XVI LEGISLATURA


Resoconto sommario dell'Assemblea

Seduta n. 606 di lunedì 19 marzo 2012

Pag. III

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MAURIZIO LUPI

La seduta comincia alle 14,05.

La Camera approva il processo verbale della seduta del 5 marzo 2012.

I deputati in missione sono ventisei.

Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissioni in sede referente.

PRESIDENTE. Comunica che il Presidente del Consiglio dei ministri ha presentato alla Presidenza il disegno di legge n. 5052, di conversione del decreto-legge n. 21 del 2012, recante norme in materia di poteri speciali sugli assetti societari nei settori della difesa e della sicurezza nazionale, nonché per le attività di rilevanza strategica nei settori dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni.
Il disegno di legge è stato assegnato alle Commissioni riunite V e VI in sede referente ed al Comitato per la legislazione, per il parere di cui all'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento.

Discussione del disegno di legge S. 3110, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge n. 1 del 2012: Disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività (approvato dal Senato) (A.C. 5025).

PRESIDENTE. Dichiara aperta la discussione sulle linee generali, della quale è stato chiesto l'ampliamento.

COSIMO VENTUCCI (PdL), Relatore per la maggioranza per la VI Commissione. Nell'illustrare, per la parti rientranti nell'ambito di competenza della VI Commissione, il contenuto del provvedimento d'urgenza in discussione, recante misure in materia di concorrenza e di infrastrutture, nonché disposizioni per consentire l'armonizzazione dell'ordinamento interno alla disciplina europea, osserva che gli interventi delineati tendono a favorire la ripresa economica del Paese attraverso la rimozione degli ostacoli che caratterizzano il sistema economico e sociale italiano, ampliando le opportunità di lavoro e le prospettive di mobilità e di promozione sociale. Rileva, infine, come il contenuto originario del decreto-legge in esame sia stato ampliato nel corso dell'iter al Senato, precisando altresì che le suddette norme intervengono su un ambito piuttosto ampio di materie.

LIDO SCARPETTI (PD), Relatore per la maggioranza per la X Commissione. Rilevato che il provvedimento d'urgenza in discussione contiene disposizioni volte a liberalizzare settori finora protetti e a favorire un'apertura del mercato alla concorrenza, nonché ad incentivare lo sviluppo infrastrutturale del Paese, illustra le norme rientranti nella competenza della X Commissione, tra le quali, in particolare, le disposizioni riguardanti l'energia, finalizzate a ridurre i relativi costi per gli utenti, e quelle in materia di ambiente, di trasporti e di contratti pubblici. Nel sottolineare, inoltre, le novità previste in tema di tariffe praticate dagli ordini professionali, di farmaci e di promozione dell'attività agricola, ritiene che il decreto-legge in esame, sebbene non esaustivo delle delicate problematiche in esso affrontate, rappresenti un passo importante Pag. IVverso la realizzazione di un cambiamento da tempo auspicato.

FRANCESCO BARBATO (IdV), Relatore di minoranza per la VI Commissione. Espresso un giudizio critico sulle norme recate dal provvedimento d'urgenza in esame che, non assicurando maggiore spazio alla concorrenza e non liberalizzando il mercato, appare inidoneo a favorire lo sviluppo del Paese e a determinare una riduzione dei prezzi e delle tariffe, richiama le principali ragioni di contrarietà ad un decreto-legge recante misure di carattere propagandistico. Manifesta inoltre rammarico per il mancato accoglimento delle proposte emendative migliorative del testo presentate dal suo gruppo, soffermandosi, in particolare, sulla necessità di destinare parte della liquidità erogata dalla Banca centrale europea al soddisfacimento delle legittime aspettative delle famiglie e del sistema imprenditoriale nazionale.

