XVI LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di giovedì 9 febbraio 2012

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 9 febbraio 2012.

Albonetti, Alessandri, Antonione, Bindi, Bongiorno, Bratti, Brugger, Buonfiglio, Buttiglione, Caparini, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Gianfranco Conte, D'Alema, Dal Lago, Della Vedova, Donadi, Dozzo, Fallica, Fava, Tommaso Foti, Franceschini, Giancarlo Giorgetti, Iannaccone, Jannone, Leone, Lo Monte, Lombardo, Lupi, Lusetti, Lussana, Malgieri, Mazzocchi, Melchiorre, Migliavacca, Migliori, Milanato, Misiti, Moffa, Mussolini, Nucara, Pecorella, Pescante, Pisicchio, Rigoni, Stefani, Stucchi, Valducci, Zaccaria.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

Albonetti, Alessandri, Antonione, Bindi, Bongiorno, Bratti, Brugger, Buonfiglio, Buttiglione, Caparini, Cicchitto, Cirielli, Colucci, Gianfranco Conte, D'Alema, Dal Lago, Della Vedova, Donadi, Dozzo, Fallica, Fava, Tommaso Foti, Franceschini, Giancarlo Giorgetti, Iannaccone, Jannone, Leone, Lo Monte, Lombardo, Lupi, Lussana, Malgieri, Mazzocchi, Melchiorre, Migliavacca, Migliori, Milanato, Misiti, Moffa, Mussolini, Nucara, Pecorella, Pescante, Pisicchio, Rigoni, Stefani, Stucchi, Valducci, Zaccaria.

Annunzio di proposte di legge.

In data 8 febbraio 2012 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
ZAMPARUTTI ed altri: «Modifiche al decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 155, recante attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa» (4936);
LARATTA: «Modifiche all'articolo 51 del testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in materia di rieleggibilità alla carica di sindaco nei comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti» (4937);
MINARDO: «Disposizioni per l'applicazione di agevolazioni relative al costo dei carburanti per le imprese di autotrasporto, di pesca e agricole aventi sede nella Regione siciliana» (4938);
BIAVA: «Scioglimento della società Buonitalia Spa e trasferimento delle sue funzioni e risorse umane, strumentali e finanziarie all'Istituto sviluppo agroalimentare Spa» (4939).

Saranno stampate e distribuite.

Annunzio di un disegno di legge.

In data 9 febbraio 2012 è stato presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge:
dal Presidente del Consiglio dei ministri e dai ministri per la pubblica amministrazione e la semplificazione, dello sviluppo economico, delle infrastrutture e dei trasporti, dell'istruzione, dell'università e della ricerca:
«Conversione in legge del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, recante disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo» (4940).

Sarà stampato e distribuito.

Adesione di deputati a proposte di legge.

La proposta di legge MAURIZIO TURCO ed altri: «Disposizioni per l'attuazione dell'articolo 49 della Costituzione in materia di democrazia interna dei partiti politici e norme in materia di finanziamenti pubblici e privati destinati ai medesimi soggetti. Delega al Governo per l'emanazione di un testo unico delle leggi concernenti l'organizzazione e il finanziamento dei partiti politici» (244) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Rubinato.
La proposta di legge CONCIA: «Istituzione di un Osservatorio permanente contro le discriminazioni, la violenza e il bullismo nelle scuole presso il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca» (4788) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Agostini, Albini, Barani, Boffa, Braga, Brandolini, Bucchino, Burtone, Cambursano, Capodicasa, Carella, Marco Carra, Cenni, Codurelli, Coscia, D'Incecco, Esposito, Favia, Ferranti, Fiano, Fontanelli, Anna Teresa Formisano, Garavini, Gianni, Ginoble, Giovanelli, Giro, Giulietti, Gnecchi, Gozi, Laganà Fortugno, Laratta, Losacco, Marchi, Pierdomenico Martino, Mastromauro, Nirenstein, Paladini, Peluffo, Mario Pepe (PD), Picierno, Pollastrini, Pompili, Razzi, Rossa, Sbrollini, Verini, Villecco Calipari e Zazzera.
La proposta di legge VELO ed altri: «Delega al Governo per la riforma del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285» (4845) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Fontanelli, Laganà Fortugno, Marchi, Mattesini e Motta.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

A norma del comma 1 dell'articolo 72 del regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:
I Commissione (Affari costituzionali):
IANNACCONE ed altri: «Modifica all'articolo 7 del testo unico delle leggi recanti norme per la elezione della Camera dei deputati, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, in materia di limite del numero dei mandati parlamentari» (4869);
GRIMOLDI ed altri: «Disposizioni concernenti l'erogazione dei vitalizi ai componenti delle Camere cessati dal mandato parlamentare» (4898) Parere della V Commissione.
VII Commissione (Cultura):
CARLUCCI ed altri: «Delega al Governo per l'adozione di disposizioni per la tutela del diritto allo studio degli studenti praticanti attività sportiva agonistica» (4227) Parere delle Commissioni I, V e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
GRIMOLDI ed altri: «Dichiarazione di monumento nazionale e contributo per il recupero, il mantenimento e la conservazione del tracciato storico dell'autodromo di Monza» (4899) Parere delle Commissioni I, V e VIII.
XII Commissione (Affari sociali):
PALAGIANO ed altri: «Istituzione del Registro nazionale e dei registri regionali dei materiali protesici impiantati» (4868) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
PALAGIANO ed altri: «Disposizioni concernenti l'etichettatura dei farmaci contenenti gliadina e l'indicazione della presenza di lattosio, a tutela delle persone affette dal morbo celiaco» (4894) Parere delle Commissioni I, X e XIV.
Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e XI (Lavoro):
DAL LAGO ed altri: «Modifica dell'articolo 23-bis e abrogazione dell'articolo 23-ter del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, in materia di trattamenti economici erogati, anche indirettamente, a carico delle finanze pubbliche» (4901) Parere delle Commissioni II, III, V, VI, VII, X e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Trasmissione dalla Corte dei conti.

La Corte dei conti - sezione di controllo per gli affari comunitari ed internazionali - con lettera in data 7 febbraio 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 6, della legge 14 gennaio 1994, n. 20, la delibera n. 1 del 2012, con la quale la sezione stessa ha approvato la relazione speciale in materia di energie rinnovabili, risparmio energetico ed efficienza energetica nell'ambito della politica di coesione socio-economica dell'Unione europea.

Questa documentazione è trasmessa alla V Commissione (Bilancio), alla VIII Commissione (Ambiente) e alla X Commissione (Attività produttive).

Trasmissione dal ministro delle infrastrutture e dei trasporti.

Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti, con lettera in data 7 febbraio 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 15, comma 4, del decreto legislativo 5 ottobre 2006, n. 264, la prima relazione concernente lo stato di attuazione degli interventi relativi all'adeguamento delle gallerie stradali della rete transeuropea, realizzati negli anni dal 2007 al 2010 e previsti per l'anno 2011 (doc. CCXLIV, n. 1).
Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla VIII Commissione (Ambiente), alla IX Commissione (Trasporti) e XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Trasmissione dal ministro per i beni e le attività culturali.

Il ministro per i beni e le attività culturali, con lettera in data 7 febbraio 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 84, comma 3, del codice di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, la relazione sulle norme concernenti la circolazione dei beni culturali ed attuazione in Italia e all'estero degli atti comunitari indicati dalla legge riguardante la restituzione dei beni culturali illegittimamente usciti da uno Stato membro dell'Unione europea, relativa agli anni dal 2008 al 2010 (doc. XX, n. 1).
Questo documento - che sarà stampato - è trasmesso alla VII Commissione (Cultura).

Trasmissione dal ministro della difesa.

Il ministro della difesa, con lettera dell'8 febbraio 2012, ha trasmesso due note relative all'attuazione data agli ordini del giorno POLLEDRI ed altri n. 9/4357-A/147, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 21 giugno 2011, concernente la possibilità di prevedere la nomina di un commissario e di un vicecommissario ad acta per lo svolgimento delle procedure finalizzate alla permuta di immobili e di infrastrutture oggetto dell'intesa dell'aprile 2008 tra il Ministero della difesa ed il comune di Piacenza, e CIRIELLI ed altri n. 9/4551/21, accolto dal Governo nella seduta dell'Assemblea del 2 agosto 2011, riguardante misure per garantire un trattamento giuridico ed economico del personale impegnato nelle missioni internazionali che faccia riferimento al rischio affrontato.

