orso si sorreggeva, si sia spezzato, provocando una caduta mortale -:
se il signor Dell'Orso fosse stato regolarmente assunto dalla ditta che aveva avuto l'incarico di potare e sistemare le piante del cimitero;
se comunque risultino osservate o disattese le norme relative alla sicurezza sul lavoro;
quali iniziative, nell'ambito delle competenze, intenda promuovere o adottare, tenendo presente che il fenomeno delle morti sul lavoro assume giorno dopo giorno le caratteristiche di una vera strage, dal momento che risultano, nel solo 2011, almeno 500 le persone che hanno perso la vita e che a queste morti occorre aggiungere altre cifre spaventose, ossia duemila invalidi e 846.877 infortuni.
(4-14259)

POLITICHE AGRICOLE, ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta scritta:

NASTRI. - Al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. - Per sapere - premesso che:
con la cessione dell'azienda Parmalat avvenuta nel corso d'inizio anno, al gruppo francese Lactalis e la recente acquisizione da parte della Russian Standard Corporation, del 70 per cento della Gancia, che rappresenta una «storica» azienda piemontese produttrice di spumanti, l'agroalimentare italiano, conferma come l'Italia sia appetibile, per gli investitori stranieri;
negli anni scorsi, secondo quanto sostiene la Coldiretti, sono stati acquisiti altri importanti marchi della dieta mediterranea del cosiddetto made in Italy, quali Bertolli, Carapelli e Sasso, tutte imprese nel settore olivicolo, il cui controllo finanziario appartiene attualmente ad un gruppo spagnolo;
nel corso del tempo altre celebri imprese del settore agroalimentare, quali Buitoni, Perugina, Galbani, Cademartori e Locatelli, sono diventate di proprietà del suddetto gruppo francese Lactalis;
appare pertanto evidente, in considerazione di quanto precedentemente riportato, a giudizio dell'interrogante, la tendenza alla delocalizzazione di un settore, in cui la qualità e il valore aggiunto della produzione agricola italiana, ha consentito ai grandi marchi di raggiungere traguardi prestigiosi;
a giudizio dell'interrogante, risulta altrettanto evidente, che il settore agricolo e agroalimentare, che costituisce un valore aggiunto per l'intera economia nazionale, nonché un comparto estremamente apprezzato e di successo a livello internazionale, versa in condizioni di estrema criticità sia sotto il profilo della tassazione e delle misure fiscali penalizzanti e recessive previste dal decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, recante disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici, sia sotto il profilo dell'accesso al credito da parte delle imprese agricole e agroalimentari diventato estremamente difficile e complesso -:
quali siano gli orientamenti del Governo con riferimento a quanto esposto in premessa;
se non ritenga urgente assumere iniziative normative recanti interventi di carattere fiscale e tributario, volti a sviluppare il comparto agricolo e agroalimentare italiano, al fine di rilanciare l'intera filiera pesantemente colpita da una crisi finanziaria di livello internazionale, unitamente a misure volte a frenare il descritto fenomeno della delocalizzazione, fonte di preoccupazione per gli operatori del settore e delle associazioni di categoria agricole, che, come esposto in premessa, temono per il proprio futuro per l'ennesimo marchio di qualità del made in Italy agroalimentare acquisito da investitori stranieri.
(4-14262)

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SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta in Commissione:

FIANO. - Al Ministro dello sviluppo economico. - Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi diversi autorevoli quotidiani hanno riportato la notizia secondo cui l'ex amministratore delegato di Finmeccanica, dottor Guarguaglini, dovrebbe percepire come liquidazione, a seguito delle dimissioni rassegnate probabilmente anche in ragione delle inchieste che gravano sulla sua amministrazione, una cifra variabile tra i 4 e i 6 milioni di euro;
all'interrogante appare inaccettabile, iniquo e scandaloso che, mentre si stanno per chiedere gli ennesimi durissimi sacrifici ai lavoratori italiani, un dirigente di

un'azienda controllata dal Ministero dell'economia e delle finanze possa percepire una cifra così vertiginosamente alta;
vista la natura delle inchieste in corso e nel rispetto del giudizio finale che verrà dato dalla magistratura, l'interrogante ritiene che sarebbe opportuna una sospensione cautelativa per lo meno per una parte di tale liquidazione;
in aggiunta a questo, è ad avviso dell'interrogante assolutamente necessario porre un tetto alle liquidazioni dei manager pubblici o di aziende controllate dal Ministero dell'economia e delle finanze, proprio secondo quel principio di equità annunciato dal Presidente del Consiglio professor Monti nel suo discorso di insediamento alle Camere -:
quale sia il reale ammontare della liquidazione del dottor Guarguaglini;
quali siano le norme previste nel suo contratto in materia di liquidazione;
se il Governo intenda intervenire in questo specifico caso;
se il Governo intenda assumere iniziative, più in generale, per porre un tetto alle liquidazioni dei manager pubblici o di aziende controllate dal Ministero dell'economia e delle finanze.
(5-05822)

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Modifica dell'ordine dei firmatari di una mozione.

La mozione Vannucci e altri n. 1-00768, pubblicata nell'Allegato B ai resoconti della seduta del 18 novembre 2011, l'ordine dei firmatari si intende così modificato: «Vannucci, Abrignani, Adornato, Di Pietro, Pisicchio, La Malfa, Vico, Agostini, Bellanova, Boccia, Bordo, Capano, Carlucci, Cavallaro, Cera, Ceroni, Ciccanti, Ciccioli, Concia, De Angelis, De Torre, Distaso, Favia, Fucci, Ginefra, Ginoble, Giovanelli, Gozi, Grassi, Lolli, Losacco, Marchioni, Mastromauro, Merloni, Pelino, Antonio Pepe, Pistelli, Ria, Servodio, Sisto, Tenaglia, Vitali, Zazzera, Di Giuseppe, Monai».