GABRIELE CIMADORO (IdV), Relatore di minoranza per la X Commissione. Pur ringraziando il Governo per aver restituito credibilità all'Italia in ambito internazionale, lo invita a fornire adeguate risposte in materia di lavoro, economia e sicurezza. Nel ritenere, altresì, che il preannunziato intendimento dell'Esecutivo di porre la questione di fiducia privi di fatto la Camera della possibilità di svolgere la sua funzione legislativa, rileva la sostanziale inefficacia delle misure previste nel provvedimento d'urgenza in discussione che, a suo avviso, presenta anche profili di dubbia costituzionalità. Auspica, infine, l'approvazione di una riforma elettorale e l'istituzione di una Commissione di inchiesta sugli stipendi pubblici.

PRESIDENTE. Prende atto che il Governo si riserva di intervenire in replica.

GIUSEPPE GIULIETTI (Misto). Espresso un orientamento favorevole sul provvedimento d'urgenza in discussione, che potrà realizzare una positiva apertura dei mercati alla concorrenza, ritiene doveroso segnalare la presenza nel testo di un certo caos normativo, con particolare riferimento al settore dell'editoria. Nel ricordare quindi come l'eccessivo ricorso alla questione di fiducia rischi di logorare il ruolo del Parlamento, lamenta l'eccessivo immobilismo del Governo nel settore delle telecomunicazioni, reputando non più giustificabili ulteriori rinvii dell'asta per le frequenze televisive. Nel sollecitare inoltre un'attenta riflessione sul futuro della televisione pubblica, auspicando un ridimensionamento del consiglio di amministrazione, ritiene che il rinnovo dei vertici delle autorità di garanzia dovrebbe essere ispirato a criteri di libera concorrenza; esprime infine l'auspicio che il Presidente Monti mantenga le promesse fatte in sede di dichiarazioni programmatiche in materia di contrasto al conflitto di interessi.

WALTER VERINI (PD). Sottolineata la rilevanza contenutistica del provvedimento d'urgenza in discussione che, garantendo la libera concorrenza ed il rispetto delle regole del mercato, assicura un'effettiva tutela dei diritti dei cittadini, esprime un giudizio positivo sull'azione fin qui intrapresa dal Governo che, attraverso una politica di forte rigore, è riuscito a restituire all'Italia credibilità a livello internazionale. Nel ricordare, inoltre, le modifiche migliorative proposte dalla propria parte politica e recepite nel testo, ritiene che il decreto-legge in esame avrebbe potuto contenere misure maggiormente incisive, segnatamente con riferimento al settore delle professioni e a quello bancario.

ANGELO CERA (UdCpTP). Nell'evidenziare come il provvedimento in discussione costituisca il primo importante passo verso un maggiore sviluppo dell'economia nazionale, da realizzarsi peraltro senza derogare alla rigorosa nuova legislazione in materia di pareggio di bilancio, auspica che in futuro tale azione dell'Esecutivo possa proseguire con la riduzione dell'elevata pressione fiscale, che indebolisce fortemente le attività produttive del nostro Pag. VPaese. Nel ritenere quindi che un vero incentivo allo sviluppo del Paese può giungere da un netto miglioramento dell'efficienza della Pubblica amministrazione, da conseguirsi grazie ad un processo di semplificazione e alla riduzione dei costi della burocrazia, esprime apprezzamento per le disposizioni recate in tal senso dal testo in esame, unitamente alle misure volte a realizzare una maggiore libertà d'iniziativa economica privata, a prevedere talune deroghe al patto di stabilità interno e a liberalizzare la rete di distribuzione del gas e il settore dei punti vendita dei carburanti per autotrazione. Reputa quindi necessario proseguire tali importanti riforme, prevedendo unitamente alle misure per la trasparenza delle aziende municipalizzate e lo snellimento della giustizia civile, anche provvedimenti di riforma delle professioni e ulteriori liberalizzazioni nei settori dei servizi postali, delle telecomunicazioni, della telefonia e del trasporto ferroviario, particolarmente avvertiti nel Mezzogiorno d'Italia. Esprime infine soddisfazione a nome del suo gruppo per quanto fin qui realizzato dal Governo Monti.