Le suddette note sono a disposizione degli onorevoli deputati presso il Servizio per il Controllo parlamentare e sono trasmesse alla IV Commissione (Difesa) competente per materia.

Annunzio di un provvedimento concernente un'amministrazione locale.

La presidenza della regione autonoma della Sardegna, con lettera in data 2 febbraio 2012, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 2, comma 5, della legge regionale 7 ottobre 2005, n. 13, il decreto n. 2 del presidente della regione stessa in data 13 gennaio 2012, con cui è stato sciolto il consiglio provinciale di Cagliari e nominato il relativo commissario straordinario.

Questa documentazione è depositata presso il Servizio per i Testi normativi a disposizione degli onorevoli deputati.

Trasmissione dal Garante del contribuente della regione siciliana.

Il Garante del contribuente della regione siciliana, con lettera in data 3 febbraio 2012, ha trasmesso la relazione sullo stato dei rapporti tra fisco e contribuenti nel campo della politica fiscale riferita all'anno 2011, predisposta ai sensi dell'articolo 13, comma 13-bis, della legge 27 luglio 2000, n. 212, e successive modificazioni.

Questa documentazione è trasmessa alla VI Commissione (Finanze).

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Elementi in merito al potenziamento della rete stradale e ferroviaria nel territorio di Prato, con particolare riferimento alle opere inserite nell'accordo quadro per la realizzazione delle infrastrutture strategiche sottoscritto il 16 giugno 2011 - 2-01312

A)

I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri delle infrastrutture e dei trasporti e dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
il raddoppio del viale Leonardo da Vinci, quale asse portante dell'intero sistema urbano del comune di Prato, è stato inserito nell'atto aggiuntivo all'accordo quadro per la realizzazione delle infrastrutture strategiche stipulato tra il Governo Berlusconi e la regione Toscana il 16 giugno 2011;
il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti pro tempore si è impegnato a reperire le risorse necessarie entro la data di inizio dei lavori prevista per il primo semestre del 2012;
nell'accordo è stato riconosciuto il ruolo strategico del territorio di Prato nell'ambito del più ampio sistema infrastrutturale regionale e nazionale, e si è convenuto di avviare tutte le azioni ritenute necessarie al fine della definizione di un quadro omogeneo di interventi volti all'adeguamento e al potenziamento dell'attuale rete stradale e ferroviaria di collegamento con tutti i sistemi produttivi economici presenti;
il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con la regione, si è impegnato a sviluppare un piano dettagliato delle opere da programmare in ordine sia alle fasi progettuali e realizzative, sia ai profili di carattere finanziario;
le opere individuate per supportare il ruolo strategico del nodo di Prato sono le seguenti:
a) completamento della seconda tangenziale di Prato;
b) collegamento dell'asse delle industrie alla bretella Prato-Signa;
c) completamento del raddoppio di viale Leonardo da Vinci quale asse portante dell'intero sistema urbano;
d) completamento e sviluppo dell'interporto di Prato;
e) sviluppo dei collegamenti su ferro all'interno dell'area metropolitana con utilizzo della tratta Prato-Firenze con tecnologie innovative per collegamenti veloci da e per Firenze;
il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, d'intesa con la regione Toscana, si è impegnato a inserire, nell'aggiornamento dell'allegato infrastrutture al documento di economia e finanza, le opere sopra indicate per consentirne così il relativo inserimento nella legge obiettivo;
le attività di monitoraggio dello stato di avanzamento dei lavori saranno assicurate attraverso l'attivazione di un tavolo permanente appositamente istituito presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti -:
a che punto sia l'attuazione dell'accordo quadro sottoscritto dal precedente Governo con la regione Toscana il 16 giugno 2011;
se sia confermato l'impegno di considerare strategico il raddoppio del viale Leonardo da Vinci come infrastruttura strategica;
se sia confermato l'impegno finanziario, stimato in circa 16 milioni di euro, per realizzare l'opera.
(2-01312)
«Mazzoni, Massimo Parisi, Castellani, Faenzi, Savino, Di Virgilio, Toto, Mottola, Picchi, Pelino, Gottardo, Vignali, Mazzuca, Renato Farina, Bianconi, Speciale, Holzmann, Tortoli, Barani, Girlanda, Toccafondi, Cicu, Nola, Moles, Nirenstein, Bergamini, Calderisi, D'Alessandro, Sisto, Petrenga».

Iniziative per il ritiro dello schema di regolamento in materia di valutazione delle menomazioni derivanti da incidenti stradali, approvato dal Consiglio dei ministri il 3 agosto 2011 - 2-01274

B)

I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri dello sviluppo economico e della salute, per sapere - premesso che:
l'articolo 138 del decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, recante il codice delle assicurazioni private, ha previsto la predisposizione di una specifica tabella, unica su tutto il territorio della Repubblica, delle menomazioni all'integrità psicofisica comprese tra 10 e 100 punti e del valore pecuniario da attribuire a ogni singolo punto di invalidità;
al fine di procedere alla predisposizione della tabella è stata istituita, presso il Ministero della salute, una commissione di studio che ha concluso i suoi lavori con la redazione di uno schema, recante l'indicazione delle menomazioni e del relativo punto percentuale di invalidità da rinviare al Ministero dello sviluppo economico per la predisposizione dei valori pecuniari da assegnare ai vari punti di invalidità;
lo schema perfezionato adeguava al ribasso i valori risarcitori, che risultavano di gran lunga inferiori ai valori proposti dalle tabelle del tribunale di Milano, considerate congrue dalla Corte di cassazione e utilizzate dalla maggioranza dei tribunali, tanto che, nella relazione finale, sono stati rimarcati i differenti orientamenti di alcuni componenti della commissione;
l'iter si è concluso il 3 agosto 2011 con l'approvazione, da parte del Consiglio dei ministri, dello schema di decreto del Presidente della Repubblica, che, per questo motivo, è stato considerato dalle principali associazioni delle vittime degli incidenti stradali come «fortemente lesivo della dignità umana e non rispondente alle esigenze di solidarietà consolatorie, riparatorie e satisfattive del danno da rc auto»;
in risposta all'interrogazione n. 3-01804, presentata dal Partito Democratico, il Ministro della salute pro tempore ha sostenuto che l'obiettivo del provvedimento era di dare maggiore certezza ai diritti spettanti ai danneggiati, evitando sperequazioni, differenze territoriali ed aumenti dei prezzi delle assicurazioni causati dalla presunta anomalia nella crescita della percentuale di sinistri con danni alla persona;
il Partito Democratico, non soddisfatto della risposta del Governo, ha presentato un atto di indirizzo, che è stato discusso nella seduta del 26 ottobre 2011, provocando un ampio dibattito e la discussione di numerose mozioni;
in particolare, in quella stessa seduta è stata approvata a larghissima maggioranza la mozione 1-00740, che impegnava il Governo pro tempore «a ritirare il provvedimento, ingiustificato e lesivo dei diritti dei danneggiati, e a predisporre, in tempi rapidi, un nuovo decreto teso a determinare valori medi di risarcimento del danno biologico per le lesioni di non lieve entità che prendano a riferimento quelli delle tabelle elaborate dal tribunale di Milano» -:
se il Governo intenda dar seguito, nel più breve tempo possibile, all'impegno contenuto nella mozione 1-00740, evitando l'ingiusta e insopportabile penalizzazione nei confronti di migliaia di famiglie già costrette, loro malgrado, a confrontarsi con un grave e profondo disagio.
(2-01274)
«Boccia, Agostini, Baretta, Benamati, Bordo, Bossa, Brandolini, Bressa, Burtone, Capodicasa, Cavallaro, Cilluffo, Coscia, Cuomo, D'Antoni, De Pasquale, D'Incecco, Fadda, Farinone, Ferranti, Fiorio, Fogliardi, Fontanelli, Genovese, Giacomelli, Ginefra, Ginoble, Giovanelli, Gozi, Graziano, Iannuzzi, Laratta, Lovelli, Lucà, Pedoto».