SILVANA MURA (IdV). Espresso forte rammarico per il contenuto del provvedimento d'urgenza in discussione che, a suo avviso, non assicura un'effettiva concorrenza, non liberalizza il mercato, non è idoneo a determinare una reale crescita e non attenua minimamente la posizione di svantaggio degli utenti rispetto agli istituti di credito, manifesta dubbi circa il rispetto del principio sancito dall'articolo 81, quarto comma, della Costituzione da parte di talune disposizioni inserite nel testo. Sottolineata, inoltre, l'eterogeneità contenutistica del decreto-legge in esame, evidenziata anche dal parere del Comitato per la legislazione, ritiene che in alcuni casi le incisive modifiche introdotte dal Senato ne abbiano addirittura peggiorato la portata normativa.

ROBERTO GIACHETTI (PD). Parlando per un richiamo all'articolo 24 del Regolamento, stigmatizza l'assenza del deputato Barbato, ritenendo che il relatore di minoranza per la VI Commissione debba seguire i lavori dell'Assemblea sul provvedimento d'urgenza in discussione.

PRESIDENTE. Ricorda che la presenza in Aula dei relatori di minoranza durante l'esame di un provvedimento è rimessa alla sensibilità dei singoli deputati.

SIMONE BALDELLI (PdL). Nel sottolineare preliminarmente che il decreto-legge in discussione affronta le tematiche delle liberalizzazioni e della competitività, necessarie per rimettere in carreggiata il nostro Paese in un quadro di crisi economica internazionale, osserva come il provvedimento d'urgenza sia frutto non solo della buona volontà del Governo, ma anche di un clima politico più sereno, possibile grazie al gesto di responsabilità dell'ex Presidente del Consiglio Berlusconi. Manifesta quindi l'orientamento favorevole del suo gruppo sul decreto-legge in esame, al quale hanno collaborato tutti i gruppi parlamentari, che reca la disciplina di numerose disposizioni che andranno monitorate nella loro attuazione.

DEODATO SCANDEREBECH (FLpTP). Richiamati i rilevanti provvedimenti varati dal Governo ed approvati a larga maggioranza dal Parlamento, esprime un giudizio positivo sulle norme recate dal decreto-legge in discussione, sul quale preannunzia il voto favorevole del suo gruppo, volto a liberalizzare ampi settori dell'economia nazionale, a stimolare la crescita del Paese e a favorire la concorrenza. Nel ricordare talune criticità ancora presenti nel testo, sottolinea la necessità di adottare misure più incisive in materia di liberalizzazioni e semplificazioni, manifestando peraltro preoccupazione per l'effetto recessivo che potrebbe derivare da un inasprimento dell'IVA. Nel reputare quindi opportuno destinare parte delle risorse recuperate dalla lotta all'evasione fiscale a favore delle famiglie e dei redditi più bassi, invita l'Esecutivo, al quale conferma il sostegno della propria parte politica, a proseguire nell'azione riformatrice in atto e a coniugare Pag. VIgli interventi normativi sulla stabilità con concrete disposizioni finalizzate alla crescita dell'economia italiana.

RENATO CAMBURSANO (Misto). Ricordato preliminarmente che la V Commissione ha convenuto all'unanimità di esprimere il prescritto parere nella seduta di domani, manifesta un orientamento favorevole al decreto-legge in discussione, che intende realizzare un equilibrato programma di liberalizzazioni, creando condizioni di concorrenza nei mercati e rilanciando la competitività del sistema produttivo nazionale. Evidenzia, tuttavia, taluni aspetti del testo che richiederebbero ulteriori approfondimenti e possibili correzioni.

RAFFAELE VOLPI (LNP). Parlando per un richiamo al Regolamento, ne lamenta la violazione con riferimento al comma 6 dell'articolo 16-bis, evidenziando la mancata considerazione, nella relazione per l'Assemblea sul provvedimento in esame, delle condizioni contenute nel parere espresso dal Comitato per la legislazione, nonché il mancato recepimento delle suddette condizioni attraverso l'attività emendativa, peraltro compressa dalla probabile posizione della questione di fiducia.

PRESIDENTE. Rileva che i relatori per la maggioranza possono comunque chiarire, oralmente o per iscritto, le ragioni in base alle quali le Commissioni di merito non intendono tenere eventualmente conto del parere espresso dal Comitato per la legislazione.

ALESSANDRO MONTAGNOLI (LNP). Sottolineata l'inutilità delle misure recate dal provvedimento d'urgenza in discussione, che non favoriscono la crescita e la concorrenza, lamenta l'impossibilità di migliorare il testo a seguito della preannunziata decisione del Governo di porre la questione di fiducia. Nell'elencare, quindi, i profili di criticità che caratterizzano l'articolato, manifesta, in particolare, contrarietà agli articoli 1, che lede l'autonomia degli enti locali, e 11, che di fatto penalizza le farmacie dei piccoli centri, giudicando vergognose le disposizioni recate dall'articolo 35, che peraltro appaiono in contrasto con l'articolo 119 della Costituzione. Denunzia, infine, i devastanti effetti che deriveranno dal cosiddetto decreto salva Italia, in particolare per i cittadini e per l'economia del Veneto.

ELISA MARCHIONI (PD). Nel manifestare il convinto orientamento favorevole del suo gruppo sul rilevante provvedimento d'urgenza in discussione, richiama il contributo emendativo offerto durante l'iter dello stesso presso il Senato dalla propria parte politica, che avrebbe voluto renderne ancora più incisivo il contenuto, ma condivide l'appello del Presidente del Consiglio circa la priorità di una sollecita conversione del decreto-legge. Nel richiamare, quindi, le apprezzabili misure recate dal provvedimento d'urgenza in materia di banche, assicurazioni, trasporti, energia, farmaci, tracciabilità dei pagamenti e tutela dei consumatori, ritiene che la normativa varata, proseguendo il processo di liberalizzazioni già avviato dai Governi Prodi, riduca deleterie rendite di posizione rendendo molti mercati strategici per il Paese più aperti, stabilendo condizioni più favorevoli alle imprese efficienti e assicurando ai cittadini migliori servizi a minore prezzo. Manifesta, quindi, particolare apprezzamento per la separazione proprietaria di SNAM da ENI, per l'istituzione del tribunale delle imprese e la promozione dell'uso del metano.

SILVANA ANDREINA COMAROLI (LNP). Sottolineato il carattere centralista e dirigista delle disposizioni recate dal provvedimento d'urgenza in discussione, che non introduce effettive liberalizzazioni, le quali sarebbero possibili soltanto nell'ambito di un autentico federalismo che valorizzi il ruolo delle comunità locali, esprime forti perplessità sulle capacità del decreto-legge di incidere positivamente sul PIL del Paese, lamentando il carattere vessatorio delle norme sulla tesoreria unica. Nel reputare indispensabile, quindi, proseguire nell'introduzione dei costi standard Pag. VIIper la spesa pubblica, ritiene che la liquidità immessa nel sistema dalla Banca centrale europea avrebbe dovuto essere destinata alle piccole imprese.

MAURO PILI (PdL). Esprime personalmente un giudizio critico su taluni contenuti del provvedimento d'urgenza in esame, del quale condivide gli obiettivi strategici generali di liberalizzazione dei settori più bloccati dell'economia del Paese, peraltro già perseguiti dal precedente Esecutivo. Lamenta, in particolare, l'assenza di misure atte a favorire la coesione e il riequilibrio, anche infrastrutturale, della Nazione, che giudica necessarie per attuare efficaci politiche concorrenziali e di sviluppo della competitività, atteso il divario sostanziale esistente tra il Nord e il Sud. Sottolinea, inoltre, il gap infrastrutturale ed economico che condiziona lo sviluppo delle zone insulari del Paese, con particolare riferimento alla Sardegna, richiamando, al riguardo, la vicenda dell'azienda Alcoa e gli interessi di ENEL Spa. Nell'evidenziare, infine, i deleteri effetti che potrebbero derivare dalla riprogrammazione delle opere infrastrutturali strategiche prevista dal cosiddetto decreto salva Italia, auspica che si possano apportare modifiche migliorative al testo in esame.