Elementi ed iniziative in relazione alle prospettive del sito industriale di Terni, con particolare riferimento alla convocazione di un tavolo di confronto tra ThyssenKrupp-Ast, parti sociali ed istituzioni - 2-01338

C)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
il Ministero dello sviluppo economico, attraverso il Sottosegretario De Vincenti, rispondendo il 12 gennaio 2012 all'interpellanza urgente n. 2-01281, presentata dagli onorevoli Vico e altri, in relazione allo scorporo del settore stainless global di ThyssenKrupp, che riguarda direttamente l'Ast di Terni, annunciava la convocazione del tavolo nazionale di confronto a cui avrebbero partecipato le parti datoriali, sindacali e le istituzioni;
in data 20 gennaio 2012 la presidente della regione Umbria, Catiuscia Marini, ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio dei ministri, Mario Monti, sollecitando la riconvocazione del tavolo istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, riunitosi il 27 luglio 2011;
nella lettera la presidente Marini segnalava la condivisibile esigenza di un'opportuna «iniziativa di diplomazia economica, congiunta ad un monitoraggio costante dell'evoluzione delle trattative, che collochi la questione in una coerente dimensione di politica industriale e di sviluppo del sistema produttivo nazionale»;
a seguito dell'annuncio dello spin-off del ramo stainless global, ThyssenKrupp ha costituito uno specifico veicolo societario - Inoxum - in cui sono confluite tutte le società del gruppo attive nel settore stainless, ivi compresa Ast di Terni;
con un comunicato ThyssenKrupp ha confermato di aver raggiunto un accordo di principio con la finlandese Outokumpu per la cessione della controllata Inoxum, di cui fa parte la Tk-Ast di Terni, a un prezzo di 2,7 miliardi di euro;
è opinione condivisa da tutte le parti sociali della città e della regione Umbria che le diverse soluzioni in campo non devono in ogni caso prevedere la fine del ciclo integrato delle lavorazioni e, quindi, l'eventualità di quello che viene definito «spezzatino», che pregiudicherebbe la continuità industriale di un sito che, per quantità e qualità delle produzioni, quote di mercato ed eccellenza della manodopera, resta strategico per l'industria italiana ed europea -:
se il Governo sia a conoscenza dell'avvenuta acquisizione da parte di Outokumpu della società Inoxum del gruppo ThyssenKrupp Ag e, in particolare, di quali siano le condizioni dell'accordo in relazione al futuro del sito industriale di Terni (ThyssenKrupp acciai speciali Terni spa);
se il Governo, considerata la rilevanza e la specificità della situazione del sito industriale ternano, non ritenga opportuno convocare il tavolo di confronto istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri con ThyssenKrupp Ag, parti sociali e istituzioni.
(2-01338)
«Trappolino, Sereni, Bocci, Vico, Gozi, Verini, Lulli, Damiano, Fontanelli, Marco Carra, Bonavitacola, Boffa, Berretta, Froner, Brandolini, Zucchi, Agostini, Zampa, Braga, Rosato, Meta, Naccarato, Albini, Cenni, Marantelli, Marchi, Zunino, Gnecchi, Villecco Calipari, Cavallaro, Cuperlo, Pollastrini, Corsini, Concia, Codurelli, Santagata, Boccuzzi, D'Incecco, Misiani, Martella, Carella, Tidei, Capodicasa, Fiorio, Albonetti, Gianni Farina».

Iniziative di competenza nei confronti di ENEL e Ferrovie dello Stato in relazione ai disservizi verificatisi in occasione della recente ondata di maltempo - 2-01348

D)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
gravissimi disagi si sono verificati in molte zone dell'Italia a causa delle abbondanti nevicate e dell'ondata di gelo che ha colpito in particolare il Centro-Sud;
si sono verificate falle nel sistema che non è stato in grado di rispondere efficacemente e preventivamente alle emergenze, nonostante che le abbondanti nevicate e l'ondata di gelo fossero state ampiamente comunicate in anticipo;
in particolare, gravissimi disservizi si sono verificati in due comparti fondamentali nel nostro Paese, quello dell'erogazione di energia elettrica, da parte di Enel spa, e della mobilità ferroviaria da parte di Trenitalia spa;
i disagi maggiori della fornitura elettrica si sono verificati solo al Centro-Sud, lasciando oltre 80 mila persone senza energia elettrica; in questo caso ancora una volta si è evidenziato come i disservizi siano legati alla mancanza di investimenti nell'ammodernamento della rete italiana, in particolare nel Centro-Sud, che sconta una rete inefficace e inefficiente;
forti disagi sono stati vissuti anche da pendolari rimasti che sono rimasti intrappolati nei convogli dei treni locali ovvero, nel migliore dei casi, hanno dovuto subire ritardi di ore per poter usufruire del trasporto ferroviario per tornare alle proprie case;
pendolari e utenti di Trenitalia non hanno avuto alcuna assistenza da parte del gestore della rete ferroviario, nonostante fosse noto da giorni l'arrivo di temperature gelide e di abbondanti nevicate;
il servizio da parte delle Ferrovie dello Stato è stato nullo, in quanto ci si è limitati a comunicare che il piano di emergenza si sostanziava nell'annulla- mento della gran parte delle partenze dei treni, proprio di quelle che interessavano i pendolari;
anche nel caso di Trenitalia spa è stato il Centro-Sud a subire quasi esclusivamente i disagi derivanti dall'ondata di gelo e dalle nevicate dei giorni scorsi -:
quali iniziative concrete e immediate intenda intraprendere nei confronti dell'Enel e delle Ferrovie dello Stato spa, affinché disagi così pesanti come quelli vissuti dagli utenti dell'Enel e dai pendolari che utilizzano il trasporto ferroviario di Trenitalia spa non abbiano più ad accadere;
se non ritenga necessario assumere le iniziative di competenza affinché da parte dell'Enel spa e di Trenitalia spa siano effettuati investimenti nelle reti di energia elettrica e nelle tratte ferroviarie, in particolare del Centro-Sud, per giungere ad una offerta di servizi efficace ed efficiente, che eviti in futuro i pesantissimi disagi arrecati ai cittadini del Centro-Sud.
(2-01348)
«Gianni, Moffa, Ruvolo, Scilipoti».

Intendimenti in merito all'accessibilità delle informazioni relative alle retribuzioni dei dirigenti della Presidenza del Consiglio dei ministri, ai sensi del decreto legislativo n. 150 del 2009 - 2-01344

E)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, per sapere - premesso che:
durante l'anno 2009 sono state approvate delle riforme con l'obiettivo di attuare la trasparenza nelle pubbliche amministrazioni. La disposizione cardine in materia si rinviene nell'articolo 11 del decreto legislativo n. 150 del 2009 (trasparenza);
nell'ambito del citato articolo al comma 1 è espresso un principio fondamentale, che ispira la normativa di dettaglio e che riprende quanto già espresso nella legge delega, all'articolo 4 della legge n. 15 del 2009. Infatti, il comma 1 dell'articolo 11 stabilisce che: «La trasparenza è intesa come accessibilità totale, anche attraverso lo strumento della pubblicazione sui siti istituzionali delle amministrazioni pubbliche, delle informazioni concernenti ogni aspetto dell'organizzazione, degli indicatori relativi agli andamenti gestionali e all'utilizzo delle risorse per il perseguimento delle funzioni istituzionali, dei risultati dell'attività di misurazione e valutazione svolta dagli organi competenti, allo scopo di favorire forme diffuse di controllo del rispetto dei principi di buon andamento e imparzialità. Essa costituisce livello essenziale delle prestazioni erogate dalle amministrazioni pubbliche ai sensi dell'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione»;
con la norma, la cui approvazione segna il momento conclusivo di un lungo cammino iniziato con l'approvazione delle leggi n. 142 del 1990 e n. 241 del 1990, è stata stravolta l'ottica nell'approccio alla conoscenza dell'organizzazione e dell'attività dell'amministrazione, che oggi consiste nell'accessibilità totale delle informazioni;
tale accessibilità riguarda - tra gli altri aspetti - anche l'utilizzo delle risorse per il perseguimento delle funzioni istituzionali e, quindi, il modo in cui la pubblica amministrazione spende i soldi pubblici per realizzare attività (in buona sostanza, pago cosa, chi e quanto per fare cosa);
il principio è poi dettagliato nel seguito della disposizione. In particolare, il comma 8 del citato articolo 11 stabilisce che: «Ogni amministrazione ha l'obbligo di pubblicare sul proprio sito istituzionale in apposita sezione di facile accesso e consultazione, e denominata: «Trasparenza, valutazione e merito»: (...) g) le retribuzioni dei dirigenti, con specifica evidenza sulle componenti variabili della retribuzione e delle componenti legate alla valutazione di risultato»;
nel sito del Governo non sono pubblicate, o quantomeno non sono rinvenibili, le retribuzioni dei dirigenti (di ruolo e non) della Presidenza del Consiglio dei ministri -:
quali provvedimenti intenda adottare il Presidente del Consiglio dei ministri affinché venga rispettata la norma di legge;
nell'ambito di detti provvedimenti, se il Presidente del Consiglio dei ministri intenda chiarire che per ogni singolo dirigente (dirigenti di seconda fascia, direttori generali e capi dipartimenti), anche proveniente da altre carriere, si debba pubblicare l'intero trattamento economico e non solo quello a carico della Presidenza del Consiglio dei ministri, al fine di rispettare il principio di trasparenza previsto dalla legge.
(2-01344)«Brunetta, Baldelli».