ANTONIO BORGHESI (IdV). Nel ritenere che il provvedimento d'urgenza in discussione sia palesemente carente in termini di liberalizzazioni e non tuteli adeguatamente gli interessi dei cittadini, non prevedendo interventi incisivi per i settori bancario, assicurativo, dei servizi pubblici e dell'energia, evidenzia come talune modifiche introdotte dal Senato siano state addirittura peggiorative del testo.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROCCO BUTTIGLIONE

ANTONIO BORGHESI (IdV). Pur esprimendo, inoltre, un giudizio positivo sulla previsione dell'IMU sulle attività non esclusivamente commerciali del terzo settore, preannunzia il voto contrario del suo gruppo sul decreto-legge in esame.

ARTURO IANNACCONE (Misto-NPSud). Nel denunziare il carattere propagandistico del provvedimento d'urgenza in discussione, atteso che le misure da esso previste non produrranno alcun positivo effetto concreto per l'economia del Paese, rileva come l'unico risultato conseguito dal nuovo Esecutivo, riconducibile peraltro principalmente all'azione della Banca centrale europea, sia stata la riduzione dello spread tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi. Sottolineata quindi l'assenza di efficaci misure di liberalizzazione nei settori bancario e assicurativo, ritiene che il decreto-legge in discussione non consentirà allo Stato di riacquistare il ruolo di regolatore in economia. Manifestati forti dubbi sugli effetti positivi dell'azione del Governo in termini di crescita economica del Paese, esprime la contrarietà della propria parte politica ad ogni intervento legislativo sul mercato del lavoro che riduca i diritti dei lavoratori. Richiamata inoltre l'esigenza di una maggiore attenzione alle problematiche del Mezzogiorno, sollecita l'Esecutivo ad un maggiore rispetto del ruolo del Parlamento, evitando il continuo ricorso alla questione di fiducia; esprime infine, a nome della sua componente politica, l'orientamento contrario al decreto-legge in discussione.

AURELIO SALVATORE MISITI (Misto-G.Sud-PPA). Richiamati gli aspetti salienti del provvedimento d'urgenza in discussione, che rappresenta un primo passo verso la modernizzazione del Paese, anche se, a suo giudizio, si sarebbero potute adottare misure più incisive, giudica particolarmente rilevanti le disposizioni in materia di infrastrutture e quelle volte ad escludere la Protezione civile dalla gestione dei grandi eventi. Preannunzia, infine, il convinto voto favorevole della sua componente politica sul disegno di legge di conversione in esame.

LINDA LANZILLOTTA (Misto-ApI). Richiamata l'importanza per il Paese delle Pag. VIIImisure di liberalizzazione in discussione, che per la prima volta realizzeranno una maggiore apertura dei mercati e delle professioni in un contesto comunque di efficiente e trasparente regolazione, privilegiando così gli interessi generali dei cittadini a scapito di quelli, pur legittimi, di tipo corporativo, evidenzia come questa azione intrapresa dal Governo si inserisca nell'ambito della strategia di crescita decisa a livello comunitario. Nel ribadire quindi la ferma convinzione circa la validità delle politiche di liberalizzazione, che rappresentano un positivo fattore di crescita oltre a produrre effetti virtuosi per l'occupazione, esprime apprezzamento per le misure volte ad interrompere la gestione monopolistica della rete di distribuzione del gas e del sistema ferroviario, rilevando al contempo come l'intervento nel settore dei servizi pubblici locali andrebbe migliorato con disposizioni volte a realizzare maggiore efficienza e trasparenza. Manifesta quindi il sostegno della propria componente politica all'azione dell'Esecutivo nel percorso di liberalizzazione.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali e prende atto che i relatori rinunziano alla replica.

CLAUDIO DE VINCENTI, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico. Rinunzia alla replica, riservandosi di intervenire nel prosieguo del dibattito.

PRESIDENTE. Rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.

Discussione della mozione Boccia n. 1-00902: Iniziative relative alla delimitazione dei soggetti titolati a partecipare alle aste della Banca centrale europea.

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al resoconto della seduta del 15 marzo 2012.

PRESIDENTE. Avverte che sono state presentate le ulteriori mozioni Comaroli n. 1-00931, Iannaccone n. 1-00936, Corsaro n. 1-00937, Borghesi n. 1-00938 e Cambursano n. 1-00939 che, vertendo su materia analoga a quella trattata dalla mozione all'ordine del giorno, saranno discusse congiuntamente.
Dichiara aperta la discussione sulle linee generali delle mozioni.

MARCO CAUSI (PD). Illustra la mozione Boccia n. 1-00902, sottolineando anzitutto la cruciale rilevanza assunta dalle operazioni di rifinanziamento straordinario, peraltro in assenza di un'efficace predisposizione dei fondi salva-Stati nello scorcio dell'anno trascorso e in presenza del rischio di collasso del sistema bancario in concomitanza con la grave crisi dei debiti sovrani dell'eurozona. Invita quindi il Governo a chiarire le modalità poco trasparenti con cui è stato consentito l'accesso ai predetti finanziamenti, auspicando peraltro la predisposizione di un documento di indirizzo unitario.

ALESSANDRO MONTAGNOLI (LNP). Illustra la mozione Comaroli n. 1-00931, rilevando che la liquidità straordinaria immessa nel sistema dalla Banca centrale europea dovrebbe essere destinata al finanziamento delle piccole e medie imprese. Auspica, quindi, che il predetto atto di indirizzo sia approvato dall'Assemblea per garantire il giusto sostegno ai cittadini ed alle imprese.

ARTURO IANNACCONE (Misto-NPSud). Illustra la sua mozione n. 1-00936, osservando che l'ingente immissione di liquidità nell'eurozona conseguita alle operazioni di finanziamento della Banca centrale europea, anziché aver favorito il rilancio della produzione industriale e il sostegno alle famiglie, ha prodotto effetti distorsivi del mercato finanziario e creditizio sia per l'impiego nell'acquisto di titoli del debito sovrano sia per l'approvvigionamento da parte di operatori riconducibili all'economia reale anziché al settore creditizio in senso stretto. Chiede pertanto al Governo di adoperarsi nelle sedi competenti per garantire in futuro più opportune Pag. IXmodalità di accesso ai crediti concessi dalla Banca centrale; invita inoltre l'Esecutivo ad attivarsi per ridurre il divario esistente tra i tassi di interesse applicati dagli istituti di credito nel Nord e nel Sud del Paese.

COSIMO VENTUCCI (PdL). Illustra la mozione Corsaro n. 1-00937, rilevando che le regole dell'Unione europea appaiono cristallizzate ed inadeguate a sostenere la crescita dell'economia reale. Invita, quindi, il Governo ad attivarsi nelle competenti sedi comunitarie affinché i finanziamenti erogati dalla Banca centrale europea siano destinati esclusivamente ad istituti di credito e non alle società finanziarie dei gruppi industriali.

CARLO MONAI (IdV). Illustra la mozione Borghesi n. 1-00938, osservando che l'ingente massa di liquidità immessa nel circuito creditizio dalla Banca centrale europea a tassi di particolare favore e con obblighi di restituzione a lungo termine è andata incontro ad un'eterogenesi dei fini, poiché le modalità di accesso non adeguatamente selettive hanno consentito l'approvvigionamento di capitali da parte di operatori creditizi atipici, interamente posseduti da grandi gruppi industriali automobilistici. Chiede, pertanto, al Governo di attivarsi nelle sedi europee competenti affinché, in occasione di future aste della Banca centrale europea, venga esclusa la possibilità di finanziamento per gli istituti specializzati nel credito al consumo e collegati a gruppi industriali, nonché la possibilità di depositare presso la stessa Banca centrale europea per periodi non brevi i prestiti ricevuti.