Chiarimenti in merito all'attività della Protezione civile in occasione della recente ondata di maltempo e intendimenti del Governo in relazione al modello organizzativo di protezione civile nazionale - 2-01351

F)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere - premesso che:
i fenomeni di grave perturbazione atmosferica, i danni ed i disagi causati dal maltempo e dalle persistenti nevicate hanno interessato vaste aree dell'Italia centro-settentrionale, mentre il giorno 3 febbraio 2012 la città di Roma è stata investita da una precipitazione nevosa di portata tale da non avere paragoni negli ultimi trent'anni;
in molti comuni l'erogazione dell'energia elettrica è risultata interrotta per più giorni e numerose famiglie, persone sole, anziani sono rimasti bloccati nelle proprie abitazioni, privi di ogni forma di assistenza anche sanitaria;
in molte località del Lazio e dell'Abruzzo si sono verificati guasti lungo le vie ferroviarie, con l'arresto di molti convogli in piena campagna, anche per una durata superiore alle 24 ore consecutive, senza alcuna forma di ristoro e assistenza ai passeggeri a bordo;
nel porto di Ancona diversi traghetti sono rimasti fermi in banchina per decine di ore con passeggeri, auto e camion a bordo, essendo impraticabili le vie stradali di deflusso dal porto per le abbondanti nevicate;
in tutta Italia molti sono stati i casi (strade statali, provinciali, consolari, urbane e suburbane, assi autostradali, raccordi, viadotti e gallerie) di incolonnamento delle auto e blocco della viabilità;
nei centri urbani di grandi e piccoli comuni si sono verificati gravi disagi alle persone e alle loro famiglie, fino a provocare la morte di numerose persone, alcune delle quali bloccate negli abitacoli delle loro autovetture e camion;
nella lunga intervista resa il 5 febbraio 2012 alla giornalista della Rai Lucia Annunziata, nel corso della trasmissione televisiva In mezz'ora, il capo del dipartimento della protezione civile nazionale, il prefetto Franco Gabrielli, ha espresso il suo disagio e la sua perplessità sulla «agibilità della protezione civile» dopo l'approvazione in Parlamento della legge n. 10 del 2011, di riforma dell'intero settore, una denuncia già ampiamente illustrata dallo stesso prefetto Gabrielli in una intervista rilasciata a Il Giornale all'indomani della drammatica vicenda della nave Costa Concordia;
nella stessa intervista alla giornalista Lucia Annunziata il prefetto Gabrielli ha accennato genericamente alle iniziative promosse dalla protezione civile nazionale in seguito alle copiose nevicate;
il sistema di allertamento nazionale e previsionale non può essere il solo strumento a disposizione della protezione civile nazionale per svolgere a pieno le sue funzioni di coordinamento e i suoi interventi sul campo a supporto dei comuni, province e regioni coinvolti dallo stato di emergenza che ne facessero richiesta;
appare necessario sapere:
a) se il comitato operativo della protezione civile nazionale, convocato il 2 febbraio 2012 per fare (si cita testualmente dal sito ufficiale internet della protezione civile nazionale www.protezionecivile.gov.it) «un punto sulla perturbazione che, dopo aver interessato il Centro-Nord, si sta spostando sulle regioni centro-meridionali» abbia esplicitato o meno al convenuti la possibilità di una emergenza nazionale (tipo C);
b) nel caso non sia stata comunicata tale eventualità, perché mai - data la catastrofica condizione in cui tuttora versano intere regioni d'Italia - essa non sia stata mai dichiarata né allora, né in seguito;
c) se dopo la convocazione del comitato operativo del 2 febbraio 2012 sia stata attivata una procedura di coordinamento fra le amministrazioni e gli enti interessati al soccorso per stabilire le strategie e gli interventi necessari sulla base dell'evoluzione dello scenario e degli aggiornamenti che dal territorio arrivano al dipartimento nazionale di protezione civile;
d) se, qualora siano state definite queste strategie in seno al comitato operativo, data la possibilità di un'emergenza di grande portata, sia stato effettivamente e concretamente garantito l'impiego coordinato delle risorse e in quali termini;
e) se, in relazione alle previsioni riportate nel «bollettino di previsioni metereologiche per il comune di Roma» trasmesso nella giornata del 2 febbraio 2012 all'ufficio di protezione civile di Roma Capitale, sia stata indicata la serata di venerdì 3 febbraio 2012 quale momento più favorevole ad accumuli di neve al suolo, mentre le precipitazioni nevose si sono manifestate, copiose, sin dalle prime ore della mattina del venerdì 3 febbraio 2012, con oltre 12 ore di anticipo sulle previsioni, non mettendo il sistema di protezione civile di Roma Capitale nelle condizioni necessarie per fronteggiare un'emergenza neve di portata tale da non avere paragoni negli ultimi trent'anni;
f) se il prefetto Gabrielli, proprio in ragione dell'emergenza incombente, abbia ricevuto, con quale tempistica e in quali forme scritte e formali, le informazioni da lui stesso sollecitate nel corso del comitato operativo del 2 febbraio 2012, in particolare ai gestori della viabilità, dei trasporti e dei servizi essenziali (strade, autostrade, ferrovie, gestori elettrici e di telefonia), per consentire al sistema di protezione civile nazionale nel suo complesso di intervenire in tempo utile, se questo sistema sia stato reso operativo e quali siano state le cause, qualora sia stato attivato, del suo obiettivo fallimento negli interventi, visti gli innumerevoli disagi alle persone elencati in premessa;
g) se sia stata promossa l'attivazione del volontariato nazionale e se abbia prodotto reali e concreti effetti (data l'assenza in molte aree colpite degli addetti di protezione civile) per alleviare il disagio delle persone e delle loro famiglie;
h) quali siano le cause dell'assoluta inadeguatezza del «piano neve» delle Ferrovie dello Stato, come dimostrano i guasti alle linee ferroviarie, l'arresto dei convogli e il disagio di centinaia di passeggeri in molte regioni d'Italia, nonostante il piano stesso sia stato attivato, come si legge nelle stesse news pubblicate dal sito ufficiale internet della protezione civile nazionale (www.protezionecivile.gov.it) e riferite alle conclusioni del comitato operativo del 2 febbraio 2012;
i) quale sia il motivo dei disagi sui molti assi stradali e autostradali italiani nonostante sia stata garantita dal centro viabilità Italia, in stretto raccordo con comitati operativi per la viabilità (c.o.v.), «la percorribilità su tutte le autostrade» fino al giovedì 2 febbraio 2012, così come si legge nel sito ufficiale internet della protezione civile (www.protezionecivile.gov.it), sempre in relazione alle conclusioni del comitato operativo del 2 febbraio 2012, senza che si prevedessero imminenti criticità che invece si sono tutte drammaticamente verificate nelle ore immediatamente successive;
l) perché le strutture della protezione civile nazionale non abbiano intrapreso i necessari interventi presso l'azienda elettrica, anche in senso preventivo e precauzionale, se già alla data del comitato operativo del 2 febbraio 2012 erano stati segnalati 3.000 guasti fra Siena e Pisa e 2.000 guasti nelle Marche, come si legge sempre dalle news del sito ufficiale internet della protezione civile nazionale, un disagio che nelle ore successive si è moltiplicato in maniera abnorme ma prevedibile;
m) quale sia il modello organizzativo di protezione civile nazionale sul quale il Governo intende investire dopo i clamorosi insuccessi dei suoi interventi in occasione dell'alluvione in Liguria di novembre 2011 e del maltempo al Centro-Nord d'Italia a febbraio 2012 -:

quali siano le indicazioni e gli intendimenti del Governo in relazione alle questioni sollevate nel presente atto e a quali eventuali determinazioni ritenga di pervenire a seguito dei fatti indicati.
(2-01351)
«Sammarco, Piso, Cicchitto, Corsaro, Saltamartini, Leo, Giro, Baldelli, Landolfi, Frassinetti, Biava, Scelli, Castellani, Scandroglio, Gibiino, Saglia, Bellotti, Catanoso, Faenzi, Di Virgilio, Beccalossi, Dima, Lorenzin, Brunetta, Pescante, Pianetta, Testoni, Mariarosaria Rossi, De Nichilo Rizzoli, Simeoni, Stracquadanio, Lainati, La Loggia, Cannella, Abrignani, Murgia, De Angelis, De Girolamo, Mantovano».