RENATO CAMBURSANO (Misto). Illustra la sua mozione n. 1-00939, ricordando che ai finanziamenti agevolati erogati dalla Banca centrale europea hanno avuto accesso anche talune società finanziarie di gruppi industriali, in particolare automobilistici. Ritiene, quindi, che per raggiungere l'obiettivo della crescita del Paese si debba sostenere l'accesso al credito da parte di imprese e famiglie.

DOMENICO SCILIPOTI (PT). Richiama preliminarmente gli abusi e i comportamenti scorretti e a suo avvivo usurari perpetrati nei decenni dai maggiori istituti di credito, prima e dopo l'unione monetaria stabilita con il Trattato di Maastricht, con particolare riferimento all'applicazione dei cosiddetti tassi di interesse uso piazza, ricordando la ratio della più recente legislazione in materia creditizia volta a tutelare i cittadini e ad assicurare la trasparenza bancaria. Evidenzia, quindi, il deleterio impiego delle risorse ricevute dal settore creditizio, anziché a sostegno del rilancio produttivo del Paese, nell'acquisto di obbligazioni di Stato ad alto rendimento. Stigmatizzata infine la politica di bilancio attuata dal Governo in carica, invita l'Esecutivo ad adoperarsi per condizionare l'erogazione di prestiti della BCE all'utilizzazione degli stessi a sostegno della crescita e dello sviluppo.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali delle mozioni.

GIANFRANCO POLILLO, Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze. Auspica la predisposizione di un documento di indirizzo unitario ovvero la discussione congiunta con altre mozioni vertenti su materia analoga.

PRESIDENTE. Avverte che è stata presentata l'ulteriore mozione Tabacci n. 1-00942 e rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.

Discussione delle mozioni Franceschini n. 1-00880, Iannaccone n. 1-00887 e Miccichè n. 1-00928: Iniziative per favorire gli interventi produttivi e l'occupazione nel Mezzogiorno.

Lo schema recante la ripartizione dei tempi per il dibattito è riprodotto in calce al vigente calendario dei lavori dell'Assemblea.

Pag. X

PRESIDENTE. Avverte che sono state presentate le ulteriori mozioni Ossorio n. 1-00930, Cicchitto n. 1-00932, Occhiuto n. 1-00933, Commercio n. 1-00934, Aniello Formisano n. 1-00935, Ruvolo n. 1-00940 e Versace n. 1-00941 che, vertendo su materia analoga a quella trattata dalle mozioni all'ordine del giorno, saranno discusse congiuntamente.
Dichiara aperta la discussione sulle linee generali delle mozioni.

SERGIO ANTONIO D'ANTONI (PD). Illustra la mozione Franceschini n. 1-00880, evidenziando il grave ritardo in termini di sviluppo economico della parte più debole del Paese, segnatamente del Mezzogiorno, dove più si è avvertita la perdita di ricchezza conseguente alla recente crisi economica internazionale; nel sottolineare che la predetta situazione è fonte di declino per l'intera nazione, evidenzia come il nuovo Governo stia operando al riguardo con interventi condivisibili e prospetta l'opportunità di varare misure incisive volte al migliore utilizzo dei fondi europei, al rilancio degli investimenti pubblici e privati, nonché ad un più idoneo utilizzo del credito di imposta. Nel rimarcare quindi come la sua parte politica annetta grande importanza ad una nuova politica di attenzione al Meridione, per troppo tempo abbandonato, auspica che si possa pervenire ad un documento di indirizzo unitario.

ARTURO IANNACCONE (Misto-NPSud). Illustra la sua mozione n. 1-00887, evidenziando la necessità di fornire un segnale di discontinuità con il passato, diminuendo il divario tra il Nord e il Sud del Paese, segnatamente attraverso la previsione di forme di fiscalità di vantaggio per attrarre investimenti nel Mezzogiorno e la predisposizione di un piano straordinario per l'occupazione giovanile. Auspica, infine, che il Governo si attivi in tale direzione, esprimendo altresì parere favorevole sul presente documento di indirizzo.