Iniziative in relazione alla presenza della criminalità organizzata nella provincia di Frosinone - 2-01337

G)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere - premesso che:
dalla relazione del procuratore generale sull'amministrazione della giustizia nel distretto di Roma, in occasione della cerimonia di apertura dell'anno giudiziario, emerge che le organizzazioni mafiose nel Lazio sono sempre più radicate, con articolazioni logistiche per il riciclaggio di capitali accumulati illecitamente e per l'investimento in rilevanti attività commerciali e imprenditoriali (soprattutto nel campo della ristorazione, dell'abbigliamento e delle concessionarie di auto);
si tratterebbe di un mix variegato e complesso di organizzazioni di vario tipo, che operano nel territorio secondo metodologie diverse da quelle tradizionali, infiltrandosi progressivamente e silenziosamente nel tessuto economico-sociale;
l'alto numero di segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio di capitali di provenienza illecita (ben 5.495 nel 2010, il 15 per cento del totale nazionale) trasmesse da vari intermediari finanziari e bancari, con un aumento dell'80 per cento rispetto al 2009, non lasciano dubbi sulla penetrazione della criminalità organizzata nel tessuto economico del Lazio;
secondo la relazione, Frosinone, centro della Ciociaria, continua a essere area privilegiata della criminalità camorristica, sia per la sua posizione baricentrica tra Roma e Napoli, sia per la vicinanza con territori controllati dai casalesi, allo stesso modo del circondario di Cassino, che, per la sua posizione geografica di zona di frontiera, si configura come traiettoria di attraversamento lungo la fascia tirrenica nella dorsale sud-nord;
dalle regioni contigue la criminalità organizzata sconfina non di rado in Ciociaria e lì si insedia alla ricerca di adeguati ripari, come dimostra il protrarsi della permanenza nel cassinate, luogo di soggiorno obbligato, di molti pregiudicati sottoposti in passato a misure di prevenzione;
in precedenza il questore di Frosinone aveva già denunciato senza mezzi termini la presenza in Ciociaria di camorra e 'ndrangheta, dirette all'investimento di soldi e riciclaggio di denaro sporco;
lo stesso dicasi per i magistrati che avevano confermato l'esistenza di una pericolosa e diffusa infiltrazione di camorra e 'ndrangheta nell'ambito delle attività commerciali operative su territorio;
con due successive lettere (del 23 settembre 2009 e del 29 gennaio 2010) al Ministro dell'interno pro tempore era stata evidenziata la situazione in cui versava e versa tuttora la provincia di Frosinone ed il cassinate in particolare, sottolineando il grado di penetrazione della criminalità organizzata in tali aree e come la presenza di pericolosi affiliati a clan camorristici del napoletano e del casertano avesse destato e desta un fondato allarme tra la popolazione, gli operatori economici e le istituzioni locali;
con le medesime missive era stato richiesto, invano, un incontro per una valutazione della situazione e delle possibili iniziative per intensificare l'attività di controllo e contrasto alla criminalità nel territorio cassinate;
con atti di sindacato ispettivo, alcuni dei quali ancora senza risposta, erano state evidenziate le medesime criticità e chiesti interventi urgenti;
la paventata soppressione del tribunale di Cassino rischia di diventare un segnale di debolezza nella lotta alla criminalità organizzata;
sussistono seri problemi, sia di organico che di mezzi, per il contrasto alla criminalità organizzata e le risorse economiche risultano indubbiamente insufficienti, nonostante gli ingenti sequestri di beni alle mafie -:
quali iniziative urgenti intenda intraprendere per affrontare le criticità eviden- ziate in premessa e se non ritenga opportuno convocare in merito un tavolo di consultazione con le istituzioni centrali e locali e gli operatori economici.
(2-01337)
«Anna Teresa Formisano, Adornato, Binetti, Bosi, Calgaro, Capitanio Santolini, Enzo Carra, Cera, Ciccanti, Compagnon, De Poli, Delfino, Dionisi, Galletti, Libè, Lusetti, Mantini, Marcazzan, Mereu, Ricardo Antonio Merlo, Mondello, Naro, Occhiuto, Pezzotta, Poli, Rao, Tassone, Nunzio Francesco Testa, Zinzi, Volontè».

Problematiche concernenti il bando Prin (Programmi di ricerca di rilevante interesse nazionale) - 2-01350