AURELIO SALVATORE MISITI (Misto-G.Sud-PPA). Illustra la mozione Miccichè n. 1-00928, auspicando la predisposizione di un atto di indirizzo unitario sugli interventi a favore del Mezzogiorno. Sottolineato l'indiscutibile gap infrastrutturale esistente tra il Nord ed il Sud del Paese, ritiene che i finanziamenti a fondo perduto vadano trasformati in investimenti produttivi. Invita, quindi, il Governo ad assegnare al tema dello sviluppo economico e sociale del Mezzogiorno una valenza prioritaria nell'ambito della politica economica nazionale.

GIULIA COSENZA (PdL). Illustra la mozione Cicchitto n. 1-00932, richiamando le incisive misure varate nell'anno trascorso dal precedente Esecutivo a sostegno del Mezzogiorno, con particolare riferimento alla razionalizzazione dei fondi strutturali utilizzati per il rilancio di settori strategici per lo sviluppo del Mezzogiorno. Ricordate, quindi, la messa in efficienza del Fondo di sviluppo e coesione di cui al decreto legislativo n. 88 del 2011, le delibere del CIPE che hanno sbloccato le risorse per lo sviluppo della rete infrastrutturale nel Meridione, le misure varate per fronteggiare il dissesto idrogeologico dei territori del Sud e il credito di imposta previsto dal decreto-legge n. 78 del 2011 per le imprese che incrementano l'occupazione nel Mezzogiorno, invita il Governo ad implementare le predette misure per colmare il grave svantaggio competitivo delle regioni meridionali del Paese.

ROBERTO OCCHIUTO (UdCpTP). Illustra la sua mozione n. 1-00933, manifestando la disponibilità del suo gruppo alla predisposizione di un atto di indirizzo unitario sugli interventi a favore del Mezzogiorno. Espresso, apprezzamento per la sensibilità dimostrata dall'Esecutivo sulle tematiche oggetto delle mozioni in discussione, sottolinea il drammatico aumento del tasso di disoccupazione giovanile, segnatamente al Sud, dove sono peraltro allarmanti le condizioni di povertà delle famiglie. Invita, infine, il Governo a definire un quadro di norme finalizzate a rendere interamente fruibili dai giovani delle regioni meridionali le risorse attualmente Pag. XIdisponibili a valere sui fondi dell'Unione europea, nonché a promuovere l'effettivo utilizzo del credito d'imposta per i nuovi occupati al Sud e ad attuare forme di fiscalità di vantaggio nelle aree sottoutilizzate del Paese.

PIERFELICE ZAZZERA (IdV). Illustra la mozione Aniello Formisano n. 1-00935, richiamando le valutazioni autorevolmente effettuate dall'istituto SVIMEZ sulla natura rispettivamente congiunturale e strutturale della crisi economica e produttiva nel Nord e nel Sud del Paese. Evidenzia quindi la necessità di emancipare il Mezzogiorno dalla dipendenza da deleterie politiche assistenzialistiche attraverso un piano strategico di sviluppo che, anche mediante la fiscalità di vantaggio e il credito d'imposta, attragga gli investimenti esteri, colmi il divario infrastrutturale, riduca i costi energetici e valorizzi le risorse naturali. Sottolineata inoltre la necessità di contrastare efficacemente l'illegalità diffusa ripristinando condizioni di sicurezza e di efficiente amministrazione della giustizia, auspica la predisposizione di un documento di indirizzo unitario.

PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione sulle linee generali delle mozioni.

FABRIZIO BARCA, Ministro per la coesione territoriale. Rileva che il Governo ha già adempiuto a taluni degli impegni previsti nelle mozioni, mentre in relazione ad altri si presentano profili problematici che potranno essere presi in considerazione in caso di presentazione di un documento di indirizzo unitario.

PRESIDENTE. Rinvia il seguito del dibattito ad altra seduta.

Ordine del giorno della seduta di domani.

PRESIDENTE. Comunica l'ordine del giorno della seduta di domani:

Martedì 20 marzo 2012, alle 10.

(Vedi resoconto stenografico pag. 83).

La seduta termina alle 20,50.