H)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere - premesso che:
il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha pubblicato il bando «Programmi di ricerca di rilevante interesse nazionale» (Prin), che stanzia diversi milioni di euro destinati alla ricerca di base (175 milioni); rispetto al passato il nuovo bando introduce novità di rilievo;
fino al 2011 il meccanismo era abbastanza «semplice»: un ricercatore o docente universitario poteva costituire in veste di responsabile scientifico un gruppo di ricerca, presentando domanda di finanziamento. Ogni gruppo doveva essere costituito da una o più unità, ognuna delle quali coordinata da un responsabile scientifico. Nella fase preliminare ogni gruppo doveva richiedere all'ateneo di afferenza la disponibilità al cofinanziamento. Nel caso in cui l'ateneo avesse avallato tale richiesta, il gruppo di ricerca poteva procedere alla presentazione della domanda. A memoria degli interpellanti il cofinanziamento non è mai stato negato ad alcun gruppo di ricerca;
i progetti erano di durata biennale ed il sistema di valutazione si basava sulla peer review. La selezione dei valutatori avveniva in larga parte sulla base di un processo di autocandidatura. Ovvero, il revisore doveva volontariamente iscriversi all'albo dei revisori, specificando i propri ambiti di ricerca. Dopo aver adempiuto a questa formalità il suo nominativo era presente nella banca dati del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e, quindi, poteva essere selezionato come referee. Tale impianto, seppur snello, ha spesso favorito esiti non competitivi della procedura di valutazione. I revisori assegnavano una valutazione al progetto e, alla fine del processo di valutazione, i progetti con le valutazioni più alte venivano finanziati;
è indubbio che la selezione dei valutatori sulla base di autocandidature e di parole chiave ha prodotto effetti distorsivi nel processo di selezione, infatti la valutazione ex post dei progetti era una prassi formale e non sostanziale; infatti, il tipo di controllo non entrava adeguatamente nel merito delle attività svolte; tuttavia, nel corso degli anni sono stati così assegnati centinaia e centinaia di milioni di euro a sostegno della ricerca di base e comunque i programmi di ricerca di rilevante interesse nazionale hanno consentito il finanziamento di assegni di ricerca a giovani meritevoli e lo svolgimento di missioni all'estero altrimenti impossibili; infatti, si poteva essere finanziati pur essendo giovani sconosciuti, ma di qualità;
l'attuale bando (articolo 2, comma 1) stabilisce il numero minimo di cinque unità, poi successivamente ridotto a due solo per alcuni settori disciplinari, per la presentazione di un progetto. Nel caso in cui un gruppo di ricerca, molto competitivo a livello internazionale, formato da due università stia lavorando ad un progetto promettente non può fare domanda. Deve necessariamente aggregare altre tre università o rinunciare;
la novità più rilevante riguarda le procedure di selezione (articolo 5). Nel 2012 per la prima volta le singole università vengono per così dire «corresponsabilizzate»; la prevalutazione dei progetti interna agli atenei, inoltre, così come l'introduzione di un tetto al numero di progetti presentabili per ateneo, prescinde evidentemente da una valutazione comparativa nazionale dei progetti;
il bando per i finanziamenti dei progetti di ricerca di interesse nazionale (Prin), emanato attraverso il decreto ministeriale n. 1152 del 2011 e modificato poi attraverso il decreto ministeriale n. 2 del 2012, prevede, pertanto, un processo di prevalutazione in sede alle singole università, un processo che si configura gestito in maniera totalmente interna, senza alcuna garanzia sufficiente, procedurale e di trasparenza, che esso avvenga in base al merito dei progetti e dei ricercatori e non ad altre «considerazioni»;
questo appare un ulteriore rafforzamento di influenze accademiche su base locale ed è un evidente svantaggio per le forze più giovani quanto per la loro autonomia di ricerca, andando, infine, a totale discapito di una migliore qualità dei progetti;
il bando, come sopra accennato, prevede una seconda fase in cui commissioni di soli tre membri procedono alla revisione dei singoli progetti di ricerca e, data l'ampiezza dei temi che essi finiranno per ricomprendere e pertanto la difficoltà di entrare nel loro merito, diventa assai probabile che considerazioni diverse dalla qualità della ricerca, come università di provenienza dei progetti o settori scientifico disciplinari (ssd) di riferimento, finiscano per guidare le scelte delle commissioni;
il bando prevede, inoltre, il medesimo processo di valutazione ed assegnazione di risorse per tutte le aree scientifiche e i settori scientifico disciplinari, senza tutelare e prestare le dovute attenzioni alle peculiarità con cui è effettuata la ricerca in ciascuna di esse;
le modifiche introdotte attraverso il decreto ministeriale n. 2 del 2012 non variano la natura del procedimento, come sopra illustrata;
il bando, che prevede la possibilità di finanziare ricerche che coinvolgono almeno 5 gruppi, azzera tutta la ricerca curiosity driven condotta in piccoli gruppi, che aveva nel programmi di ricerca di rilevante interesse nazionale l'unica fonte accessibile di finanziamento, una forma che rappresenta, tra l'altro, la condizione normale di conduzione delle ricerche nell'ambito delle scienze sociali e umane;
a conferma di ciò, i premi Nobel per la biologia del 2006 e per la fisica 2010, solo per citare alcuni esempi, sono stati assegnati a gruppi di ricercatori rispetti- vamente di 2 e 6 individui, che paradossalmente non potrebbero accedere a questo bando;
il rischio della procedura così concepita è la formazione di abnormi aggregazioni tra università e ricercatori che non hanno nulla in comune e il cui unico scopo è quello di conquistare il finanziamento, a costo di proporre programmi «arlecchino», senza nessuna coesione interna e alcuna omogeneità tematica;
la dichiarazione del Ministro interpellato del 17 gennaio 2012 a Radio3, per cui l'intera organizzazione del bando sarebbe più mirata a produrre un processo «educativo» dei ricercatori italiani alla preparazione di bandi europei che non alla più precisa individuazione di ricerca di interesse e valore, è una dichiarazione che non si può in alcun modo accettare per la funzione ovviamente distinta di processi di formazione e finanziamenti di base, per la cogente necessità di coprire con un solo bando «Programmi di ricerca di rilevante interesse nazionale» (Prin) tre cicli andati persi per i ritardi del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca sotto il mandato del precedente Governo e per la situazione di crisi generalizzata della ricerca italiana in generale, che prima ancora di formazione necessita di sopravvivere -:
come il Ministro intenda provvedere, per quanto di competenza, per porre rimedio alla situazione descritta in premessa e tutelare la qualità e il merito della ricerca italiana nelle sue peculiarità, al di là delle valutazioni interne dei singoli atenei e di parametri puramente quantitativi che si traducono inevitabilmente in rapporti di forza ed influenza.
(2-01350)
«Di Pietro, Zazzera, Donadi, Borghesi, Di Giuseppe».

Orientamenti del Governo circa l'attuazione del decreto legislativo 3 novembre 2005, n. 241, e della sentenza della Corte costituzionale n. 145 del 2008 in relazione all'esercizio delle competenze della regione Sicilia in materia di riscossione di imposte - 2-01318

I)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere - premesso che:
lo statuto siciliano è stato approvato con regio decreto legislativo n. 455 del 15 maggio 1946 ed è stato convertito in legge costituzionale con la legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 2;
con decreto legislativo 3 novembre 2005, n. 241, concernente: «Norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione siciliana, recante attuazione dell'articolo 37 dello Statuto e simmetrico trasferimento di competenze», emanato, viste le determinazioni della commissione paritetica prevista dell'articolo 43 dello statuto della regione siciliana, si dà finalmente attuazione all'articolo 37 dello statuto speciale della regione siciliana che recita testualmente: «Per le imprese industriali e commerciali, che hanno la sede centrale fuori dal territorio della regione, ma che in essa hanno stabilimenti ed impianti, nell'accertamento dei redditi viene determinata la quota di reddito da attribuire agli stabilimenti ed impianti medesimi. L'imposta relativa a detta quota compete alla regione ed è riscossa dagli organi di riscossione della medesima»;
con sentenza della Corte costituzionale n. 145 del 2008 è stato chiarito, tra l'altro, con riferimento al comma 661 della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria 2007), che con il «criterio di simmetria», in caso di trasferimento dallo Stato alla regione del gettito di imposta sono trasferite «simmetricamente» solo le competenze in ordine alla riscossione di tale imposta. Infatti, l'articolo 1 del decreto legislativo n. 241 del 2005, nel dare attuazione all'articolo 37 dello Statuto, si limita a disporre che, con riferimento all'imposta relativa alle quote del reddito da attribuire agli stabilimenti ed impianti siti nel territorio della regione siciliana di imprese industriali e commerciali aventi la sede centrale fuori da tale territorio, «sono trasferite alla Regione, "simmetricamente" al trasferimento del gettito di tale imposta, anche le "competenze" previste dallo Statuto sino ad ora esercitate dallo Stato, e, cioè esclusivamente le competenze in ordine alla riscossione di tale imposta»;
in data 17 febbraio 2009 la Camera dei deputati ha approvato la mozione n. 1-00061, come modificata su richiesta del Governo, che ha impegnato il Governo a «procedere, in tempi brevi, alla definizione delle modalità applicative in conformità a quanto disposto dal decreto legislativo n. 241 del 2005, che rappresenta il soddisfacimento di un diritto della regione siciliana, che per troppo tempo è stato disatteso, in conformità alla più recente giurisprudenza costituzionale e in coerenza con i principi del federalismo fiscale»;
a distanza di tre anni dall'approvazione della predetta mozione, non è avvenuto nulla di concreto per attuare il decreto legislativo n. 241 del 2005 e la sentenza della Corte costituzionale n. 245 del 2008, che ha specificato chiaramente che il «criterio di simmetria» in caso di trasferimento dallo Stato alle regioni del gettito d'imposta è riferito solo alle competenze in ordine alla riscossione di tale imposta e non ad altre competenze;
questo ritardo è assolutamente ingiustificato in quanto le leggi dello Stato e le sentenze della Corte costituzionale devono essere applicate senza ritardo da parte delle amministrazioni pubbliche e non è accettabile il ricorso a quelli che, agli interpellanti, appaiono cavilli burocratici che sono evidenti pretesti per l'inerzia -:
quali siano le ragioni di tale ingiustificato ritardo e se non si ritenga assolutamente indispensabile e urgente dare attuazione al decreto legislativo 3 novembre 2005, n. 241, e alla sentenza della Corte Costituzionale n. 145 del 2008, andando incontro finalmente ad un fondamentale diritto della regione siciliana nel campo essenziale dell'autonomia finanziaria, diritto che per troppo tempo è stato disatteso.
(2-01318)
«La Loggia, Angelino Alfano, La Russa, Di Virgilio, Scapagnini, Germanà, Nizzi, Pagano, Ceccacci Rubino, Girlanda, Biancofiore, Cazzola, Catanoso Genoese, Gelmini, Vincenzo Antonio Fontana, Garofalo, De Girolamo, Lunardi, De Nichilo Rizzoli, Pescante, Lazzari, Dell'Elce, Di Caterina, Faenzi, Formichella, Crosetto, Abelli, Bellotti, Leo, Milanese, Paniz, Marinello, Costa, Mazzuca, Cassinelli, Scalera, Stracquadanio, Bernardo, Lorenzin, Speciale, Scalia, Urso, Prestigiacomo, Bruno, Osvaldo Napoli, Marsilio, Lisi, Gregorio Fontana, Renato Farina, Scelli, Baccini, Distaso, Ventucci, Nirenstein, Beccalossi, D'Alessandro, Laboccetta, Torrisi, Cannella, Vitali, Pianetta, Fucci, Rosso, Bianconi, Giammanco».

Iniziative in relazione alla questione dei ritardati pagamenti della pubblica amministrazione - 2-01343

L)

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri e i Ministri dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico, per sapere - premesso che:
negli ultimi anni il fenomeno dei ritardati pagamenti della pubblica amministrazione ha raggiunto dimensioni significative, alimentando un dibattito serrato a livello nazionale e internazionale sui possibili effetti prodotti sul sistema economico, in particolare alla luce della recente crisi economica che, aggravando la situazione delle imprese coinvolte, ne ha accentuato le criticità;
tra l'altro, il peggioramento dei tempi medi di pagamento avvenuto negli ultimi tre anni ha coinciso con il peggioramento della crisi economico-finanziaria, che ne ha acuito gli effetti. Una situazione alla quale di certo non può porre rimedio la normativa attuale, che prevede interessi di mora che, è facilmente ipotizzabile, non verranno mai corrisposti ai fornitori;
le criticità legate ai pagamenti riguardano, in particolare, due aspetti: le tempistiche previste dai contratti, eccessivamente lunghe, e il non rispetto delle scadenze previste contrattualmente;
secondo gli ultimi dati rilevati, la puntualità dei pagamenti continua a peggiorare e, purtroppo, nessuna certezza è stata data dal Governo sull'introduzione della direttiva comunitaria che obbligherebbe tutti (Stato e imprese) a pagamenti puntuali e questa è una decisione grave e incomprensibile, temendosi addirittura un ulteriore rinvio;
il tessuto economico italiano è tradizionalmente composto da piccolissime, piccole e medie imprese e, inevitabilmente, è limitata la capacità per queste ultime di prevenire il ritardo dei pagamenti in sede di contrattazione con le pubbliche amministrazioni, è ridotta la possibilità di ricorrere alla tutela giurisdizionale, in ragione dei costi economici e sociali che comporta, e conseguentemente le aziende si trovano prive di liquidità perché soffocate dal mancato rilascio del documento unico di regolarità contributiva (durc), che è richiesto obbligatoriamente per il pagamento dei crediti da parte degli enti pubblici, ma, secondo una previsione che appare paradossale, viene rilasciato solo in presenza di una «regolarità» dell'azienda nel pagamento dei contributi previdenziali, difficilmente realizzabile in assenza del puntuale incasso dei crediti;
si evince, quindi, che il ritardo dei pagamenti da parte della pubblica amministrazione, oltre a costituire un problema per le imprese fornitrici, genera, infatti, costi per l'intera collettività, in via diretta, ma anche in via indiretta attraverso un aumento dei prezzi dei beni e servizi venduti sul mercato o direttamente alla pubblica amministrazione negli esercizi successivi;
il fenomeno del ritardo dei pagamenti coinvolge oggi, soprattutto, i fornitori della pubblica amministrazione, imprese sia italiane che europee. Gran parte dell'exploit negativo dell'Italia rispetto agli altri partner europei è, difatti, spiegabile dal comportamento tutt'altro che virtuoso del settore pubblico. La complessità dell'organizzazione delle procedure amministrative e dei criteri per il trasferimento dei fondi tra le varie strutture, nonché l'ampio potere di mercato della pubblica amministrazione sono, infatti, fattori determinanti che contribuiscono all'allungamento delle tempistiche di pagamento. Per non parlare del patto di stabilità, che, nell'ambito del più generale processo di risanamento della finanza pubblica, impedisce agli enti locali di utilizzare la liquidità disponibile per far fronte a vecchi e nuovi impegni di spesa;
in ottica comparativa, si osserva che già nel 2010 in Italia il ritardo dei pagamenti del settore pubblico era di 86 giorni, oltre il doppio di quello del settore privato, pari a 30 giorni. A fronte degli 86 giorni di ritardo registrati in Italia corrispondono 19 giorni nel Regno Unito, 65 giorni in Spagna, 21 giorni in Francia e 11 giorni in Germania, con una media dell'Unione europea di 27 giorni;
non a caso le aziende che soffrono meno in questo momento sono quelle che lavorano con l'estero, dove i pagamenti sono più veloci e regolari. La Francia, per esempio, non appena la crisi è partita, ha introdotto stringenti regole anche per i pagamenti tra privati. Diversi Paesi hanno accelerato la loro velocità di pagamento ai fornitori della pubblica amministrazione (alcuni ormai puntano ai 10 giorni) per attenuare i problemi della crisi di liquidità bancaria;
anche la Spagna, che è considerata - unitamente all'Italia - un Paese assai lento in punto di pagamenti, ha già emanato un provvedimento volto ad accelerare il pagamento dei crediti nei confronti della pubblica amministrazione (il provvedimento, che entrerà a regime dal 2013, anticipando i contenuti della nuova direttiva, stabilisce che la pubblica amministrazione avrà trenta giorni per pagare le fatture delle imprese creditrici, senza possibilità di ammettere alcuna deroga);
continuando nell'analisi comparatistica, è indispensabile riferirsi ad uno studio condotto dall'Unione europea, dal quale è emerso che, soprattutto in Italia, i ritardi di pagamento imputabili alle grandi imprese si verificano con una frequenza doppia rispetto a quelli addebitabili alle piccole imprese. Inoltre, la durata delle dilazioni è doppia nel caso dei pagamenti effettuati dalle grandi imprese alle piccole e medie imprese, rispetto a quelli effettuati da queste ultime alle grandi imprese. Se, infatti, in Italia i tempi di pagamento hanno raggiunto i 103 giorni (+15 dal 2009), in Francia si attestano sui 59 giorni (-4 giorni), in Regno Unito sui 46 (-6 giorni) e in Germania sui 37 (-12 giorni);
analizzando nel dettaglio il peculiare e specifico caso italiano, l'esposizione della pubblica amministrazione verso le imprese per forniture o servizi erogati in esecuzione di appalti pubblici ammonta a circa 90 miliardi di euro;
solo nei confronti della sanità italiana, le imprese vantano crediti per circa 33 miliardi di euro ed i ritardi hanno dello sconcertante, poiché possono anche essere superiori ad un anno;
secondo l'Associazione nazionale costruttori edili (Ance), i tempi medi di pagamento dei lavori pubblici da parte della pubblica amministrazione, in qualità di committente, hanno raggiunto, nel secondo semestre 2011, la soglia degli otto mesi. Il ritardo medio è pari a 159 giorni;
complessivamente, nei confronti della pubblica amministrazione, le aziende private devono ancora riscuotere una somma che si aggira tra i 60 e i 70 miliardi di euro; è, di conseguenza, lampante che, pur in presenza di una crisi globale senza precedenti, sbloccare il pagamento di oltre 33 miliardi darebbe un aiuto non indifferente all'economia di migliaia di imprese;
le dimensioni del problema sono emerse chiaramente nel corso della relazione annuale del presidente dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture per l'anno 2009, attraverso la quale sono stati divulgati dati numerici che appaiono eufemisticamente preoccupanti, affermando che i tempi di pagamento oscillano in un range compreso tra un minimo di 92 giorni ed un massimo di 664 giorni ed il ritardo è imputabile ai tempi di emissione dei certificati di regolare esecuzione (46,3 per cento) e dei mandati di pagamento (29,6 per cento) da parte delle stazioni appaltanti e, ancor più in generale, a lentezze che derivano da vischiosità burocratiche interne alla pubblica amministrazione (32,5 per cento);
a ciò si aggiunga che la medesima autorità ha sottolineato come la problematica sia particolarmente avvertita dalle piccole e medie imprese, che, soprattutto nell'attuale congiuntura economica di difficile accesso al credito bancario, risentono in maniera grave della mancanza di liquidità e per le quali, paradossalmente, il recupero dei crediti insoluti è divenuto il vero core business delle aziende soggiogate dalla tenaglia tra la «flessibilità» del debitore, da un lato, e l'«inflessibilità» di fisco e banche, dall'altro;
se, d'altronde, è un problema di liquidità del sistema, occorre intervenire su tutti i fronti, anche quello legislativo. Poiché i casi di crisi da pagamenti sono attualmente decine di migliaia e occorre distinguere tra quelli in cui le responsabilità non sono imputabile all'imprenditore, da altri in cui, invece, ha la responsabilità piena dei debiti e dell'insolvenza;
del resto, anche lo Small business act COM(2008)394 e lo European economic recovery plan COM(2008)800 ribadiscono l'importanza delle piccole e medie imprese per la competitività in Europa, insistendo sia sull'opportunità di creare le condizioni necessarie per agevolare l'accesso alla liquidità dei piccoli imprenditori, sia sull'importanza delle agevolazioni all'accesso alla liquidità quale condizione essenziale per favorire gli investimenti, la crescita e la creazione di posti di lavoro, e dunque il contrasto alla crisi economica e finanziaria;
con più specifico riguardo al tema dei ritardati pagamenti, occorre prendere in considerazione tre distinti documenti, ossia la risoluzione legislativa del Parlamento del 20 ottobre 2010, la comunicazione della Commissione europea COM 2010(712), Reaping the benefits of electronic invoicing for Europe, che richiama l'opportunità di introdurre entro il 2020 un sistema uniforme di fatturazione elettronica, considerandola benefica per la riduzione dei tempi delle transazioni, e dulcis in fundo la direttiva 2011/7/UE del 16 febbraio 2011, che modifica la previgente direttiva 2000/35/CE, modifica sostanziale ritenuta opportuna per motivi di chiarezza e di razionalizzazione, per il perseguimento del duplice obiettivo di diminuire i tempi di pagamento per le pubbliche amministrazioni nell'Unione europea e contestualmente inasprire le misure nei casi in cui i termini non vengano rispettati;
la nuova direttiva 2011/7/UE, rappresentando il baluardo e la forma più compiuta di disciplina in materia, abrogherà e sostituirà la direttiva 2000/35/CE, le cui disposizioni, per mezzo del decreto legislativo 9 ottobre 2002, n. 231, risultano, di fatto, già recepite nell'ordinamento italiano, almeno per quanto attiene ai settori dei servizi e delle forniture;
relativamente alle disposizioni dotate di carattere innovativo si impone al legislatore italiano di compiere il relativo recepimento, anche se la nuova direttiva reca norme attributive di posizioni di vantaggio sufficientemente puntuali e dettagliate da potersi ritenere auto-applicative in linea con tre profili di rilevante novità, e specificamente: la previsione di un limite massimo alla facoltà di estensione del termine di pagamento, l'aumento del tasso degli interessi moratori e l'applicabilità della nuova direttiva anche al settore dei lavori pubblici;
per ciò che concerne la previsione di un limite massimo alla facoltà di estensione del termine di pagamento, occorre rilevare che questo è fissato in trenta giorni naturali e consecutivi, consentendo una deroga solo se «oggettivamente giustificata dalla natura particolare del contratto o da talune sue caratteristiche, non superando comunque sessanta giorni di calendario»;
ad ulteriore rafforzamento della tutela del creditore, la nuova direttiva aumenterà di un punto percentuale (dal precedente 7 all'8 per cento) il saggio degli interessi moratori da riconoscere in suo favore in caso di ritardato pagamento, definendo gli «interessi legali di mora» come «interessi semplici di mora ad un tasso che è pari al tasso di riferimento maggiorato di almeno otto punti percentuali»;
è urgente adottare misure strutturali al fine di sostenere la crescita, incrementare la capacità di attrarre nuovi investimenti e arginare i fallimenti in un momento particolarmente delicato per i destini delle piccole e medie imprese in asfissia di cassa -:
se il Governo intenda assumere iniziative normative per attuare la soluzione trasparente e generale di compensare i debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese con i debiti che le stesse hanno nei confronti del fisco e della previdenza, poiché, attualmente, la compensazione dei crediti vantati verso la pubblica amministrazione è prevista solo con somme dovute all'erario a seguito di iscrizione a ruolo e, a fronte del ritardo con cui le amministrazioni pagano, i ritardi dell'imprenditore contribuente non sono ammessi e sono sanzionati con severità;
se intendano assumere iniziative normative per rendere possibile l'utilizzo dei crediti scaduti quale garanzia verso le pubbliche amministrazioni, non solo per la fornitura di beni e servizi, ma anche per la concessione di agevolazioni, evitando la stipula da parte degli imprenditori di costosi contratti bancari o assicurativi che certificano la loro solvibilità piena e tempestiva;
se intendano valutare l'opportunità di affidare ad un organismo ad hoc super partes già esistente, onde evitare ulteriori aggravi a spese della finanza pubblica, le funzioni di tutela delle imprese e degli imprenditori vittime dei pagamenti ritardati.
(2-01343)
«Germanà, Frattini, Stanca, Cossiga, Gelmini, Baccini, Garofalo, Vessa, Berruti, Rosso, Cazzola, Scalia, Savino, Picchi, Castiello, Vincenzo Antonio Fontana, Iannarilli, Vella, Gottardo, Milanese, Gioacchino Alfano, Girlanda, Catanoso Genoese, Ghiglia, Gibiino, Pili, Ceccacci Rubino, Murgia, Ciccioli, Ceroni, Pizzolante, Mazzuca, Mancuso, Castellani, Bocciardo, Abelli, Centemero, De Nichilo Rizzoli, Terranova, Pagano».

Misure a tutela dei lavoratori addetti al servizio di trasporto ferroviario notturno - 2-01349

M)

I sottoscritti chiedono di interpellare i Ministri del lavoro e delle politiche sociali e delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere - premesso che:
la società Newrest wagons-lits Servirail Italia rappresenta l'erede legittimo della storica Compagnia internazionale delle carrozze letti e del turismo e dei grandi treni espressi, con oltre 135 anni di servizio;
la suddetta società insieme alla Wasteels international Italia avrà in affidamento, almeno fino agli inizi del mese di dicembre 2011, dalla committente Trenitalia, l'accompagnamento a bordo delle carrozze cuccette e dei vagoni letto, facenti parte del cosiddetto servizio universale finanziato, in buona parte, dallo Stato. Detto servizio viene svolto, di notte, da 830 lavoratori;
a gennaio 2011 Trenitalia aveva ufficializzato, tramite comunicati stampa e tv, la costituzione di una società partecipata al 50 per cento con Veolia transport dedita allo svolgimento di servizi ferroviari (tra cui i vagoni letto) e che alla nuova società ferroviaria sarebbero stati affidati già da dicembre 2011 i treni notturni Roma-Parigi e Venezia-Parigi. Inoltre, ad aprile del 2011 Trenitalia ha bloccato le prenotazioni per i treni notte, ha decurtato nel tempo ben 1.800 corse, ha rescisso il contratto in essere anticipandolo al 10 dicembre 2011, ha indetto un bando di gara per dare lo stesso servizio, ma con un capitolato di appalto abbattuto del 50 per cento e, infine, non ha riconosciuto la cosiddetta clausola sociale;
Trenitalia ha, quindi, deciso di ridurre drasticamente il personale impiegato per il servizio notturno. Sono circa 1.000 i posti di lavoro in tutto il Paese a rischio. Il volume degli affari in calo, soprattutto quello dei vagoni letto, è stata la motivazione alla base delle decisioni suddette assunte da Trenitalia;
nonostante il calo del volume di affari, Trenitalia non solo ha costituito la società con i partner francesi, ma ha anche bloccato le prenotazioni, quando nel solo 2010 vi è stato un aumento del 12,2 per cento dei viaggiatori (da 1.335.202 a 1.498.998 passeggeri - dati Trenitalia) e nel 2011 vi sono delle stime che parlano di un aumento dell'1,81 per cento. Inoltre, giungono voci da Oltralpe che stiano già effettuando delle assunzioni;
infine, in base ad un comunicato del 17 novembre 2010 sottoscritto da Rete ferroviaria italiana e Trenitalia ed inviato a tutti i sindacati, pare che siano necessarie 1.000 assunzioni per pianificare gli organici di Rete ferroviaria italiana e Trenitalia. Ma tali assunzioni non riguarderebbero i lavoratori Newrest wagons-lits Servirail Italia -:
se il Governo sia a conoscenza della situazione sopra esposta e cosa intenda fare per tutelare i posti di lavoro a rischio, nonostante l'esistenza di un appalto pubblico concesso a Trenitalia.
(2-01349)
«Codurelli, Ventura, Schirru, Gnecchi, Mattesini, Damiano, Miglioli, Rampi, Bellanova».